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Pasqua 2012

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Al Vescovo Mons. Guerrini,a Mons. Bona, ai sacerdoti

a tutti gli Amici e devoti del Santuario

Auguri di Buona Pasqua!

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA 1DOMENICA 13 MAGGIO 2012

Anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima,Pellegrinaggio diocesano al Santuario

e apertura della stagione estiva.

Ore 13.30: Partenza a piedi dal paese di Valmala (accanto alla ChiesaParrocchiale).

Ore 15.30: Rosario meditato in SantuarioOre 16.00: Solenne concelebrazione in onore della Madonna, presieduta dal

Vescovo di Saluzzo, Mons. Guerrini.Saranno presenti sacerdoti per le confessioni.

Ore 17.00: Inaugurazione alla presenza delle autorità religiose e civili dellanuova struttura di accoglienza e dei lavori fatti all’atrio

Sarà disponibile un servizio autobus con partenza da Saluzzo (piazzaGaribaldi) alle ore 13,30 e fermata a Manta, Verzuolo, Villanovetta, Costigliole Saluzzo, Piasco,Venasca, Brossasco e paese di Valmala.

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Dopo un inverno mite e secco, ilmese di febbraio ci ha portato il

freddo polare e la neve. Dalla fine di gen-naio alla prima settimana di marzo nesono caduti quasi due metri, in diverseriprese, dando al Santuario, anche se inritardo, l’aspetto proprio dell’inverno.Anche l’approvvigionamento dell’acqua,per l’estate, sembra così assicurato. Ora laprimavera si sta affacciando e in questigiorni il sole caldo di marzo sta facendosciogliere la neve e prepara il risvegliodella natura.

Il Santuario ritorna a invitare alla pre-ghiera e al raccoglimento. Ormai nume-rosa è la gente che sale alla domenica per

la Messa e per invocareMaria.Proprio alla preghieramariana vorrei dedi-care queste mie righe.A Lourdes questiultimi tre anni sonodedicati a pregare con

Bernardette. Dopo l’at-tenzione al “Segno della

Croce” (nel 2010), lariflessione sul Padre nostro

(nel 2011), quest’anno sia-mo invitati a riscoprire il

Rosario, come preghiera caraalla Madonna e espressione

preziosa della vita cristiana.

Anche a Valmala il Rosario è unmomento importante di preghiera: recita-to dai pellegrini che salgono a piedi, odavanti alla statua dell’Incoronata, masoprattutto in Chiesa, al pomeriggio pri-ma della S. Messa o alla sera prima dellabenedizione eucaristica.

Giovanni Paolo II, ha scritto una lette-ra apostolica, “Rosarium VirginisMariae”, dedicata a questa preghiera, permotivarla e raccomandarla a tutta laChiesa. In essa definisce il Rosario: “Con-templare Cristo, con Maria”. Il Rosario èquindi preghiera di supplica, di lode e diringraziamento, ma anche di contempla-zione.

L’attenzione è su Gesù: nell’annunciodei misteri, nella recita del Padre Nostro etutte le volte che nell’Ave Maria diciamo

LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA

LA PAROLA DEL RETTORE

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA 3“Benedetto il frutto del tuo seno, Gesù”.Nella recita del Rosario infatti “sullo sfon-do delle parole dell’Ave Maria, passanodavanti agli occhi dell’anima i principaliepisodi della vita di Gesù”. Dicendo ilPadre Nostro facciamo propria la preghie-ra di Gesù, prendendola come modello efonte della nostra preghiera. Il centro ditutto il rosario è poi quel nome Gesù, cheviene ripetuto cinquanta volte.

In questo modo, mentre pregano lelabbra e il cuore, tutta la persona entra incomunione con Cristo, attraverso il cuoredella sua Madre.

Si può anche definire il Rosario una“preghiera biblica”: dal Vangelo trae l’an-nuncio dei misteri della storia della salvez-za, la preghiera del Padre Nostro e leparole della prima parte dell’Ave Maria

(pronunciate dall’angelo nell’Annuncia-zione e da Elisabetta nella Visitazione).

Il papa suggeriva di non annunciaresolo il mistero, ma di accompagnarlo conla lettura di un brano della Parola di Dioriferito all’episodio che si medita. In que-sto modo risulterebbe più evidente il fon-damento biblico del Rosario.

