Vento largo (102) - Zig Zag · tutta quella fragilità che Clemens Meyer racconta in un romanzo...

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dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. Vento largo (gennaio 2017) (libri) Paolo Cognetti, Le otto montagne, Einaudi Nella cornice muta eppure forte ed espressiva delle montagne, la scoperta dell’amicizia, estate dopo estate, cresce con la formazione verso l’età adulta con tutti i dubbi e i timori nascosti in agguato. Con una voce ferma e sicura, Paolo Cognetti racconta con disinvoltura ed eleganza il legame tra Bruno e Pietro, i due protagonisti, seguendo d’istinto i percorsi tortuosi dei sentieri e delle vallate. Da scoprire. (libri) Clemens Meyer, Quando eravamo dei grandissimi, Keller Il muro di Berlino non divideva soltanto una città, una nazione e un popolo: era anche il confine tra il sogno e la realtà, la leggenda e la verità. Daniel, Mark, Paul e Rico, che vivono nella DDR vedono nella riunificazione l’occasione di recuperare il tempo perduto, ma la loro corsa nel vuoto si rivelerà in tutta quella fragilità che Clemens Meyer racconta in un romanzo ricco di voci, passioni ed emozioni. (libri) Jan Brokken, Il giardino dei cosacchi, Iperborea Scampato al plotone d’esecuzione dello zar, nel 1849, Dostoevskij viene tradotto in Siberia ed è ormai un uomo “esiliato, tormentato, umiliato e risorto con le sue ultime forze”. Nell’incontro con il giovane Alexander von Wrangel, nominato procuratore della sperduta località dove è confinato il grande scrittore, nasce un complesso dialogo tra letteratura e destino. Un romanzo singolare, da approfondire. (libri) Mercè Rodoreda, Quanta, quanta guerra..., La Nuova Frontiera Seguendo il desiderio di assaporare il mondo e la libertà, Adrià Guinart fugge attraverso sogni e incubi che si stagliano sui fondali di una guerra onnipresente e non meglio precisata perché come direbbe il poeta, Josip Osti, “non chiedere se questa guerra è realtà o un ricordo del passato”. Il suo viaggio coincide con l’iniziazione alla vita, con la scoperta della necessità della gioia e del dolore. Raffinato. (libri) Andre Dubus, Voli separati, Mattioli 1885 “Tutte le storie iniziano da un dolore personale, autobiografico, che vuoi raccontare, e poi mentre, lo racconti, la storia, certe azioni, cambiano, e i personaggi diventano loro stessi e non ti appartengono più. Così finisci per avere una prospettiva diversa”: ecco come lo stesso Andre Dubus descriveva Voli separati, la sua prima raccolta di racconti in cui era già evidente lo stile, personalissimo, chiaro e nitido. (libri) John Berger, Smoke, Il Saggiatore Salutiamo un grande scrittore, acuto e combattivo, John Berger che se ne è andato proprio all’inizio di quest’anno. Ci ha insegnato che “se potessimo dare un nome a tutto ciò che accade, non ci sarebbe bisogno di storie”, e tanto basta, ma ogni suo saggio, romanzo o articolo è un piccolo gioiello, compreso il recente Smoke dove ricordava che un tempo “ci scambiavamo i sogni”. Ci mancherà, tanto. La letteratura, come la musica, vuole apertura, vuole esperienze, vuole presa di coscienza e emozioni, e vuole esprimere tutto questo con accuratezza e con dolcezza. (Rick Moody) 102

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dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. Vento largo (gennaio 2017)

(libri) Paolo Cognetti, Le otto montagne, Einaudi

Nella cornice muta eppure forte ed espressiva delle montagne, la scoperta dell’amicizia, estate dopo estate, cresce con la formazione verso l’età adulta con tutti i dubbi e i timori nascosti in agguato. Con una voce ferma e sicura, Paolo Cognetti racconta con disinvoltura ed eleganza il legame tra Bruno e Pietro, i due protagonisti, seguendo d’istinto i percorsi tortuosi dei sentieri e delle vallate. Da scoprire.

(libri) Clemens Meyer, Quando eravamo dei grandissimi, Keller

Il muro di Berlino non divideva soltanto una città, una nazione e un popolo: era anche il confine tra il sogno e la realtà, la leggenda e la verità. Daniel, Mark, Paul e Rico, che vivono nella DDR vedono nella riunificazione l’occasione di recuperare il tempo perduto, ma la loro corsa nel vuoto si rivelerà in tutta quella fragilità che Clemens Meyer racconta in un romanzo ricco di voci, passioni ed emozioni.

(libri) Jan Brokken, Il giardino dei cosacchi, Iperborea

Scampato al plotone d’esecuzione dello zar, nel 1849, Dostoevskij viene tradotto in Siberia ed è ormai un uomo “esiliato, tormentato, umiliato e risorto con le sue ultime forze”. Nell’incontro con il giovane Alexander von Wrangel, nominato procuratore della sperduta località dove è confinato il grande scrittore, nasce un complesso dialogo tra letteratura e destino. Un romanzo singolare, da approfondire.

