UnMontepulciano dadifendere dalpetrolchimicodorsogna/byron/giroitalia.pdf · 2008. 5. 21. · 40...

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Sport 40 il Giornale Sabato 17 maggio 2008 il Giro e l’Italia Cristiano Gatti nostro inviato a Pescocostanzo Il vino buono contro il petrolio. Il Montepulciano d'Abruzzo, con le sue colli- ne dolcissime e le sue mi- gliaia di contadini che colti- vano uve soavi, contro l'Eni e un petrolchimico che andrebbe ad occupare poche decine di operai. L'economia pulita, ecologi- ca, turistica degli antichi prodotti di qualità, contro l'economia chimica, estrat- tiva, gassosa delle moder- ne produzioni industriali. Nella tappa dell'Abruzzo e dell'abruzzese Di Luca, la vera maglia rosa va ad una grande vittoria del buon- senso e del sentimento po- polare. Poche volte, nella storia e sul suolo di questa stravagante nazione, si so- no vissute simili giornate di edificante plebiscito multi- colore, con tutti i partiti schierati dalla stessa par- te, al fianco della propria gente. Destra e sinistra, tut- ti contro uno: il presidente regionale Ottaviano Del Turco, ultimo sostenitore del nuovo impianto, che l'Eni vorrebbe costruire nei dintorni di Ortona. Dice lui che la Regione non può lasciarsi sfuggire queste op- portunità di lavoro, eccete- ra, eccetera, eccetera. La solita ragion di Stato, che sacrifica la qualità della vi- ta per la quantità della vi- ta. Nello scorso marzo, pe- rò, il presidente si è trovato con il suo consiglio letteral- mente assediato da una fol- la abbastanza surriscalda- ta. Erano seimila: tutti lì a pretendere una nuova leg- ge, che impedisse per sem- pre la costruzione di petrol- chimici nella terra del ver- de, dei parchi, dell'aria buona. Alla fine, davanti all'unanimità della votazio- ne consiliare, persino lui, il presidente solo, si è rasse- gnato ad approvarla. Laco- nico il suo commento: «In trent'anni di sindacalismo, mai avevo visto una simile sollevazione popolare». Vittoria definitiva? Mai sentirsi sicuri. Eni e Confin- dustria non si danno per vinti. Ma sarà dura in futu- ro ribaltare il cosiddetto sentimento popolare, mai come stavolta tanto chiaro, fermo, vigile. E civile. Dice Giusto Di Fabio, coordina- tore del «Comitato natura verde»: «Noi non abbiamo colori politici e non faccia- mo politica. Abbiamo solo l'ambizione di tramandare ai nostri figli la stessa regio- ne che ci hanno consegna- to i nostri padri. La vera vit- toria? Adesso il popolo abruzzese sa. Ed è riuscito a muoversi in tempo. Non credo che in futuro riusci- ranno a sorprenderci alle spalle...». La storia di questa rivolta abruzzese non è lunghissi- ma. Risale soltanto a un pa- io d'anni fa, quando l'Eni decide di piazzare a Feudo, appena fuori Ortona, l'im- pianto su dodici ettari per la prima lavorazione del pe- trolio. Si tratta di togliere lo zolfo, un processo che li- bera nell'aria idrogeno sol- forato. Lo intuisce anche un babbeo: non è il massi- mo per un'area che da tem- po immemorabile coltiva queste colline a vite, nel tentativo - ormai finalmen- te riuscito - di produrre un vino di altissima qualità, puntando proprio sull'am- biente ecologicamente in- tonso dell'Abruzzo più ve- ro e più bello. Il petrolio porterebbe durante la fase di costruzione dell'impian- to 250 nuovi posti di lavo- ro, che poi a costruzione ul- timata scenderebbero a una trentina. Un affarone, per Del Turco. Ma come tut- ti gli affaroni ha il suo prez- zo. Nel caso specifico, si tratta di irrorare con gas di lavorazione i grappoli del migliore Montepulciano Doc, un mondo agricolo centenario che oggi occu- pa diecimila famiglie, asso- ciate nelle Cantine Tollo, nel