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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA Corso di Laurea Specialistica in Antropologia Culturale ed Etnologia CORPI IRREGOLARI. Percorsi migratori tra esperienza di malattia e politiche sanitarie Tesi di laurea in  Antropologia sociale dei saperi medici Relatore Presentata da Chiar.mo Prof. Ivo Quaranta Francesca Cacciatore Correlatore Chiar.mo Prof. Luca Jourdan Sessione prima    Anno accademico   2008 - 2009

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

Corso di Laurea Specialistica in Antropologia Culturale ed Etnologia

CORPI IRREGOLARI.Percorsi migratori tra esperienza di malattia e politiche 

sanitarie

Tesi di laurea in  Antropologia sociale dei saperi medici

Relatore Presentata daChiar.mo Prof. Ivo Quaranta Francesca Cacciatore 

CorrelatoreChiar.mo Prof. Luca Jourdan

Sessione prima   Anno accademico

  2008 ­ 2009

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INDICE

Introduzione p. 1

CAPITOLO 1

Aspetti storici e normativi delle migrazioni

1.1 L'immigrazione come processo storico globale p. 11

1.2 I confini del migrante p. 22

1.3 Lo status giuridico del migrante: la regolamentazione

internazionale dell ' immigrazione tra cittadinanza e diritti

umani p. 29

1.4 Storia e dati dei processi migratori in Italia: migrazioni a

confronto p. 38

1.5 La legislazione italiana sull ' immigrazione: la priorità della

sicurezza p. 45

CAPITOLO 2

Aspetti economici ed occupazionali dell'immigrazione

2.1 Lavoratori di un'economia capitalistica globale p. 58

2.2 Immigrazione e domanda di lavoro in Italia p. 65

2.3 Immigrati informali: il reclutamento nel lavoro nero p. 72

2.4 Lavori al femminile p. 77

CAPITOLO 3

Salute e migrazione

3.1 Il disagio del migrante: la riconfigurazione di un'esistenza p. 84

3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione

dell 'esperienza migratoria p. 94

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3.3 Il ruolo sociale della biomedicina: il controllo dei corpi p.103

3.4 L'uso sociale della biomedicina: la richiesta di cura dei

migranti p.113

3.5 Una storia clinica p.122

CAPITOLO 4

Diritto alla salute e assistenza sanitaria

4.1 Lo stato di diritto alla salute p.135

4.2 L'accessibilità della sanità pubblica p.149

4.3 Curare i migranti: tra culturalismo e paternalismo p.159

4.4 La salute desocializzata p.164

4.5 Le politiche sanitarie a Bologna p.172

CAPITOLO 5

Sokos come caso di studio

5.1 Custodire la salute: principi e azioni dell 'associazione p.179

5.2 Il rapporto medico-paziente: malattia e cura dei pazienti in

Sokos p.187

5.3 La funzione dell 'accoglienza in Sokos p.199

5.4 L'uso e il valore simbolico del “tesserino STP” p.206

5.5 Sokos come spazio politico p.209

Conclusioni p.217

Bibliografia p.224

Appendice in allegato

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INTRODUZIONE

Il dibattito attuale sulla presenza crescente della popolazione immigrata

in Italia si focalizza soprattutto su tematiche riguardanti la sicurezza, la

clandestinità e la criminalità, orientate tutte ad indagare le ripercussioni

negative che l ' immigrazione ha sulla nostra popolazione, senza

problematizzare, dall 'altro lato, cosa invece le politiche, le economie e le

società di accoglienza producono sui migranti stessi. Questo perché tutte

quelle condizioni di disagio, precarietà e sofferenza che in molti casi li

caratterizzano, sembra siano inscritte nella condizione di migrante in quanto

tale, in quanto sovvertitore di un ordine prestabilito di cui si ostina ad

alterare le regole. Anche l ' irregolarità diviene la conseguenza di un illecito,

la sofferenza che comporta rappresenta la responsabilità di un malsano

progetto, la malattia che incombe è invece la riprova della loro inadeguatezza

sociale.

Il tema della salute dei migranti si pone allora come argomento scomodo,

illegittimo, che trova una difficile giustificazione sociale se non ricorrendo

alla benevolenza del senso umanitario o al bisogno di sicurezza dal pericolo

epidemico.

E' negli interstizi tra la l ' intolleranza e la solidarietà, tra politiche di

sicurezza e politiche d'accoglienza, tra l ' insorgere della malattia e la

necessità della cura, che l 'antropologia cerca di sollevare un'osservazione

critica sul corpo sofferente del migrante, sradicandolo da una mera

connotazione biologica per inserirlo nei processi di costruzione

socioculturale, come prodotto agito e agente all ' interno delle dinamiche

politico-economiche.

La malattia non è mai una semplice questione di ordine biomedico, ma

essa si configura come una delle tante esplicitazioni della sofferenza sociale,

intesa come frattura tra esperienza soggettiva e ordine sociale (Kleinman,

Das, Lock, 1997), dove anche le modalità di gestirla ed esplicitarla risultano

essere socialmente informate (Quaranta, 2006b).

E questo è quanto emerso in modo imponente nella mia esperienza al

Sokos (associazione di volontariato per l 'assistenza medica di base agli

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2

emarginati ed immigranti), dove la malattia dei singoli pazienti si presentava

puntualmente intessuta all ' interno di trame sociali, politiche ed economiche

più ampie e complesse. Allora il mio lavoro di ricerca ha tentato di ricostruire

le relazioni tra percorsi migratori irregolari e le manifestazioni della

sofferenza nei corpi, all ' interno della cornice sociale d'accoglienza (italiana e

bolognese) le cui politiche creano e strutturano nuove forme d'esistenza.

Gli approcci teorici di riferimento sono quelli tesi ad indagare come le

produzioni sociali si inscrivano nel corpo plasmandolo e definendolo nei suoi

stati . Questo processo definito come “incorporazione” (Csordas,2003)

permette di leggere sui corpi le narrazioni sociali. Essi divengono i simboli

incarnati delle forme culturali di determinati contesti locali, ma sono anche

terreno di pratiche sociali, in cui l ' individuo emerge come attore e costruttore

di quelle stesse pratiche che lo informano (Lock, Scheper-Hughes, 2006). Per

questo è rilevante anche volgere lo sguardo a come il corpo entri all ' interno

delle dinamiche di potere e a come ne venga a subire l ' ingerenza. Questo

aspetto è stato particolarmente indagato in quelle forme di sofferenza e di

disagio dove ineguaglianza, povertà, differenze di genere, migrazione,

divengono condizioni di esposizione a rischi e patologie (Farmer, 2006).

Partendo da questi presupposti la prima parte della ricerca si è articolata

intorno all 'attività di accoglienza all ' interno di Sokos, dapprima come

osservatrice ed in seguito nelle vesti di operatrice, ed anche alla possibilità di

realizzare interviste ai pazienti e al personale medico. In questo modo ho

potuto analizzare l 'esperienza di malattia dei migranti, le loro

rappresentazioni in merito con un'attenzione anche alla loro collocazione

sociale, al contesto di accoglienza, al rapporto con la sanità pubblica. Il

personale medico e di segreteria, invece, mi ha offerto la controparte per

focalizzare lo sguardo anche sulle dinamiche medico-paziente e

l 'articolazione degli spazi e delle negoziazioni riguardanti la presa in carico

della salute.

Tuttavia proprio dalle narrazioni raccolte si è evinta la stretta

connessione tra condizione di salute e contesto socio-politico, dove continui

erano i rimandi che dalla malattia spostavano l 'attenzione alla condizione di

migrante irregolare, alla subordinazione lavorativa ed economica e a

dinamiche di esclusione sociale. Così, attraverso il loro malessere, i pazienti

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portavano i segni sul corpo di processi sociali ampi legati alle proprie origini,

alla transizione nel nuovo Paese e alle politiche che hanno disegnato la loro

presenza sul territorio. In questo senso si può parlare dei sintomi come di un

“commentario che emerge dal corpo e dalla sofferenza” (Quaranta, 2006b, p.

18).

Lo spazio della ricerca si è allora necessariamente orientato all 'analisi

delle maglie intricate del fenomeno migratorio in senso ampio, cercando di

risalire alle determinazioni storiche e alle configurazioni attuali di questo

processo, ridisegnando una cornice politica ed economica all ' interno della

quale le migrazioni si realizzano. Così se da un lato emerge la “natura”

profondamente politica ed economica dei processi migratori, essi presentano

una particolare problematicità all ' interno dello statuto ontologico dello Stato

moderno, mettendone in crisi i principi di fondazione. Ed è proprio all ' interno

di questa configurazione politica che il corpo emerge ad oggetto privilegiato

del potere, cosicché anche il migrante vedrà la propria collocazione sociale

nell 'accezione di corpo da lavoro, funzionale alla logica capitalistica del

massimo profitto (Sayad, 2002) o di corpo malato di cui preservare l 'esistenza

biologica (Fassin, 1996).

E' il concetto foucaultiano di biopolitica, inteso come specifica forma di

potere che si esercita su una popolazione biologizzata, che ci permette di

indagare come il corpo entri nei processi politici nel momento stesso in cui

l 'uomo nella sua totalità viene depoliticizzato (Agamben, 1995). L'esistenza

biologica diviene il terreno su cui le forze sociali vengono a giocarsi, e dove

il corpo rappresenta la base di rivendicazione di diritti universali. Il migrante

viene così inserito all ' interno della società secondo stati esistenziali ben

precisi, che trovano il minimo comun denominatore nella negazione di una

rilevanza politica e sociale. Egli può essere socializzato solo attraverso il suo

corpo.

L'analisi della legislazione internazionale ed italiana sull ' immigrazione

porta a rilevare come esse ricalchino pienamente questo approccio, attraverso

politiche volte a limitare strenuamente l 'accesso alla “Fortezza Europa” se

non legato a particolari settori lavorativi o a motivi sanitari, mentre un

processo molto più selettivo è riservato ai ricongiungimenti e alle richieste

d'asilo, cioè a quelle forme espressive della socialità umana. Tali disposizioni

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politiche, di fatto, non vedono una effettiva diminuzione degli ingressi, i

quali avvengono anche in modo illegale, quando i percorsi regolari appaiano

inaccessibili . E' qui che la politica incontra l 'economia, dove le logiche di

profitto capitalistico trovano nei migranti irregolari un ottimo reclutamento di

manodopera a basso costo, funzionale ad un incremento dei guadagni. Così la

storia ripete in altre forme quegli assetti di sfruttamento che riescono ad

imporsi proprio grazie alle contraddizioni che non permettono il

riconoscimento dei diritti umani.

Se dal Secondo dopoguerra, le atrocità dei totalitarismi e gli effetti

perversi di un'economia di mercato incontrollata, hanno portato

all 'elargizione di diritti per un uomo universale, questi, (oltre ad avere una

connotazione che va riconosciuta come etnocentrica), garantirebbero tuttavia

una minore esposizione alle violenze, disuguaglianze, sfruttamento, povertà,

ma proprio il radicamento alle necessità della sicurezza statale e delle logiche

di un'economia capitalistica globale, fanno si che nuove e più subdole

politiche di esclusione si radichino “naturalmente” all ' interno del tessuto

sociale, anche dietro quelle che vengono definite politiche umanitarie (Fassin,

1996).

In questo senso allora è importante andare ad indagare anche quelle

politiche dell 'accoglienza e della salute che, riconoscendo diritti strettamente

legati alla dimensione biologica dei migranti, di fatto operano una

riconfigurazione della loro esistenza e della loro presenza sul territorio.

Seguendo l 'analisi di Fassin (1996) il concetto di salute e la relativa presa in

carico della sanità pubblica sono uno spazio di pratiche sia culturali che

politiche in cui forze diverse entrano in campo nella definizione della realtà.

La socializzazione della salute come terreno di interesse pubblico, tuttavia,

non è scevro di dinamiche di potere in cui in modo sotteso vengono a

riproporsi dinamiche di esclusione e di disuguaglianza attraverso un accesso

differenziale ai servizi. Il diritto alla cura e all 'assistenza sono infatti legati

ad uno status giuridico, politicamente imposto, e attraverso un tipo di

intervento, quello biomedico, che copre le responsabilità sociali della

sofferenza. La biomedicina, infatti , nell 'era della politica dei corpi diviene

una tecnologia del potere attraverso cui controllare e governare la

popolazione facendo buon gioco alle logiche di un'economia capitalistica,

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andando a curare e a sanare ciò che essa e le politiche statali producono

(Foucault, 2005).

E' all ' interno di questo panorama che vanno lette allora l 'esperienza di

migrazione e le politiche di assistenza sanitaria rivolte ai migranti, dove sono

i loro corpi a narrare della storicità politica e sociale in cui sono immersi. Il

Sokos con la sua attività di assistenza sanitaria ai migranti non sfugge ad un

ruolo politico, in quanto anch'esso con le sue pratiche contribuisce alla

costruzione di prodotti sociali. Tuttavia è all ' interno delle imposizioni della

biopolitica che forme inedite di esistenza vengono a porsi come contropotere

(Comaroff, 2006) e nel caso specifico l 'uso e la fruizione di Sokos da parte

dei migranti diventano emblematici.

Ciò che quindi in questo studio si è cercato di mettere in risalto è una

trattazione della migrazione partendo dall 'analisi delle esperienze dei corpi

malati, come terreno di inscrizione, ma anche di produzione culturale

all ' interno di processi storici, politici ed economici, e del loro inserimento

sociale attraverso le politiche sanitarie e di accoglienza. In questo senso si è

cercato da un lato di evidenziare in particolar modo la relazione tra percorsi

migratori irregolari e malattia, e di come quest 'ultima emerga come critica

incarnata (Lock, Scheper Hughes, 2006) di un assetto sociale che di fatto ha

istituito uno stato d'esistenza basato sull ' irregolarità. Dall 'altro come il diritto

alla salute, all ' interno delle politiche e delle economie occidental i, segni

nuovi modi di abitare la società e plasmi nuove forme culturali di

rappresentazione del corpo e di rappresentazione della sofferenza all ' interno

delle quali i migranti cercano di collocare la propria socialità.

STRUTTURA DEL LAVORO

Il lavoro si articola in cinque capitoli in cui vengono a dipanarsi i

diversi aspetti del fenomeno migratorio: storico-politico, economico,

sanitario, all ' interno dei quali emerge un'attenzione particolare alle

produzioni sociali del migrante e alla centralità che il suo corpo assume

all ' interno della società di accoglienza, come forza lavoro o come corpo da

salvare.

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Il primo capitolo si articola allora in un'analisi storico-antropologica del

fenomeno migratorio attuale, indagando le spinte e le determinazioni sociali,

politiche ed economiche che configurano le attuali traiettorie migratorie che

si infrangono sui confini nazionali. Così si dedica, in seguito, una parte alla

relazione tra la forma politica statale e all 'emergere della contrapposizione

cittadino/straniero nella forma del migrante irregolare, per poi focalizzarsi

sull 'esperienza migratoria dell 'Italia con il passaggio da Paese d'emigrazione

a Paese d'immigrazione all ' interno di un contesto internazionale già

caratterizzato da questo fenomeno. Così un rapido excursus sulle legislazioni

vigenti in materia d'immigrazione, sia a livello internazionale che nazionale,

permette di comprendere qual è la programmazione politica e che tipo di

ordine sociale si realizza.

Il secondo capitolo inserisce il fenomeno migratorio all ' interno delle

logiche economiche del capitalismo globalizzato, in cui emerge come le

particolari esigenze di profitto legittimino forme di reclutamento lavorativo

che ricalcano le orme di vecchie forme di assoggettamento, all ' interno delle

quali prevale la popolazione immigrata. Così l 'analisi della domanda e

dell 'offerta all ' interno di determinati settori del mercato del lavoro,

soprattutto informale, evidenzia la particolare segmentazione del mercato

stesso, con nicchie lavorative dedicate alle fasce più marginali della società,

il cui caso emblematico è il lavoro di cura per donne straniere.

Il terzo capitolo espone le difficoltà inerenti al processo migratorio, alla

luce di quanto emerso nei capitoli precedenti, evidenziando la stretta

connessione tra stati di sofferenza e collocazione sociale irregolare nel Paese

di accoglienza. L'attenzione viene rivolta alla malattia come particolare forma

di sofferenza all ' interno dei vissuti dei migranti, in relazione anche al ruolo e

all 'approccio che la biomedicina assume nella trattazione di particolari stati

sintomatici, per poi soffermarsi anche sull 'uso sociale della biomedicina sia

come strumento di controllo dei corpi, che come strumento di rivendicazione

dei diritti da parte dei migranti.

A questo segue, nel quarto capitolo, la trattazione delle politiche

assistenziali sanitarie, partendo da un'analisi della legislazione in merito al

diritto di salute, per poi sondare come esso realmente si applichi all ' interno

della politiche nazionali e locali tra spinte alla promozione dei diritti e la

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effettiva accessibilità ai servizi in base alle rappresentazioni istituzionali

della malattia, dei migranti e del loro diritto alla salute.

Nell 'ultimo capitolo si dedicherà l 'attenzione all 'esperienza di campo in

Sokos, definendone le prerogative sociali, le finalità e l 'organizzazione,

cercando di indagare le dinamiche di presa in carico della salute dei migranti.

Così ampio rilievo verrà dato anche al dispiegarsi dei processi relazionali tra

pazienti e operatori, sia medici che di “segreteria”, analizzando questi spazi

interattivi come spazi discorsivi atti a porre in essere la definizione della

realtà. Infine l 'analisi di Sokos come spazio politico permetterà di

comprendere il ruolo sociale di questa associazione e la produzione sociale

della sua attività.

In chiusura, nelle conclusioni, si cercherà di tessere un filo conduttore

che permetta di legare le diverse dimensioni dei percorsi migratori irregolari

per come esse emergono nell’esperienza della malattia e all ' interno delle

politiche sanitarie, con particolare riferimento al Sokos come caso di studio

privilegiato.

NOTA METODOLOGICA

La ricerca sul campo è stata svolta all ' interno dell 'associazione Sokos

che si occupa, attraverso un'attività di volontariato convenzionato con la ASL

di Bologna, di assistenza sanitaria di base per emarginati e immigrati per lo

più irregolari.

La mia attività di ricerca si è protratta per circa un anno all ' interno

dell 'associazione, ma con ruoli e funzioni diverse. Infatti potrei suddividere

la mia esperienza in due fasi: la prima legata ad un'attività di tirocinio

curriculare, della durata di circa tre mesi, la seconda come socia, all ' interno

dell 'attività di accoglienza e di progettazione sul territorio.

Il mio ingresso è stato legato ad un progetto volto alla raccolta di

materiale diretto sull 'esperienza di migrazione e di malattia, attraverso le

interviste ai pazienti che si presentavano nell 'ambulatorio per visite mediche.

La selezione dei migranti da intervistare si svolgeva durante il primo

contatto con l 'accoglienza, prima della visita medica, insieme agli operatori e

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su indicazione del personale medico. Essa si è basata principalmente su una

sufficiente padronanza della lingua italiana o inglese (data la mancanza di

mediatori o interpreti e la mia inabilità nelle altre lingue) e sulla disponibilità

alla narrazione della propria storia da parte dei pazienti.

I pazienti intervistati sono 20, di provenienza diversa, anche se la

rappresentanza maggiore è costituita da migranti provenienti dall 'Est Europa,

soprattutto donne, vista la loro maggiore affluenza in ambulatorio. Le

interviste si sono svolte in un ambiente interno alla struttura di Sokos, ma

separato dall 'attività ambulatoriale, in modo da rendere più confidenziale e

intima la conversazione. Le interviste, infatti , se ideate come semi-

strutturate, si sono poi articolate maggiormente sotto forma di “chiacchierata”

informale in cui le domande sono state adattate ad ogni singolo caso, vista la

varietà delle storie presentate.

L'intervista è stata presentata ai pazienti come una conversazione sulla

loro vita in Italia e sui loro problemi di salute ai fini di una ricerca di tesi

universitaria sui processi migratori, e la maggior parte di loro ha accettato di

buon grado. Anche se è probabile che non tutti abbiano compreso il mio ruolo

all ' interno di Sokos, l 'essere considerata parte dell 'associazione ha permesso

di instaurare fin dall ' inizio un certo clima di fiducia, tanto che mi hanno tutti

autorizzato a registrare le interviste e disinvoltamente detto il loro nome.

Solo in due casi ho ottenuto un rifiuto: due ragazzi i quali hanno addotto

come motivazione l 'estrema complessità del loro vissuto e l ' impossibilità di

raccontarla.

Questa parte della ricerca si è concentrata quindi sulla narrazione

dell 'esperienza migratoria: le motivazioni che hanno spinto a migrare e le

condizioni di vita in Italia; le osservazioni sull 'Italia e sulla legislazione

attuale. Si è passati poi all 'esperienza di malattia, cercando di indagare: i

modelli esplicativi alla base del loro malessere (Kleinman, 2006); le varie

rappresentazioni date dai medici al paziente sul malessere stesso; le

connessioni con il contesto sociale; il rapporto con il sistema sanitario in

Italia.

La seconda parte della ricerca si è articolata all ' interno di Sokos con un

ruolo differente, quello di operatrice impegnata nell 'accoglienza e nelle

attività organizzative sul territorio. In questa fase sono potuta entrare nel

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vivo delle dinamiche interne a Sokos, sia per quanto riguarda il rapporto con i

pazienti che quello con gli altri operatori (sia medici che non), riscontrando

in questi ultimi forte complicità e sostegno alla mia attività di ricerca. Mi

hanno fornito importanti chiavi di lettura su questa attività e mi hanno

regalato le narrazioni delle loro esperienze di impegno alla promozione di una

salute universale. Mi è stato concesso, inoltre, ampio raggio d'azione

attraverso cui ho potuto approfondire i vari aspetti di un'attività così

complessa come questa.

L'assidua frequentazione mi ha portato ad affrontare casi di concreta

sofferenza e a scoprire quelle ampie connessioni tra i diversi livelli del

sociale. Così, grazie anche ai contatti di Sokos, ho potuto approfondire la mia

ricerca sul versante istituzionale attraverso interviste a personalità politiche

locali e ai responsabili della ASL di Bologna, in modo da avere un quadro più

completo delle interconnessioni che alimentano la trattazione di fenomeni

come quello dell 'assistenza sanitaria e dell ' immigrazione.

A livello metodologico è importante collocarsi all ' interno di quella

posizione riflessiva dell 'antropologia che porta ad evidenziare come ogni

etnografia sia una finzione (Clifford, Marcus, 1997) , intesa cioè prodotto fatto

di costruzioni che nascono dal campo e dalle relazioni con i propri

interlocutori, in cui l 'antropologo si trova in quella che Piasere (2002)

definisce come curvatura dell 'esperienza, cioè un riposizionamento

dell 'esperienza all ' interno del rapporto con l 'altro in un ambiente nuovo e in

una tensione conoscitiva. Ma l 'etnografia è anche il risultato di un bagaglio

storicamente, politicamente e teoricamente informato, in base alla quale ogni

osservazione della realtà è sia un'interpretazione di quest 'ultima, ma anche un

processo performativo di costruzione culturale (Quaranta, 2006b).

Così questo studio si orienta all ' interno di uno spazio specifico di

osservazione che è già teoricamente informato e politicamente posizionato.

Esso si è presentato ai miei occhi come campo sconosciuto e inesplorato, ma

sicuramente, esserne parte attiva e coinvolta, ha portato ad un'interpretazione

della realtà che ha una particolare connotazione sociale e politica.

Tuttavia ciò non delegittima il tentativo, che è proprio della pratica

antropologica, di collocarsi come critica sociale volta a ripensare e a minare

la datità dei processi sociali. Così un'analisi esaustiva dovrà indagare oltre

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che i processi di costruzione simbolica, soprattutto come questi si collochino

e vengano veicolate politicamente e cosa producano socialmente.

Nel caso specifico si è cercato di porsi in ascolto delle diverse forze in

campo nella definizione dello stato di malattia dei migranti irregolari e della

loro cura, indagando come queste vengano a collocarsi politicamente e quali

risultati sociali pongano in essere. Così si sono messi in crisi quegli assunti

egemonici, quasi naturalizzati, che vedono la relazione tra immigrazione e

malattia come l ' infausto prodotto di un'azione eversiva dell 'ordine sociale e

statale che ricade sulla popolazione d'accoglienza, così come le politiche

della salute, lungi dall 'essere mera espressione della garanzia di diritti

universali, nascondono in sé produzioni sociali dall 'esito inaspettato.

Ecco che allora l ' incontro tra l 'antropologia e i suoi interlocutori, può

essere funzionale ad un ripensamento dell 'ordine sociale, ad una sua messa in

crisi, facendo emergere come sia nell 'arbitrarietà di un'azione umana,

socialmente e culturalmente definita all ' interno di giochi economici e politici,

che viene a prodursi quella piaga umana che è la sofferenza sociale.

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CAPITOLO 1

ASPETTI STORICI E NORMATIVI DELLE

MIGRAZIONI

1.1 L'immigrazione come processo storico globale

T r a t t a r e i p r o c e s s i m i g r a t o r i , a n c h e s e i n r i f e r i m e n t o a c o n t e s t i

l o c a l i e s u t e m a t i c h e s p e c i f i c h e c o m e l a s a l u t e , n o n p u ò e s o n e r a r e d a l

c o l l o c a r e l e m i g r a z i o n i a l l ' i n t e r n o d i u n q u a d r o g e o p o l i t i c o c o m p l e s s o .

I l v i s s u t o m i g r a t o r i o , s i a d a p a r t e d e l l o s t r a n i e r o c h e d e l c o n t e s t o

o sp i t an t e , a f fonda l e p rop r i e r ad i c i i n una s e r i e d i connes s ion i po l i t i co -

e c o n o m i c h e c h e s p e s s o s o n o s o t t e s e e n o n p a l e s i , e c h e c o i n v o l g o n o

d i v e r s i a s p e t t i c o m e l a s t o r i a d e l l e r e l a z i o n i i n t e r n a z i o n a l i , d e l l a

g e s t i o n e d e l l e r i s o r s e e d e i c o n f l i t t i i n g e n e r e . E ' i m p o r t a n t e , a t a l

p r o p o s i t o , a d o t t a r e a n c h e u n a p r o s p e t t i v a d i t i p o s t o r i c o , c h e c o l l o c h i

q u e s t o f e n o m e n o a l l ' i n t e r n o d i p r o c e s s i s o c i a l i a m p i e d i r e t i c a u s a l i

m u l t i f a t t o r i a l i . I n q u e s t o s e n s o l a d e f i n i z i o n e d e l l ' I t a l i a c o m e P a e s e

d ' i m m i g r a z i o n e a s s u m e l a c o n n o t a z i o n e n o n d i e v e n t o , m a d i

consequenz i a l i t à s t o r i c a .

I nnanz i t u t t o va r i con f igu ra to i l f enomeno mig ra to r i o : e s so non

r i g u a r d a l a c o n t e m p o r a n e i t à o l a m o d e r n i t à , m a s i i n s c r i v e n e l l a s t o r i a

d e l l ' u o m o : e s o d i , s p o s t a m e n t i , c o n q u i s t e , p o p o l a m e n t i e s p o p o l a m e n t i

n e l l e d i v e r s e a r e e d e l l a t e r r a s o n o n o t i . I n o l t r e s a r e b b e e r r a t o p e n s a r e

c h e i f e n o m e n i m i g r a t o r i r i g u a r d i n o s p r o p o s i t a t a m e n t e l ' O c c i d e n t e : d a t i

s u l l e c o r r e n t i m i g r a t o r i e d e l s e c o l o s c o r s o e v i d e n z i a n o s p o s t a m e n t i

d a l l a R u s s i a a l l ' A s i a , d a l l ' E u r o p a M e r i d i o n a l e a l N o r d A f r i c a e

a l l ' i n t e r n o d e l c o n t i n e n t e a s i a t i c o , c o n c a r a t t e r i s t i c h e t r a l ' a l t r o m o l t o

s im i l i a l l e m ig raz ion i a t l an t i co -occ iden t a l i (Gozz in i , 2005 ) .

R i m a n g o n o a n c o r a c o s p i c u i g l i s p o s t a m e n t i c o n t i n e n t a l i e

n a z i o n a l i , m a s o p r a t t u t t o t r a i P a e s i d e f i n i t i “ i n v i a d i s v i l u p p o ” , i n

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q u a n t o i l t r e n d d e i f l u s s i n o n i n t e r e s s a l e a r e e p i ù p o v e r e e d e m a r g i n a t e

d e l m o n d o , m a q u e l l e c h e s o n o i n v i a d i c r e s c i t a e c o n o m i c a e i n s e r i t e

a l l ' i n t e r n o d e i n e t w o r k i n t e r n a z i o n a l i ( G o z z i n i , 2 0 0 5 ) . C i ò c h e

c a r a t t e r i z z a l a n o s t r a e p o c a e l a n o s t r a c o l l o c a z i o n e g e o g r a f i c a è ,

d u n q u e , s o l o u n a l l a r g a m e n t o d e l l e o p p o r t u n i t à d i s c a m b io e d i

con t a t t o , non i pe r co r s i m ig ra to r i i n quan to t a l i .

P e r q u a n t o c o n c e r n e l e m i g r a z i o n i c o n t e m p o r a n e e , l i m i t a t a m e n t e

a l l ' E u r o p a , s i p u ò c o n s t a t a r e c o m e q u e s t e s i a n o s t a t e d e t e r m i n a t e

gene ra lmen te da cause economiche , pe r s ecu to r i e o d i gue r r a e s i s i ano

a r t i c o l a t e s i a a l l ' i n t e r n o d e l c o n t i n e n t e c h e a l l ' e s t e r n o . F a c e n d o u n

r a p i d o e x c u r s u s s t o r i c o ( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) : i m o v i m e n t i h a n n o

r i g u a r d a t o , c o n l o s v i l u p p o i n d u s t r i a l e d e l l a f i n e d e l X I X s e c o l o ,

s o p r a t t u t t o i l c o n t i n e n t e a m e r i c a n o i n p i e n a e s p a n s i o n e ec o n o m i c a , e a

s e g u i r e l e n a z i o n i e u r o p e e c o m e l a F r a n c i a , l a G e r m a n i a e l a S v i z z e r a .

C o s ì a n c h e i l s e c o n d o d o p o g u e r r a , n e l l a f a s e d e l l a r i c o s t r u z i o n e , h a

a t t i r a t o m i g r a n t i p e r l o p i ù n e l l ' E u r o p a s e t t e n t r i o n a l e , c h e d o v e v a

r i n a s c e r e d a l l e m a c e r i e d e l c o n f l i t t o b e l l i c o e c h e n e c e s s i t a v a , d i

c o n s e g u e n z a , d i m a n o d o p e r a a b a s s o c o s t o . L a p r o v e n i e n z a d e l l a f o r z a

l a v o r o q u e s t a v o l t a , p e r ò , e r a a n c h e e s o p r a t t u t t o d a l l e e x c o l o n i e

a f r i c a n e , l e q u a l i c o n t i n u a v a n o i p r o p r i r a p p o r t i c o n l e e x p o t e n z e

domina t r i c i .

L a r e g o l a m e n t a z i o n e l e g i s l a t i v a i n q u e s t i a n n i r i s u l t a p i u t t o s t o

b l a n d a , r e n d e n d o a b b a s t a n z a f a c i l i g l i a c c e s s i f i n o a g l i a n n i ' 7 0 .

S u c c e s s i v a m e n t e l a c r i s i p e t r o l i f e r a h a d e t e r m i n a t o u n a r e c e s s i o n e c h e

po r tò i Pae s i d i immig raz ione ad un p rog re s s ivo i na sp r imen to de l l e

p o s s i b i l i t à d i e n t r a t a p e r i l a v o r a t o r i s t r a n i e r i , c o m e m o d a l i t à d i

s a l v a g u a r d i a d e l m e r c a t o d e l l a v o r o i n t e r n o .

N e g l i u l t i m i a n n i , i n p a r t i c o l a r m o d o d a l 1 9 8 9 , o v v e r o d a l c r o l l o

d e l M u r o d i B e r l i n o , l a g e o p o l i t i c a e u r o p e a h a v i s t o d e l l e

r i c o n f i g u r a z i o n i a c c o m p a g n a t e d a m u t a m e n t i a n c h e s o c i a l i e d

e c o n o m i c i , c o s ì c i t t a d i n i d e l l ' E s t e u r o p e o h a n n o c e r c a t o d i f a r s i s p a z i o

i n q u e l l a p a r t e d ' E u r o p a a l u n g o p r o i b i t a p e r o v v i a r e a i p r o b l e m i

e c o n o m i c i l e g a t i a l l a t r a n s i z i o n e p o s t - c o m u n i s t a ; l ' E u r o p a m e d i t e r r a n e a

d a a r e a d i e m i g r a z i o n e è d i v e n t a t a p o l o d i a t t r a z i o n e m i g r a t o r i o ,

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s o p r a t t u t t o p e r i P a e s i d ' o l t r e m a r e . A d o g g i , p e r ò , c o n l a d e f i n i z i o n e

d e g l i a c c o r d i d i S c h e n g e n l ' E u r o p a a p r e n u o v i s c e n a r i : a u m e n t o d e i

l avo ra to r i eu rope i che l i be r amen te po t r anno va r ca r e i con f in i deg l i

S t a t i m e m b r i e b l o c c o s e m p r e p i ù f e r r e o d e l l e f r o n t i e r e e u r o p e e p e r g l i

i ng r e s s i de i non appa r t enen t i a l l 'Un ione .

A q u e s t o v e l o c e r e s o c o n t o è p e r ò n e c e s s a r i o a c c o m p a g n a r e

u n ' a n a l i s i p i ù a p p r o f o n d i t a , m i r a t a a r i n t r a c c i a r e d e t e r m i na z i o n i

s t r u t t u r a l i , a m e t t e r e i n e v i d e n z a l e c a p a c i t à d ' a z i o n e d e i s o g g e t t i

i n t e r e s s a t i e l a c o s t r u z i o n e d i r e t i e r e l a z i o n i t r a n s n a z i o n a l i c h e

f a v o r i s c o n o e c o n f i g u r a n o i p r o c e s s i m i g r a t o r i . E ' p o i a l t r e s ì i m p o r t a n t e

d i f f e r e n z i a r e i d i v e r s i c o n t e s t i d i e m i g r a z i o n e o d i p r o v e n i e n z a n e l l e

l o r o c o n n o t a z i o n i s p e c i f i c h e . S i è s c e l t o , p e r t a n t o , d i s o f f e r m a r s i i n

p a r t i c o l a r m o d o s u l l e m i g r a z i o n i d a l c o n t i n e n t e a f r i c a n o e d a l l ' E u r o p a

d e l l ' E s t , o v v e r o s u l l e p r o v e n i e n z e c h e m a g g i o r m e n t e i n t e r e s s a n o

l ' E u r o p a c e n t r o - m e r i d i o n a l e , e q u i n d i l ' I t a l i a , c o m e a r e a d i r i f e r i m e n t o

de l l a r i c e r ca .

I n g e n e r a l e d i v e r s i a p p r o c c i t e o r i c i d i t i p o p o l i t i c o - e c o n o m i c o

m e t t o n o i n e v i d e n z a l ' i n c i d e n z a d e l l e d i s u g u a g l i a n z e e c o n o m i c h e t r a

N o r d e S u d d e l m o n d o c o m e d e t e r m i n a n t e d e i f e n o m e n i m i g r a t o r i .

R i g u a r d o a l c o n t e s t o a f r i c a n o s i p a r l a d i s o l i t o d i e x c o l o n i e c h e h a n n o

s u b i t o u n a s o r t a d i o c c i d e n t a l i z z a z i o n e e d i m o d e r n i z z a z i o n e i n e f f i c a c e ,

c h e o g g i a u s p i c a n o d i p a r t e c i p a r e a l b e n e s s e r e d e l l ' O c c i d e n t e c e r c a n d o

d i r agg iunge re g l i s t i l i d i v i t a occ iden t a l i . Sono Paes i che hanno

v i s s u t o l ' i n g e r e n z a c o l o n i a l e e p o s t - c o l o n i a l e , l ' e s p r o p r i a z i o n e d e l l e

p r o p r i e r i c c h e z z e , l a r i c o l l o c a z i o n e d e l l e p r o p r i e t e r r e , i n i z i a l m e n t e

s o t t o i m a n d a t i c o l o n i a l i e s u c c e s s i v a m e n t e s o t t o i l n o m e d i u n

p r o g r e s s o m a i a r r i v a t o .

L ' i n t e r v e n t o d e l l e g r a n d i p o t e n z e m o n d i a l i i n q u e s t i t e r r i t o r i h a

s i c u r a m e n t e s c a r d i n a t o u n e q u i l i b r i o s o c i a l e e p o l i t i c o c h e , a d i s t a n z a

d i s e c o l i , n o n r i e s c e a r i s t a b i l i r s i . A n c h e q u a n d o s i è r e a l i z z a t o

p r o g r e s s i v a m e n t e i l p r o c e s s o d i d e c o l o n i z z a z i o n e , i p o p o l i h a n n o

t r o v a t o d e l l e r i c o l l o c a z i o n i p o l i t i c h e e d e c o n o m i c h e c h e h a n n o s t e n t a t o

a d e c o l l a r e . I l p a s s a t o c o l o n i a l e s e m b r a e s s e r e u n f a r d e l l o i l c u i p e s o è

p r e s s a n t e m a d i c u i , s o p r a t t u t t o o g g i , s e m b r a n o n c i s i a l a v o l o n t à d i

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l i b e r a r s e n e . C ' è u n i n t e r e s s e a l m a n t e n i m e n t o d e l l o s ta tu s quo ,

a t t r a v e r s o c u i l ' O c c i d e n t e s i p u r i f i c a d a i s u o i s e n s i d i c o l p a c o n g l i

a i u t i u m a n i t a r i e r i g e n e r a n d o l a s u a i n f l u e n z a p o l i t i c a , m e n t r e i v e r t i c i

d e g l i S t a t i d e b i t o r i g e s t i s c o n o i n m o d o “ c r e a t i v o ” e o p p o r t u n i s t i c o g l i

i n t r o i t i d e s t i n a t i a l l ' a m m i n i s t r a z i o n e d e l p r o p r i o P a e s e ( D u f f i e l d ,

2004 ) .

P r o g r a m m i d i a g g i u s t a m e n t o s t r u t t u r a l e p e r g l i S t a t i a f r i c a n i d a

p a r t e d e l F o n d o M o n e t a r i o I n t e r n a z i o n a l e , l ' e s p o r t a z i o n e i n q u e s t i

l u o g h i d i m u l t i n a z i o n a l i , l o s r a d i c a m e n t o d e l l e e c o n o m i e t r a d i z i o n a l i ,

h a n n o g e n e r a t o u n ' i n v o l u z i o n e i n t e r m i n i d i b e n e s s e r e s o c i a l e ,

a l i m e n t a n d o s o l o g l i i n t e r e s s i d e i v e r t i c i p o l i t i c i d e g l i S t a t i c o i n v o l t i

( M e z z a d r a , 2 0 0 4 ) . E ' q u i c h e s i c o l l o c a i l p r o g e t t o m i g r a t o r i o d i m o l t e

f a m i g l i e , l e q u a l i v e d o n o n e l l a f u g a i n E u r o p a u n a p o s s i b i l i t à d i

r i s c a t t o . I l t u t t o è f a c i l i t a t o o g g i d a l l e t e c n o l o g i e a s u p p o r t o d e i

p r o c e s s i d i g l o b a l i z z a z i o n e : è p i ù f a c i l e a v e r e p e r c e z i o n e d e l m o n d o ,

i n e b r i a r s i d e l l e s u e b e l l e z z e , è f a c i l e a n c h e r a g g i u n g e r l o , m a è d i f f i c i l e

f a r n e p a r t e .

N e g l i a n n i s u c c e s s i v i a l s e c o n d o c o n f l i t t o m o n d i a l e , c o m e

a c c e n n a t o s o p r a , l a m i g r a z i o n e d a l l e e x c o l o n i e v e r s o g l i e x s t a t i

d o m i n a n t i è s t a t a a m p i a m e n t e i n c e n t i v a t a a t t r a v e r s o u n a n u o v a f o r m a d i

r e c l u t a m e n t o d i m a n o d o p e r a a b a s s o c o s t o : f o r z a l a v o r o i m m i g r a t a .

S e c o n d o a l c u n i a p p r o c c i ( P i o r e , c i t a t o i n A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) l a s p i n t a

m i g r a t o r i a d e r i v e r e b b e d a l l a d o m a n d a d i l a v o r o p o v e r o n e i s i s t e m i

e c o n o m i c i s v i l u p p a t i a t t u a l i , i q u a l i , b a s a t i s u l l a f l e s s i b i l i t à , s u l l a

m o b i l i t à e s u l l e c o n t i n u e f l u t t u a z i o n i , n e c e s s i t e r e b b e r o d i u n a

c o m p o n e n t e a l l ' i n t e r n o d i c e r t i s e t t o r i ( l a v o r i s t a g i o n a l i , n o n

s i n d a c a l i z z a t i , a s c a r s a r e m u n e r a z i o n e ) s u c u i r i v e r s a r e

q u e s t ' i n c e r t e z z a . A t a l p r o p o s i t o S a y a d ( 2 0 0 8 ) e v o c a l ' i m m a g i n e d e l l a

c i t t à c h e s i n u t r e d e l l a c a m p a g n a , r a v v i s a n d o n e l l e m i g r a z i o n i d e l X X

s e c o l o u n m i n i m o c o m u n d e n o m i n a t o r e : f u g a d a l l a v i t a r u r a l e a l l a v i t a

u r b a n a , c h e s t a p r e n d e n d o l e s e m b i a n z e d e l l a d i c o t o m i a c e n t r o / p e r i f e r i a

d e l l e c i t t à , i n q u a n t o u n a g e n e r a l e u r b a n i z z a z i o n e i n t e r e s s a a n c h e l e

a r e e e c o n o m i c a m e n t e p i ù c r i t i c h e . Q u e s t e d i v e n g o n o z o n e d i e s c l u s i o n e

e d i m a r g i n a l i z z a z i o n e , m a a n c h e d i p o t e n z i a l e r i s o r s a , d a c u i a t t i n g e r e

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q u a n t o p i ù f a c c i a c o m o d o a l l e a t t i v i t à c i t t a d i n e .

I n b a s e a l l a t e o r i a d e l push and pu l l g l i s p o s t a m e n t i m i g r a t o r i

s e g u o n o l a l o g i c a d e i f a t t o r i d i a t t r a z i o n e e d i s p i n t a e , s e a c a v a l l o t r a

O t t o c e n t o e N o v e c e n t o a v r e b b e r o p r e v a l s o i f a t t o r i d i a t t r a z i o n e , o g g i ,

i n u n a c o n g i u n t u r a e c o n o m i c a p o c o f a v o r e v o l e , s a r e b b e r o i f a t t o r i d i

s p i n t a a d e s s e r e d e t e r m i n a n t i ( S a y a d , 2 0 0 8 ) . I n f a t t i n o n d i m e n t i c h i a m o

c h e m o l t i d e i P a e s i d ' e m i g r a z i o n e s o n o a n c h e f o c o l a i d i c o n f l i t t i e

g u e r r e c h e , s o p r a t t u t t o n e g l i u l t i m i a n n i , s e m b r a n o e s s e r s i i n a s p r i t i

p r o p r i o i n c o n c o m i t a n z a c o n u n p r o g r e s s i v o i m p o v e r i m e n t o d e l l e a r e e

de l mondo p iù c r i t i che .

S p e s s o s o n o d e f i n i t e l o t t e “ e t n i c h e ” ( s i p e n s i a l c o n i o

d e l l ' e s p r e s s i o n e “ p u l i z i a e t n i c a ” p e r l a g u e r r a d e i B a l c a n i ) , c i o è

d e t e r m i n a t e d a a n t i c h e a p p a r t e n e n z e c h e p e r i o d i c a m e n t e s i r i a c c e n d o n o

i n c o n f l i t t i c r u e n t i . T u t t a v i a d i e t r o l a c o m p o n e n t e e t n i c a s i n a s c o n d o n o

a s s e t t i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i m o l t o p i ù c o m p l e s s i .

D u f f i e l d ( 2 0 0 4 ) d e n o m i n a t a l i c o n f l i t t i c o m e pos tmodern i ,

e v i d e n z i a n d o l a p o r t a t a g l o b a l e d e l f e n o m e n o , s t r e t t a m e n t e c o n n e s s o

c o n l a g l o b a l i z z a z i o n e d e l l ' e c o n o m i a e c o n l ' a l l en t a m e n t o d e l l e a u t o r i t à

s t a t a l i c h e h a n n o f a v o r i t o l ' e m e r g e r e d i n u o v i a s s e t t i p o l i t i c i e d

economic i .

G l i e f f e t t i d e i p r o c e s s i d i g l o b a l i z z a z i o n e ( p e r q u a n t o p o i n o n s i

v o g l i a n o i n t e n d e r e c o m e p r o c e s s i d i o m o g e n e i z z a z i o n e ) h a n n o g e n e r a t o

u n a r a d i c a l i z z a z i o n e d e i p r o c e s s i e c o n o m i c i g i à i n a t t o , i n c e n t i v a n d o

n u o v i d i s p o s i t i v i d i g e s t i o n e d e l l ' e c o n o m i a e d e i r a p p o r t i i n t e r n a z i o n a l i

p e r q u e l l e a r e e d a l l ' e c o n o m i a g i à d e b o l e . E l a g u e r r a è d i v e n t a t a u n a d i

q u e s t e m o d a l i t à s t r a t e g i c h e p e r e n t r a r e n e i c i r c u i t i e c o no m i c i g l o b a l i ,

i n q u a n t o n o n c o s t i t u i s c e s o l o i l f r u t t o d i c r i s i s t a t a l i , m a r a p p r e s e n t a

a n c h e l a p o s s i b i l i t à d i u n a d i s p o n i b i l i t à d i r e t i e c o n o m i c h e i n f o r m a l i

c h e v e n g o n o s f r u t t a t e d a i “ s i g n o r i d e l l a g u e r r a ” o d a i v e r t i c i p o l i t i c i , d i

m o d o c h e i l d i s o r d i n e p o l i t i c o c o s t i t u i s c a u n n u o v o o r d i n e e c o n o m i c o .

( C h a b a l , D a l o z , 1 9 9 9 ) . S o n o l e e c o n o m i e p a r a l l e l e d e t e r m i n a t e d a

a s s e t t i i n t e r n i i n s t a b i l i a d a l i m e n t a r e n o n l o S t a t o , m a g l i u o m i n i a l

c o m a n d o d e l l o S t a t o , a t t r a v e r s o i l d i r o t t a m e n t o d e i f i n a n z i a m e n t i e

d e g l i a i u t i e s t e r i . C o s ì q u e l l e c h e v e n g o n o c o n s i d e r a t e emergenze

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p o l i t i c h e c o m p l e s s e v a n n o r i d e f i n i t e c o m e c o m p l e s s i p o l i t i c i e m e r g e n t i ,

n o n t e m p o r a n e i , i n q u a n t o p r o c e s s i d i a d a t t a m e n t o d i q u e s t i P a e s i a l l a

g loba l i z zaz ione pos t -gue r r a f r edda (Duf f i e l d , 2004 ) .

T u t t a v i a q u e s t o f e n o m e n o i n t e r e s s a a n c h e l e a r e e e s c l u s e d a l

c o n f l i t t o , i n c u i l a g e s t i o n e d e l l e r i s o r s e a v v i e n e a t t r a v e r s o l o g i c h e

c l i e n t e l a r i p e r l ' a c c a p a r r a m e n t o d i r i s o r s e s c a r s e c h e c r e a n o f o r t i

d i suguag l i anze i n t e rne . A t a l p ropos i t o è i n t e r e s san t e l a t e s t imon ianza

d i r e t t a d i I . , r a g a z z o d i 2 6 a n n i , p r o v e n i e n t e d a l S e n e g a l , c h e d a l 2 0 0 4

è i n I t a l i a n e l t e n t a t i v o d i m i g l i o r a r e l a s u a v i t a e q u e l l a d i u n ' i n t e r a

f a m i g l i a c h e p e s a s u l l e s u e s p a l l e . E g l i m i o f f r e l o s p a c c a t o d i u n a

s o c i e t à i n c u i è d i f f i c i l e v i v e r e a n c h e s e , c o m e l u i , s i h a u n l a v o r o

r i s p e t t a b i l e , p r o p r i o p e r l a m a n c a n z a d i u n s i s t e m a m i n i m o d i w e l f a r e e

p e r u n a g e s t i o n e p o l i t i c a b a s a t a s o l o s u i n t e r e s s i p e r s o n a l i s t i c i . I n f a t t i ,

p a r l ando de l l ' a s s i s t enza s an i t a r i a i n Senega l , m i r a ccon t a :

I . : Tu sai che in Senegal, in Africa, ci sono persone che ha la testa vuota,

perché a questo qua è il governo che deve pensare, però governo pensa

alla sua famiglia, ai suoi figli, poi quando loro stanno bene tutti e i beni

del Paese sono per loro, poi pensano agli altri e prendono il microfono e

parlano sulle persone e parlano sempre le bugie. E noi così dove stiamo

andando? E' duro lì , però quando sei fortunato che ci hai i soldi, hai un

amico che non ci ha, tu puoi aiutarlo, capito? Però è duro, molto duro,

perché questa assistenza che tu dici, non è mai esistita in Senegal, mai,

mai, mai [vedi appendice: intervista 12].

I n q u e s t o s e n s o o l t r e c h e a m i g r a z i o n i e c o n o m i c h e , d o b b i a m o

r i f e r i r c i a q u e l l e c h e A m b r o s i n i ( 2 0 0 5 ) d e f i n i s c e migraz ion i f o r za t e ,

c i o è g e n e r a t e d a u n a s s e t t o p o l i t i c o e s o c i a l e c h e l a s c i a l ' e m i g r a z i o n e

come u l t ima s ce l t a pe r m ig l i o r i cond i z ion i d i v i t a .

I n u n s i m i l e c o n t e s t o , t u t t a v i a , p o s s i a m o a s s i s t e r e a n c h e a d u n a

s t r u m e n t a l i z z a z i o n e p o l i t i c a d e l l a m i g r a z i o n e n e l l a r e l a z i o n e t r a S t a t i .

G l i a p p r o c c i s i s t e m i c i a l l e m i g r a z i o n i , m e t t o n o , i n f a t t i , i n e v i d e n z a l a

c o m p l e s s i t à e l a r e s p o n s a b i l i t à d e l l e p o l i t i c h e i n t e r n a z i o n a l i n e l l a

g e s t i o n e d e i f l u s s i m i g r a t o r i .

E m b l e m a t i c a a t a l p r o p o s i t o è l a g e s t i o n e d e l l ' i m m i g r a z i o n e t r a

I t a l i a e L i b i a . E n t r a m b i i P a e s i h a n n o i n f a t t i g i o c a t o i p r o p r i i n t e r e s s i

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e c o n o m i c i s u i c o r p i i n e s o d o v e r s o l ' E u r o p a . L a L i b i a h a i n f a t t i

o c u l a t a m e n t e s f r u t t a t o l ' a f f l u e n z a s u l p r o p r i o t e r r i t o r i o d i m i g r a n t i

p roven i en t i dag l i a l t r i Pae s i de l l 'A f r i c a subsaha r i ana pe r r agg iunge re

l ' E u r o p a , p e r r e n d e r e p i ù i n c i s i v e l e p r o p r i e r i c h i e s t e a l l ' I t a l i a . E '

l ' a l i m e n t a z i o n e d i q u e l l e p o l i t i c h e d i e s t r o v e r s i o n e ( B a y a r t , 2 0 0 0 ) c h e

m a n t e n g o n o d a u n a p a r t e l a d i p e n d e n z a e c o n o m i c a d e l P a e s e a f r i c a n o ,

m a a n c h e u n a c o n t i n u a a l i m e n t a z i o n e e c o n o m i c a , m e n t r e i n c a m b i o

g a r a n t i s c e a l p a r t n e r e u r o p e o l a p r o p r i a i n f l u e n z a p o l i t i c a , c o l l o c a z i o n i

e conomiche s t r a t eg i che , nonché l a r i duz ione d i f l u s s i d i s t r an i e r i .

Q u e s t a i n t e r p r e t a z i o n e d e l l e r e l a z i o n i t r a m o n d o o c c i d e n t a l e e d

A f r i c a , m a c h e r i g u a r d a s i m i l m e n t e a l c u n i P a e s i d e l M e d i o O r i e n t e ,

p o r t a a d u n a r i c o n f i g u r a z i o n e a n c h e d e l p a s s a t o c o l o n i a l e e d e l l a

g e s t i o n e d e l l a G u e r r a F r e d d a , i n c u i v a r i v a l u t a t a l 'a g e n c y d e g l i S t a t i d i

c o n q u i s t a n e l l a d e t e r m i n a z i o n e e n e l l a c o l l a b o r a z i o n e a d a s s e t t i d i

s f r u t t a m e n t o f a v o r e v o l i a l m a n t e n i m e n t o d i d e t e r m i n a t i a s s e t t i p o l i t i c i

e d e c o n o m i c i . E ' d a s o t t o l i n e a r e , i n f a t t i , c o m e l e c a p a c i t à d i

n e g o z i a z i o n e n o n a b b i a n o a v u t o r i c a d u t e p o s i t i v e s u l l a p o p o l a z i o n e , m a

s u i l e a d e r s p o l i t i c i c h e f a c i l i t a r o n o i r a p p o r t i c o n l e p o t e n z e

o c c i d e n t a l i p e r o t t e n e r e s u p p o r t o p o l i t i c o e m i l i t a r e i n c a m b i o d i

a c c e s s i p r i v i l e g i a t i a l l e r i s o r s e e a l l ' i n s t a u r a z i o n e d i f a l s e d e m o c r a z i e .

C o m p r e n d e r e g l i e s i t i d e l l e r e l a z i o n i i n t e r n a z i o n a l i è f o n d a m e n t a l e

a n c h e a l l a l u c e d e i p i ù r e c e n t i f l u s s i p r o v e n i e n t i d a l l ' E s t E u r o p a , l e g a t i

a l l e d i f f i c o l t à d i r i s t r u t t u r a z i o n e e c o n o m i c a p o s t - c o m u n i s t a . L a G u e r r a

F r e d d a , i n f a t t i , h a c r e a t o p e r d e c e n n i u n a f r a t t u r a m o n d i a l e c h e h a

s i c u r a m e n t e d i s i n c e n t i v a t o e c o n g e l a t o m o l t i d e i p o t e n z i a l i s p o s t a m e n t i

a l l ' i n t e r n o e f u o r i d a l l ' E u r o p a . M e n t r e l a c a d u t a d e l M u r o d i B e r l i n o h a

r a p p r e s e n t a t o u n o s p a r t i a c q u e n e l l a s t o r i a g e o p o l i t i c a m o n d i a l e , u n a

v e r a e p r o p r i a r i v o l u z i o n e c h e , s e c o n d o D a h r e n d o r f ( 2 0 0 5 ) , h a a v u t o

e s i t i e p o c a l i : h a r a p p r e s e n t a t o l ' e s p a n s i o n e d e l l a l i b e r t à e l a v i t t o r i a

d e l l a d e m o c r a z i a e d e l c a p i t a l i s m o s u l t i r a n n o c o m u n i s t a , l a

s o v v e r s i o n e d e l l e s t r u t t u r e m o n o p o l i s t i c h e d i r e g i m e i n f a v o r e d e l l e

o p z i o n i d e l l i b e r o m e r c a t o e d e l l a m o b i l i t à . L e p r o s p e t t i v e i n i z i a l i s o n o

s t a t e l e p i ù r o s e e , m a l a r i c o n f i g u r a z i o n e e c o n o m i c a h a p e r p e t u a t o u n a

c r i s i g i à i n a t t o . L a g e s t i o n e p o l i t i c a d i q u e s t i P a e s i h a d o v u t o

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s c o n t r a r s i c o n l a m a n c a n z a d i q u e l c o l l a n t e c h e u n a s s e t t o s t a t a l e

t o t a l i t a r i o e p i a n i f i c a t o g a r a n t i v a . S i è a v u t o c o s ì u n o s v u o t a m e n t o

d e l l e c a r i c h e a m m i n i s t r a t i v e e b u r o c r a t i c h e , s e n z a p o t e r c o n t a r e s u

q u e l l a o m o g e n e i z z a z i o n e c h e l ' a u t o r i t à c o m u n i s t a g a r a n t i v a , s e p p u r n e l

l e n t o d e c l i n o d e g l i u l t i m i a n n i .

L a d e m o c r a z i a e i l s i s t e m a e c o n o m i c o c a p i t a l i s t i c o a p r o n o s c e n a r i

c o n f u s i o n a r i , s e n z a l e g i t t i m a z i o n e , s e n z a a n c o r a g g i , g e n e r a n d o u n

d i s o r i e n t a m e n t o g e n e r a l e e p e s a n t i r i p e r c u s s i o n i e c o n o m i c h e . L a l i b e r t à

d i s c e l t a s i t r a s f o r m a i n a n o m i a c h e D a h r e n d o r f ( 2 0 0 5 ) a t t r i b u i s c e a l l a

m a n c a n z a d i l ega tu re , c i o è q u e i l e g a m i s o c i a l i c h e l e g i t t i m a n o i l p o t e r e

e c h e d a n n o u n s e n s o a l l a v i t a s o c i a l e . L o s t o r i c o r i p o r t a u n a f r a s e

e m b l e m a t i c a d e l l o s t a t o e s i s t e n z i a l e d i q u e s t i n u o v i c i t t a d i n i e u r o p e i :

“ P r i m a n o n e r a p e r m e s s o n u l l a e t u t t o e r a i m p o r t a n t e ; o r a t u t t o è

pe rmesso e nu l l a è p iù impor t an t e” (Dah rendo r f , 2005 ; p . 32 ) .

L i . , u n a s i g n o r a d i 6 1 a n n i d a l l a M o l d a v i a , m i r a c c o n t a d e i

c a m b i a m e n t i a v u t i s i i n s e g u i t o a l l ' i n d i p e n d e n z a d e l s u o P a e s e e a l l a

c a d u t a d e l c o m u n i s m o s o v i e t i c o . L a s u a v i t a è s t a t a s t r a v o l t a d a l l e

d i f f i c o l t à p o l i t i c h e d i u n a t r a n s i z i o n e e c o n o m i c a s f o c i a t a n e l l a

c o r r u z i o n e . C o s ì d o p o l a m o r t e d i s u o m a r i t o e l a n a s c i t a d e i s u o i

n ipo t i n i , L i . a 61 ann i ha r i cominc i a to da capo :

Li.: Quando c'era Unione c'era legge dura, ma non lo so.. .noi abbiamo

avuto lavoro, stipendio o soldi, i nostri bambini potevano andare alla

scuola. Dopo, quando è successo questo nel '92-'93, tutti questi Paesi ha

preso sua libertà. Prima c'era una bandiera sola, un solo dominio, poi nel

'92, dove io abito e lavoro, in Moldavia, c 'era un conflitto grande, come

guerra di due mesi, e dopo '92 mia pensione era 40 euro (. . .) .Perché mio

Paese e Ucraina poco si paga perché tutto è rubato, perché quando è

cominciato questa perestrojka, tutte le banche che avevano i soldi, ed io

avevo i miei soldi, non me li da. Noi non riceviamo stipendi per quale

lavoriamo sei-sette mesi. Tutti questi soldi ci hanno fatto loro miliardi e

miliardi. Noi siamo rimasti poveri, questo è il nostro motivo per cui

siamo qui [vedi appendice: intervista 19].

L a r i s p o s t a a d u n a c r i s i i n g e n t e , i n c u i i p r o p r i s f o r z i n o n g e n e r a n o

f r u t t i , è s t a t a q u e l l a d i c a v a l c a r e l e m a g g i o r i o p p o r t u n i t à o f f e r t e

d a l l ' e m i g r a z i o n e , t e n t a n d o l a s t r a d a v e r s o l ' E u r o p a o c c i d e n t a l e .

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19

D a g l i a n n i n o v a n t a n e l c u o r e d e l l ' E u r o p a h a n n o f a t t o b r e c c i a a n c h e

f l u s s i p r o v e n i e n t i d a l l ' A s i a : p a r l i a m o d i I n d i a , m a s o p r a t t u t t o d e l l a

C i n a . Q u i i l p r o g r e s s i v o a l l e n t a m e n t o d e l l a s t r e t t a c o m u n i s t a h a

g e n e r a t o s i u n a r a p i d a c r e s c i t a e c o n o m i c a , m a c o n u n a d i s t r i b u z i o n e

p r o f o n d a m e n t e i n i q u a e d u n a o p p r e s s i o n e p o l i t i c a a n c o r a p e s a n t e .

A u m e n t o d e m o g r a f i c o , c e n t r i u r b a n i s o v r a p p o p o l a t i , s c a r s e p o s s i b i l i t à

l a v o r a t i v e c o n s c a r s e r e m u n e r a z i o n i , s p e s s o v o l t e a d a r r i c c h i r e l e

e n t r a t e d e g l i i m p r e n d i t o r i s t r a n i e r i , h a n n o i n c e n t i v a t o l ' e m i g r a z i o n e ,

d i c e r t o f a v o r i t a a n c h e d a l l ' a p e r t u r a a i n e t w o r k i n t e r n a z i o n a l i ( C o r t i ,

2003 ) .

G l i S t a t i d i s t o r i c o i n t e r e s s e m i g r a t o r i o q u a l i l a F r a n c i a e l a

G e r m a n i a , a l l a l u c e d e l l a r e t r o c e s s i o n e e c o n o m i c a a p a r t i r e d a g l i a n n i

s e t t a n t a , h a n n o i n r e a l t à e l a b o r a t o u n a r e g o l a m e n t a z i o n e d e g l i i n g r e s s i

p i ù s e v e r a , v o l t a a p r o t e g g e r e i l a v o r a t o r i a u t o c t o n i . M a n o n o s t a n t e c i ò

i f l u s s i m ig ra to r i non s i sono i n t e r ro t t i .

E ' q u e s t a c o n s t a t a z i o n e c h e a p r e l e p o r t e a d u l t e r i o r i

i n t e r p r e t a z i o n i d e i p r o c e s s i c a u s a l i d e l l e m i g r a z i o n i : s e l e c o n n e s s i o n i

p o l i t i c h e e d e c o n o m i c h e , i c o s i d d e t t i a s p e t t i m a c r o d e g l i a s s e t t i s o c i a l i

g l o b a l i , r i e n t r a n o i n u n q u a d r o d i i n f l u e n z e s i c u r a m e n t e r i l e v a n t e , l e

p r ev i s i on i co s t ru i t e su l l e r e l a z ion i domanda -o f f e r t a e su i f a t t o r i d i

a t t r a z i o n e - s p i n t a , e c l i s s a n o l e d e t e r m i n a z i o n i i n d i v i d u a l i e r e l a z i o n a l i

d e i m i g r a n t i c h e s p i e g a n o , i n v e c e , a l c u n e c o n t r o t e n d e n z e . E ' l a

s o g g e t t i v i t à d e l m i g r a n t e , n o n s e m p r e e n o n s o l o v e s s a t a d a l g i o g o d e l l e

d i n a m i c h e s i s t e m i c h e , c h e d e v e e s s e r e c o i n v o l t a n e l l a n o s t r a

r i f l e s s i o n e . C ' è t u t t a u n a c r e a t i v i t à , u n a g e s t i o n e d e l l a s t r u t t u r a z io n e

s o c i a l e i n c u i s i è i m m e r s i , c h e p o r t a n o a l l a r e a l i z z a z i o n e d i r i s u l t a t i

i n a t t e s i . A l l a g e s t i o n e p o l i t i c a d e i m i g r a n t i c o m e c o r p i d a l a v o r o , p e r

q u e s t o n o n c o m p l e t a m e n t e l e g i t t i m a t i a d a c c e d e r e a t u t t e l e a l t r e s f e r e

d e l l a s o c i a l i t à , c ' è u n a r i c o s t r u z i o n e , u n a r i c o n f i g u r a z i o n e s o c i a l e d a

p a r t e d e i m i g r a n t i s t e s s i , v o l t a a s a n a r e u n p r o c e s s o d i a l i e n a z i o n e

i n e v i t a b i l e , e c h e p o r t a a t e o r i z z a r e u n 'au tonomia de l l e m igraz ion i

( M e z z a d r a , 2 0 0 4 ) c o m e i r r i d u c i b i l i t à d e i p r o c e s s i m i g r a t o r i a l l e

e s i g e n z e i m p o s t e d a l m e r c a t o d e l l a v o r o i n t e r n a z i o n a l e .

L e t e o r i e d e i ne twork h a n n o m e s s o i n f a t t i i n e v i d e n z a l ' i m p o r t a n z a

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d e l l e r e t i e d e l l e r e l a z i o n i t r a n s n a z i o n a l i c h e r i e s c o n o a c o s t r u i r s i e a

m a n t e n e r s i s i a n e l P a e s e d i a r r i v o c h e i n q u e l l o d i o r i g i n e . E ' q u e s t a l a

s f i d a a l l e r e g o l e d e l m e r c a t o d e l l a v o r o , p e r c u i i l m a n t e n i m e n t o d i u n

c e r t o f l u s s o m i g r a t o r i o , n o n o s t a n t e l a d i m i n u z i o n e d e l l e o p p o r t u n i t à

l a v o r a t i v e , t r o v a u n a s p i e g a z i o n e i n u n a r e t e c o n s o l i d a t a t r a i m i g r a n t i .

E ' i l c a p i t a l e s o c i a l e a d e s s e r e i n m o l t i c a s i i l f a t t o r e c h e d e t e r m i n a l e

s c e l t e d i d e s t i n a z i o n e . A t a l p r o p o s i t o A m b r o s i n i ( 2 0 0 5 ) p a r l a d i f l u s s i

a u t o a l i m e n t a t i , c i o è d i f l u s s i c h e s i a l i m e n t a n o a t t r a v e r s o i n s e d i a m e n t i

g i à s t a b i l i d i c o n n a z i o n a l i , s e n z a s e g u i r e l e v a r i a b i l i d e l m e r c a t o d e l

l a v o r o . L e m i g r a z i o n i s t e s s e i n q u e s t o s e n s o c a m b i a n o a n c h e

c o n n o t a z i o n e e c o m p o s i z i o n e n e l t e m p o . T e s t i m o n i a n z a n e è i l

p r o g r e s s i v o a u m e n t o d e g l i i n g r e s s i p e r r i c o n g i u n g i m e n t o f a m i l i a r e , d e l

r e c l u t a m e n t o e t n i c o i n d e t e r m i n a t i s e t t o r i l a v o r a t i v i , l a c r e s c e n t e

s t a b i l i z z a z i o n e d e i m i g r a n t i i n u n p r o g e t t o d i n o n r i t o r n o n e l P a e s e

d ' o r i g ine .

M e z z a d r a ( 2 0 0 4 ) , n e l t e n t a t i v o d i n o n d e g e n e r a r e i n u n a

c o n c e z i o n e e c c e s s i v a m e n t e p a s s i v a e s o t t o m e s s a d e i m i g r a n t i , r i p o r t a

d i v e r s i s t u d i c h e h a n n o i n t e r p r e t a t o i p r o g e t t i m i g r a t o r i c o m e a z i o n i d i

s o v v e r s i o n e s o c i a l e , p r o t e s t a c o n t r o l ' i n e g u a l e d i s t r i b u z i o n e d e l l e

r i s o r s e c o n s e g u e n t e a l l e e s p r o p r i a z i o n i d i r i s o r s e , r i v e n d i c a z i o n e

d e l l ' i n g e r e n z a c o l o n i a l e p a s s a t a . I l p r o g e t t o m i g r a t o r i o r a p p r e s e n t a c o s ì

l a v o l o n t à d i r i a p p r o p r i a r s i d e l l a l i b e r t à d i s c e l t a e “ i m i g r a n t i

r a p p r e s e n t a n o i n c e r t a m i s u r a u n p r o l e t a r i a t o g l o b a l e i n m o v i m e n t o ”

(Duve l l , 2004 , p . 27 ) .

I n q u e s t o q u a d r o a n a l i t i c o v a n n o s i c u r a m e n t e p r e s e i n

c o n s i d e r a z i o n e a n c h e l e n o r m a t i v e d e i P a e s i d ' a t t r a z i o n e , c h e s e n o n

p o s s o n o s p i e g a r e l ' o r i g i n e d e i f l u s s i m i g r a t o r i , s i c u r a m e n t e i m p a t t a n o

s u i p e r c o r s i d e i m i g r a n t i , d e f i n e n d o n e a n c h e i d i v e r s i s t a t u s . I n f a t t i

q u e l l a d e l m i g r a n t e i r r e g o l a r e o c l a n d e s t i n o è u n a c o s t r u z i o n e s o c i o -

p o l i t i c a c h e s i e s t r i n s e c a a t t r a v e r s o l e d i s p o s i z i o n i l e g i s l a t i v e

a l l ' a p e r t u r a o a l l a c h i u s u r a d e l l e f r o n t i e r e , c h e c o n n o t a p r o f o n d a m e n t e

l ' i t e r i n t e g r a t i v o d e l l a p e r s o n a n e l l a s o c i e t à d ' a p p r o d o . L ' i n n a l z a m e n t o

d e i c o n t r o l l i e d e i l i m i t i a l l ' a c c e s s o d a p a r t e d e i P a e s i e u r o p e i

s t o r i c amen te co invo l t i n e i p roce s s i m ig ra to r i , h a s i a po r t a to a f o rme d i

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a c c e s s o p a r a l l e l e , s p e s s o l e g a t e a l l a c r i m i n a l i t à e a l l o s f r u t t a m e n t o , s i a

a l d i r o t t a m e n t o d e l l a m e t a v e r s o n u o v i P a e s i d a l l a r e g o l a m e n t a z i o n e p i ù

f l e s s i b i l e . Q u e s t o è q u a n t o d i f a t t o è a c c a d u t o n e g l i u l t i m i d e c e n n i i n

I t a l i a , d o v e d o p o g l i a n n i s e t t a n t a s i è a v u t a u n a c r e s c i t a e s p o n e n z i a l e

d e l n u m e r o d e g l i i n g r e s s i a n c h e a c a u s a d i u n a s c a r s a r e g o l a m e n t a z i o n e

deg l i a cce s s i r i spe t t o , ad e semp io , a F r anc i a e Ge rman ia .

D a q u e s t a c o n s t a t a z i o n e , p e r ò , l a c o n s e q u e n z i a l i t à l o g i c a n o n p u ò

e s s e r e q u e l l a c h e u n a g e s t i o n e p i ù s e v e r a e a r t i c o l a t a d e i f l u s s i v a d a a

d i s i n c e n t i v a r e p e s a n t e m e n t e l a d e s i g n a z i o n e d i u n P a e s e c o m e m e t a

d ' e m i g r a z i o n e . C o m e v i s t o s o p r a , l e c a u s e c h e s p i n g o n o a d

i n t r a p r e n d e r e u n p e r c o r s o m i g r a t o r i o s o n o m o l t e p l i c i e p r o f o n d a m e n t e

c o n n e s s e : d a l l e d e t e r m i n a z i o n i s t r u t t u r a l i d i u n ' e c o n o m i a a s i m m e t r i c a

m o n d i a l e , a l l e v i c e n d e p o l i t i c h e i n t e r n e a d o g n i P a e s e , a l l e

n e g o z i a z i o n i i n t e r n e a l l e c o m u n i t à d i p r o v e n i e n z a , a l l a c r e a z i o n i d i r e t i

d i i n s e d i a m e n t o c h e f a v o r i s c o n o i n u o v i a r r i v i e l e p e r m a n e n z e . L a

r e g o l a z i o n e d e g l i S t a t i i n c i d o n o , i n v e c e , p e r l o p i ù s u l l a c o m p o s i z i o n e ,

s u l l a l e g i t t i m a z i o n e g i u r i d i c a , s u l l a d e n s i t à e d i s t r i b u z i o n e d e l l e

m ig raz ion i , che pe rò r i su l t ano e s se r e i na r r e s t ab i l i .

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1.2 I confini del migrante

L a f i g u r a d e l m i g r a n t e è s t r e t t a m e n t e l e g a t a a l l a c o s t r u z i o n e

s o c i a l e d e i c o n f i n i e a l l ' i s t i t u z i o n e d e l l o s t a t o n a z i o n a l e . S e , c o m e

a n a l i z z a t o s o p r a , l e m i g r a z i o n i h a n n o r a p p r e s e n t a t o u n con t i nuum

s t o r i c o , d ' a l t r a p a r t e , n e l l e d i v e r s e e p o c h e s t o r i c h e , d i f f e r e n t e è s t a t a l a

c o n c e t t u a l i z z a z i o n e e l a l e g i t t i m a z i o n e d i q u e s t o f e n o m e n o .

I l t e r r i t o r i o e i l c o n f i n e a s s u m o n o s o t t o q u e s t o a s p e t t o u n a v a l e n z a

p a r t i c o l a r e , d i d e f i n i z i o n e e c a t e g o r i z z a z i o n e u m a n a . S o n o q u e s t i a

d e t e r m i n a r e l o s t a t u s d i i m m i g r a t o , d i s t r a n i e r o , a s a n c i r e l a l e g i t t i m i t à

o m e n o a i d i r i t t i d i c i t t a d i n o . E ' p e r l a s a l v a g u a r d i a d e l l o S t a t o c h e

o g g i s i g r i d a a l p e r i c o l o i m m i g r a z i o n e , v a l o r e i n d i s c u s s o , n a t u r a l i z z a t o ,

a l l a l u c e d e l q u a l e l ' e s s e r e u m a n o a c q u i s i s c e v a l o r i d i v e r s i . T u t t a v i a ,

c o m e a f f e r m a W a l t e r s ( 2 0 0 4 , p . 5 7 ) , “ q u e l l o t r a i l c o n f i n e e l o S t a t o

n o n è u n a r e l a z i o n e n a t u r a l e e d e t e r n a , m a p o l i t i c a e s t o r i c a ” . I l

c o n f i n e n o n h a s e m p r e r a c c h i u s o i l t e r r i t o r i o n a z i o n a l e , m a è s t a t o

naz iona l i z za to con l a na sc i t a de i g r and i S t a t i eu rope i .

W a l t e r s r i p o r t a a t a l p r o p o s i t o s t u d i c h e m e t t o n o i n e v i d e n z a c o m e

p r i m a d e l l o S t a t o n a z i o n a l e c i f o s s e r o i n E u r o p a z o n e f r a n c h e , e r a n o

z o n e c u s c i n e t t o c h e d i v i d e v a n o t e r r i t o r i e p e r s o n e , m a d a l l o s t a t u t o

i n c e r t o . S i c h i a m a v a n o march , e d e r a n o f r o n t i e r e f l u i d e , d i c o n t a t t o e d i

i n t e r a z i o n e . I l c o n f i n e m o d e r n o , c o m e n o i l o i n t e n d i a m o , o v v e r o l i n e a

s t a b i l e e f i s s a d i d e m a r c a z i o n e p o l i t i c a n a s c e c o n l o S t a t o n a z i o n a l e e

“ c e r c ò d i r i m u o v e r e q u e s t e i r r e g o l a r i t à , i n u n c e r t o s e n s o c o l m a n d o i

v u o t i e s i g i l l a n d o l a n a z i o n e ” ( W a l t e r s 2 0 0 4 , p . 5 8 ) .

Q u e s t a d e f i n i z i o n e n e t t a d e l l a f r o n t i e r a h a c o r r i s p o s t o a d u n

p r o c e s s o d i o m o g e n e i z z a z i o n e p o l i t i c a i n t e r n a a t t r a v e r s o l a c o s t r u z i o n e

d i m i t i , v a l o r i , c r e d e n z e c o m u n i . L a n a t u r a l i z z a z i o n e d e l c o n f i n e

n a z i o n a l e f u c o r r o b o r a t o d a l l e a n a l i s i g e o l o g i c h e d e l t e r r i t o r i o ,

r i n t r a c c i a n d o n e l l e c o n f o r m a z i o n i o r o g r a f i c h e e i d r o g r a f i c h e s e g n i d i

d i v i s i o n e p o l i t i c a n a t u r a l i c h e l e g i t t i m a s s e r o l ' u n i t à i n t e r n a d e l l a

n a z i o n e . E m e r g e q u i n d i i n m o d o l a m p a n t e l a d e r i v a z i o n e p r o f o n d a m e n t e

s t o r i c a e s o c i a l e d e l l o S t a t o , d e i s u o i c o n f i n i e d e l l a l o r o p r e s u n t a

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na tu r a l ezza .

I l c o n f i n e s t a t a l e h a r a c c h i u s o i n s é t u t t o u n i n s i e m e e t e r o g e n e o d i

( i n t e r m i n i f o u c a u l t i a n i ) , p r a t i c h e d i s c o r s i v e1: l a s i c u r e z z a m i l i t a r e , l e

t e c n i c h e c a r t o g r a f i c h e , l e s c i e n z e d i p l o m a t i c h e , l e g a l i , g e o g r a f i c h e , c h e

h a n n o p o s t o i n e s s e r e l o S t a t o e c o n e s s o l o s t a t u t o d i c i t t a d i n o

(Wa l t e r s , 2004 ) .

E s s o h a f o n d a t o , i n o l t r e , l a p r o p r i a l o g i c a n a z i o n a l i s t a s u

u n ' i d e n t i t à c o n d i v i s a i n o p p o s i z i o n e a d u n n e m i c o . E nf a t i z z a n d o l e

c e s u r e e l e d i f f e r e n z e c o n l ' e s t e r n o s i è a l i m e n t a t a e c o s t r u i t a u n a

c o e s i o n e i n t e r n a . L o s t r a n i e r o m i n a q u e s t a u n i t à i n t e r n a , q u e s t a m i t i c a

o m o g e n e i t à s o c i a l e e d è s o s p e t t a t o d i t r a d i m e n t o , d i s o v v e r s i o n e ,

pe r ché non r ad i ca to a l l a soc i e t à d i a ccog l i enza , pe r i l s uo e s se r e i n un

l i m b o , m a i c o m p l e t a m e n t e p r e s e n t e n é a s s e n t e ( S a y a d , 2 0 0 8 ) . P e r i s u o i

f o n d a m e n t i o n t o l o g i c i “ p e n s a r e l ' i m m i g r a z i o n e ( o l ' e m i g r a z i o n e ) è

p e n s a r e l o S t a t o . E ' l o S t a t o c h e p e n s a s e s t e s s o , p e n s a n d o

l ' i m m i g r a z i o n e ( o l ' e m i g r a z i o n e ) ” ( S a y a d , 2 0 0 8 ; p . 9 2 ) .

C o n q u e s t o d i s c o r s o n o n s i v u o l e t e o r i z z a r e u n t e m p o i d i l l i a c o p r e -

s t a t a l e , i n c u i i c o n f i n i n o n p r e f i g u r a s s e r o u n a d i s t i n z i o n e e d u n a

d i f f e r e n z i a z i o n e i n t r a u m a n a , t u t t a v i a s o n o l ' e n f a s i e l e t e c n i c h e

a d o t t a t e a d a s s u m e r e u n a p a r t i c o l a r e c o n n o t a z i o n e , c o s ì p e r c o m e s i

s o n o e s t r i n s e c a t e c o n i l p i e n o d i s p i e g a m e n t o d e l l a “ r a g i o n d i s t a t o ”2 e

p e r l a c e n t r a l i t à c h e h a n n o a s s u n t o n e l l a g e s t i o n e e n e l l ' a r t i c o l a z i o n e

d e l l e p o l i t i c h e s u l l ' i m m i g r a z i o n e .

A f f e r m a W a l t e r s ( 2 0 0 4 ) c h e s t u d i s t o r i c i n o n s m e n t i s c o n o u n u s o

p o l i t i c o d e i c o n f i n i , c h e e r a n o v o l t i a s t a b i l i r e e n o r m a r e l ' e s e r c i z i o

d e l l a s o v r a n i t à s u u n d e t e r m i n a t o t e r r i t o r i o c o n l a r i s p e t t i v a

p o p o l a z i o n e e a c o n t r o l l a r e i m o v i m e n t i d e l l a p o p o l a z i o n e . T u t t a v i a è

l a s i s t e m a t i c i t à c o n c u i i c o n f i n i v e n g o n o p r e s e r v a t i e l ' a m p i o i m p i e g o

d i n u o v e r i s o r s e a c r e a r e u n p u n t o d i s v o l t a e a d e t e r m i n a r e l a

c o n c e t t u a l i z z a z i o n e a t t u a l e d e l m i g r a n t e . I l c o n f i n e n o n è p i ù p o l i t i c o ,

1 Il concetto di discorso foucaultiano si riferisce ad una specifica modalità di parlare della realtà, che in questo

modo viene posta in essere, sfrondando le alternative. Pertanto in esso racchiude il potere, come imposizione

della definizione di una realtà. 2 Intesa da Foucault come ratio di governo che trova nello Stato il suo principio e il suo obiettivo. Lo Stato qui

diviene il principio di intelligibilità della realtà.

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ma b iopo l i t i co ; i gove rna t i non sono p iù sudd i t i , ma popo l az ione .

P e r b i o p o l i t i c a s i i n t e n d e i l c o n t r o l l o p o l i t i c o s u g l i a s p e t t i

b i o l o g i c i d e l l a s p e c i e u m a n a , l a p o p o l a z i o n e è l a m o l t e p l i c i t à d i

i n d i v i d u i c o n t r o l l a t a e c o n c e t t u a l i z z a t a n e l l a l o r o d i m e n s i o n e d i m e r a

e s i s t e n z a m a t e r i a l e . L ' u o m o v i e n e a l e g a r s i a d u n a d i m e n s i o n e n a t u r a l e ,

v i e n e c o l l o c a t o i n u n a m b i e n t e , e i l c o m p i t o d e l g o v e r n a n t e s a r à q u e l l o

d i a g i r e s u q u e s t e v a r i a b i l i a t t r a v e r s o l e t e c n i c h e d e l p o t e r e ( F o u c a u l t ,

2005 ) .

F o u c a u l t i n d i v i d u a l a n a s c i t a d e l d i s cor so s u l l a p o p o l a z i o n e c o m e

f r u t t o d e l l a c r i s i i m p e r i a l e e d e l l a n a s c i t a d e l l o S t a t o . Q u e s t a n u o v a

“ m a n i e r a d i g o v e r n a r e o n u o v o t i p o d i g o v e r n a m e n t a l i t à ” ( F o u c a u l t ,

2 0 0 5 ; p . 1 8 3 ) p o n e i l s u o s c o p o n o n p i ù n e l r i n t r a c c i a r e i l b u o n g o v e r n o

d i u n s o v r a n o l e g i t t i m o , m a n e l l a f o c a l i z z a z i o n e s u l l ' e f f i c i e n z a i n t e r n a

a l l o S t a to pe r l a compe t i z i one con g l i a l t r i S t a t i .

I l p r i n c i p i o c a r d i n e d e l l o S t a t o d i v i e n e “ l a r a g i o n d i s t a t o ” , o v v e r o

l o S t a t o c h e l e g i t t i m a s e s t e s s o e c h e s i a u t o r i p r o d u c e ; i n q u e s t o s e n s o

i l s ape r e nece s sa r i o pe r man t ene re l e f o r ze de l l o S t a to d iv i ene l a

c o n o s c e n z a d e l l e s u e c o m p o n e n t i , t r a c u i a p p u n t o l a p o p o l a z i o n e , i

r a p p o r t i d e l l e s u e v a r i a b i l i n a t u r a l i e l a g e s t i o n e d i q u e s t e u l t i m e .

I l m e r c a n t i l i s m o d e t e r m i n a u n c o n c e t t o d i p o p o l a z i o n e l e g a t a a l l a

s f e r a p r o d u t t i v a : p o p o l a z i o n e - p r o d u t t i v i t à - c o m m e r c i o r a p p r e s e n t a n o i

f a t t o r i c h e , i n r e l a z i o n e r e c i p r o c a , d e t e r m i n a n o l a r i c c h e z z a e i l

m a n t e n i m e n t o d e l l a f o r z a d e l l o S t a t o .

D a l l a p r e p o n d e r a n z a d e i d i s c o r s i d e i p o l i t i c i d e l X V I e X V I I

s e c o l o , b a s a t i s u g l i a s s u n t i m e r c a n t i l i s t i c i , i n c u i l a p o p o l a z i o n e e r a

u n a r i s o r s a d e l l o S t a t o e l a p o l i z i a l o s t r u m e n t o d i c o n t r o l l o , c ' è i l

p a s s a g g i o a l l ' a p p r o c c i o d e g l i e c o n o m i s t i p e r i q u a l i l a p o p o l a z i o n e v a

g e s t i t a e a n a l i z z a t a n e l l e s u e c o m p o n e n t i , l a s c i a n d o c h e l a n a t u r a f a c c i a

i l s uo co r so . Non v i deve e s se r e r ep r e s s ione , né un ' a z ione

e c c e s s i v a m e n t e i n c i s i v a s u q u e s t i p r o c e s s i n a t u r a l i l e g a t i a l l a s o c i a l i t à

d e g l i u o m i n i , c h e c o e s i s t o n o e c o a b i t a n o s e c o n d o d e l l e p r o p r i e l e g g i .

Q u e s t e , q u i n d i , v a n n o i n d a g a t e e s t u d i a t e : e c c o c o m e a u s i l i o l a

m e d i c i n a s o c i a l e e l a d e m o g r a f i a .

N e l X V I I I s e c o l o s i a c q u i s i s c e u n a c o n c e z i o n e d e l l e f o r z e i n a t t o

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i n u n a s o c i e t à c o m e n a t u r a l i e n o n n o r m a t i v i z z a b i l i , s e n o n a s c a p i t o d i

e f f e t t i i n d e s i d e r a t i . E ' l a l o g i c a e c o n o m i c a c h e p r e n d e p i e d e c o n l a

r i v e n d i c a z i o n e d i u n a r a z i o n a l i t à s c i e n t i f i c a c h e g u i d i i l g o v e r n o . L a

g o v e r n a m e n t a l i t à è o r a c h i a m a t a a g a r a n t i r e l a s i c u r e z z a c h e i n o r m a l i

p e r c o r s i d e l l a n a t u r a s i a d e m p i a n o e v i t a n d o d e v i a z i o n i . D i q u i l a

g a r a n z i a d e l l a l i b e r t à , i n t e s a c o m e p o s s i b i l i t à d i m o v i m e n t o e d i

c i r c o l a z i o n e d e g l i u o m i n i e d e l l e c o s e , d i v i e n e u n p r i n c i p i o

i m p r e s c i n d i b i l e d i s o s t e g n o a l l o s t e s s o g o v e r n o , c h e s i a s s u m e i l

c o m p i t o d i d e l i n e a r n e i l l i m i t i e l e d i s p o s i z i o n i .

I d i s p o s i t i v i d i s i c u r e z z a t r o v a n o l a p r o p r i a f u n z i o n e e i l p r o p r i o

s e n s o , i n f a t t i , p r o p r i o i n q u e s t a g a r a n z i a d i l i b e r t à c h e v a p e r ò

c o l l o c a t a e n t r o u n c e r t o o r d i n e . L ' e c o n o m i a , l a g e s t i o n e d e l l a

p o p o l a z i o n e , i l d i r i t t o d e l l ' a p p a r a t o g i u d i z i a r i o , i l r i s p e t t o d e l l e l i b e r t à ,

un appa ra to po l i z i e s co , un appa ra to d ip loma t i co , un appa ra to mi l i t a r e :

e c c o c o m e s i e s t r i n s e c a q u e s t a g o v e r n a m e n t a l i t à d e l l o S t a t o . M a

l ' i n t e r v e n t o s t e s s o d e l l a p o l i z i a a s s u m e m i n o r v i g o r e , i n f a v o r e d e l

s e m p l i c e m a n t e n i m e n t o d e l l ' o r d i n e s o c i a l e ( F o u c a u l t , 2 0 0 5 ) .

L a p o p o l a z i o n e d i v i e n e o r a i l v e r o o g g e t t o d e l l a p o l i t i c a , c o n c e p i t a

c o m e i n s i e m e d i e l e m e n t i d e l l a “ s p e c i e u m a n a ” , “ v a r i a b i l e d i p e n d e n t e

d a u n c e r t o n u m e r o d i f a t t o r i , c h e n o n s o n o t u t t i n a t u r a l i , a n z i ( i l

s i s t e m a d e l l e i m p o s t e , l ' a n d a m e n t o d e l l a c i r c o l a z i o n e , l a r i p a r t i z i o n e

d e l p r o f i t t o s o n o f a t t o r i e s s e n z i a l i n e l l a d e t e r m i n a z i o n e d e l t a s s o d i

p o p o l a z i o n e ) . M a q u e s t a d i p e n d e n z a p u ò e s s e r e a n a l i z z a t a

r a z i o n a l m e n t e , i n m a n i e r a c h e l a p o p o l a z i o n e a p p a i a c o m e

“ n a t u r a l m e n t e ” d i p e n d e n t e d a f a t t o r i m o l t e p l i c i c h e p o s s o n o e s s e r e

mod i f i c a t i a r t i f i c i a lmen t e” (F oucau l t , 2005 ; p . 268 ) .

R i t o r n a n d o o r a a l t e m a d e l c o n f i n e , W a l t e r s ( 2 0 0 4 ) e v i d e n z i a c o m e

p r o p r i o i l c o n f i n e r i e n t r i a l l ' i n t e r n o d e i d i s p o s i t i v i d i s i c u r e z z a e d i

g o v e r n o d e l l a p o p o l a z i o n e . A n c h ' e s s o d i v i e n e b i o p o l i t i c o , a t t r a v e r s o

u n ' a t t e n z i o n e a l s u o c o n t r o l l o e a l l ' i d e a z i o n e d i d i s p o s i t i v i e d i

t e c n i c h e v o l t e a s a n c i r e l a l i c e i t à o m e n o a l s u o a t t r a v e r s a m e n t o :

p a s s a p o r t i , v i s t i , c a r t e d ' i d e n t i t à , u f f i c i d ' i m m i g r a z i o n e , c e r t i f i c a t i

s an i t a r i , au to r i t à med i che .

A i f i n i d e l l a r i c e r c a è p a r t i c o l a r m e n t e i n t e r e s s a n t e n o t a r e c o m e l a

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b i o m e d i c i n a s i a e n t r a t a n e i d i s p o s i t i v i d i s i c u r e z z a : l e g a t a s t r e t t a m e n t e

a l l e d i n a m i c h e d e l l a v i t a c o n c e p i t a c o m e e s i s t e n z a b i o l o g i c a , b e n s i

p r e s t a a c o r r o b o r a r e g l i s t r u m e n t i p e r i l c o n t r o l l o d i u n a p o p o l a z i o n e

i n t e s a s e c o n d o g l i s t e s s i t e r m i n i . A i c o n t r o l l i d o g a n a l i s i s o n o c o s ì

a g g i u n t i i r e q u i s i t i s a n i t a r i a l l ' i n g r e s s o , p r o p r i o p e r c h é l a b i o m e d i c i n a

f u n g e d a s u p p o r t o a l t r a t t a m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e c o m e c o r p i

s o t t o s t a n t i a f u n z i o n a m e n t i f i s i o b i o l o g i c i c h e p o s s o n o e s s e r e i n d a g a t i e

con t ro l l a t i .

W a l t e r s ( 2 0 0 4 ) c o l l o c a s t o r i c a m e n t e l a b i o p o l i t i c i z z a z i o n e d e i

c o n f i n i d a g l i a n n i o t t a n t a d e l l ' O t t o c e n t o n e g l i S t a t i U n i t i e i n P r u s s i a ,

d o v e m a g g i o r e e r a l ' a f f l u s s o d i i m m i g r a t i , m a è l a P r i m a G u e r r a

Mond ia l e a s anc i r e uno spa r t i a cque su l l e po l i t i che mig ra to r i e : s i cu r ezza

n a z i o n a l e , c r i s i e c o n o m i c a e m i g r a z i o n i d i m a s s a h a n n o s p i n t o a d u n a

r e g o l a z i o n e s i s t e m a t i c a . I l c o n f i n e s i a r t i c o l a c o m e s t r u m e n t o d e l l a

b i o p o l i t i c a i n u n m o m e n t o d i c r i s i i n c u i l a p o p o l a z i o n e d e v e e s s e r e

p r e s e r v a t a a t t r a v e r s o l ' a n a l i s i d e l l a s u a c o m p o s i z i o n e e l a s e l e z i o n e

d e l l e s u e p o t e n z i a l i c o m p o n e n t i p e r i l m a n t e n i m e n t o d e l l ' e q u i l i b r i o

d i n a m i c o d e l l o S t a t o .

I l X X s e c o l o s i a p r i r e b b e c o s ì a l l ' i n s e g n a d e l l a s o c i e t à d i c o n t r o l l o

e d e l l a s i c u r e z z a , c h e g a r a n t i s c e u n a l i b e r t à v i n c o l a t a a g l i i n t e r e s s i

d e l l a p o p o l a z i o n e . L a g e s t i o n e d e l l ' i m m i g r a z i o n e è q u i n d i g e n e r a t a

d a l l ' a t t u a z i o n e d e i d i s c o r s i d i e c o n o m i a p o l i t i c a a l l ' i n t e r n o d e l l o S t a t o ,

d a l l a c o n n o t a z i o n e p o l i t i c a d e l l a p o p o l a z i o n e , d a l d e l i n e a r s i d i

q u e s t ' u l t i m a c o m e p r o b l e m a l e c u i r i s o l u z i o n i s o n o n e l c o n t r o l l o d e l l e

s u e v a r i a b i l i . L a c r i s i e c o n o m i c a , r a p p r e s e n t a u n a t t a c c o i n s e n o a l l o

S t a t o c h e f o n d a i l s u o d i s c o r s o p r o p r i o s u l l ' e c o n o m i a e s u l l a s u a

r i c c h e z z a ; l a c h i a v e r i s o l u t i v a s i e s t r i n s e c a , q u i n d i , n e l l ' i n a s p r i m e n t o

de i d i spos i t i v i e de l l e t e cn i che d i s i cu r ezza .

T u t t a v i a c o m e r i c o n f i g u r a r e q u a n t o d e t t o a l l a l u c e d e g l i A c c o r d i d i

S c h e n g e n ? D a l l a r i d e f i n i z i o n e d e l l e s o v r a n i t à n a z i o n a l i i n t r a l c i a t e d a

i s t i t u z i o n i i n t e r n a z i o n a l i e d a q u e l l o c h e s e m b r a u n d i s p i e g a m e n t o d e l l a

l i be r t à d i mov imen to?

C o n S h e n g e n g l i S t a t i e u r o p e i a d e r e n t i h a n n o c o n s e n t i t o u n a l i b e r a

c i r c o l a z i o n e d e i p r o p r i c i t t a d i n i t r a g l i S t a t i m e m b r i , f a c i l i t a n d o

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l ' a t t r a v e r s a m e n t o d e i c o n f i n i e i s t i t u e n d o n u o v i s t a t u s d i c i t t a d i n a n z a e

n u o v i c r i t e r i d i a p p a r t e n e n z a . A c i ò , d a l l ' a l t r o l a t o , h a c o r r i s p o s t o u n

b i l a n c i a m e n t o a t t r a v e r s o m i s u r e d i b a r r i e r e e s t e r n e . L ' o r d i n e p u b b l i c o e

l a s i c u r e z z a r i e c h e g g i a n o n e l l a p r e s e r v a z i o n e d e g l i S t a t i . N o n s i p u ò

e q u i p a r a r e l a d e t e r m i n a z i o n e d e i c o n f i n i d i S h e n g e n c o n q u e l l o d e g l i

S t a t i n a z i o n a l i : i c o n f i n i n o n s o n o s t a b i l i e s o n o o g g e t t o d i i s t i t u z i o n i

s o v r a n a z i o n a l i c h e s i i n t e r s e c a n o , t u t t a v i a p o s s i a m o r i s c o n t r a r e d e l l e

s i m i l a r i t à n e l l a d e f i n i z i o n e d i a z i o n i c o m u n i v o l t e a p r e s e r v a r e l a

s i c u r e z z a d e g l i S t a t i e a c r e a r e s t a t u s g i u r i d i c i d i f f e r e n z i a t i : c i t t a d i n i e

n o n , c o m u n i t a r i , n e o c o m u n i t a r i , e x t r a c o m u n i t a r i , i n c l u s i e d e s c l u s i .

S i v i e n e a c o n f i g u r a r e q u e l l ' o r d i n a m e n t o t e r r i t o r i a l e s u c u i s e c o n d o

S c h m i t t ( 1 9 7 4 , c i t a t o i n R i g o , 2 0 0 4 ) s i f o n d a s t o r i c a m e n t e i l d i r i t t o , i n

c u i i c o n f i n i r a p p r e s e n t a n o l ' a p p r o p r i a z i o n e d e l l o s p a z i o d i d o m i n i o

o l t r e i l q u a l e è c o l l o c a t o l ' a l t r o , i l p o t e n z i a l e n e m i c o . C o s ì c o m e l o

S t a t o h a i l s u o a l t r o d a c u i d i f e n d e r s i , a n c h e i P a e s i d i S h e n g e n h a n n o

i l l o r o n e m i c o , c h e p e r ò n o n s i i d e n t i f i c a c o n a l t r i S t a t i , m a c o n l a

m o l t i t u d i n e d i m i g r a n t i c h e c e r c a n o d i v a l i c a r e i s u o i c o n f i n i . L a

m i n a c c i a è r a p p r e s e n t a t a d a i s o g g e t t i t r a n s n a z i o n a l i , c h e p o s s o n o

l e g a r s i a d a t t i v i t à i l l e c i t e , t e r r o r i s t i c h e s o t t o l e s e m b i a n z e d e l r i f u g i a t o

p o l i t i c o o d e l m i g r a n t e e c o n o m i c o ( W a l t e r s , 2 0 0 4 ) .

A d u n a g r a d u a l e d i s t e n s i o n e d e i c o n t r o l l i a i c o n f i n i t r a g l i S t a t i

m e m b r i , è a c c r e s c i u t a l a b a r r i e r a a l l ' a c c e s s o s u i c o n f i n i e u r o p e i e l a

d o t a z i o n e d i n u o v e t e c n o l o g i e d e l l a s i c u r e z z a . E ' l ' i m p i e g o d i

t e c n o l o g i e i n f o r m a t i c h e a g a r a n t i r e u n u s o p i ù m i r a t o e d e f f i c i e n t e

d e l l e r i s o r s e : n o n s o l o c o n t r o l l i a l l e f r o n t i e r e , m a d i s p o s i t i v i r e t i c o l a r i ,

d i n a m i c i , i n g r a d o d i c a p t a r e e r a g g i u n g e r e p i ù f a c i l m e n t e i c l a n d e s t i n i ,

d i c a t a l o g a r l i e s e g n a l a r l i . W a l t e r s ( 2 0 0 4 , p . 7 1 ) p a r l a d i “ c o n f i n e n o n

p i ù r i d u c i b i l e a p o s t i d i c o n t r o l l o f i s s i e a s i t i d i i s p e z i o n e e

o s s e r v a z i o n e . E s s o è p i u t t o s t o r e t i c o l a r e , u n ' a r t i c o l a z i o n e d i s i c u r e z z a

soc i a l e , banche da t i s an i t a r i e e l avo ra t i ve” .

M a i l p o t e r e s u l c o n f i n e n o n s i e s a u r i s c e s o l o s u l l a t e r r i t o r i a l i t à . I l

c o n f i n e è r e l a z i o n a l e , p o n e i n g i o c o l e i n t e r a z i o n i t r a i s t i t u z i o n i e

i n d i v i d u i . I m i g r a n t i e n t r a n o i n c o n t a t t o c o n l ' e s c l u s i o n e d e l c o n f i n e

g i à p r i m a d i t e n t a r e l ' a c c e s s o : v i s t i , d o c u m e n t i , a m b a s c i a t a , f u n g o n o d a

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p r i m o c o n t a t t o c o n i l c o n f i n e . G l i S t a t i l i m i t r o f i a l l ' E u r o p a d i S h e n g e n

s o n o c o s t r e t t i a r i n e g o z i a r e a n c h ' e s s i i p r o p r i c o n f i n i e l a p r o p r i a

a p e r t u r a a l l ' i m m i g r a z i o n e p e r f a v o r i r e i r a p p o r t i c o n l a p o t e n z a e u r o p e a

( R i g o , 2 0 0 4 ) . C ' è u n a s o v r a n i t à i m p l i c i t a c h e o l t r e p a s s a , q u i n d i , i l

c o n f i n e t e r r i t o r i a l e , m a c h e d e t e r m i n a l e i n t e r e p o l i t i c h e e u r o p e e e n o n ,

i n f u n z i o n e d e l l a s i c u r e z z a ; p e r c h é s e d a u n l a t o i p r o c e s s i e c o n o m i c i d i

p i e n o d i s p i e g a m e n t o d e l s i s t e m a c a p i t a l i s t i c o n e c e s s i t a n o d i u n ' a p e r t u r a

d e l l e f r o n t i e r e , d i u n a c o n t i n u a m o b i l i t à d e l l e m e r c i e d e i c a p i t a l i ,

a l t r e t t a n t o n o n p u ò r e a l i z z a r s i p e r g l i i n d i v i d u i . S i a s s i s t e c o s ì a d u n a

c o n t r a p p o s i z i o n e t r a a u s p i c a t a c i r c o l a z i o n e d e i b e n i e d i m b r i g l i a m e n t o

deg l i uomin i .

Af f e rma a t a l p ropos i t o Pe t r i l l o ( 2000 , p . 22 ) : “L ' epoca de l l a

c o m u n i c a z i o n e t o t a l e e d e l l e i l l i m i t a t e p o s s i b i l i t à d i m o v i m e n t o è a n c h e

q u e l l a i n c u i q u e s t a p o s s i b i l i t à è c o m e n o n m a i g o v e r n a t a e

c o n t r o l l a t a ” . T u t t o c i ò è p r o f o n d a m e n t e l e g a t o a l l a l o g i c a d i e s p a n s i o n e

d e l c a p i t a l i s m o e a l l e s u e d i n a m i c h e ( t u t t a v i a q u e s t i a s p e t t i v e r r a n n o

t r a t t a t i d i s e g u i t o i n m o d o p i ù a p p r o f o n d i t o ) . Q u e l l o c h e p r e m e v a

m e t t e r e i n l u c e i n q u e s t a s e z i o n e d e l l a r i c e r c a s o n o p e r ò l a d e f i n i z i o n e

e l a co s t ruz ione soc io -g iu r i d i ca de i con f in i e de l m ig ran t e .

I l c o n f i n e s t a t a l e è n a t u r a l i z z a t o , e d a n c h e l ì d o v e s i c e r c a u n a s u a

p a r z i a l e s o s p e n s i o n e , c o m e n e l c a s o d e g l i A c c o r d i d i S h e n g e n ,

s e m b r a n o r i p r o p o r s i m o l t e d e l l e l o g i c h e e s c l u s i v e i n s i t e n e l l a c r e a z i o n e

s t e s s a d e l c o n f i n e s t a t a l e . E ' i n v e c e e v i d e n t e l a s u a c o n n o t a z i o n e

s t o r i c a e l a s u a s t r u m e n t a l i z z a z i o n e a t t u a l e a l l ' i n t e r n o d e i g i o c h i

e c o n o m i c i e d i g o v e r n o , i n c u i l a f i g u r a d e l m i g r a n t e s i t r o v a

i m b r i g l i a t a . E ' i n q u e s t a c h i u s u r a d e l l ' O c c i d e n t e , n e l l ' a s i m m e t r i a t r a i

p r i n c i p i i n t e r n i , i s p i r a t i a p o l i t i c h e l i b e r a l i a i c o n f i n i , e i p r i n c i p i

e s t e r n i g i o c a t i s u l l ' e s c l u s i o n e e s t a t i g i u r i d i c i d i f f e r e n z i a l i c h e

Mezzad ra (2006 ) l egge a l l o r a una con t i nu i t à t r a co lon i a l i smo e pos t -

c o l o n i a l i s m o , e n t r a m b i f r u t t o e p r o d o t t o d e l l ' i m p o s i z i o n e d e l l a l o g i c a

l i b e r a l i s t a .

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29

1.3 Lo status giuridico del migrante: la regolamentazione

internazionale dell’immigrazione tra cittadinanza e diritti

umani.

P a r l a r e d e l l ' e s p e r i e n z a d i m i g r a z i o n e e d e i s u o i n e s s i c o n l a s a l u t e

e c o n l e p o l i t i c h e d e l l a s a l u t e s t e s s a , i m p l i c a n e c e s s a r i a m e n t e u n o

s g u a r d o a l l a r e g o l a m e n t a z i o n e i n t e r n a z i o n a l e , a l l a g e s t i o n e n o r m a t i v a

d e i c o n f i n i e d e l l e s o v r a n i t à , e a l l e r i c a d u t e s o c i a l i c h e e s s e p o n g o n o i n

e s s e r e . L ' i n s i e m e d e l l e n o r m e i n e r e n t i a l l ' i m m i g r a z i o n e n o n r e g o l a n o

s o l t a n t o i l f e n o m e n o , n o n l o g o v e r n a n o , m a l o d e f i n i s c o n o , l o p l a s m a n o

e con e s so t r a t t ano l a v i t a , l ' e s i s t enza e i l co rpo de i m ig ran t i .

P a r t e n d o d a q u e s t o p r e s u p p o s t o è n e c e s s a r i o i n d a g a r e i m e c c a n i s m i

d e l p o t e r e , c o m e e s s i s i a r t i c o l a n o e s i i n s e r i s c o n o n e l l a d e t e r m i n a z i o n e

d e l l ' e s i s t e n z a d e l m i g r a n t e , m a è a l t r e t t a n t o i m p o r t a n t e a n a l i z z a r e l a

r i e l a b o r a z i o n e d i q u e s t e d e t e r m i n a z i o n i a l i v e l l o i n d i v i d u a l e e

sogge t t i vo e comprende rne i r i su l t a t i s oc i a l i .

I n m a t e r i a d ' i m m i g r a z i o n e l e d i s p o s i z i o n i g i u r i d i c h e h a n n o s e g u i t o

s t o r i c a m e n t e p e r c o r s i e t e n d e n z e d i v e r s e c o n l ' a l t e r n a r s i d i p o l i t i c h e

p i ù f e r r e e a d a l t r e p i ù f l e s s i b i l i e a c c o g l i e n t i i . E s s e s e g u o n o

s i c u r a m e n t e l e d i n a m i c h e i n t e r n e c a r a t t e r i s t i c h e a d o g n i r e a l t à l o c a l e ,

m a d a l l ' e p o c a m o d e r n a t r o v i a m o i l m i n i m o c o m u n d e n o m i n a t o r e n e l l a

d e t e r m i n a z i o n e p o l i t i c a d e l l o S t a t o , n e l l a c o s t r u z i o n e d e l l a s u a

s o v r a n i t à , n e l l e a r t i c o l a z i o n i d e l s u o p o t e r e e n e l l a g e s t i o n e e c o n o m i c a

de l Pae se .

A n c h e i n q u e s t o a m b i t o l ' a p p r o c c i o b i o p o l i t i c o f o u c a u l t i a n o s e m b r a

a d a t t o n e l f a r l u c e s u l l a p o l i t i c a d e g l i S t a t i o c c i d e n t a l i , l e g g e n d o n e l l e

d i s p o s i z i o n i s u l l ' i m m i g r a z i o n e i l p i e n o d i s p i e g a r s i d e l b i o p o t e r e , i n t e s o

c o m e c o n t r o l l o e g e s t i o n e d e l l a v i t a b i o l o g i c a d e l l a p o p o l a z i o n e .

Tu t t av i a c i ò su cu i è nece s sa r i o i ndaga re sono l e imp l i caz ion i p iù

a m p i e i n e r e n t i a l r a p p o r t o n o r m a / c o r p o r i s p e t t o a l l a n o r m a t i v a e u r o p e a

e d i t a l i a n a , e v i d e n z i a n d o c o m e i l q u a d r o g i u r i d i c o c o l l o c h i s o c i a l m e n t e

l a v i t a umana de l m ig ran t e .

A b b i a m o e v i d e n z i a t o s o p r a c o m e l a n a s c i t a d e l l o S t a t o c o r r i s p o n d a

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a d u n a “ r a g i o n e d i s t a t o ” c h e t r o v a l a p r o p r i a c o l l o c a z i o n e i n u n a

d e s i g n a z i o n e n e t t a d e i c o n f i n i a l l ' i n t e r n o d e i q u a l i e s e r c i t a r e i l p o t e r e ,

m a e s s o t r o v a l a p r o p r i a s o v r a n i t à a n c h e i n u n a p o p o l a z i o n e i n t e s a

c o m e i n s i e m e d i e s s e r i v i v e n t i , v a r i a b i l i “ n a t u r a l i ” d i c u i p o t e r d i s p o r r e

a t t r a v e r s o l a r e g o l a z i o n e d e i s u o i f a t t o r i d e t e r m i n a n t i ( F o u c a u l t , 2 0 0 5 ) .

M a q u e s t a v i t a i n t e s a i n t e r m i n i b i o l o g i c i , n u d a v i t a , c h e s e c o n d o

A g a m b e n ( 1 9 9 5 ) s t o r i c a m e n t e h a r a p p r e s e n t a t o l ' e c c e z i o n e a c u i s i

c o n t r a p p o n e v a l ' u o m o p o l i t i c o3, c o n l a m o d e r n i t à è e n t r a t a a p i e n o

t i t o l o n e l l a s f e r a p o l i t i c a e n o n s o l o c o m e o g g e t t o d e l p o t e r e , m a a n c h e

c o m e s o g g e t t o p o l i t i c o . L a v i t a b i o l o g i c a s i è i n s e r i t a n e l p o t e r e e i n

e s s o è d i v e n t a t a d e t e n t r i c e d i d i r i t t i c h e p e r m e t t a n o i l s u o p i e n o

d i s p i e g a m e n t o n a t u r a l e , e “ l ' o b i e t t i v o f o n d a m e n t a l e d e l l a

g o v e r n a m e n t a l i t à s a r a n n o p e r c i ò i m e c c a n i s m i d i s i c u r e z z a e u n o s t a t o

c h e a b b i a e s s e n z i a l m e n t e l a f u n z i o n e d i g a r a n t i r e l a s i c u r e z z a a i

f e n o m e n i n a t u r a l i , o v v e r o i p r o c e s s i e c o n o m i c i o i p r o c e s s i i n t r i n s e c i

a l l a popo l az ione” (Foucau l t , 2005 ) . Lo S t a to s i app rop r i a de i co rp i e l i

d o t a d i d i r i t t i c h e n a s c o n o , q u i n d i , c o m e d i r i t t i d e l l a n u d a v i t a r a d i c a t a

i n u n o S t a t o . S o n o d i r i t t i d e l c i t t a d i n o c h e s i a c q u i s i s c o n o p e r l a

s e m p l i c e a p p a r t e n e n z a b i o l o g i c a a d u n a n a z i o n e ( A g a m b e n , 1 9 9 5 ) .

I l m i g r a n t e c h e i m p o n e l a p r o p r i a e s i s t e n z a b i o l o g i c a s e n z a l e g a m i

c o n l o S t a t o , m e t t e i n c r i s i l o s t a t u t o d i c i t t a d i n a n z a . E s s o p u ò ,

pe r t an to , e s s e rne pa r t e so lo a t t r ave r so uno s t a t u to d i f f e r enz i a l e .

I n u n a s s e t t o p o l i t i c o b a s a t o s u l l ' i n c l u s i o n e d e l c o r p o n e l l e

d i n a m i c h e d i p o t e r e , e s s o p u ò v e n i r e a c c o l t o p r i n c i p a l m e n t e c o m e c o r p o

b i o l o g i c o , n e l l a f o r m a d i f o r z a l a v o r o ( S a y a d , 2 0 0 2 ) o d i c o r p o c h e

s o f f r e ( F a s s i n , 2 0 0 6 a ) . L a p a r t e c i p a z i o n e p o l i t i c a è p r e c l u s a a l

m i g r a n t e s e n o n n e l l a s u a e s i s t e n z a b i o l o g i c a . L a p o l i t i c i z z a z i o n e d e l l a

v i t a ( A g a m b e n , 1 9 9 5 ) c o r r i s p o n d e c o s ì p a r a d o s s a l m e n t e a d u n a

depo l i t i c i z zaz ione de l l ' uomo .

Q u e s t a r i f l e s s i o n e è u t i l e a n c h e p e r r i c o n f i g u r a r e l a d i f e s a d e i

d i r i t t i u m a n i c o m e e l e m e n t o d i u n q u a d r o p o l i t i c o b e n p i ù a m p i o , l e c u i

i m p l i c a z i o n i d e t e r m i n a n o u n a r i c o n c e t t u a l i z z a z i o n e d e l l a v i t a s t e s s a .

3 Agamben si riferisce alla contrapposizione aristotelica tra zoè, semplice vita di natura biologica, e bios, vita

sociale e politica.

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S i c u r a m e n t e e s s i s o n o l o s p e c c h i o d e l l a v a l o r i z z a z i o n e d e l l a v i t a n e i

s u o i a s p e t t i p o l i t i c i , s o c i a l i e d e c o n o m i c i , m a p o r t a n o a l l a l u c e l e

p r o f o n d e c o n t r a d d i z i o n i i n s i t e n e l l a c o s t r u z i o n e d e l c o r p o p o l i t i c i z z a t o ,

n e l l a c o n t i n u i t à t r a u o m o e c i t t a d i n o c h e i l d i s cor so s t a t a l e h a f o n d a t o .

I d i r i t t i u m a n i n a s c o n o i n r e l a z i o n e a l l a c i t t a d i n a n z a , s a n c e n d o l a

r e l a z ione na sc i t a -naz ione4, g a r a n t e n d o q u i n d i l a l e g i t t i m i t à d e l l a

c i t t a d i n a n z a a l l a s e m p l i c e n a s c i t a , a l l a v i t a b io l o g i c a ( A g a m b e n , 1 9 9 5 )

a l l a c u i c u r a l o S t a t o s i i m p e g n a .

M a q u e s t i s t e s s i d i r i t t i , a l l a l u c e d e g l i o r r o r i d e l l a Shoa e d e l l e

d i m e n s i o n i g l o b a l i d e i f e n o m e n i m i g r a t o r i , hanno r e so nece s sa r i o

c o n c e d e r e d i g n i t à a d u n a v i t a u m a n a i n t e r m i n i u n i v e r s a l i , s v i nc o l a t a

d a l l e a p p a r t e n e n z e . T u t t a v i a l ' a d e m p i m e n t o d i t a l i d i r i t t i t r o v a

i n e v i t a b i l m e n t e l o s c o n t r o c o n i v i n c o l i s t a t a l i d e l l a c i t t a d i n a n z a .

I d i r i t t i l e g a t i a l l a s o c i a l i t à , a l l ' u o m o p o l i t i c o , v e n g o n o r e c l u s i

n e l l ' a l v e o d e l l a c i t t a d i n a n z a e l ' u o m o u n i v e r s a l e r i m a n e p u r a e s i s t e n z a

b i o l o g i c a , e s i r i v e l a s o l o q u e s t a l ' u n i c a d i m e n s i o n e a d o v e r e s s e r e

p r e s e r v a t a i n c o n d i z i o n a t a m e n t e . A n c h e n e l l ' e l a r g i z i o n e d i d i r i t t i d i t i p o

s o c i a l e e p o l i t i c o r i v o l t i a d u n u o m o i n q u a n t o t a l e , s i r i p r o p o n e i n

m o d o s o t t e s o l a c e n t r a l i t à d e l l o s t a t u s d e l c i t t a d i n o , p r o p r i o a t t r a v e r s o

l a g a r a n z i a e l a d i f e s a d e l l a c i t t a d i n a n z a c o m e d i r i t t o , c o m e

r i c o n o s c i m e n t o d e l l ' a p p a r t e n e n z a a d u n o S t a t o n a z i o n e c o n l a r e l a t i v a

a c q u i s i z i o n e d i d i r i t t i e d o v e r i . I l c o n c e t t o d i c i t t a d i n a n z a , i n f a t t i ,

i n s t a u r a q u e l p r o c e s s o d i i n c l u s i o n e / e s c l u s i o n e , g i a c c h é s o n o i c r i t e r i

p e r a c c e d e r e a t a l e a p p a r t e n e n z a a d e s s e r e s t o r i c a m e n t e e s o c i a l m e n t e

de t e rmina t i e a c r ea r e ma rg ina l i t à (Ha r r i son , 2002 ) .

S e d a l l a c i t t a d i n a n z a s t a t a l e c i s p o s t i a m o a q u e l l a e u r op e a , i l

d i s c o r s o n o n c a m b i a , p r o p r i o p e r c h é l a C o m u n i t à e u r o p e a r i p r o p o n e i n

s é u n a p a r z i a l e l o g i c a s t a t a l i s t a , a t t r a v e r s o u n s i s t e m a d i s t a t u s

d i f f e r e n t i t r a c o m u n i t a r i e d e x t r a c o m u n i t a r i . R i c o r d i a m o , i n f a t t i , c h e

c o n i l T r a t t a t o d i M a a s t r i c h t è s t a t a i s t i t u i t a l a c i t t a d i n a n z a e u r o p e a c o n

l a c o n s e g u e n t e a t t r i b u z i o n e d i p a r t i c o l a r i d i r i t t i a c h i n e a c q u i s i s c e l o

4 Ci si riferisce in particolare alla Dichiarazione del Diritto dell'Uomo e del Cittadino del 1789, in cui l'uomo

trova la sua definizione nell'appartenenza ad uno Stato, nella cittadinanza. Questi sono detti anche diritti di

prima generazione, differenziandosi da quelli di seconda, terza e quarta che rispettivamente operano su

livello sociale e culturale, politico.

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32

s t a t u s . N o t a i n f a t t i H a r r i s o n , a p r o p o s i t o d e i m i g r a n t i e x t r a c o m u n i t a r i ,

c o m e c i ò c h e a c c o m u n a l o r o a i n o s t r i o c c h i è i l l o r o e s s e r e f u o r i d a l l a

C o m u n i t à , e s t r a n e i t à c h e d i v e n t a e s c l u s i o n e , a n c h e d a r e s p i n g e r e , m a

“ s e q u e s t o s t a t u t o d i ex t rane i t à–exc lu s ione - re sp ing imen to p o t r e b b e

e s s e r e a n c o r a l e g i t t i m o r i s p e t t o a l l a c o n f i g u r a z i o n e d e l l a c i t t a d i n a n z a

e u r o p e a , è i n a p e r t a c o n t r a d d i z i o n e c o n l a n o r m a c o s t i t u z i o n a l e d e i

d i r i t t i u m a n i p r e s e n t e n e l l ' o r d i n a m e n t o c o m u n i t a r i o ” ( H a r r i s o n , 2 0 0 2 , p .

2 5 6 ) . I n p a r t i c o l a r m o d o i l r i c o n o s c i m e n t o d e i d i r i t t i s o c i a l i , c h e

e n u n c i a n o p r e s t a z i o n i p u b b l i c h e p o s i t i v e ( p e n s i a m o a l d i r i t t o a l l a

s a l u t e , a l l a v o r o , a d u n ' e q u a r e t r i b u z i o n e ) , r i s u l t a n o c o n f i g u r a b i l i s o l o

i n p a r t e a l l ' i n t e r n o d e l l e n o r m a t i v e s t a t a l i a t t u a l i , d o v e l ' a d e m p i m e n t o

d i q u e s t i n o n è s o l o l e g a t o a l l a c i t t a d i n a n z a , m a a n c h e a l l a c o n d i z i o n e

d i r e g o l a r i t à o m e n o d e l l a p r e s e n z a s u l t e r r i t o r i o ( H a r r i s o n , 2 0 0 2 ) . D i

f a t t o g l i u n i c i d i r i t t i a t r o v a r e u n a r e a l e a p p l i c a z i o n e a l l ' u o m o i n

q u a n t o t a l e , a p r e s c i n d e r e d a o g n i s u a c o n d i z i o n e g i u r i d i c a , è l a d i f e s a

de l l a sua e s i s t enza b io log i ca .

I l p r o g e t t o m i g r a t o r i o v i e n e s a n c i t o c o m e d i r i t t o u m a n o e

a f f e r m a t o n e l l a D i c h i a r a z i o n e d e l 1 9 4 8 n e g l i a r t i c o l i 1 3 e 1 4 : “ O g n i

i n d i v i d u o h a i l d i r i t t o a l l a l i b e r t à d i m o v i m e n t o e d i r e s i d e n z a e n t r o i

c o n f i n i d i o g n i S t a t o ” e “ O g n i i n d i v i d u o h a i l d i r i t t o d i l a s c i a r e

q u a l s i a s i P a e s e , i n c l u s o i l p r o p r i o , e d i r i t o r n a r e n e l p r o p r i o ”

( Z a n r o s s o , 2 0 0 8 , p . 2 1 ) , m a i l i m i t i i m p o s t i a l i v e l l o s t a t a l e a l l a

c o n c r e t a r e a l i z z a z i o n e d i t a l e d i r i t t o s o n o l e g a t i a l m a n t e n i m e n t o d e l l a

s i c u r e z z a d e l l o S t a t o e a l l a p r e s e r v a z i o n e d e l s u o a s s e t t o p o l i t i c o -

e c o n o m i c o . L o s t r a n i e r o t r o v a q u i n d i l a s u a p r i n c i p a l e l e g i t t i m i t à a d

e s i s t e r e n e l c o r p o . L a s u a d i m e n s i o n e p o l i t i c a v i e n e i n v e c e r i m o s s a .

C o m e e v i d e n z i a A m b r o s i n i , s e p e r g l i i m m i g r a t i l e g a t i p e r l o p i ù a l

l a v o r o d i p e n d e n t e i d i r i t t i s o c i a l i , a n c h e s o l o b a s i l a r i , s o n o c o n c e s s i ,

q u e l l i p o l i t i c i f a n n o f a t i c a a d i n s e r i r s i i n u n a p i e n a p a r t e c i p a z i o n e

a t t i v a , p e r c u i “ i l m o n o p o l i o d e l l e d e c i s i o n i p o l i t i c h e d a p a r t e d e i

c i t t a d i n i a p i e n o t i t o l o a p p a r e , i n s i e m e a l c o n t r o l l o d e l l e f r o n t i e r e , u n o

de i r e s i du i s imbo l i de l l a sov ran i t à naz iona l e” (Ambros in i , 2005 , p .

216 ) .

A l l o r a è e v i d e n t e c o m e l ' e f f e t t i v a r e a l i z z a z i o n e d e i d i r i t t i u m a n i

Page 36: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

33

t r o v i i l p r o p r i o l i m i t e n e l l a n e c e s s i t à d e l l o S t a t o d i r i c r e a r e i l s u o

o r d i n e p o l i t i c o e d e c o n o m i c o . E ' l a r e l a z i o n e c o n l o S t a t o a c r e a r e m o d i

d i e s i s t e n z a d i f f e r e n t i . I l m i g r a n t e v e r r à q u i n d i c o l l o c a t o s o c i a l m e n t e

e d a s s u m e r à u n c a m p o d ' a z i o n e , l ' a c q u i s i z i o n e d i d e t e r m i n a t i d i r i t t i , i n

b a s e a l l a s u a a d e g u a t e z z a c o n l ' o r d i n e s t a t a l e e a l l a s u a f u n z i o n a l i t à

s o c i a l e ( p e r l o p i ù i n t e s a i n t e r m i n i e c o n o m i c i ) . L a p r e s e n z a i r r e g o l a r e

n e l l o S t a t o d e l b i o p o t e r e p u ò v e d e r r i c o n o s c i u t a s o l o l a p r o t e z i o n e

de l l a sua v i t a b io log i ca , de l s uo co rpo so f f e r en t e .

S e c o n d o F a s s i n ( 2 0 0 6 a ) l ' e m e r g e r e d e l c o r p o n e l l a d i m e n s i o n e

p o l i t i c a è t e s t i m o n i a t a a n c h e d a l r i e m e r g e r e d i u n a c o m p o n e n t e r a z z i a l e

n e i p r o c e s s i d i s c r i m i n a t o r i i n c u i è n e i c o r p i c h e s i l e g g o n o l e

d i f f e r e n z e . P e r c u i a l c o r p o s o f f e r e n t e s i a f f i a n c a i l c o r p o r a z z i a l i z z a t o ,

c i o è e s c l u s o a p a r t i r e d a i s u o i t r a t t i f i s i c i c h e r i c h i a m a n o l ' a l t e r i t à .

A n c h e l e d i f f e r e n z e c u l t u r a l i v e n g o n o n a t u r a l i z z a t e , l e g a t e

a l l ' e r e d i t a r i e t à e l e m a n i f e s t a z i o n i o s t i l i p o s s o n o t r a m u t a r s i a n c h e i n

v e r e e p r o p r i e v i o l e n z e f i s i c h e . C o s ì a n c h e A p p a d u r a i ( 2 0 0 5 ) v e d e n e l

c o r p o i l r i c e t t a c o l o d i q u e l l e n u o v e f o r m e d i v i o l e n z a “ e t n i c a ” l e g a t e

a l l e i nce r t e zze de l l a cond i z ione pos tmode rna , i n cu i p rop r io i l

r a d i c a m e n t o a l c o r p o , c o m e u n i c o d a t o c e r t o n e l l ' a l e a t o r i e t à

d e l l ' e s i s t e n z a , s a r e b b e f u n z i o n a l e a l l a r i c r e a z i o n e d i u n o r d i n e c h e s i è

pe r so .

T u t t a v i a q u e s t a a l t e r i t à è l e g a t a a n c h e a p r o c e s s i e c o n o m i c i b e n

p r e c i s i e c h e n o n v a n n o s o t t o v a l u t a t i , i n q u a n t o i l p i e n o d i s p i e g a m e n t o

d e l c a p i t a l i s m o b e n s i s p o s a c o n l a n e c e s s i t à d i c o r p i b i o l o g i c i a b a s s o

c o s t o p e r i p r o p r i p r o f i t t i . L o s t r a n i e r o t r o v a l a p r o p r i a a c c e t t a z i o n e

q u a l o r a s i c o l l o c h i t r a l e f o r z e e c o n o m i c h e d e l l o S t a t o , m a , d i f a t t o ,

n e l l e o r a m a i c i c l i c h e c r i s i e c o n o m i c h e g l o b a l i , i l b l o c c o

d e l l ' i m m i g r a z i o n e d i v i e n e i l p r i m o s t r u m e n t o r i n t r a c c i a t o p e r l a

s a lvagua rd i a de l l e e conomie naz iona l i .

D i n n a n z i a l l a c r i s i e c o n o m i c a d e g l i a n n i s e t t a n t a , a l l ' a u m e n t a t a

p o r t a t a d e i f l u s s i m i g r a t o r i , e a l l a c r i s i m o n d i a l e a t t u a l e , t r o v i a m o o g g i

p o l i t i c h e e u r o p e e e d e i s i n g o l i s t a t i m e m b r i c h e s t a n n o i n a s p r e n d o l e

p o s s i b i l i t à d i a c c e s s o e n t r o i p r o p r i c o n f i n i , d e r o g a n d o , i n u n c e r t o q u a l

m o d o , a q u e l l a l i b e r t à d i m o v i m e n t o , d i l a s c i a r e i l p r o p r i o i l P a e s e e d i

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f a r v i r i t o r n o , s a n c i t o d a l l a D i c h i a r a z i o n e d e l 1 9 4 8 n e g l i a r t i c o l i 1 3 e 1 4

s o p r a c i t a t i . S i è c r e a t o q u e l p a r a d o s s o p e r c u i a d u n a c r e s c e n t e

l i b e r a l i z z a z i o n e d e g l i s c a m b i e d e i c o m m e r c i , l a m o b i l i t à d e l l e p e r s o n e

d a i P a e s i p o v e r i , o m e n o r i c c h i , a q u e l l i r i c c h i , s o n o s e m p r e p i ù

o s t a c o l a t i , m e n t r e l a t r a i e t t o r i a o p p o s t a è l a r g a m e n t e i n c e n t i v a t a . L e

d i s p o s i z i o n i p o l i t i c h e e u r o p e e p r e v e d o n o , a t a l p r o p o s i t o , l ' a u m e n t o d e i

d i s p o s i t i v i d i c o n t r o l l o e d i s i c u r e z z a . S e i c o n f i n i d e g l i s t a t i m e m b r i

s o n o p i ù f l u i d i , q u e l l i c h e s i a f f a c c i a n o s u i P a e s i t e r z i , v e d o n o u n o

s f o r z o d i m a s s i m a c h i u s u r a a t t r a v e r s o i l s i s t e m a d e i v i s t i e d e i c o n t r o l l i

d i po l i z i a (Ambros in i , 2005 ) .

W a l t e r s ( 2 0 0 4 ) e v i d e n z i a c o s ì c o m e l ' i n c l u s i o n e d e l l ' A c c o r d o d i

S h e n g e n , c h e r i c o n o s c e i c o n f i n i d e g l i S t a t i d e l l ’ U e c o m e “ f r o n t i e r e

e s t e r n e ” , n e l T r a t t a t o d i A m s t e r d a m , d e t e r m i n i l ' e r i g e r s i d i m u r a v e r s o

l ' e s t e r n o d e l l ' E u r o p a e u n p r o c e s s o d i p r o g r e s s i v o a b b a t t i m e n t o d e i

c o n f i n i i n t e r n i c h e r i c h i a m a n o f o r t e m e n t e l a f o r m a z i o n e d i S t a t i

n a z i o n a l i e u r o p e i c o m e a d e s e m p i o I t a l i a e G e r m a n i a . I n f a t t i q u e s t i

n a c q u e r o d a l l a d i s t r u z i o n e d i S t a t i p r e e s i s t e n t i m i n o r i c h e , u n i f i c a t i s i ,

d i e d e r o v i t a a n u o v i S t a t i n a z i o n a l i . O v v i a m e n t e q u e s t a t e n s i o n e a l l a

c r eaz ione d i spaz i da l l a magg io r l i be r t à soc io - economica non s i è avu t a

c o n S h e n g e n , t u t t a v i a q u e s t o a c c o r d o h a i n c i s o m a g g i o r m e n t e s u l

p roce s so g i à i n a t t o .

Q u e s t a r i c o n f i g u r a z i o n e p o l i t i c a d e i c o n f i n i d e t e r m i n a a n c h e l i v e l l i

d i a p p a r t e n e n z a d i f f e r e n z i a t i e l ' a s c r i z i o n e d i d i r i t t i d i v e r s i f i c a t i ,

p ens i amo ag l i s t a t i d i c i t t ad inanza comun i t a r i a ed ex t r acomun i t a r i a che

v a n n o a s o v r a p p o r s i a q u e l l o d i c i t t a d i n o c o m u n e m e n t e i n t e s o , c o n

l ' a t t r i b u z i o n e d i r e l a t i v e p o s i z i o n i g i u r i d i c h e . L a C o m u n i t à e u r o p e a ,

d ' a l t r o n d e , a t t r a v e r s o l a C a r t a d e i d i r i t t i f o n d a m e n t a l i d e l l ' U n i o n e

e u r o p e a h a s a n c i t o l ' e l a r g i z i o n e d i u n c e r t o n u m e r o d i d i r i t t i c i v i l i e

s o c i a l i a p r e s c i n d e r e d a l l ' a p p a r t e n e n z a a d u n o S t a t o m e m b r o ( i m m i g r a t i

r e g o l a r i , r i f u g i a t i ) , t u t t a v i a e s s i r i m a n g o n o v i n c o l a t i a l l e n e c e s s i t à d i

“ o r d i n e p u b b l i c o ” e d i “ s i c u r e z z a n a z i o n a l e ” . A q u e s t o p u n t o l a

m o b i l i t à t r a n s f r o n t a l i e r a g a r a n t i t a c o m e d i r i t t o t r o v a i p r o p r i l i m i t i

n e l l a p r o t e z i o n e e n e l c o n t r o l l o d e l l a p o p o l a z i o n e , e i n c u i i c o n f i n i

t e r r i t o r i a l i d i vengono con f in i d i s t a t u s (R igo , 2004 ) .

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I t r a t t a t i c h e s o n o s t a t i s t i p u l a t i t r a g l i S t a t i m e m b r i ( T r a t t a t o

s u l l ' U n i o n e e u r o p e a e T r a t t a t o c h e i s t i t u i s c e l a C o m u n i t à e u r o p e a )

d i s p o n g o n o u n ' a z i o n e c o n c e r t a t a i n t e m a d i p o l i t i c h e r i v o l t e a l l a

m i g r a z i o n e . L o s c o p o p r i n c i p a l e è q u e l l o d i s v i l u p p a r e l ' Un i o n e “ q u a l e

s p a z i o d i l i b e r t à , s i c u r e z z a e g i u s t i z i a ” : l a l i b e r t à è i n t e r n a a l l ' U n i o n e

a f f i n c h é f a c i l i t i l a c i r c o l a z i o n e d e i c i t t a d i n i e u r o p e i ; l a s i c u r e z z a , c h e

r i e c h e g g i a c o m e t e m a p r e d o m i n a n t e , v i e n e s a l v a g u a r d a t a p r o p r i o

a t t r a v e r s o m i s u r e v o l t e a m o n i t o r a r e i c o n f i n i e l e p e r s o n e ; l a g i u s t i z i a

g a r a n t i s c e l ' e f f i c a c i a d e l l e n o r m e , i l c u i a c c e s s o d e v e e s s e r e g a r a n t i t o

a n c h e a t t r a v e r s o l a c o o p e r a z i o n e t r a g l i S t a t i ( Z a n r o s s o , 2 0 0 8 ) .

O l t r e a i t r a t t a t i , l ' E u r o p a s i è a n c h e d o t a t a d i p r o g r a m m i d ' a z i o n e , i

p i ù i m p o r t a n t i d e i q u a l i s o n o q u e l l i d i T a m p e r e e d e l l ' A j a , v o l t i a d

a t t i v a r e c o n c r e t a m e n t e l e p o l i t i c h e c o m u n i p e r l a g e s t i o n e

d e l l ' i m m i g r a z i o n e . I l p r o g r a m m a d i T a m p e r e ( 1 9 9 9 ) s i è f o c a l i z z a t o

s u l l a c o m u n a n z a d i i n t e r v e n t i i n m a t e r i a d ' a s i l o e i m m i g r a z i o n e , c o n

p r o g r a m m i d i c o n t r o l l o a l l e f r o n t i e r e p e r c o m b a t t e r e l a c l a n d e s t i n i t à

a t t r a v e r s o p r o g r a m m i d ' i n f o r m a z i o n e e d i c o l l a b o r a z i o n e c o n i P a e s i

t e r z i p e r a c c o r d i d i r i m p a t r i o e l o t t a a l l a t r a t t a u m a n a , c o n

l ' i n a s p r i m e n t o d e l l e n o r m e e d e l l e s a n z i o n i p e r l ' i m m i g r a z i o n e i l l e g a l e ,

u n r e g i m e c o m u n e d ' a s i l o e a z i o n i p e r l ' i n t e g r a z i o n e e l ' a c q u i s i z i o n e d i

m a g g i o r i d i r i t t i p e r g l i i m m i g r a t i c o n u n p e r m e s s o d i s o g g i o r n o d i

l u n g a d u r a t a . A d A j a ( 2 0 0 4 ) , i n v e c e , s o n o s t a t i r i b a d i t i i l r i s p e t t o d e i

d i r i t t i u m a n i e d i c i t t a d i n a n z a , u n r e g i m e d ' a s i l o c o m u n e , l o t t a a l

t e r r o r i s m o e c o n t r o l l o d e l l e f r o n t i e r e p e r u n ' U n i o n e e u r o p e a p i ù s i c u r a

(Zan ros so , 2008 ) .

G l i s t r u m e n t i e i d i s p o s i t i v i p e r l a r e a l i z z a z i o n e d i t a l i o b i e t t i v i

a s s u m o n o l a f o r m a d e l l a r e t e . L ' E u r o p a d i s p i e g a l a s u a

g o v e r n a m e n t a l i t à a t t r a v e r s o l e n u o v e t e c n o l o g i e i n f o r m a t i c h e : l a p i ù

n o t a è l o S h e n g e n I n f o r m a t i o n S i s t e m ( S i s ) , c i o è u n d a t a b a s e c h e

r a c c h i u d e e p e r m e t t e d i c o n d i v i d e r e i n f o r m a z i o n i s u i f l u s s i m i g r a t o r i .

E ' un pa r t i co l a r e d i spos i t i vo d i con t ro l l o pe r ga r an t i r e l a s i cu r ezza

n a z i o n a l e e l ' o r d i n e p u b b l i c o a t t r a v e r s o u n m o n i t o r a g g i o d i i n d i v i d u i

c o n s i d e r a t i p e r i c o l o s i .

Q u e s t o s f o r z o e u r o p e o , c o m u n e e c o n c e r t a t o t r a g l i S t a t i m e m b r i , s i

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36

è c o n c r e t i z z a t o a n c h e a t t r a v e r s o l ' i s t i t u z i o n e d i u n ' A g e n z i a e u r o p e a

( F r o n t e x ) p e r l a g e s t i o n e e i l c o n t r o l l o d e l l e f r o n t i e r e , c o n

l ’ e l a b o r a z i o n e d i u n r e g i s t r o c e n t r a l i z z a t o d e l l e a t t r e z z a t u r e t e c n i c h e

d i s p o n i b i l i ( C R A T E ) , e l a f o r m a z i o n e d i s q u a d r e d i i n t e r v e n t o r a p i d o

( R A B I T ) a c u i r i c o r r e r e i n c a s i u r g e n t i d i a f f l u s s i m a s s i c c i . L o s c o p o è

q u e l l o d i s e m p l i f i c a r e e r e n d e r e p i ù a g i l e l ' a p p l i c a z i o n e d e l l e m i s u r e

c o m u n i t a r i e i n m a t e r i a d ' i m m i g r a z i o n e a t t r a v e r s o l ' a u s i l i o e i l s u p p o r t o

a i s i n g o l i S t a t i p e r l a g e s t i o n e e i l c o n t r a s t o d e l l ’ i m m i g r a z i o n e

c l a n d e s t i n a . C o s ì l a C o m m i s s i o n e E u r o p e a h a d e l i n e a t o a n c h e l a

c r e a z i o n e d i u n “ s i s t e m a e u r o p e o d i c o n t r o l l o d e l l e f r o n t i e r e ”

( E U R O S U R ) l e c u i f i n a l i t à s o n o : r i d u r r e g l i i n g r e s s i i r r e g o l a r i , r i d u r r e

i l t a s s o d i m o r t a l i t à i n m a r e , a u m e n t a r e l a s i c u r e z z a i n t e r n a a l l ’ U e .5

C ' è q u i n d i i l t e n t a t i v o d i u n ' a z i o n e c o n g i u n t a , d i p o l i t i c h e

i n t e g r a t e , c h e r i e s c a n o a m o n i t o r a r e , c o n t r o l l a r e e d a g i r e a t t r a v e r s o

d i s p o s i t i v i f l e s s i b i l i , a g i l i . E s s e a s s u m o n o l a f o r m a d e l l a r e t e , i n c u i “ i l

c o n f i n e n o n è p i ù r i d u c i b i l e a p o s t i d i c o n t r o l l o f i s s i e s i t i d i i s p e z i o n e

e o s s e r v a z i o n e . E s s o è p i u t t o s t o r e t i c o l a r e , u n ' a r t i c o l a z i o n e d i

s i c u r e z z a s o c i a l e , b a n c h e d a t i s a n i t a r i e e l a v o r a t i v e ” ( W a l t e r s , 2 0 0 4 , p .

71 ) .

I l m i g r a n t e è c o s ì m o n i t o r a t o , c o n t r o l l a t o , i l s u o v a r c a r e i c o n f i n i

p o r t a c o n s é i s e g n i d e l d u b b i o , d i u n a p r e s e n z a e c c e d e n t e e a l i e n a a l l o

S t a t o e l a s u a c a p a c i t à d ' a z i o n e è f o r t e m e n t e l i m i t a t a . I l s u o a c c e s s o è

s o t t o p o s t o a g i u d i z i o , d e v e f o r n i r e g a r a n z i e , p r o v e c h e r i e s c a n o a

l e g i t t i m a r e l a s u a p r e s e n z a s u l t e r r i t o r i o . D ' a l t r o c a n t o i r e q u i s i t i

d ' a c c e s s o s o n o s e m p r e p i ù s e l e t t i v i . A n c h e l o s t o r i c o p e r m e s s o p e r

a s i l o , s a n c i t o c o m e d i r i t t o n e l l a C o n f e r e n z a d i G i n e v r a d e l 1 9 5 1 ,

p o l i t i c o v e d e p o l i t i c h e r e s t r i t t i v e i n c o n c o m i t a n z a c o n l ' i n a s p r i m e n t o d i

f oco l a i be l l i c i sop ra tu t t o i n Af r i c a e i n Med io Or i en t e , p rop r io pe r ché

i l r i c o n o s c i m e n t o p o l i t i c o s t a v e n e n d o p r o g r e s s i v a m e n t e m e n o , i n

f a v o r e d i u n a s a l v a g u a r d i a d e l l a v i t a c h e s t a p e r f i n i r e .

C i ò h a c o m p o r t a t o u n a r i d e f i n i z i o n e e d u n a r e s p o n s a b i l i z z a z i o n e

n e t t e n e i r a p p o r t i t r a S t a t i c o m u n i t a r i e d e x t r a c o m u n i t a r i c o n f i n a n t i .

5 Dati rintracciabili nel sito www.europa.eu in MEMO-07-142 e MEMO-08-86.

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I n f a t t i a t t r a v e r s o l a d e f i n i z i o n e d e i “ P a e s i s i c u r i ” i P a e s i a l c o n f i n e s i

s o n o m u n i t i d i u n o s t r u m e n t o a t t o a l i m i t a r e l ' e n t r a t a d i p r o f u g h i e d i

r i c h i e d e n t i a s i l o . Q u e s t o d i s p o s i t i v o , d i f a t t o , h a c r e a t o u n e f f e t t o

d o m i n o t r a m o l t i P a e s i d e l l ' E s t E u r o p a , i q u a l i , p e r f a v o r i r e i r a p p o r t i

c o n l ' U n i o n e E u r o p e a , h a n n o i n c r e m e n t a t o i l i m i t i d ' e n t r a t a , g l i a c c o r d i

d i r i m p a t r i o , e d i c h i a r a t o a l o r o v o l t a s i c u r i i P a e s i c o n f i n a n t i , i n

q u a n t o r e s p o n s a b i l i d i e v e n t u a l i a c c e s s i i l l e c i t i ( R i g o , 2 0 0 4 ) . L e

r i p e r c u s s i o n i , s p e s s o t a c i u t e e p o c o c o n o s c i u t e , s i r e a l i z z a n o a l l ' i n t e r n o

d e i “ c a m p i d i f r o n t i e r a ” d i q u e s t i S t a t i c o n f i n a n t i , s o p r a t t u t t o n e l l ' E s t

E u r o p a ( U n g h e r i a , P o l o n i a ) , l a c u i r e s p o n s a b i l i t à è a s s u n t a d a l l ' U e , i n

c u i s i i n n e s c a n o c i r c u i t i e c o n o m i c i c h e f o n d a n o t u t t o l ' i n t e r e s s e a l l a

p e r m a n e n z a e a l l a c r e a z i o n e d i t a l i c a m p i . Q u e s t e s o n o a r e e l i m i n a r i ,

e x t r a t e r r i t o r i a l i , e x t r a l e g a l i , i n c u i l o s t a t u s g i u r i d i c o d e l p r o f u g o è

so speso , i n cu i i l con f ine t r a a ccog l i enza e p r i g ion i a v i ene a

c o n f o n d e r s i . L a l o g i c a d e l l a b a r r i e r a a l l e f r o n t i e r e s i c o n c r e t i z z a i n

z o n e f r a n c h e d i r e c l u s i o n e ( D i e t r i c h , 2 0 0 4 ) . E ' l o s t a t o d ' e c c e z i o n e6 d i

c u i p a r l a A g a m b e n ( 1 9 9 5 ) c h e d i v e n t a r e g o l a , e p e r c u i a n c h e l a

s a l v a g u a r d i a d e l l a v i t a p u ò v e n i r m e n o . L ì d o v e i l m i g r a n t e s f a l d a

l ' a s s o c i a z i o n e d e l l a n a s c i t a a l l a n a z i o n e e a l t e r r i t o r i o , n o n t r o v a u n a

c o l l o c a z i o n e p r e c i s a e g i u s t i f i c a b i l e , l a s u a e c c e d e n z a s f o c i a n e l l a

so spens ione de l d i r i t t o no rma le ed ogn i d i r i t t o umano può decade re .

6 Agamben si riferisce allo “stato d'eccezione” schmittiano, inteso come fondamento dell'atto creativo della

decisione politica. E' sullo stato d'eccezione, come disordine, che si esercita il potere sovrano.

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1.4 Storia e dati dei processi migratori in Italia: migrazioni

a confronto.

L ' I t a l i a è s o l o r e c e n t e m e n t e , n e g l i u l t i m i t r e n t a a n n i , m e t a d i

i n t e r e s s i e c o n o m i c i e l a v o r a t i v i p e r g l i s t r a n i e r i , m e n t r e t r a O t t o c e n t o e

N o v e c e n t o s o n o s t a t i p r o p r i o i n o s t r i c o n n a z i o n a l i a c e r c a r e f o r t u n a

a l t r o v e , i n E u r o p a e o l t r e o c e a n o , i n u n p e r i o d o ( i n p a r t i c o l a r e u n

s e c o l o ) d i a l t a l e n a n t i c r i s i e c o n o m i c h e e p o l i t i c h e . A o n d a t e , f l u s s i

d a v v e r o n u m e r o s i d i i t a l i a n i h a n n o l a s c i a t o i l “ b e l p a e s e ” n e l l a

p r o s p e t t i v a d i u n m i g l i o r a m e n t o d e l l e c o n d i z i o n i d i v i t a , s o p r a t t u t t o

d o p o u n a u s p i c a t o r i t o r n o i n p a t r i a a t t r a v e r s o l e r i m e s s e i n v i a t e a i

f a m i l i a r i . L e p r i m e m i g r a z i o n i , i n f a t t i , e r a n o p r o g e t t a t e c o m e

t e m p o r a n e e , i n p r e v i s i o n e d i u n r i t o r n o , q u a n d o l e e n t r a t e e c o n o m i c h e

l o ave s se ro consen t i t o .

I r i s p a r m i i n v i a t i d a l l ' e s t e r o a i f a m i l i a r i i n I t a l i a f u r o n o

d e t e r m i n a n t i e f o r n i r o n o u n v a l i d o s u p p o r t o n o n s o l o p e r l a g e s t i o n e

e c o n o m i c a d e l l e f a m i g l i e , m a a n c h e p e r r i e q u i l i b r a r e l o s t a t o d i d e f i c i t

e c o n o m i c o e p e r i n c e n t i v a r e l a r i p r e s a d e l l e a t t i v i t à d i p i c c o l a

imprend i t o r i a .

S i p u ò p a r l a r e d e l l ' e m i g r a z i o n e i t a l i a n a c o m e d i u n f e n o m e n o d i

m a s s a c h e s i è s v i l u p p a t o i n p a r t i c o l a r m o d o n e l l ' a r c o d i u n s e c o l o e l a

c u i p o r t a t a è s t a t a i n g e n t e : 2 5 m i l i o n i d i i t a l i a n i h a n n o c e r c a t o u n a

r i c o l l o c a z i o n e s o c i a l e i n a l t r i P a e s i . L ' e s t r a z i o n e s o c i a l e d e i p r i m i

m i g r a n t i e r a p e r l o p i ù b a s s a , p a r t i r o n o i n f a t t i n u m e r o s i c o n t a d i n i , m a

a n c h e a r t i g i a n i e p i c c o l i p r o p r i e t a r i , m a c o n a l t i t a s s i d i a n a l f a b e t i s m o

e d i pove r t à (Co r t i , 2003 ) .

I l c o n t e s t o d i f i n e O t t o c e n t o e i n i z i o N o v e c e n t o , c h e v i d e g l i a l b o r i

d e l l ' e m i g r a z i o n e i t a l i a n a , e r a c o n n o t a t o d a u n ' e c o n o m i a

p r e v a l e n t e m e n t e a g r i c o l a , d a l l a f r a m m e n t a z i o n e f o n d i a r i a e d a i n s t a b i l i

r a p p o r t i d i l a v o r o , a c u i s i a g g i u n s e r o c r i s i e c o n o m i c a , p r e s s i o n e

f i s c a l e , d e c l i n o d e l l ' a r t i g i a n a t o e s c a r s a c o n c o r r e n z i a l i t à s u l m e r c a t o

i n t e r n a z i o n a l e : f a t t o r i c h e d e t e r m i n a r o n o p r o g e t t i d i m i g r a z i o n e

d a l l ' I t a l i a , p e r l o p i ù t e m p o r a n e i , d i c o n t a d i n i e a r t i g i a n i ( C o r t i , 2 0 0 3 ) .

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C i f u p o i u n p r o g r e s s i v o r a l l e n t a m e n t o d e g l i e s p a t r i , s o p r a t t u t t o

n e l l ' e p o c a f a s c i s t a , d o v e u n a p o l i t i c a f o r t e m e n t e n a z i o n a l i s t a e

p r o t e z i o n i s t i c a h a c o n g e l a t o l a l i b e r t à d i m o v i m e n t o . I m i g r a n t i d i

q u e s t ' e p o c a f u r o n o p e r l o p i ù i p e r s e g u i t a t i p o l i t i c i i n q u a n t o o p p o s i t o r i

de l r eg ime .

Da l Secondo dopogue r r a f i no ag l i ann i s e s san t a l o spopo l amen to

d e l l e c i t t à e d e l l e c a m p a g n e a c c o m p a g n ò n u o v a m e n t e l o s c e n a r i o

i t a l i a n o d e l l a r i c o s t r u z i o n e , m a d a l ' 6 1 a l ' 7 6 s i a p r i r o n o a n c h e p e r c o r s i

i n t e r n i s u l l a l a l i n e a S u d - N o r d I t a l i a . I n f a t t i i f e r m e n t i e c o n o m i c i p i ù

i m p o r t a n t i r i g u a r d a r o n o i l N o r d d e l l a p e n i s o l a , i l c o s i d d e t t o t r i a n g o l o

i n d u s t r i a l e , v e r s o c u i s i d i r e s s e r o i m e r i d i o n a l i , l e c u i c o n d i z i o n i e r a n o

l e p i ù c r i t i c h e r i s p e t t o a l r e s t o d ' I t a l i a ( C o r t i , 2 0 0 3 ) .

E ' d a g l i a n n i s e t t a n t a c h e s i è i n n e s c a t a u n a c o n t r o t e n d e n z a

i n a s p e t t a t a , p e r c u i l e e m i g r a z i o n i s o n o r a l l e n t a t e f o r t e m e n t e ,

i n t e r e s s a n d o t r a l ' a l t r o l a v o r a t o r i s e m p r e p i ù q u a l i f i c a t i ; s i è a s s i s t i t o

a d u n i n c r e m e n t o d e i r i t o r n i i n p a t r i a e s i è a t t i v a t a l ' a t t r a t t i v a

d e l l ' I t a l i a c o m e P a e s e d ' i m m i g r a z i o n e .

Q u e s t ' u l t i m o f e n o m e n o h a r a p p r e s e n t a t o u n c r e s c e n d o n e g l i u l t i m i

t r e n t a a n n i e s i c u r a m e n t e a d o g g i i t r e n d q u a l i t a t i v i e q u a n t i t a t i v i

d e t e r m i n a n o l ' i m m i g r a z i o n e c o m e f e n o m e n o s t r u t t u r a l e d e l l ' a t t u a l e

s o c i e t à i t a l i a n a . T u t t a v i a s i a v v e r t e u n o s c o l l a m e n t o t r a i d a t i s t a t i s t i c i

e l ' e s p e r i e n z a c h e i c i t t a d i n i f a n n o e r i c e v o n o d a i m e d i a s u g l i

i m m i g r a t i . S e i d a t i t e s t i m o n i a n o s i c u r a m e n t e u n a p r e s e n z a c o s p i c u a d i

s t r a n i e r i , d a l l ' a l t r o l a t o e v i d e n z i a n o u n a c o l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a e

s o c i a l e d e i m i g r a n t i c h e e s u l a d a q u e l l e c o n n o t a z i o n i n e g a t i v e c o n c u i

spe s so vengono pe r cep i t i d a i c i t t ad in i i t a l i an i .

I d a t i C a r i t a s / M i g r a n t e s7 s u l 2 0 0 7 r i p o r t a n o u n n u m e r o d i s t r a n i e r i

s u l t e r r i t o r i o i t a l i a n o c h e o s c i l l a t r a i 3 . 8 0 0 . 0 0 0 e i 4 . 0 0 0 . 0 0 0 ,

c o r r i s p o n d e n t e a l 6 , 7 % d e l l a p o p o l a z i o n e , p e r c e n t u a l e c h e , b e n c h é

s u p e r i l a m e d i a e u r o p e a , n o n p u ò c e r t o g i u s t i f i c a r e u n a l l a r m i s m o

g e n e r a l i z z a t o .

D a l p u n t o d i v i s t a q u a n t i t a t i v o c ' è s t a t o u n f o r t e i n c r e m e n t o d e l l a

7 I dati Caritas Migrantes includono oltre ai regolarmente presenti, coloro che non ancora terminato il percorso

burocratico per la registrazione anagrafica.

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p o p o l a z i o n e i m m i g r a t a , s o p r a t t u t t o a p a r t i r e d a g l i a n n i ' 9 0 . N e l

d e c e n n i o 1 9 9 6 - 2 0 0 6 , i n f a t t i , e s s a è a u m e n t a t a q u a s i d i d u e m i l i o n i d i

p e r s o n e , c o n u n a m a g g i o r e i n c i s i v i t à d e i m i n o r i , u n a u m e n t o d e l l a

p r e s e n z a f e m m i n i l e e d i c l a s s i d i e t à a d u l t e , d a i 4 0 a i 5 4 a n n i ( I s t a t ,

2 0 0 7 ) . Q u e s t i s o n o s e g n a l i d e l l a p r e s e n z a d i p r o g e t t i m i g r a t o r i s e m p r e

p i ù m i r a t i a l l a s t a b i l i z z a z i o n e n e l n u o v o P a e s e , t e s t i m o n i a t i a n c h e

d a l l ' a u m e n t o d e i p e r m e s s i d i s o g g i o r n o p e r r i c o n g i u n g i m e n t o f a m i l i a r e ,

d a l c a r a t t e r e s e m p r e p i ù f a m i l i a r e d e g l i i n s e d i a m e n t i , d a l p e s o s e m p r e

m a g g i o r e d e l l e s e c o n d e g e n e r a z i o n i , d a i c r e s c e n t i i n v e s t i m e n t i s u l l a

c a s a ( D o s s i e r S t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s , 2 0 0 8 ) .

C o n t r a r i a m e n t e a q u a n t o g e n e r a l m e n t e d i f f u s o n e l s e n s o c o m u n e , i n

b a s e a l l e s t a t i s t i c h e C a r i t a s / M i g r a n t e s s i a t t e s t a l ' i m p o r t a n t e c o n t r i b u t o

d e i l a v o r a t o r i s t r a n i e r i a l l ' e c o n o m i a i t a l i a n a , i q u a l i i n a l c u n i c o n t e s t i

r a p p r e s e n t a n o i l 1 0 % d e l l a f o r z a l a v o r o . D e v o n o e s s e r e s m e n t i t e a n c h e

q u e l l e c r e d e n z e p e r c u i g l i i m m i g r a t i s f r u t t e r e b b e r o e a b u s e r e b b e r o

d e l l ' a s s i s t e n z a s o c i o - s a n i t a r i a e r o d e n d o l e r i s o r s e d e i c i t t a d i n i

a u t o c t o n i : a n c h e q u i l e s t a t i s t i c h e I s t a t v e r i f i c a n o i l c o n t r a r i o ,

a t t e s t a n d o c h e s o l o i l 2 , 4 % d e l l a s p e s a s o c i a l e v i e n e d e s t i n a t a l o r o ,

m e n t r e e m e r g e u n a c o n s i s t e n t e p a r t e c i p a z i o n e f i s c a l e d a p a r t e d e g l i

s t e s s i (Doss i e r S t a t i s t i co Ca r i t a s /Mig ran t e s , 2008 ) .

Le p roven i enze sono l e p iù d i spa r a t e , d ive r s e su t u t t o i l t e r r i t o r i o

i t a l i a n o . L e n a z i o n a l i t à d i p i ù a n t i c a i m m i g r a z i o n e i n I t a l i a s o n o l e

F i l i pp ine , i l Senega l , Tun i s i a , Marocco e Pe rù , s eppu r ne l l ' a r co d i 20

a n n i l a c o m p o s i z i o n e d e l l e p r e s e n z e s t r a n i e r e s i s i a m o d i f i c a t a ,

p o n e n d o i n t e s t a i P a e s i d e l l ' E s t E u r o p a , i n p a r t i c o l a r e A l b a n i a e

R o m a n i a e l a r e c e n t e c o n f l u e n z a d i s t r a n i e r i p r o v e n i e n t i d a l l ' A s i a

(C ina , Bang l adesh , I nd i a , Pak i s t an ) .

A l b a n i a e R o m a n i a h a n n o r a p p r e s e n t a t o l e p r e s e n z e p i ù

p rob l ema t i che , appun to pe r ché l e p iù numerose ed ev iden t i , g ene rando

c i r c u i t i d i i n t o l l e r a n z a e a v v e r s i o n e . L ' A l b a n i a n e g l i a n n i n o v a n t a , a

s e g u i t o d e l l e t r a g i c h e v i c e n d e b e l l i c h e , h a g e n e r a t o i n g e n t i f l u s s i d i

p r o f u g h i e d i f u g g i t i v i c o n f l u i t i i n I t a l i a p e r r a g i o n i g e o g r a f i c h e e d i

s t o r i c i r a p p o r t i p o l i t i c i ; l a R o m a n i a , s o p r a t t u t t o i n c o n c o m i t a n z a c o n

l ' a b o l i z i o n e d e l v i s t o S h e n g e n p e r i l s o g g i o r n o i n f e r i o r e a t r e m e s i , h a

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v i s t o u n i n t e n s i f i c a r s i d e l l ' e m i g r a z i o n e v e r s o l ' I t a l i a . C i ò a n c h e a l l a

l uce de i r appo r t i e conomic i che l egano i due Paes i : i n Roman ia

i m p r e n d i t o r i i t a l i a n i h a n n o r e a l i z z a t o u n f o r t i s s i m o d e c e n t r a m e n t o

p r o d u t t i v o e f o r n i t o l a v o r o o p e r a i o a b a s s o c o s t o , p e r c u i l a s p i n t a a d

a r r i v a r e i n I t a l i a , d o v e l o s t e s s o l a v o r o è m e g l i o r e t r i b u i t o , è f o r t e

(Doss i e r S t a t i s t i co Ca r i t a s /Mig ran t e s , 2008 ) .

Q u e s t a r i c o n f i g u r a z i o n e d e l l e n a z i o n a l i t à p r e v a l e n t i è o v v i a m e n t e

l e g a t a , c o m e g i à e v i d e n z i a t o , a l l e v i c e n d e e c o n o m i c h e e p o l i t i c h e c h e

i n t e r e s s a n o i s i n g o l i P a e s i , a l l o r o i n s e r i m e n t o n e l l e c o n n e s s i o n i

i n t e r n a z i o n a l i , m a a n c h e a l l e p e c u l i a r i t à d e l n o s t r o P a e s e . P o s s o n o

e s s e r e g e n e r i c a m e n t e a n n o v e r a t i t r e f a t t o r i d ' a t t r a z i o n e f o n d a m e n t a l i : l a

p e c u l i a r e s t r u t t u r a e c o n o m i c a d e l l ' I t a l i a , l a s u a p o s i z i o n e g e o g r a f i c a e

l e p o l i t i c h e d ' i m m i g r a z i o n e d e g l i a l t r i S t a t i e u r o p e i .

P e r q u a n t o c o n c e r n e g l i a s p e t t i e c o n o m i c i ( c h e v e r r a n n o d i s e g u i t o

t r a t t a t e i n m o d o p i ù e s a u s t i v o ) b a s t i d i r e c h e i n I t a l i a l a p i c c o l a e

m e d i a i m p r e s a , l ' a g r i c o l t u r a , i s e r v i z i t u r i s t i c i , l ' e d i l i z i a e n u o v i

s e r v i z i a l l a f a m i g l i a s o n o s e t t o r i m o l t o s v i l u p p a t i , c h e d e t e r m i n a n o u n a

f o r t e d o m a n d a d i l a v o r a t o r i , m a c h e p e r e s s e r e o t t i m i z z a t i r i c h i e d o n o

manodope ra a ba s so cos to , f l e s s i b i l i t à e s ca r s a s i ndaca l i z zaz ione .

Q u e s t a d o m a n d a è s t a t a a l u n g o i m p l i c i t a c o n u n o s c a r s o r i s c o n t r o

d a p a r t e d e i l a v o r a t o r i i t a l i a n i , i q u a l i s i c u r a m e n t e c e r c a n o o p p o r t u n i t à

l a v o r a t i v e m i g l i o r i e s o n o n e l l e c o n d i z i o n i g i u r i d i c h e p e r n e g o z i a r e

m e g l i o l a p r o p r i a p o s i z i o n e a l l ' i n t e r n o d e l m e r c a t o d e l l a v o r o

(Ambros in i , 2005 ) .

O g g i g l i s t r a n i e r i v e d o n o u n a c o l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a d i f f e r e n t e

a n c h e i n r e l a z i o n e a l l a z o n a d ' I t a l i a d i i n s e d i a m e n t o . S o n o i n o l t r e

d i s l o c a t i p e r l o p i ù n e l l e a r e e c o n m a g g i o r e o c c u p a z i o n e , o v v e r o n e l

N o r d , n o n a n d a n d o q u i n d i a r i m p i n g u a r e l e f a s c e d i d i s o c c u p a t i

i t a l i a n i , c o s ì c o m e a l c u n e i d e e d i f f u s e v o r r e b b e r o s o t t o l i n e a r e . L a

s i t u a z i o n e e c o n o m i c a i t a l i a n a , i n f a t t i , è p r o f o n d a m e n t e v a r i e g a t a , c o n

p r o f o n d i s q u i l i b r i e c o n o m i c i , m a l a d i s o c c u p a z i o n e p r e s e n t e i n a l c u n e

z o n e , s o p r a t t u t t o a l M e r i d i o n e , n o n s o n o r i c o n d u c i b i l i a l l a p r e s e n z a d i

o f f e r t a d i l a v o r o s t r a n i e r a , i n q u a n t o e s s a s i d i r i g e v e r s o q u e i s e t t o r i

d e n i g r a t i d a g l i i t a l i a n i e i n q u e l l e a r e e i n c u i m a g g i o r e è l a d o m a n d a d i

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42

l a v o r o e p i ù a l t o è i l t a s s o d i o c c u p a z i o n e .

M e n t r e n e l p a s s a t o l a m a n c a n z a d i f o r z a l a v o r o , s o p r a t t u t t o a

pa r t i r e dag l i ann i s e s san t a e s e t t an t a , ann i de l l a r i p r e sa e de l l a c r e sc i t a

e c o n o m i c a , e r a c o m p e n s a t a d a l l e m i g r a z i o n i d a l S u d I t a l i a a l N o r d ,

o g g i g l i s p o s t a m e n t i i n t e r n i s e m b r a n o e s s e r e m e n o f r e q u e n t i o

i n t e r e s s a t i a q u e i s e t t o r i p i ù q u a l i f i c a t i a c u i g l i s t r a n i e r i c e r t a m e n t e

non pos sono a sp i r a r e (Ambros in i , 2005 ) .

A b b i a m o m e n z i o n a t o p r i m a a l t r e d u e c o m p o n e n t i a l l a d e s i g n a z i o n e

d e l l ' I t a l i a c o m e P a e s e d ' i m m i g r a z i o n e e c i o è l a s u a p o s i z i o n e

s t r a t e g i c a , a l c e n t r o d e l M e d i t e r r a n e o , t e r r a d i c o l l e g a m e n t o t r a i l

c o n t i n e n t e a f r i c a n o e q u e l l o e u r o p e o , e l a m a n c a n z a d i u n a n o r m a t i v a

s e v e r a e s t r u t t u r a t a . P e r q u a n t o r i g u a r d a i l p r i m o p u n t o , l ' I t a l i a a s s u m e

a v o l t e l a f u n z i o n e d i l u o g o d i p a s s a g g i o , d i a t t r a v e r s a m e n t o , p r i m a d i

p o t e r a c c e d e r e a d a l t r i P a e s i e u r o p e i . Q u e s t i u l t i m i ( i n p a r t i c o l a r e

F r a n c i a e G e r m a n i a ) , d a l l a l u n g a t r a d i z i o n e i m m i g r a t o r i a , s o p r a t t u t t o

n e g l i a n n i n o v a n t a , h a n n o a d o t t a t o p o l i t i c h e p i ù r e s t r i t t i v e p e r l ' e n t r a t a ,

i l s o g g i o r n o e l a r i c h i e s t a d ' a s i l o . I t a l i a , S p a g n a e G r e c i a , i n v e c e ,

h a n n o d o v u t o f a r e i c o n t i c o n l a l o r o i n a d e g u a t e z z a l e g i s l a t i v a s u l l a

n o r m a z i o n e d e l l ' i m m i g r a z i o n e e l a p o s s i b i l i t à d i u n a m a g g i o r e m o b i l i t à

a l l ' i n t e r n o d e g l i S t a t i d i S h e n g e n : e l e m e n t i c h e s i c u r a m e n t e h a n n o

c o n t r i b u i t o a r i d i s e g n a r e i p e r c o r s i e l e d e s t i n a z i o n i d e i p r o g e t t i

m ig ra to r i .

P e r o t t e n e r e i l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o i n I t a l i a , q u e l l a d e l p o s s e s s o

d i u n r e g o l a r e c o n t r a t t o d i l a v o r o è u n a d e l l e p o s s i b i l i t à p e r r i m a n e r e

s u l t e r r i t o r i o , i n r e a l t à a d o g g i a n c h e a b b a s t a n z a d i f f i c i l e , v i s t o i l

m e c c a n i s m o d e i d e c r e t i f l u s s i c h e s t a b i l i s c e d e l l e q u o t e m a s s i m e d i

s t r a n i e r i i n b a s e a l l e e s i g e n z e l a v o r a t i v e , m a c h e f a t t u a l m e n t e n o n

r i spe t t a m in imamen te l a s i t uaz ione r ea l e de l Pae se .

D a l l ' i n i z i o d e g l i a n n i o t t a n t a f i n o a l l a s e c o n d a m e t à d e g l i a n n i

novan t a l e r i ch i e s t e d i sogg io rno e r ano pe r l o p iù pe r mo t iv i d i l avo ro e

p e r l o p i ù e f f e t t u a t e d a u o m i n i s o l i c o n i l p r o g e t t o d i r i t o r n o , m e n t r e d a

u n a d e c i n a d i a n n i s o n o a u m e n t a t e l e r i c h i e s t e d i r i c o n g i u n g i m e n t o

f a m i l i a r e , s e g n o , c o m e v i s t o p r i m a , d e l c a r a t t e r e s e m p r e p i ù s t a b i l e

d e l l e m i g r a z i o n i e d e l l a p r e s e n z a d i d o n n e a n c h e s o l e c h e m i g r a n o p e r

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m o t i v i l a v o r a t i v i . Q u e s t i u l t i m i c a s i r i g u a r d a n o p e r l o p i ù d o n n e

d e l l ' E s t E u r o p a a t t r a t t e d a l l a p o s s i b i l i t à c e r t e d i l a v o r o n e l c a m p o

de l l ' a s s i s t enza f ami l i a r e (Dos s i e r S t a t i s t i co Ca r i t a s /Mig ran t e s 2007 ) .

Comparando i d ive r s i da t i a d i spos i z ione t r a 2005 e 2007 emergono

a n n u a l m e n t e d e i c a m b i a m e n t i p e r c e n t u a l i s u l l ' i n c i s i v i t à c h e i m o t i v i

f a m i l i a r i , m a a n c h e d i s t u d i o a s s u m o n o r i s p e t t o a i m o t i v i d i l a v o r o . A d

o g g i a b b i a m o i n f a t t i 5 6 , 5 % d e l l e p r e s e n z e p e r m o t i v i d i l a v o r o , 3 5 , 6 %

p e r m o t i v i f a m i l i a r i , 2 , 9 % p e r m o t i v i d i s t u d i o , 1 , 9 % p e r m o t i v i

r e l i g i o s i , 1 , 4 % p e r r e s i d e n z a e l e t t i v a ( D o s s i e r S t a t i s t i c o

C a r i t a s / M i g r a n t e s , 2 0 0 7 ) . M a u n ' a l t r a c o m p o n e n t e i m p o r t a n t e , n o n

menz iona t a da l r appo r to Ca r i t a s , è r app re sen t a t a da i r i ch i eden t i a s i l o

p o l i t i c o .

N e g l i u l t i m i v e n t i a n n i a n c h e q u e s t a c a t e g o r i a è a u m e n t a t a a c a u s a

d e l l ' i n a s p r i r s i d e i c o n f l i t t i , c h e , c o m e a b b i a m o v i s t o s o p r a , m a n t e n g o n o

u n d i s o r d i n e c o n t r o l l a t o , d e v i a n d o m o l t i f l u s s i v e r s o l ' E u r o p a . I n I t a l i a

l a m a g g i o r p a r t e d i q u e s t e r i c h i e s t e a v v i e n e d a i m i g r a n t i c h e a p p r o d a n o

s u l l e c o s t e d i L a m p e d u s a : s p e s s o u o m i n i i n f u g a d a s i t u a z i o n i p o l i t i c h e

e d e c o n o m i c h e p a r t i c o l a r m e n t e a v v e r s e . T u t t a v i a v a s o t t o l i n e a t o c o m e

l e d i f f i c o l t à i n c o n t r a t e n e l l a r e g o l a r i z z a z i o n e a t t r a v e r s o i l l a v o r o h a

d e l i n e a t o u n a u m e n t o d e l r i c o r s o a l l a d o m a n d a p e r r i f u g i a t i p o l i t i c i ,

r e n d e n d o a n c h e d i f f i c i l e l a d e f i n i z i o n e p r e c i s a d e l l o r o s t a t u s . G l i S t a t i

i n g e n e r a l e , d i n n a n z i a q u e s t o “ a b u s o ” , a l l a d i f f i c o l t à d i d i s c e r n i m e n t o

t r a c a u s e d i p e r s e c u z i o n e p o l i t i c a o u m a n i t a r i a e c a u s e e c o n o m i c h e

d e l l ' a p p r o d o , h a n n o t e s o a d u n a r i d u z i o n e d e l l e c o n c e s s i o n i d i a s i l o ,

i n a s p r e n d o l a n o r m a t i v a , l e m i s u r e d i a c c o g l i e n z a e l e c o n c e s s i o n i . S e

i n f a t t i , q u e s t a m i s u r a p r e v e d e v a a l l a s u a n a s c i t a l a p r o t e z i o n e d i

i n t e l l e t t u a l i e p o l i t i c i , c o n r i p e r c u s s i o n i p o l e m i c h e v e r s o g l i S t a t i

p e r s e c u t o r i , o r a n o n a s s u m e p i ù l a s t e s s a v a l e n z a p e r g e n t e c o m u n e d a l

r i l i e v o i n t e l l e t t u a l e e p o l i t i c o n u l l o . S i f o r m a n o c o s ì s t a t u s p r e c a r i , d i

pe r sone i n a t t e s a e spe s so immesse ne l l a soc i e t à i n modo non r ego l a r e

(Ambros in i , 2005 ) .

Q u e s t o u l t i m o a s p e t t o a p r e l a s t r a d a a d u n a d e l l e c r i t i c i t à m a g g i o r i

l e g a t e a l l ' i m m i g r a z i o n e : l ' i r r e g o l a r i t à . S e s o p r a c i s i a m o p e r l o p i ù

o c c u p a t i d e i l a v o r a t o r i s t r a n i e r i r e g o l a r m e n t e s o g g i o r n a n t i , u n a

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ca r a t t e r i z zaz ione de l con t e s to i t a l i ano , ma anche d i Spagna e Grec i a , è

l a p r e s e n z a d i s t r a n i e r i n o n i n r e g o l a c o n i l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o s u l

t e r r i t o r i o e d i u n a e s t r e m a f l u i d i t à n e l p a s s a g g i o d a l l a c o n d i z i o n e d i

r e g o l a r i t à a q u e l l a d i i r r e g o l a r i t à . A d a l i m e n t a r e l ' i l l e g a l i t à

d e l l ' i m m i g r a z i o n e è u n a c e r t a e c o n o m i a s o m m e r s a c h e c a r a t t e r i z z a

a m p i e f r a n g e d e l l ' e c o n o m i a n a z i o n a l e , o l t r e a d u n a n o r m a z i o n e d e g l i

i ng re s s i f a r r ag inosa (Cor t i , 2003 ) .

D i f a t t o è q u e s t o t i p o d i p r e s e n z a s u l t e r r i t o r i o a g e n e r a r e g r a n d i

a l l a r m i s m i t r a i c i t t a d i n i , l e a u t o r i t à e i p o l i t i c i , p u r r a p p r e s e n t a n d o

u n a p a r t e e s i g u a d e l l a p o p o l a z i o n e p r e s e n t e . I l d a t o p r e o c c u p a n t e è

p e r ò l ' a u m e n t o d i p r o d u z i o n e d i i r r e g o l a r i t à c h e l e n u o v e n o r m a t i v e

p o n g o n o i n e s s e r e e d i c o m e q u e s t a c o s t i t u i s c a u n a p i a g a a l l ' i n t e r n o

d e l l a g e s t i o n e p o l i t i c a d e i f l u s s i m i g r a t o r i i n I t a l i a , a v o l t e a n c h e

s t r u m e n t a l i z z a t a p o l i t i c a m e n t e , c o n g r a v i r i p e r c u s s i o n i s u l l ' e s p e r i e n z a

d i v i t a e d i s a lu t e de i m ig ran t i .

T u t t a v i a p r o p r i o i l p a s s a t o d e g l i i t a l i a n i c o m e e m i g r a n t i d o v r e b b e

r e n d e r e c o n s a p e v o l i d e l l e d i f f i c o l t à e d e l l e n e c e s s i t à d e l l e m i g r a z i o n i .

M o l t i i t a l i a n i h a n n o t r o v a t o u n a r e a l i z z a z i o n e d e l p r o p r i o p r o g e t t o

m i g r a t o r i o , s t a b i l i z z a n d o s i n e l l e s o c i e t à d i a c c o g l i e n z a , i n r e l a z i o n e a

q u a n t o a t t e n t e s o n o s t a t e l e p o l i t i c h e n e l g a r a n t i r e u n p i e n o i n s e r i m e n t o

s o c i a l e c h e a b o l i s s e l e d i f f e r e n z e ( C o r t i , 2 0 0 3 ) .

A l l a l u c e d i c i ò , è i m p o r t a n t e r i f l e t t e r e s u l l a r e s p o n s a b i l i t à p o l i t i c a

d e l l o S t a t o n e l l a c o s t r u z i o n e d e l l a p e r c e z i o n e e d e l l ' e s p e r i e n z a d i

m ig raz ione s i a pe r quan to conce rne g l i au toc ton i che i m ig ran t i , s u

c o m e i l s u o l e g i f e r a r e r i c o n f i g u r i i n t e r a m e n t e l ' e s i s t e n z a d e g l i s t r a n i e r i

e l a de t e rminaz ione de i l o ro co rp i .

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1.5 La legislazione italiana sull’immigrazione: la priorità

della sicurezza

L ' I t a l i a c o m e m e m b r o d i o r g a n i s m i i n t e r n a z i o n a l i e d e l l ' U n i o n e

e u r o p e a , s e p p u r m e t a d ' i m m i g r a z i o n e r e c e n t e , r e c e p i s c e i n p i e n o t u t t e

l e c o n t r a d d i z i o n i s o t t o l i n e a t e n e l q u a d r o l e g i s l a t i v o i n t e r n a z i o n a l e .

E s s e s o n o a n z i p i ù a r t i c o l a t e a n c h e a l l a l u c e d e l l ' i n s t a b i l i t à p o l i t i c a c h e

l ' h a c a r a t t e r i z z a t a n e g l i u l t i m i v e n t i a n n i e d i n c u i s e m p r e p i ù l e

p r o b l e m a t i c h e l e g a t e a l l ' i m m i g r a z i o n e d i v e n g o n o s t r u m e n t o d i s t r a t e g i e

po l i t i che .

L a p r i m a l e g g e i t a l i a n a c h e r e g o l i l ' i m m i g r a z i o n e d o p o l ' e p o c a

f a s c i s t a r i s a l e a l 1 9 8 7 . F i n o a q u e s t a d a t a v i g e v a l a n o r ma t i v a d i

p u b b l i c a s i c u r e z z a d e l f a s c i s m o , s o t t o p o s t a a r e g i m e d e l l e c i r c o l a r i c h e

r i s p e c c h i a s s e r o d i v o l t a i n v o l t a l e e s i g e n z e p o l i t i c h e d e l m o m e n t o

(Zan ros so , 2008 ) .

C o n l a l e g g e 3 0 d e l 1 9 8 7 v i e n e d i s c i p l i n a t a p e r l a p r i m a v o l t a

l ' i m m i g r a z i o n e s t r a n i e r a , i n m o d o t r a l ' a l t r o b l a n d o , l a s c i a n d o l a

p r o g r a m m a z i o n e d e l l a v o r o a l l ' a n a l i s i d e i s i n g o l i c a s i , s e n z a c h e

l ' e s p u l s i o n e f o s s e n e m m e n o t r a t t a t a . C o n l a l e g g e 9 4 3 d e l l o s t e s s o

a n n o , s i s a n a n o g l i i r r e g o l a r i g a r a n t e n d o s e r v i z i s o c i o - a s s i s t e n z i a l i

a p p o s i t i . I n q u e s t o p e r i o d o s t o r i c o l a s c a r s a a t t i v i t à l e g i s l a t i v a i n

m e r i t o è d a a t t r i b u i r e a l l ' e n t i t à l i m i t a t a d e l l e i m m i g r a z i o n i , p e r c u i l a

p e r c e z i o n e d e g l i s t r a n i e r i e r a p e r l o p i ù l i m i t a t a a l l e a r e e

m e t r o p o l i t a n e , s e n z a p a r t i c o l a r i s c o n v o l g i m e n t i s o c i a l i ( Z a n r os s o ,

2008 ) .

S o l o n e l 1 9 9 0 c o n l a l e g g e 3 9 ( c o n o s c i u t a c o m e “ L e g g e M a r t e l l i ” )

s i r e g o l a m e n t a n o p i ù a t t e n t a m e n t e l e m o t i v a z i o n i e l e p o s s i b i l i t à p e r

l ' a c c e s s o i n I t a l i a , i n c r e m e n t a n d o i l c o n t r o l l o s i a a l l e f r o n t i e r e c h e

n e l l e q u e s t u r e , i n t r o d u c e n d o l ' a c c e s s o p r o g r a m m a t o p e r i l a v o r a t o r i ,

i s t i t uendo i c en t r i d i p r ima accog l i enza .

T u t t a v i a i f l u s s i m i g r a t o r i i n I t a l i a s o n o m a n o a m a n o a u m e n t a t i e

m a g g i o r m e n t e a v v e r t i t i p r o p r i o p e r l a s t r a o r d i n a r i e t à d e l f e n o m e n o i n

un Paese convenz iona lmen te r i t enu to d ' emig raz ione . I p r im i m ig ran t i

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s t o r i c i f u r o n o p e r l o p i ù m a g h r e b i n i ( t u n i s i n i p r i m a e m a r o c c h i n i p o i ) ,

l e c u i o r i g i n i e r a n o p e r f o r z a t r a d i t e d a l l a p e l l e e d a i t r a t t i s o m a t i c i , e

t a l e d i f f e r e n z a s i c u r a m e n t e h a p o r t a t o c o n s é s e g n i d i d i f f i d e n z a e d i

e s c l u s i o n e .

M i r a c c o n t a a t a l p r o p o s i t o K . , r a g a z z o d i 2 5 a n n i d a l M a r o c c o , d i

c o m e e s s e r e s t r a n i e r o a B o l o g n a 1 5 a n n i f a f o s s e m o l t o p i ù

s t i g m a t i z z a n t e r i s p e t t o a d o r a . K . è i n I t a l i a d a q u a n d o a v e v a 1 0 a n n i ,

p a r t i t o d a s o l o p e r r a g g i u n g e r e l a s o r e l l a e i l s u o s o g n o eu r o p e o . F a

p a r t e d e i p r i m i f l u s s i d i m i g r a n t i c o n l ' i d e n t i t à p o r t a t a s u l l a p e l l e . L u i

a r r i v a t o a B o l o g n a , d o p o q u a l c h e a n n o d i r a c c o l t a d e i p o m o d o r i i n

P u g l i a , h a c o m i n c i a t o a s p a c c i a r e c o n i s u o i c o n n a z i o n a l i :

K.: Guarda, la verità, qua solo si spaccia. Perché quando sono arrivato

io, Bologna era un'altra, non era quella di oggi, che la gente ormai ha

conosciuto gli stranieri, possono discutere.. .anni fa non si poteva

discutere: bella lì , come si dice qui a Bologna, e nessuno ti conosce

[vedi appendice: intervista 2].

K . d e n u n c i a q u i n d i , n e g l i a n n i n o v a n t a i n I t a l i a , u n a d i f f i c i l e

i n t e g r a z i o n e l a v o r a t i v a e s o c i a l e p e r g l i s t r a n i e r i , d e t e r m i n a t a d a l l a

d i f f i d e n z a d e i c i t t a d i n i , c h e f a c i l i t a v a l ' i n s e r i m e n t o i n a t t i v i t à i l l e c i t e .

B a r b a g l i ( 2 0 0 8 ) n e l l a s u a i n d a g i n e s u l l a c r i m i n a l i t à d e g l i s t r a n i e r i

i n I t a l i a , r i n t r a c c i a l ' a u m e n t o d e l l a p e r c e z i o n e d i i n s i c u r e z z a l e g a t a

a l l ' i m m i g r a z i o n e s o p r a t t u t t o d a p a r t e d e i c i t t a d i n i d e l l e p i ù g r a n d i c i t t à

d e l N o r d I t a l i a , d o v e m a g g i o r e è s t a t o l ' a f f l u s s o d i m i g r a n t i . S o t t o l i n e a

i n r e a l t à c o m e i p r o b l e m i d e l d e g r a d o s o c i a l e e d e l l a p i c c o l a c r i m i n a l i t à

d i f f u s a c o m i n c i a s s e r o a v e d e r e l a l o r o c o m p a r s a b e n p r i m a d e l l ' a u m e n t o

d e i f l u s s i m i g r a t o r i . L e c i t t à , i n f a t t i , e r a n o s o t t o p o s t e a d u n p r o g r e s s i v o

s f a ldamen to soc i a l e , i n cu i i l egami comun i t a r i s embravano s c iog l i e r s i ,

e c o n e s s o a n c h e q u e l l a s a n z i o n e s o c i a l e c h e f u n g e d a d e t e r r e n t e

a l l ' i l l e c i t o v e n i v a m e n o . E m e r g e c o s ì i l p r o b l e m a s i c u r e z z a , l a c u i

c a u s a è s t a t a r i c o n d o t t a n e l l a d e l i n q u e n z a i m m i g r a t a a s e g u i t o d e l l a

p r e senza p iù mass i cc i a d i s t r an i e r i .