Ci proponiamo in questo anno diritornare sull’argomento, per comprenderee stimare sempre di più la preghiera racco-mandata dalla Madonna. Cercheremo direcitare meglio il Rosario, dandogli lo spa-zio necessario, non solo come riempitivodel tempo di silenzio in chiesa o comepreparazione alla Messa, ma come veroatto di amore a Maria e attraverso di Lei aGesù.

Don Paolo

5 dicembre: in pellegrinaggio a Notre-Dame du Laus

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Una storia complessaIl secolo XVI fu drammatico, da molti

punti di vista. Sul piano europeo vide lacontrapposizione tra Francia e Spagna(Francesco I e Carlo V) per l'egemoniacontinentale. Sul nostro territorio si assi-stette alla lunga agonia del marchesato,finito nel 1548 ma che vide negli anni suc-cessivi lotte tra Francia e Savoia per il pos-sesso del territorio. Sul piano ecclesiale è ilsecolo della Riforma protestante, con leprofonde divisioni che ne seguirono.All'interno della Chiesa Cattolica si posemano a energiche riforme, soprattuttosulla spinta del Concilio di Trento. Tuttequeste vicende segnarono profondamentela storia della nostra diocesi.

A distanza di cinque secoli fatichiamo acogliere i problemi e le difficoltà di allora.

Faccio qualche esempio. Il primoVescovo di Saluzzo fu Giovanni AntonioDella Rovere, cugino del papa Giulio II.

500 anniIl 26 ottobre 1511 papa Giulio II, della

famiglia genovese dei Della Rovere,radunò il collegio cardinalizio chiedendo ilparere circa la costituzione della diocesi diSaluzzo. Il parere fu favorevole. Il 29 otto-bre il papa pubblicava la bolla che segnavala nascita della diocesi. I confini dellanuova diocesi coincidevano con quelli delmarchesato, che comprendeva il territoriodel saluzzese, ma anche il territorio diCarmagnola, dieci parrocchie nelleLanghe e quattro addirittura nell'astigia-no. Nel documento sono minuziosamenteelencate le comunità che entravano a farparte della nuova diocesi e che evidente-mente venivano smembrate da diocesipreesistenti: 57 parrocchie provenivanodalla diocesi di Torino, dieci da quella diAlba, quattro da Asti. I confini attualidella diocesi risalgono ad una revisionefatta nel 1817 (quando fu istituita la dio-cesi di Cuneo).

Pertanto 500 anni fa non entrarono afar parte della diocesi di Saluzzo molteparrocchie che erano ai margini del mar-chesato: Bagnolo, Barge, Envie, Cardè,Scarnafigi, Villanova Solaro, Lagnasco,Rossana, Tarantasca e Busca.

Faceva parte della diocesi di Saluzzo laValle Grana, da Valgrana fino aCastelmagno, che nella revisione del 1817fu affidata a Cuneo.

RICORDANDO LA STORIA DELLA NOSTRA DIOCESI

dalla lettera Pastorale del Vescovo “Chiesa: memoria e profezia”

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Aveva appena 22 anni, ma era già canoni-co di S. Pietro. Ma sia il canonicato che l'e-piscopato erano intesi come possibilità dipercepire delle rendite, senza alcun impe-gno pastorale, per cui non fu ordinato népresbitero né vescovo, né mai venne aSaluzzo. Stessa situazione per il secondovescovo, che era fratello del precedente. Ilterzo venne a Saluzzo, diede alcune dispo-sizioni normative, ma si fermò in diocesiper pochi mesi. Solamente il quarto intra-prese la visita pastorale, cioè una conoscen-za più diretta delle comunità parrocchiali.Solo decenni più tardi, con il Concilio diTrento (1545-1563) si modificò gradata-mente il modo di intendere il compito delVescovo e verso la fine del secolo la diocesiebbe pastori notevoli sia per la capacità digovernare la diocesi sia per l'esempio diuna vita di fede coerente. Nel 1602 venneeletto il fossanese Giovanni GiovenaleAncina che in soli diciotto mesi di mini-stero lasciò una traccia profonda di zelo, disaggezza e santità che è giunta fino a noi.