Consorzio Cooperativo, nelle Cantine sociali di Mi- glianico, di Crecchio, e nel mondo privato. «In altre pa- role - spiega Di Fabio - si trattava di riconvertire la regione dei tre parchi (più il quarto del Reatino in arri- vo), la regione che gli ingle- si stanno scoprendo e sal- vando nei borghi antichi, la regione che sta finalmente riuscendo a farsi conosce- re nel mondo come una grande oasi naturale. Ci sia- mo chiesti: ne vale la pe- na?». Si sono posti la domanda e si sono dati una risposta: no, non ne vale la pena. A sostenerli anche uno stu- dio dell'Istituto Negri, del novembre scorso: si parla di tecnologia obsoleta, non- ché di emissioni superiori da cinque a venti volte ri- spetto a quelle annunciate nel progetto Eni. Due anni di battaglie, di manifestazioni, di petizio- ni, di raccolte-firme. Alla fi- ne, il premio della legge re- gionale che sceglie il vino e rifiuta il petrolio. In vino ve- ritas. Ma sarebbe ingiusto bollare la gente d'Abruzzo con strali alla Di Pietro, cioè come un'altra cellula locale di quel famoso «par- tito del no» che paralizza l'Italia. Di Fabio reagisce d'orgoglio: «Noi non siamo ambientalisti faziosi e para- noici. Abbiamo già quattor- dici piattaforme e tre pozzi petroliferi. Mi pare che la nostra parte la stiamo fa- cendo...». Si riparte. Inoltrandosi verso l'Abruzzo di monta- gna, il Giro offre cartoline mozzafiato di colline mera- vigliose e vallate verdissi- me, idea compiuta di un Eden possibile, già qui, su questa terra. Sfacciatamen- te e spudoratamente rin- grazio il Cielo per aver illu- minato le menti e agitato le anime, riuscendo a canaliz- zare la rivolta popolare ver- so un ideale veramente su- periore. Il petrolio ci serve come e più del vino, l'Eni ha le sue bravissime ragio- ni, però qui è difficile stare dalla loro parte. Brindo - con Montepulciano miraco- lato - alla vittoria del buon- senso e della bellezza. Ogni tanto succede. Persino in Italia. L’ABRUZZESE ATTACCA SULLE STRADE DI CASA Una fuga da lontano, pensata a tavoli- no. «Io e Pietropolli dovevamo andare in fuga, Danilo avrebbe attaccato nel finale». Bosisio parla della strategia Lpr: i veri vincitori di giornata. Prima trentanove attaccanti che si riducono a cinque. Sella fora a 7 chilometri dal traguardo e lo taglia tra le lacrime, mentre il brianzolo Bosisio, si gode il successo di tappa. Alle loro spalle Di Luca, che arriva quinto, ma vince la sua personalissima sfida con tutti i di- retti avversari ad eccezione di Riccò, Piepoli e Contador. [PAS] La carovana rosa prosegue la sua «risalita» verso Milano: oggi si arriva nel Lazio, 208 chilometri da Rivisondoli a Tivoli. Al chilo- metro 60 si scala il Forca d’Ace- ro, GpM di 2ª categoria. Frazione dal tracciato misto, ma tutte le difficoltà sono concentrate nella prima metà di gara: ultimi cinque chilometri in leggera salita. Tv: diretta Rai 3 dalle 15. Alle 20 «TGiro», all’1.15 «Giro Notte». Ra- dio: diretta su RadioUno dalle 16.30. Classifica generale: 1. Visconti (Ita) in 32h03’01’’ (media di 38,832 km/h); 2. Brutt (Ger) a 9’’; 3. Bosisio (Ita) a 5’43’’; 4. Di Luca (Ita) a 7’27’’; 5. Sella (Ita) a 7’36’’; 6. Cardenas (Col) a 7’46’’; 7. Riccò (Ita) a 7’53’’; 8. Nardello (Ita) st; 9. Contador (Spa) a 7’56’’; 10. Pellizotti (Ita) a 8’11’’; 11. Nibali (Ita) a 8’19’’; 13. Savol- delli (Ita) a 8’30’’; 14. Piepoli (Ita) a 8’38’’; 16. Kloden (Ger) a 8’39’’; 21. Simoni (Ita) a 9’13’’; 22. Leipheimer (Usa) a 9’14’’. Ordine d’arrivo della 6ª tappa, Vasto-Pescocostanzo di 180 km: 1. Bosisio (Ita) in 4h45’05’’; 2. Kiryienka (Bie) a 46’’; 3. Sella (Ita) a 1’02’’; 4. Cardenas (Col) a 1’33’’; 5. Di Luca (Ita) a 2’04’’; 6. Riccò (Ita) st; 