il Cantico - Prof. Martín Carbajo Núñez · Nell’incontro di aprile, abbiamo parlato su...

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luglio-agosto 2012 il Cantico 1 il Cantico online DIRETTORE RESPONSABILE: Argia Passoni. REDAZIONE: Argia Passoni, Graziella Baldo, Lucia Baldo, Giorgio Grillini, Maria Rosaria Restivo, Lorenzo Di Giuseppe. GRAFICA: Maurizio Magli. EDITORE - DIREZIONE AMM.VA: Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa - 00165 Roma- Viale delle Mura Aurelie, 8 www.coopfratejacopa.it – [email protected] – http://ilcantico.fratejacopa.net - Codice Fiscale e Partita Iva: 09588331000 Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione: 19167 La collaborazione è gratuita. Manoscritti e foto non sono restituiti anche se non pubblicati. Tutti i diritti riservati. SOMMARIO S. FRANCESCO, SIMBOLO DI PACE - Da una relazione di p. V. C. Bigi 2 “LA VIA DELLA PENITENZA. RISPOSTA ALL’AMORE” - Argia Passoni 3 IL CANTICO 4 “STILI DI VITA PER UN NUOVO VIVERE INSIEME” - Presentazione calendario 2013 a cura di Maria Rosaria Restivo 5 MEETING DI FRATERNITÀ AD ASSISI 6 CHE COSA CI ASPETTA ANCORA? - Riccardo Moro 7 SOSTEGNO A DISTANZA - Clinica infantile “Club Noel” 8 “EDUCARE ALLA CUSTODIA DEL CREATO PER SANARE LE FERITE DELLA TERRA” - Messaggio Cei 7° Giornata Salvaguardia del Creato 9 SCUOLA DI PACE STILI DI VITA NEL VILLAGGIO GLOBALE: IL PELLEGRINO E IL TURISTA - Martin Carbajo Núñez 12 FRANCESCO D’ASSISI E L’ETICA GLOBALE - Libro di Martin Carbajo Núñez 13 UN INIZIO SPECIALE DELLA SCUOLA DI PACE - Amneris Marcucci 18 QUALE ECONOMIA PER IL BENE COMUNE? - Speciale “Insieme per l’Europa” 19 PER UNA COMUNICAZIONE AUTENTICA - Lucia Baldo 20 EDUCARE ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE - Chiara Longo 21 SUCCEDE NEL MONDO (da Ag. Fides) COSTA D’AVORIO - “SÌ ALLA RISCOPERTA DELLA RICCHEZZA DELLA CULTURA AFRICANA” 24 ASIA- APPELLO DEI VESCOVI ASIATICI: “NO ALLA GUERRE E AL COMMERCIO DELLE ARMI” 24 COLOMBIA - APPELLO DEI VESCOVI: “IL CONFLITTO DEVE CESSARE!” 24 AFRICA - I DANNI DEL “PROTOCOLLO DI MAPUTO” SULLE DONNE E SULLE SOCIETÀ AFRICANE 25 PAPUA NUOVA GUINEA - UN NETWORK TV, RADIO E WEB DEDICATO AL BEATO PIETRO TO ROT 25 PELLEGRINA IN TERRA SANTA - Amneris Marcucci 26 SOCIETÀCOOPERATIVA SOCIALE FRATE JACOPA 28

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luglio-agosto 2012 il Cantico 1

il Canticoonline

DIRETTORE RESPONSABILE: Argia Passoni.

REDAZIONE: Argia Passoni, Graziella Baldo, Lucia Baldo, Giorgio Grillini, Maria Rosaria Restivo, Lorenzo Di Giuseppe.GRAFICA: Maurizio Magli.

EDITORE - DIREZIONE AMM.VA: Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa - 00165 Roma- Viale delle Mura Aurelie, 8www.coopfratejacopa.it – [email protected] – http://ilcantico.fratejacopa.net - Codice Fiscale e Partita Iva: 09588331000Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione: 19167

La collaborazione è gratuita. Manoscritti e foto non sono restituiti anche se non pubblicati.Tutti i diritti riservati.