Nella seconda parte del secolo si acuiro-no le lotte religiose nel territorio della dio-cesi. Alcuni aderirono alla riforma prote-stante (venivano chiamati Ugonotti) e vifurono violenze, non solo verbali, dalle due

parti. Quando i duchi di Savoia si impos-sessarono del territorio saluzzese favorironoin tutti i modi il ritorno al cattolicesimo.Risale a quei tempi la presenza capillare deifrati cappuccini sia per convertire gli ereti-ci sia per dare maggiore solidità alla fededella gente.

Ho accennato a questi problemi perchéci rendiamo conto che il passato non èstato tempo di trionfi facili per la Chiesa.Oggi ci lamentiamo dei tempi difficili chestiamo vivendo, ma vi sono state epoche incui la fede cristiana era molto più appan-nata di quanto lo sia oggi.

Veniamo da lontanoQuando è stata creata la diocesi il terri-

torio era già strutturato in parrocchie. Non sappiamo ricostruire i diversi pas-

saggi con cui la fede cristiana raggiunse lenostre terre e si diffuse. Abbiamo tracce dipresenza già nell'VIII secolo (Villar S.Costanzo con i benedettini e Pagno con imonaci di S. Colombano).

Nel XII secolo vi è già una rete di pre-senze che abbraccia un po' tutto il territo-rio. Comunità che fanno riferimento amonasteri (benedettini a Villar S. Costanzoe Pedona, cistercensi a Staffarda) e a Pievi(S. Maria in Saluzzo, Barge, Falicetto,Revello, Frassino...).

La fede cristiana lascia segni sia nellestrutture materiali (gli edifici delle chiese ecappelle, spesso abbellite da splendidi affre-schi) sia nella vita della gente, con il fioriredi devozioni, alimentate dal culto dei santi,dalla celebrazione di feste, dalla nascita diconfraternite, dallo sviluppo di un linguag-gio ricco di riferimenti religiosi.

È questa fede trasmessa in modo sem-plice, da una generazione all'altra, che ègiunta fino a noi.

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Feste NatalizieQuest’anno sono trascorse senza neve, percui molta gente è salita al Santuario perpregare la Madonna. Si è iniziato dome-nica 19 dicembre, con la festa organizzataper i residenti e originari di Valmala daparte dell’amministrazione comunale.Dopo la S.Messa il ritrovo presso il Bar“Da Piero” per un momento di amiciziacon il panettone e la cioccolata calda.Buon afflusso di gente vi è stato a Natale ea S. Stefano, ma soprattutto a Capodannola Chiesa è stata gremita, come alla messavespertina dell’estate. Si è affidato a Mariail nuovo anno 2012, chiedendo la sua pro-tezione soprattutto sulla nostra diocesi checelebra quest’anno il giubileo, nel ricordodei 500 anni della sua storia.

Mese di febbraioE’ iniziato con la neve, già caduta a comin-ciare dall’ultima domenica di gennaio epoi nelle prime settimane del mese. Pocagente per la festa della Madonna diLourdes, celebrata in un ambiente moltofreddo e innevato. Molta gente è salitainvece, soprattutto per sciare nelle ultimedue domeniche del mese.

Tempo di QuaresimaMercoledì 22, con Le Ceneri è iniziata laQuaresima. Com’è ormai tradizione, dadomenica 26 febbraio si svolge il pellegri-naggio penitenziale a piedi, dal paese diValmala al Santuario.La processione si realizza tutte le domeni-che di Quaresima, fino a Pasqua, animata

con preghiere e canti da volontari, organiz-zati dall’instancabile Giovanni Peano diVenasca. Al Santuario alle ore 15 c’è la reci-ta del Rosario, seguita dalla S. Messa.Domenica 11 e 18 marzo è stato presenteal Santuario anche il sacerdote donPathiaraj. In Italia per un convegnoSalesiano a Roma, ha voluto prima venircia salutare e si è così reso disponibile per leconfessioni e la celebrazione della S.Messa.Ha incontrato tutti gli amici e collaborato-ri del Santuario anche in una cena che si èsvolta a Rossana, presso l’Oratorio S.Domenico. Il ricavato è stato destinatointeramente per le opere salesiane dellacomunità in cui lavora don Pathi in India.Ringrazio anche don Roberto Salomone edon Mauro che si sono resi disponibili perle confessioni nelle altre domeniche.

