Vicini pdf marzo 2014

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Giovedì 27 febbraio, alle 20.45, si è tenuto il primo incontro orga- nizzato dallo Spazio Donne della Cascina Roccafranca nell’ambito dell’iniziativa mensile “Marzo delle donne 2014”. Alla prima, delle otto serate previste, hanno partecipato la dottoressa Annamaria Baldelli, Procuratore Capo della Procura presso il Tribuna- le per i Minorenni Piemonte – Valle d’Aosta e la dottoressa Paola Ca- stagna, Servizio Violenza Sessuale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Il filo conduttore della serata è stato costituito dal libro “Io so’ Carmela”. Il 15 aprile 2007 Carmela Cirella si getta dal settimo piano di un pa- lazzo nel quartiere Paolo VI di Taranto. Aveva tredici anni ed era stata stuprata da più uomini. Abbandonata dalle istituzioni, rinchiusa in un centro di recupero, i suoi violentatori liberi come se mai nulla fosse accaduto. Questo libro a fumetti, basato sul diario di Carmela ritrovato dopo la morte, è un grido d’aiuto, di rabbia e di speranza. L’incuria delle istituzioni nella gestione della delicata e complessa vicenda della piccola Carmela ha visto le due dottoresse, Baldelli e Castagna, convenire sul fatto che ciascun operatore deve atte- nersi alla propria area di competenza: il magistrato deve occuparsi unicamente del lato giuridico della vicenda, mentre la ginecologa di quello clinico/sanitario. I risultati parziali raggiunti singolarmente verranno poi messi in comunicazione tra di loro nell’interesse stesso della vittima, al fine di evitare ulteriori traumi ad essa. Traumi e violenze, a dir poco raccapriccianti, che rischiano a volte di cogliere impreparati proprio chi di dovere. Annamaria Baldelli ha riportato il caso di un’infermiera che, essendosi trovata quest’estate a prestare i primi soccorsi ad una bambina di appena quattro anni vittima di una deflorazione, non ha retto allo shock e si è dovuta pre- cipitare in bagno a rimettere. Spesso la fragilità umana prorompe proprio in quei casi in cui, invece, sarebbe necessario rimanere il più possibile lucidi e distaccati. A causa dei conati di vomito infatti l’in- fermiera non ha tempestivamente provveduto a repertare le tracce fresche di materiale biologico facilmente rinvenibili sugli indumenti intimi della piccola. Ciò avrebbe consentito di risalire immediata- mente al colpevole di una simile atrocità . . . invece, a causa delle eccessiva umanità dell’operatrice sanitaria, tali “preziosi indizi” sono andati perduti. La ginecologa Paola Castagna ha notevolmente ridimensionato l’importanza dell’ascolto nella terapia di recupero della vittima di violenze o abusi sessuali. Talvolta il corpo violato della donna parla in maniera fin troppo eloquente! Ostinarsi nell’estorcere alla vittima nuove rivelazioni su quanto subito, in interminabili sedute psicologiche, è essa stessa una forma di vio- lenza di poco inferiore a quella fisica subita. Accanto alla violenza subita dalla povera malcapitata esiste poi anche, come conferma- to da Annamaria Baldelli, la violenza assistita; cioè quella, per esem- pio, dei figli di una coppia in cui lei viene seviziata da lui. I poveri bambini assistono, spesso inermi e impotenti, al supplizio della madre picchiata dal compagno e subiscono così degli shock che, una volta introiettati, difficilmente possono essere estirpati, so- prattutto se interessano bambini estremamente piccoli. Malgrado la sconcertante escalation nel nostro paese della piaga del femminicidio, l’unica nota positiva è costituita, come evidenzia- to dalla ginecologa Paola Castagna, dalla nascita di sempre mag- giori spazi dedicati alle donne. Cioè negli ospedali, nelle strutture pubbliche e nei consultori la violenza di genere viene finalmente riconosciuta come tale e, pertanto, ha proprie aree apposite dove le donne possono incontrarsi, confrontarsi e parlare tra di loro. Un cli- ma familiare e sicuro, basato sulla continuità del rapporto personale, è il primo gradino per rendere le donne sempre più consapevoli e pronte a reagire al primo “campanello d’allarme”. Un consiglio alle organizzatrici dell’iniziativa “Marzo delle donne 2014”? La proiezione serale del film “Sotto Accusa” basato sulla storia vera di una cameriera, interpretata dal premio Oscar Jodie Foster, stuprata da un gruppo di ubriachi sul flipper di un bar. Uno dei primi film prodotti ad Hollywood a testimoniare così esplicitamente il tema dello stupro. Lorenzo Beatrice [email protected] ANNO 1 - Numero 6 WWW.VICINI.TO.IT 25 MARZO 2014 Io so’ Carmela Pag. 1 Caro lettore, puoi scaricare questa copia gratuitamente da www.vicini.to.it

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Edizione PDF del giornale cittadino on line VICINI. "Sguardi, notizie, proposte dai Quartieri di Torino"

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Giovedì 27 febbraio, alle 20.45, si è tenuto il primo incontro orga-nizzato dallo Spazio Donne della Cascina Roccafranca nell’ambito dell’iniziativa mensile “Marzo delle donne 2014”.

Alla prima, delle otto serate previste, hanno partecipato la dottoressa Annamaria Baldelli, Procuratore Capo della Procura presso il Tribuna-le per i Minorenni Piemonte – Valle d’Aosta e la dottoressa Paola Ca-stagna, Servizio Violenza Sessuale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Il filo conduttore della serata è stato costituito dal libro “Io so’ Carmela”.

Il 15 aprile 2007 Carmela Cirella si getta dal settimo piano di un pa-lazzo nel quartiere Paolo VI di Taranto. Aveva tredici anni ed era stata stuprata da più uomini. Abbandonata dalle istituzioni, rinchiusa in un centro di recupero, i suoi violentatori liberi come se mai nulla fosse accaduto. Questo libro a fumetti, basato sul diario di Carmela ritrovato dopo la morte, è un grido d’aiuto, di rabbia e di speranza.

L’incuria delle istituzioni nella gestione della delicata e complessa vicenda della piccola Carmela ha visto le due dottoresse, Baldelli e Castagna, convenire sul fatto che ciascun operatore deve atte-nersi alla propria area di competenza: il magistrato deve occuparsi unicamente del lato giuridico della vicenda, mentre la ginecologa di quello clinico/sanitario. I risultati parziali raggiunti singolarmente verranno poi messi in comunicazione tra di loro nell’interesse stesso della vittima, al fine di evitare ulteriori traumi ad essa.

Traumi e violenze, a dir poco raccapriccianti, che rischiano a volte di cogliere impreparati proprio chi di dovere. Annamaria Baldelli ha riportato il caso di un’infermiera che, essendosi trovata quest’estate

a prestare i primi soccorsi ad una bambina di appena quattro anni vittima di una deflorazione, non ha retto allo shock e si è dovuta pre-cipitare in bagno a rimettere. Spesso la fragilità umana prorompe proprio in quei casi in cui, invece, sarebbe necessario rimanere il più possibile lucidi e distaccati. A causa dei conati di vomito infatti l’in-fermiera non ha tempestivamente provveduto a repertare le tracce fresche di materiale biologico facilmente rinvenibili sugli indumenti intimi della piccola. Ciò avrebbe consentito di risalire immediata-mente al colpevole di una simile atrocità . . . invece, a causa delle eccessiva umanità dell’operatrice sanitaria, tali “preziosi indizi” sono andati perduti.

La ginecologa Paola Castagna ha notevolmente ridimensionato l’importanza dell’ascolto nella terapia di recupero della vittima di violenze o abusi sessuali. Talvolta il corpo violato della donna parla in maniera fin troppo eloquente!

Ostinarsi nell’estorcere alla vittima nuove rivelazioni su quanto subito, in interminabili sedute psicologiche, è essa stessa una forma di vio-lenza di poco inferiore a quella fisica subita. Accanto alla violenza subita dalla povera malcapitata esiste poi anche, come conferma-to da Annamaria Baldelli, la violenza assistita; cioè quella, per esem-pio, dei figli di una coppia in cui lei viene seviziata da lui.

I poveri bambini assistono, spesso inermi e impotenti, al supplizio della madre picchiata dal compagno e subiscono così degli shock che, una volta introiettati, difficilmente possono essere estirpati, so-prattutto se interessano bambini estremamente piccoli.

Malgrado la sconcertante escalation nel nostro paese della piaga del femminicidio, l’unica nota positiva è costituita, come evidenzia-to dalla ginecologa Paola Castagna, dalla nascita di sempre mag-giori spazi dedicati alle donne. Cioè negli ospedali, nelle strutture pubbliche e nei consultori la violenza di genere viene finalmente riconosciuta come tale e, pertanto, ha proprie aree apposite dove le donne possono incontrarsi, confrontarsi e parlare tra di loro. Un cli-ma familiare e sicuro, basato sulla continuità del rapporto personale, è il primo gradino per rendere le donne sempre più consapevoli e pronte a reagire al primo “campanello d’allarme”.

Un consiglio alle organizzatrici dell’iniziativa “Marzo delle donne 2014”? La proiezione serale del film “Sotto Accusa” basato sulla storia vera di una cameriera, interpretata dal premio Oscar Jodie Foster, stuprata da un gruppo di ubriachi sul flipper di un bar. Uno dei primi film prodotti ad Hollywood a testimoniare così esplicitamente il tema dello stupro.

Lorenzo [email protected]

ANNO 1 - Numero 6 WWW.VICINI.TO.IT 25 MARZO 2014

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Io so’ Carmela

N° 6 in versione pdf, Marzo 2014

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Caro lettore, puoi scaricare questa copia gratuitamente da www.vicini.to.it

L’atteso rilancio del Mercato di Piazza ForoniSiamo ad un passo per l’apertura del cantiere di piazza Fo-roni per il rilancio del mercato. Un’opera che costerà circa 4 milioni e 500mila euro – finanziata con fondi europei – in grado di adeguare finalmente l’area alle normative igieni-co sanitarie e di sicurezza vigenti che la gente chiede da un bel pezzo.

Situato tra Corso Palermo e Via Mercadante, il mercato di Piazza Foroni offre di tutto, di più: nell’alimentare questo

mercato non teme confronti, dal momento che tutto l’an-no è possibile trovare dalla frutta di stagione alle primizie, dalla verdura super conveniente alle aragoste.

Una curiosità: al centro del mercato troneggia il quadro della Madonna di Ripalta, portato da Cerignola nel 1945 da una famiglia della cittadina pugliese.

Ed oggi, nella terza domenica di giugno, originari del pae-se e abitanti attuali si trovano nella piazza per una grande festa.

