Viaggiando n 48

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MENSILE - ANNO VI 2010 n. 4 8 MENSILE - ANNO VI MENSILE - ANNO VI 2010 2010 n. n. Tariffa ROC – POSTE ITALIANE SpA – Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n. 46) – Art. 1 C. 1 – DCB Milano BRASILE La festa più matta del mondo! COLOMBIA Un arcobaleno di colori CIPRO L’affascinante isola della filosofia e dell’amore CAPO VERDE Magia ed energia nel cuore dell’Atlantico ANTILLE Voglia di Caraibi... TRENTINO A tutta neve! All’interno ITALIA IN TASCA 4 miniguide tascabili

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viaggiando n 48 - febbraio 2010

Transcript of Viaggiando n 48

Page 1: Viaggiando n 48

MENSILE - ANNO VI2010 n. 48

MENSILE - ANNO VIMENSILE - ANNO VI20102010 n.n.

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BRASILE La festa più matta del mondo!

COLOMBIA Un arcobaleno di colori

CIPROL’affascinante isola della filosofia e dell’amore

CAPO VERDE Magia ed energia nel cuore dell’Atlantico

ANTILLEVoglia di Caraibi...

TRENTINO A tutta neve!

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Il ministro degli Interni Roberto

Maroni ha già annunciato che 10

apparecchiature per la scansione

corporea completa saranno installate

all’Aeroporto di Fiumicino, a Roma,

presso lo scalo milanese di Malpensa e

al Marco Polo di Venezia entro i prossimi

tre mesi. Tutto è partito dalla U.S.

Transportation Security Administration,

che utilizza già 40 di questi strumenti

in diversi aeroporti degli Stati Uniti,

e ne ha chiesto l’adozione anche agli

scali europei. Ma alcuni Paesi non

concordano sull’opportunità di adottare

misure simili. Il portavoce del ministro

degli Interni tedesco, Stefan Paris, ha

fatto sapere che la Germania approverà

l’installazione degli scanner soltanto

quando verrà dimostrata oltre ogni

dubbio la loro utilità per la sicurezza

e l’assenza di pericoli per la salute dei

passeggeri, oltre all’adozione delle

misure necessarie perché non leda la

privacy dei viaggiatori. La questione,

quindi, sembra essere lontana da una

soluzione definitiva.

PRIMO PIANOL’EUROPA DIVISA SULLA SCANSIONE CORPOREA IN AEROPORTO

I viaggiatori sono in realtà dei tessitori. Nel loro instan-

cabile andare e venire intrecciano storie, conoscenza,

tolleranza, pazienza ed esperienza. E vivono davvero la

multidimensionalità. Anche sulla Rete. Il gruppo di amici

su Facebook aumenta ogni giorno ed è bello incontrare

nuove persone con voglia di condividere e di suggerire

piccoli accorgimenti che possono rendere il nostro lavo-

ro ancora più utile. In un mondo che si dibatte tra tanti

problemi il viaggiatore è il saggio che riunisce dove altri

dividono, che porta occhi e voce là dove qualcuno vuole ci

sia solo oscurità e silenzio. Siamo una famiglia! E viaggia-

re è più che un piacere o un bisogno. È una vocazione. È

una forma di ribellione. È un modo di affermare la propria

visione del mondo senza lasciarsi fuorviare da pregiudizi

e luoghi comuni. E allora viaggiate con noi, sulle nostre

pagine, scaricate il nostro primo documentario al quale a

breve seguiranno tanti altri. Perché saremo un magazine

da ascoltare e non solo da leggere. Questo nuovo anno si

presenta ricco di novità. Tanto per cominciare il restyling

grafico della vostra rivista. Siamo certi che vi piacerà

così come è piaciuto a noi. E poi tante altre sorprese che

bollono in pentola... ve le sveleremo pian piano nel corso

di questo 2010 che porta un lampo di rosa negli animi di

tutti grazie ai cenni di ripresa economica in ogni settore.

Così partire sarà una scelta ancora più facile. Un affet-

tuoso augurio di buona lettura a ciascuno di voi...

Una nuovaavventura...“A vantaggio del mondo sono le imprese di coloro che attraversano tanti mari, tanti climi diversi, tante genti straniere per acquistare quelli che comunemente son detti beni di fortuna!”

Miguel De Cervantes, Don Chisciotte della Mancia

Patrizia Bertolotti

3 | VIAGGIANDO

EDITORIALE | viaggiando.tv

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40. Capo Verde Stregati dalle duneNatura sorprendente, rocce vulcaniche, piscine salmastre

e spiagge di “borotalco” nel paradiso tropicale più vicino...

70. Cipro L’isola infrantaIl fascino malinconico delle bellezze naturali e artistiche

nella terra di Afrodite. Tra merletti e fi losofi a...

52. Colombia Un arcobaleno di coloriAlla scoperta di un Paese dalle mille sfaccettature: dalle

foreste amazzoniche alla vivace cultura delle città84. Trentino Meraviglia tra i montiSulle cime predilette dal Grand Tour alla scoperta di

sapori genuini, magnifi che piste e passeggiate in troika

66. Antille Un sogno realizzabileUna meta romantica per eccellenza dove vivere la propria

favola in uno scenario esotico e travolgente

Speciale Piemonte Gira la rivista...

GRANDI ITINERARI

4 | VIAGGIANDO

SOMMARIO | FEBBRAIO 2010 | NUMERO 48

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BRASILELa festa più matta del mondo!

COLOMBIA Un arcobaleno di colori

CIPROL’affascinante isola della filosofia e dell’amore

CAPO VERDE Magia ed energia nel cuore dell’Atlantico

ANTILLEVoglia di Caraibi...

TRENTINO A tutta neve!

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26. V.I.P. Gerry ScottiIl mondo visto dagli occhi dei

personaggi dello spettacolo, dell’arte

8. NewsNotizie dal mondo

12. CuriositàFatti strani ma incredibilmente veri!

14. Agenda & eventiArte, musica, cinema, folclore, fiere:

occasioni reali

30. GiramondoBrasile in maschera.

I magnifici cinque do Carnaval!

116. Idee in ValigiaTutte le novità di moda, hi-tech,

bellezza e benessere per benessere

106. Weekend EuropaTre giorni nelle più belle città d’Europa

112. Tendenze BenessereViaggi all’insegna del piacere nelle

più belle Spa d’Italia e del mondo

114. Libri & recensioniDa mettere in valigia per viaggiare

anche con la mente

110. Tendenze ViaggiNatura, avventura, storia,

archeologia, gusto, sport,

98. Weekend ItaliaNella Tuscia per scoprire una terra

ricca di mistero, storia e buona tavola

SOMMARIO | FEBBRAIO 2010 | NUMERO 48

6 | VIAGGIANDO

Page 6: Viaggiando n 48

Signore e signori, benvenuti alla follia pura.

Folía, d’altronde, è un concetto stretta-

mente legato al carnevale brasiliano. Nel-

la succursale dell’Africa brasileira, nello Stato di

Bahía, la parte del leone, dal punto di vista festa-

iolo, la fa la capitale Salvador, dove tutto o quasi

s’incentra sulla figura del trio elétrico, un gigan-

tesco carrozzone ricoperto di casse acustiche

dalle quali esce musica al massimo volume. La

gente lo segue pulando (“saltando”) e sudando.

Secondo le statistiche, questo sarebbe il carne-

vale più grande del mondo. Qui si svolge la fe-

sta di strada più imponente: circa 25 chilometri

d’asfalto, senza contare piazze e strade minori,

sono il teatro della folía per un’intera settimana.

Si stima che, tra locali e turisti, in questo perio-

do nelle strade saltino, ballino, cantino, bevano

e amoreggino circa due milioni di persone. I

circuiti principali sono il giro nell’antico centro

storico, il Pelourinho (Pelò per gli aficionados),

quello di Campo Grande, che parte da praça Ca-

stro Alves, e la sfilata che va dalla spiaggia della

Barra a Ondina. Il trio elétrico domina negli ul-

timi due, a traino dei gruppi e dei cantanti più

famosi. Quest’anno sono previste le presenze di

Ivete Sangalo e Beyoncé Knowles. Tra i ritmi più

gettonati, l’Axé e il Samba Reggae, solo per cita-

re quelli “storici”, ma ogni anno vengono propo-

ste sonorità sempre nuove. Nel Pelò si partecipa

al carnevale più antico della città, con masche-

re di cartapesta, birra a go go e marcette più o

meno spontanee. Preparatevi a farvi polpacci

d’acciaio per salire e scendere per le ladeiras, le

stradine acciottolate del quartiere.

QUANDO: il carnevale di Salvador inizia con la

musica che risuona per le strade, amplificata

dagli altoparlanti dei trios elétricos, e quest’an-

no si protrarrà dall’11 al 17 febbraio.

CON CHI: la portoghese Tap propone un volo da

Milano e Roma per Salvador via Lisbona, men-

tre Alitalia e Tam fanno scalo a São Paulo. Naar

(naar.com) propone un pacchetto completo

per cinque notti con partenza su richiesta,

trasferimento da e per l’aeroporto con as-

sistenza in italiano, sistemazione in doppia

standard, prima colazione a buffet brasiliano

e mezza giornata di visita della città con gui-

da in italiano. In hotel di categoria turistica il

prezzo va dai 950 euro a persona in su. Il volo

dall’Italia ha un prezzo che parte da 750 euro

con circa 250 euro di tasse.

INFO: salvadordebahia.it - bahia-online.net.

SALVADOR DE BAHÍA

VIAGGIANDO | 3130 | VIAGGIANDO

GIRAMONDO | BRASILE IN MASCHERA | DI PIETRO SCÒZZARI

Page 7: Viaggiando n 48

Signore e signori, benvenuti alla follia pura.

Folía, d’altronde, è un concetto stretta-

mente legato al carnevale brasiliano. Nel-

la succursale dell’Africa brasileira, nello Stato di

Bahía, la parte del leone, dal punto di vista festa-

iolo, la fa la capitale Salvador, dove tutto o quasi

s’incentra sulla figura del trio elétrico, un gigan-

tesco carrozzone ricoperto di casse acustiche

dalle quali esce musica al massimo volume. La

gente lo segue pulando (“saltando”) e sudando.

Secondo le statistiche, questo sarebbe il carne-

vale più grande del mondo. Qui si svolge la fe-

sta di strada più imponente: circa 25 chilometri

d’asfalto, senza contare piazze e strade minori,

sono il teatro della folía per un’intera settimana.