V a e v i d e n z i a t o p e r ò c o m e q u e l l i c h e f u r o n o i p r i m i f l u s s i m i g r a t o r i

v i d e r o , c o m e g i à a c c e n n a t o , l a m a n c a n z a d i p o l i t i c h e v o l t e a f a v o r i r e

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l ' i n t e g r a z i o n e e l ' i n s e r i m e n t o s o c i a l e , d e t e r m i n a n d o q u i n d i g i à u n a

c o l l o c a z i o n e d e i m i g r a n t i a i m a r g i n i d e l l a s o c i e t à , c h e p u ò a v e r

r a p p r e s e n t a t o p e r a l c u n i u n a p i ù f a c i l e a d e s i o n e a l l ' i l l e g a l i t à . I d a t i

s u l l e d e t e n z i o n i e d e n u n c e r i p o r t a t e d a B a r b a g l i ( 2 0 0 8 ) c o n f e r m a n o u n a

f o r t e p e r c e n t u a l e d i a r r e s t i e a c c u s e c h e r i g u a r d a n o g l i i m m i g r a t i , c h e

d o v r e b b e r o a v v a l o r a r e l a t e s i d e l l ' “ e m e r g e n z a s i c u r e z z a ” e d e l l a

t e n d e n z a a l l a d e l i n q u e n z a d e i m i g r a n t i , t u t t a v i a u n a l e t t u r a c r i t i c a e

c o n t e s t u a l e d e i d a t i s t e s s i p o r t a a d u n ' i n t e r p r e t a z i o n e d i f f e r e n t e . C o m e

in f a t t i r i l eva anche i l s oc io logo Ba rbag l i , p e r g l i s t r an i e r i l a de t enz ione

r i s u l t a e s s e r e i l p r o v v e d i m e n t o c a u t e l a r e p i ù d i f f u s o i n q u a n t o s p e s s o l a

m a n c a n z a d e l d o m i c i l i o n o n p e r m e t t e a l t r e d i s p o s i z i o n i ; l a d i f e s a

d ' u f f i c i o r i s u l t a s p e s s o m e n o e f f i c a c e , l e g a t a a n c h e a p r o b l e m i

l i n g u i s t i c i c h e p o r t a n o l o s t r a n i e r o a d u n p o t e n z i a l e d i f e n s i v o i n f e r i o r e ;

i c o n t r o l l i s o n o p i ù f r e q u e n t i e c a p i l l a r i p r o p r i o t r a g l i s t r a n i e r i p e r i l

s e m p l i c e f a t t o c h e l a l o r o f i s i c i t à l i r e n d e p i ù v i s i b i l i ( D a l L a g o , 1 9 9 9 ) .

A l l o s t e s s o t e m p o i d a t i r i p o r t a n o u n ' i n c i d e n z a d e l l a c r i m i n a l i t à

m a g g i o r e t r a g l i i r r e g o l a r i , p r o p r i o p e r c h é l a l o r o s i t u a z i o n e l e g a l e

d e t e r m i n a c o n d i z i o n i d i v i t a p r e c a r i e e m a r g i n a l i t à a r g i n a b i l i s p e s s o

a t t r ave r so a t t i v i t à i l l e c i t e (Ba rbag l i , 2008 ) .

L ' a s s e n z a d e l l ' i n t e r e s s e i s t i t u z i o n a l e , l a p e r c e z i o n e d i u n d e g r a d o

u r b a n o g i à i n a t t o e l ' a u m e n t o d i p r e s e n z e s t r a n i e r e n o n i n t e g r a t e n e l

t e s s u t o s o c i a l e , h a l a s c i a t o d i f f o n d e r s i t r a i c i t t a d i n i u n ' o s t i l i t à

s i m b o l i c a e d a n c h e m a t e r i a l e s e m p r e m a g g i o r e , a l i m e n t a t a a n c h e

d a l l ' a r r i v o d i p r o f u g h i d a l l ' A l b a n i a p e r i q u a l i i p r o v v e d i m e n t i f u r o n o

p r e s i i n u n c l i m a d i e m e r g e n z a e c o n i l d e g e n e r a r e i n u n ' i s t e r i a

co l l e t t i va (Da l Lago , 1999 ) .

U n a m a g g i o r e c o n s a p e v o l e z z a d e l r u o l o i n t e r n a z i o n a l e c h e l ' I t a l i a

s t a v a p r e n d e n d o c o m e m e t a d ' i m m i g r a z i o n e e d e l l a s c a r s a c a p a c i t à

r e g o l a t i v a d e l l a l e g g e v i g e n t e , h a p o r t a t o n e l 1 9 9 5 a l d e c r e t o l e g g e 4 8 9

( c o n o s c i u t a c o m e “ L e g g e D i n i ” ) , c o n i l p r e s u p p o s t o d i r e g o l a r i z z a r e l e

p o s i z i o n i c l a n d e s t i n e e d i d i s c i p l i n a r e i n m o d o p i ù r e s t r i t t i v o i l a v o r i

s t a g i o n a l i e l e e s p u l s i o n i .

N e g l i a n n i n o v a n t a l a d i s c u s s i o n e p o l i t i c a s u l l ' i m m i g r a z i o n e s i

f e c e p r e s s a n t e e d a p i ù p a r t i s i r a v v i s ò l ' e s i g e n z a d i n o r m a r e m e g l i o

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t a l e q u e s t i o n e s o c i a l e . I l p r o b l e m a s i p o n e v a n e l l ' i n a d e g u a t e z z a d e l l a

l e g g e n e l f a r f r o n t e a d u n f e n o m e n o s e m p r e p i ù c o n s i s t e n t e a c u i

s e m b r a v a l ' I t a l i a n o n f o s s e p r o n t a , c o n i l t i m o r e d i u n a c l a n d e s t i n i t à

d i l a g a n t e c h e a n d a s s e a n u t r i r e l e f r a n g e d e l l a c r i m i n a l i t à e

d e l l ' i l l e g a l i t à .

I l t e m a d e l l a l e g a l i t à e r a p a r t i c o l a r m e n t e s e n t i t o n e l d i b a t t i t o

p u b b l i c o i t a l i a n o a l l a l u c e d e l l a c r i s i d e l l a P r i m a R e p u b b l i c a c o n

“ T a n g e n t o p o l i ” , i n c u i u n a g e n e r a l e s f i d u c i a n e i c o n f r o n t i d e l l a p o l i t i c a

p o r t a v a a r i v e n d i c a r e l ' a p p l i c a z i o n e d e l l e l e g g i e d e l l ' o r d i n e p u b b l i c o .

L ' i n s o f f e r e n z a d e i c i t t a d i n i è s t a t a r i v e r s a t a s u q u e s t e p r e s e n z e n u o v e e

p i ù i n g e n t i , a n c h e g r a z i e a l l ' e n f a t i z z a z i o n e m e d i a t i c a d e l f e n o m e n o e

a l l e n e c e s s i t à p o l i t i c h e d e l l a L e g a d i c o g l i e r e l e e s i g e n z e e f a r s e n e

p r o m o t r i c e . I n f a t t i l ' i n t e r v e n t o d e l l a L e g a s u l l a s c e n a p o l i t i c a f u

i m p o r t a n t e p e r i l d e f i n i r s i d i u n o r i e n t a m e n t o x e n o f o b o e i n t o l l e r a n t e

l e g a t o a d u n ' e n f a t i z z a z i o n e d e l l ' a p p a r t e n e n z a e t n i c a a c u i c o n t r a p p o r r e

i l n e m i c o m e r i d i o n a l e e q u e l l o e x t r a c o m u n i t a r i o . E s s a s i p r e s e n t ò c o m e

a l t e r n a t i v a a l v u o t o l a s c i a t o d a l l a D C n e l l e z o n e t i p i c h e d i s u a

a f f e r e n z a , r i c o n v e r t e n d o i n t e r m i n i i d e o l o g i c i e p o l i t i c i i l m a l c o n t e n t o

de l l a popo l az ione (A lba re l l o , 2003 ) .

L a s i n i s t r a i t a l i a n a , a l l o r a a l g o v e r n o , e r a i n r e a l t à f a v o r e v o l e a d

u n ' a p e r t u r a m a g g i o r e d e l l e f r o n t i e r e , t u t t a v i a l e r i c h i e s t e d e l l ' e l e t t o r a t o

d e l l e z o n e p i ù i n t e r e s s a t e d a l l ' i m m i g r a z i o n e , p o r t a r o n o a l l a n e c e s s i t à d i

u n c a m b i a m e n t o d i r o t t a . N e l l e c i t t à p i ù g r a n d i i c i t t a d i n i c o m i n c i a r o n o

a l a m e n t a r e s e m p r e p i ù i l c o n n u b i o i m m i g r a z i o n e - a t t i v i t à i l l e c i t e

( s p a c c i o , p r o s t i t u z i o n e ) , t a n t o c h e a M i l a n o n e l l ' e s t a t e 1 9 9 6 g r u p p i d i

c i t t a d i n i s i m o b i l i t a r o n o p e r l i b e r a r e l a l o r o c i t t à d a l d e g r a d o . L a L e g a ,

c h e c e r c a v a d i f a r s i i l s u o s p a z i o d i c o n s e n s o , c a v a l c ò i l c a s o

immig raz ione appogg i ando ques t a c ausa (Ba rbag l i , 2008 ) .

E ' e v i d e n t e a l l o r a c o m e l a f i g u r a d e l m i g r a n t e d i v e n n e c e n t r o d e i

d i b a t t i t i p o l i t i c i e p u b b l i c i p e r l a c r e a z i o n e d i u n o r d i n e e d i u n a

s i c u r e z z a p e r c e p i t i c o m e m i n a t i , m a p e r u n v e n t a g l i o d i m o t i v a z i o n i

p r o f o n d a m e n t e d i v e r s e . L o s c o l l a m e n t o s o c i a l e e l a s f i d u c i a n e l l o S t a t o

f u r o n o r i p r e s i d a i p a r t i t i p o l i t i c i c o m e b a s i p e r r i a l l a c c i a r e i r a p p o r t i

c o n l ' e l e t t o r a t o , a t t r a v e r s o u n a r i l e t t u r a d e l l a c o n d i z i o n e s o c i a l e .

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N e l 1 9 9 8 f u c o s ì p r e p a r a t a u n a n u o v a l e g g e ( c o n o s c i u t a c o m e

“ L e g g e T u r c o - N a p o l i t a n o ” ) i n c u i l a s i n i s t r a s i t r o v ò c o s t r e t t a a

d e r o g a r e a d a l c u n i p r i n c i p i d i a c c o g l i e n z a i n f a v o r e d e l l a g a r a n z i a d i

u n a m a g g i o r e s i c u r e z z a . L o s l o g a n e r a “ s i c u r e z z a e s o l i d a r i e t à ”

a t t r a v e r s o u n a p p r o c c i o v o l t o a l l a r e p r e s s i o n e d e l l ' i l l e g a l i t à e a l l a

s a l v a g u a r d i a d i d i r i t t i m i n i m i . I p r o v v e d i m e n t i s i i n c e n t r a r o n o s u u n a

d e f i n i z i o n e e d u n t r a t t a m e n t o g i u r i d i c o d i f f e r e n z i a l i , v o l t i a d i s t i n g u e r e

t r a m i g r a n t i r e g o l a r i e i r r e g o l a r i . I p r i m i v i d e r o i l r i c o n o s c i m e n t o d i

d i r i t t i c i v i l i , s a l v o d i s p o s i z i o n i i n t e r n a z i o n a l i e a c c o r d i d i v e r s i , m e n t r e

a i s o g g i o r n a n t i n o n i n r e g o l a v e n g o n o g a r a n t i t i i s o l i d i r i t t i

f o n d a m e n t a l i d e l l a p e r s o n a u m a n a , c h e s i r e a l i z z a n o p e r l o p i ù n e l l a

ga r anz i a m in ima a l l ' a s s i s t enza s an i t a r i a .

I p u n t i f o n d a m e n t a l i d e l l a l e g g e r i g u a r d a n o u n a r e g o l a m e n t a z i o n e

d e l l e q u o t e d e i f l u s s i , l ' i n t r o d u z i o n e d e l l a f i g u r a d e l l o s p o n s o r ( e n t e o

p e r s o n a c h e g a r a n t i s c a p e r l e s p e s e d i s o g g i o r n o d e l l o s t r a n i e r o ) ,

l ' a c q u i s i z i o n e d e l l a c a r t a d i s o g g i o r n o p e r l o s t r a n i e r o r e g o l a r m e n t e

s o g g i o r n a n t e p e r c i n q u e a n n i c o n s e c u t i v i ( B a r b a g l i , 2 0 0 8 ) . Q u e s t i

p rovved imen t i sono que l l i che na scono con l o s copo d i ga r an t i r e l a

l e g a l i t à d e g l i i n g r e s s i , i n c o n c o m i t a n z a a d u n a p o l i t i c a p i ù r e p r e s s i v a

p e r l a l i m i t a z i o n e d e l l ' i l l e g a l i t à a t t r a v e r s o u n ' i n t e n s i f i c a z i o n e d e i

c o n t r o l l i : a l l ' e s t e r n o d e i c o n f i n i f u l e g i t t i m a t o i l r e s p i n g i m e n t o p e r

c o l o r o c h e v o l e s s e r o e n t r a r e s o t t r a e n d o s i a i c o n t r o l l i d i f r o n t i e r a ; n e l

v e r s a n t e i n t e r n o , i n v e c e , f u i n t r o d o t t a l ' e s p u l s i o n e c o m e m i s u r a d i

s i c u r e z z a p e r l o s t r a n i e r o c o n d a n n a t o p e r r e a t o , c o n l ' a c c o m p a g n a m e n t o

a l l a f r o n t i e r a e l a r e c l u s i o n e n e i c e n t r i d i p e r m a n e n z a t e m p o r a n e a ( p e r

m a s s i m o u n m e s e ) , p e r l a v e r i f i c a d e l l ' i d e n t i t à e d e l l a p r o v e n i e n z a p e r

i l r i m p a t r i o .

Q u e s t ' u l t i m o p r o v v e d i m e n t o è s t a t o q u e l l o p i ù d i s c u s s o e d

i m p o p o l a r e p e r l a m a n c a n z a d e l r i s p e t t o d e i t e r m i n i d i i n t e r n a m e n t o ,

p e r l e v i o l a z i o n i d i a l c u n i d i r i t t i u m a n i c h e v e n i v a n o p e r p e t r a t e

i m p u n e m e n t e . D i f a t t o q u e s t i c e n t r i c i r c o n d a t i d i f i l o s p i n a t o e d a l l a

p o l i z i a r i c h i a m a n o , n e l l e m o d a l i t à d i g e s t i o n e , p i ù i c e n t r i d i

d e t e n z i o n e c h e d i i d e n t i f i c a z i o n e . Q u e s t i l u o g h i n o n v a n n o c o n f u s i c o n

i c e n t r i d i a c c o g l i e n z a v o l t i p e r l o p i ù a s o c c o r r e r e c o l o r o c h e s p e s s o

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a p p r o d a n o s u l l e c o s t e i t a l i a n e . E s s i s o n o b e n d i v e r s i , m a l o s c o p o a n c h e

q u i è q u e l l o d i i d e n t i f i c a r e , s e l e z i o n a r e , d i f f e r e n z i a r e l a l e g i t t i m i t à

a l l ' i n c l u s i o n e n e l l o S t a t o , c o n m o d a l i t à e s t r u m e n t i p o l i z i e s c h i p i ù c h e

u m a n i t a r i ( B a r b a g l i , 2 0 0 8 ) .

I n ques t a so spens ione i den t i t a r i a , ques t e pe r sone non a s sumono

a l t r a v a l e n z a s e n o n q u e l l a d i c o r p i , i l l o r o s t a t o l i m i n a r e a g g r a v a t o d a

u n o s t a t o d i i n d i g e n z a e v i d e n t e , r e n d e q u e s t e v i t e m e n o d e g n e .

R i t o r n i a m o c o s ì a l c o n c e t t o d i A g a m b e n ( 1 9 9 5 ) , g i à p r i m a a c c e n n a t o , d i

“ c a m p o ” i n c u i i l p o t e n z i a l e r i f u g i a t o , c o l u i c h e è i n a t t e s a d i

i d e n t i f i c a z i o n e , r a p p r e s e n t a q u e l l ' e c c e z i o n e , i n q u e s t o c a s o a l l o s t a t u s

d i c i t t a d i n o , m a a n c h e d i s t r a n i e r o r e g o l a r m e n t e s o g g i o r n a n t e , i n c u i l a

n o r m a p u ò e s s e r e d i s a p p l i c a t a e n e l l a f a t t i s p e c i e i d i r i t t i u m a n i v i o l a t i .

L e f i g u r e d e s i g n a t e a l l a g e s t i o n e d i q u e s t i c e n t r i s o n o p o l i z i o t t i e

m e d i c i , a l l ' i n s e g n a d e l m a n t e n i m e n t o d e l l ' o r d i n e p u b b l i c o e d e l l a

g a r a n z i a a l l a v i t a . P a r l i a m o a p p u n t o d i q u e l l ' i n s i e m e d i d i s p o s i t i v i

d e l l a g o v e r n a m e n t a l i t à c h e c a r a t t e r i z z a n o l o S t a t o o d i e r n o p e r i l

m a n t e n i m e n t o e d i l c o n t r o l l o d i u n a p o p o l a z i o n e i n t e s a s e m p r e p i ù

c o m e i n s i e m e d i v i t e b i o l o g i c h e ( F o u c a u l t , 2 0 0 5 ) .

L a s i c u r e z z a d e l l a p o p o l a z i o n e i t a l i a n a v i e n e p e r c e p i t a c o m e

m i n a t a n e l l e s u e f u n z i o n i d a l l ' i n g e r e n z a s t r a n i e r a , c h e f o m e n t a l a

c r i m i n a l i t à , l e a t t i v i t à e x t r a l e g a l i , i l d e g r a d o . P e r c i ò i l p r o b l e m a d e l

m a n t e n i m e n t o d e l l a s i c u r e z z a e d e l l ' o r d i n e p u b b l i c o d i v e n g o n o g l i

o b i e t t i v i p r i n c i p a l i d e l l a p o l i t i c a i t a l i a n a e i s u c c e s s i v i p r o v v e d i m e n t i

s o n o s t a t i t u t t i a l l ' i n s e g n a d i u n p r o g r e s s i v o i n a s p r i m e n t o d e l l a

n o r m a t i v a i n m a t e r i a d i i n g r e s s o e d i s o g g i o r n o . L e d i f f i c o l t à

n e l l ' a t t u a z i o n e d e i d i s p o s i t i v i d i r i m p a t r i o e f e r m o d e i c l a n d e s t i n i , h a

p o r t a t o l a d e s t r a a c o n t i n u e c r i t i c h e a l l ' o p e r a t o d e g l i a v v e r s a r i p o l i t i c i .

L a l o t t a a l l a c l a n d e s t i n i t à e a l l a c r i m i n a l i t à a d e s s a c o n n e s s a d i v e n n e r o

i l c a v a l l o d i b a t t a g l i a d e l l a d e s t r a p e r l e e l e z i o n i d e l 2 0 0 1 .

V in t e l e e l e z ion i f u emana t a l a l egge 189 de l 2002 ( cos idde t t a

“ L e g g e B o s s i - F i n i ” ) . E s s a h a r e s o f a c o l t a t i v o i l d e c r e t o f l u s s i

m i n i s t e r i a l e , i l c h e v u o l d i r e l a p o s s i b i l i t à d i i m p e d i r e i n g r e s s i p e r

l a v o r o n e l P a e s e ; h a i n t r o d o t t o i r i l i e v i f o t o d a t t i l o s c o p i c i p e r l o

s t r an i e ro che ch i eda i l p e rmesso d i sogg io rno ; ha p r ev i s t o l ' e spu l s i one

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t r a m i t e a c c o m p a g n a m e n t o a l l a f r o n t i e r a c o m e m o d a l i t à o r d i n a r i a ; h a

a l l u n g a t o i l p e r i o d o d i t r a t t e n i m e n t o n e i c e n t r i d i p e r m a n e n z a d a t r e n t a

a s e s s a n t a g i o r n i ; h a i n t r o d o t t o l a n o t i f i c a d e l l a q u e s t u r a d i l a s c i a r e l o

S t a t o , q u a l o r a n o n c i s i a n o p o s t i n e i C P T o n o n s i a s t a t o p o s s i b i l e i l

r i m p a t r i o e n t r o i l l i m i t e d e i 6 0 g i o r n i . L ' i n a d e m p i e n z a d e l l a n o t i f i c a

v i e n e s a n z i o n a t a c o n l ' a r r e s t o p e r i l l e c i t o p e n a l e , p r o c e s s o p e r

d i r e t t i s s ima ed e spu l s i one (Ba rbag l i , 2008 ) . I l p e rmesso d i sogg io rno

p e r m o t i v i d i l a v o r o v i e n e c o n c e s s o s o l o s e i n p o s s e s s o d i u n c o n t r a t t o

d i l a v o r o d a s t i p u l a r e n e l P a e s e d i o r i g i n e c o n u n d a t o r e d i l a v o r o i n

I t a l i a , h a d u r a t a s o l o b i e n n a l e , d e c a d e i n c a s o d i p e r d i t a d e l l a v o r o c o n

l ' o b b l i g o d i r i m p a t r i o a s p e s e d e l d a t o r e d i l a v o r o .

V e d i a m o c o m e l a n o r m a z i o n e d e i p e r m e s s i d i s o g g i o r n o r i e n t r i

a l l ' i n t e r n o d i u n p u r o c a l c o l o d e l m e r c a t o d e l l a v o r o , e s s a r i s p o n d e a l l e

n e c e s s i t à d i u n m e r c a t o f l e s s i b i l e e m u t e v o l e , r e n d e n d o i n r e a l t à

d i f f i c i l e u n ' e f f e t t i v a i n t e g r a z i o n e d e l l o s t r a n i e r o n e l t e s s u t o s o c i a l e .

E s s a s i b a s a , i n o l t r e , s u d i n a m i c h e i r r e a l i z z a b i l i c h e i p o t i z z a n o c o n t a t t i

d i l a v o r o a d i s t a n z a , m e n t r e n e c e s s a r i a m e n t e c o l o r o c h e r i e s c o n o a

r e g o l a r i z z a r s i c o n u n c o n t r a t t o d i l a v o r o s o n o g i à s u l t e r r i t o r i o i t a l i a n o .

A n c h e l a m a c c h i n a b u r o c r a t i c a p e r l ' o t t e n i m e n t o e i l r i n n o v o d e i

p e r m e s s i p r e v e d e i t e r l u n g h i e v i s c h i o s i c h e o s t a c o l a n o l a p o s s i b i l i t à d i

u n a p o s i z i o n e r e g o l a r e . E ' r i c o n o s c i u t o i n f a t t i d a d i v e r s i s t u d i c o m e “ l a

g a b b i a d ' a c c i a i o” d e l l a b u r o c r a z i a d e t e r m i n i a n c h e p e r i r e g o l a r i i l

p e r i c o l o c o n t i n u o d i c a d e r e n e l l ' i r r e g o l a r i t à , c o s ì c h e q u e s t a d i v e n g a

u n a t a p p a i n e v i t a b i l e d i o g n i p e r c o r s o m i g r a t o r i o i n I t a l i a ( A m b r o s i n i ,

2005 ) .

Q u e s t o p e r c h é l a l e g i t t i m i t à d e l l o s t r a n i e r o s u l t e r r i t o r i o i t a l i a n o è

s t r e t t a m e n t e c o n n e s s a a l s u o r u o l o d i l a v o r a t o r e , p e r l o p i ù t e m p o r a n e o

e p r o v v i s o r i o , n o n o s t a n t e d i f a t t o s i v a d a a c c r e s c e n d o u n a p r e s e n z a

d u r a t u r a e c o n t i n u a . L a t e m p o r a n e i t à d e l l a p r e s e n z a è p e r p e t u a t a , i n

a l c u n i c a s i , d a i m i g r a n t i s t e s s i , l a c u i r o t t u r a d e f i n i t i v a c o n l e o r i g i n i è

d i d i f f i c i l e a m m i s s i o n e , m e n t r e p e r l a s o c i e t à d i a c c o g l i e n z a a l l a

p r o v v i s o r i e t à s i a g g i u n g e a n c h e u n a n e c e s s a r i a f u n z i o n a l i t à l a v o r a t i v a ,

l a cu i c e s saz ione r ende i l l eg i t t imo l o s t r an i e ro .

P e r S a y a d ( 2 0 0 8 ) l a p r o g r e s s i v a t r a s f o r m a z i o n e d e l l ' i m m i g r a z i o n e ,

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c h e “ d a l a v o r o ” d i v i e n e “ d i p o p o l a m e n t o ” , i n c u i l ' i m m i g r a t o s i i n s e d i a

c o n l a f a m i g l i a , p r o g e t t a n e l n u o v o P a e s e , p o r t a c o n s é l ’ a s p e t t a t i v a

d e l l ’ a s s i m i l a z i o n e e d i u n a c e r t a f u n z i o n a l i t à s o c i a l e . I m i g r a n t i c h e s i

i n s e d i a n o c o n i p r o p r i f a m i l i a r i p o s s o n o p r e s e n t a r e u n ’ u t i l i t à

n e l l ’ i n c r e m e n t o d e m o g r a f i c o e n e l l a c o s t r u z i o n e d e l P a e s e p e r l a

p o s t e r i t à , m e n t r e i l m i g r a n t e s o l o l a v o r a e g o i s t i c a m e n t e p e r l u i e i l

P a e s e d i o r i g i n e ( p u r c o n t r i b u e n d o d i f a t t o a l t e m p o r a n e o a r r i c c h i m e n t o

d i c h i l i s f r u t t a ) . C i p u ò e s s e r e s i m p a t i a , q u i n d i , p e r l a f a m i g l i a

i m m i g r a t a , m a a p a t t o c h e s i r e a l i z z i l ’ a s s i m i l a z i o n e e u n a p p i a t t i m e n t o

d e l l e d i f f e r e n z e , c h e e s s a d i m o s t r i l a s u a u t i l i t à s o c i a l e . Q u e s t a è u n a

ca t ego r i zzaz ione a r t i f i c i o sa , come sp i ega l o s t e s so Sayad , che pe rò

p e r m e t t e d i c o m p r e n d e r e l e d i v e r s e i n t e r p r e t a z i o n i d e l l ’ i m m i g r a z i o n e .

T u t t a v i a b a s t a u n a c o n d i z i o n e d i c r i s i e c o n o m i c a e o c c u p a z i o n a l e ,

c o m e q u e l l a a t t u a l e , p e r f a r r i c a d e r e i n d i s t i n t a m e n t e l a c o l p a n e l l o

s t r a n i e r o c h e n o n s e r v e p i ù , c h e h a p e r s o l a s u a f u n z i o n a l i t à d i

l a v o r a t o r e a b a s s o c o s t o c h e i n t r a l c i a c o n l a s u a f a m i g l i a e d i v i e n e

l ' u s u r p a t o r e d i u n d i r i t t o c h e n o n è i l s u o .

I l p r o g e t t o d i s t a b i l i z z a z i o n e d i m o l t i m i g r a n t i s i e v i n c e a n c h e

d a l l a l o r o m o b i l i t a z i o n e e d a l t e n t a t i v o d i p a r t e c i p a r e a l l a v i t a p o l i t i c a

a t t r a v e r s o f o r m e d i a u t o - o r g a n i z z a z i o n e p e r l a d i f e s a d e i p r o p r i d i r i t t i .

Q u e s t o è c e r t a m e n t e v e r o p e r l e m a g g i o r i c i t t à i t a l i a n e e p e r q u e i

c o n t e s t i l o c a l i c h e i n p a r t e d e r o g a n o a l l a r i g i d i t à d e l l e d i s p o s i z i o n i

c e n t r a l i , e s e g n a l a n o u n a c o m p o n e n t e a t t i v a t r a i m i g r a n t i c h e c e r c a n o

d i e s s e r e e d i s e n t i r s i p a r t e d e l l a s o c i e t à i t a l i a n a . S i r a v v i s a , q u i n d i , d a

p a r t e d i c o l o r o c h e v e d o n o u n a t o l l e r a n z a a l l a p r o p r i a p r e s e n z a s o l o i n

t e r m i n i d i f u n z i o n a l i t à , i l t e n t a t i v o d i f a r v a l e r e l a p r o p r i a p r e s e n z a

p o l i t i c a , r i v e n d i c a n d o i l r i c o n o s c i m e n t o d e l l a l o r o p a r t e c i p a z i o n e a l l a

v i t a soc i a l e de l Pae se .

C a s o e m b l e m a t i c o a B o l o g n a s o n o l e d i v e r s e a s s o c i a z i o n i d i

m i g r a n t i v o l t e a l m u t u o a i u t o , a l l a s e n s i b i l i zz a z i o n e d e l l ' o p i n i o n e

p u b b l i c a , a l l a p r o m o z i o n e d e i p r o p r i d i r i t t i . I n t e r e s s a n t e è

l ' o r g a n i z z a z i o n e d e l C o o r d i n a m e n t o m i g r a n t i , n e l l e p i ù g r a n d i r e a l t à

d ' I t a l i a t r a c u i B o l o g n a , d o v e p r o p r i o i m i g r a n t i , a n c h e i n s i e m e a

c i t t a d i n i i t a l i a n i , c e r c a n o d i c o o r d i n a r e l e p r o p r i e v o c i p e r l a d i f e s a d e i

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d i r i t t i d e i m i g r a n t i . N e l l e a s s e m b l e e d a e s s i o r g a n i z z a t e ( a c u i h o a v u t o

m o d o i n u n ' o c c a s i o n e d i p a r t e c i p a r e ) , s o n o m o l t e l e d e n u n c e a v a n z a t e

a l g o v e r n o i t a l i a n o s u l l a m o d a l i t à d i g e s t i o n e d e l f e n o m e n o m i g r a t o r i o ,

i n c u i q u e s t i m i g r a n t i r a v v i s a n o i l t e n t a t i v o c o n t i n u o d i e s c l u s i o n e

a n c h e l ì d o v e s i a n o r e g o l a r m e n t e i n s e r i t i n e l m e r c a t o d e l l a v o r o . E s s i

p e r c e p i s c o n o l ' a z i o n e n e g a t i v a d e l l e p o l i t i c h e p r o p r i o s u i p o s t i d i

l a v o r o , n e l l a r e a l i z z a z i o n e d i s p a c c a t u r e t r a l a v o r a t o r i i t a l i a n i e

s t r a n i e r i , c h e e s a s p e r a n o l e d i f f e r e n z e . Q u e s t o v i e n e p a r t i c o l a r m e n t e

a v v e r t i t o n e l l a c r i s i e c o n o m i c a a t t u a l e , p e r l a q u a l e s i s e n t o n o d i

f u n g e r e d a c a p r o e s p i a t o r i o , v i s t o c h e s u l l o r o d e s t i n o r i c a d o n o l e

p r ime p rob l ema t i zzaz ion i su l l ' o ccupaz ione . Ma e s s i , i n quan to

l a v o r a t o r i , r i v e n d i c a n o d i a v e r e p a r i d i r i t t i r i s p e t t o a g l i i t a l i a n i . L a

v o l o n t à è q u e l l a d i e l i m i n a r e l e d i f f e r e n z e e t n i c h e e d i a l l i n e a r s i c o n l a

s c h i e r a d e i l a v o r a t o r i , c o m e n u o v a c a t e g o r i a d i r i f e r i m e n t o c h e t r o v a

l ' u g u a g l i a n z a n e l l a v o r o . I n q u a n t o l a v o r a t o r i e s s i c h i e d o n o u n ' a z i o n e

c o n g i u n t a c o n g l i i t a l i a n i c o n t r o l a c r i s i e l e s u e d e r i v e

d i s c r i m i n a t o r i e8.

L a t e n d e n z a l e g i s l a t i v a a t t u a l e s i c o n c e n t r a , a p p u n t o , s u l l a

c r e a z i o n e d i m o l t e p l i c i s t a t u s d i f f e r e n z i a l i , d i d i f f i c i l e c o n c e s s i o n e ,

t u t t i a l l ' i n s e g n a d e l l a t e m p o r a n e i t à e d i n c u i è s e m p r e p i ù a r d u a u n a

p i e n a e q u i p a r a z i o n e a l c i t t a d i n o . I d i r i t t i c o n c e s s i a l m i g r a n t e , a n c h e a

q u e l l o r e g o l a r e , m a n t e n g o n o e r i m a r c a n o s e m p r e i l s u o s t a t o d i

subo rd inaz ione , a t t r ave r so un ' e s c lu s ione da l l a v i t a po l i t i c a .

P e r q u a n t o c o n c e r n e i l d i r i t t o d ' a s i l o e l ' i n g r e s s o p e r r a g i o n i

u m a n i t a r i e , m a a n c h e l o s t e s s o r i c o n g i u n g i m e n t o f a m i l i a r e , c i s o n o

d i s p o s i z i o n i p e r p r o c e d u r e e r e q u i s i t i s e m p r e p i ù l i m i t a n t i p r o p r i o

p e r c h é i l t i m o r e è q u e l l o d e g l i a l t i c o s t i e c o n o m i c i e s o c i a l i c h e m a s s e

i n d i g e n t i d i p o p o l a z i o n i p o s s o n o c o m p o r t a r e , d e l l e l o r o r i v e n d i c a z i o n i .

D i f a t t o l o s t a t o d e l l a i m m i g r a z i o n e a t t u a l e i n I t a l i a d e v i a

f o r t e m e n t e d a q u e l l i c h e d o v r e b b e r o e s s e r e i r i s u l t a t i a t t e s i d a u n a

l e g i s l a z i o n e p i ù s t r i n g e n t e e l ' i n a d e g u a t e z z a d e l l a n o r m a t i v a s i

c o n c r e t i z z a n e l l a r e a l i z z a z i o n e e n e l l a c o s t r u z i o n e d e l l ' i r r e g o l a r i t à ,

8 Quanto qui riportato è estratto da un'assemblea del coordinamento migranti di Bologna in riferimento alla

discussione alle Camere del Decreto Legge 92 – 2008 (Pacchetto Sicurezza).

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c o s ì d a i n g r o s s a r n e l e f i l a . S i t e n d e s e m p r e p i ù a d i m b r i g l i a r e i l

f e n o m e n o m i g r a t o r i o , f a c i l i t a n d o l ' i r r e g o l a r i t à , l ' a c c e s s o c l a n d e s t i n o e

l a de r i va i n a t t i v i t à i l l e c i t e .

I l g i o c o p o l i t i c o a t t u a l e è i n c e n t r a t o t u t t o s u i t e m i d e l l a s i c u r e z z a

e d e l l ' o r d i n e p u b b l i c o . S o p r a t t u t t o a l l a l u c e d e l l a c r i s i e c o n o m i c a

d e l l ' u l t i m o a n n o , l ' a t t e n z i o n e e i l c o n s e n s o p o p o l a r e v e n g o n o r i v o l t i

v e r s o i p r o b l e m i d i o r d i n e e d e v i a n z a , i n c u i l o s t r a n i e r o e m e r g e a

s i m b o l o d e l d e g r a d o s o c i a l e . D a m o l t e p a r t i c ' è l a c o n s a p e v o l e z z a d e l l a

s t r u m e n t a l i z z a z i o n e p o l i t i c a d e l l a p a u r a , p e r c u i i p r o v v e d i m e n t i p r e s i

i n m a t e r i a d ' i m m i g r a z i o n e t r o v e r e b b e r o l e l o r o f i n a l i t à n e i r i s c o n t r i

e l e t t o r a l i i n t e rmin i d i vo to .

N e l l a m i a i n t e r v i s t a a l l ' A s s e s s o r e a l l a S a n i t à d e l l a P r o v i n c i a d i

B o l o g n a , l a c o n s a p e v o l e z z a d i q u e s t e s t r a t e g i e è c h i a r a :

Ass. 1: Secondo me c'è chi per consenso, alla ricerca del consenso può

cavalcare il fenomeno, lanciare spot per risolverlo e poi perpetuare una

situazione che non fa altro che confermare il problemi e lasciarli lì dove

sono. Spesso, come dire, può essere un'arma per dire: c 'è bisogno di più

repressione, c 'è bisogno di altri provvedimenti in quel senso, perché

vedete, il fenomeno continua ad andare avanti, ma gli stessi

provvedimenti creano il fenomeno magari [vedi appendice: intervista

30].

F r u t t o d i q u e s t o g i o c o p o l i t i c o è i l “ P a c c h e t t o s i c u r e z z a ” ,

c o m p o s t o d a u n d e c r e t o l e g g e , u n d i s e g n o d i l e g g e e t r e d e c r e t i

l e g i s l a t i v i . E s s o s i p o n e i n l i n e a d i c o n t i n u i t à c o n l ' i n a s p r i m e n t o d e l l e

n o r m e s u l l ' i m m i g r a z i o n e , p e r c e p i t a o r a m a i c o m e u n a v e r a e p r o p r i a

p i a g a s o c i a l e a l l ' i n t e r n o d i u n a d e g e n e r a z i o n e g e n e r a l e d i c u i i m e d i a

danno amp ia t e s t imon ianza , i nnescando a l l a rmi smo t r a l a popo l az ione .

I l d e c r e t o l e g g e 9 2 d e l 2 3 m a g g i o 2 0 0 8 è s t a t o c o n v e r t i t o n e l l a

l e g g e 1 2 5 d e l 2 5 l u g l i o 2 0 0 8 , i n c u i è s t a t a i n t r o d o t t a l ' a g g r a v a n t e a i

r e a t i c o m m e s s i d a p e r s o n e i n c o n d i z i o n e d i i r r e g o l a r i t à , p e r c u i a p a r i t à

d i r e a t o l o s t a t u s d i c l a n d e s t i n o p u ò c o m p o r t a r e s a n z i o n i p i ù s e v e r e :

p r o v v e d i m e n t o d i s c r i m i n a t o r i o i n q u a n t o i n e r e n t e n o n a l l ' a t t o c o m p i u t o ,

m a a d u n a c o n d i z i o n e s o g g e t t i v a d e l l ' i m p u t a t o c h e v a a l e d e r e i l

p r i n c i p i o c o s t i t u z i o n a l e d e l l ' u g u a g l i a n z a d a v a n t i a l l a l e g g e . S i s o n o

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p r e d i s p o s t i l a c o n f i s c a d e g l i a p p a r t a m e n t i a f f i t t a t i a g l i i r r e g o l a r i e

l ' amp l i amen to de i r e a t i pe r cu i è p r ev i s t a l ' e spu l s i one .

U n a t t a c c o a n c o r p i ù p e s a n t e a l l a c o n d i z i o n e d i s t r a n i e r o i r r e g o l a r e

è s t a t o d a t o a t t r a v e r s o i l d i s e g n o d i l e g g e 7 3 3 i n c u i s i c e r c a d i a t t u a r e

u n a v e r a e p r o p r i a p o l i t i c a d i s c r i m i n a t o r i a e d i c o n t r o l l o . T r a l e

d i s p o s i z i o n i p i ù i n c i s i v e : a u m e n t o d e l l a p e r m a n e n z a n e i c e n t r i p e r

l ' i d e n t i f i c a z i o n e e l ' e s p u l s i o n e f i n o a 1 8 0 g i o r n i ; i n t r o d u z i o n e d e l r e a t o

d i i n g r e s s o e s o g g i o r n o i r r e g o l a r e p e r c u i è p r e v i s t a u n ’ a m m e n d a d a

5 0 0 0 a 1 0 . 0 0 0 e u r o , c o n p o s s i b i l i t à d i r i m p a t r i o s e n z a i l r i l a s c i o d e l

n u l l a o s t a d e l l ’ a u t o r i t à c o m p e t e n t e ; l ' e s t e n s i o n e d e l l ' o b b l i g o d i

e s i b i z i o n e d e l t i t o l o d i s o g g i o r n o p e r i l p e r f e z i o n a m e n t o d e g l i a t t i d i

s t a t o c i v i l e ; l a d i m o s t r a z i o n e d e l l a r e g o l a r i t à d e l s o g g i o r n o p e r l o

s t r a n i e r o c h e v o g l i a c o n t r a r r e m a t r i m o n i o i n I t a l i a , c o n l ’ a c q u i s i z i o n e

d e l l a c i t t a d i n a n z a i t a l i a n a p e r m a t r i m o n i o s o l o d o p o d u e a n n i d i

r e s i d e n z a i n I t a l i a e d o p o i l m a t r i m o n i o s t e s s o ; l ' a g g i u n t a d e l

c e r t i f i c a t o i g i e n i c o – s a n i t a r i o p e r l a r i c h i e s t a d i r i c o n g i u n g i m e n t o

f a m i l i a r e ; l ' i m p o s s i b i l i t à d i o t t e n e r e i l v i s t o d ' i n g r e s s o s e n o n o t t e n u t o

i l n u l l a o s t a d o p o 1 8 0 g i o r n i d a l p e r f e z i o n a m e n t o d e l l a p r a t i c a ;

p e r m e s s o d i s o g g i o r n o a p u n t i , s u p e r a m e n t o d e l t e s t d i l i n g u a i t a l i a n a

p e r o t t e n e r e i l p e r m e s s o C e ; o b b l i g o d i p e r m e s s o d i s o g g i o r n o p e r i

s e r v i z i d i money t rans f e r ; i l c o n t r i b u t o d a 8 0 a 2 0 0 e u r o p e r i l r i l a s c i o

de l pe rmesso d i sogg io rno ; c ance l l a z ione da l l ' anag ra f e dopo s e i mes i

d a l l a s c a d e n z a d e l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o ; i n t r o d u z i o n e d e l l e c o n d a n n e

n o n d e f i n i t i v e t r a i r e a t i o s t a t i v i a l l ' i n g r e s s o .9

R e c e n t e m e n t e r e v o c a t a è s t a t a l ' a b o l i z i o n e d e l d i v i e t o d i

s e g n a l a z i o n e , a t t r a v e r s o c u i c o n c e d e r e u n a “ f a l s a ” f a c o l t à a i m e d i c i

s u l l a s e g n a l a z i o n e d i p a z i e n t i i r r e g o l a r i . F a l s a i n q u a n t o d i f a t t o

l ' i n t r o d u z i o n e d e l r e a t o d i i n g r e s s o e s o g g i o r n o i r r e g o l a r i v i n c o l a i

m e d i c i e g l i o p e r a t o r i a l l a s e g n a l a z i o n e . E d a n c h e l a r e v o c a d i q u e s t a

d i s p o s i z i o n e , d i f a t t o , l a s c i a o r a c o m u n q u e u n o s t a t o d i i n c e r t e z z a c i r c a

l ' o b b l i g o d i c o l o r o c h e r i v e s t o n o i l r u o l o d i p u b b l i c i u f f i c i a l i a l l a

denunc i a .

9 Cfr ddl 733: sito ufficiale del Senato www. Senato.it

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I l 24 g iugno 2009 è s t a t o i no l t r e r a t i f i c a to i l T r a t t a t o d i P rüm

( s o t t o s c r i t t o d a s e t t e S t a t i m e m b r i d e l l ’ U n i o n e e u r o p e a ) p e r r a f f o r z a r e

l a c o o p e r a z i o n e t r a g l i S t a t i a d e r e n t i c o n t r o t e r r o r i s m o , c r i m i n a l i t à e

immig raz ione c l andes t i na con l a cond iv i s i one de i da t i a d i spos i z ione .

I t r e d e c r e t i l e g i s l a t i v i v e d o n o i n v e c e r e s t r i z i o n i pe r i

r i cong iung imen t i f ami l i a r i e pe r l a r i ch i e s t a d ’ a s i l o , o l t r e a l l a

p r e d i s p o s i z i o n e d i m a g g i o r i c o n t r o l l i s u l l a c i r c o l a z i o n e d e i c i t t a d i n i

comun i t a r i .10

I l p r i n c i p i o c h e a l i m e n t a q u e s t e d i s p o s i z i o n i è q u e l l a d i u n a l o t t a

a l l a c l a n d e s t i n i t à e a l l ' i r r e g o l a r i t à a t t r a v e r s o u n a p r o g r e s s i v a r i d u z i o n e

d e i d i r i t t i , p e r c u i i l m i g r a n t e i r r e g o l a r e v e d e t u t t a l a g e s t i o n e d e l l a s u a

e s i s t e n z a s o c i a l e l e g a t a a d u n p e r m e s s o d i s o g g i o r n o , m a i l p a r a d o s s o

c o n s i s t e n e l l a c o n t e m p o r a n e a r i s t r e t t e z z a d e l l e p o s s i b i l i t à d i o t t e n e r l o .

I l r i s u l t a t o è u n a c o s t r u z i o n e n o r m a t i v a d e l l ' i r r e g o l a r i t à a t t r a v e r s o c u i

s i a l i m e n t a l ' a l l a r m i s m o d e l l a p o p o l a z i o n e s u l l ' i m m i g r a z i o n e e s i

l e g i t t i m a l a p o l i t i c a d e l c o n t r o l l o . Q u e s t ' u l t i m a , s e c o n d o B i g o ( 2 0 0 0 ) ,

t r o v a n e l l ' i m m i g r a z i o n e l a t r a s p o s i z i o n e d e l l e p r o b l e m a t i c h e d i o r d i n e

p o l i t i c o , e c o n o m i c o , s o c i a l e c h e l ' I t a l i a , l ' E u r o p a e l ' O c c i d e n t e i n

g e n e r e s t a n n o v i v e n d o e c h e i n q u e s t o m o d o v e n g o n o o s c u r a t e .

D i n n a n z i a q u e l l o c h e v i e n e d e f i n i t o l ' i n d e b o l i m e n t o d e g l i S t a t i

n a z i o n a l i , i g o v e r n i a t t r a v e r s o u n t i p o d i g o v e r n a m e n t a l i t à

d e l l ' i n q u i e t u d i n e e d e l m a l e s s e r e r i c o n v e r t o n o l e p a u r e p e r u n a p o l i t i c a

i n c a p a c e , c o m e b a s e p e r r i n s a l d a r e l a p r o p r i a a u t o r i t à d e v i a n d o l e v e r s o

i l n e m i c o s t r a n i e r o .

L o S t a t o a g i s c e p e r l o p i ù a t t r a v e r s o d e c r e t i d e l G o v e r n o e m e n o

a t t r a v e r s o l ' i t e r p a r l a m e n t a r e , p r o p r i o a s a n c i r e l o s t a t o d i e m e r g e n z a e

d i n e c e s s i t à , u n p e r m a n e n t e s t a t o d ' e c c e z i o n e , c o n c u i l e g i t t i m a l a s u a

d e c i s i o n e . C o s ì a n c h e a l i v e l l o i n t e r n a z i o n a l e s o n o l e b u r o c r a z i e e g l i

e s e c u t i v i a r e l a z i o n a r s i e l a “ g o v e r n a m e n t a l i t à s i t r a n s n a z i o n a l i z z a

[ … ] , e s s a r a f f o r z a l e a m m i n i s t r a z i o n i c h e s i o c c u p a n o d i s i c u r e z z a a

s c a p i t o d i q u e l l e c h e s i o c c u p a n o d e l s o c i a l e , t r a s f o r m a n d o q u e s t e

u l t i m e i n s e m p l i c i a u s i l i a r i e d e l l a s i c u r e z z a ” ( B i g o , 2 0 0 0 , p . 2 3 3 ) . E d

e c c o c h e i n I t a l i a s i t e n t a d i f a r e d e l l ' a t t i v i t à m e d i c a u n o s t r u m e n t o d i

10

Cfr. www.interno.it

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c o n t r o l l o e d i v i g i l a n z a , c o n i l t e n t a t i v o d i a b o l i r e i l d i v i e t o d i

s e g n a l a z i o n e d i s t r a n i e r i i r r e g o l a r i d a p a r t e d i m e d i c i c h e p r e s t i n o l o r o

s o c c o r s o e i n t r o d u c e n d o i l r e a t o d i i m m i g r a z i o n e c l a n d e s t i n a c h e r e n d e

i l m e d i c o e d o g n i o p e r a t o r e , i n q u a n t o p u b b l i c o u f f i c i a l e , o b b l i g a t o a l l a

d e n u n c i a . A c i ò s i a g g i u n g a l a p r e s e n t a z i o n e d e l l ' i d o n e i t à i g i e n i c o-

s a n i t a r i a d e g l i a l l o g g i p e r i r i c o n g i u n g i m e n t i f a m i l i a r i .

M a c o s a a l t r o d e t e r m i n a n o l e p o l i t i c h e i n m a t e r i a d ' i m m i g r a z i o n e

s u i m i g r a n t i s t e s s i , a l d i l à d e l l a l i m i t a z i o n e a l l ' e s e r c i z i o d e i p r o p r i

d i r i t t i ? E s s e p o n g o n o i n e s s e r e i l p o t e n z i a l e r e c l u t a m e n t o d i f i g u r e

l i m i n a r i a d a t t e a l l e e s i g e n z e d i u n e c o n o m i a d i m e r c a t o s e m p r e p i ù

i n c e n t r a t e s u i b a s s i c o s t i e a l t i r e n d i m e n t i . E c c o c h e r i c o m p a i o n o n u o v e

f i gu re soc i a l i che hanno i l s apo re d i nuove fo rme d i s ch i av i t ù .

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CAPITOLO 2

ASPETTI ECONOMICI ED OCCUPAZIONALI

DELL'IMMIGRAZIONE

2.1 Lavoratori di un’economia capitalistica globale

A b b i a m o r i b a d i t o p i ù v o l t e c o m e i f l u s s i m i g r a t o r i e l a l o r o

r e p r e s s i o n e n o n s i a n o u n f e n o m e n o e s c l u s i v a m e n t e c o n t e m p o r a n e o ,

t u t t a v i a l e d i n a m i c h e c h e l o c a r a t t e r i z z a n o e c h e l o d i s t i n g u o n o o g g i

p o s s o n o e s s e r e r i c o n d o t t e e d i n s c r i t t e n e l l a s t o r i a d e l c a p i t a l i s m o , a l

s u o d i s p i e g a m e n t o g l o b a l e e a l l e s u e e s i g e n z e . E ' , i n f a t t i , a l l ' i n t e r n o

d e l l e l o g i c h e d i u n c a p i t a l i s m o d i m e r c a t o , s e m p r e p i ù g l o b a l i z z a t o , e

d e l l a f i n a n z i a r i z z a z i o n e d e l c a p i t a l e , c h e l a m o b i l i t à d e l l a v o r o e l e

m ig raz ion i t r ovano l e l o ro de t e rminaz ion i p r i nc ipa l i .

I p r o c e s s i d i g l o b a l i z z a z i o n e ( d a i n t e n d e r s i q u i n o n c o m e

o m o g e n e i z z a z i o n e m a c o m e i n t e r c o n n e s s i o n e t r a u n a m o l t e p l i c i t à d i

c e n t r i c u l t u r a l i )11

, n o n i n i z i a n o c e r t o c o n i l c a p i t a l i s m o , m a a f f o n d a n o

l e p r o p r i e r a d i c i i n t u t t i q u e i c o n t a t t i c o m m e r c i a l i , v i a g g i d i s c o p e r t a e

d i conqu i s t a g i à p r e sen t i da l XV seco lo . Ques t a t en s ione a l mov imen to

e a l l a c o n n e s s i o n e d i r e t i h a v i s t o n e l c a p i t a l i s m o l a s u a e v o l u z i o n e ,

c o n l a c a p a c i t à d i r e n d e r e g l o b a l i s e m p r e p i ù s p a z i , c o s ì c h e o g n i

p r o c e s s o s o c i a l e , g r a z i e a l l a t e n d e n z a u n i v e r s a l i z z a n t e e i m p o s i t i v a d e l

c a p i t a l e , v a d a l e t t a i n u n ' i n t e r c o n n e s s i o n e d i o r d i n e m o n d i a l e ( D a l

Lago , 1999 ) .

I l f i n e u l t i m o d e l l ' e c o n o m i a c a p i t a l i s t i c a r e g o l a t a d a l m e r c a t o è i l

p r o f i t t o , p e r r a g g i u n g e r e i l q u a l e è n e c e s s a r i a l a m o b i l i t à d e l l a

p r o d u z i o n e , d e i c a p i t a l i , n u o v i s p a z i e c o n o m i c i d a c o n q u i s t a r e . E '

11

Si fa qui riferimento alla riflessione di Adriana Destro (2006) sui flussi globali in cui viene a decadere il

concetto di imperialismo occidentale, evidenziando come di fatto le realtà culturali e locali si attivino e

contrastino quell'appiattimento omogeneizzante. Gli esiti delle forze globalizzanti offrono scenari complessi

in cui il centro propulsore non è solo l'Occidente ricco, ma nuovi centri emergono alimentati dai mondi

locali.

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u n ' e c o n o m i a l e g a t a a l l e e s i g e n z e d i m e r c a t o a c u i o g g i n e s s u n a

p o s i z i o n e p o l i t i c a u f f i c i a l e s e m b r a o p p o r s i . L a p r o p o s t a a l t e r n a t i v a , i l

s o c i a l i s m o , c o n i l s u o f a l l i m e n t o h a d e s i g n a t o l a p i e n a v i t t o r i a d e l

c a p i t a l i s m o e l a s u a p i e n a r e a l i z z a z i o n e m o n d i a l e . Q u e l l i c h e p e r c i r c a

c i n q u a n t a a n n i s o n o s t a t i i t e n t a t i v i d i u n a r e g o l a m e n t a z i o n e e d i u n

c o n t r o l l o d e l l e d e r i v e d e l l ' e c o n o m i a d i m e r c a t o , o g g i h a n n o r i d a t o

a m p i o v i g o r e a l l e l o g i c h e e a l l e p o l i t i c h e l i b e r a l i ( D a l L a g o , 1 9 9 9 ) .

L e e c o n o m i e p i ù a g g r e s s i v e e c o m p e t i t i v e s o n o , i n f a t t i , q u e l l e non

c o o r d i n a t e d i m e r c a t o ( q u e l l e d i U . S . A . e G r a n B r e t a g n a ) a c u i s i

c o n t r a p p o n g o n o l e e c o n o m i e c o o r d i n a t e d i m e r c a t o ( q u e l l e d i G e r m a n i a

e G i a p p o n e ) . L e p r i m e v e d o n o u n a r e g o l a m e n t a z i o n e p e r l o p i ù

d e t e r m i n a t a d a l m e r c a t o , c o n u n r e p e r i m e n t o d i c a p i t a l i s u l m e r c a t o

a z i o n a r i o , l e q u o t a z i o n i i n b o r s a , i l c o n t e n i m e n t o d e i c o s t i d i

p r o d u z i o n e e u n i n t e r v e n t o m i n i m o s u l l e p o l i t i c h e s o c i a l i d a p a r t e d e l l o

S t a to (T r ig i l i a , 2002 ) . E p rop r io ques t e e conomie hanno r i l anc i a to

n u o v e p o l i t i c h e l i b e r a l i , p r i v a t i z z a z i o n i e d i m i n u z i o n i d e l l e s p e s e

p u b b l i c h e , i l c u i e s i t o s i c o n f i g u r a i n u n ' e c o n o m i a d e l l ' i n c e r t e z z a .

L a c o m p e t i t i v i t à t r a l e e c o n o m i e n a z i o n a l i v i e n e g i o c a t a s u l l a

f l e s s i b i l i t à , s u l l a t e m p e s t i v i t à e s u l l ' i n n o v a z i o n e , r i d e f i n e n d o l ' i n t e r o

m e r c a t o d e l l a v o r o , i n c u i a d u n a d o m a n d a f o r t e m e n t e q u a l i f i c a t a s i

a f f i a n c a u n a d o m a n d a d i m a n o d o p e r a n o n q u a l i f i c a t a e a b a s s o c o s t o

c o n u n i n d e b o l i m e n t o p r o g r e s s i v o d e i c e t i m e d i . C i ò h a c o m p o r t a t o u n a

t r a s f o r m a z i o n e d e l l a s t r u t t u r a s o c i a l e , a l i m e n t a n d o e i n a s p r e n d o l e

d i s u g u a g l i a n z e s o c i a l i e d a m p l i a n d o i l gap t r a p o p o l a z i o n e r i c c a e

p o p o l a z i o n e p o v e r a , c o n u n ' a l t e r a z i o n e d e l l a d i s t r i b u z i o n e d e i g u a d a g n i

e d e l l a d i s l o c a z i o n e d e i c o n s u m i . E c i ò a v v i e n e n o n s o l o a l l ' i n t e r n o d e i

s i n g o l i S t a t i , m a a n c h e n e l l e d i s l o c a z i o n i i n t e r n a z i o n a l i d e l l a

r i c c h e z z a , d o v e s i r e a l i z z a l ' a r r i c c h i m e n t o u l t e r i o r e d e l l e p o t e n z e

e c o n o m i c h e e l ' i m p o v e r i m e n t o d e i P a e s i e c o n o m i c a m e n t e e

p o l i t i c a m e n t e g i à d e b o l i ( M e z z a d r a , 2 0 0 0 ) .

I d a t i r i p o r t a t i n e l D o s s i e r S t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s d e l 2 0 0 7

s t i m a n o , i n f a t t i , c h e i l 2 % d e l l a p o p o l a z i o n e m o n d i a l e p o s s i e d e l a m e t à

d e l l a r i c c h e z z a m o n d i a l e e c h e , a c c a n t o a l l ' i m p o v e r i m e n t o p r o g r e s s i v o

d i p i ù f a s c e d e l l a p o p o l a z i o n e , s i a f f i a n c a l a c r e s c i t a d e l n u m e r o d e i

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m i l i o n a r i . Q u e s t i u l t i m i n o n f a n n o p a r t e s o l o d e i P a e s i e c o n o m i c a m e n t e

a v a n z a t i , m a a n c h e d e l l e n u o v e p o t e n z e e m e r g e n t i ( I n d i a , C i n a ) o d e i

P a e s i e c o n o m i c a m e n t e f r a g i l i . Q u e s t i u l t i m i , i n f a t t i , n e l t e n t a t i v o d i

i n s e r i r s i a p p i e n o n e l l ' e c o n o m i a m o n d i a l e e d i m a n t e n e r e r a p p o r t i d i

e q u i l i b r i o e d i c o l l a b o r a z i o n e c o n i P a e s i e c o n o m i c a m e n t e f o r t i , h a n n o

v i s t o l ' i n s t a u r a z i o n e d i p o l i t i c h e e d e c o n o m i e d e m o c r a t i c h e e l i b e r a l i ,

d i e t r o c u i s i p e r p e t u a n o l o g i c h e c l i e n t e l a r i , s f r u t t a m e n t o d e l l e r i s o r s e ,

a r r i c c h i m e n t o d e i l e a d e r s e i m p o v e r i m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e ( D u f f i e l d ,

2004 ) .

Q u e s t o a s s e t t o e c o n o m i c o h a g e n e r a t o u n ' a m p i a c i r c o l a z i o n e d i

m e r c i , d i c a p i t a l i , d i s e d i p r o d u t t i v e , m a a n c h e u n a m o b i l i t à d e l l a v o r o .

E s s e s i e s t r i n s e c a n o n o n s o l o n e l l a f o r m a d i “ f u g a d i c e r v e l l i ” t r a P a e s i

r i c c h i , m a s o p r a t t u t t o n e i f l u s s i d i m i g r a n t i d a l l e a r e e d e l m o n d o

c r i t i c h e , c h e c e r c a n o d i p a r t e c i p a r e a l l a r i c c h e z z a o c c i d e n t a l e o a l l e

m i g l i o r i p o s s i b i l i t à d e i P a e s i l i m i t r o f i .

A q u e s t e p e r ò s i o p p o n g o n o f o r t i r e s i s t e n z e d a p a r t e d e i P a e s i

d ' i m m i g r a z i o n e , r e a l i z z a n d o q u e l l o c h e B o u n t a g ( 2 0 0 0 ) d e f i n i s c e i l

d u p l i c e v o l t o d e l l a g l o b a l i z z a z i o n e , p e r c u i s i a s s i s t e a l l a s e m p r e p i ù

v a s t a l i b e r a l i z z a z i o n e d e l l ' e c o n o m i a e d e i s u o i s t r u m e n t i , m e n t r e

p o l i t i c h e d i c h i u s u r a e d i c o n t r o l l o i m b r i g l i a n o l a m o b i l i t à l a v o r a t i v a .

Q u e s t o p e r c h é l a m o b i l i t à d e l l a v o r o d i p e n d e n t e c o m p o r t a d e i r i s c h i ,

d e l l e e s t e r n a l i t à n e g a t i v e p e r l ' a c c u m u l a z i o n e c a p i t a l i s t i c a , d e l l e

i n c e r t e z z e d e t e r m i n a t e d a l l a f u g a d a c o n d i z i o n i d i a s s o g g e t t a m e n t o e d i

s f r u t t a m e n t o . C ' è q u i n d i n e l l a s t o r i a d e l c a p i t a l i s m o u n a c o n t i n u a

t e n s i o n e t r a s p i n t e d i f u g a , d i l i b e r t à e t e n t a t i v i d i c o n t r o l l o d e l l a v o r o ,

p e r c u i “ s e n z a m o b i l i t à , s e n z a l i b e r t à d e l l a v o r o c o m e s o g g e t t o , c o m e

c i t t a d i n o , i l c a p i t a l i s m o m e r c a n t i l e , m e r c a n t i l i s t a p r i m a e p o i

i n d u s t r i a l e , r i t o r n a , m o l t o p i ù r a p i d a m e n t e a l l a f a b b r i c a - p r i g i o n e o a l

c a m p o d i c o n c e n t r a m e n t o c o l o n i a l e ” ( B o u n t a g , 2 0 0 0 ; p . 7 0 ) .

M a q u e s t a l i m i t a z i o n e a l l a m o b i l i t à d e l l a v o r o o g g i , e s p l i c a t a

a t t r a v e r s o l ' e m a n a z i o n e d i l e g g i r e s t r i t t i v e p e r l ' i n g r e s s o e i l s o g g i o r n o

p e r l a v o r o , h a v i s t o n e l l a v o r o i n f o r m a l e u n a v i a d i f u g a d a p a r t e d e i

m i g r a n t i . D i q u e s t a s o v v e r s i o n e , t u t t a v i a s i è r i a p p r o p r i a t a l a l o g i c a

c a p i t a l i s t i c a s t e s s a , d e r o g a n d o a d u n a p r o d u t t i v i t à b a s a t a s u l l a v o r o

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s a l a r i a t o i n f a v o r e d i u n ' a l t r a f o r m a d i l a v o r o , c o m e q u e l l o a u t o n o m o e

sommerso .

I n f a t t i e v i d e n z i a M e z z a d r a ( 2 0 0 4 ) c o m e i d i s p o s i t i v i d i r e p r e s s i o n e

e d e s p u l s i o n e d a p a r t e d e i g o v e r n i s o s t e n g a n o i n r e a l t à l e e s i g e n z e

e c o n o m i c h e , i n q u a n t o n o n m i r a n o a d e s c l u d e r e c o m p l e ta m e n t e i f l u s s i

m i g r a t o r i , m a a r i c o n v e r t i r e l e p r e s e n z e e c c e d e n t i i n o g g e t t i d i

s f r u t t a m e n t o e c o n o m i c o . I n f a t t i , a f f e r m a C o r r a d o ( 2 0 0 4 ) , c h e c i ò c h e s i

è r e a l i z z a t o c o n i l c a p i t a l i s m o g l o b a l e è u n a p r o g r e s s i v a t e n d e n z a

a l l ' i n f o r m a l i z z a z i o n e d e i c o n t e s t i p r o d u t t i v i , i n t e s a c o m e m o d a l i t à c h e

s i p o n e i n p a r a l l e l o o i n c o n t r a p p o s i z i o n e a l l a r e g o l a z i o n e i s t i t u z i o n a l e

d e l l e a t t i v i t à e c o n o m i c h e . L ' e c o n o m i a i n f o r m a l e , o s o m m e r s a ,

r a p p r e s e n t a u n a m o d a l i t à s t r a t e g i c a d i a f f r o n t a r e l ' i n s e r i m e n t o i n u n

m e r c a t o g l o b a l e f o r t e m e n t e c o m p e t i t i v o . E s s a c a r a t t e r i z z a s i a i P a e s i

c a p i t a l i s t i c a m e n t e s o t t o s v i l u p p a t i , s i a l e e c o n o m i e a v a n z a t e , a n c h e s e

c o n m o d a l i t à e s o g g e t t i v i t à d i v e r s e . N e l p r i m o c a s o s i p u ò p a r l a r e d i

r i o r g a n i z z a z i o n e d e l l e a t t i v i t à e c o n o m i c h e a t t r a v e r s o p r a t i ch e d a l b a s s o

o r i g i n a l i e i n e d i t e , c h e s f i d a n o l e c a t e g o r i z z a z i o n i e l e c l a s s i f i c a z i o n i

t r a d i z i o n a l i i n c o n t e s t i d i f o r t e e r e p e n t i n a u r b a n i z z a z i o n e , d o v e l a

r e g o l a m e n t a z i o n e e l ' a s s i s t e n z a s t a t a l i s o n o s c a r s e . I n q u e s t e a r e e

l ' a l t r a f o r m a d i a g e n c y è l a m i g r a z i o n e d a l p r o p r i o P a e s e v e r s o

l ' O c c i d e n t e , i n c u i p e r ò l ' a l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a n e i P a e s i d i

a c c o g l i e n z a p r e v e d e p a r t i c o l a r i n i c c h i e o s e t t o r i l a v o r a t i v i . I n f a t t i e c c o

c h e a n c h e i P a e s i e c o n o m i c a m e n t e a v a n z a t i p r e s e n t a n o u n a c o s p i c u a

a t t i v i t à s o m m e r s a i n c u i c o l l o c a r e l e f r a n g e p i ù m a r g i n a l i d e l l a s o c i e t à ,

t r a c u i i m i g r a n t i .

L ' i n f o r m a l i z z a z i o n e d e l l ' e c o n o m i a s i c o l l o c a c o m e e l e m e n t o d i u n a

n u o v a e c o n o m i a p r o d u t t i v a c h e v i e n e d e f i n i t a pos t f o rd i s t a , l a q u a l e , a

d i f f e r e n z a d e l l a p r e c e d e n t e t i p o l o g i a f o r d i s t a , p r e v e d e u n a s c a r s a

r e g o l a z i o n e d e l l a c o n t r a t t a z i o n e l a v o r a t i v a e d e l s a l a r i o , i l r i t r a r s i d e i

c o n t r o l l i s t a t a l i i n f a v o r e d i u n a s e m p r e m a g g i o r e l i b e r t à a l l e i m p r e s e .

A n c h e i l l a v o r o s a l a r i a t o , t i p i c o d e l l a c l a s s e o p e r a i a , v e d e u n a

r e c e s s i o n e a c a u s a d e l l a d e l o c a l i z z a z i o n e p r o d u t t i v a d e l l e i m p r e s e .

Q u e s t e u l t i m e , i n f a t t i , a l l a r i c e r c a d e i b a s s i c o s t i , s t a n n o o p e r a n d o u n

p r o c e s s o d i d e i n d u s t r i a l i z z a z i o n e , c h e , i n s i e m e a l l o s v i l u p p o

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t e c n o l o g i c o , g e n e r a c r e s c e n t i t a s s i d i d i s o c c u p a z i o n e a n c h e n e i P a e s i

r i c c h i ( D a l L a g o , 1 9 9 9 ) . T u t t a v i a l a d i s o c c u p a z i o n e d e g l i a u t o c t o n i n o n

t r o v e r e b b e u n a s o l u z i o n e n e l l a l i m i t a z i o n e d e g l i a c c e s s i a l l a v o r o d e i

m i g r a n t i , i n q u a n t o e s s i , a l l a l u c e d e l c o n s e g u i m e n t o d i t i t o l i d i s t u d i o

m e d i o - a l t i e d e l l a c a p a c i t à f a m i l i a r e d i f u n g e r e d a a m m o r t i z z a t o r e

s o c i a l e , p i ù d i f f i c i l m e n t e s i o r i e n t a n o v e r s o l e a t t i v i t à a b a s s a

r e m u n e r a z i o n e e d i p r e s t i g i o i n f i m o ( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) . E p p u r e l ' a c c u s a

a l m i g r a n t e d i r u b a r e i l l a v o r o è , n e i m o m e n t i d i c r i s i o c c u p a z i o n a l e ,

r i co r r en t e .

I l d e c e n t r a m e n t o p r o d u t t i v o , i n o l t r e , s p e s s o i n t e s o a n c h e c o m e

s u p p o r t o a l l ' e c o n o m i a d e i P a e s i c h e a c c o l g o n o i f i n a n z i a m e n t i s t r a n i e r i ,

g i o c a i n r e a l t à u n r u o l o p a r t i c o l a r m e n t e c o n t r o v e r s o , i n q u a n t o

d e t e r m i n a c o n d i z i o n i e c o n o m i c h e s v a n t a g g i a t e p e r i l a v o r a t o r i d i q u e s t i

s t e s s i P a e s i . E ' q u i i n f a t t i c h e p e r l a r i d u z i o n e d e i c o s t i d i p r o d u z i o n e

i l l a v o r a t o r e n o n v e d e g a r a n t i t e l a p r o t e z i o n e s i n d a c a l e , i l c o n t r o l l o d e l

l a v o r o , l e n o r m a t i v e d i s a l a r i o m i n i m o .

E m b l e m a t i c o è i l r a c c o n t o d i T . , u n a r a g a z z a m o l d a v a d i 2 4 a n n i ,

c h e h a l a s c i a t o l ' u n i v e r s i t à e d è v e n u t a i n I t a l i a p e r r e a l i z z a r e u n

p r o g e t t o d i v i t a c o n i l s u o r a g a z z o : a v e r e u n b a m b i n o e u n a c a s a . I n

M o l d a v i a p e r l e p e r s o n e è d i f f i c i l e v i v e r e , s o l o g l i i m p r e n d i t o r i s o n o

u n a c a t e g o r i a e s t r a n e a a l l a c r i s i e c o n o m i c a e m o l t i d i q u e s t i n o n s o n o

mo ldav i :

T.: Quello che ha un'azienda sua non penso che ha questi problemi. Sai

che sono tanti gli italiani che vengono da noi e aprono qualcosina e si

fanno i soldi? Aprono le cose per cucire i pantaloni, le magliette, sai . I

modelli li fanno qui e poi vengono da noi, comprano tutte le attrezzature

che gli servono, prendono le donne e la gente che vuole andare a

lavorare, lì paga di meno rispetto a qui ed ha un bel guadagno così! [vedi

appendice: intervista 10]

I l c a p i t a l i s m o n e l l a s u a t e n s i o n e u n i v e r s a l i z z a n t e e d e s p a n s i v a ,

t e n d e q u i n d i a d e s a s p e r a r e q u e l l e d i f f e r e n z e g i à p r e s e n t i , t a n t o c h e

R i c c i a r d i ( 2 0 0 0 ) r i c o n d u c e i n e s s o q u e l l a l o g i c a g e r a r c h i c a b a s a t a s u l l a

d i s u g u a g l i a n z a d e l l a r i c c h e z z a c h e s t o r i c a m e n t e c a r a t t e r i z z a l e s o c i e t à

u m a n e , m a d a c u i i l c a p i t a l i s m o s t e s s o v o l e v a s e g n a r e l a d i s t a n z a .

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I l p r i n c i p i o d i q u e s t a d i s u g u a g l i a n z a v e d e l ' a u m e n t o d e i f l u s s i

m i g r a t o r i c h e , i n o l t r e , r i s p o n d o n o a l l a s f i d a d e l l a f l e s s i b i l i t à e

d e l l ' a d a t t a b i l i t à , d e l l ' i n n o v a z i o n e c o n t i n u a , a l v a l o r e d e l c o n s u m i s m o e

d e l l a c u l t u r a m a t e r i a l e c h e i s p i r a n o i p r i n c i p i d e l l a m a s s i m i z z a z i o n e

d e i p r o f i t t i d i f f u s i d a l l ' e c o n o m i a d i m e r c a t o s t e s s a . P e r c u i d o p o a v e r

e s p o r t a t o i v a l o r i d e l b e n e s s e r e e d e l l a r i c c h e z z a , n o n s o n o s o l o i

d i s p e r a t i d e l m o n d o q u e l l i c h e a r r i v a n o , m a s o p r a t t u t t o c o l o r o c h e

c e r c a n o d i v i v e r e c i ò a c u i s o l o m e d i a t i c a m e n t e a s s i s t o n o . N e l l e m i e

i n t e r v i s t e è i n f a t t i u s u a l e r i n t r a c c i a r e l e m o t i v a z i o n i d e l l ' e m i g r a z i o n e

ne l l a p ro spe t t i va d i un mig l i o r amen to de l l e cond i z ion i d i v i t a , pe r

l ' a m b i z i o n e d i g o d e r e d e l b e n e s s e r e . C o s ì I . ( r a g a z z o s e n e g a l e s e d i 2 6

a n n i ) , m i r a c c o n t a d e l l a s u a v o l o n t à d i l a s c i a r e i l s u o P a e s e , n o n o s t a n t e

a v e s s e u n b u o n l a v o r o , p e r m i g l i o r a r e l a v i t a a n c h e d e i s u o i f r a t e l l i e d i

sua madre , o l t r e che pe r s é :

I .: Io sono molto giovane e ci ho la pensèe , i l pensiero, di andare più

avanti, perché c'è una ragione che io sono qua. Perché nel mio Paese io

mangiavo bene, capisci? Io vestivo bene, perché avevo un lavoro buono.

Però quando hai qualcuno (si riferisce alla madre e ai fratellini). . .Io ho

fatto tutto per venire qua, io voglio fare qualcosa.

F.: Tu vuoi fare di più?

I.: Esatto, di più, perché io prima era molto, molto un grande lavoratore

e io adesso voglio diventare di più, avere l 'esperienza, avere la sapienza,

tante cose, capito? [vedi appendice: intervista 12]

A n c h e A n . c h e h a 3 2 a n n i e v i e n e d a l l a M o l d a v i a , d o v e s v o l g e v a i l

l a v o r o d i i n s e g n a n t e , m i r i s p o n d e s i n c e r a m e n t e d i n o n a v e r e u n a

s i t uaz ione t r ag i ca a l l e spa l l e :

F.: Sei venuta in Italia per te o anche per la tua famiglia?

An.:Per me. Mia famiglia sta bene. Non è che io non stavo bene di là,

avevo lavoro che mi piaceva.. .non stavo male.. .per niente. Ho voluto un

po' di più [vedi appendice: intervista 16].

I n f o n d o l e a s p i r a z i o n i d i q u e s t i m i g r a n t i a d u n a v i t a c h e s i a “ d i

p i ù ” e a l l e a m b i z i o n i d i r i u s c i t a s o c i a l e , s o n o q u e l l e c h e u n

u n ' e c o n o m i a c a p i t a l i s t i c a , i n c e n t r a t a s u l p r o f i t t o e s u l v a l o r e

e c o n o m i c o h a d i f f u s o . P e r c u i b i s o g n a r i c o n o s c e r e c o m e l a l e g i t t i m i t à

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d e l l e m i g r a z i o n i n o n v a d a r i c e r c a t a f o r z a t a m e n t e e s o l a m e n t e i n c a s i

u m a n i t a r i e i n e s i s t e n z e a i l i m i t i d e l l a s o p r a v v i v e n z a , m a a n c h e i n

q u e l l a t e n s i o n e a l l a r e a l i z z a z i o n e e c o n o m i c a e s o c i a l e e a l

m i g l i o r a m e n t o c h e s o n o t a n t o f a m i l i a r i a i p r i n c i p i o c c i d e n t a l i , m a c h e

s i vo r r ebbe ro appannagg io d i poche po rz ion i d i mondo .

N e l l ' a m b i v a l e n z a t r a i v a l o r i d e l l e s o c i e t à d e l b e n e s s e r e e d e l c o n s u m o

e i n a s p r i m e n t o d e l l e d i f f e r e n z e e c o n o m i c h e ( c o m e m e c c a n i s m o i n s i t o

n e l l a l o g i c a d e l l ' e c o n o m i a c a p i t a l i s t i c a d i m e r c a t o ) , i m i g r a n t i

r a p p r e s e n t a n o q u e l l a f o r m a d i a d a t t a m e n t o e d i o p p o s i z i o n e , m a a n c h e

d i a u t o d e t e r m i n a z i o n e r i s p e t t o a d u n s i s t e m a s o c i a l e e d e c o n o m i c o

i m p o s t i .

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2.2 Immigrazione e domanda di lavoro in Italia

C o s ì p e r c o m e i l s i s t e m a e c o n o m i c o c a p i t a l i s t i c o s i è a m p i a m e n t e

d i s p i e g a t o , a l i m e n t a e d i f f o n d e l a l o g i c a d e l l a c r e a z i o n e d i p l u s v a l o r e ,

d e l p r o f i t t o , m a a n c h e d e l r i s c h i o e d e l l ' i n c e r t e z z a a c u i i l m i g r a n t e

r i s p o n d e c o n u n a c e r t a a d a t t a b i l i t à . E g l i n e l l a s o c i e t à d e l r i s c h i o ,

r i s c h i a l a s u a p o s i z i o n e e l a p r o p r i a r i u s c i t a s o c i a l e e m i g ra n d o ,

c a v a l c a n d o l e e s i g e n z e p r o d u t t i v e d e l P a e s e o s p i t a n t e e o f f r e n d o s i c o m e

f i g u r a l a v o r a t i v a a l t a m e n t e f l e s s i b i l e .

S e p p u r a l u n g o n e g a t a l a s u a f u n z i o n e e c o n o m i c a , l a m a n o d o p e r a

i m m i g r a t a è s t a t a d e t e r m i n a t a a n c h e d a u n c e r t o t i p o d i d o m a n d a d i

l a v o r o c h e n o n t r o v a v a r i s c o n t r o t r a i l a v o r a t o r i a u t o c t o n i . I n I t a l i a s i è

s v i l u p p a t a u n a d o m a n d a d i l a v o r o i m m i g r a t o i n q u a n t o p a r t i c o l a r m e n t e

c o n f a c e n t e a l l a p e c u l i a r e c o n f o r m a z i o n e e c o n o m i c a e s o c i a l e d e l P a e s e .

L ' e c o n o m i a i t a l i a n a , i n f a t t i , s i a n e l l a f a s e d i s v i l u p p o f o r d i s t a , c h e

n e i n u o v i a s s e t t i p r o d u t t i v i , h a c o n s e r v a t o d e i s e t t o r i t r a d i z i o n a l i : i l

l a v o r o a u t o n o m o , l a p i c c o l a i m p r e s a , i d i s t r e t t i i n d u s t r i a l i , a c u i s i

a f f i a n c a n o l ' i n d u s t r i a l e g g e r a ( a b b i g l i a m e n t o , c a l z a t u r e ) , i l c o m m e r c i o

a l d e t t a g l i o , l ' a g r i c o l t u r a e i l t u r i s m o . A l c u n i d i q u e s t i s e t t o r i

( p e n s i a m o a p p u n t o a l l ' i n d u s t r i a d e l l ' a b b i g l i a m e n t o , a l l ' a r t i g i a n a t o , o

c o m u n q u e a l l a p i c c o l a i m p r e s a i n g e n e r a l e ) h a n n o v i s t o l a s c o m p a r s a

n e g l i a l t r i P a e s i , m e n t r e p e r m a n g o n o c o m e p e c u l i a r i n e l l ' e c o n o m i a

i t a l i a n a , t u t t a v i a q u e s t i s o n o q u e g l i a m b i t i p i ù e s p o s t i a l l a p r e c a r i e t à ,

a d u n a b a s s a r e m u n e r a z i o n e e a d u n o s c a r s o p r e s t i g i o s o c i a l e

( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) , m a a n c h e q u e l l i p i ù f a c i l i a l l ' i n f o r m a l i t à e

a l l ' i r r e g o l a r i t à , a t t i n g e n d o m a n o d o p e r a s t r a n i e r a p e r r i u s c i r e a

c a v a l c a r e l a c o m p e t i t i v i t à d e i p r o d o t t i p r o v e n i e n t i d a i c o s ì d e f i n i t i

P a e s i i n v i a d i s v i l u p p o (Ha r r i s , 2000 ) .

U n a l t r o s e t t o r e i n c u i i m i g r a n t i t r o v a n o u n a f o r t e d o m a n d a è

l ' a s s i s t e n z a f a m i l i a r e , s o p r a t t u t t o p e r l a p r e s e n z a c r e s c e n t e d e l l e d o n n e

n e l m e r c a t o d e l l a v o r o e p e r l a p e c u l i a r i t à d e l s i s t e m a d i w e l f a r e

i t a l i a n o . E s s o s i b a s a i n f a t t i p i ù s u l t r a s f e r i m e n t o d i r e d d i t o a g l i

i n d i v i d u i e a l l e f a m i g l i e , c h e n o n s u l l o s v i l u p p o d i s e r v i z i p u b b l i c i . L e

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e s i g e n z e f a m i l i a r i v e n g o n o q u i n d i g e s t i t e a t t r a v e r s o l e f i g u r e d e l l e

c o s i d d e t t e c o l f o b a d a n t i , d o n n e p e r l o p i ù i m m i g r a t e , c h e v e n g o n o

a s s u n t e s p e s s o i n m o d o i n f o r m a l e , a n c h e p e r i l c a r a t t e r e p r i v a t o d e l

l a v o r o s t e s s o c h e p u ò f a c i l m e n t e s f u g g i r e a i c o n t r o l l i ( A m b r o s i n i ,

2005 ) .

L ' i nconc i l i ab i l i t à de i f l u s s i m ig ra to r i con l a d i spon ib i l i t à

o c c u p a z i o n a l e n e l m e r c a t o d e l l a v o r o i n I t a l i a è s p e s s o a r g o m e n t a t a

d a g l i o p p o s i t o r i d e l l ' a p e r t u r a d e l l e f r o n t i e r e c o n i f o r t i t a s s i d i

d i s o c c u p a z i o n e c h e i n t e r e s s a n o q u e s t o P a e s e , p e r c u i i m i g r a n t i

r a p p r e s e n t e r e b b e r o u n a m i n a c c i a p e r i l a v o r a t o r i a u t o c t o n i . E ' c e r t o c h e

l ' I t a l i a è u n P a e s e c o n u n a l t o t a s s o d i d i s o c c u p a z i o n e r i s p e t t o a g l i a l t r i

P a e s i o c c i d e n t a l i , t u t t a v i a i l s i s t e m a d i s o l i d a r i e t à f a m i l i a r e a t t u t i s c e l a

d i f f i c i l e r e p e r i b i l i t à d e l l a v o r o , l ì d o v e g l i i n v e s t i m e n t i a t t u a t i d a l l e

f a m i g l i e n e l l a f o r m a z i o n e , l a s o c i a l i z z a z i o n e a l b e n e s s e r e e a i d i r i t t i

s o c i a l i , p o r t a n o a p r e t e n d e r e o c c u p a z i o n i c o n s o n e a l l a p r o p r i a

p r e p a r a z i o n e e p i ù t u t e l a t e , p e r c u i i s e t t o r i p i ù s c o m o d i r i m a n g o n o

c o m u n q u e s c o p e r t i a l l e f r a n g e p i ù l i m i n a r i e f l e s s i b i l i d e l l a s o c i e t à

( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) . T a l i s e t t o r i r i m a r r e b b e r o a n z i p r i v i d i f o r z a l a v o r o

s enza un ' o f f e r t a d i l avo ro immig ra to .

L a c a p a c i t à d i a s s o r b i m e n t o n e l m e r c a t o d e l l a v o r o d e l l a

popo l az ione immig ra t a è , i no l t r e , t e s t imon ia t a da t a s s i d i occupaz ione

c h e s u p e r a n o q u e l l i d e g l i i t a l i a n i . S i r e g i s t r a , i n f a t t i , u n a p e r c e n t u a l e

p a r i a l 6 7 , 1 % a l 2 0 0 7 , c h e p u r a v e n d o s u b ì t o u n a f l e s s i o n e t r a G e n n a i o

e M a r z o 2 0 0 8 c o l l o c a n d o s i s u l 6 5 , 7 % ( r i g u a r d a n d o p e r l o p i ù l e r e g i o n i

m e r i d i o n a l i ) , r i m a n e p e r ò s e m p r e s u p e r i o r e a l t a s s o o c c u p a z i o n a l e d e g l i

i t a l i a n i . E ' p r e s e n t e , i n o l t r e , u n a d i f f e r e n z i a z i o n e d i g e n e r e c h e n e l

c o n t e g g i o d e i s o l i u o m i n i i n n a l z a i l t a s s o d i o c c u p a z i o n e a l l ' 8 3 % d e g l i

s t r a n i e r i ; m e n t r e i l t a s s o d i o c c u p a z i o n e f e m m i n i l e s t r a n i e r a è p i ù

v i c i n a a q u e l l a i t a l i a n a a g g i r a n d o s i a l 5 1 % , c o n u n a p r e v i s i o n e d i

a u m e n t o , s a l v o p e r r e g i o n i c o m e E m i l i a R o m a g n a e L a z i o d o v e u n

m a g g i o r n u m e r o d i d o n n e e n t r a t e s o l o p e r r i c o n g i u n g i m e n t o s e g n e r e b b e

u n a c o n t r o t e n d e n z a . A l t r o d a t o i m p o r t a n t e è l ' e t à d e i m i g r a n t i c h e s i

c o l l o c a p e r l o p i ù n e l l a m e d i a d e i 3 0 - 4 0 a n n i , f a s c i a d ' e t à a p p u n t o p i ù

p r o f i c u a e p r o d u t t i v a d a l p u n t o d i v i s t a d e l l e p o t e n z i a l i t à l a v o r a t i v e

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( D o s s i e r S t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s 2 0 0 8 ) . S i p u ò q u i n d i d e s u m e r e

u n a c e r t a p a r t e c i p a z i o n e d e l l a p o p o l a z i o n e i m m i g r a t a a l l a v i t a

e c o n o m i c a d e l P a e s e , s m e n t e n d o i l s e n s o c o m u n e c h e l i v u o l e i n u n a

pos i z ione pa r a s s i t a r i a r i spe t t o a l l a nos t r a soc i e t à .

C i ò è t e s t i m o n i a t o a n c h e d a l l a d i f f e r e n t e d i s l o c a z i o n e d e l l a

p o p o l a z i o n e i m m i g r a t a s u l t e r r i t o r i o i t a l i a n o c h e , c o m e g i à a c c e n n a t o

s o p r a , v e d e u n a c o n f l u e n z a m a g g i o r e n e l N o r d I t a l i a d o v e è p i ù a l t a

l ' o c c u p a z i o n e . L a d i s t r i b u z i o n e d e l l a p r e s e n z a i m m i g r a t a s u l t e r r i t o r i o ,

i n f a t t i , è v a r i e g a t a e d i f f e r e n z i a t a i n b a s e a l l e p o s s i b i l i t à l a v o r a t i v e e

a l l e r e t i e t n i c h e d i r i f e r i m e n t o c h e l e f a v o r i s c o n o . N e l N o r d I t a l i a s o n o

p e r l o p i ù i m p i e g a t i n e l l ' i n d u s t r i a , v i s t o l a c o n c e n t r a z i o n e i n d u s t r i a l e

n e l l ' a r e a , c o n u n a p e r c e n t u a l e n e l s e t t o r e d e l 3 5 , 3 % d e g l i s t r a n i e r i . G l i

occupa t i ne i s e rv i z i r app re sen t ano i l 53 ,8%, gene ra lmen te d i f fu s i i n

t u t t e l e z o n e d ' I t a l i a , c o n u n ' a s c e s a d e i s e r v i z i a l l e f a m i g l i e , s p e c c h i o

d i u n a s o c i e t à s e m p r e p i ù v e c c h i a c h e n e c e s s i t a d i a c c u d i m e n t o p e r i

p r o p r i a n z i a n i , l ì d o v e l e d o n n e s i s o n o i n s e r i t e s e m p r e p i ù n e l m e r c a t o

d e l l a v o r o . S o l o i l 7 , 3 % d e g l i i m m i g r a t i è d e d i t o i n v e c e a l l ' a g r i c o l t u r a ,

s o p r a t t u t t o n e l S u d , p e r l o p i ù i n q u e l l e m a n s i o n i p i ù a l i e n a n t i , f a t i c o s e

e m e n o r e t r i b u i t e ( D o s s i e r s t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s , 2 0 0 8 ) .

S i a s s i s t e , i n o l t r e , n e g l i u l t i m i a n n i a d u n a c r e s c i t a d e l l a v o r o

a u t o n o m o e d e l l a p i c c o l a i m p r e n d i t o r i a n e i “ m e r c a t i e t n i c i ” ( A m b r o s i n i ,

2 0 0 5 ) , i n q u a n t o s p e s s o s o n o a t t i v i t à c h e c e r c a n o d i s o d d i s f a r e l e

e s i g e n z e d e i m i g r a n t i r i s p e t t o a p r o d o t t i d i f f i c i l m e n t e r i n t r a c c i a b i l i i n

I t a l i a . T u t t a v i a , c o m e o s s e r v a R i c c i o ( 2 0 0 8 a ) r i f e r e n d o s i i n p a r t i c o l a r

m o d o a l l a r e a l t à b o l o g n e s e , c i ò c h e p e r m e t t e a q u e s t e a t t i v i t à d i

g u a d a g n a r e s o n o g l i o r a r i p r o l u n g a t i e s t e n u a n t i e d u n a c o n d u z i o n e p e r

l o p i ù f a m i l i a r e o e t n i c a c h e r i d u c e f o r t e m e n t e i c o s t i . I c o m m e r c i

r e l a t i v i a t a l i a t t i v i t à r i m a n g o n o , i n o l t r e , i n t e r n i a l l a p r o p r i a r e t e d i

c o n o s c e n z e t r a c o n n a z i o n a l i c o n i q u a l i p o t e r s i a f f i d a r e a d a c c o r d i

i n f o r m a l i e p e r s o n a l i .

P e r l ' a l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a , i n f a t t i , r i s u l t a e s s e r e r i l e v a n t e

l ' i n s i e m e d e l l e r e t i s o c i a l i p r e s e n t i s u u n d e t e r m i n a t o t e r r i t o r i o e i n u n

c e r t o s e t t o r e l a v o r a t i v o , i n q u a n t o c i s i b a s a s u u n a s o l i d a r i e t à

r e c i p r o c a . N e l l a m a g g i o r p a r t e d e l l e i n t e r v i s t e d a m e c o n d o t t e ( a n c h e s e

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r e l a t i v e a l a v o r a t o r i i r r e g o l a r i ) , l ' a r r i v o i n I t a l i a e r a p e r l o p i ù

d e t e r m i n a t o d a l l a p r e s e n z a d i p a r e n t i , a m i c i o c o n n a z i o n a l i c h e s i s o n o

p r e s t a t i a l l ' o s p i t a l i t à i n i z i a l e e a d u n a i u t o p e r l ' i n s e r i m e n t o l a v o r a t i v o ,

t a n t o c h e a l c u n i s a p e v a n o g i à c h e t i p o d i l a v o r o a v r e b b e r o f a t t o i n

I t a l i a , p rop r io su i nd i caz ione d i ques t i .

S i t r a t t a d i ne twork o r e t i s o c i a l i c h e a b b i a m o a n n o v e r a t o t r a l e

c a u s e m i g r a t o r i e , i n q u a n t o q u e s t i , s o p r a t t u t t o i n n u o v i c o n t e s t i

d ' i n s e d i a m e n t o , d e l i n e a n o l a s t r u t t u r a z i o n e d e l l e a z i o n i e c o n o m i c h e , a

s c a p i t o a n c h e d e l l e l o g i c h e d i m e r i t o e d i c o m p e t e n z a a d e t e r m i n a t i

l a v o r i , i n f a v o r e d e l l a p o s s i b i l i t à d i a t t i n g e r e a l c a p i t a l e s o c i a l e

(Zan f r i n i , 2004 ) .

T u t t a v i a v a e v i d e n z i a t a a n c h e l ' i m p o r t a n z a d e l l e i s t i t u z i o n i

s o l i d a r i s t i c h e l o c a l i ( a s s o c i a z i o n i s m o , v o l o n t a r i a t o , i s t i t u z i o n i

e c c l e s i a s t i c h e , s i n d a c a t i ) p e r l ' i n s e r i m e n t o l a v o r a t i v o , c o m e s e c o n d o

e l e m e n t o d e t e r m i n a n t e p e r l ' i n c o n t r o t r a l a d o m a n d a e l ' o f f e r t a d i

l a v o r o , l e c u i d i n a m i c h e s o n o p o i r e g o l a m e n t a t e d a l l e l i n e e n o r m a t i v e

(Ambros in i , 2005 ) , ma che pos sono f avo r i r e anche un acce s so p iù

con t ro l l a t o e t u t e l a to a l mondo de l l avo ro .

Q u e s t a s o l i d a r i e t à t r a c o n n a z i o n a l i d e t e r m i n a a n c h e p e r ò q u e l l e c h e

i n l e t t e r a t u r a v e n g o n o d e f i n i t e c o m e s p e c i a l i z z a z i o n i e t n i c h e , p e r c u i è

u s u a l e r i n t r a c c i a r e s p e c i f i c h e n a z i o n a l i t à i n s p e c i f i c i s e t t o r i , c h e n o n

c o r r i s p o n d o n o , c o m e e r r o n e a m e n t e s i p u ò d e d u r r e , a p a r t i c o l a r i

c o m p e t e n z e c u l t u r a l i . A m b r o s i n i ( 2 0 0 5 ) s p e c i f i c a , i n f a t t i , c o m e s i a n o

p r o p r i o i l e g a m i s o c i a l i a d i n c i d e r e s u l l ' i n c o n t r o t r a d o m a n d a e o f f e r t a

pe r cu i , a t t r ave r so s camb i d i i n fo rmaz ion i e f avo r i , m ig ran t i d i una

d e t e r m i n a t a p r o v e n i e n z a t r o v e r a n n o p i ù f a c i l m e n t e l a v o r o i n u n s e t t o r e

d o v e a l t r i s u o i c o n n a z i o n a l i s o n o g i à i m p i e g a t i . T a l e s i s t e m a d i

r e c l u t a m e n t o r i s u l t a t u t t a v i a f o r t e m e n t e l i m i t a n t e p e r q u a n t o c o n c e r n e

l a p o s s i b i l i t à d i u s c i r e d a c o n d i z i o n i l a v o r a t i v e l i m i n a r i , p e r p e t u a n d o

l ' e t n i c i z z a z i o n e d e i l a v o r i , i m p e d e n d o a n c h e a c h i n e a v r e b b e l e

p o t e n z i a l i t à d i u s c i r e d a q u e s t i s c h e m i . C i ò è p a r t i c o l a r m e n t e v e r o p e r

q u e i m i g r a n t i c h e h a n n o t i t o l i d i s t u d i o o c o m p e t e n z e q u a l i f i c a t e c h e

n o n p o s s o n o e s s e r e v a l o r i z z a t e ( i n p a r t e a n c h e p e r c h é m o l t i t i t o l i d i

s t u d i o e s t e r i n o n s o n o r i c o n o s c i u t i i n I t a l i a ) c o n u n c o n s e g u e n t e

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d e c l a s s a m e n t o . I d a t i C a r i t a s / M i g r a n t e s 2 0 0 8 r i p o r t a n o , i n f a t t i , l i v e l l i

d i i s t r uz ione med io - a l t i t r a i m ig ran t i : i l 41 ,3% è i n pos ses so d i un

d i p l o m a d i s c u o l a s e c o n d a r i a s u p e r i o r e , l ' 1 1 % d i t i t o l o u n i v e r s i t a r i o , l a

pa r t e r e s t an t e d i l i c enza med ia .

N e l c o r s o d i q u e s t a r i c e r c a s i è e v i n t o c o m e t a l e f e n o m e n o

i n t e r e s s i s o p r a t t u t t o l e d o n n e d e l l ' E s t . M o l t e s o n o l a u r e a t e o a v e v a n o

i n t r a p r e s o l a c a r r i e r a u n i v e r s i t a r i a n e l p r o p r i o P a e s e , m e n t r e a l t r e

a v e v a n o i m p i e g h i d a c e t o m e d i o - a l t o ( m a e s t r e , s e g r e t a r i e , a v v o c a t i ,

c o m m e r c i a l i s t i ) c o n i n g e n t i i n v e s t i m e n t i f i n a n z i a r i p e r l a f o r m a z i o n e

a l l e s p a l l e , u n c e r t o s e n s o d i f r u s t r a z i o n e p e r i l d e c l a s s a m e n t o

p ro f e s s iona l e i n I t a l i a e pe r l a s ca r s a cons ide r az ione soc i a l e .

E m b l e m a t i c o è u n a n e d d o t o d e l l a m i a e s p e r i e n z a i n S o k o s i n c u i

n e l l a f a s e d i a c c o g l i e n z a v e n g o n o r i c h i e s t i e r a c c o l t i i d a t i s u i p a z i e n t i ,

t r a cu i anche i l l i v e l l o d i i s t r uz ione . A l l a domanda sug l i ann i d i s t ud io ,

u n a d o n n a u c r a i n a s u i c i n q u a n t a a n n i , d o p o a v e r m i e n u m e r a t o i s u o i

s t u d i e t i t o l i e s o r d i s c e c o n : “ M a c o s a p e n s a t e v o i , c h e n o i v e n i a m o d a l

b o s c o , c h e s i a m o b a r b a r i ? ” . E ' e v i d e n t e c o m e q u e s t e d o n n e n o t i n o u n a

d i s c r e p a n z a t r a l a c o s t r u z i o n e d e l l a p r o p r i a i d e n t i t à e l e

r a p p r e s e n t a z i o n i l o c a l i c h e s i s o n o i m b a s t i t e s u d i l o r o , i n c u i n o n

r i e s cono a r i conosce r s i e che v ivono come s t i gma t i zzaz ione .

T u t t a v i a d a l l e i n t e r v i s t e d a m e s v o l t e t r a i p a z i e n t i S o k o s e m e r g e

a n c h e u n a c e r t a c o m p o n e n t e d i i n e v i t a b i l i t à d e g l i e v e n t i c h e s i t r a m u t a

i n u n a s o r t a d i r a s s e g n a z i o n e , p e r c u i q u e s t o d e c l a s s a m e n t o v i e n e

v i s s u t o c o m e f a s e d i s o f f e r e n z a t e m p o r a n e a p e r u n a f i n a l i t à s u p e r i o r e ,

p e r u n a v i t a f u t u r a m i g l i o r e . B e n p e g g i o r e r i s u l t a e s s e r e l a p r e v i s i o n e

d i una v i t a d i s t en t i .

R i p o r t o i l c a s o d i A n . ( r a g a z z a m o l d a v a d i 3 2 a n n i ) , c h e h a

c o n s e g u i t o b e n d u e l a u r e e , s u c c e s s i v a m e n t e a l l e q u a l i h a i n t r a p r e s o l a

c a r r i e r a d e l l ' i n s e g n a m e n t o m a c o n m i s e r i r i s u l t a t i e c o n o m i c i e c h e ,

a r r i v a t a i n I t a l i a , h a i n i z i a t o a l a v o r a r e n e i s e r v i z i d i p u l i z i e . L a

v o l o n t à d i c o s t r u i r e u n a f a m i g l i a l ' h a i n d o t t a a p a r t i r e , p u r n e l l a

consapevo l ezza d i c i ò che ques to av r ebbe compor t a to :

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F.: Qual è il motivo che ti ha portato in Italia?

An.: E' un motivo per un lavoro migliore, perché da noi si guadagna

troppo poco, io ho studiato tanto: ho fatto due facoltà.. .però.. .

F.: In cosa sei laureata?

An.: Io sono laureata in Giurisprudenza, però non ho lavorato mai in

questo.. . in questo dominio. Ho lavorato solo come insegnante, perché

prima ho fatto la maestra, ho studiato come maestra e ho lavorato solo

come maestra. E questo è il motivo di venire qua, per guadagnare soldi e

poi con quei soldi andare di là e avere un futuro migliore.

F.: Sapevi che saresti venuta a fare questo lavoro (mi riferisco la lavoro

di pulizie)?

An.: Si sapevo, tutto sapevo: mi hanno raccontato le mie amiche.

F.: E ti andava bene così?

An.: Si, per due-tre anni non ho scelta, non ho altra scelta.

F.: Pensi di tornare a casa e fare lì una famiglia?

An.: Si, di là. Perché devo lavorare tanti anni per fare un futuro qua,

perché la nostra laurea qua non è riconosciuta. Ho studiato 21 anni per

fare un lavoro tutta la vita [vedi in appendice: intervista 16].

E ' e v i d e n t e c o m e t r a l e r i g h e , i n q u e s t e b r e v i b a t t u t e , e me r g a u n

s e n s o d i i n g i u s t i z i a p e r i l f a t t o d i a v e r i n v e s t i t o t a n t i a n n i n e l l o s t u d i o

s e n z a c h e q u e s t o s f o r z o p o s s a e s s e r e r i c o n o s c i u t o e o p p o r t u n a m e n t e

imp iega to .

Q u e s t o s c h i a c c i a m e n t o v e r s o i s e t t o r i p i ù i n f i m i d e l l ' e c o n o m i a h a

p o r t a t o a t e o r i z z a r e u n a s e g m e n t a z i o n e d e l m e r c a t o d e l l a v o r o

( Z a n f r i n i , 2 0 0 4 ) , s e c o n d o c u i a n z i c h é u n m e r c a t o d e l l a v o r o u n i c o e

f l u i d o , q u e s t o s i a a r t i c o l a t o i n s e g m e n t i o s t r a t i f i c a z i o n i l a c u i m o b i l i t à

è f o r t e m e n t e o s t a c o l a t a e i n c u i a n c h e l e r e m u n e r a z i o n i e i l g o d i m e n t o

d i b e n e f i c i n o n s e g u o n o l a l o g i c a m e r i t o c r a t i c a d e l l a p r o d u t t i v i t à e

d e l l ' a b i l i t à .

L ' e s c l u s i o n e l a v o r a t i v a d e g l i s t r a n i e r i d a i s e t t o r i g e r a r c h i c a m e n t e

p i ù e l e v a t i , f a v o r e n d o l a c o n c e n t r a z i o n e e t n i c a d e i l a v o r i , o l t r e a

v e d e r e u n a d e l l e c a u s e d i t i p o e c o n o m i c o , r a v v i s a d e l l e c a u s e a n c h e d i

t i p o i s t i t u z i o n a l e . S i i n t e n d e p a r l a r e d i q u e l l e s e r i e d i n o r m a t i v e e

p r o v v e d i m e n t i c h e , a n c h e i n c o n s a p e v o l m e n t e , p o s s o n o g e n e r a r e u n a

c e r t a s t r u t t u r a z i o n e s o c i a l e e l a r e a l i z z a z i o n e d i u n a d i s c r i m i n a z i o n e

i s t i t u z i o n a l e . E m b l e m a t i c o è , p e r q u a n t o r i g u a r d a l a n o r m a z i o n e

i t a l i a n a s u l l ' i m m i g r a z i o n e , l a l i m i t a z i o n e d e g l i i n g r e s s i o d e l l ' e s e r c i z i o

d i t a l u n e a t t i v i t à ( Z a n f r i n i , 2 0 0 4 ) , c o s ì c o m e l a b r e v i t à d e l l a d u r a t a d e l

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p e r m e s s o d i s o g g i o r n o e d e l t e m p o d i d i s o c c u p a z i o n e c o n c e s s o , o l t r e a l

l ungo i t e r bu roc r a t i co pe r l ' o t t en imen to e i l r i nnovo de i pe rmess i .

E ' i m p o r t a n t e p e r ò p r e n d e r e i n c o n s i d e r a z i o n e u n u l t e r i o r e a s p e t t o :

p a r l a n d o d i e t n i c i z z a z i o n e d e l l a v o r o e d e l l a r e c l u s i o n e e t n i c a i n

de t e rmina t i s e t t o r i , b i sogna da r e un pe so mode ra to a l l a cu l t u r a e a l l a

c o m p o n e n t e r a z z i a l e c o m e c a r d i n i d e l p r o c e s s o d i s c r i m i n a t o r i o . E ' v e r o

c h e i n m o l t i c a s i s o n o l a p e l l e n e r a , p a r t i c o l a r i u s i e m o d i d i v i v e r e a

s e g n a r e u n a d i v e r s i t à c h e p u ò f a r p a u r a , t u t t a v i a l ' e r a d e l l a

g l o b a l i z z a z i o n e è s t a t a c a p a c e a n c h e d i e s a l t a r e l e c a r a t t e r i s t i c h e

“ e t n i c h e ” ( a t t r a v e r s o l a “ m o d a e t n i c a ” ) r i u s c e n d o a t r a r n e a n c h e

p r o f i t t o . C i ò c h e n e l m o n d o d i u n ' e c o n o m i a c a p i t a l i s t i c a g l o b a l e

d i s c r i m i n a m a g g i o r m e n t e è l a p o v e r t à . T e s t i m o n i a n z a n e è i l f a t t o c h e

a n c h e i l g i a p p o n e s e e l o s t a t u n i t e n s e s o n o e x t r a c o m u n i t a r i , m a a d e s s i i

s e t t o r i a l t i d e l m e r c a t o d e l l a v o r o n o n v e n g o n o c e r t o p r e c l u s i , c o s ì

c o m e u n n e r o s t a t u n i t e n s e b e n v e s t i t o e c h e p a r l a i n g l e s e a p p a r e m e n o

ne ro d i un s enega l e se che vende f azzo l e t t i e c a l z in i pe r s t r ada (Da l

Lago , 1999 ) .

P e r c u i s e d i n a m i c h e d i s c r i m i n a t o r i e l e g a t e a l l a p r o v e n i e n z a

p e r m a n g o n o , m a n t e n e n d o a n c h e u n a c e r t a c o m p o n e n t e r a z z i a l e l e g a t a

a l l a c e n t r a l i t à d e l c o r p o ( F a s s i n , 2 0 0 6 a ) , l a c o m p o n e n t e e c o n o m i c a è

f o r t e m e n t e i n f l u e n t e , d i v e n e n d o u n f a t t o r e u l t e r i o r e d i d i s c r i m i n a z i o n e .

L a m i n a c c i a p e r l a n o s t r a s o c i e t à è r a p p r e s e n t a t a a n c h e d a l l a p o v e r t à

c h e i n v a d e e c h e p u ò e s p r o p r i a r c i d e l l a n o s t r a r i c c h e z z a .

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72

2.3 Immigrati informali: il reclutamento nel lavoro nero

I n I t a l i a i d a t i a g g i o r n a t i a l 2 0 0 7 s e g n a l a n o u n a p p o r t o s o s t a n z i a l e

d e g l i s t r a n i e r i a l l a v o r o c o n u n n u m e r o d i l a v o r a t o r i t r a 1 . 5 0 0 . 0 0 0 e

2 . 0 0 0 . 0 0 0 d i u n i t à , c o n u n ' i n c i d e n z a i n a l c u n i c o n t e s t i d i c i r c a i l 1 0 %

s u i l a v o r a t o r i t o t a l i ( D o s s i e r S t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s 2 0 0 7 ) .

T u t t a v i a , c o m e g i à m e n z i o n a t o p i ù v o l t e , a q u e s t i d a t i c ' è d a a f f i a n c a r e

l a p r e s e n z a d i l a v o r a t o r i s t r a n i e r i i r r e g o l a r i c h e i n g r o s s a n o l e f i l a d i

a t t i v i t à i n n e r o g i à p r e s e n t i i n I t a l i a . S i t r a t t a s o p r a t t u t t o d e i s e t t o r i

l e g a t i a l l a p i c c o l a i m p r e s a , a l l ' e d i l i z i a , a i s e r v i z i , t u r i s m o , a l l e a t t i v i t à

a g r i c o l e e s t a g i o n a l i , c h e s i s o n o g i à m e n z i o n a t i s o p r a , e c h e p o s s o n o

m a s s i m i z z a r e i p r o f i t t i s o l o r i d u c e n d o i c o s t i d i m a n o d o p e r a e q u i n d i

a t t r a v e r s o l o s f r u t t a m e n t o ( M o t t u r a , 2 0 0 3 ) .

A q u e s t e p a r t i c o l a r i n e c e s s i t à e c o n o m i c h e d i a l c u n i s e t t o r i

p r o d u t t i v i c o r r i s p o n d e q u e l l a s t e s s a l e g i s l a z i o n e c h e , r e s t r i n g e n d o l e

p o s s i b i l i t à d i a c c e s s o r e g o l a r e , f a b u o n g i o c o a l l a p r o d u z i o n e d i

c l a n d e s t i n i t à e a l n u t r i m e n t o d e l m e r c a t o d e l l a v o r o n e r o . T a n t o c h e

a l l ' i n a s p r i m e n t o n o r m a t i v o , c o m e a b b i a m o g i à e v i d e n z i a t o , n o n

c o r r i s p o n d e u n a l i m i t a z i o n e d e i f l u s s i c l a n d e s t i n i o d e l l e c o n d i z i o n i d i

i r r e g o l a r i t à , i n q u a n t o l e p o s s i b i l i t à l a v o r a t i v e s u s s i s t o n o . I m i g r a n t i

c o s ì o p e r a n o u n a s o v v e r s i o n e d e l s i s t e m a n o r m a t i v o r a g g i r a n d o l o : i n

m o l t i c a s i e n t r a n o c o n r e g o l a r e v i s t o t u r i s t i c o c o n i l p r o g e t t o d i

r i m a n e r e a n c h e d o p o c h e s i a s c a d u t o , a l t r i s i a v v e n t u r a n o a l v a r c o d e l l e

f r on t i e r e c l andes t i namen te s fuggendo i con t ro l l i .

I n q u e s t o s e c o n d o c a s o i l p r o g e t t o m i g r a t o r i o s i a r t i c o l a d i a s p e t t i

a n c o r a p i ù c o m p l e s s i e p e r i c o l o s i : i l p a s s a g g i o c l a n d e s t i n o d e l l e

f r o n t i e r e , i n f a t t i , è d e l e g a t o a t r a f f i c a n t i c h e r i c h i e d o n o i n g e n t i s o m m e

d i d e n a r o p e r i l t r a s p o r t o e d e v e n t u a l i d o c u m e n t i f a l s i , c h e c o s t r i n g o n o

s p e s s o i l m i g r a n t e a l l ' i n d e b i t a m e n t o . L a n e c e s s i t à d i l a v o r a r e d i v i e n e

c o s ì a n c o r p i ù p r e s s a n t e d e t e r m i n a n d o l ' i m p o s s i b i l i t à u l t e r i o r e d i

n e g o z i a r e l a p r o p r i a p o s i z i o n e n e l n u o v o P a e s e e d i r i f i u t a r e a n c h e l e

cond i z ion i l avo ra t i ve p iù ve s sa to r i e .

E l . , r agazza mo ldava d i 23 ann i , a r r i va t a i l I t a l i a con i l ma r i t o ,

Page 76: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

73

r a c c o n t a n d o m i d e l l o r o i n g r e s s o d a c l a n d e s t i n i , s o t t o l i n e a p r o p r i o l a

f r u s t r a z i o n e e l ' a g i t a z i o n e p e r u n l a v o r o o p p r i m e n t e m a n e c e s s a r i o p e r

s ana re i d eb i t i con t r a t t i p e r i l p rop r io p roge t t o :

El.: Abbiamo pagato 2700 euro per una persona. Abbiamo pagato tanto,

diciamo, perché il primo anno mio marito non ha lavorato per sei mesi,

io ho lavorato come badante perché dovevo pagare questi soldi perché li

ho presi dalla banca. Mio padre ha messo la casa come...che se io non

torno allora la banca si prende la casa. Allora il primo anno ero disperata

perché mio marito non lavorava, io lavoravo come badante. Però lavorare

come badante, io ti dico, è una cosa che proprio.. . t i sembra che stai

morendo. Non è così pesante, fisicamente non ti stanchi, però con la

testa non stai bene, per questo è difficile [vedi appendice: intervista 17].

Q u e s t a c o n d i z i o n e d i i r r e g o l a r i t à , c h e i m i g r a n t i s p e r a n o d i

r i u s c i r e a c o m m u t a r e i n u n a r e g o l a r i z z a z i o n e ( m o l t i a t t e n d o n o l e

f a m o s e s a n a t o r i e i t a l i a n e ) , p o r t a p e r ò a l l ' i n s e r i m e n t o n e i c i r c u i t i d e l

l a v o r o n e r o , a n c h e p e r c h é p a r t e i n t e g r a n t e d e l l ' e c o n o m i a i t a l i a n a . E '

i m p o r t a n t e e v i d e n z i a r e , i n f a t t i , c o m e n o n s i a l ' i m m i g r a t o i r r e g o l a r e a

c r e a r e l a v o r o n e r o , m a c o m e q u e s t ' u l t i m o s i a u n a c o m p o n e n t e s t o r i c a

d e l l ' o r g a n i z z a z i o n e l a v o r a t i v a i t a l i a n a c h e h a t r o v a t o n e i m i g r a n t i u n

o t t i m o b a c i n o d i r e c l u t a m e n t o , m a c h e c o i n v o l g e a n c h e l e a l t r e f a s c e

l im ina r i de l l a soc i e t à i t a l i ana (Mot tu r a , 2003 ) .

L a d i f f e r e n z i a z i o n e t r a l a v i a i n f o r m a l e e l a v i a u f f i c i a l e

d e l l ' e c o n o m i a è i n o l t r e d i f f i c i l m e n t e s c i n d i b i l e , l ì d o v e a t t r a v e r s o u n

s i s t e m a d i s u b a p p a l t i c i s i p u ò a v v a l e r e d i p e r s o n a l e i r r e g o l a r e , c o s ì d a

r e n d e r e a r d u i i c o n t r o l l i s u l l a l e g a l i t à e l o s f r u t t a m e n t o ; e a c i ò s i

a g g i u n g a n o a n c h e i c a s i i n c u i d i e t r o r e g o l a r i c o n t r a t t i d i l a v o r o s i

p o s s o n o p e r p e t r a r e f o r m e d i c o e r c i z i o n e e d i a b u s i c h e p o n g o n o

c o m u n q u e i l m i g r a n t e i n u n a c o n d i z i o n e d i s u b o r d i n a z i o n e e d i

ve s saz ione (Mot tu r a , 2003 ) .

I l t e n t a t i v o d e i m i g r a n t i c h e e n t r a n o i r r e g o l a r m e n t e è q u e l l o d i

r i u s c i r e a t r o v a r e u n l a v o r o , i n i z i a l m e n t e a n c h e i n n e r o , d o v e i l d a t o r e

d i l a v o r o s i a p o i d i s p o s t o a p r e s e n t a r e l a d o m a n d a p e r l a

r e g o l a r i z z a z i o n e a l l ' i n t e r n o d e l l e q u o t e f l u s s i d e c r e t a t e a n n u a l m e n t e .

S p e s s o p e r ò q u e s t a p o s s i b i l i t à d i v i e n e u n a m o d a l i t à p e r e s e r c i t a r e

p o t e r e s u l l a v o r a t o r e , p r o m e t t e n d o u n a r e g o l a r i z z a z i o n e c h e

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p u n t u a l m e n t e v i e n e d i s a t t e s a . E ' s t a t o , i n f a t t i , r i s c o n t r a t o n e i r a c c o n t i

d e i p a z i e n t i S o k o s u n a d i f f i c o l t à n e l l a r e g o l a r i z z a z i o n e p r o p r i o a c a u s a

d i d a t o r i d i l a v o r o n o n d i s p o s t i a f a r l i e m e r g e r e d a l l a c o n d i z i o n e d i

l avo ra to r i f an t a sma .

E m b l e m a t i c o è i l c a s o d i N . , u o m o d i 4 0 a n n i d a l l a M o l d a v i a , c h e

l a v o r a n e l l ' e d i l i z i a . A l l a m i a d o m a n d a s u c o m e s i a p e r l u i l a v i t a i n

I t a l i a , sub i t o m i r a ccon t a de l l e d i f f i co l t à pe r r ego l a r i z za r s i :

F.: Come stai in Italia? Ti trovi bene?

N.: Mah...ho un po' di paura per poliziotti , controlli . Ma se lui (si

riferisce al datore di lavoro) non vuole fare documenti non è colpa mia o

colpa vostra, della polizia, se la legge è così. . .Quando devo fare

soggiorno, è dal 2003 che gli ho detto di fare soggiorno, lui dice: “Si si,

si si”. Io sono andato alla Camera del Lavoro, ho preso documenti, fogli

per fare documenti. Lui: “Si, ti faccio, ti faccio, vado in questura. Ci

devo andare, ci devo andare.” Così fino a che non è finito il tempo, c'è

un tempo per queste domande. E finito il tempo che fai? Lui dice:

“Aspettiamo, aspettiamo.” Io così aspetto che fa documenti [vedi

appendice: intervista 1].

E ' e v i d e n t e c o m e i n a l c u n i c a s i c i s i a a n c h e l ' i n g a n n o d i u n a

p r o m e s s a d i r e g o l a r i z z a z i o n e m a i a t t u a t a , c h e è f u n z i o n a l e s o l o a l

m a n t e n i m e n t o d i u n a c o n d i z i o n e d i s u b o r d i n a z i o n e .

I p r o b l e m i s o c i a l i m a g g i o r m e n t e d i i m p a t t o s o n o p e r ò l e c o n d i z i o n i

d i d i f f i c o l t à e d i s f r u t t a m e n t o i n c u i s i c a d e a t t r a v e r s o i l l a v o r o

d i p e n d e n t e i r r e g o l a r e , c o n i l r i s c h i o d i e s s e r e i n v i s c h i a t i a n c h e i n

o r g a n i z z a z i o n i c r i m i n a l i c h e t r a f f i c a n o m a n o d o p e r a e p r o s t i t u z i o n e o i n

l u o g h i d i l a v o r o c o a t t o : s o n o q u e l l e c o n d i z i o n i l a v o r a t i v e d e f i n i t e

a n c h e c o m e parasch iav i t ù ( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) , l a c u i c a r a t t e r i s t i c a è ,

o l t r e a l l o s f r u t t a m e n t o , l a p r i v a z i o n e d e l l a l i b e r t à . Q u e s t a d e b o l e z z a

n e l l a p o s s i b i l i t à d i n e g o z i a r e l a p r o p r i a p o s i z i o n e s o c i a l e a l l ' i n t e r n o

d e l n u o v o P a e s e r e n d e t a l i p e r s o n e r i c a t t a b i l i e s f r u t t a b i l i i n r e g i m i

l avo ra t i v i e cond i z ion i d i l avo ro pa r t i co l a rmen te ve s sa to r i che e s s i , i n

q u a n t o i r r e g o l a r i , n o n p o s s o n o n e a n c h e d e n u n c i a r e a l l e a u t o r i t à . C o s ì

n e s s u n a t u t e l a e n e s s u n c o n t r o l l o , c h e n o n s i a q u e l l o d e l l a p o l i z i a p e r

e s p e l l e r l i , f o r n i s c o n o l o r o d i r i t t i e a s s i s t e n z a .

I l r i s c h i o i n f o r t u n i s t i c o s u l l a v o r o r i s u l t a u n a d e l l e p o s s i b i l i

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c o n s e g u e n z e l e g a t e a d u n l a v o r o s o m m e r s o p r i v o d i c o n t r o l l i e d e l

r i s p e t t o d e l l e r e g o l e d i s i c u r e z z a . I n f a t t i , d a l l e r i l e v a z i o n i

C a r i t a s / M i g r a n t e s 2 0 0 7 , e m e r g e c o m e g i à t r a i l a v o r a t o r i s t r a n i e r i

r e g o l a r i s i r i l e v i n o i c a s i p i ù e l e v a t i d i i n f o r t u n i o s u l l a v o r o p e r c h é

i m p i e g a t i n e l l e m a n s i o n i p i ù g r a v o s e , p e r g l i s c a r s i i n v e s t i m e n t i s u l l a

l o r o f o r m a z i o n e a l l a p r e v e n z i o n e , p e r i l p o s s i b i l e s t a t o d i s t r e s s

( c a u s a t o d a l l e p r o b l e m a t i c h e l e g a t e a l l a r e g o l a r i t à e a l l a p e r m a n e n z a i n

I t a l i a ) che può i ndu r r e a d i s a t t enz ione e s t anchezza .

P e r i l a v o r a t o r i i r r e g o l a r i q u e s t a p r o b l e m a t i c a è u l t e r i o r m e n t e

e s a c e r b a t a d a l l a m a n c a n z a t o t a l e d i t u t e l a e d a l l a n e c e s s i t à d i n o n

c o m p r o m e t t e r e l ' i n t e r a a t t i v i t à i l l e c i t a , p e r c u i g l i i n f o r t u n i p o s s o n o

v e n i r a n c h e c a m u f f a t i c o m e i n c i d e n t i s t r a d a l i o n a s c o s t i , n e g a n d o e

n a s c o n d e n d o i n q u e s t o m o d o l e r e a l i r e s p o n s a b i l i t à ( C e s c h i , M a z z o n i s ,

2003 ) .

T r a i l a v o r i i r r e g o l a r i d e v o n o e s s e r e a n n o v e r a t e a n c h e q u e l l e f o r m e

d e f i n i t e d i a u t o i m p i e g o d i r i f u g i o (Ambros in i , 2005 ) , ovve ro que i

l a v o r i i n d i p e n d e n t i f r u t t o d i u n a m a r g i n a l i t à e c o n o m i c a e s o c i a l e c h e s i

e s p l i c a n o s e n z a r e g o l a r i l i c e n z e e s e n z a i l r i s p e t t o d e g l i o b b l i g h i

f i s c a l i : p e n s i a m o a l c o m m e r c i o a m b u l a n t e , l a s e m i m e n d i c i t à , v e n d i t a d i

m e r c i c o n t r a f f a t t e . T u t t a v i a i n a l c u n i c a s i a n c h e q u i s i p o s s o n o

r a v v i s a r e d e i l e g a m i c o n l ' e c o n o m i a u f f i c i a l e c h e p u ò r e i m m e t t e r e s u l

me rca to merc i d i s econda s ce l t a o p rodo t t e i l l ega lmen te .

D a q u a n t o f i n o r a e s p o s t o è , q u i n d i , e v i d e n t e l a r e s p o n s a b i l i t à d i u n

i n t e r o s i s t e m a e c o n o m i c o e o c c u p a z i o n a l e , c h e r i n t r a c c i a n e l

r e c l u t a m e n t o d i m a n o d o p e r a i n n e r o u n a s c a p p a t o i a p e r l a c o m p e t i t i v i t à

e i l r i b a s s o d e i c o s t i . L ' e f f e t t i v a c o l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a d i t a l i

m i g r a n t i , n o n o s t a n t e l ' e s u b e r o r i s p e t t o a l l e q u o t e p r e f i s s a t e , p u ò

i n d u r r e a l l a c o n c l u s i o n e c h e i n r e a l t à i l l a v o r o d e g l i i m m i g r a t i

c l andes t i n i e i r r ego l a r i s i a t r oppo p r ez io so pe r e s s e r e s ana to .

E s s i v e n g o n o i m p i e g a t i c o m e m a c c h i n e d a l a v o r o c h e d e v o n o

g a r a n t i r e l a m a s s i m a p r o d u t t i v i t à p o s s i b i l e . L a l o r o s o c i a l i t à v i e n e

e l i m i n a t a , t a n t o c h e D a l L a g o ( 1 9 9 9 ) p a r l a d e l l a t r a s f o r m a z i o n e d e i

m i g r a n t i i n non pe r sone , i n q u a n t o i l t e r m i n e per sona r i m a n d a a d u n

c o n t e n u t o m o r a l e , a d u n ' a r t i c o l a z i o n e s o c i a l e c h e v i e n e a v u l s a

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d a l l ' e s i s t e n z a d e i m i g r a n t i , q u a s i c h e l a l o r o p r e s e n z a p e r e s s e r e

l e g i t t i m a t a d e b b a e s s e r e d i s u m a n i z z a t a e r e s a f u n z i o n a l e n e l l o r o c o r p o

che l avo ra (Sayad , 2002 ) .

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77

2.4 Lavori al femminile

U n ' a t t e n z i o n e p a r t i c o l a r e s i v u o l e r i s e r v a r e a l l a c o m p o n e n t e

f e m m i n i l e d e l f e n o m e n o m i g r a t o r i o , i n f o r t e a u m e n t o n e g l i u l t i m i a n n i

e f r u t t o n o n s o l o d i r i c o n g i u n g i m e n t i f a m i l i a r i d e t e r m i n a t i d a u n a

m a g g i o r e s t a b i l i t à d e i p r i m i m i g r a n t i , m a a n c h e d e l l ' e n t r a t a d i n u o v e

f i g u r e f e m m i n i l i a u t o n o m e e i n d i p e n d e n t i i n c e r c a d i l a v o r o . L e d o n n e ,

i n f a t t i , s o n o e n t r a t e n e l c i r c u i t o m i g r a t o r i o a t t r a v e r s o d i v e r s e s t r a d e :

r i c o n g i u n g i m e n t i f a m i l i a r i , a s i l o p o l i t i c o e t r a f f i c o d e l l a p r o s t i t u z i o n e ,

m a , s o p r a t u t t o n e g l i u l t i m i a n n i , a n c h e p e r l a v o r o d i t i p o d o m e s t i c o .

Q u e s t e d o n n e l a v o r a t r i c i p o r t a n o n e l l o r o p r o g e t t o m i g r a t o r i o l a v o l o n t à

d i u n a r e a l i z z a z i o n e p e r s o n a l e e d i c o p p i a , m a s p e s s o a n c h e l a

r e s p o n s a b i l i t à d i breadwinner , c i o è d i m e m b r o d e l l a f a m i g l i a d e s i g n a t o

a l r e p e r i m e n t o d i r i s o r s e e a l l a l o r o g e s t i o n e ( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) .

I d a t i s t a t i s t i c i r i f e r i t i a l 2 0 0 6 c a l c o l a n o u n a p e r c e n t u a l e d i

p r e s e n z e f e m m i n i l i d e l 5 0 , 4 % t r a l a p o p o l a z i o n e s t r a n i e r a r e s i d e n t e i n

I t a l i a ( D o s s i e r S t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s 2 0 0 8 ) , c h e v i e n e s u p e r a t a

n e l l a p r o v i n c i a d i B o l o g n a c o n i l 5 0 , 8 % ( O s s e r v a t o r i o p r o v i n c i a l e d e l l e

immig raz ion i Bo logna ) .

L e n a z i o n a l i t à m a g g i o r m e n t e i n t e r e s s a t e a l l a m i g r a z i o n e f e m m i n i l e

r i g u a r d a n o i P a e s i d e l l ' E s t E u r o p a ( U c r a i n a , R u s s i a , B i e l o r u s s i a ,

C e c o s l o v a c c h i a , E s t o n i a , L e t t o n i a , L i t u a n i a , M o l d a v i a , R o m a n i a ) , d e l

S u d a m e r i c a ( R e p u b b l i c a D o m e n i c a n a , B r a s i l e , E c u a d o r e P e r ù ) ,

d e l l ' A s i a ( F i l i p p i n e , T h a i l a n d i a ) , d e l l ' A f r i c a ( E t i o p i a , E r i t r e a , K e n y a ,

M a d a g a s c a r , C a p o v e r d e , N i g e r i a ) ( D o s s i e r S t a t i s t i c o C a r i t a s / M i g r a n t e s

2007 ) .

C o m e s i e v i n c e d a l l ' e l e n c o , l e p r o v e n i e n z e s o n o l e p i ù v a r i e g a t e ,

o g n u n a c o n l e p r o p r i e p e c u l i a r i t à c h e a f f o n d a n o l e r a d i c i n e i r a p p o r t i d i

g e n e r e , n e l l ' e c o n o m i a e n e l l e p o l i t i c h e d e i P a e s i d ' o r i g i n e , p e r c u i

s a r e b b e n e c e s s a r i o u n o s t u d i o a p a r t e . P e r q u e s t o l a t r a t t a z i o n e q u i

r i p o r t a t a s a r à n e c e s s a r i a m e n t e g e n e r a l e e l i m i t a t a , p e r l o p i ù i n c e n t r a t a

s u l l a c o m p o n e n t e p i ù r a p p r e s e n t a t i v a ( s i a p e r q u a n t o r i g u a r d a l a

t i p o l o g i a d i l a v o r o s i a r e l a t i v a m e n t e a l c a m p i o n e d e l l a m i a r i c e r c a ) : l e

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78

donne de l l 'Eu ropa de l l 'E s t .

L e d o n n e i m m i g r a t e t r o v a n o t e n d e n z i a l m e n t e l a l o r o c o l l o c a z i o n e

l a v o r a t i v a n e i l a v o r i d i c u r a , s p a z i a n d o d a i s e r v i z i d o m e s t i c i

a l l ' a c c u d i m e n t o d i b a m b i n i e s o p r a t t u t t o d i a n z i a n i . C o m e e v i d e n z i a t o

s o p r a , q u e s t a p r e s e n z a è d e t e r m i n a t a d a u n a d o m a n d a c h e o g g i

c a r a t t e r i z z a i l m o d e l l o d i w e l f a r e i t a l i a n o , m a a n c h e q u e l l o d i a l t r i

P a e s i d e l M e d i t e r r a n e o , c h e s i p u ò d e f i n i r e d i t i p o “ f a m i l i s t i c o ”

( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) . E s s o s i b a s a , a p p u n t o , s u l s i s t e m a f a m i l i a r e d e i

s e r v i z i p e r l a c u r a , c h e p r e v e d e u n s u p p o r t o a l l e f a m i g l i e s o l o c o n

a u s i l i d i t i p o e c o n o m i c o , a l c o n t r a r i o d i m o l t i a l t r i P a e s i d e l N o r d

E u r o p a d o v e è i n v e c e g a r a n t i t a l ' e r o g a z i o n e d i s e r v i z i d i a s s i s t e n z a

s t a t a l i .

I n I t a l i a q u e s t o a s s e t t o è s t a t o s t o r i c a m e n t e d e t e r m i n a t o d a l l a

t r a d i z i o n a l e d i v i s i o n e d e i r u o l i t r a u o m o e d o n n a , p e r c u i l ' u o m o

r a p p r e s e n t a v a i l breadwinner , l a d o n n a l ' a d d e t t a a l l ' a c c u d i m e n t o d e l l a

f a m i g l i a . I l p r o c e s s o d i e m a n c i p a z i o n e d e l l a d o n n a , a t t r a v e r s o u n

m a g g i o r i n s e r i m e n t o n e l m e r c a t o d e l l a v o r o , h a f a t t o e m e r g e r e l e

d i f f i c o l t à i n n e s c a t e d a t a l e s i s t e m a a s s i s t e n z i a l e a t t r a v e r s o l ' e s i g e n z a d i

e s t e r n a l i z z a r e i s e r v i z i d o m e s t i c i a d a l t r e d o n n e ( D e F i l ip p o , H a m d a n i ,

M a r n i r o l i , 2 0 0 3 ) . Q u e s t a t i p o l o g i a d i l a v o r o h a u n f o n d a m e n t a l e

r i s c o n t r o e c o n o m i c o a l i v e l l o n a z i o n a l e , i n q u a n t o p e r m e t t e a l l e d o n n e

i t a l i a n e d i d e d i c a r s i a l l a c a r r i e r a e a d a t t i v i t à e x t r a f a m i l i a r i

i nc r emen tando cos ì l a p rop r i a p rodu t t i v i t à l avo ra t i va (Ha r r i s , 2000 ) .

L a f u n z i o n a l i t à e c o n o m i c a d e l r e c l u t a m e n t o d i d o n n e s t r a n i e r e è

r a p p r e s e n t a t a d a l l e r e t r i b u z i o n i p i u t t o s t o m o d e s t e r i s p e t t o a q u e l l e c h e

d o n n e i t a l i a n e e s i g e r e b b e r o a p a r i t à d i c o n d i z i o n i , a c u i s i a g g i u n g e l a

p a r t i c o l a r e c o n n o t a z i o n e p r i v a t i s t i c a d e l l a c o n t r a t t a z i o n e l a v o r a t i v a c h e

r e n d e p i ù f a c i l e s f u g g i r e a i c o n t r o l l i d e l l a p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e ,

p e r m e t t e n d o a m p i m a r g i n i d i s c r e z i o n a l i : a s s u n z i o n e i n n e r o e o r a r i e

cond i z ion i l avo ra t i ve pa r t i co l a rmen te pe san t i .

M o l t i s t u d i s u l l a v o r o d o m e s t i c o r i p o r t a n o c o m e a n c h e q u e s t o

c o n t e s t o l a v o r a t i v o p o s s a d i f a t t o e s p o r r e l e d o n n e a f o r m e d i

s f r u t t a m e n t o n a s c o s t e : o r a r i p r o l u n g a t i , m a n c a n z a d e l g i o r n o d i r i p o s o ,

s ca r s a r e t r i buz ione e i n ne ro (Ambros in i , 2005 ) .

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L e e s p e r i e n z e r i c a v a t e d a l l a m i a r i c e r c a d i c a m p o r i s u l t a n o i n

r e a l t à m o l t o v a r i e g a t e : m o l t o d i p e n d e d a i c o n t e s t i , d a l l e m a n s i o n i e

d a l l e s i n g o l e f a m i g l i e c o n c u i l e d o n n e m i g r a n t i s i s o n o t r o v a t e a

c o n f r o n t a r s i . T u t t a v i a q u a s i l a m a g g i o r a n z a d e l l e d o n n e d a m e

i n t e r v i s t a t e h a r i p o r t a t o a l m e n o u n ' e s p e r i e n z a n e g a t i v a c o n i p r o p r i

d a t o r i d i l a v o r o r i g u a r d a n t e s p e s s o g l i o r a r i e s t e n u a n t i , l a p a g a r i d o t t a ,

l a m a n c a n z a d i l i b e r t à e m a l t r a t t a m e n t i . C o s ì O . , u n a d o n n a m o l d a v a d i

3 9 a n n i , p a r l a n d o d e l s u o l a v o r o i n I t a l i a c o m e b a d a n t e , m i r a c c o n t a d i

un con t e s to l avo ra t i vo pa r t i co l a rmen te avve r so :

F.: Secondo te com'è lavorare qui in Italia per gli stranieri?

O.: No tanto bene, perché io adesso sto con questo lavoro con questa

signora e mi trattano bene, ma ho lavorato altre parti che mi hanno

trattato molto male, non conoscevo la lingua.. .Ho lavorato con una

signora che mi diceva che siamo degli schiavi anche se siamo bianchi.

Ho lavorato un mese e non ho potuto stare più. Mi sono abituata a stare

con quella signora molto pesante, ma non ho potuto più perché mi

trattavano male [vedi appendice: intervista 3].

D a q u e s t o r a c c o n t o è e v i d e n t e a n c h e l a d i f f i c o l t à d i l a s c i a r e u n

l a v o r o , n o n o s t a n t e m a l t r a t t a m e n t i e v e s s a z i o n i . I l b i s o g n o d i l a v o r a r e è

t a l e , c h e i m p o r r e l a p r o p r i a d i g n i t à a c o s t o d i p e r d e r e i l p o s t o d i v i e n e

u n a d e c i s i o n e a r d u a e s i c e r c a d i m e d i a r e c o n l ' a b i t u d i n e e l a

soppo r t az ione .

L a s p e c i a l i z z a z i o n e f e m m i n i l e i n q u e s t a t i p o l o g i a d i l a v o r o

c o n t r i b u i s c e a r i n f o r z a r e l a f o r m a z i o n e d i u n a s p e c i a l i z z a z i o n e e t n i c a ,

i n c u i l e d o n n e v e n g o n o a s p e r i m e n t a r e u n a d i s c r i m i n a z i o n e d i g e n e r e ,

m a a n c h e q u e l l e c h e A m b r o s i n i ( 2 0 0 5 ) i n d i v i d u a c o m e d i s c r i m i n a z i o n i

d i r a zza e d i c l a s s e .

P e r d i s c r i m i n a z i o n e d i g e n e r e r i p r e n d i a m o l a r i f l e s s i o n e d i F a r m e r

( 2 0 0 6 ) p e r c u i l e d o n n e a s s u m o n o i n t u t t e l e s o c i e t à s t u d i a t e u n a

p o s i z i o n e d i s u b o r d i n a z i o n e a g l i u o m i n i c h e l e p u ò c o n d u r r e a r i c o p r i r e

d e t e r m i n a t i r u o l i , a s u b i r e p a r t i c o l a r i f o r m e d i v i o l e n z a e d i

s f r u t t a m e n t o .

I n q u e s t o c a s o a n c h e r e l e g a r e l e d o n n e i m m i g r a t e i n q u e s t a

t i p o l o g i a d i l a v o r o r i c o p r e u n a v a l e n z a s e s s i s t a , l e g a t a a l l e c o m p e t e n z e

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t r a d i z i o n a l m e n t e d o m e s t i c h e a s s e g n a t e a l l e d o n n e e a l l a p o s s i b i l i t à d i

a p p r o f i t t a r e d i u n a c o n d i z i o n e c o n s i d e r a t a d i m a g g i o r e d e b o l e z z a

r i s p e t t o a g l i u o m i n i . I n o l t r e l a l o r o p o s i z i o n e e c o n o m i c a p r e c a r i a l e

po r t a a vede r e s ace rba t e l ' e s e r c i z io d i sop rus i .

P a r l i a m o , i n v e c e , d i d i s c r i m i n a z i o n e d i r a z z a c o m e i n f l u e n z a

e s e r c i t a t a n e l l a v a l u t a z i o n e d i u n a p e r s o n a i n b a s e a p a r t i c o l a r i a s p e t t i

f i s i c i . T u t t a v i a n e l r e c l u t a m e n t o d e l l e c o l l a b o r a t r i c i d o m e s t i c h e ,

s e m b r a e s s e r c i s i u n a p r e d i l e z i o n e p e r a l c u n e n a z i o n a l i t à a n z i c h é a l t r e ,

m a n o n s t r e t t a m e n t e l e g a t a a m o t i v a z i o n i “ r a z z i a l i ” : i n f a t t i , s e

s o l i t a m e n t e l e d o n n e d i c o l o r e s o n o p i ù d i s c r i m i n a t e , a l l ' i n t e r n o d e i

s e r v i z i a l l a f a m i g l i a , q u a l o r a a p p a r t e n g a n o a d e t e rm i n a t e n a z i o n a l i t à ,

s o n o p a r t i c o l a r m e n t e a c c e t t a t e ( c a p o v e r d i a n e , e r i t r e e , s o m a l e ) , g r a z i e

a n c h e a l l ' i n t e r m e d i a z i o n e o p e r a t a d a l l e m i s s i o n i c r i s t i a n e ; a l c o n t r a r i o

l e a l b a n e s i , p u r e s s e n d o e u r o p e e e b i a n c h e , s o n o e s c l u s e e d a l l o n t a n a t e

d a q u e s t a t i p o l o g i a d i l a v o r o p e r t u t t a u n a s e r i e d i s t e r e o t i p i l e g a t i a l l a

l o ro fuga i n I t a l i a .

P e r d i s c r i m i n a z i o n e d i c l a s s e c i s i r i f e r i s c e , i n v e c e , a l

d e c l a s s a m e n t o c h e s o p r a t t u t t o l e d o n n e d e l l ' E s t E u r o p a s u b i s c o n o , n o n

p o t e n d o s p e n d e r e i n I t a l i a t i t o l i d i s t u d i o a v o l t e a n c h e m o l t o

q u a l i f i c a n t i ( A m b r o s i n i , 2 0 0 5 ) . D a l l a r i c e r c a q u i c o n d o t t a l a

m a g g i o r a n z a d e l l e d o n n e i n t e r v i s t a t e h a u n t i t o l o d i s t u d i o s u p e r i o r e o

u n i v e r s i t a r i o ( l a t o t a l i t à d e l l e p i ù g i o v a n i ) n o n s p e n d i b i l e i n I t a l i a p e r

p r o b l e m i b u r o c r a t i c i , p e r p r o b l e m i l i n g u i s t i c i , e s v o l g e a t t i v i t à d i t i p o

d o m e s t i c o , c o n u n e v i d e n t e s e n s o d i f r u s t r a z i o n e p e r l a r e c e s s i o n e d e l

p r o p r i o r u o l o s o c i a l e . T u t t a v i a l a p r e v i s i o n e d i u n m i g l i o r a m e n t o d e l l e

p r o p r i e e n t r a t e e c o n o m i c h e r e n d e p i ù a c c e t t a b i l e u n a s i m i l e c o n d i z i o n e .

L e g i o v a n i d o n n e , i n g e n e r a l e , v i v o n o i l p r o p r i o l a v o r o i n I t a l i a i n

m o d o m o l t o s t r u m e n t a l e , f i n a l i z z a t o a l r i s c a t t o n e l p r o p r i o P a e s e i n c u i

p o t e r r i p r e n d e r e i n m a n o l e r e d i n i d e l l a p r o p r i a e s i s t e n z a ; m e n t r e l e

donne emig ra t e con una f amig l i a l a s c i a t a ne l Pae se d ' o r i g ine , v ivono l a

p r o p r i a s i t u a z i o n e l a v o r a t i v a c o m e u n s a c r i f i c i o i c u i b e n e f i c i s i

r a v v i s a n o n e l m i g l i o r a m e n t o d e l l e o p p o r t u n i t à p e r i p r o p r i f a m i l i a r i

( s o p r a t u t t o p e r i f i g l i ) , i n c u i i l p r o p r i o d e c l a s s a m e n t o a s s u m e l a

va l enza s imbo l i ca de l s ac r i f i c i o pe r amore .

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81

R i g u a r d o a q u e s t ' u l t i m o c a s o s i p a r l a d i g e n i t o r i a l i t à

t ransnaz iona l e (Ambros in i , 2005 ) , i n q u a n t o i l r u o l o g e n i t o r i a l e v i e n e

e s e r c i t a t o a d i s t a n z a c o n l a m e d i a z i o n e d i a l t r e f i g u r e p a r e n t a l i q u a l i i

p a d r i , i n o n n i , g l i z i i . I l p a r a d o s s o c h e s i r i n v i e n e è q u e l l o d e l l a

p r i v a z i o n e d i a c c u d i m e n t o d e l l a p r o p r i a f a m i g l i a , p e r o c c u p a r s i d e l l e

e s i genze d i cu r a d i e s t r ane i .

I n m o l t i c a s i l a p i ù g r a n d e p r e o c c u p a z i o n e è q u e l l a d i n o n v e d e r

c r e sce r e i p rop r i f i g l i , a c ausa de l l ' imposs ib i l i t à d i r i t o rna r e i n pa t r i a

s e n z a u n p e r m e s s o d i s o g g i o r n o c h e p e r m e t t a i l r i e n t r o i n I t a l i a e c h e

e s s i , n e l l a s o f f e r e n z a p e r i l d i s t a c c o , p o s s a n o r e c r i m i n a r e s c e l t e f a t t e

pe r i l l o ro fu tu ro .

E ’ l a s t o r i a d i O . ( d o n n a d i 3 9 a n n i , m o l d a v a , c i t a t a s o p r a ) , c h e è

v e n u t a i n I t a l i a l a s c i a n d o d u e f i g l i n e l s u o P a e s e . L o h a f a t t o p e r c h é

d e s i d e r a c h e s t u d i n o : i l p i ù g r a n d e h a g i à i n i z i a t o l ' u n i v e r s i t à g r a z i e a i

s o l d i c h e l e i m a n d a d a l l ' I t a l i a . T u t t a v i a O . t e m e i l g i u d i z i o d e i f i g l i e

che i l s uo s fo r zo non venga r i conosc iu to :

O.: Mio figlio studia adesso e spero che quando lui finisce non pensa che

tutto questo.. . .pensa che l 'ho fatto per loro, non che non sono stata

vicino a loro. Sono partita che era piccolo, loro piangono che non sono

vicino di loro, ma che posso fare? Se vado alla Moldavia non posso

tornare. Io dico sempre che ho fatto la domanda, che tra un po' arrivo

[vedi appendice: intervista 3].

Pe r ques to a l cune donne spe r ano ne l pe rmesso d i sogg io rno , i n

q u a n t o s a r e b b e u n m o d o a n c h e p e r r i a l l a c c i a r e r a p p o r t i p i ù f r e q u e n t i

c o n i p r o p r i f a m i l i a r i , p o t e n d o t o r n a r e p i ù s p e s s o a c a s a o f a c e n d o l i

v e n i r e i n I t a l i a . S i è p o t u t a r i s c o n t r a r e , i n f a t t i , t r a l e p a z i e n t i S o k o s

c h e a b b i a n o i p r o p r i f i g l i n e l P a e s e d ' o r i g i n e , l ’ i p o t e s i d i u n

r i c o n g i u n g i m e n t o f a m i l i a r e i n I t a l i a , n e l l a p r o s p e t t i v a c h e a n c h ' e s s i

p o s s a n o g o d e r e d e l l e o p p o r t u n i t à d i u n g u a d a g n o p i ù c o s p i c u o e d i

p ro spe t t i ve d i v i t a m ig l i o r i .

M e n t r e l e g i o v a n i d o n n e , a l c u n e d e l l e q u a l i e m i g r a t e c o n i l p r o p r i o

f i d a n z a t o , s o g n a n o i l p r o p r i o f u t u r o d i c o p p i a n e l P a e s e d ' o r i g i n e d o v e ,

d o p o a v e r c r e a t o i p r e s u p p o s t i e c o n o m i c i i n I t a l i a , p o t e r r e a l i z z a r e u n a

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82

v i t a f a m i l i a r e t r a n q u i l l a , c o n u n a c o n d i z i o n e l a v o r a t i v a

q u a l i t a t i v a m e n t e s o d d i s f a c e n t e c h e r i s p e c c h i l a l o r o f o r m a z i o n e

un ive r s i t a r i a .

L a m a g g i o r p a r t e d i q u e s t e d o n n e n o n e r a a l l ' o s c u r o d e l l a t i p o l o g i a

d i l a v o r o c h e s a r e b b e v e n u t a a f a r e i n I t a l i a : m o l t e d i l o r o h a n n o

a f f e r m a t o , i n f a t t i , d i a v e r e c o n s a p e v o l e z z a d e i l a v o r i c h e l e a v r e b b e r o

a t t e s e , p r o p r i o p e r c h é è n o t o c h e i n I t a l i a c ' è a m p i a r i c h i e s t a d i

co l l abo ra t r i c i domes t i che e badan t i .

L e n o t i z i e c h e i m i g r a n t i r i p o r t a n o s u l l ' e s p e r i e n z a i t a l i a n a

t r a c c i a n o g i à i p e r c o r s i m i g r a t o r i e l e a s p e t t a t i v e . T u t t a v i a q u e s t e

d o n n e h a n n o i n m o l t i c a s i r a v v i s a t o u n a d i s c r e p a n z a t r a i r a c c o n t i s u l l a

q u a n t i t à e l a f a c i l i t à d e i g u a d a g n i i n I t a l i a , r i s p e t t o a l l ' e f f e t t i v a

d u r e z z a d e i l a v o r i , a l c o s t o a l t o d e l l a v i t a e a l l a d i f f i c o l t à n e l l a

r e g o l a r i z z a z i o n e . M o l t e , i n f a t t i , h a n n o t r o v a t o u n a s i t u a z i o n e p e g g i o r e

r i s p e t t o a l l e a s p e t t a t i v e , m e n t r e a l c u n e ( a n c h e s e i n f o r t e m i n o r a n z a )

h a n n o a f f e r m a t o d i e s s e r e a d d i r i t t u r a a l l ' o s c u r o d i a l c u n i p o s s i b i l i

i m p i e g h i l e g a t i , a d e s e m p i o , a l l ' a s s i s t e n z a a g l i a n z i a n i , a v e n d o u n

i m p a t t o m o l t o p i ù d u r o c o n l a r e a l t à , p r o p r i o a c a u s a d e i r a c c o n t i

i d i l l i a c i de i connaz iona l i .

E l . i n f a t t i E . ( r agazza mo ldava , 23 ann i ) r a ccon t a :

F.: Tu sapevi che tipo di lavoro saresti venuta a fare qui?

El.: No, io volevo tanto fare la baby-sitter, perché siccome mi piacciono

tanto i bambini, allora avevo deciso di provare a fare la baby-sitter.

Perché tutti alla Moldavia raccontavano, quando tornavano a casa, che

Italia è così bella, lavori poco e prendi molti soldi, che è bellissimo, poi

ti metti subito in regola. Invece sono qui da una anno e nove mesi e non

sono in regola. Ho lavorato con tre persone come badante. Due sono

morte, ma non per colpa mia (ride), perché erano già vecchie. E adesso

sto lavorando in un albergo però in nero, perché prendo 5 euro all 'ora. Il

mio capo è una persona che dice che l 'anima del commercio è il

latrocinio e la rivalità. Così lavoro perché ho bisogno di soldi, allora

lavoro 10-11 ore al giorno. Anche mio marito fa dei lavori in nero,

lavora nelle costruzioni, fa il muratore [vedi appendice: intervista 17].

I r a c c o n t i d e i c o n n a z i o n a l i e m i g r a t i s o n o f u o r v i a n t i , e s s i

r a c c o n t a n o d i u n a t e r r a c h e n o n c ' è e q u e s t o g e n e r a m o l t o s c o n f o r t o . E '

e v i d e n t e c h e l a r a p p r e s e n t a z i o n e d e l l ' I t a l i a c o m e l ' e m b l e m a d e l l a b e l l a

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v i t a h a u n a s u a f u n z i o n e d i r i u s c i t a s o c i a l e p e r c h i , l a s c i a n d o l a s u a

f a m i g l i a e l a s u a t e r r a , l e g i t t i m a i n q u e s t o m o d o l a s u a l o n t a n a n za

c e r c a n d o d i d i m o s t r a r e l a v a l i d i t à d e l s u o p r o g e t t o , s a l v o a l i m e n t a r e

f a l s e spe r anze i n ch i dec ide d i m ig ra r e (Ta l i an i , Vacch i ano , 2006 ) .

P u r i m m a g i n a n d o u n i m p i e g o l a v o r a t i v o d o m e s t i c o , c i ò c h e p i ù

s o r p r e n d e p o i q u e s t e d o n n e è l ' i m p o s s i b i l i t à d i n e g o z i a r e l a p r o p r i a

p o s i z i o n e , l a d i f f i c o l t à p e r l e r e g o l a r i z z a z i o n i , l a f a t i c a n e l g e s t i r e l e

en t r a t e a f r on t e deg l i a f f i t t i a l t i , o l t r e ad un s enso d i l i be r t à nega t a .

I n f a t t i , s o p r a t t u t t o i l l a v o r o d i b a d a n t e p o r t a s p e s s o a v i n c o l i

l a v o r a t i v i a l t a m e n t e l e s i v i d e l l a l i b e r t à p e r s o n a l e e d i u n a v i t a p r i v a t a .

A l c u n e s o n o c h i a m a t e a l l ' a s s i s t e n z a d e l l ' a n z i a n o p e r g i o r n a t e i n t e r e .

L ' a l l o g g i o f o r n i t o l o r o , c h e c o i n c i d e s p e s s o c o n l ' a b i t a z i o n e

d e l l ' a s s i s t i t o , s e d a u n l a t o c o m p o r t a u n r i s p a r m i o e c o n o m i c o , d a l l ' a l t r o

s i c o n c r e t i z z a c o m e u n a f o r m a d i i n g e r e n z a c o n t i n u a s u i p r o p r i s p a z i e

su l l a ge s t i one anche de l t empo l i be ro e p r i va to .

C o s ì t e r m i n e r e i q u e s t o p a r a g r a f o c o n l e p a r o l e m o l t o s i g n i f i c a t i v e

d i T . ( r a g a z z a m o l d a v a d i 2 4 a n n i ) v e n u t a i n I t a l i a p e r c r e a r e l e b a s i

e c o n o m i c h e a l l a c o s t r u z i o n e d i u n a f a m i g l i a . O r a f a l a b a d a n t e e m i

con fe s sa i l s uo ma le s se r e :

T.: All ' inizio ero qui solo per guadagnare i soldi, adesso, ti dico la

verità, sono sincera: non li vorrei quei soldi come vorrei un po' di libertà

[vedi appendice: intervista 10].

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CAPITOLO 3

SALUTE E MIGRAZIONE

3.1 Il disagio del migrante: la riconfigurazione di

un’esistenza

I l m i g r a n t e n e l l e s o c i e t à d i a c c o g l i e n z a d e v e a v e r e u n v a l o r e

e c o n o m i c o e d u n o s t a t u s g i u r i d i c o b e n d e f i n i t i . Q u e s t o è c i ò c h e

i n t e r e s s a : c a t e g o r i z z a r l o p e r c r e a r e u n o s p a z i o i n c u i c o l l o c a r e i l s u o

co rpo .

A b b i a m o c e r c a t o , n e i c a p i t o l i p r e c e d e n t i , d i d e f i n i r e i l r u o l o

s o c i a l e c h e e s s o a s s u m e : c o r p o c h e l a v o r a ( S a y a d , 2 0 0 2 ) i n u n a s s e t t o

g o v e r n a m e n t a l e c h e s i b a s a s u l l a b i o p o l i t i c a ( F o u c a u l t , 2 0 0 5 ) , s u l

c o n t r o l l o d e i c o r p i e d e l l a v i t a b i o l o g i c a e s u u n ' e c o n o m i a c a p i t a l i s t i c a

t e s a a l m a s s i m o p r o f i t t o . A l l o r a t u t t i i d i s c o r s i c h e r i g u a r d a n o

l ' e s i s t e n z a d e l m i g r a n t e v e n g o n o i n s c r i t t i n e l l a p r o d u t t i v i t à e c o n o m i c a

c h e , d i f a t t o , r i n t r a c c i a n d o i l v a l o r e u l t i m o d e l l ' e s i s t e n z a u m a n a n e l l a

c a p a c i t à d i p r o f i t t o , b e n s i p r e s t a a d u n t r a t t a m e n t o d e l c o r p o d e l

m i g r a n t e c o m e m e r a e n t i t à b i o l o g i c a c h e r i s p e t t i i c a l c o l i d e i

c o s t i / b e n e f i c i d e l P a e s e d i a c c o g l i e n z a ( S a y a d , 2 0 0 2 ) . P e r c h é q u e s t o

c o r p o c h e s i i n s i n u a s u b d o l a m e n t e , m i n a n d o i p r i n c i p i o n t o l o g i c i d e l l o

S t a t o , p u ò e s i s t e r e s o l o s p o g l i a t o d e l l a s u a s t o r i a e i n s e r i t a i n q u e l l a

de l l a p rodu t t i v i t à e conomica .

C ' è t u t t a v i a u n a d e r o g a a q u e s t a e c o n o m i a d e i c o r p i : i l c o r p o

m a l a t o . E s s o e n t r a n e l l a s o c i e t à o c c i d e n t a l e c o m e n u o v a e n t i t à

l e g i t t i m a , c h e n e l r i c o n o s c i m e n t o d e l l a v i t a b i o l o g i c a c o m e m a s s i m o

va lo r e , può vede re consen t i t a l a sua t u t e l a (Fa s s in , 2006a ) .

M a o r a c ' è d a c h i e d e r s i : c o m e q u e s t o c o r p o s u b i s c e e d a g i s c e i l s u o

ruo lo i n ques to con t e s to soc i a l e?

I n q u e s t a s e z i o n e s i c e r c h e r à d i m e t t e r e i n e v i d e n z a l ' a z i o n e d e l

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m i g r a n t e n e l l a d e t e r m i n a z i o n e d e l l a s u a e s i s t e n z a . A l l a l u c e d e i

p r o c e s s i s t o r i c i , p o l i t i c i e d e c o n o m i c i c h e d e t e r m i n a n o l a s u a

co l l ocaz ione soc i a l e , c i app rocc i amo o ra ad una d imens ione p iù

s o g g e t t i v a , c h e p a r l a d e l t e n t a t i v o d i n e g o z i a r e l a p r o p r i a e s i s t e n z a i n

un Paese s t r an i e ro .

L a m i g r a z i o n e , s i a e s s a f r u t t o d i u n a c o n d i z i o n e f o r z a t a o d i u n a

l i b e r a e s e r e n a s c e l t a , c o m p o r t a i n e v i t a b i l m e n t e u n a r i d e f i n i z i o n e d e l l a

p r o p r i a i d e n t i t à i n q u a n t o prodo t t o m i s to d i au to ed e t e ro -pe rce z ion i

( B e n e d u c e , 2 0 0 4 ) . I n t e n d e n d o l ' i d e n t i t à i n u n ' a c c e z i o n e f l u i d a e

d i n a m i c a , e s s a è l a c o n t i n u a r i c o n f i g u r a z i o n e d e l s é i n b a s e a l l e

d e f i n i z i o n i d e l s i n g o l o e d e l l a c o m u n i t à i n c u i è i n s e r i t o . L o

s c o l l a m e n t o d a l p r o p r i o c o n t e s t o d ' o r i g i n e e d e l p r o p r i o r u o l o s o c i a l e ,

i l t e n t a t i v o d i i n t e g r a z i o n e e a c q u i s i z i o n e d i n u o v i s t i l i d i v i t a ,

m a n t e n g o n o u n o s t a t u s i n c e r t o c h e v a r i d e f i n i t o e c h e p u ò g e n e r a r e

s p a e s a m e n t o .

S p e s s o l a s e n s a z i o n e è q u e l l a d i n o n e s s e r e p i ù p i e n a m e n t e p a r t e

d e l p r o p r i o m o n d o , n é d i q u e l l o n u o v o . S a y a d ( 2 0 0 2 ) d e f i n i s c e q u e s t a

c o n d i z i o n e d e l m i g r a n t e c o m e dopp ia a s senza , p e r c h é s i a n e l P a e s e

d ' o r i g i n e , t r a i s u o i c o n n a z i o n a l i , s i a n e l P a e s e d ' a c c o g l i e n z a , t r a

s t r a n i e r i , n o n s i v i v e p i ù u n a c e r t a f a m i l i a r i t à c o n i l u o g h i e c o n l e

pe r sone . Pe r a l cun i è una cond i z ione d i con t i nua e s t r ane i t à .

A n c h e c h i s e m b r a a p p a r e n t e m e n t e i n t e g r a t o p u ò i n f o n d o c o v a r e

q u e s t a c o n t r a d d i z i o n e i n t e r i o r e . E ' i l c a s o d i H a . , r a g a z z a d i 2 9 a n n i ,

m a r o c c h i n a . E ' i n I t a l i a d a 5 a n n i c o n s u o m a r i t o . H a s t u d i a t o i n

M a r o c c o i n u n a s c u o l a i t a l i a n a e d h a f r e q u e n t a t o l ' u n i v e r s i t à i n I t a l i a .

E ' i n r e g o l a e l a v o r a c o m e c o m m e s s a i n u n n e g o z i o d i e l e t t r o d o m e s t i c i .

I l s u o c o r p o n o n p o r t a i s e g n i d e l l ' a l t e r i t à , n o n s e m b r a s t r a n ie r a , p a r l a

b e n e l ' i t a l i a n o e d a n c h e e s t e t i c a m e n t e è m o l t o o c c i d e n t a l e . S i d i r e b b e

p i e n a m e n t e i n t e g r a t a , a n c h e p e r i s u o i p r e g r e s s i e l u n g h i r a p p o r t i c o n

l ' I t a l i a :

F.: Come stai in Italia?

Ha.:Bene, ma non mi sento integrata al 100%, mi sento sempre straniera.

Ma mi sento straniera anche in Marocco.

F.:Vedi degli ostacoli alla tua integrazione?

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Ha.:No, sono io che mi sento così. Sai, qui le feste non le puoi fare. Da

noi per il Ramadan il giorno è tutto chiuso, poi la sera si sta tutti

insieme. E' come una festa, si mangia, si beve in compagnia. Mi manca

tanto non poter festeggiare le nostre feste.

F.:Non ci sono comunità marocchine che celebrano i vostri riti?

Ha.:No, che io sappia no.

F.: Mi dicevi che ti senti straniera anche in Marocco, perché?

Ha.: In Marocco mi sento straniera perché quando torni hai perso i

rapporti: chi è andato via, chi non c'è più, il gruppo di amici non c'è più.

Trovi la tua famiglia, ma le cose cambiano, non sai più dove andare per

trovare le cose. Io torno ogni due anni e non so più dove devo andare per

trovare i negozi economici, sono cambiati, tutto è cambiato [vedi

appendice: intervista 20].

C o s ì a n c h e T . , ( r a g a z z a m o l d a v a d i 2 4 a n n i ) è v e n u t a i n I t a l i a

s p i n t a d a l l a c u r i o s i t à d i u n a v i t a d i v e r s a . V o r r e b b e i l p e r m e s s o d i

s o g g i o r n o p e r t o r n a r e a c a s a p e r u n p o ' , p e r ò è c o m b a t t u t a d a i

c amb iamen t i con cu i i l t empo s egna l e pe r sone e l e co se :

F.: Ti manca la Moldavia o preferisci stare qui in Italia?

T.: Io per la prima volta, quando avevo il pensiero di tornare a casa, poi

non volevo più tornare in Italia, adesso che ho una mia amica che è

appena arrivata dalle ferie da casa mi dice: “No, è meglio stare qui

perché cambia tutto”. Cambiamo noi, cambiamo nella testa, cambiamo

nel cuore, cambiamo anche dopo un anno, due anni. Hai voglia di

tornare, però adesso non so, mi manca, non mi manca.. .non so, mi

mancano i miei, il Paese no [vedi appendice: intervista 10].

L a m i g r a z i o n e c a m b i a l e p e r s o n e , m e s c o l a l e d e f i n i z i o n i

i d e n t i t a r i e , i n m o d o t a l e c h e i s e n t i m e n t i d i a p p a r t e n e n z a s i c on f o n d o n o

e d i v e n g o n o p i ù f r a g i l i . L a p r o p r i a p o s i z i o n e n e l m o n d o d i v e n t a c o s ì

c o n f u s a .

D a l l ' i n t e r v i s t a a l l o p s i c o l o g o d i S o k o s , c o o r d i n a t o r e d e l s u p p o r t o

p s i c o l o g i c o i n t e r n o d e l l ’ a s s o c i a z i o n e , e m e r g e c o m e l a m a g g i o r p a r t e

d e i p a z i e n t i c h e f a c c i a n o r i c h i e s t a d i a i u t o p s i c o l o g i c o s i a n o c o l o r o c h e

v i v o n o u n a “ c r i s i d i t r a n s i z i o n e ” : p e r s o n e c h e s o n o d a q u a l c h e t e m p o i n

I t a l i a , c h e h a n n o a l l e n t a t o i l e g a m i c o n l a s o c i e t à d i o r i g i n e s e n z a

a v e r n e s t r e t t i c o n q u e l l i d i a c c o g l i e n z a . A l l o r a q u e l l e c h e s i p r e s e n t a n o

s o n o d o m a n d e s u l l ' a p p a r t e n e n z a e s u l l a p r o p r i a i d e n t i t à : “ C h i s o n o

i o?” , “Ch i d iven to?” , “Se t o rno s a r à come p r ima?” .

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M a q u e s t a n u o v a c o l l o c a z i o n e d i s é , d e v e a n c h e s c o n t r a r s i c o n l a

d e f i n i z i o n e d e t t a t a d a l l a s o c i e t à d i a c c o g l i e n z a , d a l p o s t o c o n c e s s o

l o r o , c h e s p e s s o s t r i d e c o n q u e l l e c h e a b b i a m o d e f i n i t o au to -pe rce z ion i .

L ' i m m a g i n a r i o c o l l e t t i v o s u i m i g r a n t i , i n f a t t i , è c o s t e l l a t o d i p r e g i u d i z i

s t i g m a t i z z a n t i c h e f i s s a n o e n t r o s c h e m i f i s s i l e e s p e r i e n z e s o g g e t t i v e d i

o g n u n o . L e d e r i v e n e g a t i v e , f r u t t o d i p r o c e s s i d i i n t e g r a z i o n e e d i

a c c o g l i e n z a m a l r i u s c i t i , d i v e n g o n o l a n o r m a , l ' i r r e g o l a r i t à d i v i e n e p u r a

s c e l t a , l e d i f f e r e n z e c u l t u r a l i e s t r e m i z z a t e , i m b r i g l i a n d o i l s i n g o l o

mig ran t e i n pu re a s t r a z ion i (Da l Lago , 1999 ) .

N e l l a m i a e s p e r i e n z a i n S o k o s , a v e n d o a v u t o m o d o d i p a r l a r e e d

i n t e r l o q u i r e c o n d i v e r s i m i g r a n t i , e m e r g e c h i a r a m e n t e c o m e l a

r a p p r e s e n t a z i o n e s o c i a l e c h e s i h a d i e s s i è d i f a t t o u n m a r c h i o a f u o c o ,

e l a l o r o b a s s a c o l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a è s p e s s o u n a r a s s e g n a z i o n e

s o f f e r t a . E s s i p o r t a n o i l s e g n o d e l l ' i r r e g o l a r i t à c h e , s e d a l l ' e s t e r n o è

c o n t e s t a t a c o m e u n a c o l p a , d a l p u n t o d i v i s t a d i c h i m i g r a è v i s s u t a

c o m e u n a c o n d i z i o n e s u b i t a , i n c u i s p e s s o n o n c i s i r i c o n o s c e : s e è v e r o

c h e l ’ a r r i v o è c o n s a p e v o l m e n t e i r r e g o l a r e , c i ò c h e s i a u s p i c a è l a

p o s s i b i l i t à d i a c c e d e r e a l l a r e g o l a r i t à , a d u n a v i t a s o c i a l e e d e c o n o m i c a

s o d d i s f a c e n t e . I n v e c e l a l e g i t t i m i t à d e l l a p r e s e n z a i n q u a n t o s t r a n i e r o

e x t r a c o m u n i t a r i o è c o n t i n u a m e n t e m i n a t a : l a p r o p r i a e s i s t e n z a d e v e

r i m a n e r e n a s c o s t a o c o n t i n u a m e n t e g i u s t i f i c a t a , e n o n n e l l a s u a v a l e n z a

soc i a l e , ma ne l l a sua p rodu t t i v i t à .

E ' q u i c h e s i a p r e l ' a m p i o v e n t a g l i o d i e s p e r i e n z e s o g g e t t i v e l e g a t e

a p a r t i c o l a r i v i s s u t i s t o r i c i , c h e i m i g r a n t i c e r c a n o d i f a r e m e r g e r e , c h e

pe rò sono i gno ra t i , a r ch iv i a t i da una soc i e t à che non ha t empo pe r

comprende re .

C o s ì L i . ( d o n n a m o l d a v a d i 6 1 a n n i ) , e m i g r a t a d o p o l a m o r t e d i s u o

m a r i t o p e r a i u t a r e i s u o i f i g l i e i s u o i n i p o t i , m i g i u s t i f i c a i l s u o a r r i v o

qu i i n I t a l i a :

Li.: Noi siamo rimasti poveri, questo è il nostro motivo per cui siamo

qui. Io non sono ubriaca o una ladra o.. .Io ho lavorato 36 anni! [vedi

appendice: intervista 19]

E ' r i c o r r e n t e , n e l l e i n t e r v i s t e d a m e e f f e t t u a t e , i l t e n t a t i v o d a p a r t e

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d e i m i g r a n t i d i g i u s t i f i c a r e l a p r o p r i a p r e s e n z a e l a p r o p r i a c o n d o t t a , i n

c u i s i c e r c a d i e v i d e n z i a r e l a p r o p r i a o n e s t à e r e t t i t u d i n e , l a p r o p r i a

v o l o n t à d i l a v o r a r e e d i e s s e r e i n r e g o l a , p r o v a n d o a d a l l o n t a n a r e

q u e l l ' a l o n e d i c o n t i n u o s o s p e t t o . C o s ì n e i r a c c o n t i s p e s s o v e n g o n o

e l e n c a t i t u t t i g l i s f o r z i f a t t i n e l P a e s e d ' o r i g i n e p e r s t u d i a r e o p e r

l a v o r a r e . A l c u n i p e r a v v a l o r a r e l a v e r i d i c i t à d e l l e l o r o p a r o l e m o s t r a n o

d o c u m e n t i e t e s s e r i n i . I l d u b b i o è i n s c r i t t o n e l l a l o r o s t e s s a p r e s e n z a

( S a y a d , 2 0 0 2 ) , s e m p r e a m b i g u a . Q u e s t o c r e a a n c h e u n m o d e l l o n a r r a t i v o

c h e s i r a d i c a n e l p i e t i s m o , n e l l a c o m p a s s i o n e , c o m e u n i c o m o d o p e r

l ' o t t e n i m e n t o d i a s c o l t o ( F a s s i n , 2 0 0 6 b ) . S i d e l i n e a n o d e i r e p e r t o r i v o l t i

a r e n d e r e l ' i m m a g i n e d e l m i g r a n t e c o n s o n a a l l e a s p e t t a t i v e d e g l i

i t a l i a n i , p e r s a n c i r e l a p r o p r i a l e g i t t i m i t à a d e s s e r c i . C o s ì a d e s e m pi o

E l . ( r a g a z z a m o l d a v a , d i 2 3 a n n i ) , m i r a c c o n t a d e l l e i s t r u z i o n i r i c e v u t e

da i connaz iona l i su i r appo r t i con g l i i t a l i an i :

El.: “Non dire mai a un italiano che sei sposata, perché sennò quando tu

vai a lavoro, loro hanno paura che tuo marito viene. Non parlare e se ti

chiedono se avevi la televisione a casa, in Moldavia, digli di no, perché

allora loro pensano che sei ricca”. E allora è la prima volta che parlo con

una persona italiana, però mi ha fatto bene [vedi appendice: intervista

17].

I l m o d o p e r n o n s c o n t r a r s i c o n i l p o p o l o c h e g l i a c c o g l i e è q u e l l o

d i p u n t a r e s u l l a p r e c a r i e t à e s t r e m a d e l l a p r o p r i a v i t a . S o l o n e l l a

p r i v a z i o n e p i ù a s s o l u t a h a n n o c a p i t o c h e l a l o r o p r e s e n z a p u ò e s s e r e

concep i t a .

T u t t a v i a v a s o t t o l i n e a t o c o m e l ' o s t i l i t à p i ù p e r c e p i t a è q u e l l a

i s t i t u z i o n a l e , p i ù c h e q u o t i d i a n a n e l r a p p o r t o c o n g l i i t a l i a n i . A n c h e g l i

e p i s o d i n e g a t i v i , d i d i s c r i m i n a z i o n e , o f f e s e , v e n g o n o c i r c o s c r i t t i d a i

m i g r a n t i s t e s s i e c o n t e s t u a l i z z a t i p e r l o p i ù n e l l ' a m b i t o l a v o r a t i v o e d a

p a r t e d e l l a p o p o l a z i o n e i t a l i a n a p i ù a n z i a n a . P e r c u i s i d e d u r r e b b e u n a

c e r t a a c c e t t a z i o n e s o c i a l e a l l ' i n t e r n o d e i n o r m a l i r a p p o r t i d i

q u o t i d i a n i t à , s a l v o p o i p e r ò s c o p r i r e c h e n e s s u n o h a a m i c i o i n t r a t t i e n e

r a p p o r t i c o n i t a l i a n i : l a r e l a z i o n e c o n l a p o p o l a z i o n e i t a l i a n a è a

d i s t a n z a . A l c u n i d i c h i a r a n o d i s t a r n e v o l o n t a r i a m e n t e a l l a l a r g a p e r n o n

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a v e r e g u a i . E ' e v i d e n t e c o m e a n c h e l a m a n c a n z a d i u n a d i s c r i m i n a z i o n e

a p e r t a o d i u n a i n t o l l e r a n z a p a l e s e d i f a t t o n o n c o r r i s p o n d a

min imamen te ad una cond iv i s i one soc i a l e .

Q u e s t ' u l t i m a è u n a c o n t r a d d i z i o n e m o l t o e v i d e n t e e s p e s s o

r i n t r a c c i a t a i n m o l t e i n t e r v i s t e : l a c o n t r a p p o s i z i o n e t r a u n P a e s e c h e s i

c o n s i d e r a b e l l o , i l c u i p o p o l o r i s p e t t a i n m o l t i c a s i l o s t e r e o t i p o “ g l i

i t a l i an i , b r ava gen t e” , che con f l i gge con una du rezza i s t i t uz iona l e e

l a v o r a t i v a c h e i n c a t e n a e d i s o r i e n t a . L a p e r c e z i o n e d e l l a b e l l e z z a

d e l l ' I t a l i a p o t r e b b e d i f a t t o b a s a r s i s u l l o s t i l e d i v i t a d e g l i i t a l i a n i c h e

s i c e r c a i n u n c e r t o q u a l m o d o d i e m u l a r e , n e l l a s p e r a n z a d i e n t r a r n e a

f a r p a r t e c o n u n a r e g o l a r i z z a z i o n e . I l l o r o g i u d i z i o s u l l ' I t a l i a è

p r o i e t t a t o s u l p o t e n z i a l e e c o n o m i c o i t a l i a n o , s u c i ò c h e s i p u ò

r a g g i u n g e r e , s a l v o p o i t e s t i m o n i a r e s i t u a z i o n i d i m a l e s s e r e e d i d i s a g i o

l e g a t e a l l a p r o p r i a c o n d i z i o n e d i i r r e g o l a r i t à e a d u n a c o l l o c a z i o n e

soc i a l e che l i e s c lude da l l e r i so r s e a cu i amb i scono .

I l m i g r a n t e è c h i a m a t o a p r e s e n t a r s i i n p u n t a d i p i e d i , n o n p u ò

p r e t e n d e r e n é c h i e d e r e , a n z i è t e n u t o p i ù d i t u t t i a l r i s p e t t o d e l l e

r e g o l e , i n u n a c o n d i z i o n e d i s u b a l t e r n i t à c h e a v o l t e n o n v i e n e

n e m m e n o m e s s a i n d i s c u s s i o n e d a g l i s t e s s i m i g r a n t i : c ' è s o f f e r e n z a , m a

r a s s e g n a z i o n e . M . u n a r a g a z z a m o l d a v a d i 2 4 a n n i , d o p o a n n i d i s t u d i

u n i v e r s i t a r i , a f f e r m a d i v o l e r s o l o u n l a v o r o r e g o l a r e , n o n p r e t e n d e d i

f a r e l a s e g r e t a r i a , n e m m e n o l a c a m e r i e r a : p e r q u e s t i l a v o r i c i s o n o i

n o s t r i g i o v a n i , l e i n o n a s p i r a a t a n t o .

U n a f r a s e r i c o r r e s p e s s o n e i r a c c o n t i d i q u e s t i m i g r a n t i : “ C o s ì è l a

v i t a ! ” . E ' u n ' a f f e r m a z i o n e t r a s v e r s a l e , c h e a t t r a v e r s a i p e n s i e r i d i

d i v e r s e p r o v e n i e n z e , m a c h e t e s t i m o n i a u n a p r o f o n d a r a s s e g n a z i o n e e d

u n p e s a n t e s e n s o d i i m p o t e n z a . L e m a g l i e b u r o c r a t i c h e e l e g i s l a t i v e d i

u n o S t a t o c h e a c c e t t a g l i s t r a n i e r i s o l o c o m e c o r p i d a s f r u t t a r e , d i f a t t o

r e a l i z z a i l l o r o a s s e r v i m e n t o e d u n a p a r z i a l e a d e s i o n e d e i m i g r a n t i

s t e s s i a q u e i d i s cor s i c h e l i d i s c r i m i n a n o . C o s ì , p a r l a n d o d e l l a

l eg i s l a z ione i t a l i ana , T . ( 24 ann i , mo ldava ) d i ce :

T.: No, c'è dove hanno ragione e dove non hanno ragione, sai. Se c'è da

fare ordine, si deve mantenere dappertutto, anche se noi siamo qui

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stranieri, questo non significa che noi possiamo fare tutto: su questo

sono d'accordo. Però sai. . .Ecco io sono qui da due anni, che aspetto un

documento per sentirmi un po' più libera, per potermi andare a

comperare anche io qualcosa, perché dove vai ti chiedono il codice

fiscale, ti chiedono la busta paga, ti chiedono tutto, tutto quello che noi

non abbiamo. Mi voglio sentire più.. . i taliana no, però vorrei fare quello

che fanno gli italiani, perché giustamente lavoro anche io qui e mi

piacerebbe. Pagherei volentieri i contributi, le tasse, tutto quanto [vedi

appendice: intervista 10].

E ' n e l l a v o r o c h e e s s i i n d i v i d u a n o l a p r o p r i a d i g n i t à , i p r o p r i

d i r i t t i , c h e d e s i g n a n o l a p r o p r i a i n t e g r a z i o n e p e r a c c e d e r e a l i b e r t à

d ' e s i s t e n z a m i n i m e .

L ' i r r e g o l a r i t à , i n f a t t i , r i d i s e g n a a n c h e i p r o p r i s p a z i d ' a z i o n e , c o n

l i m i t i o l t r e i q u a l i l ' i m m i g r a t o n o n p u ò a c c i n g e r s i . A l c u n i s e n t o n o l a

n e c e s s i t à d i r i d i m e n s i o n a r e l a l o r o m o b i l i t à , l a l o r o s o c i a l i t à e i l l o r o

s t i l e d i v i t a i n b a s e a d i s p o s i z i o n i e s t e r n e c h e d i s u m a n i z z a n o l a l o r o

p r e s e n z a . L ' i n t e r a e s i s t e n z a v i e n e a d e s s e r e p l a s m a t a s u l l a c o n d i z i o n e

d i l a v o r a t o r e e d i i r r e g o l a r e : d i v e n g o n o q u e s t e l e n u o v e v e s t i

i d e n t i t a r i e c h e s e g n a n o l a d i f f e r e n z a .

A v e r e 2 4 a n n i d a i m m i g r a t a i r r e g o l a r e , n o n è p i ù c o m e a v e r e l a

s t e s s a e t à ne l Pae se d ' o r i g ine . Ecco cosa r accon t a M. (mo ldava , 24

a n n i ) s u l l a s u a e s p e r i e n z a i t a l i a n a :

F.: Tu qui sei triste?

M.: Un po' si. Io da quando sono arrivata in Italia, non mi ricordo un

momento che io sia felice, ecco.

F.: Quindi quello che ti aspettavi qui in Italia non si è realizzato?

M.: No, ma neanche non mi aspettavo troppo, però sono due anni e non

sono mai stata.. .sono andata sola una volta in discoteca a Brescia e a

Bologna, non sono mai uscita una sera con gli amici perché il lavoro non

mi permetteva. Non mi sono permessa di comprarmi i vestiti che voglio

perché non ti senti bella, perché non ti puoi permettere di andare ogni

mese dal parrucchiere, il cibo ti ingrassa.. .Sono tutti dei momenti che

magari li prendi troppo...Ma non dovremmo prenderli così. Noi

dobbiamo vivere, noi non viviamo. Noi pensiamo al futuro: quando farò,

quando me ne andrò, quando finirò i debiti , quando, quando...Questo

dopo che passa il tempo, ti accorgi che la vita…che il tempo è passato, è

scaduto e non hai fatto niente, neanche i soldi e neanche la tua vita l 'hai

vissuta come volevi [vedi appendice: intervista 14].

E ' e v i d e n t e c o m e c i ò c h e e n t r a i n g i o c o i n q u e s t a n u o v a

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c o l l o c a z i o n e s o c i a l e e i n q u e s t a r i d e f i n i z i o n e i d e n t i t a r i a è i l s e n s o

s t e s s o d e l l a v i t a , i c u i v a l o r i v e n g o n o s c a r d i n a t i , l e p r i o r i t à r i b a l t a t e e

q u e s t o s o p r a t t u t t o p e r i g i o v a n i c h e s p e r a v a n o d i r e a l i z z a r e “ n e l s o g n o

i t a l i ano” una g iov inezza p iù spens i e r a t a .

E ' i m p o r t a n t e , i n f a t t i , e v i d e n z i a r e c o m e l e r a p p r e s e n t a z i o n i

m e d i a t e d e l l a r e a l t à r i g u a r d i n o a n c h e g l i s t r a n i e r i r i s p e t t o a l c o n t e s t o

i t a l i a n o . C ' è t u t t a u n a n a r r a z i o n e r i g u a r d o a l l ' I t a l i a c o s t r u i t a d a i m e d i a

e d a g l i s t e s s i e m i g r a t i c h e i n c e n t i v a n o l ' i d e a l i z z a z i o n e d i q u e s t o P a e s e

e l a b r a m a d i r a g g i u n g e r l o . C o m e a b b i a m o g i à a c c e n n a t o

p r e c e d e n t e m e n t e , c h i è g i à e m i g r a t o , p u r t r o v a n d o c o n d i z i o n i d i f f i c i l i

d i r e a l i z z a z i o n e s o c i a l e , è p o r t a t o a m o d e l l a r e u n a s t o r i a d i r i u s c i t a e d i

s u c c e s s o a i s u o i f a m i l i a r i e a i s u o i c o n n a z i o n a l i c h e l e g i t t i m i n o l a s u a

p a r t e n z a ( T a l i a n i , V a c c h i a n o , 2 0 0 6 ) . C i ò v i e n e t e s t i m o n i a t o d a i r i e n t r i

i n p a t r i a s f a r z o s i , c o n d o n i e s i m b o l i d i r i c c h e z z a . Q u e s t o è q u a n t o

r i p o r t a a n c h e S a y a d ( 2 0 0 2 ) n e l s u o s t u d i o s u l l ' i m m i g r a z i o n e a l g e r i n a i n

F r a n c i a , i n c u i e v i d e n z i a c o m e i l r i t o r n o d e l l ' e m i g r a t o s i a c o n t o r n a t o d a

u n a n a r r a z i o n e q u a s i r i t u a l e , l a c u i s c a l e t t a è g i à f i s s a t a a t t i n g e n d o a l

vocabo l a r i o m i t i co - r i t ua l e .