In questo mese si dovrebbe aprire la prima fase per la predi-sposizione del mercato temporaneo. I commercianti – stan-do a quanto ha dichiarato il Comune – traslocheranno nel-le vie adiacenti di piazza Foroni per permettere i lavori che dovrebbero veder nascere, tra le altre cose, un’area pedo-nale, un parcheggio e filari alberati. I cantieri, dovrebbero chiudere alla fine del 2014, secondo il piano del Comune.

In ogni caso è stato garantito, secondo il nuovo progetto, che ogni operatore manterrà il proprio posto al mercato, mentre verrà in parte modificato il percorso della corsia vei-

colare d’emergenza.

Il progetto definitivo è stato accolto in modo positivo dal-la Commissione mercatale di piazza Foroni, coordinata da Vincenzo Torraco. Tutti gli operatori del mercato dovranno comunque trovare soluzioni, per affrontare possibili criticità legate allo spostamento provvisorio dei quasi 200 banchi del mercato e valutare altre proposte, tra cui la possibile apertura pomeridiana del mercato, magari già dalla pros-sima primavera, e la questione di un parcheggio auto ade-guato per carico e scarico merci.

I disagi che i lavori potranno in un primo momento porta-re, saranno poi compensati dai benefici che l’intervento porterà agli operatori ed ai frequentatori abituali di uno dei mercati più caratteristici della città.

La Cerignola subalpina, così viene chiamata, diventerà an-cora più bella ed intrigante di quello che è stata per tanti anni. In un quartiere che richiama la Torino industriale de-gli anni 50, mischiata ai sapori e colori di un pezzo d’Africa, con una piazza che riporta ai luoghi d’origine dei frequen-tatori abituali, dove trovi i dialetti e le lingue che hanno fat-to la Torino del boom economico, pezzi di sud che animano questa piazza.

Angelo [email protected]

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Concorso fotografico CavourL’azzardo non è un gioco.Ricerca nazionale su anziani e gioco d’azzardo

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Gli anziani rappresentano oggi uno dei target d’elezione per il mercato del gioco d’azzardo e sempre più over 65 rischia-no di cadere vittime della dipendenza.

La ricerca dal titolo “L’azzardo non è un gioco- Gioco d’az-zardo legale e rischio dipendenza tra le persone over 65 in-contrate da Auser” è stata presentata il 3 marzo alla Fabbri-ca delle “e” . Realizzata da Auser, Gruppo Abele e Libera, la ricerca copre 15 regioni e si avvale di circa 1000 questionari, ed è ricca di elementi: dati demografici (età, reddito, titolo di studio) comportamenti di gioco, reti sociali (vicinanza o meno di familiari, vita sociale), da cui valuta il rischio di di-pendenza dal gioco. Nonostante la prudenza dei relatori per quanto riguarda la rappresentatività dei campioni, il quadro che emerge è chiaro e preoccupante.

“Nel giro di venti anni il dilagare oltremisura delle opportu-nità di gioco, insieme a una pubblicità martellante e quasi sempre ingannevole, ha determinato in Italia una situazione paradossale. In un paese in cui crescono tutti gli indici delle vecchie e delle nuove povertà; in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili e gli anziani sono sempre più a rischio di esclusione per la carenza di servizi sociali il fatturato dell’azzardo ha raggiunto i 90 miliardi di euro”, osserva Mari-ca Guiducci.

Le lobbies del gioco d’azzardo hanno dato luogo ad una trasformazione del costume con effetti pesanti sul sistema sa-nitario e giudiziario. Molti dei giocatori a rischio sono anziani. Perché gli anziani hanno disponibilità di tempo e di rispar-mi, o di una rendita, come la pensione. Il rischio maggiore è quello di esaurire in fretta il denaro e non poter riemerge-re dalla povertà perché ormai fuori dal mercato del lavoro. Molti nuovi giochi e i relativi messaggi pubblicitari sono co-struiti per sollecitare l’interesse delle persone anziane, i loro desideri e le loro fragilità. Si osserva che proprio nei giorni di ritiro della pensione si verifica un’impennata di ogni sorta di giochi.

L’obiettivo della ricerca di Auser in collaborazione con il Gruppo Abele era indagare e comprendere quali sono i comportamenti e le motivazioni che spingono al gioco le persone anziane e quali sono le conseguenze in termini di spesa e di problemi di relazione. L’idea è quella di far cre-scere tra le persone la consapevolezza della distanza tra l’a-spetto ludico del gioco di abilità, nel quale è importante la socialità e l’interazione, dall’esperienza del gioco d’azzardo che si svolge spesso in solitudine e nel quale si rischia di rima-

nere drammaticamente intrappolati.

Ma si tratta anche di promuovere l’azione dei decisori politici e di tutti coloro che dovrebbero esser interessati al degrado a cui il gioco espone non soltanto le persone ma anche il paesaggio urbano: la sala da gioco diventa uno dei princi-pali centri di aggregazione e di relazione per le persone di un quartiere o di una periferia .

I giocatori poi si impoveriscono non solo per le perdite in denaro. Non vanno trascurati i problemi di salute psichica e fisica, la rottura dei legami familiari, i problemi di ordine giu-diziario. La ricerca di soldi spesso conduce all’indebitamento e da qui nella spirale dell’usura. Se ciò non bastasse, con la legislazione in deroga si stanno immettendo oltremisura sul mercato giochi a bassa soglia di accesso (l’Italia è il primo paese al mondo per la vendita di “gratta e vinci”), giochi camuffati da intrattenimento ludico per tutte le età.

Le istituzioni e tutte le forze democratiche devono doman-darsi quale modello culturale e di sviluppo ne può deriva-re. Se è eticamente accettabile che lo Stato favorisca le società concessionarie anche mediante una politica fiscale in virtù della quale alcuni giochi sono tassati meno dell’1% . Vanno imposti dei limiti all’apertura di nuove sale da gioco nei pressi delle scuole, degli ospedali, dei supermercati, degli uffici postali ecc..

L’Auser è impegnata a respingere con fermezza l’idea di un’Italia paese dei Balocchi in cui la trasformazione della vita delle persone viene affidata al pensiero magico o alla fortuna.

Per approfondire:http://www.forumterzosettore.it/2014/03/03/auser-presenta-zione-indagine-su-anziani-e-gioco-dazzardo/

Gianpaolo [email protected]

La fotografia è ritenuta, a ragione, uno strumento educativo. E’ il mezzo comunicativo in grado di superare barriere sociali, linguistiche, culturali, schermi precostituiti. Arriva direttamen-te alla sensibilità delle persone. I giovani, in particolare, at-traverso la fotografia possono compiere un cammino che li avvicini a mondi e culture diverse, oppure permetta loro di analizzare meglio la propria quotidianità. E’ lodevole che la scuola e le istituzioni forniscano agli studenti mezzi adeguati per compiere tale percorso.

Il nostro giornale segnala, a tal proposito, l’importante inizia-tiva del CONCORSO DI FOTOGRAFIA interscolastico, giunto alla terza edizione, organizzato dal LICEO CAVOUR di Torino e dall’Associazione Azimut, sostenuto dalla Regione Piemon-te e dal Salone del Libro di Torino con il Patrocinio della Città di Torino.Le iscrizioni sono aperte fino al 15 aprile 2014Il tema di questa edizione “La leggerezza , s’ispira a una delle lezioni americane che Italo Calvino aveva preparato per l’Università di Harvard (Massachusetts) nei mesi prece-denti la sua morte improvvisa (1985). Lo scrittore non tenne mai quelle lezioni ma ne aveva realizzato una stesura scritta. Nello specifico, il saggio sulla leggerezza si trova in “Lezio-ni americane, sei proposte per il prossimo millennio” (Oscar Mondadori, 2012).I partecipanti al concorso dovranno interpretare il tema del-la leggerezza nelle più libere e varie accezioni ed esprime-re in immagine un concetto tanto lieve e impalpabile. Una vera sfida che spinge ciascuno a riflettere sulla propria idea di leggerezza, non escludendo eventualmente il suo oppo-sto, cioè il peso.Regolamento del concorsoIl concorso è aperto a tutti gli studenti degli Istituti superiori torinesi.I partecipanti dovranno iscriversi via e-mail all’indirizzo [email protected], entro il 15 aprile 2014, inviando i propri dati. Dovranno inviare una fotografia che esprima il concetto di Leggerezza, specificando: -autore, -titolo, -stru-mento fotografico utilizzato,-scuola di appartenenza non oltre il 28 aprile, pena esclusione. Si accettano immagini rea-lizzate con macchina fotografica reflex, compatta, telefono cellulare, iPad o webcam.Entro lo stesso giorno il 28 aprile 2014, i partecipanti dovran-no recapitare la stampa della fotografia in formato A4 (for-mato-foglio classico da stampante domestica 21×29,7 cm) presso il Liceo Cavour, sede di corso Tassoni 15, Torino.Le fotografie, previa una selezione da parte del comitato organizzativo, saranno esposte al Salone Internazionale del Libro 2014, da giovedì 8 a lunedì 12 maggio, nello spazio del

Bookstock Village (Lingotto Fiere). Il Salone del Libro metterà a disposizione di tutti i partecipanti al concorso un biglietto di ingresso gratuito alla manifestazione. Il pubblico potrà vota-re le fotografie nel corso dell’apertura del Salone. La premia-zione dei vincitori si terrà tra maggio e giugno Spazio Azimut, Piazza Emanuele Filiberto 11. Il vincitore del primo premio parteciperà alla finale di IoEspongo che si terrà nell’autunno 2014. Seguiranno notizie per gli altri premi.

Il bene della leggerezzaParallelamente al concorso si può partecipare a creare un’opera collettiva inviando un tweet con un aforisma o un pensiero sul tema de La leggerezza all’account del concor-so @fotocavour con l’hashtag #ilbenedellaleggerezza.Tutti gli aforismi raccolti saranno poi stampati e inseriti con il nome dell’autore nell’allestimento del padiglione del Bo-okstock Village del Salone Internazionale del Libro (tramite cartoncini o altro) creando un’opera d’arte collettiva, cura-ta da Matteo Gremo e dagli allievi del Cavour, intitolata “Il bene della leggerezza”.Giovedì 8 maggio, nello spazio “Book” del Padiglione 5, alle ore 15.00, si discuterà sul “Bene della leggerezza” con Ga-briele Ferraris che modera l’incontro, Federico Peiretti (mate-matico), Alessandro Perissinotto (scrittore), Alessandro Bulgini (artista visivo).