Si stima che, tra locali e turisti, in questo perio-

do nelle strade saltino, ballino, cantino, bevano

e amoreggino circa due milioni di persone. I

circuiti principali sono il giro nell’antico centro

storico, il Pelourinho (Pelò per gli aficionados),

quello di Campo Grande, che parte da praça Ca-

stro Alves, e la sfilata che va dalla spiaggia della

Barra a Ondina. Il trio elétrico domina negli ul-

timi due, a traino dei gruppi e dei cantanti più

famosi. Quest’anno sono previste le presenze di

Ivete Sangalo e Beyoncé Knowles. Tra i ritmi più

gettonati, l’Axé e il Samba Reggae, solo per cita-

re quelli “storici”, ma ogni anno vengono propo-

ste sonorità sempre nuove. Nel Pelò si partecipa

al carnevale più antico della città, con masche-

re di cartapesta, birra a go go e marcette più o

meno spontanee. Preparatevi a farvi polpacci

d’acciaio per salire e scendere per le ladeiras, le

stradine acciottolate del quartiere.

QUANDO: il carnevale di Salvador inizia con la

musica che risuona per le strade, amplificata

dagli altoparlanti dei trios elétricos, e quest’an-

no si protrarrà dall’11 al 17 febbraio.

CON CHI: la portoghese Tap propone un volo da

Milano e Roma per Salvador via Lisbona, men-

tre Alitalia e Tam fanno scalo a São Paulo. Naar

(naar.com) propone un pacchetto completo

per cinque notti con partenza su richiesta,

trasferimento da e per l’aeroporto con as-

sistenza in italiano, sistemazione in doppia

standard, prima colazione a buffet brasiliano

e mezza giornata di visita della città con gui-

da in italiano. In hotel di categoria turistica il

prezzo va dai 950 euro a persona in su. Il volo

dall’Italia ha un prezzo che parte da 750 euro

con circa 250 euro di tasse.

INFO: salvadordebahia.it - bahia-online.net.

SALVADOR DE BAHÍA

VIAGGIANDO | 3130 | VIAGGIANDO

GIRAMONDO | BRASILE IN MASCHERA | DI PIETRO SCÒZZARI

Page 8: Viaggiando n 48

CAPO VERDEstregati dalle dune

Magia, energia e un’aura particolare. Sal e Boavista hanno ancora tanto da regalare a chi sa cogliere la loro essenza di natura pura al 100 per cento. Sperando in un futuro sostenibile

testo di Vittorio Giannella e Teresa Scacchi - foto di Vittorio Giannella

REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE

VIAGGIANDO | 4140 | VIAGGIANDO

Page 9: Viaggiando n 48

CAPO VERDEstregati dalle dune

Magia, energia e un’aura particolare. Sal e Boavista hanno ancora tanto da regalare a chi sa cogliere la loro essenza di natura pura al 100 per cento. Sperando in un futuro sostenibile

testo di Vittorio Giannella e Teresa Scacchi - foto di Vittorio Giannella

REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE

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Page 10: Viaggiando n 48

«Stretto tieni il sogno, perché se il sogno muore la

vita diventa incapace di volare», questo verso

di Paul Bowles mi porta sempre alla mente l’ar-

cipelago di Capo Verde, queste dieci briciole di

terra nera cadute, come raccontano le leggen-

de locali, dalle mani di Dio dopo la Creazione.

L’idea di passare nel giro di cinque ore da un in-

verno grigio e freddo a un’eterna estate è sem-

pre stato il sogno di molti qui in Italia. Anche

per la luna di miele una località tropicale che

non sia troppo lontana è una meta ambita e in-

vitante. Grazie alla progressiva apertura delle

isole di Capo Verde al turismo questo sogno è

sempre più una realtà. E i capoverdiani sono di-

ventati abili imprenditori del settore, per fare

in modo che la loro terra diventi sempre più de-

siderata, non solo dai turisti, ma in questi ulti-

mi anni anche dagli imprenditori immobiliari.

IERI COME OGGI, QUESTO arcipelago al centro

dell’Oceano Atlantico è sempre stato ogget-

to del desiderio di Paesi del Vecchio e Nuovo

mondo. Qui, infatti, attraccavano i vascelli bra-

siliani che venivano a rifornirsi dell’ottimo sale,

mentre navi baleniere americane incrociava-

no in queste acque i cetacei, che qui vengono

a riprodursi, per cacciarli. Ancor prima, le vele

dei portoghesi sospinte dagli alisei giunsero in

questi lidi facendone una loro colonia fi no alla

defi nitiva indipendenza, ottenuta con sacrifi ci,

attentati e rivolte il 5 luglio 1975. Anche la popo-

lazione si è formata attraverso commistioni di

europei, africani e sudamericani, lo si intuisce

guardando gli abitanti delle numerose isole.

Non è diffi cile incontrare persone con incarnati

mulatti, occhi verdi e capelli biondi, bizzarrie ge-

netiche che vanno di pari passo con una cultura

meticcia, molto poco africana anche se le isole

distano solo 500 chilometri dalla costa senega-

lese. Sal e Boavista sono le “isole tropicali” più

vicine all’Italia, con spiagge deserte e infi nite,

bianche, nere e dorate e un mare che soddisfa

chi ama fare snorkeling, come la baia das Ga-

tas, dove le condizioni particolari delle correnti

fanno in modo che i coralli vi crescano in abbon-

danza, creando una biodiversità incredibile che

dà l’impressione di immergersi in un acquario

ricco di tanti pesci colorati e dalle diverse fogge,

in piena sicurezza. Il sostantivo “Gatas” si rife-

risce all’innocuo squalo nutrice, che nei periodi

estivi è facile incontrare in queste acque. E per

chi ama praticare il surf, ci sono luoghi ben se-

gnalati dove le onde sono davvero formidabili.

Insomma, gli ingredienti per fare di queste isole

un paradiso tropicale ci sono tutti, compreso

sole, balli, musica e spensieratezza, e oggi sono

ancora più comode da raggiungere grazie alla

recente apertura dell’aeroporto internazionale

di Rabil, a Boavista.

CHI ARRIVA A SAL è subito incantato dall’iso-

la. La spiaggia dorata di Santa Maria, lunga

otto chilometri, è popolata fi n dalle prime ore

della giornata da decine e decine di turisti che

fanno footing, incrociando e confondendo le

loro orme con le tracce lasciate sulla sabbia

dalle tartarughe che qui, nella notte, vengono

a deporre le uova. Dove la spiaggia costeggia

In apertura, le dune di Chave al tramonto. In alto, la suggestiva spiaggia di Santa Maria. A destra, una ragazza

di Fundo das Figueras, a Boavista. Nella pagina a fi anco, formazioni laviche a Cabo do Sol.

REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE

VIAGGIANDO | 4342 | VIAGGIANDO

Page 11: Viaggiando n 48

«Stretto tieni il sogno, perché se il sogno muore la

vita diventa incapace di volare», questo verso

di Paul Bowles mi porta sempre alla mente l’ar-

cipelago di Capo Verde, queste dieci briciole di

terra nera cadute, come raccontano le leggen-

de locali, dalle mani di Dio dopo la Creazione.

L’idea di passare nel giro di cinque ore da un in-

verno grigio e freddo a un’eterna estate è sem-

pre stato il sogno di molti qui in Italia. Anche

per la luna di miele una località tropicale che

non sia troppo lontana è una meta ambita e in-

vitante. Grazie alla progressiva apertura delle

isole di Capo Verde al turismo questo sogno è

sempre più una realtà. E i capoverdiani sono di-

ventati abili imprenditori del settore, per fare

in modo che la loro terra diventi sempre più de-

siderata, non solo dai turisti, ma in questi ulti-

mi anni anche dagli imprenditori immobiliari.

IERI COME OGGI, QUESTO arcipelago al centro

dell’Oceano Atlantico è sempre stato ogget-

to del desiderio di Paesi del Vecchio e Nuovo

mondo. Qui, infatti, attraccavano i vascelli bra-

siliani che venivano a rifornirsi dell’ottimo sale,

mentre navi baleniere americane incrociava-

no in queste acque i cetacei, che qui vengono

a riprodursi, per cacciarli. Ancor prima, le vele

dei portoghesi sospinte dagli alisei giunsero in

questi lidi facendone una loro colonia fi no alla

defi nitiva indipendenza, ottenuta con sacrifi ci,

attentati e rivolte il 5 luglio 1975. Anche la popo-

lazione si è formata attraverso commistioni di

europei, africani e sudamericani, lo si intuisce

guardando gli abitanti delle numerose isole.

Non è diffi cile incontrare persone con incarnati

mulatti, occhi verdi e capelli biondi, bizzarrie ge-

netiche che vanno di pari passo con una cultura

meticcia, molto poco africana anche se le isole

distano solo 500 chilometri dalla costa senega-

lese. Sal e Boavista sono le “isole tropicali” più

vicine all’Italia, con spiagge deserte e infi nite,

bianche, nere e dorate e un mare che soddisfa

chi ama fare snorkeling, come la baia das Ga-

tas, dove le condizioni particolari delle correnti

fanno in modo che i coralli vi crescano in abbon-

danza, creando una biodiversità incredibile che

dà l’impressione di immergersi in un acquario

ricco di tanti pesci colorati e dalle diverse fogge,

in piena sicurezza. Il sostantivo “Gatas” si rife-

risce all’innocuo squalo nutrice, che nei periodi

estivi è facile incontrare in queste acque. E per

chi ama praticare il surf, ci sono luoghi ben se-

gnalati dove le onde sono davvero formidabili.

Insomma, gli ingredienti per fare di queste isole

un paradiso tropicale ci sono tutti, compreso

sole, balli, musica e spensieratezza, e oggi sono

ancora più comode da raggiungere grazie alla

recente apertura dell’aeroporto internazionale

di Rabil, a Boavista.

CHI ARRIVA A SAL è subito incantato dall’iso-

la. La spiaggia dorata di Santa Maria, lunga

otto chilometri, è popolata fi n dalle prime ore

della giornata da decine e decine di turisti che

fanno footing, incrociando e confondendo le

loro orme con le tracce lasciate sulla sabbia

dalle tartarughe che qui, nella notte, vengono

a deporre le uova. Dove la spiaggia costeggia

In apertura, le dune di Chave al tramonto. In alto, la suggestiva spiaggia di Santa Maria. A destra, una ragazza

di Fundo das Figueras, a Boavista. Nella pagina a fi anco, formazioni laviche a Cabo do Sol.