N e l l a m i a r i c e r c a h o r i t r o v a t o s p e s s o l a d e n u n c i a d e l l a m e n z o g n a

s u l l a v i t a i n I t a l i a n a r r a t a d a i p r o p r i c o n n a z i o n a l i . E ' u n f i l o c o n d u t t o r e

c h e a b b r a c c i a i d i v e r s i c o n t e s t i d ' e m i g r a z i o n e , d a l l e d o n n e d e l l ' E s t

Eu ropa ag l i uomin i de l l 'A f r i c a sub - saha r i ana . Ognuno s i è s empre

c o l l o c a t o c o m e v i t t i m a d i n a r r a z i o n i f u o r v i a n t i c h e h a n n o a l i m e n t a t o

f a l s e s p e r a n z e s u l l e p o s s i b i l i t à c h e l ' e m i g r a z i o n e a v r e b b e o f f e r t o .

Cos ì Ha . ( r agazza marocch ina d i 29 ann i , l avo ra t r i c e r ego l a r e ) ,

a c c u s a i p r o p r i c o n n a z i o n a l i c h e a r r i v a n o i n I t a l i a i r r e g o l a r m e n t e ,

i n d i v i d u a n d o i l p r o b l e m a d e l l ' i m m i g r a z i o n e n e l l ' i m m a g i n e c h e v i e n e

e spo r t a t a de l be l Pae se :

Ha.: Il problema è che nel mio Paese pensano che l 'Italia è il paradiso,

perché così gli dicono quando tornano a casa. Ci sono quelli venuti in

Italia che quando tornano in Marocco portano le ultime macchine, le

ultime scarpe e dicono che si vive bene, che si sta bene. Ma molti di

questi sono quelli che spacciano. Anche chi lavora normale quando torna

a casa vuole fare vedere che guadagna e gli altri così non sanno che qui,

se vuoi fare le cose bene, in regola, si deve sudare. Io pago l 'affitto 700

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euro, come il mio stipendio. Si, qui c'è più benessere, ci sono più cose,

ma non è così tanta la differenza dal Marocco. Io quando torno a casa

dico la verità, che qui bisogna sudare, ma non mi credono. Io ho dato a

un mio amico di università il consiglio di non venire qui. Lui lavorava in

questi posti come Vodafone, Wind e guadagnava 600 euro al mese, ma io

gli ho detto che qui non era semplice ed ora guadagna più di 1000 euro

al mese, si è sposato, ha una casa e mi ringrazia ora.

Io un po' capisco quelli che vengono dall 'Etiopia, dalla Somalia, magari

muoiono di fame, ma in Marocco no. I miei paesani pensano che qui è il

paradiso e decidono di venire anche irregolari, pensano che poi si

possono aggiustare. Loro pagano 8000 euro per venire, me lo ha detto un

mio amico, poi vengono qui e non trovano niente e non hanno documenti

e non possono tornare a casa perché la sua famiglia ha pagato tanti soldi

per far venire in Italia. Così sta male lo stesso, anche chi spaccia, sta

male, perché ha sempre la paura, il pericolo che lo prendono [vedi

appendice: intervista 20].

R i t e n g o q u e s t a i n t e r v i s t a e m b l e m a t i c a e d e s p l i c a t i v a d e l l e

c o n t r a d d i z i o n i e d e i d i s s i d i c h e a t t r a v e r s a n o i p r o g e t t i m i g r a t o r i e i

r a p p o r t i t r a c o n n a z i o n a l i . C i s o n o a s p e t t a t i v e s o c i a l i c h e i l m i g r a n t e s i

s e n t e i n d o v e r e d i r i s p e t t a r e , a n c h e a c o s t o d i m e n t i r e . E g l i h a l ' o b b l i g o

de l succe s so p e r l a s u a r i u s c i t a s o c i a l e e q u e l l a d e l l a s u a f a m i g l i a e

d e v e r e n d e r l o t a n g i b i l e , v i s i b i l e , a t t r a v e r s o i s i m b o l i d e l b e n e s s e r e

de l l 'Occ iden t e r i c co (Ta l i an i , Vacch i ano , 2006 ) .

C o l o r o c h e r a c c o n t a n o d e l l e d i f f i c o l t à , c e r c a n d o d i i n t e r r o m p e r e

q u e s t o c i r c o l o v i z i o s o , n o n r i e s c o n o a r o m p e r e q u e s t a r a p p r e s e n t a z i o n e

d e l l ' O c c i d e n t e c h e s i è s t o r i c a m e n t e r a d i c a t a n e l l ' i m m a g i n a r i o

c o l l e t t i v o .

N g . , r a g a z z o d e l C a m e r u n , h a 2 8 a n n i e d è d a c i n q u e a n n i i n I t a l i a .

N o n h a f a t t o b u o n a e s p e r i e n z a d i q u e s t o P a e s e , c o n l a v o r e t t i s e m p r e

s a l t u a r i e i n n e r o , t a n t o c h e a d e s s o n o n r i f a r e b b e l a s t e s s a s c e l t a e

me t t e i n gua rd i a i s uo i connaz iona l i da l f a l so mi to de l l ' I t a l i a :

Ng.: Io tutto quello che dico sempre ai miei compaesani, quando chiamo

lì, è: “Non è il paradiso come pensate voi!”. Ma non puoi impedire a

qualcuno di venire qui, se vuole venire viene, che ben venga. Noi siamo

qui, se gli possiamo dare una mano, la diamo [vedi appendice: intervista

13].

C o m e s i e v i n c e d a l r a c c o n t o d i H a . , c h i a r r i v a e n o n r i e s c e a

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93

r e a l i z z a r e i l s u o p r o g e t t o v i v e n o n s o l o i l d i l e m m a

d e l l ' i n c o m u n i c a b i l i t à d e l p r o p r i o f a l l i m e n t o , m a a n c h e l ' i m p o s s i b i l i t à d i

u n r i t o r n o a m a n i v u o t e , a c a u s a d e g l i i n v e s t i m e n t i f a m i l i a r i c h e h a n n o

a c c o m p a g n a t o l a s u a p a r t e n z a . S i è c o s ì p r i g i o n i e r i d e l l a p r o p r i a

cond i z ione e d i una so l i t ud ine che aumen ta i l s en so d i so f f e r enza .

M o l t i m i g r a n t i h a n n o c o n t r a t t o d e b i t i p e r p a g a r e i p r o p r i

t r a f f i c a n t i , o s e m p l i c e m e n t e p e r e n t r a r e c o n u n v i s t o t u r i s t i c o , p e r c u i

i l l a v o r o d i v e n t a u n ' e s i g e n z a p r e s s a n t e . I l b i s o g n o p o r t a a n c h e a d

a c c e t t a r e l a v o r i c h e d i f a t t o n o n p e r m e t t o n o c h e u n a m i s e r a

s o p r a v v i v e n z a , a u m e n t a n d o l e p o s s i b i l i t à d i f a l l i m e n t o o d e l l ' a p p r o d o

i n r e t i c r i m i n a l i . A t u t t o c i ò , p e r ò , c h i è i n p a t r i a n o n p u ò c r e d e r e ,

p e r c h é p e r l ' i m m a g i n a r i o c h e a c c o m p a g n a l ' O c c i d e n t e n o n p u ò e s s e r e

p l a u s i b i l e a t t r i b u i r e l a r e s p o n s a b i l i t à a l c o n t e s t o d ' a p p r o d o , a l l e

p o l i t i c h e d i e s c l u s i o n e e m a r g i n a l i z z a z i o n e : è n e c e s s a r i a m e n t e

l ' e m i g r a t o a d e s s e r e c o l p e v o l e ( T a l i a n i , V a c c h i a n o , 2 0 0 6 ) . E l o è d u e

v o l t e : n e l l a s o c i e t à d ' a c c o g l i e n z a c o m e i n t r u s o p a r a s s i t a e n e l l a s o c i e t à

d ' o r i g i n e c o m e f a l l i t o . E d è a l l o r a c h i a m a t o a n a r r a r e s t o r i e : a g l i

i t a l i a n i s u l l a d r a m m a t i c i t à d e l p r o p r i o c o n t e s t o d ' o r i g i n e e a c a s a s u l

p rop r io succe s so mig ra to r i o .

L a c o l l o c a z i o n e d e l m i g r a n t e è , q u i n d i , c o n t i n u a m e n t e a m b i v a l e n t e ,

s o s p e s a t r a a p p a r t e n e n z a e d e s t r a n e i t à , i n v e s t i m e n t o e f a l l i m e n t o

e c o n o m i c o , v e r i t à e m e n z o g n a , v a l o r i m o d e r n i e v a l o r i t r a d i z i o n a l i . E '

t u t t a v i a i m p o r t a n t e s o t t o l i n e a r e c o m e q u e s t o n o n s i a f r u t t o d e l p r o c e s s o

m i g r a t o r i o i n q u a n t o t a l e , m a d e l v e n i r m e n o d i q u e l l e r i s o r s e d i

c i t t a d i n a n z a e d e l l e o p p o r t u n i t à d i n e g o z i a z i o n e c h e r e c l u d o n o

l ' i m m i g r a t o n e l l e z o n e b u i e e i n t e r s t i z i a l i d e l l a s o c i e t à . L a t e n s i o n e e l a

s o f f e r e n z a g e n e r a t e d a q u e s t a r i c o n f i g u r a z i o n e a b o r t i t a d e l l ' e s i s t e n z a ,

d ivengono e s se s t e s s e una nuova fo rma d ' e s i s t enza , che “p rende co rpo”

n e i v i s s u t i q u o t i d i a n i .

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3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione

dell’esperienza migratoria

A l l a l u c e d e l l e p r o b l e m a t i c h e e m e r s e n e l l ' i n s e r i m e n t o s o c i a l e d e i

m i g r a n t i e n e l l a c o n d i z i o n e d i c o n t i n u a f l u t t u a z i o n e d e l l a p r o p r i a

q u a l i f i c a z i o n e s o c i a l e , c ' è d a c h i e d e r s i c o m e e s o t t o c h e f o r m e

e sp re s s ive e s s i man i f e s t i no l a l o ro cond i z ione d i suba l t e rn i t à .

I l l o r o d i s s e n s o è m u t o , n o n p u ò p r e n d e r v o c e , a n z i l a l o r o s t e s s a

p e r m a n e n z a è d i s s e n s o r i s p e t t o a d u n o r d i n e s o c i a l e c h e l i h a e s c l u s i ,

m a è a n c h e u n d i s s e n s o e s p o s t o c o n t i n u a m e n t e a l r i s c h i o d i r e p r e s s i o n e

s o t t o f o r m a d i r e c l u s i o n e n e i C I E ( c e n t r i d i i d e n t i f i c a z i o n e e d

e s p u l s i o n e ) e d i c o n s e g u e n t e e s p u l s i o n e . E s s i s o n o c o r p i c h e

e s p e r i s c o n o l ' a s o c i a l i t à e l a n e g a z i o n e , c h e i n c o r p o r a n o l a l o r o

i r r ego l a r i t à po r t andone i s egn i .

Q u e s t ' u l t i m a a f f e r m a z i o n e n a s c e d a l l a r i f l e s s i o n e a n t r o p o l o g i c a s u l

t e m a d e l c o r p o e d e l l ' e s i s t e n z a u m a n a c o m e p r e s e n z a d i c o r p i n e l

mondo e de l mondo ne i co rp i (P i zza , 2005 ) . Ques to vuo l d i r e r i po r t a r e

l ' e s p e r i e n z a d e l l ' u o m o n o n p i ù s o l t a n t o a l d i s c o r s o o a l l a

r a p p r e s e n t a z i o n e c o g n i t i v a m a a d u n a d i m e n s i o n e c o r p o r e a i n c u i i l

c o r p o è s o g g e t t o d e l l ' e s p e r i e n z a , n o n s o l o s i m b o l o s o c i a l e , m a a n c h e

p rodu t t o r e d i s imbo l i (Cso rdas , 2003 )12

. I l c o r p o d i v i e n e t e r r e n o s u c u i

v e n g o n o a d i m p r i m e r s i l e f o r m e s o c i a l i e c u l t u r a l i d e l l ' e s i s t e n z a e d i

p r o c e s s i s t o r i c o - p o l i t i c i , i n c u i e s s o p o n e i n g i o c o l a s u a s t e s s a

e s i s t e n z a p e r l a d e f i n i z i o n e e l a c l a s s i f i c a z i o n e d e l l a r e a l t à ( Q u a r a n t a ,

2006b ) . Cos ì i co rp i non sono so lo ogge t t i p a s s iv i de l l ' a z ione soc io -

c u l t u r a l e , m a d i v e n g o n o s o g g e t t i d i q u e g l i s t e s s i p r o c e s s i i n c u i s o n o

i m m e r s i . E s s i p a r l a n o , c o m u n i c a n o e n a r r a n o l a s t o r i a d e l l a l o r o

co l l ocaz ione soc i a l e (Lock , Schepe r–Hughes , 1987 )13

.

I n q u e s t o s e n s o l a m a l a t t i a a s s u m e u n a c o n n o t a z i o n e d i v e r s a d a l

s e m p l i c e a c c i d e n t e o r g a n i c o , c o s ì p e r c o m e l ' i n t e n d e l a b i o m e d i c i n a ,

12

La riflessione di Csordas rientra nell'approccio filosofico della fenomenologia, facendo esplicito riferimento

alla tradizione fenomenologica heideggeriana e agli studi di Merleau- Ponty sulla percezione. 13

Scheper – Hughes parla a tal proposito di mindful body, corpo consapevole e cosciente dei processi sociali in

cui è immerso.

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e s s a d i v e n t a , i n v e c e , l ' e s p r e s s i o n e d e l v i s s u t o s o c i a l e , p o l i t i c o e d

e c o n o m i c o d e g l i i n d i v i d u i . L a s i n t o m a t o l o g i a s i m a n i f e s t a s e c o n d o u n a

s i m b o l o g i a c u l t u r a l m e n t e e s o c i a l m e n t e i n f o r m a t a , m a c h e è a n c h e

e v o c a t i v a d i u n p r o c e s s o t u t t o c r e a t i v o d i r i c o l l o c a z i o n e s o c i a l e e d i

c o s t r u z i o n e c u l t u r a l e . C o s ì s i p u ò i n t e n d e r e l a m a l a t t i a c o m e u n a m e s s a

i n d i s c u s s i o n e d e l l ' o r d i n e s o c i a l e ( S c h e p e r – H u g h e s , 2 0 0 0 ) c h e p e r ò è

p r o f o n d a m e n t e r a d i c a t a i n u n ' e s p e r i e n z a i n t e r s o g g e t t i v a c o l l o c a t a

a l l ' i n t e r s e z i o n e d i d i v e r s i l i v e l l i d i r e a l t à ( K l e i n m a n , K l e i n m a n , 2 0 0 6 ) .

E ' d a s o t t o l i n e a r e a t a l p r o p o s i t o c o m e s i a p i ù o p p o r t u n o p a r l a r e d i

s o f f e r e n z a s o c i a l e , d i c u i l a m a l a t t i a r a p p r e s e n t a u n a d e l l e m o l t e p l i c i

f o r m e d e l d i s a g i o e d i n c u i v a a l e g a r s i e a c o s t r u i r s i c o n q u e s t i o n i

i n e r e n t i a l w e l f a r e , a l d i r i t t o , a l l a r e l i g i o n e ( K l e i n m a n , D a s , L o c k ,

1997 ) . La ma la t t i a , qu ind i , s i i n s e r i s ce i n un c i r cu i t o d i con t i nu i

r i m a n d i c h e s f u g g o n o a c a t e g o r i z z a z i o n i u n i v o c h e e c e r t e e c h e n a r r a n o

d i r e l a z i o n i , r a p p o r t i d i p o t e r e , s f r u t t a m e n t o e d i s c r i m i n a z i o n e .

E c c o , q u i n d i , c h e l ' e s p e r i e n z a d e l m i g r a n t e v e d e n e l p r o p r i o c o r p o

i l p u n t o d i c o n v e r g e n z a d i m o l t e p l i c i i s t a n z e c h e v a n n o d a i v i s s u t i

i n d i v i d u a l i c u l t u r a l m e n t e i n f o r m a t i , a l l a l o r o c o l l o c a z i o n e r i s p e t t o a l

c o n t e s t o d ' o r i g i n e , a l l a s o c i a l i t à n e g a t a e a d u n ' i r r e g o l a r i t à i m p o s t a

n e l l a s o c i e t à d ' a c c o g l i e n z a . E a l l o r a i s i n t o m i d e i p a z i e n t i c h e s i

r i v o l g o n o a l S o k o s , n o n p o s s o n o e s s e r e i n t e s i i n t e r m i n i m e r a m e n t e

o r g a n i c i , n é m e r a m e n t e p s i c o l o g i c i , n é s t u d i a t i c o m e p u r i r e f e r e n t i

s i m b o l i c i , m a v a n n o i n s e r i t i a l l ' i n t e r n o d e i v i s s u t i i n d i v i d u a l i e s o c i a l i ,

d e l l e d inamiche d i f o r za e d i po t e r e (Qua ran t a , 2006b ) .

L a v a l e n z a d e l l a c o r p o r e i t à a s s u m e c o n n o t a z i o n i p a r t i c o l a r i

n e l l ' e s p e r i e n z a d e l m i g r a n t e , p i ù c h e i n o g n i a l t r a c o n d i z i o n e s o c i a l e ,

e g l i , i n f a t t i , f a e s p e r i e n z a d e l l a n u o v a s o c i e t à s o l o e d e s c l u s i v a m e n t e

come co rpo , i n t e so come fo r za p rodu t t i va da s f ru t t a r e e da e sc lude re

( S a y a d , 2 0 0 2 ) , c o m e c e n t r o d e l l e d i n a m i c h e d e l b i o p o t e r e ( F o u c a u l t ,

2 0 0 5 ) e d e l l a d e m a r c a z i o n e e t n i c a ( F a s s i n , 2 0 0 6 a ) e d e c o n o m i c a .

L ' i d e n t i t à , i l v i s s u t o s t o r i c o e s o c i a l e d e l l ' i m m i g r a t o n o n a s s u m o n o

r i l e v a n z a , c o s ì l a s o f f e r e n z a p e r c o n d i z i o n i d i l i m i n a r i t à e d i

ma rg ina l i t à i nev i t ab i lmen t e t r ova i l s uo t e r r eno p iù f e r t i l e

n e l l ' e s p r e s s i o n e d e l c o r p o s e g n a t o d a l d o l o r e , d a l l a m a l a t t i a e d a l

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t r auma .

I s i n t o m i d e l l a s o f f e r e n z a s o n o i p i ù d i s p a r a t i : m a l d i t e s t a , m a l d i

s t o m a c o , m a c c h i e s u l l a p e l l e , i r r i t a z i o n i , g a m b e g o n f i e e b r u c i a n t i ,

c r o n i c i z z a z i o n e d e l l e p a t o l o g i e . O g n u n o d i e s s i , u n a v o l t a i n d a g a t i ,

l a s c i a l o s p a z i o d e l m a l e s s e r e o r g a n i c o p e r s p o s t a r s i s u c a m p i e

d i m e n s i o n i d i v e r s i : d i f f i c o l t à n e l l ' a c c e s s o a l l a r e g o l a r i t à , d i f f i c o l t à d e i

r a p p o r t i c o n i f a m i l i a r i l a s c i a t i , l a v o r i u s u r a n t i e l o g o r a n t i , s c a r s e

r e t r i b u z i o n i , e s p o s i z i o n i a r i s c h i s u l l u o g o d i l a v o r o ( T a l i a n i ,

Vacch i ano , 2006 ) .

La mo l t ep l i c i t à de i f a t t o r i d i so f f e r enza t r ova , t u t t av i a , una

c o m u n a n z a n e l l a m a n c a n z a d i o p p o r t u n i t à e n e l l ' i m p o s s i b i l i t à d i

n e g o z i a z i o n e d e l l e e s i s t e n z e , n e l l a s t r e t t a i n u n a m o r s a d i c u i è s p e s s o

a n c h e d i f f i c i l e r i n t r a c c i a r e l e r e s p o n s a b i l i t à . E ' u n a s o f f e r e n z a , q u i n d i ,

che s i i n sc r i ve ne i co rp i so t t o f o rma d i v io l enza , anche s e e s s a non è

f i s i c a m e n t e i n f l i t t a . E ' q u e l l a c h e v i e n e d e f i n i t a c o m e v i o l e n z a

s t ru t t u ra l e ( F a r m e r , 2 0 0 6 ) , c i o è u n a v i o l e n z a d e t e r m i n a t a d a u n a

p a r t i c o l a r e s t r u t t u r a z i o n e s o c i a l e c h e s i b a s a s u l l a m a r g i n a l i t à , s u l l a

d i s c r i m i n a z i o n e e l ' e s c l u s i o n e . L e a r m i d i t o r t u r a s o n o l ' i m p o s s i b i l i t à

de l l a s ce l t a .

L e f r a s i , i n f a t t i , p i ù r i c o r r e n t i t r a i p a z i e n t i i n t e r v i s t a t i s o n o : “ N o n

h o s c e l t a ! ” , “ C o s a p o s s o f a r e ? ” , “ E ' l a v i t a ! ” . S i v i v e c o m e

c o n t i n u a m e n t e v e s s a t i d a f o r z e d i c u i n o n s i r i e s c e a r i n t r a c c i a r e l a

c a u s a u l t i m a e c o n t r o c u i s v a n i s c o n o l e p o t e n z i a l i t à c o n t r a s t a n t i . S i

a p r o n o c o s ì q u e l d i s o r i e n t a m e n t o e q u e l l o s t a t o d i c o n f u s i o n e c h e

p o s s i a m o d e f i n i r e c o n l e p a r o l e d e m a r t i n i a n e c r i s i de l l a p re senza ( d e

M a r t i n o , 1 9 7 8 ) , c i o è l a p e r d i t a d e l l a c a p a c i t à d i a g i r e n e l m o n d o , d i

a b i t a r l o e d i r i s p o n d e r e a d e g u a t a m e n t e a i s u o i s t i m o l i , c h e a v v i e n e i n

pa r t i co l a r i momen t i c r i t i c i de l l ' e s i s t enza .

L ' i m p a t t o i m m e d i a t a m e n t e p i ù r i s e n t i t o è q u e l l o d e l c a m b i a m e n t o e

d e l l ' e s s e r e c a t a p u l t a t i i n u n o s t i l e d i v i t a e i n a b i t u d i n i d i v e r s e i n c u i s i

r a v v i s a , a p p u n t o , l ' i n c a p a c i t à d i g e s t i r e l a r e a l t à a t t r a v e r s o i

c o m p o r t a m e n t i u s u a l i . C ' è i n p a r t i c o l a r e t u t t a u n a s i n t o m a t o l o g i a l e g a t a

a d i s t u r b i g a s t r o e n t e r i c i e a l m a l d i t e s t a c h e e m e r g e c o m e

p r eponde ran t e . Ne l l e sp i egaz ion i de i paz i en t i ques t i vengono d i so l i t o

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a t t r i b u i t i a l c a m b i a m e n t o d i r e g i m e a l i m e n t a r e , a l c l i m a , p e r p o i ,

i n d a g a n d o , r i s a l i r e a n c h e a l l a t i p o l o g i a d i l a v o r o e a l l a p a r t i c o l a r e

c o n d i z i o n e d i s t r e s s ( i n u n ' i n t e r p r e t a z i o n e c h e è v o l t a a r i c a l c a r e

s i m i l m e n t e l e s p i e g a z i o n i b i o m e d i c h e ) . M o l t o è l e g a t o a d u n ' i n t e r a

r i v i s i t a z i o n e e a d u n r i p o s i z i o n a m e n t o d i q u e l l ' e q u i l i b r i o c h e u n a

pe r sona a s sume ne l suo con t e s to .

E ' q u e s t a a d e s e m p i o l a m o t i v a z i o n e c h e m i p r e s e n t a M . , ( r a g a z z a

mo ldava , 24 ann i ) . Le i da quan to è i n I t a l i a ha p r e sen t a to d ive r s i

d i s t u r b i ( a g g r a v a m e n t o d e l l a b r o n c h i t e , m a l d i p a n c i a , e m i c r a n i a ) e a d

e s s i r i ch i ama d ive r s e c ause :

F.:Come stai qui in Italia? Com'è la tua salute?

M.:Questo è un problema, perché c'è il sole che mi dà fastidio, tutto è

peggiorato. Magari è il clima, perché ho una malattia da piccola: la

bronchite asmatica cronica. Quando andavo con quella famiglia in

montagna stavo male, proprio malissimo, anche di notte in montagna non

potevo dormire, però il mare mi faceva bene. Però qui anche le ossa,

tutto, è una stanchezza cronica proprio. Ti svegli la mattina con il

pensiero di tornare più presto a letto. Qui, come dicono tutti , è l 'umidità,

la percentuale di umidità grande che c'è qui nell 'aria, perché anche da

noi piove, anche da noi è freddo, anche da noi è caldo, anche 40 gradi

quest 'estate, però non è questa umidità. La concentrazione d'acqua non è

così grande, è più facile sopportare. Qui tutti peggiorano.

F.: Dici che è tutto dovuto dal clima?

M.: E si, tutti dicono così. Anche quando la gente che va a casa a

curarsi, dice che è il clima, perché è come un albero: se un albero

tropicale lo togli e lo metti in una zona diversa, sicuramente le foglie

non saranno così grandi, saranno più piccole. E anche noi così, anche voi

se andate da noi è la stessa cosa.

F.: Per quale motivo vieni oggi al Sokos?

M.: Per problema di respirazione per la bronchite, che da quando sono

qui è peggiorata e non voglio che mi passi in asma. Dopo ho problema di

digestione, l ' intestino, non so perché ma quando mangio sto male. Forse

perché mi piace mangiare altre cose, altro cibo.

F.: Vuoi dire che è la differenza dei cibi rispetto al tuo Paese che ti può

far star male?

M.: Mah, io da quando sono qui non sono mai stata organizzata nel

mangiare: la colazione, il pranzo, la cena, come facevamo a casa, perché

eravamo più tranquilli . Anche perché io quando lavoro non devo

mangiare, a mezzogiorno non devo mangiare. Ma io adesso posso andare

a casa e farmi da mangiare, ma se ho qualche ora devo sempre mangiare

snack, crackers o panino. E questo piano, piano, piano, diventa un

problema, perché la nostra vita non è organizzata, deve passare un po' di

tempo per metterti un po' a posto, per organizzarti la tua vita

F.: Hai avuto altri problemi oltre a questi?

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M.: Mah, altri no. Erano problemi che avevo anche a casa, però la prima

volta quando sono arrivata qui era per la testa, mi hanno trovato

l 'emicrania. Poi non sono venuta più qui perché sono andata a Brescia, e

lì mi hanno trovato l 'emicrania e mi hanno dato delle gocce, e non mi è

passato con quelle gocce. Però adesso mi fa male, ma non come prima

che mi faceva male anche autobus, due tre fermate e già mi soffocavo,

mi facevo bianca tutta e mi veniva da vomitare.

F.: Le cause della tua emicrania?

M.: Mah, tipo quella cosa.. . lo stress, mi diceva la dottoressa, perché

andavo a dormire con la paura e mi svegliavo con la paura, perché la

tensione era troppo: non sapere mai quello che vuoi e se ce la fai o no.

Sei sempre con lo stress. Io adesso sono un po' in carne, però prima ero

più grassa, e ogni giorno dimagrivo. Anche la filippina che lavorava con

me mi diceva: “M. ma cosa fai? Ogni giorno dimagrisci, sei malata.” Io

mangiavo, mangiavo anche i dolci, i biscotti , magari non mangiavo la

carne e la verdura, però questi sempre. E io dimagrivo dallo stress, dalla

paura. Ero stanca sempre, ero esaurita.

F.: Adesso va un po' meglio?

M.: Si, mi sono già abituata adesso, ormai due anni, ti devi per forza

abituare, non hai scelta [vedi appendice: intervista 14].

Spes so i l c l ima (ne l l e sua va r i ab i l e t r oppo f r eddo o t r oppo ca ldo ) e

i l c i b o ( n o n n a t u r a l e , t r o p p o p e s a n t e ) , c h e r i s u l t a n o d i v e r s i r i s p e t t o a l

p r o p r i o P a e s e , e m e r g o n o c o m e c a u s e c h e i n d i c a n o u n a d i f f i c o l t à d i

a d a t t a m e n t o , p e r c e p i t o q u a s i c o m e u n o s r a d i c a m e n t o . C o s ì è

e m b l e m a t i c a l a m e t a f o r a d e l l ' a l b e r o c h e s p o s t a t o d a l p r o p r i o a m b i e n t e

pe rde i l p rop r io v igo re e l a p rop r i a f o r za .

E ' e v i d e n t e , i n o l t r e , c o m e q u e l l i c h e p o s s o n o s e m b r a r e s e m p l i c i

p r o b l e m i d i g e s t i v i e d i e m i c r a n i a , a b b i a n o r i m a n d i c o n t i n u i a l c o n t e s t o

e a l t e s s u t o s o c i a l e i n c u i s o n o e m e r s i . E c c o c h e l ' i m p o s s i b i l i t à d i

o r g a n i z z a r e i p r o p r i p a s t i , d i m a n g i a r e i c i b i c h e p i a c c i o n o s i

e s t r i n s e c a n o i n p r o b l e m i d i g e s t i v i c h e f u n g o n o d a m e t o n i m i a d i q u e l l a

i m p o s s i b i l i t à d i g e s t i r e l a p r o p r i a v i t a a n c h e n e i s u o i a s p e t t i p i ù i n t i m i

e p r i v a t i . L ' e m i c r a n i a p a r l a d e l p e s o d e l p e n s i e r o c o n t i n u o d i u n a v i t a

v i s s u t a n e l d u b b i o c o s t a n t e , n e l l ' i n c e r t e z z a e n e l l a p r e o c c u p a z i o n e .

C o s ì M . s i s e n t e “ s t a n c a e d e s a u r i t a ” , r i p o r t a n d o n e l l a s u a e s p r e s s i o n e

d e l l a s o f f e r e n z a u n a c o m u n i o n e t r a m e n t e e c o r p o .

C o s ì a n c h e N . ( u o m o d i 4 0 a n n i d a l l a M o l d a v i a ) v i e n e a l S o k o s p e r

u n m a l e c h e l u i r i t i e n e e s s e r e a l r e n e . G l i c h i e d o d i q u e s t o d o l o r e e l u i

i n t e s s e i l r a c c o n t o d e l s u o l a v o r o i n c a n t i e r e , d e l l e s u a v e s s a z i o n i , i n

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cu i l a men t e e i l co rpo non r eggono p iù :

N.: Io sono uno specialista. Sono geometra, faccio i livelli , tutte cose,

sai? Il geometra (quello ufficiale del cantiere) non fa niente, sta in

ufficio e io faccio il suo lavoro senza prendere niente. Io prendo quello

che passa la ditta.. .E così è la vita. Se vuoi guadagnare vai avanti come

un maiale. Noi lavoriamo così, ma io volevo una cosa un po' più comodo,

no urlare. Ti faccio lavoro, ma lui (il datore di lavoro) vuole sempre di

più. Se c'è lavoro in un appartamento, lui vuole due, tre appartamenti al

giorno per guadagnare di più. Però a noi ci dà sempre lo stesso. Anche

quello fa, perché lui a fine mese paga a giornata, non paga a ore. Fai

tante ore, ti alzi alle 3 per andare a Milano, alle 4 si parte, fai colazione

e alle 7 sei a Milano, sei pronto a lavorare in un cantiere. Quindi per

arrivare a casa, finisci alle 5-6 poi torni a casa che lavori sempre 10-11-

12 ore al giorno. Ma lui paga a giornata 50 euro.

F.: Sono tante ore di lavoro.

N.: Ah...non mi interessa, è andata così: ho lavorato tanto e il lavoro è

molto pesante.

F.:Questo lavoro così pesante e duro.. .(mi interrompe)

N.: E ma sono caduto giù, scusa, sono caduto giù. Andavo per strada,

così, e sono caduto giù.

F.: Sei svenuto?

N.: Sono svenuto, mi guardavo in giro, mi guardavano quelli che

passano. Mi sono alzato e sono andato a casa a dormire, a mangiare

qualcosa. Non riesco a mangiare con lui (si riferisce al capo), lui non ci

dà mai da mangiare. Se ti prende un caffè, due, tre e una coca-cola, che

ti gonfia, e vai a lavoro. Se ti prende a mezzogiorno un panino, è piccolo

così, che non ti fa niente. E quello per tutta la giornata. La mattina

colazione e poi a mezzogiorno quel panino e la coca-cola che ti gonfia. E

lavoro, lavoro, troppo lavoro. Poi lui urla sempre come un cane, urla:

“Voglio, veloce, fai, dai, vai di là, porta quello!”. Non stai fermo un

minuto. Chi fuma, fuma lavorando, io mangiavo e trasportavo le cose.

Non c'è pausa, neanche cinque minuti. Se tu lasci, lui dopo inizia: “Vieni

qua dai!” E' così che fa gli europei? Mai ho avuto un'ora di pausa a

mezzogiorno.

F.: Pensi che il tuo problema al rene sia dovuto al lavoro?

N.: E' pesante il lavoro, forse sono i muscoli. . .devo guardare, perché io

preso anche la meningite.

F.: Qui in Italia?

N.: Si, poi sono tornato a casa e ho fatto punture, tanti soldi, eh.. .Un po'

e andavo via di questa vita!C'è una signora, un dottore, che capisce, ma

ce ne sono pochi in Moldavia e sono andato all 'ospedale centrale da noi,

come qui Roma. Quelli mi hanno fatto subito la puntura e sono stato un

mese lì e poi a posto. Qui in Italia ho preso la meningite forse per questo

lavoro, urlare sempre, arrabbiare.

F.: Pensi quindi che questo lavoro ti faccia male, ti abbia fatto venire

tutti questi problemi.. .

N.: Come no. Adesso io faccio te innervosire tutti i giorni, poi vedi come

ti senti. Ti senti bene?

F.: No, ma lo so.. .Immagino.

N.: Inizia la schiena, poi anche la mente.. . la testa va via [vedi

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appendice: intervista 1].

N . l a v o r a i n c e s s a n t e m e n t e , h a a v u t o a n c h e u n a u m e n t o d e l l a p a g a ,

v i s t o c h e o r m a i è u n o “ s p e c i a l i s t a ” , t u t t a v i a n o n v i e n e r e a l m e n t e p a g a t o

d a l d a t o r e d i l a v o r o e n o n s a c o m e o t t e n e r e i l s u o s t i p e n d i o , v o r r e b b e

r i t o r n a r e a c a s a , m a n o n p u ò s e n z a s o l d i . O r a s t a m a l e e n o n r i e s c e a

l a v o r a r e , m a n o n p u ò a s s e n t a r s i d a l l a v o r o , i l c a p o l o c h i a m a i n

c o n t i n u a z i o n e e m i n a c c i a d i l i c e n z i a r l o . A n c h e l a m o g l i e è o r a m a l a t a ,

s i è f a t t a m a l e d u r a n t e i l s u o l a v o r o d i p u l i z i e , è c a d u t a . E c c o c h e

a l l o r a N . m a n i f e s t a s e n s a z i o n i d i f f u s e , m i p a r l a d i d i v e r s i d i s t u r b i : l a

s ch i ena , i l r ene , l a t e s t a , i musco l i , che e sp r ime con con t i nu i r imand i

a l l a s u a c o n d i z i o n e l a v o r a t i v a . I s i n t o m i a l l o r a d i v e n g o n o i l “ t e n t a t i v o

d i a r t i c o l a r e u n v e r o e p r o p r i o l i n g u a g g i o d e l l a s o f f e r e n z a , l a c u i

r i l e v a n z a i n v e s t e i l c o m p l e s s o d e l l e v i c i s s i t u d i n i e s i s t e n z i a l i d e l

s i n g o l o a l l ' i n t e r n o d e l m o n d o r e l a z i o n a l e c h e a b i t a ” ( T a l i a n i ,

Vacch i ano , 2006 , p . 224 ) .

L a d e f i n i z i o n e d e l l a m a l a t t i a e d e l d i s a g i o c o m e i n c o r p o r a z i o n e

d e l l ' e s p e r i e n z a e d i d e t e r m i n a n t i s o c i a l i e m e r g e i n q u e s t o r a c c o n t o

p a l e s e m e n t e : u n a c o n d i z i o n e d i e s t r e m a s u b o r d i n a z i o n e l a v o r a t i v a , p e r

c u i n u l l a p u ò , d a t o i l b i s o g n o d i s o l d i e l a s u a c o n d i z i o n e d i

i r r e g o l a r i t à , t r o v a e s p r e s s i o n e i n u n a s e r i e d i s i n t o m i f i s i c i e m e n t a l i

c h e s i i n t e r s e c a n o , s i s o v r a p p o n g o n o a c o m p l e t a m a n i f e s t a z i o n e d i u n

d i s a g i o c h e è r i n t r a c c i a b i l e n e l l a s u a c o n d i z i o n e d i i m m i g r a t o

i r r e g o l a r e . N . r i c o n d u c e a l l a s u a s i t u a z i o n e l a v o r a t i v a t u t t i i p r o b l e m i

d i s a l u t e c h e h a a c c u s a t o d a q u a n d o è i n I t a l i a , n e l l ' i m p o s s i b i l i t à d i

a v e r e u n p e r m e s s o d i s o g g i o r n o , d i a v e r e u n r e g o l a r e c o n t r a t t o d i

l avo ro .

L a s t o r i a d i N . p a r l a a p p u n t o d e l l a c o n d i z i o n e d i u n a i r r e g o l a r i t à

i s t i t u z i o n a l i z z a t a , d e t e r m i n a t a d a u n a r e s t r i z i o n e a l l ' a c c e s s o r e g o l a r e

c h e n o n c o r r i s p o n d e a l l a r e a l e c o l l o c a z i o n e d e i m i g r a n t i n e l m e r c a t o

d e l l a v o r o . D i f a t t o q u e s t a s i p o n e c o m e l ' i m po s i z i o n e e g e m o n i c a d i u n o

s t a t u s a c u i v i e n e a d a p p l i c a r s i a n c h e l a s a n z i o n e d a p a r t e d e l l a s o c i e t à

d i a c c o g l i e n z a ( c h e s u p p o r t a l a r a p p r e s e n t a z i o n e i s t i t u z i o n a l e )

d e l l ' i r r e g o l a r i t à c o m e s c e l t a . L ' i t e r b u r o c r a t i c o p e r l a r e g o l a r i z z a z i o n e

p o n e c o n d i z i o n i e v i n c o l i , t e r m i n i e s c a d e n z e t a l m e n t e c o m p l e s s i c h e d i

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f a t t o t e n d o n o a f a c i l i t a r e i l c o n t i n u o r i s c h i o d e l l ' i r r e g o l a r i t à ,

d e t e r m i n a n d o p e r l o s t r a n i e r o u n d i s p e n d i o d i f o r z e e d e n e r g i e

l ogo ran t e .

P o s s i a m o p a r l a r e d i u n a v i o l e n z a s t r u t t u r a l e (Fa rmer , 2006 ) che s i

e s p l i c a , q u i n d i , c o n l ' a r m a d e l l a l e g g e e c o n u n a m a g g i o r e s p o s i z i o n e a l

r i s c h i o d i u n c o r p o c h e , i n q u a n t o i r r e g o l a r e , p u ò e s s e r e s f r u t t a t o e

v e s s a t o . C o s ì a n c h e i t r a u m i e l e m a l a t t i e e p i d e m i c h e v a n n o i n s e r i t e

n e l l e p a r t i c o l a r i c o n n e s s i o n i s o c i a l i , e c o n o m i c h e e p o l i t i c h e i n c u i

ques t e pe r sone ce r cano d i g ioca r s i l e p rop r i e oppo r tun i t à d i v i t a .

I m a l e s s e r i d e i m i g r a n t i v e n g o n o s p e s s o l e g a t e a m a l a t t i e

e p i d e m i c h e d a i m p o r t a z i o n e c o n c u i d i v e n g o n o p e r i c o l o p e r l a c o m u n i t à

t u t t a . Q u e s t o a c u i s c e i l s e n s o d i d i s t a n z a d a l l a s o c i e t à e l a c o l p a d e l l a

m i g r a z i o n e . T u t t a v i a d a i n d a g i n i a p p r o f o n d i t e e m e r g e c o m e l ' i n s o r g e r e

e l a r i a c u t i z z a z i o n e d i d e t e r m i n a t e m a l a t t i e s i v e r i f i c h i n o n e l c o n t e s t o

i t a l i a n o , l ì d o v e l e c o n d i z i o n i a b i t a t i v e e l a v o r a t i v e p a r t i c o l a r m e n t e

d i s a g i a t e e p r o m i s c u e e s p o n g o n o a l r i s c h i o d e l l o s v i l u p p o e d e l

c o n t a g i o . C o s ì u n a d o t t o r e s s a d i S o k o s m i e s p o n e i l r i s c h i o d i m a l a t t i e

d i f f u s i v e :

Dr. 1: Se parliamo sempre di malattie non vedo emergenze sociali, ad

esclusione del discorso prostituzione e quindi MTS, ma questo è tutto un

altro discorso. Lì è da vedere se è l ' i taliano che lo dà alla donna o lei

all ' i taliano. Malattie che possono incidere sulla nostra popolazione non

ne vedo. E' chiaro che più noi li lasciamo in condizioni precarie di vita ,

più dei focolai ad esempio di TBC possono insorgere, perché lo

sappiamo che è una malattia silente che nel momento in cui le condizioni

si aggravano, si riacutizza, ma questo era così anche nel periodo

dell 'Italia dei primi del Novecento [vedi appendice: intervista 21].

E ' c h i a r o q u i n d i c o m e s i a n e l c a s o d e l l e M T S ( m a l a t t i e

s e s s u a l m e n t e t r a s m i s s i b i l i ) c h e n e l c a s o d e l l a t u b e r c o l o s i , l e c a u s e

s c a t e n a n t i r i g u a r d i n o p r o f o n d a m e n t e l ' i n s e r i m e n t o s o c i a l e n e l P a e s e d i

a c c o g l i e n z a e l e c o n d i z i o n i d i s f r u t t a m e n t o , a b u s i , v e s s a z i o n i . N e l c a s o

d e l l a p r o s t i t u z i o n e i l r i s c h i o è l a m p a n t e e s c o n t a t o , e n e l c a s o d e l l a

t u b e r c o l o s i l e c a u s e s o n o p i ù s u b d o l e m a s e m p r e p r o f o n d a m e n t e s o c i a l i ,

l e g a t e a d u n a b b a s s a m e n t o i m m u n i t a r i o p e r p o v e r t à e c o n d i z i o n i

p r e c a r i e d i v i t a ( G e r a c i , 1 9 9 1 ) . E s s a è m a g g i o r m e n t e p r e s e n t e t r a i

Page 105: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

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m i g r a n t i , m a p r o p r i o p e r c h é s o n o g l i a m b i e n t i c h e e s s i s i t r o v a n o a

v i v e r e a d e s s e r e p i ù r i s c h i o s i , t a n t o c h e l a d o t t o r e s s a s o p r a c i t a t a c i

r i c o r d a c o m e a n c h e g l i i t a l i a n i n e v i s s e r o i l d r a m m a n e l l e e p o c h e p i ù

c r i t i c h e d e l n o s t r o P a e s e . E F a r m e r ( 2 0 0 6 ) c i s p i e g a c o m e q u e s t o t i p o

d i e s p o s i z i o n e a l r i s c h i o v a d a a n n o v e r a t a c o m e v i o l e n z a , s u b d o l a , m a

p u r s e m p r e d e t e r m i n a t a d a a s s e t t i d i p o t e r e c h e n e g a n o a l l e p e r s o n e l a

p rop r i a c apac i t à d i ag i r e .

L a c o m p a r s a d e l l a m a l a t t i a e d e l d o l o r e f i s i c o è s p e s s o d r a m m a t i c a

p e r i l m i g r a n t e p e r c h é i n v a d e q u e l c o r p o c h e è l ' u n i c o s t r u m e n t o d e l l a

s u a p e r m a n e n z a i n I t a l i a . L ' i m m i g r a t o i n v e s t e n e l l e p o t e n z i a l i t à d e l s u o

c o r p o i l s u o i n t e r o p r o g e t t o m i g r a t o r i o , p e r c u i è d i f f i c i l e ac c e t t a r e l a

s u a a l t e r a z i o n e , i l s u o c e d i m e n t o .

A p p u n t o p e r q u e s t o a l c u n i p a z i e n t i a r r i v a n o a d i n s t a u r a r e u n a s o r t a

d i c o n v i v e n z a c o n i l d o l o r e , n e l l ' a t t e s a e n e l l a s p e r a n z a c h e e s s o

s v a n i s c a . L ' e s i g e n z a d i l a v o r a r e p o r t a a l l a n e g a z i o n e , a l l a n o n

a c c e t t a z i o n e d e l d o l o r e s t e s s o . E s s o d i v i e n e c o s ì d o p p i a m e n t e

i n c o m u n i c a b i l e : n o n è e s p r i m i b i l e n e l l i n g u a g g i o i n q u a n t o l o d i s t r u g g e

i n u n g r i d o p e r s o n a l e , i n c o m p r e n s i b i l e a g l i a l t r i ( S c a r r y , 1 9 9 0 , c i t a t o i n

P i z z a , 2 0 0 5 ) ; m a v a a n c h e n e g a t o , c e l a t o , a l l a s o c i e t à d i a c c o g l i e n z a

p e r i l m a n t e n i m e n t o d e l p r o p r i o r u o l o d i l a v o r a t o r e , e a v o l t e a n c h e a i

p r o p r i f a m i l i a r i l o n t a n i p e r p r e s e r v a r l i d a l l a s o f f e r e n z a e d a l l a

p r eoccupaz ione .

C o m e a f f e r m a S a y a d ( 2 0 0 2 ) l a m a l a t t i a , s o s p e n d e n d o l a p o s s i b i l i t à

d i l a v o r a r e ( l ' u n i c o s e n s o d e l l a s u a p r e s e n z a ) , d i v e n t a l a n e g a z i o n e

d e l l ' i m m i g r a t o s t e s s o . S e n z a i l l a v o r o e g l i s i r i t r o v a n e l l o s m a r r i m e n t o

d i d o v e r d i n u o v o r i c o n f i g u r a r e l a s u a i d e n t i t à i n u n a n u o v a f o r m a

s o c i a l e : q u e l l a d e l m a l a t o . E c c o d u n q u e q u e s t i c o r p i c h e p a r l a n o

a t t r a v e r s o l a m a l a t t i a , i l d o l o r e e l a s o f f e r e n z a , e c h e n a r r a n o d i s t o r i a ,

d i c u l t u r a e d i p o l i t i c a a d u n a s o c i e t à c h e p e r ò n o n r i e s c e a c o n s i d e r a r l i

come n i en t ' a l t r o che co rp i , d a l avo ro o ma la t i .

Page 106: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

103

3.3 Il ruolo sociale della biomedicina: il controllo dei corpi

N e l l a m a n i f e s t a z i o n e s i n t o m a t i c a d e l l a s o f f e r e n z a d e i m i g r a n t i l a

b i o m e d i c i n a o p e r a i l p r o p r i o i n t e r v e n t o i n l i n e a c o n q u e l l a c h e è l a s u a

p e c u l i a r e c o n c e t t u a l i z z a z i o n e d e l l ' u o m o : c o r p o b i o l o g i c o . L ' i n d a g i n e

d i a g n o s t i c a v i e n e , q u i n d i , e f f e t t u a t a a t t r a v e r s o u n ' i n t e r p r e t a z i o n e d e l

s i n t o m o c h e d i v e n t a s e g n o s o t t o l o s g u a r d o c l i n i c o c h e c e r c a d i

s v e l a r n e i l p r o b l e m a o r g a n i c o , d i r i n t r a c c i a r n e i l m a l f u n z i o n a m e n t o e

d i r i p r i s t i n a r e q u e l l o c h e è u n a s s e t t o n a t u r a l e d e l l ' o r g a n i s m o .

L ' a t t i v i t à b i o m e d i c a s i b a s a s u l l a c e n t r a l i t à d i u n c o r p o

i n d i v i d u a l i z z a t o e d a t o m i z z a t o , a s o c i a l e , i n c u i r i e c h e g g i a n o

c o n t i n u a m e n t e l a m o r t e e l a f i n i t u d i n e u m a n a , c h e p r o p r i o g r a z i e a d

e s s a v e n g o n o s c o n g i u r a t e ( F o u c a u l t , 1 9 9 8 a ) . L ' u o m o s i f a o g g e t t o d i

n a t u r a , r e g o l a t o d a n o r m e e d e q u i l i b r i c h e l a m e d i c i n a p u ò s p i e g a r e e d

i n d a g a r e . E s s o è d i f a t t o u n c o r p o , i n t e s o n e i s u o i t e r m i n i m e r a m e n t e

b i o l o g i c i , s g a n c i a t o d a l p r o p r i o c o n t e s t o c u l t u r a l e e d a l l a p r o p r i a

soc i a l i t à .

T u t t o q u e s t o è f r u t t o d i u n l u n g o p r o c e s s o c h e h a s e g n a t o l e

s c i e n z e u m a n e o c c i d e n t a l i , c h e h a s l e g a t o l ' u o m o d a l l a t r a s c e n d e n z a e i

s u o i a c c a d i m e n t i d a l l a s f e r a d i v i n a ; è f i g l i o d i q u e l l a t e m p e r i e s o c i o -

c u l t u r a l e e p o l i t i c a c h e h a c e r c a t o n e l l a r a g i o n e u m a n a e n e l l e

d e t e r m i n a z i o n i d e l l e l e g g i n a t u r a l i i l s e n s o e l a s p i e g a z i o n e

d e l l ' e s i s t e n z a u m a n a ( F o u c a u l t , 1 9 9 8 a ) .

L a s u a f o r m a e c o n o m i c a , i l c a p i t a l i s m o , h a e s a r c e b a t o q u e s t o

p r o c e s s o d i b i o l o g i z z a z i o n e d e l l ' u o m o , s t r u t t u r a n d o l ' i n d i v i d u o s u l

p o t e n z i a l e p r o d u t t i v o i n s c r i t t o n e l s u o c o r p o . A b b i a m o g i à v i s t o s o p r a

c o m e l ' e c o n o m i a c a p i t a l i s t i c a d i m e r c a t o d i f a t t o t r o v i u n o t t i m o

r e f e r e n t e i n u n c o r p o b i o l o g i c o a p o l i t i c o , a s o c i a l e , s g a n c i a t o d a l l e

i n t e r f e r e n z e d i o r d i n e m o r a l e , e t i c o , r e l i g i o s o . L a m a l a t t i a v i e n e

e p u r a t a c o s ì d a l l a s u a c o n d i v i s i o n e s o c i a l e , c o m u n i t a r i a , p e r d i v e n i r e

f a t t o i n d i v i d u a l e e d i n s c r i t t o i n p r o c e s s i n a t u r a l i c h e s f u g g o n o a l l a

s t e s s a pe r cez ione i nd iv idua l e de l ma l a to (P i zza , 2005 ) .

E ' i n t o r n o a q u e s t a f u n z i o n a l i t à e c o n o m i c a c h e , s e c o n d o B a s a g l i a

Page 107: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

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( 1 9 8 2 , c i t a t o i n P i z z a , 2 0 0 5 ) , s i d e f i n i s c e a n c h e l a d i f f e r e n z i a z i o n e t r a

s a l u t e e m a l a t t i a , n o r m a l e e p a t o l o g i c o , d o v e q u i n d i i l c o r p o a s s u m e i l

s u o s t a t u t o i n r e l a z i o n e a l l ' e f f i c i e n z a p r o d u t t i v a , p e r c u i l a v o r a r e v u o l

d i r e s a l u t e . C i ò c h e c o n s e n t e l a m a s s i m a p r o d u t t i v i t à c o r r i s p o n d e a l l o

s t a t o o t t i m a l e p e r l ' i n d i v i d u o , m e n t r e l a d i m e n s i o n e p e r s o n a l e e d

e s p e r i e n z i a l e d e l l a s a l u t e v e n g o n o a d e s s e r e e l u s e .

L a b i o m e d i c i n a e m e r g e a l l o r a c o m e p r a t i c a c u l t u r a l e s t o r i c a m e n t e

d e t e r m i n a t a , m a a n c h e p r a t i c a p o l i t i c a d e i c o r p i , n o n o s t a n t e e s s a s i

v o g l i a e r g e r e a d i s c i p l i n a s c i e n t i f i c a o g g e t t i v a , b a s a t a s u a s s u n t i

e m p i r i c a m e n t e v e r i f i c a b i l i . E d è q u e s t a o g g e t t i v a z i o n e d e i c o r p i e d e l l a

m a l a t t i a a r i e n t r a r e n e l q u a d r o d i u n ' o g g e t t i v a z i o n e d e l l a r e a l t à c h e

s e c o n d o T a u s s i g e s p r i m e e r i c o s t r u i s c e i p r e s u p p o s t i d i u n a s o c i e t à

m e r c i f i c a t a t i p i c a d e l l a c u l t u r a c a p i t a l i s t i c a m o d e r n a e d i n c u i “ m e d i c o

e p a z i e n t e s i r i u n i s c o n o n e l l a c l i n i c a . L a c o m u n i t à n o n p u ò p i ù

o s s e r v a r l i e p a r t e c i p a r e a q u e s t a o p e r a z i o n e ” ( T a u s s i g , 2 0 0 6 ; p . 1 0 5 )

c o s ì c h e l e i m p l i c a z i o n i s o c i a l i , ( n e l l e s u e v a r i a n t i c u l t u r a l i , p o l i t i c h e

e d e c o n o m i c h e ) d e l l a m a l a t t i a v e n g a n o d e l t u t t o t a c i u t e .

C h e n e l l a m a l a t t i a c i s i a d i p i ù d i u n s e m p l i c e a c c i d e n t e o r g a n i c o e

c h e i l c o r p o n o n s i a u n d a t o n a t u r a l e s i p a l e s a i n q u e l l e d i s c r e p a n z e t r a

med i co e paz i en t e (mancanza d i comp l iance ) , c o s ì c o m e n e l l ' i n e f f i c a c i a

c h e a v o l t e l ' i n t e r v e n t o t e r a p e u t i c o b i o m e d i c o h a ( K l e i n m a n , 2 0 0 6 ) .

Q u e s t o p u ò e m e r g e r e s o p r a t t u t t o n e l t r a t t a m e n t o d i p a z i e n t i m i g r a n t i , i

c u i c o r p i s o n o i n f o r m a t i d a p a r t i c o l a r i v i s s u t i d i s o f f e r e n z a i n c u i

l ’ e s p e r i e n z a s o c i a l e e m e r g e p r e p o t e n t e m e n t e n e l l e s u e c o n t r a d d i z i o n i ,

m e t t e n d o i n c r i s i g l i a s s u n t i b i o m e d i c i . S p e s s o i s i n t o m i n o n r i s p e t t a n o

l e d i a g n o s i m e d i c h e , s e m b r a n o r i m a n d a r e a d a l t r o , a q u a l c o s a a c u i l a

b iomed ic ina non r i e s ce ad accede re (Ta l i an i , Vacch i ano , 2006 )14

.

M o l t i s o n o i c a s i n e l l ' e s p e r i e n z a d i S o k o s d i d i s t u r b i a l l o s t o m a c o

c h e n o n t r o v a n o u n a r i s p o s t a i n t e r m i n i o r g a n i c i , c o s ì a t t r a v e r s o i

f a r m a c i s i r i e s c e a p l a c a r e i l d o l o r e , m a t e m p o r a n e a m e n t e e s e n z a

r i u s c i r e a r i n t r a c c i a r n e l ' e z i o p a t o g e n e s i . E m b l e m a t i c o è i l c a s o d i I g . ,

14

La riflessione sull'inefficacia biomedica nell'approccio alla sofferenza dei migranti è ampiamente diffusa in

tutti gli approcci legati all'antropologia medica e alla medicina delle migrazioni. Per cui su tale argomento

cfr. anche Geraci, Beneduce, Pizza, Kleinman, Farmer.

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u n r a g a z z o m o l d a v o d i 2 6 a n n i , d a c i r c a c i n q u e a n n i i n I t a l i a , c h e s i

p r e s e n t a p e r l ' e n n e s i m a v o l t a a l l ' a c c o g l i e n z a d i S o k o s , e s p r i m e n d o e g l i

s t e s s o l o s t u p o r e p e r q u e s t o m a l d i s t o m a c o c h e d a d u e a n n i l o

a c c o m p a g n a m a c h e n o n r i e s c e a t r o v a r e s o l u z i o n e , v i s t o c h e g l i e s a m i

e l e a n a l i s i d a n n o r i s u l t a t i s o l o n e g a t i v i a d o g n i p a t o l o g i a . E g l i n o n h a

v o l u t o r a c c o n t a r m i l a s u a s t o r i a : “ E ' t r o p p o c o m p l i c a t a , è d i f f i c i l e . E

p o i n o n v o g l i o d i r t i b u g i e ” m i d i c e . A l l o r a è e v i d en t e c o m e i l s u o

d o l o r e r i c h i a m i a l t r o e s i i n s e r i s c a i n u n u n i v e r s o d i s e n s o d i f f e r e n t e

r i s p e t t o a q u e l l o b i o m e d i c o , t a n t o d a n o n r i u s c i r e a d e s s e r e i n d i v i d u a t o

ne l l e sue cause .

U n a l t r o e s e m p i o e m b l e m a t i c o d e l l a v i s i o n e e s t r e m a m e n t e

r i d u z i o n i s t a d e l l a b i o m e d i c i n a m i s i p r e s e n t a d i n n a n z i a t t r a v e r s o i l

r a c c o n t o d i I . ( r a g a z z o d i 2 6 a n n i c h e v i e n e d a l S e n e g a l ) . E g l i m i

r a c c o n t a d e l s u o v i a g g i o p e r l ' I t a l i a e s t r e m a m e n t e p e s a n t e e d i f f i c i l e ,

s e n z a p i ù c i b o n é s o l d i , c o m p l e t a m e n t e s m a r r i t o i n u n m o n d o n u o v o .

T u t t a v i a e g l i e r a e d è a n c o r a f o r t e m e n t e m o t i v a t o a m i g l i o r a r e l a s u a

s i t u a z i o n e e q u e l l a d e l l a f a m i g l i a a t t r a v e r s o q u e s t o v i a g g i o i n I t a l i a . I .

c e r c a i l r i s c a t t o , i l s u o m o t t o è “ m i g l i o r a r e s e m p r e , n o n r i m a n e r e a

d o r m i r e , m a i ! ” . I l s u o è s t a t o u n g r a n d e i n v es t i m e n t o e c o n o m i c o e d

e m o t i v o , c o n s i d e r a n d o c h e i n S e n e g a l a v e v a u n b u o n l a v o r o , m a c h e s i

è s e n t i t o d i a b b a n d o n a r e p e r c o n t r a s t a r e u n a s s e t t o s o c i a l e d i f f i c i l e ,

f a t t o d i s c a r s i d i r i t t i e s e r v i z i a c u i s i p u ò o v v i a r e s o l o c o n l e r i s o r s e

e c o n o m i c h e . Q u i i n I t a l i a l e s u e a s p e t t a t i v e s o n o s t a t e s c a r s a m e n t e

r e a l i z z a t e . E ' r i u s c i t o a f a r e d o m a n d a p e r l e q u o t e f l u s s i d e l 2 0 0 6 , m a

p o i h a p e r s o i l l a v o r o e d o r a è d i n u o v o i n c e r c a . T u t t a v i a t o r n a t o i n

S e n e g a l p e r o t t e n e r e i l v i s t o d a l l ' a m b a s c i a t a u n m a l e l o a s s a l e :

I . : Io ti spiego, perché tu vuole sapere, vero? No perché questa è una

cosa di fantasmi, perché in Senegal quando io vado lì le persone, gli

amici, tutti vogliono, ti dicono: “Vieni qua, vieni a mangiare qua, vieni a

mangiare qua!”. Io ho mangiato qualcosa che io non dovevo mangiare e

poi la mia gola si era gonfiato, qua dentro, e poi io non potevo parlare.

F.: Perché qualcuno era invidioso di te?

I.: Esatto. Non so fino adesso chi. Poi sono stato lì ed era molto duro

perché non potevo mangiare e bere, né parlare. Allora quando io deve

parlare, io deve scrivere e loro sanno quello che io voglio parlare.. .Era

molto duro. Poi la mia mamma mi ha detto che allora ci vuole andare

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all 'ospedale, e io ho detto: “Va bene andiamo!”. Poi siamo andati

all 'ospedale, però quando i dottori mi hanno visto io non potevo fare così

(apre la bocca). Il dottore aveva fatto così per aprire la bocca e poi

hanno preso una torcia per vedere dentro lì . E poi hanno detto che è, non

lo so come si dice, non l 'ho mai sentito qua.. .come sangue dentro qui, era

gonfiato qua dentro e poi hanno preso siringa e messo dentro dentro per

tirarlo. Hanno tirato quattro volte, c 'era solo il sangue. Poi mi hanno

detto che adesso si vuole operarla. Operare? No.

F.: Non ti sei operato?

I.: No. E poi era difficile, e poi.. .Quella persona che più che mi aiutato è

quella persona che mi ha portato all 'ospedale, quello taxi, la persona, il

proprietario del taxi mi ha detto che ci sono dei malati che non si

riabilitano all 'ospedale. Ci vuole andare dai vecchi che sanno qualcosa,

capito? Per toglierlo.

F.: Cioè ti ha detto che certe malattie in ospedale non si riescono a

curare?

I.: Esatto. Allora tu puoi capire.. .Esatto. E poi mi hanno detto

all 'ospedale che non mi potevano curare.

F.: Ti avevano detto di operarti . . .

I . : Si, però io ho detto no. E sono andato da un vecchio che sa qualcosa.

F.: E lui cosa ti ha detto?

I.: Oh, era molto bravo, molto bravo. Grazie a lui, no, grazie a Dio, al

nostro Profeta e a lui che quella cosa se ne è andata. E poi non è andato

dentro, ma è venuto fuori, perché era qualcosa che mi hanno dato che ho

mangiato: quello è una cosa molto molto pericolosa. Io ero alla fine, di

morire (ride alla mia espressione stupita). No, ma era molto pericolo.

Perché sai che questo qua in Italia non c'è qua, non ci sono.

F.: Cosa di preciso non c'è qui?

I.: Questi fantasmi che vengono qua e ti fanno bloccare.

F.: Un attimo, fammi capire: tu cosa intendi per fantasmi?

I.: Delle persone cattive.

F.: E sono le persone da cui tu sei andato a mangiare che ti hanno dato

qualcosa che fa male.. .

I . : Qualcosa di buono, come pasta, così. . .ma loro ci hanno fatto qualcosa

dentro e dopo sono stato male. Ti faccio un esempio: è come prendere

medicina e metterla dentro un piatto. Quando tu prendi una medicina e la

metti in un piatto è come...

F.: Un veleno?

I.: Esatto. Per farmi stare male. Io dovevo morire, io.

F.: E questa persona la chiami fantasma? Forse non è la parola giusta in

italiano perché fantasma indica un essere incorporeo, a volte possono

essere i morti. . .forse non è la parola giusta.. .

I . : No, perché da voi è diverso. Perché le persone.. . Lì tutte le cose è le

persone che le fanno. Ci sono persone pericolose, che hanno poteri. . .

F.: Hanno legami con gli spiriti , con il diavolo?

I.: Si, si. Esatto. Lì ci sono, non so quali sono, ma sono un pericolo.

F.: Ma non si sa chi è pericoloso, chi ha questi poteri?

I.: No, perché ad esempio: tu vai a mangiare da una tua amica e non

immagini, perché è la gelosia che quando tu vieni in Italia dicono: ah tu

hai soldi, vesti bene, guadagni in Italia. Ma quello che loro dicono non

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107

sanno nulla, c 'è la gelosia.

F.: E questo vecchio cosa ti ha fatto?

I.: Oh, quello è una persona grande, una grande persona.

F.: Cosa è esattamente?

I.: E' un guaritore. Ma sono anche marhabut, persone che hanno studiato

tante cose del nostro Corano e quando una persona ti fa qualcosa di

male, quando loro.. .perché quando quella cosa a me ha bloccato qua,

quel signore ha chiesto a Dio tante cose, tante tante. E parlava e urlava e

poi questa cosa qua è uscita dalle sue mani.

F.: E cos'era?

I.: (Sorride) Era una cosa.. .neanche io lo sa. Era una cosa che non mi va

di parlare. Però tu sai che c'è delle persone che Dio ha dato la sapienza,

quando una persona ti fa del male, subito loro trovano.

(Mi fa vedere un biglietto da visita di questo guaritore che lui mi

traduce, perché in francese) Centro medicale per jinn , diavoli, sourcerie .

F.: Si fa pagare?

I.: Si, si fa pagare, però è meglio: tu paghi e hai la buona salute, meglio

di morire.

F.: Sono più bravi dei medici?

I.: Oh, quella persona lo so che è molto molto bravo. Quello io può

giurare.

F.: Quindi fa delle preghiere?

I.: Si, preghiere, tante preghiere. E poi hai visto nel Corano, ma anche

nell 'altro (penso si riferisca alla Bibbia) si fanno tante preghiere e poi tu

sei a posto, veramente. Io sono contento di questa intervista perché in

Africa ci sono persona, guaritori che senza vedere.. .senza vedere tante

cose loro davvero sono bravi. Però si vuole pagare, però meglio: 75 euro.

E qua ti fanno quanto? 35 euro la visita, 35 euro le cose da comprare e fa

70: è quasi uguale! Però loro dice: “Tu non va via finché la tua malattia

non si cura”. Tu paga e tu sei lì . Io ho anche dormito lì nella sua casa.

Ha una grande casa e ci sono tante persone che vanno lì a curarsi. Tu lo

sai che quando una persona ha una gelosia verso te, tu devi andarci. Non

devi rimanere sempre fermo, dormire lì , no. Devi fare, organizzarti. E'

così.

F.: Oggi perché sei al Sokos?

I.: Io ho fatto delle analisi e ho portato qua.

F.: Perché che problemi avevi?

I.: No, il sangue, lui voleva vedere il sangue.

F.: Lui chi?

I.: La signora là (indica l 'ambulatorio)

F.: Ma cosa ti faceva male?

I.: Siccome io sono magro, sono troppo magro, e io non sa cos'è. E poi

mi ha detto di fare quello, anche questa parte mi fa sempre sempre male.

F.: Cosa pensi possa essere?

I.: Io non lo so perché ho fatto raggi e non ho visto niente. Ho fatto due

volte, tre volte raggi e niente.

F.: Pensi possa essere qualcosa come quello che ti è capitato prima?

I.: No, può darsi e.. .può darsi, però sai che quando io fa questa ultima

cosa qua, poi io vado lì e faccio. Perché ci vuole prima vedere, perché

loro prima ti mandano dal medico e quando il medico non ha visto nulla,

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tu vai da loro, perché il medico non può curare tutto. Ci sono una parte

che il medico può curare e le altre sono per le altre persone.

F.: Qui in Italia ci sono dei guaritori del tuo Paese?

I.: Non ho mai.. . .no, perché in Senegal tu non puoi vederlo così, tu devi

entrare nel giro per sapere tante cose, no? Ci sono tante persone che

fanno le cose cattive per niente, capito? Per niente.

F.: E quindi è la gelosia a far fare queste cose.. .

I . : Si, la gelosia. Lo sai che qua in Italia c'è la gelosia, però loro ti

fanno vedere subito: pam e tu sei andato via e loro vanno in galera. Però

da noi non è pam-pam-pam, no. Ci sono delle cose che loro fanno. E ci

sono queste persone che ti proteggono, esempio ti danno delle cose da

fare qua, da mettere qua. Quando una persona dice: “Ah questa ragazza,

questa ragazza, questa ragazza”, non arriva perché tu sei già protetto. Ci

sono tante cose, ti giuro, tu non puoi sapere purtroppo (sorride).. .però

quando tu hai fatto a una persona una cosa di cattivo, questo guaritore fa

delle cose, e poi tu che hai fatto la cosa puoi morire o diventare pazzo.

F.: Chi ti ha fatto del male può diventare pazzo etc.. .?

I.: Si, perché per esempio quando una persona è arrabbiato con te e tu

non lo sai, come tu deve fare? Tu deve sempre ridere, ridere? No, devi

prendere anche le tue disposizioni, fare le tue protezioni, così nessuno ti

fa male. Tu ti devi proteggere comunque e ovunque, capito?

F.: Tu qui hai delle cose per proteggerti?

I.: (Ride) Siamo fuori game? Si certo che ce l 'ho. E' così la vita, non ti

devi fidare di nessuno, anche di bianchi, neri, tutti , tutti . Ci vuole

proteggere, è così.

Prima che mio padre va via ero una persona che nessuno voleva vedere

così, perché era molto, molto, molto potente. Ha curato delle persone

anche lui.

F.: Era un guaritore anche lui?

I.: No, era una marhabut , una persona che sa tante cose sul Corano, ed

ha un grande rispetto fino ad adesso. Fino ad adesso ha un grande

rispetto. Però è Dio che protegge le persone. Per esempio quando Dio ha

portato qua le persone è per lavorare. Non dobbiamo fare che tutti

vengono a mangiare, bere. No, dobbiamo lavorare per vivere. Quella è

una bella cosa. Ad esempio 5 anni fa tu non pensavi di essere qua. E' Dio

che dà il destino, la destinazione. Esempio: io non pensavo mai di venire

qui. Tu oggi sei qui, domani puoi essere al S. Orsola un capo grande. E'

questo che noi chiediamo: di andare avanti. E lo sai che l ' immigrazione,

loro dicono sempre di fermare l ' immigrazione, non si può fermare.

Perché prima noi siamo sempre dei migranti, anche l ' i taliano va in

America, in Australia. Loro vanno, altri vengono qua. E poi un giorno

loro ritornano, gli altri vanno.

Ma la fortuna è anche quando tu rispetti la tua madre e il tuo padre , tu

non avrai mai una cosa male. Anzi di aiutarli . E' così la vita. Ci vuole

aiutare tuo padre e madre. Così tu vai e non devi avere paura di niente.

Ci sono persone qua che non pensano alla madre, che non pensano al

padre, che pensano solo a loro, a giocare. Io non penso mai, prima la mia

mamma, i miei fratellini, poi le altre cose. E' così la vita.. .(ride). Tu sei

contenta? [vedi appendice: intervista12]

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O r a , n o n v o l e n d o m i a v v e n t u r a r e i n u n ' a n a l i s i i n t e r p r e t a t i v a d e l s u o

c o n t e s t o c u l t u r a l e , q u e l l o c h e e m e r g e è c o m e u n a p r o b l e m a t i c a

d e f i n i b i l e i n t e r m i n i b i o m e d i c i , i n q u e s t o c a s o a n c h e d i a gn o s t i c a t a , d i

f a t t o n o n s i a s t a t a a c c e t t a t a c o m e a d e g u a t a d a l p a z i e n t e . E g l i h a

e f f e t t i v a m e n t e t r o v a t o u n a r i s o l u z i o n e p i ù c o n s o n a i n u n a f o r m a

t e r a p e u t i c a a l t r a , r a d i c a t a a l p r o p r i o r e t a g g i o c u l t u r a l e e a l p r o p r i o

u n i v e r s o s i m b o l i c o . I . h a r i f i u t a t o l a d i a g n o s i b i o m e d i c a ( m o l t o

p r o b a b i l m e n t e l ' o p e r a z i o n e l o s p a v e n t a v a i n q u a n t o a v r e b b e p o t u t o

p r e c l u d e r e i l s u o r i t o r n o i n I t a l i a ) e l a s u a g u a r i g i o n e è a v v e n u t a

a l l ' i n t e r n o d i u n a l t r o d i s p o s i t i v o t e r a p e u t i c o c h e h a i n s e r i t o i l s u o

p r o b l e m a a l l a g o l a n e i s u o i r a p p o r t i e n e g l i e v i d e n t i c o n f l i t t i

r e l a z i o n a l i l e g a t i p r o b a b i l m e n t e a l s u o m i g r a r e . P e r q u e s t o e g l i m i d i c e

c h e c i s o n o c o s e c h e l a m e d i c i n a n o n p u ò c u r a r e ( p u r n o n

d e l e g i t t i m a n d o l a ) .

E g l i i n t e s s e u n r a c c o n t o i n c u i s i i n t e r s e c a n o d i v e r s i l i v e l l i d e l l a

s u a e s i s t e n z a : l a f e d e , l e s a n z i o n i s o c i a l i , i l s e n s o d e l l a m i g r a z i o n e , m a

a n c h e u n a c r i t i c a a i c o s t i d e l l a m e d i c i n a e a l s u o a s s e t t o s o c i a l e . E c c o

d o v e f a l l i s c e l a m e d i c i n a : n e l l a s u a i n d a g i n e p a r c e l l i z z a t a d e l l ' u o m o

che v i ene e sp rop r i a to de l l a sua soc i a l i t à .

Q u a n d o l ' o r g a n i s m o e s p o n e s i n t o m i c h e n o n r i e s c o n o a r i c o n d u r s i a

c a u s e o g g e t t i v a b i l i d a l l ' a t t i v i t à b i o m e d i c a s i a p r e l o s p a z i o a l l ' i n d a g i n e

p s i c o l o g i c a , p e r c u i i l d o l o r e v i e n e i n s c r i t t o n e l l e c a t e g o r i e

n o s o l o g i c h e d e l l a p s i c o s o m a t i c a . L ì d o v e i c o rp i n o n s i p i e g a n o a l l e

c a t e g o r i e d i a g n o s t i c h e s i c e r c a d i p s i c o l o g i z z a r l i , a d o t t a n d o a l t r e

c a t e g o r i z z a z i o n i , a l t r e d i a g n o s i ( B e n e d u c e , 2 0 0 4 ) .

L ' u o m o s c i s s o i n d u e , m e n t e e c o r p o , è u n a r a p p r e s e n t a z i o n e

d e l l ' u m a n i t à n a t u r a l i z z a t a15

, c h e è d i f f i c i l e m e t t e r e i n d i s c u s s i o n e , m a

c h e l ' e s p e r i e n z a d i m a l a t t i a f a s a l t a r e , a l t e r a , p r o p r i o p e r c h é n e l

m a l e s s e r e t u t t o s i f o n d e i n u n i n t r i c a t o l a b i r i n t o d i r i m a n d i . L a t e o r i a

d e l l ' i n c o r p o r a z i o n e s i o p p o n e a q u e s t a d i c o t o m i a r i n v e n e n d o n e l a

c o n n o t a z i o n e p r o f o n d a m e n t e c u l t u r a l e , c h e r i v e l a l a s u a f a l l a c i a p r o p r i o

15

Sheper – Hughes (1994) rintracciano l'origine della dicotomia mente/corpo nella speculazione filosofica che

Aristotele e Ippocrate è stata poi sancita con Cartesio, dove il corpo in realtà emerge come elemento

“innovativo” rispetto ad un'ontologia umana basata per secoli sul solo spirito.

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i n r a p p o r t o a m o d i d i v i v e r e l a s o f f e r e n z a e i l c o r p o i n m a n i e r a

“ sovve r s iva” (Schepe r–Hughes , 2000 ) .

I l c o n c e t t o c h e i n a m b i t o b i o m e d i c o e p s i c o l o g i c o h a c e r c a t o d i

r i c o s t r u i r e l a s c i s s i o n e m e n t e / c o r p o è q u e l l o d i s o m a t i z z a z i o n e , i n c u i

i l c o r p o e m e r g e i n t u t t a l a s u a v a l e n z a c o m u n i c a t i v a . T u t t a v i a i l

r i s u l t a t o d i t a l e c o m p o s i z i o n e r i s u l t a i n r e a l t à r i m a r c a r e s e m p r e i l

p r i m a t o d e l l a m e n t e r i s p e t t o a d u n c o r p o c h e , d i f a t t o , s e m b r a s u b i r e l e

s o f f e r e n z e p s i c h i c h e . E s s o n o n v i e n e c o n s i d e r a t o n e l l a s u a a g e n t i v i t à ,

n e l l a s u a p o t e n z i a l i t à d i a s s o r b i r e e c o s t r u i r e u n i v e r s i d i s e n s o , m a è

s e m p l i c e m e n t e d e f i n i t o c o m e b a s e p e r l a m a n i f e s t a z i o n e d i p r o c e s s i

men t a l i (Schepe r – Hughes , 2000 ) .

Q u e l l o c h e m e t t e i n e v i d e n z a l ' e s pe r i e n z a d i c u r a d i I . è p r o p r i o

l ' i n c o n s i s t e n z a d e l l a d i s t i n z i o n e t r a u n a m e n t e e d u n c o r p o , l ì d o v e u n

p r o b l e m a a l l a g o l a , d a i s i n t o m i e v i d e n t e m e n t e f i s i c i , h a t r o v a t o l a

r i s o l u z i o n e i n u n d i s p o s i t i v o t e r a p e u t i c o c h e n é e r a i n c e n t r a t o

su l l ' o rgano , né su l l a p s i che , ma su l l ' uomo in s enso o l i s t i co .

C o s ì a n c h e l a p s i c o l o g i a e l a p s i c h i a t r i a c a d o n o p r e d a

d e l l ' e c c e s s i v o s c h e m a t i s m o d i a g n o s t i c o , i n c u i c i ò c h e v a r i c o n f i g u r a t a

è l a s t o r i a d e l p a z i e n t e p e r c o m e e g l i l a a r t i c o l a e l a n a r r a i n r e l a z i o n e

a l con t e s to soc io - cu l t u r a l e , ma anche po l i t i co - economico i n cu i è

i m m e r s o . S e n z a l a c o m p o n e n t e e s p e r i e n z i a l e s i e s p r o p r i a i l p a z i e n t e d e l

p r o p r i o v i s s u t o , i m p o n e n d o u n a r a p p r e s e n t a z i o n e , c h e o l t r e a d e s s e r e

f a l s a t a , n o n r i s p o n d e n e m m e n o a l l e e s i g e n z e t e r a p e u t i c h e ( B e n e d u c e ,

2004 ) .

T u t t a v i a l e a z i o n i e l e p r a t i c h e d e l l a b i o m e d i c i n a e d e l l a

p s i c h i a t r i a h a n n o u n a v a l e n z a p i ù a m p i a , e s s e i n f a t t i s i c o n n o t a n o ,

c o m e a c c e n n a t o p r i m a , a n c h e p o l i t i c a m e n t e e q u e s t o s i e s p r i m e

s o p r a t t u t t o n e l l a l o r o i s t i t u z i o n a l i z z a z i o n e : a t t r a v e r s o p r a t i c h e ,

d e f i n i z i o n i e n o r m a t i v i z z a z i o n i c r e a n o e c o s t r u i s c o n o c o r p i i n c u i “ o g n i

a t t o t e r a p e u t i c o è s e m p r e u n c o n f r o n t o d i p o t e r i , c h e s i g i o c a n e l p i ù

c o m p l e s s i v o c a m p o s o c i o - p o l i t i c o d e i r a p p o r t i d i f o r z a ” ( P i z z a , 2 0 0 5 ) .

I n e s so l a b iomed ic ina non va i n t e sa come un po t e r e omogeneo e f i s so ,

e s s a i n f a t t i , a l s u o i n t e r n o , p o n e i n e s s e r e d i s cor s i c h e s o n o f r u t t o d i

u n a “ d i a l e t t i c a e g e m o n i c a ” , c o m e l o t t a d i f o r z e ( S t a t o , i s t i t u z i o n i ,

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p a z i e n t i , f a m i l i a r i , a s s o c i a z i o n i s m o ) p e r l a d e f i n i z i o n e d e l l a r e a l t à c h e

è con t i nua , s empre ape r t a (P i zza , 2005 ) .

C o s ì a n c h e F a s s i n ( 1 9 9 6 ) p r o p o n e u n a r i f l e s s i o n e s u l l a s a l u t e c h e

n o n s i e s p l i c a s o l o c o m e n o z i o n e , m a a n c h e c o m e “ s p a z i o p o l i t i c a m e n t e

s t r u t t u r a t o ” i n c u i v e n g o n o a d i n t e r s e c a r s i l e d i v e r s e r a p p r e s e n t a z i o n i

s o c i a l i c h e s i c o n c r e t i z z a n o n e l l a s a n i t à p u b b l i c a , n e l l a g e s t i o n e d e l l a

s a l u t e e d e l l a m a l a t t i a c o l l e t t i v e . Q u e s t o è u n a m b i t o d i r i f l e s s i o n e c h e

v e r r à d i s c u s s o p i ù a v a n t i , b a s t i o r a e v i d e n z i a r e c o m e d i f a t t o l a

b i o m e d i c i n a , n e l s u o i n s e r i m e n t o s o c i a l e i s t i t u z i o n a l i z z a t o , c o n l a s u a

a n a l i s i r i d u z i o n i s t a d i u n c o r p o f r a m m e n t a t o i n o r g a n i , c e l a l e s u e

i m p l i c a z i o n i p o l i t i c h e e s o c i a l i e l e r e s p o n s a b i l i t à c h e a s s e t t i s o c i a l i

d i s c r i m i n a n t i e d e s c l u d e n t i h a n n o s u l l o s t a t o d i s a l u t e d e i m i g r a n t i ,

d e l e g a n d o l e r e s p o n s a b i l i t à d e l m a l e a l l e m e r e f u n z i o n i b i o f i s i o l o g i c h e

d e i p a z i e n t i . A n c h e l e c u r e b i o m e d i c h e i n q u e s t o s e n s o s i c o l l o c a n o i n

c o n n i v e n z a c o n q u e l l a v i o l e n z a s t r u t t u r a l e c h e t r a s f o r m a l ' e s i s t e n z a d e i

m ig ran t i i n un ' e s i s t enza a r i s ch io (Fa rmer , 2006 ) .

L a b i o m e d i c i n a è , i n o l t r e , n e l l a s u a s t a t a l i z z a z i o n e e

i s t i t u z i o n a l i z z a z i o n e , d i v e n t a t a s t r u m e n t o d e l l o S t a t o . C o m e F o u c a u l t

h a e v i d e n z i a t o n e i s u o i s t u d i s u l l a s e s s u a l i t à , è d a l s e c o l o s c o r s o c h e “ è

l a v i t a , m o l t o p i ù d e l d i r i t t o , c h e è d i v e n t a t a a l l o r a l a p o s t a i n g i o c o

d e l l e l o t t e p o l i t i c h e , a n c h e s e q u e s t e s i f o r m u l a n o a t t r a v e r s o

a f f e r m a z i o n i d i d i r i t t o . I l d i r i t t o a l l a v i t a , a l c o r p o , a l l a s a l u t e , a l l a

f e l i c i t à , a l l a s o d d i s f a z i o n e d e i b i s o g n i [ … ] , q u e s t o d i r i t t o c o s ì

i n c o m p r e n s i b i l e p e r i l s i s t e m a g i u r i d i c o c l a s s i c o , è s t a t o l a r e p l i c a

p o l i t i c a a t u t t e q u e s t e n u o v e p r o c e d u r e d i p o t e r e c h e , a l o r o v o l t a , n o n

p a r t e c i p a n o d e l d i r i t t o t r a d i z i o n a l e d e l l a s o v r a n i t à ” ( F o u c a u l t , 2 0 0 1 ; p .

1 2 8 ) . L o S t a t o c o s ì h a u n r u o l o f o n d a m e n t a l e n e l l a d e f i n i z i o n e d e l

c o n c e t t o d i s a l u t e e i c o n t r o l l i m e d i c i d i v e n t a n o i n u o v i s u p p o r t i

a l l ' e s e r c i z i o d e l p o t e r e . P e n s i a m o a t u t t i i c o n t r o l l i s a n i t a r i c h e s i s o n o

i s t i t u z i o n a l i z z a t i e d i f f u s i s u u n a v a s t a g a m m a d i a t t i v i t à e p r o c e d u r e e

s u c u i v e n g o n o a b a s a r s i n u o v i d i f f e r e n z i a l i s o c i a l i . L a b i o m e d i c i n a

d i v i e n e c o s ì c o n t r o l l o d e i c o r p i , d e l l a s a l u t e e d e l l a m a l a t t i a , è u n

n u o v o m o d o d i e s e r c i t a r e i l p o t e r e i n c u i l ' u o m o v i e n e d e p o l i t i c i z z a t o

i n f a v o r e d e l l a p r o t e z i o n e e d e l l a s a l v a g u a r d i a d e l l a s u a n u d a v i t a

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112

(Agamben , 1995 ) . C o s ì i m i g r a n t i v e d o n o n e l l a s a l v a g u a r d i a d e l l a l o r o

e s i s t e n z a b i o l o g i c a l ' u n i c o r i c o n o s c i m e n t o : a n c o r a u n a v o l t a s o l o c o m e

c o r p i . I l c o r p o e m e r g e a l l o r a “ c o m e i l l u o g o d i i n s c r i z i o n e p e r l e

p o l i t i c h e d i i m m i g r a z i o n e , d e f i n e n d o q u e l l o c h e p o s s i a m o c h i a m a r e ,

s e c o n d o l a d e f i n i z i o n e d i F o u c a u l t , u n a b io p o l i t i c a d e l l ' a l t e r i t à ”

(Fa s s in ,2006a ;p .306 ) .

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113

3.4 L'uso sociale della biomedicina: la richiesta di cura dei

migranti

S e a b b i a m o p a r l a t o d e l c a m p o b i o m e d i c o e d e l l a s a l u t e c o m e g i o c o

p o l i t i c o d i f o r z e , è i m p o r t a n t e c a p i r e a n c h e c o m e s i r a p p o r t i n o i

m i g r a n t i d i n n a n z i a l l e p r a t i c h e e a i d i s cor s i b i o m e d i c i i s t i t u z i o n a l i z z a t i

su l l a l o ro so f f e r enza e come e s s i ag i s cano ques t e de f i n i z ion i .

C o m e a f f e r m a S a y a d ( 2 0 0 2 ) , i l m i g r a n t e v e d e a l c e n t r o d e l l a

r a p p r e s e n t a z i o n e d i s é i l s u o c o r p o . E s s o p u ò a v e r e d i v e r s e v a l e n z e

s o c i a l i , m a t u t t e a l l ' i n s e g n a d e l l a s u a e s i s t e n z a b i o l o g i c a : c o r p o c o m e

s t r u m e n t o d a l a v o r o , c o r p o m a l a t o o p e r s e g u i t a t o ( q u i n d i i n p e r i c o l o d i

v i t a ) . S o n o q u e s t i i r i c o n o s c i m e n t i a t t r a v e r s o c u i u n m i g r a n t e v i v e l a

p r o p r i a p r e s e n z a n e l l a n u o v a s o c i e t à , p e r c u i l a s a l u t e d e l p r o p r i o c o r p o

a s s u m e u n a v a l e n z a p a r t i c o l a r e , v i e n e c a r i c a t a d i s i g n i f i c a t i l e g a t i a l l a

r i u s c i t a s o c i a l e , a l l a r e a l i z z a z i o n e d e i p r o p r i p r o g e t t i , m a a n c h e a l l a

pau ra de l l a so l i t ud ine e ad un ' i nc r ed ib i l e s enso d i mor t e che i ncombe .

U n a p a u r a r i c o r r e n t e r i s c o n t r a t a n e l l a m i a r i c e r c a , s o p r a t t u t t o t r a

l e d o n n e , è q u e l l a d i a f f r o n t a r e l a m a l a t t i a d a s o l e , d i n o n p o t e r t o r n a r e

a c a s a e d i r i m a n e r e i n I t a l i a i n u n o s t a t o d i a b b a n d o n o . L a v i t a s e m b r a

s e m p r e p i ù f r a g i l e , p i ù p r e c a r i a , p e r c h é s e n z a d o c u m e n t i è c o m e s e n o n

s i e s i s t e s s e , ed anche i l p rop r io d i r i t t o a l l a v i t a s embra p iù a l e a to r i o .

C o m e a b b i a m o g i à e v i d e n z i a t o s o p r a , l a m a l a t t i a s i p o n e c o m e

fo rma s t o r i c a d ' i nco rpo raz ione d i d inamiche soc i a l i (Qua ran t a , 2006b ) e

n e l c a s o s p e c i f i c o p o s s i a m o d i r e c h e l ' i m m i g r a t o , i n p a r t i c o l a r m o d o

l ' i m m i g r a t o i r r e g o l a r e , v i v e s u l p r o p r i o c o r p o i s e g n i d e l l ' e s c l u s i o n e ,

d e l l a c l a n d e s t i n i t à , d e l l a d e p o l i t i c i z z a z i o n e , d e l n o n r i c o n o s c i m e n t o

s o c i a l e , d i c o n d i z i o n i a b i t a t i v e e l a v o r a t i v e s p e s s o i n s a l u b r i . L a

m a l a t t i a e m e r g e i n t u t t a l a s u a p o r t a t a d r a m m a t i c a , n e l l ' e v e n t u a l i t à c h e

p o s s a i n f i c i a r e u n i n t e r o p r o g e t t o d i v i t a b a s a t o s u l l ' e s c l u s i v a f o r z a d e l

p r o p r i o c o r p o . L ' i n t e r v e n t o m e d i c o d i v e n t a a q u e s t o p u n t o l ' u n i c o

a n c o r a g g i o a l l a p r o p r i a c o n d i z i o n e q u a n d o s i v e n g a a c o n o s c e n z a d e l l a

p o s s i b i l i t à d i u s u f r u i r e d i a s s i s t e n z a s a n i t a r i a ( S a y a d , 2 0 0 2 ) . M a a n c h e

q u e s t o r i c o n o s c i m e n t o è v i s s u t o c o m e a m b i g u o , p e r c h é s p e s s o s o n o

Page 117: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

114

s c o n o s c i u t e l e r e g o l e e l e m o d a l i t à d i e r o g a z i o n e d e i s e rv i z i e a l l o r a

e m e r g e i l t i m o r e d i e s s e r e s e m p r e c o l t i i n f l a g r a n t e , n e l p r o p r i o s t a t o d i

i r r e g o l a r i t à , s e n z a d o c u m e n t i e q u i n d i e s p u l s i . L a g e s t i o n e d e l l a

m a l a t t i a r i s u l t a a l l o r a p a r t i c o l a r m e n t e p r o b l e m a t i c a e d i v i e n e u n

u l t e r i o r e f a t t o r e d i e s c lu s ione (Con t i , Sg r i t t a , 2004 ) .

D a l l ' e s p e r i e n z a a l l ' i n t e r n o d i S o k o s , h o p o t u t o i n f a t t i n o t a r e c o m e

l e r i s p o s t e d e i m i g r a n t i a l l a m a l a t t i a e a l m a l e s s e r e p o s s o n o e s s e r e

a m b i v a l e n t i : d a u n l a t o a b b i a m o p e r s o n e c h e p e r m a n c a n z a d i

i n f o r m a z i o n i r e l a t i v e a i s e r v i z i e p e r t i m o r e c h e l ' a l t e r a z i o n e d e l

p r o p r i o s t a t o d i s a l u t e p o s s a s c a r d i n a r e i l p r o p r i o e q u i l i b r i o p r e c a r i o ,

c e r c a n o d i n e g a r e i l d o l o r e f i n c h é i l m a l e n o n d i v e n t i e c c e s s i v o o

i n v a l i d a n t e . A l t r i , i n v e c e , u t i l i z z a n o l a s t r a t e g i a o p p o s t a , c e r c a n d o

m o n i t o r a g g i o e c o n t r o l l i c o n t i n u i c h e a t t e s t i n o i l p r o p r i o s t a t o d i s a l u t e

o d i m a l a t t i a . C o s ì a d e s e m p i o s o n o f r e q u e n t i l e r i c h i e s t e d i e f f e t t u a r e

a n a l i s i d e l s a n g u e , p e r l e d o n n e l e v i s i t e g i n e c o l o g i c h e , p r i m a c h e s i a i l

d o t t o r e a p r e s c r i v e r l e . S o n o r i s p o s t e d i f f e r e n t i , m a e n t r a m b e d e t t a t e d a l

p r o f o n d o s t a t o d i f r u s t r a z i o n e p e r l a f r a t t u r a c h e l a m a l a t t i a p u ò c r e a r e

a l l a p rop r i a e s i s t enza d i m ig ran t e .

I n r e a l t à i l s i s t e m a b i o m e d i c o o c c i d e n t a l e c o n i l s u o s i s t e m a

a s s i s t e n z i a l e r a p p r e s e n t a l ' a v a n g u a r d i a , l a m o d e r n i t à , p e r c u i , u n a v o l t a

c h e s i è c o m p r e s o c o m e a c c e d e r v i , v i s i r i p o n g o n o m o l t e s p e r a n z e . E s s o

r i e n t r a n e l q u a d r o d e l l e r i s o r s e d e l r i c c o O c c i d e n t e a c u i s i c e r c a

p a r t e c i p a r e , a n c h e p e r c h é c h i e m i g r a c e r c a n e l n u o v o P a e s e n o n s o l o

l avo ro , ma anche mig l i o r i cond i z ion i d i v i t a e magg io r i pos s ib i l i t à d i

a c c e s s o a i s e r v i z i . T u t t a v i a l e c u r e b i o m e d i c h e , l e g a t e a i m o d e l l i d i

v i t a o c c i d e n t a l i e a l l a r i c c h e z z a v e n g o n o a d a c q u i s i r e q u a s i u n a

d i m e n s i o n e i d e a l i z z a t a , l a r a p p r e s e n t a z i o n e d i u n a p a n a c e a . L a

m e d i c i n a e i l s i s t e m a s a n i t a r i o o c c i d e n t a l i s e m b r a n o a p r i r e l ' a c c e s s o a l

b e n e s s e r e , a d u n i n f i n i t o p o t e n z i a l e t e r a p e u t i c o , p e r c u i ,

p a r a d o s s a l m e n t e , a l c u n i m i g r a n t i d a m e i n t e r v i s t a t i h a n n o d i c h i a r a t o d i

p r e f e r i r e r i c e v e r e l e c u r e i n I t a l i a c h e n e l p r o p r i o P a e s e d ' o r i g i n e ,

p e r c h é m i g l i o r i e m e n o c o s t o s e . S o l o i n d u e c a s i h o a v u t o m o d o d i

r a c c o g l i e r e l a m e n t e l e p e r i t e m p i d i a t t e s a e c c e s s i v i e p e r c o s t i

comunque t r oppo a l t i .

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N e i P a e s i d ' o r i g i n e l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a p u b b l i c a s i p r e s e n t a

s p e s s o c o m e i n e f f i c i e n t e p e r m a n c a n z a d i r i s o r s e , a c a u s a d e l l a

c o r r u z i o n e , d o v e a n c h e l e t e c n o l o g i e a d i s p o s i z i o n e r i s u l t a n o e s s e r e

m o l t o s c a r s e , p e r c u i s i d e l i n e a c o m e u n s e r v i z i o s t r e t t a m e n t e l e g a t o

a l l e p o s s i b i l i t à e c o n o m i c h e . O . ( d o n n a m o l d a v a d i 3 9 a n n i ) a v e n d o

r i s c o n t r a t o u n n o d u l o a l s e n o m i r i f e r i s c e t u t t e l e s u e s p e r a n z e n e l

s i s t ema med ico i t a l i ano :

O.: Mi hanno spiegato che qui in Italia ci sono cure, che ti mettono una

cosa che tira via le palline. Speriamo va tutto bene.

F.: Conviene stare qui in Italia sei stai male?

O.: Si, per qualche operazione, per qualche malattia è meglio qui l 'Italia.

E' colpa nostra che noi non sappiamo, non andiamo. Non siamo mai stati

malati prima. Se mi faceva male qualcosa non andavo dal medico, dico

forse mi passa.

F.: In Moldavia com'è il sistema medico?

O.: Molto peggio. E' tanto indietro, almeno fino a due anni fa che sono

arrivata, è tanto indietro. Lì i dottori ci sono, chiamano, ma non ci vanno

le persone perché non sono bravi. Le persone non vanno all 'ospedale

dove vivono, ma cercano uno grande per curare o all 'estero.

F.: Cos'è che non funziona? Perché i medici non sono bravi?

O.: Perché tutti sono andati via, quelli bravi sono andati via perché sono

pagati poco.

F.: Le cure non funzionano?

O.: Qualche volta succede che medico ha fatto qualche sbaglio. Non

sempre, ma una volta mi è successo. Io penso che è i soldi che curano.

Se non hai i soldi i medici non ti guardano

F.: Spiegami un po' come funziona.. .

O.: Ci sono ospedali, non è tanto sviluppati quelli privati, ci sono ma

non sono tanti. Se trovi un medico buono lo paghi anche se lavora in

ospedale. Lo paghi, lo paghi, lo paghi e vai a curarti da lui. Ed è difficile

trovare un medico bravo magari nel comune dove ti trovi [vedi

appendice: intervista 3].

Ques to è un d i s co r so t r a sve r s a l e che ca r a t t e r i z za un po ' t u t t i i

P a e s i c o n c r i t i c i t à e c o n o m i c h e e p o l i t i c h e ( o v v i a m e n t e c o n l e d o v u t e

d i f f e r e n z e ) .

C o s ì a n c h e N g . ( r a g a z z o d e l C a m e r u n , d i 2 8 a n n i ) , m i t e s t i m o n i a

come l ì , i n Camerun , l ' a cce s so a i s e rv i z i s i a p iu t t o s to p rob l ema t i co :

F.:Come sono i medici nel tuo Paese?

Ng.:Non buoni, perché.. .a parte che la maggior parte ha studiato qui, ma

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se non hai i soldi. . .non ti curano [vedi appendice: intervista 13].

I l f a t t o c h e c i s i a u n a c r i t i c a s u l l ' i n e f f i c i e n z a d e l l ' a s s i s t e n z a

s a n i t a r i a d e l p r o p r i o P a e s e f a e v i n c e r e u n a c o n d i v i s i o n e d i s e n s o

s u l l ' e f f i c a c i a d e l l a b i o m e d i c i n a , p e r c u i l ' i n a c c e s s i b i l i t à a l l e c u r e è

v i s s u t a c o m e u n ' i n g i u s t i z i a . Q u e s t o p o t r e b b e f a r p e n s a r e a d u n a

c o n t r a d d i z i o n e d a l m o m e n t o c h e a b b i a m o p r i m a d i s q u i s i t o s u i l i m i t i

d e l l a b i o m e d i c i n a s t e s s a , p e r r i n t r a c c i a r n e i n v e c e o r a u n ' a c c e t t a z i o n e

a l l ' i n t e rno de l l a s t e s s a popo l az ione immig ra t a .

V a a q u e s t o p u n t o s p e c i f i c a t o c o m e d i f a t t o l ' i n t e r v e n t o b i o m e d i c o ,

p r o p r i o p e r l e s u e d i a g n o s i r i d u z i o n i s t e , s i a m o l t o e f f i c a c e n e l l a

r i s o l u z i o n e i s t a n t a n e a d e l l e p a t o l o g i e , m a f a l l i s c a l ì d o v e l e r i s p o s t e

debbano e s se r e p iù comple s se . I n ques to s enso l e sue d i agnos i

o r g a n i c h e p o s s o n o r i s p o n d e r e c o n t e r a p i e e f f i c a c i , m a l a l o r o a n a l i s i

n o n p e r m e t t e d i i n d a g a r e l e d e t e r m i n a z i o n i s o c i a l i d i d e t e r m i n a t e

p a t o l o g i e , n a t u r a l i z z a n d o q u e l l e c h e F a r m e r ( 2 0 0 6 ) d e f i n i s c e p a t o l o g i e

d e l p o t e r e e i n c u i l ' e s p e r i e n z a i n t e r s o g g e t t i v a16

d e l p a z i e n t e

( K l e i n m a n , K l e i n m a n , 2 0 0 6 ) , v i e n e c o m p l e t a m e n t e e l u s a . E p r o p r i o p e r

q u e s t o e s s a p u ò c o e s i s t e r e c o n i n t e r p r e t a z i o n i d e l l a m a l a t t i a l o c a l i

p r o f o n d a m e n t e d i v e r s e . E ' p e r q u e s t o c h e I . m i d i c e v a c h e l a m e d i c i n a

non può cu ra r e t u t t o , ma l a sua e f f i c ac i a è comunque r i conosc iu t a .

C e r c o d i e s p l i c i t a r e m e g l i o q u a n t o d e t t o a t t r a v e r s o l a s t o r i a d i S v . ,

u n a d o n n a m o l d a v a d i 4 0 a n n i , c h e è i n a t t e s a d i r e g o l a r i z z a r s i d a

q u a t t r o a n n i . P u r a v e n d o s e m p r e l a v o r a t o , è a p p e n a r i u s c i t a a d a v e r e l a

r i c e v u t a d e l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o . E ' a f f e t t a d a u n a m a l f o r m a z i o n e a l

c u o r e c h e g i à i n M o l d a v i a l e a v e v a c r e a t o a l c u n i p r o b l e m i , t u t t a v i a u n a

v o l t a i n I t a l i a , c o n i l l a v o r o d u r o d i c o l f t u t t o f a r e h a a v u t o u n a r r e s t o

ca rd i aco :

F.: Adesso che lavoro fai qui?

Sv.: Lavoro in una famiglia già da tre anni, tre anni e mezzo. In questa

famiglia lavoro come badante, colf.

F.: Fai sia le pulizie che badante?

16

Con questi termini si intende un 'esperienza che sia non un fenomeno soggettivo, ma un medium

interpersonale che viene condiviso in un contesto di mondi morali locali.

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117

Sv.: Si, pulizie, mangiare, la casa è grande, c 'è tanto da fare, tre persone

sono.

F.: E sei tutto il giorno lì?

Sv.: Si, è come in affitto, vivo anche lì .

F.: Hai dei giorni liberi?

Sv.: Si giorni liberi sono. Io lavoro tutta settimana, poi sabato alle 3

finisco e domenica è giorno libero.

F.: Lo stipendio com'è?

Sv.: Lo stipendio è di 850 euro.

F.: Ti bastano?

Sv.: Ti bastano...non bastano così tanto perché credo che è troppo lavoro,

sono tre persone, casa grande, due bagni, tanto da fare, da mangiare e

cucinare.. .

F.: Riesci a mandare i soldi a casa?

Sv.: Ce lo riesco a mandare, ma non bastano per tutto quello che serve

alla famiglia.

F.: Tua figlia con chi sta?

Sv.: Mia figlia sta con una nipote.

F.: Ma tu mandi i soldi solo per lei?

Sv.: Si, solo per lei.

F.: Sapevi quando sei venuta qui in Italia che avresti fatto la badante o la

colf, o comunque un lavoro del genere?

Sv.: Si, io sapevo che ero venuta qua per fare questo lavoro, ma non

credevo che era così pesante. Anche quando sono appena arrivata qua ho

fatto un po' di ore prima, lavoravo a ore, poi io ho avuto una tragedia,

sono stata operata per cuore, ho avuto un'operazione al cuore.

F.: Ma avevi questo problema già nel tuo Paese?

Sv.: Già quando io ero a casa sentivo questa malattia, e poi sono venuta

qua.. .

F.: Che problema è di preciso?

Sv.: C'è una valvola metallica che hanno cambiato al cuore.

F.: Il bypass?

Sv.: Il bypass, si.

F.: Quindi già ne soffrivi al tuo Paese, poi sei arrivata in Italia e.. .

Sv.: Credo che lavoravo a ore e un po' di stanchezza di più mi ha fatto

questo, credo.

F.: E' stato il lavoro pesante?

Sv.: Si, io penso che è lavoro pesante. Io non ci pensavo e si è fermato il

cuore, e ho avuto.. .

F.: Un arresto cardiaco?

Sv.: Si.

F.: Ti hanno operato qui a Bologna?

Sv.: A Bologna si.

F.: Com'è per te la vita qui in Italia?

Sv.: La vita è normale per vivere, è normale, solo a me mi serve un

lavoro, come io sono una persona operata per cuore, mi serve un lavoro

di meno da lavorare. E' troppo pesante per me questo lavoro.

F.: Hai provato a cercare altro?

Sv.: No, perché aspetto questa domanda che dopo che mi arriva vediamo

di trovare un po' di meglio.

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118

F.: Che lavoro vorresti fare?

Sv.: Un lavoro.. .un lavoro di meglio, anche pulizie ma di meno, poi

lavoro di quattro ore penso.

F.: Hai ancora problemi con il cuore?

Sv.: Quando mi stanco sento che mi tremano le mani, così. . .

F.: Come avresti risolto questo problema nel tuo Paese?

Sv.: Ma anche nel mio Paese mi dicevano di operazione, ma ci volevano

tanti soldi, ed io non ce li aveva quei soldi per fare questo intervento.

F.. E i medici cosa hanno detto riguardo a questo male al cuore?

Sv.: Loro mi hanno detto che questa malattia era da tanto tempo. Da

quando sono nata c'era questa malattia, col tempo è diventata più

pesante. Io prima non mi sentivo così, quando sono venuta qui ho sentito

di più dolore.

F.: I medici del tuo Paese ti hanno detto la stessa cosa dei medici qua?

Sv.: Si, dicevano col tempo...prendi medicina per vedere.. .Loro non mi

dicevano di fare subito l 'operazione per cuore, dovevo aspettare.

F.: E se la volevi fare dovevi pagare.. .

Sv.: Si, 4000 euro e io non ce li avevo quei soldi.

F.: Pensi sia migliore qui il sistema sanitario rispetto al tuo Paese?

Sv.: Si, c 'è più rispetto, mi hanno fatto un intervento perfetto, sono stati

gentili . . .[vedi appendice: intervista 11].

L a b i o m e d i c i n a s a l v a S v . , e s s a p u ò c o n t i n u a r e i l s u o p r o g e t t o

m i g r a t o r i o g r a z i e a l l ' i n t e r v e n t o c h i r u r g i c o d i b y p a s s c h e l e p e r m e t t e o r a

d i s t a r e m e g l i o . E c c o l ' e f f i c a c i a d e l l a m e d i c i n a e q u e s t o è u n d a t o c h e

n o n p u ò e s s e r e s o r v o l a t o : u n a d i m o s t r a z i o n e d i g r a t i t u d i n e e m e r g e d a l l e

p a r o l e d i S v . p e r i m e d i c i d i B o l o g n a . M a i l s u o m a l e s s e r e n o n p u ò

e s s e r e c o s ì a r c h i v i a t o s e n o n a r i s c h i o d i p o t e r r e n d e r e i n v a l i d a n t e

a n c h e l ' i n t e r v e n t o s t e s s o . S v . e r a m a l a t a d i c u o r e , l a s u a s a l u t e n o n l e

p e r m e t t e v a d i c o m p i e r e l a v o r i u s u r a n t i e a v r e b b e a v u t o b i s o g n o d i

o p e r a r s i g i à n e l s u o P a e s e , m a l e c o n d i z i o n i e c o n o m i c h e d i f f i c i l i i n c u i

v e r s a l a M o l d a v i a , c o n u n s i s t e m a p o l i t i c o a l l a d e r i v a , c o n s e n t o n o u n

a c c e s s o d i f f e r e n z i a l e a l l e c u r e s a n i t a r i e . O . , i n f a t t i , p e n s a c h e l a s a l u t e

s i a l e g a t a a i s o l d i : q u e s t a è u n a p r i m a f o r m a d i v i o l e n z a . I n p i ù S v . è

c o s t r e t t a a m i g r a r e p e r m a n t e n e r e l a s u a f a m i g l i a e q u i i n I t a l i a l a

a t t e n d e u n l a v o r o d u r o p e r c h é è i r r e g o l a r e , p e r c h é n o n l e è c o n c e s s o

a s p i r a r e a d a l t r o , m a è u n l a v o r o c h e n o n p o t r e b b e s v o l g e r e : s e c o n d a

v io l enza .

Q u e s t e i m p l i c a z i o n i p o l i t i c h e e d e c o n o m i c h e , m a a n c h e d i

s o f f e r e n z a s o g g e t t i v a n o n e m e r g o n o n e l l ' i n t e r v e n t o b i o m e d i c o ,

r a p p r e s e n t a n d o i l s u o “ b l o c c o a l c u o r e ” c o m e u n a c c i d e n t e . L a m e d i c i n a

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119

p u ò s p i e g a r e i l “ c o m e ” d e l l a m a l a t t i a m a n o n i l “ p e r c h é ” ( T a u s s i g ,

2006 ) .

L ' a c c e s s o a l l e c u r e c r e a u n u l t e r i o r e c a m p o d i p o s s i b i l e v i o l e n z a

s t r u t t u r a l e , l ì d o v e d i f a t t o v i e n e p e r c e p i t o d a i m i g r a n t i s t e s s i c o m e u n

d i r i t t o :

F.: Pensi sia un diritto per gli stranieri irregolari avere l 'assistenza

sanitaria in un paese straniero?

Ng.: Deve essere un diritto.

F.: La critica di molti italiani è che vengono forniti servizi di assistenza

sanitaria che gli stranieri irregolari non pagano in quanto non

contribuiscono alle tasse. Pensi sia ugualmente un diritto umano?

Ng.: E' un diritto umano, perché se uno sta male deve essere assistito.

Non è che perché uno non ha soldi, non ha documenti. . . non ha senso

[vedi appendice: intervista 13].

F.: Pensi sia un diritto per gli immigrati irregolari avere un'assistenza

sanitaria come quella che offre Sokos?

M.: Prima di tutto penso che è un gesto di umanità, ma se è un diritto, si,

perché se già sei nato hai dei diritti non importa dove sei, se nel tuo

paese, in barca o in aereo, quindi penso che è così.

F.: Il problema che viene contestato è che gli italiani pagano le tasse per

l 'assistenza sanitaria, gli stranieri no.. .

M.: Ma se li mettono tutti in regola, tutti pagheranno le tasse, è perché

non ci mettono in regola, perché anche io vorrei andare da un dottore e

consultarmi, perché tanto quando hai uno stipendio ci tolgono le tasse

per quello, per quello e per quello, quindi non è che non vuoi pagare.

Perché se uno è regolare certamente non viene qui, viene uno che ci ha

bisogno, perché essendo irregolare non può...quindi non ha scelta [vedi

appendice:intervista 14].

N g . ( r a g a z z o d e l C a m e r u n ) e M . ( r a g a z z a m o l d a v a ) n e l c o r s o d e l l e

i n t e r v i s t e f a n n o e m e r g e r e , c o m e m o l t i a l t r i , u n d a t o i m p o r t a n t e : i l

r i c o n o s c i m e n t o d e l l a s a l u t e e d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a c o m e u n d i r i t t o ,

n o n o s t a n t e e s s i i n m o l t i c a s i a b b i a n o s e m p r e v i s s u t o i n P a e s i d o v e t a l e

d i r i t t o n o n v i e n e r i c o n o s c i u t o , n é t a n t o m e n o m e s s o i n p r a t i c a . E s s o

d i v e n t a l ' u n i c o s t r u m e n t o d i r i v e n d i c a z i o n e c h e h a n n o i n I t a l i a , a l l a

l u c e d e l f a t t o c h e m o l t i d e i d i s t u r b i a c c u s a t i v e n g o n o a n c h e r i c o n d o t t i

a l l e c o n d i z i o n i d i v i t a i n c u i s i s e n t o n o c o s t r e t t i , a q u e l l ' a s s e n z a

fo r za t a i n cu i vengono r e l ega t i .

C o m e e m e r g e d a l l a r i f l e s s i o n e d i S a y a d ( 2 0 0 2 ) l a m a l a t t i a m i n a l o

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s t a t u s d i l a v o r a t o r e d e l m i g r a n t e , p e r c u i e g l i s i a s p e t t a d a l l ' a s s i s t e n z a

m e d i c a l a r e s t i t u z i o n e d e l l a p r o p r i a c o n d i z i o n e d i s a l u t e o l a

r i c o n f i g u r a z i o n e d e l p r o p r i o s t a t u s a l l ' i n t e r n o d e l l a c a t e g o r i a d i m a l a t o .

Q u e s t ' u l t i m o c a s o p u ò s f o c i a r e i n q u e l l a d i a g n o s i c h e l a

b i o m e d i c i n a h a d e f i n i t o c o m e “ s i n i s t r o s i ” , c i o è l ' a n c o r a m e n t o d e l

p a z i e n t e g u a r i t o a l l a m a l a t t i a ( p e r l o p i ù t r a u m i d a i n c i d e n t e ) , p e r l a

q u a l e n o n r i c o n o s c e d i a v e r a v u t o u n r i s a r c i m e n t o a d e g u a t o d a g l i e n t i

s t a t a l i p r e p o s t i ( S a y a d , 2 0 0 2 ) . E ' u n r i v e n d i c a t o r e c h e i n c e n t r a i l s u o

d i s s e n s o s u u n a v a l u t a z i o n e e c c e s s i v a d e l r i s a r c i m e n t o d o v u t o g l i ,

a t t i vando meccan i smi che vengono de f i n i t i “nev ro t i c i ed i pocond r i ac i ” .

L a c o n d i z i o n e d i s a l u t e r i s u l t a e s s e r e p o i i n t e r p r e t a t a d a l m i g r a n te

s t e s s o n e l l a s u a v a l e n z a t o t a l i z z a n t e : è u n a s a l u t e d i t i p o i n s i em i s t i co

c h e c o i n v o l g e l ' i n d i v i d u o n e l l a s u a t o t a l i t à e s i s t e n z i a l e , c h e v a a

s c o n t r a r s i c o n u n a c o n c e t t u a l i z z a z i o n e d e l l a s a l u t e r i c o n o s c i u t a d a l l a

p r e v i d e n z a s o c i a l e e d a l l a b i o m e d i c i n a c o m e f ra z ionar ia e s e t t o r i a l e

( I n g l e s e , 2 0 0 5 ) . P e r ò q u e s t a c o n t r a p p o s i z i o n e v i e n e i n t e r p r e t a t a d a

a l c u n i s t u d i o s i c o m e u n p r o b l e m a d i a c c u l t u r a z i o n e i n c u i u n s i s t e m a

c u l t u r a l e o l i s t i c o , c o n u n a s o v r a n i t à d e l c o r p o , s i s c o n t r a c o n i l s i s t e m a

d i r i f e r i m e n t o m e d i c o b a s a t o s u l l a d i s t i n z i o n e m e n t e / c o r p o . I n q u e s t o

m o d o i l c o r p o , c o m e e n t i t à d o t a t a d i c o n t i n u i t à f e n o m e n i c a ,

r a p p r e s e n t e r e b b e l ' u n i c a f o r m a e s p r e s s i v a , o l a p i ù a d a t t a , d e l l a

d i s c o n t i n u i t à d e l l a m i g r a z i o n e e d e l m u t a m e n t o s o c i a l e . L a s i n i s t r o s i

a p p a r e q u i n d i “ c o m e u n a s t r a t e g i a i d e n t i t a r i a c h e f r o n t e g g i a i l c o n f l i t t o

p e r m a n e n t e g e n e r a t o d a u n a d u p l i c e a p p a r t e n e n z a c u l t u r a l e a c u i

c o s t r i n g e i l p r o g e t t o m i g r a t o r i o ” ( I n g l e s e , 2 0 0 5 , p . 9 8 ) .

E ' e v i d e n t e c o m e u n s i m i l e a p p r o c c i o , p e r q u a n t o e v i d e n z i l a

p r e s e n z a d i f r a t t u r e c h e a t t r a v e r s o l a r i c h i e s t a d i c u r e e r i s a r c i m e n t i

v e n g o n o e v i d e n z i a t e , s i b a s i s u u n ' i n t e r p r e t a z i o n e t u t t a c u l t u r a l i s t a . I l

c o r p o d i v i e n e c e r t a m e n t e t e r r e n o d i r i v e n d i c a z i o n e , m a n o n p e r

un ' e r ronea i den t i f i c az ione d i p rob l ema t i che d i a l t r o o rd ine ( cu l t u r a l e e

p s i c o l o g i c o ) , m a c o m e e s p r e s s i o n e p r i m a d i u n d i s a g i o c h e n o n è s o l o

c u l t u r a l e e l e g a t o a l l a m i g r a z i o n e i n s é , m a c h e e s p r i m e m a n c a n z a d i

r i c o n o s c i m e n t o e d i g n i t à s o c i a l e , d i s u b a l t e r n i t à a r u o l i i m p o s t i e d

e s p o s t i a c o n t i n u i r i s c h i , p e r c u i i l m a l e s s e r e d i v i e n e l a m e t a f o r a d i u n a

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cond i z ione soc i a l e i nco rpo ra t a .

E c c o c h e a l l o r a i l c o r p o m a l a t o d i v e n t a u n a n u o v a f o r m a

d ' e s i s t e n z a d i c u i i m i g r a n t i c h i e d o n o l a l e g i t t i m i t à . E s s e n d o q u e l l o a l l a

s a l u t e u n o d e i p o c h i d i r i t t i r i c o n o s c i u t i , i l c o r p o m a l a t o d i v i e n e u n o

d e l l e p o c h e m o d a l i t à p e r v e d e r e r i c o n o s c i u t a l a p r o p r i a i n d i v i d u a l i t à

(Beneduce , 2004 ) .

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122

3.5 Una storia clinica

V o r r e i r i p o r t a r e a c h i u s u r a d i q u e s t o c a p i t o l o u n a s t o r i a d i

s o f f e r e n z a c h e m i s e m b r a r a c c h i u d a i n s é m o l t i d e g l i a s p e t t i t r a t t a t i i n

u n a t r a m a m o l t o s u g g e s t i v a e p a r t i c o l a r e . N o n è u n c a s o t r a t t a t o

s p e c i f i c a t a m e n t e a l l ' i n t e r n o d i S o k o s , m a d i a f f e r e n z a a l C e n t r o d i

S a l u t e M e n t a l e d i B o l o g n a . H o a v u t o t u t t a v i a m o d o d i c o n o s c e r e l a

s t o r i a d i ques to r agazzo pe r ché a r r i va to i n Sokos pe r e s i genze d i o rd ine

b u r o c r a t i c o r e l a t i v e a c e r t i f i c a z i o n i m e d i c h e . E d a s u b i t o h o r i s c o n t r a t o

i n l u i u n a c e r t a s p i g l i a t e z z a e a p e r t u r a n e l p a r l a r e d e l l a s u a v i t a , c o s ì

g l i h o p r o p o s t o d i i n c o n t r a r c i q u a l c h e g i o r n o d o p o p e r p a r l a r e u n p o '

de l l a sua e spe r i enza d i m ig ran t e i n I t a l i a .

K .17

h a 2 5 a n n i , e l a s c i ò i l M a r o c c o 1 5 a n n i f a , q u a n d o a s o l i 1 0

a n n i d e c i s e d i p r e n d e r e u n a e r e o p e r l ' E u r o p a p e r r a g g i u n g e r e l a s o r e l l a

g i à i n I t a l i a . O r a è s e g u i t o a l C e n t r o d i s a l u t e m e n t a l e d i B o l o g n a p e r

p s i cos i :

K.: Io avevo 10-11 anni quando sono arrivato in Europa. Era questa l 'età.

Ero in Marocco e avevo mia sorella che viveva all 'estero e io stavo bene

anche a casa mia. Giusto non mi piaceva la scuola per vari motivi,

perché da bambino, a sei anni, sono stato picchiato da un professoressa.

Infatti non mi ha picchiato neanche, non è arrivata.. .mi ha minacciato

con il bastone, io mi sono alzato, l 'ho colpita in viso e gli ho fatto tre

punti, ecco. Dopo mi sono studiato fino a una certa età, poi sono venuto

a respirare l 'aria d'Europa, di vedere un po' la mentalità, ma non per

altro, veramente.. .Almeno io sono così. E niente.. .dicevo che mia sorella

viveva a Londra, in Turchia, in Italia. Dopo che ho capito che era in

Italia, mi sono fatto una decisione di venire anche io in Europa. Solo che

ho scappato diverso da altri ragazzi che vengono qui in Europa con le

navi piccolini, camion, autotreni. Ci sono tanti modi, ma rischiano la

vita moltissimo, veramente. A me quando mi raccontano cose così mi

sorprende. Io ho fatto la cosa anche più pulita, diciamo, mi sono preso

un aereo da Marocco, da Casablanca a Madrid, Madrid-Germania, da

Germania dopo S. Paolo, dopo S. Paolo mi sono stato dieci giorni, poi mi

sono sceso a Madrid e non ci ho pensato due volte, dicono: “Gli

europeani di qua, gli stranieri di qua”. Io mi sono preso la fila e mi sono

spaccato in mezzo. C'era una catena, mi sono saltato la catena e sono

andato dove girano le ruote per valigie. Ho lasciato una valigia che non

me ne fregava niente, ho preso il mio zaino e sono uscito dall 'aeroporto.

17

Vedi appendice: intervista 2.

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123

Anzi all 'uscita ho detto a due poliziotti “Bounjourn”, in francese

“Bounjourn, bounjourn”e sono uscito, ho preso il taxi. A Madrid mi

ricordo erano bianchi. Sono andato a un albergo, chiamo mia sorella, che

è arrivata il giorno dopo, la sera. Mi ha preso e sono venuto a Foggia,

ecco. Sono entrato dalla Siviglia.. .E' stato piacevole la prima volta di

fare il viaggio, ma poi ho avuto dei problemi.

K . c o m i n c i a a r a c c o n t a r m i l a s u a s t o r i a e , d o p o q u e s t a b r e v e

d e s c r i z i o n e d e l v i a g g i o , m i a v v i s a c h e l a s u a è u n a s t o r i a d i l a v o r o : “ T u

c o m e m i c o n o s c i p i a n o p i a n o t i p a r l o s o l o d i l a v o r o , s o n o n a t o p e r

l avo ro” .

L a s u a n a r r a z i o n e è m o l t o a r t i c o l a t a e t r a v a g l i a t a , a v o l t e a n c h e

con t r add i t t o r i a , ma penso che ques to s i a dovu to a l modo con fus iona r io

c o n c u i h a v i s s u t o l a v i t a i n I t a l i a e a l l ' a l t e r a z i o n e c h e l ' u s o d i c e r t e

so s t anze ha i ndo t t o i n l u i .

I n i z i a l m e n t e s i c o n c e n t r a s u l l e s u e d i s a v v e n t u r e c o n i l l a v o r o , l e

au to r i t à , l o spacc io d i d roghe l egge re e i l p e rmesso d i sogg io rno , po i ,

c o s ì , n e l d i s c o r s o , t r a l e p a r o l e , e m e r g e i l s u o “ p r o b l e m a p s i c h i a t r i c o ” .

I n s i n t e s i , K . è a r r i v a t o a F o g g i a e h a i n i z i a t o a l a v o r a r e n e i c a m p i

a g r i c o l i d i r a c c o l t a p e r t r e a n n i . Q u e s t o l a v o r o d u r o e d e s t e n u a n t e , c h e

ogg i t u t t av i a app rezza , l ' h a sp in to ve r so Bo logna , pe r p rova re una v i t a

d i v e r s a . Q u i h a c o m i n c i a t o a d a v e r e p r o b l e m i c o n i l l a v o r o e c o n l o

s p a c c i o d i d r o g a . I l s u o a p p r o c c i o c o n l ' u s o d i s o s t a n z e è i n i z i a t o

a l l ' i n t e r n o d i u n a c o m u n i t à p e r m i n o r i “ p e r d i m e n t i c a r e t u t t i i

p r o b l e m i ” , d i c e l u i , p o i è c o m i n c i a t o a n c h e l o s p a c c i o . E ' a q u e s t o

p u n t o c h e l a s t o r i a s i f a m o l t o i n t e n s a e a m b i g u a : d i c e c h e a v e v a

p r o b l e m i d i l a v o r o m a c h e g u a d a g n a v a c o m u n q u e b e n e i n n e r o , c h e h a

c o m i n c i a t o a s p a c c i a r e c o m e u n a d e l l e p o c h e a l t e r n a t i v e c h e i s uo i

c o n n a z i o n a l i g l i a v e v a n o p r o p o s t o p e r l a v o r a r e , m a c h e i n f o n d o q u e s t o

l o d i v e r t i v a a n c h e . E ' d i f f i c i l e s t a r e d i e t r o a l s u o r a c c o n t o , m a n e l l a s u a

c o n t r a d d i t t o r i e t à e d i m p r e c i s i o n e , e m e r g e i n r e a l t à u n a c o n d i z i o n e d i

m a r g i n a l i t à , d i v i t a v i s s u t a a l l ' i n t e r n o d e i c i r c u i t i d e l l ' e s c l u s i o n e , d e l l a

l i m i n a r i t à . E ' r i u s c i t o a r e g o l a r i z z a r s i n e l 2 0 0 1 c o n l a s a n a t o r i a , p e r p o i

a v e r e r e v o c a t o i l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o c o n c o r r e d o d i e s p u l s i o n e

( p r o b a b i l m e n t e p e r p r o b l e m i l e g a t i a l l o s p a c c i o d i d r o g a ) . D o p o a v e r

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124

v i n t o u n r i c o r s o a l T A R , c o n c u i è p o t u t o r i m a n e r e i n I t a l i a , h a

c o n t i n u a m e n t e r i n c o r s o q u e s t o p e r m e s s o d i s o g g i o r n o t r a g l i u f f i c i d i

M o d e n a ( d o v e n e l f r a t t e m p o a v e v a t r o v a t o u n l a v o r o r e g o l a r e ) e q u e l l i

d i B o l o g n a d o v e v i v e v a . K . a f f e r m a c h e i n m o l t i c a s i s i è s e n t i t o p r e s o

i n g i r o p e r c h é , i n f o n d o l u i , a p a r t e l o s p a c c i o , h a c o m u n q u e s e m p r e

l a v o r a t o . O r a , d e f i n i t i v a m e n t e , d a l 2 0 0 6 h a p e r s o l o s t a t u s d i r e g o l a r e ,

c h e s t a c e r c a n d o d i r i a c q u i s t a r e f o r s e n n a t a m e n t e f a c e n d o a p p e l l o a i

p r o b l e m i d i s a l u t e m e n t a l e c h e g l i s o n o s t a t i d i a g n o s t i c a t i . E c c o c o m e

r accon t a K . i s uo i p rob l emi che p r endono co rpo :

K.: Perché io delle volte mi sento le voci, non so se hai presente cosa

vuol dire “le voci”.

F.: Senti le voci nella tua testa?

K.: Si, sono dei messaggi, delle prese che ti arrivano, ma non perché il

cervello ti manda quei messaggi per colpa del fumo, anzi io alcune volte

ho studiato il mio corpo, mi sistemo come yoga e vedo queste visioni

dove arrivano. Non lo so quando mi entra nel cervello, come ti guardo

può arrivare qualche messaggio.

F.: Chi ti manda questo messaggio?

K.: Mah...sono impazzito per questo, perché lo dici a qualcuno non può

credere. Tante volte pensi ai demoni, pensi all 'umanità, pensi agli alieni,

pensi tante cose e delle volte anche la natura, l 'aria, le stelle, la luna, le

cose intorno...Allora lui ha un'energia, una carica assurda, veramente, le

cose intorno. A volte anche la luce, la guardi e ti dà carica.. .non lo so.

F.: E cosa ti dicono queste voci?

K.: Mah...Cosa dicono...dicono che vogliono conoscerti tipo.. .perché

vogliono vedere cosa fai nella vita. Delle volte dicono delle cose sulle

persone prima di vederle, prima di conoscerle e ti dicono questo e

questo. E delle volte succede la stessa cosa con la natura, perché a volte

la natura fa degli scherzi assurdi.. .Perché io mi sono impazzito per la

natura, o anche con i santi. Per questo lo dicevo l 'altro giorno alla

signora, ma non perché lo volevo dire, perché io veramente sono

impazzito per credere a queste cose.. .Perché per me è peace , è la civiltà

che conta, non conta altro, non conta l 'aggressività, non conta che tu mi

vieni a sfidare.. .No scusa, ma non ne voglio proprio sapere. Ma non

perché sono più migliore.. .No, no, non voglio proprio.. .Come ho detto

prima: bella lì! Perché uno già è pieno di suo.. .Ma io veramente delle

volte dico gli alieni, però è anche un rischio per me stesso che amo

questi alieni. Anche loro hanno detto che ci sono, però a me mi

piacciono nel loro viso, nel loro modo di fare.. .cioè io ci sto con loro.. .

F.: Ma tu li vedi?

K.: Oddio.. .questa è una domanda...No perché anche loro mi dicono che

non posso dire delle cose.. .Veramente! Perché non prendano i ragazzi

confidenza.. .non lo so. Ma io anzi delle volte mi trovo delle cose in

comune con qualche persona, con i ragazzi che sono riusciti a risolvere il

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loro problemi, che hanno 50 anni, 60 anni, che ho parlato nella

psichiatria, che hanno avuto più o meno la stessa cosa.. .cioè la stessa

cosa.. . .non la stessa la stessa, perché sempre c'è un base di problemi.

Però quando hai tanti problemi ci sono quelli che vogliono vedere, che

vogliono studiare quello che hai intorno. Quando entri a studiare queste

cose e ad avere i problemi, studiare.. .conoscere tutte le cose interessanti

nel mondo: la natura, le persone brave di chiese, moschee.. .non

so.. .quello che c'è: le persone brave, forti , i santi, guerrieri. . .che sono

stati guerrieri e almeno sono finiti da uomini.. .o da donne, cioè.. .non

vuol dire.. .Ci sono tanti santi. . .Tanti che mi piace anche a saperli. Io in

qualunque posto vado dico: i miei santi sono lì , perché ci ho parlato, ci

sono diventato matto, che pensavo che erano tra noi.

F.: Quando sono comparse queste voci?

K.: Adesso le voci mi vengono solo contro l 'umanità, cioè non contro

tutti gli umani, le persone che vedi per strada. Perché io dicevo anni fa

quando vedi una cosa negativa puoi cercare anche di farla diventare

positiva col pensiero, non con altro.. .vedi uno che non ti piace puoi

anche cambiarlo a positivo.. .Dici: “Quello comunque ha questi problemi,

per quello ha fatto così”. Lo spieghi così a modo tuo e puoi anche aiutare

tu stesso, cosicché non ti ingrippi e lui non si ingrippa nel tuo sguardo.

Anche che lui ha sbagliato una, due volte con te che è una cosa negativa,

la puoi diventare positiva.. .E' un esempio e.. .non di più. Bisognerebbe

farlo anche con la natura.. .Quando ci piove, quando ci fa un temporale,

ci sta la rabbia del mondo, ci sta la forza di Dio.

Ma io queste voci le sentivo da piccolino, quando ero in Marocco. Mi era

sembrato di vedere tre alieni. . .Perché abbiamo un palazzo, sopra ci sono

andato su una volta e li vedevo, e l 'ho detto a mia madre e ai miei fratelli

e si sono spaventati, infatti nessuno veniva su. Mi ha detto mia madre:

“Non fare questo che fai ai tuoi fratelli paura!”(.. .) .

F.: Cosa pensavi di queste voci che tu sentivi?

K.: Io ridevo, non avevo tanti problemi, perché quando ero giovane non

ci pensavo molto. Perché lì non conoscevo...Cioè conoscevo i santi, Gesù

Cristo e poi gli Ebrei, però ero a contatto solo con l 'Islam. E poi in

Marocco ero giovane, avevo la forza mia, gli amici, non mi sembrava di

sentire le voci, mi sembrava una cosa normale.

F.: Hai pensato potessero essere i jinn?

K.: No, no, quello no. Quello può essere sfidato, perché è già umano. I

jinn è una cosa a cui noi siamo superiori, perché li ho sfidati. Si, l i ho

sfidati abbastanza, non uno, no due, no tre, ma...li ho sfidati abbastanza.

E infatti sempre sono andato a guarirmi da solo, con la doccia, con la

respirazione, con le preghiere. Si li ho sfidati. . .Ci sono quelli che mi

hanno fatto diventare handicappato.. .A Castiglione, tipo, sono andato a

Porta S. Mamolo a una casa abbandonata, a Ravenna, nel verde.. .Lì i

brividi ti vengono perché è come se ti entra un'anima dentro la tua

anima. Senti una luce, però dopo ti viene, ti riempiono di tutto buio. Ma

io non ho creduto mai, perché ci sono quei ragazzi, poverini, che mi

fanno dispiacere, che hanno creduto nel diavolo e ne hanno la maternità.

E comandano qualcosa, non è che non comandano, veramente

comandano. Io conosco ragazzi che tipo fa paura ai ragazzi perché anche

il viso nostro quando sei con una persona può anche trasformare. Cioè

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come mette anima con anima con una persona, gli vedi un altro viso.

Però già il diavolo quando si trasferisce su di te, tu non devi credere che

è il diavolo, perché già come credi che è il diavolo sei rovinato: fai cose

volgari, non rispetti le donne, non rispetta neanche i suoi amici perché

ha dimenticato anche il suo livello di umanità di superiore. Perché c'è

gente che vive sulla terra che ha venduto l 'anima al diavolo. Ci sono

persone che dicono: “Io ho venduto l 'anima al diavolo, parla con me”.. Io

anche sono morto tante volte però non ho mai creduto che sono diavolo,

assolutamente, sono contro.. .Nemmeno angelo, credo che sono umano

schiavo di Dio, perché siamo tutti schiavi di Dio.. .E' altre cose

importanti nella vita: quando aiuti un fratello, quando hai una religione,

credi nelle religioni, perché credi nella pace. Per cui io sono musulmano,

ma sono qua e credo nelle tue chiese perché aiutano, c'è chi dice: “Non

ho parlato, non ho confessato”. Ti confessi come a un altro, ti confessi

con Gesù Cristo, come con tutte le persone.

F.: Per te è uguale?

K.: Si, si si. Ma perché erano fratelli , loro hanno voluto fare la pace, è

l 'umanità che pensa sempre che sei un approfittatore o qualcosa.. .pensa

come se te sei loro in questo mondo, e chi ti ascolta? Piazza Verdi, la

Montagnola? Chi ti ascolta? Uno ti dice davanti si, poi dietro fa un'altra

cosa. Ma loro hanno voluto la pace. E' la gente che non ha voluto la

pace. E' diventata politica, è diventata razzismo, è diventata tante cose

in questo mondo. Ma non è vero nulla per la gente che crede molto

molto, non bisogna prenderle queste cose del razzismo, dell ' islam, dei

kamikaze in nome di Dio. Non ci deve essere il nome di Dio. In nome di

Dio, dice l 'Islam, che non bisogna guardare nessuna anima di Dio, perché

nessuno ha la volontà di ammazzare un'anima, nessuno, nel mondo.

L'anima è di Dio, non bisogna toccarla perché sei superiore (…).

F.: Ritornando un po' indietro.. .quindi mi dicevi che nel tuo paese le voci

non erano un problema...

K.: No, no, assolutamente. Per me, anzi, mi sono sfidato il diavolo che io

credevo che era una cosa banale, perché da bambino ascoltiamo anche le

storie.. .

F.: Ma è successo anche ad altre persone che conoscevi, tuoi amici?

K.: No, no. Solo a me.

F.: E tua madre ti portava da qualcuno: guaritore, medico?

K.: No, dottore no, quelli che sono tipo preti che fanno gli esorcismi.

Quello me l 'hanno fatto una volta.

F.: Chi sono di preciso, come si chiamano in arabo?

K.: Sono dei preti della moschea, sono al-fqhi , non è sahar, non è quello

che fa magie. Quello non ti fa nulla, quello come vuoi un diavolo te lo

dà. Questo praticamente non ti fa nulla: acqua normale, prende un foglio

con scritto la cura, ti dice fai la doccia con l 'acqua normale. Solo ci

vuole la volontà di fare credere che sei forte, come i preti. . .come i preti,

non è magia, no.. .e non subito, ci vuole la volontà tua comunque, perché

lui ti spiega che devi avere la tua forza, perché altrimenti non puoi

sfidare il diavolo. Io infatti dormo fuori, dormo in cantina, nei parchi e

sempre c'è l 'anima che gira la sera come hai il respiro quando c'è aria, la

senti, t i giri . . .

F: La senti?

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K.: Si si, certi anni fa facevo delle prese che mi hanno fatto stare male.. .

F.: Delle prese?

K.: Si, nel senso di comportamenti che mi hanno portato.. .Tanto che ho

voluto sfidare tanto il diavolo la notte, nelle case abbandonate. Delle

volte la mia anima cambia. Quando ero in quel momento cambiava. Stavo

anche male, stavo diventando handicappato.. .mi sono fatto diciamo delle

cose così (. . .) .

P e r t u t t a l a s u a v i t a K . è s t a t o a c c o m p a g n a t o d a q u e s t e p r e s e n z e ,

m a e s s e h a n n o a s s u n t o c o n n o t a z i o n i e i m p o r t a n z a d i v e r s e i n b a s e a l l e

f a s i d e l l a s u a v i t a . K . p a r l a d i a l i e n i , d i s a n t i , d i a v o l i e n a t u r a ,

i n d i s t i n t a m e n t e : è u n f a n t a s t i c o i b r i d o c u l t u r a l e c h e h a r a c c o l t o i n s é l e

d i v e r s e r a p p r e s e n t a z i o n i d e l m o n d o e d e l l a v i t a . I l s u o u n i v e r s o

s i m b o l i c o d i r i f e r i m e n t o s f u g g e a q u a l s i a s i c a t e g o r i z z a z i o n e . Q u e l l o

c h e N a t h a n ( 1 9 9 6 ) d e f i n i s c e i n vo luc ro e s t e rno , c i o è q u e i m o d e l l i

c u l t u r a l i e a b i t u a l i d i r i f e r i m e n t o s e n z a c u i n e s s u n p r o c e s s o p s i c h i c o

p u ò s u s s i s t e r e , i n K . s i e s p r i m e c o m e l ' e m b l e m a d i u n a c u l t u r a c r e o l a

( B e n e d u c e , 2 0 0 4 ) i n c u i c r e a t i v a m e n t e s i i n t e r s e c a n o t r a d i z i o n i , s t i l i ,

r e l i g i o n i . M a n e l l a s u a c r e a z i o n e K . s e m b r a d a v v e r o a v e r i n c o r p o r a t o

a n c h e l e c o n t r a d d i z i o n i d e l l a s u a e s i s t e n z a e d e l s u o t e m p o , c h e p a r l a n o

d e i c o n f l i t t i t r a g l i u o m i n i , t r a I s l a m e O c c i d e n t e , t r a m o d e r n i t à e

t r a d i z i o n e . C o s ì l u i d a q u a n d o è i n I t a l i a v i v e c o n t i n u a m e n t e i n b a l ì a d i

q u e s t e v o c i e p r e s e n z e , a m i c h e e a v v e r s e , d i s a n t i e d i d i a v o l i , d i l o t t e

e d i p a c e . E d e s s e s i a r t i c o l a n o i n l u i s e c o n d o u n a f o r m a n a r r a t i v a c h e

a s s u m e l a v a l e n z a d i u n a m e m o r i a s t o r i c a i n c o r p o r a t a ( Q u a r a n t a ,

2006b ) .

Q u e s t e v o c i p a r l a n o , i n f a t t i , a n c h e d e l r a p p o r t o c o n l a s u a s o c i e t à

d ' o r i g i n e : t a n t o c h e q u a n d o e r a p i c c o l o p e r l u i e r a n o n o r m a l i q u e s t e

p r e s e n z e e p o i n o n c i p e n s a v a : “ P e r c h é l ì n o n c o n o s c e v o . . . c i o è

c o n o s c e v o i s a n t i , G e s ù C r i s t o e p o i g l i E b r e i , p e r ò e r o a c o n t a t t o s o l o

c o n l ' I s l a m . E p o i i n M a r o c c o e r o g i o v a n e , a v e v o l a f o r z a m i a , g l i

a m i c i , n o n m i s e m b r a v a d i s e n t i r e l e v o c i , m i s e m b r a v a u n a c o s a

n o r m a l e . . . ” A l l o r a è e v i d e n t e c o m e g l i e s i t i d e i s i n c r e t i s m i , q u a n d o

p o s s a n o e s s e r e c a r a t t e r i z z a t i d a o s t i l i t à , v i o l e n z a , e d e s c l u s i o n e , f o r s e

n o n a b b i a n o s e m p r e e s i t i p o s i t i v i ( B e n e d u c e , 2 0 0 4 ) . E g l i s e m b r a v a

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a t t i n g e r e l e s u e f o r z e d a l l a s u a c o m u n i t à , d a l l a s u a g e n t e c h e , u n a v o l t a

a b b a n d o n a t i , n o n l o s o r r e g g o n o p i ù . I n q u e s t o s t a t o d i m a l e s s e r e c ' è

a n c h e u n a s o r t a d i m i t i z z a z i o n e d e l l e o r i g i n i e d e l l ' a p p a r t e n e n z a :

c o l l o c a c o s ì l e s u e r a d i c i i n u n r a c c o n t o m i t i c o i n c u i m i n a r r a l a s t o r i a

d e l s u o p o p o l o c h e v i v e d a 9 0 0 . 0 0 0 a n n i s u l l a s t e s s a t e r r a : i b e r b e r i .

L u i è b e r b e r o d a e n t r a m b i i g e n i t o r i , n o n è a r a b o !

L a f r a t t u r a a v v e n u t a c o n l e p r o p r i e o r i g i n i , c o s ì p r e s t o , v e r s o

q u e s t o m o n d o c o s ì d e s i d e r a t o e i d e a l i z z a t o , m a a n c h e c o s ì d u r o e o s t i l e ,

h a e s a s p e r a t o s i c u r a m e n t e l e s u e d i f f i c o l t à a l l a c o s t r u z i o n e d e l l a s u a

e s i s t e n z a , p o r t a n d o l o a d u n a d i s p e r s i o n e e a d u n o s p a e s a m e n t o

e s i s t e n z i a l e : t r a s a n t i e d i a v o l i , G e s ù e M a o m e t t o .

L u i a v o l t e s e n t e d i a v e r s b a g l i a t o e a d u n c e r t o p u n t o m i d i c e : “ I o

e r o g i o v a n e e a v e v o f r e t t a d i f a r m i i l m i o s a l t o i n E u r o p a e i o l ' h o

f a t t o . A u n c e r t o p u n t o p e r ò , n o n h o s e n t i t o i m i e i g e n i t o r i , p e r c h é d a

q u a n d o s o n o q u i m i s e n t o c h e h o s b a g l i a t o . N o n t a n t o p e r l e p e r s o n e

c h e h o c o n o s c i u t o , p e r c h é m i h a f a t t o p i a c e r e c o n o s c e r e c h i h o

c o n o s c i u t o , m a p e r i l f a t t o c h e u n o n o n è t r o p p o s i s t e m a t o , p e r c h é i o c e

l ' a v r e i a c a s a m i a c a s a , l a v o r o , i l m a n g i a r e . . . ” .

E c c o c h e a l l o r a c o m p a r e q u e s t a t e n s i o n e t r a i l b i s o g n o d i c r e s c e r e

e i l s u o f a l l i m e n t o , a c u i c o r r i s p o n d e i l m a n c a t o r i s p e t t o d i

q u e l l 'o b b l i g o d e l s u c c e s s o (Ta l i an i , Vacch i ano , 2006 ) che ca r a t t e r i z za i

p r o g e t t i m i g r a t o r i . C i ò h a c r e a t o d e l l e s p a c c a t u r e i n t e r n e a l l a f a m i g l i a

( o r a r i s a n a t e ) , m a c h e d e v o n o a v e r r a d i c a l i z z a t o l a s u a e s i s t e n z a

a m b i v a l e n t e , c o n t i n u a m e n t e i n t e n s i o n e t r a f o r z e a v v e r s e e c o n t r a s t a n t i .

Le sue voc i a l l o r a evocano t u t t o ques to ed anche i l con t i nuo con t r a s to

t r a q u e l l ' i m m a g i n a r i o c h e a c c o m p a g n a l ' E u r o p a e l a s u a r e a l t à c h e

s p e s s o s i r i v e l a d e l u d e n t e , p e r c h é l ' e s c l u s i o n e d i K . q u i i n I t a l i a è l a

m e t o n i m i a d i q u e l l a p r i v a z i o n e e m a r g i n a l i z z a z i o n e c h e a v v e n g o n o a

s cap i t o d i i n t e r i spacca t i de l l a popo l az ione mond ia l e .

C o n t i n u a a l l o r a K . :

Nel 2006-2005, diciamo che mi sono stancato. Sono arrivato, mi sono

ricoverato in ospedale. Ma anche ora dico: perché mi ricoverano?

Perché l ' importante per me è il lavoro e la casa.

F.: Chi è che ti ricovera?

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K.: Il medico, quando si accorge.. .

F.: Sei tu che vai dal medico a dirgli che hai questi problemi?

K.: No, è la mia famiglia che mi hanno portato, perché io le voci le

sentivo, però una volta mi sono preso la corrente, vado in ospedale e

dico: “Guarda mi sono vibrato”. L'ho detto così: “Mi sono vibrato,

vibrato”. Loro non hanno capito vibrato. Mi hanno detto: “Questo è

matto, vada a Montebello”. E mi dicono: “Fumi?” Ho detto si. “Questo è

fumo di canne”. Allora già perché fuma di canne è matto. Mi hanno dato

un bicchiere di Valium, dopo sono svenuto e il giorno dopo mi sentivo

legato. Allora li ho mandati a quel paese, perché non si fa! Un bicchiere

di Valium...già una canna per me...Quello è venti canne o trenta canne

quel bicchiere di Valium. Sono trenta-quaranta canne, te lo dico io, come

dose di cervello, perché io fumo. Allora quel bicchiere che mi hanno

dato è come 25 g di fumo a fumare obbligato. Per forza che mi sballo!

F.: Secondo te il fatto che fumi non c'entra con le voci?

K.: No, no non c'entra.. .non c'entra nulla, veramente! Anzi delle volte

me le faccio per concentrarmi di più. Mi fumo una canna per

concentrarmi di più a vedere che cosa c'è intorno.

F.: Quando fumi ti vengono ugualmente le voci?

K.: Si, vengono, vengono. Anzi, in questi giorni mi sono stressato

veramente perché sentivo voci negative. A me quando mi parlano

negativo vuol dire: sono c.… perché veramente io con le persone,

diciamo, sono un po' timido di mio e quando guardo una ragazza,

conosco una ragazza, che mi guarda sto male perché dico: oddio, spero

che la mia ragazza non fa la stessa cosa: che sta con me ma guarda un

altro. Capito? Allora divento matto e dico: “Ma perché mi guarda?”

F.: Ma queste non sono voci.. .

K.: No, questi sono comportamenti che mi fanno fare le voci di più.

F.: Ma le voci cosa ti dicono?

K.: Ma tante cose, veramente. Dipende.. .dipende dalla giornata. Oggi mi

ricordo, mi sono svegliato e ho perso 50 euro, sono andato a cercarli non

li ho trovati. Anzi mi sono spariti da ieri a oggi tipo 70 euro. Mi sono

spariti e mi sono rimasti solo 10 euro.

F.: E cosa c'entrano le voci?

K.: C'entra perché anni fa mi sembrava tipo che Dio scherza o gli alieni

scherzano, perché mi spariscono i soldi sempre. Io penso sia un gioco di

loro per un altro, non lo so.. .per un altro che ha più bisogno, non

so.. .può essere. Però non so veramente, perché anni fa mi cadevano 500

euro, 200 euro e non li trovo, ma non perché me li rubano, però cadono

giuro. E oramai sono abituato che mi cadono i soldi, non sto a sfogarmi

per 50 euro intanto.. .ormai sono andati e non si trovano.

F.: Queste voci ti danno anche consigli?

K.: Si, molto, molto. Ormai ho imparato.. .Imparato che ci sono delle

cose che vanno fatte nella vita.

F.: Sai i nomi di queste voci? Sai da dove vengono?

K.: No, i nomi no. A volte guardo il cielo, ma dicono che non bisogna

guardarlo troppo: perché ci sono delle spiegazioni, scherzi. . . lo fanno

anche i bambini i giochi con le nuvole.. .fai il viso.. .hai presente? Però

non è quello, è altre cose.. .che quello che hai visto te, che hai vissuto, lo

vedi in cielo. Io una volta ho visto una faccia di alieno, veramente, nel

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cielo! Ma era alieno alieno!(Ride) Però a me piacciono, non ho paura,

perché non sono aggressivi, anzi mi credo che sono sensibili , che a

toccarli sono un po' sensibili . Respirano un'altra aria, sono un po'

sensibili , non è come il nostro corpo forte, solido.

F.: Quante volte sei stato ricoverato qui?

K.: Tantissimo. Io un romanzo potrei scrivere.

F.: Sono stati sempre i medici a farti ricoverare?

K.: No, delle volte ho voluto io dai. . .delle volte ho voluto io, certo. Però

quando ho voluto io sempre non mi hanno mandato. Dicono: “No, ma stai

bene, ragioni bene, vai a casa”.

F.: Perché volevi essere ricoverato?

K.: Per rilassarmi, per rilassarmi veramente. Perché fuori, i l rumore, la

strada, non voglio stare con nessuno, niente. Voglio che sto bene, allora

fuori mi portano anche delle cose un po' così.

F.: Cioè tu quando sei tra la gente ti senti male?

K.: Si, anche, molte volte si. Infatti per venire qua da solo.. .

F.: Cosa ti succede? Cosa senti?

K.: Ma ci sono delle cose.. .che a volte le altre persone ti danno fastidio e

allora io mi alzo e me ne vado. Ma questi sono comportamenti normali,

che chiunque può avere. A parte i problemi che ho veramente, a parte le

voci, perché lo so anche lo stress.. .Questa è un'altra cosa: stress di

lavoro e di documenti. . .Questo è uno stress per me. Come ho già lavoro e

queste cose, già mi sento solo le mie voci e sto bene.. .con il mio

televisore.. .Anzi parlo con tante cose che mi dà energia.

F.: Quindi quando hai lavoro e sei tranquillo le voci non ti danno

fastidio?

K.: No, no, ma ormai sono abituato.. .è quello. Io quando ho lavoro, ho

tutto, sono tranquillo. Per quello l 'ho chiamato stress. Io sono stressato

ma non per le voci, ma perché non ho lavoro, i documenti, le cose che mi

dicono loro è: “Vai qualunque strada prendi ce la fai”. Mi hanno dato

coraggio. Anzi delle volte mi prendo il treno, vado a Milano, sto una

settimana da Dio, senza soldi , senza niente. Chiedo: “Dammi, dammi”,

mi danno tutto. Sto lì , prendo intercity e torno, senza pagare né treno né

niente perché dicono no. E sempre queste voci mi aiutano, mi dicono:

“Guarda, nessuno ti fa niente di male”. Vado e non mi fanno niente.

F.: Ed è quando stai male che queste voci diventano negative?

K.: No, sono io che le faccio diventare cattive, perché sono inc… perché

non lavoro, mi sto a fissare su questo. Le voci dicono: “Vai casa tua,

sappiamo che stai bene”. Infatti sto bene a casa mia. Infatti ieri, l 'altro

ieri parlavo con mia madre e ho detto: “Cosa faccio?” E' una scelta, qua

sono stanco di mio. E mia madre ha confermato: “Vieni a casa tua, hai da

mangiare, da bere. Cosa vuoi ancora lì”. Mia madre è così, non è che mi

dice: “No, stai perché.. .”. Ha capito che non vanno le cose bene, perché

io sono qua ormai da 15 anni, da quando ho 13 anni, non ho intenzione di

stare tutta la vita clandestino, invisibile. Anzi vado in questura e mi

dicono che sono invisibile, che non mi trovano. Ci sono dei problemi che

mi portano lo stress.

O r a K . m i h a s p i e g a t o l ' i n t e r p r e t a z i o n e d e l l a s u a s o f f e r e n z a : n o n

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s o n o l e v o c i i n s é i l p r o b l e m a , m a l a s u a c o n d i z i o n e d i c l a n d e s t i n o

s e n z a l a v o r o c h e l o r e n d e i n v i s i b i l e . E ' q u e s t o c h e p o r t a l a

d e g e n e r a z i o n e d e l l e v o c i s t e s s e . L e s u e v o c i l o g u i d a n o i n q u e s t o

m o n d o d i c u i s e m b r a a v e r t i m o r e , e d è n e l l o “ s t r e s s ” c h e l u i p e r d e l a

s u a t r a n q u i l l i t à , e i l s u o m o n d o i n t e r i o r e , f a t t o d e l l e s u e p r e s e n z e , v a i n

c r i s i c o n l u i . I n q u e s t o s t a t o d i i n v i s i b i l i t à e g l i h a a v o l t e u t i l i z z a t o i l

r i c o v e r o p e r “ r i l a s s a r s i ” , q u a n t o p i ù c i ò c h e l o c i r c o n d a v a d i v e n i v a

i n soppo r t ab i l e .

P o s s i a m o r a v v i s a r e q u i q u e l l ' u s o d e l l a b i o m e d i c i n a c h e a b b i a m o

a n a l i z z a t o s o p r a , i n c u i i m i g r a n t i r i e s c o n o a t r o v a r v i l ' u n i c a f o r m a d i

r i conosc imen to a l l a p rop r i a i nd iv idua l i t à (Beneduce , 2004 ) . Tan to che

e g l i c o m i n c i a a l e g a r e a n c h e l a s u a p e r m a n e n z a r e g o l a r e i n I t a l i a a l s u o

s t a t o d i m a l a t o m e n t a l e . M a K . n o n u s a m a i l e c a t e g o r i e m e d i c h e p e r

d e f i n i r e i l s u o s t a t o , l u i s a c o l l o c a r e i l s i g n i f i c a t o d i c i ò c h e v i v e

a l l ' i n t e r n o d e l s u o u n i v e r s o d i s e n s o , m a c h e g l i a l t r i n o n r i e s c o n o a

c a p i r e p e r c h é s f u g g e n t e e a t i p i c o .

T u t t a v i a , l e d i a g n o s i b i o m e d i c h e h a n n o g e n e r a t o a n c h e e f f e t t i

p e r v e r s i p e r K . , p e r c h é l e c a t e g o r i e i n c u i è s t a t o p r e g i u d i z i e v o l m e n t e

i n s c r i t t o i n a l c u n e s t r u t t u r e , i n r e a l t à , h a n n o s e m p l i c e m e n t e r e i t e r a t o d i

n u o v o u n ' a l t r a f o r m a d i e s c l u s i o n e :

F.: Quali sono i posti dove sei stato ricoverato?

K.: Erano dei posti per i malati mentali.

F.: Come sei stato lì?

K.: Mah...bene, male. Però dai, delle volte ci si rilassa, delle volte ci si

stanca perché sei sempre dentro, chiuso, non aria, non sei libero. Per me

qualsiasi posto in cui ti mettono dentro, chiuso, ti tolgono un po' di

libertà. E' quello che non mi piace. Io anche sono abituato da piccolino

che mai preso medicine, non ho mai preso nulla.

F.: I medici ti davano molte medicine?

K.: Ti fanno pieno.

F.: Come era il rapporto con i medici? Capivano i tuoi problemi?

K.: C'era uno che aveva capito. Si chiamava M. Con lui eravamo ben

collegati. E' l 'unico che ha capito qualcosa, ma gli altri via. Con lui

parlavamo così, come parliamo noi, ridiamo, delle volte lo chiamo

zio.. .(ride). Ma perché lui si è interessato alla “presa”, quando mi viene

la “presa”. Lo dici a un dottore non ti può capire. Però a lui l 'ho

spiegato: quando ti viene il messaggio da sopra, non lo so dove arriva

nel cervello e ti manda quelle voci. Lui l 'ha capita questa. Perché io l 'ho

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capito da quando sono giovane, ma io te lo dico, però se tu non lo puoi

capire con le mie parole.. . .non è colpa mia. L'ho detto anche a lui: non

ho studiato l ' i taliano, come lo capisco, a modo mio, la spiegazione è che

arriva il messaggio, dopo esce la voce e dopo mi sento rispondere a

questa voce che ti ha risposto: cosa hai fatto, cosa non hai fatto.. . Lui

tante cose ha capito.

F.: Lui ti dava le medicine?

K.: Si si, ma sempre abbiamo cercato di migliorare. Dopo siamo usciti

con una medicina, metà pillola, da Dio, perché lui mi ha capito. Non è

che obbliga a prendere le medicina come altri dottori: “Ciao buonasera,

buonasera, ti do una dose in più”. Oh, chi te l 'ha detto questo? Ci siamo

appena conosciuti, diminuisci la dose casomai! No, con M. mi sono

trovato bene, ecco.

F.: Lui cercava di far scomparire le voci?

K.: Si, anche.

F.: Ma tu vuoi che queste voci se ne vadano via?

K.: Mah...Vanno, non vanno, ormai sono attaccate.

F.: Adesso qual è il tuo scopo?

K.: Il mio scopo è che vivo la mia vita così. Il mio obiettivo sarebbe il

lavoro, ecco. Lavoro, documenti e altre cose. Mi trovi veramente

stressato delle volte per lavoro, documenti, per questo sto all 'Usl.

F.: Ti fa stare bene andare al Centro di salute mentale?

K.: Si mi aiuta la medicina. Mi fa smettere di tremare, perché adesso

prendo una puntura, che è nuova, che sistema il cervello, non so.. .Dà

qualcosa nel cervello comunque, ci arriva qualcosa della puntura al

cervello.

F.: Stai meglio con questa medicina?

K.: Ma per me le medicine sono tutte uguali. C'è l 'effetto della medicina

che sale sale dopo 5-10 minuti e che non ti fa tremare più le gambe.

F.: Senti che stai migliorando?

K.: Mah...migliorando...A me delle voci non me ne frega niente. Io

quello che voglio migliorare è sui documenti e sul lavoro. Le altre cose,

si va avanti. Ora io ho bisogno di soldi per fare la pratica dall 'avvocato

per cercare di mettermi in regola. Tutto qui.

K . e s p r i m e a n c h e u n a c r i t i c a a l t r a t t a m e n t o p s i c h i a t r i c o e a l l a s u a

t e r a p i a f a r m a c o l o g i c a , c h e p o r t a a r i f l e t t e r e s u l l ' e f f e t t i v a e f f i c a c i a d i

u n a t e r a p i a o r i e n t a t a s e m p l i c e m e n t e a l l a c a t e g o r i z z a z i o n e d i a g n o s t i c a

con cu i t r a t t a r e i p az i en t i .

N e l l a c a r t e l l a d i K . c ' è s c r i t t o : p s i c o s i . I n q u e s t a c a t e g o r i a v i e n e

s t r e t t o t u t t o i l s u o m o n d o e l a s u a s o f f e r e n z a , m e n t r e è e v i d e n t e c o m e

l a s t o r i a d i K . r a cch iuda ne l d i s ag io una c r i t i c a i nca rna t a (Schepe r -

H u g h e s , 2 0 0 0 ) d e l l a s o c i e t à d i a c c o g l i e n z a , m a a n c h e d e l l e f r a t t u r e c o n

l a s o c i e t à d ' o r i g i n e e , a l i v e l l o p i ù a m p i o , d i q u e l l e d i n a m i c h e p o l i t i c h e

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t r a pa r t i d e l mondo , i n a s imm e t r i a e con f l i t t o , d i cu i l u i è pa r t e .

L a m e d i c i n a s e d a i l s u o v i g o r e o p p o s i t i v o , a n n i e n t a l a s u a p o r t a t a

e v e r s i v a , n o n d o t a n d o K . d e l l ' a i u t o d i c u i n e c e s s i t a . C e r t o l ' e f f i c a c i a

t e m p o r a n e a d e i f a r m a c i g l i p r o c u r a n o u n i m m e d i a t o s o l l i e v o f i s i c o , m a

n o n è q u e s t o l ' i m p o r t a n t e p e r K . , c h e n e l f r a t t e m p o v i e n e e s p r o p r i a t o

d e l s e n s o d e l s u o m a l e s s e r e .

Basag l i a ( c i t a t o i n A t t enas io , 2005 ) vede ne l t r a t t amen to

p s i c h i a t r i c o i s t i t u z i o n a l e l ' a n n i e n t a m e n t o d e l l a f o r z a d e l p a z i e n t e c h e s i

e s p r i m e a t t r a v e r s o l a f o l l i a , c o m e c o n t e s t a z i o n e e d o p p o s i z i o n e . L a s u a

è u n a c r i t i c a a l m a n i c o m i o , m a o g g i , a n c h e s e q u e s t a f o r m a d i c u r a è

s t a t a a b o l i t a , r i m a n e n e i c e n t r i d i s a l u t e m e n t a l e u n c e r t o i m p i a n t o

s p e r s o n a l i z z a n t e e d a l i e n a n t e l e g a t o a d u n a d i a g n o s i c h e p r i v a i l

p a z i e n t e d e l l a s u a s t o r i a , d e l l a s u a s p e c i f i c i t à e d e l l e r e s p o n s a b i l i t à

s o c i a l i d e l s u o m a l e s s e r e .

A l l o r a q u e s t e p r e s e n z e i n K . n o n p o s s o n o r a p p r e s e n t a r e u n a

s e m p l i c e a l t e r a z i o n e d e l l a s u a p s i c h e . I n f o n d o n o n c h i e d e c h e l e v o c i

s v a n i s c a n o , c h i e d e s o l o l a t r a n q u i l l i t à d i u n a v i t a “ r e g o l a r e ” , a n c h e i n

compagn i a de l l e sue voc i .

I n q u e s t o s e n s o l ' i n t e r v e n t o p s i c h i a t r i c o v a d e c l i n a t o v e r s o q u e l l a

c h e N a t h a n d e f i n i s c e c o m e u n ' e t n o p s i c h i a t r i a c h e s i a u n ' a r e a d i

i n d a g i n e e d i r i f l e s s i o n e , i n c u i l o p s i c h i a t r a s i l a s c i “ c o n t a m i n a r e ”

d a l l ' u n i v e r s o d i s e n s o d e l p a z i e n t e , i n u n a t e r a p i a i l c u i m e t o d o s i a

l ' u s o d e l l ' e p o c h è , c o m e s o s p e n s i o n e d i n o s o g r a f i e , c o n c e t t i c o d i f i c a t i e

s t a n d a r d i z z a t i , c o n u n a p p r o c c i o d e s t r u t t u r a t o d a u n p r i n c i p i o d i

r e c ip roc i t à con t i nuo (A t t enas io , 2005 ) .

E c c o a l l o r a c h e K . t r o v a i l g i u s t o t e r a p e u t a i n c h i c e r c a d i c a p i r e i

s u o i d i s c o r s i e d i e n t r a r e n e l s u o m o n d o , i n c h i “ è i n t e r e s s a t o a l l a

p r e s a ” , r e n d e n d o l o p a r t e a t t i v a d e l l a r e l a z i o n e t e r a p e u t i c a , a n c h e i n

q u e l l ' a m b i t o s t r e t t a m e n t e m e d i c o c h e è l a s o m m i n i s t r a z i o n e d e l

f a r m a c o .

E ' q u a n d o s i p r i v a n o l e p e r s o n e d e l l a p r o p r i a “ p r e s e n z a ” , s i a c o m e

c a p a c i t à d i a g i r e s u l m o n d o ( d e M a r t i n o , 1 9 7 8 ) c h e c o m e

r i c o n o s c i m e n t o , q u a n d o s i n e g a l a p o s s i b i l i t à d i n e g o z i a r e i t e r m i n i

d e l l a p r o p r i a e s i s t e n z a , c h e l a s o c i e t à d i v e n t a v i o l e n t a e l a s o f f e r e n z a

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me ta fo r a de l suo o rd ine impos to (Qua ran t a , 2006b ) .

I n f i n e K . m i c o n f e s s a d i e s s e r e s t a n c o d i q u e s t a I t a l i a c h e n o n l o

r i c o n o s c e , c h e n o n l o d e s i d e r a , e f o r s e t o r n e r à , o s a r à g i à t o r n a t o

o rma i , t r a l a sua gen t e .

N o n s o s e K . m i a b b i a r a c c o n t a t o d a v v e r o l a s u a s t o r i a , s e i f a t t i

s i a n o d a v v e r o a n d a t i c o m e l u i m i h a n a r r a t o : h o a v u t o s p e s so d e i d u b b i .

T u t t a v i a , a n c h e a t t r a v e r s o u n ' e v e n t u a l e m e n z o g n a , q u e s t i e r a n o i

m e s s a g g i c h e l u i v o l e v a a r r i v a s s e r o a d u n a s t u d e n t e s s a c h e s i “ o c c u p a

d i m ig ran t i ” .

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CAPITOLO 4

DIRITTO ALLA SALUTE E ASSISTENZA

SANITARIA

4.1 Lo stato di diritto alla salute

I l d i r i t t o a l l a s a l u t e r i e n t r a a l l ' i n t e r n o d i q u e i p r o c e s s i s t o r i c i e

p o l i t i c i c h e h a n n o v i s t o l ' i n c o n t r o d e l l ' i s t i t u z i o n e s t a t a l e c o n l a

b i o m e d i c i n a . L a c o n c e t t u a l i z z a z i o n e d e l l a s a l u t e è d i f a t t o u n o s p a z i o

p o l i t i c o a l l ' i n t e r n o d e l q u a l e s i a r t i c o l a n o e s i n o r m a t i v i z z a n o

d e t e r m i n a t i s t a t i d e l c o r p o e l e p r a t i c h e m e d i c h e i n c u i e s s o è

c o i n v o l t o .

C o m e a f f e r m a F a s s i n ( 1 9 9 6 ) l a s a l u t e è u n a c o s t r u z i o n e p o l i t i c a

o l t r e c h e c u l t u r a l e e l a s u a i d e n t i f i c a z i o n e c o m e d i r i t t o è s t r e t t a m e n t e

l e g a t a a d e t e r m i n a t e c o n d i z i o n i s t o r i c o - s o c i a l i , n o n c h é a s p e c i f i c h e

d inamiche d i po t e r e .

F o u c a u l t h a i d e n t i f i c a t o n e g l i a n n i f r a i l 1 9 4 0 e i l 1 9 5 0 i l d e c e n n i o

c r u c i a l e p e r u n a r i c o n f i g u r a z i o n e s i a e c o n o m i c a c h e p o l i t i c a d e l l a

s a l u t e , a c u i c o r r i s p o n d e t u t t a u n a r i o r g a n i z z a z i o n e s t a t a l e v o l t a a l l o

s t a t o s o c i a l e , u n o S t a t o c h e s i p r e n d e c u r a d e i s u o i c i t t a d i n i ( P i z z a ,

2 0 0 5 ) . E m b l e m a t i c o è i l “ R a p p o r t o B e v e r i d g e ” c h e , n a t o i n G r a n

B r e t a g n a , h a r a p p r e s e n t a t o i l m o d e l l o d i w e l f a r e s t a t e i n E u r o p a , i n c u i

l a p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e e m e r g e c o m e c o m p i t o f o n d a m e n t a l e d e l l o

S t a t o . L a s a l v a g u a r d i a d e l l a s a l u t e d e i c i t t a d i n i s c a r d i n a l ' a s s e t t o

p r e c e d e n t e m e n t e b a s a t o s u l l a n e c e s s i t à d i u n a p o p o l a z i o n e i n s a l u t e p e r

i l b e n e s s e r e d e l l o S t a t o , i n f a v o r e d i u n ' e l a r g i z i o n e d i s e r v i z i e d i

a s s i s t e n z a p e r q u e l l o c h e v i e n e r i t e n u t o u n d i r i t t o d e l l ' e s s e r e u m a n o i n

q u a n t o t a l e ( P i z z a , 2 0 0 5 ) .

F a s s i n ( 1 9 9 6 ) c o l l o c a q u e s t a a t t e n z i o n e a l l a s a l u t e a l l ' i n t e r n o d i u n

p e r c o r s o s t o r i c o e s o c i a l e c h e è s t r e t t a m e n t e l e g a t o a l l ' a f f e r m a z i o n e

d e l l o S t a t o c o m e u n i c o d e t e n t o r e d e l l ' u s o l e g i t t i m o d e l l a f o r z a ,

Page 139: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

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a t t r a v e r s o u n a c c e n t r a m e n t o d e l l a f o r z a p u b b l i c a e m i l i t a r e d o v e l a

v i o l e n z a , i n d i v i d u a l e e s o c i a l e , v i e n e a d e s s e r e d e l e g i t t i m a t a . S i a p r e

c o s ì l ' e p o c a d e l l a p a c i f i c a z i o n e d e i c o r p i , i n c u i l a v i o l e n z a e l a

s o f f e r e n z a d i v e n g o n o d i p e r t i n e n z a s t a t a l e . E ' u n c a m b i a m e n t o d i

m e n t a l i t à c h e d i f e n d e i l r i f i u t o d e l l a v i o l e n z a i n f l i t t a i n d i v i d u a l m e n t e e

de l sop ruso e se r c i t a t o su i co rp i .

L ' e s c l u s i o n e d i u n a v i o l e n z a d i l a g a n t e e i n c o n t r o l l a t a d e t e r m i n a

a p p u n t o l a t u t e l a d e l l a p o p o l a z i o n e n e l l a p r e s e r v a z i o n e d e l l e s u e

c o n d i z i o n i o t t i m a l i , a n c h e p e r c h é , c o m e h a e v i d e n z i a t o F o u c a u l t

( 2 0 0 5 ) , l a p o p o l a z i o n e d e l l o S t a t o d i v i e n e p r o g r e s s i v a m e n t e u n i n s i e m e

d i v i t e b i o l o g i c h e d i c u i a s s e c o n d a r e e i n d i r i z z a r e l e n o r m a l i f u n z i o n i

n a t u r a l i . L a s a l u t e d i v i e n e c o s ì l ' e m b l e m a d e l l a p a c i f i c a z i o n e d e i c o r p i

e f o r m a d i c o n t r o l l o s t a t a l e s u l l a p o p o l a z i o n e s t e s s a . T u t t a v i a , s e e s s a

h a r a p p r e s e n t a t o p e r t e m p o u n a g a r a n z i a d i f o r z e p r o d u t t i v e e m i l i t a r i

p e r l o S t a t o , è i n v e c e d a l l a m e t à d e l X X s e c o l o c h e e m e r g e c o m e

c o n d i z i o n e i m p r e s c i n d i b i l e p e r l a q u a l e l o S t a t o s t e s s o s i m e t t e a

s e rv i z io de l l ' i nd iv iduo .

M a F a s s i n ( 1 9 9 6 ) m e t t e i n g u a r d i a d a q u e s t a p a c i f i c a z i o n e d e i

c o r p i c o m e r e a l e a b o l i z i o n e d e l l a p e r p e t u a z i o n e d e l l a v i o l e n z a , p e r c h é

e s s a i n r e a l t à p e r s i s t e , m a è p i ù s u b d o l a e l a t e n t e . S e n o n s i e s p r i m e i n

u n a v i o l e n z a d i r e t t a , e s s a s i m a n i f e s t a s o t t o f o r m a d i d i s u g u a g l i a n z e

c h e i l s i s t e m a e c o n o m i c o c a p i t a l i s t i c o p o n e i n e s s e r e . A f f e r m a i n f a t t i :

“ M a s e g l i a t t i d i b r u t a l i t à l a s c i a n o d e l l e t r a c c e i m m e d i a t a m e n t e

p e r c e t t i b i l i , i r a p p o r t i d i p r o d u z i o n e c i f a n n o s p e s s o d e i d a n n i i n v i s i b i l i

e d i f f e r i t i . L a s o p p r e s s i o n e d e i s u p p l i z i p u b b l i c i e d e i c a s t i g h i

c o r p o r a l i h a l u o g o d o v e s i a r t i c o l a n o l e d i s p a r i t à d i o r i g i n e s o c i a l e ,

d a v a n t i a l l a m a l a t t i a e l a m o r t e . I l X V I I e X V I I I s e c o l o e u r o p e i

s e g n a n o c o s ì q u e s t o c a p o v o l g i m e n t o s t o r i c o d e l l ' i n c o r p o r a z i o n e d e l l e

s t r u t t u r e d e l p o t e r e c h e f a p a s s a r e d a u n t e m p o d o v e q u e l l e s i

i s c r i v e v a n o q u i b r u t a l m e n t e s u i c o r p i a d u n ' e r a n u o v a d o v e s i

e sp r imono i n s id io samen te ne i co rp i ” (Fa s s in , 1996 , p . 109 ) .

C o s ì , a p p u n t o , i n i z i a l ' e r a d e l l a s v o l t a s o c i a l e d e g l i S t a t i n a z i o n a l i

c h e b a s e r a n n o a n c h e i p r o p r i r a p p o r t i i n t e r n a z i o n a l i s u l r i s p e t t o d i

d i r i t t i s o c i a l i e s i s t e m i d i a s s i s t e n z a s o c i o - s a n i t a r i a . I d i b a t t i t i

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137

d e m o c r a t i c i v e d o n o n e l l a p o l i t i c a d e l l a s a l u t e u n o d e i t e m i c e n t r a l i p e r

l e a r ene e l e t t o r a l i ed i p rog rammi de i po l i t i c i .

A l i v e l l o i n t e r n a z i o n a l e i l p r i m o r i f e r i m e n t o a l l a s a l u t e c o m e

d i r i t t o e m e r g e n e l l a D i c h i a r a z i o n e u n i v e r s a l e d e i d i r i t t i d e l l ' u o m o .

T u t t a v i a s e l a m a g g i o r p a r t e d e i d i r i t t i v a a s c o n t r a r s i c o n i l i m i t i

i m p o s t i d a l l o s t a t o d i c i t t a d i n a n z a , e r i p r e s e n t a p u n t u a l m e n t e l a

d i a t r i b a t r a c i t t a d i n o e u o m o ( H a r r i s o n , 2 0 0 2 ) , f o r s e s o l o l a t u t e l a d e l l a

s a lu t e t r ova un r i conosc imen to p iù amp io e a t t uab i l e .

L ' a r t i c o l o 2 a f f e r m a c h e “ A d o g n i u o m o s p e t t a n o t u t t i i d i r i t t i e

t u t t e l e l i b e r t à e n u n c i a t e n e l l a p r e s e n t e D i c h i a r a z i o n e s e n z a d i s t i n z i o n e

a l c u n a p e r r a g i o n i d i r a z z a , d i c o l o r e , d i s e s s o , d i l i n g u a , d i r e l i g i o n e ,

d i o p i n i o n e p o l i t i c a o d i a l t r o g e n e r e , d i o r i g i n e n a z i o n a l e o s o c i a l e , d i

r i c chezza , d i na sc i t a o d i a l t r a cond i z ione” .

E a q u e s t ' u o m o u n i v e r s a l e v e n g o n o r i c o n o s c i u t i u n a s e r i e d i d i r i t t i

i n e r e n t i a l l a s a l u t e e a l b e n e s s e r e : n e l l ' a r t i c o l o 2 5 s i a f f e r m a i n f a t t i c h e

“ O g n i i n d i v i d u o h a d i r i t t o a u n t e n o r e d i v i t a s u f f i c i e n t e a g a r a n t i r e l a

s a l u t e e i l b e n e s s e r e p r o p r i o e d e l l a s u a f a m i g l i a , c o n p a r t i c o l a r e

r i g u a r d o a l l ' a l i m e n t a z i o n e , a l v e s t i a r i o , a l l ' a b i t a z i o n e , a l l e c u r e

m e d i c h e e a i s e r v i z i s o c i a l i n e c e s s a r i ; h a i l d i r i t t o a l l a s i c u r e z z a i n

c a s o d i d i s o c c u p a z i o n e , m a l a t t i a , i n v a l i d i t à , v e d o v a n z a , v e c c h i a i a o i n

o g n i a l t r o c a s o d i p e r d i t a d e i m e z z i d i s u s s i s t e n z a p e r c i r c o s t a n z e

i nd ipenden t i da l l a sua vo lon t à . ”

Q u e s t a D i c h i a r a z i o n e , c o m e g i à a b b i a m o a c c e n n a t o i n r i f e r i m e n t o

a l l a l e g i s l a z i o n e i n t e r n a z i o n a l e , s e g n a i l r i s v e g l i o d e l l ' u o m o d a l l a s u a

d e c a d e n z a t o t a l i t a r i s t a e s t e r m i n a t r i c e c o n l ' e s i g e n z a , d a u n l a t o , d i

g a r a n t i r e i l r i c o n o s c i m e n t o d i d i r i t t i p e r l ' u o m o i n q u a n t o t a l e ,

p r e s c i n d e n d o d a l l ' a n c o r a g g i o a l l a c i t t a d i n a n z a , d a l l ' a l t r o d i a r g i n a r e l e

d e r i v e d i u n s i s t e m a e c o n o m i c o d i m e r c a t o f l u t t u a n t e e i m p r e v e d i b i l e ,

c h e d i f a t t o a l i m e n t a d i n a m i c h e d i e s c l u s i o n e e c o n o m i c a . I l d i r i t t o a l l a

s a l u t e e a l l a p r e v i d e n z a s i c o n f i g u r a n o , q u i n d i , c o m e u n a l o t t a a l l e

d i s u g u a g l i a n z e e c o n o m i c h e c h e d e t e r m i n a n o u n a d i s p a r i t à a n c h e

r i s p e t t o a l l a p r e s e r v a z i o n e d e l l a v i t a e a l r i s c h i o d i m o r t e . S i p r o c e d e

c o s ì a l l a d e l i n e a z i o n e d i p r i n c i p i e d i r i t t i v o l t i a d u n a p a r i f i c a z i o n e

d e g l i u o m i n i p e r u n t r a t t a m e n t o p i ù e q u o e d e g u a l i t a r i o , s o p r a t t u t t o

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d i n n a n z i a l l e c o n t i n u e m i n a c c e d i p o v e r t à , m a l a t t i a , v i o l e n z a ,

s o t t o m i s s i o n e e d e s c l u s i o n e . L a d e f i n i z i o n e d i t a l i p r i n c i p i h a

c o s t i t u i t o , d i f a t t o , u n p a s s o f o n d a m e n t a l e p e r l a n o s t r a e p o c a , i n

q u a n t o h a r i d i s e g n a t o u n c o n c e t t o d i u o m o c h e , a l m e n o a l i v e l l o ide a l e ,

r a p p r e s e n t a u n p u n t o c a r d i n e n e l l a g e s t i o n e d i d i v e r s e t e m a t i c h e

p o l i t i c h e , t r a c u i , a p p u n t o , a n c h e l ' i m m i g r a z i o n e .

N e l l o s t e s s o a n n o è s t a t a f o n d a t a l ' O M S ( O r g a n i z z a z i o n e M o n d i a l e

d e l l a S a n i t à ) i l c u i i n t e n t o è q u e l l o d i p e r m e t t e r e a t u t t e l e p o p ol a z i o n i

i l r a g g i u n g i m e n t o d e l p i ù a l t o l i v e l l o p o s s i b i l e d i s a l u t e . I l s u o a t t o

c o s t i t u t i v o s a n c i s c e l a s a l u t e c o m e d i r i t t o , m a e l e m e n t o f o n d a m e n t a l e è

p r o p r i o i l c o n c e t t o d i s a l u t e d i c u i s i f a p r o m o t o r e : n o n s e m p l i c e m e n t e

m e r a a s s e n z a d i m a l a t t i a o d i i n f e r m i t à , m a c o n d i z i o n e s t r e t t a m e n t e

c o n n e s s a a d u n o s t a t o d i b e n e s s e r e c h e h a l e s u e r a d i c i a n c h e i n u n a

c o n d i z i o n e p s i c h i c a e s o c i a l e . C o s ì l a s a l u t e a c q u i s i s c e u n a d i m e n s i o n e

p i ù a m p i a , t r o v a n d o l a p r o p r i a c o l l o c a z i o n e n o n s o l o n e l c o p r o

o r g a n i c a m e n t e s a n o , m a n e l l ' i n t e r e z z a d e l l a p e r s o n a c o m e e s s e r e

soc i a l e .

I n q u e s t o s e n s o s i p a r l a d e i d e t e r m i n a n t i s o c i a l i d i s a l u t e c o m e

c o n d i z i o n i i n c u i l e p e r s o n e n a s c o n o , c r e s c o n o , v i v o n o e l a v o r a n o ,

i n c l u d e n d o a n c h e i l s i s t e m a s a n i t a r i o , e l e c u i c a u s e s o n o i n d i v i dua t e

n e l l a d i s t r i b u z i o n e d i d e n a r o , n e l p o t e r e e n e l l e r i s o r s e c h e i n t e r e s s a n o

l a d i m e n s i o n e g l o b a l e , n a z i o n a l e , n o n c h é l o c a l e , d o v e s o n o e s s e s t e s s e

i n f l u e n z a t e d a s c e l t e p o l i t i c h e18

.

Q u e s t a r i c o n f i g u r a z i o n e d e l l a s a l u t e h a u n a v a l e n z a e p o c a l e , i n

q u a n t o a n c h e i l c o n c e t t o d i m a l a t t i a i n q u e s t o m o d o v i e n e a d e s s e r e

r i c o n c e t t u a l i z z a t o : n o n p i ù s o l o p e r t i n e n t e a d u n a c o n d i z i o n e b i o l o g i c a

d e l l ' o r g a n i s m o , m a a n c h e a t t i n e n t e a l l e c o n d i z i o n i d i v i t a , a l l a

c o l l o c a z i o n e n e l l a s t r u t t u r a s o c i a l e , c o m e e s p r e s s i o n e d e l l ' a r b i t r i o t u t t o

p o l i t i c o d e l l e i s t i t u z i o n i . L ' u o m o s e m b r a c o s ì r i a c q u i s t a r e l a s u a

d i m e n s i o n e s o c i a l e . L o s c o p o p r i n c i p a l e d e l l ' O M S d i v i e n e p e r t a n t o

q u e l l o d i a g i r e s u i d e t e r m i n a n t i d i s a l u t e , c e r c a n d o d i i m p l e m e n t a r e e

d i g a r a n t i r e a n c h e u n a c c e s s o a l l e c u r e m e d i c h e e s a n i t a r i e i n m o d o p i ù

18

Questa è la definizione data dall'OMS dei determinanti sociali di salute, riportata sul sito.

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e q u o e p a r i t a r i o t r a l e v a r i e a r e e d e l m o n d o .

C o s ì i n I t a l i a s e m p r e n e l 1 9 4 8 , i n s i n t o n i a c o n i l q u a d r o l e g i s l a t i v o

i n t e r n a z i o n a l e , n e l l ' a r t i c o l o 3 2 d e l l a C o s t i t u z i o n e v i e n e s a n c i t a l a

t u t e l a d e l l a s a l u t e “ c o m e f o n d a m e n t a l e d i r i t t o d e l l ' i n d i v i d u o e i n t e r e s s e

d e l l a c o l l e t t i v i t à , e g a r a n t i s c e c u r e g r a t u i t e a g l i i n d i g e n t i ” .

L a d i f e s a d e l d i r i t t o a l l a s a l u t e e l a s u a i n t e r p r e t a z i o n e a m p i a e

soc i a l i z za t a , sop ra t t u t t o a l i ve l l o i n t e rnaz iona l e , hanno avu to mo l to

i m p a t t o i n q u e i s e t t o r i e a m b i t i p a r t i c o l a r m e n t e s e n s i b i l i a t a l e

q u e s t i o n e , t a n t o c h e e s s e s o n o s t a t e q u a s i n a t u r a l i z z a t e . N e l c o r s o d e l l e

m i e i n t e r v i s t e , i n f a t t i , s i a t r a i m e d i c i c h e t r a g l i o p e r a t o r i , i l d i r i t t o

a l l a s a l u t e e m e r g e c o m e f o n d a m e n t a l e e i n a l i e n a b i l e e d è a f f e r m a t o

c o m e p r i n c i p i o n o n n e g o z i a b i l e . A l l o s t e s s o m o d o l e d e f i n i z i o n i d i

s a l u t e s o n o t u t t e , a n c h e e s p l i c i t a m e n t e , o r i e n t a t e a r i c a l c a r e l ' a p p r o c c i o

o l i s t i c o d e l l ' O M S . E q u e s t e d i c h i a r a z i o n i d i v e n g o n o i p u n t i c a r d i n e , i

r i f e r imen t i pe r ogn i d i f e sa de l l a s a lu t e de l l e pe r sone .