Per informazioni:Mail: [email protected]

Twitter: @fotocavour #ilbenedellaleggerezzaPagina Facebook: Fotografia Cavour, Gruppo Facebook: Concorso fotografia Cavour http://www.lcavour.gov.it/

Rossella [email protected]

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E FU SERA E FU MATTINAIl sogno di in giovane regista che diventa film

Mi arriva con un passaparola on line la segnalazione di questa bella avventura “dal basso” di produzione cinematografica low cost ma high quality: E FU SERA E FU MATTINA, un soggetto intrigante con fina-le sorprendente e una fotografia che esalta la bellezza delle Langhe.

A qualcuno potrà ricordare la storia de IL VENTO FA IL SUO GIRO, film “povero” di Giorgio Diritti del 2005 premiato dal passa parola del pub-blico, che fu girato in una sperduta valle del Piemonte, con un bu-dget limitato di 480 mila euro e sin da subito ignorato dalla grande distribuzione, per i soliti motivi: un regista poco conosciuto, un cast di attori non professionisti, dialoghi in italiano e dialetto. E che invece grazie al tam tam degli spettatori si rivelò un piccolo fenomeno di cinema d’autore.Speriamo che la storia ora si ripeta per il film del giovane regista Emanuele Caruso (28 anni) che è costato ancora meno in denaro, 70 mila euro raccolti in crowfounding, ma molto in tempo ed entu-siasmo che meritano di essere premiati.

Il progetto, o meglio il sogno, nasce 4 anni fa ma nessun produttore è disponibile a finanziarlo ed allora il buon Emanuele e il suo grup-po di amici lancia un finanziamento dal basso e 300 sottoscrittori comprano delle quote del film prima ancora che sia prodotto. Gra-zie alla passione, all’impegno e ad un pizzico di fortuna che spesso capita quando si mettono in circolo delle buone idee, si trovano le quasi 1.000 persone disponibili a lavorare gratis per il film (tecnici, attori, macchinisti, comparse) oltre alla disponibilità’ delle locations. Le riprese iniziano a giugno dell’anno scorso, il montaggio termina nell’autunno e inizia un’altra corsa ad ostacoli: nessun distributore

lo vuole e così Emanuele e il gruppo di amici iniziano a contattare direttamente le sale cinematografiche vicine a casa, ad Alba e din-torni. Con un bel risultato: ad oggi sono 7000 i biglietti staccati e le persone che dopo aver visto il film fanno il passa parola.

Inutile dire che questa sarà la prova del nove, per cui volentieri dif-fondiamo l’invito e la richiesta di sostegno che ci è arrivata: si tratta di acquistare i biglietti e di andare a vederlo.Così potrete giudicare voi se ne è valsa la pena.

Mascia [email protected]

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“La luna su Torino”: il nuovo film di Davide Ferrario

Davide Ferrario torna alla fiction, dopo alcuni anni dedicati alla re-alizzazione di documentari, con una storia che lui stesso definisce

“abbastanza imparentata con Dopo mezzanotte. Lo è per la natura del soggetto (una sorta di commedia sui paradossi della vita), sia per il forte legame con Torino, sia per le modalità produttive: basso budget e uso sperimentale del digitale”.

Dice Ferrario alla collega Cristina Paternò di cinecittànews: “Ho im-piegato la Canon 300 che ha permesso di non usare luce artificiale, così il film è anche ecologico. E poi era tutto wireless, niente cavi sul

set, il che ha permesso di velocizzare. Poi abbiamo usato i droni che con un costo accettabile, di circa 900 euro al giorno, permettono di fare riprese aeree, di stare vicini ai personaggi. La visione dall’alto rende nuovi i posti che vedi tutti i giorni” e parlando di Torino aggiun-ge “È il posto che conosco meglio, è una città che, da quando sono arrivato, nel ’96, non finisce di suggestionarmi. È una città traspa-rente e viene spesso usata nel cinema per essere qualcosa d’altro per esempio Oxford in Fuga di cervelli. Il cinema è uno straordinario strumento di promozione come dimostra il rapporto tra La grande bellezza e Roma, anche se Roma non ha bisogno di popolarità ag-giuntiva. Però io non ho necessariamente un rapporto idilliaco con Torino: in “Tutta colpa di Giuda” ho girato al carcere delle Vallette, in Dopo mezzanotte ho mostrato la divaricazione tra la Mole e la periferia della Falchera, qui sono andato a cercare luoghi notturni e lunari.La storia si impernia su tre personaggi principali che vivono nella stes-sa casa e su un’idea che Ferrario segue fin dai suoi esordi: quella della vita sul quarantacinquesimo parallelo (che attraversa Torino e gran parte della pianura padana). Il quarantacinquesimo paralle-lo – “a metà strada tra il polo e l’equatore” – diventa metafora del vivere in equilibrio e possiede la magia della suggestione nascosta nella normalità.Gli attori nei ruoli principali sono, come consuetudine di Ferrario, pressoché esordienti: Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini. Con loro Daria Pascal Attolini, Aldo Ottobrino, Bene-detta Perego, Franco Maino, Stefano Scherini.Anche i collaboratori sono quelli consueti: Dante Cecchin alla foto-grafia, Claudio Cormio al montaggio, Francesca Bocca alla sceno-grafia, Paola Ronco ai costumi, Vito Martinelli sound designer, Fabio Barovero per le musiche. Produttore esecutivo Ladis Zanini.Il film, che sara nelle sale cinematografiche dal 27 marzo, è prodotto da Rossofuoco in associazione con Banca Sella, FIP – Film Investimen-ti Piemonte, Fargo Film, con la collaborazione di Film Commission Torino Piemonte e di Zoom.

Franco [email protected]

PROROGATA FINO AL 18 APRILE 2014 LA MOSTRA ‘ESPLORANDO TRA LE CARTE’ I 150 ANNI DELLA MOLE

È prorogata fino al 18 aprile 2014 – nella spazio espositivo comunale di via Barbaroux 32 – la mostra ‘Esplorando tra le carte’, un itinerario realizzato da carte, fotografie, guide e giornali appartenenti al patrimonio dell’Archivio Storico del-la Città per rendere omaggio alla Mole Antonelliana, edifi-cio simbolo della città di Torino e ripercorrerne le tappe dei 150 anni. La prima pietra della Mole Antonelliana veniva po-sta alla fine del 1863.

“L’edificio era destinato in origine a essere un tempio israeliti-co, ma l’ingegno di Alessandro Antonelli era andato ben al di là delle aspettative del committente: l’altezza totale del-la costruzione era lievitata dai 47 metri dell’ipotesi iniziale a più di 100 metri, nell’arco di quattro anni, con conseguente aumento della spesa, e ancora non era finita – spiega la cu-ratrice Luciana Manzo -. Nel 1869 l’impresa era ormai diven-tata insostenibile per la comunità israelitica subalpina e fu così che, dopo anni di dibattiti, controversie e pareri tecnici sulla sua stabilità, nel 1877 l’edificio fu acquistato dal Comu-ne che negli anni successivi lo portò a termine, stabilendo in via Montebello la sede del Museo del Risorgimento Italiano. Inaugurato nel 1908, il Museo rimase alla Mole fino al 1929, per essere successivamente trasferito a Palazzo Carignano.

Da allora, per un lunghissimo lasso di tempo la Mole Antonel-liana fu un contenitore vuoto, senza altra destinazione d’uso che quella di punto di vista panoramico artificiale”.Nel 1980 fu recuperata all’uso pubblico diventando lo spazio espositivo della Città. Infine dal 2000 è sede del Museo Na-zionale del Cinema.

“Conosciamo e amiamo la Mole Antonelliana per la vertigine che ci regala ogni volta che, passandole accanto, ne sentiamo il respiro del tempo, per il riferimento che ci offre da qualsiasi punto di vista della città, genius loci familiare e un po’ austero. L’amiamo per la sorpresa che rivela agli occhi in quelle «giornate di vento, a prima-vera, in cui Torino pare di vetro», per dirla con Marco Revelli. L’amia-mo come fosse sempre stata lì, un guardiano silenzioso e augurante sulle vite di una città che scorre. E conosciamo la sua storia, recente

– di progetto di tempio israelitico mai realizzato e ceduto al Comune di Torino ancora in fase di costruzione – e quella contemporanea – scrigno della storia del cinema e delle sue fascinazioni.La mostra che la Città dedica ai 150 anni dall’inizio della sua costru-zione – e che il catalogo, numero speciale di MuseoTorino, illustra

– tuttavia ce ne rivela l’anima e lo scheletro, ce ne racconta la ge-nesi costruttiva e la storia che portò al suo innalzamento. Attraverso disegni, lettere, schizzi, fotografie e progetti d’epoca che rivelano quanto la scelta di erigerla fosse stata importante per la comunità, e quanto intorno ad essa si fosse dibattuto. Corsi e ricorsi della storia, in un certo senso.Il dibattito di una città intorno ad una scelta urbanistica importan-te. Sorprendente tuttavia ritrovarne le tracce nei documenti che l’Archivio Storico della Città custodisce e che, scabri e tecnici, ne raccontano l’evoluzione e lo sviluppo. E mirabile la perizia di chi, creandone catalogo e mostra, ha saputo ricostruire la cronologia di quella storia torinese e tratteggiarne l’emotività. Un lavoro docu-mentale minuzioso e ricco, una fotografia della nostra storia comu-ne recente che il catalogo racchiude e illustra. Una mostra godibile costruita coi tanti tasselli della vita quotidiana. Un scrigno aperto fra i tanti che l’Archivio Storico di Torino possiede e di cui la Città è or-gogliosa custode.”