REPORTAGE | MONDO | CAPO VERDE

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Page 12: Viaggiando n 48

La Colombia è un Paese dai mille volti. Sorprende per la sua natura meravi-

gliosa, anche se ancora, in alcuni luoghi, non è possibile esplorarla a fondo

in tutta sicurezza. Le imponenti città dalla storia millenaria si presentano

con il loro bagaglio culturale fatto di chiese, monumenti, musei, che ha

contribuito alla nascita di questa nazione dalle tante sfaccettature anche

contraddittorie. Senza dimenticare le tracce lasciate dalle civiltà perdute,

il cui fascino misterioso ci ricorda che qui, prima degli europei, fi orivano

società assai progredite. E poi, le spiagge caraibiche, lambite da un mare

cristallino e dalla vegetazione lussureggiante e il sorriso aperto della gen-

te, che ci ricorda quanto i colombiani amino il divertimento, la musica, il

ballo, il buon cibo, ma, soprattutto, la loro terra meravigliosa.

LA PRIMA TAPPA DEL viaggio in questi luoghi straordinari è la città di Me-

dellín, la più importante della regione dell’Antioquia. Famosa per avere

dato i natali allo scultore Fernando Botero, la città è circondata dalle vette

frastagliate della catena andina, che la protegge dalle variazioni climati-

che, mantenendo temperature miti per tutto il corso dell’anno. Caratteri-

stica, questa, che le è valso l’appellativo di “Città dell’eterna primavera”.

Anche se ancora permane qualche pregiudizio legato al turbolento pas-

sato della zona, connesso ai cartelli della droga, oggi Medellín è profon-

damente cambiata ed è annoverata tra le città più sicure della Colombia.

Ad attrarre qui i visitatori, oltre alla bellezza e alla storia dei suoi monu-

menti, è la cordialità e l’ospitalità dei suoi abitanti, i paisas, come vengono

chiamati gli abitanti dell’Antioquia. Discendenti dagli antichi agricoltori,

sono considerati i “texani” della Colombia, aspetto che sottolineano con

un atteggiamento decisamente spavaldo, degno dei più navigati cowboy.

Il centro della città, che si sviluppa attorno al Parque de Bolívar, spicca per

le caratteristiche case coloniali imbiancate a calce, mentre le strette viuz-

ze brulicano dell’umanità che le percorre in tutte le direzioni, con passo

Colombia un arcobaleno di colori

Dalla costa caraibica alle porte dell’Amazzonia, alla scoperta di un paese dalle mille sfaccettature che sta cambiando radicalmente

testo di Manuela Fiorini - foto di Fabrizio Angeloro

REPORTAGE | MONDO | COLOMBIA

Page 13: Viaggiando n 48

La Colombia è un Paese dai mille volti. Sorprende per la sua natura meravi-

gliosa, anche se ancora, in alcuni luoghi, non è possibile esplorarla a fondo

in tutta sicurezza. Le imponenti città dalla storia millenaria si presentano

con il loro bagaglio culturale fatto di chiese, monumenti, musei, che ha

contribuito alla nascita di questa nazione dalle tante sfaccettature anche

contraddittorie. Senza dimenticare le tracce lasciate dalle civiltà perdute,

il cui fascino misterioso ci ricorda che qui, prima degli europei, fi orivano

società assai progredite. E poi, le spiagge caraibiche, lambite da un mare

cristallino e dalla vegetazione lussureggiante e il sorriso aperto della gen-

te, che ci ricorda quanto i colombiani amino il divertimento, la musica, il

ballo, il buon cibo, ma, soprattutto, la loro terra meravigliosa.

LA PRIMA TAPPA DEL viaggio in questi luoghi straordinari è la città di Me-

dellín, la più importante della regione dell’Antioquia. Famosa per avere

dato i natali allo scultore Fernando Botero, la città è circondata dalle vette

frastagliate della catena andina, che la protegge dalle variazioni climati-

che, mantenendo temperature miti per tutto il corso dell’anno. Caratteri-

stica, questa, che le è valso l’appellativo di “Città dell’eterna primavera”.

Anche se ancora permane qualche pregiudizio legato al turbolento pas-

sato della zona, connesso ai cartelli della droga, oggi Medellín è profon-

damente cambiata ed è annoverata tra le città più sicure della Colombia.

Ad attrarre qui i visitatori, oltre alla bellezza e alla storia dei suoi monu-

menti, è la cordialità e l’ospitalità dei suoi abitanti, i paisas, come vengono

chiamati gli abitanti dell’Antioquia. Discendenti dagli antichi agricoltori,

sono considerati i “texani” della Colombia, aspetto che sottolineano con

un atteggiamento decisamente spavaldo, degno dei più navigati cowboy.

Il centro della città, che si sviluppa attorno al Parque de Bolívar, spicca per

le caratteristiche case coloniali imbiancate a calce, mentre le strette viuz-

ze brulicano dell’umanità che le percorre in tutte le direzioni, con passo

Colombia un arcobaleno di colori

Dalla costa caraibica alle porte dell’Amazzonia, alla scoperta di un paese dalle mille sfaccettature che sta cambiando radicalmente

testo di Manuela Fiorini - foto di Fabrizio Angeloro

REPORTAGE | MONDO | COLOMBIA

Page 14: Viaggiando n 48

Quante volte guardando fuori da una finestra, in pieno in-

verno, il freddo che s’insinua dappertutto, abbiamo pen-

sato ad una bella vacanza ai Caraibi? Mare, sole, spiagge

bianchissime, musica dal ritmo travolgente… Un sogno che

mai come in questo periodo, con le favolose offerte a prez-

zi imperdibili, può diventare realtà. Di paradisi i Carabi ne

hanno da vendere, ma se cerchiamo qualcosa che non sia

solo spiaggia-abbronzante-mare-lettino le Piccole Antille,

un pugno di isole che si estendono da Porto Rico al Vene-

zuela, offrono tre destinazioni davvero speciali. Parliamo

di Martinica, Guadalupa e Dominica. Molto vicine tra loro,

ognuna di esse offre particolari aspetti “caraibici” che le

rendono uniche e sicuramente da visitare.

L’ISOLA DI DOMINICA, ad esempio è la destinazione perfet-

ta per naturisti ed ecoturisti. Se per un errore temporale

Cristoforo Colombo dovesse incappare nel nostro secolo e

sbarcarvi di nuovo, state certi che la riconoscerebbe. È pra-

ticamente rimasta intatta, nella sua immensa distesa di ve-

getazione, con scenari che ricordano più le Hawaii che i Ca-

raibi. Ultima isola dell’arcipelago ad essere colonizzata dagli

europei, fu ceduta dalla Francia alla Gran Bretagna e tuttora

conserva una esigua comunità di stirpe pre-colombiana, gli

indigeni caribi, che vivono in una piccola parte della costa

orientale. È, dunque, l’aspetto natura quello che più colpisce

l’immaginario del viaggiatore. Un’esplosione di colori, felci

enormi, anthurium dall’incredibile carnosità e orchidee sel-

vatiche unite alle più alte vette dei Caraibi che culminano

nel Morne Diablotin di ben 1.450 metri, fanno di quest’isola

un vero paradiso da esplorare. L’Emerald Pool, la “piscina di

smeraldo”, è uno dei luoghi da non perdere. Irrorata da una

possente cascata, la piscina naturale si trova in una grotta

adorna di felci lussureggianti. Siamo nel Parco Nazionale

Morne Trois Pitons, 64 chilometri quadrati di terra dove si

trova anche uno dei sentieri da trekking più impegnativi dei

Caraibi: quello che conduce ad un’altra meraviglia della na-

tura, il Boiling Lake. È il secondo lago bollente del mondo,

una fumarola sotterranea dalla quale erompono gas emes-

si dalla lava fluida sottostante. Un paesaggio incredibile. In

tutta l’isola le sistemazioni sono più che dignitose, ma non

aspettatevi alberghi sfarzosi. Qui, a Dominica, il vero lusso

è dato dall’essere totalmente immersi nella natura più pura.

Di altro tono e charme è l’isola di Guadalupa, dipartimento

francese d’oltremare, conosciuta anche come “Farfalla dei

Caraibi”. Basta farsi un giro su Google maps per capirne il

motivo: dall’alto appare nella sua particolare forma che ri-

corda appunto una farfalla. Le sue ali sono Grande Terre e

Basse Terre, le due isole maggiori, a cui si aggiungono altre

cinque isole: La Désirade, Marie-Galante, Les Saintes, Saint-

Martin e Saint-Barthélemy a comporre un paradiso tropica-

le nel cuore delle Antille. Separate da uno stretto braccio di

mare, le due grandi isole offrono paesaggi completamente

diversi: Basse Terre è formata dalla parte emersa di un vulca-

no, La Soufriere, che raggiunge i 1.467 metri d’altezza. Lungo

le sue pendici si allunga una lussureggiante foresta tropica-

le di oltre 17.000 ettari, parco nazionale nel 1989 e territorio

ideale per trekking ed esplorazioni. Al suo interno crescono

vigorose più di 3.000 specie di piante e vivono un gran nume-

ro di animali esotici, fortunatamente non velenosi. Scenogra-

fiche le cascate e i piccoli laghi, riforniti dai numerosi corsi

d’acqua. I fondali sono una grande attrattiva per i sub, gra-

zie anche alla riserva sottomarina dedicata all’oceanografo

Piccole Antille un sogno realizzabile

Natura selvaggia, spiagge incredibili, tramonti da mozzare il fiato: Dominica, Guadalupa e Martinica sembrano essere sempre più vicine... Tutto merito dei low cost

testo di Lorenzo Valentini

REPORTAGE | MONDO | ANTILLE

VIAGGIANDO | 67

Page 15: Viaggiando n 48

Quante volte guardando fuori da una finestra, in pieno in-

verno, il freddo che s’insinua dappertutto, abbiamo pen-

sato ad una bella vacanza ai Caraibi? Mare, sole, spiagge

bianchissime, musica dal ritmo travolgente… Un sogno che

mai come in questo periodo, con le favolose offerte a prez-

zi imperdibili, può diventare realtà. Di paradisi i Carabi ne

hanno da vendere, ma se cerchiamo qualcosa che non sia

solo spiaggia-abbronzante-mare-lettino le Piccole Antille,

un pugno di isole che si estendono da Porto Rico al Vene-

zuela, offrono tre destinazioni davvero speciali. Parliamo

di Martinica, Guadalupa e Dominica. Molto vicine tra loro,

ognuna di esse offre particolari aspetti “caraibici” che le

rendono uniche e sicuramente da visitare.