N e l c o r s o d e g l i a n n i s i s o n o p e r i o d i c a m e n t e r i s o l l e v a t e q u e s t e

p r o b l e m a t i c h e a t t r a v e r s o l ' i s t i t u z i o n e d i p a t t i e t r a t t a t i : n e l 1 9 6 6

a b b i a m o I l p a t t o i n t e r n a z i o n a l e s u i d i r i t t i e c o n o m i c i , s o c i a l i e c u l t u r a l i

c h e a f f e r m a a l l ' a r t i c o l o 1 2 : “ O g n i s t r a n i e r o c h e v i v e n e l n o s t r o P a e s e

h a d i r i t t o d i g o d e r e d e l l e m i g l i o r i c o n d i z i o n i d i s a l u t e f i s i c a e m e n t a l e

c h e s i a i n g r a d o d i c o n s e g u i r e ” ; n e l 1 9 7 8 a d A l m a A t a s i è t e n u t a

u n ' i m p o r t a n t e c o n f e r e n z a i n t e r n a z i o n a l e o r g a n i z z a t a d a O M S e

U N I C E F , c h e h a c o i n v o l t o 1 3 4 P a e s i e 6 7 d e l e g a t i d e l l e N a z i o n i U n i t e e

n u m e r o s e O N G , p e r e l a b o r a r e u n p r o g e t t o d i s a l u t e g l o b a l e c h e a v r e b b e

d o v u t o a v e r e i p r i m i r i s u l t a t i n e l 2 0 0 0 . I l p r o g e t t o a p p u n t o a v e v a i l

t i t o l o d i : “ S a l u t e p e r t u t t i n e l l ' a n n o 2 0 0 0 ” . L a s t r a t e g i a d i b a s e d i

q u e s t o p r o g e t t o s i f o n d a v a s u d i v e r s i p u n t i c a r d i n e , t r a c u i :

d i s t r i b u z i o n e u n i f o r m e d e l l e r i s o r s e p e r l a s a l u t e e a s s i s t e n z a s a n i t a r i a

e s s e n z i a l e p e r t u t t i ; p a r t e c i p a z i o n e d e i c i t t a d i n i a l l a r e a l i z z a z i o n e d i

t a l i p r o g e t t i ; a d e g u a t e z z a d e l l e t e c n o l o g i e a l l e p o t e n z i a l i t à d e l P a e s e

i n t e r e s s a t o ; m o b i l i t a z i o n e d i s e t t o r i e c o n o m i c i e s o c i a l i p e r l a

r e a l i z z a z i o n e d i p r o g e t t i a s c o p o s a n i t a r i o . P e r c u i è a t t r a v e r s o

u n ' i m p l e m e n t a z i o n e d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a d i b a s e e l a f a c i l i t a z i o n e

n e l l ' a c c e s s o a d e s s a c h e s i è r a v v i s a t a l a s o l u z i o n e p e r i l s u p e r a m e n t o

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de l l e d i suguag l i anze (P i zza , 2005 ) .

Q u i t u t t a v i a e n t r a n o i n b a l l o a l t r i t e m i l e g a t i a l l a r e a l e p o s s i b i l i t à

d i a c c e d e r e a l l e r e g o l a r i z z a z i o n i , d i a c c e d e r e a l l a c i t t a d i n a n z a , n o n c h é

a l l e e f f e t t i v e o p p o r t u n i t à d i u n a p i e n a p a r t e c i p a z i o n e a l l a s o c i a l i t à

d e l l o S t a t o d i a c c o g l i e n z a . A f f e r m a i n f a t t i G e r a c i ( 2 0 0 4 ) l ' i m p o r t a n z a

d e l l a p r o m o z i o n e d i d i r i t t i s o c i a l i p i ù a m p i , s e n z a i q u a l i l ' e f f e t t i v a

r e a l i z z a z i o n e d e l d i r i t t o a l l a s a l u t e a p p a r e u t o p i c a e c i ò è a m p i a m e n t e

d i m o s t r a t o d a l l a c r e s c e n t e d i s u g u a g l i a n z a d i s a l u t e ( s i a a l l ' i n t e r n o d e i

s i n g o l i P a e s i , c h e t r a N o r d e S u d d e l m o n d o ) n o n o s t a n t e i p r o g r e s s i

d e l l a m e d i c i n a e u n a d i f f u s a d e m o c r a t i z z a z i o n e .

Un a l t r o f a t t o r e che s i cu r amen te i nc r emen ta l e d i f f i co l t à pe r l a

r e a l i z z a z i o n e d i u n d i r i t t o a l l a s a l u t e è l a p r i o r i t à d a t a a n c h e n e l l a

p r o m o z i o n e d e i d i r i t t i a l l a s f e r a e c o n o m i c a . I n f a t t i è e v i d e n t e c o m e l a

n e c e s s i t à d e g l i S t a t i d i r e a l i z z a r e p r o g r a m m i e i n t e r v e n t i s e m p r e a l l a

l u c e d e l l a m a s s i m i z z a z i o n e e c o n o m i c a , u n i t a a i p r o c e s s i d i

a z i e n d a l i z z a z i o n e d e l l a s a n i t à p u b b l i c a , p o s s a a v e r e a v u t o d e l l e

r i p e r c u s s i o n i s u l l a r e a l i z z a z i o n e d e l l e p o l i t i c h e d i p r o m o z i o n e d e l l a

s a l u t e . C o s ì g r a n p a r t e d e l d i b a t t i t o è i n c e n t r a t o s u i c o s t i

d e l l ' e r o g a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i e s u l p e s o e c o n o m i c o c h e t a l e f e t t a d i

p o p o l a z i o n e a v r e b b e s u l s i s t e m a s a n i t a r i o . E q u e s t o a s p e t t o r i g u a r d a

a n c h e l a d i s t r i b u z i o n e d e g l i a i u t i i n t e r n a z i o n a l i , a p p u n t o p e r c h é n e l l a

g e s t i o n e d e l l a s a n i t à p u b b l i c a s u b e n t r a n o d i n a m i c h e d i p o t e r e e

g u a d a g n i e c o n o m i c i , d o v e è i m p o r t a n t e e v i d e n z i a r e c o m e

l ' o r g a n i z z a z i o n e d e i p r o g e t t i d i s a l u t e e i f o n d i e c o n o m i c i s i a n o

s u b o r d i n a t i a n c h e a g l i i n t e r e s s i e c o n o m i c i e p o l i t i c i t r a S t a t i . I l f a t t o

c h e i l p r o g e t t o d e l l ' O M S s i a g e s t i t o d a l F o n d o m o n e t a r i o i n t e rn a z i o n a l e

e da l l a Banca mond ia l e è mo l to e loquen t e a t a l p ropos i t o (P i zza , 2005 ) .

T u t t a v i a l a s a l u t e è e n t r a t a a f a r p a r t e p i e n a m e n t e d e i d i r i t t i s o c i a l i

e l a s u a t u t e l a è r i c h i a m a t a a n c h e i n q u e i t r a t t a t i c h e n o n s i o c c u p i n o

s p e c i f i c a t a m e n t e d i s a l u t e e s a n i t à . T r o v i a m o c o s ì r i f e r i m e n t i n e l l a

C o n v e n z i o n e e u r o p e a d e i d i r i t t i d e l l ' u o m o p e r l a s a l v a g u a r d i a d e i d i r i t t i

e d e l l e l i b e r t à f o n d a m e n t a l i d e l 1 9 5 0 e n e l l a C o n v e n z i o n e d i N e w Y o r k

su l d i r i t t o de l f anc iu l l o de l 1989 . Ques t ' u l t ima ha da to un fo r t e i npu t i n

I t a l i a a l l a t u t e l a d e i m i n o r i e a l l a g a r a n z i a d i u n ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a

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141

c o m p l e t a a n c h e a l l a m a d r e i n g r a v i d a n z a a p r e s c i n d e r e d a l l a p r o p r i a

cond i z ione l ega l e .

A l i v e l l o e u r o p e o g i à n e l T r a t t a t o i s t i t u t i v o l a C o m u n i t à e u r o p e a

h a p r e v i s t o l a p r o t e z i o n e d e l l a s a l u t e , m e n t r e n e l T r a t t a t o d i M a a s t r i c h t

l a s a n i t à d i v i e n e c o m p e t e n z a d e l l a C o m u n i t à e u r o p e a s t e s s a . C o n l a

C o n v e n z i o n e s u i d i r i t t i d e l l ' u o m o e l a b i o m e d i c i n a d e l 1 9 9 7 , i n v e c e ,

v i e n e a s t a b i l i r s i l ' i m p e g n o p e r g l i S t a t i a g a r a n t i r e u n a c c e s s o e q u o

a l l e cu r e s an i t a r i e .

C ' è p e r ò d a c o n s t a t a r e c o m e l a d e f i n i z i o n e f o r m a l e d i t a l i t r a t t a t i

n o n c o r r i s p o n d a a d u n a r e a l e a t t u a z i o n e d i q u a n t o p r e v i s t o e c o m e ,

s o p r a t t u t t o i n r e l a z i o n e a i m i g r a n t i i r r e g o l a r i , i p r i n c i p i d e t t a t i

a s s u m a n o s f u m a t u r e d i v e r s e . S e i n f a t t i è l e g i t t i m o o c c u p a r s i d i a c c e s s o

a i s e r v i z i e d i p a r i o p p o r t u n i t à p e r l e c u r e a l l ' i n t e r n o d e l l a c a t e g o r i a

“ c i t t a d i n o ” , b e n p i ù d i f f i c i l e e i l l e g i t t i m o r i s u l t a o c c u p a r s i d i n o n

c i t t ad in i o comunque d i p r e senze i nv i s i b i l i .

C a s o e m b l e m a t i c o è l ' I t a l i a , d o v e n o n o s t a n t e l ' a r t i c o l o 3 2 d e l l a

C o s t i t u z i o n e s a n c i s c a u n d i r i t t o a l l a s a l u t e s v i n c o l a t o d a l l a c i t t a d i n a n z a

e d a l l e c a p a c i t à e c o n o m i c h e , i l r a g g i u n g i m e n t o d i u n a l e g g e c h e

g a r a n t i s c a p a r i o p p o r t u n i t à s a n i t a r i e t r a c i t t a d i n i i t a l i a n i e m i g r a n t i

r e g o l a r i , c o n p r e s t a z i o n i l i m i t a t e a g l i i r r e g o l a r i , è s t a t o f r u t t o d i u n

l ungo pe r co r so spe s so comba t tu to .

I n I t a l i a p e r a n n i l ' i m m i g r a z i o n e è s t a t a l a s c i a t a i n u n a p i e n a

d e r e g o l a m e n t a z i o n e e s e n z a a l c u n a t u t e l a , t a n t o m e n o d a l p u n t o d i v i s t a

s a n i t a r i o . T u t t a v i a l a p r e s e n z a s e m p r e p i ù c o s p i c u a d i m i g r a n t i n e l

p a n o r a m a s o c i a l e h a v i s t o p r o g r e s s i v a m e n t e l a n e c e s s i t à d i

p r o v v e d i m e n t i l e g i s l a t i v i v o l t i a t a m p o n a r e e a d a r g i n a r e l e

p r o b l e m a t i c h e s a n i t a r i e p i ù p r e s s a n t i , p e r l o p i ù s i t u a z i o n i c o n t i n g e n t i ,

c h e n o n h a n n o p e r ò g a r a n t i t o l ' a c c e s s o a l l e c u r e e l a f r u i b i l i t à d e l l e

s t r u t t u r e s a n i t a r i e a m o l t i d e i m i g r a n t i p r e s e n t i s u l t e r r i t o r i o i t a l i a n o .

L ' i m p r e s s i o n e è c h e l a p o s s i b i l i t à d i a c c e s s o a l l e c u r e s i a s t a t a d i

vo l t a i n vo l t a mode l l a t a su c r i t e r i d i c l a s s i f i c az ione che hanno t e so ad

u n a s o r t a d i p e n a l i z z a z i o n e d i c h i n o n a v e s s e d e t e r m i n a t i r e q u i s i t i , a d

e s e m p i o p e r a n n i u n c r i t e r i o d i f f e r e n z i a l e e r a i l l a v o r o r e g o l a r e , c h e

e s c l u s e d a u n a p i e n a t u t e l a p r o p r i o q u e l l e f a s c e d e l l a p o p o l a z i o n e p i ù a

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r i s ch io .

I l s i s t e m a s a n i t a r i o n a s c e i n I t a l i a c o n l e m u t u e , s i s t e m i

a s s i c u r a t i v i l e g a t i s o l o e d e s c l u s i v a m e n t e a l l e c a t e g o r i e p r o f e s s i o n a l i .

I l n e s s o a s s i s t e n z a s a n i t a r i a - l a v o r o è u n l e g a m e m o l t o s t r e t t o , l e g a t o a d

u n d i r i t t o a l l a s a l u t e c h e v e d e u n r i c o n o s c i m e n t o i n r e l a z i o n e a n c h e a l l e

d i s p o n i b i l i t à e c o n o m i c h e . C o s ì a n c h e l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a c o n c e s s a a i

m i g r a n t i r i s u l t a e s s e r e i l f r u t t o d i a t t e n t i c a l c o l i c h e m i r i n o a d

i n t e rven t i d i o t t im izzaz ione economica .

N o n o s t a n t e l a l e g i s l a z i o n e i t a l i a n a a b b i a p o i , c o n l a

n a z i o n a l i z z a z i o n e d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a , s v i n c o l a t o q u e s t ' u l t i m a

d a l l a c o l l o c a z i o n e l a v o r a t i v a p e r i c i t t a d i n i i t a l i a n i , e s s a h a f a t t o

d i f f i c o l t à a p r e d i s p o r r e u n e q u o t r a t t a m e n t o p e r i m i g r a n t i , a n c h e s e

r ego l a r i .

Pos s i amo , qu ind i , f a r pa r t i r e un b r eve r e socon to l eg i s l a t i vo

s u l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a g l i s t r a n i e r i i n I t a l i a d a l 1 9 7 8 c o n l a l e g g e 2 3

a l l ' a r t i c o l o 6 3 , a t t r a v e r s o l a q u a l e è s t a t o i s t i t u i t o i l S e r v i z i o S a n i t a r i o

N a z i o n a l e , e s t e n d e n d o l ' a s s i c u r a z i o n e o b b l i g a t o r i a a t u t t i i c i t t a d i n i ,

m a n o n a g l i s t r a n i e r i , p e r i q u a l i f u d i s p o s t a l a p o s s i b i l i t à d i i s c r i z i o n e

a l S S N a t i t o l o v o l o n t a r i o c o n d e c r e t o d e l 1 9 7 9 n . 6 6 3 ( l e g g e d i

c o n v e r s i o n e n . 3 3 d e l 1 9 8 0 ) , e s t e n d e n d o q u i n d i l a c o n c e s s i o n e d i

i s c r i z i one anche a i non l avo ra to r i .

C o n l e l e g i s l a z i o n i s u c c e s s i v e19

i n m a t e r i a s a n i t a r i a s i è d a t a l a

p r i o r i t à a l l ' i n s e r i m e n t o d e g l i i m m i g r a t i r e g o l a r i e c i s i è b a s a t i s u u n a

c o n t i n u a r e i t e r a z i o n e d e l l e d i s p a r i t à d i t r a t t a m e n t o t r a g l i s t e s s i

m i g r a n t i , e t r a m i g r a n t i e i t a l i a n i , d o v e l ' a c c e s s o a l l e c u r e v e d e v a u n a

f o r t e d i f f e r e n z i a z i o n e r i s p e t t o a l l ' a t t i v i t à l a v o r a t i v a e d a l l e e n t r a t e

e c o n o m i c h e d e g l i i n d i v i d u i : u n d i r i t t o a l l a s a l u t e l e g a t o a l l a

p r o d u t t i v i t à e c o n o m i c a . S i c u r a m e n t e t u t t o c i ò n o n f a c i l i t a v a n é u n

a c c e s s o a i s e r v i z i , n é u n ' e f f e t t i v a f r u i b i l i t à d e l l e p r e s t a z i o n i , c o s ì l a

r e a l i z z a z i o n e d i q u e s t e l e g g i è s t a t a s e c o n d o G e r a c i “ u n d i r i t t o a l l a

s a l u t e n e g a t o p e r l e g g e a i c l a n d e s t i n i e n a s c o s t o a i r e g o l a r i ” ( G e r a c i ,

2004 ; p . 24 ) .

19

Ci riferisce alla legge n 943/1986 e alla legge n. 39/1990.

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143

L a p r e s s i o n e p e r u n ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a p i ù a p e r t a e p a r i t a r i a è i n

s e g u i t o v e n u t a d a l l e d i v e r s e c o m p o n e n t i s o c i a l i c h e s i o c c u p a v a n o s u l

t e r r i t o r i o d i r i s p o n d e r e a i b i s o g n i d i m i g r a n t i e d e m a r g i n a t i , d i

c o n c e r t o c o n l e f o r z e p o l i t i c h e e m i n i s t r i , c h e è c o n f l u i t a n e l d e c r e t o

l e g g e 4 8 9 d e l 1 9 9 5 i n c u i è s t a t o r e c e p i t o i l d i r i t t o a l l a s a l u t e i n t e s o

c o m e d i r i t t o p e r g l i i m m i g r a t i r e g o l a r i e n o n , n o n s o l o p e r c u r e

s t r a o r d i n a r i e , m a a n c h e p r e v e n t i v e e c o n t i n u a t i v e ( G e r a c i , 2 0 0 4 ) .

L ' a c c e s s o a l l e s t r u t t u r e d a p a r t e d i i r r e g o l a r i h a p r e v i s t o i l d i v i e t o d i

s e g n a l a z i o n e a l l e p u b b l i c h e a u t o r i t à , s a l v o n e i c a s i d i o b b l i g o d i r e f e r t o

( c o m e p e r i c i t t a d i n i i t a l i a n i ) , e l a t u t e l a è s t a t a e s t e s a a l l a m a t e r n i t à e

a l l a g r av idanza .

E ' i n t e r e s s a n t e n o t a r e c o m e l a n o r m a z i o n e d e g l i a n n i n o v a n t a i n

m a t e r i a d i d i r i t t o a l l a s a l u t e e a s s i s t e n z a s a n i t a r i a , t u t t a v i a , r i e n t r i i n

q u e l c l i m a d i p r o g r e s s i v a r e g o l a m e n t a z i o n e p e r l ' i n g r e s s o e i l s o g g i o r n o

d e i m i g r a n t i c h e v e d e v a m i s u r e s e m p r e p i ù r e s t r i t t i v e e s e v e r e . S o n o

q u e s t i g l i a n n i i n c u i s o n o s t a t i p r e d i s p o s t i i p r i m i C P T , i p r i m i

p r o v v e d i m e n t i d i e s p u l s i o n e e l e q u o t e d i i n g r e s s o p e r l a v o r o . P e r c u i

a d u n a p e r c e z i o n e s e m p r e p i ù v i v a d e l l ' i m m i g r a z i o n e c o m e p r o b l e m a d i

s i c u r e z z a c o r r i s p o n d e u n i n a s p r i m e n t o d e l l e n o r m e p o l i t i c h e e d u n

m a g g i o r i n s e r i m e n t o d e g l i s t r a n i e r i n e l l ' a l v e o d e i c o n t r o l l i s a n i t a r i .

L ' i m m i g r a t o v i e n e r a p p r e s e n t a t o c o m e u n p o t e n z i a l e p e r i c o l o s a n i t a r i o

e l a m e d i c i n a a c c o m p a g n a l a p o l i t i c a n e l l a p r e s e r v a z i o n e d e l l a

s i cu r ezza de l l a popo l az ione .

A l l a f i n e d e l 1 9 9 6 l ' i m p o s s i b i l i t à d i r e i t e r a r e i l d e c r e t o d e l 1 9 9 5 h a

d i nuovo c r ea to un vuo to no rma t ivo , co lma to con o rd inanze min i s t e r i a l i

s u l l a s c i a d e l l e p r e c e d e n t i d i s p o s i z i o n i , f i n o a l l a d e f i n i t i v a

r e g o l a m e n t a z i o n e d e l l ' i m m i g r a z i o n e d e l 1 9 9 8 c h e r i t r o v i a m o a n c o r a

o g g i n e l T e s t o u n i c o d e l l e d i s p o s i z i o n i c o n c e r n e n t i l a d i s c i p l i n a

d e l l ' i m m i g r a z i o n e e n o r m e s u l l a c o n d i z i o n e d e l l o s t r a n i e r o20

.

I l T e s t o U n i c o s i c o l l o c a , n e l l ' i n t e n t o d e l g o v e r n o P r o d i , c o m e u n a

r e g o l a m e n t a z i o n e c h e s u p e r i l a l o g i c a d e l l ' e m e r g e n z a i n m a t e r i a

d ' i m m i g r a z i o n e , p e r f a v o r i r e p e r c o r s i c h i a r i e l i m p i d i s u l l ' a c c e s s o e i l

20

Il Testo Unico incorpora tutte le disposizioni della legge 40, integrandola con alcuni dispositivi presenti in

leggi precedenti

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144

s o g g i o r n o i n I t a l i a . I l m o t t o è , c o m e g i à e v i d e n z i a t o n e l p r i m o c a p i t o l o ,

q u e l l o d e l l a “ s i c u r e z z a e s o l i d a r i e t à ” . S i c u r e z z a a n c h e n e l l ' a m b i t o

s a n i t a r i o , i n q u a n t o l ' a l l a r m i s m o l e g a t o “ a l l ' i n v a s i o n e d e g l i i m m i g r a t i ”

v e d e v a u n t i m o r e d i t i p o e p i d e m i o l o g i c o c h e n e c e s s i t a v a d i u n ma g g i o r e

i n t e r v e n t o d e l l a s a n i t à p u b b l i c a . L ' a p p o r t o m e d i c o , d i f a t t o , s i è

e s p l i c a t o c o m e r i c o n o s c i m e n t o d i u n d i r i t t o , m a a n c h e c o m e s t r u m e n t o

p o l i t i c o d i c o n t r o l l o e d i s a l v a g u a r d i a d e l l a p o p o l a z i o n e i t a l i a n a .

I l T e s t o U n i c o d e l 1 9 9 8 s i o c c u p a d e l d i r i t t o a l l a s a l u t e e

a l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a g l i s t r a n i e r i i n t r e a r t i c o l i , c h e è i m p o r t a n t e

r i po r t a r e pe r comprende re l e a t t ua l i po l i t i che s an i t a r i e :

- L ' a r t i c o l o 3 4 c o n t i e n e l e r e g o l e p e r g l i s t r a n i e r i r e g o l a r m e n t e

s o g g i o r n a n t i s u l t e r r i t o r i o , n e l l o s p e c i f i c o : “ G l i s t r a n i e r i

r e g o l a r m e n t e s o g g i o r n a n t i c h e a b b i a n o i n c o r s o r e g o l a r i a t t i v i t à d i

l a v o r o a u t o n o m o o s u b o r d i n a t o o s i a n o i s c r i t t i n e l l e l i s t e d i

c o l l o c a m e n t o ” ( c o m m a 1 ) e “ G l i s t r a n i e r i r e g o l a r m e n t e

s o g g i o r n a n t i c h e a b b i a n o r i c h i e s t o i l r i n n o v o d e l t i t o l o d i

s o g g i o r n o , p e r l a v o r o s u b o r d i n a t o , p e r l a v o r o a u t o n o m o , p e r m o t i v i

f a m i l i a r i , p e r a s i l o p o l i t i c o , p e r a s i l o u m a n i t a r i o , p e r r i c h i e s t a d i

a s i l o , p e r a t t e s a d i a d o z i o n e , p e r a f f i d a m e n t o , p e r a c q u i s t o d e l l a

c i t t ad inanza . ” ( comma 2 ) . Pe r ques t e c a t ego r i e l ' i s c r i z i one a l SSN

è u n d i r i t t o / d o v e r e c h e c o n s e n t e a t a l i c i t t a d i n i s t r a n i e r i l a p a r i t à

d e i t r a t t a m e n t i , d e l l e c u r e s a n i t a r i e e d e g l i o b b l i g h i c o n t r i b u t i v i ,

c o n i c i t t a d i n i i t a l i a n i e d è e s t e s a a n c h e a i f a m i l i a r i a c a r i c o

r ego l a rmen te sogg io rnan t i .

E ' p o i p r e v i s t a l ' i s c r i z i o n e v o l o n t a r i a a l S S N p e r c i t t a d i n i s t r a n i e r i

c o n p e r m e s s o d i s o g g i o r n o s u p e r i o r e a t r e m e s i , a e s c l u s i o n e d i

s t u d e n t i e p e r s o n e a l l a p a r i c h e p o s s o n o i s c r i v e r s i a n c h e p e r

p e r i o d i p i ù b r e v i , m a p e r i q u a l i n o n c ' è l ' e s t e n s i o n e p e r i f a m i l i a r i

a c a r i c o . L ' a l t e r n a t i v a a l l ' i s c r i z i o n e a l S S N è l a s t i p u l a d i

un ' appos i t a po l i z za a s s i cu r a t i va .

- L ' a r t i c o l o 3 5 r e g o l a l ' e r o g a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i a g l i s t r a n i e r i

n o n i s c r i t t i a l S S N , s i a n o e s s i r e g o l a r i o n o n c o n l e n o r m e s u l

p e r m e s s o d i s o g g i o r n o . P e r c o l o r o c h e s o n o i n r e g o l a , m a c h e n o n

r i e n t r a n o n e l l e c a t e g o r i e m e n z i o n a t e d a l l ' a r t i c o l o 3 4 , s o n o p r e v i s t e

Page 148: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

145

l ' e r o g a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i o s p e d a l i e r e u r g e n t i c o n p a g a m e n t o

d e l l e r e l a t i v e t a r i f f e a l l a d i m i s s i o n e e l e p r e s t a z i o n i s a n i t a r i e d i

e l e z i o n e p r e v i o p a g a m e n t o d e l l e r e l a t i v e t a r i f f e .21

I no l t r e sono

p o s s i b i l i p r e s t a z i o n i o s p e d a l i e r e n o n u r g e n t i d a l S S N , f e r m o

r e s t a n d o i l p a g a m e n t o p r e v e n t i v o . S o n o i n o l t r e c o n s i d e r a t i a n c h e

a c c o r d i i n t e r n a z i o n a l i d i r e c i p r o c i t à p e r l ' e r o g a z i o n e d e l l e

p r e s t a z i o n i s a n i t a r i e , c h e s e g u o n o i f o r m u l a r i p r e v i s t i d a i d e t t i

a cco rd i .

E ' p r e v i s t o c h e i “ c i t t a d i n i s t r a n i e r i p r e s e n t i s u l t e r r i t o r i o

n a z i o n a l e , n o n i n r e g o l a c o n l e n o r m e r e l a t i v e a l l ' i n g r e s s o e a l

s o g g i o r n o v e d a n o a s s i c u r a t e n e i p r e s i d i a c c r e d i t a t i : l e c u r e

a m b u l a t o r i a l i e d o s p e d a l i e r e u r g e n t i o c o m u n q u e e s s e n z i a l i ,

a n c o r c h é c o n t i n u a t i v e , p e r m a l a t t i a e i n f o r t u n i o ; i n t e r v e n t i d i

m e d i c i n a p r e v e n t i v a e p r e s t a z i o n i d i c u r a a d e s s i c o r r e l a t e , a

s a l v a g u a r d i a d e l l a s a l u t e i n d i v i d u a l e e c o l l e t t i v a ” . S o n o i n

p a r t i c o l a r e g a r a n t i t i : l a t u t e l a d e l l a g r a v i d a n z a e d e l l a m a t e r n i t à , l a

t u t e l a d e l l a s a l u t e d e l m i n o r e , l e v a c c i n a z i o n i , g l i i n t e r v e n t i d i

p r o f i l a s s i i n t e r n a z i o n a l e , l a p r o f i l a s s i , d i a g n o s i e c u r a d e l l e

m a l a t t i e i n f e t t i v e e d e v e n t u a l e b o n i f i c a d e i r e l a t i v i f o c o l a i .

P e r c u r e u r g e n t i s i i n t e n d o n o l e c u r e c h e n o n p o s s o n o e s s e r e

d i f f e r i t e s e n z a i l p e r i c o l o p e r l a v i t a o d a n n o p e r l a s a l u t e d e l l a

p e r s o n a ; m e n t r e p e r c u r e e s s e n z i a l i s i i n t e n d o n o l e p r e s t a z i o n i

s a n i t a r i e d i a g n o s t i c h e e t e r a p e u t i c h e r e l a t i v e a p a t o l o g i e n o n

p e r i c o l o s e n e l l ' i m m e d i a t o e n e l b r e v e t e r m i n e , m a c h e n e l t e m p o

p o t r e b b e r o d e t e r m i n a r e c o m p l i c a n z e , c r o n i c i z z a z i o n i o

a g g r a v a m e n t i , c o n m a g g i o r e d a n n o a l l a s a l u t e o r i s c h i p e r l a v i t a .

P e r l ' i n f e r m o è i n o l t r e g a r a n t i t a l a c o n t i n u i t à d e l l e c u r e p e r l a

r i so luz ione de l l ' even to morboso .

P e r q u a n t o c o n c e r n e i l p a g a m e n t o d e l l e p r e s t a z i o n i t a l e a r t i c o l o

p r e v e d e c h e q u e s t e s i a n o e r o g a t e s e n z a o n e r i a c a r i c o d e g l i

s t r a n i e r i i r r e g o l a r i q u a l o r a p r i v i d i r i s o r s e e c o n o m i c h e , f a t t e s a l v e

l e q u o t e d i p a r t e c i p a z i o n e a l l a s p e s a a p a r i t à d i c o n d i z i o n i c o n i l

21

Sono determinate dalle Regioni e dalla Province autonome ai sensi dell'art.8, cc. 5 e 7, del Decreto legislativo

1992 n. 502 e successive modificazioni.

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c i t t ad ino i t a l i ano .

I m p o r t a n t e , i n o l t r e , è i l c o m m a 5 d e l l o s t e s s o a r t i c o l o c h e p r e v e d e

l ' a c c e s s o a l l e s t r u t t u r e s a n i t a r i e a g l i i r r e g o l a r i s e n z a c h e c i ò

c o m p o r t i a l c u n a s e g n a l a z i o n e a l l e a u t o r i t à d i p u b b l i c a s i c u r e z z a ,

s a l v o i c a s i i n c u i s i a o b b l i g a t o r i o i l r e f e r t o i n p r e s e n z a d i f a t t i d i

r i l e v a n z a p e n a l e o d i r e s p o n s a b i l i t à c i v i l e , a p a r i t à c o n i l c i t t a d i n o

i t a l i ano .

L e s p e s e i n s o l u t e p e r i n d i g e n z a , a c a r i c o d e l M i n i s t e r o

d e l l ' i n t e r n o , v a n n o a d a t t i n g e r e a l l e d i s p o n i b i l i t à d e l F o n d o

s a n i t a r i o n a z i o n a l e c o n u n a r i d u z i o n e d e i p r o g r a m m i r i f e r i t i a g l i

i n t e rven t i d i emergenza .

- L ' a r t i c o l o 3 6 d e f i n i s c e i n f i n e l e c o n d i z i o n i p e r l ' i n g r e s s o e i l

s o g g i o r n o p e r c u r e m e d i c h e . E s s o p r e v e d e c h e s i o t t e n g a u n v i s t o

p e r c u r e p e r i l p a z i e n t e e d u n a c c o m p a g n a t o r e p r e s e n t a n d o u n a

d i c h i a r a z i o n e d e l l a s t r u t t u r a s a n i t a r i a s c e l t a , i l t i p o d i c u r a , d a t a e

d u r a t a d e l l a c u r a , d e p o s i t o c a u z i o n a l e e d o c u m e n t a z i o n e d i v i t t o e

a l l o g g i o . T a l e p e r m e s s o d i s o g g i o r n o p u ò a v v e n i r e a n c h e p e r

i n t e r v e n t i u m a n i t a r i , p r e v i a a u t o r i z z a z i o n e d e l M i n i s t e r o d e l l a

S a n i t à e d e l M i n i s t e r o d e g l i a f f a r i e s t e r i e d h a d u r a t a p a r i a l l e

n e c e s s i t à t e r a p e u t i c h e , e p u ò e s s e r e q u i n d i p r o r o g a t o q u a l o r a

r i t e n u t o n e c e s s a r i o a i f i n i t e r a p e u t i c i . S o n o e s c l u s e l e d i s p o s i z i o n i

i n ma t e r i a d i p ro f i l a s s i i n t e rnaz iona l e .

Q u e s t e d i s p o s i z i o n i n o r m a t i v e h a n n o c e r c a t o d i i n s e r i r e p r i n c i p i d i

p a r i t à p e r l ' a c c e s s o a l l e p r e s t a z i o n i s a n i t a r i e t r a s t r a n i e r i r e g o l a r i e

c i t t a d i n i i t a l i a n i , p r e v e d e n d o a n c h e u n a s e r i e d i t u t e l e a g l i s t r a n i e r i

i r r e g o l a r i a t t r a v e r s o i l r i c o n o s c i m e n t o d e l d i r i t t o a l l a s a l u t e c o m e

d i r i t t o u m a n o f o n d a m e n t a l e . C o s ì , r i s p e t t o a l l e p r i m e p r e d i s p o s i z i o n i

n o r m a t i v e i n m a t e r i a d i s a n i t à , s i è a v u t o u n o s c o l l a m e n t o

d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a d a l l a c o n d i z i o n e l a v o r a t i v a , p e r d i v e n i r e

s e m p r e p i ù t u t e l a d e l d i r i t t o a l l ' e s i s t e n z a b i o l o g i c a , u n d i r i t t o d i t i p o

u m a n i t a r i o : d a c o r p o d a l a v o r o a c o r p o m a l a t o ( S a y a d , 2 0 0 2 ) t a n t o d a

i s t i t u i r e l a pos s ib i l i t à d i un sogg io rno r ego l a r e pe r cu r e med i che .

L a p r o g r e s s i v a i n c l u s i v i t à d e l l a l e g i s l a z i o n e i n m a t e r i a s a n i t a r i a è

s i c u r a m e n t e l e g a t a a l c a r a t t e r e p i ù i n c i s i v o d e l l a p r e s e n z a i m m i g r a t a , i n

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c u i a n c h e l ' a u m e n t o d e i p r o g e t t i d i p e r m a n e n z a d e f i n i t i v a d e g l i

s t r a n i e r i h a r e s o n e c e s s a r i o u n a r e g o l a m e n t a z i o n e p i ù a t t e n t a c h e

d e f i n i s s e b e n e i l i m i t i e l e p o s s i b i l i t à d ' a z i o n e ( G e r a c i , 2 0 0 4 ) e c i ò h a

r a p p r e s e n t a t o u n a v i t t o r i a d e g l i a u s p i c a t i p r o c e s s i d i i n t e g r a z i o n e e d i

d i f e s a d e i d i r i t t i u m a n i f o n d a m e n t a l i , q u a l e , a p p u n t o , i l d i r i t t o a l l a

s a lu t e .

Tu t t av i a un dubb io s i i n s inua ne l l ' e l a rg i z ione d i t a l e d i r i t t o : che l o

s t r a n i e r o d e b b a e s s e r e c o n t r o l l a t o , c h e l a s u a e s t r a n e i t à p o s s a

n a s c o n d e r e i n s i d i e a n c h e e s o p r a t t u t t o d a l p u n t o d i v i s t a s a n i t a r i o ,

p e r c h é e g l i p u ò f a r s i p o r t a t o r e d i m o r b i e d e p i d e m i e , p u ò a l t e r a r e l a

c o m p o s i z i o n e e l a s a l u t e d e l l a p o p o l a z i o n e p e r l a q u a l e l o S t a t o è

c h i a m a t o a d i n t e r v e n i r e ( F o u c a u l t , 2 0 0 5 ) .

I n f a t t i , c o m e a f f e r m a G e r a c i ( 1 9 9 1 ) , i n p a r t i c o l a r m o d o c o n l a

L e g g e M a r t e l l i22

, l a p e r c e z i o n e d e l l ' i m m i g r a t o e d e l l e s u e e s i g e n z e

s a n i t a r i e f u r o n o p e r l o p i ù g u i d a t e d a u n s e n s o d i e m e r g e n z a

e p i d e m i o l o g i c a , p e r c u i i n r e a l t à l ' a s s i s t e n z a a t a l i p e r s o n e è p e r l o p i ù

e roga t a i n quan to funz iona l e a l l a soc i e t à d i a ccog l i enza .

S t o r i c a m e n t e è r i n t r a c c i a b i l e i n d i v e r s e e p o c h e q u e s t a t e n s i o n e a l

con t ro l l o med i co come fo rma d i con t ro l l o anche po l i t i co , dove

l ' i n v a s i o n e d e l l o s t r a n i e r o d i v i e n e a n c h e l ' i n v a s i o n e d e i m o r b i e d e l l e

p e s t i l e n z e , p e r c u i l a m e d i c i n a a s s u m e c o n n o t a z i o n i p o l i t i c h e b e n

p r e c i s e . E s s a c o n t r o l l a c o r p i c o n s i d e r a t i p e r i c o l o s i , s a l v o p o i d o v e r

c u r a r e p a t o l o g i e e d i s t u r b i n o n d i i m p o r t a z i o n e , m a s o r t i n e l n o s t r o

P a e s e ( G e r a c i , 1 9 9 1 ) p r o p r i o i n c o n c o m i t a n z a d i q u e l l e m i s u r e

n o r m a t i v e c o s ì l i m i t a n t i e d e s c l u d e n t i d a n o n g a r a n t i r e u n ' e s i s t e n z a i n

s a l u t e ; c u r a , i n o l t r e , c o r p i c h e h a n n o l ' u n i c a d i g n i t à u m a n a e u m a n i t a r i a

ne l l a l o ro e s i s t enza b io log i ca .

N e l c a s o i t a l i a n o v e d i a m o c o m e u n p r o g r e s s i v o a m p l i a m e n t o d e l

d i r i t t o a l l a s a l u t e , d i f a t t o n o n c o r r i s p o n d a a d u n ' e f f e t t i v a p a c i f i c a z i o n e

d e i c o r p i (Fa s s in , 1996 ) , i n q u a n t o l a v i o l e n z a a v v i e n e i n m o d o s u b d o l o

a t t r a v e r s o i m e c c a n i s m i d i e s c l u s i o n e f a v o r e v o l i a d a l c u n i s e t t o r i

d e l l ' e c o n o m i a , e a l m a n t e n i m e n t o d i u n o r d i n e s t a t a l e d i c u i l a m e d i c i n a

22

E' la Legge n 39 1990, che per prima ha cercato di normare esaustivamente il fenomeno migratorio in Italia.

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148

s i f a c o m p l i c e .

S e c o n d o F a s s i n i l l e g a m e t r a p o l i t i c a e m e d i c i n a è u n a s t o r i a d a l l e

o r i g i n i a n t i c h e , l e g a t a a l l a f i n e d e l l e d e t e r m i n a z i o n i d i v i n e s u l l a v i t a

d e l l ' u o m o . D a q u a n d o l a s f e r a t r a s c e n d e n t e è s t a t a d i v i s a d a q u e l l a

u m a n a , d a q u a n d o i l c o r p o s i è s c i s s o d a l l ' a n i m a , a l l o r a l a v i t a u m a n a

d i v i e n e c a r a t t e r i z z a t a s o l o d a l l e p r a t i c h e d e g l i u o m i n i . E c o s ì “ se i l

d i v i n o t r a s c e n d e l a s t o r i a e l a m a l a t t i a , s o n o g l i u o m i n i c h e f a n n o g l i

a v v e n i m e n t i e d è l a n a t u r a c h e p r o d u c e l a m a l a t t i a . D a l m o m e n t o c h e

n o n c ' è p i ù b i s o g n o d e l s o p r a n n a t u r a l e p e r r e n d e r e c o n t o d e i d i s o r d i n i

d e l c o r p o s o c i a l e o d e l c o r p o f i s i c o , i l g o v e r n o d i v e n t a l a

r e s p o n s a b i l i t à d e g l i u o m i n i e l a m a l a t t i a l ' a f f a r e d e i m e d i c i . ” (Fa s s i n ,

1996 , p . 146 ) .

E c c o c o m e s i r e a l i z z a q u e s t a u n i o n e f e l i c e t r a S t a t o e m e d i c i n a ,

a l l ' i n s e g n a d e l g o v e r n o e d e l l a c u r a d e i c o r p i . E d è p r o p r i o a l l a l u c e d i

q u e s t o c o n n u b i o c h e p o s s i a m o c o m p r e n d e r e g l i u l t i m i g i o c h i p o l i t i c i

s u l l ' a b o l i z i o n e d e l d i v i e t o d i s e g n a l a z i o n e d e i p a z i e n t i i r r e g o l a r i d a

p a r t e d e g l i o p e r a t o r i s a n i t a r i . I l p o t e r e e i l c o n t r o l l o s i e s e r c i t a n o s u

c o r p i d e p o l i t i c i z z a t i e l a m e d i c i n a n e d i v i e n e s t r u m e n t o d i e s c l u s i o n e .

E a l l o r a b i s o g n a p r o s e g u i r e l ' a n a l i s i p e r m e t t e r e i n l u c e l ' e s e r c i z i o

e l ' a t t u a z i o n e d i q u e s t o d i r i t t o a l l a s a l u t e n e l l e s u e p r o d u z i o n i s o c i a l i .

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149

4 .2 L'access ib i l i tà de l la sani tà pubbl ica

L a l e g i s l a z i o n e c o m e e s p r e s s i o n e d e l l e p o l i t i c h e d i u n P a e s e ,

n e c e s s i t a d i u n ' a t t u a z i o n e e d i u n a p r a t i c a b i l i t à c h e r e n d a n o p o i

e f f e t t i v e l e p r e d i s p o s i z i o n i n o r m a t i v e g e n e r a l i . A b b i a m o v i s t o c o m e i n

I t a l i a i l p e r c o r s o l e g i s l a t i v o s i a s t a t o p i u t t o s t o a r t i c o l a t o , s f o c i a t o

n e l l ' a c c e s s o p i e n o a l l e c u r e p e r g l i s t r a n i e r i r e g o l a r i , m e n t re p i ù

l i m i t a t o a g l i s t r a n i e r i i r r e g o l a r i . D i f a t t o p o i è n e l l a r e a l i z z a z i o n e d e i

s e r v i z i , n e g l i i n t e n t i p o l i t i c i c h e v i s o n o a l l a b a s e d i d e t e r m i n a t i

p r o v v e d i m e n t i , c h e s i c o s t r u i s c o n o g l i e s i t i d e g l i i n t e r v e n t i e c h e s i

s e l e z i o n a n o l e m o d a l i t à d i f r u i z i o n e e l e t i p o l o g i e d i u t e n t i c h e

accede ranno a l s e rv i z io s an i t a r i o .

L ' a c c e s s o a l l e p r e s t a z i o n i s a n i t a r i e p e r u t e n t i s t r a n i e r i o g g i s e g u e

l a l o g i c a d e l l a m a s s i m a i n t e g r a z i o n e p o s s i b i l e , a t t r a v e r s o i c o s i d d e t t i

s e r v i z i p e r t u t t i , a n c h e s e i n a l c u n i c o n t e s t i l o c a l i , c o m e a d e s e m p i o

B o l o g n a , s i s o n o s p e r i m e n t a t i d i s p o s i t i v i a l l ' i n t e r n o d e i s e r v i z i s t e s s i

c h e f a c i l i t i n o l a p o p o l a z i o n e i m m i g r a t a , g a r a n t e n d o u n a m o d a l i t à

s p e c i f i c a d i e r o g a z i o n e a t t r a v e r s o m e d i a t o r i c u l t u r a l i , m o d u l i s t i c a i n

l i n g u a , s e g n a l e t i c a i n l i n g u a . Q u e s t i v e n g o n o d e f i n i t i s e r v i z i

accompagna t i ( T o g n e t t i B o r d o g n a , 2 0 0 4 ) .

T u t t a v i a l e d i f f e r e n z i a z i o n i s i e v i n c o n o e p e r m a n g o n o n e l l e

m o d a l i t à e n e l l e p o s s i b i l i t à d i a c c e s s o t r a g l i s t e s s i m i g r a n t i : s e i

r e g o l a r i v e d o n o r i c o n o s c i u t i i n a m b i t o s a n i t a r i o g l i s t e s s i d i r i t t i e l e

s t e s s e c o n d i z i o n i d i t r a t t a m e n t o e c u r a d e i c i t t a d i n i i t a l i a n i , i

r i c h i e d e n t i a s i l o e i m i g r a n t i i r r e g o l a r i p o s s o n o a c c e d e r e a l l e c u r e

o s p e d a l i e r e e a m b u l a t o r i a l i c o n v e n z i o n a t e c o n i l s i s t e m a s a n i t a r i o

n a z i o n a l e s o l o a t t r a v e r s o u n a t e s s e r a S T P ( s t r a n i e r o t e m p o r a n e a m e n t e

p r e s e n t e ) . Q u e s t a c o n t i e n e u n c o d i c e r e g i o n a l e i d e n t i f i c a t i v o c h e è

f u n z i o n a l e a l l a r e n d i c o n t a z i o n e p e r i l r i m b o r s o d e l l e s p e s e a c a r i c o d e l

S S N e p e r l e p r e s c r i z i o n i s u i r i c e t t a r i d e i f a r m a c i . I l p o s s e s s o d i q u e s t a

t e s s e r a è l e g a t o a l l a r i c h i e s t a d i u n m e d i c o i n p r e s i d i a m b u l a t o r i a l i

s p e c i f i c i , i n b a s e a l l a s o l u z i o n e p i ù i d o n e a i n d i v i d u a t a d a l l a R e g i o n e

( s t r u t t u r e d e l l a m e d i c i n a d e l t e r r i t o r i o , p r e s i d i m e d i c i a c c r e d i t a t i ,

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s t r u t t u r e d i v o l o n t a r i a t o ) , i l c u i r i l a s c i o è p r e v i s t o n e i v a r i d i s t r e t t i

s a n i t a r i d i s l o c a t i s u l t e r r i t o r i o . L ' a c c e s s o d i r e t t o p u ò a v v e n i r e s o l o a l

P r o n t o S o c c o r s o e p e r l a m e d i c i n a p r e v e n t i v a , p e r l e a l t r e p r e s t a z i o n i

sono nece s sa r i l a p r e sc r i z i one med ica e i l t e s s e r i no STP .

I l p a g a m e n t o d e l l e p r e s t a z i o n i p e r l o s t r a n i e r o i r r e g o l a r e i n d i g e n t e

s o n o a c a r i c o d e l l ' A S L , a l t r i m e n t i c ' è l ' o b b l i g o d i p a r t e c i p a z i o n e a l l e

s p e s e c o m e p r e d i s p o s t o p e r g l i i t a l i a n i . T u t t a v i a c ' è i l d i l e m m a d e l l a

d imos t r ab i l i t à de l l ' i nd igenza , che non è p r ev i s t a pe r g l i i t a l i an i e pe r i

q u a l i s i p a r l a i n v e c e d i d i s o c c u p a z i o n e . E d i m o s t r a r e l a p r o p r i a

d i s o c c u p a z i o n e p e r i m i g r a n t i è i m p o s s i b i l e a c a u s a d e l l ' i m p i e g o s p e s s o

i n n e r o e n o n d o c u m e n t a t o , p e r c u i g l i a m m i n i s t r a t i v i d i a l c u n e A S L

d i c h i a r a n o i m p r a t i c a b i l e t a l e i n d i c a z i o n e g o v e r n a t i v a ( d a C i r c o l a r e

M i n i s t e r i a l e d e l 2 0 0 0 ) . E q u e s t o v a l e a n c h e p e r c h i s i a r e g o l a r m e n t e

s o g g i o r n a n t e m a i m p i e g a t o n e l l a v o r o i n f o r m a l e n o n p o t e n d o

d o c u m e n t a r e n é l ' o c c u p a z i o n e , n é l o s t a t o d i d i s o c c u p a z i o n e c h e , a

p a r i t à d i t r a t t a m e n t o c o n g l i i t a l i a n i g a r a n t i r e b b e l ' e s e n z i o n e d a l

p a g a m e n t o d e l t i c k e t . E ’ c o s ì p o s s i b i l e c h e s i a b b i a u n a

s o t t o u t i l i z z a z i o n e d e i s e r v i z i s a n i t a r i p r o p r i o d a p a r t e d a l l e f a s c e p i ù

debo l i (Sp ine l l i , 2005 ) .

U n a l t r o e l e m e n t o r i l e v a n t e è c h e l a p r e d i s p o s i z i o n e d i d e t e r m i n a t i

s e r v i z i n o n è s u f f i c i e n t e p e r i n c o n t r a r e u n ' e f f e t t i v a r i s p o s t a d a p a r t e

d e i d e s t i n a t a r i e d u n a c c e s s o f a c i l i t a t o . E ' i n f a t t i a l q u a n t o e v i d e n t e e

b a n a l e , m a c o m u n q u e d a s o t t o l i n e a r e , l ' i m p o r t a n z a d e l l a c o n o s c e n z a e

d e l l ' i n f o r m a z i o n e d i d e t e r m i n a t e o p p o r t u n i t à , n o n c h é d e l l a f a c i l i t a z i o n e

b u r o c r a t i c a e l i n g u i s t i c a p e r l e q u a l i p e r s o n e a c o n t a t t o c o n u n a n u o v a

r e a l t à p o s s o n o t r o v a r e d i f f i c o l t à , m a a n c h e d e l l e r e a l i p o s s i b i l i t à

e conomiche e l avo ra t i ve d i cu r a r s i .

L ' i n e f f i c a c i a d e l l e p r e s t a z i o n i s a n i t a r i e i t a l i a n e e l e d i f f i c o l t à d i

c i r c o l a z i o n e d e l l e i n f o r m a z i o n i , c o n c o n s e g u e n t i o s t a c o l i a l l ' a c c e s s o ,

s o n o s p e s s o l e g a t e a b a r r i e r e d i t i p o l e g a l e , o r g a n i z z a t i v o , b u r o c r a t i c o ,

c o m u n i c a t i v o , o l t r e a d u n a c e r t a f l e s s i b i l i t à n e l r i s p e t t o d e l l e n o r m e d a

pa r t e deg l i ope r a to r i p r epos t i .

L e b a r r i e r e d i t i p o l e g a l e s o n o c o n n e s s e a l l o s t a t o d i i r r e g o l a r i t à ,

p e r c u i a l c u n i s t r a n i e r i n o n s o n o a c o n o s c e n z a d e l l a p o s s i b i l i t à d i

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r i c e v e r e c u r e s e n z a p e r i c o l o d i d e n u n c i a . C o s ì n o n s o n o p o c h i i c a s i d i

m a l a t i c h e n a s c o n d o n o i l p r o p r i o m a l e s s e r e a n c h e p e r i l t i m o r e c h e

l ' a c c e s s o a l l e s t r u t t u r e s a n i t a r i e p o s s a c o m p o r t a r e i l r i s c h i o d i d e n u n c e

e c o n t r o l l i . A c i ò s i a g g i u n g e s p e s s o l o s f r u t t a m e n t o l a v o r a t i v o c h e n o n

concede nemmeno i l t empo nece s sa r i o pe r una v i s i t a med i ca .

E ' u s u a l e a l S o k o s t r o v a r e f i l e d i d o n n e e u o m i n i i m p a z i e n t i i n

a t t e s a d e l l o r o t u r n o , c h e a v o l t e a b b a n d o n a n o l ' a m b u l a t o r i o p r i m a d e l l a

v i s i t a p e r i l t e m p o l i m i t a t o c h e h a n n o a d i s p o s i z i o n e d a l l a v o r o ,

ne l l ' imposs ib i l i t à spe s so d i ch i ede re un pe rmesso . A lcun i ch i edono i n

s e g r e t e r i a d i p o t e r e n t r a r e p r i m a d e g l i a l t r i s a l t a n d o l a f i l a . I l d i n i e g o

d e g l i o p e r a t o r i , s p e s s o d e t e r m i n a t o d a l f a t t o c h e l a m a g g i o r p a r t e d i

l o r o h a l e s t e s s e p r o b l e m a t i c h e , è d e l u d e n t e , e a v o l t e l e r e a z i o n i s o n o

d i r abb i a , come s e que l l o f o s se l ' ennes imo a t t o d i i ng iu s t i z i a sub i t o .

P e r q u e s t a f a s c i a d e l l a p o p o l a z i o n e , i n o l t r e , l e i n f o r m a z i o n i

v i a g g i a n o p e r l o p i ù s u l p a s s a p a r o l a t r a c o n n a z i o n a l i , c o m u n i t à d i

r i f e r i m e n t o o s e r v i z i d i v o l o n t a r i a t o , e l e p e r s o n e p i ù s o l e e i s o l a t e

r i s c h i a n o c o s ì , o l t r e a d u n ' e s c l u s i o n e s o c i a l e , a n c h e u n ' e s c l u s i o n e

u l t e r i o r e d a l l e p o s s i b i l i t à d i c u r a , a n c h e p e r c h é p r o b l e m i d i t i p o

c o m u n i c a t i v o e l i n g u i s t i c o c o s t i t u i s c o n o u n a b a r r i e r a a n c h e l ì d o v e i l

m i g r a n t e r i e s c a a d a c c e d e r e a l l a s t r u t t u r a . C ' è i n f a t t i s p e s s o u n a s c a r s a

p r o p e n s i o n e d a p a r t e d e g l i o p e r a t o r i a l l a s p i e g a z i o n e i n u n l i n g u a g g i o

c h i a r o , s e m p l i c e e c o m p r e n s i b i l e o , s o t t o v a l u t a n d o l e c a p a c i t à

l i n g u i s t i c h e d e i m i g r a n t i , c ’ è u n a r i n u n c i a a p r i o r i . Q u e s t o n e l l a r e a l t à

bo lognese ha de t e rmina to l ' i n t r oduz ione , ne i s e rv i z i a p iù amp ia

p r e s e n z a s t r a n i e r a , d e l l a m e d i a z i o n e c u l t u r a l e , v o l t a a s e m p l i f i c a r e e a

m e g l i o g e s t i r e l e d i f f i c o l t à l i n g u i s t i c h e t r a o p e r a t o r i e m i g r a n t i , m a

a n c h e q u e l l e c h e v e n g o n o d e f i n i t e l e “ p r o b l e m a t i c h e c u l t u r a l i ” .

I m e c c a n i s m i b u r o c r a t i c i e a m m i n i s t r a t i v i s o n o q u e l l i p i ù o s t i c i d a

c o m p r e n d e r e e d a a f f r o n t a r e , s o p r a t t u t t o p e r c h é s p e s s o l e p r o c e d u r e

s o n o f r a m m e n t a t e e d i s l o c a t e s u d i v e r s e f i g u r e e m a n s i o n i . E ' u s u a l e

c h e p e r u n a s e m p l i c e p r e s t a z i o n e s i v i e n e m a n d a t i i n p u n t i d i v e r s i d e l l a

c i t t à , i n d i v e r s i u f f i c i d a l l e c o m p e t e n z e d i f f e r e n t i , i n u n c o n t i n u o

r i m a n d o d i r e s p o n s a b i l i t à p e r i c a s i p i ù i n u s u a l i o d i f f i c o l t o s i . P e r

q u e s t o T o g n e t t i B o r d o g n a ( 2 0 0 4 ) p a r l a d e l w e l f a r e i t a l i a n o , c o m e d i u n

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wel fa re mu to , p e r c h é p o c o e s p l i c i t o e c h i a r o , d o v e c a m b i a m e n t i e

a g g i o r n a m e n t i s p e s s o n o n v e n g o n o r e c e p i t i e c o m u n i c a t i , a s c a p i t o d i

u n a g r a n d e c o n f u s i o n e c h e s i a c u i s c e p r o p r i o p e r l e f a s c e p i ù i n

d i f f i c o l t à e p i ù d e b o l i , c h e r i s c h i a n o d i r i m a n e r e e s c l u s i a c a u s a

de l l ' i n comprens ib i l i t à de l l ' u so de i s e rv i z i .

T a l e i n e f f i c i e n z a t r o v a u n a m o t i v a z i o n e a n c h e n e l l ' o r g a n i z z a z i o n e

d e l s i s t e m a i t a l i a n o c h e è p o c o c e n t r a t o s u l p a z i e n t e , c o n u n f o r t e

o r i en t amen to a l l a s t anda rd i zzaz ione de i b i sogn i e de l l e r i spos t e .

A t a l p r o p o s i t o è i n t e r e s s a n t e l ' a n a l i s i d e i p r o b l e m i d i a c c e s s o a l l e

s t r u t t u r e c h e m i o f f r e l a e x R e s p o n s a b i l e d e l P r o g e t t o s a l u t e m i g r a n t i

e i n d i g e n t i d e l l ' A z i e n d a U S L d i B o l o g n a , l a q u a l e d e l i n e a d e g l i s p u n t i e

d e l l e r i f l e s s i o n i a t t r a v e r s o c u i r i p e n s a r e l ' i n t e r o s i s t e m a s a n i t a r i o :

Resp. 3: Ancora oggi gli immigrati più inseriti nella nostra comunità, che

hanno anche più strumenti culturali perché vengono da Paesi dell 'Est

Europa dove c'era una cultura della salute molto simile alla nostra,

stentano tutti ad usare bene i servizi sanitari e quindi il problema

principale è quello dell 'accesso. Ma una cosa che io tento di precisare da

anni è che un buon servizio sanitario per gli immigrati è un buon

servizio per ciascuno di noi. In particolare per le fasce della popolazione

più deboli, ma è un'occasione per migliorare l 'accesso ai servizi da parte

di tutti e sono anche convinta che questo comporti una riduzione della

spesa, perché se io riesco ad avere risposte ed interventi subito, mi curo

subito, non sono preoccupata, non aggravo le mie condizioni e c'è un

risparmio anche economico. Nel caso dei migranti se non gli viene

spiegata la figura del medico di base, chi è, cosa fa, dov'è, con poca

spesa, magari nel momento del rilascio del permesso di soggiorno, io mi

ritrovo che questa persona andrà al Pronto Soccorso, ad intasarlo, senza

ricevere risposte e pagando anche il t icket. Ecco che un'assistenza

sanitaria mirata anche ai bisogni degli immigrati, esprime anche il

concetto di un'assistenza sanitaria che metta davvero la persona al centro

[vedi appendice: intervista 33].

E c c o c h e l a p r e s e n z a d e i m i g r a n t i p o r t a a g a l l a p r o b l e m a t i c h e c h e

p o s s o n o e s s e r e f u n z i o n a l i a n c h e a d u n s e r v i z i o m i g l i o r e p e r l a

p o p o l a z i o n e t u t t a , c e r c a n d o d i d e v i a r e d a q u e l l a t e n s i o n e a z i e n d a l i z z a t a

e d i suman izza t a che i s e rv i z i s an i t a r i hanno i n t r ap re so .

L ' a c c e s s o a l P r o n t o S o c c o r s o d i v i e n e s p e s s o l a s o l u z i o n e p i ù

s e m p l i c e a n c h e p e r l e p r o b l e m a t i c h e d i s a l u t e p i ù b l a n d e , n o n s o l o p e r i

m i g r a n t i , m a p e r t u t t i c o l o r o c h e h a n n o d i f f i c o l t à a f r u i r e d e i s e r v i z i , a

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153

m a g g i o r r a g i o n e p e r c o l o r o c h e d e v o n o f a r e i c o n t i a n c h e c o n l a p r o p r i a

c o n d i z i o n e d i i r r e g o l a r i t à e q u i n d i c o n u n a c c e s s o a l l e c u r e l i m i t a t o .

L a f r u i z i o n e d e l P r o n t o S o c c o r s o , i n f a t t i , e m e r g e a n c h e n e i d a t i

I s t a t c o m e l ' u n i c o s e r v i z i o ( o l t r e a l c o n s u l t o r i o ) a c u i i m i g r a n t i f a n n o

p i ù r i c o r s o r i s p e t t o a g l i i t a l i a n i , m a c i ò è d o v u t o a n c h e a i m a g g i o r i

i n c i d e n t i i n f o r t u n i s t i c i d i c u i s o n o v i t t i m e a c a u s a d i l a v o r i s p e s s o i n

ne ro e s enza i l r i spe t t o de l l e no rme d i s i cu r ezza .

Q u e s t o c o m p o r t a m e n t o v i e n e v a l u t a t o m o l t o n e g a t i v a m e n t e d a g l i

o p e r a t o r i s a n i t a r i , i q u a l i a c c u s a n o i m i g r a n t i d i n o n s a p e r u s a r e i

s e r v i z i c o r r e t t a m e n t e e d i a l i m e n t a r e l e d i f f i c o l t à g i à p r e s e n t i

n e l l ' e r o g a z i o n e d e l s e r v i z i o , c o m e s e i l l o r o f o s s e u n s e g n o d i i n c i v i l t à ,

d i i n c a p a c i t à d i i n t e g r a r s i e d i r i s p e t t a r e l e r e g o l e . I n r e a l t à e m e r g e

c o m e s i a n o l e d i f f i c o l t à d i a c c e s s o n o n s o l o a l l e s t r u t t u r e , m a a n c h e a

q u e l t i p o d i c o m u n i c a z i o n e c o n d i v i s a a l l ' i n t e r n o d e l l a s o c i e t à d i

a c c o g l i e n z a , a d e t e r m i n a r e u n u s o n o n c o n s o n o d e i s e r v i z i r i s p e t t o a l l e

r ego l e e a l l e a spe t t a t i ve deg l i ope r a to r i .

A q u e s t e d i f f i c o l t à d i t i p o o r g a n i z z a t i v o e s i s t e m i c o s i

a c c o m p a g n a n o p o i a n c h e c e r t e d i s c r e z i o n a l i t à n e l l ' a d e m p i m e n t o d i

d e t e r m i n a t e p r o c e d u r e o a l r i s p e t t o d i c e r t e n o r m a t i v e d a p a r t e d i a l c u n i

o p e r a t o r i s a n i t a r i , c h e s p e s s o v e n g o n o i n t e r p r e t a t i d a i m i g r a n t i s t e s s i

come a t t i vo lon t a r i d i e s c lu s ione .

U n c a s o e m b l e m a t i c o è q u e l l o r a c c o n t a t o m i d a O . ( d o n n a m o l d a v a

d i 3 9 a n n i ) c h e , e v i d e n t e m e n t e a c o n o s c e n z a d e l l a p o s s i b i l i t à d i a c c e s s o

a l P r o n t o S o c c o r s o s e n z a d o c u m e n t i , v i s i è r e c a t a , s p a v e n t a t a p e r u n

gon f io r e a l men to :

O.: Io una volta sono andata al Pronto Soccorso e non mi hanno aiutato.

Avevo un brufolo qua al mento, mi si era gonfiato anche il viso. Sono

andata e mi hanno detto che non ho documenti, che senza documenti non

possiamo ricevere. Mi ero tutta gonfiata, potevano darmi qualche

medicina per qualche giorno, perché c'era già da un po' di giorni

l ' infezione. Sono andata un altro giorno, perché ho detto: cambiano

dottore. Altro giorno è cambiato turno e sono andata lì , ho detto: “Mi fa

male, ho bisogno di aiuto!”. Mi hanno visto e mi hanno aiutato.

F.: Tu cosa pensi di questo?

O.: Che sono stati ingiusto, puoi darmi qualcosa, scriviamo le medicine

per prenderle in farmacia. Ma hanno detto che sono senza documenti e

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154

non possono aiutarmi. Io non avevo nemmeno il mio passaporto con me.

Dopo ho detto di mandarmelo da casa [vedi appendice: intervista 3].

E ' p r o b a b i l e c h e i l p r o b l e m a d i O . n o n f o s s e u n c a s o u r g e n t e o d a

P ron to Socco r so , è p robab i l e che i l s uo s i a s t a t o un acce s so improp r io ,

m a p e r u n m i g r a n t e i r r e g o l a r e c h e n o n h a s u p p o r t i f a m i l i a r i n é s o c i a l i

ques t a d iven t a l ' un i ca a l t e rna t i va p l aus ib i l e .

C o s ì O . i m p o s s i b i l i t a t a a q u a l s i a s i f o r m a d i r i v e n d i c a z i o n e a c a u s a

d e l l a s u a c o n d i z i o n e l e g a l e , n o n s o l o n o n è s t a t a a c c o l t a , m a è d o v u t a

n u o v a m e n t e t o r n a r e a l P r o n t o S o c c o r s o , c e r c a n d o u n m e d i c o c h e

r i s p e t t a s s e i l s u o d i r i t t o e l a c u r a s s e , d o v e n d o f a r e i c o n t i c o n

l ' i m p o t e n z a e l a r e m i s s i v i t à a c u i c o s t r i n g e l ' i r r e g o l a r i t à .

I d o c u m e n t i p r o g r a m m a t i c i s u c c e s s i v i a l 1 9 9 8 h a n n o t e s o n e i l o r o

i n t e n t i a d u n a c o n c e n t r a z i o n e d e l l e r i s o r s e p e r i n c r e m e n t a r e l ' e f f i c i e n z a

e l ' e f f i c a c i a d e i s e r v i z i s a n i t a r i p e r i m i g r a n t i . N e i v a r i p i a n i s a n i t a r i

n a z i o n a l i p u n t u a l m e n t e v i e n e r i b a d i t a l a n e c e s s i t à d e l l ' i n c r e m e n t o

d e l l ' a c c e s s i b i l i t à d e i s e r v i z i a t t r a v e r s o p r o g r a m m i i n f o r m a t i v i , d i

p r e v e n z i o n e e d i m u l t i c u l t u r a l i t à , d e d i c a t i s o p r a t t u t t o a c h i s i a

r e g o l a r e , e s o t t o l i n e a n d o s p e s s o l ' a s p e t t o c u l t u r a l e c o m e a m b i t o d i

s c o n t r o e d i d i f f i c o l t à p e r u n a p i e n a r i c e z i o n e d e l l e p o s s i b i l i t à d i c u r a

( G e r a c i , 2 0 0 4 ) . A t a l p r o p o s i t o s i a n e i p i a n i s a n i t a r i n a z i o n a l i , c h e i n

q u e l l i l o c a l i v e n g o n o p r o m o s s i p r o g e t t i d i f o r m a z i o n e i n t e r c u l t u r a l e p e r

i l p e r s o n a l e s a n i t a r i o . I n r e a l t à a p p a r e e v i d e n t e c h e l ' i n c o m u n i c a b i l i t à

e l e d i f f i c o l t à n e l l ' i n t e r a z i o n e c o n i s e r v i z i n o n s i a n o d o v u t e a l l a

c o m p r e n s i o n e e a l l ’ i n t e r p r e t a z i o n e d e l l a c u l t u r a d e l l ' a l t r o , m a a l l a

n e g a z i o n e d e l r i c o n o s c i m e n t o a d e s s e r e l e g i t t i m a m e n t e c u r a b i l e ,

a s s i s t i b i l e , e d i p e r m e t t e r e u n p e r c o r s o c h i a r o e s e m p l i c e p e r u n

a c c e s s o c h e n o n s i a e c c e s s i v a m e n t e o s t i c o . C o s ì , a n c h e n e l l a P r o v i n c i a

d i B o l o g n a , a l c u n i d e g l i i n t e r v e n t i p r o g r a m m a t i c i p r e v i s t i s o n o

o r i e n t a t i a l l a f o r m a z i o n e i n t e r c u l t u r a l e d e l p e r s o n a l e . L ' A s s e s s o r e a l l a

S a n i t à d e l l a P r o v i n c i a d i B o l o g n a m i e s p o n e , i n f a t t i , l ' i m p o r t a n z a e

l ' i m p e g n o d e l l a p r o v i n c i a n e l l a r e a l i z z a z i o n e d i q u e s t o p e r c o r s o

f o r m a t i v o , q u a n d o i o h o c e r c a t o d i r i p o r t a r g l i l e e s p e r i e n z e s a n i t a r i e

nega t i ve de i paz i en t i da me i n t e rv i s t a t i :

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155

Ass. 1: E' un lavoro lungo questo. La programmazione non corrisponde

ad una immediata applicazione, non sono tutti subito formati. E'

importante però affermarlo e fare formazione perché a questo personale

medico e non, bisogna dare degli strumenti, non è così facile avere a che

fare con culture differenti. E' sciocca l ' idea che siano belle e semplici la

differenza e le culture diverse, in realtà comporta fatica, comporta

dotarsi di strumenti adeguati. Ed ecco perché vogliamo investire nella

formazione rispetto all 'accoglienza e al rapporto più in generale con i

cittadini stranieri, che, ripeto, sono di culture molto diverse, sono 149 le

etnie presenti in provincia di Bologna. Bisogna considerare che ci vuole

del tempo e speriamo che nel tempo questa formazione possa dare dei

risultati [vedi appendice: intervista 30].

L e p a r o l e d e l l ' a s s e s s o r e e v o c a n o q u e l l ' a p p r o c c i o c u l t u r a l i s t a , c h e

h a c a r a t t e r i z z a t o p e r a n n i a n c h e l ' a n t r o p o l o g i a , e d i c u i s i s t a d o t a n d o

l a s o c i e t à p e r i n t e r p r e t a r e i l d i f f i c i l e r a p p o r t o c o n i m i g r a n t i , m e n t r e l e

p r o b l e m a t i c h e c h e i l f e n o m e n o m i g r a t o r i o a p p o r t a h a n n o u n a

c o m p l e s s i t à c h e e s u l a d a i m e r i a s p e t t i c u l t u r a l i . Q u e s t i n o n s i v o g l i o n o

e l u d e r e o n e g a r e , t u t t a v i a i l p r o b l e m a l a t e n t e e p r e p o n d e r a n t e n e l l a

g e s t i o n e d e i s e r v i z i s e m b r a e s s e r e q u e l l o d i n o n r i c o n o s c e r e n e g l i

i m m i g r a t i , s o p r a t t u t t o s e i r r e g o l a r i , l a l e g i t t i m i t à a l l ' a c c e s s o a l l e c u r e ,

e d a l l a l o r o s t e s s a p r e s e n z a . L e d i f f i c o l t à d e i m i g r a n t i , g e n e r a t e d a

c o n t e s t i d i a c c o g l i e n z a o s t i l i , a l l o r a v e n g o n o p e r c e p i t e c o m e

c a r a t t e r i s t i c h e c u l t u r a l i , c o m e s e g n i n e g a t i v i d i p e r s o n e c h e n o n

v o g l i o n o i n t e g r a r s i , c h e v o g l i o n o s o l o s f r u t t a r e l e r i s o r s e d e l n o s t r o

P a e s e . F o r s e p i ù c h e u n c o r s o d i i n t e r c u l t u r a l i t à s a r e b b e p i ù p r o f i c u o e

f r u t t u o s o u n c o r s o d i p o l i t i c h e m i g r a t o r i e e d i p o l i t i c h e

d e l l ' a c c o g l i e n z a .

R i p o r t o a t a l p r o p o s i t o l ' e n n e s i m a s t o r i a d i E l . ( r a g a z z a m o l d a v a d i

2 3 a n n i ) e d i s u o m a r i t o . E ' e m b l e m a t i c a d i q u e l l ' a p p r o c c i o m e d i c o a i

p r o b l e m i d e i m i g r a n t i c h e n o n p o s s o n o e s s e r e a n n o v e r a t i t r a i

misunder s tand ing cu l t u r a l i .

El.: Due settimane fa ho avuto un aborto spontaneo, questo è stato il

terzo, il primo è stato a casa, il secondo l 'anno scorso in Aprile e due

settimane fa. C'è proprio una cosa sai. . .non il disprezzo, non so, però

magari se fossi da sola in quella camera e non vedi come si comportano

con altre signore che sono italiane, allora non pensi. Però quando siete in

sette e tu sei l 'unica straniera la differenza è grande perché, per esempio,

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non mi hanno spiegato che cosa ho. Alla fine mi hanno detto: “Signora è

meglio che lei non prova più di rimanere incinta dopo il terzo aborto”.

Perché io l 'anno scorso ho fatto delle ricerche per sapere perché ho avuto

questi aborti e loro mi hanno detto: “Guardi che va tutto bene, non so

perché lei ha avuto questi aborti”. Stavolta quando ho avuto l 'aborto

spontaneo io gliel 'ho chiesto e mi hanno detto che era una gravidanza

extrauterina e poi mi hanno detto quando ho fatto l 'ecografia per vedere

tube, mi hanno detto che non c'è niente, che ho avuto un aborto.. .una

cosa così superficiale che alla fine quando sono arrivata a casa e mio

marito mi ha chiesto cosa è successo, io non sapevo cosa dirgli, perché

non l 'ho capito neanche io cosa è stato.. .così. . .

F.: Tutto ciò in ospedale.. .

E.: Si, all 'ospedale S. Orsola.

F.: Secondo te perché non hanno voluto spiegarti come stavano le cose?

Perché sei straniera?

E.: Loro non vogliono perdere tempo perché ci sono stranieri che non

parlano bene l ' i taliano, neanche io parlo così bene, però io capisco. Però

magari loro pensano che io non capisco niente, che non so cos'è un utero,

un ovaio, allora non mi parlano neanche. Però io penso che ho il diritto

di sapere cosa mi sta succedendo e invece non posso dir niente perché

non sono in regola, non sono italiana, così devo stare zitta. Questo è che

mi soffoca, sai. L'anno scorso mio marito è stato ricoverato all 'Ospedale

Maggiore, è stato ricoverato per due mesi perché ha avuto un intervento

alla schiena, proprio alla colonna vertebrale.

F.: Cosa era? Un'ernia?

E.: Si, e ti dico che è stato più di tre settimane a letto con antidolorifici.

Niente, doveva stare sempre a letto, non l 'hanno operato, l 'hanno lasciato

alla fine quando non c'era altro, perché c'era un ragazzo con la stessa

diagnosi diciamo, e l 'hanno preso due settimane prima di mio marito, che

è arrivato dopo di mio marito, perché lui ancora camminava, invece mio

marito non sentiva più la gamba sinistra. E loro lo tenevano lì perché era

straniero [vedi appendice: intervista 17].

D a q u e s t a s t o r i a s i e v i n c e l a m a n c a n z a d i i n t e r a z i o n e e d i

c o m u n i c a z i o n e t r a i l p e r s o n a l e m e d i c o e d E l . , l a q u a l e p e r c e p i s c e l a

m a n c a n z a d i s e n s i b i l i t à e d i u m a n i t à n e i s u o i c o n f r o n t i , r e d u c e d a u n

a b o r t o , e n e i r i g u a r d i d i s u o m a r i t o , d o l o r a n t e i n o s p e d a l e . Q u i n o n s i

v u o l e g e n e r a l i z z a r e e a c c u s a r e i l p e r s o n a l e o s p e d a l i e r o d i r a z z i s m o ,

t a n t o c h e n o n t u t t i g l i s t r a n i e r i f a n n o u n ' e s p e r i e n z a d e l g e n e r e , t u t t a v i a

q u e l l o c h e s i v u o l e m e t t e r e i n r i s a l t o è c h e s p e s s o n o n s o n o i n g i o c o

d i n a m i c h e d i t i p o c u l t u r a l e , m a è i n b a l l o l ' e s p r e s s i o n e d i u n d i f f u s o

s e n s o d i i n s o f f e r e n z a v e r s o g l i s t r a n i e r i , i q u a l i v e n g o n o i n q u e s t o

modo d i suman izza t i ed e sc lu s i . Ma anche da pa r t e deg l i s t e s s i s t r an i e r i ,

l ' e s s e r e c o n t i n u a m e n t e s o t t o p o s t i a t r a t t a m e n t i d i f f e r e n z i a t i , s p i n g e a d

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i n t e r p r e t a r e t u t t o c o m e d i s c r i m i n a z i o n e e a s e n t i r s i v e s s a t i

C o s ì O . v i e n e r i m a n d a t a a c a s a d a l P r o n t o S o c c o r s o s e n z a o t t e n e r e

cu r e : è p robab i l e che i l s uo v i so gon f io non fo s se un p rob l ema u rgen t e

d a P r o n t o S o c c o r s o , m a è s t a t o i l s u o e s s e r e s t r a n i e r a s e n z a d o c u m e n t i

a r e n d e r e i l l e g i t t i m a l a s u a r i c h i e s t a d i c u r a . E l . d i n n a n z i a d u n a b o r t o

n o n r i e s c e a d o t t e n e r e u n a s p i e g a z i o n e m e d i c a c h e l e p e r m e t t a d i d a r e

u n s e n s o a l l a s u a p e r d i t a . A l l o r a è p r o b a b i l e c h e è s o l o i n q u a n t o c o r p i

c h e e s s i r i e s c o n o a d a c c e d e r e a l l e s t r u t t u r e , l a l o r o u m a n i t à e l a l o r o

s o c i a l i t à v e n g o n o i n q u e s t o m o d o n e g a t e a n c h e s e i l o r o c o r p i

s u f f i c i e n t e m e n t e c u r a t i , e a p o c o v a l g o n o g l i i n t e r v e n t i p o l i t i c i s e n o n

c ' è u n t e r r e n o c o n d i v i s o d i i n t e n t i c o n c h i o p e r a s u l c a m p o .

L ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a i m i g r a n t i s i g i o c a i n o l t r e t r a d u e e s i g e n z e :

d a u n l a t o l a g a r a n z i a d e l l a p r e s t a z i o n e , d a l l ' a l t r a l ' o b b l i g o d i b i l a n c i o

( T o g n e t t i B o r d o g n a , 2 0 0 4 ) , d o v e l ' e l a r g i z i o n e d i p r e s t a z i o n i s a n i t a r i e è

l e g a t a a d u n s e n s o c o m u n e c h e v e d e i n q u e s t a t u t e l a l ' i n c e n t i v o a d u n

u s o e d a b u s o d i r i s o r s e s t a t a l i a s c a p i t o d i c o n t r i b u e n t i a c u i t o c c a

p a g a r e l e c u r e d i p e r s o n e c h e q u i n o n h a n n o a l t r o f u t u r o s e n o n q u e l l o

d i p a r a s s i t i p o r t a t o r i d i e p i d e m i e . Q u e s t o p e r c h é i l m i g r a n t e s e m b r a

p o r t a r e c o n s é t u t t i i p e z z i d e l s u o m o n d o p o v e r o , s p o r c o e m a l a t o c o n

c u i i n v a d e i l n o s t r o .

T u t t a v i a a d u n ' a n a l i s i d e i d a t i i n u m e r i s e m b r a n o c o n t r a d d i r e l e

t emu te a spe t t a t i ve . Da l Doss i e r Ca r i t a s /Mig ran t e s 2007 , che s i

r i f e r i s c e a i d a t i d i d i m i s s i o n e o s p e d a l i e r a23

, v e d i a m o i n f a t t i c o m e l ' 8 0 %

d e i r i c o v e r i e r o g a t o a g l i s t r a n i e r i r i g u a r d i c o l o r o c h e s o n o r e g o l a r i e

qu ind i obb l i ga to r i amen te i s c r i t t i a l SSN; i l 7% in t e r e s sa i r i cove r i

e f f e t t u a t i c o n d i c h i a r a z i o n e d ' i n d i g e n z a ( m e d i a n t e S T P e q u i n d i

i r r e g o l a r i ) a c a r i c o d e l S S N ; i l 5 % c o n d i c h i a r a z i o n i d ' i n d i g e n z a a

c a r i c o d e l M i n i s t e r o d e l l ' I n t e r n o ; i l 5 % s o n o r i c o v e r i d i s t r a n i e r i i l c u i

P a e s e h a s p e c i f i c i a c c o r d i c o n l ' I t a l i a ; i l 3 % d e i r i c o v e r i è p a g a t o i n

p r o p r i o e p e r l ' i n t e r a p r e s t a z i o n e . L ' i n c i s i v i t à d e i r i c o v e r i d i c i t t a d i n i

s t r a n i e r i a m m o n t a a l 2 , 7 9 % d e l l a s p e s a n a z i o n a l e c o m p l e s s i v a p e r

r i c o v e r i ; i r i c o v e r i c o n S T P i n c i d o n o i n v e c e p e r l o 0 , 3 4 % .

23

Si tiene a precisare come questa fonte sia la più attendibile, anche se presenta alcuni limiti statistici, per

quanto concerne la rappresentatività della consistenza numerica e della distribuzione nazionale.

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N o n c ' è q u i n d i u n a f o r t e s p e s a p u b b l i c a p e r g l i s t r a n i e r i i r r e g o l a r i ,

i q u a l i , è b e n e r i c o r d a r l o , p u r n o n p a g a n d o i c o n t r i b u t i , s o n o c o m u n q u e

i n se r i t i n e i c i r cu i t i e conomic i de l nos t ro Paese e non mer i pa r a s s i t i .

S i p u ò d e s u m e r e , q u i n d i , c o m e i l t e r r e n o d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a e

d e l l ' a c c e s s o a i s u o i s e r v i z i , s i a u n i n s i e m e d i p r a t i c h e c h e e s u l a n o d a l l e

m e r e d i s p o s i z i o n i l e g i s l a t i v e , i n c u i d i v e r s e f o r z e v e n g o n o a

c o n f l i g g e r e . L a f r u i z i o n e d e i s e r v i z i è c o s ì d e t e r m i n a t a d a l l a l o r o

e r o g a z i o n e , m a a n c h e d a g l i o s t a c o l i i m p l i c i t i p o s t i a l r e a l e a c c e s s o e

a l l e s t r a t e g i e a t t i v e d e i m i g r a n t i p e r f r u i r n e . L a t e n s i o n e è g i o c a t a s u

d i v e r s i f r o n t i , t r a n e c e s s i t à d i t u t e l a d e l l a s a l u t e c o m e f o r m a d i d i r i t t o ,

m a a n c h e d i c o n t r o l l o s o c i a l e , e n e c e s s i t à d i m a n t e n e r e c o m u n q u e u n o

s t a t o d i f f e r e n z i a l e e d u n ' o t t i m i z z a z i o n e e c o n o m i c a . E ' q u i c h e s i g i o c a

l a p a r t i t a p o l i t i c a d e l l a s a n i t à p u b b l i c a , i n u n c o n t i n u o e q u i l i b r i o e

s c o n t r o d i f o r z e e d i i n t e r e s s i , d o v e a n c h e i l p e r s o n a l e m e d i c o m e t t e i n

c a m p o , i n s i e m e a l l e i s t i t u z i o n i e a i p a z i e n t i , l a s u a d e f i n i z i o n e d e l l a

r e a l t à ( F a s s i n , 1 9 9 6 ) e l ' e s p r e s s i o n e d i q u e s t a l o t t a t r o v a e v i d e n z a n e i

co rp i cu r a t i o ne i co rp i nega t i de i m ig ran t i .

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159

4.3 Curare i migranti: tra culturalismo e paternalismo

L a n o s t r a s o c i e t à è s t a t a c o l t a i n f a l l o , n u o v e p r e s e n z e l ' h a n n o

m e s s a i n c r i s i , h a n n o a p e r t o i l v a r c o a l s o v v e r t i m e n t o d e l l a

q u o t i d i a n i t à , d e l l ' u s u a l i t à e d e l l a n o r m a l i t à n a t u r a l i z z a t a . E c c o c h e

a l l o r a i l n o s t r o s i s t e m a s o c i a l e s i è r i v e l a t o i n a d a t t o a l l e n u o v e

con f igu raz ion i s t o r i che , s i è dovu to ce r ca r e d i da r e un s enso , un

s i gn i f i c a to nuovo a ques t e f r a t t u r e .

D i n n a n z i a f i g u r e s o c i a l i c o m e q u e l l a d e i m i g r a n t i , i n a m b i t o

s a n i t a r i o , s i è d o v u t o f a r e i c o n t i c o n u n a c e r t a i n a d e g u a t e z z a d e l l e

p r a t i c h e m e d i c h e , d e l l e c a p a c i t à c o m u n i c a t i v e e d i n t e r a t t i v e ,

d e l l ' i n e f f i c a c i a e d e l l ' i n e f f i c i e n z a d e l l ' o r g a n i z z a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i

e d e i s e r v i z i , c o n t u t t i i p r o b l e m i c o n n e s s i a l l ' a c c e s o c h e a b b i a m o s o p r a

ev idenz i a to .

L e m o t i v a z i o n i d i q u e s t i d i s a g i s i s o n o s p e s s o r i n t r a c c i a t e i n

d i f f i c o l t à c u l t u r a l i , c i o è i n a b i t u d i n i , i n t e r p r e t a z i o n i e c r e d e n z e d i v e r s e

c h e r e n d o n o d i f f i c i l m e n t e comp l ian t i q u e s t i n u o v i p a z i e n t i . A b b i a m o

g i à r i p o r t a t o s o p r a a l c u n e s i t u a z i o n i i n c u i v i e n e s p e c i f i c a t o c o m e

l ' i n t e r a z i o n e t r a c u l t u r e d i v e r s e s i a i l n o d o i n t o r n o a l q u a l e d o v e r

l a v o r a r e p e r u n a m i g l i o r e f r u i z i o n e d e i s e r v i z i . T u t t a v i a b i s o g n a

e v i d e n z i a r e c o m e e s s a s i a d i v e n t a t a u n p o ' l a r i s p o s t a a d a t t a a t u t t e

q u e l l e p r o b l e m a t i c h e c o m p l e s s e e d i d i f f i c i l e r i s o l u z i o n e .

U n c a s o r i p o r t a t o i n a l t r i s t u d i , e i n d i v i d u a t o a n c h e n e l c o r s o d e l l a

m ia r i c e r ca , è que l l o , ad e semp io , de l non r i spe t t o deg l i appun t amen t i

a m b u l a t o r i a l i o d e i r i t a r d i a l l e v i s i t e , c h e i n a l c u n i o p e r a t o r i p u ò

g e n e r a r e i n d i g n a z i o n e p e r c h é i n t e r p r e t a t i c o m e m a n c a n z a d i r i s p e t t o ,

m e n t r e p e r a l t r i è u n a q u e s t i o n e d i i n c o m p r e n s i o n e e d i i n c o mpa t i b i l i t à

d i t i p o c u l t u r a l e , d i d i v e r s a c o n c e z i o n e d e l t e m p o e d e l l e r e g o l e d i

compor t amen to .

R i p o r t o a t a l p r o p o s i t o l ' i n t e r v i s t a a d u n a R e s p o n s a b i l e d e l l ' A S L d i

Bo logna che s i occupa de l l e r e l a z ion i t r a s t r u t t u r a s an i t a r i a e Sokos , l a

q u a l e e v i d e n z i a p o c h e p r o b l e m a t i c h e r e l a t i v e a d u n u s o i m p r o p r i o o d

e r r a t o d e i s e r v i z i , t u t t a v i a r i l e v a a l c u n i p i c c o l i f r a i n t e n d i m e n t i p e r i

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qua l i non è a t t r i bu ib i l e una co lpa : è un p rob l ema cu l t u r a l e .

Resp. 2: L'unica cosa che noi notiamo, ma è di tipo culturale, è cioè non

disdire gli appuntamenti se non si fanno, non sono puntuali se si dà

l 'appuntamento, non lo rispettano, non avvisano. Ma questo

probabilmente è legato alla cultura, che non hanno...oppure perché

prenotano che hanno un male e poi hanno già risolto e non sono attenti.

Questo lo rileviamo. Però per il resto.. .Ma questo incide abbastanza,

soprattutto per l 'odontoiatria perché vengono dati appuntamenti con un

certo intervallo di tempo [vedi appendice: intervista 32].

E ' p r o b a b i l e p e r ò c h e s i a r i d u t t i v o e v ide n z i a r e q u e s t i

c o m p o r t a m e n t i c o m e s o l o e d e s c l u s i v a m e n t e d i o r d i n e c u l t u r a l e , i n

q u a n t o p a r l i a m o a n c h e d i p e r s o n e c h e n o n h a n n o m o l t a d i m e s t i c h e z z a

c o n l a l i n g u a , o c o n l a c i t t à , c h e s p e s s o s o n o v i n c o l a t i d a l l a v o r o e d a l

n o n a v e r e m e z z i a u t o n o m i . E s s e r e s p e s s o t r a t t a t i c o n s u p e r f i c i a l i t à e

n o n c u r a n z a p u ò i n o l t r e p o r t a r e a d i n t e r p r e t a r e u n a p p u n t a m e n t o

d i s t a n z i a t o n e l t e m p o c o m e a t t o d i d i s c r i m i n a z i o n e . A c i ò s i a g g i u n g a

c o m e l ' a r r i v o s p e s s o r i t a r d a t o a l l e s t r u t t u r e p o r t i a d u n a s e n s a z i o n e d i

u r g e n z a d e l p r o p r i o m a l e s s e r e c h e i n q u e s t o m o d o , c o n u n

a p p u n t a m e n t o m o l t o d i s t a n z i a t o n e l t e m p o , n o n s i s e n t e r i s p e t t a t o

(Togne t t i Bo rdogna , 2004 ) .

L ' i n a d e m p i e n z a a d a p p u n t a m e n t i p e r v i s i t e s p e c i a l i s t i c h e a v v i e n e

s p e s s o a n c h e i n S o k o s , d o v e , t r a l ' a l t r o , è u s u a l e r i c h i a m a r e i p a z i e n t i

p e r p r o m e m o r i a o p e r a c c e r t a r s i d e l l a d i s p o n i b i l i t à , e n o n o s t a n t e c i ò

s p e s s o i d o t t o r i t r a s c o r r o n o i p o m e r i g g i a d a t t e n d e r e p a z i e n t i c h e n o n

a r r i v a n o . A l l a r i c h i e s t a d e l m o t i v o d e l l a m a n c a t a d i s d e t t a p o s s o n o

e s se r c i d ive r s e r i spos t e : a l cun i pensano che i n Sokos comunque i l

m e d i c o l a v o r i a p r e s c i n d e r e d a l s u o a p p u n t a m e n t o , a l t r i n o n h a n n o

a v u t o p o s s i b i l i t à d i c o m u n i c a r l o p e r m a n c a n z a d i t e m p o o d e l n u m e r o ,

a l c u n i s i s o n o p e r s i e s o n o t o r n a t i a c a s a , a l c u n i n o n a v e v a n o c a p i t o i l

g i o r n o ; è p o i p r o b a b i l e c h e i n a l t r i s i s t e m i m e d i c i n o n f u n z i o n i c o s ì . A

q u e s t o v a a g g i u n t o i l f o r t e c a r i c o e m o t i v o e d i s t r e s s a c u i a l c u n i d i

l o r o s o n o s o t t o p o s t i , p e r c u i d i s d i r e u n a p p u n t a m e n t o m a g a r i è l ' u l t i m o

de i pens i e r i .

L ' a n a l i s i d i u n c a s o b a n a l e d i r i t a r d o p u ò s o l l e v a r e d i v e r s i r i m a n d i

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d i o r d i n e s o c i a l e e n o n s o l o c u l t u r a l e , m e n t r e s e m b r a c h e s p e s s o f a r

r i s a l i r e t u t t o a l l a c u l t u r a s i a u n a s p i e g a z i o n e t a l m e n t e e s a u s t i v a c h e

n o n n e c e s s i t a d i u l t e r i o r i c o m p r e n s i o n i e c h i a r i m e n t i . E ' u n c o n c e t t o

che ve s t e bene i n ogn i occa s ione .

I l p e r i c o l o p i ù g r a n d e d i q u e s t o a p p r o c c i o è q u e l l o d i e r i g e r e d e l l e

b a r r i e r e , d o v e l a c u l t u r a d i v i e n e u n o s c h e m a r i g i d o c h e i m p e d i s c e

l ' i n t e r a z i o n e . C o s ì , s e m p r e l a R e s p o n s a b i l e d e l l ' A S L d i B o l o g n a , m i

r a c c o n t a d i c o m e u n a l t r o p i c c o l o p r o b l e m a c u l t u r a l e s i a q u e l l o d e l l e

r a d i o g r a f i e a l l e d o n n e c h e , a v e n d o i l v e l o , n o n v o g l i o n o t o g l i e r l o ,

r e n d e n d o n u l l o l ' e s i t o d e l l ' e s a m e . L a s o l u z i o n e v i e n e s u b i t o

r i n t r a c c i a t a , d o v e n o n s i r i e s c a a “ c o n v i n c e r l a ” , n e l l o s p o s t a r e

l ' a p p u n t a m e n t o s u c c e s s i v a m e n t e c o n u n m e d i a t o r e c u l t u r a l e c h e l e

s p i e g h i i n t e r m i n i a d a t t i l e r e g o l e p e r e f f e t t u a r e l ' e s a m e . F o r s e i l

p r o b l e m a è c h e l a c h i a v e r i s o l u t i v a n o n è “ c o n v i n c e r e ” l e p e r s o n e , m a

q u e l l o d i n e g o z i a r e l a p r e s t a z i o n e , c o s t r u e n d o u n p u n t o d i

a v v i c i n a m e n t o . L a f i g u r a s e m p r e p i ù s p e c i a l i z z a t a d e l m e d i a t o r e

c u l t u r a l e c o s ì v i e n e a d e r e s p o n s a b i l i z z a r e l ' o p e r a t o r e m e d i c o d e l l a s u a

r e l a z i o n e c o n i l p a z i e n t e i n q u a n t o i l p r o b l e m a c u l t u r a l e n o n è d i s u a

compe t enza e non è a rg inab i l e (Grando l fo , 2000 ) .

L ' a t t i v i t à d e l m e d i a t o r e c u l t u r a l e è s i c u r a m e n t e d i r i l e v a n t e

i m p o r t a n z a p e r c h é c e r c a d i s a n a r e q u e l l e i n e v i t a b i l i i m p o s s i b i l i t à

c o m u n i c a t i v e d e t e r m i n a t e d a l l ' i n c o m p r e n s i o n e r e c i p r o c a d e l l a l i n g u a ,

t u t t a v i a è i m p o r t a n t e n o n d e l e g a r e a d e s s a l ' a t t i v i t à r e l a z i o n a l e ,

c o n f i n a n d o i l p a z i e n t e a l l ' i n t e r n o d e l l e s u e m u r a c u l t u r a l i i n c u i t r a

l ' a l t r o r i s ch i e r ebbe d i non r i t r ova r s i .

U n a c o n c e z i o n e d e l l a c u l t u r a c o m e u n i n v o l u c r o c h e r i v e s t e

c o m p l e t a m e n t e l a p e r s o n a , c o s ì c o m e p r o p r i o l ' a n t r o p o l o g i a p e r t e m p o

l ' h a p r o p i n a t a , s g a n c i a i l p a z i e n t e d a l l a s u a c a p a c i t à a t t i v a e a g e n t e ,

f a c i l i t a n d o l a c o s t r u z i o n e d i q u e l l e g e n e r a l i z z a z i o n i s u c o m p o r t a m e n t i

e t n i c i c h e o l t r e a d i m b r i g l i a r e l o s t r a n i e r o , n o n p e r m e t t o n o l a p i e n a

c o m p r e n s i o n e d e l f e n o m e n o . C o n q u e s t o n o n s i v u o l n e m m e n o n e g a r e

c h e n e l l ' a n a l i s i d e g l i o p e r a t o r i e d e l l e p e r s o n a l i t à p o l i t i c h e c i s i a l a

c o n s a p e v o l e z z a d e i d e t e r m i n a n t i s o c i a l i d i s a l u t e , s p e s s o c ' è u n a l u c i d a

i n t e r p r e t a z i o n e d e l l a f u n z i o n e p o l i t i c a d e l m i g r a n t e e d i c o m e q u e s t a

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v a d a a d a g i r e d i r e t t a m e n t e s u l l e s u e c o n d i z i o n i d i v i t a e d i s a l u t e ,

t u t t a v i a n e l l a p r a t i c i t à d e g l i i n t e r v e n t i , n e l r a p p o r t o c o n i l p a z i e n t e c i ò

che emerge t r oppo pe san t emen te è spe s so l ' e l emen to cu l t u r a l e .

A l t r a c o m p o n e n t e r i l e v a n t e n e l l ' i n t e r p r e t a z i o n e b i o m e d i c a d e i

s e r v i z i è c h e s e d a u n l a t o c ' è u n ' e s a l t a z i o n e d e l l a c o m p o n e n t e c u l t u r a l e

c o m e s p i e g a z i o n e d i o g n i p r o b l e m a t i c a r e l a z i o n a l e , d a l l ' a l t r a l a c u l t u r a ,

s p e s s o r i c o n o s c i u t a n e l l a s u a d i g n i t à , d i v e n t a p e r ò a n c h e “ c r e d e n z a ”

c h e l a m e d i c i n a d e v e s u p p o r t a r e c o n l e s u e v e r i t à , n o n m e t t e n d o

m i n i m a m e n t e i n d u b b i o l a c o s t r u z i o n e c u l t u r a l e e s o c i o - p o l i t i c a d e l l a

med i c ina s t e s s a (P i zza , 2005 ) .

M i r i f e r i s c o a d e s e m p i o a l l a m e d i c i n a p r e v e n t i v a e a l l o s c r e e n i n g

p e r i l t u m o r e , p e r c u i d a d i v e r s e i n t e r v i s t e a i p o l i t i c i l o c a l i e a l

p e r s o n a l e d e l l ' A S L , è e m e r s a l ' i m p o r t a n z a d i f a r c a p i r e a i p a z i e n t i

m i g r a n t i l a n e c e s s i t à d e l l a p r e v e n z i o n e , d e i c o n t r o l l i c o n t i n u i , a c u i

d i f f i c i l m e n t e s e m b r a n o a v v i c i n a r s i . Q u e s t o a v v i e n e c o n u n a s o r t a d i

p a t e r n a l i s m o , c o m e s e f o s s e r o f a n c i u l l i a n c o r a d a e d u c a r e a l l a s a l u t e e

d a a c c o m p a g n a r e i n q u e s t o p e r c o r s o . S i d e f i n i s c e s p e s s o c o m e

m a n c a n z a d i s t r u m e n t i o a p p u n t o d i c u l t u r a .

Q u e s t a l e t t u r a d e l f e n o m e n o n a s c o n d e i n r e a l t à q u e i f a t t o r i d i a l t r o

o r d i n e c h e p o s s o n o r e n d e r e d i f f i c i l e l a comp l iance d e i p a z i e n t i n e i

p e r c o r s i d i p r e v e n z i o n e , q u a n d o è g i à d i f f i c i l e r i u s c i r e a d a c c e d e r e a l l e

s t r u t t u r e p e r i c a s i c o n c l a m a t i . L a p r e v e n z i o n e p r e s u p p o n e u n a

d i s p o s i z i o n e d i t e m p o e d i d e n a r o d i c u i n o n t u t t i h a n n o a b b o n d a n z a ,

i n o l t r e e s s a è l e g a t a a d u n a c o n c e z i o n e d e l c o r p o e d e l l a m a l a t t i a m o l t o

p e c u l i a r i , s i b a s a s u l l a p r e v i s i o n e d i u n m a l e c h e n o n c ' è a n c o r a e c h e

n o n h a s i n t o m i , p e r c u i s i r i c h i e d e d i p r e c e d e r e i l p o t e n z i a l e p a t o l o g i c o

d e l p r o p r i o c o r p o a n c h e q u a n d o s i h a l a p e r c e z i o n e d i b e n e s s e r e . T u t t o

c i ò , s o p r a t t u t t o n e i g i o v a n i e n e i m i g r a n t i , r i s u l t a d i f f i c i l e d a r e a l i z z a r e

q u a n d o s p e s s o q u e s t i u l t i m i v i v o n o q u o t i d i a n a m e n t e i n f u n z i o n e d e l

l a v o r o e d e l l o r o c o r p o p r o d u t t i v o , c o n p r o b l e m a t i c h e l e g a t e a l l a

s o p r a v v i v e n z a i m m e d i a t a ; m e n t r e s i p o t r e b b e c o n s i d e r a r e p r e v e n z i o n e

a n c h e l a g a r a n z i a a d o g n i p e r s o n a d i d e l i n e a r e l a p r o p r i a e s i s t e n z a i n

cond i z ion i che non l a e spongano ad un con t i nuo r i s ch io pa to log i co .

M e n t r e s i è p r e s i n e l l ' i n t e r p r e t a z i o n e e n e l l a c o d i f i c a z i o n e d e l l e

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c u l t u r e a l t r e , n o n s i m e t t e m i n i m a m e n t e i n d i s c u s s i o n e l a c u l t u r a d e l l a

med i c ina e i l s uo r i svo l t o po l i t i co : l a nece s s i t à d i con t ro l l i p r even t i v i

p e r i o d i c i è d e m a n d a r e c o m p l e t a m e n t e a l l a m e d i c i n a i l p o t e r e d i

d e c i d e r e d e l p r o p r i o s t a t o d i s a l u t e a p r e s c i n d e r e d a l l e p r o p r i e

p e r c e z i o n i . E ' u n a s o r t a d i e s p r o p r i a z i o n e d e l c o r p o c h e d e l e g a a n c o r a

p i ù p o t e r e a l c a m p o b i o m e d i c o s e m p r e p i ù i p e r - s p e c i a l i z z a t o ,

t e c n o l o g i c o , p e r c u i s i p e r d e q u a s i l a f a m i l i a r i t à e l a c o g n i z i o n e d e l

p r o p r i o c o r p o s e n o n a t t r a v e r s o l ' o c c h i o m e d i c o ( T a u s s i g , 2 0 0 6 ) . S o l o

una r i f l e s s i one de l l a med i c ina s t e s s a può po r t a r e ad un cu ra che s i a

a l l o r a e f f i c a c e p e r c h é n e g o z i a t a , p e r c h é c o n t i n u a m e n t e t a r a t a s u l l e

spec i f i c i t à e sop ra t t u t t o pe r ché p ro fondamen te umana .

I n q u e s t o s e n s o i m i g r a n t i h a n n o s v o l t o q u e l l a f u n z i o n e s p e c c h i o d i

c u i p a r l a S a y a d ( 2 0 0 2 ) , i n c u i i l l o r o b i s o g n o d i c u r a h a s v e l a t o d e g l i

a s p e t t i d e l l a n o s t r a s o c i e t à c h e e r a n o l a t e n t i m a g i à p r e s e n t i . C i ò c h e

d i s t a n z i a l a m e d i c i n a i s t i t u z i o n a l i z z a t a d a i s u o i p a z i e n t i è l a

spe r sona l i z zaz ione , l ' i n c lu s ione d i f f e r enz i a t a , l a bu roc r a t i z zaz ione e

l ' a l i e n a z i o n e r i s p e t t o a l p r o p r i o c o r p o c h e s i s u b i s c e c o m e o g g e t t o ,

s e n z a a v e r n e c o m p r e n s i o n e . E c c o a l l o r a c h e i l p a z i e n t e f a r à u n u s o

t u t t o p e r s o n a l i z z a t o d e i s e r v i z i , d e f i n i t o a n c h e e r r a t o , o r i c o r r e r à a d

a l t r e f o r m e d i c u r a . E q u e s t o n o n r i g u a r d a s o l o i m i g r a n t i , m a a n c h e g l i

i t a l i a n i e p e r p r i m i i p i ù d i s a g i a t i . A l l o r a f o r s e u n n u o v o a p p r o c c i o a l l a

c u r a d o v r e b b e o r i e n t a r s i s u l l e p r o b l e m a t i c h e s p e c i f i c h e , s u l l ' a n a l i s i

s o c i a l e d e l l e p a t o l o g i e , i n c u i l a c u l t u r a v e n g a a r i v e s t i r e l a v a l e n z a d i

c o r p u s p r o f o n d a m e n t e r i m o d e l l a t o d a l l e e s p e r i e n z e i n d i v i d u a l i e i l

p a z i e n t e n o n p i ù o g g e t t o d a i s t r u i r e , m a s o g g e t t o a t t i v o n e l l a

d e f i n i z i o n e t e r a p e u t i c a p e r l a s u a g u a r i g i o n e .

T o g n e t t i B o r d o g n a ( 2 0 0 4 ) p a r l a p e r q u e s t o d i f o r z a d e l l ' i n c e r t e z z a

c o m e p u n t o c a r d i n e s u c u i g i o c a r e l a r i u s c i t a d e g l i i n t e r v e n t i d e i

s e r v i z i , i n c u i s i r e a l i z z i l a f l e s s i b i l i t à , l a c o n t a m i n a z i o n e d e i s a p e r i i n

m o d o d a r i c r e a r e s e m p r e n u o v i e s p e c i f i c i s p a z i s i m b o l i c i i n c u i i l

p a z i e n t e s i a d a v v e r o “ a c c o l t o ” e c o m p l i c e d e l t r a t t a m e n t o t e r a p eu t i c o .

Page 167: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

164

4.4 La salute desocializzata

N e l l a m a s s i m a e l a r g i z i o n e d i d i r i t t i a i m i g r a n t i c o n l a l e g g e 4 0 d e l

1 9 9 8 , i r e g o l a r i h a n n o v i s t o r i c o n o s c i u t a , o l t r e a l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a ,

a n c h e l ' a s s i s t e n z a s o c i a l e a p a r i t à d i c o n d i z i o n i c o n i l c i t t a d i n o

i t a l i a n o , m e n t r e a l l ' i r r e g o l a r e è r i c o n o s c i u t o s o l o i l d i r i t t o a l l e c u r e

u r g e n t i , e s s e n z i a l i e p r e v e n t i v e , e q u i n d i i n m o d o p a r z i a l e e

d i f f e r e n z i a t o .

N e l l a c o n d i z i o n e d i i r r e g o l a r i t à a b b i a m o i n o l t r e e v i d e n z i a t o c o m e

c r e s c a n o l e p r o b l e m a t i c h e r e l a t i v e a l l a v o r o , a l l ' a l l o g g i o , a i f i g l i , c o n

p r o b a b i l i e s p e s s o p r e v e d i b i l i r i p e r c u s s i o n i s u l l o s t a t o d i s a l u t e , c h e

n o n f a c h e a g g r a v a r e u n a s i t u a z i o n e g i à e s t r e m a m e n t e p r e c a r i a . E '

p a l e s e c o m e i l l i m i t e t r a s o c i a l e e s a n i t a r i o s i a m o l t o l a b i l e , c o s ì c o m e

è e v i d e n t e i l f r a g i l e c o n f i n e t r a r e g o l a r i t à e i r r e g o l a r i t à , g r a z i e a d u n a

l e g i s l a z i o n e c h e f a c i l i t a l a c o n t i n u a o s c i l l a z i o n e d a u n a c o n d i z i o n e

a l l ' a l t r a . P e r c u i s e l ' i m m i g r a t o r e g o l a r e r i e s c e i n l i n e a d i p r i n c i p i o a d

o t t e n e r e a l c u n i s u p p o r t i d i t i p o a s s i s t e n z i a l e , n e l m o m e n t o i n c u i

d o v e s s e p e r d e r e i l l a v o r o , c o n l a d e c a d e n z a d e l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o ,

l a s u a c o n d i z i o n e s p r o f o n d a n e l l ' i n v i s i b i l i t à e n e l l a p e r d i t a d i t u t t e l e

a g e v o l a z i o n i a c q u i s i t e , p a r a d o s s a l m e n t e p r o p r i o n e l m o m e n t o i n c u i

s a r ebbe ro p iù u rgen t i .

S e i l s e r v i z i o s o c i a l e n a s c e p e r a i u t a r e a c r e a r e f o r m e d i s o c i a l i t à

p i ù i n t e g r a t e e p a r i t a r i e , i m i g r a n t i i r r e g o l a r i , c h e l o r o m a l g r a d o

v e n g o n o p o s t i a i m a r g i n i d e l l ' e c o n o m i a s o c i a l e e s o n o v i t t i m e d i

i nga rbug l i a t i s i s t emi no rma t iv i , dov rebbe ro o t t ene r e un suppo r to . La

n e g a z i o n e d i o g n i d i r i t t o c h e n o n s i a q u e l l o a l l a s a l u t e d e t e r m i n a c o s ì

u n a r i c a d u t a d i r e s p o n s a b i l i t à s u l m i g r a n t e s t e s s o p e r l a p r o p r i a

c o n d i z i o n e , i n s c r i v e n d o i n l u i l a c o l p a d e l l a s u a c o n d i z i o n e ( S p i n e l l i ,

2005 ) .

R ipo r to , come ca so e semp l i f i c a t i vo , l a s t o r i a d i un uomo: Ab . , d i

c i r c a 5 0 a n n i , d a l M a r o c c o . E ' a r r i v a t o i n S o k o s m e n t r e s v o l g e v o

a t t i v i t à d i a c c o g l i e n z a e a l l a d o m a n d a : “ E ' l a p r i m a v o l t a c h e v i e n i ?

H a i b i s o g n o d i u n d o t t o r e ? ” h a i n i z i a t o a r a c c o n t a r m i l a s u a v i t a m e n t r e

Page 168: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

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p r epa ravo l a sua documen taz ione pe r l a v i s i t a med i ca .

A b . m i g r ò i n I t a l i a q u a n d o a v e v a c i r c a 1 0 a n n i c o n i l p a d r e c h e

s v o l g e v a q u i l ' a t t i v i t à d i a m b u l a n t e . H a a v u t o u n a v i t a p i u t t o s t o

t r a v a g l i a t a , t u t t a v i a u n a v o l t a d i v e n t a t o a d u l t o è r i u s c i t o a d a v e r e u n

l avo ro e a r ego l a r i z za r s i . Avendo pos s ib i l i t à d i t o rna r e spe s so i n

M a r o c c o , s i è a n c h e s p o s a t o l ì e m a n d a v a s o l d i a c a s a p e r l a m o g l i e e i l

f i g l i o . P o i h a a v u t o u n i n c i d e n t e s u l l a v o r o , h a d o v u t o s m e t t e r e d i

l avo ra r e , ha pe r so i l l avo ro e po i anche i l p e rmesso d i sogg io rno . Se

n e l l a c o n d i z i o n e d i r e g o l a r e a v e v a c h i e s t o e d o t t e n u t o s u p p o r t o

d a l l ' a s s i s t e n z a s o c i a l e d e l C o m u n e , s c a d u t o i l p e r m e s s o l e s u e u l t e r i o r i

r i c h i e s t e n o n s o n o s t a t e a c c o l t e . L a d i f f i c o l t à n e l r i n n o v o , d ' a l t r o

c a n t o , è s t a t a f r u t t o d i u n i t e r b u r o c r a t i c o l e n t o , d i f f i c o l t o s o ,

m a c c h i n o s o , c h e n o n p e r m e t t e v a d i f a r c o i n c i d e r e i s u o i r e a l i p e r i o d i d i

l a v o r o c o n q u e l l i i n c u i v e n i v a c h i a m a t o d a l l a q u e s t u r a p e r e s p o r r e l a

d o c u m e n t a z i o n e . A b . h a c o m i n c i a t o a p e r d e r e l a c a p a c i t à d i g e s t i r e l a

sua e s i s t enza , s enza a l cun suppo r to od a iu to che g l i spe t t a s s e ro d i

d i r i t t o d o p o 3 0 a n n i c h e e r a q u i i n I t a l i a e c h e h a t r a s c o r s o p e r l o p i ù

l a v o r a n d o . H a p e r s o l a c a s a , è o r a u n s e n z a f i s s a d i m o r a , h a c o m i n c i a t o

a b e r e , l a m o g l i e h a c h i e s t o i l d i v o r z i o a c c u s a n d o l o d i a b b an d o n o d i

m i n o r i a c a u s a d e l l e m a n c a t e r i m e s s e . E ' v e n u t o a l S o k o s p e r e v i d e n t i

p r o b l e m i d i s a l u t e l e g a t i a l l e c o n d i z i o n i m a l s a n e d i v i t a e p e r l a

r i c h i e s t a d i u n a p s i c o t e r a p i a , p e r i c o n t i n u i a t t a c c h i d i i r a c h e l o

i n v a d o n o . M i m o s t r a l a s u a v e c c h i a c a r t a d ' i d e n t i t à e l a s u a t e s s e r a

s a n i t a r i a i t a l i a n e : s o n o s t a t e r i d o t t e i n p e z z i d a l l a s u a i r a v e r s o l ' I t a l i a .

E c c o c h e A b . s e n z a a l c u n s u p p o r t o , n e g a t o g l i p e r l e g g e , o l t r e a i

m e c c a n i s m i b u r o c r a t i c i s e m p r e p i ù o s t i c i , s i è r i t r o v a t o i n v i s c h i a t o i n

u n c i r c o l o v i z i o s o c h e l ' h a r i d o t t o i n u n a p o v e r t à d e v a s t a n t e e a l l a

r o t t u r a c o n i l e g a m i f a m i l i a r i . A b . è i l c a s o e m b l e m a t i c o d i q u e l l a

v i o l e n z a s t r u t t u r a l e c h e l i m i t a l a c a p a c i t à d i a g i r e d e l l e p e r s o n e ,

r endendo l e vu lne r ab i l i e so t t omesse ad una so f f e r enza t u t t a soc i a l e .

D a q u e s t a s t o r i a è e v i d e n t e t u t t a l a r e s p o n s a b i l i t à p o l i t i c a e d

i s t i t u z i o n a l e n e l d e t e r m i n a r e n o n s o l o r i c o n o s c i m e n t i d i f f e r e n z i a t i i n

b a s e a l l o s t a t u s g i u r i d i c o , m a a n c h e l ' e s t r e m a p r e c a r i e t à d e l l a p o s i z i o n e

soc i a l e a cqu i s i t a , i n modo che g l i s fo r z i l avo ra t i v i pos sano svan i r e i n

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u n a s c a d e n z a , g e n e r a n d o a m b i t i d i e s c l u s i o n e e d i d e r i v a s o c i a l e m o l t o

a m p i . I l r i c o n o s c i m e n t o d e i d i r i t t i s o c i a l i e c i v i l i a g l i s t r a n i e r i è

i n g a n n e v o l e s e q u e s t i v e n g o n o d i f f e r e n t e m e n t e d i s t r i b u i t i i n b a s e a d

uno s t a t u s a s c r i t t o e s e p rop r io l a pos s ib i l i t à d i r agg iunge re una

p o s i z i o n e r e g o l a r e v i e n e n e l l a p r a t i c a c o n t i n u a m e n t e o s t a c o l a t o . L a

g a r a n z i a d i a c c e s s o a l l e c u r e d i v e n t a a l l o r a s o l o p a r z i a l m e n t e e f f i c i e n t e

s e l e c ause d i d i s ag io pe rmangono e sono con t i nuamen te r e i t e r a t e .

R i p o r t o a t a l p r o p o s i t o l ' i n t e r v i s t a s v o l t a a l R e s p o n s a b i l e d e l

S e r v i z i o d i I n t e g r a z i o n e I n t e r c u l t u r a l e , a l l ' i n t e r n o d e i s e v i z i s o c i a l i d e l

C o m u n e d i B o l o g n a , i l q u a l e s i o c c u p a d i a c c o g l i e n z a e i n t e g r a z i o n e

de l l a popo l az ione immig ra t a r ego l a rmen te sogg io rnan t e . E ' un s e rv i z io

v o l t o a d a c c o m p a g n a r e e f a c i l i t a r e i p e r c o r s i d i i n s e r i m e n t o e d i

ada t t amen to a l nuovo con t e s to soc i a l e :

Resp. 1: Si tratta di un lavoro più sugli aspetti inerenti alle fatiche, il

disagio, gli ostacoli collegati al percorso migratorio, intendendo tutto

quello che può discendere dall 'essere un cittadino straniero, ma anche

dall 'aver compiuto uno spostamento consistente nella propria vita,

dall 'avere legami familiari transnazionali, da impedire quindi il proprio

futuro sia qui che nel paese d'origine, dall 'aver avuto anche una serie di

traumi legati a questo spostamento e di viverli continuamente. E' chiaro

poi che dal punto di vista delle richieste che arrivano e che i servizi

provano a dare, sono risposte ancora molto di base, perché ci sono

problemi vitali che spesso la popolazione immigrata fatica a risolvere da

sola. In primis tutta la questione legata ai permessi di soggiorno e alla

loro possibilità di stare qui in modo regolare. Quindi anche come si

accede ai servizi, con quale permesso di soggiorno ecc.. .Questa continua

ad essere una richiesta fortissima perché le difficoltà che ci sono, sono

enormi.

F.: Sono difficoltà legate alla burocrazia italiana?

Resp. 1: Principalmente si. E sono legati a due fenomeni: la burocrazia

italiana e a monte la difficoltà/impossibilità di governare i flussi

migratori. Nel senso che.. .a parte l ' ipocrisia di questa modalità di

governo dei flussi migratori, nel senso che noi abbiamo una legge che in

teoria stabilisce delle quote d'ingresso, ma che prevede un

meccanismo...come dire.. .che descrive una situazione che non esiste

nella realtà, cioè quella della chiamata nominativa dall 'estero. Come se

un datore di lavoro chiamasse qualcuno dall 'estero senza sapere chi è.

Questo è quello che appare leggendo la norma, poi sappiamo che la

norma si applica come forma di sanatoria: cioè ogni anno viene fatta una

quota non di persone che vengono dall 'estero, ma di regolarizzazione

delle persone presenti, oppure di ingressi dall 'estero si, ma di parenti e

amici di persone già presenti. Così funziona il governo

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dell ' immigrazione in Italia. Questo vuol dire che il primo accesso è quasi

sempre, tranne che per amici e parenti, è quasi sempre irregolare. Se poi

pensiamo anche agli amici e ai parenti come persone a cui è stata aperta

la strada da parte di altri che sono venuti irregolarmente, la catena

migratoria parte con l 'entrata irregolare in Italia. E non c'è niente da

fare, è così storicamente, è così e continua ad essere così nonostante

quello che ci raccontano. Per cui tutta la condanna dell ' irregolarità è

comprensibile dal punto di vista della, come dire, necessità di contenere

il fenomeno, no? Ma non corrisponde alla realtà. Cioè non si può dire

vogliamo i regolari, non vogliamo gli irregolari, perché quelli regolari

sono irregolari che si sono regolarizzati. Quindi, non a caso, è una storia

che non è descritta propriamente in questo momento [vedi appendice:

intervista 29].

L a c o s t r u z i o n e s o c i a l e d e l l ' e s c l u s i o n e e d i s t a t i d i f f e r e n z i a l i

v o l u t a m e n t e d i s c r i m i n a t o r i , s o n o e v i d e n t i e l a m p a n t i s o p r a t t u t t o t r a g l i

o p e r a t o r i c h e q u o t i d i a n a m e n t e d e v o n o o c c u p a r s i d e l l e r i c h i e s t e d e i

m i g r a n t i . I l d i s o r i e n t a m e n t o n e l l a m a c c h i n a b u r o c r a t i c a d e l l e

r e g o l a m e n t a z i o n i è i l p r i m o o s t a c o l o , l a p r i m a r i c h i e s t a d i a i u t o c h e

v i e n e f o r m u l a t a a i s e r v i z i , a c u i , t r a l ' a l t r o , p o s s o n o a c c e d e r e i

r e g o l a r i , c i o è c o l o r o c h e g i à s t a n n o v i v e n d o u n p e r c o r s o p r i v i l e g i a t o ,

m e n t r e è i m m a g i n a b i l e c h e t a l i d i f f i c o l t à s i a c u i s c a n o p r o p r i o p e r

co lo ro che non pos sono accede rv i . E ' p rop r io i l t en t a t i vo d i a t t ua r e l a

n o r m a t i v a s u g l i i n g r e s s i e l e r e g o l a r i z z a z i o n i c h e t e s t i m o n i a l a s u a

i n a d e g u a t e z z a e l a s u a d e f i n i z i o n e p u r a m e n t e i n c e n t r a t a s u u n g i o c o d i

i n t e r e s s i , v i s t o c h e l a s u a r e a l i z z a z i o n e n o n s o l o v i e n e d i s a t t e s a , m a s i

p r e s e n t a c o m e i m p r a t i c a b i l e . I l r i s u l t a t o d i q u e s t a l e g i s l a z i o n e è , c o m e

a b b i a m o a v u t o m o d o d i e v i d e n z i a r e n e l c a p i t o l o p r i m o ,

l ' i s t i t u z i o n a l i z z a z i o n e d e l l ' i r r e g o l a r i t à a c u i s o n o l e g a t i d i v e r s i

i n t e r e s s i p o l i t i c i e d e c o n o m i c i , d i c u i f a n n o d e n u n c i a p r o p r i o g l i

ope r a to r i che p iù s a r ebbe ro p r epos t i a l suo r i spe t t o .

D i n n a n z i , q u i n d i , a d u n s e r v i z i o a p p o s i t o p e r p e r s o n e s v a n t a g g i a t e ,

u n a c o n d i z i o n e d i d i r i t t o , c i o è l ' i r r e g o l a r i t à , i m p e d i s c e c h e e s s o s i a

p r e d i s p o s t o p e r c o l o r o c h e s o n o p i ù e s p o s t i a l r i s c h i o . C o s ì i s e r v i z i

s o c i a l i p u r a v e n d o m o d o , n e l l a p r a t i c a , d i t r o v a r s i a c o n t a t t o , i n a l c u n i

c o n t e s t i , c o n s t r a n i e r i i r r e g o l a r i , n o n p o s s o n o i n t e r v e n i r e s e n o n m o l t o

l i m i t a t a m e n t e c o n s u p p o r t i s i c u r a m e n t e n o n r i s o l u t i v i . A f f e r m a i n f a t t i

i l Responsab i l e de l Se rv i z io In t eg raz ione e I n t e r cu l t u r a :

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168

Resp. 1: Noi abbiamo, come servizi che hanno avuto a che fare con la

popolazione irregolare.. .per esempio abbiamo un'esperienza, che è stata

anche molto problematica, nel nostro drop in. Il drop in è un servizio

dedicato ai tossicodipendenti, una sorta di centro diurno aperto durante

le ore del giorno in cui utenti tossicodipendenti, ma anche persone senza

fissa dimora possono accedere ad una serie di servizi senza che

necessariamente venga imposto loro di aderire ad un progetto

assistenziale o ad un progetto educativo (. . .) . Questo drop in è stato ad

un certo punto frequentatissimo dalla popolazione straniera anche senza

permesso di soggiorno. Parliamo di persone tossicodipendenti, che poi a

loro volta sono persone dedite allo spaccio, insomma quindi abbiamo

avuto esperienze di questo tipo, anche con delle ricadute in termini di

sicurezza. Per questo motivo ad un certo punto è stato anche chiuso

questo drop in . Questo per dire che questo è l 'unico spazio, insieme ai

servizi di strada e le unità di strada. Sono servizi che, come dire,

impattano con la popolazione irregolare. Un po' i dormitori, ma

soprattutto nella fase invernale, con l 'emergenza freddo: le persone che

dormono per strada vengono anche accompagnate ai dormitori, ma con la

possibilità, se non sono regolari, di restare solo una notte, insomma il

tempo di coprire l 'emergenza. Poi abbiamo avuto esperienza con la

popolazione, con parti, con gruppi di immigrati che non avevano i

documenti nel periodo delle occupazioni degli insediamenti abusivi dei

Rom lungo il Reno o delle occupazioni che sempre i gruppi Rom avevano

fatto in altre strutture. Lì si sono fatti degli interventi, anche lì , in

emergenza. Un po'. . .come dire.. .cercando di utilizzare le scappatoie, di

utilizzare.. .come dire.. .un'interpretazione abbastanza estensiva della

norma, no? Quindi ci consentiva anche di dire: “Beh stiamo facendo un

intervento, tra virgolette, umanitario perché sono gruppi consistenti di

persone che stanno rischiando, ad esempio durante l 'esondazione del

fiume Reno, insomma stanno rischiando la vita.. .Noi li spostiamo da

questo luogo, però dobbiamo creargli un rifugio”. Ecco sono interventi

si, che nascono per l 'emergenza contingente, ma una volta che si crea un

centro di accoglienza ci mettiamo dentro cento persone, famiglie, anche

se non hanno documenti, è chiaro che non è che il giorno dopo li metti

per strada. Per cui lì è stato fatto tutto un percorso di regolarizzazione,

consentito anche dal fatto che questi erano rumeni, per cui si andava

verso l 'entrata della Romania in Europa, ed è stato fatto un percorso di

regolarizzazione per queste persone. Ma l 'approccio, ecco, il primo

aggancio è stato fatto nella fase in cui non avevano documenti. Abbiamo

anche un pronto intervento sociale che interviene appunto in situazioni

di emergenza, segnalate dalle forze dell 'ordine principalmente, e in quel

caso l 'educatore, l 'assistente sociale vanno in quel luogo che viene

segnalato dagli agenti perché ci sono persone per esempio di fatto in

difficoltà, che hanno bisogno di un intervento immediato e lavorano con

chi hanno davanti, per cui spessissimo questi interventi di pronto

intervento sociale, sono stati fatti anche per persone senza documenti. Di

nuovo, anche qui moltissimi Rom insediati in modo non regolare.

F.: Quindi gli immigrati irregolari entrano nei vostri interventi per via

trasversale, non attraverso interventi diretti . . .

Resp. 1: Diciamo che entrano o in una fase di emergenza, che deve

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169

essere limitata all 'emergenza oppure entrano in contatto con i servizi di

bassa soglia. Per servizi di bassa soglia intendiamo servizi che lavorano

o direttamente in strada o in luoghi ed edifici del comune, però aperti a

tutti e senza una presa in carico, senza che venga stipulato o fatto un

programma educativo o assistenziale per la persona (. . .) . Non riusciamo

a sviluppare dei servizi di assistenza e neanche un servizio che possa

essere per loro più di sostegno rispetto alle difficoltà. Per cui su questo

siamo in grande difficoltà. Non è che troviamo la strada tanto facile per

riuscire a far venire fuori queste persone.

F.: La mancanza di un sostegno da parte dei servizi sociali non va anche

a determinare quella che è la criticità dello stato di salute e di malattia

degli immigrati, secondo lei? Non si raggiunge perfino un paradosso per

cui si da accesso, anche lì l imitatamente all 'assistenza sanitaria, quando

un intervento magari a monte a livello di servizi sociali potrebbe in

realtà garantire uno stato che potrebbe influire positivamente sulla

salute?

Resp. 1:Questo è evidente. Qui bisognerebbe fare una specifica tra chi è

irregolare, o chi è in una condizione di irregolarità temporanea. Noi per

esempio, e questa è una cosa che va specificata, abbiamo a che fare

moltissimo con i richiedenti asilo. I richiedenti asilo, sono persone che

si presentano da noi nonostante entrate da noi in maniera irregolare. Si

presentano ai nostri sportelli e chiedono asilo. Nel momento in cui

esprimono l ' intenzione di chiedere asilo non sono già più irregolari per

la norma, però va formalizzata la richiesta, perché non basta dirlo.

Quindi tutta una serie di interventi che si fanno a quel punto sono un po'

a cavallo tra interventi a favore di persone irregolari e no. Nel senso che

noi facciamo accoglienza, li mettiamo a dormire, gli diamo da mangiare,

li portiamo in questura, gli aiutiamo con la lingua, gli aiutiamo su tutto.

Sapendo bene che abbiamo a che fare con persone che non hanno in

mano alcun documento. Per cui fare un invio in una struttura

d'accoglienza di una persona che non possiede nessun documento in

mano, è un tipo di attività che si regge su un patto con le istituzioni, no?

Sappiamo che la persona non può dimostrare di essere regolarmente qui,

ma l ' intenzione di chiedere asilo è in procedura alla questura.

Però è chiaro da un altro punto di vista, che non possedendo il

documento, finché interveniamo noi riusciamo ad aprirgli qualche strada,

ma non tutti i servizi gli sono consentiti . L'esempio classico è

l 'assistenza sanitaria. Allora un richiedente asilo che è venuto allo

sportello del comune per dire aiutatemi a chiedere asilo, lo sportello del

comune ha comunicato alla questura la sua presenza, ha preso un

appuntamento, lui va in questura, deve fare i documenti. . .prima di avere

un permesso di soggiorno in mano passano almeno tre mesi. Se non hai

documenti non puoi fare l ' iscrizione al SSN e quindi non puoi avere.. .

F.: Si, però le cure d'urgenza con il tesserino STP si.

Resp. 1: Esatto, allora, però non puoi.. .non hai l 'assicurazione. Per cui

cosa succede.. .che in questi tre mesi tu sei coperto dal STP, ma essere

coperto dal STP, vuol dire essere irregolare. Quindi sei paragonato, sei

equiparato alla popolazione immigrata che non ha i documenti. Qui le

situazioni di irregolarità o semi-regolarità o condizioni analoghe a quelle

di irregolarità ne abbiamo tantissime e le trattiamo anche noi, però il

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170

grosso della popolazione irregolare è chiaro che non ha accesso ai

servizi. Allora il fatto che non abbia accesso ai servizi, così come il fatto

che non abbia accesso ad un lavoro.. .sono tutte situazioni che

sicuramente evidentemente incidono sullo stato di salute e ne peggiorano

la condizione.

I s e r v i z i s o c i a l i , c o m e e m e r g e d a q u e s t a t e s t i m o n i a n z a , r i e s c o n o a d

a v v i c i n a r s i a l l e c o n d i z i o n i d i i r r e g o l a r i t à s o l o i n s i t u a z i o n i d i

e m e r g e n z a , i n c u i l a s o s p e n s i o n e t r a l a v i t a e l a m o r t e d e l l e p e r s o n e

c o n s e n t e u n a s o r t a d i i n t e r v e n t o i m m e d i a t o , m a c h e n o n p u ò c o m u n q u e

e s s e r e u n a p r e s a i n c a r i c o p e r n e s s u n a s t r u t t u r a . Q u e s t a

c a t e g o r i z z a z i o n e g i u r i d i c a g e n e r a d e i p a r a d o s s i c h e i l r i c h i e d e n t e a s i l o

e s p l i c i t a e s e m p l a r m e n t e : i m b r i g l i a t o i n u n o s t a t o d i s e m i - r e g o l a r i t à c h e

non f a che agg rava re s i t uaz ion i g i à d r ammat i che d i f uga da l suo Paese .

C ' è u n l e g a m e e d u n c o n t i n u o r i m a n d o t r a e s p e r i e n z a s o c i a l e e d

e s p e r i e n z a d i s a l u t e , a n c h e s e e s s e i n b a s e a l r i d u z i o n i s m o b i o m e d i c o

d e l l a s o f f e r e n z a , v e n g o n o s c i s s e e f r a m m e n t a t e . C o s ì a n c h e l ' i n t e r a

e s p e r i e n z a d e l m i g r a n t e p u ò e s s e r e c o n t i n u a m e n t e f r a m m e n t a t a , s c i s s a e

r i c o m p o s t a i n v a r i a n t i s e m p r e d i v e r s e , l e g a t a a f o g l i d i c a r t a c h e

a t t e s t i no l a sua l eg i t t im i t à ad e s i s t e r e .

A n c h e r i s p e t t o a i s e r v i z i s o c i a l i è c h i a r o c o m e l a l o r o n e g a z i o n e ,

s o p r a t t u t t o p e r c h i g i à e r a i n u n o s t a t o d i r e g o l a r i t à , è l a v o l o n t à d i

a g i r e s o l o e d e s c l u s i v a m e n t e n e l l ' e m e r g e n z a u m a n i t a r i a . E ' s o l o l a

s o f f e r e n z a a d a n i m a r e e s c u o t e r e l e c o s c i e n z e , i l p e r i c o l o d i v i t a , e n o n

i l r i c o n o s c i m e n t o l e g i t t i m o a d u n ' e s i s t e n z a c h e s i a s o c i a l e e p o l i t i c a

(Fa s s in , 2006 ) .

L a s t r a d a c h e s i a p r e n e l c a m p o d e l l ' e s c l u s i o n e e d e l l a s o f f e r e n z a è

q u e l l a a l l o r a d e l l a c a r i t à e d e l l a s o l i d a r i e t à c h e a n i m a n o i c u o r i b u o n i

d i u n a s o c i e t à c h e s i d i s c o l p a d e l l e p r o p r i e i n g i u s t i z i e s o t t o f o r m a d i

m e n s e g r a t u i t e , a p p r o v v i g i o n a m e n t o d i v e s t i t i e d a l i m e n t i , r a c c o l t e

f o n d i . C o s ì M o r r o n e ( 2 0 0 8 ) s o t t o l i n e a i l p e r i c o l o i n s i t o n e l l a

s o l i d a r i e t à , c h e s e m b r a o g g i e s s e r e d i v e n t a t a un f e n o m e n o d i c o s t u m e ,

u n ' e t i c a i m p r e s c i n d i b i l e d e i P a e s i r i c c h i , d o v e q u e s t a p e r ò o l t r e a

n a s c o n d e r e l e i m p l i c a z i o n i d e i c o n f l i t t i s o c i a l i , p u ò a l i m e n t a r e f o r m e d i

d i p e n d e n z a e m a n t e n e r e l o s ta tu s quo . S e l ' i n t e r v e n t o s o l i d a r i s t i c o p u ò

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d a r e u n a r i s p o s t a p o s i t i v a a l l e e s i g e n z e i m m e d i a t e , i n c r e m e n t a i n r e a l t à

l a t e n d e n z a a l l ' e s c l u s i o n e , s o p r a t t u t t o q u a n d o è s v i n c o l a t o

c o m p l e t a m e n t e d a l e g a m i i s t i t u z i o n a l i ( T o g n e t t i B o r d o g n a , 2 0 0 4 ) ,

p e r c h é e s s o c o n t r i b u i s c e a n a s c o n d e r e i p r o d o t t i s o c i a l i d i d e t e r m i n a t e

s c e l t e p o l i t i c h e . I n o l t r e u n t i p o d i a t t i v i t à s o l i d a l e , n e l l e s u e f o r m e p i ù

c a r i t a t e v o l i , c o m e q u e l l e d i i s p i r a z i o n e r e l i g i o s a , i n t e n d e n d o i l p r o p r i o

s u p p o r t o c o m e d o n o , n o n r i c o n o s c e q u e l l i c h e v a n n o d e f i n i t i c o m e

d i r i t t i ( R a n c i , 1 9 9 1 ) e n o n i n c e n t i v a q u e l l e f o r m e d i a d v o c a c y e d

empowermen t c h e p o s s o n o e s s e r e f u n z i o n a l i a l l a l i m i t a z i o n e d e l l e

f o rme d i s c r im ina to r i e d i po t e r e ve r so i m ig ran t i .

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172

4.5 Le politiche sanitarie a Bologna

B o l o g n a è s t a t a u n a d e l l e p r i m e c i t t à i t a l i a n e a d e s s e r e i n t e r e s s a t e

a l f e n o m e n o m i g r a t o r i o e d a n c o r a o g g i c o s t i t u i s c e u n o t t i m o

o s s e r v a t o r i o p e r t a l e f e n o m e n o . Q u a n t o e s p o s t o f i n o a d o r a s u l l e

d i n a m i c h e m i g r a t o r i e a l i v e l l o n a z i o n a l e g e n e r a l e r i s p e c c h i a

p a r t i c o l a r m e n t e i l c o n t e s t o d e l l a c i t t à e m i l i a n a , a n c h e s e l e r i s p o s t e

i s t i t u z i o n a l i e d i a c c o g l i e n z a h a n n o s i c u r a m e n t e d e l l e p e c u l i a r i t à c h e

h a n n o d e f i n i t o a n c h e u n c e r t o t i p o d i f l u s s i , e c h e q u i n d i a n d r a n n o

i n d a g a t e p e r n o n t r a s c u r a r e q u e l l e d i m e n s i o n i l o c a l i c h e n o n p o s s o n o

e s se r e s t e r eo t i pa t e .

I m i g r a n t i , i n f a t t i , s o n o q u i p a r t e i n t e g r a n t e d e l l a s o c i e t à e d e l l e

a t t i v i t à e c o n o m i c h e e , a n c h e s e p e r m a n g o n o d i f f i c i l i p r o c e s s i d i

i n c l u s i o n e e d i r e g o l a r i z z a z i o n e s o p r a t t u t t o p e r q u a n t o r i g u a r d a i n u o v i

f l u s s i , c ' è c o m u n q u e u n c l i m a p i ù s e n s i b i l e a l l ' a c c o g l i e n z a d e i m i g r a n t i

r i spe t t o ad a l t r e a r ee de l Pae se .

C o s ì l ' A s s e s s o r e a l l a S a n i t à d e l l a P r o v i n c i a d i B o l o g n a p r e s e n t a i l

c o n t e s t o b o l o g n e s e :

Ass. 1: Partirei con il dire che come in tutto il nostro Paese, anche nella

provincia di Bologna, l ' immigrazione è diventata un fenomeno

strutturale, cioè dico sempre io, che al di là dei giudizi di valore che si

vogliono dare, è un dato di realtà con cui fare i conti. Ed è molto

importante dire che è un fenomeno strutturale perché vuol dire che è un

fenomeno da cui non si torna indietro, può solo crescere. Ovviamente va

governato. Direi che c'è una stretta cautela nel tracciare una stretta

correlazione tra la programmazione delle politiche e il l ivello raggiunto

d'integrazione. Però devo dire che, a nostro avviso, non solo per l 'azione

del pubblico, ma anche per il protagonismo degli stessi stranieri e delle

associazioni del terzo settore, che sono molto sensibili e fanno molto in

questo campo, io direi che qui in provincia di Bologna, vedo un buon

livello di integrazione, cominciano ad esserci processi di integrazione

reali. Tanto è vero che mi pare di notare meno tensione, meno

conflittualità che in altre aree del Paese, proprio perché sia il concerto

tra le politiche pubbliche, le politiche più spontanee

dell 'associazionismo, lo stesso protagonismo degli stranieri, hanno un

coordinamento fatto dal pubblico che ha cominciato a dare i primi

risultati [vedi appendice: intervista 30].

L ' i m m i g r a z i o n e b o l o g n e s e è i n i z i a t a n e g l i a n n i o t t a n t a c o n u n

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i n g e n t e f l u s s o d i g i o v a n i u o m i n i p r o v e n i e n t i p e r l o p i ù d a l N o r d A f r i c a ,

p e r p o i , n e g l i a n n i n o v a n t a , a v e r e u n i n c r e m e n t o m o l t o f o r t e a n c h e d a

a l t r e p r o v e n i e n z e : d a i B a l c a n i , d a l l ' A s i a , d a l l ' A m e r i c a L a t i n a .

A l l ' a u m e n t o n u m e r i c o è c o r r i s p o s t o u n p r o c e s s o d i s t a b i l i z z a z i o n e d e i

p r i m i m i g r a n t i i n s i e m e a n u o v i a r r i v i s p i n t i s i a d a l l e r e t i g i à

c o n s o l i d a t e i n q u e s t a c i t t à , s i a d a l l e a s p e t t a t i v e l a v o r a t i v e d i u n a d e l l e

r e a l t à p iù benes t an t i d ' I t a l i a (R i cc io , 2008a ) .

L ' a r r i v o d i n u o v e p o p o l a z i o n i h a a v u t o s i c u r a m e n t e u n i m p a t t o

s u l l a s t r u t t u r a s o c i a l e a n c h e p e r q u a n t o c o n c e r n e l ' o r g a n i z z a z i o n e e l a

g e s t i o n e d e i s e r v i z i , g e n e r a n d o l ' e s i g e n z a d i m o d u l a r l i e d i a d a t t a r l i

a l l e n u o v e e s i g e n z e d e l l a n u o v a u t e n z a . L a c o m p o s i z i o n e d e l l a

p o p o l a z i o n e s t r a n i e r a è s e m p r e p i ù v a r i e g a t a : a u m e n t a n o l e n a z i o n a l i t à ,

a u m e n t a n o l e c o m p e t e n z e e l e a b i l i t à d i c o l o r o g i à s t a n z i a t i a c u i s i

c o n t r a p p o n g o n o s e m p r e n u o v i a r r i v i . T u t t a v i a a d u n c a m b i a m e n t o

d e l l ' u t e n z a n o n c o r r i s p o n d e u n ' a l t e r a z i o n e d e i b i s o g n i , i q u a l i s i

a r t i c o l a n o s e m p r e i n t o r n o a l p r o b l e m a a b i t a t i v o , l a v o r a t i v o e s a n i t a r i o

( R i c c i o , 2 0 0 8 a ) .

B o l o g n a i n q u e s t o c a m p o è s t a t a m o l t o r i c e t t i v a e d h a

p r o g r e s s i v a m e n t e v i s t o d e l l e p o l i t i c h e v o l t e a f a v o r i r e e a d i n c e n t i v a r e

l ' i n t e g r a z i o n e d e g l i s t r a n i e r i , c o s ì c o m e a f a v o r i r e l ' a c c e s s o a i s e r v i z i :

Ass. 1: In particolare noi abbiamo lavorato su alcune linee: una è

l 'universalità dell 'accesso e della fruizione ai servizi, che è proprio una

scelta dell 'Emilia Romagna ed è coerente con il nostro Sistema Sanitario

Nazionale, ovviamente, poi l 'aggiornamento interculturale del personale

dei servizi: questa è una delle azioni che stiamo sviluppando più

fortemente nei piani provinciali per l ' immigrazione che facciamo ogni

anno, ed è una delle cose che secondo noi può dare più risultati; i l

coinvolgimento del terzo settore perché proprio qui il capitale sociale è

molto forte e la promozione alla partecipazione degli stessi stranieri,

vedi la nostra iniziativa della realizzazione di un consiglio provinciale

degli stranieri; l 'osservazione del fenomeno, che non è cosa di poco

perché come si sa le politiche si basano sui dati concreti, sulle cose

reali, ma anche sulla comprensione del fenomeno. E l 'osservatorio

dell ' immigrazione che abbiamo nel comune di Bologna è davvero uno

strumento indispensabile per poter poi impostare le politiche. Mi pare

che le politiche impostate in questo senso, tra cui un bando

sull ' interculturalità per le associazioni di stranieri che facciano progetti

per una maggiore e reciproca conoscenza con la realtà territoriale, che è

il presupposto per poter avere dei modelli di convivenza un po' più alti

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di quelli che abbiamo oggi. Tutte queste mi sembra stiano contribuendo a

favorire l ' integrazione.

F.: La popolazione come viene raggiunta? Ci sono programmi informativi

e feedback positivi da parte degli stranieri?

Ass. 1: Ci sono delle difficoltà che sono ovvie perché devono rapportarsi

con servizi di un Paese diverso dal loro, con una lingua diversa. Ma è

pur vero che noi stiamo facendo di tutto per raggiungerli, qui facciamo

programmazione di livello superiore che poi ricade nei distretti e nei

comuni che si occupano della messa in pratica. Ad esempio insieme ai

comuni abbiamo costruito un progetto di alfabetizzazione alla lingua

italiana e ad esempio c'è una grande richiesta di partecipazione. Sono

una cinquantina di corsi sparsi su tutta la provincia a cui si calcola

parteciperanno circa seicento stranieri, di cui il 60% sono donne, la parte

che di solito fa più fatica ed è emarginata. Nelle politiche per

l ' immigrazione, infatti , abbiamo dedicato una parte anche alle politiche

di genere perché le donne sono quelle che subiscono due volte

l 'emarginazione all ' interno dei processi migratori. Ma poi sono anche

coloro che riescono a fare più mediazione e sono le persone più avanti,

tra virgolette, in questi processi di integrazione. Io vedo proprio un

protagonismo, come dimostra il consiglio degli stranieri che ci permette

attraverso la loro partecipazione e la loro azione a raggiungere molto i

cittadini stranieri.

L e i n i z i a t i v e v o l t e , q u i n d i , a f a c i l i t a r e u n p i e n o i n s e r i m e n t o

s o c i a l e n e l l a r e a l t à c i t t a d i n a s o n o m o l t e . L ' i s t i t u z i o n e d i u n C o n s i g l i o

d e g l i s t r a n i e r i , o r g a n o r a p p r e s e n t a t i v o d e i c i t t a d i n i s t r a n i e r i e a p o l i d i

r e s i d e n t i s u l t e r r i t o r i o , è m o l t o s i g n i f i c a t i v o e t e s t i m o n i a q u e l t e n t a t i v o

d i p o l i t i c i z z a r e l a l o r o p r e s e n z a , a l c on t r a r i o d e l l e p o l i t i c h e n a z i o n a l i

c h e n o n h a n n o p r e v i s t o l ' i n t r o d u z i o n e d e l l e d i r e t t i v e d e l l a

Convenz ione d i S t r a sbu rgo su l l ' a cce s so a l d i r i t t o d i vo to

a m m i n i s t r a t i v o a n c h e a i n o n c i t t a d i n i . Q u e s t a i n i z i a t i v a , n a t a s u

r i ch i e s t a de l l e a s soc i az ion i s t r an i e r e , ev idenz i a davve ro un

p r o t a g o n i s m o d e i m i g r a n t i . T u t t a v i a q u e s t a r e a l t à , f a t t a d i m i g r a n t i

r e g o l a r i d a m o l t i a n n i i n I t a l i a , i n s e r i t i i n c o n t e s t i l a v o r a t i v i

a b b a s t a n z a s i c u r i e b e n i n t e g r a t i , v e d o n o i n c o n t r a p p o s i z i o n e t u t t a

u n ' a l t r a f a s c i a d i p o p o l a z i o n e c h e c e r c a d i d e s t r e g g i a r s i c o n q u e l l e

s p i n t e d i e s c l u s i o n e e m a r g i n a l i z z a z i o n e a c u i n u l l a p o s s o n o i p r o g e t t i

d i i n t eg r az ione l oca l i .

S o l l e v a n d o l a q u e s t i o n e d e l l ' i r r e g o l a r i t à c o n l ' A s s e s s o r e a l l a S a n i t à

de l l a P rov inc i a emergono i l im i t i d ' a z ione d i un o rgano che può ag i r e

l i m i t a t a m e n t e a l l e s u e c o m p e t e n z e , p e r c u i s i s o n o s v o l t e i n i z i a t i v e c h e

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f a v o r i s s e r o l ' i n c o n t r o t r a d o m a n d a e o f f e r t a d i l a v o r o , s o p r a t t u t t o p e r l e

b a d a n t i a t t r a v e r s o u n c o n t r i b u t o a l l e f a m i g l i e c h e l e r e g o l a r i z z a s s e r o ,

t u t t a v i a c i ò c h e e m e r g e è l ' e s i g e n z a d i u n a p o l i t i c a d e l l e m i g r a z i o n i

a d e g u a t a a l i v e l l o p r i m a d i t u t t o n a z i o n a l e .

L ' u n i c o c a m p o d i i n t e r v e n t o r i m a n e a p p u n t o q u e l l o s a n i t a r i o , p e r i l

q u a l e è s t a t a i s t i t u i t a u n a C o n f e r e n z a S o c i a l e S a n i t a r i a , c h e c o i n v o l g e

c o m u n i , p r o v i n c i a , A S L e t e r z o s e t t o r e , p e r u n a p o l i t i c a c o n c e r t a t a

su l l e a z ion i i n ma t e r i a s an i t a r i a e soc i a l e .

L a n o r m a t i v a r e g i o n a l e s i è p o s t a i n c o n t i n u i t à c o n q u a n t o

d e l i n e a t o d a l l a l e g g e s t a t a l e i n m a t e r i a d i a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a g l i

i m m i g r a t i e c o n l a l e g g e 5 / 2 0 0 4 r e c e p i s c e i c o n t e n u t i d e g l i a r t i c o l i 3 4 e

3 5 d e l T e s t o U n i c o d e l 1 9 9 8 e d e l l a c i r c o l a r e m i n i s t e r i a l e d e l 2 0 0 0 s u l

d i r i t t o a l l e c u r e a s t r a n i e r i r e g o l a r i e n o n . I m p o r t a n t e è , s e m p r e n e l l a

s t e s s a l e g g e , u n ' a t t e n z i o n e p a r t i c o l a r e p e r l ' a c c e s s o a i s e r v i z i

a t t r a v e r s o u n m i g l i o r a m e n t o d e i s i s t e m i i n f o r m a t i v i e l ' i n t r o d u z i o n e

d e l l a m e d i a z i o n e c u l t u r a l e p e r f a c i l i t a r e l a c o m p r e n s i o n e e l a f r u i z i o n e .

N e l P i a n o r e g i o n a l e t r i e n n a l e 2 0 0 9 - 2 0 1 1 , i n a m b i t o s a n i t a r i o , v i e n e

r i b a d i t o l o s f o r z o u l t e r i o r e p e r l ' a c c e s s o e l a f r u i b i l i t à d e i s e r v i z i , c o n

u n a p a r t i c o l a r e a t t e n z i o n e a l l a n a s c i t a , a l l a c r e s c i t a e a l l a c u r a d e i f i g l i

c o m e a m b i t o d i i n c o n t r o t r a i s e r v i z i e i m i g r a n t i s e m p r e p i ù

i m p o r t a n t e , c h e p u ò e s s e r e r i d e f i n i t o c o m e a m b i t o d i d i a l o g o e d i

i n t e g r a z i o n e . A l t r i c a m p i d i t u t e l a s o n o : l a g r a v i d a n z a e l ' i n f a n z i a , l a

p r e v e n z i o n e d e l l e m a l a t t i e e d e g l i i n f o r t u n i l a v o r a t i v i , n o n c h é l e

d i p e n d e n z e e l a s a l u t e m e n t a l e . L e m o d a l i t à d i r e a l i z z a z i o n e p r e v e d o n o

i l m i g l i o r a m e n t o d e l l a c o m u n i c a z i o n e a n c h e a t t r a v e r s o l a p r e s e n z a de l

m e d i a t o r e c u l t u r a l e , i l c o o r d i n a m e n t o d e i d i v e r s i s e r v i z i ; c o r s i d i

f o r m a z i o n e p e r o p e r a t o r i s o c i o - s a n i t a r i ; f a c i l i t a z i o n e d e g l i a c c e s s i a l l e

s t r u t t u r e p u b b l i c h e e a q u e l l e d e d i c a t e ; v a l o r i z z a z i o n e d e l l e e s p e r i e n z e

e d e l l e c o n o s c e n z e d e l t e r z o s e t t o r e o c c u p a t o n e l l ' a s s i s t e n z a a i

m ig ran t i .

Q u e s t i u l t i m i p u n t i s o n o p a r t i c o l a r m e n t e i m p o r t a n t i i n q u a n t o n e l l a

R e g i o n e E m i l i a R o m a g n a l a f o r m a d e l i n e a t a p e r l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a

a g l i s t r a n i e r i i r r e g o l a r i è q u e l l a d e l v o l o n t a r i a t o : a m b u l a t o r i , i l c u i

p e r s o n a l e m e d i c o e d i s e g r e t e r i a è t o t a l m e n t e v o l o n t a r i o , c h e f u n g o n o

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d a m e d i c i n a d i b a s e e g e s t i s c o n o l ' a c c e s s o a l l e s t r u t t u r e p u b b l i c h e

t r a m i t e t e s s e r a S T P . Q u e l l a d e l l ' a s s o c i a z i o n i s m o è u n a r e a l t à m o l t o

conso l i da t a ne l l a r eg ione ed uno s t r umen to mo l to p r ez io so pe r l e

a u t o r i t à l o c a l i , c o m e e s p o n e l ' A s s e s s o r e p r o v i n c i a l e :

Ass. 1: Ma secondo me il volontariato è una componente della comunità.

Oggi parliamo di welfare community , non più di welfare state , non c'è il

pubblico che è potente e che fa tutto, da un parte perché non ci sono le

risorse, dall 'altra perché non ce la farebbe proprio. Storicamente in

questa città il volontariato è un partner delle istituzioni. Qui ci sono

delle associazioni di volontariato che storicamente si sono occupati di

accoglienza e assistenza, di una determinata cultura, spesso legata alla

sfera cattolica. Il vero punto è che non siano di supplenza al pubblico,

ma che siano appunto un partner. Il pubblico è ovvio che debba espletare

fino in fondo il suo ruolo. Nel caso degli irregolari c 'è tutto un dibattito

a livello nazionale, questa è stata una scelta della Regione Emilia

Romagna di dire avanti. Quindi da questo punto di vista le associazioni

di volontariato io le vedo molto positive. E' chiaro che in una realtà

complessa come quella di Bologna e in presenza di molti immigrati

irregolari, queste sono le prime strutture dove essi impattano perché

irregolari, ma io la vedo positivamente, purché sia un intervento

integrato con il pubblico [vedi appendice: intervista 30].

R i c o r r e r e a l v o l o n t a r i a t o d a p a r t e d e l l a s a n i t à p u b b l i c a d e l l ' E m i l i a

R o m a g n a è s t a t a u n a m o d a l i t à d i a d e m p i m e n t o a q u a n t o p r e v i s t o d a l l a

l e g g e 4 0 d e l 1 9 9 8 s u l l a g a r a n z i a d e l l e c u r e u r g e n t i e d e s s e n z i a l i a g l i

s t r an i e r i i r r ego l a r i , che l a s c i ava spaz io a l l e r eg ion i r i gua rdo

a l l ' a t t u a z i o n e d e l l a n o r m a . G l i a m b u l a t o r i d i v o l o n t a r i a t o s o n o l ' a c c e s s o

o b b l i g a t o p e r o t t e n e r e l a t e s s e r a S T P , d i c u i i l m e d i c o d e c i d e i l r i l a s c i o

i n ba se a l l a nece s s i t à d i r e ca r s i ad una s t r u t t u r a pubb l i c a .

Ne l l a p rov inc i a d i Bo logna sono t r e g l i ambu la to r i con ques t e

f u n z i o n i : l ' A s s o c i a z i o n e “ B i a v a t i ” d e l l a C o n f r a t e r n i t a d e l l a

M i s e r i c o r d i a , l ' A s s o c i a z i o n e “ S a l u t e s e n z a m a r g i n i ” e l ' A s s o c i a z i o n e

“ S o k o s ” . O l t r e a q u e s t e , a l t r e a t t i v i t à s p e c i f i c a t a m e n t e d e d i c a t e a g l i

s t r a n i e r i s o n o d i s l o c a t e s u l t e r r i t o r i o , d i c u i i p i ù i m p o r t a n t i : i l C e n t r o

p e r l e d o n n e p e r l a s a l u t e d e l l e d o n n e e l o r o b a m b i n i ( d e d i c a t o i n

p a r t i c o l a r e a l l a g r a v i d a n z a d i d o n n e c o n p a r t i c o l a r i b i s o g n i d i s o s t e g n o ,

a n c h e p s i c o l o g i c o ) , i l C e n t r o D e v e r a u x p r e s s o i l C e n t r o d i s a l u t e

men t a l e .

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L a p o l i t i c a s a n i t a r i a d e l l ' E m i l i a R o m a g n a s i i n s e r i s c e i n u n a

r i c o n f i g u r a z i o n e d e l w e l f a r e d e f i n i t o “ p l u r a l e ” ( R a n c i , 1 9 9 1 ) i n q u a n t o

l ' i n t e r v e n t o p u b b l i c o è s u p p o r t a t o d a l s e t t o r e d e l v o l o n t a r i a t o c h e s i

d e d i c a a b i s o g n i s p e c i a l i s t i c i , a c u i c e r c a d i f a r f r o n t e i n m o d o p i ù

e c o n o m i c o e d a d e g u a t o a l l a r i c h i e s t a . E s s a s i p o n e c o m e r i s p o s t a a d u n a

c r i s i d e l w e l f a r e s t a t e c h e n o n r i e s c e p i ù a s o s t e n e r e i l p e s o d i r i c h i e s t e

s empre p iù p r e s san t i e spec i f i che e l a s ca r s ezza d i r i so r s e e conomiche .

E c c o c o m e l a e x R e s p o n s a b i l e d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a g l i

i m m i g r a t i , a l l ' i n t e r n o d e l l ' A S L d i B o l o g n a , m i p r e s e n t a l a s c e l t a p r e c i s a

d i s u p p o r t o d e l v o l o n t a r i a t o r i s p e t t o a l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a i m i g r a n t i :

Resp. 3: Questi ambulatori devono servire per il primo arrivo, per chi

non sa dove andare e di fatto hanno un a sensibilità incredibile. Sono

persone che devono essere prese in carico anche con una certa

delicatezza, con cui devi parlare, capire, la richiesta a volte è multi

problematica. E' importante anche disarticolare la richiesta. Ma uno

degli obiettivi precisi e dichiarati è quello di dare informazione sui

servizi. Quello che noi abbiamo fatto nel '97, prima della legge, è stato

fare una convenzione con le farmacie, con il CUP e con tutti i presidi

ospedalieri accordando che le associazioni fungessero da medici di base

e la ASL coprisse le spese di gestione, ma questi li devono mandare nei

servizi normali. Questa è stata una scelta proprio di integrazione dei

servizi. Io uso il volontariato anche come sensori, perché poi sono loro a

dirmi cosa succede, cosa è cambiato, quali sono i bisogni. Gli stranieri si

lasciano avvicinare molto più facilmente da loro, che non da un servizio

eccessivamente burocratizzato degli ambulatori della ASL (…). Il ruolo

del volontariato è fondamentale: sensore e propositore [vedi appendice:

intervista 33].

I l v o l o n t a r i a t o q u i e m e r g e i n u n r u o l o f o r t e m e n t e s o c i a l e c h e v a a l

d i l à d e l l a m e r a s o l i d a r i e t à , d a i c o m p i t i e d a l l e c o m p e t e n z e

i s t i t u z i o n a l i z z a t e e r i c o n o s c i u t e c o m e p e c u l i a r i , i n t e s o c o m e u n p r i m o

p a s s o v e r s o l ' i n t e g r a z i o n e d e i m i g r a n t i n e i s e r v i z i p u b b l i c i . S o n o

q u i n d i l a p a r t i c o l a r e s e n s i b i l i t à e l a c a p a c i t à a l t r a t t a m e n t o d i

d e t e r m i n a t e p r o b l e m a t i c h e c h e e l e g g e r e b b e r o q u e s t e a s s o c i a z i o n i a

suppo r to de l l 'ASL pe r i l t r a t t amen to d i ques t a u t enza .

T u t t a v i a q u e s t a p o l i t i c a s a n i t a r i a , n e l l ’ i n t e r v e n t o c h e a t t u a s u u n

p a r t i c o l a r e s e g m e n t o d e l l a p o p o l a z i o n e , n o n p u ò e s s e r e i n t e r p r e t a t o

s o l o c o m e u n a m o d a l i t à g e s t i o n a l e d e i s e r v i z i p u b b l i c i . E s s a n o n è

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neu t r a , è una p r a t i c a soc i a l e de t t a t a da vo lon t à po l i t i che che hanno

r i p e r c u s s i o n i e v i d e n t i s u l l a d e f i n i z i o n e s t e s s a d e l m i g r a n t e e d e l l a s u a

p r e s e n z a a l l ' i n t e r n o d e l l a n o s t r a s o c i e t à . E c c o c h e a l l o r a s o l o

a n a l i z z a n d o l e p r a t i c h e i n t e r n e a l S o k o s , n e l l ' i n t e r a z i o n e t r a s e r v i z i o e

m i g r a n t i , t r a o p e r a t o r i e p a z i e n t i p o s s i a m o c a p i r e c o s a v i e n e

soc i a lmen te p rodo t t o .

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CAPITOLO 5

SOKOS COME CASO DI STUDIO

5.1 Custodire la salute: principi e azioni dell’associazione

L ' a s s o c i a z i o n e S o k o s è s t a t a i l m i o c a m p o d i o s s e r v a z i o n e

p r i v i l e g i a t o p e r a n a l i z z a r e l ' e s p e r i e n z a d i m a l a t t i a e l e p o l i t i c h e d e l l a

s a l u t e r i g u a r d a n t i i m i g r a n t i i r r e g o l a r i s u l t e r r i t o r i o b o l o g n e s e . Q u e s t o

a m b u l a t o r i o è , c o m e g i à m e n z i o n a t o p r e c e d e n t e m e n t e , u n o d e i s e r v i z i

d e l t e r z o s e t t o r e i n c o n v e n z i o n e c o n l ' A S L p e r l a g e s t i o n e d e l d i r i t t o d i

cu r a de l l a popo l az ione s t r an i e r a i r r ego l a r e e deg l i emarg ina t i .

E s s o n a s c e n e l 1 9 9 3 i n u n a B o l o g n a c h e g i à c o m i n c i a v a a d

a f f r o n t a r e i l f e n o m e n o m i g r a t o r i o c o m e n o d o p r o b l e m a t i c o , q u a n d o

u r g e v a d a r e d e l l e r i s p o s t e a d e g u a t e a b i s o g n i d i o r d i n e s a n i t a r i o c h e

e m e r g e v a n o c o m e i m p o r t a n t i . S o k o s è f r u t t o d e l l a r i f l e s s i o n e e

d e l l ' a n a l i s i c o n t e s t u a l e d i a l c u n i m e d i c i g i à o p e r a n t i i n u n s e r v i z i o

a n a l o g o , l ' A m b u l a t o r i o B i a v a t i , d i i s p i r a z i o n e c a t t o l i c a , l a c u i

d e c i s i o n e è s t a t a q u e l l a d i s t a c c a r s e n e p e r f o n d a r e u n a m b u l a t o r i o

l a i co , s l ega to anche da ogn i appa r t enenza o i n f l uenza pa r t i t i c a .

L a s c e r e i p e r ò a q u e s t o p u n t o c h e f o s s e r o l e p a r o l e d i u n o d e i

f onda to r i , ad i n t rodu r r e Sokos :

Dr. 3: Sokos è un'associazione per l 'assistenza agli emarginati e

immigrati, perché l ' idea di fondo è che possa tappare un buco, una falla,

nel garantire un'assistenza sanitaria. L'idea di emarginati e immigrati è

figlia di quegli anni, perché in quegli anni erano le due categorie di

persone che non godevano di assistenza, che non riuscivano ad utilizzare

il servizio. Gli emarginati perché in quel periodo - adesso è cambiata la

situazione - per essere iscritti al servizio sanitario nazionale, bisognava

avere la residenza e i senza fissa dimora non avevano la residenza.

Adesso, per la battaglia che hanno condotto gli Avvocati di strada, basta

un domicilio, e di conseguenza i senza fissa dimora possono essere

iscritti adesso, però ai nostri tempi no. E allora noi ritenevamo che una

persona da qualunque parte venisse aveva diritto e lo stesso discorso

valeva per gli immigrati, per questo la scelta degli immigrati (. . .) .

L'idea è nata non solo dal bisogno che c'era a Bologna, tieni conto però

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che in quegli anni il fenomeno del migrante c'era già, era in piena

esplosione - se ti ricordi la Legge Martelli è del '90, che è la prima

Legge che cerca di riconoscere che c'è questo aspetto del migrare, degli

immigrati - di conseguenza eravamo nel pieno. In quel periodo ci fu

anche la guerra in Iugoslavia, con tutto quello che ha comportato come

esodo di popolazioni, per cui c'erano delle realtà che a livello cittadino

non ricevevano risposta ai bisogni sanitari. Per cui la realtà lo

richiedeva, ma non era solo una risposta ad una realtà, perché uno

l 'avrebbe potuto fare rimanendo (si riferisce all 'ambulatorio di

ispirazione cattolica già esistente), è che noi ritenevamo che il diritto

non può essere condizionato dalle posizioni ideologiche: questo era il

punto fondamentale per noi. Perché noi ritenevamo che la salute è un

diritto, che le persone vanno rispettate indipendentemente da - ma questo

lo dice il codice deontologico - razza, religione, ceto. Di conseguenza

ricevere un condizionamento minimo, anche minimo, non lo abbiamo

ritenuto opportuno. Allora è la combinazione, come posso dire, di

“materiale”, di realtà, di bisogni e nella realtà bolognese ce n'erano,

perché come ripeto, c 'erano i migranti, c 'erano i rifugiati dell 'Ex-

Iugoslavia, c 'erano i lungoreni. Noi il nostro inizio d'attività l 'abbiamo

fatto sui lungoreni: noi andavamo lì con i nostri cartoni di farmaci,

medicine, facevamo le visite. Però c'era un altro aspetto: che la salute

dovrebbe stare al di sopra dei condizionamenti, è il rispetto delle

persone, aiutare le persone a scegliere e non scegliere per loro [vedi

appendice: intervista 23].

S o k o s n a s c e q u i n d i d a u n q u a d r o s t o r i c o - s o c i a l e b e n p r e c i s o e

m o l t o c o m p l e s s o , i n c u i g l i e m a r g i n a t i i n g e n e r a l e t r o v a v a n o s c a r s e

r i s p o s t e , s o p r a t t u t t o s u l v e r s a n t e s a n i t a r i o . I l c o n t e s t o e r a q u e l l o d e l l e

p r o b l e m a t i c h e i n g e s t i t e d e i s e n z a f i s s a d i m o r a , q u e l l o d e l l a g u e r r a i n

I u g o s l a v i a , c o n l a f u g a d i m o l t i p r o f u g h i e r i f u g i a t i i n I t a l i a , d e l l a

p r e s e n z a d i c a m p i n o m a d i s u l l u n g o R e n o d i B o l o g n a , e d e i f l u s s i

m ig ra to r i s empre p iù cosp i cu i p roven i en t i da a l t r e r e a l t à .

P e r q u e s t e s i t u a z i o n i l e p r i m e r i s p o s t e f u r o n o q u e l l e d e l l a c a r i t à

c r i s t i a n a a t t r a v e r s o d e i s e r v i z i v o l t i a d a l l e v i a r e i b i s o g n i e l e

s o f f e r e n z e d e g l i s v a n t a g g i a t i e d e g l i e m a r g i n a t i s o c i a l i , m a c o n u n a

f o r t e i m p r o n t a c o n f e s s i o n a l e . L e d i f f i c o l t à e v i d e n z i a t e d a u n o d e i s o c i -

f o n d a t o r i r i g u a r d a n o l ' i n t e r f e r e n z a c h e c o n c e z i o n i r e l i g i o s e a v e v a n o

a n c h e n e l l ' a t t o d i c u r a d i p o p o l a z i o n i i n m o l t i c a s i n o n c a t t o l i c h e , c h e

v e d e v a n o q u i n d i u n a r i s p o s t a s o l o a q u e i b i s o g n i c h e f o s s e r o a d e g u a t i

a d u n a m o r a l e c r i s t i a n a . B a s t i p e n s a r e a i t e m i d e l l ' A I D S , p e r c u i l a

C h i e s a n o n a c c e t t a i l m e t o d o c o n t r a c c e t t i v o c o m e m e t o d o d i

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181

p r e v e n z i o n e a l c o n t a g i o , e q u e l l o d e l l ' i n t e r r u z i o n e v o l o n t a r i a d i

g r a v i d a n z a , n o n c o n s e n t i t a p e r p r i n c i p i o i n q u e l l e s t r u t t u r e . C o s ì i

p a z i e n t i v e d e v a n o n e g a t o l ' a c c e s s o a d a l c u n e p r a t i c h e m e d i c h e p u r

v o l e n d o , n o n a v e n d o l a p o s s i b i l i t à d i s c e g l i e r e u n ' a l t e r n a t i v a p o i c h é

que l l o e r a l ' un i co s e rv i z io a cu i r i vo lge r s i .

S o k o s n a s c e q u i n d i c o n u n f o r t e i m p i a n t o l a i c o i l c u i s c o p o e r a

que l l o d i “ a iu t a r e l e pe r sone a s ceg l i e r e , e non s ceg l i e r e pe r l o ro” .

L ' a t t i v i t à i n i z i ò s u l L u n g o R e n o , i n c o n d i z i o n i e s t r e m e e c o n r i s o r s e

m o l t o l i m i t a t e . S o l o n e l 1 9 9 7 h a o t t e n u t o l a c o n v e n z i o n e c o n l a A S L d i

B o l o g n a , l a q u a l e h a s c e l t o q u e s t a m o d a l i t à d i i n t e r v e n t o p e r a t t u a r e u n

d i r i t t o a l l e cu r e anche g l i i r r ego l a r i .

I l p r i n c i p i o c h e h a a n i m a t o q u e s t a a s s o c i a z i o n e è s t a t o q u e l l o d e l

r i c o n o s c i m e n t o d i u n d i r i t t o a l l a s a l u t e u n i v e r s a l e , f o n d a m e n t a l e , c h e

n o n f a c c i a a l c u n a d i s t i n z i o n e , c o n u n a a t t e n z i o n e a n c h e a g l i s t a t i

p s i c h i c i d e i p a z i e n t i e a i c o n d i z i o n a m e n t i s o c i a l i d e l l a m a l a t t i a . N e l l o

S t a t u t o , i n f a t t i , t r a i p r i n c i p i i s p i r a t o r i v e n g o n o r i p o r t a t i i d i r i t t i

s a n c i t i d a l l a D i c h i a r a z i o n e U n i v e r s a l e d e i D i r i t t i d e l l ' U o m o , l a

d e f i n i z i o n e d i s a l u t e d e l l ' O M S , i d i r i t t i a l l e c u r e d e l l a C o s t i t u z i o n e

i t a l i a n a , l a d i f e s a d e l l a s a l u t e d e l C o d i c e d i D e o n t o l o g i a M e d i c a .

Q u e s t a è u n a l i n e a d i p e n s i e r o c h e a c c o m u n a l e d i v e r s e v o c i c h e f a n n o

p a r t e d e l l ' a s s o c i a z i o n e , s i a d o t t o r i c h e o p e r a t o r i , è u n ' a s s u n z i o n e d i

p r i nc ip io che anco ra o r a non t r ova negoz i az ione , è na tu r a l i z za t a :

Dr 3.: Le persone hanno diritto a stare bene, ma questo è al di sopra, è

un'affermazione di principio. Non saprei motivarla, dirti è per questo o

per quell 'altro.. .Cioè, ma parlo per me non a livello di Sokos, per me ci

sono certe cose che io al massimo posso spiegare, ma non posso

discutere sul perché, posso spiegarti che le persone devono stare bene

perché se stanno bene poi sono più disponibili , riduce il disagio, riduce

tante altre cose, però devo condividere che questo non è negoziabile.

Questa cosa non è negoziabile, non è che io mi metto a dire: “Si, no,

potrebbe averlo, potrebbe non averlo”. Io parto dall 'assunto proprio, che

è un assunto di principio, come il fatto che hanno diritto a vivere: io non

posso dire le persone hanno più o meno lo stesso diritto a vivere. Hanno

diritto a vivere le persone, punto e basta. Hanno diritto ad essere curati

se hanno dei problemi di salute, punto e basta. Non so se.. .non riesco a

pensare che è negoziabile o che è discutibile [vedi appendice: intervista

23]

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182

Op. 1: Allora io ho scelto di occuparmi di salute tanto tempo fa ormai,

mi sembra sia inscindibile la salute intesa come benessere in senso

onnicomprensivo da un buon funzionamento della società. E' un bene

inalienabile dell ' individuo perché è anche un bene per la collettività,

perché una società funzionante è fatta di persone che stanno bene. E' la

cosa più importante che viene prima di ogni altro diritto [vedi appendice:

intervista 26].

T u t t a v i a , c o m e a f f e r m a u n o d e i s o c i - f o n d a t o r i , q u e s t o è s t a t o u n

p e r c o r s o c h e s i è c o s t r u i t o n e l t e m p o , p e r c u i i n i z i a l m e n t e i l p r o b l e m a

e r a f o c a l i z z a t o p e r l o p i ù s u u n a s a l u t e f i s i c a , m e n t r e o r a l e d i v e r s e

c o n n e s s i o n i s o c i o - p o l i t i c o - e c o n o m i c h e s o n o a m p i a m e n t e d i b a t t u t e e

p r o b l e m a t i z z a t e a l l ' i n t e r n o d i S o k o s , a n c h e s e l ' i n t e r v e n t o

p r e v a l e n t e m e n t e m e d i c o n o n p e r m e t t e u n a p r e s a i n c a r i c o c o s ì

c o m p l e s s a . N e l l ' u l t i m o a n n o , p r o p r i o l a c o n s a p e v o l e z z a d e l l ' a p p r o c c i o

l i m i t a n t e d e l l a s o l a m e d i c i n a , h a v i s t o l ' i n t r o d u z i o n e d i u n p e r c o r s o d i

au s i l i o p s i co log i co , su i nv io med ico , che ce r ca i n ques to modo d i

a l l a r g a r e s i a l a p r o s p e t t i v a v o l t a a l l a s a l v a g u a r d i a d e l l a s a l u t e , s i a g l i

i n t e r v e n t i p o s s i b i l i ; s i s t a i n o l t r e e l a b o r a n d o u n c e n t r o d i

d o c u m e n t a z i o n e v o l t o a l l a r i c e r c a s u t e m a t i c h e l e g a t e a s a l u t e e

m i g r a z i o n e p e r a m p l i a r e e p r o d u r r e c o n o s c e n z a s u l f e n o m e n o .

N e l c o r s o d e g l i a n n i s i è f a t t o s t r a d a a n c h e i l t e n t a t i v o d i r e n d e r e

p i ù i n c i s i v o l ' i n t e r v e n t o d i S o k o s a t t r a v e r s o u n ' a z i o n e s u l t e r r i t o r i o ,

v o l t a a r a g g i u n g e r e q u e l l e p a r t i d i p o p o l a z i o n e c h e n o n r i e s c o n o a d

a c c e d e r e a l s e r v i z i o , c o n u n a r e t e d i c o l l a b o r a z i o n e c o n a l t r e

a s s o c i a z i o n i c h e s i o c c u p a n o d i i m m i g r a z i o n e , e d a n c h e a t t r a v e r s o

u n ' a p e r t u r a a l l a m u l t i d i s c i p l i n a r i e t à , a l l a f o r m a z i o n e e

a l l ' a u t o r i f l e s s i o n e . Q u e s t ' u l t i m o a s p e t t o è m o l t o r i l e v a n t e i n q u a n t o ,

s e p p u r S o k o s d i c h i a r i d i e s t r o m e t t e r s i d a o g n i c o n n o t a z i o n e p o l i t i c a ,

e s s o c o m p i e p u r s e m p r e u n ' a z i o n e c h e è p o l i t i c a e c h e p e r q u e s t o

r i c h i e d e u n a c o n t i n u a n e g o z i a z i o n e s u l l a d i r e z i o n e d i d e t e r m i n a t i

i n t e r v e n t i , s o p r a t t u t t o a l l a l u c e d e l l e c o n t i n u e s o l l e c i t a z i on i

( l eg i s l a t i ve , soc i a l i ) a cu i s i t r ova a dove r f a r f r on t e .

L ' a s s o c i a z i o n e S o k o s v e d e c o i n v o l t i p i ù d i 5 0 s o c i t r a m e d i c i e

p e r s o n a l e d e d i c a t o a l l ' a c c o g l i e n z a , d a l l a c o m p o s i z i o n e s o c i a l e m o l t o

v a r i e g a t a , a n c h e s e l e f a s c e p i ù r a p p r e s e n t a t i v e s o n o q u e l l e d e i g i o v a n i

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s t u d e n t i e d i a d u l t i a l l a f i n e d e l p r o p r i o p e r c o r s o l a v o r a t i v o . P e r q u e s t o

a n c h e l e m o t i v a z i o n i p e r s o n a l i c h e h a n n o s p i n t o a d i n t r a p r e n d e r e

u n ' a t t i v i t à d i v o l o n t a r i a t o s o n o l e p i ù d i s p a r a t e : s e a l c u n i m e d i c i h a n n o

pensa to d i r e i nven t a r s i dopo i l l avo ro , a l t r i h anno avu to cu r io s i t à d i

a c c o s t a r s i a d u n ' e s p e r i e n z a d i v e r s a c o n u n t i p o d i u t e n z a d i f f e r e n t e ,

a l c u n i v i v o n o p i ù i l s e n s o d e l l e i n g i u s t i z i e s o c i a l i e s e n t o n o q u e s t a

a t t i v i t à c o m e u n c o n t r i b u t o a l l a s o c i e t à , a l t r i a n c o r a a n n o v e r a n o u n a

p r e d i s p o s i z i o n e q u a s i i n n a t a . I p i ù g i o v a n i d a n n o , i n v e c e , p e r l a

m a g g i o r p a r t e u n a c o l o r i t u r a m o l t o p i ù p o l i t i c a e a t t i v a a l l a l o r o

p a r t e c i p a z i o n e . C o s ì a n c h e t r a i l p e r s o n a l e d i s e g r e t e r i a , c h e p e r l o p i ù

n o n è m e d i c o , s i p r e s e n t a u n a p a r t i c o l a r e s e n s i b i l i t à a l l e q u e s t i o n i

s o c i a l i , a l c u n i h a n n o s v o l t o v o l o n t a r i a t o d i a l t r o t i p o , p r e s e n t e è

c o m u n q u e a n c h e l ' i d e a d i s v o l g e r e u n ' a t t i v i t à r i t e n u t a e s s e n z i a l e p e r l a

t u t e l a d i un d i r i t t o i na l i enab i l e .

I l t e r m i n e “ s o l i d a r i e t à ” , a c c o m p a g n a t o d a l l ' a g g e t t i v o “ c i v i l e ” ,

c o m p a r e a l l ' i n t e r n o d e l l o s t a t u t o c o m e f i n e p e r s e g u i t o

d a l l ' a s s o c i a z i o n e , t u t t a v i a e s s a c o m p a r e m o l t o p o c o n e l l e m i e

i n t e rv i s t e , c ' è ch i spec i f i c a t amen te s e ne d i s cos t a :

Op. 3.: Dice bene il nostro presidente quando dice che la parola

solidarietà a lui non piace. Io ci ho ragionato perché lui dicesse sempre

così. La solidarietà non vorrei che fosse l’aspetto laico della carità

cristiana. Loro hanno l’impossibilità di vedere garantiti i diritti naturali,

per i motivi che noi tutti conosciamo, quindi è diverso dalla semplice

solidarietà, come devo dire, quindi noi stiamo facendo quel qualcosa che

sta scritto nella carta dei diritti dell’uomo come nella nostra

costituzione, no? Tutti hanno diritto alla cura…però non lo dovremmo

far noi, dovrebbero essere gli Stati a recepire nei loro ordinamenti. . . A

cascata avere la possibilità di garantire un diritto essenziale alla salute,

non dico la chirurgia plastica, ma il diritto essenziale alla salute è scritto

nei documenti di cui parlavamo [vedi appendice: intervista 28].

Q u a n t o a f f e r m a t o d a q u e s t a o p e r a t r i c e p o r t a a c o n s t a t a r e c h e s i

a b b i a l a v o l o n t à d i s v i n c o l a r s i d a u n e v e n t u a l e a c c o s t a m e n t o a d o g n i

o r i e n t a m e n t o c a r i t a t e v o l e o a s f o n d o c r i s t i a n o , p r e m e n d o m o l t o s u l l a

p r o m o z i o n e d e i d i r i t t i e n o n a d u n a v i s i o n e a s s i s t e n z i a l i s t a d i t i p o

p a t e r n a l i s t i c o : m e n t r e l a c a r i t à è u n a t t o d i b e n e v o l e n z a , l a s c i a t o a l l a

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s c e l t a i n d i v i d u a l e , l a t u t e l a d e l l a s a l u t e è u n a t t o d o v u t o , s a n c i t o d a

p r i nc ip i impre sc ind ib i l i .

C o s ì a n c h e l a c o n t r o p a r t i t a n e l l o s v o l g e r e l ' a t t i v i t à d i v o l o n t a r i a t o

s e d a a l c u n i è l e t t a n e l l a g r a t i t u d i n e d e g l i a l t r i , i n u n a g r a t i f i c a z i o n e

n e l f a r b e n e , p e r m o l t i è a n c h e l a s o d d i s f a z i o n e d i s e n t i r s i p a r t e d i

u n ' a z i o n e s o c i a l e , e s s e r e a t t o r i d e l l a s t o r i a p e r l a d i f e s a d i d i r i t t i

n ega t i .

E c c o a l c u n e d e l l e r i s p o s t e s u l t i p o d i “ r i t o r n o ” c h e f o r n i s c e q u e s t a

a t t i v i t à d i vo lon t a r i a t o :

Dr. 4: Mah, così, di primo acchito, il fatto di stare bene, di sentirmi bene

con me stessa e il fatto comunque di avere delle sensazioni positive, il

fatto di costruire qualcosa, questo soprattutto, che si traduce anche un

po' sul lato pratico. Mi sento bene, che può essere etichettato come si fa

nel volontariato, con un gratificazione bieca del proprio ego, che per

certi aspetti può essere anche vera, ma si può anche tradurre in qualcosa

di costruttivo da fare insieme agli altri . E' questo: far qualcosa che ti far

star bene e di utile da condividere [vedi appendice: intervista 24].

Dr. 1: A parte le solite: “Mi arricchisco ecc.. .”, non è neanche quello. E'

per un domani, per non girarsi e dire “Io non ho fatto niente per gli

altri”. Così la mia vita è valsa qualcosa, ho contribuito affinché ci fosse

più umanità, più amore, che qualcuno potesse star bene. Per me quando

mi dicono grazie col sorriso, penso di essere riuscita a dare qualcosa.

Sarà una st. . . . . . , però per me è tanto [vedi appendice: intervista 21].

Dr. 2: Per me è un interesse primario, anche adesso con questa questione

della legge mi sento coinvolta. Insomma tu la sai l 'età che io, quindi

puoi immaginare che quando ero giovane facevo attività all ' interno

dell 'università, per quello che era nelle mie possibilità Adesso un po'

meno: ho una nipotina piccola da badare, però partecipo molto a queste

cose, mi sento parte di un gruppo che lavora per una medicina equamente

disponibile. Questo prima di tutto mi gratifica come persona, mi

dispiacerebbe adesso essere fuori da un gruppo che si occupa di

migranti. In questo momento mi dispiacerebbe particolarmente. Poi c'è

moltissimo interesse culturale, ma enorme, una crescita davvero

interessante. Leggo cose che non avrei mai letto, faccio il medico da

sempre e mi piace, mi interessa. Ci sono persone giovani, conosco altre

persone (. . .) . E' un'identità che mi piace avere [vedi appendice: intervista

22].

Sono t an t e qu ind i l e so l l e c i t a z ion i che o f f r e l a pa r t e c ipaz ione ad

u n ' a s s o c i a z i o n e d i v o l o n t a r i a t o , s o p r a t t u t t o c o n u n ' u t e n z a d i q u e s t a

t i p o l o g i a c h e c o n s e n t e d i a c c o s t a r s i s i c u r a m e n t e a q u a l c o s a c h e s i è

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s e m p r e i m m a g i n a t o c o m e “ e s o t i c o ” e l o n t a n o . D a l l ' a l t r o l a t o q u e s t o t i p o

d i a g g r e g a z i o n e c r e a a n c h e d e l l e f o r m e d i s o c i a l i z z a z i o n e n u o v e ,

r i c r e a n d o u n a d i m e n s i o n e c o m u n i t a r i a , c h e d à a n c h e u n s e n s o d i

a p p a r t e n e n z a e c h e s e m b r a c o n t r a p p o r s i c o m e c r i t i c a a l l e t e n d e n z e

i n d i v i d u a l i z z a n t i e d i s a g g r e g a n t i d e i p r o c e s s i s o c i a l i a t t u a l i ( D u r k h e i m ,

1971 ) .