Piero Fassino, sindaco di Torino e Maurizio Braccialarghe, as-sessore alla Cultura, Turismo e Promozione della Città

BIOGRAFIA ANTONELLIAlessandro Antonelli è nato a Ghemme (Novara), il 14 luglio 1798.Dal 1812 al 1815 ha frequentato il seminario di San Giulio d’Orta; si è trasferito a Milano dove ha studiato lettere e disegno e, nel 1819, si iscrisse a Torino alla scuola di architettura civile. Allievo di Ferdinan-do Bonsignore e di Giuseppe Maria Talucchi, ha ottenuto il diploma nel 1824. Nello stesso anno ha iniziato a lavorare come disegnatore per l’ingegnere delle Regie Finanze Ignazio Michela agli studi preli-minari per la Curia Maxima e, nel 1825, quando i lavori per l’edifica-zione della costruzione presero avvio, fu assunto dalle Regie Finanze come «architetto aiutante» nella direzione del cantiere.Nel 1826 è stato ammesso alla scuola di Ingegneria e Architettura a Roma dove la sua formazione si completa, sotto la guida degli inge-gneri pontifici Carlo Sereni e Nicola Cavalieri San-Bertolo, di un ricco bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche sull’arte del fabbricare. Ha concluso il corso di studi con un progetto di decorazione della piazza Castello di Torino che gli valse prestigiosi riconoscimenti: il la-voro prevedeva la demolizione di Palazzo Madama – di cui Antonelli salvava soltanto la facciata juvarriana ricollocandola nel comples-so di Palazzo Reale – e l’elevazione, al suo posto, della nuova catte-drale. Nel 1832 ha intrapreso la libera professione che lo vede impe-gnato per tutta la vita tra il novarese e Torino nella realizzazione di edifici religiosi (l’altar maggiore della cattedrale di Novara, la chiesa parrocchiale di Castellamonte mai conclusa-, la cupola di San Gau-denzio), civili abitazione (casa Ponzio Vaglia, nell’isolato compreso tra le via della Rocca, Giolitti e Plana, casa Antonelli, in via Vanchi-glia 9, casa Callori in via dei Mille 16, la «casa delle Colonne» in corso Matteotti 13 e 15, la sopraelevazione di casa Scaccabarozzi, nota come «fetta di polenta» per la sua forma a triangolo rettangolo con il cateto su corso San Maurizio lungo 4,20 metri e l’ipotenusa su via Giulia di Barolo di 16,60 metri) e di progetti urbanistici come il piano per l’ampliamento per il borgo Vanchiglia. Il più noto tra i suoi lavori, sintesi del suo genio visionario è la Mole. Iniziata nel 1863, non poté vederne il completamento. Morì infatti a Torino l’11 ottobre 1888.

Fino al 18 aprile orario:ARCHIVIO STORICO Via Barbaroux 32 - Torinolunedì-venerdì 8.30–18.30 domenica 10.30–18.30, sabato chiusoIngresso libero www.comune.torino.it/archiviostorico

Angelo [email protected]

Page 4: Vicini pdf marzo 2014

“Le adolescenti e gli adolescenti rappresentano una grande risorsa e una scommessa per il futuro, su cui occorre investire all’interno di un patto generazionale che ne rilanci la centra-lità”: l’impegno fa parte delle linee strategiche di mandato del Sindaco della Città di Torino.Il Piano Adolescenti, illustrato il 5 marzo in Comune dal Sinda-co e da Mariagrazia Pellerino, Assessora alle Politiche edu-cative della Città, è dunque un atto con il quale la Città vuo-le rilanciare una riflessione su questa fascia d’età e definire le linee per tradurre in progetti e iniziative l’impegno dell’Am-ministrazione. Le politiche culturali ed educative rivolte alle adolescenti e agli adolescenti della nostra Città devono tenere conto degli elementi che connotano la nostra comu-nità e il suo contesto economico e sociale. In particolare la dispersione, la ancora troppo bassa formazione scolastica e culturale, la forte presenza di giovani nati o provenienti da culture diverse, la necessità di ricostruire il senso civico e le-gami di fiducia.

Il Piano è costituito da due direttrici: la mappatura dell’offer-ta educativa e aggregativa esistente sul territorio e messa a

disposizione da vari attori istituzionali e sociali e la definizione di quattro aree tematiche di intervento che ne definiscono gli l’indirizzi. Queste sono:

• le identità e i diritti: l’io (temi relativi alla costruzione del-la propria identità nelle sue diverse accezioni: culturale, valoriale, sessuale);

• le relazioni, le nuove tecnologie, la comunicazione e le reti: gli altri, comprende progettualità portatrici di com-petenze e abilità da condividere come risorsa della e

per la Città (ad esempio i social network, la partecipa-zione a comunità di creative commons, l’accesso a mo-dalità di open source), come azioni cooperative, atte a sviluppare una piena condivisione delle risorse locali, opportunità comunicative;

• la cultura dell’innovazione e del lavoro: il futuro, preve-de la costruzione di percorsi formativi in vista delle futu-re scelte professionali come lo sviluppo di progettualità specifiche nel biennio delle scuole superiori e della for-mazione professionale per stimolare la creatività, l’inno-vazione, l’imprenditività, la capacità di creare beni e servizi per partire dalle proprie competenze e conoscere nuovi lavori, anche attraverso esperienze con il mondo dell’impresa e degli Atenei;

• la sostenibilità: il mondo, comprende aspetti legati ai consumi, all’uso delle risorse, alla fruibilità dei beni co-muni sollecitando l’impegno personale dei ragazzi nella promozione di una cultura della sostenibilità, affinché si-ano partecipi dei cambiamenti con l’avvio di progetti in cui siano protagonisti diretti.

Queste aree tematiche saranno il punto di partenza per costruire una visione del futuro attraverso gli occhi e la cre-atività delle giovani generazioni che vivono sotto la Mole, attraverso la realizzazione di idee-progettuali che saranno selezionate nell’ambito di un Concorso di idee per gruppi di adolescenti (da 2 a 5 persone dai 14 ai 18 anni o frequentan-ti le scuole torinesi.Una commissione individuerà 52 proposte da premiare con un buono acquisto di 500 euro, spendibile in libri e prodotti tecnologici, tra queste, 6 avranno concreta attuazione.Per l’attuazione di questi ultimi progetti saranno coinvolte asso-ciazioni di promozione sociale e di volontariato attraverso un banco che mette a disposizione disposizione dai 5mila e 10mila euro di contributo per ciascun progetto.Il Piano Adolescenti svolto finora e condiviso dalle Circoscri-zioni e gli organismi che lavorano per e con i giovani, si è concluso nel gennaio 2014, coinvolgendo 25 enti e 1.600 ragazzi e ragazze. Nelle classi è stato distribuito un questio-nario per conoscere il loro pensiero sulle aree tematiche del piano e per creare una mailing-list delle studentesse e degli studenti con cui la Città potrà mantenere la comunicazione nel tempo.Contemporaneamente è stata realizzata una mappa delle offerte esistenti in Città per evitare sovrapposizioni o dupli-cazioni di progetti, da cui è emersa l’esistenza di numerose iniziative che rischiano però di restare isolate e una fram-mentazione degli interventi. Le tappe successive per dare continuità al Piano Adolescenti saranno:

• la predisposizione di un bando, sempre rivolto alla asso-ciazioni, per l’elaborazione e la realizzazione di progetti relativi alle 4 aree tematiche di intervento;

• l’elaborazione di mappe delle risorse del territorio a cura delle adolescenti e degli adolescenti che saranno pub-blicate sul sito web della Città;

• la promozione di nuove offerte educative sul tema delle scelte professionali, con particolare riferimento alla “cul-tura dell’innovazione del lavoro” per fornire alle ragazze e ai ragazzi gli strumenti critici e suggestioni che modifi-chino l’immaginario del lavoro e stimolino capacità pro-positive, autostima, creatività, capacità cooperativa e associativa.

Gianpaolo [email protected]

Pubblichiamo questo avviso di Corcorso nazionale perchè potreb-be intressare a qualche nostro lettore creativo e perchè l’esperien-za di questi giovani imprenditori è da raccontare essendo venuti più volte a Torino in varie occasioni.

Woman è il ventisettesimo contest lanciato da Formabilio, StatUp che si racconta così:

“La nostra filosofia: siamo una startup che guarda al business e pensa etico. Diamo forma alle idee di designer grazie al saper fare di pic-cole imprese manifatturiere italiane. Per prodotti che raccontano una storia che parla di passione, impegno, responsabilità, qualità, territorio, bellezza, insomma di made in Italy.I nostri concorsi li vincono tutti:i designer che partecipano, le picco-le aziende italiane che producono, i clienti consapevoli e la collet-tività. Grazie alla filiera breve progettista-produttore-cliente, tutti gli attori coinvolti da Formabilio avranno il loro giusto ricavo. Nel medio periodo i vantaggi riguarderanno anche la collettività, in termini di produzione di ricchezza e generazione di occupazione.Per noi contano le dimensioni: scegliamo le piccole aziende ma-nifatturiere italiane con una preponderanza di attività artigianale. Piccole imprese che da sempre caratterizzano il tessuto manifattu-riero italiano, custodi di quel saper fare e quella gestualità artigia-nale che si tramandano di generazione in generazione e che fanno grande il made in Italy. Grandi famiglie perchè mettono al centro i valori e i loro dipendenti.Siamo ben inseriti nell’ambiente: i nostri prodotti sono sostenibili e innovativi. Non lasciamo impronte e siamo resistenti Chiediamo ai nostri designer di pensare eco proponendoci prodotti innovativi, so-stenibili, riciclabili. Puntiamo sulla qualità e durabilità del made in Italy, perché prodotti con maggiore resistenza all’usura ed un fun-

zionamento ottimale riducono l’impatto dei rifiuti generati. Sceglia-mo aziende produttive con un animo green. Promuoveremo politi-che comuni per ridurre l’impronta ecologia.Non temiamo giudizi: ascoltando impariamo a fare sempre meglio Formabilio è un progetto democratico e sociale: incentiviamo la community a darci suggerimenti e fare commenti sui progetti, sui prodotti, sul sistema di acquisto. Vogliamo crescere far entrare il made in Italy nelle case di tutto il modo, con il contributo di tutti“Ma torniamo al concorso:in questo contest designer e appassionati di arredamento dovran-no raccontare attraverso progetti di arredo e complemento il com-plesso mondo delle donne, scegliendo una delle infinite sfumature dell’animo femminile.La donna, si sa, è mobile: ci sono donne razionali e spigolose, morbi-de e accoglienti, lineari e precise, creative e caotiche. Donne mul-titasking o focalizzate su un unico obiettivo.Quelle che pensano a casa e famiglia, quelle tutte dedite al lavoro e quelle che si destreggiano tra casa, famiglia e lavoro. E, ancora, quelle coalizzate in gruppo e quelle che si arrangiano da sole. Ne-cessarie e complesse, croce e delizia dell’universo maschile.Le candidature dei progetti vanno inviate utilizzando l’apposita se-zione del sito dalle ore 10:00 del 5 marzo alle ore 18:00 del 7 aprile 2014.

Per conoscere i requisiti e partecipare al contest: https://it.formabi-lio.com/concorso-design/woman

I designer dei progetti vincitori identificati dalla giuria di Formabilio, oltre alla soddisfazione di essere prodotti, avranno diritto a un fee del 7% sulla vendita dei prodotti sul sito Formabilio.com

Franco [email protected]

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UN PIANO STRAORDINARIO DI CONTROLLI DELLA STABILITÀ DEGLI ALBERI CITTADINI

Si è svolto un incontro dal sindaco con gli assessori Lavolta e Passoni e i tecnici competenti per esaminare le ragioni dell’ac-caduto di piazza Toti e assumere le decisioni operative conse-guenti.