L’ISOLA DI DOMINICA, ad esempio è la destinazione perfet-

ta per naturisti ed ecoturisti. Se per un errore temporale

Cristoforo Colombo dovesse incappare nel nostro secolo e

sbarcarvi di nuovo, state certi che la riconoscerebbe. È pra-

ticamente rimasta intatta, nella sua immensa distesa di ve-

getazione, con scenari che ricordano più le Hawaii che i Ca-

raibi. Ultima isola dell’arcipelago ad essere colonizzata dagli

europei, fu ceduta dalla Francia alla Gran Bretagna e tuttora

conserva una esigua comunità di stirpe pre-colombiana, gli

indigeni caribi, che vivono in una piccola parte della costa

orientale. È, dunque, l’aspetto natura quello che più colpisce

l’immaginario del viaggiatore. Un’esplosione di colori, felci

enormi, anthurium dall’incredibile carnosità e orchidee sel-

vatiche unite alle più alte vette dei Caraibi che culminano

nel Morne Diablotin di ben 1.450 metri, fanno di quest’isola

un vero paradiso da esplorare. L’Emerald Pool, la “piscina di

smeraldo”, è uno dei luoghi da non perdere. Irrorata da una

possente cascata, la piscina naturale si trova in una grotta

adorna di felci lussureggianti. Siamo nel Parco Nazionale

Morne Trois Pitons, 64 chilometri quadrati di terra dove si

trova anche uno dei sentieri da trekking più impegnativi dei

Caraibi: quello che conduce ad un’altra meraviglia della na-

tura, il Boiling Lake. È il secondo lago bollente del mondo,

una fumarola sotterranea dalla quale erompono gas emes-

si dalla lava fluida sottostante. Un paesaggio incredibile. In

tutta l’isola le sistemazioni sono più che dignitose, ma non

aspettatevi alberghi sfarzosi. Qui, a Dominica, il vero lusso

è dato dall’essere totalmente immersi nella natura più pura.

Di altro tono e charme è l’isola di Guadalupa, dipartimento

francese d’oltremare, conosciuta anche come “Farfalla dei

Caraibi”. Basta farsi un giro su Google maps per capirne il

motivo: dall’alto appare nella sua particolare forma che ri-

corda appunto una farfalla. Le sue ali sono Grande Terre e

Basse Terre, le due isole maggiori, a cui si aggiungono altre

cinque isole: La Désirade, Marie-Galante, Les Saintes, Saint-

Martin e Saint-Barthélemy a comporre un paradiso tropica-

le nel cuore delle Antille. Separate da uno stretto braccio di

mare, le due grandi isole offrono paesaggi completamente

diversi: Basse Terre è formata dalla parte emersa di un vulca-

no, La Soufriere, che raggiunge i 1.467 metri d’altezza. Lungo

le sue pendici si allunga una lussureggiante foresta tropica-

le di oltre 17.000 ettari, parco nazionale nel 1989 e territorio

ideale per trekking ed esplorazioni. Al suo interno crescono

vigorose più di 3.000 specie di piante e vivono un gran nume-

ro di animali esotici, fortunatamente non velenosi. Scenogra-

fiche le cascate e i piccoli laghi, riforniti dai numerosi corsi

d’acqua. I fondali sono una grande attrattiva per i sub, gra-

zie anche alla riserva sottomarina dedicata all’oceanografo

Piccole Antille un sogno realizzabile

Natura selvaggia, spiagge incredibili, tramonti da mozzare il fiato: Dominica, Guadalupa e Martinica sembrano essere sempre più vicine... Tutto merito dei low cost

testo di Lorenzo Valentini

REPORTAGE | MONDO | ANTILLE

VIAGGIANDO | 67

Page 16: Viaggiando n 48

Un fi losofo non lo ammetterà mai, tanto meno il fondatore del-

la scuola stoica. Eppure, le rughe sulla fronte di Zenone tra-

discono inconfutabilmente una certa apprensione. Balzano

all’occhio non appena si osservi la statua che i suoi concitta-

dini gli hanno dedicato di fronte al municipio di Larnaca, che

ai tempi, fra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo, si chiama-

va ancora Kition. Per uno che ha trascorso la vita a elogiare la

superiorità della ragione sul sentimento, essere nato sull’iso-

la della dea dell’amore deve essere sembrato quasi una beffa

del destino. Oggi osserva sfi lare sotto il suo piedistallo frotte

di giovani che notte e giorno affollano il Foinikoudes, il lun-

gomare puntellato di palme sul quale si succedono alcuni

dei locali più famosi di Cipro. Se un turista si avvicina alla

sua statua, quasi sempre lo confonde con il suo omonimo

collega di Elea, lo Zenone che inventò i paradossi sull’irrag-

giungibilità della tartaruga di Achille o sulla freccia che non

potrà mai centrare il bersaglio. Ne è testimone il municipio

alle sue spalle, splendido esempio di architettura coloniale

britannica. “Questo” Zenone era solito affermare che i miti

sono solo favole per addolcire la cruda realtà, con buona

pace delle coppiette d’innamorati che arrivano fi no a Petra

tou Romiou, ostinandosi a disegnare cuori di pietre bianche

sulla spiaggia ove Afrodite mosse i primi passi, un arioso gol-

fo dalle acque trasparenti.

PROPRIO QUESTO, INFATTI, SI aspettano i visitatori di Cipro

quando giungono sull’isola. Pensando alla Grecia classica,

credono di trovarvi il mito e la bellezza, mentre Larnaca par-

la loro dell’ineluttabilità della storia, punta il dito sui segni

del tempo. Non può fregiarsi dei grandi musei e delle nume-

rose chiese di Nicosia, l’illustre capitale ad appena 45 chilo-

metri più a nord, né tanto meno dei siti micenei o alessandri-

ni di Paphos, che si gode tramonti infi niti sull’estrema costa

occidentale. Non ha un porto cosmopolita come Lemesos e

neppure un’oasi naturalistica pari a Capo Gkreko, nei pressi

di Agia Napa. Eppure tutti passano per Larnaca, dal momen-

to che il suo aeroporto funge da ingresso principale al Paese

ormai dal 1974. Posto a dovuta distanza di sicurezza dal con-

fi ne della mai riconosciuta repubblica turca di Cipro Nord, si

trova più o meno alla stessa distanza da tutte le attrattive

dell’isola. A 32 chilometri dalla città si trovano curiose abi-

tazioni cilindriche risalenti al periodo neolitico. Si tratta di

alcune case-alveare che costituiscono il sorprendente vil-

laggio di Choirokoitia, patrimonio Unesco d’immenso valore

preistorico. Sarebbe il luogo ideale, di grande pregio simbo-

lico, da dove i cittadini di domani potrebbero costruire una

nuova storia cipriota sotto il segno dell’unità e dell’ordine.

Esattamente come avrebbe voluto Zenone, prima che la pas-

sione di Afrodite sconvolgesse i cuori dei suoi connazionali e

infrangesse il Paese in due. Minareto e campanile si fronteg-

giano a Larnaca senza pretese d’egemonia, l’uno dolcemente

accarezzato dalle palme che crescono sul lago salato della

città, l’altro baciato dal sole che immancabilmente splende

sulla chiara pietra calcarea con la quale il centro storico è

stato costruito. Entrambi consapevoli del proprio peso origi-

nario, ma non per questo pronti a rovinare sui fedeli di spon-

da opposta. Da una parte, la moschea di Hala Sultan Tekkesi

è, infatti, uno dei siti musulmani in assoluto più venerati sin

dal 648 d.C. Al suo interno custodisce la tomba della zia di Ma-

ometto, Umm Haram, tragicamente morta cadendo dal suo

mulo proprio nel punto in cui il gran califfo Moavia avrebbe

poi fatto edifi care il sito sacro. Dall’altra, la chiesa bizantina

di San Lazzaro cela, invece, le spoglie dell’uomo che Gesù

stesso fece tornare in vita, fi nendo poi per essere nominato

Cipro l’isola infranta

Il fascino malinconico dei templi, l’artigianato raffinato e una cucina dai sapori mediterranei caratterizzano l’isola che ha dato i natali alla dea greca dell’amore, Afrodite

testo e foto di Alberto Caspani

REPORTAGE | MONDO | CIPRO

VIAGGIANDO | 7170 | VIAGGIANDO

Page 17: Viaggiando n 48

Un fi losofo non lo ammetterà mai, tanto meno il fondatore del-

la scuola stoica. Eppure, le rughe sulla fronte di Zenone tra-

discono inconfutabilmente una certa apprensione. Balzano

all’occhio non appena si osservi la statua che i suoi concitta-

dini gli hanno dedicato di fronte al municipio di Larnaca, che

ai tempi, fra il quarto e il terzo secolo avanti Cristo, si chiama-

va ancora Kition. Per uno che ha trascorso la vita a elogiare la

superiorità della ragione sul sentimento, essere nato sull’iso-

la della dea dell’amore deve essere sembrato quasi una beffa

del destino. Oggi osserva sfi lare sotto il suo piedistallo frotte

di giovani che notte e giorno affollano il Foinikoudes, il lun-

gomare puntellato di palme sul quale si succedono alcuni

dei locali più famosi di Cipro. Se un turista si avvicina alla

sua statua, quasi sempre lo confonde con il suo omonimo

collega di Elea, lo Zenone che inventò i paradossi sull’irrag-

giungibilità della tartaruga di Achille o sulla freccia che non

potrà mai centrare il bersaglio. Ne è testimone il municipio

alle sue spalle, splendido esempio di architettura coloniale

britannica. “Questo” Zenone era solito affermare che i miti

sono solo favole per addolcire la cruda realtà, con buona

pace delle coppiette d’innamorati che arrivano fi no a Petra

tou Romiou, ostinandosi a disegnare cuori di pietre bianche

sulla spiaggia ove Afrodite mosse i primi passi, un arioso gol-

fo dalle acque trasparenti.

PROPRIO QUESTO, INFATTI, SI aspettano i visitatori di Cipro

quando giungono sull’isola. Pensando alla Grecia classica,

credono di trovarvi il mito e la bellezza, mentre Larnaca par-

la loro dell’ineluttabilità della storia, punta il dito sui segni

del tempo. Non può fregiarsi dei grandi musei e delle nume-

rose chiese di Nicosia, l’illustre capitale ad appena 45 chilo-

metri più a nord, né tanto meno dei siti micenei o alessandri-

ni di Paphos, che si gode tramonti infi niti sull’estrema costa

occidentale. Non ha un porto cosmopolita come Lemesos e

neppure un’oasi naturalistica pari a Capo Gkreko, nei pressi

di Agia Napa. Eppure tutti passano per Larnaca, dal momen-

to che il suo aeroporto funge da ingresso principale al Paese

ormai dal 1974. Posto a dovuta distanza di sicurezza dal con-

fi ne della mai riconosciuta repubblica turca di Cipro Nord, si

trova più o meno alla stessa distanza da tutte le attrattive

dell’isola. A 32 chilometri dalla città si trovano curiose abi-

tazioni cilindriche risalenti al periodo neolitico. Si tratta di

alcune case-alveare che costituiscono il sorprendente vil-

laggio di Choirokoitia, patrimonio Unesco d’immenso valore

preistorico. Sarebbe il luogo ideale, di grande pregio simbo-

lico, da dove i cittadini di domani potrebbero costruire una

nuova storia cipriota sotto il segno dell’unità e dell’ordine.