7. Piepoli (Ita) a 2’07’’; 8. Contador (Spa) a 2’10’’; 9. Rebellin (Ita) a 2’55’’; 10. Pelli- zotti (Ita) st; 11. Kloden (Ger) st; 12. Rodriguez (Spa) st; 13. Men- chov (Rus) st; 14. Bruseghin (Ita) st; 15. Soerensen (Dan) st; 16. Sa- voldelli (Ita) st; 17. Simoni (Ita) st. DOLCI COLLINE Il Giro sulle strade dell’Abruzzo tra il verde della Maiella e le vigne del Montepulciano FUGA DI GIORNATA Bosisio Pier Augusto Stagi da Pescocostanzo Di Luca e Riccò fanno sul serio, Con- tador ancora di più. Loro giocano a stana- re gli uomini di classifica, lo spagnolo del- l’Astana gongola come pochi con quel- l’espressione un po’ così di chi fa finta di pensare ad altro. All’apparenza vince Bo- sisio, compagno di squadra di Di Luca, «so- lo» quinto al traguardo ma vero vincitore di giornata. Attacca e mette tutti al tappe- to sulla salita di Pescocostanzo. Solo Ric- cò, Piepoli e il madrileno, che gioca a na- scondersi, riescono a stare a ruota del vin- citore dell’ultimo Giro. «Volevo mettermi alla prova – dice l’abruzzese -. Oggi ho capito che posso lottare per questa maglia rosa. Che Riccò è un osso duro e che Conta- dor non era e non è in vacanza. Questo ci vuole fare fessi ma non ci riesce neanche un po’». Lo spagnolo fa l’indiano e si fa vedere solo lo stretto necessario. «Ma in giro per l’Italia non lo porteremo più, d’ora in avanti anche lui dovrà fare la sua parte», assicura deciso Di Luca. In classifica generale Di Luca ha di fatto 26” di vantaggio su Riccò, 29” su Conta- dor, 44” su Pellizotti, 52” su Nobali. Klo- den è a 1’12”, Simoni a 1’46”, Leiphaimer a 1’47”: numeri che dicono che da ieri Di Luca ne esce rinforzato, al pari di Riccò e Contador. «Sto bene e strada facendo pos- so solo migliorare – fa sapere Riccò -. Se temo più Di Luca o Contador? Io non temo e non sottovaluto nessuno. Posso solo assi- curarvi una cosa: se sto bene, vi farò diver- tire. Credetemi, il Giro non è ancora inco- minciato, ma qualcuno l’ha già perso e non lo sa nemmeno». Prime salite, i big si muovono. Subito appare chiaro come la maglia rosa sia una questione tutta interna allo squadrone Rai, che pullula di fuoriclasse. DinosAuro Bulbarelli parte da lontano, rivelando che «Garate ha tenuto una mezza gamba per la salita finale». In attesa che lui si tenga un mezzo neurone per le telecrona- che, esce al contrattacco An- drea Fusco, gran ciambellano del «Processo». Reso uno stra- nissimo omaggio all'Acqua e Sapone, sponsor che peraltro non è al Giro, da bravo condutto- re lancia un monito: «Ricordo a tutti che Gigi Sgarbozza è stato un signor corridore. Dunque, massimo rispetto per Gigi Sgar- bozza». Adeguandosi all'ordine di scu- deria, Marino Bartoletti rivolge una toccante domanda a Mar- zio Bruseghin, allevatore di asi- ni: «Mai pensato di chiamare Gi- gi uno dei tuoi somari?». È il suo massimo rispetto per Gigi Sgar- bozza. Tappa e maglia. [CG] LA NOSTRA MAGLIA ROSA Un Montepulciano da difendere dal petrolchimico Nel cuore dell’Abruzzo una rivolta popolare contro il presidente della Regione Del Turco per salvare il vino buono dall’assalto dei gas industriali BOSISIO ESULTA IN CASA DEL COMPAGNO DI LUCA SELLA BUCA E CHIUDE 3º PECORE ROSA Il pastore della Maiella ha salutato il passaggio del Giro colorando il suo gregge VISCONTI RESTA «ROSA» OGGI TRACCIATO MISTO, CON UNO STRAPPETTO FINALE CARTOLINE DAL PIER di Pier Augusto Stagi UN GIRO CHE FA DORMIRE Uno spettatore si rilassa a 50 km dall’arrivo in attesa dei corridori Di Luca e Riccò fanno le prove In salita risponde solo Contador L’ultimo vincitore del Giro: «Volevo mettermi alla prova e ho capito da chi dovrò guardarmi» Bartoletti tappa e primato grazie agli asini