L’incontro ha assunto tre decisioni immediate: l’avvio immedia-

to di un nuovo controllo di stabilità su tutte le piante di piazza Toti, affidata a una società terza rispetto al precedente monito-ratore, con precisi obblighi di esecuzione di controlli attraverso una strumentazione adeguata; un piano straordinario di controlli sulle 5000 piante presenti in tutte le 284 aree gioco e nei cortili scolastici, dove più forte è la presenza di minori; l’anticipo dei controlli sulle piante per le quali erano previste verifiche nel 2014

e nel 2015.

Il sindaco ha sottolineato durante il dibattito in Consiglio co-munale che, pur in uno stato di sofferenza dei bilanci comunali, non è mai scesa l’attenzione dell’Amministrazione nei confronti del sistema arboreo della Città con stanziamenti costanti negli anni e che tra il 2011 e il 2013, come evidenziato dai dati letti dall’assessore, “tutti i 108mila alberi cittadini sono stati controllati. È evidente comunque che anche la caduta di un solo albero ci deve preoccupare e per questo abbiamo assunto immediate decisioni tra cui la verifica della sicurezza”.

Come si ricorderà nel pomeriggio di sabato 8 marzo, in piazza Toti, un grosso tiglio di 70 cm. di diametro e con un’altezza di 18 metri si è schiantato improvvisamente sull’area giochi colpendo quattro ragazzini, uno dei quali ha riportato gravi ferite; fortuna-tamente ormai fuori pericolo, il ragazzo a seguito d’intervento d’urgenza si sta riprendendo. Da un primo esame, l’albero pre-sentava una grave degradazione dei tessuti legnosi nella zona del colletto (zona di intersezione tra il fusto e la radice al livello del terreno) che ne ha determinato lo schianto. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per verificare l’accaduto e accertare eventuali responsabilità.

Tra sabato e domenica l’assessore Lavolta si è recato più volte in ospedale per accertarsi delle condizioni di salute del ragaz-zo ferito e questa mattina è stato il sindaco a fare una visita al Regina Margherita constatando il costante miglioramento delle condizioni di Mattia.

Angelo [email protected]

Giovani imprenditori crescono: concorso Woman

Piano Adolescenti, un atto strategico per il futuro della Città

Page 5: Vicini pdf marzo 2014

“Le adolescenti e gli adolescenti rappresentano una grande risorsa e una scommessa per il futuro, su cui occorre investire all’interno di un patto generazionale che ne rilanci la centra-lità”: l’impegno fa parte delle linee strategiche di mandato del Sindaco della Città di Torino.Il Piano Adolescenti, illustrato il 5 marzo in Comune dal Sinda-co e da Mariagrazia Pellerino, Assessora alle Politiche edu-cative della Città, è dunque un atto con il quale la Città vuo-le rilanciare una riflessione su questa fascia d’età e definire le linee per tradurre in progetti e iniziative l’impegno dell’Am-ministrazione. Le politiche culturali ed educative rivolte alle adolescenti e agli adolescenti della nostra Città devono tenere conto degli elementi che connotano la nostra comu-nità e il suo contesto economico e sociale. In particolare la dispersione, la ancora troppo bassa formazione scolastica e culturale, la forte presenza di giovani nati o provenienti da culture diverse, la necessità di ricostruire il senso civico e le-gami di fiducia.

Il Piano è costituito da due direttrici: la mappatura dell’offer-ta educativa e aggregativa esistente sul territorio e messa a

disposizione da vari attori istituzionali e sociali e la definizione di quattro aree tematiche di intervento che ne definiscono gli l’indirizzi. Queste sono:

• le identità e i diritti: l’io (temi relativi alla costruzione del-la propria identità nelle sue diverse accezioni: culturale, valoriale, sessuale);

• le relazioni, le nuove tecnologie, la comunicazione e le reti: gli altri, comprende progettualità portatrici di com-petenze e abilità da condividere come risorsa della e

per la Città (ad esempio i social network, la partecipa-zione a comunità di creative commons, l’accesso a mo-dalità di open source), come azioni cooperative, atte a sviluppare una piena condivisione delle risorse locali, opportunità comunicative;

• la cultura dell’innovazione e del lavoro: il futuro, preve-de la costruzione di percorsi formativi in vista delle futu-re scelte professionali come lo sviluppo di progettualità specifiche nel biennio delle scuole superiori e della for-mazione professionale per stimolare la creatività, l’inno-vazione, l’imprenditività, la capacità di creare beni e servizi per partire dalle proprie competenze e conoscere nuovi lavori, anche attraverso esperienze con il mondo dell’impresa e degli Atenei;

• la sostenibilità: il mondo, comprende aspetti legati ai consumi, all’uso delle risorse, alla fruibilità dei beni co-muni sollecitando l’impegno personale dei ragazzi nella promozione di una cultura della sostenibilità, affinché si-ano partecipi dei cambiamenti con l’avvio di progetti in cui siano protagonisti diretti.

Queste aree tematiche saranno il punto di partenza per costruire una visione del futuro attraverso gli occhi e la cre-atività delle giovani generazioni che vivono sotto la Mole, attraverso la realizzazione di idee-progettuali che saranno selezionate nell’ambito di un Concorso di idee per gruppi di adolescenti (da 2 a 5 persone dai 14 ai 18 anni o frequentan-ti le scuole torinesi.Una commissione individuerà 52 proposte da premiare con un buono acquisto di 500 euro, spendibile in libri e prodotti tecnologici, tra queste, 6 avranno concreta attuazione.Per l’attuazione di questi ultimi progetti saranno coinvolte asso-ciazioni di promozione sociale e di volontariato attraverso un banco che mette a disposizione disposizione dai 5mila e 10mila euro di contributo per ciascun progetto.Il Piano Adolescenti svolto finora e condiviso dalle Circoscri-zioni e gli organismi che lavorano per e con i giovani, si è concluso nel gennaio 2014, coinvolgendo 25 enti e 1.600 ragazzi e ragazze. Nelle classi è stato distribuito un questio-nario per conoscere il loro pensiero sulle aree tematiche del piano e per creare una mailing-list delle studentesse e degli studenti con cui la Città potrà mantenere la comunicazione nel tempo.Contemporaneamente è stata realizzata una mappa delle offerte esistenti in Città per evitare sovrapposizioni o dupli-cazioni di progetti, da cui è emersa l’esistenza di numerose iniziative che rischiano però di restare isolate e una fram-mentazione degli interventi. Le tappe successive per dare continuità al Piano Adolescenti saranno:

• la predisposizione di un bando, sempre rivolto alla asso-ciazioni, per l’elaborazione e la realizzazione di progetti relativi alle 4 aree tematiche di intervento;

• l’elaborazione di mappe delle risorse del territorio a cura delle adolescenti e degli adolescenti che saranno pub-blicate sul sito web della Città;

• la promozione di nuove offerte educative sul tema delle scelte professionali, con particolare riferimento alla “cul-tura dell’innovazione del lavoro” per fornire alle ragazze e ai ragazzi gli strumenti critici e suggestioni che modifi-chino l’immaginario del lavoro e stimolino capacità pro-positive, autostima, creatività, capacità cooperativa e associativa.

Gianpaolo [email protected]

Pubblichiamo questo avviso di Corcorso nazionale perchè potreb-be intressare a qualche nostro lettore creativo e perchè l’esperien-za di questi giovani imprenditori è da raccontare essendo venuti più volte a Torino in varie occasioni.

Woman è il ventisettesimo contest lanciato da Formabilio, StatUp che si racconta così:

“La nostra filosofia: siamo una startup che guarda al business e pensa etico. Diamo forma alle idee di designer grazie al saper fare di pic-cole imprese manifatturiere italiane. Per prodotti che raccontano una storia che parla di passione, impegno, responsabilità, qualità, territorio, bellezza, insomma di made in Italy.I nostri concorsi li vincono tutti:i designer che partecipano, le picco-le aziende italiane che producono, i clienti consapevoli e la collet-tività. Grazie alla filiera breve progettista-produttore-cliente, tutti gli attori coinvolti da Formabilio avranno il loro giusto ricavo. Nel medio periodo i vantaggi riguarderanno anche la collettività, in termini di produzione di ricchezza e generazione di occupazione.Per noi contano le dimensioni: scegliamo le piccole aziende ma-nifatturiere italiane con una preponderanza di attività artigianale. Piccole imprese che da sempre caratterizzano il tessuto manifattu-riero italiano, custodi di quel saper fare e quella gestualità artigia-nale che si tramandano di generazione in generazione e che fanno grande il made in Italy. Grandi famiglie perchè mettono al centro i valori e i loro dipendenti.Siamo ben inseriti nell’ambiente: i nostri prodotti sono sostenibili e innovativi. Non lasciamo impronte e siamo resistenti Chiediamo ai nostri designer di pensare eco proponendoci prodotti innovativi, so-stenibili, riciclabili. Puntiamo sulla qualità e durabilità del made in Italy, perché prodotti con maggiore resistenza all’usura ed un fun-

zionamento ottimale riducono l’impatto dei rifiuti generati. Sceglia-mo aziende produttive con un animo green. Promuoveremo politi-che comuni per ridurre l’impronta ecologia.Non temiamo giudizi: ascoltando impariamo a fare sempre meglio Formabilio è un progetto democratico e sociale: incentiviamo la community a darci suggerimenti e fare commenti sui progetti, sui prodotti, sul sistema di acquisto. Vogliamo crescere far entrare il made in Italy nelle case di tutto il modo, con il contributo di tutti“Ma torniamo al concorso:in questo contest designer e appassionati di arredamento dovran-no raccontare attraverso progetti di arredo e complemento il com-plesso mondo delle donne, scegliendo una delle infinite sfumature dell’animo femminile.La donna, si sa, è mobile: ci sono donne razionali e spigolose, morbi-de e accoglienti, lineari e precise, creative e caotiche. Donne mul-titasking o focalizzate su un unico obiettivo.Quelle che pensano a casa e famiglia, quelle tutte dedite al lavoro e quelle che si destreggiano tra casa, famiglia e lavoro. E, ancora, quelle coalizzate in gruppo e quelle che si arrangiano da sole. Ne-cessarie e complesse, croce e delizia dell’universo maschile.Le candidature dei progetti vanno inviate utilizzando l’apposita se-zione del sito dalle ore 10:00 del 5 marzo alle ore 18:00 del 7 aprile 2014.