SOMMARIOS. FRANCESCO, SIMBOLO DI PACE - Da una relazione di p. V. C. Bigi 2“LA VIA DELLA PENITENZA. RISPOSTA ALL’AMORE” - Argia Passoni 3IL CANTICO 4“STILI DI VITA PER UN NUOVO VIVERE INSIEME” - Presentazione calendario 2013a cura di Maria Rosaria Restivo 5MEETING DI FRATERNITÀ AD ASSISI 6CHE COSA CI ASPETTA ANCORA? - Riccardo Moro 7SOSTEGNO A DISTANZA - Clinica infantile “Club Noel” 8“EDUCARE ALLA CUSTODIA DEL CREATO PER SANARE LE FERITE DELLA TERRA” -Messaggio Cei 7° Giornata Salvaguardia del Creato 9SCUOLA DI PACESTILI DI VITA NEL VILLAGGIO GLOBALE: IL PELLEGRINO E IL TURISTA - Martin Carbajo Núñez 12FRANCESCO D’ASSISI E L’ETICA GLOBALE - Libro di Martin Carbajo Núñez 13UN INIZIO SPECIALE DELLA SCUOLA DI PACE - Amneris Marcucci 18QUALE ECONOMIA PER IL BENE COMUNE? - Speciale “Insieme per l’Europa” 19PER UNA COMUNICAZIONE AUTENTICA - Lucia Baldo 20EDUCARE ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE - Chiara Longo 21SUCCEDE NEL MONDO (da Ag. Fides)COSTA D’AVORIO - “SÌ ALLA RISCOPERTA DELLA RICCHEZZA DELLA CULTURA AFRICANA” 24ASIA- APPELLO DEI VESCOVI ASIATICI: “NO ALLA GUERRE E AL COMMERCIO DELLE ARMI” 24COLOMBIA - APPELLO DEI VESCOVI: “IL CONFLITTO DEVE CESSARE!” 24AFRICA - I DANNI DEL “PROTOCOLLO DI MAPUTO” SULLE DONNE E SULLE SOCIETÀ AFRICANE 25PAPUA NUOVA GUINEA - UN NETWORK TV, RADIO E WEB DEDICATO AL BEATO PIETRO TO ROT 25PELLEGRINA IN TERRA SANTA - Amneris Marcucci 26SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE FRATE JACOPA 28

MCN
Evidenziato

Nell’incontro di aprile,abbiamo parlato su “dirittiumani, sostenibilità e benecomune”, cercando dimostrare che, per garantirela sostenibilità dell’ecosi-stema, è necessario rivede-re l’antropologia che staalla base del nostro mododi rapportarci con la naturae di capire i Diritti umani eil bene comune. Di fatto,come afferma BenedettoXVI, nel mondo globaliz-zato, “la questione socialeè diventata radicalmentequestione antropologica”(CV 75).

1. “Pellegrini o turisti”Continuando in questalinea, oggi rifletteremosugli stili di vita predomi-nanti nella nostra società:Viviamo come pellegrini eforestieri, con lo sguardofisso sulla meta da raggiun-

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SSPPEECCIIAALLEE SSCCUUOOLLAA DDII PPAACCEE

STILI DI VITA NEL VILLAGGIO GLOBALE:IL PELLEGRINO E IL TURISTA

Scuola di Pace 15-17 giugno 2012

Martin Carbajo Núñez*

STILI DI VITAPER UN NUOVO VIVERE INSIEME

RIPARARE LA CASA DELLA CONVIVENZA UMANALa sessione della Scuola di Pace, svoltasi a Roma presso Casa Frate Jacopadal 15 al 17 giugno 2012, ha proseguito nell’approfondimento degli stili divita volgendo l’attenzione al riparare la “casa” comune.Il creato come realtà destinata alla vita di tutti ci interpella attraverso lenostre scelte a rendere ragione nei fatti dell’originaria fraternità umana.E questo passa dall’assunzione di uno stile di vita più sobrio e solidale, veroe proprio cammino di prossimità in un ritorno all’essenziale che soccorraall’impoverimento di risorse e di futuro in atto, sempre più escludente.Uno stile di vita volto al convivere e al condividere deve darsi cura del benecomune. Rendere possibile a tutti l’accesso alle risorse fa parte del ricono-scere il creato quale casa di tutti, e dunque del riconoscere i diritti di crea-zione come diritti umani nativi inalienabili, diritti di cittadinanza universale(cf CV 43). Ci chiama a ripensare le regole del vivere insieme: non si puòinfatti parlare di eco-logia (discorso sulla casa) senza parlare di eco-nomia(regole della casa) e senza rivedere il governo della casa comune (cf.Messaggio per la Giornata della Pace 2008) per crescere nella direzione diuno sviluppo umano integrale.Imparare a vivere in una logica di interdipendenza e di reciprocità richie-de vigilanza evangelica, una conversione perseverante perché l’etica dellimite, della gratuità, della responsabilità possa divenire criterio socialeriparatore.Ad una rinnovata sapienza dell’abitare laterra è affidata la possibilità di uscire dal-l’inquinamento che caratterizza il nostrotempo, inquinamento ambientale, ma altempo stesso inquinamento del cuore e dellerelazioni. E porsi in un’ottica di custodiarigenerando speranza e futuro.L’ampia tematica è stata trattata con rela-zioni di grande interesse: “Stili di vita nelvillaggio globale” e ”Verso un’etica globaledell’ospitalità” a cura di p. Martin CarbajoOfm (Docente di Teologia Morale PontificiaUniversità Antonianum); “Abitare la terra,custodirne i beni” a cura del prof. SimoneMorandini (Docente di Teologia dellaCreazione Facoltà Teologica del Triveneto).Pubblichiamo in questo numero la prima rela-zione del prof Carbajo. Nel prossimoCantico verrà proposta la relazione del prof.Morandini.

gere, o stiamo lasciandoci prendere dalla mentalitàdel turista? Quali di questi due stili di vita fonda-mentali predomina oggi in noi e attorno a noi?