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Page 1: UnMontepulciano dadifendere dalpetrolchimicodorsogna/byron/giroitalia.pdf · 2008. 5. 21. · 40 Sport il Giornale Sabato 17 maggio 2008 ilGiroel’Italia CristianoGatti nostroinviatoa

Sport40 il Giornale � Sabato 17 maggio 2008

il Giro e l’Italia

Cristiano Gattinostro inviato aPescocostanzo

� Il vino buono contro ilpetrolio. Il Montepulcianod'Abruzzo, con le sue colli-ne dolcissime e le sue mi-gliaia di contadini che colti-vano uve soavi, control'Eni e un petrolchimicoche andrebbe ad occuparepoche decine di operai.L'economia pulita, ecologi-ca, turistica degli antichiprodotti di qualità, control'economia chimica, estrat-tiva, gassosa delle moder-ne produzioni industriali.

Nella tappa dell'Abruzzoe dell'abruzzese Di Luca, lavera maglia rosa va ad unagrande vittoria del buon-senso e del sentimento po-polare. Poche volte, nellastoria e sul suolo di questastravagante nazione, si so-no vissute simili giornate diedificante plebiscito multi-colore, con tutti i partitischierati dalla stessa par-te, al fianco della propriagente. Destra e sinistra, tut-ti contro uno: il presidenteregionale Ottaviano DelTurco, ultimo sostenitoredel nuovo impianto, chel'Eni vorrebbe costruirenei dintorni di Ortona. Dicelui che la Regione non puòlasciarsi sfuggire queste op-portunità di lavoro, eccete-ra, eccetera, eccetera. Lasolita ragion di Stato, chesacrifica la qualità della vi-ta per la quantità della vi-ta.

Nello scorso marzo, pe-rò, il presidente si è trovatocon il suo consiglio letteral-mente assediato da una fol-la abbastanza surriscalda-ta. Erano seimila: tutti lì a

pretendere una nuova leg-ge, che impedisse per sem-pre la costruzione di petrol-chimici nella terra del ver-de, dei parchi, dell'ariabuona. Alla fine, davanti

all'unanimità della votazio-ne consiliare, persino lui, ilpresidente solo, si è rasse-gnato ad approvarla. Laco-nico il suo commento: «Intrent'anni di sindacalismo,

mai avevo visto una similesollevazione popolare».

Vittoria definitiva? Maisentirsi sicuri. Eni e Confin-dustria non si danno pervinti. Ma sarà dura in futu-ro ribaltare il cosiddettosentimento popolare, maicome stavolta tanto chiaro,fermo, vigile. E civile. DiceGiusto Di Fabio, coordina-tore del «Comitato naturaverde»: «Noi non abbiamocolori politici e non faccia-mo politica. Abbiamo solol'ambizione di tramandareai nostri figli la stessa regio-ne che ci hanno consegna-to i nostri padri. La vera vit-toria? Adesso il popoloabruzzese sa. Ed è riuscitoa muoversi in tempo. Noncredo che in futuro riusci-ranno a sorprenderci allespalle...».

La storia di questa rivoltaabruzzese non è lunghissi-ma. Risale soltanto a un pa-io d'anni fa, quando l'Enidecide di piazzare a Feudo,appena fuori Ortona, l'im-pianto su dodici ettari perlaprima lavorazionedel pe-trolio. Si tratta di toglierelo zolfo, un processo che li-bera nell'aria idrogeno sol-forato. Lo intuisce ancheun babbeo: non è il massi-mo per un'area che da tem-po immemorabile coltivaqueste colline a vite, neltentativo - ormai finalmen-te riuscito - di produrre unvino di altissima qualità,

puntando proprio sull'am-biente ecologicamente in-tonso dell'Abruzzo più ve-ro e più bello. Il petrolioporterebbe durante la fasedi costruzione dell'impian-to 250 nuovi posti di lavo-ro, che poi a costruzione ul-timata scenderebbero auna trentina. Un affarone,per DelTurco. Ma come tut-ti gli affaroni ha il suo prez-zo. Nel caso specifico, sitratta di irrorare con gas dilavorazione i grappoli delmigliore MontepulcianoDoc, un mondo agricolocentenario che oggi occu-pa diecimila famiglie, asso-ciate nelle Cantine Tollo,nel Consorzio Cooperativo,nelle Cantine sociali di Mi-glianico, di Crecchio, e nelmondoprivato. «In altre pa-role - spiega Di Fabio - sitrattava di riconvertire laregione dei tre parchi (piùil quarto del Reatino in arri-vo), la regione che gli ingle-si stanno scoprendo e sal-vando nei borghi antichi, laregione che sta finalmenteriuscendo a farsi conosce-re nel mondo come unagrande oasinaturale. Ci sia-mo chiesti: ne vale la pe-na?».