Per conoscere i requisiti e partecipare al contest: https://it.formabi-lio.com/concorso-design/woman

I designer dei progetti vincitori identificati dalla giuria di Formabilio, oltre alla soddisfazione di essere prodotti, avranno diritto a un fee del 7% sulla vendita dei prodotti sul sito Formabilio.com

Franco [email protected]

Pag. 4 Pag. 5

UN PIANO STRAORDINARIO DI CONTROLLI DELLA STABILITÀ DEGLI ALBERI CITTADINI

Si è svolto un incontro dal sindaco con gli assessori Lavolta e Passoni e i tecnici competenti per esaminare le ragioni dell’ac-caduto di piazza Toti e assumere le decisioni operative conse-guenti.

L’incontro ha assunto tre decisioni immediate: l’avvio immedia-

to di un nuovo controllo di stabilità su tutte le piante di piazza Toti, affidata a una società terza rispetto al precedente monito-ratore, con precisi obblighi di esecuzione di controlli attraverso una strumentazione adeguata; un piano straordinario di controlli sulle 5000 piante presenti in tutte le 284 aree gioco e nei cortili scolastici, dove più forte è la presenza di minori; l’anticipo dei controlli sulle piante per le quali erano previste verifiche nel 2014

e nel 2015.

Il sindaco ha sottolineato durante il dibattito in Consiglio co-munale che, pur in uno stato di sofferenza dei bilanci comunali, non è mai scesa l’attenzione dell’Amministrazione nei confronti del sistema arboreo della Città con stanziamenti costanti negli anni e che tra il 2011 e il 2013, come evidenziato dai dati letti dall’assessore, “tutti i 108mila alberi cittadini sono stati controllati. È evidente comunque che anche la caduta di un solo albero ci deve preoccupare e per questo abbiamo assunto immediate decisioni tra cui la verifica della sicurezza”.

Come si ricorderà nel pomeriggio di sabato 8 marzo, in piazza Toti, un grosso tiglio di 70 cm. di diametro e con un’altezza di 18 metri si è schiantato improvvisamente sull’area giochi colpendo quattro ragazzini, uno dei quali ha riportato gravi ferite; fortuna-tamente ormai fuori pericolo, il ragazzo a seguito d’intervento d’urgenza si sta riprendendo. Da un primo esame, l’albero pre-sentava una grave degradazione dei tessuti legnosi nella zona del colletto (zona di intersezione tra il fusto e la radice al livello del terreno) che ne ha determinato lo schianto. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per verificare l’accaduto e accertare eventuali responsabilità.

Tra sabato e domenica l’assessore Lavolta si è recato più volte in ospedale per accertarsi delle condizioni di salute del ragaz-zo ferito e questa mattina è stato il sindaco a fare una visita al Regina Margherita constatando il costante miglioramento delle condizioni di Mattia.

Angelo [email protected]

Giovani imprenditori crescono: concorso Woman

Piano Adolescenti, un atto strategico per il futuro della Città

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E FU SERA E FU MATTINAIl sogno di in giovane regista che diventa film

Mi arriva con un passaparola on line la segnalazione di questa bella avventura “dal basso” di produzione cinematografica low cost ma high quality: E FU SERA E FU MATTINA, un soggetto intrigante con fina-le sorprendente e una fotografia che esalta la bellezza delle Langhe.

A qualcuno potrà ricordare la storia de IL VENTO FA IL SUO GIRO, film “povero” di Giorgio Diritti del 2005 premiato dal passa parola del pub-blico, che fu girato in una sperduta valle del Piemonte, con un bu-dget limitato di 480 mila euro e sin da subito ignorato dalla grande distribuzione, per i soliti motivi: un regista poco conosciuto, un cast di attori non professionisti, dialoghi in italiano e dialetto. E che invece grazie al tam tam degli spettatori si rivelò un piccolo fenomeno di cinema d’autore.Speriamo che la storia ora si ripeta per il film del giovane regista Emanuele Caruso (28 anni) che è costato ancora meno in denaro, 70 mila euro raccolti in crowfounding, ma molto in tempo ed entu-siasmo che meritano di essere premiati.

Il progetto, o meglio il sogno, nasce 4 anni fa ma nessun produttore è disponibile a finanziarlo ed allora il buon Emanuele e il suo grup-po di amici lancia un finanziamento dal basso e 300 sottoscrittori comprano delle quote del film prima ancora che sia prodotto. Gra-zie alla passione, all’impegno e ad un pizzico di fortuna che spesso capita quando si mettono in circolo delle buone idee, si trovano le quasi 1.000 persone disponibili a lavorare gratis per il film (tecnici, attori, macchinisti, comparse) oltre alla disponibilità’ delle locations. Le riprese iniziano a giugno dell’anno scorso, il montaggio termina nell’autunno e inizia un’altra corsa ad ostacoli: nessun distributore

lo vuole e così Emanuele e il gruppo di amici iniziano a contattare direttamente le sale cinematografiche vicine a casa, ad Alba e din-torni. Con un bel risultato: ad oggi sono 7000 i biglietti staccati e le persone che dopo aver visto il film fanno il passa parola.

Inutile dire che questa sarà la prova del nove, per cui volentieri dif-fondiamo l’invito e la richiesta di sostegno che ci è arrivata: si tratta di acquistare i biglietti e di andare a vederlo.Così potrete giudicare voi se ne è valsa la pena.

Mascia [email protected]

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“La luna su Torino”: il nuovo film di Davide Ferrario

Davide Ferrario torna alla fiction, dopo alcuni anni dedicati alla re-alizzazione di documentari, con una storia che lui stesso definisce

“abbastanza imparentata con Dopo mezzanotte. Lo è per la natura del soggetto (una sorta di commedia sui paradossi della vita), sia per il forte legame con Torino, sia per le modalità produttive: basso budget e uso sperimentale del digitale”.

Dice Ferrario alla collega Cristina Paternò di cinecittànews: “Ho im-piegato la Canon 300 che ha permesso di non usare luce artificiale, così il film è anche ecologico. E poi era tutto wireless, niente cavi sul

set, il che ha permesso di velocizzare. Poi abbiamo usato i droni che con un costo accettabile, di circa 900 euro al giorno, permettono di fare riprese aeree, di stare vicini ai personaggi. La visione dall’alto rende nuovi i posti che vedi tutti i giorni” e parlando di Torino aggiun-ge “È il posto che conosco meglio, è una città che, da quando sono arrivato, nel ’96, non finisce di suggestionarmi. È una città traspa-rente e viene spesso usata nel cinema per essere qualcosa d’altro per esempio Oxford in Fuga di cervelli. Il cinema è uno straordinario strumento di promozione come dimostra il rapporto tra La grande bellezza e Roma, anche se Roma non ha bisogno di popolarità ag-giuntiva. Però io non ho necessariamente un rapporto idilliaco con Torino: in “Tutta colpa di Giuda” ho girato al carcere delle Vallette, in Dopo mezzanotte ho mostrato la divaricazione tra la Mole e la periferia della Falchera, qui sono andato a cercare luoghi notturni e lunari.La storia si impernia su tre personaggi principali che vivono nella stes-sa casa e su un’idea che Ferrario segue fin dai suoi esordi: quella della vita sul quarantacinquesimo parallelo (che attraversa Torino e gran parte della pianura padana). Il quarantacinquesimo paralle-lo – “a metà strada tra il polo e l’equatore” – diventa metafora del vivere in equilibrio e possiede la magia della suggestione nascosta nella normalità.Gli attori nei ruoli principali sono, come consuetudine di Ferrario, pressoché esordienti: Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini. Con loro Daria Pascal Attolini, Aldo Ottobrino, Bene-detta Perego, Franco Maino, Stefano Scherini.Anche i collaboratori sono quelli consueti: Dante Cecchin alla foto-grafia, Claudio Cormio al montaggio, Francesca Bocca alla sceno-grafia, Paola Ronco ai costumi, Vito Martinelli sound designer, Fabio Barovero per le musiche. Produttore esecutivo Ladis Zanini.Il film, che sara nelle sale cinematografiche dal 27 marzo, è prodotto da Rossofuoco in associazione con Banca Sella, FIP – Film Investimen-ti Piemonte, Fargo Film, con la collaborazione di Film Commission Torino Piemonte e di Zoom.

Franco [email protected]

PROROGATA FINO AL 18 APRILE 2014 LA MOSTRA ‘ESPLORANDO TRA LE CARTE’ I 150 ANNI DELLA MOLE

È prorogata fino al 18 aprile 2014 – nella spazio espositivo comunale di via Barbaroux 32 – la mostra ‘Esplorando tra le carte’, un itinerario realizzato da carte, fotografie, guide e giornali appartenenti al patrimonio dell’Archivio Storico del-la Città per rendere omaggio alla Mole Antonelliana, edifi-cio simbolo della città di Torino e ripercorrerne le tappe dei 150 anni. La prima pietra della Mole Antonelliana veniva po-sta alla fine del 1863.

“L’edificio era destinato in origine a essere un tempio israeliti-co, ma l’ingegno di Alessandro Antonelli era andato ben al di là delle aspettative del committente: l’altezza totale del-la costruzione era lievitata dai 47 metri dell’ipotesi iniziale a più di 100 metri, nell’arco di quattro anni, con conseguente aumento della spesa, e ancora non era finita – spiega la cu-ratrice Luciana Manzo -. Nel 1869 l’impresa era ormai diven-tata insostenibile per la comunità israelitica subalpina e fu così che, dopo anni di dibattiti, controversie e pareri tecnici sulla sua stabilità, nel 1877 l’edificio fu acquistato dal Comu-ne che negli anni successivi lo portò a termine, stabilendo in via Montebello la sede del Museo del Risorgimento Italiano. Inaugurato nel 1908, il Museo rimase alla Mole fino al 1929, per essere successivamente trasferito a Palazzo Carignano.

Da allora, per un lunghissimo lasso di tempo la Mole Antonel-liana fu un contenitore vuoto, senza altra destinazione d’uso che quella di punto di vista panoramico artificiale”.Nel 1980 fu recuperata all’uso pubblico diventando lo spazio espositivo della Città. Infine dal 2000 è sede del Museo Na-zionale del Cinema.