1.1. La figura del pellegrinoIl Concilio Vaticano II insiste sul carattere escato-logico della Chiesa peregrinante1. La lettera aDiogneto aveva già affermato chiaramente che ilcristiano è un pellegrino:“I cristiani non si distinguono dagli altri uomini néper il territorio, né per la lingua né per le abitudi-ni… Abitano nella propria patria, ma come pelle-grini; partecipano alla vita pubblica come cittadini,ma di tutto si sentono liberi come se fossero stra-nieri; qualunque nazione è la sua patria, e qualun-que patria è per essi una nazione straniera”2.Il pellegrino risponde a un ideale interno e a unameta unificatrice3. Non cerca di essere perenne-mente in viaggio, bensì di arrivare alla meta. Ilsuo pellegrinaggio è frutto di una chiamata, unavocazione, che integra e dà senso a tutta la suaesistenza. Non si lascia sedurre per i canti disirena che, come ad Ulisse, lo invitano ad anco-rarsi nel presente, e neanche si scoraggia veden-do la precarietà della propria situazione, giacchélo sostiene la speranza.Il pellegrino valorizza la realtà presente senzalasciarsi prendere dal consumismo. Egli non fuggedal mondo, perché disprezzabile o insopportabile,ma accoglie la realtà presente senza lasciarsiacchiappare da essa, poiché la sua meta è più in là.La motivazione, pertanto, è escatologica, non onto-logica. Riconosce che le cose sono buone in sestesse, però l’unico assoluto è Dio, principio e finedi tutto il creato. La povertà radicale è condizione indispensabile delpellegrino e fa possibile l’ospitalità, la gratuità.Sapendosi povero e necessitato, il pellegrino è sem-pre aperto alla gratuità e la sperimenta giorno dopogiorno, giacché ha bisogno degli altri per continuareil suo viaggio e per trovare alimento e riparo. San Francesco d’Assisi è stato un pellegrino. Egli havoluto seguire Cristo, “pellegrino e forestiero”, che“fu povero ed ospite e visse di elemosina”4. Il pove-rello d’Assisi accoglie senza riserve chiunque trova,accettandolo gioiosamente come compagno di cam-mino. In questo senso, egli esclamava: “Il Signoremi donò dei frati”5. I francescani sono chiamati aessere “forestieri e pellegrini”6, ospitati in casaaltrui ed anelando sempre la patria definitiva.Questa visione escatologica relativizza la realtà pre-sente, senza lasciar cadere nel manicheismo7.

1.2. Il turista Per comprendere la figura del pellegrino, è neces-sario metterla a confronto con quella del turista,che sta sempre “di passaggio”, lontano da tutto e datutti, senza implicarsi, senza una meta unificatrice,senza una solida identità personale8. Il vagabondosarebbe un “alter ego” del turista, costretto dallanecessità, ma mosso dagli stessi desideri.

Secondo Bauman, oggi la figura emblematica delpellegrino è stata sostituita da quella del turista. Ilnostro mondo globalizzato ci obbliga a una mobi-lità costante. Tutti stiamo in movimento. Perfinoquando siamo a casa, i moderni mezzi di comuni-cazione (radio, Tv, Internet) ci permettono di con-tinuare a viaggiare “virtualmente” a qualunqueparte del pianeta. La mobilità è diventata un crite-rio di stratificazione sociale: quanto più in altonella struttura sociale, più si viaggia. La nostra è una società per turisti. L’individuo vivein perenne precarietà: senza lavoro sicuro, senzalegami né impegni definitivi, continuamente allaricerca della novità, dell’ultimo prodotto del merca-to. La precarietà e la flessibilità, onnipresenti in tuttele attività sociali, creano la mentalità del turista.

1.2.1. Lontano da se stessoL’individuo sperimenta incertezza, insicurezza eanonimato in una società che non gli offre un qua-dro stabile e indiscutibile di valori 9. I grandi valori della modernità lasciano passo alloscetticismo intellettuale e al nichilismo etico. Allafede nel progresso illimitato, basato sulla raziona-lità scientifica, si sovrappone l’accento sul magicoe sull’esoterico; alla medicina tradizionale, succe-dono le terapie alternative; alla religione ufficiale,il sincretismo intimista; ai grandi sistemi, la realtà

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FRANCESCO D’ASSISIE L’ETICA GLOBALE

Martin Carbajo Núñez

Il mondo globalizzatooffre molte possibilitàdi comunicazione adistanza, ma crea ancheparticolarismi e discri-minazioni. Come con-tribuire a creare unmondo più solidale efraterno, senza esclusi?San Francesco d’Assisie il pensiero francesca-no possono servire daispirazione e da segno

profetico per un’umanità riconciliata, cherispetti e salvaguardi la creazione. In questalinea, proponiamo l’ospitalità come la rispostaetica più adeguata alle sfide della globalizza-zione. La presenza dialogante e l’aperturaall’Altro, agli altri e alla natura, sono una basesicura per costruire un futuro di speranza euna convivenza pacifica, rispettosa e arric-chente tra civiltà, religioni e culture.Ed. Messaggero Padova, 2011.

frammentata; ai valori assoluti o dogmatici, le infi-nite possibilità di valore equiparabile; alle utopie,la ricerca individuale della propria felicità; allaragione, l’emotività e l’intuizione. Ognuno è chia-mato a creare il suo proprio mondo ed a riconosce-re che ogni mondo ha la sua verità10.