(libri) Mercè Rodoreda, Quanta, quanta guerra..., La Nuova Frontiera

Seguendo il desiderio di assaporare il mondo e la libertà, Adrià Guinart fugge attraverso sogni e incubi che si stagliano sui fondali di una guerra onnipresente e non meglio precisata perché come direbbe il poeta, Josip Osti, “non chiedere se questa guerra è realtà o un ricordo del passato”. Il suo viaggio coincide con l’iniziazione alla vita, con la scoperta della necessità della gioia e del dolore. Raffinato.

(libri) Andre Dubus, Voli separati, Mattioli 1885

“Tutte le storie iniziano da un dolore personale, autobiografico, che vuoi raccontare, e poi mentre, lo racconti, la storia, certe azioni, cambiano, e i personaggi diventano loro stessi e non ti appartengono più. Così finisci per avere una prospettiva diversa”: ecco come lo stesso Andre Dubus descriveva Voli separati, la sua prima raccolta di racconti in cui era già evidente lo stile, personalissimo, chiaro e nitido.

(libri) John Berger, Smoke, Il Saggiatore

Salutiamo un grande scrittore, acuto e combattivo, John Berger che se ne è andato proprio all’inizio di quest’anno. Ci ha insegnato che “se potessimo dare un nome a tutto ciò che accade, non ci sarebbe bisogno di storie”, e tanto basta, ma ogni suo saggio, romanzo o articolo è un piccolo gioiello, compreso il recente Smoke dove ricordava che un tempo “ci scambiavamo i sogni”. Ci mancherà, tanto.

“La letteratura, come la musica, vuole apertura, vuole esperienze, vuole presa di coscienza e emozioni,

e vuole esprimere tutto questo con accuratezza e con dolcezza”. (Rick Moody)

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Vento largo (gennaio 2017)

(dischi) Ivano Fossati, Contemporaneo, Sony

Senza dubbio, il titolo ben si addice all’esperienza raccolta da questo sontuoso cofanetto: tra i musicisti italiani Ivano Fossati è stato colui che ha avuto il coraggio di proseguire una lunga e fruttuosa ricerca nei suoni, non meno che nelle parole. Tutto distinto da una coerenza, persino da una certa discrezione (molto ligure), che permea quel patrimonio di canzoni e di idee raccolto in Contemporaneo. Definitivo.

(dischi) Rory Block, Keepin’ Outta Trouble, Stony Plain Records

L’instancabile Rory Block ha ormai consolidato una vera e propria carriera parallela dedicati ai suoi eroi e alle sue fonti d’ispirazione, con una collana di dischi che lei stessa definisce Mentor Series, in omaggio (appunto) ai musicisti che più l’hanno guidata nei meandri della chitarra (slide) e del blues. Qui, l’oggetto del tributo è uno dei più grandi in assoluto, Bukka White, ed è quanto basta (e avanza).

(dischi) Alejandro Escovedo, Burn Something Beatiful, Fantasy

Incredibile come, dopo una lunghissima carriera, Alejandro Escovedo riesca a sfoderare un disco di rock’n’roll senza una grinza che “non è affatto il diario di un sopravvissuto, di chi si è lasciato scivolare via senza speranze, semmai è il riscatto di chi vuole riprendersi la sua vita, senza fare sconti a tutti gli errori compiuti”, proprio come scrive Fabio Cerbone. Produce (alla grande) Peter Buck, una garanzia.

(dischi) Mose Allison, Transfiguration Of Hiram Brown, Columbia

Elaborando il classico tema del ragazzo di provincia in viaggio verso le luci della città, Mose Allison siglò nel 1960 uno dei classici più influenti, anticipando tutta un’epopea e nello stesso tempo suggerendo anche un intero vocabolario da rileggere e da riscoprire (come poi puntualmente succederà) che comprendeva tra gli altri Big Joe Williams, Johnny Mercer, Cole Porter. Obbligatorio.

(dischi) The Meters, A Message From-, Warner

I riff della chitarra di Leo Nocentelli, il groove infinito di Joseph “Zigaboo” Modeliste (batteria) e George Porter, Jr. (basso), l’organo di Art Neville (capostipite della tribù dei Neville Brothers) hanno creato con i Meters uno dei sound più saccheggiati nell’ultimo mezzo secolo. Il ritmo, effervescente e contagioso, è ben rappresentato in questa antologia, approvata a pieni voti anche da Gianni Del Savio.

(dischi) Miles Davis Quintet, Freedom Jazz Dance, Sony

Oltre due ore di registrazioni inedite del quintetto composto da Miles Davis, Wayne Shorter , Ron Carter, Tony Williams e Herbie Hancock risalenti al periodo tra il 1966 e il 1968. Una fase di esplorazione molto intensa ed elaborata che porterà Miles Davis a spalancarsi nuove percezioni ed esperienze, proprio come annunciava il primo disco (ESP) inciso con questa formazione. Monumentale.

(promemoria) Raccomandiamo di non perdere il primo appuntamento del 2017, sabato 14 gennaio, sempre alle ore 17.00 con il graditissimo ritorno a Zig Zag di Angelo “Leadbelly” Rossi. L’altro appuntamento di gennaio sarà sabato 28 con il nostro omaggio a Flannery O’Connor, a cura di Marco Denti e Fabio Cerbone. A tutti, buon anno, buona lettura e buon ascolto.