Esattamente come avrebbe voluto Zenone, prima che la pas-

sione di Afrodite sconvolgesse i cuori dei suoi connazionali e

infrangesse il Paese in due. Minareto e campanile si fronteg-

giano a Larnaca senza pretese d’egemonia, l’uno dolcemente

accarezzato dalle palme che crescono sul lago salato della

città, l’altro baciato dal sole che immancabilmente splende

sulla chiara pietra calcarea con la quale il centro storico è

stato costruito. Entrambi consapevoli del proprio peso origi-

nario, ma non per questo pronti a rovinare sui fedeli di spon-

da opposta. Da una parte, la moschea di Hala Sultan Tekkesi

è, infatti, uno dei siti musulmani in assoluto più venerati sin

dal 648 d.C. Al suo interno custodisce la tomba della zia di Ma-

ometto, Umm Haram, tragicamente morta cadendo dal suo

mulo proprio nel punto in cui il gran califfo Moavia avrebbe

poi fatto edifi care il sito sacro. Dall’altra, la chiesa bizantina

di San Lazzaro cela, invece, le spoglie dell’uomo che Gesù

stesso fece tornare in vita, fi nendo poi per essere nominato

Cipro l’isola infranta

Il fascino malinconico dei templi, l’artigianato raffinato e una cucina dai sapori mediterranei caratterizzano l’isola che ha dato i natali alla dea greca dell’amore, Afrodite

testo e foto di Alberto Caspani

REPORTAGE | MONDO | CIPRO

VIAGGIANDO | 7170 | VIAGGIANDO

Page 18: Viaggiando n 48

TRENTINOmeraviglia tra i monti

Elegante meta sin dai tempi del Grand Tour, la valle del Primiero ha un’importante tradizione di ospitalità, arricchita da una gustosa cucina e da moderni impianti sciistici

testo e foto di Erika Mariniello

REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO

VIAGGIANDO | 8584 | VIAGGIANDO

Page 19: Viaggiando n 48

TRENTINOmeraviglia tra i monti

Elegante meta sin dai tempi del Grand Tour, la valle del Primiero ha un’importante tradizione di ospitalità, arricchita da una gustosa cucina e da moderni impianti sciistici

testo e foto di Erika Mariniello

REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO

VIAGGIANDO | 8584 | VIAGGIANDO

Page 20: Viaggiando n 48

Hanno affascinato i grandi viaggiatori inglesi

del Grand Tour, hanno ispirato illustri uomini

di cultura come Dino Buzzati, scrittore, gior-

nalista e pittore italiano di inizio Novecento e,

ancora oggi, lasciano senza fi ato i numerosi tu-

risti che, ogni anno, raggiungono la provincia

di Trento. Le Pale di San Martino dominano la

valle di Primiero e la boscosa val Canali. Il Ci-

mon della Pala, chiamato anche il “Cervino del-

le dolomiti”, pur non essendo la vetta più alta,

è la più famosa dell’intera catena e si erge sulla

strada di Passo Rolle che conduce a San Mar-

tino di Castrozza. «Un meraviglioso gruppo di

vette che renderanno per sempre straordinari

i luoghi ai loro piedi», così ha scritto l’alpinista

e naturalista irlandese John Ball, a cui è stata

dedicata una delle montagne.

SCELGO L’AUTO PER raggiungere questa locali-

tà turistica e mi addentro lentamente, paesino

dopo paesino, nella valle. Ammiro i colori can-

didi dell’inverno e respiro i profumi dei boschi

lungo la strada, stuzzicata da una frizzante

aria di montagna. Il navigatore indica poco più

di 13 chilometri dalla meta: ho raggiunto Fiera

di Primiero, mi avverte un cartello stradale. È

il momento di fare una sosta. Per il pranzo de-

cido di fermarmi in un ristorante per gustare

qualche ricetta tipica. Assaggio un piatto di

canederli in brodo, i knodel, nella traduzione

tirolese. Una tra le più gustose pietanze della

gastronomia locale, è costituita da saporiti e

nutrienti gnocchi di pane impastati con speck

e formaggio e cotti in un consommè di carne.

Una vera delizia per il palato! Poco dopo incon-

tro Gualtiero, un giovane abitante del paese

che mi svela, con orgoglio, i segreti di questa

piccola, nobile borgata le cui origini risalgono

al lontano Quattrocento, quando la valle era

un feudo dell’aristocratica famiglia Welsperg.

Diventato capoluogo per la sua posizione geo-

grafi ca strategica, il paese per anni è stato un

punto di riferimento della nobiltà dell’epoca

soprattutto grazie alla presenza di miniere di

rame, ferro e argento. Incuriosita dal racconto,

prima di salire a San Martino di Castrozza, mi

addentro nel centro storico di Fiera. Il palazzo

delle Miniere è il primo edifi cio che si staglia

davanti a me, una costruzione tardo-gotica

che nel Quattrocento era la sede del Giudice

Minerario. A fi anco si erge maestosa la chie-

sa arcipretale di Pieve dalla facciata spoglia,

che pare quasi incompiuta. Ma l’altare gotico

a portelle in legno che si trova all’interno mi

lascia a bocca aperta. Esco e mi accorgo che

il sole sta per tramontare e la temperatura è

prossima allo zero, potrebbe nevicare da un

momento all’altro. Mi fermo in un bar del cen-

tro per riscaldarmi con una tazza di tè caldo

prima di rimettermi in viaggio verso San Mar-

tino. Raggiunta la meta, dopo una cena a base

di gnocchetti con radicchio e speck e un assag-

gio di strudel, tipico dolce alla mele trentino,

mi concedo il meritato riposo.

AL RISVEGLIO, L’IMMAGINE delle cime inne-

vate mi regala una suggestione impagabile.

Sono le otto e trenta del mattino e mi aspetta

In apertura, i Campanili della Val di Roda,

aff ascinanti formazioni della catena delle Pale di San Martino. Sopra,

le Dolomiti sono un aff ascinante scenario

per la pratica dello sci alpinismo. A destra,

una veduta di Fiera di Primiero, il centro più

importante della valle. Al centro, anche i bambini hanno il loro spazio per

divertirsi sulla neve. Nella pagina a fi anco, i

cavalli neri di razza norica vengono usati per il traino

della troika.

REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO

VIAGGIANDO | 8786 | VIAGGIANDO

Page 21: Viaggiando n 48

Hanno affascinato i grandi viaggiatori inglesi

del Grand Tour, hanno ispirato illustri uomini

di cultura come Dino Buzzati, scrittore, gior-

nalista e pittore italiano di inizio Novecento e,

ancora oggi, lasciano senza fi ato i numerosi tu-

risti che, ogni anno, raggiungono la provincia

di Trento. Le Pale di San Martino dominano la

valle di Primiero e la boscosa val Canali. Il Ci-

mon della Pala, chiamato anche il “Cervino del-

le dolomiti”, pur non essendo la vetta più alta,

è la più famosa dell’intera catena e si erge sulla

strada di Passo Rolle che conduce a San Mar-

tino di Castrozza. «Un meraviglioso gruppo di

vette che renderanno per sempre straordinari

i luoghi ai loro piedi», così ha scritto l’alpinista

e naturalista irlandese John Ball, a cui è stata

dedicata una delle montagne.

SCELGO L’AUTO PER raggiungere questa locali-

tà turistica e mi addentro lentamente, paesino

dopo paesino, nella valle. Ammiro i colori can-

didi dell’inverno e respiro i profumi dei boschi

lungo la strada, stuzzicata da una frizzante

aria di montagna. Il navigatore indica poco più

di 13 chilometri dalla meta: ho raggiunto Fiera

di Primiero, mi avverte un cartello stradale. È

il momento di fare una sosta. Per il pranzo de-

cido di fermarmi in un ristorante per gustare

qualche ricetta tipica. Assaggio un piatto di

canederli in brodo, i knodel, nella traduzione

tirolese. Una tra le più gustose pietanze della

gastronomia locale, è costituita da saporiti e

nutrienti gnocchi di pane impastati con speck

e formaggio e cotti in un consommè di carne.

Una vera delizia per il palato! Poco dopo incon-

tro Gualtiero, un giovane abitante del paese

che mi svela, con orgoglio, i segreti di questa

piccola, nobile borgata le cui origini risalgono

al lontano Quattrocento, quando la valle era

un feudo dell’aristocratica famiglia Welsperg.

Diventato capoluogo per la sua posizione geo-

grafi ca strategica, il paese per anni è stato un

punto di riferimento della nobiltà dell’epoca

soprattutto grazie alla presenza di miniere di

rame, ferro e argento. Incuriosita dal racconto,

prima di salire a San Martino di Castrozza, mi

addentro nel centro storico di Fiera. Il palazzo

delle Miniere è il primo edifi cio che si staglia

davanti a me, una costruzione tardo-gotica

che nel Quattrocento era la sede del Giudice

Minerario. A fi anco si erge maestosa la chie-

sa arcipretale di Pieve dalla facciata spoglia,

che pare quasi incompiuta. Ma l’altare gotico

a portelle in legno che si trova all’interno mi

lascia a bocca aperta. Esco e mi accorgo che

il sole sta per tramontare e la temperatura è

prossima allo zero, potrebbe nevicare da un

momento all’altro. Mi fermo in un bar del cen-

tro per riscaldarmi con una tazza di tè caldo

prima di rimettermi in viaggio verso San Mar-

tino. Raggiunta la meta, dopo una cena a base

di gnocchetti con radicchio e speck e un assag-

gio di strudel, tipico dolce alla mele trentino,

mi concedo il meritato riposo.

AL RISVEGLIO, L’IMMAGINE delle cime inne-

vate mi regala una suggestione impagabile.

Sono le otto e trenta del mattino e mi aspetta

In apertura, i Campanili della Val di Roda,

aff ascinanti formazioni della catena delle Pale di San Martino. Sopra,

le Dolomiti sono un aff ascinante scenario

per la pratica dello sci alpinismo. A destra,

una veduta di Fiera di Primiero, il centro più

importante della valle. Al centro, anche i bambini hanno il loro spazio per

divertirsi sulla neve. Nella pagina a fi anco, i

cavalli neri di razza norica vengono usati per il traino

della troika.