Il turista non ha un senso unificatore della propriaesistenzaL’assenza di ideali e di utopia fa più facile la cadu-ta nel consumismo e nel narcisismo egoista. Siperde la tensione del “già e non ancora“, tipica delpellegrino. Senza una meta che dia senso al pre-sente, l’esistenza del turista si converte in fram-mentaria, in una ricerca ansiosa della gratificazio-ne istantanea. Niente è definitivo: il turista usa,consuma e se ne va. L’individuo moderno è lontano da se stesso, senzatempo né voglia di pensare ai problemi esistenzia-li. Preferisce incentrarsi su questioni pratiche e,inoltre, lo fa in modo frammentario, senza unavisione d’insieme. È curioso, per esempio, chetante persone usino oggi anabolizzanti e altre dro-ghe per ottenere un corpo perfetto, pur sapendo chequelle sostanze, a lungo termine, potranno danneg-giare irrimediabilmente la loro salute. La precarie-tà della vita spinge il turista a incentrarsi sull’im-mediato, lasciando da parte le questioni più pro-fonde sulla vita e sulla morte.

Il turista non accetta il limite e la differenzaIl turista è sempre alla ricerca della soddisfazioneimmediata e ha molte difficoltà per accettare illimite e la differenza. Non cerca di ottenere grandimete esterne, bensì sentirsi bene con se stesso11. IMedia rinforzano questa pretesa ingenua e perico-losa di voler ottenere tutto, immediatamente e

senza sforzo. Libri e film offrono soluzioni “magi-che” a qualunque problema quotidiano. Non ènecessario impegnarsi per ottenere un obiettivo,basta trovare la tecnica adeguata. Ho difficoltà dicomunicazione o mi piacerebbe conquistare l’amo-re di una giovane? Invece di avvicinarmi conrispetto ed assumere la sfida dell’alterità, mi servopiuttosto di un rito magico che facilita le cose. Miangoscia un dubbio sul mio futuro? Invece di sfor-zarmi nel cercare una soluzione intelligente, prefe-risco usare quella specie di “stregoneria” che, inol-tre, si presenta come innocente, inoffensiva e a por-tata di chiunque. La divinità, la natura e le altre persone finisconoper trasformarsi in oggetti che l’individuo tenta dimanipolare senza alcun scrupolo.

Il turista non accetta la propria fragilitàDi fronte alla malattia, alla morte, al dolore sentiamoil bisogno di trovare un senso. Queste realtà esigonopure la compassione, la tenerezza, l’ascolto, l’acco-glienza, la condivisione. Con i progressi della ricerca,riusciremo a sconfiggere l’Alzheimer, il Parkinson,ma altre malattie, ancora sconosciute, prenderanno illoro posto... Bisogna, quindi, impostare la società sullacomunione e non sul possesso, non sulla volontà dipotenza. È necessario incoraggiare una cultura del limite difronte a una realtà che può essere dura e difficile.Lo sviluppo della propria personalità, in armoniacon se stesso e con gli altri, non è possibile senzal’ospitalità rispettosa, senza i piccoli sforzi di ognigiorno, senza il compromesso quotidiano per supe-rare gli ostacoli e le tensioni. Occorre accettare illimite, il possibile fallimento, come elementonecessario dell’autentica crescita.

1.2.2. Lontano dagli altriL’individualismo moderno haesaltato il valore dell’identità per-sonale a scapito dei legami fami-liari e sociali che davano consi-stenza e continuità alle comunitàtradizionali. In questo modo, l’in-dividuo è diventato più libero, maanche più insicuro e sradicato. Il“diritto alla differenza” rischia ditrasformarsi in un pericoloso“diritto all’indifferenza”, trasfor-mando l’individuo in un essereanonimo e solitario12.

Virtualmente più “in comunica-zione” ma più soliParadossalmente, quanto più pos-sibilità esistono di comunicare conqualunque persona o luogo delpianeta, più tentato si sente l’esse-re umano ad isolarsi, a sfuggire lacruda realtà e ad evitare l’esigentecontatto faccia a faccia13.

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La difficoltà di accoglie-re la diversitàL’attuale società dell’in-formazione permette lacomunicazione globale,ma può ostacolare anchel’accettazione della dif-ferenza e della diversi-tà14. I Media sono in grado diabbattere le barrierecostruite sulla razza,nazionalità, lingua oideologia, ma possonopure spingere l’indivi-duo a relazionarsi unica-mente con persone chegli sono molto simili,trasformando l’altro inuna mera proiezione dise stesso15. Il contattovirtuale non impegna,non suppone rischio nécompromesso, neanche esige l’assunzione dellapropria identità.