T u t t a v i a a c c a n t o a q u e s t a c o m u n i o n e d i i n t e n t i e f i n a l i t à s i

r i l e v a n o p o i d e l l e d i s c r e p a n z e n e l m o d o d i v i v e r e i l v o l o n t a r i a t o e l e

s u e a t t i v i t à , f o r m e d i v e r s e d i p a r t e c i p a z i o n e c h e s e m b r a n o d i v e n t a r e

d e l l e s o r t e d i s p e c i a l i z z a z i o n i i n t e r n e . Q u e s t o s e d a u n l a t o p e r m e t t e

c h e o g n u n o s i p e r f e z i o n i n e l s u o c a m p o , d a l l ' a l t r o p o r t a a d u n a

f r a m m e n t a z i o n e d e l r a p p o r t o i n g r u p p i q u a l o r a n o n s i r i e s c a a d a t t u a r e

u n a c o n d i v i s i o n e p a r t e c i p a t a , c r e a n d o u n ' a z i o n e c h e t r o v a c o n f a t i c a

a r m o n i a e c o o r d i n a z i o n e .

L ' u t e n z a c h e s i r i v o l g e a l S o k o s è p i u t t o s t o v a r i e g a t a , m a v e d e u n a

d i f f e r e n z i a z i o n e d i p r o v e n i e n z a m o l t o l e g a t a a l g e n e r e . I n q u e s t o s e n s o

s i r i s p e c c h i a m o l t o l a c o m p o s i z i o n e c h e a b b i a m o r i p o r t a t o i n l i n e a

g e n e r a l e n e l p r i m o c a p i t o l o . D a i P a e s i d e l l ' E s t E u r o p a p r o v e n g o n o p i ù

d o n n e c h e u o m i n i , m e n t r e l ' i n v e r s o s i r i s c o n t r a p e r i P a e s i d e l l ' A f r i c a

d e l M e d i o O r i e n t e d o v e l ' i n c i s i v i t à m a g g i o r e è n e l l a p r e s e n z a m a s c h i l e .

L e d i f f e r e n z e d i g e n e r e s o n o d o v u t e a i d i f f e r e n t i p r o g e t t i m i g r a t o r i e a i

d i v e r s i r u o l i s o c i a l i : s e d a l l ' E s t E u r o p a s o n o p e r l o p i ù l e d o n n e a

f u n g e r e d a breadwinner , m o l t e d e l l e q u a l i a n c h e s o l e o d i v o r z i a t e , n e i

P a e s i a f r i c a n i e m e d i o r i e n t a l i l e d o n n e r a g g i u n g o n o l ' I t a l i a p e r l o p i ù

pe r r i cong iung imen to f ami l i a r e , i n s egu i t o a l l ' a r r i vo de l ma r i t o .

I l 6 2 % d e i p a z i e n t i è d o n n a , s o p r a t t u t t o p e r q u a n t o c o n c e r n e l e

v i s i t e s p e c i a l i s t i c h e , r a g g i u n g e n d o i l 6 8 % . Q u e s t ' u l t i m o d a t o d e v e l a

f o r t e a f f l u e n z a d i d o n n e a l l e v i s i t e g i n e c o l o g i c h e , g r a z i e a n c h e

a l l ' a u m e n t o d e l n u m e r o d e g l i s p e c i a l i s t i . L ' a f f l u e n z a è a b b a s t a n z a

c o s p i c u a e t e n d e s e m p r e a d a u m e n t a r e , c o n u n a m e d i a n e l 2 0 0 8 d i 3 5

v i s i t e g i o r n a l i e r e s p a l m a t e n e l l ' a r c o d i s o l e t r e - q u a t t r o o r e . L ' a c c e s s o a l

S o k o s a v v i e n e m o l t o s p e s s o p e r v i e i n f o r m a l i , a t t r a v e r s o i l p a s s a p a r o l a

t r a c o n n a z i o n a l i , m a a n c h e a t t r a v e r s o a l t r i s e r v i z i e a s s o c i a z i o n i c o n

cu i s i è co s t ru i t o un r appo r to d i r e t e .

Page 189: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

186

L ' e r o g a z i o n e d e l s e r v i z i o a m b u l a t o r i a l e s i e s p l i c a i n d u e m o m e n t i :

i l p r i m o a l l ' a c c o g l i e n z a , i n c u i v e n g o n o s v o l t e t u t t e l e m a n s i o n i d i

s e g r e t e r i a : a r c h i v i a z i o n e d a t i , r a c c o l t a d o c u m e n t i , r i c h i e s t e p e r S T P ,

a p p u n t a m e n t i e c c . ; s e g u e p o i l a v i s i t a a m b u l a t o r i a l e . O l t r e a l l a

m e d i c i n a d i b a s e c h e v e d e u n ' a p e r t u r a d i t r e v o l t e a s e t t i m a n a , s o n o

s t a t i i n t r o d o t t i a n c h e a m b u l a t o r i s p e c i a l i s t i c i ( A l l e r g o l o g i a ,

D e r m a t o l o g i a , D i a b e t o l o g i a , E c g , E c o g r a f i a , E n d o c r i n o l o g i a , F i s i a t r i a ,

G i n e c o l o g i a , N e f r o l o g i a , P e d i a t r i a , P s i c o l o g i a , R a d i o l o g i a , U r o l o g i a )

su appun t amen to e con cadenza mens i l e .

L ' a t t i v i t à c h e s v o l g e S o k o s è m o l t o e f f i c i e n t e p e r q u a n t o a t t i e n e

a l l e s u e c o m p e t e n z e , n o n o s t a n t e l e d i f f i c o l t à n e l l a g e s t i o n e d i u n

s e r v i z i o c h e t r o v a l e r i s o r s e u m a n e n e l t e m p o l i b e r o d e i s u o i s o c i , l a

d e d i z i o n e e l a c u r a c o n c u i g l i o p e r a t o r i p i ù a s s i d u i s i p r e s t a n o , f a s i

c h e a n c h e a g l i o c c h i d e l l e i s t i t u z i o n i q u e s t a a s s o c i a z i o n e s i a d i g r a n d e

v a l o r e s o c i a l e . N o n o s t a n t e i f i n a n z i a m e n t i d i A S L e e n t i l o c a l i ,

l ' a s s o c i a z i o n e n o n s i l a s c i a s c a l f i r e i n q u e l l e c h e s o n o l e m o d a l i t à

g e s t i o n a l i d e l l e r i s o r s e e d e l l e a t t i v i t à e d i n q u e s t o s e n s o è p i u t t o s t o

i n d i p e n d e n t e e n o n r i s e n t e d i i n f l u e n z e . T u t t a v i a q u e s t a a u t o n o m i a p u ò

d a u n l a t o e s s e r e i n t e r p r e t a t a a n c h e c o m e u n d i s i n t e r e s s e p e r u n a f a s c i a

d i p o p o l a z i o n e c h e i s t i t u z i o n a l m e n t e r i e n t r a s o l o n e l l e p r o b l e m a t i c h e d i

c a l c o l o d i b i l a n c i o , v e n e n d o m e n o i l r i c o n o s c i m e n t o d i q u e l l e c h e s o n o

l e e s i g e n z e s p e c i f i c h e d i u n s e r v i z i o c o m e q u e s t o .

A l l o r a è e v i d e n t e c o m e a l l ' i n t e r n o d i S o k o s s i d i s p i e g h i n o

d i n a m i c h e s o c i a l i e p o l i t i c h e p i ù a m p i e , d o v e a l l ' i n t e r n o d i o g n i

i n t e r a z i o n e , d i o g n i c a m p o d ' a z i o n e e d i o g n i i n t e r v e n t o c o n v e r g o n o

t an t i p i cco l i un ive r s i d i s enso , negoz i az ion i d i una r ea l t à cond iv i s a ,

c u l t u r e e p o l i t i c h e d e l l a s a l u t e . I n d a g a r l i è i l c o m p i t o s u c c e s s i v o .

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187

5.2 Il rapporto medico-paziente: malattia e cura dei pazienti

in Sokos

U n o s t u d e n t e d i A n t r o p o l o g i a c u l t u r a l e a l l ' i n t e r n o d i u n

a m b u l a t o r i o m e d i c o p e r m i g r a n t i , è p o r t a t o , c o n l a p r e s u n z i o n e d i c h i

p e n s a c h e b a s t i s t u d i a r e , a s a p e r e g i à c o s a p o t r à t r o v a r e : n o n

c o m p l i a n c e , c o n f l i t t i t r a i l l n e s s e d i s ease , d i s c r e p a n z e t r a m o d e l l i

c u l t u r a l i d i v e r s i . A l l o r a i o m i s o n o a d d e n t r a t a n e l l e m u r a d i S o k o s

c e r c a n d o t r a c c e d e l l ' i n s e g n a m e n t o d i K l e i n m a n , n e l l e m i e i n t e r v i s t e

a s p e t t a v o c o n a n s i a i l m a l c o n t e n t o d e i p a z i e n t i p e r a v v a l o r a r e l a m i a

t e s i . I m e d i c i c o n i l l o r o s g u a r d o o g g e t t i v o , t e s o a r i n t r a c c i a r e l ' o r i g i n e

o r g a n i c a d e l s i n t o m o , n o n a v r e b b e r o c o m p r e s o l a p o r t a t a c r i t i c a e

s o c i a l e d e l m a l e s s e r e e d e l l a s o f f e r e n z a d e l p a z i e n t e e i l r i s u l t a t o p i ù

i m m e d i a t o s a r e b b e s t a t o q u e l l o d e l l ' i n e f f i c a c i a t e r a p e u t i c a ( K l e i n m a n ,

2006 ) .

O g n i i n t e r v i s t a a d u n p a z i e n t e , i n r e a l t à , f a c e v a v a c i l l a r e i l m i o

q u a d r o t e o r i c o , i n q u a n t o a l l e d o m a n d e s u l l a s o d d i s f a z i o n e d e l s e r v i z i o

o f f e r t o d a S o k o s e s u l r a p p o r t o c o n i m e d i c i , t u t t i e s p r i m e v a n o g i u d i z i

p o s i t i v i . M a c i ò c h e e r a p i ù e l o q u e n t e e r a n o t a r e , d u r a n t e l ' a t t i v i t à d i

a ccog l i enza , l a f r equenza con cu i t o rnavano a f a r s i v i s i t a r e g l i s t e s s i

p a z i e n t i , l a r i c h i e s t a d i a l c u n i d o t t o r i i n p a r t i c o l a r e , a c u i v e n i v a n o

f a t t i anche p i cco l i don i , i n una p i ena cond iv i s i one d i s enso e f i duc i a .

E ' e v i d e n t e a l l o r a c o m e l ' e s p e r i e n z a d i m a l a t t i a e d i c u r a i n S o k o s

a b b i a n o d e l l e c o n n o t a z i o n i o r i g i n a l i , n o n a s s i m i l a b i l i a d a s t r a t t i q u a d r i

t e o r i c i . L e p o s t e i n g i o c o s o n o d i v e r s e i n q u e s t o c o n t e s t o e d a n c h e g l i

e s i t i i n a spe t t a t i .

C ' è a m p i a a f f l u e n z a n e g l i a m b u l a t o r i s i a p e r l a m e d i c i n a d i b a s e

c h e p e r l e v i s i t e s p e c i a l i s t i c h e . A l c u n i p a z i e n t i v e n g o n o a p p o s i t a m e n t e

i n g i o r n i p r e s t a b i l i t i i n c u i s a n n o c h e t r o v e r a n n o i l d o t t o r e a l o r o p i ù

c o n g e n i a l e , i n v e s t e n d o i l m e d i c o S o k o s a r u o l o d i m e d i c o d i f a m i g l i a .

C i ò c h e p i ù v i e n e a p p r e z z a t a d e i d o t t o r i S o k o s è l a g e n t i l e z z a e l a

d i spon ib i l i t à , l a ch i a r ezza ne l l ' e spos i z ione e ne l l e sp i egaz ion i :

O.: Mia cugina, che è venuta qui, è in centro e.. . lei mi spiega sempre che

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qui è meglio che in Moldavia, che ti guardano di più. All ' inizio anche lei

non sapeva bene la lingua, ma veniva e diceva: “Io non conosco la

lingua, ma spiegano così bene” [vedi appendice: intervista 3].

I l s e n s o d i d i s a g i o c h e s p e s s o s i p r o v a n e l l ' i n e s p r i m i b i l i t à e

n e l l ' i n c o m p r e n s i o n e p u ò i n f a t t i c r e a r e d e l l e f r a t t u r e n e l r a p p o r t o

t e r a p e u t i c o c h e i n v e c e , a t t r a v e r s o l a d i s p o n i b i l i t à , l o s f o r z o e l ' i m p e g n o

a r e n d e r s i c o m p r e n s i b i l i e a c o m p r e n d e r e , v i e n e f o r t e m e n t e a t t e n u a t o .

L a r e l a z i o n e m e d i c o - p a z i e n t e v e d e l ' e l a b o r a z i o n e d i u n n u o v o

l i n g u a g g i o c h e v i e n e n e g o z i a t o , i n c u i v i e n e l a s c i a t o m o l t o s p a z i o a l

paz i en t e pe r e sp r ime r s i i n mod i d ive r s i , i n cu i mond i d ive r s i c e r cano d i

a c c o s t a r s i . L a r i s p o s t a d e l d o t t o r e i n q u e s t o m o d o è c a l i b r a t a a d o g n i

s i n g o l a e s p e r i e n z a d i m a l a t t i a e d è p e r q u e s t o c h e s a r à c h i a r a . C o s ì

a l c u n i m e d i c i m i r a c c o n t a n o l a g e s t i o n e d e l l e l o r o d i f f i c o l t à

comun ica t i ve :

Dr. 4: Allora, sulle difficoltà di tipo linguistico io potrei aprire un

discorso lunghissimo perché io la penso in un modo tutto mio, nel senso

che penso che se ci si capisce quando si parla è più semplice, questo è

ovvio, io però non sono una fanatica dell ' interpretariato o della

mediazione limitata all ' interpretariato. Mi sono trovata a volte in

difficoltà per la lingua, così come anche il paziente, ma non mi sono mai

trovata in situazioni per cui poi abbiamo rinunciato, cioè non c'è mai

stata una situazione in cui io o il paziente insieme abbiamo rinunciato ad

andare avanti con il tentativo di capire. Per cui secondo me la lingua è

un ostacolo, ma non in modo assoluto. E questo è uno dei miei pensieri

originali [vedi appendice: intervista 24].

Dr. 1: Devi entrare in una dialettica un po' diversa, li devi un po'

prendere come i bambini, perché non parlando la stessa lingua lui può

esprimerti il dolore in maniera diversa e allora vai con i gesti. Lui con i

gesti riesce a dirti com'è il dolore, soprattutto per la sintomatologia

gastrica, che è fondamentale per fare diagnosi. Così si riesce, almeno io

riesco, ma penso sia così anche per gli altri . A volte mi sono aiutata

anche con i disegni [vedi appendice: intervista 21].

Dr. 2: La comunicazione del loro sintomo dal punto di vista verbale non

è un problema. Il problema è cosa intende lui dicendo: “Ho mal di testa,

ho la febbre”. Per il mal di stomaco dicono in uno strano modo...uno

diceva che non va giù.. .cioè, cosa significa veramente per loro averlo

sempre, ma questo succede tante volte.. .Ad esempio io ho fatto tante

volte ambulatorio con le persone meridionali e loro dicono: “Non posso

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camminare” per dire che hanno mal di schiena. Per me non poter

camminare vuol dire avere male alle gambe, avere le gambe deboli,

essere paralizzato. Per me vuol dire questo, ma ho visto centinaia di

persone che usavano questa espressione. Per cui devi farci un po'

l 'abitudine, però la comunicazione verbale c'è [vedi appendice: intervista

22].

I n t e r e s s a n t e è q u e s t ' u l t i m o a c c e n n o a l l e d i f f i c o l t à d i a t t r i b u z i o n e

s e m a n t i c a d e l l e p a r o l e a c u i s i a c c o s t a u n a s i m i l a r i t à t r a s t r a n i e r i e

m e r i d i o n a l i . Q u e s t a o s s e r v a z i o n e è i m p o r t a n t e i n q u a n t o m e t t e i n c a m p o

i l l e g a m e c u l t u r a l e t r a s i m b o l i c o e f i s i o l o g i c o , p e r c u i i l s i n t o m o è

l e g a t o a d u n a r e t e s e m a n t i c a c h e c o i n v o l g e i l c o r p o a l l ' i n t e r n o d e l l e

r a p p r e s e n t a z i o n i e d e l l a s t r u t t u r a s o c i a l e ( G o o d , 2 0 0 6 ) . T u t t a v i a q u e s t a

c o m p o n e n t e n o n d e v e e s s e r e i n t e s a c o m e l i m i t e , c o m e s e n s o d i

i n v a l i c a b i l i t à c u l t u r a l e , s e n o n a r i s c h i o d i s f o c i a r e i n q u e l l a

p e r c e z i o n e d e l l a c u l t u r a f i s s a , i m m o b i l e e p o c o r e a l i s t i c a m e n t e

a n c o r a t a a d u n a s o c i e t à a s t r a t t a . C o s ì c o m e i n s e n o a l l a n o s t r a s o c i e t à

c o l t i v i a m o l e d i f f e r e n z e , c o s ì q u e s t e , r a p p o r t a t e a l l o s t r a n i e r o , p o s s o n o

n o n e s s e r e i n t e r p r e t a t e c o m e o s t a c o l i , m a c o m e nu o v i e d i v e r s i m o d i d i

v i v e r e u n ' e s p e r i e n z a e s a p e r a p p r e n d e r e i d i v e r s i i d i o m i d e l l a

s o f f e r e n z a , “ f a r c i u n p ò l ' a b i t u d i n e ” . I n q u e s t o s e n s o m o l t i m e d i c i n o n

r i n t r a c c i a n o l ' e s i g e n z a d e l l a m e d i a z i o n e c u l t u r a l e , a u s i l i o s e m p r e p i ù

e s t e s o n e l l ' a m b i t o s o c i o - s a n i t a r i o , i n q u a n t o a p r o n o q u e l c a m p o

i n t e r a t t i v o i n c u i n o n s i r i m a n e i n g a b b i a t i n e g l i s t e r e o t i p i c u l t u r a l i , m a

s i dà anche amp ia l i be r t à e sp r e s s iva a l paz i en t e (Beneduce , 2004 ) .

S e v o l e s s i m o u s a r e l a t e r m i n o l o g i a d i K l e i n m a n ( 2 0 0 6 ) p o t r e m m o

d i r e che l e d i agnos i de i do t t o r i Sokos sono mo l to t e s e a l l a i l l n e s s , c i o è

a l s i g n i f i c a t o c h e l a s o f f e r e n z a a s s u m e p e r i l p a z i e n t e , i n c u i a n c h e l a

d i s ease , i l p r o b l e m a o r g a n i c o , v i e n e i n s e r i t a n e l l ' e s p e r i e n z a d e l

p a z i e n t e e n e l l ' a m b i e n t e s o c i a l e i n c u i v i v e . C o s ì l ' a s c o l t o e l a

c o n t e s t u a l i z z a z i o n e d e l l a m a l a t t i a s o n o i p u n t i c a r d i n e p e r l ' i n c o n t r o

c o n i l p a z i e n t e . U n a d o t t o r e s s a d e l S o k o s d e f i n i s c e q u e s t o t i p o d i

m e d i c i n a c o m e l a m e d i c i n a d i u n t e m p o , l a m e d i c i n a d e l c o n t a t t o ,

d e l l ' u m a n i t à , c h e o g g i n o n v i e n e p i ù e f f e t t ua t a a c a u s a d e i c a l c o l i

e c o n o m i c i c h e i n t e r e s s a n o o r a a n c h e q u e s t a p r o f e s s i o n e .

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L ' u m a n i z z a z i o n e d e l l a m e d i c i n a , t u t t a v i a , n o n c o n s i s t e n e l

b u o n i s m o e n e l p a t e r n a l i s m o , n e l “ t r a t t a r e b e n e l e p e r s o n e ” , m a n e l l a

v o l o n t à d i i n c o n t r a r e l ' a l t r o e d i i n s t a u r a r e u n r a p p o r t o c h e s i a u n i c o e

t o t a l e , i n d i v i d u a l e e s o c i a l i z z a t o a l l o s t e s s o t e m p o ( P i z z a , 2 0 0 5 ) . L a

p e r d i t a d e l l a m e d i c i n a m o d e r n a r i s i e d e r e b b e a l l o r a i n u n a m e d i c i n a

r i d u z i o n i s t a , a s o c i a l e e a p o l i t i c a . E s o p r a t t u t t o i n u n a m e d i c i n a c h e n o n

s i me t t e i n g ioco .

E ' p r o p r i o i l r a p p o r t o u m a n o a l l ' i n t e r n o d i S o k o s a c r e a r e q u e l

c i r c o l o d i f i d u c i a v e r s o i m e d i c i , g r a z i e a l q u a l e s i r e a l i z z a u n a

comp l iance d i f f u s a a l l a t e r a p i a e a l l a d e f i n i z i o n e d i a g n o s t i c a d e l

do t t o r e . Ques to emerge ch i a r amen te da l l ' e spe r i enza i n Sokos :

Dr. 1: Se tu gli dici che questo è nero e invece è bianco, loro dicono che

è nero. Loro poi prendono questa fiducia, sanno che lavori per il loro

bene, e loro si fanno un po' coccolare, si fanno curare. Anche perché tu

capisci che sono persone che vogliono veramente star bene, che hanno

molta paura di ammalarsi. Per loro diventa difficoltoso ammalarsi qua,

perché loro te lo dicono: “Io devo lavorare, io non mi posso ammalare”.

Poi c'è più paura di ammalarsi in un posto dove non conoscono nessuno.

Hanno il terrore se stanno male, l 'ospedale, cosa succede. Tanto che

molti vanno al Pronto Soccorso con questa facilità e te la dice lunga,

perché hanno paura. Perché mentre se un italiano sta male chiama

l 'amico, comunque all 'ultimo momento va al Pronto Soccorso. Loro

invece vanno subito al Pronto Soccorso perché c'è la paura di peggiorare

nel giro di poco, paura che arrivi qualcosa di catastrofico. Lo capisci da

come te la raccontano [vedi appendice: intervista 21].

Anche ne l l e m ie i n t e rv i s t e ho r i s con t r a to una p i ena f i duc i a ne l

p e r s o n a l e m e d i c o , a n c h e l ì d o v e t e n t a t i v i t e r a p e u t i c i g i à t e n t a t i f o s s e r o

f a l l i t i . Q u a n d o l e p a t o l o g i e s o n o p a r t i c o l a r m e n t e c o m p l e s s e c ' è u n

g r a n d e i m p e g n o , u n a g r a n d e c o s t a n z a n e l l e v i s i t e e n e i c o n t r o l l i , q u a s i

u n a c c a n i m e n t o , i n c u i p e r ò l a c a p a c i t à d e l m e d i c o n o n v i e n e m e s s a i n

d i s cus s ione , anche quando i r i su l t a t i t a rd ino ad a r r i va r e . Ques to può

e s s e r e l e g a t o a q u e l l a s o r t a d i i m m a g i n a r i o c o l l e t t i v o c h e i d e n t i f i c a l a

m e d i c i n a o c c i d e n t a l e c o m e i n f a l l i b i l e ; p u ò e s s e r e d e t e r m i n a t o d a l

b i s o g n o d i s t a r e b e n e p e r l a v o r a r e , c o m e a f f e r m a s o p r a l a d o t t o r e s s a ;

m a p u ò a n c h e a p r i r e l a s t r a d a a d u n ' u l t e r i o r e i n t e r p r e t a z i o n e : q u e l l a

d e l l ' e f f i c a c i a s i m b o l i c a c h e i l r a p p o r t o m e d i c o - p a z i e n t e v i e n e a d

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191

a s s u m e r e a l l ' i n t e r n o d i S o k o s .

I l c o n c e t t o d i e f f i c a c i a s i m b o l i c a , c h e v e d e l ' o r i g i n e n e l l o s t u d i o d i

L e v i - S t r a u s s t r a i C u n a d i P a n a m a24

, c o n s i s t e n e l l a c o s t r u z i o n e d i u n a

r e t e s i m b o l i c a c h e p e r m e t t e d i c o n f i g u r a r e i l p r o p r i o d o l o r e o l a p r o p r i a

so f f e r enza i n un un ive r so d i s enso (P i zza , 2005 ) . I l med i co cos t i t u i s ce

l ' u n i c o m e d i a t o r e d i s e n s o a l l a s o f f e r e n z a s o c i a l e d i q u e s t i m i g r a n t i ,

e g l i è l ' u n i c o c h e r i e s c e a d o f f r i r e u n a c o r n i c e e n t r o c u i f a r r i e n t r a r e

u n ' e s p e r i e n z a c a o t i c a , c h e t r o v a d e b o l i , i n e r m i , s p a v e n t a t i e p e r l a

q u a l e s i c e r c a u n o r d i n e . Q u e s t a r i c h i e s t a d i c u r a c o n t i n u a , a n c h e

q u a n d o l e c u r e m e d i c h e n o n d e t e r m i n i n o u n e s i t o p o s i t i v o , p o r t a a

r i f l e t t e r e s u u n t i p o d i e f f i c a c i a d i v e r s o r i s p e t t o a q u e l l o d e l l a

g u a r i g i o n e b i o m e d i c a . C o s ì , c o m e a f f e r m a n o C s o r d a s e K l e i n m a n ( 1 9 9 0 ,

c i t a t i i n P i z z a , 2 0 0 5 ) , s i h a u n ' e f f i c a c i a s i m b o l i c a c h e n o n è r a v v i s a b i l e

n e l l ' e s i t o t e r a p e u t i c o , p e r c h é d i f a t t o i p a z i e n t i p o s s o n o n o n g u a r i r e ,

m a c h e è g i à d e n t r o i l p r o c e s s o t e r a p e u t i c o . L ' e f f i c a c i a è n e l

r i c o n o s c i m e n t o , d a p a r t e d e l m e d i c o , d e l d o l o r e d e l p a z i e n te , è n e l

l e g i t t i m a r e l a s u a s o f f e r e n z a , è n e l d o t a r e d i s i g n i f i c a t o u n ' e s i s t e n z a i n

c r i s i . E a l l o r a q u e l “ f a r s i c o c c o l a r e ” d i c u i p a r l a s o p r a u n a d o t t o r e s s a è

u n “ p r e n d e r s i c u r a ” c h e n o n è s t r e t t a m e n t e l e g a t o a l c o n c e t t o d i

gua r ig ione , ma a que l l o d i r e l a z ione , d i d i a logo e d i a s co l t o (P i zza ,

2005 ) .

E d e c c o q u a l e s i r i v e l a a l l o r a i l m i n i m o c o m u n d e n o m i n a t o r e d e i

paz i en t i Sokos :

Dr. 4: Credo però che ci sia una richiesta di base da parte delle persone,

un denominatore comune, che può essere la richiesta di attenzione. E'

una richiesta d'attenzione che è segno di vari bisogni che possono essere

più o meno gravi, legati all 'esperienza di ogni persona e al contesto di

ognuno, però c'è una richiesta di supporto, di visibilità. C'è una richiesta

di essere visti , ecco, in genere e questo secondo me è il denominatore

comune dei pazienti che vengono qui, di non essere inosservati, sia

perché hanno cose pesanti, ma anche quando sembrano banali è il

bisogno di avere una dignità, un contesto che li tratti da persone, che gli

dia una parvenza di diritto che dall 'esterno non c'è [vedi appendice:

intervista 24].

24

Levi- Strauss ha definito efficacia simbolica nella popolazione Cuna, la capacità sciamanica attraverso un

canto mitico di alleviare un parto difficile.

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I p a z i e n t i v o g l i o n o e s s e r e v i s t i , r i c o n o s c i u t i . Q u e l l o d e l d o t t o r e

r a p p r e s e n t a a l l o r a l o s g u a r d o d e l l a s o c i e t à c h e l i e s c l u d e , c h e l i

e m a r g i n a e d i c u i s i v u o l e u n a l e g i t t i m a z i o n e a l l a p r o p r i a p r e s e n z a .

C o s ì l o s g u a r d o d e l m e d i c o n o n è n e u t r o , è a n c h e u n a t t o p o l i t i c o , i n

q u a n t o è l u i a d e t e n e r e i l p o t e r e d e l l a d e f i n i z i o n e d e l m i g r a n t e : s a n o o

m a l a t o , d a c u r a r e o n o , d e t e n t o r e o m e n o d i d i r i t t i . I n f a t t i c o m e a f f e r m a

H e r z l i c h l a m e d i c i n a “ a t t r a v e r s o l a d i a g n o s i , l a c l a s s i f i c a z i o n e , i l

t r a t t a m e n t o d e l l e m a l a t t i e , è c r e a t r i c e o l e g i t t i m a t r i c e d i s t a t u t i s o c i a l i ”

(He rz l i ch ,1986 ; p . 184 ) .

A n c h e i l f a r m a c o a s s u m e u n a v a l e n z a p a r t i c o l a r e n e l r a p p o r t o

m e d i c o - p a z i e n t e . I n f a t t i , l ' u n i c a d i f f i c o l t à c h e r i s c o n t r a n o a v o l t e i

d o t t o r i n e l t r a t t a m e n t o d e i p a z i e n t i , è n e l l a g e s t i o n e d e l f a r m a c o , i n

p a r t e i n t e s a c o m e a s s u n z i o n e , m a s o p r a t t u t t o c o m e r i c h i e s t a s p e s s o

ecce s s iva d i r i co r r e rv i , qua s i f o s se l ' an t i do to ad ogn i ma l e .

Cos ì r a ccon t ano due do t t o r i :

Dr. 1: L'unica cosa che ho notato è che ho trovato un modo di gestire il

farmaco molto sbagliato: non sono come noi, noi siamo estremamente

inquadrati, loro invece sono abituati, forse per un fatto culturale, a

prendere il farmaco al bisogno, che può andar bene per alcune patologie,

ma per altre in cui tu devi prendere il farmaco a vita, lo devi prendere a

vita. Loro in questo fanno fatica. Una volta che hanno finito il farmaco,

fanno passare anche una settimana, anche un mese. Allora quando

arrivano li sgridi, e loro dicono: “Ah, ma non potevo venire”: non

capiscono l ' importanza del farmaco in determinate patologie. Però poi

alcuni, vedendo che con il farmaco stanno meglio imparano [vedi

appendice: intervista 21].

Dr. 4: Una cosa che noto è la richiesta di farmaci, un'esasperata richiesta

di farmaci da parte di alcune persone (…). La medicina che fa bene per

qualsiasi cosa, questo voler ingurgitare medicine, dire: “Sto male e

voglio la medicina”. Persone vengono a chiedere continuamente

medicine, ma forse la medicina anche in senso generico, l 'antibiotico ad

esempio è considerata una medicina per ogni cosa, è questo forse un dato

di immediatezza anche culturale [vedi appendice: intervista 24].

L a p r e s c r i z i o n e e l ' a s s u n z i o n e d e l f a r m a c o n o n s o n o s e m p l i c i

a z i o n i n e u t r e , i l c u i e f f e t t o e i c u i p r o c e s s i i n t e r e s s a n o s o l t a n t o g l i

a s p e t t i b i o f i s i c i d e l c o r p o , m a a b b r a c c i a n o u n a d i m e n s i o n e p i ù a m p i a ,

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c h e i n t e r e s s a l ' u s o s i m b o l i c o e s o c i o p o l i t i c o c h e i l m e d i c o e i l p a z i e n t e

n e f a n n o ( P i z z a , 2 0 0 5 ) . Q u e l l o c h e i l m e d i c o c o n s i d e r a u n u s o e r r a t o

d e l f a r m a c o , p e r c h é n o n c o n t i n u a t i v o n e l l e m a l a t t i e c r o n i c h e m a p r e s o

a l l ' e s i g e n z a , è l e g a t o c e r t a m e n t e a l l a v a l e n z a c h e s i d à a l f a r m a c o

s t e s s o , m a a n c h e a d u n a c o n c e z i o n e d e l l a c u r a b i l i t à d i f f e r e n t e . R i u s c i r e

a v i v e r e c o n u n a p a t o l o g i a g r a z i e a l f a r m a c o , v i v e r e c o n i l f a r m a c o , i n

d i p e n d e n z a d a e s s o , è u n a f o r m a d i e s i s t e n z a r e c e n t e e l e g a t a a l l e

a t t u a l i r i c e r c h e s c i e n t i f i c h e i n c a m p o b i o m e d i c o e f a r m a c e u t i c o . Q u e s t o

h a d e i r i m a n d i s o c i a l i e p o l i t i c i b e n e v i d e n t i : n a r r a d e l P a e s e d ' o r i g i n e

d o v e l ' a c c e s s o a i f a r m a c i è l i m i t a t o e s o n o m o l t o c o s t o s i , e s i p a r l a

q u i n d i d i a c c e s s o d i f f e r e n z i a t o a l l e c u r e r i s p e t t o a l l a p o s i z i o n e

e c o n o m i c a . I n q u e s t o s e n s o i l c o n c e t t o d i u n a m e d i c i n a d a p r e n d e r e a

v i t a p u ò n o n s u s s i s t e r e . L a r i c o n o s c e n z a d e i p a z i e n t i c h e s i r i v o l g o n o a l

S o k o s è p e r q u e s t o m o l t o l e g a t a a n c h e a l l ' e r o g a z i o n e g r a t u i t a d i a l c u n i

f a r m a c i . C o s ì p e r I . , r a g a z z o d e l S e n e g a l , l ' e l o g i o d a f a r e a S o k o s è

p r o p r i o i n m e r i t o a l l ' e l a r g i z i o n e d i f a r m a c i :

I . : E' un favor , non lo so – parlo francese - un favore per tutti perché

questa è una bella cosa. Quando loro hanno delle medicine, loro ti danno

e tu non paga niente. Quando tu vai a un grande ospedale ci vuole

pagare, eh!Quando tu non paga, loro non ti guardano neanche [vedi

appendice: intervista 12].

I . p a r l a d i d i s u g u a g l i a n z e s o c i a l i , c h e i n q u e s t o m o d o S o k o s v a a

l e n i r e , r i c o n f i g u r a n d o u n n u o v o d i r i t t o a l l ' a c c e s s o a i f a r m a c i . M a i l

l o r o u s o e r r a t o p a r l a a n c h e d e l l e d i s u g u a g l i a n z e n e l l a s o c i e t à d i

a c c o g l i e n z a : p r e n d e r s i c u r a d i s é è u n p r i v i l e g i o , d i f f i c i l e d a r e a l i z z a r e

p e r c h i è c o n t i n u a m e n t e v i n c o l a t o a d u n l a v o r o p r i v o d i d i r i t t i e a l l e

c o n t i n g e n z e e s t e r n e , p e r c h i i l d i r i t t o a l l e c u r e p u ò a n c h e p e r c e p i r l o

c o m e u n f a vor . Pa r l a r e d i ge s t i one sbag l i a t a de i f a rmac i pe r mo t iv i

cu l t u r a l i , d i nuovo , po r t a a so rvo l a r e d inamiche p iù amp ie .

C o s ì a n c h e l a r i c h i e s t a s m o d a t a d i f a r m a c i h a u n s i g n i f i c a t o s o c i a l e

b e n s p e c i f i c o . I l f a r m a c o è c o n s i d e r a t o l ' a c c e s s o a l l a s a l u t e , l a p a n a c e a

d i t u t t i i m a l i . E ' l a r i s p o s t a a d u n m a l e s s e r e c h e r i s i e d e a n c h e a l t r o v e ,

n e l d i s a g i o , n e l l a s o f f e r e n z a , n e l l e c o n d i z i o n i d ' e s i s t e n z a m i n i m e , m a

c h e p e r m e t t e d i s r a d i c a r e i l d o l o r e c h e s i è i n s c r i t t o n e l c o r p o ( P i z z a ,

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194

2005 ) .

T r a g l i a m b u l a t o r i s p e c i a l i s t i c i d i S o k o s è s t a t a d a p o c o i n t r o d o t t a

l a t e r a p i a d e l d o l o r e , t e c n i c a v o l t a a l e n i r e i l d o l o r e f i s i c o , d i s o l i t o

c r o n i c o o a c u t o , a t t r a v e r s o l ' a s s u n z i o n e d i f a r m a c i . E s s a p u ò e s s e r e

c l a s s i f i c a t a c o m e “ c u r a p a l l i a t i v a ” , c u r a c h e c o p r e e n a s c o n d e l o s t a t o

s o f f e r e n t e d e l p a z i e n t e a t t r a v e r s o l a s o m m i n i s t r a z i o n e d i f a r m a c i . E '

u n a t e r a p i a c h e h a a v u t o m o l t i r i s c o n t r i f a v o r e v o l i t r a i p a z i e n t i , i n

q u a n t o c o n s e n t e d i z i t t i r e i l p r o p r i o c o r p o d o l o r a n t e q u a n d o q u e s t o

d i v e n t a i n v a s i v o , i n g o m b r a n t e . T u t t a v i a p a l l i a r e d e r i v a d a pa l l i um ,

m a n t e l l o , e d i n e f f e t t i q u e s t a t i p o l o g i a d i c u r a v a a c o p r i r e , a m m a n t a r e ,

e n o n s o l o l o s t a t o r e a l e d e l p a z i e n t e ( P i z z a , 2 0 0 5 ) , m a a n c h e l a

m e m o r i a d e l s u o c o r p o , l a s u a f o r m a e v e r s i v a e s o c i a l e ( S c h e p e r -

H u g h e s , 1 9 9 4 ) . I l c o r p o v i e n e z i t t i t o e c o n e s s o l a s o f f e r e n z a c h e v e d e

i n sc r i t t a .

S e c o n s i d e r i a m o l a m a l a t t i a c o m e f o r m a s t o r i c a d ' i n c o r p o r a z i o n e

( Q u a r a n t a , 2 0 0 6 b ) , a l l o r a i l f a r m a c o r i s p o n d e s u l l o s t e s s o l i v e l l o

c o r p o r e o , e s t r a n i a n d o d a l l a s o f f e r e n z a e d a l d i s a g i o q u e l l e s t e s s e f o r m e

s t o r i che che l o hanno de t e rmina to . Po t r ebbe a ques to pun to non

c o s t i t u i r e u n t r a g u a r d o d e l l a m e d i c i n a , m a l ' i n c o n t r o c o n i s u o i l i m i t i a l

d o l o r e n o n d i a g n o s t i c a b i l e o n o n c u r a b i l e e l a s u a r e l a z i o n e c o n u n a

p o l i t i c a d e l l ' e s c l u s i o n e , c h e c e r c a d i n a s c o n d e r e i s u o i p r o d o t t i s o c i a l i .

M a è i n q u e s t o c a m p o , n e l l ' a c c e s s o a i f a r m a c i e a l l a t e r a p i a d e l

d o l o r e c h e p o s s i a m o r i n t r a c c i a r e n o n s o l t a n t o f o r m e d i

a s s o g g e t t a m e n t o , m a a n c h e r i v e n d i c a z i o n i d i a c c e s s o a d i r i t t i n e g a t i , i n

c u i l ' a z i o n e p o l i t i c a a n c o r a u n a v o l t a v i e n e a g i o c a r s i s u i c o r p i , m a

c o m e f o r m a d i d e s t a b i l i z z a z i o n e d e l p o t e r e s u c u i g i o c a r e n u o v e f o r m e

d i i nc lu s ione (Comaro f f , 2006 ) .

I d i s a g i c h e r i p o r t a n o i p a z i e n t i p a r l a n o d i d i s u g u a g l i a n z e s o c i a l i

i n c o r p o r a t e ( F a s s i n , 1 9 9 6 ) , c h e s i e s p r i m o n o s i a i n p a t o l o g i e e

s o f f e r e n z e , s i a i n u n a c c e s s o d i f f e r e n z i a l e a i s e r v i z i . N e l l a m a g g i o r

p a r t e d e i c a s i n o n s o n o p a t o l o g i e e s t r e m a m e n t e g r a v i , m a d i s t u r b i d i

u n ' e s i s t e n z a l i m i n a r e , d i c o r p i i r r e g o l a r i . L e s t a t i s t i c h e d i S o k o s

i n d i v i d u a n o t r a l e p a t o l o g i e p i ù f r e q u e n t i q u e l l e l e g a t e a l l ' a p p a r a t o

l o c o m o t o r e , a l l ' a p p a r a t o d i g e r e n t e , a l l ' a p p a r a t o g e n i t a l e f e m m i n i l e ,

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a p p a r a t o r e s p i r a t o r i o , d e r m a t o l o g i c o , d i s t u r b i p s i c o l o g i c i , u r o l o g i c i ,

c a r d i o c i r c o l a t o r i e m a l a t t i e i n f e t t i v e . M a , a l d i l à d e i n u m e r i , l a s c i o

c h e s i a n o i m e d i c i S o k o s a s p i e g a r e c o s a p o r t a n o i p a z i e n t i i n

ambu la to r i o :

Dr. 1: A parte i problemi stagionali, in autunno forme gastriche, che poi

sono persone che avevano già pregressi nel loro paese di ulcere, gastriti ,

duodeniti ecc.. .per cui c'è la riacutizzazione nei vari periodi, poi

problemi osteoarticolari, perché sono persone che fanno una vita

estremamente pesante, sia le badanti che gli uomini che fanno i muratori

o i facchini, le patologie delle cute, di queste se ne trovano tantissime,

poi c'è di tutto. Io delle volte ho visto del le cose da rimanerci: dei

lipomi grossi così, che tu dici: “Ma è possibile che non sia andata mai a

farsi vedere da un medico?”, che poi un lipoma si sviluppa nel tempo, te

ne accorgi. Ci sono delle donne dell 'Est con delle vene varicose da

paura.

F.: Secondo lei perché aspettano tutto questo tempo per farsi visitare?

Dr. 1: No, ma qui da noi vengono subito, il discorso è che alcune

patologie non sono state seguite perché ovviamente nel loro paese è a

pagamento e se vengono qua vuol dire che la loro condizione economica

non è bella, per cui si sono ridotte così anche perché non sono state

seguite, non hanno fatto delle cure. Quando arrivano qua loro arrivano

subito dal medico e c'è questa voglia di essere curate e molti si

meravigliano di poterlo fare senza pagare. Poi come arrivano qua,

vengono, chiedono, si consigliano [vedi appendice: intervista 21].

Dr. 2: Per quello che io vedo, che io sento, perché temo di non essere

preparata, e che ho paura di non fare bene, sono le patologie

gastroenteriche: lo stomaco, l 'ulcera. Quando parlano con me mi parlano

di questo, altri mi parlano anche di questo malessere: “Ho male, ho la

febbre”. Ma non è febbre, non hanno la febbre, e questo mi interessa

assai: capire cos'è e perché lo esprimono come febbre. Per me hanno

freddo, sono a disagio. Io penso questo: se uno fa un lungo viaggio in

treno senza riuscire a dormire, senza riuscire a riposare, si fa l 'alba, la

mattina – penso ogni tanto quando da ragazzi si viaggiava così- che hai

quel malessere profondo, freddo appunto. E' la sensazione di star male,

di aver bisogno di caldo, di aver bisogno di rifugio: penso sia questo.

Poi c'è il problema grande per quello che riguarda le cure odontoiatriche,

che noi non possiamo fornire. E' una cosa orrenda, hanno la bocca

sciupata, rovinata, piena di infezione, i denti sono mal messi, il che ti dà

anche un aspetto piuttosto trascurato che non genera all 'esterno fiducia,

anzi dà un po' fastidio. Anche questo: è una cura da ricchi curarsi i denti,

non so, non capisco [vedi appendice: intervista 22].

L e p a t o l o g i e g a s t r o i n t e s t i n a l i s o n o q u e l l e p i ù a v v e r t i t e e

p r o b l e m a t i c h e p e r i m e d i c i , e q u e s t o è q u a n t o e m e r g e a n c h e d a i

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r a c c o n t i d e i p a z i e n t i i n t e r v i s t a t i . I d o t t o r i p a r l a n o d i f o r m e

p s i cosoma t i che , no i pa r l i amo d i i nco rpo raz ione de l l ' e spe r i enza , come

i n s c r i z i o n e n e l c o r p o d e l l e f r a t t u r e e d e l l e c o n t r a d d i z i o n i v i s s u t e i n

r e l a z i o n e a l l a p r o p r i a c o l l o c a z i o n e n e l l a s o c i e t à ( L o c k , S c h e p e r -

H u g h e s , 2 0 0 6 ) . I p a z i e n t i h a n n o e v o c a t o d i v e r s e c a u s e , p i ù o m e n o

s i m i l i a q u e l l e i d e n t i f i c a t e d a i m e d i c i : c a m b i a m e n t o d e l c i b o ,

i m p o s s i b i l i t à d i o r g a n i z z a r e i p r o p r i p a s t i , n e r v o s o e s t r e s s d o v u t i a l l a

p r e o c c u p a z i o n e p e r l a p r o p r i a i r r e g o l a r i t à . S e m b r a a l l o r a c h e q u e s t a

n u o v a f o r m a d i e s i s t e n z a n o n p o s s a e s s e r e d i g e r i t a , a s s i m i l a t a . E d è i l

co rpo a pa r l a rne .

C o s ì i s i n t o m i f e b b r i l i s e n z a f e b b r e h a n n o u n f o r t e v a l o r e

s i m b o l i c o e l a s p i e g a z i o n e c h e n e d à l a d o t t o r e s s a è m o l t o s u g g e s t i v a :

f r e d d o d a b i s o g n o d i r i f u g i o , c o m e q u a n d o s i v i a g g i a s e n z a d o r m i r e .

P a r l a n o d e l s e n s o d i s p a e s a m e n t o , d i s r a d i c a m e n t o che , c o m e m i h a

r a c c o n t a t o u n a p a z i e n t e , è l a t r a s p o s i z i o n e u m a n a d e l t o g l i e r e u n a l b e r o

d a l p r o p r i o h a b i t a t n a t u r a l e . L a m a g g i o r p a r t e d e i p a z i e n t i n e l

r a c c o n t a r e d e l p r o p r i o m a l e s s e r e p o n g o n o a l c e n t r o i l t e m a d e l

“ c a m b i a m e n t o ” , c h e p o i n e l l ' e s p e r i e n z a i n d i v i d u a l e s i e s t r i n s e c a i n

moda l i t à d ive r s e .

I l s i n t o m o a l l o r a d i v i e n e l ' i d i o m a a t t r a v e r s o c u i i l c o r p o n a r r a l a

s u a e s i s t e n z a e l a s u a f o r m a d i v i t a ( A g a m b e n , 1 9 9 5 ) e i l c u i

v o c a b o l a r i o è s t r e t t a m e n t e c o n n e s s o a d u n a r e t e s e m a n t i c a c h e r i c h i a m a

r e l a z i o n i , s t r u t t u r a e c u l t u r a d e l l a s o c i e t à d i a p p a r t e n e n z a ( G o o d ,

2006 ) .

M o l t o s i g n i f i c a t i v e s o n o a n c h e i m o l t i p r o b l e m i d e r m a t o l o g i c i c h e

s i p r e sen t ano i n Sokos , o che vengono de f i n i t i come t a l i d a i paz i en t i :

Dr. 4: La mia attività di dermatologa è un po' particolare perché la

dermatologia comprende patologie estremamente banali e altre che banali

non sono. Probabilmente le cose più frequenti, come in ogni ambulatorio

di dermatologia, sono molto banali ed ho espresso già più volte il mio

disappunto sul trattare patologie banali, non perché voglio che stiano

male, ma perché uno pensa di perdere tempo. Però al di là di questo una

cosa importante che voglio dire è che comunque c'è sempre una richiesta

anche dietro alla banalità, la paura di avere qualcosa. Le malattie della

pelle sono poi malattie che si vedono e quindi fanno molto presto anche

a scattare meccanismi psicologici, per cui uno non si accetta, però ci

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sono molte molte malattie di tipo psicosomatico. Un esempio che posso

fare riguardano le donne dell 'Est, tra le quali c 'è un'elevatissima

prevalenza di psoriasi. Questa è una malattia emblematica da questo

punto di vista, perché al di là della disfunzione, sicuramente è una

malattia che si riattiva e ricompare in una persona che già ne soffre, in

situazioni di difficoltà e di stress. E quindi sono tante storie che si

assomigliano e che legano la psoriasi ad avvenimenti della propria vita.

Sulla pelle si può leggere di più il disagio se sono malattie

psicosomatiche [vedi appendice: intervista 24].

S u l l a p e l l e è f a c i l e t r o v a r e i s e g n i d e l l a p r o p r i a e s p e r i e n z a e d e l l a

p r o p r i a s o f f e r e n z a s o c i a l e . E s s a f u n g e d a c o n f i n e t r a l ' i n t e r i o r i t à e

l ' e s t e r i o r i t à d e l l a p e r s o n a , è l a p e l l e a d e s s e r e a c o n t a t t o c o n i l m o n d o

e s t e r n o , c o n l a s o c i e t à d ' a c c o g l i e n z a e d e s s a a l l o r a è l a m e t a f o r a d e l l a

r e l a z i o n e c o n l a s o c i e t à s t e s s a e d e l l a d i f f i c o l t à c h e s i h a n e l v i v e r e i l

nuovo con t e s to (Beneduce , 2004 ) .

G l i a m b u l a t o r i d i d e r m a t o l o g i a s o n o m o l t o f r u i t i d a i p a z i e n t i

S o k o s , s o n o n u m e r o s i i c a s i c h e p r e s e n t a n o p r o b l e m a t i c h e l e g a t e a l l a

p e l l e . A n c h e i n q u e s t o a m b i t o n o n s o n o d a l p u n t o d i v i s t a b i o m e d i c o

p a r t i c o l a r m e n t e r i l e v a n t i , t u t t a v i a c r e a n o u n c e r t o d i s a g i o e a l l a r m i s m o

t r a i m i g r a n t i . S o n o , c o m e d i c e s o p r a l a d o t t o r e s s a i n t e r v i s t a t a , m a l a t t i e

v i s i b i l i , m a r c h i a t e s u l c o r p o , a l l a v i s t a d i t u t t i e p e r q u e s t o

p a r t i c o l a r m e n t e s t i g m a t i z z a n t i . M a è i m p o r t a n t e s o f f e r m a r s i s u q u e l l a

c h e l a d o t t o r e s s a d e f i n i s c e l a “ b a n a l i t à ” d e l l e p r o b l e m a t i c h e e d e l l e

c u r e r i c h i e s t e . A v e n d o a v u t o m o d o d i a p p r o f o n d i r e i l t e m a a l l ' i n t e r n o d i

S o k o s , h o r i l e v a t o d a i d i s c o r s i d e l p e r s o n a l e s a n i t a r i o c o m e a l c u n i

p a z i e n t i c e r c h i n o d i a c c e d e r e a c u r e c h e s o n o m o l t o b l a n d e e

i r r i l e v a n t i , c o m e q u e l l e c h e s p e s s o s o n o r i s o l v i b i l i s e m p l i c e m e n t e

a t t r a v e r s o l ' a u t o c u r a . N e l c a m p o d e r m a t o l o g i c o l e v i s i t e s i r i s o l v o n o a

v o l t e q u a s i i n u n a c u r a d i t i p o e s t e t i c o : s e m p l i c i f o r u n c o l i , p i c c o l e

m a c c h i e o i r r i t a z i o n i , p e r l e q u a l i i l p e r s o n a l e m e d i c o s e n t e d i l a v o r a r e

q u a s i a v u o t o , p e r c h é n o n s o n o q u e s t e l e r i c h i e s t e r i t e n u t e l e g i t t i m e p e r

ch i v ive spe s so i n cond i z ion i p r eca r i e .

T u t t a v i a q u e s t a r i c h i e s t a d i c u r a , q u a s i f u t i l e , p u ò r i c h i a m a r e

d i v e r s e i n t e r p r e t a z i o n i : è p r o b a b i l e c h e l a l o r o s i a l a v o l o n t à , a n c h e i n

q u e s t o c a s o , d i a c c e d e r e a l l e p o t e n z i a l i t à d e l l a m e d i c i n a o f f e r t e d a l

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r i c c o O c c i d e n t e , t r a c u i a p p u n t o p a r t e c i p a r e a n c h e a q u e l l ' i d e a l e

e s t e t i c o c o n t i n u a m e n t e e m e d i a t i c a m e n t e p r o p i n a t o . C u r a r e i l f o r u n c o l o

a s s u m e i l s i g n i f i c a t o d e l l ' a p p a r t e n e n z a a l l a s o c i e t à r i c c a , q u e s t a

p o s s i b i l i t à v u o l d i r e d i s a n c o r a r s i d a l l o s t a t o d i n e c e s s i t à . A q u e s t o v a

a g g i u n t o , c o m e e m e r g e d a l l e v a r i e i n t e r v i s t e a i m e d i c i , a n c h e l ' e s t r e m o

t i m o r e c h e l a p r o p r i a s a l u t e v a c i l l i i n u n c o n t e s t o e s t r a n e o ,

d e t e r m i n a n d o u n o s t a t o d i p r e o c c u p a z i o n e a l p i c c o l o s i n t o m o , i n q u a n t o

s e n z a s u p p o r t i e i n u n a s o c i e t à p e r l a q u a l e s i è i n v i s i b i l i , l a g e s t i o n e

d e l l a m a l a t t i a a s s u m e u n a c o n n o t a z i o n e s i c u r a m e n t e p i ù p r o b l e m a t i c a .

M a è a n c h e u n a l t r o i l t i p o d i r i c h i e s t a c h e s i n a s c o n d e d i e t r o a l l a

b a n a l i t à d e l l a v i s i t a , è i l b i s o g n o d e l l ' a c c o g l i e n z a e d e l r i c o n o s c i m e n t o ,

pe r ché so lo l a ma l a t t i a d iven t a t e r r eno d i r i vend i caz ione .

E ' u s u a l e , i n f a t t i , t r o v a r e a l S o k o s p a z i e n t i c h e q u a s i

s e t t i m a n a l m e n t e s i r e c a n o i n a m b u l a t o r i o . P e r e s s i l a s e g r e t e r i a e l a

s a l a d ' a t t e s a d i v e n g o n o q u a s i u n l u o g o d i s o c i a l i z z a z i o n e , q u a s i

f a m i l i a r e , l ' u n i c a s t r u t t u r a c h e r i e s c e a d a c c o g l i e r l i e a l e g i t t i m a r e l a

l o r o p r e s e n z a . I n q u e s t o m o d o i l f a t t o c h e p e r l ' a c c e s s o a l l a v i s i t a i l

p a z i e n t e v i e n e c h i a m a t o p e r n o m e , h a u n a f o r t e c a r i c a s i m b o l i c a : g l i

g a r a n t i s c e i l r i c o n o s c i m e n t o d i u n ' i d e n t i t à c h e d e v e e s s e r e s e m p r e

n e g a t a e c e l a t a .

E ' ev iden t e a l l o r a come i l r appo r to med i co -paz i en t e non abb i a so lo

i l s i g n i f i c a t o d i c u r a d e l l a m a l a t t i a , e c o m e l ' a m b u l a t o r i o e s u l i d a l l e

sue compe t enze meramen te b iomed iche . I l Sokos d iv i ene cos ì uno

s p a z i o i n c u i i l p a z i e n t e t r o v a u n a n u o v a c o l l o c a z i o n e s o c i a l e , c h e è

q u e l l a d e l m a l a t o , u n i c o s t r u m e n t o d i r i c o n o s c i m e n t o e d i l e g i t t i m i t à

c h e a p r e l e p o r t e a n u o v e f o r m e d i e s i s t e n z a .

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5.3 La funzione dell'accoglienza in Sokos

S e i l S o k o s n a s c e c o m e s e r v i z i o m e d i c o , c o n u n ' a z i o n e c h e q u i n d i

i n t e r e s s a p r i n c i p a l m e n t e l ' a t t i v i t à m e d i c a , e s s o è a r t i c o l a t o a n c h e i n

u n ' a t t i v i t à d i a c c o g l i e n z a , q u e l l a c h e , c o m e a b b i a m o g i à a c c e n n a t o ,

p o t r e b b e e s s e r e d e f i n i t a “ s e g r e t e r i a ” . E s s a p r e v e d e l o s v o l g i m e n t o d e l l e

m a n s i o n i d i a c c e t t a z i o n e , i n s e r i m e n t o d a t i , r i c h i e s t a d e l l a t e s s e r a S t p ,

d i s u p p o r t o a l l ' a m b u l a t o r i o . T u t t a v i a , a n c h e i n q u e s t o c a s o , r i d u r r e

q u e s t o s p a z i o a d u n a m e r a e s e c u z i o n e d ' u f f i c i o è r i d u t t i v o e m i o p e , i n

q u a n t o l a r e l a z i o n e o p e r a t o r e - p a z i e n t e v e d e d e l l e r i c o n f i g u r a z i o n i c h e

e s u l a n o d a l l a s t e r e o t i p i z z a z i o n e d e i r u o l i , c o s ì c o m e a n c h e l a f u n z i o n e

bu roc ra t i c a vede una l a rga r i de f i n i z ione .

I n q u e s t a p a r t e d i S o k o s e n t r a l a m i a e s p e r i e n z a d i r e t t a n e l d o p p i o

r u o l o d i l a u r e a n d a e a n c h e d i o p e r a t r i c e a d d e t t a a l l ' a c c o g l i e n z a , d e l l a

q u a l e h o i n d o s s a t o l e v e s t i p e r c i r c a u n a n n o . I c o s i d d e t t i “ s e g r e t a r i ”

s o n o l e p r i m e p e r s o n e a c u i i p a z i e n t i s i r i v o l g o n o p r i m a d e l l ' a c c e s s o i n

a m b u l a t o r i o , s o n o c o l o r o c h e g e s t i s c o n o l ' o r g a n i z z a z i o n e d e l s e r v i z i o , i

t u r n i d e i p a z i e n t i , c h e m e d i a n o n e l l a f a s e i n i z i a l e i l r a p p o r t o c o n i l

m e d i c o .

I p r i m i c o m p i t i d a s v o l g e r e , s o p r a t t u t t o p e r i n u o v i p a z i e n t i , s o n o

q u e l l i v o l t i a c a p i r e c h i è c h e s t a f a c e n d o u n a r i c h i e s t a d i c u r e e

p e r c h é . S i i n i z i a c o s ì c o n i l d a r e i n f o r m a z i o n i s u l s e r v i z i o , c e r c a n d o d i

c o m p r e n d e r e i b i s o g n i e g l i i n t e r v e n t i r i c h i e s t i , p e r p o i p a s s a r e a l l a

r a c c o l t a i n f o r m a t i c a d e i d a t i d e l p a z i e n t e , f u n z i o n a l e s i a a l l ' a t t i v i t à

m e d i c a c h e a l l e i n d a g i n i s t a t i s t i c h e s v o l t e a l l ' i n t e r n o d e l l ' a s s o c i a z i o n e .

E ' i m p o r t a n t e s p i e g a r e a l p a z i e n t e c h e i d a t i r a c c o l t i n o n v e r r a n n o

c o m u n i c a t i a l l e a u t o r i t à , m a c h e h a n n o u n a f u n z i o n e s o l o i n t e r n a . E '

d a v v e r o r a r o t r o v a r e c h i s i a r e s t i o o t i t u b a n t e a c o n c e d e r e p e z z i d e l l a

s u a v i t a : a r r i v o i n I t a l i a , o c c u p a z i o n e i n p a t r i a e i n I t a l i a , s t a t o c i v i l e ,

i s t r u z i o n e . A n c h e s e n o n s e m p r e n e c a p i s c o n o l ' u t i l i t à s o n o f i d u c i o s i

n e l l ' u s o c h e S o k o s n e p o t r à f a r e . P e r l a m a g g i o r p a r t e d e i p a z i e n t i ,

i n f a t t i , n o n c o s t i t u i s c e u n p r o b l e m a , m o l t i s o n o a n z i m i n u z i o s i n e l

t e n t a t i v o d i r i c o s t r u i r e l e t a p p e d e l l a p r o p r i a m i g r a z i o n e . T u t t a v i a i l

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t e m p o a d i s p o s i z i o n e p e r q u e s t e i n t e r a z i o n i n o n è m o l t o , l e e s i g e n z e

a m b u l a t o r i a l i a v o l t e d e r o g a n o a q u e l l o c h e p o t r e b b e e s s e r e u n r a p p o r t o

p iù con f idenz i a l e e co invo lgen t e , pe r cu i l ' ope r a to r e deve de s t r egg i a r s i

t r a l e d o v u t e a t t e n z i o n i a i p a z i e n t i , i t e m p i s t r i n g e n t i e l a

d o c u m e n t a z i o n e d a r e d i g e r e . I n f a t t i a l c u n e d e l l e o p e r a t r i c i c h e s i

o c c u p a n o d i a c c o g l i e n z a , p r o b l e m a t i z z a n o i l i m i t i p o s t i a l p o t e n z i a l e

i n t e r a t t i vo con i paz i en t i :

Op. 3: Io vedo che noi che facciamo l 'accoglienza, almeno io sento, che

dovremmo avere qualche strumento in più. Non possiamo recitare le cose

che abbiamo imparato per compilare una cartella clinica: da quanto

tempo sei in Italia, quanto hai studiato, ecc.. .Tutto questo dovrebbe, a

mio modo di vedere le cose, uscire fuori da un dialogo, quindi anche

prendersi dei tempi diversi, ma questo non è sempre possibile. Dovrebbe

essere una conoscenza in cui io capisco chi sei te, ma tu capisci anche

chi sono io [vedi appendice: intervista 28].

Op. 1: In generale io penso che la relazione con i pazienti sia buona. Dà

anche soddisfazione vedere che la gente torna, preferisce questo posto

rispetto ad altri che erogano lo stesso servizio, ma che magari lo fanno

in modo diverso; oppure il fatto che ti riconoscono per strada. Io vedo

una comunicazione positiva, certo ancora carente, ci vorrebbe uno spazio

dedicato, ci vorrebbe più tempo. Però vedo da parte dei pazienti una

certa fiducia, anche alle persone a cui lo abbiamo chiesto apertamente ci

ringraziano, sono soddisfatte. Va beh, si lamentano per i tempi di attesa,

ma nei limiti del comprensibile, perché anche loro riconoscono che nel

loro Paese ad esempio non c'è un'attività come la nostra. Da un certo

punto di vista c'è una buona accoglienza nel nostro servizio [vedi

appendice: intervista 26].

D a q u e s t ' u l t i m a i n t e r v i s t a e m e r g e , i n e f f e t t i , c o m e n o n o s t a n t e l e

p r o b l e m a t i c h e d i t e m p i s t i c a e d i s p a z i i n a d e g u a t i , a n c h e q u a n d o c i

s i ano pa r t i co l a r i d i f f i co l t à l i ngu i s t i che , s i r i e s ca comunque , i n

g e n e r a l e , a d i n s t a u r a r e d e l l e r e l a z i o n i p o s i t i v e , c h e e s u l a n o d a l

s emp l i ce r appo r to s eg re t a r i o -u t en t e .

Q u e s t o o v v i a m e n t e è l e g a t o a n c h e a l l e p a r t i c o l a r i c a p a c i t à

c o m u n i c a t i v e e r e l a z i o n a l i d e i s i n g o l i o p e r a t o r i e d e l s e n s o c h e e s s i

a t t r i b u i s c o n o a l l a l o r o a t t i v i t à . T u t t a v i a b i s o g n a e v i d e n z i a r e c o m e

s p e s s o s i r i s c o n t r i d a p a r t e d e i p a z i e n t i i l b i s o g n o d i r a c c o n t a r s i , d i

e s p r i m e r s i e s o p r a t t u t t o d i d e n u n c i a r e l a p r o p r i a s o f f e r e n z a . E c c o a l l o r a

c h e l e d o m a n d e d i r o u t i n e p e r l a r a c c o l t a d a t i p o s s o n o a v o l t e d i v e n i r e

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201

i n p u t p e r l a n a r r a z i o n e d i s t o r i e d i v i t a e l ' o p e r a t o r e d i s e g r e t e r i a

e s s e r e i nves t i t o d i un ruo lo d i f f e r en t e .

L e s t o r i e s o n o l e p i ù d i s p a r a t e , m a t r o p p o s p e s s o p a r l a n o d i

s o f f e r e n z a , d i p e r c o r s i d i f f i c i l i , d i s p e r a n z e p e r s e , d i i n g i u s t i z i e s u b i t e ,

a c u i l a m a l a t t i a s i a g g i u n g e c o m e a g g r a v a n t e . A v o l t e a l l ' o p e r a t o r e n o n

è r i c h i e s t o d i r i s p o n d e r e m a s o l o d i a s c o l t a r e , d i c o n d i v i d e r e e

r i c o n o s c e r e i l c a r i c o d i s o f f e r e n z a . Q u e l l o c h e v i e n e p o r t a t o i n S o k o s è

i l d o l o r e d e l c o r p o , m a l a n a r r a z i o n e d e l d o l o r e f i s i c o è s p e s s o b r e v e

p e r l a s c i a r s p a z i o a d u n a s o f f e r e n z a c h e r i s i e d e a l t r o v e : i n p r o g e t t i

s f uma t i , i n l avo r i u su ran t i , i n v i t e i r r ego l a r i .

Q u e l l o c h e r e n d e l ' o p e r a t o r e i n q u e l m o m e n t o a s c o l t a t o r e s c e l t o è

l ' e s s e r e i l r a p p r e s e n t a n t e u n i c o d i q u e l l a s o c i e t à c h e n o n r i c o n o s c e i l

m i g r a n t e . E g l i è c o l u i a l q u a l e p u ò e s s e r e d i c h i a r a t a i m p u n e m e n t e l a

p r o p r i a i d e n t i t à e r a c c o n t a t a l a p r o p r i a s t o r i a , e d è a n c h e c o l u i c h e

funge da pon t e ve r so que l l a soc i e t à a cu i vuo l e appa r t ene r e .

A l c u n i p a z i e n t i r i e s c o n o a t r o v a r e i n S o k o s i l r i c o n o s c i m e n t o d e l l a

l o r o u n i c i t à , e d e l l a l o r o i d e n t i t à , a t t r a v e r s o c u i d i m o s t r a r e l a

l e g i t t i m i t à d e l l a p r o p r i a p r e s e n z a , d e l p r o p r i o p r o g e t t o m i g r a t o r i o ,

c e r c a n d o d i a l l o n t a n a r e q u e l l e s t i g m a t i z z a z i o n i c h e c a r a t t e r i z z a n o l a

l o r o p o s i z i o n e , m a a n c h e d i r i v e n d i c a r e u n a s t o r i a i n d i v i d u a l e c h e n o n

s i a a ccomuna t a e app i a t t i t a ne l l a de f i n i z ione d i “ c l andes t i no” .

U n o d e g l i p s i c o l o g i d i S o k o s s o t t o l i n e a l a f u n z i o n e e s s e n z i a l e c h e

l ' a t t i v i t à d i S o k o s a s s u m e n e l c o n f e r i r e u n r i c o n o s c i m e n t o n e g a t o e n e l

r i con f igu ra r e qu ind i l ' i d en t i t à de l m ig ran t e i r r ego l a r e :

Dr. 3: L'identità ha bisogno di essere riconosciuta. Sokos rappresenta

l 'unica possibilità di essere riconosciuti e credo che è questo il suo

grande valore, cioè che queste persone indipendentemente da tutto

quando vengono, vengono ascoltate, riconosciute, prese in carico,

seguite. Quando una badante lavora in una casa, prova a pensare cosa

vuol dire quando sta poco bene e ti dice che ha solo due ore, cioè che chi

sta dall 'altra parte non la vede nemmeno come essere umano con dei

bisogni e delle necessità. O devono venire con l 'anziano o devono venire

in quelle due ore. Non è poco essere riconosciuti, essere visti . Io penso

che tu che ci sei lo vedi questo aspetto, quando vedono che qualcuno si

ricorda di loro. In fondo non vengono riconosciuti e anche la parola

clandestino vuol dire che non c'è, che non esiste, non può esistere.

L'identità ha bisogno di essere riconosciuta dall 'altro, perché io posso

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202

essere chi sono, però se quando esco da qui nessuno mi dice che sono un

professore, io prima o poi lo metto in dubbio. Un altro esempio, un'altra

cosa che accade: i nomi degli stranieri sono difficili da pronunciare e se

tu ci fai caso gli stranieri si abituano a rispondere ad una gamma di

nomi, perché intuiscono che potrebbero essere loro, però d'altra parte io

vorrei che mi chiamassero con il mio nome, perché ad un certo punto

dico: “Come mi chiamo?” E comincio un po' a vacillare su come

veramente mi chiamo. Questo per dirti l ' importanza del ruolo che Sokos

svolge [vedi appendice: intervista 23].

S o k o s a s s u m e a l l o r a u n a f u n z i o n e c h e v a o l t r e l a s u a s p e c i f i c i t à , è

u n o s p a z i o c h e p u ò a c c o m p a g n a r e , s u o m a l g r a d o , l a r i d e f i n i z i o n e

d e l l ' i d e n t i t à d e l p a z i e n t e . I n t a l s e n s o a n c h e i l s u o r a c c on t o p u ò e s s e r e

i n t e r p r e t a t o c o m e u n m o d o d i t e s s e r e l e f i l a d e l l a s u a v i t a e d i r i f o n d a r e

l a s u a i d e n t i t à v a c i l l a n t e . E g l i , r i v i v e n d o a t t r a v e r s o l e p a r o l e l a s u a

s t o r i a , r i a f f e r m a l a s u a p r e s e n z a .

Cos ì d iven t a d i impor t anza r i l evan t e i l nome . I l nome p rop r io

r a p p r e s e n t a l ' i s c r i z i o n e s o c i a l e d e l g r u p p o s u l s o g g e t t o ( B e n o i s t , 1 9 9 6 ) ,

i n e s s o è r a d i c a t o i l s e n s o d i a p p a r t e n e n z a e l a d e f i n i z i o n e d e l l a p r o p r i a

i d e n t i t à . I m i g r a n t i p e r ò v e d o n o p e r d e r e q u e s t o n o m e n e l l e s t o r p i a t u r e

d e l l a l i n g u a i t a l i a n a , n e g l i e r r o r i d i t r a s c r i z i o n e , i n d o c u m e n t i c h e

d e v o n o e s s e r e n a s c o s t i . C o s ì s i è r e c l u s i n e l l ' i n v i s i b i l i t à d i u n n o m e

c h e n o n è p i ù i d e n t i f i c a t i v o , c h e n o n h a p i ù u n a v a l e n z a s o c i a l e p e r i l

n u o v o c o n t e s t o d i a c c o g l i e n z a e d è p e r q u e s t o c h e a c c e d e r e a S o k o s

a l l o r a s i g n i f i c a a n c h e a f f e r m a r e i l p r o p r i o e s s e r c i . E ' s o l o l ì c h e e s s i

p o s s o n o s c r i v e r e i l p r o p r i o n o m e , a p p o r r e l a f i r m a s u u n d o c u m e n t o , e

n o n a c a s o a v o l t e q u e s t ' u l t i m a è s c r i t t a , o l t r e c h e “ i n i n g l e s e ” , a n c h e

ne l l ' a l f abe to de l l a p rop r i a l i ngua , come s egno d i a f f e rmaz ione fo r t e

de l l a p rop r i a i den t i t à .

N e l l a r e l a z i o n e c o n i l p a z i e n t e d i v i e n e i m p o r t a n t e a n c h e i l n o m e

d e l l ' o p e r a t o r e , è i n f a t t i f r e q u e n t e c h e e s s i s t e s s i l o c h i e d a n o : c e r c a n o

d i c a p i r l o , d i m e m o r i z z a r l o i n m o d o d a c r e a r e u n p u n t o d i c o n t a t t o , u n a

ce r t a f ami l i a r i t à . Nomina re è c r ea r e o rd ine .

Q u e s t o è s o p r a t t u t t o e v i d e n t e p e r q u e i m i g r a n t i p a r t i c o l a r m e n t e

s o l i , p e r c h é s e n z a c o n o s c e n z e o c o m u n i t à d i r i f e r i m e n t o : l ' e s e m p i o d e i

r i f u g i a t i è e m b l e m a t i c o . I n q u e s t o c a s o S o k o s p u ò f o r n i r e e p u ò

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s o s t i t u i r e l a p r o t e z i o n e s o c i a l e c h e l a p r o p r i a c o m u n i t à g a r a n t i s c e

a l l ' i n t e rno de l l a s t r u t t u r a soc i a l e , ma che v i ene meno ne l nuovo Paese .

Q u e s t o r u o l o c h e v i e n e a r i v e s t i r e S o k o s è i n r e a l t à d i f f i c i l e d a

g e s t i r e . L e r i c h i e s t e d i a i u t o a v o l t e e s u l a n o d a l s e m p l i c e i n t e r v e n t o

m e d i c o o d a l s e m p l i c e a s c o l t o , m a i m p l i c a n o r i c h i e s t e d ' i n t e r v e n t o

c o n c r e t o n e l l a r i s o l u z i o n e d i p r o b l e m a t i c h e c h e o l t r e p a s s a n o l e

c o m p e t e n z e d e g l i o p e r a t o r i s t e s s i . L e d i f f i c o l t à p i ù p r e s s a n t i s o n o

q u e l l e l e g a t e a g l i i t e r b u r o c r a t i c i p e r i l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o , a l l e

c o n d i z i o n i d i l a v o r o v e s s a n t i , o a l l a r i c e r c a d i u n l a v o r o e d i u n a c a s a .

C o s ì c o m e p u ò a c c a d e r e c h e t o r n i n o i n S o k o s c o n l a f a t t u r a d e l l e

p r e s t a z i o n i e r o g a t e d a l l e s t r u t t u r e s a n i t a r i e p u b b l i c h e d i c h i a r a n d o

l ' i m p o s s i b i l i t à d i p a g a r l a . G l i u n i c i s t r u m e n t i a d i s p o s i z i o n e s o n o i

c o n t a t t i c o n a l t r e a s s o c i a z i o n i c h e s i o c c u p a n o d i s e t t o r i s p e c i f i c i

d i v e r s i , s e p p u r s e m p r e l e g a t i a l l ' i m m i g r a z i o n e . T u t t a v i a c ' è u n f o r t e

i n v e s t i m e n t o , a n c h e e m o t i v o , n e l l e p o t e n z i a l i t à d i S o k o s . A l c u n i n o n

s o n o a c o n o s c e n z a d e l c a r a t t e r e v o l o n t a r i o d e l l ' a s s o c i a z i o n e e l e

r i c h i e s t e p o s s o n o d i v e n i r e p r e t e s e , l ' i m p o s s i b i l i t à d i a g i r e v i e n e a l l o r a

v i s s u t a c o m e d i s s e r v i z i o v o l u t a m e n t e d i s c r i m i n a t o r i o e l e r e a z i o n i

e sp r ime r s i i n modo p iu t t o s to nega t i vo .

E ' e v i d e n t e a l l o r a c o m e n e i p r o b l e m i d i o r d i n e s a n i t a r i o s i

e s p r i m a n o r e a l t à d i f f e r e n t i e p i ù c o m p l e s s e , e d i c o m e l o s p a z i o o f f e r t o

d a S o k o s s i a s t a t o r i c o n f i g u r a t o d a i p a z i e n t i s t e s s i c o m e l u o g o d i

c o n f l u e n z a d e l l a s o f f e r e n z a i n s e n s o t o t a l e . E d è u n i c a m e n t e

q u e s t ' u l t i m a , s o t t o f o r m a d i d i s t u r b o f i s i c o , a d a p r i r e l e p o r t e d e l

r i c o n o s c i m e n t o .

R i p o r t o a t a l p r o p o s i t o u n ' e s p e r i e n z a d i r e t t a l e g a t a a l l ' a c c o g l i e n z a

i n S o k o s : A . , u n u o m o s u i 5 0 a n n i , a r r i v a i n a m b u l a t o r i o i n u n g i o r n o d i

v i s i t e s p e c i a l i s t i c h e s u a p p u n t a m e n t o , p e n s a n d o f o s s e i l g i o r n o d e l l a

m e d i c i n a d i b a s e . G l i c o m u n i c o c h e d o v r à t o r n a r e i l g i o r n o s e g u e n t e , i n

q u a n t o i l m e d i c o p r e s e n t e n o n p u ò v i s i t a r l o . L u i s i s i e d e v i s i b i l m e n t e

a f f a t i c a t o , d i c e n d o m i d i a v e r e f o r t i d o l o r i a l l e g a m b e p e r i q u a l i f a

f a t i c a a c a m m i n a r e e p e r c u i r i c h i e d e d e l l e c u r e , e v i d e n t e m e n t e p e r

c o n v i n c e r m i a c o n c e d e r g l i l a v i s i t a . E d u n a v o l t a a p p u r a t a

l ' i m p o s s i b i l i t à r e a l e d i e s s e r e v i s i t a t o , c o m i n c i a a r a c c o n t a r m i l a s u a

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s t o r i a . E ' d a 1 1 a n n i i n I t a l i a , h a l a v o r a t o p e r a n n i c o m e m u r a t o r e c o n

r e g o l a r e p e r m e s s o d i s o g g i o r n o . P e r a n n i è s t a t o b e n e , s e n z a p r o b l e m i ,

m a p o i p e r u n i n c i d e n t e s i è r o t t o u n a g a m b a e d h a d o v u t o s m e t t e r e d i

l a v o r a r e . L a c o n v a l e s c e n z a è s t a t a m o l t o d u r a e d o l o r o s a , o r a p u ò

c a m m i n a r e , m a h a c o m u n q u e d e i p r o b l e m i a l l e g a m b e , c h e a t t r i b u i s c e a i

p o s t u m i d e l l ' i n c i d e n t e : p r u r i t o e g o n f i o r e . N o n r i e s c e a l a v o r a r e i n t a l i

c o n d i z i o n i , h a p e r s o , o v v i a m e n t e , i l p e r m e s s o d i s o g g i o r n o e n o n h a

e n t r a t e , p e r c u i h a t r o v a t o o s p i t a l i t à , s o l o p e r d o r m i r e , p r e s s o u n a

s i g n o r a a n z i a n a c h e a i u t a n e l l e m a n s i o n i d o m e s t i c h e . I l r a c c o n t o

c o n t i n u a f o c a l i z z a n d o s i s u l p a s s a t o , s u l p r o p r i o l a v o r o d a m u r a t o r e ,

s u l l ' a p p a r t a m e n t o c h e a v e v a i n a f f i t t o , s u l l e b u o n i c o n d i z i o n i d i v i t a

c h e a v e v a r a g g i u n t o i n I t a l i a . E ' u n r a c c o n t o q u a s i m i t i c o , d i t e m p i

i d i l l i a c i l o n t a n i . L o d i c e c o n f i e r e z z a , c o m e a v o l e r d i m o s t r a r e l a s u a

r i u s c i t a s o c i a l e e s m e n t i r e q u e l l o c h e i l s u o a s p e t t o t r a s a n d a t o

s u g g e r i s c e . E ' p r o b a b i l e c h e a t t r a v e r s o l a s u a s t o r i a v o l e s s e p r e s e n t a r m i

l a s u a l e g i t t i m i t à a l l ' a c c e s s o a l l e c u r e , p e r c h é l u i a v e v a l a v o r a t o e d

a v e v a r e a l i z z a t o l a s u a r i u s c i t a s o c i a l e . E ' s t a t o u n s i s t e m a i n g i u s t o a

r i du r lo cos ì , i n a spe t t a t amen te : è ques to che vuo l e d i rmi .

C o m e a b b i a m o a v u t o m o d o d i v e d e r e s o p r a , g l i i r r e g o l a r i v e d o n o l a

p o s s i b i l i t à d i r i v e n d i c a r e u n q u a l c h e d i r i t t o s o l o n e l l ' a m b i t o s a n i t a r i o ,

a b i t a n o l a m a l a t t i a c o m e f o r m a d i c i t t a d i n a n z a , m e n t r e a l t r e f o r m e d i

a s s i s t enza vengono nega t e a l i ve l l o i s t i t uz iona l e .

I n r e a l t à a n c h e l e p o l i t i c h e s a n i t a r i e , p e r q u a n t o c e r c h i n o d i e s s e r e

i n c l u s i v e t r o v a n o p o i s u l p i a n o a p p l i c a t i v o d e l l e f o r t i d i f f i c o l t à d i

r e a l i z z a z i o n e , e c c o c h e a l l o r a l e a s s o c i a z i o n i c o m e i l S o k o s d i v e n g o n o

i l r i c e t t a c o l o d e i m o l t e p l i c i b i s o g n i d e i p a z i e n t i , c h e s o n o b i s o g n i

c o n c r e t i , f r u t t o d i p o l i t i c h e d e l l ' i m m i g r a z i o n e c h e f a c i l i t a n o s t a t i d i

i r r e g o l a r i t à e d i e s c l u s i o n e s o c i a l e . P e r t a n t o l e g g e r e i b i s o g n i d e i

p a z i e n t i s o l o e d e s c l u s i v a m e n t e c o m e e s i g e n z a d i e s s e r e a s c o l t a t i , c o s ì

c o m e c o n s i d e r a r e l a s o f f e r e n z a c o m e s t a t o p s i c o l o g i c o , p e n s a n d o d i

a r t i co l a r e spaz i p iù ada t t i a l s emp l i ce a s co l t o , s a r ebbe d i nuovo vo l e r

n a s c o n d e r e c o s a c ' è i n b a l l o n e l l e r e l a z i o n i c h e s i i n s t a u r a n o a l l ' i n t e r n o

d i S o k o s , s i a c o n i m e d i c i c h e c o n g l i o p e r a t o r i , e q u a l i i p r o c e s s i

s o c i a l i a l l e s p a l l e . I l r a c c o n t o n o n è s o l o u n o s f o g o , m a è u n a d e n u n c i a ,

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205

c h e t r o v a n e l l a n a r r a z i o n e l ' u n i c o c a m p o d ' a z i o n e p e r i l m i g r a n t e

i r r e g o l a r e . E s e q u e s t o , c o m e è e v i d e n t e d a i r a c c o n t i d e g l i o p e r a t o r i ,

m a a n c h e d e i p a z i e n t i , c r e a u n o s t a t o d i s o l l i e v o e d i c o n f o r t o u m a n o ,

d i c e r t o n o n r i n t r a c c i a q u i i l s u o f i n e . E d e c c o p e r c h é a v o l t e a n c h e i l

s u p p o r t o e l ' a i u t o d e l l o p s i c o l o g o n o n b a s t a n o . P e r c h é q u e s t o e thos

de l l a so f f e r enza , c o m e u n i c o c a m p o d e g n o d i r i c o n o s c i m e n t o s e m b r a

n a s c o n d e r e , i n s i e m e a l l ' a l t r a p a r t e d e l l a s o c i e t à c h e g r i d a a l l a

s i c u r e z z a , c o s a l e d i s u g u a g l i a n z e f a n n o e p r o d u c o n o n e l l e v i t e d e l l e

pe r sone (Fas s in , 2006 ) .

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206

5.4 L'uso e il valore simbolico del “tesserino STP”

Dr. 3: Prima dell’ STP c'era il TTS, che è stato inventato a Bologna come

esperienza tra noi e l 'Azienda Sanitaria, allora noi mettevamo nome,

cognome, se c'era un indirizzo lo mettevamo e avevamo previsto uno

spazio per la foto, che l 'STP non ha. Noi l 'avevamo fatto perché

pensavamo che tutti i tesserini hanno una foto. La cosa curiosa è che le

persone portavano le foto e volevano il timbro Sokos sopra, volevano

che noi vidimassimo questa foto e poi un giorno ci chiamano dalla

questura di Reggio Emilia e ci dicono: “Noi abbiamo una persona con un

vostro tesserino con la foto, ci dite chi è?” A parte la battuta vuol dire

che è l 'unica possibilità di essere r iconosciuti [vedi appendice: intervista

23].

H o r i p o r t a t o q u e s t o a n e d d o t o r a c c o n t a t o m i d a u n o d e i f o n d a t o r i d i

S o k o s , p e r e v i d e n z i a r e i l v a l o r e s i m b o l i c o c h e a d o g g i a n c h e i l

t e s s e r i no STP a s sume pe r i p az i en t i Sokos ne l l a l o ro quo t i d i an i t à .

C o m e a b b i a m o g i à v i s t o p r e c e d e n t e m e n t e , t a l e t e s s e r i n o v i e n e

e r o g a t o d a i v a r i d i s t r e t t i s a n i t a r i d e l l a c i t t à d i B o l o g n a s u r i c h i e s t a d i

u n m e d i c o d i S o k o s . E ' u n t e s s e r i n o d i c a r t o n c i n o g i a l l o a l c u i i n t e r n o

s o n o r i p o r t a t i i d a t i a n a g r a f i c i d e l p a z i e n t e e u n n u m e r o d i

i d e n t i f i c a z i o n e . N o n h a f o t o e d è v a l i d o s o l o p e r l e p r e s t a z i o n i

s an i t a r i e e l e p r e sc r i z i on i med i che .

T u t t a v i a e s s o a s s u m e u n a v a l e n z a p i ù a m p i a c h e e s u l a d a l l a

f u n z i o n e d i m e r o s t r u m e n t o p e r l ' a c c e s s o a l l e s t r u t t u r e s a n i t a r i e , e s s o

d i v i e n e q u a s i u n a s e c o n d a c a r t a d ' i d e n t i t à , u n d o c u m e n t o d i

r i c o n o s c i m e n t o , p e r q u e s t o q u a n d o s i a r r i v a i n I t a l i a è s p e s s o l a p r i m a

cosa da f a r e . Cos ì m i sp i ega T . ( r agazza mo ldava d i 24 ann i ) :

T.: Sai quando arrivano tutti in Italia la prima cosa che fanno è il

tesserino sanitario perché se capita qualcosa, almeno hai il tesserino,

perché ovunque vai ti chiedono il tesserino. Il primo tesserino l 'ho fatto

in centro, vicino alle due torri, non mi ricordo come si chiama. Poi la

signora mi ha detto di venire qui [vedi appendice: intervista 10].

I l t e s s e r i n o è l ' u n i c o d o c u m e n t o d i c u i e s s i p o s s o n o d i s p o r r e ,

s e m p r e i n r e l a z i o n e a l l ' u n i c o d i r i t t o d i c u i l o S t a t o s i f a g a r a n t e , p e r

q u e s t o s p e s s o a r r i v a n o s t r a n i e r i c h e l o r i c h i e d o n o a n c h e s e n o n

accusano ne s suna s i n toma to log i a e non nece s s i t ano d i una v i s i t a .

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207

I l t e s s e r i n o a l l o r a a t t e s t a u n a f o r m a d i a b i t a r e l a s o c i a l i t à i n e d i t a :

q u e l l a d e l l a m a l a t t i a . E s s o è l e g a t o a q u e l l e f o r m e d i c i t t a d i n a n z a c h e

t r o v a n o i l l o r o f o n d a m e n t o n e l t r a t t a m e n t o b i o m e d i c o d e l c o r p o :

p a r l e r e m o p e r q u e s t o d i c i t t a d i n a n z a b i o l o g i c a d o v e l ' u n i c a f o r m a d i

a c c e s s o a i d i r i t t i v i e n e l e g a t a a l l a p r o p r i a b i o l o g i a ( N g u y e n , 2 0 0 6 ) .

A l l o r a l e t e c n o l o g i e b i o m e d i c h e e n t r a n o n o n s o l o n e l l a g e s t i o n e d e l l a

m a l a t t i a m a a n c h e n e l l a a m m i n i s t r a z i o n e d e l l a v i t a . C o s ì i l t e s s e r i n o

S T P d i v i e n e s t r u m e n t o d e l l a p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e p e r t r a t t a r e c o r p i

c h e a s s u m o n o r i l e v a n z a s o c i a l e s o l o n e l l o s t a t o d i m a l a t t i a , n o n c h é

d i s p o s i t i v o d i c o n t r o l l o e d i c o n t a b i l i z z a z i o n e d e l b i o p o t e r e . I n q u a n t o

è da r i co rda r e che l a f unz ione p r i nc ipa l e d i ques to cod i ce è que l l o de l l a

r e n d i c o n t a z i o n e e c o n o m i c a a t t r a v e r s o c u i i l l o r o d i r i t t o a l l a s a l u t e , i l

r i c o n o s c i m e n t o d e l l a m a l a t t i a , v e d o n o u n n e c e s s a r i o m o n i t o r a g g i o c h e

c a t e g o r i z z i e d i f f e r e n z i i c o s t i e l e s p e s e s o c i a l i c h e q u e s t i c o r p i

p roducono .

P r o p r i o p e r q u e s t o u n a d e l l e r e g o l e e s s e n z i a l i p e r i m e d i c i è q u e l l a

d i v i s i t a r e i l p a z i e n t e e d i p r o s e g u i r e c o n l a r i c h i e s t a d i t e s s e r i n o s o l o

q u a l o r a s i a b b i a n e c e s s i t à d i e f f e t t u a r e p r e s t a z i o n i a l d i f u o r i

d e l l ' a m b u l a t o r i o S o k o s . P e r i l p a z i e n t e , o v v i a m e n t e , q u e l t e s s e r i n o è

u n a c a r t a d ' a c c e s s o a l u o g h i a l t r i m e n t i i n a c c e s s i b i l i , p e r q u e s t o d i v i e n e

u n o s t r u m e n t o d i r i v e n d i c a z i o n e . I n r e a l t à i n P r o n t o S o c c o r s o s i p u ò

a c c e d e r e s e n z a t e s s e r i n o , m a a b b i a m o g i à e v i d e n z i a t o l a d i s c r e z i o n a l i t à

c o n c u i v e n g o n o a t t u a t e l e n o r m e . C o s ì i n b a l ì a d e l l a l o r o i r r e g o l a r i t à

e s s i c e r c a n o d i a c c e d e r e a n c h e s e n z a n e c e s s i t à ( i n t e r m i n i m e d i c i ) a l

l o ro d i r i t t o a l l a s a lu t e .

C h i l a v o r a a l l ' a c c o g l i e n z a è t e n u t o a c h i e d e r e a c o s a s i a d o v u t a l a

r i ch i e s t a de l t e s s e r i no , e l a r i spos t a spe s so è que l l a d i vo l e rne d i spo r r e

a l l ' o c c o r r e n z a , p e r c h é q u a l s i a s i c o s a p o t r e b b e a c c a d e r e e d i l t e s s e r i n o

e s s e r e u t i l e . D i s o l i t o q u i s u b e n t r a i l t e m p o d e l l a n e g o z i a z i o n e t r a

l ' o p e r a t o r e c h e s p i e g a i l r e g o l a m e n t o e i l p a z i e n t e c h e a d d u c e l e s u e

m o t i v a z i o n i . I l s e n s o p r o f o n d o d e l l a l o r o r i c h i e s t a è l e g a t a a l t i m o r e d i

e s s e r e c o l t i d a m a l e s s e r e e d , e s s e n d o s e n z a d o c u m e n t i , n o n v e d e r

r i c o n o s c i u t o i l d i r i t t o a d e s s e r e a s s i s t i t i e c u r a t i . E d è p r o b a b i l e c h e a

c i ò s i a g g i u n g a l a s e n s a z i o n e d i e s s e r e a n c h e p i ù e s p o s t i a i r i s c h i d i

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m a l a t t i a v i s t e l e c o n d i z i o n i s p e s s o p r e c a r i e i n c u i l a v o r a n o e v i v o n o . I l

s e n s o p i ù r a d i c a t o d e l l a p r o p r i a e s i s t e n z a s i g i o c a a l l o r a t u t t a s u l

p rop r io co rpo .

Q u i e n t r i a m o p e r ò i n u n c a m p o d i l o t t a c h e è t u t t o p o l i t i c o : i

m e d i c i S o k o s s o n o c h i a m a t i d a l l a A S L a c o n c e d e r e r i c h i e s t e d i S T P

s o l o a l l ' o c c o r r e n z a , a l t r i m e n t i q u e l d i r i t t o a l l e c u r e e s s e n z i a l i e d

u r g e n t i d i v e r r e b b e u n d i r i t t o a l l a m e d i c i n a d i b a s e , c h e d i f a t t o n o n

s u s s i s t e , m e n t r e i p a z i e n t i c e r c a n o d i r i v e n d i c a r e l a p r o p r i a p re s e n z a

n e l l a s a l v a g u a r d i a d e l p r o p r i o c o r p o . A n c h e i n q u e s t o a m b i t o o g n i

a z ione de l med i co è una s ce l t a me ramen te po l i t i c a .

E ' p r o b a b i l e c h e n o n t u t t i g l i s t r a n i e r i s i a n o b e n e a c o n o s c e n z a

de l l a f unz ione d i ques to t e s s e r i no , v i s t o che t u t t i au sp i cano d i

o t t e n e r l o , m a e s s o d i f a t t o c o n s e n t e l ' a c c e s s o a l l e s t r u t t u r e s a n i t a r i e

p u b b l i c h e s e m p r e e s o l o d i e t r o i m p e g n a t i v a m e d i c a , p e r c u i n o n l a s c i a

a l l a p e r s o n a l i b e r t à d i s c e l t a s u l l e c u r e . M o l t i v e n g o n o a c h i e d e r l o

a c c o m p a g n a t i d a a m i c i c h e l ' h a n n o g i à o t t e n u t o , q u i n d i è n e i

p a s s a p a r o l a , n e l l a r e t e d i r e l a z i o n i t r a c o n n a z i o n a l i c h e s i d i f f o n d e i l

v a l o r e d i q u e s t o t e s s e r i n o . E s s o è i n t e r p r e t a t o c o m e u n l a s c i a p a s s a r e

p e r l a s o c i e t à d ' a c c o g l i e n z a .

E m b l e m a t i c i s o n o i c a s i d i s t r a n i e r i r e g o l a r m e n t e s o g g i o r n a n t i c h e

v e n g o n o a r i c h i e d e r l o , n o n s a p e n d o c h e i n r e a l t à e s s i s o n o g i à

p i e n a m e n t e t i t o l a r i d e l d i r i t t o a d u n m e d i c o d i b a s e e a t u t t e l e c u r e a

pa r i t à con g l i i t a l i an i .

I l S o k o s , a t t r a v e r s o l a p o s s i b i l i t à d i e f f e t t u a r e l a r i c h i e s t a d i S T P ,

h a l a f u n z i o n e d i f o r n i r e d e l l e f o r m e d i a c c e s s o a d i r i t t i s a n i t a r i e

d i v i e n e t e r r e n o p e r f o r m e d i b i o s o c i a l i t à , con cu i Nguyen (2006 ) ,

a t t r a v e r s o l e p a r o l e d i R a b i n o w , i n d i c a q u e l l e r e l a z i o n i s o c i a l i t e s e a

t r o v a r e u n a c o n d i v i s i o n e n e l l e c o n d i z i o n i b i o l o g i c h e d e g l i i n d i v i d u i . I l

t e s s e r i n o h a u n a l t o v a l o r e s i m b o l i c o , v u o l d i r e e s s e r e a u t o r i z z a t i a d

e n t r a r e i n u n a s f e r a d e l l a s o c i e t à , q u e l l a d e i m a l a t i . E c c o a l l o r a c h e n e l

m o m e n t o s t e s s o i n c u i i n c l u d e , e s s o s e g n a l a d i f f e r e n z a d i u n ' e s i s t e n z a

e s c l u d e n t e , g a r a n t i t a s o l o n e l c o r p o . I l m i g r a n t e h a l a s u a i d e n t i t à

s c r i t t a i n un cod i ce che r app re sen t a l a sua pu ra nuda v i t a .

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5.5 Sokos come spazio politico

I l S o k o s è u n c a m p o d i a z i o n e p o l i t i c a , p r o f o n d a m e n t e i n s e r i t o

a l l ' i n t e r n o d e l l e d i n a m i c h e d i p o t e r e . S e i n t e n d i a m o l a s o f f e r e n z a e l a

m a l a t t i a c o m e i n c o r p o r a z i o n e d i p r o c e s s i s o c i a l i e p o l i t i c i p i ù a m p i ,

a l l o r a a n c h e l a c u r a s a r à r a d i c a t a i n q u e g l i s t e s s i p r o c e s s i .

S e a d o t t i a m o , i n f a t t i , i l c o n c e t t o d i p o t e r e f o u c a u l t i a n o , s e c o n d o i l

q u a l e e s s o n o n è d a v i n c o l a r e a l l ' a m b i t o g i u r i d i c o s t a t a l e i n c e n t r a t o

s u l l a p r o i b i z i o n e , m a d a i n t e n d e r e c o m e d e t e r m i n a z i o n e d i s c o r s i v a d e l l a

r e a l t à c h e s i d i r a m a i n d i v e r s i a m b i t i s o c i a l i a t t r a v e r s o p a r t i c o l a r i

t e c n o l o g i e , i d i s cor s i , c o m p r e s i q u e l l i i n e r e n t i a l l a c u r a , s o n o f o n t e d i

p o t e r e , i n q u a n t o a g i s c o n o l a r e a l t à , e s c l u d e n d o l e f o r m e a l t e r n a t i v e

p o s s i b i l i d i e s i s t e n z a ( F o u c a u l t , 1 9 8 5 ) . C o s ì a n c h e i l d i s c o r s o m e d i c o

p o n e i n e s s e r e u n a t t o d i p o t e r e n e l l a d e f i n i z i o n e c h e d à d e i c o r p i e d e l

l o r o f u n z i o n a m e n t o , e s s o è u n d i s p o s i t i v o d e l l a b i o p o l i t i c a c o m e f o r m a

d i p o t e r e c h e r e a l i z z a u n a f o r m a d ' e s i s t e n z a d e l c o r p o c o m e m e r a e n t i t à

b io log i ca .

A l l o r a S o k o s , c o m e a m b i t o b i o m e d i c o o r i e n t a t o a l l a c u r a , f o n d a

u n a d e f i n i z i o n e d e l m i g r a n t e a t t r a v e r s o l e s u e p r a t i c h e . T u t t a v i a q u e s t a

d e f i n i z i o n e d e l l a r e a l t à n o n è u n i d i r e z i o n a l e e u n i v o c a , m a v e d e m o l t i

a t t o r i i n c a m p o c h e c e r c a n o d i c o n t e n d e r s i e d i n e g o z i a r e l o s p a z i o

s e m a n t i c o d e l l a s a l u t e e d e l l ' i m m i g r a z i o n e ( F a s s i n , 1 9 9 6 ) . N e l c a s o

s p e c i f i c o a b b i a m o l a c o m p o s i z i o n e d i f o r z e v a r i e g a t e i n t e r n e a S o k o s ,

l ' i n t e r v e n t o i s t i t u z i o n a l e d e l l ' A S L c o n l a p a r t e c i p a z i o n e d i a l t r e

i s t i t u z i o n i l o c a l i , n o n c h é l e r i c h i e s t e d e i p a z i e n t i i n c u i e s s i

de f i n i s cono i l l o ro s enso d i cu r a .

E ' l ' i n s i e m e d i q u e s t e f o r z e a c o s t i t u i r e i l p r o d o t t o s o c i a l e

d e l l ' a t t i v i t à d i S o k o s i n c u i , o l t r e a i d i scor s i m e d i c i e i s t i t u z i o n a l i ,

e m e r g e a n c h e l a f o r z a o p p o s i t i v a d e i p a z i e n t i n e l l ' a p p o r r e l a p r o p r i a

d e f i n i z i o n e d e l l a r e a l t à a t t r a v e r s o l a f r u i z i o n e d i S o k o s .

L e p r a t i c h e m e d i c h e d e l l ' a s s o c i a z i o n e , c o m e g i à b r e v e m e n t e

d e l i n e a t o s o p r a , p o n g o n o i n e s s e r e u n a t u t e l a d e l l a s a l u t e i n t e s a c o m e

d i r i t t o u m a n o u n i v e r s a l e . L ' o g g e t t o d e l l ' i n t e r v e n t o è s u l c o r p o m a l a t o e

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s o f f e r e n t e , p e r i l q u a l e , p u r a b b r a c c i a n d o u n p r i n c i p i o d i s a l u t e a m p i o e

c o n n o t a t o d a l l ' i n f l u e n z a d i d e t e r m i n a n t i s o c i a l i , è d e d i c a t o u n s e r v i z i o

v o l t o a l l ' a n a l i s i m e r a m e n t e b i o m e d i c a d i u n c o r p o b i o l o g i c o . I n q u e s t a

p r a t i c a m e d i c a s i p o n e i n e s s e r e u n a c o n c e z i o n e d i u o m o b e n p r e c i s a ,

c h e è q u e l l a c o n d i v i s a d a l l a b i o m e d i c i n a o c c i d e n t a l e e d a l l e i s t i t u z i o n i

s a n i t a r i e p r e p o s t e a l l ' e r o g a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i e a l l a s a l v a g u a r d i a

d e l l a s a l u t e . I n q u e s t o s e n s o S o k o s , c o m e i n s i e m e d i m e d i c i e d i

o p e r a t o r i s a n i t a r i , a c c o m p a g n a e s u p p o r t a i l d i s cor so b i o p o l i t i c o c h e l o

S t a t o a t t u a n e l l ' e s e r c i z i o d e l l a s u a f u n z i o n e i s t i t u z i o n a l e ( F o u c a u l t ,

2 0 0 5 ) . A l l o r a e s s o d i v e n t a s t r u m e n t o d e l p o t e r e , i n q u a n t o a t t r a v e r s o

l ' e r o g a z i o n e d i c u r e , p e r m e t t e i l c o n t r o l l o d i c o r p i b i o l o g i c i , n u d a v i t a

( A g a m b e n 1 9 9 5 ) c h e n o n h a n e s s u n a l t r o v a l o r e c h e n o n s i a i n s c r i t t o

n e l c o r r e t t o f u n z i o n a m e n t o f i s i o l o g i c o .

A l l o r a q u e s t o s e r v i z i o d i t i p o v o l o n t a r i s t i c o , v o l t o a l l a d i f e s a d e l

d i r i t t o u n i v e r s a l e a l l a s a l u t e e c h e f o n d a i l s u o i m p e g n o n e l l a

r e a l i z zaz ione d i ques to p r i nc ip io , f a buon g ioco a i c a l co l i po l i t i c i ed

economic i e a i b i l anc i de l l 'Az i enda s an i t a r i a che , i n ques to modo , vede

r i d o t t e l e p r o p r i e s p e s e p e r u n a f a s c i a d i u t e n z a s c o m o d a , a t t r a v e r s o u n

s e r v i z i o d e d i c a t o , f u n z i o n a l e a n c h e a l l a p r e s e r v a z i o n e d e i c o r p i d e l l a

p o p o l a z i o n e l e g i t t i m a . E c c o c h e a l l o r a n e l c o d i c e S T P v i e n e d e f i n i t a l a

l o ro p r e senza soc i a l e : me r i co rp i da con t ro l l a r e e con t ab i l i z za r e .

C ' è u n a c o n t r a d d i z i o n e l a t e n t e i n S o k o s i n q u a n t o e s s o s i p o n e

c o m e s e r v i z i o v o l t o a d a m m o r t i z z a r e l e d i s u g u a g l i a n z e a l l ' a c c e s s o a l l e

c u r e e , d i f a t t o , l ì d o v e l a l e g g e p r e v e d e c h e v e n g a n o e r o g a t e s o l o c u r e

e s s e n z i a l i e d u r g e n t i , g r a z i e a d e s s o s i p r e s t a a n c h e u n ' a s s i s t e n z a d i

m e d i c i n a d i b a s e c h e v a b e n o l t r e l e e m e r g e n z e . M a q u e s t a f a c i l i t a z i o n e

d e l l e c u r e p e r p e t r a d i f a t t o l ' e s c l u s i o n e d i q u e s t a f a s c i a d i p o p o l a z i o n e

d a g l i i n t e r e s s i i s t i t u z i o n a l i . I l s e r v i z i o , d e f i n i t o c o m e d e d i c a t o , h a

d a l l ' a l t r a p a r t e i l p o t e n z i a l e d i u n s e r v i z i o e s c l u d e n t e d a u n a c c e s s o

p i e n a m e n t e i n t e g r a t o : c r e a r e u n a m b u l a t o r i o p e r e m a r g i n a t i e d

i m m i g r a t i è s o t t o l i n e a r e l ' e s c l u s i o n e d i q u e s t e p e r s o n e d u e v o l t e . L a

d i f f i c o l t à i n r e a l t à è p r o p r i o i n q u e s t o l i m e n c h e a t t r a v e r s a i l S o k o s ,

p e r c u i è d i f f i c i l e c a p i r e i l c o n f i n e t r a t u t e l a s p e c i f i c a e

d i s c r i m i n a z i o n e .

Page 214: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

211

M a a l l ' i n t e r n o d i S o k o s q u e s t a a m b i g u i t à n o n s f u g g e a l l e

r i f l e s s i o n i d e i s u o i o p e r a t o r i :

Dr. 1: E' chiaro che per loro (ASL) è molto comodo. Se tu pensi che noi

gli costiamo .. . euro l 'anno, quanto risparmiano che non a darlo ad un

medico di base? Perché è chiaro se questi pazienti vengono dati in

gestione al medico di base, l 'ASL per ogni paziente deve pagare una

cifra. Quindi ben venga l 'associazione Sokos per loro, che prendiamo

solo . . . euro l 'anno e dicono pure che gli costiamo troppo. E' uno

sfruttamento ben calcolato, perché se non esistessero queste

associazioni, loro sarebbero obbligati a gestire queste persone, perché se

non sono curate, se non c'è un certo tipo di prevenzione, sono fonte di

infezione, ma non perché ci arrivano malati, si ammalano qui per le

condizioni in cui vivono. Sono condizioni così drammatiche che anche

noi ci ammaleremmo. Per cui se lo accollerebbero loro, con tutto il malo

modo con cui affronterebbero questo onere, perché anche i medici di

base non è che trattino molto bene queste persone [vedi appendice:

intervista 21].

L a m o t i v a z i o n e a d d o t t a d a l l e i s t i t u z i o n i p e r i l r i c o n o s c i m e n t o a

S o k o s d i t a l e r u o l o è p r o p r i o n e l l e m a g g i o r i c a p a c i t à c h e i s u o i

o p e r a t o r i h a n n o n e l t r a t t a r e u n c e r t o t i p o d i u t e n t i , n e l c a p i r e e c a p t a r e

m e g l i o i l o r o b i s o g n i . E c c o i n f a t t i c o m e e s p o n e l a e x R e s p o n s a b i l e

d e l l ' a s s i s t e n z a s a n i t a r i a a i m i g r a n t i d e l l ' A S L l e m o t i v a z i o n i c h e h an n o

i n d o t t o a s e r v i r s i d i a s s o c i a z i o n i c o m e S o k o s p e r a f f r o n t a r e l e e s i g e n z e

s an i t a r i e de i m ig ran t i i r r ego l a r i :

Resp. 3: Io a Bologna ho seguito questa linea, ne sono responsabile,

perché l 'Azienda Usl è un'azienda fortemente sindacalizzata, poi ritenevo

inopportuno fare convenzioni con medici specialisti o altro, per nulla

esperti di immigrati, che avrebbero dato un servizio poco buono dal

punto di vista comunicativo e relazionale, quando avevo degli specialisti

esperti ed adeguati. Ora questi specialisti , che sono le tre associazioni di

volontariato convenzionate, a me servono non solo per dare la cura, ma

perché mi danno anche un feedback sulle problematiche, sui progetti da

fare ecc.. .che non mi darebbe mai un dipendente. Io non ho bisogno di

atti medici, ma ho bisogno di uno che capisca perché c'è quella

patologia, perché c'è quel problema, dove si annida.

F.: Mantenere servizi dedicati, non va contro quell ' idea di integrazione

di cui parlava prima?

Resp. 3: Questi ambulatori devono servire per il primo arrivo, per chi

non sa dove andare e di fatto hanno una sensibilità incredibile. Sono

persone che devono essere prese in carico anche con una certa

delicatezza, con cui devi parlare, capire, la richiesta a volte è multi

Page 215: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

212

problematica [vedi appendice: intervista 33].

E ' m o l t o e l o q u e n t e i l f a t t o c h e s i p a r l i d i u n a c o m p e t e n z a m e d i c a

s p e c i f i c a p e r m i g r a n t i a l l ' i n t e r n o d i q u e s t a a s s o c i a z i o n e , q u a s i c i f o s s e

u n a l t r o l i v e l l o d i u m a n i t à d a i n d a g a r e e p e r i l q u a l e n o n t u t t i s o n o

a d e g u a t i . E i l p r o b l e m a i n f a t t i s i a n n i d a i n q u e s t e c o n c e t t u a l i z z a z i o n i

d e i m i g r a n t i : è f i n q u a n d o n o n s i r i c o n o s c e r à i n e s s i u n a u m a n i t à d e g n a

d i e s s e r e v i s s u t a a l d i f u o r i d i q u e s t i c o r p i a s o c i a l i c h e o c c o r r e r à

c a t e g o r i z z a r l i e p e n s a r e c h e s i a n o n e c e s s a r i s p e c i a l i s t i a l l o r o

t r a t t a m e n t o . L a d i s u m a n i z z a z i o n e d e l l a m e d i c i n a è i l p e r c o r s o c h e

a c c o m p a g n a q u e s t e d i f f i c o l t à d i a p p r o c c i o , c h e n e l c a s o d e i m i g r a n t i

s o n o p i ù a c c e n t u a t e p r o p r i o p e r l a p r e p o n d e r a n z a c o n c u i l e d i n a m i c h e

s o c i a l i e s c l u d e n t i e d i s c r i m i n a t o r i e i m p a t t a n o s u i l o r o c o r p i . Q u e s t o

a s p e t t o è , c o m e g i à a b b i a m o v i s t o , s i c u r a m e n t e r i c o n o s c i u t o a n c h e d a i

p a z i e n t i , i q u a l i a v v e r t o n o , a v o l t e , d e i t r a t t a m e n t i p e r c e p i t i c o m e

d i s c r i m i n a t o r i e l e s i v i a n c h e d e i d i r i t t i d o v u t i . I l p r o b l e m a v i e n e f a t t o

r i s a l i r e spe s so a l l a f o rmaz ione de l pe r sona l e med i co , ma ch i l avo ra i n

S o k o s n o n è s p e c i a l i z z a t o i n m i g r a n t i , p r e s e n t a s o l o u n t i p o d i c o n t a t t o

c o n i l p a z i e n t e , t e s o a l l a r e l a z i o n e e a d o l t r e p a s s a r e i l m e r o a s p e t t o

b i o m e d i c o .

I n ques to s enso i l Sokos p rocede ve r so un modo d i f f e r en t e d i f a r e

m e d i c i n a , c h e è q u e l l o d i u n a m e d i c i n a o r i e n t a t a a l p a z i e n t e , t e s a a n c h e

a l l a s u a s o c i a l i z z a z i o n e e a l l ' i n s e r i m e n t o i n u n c o n t e s t o a c c o g l i e n t e i n

c u i e g l i v e d a r i c o n o s c i u t a l a s u a l e g i t t i m i t à a d e s s e r c i , t a n t o c h e , c o m e

g i à e v i d e n z i a t o s o p r a , l ' e f f i c a c i a t e r a p e u t i c a e s u l a d a l l a g u a r i g i o n e p e r

i n s c r i v e r s i n e l r a p p o r t o d i c u r a t r a m e d i c o e p a z i e n t e ( P i z z a 2 0 0 5 ) . C ' è

a l l o r a i n q u e s t o s e n s o l a d e l i n e a z i o n e d i u n d i s cor so b i o m e d i c o c h e a d

u n c e r t o p u n t o d i s s e n t e d a q u e l l o i s t i t u z i o n a l e p e r i n c o n t r a r s i c o n

q u e l l o d e l p a z i e n t e , p e r c h é a q u e l c o r p o b i o l o g i c o v i e n e r i c o n o s c i u t a

u n a s t o r i a , q u e l l a c h e i n q u a n t o c l a n d e s t i n o i l r e s t o d e l l a s o c i e t à n o n è

d i spos t a a concede rg l i .

L e r i f l e s s i o n i i n t e r n e a S o k o s s o n o v o l t e a p r o b l e m a t i z z a r e l a

c o l l o c a z i o n e s o c i a l e d e i p a z i e n t i : n e l l a n a r r a z i o n e d e i s i n t o m i c ' è

s e m p r e i l r a c c o n t o d i s t r a l c i d i v i t a c h e p a r l a n o d i e s i s t e n z e d i f f i c i l i ,

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213

v i s s u t e a i m a r g i n i , i n p u n t a d i p i e d i i n u n a s o c i e t à p e r l a q u a l e n o n

d e v o n o e s i s t e r e . E ' u n ' i r r e g o l a r i t à i s t i t u z i o n a l i z z a t a l a p i ù g r a n d e p ia g a

c h e s o l c a i l o r o c o r p i , è u n a d i s u g u a g l i a n z a i n c o r p o r a t a q u e l l a c h e

g e n e r a l a l o r o s o f f e r e n z a .

L e l o r o s t o r i e s o n o a n c h e p e r ò f u n z i o n a l i a l l a r i d e f i n i z i o n e d e l

r u o l o d i S o k o s . A b b i a m o g i à e v i d e n z i a t o c o m e e s s i t e n t i n o d i

r imode l l a r e l a f unz ione med ica ve r so i p rop r i b i sogn i . I n ques to s enso

i l m i g r a n t e n o n a p p a r e c o m e m e r o o g g e t t o p a s s i v o d e l l e l e t t u r e

b i o m e d i c h e d e l l e p r o p r i e p a t o l o g i e , i n q u a n t o r i d i s e g n a c o n i m e d i c i e

c o n g l i o p e r a t o r i i l s e n s o d e l s u o m a l e s s e r e . E s s i f a n n o u n u s o s o c i a l e

d e l l a m e d i c i n a d i S o k o s , c o m e p o r t a d i a c c e s s o a i d i r i t t i n e g a t i e c o m e

d e n u n c i a d i u n ' i r r e g o l a r i t à i m p o s t a , d i m o d o c h e d a l l a l o r o c o n d i z i o n e

d i m a r g i n a l i t à s i i n s t a u r i n o f o r z e d i o p p o s i z i o n e p o l i t i c a ( C o m a r o f f ,

2006 ) .

E ques to emerge come consapevo l ezza i n a l cun i ope ra to r i :

Op. 1: Il ruolo di Sokos è molto ambiguo perché da una parte fornendo

un servizio così ben funzionante, come noi ci vantiamo di essere, ricopre

un po' la punta dell ' iceberg, nel senso che Bologna non ha un problema,

almeno dal punto di vista sanitario, non ci sono situazioni di emergenza,

per cui il ruolo di Sokos nel momento in cui dovesse essere soltanto

ambulatorio di assistenza medica, secondo me è quasi più deleterio che

non positivo. Questo ovviamente lo dico in tono provocatorio, perché poi

io sono 4 anni che lavoro qui e continuo a credere che fino a che il

diritto alla salute di queste persone che ne sono private, si riesce

perlomeno a tutelare in questo modo, cioè tappando una falla del primo

accesso, ma poi comunque inviandole nelle strutture pubbliche,

integrandole nel sistema di salute che gli spetta di diritto, allora è

comunque utile che ci sia Sokos [vedi appendice: intervista 26].

S o k o s è c e r t a m e n t e u t i l e , m a c o s ' a l t r o p u ò f a r e s e n o n l e n i r e l e

f e r i t e i n f e r t e da una soc i e t à che subdo l amen te impone l a sua v io l enza?

E a l l o r a n o n p u ò d a v v e r o d i v e n i r e p i ù d e l e t e r i o i l s u o i n t e r v e n t o , s e

c o n l e s u e c u r e a i u t a i l p e r p e t u a r s i d i d i n a m i c h e d i e s c l u s i o n e s o c i a l e e

d i s t a t i d i f f e r e n z i a l i d i u m a n i t à e s e i l s u o s e r v i z i o f a t t o d i v o l o n t a r i

n o n f a c h e i n n e s c a r e m e c c a n i s m i d i r i c o n o s c e n z a p e r i l q u a l e i l r e a l e

d i r i t t o a l l a s a lu t e v i ene a pe rde r s i ?

Q u e s t ' u l t i m o a s p e t t o è d a a p p r o f o n d i r e : q u e s t a m a c c h i n a p o l i t i c a è

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d a v v e r o p e r f e t t a , p e r c h é f o r n i r e u n s e r v i z i o a t t r a v e r s o i l v o l o n t a r i a t o ,

p o r t a a l i m i t a r e l e r i v e n d i c a z i o n i e a g e n e r a r e u n a p e r c e z i o n e

d e l l ' a c c e s s o a l l e c u r e c o m e c o n c e s s i o n e , i n m o d o t a l e c h e v e n g a a

d e t e r i o r a r s i q u e l p r i n c i p i o d i d i r i t t o a l l a s a l u t e d i c u i s i è l e g i t t i m i

t i t o l a r i . E c c o a l l o r a c h e i p a z i e n t i s p e s s o r i n g r a z i a n o p e r i l s e r v i z i o

o f f e r t o , p e r l a c u r a d e l l e p r o p r i e m a l a t t i e c h e n o n s o n o a l t r o c h e

p a t o l o g i e d e l p o t e r e ( F a r m e r , 2 0 0 6 ) , p a t o l o g i e g e n e r a t e d a l l o s t e s s o

s i s t e m a p o l i t i c o c h e p o i g l i a p p r o v v i g i o n a l e c u r e p e r m a n t e n e r e l o

s t a t u s quo de l l a c l andes t i n i t à p rodu t t i va .

S i c u r a m e n t e l a c o n s a p e v o l e z z a d i t u t t e l e p a r t i i n c a u s a è c h e p e r i

p a z i e n t i s a r e b b e u n a g r a n d e p e r d i t a s e S o k o s c e s s a s s e l a s u a a t t i v i t à .

Bas t a l egge re l a pa ro l e d i I . , r agazzo de l Senega l , paz i en t e d i Sokos :

I.: No veramente, qui al Sokos, una agenzia, una società, una

organizzazione che può aiutare le persone, è una cosa molto alta, hai

capito? Perché aiutare le persone, faccio un esempio, che sono malati è

una bella cosa, perché prima di tutto è la salute. Che tu sei miliardario

non ti serve, prima ci vuole la salute. Questa organizzazione che hanno

fatto qua è una bella cosa, ci sono tante cose - io non capisco bene

l ' i taliano- però è Lui che parla, lo sai perché? E' Dio che parla. Perché

qua è una bella cosa veramente, perché qua nel 2004, quando sono

arrivato qua io ero molto stanco, poi ho chiesto qua, no perché prima non

c'erano qua era in un altro posto. Io sono andato lì e loro mi hanno dato

le medicine perché io ero molto stanco, molto molto e poi, grazie a Dio e

anche a loro, perché loro sono molto bravi e mi piacerebbe che Dio li

lascia sempre qui ad aiutare tanti immigrati che non hanno lavoro, che

sono disperati [vedi appendice: intervista 12].

M a s e S o k o s r i m a n e s s e s e m p r e n e l l a s u a f o r m a a t t u a l e , v e r r e b b e

a l l o r a a r e i t e r a r s i q u e s t a t r a s p o s i z i o n e d i p r o b l e m i s o c i a l i e p o l i t i c i

n e g l i i d i o m i d e l l a m a l a t t i a e d e l l a s a l u t e m e n t a l e , c o n c e n t r a n d o s i p i ù s u

c o s a f a n n o l a v i o l e n z a e l a d i s u g u a g l i a n z a , c h e s u c o s a s o n o e q u a l i

sono l e c ause (Fas s in , 2006b ) .

A q u e s t o p u n t o l e a t t i v i t à v o l t e a d i n c r e m e n t a r e g l i a m b u l a t o r i

s p e c i a l i s t i c i e i s u p p o r t i d i t i p o p s i c o l o g i c o s e m b r a n o p o c o f u n z i o n a l i a

f a v o r i r e l ' e m e r g e r e d i q u e l l i c h e s o n o i m e c c a n i s m i s o c i a l i

d e l l ' e s c l u s i o n e e d e l l ' o p p r e s s i o n e . N e l p r i m o c a s o s i r e i t e r a u n

r a d i c a m e n t o n e l l a c u r a c h e c r e a f o r m e u l t e r i o r i d i e s c l u s i o n e a n c h e

Page 218: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

215

n e l l ' a c c e s s o p e r q u e l l e p r e s t a z i o n i c h e , d i f a t t o p e r d i r i t t o , p o s s o n o

e s se r e e roga t e da l l a s t r u t t u r e pubb l i che

R i g u a r d o a q u e s t o a r g o m e n t o a l l ' i n t e r n o d e l l ' a s s o c i a z i o n e c i s o n o

d ive r s e voc i , a so s t egno o meno d i ques t a a t t i v i t à . A lcun i membr i

v e d o n o q u e s t o s e r v i z i o c o m e u n ' a g e v o l a z i o n e d i f r o n t e a l l e p i ù

d i s p a r a t e i n i q u i t à a c u i g i à i m i g r a n t i i r r e g o l a r i s o n o c o s t r e t t i . D o v e u n

d i r i t t o a n c h e c o s t i t u z i o n a l e , q u a l e q u e l l o d i u n a c c e s s o i n d i f f e r e n z i a t o

e g r a t u i t o a g l i i n d i g e n t i , r i s c h i a d i v a c i l l a r e , a l l o r a i l v o l o n t a r i a t o

s u p p o r t a l e i s t i t u z i o n i e c e r c a a l l o s t e s s o t e m p o d i s e m p l i f i c a r e i

d i f f i c i l i i t e r b u r o c r a t i c i a i p a z i e n t i . C o s t i t u i r e b b e i n q u e s t o s e n s o u n a

s o r t a d i p r i v i l e g i o , u n r i s c a t t o r i s p e t t o a c h i v u o l e n e g a r g l i t u t t o i l

r e s t o . M a q u e s t a f o r m a d ' i n t e r v e n t o r i m a n e t u t t a v i a i n e f f i c a c e a i f i n i d i

u n a p r o m o z i o n e d i q u e i d i r i t t i s t e s s i , o l t r e a r i m a r c a r e l e d i f f i c o l t à

i n c l u s i v e a l l ' i n t e r n o d e l s i s t e m a s a n i t a r i o . V u o l d i r e s o t t e r r a r e l e c a u s e

e c r e a r e n i c c h i e d i p r o t e z i o n e u g u a l m e n t e e s c l u s i v e , a n c h e s e i n s e n s o

pos i t i vo .

C o s ì c e r c a r e d i a m p l i a r e l a d i s p o n i b i l i t à a l s u p p o r t o p s i c o l o g i c o ,

n e c e s s i t a d i u n a r i f l e s s i o n e m a g g i o r e s u c o s a e s s a p r o d u c a a t t r a v e r s o l a

d e f i n i z i o n e p s i c o l o g i c a d i u n d e t e r m i n a t o t i p o d i p r o b l e m a t i c h e . I l f i n e

d e l s u p p o r t o p s i c o l o g i c o , c o s ì p e r c o m e è o r g a n i z z a t o a l l ' i n t e r n o d i

Sokos l o l a s c io e sp r ime re da uno deg l i p s i co t e r apeu t i :

Dr. 3: La psicologia che cosa può fare? Qual è il ruolo che può giocare?

E' restituire, rimettere, ridare, alle persone la possibilità di affrontare la

realtà piuttosto che esserne completamente emarginati (. . .) . Per cui in

realtà la psicologia potrebbe funzionare come un'azione di contenimento,

un'azione di migliorare la regolazione, un'azione di allentamento della

pressione perché le persone possano fare poi la scelta più adeguata (…).

Allora io credo che la psicologia, nella mia idea, in quel contesto,

funzioni un po' da supporto sostanzialmente, supporta le persone a fare

questo passo, ad attraversare, ma non si sostituisce alle persone, le

supporta. E' certo che tutti sono consapevoli, anche i colleghi, che non è

la persona, ma è la persona in un contesto, in una situazione, che ha una

certa cultura, che ha certi linguaggi. Siamo consapevoli di questo, ma

questo non ci toglie il fatto che possiamo tenere in conto che una mano

gliela possiamo dare ad attraversare una crisi, altrimenti lo lasciamo solo

con le pastiglie del mal di testa, se non le pastiglie per dormire, se non

gli esami per vedere se ha qualcosa, che anche quelli hanno la stessa

funzione, un po' d'accompagnamento, così viene continuamente visto,

Page 219: UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA › pdf › tesi_cacciatore.pdf · 3.2 Corpi che parlano: la malattia come incorporazione dell'esperienza migratoria p. 94 . 3.3 Il ruolo sociale

216

visitato. Se tu provi a pensarci, la funzione è più o meno la stessa [vedi

appendice: intervista 23].

I l s u p p o r t o d i t i p o p s i c o l o g i c o è s i c u r a m e n t e u t i l e l ì d o v e i l

d i s a g i o d i v e n t i p a r t i c o l a r m e n t e i n v a s i v o , d o v e l a s o l i t u d i n e e l o

s p a e s a m e n t o r e l e g h i n o a n c o r a d i p i ù n e l l ' i n c a p a c i t à d i a g i r e , d a l l ' a l t r o

pe rò s i r i s ch i a d i spos t a r e i l f uoco de l p rob l ema .

Come a f f e rma Fas s in (2006b ) , s e da un l a t o i l f enomeno mig ra to r i o

v i e n e i n t e r p r e t a t o s e c o n d o l a l o g i c a d e l l a i n s i c u r e z z a e d e l l a p a u r a ,

d a l l ' a l t r o l a r i s p o s t a a l t e r n a t i v a è q u e l l a d i u n e t h o s c o m p a s s i o n e v o l e

c h e c e d e i l p a s s o a d u n ' a f f e r m a z i o n e d e i d i r i t t i .

G l i i n t e r v e n t i a d o t t a t i a l l o r a n o n p o s s o n o r i m a n e r e a l d i f u o r i d i

u n a l o g i c a p o l i t i c a , i n q u a n t o g i à l a l o r o s t e s s a p r a t i c a l o è . L e

r e s p o n s a b i l i t à s o c i a l i e p o l i t i c h e d i u n a s s e t t o s o c i a l e c h e m a r g i n a l i z z a

e s f r u t t a i n n o m e d e l l a p r o d u t t i v i t à e d e l p r o f i t t o e c o n o m i c o v a n n o

a l l o r a i n d a g a t e n e l l e p r a t i c h e i n c u i t r o v a n o a p p l i c a z i o n e , e n o n

a m m a n t a t e n e i l u o g h i i n c u i s i e s p r i m e l a s o f f e r e n z a . S e l a m a l a t t i a e i l

d i s a g i o p s i c h i c o e m e r g o n o c o m e c r i t i c h e i n c a r n a t e d e l l a s o c i e t à , a l l o r a

b i s o g n a r a c c o g l i e r e l e s f i d e c h e e s s e p o n g o n o a l l a n o s t r a

o r g a n i z z a z i o n e s o c i a l e e n o n r e l e g a r l e a l l ' i n t e r n o d i u n a m b u l a t o r i o .

P r o p r i o p e r c h é o s s e r v a t o r i o p r i v i l e g i a t o i l S o k o s h a g l i s t r u m e n t i e l e

p o t e n z i a l i t à p e r f a v o r i r e u n a p i e n a i n t e g r a z i o n e d e i d i r i t t i a l l ' e s s e r e

s o c i a l e e p o l i t i c o d e l m i g r a n t e , r i v e n d i c a n d o l a s u a p r e s e n z a c o m e

l e g i t t i m a . I l p r o b l e m a n e l l u n g o p e r i o d o n o n è q u e l l o d i g a r a n t i r e o

m e n o d e t e r m i n a t i s e r v i z i a g l i i r r e g o l a r i , m a q u e l l o d i e l i m i n a r e l a

p roduz ione soc i a l e de l l ' i r r ego l a r i t à .

C o m p i t o d e g l i o p e r a t o r i d e l l a s a l u t e a l l o r a p o t r e b b e e s s e r e q u e l l o

d i c r e a r e l u o g h i p e r l a d e n u n c i a d e i c o s t i u m a n i c h e q u e s t a s t r u t t u r a

s o c i a l e p r o d u c e e n o n o f f e r t e d i g e n e r o s i t à .

A z i o n e i n t e g r a t a c o n a l t r e r e a l t à a f f i n i , a p p r o c c i m u l t i d i s c i p l i n a r i

v o l t i a d a n a l i s i c o m p l e s s e a l l o r a p o s s o n o e s s e r e l o s p u n t o p e r u n

s u p p o r t o i m m e d i a t o , m a c h e a l u n g o t e r m i n e g u a r d i r e a l m e n t e a q u e l l o

c h e p r o v o c a t o r i a m e n t e a l c u n i s o c i a u s p i c a n o : l a c h i u s u r a d i S o k o s .

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217

CONCLUSIONI

La salute e la malattia entrano nel discorso antropologico come pratiche

sociali culturalmente informate e soggettivamente elaborate, all ' interno di

spazi politici ed economici storicamente determinati. Allora anche lo stato di

malattia dei migranti irregolari assumerà una valenza più ampia rispetto a

quella biomedica, diventando la narrazione dei percorsi esperienziali e sociali

radicati nei contesti d'origine e in quelli di accoglienza.

I pazienti Sokos portano in ambulatorio il loro malessere fisico, il loro

dolore iscritto nel corpo, di cui cercano insieme ai medici di rintracciare

l 'eziopatogenesi. Tuttavia lo spazio ambulatoriale diviene il luogo delle

esperienze negate e illegittime, di presenze nascoste alla società di

accoglienza, dove la malattia si realizza come lo strumento principe per

l 'espressione della sofferenza. I diversi stati sintomatologici rappresentano il

terreno su cui le costruzioni simboliche dominanti e le forze eversive

soggettive giocano le loro forze. Corpi socialmente e culturalmente informati

parlano della loro collocazione storico-sociale e politico-economica

attraverso la malattia, dove quest 'ultima assurge al rango di pratica culturale

(Quaranta, 2006b). E' così che i disagi del corpo se da un alto richiamano il

retaggio simbolico di una cultura incorporata, dall’altro diventano atti

performativi ed eversivi che criticano un assetto sociale imposto (Scheper-

Hughes, 2000).

Allora cosa ci raccontano specificatamente questi corpi irregolari

malati?

Essi parlano di un progetto migratorio profondamente radicato nelle

disuguaglianze economiche e politiche tra le diverse aree del mondo. Le

condizioni di partenza sono le più disparate, non si scappa sempre dalla

guerra, dalla fame e dalla disperazione, ma anche dalla rassegnazione ad una

vita magra e di stenti. L'ordine economico imposto dall 'Occidente al resto del

mondo diviene spunto per la ridefinizione di nuovi progetti di vita, in cui le

politiche storiche di sfruttamento cercano di essere ribaltate da quelle stesse

popolazioni che hanno vissuto stati di vessazione. Una modernità imposta

diviene ora rivendicazione. D'altronde i processi migratori non sono un

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218

fenomeno originale della nostra epoca, essi possono essere definiti

connaturati all 'esistenza umana. Sono la rilevanza politica e gli interessi

economici che oggi assumono e le modalità di gestirli secondo una logica

allarmistica ad essere peculiari rispetto al passato.

L'identificazione dei processi migratori come problematici sono

strettamente legati alla definizione polit ica dello Stato nazionale dal XVIII-

XIX secolo, quando il suo potere si è incontrato con un'economia di tipo

capitalistico: così il necessario accentramento del potere e l ' inseguimento

della logica del profitto hanno portato alla centralità dei discorsi politici nei

corpi biologici della popolazione (Foucault, 2005). E' qui che il corpo, la

nuda vita, entra sulla scena politica, divenendo il centro del controllo statale

e il terreno di rivendicazione dei diritti (Agamben, 1995). Il migrante allora

viene a rompere lo statuto ontologico dello Stato basato sulla cittadinanza

acquisita per nascita e può venir introdotto all ' interno del territorio nazionale

solo funzionalmente ai dettami statali e secondo uno status differenziale. Lo

straniero mette in crisi la naturalizzazione dello Stato e della cittadinanza,

per questo la sua inclusione non può essere altro che escludente,

stigmatizzante, in quanto cova in seno il segreto della connotazione

profondamente storica e arbitraria dell 'organizzazione del potere nella sua

forma statale.

Tuttavia ciò che appare paradossale nella nostra epoca è la

contrapposizione tra un processo di internazionalizzazione, con l ' incremento

della circolazione delle merci e dei capitali , e il tentativo di bloccare gli

ingressi di migranti nel ricco Occidente. Questo è il duplice volto della

globalizzazione (Bountag, 2000), che troverebbe in questo meccanismo

l 'ottimizzazione dei profitti del capitalismo di mercato in quanto le politiche

repressive, a cui i migranti sfuggono attraverso ingressi clandestini, regalano

di fatto all 'economia dei Paesi occidentali manodopera che, senza diritti ed

invisibile, ben si presta ad un ampio sfruttamento nell 'economia informale. Il

segreto delle economie globalizzate postmoderne è infatti quello di riuscire a

cavalcare la flessibilità e l 'efficienza al costo minore, e in questo vengono

favorite dalla progressiva deregolamentazione delle attività imprenditoriali e

dall ' incremento della produzione giuridica di cittadini irregolari senza tutele

lavorative.

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219

E' all ' interno di queste logiche che allora si possono leggere quelle

difficoltà al pieno adempimento di quei diri tti umani tanto proclamati nel

Secondo dopoguerra, quando la presa di coscienza dell 'arbitrarietà della

crudeltà umana ha inneggiato ai diritti di un uomo universale. L'unica forma

di socialità riconosciuta a queste presenze invisibili è nella malattia e nella

sua cura. E' qui che entra la medicina come valletta di Stati particolarmente

attenti alla propria salute economica, per cui elargisce cure essenziali, urgenti

e preventive a quei corpi sfruttati per renderli di nuovo immettibili nel

mercato informale.

Ecco che allora anche le legislazioni attuali, sia internazionali che

nazionali, tendono a riconfigurare l 'esistenza del migrante intorno a questi

due poli: lavoro o cure. Il progressivo inasprimento della regolamentazione

per gli ingressi generano, infatti , una facilitazione nell 'assunzione dello

status di irregolare con l 'ovvia espropriazione di tutti i diritti civili , politici e

sociali, salvo quelli legati alle cure, nel rispetto di una logica umanitaria.

Se chi entra irregolarmente è certamente consapevole della propria

posizione, nelle narrazioni mitiche dei connazionali già emigranti , questa

verrebbe comunque sanata e regolarizzata in seguito, e rappresenterebbe un

piccolo prezzo da pagare per ottenere però condizioni lavorative accettabili e

buoni guadagni. Se questi racconti sono determinati dalle particolari

aspettative legate al processo di migrazione da parte della società d'origine,

dall 'altro le reali condizioni in cui il migrante viene a trovarsi vedono un

ingabbiamento nell ' irregolarità, da cui non solo è difficile uscire, ma è troppo

facile ricadervi.

Le dinamiche patologiche che interessano i migranti irregolari hanno un

radicamento profondo nelle politiche economiche del nostro Paese. Il corpo

porta i segni di un'irregolarità che da consapevole diviene imposizione e di

forme di socialità negate, all ' insegna dell 'esclusione e della subordinazione.

La loro esistenza è allora imbrigliata in una sofferenza incorporata nella

forma di malattia, come risultato di quella che Farmer (2006) definisce

violenza strutturale, ovvero quella violenza che è frutto di una particolare

organizzazione sociale di cui sono evidenti i prodotti , ma non le

responsabilità, è una violenza indiretta che espropria i soggetti della propria

capacità di azione. Tuttavia è proprio in questa presa dei corpi all ' interno di

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220

forze sociali egemoniche che la malattia viene a costruirsi come critica di

quella stessa società e come pratica culturale (Scheper-Hughes, 2000),

all ' interno della quale emergono nuove forme di esistenza ed inedite modalità

di vivere nuovi spazi della socialità che si realizzano come dinamiche di

contropotere (Comaroff, 2006).

La biomedicina e l 'assistenza sanitaria divengono i nuovi spazi abitati

legittimamente dai corpi irregolari, essi così vedono riconosciuti i propri

diritti solo nella sfera della salvaguardia dell 'esistenza biologica, anche se

sempre in forma differenziata. E' lo spazio ambulatoriale a rappresentare

allora l 'unico campo di rivendicazione della propria esistenza.

Il diritto alla salute, tuttavia, si pone in stretta consonanza con le

politiche statali: la medicina e la sanità divengono di fatto degli strumenti

funzionali al controllo dei corpi e al loro sfruttamento economico. Fassin

(1996) porta, infatti , a problematizzare anche le politiche della cura e a

considerare la salute e la sanità pubblica come spazi di costruzione culturale,

ma anche politica. Lungi dall 'essere azioni neutrali le pratiche di cura e di

presa in carico si realizzano come produzioni sociali che pongono in essere

determinate forme di esistenza, funzionali alla perpetuazione di certi

meccanismi economici che vedono nello sfruttamento e nelle disuguaglianze

la massimizzazione dei propri profitti . Lo spazio politico della sanità

pubblica si realizza infatti , secondo Fassin, con quel processo di

pacificazione dei corpi realizzato attraverso l 'acquisizione dell 'uso legittimo

della forza da parte di uno Stato accentratore; e la violenza, lungi dall 'essere

eliminata, non si inscrive più cruentemente sui corpi, ma subdolamente

attraverso un ordine politico ed economico che crea esclusione e

disuguaglianza. La medicina allora subentra a lenire le ferite inferte da

determinate strutture e ordini sociali.

Allora anche il Sokos andrà inserito all ' interno delle dinamiche di potere

e dei discorsi posti in essere dalla biomedicina, nonché nel quadro delle

politiche sociali ed economiche italiane.

Il Sokos, infatti , come ambulatorio medico, fonda il suo intervento

sull 'analisi eziopatogenetica della biomedicina, riproponendo quell 'approccio

riduzionista e desocializzato che supporta determinati assetti di potere,

portando a mistificare le responsabilità sociali della sofferenza inscritta nei

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corpi dei migranti. Tuttavia al suo interno si apre uno spazio di negoziazione

tra operatori e pazienti che pone in essere una ridefinizione dell 'attività

medica. Essa infatti è una medicina orientata verso il paziente, umanizzata,

intesa come tensione all ' incontro e alla comprensione dell 'altro e allo stesso

tempo è una medicina socializzata, in quanto attenta ai determinanti sociali

che entrano in gioco nella manifestazione dei disturbi. Anche per questo

allora Sokos viene riconfigurato dai pazienti stessi con una valenza che va

oltre il mero intervento biomedico, esso diventa infatti i l luogo del

riconoscimento sociale altrimenti negato e delle denuncia, ma rappresenta

anche la via di accesso ad una parte della modernità occidentale quale è

l 'efficienza delle cure e delle tecnologie mediche.

Dal punto di vista sociale, però, il Sokos gioca un ruolo particolarmente

ambiguo: esso si colloca appunto come “custode” della salute, cercando di

garantire assistenza medica di base gratuita ad una fetta di popolazione che

rischierebbe di rimanerne esclusa, ma dall 'altro lato esso fornisce un servizio

dedicato e specifico che non fa che covare in sé una logica escludente. E'

difficile in Sokos riuscire a stabilire quindi il l imite tra accesso facilitato alle

cure e dinamiche discriminatorie. Se esso nasce, negli intenti, come ponte per

l ' integrazione all ' interno del servizio sanitario nazionale (nei limiti delle

prestazioni stabilite), in realtà la sua medicina così efficace e adatta al

trattamento di questa fascia di popolazione, rischia di minare l ' integrazione di

quest 'ultima nella sanità pubblica, che invece prevede un accesso e un

approccio ancora piuttosto ostici verso i migranti. Il rischio è quello di creare

una nicchia di protezione che nasconde la portata sociale ed eversiva della

malattia dei migranti, permettendo che l ' istituzionalizzazione dell ' irregolarità ,

prodotta da assetti legislativi restrittivi , sia funzionale alla perpetuazione di

forme di violenza strutturale, fomentando la mancanza effettiva di

integrazione nei servizi, ma garantendo la loro cura.

Inoltre la natura volontaria di Sokos connota l 'assistenza medica di un

carattere solidale che porta ad una percezione della salute nell 'accezione di

concessione, più che di diritto, garantendo che una parte scomoda della

popolazione riceva cure ad un costo limitato per l 'ASL. La sua apertura

all 'accoglienza e alla comprensione della sofferenza tutta, di fatto rischia di

fondarsi su quell 'ethos compassionevole che si contrappone e si accompagna

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222

contemporaneamente alla ragione securitaria, impedendo di andare a scovare

le cause della sofferenza stessa (Fassin, 2006).

C'è un connubio profondo tra quello che si è definito come

politicizzazione dei corpi, attraverso dispositivi di controllo e di sicurezza, e

la medicalizzazione dell 'esistenza umana, in quanto la biomedicina viene a

costituire proprio una delle tecnologie del potere attraverso cui poter celare

meccanismi egemonici in modo più dolce e meno cruento. Ecco che al lora al

progressivo restringimento delle possibilità di ingresso e all ' inasprirsi delle

norme sul soggiorno si accompagna questa apertura alle possibilità di cura.

Ma anche queste ultime continueranno a vedere una difficile implementazione

fin quando l ' immigrazione sarà vista con gli occhi della paura e

dell ' insicurezza, fino a che la presenza irregolare sarà interpretata come una

responsabilità univoca dello straniero, fino a quando la sua esistenza verrà

desocializzata e la malattia individuata come frutto di condotte di vita

scorrette. Continueranno in questo modo a mantenersi fertili quelle aree

grigie dell ' intolleranza e della discriminazione anche rispetto al diritto di

cura e quest 'ultimo elargito come segno di benevolenza e di umanità di una

società di accoglienza che si fa carico della sofferenza del mondo.

Ecco che allora il ruolo di Sokos va ridefinito politicamente come spazio

di denuncia attiva, volto non solo a garantire un accesso equo alle cure, ma

anche a rompere il velo di silenzio sulla produzione sociale dell ' irregolarità e

sui costi umani che essa produce. La malattia non è legata a processi

migratori illegittimi od erronei, in quanto è proprio la migrazione stessa a

narrare già delle disuguaglianze sociali ed economiche tra aree diverse del

mondo, dove queste non sono accidenti iscritti nell 'ordine naturale della

realtà, ma frutto di un'azione umana che crea frange di esistenze vissute a

metà. Queste stesse azioni vengono di fatto riprodotte all ' interno delle società

di accoglienza per il mantenimento di un ordine economico e sociale ben

precisi, allora la malattia va slegata da una dimensione fatalista così come da

una colpa insita nel migrante: essa ha le sue radici nelle forme egemoniche di

potere che creano forme differenziali di umanità.

I corpi dei migranti allora permettono di portare alla luce come le nostre

società pacificate siano ancora capaci di imporre subdolamente violenza, dove

anche le istituzioni di cura nascondono giochi perversi di perpetuazione della

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223

sofferenza: offrendo i loro antidoti sanano e zittiscono un dolore sociale che

reitera se stesso collocandosi sempre tra sfruttamento lavorativo e malattia.

Se slegata da un ordine di produzione sociale, quanto più la malattia si

insedierà nei corpi, in quanto unica espressione immediata della sofferenza

inflitta, tanto più ne saranno considerati responsabili i migranti come orda

incolta ed incivile che viene ad espropriare le nostre risorse sanitarie. Ecco

che allora la prospettiva potrebbe ribaltarsi e lo sfruttamento economico di

migranti usurpatori apparire anche legittimo ed una giusta conseguenza per

una società tanto legata al suo amato PIL.

Allora il tentativo di questo studio, come ogni approccio antropologico,

è stato quello di fornire un modo di ripensare il processo migratorio per come

esso si inscrive nel corpo dei migranti e non solo su come l ' immigrazione

impatti sulla realtà sociale. Lo spazio dedicato all 'esperienza di malattia ha

cercato di mettere in luce come il dolore di questi corpi migranti si inscriva

in un tessuto narrativo a più dimensioni, che rischia di essere schiacciato se

interpretato con il solo sguardo biomedico. La sofferenza sociale come

malattia, esclusione, vessazione, si radica in economie globali asimmetriche,

nella naturalizzazione di status socialmente prodotti , nella depoliticizzazione

e desocializzazione dell 'esistenza, nella riduzione dell 'uomo politico in corpo

biologico.

Leggere lo spazio di Sokos alla luce di questa interpretazione della

malattia e delle dinamiche sociali che vi stanno alla base, non sarà risolutivo

delle problematiche emerse, ma può aprire diverse possibilità di intervento

sul campo e forse anche solo offrire l 'opportunità di pensare modi diversi di

abitare la nostra società.

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1

APPENDICE

Le interviste di seguito riportate sono state svolte nell’arco di circa 10 mesi: dal giugno 2008

all’aprile 2009. I soggetti intervistati sono stati raggruppati in tre categorie: i migranti,

pazienti di Sokos; il personale volontario Sokos, medici e operatori di accoglienza;

rappresentanti di alcune istituzioni locali. Le interviste sono poste per ogni sezione in ordine

temporale.

I migranti intervistati sono 20, di cui 9 uomini e 11 donne, di diversa provenienza, con una

preponderanza dall’Est Europa ed un’età che oscilla dai 20 anni ai 60 anni

Il personale di Sokos intervistato è composto da 5 medici e 3 operatori dell’accoglienza, che

operano da più tempo e con più assiduità nell’associazione.

Tra i rappresentanti istituzionali si sono scelte le cariche preposte alle programmazioni

inerenti alll’immigrazione e all’assistenza sanitaria nell’area bolognese: Responsabile dei

servizi sociali del Comune, Assessore provinciale alla Sanità, Assessore comunale alla Sanità

e alla Comunicazione, ex Responsabile del Progetto per l’assistenza sanitaria agli immigrati e

alle popolazioni deboli, Responsabile degli ambulatori specialistici dell’ ASL Bologna Nord

e della convenzione ASL-Sokos.

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2

INTERVISTE AI PAZIENTI SOKOS

Intervista 1. Svolta nel giugno 2008

N. è un uomo di 40 anni, viene dalla Moldavia. E' in Italia dal 2003 e lavora in nero in un

cantiere edilizio. E' la prima volta che viene in Sokos per dei dolori diffusi.

F.: N., ti va di raccontarmi come mai sei venuto in Italia?

N.: Perché non avevo la casa, padre è morto e madre è morta, sono da solo, ma ho una moglie e due

figli. Per questo sono qui, per guadagnare, lavorare, fare un po' di soldi per fare una casa, per stare

un po' comodo come tutti

F.: In Moldavia non c'è lavoro?

N.: C'è lavoro ma si paga poco, davvero poco. Non si può comprare niente: solo compri un vestito

per i bimbi,i libri e solo questo. Credimi solo questo. Non riesci a fare una casa, mai.

F.: Tu vivevi in affitto o in casa tua?

N.: Ho la casa vecchia di mio padre, vecchia vecchia che cadeva tetto, ci pioveva dentro.

F.: E non potevi nemmeno aggiustarla...

N.: Se non ho soldi come posso aggiustarla. Se aggiusto, solo per comprare ci vuole tanti soldi ed io

devo prendere da mangiare per i bimbi, sennò non gli riesco a comprare mangiare. E' questo il

problema

F.: In Moldavia hai sempre lavorato?

N.: Sempre, sempre. Sono andato anche a Mosca a lavorare, ma non guadagnavo. Mi prendeva la

polizia, ti lasciava da una parte e mi prendeva un altro...

F.: Perché ti prendeva la polizia?

N.: Perché ero senza documenti

F.: Anche lì eri irregolare?

N.: Ero irregolare, si, ma chi ti mette in regola? Non sai dove andare, nessuno ti vuole mettere in

regola, e così vai avanti. Se ti prende un poliziotto ti chiede documenti, se non ce li hai ti chiede

soldi. Se hai soldi tu dai. O dai sennò ti porta in questura. Io lasciato soldi e lui ti lascia 500m

avanti, poi chiama un altro e viene un altro, così fino a che ti prende tutti i soldi. Sono stufo che

avevo fatto 500-600 dollari in mezzo anno, sono andato a prendere letto alla stazione dei treni e mi

ha preso questi mascherati, poliziotti che si mettono una maschera, un cappello così che tu non

conosci, loro ti chiede documenti, se non ce l'hai loro ti controllano tutte le borse; se dici che non

hai i soldi ti trovano i soldi e prendono metà. Se non gli dai metà vai in questura e ti prendono tutto.

Ma io dovevo partire con treno, prendere e biglietto e loro mi prendevano in giro. Poi si prende

metà soldi e mi porta a lui fino a treno, poi ti prende un altro poliziotto e ho finito soldi. La vita è

molto peggio lì, così ho rischiato e sono venuto qui con 4000 euro, che ho preso a percentuale, che

crescono di più, per venire qua e lavorare...e così è la vita...

F.: Sei riuscito a ridarli?

N.: Si li ho ridati, li ho presi da mio cognato, prima da mio cugino e poi mio cognato. Ma quelli

voleva tanto che passa più tempo e cresce di più soldi. Io ho preso da mio cognato e ho dato a

quello. Io ho un cognato a Orvieto, qui.

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3

F.: E quindi sei arrivato in Italia. Pensavi di trovare un lavoro migliore?

N.: Ma qui è migliore perché ci sono pullman, ci sono tanti ogni cinque-dieci minuti, ma da noi

quando passa tu non sai, fra due-tre ore, poi se non passa vai a piedi.

F.: Tu sapevi già in Moldavia com'era qui in Italia, avevi chi ti raccontava della vita qui?

N.: Mio cognato e cugini. Io ho detto che mi davano una mano e mi hanno preso loro quando sono

arrivato. E' arrivato cugino e mi ha preso con lui e mi ha dato da mangiare, non mi lascia fuori.

F.: Vivi ancora con lui a Bologna?

N.: No, con un altro. Dividiamo l'affitto e stiamo tutti insieme, con la sua famiglia, lui ha bimbo e

io ho una stanza. Per pagare tutto questo, lei non lavora, sta a casa con bimbo, e si paga tanto così

ho preso io e c'è anche la mia moglie.

F.: Tua moglie ti ha raggiunto?

N.: Si, io ho lavorato, ho fatto un po' di soldi ed è venuta qui. Non si può vivere così lontani, lo sai,

lei è gelosa. E così è la vita, devo passare tutti questi momenti. Ho dato anche a lei 4000 euro e lei è

venuta qui.

F.: I figli?

N.: Sono a casa, in Moldavia, con suocera, con madre di mia moglie.

F.: Come vivi qui in Italia?

N.: Mah...ho un po' di paura per poliziotti, controlli. Ma se lui (si riferisce al datore di lavoro) non

vuole fare documenti non è colpa mia o colpa vostra, della polizia, se la legge è così...Quando devo

fare soggiorno, è dal 2003 che gli ho detto di fare soggiorno e lui: “Si si, si si”. Io sono andato alla

Camera del Lavoro, ho preso documenti, fogli per fare documenti. Lui : “Si, ti faccio, ti faccio,

vado in questura. Ci devo andare, ci devo andare.” Così fino a che non è finito, c'è un tempo queste

domande. E finito il tempo che fai? Lui dice: “Aspettiamo, aspettiamo.” Io così aspetto che fa

documenti.

F.: Da quanto tempo è che non riesci a metterti in regola?

N.: Sono stato due anni, poi mi ha preso la polizia e sono tornato a casa. All'inizio è andata così che

lui (si riferisce al datore di lavoro) mi ha dato un appartamento a San Benedetto, perché anche lui

abita lì e poi sono venuti quelli di là, la polizia, alle 6 di mattina. Loro sapevano quando io uscivo di

lavorare, chi glielo ha detto allora non lo so. Hanno trovato mio cognato con me e la mia moglie. La

sua moglie era qui, lavora in Bologna. Così ci ha presi tutti e due e ci ha mandato a casa, ma sono

ritornato di nuovo. Sono andato in Romania e loro mi hanno detto che mi porta qui e mi hanno

portato qua.

F.: Hai pagato di nuovo molti soldi?

N.: Eh...così è la vita.

F.: Per quale motivo sei venuto al Sokos?

N.: Per il rene, è malato, ma non lo so che c'è dentro, ma fa molto male così sabato ho iniziato a

mettere una fascia di gomma che tiene un po' : quando sei malato metti quello, la schiena stringe e ti

tiene un po'. Però sento di più male.

F.: Il problema è iniziato qui?

N.: E' iniziato qui perché io prima non prendevo caffè, mai. Quando sono venuto qui ha iniziato

mio capo con caffè: uno-due-tre. Ma si inizia con uno, poi dopo lui portava tre-quattro-cinque. Io

prendevo ma non sapevo che poi cuore va via.

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F.: Ti fa male anche il cuore?

N.: C'è il problema che è come se si blocca, sai. Si ferma, non circola, e mi fa molto male. Ma io

non sapevo era caffè.

F.: Chi ti ha detto che era il caffè?

N.: Non lo so, io penso, perché vedo che quando prendo tanto caffè il cuore mi fa male. Se ne

prendo uno-due ok, ma se ne prendo quattro-cinque fa male.

F.: Sei andato dal dottore per questa cosa?

N.: No, così poi passa, una ora e poi passa. Se mi fa male, vado così avanti a lavorare. Lui senza

me...

F.: Hai un ruolo importante all'interno di questa impresa?

N.: Io sono uno specialista. Sono geometra, faccio i livelli, tutte cose, sai? Il geometra (quello

ufficiale del cantiere) non fa niente, sta in ufficio e io faccio il suo lavoro senza prendere niente. Io

prendo quello che passa la ditta...E così è la vita. Se vuoi guadagnare vai avanti come un maiale.

Noi lavoriamo così, ma io volevo una cosa un po' più comodo, no urlare. Ti faccio lavoro, ma lui (il

datore di lavoro) vuole sempre di più. Se c'è lavoro in un appartamento, lui vuole due, tre

appartamenti al giorno per guadagnare di più. Però a noi ci dà sempre lo stesso. Anche quello fa,

perché lui a fine mese paga a giornata, non paga a ore. Fai tante ore, ti alzi alle 3 per andare a

Milano, alle 4 si parte, fai colazione e alle 7 sei a Milano, sei pronto a lavorare in un cantiere.

Quindi per arrivare a casa, finisci alle 5-6 e poi torni a casa che lavori sempre 10-11-12 ore al

giorno. Ma lui paga a giornata 50 euro.

F.: Sono tante le ore di lavoro.

N.: Ah...non mi interessa, è andata così : ho lavorato tanto e il lavoro è molto pesante

F.: Questo lavoro così pesante e duro...(mi interrompe)

N.: E ma sono caduto giù, scusa, sono caduto giù. Andavo per strada, così, e sono caduto giù.

F.: Sei svenuto?

N.: Sono svenuto, mi guardavo in giro, mi guardavano quelli che passano: mi sono alzato e sono

andato a casa a dormire, a mangiare qualcosa. Non riesco a mangiare con lui (si riferisce al capo),

lui non ci dà mai da mangiare. Se ti prende un caffè, due, tre e una coca-cola, che ti gonfia, e vai a

lavoro. Se ti prende a mezzogiorno un panino, è piccolo così, che non ti fa niente. E quello per tutta

la giornata. La mattina colazione e poi a mezzogiorno quel panino e la coca-cola che ti gonfia. E

lavoro, lavoro, troppo lavoro. Poi lui urla sempre come un cane, urla: “Voglio, veloce, fai, dai, vai

di là, porta quello” Non stai fermo un minuto. Chi fuma, fuma lavorando, io mangiavo e trasportavo

le cose. Non c'è pausa, neanche cinque minuti. Se tu lasci, lui dopo inizia : “Vieni qua dai!” E' così

che fa gli europei? Mai ho avuto un'ora di pausa a mezzogiorno.

F.: Hai mai provato a chiedere la pausa?

N.: A chi? A lui? Lui ti manda a casa e sei senza lavoro. Lui per queste cose ti lascia a casa. E poi ti

fai 50 euro in un giorno di lavoro.

F.: Pensi che il tuo problema al rene sia dovuto al lavoro?

N.: E' pesante il lavoro, forse sono i muscoli...devo guardare, perché io preso anche la meningite.

F.: Qui in Italia?

N.: Si, poi sono tornato a casa e ho fatto punture, tanti soldi, eh...un po' e andavo via di questa

vita!C'è una signora, un dottore, che capisce, ma ce ne sono pochi in Moldavia. E sono andato

all'ospedale centrale da noi, come qui Roma. Quelli mi hanno fatto subito la puntura e sono stato un

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mese lì e poi a posto. Qui in Italia ho preso la meningite forse per questo lavoro, urlare sempre,

arrabbiare.

F.: Pensi quindi che questo lavoro ti faccia male, ti abbia fatto venire questi problemi...

N.: Come no. Adesso io faccio lei innervosire tutti i giorni, poi vedi come ti senti. Ti senti bene?

F.: No, ma lo so, immagino.

N.: Inizia la schiena, poi anche la mente...la testa va via.

F.: Anche i tuoi connazionali hanno i tuoi stessi problemi?

N.: C'è un amico che adesso con piede ha problema. E' salito su un piano con gli strumenti per

spaccare i vetri e ora il piede è, come ti spiego...non è rotto...

F.: E' slogato?

N.: E' slogato, si è piegato. Adesso, sta male, si è gonfiato e non riesce a lavorare e non riesce a

camminare. Non può lavorare e sta a casa. Ora lui non paga niente, è in nero anche lui. E adesso

devo pagare il dottore, ho fatto vedere adesso un documento e deve andare cinque giorni ancora dal

dottore e devo pagare 135 euro, poi altre 50 euro non lo perché. Perché sono diversi dottori, ce n'è

uno, un altro e lo devo pagare. Questo ragazzo paga, ma è capo che deve pagare. Guadagno poco,

anche devo pagare il dottore. E di mangiare non ti compra mai in questi quattro anni, una volta solo

mi ha portato al ristorante. Ma quando lui ti prende a lavorare il mangiare va via tutto (intende dire

che consuma velocemente quello che mangia), non riesci, è pesante. Così noi prendiamo di

mangiare di casa: salame, qualcosa così. Tutti i giorni portiamo da mangiare con noi. E così ha

imparato lui che non spende i soldi.

F.: Tu ora stai male e come fai per il lavoro?

N.: Io sto male e lui sempre mi chiama: “Sei a posto, cosa ha detto? Vieni a lavorare.” Ma io devo

guardare la mia salute, magari un giorno, due. Ma lui ti chiama sempre a lavorare. Lui è anziano,

ma è furbo.

F.: Quale pensi sia la soluzione per questi tuoi problemi?

N.: Non lo so, dipende dal dottore, io pago tutto quello che devo pagare, se devo comprare

medicina la compro io, non è che la compra lui. Io mi devo pensare da solo della mia salute, non è

che pensa lui. Lui mi deve dare da due-tre mesi soldi e lui mi porta 200-300 euro. Ma io adesso se

voglio andare a casa ho tanti soldi da prendere, sono quasi al terzo mese. Io come specialista prendo

di più, devo prendere 8000-10.000 euro per tre mesi, e come li prendo io adesso? Lui non me li dà,

io adesso lo voglio denunciare...

F.: Quanto ti paga al mese?

N.: 3000 al mese.

F.: E’ tanto!

N.: Ma io lavoro, e poi non meli dà, mi dà 200-300 euro. Cos'è questo? Io non vedo niente. Non si

prende in tasca niente.

F.: Lui che motivazione ti dà?

N.: Lui dice: “Aspetta il 10, aspetta il 10”. Ma il 10 di quale anno? Va bene che ce la mia moglie

che pulisce, fa le ore, le pulizie qui a Bologna.

F.: Lei come sta?

N.: Anche lei malata. E' caduta giù, ma è andata dal dottore di famiglia di dove lavorava, ha fatto un

controllo e ora prende analisi di sangue. Adesso è in malattia, ma le danno una mano, non è come

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lui. Sono più buoni, più gentili. E' così dappertutto, lo sai, ci sono in Italia ma anche da noi i cattivi.,

dappertutto. Io ora lo sopporto così, però se non mi dà soldi, lo devo denunciare. Come prendo io

questi soldi? Io ho bisogno di questi soldi. Lui forse non ci fa niente, per lui sono spiccioli, ma per

me non sono spiccioli, perché devo pagare affitto, devo mangiare, e devo mandare i soldi ai ragazzi

che mi fanno la casa in Moldavia, che lavorano. Devo anche comprare anche tutti questi materiali.

F.: Hai già iniziato a fare la casa?

N.: Si, l'ho coperta, ma c'è ancora da fare: dentro, i mobili e poi fuori non ho fatto niente ancora.

Ma così non riesco, se non mi paga lui non riesco a fare niente. Sono quattro anni che lavoro come

un cane, come un cane si lavora. E' una vita da matti. Quando si va in cantiere, quando inizia a

urlare, tutto cantiere si ferma e guarda noi, tutti tutti. Non lo so, mi vergogno anche io, ma lui non

ha vergogna, non si vergogna mai: urla urla.

F.: In cantiere ci sono anche italiani o siete solo stranieri?

N.: Non prende mai italiani. Solo adesso prende uno che lo conosce, ma italiani lui non prende

perché italiani non lavorano così. Solo stranieri vanno veloce e fanno questo lavoro sporco. Sono

arrivati rumeni che lavoravano un giorno e andavano via, perché non volevano lavorare così.

Questo è lavoro? Senza mangiare a mezzogiorno? Ci sono giorni che non mangi a mezzogiorno.

Anche acqua, se vai a bere un goccio d'acqua lui ti chiama: “Vieni qua, dai vai di là, prendi quello,

metti quello”. Sei sempre impegnato che non riesci nemmeno ad andare dal dottore per guardare,

per fare un controllo, per prendere medicina, chiedere qualcosa: niente, niente.

F.: Adesso ti sei preso dei giorni?

N.: Io non ci vado più a lavorare finché non mi dà i soldi. Io voglio tornare a casa. Basta questo

lavoro è finito, torno in Moldavia, ma devo prendere soldi, se non mi dà soldi..Faccio come fa lui, il

furbo. Lo denuncio e basta. Che devo fare?

F.: Ma tu sei irregolare come fai a denunciare?

N.: Prendo avvocato e chiedo che devo fare, che manca. C'è mia cognata che conosce avvocato per

stranieri vicino alla stazione. Se mi dà soldi così, non lo denuncio. Se lui è così che devo fare?

F.: Pensi che starai meglio in Moldavia?

N.: Non posso andare avanti così, sono malato. Io non riesco a respirare: se sto così sulla sedia e poi

mi alzo mi fa male. Non riesco ad alzare. Se sto seduto, devo stare seduto, se sto in piedi, devo stare

in piedi. Mi fa male. Non lo so che c'è, ma devo guardare

F.: Mi dicevi prima che pensi ti sia caduto il rene?

N.: No, mi pensavo io così, perché sono così ,magro che forse mi pensavo che era caduto giù. Sono

così magro e mi fa male. Mi pensavo io così, non è che è caduto. Io non lo so, ma un amico mi ha

detto che se era caduto io non camminavo neanche, non andavo da nessuna parte

F.: Scusa, ma come fa a cadere un rene?

N.: Ma quando sei magro magro, dove si tiene lui?Non è che cade, si lascia giù e ti fa molto male,

non riesci a fare niente. Ma lui ha detto che se era questo io non riuscivo a camminare, ad andare da

nessuna parte. Forse ho le pietre.

F.: Le pietre?

N.: Forse, se mi fa male, cos'è?

F.: I calcoli...

N.: Ah i calcoli...io non conosco bene tutto il parlare.

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F.: Ma nemmeno io conosco tutto, non ti preoccupare. Come sei venuto a conoscenza del Sokos?

N.: Con questo ragazzo che si è rotto piede. Lui mi ha detto di venire qua.

F.: Ti vuoi curare qui in Italia?

N.: Si, perché qui c'è più specialisti. Penso io così, i dottori europei conosce più meglio che da noi.

Ci sono anche da noi, da qualche parte, ma devo cercare.

F.: In Moldavia come vi curate se state male?

N.: Vado in ospedale a fare un controllo, ma devo guardare quale ospedale, perché dove sono io in

mia regione quella che prende il sangue con siringa trema la mano. E' ubriaca. Lei non vede la vena,

io faccio così (simula l'apertura e chiusura della mano per favorire l'ingrossamento delle vene) e lei

non vede la vena? Mi ha legato con quel laccio, e non vede la vena? Dammi la siringa che faccio io

da solo.

F.: Vi curate anche in altri modi?Con le erbe?

N.: Le erbe si. C'è uno che li fa e che ti spiega come si prende, ma lo devi cercare. Ma se non hai la

macchina, non hai niente, come vai? Vai con pullman, ma con pullman arrivi fra due-tre ore.

F.: Tu non hai la macchina?

N.: No, volevo comprare qui. Sono anni che sono qui e adesso mi paga di più, ma non mi paga, lui

è così.

F.: Tu ora pensi di curarti qui e di aspettare che ti dia i soldi per tornare in Moldavia, quindi?

N.: Se mi dà soldi ancora resto. Sennò come prendo io questi soldi. Sono tanti soldi per me.

F.: Sei già andato da un avvocato?

N.: No, voglio andare. Lui mi ha detto di aspettare il 10, il 10 è già passato. Allora lui mi ha detto

aspetta fino al 26. Se il 26 non vedo soldi, vado da avvocato, ce l'ho numero, lo cerco, prendo

appuntamento e vado a chiedere. Se posso fare qualcosa lo faccio. Per questo succede in Italia tutti

questi casini: io devo fare qualcosa. Se loro ti prendono a lavorare e non ti pagano, tu devi fare

qualcosa, no? O mi da i soldi o gli spacco tutti i vetri, vado al magazzino. Tanto la polizia non fa

niente. Ti fa arrabbiare così che gli spacchi la testa.

F.: Così è peggio.

N.: Lo so che è peggio, ma avvocato non fa niente. Ho preso avvocato, 800 euro e non ha fatto

niente, niente. Io l'ho pagato non mi interessa, ma basta che mi dà lavoro, che mi fa documenti, che

mi fa qualcosa. Quando dovevo fare la domanda per documenti, lui mi ha messo in un computer. Io

gli ho detto fai qualcosa, non mi lasciare qui per un anno. Io ci ho bimbi a casa. Lui mi ha chiesto

1000 euro, io gli ho pagato 800. Lui mi dice, quando tu mi dai tutto facciamo, ma io non ho visto

niente. Quando vedo qualcosa gli do 200 euro. Se mi prende la polizia io poi chiamo te. Ho pagato

800 euro...e lui mi ha messo in un computer. Lui mi ha messo in un computer per domanda e 800

euro è andato via così. E' così la vita...

F.: Mi dispiace N., però ci sono soluzioni con altre associazioni...

N.: Ok, poi vedo...

F.: Grazie N.

N.: Prego.

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Intervista 2. Svolta nel giugno 2008.

K. è un ragazzo di 25 anni e viene dal Marocco. E' in Italia da 15 anni, ma è ancora irregolare

e ha svolto lavori saltuari. E' in cura al Centro di salute mentale di Bologna. E' venuto al

Sokos solo per ottenere una certificazione medica.

F.: K., ti va di parlarmi del tuo arrivo in Italia: come e da quando sei arrivato qui?

K.: Io avevo 10-11 anni quando sono arrivato in Europa. Era questa l'età. Ero in Marocco e avevo

mia sorella che viveva all'estero e io stavo bene anche a casa mia. Giusto non mi piaceva la scuola

per vari motivi, perché da bambino, a sei anni, sono stato picchiato da un professoressa. Infatti non

mi ha picchiato neanche, non è arrivata...mi ha minacciato con il bastone, io mi sono alzato, l'ho

colpita in viso e gli ho fatto tre punti, ecco. Dopo mi sono studiato fino a una certa età, poi sono

venuto a respirare l'aria d'Europa, di vedere un po' la mentalità, ma non per altro,

veramente...Almeno io sono così. E niente...dicevo che mia sorella viveva a Londra, in Turchia, in

Italia. Dopo che ho capito che era in Italia, mi sono fatto una decisione di venire anche io in

Europa. Solo che ho scappato diverso da altri ragazzi che vengono qui in Europa con le navi

piccolini, camion, autotreni. Ci sono tanti modi, ma rischiano la vita moltissimo, veramente. A me

quando mi raccontano cose così mi sorprende. Io ho fatto la cosa anche più pulita, diciamo, mi sono

preso un aereo da Marocco, da Casablanca a Madrid, Madrid-Germania, da Germania dopo S.

Paolo, dopo S. Paolo mi sono stato dieci giorni, poi mi sono sceso a Madrid e non ci ho pensato due

volte, dicono: “Gli europeani di qua, gli stranieri di qua”. Io mi sono preso la fila e mi sono

spaccato in mezzo. C'era una catena, mi sono saltato la catena e sono andato dove girano le ruote

per valigie. Ho lasciato una valigia che non me ne fregava niente, ho preso il mio zaino e sono

uscito dall'aeroporto. Anzi all'uscita ho detto a due poliziotti “Bounjourn”, in francese “Bounjourn,

bounjourn”e sono uscito, ho preso il taxi. A Madrid mi ricordo erano bianchi. Sono andato a un

albergo, chiamo mia sorella, che è arrivata il giorno dopo, la sera. Mi ha preso e sono venuto a

Foggia, ecco. Sono entrato dalla Siviglia...E' stato piacevole la prima volta di fare il viaggio, ma poi

ho avuto dei problemi.

F.: Tu hai fatto tutto questo da solo?

K.: Si, mia sorella però mi ha accompagnato dalla Spagna fino all'Italia con la macchina, perché

c'era la frontiera francese, tra virgolette, ci hanno fermato, volevano farci il c..., però dopo è andato

bene. Però c'erano i controlli comunque abbastanza nell'autostrada perché delle volte fermano

perché questa ruota è sgonfia, perché altri magari...per motivi di loro, perché è il loro lavoro. E

niente...mi sono partito e sono venuto a Foggia, lì mi sono creati un po' di problemi: lavoro non è

quello adatto perché lavoro in campagna, no...Cioè io a casa mia sono nato anche perbene, non ho

mai avuto contatto con la terra anche a casa mia. Si mi piace vedere il verde, però lavorare io non so

niente. Infatti già due giorni sono rimasto, tre giorni mi sono stufato, mi sono andato a lavoro e

dopo è stato piacevole, adesso è stato piacevole, ma non adesso questo anno, ma da dieci anni

oramai, che era una cosa bellissima, ho capito il contatto con la terra, con la natura, toccare la terra.

Ti dà energia comunque, è una cosa che ti dà energia e prendi energia comunque allo stesso

momento. Anche la fatica di alzarsi alle tre di mattina, vai in campagna che c'è tutto buio, piove,

nevica, lo stesso lavoro...però è stata una bella esperienza, ecco, di tre anni, però...non è male.

F.: Ma eri piccolo...

K.: Si, ma lavoravo..Lavoravo, perché tu come mi conosci piano piano ti parlo solo di lavoro, sono

nato per lavoro. Infatti qui a Bologna mi sono fatto il metalmeccanico, il montatore di aria

condizionata, il parrucchiere. E' fighissimo a Bologna.

F.: E hai studiato?

K.: Ho voluto studiare qua almeno per scrivere e leggo, perché io leggo poco e scrivo anche male.

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Però quando ho avuto questa volontà di a andare a studiarmi, mi sono entrato e mi dicono: “Questa

è una forchetta, quella è una mano”. Mi fanno questi esempi che io lo so già...Ho detto: “Ragazzi

non voglio questo, voglio scrivere e leggere”. Però non l'ho seguito...era terza media praticamente...

Ma anni fa dico, non in questo momento...In questo momento...oramai alla scuola non ci penso per

il momento, perché ho problemi da risolvere prima e lo studio viene dopo. Uno può anche studiare

dopo, a 50 anni, basta che uno ha volontà. E mi sono partito, sono rimasto tre anni a Foggia e dopo

mi sono venuto a Bologna. A Bologna mi sono creati abbastanza dei problemi perché non ero

fumatore, non fumavo, non bevevo, ma non perché sono musulmano o qualcosa, perché io sono

berbero, ecco. Perché io ho origini berbere, i berberi non sono arabi, è un'altra popolazione del

Marocco che vive da 900.000 anni, che hanno fatto la guerra con gli arabi, la rissa diciamo, la

guerra è quella che c'è oggi con e bombe, ma anni fa ci sono i bastoni, le spade...Niente...hanno

fatto la rissa e adesso vivono nella pace...Io sono berbero di tutti e due i genitori, non sono arabo.

Niente...dicevo che mi sono stato tre anni, sono venuto qui a Bologna, però non ero fumatore, non

bevo, mi sono creato dei problemi dopo quando sono iniziato a fumare, perché ho avuto anche dei

problemi di spaccio di droga qua in Piazza Verdi. Per questo non mi piace stare qua, però a volte

anche sto....perché mi hanno sgamato che io vendevo al Kinki. Conosci il Kinki...Entravo lì e

facevo le mie storie...non in piazza a girare...al Kinki stavo lì con la ragazza americana che si

chiamava A., che era la mia ragazza e niente...mi sono usciti dei problemi con un borghese. Voleva

attirare, prendere la ragazza, non so...però io rischio perché sono spacciatore, senza

documenti...dammi un lavoro e vediamo chi lavora qui...Poi mi sono successi dei problemi da

minorenne: sono finito in comunità a fare, mi sa, la prova...quella cosa che mi sa si chiama la prova,

con le educatrici, gli operatori e questa cose qua...Mi sono fatto un anno, è andata positiva, la prova

è andata positiva, poi sono uscito, sono andato a casa mia. Anche il mio diritto, giustamente, lì

quando esci messo alla prova, positiva, bisogna di avere i documenti perché sono entrato minorenne

e sono uscito maggiorenne. Però non mi hanno dato questa possibilità, ed io mi sono fatto

comunque la mia vita privata da clandestino. E' quello che è stato il problema per me, non è altro.

Perché come mi arrivano i documenti sono già sistemato in Italia in tutto questo periodo. Però è

documenti che io non ho, che non ho...nel senso che io avevo del 2001 che io fatto documenti. In

tutti questi anni nel 2001 la sanatoria di Berlusconi, mi sono fatto i documenti, ma mi hanno dato

l'espulsione ritirato i documenti, mi sono fatto il TAR contro l'espulsione, m'hanno dato l'ok che

bisogna che rimango qui in Italia comunque perché è cancellata l'espulsione. Dopo sono andato a

Modena a ritirare il mio permesso perché lavoravo con un certo B., un cognome famoso in Italia.

Lavoravo con lui, lui è scappato in Svizzera, non so...con tutti i conti, tutti i soldi e mi ha lasciato

nella m….: nel senso che la questura ha bisogno di interrogarti, di come hai conosciuto questa

persona, come hai fatto...i motivi così. E lì mi ritira il permesso di un mese, dopo sacrifici. Dopo un

mese, non ho proprio nulla. Mi giravo da Modena vieni a Bologna, vai a dare di nuovo la pratica ai

bolognesi. A Bologna sono andato all'ufficio immigrazione vecchio, perché adesso hanno cambiato

anche la questura. Dopo ho chiesto perché non mi davano permesso, hanno letto via Bergamini che

era dove abitavo a Bologna e dicevano che era Modena. Questo nel 2004, io ho avuto il permesso

nel 2001...il modulo quello della posta, perché nel 2001 è uscita quella legge lì, che devi andare alla

posta per fare queste cose...Niente, sono andato lì e sono rimasto male, senza documenti...Mi prendi

per i fondelli: via Bergamini a Modena. Ma questi cosa pensano? Allora mi sono fermato a cercare i

documenti. Da lì è scaduto nel 2006 e da allora sono fermo. Ma io ho sempre lavorato, perché io

senza lavoro non ce la faccio.

F.: Sempre in regola?

K.: In regola. Nessuno ti fa lavorare in nero, magari trovo qualcuno che mi fa lavorare in nero.

F.: Perché vorresti lavorare in nero?

K.: Giusto perché non ho i documenti, una persona mi offre un posto di lavoro, con un pagamento

bene, mi offre un lavoro nero...io sono già nero di mio...(ride). Ma io non ho documenti e voglio

documenti come tutti perché io ho fatto sacrifici come pochi.

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F.: Perché da Foggia sei venuto a Bologna?

K.: A Bologna perché mi sono stancato un pochino lì...

F.: Conoscevi qualcuno a Bologna, sei venuto da solo?

K.: No, nessuno. Sono venuto da solo. Ho conosciuto un marocchino che pensavo un bravo

ragazzo. Gli ho detto: “Scusa dove posso trovare una casa?”. Mi ha detto: “Guarda, la verità, qua

solo si spaccia”. Perché quando sono arrivato io Bologna era un'altra, non era quella di oggi, che la

gente ormai ha conosciuto gli stranieri, possono discutere...anni fa non si poteva discutere: bella lì

come si dice qui a Bologna e nessuno ti conosce. Ma anche io sono fatto così...sono stato sempre

distante, da lontano, non mi piace creare gruppi, quelle cose lì...non mi piace. Mi piace stare da

solo. Il mio obiettivo ce l'ho nella testa: lavoro, lavoro, lavoro. Quello per me è importante. Le altre

cose sono poca roba...

F.: Tu quindi ti sei messo a spacciare perché non avevi altra possibilità?

K.: Si, ma non tanto. Io l'ho fatto per scherzo, nemmeno tanto per soldi. Perché i soldi li ho

guadagnati anche lavorando, perché mi pagavano la busta paga come un operatore, ance in nero mi

pagavano come uno che lavora da 15 anni, perché ho dimostrato che anche io ho la volontà di

lavorare. Io a casa mia non lavorerei mai, al massimo mi apro un negozio o guido il taxi, per come

sono rimasto a casa mia. Perché noi abbiamo quattro negozi e c'è anche il taxi che mi offerto mia

madre se rimango, perché avevo una macchina che ogni tanto guido, così piccolina, un cinquanta.

Ho anche una moto...Così mia madre mi ha detto: “Se vuoi rimani, ti faccio il taxi in Marocco,

guadagni il pane e piano piano vai lì. Io ero giovane e avevo fretta di farmi il mio salto in Europa e

io l'ho fatto. A un certo punto però, non ho sentito i miei genitori, perché da quando sono qui mi

sento che ho sbagliato. Non tanto per le persone che ho conosciuto, perché mi ha fatto piacere

conoscere chi ho conosciuto, ma per il fatto che uno non è troppo sistemato, perché io ce l'avrei a

casa mia una casa, lavoro, il mangiare...tua madre che ti fa la lavatrice. Questo io l'ho dovuto fare

per anni da solo. Forse per questo è meglio che uno si sposa...( ride).

E io ho cominciato a spacciare e dopo un mese mi hanno sgamato, perché il borghese mi dice: “Io

non ti conosco nemmeno che tu sei uno che vende”. Io me lo ricordo ancora lui, sono stato cinque-

sei mesi fa a salutarlo perché avevo dei problemi. Io conosco tutti i poliziotti di Bologna. Loro mi

conoscono, sanno che sono un fumatore, niente di più niente di meno. Perché?, va beh, io prendo il

fumo abbastanza, perché fumo ogni tanto, mi piace farmi una canna, ma non per fare male a

qualcuno, o mi sballo e faccio le cose ridicole. Per me è come la sigaretta. A casa mi prendevano in

giro dicevano: “Come è che il fumo, un cosa che esce, fumo , vapore...tu per il vapore paghi i

soldi?”. Prima per me fumare le sigarette e fumare le canne erano la stessa cosa, poi ho capito che

fa male al cervello, brucia il cervello e non è una cosa positiva. Lo so che non è bello e arriverà il

giorno che smetto. Però per il momento è così...

F.: Ma perché hai cominciato a fumare?

K.: Ma veramente così...a me non mi ha insegnato nessuno, però una volta mi ricordo che ero

ancora in comunità, perché ho passato un anno in comunità, ero lì e me l'hanno offerto, me lo sono

fatto da solo e dopo mi sono dimenticato tutti i problemi che avevo. Giuro, ma non per dimenticare,

cioè in quel momento non avevo nessuna visione, non ce le avevo come ormai adesso che è solo

pesante. Perché il fumo ti dà la prima volta, però dopo cambia, non ti dà lo stesso effetto due volte,

perché non è sempre uguale. E quindi dicevo che sono stato lì, però mi sono fatto questa canna e

mi sembrava che mi ero scordato tutti i problemi.

F.: I problemi erano legati al lavoro?

K.: Si, ma poi mia sorella mi ha seguito anche qui a Bologna. A Bologna mi ha seguito mia sorella

perché ero da solo, ancora minorenne, mi ha trovato una casa, un lavoro. Anche lei si è sistemata,

sta bene, adesso vive in Spagna, che anche lei ha fatto tanti lavori: dall'operatore all'agenzia

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immobiliare. E' arrivata a questi livelli perché lavora, è una in gamba, che gli piace imparare ed ha

volontà di dare una mano agli altri. Ora lei sta bene, è in Spagna, a Barcellona o Madrid. Non ci

sentiamo da molto perché sono successi dei problemi a me. Perché io delle volte mi sento le voci,

non so se hai presente cosa vuol dire “le voci”.

F.: Senti le voci nella tua testa?

K.: Si, sono dei messaggi, delle prese che ti arrivano, ma non perché il cervello ti manda quei

messaggi per colpa del fumo, anzi io alcune volte ho studiato il mio corpo, mi sistemo come yoga e

vedo queste visioni dove arrivano. Non lo so quando mi entra nel cervello, come ti guardo può

arrivare qualche messaggio.

F.: Chi ti manda questo messaggio?

K.: Mah...sono impazzito per questo, perché lo dici a qualcuno non può credere. Tante volte pensi

ai demoni, pensi all'umanità, pensi agli alieni, pensi tante cose e delle volte anche la natura, l'aria, le

stelle, la luna, le cose intorno...Allora lui ha un'energia, una carica assurda, veramente, le cose

intorno. A volte anche la luce, la guardi e ti dà carica...non lo so.

F.: E cosa ti dicono queste voci?

K.: Mah...cosa dicono...dicono che vogliono conoscerti tipo...Perché vogliono vedere cosa fai nella

vita. Delle volte dicono delle cose sulle persone prima di vederle, prima di conoscerle e ti dicono

questo e questo. E delle volte succede la stessa cosa con la natura, perché a volte la natura fa degli

scherzi assurdi...perché io mi sono impazzito per la natura, o anche con i santi. Per questo lo dicevo

l'altro giorno alla signora, ma non perché lo volevo dire, perché io veramente sono impazzito per

credere a queste cose...Perché per me è peace, è la civiltà che conta, non conta altro, non conta

l'aggressività, non conta che tu mi vieni a sfidare...No scusa, ma non ne voglio proprio sapere. Ma

non perché sono più migliore...No, no, non voglio proprio...come ho detto prima: bella lì! Perché

uno già è pieno di suo...Ma io veramente delle volte dico gli alieni, però è anche un rischio per me

stesso che amo questi alieni. Anche loro hanno detto che ci sono, però a me mi piacciono nel loro

viso, nel loro modo di fare...cioè io ci sto con loro...