REPORTAGE | ITALIA | TRENTINO

VIAGGIANDO | 8786 | VIAGGIANDO

Page 22: Viaggiando n 48

Tuscania

ROMA

VITERBO

Laghi di Albano e Nemi

Fiumicino

Latina

Lago di Vico

Ferento

BolsenaGradoli

TOSCANA UMBRIA

MARCHE

ABRUZZO

MOLISE

CAMPANIA

Tarquinia

TUSCIA

Lago di Bolsena

Lago di Bracciano

Èla terra del mistero etrusco. Etruria prima e Tuscia poi,

la provincia viterbese invita a perdersi nella sua storia,

nelle leggende, nel folclore e nelle tradizioni enogastro-

nomiche che dopo tanto camminare, rinfrancano il palato e

lo spirito. Un percorso che si snoda intorno al capoluogo di

provincia, Viterbo appunto, che sorge su un grande pianoro

ondulato da colline giusto ai piedi dei Monti Cimini. La città

prima importante centro etrusco, di cui restano molti reperti

archeologici ed estese necropoli, divenne dominio romano nel

IV secolo d.C. ma conobbe il massimo splendore nel Medioevo.

Una ricca toponomastica ricorda questa epoca soprattutto

nel quartiere San Pellegrino, il meglio conservato, dove torri,

archi, fontane e botteghe artigianali e antiquarie sanno an-

cora irretire gli sguardi dei passanti. Ben protetto dalle mura

difensive, il centro storico è un tripudio di chiese e palazzi tra

cui il famoso Palazzo Papale, con l’elegante loggia, in Piazza

San Lorenzo. Qui si tennero i primi conclavi per l’elezione del

papa, tra cui quello più lungo di tutti i tempi. Sembra che i car-

dinali, indecisi nella scelta di un capo della chiesa furono lette-

ralmente messi cum claves, cioé sotto chiave dai viterbesi per

costringerli a mettersi d’accordo. Da non perdere una visita

alla chiesa di Santa Rosa che conserva il corpo incorrotto della

suora francescana canonizzata nel 1457. Vicino alla chiesa si

trova ancora la casa della Santa con l’urna lignea che conte-

neva le spoglie. Dopo una scorpacciata di cultura si parte alla

scoperta della meravigliosa campagna che circonda questo

gioiello medievale.

FUMI LATTESCENTI, POLLE D’ACQUA bollente e un’aria in-

trisa di vapore sulfureo... Non siamo nell’Inferno dantesco,

ma a soli otto chilometri dalla città. Le sorgenti termali

impreziosiscono questa terra vulcanica ricca e generosa.

Le cavità naturali diventano piscine aperte a chiunque vo-

glia ristorarsi grazie alle proprietà chimiche dell’acqua che

sgorga a una temperatura tra i 30 e i 65 gradi centigradi. Fa-

mose sono quelle calcaree di Bagnasco, strada Castiglione,

mentre quelle sulfuree di Bulicame, citate nella Divina Com-

media, si trovano a ridosso di Viterbo e proprio all’ingresso

del parco è possibile visitare l’Orto Botanico dell’Università

degli Studi della Tuscia, e le piscine Carletti, strada Marta-

Tusciauna terra che val bene un viaggio

L’ anima ammantata dal mito di un antica popolazione, gli Etruschi. Paesaggi ancora incontaminati, campi fertili che donano uve e olive d’eccezione. Se cercate cultura, tradizioni, benessere e buona tavola, questa è la vostra prossima meta!

testo di Stefano Bonafè

IL PRANZO DEL PURGATORIOOgni anno, il mercoledì delle ceneri, nel comune di Gradoli si celebra il Pranzo del Purgatorio, in ossequio ad una tradizione nata nel XVI secolo ad opera della Fratellanza del Suffragio, oggi Confraternita del Purgatorio. Lo scopo della Fratellanza era quello di suffragare le anime del Purgatorio attraverso la celebrazione di messe e di sostenere i poveri raccogliendo fondi. E così ancora oggi, come accadeva oltre 500 anni fa, la mattina del giovedì grasso i membri della Confraternita indossano il saio marrone, la mantellina viola, il cappuccio e con tamburino al seguito bussano a tutte le porte del paese ricevendo offerte di ogni genere. Nel pomeriggio dello stesso giorno, quanto raccolto viene venduto all ’asta in piazza e con il ricavato si procede all ’acquisto degli ingredienti necessari alla preparazione del Pranzo del Purgatorio: 250 chilogrammi di fagioli, 600 chili di luccio, nasello e baccalà, 60 di tinca. Sono gli stessi componenti della Fratellanza a cucinare e servire circa duemila commensali, ospitati in un ampio locale messo a disposizione dalla Cantina Sociale. Fin dalla nascita di questo evento, il menù è sempre lo stesso: fagioli in bianco conditi con olio extra vergine dei colli gradolesi e un pizzico di pepe; minestra di riso con sugo di tinca (solo i cuochi-membri sono a conoscenza della ricetta); luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso condito con olio ed un trito di aglio e prezzemolo; una mela. Informazioni e prenotazioni: Pro Loco Gradoli, tel. 0761 456 810. Comune di Gradoli, tel. 0761 456 082. Un’occasione per scoprire questo incantevole paesino dell’Alta Tuscia, tra le colline dei Volsini, in posizione panoramica sul lago di Bolsena, Nel centro storico di Gradoli si ammirano il cinquecentesco palazzo Farnese, che ospita un piccolo museo con ceramiche risalenti al XV-XVI secolo e costumi rinscimentali, e la chiesa della Maddalena, con facciata barocca. All’ interno si trovano un fonte battesimale marmoreo rinascimentale ed un affresco del Cinquecento raffigurante la Madonna con il Bambino. In un ambiente apposito è stato allestito un piccolo museo d’arte sacra.

A fi anco una veduta di Viterbo. Sotto la loggia del Palazzo Papale, in piazza San Lorenzo a Viterbo. Per maggiori informazioni: Azienda di Promozione

Turistica della Provincia di Viterbo, Piazza dell’Oratorio, tel. 0761 375 325 aptviterbo.it - tusciainforma.it

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WEEKEND | ITALIA | LAZIO

VIAGGIANDO | 9998 | VIAGGIANDO

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Tuscania

ROMA

VITERBO

Laghi di Albano e Nemi

Fiumicino

Latina

Lago di Vico

Ferento

BolsenaGradoli

TOSCANA UMBRIA

MARCHE

ABRUZZO

MOLISE

CAMPANIA

Tarquinia

TUSCIA

Lago di Bolsena

Lago di Bracciano

Èla terra del mistero etrusco. Etruria prima e Tuscia poi,

la provincia viterbese invita a perdersi nella sua storia,

nelle leggende, nel folclore e nelle tradizioni enogastro-

nomiche che dopo tanto camminare, rinfrancano il palato e

lo spirito. Un percorso che si snoda intorno al capoluogo di

provincia, Viterbo appunto, che sorge su un grande pianoro

ondulato da colline giusto ai piedi dei Monti Cimini. La città

prima importante centro etrusco, di cui restano molti reperti

archeologici ed estese necropoli, divenne dominio romano nel

IV secolo d.C. ma conobbe il massimo splendore nel Medioevo.

Una ricca toponomastica ricorda questa epoca soprattutto

nel quartiere San Pellegrino, il meglio conservato, dove torri,

archi, fontane e botteghe artigianali e antiquarie sanno an-

cora irretire gli sguardi dei passanti. Ben protetto dalle mura

difensive, il centro storico è un tripudio di chiese e palazzi tra

cui il famoso Palazzo Papale, con l’elegante loggia, in Piazza

San Lorenzo. Qui si tennero i primi conclavi per l’elezione del

papa, tra cui quello più lungo di tutti i tempi. Sembra che i car-

dinali, indecisi nella scelta di un capo della chiesa furono lette-

ralmente messi cum claves, cioé sotto chiave dai viterbesi per

costringerli a mettersi d’accordo. Da non perdere una visita

alla chiesa di Santa Rosa che conserva il corpo incorrotto della

suora francescana canonizzata nel 1457. Vicino alla chiesa si

trova ancora la casa della Santa con l’urna lignea che conte-

neva le spoglie. Dopo una scorpacciata di cultura si parte alla

scoperta della meravigliosa campagna che circonda questo

gioiello medievale.

FUMI LATTESCENTI, POLLE D’ACQUA bollente e un’aria in-

trisa di vapore sulfureo... Non siamo nell’Inferno dantesco,

ma a soli otto chilometri dalla città. Le sorgenti termali

impreziosiscono questa terra vulcanica ricca e generosa.

Le cavità naturali diventano piscine aperte a chiunque vo-

glia ristorarsi grazie alle proprietà chimiche dell’acqua che

sgorga a una temperatura tra i 30 e i 65 gradi centigradi. Fa-

mose sono quelle calcaree di Bagnasco, strada Castiglione,

mentre quelle sulfuree di Bulicame, citate nella Divina Com-

media, si trovano a ridosso di Viterbo e proprio all’ingresso

del parco è possibile visitare l’Orto Botanico dell’Università

degli Studi della Tuscia, e le piscine Carletti, strada Marta-

Tusciauna terra che val bene un viaggio

L’ anima ammantata dal mito di un antica popolazione, gli Etruschi. Paesaggi ancora incontaminati, campi fertili che donano uve e olive d’eccezione. Se cercate cultura, tradizioni, benessere e buona tavola, questa è la vostra prossima meta!

testo di Stefano Bonafè

IL PRANZO DEL PURGATORIOOgni anno, il mercoledì delle ceneri, nel comune di Gradoli si celebra il Pranzo del Purgatorio, in ossequio ad una tradizione nata nel XVI secolo ad opera della Fratellanza del Suffragio, oggi Confraternita del Purgatorio. Lo scopo della Fratellanza era quello di suffragare le anime del Purgatorio attraverso la celebrazione di messe e di sostenere i poveri raccogliendo fondi. E così ancora oggi, come accadeva oltre 500 anni fa, la mattina del giovedì grasso i membri della Confraternita indossano il saio marrone, la mantellina viola, il cappuccio e con tamburino al seguito bussano a tutte le porte del paese ricevendo offerte di ogni genere. Nel pomeriggio dello stesso giorno, quanto raccolto viene venduto all ’asta in piazza e con il ricavato si procede all ’acquisto degli ingredienti necessari alla preparazione del Pranzo del Purgatorio: 250 chilogrammi di fagioli, 600 chili di luccio, nasello e baccalà, 60 di tinca. Sono gli stessi componenti della Fratellanza a cucinare e servire circa duemila commensali, ospitati in un ampio locale messo a disposizione dalla Cantina Sociale. Fin dalla nascita di questo evento, il menù è sempre lo stesso: fagioli in bianco conditi con olio extra vergine dei colli gradolesi e un pizzico di pepe; minestra di riso con sugo di tinca (solo i cuochi-membri sono a conoscenza della ricetta); luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso condito con olio ed un trito di aglio e prezzemolo; una mela. Informazioni e prenotazioni: Pro Loco Gradoli, tel. 0761 456 810. Comune di Gradoli, tel. 0761 456 082. Un’occasione per scoprire questo incantevole paesino dell’Alta Tuscia, tra le colline dei Volsini, in posizione panoramica sul lago di Bolsena, Nel centro storico di Gradoli si ammirano il cinquecentesco palazzo Farnese, che ospita un piccolo museo con ceramiche risalenti al XV-XVI secolo e costumi rinscimentali, e la chiesa della Maddalena, con facciata barocca. All’ interno si trovano un fonte battesimale marmoreo rinascimentale ed un affresco del Cinquecento raffigurante la Madonna con il Bambino. In un ambiente apposito è stato allestito un piccolo museo d’arte sacra.