Si sono posti la domandae si sono dati una risposta:no, non ne vale la pena. Asostenerli anche uno stu-dio dell'Istituto Negri, delnovembre scorso: si parladi tecnologia obsoleta, non-ché di emissioni superiorida cinque a venti volte ri-spetto a quelle annunciatenel progetto Eni.

Due anni di battaglie, dimanifestazioni, di petizio-ni, di raccolte-firme. Alla fi-ne, il premio della legge re-gionale che sceglie il vino erifiuta il petrolio. In vino ve-ritas. Ma sarebbe ingiustobollare la gente d'Abruzzocon strali alla Di Pietro,cioè come un'altra cellulalocale di quel famoso «par-tito del no» che paralizzal'Italia. Di Fabio reagisced'orgoglio: «Noi non siamoambientalisti faziosi e para-noici. Abbiamo già quattor-dici piattaforme e tre pozzipetroliferi. Mi pare che lanostra parte la stiamo fa-cendo...».

Si riparte. Inoltrandosiverso l'Abruzzo di monta-gna, il Giro offre cartolinemozzafiato di colline mera-vigliose e vallate verdissi-me, idea compiuta di unEden possibile, già qui, suquesta terra.Sfacciatamen-te e spudoratamente rin-grazio il Cielo per aver illu-minato le menti e agitato leanime, riuscendo a canaliz-zare la rivolta popolare ver-so un ideale veramente su-periore. Il petrolio ci servecome e più del vino, l'Eniha le sue bravissime ragio-ni, però qui è difficile staredalla loro parte. Brindo -con Montepulciano miraco-lato - alla vittoria del buon-senso e della bellezza. Ognitanto succede. Persino inItalia.

L’ABRUZZESE ATTACCA SULLE STRADE DI CASA

Una fugada lontano,pensataatavoli-no. «Io e Pietropolli dovevamo andarein fuga, Danilo avrebbe attaccato nelfinale». Bosisio parla della strategiaLpr: i veri vincitori di giornata. Primatrentanoveattaccantichesi riduconoa cinque. Sella fora a 7 chilometri daltraguardo e lo taglia tra le lacrime,mentre il brianzolo Bosisio, si gode ilsuccesso di tappa. Alle loro spalle DiLuca, che arriva quinto, ma vince lasuapersonalissimasfida con tutti i di-retti avversari ad eccezione di Riccò,PiepolieContador. [PAS]

La carovana rosa prosegue lasua «risalita» verso Milano: oggisiarrivanelLazio,208chilometrida Rivisondoli a Tivoli. Al chilo-metro 60 si scala il Forca d’Ace-ro,GpMdi2ªcategoria.Frazionedal tracciato misto, ma tutte ledifficoltàsonoconcentratenellaprimametàdigara:ultimicinquechilometri in leggerasalita.Tv:direttaRai3dalle15.Alle20«TGiro»,all’1.15«GiroNotte».Ra-dio: diretta su RadioUno dalle16.30.

Classifica generale: 1.Visconti(Ita) in 32h03’01’’ (media di38,832 km/h); 2. Brutt (Ger) a9’’; 3. Bosisio (Ita) a 5’43’’; 4. DiLuca (Ita)a7’27’’;5. Sella (Ita) a7’36’’;6.Cardenas(Col)a7’46’’;7.Riccò(Ita)a7’53’’;8.Nardello(Ita) st; 9. Contador (Spa) a7’56’’;10.Pellizotti (Ita)a8’11’’;11.Nibali (Ita)a8’19’’;13.Savol-delli(Ita)a8’30’’;14.Piepoli(Ita)a 8’38’’; 16. Kloden (Ger) a8’39’’; 21. Simoni (Ita) a 9’13’’;22.Leipheimer (Usa)a9’14’’.

Ordine d’arrivo della 6ª tappa,Vasto-Pescocostanzo di 180km: 1. Bosisio (Ita) in 4h45’05’’;2. Kiryienka (Bie) a 46’’; 3. Sella(Ita) a 1’02’’; 4. Cardenas (Col) a1’33’’; 5.Di Luca (Ita)a 2’04’’; 6.Riccò (Ita) st; 7. Piepoli (Ita) a2’07’’;8.Contador(Spa)a2’10’’;9.Rebellin (Ita)a2’55’’;10.Pelli-zotti (Ita) st; 11. Kloden (Ger) st;12. Rodriguez (Spa) st; 13. Men-chov (Rus) st;14.Bruseghin (Ita)st;15.Soerensen(Dan)st;16.Sa-voldelli(Ita)st;17.Simoni(Ita)st.