F.: Ma tu li vedi?

K.: Oddio...questa è una domanda...No perché anche loro mi dicono che non posso dire delle

cose...veramente!Perché non prendano i ragazzi confidenza...non lo so. Ma io anzi delle volte mi

trovo delle cose in comune con qualche persona, con i ragazzi che sono riusciti a risolvere il loro

problemi, che hanno 50 anni, 60 anni, che ho parlato nella psichiatria, che hanno avuto più o meno

la stessa cosa...cioè la stessa cosa....non la stessa la stessa, perché sempre c'è un base di problemi.

Però quando hai tanti problemi ci sono quelli che vogliono vedere, che vogliono studiare quello che

hai intorno. Quando entri a studiare queste cose e ad avere i problemi, studiare....conoscere tutte le

cose interessanti nel mondo: la natura, le persone brave di chiese, moschee...non so...quello che c'è:

le persone brave, forti, i santi, guerrieri...che sono stati guerrieri e almeno sono finiti da uomini...o

da donne, cioè...non vuol dire...Ci sono tanti santi...tanti che mi piace anche a saperli. Io in

qualunque posto vado dico: i miei santi sono lì, perché ci ho parlato, ci sono diventato matto, che

pensavo che erano tra noi.

F.: Quando sono comparse queste voci?

K.: Adesso le voci mi vengono solo contro l'umanità, cioè non contro tutti gli umani, le persone che

vedi per strada. Perché io dicevo anni fa quando vedi una cosa negativa puoi cercare anche di farla

diventare positiva col pensiero, non con altro...vedi uno che non ti piace puoi anche cambiarlo a

positivo...dici: “quello comunque ha questi problemi, per quello ha fatto così”. Lo spieghi così a

modo tuo e puoi anche aiutare tu stesso, cosicché non ti ingrippi e lui non si ingrippa nel tuo

sguardo. Anche che lui ha sbagliato una, due volte con te che è una cosa negativa, la puoi diventare

positiva...E' un esempio e...non di più. Bisognerebbe farlo anche con la natura...quando ci piove,

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quando ci fa un temporale. Ci sta la rabbia del mondo, ci sta la forza di Dio.

Ma io queste voci le sentivo da piccolino, quando ero in Marocco. Mi era sembrato di vedere tre

alieni...perché abbiamo un palazzo, sopra ci sono andato su una volta e li vedevo, e l'ho detto a mia

madre e ai miei fratelli e si sono spaventati, infatti nessuno veniva su. Mi ha detto mia madre: non

fare questo che fai ai tuoi fratelli paura. Perché io veramente quando voglio mettere a qualcuno

paura per scherzo - ma non con le donne, non sono bastardo - con gli uomini, quelli più grandi a

volte faccio confidenza con loro, allora quando li voglio spaventare quando andiamo a dormire gli

faccio le voci. E loro mi dicono: “Facci dormire facci dormire!”.

Una volta ero qua in via Mascarella, guardavo con un'altra ragazza americana un film dell'orrore.

Allora puntuale nel televisore scatta la luce e anche a casa mia si è staccata nello stesso momento.

La ragazza era spaventata, mi ha abbracciato e ho detto: “Calma, calma!”. Era un fil di diavoli, cose

così e in quel momento se ne è andata la luce...Eppure qual giorno non ero così carico di santi ecc...

Ma anche il diavolo esiste non è che non esiste, perché io quando piccolo, a sei anni, 7 anni ero a

scuola, vado in un seminterrato e ho visto un gatto - perché dicono che il diavolo può anche

trasferirsi nel gatto, che prende l'anima dei gatti - allora a questo gatto ho detto : “Vai via! E lui ha

fatto un urlo e ha girato il collo così ( mi mima il movimento a 360 gradi). Per un mese, due mesi

sono andato da un signore che ero piccolino, dove mi ha portato mia madre, che con un coltello di

fuoco faceva così, dei giri sulla testa...Sono successi dei problemi

F.: Cosa pensavi di queste voci che tu sentivi?

K.: Io ridevo, non avevo tanti problemi, perché quando ero giovane non ci pensavo molto. Perché lì

non conoscevo...cioè conoscevo i santi, Gesù Cristo e poi gli Ebrei, però ero a contatto solo con

l'Islam. E poi in Marocco ero giovane, avevo la forza mia, gli amici, non mi sembrava di sentire le

voci, mi sembrava una cosa normale.

F.: Hai pensato potessero essere i jinn?

K.: No, no, quello no. Quello può essere sfidato, perché è già umano. I jinn è una cosa a cui noi

siamo superiori,perché li ho sfidati. Si, li ho sfidati abbastanza, non uno, no due no tre, ma...li ho

sfidati abbastanza. E infatti sempre sono andato a guarirmi da solo, con la doccia, con la

respirazione, con le preghiere. Si li ho sfidati...ci sono quelli che mi hanno fatto diventare

handicappato...a Castiglione, tipo, sono andato a Porta S. Mamolo a una casa abbandonata, a

Ravenna, nel verde...lì i brividi ti vengono perché è come se ti entra un'anima dentro la tua anima.

Senti una luce, però dopo ti viene, ti riempiono di tutto buio. Ma io non ho creduto mai, perché ci

sono quei ragazzi, poverini, che mi fanno dispiacere, che hanno creduto nel diavolo e ne hanno la

maternità. E comandano qualcosa, non è che non comandano, veramente comandano. Io conosco

ragazzi che tipo fa paura ai ragazzi perché anche il viso nostro quando sei con una persona può

anche trasformare. Cioè come mette anima con anima con una persona, gli vedi un altro viso. Cioè

come umanità. Però già il diavolo quando si trasferisce su di te, tu non devi credere che è il diavolo,

perché già come credi che è il diavolo sei rovinato; fai cose volgari, non rispetti le donne, non

rispetta neanche i suoi amici perché ha dimenticato anche il suo livello di umanità di superiore.

Perché c'è gente che vive sulla terra che ha venduto l'anima al diavolo. Ci sono persone che dicono:

“Io ho venduto l'anima al diavolo, parla con me”. Io anche sono morto tante volte però non ho mai

creduto che sono diavolo, assolutamente, sono contro...nemmeno angelo, credo che sono umano

schiavo di Dio, perché siamo tutti schiavi di Dio...E' altre cose importanti nella vita: quando aiuti un

fratello, quando hai una religione, credi nelle religioni, perché credi nella pace. Per cui io sono

musulmano, ma sono qua e credo nelle tue chiese perché aiutano, c'è chi dice: “Non ho parlato, non

ho confessato”. Ti confessi come a un altro, ti confessi con Gesù Cristo, come con tutte le persone.

F.: Per te è uguale?

K.: Si, si si. Ma perché erano fratelli, loro hanno voluto fare la pace, è l'umanità che pensa sempre

che si un approfittatore o qualcosa....pensa come se te sei loro in questo mondo, e chi ti ascolta?

piazza Verdi, la Montagnola? Chi ti ascolta? Uno ti dice davanti si, poi dietro fa un'altra cosa. Ma

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loro hanno voluto la pace. E' la gente che non ha voluto la pace. E' diventata politica, è diventata

razzismo, è diventata tante cose in questo mondo. Ma non è vero nulla la gente che crede molto

molto, non bisogna prenderle queste cose del razzismo, dell'islam, dei kamikaze in nome di Dio.

Non ci deve essere il nome di Dio. In nome di Dio, dice l'Islam, che non bisogna guardare nessuna

anima di Dio, perché nessuno ha la volontà di ammazzare un'anima, nessuno, nel mondo. L'anima è

di Dio, non bisogna toccarla perché sei superiore o...anzi ieri parlavo in locale di due ragazzi

comunisti che erano andati in Francia per i diritti umani, li hanno accusati di falso, dall'Italia hanno

detto: “Riportateceli che li mettiamo in galera”. Questo due ragazzi sono bolognesi, italiani, però

hanno parlato di diritti e umanità in Francia e li hanno arrestati. Hanno detto anche il falso, dicono

loro, avevano anche i documenti falsi: hanno avuto due anni uno, tre anni di domiciliari. Queste

sono cose che non bisogna che succedono nel mondo, assolutamente, perché uno ha i suoi diritti

umani. Io credo, come ho detto ieri, che ci sono quelli che comandano, quelli più grandi, i

presidenti, non lo so... però è il popolo che comanda alla fine, come popolo che ha una parola di

civiltà, ma non per fare guerre o fare rivoluzioni, andiamo a rubare le banche, ma rivoluzione in

senso civile con la democrazia verso la polizia, verso tutti, però dalla parola di un popolo nel

mondo. Perché è il popolo che comanda. Anche agli altri comandano, però comandano per la civiltà

quanto noi, però uno che parla per la propria civiltà quando vuole riusciamo fare qualcosa nel

mondo. Perché al mondo ogni tanto ognuno pensa per sé, dicono...però non è vero niente. Ci stanno

persone che soffrono anche per malattie di altri, che sono quelli che fanno volontariato, le vedi, ne

sono tante di persone.

F.: Ritornando un po' indietro...Quindi mi dicevi che nel tuo paese le voci non erano un problema...

K.: No, no, assolutamente. Per me, anzi, mi sono sfidato il diavolo che io credevo che era una cosa

banale, perché da bambino ascoltiamo anche le storie...

F.: Ma è successo anche ad altre persone che conoscevi, tuoi amici?

K.: No, no. Solo a me.

F.: E tua madre ti portava da qualcuno: guaritore, medico?

K.: No, dottore no, quelli che sono tipo preti che fanno gli esorcismi. Quello me l'hanno fatto una

volta.

F.: Chi sono di preciso, come si chiamano in arabo?

K.: Sono dei preti della moschea, sono al-fqhi, non è sahar, non è quello che fa magie. Quello non

ti fa nulla, quello come vuoi un diavolo te lo dà. Questo praticamente non ti fa nulla: acqua

normale, prende un foglio con scritto la cura, ti dice fai la doccia con l'acqua normale. Solo ci vuole

la volontà di fare credere che sei forte, come i preti...come i preti, non è magia, no...E non subito, ci

vuole la volontà tua comunque, perché lui ti spiega che devi avere la tua forza, perché altrimenti

non puoi sfidare il diavolo. Io infatti dormo fuori, dormo in cantina, nei parchi e sempre c'è l'anima

che gira la sera come hai il respiro quando c'è aria, la senti, ti giri...

F.: La senti?

K.: Si si, certi anni fa facevo delle prese che mi hanno fatto stare male...

F.: Delle prese?

K.: Si, nel senso di comportamenti che mi hanno portato...tanto che ho voluto sfidare tanto il

diavolo la notte, nelle case abbandonate. Delle volte la mia anima cambia. Quando ero in quel

momento cambiava. Stavo anche male, stavo diventando handicappato...mi sono fatto diciamo delle

cose così.

Nel 2006-2005, diciamo che mi sono stancato. Sono arrivato, mi sono ricoverato in ospedale. Ma

anche ora dico: perché mi ricoverano? Perché l'importante per me è il lavoro e la casa.

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F.: Chi è che ti ricovera?

K.: Il medico, quando si accorge...

F.: Sei tu che vai dal medico a dirgli che hai questi problemi?

K.: No, è la mia famiglia che mi hanno portato, perché io le voci le sentivo, però una volta mi sono

preso la corrente, vado in ospedale e dico: “Guarda mi sono vibrato”. L' ho detto così: “Mi sono

vibrato, vibrato”. Loro non hanno capito vibrato. Mi hanno detto: “Questo è matto, vada a

Montebello”. E mi dicono: “Fumi?” Ho detto si. “Questo è fumo di canne”. Allora già perché fuma

di canne è matto. Mi hanno dato un bicchiere di Valium, dopo sono svenuto e il giorno dopo mi

sentivo legato. Allora li ho mandati a quel paese, perché non si fa! Un bicchiere di Valium...già una

canna per me...quello è venti canne o trenta canne quel bicchiere di Valium. Sono trenta-quaranta

canne, te lo dico io, come dose di cervello perché io fumo. Allora quel bicchiere che mi hanno dato

è come 25 g di fumo a fumare obbligato. Per forza che mi sballo!

F.: Secondo te il fatto che fumi non c'entra con le voci?

K.: No, no non c'entra...Non c'entra nulla, veramente! Anzi delle volte me le faccio per

concentrarmi di più. Mi fumo una canna per concentrarmi di più a vedere che cosa c'è intorno.

F.: Quando fumi ti vengono ugualmente le voci?

K.: Si, vengono, vengono. Anzi, in questi giorni mi sono stressato veramente perché sentivo voci

negative. A me quando mi parlano negativo vuol dire: sono cazzi...perché veramente io con le

persone, diciamo, sono un po' timido di mio e quando guardo una ragazza, conosco una ragazza,

che mi guarda sto male perché dico: “Oddio, spero che la mia ragazza non fa la stessa cosa: che sta

con me ma guarda un altro”. Capito? Allora divento matto e dico: ma perché mi guarda?

F.: Ma queste non sono voci...

K.: No, questi sono comportamenti che mi fanno fare le voci di più.

F.: Ma le voci cosa ti dicono?

K.: Ma tante cose, veramente. Dipende...dipende dalla giornata. Oggi mi ricordo, mi sono svegliato

e ho perso 50 euro, sono andato a cercarli non li ho trovati. Anzi mi sono spariti da ieri a oggi tipo

70 euro. Mi sono spariti e mi sono rimasti solo 10 euro.

F.: E cosa c'entrano le voci?

K.: C'entra perché anni fa mi sembrava tipo che Dio scherza o gli alieni scherzano, perché mi

spariscono i soldi sempre. Io penso sia un gioco di loro per un altro, non lo so...per un altro che ha

più bisogno, non so... può essere. Però non so veramente, perché anni fa mi cadevano 500 euro, 200

euro e non li trovo, ma non perché me li rubano, però cadono giuro. E oramai sono abituato che mi

cadono i soldi, non sto a sfogarmi per 50 euro intanto....ormai sono andati e non si trovano.

F.: Queste voci ti danno anche consigli?

K.: Si, molto, molto. Ormai ho imparato...imparato che ci sono delle cose che vanno fatte nella vita.

F.: Sai i nomi di queste voci? Sai da dove vengono?

K.: No, i nomi no. A volte guardo il cielo, ma dicono che non bisogna guardarlo troppo: perché ci

sono delle spiegazioni, scherzi...lo fanno anche i bambini i giochi con le nuvole...fai il viso...hai

presente? Però non è quello, è altre cose...che quello che hai visto te, che hai vissuto, lo vedi in

cielo. Io una volta ho visto una faccia di alieno, veramente nel cielo! Ma era alieno alieno!( Ride)

Però a me piacciono, non ho paura, perché non sono aggressivi, anzi mi credo che sono sensibili,

che a toccarli sono un po' sensibili. Respirano un'altra aria, sono un po' sensibili, non è come il

nostro corpo forte, solido.

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F.: Quante volte sei stato ricoverato qui?

K.: Tantissimo. Io un romanzo potrei scrivere.

F.: Sono stati sempre i medici a farti ricoverare?

K.: No, delle volte ho voluto io dai...Delle volte ho voluto io certo. Però quando ho voluto io

sempre non mi hanno mandato. Dicono: “No, ma stai bene, ragioni bene, vai a casa”.

F.: Perché volevi essere ricoverato?

K.: Per rilassarmi, per rilassarmi veramente. Perché fuori, il rumore, la strada, non voglio stare con

nessuno, niente. Voglio che sto bene, allora fuori mi portano anche delle cose un po' così.

F.: Cioè tu quando sei tra la gente ti senti male?

K.: Si, anche, molte volte si. Infatti per venire qua da solo...

F.: Cosa ti succede? Cosa senti?

K.: Ma ci sono delle cose...che a volte le altre persone ti danno fastidio e allora io mi alzo e me ne

vado. Ma questi sono comportamenti normali, che chiunque può avere. A parte i problemi che ho

veramente, a parte le voci, perché lo so anche lo stress...Questa è un'altra cosa: stress di lavoro e di

documenti...questo è uno stress per me. Come ho già lavoro e queste cose, già mi sento solo le mie

voci e sto bene...con il mio televisore...Anzi parlo con tante cose che mi dà energia.

F.: Quindi quando hai lavoro e sei tranquillo le voci non ti danno fastidio?

K.: No, no, ma ormai sono abituato...è quello. Io quando ho lavoro, ho tutto, sono tranquillo. Per

quello l'ho chiamato stress. Io sono stressato ma non per le voci, ma perché non ho lavoro, i

documenti, le cose che mi dicono loro è: “Vai, qualunque strada prendi ce la fai”. Mi hanno dato

coraggio. Anzi delle volte mi prendo il treno, vado a Milano, sto una settimana da Dio, senza soldi ,

senza niente. Chiedo: “Dammi, dammi”. Mi danno tutto. Sto lì, prendo intercity e torno, senza

pagare né treno né niente perché dicono no. E sempre queste voci mi aiutano, mi dicono: “Guarda,

nessuno ti fa niente di male”. Vado e non mi fanno niente.

F.: Ed è quando stai male che queste voci diventano negative?

K.: No, sono io che le faccio diventare cattive, perché sono incazzato perché non lavoro, mi sto a

fissare su questo. Le voci dicono: “Vai casa tua, sappiamo che stai bene”. Infatti sto bene a casa

mia. Infatti ieri, l'altro ieri parlavo con mia madre e ho detto: “Cosa faccio?” E' una scelta, qua sono

stanco di mio. E mia madre ha confermato: “Vieni a casa tua, hai da mangiare, da bere. Cosa vuoi

ancora lì?”. Mia madre è così, non è che mi dice: “No, stai perché...”.Ha capito che non vanno le

cose bene, perché io sono qua ormai da 15 anni, da quando ho 13 anni, non ho intenzione di stare

tutta la vita clandestino, invisibile. Anzi vado in questura anni e mi dicono che sono invisibile, che

non mi trovano. Ci sono dei problemi che mi portano lo stress.

F.: Perché non torni a casa?

K.: Si, ma per il momento ci sto pensando veramente. Ho detto alla mia ragazza vieni con me. Le

ho detto: “Vieni con me, stai a casa mia, ci sposiamo, ci mettiamo d'accordo per 2 anni, 3 anni, poi

torniamo in Italia o andiamo in Spagna, Germania, Olanda, Belgio”. Basta che uno ha la volontà di

fare qualcosa veramente.

F.: Pensi che staresti meglio lì?

K.: Si, si. Io Anche quando sono andato a Milano, sono andato, mi sono presentato in questura da

clandestino, mi hanno detto: “Adesso ti mandiamo, ti mandiamo”. Mi hanno dato il visto per il

giorno dopo. Il giorno dopo: “Stai, stai, stai. Tu vai fuori, 5 euro, vai mangiare, non vogliamo

conoscerti”. Io me ne volevo andare a casa mia. Questi di Bologna mi conoscono. Mi prendono in

giro questi qui e quelli di Milano. Berlusconi ha detto: “Io con gli arabi non ci sto”. Ed io ho detto:

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“Io con Berlusconi non ci sto!”. Dammi i miei i documenti, non mi dare i documenti, mandami a

casa mia. Datemi un visto e mandatemi a casa mia.

Arrivano quei giorni che prendono tutti i clandestini, sai quanti ne hanno mandati a casa? Sai quanti

ne hanno mandati fuori? Anche io sono stato mandato fuori come quelli. Dicevo: “Ma ragazzi, non

sono egiziano, sono marocchino come questi”. Perché loro lasciavano egiziani uscire senza

documenti, quando trovano tunisino o marocchino lo portano via.

F.: Perché fanno questa distinzione?

K.: Non lo so. Io ho detto: “Guarda io sono berbero, dimmi cosa fai. Sono marocchino, però

mandami a casa, che io sono venuto per mandarmi a casa mia”. E loro: “No, ma hai i documenti a

Bologna, aspetta, sei bravo, prendi il caffè, prendi qualcosa”. Cioè mi hanno preso in giro. Perché

mi sono presentato così, col mio zaino, per partire praticamente. Perché non avevo soldi per il

biglietto che ho fatto i debiti con mia madre, in quel momento non avevo soldi. Avevo dal lavoro

700/800 euro che ti vanno per mangiare. Però non ho trovato neanche il treno, non l' ho trovato. Ho

cercato a Milano, ma delle volte mi è scappato per 5-10 minuti. Ma io volevo prendere il treno per

andare in Spagna, da lì mi trovo una strada per il Marocco, da lì a Gibilterra e siamo in Marocco.

F.: Ritornando alle tue voci, quali sono i posti dove sei stato ricoverato?

K.: Erano dei posti per i malati mentali.

F.: Come sei stato lì?

K.: Mah...bene, male. Però dai delle volte ci si rilassa, delle volte ci si stanca perché sei sempre

dentro, chiuso, non aria, non sei libero. Per me qualsiasi posto in cui ti mettono dentro, chiuso, ti

tolgono un po' di libertà. E' quello che non mi piace. Io anche sono abituato da piccolino che mai

preso medicine, non ho mai preso nulla.

F.: I medici ti davano molte medicine?

K.: Ti fanno pieno.

F.: Come era il rapporto con i medici? Capivano i tuoi problemi?

K.: C'era uno che aveva capito. Si chiamava M. Con lui eravamo ben collegati. E' l'unico che ha

capito qualcosa, ma gli altri via. Con lui parlavamo così, come parliamo noi, ridiamo, delle volte lo

chiamo zio (ride). No perché lui si è interessato alla presa, quando mi viene la presa. Lo dici a un

dottore non ti può capire. Però a lui l'ho spiegato: quando ti viene il messaggio da sopra, non lo so

dove arriva nel cervello e ti manda quelle voci. Lui l'ha capita questa. Perché io l'ho capito da

quando sono giovane, ma io telo dico, però se tu non lo puoi capire con le mie parole...non è colpa

mia. L'ho detto anche a lui: non ho studiato l'italiano, come lo capisco a modo mio, la spiegazione è

che arriva il messaggio, dopo esce la voce e dopo mi sento rispondere a questa voce che ti ha

risposto: cosa hai fatto, cosa non hai fatto... Lui tante cose ha capito.

F.: Lui ti dava le medicine?

K.: Si si, ma sempre abbiamo cercato di migliorare. Dopo siamo usciti con una medicina, metà

pillola, da Dio, perché lui mi ha capito. Non è che obbliga a prendere le medicina come altri dottori:

“Ciao buonasera, buonasera, ti do una dose in più”. Oh, chi te l'ha detto questo? Ci siamo appena

conosciuti, diminuisci la dose casomai. No, con M. mi sono trovato bene, ecco.

F.: Lui cercava di far scomparire le voci?

K.: Si , anche

F.: Ma tu vuoi che queste voci se ne vadano via?

K.: Mah...vanno, non vanno, ormai sono attaccate

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F.: Adesso qual è il tuo scopo?

K.: Il mio scopo è che vivo la mia vita così. Il mio obiettivo sarebbe il lavoro, ecco. Lavoro,

documenti e altre cose. Mi trovi veramente stressato delle volte per lavoro, documenti, per questo

sto all'ASL.

F.: Ti fa stare bene andare al Centro di salute mentale?

K.: Si mia aiuta la medicina. Mi fa smettere di tremare, perché adesso prendo una puntura, che è

nuova , che sistema il cervello, non so...Dà qualcosa nel cervello comunque, ci arriva qualcosa della

puntura la cervello.

F.: Stai meglio con questa medicina?

K.: Ma per me le medicine sono tutte uguali. C'è l'effetto della medicina che sale sale, dopo 5-10

minuti e che non ti fa tremare più le gambe.

F.: Chi ti segue adesso che non c'è più M.?

K.: Un altro dottore

F.: Ti trovi bene?

K.: Mah...non ci conosciamo bene ancora. Però sembra bravo anche lui dai...

F.: Da quanto tempo sei al centro di salute mentale?

K.: Dal 2005/2004?

F.: Senti che stai migliorando?

K.: Mah...migliorando...A me delle voci non me ne frega niente. Io quello che voglio migliorare è

sui documenti e sul lavoro. Le altre cose, si va avanti. Ora io ho bisogno di soldi per fare la pratica

dall'avvocato per cercare di mettermi in regola. Tutto qui.

F.: Grazie K.

K.: Prego, se hai bisogno ancora, mi fai sapere. Io sono abituato di parlare di me.

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Intervista 3. Svolta nel giugno 2008.

O. è una donna di 39 anni, viene dalla Moldavia, dove svolgeva il lavoro di contabile presso

un’azienda agricola. E' in Italia dal 2006 e lavora come badante. E' venuta al Sokos per un

nodulo al seno.

F.: O., Come mai sei venuta in Italia, cosa ti ha spinto qui?

O.: Sono venuta perché dovevamo mangiare e non potevo aiutare i miei figli, loro devono studiare.

Così dopo che ho divorziato ho ricominciato daccapo. Ho divorziato, sono stata un anno da sola con

i figli e dopo sono venuta qui in Italia perché non potevo farcela altrimenti. Sono venuta con 3200

euro qui, ho pagato tanto perché non sappiamo come andare all'inizio all'ambasciata, dappertutto a

girare da soli. Noi paghiamo tanto solo per arrivare qui.

F.: Hai dovuto pagare le persone che ti hanno portato qui in Italia?

O.: Si. Le persone che mi hanno portato qui in Italia facevano i documenti più presto, perché io in

tre settimane ho cominciato a fare documento e in tre settimane sono arrivata qui.

F.: Con che tipo di documenti siete entrati?

O.: Passaporto. Con il passaporto siamo arrivati fino alla Slovacchia. Dalla Slovacchia con

passaporto in Lettonia e siamo arrivati fino qui all'Italia.

F.: Hai trovato presto lavoro qui in Italia?

O.: Si ho trovato lavoro fra cinque giorni ho cominciato a lavorare come badante in montagna.

F.: Ti aiutato qualcuno a trovare lavoro così in fretta?

O.: Mia cugina.

F.: Lei era venuta prima qui in Italia?

O.: Si.

F.: Ti aveva detto che tipo di lavoro avresti potuto fare in Italia?

O.: Io ho detto che voglio venire in Italia a lavorare, ma non sappiamo che lavoro dobbiamo fare

qui, perché non si spiega tanto. Alla Moldavia non si spiega tanto, si dice che si lavora con anziani,

ma non si spiega tutte cose, non si parla.

F.: Non sapevi quindi che avresti accudito un anziano?

O.: No, no. Pensavo fare le pulizie, ma non fare le badanti.

F.: Se l'avessi saputo saresti venuta ugualmente?

O.: Si perché pensavo che per fare le pulizie si può trovare in tutte le parti lavoro, più che fare il

muratore...si, perché ho fatto anche il muratore e pensavo che forse anche qui si faceva.

F.: Tu hai fatto il muratore? E' un lavoro faticoso...

O.: Si, ma lo dobbiamo fare per mantenere figli.

F.: In Moldavia che lavori hai fatto?

O.: Facevo gli stipendi a 200 persone, come si dice...la contabilità. Facevo la contabilità e andavo

anche in paese, in tutto il paese, nei giardini e lavoravo con loro, parlavo con loro, gli scrivevo, gli

spiegavo come fare lavoro, gli stipendi, tutto. Dopo il capo spiega, se non c'è il capo devo fare io.

Per chi lavoravano queste persone? Per una ditta. Noi lavoriamo con contadini in campagna.

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F.: Riuscivi a guadagnare abbastanza?

O.: Si perché dopo si ha riformato tutto. Dopo la guerra del '92 ha cominciato tutte le nostre

mancanze, tutti i problemi.

F.: Questo lavoro era prima del '92?

O.: Si, prima.

F.: E dal '92 fino all'arrivo in Italia cosa hai fatto?

O.: Avevamo la nostra terra. Hanno diviso tutta la terra, e avevo 4 ettari da lavorare da soli.

F.: Tuo marito che lavoro faceva?

O.: Mio marito faceva autista. Dopo anche lui...perché hanno diviso tutte queste terre. Eravamo

tutti a casa senza lavoro.

F.: E quando avete divorziato avete diviso le terre?

O.: Si abbiamo diviso. Io ho preso la parte mia.

F.: Lui ti dà soldi per i vostri figli?

O.: No. Lui non mi dà niente.

F.: Perché?

O.: Perché lui non può andare a lavorare da un'altra e poi non ci sono le leggi. Cioè c'è la legge ma

nessuno c'è con forza.

F.: Cioè c'è la legge ma non si fa rispettare?

O.: Non si rispetta.

F.: I tuoi figli con chi sono?

O.: Con mia sorella e mio cognato. Loro crescono...e penso che crescono abbastanza bene.

F.: Quanti anni hanno?

O.: Mia figlia 10 anni, mio figlio 18.

F.: Quanto tempo è che non li vedi?

O.: Due anni.

F.: Come stai qui in Italia adesso?

O.: Adesso sto un po' meglio che all'inizio, perché già ho imparato la lingua, a sapere tutto che devo

fare, come fare. Solo che adesso ho un po' di problemi, spero che passano.

F.: Che problema hai?

O.: Mi hanno fatto d'urgenza per fare ...al seno sinistro. E non ho saputo io, è colpa mia che non

sapevo come fare. Dovevo andare al Pronto Soccorso se non arrivo al CUP. Sono andata sabato e

sabato è stato chiuso. E' stato aperto fino alle 12, ma io sono uscita da qui alle 12 e quando sono

andata al CUP chiuso, io dovevo andare al Pronto Soccorso, ma non l'ho saputo. Mi hanno detto

oggi in farmacia, sennò devo cambiare l'urgenza.

F.: Le altre volte al Sokos sei venuta sempre per questo problema?

O.: Avevo mal di pancia, ma è andato tutto bene perché ho fatto le analisi al ginecologo. Ho fatto,

come si dice...l'ecografia e ha detto che tutto bene, solo che col mangiare dobbiamo sistemarsi,

perché mangiamo in un altro modo qui, tutto altro.

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F.: Tu qui cucini italiano o moldavo?

O.: Adesso cucino italiano. Mi sono abituata e anche tutta la roba non è come alla Moldavia,

prendiamo tutto dal negozio, in Moldavia è tutto dalla terra, vai in giardino e lo prendi, è tutto

fresco. Qua devi comprare ma non lo so quanti giorni hanno da quando li hanno portati qui a

quando li mangi e io comincio a gonfiarmi.

F.: Questo te lo ha spiegato il dottore?

O.: Il dottore mi ha detto di mangiare come mangiavo alla Moldavia. Bollito, tutto bollito, niente

fritto perché così possiamo stare bene. Tutti mi hanno detto che tutti stranieri hanno lo stesso

problema.

F.: Adesso mangiando come ti ha detto il dottore stai meglio?

O.: Si, adesso da un mese, quasi un mese, sto meglio. Qui come lavoro badante sto più in un posto,

non giro così come era prima che ero sempre impegnata e stavo sempre in piedi. Qui sto sempre

seduta ed è pesante quello che mangio.

F.: Hai avuto altri problemi di salute qui?

O.: No, solo questi qua.

F.: Il problema al seno è sorto qui?

O.: Si, qualche giorno fa.

F.: Hai dolore?

O.: Si, si è fatto qualcosa di rotondo e duro sotto e c'è anche una pallina. E mi hanno detto che

dovevo toglierlo da tanto tempo perché può essere che questa cosa non resta fuori ma entra dentro,

fa le radici dentro.

F.: Sei preoccupata per questo?

O.: Si. E' già da qualche giorno che non posso tirarmi su, può essere qualcosa di grave.

F.: Provi dolore? Riesci a lavorare?

O.: Oggi mi fa male un po' di meno, non come quei giorni, ma io lavoro lo stesso. Non è tanto

pesante fare le pulizie. Solo con una signora, lei ha la demenza senile e sempre parlare con lei e

tenerle compagnia, portarla fuori, preparare da mangiare non è molto pesante. Solo che

mentalmente è un po' pesante, perché lei sempre ripete cose, si dimentica, domanda e domanda,

dice che non ha detto così ma è così.

F.: Quale pensi sia la causa del tuo problema?

O.: Nessun motivo. Non capisco perché mi fa male, non ho fatto niente. Ho capito solo che dottore

dice che con un esame si può capire cosa è, poi non ha detto niente.

F.: I tuoi figli sanno che tu stai male?

O.: No, non glielo dico mai. Sennò si preoccupano, mi telefonano sempre e mi fanno le domande,

quando torni ecc. Io un po' ho spiegato che un pochino mi fa male, ma non tanto. Mi hanno spiegato

che qui in Italia ci sono cure, che ti mettono una cosa che tira via le palline. Speriamo va tutto bene.

F.: Conviene stare qui in Italia sei stai male?

O.: Si, per qualche operazione, per qualche malattia è meglio qui l'Italia. E' colpa nostra che noi non

sappiamo, non andiamo. Non siamo mai stati malati prima. Se mi faceva male qualcosa non andavo

dal medico, dico forse mi passa.

F.: Non andavi perché avevi paura?

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O.: Si si. Per i documenti.

F.: Chi ti ha parlato di Sokos?

O.: Mia cugina, che è venuta qui. E' in centro e...Lei mi spiega sempre che qui è meglio che in

Moldavia, che ti guardano di più. All'inizio anche lei non sapeva bene la lingua, ma veniva e diceva

“Io non conosco la lingua, ma spiegano così bene”

F.: In Moldavia com'è il sistema medico?

O.: Molto peggio. E' tanto indietro, almeno fino a due anni fa che sono arrivata, è tanto indietro. Lì

i dottori ci sono, chiamano, ma non ci vanno le persone perché non sono bravi. Le persone non

vanno all'ospedale dove vivono, ma cercano uno grande per curare o all'estero.

F.: Cos'è che non funziona? Perché i medici non sono bravi?

O.: Perché tutti sono andati via, quelli bravi sono andati via perché sono pagati poco.

F.: Le cure non funzionano?

O.: Qualche volta succede che medico ha fatto qualche sbaglio. Non sempre, ma una volta mi è

successo. Io penso che è i soldi che curano. Se non hai i soldi i medici non ti guardano

F.: Spiegami un po' come funziona...

O.: Ci sono ospedali, non è tanto sviluppati quelli privati, ci sono ma non sono tanti. Se trovi un

medico buono lo paghi anche se lavora in ospedale. Lo paghi, lo paghi, lo paghi e vai a curarti da

lui. Ed è difficile trovare un medico bravo, magari nel comune dove ti trovi.

F.: Avete delle cure tradizionali oltre alle medicine?

O.: Si alcune cose, ma poco. Io mi facevo mandare medicine dal mio Paese quando avevo mal di

stomaco prima. Lavoravo con signora ed era molto stressante di testa e io non riuscivo a mangiare.

F.: Pensi che dipende dal lavoro? Cambiando lavoro le cose migliorano?

O.: Non lo so, a volte penso che se vado a lavorare a ore giro di più, è più tranquillo. Con questo

tipo di lavoro non stai con le persone malate. Ma se non ti trovi è lo stesso che fare la badante.

F.: Hai provato a cercare un lavoro di pulizie?

O.: Io ho lavorato anche di pulizie. Andava bene, ma prendevo di meno di stipendio, adesso prendo

di più non vado a fare le pulizie. Poi ho promesso alla signora che rimango fino alla fine, non posso

andare via. Lei era una professoressa di lingue inglese e spagnolo. All'inizio andava bene bene.

Volevo cominciare lingua inglese con lei, ma dopo un po' di tempo ha cominciato subito a

dimenticare. Volevo imparare la lingua perché volevo andare anche in Irlanda. Ci sono i miei nipoti

lì che lavorano. Loro lavorano perché sanno bene l'inglese. Hanno studiato all'università, ha fatto un

po' avvocato e poi sono andati là.

F.: Cosa dicono è più facile trovare lavoro lì?

O.: Si, ma loro vogliono tornare in Moldavia, è solo per lavoro. Loro lavorano 15 ore al giorno.

F.: Che lavoro fanno?

O.: In un ristorante.

F.: Sono molte le persone che partono dalla Moldavia?

O.: Sono tante, tante. Sono rimasti pochi in Moldavia

F.: Secondi te gli immigrati vengono sfruttati dagli italiani? Pagati poco, per lavori brutti...

O.: Si, dagli italiani si. Una volta mi è successa una cosa che...fare conoscere a un italiano che mi

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ha detto fare delle cose brutte e io ho detto di no...per fare conoscere una persona e lui mi ha detto

di fargli delle cose brutte e io ho detto di no, non ci sono andata.

F.: Ma per lavoro?

O.: No per lavoro, solo così, dove fare conoscere una persona, perché magari pensavo mi trovo un

uomo qui, non so. Non è che cercavo un uomo, che deve essere moldavo, era lo stesso, così una

persona con cui parlavo. Perché parlare italiano con una persona impari più presto e impari tutto.

Ma mi è successo così che mi hanno detto di fare cose brutte e io rifiutato tutto e non ci sono mai

andata. Io adesso ho questo lavoro e vado da questa signora fino a che campa, perché questa signora

ha 89 anni.

F.: Quante ore al giorno lavori?

O.: 24 ore su 24 sono con lei.

F.: Dormi e mangi lì?

O.: Si.

F.: Quindi tu non hai una tua casa?

O.: No, io abito con lei.

F.: Hai dei giorni liberi?

O.: Si, il sabato una giornata intera e giovedì pomeriggio.

F.: Ti trovi bene con questa famiglia?

O.: Si, anche la signora è brava, molto brava con me. Io capisco che lei è malata , sei lei era sana

potevo pensare che lei voleva farmi del male, ma lei è malata e capisco che non mi vuole fare del

male, ma dimentica e qualche volta grida .

F.: Ti pagano bene?

O.: Si, mi pagano bene.

F.: Riesci a mandare i soldi a casa?

O.: Si, riesco a mantenere figli. Mio figlio studia adesso e spero che quando lui finisce non pensa

che tutto questo...pensa che l'ho fatto per loro, non che non sono stata vicino a loro. Sono partita che

era piccolo, loro piangono che non sono vicino di loro, ma che posso fare? Se vado alla Moldavia

non posso tornare. Io dico sempre che ho fatto la domanda, che tra un po' arrivo.

F.: Hai paura di non avere i documenti in regola? Sei preoccupata?

O.: Sono preoccupata perché così io potevo andare magari una volta all'anno a casa. E se succede

qualcosa sempre penso che non ho documenti e se sto male che faccio? Per andare, come fare...tutto

questo. Se succede qualcosa a casa che devo andare, poi non posso tornare, perché se torno devo

tornare già con 4000 euro, ora anche di più.

F.: Vorrebbe che i suoi figli venissero qui in Italia?

O.: Mio figlio si, perché non sa com'è e vuole sapere.

F.: Tu cosa gli racconti dell'Italia?

O.: Gli dico che è bello, che è tanto bello, che ci sono cose belle, che non è freddo come la

Moldavia. Quello che vedo poi è che le leggi si rispettano di più.

F.: Secondo te com'è lavorare qui in Italia per gli immigrati?

O.: No tanto bene, perché io adesso sto con questo lavoro con questa signora e mi trattano bene, ma

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ho lavorato altre parti che mi hanno trattato molto male, non conoscevo la lingua...Ho lavorato con

una signora che mi diceva che siamo degli schiavi anche se siamo bianchi. Ho lavorato un mese e

non ho potuto stare più. Mi sono abituata a stare con quella signora, molto pesante ma non ho

potuto più perché mi trattavano male.

F.: Quindi sei andata via tu?

O.: Si

F.: Cosa speri per il futuro?

O.: Ho pensato di far venire i figli, prima, ma adesso no, perché voglio che mia figlia studia

all'università, perché tutta mia famiglia ha studiato qualcosa e voglio che anche i miei figli studiano.

Non voglio fare venire qui e lavorare come lavoro io o senza lavoro. (Squilla il telefono, vede chi è)

Vogliono sapere come è andata.

F.: Ti sei trovata bene qui al Sokos?

O.: Si

F.: Cosa ti ha detto la dottoressa?

O.: Mi ha spiegato dove andare, come fare, perché l'altra volta sono uscita veloce, è colpa mia che

non ho domandato dove andare.

F.: Secondo ci sarebbe bisogno di un aiuto maggiore per gli stranieri da parte degli italiani?

O.: Va bene anche così, perché io adesso sono all'inizio. Io una volta sono andata al Pronto

Soccorso e non mi hanno aiutato. Avevo un brufolo qua al mento, mi si era gonfiato anche il viso.

Sono andata e mi hanno detto che non ho documenti, che senza documenti non possiamo ricevere.

Mi ero tutta gonfiata, potavano darmi qualche medicina per qualche giorno, perché c'era già da un

po' di giorni l'infezione. Sono andata un altro giorno, perché ho detto cambiano dottore. Altro

giorno è cambiato turno e sono andata lì, ho detto mi fa male, ho bisogno di aiuto, mi hanno visto e

mi hanno aiutato.

F.: Tu cosa pensi di questo?

O.: Che sono stati ingiusto, puoi dirmi qualcosa, scriviamo le medicine per prenderle in farmacia.

Ma hanno detto che sono senza documenti e non possono aiutarmi. Io non avevo nemmeno il mio

passaporto con me. Dopo ho detto di mandarmelo da casa.

F.: In generale ti piace stare in Italia?

O.: Si, mi pace. Così, per lavoro, ma voglio andare anche a casa: un mese, due. Perché lì ci sono i

miei figli, c'è la mia famiglia dove io sono contenta, sono contenta di più, perché sono cresciuta lì.

F.: Grazie O. per l'intervista?

O.: Mi dispiace che non conosco bene la lingua.

F.: Ma no, sai abbastanza bene l'italiano.

O.: Se io facevo un altro lavoro, un altro campo che parlavo con la gente era meglio. Così come

posso fare? Per i miei figli faccio anche questo.

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Intervista 4. Svolta nel giugno 2008.

A. è un ragazzo di 26 anni, proveniente dal Bangladesh, è in Italia dal 2005 ed ha appena

ottenuto il permesso di soggiorno come rifugiato politico. In Bangladesh studiava al college,

ora fa lavori saltuari in nero. E' venuto al Sokos per il mal di testa.

F.: A., per quale motivo sei venuto in Italia?

A.: Per cercare lavoro.

F.: Perché com'è la vita in Bangladesh?

A.: In Bangladesh la vita è molto duro, non trovo lavoro. C'è anche problema politico. C'è dittatura,

ma nemmeno militare, c'è uno al governo che non è venuto con repubblica, ma con aiuto militare,

non è lui direttamente militare. E adesso dieci persone un governo. Perché prima che c'era il

governo di repubblica loro hanno fatto corruption, in english. Quando ha sentito militari che quel

governo non era buono, ha cambiato, ha aiutato che governo va via per un altro governo.

F.: Con questo governo non si sta bene?

A.: No, tanti problemi. Giuro!

F.: L'economia va male? Soldi non ce ne sono abbastanza?

A.: No. Poi c'è un altro problema: non so se hai sentito quattro-cinque mesi fa è passato un uragano.

C'è anche un amico di A. che si introduce nel discorso. E' B. anche lui dal Bangladesh

B.: In un anno due-tre volte. E 10.000 è morto, ha fatto vedere in televisione.

A.: Anche io visto a Raiuno, Raidue.

B.: Tutti gli anni questo è problema per noi. Persone che è ricco quando arriva uragano rovina tutto.

Anche che uno era ricco, con uragano tutto è andato.

A.: Quest'anno uragano due volte, seconda volta l'acqua alta, l'acqua a un metro da terra. E tante

persone non ci ha casa e non ci ha lavoro. Tutto il mangiare che era sottoterra è buttato. Questo è

problema mio Paese. L'anno scorso qualcuno ha i soldi però non c'è da mangiare.

F.: Quindi c'è il problema degli uragani e il governo non sa intervenire?

A.: No, sai da noi è come qui Berlusconi e Prodi, ce n'è due. Ma c'è lotta, la gente muore, bruciano

macchine, i negozi tutti rotti. Questo è grande problema del mio Paese.

F.: Voi cosa facevate in Bangladesh prima di venire qui?

A.: Ho studiato fino a college, 12 anni, poi venuto qui.

F.: Qui in Italia avete trovato lavoro?

A.: Anche qui in Italia non ho trovato lavoro meglio. Solo per mangiare, dormire e basta. Non

posso mandare un po' di soldi al Paese per aiutare famiglia.

F.: Voi eravate venuti qui anche per aiutare a casa?

A.:Si, ma non posso.

F.: Che tipo di lavori avete trovato qui?

A.: Pulizie

F.: Sempre in nero avete lavorato?

A.: Si.

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B.: Non sempre lavoro, qualche volta anche vendere fiori, così, ai ristoranti.

F.: Chi ti fornisce i fiori?

B.: Nel negozio, vado nel negozio.

F.: Sei tu che compri i fiori dal fioraio?

B.: Si e poi vendi.

F.: Non c'è nessuno che ti aiuta nel comprare, nel vendere? Un capo?

B.: No.

F.: Che ti compra i fiori e poi tu li vendi?

B.: No, no, no, no. (con decisione). Tu vai al negozio di fiori, ma il lavoro è poco.

F.: Sono in pochi a comprare i fiori per strada.

B.: Nessuno compra fiori.

F.: Qui si pensa che in questi lavori ci sia sfruttamento, un capo che prende i soldi al posto di chi

lavora.

B.: No, tu vai al negozio compri 5 euro, paghi subito e vendi

F.: Com'è il lavoro che hai adesso? Ti va bene?

A.: Ma questo non è mio lavoro. Uno è andato via per vacanza, io preso posto di lui. Quando lui

torna io non lavoro più.

F.: Allora come hai fatto a prendere il permesso di soggiorno?

A.: Perché io ho fatto quello documento nuovo, capito? Richiesta d'asilo.

F.: Hai intenzione di rimanere in Italia e vivere qui, o vuoi, prima o poi, ritornare in Bangladesh?

A.: Io voglio in Italia, però io vado per vacanza per un mese, due mesi, poi ritorno. Io penso vita un

po' meglio qua che Bangladesh. Adesso io lavoro, è meglio.

F.: A casa mandi qualcosa ora?

A.: No, quello non riesco perché in Italia per affitto di casa, per comprare da mangiare è molto caro:

almeno 500/600 euro per affitto e mangiare.

F.: Tu quanto guadagni?

A.: 600/700 euro, adesso. Quando non ho lavoro niente.

F.: Quando non lavori come fai a pagare l'affitto?

A.: Prendo da amico, quando non c'è lavoro vendo fiori.

F.: Vivete con altre persone?

B.: E' un appartamento con altre tre-quattro persone.

F.: Ci sono altri stranieri dove abitate voi?

B.: Si, africani, dallo Srilanka anche, cinese, ma non insieme.

F.: Vi conoscete? Vi aiutate?

A.: No. Con altri Paesi no. Io non chiedo per sapere, non voglio sapere.

F.: Qui in Italia avete avuti problemi di salute?

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A.: Si, problemi.

F.: Che tipo di problemi? Solo se ti va di dirmelo...

A.: (Sorride ed è titubante)

F.: Se non vuoi dirmelo non fa niente, non ti fare problemi.

A.: No, è che devo spiegare. Sono malato, ma non è sempre uguale. Qualche volta febbre anche,

qualche volta mal di testa, qualche volta mal di pancia.

F.: Per quale problema sei venuto oggi al Sokos?

A.: Mal di testa, sinusite.

F.: Anche in Bangladesh avevi gli stessi problemi?

A.: In Bangladesh non è come Italia. Era quattro-cinque mesi bene, poi una volta mal di testa. In un

anno due-tre volte. Qui in Italia sempre. Perché qua sempre freddo, no come da noi. Qui otto-nove

mesi è freddo.

F.: Quindi pensi sia il freddo a farti stare peggio?

A.: Si, freddo.

F.: Da quanto tempo vieni al Sokos?

A.: Da tre mesi, perché io prima non conosceva.

F.: Come ti curavi?

A.: Non curavo

F.: Ti rendeva difficile il lavoro?

A.: Si, molti problemi.

F.: Cosa ti hanno detto qui i dottori?

A.: Devo andare da un altro dottore che fa solo la testa, la signora mi ha spiegato.

F.: Tu pensi sia il freddo?

A.: Si freddo, ma anche troppo caldo.

F.: Ti hanno dato delle medicine?

A.: Si, per il mal di testa

F.: In Bangladesh come vi curate? Come sono i dottori?

A.: Medicina quasi uguale. Medici tutti uguali.

F.: Ti piacciono i medici che sono qui?

A.: Si, mi piace.

F.: Ti sono d'aiuto? Stai meglio con le cure che ti danno?

A.: Si.

F.: Prima ho sentito in segreteria che ora sei in regola e vuoi prendere un medico di base.

A.: Ora io voglio un ambulatorio personale, perché vengo da un po' lontano ed è meglio uno vicino

la mia casa. Io non è che Sokos non va bene, Sokos mi piace.

F.: Bene A., B., vi ringrazio.

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Intervista 5. Svolta nel luglio 2008, in lingua inglese.

F. è un ragazzo di 30 anni, da sei giorni in Italia, scappato dalla Serbia per persecuzioni

politiche legate al lavoro come addetto alla sicurezza di un mullah. Ha fatto domanda per

asilo politico ed è arrivato in Sokos in quanto necessita di uno psichiatra e di un certificato

medico che attesti le sue condizioni.

F.: F., come mai sei qui in Italia? Cosa ti ha portato qui?

Fa.: Io sono un rifugiato politico.

F.: Perché sei un rifugiato politico?

Fa.: Perché nel mio Paese ci sono problemi politici. Io lavoro nella sicurezza, come bodyguard, per

un mullah, nel mio Paese è come qui in Italia Papa. Guarda ho il tesserino di bodyguard.

F.: Ok, non fa niente.

Fa.: No, guarda, guarda.

F.: E cosa è successo per cui tu sei qui?

Fa.: Nel mio Paese c'è una lotta tra mullah. Un giorno c'è stato uno che ha sparato al mio mullah. Io

ho preso dei colpi e mi hanno portato in ospedale, però poi anche in prigione. Perché nel mio Paese

c'è lotta politica tra musulmani e ortodossi, ci sono i sufi che sono fondamentalisti. La polizia non fa

niente nel mio Paese, ci sono conflitti, molti problemi, c'è gente che spara, ma alla polizia non

interessa. La polizia arresta chi trova senza sapere chi è stato. Il mio mullah mi ha detto di venire in

Italia, perché in carcere mi hanno dato le botte, mi hanno dato medicine per dormire ed ora io sto

male. Ora domani vado in Caritas per mangiare, vestiti, dormire, ma ho bisogno di un dottore per

una terapia. Io ho bisogno di uno psichiatra.

F.: Psichiatra?

Fa.: Si, ma non perché sono pazzo. Perché in prigione mi hanno dato delle pillole che ora se io non

prendo sto male: sono nervoso, ho le visioni, non riesco a dormire. Ho bisogno di uno psichiatra che

mi fa prendere sempre meno queste medicine. Io ora sono come drogato. Poi loro mi hanno

malmenato, dato colpi in testa, mi fa ancora male. Avrei bisogno di una visita.

F.: Scusa, ma una volta uscito dalla prigione tu hai smesso di prendere queste pillole?

Fa.: No, sono troppo forti. Poi hanno cominciato a telefonarmi tutti i giorni e a dire che avrebbero

ucciso me, le mie figlie, mio fratello, che loro conoscevano la mia famiglia. Io ho provato a

smettere di prendere queste pillole, ma sono come droga. Il mio mullah, allora mi ha detto di venire

qui in Italia come rifugiato politico. Ora sono qui, ma non ho niente, ho dormito anche per strada,

perché nei dormitori mi hanno preso solo per qualche giorno. Mangio in Caritas, ma ho bisogno di

queste medicine e dello psichiatra per smettere di prenderle.

F.: Sei stato in ospedale?

Fa.: Si, ma mi hanno detto loro di venire qui.

F.: La tua famiglia ora dov'è?

Fa.: Io sono divorziato, la mia ex moglie ha le bambine, stanno con lei. Se io sono qui non

dovrebbe succedere nulla.

F.: Anche altri tuoi colleghi hanno avuto questi problemi?

Fa.: Si, alcuni sono rimasti, altri sono andati in altre città, altri ancora sono andati in Germania. Il

nostro mullah ci ha dato i soldi per andare via. Io ora ho chiesto asilo politico e non so...Non posso

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tornare in Serbia, ho paura. Se torno a casa finisco in prigione o mi uccidono.

F.: Come farai per le tue bambine?

Fa.: Se ottengo asilo politico posso vederle in Bosnia, in Montenegro. Ho mia sorella lì e anche mia

madre, così potrei andare lì e far venire lì le mie bambine. Poi posso trovare un lavoro qui in Italia,

però devo aspettare. Ora non ho soldi e vado in Caritas per un letto, ma loro vogliono un certificato

medico per farmi dormire lì. Però sto male. Ho fatto un viaggio lunghissimo: dal mio Paese in

Kosovo, poi in Albania, dall'Albania in Croazia, poi finalmente in Italia: è una lunga storia.

F.: Hai dovuto pagare tanto per questo viaggio?

Fa.: Certo, ho dovuto pagare molto. Era un viaggio illegale, in ogni Paese dovevo dare soldi.

Intanto spero di avere dove dormire e un dottore, poi di rimanere qui in Italia. Scusa posso

andare...se mi chiama il dottore...

F.: Certo, grazie mille.

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Intervista 6. Svolta nel luglio 2008.

E. è una ragazza di 22 anni, proviene dal Perù da cui è arrivata con la famiglia nel 2003. Fa la

badante e lavora nei servizi di pulizie. Viene al Sokos spesso per la nonna anziana, ma

ultimamente anche per controlli ginecologici.

F.: E., come sei arrivata qui in Italia? Per quale motivo?

E.: C'era qui già mia madre e mio fratello, allora poi sono venuta anche io e poi nonna e un fratello

più piccolo, a casa sono rimasti papà e altro fratello.

F.: Qui in Italia lavori?

E.: Si, si. Faccio la badante.

F.: Come per te questo lavoro?

E.: Mah...non sto chiusa lì tutto il giorno: entro alle 7 di sera ed esco alle 9 di mattina. E mi trovo

bene perché è una signora tranquilla, poi non c'è tanto da fare perché durante il giorno viene un'altra

persona che cucina. Poi quando esco da lì vado a fare le ore, in altre case, a fare le pulizie. Poi al

pomeriggio tengo lei (la nipotina).

F.: Tu eri venuta qui per fare questo lavoro o volevi continuare a studiare?

E.: Si, all'inizio era così, volevo studiare, poi mi sono resa conto che se non sei in regola non puoi.

Allora io mi voglio mettere in regola e fare infermieristica. Poi trovare un lavoro, farmi una

posizione, avere una casa, una famiglia poi più avanti.

F.: In Perù era più difficile studiare, trovare un lavoro?

E.: Se ti impegni ce la puoi fare, però hai bisogno anche di aiuto dei genitori, se non hai qualcuno

che ti spinge è difficile. I miei genitori non avevano molti soldi per farlo, perché io ho altri

fratellini.

F.: Ti sei trovata bene in Italia?

E.: All'inizio no, cioè il Paese è bellissimo come città: è più ordinato, più pulito che la mia città.

Anche in Perù ci sono città così, però io non vivevo in quelle città. Qui poi è tranquillo, puoi

camminare la sera, non ci sono tanti pericoli, però non posso fare tutte le cose che vorrei perché non

sono in regola. Questo è l'unico problema. Una volta che impari che l'idioma e la comunicazione,

quello è l'importante. Adesso mi sono abituata.

F.: Hai amici italiani?

E.: No, amici italiani no, perché non studio, quindi esco di più con amici della mia nazionalità.

F.: Vivi vicino ai tuoi amici, nello stesso quartiere?

E.: No, io vivo dove lavoro. Alcune mie amiche studiano, la maggior parte studiano. Però quelli che

io ho hanno 20/21 anni, più grandi non ce li ho.

F.: Come li hai conosciuti?

E.: Ma alcuni sai, facciamo le feste da ballo, quando si è liberato il nostro Paese, allora lì ho

conosciuto qualcuno. E' un gruppo del mio Paese che organizza questa cosa. Così ho conosciuto

loro, poi anche altri in giro, ci vediamo durante la settimana.

F.: Con gli italiani come ti trovi, come ti sembrano?

E.: E' tutta una questione di sapere parlare, perché se non sai comunicare, è difficile che comunichi

con un italiano che non sai cosa dire, non sai di cosa parlare, e allora non ti senti un po' giù.

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F.: A lavoro come ti trovi?

E.: Con la nonna bene.

F.: E' il tuo primo lavoro?

E.: No, prima ho lavorato in un'agenzia di pulizie e lavoravo in un ristorante e mi trovavo

benissimo lì perché lavoravo con amici peruviani. Lavoravamo e poi uscivamo insieme. Quindi ho

lavorato lì due anni, poi ho cominciato il lavoro con le persone italiane, una famiglia che lui era

italiano e lei era spagnola, facevo la baby-sitter tutto il giorno. Con la signora parlavo lo spagnolo

ed era più facile comunicare. Lei aveva questo bambino di un anno e io stavo un po' con il bambino

e facevo anche i lavori in casa, però rimaneva anche lei in casa. Poi qualche volta mi chiamavano

per tenere il bimbo la sera, loro andavano fuori e tornavano verso le 11.

F.: Ti pesa fare questo tipo di lavori?

E.: A volte mi sento un po' stanca, però lo devo fare altrimenti come faccio a vivere?E non posso

pretendere un altro lavoro se non sono brava. Per un po' è così.

F.: Per quale motivo sei venuta al Sokos?

E.: Sono venuta al Sokos...cioè io non ho dei problemi proprio. Sono venuta per il ginecologo

perché siccome ho il ragazzo, volevo prendere la pillola. E' anche lui che me lo ha detto, poi non

avevo mai fatto una visita dal ginecologo. Prima non avevo il ragazzo e non ne avevo bisogno. Ho

fatto degli esami, dei controlli generali ed è tutto a posto. Poi volevo anche farmi vedere i denti,

perché sono un po' fuori, e volevo chiedere se si poteva fare perché una visita a pagamento costa

troppo. Adesso sono andata in S. Vitale dove ti curano i denti senza che hai documenti, mi hanno

dato esami da fare.

F.: Com'è la contraccezione del tuo Paese, tu della pillola sapevi già in Perù?

E.: Si sapevo più o meno, ma non mi interessavo tanto, perché non è che me ne frega se non ho il

ragazzo e se non hai un ragazzo non puoi avere relazioni sessuali. Poi andavo a scuola e non uscivo

con i ragazzi per relazione, così per giocare, a calcio, a volley ball. Poi...poi, però, si a scuola ti

informavano. Però ci sono tanti posti dove non arrivano, in lacune zone, nelle città più povere. Le

ragazze si innamorano troppo presto, diciamo. Il primo ragazzo che gli dice cose carine loro ci

stanno.

F.: L'altra volta ci hai chiesto dello psicologo...

E.: Si, perché mi sono lasciata con il mio ragazzo e io pensavo troppo a lui, stavo troppo male,

allora volevo un aiuto. Sai magari parlando con un'altra persona, se mi consigliava qualcosa,

qualcosa per non pensare tanto. Lui è stato il mio primo ragazzo, mi fa stare male pensare che tu dai

tutto al tuo primo ragazzo e dopo lui non vuole stare più con te, dice che non sento più lo stesso,

non è corretto, diciamo.

F.: Quanto tempo sei stata con lui?

E.: Un anno.

F.: Era Peruviano?

E.: Si. Ma eravamo tornati insieme, però ogni tanto ci lasciamo. A desso litighiamo troppo e lui non

ha voluto più. Io gli dico di tornare e lui non vuole, per questo sto male, ma io non dovrei fare

queste cose per un ragazzo. Allora le mie amiche anche mi dicono che non sto bene, di andare da

uno psicologo per chiedere come posso fare.

F.: Le tue amiche ti hanno consigliato lo psicologo, quindi...

E.: Ma anche mio fratello, perché io non so molto comunicare e le cose che devo fare non riesco a

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farle, non penso alle cose...cioè mio fratello mi dice di risparmiare e io non ci riesco a risparmiare,

perché se mi piace una cosa me lo compro, anche se dicono che sono abbastanza giovane, ci sono

ragazze della mia età, anche più giovani, che loro risparmiano molto.

F.: Le tue amiche sono mai andate da uno psicologo? E' una cosa comune nel tuo Paese?

E.: Quelli che hanno i soldi si, altri va bene, non ci vanno.

F.: Cosa pensi possa fare lo psicologo per te?

E.: Non lo so, non sono andata mai, però mi hanno detto che ti aiutano, che ti danno delle idee per

come fare. Ti danno dei consigli su cosa fare e tu almeno fai quelle cose e riesci a stare un po' più

bene. La mia zia è andata, aveva problemi con il cuore, in amore diciamo, perché è stato con un

uomo per 5 anni che si volevano sposare, poi lui è andato al suo Paese, è stato con la sua ex, poi mia

zia non voleva sapere più niente perché l'ha tradita. Lei è rimasta malissimo dopo cinque anni, per

questo è andata lì. Poi non voleva innamorarsi più, anche se ha conosciuto un ragazzo più

intelligente, più carino, non era innamorata di lui.

F.: Le tue amiche qui in Italia sono già andate qualche volta dallo psicologo?

E.: No, ancora nessuna. Ma io non so bene cosa fa lo psicologo, non lo so nemmeno io cosa

cerco...un consiglio su che fare, tutto qui.

F.: Ok E., ti ringrazio.

E.: Se vuoi anche un'altra volta...

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Intervista 7. Svolta nel luglio 2008.

H. è un ragazzo di 25 anni, proveniente dal Pakistan. E' da 2 anni in Italia in attesa del

permesso per asilo politico. In Pakistan studiava, qui svolge lavoretti saltuari in nero. Viene in

Sokos per un costante e assiduo mal di testa.

F.: H., cosa ti ha portato in Italia?

H.: Io sono venuto in Italia per rifugiato politico, perché in Pakistan è difficile per chi è contro

Musharraf. Non so se tu sai come funziona in Pakistan, ma io sono di partito politico contro

Musharraf , lui ha preso potere con un colpo di stato. La vita lì per me non è facile. Si può anche

morire, si rischia la vita.

F.: E com'era la tua vita in Pakistan?

H.: Io non ero povero, io stavo bene in mio Paese, con mia famiglia, amici, avevo tutto che avevo

bisogno, il problema è un problema politico, per questo ho chiesto rifugiato.

F.: La tua domanda è ancora in esame?

H.: E' due anni che io aspetto. Io ho parlato con giudice e lui prima mi ha detto aspettare, ma era

due anni fa. Io ora sono irregolare, sono qui e non posso fare niente...aspetto, aspetto, aspetto, ma

niente. Secondo me giudice non vuole dare me. Forse è troppo lavoro, troppe persone e loro non

vogliono dare permesso a tutti. Io volevo dire perché ero qui, mia storia, ma loro no, non voleva

sapere. Come fa allora a dire si o no se non sa mia storia, mia vita in Pakistan? Allora lui già non

vuole dare.

F.: Nel frattempo cosa fai, lavori?

H.: Così, quando capita lavoretti, quando qualcuno mi chiama, giusto per vivere. Io avevo un po' di

soldi, ma sono finiti, non bastano. Io voglio permesso che posso anche lavorare. Ora hanno detto

che si può fare rinuncia di rifugiato e fare un anno con permesso di soggiorno se si lavora. Ma

ancora non riesco, è difficile, dicono sempre aspettare, aspettare. In Italia è così.

F.: Come stai qui in Italia?

H.: Ma, bene. Mi piace Italia, si vive bene se hai documenti. Almeno sembra così. E' un bel Paese.

F.: Dove vivi qui a Bologna?

H.: In centro, stanza in affitto con altre persone.

F.: Per quale motivo sei venuto in Sokos?

H.: Perché io ho mal di testa molto forte, tanto male. Allora io vengo qui per vedere cosa è?

F.: E i dottori cosa dicono?

H.: I dottori non sanno ancora. Ho fatto esami ma non si vede niente. E' tutto bene, ma io ho male.

Sono passati anni e sempre uguale, anzi è peggiore. Mi fa male sempre più volte e più forte.

F.: In Pakistan soffrivi di mal di testa?

H.: Qualche volta, non così. Adesso io non sopporto più.

F.: Quale pensi sia il motivo?

H.: Io non so, dottori non sa. Ma fanno tutto il possibile per vedere e capire, ho fatto esami, analisi.

Forse sono pensieri, preoccupazione perché così non è facile senza documenti, può essere anche il

cambiamento del clima, ma non so.

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F.: Prendi medicine?

H.: Qualche volta. Quando è troppo male.

F.: Ti trovi bene in Sokos?

H.: Si tanto. I dottori sono bravi, tanto. Io vengo dall'inizio perché non ho medico, e loro sono il

mio medico, sono molto bravi. Io aspetto che loro vedono cosa ho, aspetto anche qui. Il Sokos è una

cosa molto importante per chi è così, senza documenti, senza niente, almeno così può curarsi. Sono

contento anche di parlare con te perché a noi nessuno ascolta, nessuno interessa i nostri problemi,

quello che succede a noi. E' bello che tu studi i problemi degli immigrati. Grazie.

F: Grazie a te, H.

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Intervista 8. Svolta nel luglio 2008.

S. è un uomo di 38 anni, viene dall'Albania ed è in Italia dal 2002. Lavorava nel suo Paese

come meccanico, attività che non può più svolgere per problemi di salute. Ha un permesso di

soggiorno per cure mediche e viene al Sokos per le impegnative e le ricette per le sue cure.

F.: S., ti va di raccontarmi il tuo arrivo in Italia?

S.: Io ero di passaggio in Italia quando mi è successa questa cosa (si riferisce alla sua malattia).

Tornavo dalla Germania ed ero stato due, tre giorni dalla mia cugina, a trovare la mia cugina, dopo

mi è gonfiata la spalla e lì è iniziata la mia storia. Dopo due, tre giorni che mi ha fatto male la spalla

sono andato in ospedale, al Pronto Soccorso, da lì ho incominciato a fare le lastre e mi hanno fatto

ricoverare d'urgenza, dopo diciassette giorni che mi hanno fatto tutti gli accertamenti mi hanno

detto che ho un tumore nel sangue che si chiama mieloma multiplo. Da lì mi hanno mandato al S.

Orsola e sono ancora lì in cura dal 2002.

F.: Come mai eri stato in Germania?

S.: Tornavo da una fiera con il mio padrone di lavoro ed ero venuto per quattro-cinque giorni, non

di più. E dopo che mi è successa questa cosa ho deciso di rimanere in Italia.

F.: Adesso qui in Italia hai il permesso di soggiorno?

S.: Ho il permesso per cure da tre anni e mezzo.

F.: All'inizio quindi eri clandestino?

S.: Si, clandestino. Ma io all'inizio sono entrato regolarmente, poi sono rimasto ma ero ricoverato e

non potuto fare il permesso per lavoro. Adesso spero di riuscire a cambiare il motivo.

F.: Tu hai mai lavorato in questi anni qui?

S.: No, qualche volta così...

F.: Che tipo di lavori?

S.: Il mio lavoro è meccanico, ma non riesco a fare perché è molto pesante, sono almeno undici ore

di lavoro. Questo lavoro non riesco a fare più.

F.: E' cambiata la tua vita dalla scoperta di questa malattia?

S.: In che senso?

F.: Nelle cose che fai, nei tuoi pensieri...

S.: Fisicamente sono molto stanco, nel senso che questa malattia non è un'influenza che passa. E'

una malattia tipo la leucemia ma ha un altro nome, si chiama mieloma multiplo. Questa malattia

rovina le ossa perché è nel midollo dell'osso, ho il 40-50 per cento della forza che avevo prima, non

riesco a fare più le stesse cose, non riesco a sforzare, a camminare quando è piano va bene, ma la

salita invece, sono stanco morto, se io faccio due piani non riesco a respirare. Mentalmente sono

caduto nei primi tempi in una depressione ma poi dopo mi sono ripreso perché...devo ringraziare

per primo una ragazza siciliana che veniva a trovarci quasi tutti i giorni quando ero ricoverato lì e

sono uscito dalla depressione tramite lei.

F.: Lei lavorava lì?

S.: Si, era un'infermiera. Lei almeno per un mese e mezzo veniva a trovarci tutti i giorni, perché io

sono stato ricoverato in ematologia dal dicembre 2002 fino al maggio 2003 con intervalli di tre,

quattro settimane: facevo un mese dentro e un mese fuori...così...

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F.: Avevi dei familiari con te? Ti hanno raggiunto?

S.: C'era mia cugina nei primi tempi, poi nessuno, ero proprio da solo.

F.: Come ti ha aiutato questa infermiera?

S.: Tanto a livello di morale. Lei adesso è tornata in Sicilia, lavora in Sicilia.

F.: In ospedale come ti trovavi?

S.: Molto bene, tutti i medici, infermieri sono stati molto carini, gentili. Sono molto contento di

questa cosa, mi hanno trattato come un fratello, un figlio. Io ho avuto anche diversi interventi:

prima i cicli, poi chemioterapie, poi due volte il trapianto del midollo. Poi dopo due anni è ricaduto

di nuovo la malattia e sono dovuto rientrare di nuovo in chemio, poi hanno deciso di fare trapianto

da un donatore: il donatore era mio fratello. E' da 2 due anni e mezzo che ho fatto il trapianto, poi

dopo ho dovuto togliere anche colicisti, quattro, cinque settimane dopo che mi hanno dimesso. Poi

quest'anno sono operato anche alla tiroide. Sono i problemi che nascono da chemio, si ma loro mi

hanno spiegato prima, poteva andare più peggio, poteva andare anche altro organo come fegato,

reni, intestino, qualsiasi...dipende da cosa è più debole. Per fortuna, nella sfortuna, ha preso

colicisti. Poi quest'anno nel settembre scorso ho scoperto che erano nati due noduli nella tiroide e

quindi ho dovuto fare intervento. Un mese fa ho fatto anche una radioterapia sempre per tiroide.

F.: Adesso stai meglio?

S.: Sto bene. Non è che...anche prima non sentiva niente, è dagli esami che si è visto cosa c'era.

F.: Avevi mai sentito parlare di questa malattia prima?

S.: Mai. Quando non sei interessato di queste cose non ci fai caso. Io avevo sentito solo di

leucemia, adesso so tutti i tipi di mieloma, poi ognuna ha le sue cose. Prima non ero informato su

queste cose.

F.: Come sarebbe stato curarti in Albania?

S.: Ora non ero vivo. Si dimenticavano di me, potevo essere morto almeno quattro, cinque anni fa.

F.: Perché? Da cosa dipende?

S.: Perché il sistema sanitario non è buono, nel senso che non ha niente. Per prima cosa non fanno

trapianto. Lì inizi a fare chemio, ma non so che tipo di chemio. Io vedo anche qui che i protocolli

che c'erano 6 anni fa, sempre per la mia malattia, e i protocolli che ci sono quest'anno o negli ultimi

anni, sono cambiati molto. Nel 2002 facevano altri protocolli, adesso altri dicendo che sono meglio:

io dopo trapianto facevo delle punture, e adesso non serve più, si prende altre cose, altri farmaci,

anche in fase di sperimentazione. Come Italia venti anni fa, così è Albania adesso.

F.: Sei riuscito e riesci a seguire le terapie che ti indicano i medici?

S.: Sono molto rigoroso delle regole dei medici. Se uno è deciso di fare una cosa e di seguire le

regole che devono essere seguire, non ha tempo di dire che è impossibile di fare. Da sei anni fa che

mi hanno detto di non bere, di non fumare, di non fare questo e quell'altro, io mantengo le regole

dei medici.

F.: Noti giovamento dalle cure dei medici?

S.: Se in questo momento sono vivo...poi adesso sento la stanchezza e un po' i dolori, ma chissà

come erano se non seguivo le regole dei medici. Io vedendo anche le altre persone in ospedale che

avevano gli stessi problemi può darsi che non seguivano le regole, perché quando uscivano dalle

chemio fumavano, bevevano, non mantenevano le regole. Ho visto tante persone soffrire, anche

morire, almeno soffrire tante. Ho sofferto tanto anche io, tanto, ma chi ha volontà di vivere e tanta

pazienza di seguire le regole e andare avanti...

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F.: Dove la trovi tu la forza?

S.: Dove trovo la forza? Dal cervello.

F.: Cosa ti spinge a lottare?

S.: Mi spinge a lottare vivere la vita, una vita almeno tranquilla, un po' più serena, non chiedo

molto. Mi basta questo, poi il resto riesco a realizzarlo da solo, un lavoro, qualsiasi lavoro che non

mi dà fastidio, stanchezza, io faccio tutto, tutti i lavori, onesti.

F.: Come ti mantieni? Le medicine te le passa l'ospedale?

S.: Si, medicine si. Poi per vivere faccio qualche lavoretto, in più ho un amico che mi aiuta, in più

ho un altro amico prete che vivo nella casa di lui, una casa di accoglienza della parrocchia. Prima

stavo in affitto da un signore, avevo un po' di soldi in più, mi manteneva anche mio fratello che mi

mandava i soldi dall'Albania.

F.: La tua famiglia è mai venuta qua?

S.: Mia famiglia non ha potuto starmi vicino perché è difficile avere visto, non danno il visto

facilmente. Però mi è stata vicino di morale, questo si.

F.: Tu vuoi tornare in Albania o rimanere in Italia?

S.: Vorrei rimanere in Italia, in più ho anche io ho una famiglia, ho una moglie, una bimba di 5 anni

e mezzo.

F.: Sono cinque anni che non le vedi?

S.: No, ogni tanto vado, ma non tanto spesso perché ci sono spese di viaggio...dappertutto.

F.: Perché sei venuto al Sokos?

S.: Io non riesco a prendere medico di famiglia. Ho controlli solo per mia malattia e le impegnative

me le fa il Sokos.

F.: Ti trovi bene qui al Sokos?

S.: Mi trovo bene, sono qui da sei anni. Conosco tutti, anche i medici che sono passati e che adesso

non vengono. Mi trovo molto bene.

F.: Quindi non credi che tornerai in Albania?

S.: Non ci credo di tornare in Albania perché se riesco a trovare qualche lavoretto che riesco a fare-

non è che non ho volontà di fare i lavori- perché io lavoro come meccanico non riesco a fare più.

Non è che non trovo, trovo persone che mi possono assumere ma non riesco a lavorare tutti giorni.

Vedo se riesco a trovare un lavoretto di tre, quattro ore al giorno, un lavoro di undici ore non ce la

faccio nelle condizioni che sono io.

F.: Quale pensi sia la causa della tua malattia?

S.: Ma, vedendo tante cose, secondo me è l'ambiente, smog, radioattività che è in giro che ha

portato tutte queste malattie rare, che ancora adesso nascono malattie nuove, in più le guerre che si

fanno nel mondo. Anche quando c'è stato Cernobyl, ha portato tutte queste malattie.

F.: Questo è quello che dicono i medici o quello che pensi tu?

S.: Questo in parte anche medici dicono, in più si vede questa radioattività che è in giro, poi nel mio

Paese dal '90 fino al 2000 ci sono state guerre tra Paesi della ex Iugoslavia, ci sono bombe esplose

che portano queste malattie.

F.: Tu nel tuo Paese come stavi?

S.: Non sono mai stato in ospedale prima che succedesse questa cosa...

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F.: Intendevo se stavi bene economicamente, come vita...

S.: Stavo bene economicamente, stavo bene perché quando facevo il meccanico guadagnavo bene,

non ero ricco ma non mi lamentavo...basta di avere salute, le altre cose per me sono seconde.

F.: E' cambiato il tuo modo di vedere la vita dopo la malattia?

S.: Tanto, tanto, perché prima che mi che succedesse questa cosa non ci pensavo neanche delle

medicine, non ci pensavo se poteva essere una malattia del genere, pensavo sempre a lavorare,

lavorare e guadagnare soldi. Adesso non mi frega più di tanto di soldi, basta di avere salute, almeno

la minima. I soldi ti aiutano almeno in questi problemi, in queste condizioni, ma non ti danno

felicità, dico per me. Anche se hai soldi, in queste condizioni, valgono poco.

F.: Vorresti far venire tua moglie e tua figlia qui?

S.: Se riesco si. Ma non è facile senza permesso di soggiorno trovare lavoro, casa, per la casa sono

tre mesi di anticipo, sono spese che non è facile.

F.: Sei riuscito ad integrarti, hai amici italiani?

S.: Si, ho tanti amici, tanti amici. Per me stare qui è molto positivo stare qui in molti sensi: uno è

che le cure non ancora sono finite, la seconda è che sono sei anni che sono qui e mi sono abituato

alla vita di qui, alle amicizie, lì ho perso le abitudini, ho preso abitudini di qui. Sono sei anni che

sono qui e se torno in Albania non so da dove inizio. Almeno qui so dove devo andare, da dove

devo iniziare.

F.: Cosa pensi della politica italiana sugli immigrati?

S.: Della politica io non intendo molto, non sono mai stato...anche in Albania non mi intendeva

molto di politica. Ma io dico che l'Italia è un Paese che dà tanta accoglienza a molti stranieri, dà

molti aiuti come nessun Paese dell'Europa, dico per me, perché io ho viaggiato tanto, sono stato

anche in Germania, e non ho visto mai un'accoglienza come questa, come in Italia. Poi ci sono

dappertutto i buoni e i cattivi. A volte paga anche il buono quando ci sono i cattivi, perché rimane

sempre il nome “albanese”.

F.: Hai visto una certa discriminazione per il fatto che eri albanese?

S.: No, almeno dalla parte mia no, perché nell'ambiente in cui mi trovo non ho mai visto questa

cosa, mi trovo in un ambiente accogliente, che mi vogliono bene tutti, poi non preferisco queste

persone che fanno discriminazioni. Preferisco le persone che sono semplici, le persone che almeno

hanno un sorriso, che ti danno una parola buona, che ti cambia anche la giornata.

F.: Hai difficoltà qui per il permesso di soggiorno, con la burocrazia?

S.: Si, ogni volta vorrei cambiare motivo, per trovare un lavoretto che posso fare, e sarebbe più

comodo che fare rinnovare il permesso per motivo di salute. Ma ogni volta devo aspettare legge dei

flussi, adesso provo al prossimo di cambiare motivo, così sono anche io un po' più tranquillo perché

ogni volta che vado lì a rinnovare manca sempre qualcosa, documenti dell'ospedale. Fanno sempre

problemi, sono andato due volte in tribunale. E' difficile.

F.: In conclusione la tua esperienza dell'Italia, nonostante la malattia, è stata positiva?

S.: Si, si, io non vorrei nemmeno cambiare città, sono abituato qui, ho amici, mi conoscono in

ospedale, tutta la mia storia. Non voglio ricominciare daccapo. Devo ringraziare le persone qui, i

volontari, i medici dell'ospedale se sono ancora vivo. Per questo sono molto contento e non mi

lamento.

F.: Grazie S., sei stato gentilissimo.

S.: Niente. In bocca al lupo.

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Intervista 9. Svolta nel luglio 2008.

Na. è una donna di 56 anni, proveniente dall'Ucraina, dove era costumista teatrale, fa ora la

collaboratrice domestica. E' in Italia da 10 anni ed è regolare perché sposata con un italiano.

E' venuta al Sokos per cercare di curare il suo nipotino, affetto da sindrome di down, che

verrà a trovarla.

F.: Na., ti va di raccontarmi il tuo arrivo in Italia, come mai sei venuta qui?

Na.: A cercare lavoro, perché in Ucraina non c'era lavoro, non c'era soldi, non c'era niente.

F.: Che lavoro facevi in Ucraina?

Na.: In Ucraina facevo costumista teatrale, ma i guadagni erano piccolini, non pagavano giusto, in

tempo, i prezzi sono cresciuti...come tutti, se tu chiedi in Ucraina ti dicono tutti la stessa cosa.

Questo è stato nel '92–'93–94.

F.: Perché le cose vanno male nel tuo Paese secondo te?

Na.: Perché non c'è lavoro se non hai conoscenze. Da quando si è rotto nostro URSS...dicono che

adesso è meglio, ma prima abbiamo avuto poco, ma abbiamo avuto più sicuro. Adesso chi ha tanto

e chi ha niente, questo è il problema. I pensionati hanno pensione piccolissima, prezzi come qua.

Per mangiare, vestire, come si fa?

F.: Perché hai scelto l'Italia?

Na.: Perché hanno cominciato nostre donne che partono per guadagnare e compravano roba da noi

cose che si può vendere in altri Paesi, e io ho visitato tanti Paesi, tanti, tantissimi e mi è piaciuta

Italia: mare, gente, lingua. Poi sentivo altre donne che lavoravano qua che dicevano che qua si può

guadagnare, che mandano i soldi a casa.

F.: Perché partono più le donne dal tuo Paese?

Na.: Ma anche uomini sono partiti, forse perché uomini è più pigri: mio marito sta sul divano

davanti al televisore e non fa niente. Oggi divano e televisore, io tutte le sere che vado lì avanti e

indietro e lui lì. Non è tutti così, ma capitano uomini così.

F.: Sapevi che tipo di lavoro potevi fare qui?

Na.: No, io ho cercato lavoro e basta.

F.: Che lavoro fai?

Na.: Adesso collaboratrice domestica da otto anni e mezzo, però all'inizio per due anni ho fatto

baby-sitter una bambina.

F.: In questi 10 anni sei tornata a casa?

Na.: Si, vado spesso a casa: ho mamma, figli con sua famiglia, nipoti.

F.: Sei regolare?

Na.: Si, perché questa famiglia dove ho fatto baby-sitter ho cominciato a lavorare in nero, perché

mi diceva che bisognava fare in regola per la pensione, ma io pensavo: che pensione? Non me ne

fregava della pensione 10 anni fa. Però abbiamo fatto il contratto in regola, sono andata a casa, ho

aspettato questo contratto e i documenti, sono tornata da questa famiglia e ho lavorato due anni con

loro. Dopo sono andata via perché stavo un po' fuori di Bologna e lì non c'è autobus, c'erano 7 km

dalla stazione e allora ho trovato un altro lavoro.

F.: Questo lavoro come ti sembra?

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Na.: Ma, pulire case è un lavoro normale, solo che dipende dal datore di lavoro. Prima c'era una che

era troppo precisa, troppo pignola, volevo addirittura cambiare, però poi ho misurato tutto tutto e

come tempo è mezza giornata, va bene e sono rimasta. Ma lei in fondo con me è contentissima.

F.: Da quando hai fatto la baby-sitter tu sei stata sempre regolare?

Na.: Si si, riesco a mandare i soldi a casa per mio e miei tre nipoti. Adesso voglio che vengono un

po' qui per un mese. Abbiamo ricevuto questo visto, madonna, è stato da impazzire: abbiamo fatto

invito, tutti documenti, tutto tutto, ma è sempre peggio: chiedono sempre tanti documenti, soldi da

pagare. Non fanno uscire facilmente da Ucraina. Ora c'è mio nipotino che nato con dei problemi e

vogliamo far aiutare un po' dai medici qui.

F.: Perché in Ucraina non sono bravi? Come è il sistema medico?

Na.: Come dappertutto, se paghi viene bene...come dappertutto. Noi ora vogliamo opinione di un

dottore qui.

F.: In generale come sei stata in Italia?

Na.: Bene, io mi sono sposata con un italiano da cinque anni, per quattro anni siamo stati insieme

che lui aspettava divorzio. Poi mi sono sposata. Ma ti dico la verità, che prima mi piaceva di più

Italia. Adesso è sempre più faticoso, faticoso dappertutto, adesso c'è tutta gente diversa, non come

prima che erano tutti con sorriso, adesso avete poco sorriso voi italiani.

F.: Si non c'è un clima generale molto sereno...

Na.: Lo sento io, immagino voi. Ci sono meno soldi e la gente è più nervosa. Ma anche io cerco di

fare economia dappertutto per fare venire loro. Per mio figlio, sua moglie e bambini ho pagato

viaggio in aereo, poi abbiamo fatto appartamento al mare, che ad agosto mangia tutto. Se a luglio

costa tanto, ad agosto di più. Dopo che vengono qua voglio far andare a mangiare, a vedere

qualcosa. E questi sono tutti soldini che bisogna avere.

F.: Tuo marito lavora?

Na.: Si, fa impiegato amministrativo. Guadagna bene, ma le tasse che lui paga è un terzo di

guadagno. A me dispiace per me, ma dispiace anche per voi italiani, perché lui quando mi racconta

di Bologna come era 20 anni fa, che si usciva di notte, parlavano e tutti erano quasi amici...Ma

adesso si può uscire? No. Ma non solo la notte, anche di giorno: ma cosa sta succedendo.

F.: Perché sei venuta in Sokos?

Na.: Per i bambini. Ma non sapevo prima di questa associazione.

F.: Tu adesso di salute come stai?

Na.: Io ho problemi alla tiroide, perché ho fatto ecografia per controllo, dopo hanno trovato questi

noduli e mi hanno mandato da altra parte. Ho fatto tanti tanti esami che, hanno fatto hanno fatto,

hanno aspirati con ago, e adesso tutti dicono che non è colpa loro. Perché io ho fatto controllo e ho

cominciato a sentire male dopo controllo. Adesso sono passati due anni e quasi non sento ma ho

gonfiore, perso.

F.: Secondo le cause di questi noduli?

Na.: Secondo me dopo Cernobyl, con queste radiazioni. Noi siamo solo a 100 km da lì. E' successo

nel '86, ma c'è ancora, per questo adesso bambini nascono malati al sistema immunitario che non

funziona.

F.: Ti riferisci anche al tuo nipotino?

Na.: Si, non so, con cose genetiche può darsi. Lui ha un cromosoma in più. Da quello che ho capito

ci sono i gradi della malattia, per questo vogliamo controllare per capire, perché da noi hanno detto

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che è down e basta, già non è persona. Ma la bambina è normale, ha solo occhi diversi, perché

capisce, parla bene, guarda, reagisce, fa quello che deve fare.

F.: In Ucraina non fanno niente per questo?

Na.: Fanno, fanno, ma purtroppo questa dottoressa che è capitata a loro è un po' fredda e con questo

problema non si può parlare così con i genitori, bisogna essere più delicati

F.: Come si cerca di curare questi bambini?

Na.: Facendo sforzare il cervello, fare un po' più funzionare, non so...vediamo cosa ci dicono cosa è

fare meglio. Io prima questa cosa non ho mai guardato, non facevo caso che c'era. Vediamo

adesso...

F.: Tu hai fatto il controllo alla tiroide...

Na.: Si, hanno un fatto un prelievo per vedere cosa era e dopo questo prelievo, non so, se con ago

ha toccato qualcosa e sentiva male. Ora abbiamo capito che è noduli normali, no male.

F.: Quindi è stai bene, niente di grave?

Na.: No, bene per fortuna.

F.: In generale ti trovi bene in Italia?

Na.: Si, bene. E ti dirò, adesso quando ogni tanto torno a casa mi sento quasi...straniera, è un po'

tutto estraneo, non so...Altre persone mi dicono che parlo con accento strano...boh!

F.: Stai diventando italiana...

Na.: Italiana no, metà e metà forse. Scusa ma è ora.

F.: Devi andare?

Na.: Si,

F.: Ok, grazie mille.

Na.: Ma hai scritto quello che ho detto?

F.: No, ho registrato come detto prima, ma senza nome non ti preoccupare.

Na.: Va bene, va bene. Ciao

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Intervista 10. Svolta nel settembre 2008.

T. è una ragazza di 24 anni, viene dalla Moldavia ed è in Italia dal 2004 con il suo fidanzato.

Studiava all'università nel suo Paese ed ora lavora come badante e contemporaneamente nei

servizi di pulizie. E' in attesa del permesso di soggiorno da due anni. Viene spesso al Sokos per

controlli ginecologici.

F.: T., ti va di raccontami come mai sei venuta in Italia?

T.: Come mai...boh!(ride) Per guadagnare, vengono tutti per questo, no? Sono venuta per

guadagnare, per fare un bambino, per mettere su una casa, per vivere un po' meglio.

F.: Tutto questo vuoi farlo in Moldavia?

T.: Si, senz'altro, però non ora: più avanti, fra un po', tra un paio d'anni.

F.: Qui che lavoro fai?

T.: Badante.

F.: Mentre in Moldavia cosa facevi?

T.: Cosa facevo...studiavo. Avevo fatto due anni e mezzo di università, poi ho lasciato tutto e sono

venuta qui.

F.: Perché hai lasciato?

T.: Per venire in Italia.

F.: Perché non avevi abbastanza soldi?

T.: No, perché era arrivato il momento di venire, mi hanno dato il visto, e quando ti danno il visto lì

devi mollare tutto e venire. Perché vieni quando te lo dicono loro, non quando vuoi te. No, decidi

anche te quando vuoi venire, però vai lì gli dici che vuoi venire in Italia e loro finché ti preparano

tutti i documenti per avere quel visto e all'improvviso devi partire. Ho lasciato l'università e sono

venuta qui.

F.: Avevi parenti già qui?

T.: C'era già la mamma di mio fidanzato.

F.: Anche il tuo fidanzato è qui?

T.: Si, è anche lui qui.

F.: Siete venuti insieme?

T.: Si.

F.: Come stai qui in Italia?

T.: Bene, bene si. Se hai un lavoro, se guadagni abbastanza bene, ti trovi bene insomma.

F.: In Moldavia invece che tipo di vita avevi?

T.: Fino a quattro anni fa avevo finito la scuola, poi sono andata all'università.

F.: A livello economico come stavi, le tua famiglia era benestante?

T: No, mio padre è morto quando avevo 6 anni, ho due fratelli più grandi, di 35 e 30 anni, non mi

ricordo esattamente, no 31 ne ha. Ognuno ha la sua famiglia, ed eravamo solo io e la mamma. E la

mamma sai, nel frattempo che io studiavo, mi poteva mantenere con quello che c'era, con poco e

niente, però si andava avanti.

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F.: Cosa studiavi?

T.: Sarei diventata insegnante io, di computer e di lingua inglese.

F.: Ti dispiace aver lasciato?

T.: Un po', si. Un po' si, però ho intenzione di riprendere quando vado a casa, vorrei continuare

perché anche adesso se vorrei andare a casa, se non hai un diploma non trovi neanche un lavoro.

Anche se non è pagato, però senza diploma non riesco a trovare un lavoro decente.

F.: Quando sei partita dalla Moldavia sapevi che saresti venuta a fare la badante?

T.: Si.

F.: E ti andava bene?

T.: No, ma all'inizio, quando sono arrivata qui, avevo 20 anni, e sempre in ottobre ne dovevo

compiere 21. Io avevo bisogno di lavorare, però non mi prendevano perché ero troppo giovane, mi

dicevano che ero ancora una ragazzina e che non mi prendono, in più non sapevo nemmeno legare

due parole. E così per un po' non ho lavorato quando sono venuta, poi piano piano ho cominciato.

Primo posto è stato in montagna, 5 mesi, poi da un'altra signora, poi qui da questa signora qua che

ormai faccio tre anni.

F.: Ti trovi bene?

T.: Si

F.: Hai il giorno libero, ti pagano bene?

T.: Ma infatti sono libera quasi tutta la giornata perché la signora la mattina va a un centro diurno.

Esce la mattina alle 8 e torna verso le 5 la sera.

F.: Tu quindi dormi con lei?

T.: Si, dormo con lei, vivo con lei, perché la signora non è in grado di fare niente, non è

autosufficiente. Io faccio da mangiare, lavo, stiro.

F.: E lo stipendio è buono? Ti va bene?

T.: Si, abbastanza. Poi per il fatto che il giorno la signora non c'è, ho la possibilità di andare a

guadagnare qualcosa in più durante la giornata.

F.: Che altri lavori fai?

T.: Le ore, le pulizie. Non puoi stare a casa. E infatti il mese di agosto stavo impazzendo per il fatto

che stavo a casa: non sono abituata. Mangi tutto il giorno e non fai niente.

F.: Puoi uscire, andare in giro...

T.: Con tutto questo caldo, dove vai...Non faccio altro che mangiare e guardo la televisione.

F.: Anche il tuo ragazzo lavora qui?

T.: Si

F.: Non siete riusciti a regolarizzarvi?

T.: Infatti ho fatto la domanda e stiamo aspettando.

F.: Dal 2006 questo?

T.: Si.

F.: E non ancora niente?

T.: No, siamo stati l'anno scorso a casa per fare tutte le cose. Siamo stato in Romania, mi hanno

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fatto tutto per il visto, però è lunga, è lunga. Sono più di due anni. Infatti...non è che mi trovo male

qui a venire a Sokos, però sai com'è, anche io vorrei avere il mio dottore, vado da lui, faccio la

ricetta. Perché delle volte nemmeno posso. Adesso la signora è già tornata e ho mandato il mio

ragazzo a prenderla perché io sono qui, devo venire qui.

F.: Del Sokos chi ti ha parlato? Come l'hai conosciuto?

T.: Di Sokos mi ha parlato...in giro, così. Sai quando arrivano tutti in Italia la prima che cosa che

fanno è il tesserino sanitario perché se capita qualcosa, almeno hai il tesserino, perché ovunque vai

ti chiedono il tesserino. Il primo tesserino l'ho fatto in centro, vicino alle due torri, non mi ricordo

come si chiama. Poi la signora mi ha detto di venire qui.

F.: Tu che tipo di problemi hai avuto?

T.: Ma niente, devo fare il pap-test per prendere la pillola, quindi ho fatto tesserino, sono venuta

sempre qua per la richiesta per fare il pap-test, poi sono andata al S. Orsola e l'ho fatto. E da allora

la dottoressa del S. Orsola, che mi ha seguito quando ho fatto il pap-test, mi ha dato la risposta, l'ho

portata qui e poi vengo sempre qui.

F.: Hai fatto anche altre analisi?

T.: No, solo il pap-test. Lo faccio ogni anno per sicurezza. Ma devo venire qui a fare la richiesta,

perché non ho il medico e altrimenti non me lo fanno fare.

F.: Hai una ginecologa che ti segue?

T.: No. Poi se ho bisogno di andare o vado a pagamento come fanno tutti, o vengo qui e faccio la

richiesta.

F.: Ma chi prescrive la pillola?

T.: La prima è stata la dottoressa che mi ha fatto il pap-test. Non so, vedi...Anche qui è un po'...è già

due anni che ho portato quella ricetta lì, qui. E sulla base di quella ricetta lì che mi ha fatto la

dottoressa del S. Orsola, mi fanno qui, me la fanno qui la ricetta e vado a prendere in farmacia.

F.: La prendevi anche in Moldavia la pillola?

T.: Si.

F.: Ci sono differenze tra i medici in Moldavia e qui?

T.: Sono bravi anche da noi, sono bravi. I dottori che hanno una certa età sono tutti bravi, quelli

giovani purtroppo sono meno bravi. Sai ultimamente si studia solo per...non lo so per che cosa. Non

lo fanno tutti perché vogliono diventare un vero e proprio dottore, però...son bravi anche da noi, si.

Non posso dire che non sono bravi, solo che da noi non è come qui: questo ti passa la mutua, quello

ti passa la mutua, questo non lo paghi...Da noi si paga tutto, dalla A alla Z, tutto, tutto, tutto. Questo

è il problema.

F.: Quindi è più difficile curarsi?

T.: Si, è un po' più difficile.

F.: E tu hai avuto problemi di salute in Moldavia?

T.: Solo una volta sono stata in ospedale perché avevo la polmonite: ho mangiato troppo gelato e

mi è venuta la polmonite

F.: Per questo ti è venuta la polmonite?

T.: Si, ero al primo anno di università, stavo in affitto con delle ragazze. C'era una ragazza che non

studiava, però lavorava in una gelateria e portava a casa il gelato. Mangiavamo bicchieri pieni pieni

di gelato: colazione, pranzo e cena, sempre gelato.

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F.: E ti è venuta la polmonite?

T.: Si, perché quando non lo mangiavamo più giocavamo a buttarcelo addosso.

F.: Stavi bene in Moldavia quando andavi all'università? Ti divertivi?

T.: Si, perché qui mi diverto poco. Qui mi diverto poco, è anche questa la verità, perché non posso

uscire ed entrare quando mi pare. Siccome per andare da qualche parte devo chiedere il permesso,

per andare la sera la cinema devo chiedere il permesso.

F.: Che lavoro fa il tuo fidanzato?

T.: Il corriere.

F.: Lui si trova bene con questo lavoro?

T.: Si, è un po' pesante, però gli piace, e se gli piace a lui...

F.: Ritornando al discorso salute, tu qui non hai avuto problemi quindi...

T.: No, grazie a Dio no. Ancora non mi viene niente.

F.: Noti differenze tra quando eri in Moldavia ed ora che sei qui?

T.: Si, sono cresciuta (ride), poi un po' di benessere per la mia mamma, per me, ma soprattutto per

la mia mamma. Poi sono cambiata, sono un'altra persona. Quando sono tornata a casa la mamma mi

ha detto che sono un'altra persona.

F.: In che senso sei cambiata?

T.: Sono diventata più matura, sono cresciuta, ecco. Per forza, qui te la devi cavare da solo perché

altrimenti...

F.: Cosa pensi delle leggi italiane sull'immigrazione?

T.: Schifo, che fanno schifo (ride). No, c'è dove hanno ragione e dove non hanno ragione, sai. Se c'è

da fare ordine, si deve mantenere dappertutto, anche se noi siamo qui stranieri, questo non significa

che noi possiamo fare tutto: su questo sono d'accordo. Però sai...ecco io sono qui da 2 anni, che

aspetto un documento per sentirmi un po' più libera, per potermi andare a comperare anche io

qualcosa, perché dove vai ti chiedono il codice fiscale, ti chiedono la busta paga, ti chiedono tutto,

tutto quello che noi non abbiamo. Mi voglio sentire più...italiana no, però vorrei fare quello che

fanno gli italiani, perché giustamente lavoro anche io qui e mi piacerebbe. Pagherei volentieri i

contributi, le tasse, tutto quanto.

F.: Hai paura di essere senza documenti, di uscire?

T.: No. In quattro anni non sono mai successi incidenti, non mi ha mai fermato nessuno. Poi non

sono andata in giro a far del casino, a dir la verità. Alle 10 al massimo sono già a casa. Tutte le

feste, il capodanno, le faccio in casa.

F.: Hai amiche moldave qui?

T.: Poche.

F.: E italiane?

T.: Niente. No, c'è una signora, non è una ragazza. E' una signora che potrebbe essere anche mia

nonna. E' una signora molto brava, che mi confido molto. Però delle ragazze giovani, no. C'è sua

nipote che vado d'accordo, però ragazze della mia età, della tua età no. Perché potrei averne anche

se andrei più in giro, però sai com'è...questo tipo di lavoro non ci permette, per ogni cosa devi

chiedere il permesso.

F.: Tua madre è soddisfatta di te, di quello che stai facendo?

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T.: Si, magari preferiva che finivo l'università a casa e poi venivo qua, però va bene.

F.: Quindi farai un po' di soldi e poi tornerete a casa e vi sposerete?

T.: Si, speriamo. Però questo sarà...non lo so, vediamo, non in questo momento. Tra 5/10 anni

magari, la vita sai com'è....vedremo cos'è che porterà la vita.

F.: Sei qui solo per guadagnare i soldi...

T.: No. All'inizio ero qui solo per guadagnare i soldi, adesso ti dico la verità, sono sincera: non li

vorrei quei soldi come vorrei un po' di libertà, vorrei andare anche in giro. Sono da quattro anni qui

in Italia e non ho visto ancora niente. Non ho visto Venezia, non ho visto Firenze. Ho visto Roma la

stazione, e il mare di Pesaro due settimane fa e basta. Non ho visto più niente, niente, niente.

Adesso vorrei andarmene un po' in giro a vedere, però...

F.: Non hai un giorno libero settimanale?

T.: Dato ce la signora non c'è tutto il giorno e che io sono libera, lei va al centro diurno dal lunedì al

sabato e la domenica io sto a casa con lei. Però una domenica al mese me la prendo libera, le altre

tre lavoro.

F.: Al Sokos tit trovi bene?

T.: Si abbastanza, a parte la fila delle volte, però si, fino ad adesso sono molto carini con me.

F.: Però mi dicevi che preferiresti un medico di base tuo.

T.: Senz'altro...non lo so, mi trovo bene anche qui, però lo preferirei, è vero.

F.: Per il fatto che qui non ti segue sempre lo stesso medico?

T.: Anche

F.: Alcuni preferiscono venire qui, perché dicono che i medici Sokos sono più umani, più gentili...

T.: E' vero. Io lo so perché sono dietro la signora da tre anni e il suo dottore non è che sia bravo un

gran che, ti dico la verità. Viene ogni tanto a casa, gli misura la pressione, se lo chiami, se non lo

chiami addio. Si è vero, però non è che non mi trovo bene, ma a volte anche gli orari di lavoro non

mi permettono. Questo è un bel problema per me. Per fortuna c'è il mio ragazzo che per esempio

oggi non ha lavorato tutto il giorno e l'ho chiamato, sennò dovevo disturbare i figli della signora e

gli devo dire che devo andare a fare una richiesta e mi rincresce.

F.: Ma come tipo di lavoro questo ti va bene?

T.: Arrivi ad un certo punto che non ce la fai più. Magari un giorno non lo farò più, ma questo sarà

quando avrò permesso di soggiorno e potrò andare a lavorare in una fabbrica o chissà dove in

qualche altra parte, ma la maggior parte delle nostre donne, le straniere che vengono qua, fanno

tutte questo lavoro. Cioè non tutte, quelle che sono in regola non lo fanno, però quelle che non sono

in regola, che non hanno una via d'uscita lo fanno per forza. Poi se sei fortunata, io sono stata

fortunata perché la signora è molto carina, è calma, è tranquilla, è buona, ma ci sono anche quelle

che non dormono la notte, insomma avrai sentito anche te...

F.: Quale lavoro ti piacerebbe fare?

T.: Non lo so...A me piacerebbe andare a fare qualche corso di qualcosina, un corso serale, sai ci

sono tante di quelle cose che potrei andare a imparare, poi magari anche lavorare...non lo so.

F.: In Moldavia cosa puoi fare?

T.: Se sei giovane e non hai un diploma non fai niente, al massimo puoi andare a fare la cameriera.

Ho una mia amica che abbiamo la stessa età, si è laureata, adesso sta lavorando e guadagna

nemmeno 200 euro al mese, questo è il suo stipendio. E i prezzi sono quasi come qui, i vestiti, il

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mangiare, l'affitto. I prezzi sono alti ma i guadagni sono bassissimi. La gente spende ma mette in

tasca poco e niente.

F.: Sono alcune categorie ad avere queste difficoltà o tutti in generale?

T.: Quello che ha un'azienda sua non penso che ha questi problemi. Sai che sono tanti gli italiani

che vengono da noi e aprono qualcosina e si fanno i soldi. Aprono le cose per cucire i pantaloni, le

magliette, sai. I modelli li fanno qui e poi vengono da noi, comprano tutte le attrezzature che gli

servono, prendono le donne e la gente che vuole andare a lavorare, lì paga di meno rispetto a qui ed

ha un bel guadagno così. Scusa ora devo andare.

F.: Certo, grazie mille.

T.: Grazie a te.

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Intervista 11. Svolta nel settembre 2008.

Sv. è una donna di 40 anni, divorziata con una figlia da mantenere. Viene dalla Moldavia dove

era operaia in una fabbrica. E' arrivata in Italia nel 2004 e svolge il lavoro di colf. Viene al

Sokos per dei problemi di cuore che necessitano di cure e controlli continui.

F.: Sv., come mai sei venuta qui in Italia? Cosa ti ha spinto a venire in Italia?

Sv.: Sono arrivata per lavoro, anche per...per lavoro.

F.: Com'era in Moldavia la sua vita?

Sv.: La mia vita era che lavoravo in una fabbrica che pagavano poco e sono arrivata qua. Non era

abbastanza per tenere la famiglia e così sono arrivata.

F.: Hai dei figli? Sei sposata?

Sv.: Ho una figlia di 14 anni, sono divorziata.

F.: Suo marito la aiuta, le dà dei soldi per la figlia?

Sv.: Si, lui ci paga gli alimenti per la mia figlia.

F.: Però non bastano?

Sv.: Non bastano questi soldi.

F.: Perché il costo della vita è troppo alto?

Sv.: Si, troppo alto e non bastavano soldi per vivere là. Perché io con mio marito eravamo divorziati

già quando io è venuta di qua, ed ora sola con mia figlia e non bastavano soldi.

F.: Quando stava con suo marito era meglio?

Sv.: Era meglio si, perché erano due stipendi

F.: Quindi, mi diceva prima, che lavorava in una fabbrica...

Sv.: Si in una fabbrica di pasticceria, dove facevamo il pane.

F.: Adesso che lavoro fai qui?

Sv.: Lavoro in una famiglia già da tre anni, tre anni e mezzo. In questa famiglia lavoro come

badante, colf.

F.: Fai sia le pulizie che badante?

Sv.: Si, pulizie, mangiare, la casa è grande, c'è tanto da fare, tre persone sono.

F.: E sei tutto il giorno lì?

Sv.: Si, è come in affitto, vivo anche lì.

F.: Hai dei giorni liberi?

Sv.: Si giorni liberi sono. Io lavoro tutta settimana, poi sabato alle 3 finisco e domenica è giorno

libero.

F.: Lo stipendio com'è?

Sv.: Lo stipendio è di 850 euro.

F.: Ti bastano?

Sv.: Ti bastano...non bastano così tanto perché credo che è troppo lavoro, sono tre persone, casa

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grande, due bagni, tanto da fare, da mangiare e cucinare...

F.: Riesci a mandare i soldi a casa?

Sv.: Ce lo riesco a mandare, ma non bastano per tutto quello che serve alla famiglia.

F.: Tua figlia con chi sta?

Sv.: Mia figlia sta con una nipote.

F.: Ma tu mandi i soldi solo per lei?

Sv.: Si, solo per lei.

F.: Sapevi quando sei venuta qui in Italia che avresti fatto la badante o la colf, o comunque un

lavoro del genere?

Sv.: Si, io sapevo che ero venuta qua per fare questo lavoro, ma non credevo che era così pesante.

Anche quando sono appena arrivata qua ho fatto un po' di ore prima, lavoravo a ore, poi io ho avuto

una tragedia, sono stata operata per cuore, ho avuto un'operazione al cuore.

F.: Ma avevi questo problema già nel tuo Paese?

Sv.: Già quando io ero a casa sentivo questa malattia, e poi sono venuta qua...

F.: Che problema è di preciso?

Sv.: C'è una valvola metallica che hanno cambiato al cuore.

F.: Il bypass?

Sv.: Il bypass, si.

F.: Quindi già ne soffrivi al tuo Paese, poi sei arrivata in Italia e...

Sv.: Credo che lavoravo a ore e era un po' di stanchezza di più mi ha fatto questo, credo.

F.: E' stato il lavoro pesante?

Sv.: Si, io penso che è lavoro pesante. Io non ci pensavo e si è fermato il cuore, e ho avuto....

F.: Un arresto cardiaco?

Sv.: Si.

F.: Ti hanno operato qui a Bologna?

Sv.: A Bologna si.

F.: Tu non sei riuscita a regolarizzarti?

Sv.: No, ancora no.

F.: Hai fatto domanda?

Sv.: Si ho fatto domanda, ma non ancora…Nel dicembre 2007 ho fatto la domanda.

F.: Quindi stai aspettando...

Sv.: Si

F.: Hai la ricevuta?

Sv.: Si, la ricevuta ce l'ho, dalla signora dove lavora.

F.: Com'è per te la vita qui in Italia?

Sv.: La vita è normale, per vivere, è normale, solo a me mi serve un lavoro, come io sono una

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persona operata per cuore, mi serve un lavoro di meno da lavorare. E' troppo pesante per me questo

lavoro.

F.: Hai provato a cercare altro?

Sv.: No, perché aspetto questa domanda che dopo che mi arriva vediamo di trovare un po' di

meglio.

F.: Che lavoro vorresti fare?

Sv.: Un lavoro...un lavoro di meglio, anche pulizie ma di meno, poi lavoro di 4 ore penso.

F.: Hai ancora problemi con il cuore?

Sv.: Quando mi stanco sento che mi tremano le mani, così...

F.: Puoi riposarti a lavoro?

Sv.: Si, ho due ore di riposo.

F.: Nella famiglia ti trovi bene?

Sv.: Mi trovo bene, la famiglia è buona.

F.: Prendi medicine per il cuore?

Sv.: Si, prendo medicina

F.: E' una terapia che ti fa bene?

Sv.: Si, è una terapia che mi trovo bene con questa medicina

F.: Come avresti risolto questo problema nel tuo Paese?

Sv.: Ma anche nel mio Paese mi dicevano di operazione, ma ci volevano tanti soldi, ed io non ce li

aveva quei soldi per fare questo intervento.

F.: Pensi che il lavoro che fai qui ha potuto peggiorare la situazione?

Sv.: Mah…anche nel mio Paese lavoravo in fabbrica. Io credo che sono arrivata qua e forse questo

caldo, non so, da noi non c'era questo caldo. E qui credo mi è arrivato così, che ci è voluta

operazione.

F.: E i medici cosa hanno detto riguardo a questo male al cuore?

Sv.: Loro mi hanno detto che questa malattia era da tanto tempo. Da quando sono nata c'era questa

malattia, col tempo è diventata più pesante. Io prima non mi sentivo così, quando sono venuta qui

ho sentito di più dolore.

F.: I medici del tuo Paese ti hanno detto la stessa cosa dei medici qua?

Sv.: Si, dicevano col tempo...prendi medicina per vedere...Loro non mi dicevano di fare subito

l'operazione per cuore, dovevo aspettare.

F.: E se la volevi fare dovevi pagare...

Sv.: Si, 4000 euro e io non ce li avevo quei soldi.

F.: Pensi sia migliore qui il sistema sanitario rispetto al tuo Paese?

Sv.: Si, c'è più rispetto, mi hanno fatto un intervento perfetto, sono stati gentili...

F.: Adesso stai bene?

Sv.: Si sto bene

F.: Tu sei sempre venuta qui per questo problema al cuore?

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Sv.: Si si.

F.: Oggi perché sei venuta al Sokos?

Sv.: Perché io prendo medicina e loro mi fanno ricette e io vado a comprarle in farmacia e non le

pago.

F.: Ti trovi bene qui al Sokos?

Sv.: Si da quando sono qui, quattro anni, sempre qui vengo.

F.: I dottori ti seguono, le terapie sono giuste?

Sv.: Si si. Tutto va bene.

F.: Come è vivere in Italia per gli stranieri secondo te? Come vengono trattati?

Sv.: Per me gli immigrati vengono trattati normale, non trattate male. Quando hai qualcosa ci sono

tanti aiuti.

F.: Quanto tempo vorresti rimanere in Italia?

Sv.: Io penso di rimanere e di portare anche mia figlia e lavorare qua per sempre.

F.: Quindi ti piace l'Italia...

Sv.: Si, mi piace tanto

F.: Hai paura di non essere in regola qui in Italia?

Sv.: Si, perché io per operazione quando andavo per un'informazione, un consiglio, io non ho

niente, non ci posso andare. Perché anche in Moldavia non dico che siamo poveri, e se una persona

è stata operata per cuore pagano l'invalidità. Ma io qua non ci posso avere perché sono senza

documenti. Per questo è un po' brutto.

F.: Ok, grazie S.

Sv.: Prego, allora vado.

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Intervista 12. Svolta nel settembre 2008.

I. è un ragazzo di 26 anni, proveniente dal Senegal, dove era capo operaio in una fabbrica. E'

in Italia dal 2004, in attesa di permesso di soggiorno, è in cerca di lavoro. E' venuto al Sokos

per fare dei controlli.

F.: I., come sei arrivato in Italia?

I.: Sono venuto con volo...Scusa io non parlo bene italiano...sono venuto prima in Spagna con

aereo, poi sono venuto con treno fino a qui.

F.: Con che documenti sei entrato? Con un visto turistico?

I.: No, no, con un visto di commercio per rimanere come un visto turistico, per un mese.

F.: Sei entrato con l'intenzione di fermarti qui e di lavorare qui?

I.: Si certo, perché io prima nel mio Paese già lavoravo bene.

F.: Che lavoro facevi?

I.: E' una ditta che fa fabbricazione di vestiti.

F.: Eri un operaio?

I.: Si certo, ero un capo però ero un po' giovane. Ero un capo che guidavo quelli più grandi di me.

F.: Guadagnavi bene?

I.: Si guadagnavo bene...150.000, 300 euro al mese così. Però prima era molto duro perché non

c'era mio padre, io che era giovane e grande volevo aiutare la mamma e anche i fratellini. Poi

quando ho lavorato 4 anni anni io avevo tanti soldi, esempio 4.000 euro, e poi io ho comprato un

visto per venire qua. Poi così così...prima era molto duro, sai è difficile, però adesso sono messo

bene. Però io adesso cerco lavoro per lavorare perché quando ho preso il nullaosta nel 2006, quando

c'era i flussi ho fatto la domanda, e poi Dio mi ha aiutato e ho avuto il nullaosta. Poi io ho lavorato

poco poco, poi ho preso quelli soldi, poi sono tornato al Paese, poi sono andato all'ambasciata, loro

mi hanno dato il visto per poi entrare in regola.

F.: Ma dove hai lavorato qui in Italia?

I.: No, questo è un grande discorso che io non voglio parlare perché era una cosa...perché quando tu

sei venuto qua senza documenti, futuro, sai ci sono delle persone che aiutano le persone, però loro

non vogliono che quando tu vai poi dici loro nome. Però sono italiani buonissimo che aiutano gratis

e poi nulla, basta lavorare.

F.: Sei capitato anche con italiani cattivi?

I.: Al momento, al momento no. Perché io sai non parlo tanto con gli italiani perché io voglio essere

più tranquillo e poi una persona, ad esempio per avere un amico o una amica, ci vuole guardare le

località, andare a ballare, girare: io non fa quello. Io sono a casa, poi a fare lavori e poi basta.

Perché fino adesso non ho mai avuto un amico qua in Italia, mai...perché...anche i miei paesani,

perché io prima era molto duro. Lo sai che quando per divertirti vuoi avere una ragazza, ci trovo

bene, però quando tu lasci la tua famiglia a casa per venire qua, ci vuole pensare quello che tu...tu

hai fatto tante cose per venire qua e quando tu sei venuto qua c'è tanti amico che...io conosco tante

persone che quando vengono in Italia giocano, vanno a girare, bevono qua, fumano là...Io non

fumo, non bevo, nulla di questo qua, perché io sempre penso alla mia mamma prima. E' la persona,

la prima persona che mi aiutato a venire di questo mondo. E voglio prima aiutare i miei fratellini

per un domani qualcosa. Però era molto duro veramente!

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F.: Tu non bevi e non fumi per motivi religiosi?

I.: Si, certo anche quello. Anche quando io era in Senegal io non vuole, non bere non fumo, perché

non è una cosa che...è una cosa molto complessa, capito? Fumare per fare quale,eh? Bere per fare

quale? Ubriacare e parlare quale? No, io non lo fa, perché io voglio essere più motivato e questo

qua è un servilismo che noi facciamo, funziona di quello che noi facciamo. Per cui se io voglio

prendere queste cose qua è un casino. Io sono molto giovane e ci ho la pensèe, il pensiero di andare

più avanti, perché c'è una ragione che io sono qua. Perché nel mio Paese io mangiavo bene, capisci?

Io vestivo bene, perché avevo un lavoro buono. Però quando c'è qualcuno, io ho fatto tutto per

venire qua, io voglio fare qualcosa.

F.: Tu vuoi fare di più?

I.: Esatto, di più, perché io prima era molto molto, un grande lavoratore e io adesso voglio diventare

di più, avere l'esperienza, avere la sapienza, tante cose, capito?

F.: Quindi non me li vuoi dire i lavori che hai fatto in Italia?

I.: No, ho fatto solo facchinaggio.

F.: E adesso cerchi lavoro, però avevi fatto la domanda? Spiegami un po'...

I.: Io adesso sono nuovo, vuol dire che la persona che mi ha fatto la domanda dei flussi, quando

sono venuto qua, sono tornato in Italia, lui mi ha detto che non c'è più lavoro. E io ho detto va bene,

vado in giro e cerco lavoro. Poi la prefettura mi ha mandato una cosa, e adesso ho fatto la domanda

e ho la ricevuta postale e aspetto adesso il permesso. Perché ci sono tante persone che non vogliono

prendere le persone con quella ricevuta postale, perché loro non lo credono. Io ho fatto domande di

lavoro, però loro con ricevuta hanno paura. Però è buono, io adesso aspetto il permesso di

soggiorno per avere un lavoro e la questura mi ha detto fra tre mesi. Io sono contento, io può

aspettare, una persona che ha aspettato per anni, può aspettare tre mesi.

F.: Ti trovi bene qui in Italia?

I.: Se lavoro si.

F.: Con le persone, come vita?

I.: La vita è molto difficile, ti faccio un esempio: io adesso pago un posto letto a 170 euro al mese,

compreso tutto, però nel mio paese a 170 euro al mese tu puoi avere una grande casa, una casa,

capito? Però c'è una differenza, però si cambia sempre la vita, è così...è buono. Io sono venuto qua

sempre per lavorare, per aiutare la mia famiglia, pensare a loro prima, non venire qua a divertirmi,

non mi interessa perché ci sono tante cose che sono passato, che davanti ai miei occhi era molto

duro, e quando lo penso devo andare avanti, io non devo essere indietro. Si perché io ce l'ho ce l'ho

la fiducia che devo andare avanti, non indietro, no uguale.

F.: Tuo padre è morto, e tua madre lavora?

I.: No

F.: Quindi è tutto sulle tue spalle?

I.: Esatto. E' questa la cosa che ti può spingere tanto.

F.: Qui a Bologna dove vivi?

I.: Vivo in via Tagliamento, in via Mazzini.

F.: Vivi con altri senegalesi?

I.: No.

F.: Con chi vivi?

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I.: (Ride, sembra non volerlo dire). Io vivo con dei pakistani che noi abbiamo abitato insieme in una

grande casa e poi lui ha cercato una casa e mi ha chiamato per abitare lì, per pagare la casa. E io lì

paga la cifra e sono a posto perché sai che quando sei con i tuoi paesani...io non ha mai abitato con

senegalesi perché sai quando una persona, tu non può capire, tu non può capire, c'è la gelosia:

quando loro ti vedono così, pensano qua...

F.: Pensano che tu gli puoi rubare il lavoro, il posto, cosa?

I.: Si, quando telefono vogliono sentire quello che tu parli con la tua famiglia. E' per questa cosa

che io non ho mai capitato con senegalesi, mai. Perché a me piace abitare con qualcuno che non ha

gelosia, che è molto tranquillo, basta che parliamo italiano per capire, ridere, così...per scherzare. E

la vita continua così.

F.: Per quale problema sei venuto qui al Sokos?

I.: No veramente, qui al Sokos, una agenzia, una società, una organizzazione che può aiutare le

persone, è una cosa molto alta, hai capito? Perché aiutare le persone, faccio un esempio, che sono

malati è una bella cosa, perché prima di tutto è la salute. Che tu sei miliardario non ti serve, prima ci

vuole la salute. Questa organizzazione che hanno fatto qua è una bella cosa, ci sono tante cose - io

non capisco bene l'italiano- però è Lui che parla, lo sai perché? E' Dio che parla. Perché qua è una

bella cosa veramente, perché qua nel 2004, quando sono arrivato qua io ero molto stanco, poi ho

chiesto qua, no perché prima non c'erano qua era in un altro posto. Io sono andato lì e loro mi hanno

dato le medicine perché io ero molto stanco, molto molto e poi, grazie a Dio e anche a loro, perché

loro sono molto bravi e mi piacerebbe che Dio li lascia sempre lì ad aiutare tanti immigrati che non

hanno lavoro, che sono disperati. Perché esempio ci sono sempre tante persone che pensano che

sono malate però non possono venire qua, fare cose qua, però vanno a cercare da mangiare, da fare,

tante cose. Perché ognuno di noi, ogni persona ha una malattia e ogni tanto capita che ti fa cadere e

poi tu vai dal medico, però Sokos è veramente una grande organizzazione, è molto bello. E' un

favor, non lo so – parlo francese- un favore per tutti perché questa è una bella cosa. Quando loro

hanno delle medicine, loro ti danno e tu non paga niente. Quando tu vai a un grande ospedale ci

vuole pagare, eh!Quando tu non paga loro non ti guardano neanche.

F.: Nel tuo Paese com'è il sistema sanitario?

I.: Ma...perché loro ieri parlavano in televisione di questa cosa. No lì è molto duro. Si, purtroppo

qua io non voglio mentire: è troppo duro, molto duro , veramente.

F.: Bisogna pagare per avere le cure?

I.: Certo, certo. Si deve pagare, ma ci vuole tanti soldi per andare avanti, per questo è molto duro.

Però il Senegal è un Paese molto debole, si molto. Perché tu sai che lì, quando hai soldi e sei malato

puoi andare, ma ci sono delle persone che per avere, per esempio, per esempio, 2 euro per andare

all'ospedale, è difficile per loro. E' molto difficile, hai capito? E quello è una grande marcia indietro,

però è duro lì, però ci vuole sempre avere i soldi anche qua. Quando hai i soldi sei a posto. Basta

che tu lavori e hai un medico. Però lì non è uguale, ci sono tante cose che non funziona, però è la

vita.

F.: Quindi se stai male nel tuo paese come si fa?

I.: Ad esempio quando io ero in Senegal, io lavoravo molto bene. Quando sono malato la società mi

prende in cura.

F.: E la tua famiglia anche?

I.: No, la mia famiglia se uno è malato sono io che paga le cure.

F.: Quindi non c'è un'assistenza sanitaria garantita dallo Stato, ad esempio come qui in Italia? E'

tutto privato?

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I.: No, non è privato, ma è molto duro. Tu sai che in Senegal, in Africa, ci sono persone che la testa

vuoto, perché a questo qua è il governo che deve pensare, però governo pensa alla sua famiglia, ai

suoi figli, poi quando loro stanno bene tutti i beni del Paese sono per loro, poi pensano agli altri e

prendono il microfono e parlano sulle persone e parlano sempre le bugie. E noi così dove stiamo

andando? E' duro lì, però quando sei fortunato che ci hai i soldi, hai un amico che non ci ha, tu puoi

aiutarlo, capito? Però è duro, molto duro, perché questa assistenza che tu dici, non è mai esistita in

Senegal, mai mai mai.

F.: Hai detto che sei venuto la prima volta al Sokos nel 2004 perché eri stanco. Cosa ti sentivi?

I.: Perché quando sono arrivato la prima volta, ho preso l'aereo per il Portogallo e io non sapevo

niente lì, io non sapevo l'Italia, la strada, le cose da fare. Però quando tu sei intelligente, hai studiato

inglese, francese - adesso io imparo anche italiano piano piano - tu puoi decidere una strada. Poi dal

Portogallo fino a qui in Italia ho fatto almeno quattro giorni sulla strada, per non sapere dove

passare, capito? Poi anche quando sono venuto non era duro, non era molto duro

perché...perché...non mi ricordo...io nemmeno qui voglio parlare perché...quando io sono venuto

dalla Spagna non avevo più niente da mangiare. Io ero stanco, poi un bianco mi ha visto e mi ha

dato una banana e un'arancia e io non gli ho detto niente, e poi lui mi ha dato anche l'acqua e io gli

ho detto grazie. Poi quando sono arrivato qua fino a Milano io non avevo nulla con me di soldi,

niente. Io avevo solo 2 euro e dovevo venire qua a Bologna. Però ho visto una persona che mi

sembrava un senegalese e poi era un senegalese, io gli ho spiegato il mio problema e lui mi ha

aiutato a prendere il treno, ha pagato il ticket...Nella vita devi passare sempre tante strade, non devi

pensare che devi avere sempre cose buone, buone e dormire, no. Ci vuole passare le strade, per

sapere, per vedere si deve passare dei momenti duri. Hai capito? Anche io, anche un altro...è così la

vita. Però ci sono le persone che non hanno quel problema: il padre ricco, la madre ricca e loro

possono riuscire di quello che avevano. Però lo sai che la vita è un po' difficile, perché tutti di noi

non siamo uguale e ci sono dei passi da fare. E' così la vita. E' difficile, è difficile, però è così.

Io non ho mai mai fatto un lungo viaggio così. Anche nel mio Paese fare un viaggio così ci vuole un

taxi, però qua che tu non sa dove passare, dove andare, no.

F.: Chi ti ha parlato del Sokos?

I.: Un amico, un amico senegalese mi ha parlato di Sokos, poi sono venuto qua perché io ero molto

stanco.

F.: Adesso che problemi di salute hai?

I.: No, adesso in questo momento non c'è. Certo, perché quando sono andato in Senegal io ero

molto malato, però questi sono dei fantasmi nella testa.

F.: In che senso fantasmi?

I.: No...(ride). Basta così. No, no però sai che io sono andato a dicembre, nel dicembre scorso io

sono andato, poi ho fatto un mese e poi io sono malato e poi questa malattia era molto, molto, molto

grave, molto grave...che io non voglio spiegare perché è molto grave.

F.: Era una malattia psicologica?

I.: No!Io ti spiego, perché tu vuole sapere, vero? No perché questa è una cosa di fantasmi, perché in

Senegal quando io vado lì le persone, gli amici, tutti vogliono, ti dicono: vieni qua, vieni a mangiare

qua, vieni a mangiare qua. Io ho mangiato qualcosa che io non dovevo mangiare e poi la mia gola si

era gonfiato, qua dentro, e poi io non potevo parlare.

F.: Perché qualcuno era invidioso di te?

I.: Esatto. Non so fino adesso chi. Poi sono stato lì ed era molto duro perché non potevo mangiare e

bere, né parlare. Allora quando io deve parlare, io deve scrivere e loro sanno quello che io voglio

parlare...Era molto duro. Poi la mia mamma mi ha detto che allora ci vuole andare all'ospedale, e io

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ho detto: “Va bene, andiamo!”. Poi siamo andati all'ospedale, però quando i dottori mi hanno visto,

io non potevo fare così (apre la bocca). Il dottore aveva fatto così per aprire la bocca e poi hanno

preso una torcia per vedere dentro lì. E poi hanno detto che è, non lo so come si dice, non l'ho mai

sentito qua...come sangue dentro qui, era gonfiato qua dentro e poi hanno preso siringa e messo

dentro dentro per tirarlo. Hanno tirato quattro volte, c'era solo il sangue. Poi mi hanno detto che

adesso si vuole operarla. Operare? No.

F.: Non ti sei operato?

I.: No. E poi era difficile, e poi ...Quella persona che più che mi aiutato è quella persona che mi ha

portato all'ospedale, quello taxi, la persona, il proprietario del taxi mi ha detto che ci sono dei malati

che non si riabilitano all'ospedale. Ci vuole andare dai vecchi che sanno qualcosa, capito? Per

toglierlo.

F.: Cioè ti ha detto che certe malattie in ospedale non si riescono a curare?

I.: Esatto. Allora tu puoi capire...esatto. E poi mi hanno detto all'ospedale che non mi potevano

curare.

F.: Ti avevano detto di operarti...

I.: Si, però io ho detto no. E sono andato da un vecchio che sa qualcosa.

F.: E lui cosa ti ha detto?

I.: Oh, era molto bravo, molto bravo. Grazie a lui, no, grazie a Dio , al nostro Profeta e a lui che

quella cosa se ne è andata. E poi non è andato dentro, ma è venuto fuori, perché era qualcosa che mi

hanno dato che ho mangiato: quello è una cosa molto molto pericolosa. Io ero alla fine, di morire.

(ride alla mia espressione stupita) No, ma era molto pericolo. Perché sai che questo qua in Italia non

c'è qua, non ci sono.

F.: Cosa di preciso non c'è qui?

I.: Questi fantasmi che vengono qua e ti fanno bloccare.

F.: Un attimo, fammi capire: tu cosa intendi per fantasmi?

I.: Delle persone cattive.

F.: E sono le persone da cui tu sei andato a mangiare, che ti hanno dato qualcosa che fa male...

I.: Qualcosa di buono, come pasta, così...ma loro ci hanno fatto qualcosa dentro e dopo sono stato

male. Ti faccio un esempio: è come prendere medicina e metterla dentro un piatto. Quando tu

prendi una medicina e la metti in un piatto è come...

F.: Un veleno?

I.: Esatto. Per farmi stare male. Io dovevo morire, io.

F.: E questa persona la chiami fantasma? Forse non è la parola giusta in italiano perché fantasma

indica un essere incorporeo, a volte possono essere i morti...forse non è la parola giusta...

I.: No, perché da voi è diverso. Però le persone, da lì tutte le cose è le persone che le fanno. Ci sono

persone pericolose, che hanno poteri...

F.: Hanno legami con gli spiriti, con il diavolo?

I.: Si, si. Esatto. Lì ci sono, non so quali sono, ma sono un pericolo.

F.: Ma non si sa chi è pericoloso, chi ha questi poteri?

I.: No, perché ad esempio: tu vai a mangiare da una tua amica e non immagini, perché è la gelosia

che quando tu vieni in Italia dicono: “Ah tu hai soldi, vesti bene, guadagni in Italia”. Ma quello che

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loro dicono non sanno nulla, c'è la gelosia.

F.: E questo vecchio cosa ti ha fatto?

I.: Oh, quello è una persona grande, una grande persona.

F.: Cosa è di specifico?

I.: E' un guaritore. Ma sono anche marhabut, persone che hanno studiato tante cose del nostro

Corano e quando una persona ti fa qualcosa di male, quando loro...perché quando quella cosa a me

ha bloccato qua, quel signore ha chiesto a Dio tante cose, tante tante. E parlava e urlava e poi questa

cosa qua è uscita dalle sue mani.

F.: E cos'era?

I.: (Sorride) Era una cosa...neanche io lo sa. Era una cosa che non mi va di parlare. Però tu sai che

c'è delle persone che Dio ha dato la sapienza, quando una persona ti fa del male, subito loro

trovano.

(Mi fa vedere in biglietto da visita di questo guaritore che lui mi traduce, perché in francese) Centro

medicale per jinn, diavoli, sourcerie.

F.: Si fa pagare?

I.: Si, si fa pagare, però è meglio: tu paghi e hai la buona salute, meglio di morire.

F.: Sono più bravi dei medici?

I.: Oh, quella persona lo so che è molto molto bravo. Quello io può giurare.

F.: Quindi fa delle preghiere?

I.: Si, preghiere, tante preghiere. E poi hai visto nel Corano, ma anche nell'altro (penso si riferisca

alla Bibbia) si fanno tante preghiere e poi tu sei a posto, veramente. Io sono contento di questa

intervista perché in Africa ci sono persona, guaritori che senza vedere...senza vedere tante cose loro

davvero sono bravi. Però si vuole pagare, però meglio, 75 euro. E qua ti fanno quanto? 35 euro la

visita, 35 euro le cose da comprare e fa 70, è quasi uguale, però loro dice: “Tu non va via finché la

tua malattia non si cura”. Tu paga e tu sei lì. Io ho anche dormito lì nella sua casa. Ha una grande

casa e ci sono tante persone che vano lì a curarsi. Tu lo sai che quando una persona ha una gelosia

verso te, tu devi andarci. Non devi rimanere sempre fermo, dormire lì, no. Devi fare, organizzarti. E'

così.

F.: Oggi perché sei al Sokos?

I.: Io ho fatto delle analisi e ho portato qua.

F.: Perché che problemi avevi?

I.: No, il sangue, lui voleva vedere il sangue.

F.: Lui chi?

I.: La signora là (indica l'ambulatorio)

F.: Ma cosa ti faceva male?

I.: Siccome io sono magro, sono troppo magro, e io non sa cos'è. E poi mi ha detto di fare quello,

anche questa parte mi fa sempre sempre male.

F.: Cosa pensi possa essere?

I.: Io non lo so perché ho fatto raggi e non ho visto niente. Ho fatto due volte, tre volte raggi e

niente.

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F.: Pensi possa essere qualcosa come quello che ti è capitato prima?

I.: No, può darsi eh...può darsi, però sai che quando io fa questa ultima cosa qua, poi io vado lì e

faccio. Perché ci vuole prima vedere, perché loro prima ti mandano dal medico e quando il medico

non ha visto nulla, tu vai da loro, perché il medico non può curare tutto. Ci sono una parte che il

medico può curare e le altre sono per le altre persone.

F.: Qui in Italia ci sono dei guaritori del tuo Paese?

I.: Non ho mai....no, perché in Senegal tu non puoi vederlo così, tu devi entrare nel giro per sapere

tante cose, no? Ci sono tante persone che fanno le cose cattive per niente, capito? Per niente.

F.: E quindi è la gelosia a far fare queste cose...

I.: Si, la gelosia. Lo sai che qua in Italia c'è la gelosia, però loro ti fanno vedere subito: pam e tu sei

andato via e loro vanno in galera. Però da noi non è pam-pam-pam, no. Ci sono delle cose che loro

fanno. E ci sono queste persone che ti proteggono, esempio ti danno delle cose da fare qua, da

mettere qua. Quando una persona dice: ah questa ragazza, questa ragazza, questa ragazza, non

arriva perché tu sei già protetto. Ci sono tante cose, ti giuro, tu non puoi sapere purtroppo

(sorride)....però quando tu hai fatto a una persona una cosa di cattivo, questo guaritore fa delle cose,

e poi tu che hai fatto la cosa puoi morire o diventare pazzo.

F.: Chi ti ha fatto del male può diventare pazzo ecc.?

I.: Si, perché per esempio quando una persona è arrabbiato con te e tu non lo sai, come tu deve

fare? Tu deve sempre ridere, ridere? No, devi prendere anche le tue disposizioni, fare le tue

protezioni, così nessuno ti fa male. Tu ti devi proteggere comunque e ovunque, capito?

F.: Tu qui hai delle cose per proteggerti?

I.: (Ride) Siamo fuori game? Si certo che ce l'ho. E' così la vita, non ti devi fidare di nessuno, anche

di bianchi, neri, tutti, tutti. Ci vuole proteggere, è così. Prima che mio padre va via ero una persona

che nessuno voleva vedere così, perché era molto, molto, molto potente. Ha curato delle persone

anche lui.

F.: Era un guaritore anche lui?

I.: No, era una marhabut, una persona che sa tante cose sul Corano e ha un grande rispetto fino ad

adesso. Fino ad adesso ha un grande rispetto. Però è Dio che protegge le persone. Per esempio

quando Dio ha portato qua le persone è per lavorare. Non dobbiamo fare che tutti vengono a

mangiare, bere. No, dobbiamo lavorare per vivere. Quella è una bella cosa. Ad esempio cinque anni

fa tu non pensavi di essere qua. E' Dio che dà il destino, la destinazione. Esempio: io non pensavo

mai di venire qui. Tu oggi sei qui, domani puoi essere al S. Orsola un capo grande. E' questo che

noi chiediamo: di andare avanti. E lo sai che l'immigrazione, loro dicono sempre di fermare

l'immigrazione, non si può fermare. Perché prima noi siamo sempre dei migranti, anche l'Italiano va

in America, in Australia. Loro vanno, altri vengono qua. E poi un giorno loro ritornano, gli altri

vanno. Ma la fortuna è anche quando tu rispetti la tua madre e il tuo padre , tu non avrai mai una

cosa male. Anzi di aiutarli. E' così la vita. Si vuole aiutare tua padre e madre. Così tu vai e non devi

avere paura di niente. Ci sono persone qua che non pensano alla madre, che non pensano al padre,

che pensano solo a loro, a giocare. Io non penso mai, prima la mia mamma, i miei fratellini, poi le

altre cose. E' così la vita. (ride). Tu sei contenta?

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Intervista 13. Svolta nel settembre2008.

Ng. è un ragazzo di 28 anni, viene dal Camerun, dove studiava prima di arrivare in Italia nel

2003. Qui lavora in nero come facchino. E' venuto al Sokos per dei problemi legati all'area

oculare.

F.: Ng., ti va di raccontarmi come mai sei venuto qui in Italia?

N.: Il motivo per cui sono venuto in Italia è che nel mio Paese non trovavo lavoro e vivere è

impossibile.

F.: Non lavoravi quindi nel tuo Paese prima di venire in Italia?

Ng.: No, studiavo.

F.: Che scuola hai fatto?

Ng.: Scuola tecnica, istituto tecnico. E dopo di questo ho fatto qualcosa, ma poi sono venuto in

Italia.

F.: Hai la tua famiglia in Camerun?

Ng.: Si, ho la mia famiglia.

F.: Come sta la tua famiglia in Camerun? Che lavoro fanno i tuoi genitori?

Ng.: I miei genitori avevano dei negozi...

F.: Negozi di cosa?

Ng.: Merceria, vendeva bottoni, corredo...

F.: Non riuscivate a vivere bene con soldi guadagnati?

Ng.: No, no, non è che sono una di quelle famiglie...di tipo media, stiamo bene. Ma essendo in

Camerun uno pensa che è meglio qua.

F.: Sei arrivato in Italia da solo?

Ng.: Si da solo.

F.: Avevi degli amici qui, dei conoscenti?

Ng.: No dei conoscenti

F.: Come ti sei trovato appena sei arrivato in Italia?

Ng.: Male (ride)...perché quando arrivi pensi che la vita è facile. Dopo un po' ti rendi conto che non

è mica facile.

F.: Come sei entrato in Italia? Con un visto turistico?

Ng.: Si, con visto turistico.

F.: Cosa hai fatto appena sei arrivato ?

Ng.: Appena sono arrivato qui, come tutti gli extracomunitari, ho cercato lavoro, il modo per

regolarizzarti, poi facendo dei lavoretti...così..

F.: Che tipi di lavoro erano?

Ng.: Facchino, vendere, lavori così, non in regola.

F.: Come era fare questi lavori?

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Ng.: Male, non mi è piaciuto.

F.: Speravi di fare qualcosa di diverso?

Ng.: Io volevo studiare.

F.: Studiare cosa?

Ng.: Ancora non lo so (ride)

F.: All'università?

Ng.: Si, all'università

F.: Com'è il tuo rapporto con gli italiani? Hai mai visto atteggiamenti negativi?

Ng.: No, no, non ho mai avuto problemi.

F.: Dove vivi qui a Bologna?

Ng.: (Esita)

F.: Non voglio sapere l'indirizzo.

Ng.: (Ride) Vivo a Bologna.

F.: Con altre persone?

Ng.: Si, si, con altre persone.

F.: E dividete l'affitto? Tu paghi la tua stanza?

Ng.: Si, è un appartamento di due stanze.

F.: Vengono dal tuo Paese?

Ng.: Si, si ci aiutiamo.

F.: Adesso che lavoro stai facendo?

Ng.: Adesso lavoro come facchino in un albergo.

F.: Hai fatto domanda per regolarizzarti?

Ng.: Si, si (ma ho l'impressione che non sia vero)

F.: Come vivi il fatto di non essere in regola? Hai paura?

Ng.: No, oramai mi sono abituato. All'inizio un po' si, ce l'ho, poi uno si abitua perché conosce un

po' la città, le persone.

F.: Ti hanno mai fermato?

Ng.: Si, una volta

F.: Ti hanno lasciato andare?

Ng.: Si, mi hanno controllato e poi mi hanno fatto andare a casa.

F.: Cosa pensi della nuova proposta di legge sul reato di clandestinità?

Ng.: Non è una buona legge. Non è buona per niente. Facendo una legge del genere si fa più

clandestini in giro. C'è gente che vengono qui per cercare di vivere un po' meglio...ed essendo

clandestini...

F.: E cosa pensi dell'immigrazione qui in Italia? Del fatto che molte persone vogliono venire qui?

Ng.: Io tutto quello che dico sempre ai miei compaesani, quando chiamo lì, è “Non è il paradiso

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come pensate voi”, ma non puoi impedire a qualcuno di venire qui, se vuole venire viene, che ben

venga. Noi siamo qui, se gli possiamo dare una mano la diamo.

F.: Lo rifaresti di nuovo?

Ng.: Se fossi nel mio Paese che vorrei tornare qui?

F.: Si.

Ng.: No! (in modo deciso, però poi ride).

F.: Ti manca il tuo Paese?

Ng.: Si

F.: Quindi alla fine vorrai ritornarci?

Ng.: Si

F.: Riesci a mandare dei soldi alla tua famiglia?

Ng.: Qualche volta.

F.: Hai scelto di emigrare principalmente per te o per la tua famiglia?

Ng.: Per me.

F.: Chi ti ha parlato del Sokos?

Ng.: I miei amici.

F.: Quali sono i tuoi problemi di salute?

Ng.: Ma io per fortuna sono sempre stato bene. Solo a volte mal di testa, agli occhi, reumatismi,

cose così...

F.: Da quanto tempo vieni qui?

Ng.: Ma....ma io non vengo spesso qui. Forse è circa un anno.

F.: E sei venuto qui per i problemi che mi hai detto prima?

Ng.: Ma l'ultima volta sono venuto per queste cose qua agli occhi (indica del rossore e

dell'irritazione intorno agli occhi), perché porto gli occhiali e sono costati un casino di soldi, e ha

cominciato a uscire queste cose qua intorno agli occhi, è per questo che sono venuto qua.

F.: E per i mal di testa? Quali pensi siano le cause, i motivi?

Ng.: I motivi...i pensieri: sempre a casa pensare che la situazione poteva essere diversa, più bella.

F.: Hai preso delle medicine?

Ng.: Si, qualcosa.

F.: E poi sei stato meglio?

Ng.: Si

F.: Anche se i pensieri continuavano?

Ng.: Si, va meglio.

F.: E i problemi agli occhi?

Ng.: Ma...i problemi agli occhi è soprattutto d'estate. Quando non è estate sto meglio. D'estate sto

male, mi lacrimano.

F.: Cos'è che ti fanno lacrimare?

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Ng.: Cosa è? Il sole

F.: Ti hanno dato una cura da fare?

Ng.: Mah...sono stato una volta da un oculista, mi ha dato una cura, ma non è passato.

F.: E cosa pensi di fare?

Ng.: Ma aspettando l'estate dell'anno prossimo di prendere un paio di occhiali che sono

fotocromatici che mi ha detto lui. Solo che costano troppo. Adesso mi ha detto che le cose intorno

gli occhi con la crema non va via. Ci vuole il laser, ma costa.

F.: E cosa pensi di fare?

Ng.: Per adesso non ci penso.

F.: Fino ad ora sei riuscito a mantenerti e a pagare le medicine per curarti?

Ng.: Si. Sono venuto al Sokos perché qui danno di tutto, ma meno male, altrimenti non...

F.: Ti posso chiedere quanto guadagni al mese?

Ng.: Fa cenno di no.

F.: Ok. Non fa niente.

Ng.: No, lavoro troppo e basta.

F.: Ti senti sfruttato?

Ng.: Qualche volta si.

F.: Perché sei straniero?

Ng.: No perché sono straniero. A volte il lavoro che faccio lo faccio con gli italiani che prendono lo

stesso stipendio. L'unica cosa che mi dico io e che potrei stare in condizioni migliori. Io lavoro un

sacco e non lo farei.

F.: Nel tuo Paese hai avuto dei problemi di salute?

Ng.: L'ulcera.

F.: Dovuta a cosa?

Ng.: Mangiavo troppo piccante e mi ha creato questo problema.

F.: Ti sei curato lì, dai medici del tuo Paese?

Ng.: Si, i medici di lì.

F.: Come sono i medici nel tuo Paese?

Ng.: Non buoni, perché...a parte che la maggior parte ha studiato qui, ma se non hai i soldi...non ti

curano.

F.: Come ti trovi al Sokos? Come sono qui i medici?

Ng.: Bene, i medici sono gentile...bene.

F.: Pensi che i problemi di salute che hai siano legati al tuo modo di stare qui in Italia?

Ng.: Si, soprattutto perché non sono tranquillo

F.: Pensi sia un diritto per gli stranieri irregolari avere l'assistenza sanitaria in un paese straniero?

Ng.: Deve essere un diritto.

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F.: La critica di molti italiani è che vengono forniti servizi di assistenza sanitaria che non pagate in

quanto irregolari in quanto non contribuiscono alle tasse. Pensi sia ugualmente un diritto umano?

Ng.: E' un diritto umano, perché se uno sta male deve essere assistito. Non è che perché uno non ha

soldi, non ha documenti... non ha senso.

F.: Da quanto tempo è che non torni a casa?

Ng.: 5 anni

F.: Li senti i tuoi parenti?

Ng.: Si, si.

F.: Cosa pensano loro della tua vita in Italia?

Ng.: Male, soprattutto mia madre, che non le piace che non vado giù, perché ogni tanto quando

chiamo giù la prima cosa che chiede è “quando vieni?”

F.: Quando pensi di tornare nel tuo paese?

Ng.: Non lo so, non dipende da me. Se avevo...se avevo...come dire...tu sai cosa ci vuole? (ride)

F.: I soldi?

Ng.: No i soldi. Come fai a tornare giù se non hai i documenti?

F.: Devi trovare qualche datore di lavoro che ti metta in regola...

Ng.: Adesso aspetto con quello che lavoro. Ma è diventato un po' difficile adesso trovare un datore

di lavoro...ti dice si, poi ti dice no.

F.: Sono italiani i tuoi datori di lavoro?

Ng.: Si

F.: Secondo te perché non vogliono mettervi in regola?

Ng.: Perché preferiscono che lavori in nero, così almeno lui ci guadagna di più. Ho lavorato per una

grossa ditta per un anno e mezzo, e lui poteva assumere anche cinquanta extracomunitari con tutti

quelli soldi che aveva. Ma lui quando si parlava di certe cose...non ne voleva sapere.

F.: Ok, grazie N.

Ng.: Prego.

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Intervista 14. Svolta nel settembre 2008.

M. è una ragazza di 24 anni e viene dalla Moldavia. E' in Italia dal 2006. Era una studentessa

universitaria, ora fa la badante. E' venuta al Sokos per rinnovare la tessera STP.

F.: M., qual è il motivo che ti ha spinto a venire in Italia?

M.: Mah...come mai...sicuramente perché non morivo di fame, questo no. Volevo vedere, perché

un'altra possibilità oltre andare via dal nostro Paese è difficile. Se non hai una borsa o genitori che ti

danno dei soldi è difficile, così ho voluto...sono venuta in Italia perché questo è un Paese che prende

tutti quelli che vogliono uscire dal loro Paese (ride).

F.: In Moldavia cosa facevi, studiavi?

M.: Si, io appena ho finito l'università ho deciso di venire qui. Ho studiato, ma tanto adesso in

questa situazione non conta più, magari quando tornerò, chissà...

F.: Perché non si riesce a trovare lavoro nel tuo Paese?

M.: Si riesce però, scusami, con 30 euro di stipendio e pagare l'affitto 100 euro, che anche adesso

da noi si paga in euro un mese d'affitto, per voi sono pochissimi, per noi quando lo stipendio medio

è di 30-35 euro, adesso tutti i giovani vengono qui, almeno per comprarsi una casa. Non puoi vivere

sempre...non puoi neanche mettere da parte per comprare a 40-50 anni una casa perché tutto quello

che fai non basta. E dopo quando vieni qui e vedi com'è la situazione, quando torni a casa per un

mese, due e non hai i soldi, pensi di tornare. Ora molti, tanti rimangono qui perché anche se non

fanno quello che gli piacciono, hanno però alla fine del mese hanno quel codice che vogliono tanto.

F.: I tuoi genitori sono rimasti in Moldavia?

M.: Si.

F.: Che lavoro fanno?

M.: Sono semplici agricoltori perché abbiamo dei terreni, perché tutti hanno un po'. Perché noi

viviamo in una città, in un paesino che se non fai l'agricoltore, non hai niente, non hai cosa mettere

sul tavolo

F.: Però hanno avuto la possibilità di farti studiare o ti sei pagata da sola gli studi?

M.: No, perché sono l'unica figlia e per questo dicevo che non sono arrivata per fame, magari altre

persone vengono perché non ce la fanno, ma io sono venuta più per la curiosità perché ci sono tanti

tanti giovani che vengono qui, che appena hanno finito l'università vengono qui.

F.: Qui avevi delle conoscenze?

M.: Si, c'erano due mie zie.

F.: Ti hanno aiutato loro inizialmente?

M.: Si, posso dire di si, perché quando arrivi in Italia, un Paese che non si conosce...Sono arrivata a

Venezia e ho aspettato un giorno così, senza sapere la lingua, quindi è importante che c'è qualcuno

che ti incontri. E questo è importante, però dopo è meglio che fai tutto da sola .

F.: Hai scelto Bologna perché le tue zie erano qui?

M.: Si, perché qua erano loro. Però 6 mesi ho lavorato a Brescia, non è che non trovavo qui lavoro,

ma volevo scappare, così, perché anche se veniamo qui per lavorare, la tua vita continua e non puoi

solo concentrarti sul lavoro, ci sono altri problemi, perché non sai quanto starai qui.

F.: Perché avevi questa voglia di fuga?

M.: Ma perché avevo un'amica a Brescia e lei mi ha chiamato per affittare una casa e dopo ho

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trovato lavoro, però non mi piace fare la baby-sitter.

F.: Adesso fai lo stesso lavoro?

M.: No, adesso badante. Il primo lavoro, invece, lavoravo in una famiglia di nobili con due

bambini, però anche facevo i lavori in casa, però più con i bambini. Dopo perché non mi hanno

voluto di mettere in regola ho deciso che tanto non avevo niente da guadagnare e anche lo stipendio

non era così da sopportare quello che sopportavo, qui il mio unico scopo era di avere i documenti,

almeno per tornare a casa e poi tornare indietro, non è per chiedere qualche diritto.

F.: Con questo lavoro tu non ti trovavi bene?

M.: No.

F.: Con le persone o per il lavoro in sé?

M.: Per il lavoro, perché uno quando arriva qua già sa cosa viene a fare.

F.: Tu già lo sapevi?

M.: Si, che il lavoro non è così facile, però per me in particolare, non so, ma penso un po' per tutti

conta l'atmosfera che si fa in casa per aver la voglia di tornare la sera a casa. Io non avevo la voglia

di tornare. Io lavoravo perché avevo bisogno, pensavo che alla fine avrò dei documenti, quindi...

F.: Tu sei entrata con un visto turistico?

M.: No, da clandestina. E' stato difficilissimo, perché è la quarta volta che ci sono riuscita ad

entrare qui, però le prime due, tre volte, anche con il visto turistico niente, perché si sa che la gente

che viene in Italia non torna più in Ucraina.

F.: Dove ti hanno bloccato?

M.: Alla frontiera tra Ucraina e Slovacchia, poi ci hanno presi in Austria, però in Austria è più

facile perché ci danno l'asilo, rifugio...ma è un sistema che è proprio complicatissimo, che

nemmeno noi che entriamo in questo gioco non ci capiamo proprio niente.

F.: Hai dovuto pagare tanto per arrivare qui?

M.: Si si si.

F.: Quelli che vi hanno portato qui?

M.: Si, ma noi nemmeno li conosciamo quelli che ci portano, diciamo che è una catena. Adesso è

già più difficile perché hanno scoperto...è più difficile, però quando sono venuta io anche era

difficile, però adesso è più difficile. E anche non vorrei fare di nuovo la stessa esperienza un'altra

volta.

F.: Ma con quale mezzo sei venuta? Pullman, treno?

M.: Diversamente, perché sono arrivata in pullman in un paese, dopo abbiamo passato la frontiera

per qualche km a piedi, poi da Vienna sono venuta fino a Venezia S. Lucia con il treno. Però ci

sono tante modalità.

F.: Com'è il tuo lavoro attuale da badante?

M.: Mah...il mio lavoro è soltanto di notte, diciamo: dalle 8 fino alle 12 e a me va bene perché so

che non devo stare chiusa, così è un po' più facile, perché stare 24 ore su 24 con un'anziana che

proprio impazzisce, non ce la fai.

F.: Fai anche lavori in casa?

M.: Si.

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F.: La paga è buona?

M.: Va bene, 700 euro per me va bene, perché in questo tempo libero mi posso trovare un altro

lavoretto e posso avere anche 1500 euro. Per me questi soldi sono tanti. Adesso con 700 euro e

pago l'affitto 250, non mi rimane quasi niente, però guardando in prospettiva diciamo che questo

tempo libero...perché ho lavorato in quella famiglia per 800 euro, però lì 24ore su 24 che lavoravo e

per 700 euro, adesso almeno ho tempo libero.

F.: Riesci a mandare soldi a casa?

M.: Si, fino ad adesso si.

F.: Tu sei partita principalmente per te o anche per la tua famiglia?

M.: Per me, per vedere io...non so. Io, diciamo, essendo l'unica figlia ero troppo comprovata,

volevo scappare, volevo fare tutto da solo, perché anche dai nonni, la mia madrina, è una famiglia

che tiene troppo a me. Io volevo fare tutto da sola, finché sono arrivata in Italia ero una bambina,

avevo 21 anni, non sapevo niente. Tutto il male che ho visto nella mia vita è iniziato quando ho

iniziato questa avventura. Però ecco anche se mia madre è giovane, è malata con una malattia che

non si cura più e ogni 3 mesi deve andare...non posso pensare solo a me, devo mandare qualcosa a

casa. Ma loro pensano per se stessi, non è che aspettano che io gli mando. Io dico che tutta la vita

hanno lavorato per me, adesso faccio io qualche sacrificio, ma loro mi vogliono indietro...

F.: Ti manca la Moldavia o preferisci stare qui in Italia?

M.: Io per la prima volta, quando avevo il pensiero di tornare a casa, poi non volevo più tornare in

Italia, adesso che ho una mia amica che è appena arrivata dalle ferie da casa mi dice “No, è meglio

stare qui perché cambia tutto”. Cambiamo noi, cambiamo nella testa, cambiamo nel cuore,

cambiamo anche dopo un anno, due anni. Hai voglia di tornare, però adesso non so, mi manca, non

mi manca... non so, mi mancano i miei, il Paesano. Mio diceva sempre che è meglio essere l'ultimo

di una città, che primo nel suo paesino, per cui se io vado adesso a casa o se lavoro sarò qualcuno in

un paese, qui non sarò nessuno...quindi non so se io vorrei fare una carriera o fare qualcosa potrei

tornare indietro, però se voglio vivere sicuro, avere dei soldi, prendere anche una casa , perché ci

sono tanti stranieri che vengono e hanno ingrandito la casa. Poi magari se trovi un fidanzato che è

di qui e vuole stare qui o che è di un altro Paese o del tuo Paese e vuole tornare, è tutto da vedere.

F.: Quindi non sai cosa farai...

M.: Non sa nessuno, io non credo che c'è qualcuno che sa, che dice sempre farò, però alla fine non

fai tutto quello che pensi.

F.: Ora parliamo del fatto che sei qui in Sokos. E' la prima volta?

M.: No, sono già stata. Sono venuta per rinnovarlo, per rinnovare la tesserina.

F.: Come stai qui in Italia? Come la tua salute?

M.: Questo è un problema, perché c'è il sole che mi dà fastidio, tutto è peggiorato, magari è il

clima, perché ho una malattia da piccola: la bronchite asmatica cronica. Quando andavo con quella

famiglia in montagna stavo male, proprio malissimo, anche di notte in montagna non potevo

dormire, però il mare mi faceva bene. Però qui anche le ossa, tutto, è una stanchezza cronica

proprio. Ti svegli la mattina con il pensiero di tornare più presto a letto. Qui, come dicono tutti,

l'umidità, la percentuale di umidità grande che c'è qui nell'aria, perché anche da noi piove, anche da

noi è freddo, anche da noi è caldo - anche 40 gradi questa estate - però non è questa umidità, a

concentrazione d'acqua non è così grande, è più facile sopportare. Qui tutti peggiorano.

F.: Dici che è tutto dovuto dal clima?

M.: E si, tutti dicono così. Anche quando la gente che va a casa a curarsi, dice che è il clima, perché

è come un albero che se un albero tropicale lo togli e lo metti in una zona diversa, sicuramente le

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foglie non saranno così grandi, saranno più piccole. E anche noi così, anche voi se andate da noi è la

stessa cosa.

F.: Pensi che possa essere dovuto al fatto che hai cambiato vita, che fai un lavoro che non ti piace?

M.: Ma certo, come diceva qualcuno, che la nostra salute parte da qui (indica la testa): se dici

sempre che sei malato, sarai malato...Quindi, non so, se uno vede in rosa tutto, non sente niente, né

dolore, ma quando è la depressione che arriva, dopo è anche la depressione fisica...Può essere anche

questa una causa.

F.: Tu qui sei triste?

M.: Un po' si. Io da quando sono arrivata in Italia, non mi ricordo un momento che io sia felice,

ecco.

F.: Quindi quello che ti aspettavi qui in Italia non si è realizzato?

M.: No, ma neanche non mi aspettavo troppo, però sono due anni e non sono mai stata ...sono

andata sola una volta in discoteca a Brescia e a Bologna, non sono mai uscita una sera con gli amici

perché il lavoro non mi permetteva. Non mi sono permessa di comprarmi i vestiti che voglio perché

non ti senti bella, perché non ti puoi permettere di andare ogni mese dal parrucchiere, il cibo ti

ingrassa...sono tutti dei momenti che magari li prendi troppo, ma non dovremmo prenderli così. Noi

dobbiamo vivere, noi non viviamo. Noi pensiamo al futuro: quando farò, quando me ne andrò,

quando finirò i debiti, quando, quando...Questo dopo che passa il tempo, ti accorgi che la vita …

che il tempo è passato, è scaduto e non hai fatto niente, neanche i soldi e neanche la tua vita l'hai

vissuta come volevi.

F.: Tu adesso che cosa vuoi fare? Stai cercando di metterti in regola?

M.: Si, questo è il mio scopo adesso.

F.: Hai fatto la domanda?

M.: Perché...non so. Tutti dicono di si, di si, poi non fanno più. Io adesso voglio solo una persona

che conferma che ha bisogno di me. Io con tutte le spese faccio un sacrificio. Adesso mi occupo di

mettermi in regola e di andare di nuovo a casa e poter tornare indietro.

F.: E' pesante non avere i documenti in regola? E' questo che ti preoccupa di più adesso?

M.: Certo, adesso si, dal primo momento che sono arrivata, però quando sei qui che sei appena

arrivata e non sai lingua e hai debiti, pensi solo a lavorare per avere i soldi, perché come fai tornare

a casa senza i soldi? Non ti viene questo pensiero, vuoi semplicemente lavorare, avere dei soldi, per

organizzarti un po'. Dopo inizia la nostalgia e vuoi tornare a casa. Io non posso lavorare come,

diciamo, anche una cameriera, ma non voglio proprio. Nessuno vuole essere una segretaria, ma un

lavoretto tranquillo...

F.: Perché non segretaria?Pensi sia troppo?

M.: Perché ci sono già giovani anche vostri che vogliono lavorare, non è che prendono me. Però

anche come lavapiatti non ti prendono se non hai documenti, quindi...per questo tanta gente lavora

come badante. Io sono giovane, non ho 50 anni, io voglio un lavoro dalla mattina fino alla sera e

andare nel mio letto e pagare quei 250 euro. Però anche se guadagni 1000 euro, per me metterei da

parte 500 euro, per tornare. Dopo con il tempo...non è che puoi dire voglio tutto adesso, perché non

ce l'avrai.

F.: Per il fatto che non hai i documenti hai paura di uscire?

M.: Certo, ma certo. Anche quando vado in autobus, magari chi ha i documenti non lo fa il biglietto

sempre, io lo faccio perché altrimenti chiamano la polizia, e la vergogna e i problemi in più io non li

voglio. Perché quando esco sempre ho paura che qualcuno mi ferma e mi chiede i documenti, cosa

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faccio...Tanto non faccio niente di male, però comunque è suo diritto di fermarmi e chiedermi i

documenti.

F.: Adesso vogliono introdurre anche il reato di clandestinità...

M.: Si, ma io da sempre ho avuto paura. Ho preferito sempre stare in casa, ho sempre evitato di

mettermi in mostra, di essere in gruppi troppo rumorosi. Ho evitato per paura che, dopo tanti

sacrifici, di tornare così...

F.: Scusa adesso torniamo al Sokos, tu per quale motivo vieni qui?

M.: Per problema di respirazione per la bronchite, che da quando sono qui è peggiorata e non

voglio che mi passi in asma. Dopo ho problema di digestione, l'intestino, non so perché ma quando

mangio sto male. Forse perché mi piace mangiare altre cose, altro cibo.

F.: Vuoi dire che è la differenza dei cibi rispetto al tuo Paese che ti può far star male?

M.: Mah, io da quando sono qui non sono mai stata organizzata nel mangiare: la colazione, il

pranzo, la cena, come facevamo a casa perché eravamo più tranquilli. Anche perché io quando

lavoro non devo mangiare, a mezzogiorno non devo mangiare. Ma io adesso posso andare a casa e

farmi da mangiare, ma se ho qualche ora devo sempre mangiare snack, crackers o panino. E questo

piano, piano, piano, diventa un problema, perché la nostra vita non è organizzata, deve passare un

po' di tempo per metterti un po' a posto, per organizzarti la tua vita

F.: Hai avuto altri problemi oltre a questi?

M.: Mah, altri no. Erano problemi che avevo anche a casa, però la prima volta quando sono arrivata

qui era per la testa, mi hanno trovato l'emicrania. Poi non sono venuta più qui perché sono andata a

Brescia, e lì mi hanno trovato l'emicrania e mi hanno dato delle gocce, e non mi è passato con

quelle gocce. Però adesso mi fa male, ma non come prima che mi faceva male anche autobus, due

tre fermate e già mi soffocavo, mi facevo bianca tutta e mi veniva da vomitare.

F.: Le cause della tua emicrania?

M.: Mah, tipo quella cosa...lo stress, mi diceva la dottoressa, perché andavo a dormire con la paura

e mi svegliavo con la paura, perché la tensione era troppo: non sapere mai quello che vuoi e se ce la

fai no. Sei sempre con lo stress. Io adesso sono un po' in carne, però prima ero più grassa, e ogni

giorno dimagrivo. Anche la filippina che lavorava con me mi diceva: “M. ma cosa fai? Ogni giorno

dimagrisci, sei malata.” Io mangiavo, mangiavo anche i dolci, i biscotti, magari non mangiavo la

carne e la verdura, però questi sempre. E io dimagrivo dallo stress, dalla paura. Ero stanca sempre,

ero esaurita.

F.: Adesso va un po' meglio?

M.: Si, ma sono abituata adesso già, ormai due anni, ti devi per forza abituare, non hai scelta.

F.: Hai amici qui? Un fidanzato?

M.: Amici non direi...Ho un'amica qua, così. Io direi che sono conoscenti. Le amiche ce ne ho

cinque che ci conosciamo da 10 anni, quelle sono le mie amiche. Amici maschi no. Adesso c'è

un'amica che abbiamo studiato insieme e un po' ci confidiamo, ma così...Il resto conoscenti. Ma

perché sono io un tipo così, perché ci sono altri che hanno amici, vanno in discoteca, invece io sono

così. Meglio che sto a casa e leggo un libro che andare in giro a fare problemi, perché, diciamo, i

nostri uomini gli piace...insomma meglio evitare i problemi, io ho un fidanzato. Adesso potrei

essere sposata, però

F.: Ma lui è qui?

M.: Si, l'ho conosciuto qui, lui è moldavo, ma c'è la sua famiglia che non mi vede bene, così ci sono

dei problemi in casa.

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F.: Ma pensi di tornare in Moldavia con lui?

M.: Si, prima si, sei mesi fa si. Adesso voglio vivere la mia vita, non posso aspettare. Io vivo la mia

vita. Perché tutte le ragazze giovani che arrivano qua, tutti, anche le donne italiane, tutta la gente,

anche voi, anche i nostri uomini e nostre donne dicono che le giovani ragazze vengono che non

hanno niente e che vengono per uomini italiani e moldavi. Non è vero niente, uno non è che si può

buttare su uno. Però non mi concentro su questi problemi, non ho mai pensato seriamente a queste

cose. Il mio pensiero è tutto un altro. Si, ci sono delle ragazze che arrivano e aspettano che qualcuno

cade in trappola, per alzare il suo stato sociale, però non è il mio caso.

F.: Come sei venuta a conoscenza del Sokos?

M.: Il mio fidanzato

F.: Come ti sei trovata qui, con i medici?

M.: Io tutta la mia infanzia l'ho passata in ospedale, non mi piacciono. E' lui che proprio mi ha

portato con la forza qui, perché io dicevo “Si, si, adesso andrò”, però lui ha visto che no e

allora...però io ho paura. Adesso anche per fare un favore alla mia zia che non ha il tempo, però mi

hanno detto che non è possibile, però se non mi chiedeva lei anche non venivo.

F.: E' proprio la figura del dottore che ti fa paura?

M.: Si, per me è meglio che non so cosa ho, che so. Si, però i medici qui, ma tutta la gente è

gentilissima, è simpaticissma, non ho mai avuto problemi.

F.: Anche con gli italiani in generale?

M.: Si, ho avuto dei problemi con i signori dove andavo a lavorare, ma altrimenti io non ho avuto

problemi.

F.: Stai facendo delle terapie per la bronchite adesso?

M.: No, no, niente.

F.: Devi fare degli esami?

M.: Si, questo, perché noi usiamo le nostre medicine perché le possiamo comprare o anche i nostri

genitori ci possono mandare. Se tu hai un medico in famiglia gli puoi dire che sintomi hai, però

comunque almeno una volta all'anno devi fare gli esami.

F.: A casa sanno come stai qui?

M.: Si, perché anche quando parlo al telefono con il mio padre, diciamo che quando arriva la

primavera, l'estate io sempre tossisco, perché si vede anche quando parlo un'ora al telefono mi

stanco e tossisco e mi dice sempre: “Fai così, fai qualcosa”. Ma io non gli dico proprio tutto per non

farli preoccupare

F.: Hai avuto esperienze con altri dottori? Ad esempio al Pronto Soccorso?

M.: No, grazie a Dio, no, perché non mi è successo niente di grave

F.: Pensi sia un diritto per gli immigrati irregolari avere un'assistenza sanitaria come quella che

offre Sokos?

M.: Prima di tutto penso che è un gesto di umanità, ma se è un diritto, si, perché se già sei nato hai

dei diritti non importa dove sei, se nel tuo paese, in barca o in aereo, quindi penso che è così.

F.: Il problema che viene contestato è che gli italiani pagano le tasse per l'assistenza sanitaria, gli

stranieri no...

M.: Ma se li mettono tutti in regola, tutti pagheranno le tasse, è perché non ci mettono in regola,

perché anche io vorrei andare da un dottore e consultarmi, perché tanto quando hai uno stipendio ci

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tolgono le tasse per quello, per quello e per quello, quindi non è che non vuoi pagare. Perché se uno

è regolare certamente non viene qui, viene uno che ci ha bisogno, perché essendo irregolare non

può...quindi non ha scelta.

F.: Pensi sia un problema di leggi, di governo italiano?

M.: Si, però capisco anche il governo italiano, che c'è tanta gente...Io non so cosa dire, perché tutta

la gente che è qui più o meno lavora. Ma almeno possono fare così di separare di categorizzare un

po' questo, questo ...non so. Però l'assistenza sanitaria ci deve essere, senza questo...siamo esseri

umani. Perché anche se succede da noi con qualcuno non e che se non sei moldavo non ti aiutiamo.

F.: Per finire, rifaresti questa esperienza?

M.: Venire qui in Italia come sono venuta prima no.

F.: Cercheresti di venire in modo regolare?

M.: No, magari ci peserei sette volte prima di venire .

F.: Immaginavi fosse più semplice?

M.: Si, ma non è che sto così...adesso non facciamo un dramma!Però il problema è questo: essere

irregolare. Da qui inizia tutto.

F.: Grazie M., è stata una bella chiacchierata.

M.: Di niente...

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Intervista 15. Svolta nel settembre 2008.

D. è una ragazza di 28 anni proveniente dall'Ucraina, dove era operaia in una fabbrica. E' in

Italia dal 2006 e svolge il lavoro di pulizie presso un'agenzia. E' venuta al Sokos per problemi

di cistite.

F.: D., come mai sei in Italia?

D.: Io sono venuta da Ucraina perché lì non stavo bene, ma non per lavoro. Il mio è altro motivo:

avevo problemi con mio marito e così ho deciso di venire in Italia.

F.: Cosa facevi in Ucraina? Lavoravi?

D.: Si, lavoravo, ma in nero come operaia.

F.: Ma ho capito che non era questo il tuo problema...

D.: No, io sono scappata da mio marito, perché lui dopo la separazione mi minacciava. E' stata una

storia molto triste per me. Io mi sono sposata giovane, avevo 16 anni, mi sono sposata per amore,

ma era un amore infantile, non capivo veramente bene. Ero troppo piccola, pensavo che solo amore

contava nella vita. Poi questo matrimonio no andava bene e io ho voluto separazione, ma lui no e

allora mi minacciava. E' andata così, si vede che è la vita... Io ho deciso allora di venire qui perché

avevo mie sorelle qui.

F.: Come sei entrata?

D.: Con visto turistico, ma poi rimasta anche quando era scaduto. E' molto bella Italia, a me piace

tanto qui e adesso vorrei rimanere sempre qui, lavorare, vivere qui.

F.: Qui lavori?

D.: Si, adesso faccio le pulizie con una ditta, ma prima ho fatto anche badante.

F.: Com'è questo lavoro?

D.: Va bene, lavoro con italiani, sto bene con loro. E' lavoro in nero, non va bene per questo, ma per

adesso non ho scelta, va bene anche così.

F.: Sapevi che saresti venuta a fare questo tipo di lavoro?

D.: No, non sapevo, non mi avevano detto bene.

F.: Come mai sei venuta in Sokos?

D.: Perché ho problemi di cistite. E' da un anno che ho questo problema, da quando facevo ancora

badante, ho fatto analisi ed erano positive, c'erano dei batteri. Allora ho preso medicine, cura del

dottore, funziona per un po' ma poi torna sempre. E' da un anno che è così.

F.: I dottori cosa dicono?

D.: Dicono che forse non è medicina giusta per batterio, che dobbiamo provare ogni volta con

medicine diverse, ed io faccio quello che dicono loro.

F.: Sei preoccupata?

D.: Si, perché questa cosa mi porta problemi, non sto bene, ho male. Poi voglio capire perché non

va via, perché medicine fino adesso non ha funzionato.

F.: In Ucraina ti era già successo?

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D.: Si, qualche volta, per freddo o per cibo sbagliato, ma non così forte. Mai ho avuto così forte e

così tanto tempo. Non so perché succede questo. La mia mamma mi manda le medicine nostre, che

io conosco, ma non ha fatto niente. E' strano, davvero. Io voglio capire però perché non posso stare

così male, anche per lavoro...

F.: Ti viene in mente qualche causa o motivo per cui ti è venuta questa cistite così?

D.: Non so, potrebbe essere il clima oppure i batteri che sono qui in Italia che sono diversi da quelli

del mio Paese e allora io non ho difesa. Non so, devo vedere. Faccio esami, analisi, ma niente. Devo

continuare.

F.: Come ti trovi al Sokos?

D.: Bene, sono bravi i dottori e simpatici. Spiegano bene, fanno fare esami per capire, mi trovo

bene. Scusa posso andare che è ho paura arriva il mio turno.

F.: Certo, grazie D.

D.: Prego, scusa ma vado.

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Intervista 16. Svolta nel settembre 2008.

An. è una donna di 32 anni, moldava, in Italia dal 2007. Era insegnante ed ora svolge lavoro di

pulizie. E' al Sokos per un'interruzione volontaria di gravidanza.

F.: An., qual è il motivo che ti ha portato in Italia?

An.: E' un motivo per un lavoro migliore, perché da noi si guadagna troppo poco, io ho studiato

tanto: ho fatto due facoltà...però...

F.: In cosa sei laureata?

An.: Io sono laureata in giurisprudenza, però non ho lavorato mai in questo...in questo dominio. Ho

lavorato solo come insegnante, perché prima ho fatto la maestra, ho studiato come maestra e ho

lavorato solo come maestra. E questo è il motivo di venire qua, per guadagnare soldi e poi con quei

soldi andare di là e avere un futuro migliore.

F.: Nel tuo Paese come stavi economicamente? La tua famiglia stava abbastanza bene da farti

studiare?

An.: Si, ho studiato...da sola. Lavoravo in capitale ed avevo uno stipendio solo per vivere, ma per

esempio, per comprare una casa non potevo. Perché da noi non è come qui da voi: prendere la casa

in mutuo. Da noi solo si compra.

F.: Perché non si prende il mutuo?

An.: Prendono un po' solo i capi di ditta, ma le persone praticamente non possono prendere il

mutuo. E pago in affitto e non potevo comprare la casa.

F.: I tuoi genitori non potevano aiutarti?

An.: No, sono già vecchi. Mi hanno aiutato a studiare...E io da sola ho deciso di venire qua, perché

le colleghe di lavoro tante sono qua, non proprio a Bologna, in diverse città. Quando sono tornate

hanno detto che stanno bene, così ho deciso anch'io.

F.: Sei partita da sola?

An.: Si, da sola.

F.: Con un visto turistico, clandestinamente...

An.: Come clandestina.

F.: Hai dovuto pagare tanto?

An.: Si. Da due anni ho provato tante volte, ma non sono mai arrivata alla meta.

F.: Qual è stato i primo lavoro che hai trovato qui?

An.: Primo lavoro ho fatto la badante, adesso faccio pulizie. Ho lavorato a Chioggia e non mi è

piaciuto, mi trattava male di là, e sono venuta qua ed è un po' migliore.

F.: Sapevi che saresti venuta a fare questo lavoro?

An.: Si sapevo, tutto sapevo: mi hanno raccontato le mie amiche.

F.: E ti andava bene così?

An.: Si, per due-tre anni non ho scelta, non ho altra scelta.

F.: Ma tu sei sola? Non hai un compagno, un marito?

An.: No, ho un fidanzato che viene qua spesso, però non ha lavoro qua. Lui viene come turista, con

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il visto che può andare in tutti i Paesi d'Europa, perché lui compra le macchine dalla Germania e le

vende da noi. Però può stare nel Paese solo cinque giorni. Ci vediamo una volta in due mesi, tre

mesi, se anche passa per qua.

F.: Come stai qui in Italia?

An.: Qui bene. Vorrei andare a casa per vedere i genitori, ma se vado non posso tornare: ci vuole un

sacco di soldi. Ho fatto la domanda per permesso di soggiorno. Una famiglia molto buona che vuole

aiutarmi ha fatto la domanda, ma chi sa quando arriverà.

F.: Ti crea problemi stare qui senza permesso di soggiorno?

An.: Si certo, voglio tornare a casa

F.: Hai paura ad uscire per strada?

An.: No, se non faccio niente di male...solo lavoro. Prima avevo, adesso no.

F.: Sai che adesso stanno cercando di fare dei cambiamenti nella legge italiana?

An.: Si, lo so. Ma io ho capito che se non faccio niente di male, non rubo, solo lavoro.

F.: Sei venuta in Italia per te o anche per la tua famiglia?

An.: Per me. Mia famiglia sta bene. Non è che io non stavo bene di là, avevo lavoro che mi

piaceva...non stavo male...per niente. Ho voluto un po' di più.

F.: Hai avuto mai problemi di salute qui in Italia?

An.: Mah...un po' l'anno scorso dei dolori in pancia, forse dal clima, dal mangiare. Poi ho fatto

un'ecografia e mi hanno detto il problema. Hanno detto che era una colite, può darsi dal nervoso,

che ero nervosa.

F.: Tu eri nervosa in quel periodo?

An.: (Ride) Non avevo il lavoro, avevo poche ore, lontano da casa.

F.: Dove vivi qui a Bologna?

An.: Pago l'affitto con altre persone

F.: Sono del tuo Paese?

An.: Si.

F.: Quando sei arrivata avevi amici, conoscenti?

An.: Si, ma anche qui facciamo conoscenze, ci aiutiamo.

F.: Per quale problema sei venuta al Sokos?

An.: Per interruzione di gravidanza

F.: Perché non vuoi portare avanti la gravidanza?

An.: Non posso qua, non ho i documenti...tante cose devo fare.

F.: Sai che qui le donne irregolari sono assistite durante la gravidanza insieme ai loro bambini?

An.: Io lo so, tutto lo so. Ma ho deciso io che devo fare le cose in regola.

F.: Il tuo fidanzato è d'accordo?

An.: Non direi che è d'accordo, però non c'è altra scelta. Qui se non lavoro che cosa faccio?

F.: E' arrivato nel momento sbagliato?

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An.: Si

F.: Ti pesa molto questa situazione?

An.: Si, ci penso (ha gli occhi lucidi e la voce spezzata)

F.: I tuoi genitori lo sanno?

An.: No, io non voglio.

F.: Non pensi ci sia alternativa all'aborto?

An.: No, solo questo.

F.: Sei credente?

An.: Si molto. Lo so che è un peccato...ma non sono io l'unica.

F.: Non vuoi parlarne?

An.: No

F.: Hai amiche che sanno la tua situazione?

An.: Si.

F.: Loro cosa pensano?

An.: Come penso io.

F.: Pensi di tornare a casa e fare lì una famiglia?

An.: Si, di là. Perché devo lavorare tanti anni per fare un futuro qua, perché la nostra laurea qua non

è riconosciuta. Ho studiato 21 anni per fare un lavoro tutta la vita.

F.: Quando tornerai nel tuo Paese pensi che riuscirai di nuovo a trovare un lavoro per la laurea che

hai?

An.: Certo. Da noi si paga. Con i soldi trovi tutto.

F.: Come ti sei trovata al Sokos?

An.: Bene, bene.

F.: Noti differenze tra il Sokos e le altre strutture, dove hai fatto ad esempio l'ecografia?

An.: No, non ho visto differenze.

F.: Pensi che l'assistenza sanitaria agli stranieri irregolari sia un diritto o no? Il fatto che ad esempio

con il tesserino STP potete accedere alle cure pagando come gli italiani, pensi sia giusto?

An.: Penso che è un lavoro buono. Non è giusto lasciare senza cura. Da noi si paga, però no come

qui tanto. Qui se fai qualcosa di urgenza paghi tanto. Io ho pagato 40 euro per analisi del sangue:

sono troppe.

F.: Grazie A.

An.: Finito? Allora vado. Ciao

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Intervista 17. Svolta nel settembre 2008.

El. è una ragazza di 23 anni, di origine moldava. E' in Italia dal 2007 con suo marito. In

Moladavia era una studentessa universitaria ed ora lavora in nero in un'impresa di pulizie. E'

venuta al Sokos per capire le cause dei suoi frequenti aborti.

F.: El., come mai sei venuta in Italia? Cosa ti ha spinto?

El.: Mi ha spinto il bisogno di soldi, di una casa. Quando ero in Moldavia studiavo e lavoravo, però

mi sono sposata e quando mi sono sposata ho capito che non potevo andare avanti perché eravamo

già in due e per prendere una casa in affitto ci volevano 150 euro, mentre il mio stipendio era di 50

euro e di mio marito di 30 euro. Allora non potevamo andare avanti, i genitori sono persone

abbastanza poveri, diciamo. Abbiamo deciso di venire qua a lavorare, prendere qualche soldo, per

poi tornare e prendere una casa anche piccola.

F.: Che lavoro facevi in Moldavia?

El.: Lavoravo in un tribunale come segretaria e studiavo. Ho lasciato l'università all'ultimo anno...è

duro!

F.: Ti sei sposata che stavi ancora studiando...

El.: Si, ero all'ultimo anno di università. Mi sono sposata il 29 di ottobre e il 19 di dicembre ero già

in Italia.

F.: Come mai ti sei sposata prima di finire gli studi?

El.: Mi sono sposata perché da noi è diverso dalle persone italiane, che noi mettiamo al primo posto

l'amore, poi pensiamo che non abbiamo soldi e una casa. Forse è uno sbaglio grande, però siamo

quelli che diciamo l'amore vince sempre, il cuore vince sempre, allora mi sono sposata. Amavo

troppo mio marito, penso, chissà. Non penso che ho sbagliato, non mi pento che mi sono sposata,

ma ero consapevole che arrivavo a questo punto, perché il mio stipendio era misero, diciamo.

F.: Lui che lavoro faceva?

El.: Lui faceva il poliziotto.

F.: Perché avete scelto l'Italia?

El.: Perché...non lo so perché, tutti vengono in Italia a lavorare perché dicevano che prendevano

bene, che pagavano bene. Prima andavano tutti a Mosca che è più vicino, puoi tornare quando vuoi

a casa, poi però a un certo punto non so che è successo, ma non volevano più gente dal nostro

Paese. Allora tutti hanno cominciato ad andare in Spagna e Italia e anche America, ma è più

difficile andare in America. Noi abbiamo deciso di venire qua, ma non abbiamo nessuno qua,

nessun parente, solo un ragazzo che ci poteva ospitare per un mese, dopo...“Fate voi come potete”.

F.: Voi come siete entrati in Italia? Con un visto turistico, da clandestini...

El.: Da clandestini.

F.: E quanto avete pagato?

El.: Abbiamo pagato 2700 euro per una persona. Abbiamo pagato tanto, diciamo, perché il primo

anno mio marito non ha lavorato per 6 mesi, io ho lavorato come badante perché dovevo pagare

questi soldi perché li ho presi dalla banca. Mio padre ha messo la casa come...se io non torno allora

la banca si prende la casa. Allora il primo anno ero disperata perché mio marito non lavorava, io

lavoravo come badante. Però lavorare come badante, io ti dico, è una cosa che proprio...ti sembra

che stai morendo. Non è così pesante, fisicamente non ti stanchi, però con la testa non stai bene, per

questo è difficile.

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F.: Tu sapevi che tipo di lavoro saresti venuta a fare qui?

El.: No, io volevo tanto fare la baby-sitter, perché siccome mi piacciono tanto i bambini, allora

avevo deciso di provare a fare la baby-sitter. Perché tutti alla Moldavia raccontavano, quando

tornavano a casa, che Italia è così bella, lavori poco e prendi molti soldi, che è bellissimo, poi ti

metti subito in regola. Invece sono qui da una anno e nove mesi e non sono in regola. Ho lavorato

con tre persone come badante. Due sono morte, ma non per colpa mia (ride), perché erano già

vecchie. E adesso sto lavorando in un albergo però in nero, perché prendo 5 euro all'ora. Il mio capo

è una persona che dice che l'anima del commercio è il latrocinio e la rivalità. Così lavoro perché ho

bisogno di soldi, allora lavoro dieci-unidici ore al giorno. Anche mio marito fa dei lavori in nero,

lavora nelle costruzioni, fa il muratore.

F.: Perché non sei riuscita a regolarizzarti?

El.: Quando è arrivata la legge, perché fino al 31 maggio potevo fare la domanda, sono andata a

chiedere e mi hanno detto: “Guarda aspetta ancora una settimana perché devo parlare con il

commercialista”. E poi quando è passato il 31 maggio, che non potevo più fare la domanda, lei mi

ha detto: “Dai andiamo a fare la domanda”. E allora ho capito che dal primo momento non volevano

mettermi in regola, perché siamo in tre, di cui una rumena e una italiana, e nessuno è in regola.

F.: Com'è il lavoro che fai adesso?