VITA AL SANTUARIO

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collaudati. In questi giorni si stanno realiz-zando le ultime rifiniture. Rimane ancorada costruire la scala antincendio, presso ilristorante “Corona Grossa”. Si è peròancora in attesa di tutte le autorizzazioniche come sempre si fanno desiderare.L’inaugurazione ufficiale è fissata perdomenica 13 maggio, al termine del pelle-grinaggio diocesano.

Stanno procedendo bene anche i lavoridell’atrio. È stato rifatto il tetto e il pavi-mento. In questi giorni si stanno sosti-tuendo le finestre, che sono state realizzatecon telaio in ferro e vetri anti sfondamen-to e a norma di legge. Rimane da fare latinteggiatura dei muri. Finalmente potran-no essere rimessi al loro posto le statuedella Madonna , del Sacro Cuore e i qua-dri ex-voto.

Anniversario eccidio partigianoDomenica 11 marzo, in una bella giorna-ta di sole, si è ricordata la morte di novepartigiani avvenuta a Valmala il 6 marzo1945. Molta gente è salita a Valmala perla S.Messa celebrata dal rettore e la com-memorazione ufficiale davanti alla lapideche ricorda il fatto.Hanno partecipato molti sindaci deicomuni della Valle Varaita e del fondoval-le e quello di Saluzzo, oltre ai rappresen-tanti dell’Arma dei Carabinieri e di nume-rose sezioni dell’ANPI e dell’AssociazioneAlpini.

Lavori al SantuarioStanno finalmente volgendo al termine. IlPalazzo Nuovo ora è completamenteristrutturato e trasformato in ‘Casa perFerie’ e dovrebbe entrare in funzione nellaprossima estate. Gli impianti sono stati

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA8SABATO SANTO

Un sepolcro per guarire?

Le imminenti festività liturgichepasquali legate al Triduo Santo ci

richiamano ogni anno a riflettere sul signi-ficato della nostra vita in rapporto allanostra fede cristiana. In particolare ilSabato Santo prevede che noi meditiamotutto il giorno su Cristo morto nel sepolcro.Certo, già sappiamo che risorgerà il giornoseguente, ma troppo sovente siamo giàproiettati sulla domenica di Pasqua, presidall’euforia per i giorni di festa che ci atten-deranno dopo le settimane quaresimali diconversione e penitenza. Così, mentre sidedica molto tempo alla meditazione sullaPassione e Morte in croce di Gesù (nelleVie Crucis quaresimali, nella Domenicadelle Palme e durante ilVenerdì Santo), non ci sisofferma proprio sulsignificato di Cristomorto che giace nelsepolcro. Sembra quasiun passaggio inutile omeglio una semplice con-seguenza logica perchéquando si muore si èseppelliti o tumu-lati in unatomba appun-to.

Tuttavia inquesta attesa appa-rentemente sterile èpresente un kairòs, untempo propizio come

direbbero gli antichi greci, per riflettere suquello che è il nostro sepolcro interiore, ilnostro io più profondo, l’inconscio dellenostre paure e delle nostre ombre. Spessosiamo prigionieri della rassegnazione, delnostro orgoglio e della nostra autocommise-razione. Tutto ci sembra andar male, la vitasembra solo un insieme di difficoltà daaffrontare e spesso ci sentiamo inadeguatialle situazioni di vita dove ci troviamo adoperare. In questi momenti siamo noi a gia-cere rinchiusi nella nostra tomba, nel nostrosepolcro interiore. Ma Cristo che giace nelsepolcro ci invita ad illuminare queste pauree queste ombre. Egli ci chiede di sospende-re per un attimo il continuo pensare eripensare ai nostri problemi per lasciarposto a Dio.

Se restiamo in ascolto percepiamo la lucedella Sua presenza che ci dà sostegno, che cifa capire quali sono le scelte giuste per rea-lizzare ciò che siamo. Ed ecco arriva la gua-rigione. Cristo aiuta a riconciliarci pro-prio con quel nostro sepolcro interiore

che spesso ci fa paura. E allora anchesenza pensarci troppo, ci ritroviamo

capaci di fare le scelte giuste, almomento giusto, nella

maniera migliore. Nonlasciamo che il nostroIo più profondo diventi

un sepolcro buio e triste.Accettiamolo per quello

che è ed illuminiamolo conla luce del nostro affidarcia Cristo. G. B.