A fi anco una veduta di Viterbo. Sotto la loggia del Palazzo Papale, in piazza San Lorenzo a Viterbo. Per maggiori informazioni: Azienda di Promozione

Turistica della Provincia di Viterbo, Piazza dell’Oratorio, tel. 0761 375 325 aptviterbo.it - tusciainforma.it

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WEEKEND | ITALIA | LAZIO

VIAGGIANDO | 9998 | VIAGGIANDO

Page 24: Viaggiando n 48

ITINERARIOLA NONA ARTE BELGA - 3 giorni, 2 nottiLucky Luke, i Puffi, Tintin, Blake e Mortimer. Chi non conosce questi

leggendari personaggi dei fumetti? Forse però non tutti sanno che

proprio in Beglio essi ebbero origine. Per scoprire tutto ciò che riguarda

la “nona arte belga”, dagli albori alle creazioni contemporanee, visitate il

Centro Belga del Fumetto. All’interno si trovano collezioni permanenti,

mostre temporanee e la più grande “fumettoteca” del mondo con una

collezione di oltre 25mila album. La capitale belga ospita in ogni suo

angolo negozi che vendono fumetti nuovi e di seconda mano, articoli da

collezione e gadget tridimensionali. Inoltre gli appassionati del genere

non possono mancare una visita al Percorso del Fumetto, nel centro di

Bruxelles: una passeggiata tra 30 murales giganti con i più famosi eroi

del mondo del fumetto “made in Belgium”. La quota comprende voli a/r

e sistemazione all’Hotel Vendrome*** con prima colazione.

Quota da: € 132 a persona, Partenze: fi no a marzo 2010

cocktailviaggi.it - Tel. 02 693 361

ITINERARIOBENESSERE ALPINO - 3 giorni, 2 nottiGli amanti dello sport trovano a Kranjska Gora un ambiente ideale. La

città, oltre ad essere la base di partenza per escursioni tra i boschi alpini

e le montagne circostanti, dispone di strutture per le discipline invernali,

parco acquatico e piscina, campo da golf, Bike Park per ciclismo

estremo, campi da tennis e da beach volley. E per rigenerarsi dopo una

giornata di sport ecco il pacchetto Benessere alpino del Resort Špik,

appartenente al Gruppo Hit, comprensivo di colazione e cena a buffet,

un massaggio, un ingresso al centro benessere, un ingresso giornaliero

al mondo delle saune Špik, ingresso illimitato al parco acquatico Aqua

Larix, alla piscina del centro Kompas e al mondo acquatico Špik.

Quota da: € 126 a persona, Partenze: dal 21 marzo al 27 novembre 2010

hit.si - Tel. 00386 4 587 71 00

Nel segno di MagritteNel 2009 la capitale belga ha reso omaggio al talento e alla

fama del grande maestro surrealista inaugurando il Mu-

sée Magritte Museum (info: musee-magritte-museum.be).

L’edifi cio custodisce la più vasta collezione permanente di

opere magrittiane: ben 200 straordinari lavori, incluse due

versioni de L’empire des lumières, i celebri Le Joueur Secret e

Le Retour, oltre a testimonianze scritte, fotografi e, disegni e

fi lmati realizzati da Magritte e dai suoi amici. Realizzato nel

centro di Bruxelles, il Musée Magritte Museum si può consi-

derare il punto di partenza ideale per un viaggio in città alla

scoperta dei luoghi abitualmente frequentati dal maestro.

Come la taverna La Fleur en papier doré , oggi convertita

in un centro culturale dedicato a Magritte, o Le Greenwhich

dove l’artista era solito giocare a scacchi e discutere dei

suoi lavori con amici e avventori. Infi ne merita una visita la

casa dove Magritte visse per 24 anni con la moglie Georget-

te. Qui dipinse i suoi capolavori, tra cui L’Empire des lumiè-

res. Oggi l’abitazione è diventata il René Magritte Museum,

sede uffi ciale degli “amici del surrealismo”.

a BruxellesIl richiamo della natura

Immersa nel cuore delle Alpi Giulie, al confi ne fra Slovenia,

Italia e Austria, Kranjska Gora è una rimomata meta turisti-

ca sportiva, molto conosciuta nel mondo grazie ad eventi

internazionali come la Coppa del Mondo di sci alpino e la

Coppa del Mondo di salto con gli sci. La municipalità di Kran-

jska Gora è situata nell’area dell’alta valle del fi ume Sava,

un paradiso per gli amanti delle escursioni. Nel Parco natu-

rale del Tricorno è possibile fare fotosafari per immortalare

esemplari di animali alpini, mentre le cascate di Martuljek

e le sorgenti di Zelenci, con l’attiguo lago verde smeraldo,

sono considerate vere perle del mondo alpino. Zelenci è una

riserva naturale importante poiché testimonia gli eventi

geologici del passato, oltre ad essere habitat di numerose

specie animali e vegetali rare ed in pericolo. Altra ambita

meta di escursione è la cascata Pericnik, tra i salti d’acqua

più noti in Slovenia. Essa è composta da due cascate, quella

inferiore, dal salto di 52 metri, e quella superiore, dal salto

di 16 metri, che d’inverno si trasformano in una miriade di

stalattiti e di piastre di ghiaccio dai colori azzurri e verdi.

a Kranjska Gora

Le opere del maestro sono distribuite su tre diversi livelli del Musée Magritte Museum. Tutte le visite guidate cominciano sempre partendo dal terzo piano

D’inverno si possono vivere emozioni indimenticabili scalando le cascate ghiacciate e ammirando i panorami alpini a bordo di una slitta trainata da renne

Alcuni dei capolavori di Magritte, nato a Lessines il 21 novembre 1898 e morto a Bruxelles il 15 agosto 1967. In alto, Shéhérazade. Sopra a sinistra, La bonne Foi. Sopra a destra, Carte Blanche. Sotto, Le Retour.

Kranjska Gora ospita piste per snowboardisti e sciatori sia esperti sia principanti, collegate con un sistema di sei seggiovie e 13 sciovie, oltre a un percorso segnato di 40 chilometri per lo sci di fondo, immerso nella natura.

©OPT

WEEKEND | EUROPA | DI STEFANO BONAFÈ

VIAGGIANDO | 107106 | VIAGGIANDO

Page 25: Viaggiando n 48

ITINERARIOLA NONA ARTE BELGA - 3 giorni, 2 nottiLucky Luke, i Puffi, Tintin, Blake e Mortimer. Chi non conosce questi

leggendari personaggi dei fumetti? Forse però non tutti sanno che

proprio in Beglio essi ebbero origine. Per scoprire tutto ciò che riguarda

la “nona arte belga”, dagli albori alle creazioni contemporanee, visitate il

Centro Belga del Fumetto. All’interno si trovano collezioni permanenti,

mostre temporanee e la più grande “fumettoteca” del mondo con una

collezione di oltre 25mila album. La capitale belga ospita in ogni suo

angolo negozi che vendono fumetti nuovi e di seconda mano, articoli da

collezione e gadget tridimensionali. Inoltre gli appassionati del genere

non possono mancare una visita al Percorso del Fumetto, nel centro di

Bruxelles: una passeggiata tra 30 murales giganti con i più famosi eroi

del mondo del fumetto “made in Belgium”. La quota comprende voli a/r

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Quota da: € 132 a persona, Partenze: fi no a marzo 2010

cocktailviaggi.it - Tel. 02 693 361

ITINERARIOBENESSERE ALPINO - 3 giorni, 2 nottiGli amanti dello sport trovano a Kranjska Gora un ambiente ideale. La

città, oltre ad essere la base di partenza per escursioni tra i boschi alpini

e le montagne circostanti, dispone di strutture per le discipline invernali,

parco acquatico e piscina, campo da golf, Bike Park per ciclismo

estremo, campi da tennis e da beach volley. E per rigenerarsi dopo una

giornata di sport ecco il pacchetto Benessere alpino del Resort Špik,

appartenente al Gruppo Hit, comprensivo di colazione e cena a buffet,

un massaggio, un ingresso al centro benessere, un ingresso giornaliero

al mondo delle saune Špik, ingresso illimitato al parco acquatico Aqua

Larix, alla piscina del centro Kompas e al mondo acquatico Špik.

Quota da: € 126 a persona, Partenze: dal 21 marzo al 27 novembre 2010

hit.si - Tel. 00386 4 587 71 00

Nel segno di MagritteNel 2009 la capitale belga ha reso omaggio al talento e alla

fama del grande maestro surrealista inaugurando il Mu-

sée Magritte Museum (info: musee-magritte-museum.be).

L’edifi cio custodisce la più vasta collezione permanente di

opere magrittiane: ben 200 straordinari lavori, incluse due

versioni de L’empire des lumières, i celebri Le Joueur Secret e

Le Retour, oltre a testimonianze scritte, fotografi e, disegni e

fi lmati realizzati da Magritte e dai suoi amici. Realizzato nel

centro di Bruxelles, il Musée Magritte Museum si può consi-

derare il punto di partenza ideale per un viaggio in città alla

scoperta dei luoghi abitualmente frequentati dal maestro.