El.: Ti dico, l'unica cosa è...non è che mi piace, ma penso a quando facevo la badante e adesso che

faccio questo io mi stanco fisicamente. Alla fine della giornata arrivo a casa, cucino, c'è mio marito,

mangiamo, facciamo la doccia e andiamo a dormire tranquillamente. Però quando facevo la badante

la notte c'era qualcuno che gridava: “Giulietta, Romeo...”. E non dormivo neanche di notte. Allora

questo è quello che mi dà più forza: che alla fine posso tornare a casa, dove c'è mio marito, una

persona che mi ama.

F.: Quando facevi la badante dormivi nella casa del datore di lavoro?

El.: Nella camera della casa. Erano tutti uomini. C'è stato uno che ha anche provato di picchiarmi.

Siccome era vecchio lui non capiva che io avevo più forza di lui, ha provato a darmi uno schiaffo e

invece io gli toglievo le mani. Sono praticamente matti a quest'età, 97 anni. Non so, ci sono delle

persone che stanno ancora bene con la testa, però con quelle che ho lavorato io, ti dico, un disastro.

F.: I figli di queste persone come ti trattavano?

El.: Guarda, mi trattavano molto bene, ero contenta. Solo che i primi giorni io piangevo perché gli

anziani sono così, si devono abituare a questa persona, e se cambia spesso la badante allora loro

sono un po' aggressivi. Io i primi giorni piangevo perché c'era uno che prendeva il formaggio e me

lo buttava in faccia perché non lo voleva tagliato a pezzettini. Allora erano dei giorni che io

piangevo e i figli sempre venivano e mi dicevano: “Guarda, andrà tutto bene”. Ma anche questa

fascia (indica una fasciatura sul polso), io ricordo che mi era uscita una cosa qua e il figlio me l'ha

comprata. Poi io gli volevo ridare i soldi e lui mi ha detto di no. Sono stata trattata molto bene lì. Io

capisco anche quei vecchi, sono già morti perché non stanno bene con la testa. Io non sono

arrabbiata con loro, però ecco alla fine sapevo che venivano anche questi momenti, non è che è tutto

rosa. Sono una persona molto...Non mi piace pensare: “Oh, che bello, andrà tutto bene!”. Sempre

penso al peggio magari, non so, forse sbaglio, però non voglio volare e poi andare giù.

F.: Adesso come stai con quello che guadagni? Riesci a mettere soldi da parte?

El.: Riesco a mettere da parte qualcosa perché mio marito prende al mese 1.200 euro, io arrivo a

1.000 euro. L'affitto lo pago 500 euro, siamo tre famiglie in una casa. Noi abitiamo in una camera e

paghiamo 500 euro. Una volta è arrivato a 900 euro perché c'era una cosa del condominio, poi ci

sono le bollette dell'acqua, luce, gas, tutto. Paghiamo con le spese non incluse, quando arrivano

siamo tre famiglie e facciamo per tre. Poi mando anche dei soldi a mia madre perché mio padre non

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lavora più, lei non lavora perché è malata. Poi ho un fratello che ha due figli, che praticamente sono

cresciuti con me, allora io mando dei soldi anche a loro. Perché mio fratello fa il procuratore ma

prende anche lui 50 euro al mese e con questi soldi non può mantenere due figli, che uno va all'asilo

e uno a scuola. Allora io mando i soldi a mia madre e anche a mio fratello. Invece mio marito ha

ancora tre fratelli a casa e il più piccolo ha 7 anni. Loro vivono meglio dei miei genitori, però non

sono così ricchi da poter mantenere anche noi, perché i suoi fratelli vanno ancora all'università.

Allora dobbiamo aiutare anche loro a volte.

F.: Quando studiavi Giurisprudenza pensavi che saresti riuscita a fare un lavoro nel tuo paese con

quella laurea?

El.: Si, prima di sposarmi, perché io lavoravo in un tribunale dove c'erano procuratori, avvocati,

giudici, ed ero molto entusiasta del mio lavoro, mi piaceva tanto, perché io studiavo mentre

lavoravo, perché tutto quello che facevo non dovevo studiare poi con i libri. La pratica mi dava di

più. Allora io non è che andavo tutti i giorni all'università: andavo in primavera, quando finiva

l'autunno due settimane andavo a lezione e poi avevo cinque esami. Ed io andavo solo all'esame

perché studiavo quando lavoravo e volevo tanto diventare avvocato, avvocatessa diciamo. Però

questo sogno io penso che sarà realtà perché mi piace questo mondo.

F.: Quindi hai intenzione di tornare in Moldavia e di finire gli studi?

El.: Sicuramente, perché là anche se sono povera, se qualcuno mi dice qualcosa io so difendermi in

tutti i modi, invece qua quando sai che non sei in regola, che sei uno straniero, che tutti ti odiano, se

ti dicono qualcosa devi stare zitta, perché sennò perdi il lavoro.

F.: Hai detto tutti ti odiano?

El.: Io penso di si, perché quando sull'autobus che parlo al telefono allora si girano tutti che vedono

che non parlo italiano, allora mi guardano così, con uno sguardo non molto bello. C'ho anche una

signora di 82 anni che ho assistito suo marito, facevo la badante quando era vivo, dopo lui è morto

a febbraio, allora io dopo ho cominciato a stare con lei, a fare la spesa, accompagnarla al cimitero, e

lei dice che mi vuole troppo bene, però senza accorgersi mi parla di stranieri: “Questi stranieri!

Quando andranno via! Mi hanno scocciato!” Ma come? E' una cosa che io non dico niente, però

sento che è molto pesante. Solo per questo vorrei tornare a casa, perché è difficile stare in un mondo

dove non ti vogliono.

F.: Quindi tu percepisci l'ostilità delle persone che ti stanno intorno...

El.: Si, si. Anche in ospedale, io sono stata ricoverata due volte. Due settimane fa ho avuto un

aborto spontaneo, questo è stato il terzo, il primo è stato a casa, il secondo l'anno scorso in aprile e

due settimane fa. C'è proprio una cosa sai...non il disprezzo, non so, però magari se fossi da sola in

quella camera e non vedi come si comportano con altre signore che sono italiane, allora non pensi.

Però quando siete in sette e tu sei l'unica straniera la differenza è grande perché, per esempio, non

mi hanno spiegato che cosa ho. Alla fine mi hanno detto: “Signora è meglio che lei non prova più

di rimanere incinta dopo il terzo aborto”. Perché io l'anno scorso ho fatto delle ricerche per sapere

perché ho avuto questi aborti e loro mi hanno detto: “Guardi che va tutto bene, non so perché lei ha

avuto questi aborti”. Stavolta quando ho avuto l'aborto spontaneo io gliel'ho chiesto e mi hanno

detto che era una gravidanza extrauterina e poi mi hanno detto quando ho fatto l'ecografia per

vedere tube, mi hanno detto che non c'è niente, che ho avuto un aborto...una cosa così superficiale

che alla fine quando sono arrivata a casa e mio marito mi ha chiesto cosa è successo, io non sapevo

cosa dirgli, perché non l'ho capito neanche io cosa è stato...così...

F.: Tutto ciò in ospedale...

El.: Si, all'ospedale S. Orsola.

F.: Secondo te perché non hanno voluto spiegarti come stavano le cose? Perché sei straniera?

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El.: Loro non vogliono perdere tempo perché ci sono stranieri che non parlano bene l'italiano,

neanche io parlo così bene, però io capisco. Però magari loro pensano che io non capisco niente, che

non so cos'è un utero, un ovaio, allora non mi parlano neanche. Però io penso che ho il diritto di

sapere cosa mi sta succedendo e invece non posso dir niente perché non sono in regola, non sono

italiana, così devo stare zitta. Questo è che mi soffoca, sai. L'anno scorso mio marito è stato

ricoverato all'ospedale maggiore, è stato ricoverato per due mesi perché ha avuto un intervento alla

schiena, proprio alla colonna vertebrale.

F.: Cosa era? Un'ernia?

El.: Si, e ti dico che è stato più di 3 settimane a letto con antidolorifici. Niente, doveva stare sempre

a letto, non l'hanno operato, l'hanno lasciato alla fine quando non c'era altro, perché c'era un ragazzo

con la stessa diagnosi diciamo, e l'hanno preso due settimane prima di mio marito, che è arrivato

dopo di mio marito, perché lui ancora camminava, invece mio marito non sentiva più la gamba

sinistra. E loro lo tenevano lì perché era straniero. Io allora una volta mi sono arrabbiata, l'unica

volta in cui mi sono arrabbiata con loro, e ho detto: “Guarda che io non ce la faccio più”. Perché io

lavoravo e lui non mangia le cose che preparano qua perché lui è abituato molto a mangiare come si

mangia da noi: roba pesante. Allora io lavoravo come badante, non potevo lasciare sempre il

vecchio da solo perché fuggivo che avevo paura che i figli vedevano che io non ci sono. Cucinavo

per lui e cucinavo per mio marito e allora dovevo correre al maggiore per portargli da mangiare la

mattina, a mezzogiorno, e sera. E ho detto: “Io non ce la faccio più. Non so se lei mi creda”. Poi

dopo questo che l'hanno mandato a casa, lui non riusciva a lavarsi, non poteva fare niente,

cucinare...Allora io ho lasciato il lavoro per stare con lui, per aiutarlo. E non lavoravo neanche io e

neanche lui. Abbiamo cominciato a prendere soldi in prestito ad un amico, a un altro. Alla fine

quando ci siamo ritrovati con una bella somma che dovevamo restituire e ti dico, io di un anno e

nove mesi, da due mesi ho cominciato a mettere soldi da parte, perché ho dovuto pagare i debiti di

qua, di là.

F.: Tu adesso sei venuta al Sokos per i problemi legati all'aborto?

El.: Perché mi hanno detto che può essere una tromboflebite, non so come si chiama che il sangue

coagula troppo veloce, per questo questi aborti spontanei, non so. Faccio anche questo, però ti dico,

non ho più la speranza.

F.: Ma come sei arrivata a conoscenza del Sokos?

El.: Mi hanno detto al S. Orsola, che mi hanno dato un foglio dove c'era scritto Via Zanolini, mi

sembra che c'è un ambulatorio, e qua. Siccome io abito in Via Lame, mi sembrava più vicino qui e

ho cominciato a venire qua.

F.: E qui hai cominciato a fare analisi, esami?

El.: Tutto si, ho fatto tutto qua.

F.: Qui ti hanno dato questa motivazione della coagulazione del sangue?

El.: Si però non sono sicuri, hanno detto di vedere anche questo perché loro non possono dire

niente. Ti dico è una cosa molo oscura che io non vedo niente. Ho bisogno qualcuno per spingere,

per uscire, perché non mi dicono niente e mi lasciano qui.

F.: Ma anche qui al Sokos?

El.: No, qua no. Qui mi trovo meglio. Mio marito non vuole venire perché dice: “Ah, perché

quando mi fanno le impegnative e devo andare a prenotare, poi mi fanno aspettare sei mesi. Perché

anche io sono venuta a fare una cosa, dovevo fare un elettrocardiogramma, la visita cardiologica e

sono andata a marzo a prenotare e me l'hanno data a fine agosto. Allora lui dice: “No, no. Posso

morire nel frattempo!”. E poi Pronto Soccorso, anche questa è una cosa, ti dico, che fa impazzire

perché ti fanno sempre aspettare, aspettare tanto tanto che alla fine senti più il dolore. Sei così

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arrabbiata e vuoi andartene da lì perché non ce la fai più.

F.: Tu per quale motivo eri andata al Pronto Soccorso?

El.: Guarda, sono stata due volte per aborto spontaneo e poi ho avuto una gastroenterite, che avevo

dolori fortissimi alla pancia e allora ho chiamato l'ambulanza ed era, non so, le 11 di notte e alle 3

di notte di volevano mandare a casa. Io abito in Via Lame però a piedi non potevo andare, non

avevo soldi per il taxi, allora sono stata in corridoio fino alla mattina per poter prendere l'autobus

per andare a casa.

F.: Non ti avevano dato qualcosa per stare meglio?

El.: No, mi hanno detto che non erano sicuri che era una gastroenterite, allora mi hanno detto di

andare al Sokos per vedere se era gastroenterite e poi mi davano dei medicinali. Però non mi hanno

dato niente, mi hanno fatto tutti gli esami e mi hanno detto: “Signora, vada pure a casa”.

F.: Dagli esami non risultava niente?

El.: No, e poi per il cuore sono venuta qua e la dottoressa C. mi ha detto che è una prolassi, non so,

al cuore e di andare a fare queste visite. Sono andata a prenotare e mi hanno detto di andare alla fine

di agosto e una sera ho cominciato ad avere troppo male. Però era dopo questa gastroenterite che

sono andata, allora mi hanno fatto le analisi del sangue, mi hanno fatto aspettare nel corridoio e

dopo mi ha chiamato la dottoressa dentro e mi ha detto...perché non è che la odio però avevo tanta

paura quando ho fatto questo esame al cuore alla fine di agosto, perché se il medico mi diceva che

io ho un problema al cuore io tornavo al Pronto Soccorso, e gli dicevo alla dottoressa tutto quello

che mi veniva, perché lei mi ha detto che io ho la bronchite. Quando hai la bronchite, per quello che

so, per quello che mi riguarda, io non so, però c'è la febbre o hai male qua (petto), tosse. Io non

avevo la tosse, io non ero raffreddata, allora mi ha parlato così: “Lei è stata qui la settimana scorsa,

le ho fatto vedere esami, le ho detto che non ha niente, perché è venuta di nuovo?”. Perché io sono

stata per lo stomaco, non è che sono stata per il cuore. Però io penso che quella settimana ho

cominciato a fumare - non fumo più - però ho cominciato a fumare e non era un male che mi faceva

male il cuore, era proprio una cosa pesante. Quando stavo a letto e mi mettevo sulla schiena sentivo

una cosa di pesante qua (petto). Io non è che ho fatto medicina, però pensavo che era il cuore, allora

sono andata perché qua non è che c'è la mamma o il papà che ti dice: “Tranquilla che andrà bene”.

Mi sono spaventata, mio marito non ne capisce niente, peggio di me. Allora dove potevo andare?

Sokos è chiuso di notte, sono andata al Pronto Soccorso. Per questo c'è il Pronto Soccorso. Allora

lei mi ha parlato in un modo così che mi ha fatto quel foglio dove era scritto bronchite. Io tengo

quel foglio fino ad adesso perché pensavo che ad agosto quando andavo dal dottore, lui mi diceva

che era una malattia al cuore, per poter tornare dopo e dire tutto quello che ti ho detto. Però non lo

so, non c'è niente, fortunatamente. Sono più tranquilla adesso.

F.: Quindi pensi che quel dolore sia dovuto alle sigarette?

El.: Io penso di si, alle sigarette, perché quando ho smesso di fumare mi è passato diciamo. Non era

qualcosa che mi faceva male, era proprio qualcosa di pesante che sentivo. Facevo fatica a fare

questo respiro. Dopo è passato, ho detto non vado più al Pronto Soccorso: all'ospedale Maggiore

non vado più, se vado, vado qua al S.Orsola.

F.: Per quanto riguarda la gastroenterite?

El.: Sono venuta qua, mi hanno prescritto dei medicinali, non mi ricordo come si chiama, però mi

hanno detto di mangiare tutto bollito, niente fritto, tutta una cosa molto leggera. Allora ho mangiato

per una settimana, poi ho detto basta, perché non sono abituata a mangiare così. Tutte queste

minestre non mi piacciono. A me piace il pollo fritto, diciamo, la roba fritta.

F.: Però ti sentivi meglio?

El.: Mi sentivo meglio, non sentivo quella pesantezza allo stomaco. Dopo che mangiavo potevo

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anche andare a correre. Però quando mangio pesante come faccio io non ce la faccio neanche a

lavare i piatti. Ho voglia di sdraiarmi subito. Però mi sono sentita meglio con le medicine e con la

dieta. Mangiavo le zucchine, mamma mia! Io non le mangiavo mai, però le ho mangiate.

F.: Quando eri nel tuo Paese hai avuto problemi simili a questi?

El.: Lì ho avuto un aborto spontaneo.

F.: E lì cosa ti hanno detto i dottori?

El.: Niente perché io non mi sono accorta. Io il giorno che mi sono sposata in Chiesa, ho pensato mi

fossero arrivate le mestruazioni, poi alla fine quando sono passati tre giorni, dopo che sono finite

quelle...diciamo mestruazioni mi è arrivata la cistite. Allora mi hanno ricoverato con la cistite e

quando mi hanno fatto l'esame del sangue c'era rimasto qualcosa. Allora mi hanno detto: “Signora

lei era incinta e ha avuto un aborto spontaneo”. E così è stato. Non hanno fatto delle ricerche,

perché ti dico che mi sono sposata il 29 di ottobre e a dicembre ero già qua.

F.: Pensi che le condizioni qui in Italia abbia influito sulla tua salute?

El.: Sulla mia salute...diciamo che ero più tranquilla a casa perché c'era mamma, padre che

facevano tutto per me. Perché quando io ero a casa, io lavoravo però l'affitto me lo pagava mio

padre, l'università me la pagava mio padre, però dopo quando mi sono sposata ho capito che da sola

non ce la faccio. Mi sono accorta solo quando sono arrivata qua che io sono una donna sposata, che

ho un marito, che devo lavare e stirare, cucinare, lavorare per guadagnare. E fisicamente...adesso

no, però prima mi sembrava che lavoravo anche nel sogno perché mi svegliavo stanca. Mi svegliavo

la mattina che ero troppo stanca e non ce la facevo ad andare a lavoro. Adesso mi sono abituata, se

mi fa male, male, male, male, vado in ospedale, sennò se ho mal di testa, mal di pancia o nausea

non ci penso, perché so che domani devo andare a lavoro. Perché quando ho avuto questo aborto

spontaneo sono mancata due giorni e loro già cercavano un'altra persona. A questo punto ho capito

che devo lavorare, lavorare, lavorare, mentre io ho incontrato delle donne italiane incinte che dal

primo mese non volevano alzare una forchetta, un bicchiere con l'acqua, si curavano troppo. E

allora loro hanno pensato che quando io vengo fuori dall'ospedale sarò stanca, diciamo, distrutta.

Però io penso che sono una persona forte, per questo sono ancora qua, se ero debole ero già tornata

a casa.

F.: Rifaresti questa esperienza?

El.: Mah...ti dico si...Perché a casa non puoi andare avanti se non hai una casa.

F.: Perché tuo padre non poteva continuare a pagarti l'affitto?

El.: Perché mio padre non lavora da un anno. Mio padre è stato...lui ha avuto un contratto di lavoro

per dieci anni, allora non so, è cambiato il direttore e quando è finito il contratto lui ha messo

un'altra persona, lo ha licenziato, diciamo. Invece mia madre non lavora da otto anni perché ha

avuto non lo so che malattia. Lei faceva la professoressa, lavorava in scuola e nella scuola non c'era

il riscaldamento, si è ammalata e allora mio padre non gli ha permesso più di lavorare. Si è dedicata

a noi, stava con noi, perché noi siamo tre. E quando mi sono sposata io già mi vergognavo a

chiedere i soldi a mio padre. Perché per fare il matrimonio, per comprarmi l'abito da sposa, mio

padre ha venduto la mucca. Una cosa, diciamo...perché tutti quando sentono cominciano a ridere,

però io tengo molto a comprare questa mucca perché lui ha dato tutto per me, per farmi essere

felice, non so, perché tutti avevano l'abito da sposa e io non potevo mettermi una gonna. Allora mi

ha fatto le nozze, ha preparato tutto quello che io volevo ed è entrato in debiti con il mio

matrimonio, e allora io non potevo chiedere di più.

F.: Che lavoro faceva tuo padre?

El.: Mio padre lavorava in un panificio.

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F.: E la mucca?

El.: La mucca gli serviva perché aveva i nipotini a casa, allora il latte, il formaggio...anche mia

madre fa tutto da sola.

F.: Avete anche della terra coltivata?

El.: Si, 12 ettari. Adesso mio padre è andato a lavorare in Ucraina per guadagnare qualche soldo e

fa questi lavori da muratore. Però mio padre ha avuto dieci interventi. Lui nello stomaco aveva una

placca, non so, che non so come si chiama, però l'hanno tolta hanno messa quella del maiale. Ha

fatto un intervento proprio...e poi ha fatto un intervento alla gamba...tanti, poi la meningite, poi

quelli che escono fuori...

F.: L'ernia?

El.: Si, lui ha tagliato tutto. Io penso che sono come lui, perché sono anche io debole, sempre mi fa

male di qua, di là. E' stato sempre in ospedale. Adesso è andato in Ucraina a lavorare per mantenersi

perché non ci sono più soldi. L'ho sentito oggi e mi ha detto che è dimagrito 18 Kg in cinque mesi.

F.: Quando stavi male a casa andavi in ospedale con la stessa frequenza con cui sei andata qui?

El.: Non stavo così...

F.: Se ti capitava di star male, andavi subito in ospedale?

El.: Si. Io quando ero incinta per fare un ecografia senza prenotazione, senza un'impegnativa

pagavo 30 Lechi, che sono 2 euro, senza che medico mi mandi, la facevo subito. E poi se dovevo

fare una visita non si aspettava mai, massimo due-tre giorni, poi ti chiamavano. Invece qua vai in

ospedali e vedi, vedi, vedi, non so perché qua funziona così.

F.: Per cui per te il sistema sanitario è meglio nel tuo Paese?

El.: Si, si. Perché io non ho mai aspettato come qui.

F.: I tuoi genitori cosa ti dicono dei problemi di salute che hai qui in Italia?

El.: Di tornare a casa. No perché io quando ero piccola, avevo tre anni, sono caduta in un tegame

con acqua bollente, da qua fino a qua (indica dai piedi alla vita), sono andata con il sedere dentro.

Sono stata in rianimazione praticamente per un mese e ho avuto un trauma molto grande. Dopo

questo trauma i medici hanno detto che la mia salute è molto debole, perché praticamente fino a 14-

15 anni, non c'è un inverno che io non ho avuto la polmonite. Le punture non le posso vedere

perché quando ero piccola ne ho fatte troppe, allora mia madre lo sapeva che io sono così, però

quando ero a casa c'era lei che subito chiamava il dottore, invece qua sono sola. C'è mio marito, ma

della medicina proprio non sa niente

F.: Come immigrata irregolare hai paura di stare adesso qui in Italia?

El.: Molto.

F.: Cosa pensi delle ultime leggi che stanno discutendo?

El.: No, io quando vedo polizia o i carabinieri, non sono una di quelli che passano vicino e dico:

“Mah, faccio finta di niente perché loro non mi vedono”. Io giro l'angolo e me ne vado perché ho

paura. Ho paura che mi fermano e mi mandano a casa, perché io ho bisogno di questi soldi, se torno

a casa è un disastro. Capisci? Adesso però per venire in Italia ci vogliono 5000 euro. Per comprarti

una casa diciamo, o un' appartamento 30.000 euro, con tre camere 60.000 euro. Bisogna lavorare,

lavorare, lavorare per avere una casa.

F.: Pensi che i problemi che avuto di salute che hai avuto, penso alla gastrite, possano essere dovuti

alla preoccupazione, dallo stress?

El.: Io penso che è questo, perché mi hanno detto che non è niente, allora io penso che è questo

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perché, ti dico, il pensiero che sono...no, c'è mio marito, ma non è come mio padre. Il pensiero che

non c'è nessuno che mi appoggi, mi fa molto male, mi fa proprio fastidio e provo a non pensarci:

lavoro e non penso, apro la televisione e metto qualcuno che canta, la musica, per non pensare.

Perché se mi metto a pensare a fine giornata sono distrutta psichicamente e fisicamente.

F.: L'Italia come ti sembra?

El.: Mah, io non lo so. E' bella, è una città molto vecchia. Perché io sono stata a Roma, sono stata a

Padova e a Bologna e ci sono tutte queste case vecchie, queste strade. Io quando stavo a casa

pensavo che Italia è New York: tutto nuovo, tutto bello, invece no.

E' bella però non è quello mi aspettavo, mi aspettavo di più per come parlavano a casa. Ma Roma è

bella, poi non so, non sono mai stata a fare delle gite, invece magari qua c'è qualcosa di molto

speciale. Io vado a casa, a lavoro e da lavoro a casa e basta.

F.: Quindi non ci rimarresti qui?

El.: No, mio marito tutti giorni mi dice: “Torniamo a casa”. Però mio marito è una persona che

dice: “Ma sai non moriremo di fame, faremo qualcosa”. Invece io no. Io penso sempre al peggio,

così vado avanti. Se io pensassi come lui che va tutto bene, allora moriremmo sicuramente di fame,

perché non sono ancora pronta di tornare a casa. Però vorrei tornare.

F.: Non sei più tornata da quando sei qui?

El.: No, non posso. Se torno non posso ritornare qua.

F.: Cosa pensi del servizio di Sokos?

El.: Penso che è una cosa molto bella, buona.

F.: Noti la differenza tra i medici che sono qui e quelli dell'ospedale?

El.: Si, perché io ricordo che c'era questa dottoressa con capelli corti che quando sono venuta, dopo

il secondo aborto si è arrabbiata così tanto con questi del S. Orsola e dice: “Ma come non hanno

spiegato niente a questa ragazza! Ha 22 anni ed è il secondo aborto spontaneo e nessuno gli dice

niente”. Mi dice: “Senti fai così, fai così”. Non mi ricordo nemmeno quale esame mi ha detto di fare

e poi parliamo. Poi quando sono tornata mi hanno mandato dalla dottoressa N., poi mi hanno

mandato da un altro ragazzo, poi un altro ragazzo e non sono mai tornata dalla dottoressa C. Invece

adesso avevo già cominciato con la dottoressa N. che mi ha detto di venire il 6 di ottobre per una

visita ginecologica. Non so, magari andrà avanti...perché io anche adesso vorrei tanto un figlio. Non

è che lo voglio perché dicono che se hai un bambino loro ti danno un permesso di soggiorno fino a

tre mesi di vita del bambino: no. Non lo voglio per questo, perché io penso che dove mangiano in

due possono mangiare anche in tre. Allora se io e mio marito ce la facciamo, ce la fa anche lui.

F.: E se smetti di lavorare poi?

El.: Non credo che smetterò di lavorare. Io sono molto forte.

F.: Neanche quando sarai incinta?

El.: No, neanche. Io spero che non dovrò stare a letto, anche se ci sono giorni che non ho la forza

nemmeno di alzare una forchetta. Però io spero di essere forte. Anche adesso io ho lavorato

F.: A quanti mesi l'hai avuto l' aborto?

El.: No, erano sei settimane. Il secondo aborto l'ho avuto quando erano 12 settimane di amenorrea,

però non si vedeva niente dentro. E allora loro hanno detto: “Non sappiamo, forse lui non

cresceva”. Però per tanto tempo io avevo la febbre, andavo allo Zanolini e dicevo a quella signora:

“Io ho la febbre, io mi sento male”. E lei mi diceva: “No signora, lei deve avere la febbre, così deve

essere”. E mi mandava a casa. “Lei non può prenotare da qui, deve chiamare e prenotare”. Io

chiamavo e mettevano la segreteria tutto il giorno. Fino al giorno che ho avuto l'aborto, perché io

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ero al Centro Lame e hanno cominciato queste perdite di sangue. Ho chiamato l'ambulanza e mi

hanno portato all'Ospedale Maggiore. Quei dottori là mi hanno detto: “Signora è tutto chiuso, non

so da dove viene il sangue, va tutto bene, vada a casa”. Sono tornata a casa e sono cominciate delle

emorragie molto abbondanti e allora ho chiamato di nuovo l'ambulanza e mi hanno portato e mi

hanno chiesto: dove al Maggiore o al S. Orsola? E io ho detto S. Orsola. Allora quelli del S. Orsola

mi hanno ricoverata, invece quelli del Maggiore mi hanno mandato a casa

F.: Tu pensi sia un diritto per gli immigrati irregolari avere l'assistenza sanitaria come gli italiani?

Tu con il tesserino STP puoi accedere a dei servizi sanitari pagando solo il ticket come gli italiani...

El.: Non so, parlo di me, quello che penso io, perché ci sono delle malattie che possono contagiare

anche altri e se loro non possono andare all'ospedale o al Sokos, dopo si ammala qualcun altro, può

essere anche un italiano. E allora io penso che questa cosa è stata fatta proprio bene.

F.: Ma ad esempio nel tuo caso?

El.: Non so...io non so dirti. Non so, per me va molto bene (ride)...perché mi serva molto. Senza

credo che...anche così è difficile sai, senza è più difficile. Mio marito ha fatto una visita in una

clinica privata. Ha pagato solo per la visita, solo per parlare, non l'ha neanche toccato, 120 euro.

Allora io non voglio più vedere queste cose qua.

F.: Anche lui non è regolare?

El.: Anche lui.

F.: Il medico che ha visitato lo sapeva?

El.: Si lo sapeva, perché non si può? Non si può fare la visita se non sei regolare.

F.: Si, si, era solo per sapere.

El.: Si lo sapeva e lo ha visitato. Poi quello che mi manca è che non posso andare a farmi i denti.

Questo è un problema grande perché da noi per mettere al dente una piomba si paga 30 euro, così,

invece qua...mamma mia!Per andare ad una clinica privata devi pagare 100-200-300 euro. Se vai al

Beretta, che è Pronto Soccorso che si trova al Maggiore, solo per aprire la bocca 21 euro, solo per

aprire la bocca. Poi ti prescrivono degli antibiotici, poi ti mandano a casa dicendo che non possono

toccare il dente perché è una cosa...non so che cosa.

F.: Forse era infiammato il dente e non poteva curarlo subito?

El.: E ti dicono di curarlo, allora vai a casa , curi i denti e paghi di nuovo 21 euro, lui ti guarda e

dice: basta, lo abbiamo curato e adesso deve andare dal suo dentista. E sono 40 euro.

F.: Quindi loro non ti curano i denti lì?

El.: No. C'è posto, non so dove, che mi hanno detto oggi, però hanno detto:però signora deve

aspettare molto temo. E come fa una persona che ha proprio il nero proprio fuori? Come fa ad

aspettare 3 mesi. Ti mettono una piomba finta e poi ti dicono : vai a casa.

F.: Perché l'assistenza odontoiatrica non è ritenuta essenziale.

El.: Io non sono cattiva, però dico che a volte queste situazioni per forza ti...non so, diventi una

bestia. Poi ti calmi, però per qualche minuto sei troppo arrabbiata e diventi molto cattiva. Per questo

non vorrei diventare cattiva. Non mi piacciono le persone cattive, magari stupide si, ma cattive no.

Fatto?Ma lo sai che mi ha fatto bene anche parlare con te perché io non parlo molto con quelli che

(indica me), perché quando sono venuta mi hanno detto: “Non dire mai a un italiano che sei sposata,

perché sennò quando tu vai a lavoro, loro hanno paura che tuo marito viene. Non parlare e se ti

chiedono se avevi la televisione a casa, in Moldavia, digli di no, perché allora loro pensano che sei

ricca”. E allora è la prima volta che parlo con una persona italiana, però mi ha fatto bene.

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F.: Sono contenta. Ma quindi in Moldavia vi dicono di non dire che a casa, in Moldavia, avete la

televisione altrimenti sembrate ricchi....

El.: Si, si.

F.: Perché da voi chi ha la televisione è ricco?

El.: No, no, però qua ti dicono veramente che ci sono delle persone che credono che non ce li

abbiamo noi i letti, noi non è che dormiamo per terra. Solo che non possiamo sopravvivere a questa

cosa perché se tu paghi l'affitto 150 euro per una camera e prendi 50 al mese, come fai? E' questo il

problema, non è che siamo proprio poveri, però abbiamo bisogno di soldi. Non è che siamo venuti a

rubare, siamo venuti a lavorare: questo è il problema, perché io vorrei mettermi in regola, ma se il

mio capo non vuole mettermi in regola, cosa voglio fare? Mi butto, non so, dal terzo piano.

F.: Secondo te è un problema di legge italiana?

El.: Si, poi ho sentito che Berlusconi ha detto che manderà tutti via a casa, e poi anche quelli con il

permesso di soggiorno, se non hanno un lavoro, mandano via anche quelli. Ma dimmi te una

persona italiana ad andare a fare il cameriere per 48 camere in un giorno...questo chi è? Così per 5

euro all'ora, una persona italiana andrà? Non penso. Perché ti dico che quando ero in ospedale c'era

una ragazza italiana che mi ha chiesto quando prendo all'ora e io gli ho detto 5 euro e lei ha

cominciato a ridere. A me non mi va di ridere, dico, perché questo è quello che ho potuto trovare,

però quando vado dalla vecchia e quella mi dà 10 euro all'ora c'è la differenza: che quando con lei

vado a fare una passeggiata, di qua devo stare tutto il giorno piegata per pulire i pavimenti, perché

poi vengono e ti dicono: “Ah lì c'è un capello, là c'è un po' di calcare, lì che cos'è?”. Ecco tutto il

giorno così. Però il bello è che poi torno a casa da mio marito.

F.: Bene E., grazie mille.

El.: Grazie a te. Mi ha fatto bene.

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Intervista 18. Svolta nel settembre 2008.

L. è un ragazzo di 23 anni e viene dal Brasile, dove lavorava come parrucchiere. E’ in Italia

dal 2005 senza permesso di soggiorno ed è arrivato già consapevole che l'avrebbe atteso un

lavoro di prostituzione. E' venuto al Sokos per un herpes al labbro che, visto il suo lavoro, lo

preoccupa un po'.

F.: L., come mai sei venuto in Italia? Cosa ti ha portato qui?

L.: La mancanza di soldi...nel senso...vedevo amici che venivano in Italia e diventavano un po'

meglio di quello che erano in Brasile...in Brasile il valore dei soldi non è che c'è tanto e allora ho

preso un biglietto anche io...avevo conoscenze.

F.: Avevi amici in Italia?

L.: Si. Avevo amici che mi hanno dato forza per restare, mi hanno dato forza. Sono andato in

Brasile una volta e sono tornato, si vive bene qui se tu sei in regola con tutte cose, se tu non sei in

regola...anche con il lavoro che faccio…

F.: Che lavoro fai?

L.: Io faccio la prostituzione proprio...adesso no, ma prima quando si faceva lavoro in strada, queste

cose era veramente...pericoloso. Sono stato una volta sessanta giorni in via Corelli, dove c'è un

posto per extracomunitari, era veramente brutto, la polizia mi hanno preso in mezzo alla strada e mi

hanno messo li per sessanta giorni e anche foglio di espulsione ne ho tanti, quattro o cinque.

F.: Però alla fine solo una volta sei tornato a casa?

L.: Solo una volta

F.: Ma per l'espulsione?

L.: No, no, proprio perché ho preso io biglietto e ho detto adesso vado per undici mesi o un anno,

più o meno, perché arriva un momento che devi dire basta. Arriva la polizia... fare questo tipo di

cose, ero stufo, allora sono tornato, però adesso lavoro solo a casa perché in strada non ce

più...ancora con questa nuova legge...è diventa più casino adesso.

F.: Tu lavori da solo, non hai nessun capo?

L.: No, no lavoro solo, non ho nessuno capo, nessuno pappone.

F.: Nemmeno quando eri in strada?

L.: Nemmeno quando ero in strada.

F.: Non ci sono...?

L.: Ci sono di più per le donne. Per uomini io non ho visto tanto. Più per le donne. Noi gay uno

aiuta l'altro...non è che chiedi soldi, ma l'unica cosa che costa troppo e l'affitto e un affitto di questo

costa 400 euro a settimana.

F.: Tu adesso hai un appartamento da solo?

L.: A Torino si.

F.: A Torino?

L.: A Torino.

F.: Quindi ti sposti?

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L.: Si. Ogni tanto vado a fare un giro. Magari sono lì già da tempo...non è che lavoro sempre bene...

faccio un mese qui, un mese lì, poi torno a casa.

F.: Stai dai tuoi amici?

L.: Amici no. Ci sono queste case in giro...

F.: Ma tu in Brasile cosa facevi?

L.: In Brasile facevo parrucchiere, ma in Brasile questo lavoro non basta, è un lavoro tranquillo, ma

adesso non lo farò più. Lo faccio ogni tanto ma non...

F.: Non riuscivi a stare bene in Brasile con questo lavoro?

L.: No perché a Brasile si lavora troppo e si guadagna poco, la verità è questa. Tu lavori un mese

per guadagnare solo 180 euro, non riesci nemmeno a pagare le compre, le bollette, l'affitto. Arriva

un momento che vivi solo per quello io ho avuto questa opportunità e questo pensiero che non

volevo quello. E' difficile avere tanti soldi per mandare in Brasile, per prendere una casa piano

piano, però se io lì non sono riuscito nemmeno ad aiutare la famiglia, a fare le cose per me, aiutare a

me proprio se io sono lì non sono capace...

F.: E la tua famiglia cosa fa? I tuoi genitori cosa fanno?

L.: I miei genitori lavorano in una...non in una trattoria, è una cosa piccola. Mio fratello è

parrucchiere e adesso se tutto va bene gli fanno fare un programma in televisione come

parrucchiere, quindi si sta mettendo a posto. Poi c'è mia sorella e mio cognato...lui è meccanico ma

non è che...hanno sempre un pò di difficoltà per pagare la bolletta, per pagare quello, li aiuto io un

pò. Adesso faccio lei venire per conoscere un pò Italia per venti giorni, così conosce, si diverte, gli

do questa opportunità che io mai avrei potuto fare...se ero in Brasile. Mai potevo fare questo per

fare una persona venire qua a far conoscere Italia, Europa, fare un giro di venti giorni...è bello. Italia

a me piace tanto. Ieri mi è dispiaciuto molto per la storia di andare lì già tre volte e nessuno mi

hanno dato un dottore, per vedere se era una herpes, magari è solo una herpes, però mi preoccupo,

perché non è che sono in giro a fare senza preservativo...no, certo che no. Però mi preoccupo con

me proprio. E per colpa di una tessera sanitaria non riesci...nemmeno a pagamento. C'è a pagamento

mi hanno detto, io ho detto faccio a pagamento non ci sono problemi, però voleva anche la tessera

sanitaria.

F.: Ma dove sei andato a chiedere?

L.: Al Sant'Orsola.

F.: E qual è di preciso il problema?

L.: Ma...magari una herpes..una cosa piccolina che c'è qua (indica il labbro inferiore) che mi

spaventa e subito mi devo controllare, fare test, analisi.

F.: Ti spaventa perché?Per possibili infezioni? Perché sei sempre a contatto con le persone?

L.: Perché sono sempre a contatto con le persone e per me che metto preservativo ci sono momenti

che devo stare attento con me, perché magari ho preso...facevo una … a qualcuno, ho messo la

mano qua e mi è nato una herpes. Si è una cosa piccola, se è una herpes va bene, si cura, però se è

una cisti può diventare cronico. Ce l'ho da una settimana e mezzo, ho messo la crema di herpes e

non è riuscito. Ho detto meglio andare subito perché dopo... ma sono tornato a casa perché ci vuole

tanto in Italia. A Brasile, magari tu aspetta tanto per avere un dottore, però lì non sono tanto

così...tanta burocrazia

F.: Però sai, l'Italia è uno dei Paesi che dà più assistenza agli stranieri che non sono regolari. Il

problema è che ci sono le leggi, ma poi non tutti le sanno e le rispettano, per cui anche al Pronto

Soccorso ti chiedono il tesserino.

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L.: Se vedono che uno è extracomunitario, anche se c'è legge...non facciamo. Si ci sono delle teste

dure. E' importante che quando noi abbiamo bisogno troviamo un posto che può risolvere la

situazione...perché io non sapevo di questo posto.

F.: Chi ti ha parlato del Sokos?

L.: Lì proprio (si riferisce all'ospedale) mi hanno detto, sono andato tre volte e ho detto: “Signora

questa magari è una cosa cronica che può diventare più pesante per me dopo”. E Lei: “Ah, c'è

questo posto, vai lì che loro te lo fanno la tessera”. Mi hanno dato l'indirizzo, ho detto mi sveglio

presto, Lunedì vado lì e faccio tutto...analisi, per vedere com'è o che situazione può essere.

F.: Tu sapevi che in Italia saresti venuto a fare questo lavoro?

L.: Si, era già sistemato tutto.

F.: Perché anche i tuoi amici fanno questo lavoro?

L.: Si, ci sono...

F.: Ti va bene questo lavoro?

L.: Ci sono momenti che non va bene perché si guadagna poco, ci sono momenti che si guadagna

tantissimo. Capita. E' un negozio, è un giro, un giro di persone che magari capita che riesci a fare

100-200 euro ogni giorno. Ci sono momenti che riesci a fare una settimana. Quando sono a Torino,

che già tutti mi conosce, non è che viene sempre. Quindi è per questo che vado in giro al Nord.

Adesso ho trovato una persona che stiamo insieme e anche lui chiede: “Quand'è che smetti di fare

questo tipo di lavoro?” Ed io ho detto: “Per adesso neanche per sogno perché non è che smetto una

cosa che non ancora sono pronto, non sono stabilizzato”. Non è che vado a fare questo per sempre

io, fino a trenta anni che sono stabilizzato. Perché io se riesco a comprare una casa, a montare un

negozio piccolo, un parrucchiere, un'estetica o qualcosa del genere. Per questo faccio questo

sacrificio adesso per dopo stare tranquillo.

F.: Hai pensato di poter fare un altro lavoro?

L.: Si, però, anche lui...quando ho iniziato a stare con questo, lui mi ha detto: “Ti trovo un altro

lavoro”. Io non è che gli ho detto subito il mio lavoro. Ho fatto finta che stavo trovando lavoro e lui

ha detto: “Ti trovo, conosco, un lavoro in palestra, conosco le persone non ti preoccupare”. Però lui

pensava che era facile. Non è facile. Le persone non è che accettano una persona irregolare e

diventa un po' pesante. Sono passati quattro mesi e lui non ha ancora trovato niente di lavoro.

Guarda che lui lavora in due – tre palestre come insegnante, quindi le vede le persone in giro, riesce

a conoscere, e non ha trovato un lavoro. E lui ha detto: “Ah, mi aspettavo che era facile”. Non è

facile. Pensa che non ho cercato, ho cercato, ma è arrivato un momento...Io con questo lavoro riesco

a prendere, a vivere bene. Praticamente vivo bene. Non mi manca niente. Se io vado a fare un

lavoro normale riesco a guadagnare 900 euro. Con questo riesco a fare 5.000 euro. Si riesce a vivere

bene, a fare le cose, non mi manca niente e si riesce a mettere anche un po' a parte. Poco o tanto,

non so capita.

F.: Può piacere fare questo lavoro?

L.: In che senso?

F.: Nel senso che penso se ci possano essere persone a cui piace fare questo lavoro.

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L.: Ci sono, a me no, a me no. Mi metto una cosa in testa, è in testa. Perché io non mi sento

confortabile a letto, ovunque, a fare le cose, nana nana. No, non mi sento confortabile. Magari ci

viene ogni tanto anche dei belli, però no, non mi sento proprio confortabile. Magari faccio brutta

figura, tratto male. Non è che tratto male così, mi piace da morire...No, mi piace si, quello che io do

e quello che riesco a fare. Ci sono clienti che vai tornano, che ci tratto bene. Ma ci sono momenti

che dico no: lo faccio con la faccia brutta. Arriva un momento che dici: “Ah, è da tanto che sono

così in questo modo, non vedo l'ora di smettere”. Però quando lavoro bene non vedo l'ora di

lavorare di più. Ci sono momenti belli e momenti brutti.

F.: A casa sanno che lavoro fai?

L.: Si. Io sono un tipo di persona sono troppo sincero con tutti. Dico cosa faccio, da dove vieni e la

realtà. Perché io penso così: se tu vuoi una parte di mia vita devi sapere la parte brutta, no?E quindi

io ho sempre detto a mia mamma: “Guarda che lì non è facile”. Perché se tu non riesci a parlare

come funziona la parte brutta, le persone pensano che è tutto facile. Perché una parte dei miei amici

pensa: ah è facile Italia!No, non è facile. Ora la mia famiglia capisce, sa che ogni tanto se mi chiede

qualcosa...tipo mio cognato voleva che io compravo una macchina da regalare a lui. E dico questo

non fa parte per me, non posso fare...posso aiutare per una cosa giusta che quel momento hai

bisogno. Se hai bisogno di una macchina compra te. Capito? E quindi mi sono stabilizzato così: sai

che cosa faccio, da dove viene e che è difficile. Perché è difficile. Ogni tanto entra per uno per venti

minuti e riesci a fare 100 euro, 20 minuti, una mezzoretta, dopo un'ora viene un altro, o non viene

nessuno per uno o due giorni. Allora i parenti devono capire questo.

F.: Sei tu che stabilisci il prezzo?

L.: Praticamente si, io stabilisco prezzo, però c'è sempre quello che arriva con meno. Ci sono

momenti che tu chiedi un tipo di cose diverse, chi viene in coppia, chi vuole parlare...ci sono

persone carenti in questo...che parla e neanche fa niente.

F.: Sono molte le persone che vengono da te?

L.: Si. Coppia un po', uomini di più.

F.: Tu sei gay e ti vesti da donna?

L.: Si, tutti e due. A volte di maschio, a volte di donna. Ma vengono più per trans, anche le coppie.

Ci sono persone che...L'altro giorno è entrata una coppia dove lui sotto i pantaloni aveva un

autoreggente e il tacco alto. E la moglie aveva visto questo. Era una cosa trasgressiva. C'è

l'educazione certo, però nella testa, dentro le persone nessuno sa bene cosa c'è.

F.: E' quindi per trasgressione che le persone vengono da te?

L.: Si, perché siamo chiusi, in una stanza come siamo qua, tutto rimane qua, magari va in giro ma

nessuno sa chi è, con chi è stato. Capisci? E' impossibile praticamente.

F.: Quindi in fin dei conti qui in Italia ti trovi bene?

L.: Si, mi trovo bene. Io volevo regolarizzarmi con documento, però è difficile, non è facile. Perché

adesso c'è questa persona che può andare lì, in questura e fare le cose, però non è facile.

F.: Dovresti trovare un lavoro...

L.: No, perché lui poteva andare in questura. Perché sai ci sono amici in giro che tu gli dai un

documento, perché ci sono prostituite con documento, perché si hanno sposato o hanno fatto

qualcosa e hanno comprato appartamenti Lui poteva andare in questura e dire lui sta con me, magari

mi metteva in una palestra o una cosa del genere, ma non è facile.

F.: Non è facile anche perché bisogna rientrare all'interni di quote fisse...

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L.: Si, ma questa parte si può fare, tra un po'...Arriverà un momento che io sono sistemato, che non

ho più bisogno e posso cominciare a fare un lavoro insieme a lui in palestra, fare un corso. Come a

me mi piace fare corso di parrucchiere per trovare lavoro qua. Ma in questo momento non è che non

voglio non posso.

F.: Ma lui è italiano?

L.: E' italiano. Ma in questo momento non posso....

F.: Hai bisogno di soldi....

L.: Ho bisogno di soldi. Ho bisogno di finire di sistemarmi, ho 23 anni. Dici che ho fatto un passo

troppo grande che è di venire da Brasile qua, ma sarebbe peggio ancora. Ma arriverà un momento

che smetterò di fare.

F.: Hai paura per la tua salute per il lavoro che fai?

L.: No, perché penso che se tu hai paura è perché tu fai senza (preservativo). Io se sono senza non

lavoro e sono tranquillo.

F.: Non ti chiedono mai di fare senza?

L.: Chiedono, però io sempre inizio a parlare e dire cose: no, guarda che è un rischio per me ed e u

rischio per te.

F.: Ed ora hai paura che il problema che hai possa essere un'infezione?

L.: No, perché è piccolo, sta guarendo, però non sai mai cosa può capitare. E quindi già facendo

questo lavoro non è che puoi stare male. Non posso prendere nemmeno un raffreddore, queste

cose...perché lavori male...Guarire subito,stare tranquillo e camminare, e basta.

F.: Ma tu lavori tutte le sere?

L.: Ci sono da mezzogiorno in poi. Ci sono settimane, in cui sto un po' più tranquillo, sto a casa,

riposo...

F.: Come contatti le persone, metti annunci?

L.: Si, su internet, giornale...

F.: Loro ti chiamano e vengono a casa tua?

L.: Si.

F.: Hai paura?

L.: No, sono un uomo, riesco a difendermi. Mai ho avuto problema.

F.: Per il fatto che sei irregolare hai paura ad uscire?

L.: No, perché ci sono i controlli, sono stato già controllato, mi hanno preso documento, nelle

discoteche, nell'autobus chiedevano documento. Paura...Io mai ho provato paura. Quello che deve

capitare, capita. Non posso fare niente, certo posso cambiare delle cose della mia vita, tranquillo.

Però non è che mi spavento. Guarda sono stato sessanta giorni in quel posto lì (CPT) ed ora vedo

polizia non è che mi spavento, che cerco di scappare.

F.: Dov'è che sei stato sessanta giorni?

L.: Lì in via Corelli: Centro di accoglienza per extracomunitari. Perché se ti prendono un

documento loro ti portano tuo paese. Se loro non ti prende con tuo documento, tu non firma niente,

non puoi andare. Io ho detto: “In questo momento non sono apposto, non posso andare, io non

firmo niente e non vado”.

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F.: Il progetto di venire qui in Italia, lo hai fatto anche per la tua famiglia o solo per te?

L.: Per una cosa personale. Perché io ho pensato: vado, lavoro, faccio soldi e torno.

F.: Quindi tu prima o poi voi tornare a casa?

L.: Prima o poi sempre si torna a Brasile. Io sono stato per un anno e sei mesi qua. Sono tornato e

sono stato undici mesi lì. Sono fermato da un anno che sono qui. Torno adesso, vado a febbraio:

sempre un anno e sei mesi qua, poi là. Ora non faccio 11 mesi lì perché non posso, perché c'è lui e

quindi passiamo solo un mese senza. Torno subito. Ma se non avessi lui, rimarrei undici mesi lì a

riposarmi, a lavorare, a mettere la testa a posto.

F.: Fino ad ora non hai mai avuto problemi di salute?

L.: In 3 anni e mezzo non ho mai avuto problemi di niente. Proprio niente. Magari un raffreddore e

subito sono andato in farmacia a prendere qualcosa e il giorno dopo stavo bene. Prendevo un tè,

qualcosa...E' la prima volta.

F.: Cosa pensa il tuo ragazzo del tuo lavoro?

L.: All'inizio è stato difficile da accettare. Poi ho detto: “Devi accettare perché tu non mi puoi dare

stabilità su quello che voglio. Non mi puoi fare un documento, non mi trovi un lavoro, cosa posso

fare? Devo camminare...se puoi accetta”. E lui: “Si accetto. Ma vuoi smettere?”. Io: “Si ma non so

quando”. Per adesso non ne parliamo più.

F.: I tuoi cosa pensano del lavoro che fai?

L.: All'inizio mia madre era molto spaventata. Diceva: “No, no. Tu vai via così, per fare queste

cose...”. Dopo ha detto ve bene. Lo ha accettato, non ci sono problemi.

F.: E' diffusa in Brasile la prostituzione?

L.: Che vuol dire?

F.: C'è molta prostituzione in Brasile?

L.: Come qua, non lo so. Non è che lavoro lì. Non ti posso dire come funziona lì, come una persona

riesce a lavorare.

F.: Perché hai scelto proprio l'Italia? Perché avevi qui degli amici?

L.: Si, avevo degli amici, mi hanno dato posto, casa...puoi venire tranquillo che ti do la casa...

F.: Sei entrato con un visto turistico?

L.: Si all'inizio sono entrato per tre mesi e poi sono rimasto.

F.: Cosa pensi delle ultime leggi sull'immigrazione?

L.: Sull'immigrazione o sulla prostituzione?

F.: Parliamo di entrambe le cose...

L.: Dell'immigrazione non è che capisco tanto. Capisco che ogni giorno diventa più difficile: per

fare un documento, per sistemare o per fare nuova legge che magari aiuta. Però in questo momento

con Berlusconi è tutto troppo...complesso per gli extracomunitari. Perché lui quando è entrato ha

fatto un casino della madonna: hanno preso gli extracomunitari, li hanno messi lì e li hanno portati

via proprio in Italia. Lui non riesce a capire, lui non ha i soldi per mandare loro nel loro paese,

perché costa un biglietto. Poi fa finta che deve fare una cosa, prende 1.500 persone, le mette lì

chiuse in carcere, poi apre la porta e vai via...solo per fare finta. Non è giusto neanche per italiano,

non è giusto per un extracomunitario. Chi di voi ha i soldi per comprare biglietti e mandare

extracomunitari al proprio paese? Poi un'altra cosa: nel giro della prostituzione girano tanti soldi,

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troppo, proprio troppo troppo. Quindi se tu togli prostituzione metà di Italia soffre praticamente. La

nuova legge che ha fatto che chi prende una prostituta in strada va in carcere...questa cosa...non è

giusto...girano troppi soldi.

F.: Ma girano troppi soldi e di mezzo ci sono anche persone importanti?

L.: Si...ci sono i politici, ci sono le persone ricche, persone da tutti i mondi, poveri, belli, brutti.

Non è che cambia.

F.: Ma tu sai che il problema principale della prostituzione è lo sfruttamento, le persone che sono

costrette...

L.: Le brasiliane non tanto...le rumene, le albanesi, russe...queste si. Ieri ho visto uno che è morto

perché doveva pagare 50.000 euro. Un po' dobbiamo avere controlli per questo, si certo, però...

F.: In strada è più pericoloso che in casa?

L.: Si è più pericoloso...

F.: Tu per pericoloso intendi per i poliziotti o per i clienti?

L.: Si per la polizia...per i clienti...capitano. Ho avuto anche amici che hanno visto persone

uccise...queste cose qui. E' pericoloso, ma a me non è mai capitato. Ha capitato poco queste cose

qua. Ma è pericoloso anche per te in questo momento se tu vai in buio, la sera, viene uno e ti stupra,

va via, ti uccide. Ma non è solo quello lì, di giorno, di sera passa qualcuno..

F.: Tu ti senti più sicuro in casa?

L.: Si, mi sento più sicuro, è più comodo. Posso lavorare fino alle 5 di mattina, la sera. Faccio un

po' come voglio.

F.: Allora adesso sei in attesa di poterti regolarizzare...

L.: Si, speriamo. Così mi metto a posto, sto bene...Speriamo...

F.: Bene, Grazie L.

L.: Grazie a te. In bocca al lupo per laurea.

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Intervista 19. Svolta nel settembre 2008.

Li. è una donna di 61 anni che viene dalla Moldavia ed è in Italia dal 2003. Ha lavorato nel

suo Paese come sarta, mentre in Italia come badante, in regola. Ora è in cerca di un nuovo

lavoro. E' venuta al Sokos per un problema al piede.

F.: L., come mai è arrivata in Italia?

Li.: Con un visto da turista, nel dicembre 2003, sono venuta e ho lavorato al Sud, a Benevento.

F.: Che lavoro faceva?

Li.: Badante (ride). Perché io sono sarta, però con l'età...io ho problema con occhi e quello è un

lavoro per giovani. Poi mi ha chiamato una madrina che lavora a Bologna, ha una famiglia con i

bambini, mi ha trovato lavoro. Ho lavorato due anni e otto mesi, ho fatto permesso di soggiorno e

dopo ho avuto problemi grandi perché uno è morto, un altro è morto. Ho lavorato poi con il dottor

S., lo conosci?che ha lavorato con la dottoressa C. (una dottoressa del Sokos) e io adesso voglio

parlare con lei. Poi sono partita in ferie, ieri sono tornata e adesso mi cerco lavoro, e voglio parlare

con dottoressa C. per vedere se può, se ha bisogno un vicino.

F.: In che modo è tornata?

Li.: Con il permesso di soggiorno.

F.: Tu sei in regola allora?

Li.: Si si, io ho permesso di soggiorno, codice fiscale, tutto. Perché ho permesso ma ho perso

lavoro, ho partito a casa, sono tornata e ora non ho dottore di famiglia, però io quando mi disturbo

voglio un consiglio, cosa fare. Quando trovo lavoro io poi prendo dottore, perché io adesso non lo

so dove lavoro e io lo voglio vicino.

F.: Ma è venuta anche per farsi visitare?

Li.: Si il mio problema, io ancora oggi non so cosa mi è uscito che mi fa male. Vedi qui

rosso?(indica la bocca). Le gengive si vede che è brutto.

F.: Com'era la vita in Moldavia, perché è venuta in Italia?

Li.: La vita in Moldavia....(piange)

F.: Le dispiace essere andata via?

Li.: Scusa....Come è vita quando uno a 61 anni viene per lavorare. Quando è cambiata Unione

Sovietica, hai sentito? Che si è distrutto, tutti questi piccoli Paesi Ucraina, Moldavia, Russia, tutti si

sono separati . Quando c'era Unione c'era legge dura, non lo so...noi abbiamo avuto lavoro,

stipendio o soldi, i nostri bambini potevano andare alla scuola. Dopo, quando è successo questo nel

'92/'93, tutti questi Paesi ha preso sua libertà. Prima c'era una bandiera sola, un solo dominio, poi

nel '92, dove io abito e lavoro, in Moldavia, c'era un conflitto grande, come guerra di due mesi, e

dopo '92 mia pensione era 40 euro. Io ho due figli che sono sposati, con i suoi figli e sua famiglia.

Lavorano, prendono un po' di soldi, in Ucraina, in altro Stato. Io abito Moldavia, loro Ucraina. Loro

quando hanno studiato università c'era ancora Unione Sovietica, sono rimasti in Ucraina, hanno

preso la cittadinanza ucraina e loro sono ucraini e io moldava. Voglio vedere i nipoti, li voglio

ospiti...ma soldi ancora poco, io lo voglio aiutare per comprare. Perché mio Paese e Ucraina poco si

paga perché tutto è rubato, perché quando è cominciato questa perestrojka, tutte le banche che

avevano i soldi, ed io avevo i miei soldi, non me li da. Noi non riceviamo stipendi per quale

lavoriamo sei-sette mesi. Tutti questi soldi, ci hanno fatto loro miliardi e miliardi. Noi siamo rimasti

poveri, questo è il nostro motivo per cui siamo qui. Io non sono ubriaca o una ladra o...io ho

lavorato 36 anni.

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F.: Che lavoro ha fatto?

Li.: Sarta. Io ho lavorato in fabbrica, e lavoravo a casa, cucivo cose per i miei bambini, per nipoti,

per sorelle, per tutti. Adesso io quando prendo pensione, è poco, quando io sono abituata con i miei

soldi a fare questo, quello. Ma io non sono unica a venire qua, adesso tutti viene qua. I giovani non

possono abitare, perché non si può comprare un appartamento, non si può lavorare e prendere soldi

per abitare. In una famiglia quando un bambino piccolo cresce devo comprare un gioco, roba,

medicine, mangiare, devo pagare luce, tutto...Questo è tutto il problema, perché io sono venuta qua

per aiutare, se Dio mi dà ancora la salute. Io ho lavorato con brave persone, la dottoressa C. sa dove

ho lavorato, poi ho lavorato da un altro dove ho sostituito per andare a casa perché quando è morto

mio dottore, era marzo, per me era un problema : cosa fare, il permesso. Perché io il permesso l'ho

ricevuto a maggio, non potevo subito andare a casa, dovevo aspettare. Io ho sostituito una persona,

ho ricevuto un permesso, adesso ieri sono arrivata, e adesso cerco lavoro. Se avete bisogno o sapete

qualcuno che ha bisogno, prego...mi proponi te.

F.: Se so qualcosa si. Ma tu lei è riuscita a mandare dei soldi a casa?

Li.: Si, mando i soldi per Banca Caribo, dove si paga 10 euro per una somma, perché quando io

mandavo con autobus era grande rischio. Tante tante persone fanno così, mandano con autobus, i

pacchi,i soldi ma è pericoloso: succede che rubano. Io faccio soldi, perché con i soldi puoi comprare

quello che vuoi, una madre può comprare quello che lei vuole. Io ho una nipotina di 16 anni e lei ha

altri gusti.

F.: Si trova bene in Italia?

Li.: Si, molto bene, molto bene. Io non so altre persone, ma dove io ho lavorato, tutte famiglie

erano buone. Se succede che quando vieni non sai lingua, non sai niente, devi soffrire, devo

imparare. Si, mi trovo bene perché io ho imparato un po' lingua italiana in Caritas, in scuola S.

Teresa, c'era un'insegnante bravissima, L., e lei chiede sempre se è tutto chiaro, se tutti capisce. Poi

ho incontrato altre persone brave e per me italiani è bravi, molto bravi. E' successo che ho lavorato

un lavoro e lei non mi voleva pagare, dopo che hai lavorato ore, lei ti dice: “Tu hai lavorato brutto,

non hai lavorato bene”. E perché non mi hai detto? Succede come in tutti i popoli. Ma tutte le

famiglie dove ho lavorato erano bravi.

F.: Ha avuto problemi di salute qui in Italia?

Li.: Si, un problema ho avuto con dito. Non so cosa aveva, ancora devo chiedere, perché io

lavoravo quando mi ha scritto dermatologo, io lavoravo a Baricella e non potevo andare. Sono

andata da altro dottore che mi ha detto di prendere delle pastiglie e crema quella che mi ha dato C.

Io ho preso, però adesso non so se ha passato o no.

F.: Il dolore è passato?

Li.: Il dolore è passato perché d'inverno con la scarpa chiusa mi viene.

F.: Ma cos'è che le viene? Come si chiama?

Li.: Non lo so, è un virus, devo fare di nuovo visita. Poi mi cadono capelli, io ho fatto prelievo:

capelli tutto bene, tiroide un piccolo problema. Mi ho fatto ecografia e a casa ho tutti i fogli, non a

casa, dove ho lavorato, lei mi ha conservato tutte mie buste, ma io adesso non posso prendere.

Adesso io dormo da un'amica, da un'altra parte, perché mi cerco lavoro.

F.: Questi problemi li aveva anche in Moldavia?

Li.: No, non sentivo perché io lavoravo giorno e notte.

F.: Era più faticoso in Moldavia lavorare o qui?

Li.: No, non era fatica, io lavoravo normale,ero giovane e non sentivo niente. Adesso un po'

nostalgia, un po' l'età..

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F.: Pensa sia anche il dispiacere ad averle creato questi malesseri?

Li.: Cosa facciamo? Dobbiamo soffrire, e quando succede devo dire grazie Dio, perché mia madre

credeva molto in Dio, e cosa mi dà Dio io devo dire grazie: malattie, salute, tutto grazie. Adesso

aspetto lavoro, poi vediamo.

F.: Il lavoro è più importante?

Li.: No, anche salute è importante. Ma non puoi dire che ti fa male qualcosa, perché quando ci

pensi, poi ti fa male di più. Quando io so che ho bisogno di lavoro, io mi devo dimenticare di tutte

malattie e devo lavorare, lavorare bene con nonna, con nonno, con famiglia. E' finita?

F.: E' stanca?

Li.: Non si dice stanca, perché quando sei stanca non puoi fare niente. Io quando mi stanco ho

giorni liberi, dove io lavoravo avevo giorni liberi, o un'ora, due ore. Quando uscivo c'era un parco

con tutti i miei amici. Io ho visto a Bologna tutto quello che si può vedere senza pagare. Perché io

ho avuto un catalogo, dove si scrivevano tutti i indirizzi tutti i telefoni. Si può telefonare e sapere se

si può guardare. Ho visto tanti tanti posti interessanti, Poi quando non c'è una mostra o cose da

vedere, io prendevo biglietto e andavo a Milano, a Firenze, da sola, Rimini, Cattolica. Da sola

perché tutti gli amici hanno i suoi interessi. A me non piace in gruppo perché quando vai con

qualcuno: “Andiamo di là, andiamo di qua”. A me non mi piace, perché io da solo con piccola

fotomacchina, ho fatto foto dove mi piace. E' questa la mia vita in Italia.

F.: Ha intenzione di tornare in Moldavia?

Li.: Francesca, quando io lavoravo un anno, due anni, io avevo grande nostalgia di casa. Quando ho

ricevuto permesso, sono tornata a casa, io non lo sapevo cosa avevo in mente se rimanere qua o

ritornare a casa. Prima era problema per fare permesso, quest'anno con permesso sono andato a

casa. Ho visto tutti i miei problemi a casa, perché io abito in Moldavia, i miei figli in Ucraina, mi

servono i soldi. Se rimanere in Italia o no, io non ancora sono pronta. Quando mi trovo un lavoro

bello in una famiglia posso chiamare miei figli prima con il visto turistico, poi guardiamo, non si

può dire voglio fare così, voglio fare colà. Prima voglio vedere Italia, prima voglio che mia nipotina

vede Italia, poi vediamo...perché io ho avuto un marito molto bravo. Trenta anni eravamo insieme.

Poi mio marito ha avuto un infarto e a 52 anni è morto. Io quando è rimasta vedova, per me è stato

tutto buio. Quando ho venuto qua in Italia, con questi problemi, io mi ricordo poco, voglio lavorare,

voglio aiutare miei nipotini, miei figli e tutti parenti. Io non penso a niente, voglio solo il bene della

mia famiglia. Quando mio marito era ancora vivo noi parlavamo: “Facciamo questo, facciamo

quello”. E quando è morto, tutto quello che noi dobbiamo fare è morto con lui. Dopo io credo che

non si può dire facciamo questo tra un anno o due. Mi dà Dio l'aiuto, mi ha dato questo di venire in

Italia a 60 anni come missione, per portare a casa tutto quello che ho visto, perché noi abbiamo

imparato storia italiana, tutte le persone che vogliono possono andare in biblioteca, Sala Borsa per

prendere qualcosa. Tanti tanti interessanti libri: Michelangelo, Raffaello, così noi sappiamo storia

romana, storia italiana. Quando io torno a casa i miei figli mi chiedono: “Mamma, mamma, cosa

visto?” Ho visto la Scala e per noi questa è una favola, per me questa è fortuna. Posso dire che è

molto difficile, ma va bene. Tutto quello che succede c'è Dio sopra. Giovani non credono, nostri

giovani non credono mai, perché dove io ho cresciuto c'era Unione Sovietica e ha distrutto, non so

se hai sentito, tutte chiese. Dopo perestrojca si è ricostruito, si faceva messa. Prima era chiusa

messa, era diversa propaganda comunista.

F.: Bene, grazie L., forse è arrivato il suo turno.

Li.: Grazie a te che mi hai ascoltato. I giovani meglio parlano, io ho lavorato due anni e otto mesi

dove io non parlava niente. C'era Alzaimer, ma anche quando era giovane non parlava molto. Ma

quando io imparavo alla scuola, avevo bisogno di parlare, parlare, perché quando parli ti pronunci e

la lingua si abitua. Quando non parli, tutto rimane in testa e la pronuncia poi sbagli.

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Intervista 20. Svolta nel settembre 2008.

Ha. è una ragazza di 29 anni, viene dal Marocco. E' in Italia dal 2003 ed è entrata con visto

per studio per frequentare qui l'Università. E' in regola e lavora come commessa in un

negozio di elettrodomestici. E' venuta al Sokos per una parente.

F.: Ha., come mai sei venuta in Italia?

Ha.: Per studiare, perché io ho fatto una scuola dell'ambasciata italiana in Marocco e poi ho deciso

di venire qui all'università, visto che avevo già imparato la lingua.

F.: Che cosa hai studiato?

Ha.: Lingue e letterature straniere.

F.: E adesso lavori?

Ha.: Si faccio la commessa in un negozio, part-time.

F.: Sei regolare allora?

Ha.: Si, prima sono entrata per studiare e poi per lavorare. Ora sono sposata ed ho un bambino.

F.: Tuo marito è Italiano?

Ha.: No, è marocchino. E' stato prima lui a venire qui. Poi sono venuta anche io

F.: Che lavoro fa tuo marito?

Ha.: Lavora in un'azienda di trasporti. Lui aveva fatto qui un corso, sai quelli pagati dall'Unione

Europea. Lui ha fatto questo corso è ha preso un buon voto 98/100 e lo hanno dato loro lavoro, non

ha dovuto cercare.

F.: Sei soddisfatta del tuo lavoro? E' quello che volevi fare?

Ha.: Non tanto. Io vorrei fare qualcosa come mediatore culturale, per la laurea che ho io non va

bene. Dovrei fare dei corsi, ma adesso con il bambino non ce la faccio. Però tra qualche tempo lo

voglio fare.

F.: Come vi trovi qui in Italia? Hai trovato difficoltà?

Ha.: Bene. Sto bene qui in Italia. Appena arrivata ero un po' spaventata, sapevo la lingua, ma era

tutto nuovo. Mio marito era a Rimini ed io ero a Firenze per l'università, da una mia cugina, ma

dovevo fare tutto da sola, lei non mi accompagnava. Io andavo con la cartina. Poi sai, anche

l'università, era tutto diverso anche per pagare le tasse. Mi dicevano: “Vai alle Poste a pagare”. E io

dicevo: “Ma che ci vado a fare alle poste?”. Non sapevo come funzionava. Una volta ho sbagliato

treno, perché ho sbagliato binario e ho passato una notte a Roma. I primi giorni piangevo perché ero

persa, ma poi è andata bene.

F.: Come ti senti trattata dagli italiani?

Ha.: Bene, mai problemi. No, solo una volta una signora anziana sull'autobus mi ha sputato in

faccia. Giuro, veramente, mi ha sputato in faccia. Ma secondo me lei stava un po' male di testa. Io

ero seduta e lei mi continuava a sbattere sulle gambe e io mi spostavo. Poi le ho detto perché faceva

così e lei ha cominciato a dire parole: “Andate a casa vostra, stranieri di m....Io ero un'insegnante ed

ora non ci è rimasto niente!”. E mi ha proprio sputato. Secondo me lei aveva suoi problemi e si è

arrabbiata con me, però io ci sono stata malissimo, mi sono messa a piangere. Però solo questa

signora, altrimenti non ho mai avuto problemi.

F.: Hai amici italiani?

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Ha.: Si, qualcuno.

F.: Tu sei entrata subito regolare e lo sei rimasta. Cosa pensi degli stranieri irregolari, alcuni anche

tuoi stessi connazionali?

Ha.: Secondo me è una scelta loro entrare senza documenti se entri in modo irregolare. A me non è

mai venuto in mente di entrare irregolare. Mia cognata, che era già qui, mi raccontava delle

difficoltà per prendere permesso di soggiorno, e mi diceva sempre che se volevo venire dovevo

essere regolare. Io pensavo che diceva così per non farmi venire, ma è così, perché ti conoscono. I

poliziotti conoscono gli stranieri. A Firenze appena arrivata mi hanno fermato perché ero nuova.

Hanno visto che parlavo bene l'italiano e mi hanno chiesto perché, cosa facevo....però è raro che

fermano le donne e anche se le prendono senza documenti non fanno niente. Secondo me se vedono

che non fai niente, che non rubi, non spacci, ti lasciano stare. Però gli uomini sono più controllati

delle donne.

F.: Quindi secondo te è una scelta ben precisa l'irregolarità. L'alternativa è rimanere nel proprio

Paese?

Ha.: Io dico che se vuoi venire devi essere in regola, anche perché con questa crisi lavoro non c'è.

Cosa vengono a fare? Io lavoro in un negozio che è stato comprato da un altro perché andava male,

ma ti dico, anche adesso, la gente non compra come prima. Giusto quello che serve. Se vengono qui

cosa possono fare? Poi io non capisco questi decreti flussi, perché cercano lavoratori da fuori,

quando ce ne sono prima tanti qui di stranieri.

F.: Si, ma infatti, poi quelli che si regolarizzano sono gli stranieri che già sono in Italia..

Ha.: Si, trovano uno che gli fa il contratto, poi tornano a casa e rientrano con il visto come se non

sono mai stati qui. Ma lo Stato lo sa.

F.: Secondo te perché succede questo?

Ha.: Ma perché sono tanti e il lavoro non c'è. Con questa crisi non c'è nemmeno per italiani. Il

problema è che nel mio Paese pensano che l'Italia è il Paradiso, perché così gli dicono quando

tornano a casa. Ci sono quelli venuti in Italia che quando tornano in Marocco portano le ultime

macchine, le ultime Scarpe e dicono che si vive bene, che si sta bene. Ma molti di questi sono quelli

che spacciano. Anche chi lavora normale quando torna a casa vuole fare vedere che guadagna e gli

altri così non sanno che qui, se vuoi fare le cose bene, in regola, si deve sudare. Io pago l'affitto 700

euro, come il mio stipendio. Si, qui c'è più benessere, ci sono più cose, ma non è così tanta la

differenza dal Marocco. Io quando torno a casa dico la verità, che qui bisogna sudare, ma non mi

credono. Io ho dato a un mio amico di università il consiglio di non venire qui. Lui lavorava in

questi posti come Vodafone, Wind e guadagnava 600 euro al mese, ma io gli ho detto che qui non

era semplice ed ora guadagna più di 1000 euro al mese, si è sposato, ha una casa e mi ringrazia ora.

Io un po' capisco quelli che vengono dall'Etiopia, dalla Somalia, magari muoiono di fame, ma in

Marocco no. I miei paesani pensano che qui è il paradiso e decidono di venire anche irregolari,

pensano che poi si possono aggiustare. Loro pagano 8000 euro per venire, me lo ha detto un mio

amico, poi vengono qui e non trovano niente e non hanno documenti e non possono tornare a casa

perché la sua famiglia ha pagato tanti soldi per far venire in Italia. Così sta male lo stesso, anche chi

spaccia, sta male, perché ha sempre la paura, il pericolo che lo prendono.

F.: Ma secondo te le attività illegali sono legate all'irregolarità?

Ha.: No, non voglio dire così. Ci sono quelli anche con i documenti che spacciano. Però secondo

me le persone che non lavorano le devono mandare via. Io parlo anche dei miei paesani. Uno ti dà

la possibilità di trovare lavoro, poi però se non hai reddito come fai? O spacci o rubi.

F.: Ma com'è la vita in Marocco? Quali sono le differenze tra qui e lì?

Ha.: Ecco una differenza grande che voglio dire è questa cosa come Sokos, ma anche l'ospedale. In

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Marocco per la sanità si paga tutto. Se vai all'ospedale non funziona niente, anche lì devi pagare;

altrimenti puoi andare da quelli privati. Ma non c'è la cosa come qui che paghi il ticket, lo Stato non

dà niente. Chi ha soldi può fare un'assicurazione che ti paga le medicine, tu porti il prezzo sulla

scatola a loro, ma ad esempio le visite mediche no. Infatti dal lato della sanità qui è buonissimo. Io

ho partorito al Maggiore ed erano tutti così gentili. Anche Sokos nel mio Paese non esiste, devi

pagare.

F.: Come stai in Italia?

Ha.: Bene, ma non mi sento integrata al 100 per cento, mi sento sempre straniera. Mi sento

straniera anche in Marocco.

F.: Vedi degli ostacoli alla tua integrazione?

Ha.: No, sono io che mi sento così. Sai qui le feste non le puoi fare. Da noi per il Ramadan il giorno

è tutto chiuso, poi la sera si sta tutti insieme. E' come una festa, si mangia, si beve in compagnia, mi

manca tanto non poter festeggiare le nostre feste.

F.: Non ci sono comunità marocchine che rispettano i vostri riti?

Ha.: No, che io sappia no.

F.: Ma mi dicevi che ti senti straniera anche in Marocco perché?

Ha.: In Marocco mi sento straniera perché quando torni hai perso i rapporti: chi è andato via, chi

non c'è più, il gruppo di amici non c'è più. Trovi la tua famiglia, ma le cose cambiano, non sai più

dove andare per trovare le cose. Io torno ogni due anni e non so più dove devo andare per trovare i

negozi economici, sono cambiati, tutto è cambiato.

F.: Rifaresti questa scelta di vita?

Ha.: Si, io ho fatto tutto quello che potevo fare di meglio, va bene così, anche se questo è un

periodo di crisi, tutto sommato sono contenta.

F.: Bene Ha. ti ringrazio.

Ha.: Prego.

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INTERVISTA AI VOLONTARI SOKOS

- Medici

Intervista 21. Svolta nel gennaio 2009.

Dr. 1: Dottoressa di medicina di base, ora in pensione, ha 60 anni. E' in Sokos dal '99, dove ha

l'incarico di direttore sanitario e si occupa dell'ambulatorio di medicina di base.

F.: Da quanto tempo fa volontariato al Sokos?

Dr. 1: Da 10 anni. Quindi sono stata una delle prime, dopo i fondatori.

F.: Ha fatto volontariato di altro tipo precedentemente?

Dr. 1: Avevo provato ad andare al Biavati, che è un'associazione come questa, ma con un'ideologia

politica un po' diversa. Lì ho visto delle cose che non mi sono piaciute ed ho optato per questo.

F.: Lei ha scelto un ambulatorio per la sua professione?

Dr. 1: Si, per la professione soprattutto, perché non avevo la possibilità di partire per motivi

familiari. Poi ho parlato con R. che mi ha detto che era un po' un'Africa anche qua, era un mondo un

po' sconosciuto, non pensavo ci fosse qualcosa del genere.

F.: Qual è la spinta a fare volontariato?

Dr. 1: Ma io è da quando sono nata che dovevo fare qualcosa per gli altri, quando ho avuto la

possibilità perché non avevo più l'obbligo e lo stress del lavoro, avevo la mia libertà, la possibilità

di gestirmi le giornate ho deciso di farlo. Perché o lo fai fatto bene o non lo fai.

F.: Qual è il principio di fondo che ti ispira?

Dr. 1: Ma io sono un po' un'idealista, vorrei che tutti fossero buoni uno verso l'altro. Io vivo in un

contesto in cui mi trovo molto male. Sono stata sempre così fin da piccola. Secondo me è giusto che

ognuno di noi abbia qualcosa, non chi ha di più e chi non ha niente. Io quando sono andata in

pensione potevo fare la libera professione e guadagnar dei soldi, ma non ha senso: quando hai il

minimo indispensabili per star bene, lasciamo il posto a chi può aver bisogno, lasciamo spazio ai

giovani che studiano e hanno bisogno di lavorare. Poi guadagnare per accumulare cosa? Allora

facciamo qualcosa per chi non ha niente, perché io che ho già le spalle coperte lo posso fare.

Diverso è per chi deve lavorare per vivere che non ha tempo di spendere le sue giornate nel

volontariato, lo posso anche capire, anche se poi una giornata al mese non è che ti porti via, però è

un modo di ragionare. Bisogna accontentarsi, far si che non ci sia quello che non sa come arrivare a

domani e quello che invece si annoia perché ha troppo. Io vado in crisi spesso per queste cose.

D'altronde capisco che non mi posso nemmeno caricare il mondo sulle spalle, però ci sto male.

F.: Qual è la contropartita nel fare volontariato?

Dr. 1: No, non c'è...A parte le solite: “Mi arricchisco ecc.”, non è neanche quello. E' per un domani,

per non girarsi e dire “Io non ho fatto niente per gli altri”. Così la mia vita è valsa qualcosa, ho

contribuito affinché ci fosse più umanità, più amore, che qualcuno potesse star bene. Per me quando

mi dicono grazie col sorriso, penso di essere riuscita a dare qualcosa, sarà una st....., però per me è

tanto.

F.: Cos'è per lei la salute?

Dr. 1: La salute è una delle cose fondamentali . E' chiaro, se non stai bene non fai niente, per cui se

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non hai la salute....E' un diritto per tutti.

F.: Perché deve essere un diritto per tutti?

Dr. 1: Perché non ci possono essere differenze, siamo tutti umani, se uno sta male c'è l'obbligo di

curarlo. Per me è una cosa talmente normale, naturale che non mi soffermo nemmeno a pensare che

perché uno non ha un pezzo di carta in mano non ha diritto ad essere curato. Per me è una

concezione fuori dal mondo.

F.: I discorsi che si fanno in ambito sulle spese per curare gli irregolari?

Dr. 1: Guarda, io mi arrabbio in una maniera disumana, è la cosa che in assoluto mi dà più fastidio.

Se uno comincia a discutere delle entrate e delle uscite per la salute io mi arrabbio. Infatti penso che

questa associazione raggiungerà il massimo quando l'azienda sanitaria avrà preso in mano tutto

questo e vorrà dire che avrà capito che la salute è un diritto uguale per tutti. Non devono esserci le

associazioni a supportare questa cosa.

F.: Com'è il rapporto di Sokos con le istituzioni?

Dr. 1: Io gli darei fuoco. Sanno solo parlare, da 10 anni che sono qua dei cambiamenti non ne ho

visti. Ho visto solo le stesse parole che di volta in volta si sono ripetute, poi però a livello

pratico...niente. L'unico cambiamento che l'ASL ha fatto è aver aumentato un po' la convenzione,

ma perché altrimenti non ce la facevamo proprio ad andare avanti con i costi. Ci sono sempre stessi

problemi che si ripropongono, le cose le devi chiedere continuamente. Tu guarda anche la questione

dei rumeni: uno dà la colpa all'altro. Ma se tu ASL hai avuto già disposizione a fare come vuoi,

perché ci sono altre aziende in altre città che hanno fatto così e che vuol dire di muoversi, di fare

così anche loro. Invece niente, la C. ha paura della sua ombra.

F.: Che tipo di problematica c'è di fondo?

Dr. 1: E' un problema di burocrazia. Francesca, qui in Italia viviamo di burocrazia e alla fine non si

fa un c.... Il problema dei rumeni, sono due anni che questa gente non sa cosa cavolo deve fare. Per

il problema odontoiatrico abbiamo chiesto, ma niente.

F.: Perché forse è una fascia di popolazione che non interessa.

Dr. 1: Guarda, si dice si dice, ma l'importante è che ne stiano alla larga. Anche Bologna, dicono che

sia una città molto aperta, mentre Bologna è una città estremamente borghese e razzista. Soprattutto

per quanto riguarda le istituzioni.

F.: Il fatto che abbiate delle convenzioni con l'ASL influenza dal punto di vista politico le vostre

scelte?

Dr. 1: No, a livello politico, no. Anche perché noi dal livello politico ne siamo fuori, noi viviamo in

un altro mondo. Non c'è assolutamente nessuna influenza, perché nel momento in cui ci venisse

detto che se non facciamo una determinata cosa loro ci tagliano la convenzione, a noi non cene

frega niente, ci pensiamo tra noi. Qual è il problema, noi non vogliamo essere condizionati da nulla

e da niente. E' chiaro che per loro è molto comodo. Se tu pensi che noi gli costiamo ... euro l'anno,

quanto risparmiano che non a darlo ad un medico di base? Perché è chiaro se questi pazienti

vengono dati in gestione al medico di base, l'ASL per ogni paziente deve pagare una cifra. Quindi

ben venga l'associazione Sokos per loro, che prendiamo solo ... euro l'anno e dicono pure che gli

costiamo pure troppo. E' uno sfruttamento ben calcolato, perché se non esistessero queste

associazioni, loro sarebbero obbligati a gestire queste persone, perché se non sono curate, se non c'è

un certo tipo di prevenzione, sono fonte di infezione, ma non perché ci arrivano malati, si

ammalano qui per le condizioni in cui vivono. Sono condizioni così drammatiche che anche noi ci

ammaleremmo. Per cui se lo accollerebbero loro, con tutto il malo modo con cui affronterebbero

questo onere, perché anche i medici di base non è che trattino molto bene queste persone.

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F.: Per cui Sokos sarebbe meglio...

Dr. 1: E' meglio a livello sociale, a livello umano, per tutto. Io penso che Sokos dovrebbe esistere

anche per gli italiani. Credimi, veramente. Questa è la vera medicina di una volta, dove esiste

ancora il medico che ha il colloquio con il paziente, che riesce a capire anche senza tanti esami. E'

quella medicina di contatto, quella medicina bella che c'era una volta. Non esiste più questa

medicina qua, ma è bella perché c'è il contatto umano, conosci tante cose, e impari anche.

F.: Questo tipo di fare medicina è determinato dal tipo di paziente o dalla volontà del medico, per il

fatto che siete anche volontari?

Dr. 1: Dipende dalla volontà. Io penso che tutti quelli che lavorano qua hanno un sentimento e un

modo di vedere la medicina diverso. Io vedo anche quando vado in ambulatori normali, che ci sono

questi anziani che vanno dal medico perché non sanno che fare e io mi ci metto a parlare. E ti

dicono che hanno male, ma vorrei ben vedere a 80 anni. Allora io la rassicuro che è in gamba, poi le

spiego i cambiamenti stagionali, come si deve fare, per aiutarsi. E ti dico, vanno via e mi chiedono:

“Dottoressa dove ha l'ambulatorio? Perché è tanto bello fare due chiacchiere”. Hanno bisogno di

parlare, cosa che non si fa più. E queste persone quando vanno via non hanno più questo dolore alle

ossa, perché capiscono che c'è l'età, che è il tempo, che comunque aiutandosi un pochino può

passare. Ma non esiste più una medicina così.

F.: Perché non esiste più?

Dr. 1: Perché adesso si guarda un po' troppo al discorso tempo e denaro. Quando tu hai questi due

cancri non puoi dar niente. Poi se consideri che ci sono gli incentivi da parte dell'azienda affinché tu

non faccia troppo esami, affinché tu non dia troppi farmaci. Questa è la medicina: risparmiamo sulla

pelle, anziché risparmiare sulle altre cose, sulle c...., noi risparmiamo sulla salute.

F.: Com'è il suo rapporto con i suoi pazienti qui in Sokos?

Dr. 1: Bello.

F.: Ci sono problemi nella diagnosi, nella comunicazione?

Dr. 1: Difficoltà nella diagnosi ci può essere, perché - a parte che devi entrare in una dialettica un

po' diversa, li devi un po' prendere come i bambini- perché non parlando la stessa lingua lui può

esprimerti il dolore in maniera diversa e allora vai con i gesti. Lui con i gesti riesce a dirti com'è il

dolore, soprattutto per la sintomatologia gastrica che è fondamentale per fare diagnosi. Così si

riesce, almeno, io riesco, ma penso sia così anche per gli altri. A volte mi sono aiutata anche con i

disegni.

F.: Ci sono delle difficoltà culturali?

Dr. 1: No, io vedo che si adattano abbastanza bene alle nostre usanze, al nostro modo di parlare,

non ho notato delle grosse difficoltà, no. L'unica cosa che ho notato è che ho trovato un modo di

gestire il farmaco molto sbagliato: non sono come noi, noi siamo estremamente inquadrati, loro

invece sono abituati, forse per un fatto culturale, a prendere il farmaco al bisogno, che può andar

bene per alcune patologie, ma per altre in cui tu devi prendere il farmaco a vita, lo devi prendere a

vita. Loro in questo fanno fatica. Una volta che hanno finito il farmaco, fanno passare anche una

settimana, anche un mese. Allora quando arrivano li sgridi, e loro dicono: “Ah, ma non potevo

venire”: non capiscono l'importanza del farmaco in determinate patologie. Però poi alcuni, vedendo

che con il farmaco stanno meglio imparano.

F.: Quali sono i disturbi più frequenti?

Dr. 1: A parte i problemi stagionali: in autunno forme gastriche, che poi sono persone che avevano

già pregressi nel loro paese di ulcere, gastriti, duodeniti ecc. Per cui c'è la riacutizzazione nei vari

periodi, poi problemi osteoarticolari, perché sono persone che fanno una vita estremamente pesante,

sia le badanti che gli uomini che fanno i muratori o i facchini, le patologie delle cute, di queste se ne

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trovano tantissime, poi c'è di tutto. Io delle volte ho visto delle cose da rimanerci: dei lipomi grossi

così, che tu dici: “Ma è possibile che non sia andata mai a farsi vedere da un medico?”, che poi un

lipoma si sviluppa nel tempo, te ne accorgi. Ci sono delle donne dell'Est con delle vene varicose da

paura.

F.: Come mai?

Dr. 1: Ma è una questione ereditaria, forse anche di clima. Ma sono donne giovani.

F.: Secondo lei perché aspettano tutto questo tempo per farsi visitare?

Dr. 1: No, ma qui da noi vengono subito, il discorso è che alcune patologie non sono state seguite

perché ovviamente nel loro paese è a pagamento e se vengono qua vuol dire che la loro condizione

economica non è bella, per cui si sono ridotte così anche perché non sono state seguite, non hanno

fatto delle cure. Quando arrivano qua loro arrivano subito dal medico e c'è questa voglia di essere

curate e molti si meravigliano di poterlo fare senza pagare. Poi come arrivano qua, vengono,

chiedono, si consigliano. Poi ti seguono, sono brave. Se tu gli dici che questo è nero e invece è

bianco, loro dicono che è nero. Loro poi prendono questa fiducia, sanno che lavori per il loro bene,

e loro si fanno un po' coccolare, si fanno curare. Anche perché tu capisci che sono persone che

vogliono veramente star bene, che hanno molta paura di ammalarsi. Per loro diventa difficoltoso

ammalarsi qua, perché loro te lo dicono: “Io devo lavorare, io non mi posso ammalare”. Poi c'è più

paura di ammalarsi in un posto dove non conoscono nessuno. Hanno il terrore se stanno male,

l'ospedale, cosa succede. Tanto che molti vanno al Pronto Soccorso con questa facilità e te la dice

lunga, perché hanno paura. Perché mentre se un italiano sta male chiama l'amico, comunque

all'ultimo momento va al Pronto Soccorso. Loro invece vanno subito al Pronto Soccorso perché c'è

la paura di peggiorare nel giro di poco, paura che arrivi qualcosa di catastrofico. Lo capisci da come

te la raccontano.

F.: Ti raccontano di differenze di trattamento tra il Sokos e le altre strutture?

Dr. 1: Si, si sopratutto a livello umano. Ci sono cose che raccontano, che per una colica renale non

fanno un'eco...

F.: E ' per il fatto che sono immigrati?

Dr. 1: Non vorrei azzardare, però sembra che...Però dai ci sono anche dei colleghi carinissimi. Poi

lì gioca anche la stanchezza, il Pronto Soccorso, però se ti stanchi non fai questo lavoro.

F.: Quali sono le emergenze in ambito sanitario?

Dr. 1: Adesso queste sindromi influenzali, raffreddori, tosse, bronchiti nei primi freddi, e le forme

gastriche anche a livello virale.

F.: Le emergenze a livello sociale?

Dr. 1: Se parliamo sempre di malattie non vedo emergenze sociali, ad esclusione del discorso

prostituzione e quindi MTS, ma questo è tutto un altro discorso. Lì è da vedere se l'italiano che lo dà

alla donna o lei all'italiano. Malattie che possono incidere sulla nostra popolazione non ne vedo. E'

chiaro che più noi li lasciamo in condizioni precarie di vita, più dei focolai ad esempio di TBC

possono insorgere, perché lo sappiamo che è una malattia silente che nel momento in cui le

condizioni si aggravano, si riacutizza, ma questo era così anche nel periodo dell'Italia dei primi del

Novecento.

F.: Quali i problemi che incidono?

Dr. 1: Quelli di una casa, di dare anche a loro la possibilità di una vita decente. Non puoi

permettere che ci siano famiglie che vivono in condizioni allucinanti, come i rumeni, perché se tu

non hai lavoro, non hai un'entrata, come fai a vivere? Ci può essere un amico che ti ospita per uno,

due giorni e poi? Non tanto per le donne, perché le donne bene o male riescono a gestirsi, ma gli

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uomini...alcuni vivono in condizioni...mi ricordo quando andai sul lungo Reno...non immaginavo

potessero esserci cose del genere.

F.: Chi dovrebbe farsi carico di queste situazioni?

Dr. 1: Ma sai...Lì credo che bisognerebbe educare un attimo il cittadino, perché nel momento stesso

in cui Comune o la Regione fanno qualcosa allora c'è la condanna perché dicono che danno tutto

agli extracomunitari, che non è giusto che diano loro le case anziché a noi. C'è sempre questa cosa

di non andare a vedere le cose a fondo. Sono pienamente d'accordo che bisogna guardare anche gli

Italiani, però cerchiamo un attimo di guardare da una parte e dall'altra. Secondo me vengono fatte

delle cose un po' così, senza criterio, aspettano le emergenze per intervenire, aspettano che la gente

muoia, che sia agonizzante: non si può dai...Secondo me se uno facesse le cose con un po' più di

velocità, senza perdersi...Non so ci son tante cose fatte male: le cose partono in quarta e poi si

fermano per anni perché manca una firma. Tu fermi tutto perché manca una firma?

F.: Cosa pensi dell'inasprimento delle norme sull'immigrazione?

Dr. 1: Allora io sono contro tutto e tutti e allora stiamo parlando di niente: l'immigrazione esisterà

sempre, c'è da sempre, dal tempo dei tempi. Io mi ricordo, e ti parlo del '68, ed io ero in Inghilterra

e vedevo già che lì venivano da tutte le parti del mondo, mentre invece in qual periodo se a Bologna

vedevi in giro un nero dicevi: “Oddio, cosa ho visto?”. Va bene, quindi da noi sono arrivati dopo

venti anni, che c'è poi una vera immigrazione qui saranno quindici anni. Io quando sono arrivati in

Sokos dieci anni fa, si parlava di trecento cartelle, in dieci anni siamo arrivati a quattordicimila,

quindi il grosso è stato in questi ultimi dieci anni. Ora però in dieci anni che cosa è stato fatto? Per

far si che non ci trovassimo come adesso? Prima fanno una legge, poi ne fanno un'altra, poi li

mettiamo tutti al muro e li fuciliamo e poi...Ma possibile che in dieci anni non si riesce a trovare un

sistema, come fare per tutta questa popolazione che arriva? Che leggi hanno fatto? Io sono

d'accordo: cerchiamo di sanare chi lavora, se tu lavori va bene, ma che la questura o chi per lei ci

debba mettere degli anni per sistemare una persona che è già qua da tre anni e che lavora, per me è

fuori dal mondo. Devi fare file chilometriche, prima ti danno il fogliettino, poi devi aspettare, devi

fare domande su domande.

F.: Potrebbe essere un meccanismo alimentato apposta?

Dr. 1: No, è un discorso di burocrazia, lentezza: è sempre il solito discorso. Anche perché noi non

possiamo fare a meno di questa gente, Francesca. Se mandi via tutte le badanti noi siamo nella c....

fin qua, poi se mandi via tutti questi manovali, muratori, facchini non va bene perché hanno

riscontrato, guarda caso che quelli che lavorano di più sono gli extracomunitari, che sono gli unici

che non fanno avanzamenti di carriera e che prendono gli stipendi più bassi. Tu credi che questo

non faccia comodo? Poi per quello che delinque sono d'accordo: foglio di via e ti riaccompagno

indietro, ti un calcio in c..., ti rimando nel tuo Paese e tu qui non entri più altrimenti ti do il carcere a

vita. Ma tutti gli altri che chiedono solamente di poter lavorare e che comunque si prendono tutti i

lavori che noi non vogliamo fare, io li sistemo, perché lui non porta via un c.... a nessuno, perché lui

sta facendo un lavoro che se non lo fa lui non lo fa nessuno: nelle fonderie non ci sono gli Italiani,

ma tu vedi quelli di colore nero, marrone, ma non vedi Italiani, perché loro piuttosto... No guarda,

sarò cattiva, però è così la storia, ho anni di esperienza, ho visto le cose come si sono trasformate ed

è così. E' uno sfruttamento, come una volta eravamo sfruttati noi, adesso sfruttiamo. Ma è questo

che dà fastidio, perché memori del nostro passato...perché io so di cose, avendo i miei nonni che

emigravano in America, cioè noi siamo stati i più grossi invasori del mondo e ce lo siamo

dimenticati. Abbiamo criticato tanto la Germania che trattava male i nostri Italiani e noi stiamo

facendo uguale se non peggio...che quando vai su un autobus vedi le persone...ma vai a c...Ora

voglion fare tutti i signori.

F.: Per quanto riguarda Sokos, come può migliorare il suo intervento? Quale sarà il suo fine ultimo?

Dr. 1: Che chiuda.

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F.: Quale sarebbe la risposta dei pazienti, visto che abbiamo detto che Sokos è un po' un punto di

riferimento?

Dr. 1: Ecco la cosa più importante sarebbe fare degli stages, ne parlavamo con A., per

sensibilizzare e spiegare a tutti i medici di base, quale dovrebbe essere il rapporto con queste

persone, quindi distinguere le varie nazionalità, come ci si rapporta con loro, quali sono i problemi,

i dubbi che hanno, i limiti e poi spiegare anche un po' le patologie in cui potrebbero andare

incontro. Nel momento in cui tu hai istruito, tra virgolette, i medici di base, in maniera che vengano

a conoscenza, almeno a parole, di come è rapportarsi con queste persone, tu li puoi delegare a loro.

E' un po' una favola, però continuare così si mantiene questa sorta di disuguaglianza, invece la

sanità deve essere uguale per tutti. E' chiaro che Sokos è Sokos. Bisognerebbe un po' che si

cambiasse la mentalità dei medici di base, che si arrivasse ad un maggiore senso di umanità, poi

dipende anche dalla motivazione per cui uno ha deciso di fare il medico, se perché ti piace, o per i

quattrini, che è diverso, se tu lo fai per una questione di money, vedi l'extracomunitario e dici: “Ma

che me ne frega!” Qui invece sei sicura che abbiamo tutti la stessa ideologia, tu te lo prendi a cuore

il paziente, è tutto un rapporto quasi familiare: io ti prendo, ti seguo, voglio che tu stia bene.

F.: Non si arriva ad avere un servizio privilegiato per gli immigrati?

Dr. 1: Si, si. Io ho delle mie amiche che mi chiedono di venire qui. Si, ma lo riconosco anche io che

è privilegiato, se tu pensi che io nel giro di una settimana ti posso far fare una visita specialistica,

quando io Italiano ci metto tre mesi, però dai se lo meritano, hanno già tante sfighe, almeno dagli

qualcosa in più degli Italiani, adesso gli facciamo anche i vaccini per farli stare bene. Noi adesso

mandiamo fuori giusto per gli esami ematici. Per noi la cosa importante è l'utente. Nel momento

stesso in cui riusciamo a raggiungere i nostri scopi di assistenza massima, poi chi ci guadagna, chi

ci rimette non interessa: è questo il bello di Sokos. Il nostro sogno è che tutti diventassero un

pochino con una mentalità Sokos. E' utopia, sogno, o forse ci si arriverà, si senz'altro ci si

arriverà...Chi lo sa, a volte mentre lo dico ho dei forti dubbi, però ecco mi dispiacerebbe un po' per

loro perché non troverebbero più quell'amore che trovano qua. Infatti ti dico io vorrei tanto essere

un extracomunitario (ride).

F.: Almeno saresti curata per bene! Grazie N.

Dr. 1: E di che.

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Intervista 22. Svolta nel gennaio 2009.

Dr. 2: Dottoressa specialista in fisiatria che ha svolto la sua attività lavorativa in ospedale, ora

in pensione. Ha 60 anni, ed è in Sokos dal 2007, dove si dedica sia all'ambulatorio di medicina

di base che a quello di specialistica in fisiatria.

F.: Da quanto tempo fa volontariato al Sokos?

Dr. 2: Da circa un anno.

F.: Come è venuta a conoscenza di questa associazione?

Dr. 2: Una mia specializzanda, A., si occupava del Sokos come fisiatra; mia figlia B. studia culture

orientali e quando ha dovuto un fare un tirocinio mi è venuta in mente questa associazione dove

lavorava A. Siccome lei vedeva le sue compagne che in altre parti venivano trattate come dei

rompiscatole o poco più, ho detto: “Perché non provi lì?” Ed ha cominciato a venire B. per fare un

tirocinio. B. mi ha detto che avevano bisogno perché A. partiva e andava in Olanda e io sono venuta

a fare la specialistica.

F.: Lei aveva già fatto volontariato precedentemente?

Dr. 2: No, precedentemente no, perché ho lavorato fino ai primi di marzo 2007 in ospedale e

l'impegno era già abbastanza per me.

F.: Cos'è che la spinta a fare volontariato?

Dr. 2: Guarda, io lavorando sempre per struttura pubblica ho avuto soddisfazione in questa mia

necessità, convinzione, che la medicina deve essere volta a chi ne ha veramente bisogno e quindi

anche un interesse per i pazienti che veramente hanno bisogno del medico e in questo caso dello

specialista, non quell'ambulatorio così...di gente che si lamenta di piccoli dolori, non trovo

nemmeno soddisfazione con i pazienti che hanno poco o nulla e che si prendono il lusso di pagare

una visita specialistica. Qui e nel pubblico, appunto, lavoro per persone che hanno veramente

bisogno e che non hanno nessun altro motivo per farsi vedere. Lo faccio anche per interesse mio,

personale: trovo cose davvero, estremamente interessanti, patologie estremamente interessanti,

incontri molto formativi per me, che mi danno voglia di studiare. Faccio quindi un'attività bella,

un'attività che mi sembra utile. Curo dei giovani, ed è piuttosto raro, ormai curavo solo anziani

gravi, con grandi disabilità. Questa fase della mia attività lavorativa è finita, non ho molto tempo a

disposizione, ma lo dedico volentieri a questa cosa qui, mi piace, e poi è utile eh...

F.: C'è una contropartita in questa attività? C'è un ritorno di qualche tipo?

Dr. 2: Certamente, anche molto grande. Per me è un interesse primario, anche adesso con questa

questione della legge mi sento coinvolta. Insomma tu la sai l'età che io, quindi puoi immaginare che

quando ero giovane facevo attività all'interno dell'università, per quello che era nelle mie possibilità

Adesso un po' meno: ho una nipotina piccola da badare, però partecipo molto a queste cose, mi

sento parte di un gruppo che lavora per una medicina equamente disponibile. Questo prima di tutto

mi gratifica come persona, mi dispiacerebbe adesso essere fuori da un gruppo che si occupa di

migranti. In questo mi dispiacerebbe particolarmente. Poi c'è moltissimo interesse culturale, ma

enorme, una crescita davvero interessante. Leggo cose che non avrei mai letto, faccio il medico da

sempre e mi piace , mi interessa. Ci sono persone giovani, conosco altre persone, in nome del fatto

che partecipo a questa associazione adesso un'amica mi ha invitato a sentire un serie di conferenze

molto belle sul tema del colonialismo in Africa. E' un'identità che mi piace avere.

F.: L'attività di volontariato come si colloca secondo lei nella società? Qual è il ruolo del

volontariato oggi?

Dr. 2: Cerco di risponderle sinceramente perché sono condizionata da cose che ho letto, non vorrei

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dirle cose che pensano gli altri. Per quello che riguarda me, io penso di poter fare volontariato come

medico. Io sono medico e posso dare nel mio campo un contributo, ecco. C'è gente che fa un

volontariato generico, da passatempo per pensionati e lo trovo irritante. L'ho visto anche all'interno

dell'ospedale e non mi piaceva: la gente veniva lì, però metteva dei limiti a quello che faceva,

voleva far solo compagnia ai malati e non gli porgeva neppure...Insomma ho visto delle cose che

non mi piacevano. Io penso che il volontariato possa essere estremamente importante se fatto in

maniera professionale, cioè per le proprie competenze: queste sono le mie competenze e io le metto

a disposizione gratuitamente per una parte del mio tempo, nel campo però in cui io sono capace e

specialista. Perché altrimenti se tutti possono far tutto, così, visto che lo fai gratis lo puoi far male,

questo mi fa rabbrividire, questo penso anche del volontariato medico. Io ho paura di non dare una

prestazione così buona come mi illudevo di poter dare quando...Se tu vieni da me a farti curare il

mal di schiena o vieni da me a farti curare il mal di stomaco, io voglio essere in grado di darti la

prestazione migliore che si può dare in ambulatorio in questo momento. Voglio studiare e

aggiornarmi per questo, non dire: “Per questi qui va tutto bene”. Questo mi fa paura.

F.: Cos'è per lei la salute?

Dr. 2: Allora un benessere che non è solo fisico, è un equilibrio psico-fisico, sentirsi bene al

mondo, con la voglia di fare le cose, sentirsi delle energie, sentirsi capace di partecipare alla vita,

un'energia anche mentale oltre che fisica: una interrompe l'altra, come tutti quelli che curano le

persone sanno. Per questo l'ambulatorio non è fatto solo di un'operazione tecnica, ma

dell'accoglienza, di cercare di capire, di lavoro insieme ai colleghi, in modo che tutti quanti

possiamo collaborare ad aiutare la persona a tutelare meglio che può la sua salute. Ognuno di noi

tutela la sua salute, difende la sua salute e il medico si pone come mediatore, mediatore culturale,

mi vien da dire, cioè una persona che ti accompagna in questo percorso.

F.: Considera la salute un bene inalienabile?

Dr. 2: Inalienabile? Certamente.

F.: Perché?

Dr. 2: La salute? Beh, la possibilità di vivere una vita buona, la salute è anche questo. Io posso

vivere una vita buona, una vita appieno, posso percorrere le tappe di un'esistenza e abbastanza

felice e se la mia salute è manchevole sono già in una condizione in cui la salute mi manca, ecco

che ho bisogno di supporti per potere continuare a vivere una vita buona, perché non posso più farlo

autonomamente: la salute non ce l'ho più. Io ho lavorato tanti anni con i disabili, trenta e più anni

con i disabili, e so bene cosa significa non potersi più muovere, non poter andare, quanto ci vuole

per dare supporto a quella persona che deve e vuole ancora percorrere la sua vita, giustamente.

F.: Quali sono le problematiche che ricorrono di più nel suo ambulatorio tra gli stranieri?

Dr. 2: Per quello che io vedo, che io sento, perché temo di non essere preparata, e che ho paura di

non fare bene, sono le patologie gastroenteriche: lo stomaco, l'ulcera. C'era un bellissimo film, che

tu forse non conosci perché sei giovane, di tanti anni fa sui turchi, su un turco emigrato in Germania

che si innamora, si mette insieme ad una donna più anziana di lui...Insomma alla fine sono anche

molto felici, però lui questo ha: vomita il sangue. La grande disperazione, la solitudine, il mangiare

cose diverse interessa lo stomaco. Allora è lo stomaco che gli fa male. Quando parlano con me mi

parlano di questo, mi parlano anche altri di questo malessere: “Ho male, ho la febbre”. Ma non è

febbre, non hanno la febbre, e questo mi interessa assai: capire cos'è e perché lo esprimono come

febbre. Poi c'è il problema grande di quello che riguarda le cure odontoiatriche, che noi non

possiamo fornire. E' una cosa orrenda, hanno la bocca sciupata, rovinata, piena di infezione, i denti

sono mal messi, il che ti dà anche un aspetto piuttosto trascurato che non genera all'esterno fiducia,

anzi dà un po' fastidio. Anche questo: è una cura da ricchi curarsi i denti, non so, non capisco. Mi

sono anche fantasticata come potremmo noi ovviare a questo, se ci fosse comunque qualcuno che

ci può insegnare a fare qualcosa di base, la pulizia del cavo orale, non so però...senza niente, senza

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una sedia odontoiatrica...Ma non è nemmeno possibile che lo curi da una parte e gli lasci una bocca

portatrice di tante complicazioni.

F.: E' mancanza di igiene?

Dr. 2: Saremmo tutti così se non andassimo dal dentista. Così erano e sono le persone anziane che

si riducevano...Intendo quando io ero bambina, i miei vecchi, e chi aveva i denti in bocca? Nessuno

aveva i denti in bocca. Mio nonno è morto che aveva quasi tutti i suoi denti in bocca, ma era un

caso raro, straordinario. Tutti gli altri erano sdentati.

F.: Per quanto riguarda disturbi gastroenterici, pensa sia una somatizzazione?

Dr. 2: Temo di si, temo di si, ma che sia mangiare male, che sia mangiare comunque diverso da ciò

che si è abituato a mangiare e poi è il primo punto di somatizzazione, nel senso che tutto è una

somatizzazione ed anche questo lo è: si chiude lo stomaco, mi brucia lo stomaco, non riesco a

mandar giù. Lo dicono le parole stesse che può essere una somatizzazione. Lo psicologo lo sa

meglio, ma insomma...

F.: Quando dicono di avere la febbre e non è febbre, cosa è?

Dr. 2: Per me hanno freddo, sono a disagio. Io penso questo: se uno fa un lungo viaggio in treno

senza riuscire a dormire, senza riuscire a riposare, si fa l'alba, la mattina – penso ogni tanto quando

da ragazzi si viaggiava così - che hai quel malessere profondo, freddo, appunto. E' la sensazione di

star male, di aver bisogno di caldo, di aver bisogno di rifugio: penso sia questo.

F.: Riesce sempre ad effettuare le diagnosi? Ha problemi di comunicazione?

Dr. 2: No, per quello non è un problema, cioè la comunicazione del loro sintomo dal punto di vista

verbale non è un problema. Il problema è cosa intende lui dicendo: “Ho mal di testa, ho la febbre”.

Per il mal di stomaco dicono in uno strano modo...uno diceva che non va giù...cioè, cosa significa

veramente per loro averlo sempre, ma questo succede tante volte...Ad esempio io ho fatto tante

volte ambulatorio con le persone meridionali e loro dicono: “Non posso camminare” per dire che

hanno che hanno mal di schiena. Per me non poter camminare vuol dire avere male alle gambe,

avere le gambe deboli, essere paralizzato. Per me vuol dire questo, ma ho visto centinaia di persone

che usavano questa espressione. Per cui devi farci un po' l'abitudine, però la comunicazione verbale

c'è. La difficoltà mia è questa: io ero abituata a lavorare in un ospedale e se avevo un dubbio, se

avevo bisogno di una lastra, potevo, se avevo urgenza, chiamare subito un collega che lo faceva.

Ecco questa è un po' la difficoltà. Oppure mandi uno a far gli esami e poi difficilmente lo rivedi, e

questo un po' pesa, però non ho altre difficoltà?

F.: I pazienti seguono le cure? Sono costanti?

Dr. 2: Secondo me si, secondo me sono bravissimi. Si fanno ripetere, tu magari scrivi in questa

lingua, in questo alfabeto che loro magari nemmeno conoscono, però riescono. Da quello che ho

visto io, chi è stato curato, per esempio ha fatto una cura per il mal di stomaco e non è servita, torna

e cambia la cura, poi l'ha rifatta. Le donne poi...bravissime.

F.: Quali pensa siano adesso le emergenze in ambito sanitario per gli stranieri?

Dr. 2: Oggi, alla luce delle nuove disposizioni di legge previste, è una situazione catastrofica, per la

salute loro e per la salute di tutti: prima di tutto le malattie contagiose e diffusive, senz'altro.

Pensare che qualcuno che potrebbe essere curato adeguatamente porta in giro malattie diffusive, già

questo va contro, è contro natura, contro il giuramento...contro il motivo per cui uno lavora. E poi la

tutela della salute dei giovani: è una cosa che noi ci eravamo dimenticati. Noi eravamo tutti

concentrati sulla salute degli anziani, sull'anziano fragile, invece adesso rischiamo di creare delle

persone che arrivano alla mezza età che sono, malati, non curati, trascurati. Questo in Italia, o

almeno, in Emilia Romagna non c'era più, ecco. Ci sono tante malattie anche nei giovani che

possono essere risolte, se le lasciamo andare avanti non lo poi questa gente quanto graverà su...che

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brutta vita avranno, come faremo a curarli: ecco questo!

F.: Incidono molto le malattie diffusive?

Dr. 2: Secondo me si perché vivono in ambienti promiscui e con igiene discutibile...Ad esempio

infezioni urinarie che molto hanno a che fare con l'uso dei servizi usati in una certa maniera, le

malattie della pelle, malattie respiratorie.

F.: Lei come concepisce il progetto migratorio di queste persone? Come inquadra i diversi progetti

migratori?

Dr. 2: Dunque...che sia legittimo cercare di andare dove si sta meglio mi pare una cosa di

un'evidenza chiara, lapalissiana: io sento dire alla televisione che là stanno bene, spendono 1 euro al

giorno per dare da mangiare al gatto, noi qui moriamo di fame o i miei figli non possono studiare,

vado. Le donne dell'Est vengono per i loro figli. Una donna mi ha detto: “Se io torno là è una

rovina, io devo morire qui, perché se torno là sono una bocca in più da sfamare. Io devo stare qui e

mandare soldi là, perché mandando i soldi i prezzi delle case sono anche aumentati e quindi il mio

lavoro deve essere sempre maggiore”. Sono depresse poverette, molto depresse, avvilite. Sono qui,

pagano i contributi, non avranno mai la pensione, torneranno là dopo 10 anni che hanno fatto le

badanti. Io non direi che c'è un progetto di vita per stare qui, loro vengono per lavorare, come le

nostre donne andavano a fare le mondine in Svizzera quando c'era bisogno, cioè vanno per lavorare

e tornano. Invece i giovani vengono qui per vivere e per impiantare qui famiglia, vengono per

crescere: gli africani, pakistani, mi sembrano coraggiosi, fanno figli, si vogliono impiantare qui,

vogliono vivere qui, vogliono che i loro figli crescano qui. C'è una coppia che abbiamo visto che il

bambino l'hanno chiamato Italo: io trovo sia una cosa molto bella, molto interessante. Penso questo

sia il futuro in ogni caso, è inarrestabile...Poi ho simpatia per quelli che vengono per creare famiglia

qui, questo te ne accorgi, non è per cattiveria. Gli altri hanno ben valutato quali sono le nostre

necessità, hanno ben valutato che sulle badanti, cattoliche che vengono qui non ci saranno cattiverie

e quindi fanno questo lavoro. Ma queste sono anche più strutturate, non so come dire, sono persone

che nelle case sanno stare, si passano una con l'altra il lavoro, sono più organizzate, più solide.

F.: Cosa pensa di tutto l'allarmismo sul fenomeno migratorio?

Dr. 2: Adesso sento anche degli amici che dicono: “Ah, si, perché non si può fare tutto bianco o

tutto nero, indubbiamente fa paura. Certo, se tu ti vedi arrivare uno sbandato per strada, ubriaco o

altro, di sera, ti fa paura...poi magari è di colore e allora ...Ma cos'è che ti fa paura? Questo io mi

chiedo. Se una persona ha qualcosa da perdere, se una persona ha una famiglia da costruire, un

lavoro da portare avanti, non è una persona pericolosa. A parte se è un delinquente comune, ma

quello può essere anche italiano. Se una persona, invece, non ha comunque nulla da perdere, è lì

allo sbando, nessuno lo guarda, non sa dove andare, è ubriaco, malato, nessuno se se lo fila, allora

forse vorrà prendere anche i miei 50 euro...non lo so, voglio dire...forse mi butterà per terra.

Un'accoglienza migliore, un'integrazione più rapida non può che favorire. Io ho avuto anche una

badante per mia madre quando stava male. Questa, poveretta, fece una serie di errori. Era una

ragazza abituata a non avere niente e questi soldi che le davamo noi le sembravano tanti. Poi li

sciupò e tutti che la condannavano...Ma insomma, datele il tempo di assestarsi, poi fa rabbia anche a

me, ma è una giovane presa da là, portata qua...Ha fatto un po' delle sciocchezze, ma non più di

quello che fanno tanti altri giovani...No, non mi fa allarme. Sono prudente, ma la penso così.

F.: Che atteggiamento vede nei suoi colleghi rispetto all'immigrazione? Non so...anche in

ospedale...

Dr. 2: In genere i medici sono talmente privi di cultura, ed è interessati solo al loro lavoro. E questo

già le dice...Siamo conservatori come categoria, siamo restii alle aperture, non ho degli esempi

brillantissimi. Però adesso su questo fatto di denunciare nessuno è d'accordo, perché tocca delle

corde un po' diverse...non sono d'accordo. Ecco i medici fanno molte volte, come tutti noi, discorsi

da bar: “Ah ma tutta questa gente che viene qui, se ne dovrebbero andare...”. Ma sono discorsi che

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esulano dalla professione. Quando sono toccati nella professione, invece, secondo me, per la gran

parte...che tu mi togli un malato no! Poi succedono cose strane...come ad esempio abbiamo visto

l'altro giorno quel malato che era stato dimesso, che era stato studiato come non viene studiato

nemmeno il Presidente della Repubblica, però alla fine non gli fanno la ricetta per le medicine, lo

mandano fuori, mentre per lui le medicine sono fondamentali. Allora vedi che sai fare il medico,

però quando ti devi rapportare con un problema che per lui è vitale, mentre per te sarebbe di buon

senso, non lo sai fare.

F.: Secondo lei nella situazione italiana attuale, anche a livello legislativo e sanitario, il ruolo di

Sokos come si gioca? Se dovesse passare questo emendamento?

Dr. 2: Io ho letto l'altro giorno quello che diceva Bissoni e penso che sia giustissimo, cioè se la

legge passa ed è probabile che passi, è legge dello Stato, sai ci vuol poco...Si mette uno davanti alla

porta e tutti quelli che arrivano li prendono senza bisogno che noi denunciamo, chi denunciamo?

Questo è un ambulatorio per migranti irregolari, c'è scritto fuori dalla porta, non ha importanza se

non denunciamo noi. Già esistere è una denuncia. O si ha la forza politica di organizzare veramente

una contromossa insieme agli organi preposti per cui sia consentito e lecito visitare queste persone,

oppure non ci sarà neppure bisogno della denuncia. Ripeto: è una denuncia il fatto che Sokos esista,

che in Montebello ti facciano il tesserino. Così salta tutto. Così questo rimane solo un organo

politico che fa presente questa necessità e che cerca una mediazione più in alto per controbattere

questa legge. E' chiaro che se i pazienti fossero, come dovrebbe essere, distribuiti negli ambulatori

dei medici di base, ecco allora che a questo punto non li prende più nessuno. Non riescono a

prenderli, il medico non denuncia perché non denuncia...e va bene. Ogni medico ha i suoi cinque-

sei-sette-dieci pazienti e non succede niente. Montebello non so come farebbe a fare i tesserini: è un

caos che non vedo come si possa risolvere, senza più ricettario, senza più accertamenti, senza

niente. Perché il problema non è solo la mia visita, perché io non lo denuncio e va benissimo, ma gli

do in mano un documento con un timbro e una firma. Non la vedo una via d'uscita semplice.

Bisogna far saltare l'emendamento o modificarlo.

F.: Secondo lei Sokos è un servizio già efficace così o può migliorare?

Dr. 2: Allora, Sokos ha una segreteria di livello, che per chi ha lavorato in ospedale, questo è una

segreteria fantastica. E' una segreteria intelligente e non è così semplice, ma dovrebbe stare in

mezzo agli altri ambulatori, non deve essere qui. Ci vogliono mettere dove c'è una sede dell'ASL,

benissimo, però possibilmente non vicino al SERT, viva Dio! Angolo degli sfigati e dei diseredati!

Ma in mezzo agli altri serve anche per favorire l'integrazione. Magari potrebbe essere che un

paziente che aspetti in un ambulatorio vicino riconosce il medico che ha curato anche lui e che ora

sta curando i migranti e che vede che quindi che siamo le stesse persone, che siamo tutti con gli

stessi problemi. Sarebbe bello secondo me: in mezzo agli altri, allo stesso orario in cui vanno gli

altri e non vicino al SERT.

F.: Quindi lei vede nel Sokos come è organizzato adesso una sorta di discriminazione...

Dr. 2: Beh, si. Certo. Ci vuole tutto diverso, ecco.

F.: Cosa pensa dell'attività della specialistica? E' un dibattito anche all'interno di Sokos, per il fatto

che possa dare un acceso privilegiato.

Dr. 2: No. Nel mio caso purtroppo ho dovuto procedere con delle terapie e loro poveretti non hanno

orari definiti...Per fortuna che è arrivata la dottoressa C. che fa la meso, perché facevo anche io

qualche infiltrazione ma lei ha una maggiore competenza e capacità e quindi si può provare a

risolvere il problema di questi dolori e piccole disabilità, ma non abbiamo modo di portare avanti

della fisioterapia o dell'educazione motoria. A me dispiace tanto, ma è così.

F.: Ci sono molti casi che ne avrebbero bisogno?

Dr. 2: Mah...varrebbe comunque la pena, come lo facciamo per gli Italiani, per gli altri pazienti.

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Mica tutti, uno su due, uno su tre, uno può creare un gruppo e cercare di organizzarlo. Comunque, a

parte questo, la mia forse è anche inutile, dico la verità. Dermatologia e oculistica sono invece

importanti, perché lì si tratta di specialistiche che vanno in un campo in cui o ci va lo specialista

oppure gli altri non ne capiscono niente. Sono queste le specialistiche in cui è importante che ci sia

qualcuno qui, perché ci vuole troppo tempo per fare queste visite fuori.

F.: Come vede i pazienti nella fruizione di questo servizio? Percepiscono questo come un diritto o

come un favore?

Dr. 2: Si comportano come si comportavano i nostri pazienti trenta anni fa: molto gentili e grati.

Cosa che adesso non è più così. Adesso se fai ambulatorio in un ospedale e un paziente deve

aspettare cinque minuti, è capace di alzare la voce quando esci, e tu sei lì a lavorare, non sei al

telefono a chiacchierare. Queste persone si comportano, invece, in modo educato e gentile. Poi

chissà, copieranno gli Italiani e allora prenderanno pessime abitudini

F.: Secondo lei il volontariato è la forma organizzativa adatta per la risoluzione di alcuni problemi

sociali?

Dr. 2: No, secondo me la risposta del volontariato è giusta e corretta, ma deve essere gestita da

persone competenti veramente e non improvvisate, questo sicuramente. Così mi metto in ruolo che

non è il mio e mi sento grande. C i vuole un volontariato professionale.

F.: Grazie mille dottoressa.

Dr. 2: A posto così? Ok.

.

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Intervista 23. Svolta nel gennaio 2009.

Dr. 3: Psicologo e docente universitario di Psicologia all'Università di Bologna. E' di origine

libanese, ha 45 anni. E' uno dei fondatori di Sokos, dove svolge colloqui di supporto

psicologico, è inoltre responsabile della formazione e del Centro di documentazione interni

all'associazione.

F.: Da quanto tempo è volontario in Sokos?

Dr. 3: Da 15 anni, fin dalla nascita di Sokos. Sono uno dei fondatori.

F.: E' stata la prima esperienza di volontariato?

Dr. 3.: No, io appena mi laureai, iniziai a fare volontariato in un altro ambulatorio, l'ambulatorio

Biavati. Lì ci incontrammo un gruppo di medici e nacque l'idea di costituire un'associazione con

l'intenzione di fare una realtà più laica, meno condizionata, più aperta, essendo l'altra realtà di

afferenza religiosa e quindi condizionata da quell’appartenenza. Questa è un po' l'idea di Sokos,

perché io avevo avuto due anni, due anni e mezzo di esperienza precedente.

F.: C'erano influenze sul tipo di trattamento medico?

Dr. 3: Sotto certi aspetti. Nel senso che i temi che continuano ad esserci tuttora, il tema della

gravidanza, il tema dell'AIDS - a quei tempi era molto significativo, ti parlo degli anni '90 - lì il

tema dell'AIDS, e degli anticoncezionali hanno portato situazioni piuttosto difficili, per cui si

facevano certe affermazioni pur di proteggere...era ideologizzato l'approccio. Ci chiesero anche di

firmare delle carte, dei documenti in cui eravamo obbligati ad agire in un certo modo, a non

intraprendere certi metodi: era incompatibile ad un certo punto.

F.: I pazienti come reagivano a questo modo i fare medicina?

Dr. 3: Ma, sai, è difficile dire i pazienti come reagivano, nel senso che i pazienti erano portatori di

bisogno e continuano ad essere anche adesso pazienti che non hanno voce in capitolo, tra virgolette,

perché non hanno nessun diritto, non è che potevano andare da un'altra parte. In realtà avevano

pochi riferimenti, per cui subivano, tra virgolette, o non ricevevano quello di cui potevano avere

bisogno, con le conseguenze del caso, non so: una gravidanza mal gestita, un'interruzione di

gravidanza mal gestita, sull'AIDS anche il rischio di non utilizzare sistemi di protezione,

aumentavamo solo i rischi.

F.: Bologna appariva come realtà particolarmente critica, per cui si avvertiva il bisogno di attivare

un altro servizio?

Dr. 3: Oddio, già l'idea di servizio...L'idea è nata non solo dal bisogno che c'era a Bologna, tieni

conto però che in quegli anni il fenomeno del migrante c'era già, era in piena esplosione - se ti

ricordi la Legge Martelli è del '90, che è la prima Legge che cerca di riconoscere che c'è questo

aspetto del migrare, degli immigrati - di conseguenza eravamo nel pieno. In quel periodo ci fu

anche la guerra in Iugoslavia, con tutto quello che ha comportato come esodo di popolazioni, per

cui c'erano delle realtà che a livello cittadino non ricevevano risposta ai bisogni sanitari. Per cui la

realtà lo richiedeva, ma non era solo una risposta ad una realtà, perché uno l'avrebbe potuto fare

rimanendo (si riferisce all'ambulatorio di ispirazione cattolica già esistente), è che noi ritenevamo

che il diritto non può essere condizionato dalle posizioni ideologiche: questo era il punto

fondamentale per noi. Perché noi ritenevamo che la salute è un diritto, che le persone vanno

rispettate indipendentemente da - ma questo lo dice il codice deontologico - razza, religione, ceto.

Di conseguenza ricevere un condizionamento minimo, anche minimo, non lo abbiamo ritenuto

opportuno. Allora è la combinazione, come posso dire, di “materiale”, di realtà, di bisogni e nella

realtà bolognese ce n'erano, perché come ripeto, c'erano i migranti, c'erano i rifugiati dell'Ex

Iugoslavia, c'erano i lungoreni. Noi il nostro inizio d'attività l'abbiamo fatto sui lungoreni: noi

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andavamo lì con i nostri cartoni di farmaci, medicine, facevamo le visite. Però c'era un altro aspetto:

che la salute dovrebbe stare al di sopra dei condizionamenti, è il rispetto delle persone, aiutare le

persone a scegliere e non scegliere per loro.

F.: Quanto il suo essere straniero ha influenzato la sua scelta? Lei è stato un osservatore che ha

vissuto anche l'esperienza migratoria. In più è uno psicologo. Come queste due dimensione si sono

intersecate nella sua attività di volontariato?

Dr. 3: Oddio...Sokos è un'associazione per l'assistenza agli emarginati e immigrati, perché l'idea di

fondo è che possa tappare un buco, una falla, nel garantire un'assistenza sanitaria. L'idea di

emarginati e immigrati è figlia di quegli anni, perché in quegli anni erano le due categorie di

persone che non godevano di assistenza, che non riuscivano ad utilizzare il servizio. Gli emarginati

perché in quel periodo - adesso è cambiata la situazione - per essere iscritti al servizio sanitario

nazionale, bisognava avere la residenza e i senza fissa dimora non avevano la residenza. Adesso,

per la battaglia che hanno condotto gli Avvocati di strada, basta un domicilio, e di conseguenza i

senza fissa dimora possono essere iscritti adesso, però ai nostri tempi no. E allora noi ritenevamo

che una persona da qualunque parte venisse aveva diritto e lo stesso discorso valeva per gli

immigrati, per questo la scelta degli immigrati. Per quanto mi riguarda, la mia interferenza

personale è su un altro livello, non ha interferito sulla scelta di emarginati e immigrati, la scelta di

questi era dovuta alla loro condizione per cui non riuscivano ad accedere al servizio sanitario

nazionale. Dal punto di vista personale, come potrei dire, è influenzata nel senso che il percorso lo

conosco, so cosa vuol dire essere immigrati, so cosa vuol dire essere senza documenti, so cosa vuol

dire non poter avere assistenza sanitaria, di conseguenza, in qualche modo, ritenevo opportuno che,

visto che ho vissuto l'esperienza, fare qualcosa per almeno ridurre l'impatto, perché non è simpatica

come situazione non sapere a chi rivolgersi, non aver diritto anche. In più sono le situazioni più

fragili, perché anche economicamente deboli, di conseguenza non possono nemmeno andare nel

privato, perché qualcuno potrebbe dire che uno potrebbe pagarsi la visita,no?Però sostanzialmente

questo era anche uno svantaggio, perché abbiamo mancanza di strumenti, mancanza di mezzi, di

conseguenza questo veramente vuol dire non tutela, non avere le risposte a dei bisogni. Questa è

stata un po' la combinazione.

F.: Perché anziché fare politica si è deciso di orientarsi al volontariato?

Dr. 3: Questa è una bella domanda. E' una questione che ha sempre attraversato il dibattito di Sokos

anche da questo punto di vista: premiamo sulla politica o facciamo volontariato? Io credo sia una

questione di tempi e una questione di opportunità. Una questione di tempi nel senso che la politica

ha i suoi tempi, ma il dolore è immediato, tanto che una delle tematiche è l'urgenza della risposta.

Anche se alcuni in certe situazioni possono accedere hanno urgenza di cercare una risposta: è

proprio una questione di tempi. Noi quando abbiamo iniziato, in realtà non c'era nessuno, abbiamo

fatto una lunga - non voglio chiamarla battaglia, forse è un po' eccessivo come nome - un lungo

confronto perché prima è venuto fuori il TTS, il tesserino di temporaneo soccorso, dal quale è nato

l'STP, che ha aperto la porta. Per cui non è che noi abbiamo trascurato o sottovalutato questo

elemento, però ritenevamo che nel frattempo bisognava anche dare una risposta, allora c'è stato

questo lavoro. Un secondo elemento, ma questa forse è stata un po' la nostra arroganza, non so se è

corretta la parola, è che noi riteniamo di essere più bravi ad affrontare il problema rispetto ai servizi

sanitari nazionali perché richiede una certa delicatezza data la condizione, richiede una certa

attenzione, ma questo non per creare delle discriminazioni al contrario, ma semplicemente perché è

la condizione che è particolare. Allora abbiamo ritenuto anche di potenziare, no? Di potenziare,

perché abbiamo visto che quando hanno instaurato prima il TTS, poi l' STP, teoricamente potevamo

inviare le persone al servizio sanitario nazionale, ma in realtà, quello che abbiamo scoperto è che

queste persone andavano a fare gli esami ma non ritiravano gli esiti, si perdevano, no? E questo per

noi era importante, perché alla fine sostanzialmente non avevano una risposta e c'era un problema.

Ecco perché riteniamo che il volontariato potrebbe fare un po' da ponte, tanto che i nostri pazienti in

media dopo due-tre anni ci abbandonano, ma perché probabilmente trovano la loro strada, per cui

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credo che possiamo funzionare bene come ponte, transizione, come passaggio. Queste sono un po'

le ragioni della scelta, ecco.

F.: Qual è il concetto di salute che ha accompagnato la nascita di Sokos e la sua attività?

Dr. 3: Oddio...se sapevo che erano così difficili mi preparavo, no... Allora in partenza possiamo

dire che la salute era una salute fisica, perché siamo di formazione medica, poi, va beh, posso dire

nel mio caso: attenti agli aspetti psicologici. Poi però piano piano si è cominciato, quando abbiamo

cominciato ad ottenere un po' di dati - considera che noi abbiamo cominciato a lavorare davvero in

condizioni estreme, quando ti dicevo sul lungo Reno, le condizioni erano estreme - mi ricordo un

caso eclatante: c'era il responsabile della sanità pubblica del comune, non mi ricordo come si

chiama neanche, e noi trovammo un caso di epatite A in un accampamento, proprio accampamento,

letteralmente sul lungo Reno. Noi avevamo l'obbligo di segnalare il caso e noi abbiamo segnalato il

caso agli ufficiali sanitari, penso si chiamino ufficiali sanitari, che sono alle dipendenze del sindaco,

no? La cosa curiosa fu che noi segnalammo e ci tornò indietro un elenco di cose che avremmo

dovuto fare e cioè: cambiare le lenzuola tutti i giorni, lavare le lenzuola in acqua calda, far cambiare

i vestiti, lavare le persone, invitare a lavare le mani e tutta una serie di consigli che era impossibile

realizzare. Dico questo esempio per dire come eravamo consapevoli di come la salute non è solo

una questione di come trattare la malattia. E' certo che eravamo anche, come si può dire, ingenui,

impreparati, per cui la cosa è stata costruita nel tempo, l'attenzione è stata costruita nel tempo,

adesso cominciamo a ragionare – ma questo lo sai anche tu - sull'aprire un po' lo spazio anche ad un

approccio e ad un supporto psicologico, che c'è sempre stato un po'. Poi altri possono nascere. Il

punto è che Sokos risente, ha sempre risentito di essere nata da medici, anche se questo non ha

escluso di fatto altre aperture o altre sensibilità: non possiamo trascurare che le malattie che noi

vediamo sono malattie da disagio, determinate da condizioni sociali, economiche,

lavorative...questo non è che lo trascuriamo, anche se non è facile dare una risposta, mentre

paradossalmente è più facile dare una risposta al fisico. Perché la medicina, l'esame, la valutazione

sull'altro è difficile. Non è facile dare una risposta a una badante che è chiusa dentro casa con un

anziano 24 ore, non è facile dare una risposta a questo.

F.: Il principio di fondo comunque è che la salute, anche se prima intesa in termini più riduzionisti e

poi in senso più ampio, sia un diritto assoluto e fondamentale?

Dr. 3: Si, si è un diritto che va al di sopra di qualsiasi elemento. Per noi la salute è un diritto delle

persone indipendentemente da qualsiasi altra condizione nella quale loro si trovano.

F.: Perché?

Dr. 3: Oddio, perché?...Potrei risponderle molto semplicemente che è un'affermazione di principio,

nel senso che noi riteniamo che le persone - non so se vuoi attirarmi a dire una cosa alta come i

diritti dell'uomo - le persone hanno diritto a stare bene, ma questo è al di sopra, è un'affermazione di

principio. Non saprei motivarla, dirti è per questo o per quell'altro...Cioè, ma parlo per me non a

livello di Sokos, per me ci sono certe cose che io al massimo posso spiegare, ma non posso

discutere sul perché, posso spiegarti che le persone devono stare bene perché se stanno bene poi

sono più disponibili, riduce il disagio, riduce tante altre cose, però devo condividere che questo non

è negoziabile. Questa cosa non è negoziabile, non è che io mi metto a dire: “Si, no, potrebbe averlo,

potrebbe non averlo”. Io parto dall'assunto proprio, che è un assunto di principio, come il fatto che

hanno diritto a vivere: io non posso dire le persone hanno più o meno lo stesso diritto a vivere.

Hanno diritto a vivere le persone, punto e basta. Hanno diritto ad essere curati se hanno dei

problemi di salute, punto e basta. Non so se...non riesco a pensare che è negoziabile o che è

discutibile.

F.: No, giusto perché io penso che nel corso della storia non è sempre stato così, per cui questo

principio non è un dato astorico e scontato. Così come il diritto alla vita non è un assunto scevro da

condizionamenti storico-culturali, non è stato erto a principio inviolabile dell'uomo in tutte le

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culture ed in ogni epoca storica, non si può naturalizzarlo. Qual è la spinta a ritenere che i diritti

dell'uomo tra cui il diritto alla salute, vadano difesi per cui si opera in nome di tali diritti? Io come

antropologa potrei dare una risposta in termini di ricaduta e produzione sociale, lei come psicologo

e medico Sokos, che risposta mi dà?

Dr. 3: Qui apri una discussione molto molto ampia che credo vada oltre la medicina, la psicologia,

nel senso che…ed è un'evoluzione storico-sociale, non nego questo, e che ha portato da un lato alla

nascita dell'individuo, giustamente tu dici: una volta non era così, ma una volta non tutti erano

“individui”, nel senso che si riteneva che ci fossero livelli di individui, continua ad esserci tuttora

perché adesso il diritto alla salute non è fruibile dalla parte di tutti, basti pensare la di fuori

dell'Europa cosa sta succedendo. Detto questo c'è stato uno sviluppo storico-sociale che piano piano

ha portato al fatto che ci sono alcuni aspetti che riguardano le persone, chiamali universali, che

come dice Z. che è il Presidente di Sokos : “Ogni volta che taglio trovo il sangue che ha il colore

rosso”. C'è qualcosa che attraversa, che è trasversale indipendentemente da. E questo porta me a

pensare che alcuni aspetti sono caratteristiche, proprietà degli individui. Certo in alcune realtà

sociali l'individuo non conta niente, basta pensare anche all'Asia attuale, ma questo non mi toglie il

fatto che io ne sono convinto, che come vedi è un'affermazione di principio. Non mi toglie il fatto

che di base gli individui hanno alcuni diritti: il diritto di esprimersi, il diritto di dire la sua, di

manifestare la sua posizione, diritto alla salute, diritto alla dignità. Sembrano delle parole fumose,

credo che però sono delle affermazioni. Come dicevo prima, su questi aspetti riconosco che è

un'evoluzione storico-sociale, però qui, come vedi, quello che sta succedendo, scusami questo

collegamento, ma prova a pensare al caso Englaro, non è questo una violazione del diritto delle

persone in nome di un diritto altro che è un diritto dello Stato, che è il diritto di qualcun altro? Non

so se mi spiego, non è lo Stato che vuol mettere le mani sugli individui? Prova a pensare alla

pericolosità di uno Stato che per legge decide di tenere una persona in vita, che è uguale ad uno

Stato che decide di uccidere le persone. E allora cosa facciamo? Posso capire che ci sono le

influenze culturali, le filosofie, il positivismo, l'illuminismo, non nego che c'è un retroterra, però

credo che certi confini devono rimanere inviolabili e penso che l'individuo, proprio in quanto

individuo, è il più fragile, più debole del gruppo sociale. Io vengo da una realtà dove si usano quasi

le tribù ancora, anche se non è proprio così, ma comunque gruppi familiari allargati che danno una

protezione, negando dall'altro i diritti degli individui. Per cui il dissenso mette a rischio la vita degli

individui, di conseguenza cancella l'individuo. Lo riconosco ma venendo da quella realtà so cosa

vuol dire non essere d'accordo.

F.: Non è possibile che ci sia uno scontro tra un servizio come quello di Sokos, centrato

sull'individuo e sui diritti individuali, rispetto a concezioni della persona come parte del gruppo

familiare intorno al quale si orientano le proprie azioni? Penso che l'accesso a percorsi individuali di

psicoterapia potrebbero essere problematici.

Dr. 3: A questo punto è importante la consapevolezza di chi opera, perché se da una parte, e parlo

del sostegno psicologico, quella persona soffre e chiede una mano per la sua sofferenza ha diritto a

ricevere una risposta. Questo come individuo, però tocca a me professionista elaborare la risposta

più adatta a quella persona in base alla sua cultura di provenienza: diventa una mia responsabilità. E

allora certo, i limiti ci sono, le limitazioni ci sono, però d'altra parte è proprio perché ci sono queste

difficoltà che è un mio compito, una mia responsabilità dare una risposta adatta a quella persona. Il

che vuol dire che mi deve spingere a conoscere la sua cultura, i suoi modelli, che sono modelli di

senso, modelli di significato, modelli di attribuzione, modelli di rappresentazione delle cose. Però

sostanzialmente ho bisogno io di fare lo sforzo, però questo deve portare a fare i conti con il fatto

che è una persona che porta questa sofferenza, è una persona che manifesta, userà un linguaggio,

una modalità fisica, corporea, mentale, spirituale. Però, torno a dire, sono dei linguaggi, allora

dobbiamo fare lo sforzo. Lui forse non può farlo lo sforzo, perché non ha gli strumenti, non li ha lui,

sono io che teoricamente potrei avere più strumenti ed essere più spinto a lavorare sugli strumenti.

Io gli chiamerei strumenti per incontrare, non è un negare, è semplicemente lo sforzo di incontrare,

fermo restando di riconoscere anche i limiti che ognuno ha. Non è che uno ha la bacchetta magica,

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però è lo sforzo di fare. Allora, come si fa questo sforzo? Si fa leggendo, si fa studiando, si fa

parlando con altri, confrontandosi, parlando, per trovare uno strumento, per elaborare uno

strumento, fermo restando che la sofferenza è universale: se lei fa male ad una scimmia,

l'espressione facciale della scimmia quando ha male, è molto molto simile all'espressione facciale

che ha l'uomo quando ha male. Uso un esempio estremo per dire che – su questo apro una porta ma

lo richiudo subito - è vero che ci sono le differenze, ma questo non deve farci perdere di vista le

somiglianze. Allora partiamo dalle somiglianze tenendo in conto le differenze, ma non diciamo che

tutto è diverso perché se noi sottolineiamo totalmente la diversità, noi escludiamo. Allora partiamo

dalle somiglianze, lui dice che sta male, e questo probabilmente è vero, poi come lo dice questo?

Questo è la differenza, come lo rappresenta il male. Allora uno dell'Equador rappresenta il male

come qualcosa che è in testa che gli sta facendo scoppiare la testa: è una rappresentazione, è un

linguaggio, è una espressione. Però gli hanno fatto la risonanza magnetica, ma non c'è niente in

questa testa ed io non gli posso dire che non c'è niente. Tocca a me a questo punto andare incontro e

cercare di capire, io non posso negare che in questo modo lui sta dicendo che non sta bene, che ha

dolore, che soffre. Questo credo che sia universale. Quello che è particolare è appunto il linguaggio,

la comunicazione, la rappresentazione, i simboli, i significati, i termini che le persone mettono sulle

cose.

F.: Quale tipologia di pazienti fanno per lo più riferimento ad un supporto di tipo psicologico?

Dr. 3: Questa è una cosa su cui ultimamente rifletto anche parecchio, perché ho sempre più l'idea

che quelli che vedo dal punto di vista psicologico, potrei definirli così: persone che sono in crisi,

non voglio dire una parola grossa d'identità, ma di transizione, crisi da transizione, cioè: è un po' di

tempo che sono in Italia, io non li vedo il primo o il secondo anno. Secondo me il primo anno, il

secondo anno, dal punto di vista psicologico sono abbastanza robusti, perché sono molto presi dal

tenersi in piedi. E' verso il terzo, il quarto anno, se vado a vedere i dati di arrivo qualcuno di più, ma

non di meno, che queste persone cominciano a manifestare un disagio. Allora secondo me, per

questo ho parlato di transizione, dove si allentano i legami, con il Paese di origine, ma non ci sono

nuovi legami. Sono persone davvero in difficoltà. Allora è la donna dall'Est Europa che è due-tre

anni che non è tornata a casa, allora comincia a chiedersi - certo ha la nostalgia, magari ha anche dei

figli - ma fa anche un'altra domanda: “Se io torno là, mi riconoscono? Se io torno, ce la farò ancora

a stare là?”. Però mi hanno raccontato che alcuni di quelli che sono tornati sono finiti in manicomio.

Quello che racconta lei, non so se è vero, però quello esprime le fantasie, le idee che lei ha di questo

rapporto. Allora io gli do un nome, non so se sbaglio, che è crisi di transizione : “Chi sono io

adesso? Chi divento io? ”Per questo è anche una crisi d'identità. Secondo me molti hanno questo

aspetto qui. Poi su questo ci sono le storie individuali, nel senso che io penso che le persone che

hanno avuto un contesto adeguato, un clima adeguato di provenienza, che gli ha permesso di

strutturarsi affrontano la situazione in un modo, quelli che sono stati meno attrezzati, l'affrontano in

un altro modo. Il tipo che già a 10–11-12 anni era già un ragazzo di strada, certamente non è

attrezzato per affrontare questa crisi.

F.: Non dovrebbe essere il contrario? Nel senso che il ragazzo di strada è già abituato a vivere un

po' nel limbo, per cui sarebbe semplicemente una trasposizione della sua condizione.

Dr. 3: Si, può essere così, però quello che a me viene in mente da cogliere è che ad un certo punto

questo ragazzo di strada decide di muoversi, e qual è il motivo per muoversi, se non per costruire

qualcosa di meglio, che l'ha spinto? Non è soltanto una fuga. E' vero che una fuga, ma è anche

un'aspirazione. E allora arriva e paradossalmente si trova ancora più inguaiato di prima. E allora ad

un certo punto mobilita le sue risorse. Se riesce ne viene fuori, ma se non riesce è veramente dura.

E' vero che bisogna considerare che ci sono persone che nascono dalla strada, ma ci sono persone

che ne vogliono anche uscire, non è obbligatorio rimanerci, dipende un po' dalle persone, no?

Alcuni possono cambiare semplicemente luogo e quindi strada era lì, strada sarà qui. M quelli che

io visto, che mi è capitato di incontrare erano persone che aspiravano, però hanno visto che è

veramente dura aspirare. E di conseguenza cominciano a chiedersi: “Ce la faccio? Posso farcela?

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Continuo? Resisto? Mollo? Per cui veramente dico, le situazioni che riusciamo ad incontrare sono

situazioni su questa criticità, che è una crisi. Io credo ci sia una crisi del migrante. C'è la crisi del

migrante che ad un certo punto si pone la domanda “A chi appartengo adesso io?” Credo che sia la

sua grande crisi questa. Se le vai a leggere la letteratura, le statistiche, le manifestazioni di salute

mentale avvengono tra il quinto e il decimo anno di migrazione. Sembra che nei primi cinque anni,

ma sai sono le statistiche che hanno bisogno di dare questi limiti, ma sembra che nella fase iniziale

ci sia tutta la mobilizzazione per affrontare la novità, la situazione, per cui sembra che

paradossalmente questo tenga a bada un po'. Poi dipende dall'esito di questo sforzo, se è un esito

che restituisce soddisfazione oppure no, ma anche dall'esperienza della persona.

F.: Quanta responsabilità diamo alla società di accoglienza nella manifestazione i questi sintomi di

disagio?

Dr. 3: Oddio...vede...Tornando al tema dell'identità, un tema per me abbastanza importante per

comprendere il fenomeno, è che l'identità ha bisogno di essere riconosciuta. Se io non riconosco in

realtà contribuisco in maniera significativa. Se poi, oltre a non riconoscere, rendo all'altro le

condizioni di inserimento, di realizzazione – non uso la parola integrazione perché secondo me è

una cosa fallita in Europa, nel mondo occidentale il processo di integrazione è fallito - e di poter

realizzare una sua aspirazione, allora veramente ha una responsabilità enorme. Perché in questo

senso è vero che le persone provengono da una realtà, sono loro persone appartenenti a realtà, ma è

vero che è la transizione che crea il problema. E la transizione ha a che fare con questa società non

con quella dalla quale provengono. Quella dalla quale provengono può avergli dato più o meno

strumenti, più o meno mezzi, sensi, significati, risorse, ma questa è quella che contribuisce alla

riuscita o al fallimento e, di conseguenza, alla manifestazione. Mi ricordo che quando io arrivai in

Italia, l'Italia era ancora un Paese d'emigrazione, perché sostanzialmente andavano ancora fuori in

Europa gli italiani. Io ho conosciuto i calabresi, i primi italiani che ho conosciuto sono stati i

calabresi perché bene o male vivevamo le stesse condizioni. Però mi ricordo anche che quando ho

cercato lavoro l'ho subito trovato, addirittura nel cuneese mi hanno fatto dormire a casa loro, mi

hanno dato una stanza a casa loro. Questo è inimmaginabile adesso, però a me ha lasciato quel

senso che gli italiani sono accoglienti, disponibili, insomma che con loro si può trattare. Non ho mai

avuto la manifestazione di sentirmi io altro, ma se io mi sento altro, io alieno anche l'altro.

L'alienazione, il rigetto, il rifiuto, sono potenti. Ma qui, ripeto, dipende un po' dal bilancio delle

esperienze, ecco il significato delle comunità di riferimento, delle comunità d'origine. Per questo

dico che l'integrazione è un fallimento, perché integrare vuol dire accettare la doppia presenza e noi

o l'abbiamo trasformato come noi o l'abbiamo lasciato così com'era.

F.: In questo senso agire sull'individuo quanto è costruttivo per la persona stessa? Nel senso che la

psicoterapia va ad intervenire sull'individuo, quando in realtà la problematica ha delle connotazioni

molto più ampie. Se noi andiamo ad agire sull'individuo andiamo a far sì che lui quasi si adatti a

questa condizione. Facciamo in modo che l'immigrato accetti e che giunga a compromessi con

quanto gli accade intorno.

Dr. 3: Scusami però sembra che tu abbia un'idea della psicologia come manipolazione delle menti.

No, a parte la battuta, ma voglio spiegarmi: è vero quello che tu dici che è la società, la realtà che

circonda che condiziona tutto questo, però la psicologia che cosa può fare? Qual è il ruolo che può

giocare? E' restituire, rimettere, ridare, alle persone la possibilità di affrontare la realtà piuttosto che

esserne completamente emarginati. Cerco di spiegarmi: una persona che emigra, per esempio una

donna dell'Est, che dopo tre anni che non vede suo figlio è disperata, comincia a dire che ha mal di

testa, comincia a dire che dorme male, comincia a dire che ha bruciore di stomaco e si rivolge per

questo. Poi parlando con il medico, il medico coglie che quello è secondario e la manda da me, io

certo posso ritenere che si questa condizione è la distanza che si allunga da tre anni, il concetto che

ti dicevo prima, però questa al momento se la guardi bene qual è la risposta? Mollare tutto e

andarsene, però in realtà non risolverebbe neanche il problema questo, però sotto la pressione del

disagio le persone fanno più fatica a trovare delle risposte. Però se io ascolto questa persona e gli

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permetto di esprimere questa sofferenza, per prima cosa comunica con qualcuno, perché

probabilmente fino ad allora nessuno l'ha ascoltata in questo. E se io gli permetto di parlarne con

qualcuno questo sicuramente allenta un po' la pressione e questo gli consente maggiore possibilità

di utilizzare gli strumenti che ha per affrontare al meglio la sua situazione. Per cui in realtà la

psicologia potrebbe funzionare come un'azione di contenimento, un'azione di migliorare la

regolazione, un'azione di allentamento della pressione perché le persone possano fare poi la scelta

più adeguata. Tornando al discorso di prima, su questa persona che aveva approfittato anche della

regolarizzazione, ha accettato di aspettare un altro po' perché questo gli avrebbe permesso di

lavorare e di andare senza grande difficoltà, mentre lei sotto la pressione cominciava a dire: “Basta,

non ne posso più! Me ne vado perché non ce la faccio più”. Allora io credo che la psicologia, nella

mia idea, in quel contesto, funzioni un po' da supporto sostanzialmente, supporta le persone a fare

questo passo, ad attraversare, ma non si sostituisce alle persone, le supporta. E' certo che tutti sono

consapevoli, anche i colleghi, che non è la persona, ma è la persona in un contesto, in una

situazione, che ha una certa cultura, che ha certi linguaggi. Siamo consapevoli di questo, ma questo

non ci toglie il fatto che possiamo tenere in conto che una mano gliela possiamo dare ad attraversare

una crisi, altrimenti lo lasciamo solo con le pastiglie del mal di testa, se non le pastiglie per dormire,

se non gli esami per vedere se ha qualcosa, che anche quelli hanno la stessa funzione, un po'

d'accompagnamento, così viene continuamente visto, visitato. Se tu provi a pensarci, la funzione è

più o meno la stessa.

F.: Il supporto dei medici o degli psicologi Sokos, potrebbero in qualche modo avere la funzione di

sostituzione della comunità o dell'ambiente familiare?

Dr. 3: Lo sostituisce o svolge quella funzione di riconoscimento dell'altra società che queste

persone non hanno. Però a questo punto una cosa curiosa che accadeva è che quando prima del STP

c'era il TTS, che è stato inventato a Bologna come esperienza tra noi e l'Azienda Sanitaria, allora

noi mettevamo nome, cognome, se c'era un indirizzo per la foto lo mettevamo e avevamo previsto

uno spazio per le foto, che l'STP non ha. Noi l'avevamo fatto perché pensavamo che tutti i tesserini

hanno una foto. La cosa curiosa è che le persone portavano le foto e volevano il timbro Sokos

sopra, volevano che noi vidimassimo questa foto e poi un giorno ci chiamano dalla questura di

Reggio Emilia e ci dicono: “Noi abbiamo una persona con un vostro tesserino con la foto, ci dite chi

è?” A parte la battuta, vuol dire che è l'unica possibilità di essere riconosciuti e credo che è questo il

grande valore di Sokos, cioè che queste persone indipendentemente da tutto quando vengono,

vengono ascoltate, riconosciute, prese in carico, seguite. L'identità ha bisogno di essere

riconosciuta. Sokos rappresenta l'unica possibilità di essere riconosciuti e credo che è questo il suo

grande valore, cioè che queste persone indipendentemente da tutto quando vengono, vengono

ascoltate, riconosciute, prese in carico, seguite. Quando una badante lavora in una casa, prova a

pensare cosa vuol dire quando sta poco bene e ti dice che ha solo due ore, cioè che chi sta dall'altra

parte non la vede nemmeno come essere umano con dei bisogni e delle necessità. O devono venire

con l'anziano o devono venire in quelle due ore. Non è poco essere riconosciuti, essere visti. Io

penso che tu che ci sei lo vedi questo aspetto, quando vedono che qualcuno si ricorda di loro. In

fondo non vengono riconosciuti e anche la parola clandestino vuol dire che non c'è, che non esiste,

non può esistere. L'identità ha bisogno di essere riconosciuta dall'altro, perché io posso essere chi

sono, però se quando esco da qui nessuno mi dice che sono un professore, io prima o poi lo metto in

dubbio. Un altro esempio, un'altra cosa che accade: i nomi degli stranieri sono difficili da

pronunciare e se tu ci fai caso gli stranieri si abituano a rispondere ad una gamma di nomi, perché

intuiscono che potrebbero essere loro, però d'altra parte io vorrei che mi chiamassero con il mio

nome, perché ad un certo punto dico: “Come mi chiamo?” E comincio un po' a vacillare su come

veramente mi chiamo. Questo per dirti l'importanza del ruolo che Sokos svolge.

F.: Vista la sua attività, mi può definire per lei il rapporto tra mente e corpo e il tema della

psicosomatica?

Dr. 3: La problematica mente/corpo è una cosa che l'Occidente si pone, perché è stato lui a

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costruirlo e a inventarlo. A me viene da dire che le persone si esprimono, comunicano. E nella

comunicazione ci sono due terminali, ci sono io che emetto, ma c'è qualcuno che riceve, e allora ciò

che io emetto è condizionato da colui che riceve. E allora se io vado dal medico e nella mia

rappresentazione il medico è quello che si occupa del corpo, io gli dirò delle cose che riguardano il

corpo, ma nessuno si sente mente/corpo. E' schizofrenico se uno si sente separato. In realtà noi

diamo dei significati alle cose: se io ho un groppo in gola io posso pensare che è l'influenza, però

per qualcun altro potrebbe essere un nodo, una lacrima che non va giù. Io per formazione e per

riflessione mi concentrerei più sulla comprensione perché io ritengo che tutto è una comunicazione

e bisogna capire però che cosa la persona mi vuole dire. Si tratta di avere l'umiltà di accettare di

aver capito poco e di cercare di capire di più. Poi io non devo essere un terminale, ma io posso

parlare comunicare ad altri, cercare di capire e riportarlo a te. E' un po' il lavoro che faceva Nathan,

per cui lui utilizza un dispositivo: quello che una persona dice passa attraverso tanti altri e forse

questi riescono a restituire un significato un po' più afferrabile, che non è detto che c i si riesca, però

se l'altro vede che si fa questo sforzo anche lui si darà da fare per portare avanti questo processo. E'

un lavoro di gruppo, e qui c'è la grande metafora dell'Occidente individuale, mentre le altre realtà

sono più di tipo collettivo. allora si cerca di riattivare questo processo. Allora noi come psicologi

abbiamo deciso di fare un incontro almeno una volta ogni due mesi per parlarne, per confrontarci su

quello che sta succedendo, proprio nella funzione di vedere se abbiamo capito.

F.: Perché solo tra psicologi?

Dr. 3: Allora, non è un escludere, ma nasce un po' dal bisogno di lavorare, perché nasce da

un'esigenza. Condivido con te il fatto di costruire qualcosa allargandolo, ma ci ragionerei un attimo

su come organizzarlo insieme: vogliamo pensare a un dispositivo? Perché attenzione, poi ad

esempio il dispositivo nathaniano è una forzatura. Io non mi innamoro molto delle mode, sono però

convinto che riflettere insieme intorno ad una cosa serva. Poi bisognerà vedere se con la persona va

usato direttamente il dispositivo, o se sia funzionale solo a noi per capire. Poi in questo bisogna

contare le risorse e il tempo necessario, però penso possa essere utile trovare il modo di riflettere,

bisogna trovare una modalità, una modalità che contenga noi.

F.: Quali sono le emergenze, se ci sono, a cui Sokos può supplire?

Dr. 3: Dato il clima attuale, l'emergenza è che queste persone possano continuare ad essere

assistite, dato il clima attuale. L'emergenza…per me non è emergenza, per me è normalità che le

persone che hanno un bisogno, trovino soddisfazione ad un bisogno. E' un'emergenza, un'urgenza,

che dovrebbe essere una normalità. Non abbiamo delle emergenze particolari, possiamo vere dei

bisogni speciali, non delle emergenze particolari. Per esempio uno dei temi che non siamo mai

riusciti a risolvere è il tema del ricovero ospedaliero, perché noi ci fermiamo alle porte

dell'ospedale, però non è che le persone solo perché sono clandestine non ne hanno bisogno. Io

parlo di interventi, non un ricovero fatto tanto per ricoverare, ma a volte ci sono dei casi che

richiederebbero un'assistenza ospedaliera. Se vogliamo parlare di emergenza, questa è

un'emergenza. La seconda emergenza potrebbe essere quella di elaborare e costruire contesti di

riconoscimento reciproco, perché noi stiamo andando veramente verso un'idea che mi preoccupa un

po', ma forse è una riflessione personale, verso un contesto di non riconoscimento, di inimicizia,

perché tutte quelle associazioni: immigrato = clandestino = delinquente = pericolo = rischio. Quelle

che qualcuno chiama le politiche della paura, la paura del diverso, dell'altro...Secondo me questa è

un'emergenza, però è vero che stiamo ristabilendo il concetto delle classi speciali: l'abbiamo fatto

con gli handicappati, con i malati mentali, è un filo che sta emergendo. L'altro prima era il malato

mentale, il disabile, adesso è l'immigrato. Sembra che non siamo poi memori di quelle che sono

state le conseguenze di questi atti di esclusione. Questo si sta producendo anche dalla parte degli

immigrati, che sono il futuro di un Paese come l'Italia, te lo dice uno che lavora con gli anziani, gli

immigrato sono il futuro. Ma queste persone mal accolte, maltrattate, come si rivolgeranno poi a noi

italiani se gli accogliamo male? Creo questo rapporto di riconoscimento o diventa solo un rapporto

strumentale: io ho bisogno di te, tu di me e negoziamo solo questo aspetto strumentale?

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F.: Sokos non alimenta una sottolineatura della diversità, avendo definito un servizio specifico per

gli stranieri irregolari?

Dr. 3: Ma...Ci dovrei riflettere sai...perché sotto certi aspetti può essere vero, forse sarebbe più

opportuno che tutti afferissero allo stesso servizio. Torna forse quello che dicevo prima, che forse è

un po' la nostra arroganza, che proprio perché sono persone con bisogni speciali, forse noi saremmo

più bravi. Siamo noi a dover essere integrati dentro i servizi. Si, capisco quello che tu dici, in parte

lo condivido, quello che è il punto interrogativo è come nel piano pratico risolvo questo. E' vero che

ci sono altre esperienze da altre parti che non hanno questa particolarità, cioè hanno fatto in modo

che queste persone fossero seguite da parte del SSN, uguale agli altri. Si potrebbe fare questo

sforzo, forse si potrebbe ragionare...E' una domanda abbastanza intrigante e sarebbe da vedere come

ridurre il fatto che Sokos un po' contribuisce.

F.: Mi viene in mente che la possibilità di accedere a delle visite specialistiche all'interno di Sokos è

un alimentare il radicamento a Sokos, anziché favorire l'accesso alle strutture pubbliche.

Paradossalmente forniamo anche una sorta di accesso privilegiato rispetto al cittadino italiano che

aspetta mesi per avere una visita. Diventa una differenziazione positiva

Dr. 3: Si, in parte hai ragione, però credo che non vada trascurata un po' la complessità, cioè quello

che dicevo prima: queste persone attraversano una fase speciale, è infatti una transizione. In realtà il

passaggio attraverso Sokos li addestra, è la mia idea, a entrare a far parte e di conseguenza, può

essere quello che dici tu, ma lo vedo proprio come un ponte o attraversamento. Perché l'immigrato

in quelle condizioni, perché sono in condizioni specifiche, suggerisce o sollecita una facilitazione,

proprio per aiutarlo ad inserirsi. Infatti venendo a Sokos, è vero che abbiamo la specialistica interna,

però è vero anche che noi ci appoggiamo, e anche abbastanza, sul servizio pubblico. E' in questo

senso un po' una transizione. Un altro aspetto è che suggerisce di capirne di più, magari piantando

una ricerca se per paradosso non ci fosse Sokos, cosa succederebbe? Quelle visite verrebbero fatte?

E quantitativamente, lasciando perdere la qualità verrebbero fatte? Io mi soffermerei su quest'altro

aspetto, io condivido quello che tu dici, però poi bisogna andare a vedere realmente, nella realtà che

cosa vorrebbe dire. Io posso capire in una realtà piccola, dove una realtà come Sokos potrebbe

essere controproducente, però in una realtà come Bologna e provincia propone l'idea di andare a

capire il fenomeno.

F.: Come si colloca il futuro di Sokos allora?

Dr. 3: Quando abbiamo messo su Sokos, il futuro già lo sapevamo: che non ci fosse più bisogno di

Sokos. Questa è una risposta un po' provocatoria. Con Sokos parliamo di volontariato e qui vanno

messi un po' di paletti: stiamo parlando di volontariato nel senso che una persona decide di dedicare

una parte del suo tempo a fare qualcosa per qualcun altro senza ricevere nulla in cambio se non

qualcosa di personale, perché è una gratificazione, è un modo per esprimere il suo altruismo, perché

è anche un bisogno essere altruisti; invece tutto il resto è privato sociale, ad esempio le Onlus sono

diverse, loro possono produrre qualcosa. Non sono contro, però bisogna fare delle distinzioni. Noi

abbiamo una spinta al volontariato che viene da noi, non è il bisogno dell'altro che la determina, poi

troviamo il contesto in cui questo nostro bisogno si concretizza. Detto questo, credo che non

possiamo fare a meno del volontariato, ma non per le persone che ricevono il servizio di

volontariato, ma per quelli che lo fanno, e questo è utile perché tu hai una serie di persone che sono

disponibili volontariamente a impegnarsi per qualcun altro, se tu a questo aggiungi che il

volontariato ha una specificità: non è strutturata...vedi altre organizzazioni, le Onlus, sono sempre

più strutturate e noi più strutturiamo più creiamo barriere. Infatti Sokos accoglie chiunque. Il

volontariato dà una risposta che può essere a bassa soglia, leggera, fruibile, non condizionabile,

agile. Ci sono problematiche che solo il volontariato può risolvere, perché io non so se si possa

davvero ragionare sul fatto che il pubblico debba arrivare dappertutto. Il ruolo allora che ha il

volontariato per me è importante per quei servizi che non può offrire nessun altro se non a rischio di

strutturarli troppo e generare esclusione. Il rischio che corre il volontariato è di essere strutturato e

questo è un argomento che dilania Sokos: volontariato che rasenta l'anarchia o strutturato? L'ultimo

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aspetto è però che il volontariato non può esserci senza responsabilità, cioè è vero che io lo faccio

volontariamente, ma nel momento in cui lo faccio mi assumo la responsabilità verso un altro, allora

questo mi vincola. Tu a quel punto devi rispondere al bisogno, è rispetto. Il senso di responsabilità

permette inoltre all'altro di avere fiducia di me. Quindi questi sono secondo me gli aspetti del

volontariato. Per quanto riguarda Sokos è nato con questo intento ed è importante che rimanga così,

con tutti i problemi che poi ciò comporta, però se fosse strutturato perderebbe il suo fine, diverrebbe

un servizio.

F.: Come colloca socialmente i fenomeni migratori attuali?

Dr. 3: Ci sono due componenti: una che nasce dalla povertà - un curdo dalla Turchia, un Somalo

dalla Somalia, un Iraqeno dall'Iraq - l'aspirazione non penso sia migliorare, ma di sopravvivere. E

questo è un filone dell'immigrazione. C'è invece un altro filone in cui sembra quasi che queste

persone non ne abbiano diritto, ed è curioso, e funziona per confronto sociale, ma noi tutti

funzioniamo per confronto sociale, per cui noi aspiriamo a ciò che riteniamo socialmente più avanti

a noi. Allora quando l'Occidente vuole vendere tutto alle altre parti non può trascurare il fatto che

questi poi vorranno possedere queste cose. Ecco che il confronto sociale porta queste persone a

voler raggiungere certi livelli che sono migliori dei loro. E si vede da come i migranti tornano a

casa: sono carichi di status symbol e questo vuol dire che sono un passo avanti. Noi possiamo dare

la colpa di questo a loro? Loro vogliono certamente migliorare le proprie possibilità che nel proprio

Paese non avrebbero. Poi c'è un altro aspetto e questo riguarda ad esempio la realtà da cui io

provengo: o fai parte del 20 per cento dei fortunati che hanno legami tribali, raccomandazioni,

oppure l'80% vivacchia, anche se ha le risorse. Il Libano, come la Palestina, la Tunisia anche, hanno

un alto tasso di alfabetizzazione, gli strumenti ce li hanno, ma devono emigrare per migliorare le

proprie condizioni perché lì non è possibile. Queste sono secondo me le spinte ai processi migratori,

poi bisogna vedere cosa succede quando arrivano qua. L'Italia è una situazione drammatica per i

migranti, manca la chiarezza, la chiarezza dei percorsi, dei processi, il rispetto dei tempi dei

processi, e allora certe volte mi viene da pensare che l'Italia non ha un progetto, annaspa, ragiona

per emergenze. L'Italia su questo non ha mai avuto veramente una politica, oppure questa non ha

mai corrisposto alla realtà, infatti erano addirittura gli industriali a chiedere di aumentare il numero

delle entrate. Allora si potrebbe pensare che le regole che l'Italia ha stabilito sono funzionali a

mantenere manodopera a basso prezzo e senza tutele. E' un po' estremo come concetto, però

potrebbe essere. Perché questo è un processo che c'è e continuerà ad esserci, perché veramente non

avete idea di cosa vuol dire vivere al Cairo, dove i bambini non sono sicuri di mangiare quel giorno.

E questa è la capitale che vanno tutti a visitare turisticamente, ma spingetevi un po' a vedere gli altri

quartieri del Cairo. Così come anche spingetevi a vedere come vivono i Palestinesi nei campi

profughi, gli Iraqeni: ci sono 4.000.000 di Iraqeni che sono in giro per il mondo per la guerra giusta,

per la democrazia. Io ora ti parlo della realtà che conosco meglio, ma ad esempio anche nelle

Filippine, a Manila, che ho avuto modo di conoscere: su 25.000.000 di abitanti 10.000.000 non

hanno una casa, allora cosa fanno questi se vedono che hanno qualche margine di possibilità? Come

è vero che è poi è la classe che sta un po' meglio che emigra perché vogliono evitare il rischio lì e

mi sembra davvero un'aspirazione legittima. Questo è un processo che continuerà, che non si

fermerà, ma manca la capacità di capire l'altro, c'è razzismo. Ma cosa ti aspetti da una persona, ad

esempio una badante, che ti lavora per 800 Euro 24 ore al giorno, con mezza giornata libera a

settimana, cosa vuoi? Come si parla di stranieri loro diventano talmente altro, che non ci si può

avvicinare alle loro problematiche.

F.: Grazie, è stato davvero interessante.

Dr. 3: Di niente.

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Intervista 24. Svolta nel gennaio 2009.

Dr. 4: Dottoressa specialista in dermatologia, svolge la propria attività in ospedale. Ha 40

anni, è al Sokos dal 2000 dove è impegnata nell'ambulatorio specialistico come dermatologa e

nell'attività sul territorio.

F.: Da quanto tempo fa volontariato al Sokos?

Dr. 4: Da otto-nove anni direi, con alti e bassi, di periodi più assidui altri meno.

F.: Ha fatto prima volontariato di altro tipo?

Dr. 4: Si, sono stata per un breve periodo in un altro ambulatorio, simile al Sokos, il Biavati. Per un

breve periodo c'ero stata per conoscenze personali che mi avevano coinvolto a fare consulenze

dermatologiche. Per un po' sono andata, però poi la cosa si è spenta spontaneamente ed ho preferito

collocarmi in una realtà più laica come Sokos.

F.: Cos'è per te il volontariato, perché hai deciso di farne parte?

Dr. 4: Risposta banale, fatalmente banale: una necessità personale direi. Poi se vogliamo

approfondire meglio questa affermazione faccio veramente fatica. E' qualcosa che mi sento di fare,

quasi, utilizzando un termine eccessivo, una pulsione direi. Comunque anche per dei motivi legati a

contesti miei personali e a maggiore predisposizione mia a trattare in questo in campo, perché il

campo del volontariato è variegato ed ognuno ha un campo a cui si sente più idoneo, ed io ho scelto

il campo dell'immigrazione.

F.: Qual è il principio di base che ti spinge a farlo ?

Dr. 4: Allora, la solidarietà sicuramente, poi, ognuno la intende come vuole, il tentativo di fare

qualcosa per questa società, di contribuire insieme ad altri per modificare cose che non ci piacciono,

situazioni che non ci sembrano giuste, posso dire combattere le ingiustizie? Che una cosa un po'

grossa...A me la parola solidarietà non dispiace, non so di che matrice sia e non mi interessa, così

come non mi di dispiace la parola pietà alla latina, pietas, cioè non pietà alla cristiana, che è un

concetto che non posso disprezzare ma che non mi appartiene, ma come rivolgersi agli altri, un

tentare di fare qualcosa insieme.

F.: C'è un ritorno in quello che fa?

Dr. 4: Beh, certo.

F.: Di che tipo?

Dr. 4: Mah, così, di primo acchito, il fatto di stare bene, di sentirmi bene con me stessa e il fatto

comunque di avere delle sensazioni positive, il fatto di costruire qualcosa, questo soprattutto che si

traduce anche un po' sul lato pratico. Mi sento bene, che può essere etichettato, come si fa nel

volontariato, con un gratificazione bieca del proprio ego, che per certi aspetti può essere anche vera,

ma si può anche tradurre in qualcosa di costruttivo da fare insieme agli altri. E' questo: far qualcosa

che ti far star bene e di utile da condividere.

F.: Il volontariato è la strada giusta per la risoluzione dei problemi che ci sono adesso nel campo

dell'assistenza agli immigrati?

Dr. 4: Il volontariato forse non è mai la strada giusta, forse è un progetto totalmente utopico,

probabilmente il volontariato è qualcosa che si associa a delle situazioni estreme che è difficile

arginare. Non è assolutamente necessario, nel senso che il volontariato funzioni solo dove ci sono

delle situazioni estreme, però non penso che il volontariato debba essere la strada giusta per

risolvere situazioni specifiche come quella dell'immigrazione. Penso che probabilmente è un

approccio utile, per risolvere situazioni come quella attuale. Anche risolvere è una parola troppo

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importante. Forse funziona come ponte, come tramite. Il volontario per definizione non può

risolvere situazioni che non sono sotto il suo controllo.

F.: Cos'è per te la salute?

Dr. 4: La salute è un insieme di cose che riguardano il lato fisico, quindi la cosiddetta assenza di

malattia, integrato con lo stare bene dal punto di vista psicologico, e nello stare bene nelle proprie

relazioni con gli altri. Poi ci possiamo mettere un po' di tutto, ci possiamo mettere le condizioni di

lavoro, le condizioni di vita quotidiane, un'armonia. La salute è armonia fra queste cose.

F.: Pensi sia un diritto?

Dr. 4: Certo. Penso che dovrebbero dirlo tutti.

F.: Perché?

Dr. 4: E' molto più facile rispondere a questa domanda se vediamo la salute come un insieme di

cose che si integrano in situazioni favorevoli che determinano il benessere globale della persona.

Poi se intendiamo la salute come assenza di malattia...perché è un'ingiustizia fondamentalmente, ed

è un'ingiustizia nel senso che esistono dei presupposti per cui,anche di fronte a situazioni che

possono esulare dalla volontà di tutti noi, si vive la malattia in contesti privi di solidarietà,

partecipazione, soldi, manca la casa, mancano i parenti, è l'annullamento della vita in tutti i sensi.

F.: Come vede vivere dai suoi pazienti la malattia?

Dr. 4: Probabilmente in modo molto vario, però devo dire che nella mia esperienza di Sokos non ho

mai gestito situazioni particolarmente estreme per la tipologia di persone che vengono nel mio

ambulatorio, però ho visto e partecipato con altri medici di Sokos a situazioni difficili. Credo però

che ci sia una richiesta di base da parte delle persone, un denominatore comune, che può essere la

richiesta di attenzione. E' una richiesta d'attenzione che è segno di vari bisogni che possono essere

più o meno gravi, legati all'esperienza di ogni persona e al contesto do ognuno, però c'è una

richiesta di supporto, di visibilità. C'è una richiesta di essere visti, ecco, in genere questo secondo

me è il denominatore comune dei pazienti che vengono qui, di non essere inosservati, sia perché

hanno cose pesanti, ma anche quando sembrano banali è il bisogno di avere una dignità, un contesto

che li tratti da persone, che gli dia una parvenza di diritto che dall'esterno non c'è.

F.: Quali sono disturbi che lei rileva più frequentemente?

Dr. 4: Mah, la mia attività di dermatologa è un po' particolare perché la dermatologia comprende

patologie estremamente banali e altre che banali non sono. Probabilmente le cose più frequenti,

come in ogni ambulatorio di dermatologia, sono molto banali ed ho espresso già più volte il mio

disappunto sul trattare patologie banali, non perché voglio che stiano male, ma perché uno pensa di

perdere tempo. Però al di là di questo una cosa importante che voglio dire è che comunque c'è

sempre una richiesta anche dietro alla banalità, la paura di avere qualcosa. Le malattie della pelle

sono poi malattie che si vedono e quindi fanno molto presto anche a scattare meccanismi

psicologici, per cui uno non si accetta, però ci sono molte molte malattie di tipo psicosomatico. Un

esempio che posso fare riguardano le donne dell'Est, tra le quali c'è un'elevatissima prevalenza di

psoriasi. Questa è una malattia emblematica da questo punto di vista, perché al di là della

disfunzione, sicuramente è una malattia che si riattiva e ricompare in una persona che già ne soffre,

in situazioni di difficoltà e di stress. E quindi sono tante storie che si assomigliano e che legano la

psoriasi ad avvenimenti della propria vita. Sulla pelle si può leggere di più il disagio se sono

malattie psicosomatiche

F.: Il rapporto con i pazienti come è? Ci sono difficoltà di tipo linguistico, culturale?

Dr. 4: Allora, sulle difficoltà di tipo linguistico io potrei aprire un discorso lunghissimo perché io la

penso in un modo tutto mio, nel senso che penso che se ci si capisce quando si parla è più semplice,

questo è ovvio. Io non sono una fanatica dell'interpretariato o della mediazione limitata

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all'interpretariato. Mi sono trovata a volte in difficoltà per la lingua, così come anche il paziente, ma

non mi sono mai trovata in situazioni per cui poi abbiamo rinunciato, cioè non c'è mai stata una

situazione in cui io o il paziente insieme abbiamo rinunciato ad andare avanti con il tentativo di

capire. Per cui secondo me la lingua è un ostacolo, ma non in modo assoluto. E questo è uno dei

miei pensieri originali. Per quanto riguarda le difficoltà culturali direi che ce ne sono: secondo me è

falso dire che non ne incontriamo, ovviamente non legate ad un rifiuto di non voler capire, ma data

dalle situazioni dove c'è un coinvolgimento diverso, anche motivo. Esempio, può succedere rispetto

a delle abitudini o a delle credenze, però non penso che sia un discorso che riguarda nello specifico

gli immigrati. Nel nostro lavoro di medici ci scontra o ci si incontra con credenze diverse. Quindi la

proposta che si fa alla persona...ecco non mi occupo di medicina alternativa perché prescrivo

farmaci, perché sono formata così, sono abituata così, ho scelto così, ovviamente non disprezzo il

resto ma propongo queste cose. Per cui a volte mi è stato detto o mi è stato fatto capire che non

erano gradite queste cose, quindi questo crea difficoltà proprio nel rapporto con il paziente. E

questo sicuramente è un fatto culturale ma che non riguarda solo gli immigrati. Poi delle volte ci

sono delle difficoltà con gli uomini, non so perché io sono donna, non con tutti. Mi ricordo qualche

episodio in cui mi sono trovata un po' in difficoltà con uomini provenienti dal Pakistan, lì

probabilmente la cultura c'è di mezzo, ci può essere di mezzo la religione. Non è mai successo

niente di...ma si percepiva un certo disagio, mio, con problematiche che erano inerenti ad una certa

cultura, che creava disagio, ecco.

F.: Ci sono problemi rispetto alle cure, alle terapie, le seguono?

Dr. 4: Penso che sia molto soggettivo, però ci sono quelle persone che difficilmente aderiscono alla

terapia. Nel mio campo ci sono delle malattie che necessitano di cure continuative e sono quelle

malattie più gravi e di solito la compliance c'è. Ma di solito anche qui, non è che ci sia una grossa

differenza. Per le malattie più gravi la compliance è maggiore, questa viene meno quando il

paziente vede che non ci sono dei risultati, e come reazione emotiva è normale. Accade piuttosto il

contrario delle volte, una cosa che noto è la richiesta di farmaci, un'esasperata richiesta di farmaci

da parte di alcune persone. A livello di compliance non penso che ci siano differenze perché queste

persone sono immigrate, poi se volgiamo parlare di quelli che fanno quello che gli pare, ogni tanto

capita, forse però qui è più appariscente il fenomeno contrario: la medicina che fa bene per qualsiasi

cosa, questo voler ingurgitare medicine, dire “Sto male e voglio la medicina”. Persone vengono a

chiedere continuamente medicine, ma forse la medicina anche in senso generico, l'antibiotico ad

esempio è considerata una medicina per ogni cosa, e questo forse un dato di immediatezza anche

culturale.

F.: Ad ora quali pensi siano le emergenze a livello sanitario?

Dr. 4: Dipende un po' dall'angolazione con cui si vede la cosa. Sappiamo che ci sono delle

emergenze, ma sono emergenze soprattutto legate al lavoro, alle malattie legate al lavoro. Non ci

sono emergenze legate a patologie in particolare, forse facciamo poco riguardo ai diritti alla salute,

non so...vedi la prevenzione, che è una cosa che ci interessa tanto e che potrebbe avere delle

ricadute. Per cui c'è più la tendenza a risolvere il problema immediato, che evitare il problema, che

è una tendenza anche un po' istituzionalizzata anche per gli immigrati e soprattutto per l'immigrato

irregolare. Ma è così anche nel volontariato, forse proprio perché il volontariato non si può

sostituire a chi dal punto di vista istituzionale dovrebbe dedicarsi a questo. Per cui c'è il tamponare

la ferita, piuttosto che fare in modo che non ci sia.

F.: Avere un servizio apposito per gli immigrati, non rischia di essere un meccanismo che alimenta

l'esclusione?

Dr. 4: Allora su questo c'è un dibattito eterno. Per il mio parere personale no, penso come altri che

sia giusto che l'immigrato possa scegliere e si possa curare dove vuole, che non debba essere

visitato in strutture a parte, ma allo stesso tempo non penso che sia ghettizzante che esistano

strutture dedicate agli immigrati, e non lo penso perché vedo che fa molto bene a loro, piace molto a

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loro. Piace nel senso che forse ne vedono un senso loro. E' un supporto nei momenti di difficoltà, è

un punto di riferimento, un punto di aggregazione. Ripeto: è chiaro che non ci devono essere delle

ghettizzazioni, è chiaro che in una situazione ideale non ci devono essere posti dedicati agli

immigrati perché sono persone da tener separate, però non credo che quello che c'è sia così

deleterio.

F.: Tu come concepisci il loro progetto migratorio?

Dr. 4: Io legittimo qualunque percorso migratorio, qualunque spostamento anche non migratorio. Io

vivo in una dimensione mia utopica in cui non vedo perché una persona non può andare dove

cavolo gli pare a fare quel cavolo che gli pare senza che ci siano barriere. Ci sono delle differenze

sulle motivazioni che spingono a migrare, però dal punto di vista ideologico mio hanno tutte lo

stesso valore. Credo che migrare sia una decisione così grossa che porti con sé delle motivazioni

pesanti, indipendentemente dalle differenze che ci possono essere. Io di preclusioni non ne ho.

F.: Cosa pensi delle politiche attuali, delle modifiche sull'immigrazione che si stanno discutendo in

Parlamento?

Dr. 4: Credo che dal punto di vista umano sia aberrante e deliberatamente pericoloso dal punto di

vista politico. Credo sia una chiara scelta politica e che sia un segnale di come stanno andando le

cose attualmente, quindi ne penso tutto il male possibile.

F.: Quale sarebbe secondo te l'intento politico?

Dr. 4.: E' di assecondare certe pulsioni che ci sono, certe reazioni istintive che ci sono da parte di

alcune fasce della popolazione e strumentalizzarle per portare avanti un discorso politico ben

preciso, razzista, fondamentalmente razzista, mascherato dalla sicurezza del cittadino, da principi

che non possono chiamarsi tali. C'è il bisogno politico di una presa di potere, favorita dal consenso

di parti della popolazione che si tengono buone con queste cose. E' un governo razzista che sta

facendo un decreto poco lungimirante, non sarà certo questo il tappo per l'immigrazione clandestina

che continuerà favorita dalla posizione geografica dell'Italia e dal fatto che non si ferma e non

destinato fisiologicamente a fermarsi.

F.: Quali prospettive di salute si aprono per i migranti se dovesse essere approvata l'abolizione del

divieto di segnalazione?

Dr. 4: Con questo emendamento si sta cercando di creare un deterrente che porterà con sé

fatalmente il fatto che si curino meno della loro salute. L'ambito più preoccupante di cui si parla

tanto è quello delle malattie infettive, ad esempio la tubercolosi. E' chiaro che le persone che hanno

la tubercolosi se stanno nascoste e non si fanno visitare incrementano il rischio per loro e per la

popolazione e questo è un dato di fatto, il rischio c'è ed è l'esatto contrario di quello che si vuole

ottenere. Anche perché non è vero che adesso non si notifica chi ha la tubercolosi. Certo

probabilmente non ci dovremo spettare epidemie che ci ammazzino tutti, però è un deterioramento

ulteriore delle condizioni di salute, la creazione di percorsi diversi di salute, il ricorso a cure non

controllate. E se si volevano evitare epidemie, che tra l'altro non si stanno realizzando, così si avrà

l'effetto contrario con una diminuzione ulteriore dei diritti di queste persone

F.: Si può migliorare secondo te Sokos e come?