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA 9

Lodate il Signore perché è buono:eterna è la sua misericordia.Lodate il Dio degli dei:eterna è la sua misericordia.Lodate il Signore dei signori:eterna è la sua misericordia.Egli solo ha compiuto meraviglie:eterna è la sua misericordia.Ha creato i cieli con sapienza:eterna è la sua misericordia.Ha stabilito la terra sulle acque:eterna è la sua misericordia.Il sole per regolare il giorno:eterna è la sua misericordia.La luna e le stelle per regolare la notte:eterna è la sua misericordia.Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi:eterna è la sua misericordia.Ci ha liberato dai nostri nemici:eterna è la sua misericordia.Egli dà il cibo ad ogni vivente:eterna è la sua misericordia.Lodate il Dio del cielo:perché eterna è la sua misericordia.

(Salmo 135, detto anche “Inno Paquale”).

Eterna è la Sua Misericordia

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA10

Con questo Bollettino diamo inizioad una breve storia del nostro

Santuario, secondo quanto riportato dallatradizione locale e dai documenti diarchivio. Pensiamo infatti fare opera utilea quanti la ignorano del tutto o a quantiintendono risentirla per approfondire ilmessaggio lasciatoci al Chiotto diValmala, 178 anni or sono, dalla “Verginein pianto”.

Per questo scopo, non pensiamo farcosa migliore che far rileggere, almeno inparte, quanto raccontato dallo scrittoreDon Lorenzo Trecco di Barge (1828-1907), contemporaneo agli avvenimenti,nel suo libro “Apparizioni di Valmala”(Saluzzo, 1879). Ci limiteremo ad alcuneaggiunte in parentesi.

Le prime apparizioni di Valmalae le pastorelle

Valmala è un comune alpinico di circa900 abitanti, nell'Alta Italia (Piemonte),dipendente dalla Provincia di Cuneo, dalCircondario e dalla Diocesi di Saluzzo.

Una lunga montagna delle AlpiMarittime la quale, partendo dalle faldesud del Monte Viso, e prolungandosiverso levante va perdendosi colle pianuredel Piemonte presso la piccola città diBusca, separa le due vaste valli di Varaitaa nord, e di Macra a sud.

Le pastorelleSui versanti a nord di questa monta-

gna, tra la piccola città di Dronero ed i

comuni di Venasca, Brossasco e Melle è postoil piccolo comune di Valmala.

Le fanciullette, cui Maria Santissima sicompiacque di apparire sono le seguenti, tuttenative di Valmala.• MARIA Chiotti di Chiaffredo nata il 29

aprile 1822.• MARIA Pittavino di Giuseppe nata il 4

luglio 1822.• MARIA Margherita Pittavino di Antonio

nata il 18 luglio 1822.• MARIA Boschero di Giovanni, nata il 22

novembre 1823.(Secondo alcune fonti, era presente ancheChiaffredo Pittavino, fratello di MariaMargherita).

RIPERCORRIAMO LA STORIA DEL SANTUARIO

I veggenti (Illustrazione di Elda Maero nel libro “I passi della Vergine”)

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA 11Queste fanciulle erano dai loro genito-

ri incaricate di condurre a pascolare ilbestiame su per i monti a pascolo diValmala.

Sul principio del mese di agosto del-l'anno 1834, quando il sole già splendevasui monti, le quattro pastorelle, coi lorobestiami, erano giunte nella regioneChiotto, sul cui piano allora disabitato edeserto v'hanno ora (1893) gli edifizi delSantuario.

Ivi fermaronsi per riposare e prenderlena per la fatica della scoscesa salita traValmala ed il Chiotto.

In mezzo a loro eravi un piccolo lastro-ne greggio di sasso scabro, posto orizzon-talmente sul piano, circondato da verdi,fresche e tenere erbette.

Descrizione della Madonna apparsa

Sopra quel sasso comparve alle quattropastorelle una Signora vestita con decenzala quale aveva sembianza bellissima, amo-revoli e buone. Essa non parlava e piange-va (… pareva impedita da interno ramma-rico o pianto, poiché dagli occhi benignidella sua leggiarda e splendida faccia cala-vano vive lagrime giù per le gote e cadeva-no a terra. Volgeva amorosamente glisguardi lacrimosi ora ad una ora ad un'al-tra delle quattro pastorelle. Aveva l'età diuna giovane tra i vent'anni; era di staturaordinaria).