Come la taverna La Fleur en papier doré , oggi convertita

in un centro culturale dedicato a Magritte, o Le Greenwhich

dove l’artista era solito giocare a scacchi e discutere dei

suoi lavori con amici e avventori. Infi ne merita una visita la

casa dove Magritte visse per 24 anni con la moglie Georget-

te. Qui dipinse i suoi capolavori, tra cui L’Empire des lumiè-

res. Oggi l’abitazione è diventata il René Magritte Museum,

sede uffi ciale degli “amici del surrealismo”.

a BruxellesIl richiamo della natura

Immersa nel cuore delle Alpi Giulie, al confi ne fra Slovenia,

Italia e Austria, Kranjska Gora è una rimomata meta turisti-

ca sportiva, molto conosciuta nel mondo grazie ad eventi

internazionali come la Coppa del Mondo di sci alpino e la

Coppa del Mondo di salto con gli sci. La municipalità di Kran-

jska Gora è situata nell’area dell’alta valle del fi ume Sava,

un paradiso per gli amanti delle escursioni. Nel Parco natu-

rale del Tricorno è possibile fare fotosafari per immortalare

esemplari di animali alpini, mentre le cascate di Martuljek

e le sorgenti di Zelenci, con l’attiguo lago verde smeraldo,

sono considerate vere perle del mondo alpino. Zelenci è una

riserva naturale importante poiché testimonia gli eventi

geologici del passato, oltre ad essere habitat di numerose

specie animali e vegetali rare ed in pericolo. Altra ambita

meta di escursione è la cascata Pericnik, tra i salti d’acqua

più noti in Slovenia. Essa è composta da due cascate, quella

inferiore, dal salto di 52 metri, e quella superiore, dal salto

di 16 metri, che d’inverno si trasformano in una miriade di

stalattiti e di piastre di ghiaccio dai colori azzurri e verdi.

a Kranjska Gora

Le opere del maestro sono distribuite su tre diversi livelli del Musée Magritte Museum. Tutte le visite guidate cominciano sempre partendo dal terzo piano

D’inverno si possono vivere emozioni indimenticabili scalando le cascate ghiacciate e ammirando i panorami alpini a bordo di una slitta trainata da renne

Alcuni dei capolavori di Magritte, nato a Lessines il 21 novembre 1898 e morto a Bruxelles il 15 agosto 1967. In alto, Shéhérazade. Sopra a sinistra, La bonne Foi. Sopra a destra, Carte Blanche. Sotto, Le Retour.

Kranjska Gora ospita piste per snowboardisti e sciatori sia esperti sia principanti, collegate con un sistema di sei seggiovie e 13 sciovie, oltre a un percorso segnato di 40 chilometri per lo sci di fondo, immerso nella natura.

©OPT

WEEKEND | EUROPA | DI STEFANO BONAFÈ

VIAGGIANDO | 107106 | VIAGGIANDO

Page 26: Viaggiando n 48

Terra di storia, agricoltura e innovazione tecnologica. Il Pie-

monte si presenta così. Dolci colline che accolgono fi lari

di vitigni rigogliosi, cime innevate che abbracciano l’intera

regione, pianure dove da secoli mani premurose curano te-

nere piantine di riso. E ancora folclore, castelli e leggende.

Come quelle legate alle lotte politiche che infi ammavano

le sue città più importanti. Capitale prima del ducato di Sa-

voia, e poi del Regno d’Italia dopo l’Unità, Torino conserva

importanti testimonianze di quel periodo, a partire dall’aula

del Parlamento Subalpino, ancora oggi conservata in Palaz-

zo Carignano. Il trasferimento a Roma della capitale non ha

privato il Piemonte della sua centralità nell’elaborazione

delle idee e nella partecipazione ai grandi movimenti di tra-

sformazione delle relazioni sociali. E Torino ne è diventata il

fulcro nel suo nuovo ruolo, conquistato a partire dalla metà

dell’Ottocento e strenuamente difeso oltre le soglie del nuo-

vo millennio, di capitale dell’industria grazie soprattutto

alla Fiat, la cui fabbrica, il Lingotto, oggi è stata convertita

in uno dei centri polifunzionali più importanti d’Europa. Un

fulgido esempio della capacità di rinnovarsi e trasformare le

crisi in occasioni di sviluppo che consente oggi al Piemonte

di posizionarsi come centro nevralgico dell’innovazione e

delle nuove tecnologie, non più solo in Italia, ma nell’intera

Europa. A tutto questo si aggiunge una ricchezza artistica

e paesaggistica che raramente trovano un corrispondente

all’altezza in altri luoghi del mondo. Un esempio eclatante

sono le 15 Residenze Reali dei Savoia, riconosciute dall’Une-

sco come Patrimonio dell’umanità nel 1997, che hanno un

valore architettonico già importante, accresciuto dalle ope-

re d’arte conservate in alcune di esse. Un patrimonio cultu-

rale che ritroviamo anche nelle numerose antiche abbazie,

nelle chiese e nei sette Sacri Monti, anch’essi presenti, dal

2003, nella lista dell’Unesco. A completare questa panora-

mica si aggiungono oltre 400 musei capaci di garantire una

proposta suggestiva e completa agli amanti dell’arte, ab-

bracciando sedi espositive e allestimenti che vanno dall’ar-

cheologia all’arte contemporanea, dalle scienze naturali al

cinema, dalle arti decorative all’antropologia. Oltre a ciò il

Piemonte, con i suoi 160.000 ettari di aree protette, offre la

possibilità di conoscere paesaggi naturali unici e habitat ti-

pici del territorio alpino, collinare e di pianura. Il 41 per cento

del territorio è caratterizzato da imponenti catene montuo-

se che accolgono località sciistiche di fama internazionale,

dove si sono tenute le ultime olimpiadi invernali, mentre il

restante 59 per cento è suddiviso tra colline e pianura, dove

si trova la principale risaia d’Europa. Tra le aree tutelate

sono presenti due parchi nazionali: il Gran Paradiso e la

Val Grande, e particolare importanza rivestono il sistema

della fascia fluviale del Po, che interessa tutto il tratto

piemontese del fiume e l’area nordorientale occupata dal

Lago Maggiore e dal Lago d’Orta. Passato e futuro, arte

e cultura gastronomica, artigianato e ricerca si fondono

in una regione attenta all’innovazione e, allo stesso tem-

po, alle straordinarie ricchezze naturali e paesaggistiche,

dove le occasioni culturali si coniugano con i divertenti

locali che accendono la movida piemontese.

Il bello del PIEMONTE

4 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 5

SPECIALE | PIEMONTE | DI MASSIMO NARDI

Page 27: Viaggiando n 48

Terra di storia, agricoltura e innovazione tecnologica. Il Pie-

monte si presenta così. Dolci colline che accolgono fi lari

di vitigni rigogliosi, cime innevate che abbracciano l’intera

regione, pianure dove da secoli mani premurose curano te-

nere piantine di riso. E ancora folclore, castelli e leggende.

Come quelle legate alle lotte politiche che infi ammavano

le sue città più importanti. Capitale prima del ducato di Sa-

voia, e poi del Regno d’Italia dopo l’Unità, Torino conserva

importanti testimonianze di quel periodo, a partire dall’aula

del Parlamento Subalpino, ancora oggi conservata in Palaz-

zo Carignano. Il trasferimento a Roma della capitale non ha

privato il Piemonte della sua centralità nell’elaborazione

delle idee e nella partecipazione ai grandi movimenti di tra-

sformazione delle relazioni sociali. E Torino ne è diventata il

fulcro nel suo nuovo ruolo, conquistato a partire dalla metà

dell’Ottocento e strenuamente difeso oltre le soglie del nuo-

vo millennio, di capitale dell’industria grazie soprattutto

alla Fiat, la cui fabbrica, il Lingotto, oggi è stata convertita

in uno dei centri polifunzionali più importanti d’Europa. Un

fulgido esempio della capacità di rinnovarsi e trasformare le

crisi in occasioni di sviluppo che consente oggi al Piemonte

di posizionarsi come centro nevralgico dell’innovazione e

delle nuove tecnologie, non più solo in Italia, ma nell’intera

Europa. A tutto questo si aggiunge una ricchezza artistica

e paesaggistica che raramente trovano un corrispondente

all’altezza in altri luoghi del mondo. Un esempio eclatante

sono le 15 Residenze Reali dei Savoia, riconosciute dall’Une-

sco come Patrimonio dell’umanità nel 1997, che hanno un

valore architettonico già importante, accresciuto dalle ope-

re d’arte conservate in alcune di esse. Un patrimonio cultu-

rale che ritroviamo anche nelle numerose antiche abbazie,

nelle chiese e nei sette Sacri Monti, anch’essi presenti, dal

2003, nella lista dell’Unesco. A completare questa panora-

mica si aggiungono oltre 400 musei capaci di garantire una

proposta suggestiva e completa agli amanti dell’arte, ab-

bracciando sedi espositive e allestimenti che vanno dall’ar-

cheologia all’arte contemporanea, dalle scienze naturali al

cinema, dalle arti decorative all’antropologia. Oltre a ciò il

Piemonte, con i suoi 160.000 ettari di aree protette, offre la

possibilità di conoscere paesaggi naturali unici e habitat ti-

pici del territorio alpino, collinare e di pianura. Il 41 per cento

del territorio è caratterizzato da imponenti catene montuo-

se che accolgono località sciistiche di fama internazionale,

dove si sono tenute le ultime olimpiadi invernali, mentre il

restante 59 per cento è suddiviso tra colline e pianura, dove

si trova la principale risaia d’Europa. Tra le aree tutelate

sono presenti due parchi nazionali: il Gran Paradiso e la

Val Grande, e particolare importanza rivestono il sistema

della fascia fluviale del Po, che interessa tutto il tratto

piemontese del fiume e l’area nordorientale occupata dal

Lago Maggiore e dal Lago d’Orta. Passato e futuro, arte

e cultura gastronomica, artigianato e ricerca si fondono

in una regione attenta all’innovazione e, allo stesso tem-

po, alle straordinarie ricchezze naturali e paesaggistiche,

dove le occasioni culturali si coniugano con i divertenti

locali che accendono la movida piemontese.

Il bello del PIEMONTE

4 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 5

SPECIALE | PIEMONTE | DI MASSIMO NARDI

Page 28: Viaggiando n 48

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VIAGGIANDO con noi

TendenzeViaggi

NaturaStoriaBenessere

WeekendItalia

TusciaNeveSan Valentino

WeekendEuropa

BruxellesKranjska GoraFriburgoTenerife

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Page 29: Viaggiando n 48

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Page 30: Viaggiando n 48

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20092 CINISELLO BALSAMO (MI)

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DICEMBRE 2009

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Page 31: Viaggiando n 48

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