“Conosciamo e amiamo la Mole Antonelliana per la vertigine che ci regala ogni volta che, passandole accanto, ne sentiamo il respiro del tempo, per il riferimento che ci offre da qualsiasi punto di vista della città, genius loci familiare e un po’ austero. L’amiamo per la sorpresa che rivela agli occhi in quelle «giornate di vento, a prima-vera, in cui Torino pare di vetro», per dirla con Marco Revelli. L’amia-mo come fosse sempre stata lì, un guardiano silenzioso e augurante sulle vite di una città che scorre. E conosciamo la sua storia, recente

– di progetto di tempio israelitico mai realizzato e ceduto al Comune di Torino ancora in fase di costruzione – e quella contemporanea – scrigno della storia del cinema e delle sue fascinazioni.La mostra che la Città dedica ai 150 anni dall’inizio della sua costru-zione – e che il catalogo, numero speciale di MuseoTorino, illustra

– tuttavia ce ne rivela l’anima e lo scheletro, ce ne racconta la ge-nesi costruttiva e la storia che portò al suo innalzamento. Attraverso disegni, lettere, schizzi, fotografie e progetti d’epoca che rivelano quanto la scelta di erigerla fosse stata importante per la comunità, e quanto intorno ad essa si fosse dibattuto. Corsi e ricorsi della storia, in un certo senso.Il dibattito di una città intorno ad una scelta urbanistica importan-te. Sorprendente tuttavia ritrovarne le tracce nei documenti che l’Archivio Storico della Città custodisce e che, scabri e tecnici, ne raccontano l’evoluzione e lo sviluppo. E mirabile la perizia di chi, creandone catalogo e mostra, ha saputo ricostruire la cronologia di quella storia torinese e tratteggiarne l’emotività. Un lavoro docu-mentale minuzioso e ricco, una fotografia della nostra storia comu-ne recente che il catalogo racchiude e illustra. Una mostra godibile costruita coi tanti tasselli della vita quotidiana. Un scrigno aperto fra i tanti che l’Archivio Storico di Torino possiede e di cui la Città è or-gogliosa custode.”

Piero Fassino, sindaco di Torino e Maurizio Braccialarghe, as-sessore alla Cultura, Turismo e Promozione della Città

BIOGRAFIA ANTONELLIAlessandro Antonelli è nato a Ghemme (Novara), il 14 luglio 1798.Dal 1812 al 1815 ha frequentato il seminario di San Giulio d’Orta; si è trasferito a Milano dove ha studiato lettere e disegno e, nel 1819, si iscrisse a Torino alla scuola di architettura civile. Allievo di Ferdinan-do Bonsignore e di Giuseppe Maria Talucchi, ha ottenuto il diploma nel 1824. Nello stesso anno ha iniziato a lavorare come disegnatore per l’ingegnere delle Regie Finanze Ignazio Michela agli studi preli-minari per la Curia Maxima e, nel 1825, quando i lavori per l’edifica-zione della costruzione presero avvio, fu assunto dalle Regie Finanze come «architetto aiutante» nella direzione del cantiere.Nel 1826 è stato ammesso alla scuola di Ingegneria e Architettura a Roma dove la sua formazione si completa, sotto la guida degli inge-gneri pontifici Carlo Sereni e Nicola Cavalieri San-Bertolo, di un ricco bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche sull’arte del fabbricare. Ha concluso il corso di studi con un progetto di decorazione della piazza Castello di Torino che gli valse prestigiosi riconoscimenti: il la-voro prevedeva la demolizione di Palazzo Madama – di cui Antonelli salvava soltanto la facciata juvarriana ricollocandola nel comples-so di Palazzo Reale – e l’elevazione, al suo posto, della nuova catte-drale. Nel 1832 ha intrapreso la libera professione che lo vede impe-gnato per tutta la vita tra il novarese e Torino nella realizzazione di edifici religiosi (l’altar maggiore della cattedrale di Novara, la chiesa parrocchiale di Castellamonte mai conclusa-, la cupola di San Gau-denzio), civili abitazione (casa Ponzio Vaglia, nell’isolato compreso tra le via della Rocca, Giolitti e Plana, casa Antonelli, in via Vanchi-glia 9, casa Callori in via dei Mille 16, la «casa delle Colonne» in corso Matteotti 13 e 15, la sopraelevazione di casa Scaccabarozzi, nota come «fetta di polenta» per la sua forma a triangolo rettangolo con il cateto su corso San Maurizio lungo 4,20 metri e l’ipotenusa su via Giulia di Barolo di 16,60 metri) e di progetti urbanistici come il piano per l’ampliamento per il borgo Vanchiglia. Il più noto tra i suoi lavori, sintesi del suo genio visionario è la Mole. Iniziata nel 1863, non poté vederne il completamento. Morì infatti a Torino l’11 ottobre 1888.

Fino al 18 aprile orario:ARCHIVIO STORICO Via Barbaroux 32 - Torinolunedì-venerdì 8.30–18.30 domenica 10.30–18.30, sabato chiusoIngresso libero www.comune.torino.it/archiviostorico

Angelo [email protected]

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Concorso fotografico CavourL’azzardo non è un gioco.Ricerca nazionale su anziani e gioco d’azzardo

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Gli anziani rappresentano oggi uno dei target d’elezione per il mercato del gioco d’azzardo e sempre più over 65 rischia-no di cadere vittime della dipendenza.

La ricerca dal titolo “L’azzardo non è un gioco- Gioco d’az-zardo legale e rischio dipendenza tra le persone over 65 in-contrate da Auser” è stata presentata il 3 marzo alla Fabbri-ca delle “e” . Realizzata da Auser, Gruppo Abele e Libera, la ricerca copre 15 regioni e si avvale di circa 1000 questionari, ed è ricca di elementi: dati demografici (età, reddito, titolo di studio) comportamenti di gioco, reti sociali (vicinanza o meno di familiari, vita sociale), da cui valuta il rischio di di-pendenza dal gioco. Nonostante la prudenza dei relatori per quanto riguarda la rappresentatività dei campioni, il quadro che emerge è chiaro e preoccupante.

“Nel giro di venti anni il dilagare oltremisura delle opportu-nità di gioco, insieme a una pubblicità martellante e quasi sempre ingannevole, ha determinato in Italia una situazione paradossale. In un paese in cui crescono tutti gli indici delle vecchie e delle nuove povertà; in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili e gli anziani sono sempre più a rischio di esclusione per la carenza di servizi sociali il fatturato dell’azzardo ha raggiunto i 90 miliardi di euro”, osserva Mari-ca Guiducci.

Le lobbies del gioco d’azzardo hanno dato luogo ad una trasformazione del costume con effetti pesanti sul sistema sa-nitario e giudiziario. Molti dei giocatori a rischio sono anziani. Perché gli anziani hanno disponibilità di tempo e di rispar-mi, o di una rendita, come la pensione. Il rischio maggiore è quello di esaurire in fretta il denaro e non poter riemerge-re dalla povertà perché ormai fuori dal mercato del lavoro. Molti nuovi giochi e i relativi messaggi pubblicitari sono co-struiti per sollecitare l’interesse delle persone anziane, i loro desideri e le loro fragilità. Si osserva che proprio nei giorni di ritiro della pensione si verifica un’impennata di ogni sorta di giochi.

L’obiettivo della ricerca di Auser in collaborazione con il Gruppo Abele era indagare e comprendere quali sono i comportamenti e le motivazioni che spingono al gioco le persone anziane e quali sono le conseguenze in termini di spesa e di problemi di relazione. L’idea è quella di far cre-scere tra le persone la consapevolezza della distanza tra l’a-spetto ludico del gioco di abilità, nel quale è importante la socialità e l’interazione, dall’esperienza del gioco d’azzardo che si svolge spesso in solitudine e nel quale si rischia di rima-

nere drammaticamente intrappolati.

Ma si tratta anche di promuovere l’azione dei decisori politici e di tutti coloro che dovrebbero esser interessati al degrado a cui il gioco espone non soltanto le persone ma anche il paesaggio urbano: la sala da gioco diventa uno dei princi-pali centri di aggregazione e di relazione per le persone di un quartiere o di una periferia .

I giocatori poi si impoveriscono non solo per le perdite in denaro. Non vanno trascurati i problemi di salute psichica e fisica, la rottura dei legami familiari, i problemi di ordine giu-diziario. La ricerca di soldi spesso conduce all’indebitamento e da qui nella spirale dell’usura. Se ciò non bastasse, con la legislazione in deroga si stanno immettendo oltremisura sul mercato giochi a bassa soglia di accesso (l’Italia è il primo paese al mondo per la vendita di “gratta e vinci”), giochi camuffati da intrattenimento ludico per tutte le età.

Le istituzioni e tutte le forze democratiche devono doman-darsi quale modello culturale e di sviluppo ne può deriva-re. Se è eticamente accettabile che lo Stato favorisca le società concessionarie anche mediante una politica fiscale in virtù della quale alcuni giochi sono tassati meno dell’1% . Vanno imposti dei limiti all’apertura di nuove sale da gioco nei pressi delle scuole, degli ospedali, dei supermercati, degli uffici postali ecc..

L’Auser è impegnata a respingere con fermezza l’idea di un’Italia paese dei Balocchi in cui la trasformazione della vita delle persone viene affidata al pensiero magico o alla fortuna.

Per approfondire:http://www.forumterzosettore.it/2014/03/03/auser-presenta-zione-indagine-su-anziani-e-gioco-dazzardo/

Gianpaolo [email protected]

La fotografia è ritenuta, a ragione, uno strumento educativo. E’ il mezzo comunicativo in grado di superare barriere sociali, linguistiche, culturali, schermi precostituiti. Arriva direttamen-te alla sensibilità delle persone. I giovani, in particolare, at-traverso la fotografia possono compiere un cammino che li avvicini a mondi e culture diverse, oppure permetta loro di analizzare meglio la propria quotidianità. E’ lodevole che la scuola e le istituzioni forniscano agli studenti mezzi adeguati per compiere tale percorso.