Un ampio velo o manto di color azzur-ro celestino cupo posto sul capo le coprivai capelli, un tratto della fronte, ed i lati adestra e sinistra della testa. Il collo e tuttala faccia erano scoperti. Quel manto sicongiungeva al petto per mezzo d'un bot-tone giallo lucentissimo. Lo stesso mantocadeva piegato sulle spalle, e si prolungava

giù sino alle estremità dell'orlo inferioredella veste-sottana.

Le braccia stese verso terra a destra e sini-stra sollevavano la falda del manto, dall'orlodel quale erano sporgenti le due bianchissi-me manine colle dita graziosamente aperte,come in atto di emozione.

Sotto il manto indossava una veste dicolore rosso-cupo, a forma d'abito monaca-le, la quale cingevale il seno, vestivale permezzo di ordinarie maniche le braccia sinoverso alle mani, e si estendeva sino alle estre-mità inferiori del corpo.

Una magnifica cintura gialla e lucenteteneva raccolta alle reni la veste, la quale for-mava perciò graziose pieghe. Le piante deipiedi erano poste sopra una specie di sem-plice sandalo.

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12 LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA

Sopra il capo aveva un diadema, o coro-na reale di color giallo, di abbagliantemagnificenza; la base circolare ed i braccidella corona reale erano adorni di gemme avarianti colori. La parte superiore a cui s'u-nivano i bracci della corona era terminatacon un globicino ovale d'oro. Quel diade-ma, simbolo di regale dignità, indicava chequella Signora era la Regina del Cielo e dellaterra; ma le pastorelle, in sulle prime, la qua-lificarono ora per S. Anna, Madre di MariaSantissima, ora per Maria Santissima.

Alla vista di queste Apparizioni le pasto-relle, divenute estatiche e comprese dapaura, cessarono di parlare. Durantel'Apparizione tenevano fissi su di essa i lorosguardi. Quali parole quella Signora abbiaesternato alle pastorelle, durante questa e lesuccessive Apparizioni non si sa. Quel po'che la voce del popolo va tutt’ora ripetendolo cenneremo appresso.

Quella signora, come era improvvisa-mente apparsa alle fanciulle sulla pietra, così

anche improvvisamente disparve ad essedalla stessa pietra. Allora le fanciulle ricupe-rarono la calma. Sul tramontar del soleritornarono coi loro bestiami giù inValmala.

Con accento di meraviglia ciascunadelle pastorelle, appena giunte a casa, si fecepremura di raccontare ai parenti l'avveni-mento veduto al Chiotto. I genitori loronon ci badarono più che tanto, e costrinse-ro le pastorelle a continuare nei giorni suc-cessivi a ritornare col bestiame ai pascoli delChiotto.

Le pastorelle rividero la stessa Appa -rizione tutte le volte che venivano alChiotto. Lo sbigottimento e la paura feceroloro sì viva impressione che d'unanime con-sentimento risolsero di non più ritornare aguardare le bestie in quei luoghi. “Non ver-remo a pascolare le bestie al Chiotto, - dice-vano -, poiché ad ogni tratto compareinnanzi a noi quattro la stessa grandeSignora che piange sempre”.

(I, continua)

L’apparizione (Illustrazione di Elda Maero)

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13LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA

Da DOMENICA 1 APRILE la S. Messa Festiva sarà alle ore 16

MESE DI MAGGIOMessa Festiva: alle ore 16Domenica 27 maggio: Ss. Messe ore 11 e 16 Messa Feriale: al giovedì alle ore 16

MESE DI GIUGNOMesse festive: ore 11 e 16Messe feriali: giovedì alle ore 16Da Lunedì 18 giugno S. Messa quotidiana alle ore 16

APPUNTAMENTIDomenica 17 giugno: raduno degli Alpini Sezioni di Saluzzo e CuneoDomenica 24 giugno: raduno Donatori di Sangue dell’ADAS.

MESI DI LUGLIO E AGOSTOFestivo: Ss. Messe ore 8 - 10 - 11 - 16Feriale: Ss. Messe ore (8*) - 11 - 16*La messa delle 8 nei giorni feriali viene celebrata dalla metà di luglio alla fine di Agosto.