Il turista usa, consuma e se ne vaIl turista vive le relazioni personali (perfino quelledi tipo sessuale) come se fossero un altro prodottodi consumo. Rinuncia all’impegno di farle cresce-re e renderle stabili. Il “finché morte non ci separi“si trasforma in un semplice “mentre questo funzio-na”. Risulta significativo il crescente numero deicelibi16 e di quelli senza legami personali stabili.Mentre il pellegrino dipende dagli altri per conti-nuare il suo viaggio e, pertanto, vive nella gratuità,affettivamente unito a tutti, il turista paga e recla-ma diritti. Non si sente legato né agli altri né allecose. Tutto è per lui transitorio, effimero, funzio-nale.

Il turista non ospita l’altro come fratelloIl turista accetta senza problemi che la scienza e latecnica possano trasformare gli esseri umani inoggetti costruibili in laboratorio, sopprimibiliquando sono avariati, utilizzabili per ottenere pezzidi ricambio (mercato d’organi e d’embrioni). Di fronte a questa mentalità utilitarista, bisognarispettare la dignità della persona come limite insu-perabile della ricerca. È giusto che l’uomo adoperila sua intelligenza per alleviare le sofferenze deisuoi simili. La ricerca è preziosa e necessaria, masi deve compiere entro i parametri inviolabili del-l’eticità.

Il turista non ospita gratuitamente neanche il pro-prio figlioAnche i figli entrano nella logica del possesso.Avere un figlio è un desiderio naturale, però quan-do questo desiderio diventa un’ossessiva volontà dipotenza, disposta a tutto, la maternità smette d’es-

sere ospitalità gioiosa e gratuita del dono della vita,bensì un’esigenza ossessiva del diritto al figlio. Ilfiglio diventa un oggetto posseduto, programmatosecondo i propri desideri, scelto da un “catalogo”.Così facendo, si perdono completamente di vista lameraviglia e il rispetto di fronte al mistero del tu.Si dimentica che ogni essere umano ha bisogno diessere accolto come mistero che ci sorpassa e quin-di amato gratuitamente.

1.2.3. Lontano dalle cose: il consumismo indo-lentePer il turista, le creature non sono sorelle, bensìoggetti da sfruttare. Egli non può affezionarsi a unarealtà che non sente come propria. Cerca di affer-marsi accentuando la propria indipendenza da tuttoe da tutti: vede la realtà in funzione di sé stesso. Inquesto modo, il turista si trasforma in un consuma-tore perfetto, che usa senza scrupoli tutto quantotrova, per poi abbandonarlo o gettarlo via. La nostra società promuove e stimola il consumi-smo del turista. Oggi si presenta l’essere umanocome un consumatore da soddisfare, qualcunosempre disposto ad abbracciare il mito del progres-so illimitato e la ricerca compulsiva del massimobeneficio. Il macchinario capitalista ha bisogno diconsumatori voraci che garantiscano i pingui bene-fici imprenditoriali. A questo scopo, si inducononuove necessità e si presenta come virtù sociale ciòche prima era considerato un pericoloso sprecoegoista. Lo “spendaccione” compulsivo è diventa-to un cittadino esemplare (“vizi privati, pubblichevirtù”), che rende possibile il buon andamento del-l’economia. L’etica del risparmio è stata sostituitadall’imperativo “morale” del consumismo. Non siparla più dei valori della moderazione e dellasobrietà. La pubblicità presenta tutto come neces-sità basilare, impellente, imprescindibile. Il nuovo

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“vangelo economico del consumo” (Cowdrick,1927) induce l’insoddisfazione come base dellosviluppo. Un esempio tipico è stato la trasforma-zione della Coca-Cola, che passò da sciroppomedicinale a bibita comune, perché era più facilevenderla appellando alla sete che presentandolacome rimedio delle emicranie17.

1.2.4. Lontano da DioIl turista fugge dall’incontro col Dio trascendente:preferisce un dio a misura La fuga dall’esigente contatto “faccia a faccia” sipresenta anche come rifiuto del completamenteAltro, cioè del Dio trascendente, personale. Risultapiù comodo farsi un dioaddomesticato, compia-cente, che confortasenza esigere la negazio-ne di se stesso e senzadover portare il pesodella croce. La ricerca ansiosa dellapropria soddisfazione ela crescente privatizza-zione della vita socialespingono a privatizzareanche l’esperienza reli-giosa18, a cercare la cer-tezza entro se stesso ed arifugiarsi in un mondospiritualistico ed illuso-rio. In questo modo,secondo Beyer, la globa-lizzazione starebbe emarginando la religione19,relegandola a qualcosa di privato e individuale20.