Il nostro giornale segnala, a tal proposito, l’importante inizia-tiva del CONCORSO DI FOTOGRAFIA interscolastico, giunto alla terza edizione, organizzato dal LICEO CAVOUR di Torino e dall’Associazione Azimut, sostenuto dalla Regione Piemon-te e dal Salone del Libro di Torino con il Patrocinio della Città di Torino.Le iscrizioni sono aperte fino al 15 aprile 2014Il tema di questa edizione “La leggerezza , s’ispira a una delle lezioni americane che Italo Calvino aveva preparato per l’Università di Harvard (Massachusetts) nei mesi prece-denti la sua morte improvvisa (1985). Lo scrittore non tenne mai quelle lezioni ma ne aveva realizzato una stesura scritta. Nello specifico, il saggio sulla leggerezza si trova in “Lezio-ni americane, sei proposte per il prossimo millennio” (Oscar Mondadori, 2012).I partecipanti al concorso dovranno interpretare il tema del-la leggerezza nelle più libere e varie accezioni ed esprime-re in immagine un concetto tanto lieve e impalpabile. Una vera sfida che spinge ciascuno a riflettere sulla propria idea di leggerezza, non escludendo eventualmente il suo oppo-sto, cioè il peso.Regolamento del concorsoIl concorso è aperto a tutti gli studenti degli Istituti superiori torinesi.I partecipanti dovranno iscriversi via e-mail all’indirizzo [email protected], entro il 15 aprile 2014, inviando i propri dati. Dovranno inviare una fotografia che esprima il concetto di Leggerezza, specificando: -autore, -titolo, -stru-mento fotografico utilizzato,-scuola di appartenenza non oltre il 28 aprile, pena esclusione. Si accettano immagini rea-lizzate con macchina fotografica reflex, compatta, telefono cellulare, iPad o webcam.Entro lo stesso giorno il 28 aprile 2014, i partecipanti dovran-no recapitare la stampa della fotografia in formato A4 (for-mato-foglio classico da stampante domestica 21×29,7 cm) presso il Liceo Cavour, sede di corso Tassoni 15, Torino.Le fotografie, previa una selezione da parte del comitato organizzativo, saranno esposte al Salone Internazionale del Libro 2014, da giovedì 8 a lunedì 12 maggio, nello spazio del

Bookstock Village (Lingotto Fiere). Il Salone del Libro metterà a disposizione di tutti i partecipanti al concorso un biglietto di ingresso gratuito alla manifestazione. Il pubblico potrà vota-re le fotografie nel corso dell’apertura del Salone. La premia-zione dei vincitori si terrà tra maggio e giugno Spazio Azimut, Piazza Emanuele Filiberto 11. Il vincitore del primo premio parteciperà alla finale di IoEspongo che si terrà nell’autunno 2014. Seguiranno notizie per gli altri premi.

Il bene della leggerezzaParallelamente al concorso si può partecipare a creare un’opera collettiva inviando un tweet con un aforisma o un pensiero sul tema de La leggerezza all’account del concor-so @fotocavour con l’hashtag #ilbenedellaleggerezza.Tutti gli aforismi raccolti saranno poi stampati e inseriti con il nome dell’autore nell’allestimento del padiglione del Bo-okstock Village del Salone Internazionale del Libro (tramite cartoncini o altro) creando un’opera d’arte collettiva, cura-ta da Matteo Gremo e dagli allievi del Cavour, intitolata “Il bene della leggerezza”.Giovedì 8 maggio, nello spazio “Book” del Padiglione 5, alle ore 15.00, si discuterà sul “Bene della leggerezza” con Ga-briele Ferraris che modera l’incontro, Federico Peiretti (mate-matico), Alessandro Perissinotto (scrittore), Alessandro Bulgini (artista visivo).

Per informazioni:Mail: [email protected]

Twitter: @fotocavour #ilbenedellaleggerezzaPagina Facebook: Fotografia Cavour, Gruppo Facebook: Concorso fotografia Cavour http://www.lcavour.gov.it/

Rossella [email protected]

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Giovedì 27 febbraio, alle 20.45, si è tenuto il primo incontro orga-nizzato dallo Spazio Donne della Cascina Roccafranca nell’ambito dell’iniziativa mensile “Marzo delle donne 2014”.

Alla prima, delle otto serate previste, hanno partecipato la dottoressa Annamaria Baldelli, Procuratore Capo della Procura presso il Tribuna-le per i Minorenni Piemonte – Valle d’Aosta e la dottoressa Paola Ca-stagna, Servizio Violenza Sessuale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Il filo conduttore della serata è stato costituito dal libro “Io so’ Carmela”.

Il 15 aprile 2007 Carmela Cirella si getta dal settimo piano di un pa-lazzo nel quartiere Paolo VI di Taranto. Aveva tredici anni ed era stata stuprata da più uomini. Abbandonata dalle istituzioni, rinchiusa in un centro di recupero, i suoi violentatori liberi come se mai nulla fosse accaduto. Questo libro a fumetti, basato sul diario di Carmela ritrovato dopo la morte, è un grido d’aiuto, di rabbia e di speranza.

L’incuria delle istituzioni nella gestione della delicata e complessa vicenda della piccola Carmela ha visto le due dottoresse, Baldelli e Castagna, convenire sul fatto che ciascun operatore deve atte-nersi alla propria area di competenza: il magistrato deve occuparsi unicamente del lato giuridico della vicenda, mentre la ginecologa di quello clinico/sanitario. I risultati parziali raggiunti singolarmente verranno poi messi in comunicazione tra di loro nell’interesse stesso della vittima, al fine di evitare ulteriori traumi ad essa.

Traumi e violenze, a dir poco raccapriccianti, che rischiano a volte di cogliere impreparati proprio chi di dovere. Annamaria Baldelli ha riportato il caso di un’infermiera che, essendosi trovata quest’estate

a prestare i primi soccorsi ad una bambina di appena quattro anni vittima di una deflorazione, non ha retto allo shock e si è dovuta pre-cipitare in bagno a rimettere. Spesso la fragilità umana prorompe proprio in quei casi in cui, invece, sarebbe necessario rimanere il più possibile lucidi e distaccati. A causa dei conati di vomito infatti l’in-fermiera non ha tempestivamente provveduto a repertare le tracce fresche di materiale biologico facilmente rinvenibili sugli indumenti intimi della piccola. Ciò avrebbe consentito di risalire immediata-mente al colpevole di una simile atrocità . . . invece, a causa delle eccessiva umanità dell’operatrice sanitaria, tali “preziosi indizi” sono andati perduti.

La ginecologa Paola Castagna ha notevolmente ridimensionato l’importanza dell’ascolto nella terapia di recupero della vittima di violenze o abusi sessuali. Talvolta il corpo violato della donna parla in maniera fin troppo eloquente!

Ostinarsi nell’estorcere alla vittima nuove rivelazioni su quanto subito, in interminabili sedute psicologiche, è essa stessa una forma di vio-lenza di poco inferiore a quella fisica subita. Accanto alla violenza subita dalla povera malcapitata esiste poi anche, come conferma-to da Annamaria Baldelli, la violenza assistita; cioè quella, per esem-pio, dei figli di una coppia in cui lei viene seviziata da lui.

I poveri bambini assistono, spesso inermi e impotenti, al supplizio della madre picchiata dal compagno e subiscono così degli shock che, una volta introiettati, difficilmente possono essere estirpati, so-prattutto se interessano bambini estremamente piccoli.

Malgrado la sconcertante escalation nel nostro paese della piaga del femminicidio, l’unica nota positiva è costituita, come evidenzia-to dalla ginecologa Paola Castagna, dalla nascita di sempre mag-giori spazi dedicati alle donne. Cioè negli ospedali, nelle strutture pubbliche e nei consultori la violenza di genere viene finalmente riconosciuta come tale e, pertanto, ha proprie aree apposite dove le donne possono incontrarsi, confrontarsi e parlare tra di loro. Un cli-ma familiare e sicuro, basato sulla continuità del rapporto personale, è il primo gradino per rendere le donne sempre più consapevoli e pronte a reagire al primo “campanello d’allarme”.

Un consiglio alle organizzatrici dell’iniziativa “Marzo delle donne 2014”? La proiezione serale del film “Sotto Accusa” basato sulla storia vera di una cameriera, interpretata dal premio Oscar Jodie Foster, stuprata da un gruppo di ubriachi sul flipper di un bar. Uno dei primi film prodotti ad Hollywood a testimoniare così esplicitamente il tema dello stupro.

Lorenzo [email protected]

ANNO 1 - Numero 6 WWW.VICINI.TO.IT 25 MARZO 2014

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TOVia Rubino 45 10137, Torino,presso Cascina Roccafranca, Bottega ComunicazioneContatti: Email : [email protected] +39.011.19836617Fax +39.011.19837119Sito web: www.vicini.to.itSe volete collaborare, scriveteci.

Io so’ Carmela

N° 6 in versione pdf, Marzo 2014

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Caro lettore, puoi scaricare questa copia gratuitamente da www.vicini.to.it

L’atteso rilancio del Mercato di Piazza ForoniSiamo ad un passo per l’apertura del cantiere di piazza Fo-roni per il rilancio del mercato. Un’opera che costerà circa 4 milioni e 500mila euro – finanziata con fondi europei – in grado di adeguare finalmente l’area alle normative igieni-co sanitarie e di sicurezza vigenti che la gente chiede da un bel pezzo.

Situato tra Corso Palermo e Via Mercadante, il mercato di Piazza Foroni offre di tutto, di più: nell’alimentare questo

mercato non teme confronti, dal momento che tutto l’an-no è possibile trovare dalla frutta di stagione alle primizie, dalla verdura super conveniente alle aragoste.

Una curiosità: al centro del mercato troneggia il quadro della Madonna di Ripalta, portato da Cerignola nel 1945 da una famiglia della cittadina pugliese.

Ed oggi, nella terza domenica di giugno, originari del pae-se e abitanti attuali si trovano nella piazza per una grande festa.

In questo mese si dovrebbe aprire la prima fase per la predi-sposizione del mercato temporaneo. I commercianti – stan-do a quanto ha dichiarato il Comune – traslocheranno nel-le vie adiacenti di piazza Foroni per permettere i lavori che dovrebbero veder nascere, tra le altre cose, un’area pedo-nale, un parcheggio e filari alberati. I cantieri, dovrebbero chiudere alla fine del 2014, secondo il piano del Comune.

In ogni caso è stato garantito, secondo il nuovo progetto, che ogni operatore manterrà il proprio posto al mercato, mentre verrà in parte modificato il percorso della corsia vei-

colare d’emergenza.

Il progetto definitivo è stato accolto in modo positivo dal-la Commissione mercatale di piazza Foroni, coordinata da Vincenzo Torraco. Tutti gli operatori del mercato dovranno comunque trovare soluzioni, per affrontare possibili criticità legate allo spostamento provvisorio dei quasi 200 banchi del mercato e valutare altre proposte, tra cui la possibile apertura pomeridiana del mercato, magari già dalla pros-sima primavera, e la questione di un parcheggio auto ade-guato per carico e scarico merci.

I disagi che i lavori potranno in un primo momento porta-re, saranno poi compensati dai benefici che l’intervento porterà agli operatori ed ai frequentatori abituali di uno dei mercati più caratteristici della città.

La Cerignola subalpina, così viene chiamata, diventerà an-cora più bella ed intrigante di quello che è stata per tanti anni. In un quartiere che richiama la Torino industriale de-gli anni 50, mischiata ai sapori e colori di un pezzo d’Africa, con una piazza che riporta ai luoghi d’origine dei frequen-tatori abituali, dove trovi i dialetti e le lingue che hanno fat-to la Torino del boom economico, pezzi di sud che animano questa piazza.

Angelo [email protected]