Per eventuali pellegrinaggi in altre date telefonare al rettore(tel. Santuario 0175.978014 - cellulare 348.8034623)

Durante l’estate si allestirà nuovamente il Banco di Beneficenza, in favore delle opere del Santuario.

Chi può dare del materiale lo porti al Santuario o si rivolga a Franco Garnero (360.301957)

Calendario del Santuario

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14 LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA

IN RICORDO DI UN UMILE DIACONO DI MONTAGNA

L’11 agosto dello scorsoanno moriva, dopo

una dolorosa malattia, il dia-cono MASSIMO BIAN-CO di Pagliero, nella vici-na Valle Maira. Una bellafigura di ministro di Dioal servizio dei montanari,in mezzo a cui era nato evissuto. Lo vogliamoancora ricordare, con lesue stesse parole con cui siraccontava: “Caro vallone diPagliero, non ti dimenticheròmai perché qui sono nato e quasisempre vissuto, all'infuori di quei 14mesi di naia e quei sei inverni trascorsi alavorare in Liguria.

Ho visto la luce qui a GrangioGianbianc il 9 agosto del 1940, nella vec-chia stalla dove pure sono nati i miei sei fra-telli (siamo quattro sorelle e tre fratelli). Aquei tempi le nostre care mamme nonandavano a Cuneo per mettere al mondo ifigli, ma precisamente nel posto più ripara-to e più nascosto anche ai fratelli più gran-di e cioè la stalla. Il guaio era che alle volteo per la neve o per qualche altro impedi-mento non erano assistite neanche da alcu-na persona un po' esperta.

Ricordo bene che negli anni '50 quandoci mettevamo seduti a tavola eravamo indieci, c'era anche la nonna paterna; certo lapolenta doveva essere ben voluminosa perconsentirci di dire, una volta alzati, chel'appetito era stato saziato...

I primi anni di scuola li abbia-mo frequentati alla borgata

Serre, poco distante di qui,mentre per la quarta e laquinta ci toccò recarcialla borgata Chiesa chedista quasi quattro chi-lometri. Ci portavamopranzo in un pentolinoche si scaldava sullastufa funzionante nel

centro dell'aula, perché alpomeriggio c'erano sempre

due ore di lezione...Dal 1970, in casa, siamo rima-

sti solo tre persone, così anch'io nonho più potuto assentarmi d'inverno, perchécon le mucche e la mamma che non stavabene in salute, mio papà non ce la facevapiù a sbrigare tutto da solo. La sofferenzafisica della mamma era tanta, noi la aiuta-vamo e la confortavamo, tuttavia quandovedi soffrire fisicamente, non puoi manca-re di soffrire moralmente. Fu così che trapastiglie ed iniezioni, il cuore piano pianoiniziò ad essere stanco e una notte di feb-braio del 1987 cessò di battere definitiva-mente. Mio papà se ne accorse subito e michiamò, ma a me restò soltanto di posarel'ultimo bacio su quella fronte ancoracalda, ma priva di vita. Un dolore cosìgrande come quando perdi la persona cheti ha dato la vita e che ti ha voluto un beneimmenso, solo chi l'ha vissuto può capirlo.Papà da quel distacco si può dire che nonsi sia più ripreso e mi è sempre stato molto

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA 15difficile cercare di farlo ancora sorridere:quando perdi colei che ha condiviso con tegioie e dolori, non te lo puoi scordare.

La nostra famiglia è andata avanti cosìfacendosi compagnia in due, ma purtropponel marzo del 1994 mio papà si ammalòseriamente; ai primi di aprile lo feci ricove-rare all'ospedale con la speranza di salvarglila vita, ma ahimè, il giorno 27, dopo aver-lo imboccato per il pranzo nell'ospedale diCaraglio, entrò in coma e alle cinquepomeridiane mandò l'ultimo respiro. Neiprimi minuti che seguirono avrei volutoche il mondo mi cascasse tutto addosso,intanto non avrei più sentito il peso. Miripresi subito, però, perché, per chi ha fedein casi come questi, gli resta solo la pre-ghiera affinché, Dio accolga i nostri cari edia la forza a noi di tirare avanti nella vitadi ogni giorno.