DOLCI COLLINE Il Giro sulle strade dell’Abruzzo tra il verde della Maiella e le vigne del Montepulciano

FUGA DI GIORNATA Bosisio

Pier Augusto Stagida Pescocostanzo

�Di Luca e Riccò fanno sul serio, Con-tador ancora di più. Loro giocano a stana-re gli uomini di classifica, lo spagnolo del-l’Astana gongola come pochi con quel-l’espressione un po’ così di chi fa finta dipensare ad altro. All’apparenza vince Bo-sisio, compagno di squadra di Di Luca, «so-lo» quinto al traguardo ma vero vincitoredi giornata. Attacca e mette tutti al tappe-to sulla salita di Pescocostanzo. Solo Ric-cò, Piepoli e il madrileno, che gioca a na-scondersi, riescono a stare a ruota del vin-citore dell’ultimo Giro. «Volevo mettermialla prova – dice l’abruzzese -. Oggi hocapito che posso lottare per questa magliarosa. Che Riccò è un osso duro e che Conta-dor non era e non è in vacanza. Questo civuole fare fessi ma non ci riesce neancheun po’». Lo spagnolo fa l’indiano e si favedere solo lo stretto necessario. «Ma ingiro per l’Italia non lo porteremo più,d’ora in avanti anche lui dovrà fare la sua

parte», assicura deciso Di Luca.In classifica generale Di Luca ha di fatto

26” di vantaggio su Riccò, 29” su Conta-dor, 44” su Pellizotti, 52” su Nobali. Klo-den è a 1’12”, Simoni a 1’46”, Leiphaimera 1’47”: numeri che dicono che da ieri DiLuca ne esce rinforzato, al pari di Riccò eContador. «Sto bene e strada facendo pos-so solo migliorare – fa sapere Riccò -. Setemo più Di Luca o Contador? Io non temoe non sottovaluto nessuno. Posso solo assi-curarvi una cosa: se sto bene, vi farò diver-tire. Credetemi, il Giro non è ancora inco-minciato, ma qualcuno l’ha già perso enon lo sa nemmeno».

Prime salite, i big si muovono.Subito appare chiaro come lamaglia rosa sia una questionetutta interna allo squadroneRai, che pullula di fuoriclasse.DinosAuro Bulbarelli parte dalontano, rivelando che «Garateha tenuto una mezza gambaper lasalita finale».In attesa che lui si tenga unmezzoneuroneperletelecrona-che, esce al contrattacco An-drea Fusco, gran ciambellanodel «Processo». Reso uno stra-nissimo omaggio all'Acqua eSapone, sponsor che peraltrononèalGiro,dabravocondutto-re lancia un monito: «Ricordo atutticheGigiSgarbozzaèstatoun signor corridore. Dunque,massimorispettoperGigiSgar-bozza».Adeguandosi all'ordine di scu-deria, Marino Bartoletti rivolgeuna toccante domanda a Mar-zio Bruseghin, allevatore di asi-ni:«MaipensatodichiamareGi-giunodei tuoisomari?».È il suomassimorispettoperGigiSgar-bozza.Tappaemaglia.

[CG]

LA NOSTRA MAGLIA ROSA

Un Montepulcianoda difenderedal petrolchimico

Nelcuoredell’Abruzzounarivoltapopolarecontro ilpresidentedellaRegioneDelTurcopersalvare ilvinobuonodall’assaltodeigas industriali

BOSISIO ESULTA IN CASA DEL COMPAGNO DI LUCA SELLA BUCA E CHIUDE 3º

PECORE ROSA Il pastore della Maiella ha salutatoil passaggio del Giro colorando il suo gregge

VISCONTI RESTA «ROSA» OGGI TRACCIATO MISTO, CON UNO STRAPPETTO FINALE

CARTOLINE DAL PIER di Pier Augusto Stagi

UN GIRO CHE FA DORMIRE Uno spettatore sirilassa a 50 km dall’arrivo in attesa dei corridori

Di Luca e Riccò fanno le proveIn salita risponde solo Contador

L’ultimo vincitore delGiro: «Volevo mettermialla prova e ho capito

da chi dovrò guardarmi»

Bartolettitappa e primatograzie agli asini