Una religiosità “fai da te”Molti si avvicinano alla religione come se andasse-ro ad una caffetteria a prendere il cocktail di cre-denze che meglio si adatti ai loro gusti o necessi-tà21. Esiste una grande varietà di prodotti e formule che“garantiscono” lo sviluppo spirituale, in modoautomatico ed immediato. Sono elaborati sullabase di combinazioni di materiali psicologici, tera-peutici, magici, pseudo-scientifici, esoterici.Ognuno è invitato a mescolarli ulteriormente22,per ottenere così il beveraggio che meglio possasoddisfare il proprio ego e le proprie fantasie dipotere o avventura23. In fin dei conti, si tratta di una religiosità magica,“pronta” all’uso, un nuovo prodotto del consumi-smo che c’invade24.

Il New AgeL’indebolirsi o l’assenza del confronto personale,col conseguente soggettivismo ed autonomia narci-sista, si apprezza chiaramente in alcune manifesta-zioni spiritualistiche recenti. Movimenti come il New Age, o il Next Age25 pro-clamano che ognuno è libero di creare la religione

che meglio si adatta alla propria esperienza indivi-duale, perché la divinità si trova nel nostro interno.Conseguentemente, si rinuncia all’esigente relazio-ne con Dio, si cerca la salvezza nel presente e simette in dubbio la tradizione delle religioni tradi-zionali. Il dio “New Age” non è l’infinitamente altro, chemi interpella continuamente ad un dialogo esigen-te e personale, bensì una divinità di tipo panteista.Si presenta come importante solo la propria inte-riorità, relegando a un secondo piano la relazionecol prossimo e la responsabilità sociale o politica. La grazia divina non è necessaria, perché il cre-dente deve salvare se stesso; la fede è sostituita

dall’illuminazione inte-riore (nuovo gnostici-smo), mentre scomparequalunque riferimentoalla trascendenza26.

Alla ricerca intimistadella propria soddisfa-zione L’illuminato sa trovarequello che più lo soddi-sfa, cioè le buone vibra-zioni, le corrispondenzecosmiche, l’armonia.Tutto deve essere al ser-vizio delle proprie sen-sazioni ed esperienze,anche la religione, l’eti-ca e la stessa verità.

Si pensa globalmente ma si agisce localmente, alservizio del proprio ego. Si parla di spiritualità pla-netaria, di totalità, di superamento dei dualismi, maalla fine tutto confluisce nel proprio io, senza esi-gere nessuna rinuncia radicale. Si propone il cambiamento della propria interioritàper poter così cambiare il mondo che lì si riflette,ma si tratta di un cambiamento dolce, poco esigen-te, una mera scoperta della propria potenzialità. Sicerca un’esperienza del “sacro” senza volersi lega-re (re-ligione) all’Altro e agli altri. In questo modo,la New Age, ed altri movimenti simili, dissocianol’esperienza del “sacro” dall’esperienza religio-sa27.

ConcludendoLa New Age, le ciber-religioni ed il consumismo ditipo religioso stanno indicando il paradosso di unmondo più interconnesso e contemporaneamentepiù propenso ad un intimismo narcisista, un mondoche mette al primo posto la propria soddisfazioneed evita il confronto con l’alterità. L’Altro e glialtri sono ignorati o esclusi, invece di essere accol-ti gioiosamente e gratuitamente.

1 CONCILIO VATICANO II, Constituzione dogmatica Lumen gen-tium, 21-11-1964, 7.2 Lettera A Diogneto, 5, citata in L. PADOVESE, Pellegrini…, 17.

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3 Per completare ed ampliare quanto qui indicato sulla figuradel pellegrino e del turista: L. PADOVESE, “Pellegrini e forestie-ri in un’epoca di mobilità. Storia e senso odierno dell’itineran-za francescana”, en ID., ed., Pellegrini e forestieri. L’itineranzafrancescana, Bologna 2004; Z. BAUMAN, Globalization. Thehuman consequences, Cambridge-Oxford 1998.4 FRANCESCO D’ASSISI, Regola non bollata, [=Rnb], 9,6, inFonti Francescane, [=FF], n. 31.5 FRANCESCO D’ASSISI, Testamento, [=Test], n. 16, in FF 116.I fratelli devono accogliersi incondizionatamente, soprattuttonei momenti di bisogno (FRANCESCO D’ASSISI, Regola bollata[=Rb] 6,9, in FF 91; Rnb 9,13, in FF 32) o malattia (Rnb 10,1;Rb 6,11, in FF 92).6 Test 29, in FF 122.7 CONCILIO VATICANO II, Constitución pastoral Gaudium etspes, 7-12-1965, [=GS] 39.8 Z. BAUMAN, La società dell’incertezza, Bologna 1999, 35;ID., Il disagio della post-modernità, Milano 2002, 97-105.9 “Molte persone sono altamente insicure delle condizioni ele-mentari della loro esistenza”. U. BECK, Libertà o capitalismo?Varcare la soglia della modernità, Roma 2001, 68-69. 10 “Editoriale. La fede cristiana nell’epoca postmoderna”, inCiviltà Cattolica 3418 (1992) 336-337.11 H. BÉJAR, El ámbito íntimo. Privacidad, individualismo ymodernidad, Madrid 19902, 196-199.12 Según Barman, la persona busca colmar su necesidad depertenencia creando otros tipos de comunidades, entre la quedestaca la llamada “comunidad estética”, que fácilmente sedisuelve y se reformula. Z. BAUMAN, Comunidad. En busca deseguridad en un mundo hostil, Madrid 2003.13 La tendenza a “scappare” dall’incontro con l’altro siapprezza non solo a livello personale, ma anche a livelloaziendale, giacché le grandi industrie preferiscono spostarsi aluoghi dove non ci sia conflittualità lavorativa . “Perché scon-trarsi, se basta disimpegnarsi?” Z. BAUMAN, Dentro la globa-lizzazione…, 15. 14 “La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma nonci rende fratelli. La ragione, da sola, è in grado di coglierel’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civi-