Sono passati più di tre anni, sono rima-sto quassù a 1300 metri di altitudine, dasolo, in una casa sola, distante dai vicini especialmente d'inverno, alle volte, passo lasettimana intera senza vedere nessun essereumano. Mi fanno molta compagnia laradio e quei tanti libri che il mio caro papàmi ha lasciato nello scaffale, che lui avevarealizzato accuratamente per questoscopo...

Finché me lo permetterà la salute, sperodi rimanere al mio posto, cercando di puli-re un po' i prati d'estate e tagliando e lavo-

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rando un po' di legna d'inverno, tanto pernon prendere freddo quando il termometroscende sotto zero.

Per tirare avanti ci ha pensato anche loStato che, mandandomi quel po' di pensio-ne, mi permette di stare più tranquillo: cosache non potevano fare i nostri nonni ebisnonni. Di questo dobbiamo ringraziaretanto la Divina Provvidenza.

Massimo Bianco, Primavera 1997(Dal libro La Memòrio de

la Val Màiro di Secondo Garnero)

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I NOSTRI MORTI

LA VOCE DEL SANTUARIO DI VALMALA

Il 15 febbraio è mancata a Praga, nella RepubblicaCeca, dove era nata e dove viveva

MARIA ROHELOVÀ IN SOSNOVÀ mamma di KAROLINA cuoca della canonica e nonna diGIANLUCA BARRA, importante e prezioso collaborato-re del Santuario. Nonna Maria, come tutti la chiamavano, era salitamolte volta al Santuario insieme alla figlia per pregare edare una mano nella canonica nelle più umili mansionidella cucina. Non diceva molte parole, anche per il pro-blema della lingua, ma aveva sempre il volto sorridentee sereno, che infondeva pace a coloro che la incontra-vano. Con commozione ricordo ancora le sue carezze,che esprimevano il suo amore materno e l’affetto perme che ero sacerdote.Qualche anno fa mi aveva portato da Praga una statuadella Madonna di Svàta Hora, perché la Mamma delcielo mi fosse sempre vicina e mi proteggesse.Era una persona di grande fede e spiritualità. Quandoarrivava al Santuario andava subito in Chiesa, a saluta-re il Signore e la Mamma del Cielo e molto tempo lopassava in preghiera davanti al Santissimo inAdorazione. In quei momenti nessuno la poteva distrar-re e disturbare perché il suo cuore era tutto per ilSignore. Mi ricordo che quando per qualche motivo lasi cercava in un momento di riposo dalle attività, sicu-ramente la si sarebbe trovata in Chiesa. Nell’ultimoanno ha dovuto portare il peso della croce e della sof-ferenza, che lei ha accettato con fede e abbandono nelSignore, senza però mai perdere la voglia di vivere e dilottare, come sempre aveva fatto nella vita . Sicura cheil Signore le era vicino, ha però messo la vita nelle suemani, accettando di fare la sua volontà. È mancataassistita amorevolmente dalla figlia, che nell’ultimoanno si era trasferita a Praga, per starle vicino e daglialtri figli.

Nonna Maria ci ha lasciato una grande testimonianza diumiltà, di laboriosità, ma soprattutto di fede e di Amoreal Signore. Ci mancherà al Santuario, ma siamo sicuriche dal cielo sarà sempre vicina alla sua famiglia e atutti noi.

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Ricordati o piissima Vergine Maria, che non si èmai udito al mondo che qualcuno, ricorso al Tuopatrocinio, implorato il Tuo aiuto, chiesta la Tua

protezione, sia stato abbandonato.Animato da tale fiducia, a Te ricorro, o Madre,

Vergine delle Vergini, a Te vengo e peccatorecontrito, con le lacrime agli occhi,

mi prostro ai Tuoi piedi, a domandare pietà.Non volere, o Madre del Verbo,

disprezzare le mie preghiere, ma ascoltamipropizia ed esaudiscimi. Così sia.

Maria, Madre di graziae di misericordia,

tu dal nemico salvaci,quando moriamo, accoglici.

Redazione e impaginazione di P. G. ROLFO di Cavour.

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Nei 500 anni di storia della Diocesi di Saluzzo

Pellegrinaggio diocesano a Roma

18 • 21 GIUGNO 2012