ca tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità”. BENEDETTOXVI, Caritas in veritate, 29-06-2009, [=CV], n. 19.15 T. POSTMES – R. SPEARS – M. LEA, Breaching or buildingsocial boundaries? Side-effects of computer-mediated com-munication, in Communication research 25 (1998) 690; J.K.CHALABY, New media, new freedoms, new threats, in Gazette62 (2000) 19-29. 16 En España, el número de personas que viven solas ha pasado de1,6 millones en 1991 a 2,95 millones en 2001. Desde 1981, el por-centaje de solteros con 25 años creció del 40% al 85%; los solte-ros con 29 años pasaron del 20% al 56%. INSTITUTO NACIONAL DEESTADÍSTICA, “Censos de Población y Viviendas 2001”, inInternet: http://www.ine.es/prensa/np275.pdf.17 Kettering (1929) afirma que la llave de la prosperidad es lacreación programada de la insatisfacción. De este modo, pro-clama el nuevo “evangelio”, propuesto dos años antes por E.COWDRICK (The new economic Gospel of consumption). J.I.GONZÁLEZ FAUS, “La mundialización cosmovisional. Hacia una«oekumene» entre no creyentes y creyentes de diversas religio-nes”, in F. FERNÁNDEZ BUEY et alt., ¿Mundialización o conqui-sta?, Barcelona 1999, 200-202; Cf. J. RIFKIN, El fin del traba-jo. El declive de la fuerza del trabajo global y el nacimiento dela era posmercado, Barcelona 1996, 42ss. 18 T. LUCKMANN, The invisible religion. The problem of reli-gion in modern society, New York, 1967, 158-159; cf. F.FERRAROTTI, Una fede senza dogmi, Roma 1991, 112-114. 19 P. BEYER, Religion and globalization, London 1994, 4. 20 La religione non sarebbe di più di “ciò che dà un sensoinglobante alla vita individuale”. F.-X. KAUFMANN, La Chiesacattolica e le sfide della postmodernità, in R. CIPRIANI – G.MURA, ed., Il fenomeno religioso oggi. Tradizione, mutamen-to, negazione, Roma 2002, 46.21 R. CIMINO – D. LATTIN, Shopping for faith. American reli-gion in the new millennium, San Francesco 1998, 187-188.22 “L’ulteriore sincretismo individuale non è solo tollerato, mapersino incoraggiato”. T. LUCKMANN, Trasformazioni superfi-ciali o radicali della religione, in R. CIPRIANI – G. MURA, ed.,Il fenomeno..., 62; cf. H. VAN HOVE, L’émergence d’un “mar-ché spirituel”, in Social Compass 46 (1999) 161-172.

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23 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA – PONTIFICIOCONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO, Gesu Cristo por-tatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “NewAge”, 3-02-2003, (=N-Age) 3,2.24 Sulle caratteristiche delle nuove sette: B.R. WILSON, La reli-gione nel mondo contemporaneo, Bologna 1996 (orig. inglese1982), 113-122. Sulle ripercussioni della globalizzazione sullareligione: L.R. KURZ, Gods in the global village. The world’sreligions in sociological perspective, Thousand Oaks 1995.Una valutazione etico-teologica: R.J. SCHREITER, The newcatholicity. Theology between the global and the local,Maryknoll 1997; S J. JOBLIN, Chiesa e mondializzazione, inLa Civiltà Cattolica 3542 (1998) 129-141. 25 Una prova del successo della New Age sono i più di 30.000titoli, le migliaia di pagine Web ed i più di 1200 centri rela-zionati con questo movimento. La New Age sorge inCalifornia, negli anni ‘70, benché le sue radici siano anteriori.L. BERZANO, New Age, Bologna 1999, 25-59. Furono signifi-

cativi il festival a Woodstock, New York 1969, e la canzone“Aquarius” del musicale Hair. Alcuni percepiscono già unarevisione di questo movimento, che denominano Next Age, o“Prossima Era”. Cf. M. INTROVIGNE, New Age & Next Age,Casale Monferrato 2000. 26 FR 81. Sulla New Age e movimenti simili: M. FERGUSON,The Aquarian conspiracy. Personal and social transformationin the 1980’s, Los Angeles, 1980; B. DOBROCZYNSKI, NewAge, Milano 1997. Analisi della relazione tra Cristianesimo eNew Age: R. BERZOSA MARTINEZ, Nueva Era y Cristianismo.Entre el diálogo y la ruptura, Madrid 1995; J.C. URREAVIERA, New Age. Visión histórico-doctrinal y principalesdesafíos, Santafé de Bogotá 1996. Sulla relazione tra New Agee gnosticismo: G. FILORAMO, Il risveglio della gnosi, ovverodiventare dio, Bari 1990; M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gno-sticismo, Milano 1993.27 C. RIVIÈRE – A. PIETTE, Nouvelles idoles, nouveaux cultes.Dérives de la sacralité, Paris 1990, 117.

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È stata veramente una bella mattinata quella delsabato durante l’incontro della Scuola di Pace“Stili di vita per un nuovo vivere insieme.Riparare la casa della convivenza umana”. Cisiamo recati, per la Celebrazione Eucaristica,nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Perme è stata una vera scoperta, un dono prezioso.Ci siamo inoltrati per le vie di Trastevere e,d’improvviso, siamo sbucati in una piazza confontana ed una bella Chiesa con colonne emosaici; era la nostra meta. Una nostra consorel-la, Maria Rosa, ci ha fatto da guida sofferman-dosi sull’importanza di questa Basilica che sorgemolto probabilmente nel luogo in cui si riunivala prima comunità di cristiani e sembra che sia laprima Chiesa dedicata a Maria in Roma.Tanti i rifacimenti subiti nell’arco dei secoli,l’ultimo restauro significativo, se ho capito bene,risale al tempo di Pio IX. Nel luogo in cui sorgela Basilica c’era stato un evento straordinario:una sorgente d’olio (molto probabilmente petro-lio) era sgorgata all’improvviso dal terreno nellontano 38 a.C. e questo fatto era stato interpre-tato come segno premonitore del Messia dallanumerosa Comunità ebraica che abitava inTrastevere. Sotto l’altare, rialzato per contenerele ossa dei martiri, è presente il punto in cuisarebbe sgorgata la “ fon solei”. Molto belli i mosaici, sia quelli della facciata cheraffigurano Maria in trono che allatta il Bambinoaffiancata da dieci donne con lampade ( le vergi-ni della parabola?) sia quelli dell’abside che raf-figurano Maria incoronata e Cristo sullo stessotrono e la storia della Vergine. Abbiamo potutoosservare varie caratteristiche sia dei mosaiciche delle pitture e molto interessante è stata larivalutazione proposta da Maria Rosa della“Pittura Romana” di fine Duecento, in particola-re quella di Pietro Cavallini. A me sono piaciutimolto gli Angeli con le loro ali colorate e mi è

stato detto che, sempre in Trastevere, a S.Cecilia, ve ne sono di bellissimi negli affreschidel Giudizio Universale. La Celebrazione è statamolto raccolta e tutti siamo stati presi dalla gra-zia di essere lì nel luogo della primitiva comuni-tà cristiana in Roma, sotto la protezione di MariaSantissima: a Lei ci siamo affidati. Con stuporee gioia abbiamo potuto sostare in preghiera din-nanzi all’Icona della Madre delle Clemenze,un’immagine non fatta da mano d’uomo. Fortela suggestione che anche S. Francesco, nel suosoggiorno a Roma, sia venuto a pregare in que-sta Basilica.La mattinata è continuata con una breve pas-seggiata per le vie di Trastevere, ancora son-nolenta, per arrivare all’Orto Botanico. Èstata una piacevole scoperta quella di avereuna guida che non solo ben conosceva pianteed erbe, ma faceva continuamente riferimentibiblici a quelle di cui si parlava nella Bibbia.Abbiamo scoperto solo a fine visita che ilProf. Paolo Guarrera ha curato un’opera, invia di pubblicazione, proprio sulle piantenella Bibbia. Era molto caldo ma le piante adalto fusto ci hanno un po’ protetto dalla calu-ra; le serre erano un forno ma le piante grasseerano veramente eccezionali per forme, colo-ri e inflorescenze. Finalmente ho visto i cedri(ho tante volte parlato ai miei alunni dei cedridel Libano, utilizzati dai Fenici in tanti modi,senza però sapere esattamente come fossero).Piccole aiuole custodiscono le “piante medi-cinali” che ci sono state illustrate con doviziadi particolari. la visita si è protratta per circadue ore ed è stata esemplare per tutti noi lapazienza con cui la mamma di Elisabetta, unanostra consorella, ha sopportato il caldo dallasua carrozzella e, pur non potendo accedere atutti i percorsi, è stata serena e paziente.

Amneris Marcucci

UN INIZIO SPECIALE DELLA SCUOLA DI PACE