Dr. 4: Io credo che tutto sia migliorabile. Il servizio di Sokos come ambulatorio, che secondo me

deve sicuramente esistere, perché soprattutto piace ai pazienti. Non lo so come si può migliorare,

credo che si possa migliorare quello che facciamo conoscendo meglio quello che facciamo, non le

competenze mediche, ma conoscendo meglio le persone che vediamo, dei loro reali bisogni. Perché

noi incontriamo pazienti che ci raccontano i loro problemi ma molti di questi sono mediati da quello

che sappiamo noi, da quello che si è abituati a pensare. Quindi secondo me l'anello mancante è un

po' conoscere i loro bisogni raccontati da loro. Poi c'è un altro discorso: di andare a vedere chi sono

gli invisibili, e questo un altro mio pallino, perché qui arrivano alcuni con i loro bisogni, ma altri

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magari non arrivano neanche in Sokos, quindi dovremmo essere in grado di andarli a cercare

F.: Secondo l'attività che svolge il Sokos non è troppo importante e troppo complessa per essere

totalmente affidata al volontariato?

Dr. 4: E' troppo pesante ed assurdo che ci sia una delega di questo tipo, quindi si non è giusto, è

pesante, non è neanche logico. E' poi pesante proprio il lavoro che fa Sokos come volontariato.

F.: Il futuro di Sokos?

Dr. 4: Non lo so, lo facciamo noi. Spero che Sokos continui a svolgere delle attività come quelle di

adesso, che continui ad esistere l'ambulatorio, che diventi più un lavoro di rete, poi si può fare il

salto di qualità dell'ambulatorio, qua però le istituzioni sono il limite di tutto. Cioè se il futuro di

Sokos deve essere un futuro senza ambulatorio, bisogna che si sia risolto il problema di questa

delega che è stata data a Sokos, altrimenti Sokos continuerà in questo modo.

F.: Ci sono influenze politiche date da questa convenzione?

Dr. 4: Per forza, si. Però non penso sia un'influenza su tutto e su tutti, limitatamente alle scelte

operative si, questo non vuol dire che non ci sia un'autonomia di pensiero o di azione, perché se c'è

una convenzione ci sono dei diritti e dei doveri e in questo senso ci sono delle influenze. Penso sia

così.

F.: Grazie dottoressa.

Dr. 4: Di niente.

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Intervista 25. Svolta nel febbraio 2009.

Dr. 5: Dottoressa che lavora in un ospedale di Bologna, ha 32 anni ed è in Sokos dal 2004,

dove è impegnata sia nell'ambulatorio di medicina di base che nell'attività sul territorio.

F.: Come sei entrata a far parte di Sokos?

Dr. 5: Tramite, un amico, E. Lui mi ha detto: “Io sono lì, vieni anche tu”.

F.: Hai fatto già prima volontariato di altro genere?

Dr. 5: Si, quando ero giovane giovane ero in un'associazione che faceva tipo il doposcuola per i

bambini handicappati, facevamo varie attività il pomeriggio, di vario genere. Poi sono stata al

“Telefono amico” sia a Genova che a Bologna, però non mi è piaciuta come esperienza, cioè

l'ambiente era bello, facevamo una formazione di tipo psicologico, poi rispondere al telefono era

una palla: telefonavano i pazzi fondamentalmente. Il fatto è che non avevi un rebound, perché

quando fai queste cose non sai mai se quello che hai fatto andava bene, sei una valvola di sfogo,

però non mi soddisfaceva. A Genova era bella la parte formativa, a Bologna no, erano un disastro.

F.: Cos'è per te il volontariato?

Dr. 5: Va bé, potrei dirti tutte quelle cose retoriche...

F.: No, dimmi quello che pensi tu...

Dr. 5: Io sostanzialmente penso sia un modo dell'era contemporanea di lavarsi la coscienza, nella

versione più cinica; nella versione meno cinica è comunque una cosa che dà soddisfazione alle

persone, aiutare fasce di popolazione più deboli ti dà gratificazione perché ti fa sentire meno s... e

privilegiato degli altri. Però secondo me tanto volontariato è solo per lavarsi la coscienza, non il

nostro.

F.: A livello sociale?

Dr. 5: Utile.

F.: Come lo collochi socialmente, che ruolo ha?

Dr. 5: Dipende dal tipo di volontariato: quelli che vanno a contare le uova delle tartarughe,

sicuramente hanno un'utilità, no magari quelli li rispetto; però quelli che vanno a salvare il

monumento dalla cicca, ha un'utilità sociale diversa, così come quelli che raccolgono i gatti randagi.

Hanno un impatto sociale diverso rispetto a Sokos, per esempio, o ad altre strutture che si occupano

dei diritti fondamentali della persona. Lo colloco quindi come influenza sulla realtà circostante in

maniera diversa a seconda del tipo di volontariato.

F.: Nel rapporto con le istituzioni?

Dr. 5: In questo senso il volontariato sopperisce a una carenza delle istituzioni, però è sempre

dubbio per me...perché è vero che il volontariato va ovviamente, naturalmente a infilarsi in quelle

zone che sono lasciate vuote da quello che dovrebbe essere lo stato sociale, perché bene o male il

volontariato si rivolge a tutte le fasce più deboli, a qualcosa che deve essere tutelato e che manifesta

una carenza da parte dello Stato, però secondo me anche se lo Stato fosse perfetto le persone

farebbero volontariato uguale, perché alla base del volontariato c'è una gratificazione individuale,

che poi è il primo motore immobile.

F.: Pensi sia così anche qui?

Dr. 5: Si, si. Ma io ho un'idea un po' più esotica del volontariato, nel senso che se tu non traessi

piacere, gratificazione, non lo faresti. Poi a questa gratificazione personale si aggiunge questa spinta

bellissima che è nell'avere gratificazione nell'aiutare gli altri e non nell'andarli a picchiare con le

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spranghe.

F.: Tu che tipo di feedback hai da questa attività?

Dr. 5: Sai che non lo so? La cosa fondamentale è sapere che ciò che fai serve. Mi gratifica poter

mettere a disposizione delle persone il mio lavoro di medico. Mi fa piacere che quello che so fare,

che quello che ho imparato, serva a poterlo dare a tutti.

F.: Trovi riconoscenza da parte dei pazienti?

Dr. 5: A volte, non sempre.

F.: Non dipende anche da questa la gratificazione, da questa riconoscenza del paziente?

Dr. 5: No, per me non è riconoscenza, per me se una persona mi dice grazie grazie non mi gratifica

particolarmente, perché secondo me implica un rapporto di sudditanza. A me gratifica molto vedere

che riesco ad instaurare una fiducia con l'altro, quando vedi che una persona si fida di te.

F.: Qual è il concetto di salute che ispira la tua attività qui?

Dr. 5: La salute...anche qui ti dico una cosa banale, ma la salute è un benessere che deve essere

fisico, mentale, deve essere la possibilità di vivere in condizioni di vita decenti, con determinate

garanzie, lavoro. Non è legata ai soldi, però ad un minimo di decenza per sopravvivere.

F.: Ed è un diritto inalienabile?

Dr. 5: Si, si, si.

F.: Perché è un bene inalienabile?

Dr. 5: Perché si, cioè perché le persone sono tutte uguali e tutte devono avere il minimo, perché il

mio concetto di salute è ampio,non è soltanto la malattia, ma se hai una casa, un lavoro, vai a

scuola. Non è rispetto alla medicina, ma è tutto, è la decenza, la dignità. Se togli a una persona la

dignità, poi la società funziona peggio.

F.: Secondo te Sokos quanto riesce ad agire in questo quadro di salute?

Dr. 5: Allora...Tanto rispetto al niente, pochissimo rispetto a quello di cui ci sarebbe bisogno. E'

una goccia che si disperde nell'oceano, però almeno è una goccia, è meglio di due calci in c...

F.: Come vedi l'attività di Sokos? Può migliorare? Dovrebbe riorientare le proprie connotazioni?

Dr. 5: Secondo me Sokos, a parte il solito discorso che dovrebbe chiudere, ma io non ci credo,

dovrebbe però riuscire a rispondere diversamente. Dovrebbe rispondere ad un bacino che si fa mano

a mano sempre più grande e per il quale le forze sono esigue, il nostro problema è quello. Ci

sarebbe bisogno di un ambulatorio più grande, di più medici, perché la richiesta è quella.

F.: Qual è la soluzione secondo te?

Dr. 5: Sokos dovrebbe avere due connotazioni fondamentali: l'ambulatorio, e la politica che può

prendere. Politica che orientata alla salute, è l'unica posizione che può essere apartitica

completamente, perché tu hai un altro Dio, un altro credo, e un concetto di salute che è

universalmente riconosciuto, mentre il concetto di Dio no, ma il concetto di salute si. Tu allora in

nome di quello puoi fare politica. La posizione però da assumere è però quella di non essere

appartenenti a nessun partito, quindi di essere liberi. Noi siamo liberi in questo momento.

F.: L'assistenza sanitaria agli irregolari come la inquadri?

Dr. 5: Come un diritto imprescindibile.

F.: Il discorso che si fa di solito dei costi economici e delle questioni di bilancio, rispetto alle cure

ai migranti?

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Dr. 5: Per me quel discorso lì non regge, perché a livello di costi, lasciare una persona malata, con

una malattia che peggiora e si cronicizza, costa molto di più che prevenirla e curarla. Poi c'è da idre

che questa spesa è una parte infinitesimale del PIL, per cui...

F.: Secondo te la convenzione con L'ASL condiziona politicamente Sokos?

Dr. 5: Allo stato attuale secondo me no, cioè influenzano nel senso che ti dicono che è vietato ad

esempio fare ambulatorio in certi ambienti, ma questo è per garantire ambienti consoni e non è

negativo. A parte queste limitazioni, che però vanno bene, perché sono regole sanitarie.

F.: Quali sono le problematiche di salute dei migranti di cui hai fatto maggiormente esperienza?

Dr. 5: Non ho una statistica, ma mi sembra che i dati nazionali si rispecchino abbastanza: un gran

bisogno di tutela della maternità, patologie pediatriche, patologie da freddo, patologie da

traumatismi da lavoro e poi soprattutto ho notato nelle donne patologie di tipo psichiatrico, come

depressioni legate anche ai problemi di integrazione, ai figli lontani.

F.: Hai difficoltà nelle diagnosi?

Dr. 5: Qualche volta si, dovuta all'etnia o alla provenienza. A volte loro ti dicono delle cose...ti

dicono che hanno male e poi trovi un linfonodo e loro non te l'hanno detto perché magari per loro

va bene.

Però poi con un esame appena appena accurato, facendo le domande, poi le cose vengono fuori.

F.: Problematiche culturali anche legate al genere?

Dr. 5: Non più degli italiani. Le donne mediamente si trovano meglio, a volte sono un po'

vergognosi, ma anche gli italiani...No, non noto particolari problemi, ma probabilmente perché sono

qui e loro riconoscono in qualche modo Sokos.

F.: Con le dovute cautele e differenze, che approccio c'è alla malattia?

Dr. 5: La loro prima preoccupazione per la malattia è l'impedimento a lavorare, ci sono poi altri

ipocondriaci che danno alla malattia...sono soprattutto donne marocchine, o africane che vengono

che hanno mille cose. Poi quelle dell'Est tutte hanno milioni di malattie, vengono duecentomila

volte, vogliono il tesserino...

F.: Tu questo a cosa lo riconduci?

Dr. 5: A un tessuto sociale che non hanno, a uno stato d'ansia permanente causato dall'essere

lontano da casa, nell'essere in un Paese dove tu non hai un c..., non sei nessuno, se muori non lo sa

nessuno e nessuno sa come ti chiami, da dove vieni e nessuno lo dirà ai tuoi parenti. Invece avere in

mano un pezzo di carta dove c'è scritto chi sei e se muori ti rimandano a casa. Questa cosa è è una

cosa che nessuno ci pensa mai, ma secondo me incide in maniera importante sulle loro ansie e sulle

loro paure.

F.: Quindi Sokos va a supplire anche ad altri bisogni?

Dr. 5: Assolutamente, però non è la risposta giusta, va a supplire in maniera non adeguata, perché

non è Sokos ma la società che deve permettere a queste persone di integrarsi, di non sentirsi dei cani

buttati qua a morire.

F.: Tu come concepisci il loro progetto migratorio?

Dr. 5: Tutte le persone che emigrano, il 90% delle persone che emigrano vengono da una

condizione pazzesca in un tentativo di migliorare le proprie condizioni di base. Se poi qui si

mantengono certe condizioni di vita disastrose è perché siamo noi che permettiamo che succedano

queste cose. E' lo Stato italiano responsabile di queste cose, di come vivono gli immigrati adesso in

Italia, è così al 100%. Il fatto che lo Stato permetta questa crea tutto questo disagio sociale.

L'emigrazione per loro è un fatto necessario e tutte queste persone accumulano denaro per poi

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tornarsene a casa, quindi vengono veramente qui soltanto per lavorare, non gliene frega un c... di

venire a rubarci in Italia, poi è chiaro che c'è una percentuale che si stabilisce perché crea un legame

con il posto in cui sta e decide di star qui, però questi tengono in alto la nostra economia e quella

del loro Paese, quindi è ovvio che il processo migratorio è una cosa naturale. E ti dirò una cosa che

qualcuno mi ha detto un po' di tempo fa: “Le leggi non riescono mai, mai, mai, ed è dimostrato, ad

influenzare i flussi migratori, sono assolutamente indipendenti dal tipo di legge vigente del Paese di

arrivo”. Se loro hanno bisogno di migrare emigrano. La legge l'unica cosa che fa è determinare tra

questi migranti la percentuale di gente che vive nella clandestinità. Questa è l'unica cosa che fa la

legge. Secondo me se tutti gli Stati europei prendessero coscienza di questa cosa, che non puoi

chiuderti, soprattutto un Paese come l'Italia, bisognerebbe dare la possibilità di dare a queste

persone la possibilità di vivere in condizioni decenti, di fare le loro cose e di tornare nel loro Paese.

Che poi tu pensa che certi immigrati stanno qui anche venti anni e pagano i contributi e non hanno

diritto a niente a dopo, se tornano nel loro Paese venti anni di contributi non glieli danno, perché?

Loro per venticinque anni hanno pagato la pensione a mio nonno e io non gli pago la pensione a

loro?

F.: Cosa pensi, cosa prevedi per quanto riguarda il tentativo di abolire il divieto di segnalazione da

parte dei medici?

Dr. 5: Io penso che tra due-tre anni mi vengono a prelevare e non mi vedete più...Io credo che

L'Italia stia rientrando nel ventennio e non se ne è ancora accorta. Comunque secondo me

l'emendamento non passa, però è un segnale di una situazione sempre peggiore, sempre più

difficile. In realtà prevedo tempi più difficili di questi . Vedremo noi cosa riusciremo a fare, magari

ci vengono i poliziotti qui fuori, vengono a identificarli, a portarli via, non so. Magari ci troveremo

a prendere un camper e a fare le visite ai clandestini..

F.: Grazie A.

Dr. 5: Se hai bisogno ancora...

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- Operatori dell’accoglienza

Intervista 26. Svolta nel novembre 2008.

Op. 1: Operatrice di 26 anni, studentessa di medicina, è in Sokos dal 2004, dove si occupa

dell'accoglienza e dell'attività sul territorio.

F.: Da quanto tempo sei in Sokos?

Op. 1: Da circa quattro anni.

F.: Come mai hai scelto il Sokos?

Op. 1: Me ne hanno parlato da più parti, amici che si occupavano di immigrazione, poi tramite la

mia associazione studentesca Prometeo, della facoltà di medicina, ho conosciuto alcuni medici che

erano in Sokos, quindi frequentando loro, poi la cosa è venuta naturalmente.

F.: Avevi già fatto volontariato prima?

Op. 1: No.

F.: Cosa è per te il volontariato?

Op. 1: Per me fare volontariato qui vuol dire comunque impegnarmi e significa anche fare politica

in qualche modo, per la difesa di un diritto che viene negato ad alcune persone in quanto non

cittadini che però avrebbero il diritto alla salute. In questo all'inizio della mia esperienza in Sokos

non ho trovato moltissimo riscontro nelle finalità, in quanto era quasi puro assistenzialismo, anche

se non è mai stato un tipo di volontariato inteso come carità, però adesso qualcosa sta cambiando.

Poi venendo qui apprezzi anche altri lati come il lavoro in comune con altre persone che

condividono le tue stesse motivazioni, stare a contatto delle persone e imparare a tua a volta

attraverso i problemi e le tante storie di chi viene qui.

F.: Secondo te gli altri volontari da cosa sono spinti?

Op. 1: Per quello che ho potuto sentire io dagli altri le motivazioni sono molto diverse. Poi questo è

un tipo di volontariato particolare perché interessa professionisti fondamentalmente, a parte chi fa

segreteria, che è più variegata. Per molti la spinta è fare volontariato, fare del bene, rimanendo nel

proprio campo; per alcuni addirittura è venire a praticare una medicina con libertà, perché

comunque dicono che qui riescono a gestire i pazienti a modo loro, con pratiche e tecniche che

gestiscono loro, cosa che magari nelle strutture dove lavorano non è possibile. Poi c'è tutta la parte

del gruppo territorio che penso abbia una motivazione molto vicina alla mia. Infine tantissimi si

sentono gratificati dal potere aiutare qualcuno che ha bisogno e non importano che siano stranieri

piuttosto che altri. Però in un'associazione come questa secondo me è normale che ci siano tutte

queste anime.

F.: Pensi che la diffusione dell'associazionismo sia legata ad una particolare contingenza sociale?

Op. 1: Per quanto riguarda questo tipo di volontariato ci sono tante realtà simili alla nostra che

stanno nascendo in questi anni. Questo è sicuramente dovuto al fatto che persone che si occupano di

salute e che sono sensibili a questo tema non vedono altro modo per andare incontro a queste

persone se non aprendo un ambulatorio dedicato. Poi per il resto non saprei, il volontariato è una

realtà che conosco marginalmente, attraverso questa attività. Però a Bologna l'associazionismo è

sempre stato forte e mi sembra in parallelo con le istituzioni: comune, provincia, università. Mi

sembra ci sia a Bologna la volontà della società civile a partecipare ad un certo tipo di attività, in

modo positivo e costruttivo.

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F.: Ritornando al tema centrale di cui si occupa Sokos: per te cos'è la salute?

Op. 1: Io per formazione per studio sono abituata a pensare che la salute con la definizione che mi

hanno insegnato: cioè un completo stato di benessere fisico, psichico, economico ecc...e non mera

assenza di malattia. A me piace molto questo tipo di definizione per questo la uso. Ho avuto modo

di constatare di persona attraverso le mie esperienze personali qui e in ospedale come i fattori

esterni all'ambito puramente clinico influenzino la salute. E poi è un diritto di tutti.

F.: Perché deve essere un diritto?

Op. 1: Allora io scelto di occuparmi di salute tanto tempo fa ormai, mi sembra sia inscindibile la

salute intesa come benessere in senso onnicomprensivo da un buon funzionamento della società. E'

un bene inalienabile dell'individuo perché è anche un bene per la collettività, perché una società

funzionante è fatta di persone che stanno bene. E' la cosa più importante che viene prima di ogni

altro diritto.

F.: Quali pensi siano le esigenze fondamentali dei pazienti che vengono qui in Sokos?

Op. 1: Quando mi è capitato di parlare in modo un po' approfondito con loro è venuto fuori che

l'esigenza è quella di avere i documenti perché legato al documento c'è la possibilità di trovare un

lavoro, la possibilità di vivere tranquillamente senza paura di essere arrestati, la possibilità di

contrattare un lavoro che sia regolare con condizioni lavorative e di vita sane. Cose che al momento

sono negate. Viene negata una condizione abitativa decente, la possibilità di tornare a casa. Tutto

questo è legato al fatto che non hanno il permesso di soggiorno. Poi adesso con tutte le norme che

vogliono modificare la situazione rischia di essere ancora più critica.

F.: Come interpreti o legittimi il loro progetto di migrazione?

Op. 1: Da quello che mi è sembrato di capire, non sono sempre situazioni disperate ad espellerti dal

contesto di origine, per alcuni si, mentre per molti, soprattutto per le donne dell'Est, si parte, non

dico da situazioni di benessere, ma comunque da una famiglia, un lavoro, pagato male, ma presente,

e c'è il sogno di trovare benessere, di formare quel minimo patrimonio per permettere alle famiglie

di avere un certo tenore di vita. Molte donne vengono qui per pagare l'università ai figli, quindi non

si tratta di fame disperata. Quello su cui secondo me bisogna più ragionare è sul fattore di attrazione

verso l'Italia, che secondo me è da riconoscere dalla presenza di lavoro nero non controllato e non

contrastato dal nostro governo. Io penso che se queste persone sapessero che non c'è niente da fare,

con una legislazione così severa nei loro confronti, senza possibilità di trovare lavoro, non

sarebbero attratti in numero così grande qui. In realtà tra la pratica dell'assistenza agli anziani, che

sta diventando sempre più diffusa, di lavoratori stagionali che vanno nel Sud a raccogliere

pomodori, piuttosto che quelli del Nord nelle fabbriche. Noi siamo un Paese che attira clandestini

perché per noi la forza lavoro non regolare è radicata e non contrastata.

Poi io legittimo ogni progetto migratorio come progetto di vita. Lo pensiamo anche noi di andare

all'estero pere trovare un lavoro migliore, per studiare, formarsi. La cosa aberrante è che la nostra

legislazione sia fatta in modo tale per cui anche se noi qui abbiamo realmente bisogno di lavoratori

stranieri, si continuino a mettere delle quote assolutamente inadeguate.

F.: Tu dici che abbiamo bisogno di lavoratori, per cui è ipocrita non consentire che entrino. Ma è

giusto accettare che entrino per relegarli in mansioni spesso di basso profilo, poco remunerate,

come in sorta di schiavitù legalizzata?

Op. 1: Sotto un certo punto di vista lo condivido, però è vero che c'è richiesta in certi settori, c'è

l'offerta da parte loro e peraltro il motivo per cui questa gente riempie fino alla saturazione certe

aree del mercato del lavoro è proprio il fatto che è più competitiva perché si fa pagare poco, non

chiede garanzie perché arriva in nero. Anche perché ad ora fare un lavoro per cui si è studiato

quando i titoli di studio extra europei non sono riconosciuti è difficile. Il problema è che essi sono

ricattabili perché vengono da situazioni di povertà ed allora possono essere pagati meno e sfruttati.

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Infatti io credo che oggi la discriminazione e il razzismo siano basati molto più su un principio

economico che non su un principio proprio di razza, perché uno difficilmente se la prende con

l'ingegnere di colore, piuttosto che con il medico cinese che fa magari trattamenti anche di lusso.

Invece te la prendi con la famiglia di albanesi che è al piano di sotto perché fa casino, la famiglia di

nigeriani in cui sono 15 in casa e c'è sempre odore di cucina, perché sono poveracci. Questo è nella

mentalità comune. Secondo me c'è uno sfruttamento lavorativo di queste persone quasi a livello di

schiavitù non perché sono stranieri, ma perché sono persone ricattabili. Se fosse controllato e

regolamentato quella fetta di mercato del lavoro, probabilmente non sarebbero nemmeno tutti

stranieri a prendere quei posti. I datori di lavoro che vogliono risparmiare sulla manodopera attirano

un certo tipo di manodopera che è quella dei disperati. Abbiamo ancora i meridionali in questo tipo

di lavori, anche se adesso sono stati pian piano soppiantati da chi è più disperato di loro.

F.: Cosa pensi della legislazione italiana in materia d'immigrazione?

Op. 1: Io penso che la situazione italiana non sia poi così fatiscente a livello legislativo: noi

abbiamo una costituzione molto bella e un sistema sanitario nazionale basato su dei principi di

piena inclusività che ci invidiano alcuni paesi. Dal punto di vista della salute mi sembra che ci sia

una tutela anche per gli ultimi. Però io sono molto preoccupata, soprattutto per il pacchetto

sicurezza perché va a cambiare qua e là con emendamenti leggi già esistenti. Ho sentito una

conferenza di un avvocato molto bella, qualche tempo fa, quando c'erano le prime avvisaglie del

pacchetto sicurezza e lui diceva che molto spesso i legislatori si basano molto più sull'opinione

pubblica che sulle esigenze reali per normare. E c'è un circolo vizioso per cui l'opinione pubblica

viene costruita in un certo modo, perché si è trovato questo spauracchio, questo capro espiatorio che

sono gli altri, i diversi, questa orda di gente affamata che viene qua pronta a tutto, che spaventa le

persone.Su questa paura indotta loro impalcano questa struttura legislativa che punta a

criminalizzare lo straniero e non risolve i nostri problemi. Per fortuna è stato ritirato l'emendamento

sul divieto di segnalazione per il quale ci siamo battuti, ma nel frattempo nell'indifferenza più

generale sono passate delle cose che verranno discusse in questi giorni che vincolano l'ottenimento

del permesso di soggiorno al pagamento di una tassa molto alta, al rispetto di un codice di

integrazione che va molto al di là del rispetto civico che hanno gli stessi italiani, in cui si richiede

alle persone di trasformarsi in italiani per avere il permesso di soggiorno. Tutto questo per fare

passare il messaggio che tutelare la sicurezza delle persone significa marginalizzare e allontanare

gli stranieri, come se gli stranieri in quanto tali fossero una minaccia per la società. E' triste che la

legge vada cambiata per un governo che deve trovare dei puntelli di immagine più che altro, in cui

ci sono politici razzisti e incompetenti più che altro. Il problema di questi emendamenti non è

nemmeno tanto che siano restrittivi, ma che siano proprio distanti dalla realtà.

F.: Qual è il ruolo di Sokos a livello sociale secondo te?

Op. 1: Il ruolo di Sokos è molto ambiguo perché da una parte fornendo un servizio così ben

funzionante, come noi ci vantiamo di essere, ricopre un po' la punta dell'iceberg, nel senso che

Bologna non ha un problema, almeno dal punto di vista sanitario, non ci sono situazioni di

emergenza, per cui il ruolo di Sokos nel momento in cui dovesse essere soltanto ambulatorio di

assistenza medica, secondo me è quasi più deleterio che non positivo. Questo ovviamente lo dico in

tono provocatorio, perché poi io sono quattro anni che lavoro qui e continuo a credere che fino a

che il diritto alla salute di queste persone che ne sono private, si riesce perlomeno a tutelare in

questo modo, cioè tappando una falla del primo accesso, ma poi comunque inviandole nelle

strutture pubbliche, integrandole nel sistema di salute che gli spetta di diritto, allora è comunque

utile che ci sia Sokos. Poi soprattutto Sokos dovrebbe avere un ruolo di interlocutore, di custode di

questo diritto, un ruolo un pò di sorveglianza su cosa succede anche a livello politico, per questo

sarebbe importante anche solo a livello locale rimanere in rete con le altre realtà che si occupano di

immigrazione, con la partecipazione delle istituzioni e ciò potrebbe veramente darci una posizione

di tutela della salute in senso lato, di denuncia di situazioni: potremmo denunciare le condizioni dei

campi Rom, assicurarci che le prestazioni dovute siano erogate. Diciamo che Sokos non dovrebbe

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esistere più, è ovvio che è provocatorio. Non è che Sokos non dovrebbe esistere più, è che sarebbe

bello che non fosse più un servizio sostitutivo di una cosa che dovrebbe fare l'ASL. Ci sarebbero

tante cose da poter fare come garante della salute: porsi come ponte con le istituzioni, radicare

un'attività sul territorio, andarsi ad occupare di quelle realtà che non vengono raggiunte neanche

dall'informazione, magari non riescono nemmeno ad arrivare a Sokos per come Sokos è adesso,

perché meno integrate e più escluse.

F.: Per cui il suo miglioramento sarebbe nella perdita della sua specificità medica?

Op. 1: Si, ma io ad esempio sono una di quelle contrarie alle attività specialistiche, che invece per

altri sono un po' il fiore all'occhiello di questo posto. Non sono contraria in senso assoluto, nel

senso che è positivo avere qui dentro degli specialisti che possono per qualche motivo prendersi in

carico qualche paziente, magari seguirlo nel tempo, fornirgli un servizio in orari diversi da quelli

delle strutture pubbliche per problemi di tempi di lavoro. Invece attivare un servizio specialistico

qui dentro, al di là del fatto che secondo me funziona poco se non ci sono le risorse umane per farlo,

magari alla fine non crei nemmeno un percorso privilegiato come quello che si vorrebbe fare, ma

crei tempi d'attesa come quelli del CUP, e gli fornisci un servizio che sotto certi punti di vista

diventa ghettizzante. Io non credo sia un servizio di qualità, credo sia una cosa fortemente

discriminatoria farli venire qua.

F.: Non è più una discriminazione in positivo, un privilegio?

Op. 1: Ma rispetto a noi si. Ma uno non è che vuole negare dei privilegi a queste persone. Hanno

già tante sfighe, se riesco a facilitargli qualcosa, soprattutto perché molto spesso queste persone non

è che abbiano orari di lavoro tanto flessibili per fare prenotazioni, visite, per quello agevolarli non

sarebbe sbagliato, però dovrebbero essere dei casi eccezionali in cui tu vieni incontro ad una

persona che proprio non riesce. Però perdere il contatto con i percorsi istituzionali, secondo me è

grave, danneggia sia noi che i pazienti. Poi è una questione di risorse umane. Prima eravamo tutti

un po' intercambiabili all'interno di Sokos, però gli specialisti non lo sono, per cui se manca uno di

loro non è sostituibile e il paziente deve aspettare due mesi, anziché 15 giorni. Essendo il nostro un

servizio di volontariato è molto rischioso lanciarsi in questa cosa. Ma poi alla base c'è sempre un

discorso politico, perché noi stiamo sgravando il pubblico da una cosa che facevano loro, noi stiamo

togliendo anche questo. Per i Rumeni magari era utile, visto che non riuscivano ad accedere ai

servizi, per cui essere completamente drastici non va mai bene.

F.: Come si può migliorare il Sokos?

Op. 1: Ci sono dei difetti di organizzazione interna innanzitutto che partono da una difficoltà di

comunicazione, molto meno marcata rispetto a quando sono entrata io, adesso si è creato almeno un

certo clima di fiducia, lavorando pian piano insieme su varie cose. Anche il fatto che ieri sera ci sia

stato scambio con il direttivo vuol dire che le cose stanno migliorando, però ad esempio è mancata

una comunicazione a tutti riguardo a questa riunione. Manca la dovuta importanza ai momenti

associativi: l'assemblea, i momenti decisionali, la formazione. Questa cosa secondo me in

un'associazione è fondamentale e non dipende soltanto dal disinteresse di alcuni che vogliono fare

solo ambulatorio, ma dipende anche dal tipo di coinvolgimento che si crea. Io la ricetta per risolvere

questa cosa non l'ho ancora trovata, altrimenti avrei fatto anche qualcosa in prima persona. Per

quanto riguarda il funzionamento pratico di Sokos direi che funziona fin troppo bene, dovremmo

funzionare un po' peggio per creare un po' quella tensione. Una cosa che sicuramente serve e che

per adesso non abbiamo è sicuramente la mediazione culturale, quella sicuramente ci aiuterebbe in

tutte le attività di Sokos, dall'ambulatorio alla segreteria, ma anche per quelle attività collaterali che

si stanno pensando come un centro d'ascolto, che porterebbero ad ampliare un po' l'intervento di

Sokos anche su altre problematiche. Io penso che un progetto di centro d'ascolto come lo stai

pensando tu, come già lo avevano immaginato alcuni di noi, con un occhio multidisciplinare,

compartecipato da persone con formazioni diverse, potrebbe essere in qualche in modo una prima

risposta a questo bisogno di salute in senso allargato che noi riscontriamo nei pazienti. Perché non è

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che io ho studiato la definizione di salute dell'OMS e vengo a fare il genietto che ti dice così è la

salute, sono i pazienti stessi che te lo fanno capire. Sono loro stessi che ti portano problematiche di

altro tipo e che ti dicono che sono legate alla loro salute . Quindi una cosa positiva che si può fare

per migliorare il Sokos, è ampliare lo spettro delle attività che si fanno, poi non è che noi possiamo

risolvere i problemi del mondo, comunque abbiamo una specificità, però siamo un punto di contatto

con queste persone, siamo come un osservatorio privilegiato e quindi possiamo venire a contatto

con tante situazioni che altrimenti rimarrebbero sommerse. Qui secondo me è indispensabile

allargarsi un po' come ottica, magari rimanendo in rete con chi si occupa specificatamente di altre

cose, non cercando di risolvere noi tutto. In questo come nell'attività clinica, la mediazione culturale

sarebbe fondamentale.

F.: Qual è il rapporto con la ASL?

Op. 1: Non è che ne sappia tanto. A me sembra un po' fumoso. Da quando sono arrivata., dal mio

punto di vista, sentivo di quanto noi eravamo bravi tutti gli anni a farci firmare questa convenzione,

ma a me pare che la ASL da una parte ci guardi con un occhio benevolo perché siamo una risorsa

economica gigante per loro, perché gli togliamo tutta una serie di spese enormi, dall'altro però loro

tendono molto a risparmiare sulla gestione di Sokos. Io non so fino a che punto questa convenzione

sia il risultato di un rapporto pacifico, esplicito, sereno e chiaro con l'ASL. Non essendo mai stata

presente ad una riunione, in realtà non so. Però una cosa che mi ha colpito molto è stato nel

convegno Sokos, vedere la responsabile dell'ASL cadere dalle nuvole sulla questione dei

neocomunitari. Non so se sia un reciproco non ascoltarsi, oppure se esistono dei problemi di fondo.

F.: Nella gestione delle attività di Sokos ci sono influenze di tipo politico per il fatto che riceva

finanziamenti?

Op. 1: Secondo me l'unica influenza è, in un certo senso, un po' l'immobilismo. Nel senso che

molto spesso si dice che l'ASL non ci lascia spazi e possibilità. Ci sono iniziative che non vengono

neanche portate avanti perché tanto si sa che con l'ASL non si risolve niente. Però poi sulle persone

e la reale gestione del servizio non c'è un'influenza sulle scelte che vengono fatte.

F.: Come sono le relazioni con i pazienti?

Op. 1: In generale io penso che la relazione con i pazienti sia buona. Dà anche soddisfazione

vedere che la gente torna, preferisce questo posto rispetto ad altri che erogano lo stesso servizio, ma

che magari lo fanno in modo diverso; oppure il fatto che ti riconoscono per strada. Io vedo una

comunicazione positiva, certo ancora carente, ci vorrebbe uno spazio dedicato, ci vorrebbe più

tempo. Però vedo da parte dei pazienti una certa fiducia, anche alle persone a cui lo abbiamo

chiesto apertamente ci ringraziano, sono soddisfatte. Va beh, si lamentano per i tempi di attesa, ma

nei limiti del comprensibile, perché anche loro riconoscono che nel loro Paese ad esempio non c'è

un'attività come la nostra. Da un certo punto di vista c'è una buona accoglienza nel nostro servizio.

Poi dipende anche da caso a caso, ci sono persone molto brave e molto comunicative, ci sono dei

pazienti che si fidano molto e si affezionano molto a certi operatori. Ci sono altri che non ce la

possono proprio fare, sempre secondo me per un discorso di formazione. Un po' il rapporto con i

pazienti viene anche da come uno è fatto di carattere: se uno è scontroso o poco sensibile o poco

attento, c'è poco da formarlo, però ci sono tantissime cose che si potrebbero imparare.

Un'educazione comune a come si fa un certo tipo di attività andrebbe fatta e spero che prima o poi

questa cosa si realizzi.

F.: Quale il futuro di Sokos?

Op. 1: Ma sicuramente una svolta, una svolta un po' più politica e garanzia davvero concreta e

diffusa del diritto alla salute.

F.: Grazie

Op. 1: Spero solo di esserti stata d’aiuto.

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Intervista 27. Svolta nel novembre 2008.

Op. 2: Operatrice di 33 anni, di origini boliviane, ma cittadina italiana. E' in Sokos dal 2004 e

si occupa dell'accoglienza.

F.: Da quanto tempo fai volontariato?

Op. 2: Da quattro anni.

F.: Avevi fatto volontariato di altro tipo prima?

Op. 2: No.

F.: Perché hai scelto proprio Sokos?

Op. 2: E' stata un po' una scelta casuale. Ero a Bologna ed essendo laureata in medicina nel mio

Paese volevo trovare un modo per svolgere la mia professione perché aspettavo di convalidare la

laurea in medicina. Non sapevo dell'esistenza di ambulatori per immigrati. Mi consigliarono di

andare alla Caritas senza specificare che era per immigrati, dicevano per poveri ed emarginati.

Questa idea mi piaceva e sono andata. Lì dopo un colloquio mi consigliarono di andare al Biavati o

al Sokos. Sono andata prima al Biavati, cioè ho chiamato per telefono, e non riuscivo ad avere un

colloquio, secondo me c'è stato proprio un rifiuto, perché rimandavano sempre. Dopo un mese ho

deciso di provare al Sokos, qui ho avuto il colloquio, ho parlato con il nostro direttore sanitario. Mi

è piaciuto che da subito c'è stata accoglienza, come se tu fossi ospitato. Poi per il fatto che dovevo

avere ancora la convalida mi hanno detto di aspettare per l'ambulatorio e di fare intanto segreteria,

ma facevo anche ogni tanto affiancamento con i medici. Mi sono trovata subito bene perché ho

visto tanta armonia, mi hanno dato subito fiducia, mi hanno dato le chiavi e per me è stato

importante, così ero autonoma di venire quando volevo. Siccome ho visto che c'era più in segreteria

mano a mano mi sono dedicata più qui, poi ogni tanto stavo in ambulatorio, ma non avendo il titolo

riconosciuto non potevo firmare, fare ricette, niente, lo facevo di più quando c'era bisogno, che

magari c'era un medico solo.

F.: Cos'è per te il volontariato?

Op. 2: Quello che ti posso dire...per me quello che è volontariato, senza saperlo, lo facevo già da

piccola. Io la parola volontariato l'ho conosciuta in Italia, perché da noi non esiste, non è usata

questa parola. Io però per famiglia o per educazione, ho avuto sempre questa voglia di fare per gli

altri, di essere utile. Per me l'importante era fare qualcosa per glia altri. Poi ho portato questa cosa

anche nella mia professione, penso che sia una vocazione anche la scelta del lavoro che per me è

fare qualcosa per gli altri.

F.: Hai scelto poi di occuparti specificatamente di immigrati anche perché sei tu immigrata e ti senti

in qualche modo più vicine o sensibile alle loro problematiche?

Op. 2: Si, certo...perché già la mia famiglia è una famiglia di immigrati: spagnoli, ungheresi,

boliviani. Già nella mia famiglia c'era il concetto di diverse culture e di diverse storie. In più mia

nonna era infermeria, forse per questo la scelta sanitaria, mi piaceva quello che lei faceva, forse è

stata lei il mio modello ispiratore. Casa dei miei nonni era un porto dove venivano persone da tutte

le parti, ero abituata alla storia del migrante e dell'immigrato. Poi io sono stata cinque anni in

Argentina con mia madre, causa divorzio genitori, ed ero anche io straniera in terra straniera. Ma io

all'inizio non sapevo che Sokos si occupava di migranti, poi dopo frequentando mi sono

identificata, però questa cosa è venuta dopo. Nella storia di Sokos ho riconosciuto la mia storia

perché anche io sono stata migrante e anche malata in terra straniera. So cosa vuol dire essere in

difficoltà, ed ho ricevuto tanto che me lo sono portato negli anni. Poi tornata in Bolivia mi sono

portata dietro quell'accoglienza che i miei mi hanno dato, perché poi in Bolivia mi sentivo di nuovo

straniera. Io penso nella vita di avere avuto tanta accoglienza e cerco adesso di darla agli altri: non è

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una cosa straordinaria. Io nella mia storia non ho mai avuto una storia di razzismo. Io il razzismo

l'ho vissuto in Italia, perché diversa, perché extracomunitaria, perché boliviana.

F.: Proprio su di te l'hai sperimentato?

Op. 2: Si, proprio su di me.

F.: Ma come sei arrivata in Italia?

Op. 2: Con visto turistico perché avevo conosciuto il mio ex marito che era italiano e mi aveva

invitato in Italia. Poi ci siamo sposati e io sono rimasta qua. Abbiamo cambiato il permesso turistico

di tre mesi in permesso per ricongiungimento familiare. Non potendo fare la specializzazione, ho

fatto richiesta di convalida e mi sono iscritta a infermieristica. Tutto questo, le cose burocratiche, le

ho dovute fare da sola, nessuno mi ha aiutato, neanche mio marito perché lavorava.

F.: Hai trovato difficoltà quindi nell'inserimento?

Op. 2: Molto, dal punto di vista burocratico molto. Io sono stata migrante anche in Argentina, ma la

burocrazia non era tanto persecutoria come ho visto qua. La difficoltà di integrarsi che pensano

sempre che perché sei immigrato sei delinquente, la richiesta continua di documenti di

rappresentanza che tu in molti casi non hai e non basta la tua parola, non sei nessuno. Loro devono

avere le carte, in Argentina bastava la parola non ci hanno chiesto né controllato come qui. Mia

madre è andata al consolato con solo la carta di identità. C'è anche una difficoltà di capire la

mentalità dell'italiano tutte queste procedure, che sono dovute anche al fatto che lo straniero non è

visto solo come diverso, ma anche come pericoloso. L'approccio verso lo straniero è un po'

sbagliato, perché ti senti sempre perseguitato. Quindi, allora, io mi identifico con lo straniero, mi

rendo conto di quanto è importante spiegare, il fatto che tu ti senti accolta come essere umano e non

straniero. Io ho vissuto la disperazione di mia madre quando eravamo in Argentina perché io

soffrivo di crisi asmatiche e non sai dove andare, che fare e a chi rivolgerti. Poi la malattia diventa

una piaga se uno lavora e mia madre che lavorava e si è ammalata ha visto però un ospedale che l'ha

accolta, è stato un percorso senza nessuna documentazione e senza nessun pagamento. Anche nella

scuola c'era molta accoglienza. Io porto tutto questo ancora come ricchezza.

F.: Per te cosa è la salute?

Op. 2: Ti posso dire la definizione dell'OMS che condivido totalmente, perché per me la salute è un

bene, è anche un tesoro, è anche un privilegio. La salute è essenziale non solo per il tuo bene fisico,

psicologico, biologico, ma è anche quella dimensione non curata, è anche il tuo bene spirituale, non

come fede o religione, ma bene spirituale in cui tu consideri che sei un essere umano e che quello

che hai davanti è anche come me e un altro un essere umano. La salute non riguarda soltanto una

patologia da curare o guarire, ma anche quel bene spirituale o psicologico da guarire, curare,

assistere.

F.: La consideri un diritto inalienabile?

Op. 2: Il diritto alla salute è si un diritto di tutti in quanto essere umano, ma è implicito, è come dire

il diritto alla vita, così è la salute. Però la parola diritto richiama qualcosa che è come se te lo devi

guadagnare, invece per me salute è implicito, è il tuo dono, hai diritto a quello perché sei un essere

umano, ma è già tuo. Il diritto è come una cosa che non è tua, però allora te lo do. Nella mia testa è

già tuo. Poi possiamo chiamarlo diritto per le cose burocratiche, ma è anche un dovere allora. Hai

diritto alla salute, ma allora è anche un dovere curarti.

F.: Perché può avere ripercussioni? Di che tipo?

Op. 2: Principalmente su te stesso. Il primo medico sei tu. Se tu non ti curi e non ti ti interessi della

tua salute non consideri che tu fai parte di altri. C'è chi dice che tanto è solo, è un interesse solo suo

se curarsi o no, però allora tu vedi che la sua dimensione psicologica e spirituale è talmente povera

che non capisce che lui fa parte degli altri e che gli altri fanno parte di lui. Perché se uno deve

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curarsi, ha una malattia contagiosa, potrebbe fare del male agli altri, e quando uno prende

consapevolezza di quello che potrebbe fare alla famiglia o agli altri allora l'atteggiamento è dire che

lo devi fare per gli altri, se a te non te ne frega, fallo per gli altri. Altri sapendo questo concetto si

spaventano e tolgono i rapporti con gli altri e si curano solo loro. Allora la salute è un bene tuo ma

lo devi curare, ed è un diritto per te, ma è anche un dovere per gli altri, perché non possiamo vivere

isolati. C'è una dimensione universale, se vuoi cosmica, in cui tu sei un po' di tutti gli altri e gli altri

un po' di te e non ci sono eventi casuali in cui vivi solo te e nessun altro. Portiamo nel nostro DNA

quelle che sono le storie di altre realtà. Anche la persona che materialmente è sola, separata, è una

parte di te, perché fa parte di un'umanità a cui siamo tutti legati in questa dimensione e in questo

tempo.

F.: Quali sono le esigenze principali che tu vedi che accomunano i migranti che arrivano in Sokos?

Op. 2: Quello che posso dire di me...quando sei migrante non sai dove andare, cosa fare, il primo

luogo dove vai è quello che ti accoglie. Tu parti che puoi trovare amici, famiglia o semplicemente la

strada. La precarietà, l'ambiente, favoriscono l'ambiente per la malattia. Il primo bisogno allora è

quello del luogo che ti accoglie, dove tu puoi avere, non dico una casa, ma un tetto dove intanto

riesco a sistemarti te, perché non è che vengono e vogliono tutto e subito. E' importante quindi

questo primo ambiente dove c'è bisogno di cibo, bere, vestiti, cose primarie, poi ovviamente c'è

anche bisogno di lavoro, però è impossibile dire: “Te lo trovo io il lavoro”. Così come non posso

dire: “Arrangiati da te”. Allora è importante l'accoglienza e il supporto ma il percorso lo deve fare

lui.

F.: In questo percorso dove trovano più difficoltà?

Op. 2: La difficoltà maggiore è che loro sono già visti come qualcosa di estraneo. Il problema è che

non sono nessuno, perché la loro carta non vale, la loro carta dice solo che sono extracomunitari. E

se loro vanno a un bar sono extra comunitari, non ti assumono. Noi abbiamo avuto qui medici,

avvocati, insegnanti e loro dicono che non è che vogliono essere credibili, ma essere visti come

persone oneste, persone che cercano un posto di lavoro sicuro, ma nella quale c'è anche la fiducia.

Invece la realtà che vedi qua e che li prendono in nero, per sfruttarli, tanto non sono nessuno. Il fatto

di essere nessuno o di essere qualcuno e legato al permesso di soggiorno. Se non hai permesso di

soggiorno, non sei neanche nessuno, ma sei un malfattore, un delinquente, c'è questo timbro. Poi

nella realtà anche chi ha il permesso di soggiorno può essere malfattore e disonesto.

F.: Come si colloca Sokos allora nell'accoglienza di queste persone, come si colloca nella società

italiana?

Op. 2: Sokos in questa realtà sembra che si sostituisce a cosa che dovrebbe fare il sistema sanitario,

ma non è sufficiente, ma non perché sia colpa del governo, è perché le persone, l'umanità che lo

gestisce lo fa in maniera sbagliata, perché i programmi ci stanno, il Tesoro i mezzi li ha dati, è la

burocrazia che limita tanti percorsi assistenziali che fa l'Italia. Quello che fa l'Italia è già tanto

rispetto agli altri Paesi, questo a prescindere dall'umanità che poi c'è dietro. La difficoltà è questa: la

burocrazia, la mal organizzazione. Noi ci sostituiamo non solo al governo, ma anche alla mancanza

di umanità di medici di base che non vogliono visitare queste persone senza prendere soldi in

cambio. Il governo deve fare la sua parte, ma anche la società, e non lo fa. Ma questo è un discorso

non solo per gli immigrati, anche i portatori di handicap, i bambini down, è uguale: sono tutti

assistiti da volontari. Ci stiamo sostituendo a quello che l'umanità intera dovrebbe fare. E' giusto

che ci siano queste associazioni, ma non che si sostituisce: dovrebbero esistere supportate o non

esistere più perché le istituzioni prendono in carico loro o la società in generale. Ma nella storia è

normale che ci siano queste cose, perché nella storia è sempre stato così, dove c'era bisogno si sono

sempre organizzate queste cose. Come giustizia universale è normale che ci sia. Nel futuro magari

non ci sarà più Sokos ma un'altra cosa, ci saranno altri poveri che non saranno i migranti ma altre

realtà.

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F.: Il futuro di Sokos per te quale dovrebbe essere?

Op. 2: Allora io ho sentito molte volte dire che noi non dovremmo esistere, che dovrebbe farsi

carico di questa responsabilità lo Stato, io invece dico che è una responsabilità sociale dei medici,

perché deve fare tutto lo Stato? Perché ha i soldi? Tante opere, tanti soldi sono andati persi perché il

governo ha dato e le persone poi non hanno fatto. Allora il governo deve assistere tutto? Mi

dispiace il fatto che quello che fa, anche se poco, è visto come niente, perché l'assistenza che fa

l'Italia ai malati non lo fa nessun altro Paese. Non so bene come è in Inghilterra o Francia, però

quello che ho sentito negli USA è che se non sei assicurato, non hai nulla. In Italia se non sei

nessuno vai in Pronto Soccorso, magari malamente, però tu puoi stare su una barella. Sul futuro d

Sokos io non dico che non dovrebbe più esistere, ma il futuro sarebbe che si allarga, non che

sostituisce il governo, ma che fa il suo percorso in base a quello che ha ricevuto. Perché in Sokos ci

sono tante esperienze di soci, simile alla mia anche se diverse, dove però l'assistenza che hanno

ricevuto lo danno. Io non penso che chi sta qua viene perché pensa di sostituire il governo, ma per

un principio umano. Sokos sta facendo il suo impegno, allora il governo dovrebbe aiutarlo di più,

questo si, ma riguarda tutte le associazioni di volontariato. Comunque, a mio avviso, Sokos deve

crescere, non solo Sokos a Bologna, ma in Italia, nel mondo. E' un'organizzazione, un sistema, un

punto di arrivo, un coccolare, che non sostituisce il governo, né l'ospedale, è una cosa a sé. Io la

domanda che mi faccio non è perché il governo non fa, ma è possibile che su migliaia d medici di

base a Bologna nessuno ha la coscienza di donare qualcosa?

F.: Perché secondo non c'è questa coscienza?

Op. 2: E' mancanza di esperienza, non hanno fatto esperienza di povertà e di dono, perché per me è

stata importante l'esperienza di dono perché ho ricevuto tanto e voglio allora ridare tanto agli altri:

l'accoglienza, un sorriso, una parola, magari non sei riuscito a curarlo però magari sei riuscita a

farlo sorridere. Non vale un c... per l'italiano questo. Qui il medico fa parte dell'élite. Io ho avuto

anche professori che mi hanno insegnato questo, io sono stata molto fortunata. Io ho ricevuto questo

dai miei professori.

F.: Creare questo approdo solo per immigrati non crea o non acuisce una mancanza di integrazione?

Op. 2: Potrebbe essere, però noi trattiamo persone che non hanno nessuno, che altrimenti non

saprebbero cosa fare. Non è discriminazione perché lui è più debole, infatti Sokos fa assistenza

anche ai senza fissa dimora. E' un principio di bene umano che c'è alla base. Tu non pensi che se hai

tre puoi dare uno? Se non è così è perché non hai fatto esperienza umana di povertà e di dono. Per

me è così...

F.: Ok, grazie.

Op. 2: Spero vada bene, che ho detto cose utili.

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Intervista 28. Svolta nel novembre 2008.

Op. 3: Operatrice di 60 anni, ora in pensione, che si occupa dell'attività di accoglienza e della

parte amministrativa in Sokos dal 2006.

F.: R. cosa ti ha portato al volontariato in Sokos?

Op. 3: Ho scelto il Sokos perché conoscevo molto bene N. Ho sempre pensato che andando in

pensione non avrei fatto altro se non attività di volontariato, sono stata convinta a provare.

F.: Avevi già fatto prima volontariato?

Op. 3: No. La mia prima esperienza.

F.: Prima non l’avevi fatto per quale motivo?

Op. 3: Per questione di tempo. Avevo un lavoro che mi impegnava 10-12 ore giornaliere, non

avevo grossi spazi. Premetto che ci sono state altre occasioni di lavoro, ma è un discorso che ho

sempre escluso perché se chiudo con il lavoro è per cambiare vita. Quindi il volontariato è stata una

scelta guidata da N.

F.: Che cos’è per te il volontariato? Che ruolo ha nella società?

Op. 3: Io qui dentro sono una delle ultime, quindi penso di dover imparare un sacco di cose. Ho

cercato di leggere, informarmi per cercare di capire ma il mio concetto di volontariato è un’attività

della quale nella nostra società…per come è organizzata, non si può fare a meno, perché dal punto

di vista anche economico le risorse per il sociale sono sempre limitate. In questo momento ci stiamo

sostituendo a cose che dovrebbero essere fatti da altri. Di questo io mi rendo conto, però capisco

anche che in questa fase se non ci fossero le associazioni di volontariato sarebbero cose che

mancherebbero e di cui ci sarebbe bisogno. Per me da questo punto di vista è un ruolo insostituibile.

Non siamo doppioni di nessuno in questo momento purtroppo.

F.: Quindi una presa di coscienza a livello sociale?

Op. 3: Sì, è un discorso sociale se vuoi e anche politico perché comunque sia, io questo mondo qui

non lo conoscevo, ho sempre lavorato in un’azienda, ho fatto un altro tipo di attività, rendersi conto

che esistano realtà di questo tipo, a Bologna, perché sono a Bologna, ma anche non a Bologna a me

ha cambiato molto il mio modo di essere. Io ero molto diversa due anni fa, te lo può dire anche N.

Sono stata sempre un carattere abbastanza chiuso, sono un carattere duro anche perché quello che

fai quotidianamente influisce sul carattere, quindi io per il mio lavoro anche...

F.: Quali sono secondo te le motivazioni che spingono le persone a fare volontariato?

Op. 3: Le motivazioni possono essere tantissime perché in questi due anni io ho visto arrivare ed

andare tantissima gente. Gente che arriva qui…che dici: “Ok, ho trovato la persona giusta perché

adesso su questa ci posso contare”. Poi le vedi arrivare, viene due volte e scompare, quindi non so

se le aspettative in qualche maniera, stando qui, vengono deluse, se ci si aspetta un lavoro diverso o

se ognuno di noi ha un modo di concepire…che ne so il volontariato. Io son venuta qui e mi son

trovata bene perché per carattere sono una persona che ha bisogno di fare e ben venga se questo fare

è legato a qualcosa che serve. Quindi la positività del lavoro è il riscontro che hai con le persone che

vengono qui, che ti rendi conto che effettivamente hanno un bisogno che non…al quale non c’è

nessun tipo di corrispondente in genere se non ci fossimo noi. Poi dopo, ho detto prima come la

penso sul fatto che non dovremmo essere noi ecc…Però di fatto devi tener conto di quella che è la

situazione reale, quindi ritornando alla domanda che ormai me la sono persa...secondo me invece

c’è tanta gente che a volte ha bisogno di impiegare un po’ del suo tempo magari, che ne so,

sentendosi anche un pochino meglio. Sai adesso c’è anche un po’…secondo me va di moda adesso

il volontariato. Va bene, per carità, tutte le attività anche minime se sono fatte con onestà ,voglio

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dire, sono positive, dal mio punto di vista. Però vedo, appunto, siccome ho visto tante persone

arrivare ed andare, vuol dire che in quel caso non c’era questa spinta orientata che poi riesci a farti

piacere quel lavoro perché capisci che quel lavoro è importante e che ti da di conseguenza anche

una gratificazione, perché io sinceramente sto bene se vengo qua, quindi anche una forma egoistica

se vuoi la mia, no?

F.: Perché ricevi qualcosa in cambio?

Op. 3: Si, sia livello di rapporto con le persone – a volte mi arrabbio perché secondo me nella

nostra associazione non facciamo abbastanza vita di associazione, non condividiamo abbastanza

perché vorrei che comunque ci fosse anche questo rapporto umano oltre che…che ne so

professionale - però è chiaro che a livello del lavoro che io faccio qui dentro mi sento gratificata. Ci

sarà il paziente difficoltoso che devi accettare così…però la gran parte delle persone ha un

atteggiamento che non so neanche io spiegarmelo…ti fanno sentire bene, ti fanno sentire utile nelle

cose che fai, ti fanno capire che rispondi ad una loro esigenza, ti fanno capire che tutto sommato si è

instaurato un certo tipo di rapporto e questo lo vedi da tante cose, da come ti ringraziano, da come

magari sono gentili con te e altro, quindi ripeto, risponde ad un bisogno mio il fatto di fare

volontariato che poi ovviamente in questo caso va incontro ad un'esigenza che sta lì. Perché lo

facciano gli altri sinceramente non saprei, penso che siano diverse le motivazioni perché diversi

sono gli approcci, ma diversi sono anche i modi di formazione delle persone, le culture che vivono,

gli ambienti nei quali sono cresciuti, quindi siamo tutti diversi, anche qui dentro.

F.: Qual è il principio di fondo a cui ti ispiri? Per esempio quello della forza del principio cristiano,

del fare del bene al prossimo, quello della solidarietà, della necessità sociale dovuta….

Op. 3: Ma probabilmente al fondo, se facessimo una indagine psicologica con la P maiuscola,

potrebbero anche esserci più di una componente. Io a livello razionale ritengo che quello che mi

spinge di più è il sapere che c’è una esigenza alla quale noi stiamo dando una risposta positiva ed è

questa la cosa che mi fa - avrai capito che io sono una che si arrabbia velocissimamente e altrettanto

velocemente però si fa passare la rabbia e poi dopo quando è passata la rabbia in genere comincio a

ragionare...è un mio difetto grandissimo...ho 60 anni, non riesco a togliermelo - e per dirti che il

fatto che io mi arrabbio in certe situazioni qui dentro perché non vedo le cose andare come nella

mia testa io penso che debbano andare, che non è sicuramente il modo migliore, però come io mi

configuro l’attività, è perché nella mia mente il traguardo - io ho sempre un traguardo da

raggiungere!! Sono stata costruita così - il traguardo che deve avere il lavoro che noi svolgiamo

nell’associazione è un traguardo che deve avere dei riscontri qualitativi elevati, cioè se facciamo

un’attività di volontariato non c’è bisogno che la facciamo così così…la dobbiamo far bene perché

altrimenti non ha senso farla, no? Che lavorano così così lasciamo che siano quelli che vengono

stipendiati tutti i mesi, no? D’altra parte c’ è anche il rovescio della medaglia: è vero che è

un’attività di volontariato per cui tu alla gente devi chiedere quello che la gente ti può dare nel fare

attività; se gli chiedi di più rischi di perderla quella collaborazione, se gli chiedi di meno non

valorizzi a sufficienza, quindi devi chiedere quello che esattamente ti può dare anche se è una cosa

minima che non ti consente di entrare in quel circolo virtuoso che potrebbe fare la differenza

qualitativa della tua attività, non so se mi sono spiegata. Quindi questo è il principio, io ho capito

che qui, quando son venuta dentro c’era una situazione non bella. In Sokos è stato fatto moltissimo,

ma c’è tantissimo tantissimo da fare e da fare tutti i giorni perché le cose poi non stanno ferme…

quindi se ti fermi tu rischi di rincorrerle. Il mio obiettivo è quello di migliorarle qualitativamente le

prestazioni che noi diamo. Io sono arrivata nel 2006, 2006-2007, qualcosa come 12.000 visite in

due anni fatte. Ecco queste 12.000 visite, 12.000 esigenze, chi avrebbe fatto fronte a queste

esigenze? 12.000 visite, metti anche che non siano state una visita a persona ma queste 7 – 8 - 9000

persone che in due anni sono passati da Sokos sono dei numeri enormi eh! Chi le avrebbe viste?

Come avrebbe fatto a risolverlo? Non che noi siamo stati…abbiamo fatto chi sa che cosa, no? Però

un consiglio, un parere una rassicurazione sicuramente è stata data. E' quindi questo qui che mi fa

sentire bene, che fa si che vada avanti, perché ti giuro che delle volte - occupandomi poi di una

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parte negletta che è quella amministrativa - non ti nascondo che quest’anno sono in enorme ritardo e

la cosa mi fa molto preoccupare perché la contabilità della nostra associazione sta diventando una

cosa impegnativa perché ci sono parecchie cose. Come associazione di volontariato le regole le

dobbiamo rispettare. Siam partiti da un momento un po’ di crisi totale, per cui adesso piano piano

ci adegueremo, ma bisognerebbe dedicargli non dico una giornata lavorativa, ma una mezza

giornata lavorativa Sokos lo meriterebbe per evitare che ci siano…non rispetto delle regole…ma

che si risponda a tutte quelle esigenze, anche quelle di tipo burocratico-amministrativo, che pure ci

toccano in qualche misura.

F.: Quello su cui volevo puntare io è: il tipo di intervento che viene fatto qui nasconde il principio

di una solidarietà umana?

Op. 3: No, io no. Guarda, dice bene il nostro presidente quando dice che la parola solidarietà a lui

non piace. Io ci ho ragionato perché lui dicesse sempre così. La solidarietà non vorrei che fosse

l’aspetto laico della carità cristiana. Loro hanno l’impossibilità di vedere garantiti i diritti naturali,

per i motivi che noi tutti conosciamo, quindi è diverso dalla semplice solidarietà, come devo dire,

quindi noi stiamo facendo quel qualcosa che sta scritto nella carta dei diritti dell’uomo come nella

nostra costituzione, no? Tutti hanno diritto alla cura…però non lo dovremmo far noi, dovrebbero

essere gli Stati a recepire nei loro ordinamenti...A cascata avere la possibilità di garantire un diritto

essenziale alla salute, non dico la chirurgia plastica, ma il diritto essenziale alla salute è scritto nei

documenti di cui parlavamo. Quindi il fatto di essere solidali con la persona, secondo me è

sottinteso nella nostra attività ma noi facciamo un’attività che….attraverso di noi riconosciuti,

dall’azienda sanitaria come struttura che opera in convenzione con loro, noi diamo la possibilità di

far rispettare un diritto primario.

F.: Che cos’è per te la salute?

Op. 3: La salute è un diritto primario di ciascun individuo dal momento che nasce.

F.: In che cosa si articola il concetto di salute?

Op. 3: Il concetto di salute ovviamente non si esaurisce nella mancanza di malattia. Dicevo, non è

un discorso di mancanza di malattia, ma è un discorso che coinvolge l’intera persona. Io direi non

solo l’intera persona ma anche l’ambiente in cui vive. E' un discorso di benessere in generale di

tranquillità, di ambiente sereno, di mancanza di tensione, quindi è un discorso che è molto legato

alle condizioni di vita.

F.: Quali ritieni siano le esigenze principali degli immigrati qui in Italia che voi riuscite a sanare in

base a questa concezione di salute che hai?

Op. 3: Ma noi non riusciamo a sanarle, noi riusciamo a mettere delle pezze in questo momento,

perché noi riusciamo ad accorgerci dei problemi e se possibile a tamponare ad arginare a far si che

attraverso il riconoscimento, almeno dal punto di vista sanitario, ci sia una minima benché minima

possibilità di cura; quella che sarebbe la loro vera esigenza sarebbe l’ avere la possibilità di avere un

riconoscimento legale della loro esistenza sul territorio in questa nazione che tutto sommato in

qualche maniera loro hanno scelto e non credo neanche inconsapevolmente. Credo che loro

l’abbiano scelto legandolo a delle condizioni di.. possibilità di…avere condizione di vita migliore

quindi il fatto invece di trovarsi completamente allo sbando, e .anonimi, in un ambiente abbastanza

ostile in questa fase, perché anche le leggi che abbiamo non sono leggi semplici che consentono, in

tempi celeri…anche se uno riesce a trovare un lavoro, la regolarizzazione no…quindi quello che a

loro servirebbe sarebbe la visibilità del riconoscimento del loro essere…che so…lavoratori che

stanno svolgendo comunque un lavoro dignitoso con una retribuzione e quindi essere accettati in

questa maniera. Molto spesso noi facciamo da...come posso dire...noi siamo una piccola goccia.

Tante volte, te ne sarai accorta anche tu sono terrorizzati dal fatto che gli scade il tesserino, anche se

non ne hanno bisogno, perché stanno magari, per fortuna loro benissimo, ma son terrorizzati perché

è l’unico documento che loro si trovano ad avere in qualche maniera riconosciuta in Italia, e quindi

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l’unico punto di visibilità che loro hanno.

F.: Quindi tu legittimi la loro migrazione qui in Italia?

Op. 3: La legittimerei ovunque loro fossero andati (ride). E’ un discorso complicato…non è che si

possa semplificare in maniera completa. Allora, il discorso è che chi prende la decisione come…..

colui che emigra dal suo paese, la prende, penso, ponendosi tanti problemi, no? Perché non è così

facile…poniamoci noi nelle stesse condizioni loro, no? Se noi dovessimo improvvisamente, perché

ci vengono a mancare tante condizioni, decidere di andare: non sarebbe una cosa semplice. Quindi

poiché penso che sia una cosa difficilissima per tutti e vedendo i percorsi che fanno queste

persone...che sono percorsi che…assurdi, assurdi perché sono soggetti, come posso dire, a ogni tipo

di vessazione: dal punto di vista economico perché trovano persone che gli rubano soldi per poterli

poi caricare, che ne so, su una nave destinata ad essere affondata, quindi hanno dei percorsi

talmente complicati e difficili che penso che a monte ci deve essere per forza una grande

disperazione…quindi questa gente penso che fugga da condizioni di vita pessime, penso che fugga

da guerre, penso che fugga da persecuzioni di tipo politico o comunque da situazioni di disagio tali

da non rendere la vita degna di essere vissuta. E quindi, stando a queste cose, avendo presente che

alla base del loro emigrare ci siano comunque condizioni di disagio grande, perché anche le donne

che vengono dai paesi dell’Est, se vai a scavare nel loro vissuto, trovi che nella gran parte dei casi

sono sole, o perché il marito è alcolista o perché il marito non esiste più; avevano magari un lavoro

che hanno perso perché quando c’era il regime socialista o perché c’erano delle garanzie che ora

son venute a mancare e si trovano con dei figli da tirar su ed hanno queste situazioni che sono

situazioni critiche. E quindi, una volta che abbiamo fatto questa analisi molto parziale, molto, come

posso dire, molto terra terra di quelle che sono le condizioni dalle quali gli emigranti provengono,

poi di conseguenza è chiaro che tutto è accettabile perché se sono così negative le condizioni di

partenza per loro anche rimanere in Italia come clandestini, e comunque trovando magari anche dei

lavori saltuari che non garantiscono, è comunque forse una situazione migliore di quella che

vivevano nel loro paese d’origine. Molto spesso vengono qui perché all’interno di un gruppo

familiare, magari allargato nel paese d’origine, è stato proprio individuato come la persona che, per

salvare magari anche l’intero gruppo famigliare era meglio che si sacrificasse in qualche maniera

provando anche la carta dell’emigrazione , e quindi vengono qua con un carico di aspettative che è

enorme e molto spesso queste aspettative vanno completamente deluse, vedi quello che sta

succedendo dalle parti di Castelvolturno, anziché da altre parti sul nostro territorio. Ieri sera vedevo

un’intervista di un ragazzo che è ingegnere e non ha di che mangiare nel nostro civilissimo paese

che è l’Italia. Poi è chiaro che fenomeni di questo tipo, di questa portata hanno bisogno di una

regolamentazione, perché non si può, come dire, dare spazio a tutti, però ha bisogno di una

regolamentazione che non vuole assolutamente dire mettere in piedi delle leggi del tipo quelle che

abbiamo noi in questo momento, che alla fine della festa anziché risolvere i problemi li complicano

perché non esiste la possibilità, anche se un datore di lavoro in questo momento volesse comportarsi

secondo legge e regolarizzare non potrebbe farlo; cioè abbiamo messo insieme un meccanismo che

è il cane che si morde la coda, per cui non puoi regolarizzare l’operaio che vorresti regolarizzare

perché magari hai visto che è bravo che sa lavorare ecc..., lui non può rientrare nel suo paese perché

altrimenti non ne esce più, e altra cosa nel caso del lavoro domestico, sfido chiunque a dire “Tu sei

in Ucraina io non so in quale maniera ti conosco e ti chiamo a lavorare qui”. Secondo me si ha

bisogno di leggi diverse dell’immigrazione in questo momento, perché è un fenomeno che non si

arresta e non si arresterà, è destinato ad aumentare; poi non è un fenomeno che riguardi l’Italia, ci

sono paesi in Europa che hanno - si parla di terza generazione di emigranti in Francia- quindi,

voglio dire, sono cose note da tanto tempo, infine ne abbiamo bisogno. Alcuni lavori sono lavori

destinati a queste parti di popolazione e quindi come si risolve il problema? Non sicuramente

facendo…costruendo le barriere, respingendoli o mettendoli nei CPT. Adesso si è fatto molto leva

sul discorso paura per cui è chiaro adesso se devi parlare di un delitto commesso da un italiano dici

della persona cioè parli di una persona, se invece devi parlare di una cosa un pochino più pesante

oppure vuoi mettere in evidenza non dici che è una persona, dici che è un marocchino, il pakistano

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ecc. ecc., quindi si sta molto, stiamo diventando molto razzisti da questo punto di vista in questa

società e questa è la cosa che mi preoccupa di più, soprattutto quando cominci a parlare di classi

differenziali, perché il discorso vero è quello di creare una società multietnica e integrata. Ma

sicuramente non lo fai se cominci dalle classi differenziali. Io te lo dico con cognizione di causa

perché sono stata emigrante con un padre in un paese extracomunitario come la Svizzera. Voglio

dire, non parliamo di cose molto dissimili perché io ti parlo del 1956, quindi appena dopo la metà

del secolo scorso e credo che l’atteggiamento degli svizzeri nei nostri confronti fosse abbastanza

simile a quello che attualmente abbiamo noi, noi come sistema Italia nei confronti di queste

persone. Anche lì, ne avevano bisogno degli italiani, però c’era una discreta forma di razzismo,

salvo poi che potevi accedere alle scuole e potevi avere l’assistenza sanitaria, in qualche maniera

anche perché nel caso, nel caso di cui ti parlo io è come se si trattasse di un cittadino emigrante

regolare perché mio padre aveva un contratto e un permesso di soggiorno.

F.: Tu percepivi...

Op. 3: Io andavo a scuola in una scuola di lingua francese dove insieme a noi c’erano bambini

italiani, bambini tedeschi, bambini turchi, perché così era composto.

F.: E quindi, diciamo che in realtà con le leggi attuali invece non pensi che si possa risolvere questo

problema se non con l’intervento europeo?

Op. 3: Secondo me si perché se riusciamo a farlo lo facciamo a quel livello lì, perché non abbiamo

la situazione politica giusta per poter fare qualcosa di diverso adesso tutti i giorni lo vedi no,

l’esempio della scuola per me è stato illuminante. Quando…a me è venuta la pelle d’oca quando ho

sentito quelle cose. Ma pensiamo davvero che chi ha bisogno, chi emigra per una necessità di

sopravvivenza come succede spesso, abbia il timore di leggi anche restrittive, di paletti di reti? Lì è

l’istinto di sopravvivenza che ti spinge, da una parte, dall’altra parte comunque un’esigenza di

migliorare le proprie condizioni di vita credo sia connaturato all’uomo. Si potrà pensare qualcosa di

diverso quando si penserà di fare dei piani, ad esempio in agricoltura fare una riorganizzazione, fare

dei piani in cui vedere ciò che serve, vedere le disponibilità qui, se non ci sono chiamiamo.

F.: Però così releghi l'immigrato sempre in certe posizioni sociali, le più scomode...

Op. 3: Ma questo è per un discorso di correttezza degli ingressi delle persone. Faccio l'esempio dei

lavoratori stagionali: si sa che ci sono dei lavori stagionali che nessuno vuol fare, allora chi vuole

può farlo in maniera corretta. E questo è un discorso. Però quello che dicevamo prima, delle

migrazioni di chi scappa che ha bisogno, quello ci sarà sempre. Le guerre, per come vedo che vanno

oggi le cose nel mondo, non penso che ci saranno molti spazi perché cessino dall'oggi al domani.

Ho letto recentemente un libro di Gino Strada che mi ha aperto la mente: se il genere umano è

quello che anziché cercare di risolvere i problemi in maniera corretta, con il dialogo, la discussione,

la cooperazione, fa delle azioni tali per cui è l'unico animale che si autodistrugge, non penso ci

siano spazi per fare cose particolarmente esaltanti. Però questo bisogno c'è sempre, e questa

esigenza anche dei Paesi sviluppati anche. Poi ci sarebbero altre 100 cose da tener in conto: che i

modelli di sviluppo non sono sempre corretti, per cui se non cambiamo...Però rimanendo sul nostro

tema, io non è che dico che li chiamo perché ne ho bisogno in quel settore: c'è anche questa

possibilità, l'altro discorso è quello del percorso che loro stanno facendo adesso, che è del tutto

irregolare, perché anche il migliore degli immigrati che arriva in questo momento, 90 su 100

arrivano in maniera irregolare, salvo poi regolarizzarsi. Allora trovare una soluzione a questo

problema si può fare solo in ambito non italiano, perché non ci sono le condizioni politiche. Ci

vorrebbe una legislazione più aperta, flessibile, che faccia incontrare una potenziale domanda con

un'offerta.

F.: Quanto questo assetto politico e sociale incide sulla salute dei migranti?

Op. 3: Tantissimo, in una maniera....Io non sono un medico, per cui posso vedere solo da certi

comportamenti, da certi atteggiamenti, però secondo questa situazione di incertezza è uno degli

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elementi scatenanti dei problemi di salute, perché molte delle persone che arrivano qua sono sane,

sono persone che di per sé hanno già subito una selezione fortissima, già per il percorso che hanno

dovuto fare per arrivare si sono selezionati, quindi se arrivano qui e si ammalano...Si certo, ci sono

condizioni di vita disagiate, la scarsità di cibo, le malattie da depauperamento, la scarsa igiene, però

una componente psicologica legata all'ansia che la loro situazione crea, questo sicuramente. Tieni

conto che poi c'è da mettere in relazione l'ansia che un soggetto può sviluppare qui da noi rispetto

ad una sua cultura, ad una sua educazione precedente. Mi riferisco ad esempio ai Paesi dell'Est,

dove ci saranno stati tanti difetti, però c'era uno stile di vita che era in qualche maniera preordinato:

la scuola, il lavoro. Poi improvvisamente tutto questo viene a mancare, mentre prima una persona

quando nasceva il suo bel percorsino ce l'aveva bello chiaro e tranquillo, se voleva studiare o

lavorare, sapeva già la sua vita come sarebbe finita. Qui tutte queste certezze le perde

completamente e per di più non ha riferimenti, ha perso i riferimenti con la famiglia di origine, non

sa nemmeno districarsi dal punto di vista economico nel nostro ordinamento, nei nostri uffici,

quindi ha questa sensazione di spaesamento totale e questo influisce tantissimo sulla malattia. Ma

poi ci sono anche certe condizioni lavorative, certi turni di lavoro pesanti, magari una badante che

fino al giorno prima faceva l'ingegnere viene qui a fare la badante e magari gli capita la signora di

70 - 80 anni con scarsa mobilità da muovere. Allora questa avrà dei traumi fisici sicuramente, ma

anche dal punto di vista psicologico farà un raffronto tra la sua situazione attuale e quella che era la

sua vita precedente. Un altro discorso è poi quello di non avere visibilità come persona, anche

questo ti fa ammalare: il fatto di sentire di non essere nessuno: se dovessi sentirmi male, se dovessi

morire, nessuno si accorge che esisto, perché non ho titolo ad esistere in questo momento.

F.: Da quello che hai potuto vedere tu dalla tua esperienza loro come vedono il servizio che offre

Sokos?

Op. 3: Io vedo molta riconoscenza: è il sostantivo che mi sento di usare. Molti davvero,

estremamente riconoscenti nei nostri confronti perché comunque a volte anche solo il fatto di

ascoltarli li aiuta, perché probabilmente non ci rendiamo nemmeno bene conto di quello che

succede nelle famiglie: una forma di schiavitù c'è anche nelle famiglie, non solo nei campi a

raccogliere i pomodori. Ad esempio il lavoro della badante, forse solo chi lo fa si rende conto di

quanto sia pesante dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico, dover rispondere alle

esigenze dell'altro senza mai parlare delle tue esigenze. Per cui ci sono quei casi in cui si delega

tutto alla badante e se ti dice che sta male e deve andare dal medico, quello non è previsto dalla

mentalità di chi ha messo quella persona lì perché non deve tornare indietro un problema, ma

devono essere risolti tutti i problemi. Te lo dico per cognizione di causa perché io ogni mese vado

giù 4 giorni a sostituire la badante. Loro sono considerate delle braccia, braccia che lavorano.

F.: Pensi sia esaustivo quello che offre Sokos?

Op. 3: No, ma qui entriamo in mare magnum perché potremmo fare tanto di meglio e tanto di più, è

chiaro, però noi siamo una gocciolina nel mare, poi con le persone che siamo in questo momento

facciamo quello che possiamo. Purtroppo è così, è brutto dirlo perché le esigenze sarebbero ben

altre: sarebbero di dare a queste persone la possibilità di essere assistite da un medico di base

normale come facciamo per i cittadini italiani e gli stranieri con permesso di soggiorno. Ad esempio

a Cesena è stata fatta un'iniziativa valida secondo me, assimilandoli in una certa maniera a tutti gli

altri. E quello è un riconoscimento. Mi rendo conto che lì i numeri ci sono e l'ASL lo può fare,

invece se l'ASL ha i suoi problemi di badget , dove andiamo sui numeri grandi...Noi facciamo

quello che possiamo ma non è esaustivo, anche tu venendo qua ti sarai resa conto che le esigenze

sono diverse. Qui si dice che rispettano i diritti essenziali e indifferibili, che sarebbero le condizioni

proprio più urgenti.

F.: Qual è il rapporto del Sokos con l'ASL?

Op. 3: Per come l'ho visto io che, ripeto, sono qui da poco tempo e non vorrei dire cose magari

avverto ma che non siano vere, è che l'ASL a parte la convenzione che ha con noi, ci ignora

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tranquillamente, serenamente: sa che esistiamo, sa il lavoro che facciamo perché relazioniamo a

loro. Loro lo sanno che facciamo un lavoro che dovrebbe essere di loro competenza, però siamo in

qualche maniera ignorati, quando c'è qualche problema siamo quelli che poniamo problemi.

F.: Vi pongono dei limiti o ci sono dei limiti alla vostra attività?

Op. 3: No, a parte il rispetto dei vincoli stipulati per convenzione no. Per quanto riguarda la nostra

organizzazione non entra per niente l'azienda sanitaria. Al di là delle questioni economiche non

entra nelle scelte.

F.: All'interno dell'associazione come sono invece i rapporti tra i soci?

Op. 3: Penso che il clima sia sostanzialmente buono, il discorso è che poi c'è un gruppo non molto

grande che si carica sulle spalle l'associazione e un gruppo un po' più grande che magari che fa solo

attività e poi altri che sono solo iscritti in modo formale. Fortunatamente mi sembra che ci siano dei

giovani entrati adesso che concepiscano il volontariato nel modo giusto, giusto secondo la mia

concezione, cioè di impegno, di cosa seria che va fatta. Però il problema delle associazioni di

volontariato è che trovi o persone giovanissime o persone in età di pensione, perché sfugge in

genere tutta la fascia di popolazione attiva. E' evidente che ognuno hai suoi problemi, i suoi tempi

di organizzazione, famiglia e tempo libero. A maggior ragione quando parliamo di medici perché

soprattutto i medici giovani che sono in specializzazione sono soggetti a pressioni di tipo lavorativo

pazzesche, quindi un trentenne che ti viene una volta al mese devi ringraziarlo.

F.: Il rapporto con i pazienti?

Op. 3: Io vedo che noi che facciamo l'accoglienza, almeno io sento, che dovremmo avere qualche

strumento in più. Non possiamo recitare le cose che abbiamo imparato per compilare una cartella

clinica: da quanto tempo sei in Italia, quanto hai studiato, ecc...Tutto questo dovrebbe, a mio modo

di vedere le cose, uscire fuori da un dialogo, quindi anche prendersi dei tempi diversi, ma questo

non è sempre possibile. Dovrebbe essere una conoscenza in cui io capisco chi sei te, ma tu capisci

anche chi sono io.

F.: Ci sono difficoltà di comunicazione, di interazione?

Op. 3: Ma...di grossissime no. A me personalmente sono capitati pochi casi, o perché con le

ragazze che sono qui si riesce a parlare francese, inglese. Mi è capitato una volta il caso di un cinese

che è stato terribile, però in qualche maniera riusciamo a capirci, anche attraverso il vocabolario dei

gesti. Sono stati rarissimi i casi, però ci sono anche questi, quindi magari avere qualche strumento

in più, anche il discorso che stiamo portando avanti della mediazione culturale potrebbe essere un

aiuto. Però penso che non sia il problema essenziale, perché l'hai visto anche tu, in percentuale

saranno pochissimi quelli che non riescono ad esprimersi, in genere si sforzano in tutte le maniere.

Magari a volte mi colpevolizzo perché mi sforzo meno io e, pur sapendo il francese, ho dei blocchi

pazzeschi a parlarlo, però lo saprei abbastanza bene il francese e non è corretto perché dovremmo

sforzarci anche noi come loro.

F.: Noti difficoltà di tipo culturale?

Op. 3: Mi è capitato. Rare volte, però mi è capitato con certe...non so come chiamarle, con certe

nazionalità, con certe provenienze, soprattutto Pakistan, SriLanka...rari casi, però sono capitati. Io

con gli altri sinceramente non mi accorgo di grandi differenze culturali o perché è poco il tempo che

utilizziamo qui, oppure perché di fatto quando poi hai dei problemi tendi a parlare di quelli, non è

che viene in evidenza. Però in questi casi che ti ho detto mi è capitato proprio di vedere dei

comportamenti che mi hanno fatto pensare a una cultura soprattutto diversa che mi ha dato molto

fastidio. Ma mi ha dato molto fastidio perché secondo me sottendevano degli atteggiamenti

oppressivi nei confronti delle donne, e li ho notati, però altre cose sinceramente no.

F.: Questo non ha portato difficoltà poi nel servizio?

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Op. 3: No, perché poi alla fine quello che devi fare lo fai. Magari speri che non ti capiti più questa

cosa perché magari potresti anche rispondere male, cosa che non puoi fare perché comunque quella

persona ha un bisogno. Ci sarebbe bisogno di contatti più lunghi nel tempo per fare magari uno

scambio e capire cosa c'è dietro certi atteggiamenti. Potrebbe essere che certi atteggiamenti che io

ho interpretato come comportamenti oppressivi nei confronti della donna, invece sottendessero

invece uno spirito di protezione...Ma non lo so, non lo saprò mai, perché qui purtroppo il tempo è

limitato soprattutto in certe giornate e ci rifletti magari dopo sulle cose che sono capitate, ma

abbiamo delle volte dei ritmi che non sono nemmeno tanto corretti perché quello è un momento

essenziale: tu sei in quel momento la cartina di tornasole di quello che sta succedendo, per cui se dai

positività la prende da te così come la negatività

F.: Come vedi il futuro di Sokos?

Op. 3: Il futuro di Sokos, come dice sempre anche il Presidente dovrebbe essere al sua fine, perché

fosse un bel futuro, perché vorrebbe dire che non c'è bisogno perché il problema è stato risolto nella

maniera corretta. Per come sto vedendo le cose se Sokos non muore perché non ha più soldi, avrà

un futuro lungo purtroppo, te lo dico proprio a malincuore. Dico purtroppo perché vuol dire che i

problemi anziché risolversi si incancreniscono. Il nostro obiettivo è che di Sokos non ci sia più

bisogno.

F.: Qual è il percorso perché ci sia questo?

Op. 3: Il percorso è che bisogna che ci rimbocchiamo le maniche, soprattutto quelli della vostra

generazione, perché la nostra penso che abbia fallito da questo punto di vista, e ricominciare a

mettere al centro dei problemi le persone. Non c'è alternativa, la democrazia è questa.

F.: Grazie

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ISTITUZIONI

Intervista 29. Svolta nel novembre 2008.

Resp. 1: Responsabile del Servizio di Integrazione Interculturale del Comune di Bologna

F.:L'Emilia Romagna è una delle regioni a più alta concentrazione di immigrati, Bologna in

particolar modo più delle altre province e comuni. Quali sono le problematiche che emergono nel

processo di integrazione della popolazione immigrata qui a Bologna riscontrata nell'attività che voi

svolgete?

Resp. 1: Il nostro lavoro è prevalentemente un lavoro, un po' come sono impostati tutti i servizi

sull'immigrazione in Italia, è un lavoro su accoglienza e integrazione della popolazione immigrata.

Per cui lavoriamo su questi due macro filoni, che vogliono dire tante cose, che possiamo andare a

declinare per tipologia di servizi. Questo per quanto riguarda gli interventi specialistici

sull'immigrazione. Poi il fenomeno che abbiamo riscontrato in questi anni è l'aumento notevole

della popolazione immigrata tra gli utenti di tutti i servizi, per cui anche per quanto riguarda

l'organizzazione dei servizi sociali, abbiamo un servizio di integrazione interculturale che sviluppa

interventi specialistici sulla popolazione immigrata, quali ad esempio i centri di accoglienza,

l'assistenza per le pratiche di soggiorno, un accompagnamento di integrazione sociale ecc...In più

abbiamo la presenza di una popolazione immigrata con problematiche anche differenti rispetto alla

popolazione autoctona all'interno dei servizi ai minori, del servizio adulti. Non ancora abbiamo

servizi agli anziani, ma ci stiamo avvicinando anche lì. Per cui il tema immigrazione/servizi sociali

è sempre più trasversale e quindi cambia anche l'approccio dei sevizi, quanto meno li arricchisce

anche...Poi...quali sono gli aspetti salienti del nostro lavoro?E' difficile rispondere perché lavoriamo

un po' su tutto, rispondendo come servizi sociali. Diciamo che la differenza che c'è, si potrebbe dire

anche con una definizione un pò generale, tra servizio specialistico per l'immigrazione e un servizio

minori, adulti, rivolto alla popolazione immigrata è che si tratta di un lavoro più sugli aspetti

inerenti le fatiche, il disagio, gli ostacoli collegati al percorso migratorio, intendendo tutto quello

che può discendere dall'essere un cittadino straniero, ma anche dall'aver compiuto uno spostamento

consistente nella propria vita, dall' avere legami familiari transnazionali, da impedire quindi il

proprio futuro sia qui che nel paese d'origine, dall'aver avuto anche una serie di traumi legati a

questo spostamento e di viverli continuamente. E' chiaro poi che dal punto di vista delle richieste

che arrivano e che i servizi provano a dare, sono risposte ancora molto di base, perché ci sono

problemi vitali che spesso la popolazione immigrata fatica a risolvere da sola. In primis tutta la

questione legata ai permessi di soggiorno e alla loro possibilità di stare qui in modo regolare.

Quindi anche come si accede ai servizi, con quale permesso di soggiorno ecc...Questa continua ad

essere una richiesta fortissima perché le difficoltà che ci sono, sono enormi.

F.: Sono difficoltà legate alla burocrazia italiana?

Resp. 1: Principalmente si. E sono legati a due fenomeni: la burocrazia italiana e a monte a

difficoltà/ impossibilità di governare i flussi migratori. Nel senso che...a parte l'ipocrisia di questa

modalità di governo dei flussi migratori, nel senso che noi abbiamo una legge che in teoria

stabilisce delle quote d'ingresso, ma che prevede un meccanismo... come dire...che descrive una

situazione che non esiste nella realtà, cioè quella della chiamata nominativa dall'estero. Come se un

datore di lavoro chiamasse qualcuno dall'estero senza sapere chi è. Questo è quello che appare

leggendo la norma, poi sappiamo che la norma si applica come forma di sanatoria: cioè ogni anno

viene fatta una quota non di persone che vengono dall'estero, ma di regolarizzazione delle persone

presenti, oppure di ingressi dall'estero si, ma di parenti e amici di persone già presenti. Così

funziona il governo dell'immigrazione in Italia. Questo vuol dire che il primo accesso è quasi

sempre, tranne che per amici e parenti, è quasi sempre irregolare. Se poi pensiamo anche agli amici

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e ai parenti come persone a cui è stata aperta la strada da parte di altri che sono venuti

irregolarmente, la catena migratoria parte con l'entrata irregolare in Italia. E non c'è niente da fare, è

così storicamente, è così e continua ad essere così nonostante quello che ci raccontano. Per cui tutta

la condanna dell'irregolarità è comprensibile dal punto di vista della, come dire, necessità di

contenere il fenomeno, no? Ma non corrisponde alla realtà. Cioè non si può dire vogliamo i regolari,

non vogliamo gli irregolari, perché quelli regolari sono irregolari che si sono regolarizzati. Quindi,

non a caso, è una storia che non è descritta propriamente in questo momento.

F.: Quindi parliamo di una irregolarità come condizione di base, di partenza del processo

migratorio.

Resp. 1: Si, se non di ogni singolo immigrato, sicuramente della catena familiare o relazionale che

l'ha portato qui. Per cui alla base, a fondamento della presenza di un lavoratore straniero o di un

immigrato anche regolare, c'è sicuramente una condizione di irregolarità che gli ha aperto la strada.

F.: Bologna come integra lavorativamente gli stranieri. O meglio, c'è richiesta di manodopera

straniera nel mercato del lavoro locale?

Resp. 1: Il fattore economico è il fattore principale rispetto ai movimenti verso Bologna e verso

l'Italia di flussi migratori di una certa consistenza come sono quelli attuali. Quindi anche tutta quella

serie di servizi che si vogliono predisporre per l'inserimento lavorativo degli immigrati sono dei

servizi che andrebbero ben compresi, perché non c'è alcun bisogno di avere un aiuto all'integrazione

lavorativa degli immigrati, inteso come intervento lavorativo di base, perché è il motivo per cui

vengono. Per cui siamo assolutamente in una situazione di eccesso opposto: cioè abbiamo una

fortissima offerta di lavori super sfruttati, magari anche in nero. Allora tutto il tema, per esempio,

dei servizi che lavorano per l'inserimento lavorativo degli immigrati, lavorano su progetti specifici

che mirano ad altro: uscita dal lavoro nero verso condizioni di lavoro regolare, soprattutto l'aumento

della professionalità dell'immigrato per svolgere mansioni a livello sempre più elevato, e quindi

meno sfruttate, e un inserimento lavorativo anche delle donne che stanno all'interno di nuclei

familiari, le quali invece spesso vivono in condizioni di isolamento e ,tra virgolette, di segregazione

sociale perché magari i bambini vanno a scuola, il marito va a lavorare, loro sono isolate, non

parlano l'italiano, quindi rimangono in una situazione di isolamento. A questo tipo di intervento va

mirato l'aiuto, il supporto per l'integrazione lavorativa degli immigrati. Senza scordare che alla base

ci sta proprio la questione del lavoro. Questo è evidente, è evidente per tutti, perché? Ma perché la

differenza economica tra quello che si guadagna qui e il costo della vita nel paese d'origine è

enorme. E' enorme.

F.: Quello che mi chiedevo io è che fondamento ci sia nell'idea di senso comune del numero degli

immigrati come esubero anche rispetto a quella che sarebbe l'offerta di lavoro. E quanto in realtà sia

l'economia locale a domandare un determinato tipo di manovalanza e di manodopera a basso costo,

alimentando il mercato nero e l'irregolarità stessa degli immigrati.

Resp. 1: Questo è assolutamente così. E' assolutamente così un po' dappertutto in Italia, a Bologna

lo è in maniera particolarmente evidente perché il tasso di occupazione è altissimo. Siamo una delle

città, una delle regioni in Italia con il maggior numero di persone impiegate con un'occupazione

stabile. E' chiaro che non si pone un problemi di esuberi rispetto al mercato del lavoro. Non

abbiamo disoccupati per la strada. Non è una situazione come quella di Napoli, per capire. Quindi è

chiaro che da questo punto di vista si sente di meno la concorrenza sul lavoro tra immigrati e... si

sente meno nel senso che nessuno resta escluso ecco, mentre invece è chiaro che è sensibile la

divisione dei livelli lavorativi su base etnica anche. Quindi è chiaro che gli immigrati fanno i lavori

più bassi e quindi sono meno tutelati e più esposti a rischi, per esempio anche di salute nel mondo

del lavoro.

F.: Voi riuscite ad avere dei dati sull'immigrazione irregolare?

Resp. 1: Secondo me non ci sono dati, forse gli unici che potrebbero avere dei dati veri sulla

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presenza degli irregolari sono quelli che con gli immigrati lavorano, perché possono lavorare. E

secondo la norma ci sono due attività fondamentalmente che si possono svolgere a favore della

popolazione non regolare: uno è il diritto alla salute e l'altro è il diritto all'istruzione per i minori in

età d' obbligo scolastico. E' chiaro che i minori in età d' obbligo scolastico che non sono regolari

non fanno molta statistica. Nel senso che è facile che siano inseriti in un nucleo familiare e di

conseguenza che siano regolari. E invece tutto il tema dell'accesso alle cure sanitarie per persone

senza permesso di soggiorno è un tema molto importante e credo che chi lavora su questo possa

avere dei dati sugli irregolari molto interessanti. Noi abbiamo, come servizi che hanno avuto a che

fare con la popolazione irregolare...per esempio abbiamo un'esperienza che è stata anche molto

problematica nel nostro drop in. Il drop in è un servizio dedicato ai tossicodipendenti, una sorta di

centro diurno aperto durante le ore del giorno in cui utenti tossicodipendenti, ma anche persone

senza fissa dimora possono accedere ad una serie di servizi senza che necessariamente venga

imposto loro di aderire ad un progetto assistenziale o ad un progetto educativo. Quindi diciamo,

senza un controllo o un intento di programmare il percorso di queste persone, ma semplicemente

come un luogo di riparo, dove si offrono delle cose da fare a queste persone, che le persone

decidono liberamene di fare o no. E dove si pratica un aggancio: cioè ci sono operatori sociali che

creano un contatto con le persone che frequentano questo drop in, in modo poi da poter. come

dire...essere presenti in una relazione d'aiuto all'occasione richiesta dalla persona insomma, e quindi

fornire anche orientamento rispetto alle opportunità anche sanitarie, o opportunità di assistenza

sanitarie che esistono oggi. Questo è il drop in. Questo drop in è stato ad un certo punto

frequentatissimo da popolazione straniera anche senza permesso di soggiorno. Parliamo di persone

tossicodipendenti, che poi a loro volta sono persone dedite allo spaccio, insomma quindi abbiamo

avuto esperienze di questo tipo, anche con delle ricadute in termini di sicurezza. Per questo motivo

ad un certo punto è stato anche chiuso questo drop in. Questo per dire che questo è l'unico spazio,

insieme ai servizi di strada, le unità di strada , sono servizi che, come dire, impattano con la

popolazione irregolare. Un po' i dormitori, ma soprattutto nella fase invernale, con l'emergenza

freddo. Le persone che dormono per strada vengono anche accompagnate ai dormitori, ma con la

possibilità, se non sono regolari, di restare solo una notte, insomma il tempo di coprire l'emergenza.

Poi abbiamo avuto esperienza con la popolazione, con parti, con gruppi di immigrati che non

avevano i documenti nel periodo delle occupazioni degli insediamenti abusivi dei Rom lungo il

Reno o delle occupazioni che sempre i gruppi Rom avevano fatto in altre strutture. Lì si sono fatti

degli interventi, anche lì, in emergenza. Un po'...come dire...cercando di utilizzare le scappatoie, di

utilizzare...come dire...un un'interpretazione abbastanza estensiva della norma, no? Quindi ci

consentiva anche di dire “beh stiamo facendo un intervento, tra virgolette, umanitario perché sono

gruppi consistenti di persone che stanno rischiando, ad esempio durante l'esondazione del fiume

Reno, insomma stanno rischiando la vita...noi li spostiamo da questo luogo, però dobbiamo creargli

un rifugio”. Ecco sono interventi si, che nascono per l'emergenza contingente, ma una volta che si

crea un centro di accoglienza ci mettiamo dentro 100 persone, famiglie, anche se non hanno

documenti, è chiaro che non è che il giorno dopo li metti per strada. Per cui lì è stato fatto tutto un

percorso di regolarizzazione, consentito anche dal fatto che questi erano rumeni, per cui si andava

verso l'entrata della Romania in Europa, ed è stato fatto un percorso di regolarizzazione per queste

persone. Ma l'approccio, ecco, il primo aggancio è stato fatto nella fase in cui non avevano

documenti. Abbiamo anche un pronto intervento sociale che interviene appunto in situazioni di

emergenza, segnalate dalle forze dell'ordine principalmente, e in quel caso l'educatore, l'assistente

sociale vanno in quel luogo che viene segnalato dagli agenti perché ci sono persone per esempio di

fatto in difficoltà, che hanno bisogno di un intervento immediato e lavorano con chi hanno davanti,

per cui spessissimo questi interventi di pronto intervento sociale, sono stati fatti anche per persone

senza documenti. Di nuovo, anche qui moltissimi Rom insediati in modo non regolare.

F.: Quindi gli immigrati irregolari entrano nei vostri interventi per via trasversale, non attraverso

interventi diretti...

Resp. 1: Diciamo che entrano o in una fase di emergenza, che deve essere limitata all'emergenza

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oppure entrano in contatto con i servizi di bassa soglia. Per servizi di bassa soglia intendiamo

servizi che lavorano o direttamente in strada o in luoghi ed edifici del comune, però aperti a tutti e

senza una presa in carico, senza che venga stipulato o fatto un programma educativo o assistenziale

per la persona.

F.: Perché la presa in carico a livello di servizi sociali non è consentita...per cui sembra che si

debbano sperimentare quasi degli escamotage per riuscire a sanare alcune situazioni.

Resp. 1:No no, no no. No, purtroppo no. Nel senso che se noi riuscissimo a trovare degli

escamotage per occuparci anche di persone non regolari, senza violare la norma, lo faremmo

volentieri. Ma questo non è possibile, per cui quello che succede è che il contatto che noi abbiamo

con la popolazione irregolare, episodico o in situazione d'emergenza o in situazioni particolari di

bassa soglia, poi non si può tradurre in un intervento vero e proprio da parte del comune. Nel senso

che non riusciamo a sviluppare dei servizi di assistenza e neanche un servizio che possa essere per

loro più di sostegno rispetto alle difficoltà. Per cui su questo siamo in grande difficoltà. Non è che

troviamo la strada tanto facile per riuscire a far venire fuori queste persone.

F.: La mancanza di un sostegno da parte dei servizi sociali non va anche a determinare quella che è

la criticità dello stato di salute e di malattia degli immigrati, secondo lei? Non si raggiunge perfino

un paradosso per cui si da accesso, anche lì limitatamente all'assistenza sanitaria, quando un

intervento magari a monte a livello di servizi sociali potrebbe in realtà garantire uno stato che

potrebbe influire positivamente sulla salute?

Resp. 1: Questo è evidente. Qui bisognerebbe fare una specifica tra chi è irregolare, o chi è in una

condizione di irregolarità temporanea. Noi per esempio, e questa è una cosa che va specificata,

abbiamo a che fare moltissimo con i richiedenti asilo. I richiedenti asilo, sono persone che si

presentano da noi nonostante entrate da noi in maniera irregolare. Si presentano ai nostri sportelli e

chiedono asilo. Nel momento in cui esprimono l'intenzione di chiedere asilo non sono già più

irregolari per la norma, però va formalizzata la richiesta, perché non basta dirlo. Quindi tutta una

serie di interventi che si fanno a quel punto sono un po' a cavallo tra interventi a favore di persone

irregolari e no. Nel senso che noi facciamo accoglienza, li mettiamo a dormire, gli diamo da

mangiare, li portiamo in questura, gli aiutiamo con la lingua, gli aiutiamo su tutto. Sapendo bene

che abbiamo a che fare con persone che non hanno in mano alcun documento. Per cui fare un invio

in una struttura d'accoglienza di una persona che non possiede nessun documento in mano, è un tipo

di attività che si regge su un patto con le istituzioni, no? Sappiamo che la persona non può

dimostrare di essere regolarmente qui, ma l'intenzione di chiedere asilo è in procedura alla questura.

Però è chiaro da un altro punto di vista, che non possedendo il documento, finché interveniamo noi

riusciamo ad aprirgli qualche strada, ma non tutti i servizi gli sono consentiti. L'esempio classico è

l'assistenza sanitaria. Allora un richiedente asilo che è venuto allo sportello del comune per dire

aiutatemi a chiedere asilo, lo sportello del comune ha comunicato alla questura la sua presenza, ha

preso un appuntamento, lui va in questura, deve fare i documenti...prima di avere un permesso di

soggiorno in mano passano almeno tre mesi. Se non hai documenti non puoi fare l'iscrizione al SSN

e quindi non puoi avere...

F.: Si, però le cure d'urgenza con il tesserino STP si.

Resp. 1: Esatto, allora, però non puoi...non hai l'assicurazione. Per cui cosa succede...che in questi

tre mesi tu sei coperto dal STP, ma essere coperto dal STP, vuol dire essere irregolare. Quindi sei

paragonato, sei equiparato alla popolazione immigrata che non ha i documenti. Qui le situazioni di

irregolarità o semi-regolarità o condizioni analoghe a quelle di irregolarità ne abbiamo tantissime e

le trattiamo anche noi, però il grosso della popolazione irregolare è chiaro che non ha accesso ai

servizi. Allora il fatto che non abbia accesso ai servizi, così come il fatto che non abbia accesso ad

un lavoro...sono tutte situazioni che sicuramente evidentemente incidono sullo stato di salute e ne

peggiorano la condizione.

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F.: Il paradosso è che ufficialmente non si possano effettuare degli interventi da parte dei servizi

sociali a livello continuativo. Si offre quindi il servizio sociale all'immigrato regolare, che già

semplicemente perché ha i documenti è avvantaggiato a livello di integrazione e di accesso ai

servizi e non a quella parte di popolazione irregolare che si trova in parte in questa condizione,

anche per tutto il discorso che abbiamo fatto prima di una mancanza di regolazione che sia adatta

alla situazione attuale. Per cui sembra che in realtà si agisca in modo quasi contraddittorio.

Resp. 1: Si...sono d'accordo su questa forma di paradosso, diciamo così. Non è dei servizi sociali,

questo ci tengo a specificarlo. E' del sistema (la responsabilità)che è in questa situazione qui. Le

faccio l'esempio criminalità: allora si dice i carceri sono pieni di stranieri. Si dice gli immigrati

delinquono di più degli italiani. E di questo i giornali danno l'idea ogni volta che commentano un

crimine...di albanesi dicono che sono stati gli albanesi, se lo commette un italiano non si dice che

era italiano no? Ma si dice che il signor X ha fatto questo. Per cui è evidente che c'è una tendenza ,

come dire, a proiettare sulla popolazione immigrata l'idea che siano delinquenti ecc... I dati ci

dicono due cose: che tra la popolazione immigrata irregolare la percentuale di persone che

commettono crimini è molto alta. E a me verrebbe da dire: certo, grazie anche al fatto che sono

irregolari, per cui se sei irregolare non puoi lavorare regolarmente, non puoi accedere ai servizi e

quindi sei più portato a procurarti da vivere in modo irregolare e a commettere reati. Tra la

popolazione immigrata regolare la percentuale di reati è del tutto analoga, equivalente a quella del

resto della popolazione. Quindi non c'è nessuna emergenza reale. Questo in rapporto a quello che

diceva lei prima, no? Però , ecco non è un problema di assistenti sociali. E' un problema di tutto il

sistema perché il fatto di non avere accesso ad un lavoro, quindi di non avere accesso all'assistenza

sociale, sono entrambi fattori che incidono sullo stato di salute. Quindi la deduzione potrebbe essere

che l'inclusione sociale aumenta il livello di benessere, e quindi previene l'insorgere di

patologie...su questo sono d'accordissimo.

F.: Ecco io volevo sapere se a livello di servizi sociali si percepiva questa sorta di impotenza di

fronte al sistema attuale.

Resp. 1: Noi percepiamo la differenza, noi percepiamo la grande differenza, sicuramente anche un

po' di impotenza rispetto a certi tipi di interventi che si potrebbero fare, questo sicuramente. Per

esempio il ricovero notturno ai senza fissa dimora che non hanno il permesso di soggiorno è un

grosso problema. Nel senso che non si riesce a praticare come si potrebbe, come vorremmo, quindi

magari chiediamo l'aiuto di associazioni che lo possono fare al posto nostro, no? Che sono sempre

un po' più...come dire, non essendo un'istituzione sono più libere di agire anche.

F.: Viene delegato molto al volontariato?

Resp. 1: Questa parte si, sulla parte dell'intervento a favore delle persone irregolari si. Poi io voglio

anche capire quanto il volontariato faccia a parte sull'assistenza sanitaria, su cui mi è molto

evidente. Per esempio il ruolo di Sokos è evidente e decisivo su questa parte ed è un intervento che

io apprezzo tantissimo, che credo tutti a Bologna apprezzino tantissimo, tutti quelli che lavorano per

gli immigrati. Nel senso che per noi è decisivo che esistano questo tipo di interventi.

F.: Però in realtà è molto dibattuta l'esistenza stessa di un servizio come quello di Sokos, dove

l'assistenza di base è demandata tutta al volontariato, con tutte le difficoltà che porta

un'organizzazione di tipo volontario rispetto anche al numero degli utenti; dove il risultato anziché

essere di integrazione sembra vedere il mantenimento di una certa discriminazione: si offre un

servizio mirato agli immigrati che sono si irregolari, ma che hanno diritto, con il tesserino STP, ad

un'assistenza sanitaria seppur limitata alle cure urgenti ed essenziali, preventive ecc. Di fatto il

Sokos va a supplire in molti ambiti a ciò che altrimenti dovrebbe essere gestito dall'ASL. Non

emerge come problema?

Resp. 1: Questo emerge chiaramente come problema, però stiamo sempre ragionando su sul tema

di un intervento di confine rispetto alla norma. Non è un tema che investe direttamente i servizi

sociali il quesito che mi sta ponendo, investe più i rapporti tra Sokos e l'ASL, quindi il resto dei

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servizi sanitari. Però ecco immagino che ci sia un problema...due ordini di problemi: uno della

legittimità dell'ASL a fare un certo tipo di interventi sanitari. Magari Sokos ha meno, certo anche

Sokos deve rimanere all'interno di un range di interventi possibile, è chiaro che lo può interpretare

in modo più estensivo, di quanto l'interpreti l'Azienda. Il secondo tema è che i Pronto Soccorso

delle città sono presi d'assalto dalla popolazione immigrata, sono il luogo di riferimento della

popolazione immigrata così come di tanti altri senza fissa dimora...cioè: all'interno di un Pronto

Soccorso ospedaliero, soprattutto nelle ore notturne, si verificano una serie di presenze che spesso

vanno al di là dell'emergenza sanitaria e dell'urgenza sanitaria strettamente intesa. Sono interventi

però che potrebbero essere svolti anche da un medico di base o da un centro d'ascolto, perché hanno

anche semplicemente voglia di socializzare...(ci sono articoli interessanti su questo)...Che però

vanno ad utilizzare un luogo che, essendo specificamente un luogo delle emergenze, accoglie tutti,

quindi anche gli irregolari nel Pronto Soccorso, ma anche per problemi che non sono emergenze.

Allora è chiaro che questo è un modo strumentale, dal punto di vista dell'Azienda, e per utilizzare e

per accedere alle cure mediche. Per cui io avrei diritto in quanto irregolare solo a interventi di

emergenza, ma poiché ho bisogni di salute... anche altri tipi di problemi, che non sono solo le

cosiddette emergenze, uso i servizi di emergenza per farmi curare anche il resto nel Pronto

Soccorso, perché non ho alternative. Allora è chiaro che questo dal punto di vista dell' Azienda è

visto anche come uso strumentale dei servizi di emergenza...E questo porta alla nascita di tutta una

serie di problemi...Queste sono mie…io non posso parlare per conto dell'azienda sanitaria, quindi

sono mie ipotesi sulla base di quello che vedo un po' accadere. Ecco quindi credo ci sia anche

questo tema di fondo.

F.: Le ho fatto delle domande sull'Azienda sanitaria perché ho letto nei diversi programmi, anche a

livello regionale, di interventi definiti integrati tra Regione, provincia, comune, ASL, per cui

pensavo ad una collaborazione di fini e di intenti tra i diversi enti.

Resp. 1: C'è una collaborazione strettissima con l'Azienda. Certo noi siamo…anzi, diciamo che

stiamo sempre più andando verso un'organizzazione integrata dei servizi socio-sanitari, quindi

almeno programmati in comune con l'Azienda sanitaria. Su questo tema non abbiamo fatto in verità

nulla di tipo programmatico, anche se è un tema che si è variamente discusso all'interno dei tavoli

su cui si cerca di portare le questioni comuni tra amministrazione comunale e l'Azienda Sanitaria. E

questo è un argomento che è stato trattato anche recentemente in Regione quando è stata presentato

il Piano Triennale di interventi che la Legge Regionale sull'immigrazione prevede venga

predisposto. Questo documento è in bozza per ora, per cui deve essere licenziato definitivamente

dalla Regione. Però lì, come dire, si fa un po' il punto degli interventi a favore della popolazione

immigrata, indicando anche le priorità. Non c'è questo tra le priorità, però è stato un argomento

trattato anche in quella sede, quindi non più in là di tre settimane fa. C'è anche la parte di lotta alla

tratta , che ha a che fare con l'applicazione dell'articolo 18, che prevede l'uscita dalla condizione di

irregolarità delle persone che denunciano i propri sfruttatori. Ovviamente con la collaborazione

delle forze dell'ordine.

F.: Il progetto è “Oltre la strada”?

Resp. 1: Si è un progetto regionale peraltro. Ma ci sono altri temi che riguardano immigrazione e

salute, che vanno anche questo un po' di confine, a volte tra casi di persone regolari e persone

irregolari...Penso a due questioni: una sul tema della prevenzione sulle malattie infettive, in

particolare nell'accesso alle strutture sociali o comunitarie, dormitori, centri di accoglienza. Anche

qui, spesso abbiamo persone di primo arrivo a Bologna, ancora nella fase in cui stanno sistemando i

documenti ecc...che vengono da condizioni ambientali molto diverse e che quindi sono portatori di

patologie differenti, oppure esposti al rischio di incontrare malattie qui. Quindi insomma anche su

questo, stiamo lavorando con L'USL da molto tempo, cercando di capire quali potrebbero essere gli

interventi da fare rispetto a questo tipo di impatto.

F.: Svolgete interventi di collaborazione con le associazioni quali il Sokos o il Biavati?

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Resp. 1: Con il Biavati c'è una conavenzione, abbiamo addirittura due posti disponibili in una

struttura nostra per persone del Biavati .Con Sokos abbiamo avuto collaborazioni di altro tipo come

ad esempio questo decennale...va beh, insomma li abbiamo inseriti in un programma di una serie di

conferenze che facciamo noi contro il razzismo per valorizzare il lavoro che facevano, perché è

molto inerente al tema dell'anti-discriminazione. E' stata fatta a Settembre una conferenza

internazionale contro il razzismo a cui hanno partecipato la rete delle città europee, e poiché

coincideva con il decennale di Sokos, abbiamo fatto di questo decennale di Sokos un evento

satellite di questa grande conferenza sul razzismo. Questo lo abbiamo fatto perché Sokos ha aderito

al Centro anti-discriminazioni e su questo noi realizzeremo...il centro anti-discriminazione è appena

partito, ma realizzeremo una collaborazione perché il comune sarà il nodo locale che fa il

coordinamento di tutti gli sportelli anti-discriminazione. E' chiaro che tutti quelli che lavorano sul

tema irregolari, cioè assistenza, sia quelli che lavorano sul fronte del lavoro, l'avvocato di strada per

esempio, sia quelli che lavorano nell'ambito sanitario, sono interessatissimi a stare dentro il filone

dell'anti-discriminazione perché è per loro un modo intanto per vedere riconosciuto un lavoro, che è

in effetti un lavoro di anti-discriminazione, ma anche per poter essere, come dire, per poter avere

strumenti nel lavoro sugli irregolari, altrimenti non si può fare per la norma. Anche quello è un

modo per sviluppare forme di tutela, che altrimenti non sarebbero consentiti. Quindi utilizzare

l'azione di anti-discriminazione serve ed è strumentale, ed è questo l'aspetto più interessante per me

dell'anti-discriminazione. Bologna sarà il nodo di raccordo per cui sicuramente con Sokos

lavoreremo in futuro. Un'altra collaborazione che abbiamo con Sokos è relativa appunto ai

richiedenti asilo nella prima fase di arrivo a Bologna. Quando non hanno ancora un permesso di

soggiorno. In tutta questa prima fase Sokos aiuta per l'STP, per tutte le cure mediche nei primi tre

mesi che sono qui.

F.: A prescindere dalla normativa ritiene sia socialmente funzionale la presenza del volontariato, il

farsi carico del volontariato dell'assistenza a queste fasce della popolazione?

Resp. 1: E' chiaro che laddove il problema è, come dire, radicato o comunque si presenta in forma

grave e forte è chiaro che un intervento altrettanto forte sarebbe auspicabile. Che ci fossero anche le

istituzioni sarebbe auspicabile, purtroppo non si può, ecco. Non credo che sia necessariamente il

volontariato la soluzione in astratto più efficace, però è difficile anche astrarre, cioè nel senso, che

non abbiamo poi esperienze....Secondo me la cosa più interessante che possiamo fare in questo

momento è quello di lavorare sulle forme di collaborazione del volontariato, attraverso tutto quello

che la legge ci consente di utilizzare: la rete anti-discriminazione, l'emergenza...però con il

volontariato, non al di là di loro, perché è un ulteriore tassello in tutto il sistema, che può dare

qualcosa, che può fornire qualche tipo di supporto alla popolazione non regolare e cercare di

costruire dei percorsi insieme, magari passando anche per dei finanziamenti, delle risorse. Su questo

secondo me vale la pena ragionare, che però veda una collaborazione stretta e dei servizi erogati in

concordanza con il volontariato.

F.: Si può parlare a Bologna di problema sicurezza, di allarmismo tra la popolazione per la presenza

di stranieri nella città. C'è la percezione tra i cittadini di un pericolo? Quanto sussiste, quanto è

manipolato?

Resp. 1: Questa è una domanda che dovrebbe fare ai politici. Io credo che da un lato ci sia la

percezione dell'immigrato =insicurezza, nel senso che c'è appunto, anche per come viene trattata dai

mezzi di comunicazione di massa. Insomma la percezione dell'insicurezza legata all'immigrazione

c'è ed è un problema da affrontare. Credo che a volte venga utilizzato in modo strumentale,

insomma. Sembra che a volte venga amplificata rispetto a quello che potrebbe essere, credo che

forse potremmo ragionare di nuovo di sicurezza sociale, più che di sicurezza legata alla criminalità.

E questo forse potrebbe essere un modo per affrontare un tema serio, che è la percezione

dell'insicurezza, attraverso, come dire, una serie di legami, servizi, pratiche di inclusione, piuttosto

che condanna...condanna marcata di un'irregolarità commessa da un immigrato, non fa altro che

sottolineare il fatto che sia commessa da un immigrato. E' questo il tema. E' chiaro che da un lato si

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dice, se io non condanno fortemente un crimine commesso da un immigrato, l'idea è che non

intervengo a difesa di quello che la gente percepisce, che è appunto l'immigrato=reato. Dall'altro è

evidente che facendo questo tipo di gioco, non faccio altro che rafforzare la convinzione di nuovo

che l'immigrato e reato stanno insieme. Forse bisognerebbe dare un messaggio di tipo diverso

anche, oltre a quello di proteggere e di essere sicuri. Si tratta di dire che gli immigrati sono persone

che arricchiscono il contesto culturale, arricchiscono il tessuto sociale, sono persone che hanno

grande capacità di inclusione e quindi di creare loro stessi delle relazioni sane con le persone.

Questo è il tipo di messaggi che dobbiamo dare. Sono convinto che sia questo. Anche per

contrastare la percezione dell'insicurezza. Questo è quello che tutti i servizi sull'immigrazione

dicono 15 anni a questa parte. I comuni che lavorano sull'immigrazione con i loro servizi sociali e i

loro servizi educativi lo dicono da 15 anni a questa parte.

F.: Pensa che, alla luce dei vari pacchetti sicurezza, emendamenti al Testo Unico, che cercano di

rendere più critica la situazione degli immigrati, la condizione di irregolarità possa far comodo o

essere strumentalizzata politicamente? Ed anche quanto fa comodo in Italia il lavoro nero?

Resp. 1: Questo fa parte di un certo tipo di pensiero. Io da una parte sono convinto che il lavoro

irregolare faccia comodo, però fino a un certo punto. Nel senso che non sono così convinto che ci

sia un disegno per produrre irregolarità da sfruttare nelle aziende italiane ed europee in genere. Ho

letto anche ad un certo punto, delle analisi della norma, dei comportamenti giuridici in questa

direzione, no? Mirerebbero a dire che anche l'esistenza dei CPT è una dimostrazione di questo. Nel

senso che le persone vengono tenute, non rimpatriate, vengono tenute poi rilasciate dopo 25 giorni

sul territorio, in modo che possano tornare a costituire una massa di forza lavoro non regolare ci sta.

Però mi convince il giusto questa teoria, perché esiste sicuramente una fetta di persone...di irregolari

che fanno comodo alle aziende, però non è...non credo sia la priorità dell'economia italiana quella di

produrre forza lavoro irregolare...cioè credo che alla fine faccia più comodo avere persone regolari,

voglio credere questo, quanto meno. Nel senso che è chiaro che ci sono certi pezzi del sistema che

funzionano molto sullo sfruttamento del lavoro nero e quindi...però non mi pare sia la maggioranza

dell'economia che funziona su questo. Sicuramente non lo è al Nord, che è una zona dove sono più

inseriti anche lavorativamente gli stranieri. Credo che sia peggio, più funzionale ancora per

l'economia avere persone in regola che svolgono funzioni di bassa manovalanza. Questo è molto

funzionale al sistema, anziché persone in nero. Anche avere persone in nero è funzionale, però

insomma che si faccia una norma per produrlo non ci credo.

F.: Negli interventi che avete predisposto, si evince una risposta da parte degli stranieri? C'è

ricettività? O si percepisce ancora una certa distanza con le istituzioni?

Resp. 1: Se si percepisce un distacco tra immigrati e servizi sociali...Mah, direi di no, grosso modo

no. Certo, è chiaro che è insufficiente. Abbiamo tante idee di cose che potremmo fare , ma che non

facciamo perché non ci sono soldi, non ci sono le risorse ecc...perché è ovvio che non si spende sul

sociale come per altri settori. Nei comuni è un po' meno ovvio, è una spesa abbastanza consistente

quella dei comuni sul sociale, ma se guardiamo la spesa statale generale su questo, è evidente che le

spese vanno su altro. Quindi se avessimo lo stesso tipo di risorse degli altri settori, credo che

potremmo fare molto di più. Però,ecco, mi pare anche la percentuale di persone straniere che si

rivolge al servizio sociale sia sempre di più. E forse rischiamo che sia più la popolazione straniera

che quella italiana oramai, in proporzione ai residenti. Cioè che l'impatto sui servizi sociali sia più

sulla popolazione immigrata e questo per il motivo che sono quelli che più si trovano in difficoltà,

che hanno maggiori problematiche.

F.: Bene, La ringrazio.

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Intervista 30. Svolta nel novembre 2008.

Ass. 1 : Assessore alla Sanità della Provincia di Bologna.

F.: Assessore, volevo cominciare con il parlare delle politiche che la Provincia sta attuando per

favorire l'integrazione della popolazione immigrata, con un occhio di riguardo a quella che è la

salute e l'assistenza sanitaria. E mi chiedevo se all'interno di questi interventi ci sia un reale

processo di integrazione, a che punto è la realtà bolognese?

Ass. 1: Si, allora ...partirei con il dire che come in tutto il nostro Paese, anche nella provincia di

Bologna, l'immigrazione è diventata un fenomeno strutturale, cioè dico sempre io, che al di là dei

giudizi di valore che si vogliono dare, è un dato di realtà con cui fare i conti. Ed è molto importante

dire che è un fenomeno strutturale perché vuol dire che è un fenomeno da cui non si torna indietro,

può solo crescere. Ovviamente va governato. Direi che c'è una stretta cautela nel tracciare una

stretta correlazione tra la programmazione delle politiche e il livello raggiunto d'integrazione. Però

devo dire che, a nostro avviso, non solo per l'azione del pubblico, ma anche per il protagonismo

degli stessi stranieri e delle associazioni del terzo settore, che sono molto sensibili e fanno molto in

questo campo, io direi che qui in provincia di Bologna, vedo un buon livello di integrazione,

cominciano ad esserci processi di integrazione reali. Tanto è vero che mi pare di notare meno

tensione, meno conflittualità che in altre aree del Paese, proprio perché sia il concerto tra le

politiche pubbliche, le politiche più spontanee dell'associazionismo, lo stesso protagonismo degli

stranieri, ha un coordinamento fatto dal pubblico che ha cominciato a dare i primi risultati. In

particolare noi abbiamo lavorato su alcune linee: una è l'universalità dell'accesso e della fruizione ai

servizi, che è proprio una scelta dell'Emilia Romagna ed è coerente con il nostro Sistema Sanitario

Nazionale, ovviamente; poi l'aggiornamento interculturale del personale dei servizi: questa è una

delle azioni che stiamo sviluppando più fortemente nei piani provinciali per l'immigrazione che

facciamo ogni anno, ed è una delle cose che secondo noi può dare più risultati; il coinvolgimento

del terzo settore perché proprio qui il capitale sociale è molto forte; la promozione alla

partecipazione degli stessi stranieri, vedi la nostra iniziativa della realizzazione di un consiglio

provinciale degli stranieri; l'osservazione del fenomeno, che non è cosa di poco perché, come si sa,

le politiche si basano sui dati concreti, sulle cose reali, ma anche sulla comprensione del fenomeno.

E l'osservatorio dell'immigrazione che abbiamo nel Comune di Bologna è davvero uno strumento

indispensabile per poter poi impostare le politiche. Mi pare che le politiche impostate in questo

senso, tra cui un bando sull'interculturalità per le associazioni di stranieri che facciano progetti per

una maggiore e reciproca conoscenza con la realtà territoriale, che è il presupposto per poter avere

dei modelli di convivenza un po' più alti di quelli che abbiamo oggi. Tutte queste mi sembra stiano

contribuendo a favorire l'integrazione.

F.: La popolazione come viene raggiunta? Ci sono programmi informativi e feedback positivi da

parte degli stranieri?

Ass. 1: Ci sono delle difficoltà che sono ovvie perché devono rapportarsi con servizi di un Paese

diverso dal loro, con una lingua diversa. Ma è pur vero che noi stiamo facendo di tutto per

raggiungerli, qui facciamo programmazione di livello superiore che poi ricade nei distretti e nei

comuni che si occupano della messa in pratica. Ad esempio insieme ai comuni abbiamo costruito un

progetto di alfabetizzazione alla lingua italiana e ad esempio c'è una grande richiesta di

partecipazione. Sono una cinquantina di corsi sparsi su tutta la provincia a cui si calcola

parteciperanno circa 600 stranieri, di cui il 60 per cento sono donne, la parte che di solito fa più

fatica ed è emarginata. Nelle politiche per l'immigrazione, infatti, abbiamo dedicato una parte anche

alle politiche di genere perché le donne sono quelle che subiscono due volte l'emarginazione

all'interno dei processi migratori. Ma poi sono anche coloro che riescono a fare più mediazione e

sono le persone più avanti, tra virgolette, in questi processi di integrazione. Io vedo proprio un

protagonismo, come dimostra il consiglio degli stranieri, che ci permette attraverso la loro

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partecipazione e la loro azione di raggiungere molto i cittadini stranieri.

F.: Qual è invece l'azione della Provincia verso la popolazione straniera irregolare?

Ass. 1: Dall'irregolarità bisogna uscire. Noi non abbiamo competenza giuridica, quello che viene

fatto a livello locale è garantire l'accesso ai servizi a bassa soglia, quelli informativi, ma soprattutto

quelli legati ai trattamenti sanitari essenziali, che è una cosa che fa già la Regione attraverso le

ASL. Quello che noi stiamo cercando di fare è, lì dove sappiamo che ci sono queste situazioni, di

tutto per far emergere dall'irregolarità. Un esempio sono le assistenti familiari. Su questo abbiamo

sviluppato un indirizzo molto forte, ponendo come prima condizione quella di far emergere queste

persone dal lavoro nero al lavoro regolare e quindi creando l'intreccio fra domanda e offerta,

incentivando la formazione, aiutando anche i comuni a creare quelle condizioni, insieme alla

Regione, che dà un contributo alle famiglie per mettere in regola le assistenti familiari, per fare

emergere queste persone dall'irregolarità alla regolarità, non solo dal punto di vista lavorativo ma

anche come status giuridico sul territorio italiano.

F.: E' alimentata l'irregolarità dai datori di lavoro?

Ass. 1: Certo, soprattutto in alcune zone d'Italia, come basta leggere sui giornali alcune inchieste. Il

lavoro nero degli immigrati viene sfruttato in maniera totale, in alcune regioni sono i nuovi schiavi.

E' una parte dell'economia malata e criminale, ed è sicuramente funzionale per chi vuole mantenere

nell'illegalità queste persone, magari poi urlando contro l'arrivo degli stranieri. Da questo punto di

vista è soprattutto una politica nazionale che può fare molto, attraverso azioni volte a contrastare il

lavoro nero e lo sfruttamento. Sta ad uno Stato creare quelle condizioni affinché ci sia sempre meno

lavoro nero e non si sia messi nelle condizioni di dover sottostare a dei ricatti, a dei dictat o a delle

condizioni di vita che ti costringono ad accettare. Un Paese serio deve dotarsi di una seria politica

dei flussi. L'Italia ha avuto un processo migratorio molto tumultuoso, molto veloce e forse per

questo ha creato nell'opinione pubblica una certa percezione, perché ci si è trovati da un Paese in

cui c'era una scarsa presenza di immigrati, a un flusso piuttosto consistente. Però bisogna dotarsi di

una politica dei flussi, neanche va bene la posizione del facciamo entrare chiunque tanto poi si

arrangerà. Bisogna fare una politica dei flussi ma non repressiva. Ci vuole un governo

dell'immigrazione, ma non inteso in senso repressivo, ma pensando che può essere un'opportunità di

ricchezza per il proprio paese, a patto però che ci siano le condizioni perché questo lavoro sia alla

luce del sole, regolare.

F.: Si favorisce l'incontro tra domanda e offerta, ma i campi di occupazione selezionati sono sempre

di livello scarsamente qualificati.

Ass. 1: Esattamente. Questo è uno dei problemi che vanno affrontati, quello delle opportunità di

carriera. E' una questione che secondo me si risolverà con le seconde generazioni, così come è

accaduto in altri Paesi, nel senso che più si radicano qua, più questo è possibile. Anche perché

vengono molti laureati qua che oggi non sfrutti per niente per loro competenze, ma vanno ad

ingrandire la manodopera a basso costo dei settori più bassi, che qua non si vogliono più fare.

Secondo me quando si parla di opportunità che può dare l'immigrazione, significa anche che se non

la vediamo solo come un problema da limitare e da reprimere, ma ne fai una parte importante dello

sviluppo economico del tuo Paese, allora si aprono politiche diverse, in cui provare anche ad

utilizzare le competenze che vengono da altri paesi

F. : Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, gli stranieri regolari hanno diritto all'accesso alle cure,

tuttavia sembra che non ci sia una consapevolezza diffusa di questo.

Ass. 1: Si, qui stiamo facendo uno sforzo informativo molto forte. Qua in provincia la percezione

comincia ad essere piuttosto diffusa, quindi evidentemente gli sforzi che stiamo facendo con le

istituzioni cominciano a dare frutti. Qui L'ASL sta facendo molti sforzi. Qui si tratta attraverso le

associazioni, nei luoghi dove lavorano e dove vivono, di dare la più ampia diffusione dei diritti che i

regolari hanno sui servizi che offre loro il servizio sanitario. Stiamo facendo tutto un lavoro sulla

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formazione degli operatori perché attraverso loro possiamo diffondere maggiormente questa

consapevolezza dei diritti che si hanno, ma anche dei doveri rispetto alla fruizione del servizio

sanitario.

F.: Dalle mie interviste ai pazienti dell'associazione Sokos, sono emerse delle critiche al servizio

pubblico per mancanza di umanità, ma anche per il mancato rispetto di alcuni diritti. Tra

programmazione ed effettiva realizzazione dei programmi, sembra non ci sia congruenza.

Ass. 1: E' un lavoro lungo questo. La programmazione non corrisponde ad una immediata

applicazione, non sono tutti subito formati. E' importante però affermarlo e fare formazione perché

anche a questo personale medico e non, bisogna dare degli strumenti, non è così facile avere a che

fare con culture differenti. E' sciocca l'idea che sia bello e semplice la differenza, le culture diverse,

in realtà comporta fatica, comporta dotarsi di strumenti adeguati ed ecco perché vogliamo investire

nella formazione, rispetto all'accoglienza e al rapporto più in generale con i cittadini stranieri, che,

ripeto, sono di culture molto diverse, sono 149 le etnie presenti in provincia di Bologna. Bisogna

considerare che ci vuole del tempo e speriamo che nel tempo questa formazione possa dare dei

risultati, che chi è regolare e ha diritti possa essere trattato come tutti gli altri cittadini

F.: Pensa sia solo una questione di formazione? Non di ideologie?

Ass. 1: Chi è dipendente del servizio sanitario deve attenersi alle regole del sistema sanitario. I suoi

orientamenti sull'immigrazione, rimangono nella sua sfera personale. Comunque non credo. Io qui

non ho visto atteggiamenti di carattere razzista. Se ci sono certi elementi che rilevava è più per

impreparazione .

F.: Quali sono le maggiori problematiche che emergono in ambito sanitario?

Ass. 1: Sono quelle connesse alla cattiva integrazione, spesso malattie da raffreddamento, per

esempio, e quindi legate alle condizioni di vita e di lavoro. Ce ne sono molte legate alle pesanti

condizioni di lavoro, ma anche alla mancanza di conoscenza di concetti di prevenzione anche

banali. C'è una crescente attenzione che va dedicata all'educazione sanitaria in senso lato, come

alimentazione, diagnostica precoce, perché su questo magari ci sono Paesi di provenienza in cui si

fa pochissimo e sono le classiche malattie legate al fatto che non fai prevenzione. Insomma non è

che siano problematiche particolari, non c'è una problematica legata allo straniero in quanto tale.

F.: Invece per gli stranieri irregolari c'è l'accesso attraverso il tesserino STP. Come si pone l'ASL

nei confronti del supporto del volontariato? Quanto le istituzioni contano sul volontariato?

Ass. 1: Ma qui la ASL sta facendo molto sinceramente. Noi stiamo creando un sistema, per cui il

volontariato deve avere un suo ruolo, tra l'altro qui è molto forte. L'importante è che non siano

autonome e che venga creato un sistema attraverso cui le istituzioni delineano i compiti, e la ASL

questo compito lo sta svolgendo, non solo riguardo agli irregolari che va bé...sono accettati, perché

la politica dell'Emilia Romagna è stata questa attraverso il tesserino ecc...Devo dire invece che

l'ASL sta facendo invece molto come politica generale, stabilita poi attraverso il rapporto che ha

con le istituzioni nella Conferenza Sociale Sanitaria in cui noi diamo gli indirizzi alle ASL di

carattere programmatico, sta facendo molto su tutta questa tematica del rapporto con i cittadini

stranieri in termini di prevenzione. Quindi si cerca non solo di aspettare che arrivino, ma si cerca il

rapporto anche attraverso le associazioni di volontariato che in quel senso sono molto preziose

perché sono molto radicate sul territorio, ma che non vanno lasciate sole, con le quali la ASL sta

cercando di creare una politica che va dalla prevenzione fino agli aspetti di accoglienza, di

formazione del personale...Su questi temi della prevenzione legati in maniera particolare alle donne,

in gran parte per le donne straniere, in campagne promozionali, nel rapporto con il volontariato,

direi che non c'è un'azienda o un sistema sanitario che si sottrae, ma anzi cerca di essere

protagonista. Anche questo è un processo che si è messo in moto e non è facilissimo, che con i

regolari ha più facilità.

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F.: Il volontariato è inteso come supporto permanente all'attività dell'ASL o come passaggio

temporaneo in vista di una piena presa in carico della popolazione straniera irregolare?

Ass. 1: Ma secondo me il volontariato è una componente delle comunità. Oggi parliamo di welfare

community, non più di welfare state, non c'è il pubblico che è potente e che fa tutto, da un parte

perché non ci sono le risorse, dall'altra perché non ce la farebbe proprio. Storicamente in questa

città il volontariato è un partner delle istituzioni. Qui ci sono delle associazioni di volontariato che

storicamente si sono occupati di accoglienza e assistenza, di una determinata cultura, spesso legata

alla sfera cattolica. Il vero punto è che non siano di supplenza al pubblico, ma che siano appunto un

partner. Il pubblico è ovvio che debba espletare fino in fondo il suo ruolo. Nel caso degli irregolari

c'è tutto un dibattito a livello nazionale, questa è stata una scelta della Regione Emilia Romagna di

dire “Avanti”. Quindi da questo punto di vista le associazioni di volontariato io le vedo molto

positive. E' chiaro che in una realtà complessa come quella di Bologna e in presenza di molti

immigrati irregolari, queste sono le prime strutture dove essi impattano perché irregolari, ma io la

vedo positivamente, purché sia un intervento integrato con il pubblico.

F.: Qual è il peso economico?

Ass. 1: Non so le cifre esatte, ma pesa.

F.: Il volontariato può supplire anche a questo?

Ass. 1: Si, anche se poi noi abbiamo dato spesso contributi alle associazioni di volontariato per il

lavoro che svolgevano, per cui alla fine si crea un circolo...non so se dire virtuoso, per cui non è che

poi allevi tantissimo questo peso economico.

F.: C'è una condivisione di intenti sulla salute tra i diversi enti locali?

Ass. 1: Si, direi di si, ed è garantita dalla Conferenza Sociale Sanitaria. Noi appunto abbiamo

questo organismo che è il principale organismo di formazione delle politiche sociali e sanitarie della

nostra provincia. E' un'esperienza credo unica a livello nazionale, ed è lo strumento dove comuni,

ASL, provincia, definiscono le principali politiche. Questa conferenza ha inoltre dei tavoli

permanenti di confronto con il terzo settore e con le organizzazioni sindacali dall'altra. E' un'azione

di governance che cerca di integrare le azioni degli enti e di dialogare su questo vasto mondo del

terzo settore e delle parti sociali .

F.: Per quanto riguarda il problema sicurezza legato all'immigrazione, si può parlare di una tale

percezione da parte dei cittadini?

Ass. 1: Direi di si, non c'è dubbio che ci sia. C'è una percezione collettiva dell'insicurezza, che poi

magari non si basa sui dati della realtà, magari i dati della realtà sono meno allarmanti, però bisogna

fare i conti con il fatto che questa percezione c'è. E' un fenomeno che c'è un po' dappertutto, se

guardiamo l'Europa, vediamo che non è un fenomeno esclusivo italiano. Ma bisognerebbe capire da

cosa è prodotto, ma in Italia, probabilmente la tumultuosità di questo processo, il rilievo mediatico,

devo dire che anche le forze politiche troppo spesso cavalcano questo senso di insicurezza, mentre

la politica credo debba offrire soluzioni nel senso della sicurezza, non sottovalutare, non far finta

che non ci sia. La politica deve offrire la capacità di costruire politiche di convivenza. Io non vedo

altro modo che quello dell'integrazione: cioè lavorare molto e con tanti attori per far sì che ci sia

conoscenza reciproca, confronto, perché non vedo altro modo per abbattere pregiudizi e ricacciare

indietro le paure. E' molto la quotidianità, il mescolarsi, il creare di percorsi chiari, un catalogo dei

diritti e dei doveri chiaro per tutti che favorisce questi processi. Questa percezione c'è, ma io non la

definirei razzismo a Bologna, credo sia proprio disorientamento delle persone di fronte ad un

mondo che sta cambiando, dove i vecchi schemi sono un po' saltati, financo le vecchie ideologie

politiche offrono poche risposte. Bisogna però mettersi in testa che anziché cavalcare questa paura,

bisogna lavorare per definire davvero dei nuovi modi di stare insieme.

F.: La difficoltà è più di tipo culturale o di tipo di integrazione economica?

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Ass. 1: Secondo me ci sono entrambe le difficoltà, sia di carattere culturale, nel senso che si è forse

anche impreparati a discutere e confrontarsi con le altre culture. La riaffermazione di uno spirito

critico, che non vuol dire la solita litania sui guasti dell'Occidente, ma avere un po' di equilibrio e

pensare che la tua cultura è la tua cultura, quindi la difendi, ma anche la capacità di aprirsi e

dialogare con altri, perché in ogni cultura c'è del buono così come nella nostra. Secondo me però

molto è dato da questo fatto di carattere economico: immagino che se arrivasse un'ondata di

immigrati ricchi probabilmente l'atteggiamento sarebbe diverso. E' evidente che qua arrivano delle

persone disperate. In un momento in cui l'economia tira forse c'è meno paura, oggi questo

combinato terribile tra un'economia in recessione per cui le persone vedono messe in discussione le

conquiste che hanno raggiunto attraverso il loro lavoro, l'arrivo di persone che sembrano disposte a

tutto e che spesso lo sono per poter arrivare a livelli di vita diversi dal loro Paese, fa si che tu abbia

un atteggiamento culturale di difesa. Ecco perché dico che sono saltati i vecchi schemi, per cui la

cultura porta a questi atteggiamenti di difesa, allora bisogna ragionare intorno al tema dell'identità -

che io spesso faccio francamente fatica a capire che cos'è e bisognerebbe spiegarla, ci porterebbe

più lontano - e che ci porta a questa cultura difensiva che diventa anche di chiusura, dove ogni

accadimento va rinforzare già la tua idea. Ci trovo quindi sia l'elemento culturale che della crisi

economica, del cambiamento economico che sta interessando tutti noi.

F.: Voi quindi con le vostre politiche andate nel senso inverso rispetto a quello che auspicherebbero

i cittadini

Ass. 1: Ma secondo me le politiche servono a anche a cambiare dei climi culturali. Siccome io

penso che i nostri cittadini non siano razzisti, la politica ha il compito di occuparsi di queste paure e

di non lasciarli soli. Non si deve cavalcare le paure solo per il consenso, questo è molto pericoloso,

ma bisogna cercare di fare un percorso insieme a loro che cerchi di ancorare i dati di realtà. Perché

ad esempio nei nostri paesi ci sono dei dati di tensione, ma ci sono anche situazioni in cui ci si

comincia a conoscere, si sta insieme, si vede che l'altro alla fine, nella quotidianità, è uno come te,

dove poi le differenze non diventano inconciliabilità di vita. L'Italia ha la possibilità, proprio perché

spezzettata in migliaia di comuni, di assorbire questo flusso migratorio attraverso le comunità

locali. Le comunità locali qui sono forti, con spinte identitarie forti, ai limiti del municipalismo, e

possono, poiché non ci sono i ghetti urbani che si sono generati in altre realtà, assorbire questi

flussi, dove è importante che la politica accompagni e non faccia esplodere più di quanto non sia

necessario le contraddizioni. Ci vuole un atteggiamento di grande responsabilità perché stiamo

costruendo un Paese nuovo. La nostra non è però un'idea del multiculturalismo astratto, dove lo

straniero è bello in generale, è un percorso faticoso e difficile, ma non penso ci sia un percorso

alternativo, se non quello appunto di favorire l'integrazione basandosi sui dati di realtà, pensando

poi che queste persone possono essere fonte di ricchezza, che producono già ricchezza sul territorio,

va combattuta l'illegalità soprattutto e anche per loro. Occuparsi degli immigrati è in realtà

occuparsi dello sviluppo di un'intera comunità, non è occuparsi solo di loro. La riduzione delle

risorse per i progetti di inclusione, il fatto che non si parli più del diritto di voto a livello nazionale,

sono invece un segnale chiaro. Io ritengo, invece, che dare loro la possibilità di voto sia anche dare

un responsabilità, non solo un diritto. E' un modo per far crescere anche gli immigrati. Ora le

tendenze nazionali più recenti sono nettamente in controtendenza con le politiche locali e

porteranno non pochi problemi alle nostre realtà locali, inasprendo le difficoltà di integrazione e

minando tutti quegli sforzi che gli operatori fanno. C'è una logica di carattere repressiva, più

poliziesca e non di comprensione del fenomeno e di governo dello stesso fenomeno. E' una politica

che alimenta l'irregolarità, che poi accusa gli stranieri di essere irregolari. E' una politica del

consenso, alla ricerca del consenso, che alimenta il conflitto. Ma è intorno all'irregolarità che gira

tutto il discorso, perché noi parliamo di diritti da dare agli irregolari, ma la soluzione è arginare

l'irregolarità e favorire la regolarizzazione, altrimenti non se ne esce.

F.: Lo slogan delle ultime manifestazioni pro-migranti è svincolare il permesso di soggiorno dal

contratto di lavoro...

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Ass. 1: Mah, la vedo difficile, penso che il lavoro sia una condizione necessaria, tuttavia si può

agire sui meccanismi contrattuali, sulla burocrazia che è eccessivamente farraginosa. L'intervento

sarebbe da fare sui meccanismi di regolarizzazione legati al lavoro.

F.: Bene, grazie assessore per la disponibilità.

Ass. 1: Poi mi faccia avere la tesi...

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Intervista 31. Svolta nel dicembre 2008.

Ass. 2: Assessore alla Salute e alla Comunicazione del Comune di Bologna

F.: Assessore vorrei incentrare il discorso sul rapporto tra sanità e immigrazione, come il sistema

sanitario e le politiche locali si occupano e fanno fronte al fenomeno migratorio.

Ass. 2: Io partirei da questa premessa: per parlare di sanità e immigrazione abbiamo due tipi di

strade, due problematiche che si intersecano, ma che allo stesso tempo sono distinte. Una è quella

relativa alle cose che emergono rispetto al fenomeno migratorio, un'altra invece, un po' più

specifica, è quella che riguarda gli immigrati irregolari. Ora per quel che riguarda gli immigrati

irregolari, noi abbiamo sicuramente il tema dell'assistenza sanitaria che comunque è da garantire,

per cui i Pronto Soccorso ricevono, non stanno lì a chiedere se uno è legato ad un permesso di

soggiorno oppure no. Il Pronto Soccorso dà una risposta all'emergenza sanitaria. E' però vero, da

riconoscere, che noi qui nella zona di Bologna, nella nostra città, abbiamo, attraverso l'Azienda

U.S.L., un rapporto con due associazioni che svolgono un ruolo, credo, chiave nell'assistenza

soprattutto agli irregolari. E sono l'ambulatorio Biavati della Confraternita della Misericordia, che

opera in Strada Maggiore, e l'ambulatorio Sokos, che è un'associazione laica invece, che

attualmente opera in Via Dè Castagnoli, ma per il quale è stata predisposta una nuova collocazione,

con dei nuovi locali, all'interno del nuovo poliambulatorio che è già stato inaugurato in Via

Beroaldo, in zona S. Donato. Quindi questo nuovo poliambulatorio che è stato progettato, costruito

e inaugurato in questo mandato, ha una serie di elementi di innovazione proprio per la compresenza

in quella sede di un ambulatorio gestito da un'associazione, ma attiguo alle strutture sanitarie e

anche sociali del Comune, perché in questo poliambulatorio coesistono diversi operatori. Quindi

questa associazione ha una particolare attenzione rispetto agli immigrati e, di conseguenza,

l'emergenza viene affrontata negli ospedali e nei Pronto Soccorso per quanto riguarda gli irregolari,

invece per un'assistenza più regolare, più normale, meno legata all'esigenza viene sistematicamente

erogata da queste strutture che noi sosteniamo e che svolgono questo ruolo di interfaccia, in realtà

sappiamo che molti degli stranieri che si rivolgono a Sokos e all'ambulatorio Biavati non è detto che

siano in regola con il permesso di soggiorno. Questa è una cosa che si sa, ma d'altra parte esiste

comunque il problema di cercare di garantire un'assistenza sanitaria sia dal punto di vista di quelli

che sono i principi fondamentali dell'uomo, e quindi un'esigenza nei confronti di queste persone, ma

anche per quelli che possono essere i risvolti per il resto della popolazione, qualora non venisse per

niente curata una fetta di popolazione che c'è, a prescindere da quelle che sono le leggi dello Stato

sull'immigrazione e che ovviamente siamo tenuti a rispettare e far rispettare, però non possiamo

nasconderci il fatto che non si può dire che possa essere una soluzione quella di non avere

un'attenzione anche per questa parte della popolazione.

F.: Che problematiche di tipo sanitario emergono?

Ass. 2: Diciamo che ci sono vari indicatori che dimostrano come questa fascia di popolazione sia

tipicamente più esposta a problematiche di tipo sanitario rispetto alla media per una serie di motivi,

che io personalmente identificherei in due tipologie fondamentali: una per motivazioni di tipo

fisico, spesso si tratta di persone che hanno vissuto in un contesto in cui le abitudini alimentari

erano profondamente condizionate da una diversa disponibilità di alimenti o comunque da una

situazione profondamente diversa da quella che si può trovare all'interno della nostra società.

Magari arrivano qua e iniziano ad assumere le nostre abitudini alimentari, che hanno permesso però

un tempo di evoluzione che ha consentito alla popolazione, bene o male, pur avendo delle criticità,

comunque di adeguarsi e c'è l'insorgenza magari di criticità. Penso ad esempio al tema del diabete.

Il diabete è una malattia tipica della società occidentale ricca, però ovviamente se una persona

immigrata viene qui ed inizia ad assumere le nostre abitudini alimentari, magari mangiando non

bene, magari con un'alimentazione poco sana, c'è il caso ecco, che sviluppi magari il diabete più

rapidamente magari di quanto avverrebbe nel caso di persone italiane che sono qui da molto tempo.

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Quindi c'è un'eventuale vulnerabilità per tutte quelle che sono le malattie tipiche di una società

ricca, per persone che vengono da una situazione povera che magari portava una serie di sofferenze

e di criticità, però li proteggeva da malattie che sono tipiche della nostra società e verso le quali

sono meno difesi; poi ci sono, invece, elementi di tipo culturale, che certamente sono presenti. Non

è che siano tipici della società immigrata in quanto tale, ma di una popolazione che evidentemente

presenta delle criticità sociali maggiori. Ci sono degli indicatori abbastanza evidenti: adesso parlavo

del diabete, per esempio ricordo che leggendo con un'associazione i policlinici che si occupano del

diabete giovanile, dicevano che una della problematiche maggiori che loro hanno con casi di

ragazzi immigrati o figli di immigrati che si ammalano di diabete giovanile, è appunto di vedere una

reazione da parte delle famiglie quasi di abbandono rispetto al ragazzo italiano, perché magari

mentre il bambino italiano, figlio unico, o comunque inserito in un numero di figli molto ridotto, si

ammala, c'è lo scatto della famiglia che immediatamente gli si mette attorno per sostenerlo, invece

magari, prende il diabete giovanile un figlio di una famiglia di immigrati con molti più figli, con un

retaggio culturale in cui ad esempio un'eventuale malattia portava a considerare minori possibilità di

sopravvivenza, questa sorta di accettazione si tramuta nel fatto che magari la famiglia tende a

scaricare completamente sulle strutture sanitarie o eventualmente sulle strutture di volontariato,

quasi a volersi allontanare. Questo è un esempio evidentemente, ma abbiamo indicatori in una serie

di casi. Ad esempio se andiamo a vedere al relazione annuale del report sull'interruzione volontaria

di gravidanza, poi abbiamo un fenomeno che non può che essere positivo, di calo, anno dopo anno,

del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza da parte delle donne, però se si va a vedere

all'interno dei numeri, si vede che questo calo riguarda soprattutto le donne italiane e di una

popolazione residente più tendente al medio alto che al medio basso; mentre le fasce più povere e

nella popolazione immigrata ci sono ancora percentuali molto più alte di ricorso all'interruzione

volontaria di gravidanza. Insomma ci sono una serie di indicatori che ci fanno comprendere che

questa è una popolazione che ha delle criticità sociali, anche dal punto di vista della psichiatria ad

esempio. Molte segnalazioni di crisi psicotiche o cose di questo genere vedono una più alta

incidenza percentuale tra gli immigrati rispetto a quelli che sono i numeri della composizione della

popolazione. E anche qui non si tratta di una predisposizione genetica a questo tipo di problemi, ma

della fatica di persone che hanno una collocazione sociale con criticità, perché si trovano a dover

affrontare un cambiamento assolutamente drastico, repentino e complesso del modo di vivere e

quindi a volte è evidente che questi casi esplodano.

Abbiamo dati sia di accesso improprio al Pronto Soccorso, di crisi psicotiche, sia anche per quel che

riguarda la gestione dei parti, problemi connessi alla gravidanza, tutto il tema della ginecologia,

dove non è che ci sia una specificità della popolazione immigrata, ma semplicemente una più alta

incidenza di problemi rispetto alla media della popolazione a segnalare l'importanza di un lavoro di

accompagnamento di tipo culturale innanzitutto e poi anche un'eventuale attenzione per quelli che

possono essere le criticità dal punto di vista anche fisico. Ci sono anche altri temi su cui non

abbiamo segni di un'incidenza della popolazione immigrata, però non possiamo che constatare che

sono emersi. Adesso ad esempio, non è un tema attinente alla sanità in senso stretto, ma è un

problema di igiene e salute: noi abbiamo una situazione tornata a livelli di criticità della pediculosi,

non che riguardi in modo specifico gli immigrati, ma che riguarda tutti i bambini di tutte le scuole,

soprattutto dei livelli inferiori, del nostro territorio. Su questo ad esempio il comune ha fatto un

progetto sperimentale di sensibilizzazione che prevede sia la formazione degli operatori scolastici,

degli insegnanti e dei genitori, delle scuole materne e primarie di Bologna, la formazione dei

farmacisti, l'approvazione di nuovo un protocollo d'intesa con l'Azienda sanitaria, in particolare con

la pediatria di base e con le strutture di base, il provveditorato e la distribuzione di brochure

multilingue con istruzioni anche cinese, arabo, bengali, filippino, urdu, rumeno, inglese nella quale

sono indicate tutta una serie di indicazioni. Ripeto, sarebbe sbagliato dare la colpa alla popolazione

immigrata, ma c'è una combinazione di fattori che porta le mamme, anche italiane, nel fare nel

momento in cui c'è un problema, trattamenti, lo shampoo, e poi di nuovo il bambino è a scuola e chi

s'è visto s'è visto, magari con una non grande attenzione, una indisponibilità tagliare i capelli corti,

per cui uno deve per forza lasciarli lunghi. E quindi questo mix tra le popolazioni immigrate che

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magari non hanno o non sanno quali sono i trattamenti idonei da fare in questo caso, o non hanno

una particolare attenzione, magari perché potevano considerare la questione normale dai luoghi di

provenienza o dal portato culturale, o per la fretta di non poter tenere il bambino a casa o di non

intervenire con la pazienza purtroppo necessaria, perché per debellare un'infestazione di pidocchi

occorre non solo fare i trattamenti, ma anche fare una cura particolare. Questo ha creato un mix

abbastanza esplosivo per cui noi adesso, anche se non se ne parla perché ovviamente la gente tende

a non raccontarlo, noi abbiamo una situazione critica. Io ho un episodio che le racconto, di una

pediatra dell'Azienda U.S.L. Che è stata chiamata perché una maestra aveva segnalato un caso di

pidocchi, è andata nella scuola, ha visitato i ragazzi e ha trovato sette bambini con l'infestazione.

Solo dopo si è accorta che aveva sbagliato classe, quindi è andata in una classe dove non c'era stata

la segnalazione, era andata in una classe a caso. E su 20-25 bambini presenti ne aveva trovati sette

con i pidocchi. Anche qui do il messaggio, non vorrei che si legasse, perché poi rischia di esserci

una psicosi che nasce, per cui uno poi comincia a pensare che gli immigrati siano portatori di

malattie . In realtà sicuramente la presenza degli immigrati e magari, ripeto, abitudini, problemi,

evoluzioni anche di tendenze culturali nella popolazione italiana, crea un mix per cui sono

evidentemente sorte delle criticità su cui abbiamo cercato di intervenire.

F.: Quali sono le politiche dell'Azienda U.S.L. Per la cura agli irregolari?

Ass. 2: L'Azienda U.S.L. Deve attenersi al rispetto delle normative, quindi assicura le cure di

emergenza . Dopo di che è chiaro che, come le raccontavo prima, abbiamo questo sostegno che

diamo a questi ambulatori in cui sappiamo in realtà che cosa avviene. Sarebbe ipocrita da parte

nostra far finta di non sapere, in realtà a questi ambulatori si rivolgono anche molti irregolari e che

quindi svolgono un ruolo mediato rispetto ad una problematica che è comunque presente.

F.: Che ruolo ha il volontariato nella gestione dell'assistenza sanitaria per gli immigrati?

Ass. 2: Il volontariato è importante perché ad esempio il personale sanitario degli ambulatori che gli

ho prima citato, è tutto volontario, quindi si tratta di medici e infermieri che prestano la loro azione

in modo volontario e noi sosteniamo queste associazioni soprattutto nel dare loro sede e

nell'acquisto dei farmaci, però c'è una grande importanza del volontariato .

F.: Quali sono i determinanti di salute rispetto alla popolazione immigrata?

Ass. 2: In parte le ho già risposto: il problema dell'alimentazione e degli stili di vita, delle loro

condizioni socio-culturali, che certamente sono tra i determinanti, poi a volte la non conoscenza dei

rischi specifici del nostro territorio. Per esempio in ambito lavorativo c'è a volte un problema di

scarsa conoscenza dell'italiano e quindi magari anche di difficoltà a comprendere quali sono le

norme corrette con cui adoperare o le precauzioni da tenere. Qui c'è uno sforzo che è in corso in

realtà con tutti gli enti preposti per cercare di, ad esempio, mettere tutta la manualistica o i cartelli

anche in più lingue, proprio per tenere conto che a volte metter un segnale che dice: attenzione

questa cosa qui è da fare in questo modo, se la persona che va ad utilizzare quello strumento o che

si trova in quel contesto, non sa una parola di italiano, evidentemente rischia di accorgersene un po'

tardi. Lo stesso dicasi per i libretti di istruzione, per i libricini dei medicinali che vengono utilizzati.

perché c'è il problema che magari una medicina viene data e mentre una mamma italiana, spesso

magari guarda e controlla sulle istruzioni esattamente la posologia, confronta, calcola, ecc...a volte

loro si devono proprio attenere alle indicazioni e non hanno gli strumenti per comprendere. Da

questo punto di vista è chiaro che occorre anche uno sforzo per fargli conoscere l'italiano. Infine ci

sono alcune problematiche un po' specifiche, cioè l'assenza di difese immunitarie per malattie che

non sono presenti nei Paesi di provenienza. Se vogliamo è una situazione poi rovesciata per gli

italiani rispetto a malattie che vengono importate da altri Paesi.

F.: Che dati emergono sulla relazione tra salute e lavoro nero?

Ass. 2: E' una questione che, ovviamente, non riguardano nello specifico gli immigrati, ma il lavoro

nero configura una situazione di sudditanza e di mancanza dei criteri di protezione, di sicurezza. E

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ovviamente è più facile che ci siano problemi di salute nei casi di lavoro nero. Dopo di che è un

fatto che il lavoro nero può riguardare italiani e ovviamente con più facilità gli immigrati. Quindi

anche questo è un punto di assoluta importanza per promuovere la lotta al lavoro nero per tutti e

quindi anche per gli immigrati.

F.: Cosa fa il comune per favorire l'emersione dal lavoro nero?

Ass. 2: Questo è un ambito su cui certamente c'è un impegno. E' chiaro che è un impegno insieme

alle altre autorità. Non è che il comune sia l'autorità preposta, però ci sono stati molti casi che sono

anche andati sulla stampa di collaborazioni con la questura e la prefettura proprio volti a cercare di

favorire il fatto che ci fosse ad esempio, e credo che sia fondamentale, nel caso di un immigrato

irregolare che lavora in nero e che denuncia il datore il lavoro, si debba garantirgli la possibilità di

ottenere il permesso di soggiorno e poter quindi in qualche modo normalizzare le sua condizioni di

vita lavorativa. Occorre davvero creare un sistema di incentivi per fare in modo che non ci sia la

spinta di rimanere ancorati al lavoro nero. Per questo il comune ha fatto qualcosa nell'ambito delle

sue possibilità, tenga presente appunto che le possibilità con cui il comune può intervenire

direttamente sono limitate e comunque in collaborazione con altri enti, però certamente c'è

un'attenzione anche da questo punto di vista.

F.: Parliamo del cosiddetto problema sicurezza. A Bologna c'è una sensazione diffusa di insicurezza

tra i cittadini a causa della forte presenza straniera? E si può parlare di razzismo?

Ass. 2: Io su questo credo proprio che ci siano due modi di affrontare dal punto di vista politico

queste questioni: un modo è quello di governare la paura, e un altro modo è quello i usare la paura

per governare. E credo che sia giusto il primo, nel senso che nel momento in cui c'è un'attenzione e

una presenza puntuale su questi fronti critici e un governo della situazione, credo che si possa ben

segnalare ai cittadini che non ci sono rischi dovuti al fatto che, appunto, si tratta di una situazione

esplosiva su cui non c'è un'attenzione o un intervento specifico. E in questo senso è anche più

semplice appellarsi al senso di accoglienza e al fatto che ci si deve rendere conto che in questo

momento i cittadini immigrati sono assolutamente essenziali per la nostra economia e che dobbiamo

ringraziare, non sono una fonte di pericolo. Sono nella stragrande maggioranza cittadini che sono

inseriti nella nostra società in senso positivo. Chi delinque ovviamente deve essere perseguito , sia

italiano che straniero. Occorre fare di tutto sia dal punto di vista istituzionale che dal punto di vista

associativo per favorire un'integrazione positiva delle persone che hanno invece intenzione di

vivere e di lavorare con tutte le buone intenzioni. Da questo punto di vista credo per esempio che il

fatto che il comune abbia istituito le consulte dei migranti, sono state effettuate l'anno scorso, un

anno fa circa, le elezioni per le rappresentanze dei cittadini immigrati che hanno visto una forte

partecipazione delle diverse comunità migranti. Io adesso mentre salivo ho incontrato uno dei

consiglieri di quartiere “aggiunti”, mi sembra del quartiere Porto, che è un senegalese che mi a

salutato, poi ci siam scambiati due parole...Ecco il fatto che possano avere una loro rappresentanza,

anche politica, per adesso in queste forme, auguriamoci sempre più in modo integrato e

istituzionale, è un altro passo anche verso l'integrazione. Quindi se le politiche di accoglienza

insieme a delle politiche rigorose, non verso i migranti ma attraverso, appunto, la lotta alla

criminalità, vengono fatte in modo serio non ci sono motivi di particolare preoccupazione ed è il

modo giusto per spegnere alla radice e eventuali tentazioni di derive razziste, più egoistiche di

chiusura. Però deve esserci un governo vero, non può essere soltanto un appello alle buone

intenzioni, perché se noi ci limitiamo ad appellarci alle buone intenzioni, rischiamo davvero di

apparire come persone in balia degli eventi, che non hanno il governo della situazione. A desso ad

esempio c'è stato nei mesi scorsi un importante dibattito sul tema moschea a Bologna, su cui il

comune ha assunto una posizione molto chiara: il comune ha detto che è favorevole alla costruzione

di una nuova moschea, purché ci sia un impegno preciso da parte di chi la finanzia e la costruisce a

osservare regole di trasparenza, di rispetto dei diritti fondamentali delle persone e che in qualche

modo si leghi ad un patto che ci consenta di operare con un controllo sul rispetto sia della

trasparenza dei fondi, che sulle varie attività, che avvengano nel rispetto dei diritti umani. In un

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primo momento c'è stato l'accoglimento delle richieste da parte dei proponenti, successivamente

rigettate, ma il comune ha mantenuto una posizione di disponibilità ad andare in quella direzione ,

condizionata al rispetto di alcune regole fondamentali. Credo che sia la cosa giusta. Credo sia

sbagliato sia un atteggiamento di chiusura a priori, che in qualche modo tende a manifestare

un'ostilità tra l'altro aprioristica rispetto ad un'istanza di tipo religioso da una popolazione per la

maggio parte di immigrati ma non solo, così come sarebbe stata sbagliata un'adesione acritica a

qualsiasi richiesta, senza un'attenzione di verifica delle condizioni che le ho sommariamente

menzionato.

F.: Cosa pensa delle tendenze restrittive in materia d'immigrazione delle proposte legislative attuali

a livello nazionale?

Ass. 2: Anche qui occorre ricondursi al discorso generale che le ho fatto prima. La situazione va

governata e troppo spesso in Italia si rischia di inasprire le norme dinnanzi alle emergenze, alle

stragi, ecc. Le faccio l'esempio delle stragi sulle strade successivamente alle quali si decide di

inasprire le norme. Anche adesso ho letto un articolo sul Corriere della Sera di qualche giorno fa,

che condivido completamente, che si schiera contro la proposta di abbassare il tasso di alcolemia

consentito nel sangue dei guidatori. Il problema non è fare delle leggi che vadano ad incidere sul

rispetto dei diritti fondamentali delle persone, come l'assistenza sanitaria, o che creino delle

difficoltà e che si accaniscano rispetto ad una popolazione più fragile come quella dei migranti. Il

problema è quello di fare delle regole e poi di farle rispettare e quindi bisognerebbe che in Italia si

smettesse di rincorrere la ricerca di norme sempre più dure, senza comprendere che in realtà il

problema non è quello di irrigidire le norme, ma è quella di effettuare dei controlli. Anzi, l'Italia in

generale, questo secondo me, un parere strettamente personale e non del comune in quanto tale,

avrebbe bisogno di norme spesso meno severe di quelle che sono presenti, però di una maggior

attenzione ai controlli e alla verifica. Se noi abbiamo in alcune strade limiti di 50 km/h e poi

troviamo gente che va allegramente a 120 km/h, forse sulle strade a grande scorrimento sarebbe il

caso di alzare i limiti e però verificare che tutti li rispettino. A volte se si mettesse 70 km/h su

alcune strade e chi lo supera venisse subito sanzionato, andremmo verso una modalità diversa.

Invece si mette una norma anche eccessiva e poi in realtà c'è un lassismo totale, quando uno viene

multato si sente ovviamente, quello che paga per tutti. Così secondo me è il tema degli immigrati:

bisogna smettere di pensare che il tema degli immigrati possa essere giocato soltanto

sull'irrigidimento o sulla mancanza di condizioni di rispetto dell'umanità delle persone, che invece

andrebbe garantita. Si tratta di avere delle regole, magari più semplici, ma che vengano fatte

rispettare. Su questo evidentemente un po' di sforzo andrebbero fatti. Purtroppo fermarsi solo sulla

norma, senza incidere sul fenomeno secondo me afferisce un po' al tema di governare con la paura,

mentre invece noi dovremmo governare la paura e dimostrare che siamo in grado di avere un

approccio più accogliente . Quindi il tema dell'assistenza sanitaria rientra nel rispetto dei diritti

fondamentali delle persone, però al tempo stesso quelle norme che ci sono vengono fatte valere in

senso pieno.

F.: E' l'inefficacia della legislazione a creare tali problemi o una presenza in esubero di migranti in

Italia?

Ass. 2: Io penso che siamo di fronte ad un fenomeno mondiale, che presenta un trend evidente. Tra

l'altro in Italia stiamo incontrando un fenomeno che in altre nazioni, anche a noi molto vicine,

hanno conosciuto prima di noi, pensiamo ad esempio alle banlieau parigine e agli immigrati di

seconda generazione, proprio perché la Francia ha un numero molto più forte di immigrati di noi e

ha iniziato molto prima ad avere una fetta importante di popolazione immigrata. Questo ci dovrebbe

consentire di comprendere che non è pensabile fermare questo flusso, ma che va governato e

soprattutto gestito da subito sulla possibilità di integrazione e occorre coraggio nel fare della

politiche che accorcino il tempo necessario per la popolazioni migranti che arrivano sul nostro

territorio per acquisire quel livello di integrazione sufficiente ad evitare quei fenomeni di

marginalizzazione che sono tipiche nella seconde generazioni di ragazzi che sono nati in Italia e si

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sentono italiani, ma al tempo stesso si sentono trattati da stranieri da chi li circonda, che sono

ghettizzati in zone. Il comune di Bologna da questo punto di vista aveva una serie di campi

profughi, luoghi dive c'era una forte concentrazione di migranti, li abbiamo smantellati con una

politica molto chiara. La politica intanto che andava a guardare con senso critico chi c'era, per

esempio. perché magari c'erano persone che non avevano nessun titolo a rimanere, che avevano

dato già ampia dimostrazione di non essere qui con l'idea di integrarsi, ma per stare nelle pieghe

della nostra società e sono state rimpatriate anche un certo numero di persone, alle altre abbiamo

garantito l'accesso a percorsi di integrazione, con la possibilità di avere una casa, magari di avere

delle agevolazioni iniziali, ma avviandoli a percorsi di integrazione, in cui nel giro di qualche mese,

di qualche anno saranno in grado poi di sostenere le spese per un appartamento. Bisogna evitare dei

ghetti dove ci siano solo immigrati, ma favorire una distribuzione della popolazione sul territorio.

Queste sono le politiche, perché altrimenti si magari si tiene un edificio occupato, con degli

immigrati irregolari, li si tiene lì per 15 anni e in 15 anni fanno in tempo ad esserci dei bambini che

nati lì, pensano che quella sia la modalità con cui possa vivere un immigrato qui da noi, mentre

occorre invece incidere sul tema. Ora noi, non so se le è di Bologna e ah seguito la questione,

quando siamo arrivati avevamo ancora due campi profughi ancora aperti dalla guerra in Bosnia,

avevamo un edificio occupato, alcune aree edificate abusivamente, magari con italiani che avevano

lottizzato i propri terreni agricoli in cui sono sorte delle baracche. C'era una situazione che aveva

delle criticità sia dal punto di vista della legalità, che dal punto di vista sociale. Queste cose di cui

ho parlato, che hanno dei nomi e cognomi, sono cose che non esistono più. Nel senso che nella zona

che è stata lottizzata, le baracche sono state abbattute e i terreni sono stati requisiti dal comune, il

quale magari avvierà dei percorsi di auto-costruzione e di agevolazioni non solo per gli immigrati,

ma anche per gli immigrati, che daranno la possibilità di costruire una casa in modo regolare. I

campi profughi sono stati chiusi, i luoghi di occupazione abusiva sono stati smantellati

F.: Nel frattempo coloro che abitavano nei campi dove sono stati collocati?

Ass. 2: Andando a collocare piano piano le persone in appartamenti, in luoghi, dando la possibilità

anche con la collaborazione con le associazioni di volontariato e con altre realtà del terzo settore,

perché ad esempio in quei luoghi c'erano persone che non avevano più diritto di restare in Italia e

sono state rimpatriate, altre che avevano il diritto all'assistenza sono state avviate ad un percorso di

integrazione. E noi non possiamo pensare, invece, di sfruttare gli immigrati solo dal punto di vista

lavorativo e poi lasciarli in questi ghetti. Così come il lungo Reno era una zona in cui c'erano molti

baraccati con un rischio enorme non solo dal punto di vista sanitario, ma anche di incolumità fisica,

perché poi se c'è una piena del fiume si rischia che vengano inondate le baracche con le persone, poi

è un parco fluviale dove la gente va a prendere il sole d'estate. Con questo non voglio dire che i

problemi siano stati risolti, ma se smettiamo di affrontarli i problemi è ovvio che dopo un po'

diventano irrisolvibili.

F.: Quanto pesa economicamente l'assistenza sanitaria agli irregolari?

Ass. 2: Noi supportiamo le associazioni non solo in termini economici, ma stiamo parlando di cifre

non nell'ordine di milioni di euro, sono cifre abbastanza irrisorie, anche se poi magari diamo la sede

come nel caso di Sokos. Queste associazioni sappiamo che non richiedono se hanno il permesso di

soggiorno o no, quindi di fatto è un modo indiretto per adire un'assistenza sanitari anche agli

immigrati irregolari.

F.: Grazie Assessore.

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Intervista 32. Svolta nel dicembre 2008.

Resp. 2: Responsabile degli ambulatori specialistici del distretto ASL Bologna Nord, e dei

rapporti ASL-Sokos.

F.: Dottoressa qual è la politica, ma anche l'orientamento dell'ASL per l'assistenza sanitaria agli

immigrati soprattutto irregolari?

Resp. 2: In base alla normativa attuale gli irregolari hanno diritto all'assistenza in caso di malattia

acuta, per cui nel caso di malattia acuta e anche di gravidanza ha diritto a un tesserino con cui avere

queste cure. Per quanto riguarda altre forme potrebbe essere la prevenzione legata non tanto agli

irregolari,quanto ai cittadini italiani, cioè per prevenire il diffondersi di determinate malattie,

possono essere seguiti dal dipartimento di prevenzione.

F.: Qual è il principio di salute alla base del vostro intervento?

Resp. 2: Ma, quello di una tutela della salute nella fase acuta e per la tutela della collettività. Per

quanto riguarda la malattia acuta hanno diritto ad essere curati come tutti i cittadini sul territorio

nazionale. Poi c'è anche il discorso dei bambini a cui vengono fatti i vaccini perché vanno a scuole e

vivono in comunità.

F.: Qual è l'affluenza di stranieri agli sportelli?

Resp. 2: Soprattutto per quelli che si stanno regolarizzando. Noi dal punto di vista amministrativo

abbiamo i più regolari, che hanno un lavoro, un permesso e scelgono un medico e che in qualche

modo si comportano come tutti i cittadini italiani. Per quanto riguarda gli irregolari, in qualsiasi

punto si presentino gli viene rilasciato il tesserino per il trattamento terapeutico, per cui vengono,

con certificato medico di malattia acuta fatta da associazioni di volontariato, curati all'interno

dell'ASL.

F.: Si riscontra una consapevolezza tra i migranti di quelli che sono i propri diritti in ambito

sanitario?

Resp. 2.: Soprattutto gli irregolari hanno una certa difficoltà nell'esprimersi, per cui è difficile

potere entrare nel merito. Secondo me non hanno una conoscenza dettagliata del sistema sanitario

italiano.

F.: Per favorire una maggiore informazione ci sono programmi?

Resp. 2: Noi abbiamo, per esempio, la possibilità di avere dei mediatori culturali quando c'è

bisogno di un consenso specifico e dettagliato, ad esempio noi li chiamiamo soprattutto per i

bambini, ma questi per la maggior parte sono già regolari, sono comunque stranieri immigrati. Un

bambino che viene a fare un trattamento di ortodonzia sono accompagnati dai genitori e si chiama

un mediatore culturale in modo tale da far capire esattamente com'è tutto il processo, la cura cosa si

deve fare , la loro collaborazione come deve essere. Per altre cose più semplici, ad esempio il

consenso informato, che deve essere rilasciato lo abbiamo in molte lingue. Poi bisogna vedere cosa

loro ricavano da questa cosa, cosa recepiscono. Noi abbiamo cartelli in più lingue, magari per

spiegare che c'è da aspettare e per quale motivo. Quindi abbiamo modulistica in lingua e mediatore

culturale. Però il mediatore non è qui, va chiamato, però in caso di problema serio....ma di solito

non vengono mai soli che non sanno esprimersi per niente. Nel caso dell'ortodonzia, essendo un

trattamento a lungo termine, ci preoccupiamo che capiscano bene la problematica, soprattutto se si

tratta di un minore.

F.: Ci sono difficoltà di ordine culturale, a prescindere dalle difficoltà di tipo linguistico?

Resp. 2: Si, certo,soprattutto abbiamo avuto dei problemi, per quanto riguarda la radiologia con le

donne con il velo, che se devono fare una lastra non si vogliono togliere il velo, per cui diventa

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impossibile fare una radiografia ai denti. La soluzione è questa: in linea di massima se non si riesce

a convincere, si chiama un mediatore culturale e si rinvia ad un successivo appuntamento con la

presenza di qualcuno che glielo possa spiegare, sennò non si procede alla prestazione. E' inutile fare

dei raggi per poi sapere in partenza di non avere il risultato. Questo è l'unico problema che noi

abbiamo riscontrato, altre cose no, nemmeno per i prelievi o per visite in cui si devono spogliare ,

non abbiamo mai avuto problemi.

F.: Quanto incidono economicamente sul bilancio economico dell' ASL?

Resp. 2: Io personalmente non ne ho idea. Ma di solito è gente giovane che sta bene, di anziani

malati non ce ne sono molti. E' tutta una popolazione che sicuramente ha dei problemi di vivere in

un mondo diverso dal suo, ma è gente che fortunatamente, per loro, vive di buona salute.

F.: C'è un uso dei servizi inadeguato?

Resp. 2: 'unica cosa che noi notiamo, ma è di tipo culturale, è cioè non disdire gli appuntamenti se

non si fanno, non sono puntuali se si dà l'appuntamento, non lo rispettano, non avvisano. Ma questo

probabilmente è legato alla cultura, che non hanno...oppure perché prenotano che hanno un male e

poi hanno già risolto e non sono attenti. Questo lo rileviamo. Però per il resto...Ma questo incide

abbastanza, soprattutto per l'odontoiatria perché vengono dati appuntamenti con un certo intervallo

di tempo.

F.: Pensa sia esaustivo il servizio solo per le urgenze. Pensa che la normativa sia adeguata?

Resp. 2: Secondo me questo è in funzione della cultura di queste persone, è un lavoro che dipende

non soltanto da noi o dalla normativa italiana di offrire più cose, quanto anche dalla loro possibilità

o voglia, intenzione di integrarsi in un sistema che è sicuramente molto diverso dal loro, quindi è

una cosa un po' complicata. Noi abbiamo dei vincoli, tutti, anche gli italiani, non hanno tutto,

paghiamo tutti quanti. Loro secondo me bisogna vederli nella misura in cui sono un po' indisposti

anche a sottoporsi a delle visite, a dei trattamenti e a delle cure, perché trattandosi di una

popolazione fondamentalmente giovane, un po' come tutti i giovani...

F.: Lei vede una certa ritrosia a seguire le terapie?

Resp. 2: Secondo me si, se hanno male si, poi dopo...Lo vedo per quel poco di esperienza che posso

avere del poliambulatorio.

F.: Lei questo lo riferisce all'età o alla cultura?

Resp. 2: Non lo so...ora io non ho conoscenza, anche perché sono persone che vengono da tutto il

mondo.

F.: Quanto conta l'attività del volontariato per l'assistenza sanitaria a questa fascia di popolazione?

Quanto viene delegato?

Resp. 2: Tutto, la medicina di base è tutta delegata a loro, altrimenti non possono accedere ai

servizi di medicina di base.

F.: Se non ci fosse il volontariato l'alternativa quale potrebbe essere?

Resp. 2: L'alternativa è che si rivolgono a un medico di famiglia e lo pagano. Poi dopo si possono

rivolgere dove vogliono, non è precluso. L'accesso alla medicina di base e alla specialistica

sarebbero a pagamento.

F.: Cosa pensa del fatto che in Sokos ci siano ambulatori di medicina specialistica?

Resp. 2: Io la vedo bene. Io penso che aiuti moltissimo, anche perché forse copre quella fascia non

urgentissima e mantengono lo stesso rapporto con le stesse persone, eviti di fare prenotazioni,

spostamenti, è più semplice sicuramente per uno che è in difficoltà come lingua, come tutto. Come

tutti i percorsi predefiniti è un vantaggio.

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F.: Però diviene anche un percorso privilegiato?

Resp. 2: Lì poi la valutazione dipende da loro, anche perché non si occupano solo di stranieri, ma di

tutte le persone in difficoltà. Ma poi anche gli italiani se hanno bisogno di una prestazione urgente

possono accedervi proprio per normativa. Non credo sia un problema questo.

F.: Quali sono i determinati sociali più evidenti sulla salute?

Resp. 2: Io non è che li frequenti, però il modo di vivere in un certo numero in un appartamento,

fanno i lavori più difficili e più disagiati, poi sono lontani dalle famiglie. Ci sono tutte le difficoltà

legate alla sopravvivenza, alla difficoltà di integrarsi.

F.: Ritiene ci siano delle urgenze sanitarie o particolari problematiche che riguardano gli immigrati

in quanto tali?

Resp. 2: Forse tutta la parte degli infortuni e della parte preventiva, anche perché secondo me fanno

i lavori più difficili e pesanti, per cui se non hanno una cultura della prevenzione, per me questo li

espone ad un rischio maggiore. Ci sono per questo dei corsi per gli immigrati sul rischio degli

infortuni sul lavoro, sui dispositivi di prevenzione. Poi comunque, anche per quanto riguarda le

malattie infettive, abbiamo avuto negli anni passati una recrudescenza delle forme tubercolari,

perché noi siamo o vaccinati o comunque più resistenti rispetto a loro. Poi c'è anche il clima,

modalità del mangiare, perché loro sicuramente si prepareranno i loro cibi, però poi ci si adegua e il

cambiamento di cibi...ci sono stati degli studi su questo.

F.: Ci sono attività di formazione per il personale rispetto al trattamento di questa fascia di utenti.

Resp. 2: Si, ci sono attività fatti per questi e per quegli altri, perché poi anche i

nostri...insomma...Si, va bé gli immigrati, ma ci siamo anche noi. Comunque ci sono nel catalogo

della formazione dell'azienda corsi relativi a questo tema, poi ci sono dei convegni organizzati dalla

Regione, ci sono molte cose, ovviamente legate a chi è interessato, però esistono.

F.: L'attività delegata al volontariato non è un peso eccessivo per un'organizzazione legata ai soli

volontari?

Resp. 2: Secondo me no, perché sono persone che lo fanno perché lo vogliono fare, sono molto più

motivati rispetto ad altri, anche perché avere questi ambulatori dedicati agevola anche loro: sanno

dove andare, si ritrovano. Se noi li disperdiamo...non lo so. Io vedo lì, tra gli operatori Sokos, alcuni

che parlano lingue affini, la loro lingua. Se venisse uno da me, di cosa parliamo? Io vedo dei lati

molto positivi. Occorrono degli ambulatori con della gente preparata.

F.: Cosa pensa della ultime disposizioni in materia d'immigrazione e sanità? Mi riferisco

all'abolizione del divieto di segnalazione...

Resp. 2: No comment...E' spento?

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Intervista 33. Svolta nel gennaio 2009.

Resp. 3: ex Responsabile dell'ASL di Bologna per l'assistenza sanitaria agli immigrati e alle

popolazioni deboli.

F.: Dottoressa, lei di cosa si è occupata all'interno dell'ASL di Bologna?

Resp. 3: Di assistenza sanitaria agli immigrati e alle popolazioni deboli, quindi di disuguaglianza di

salute, me ne sono occupata fino allo scorso anno, prima di andare in pensione. Mi sono occupata di

assistenza sanitaria a livello della direzione della ASL, fin dal 1996 quando l'incidenza della

popolazione immigrata era bassa e anche la prevalenza era bassa, per cui eravamo ancora all'1-1,2%

sulla popolazione bolognese, ma esisteva già la percezione di una diversa concezione di salute, ma

soprattutto del bisogno diverso, tanto che ancora oggi gli immigrati più inseriti nella nostra

comunità, che hanno anche più strumenti culturali perché vengono da Paesi dell'Est Europa dove

c'era una cultura della salute molto simile alla nostra, stentano tutti ad usare bene i servizi sanitari e

quindi il problema principale è quello dell'accesso. Ma una cosa che io tento di precisare da anni è

che un buon servizio sanitario per gli immigrati è un buon servizio per ciascuno di noi. In

particolare per le fasce della popolazione più deboli, ma è un'occasione per migliorare l'accesso ai

servizi da parte di tutti e sono anche convinta che questo comporti una riduzione della spesa, perché

se io riesco ad avere risposte ed interventi subito, mi curo subito, non sono preoccupata, non

aggravo le mie condizioni e c'è un risparmio anche economico. Nel caso dei migranti se non gli

viene spiegata la figura del medico di base, chi è, cosa fa, dov'è, con poca spesa, magari nel

momento del rilascio del permesso di soggiorno, io mi ritrovo che questa persona andrà al Pronto

Soccorso, ad intasarlo, senza ricevere risposte e pagando anche il ticket. Ecco che un’assistenza

sanitaria mirata anche ai bisogni degli immigrati, esprime anche il concetto di un'assistenza

sanitaria che metta davvero la persona al centro. E quindi non sarà un servizio che il sabato è

chiuso, perché gli immigrati possono accompagnare le mogli ed hanno un po' di tempo il sabato e se

è vero che i cittadini italiani il sabato non vanno ai servizi, può essere altrettanto vero che certi

servizi, tipo il materno-infantile, tipo il consultorio familiare dovrebbero probabilmente essere

aperti il sabato. Dico dovrebbero probabilmente perché ogni realtà è diversa, ogni realtà è popolata

da persone straniere diverse a seconda del lavoro che viene offerto in quella zona, per cui diversa è

anche la comunità che si insedia in quella zona, per cui nella nostra montagna ci sono i maghrebini

che lavorano nelle fabbriche e nell'edilizia, mentre i cinesi stanno a Navile. Ogni ambito ha bisogno

di servizi che siano connotati sulla base delle esigenze dei propri cittadini. Perché pensare ad un

sistema unico, uguale per tutti, per tutta Italia, per tutti i comuni e i quartieri quando i bisogni sono

differenti? Poi io ho avuto modo di fare uno studio con degli antropologi medici ed è stato

interessante rilevare questa differenza tra le diverse etnie o culture. Ad esempio questa obesità che è

estremamente diffusa tra le popolazioni di etnia rom, rispetto alle altre, che hanno abitudini

alimentari di per sé molto sostanziose con grassi, con dolci, mentre altre popolazioni , come i

senegalesi, sono tutti belli magri perché mangiano in maniera diversa, anche se tutti hanno la

gastrite perché mangiano dei gran fritti e coca- cola. Ecco la coca-cola è consumata da entrambi

come status-symbol. Quindi come componente sociale di alcuni disturbi come l'ipertensione,

l'obesità, le malattie cardiovascolari sono causati da questo cambiamento e dico che è sociale perché

non si tratta tanto del cambiamento dell'alimentazione o del clima, quanto il venire a contatto con

un'offerta consumistica dei cibi e interpretarla in maniera molto diversa proprio perché mancano gli

strumenti culturali: cioè uno zingaro che va alla Coop si butta su quello che è pubblicizzato in tv,

non sta lì, come facciamo noi, a calcolare le calorie e la vitamina C che c'è nell'arancio, a parità di

costo compra la cioccolata della Nestlé e quindi ingrassa senza nutrirsi, quindi avrà il danno della

malnutrizione perché non ha fibre, vitamine ecc., poi invece sembra florido e obeso, lui si sente

bello perché sai che in alcune culture l'essere grassi è un segno di benessere. Tutto questo per dire

che la connotazione sociale dei disturbi è di diversa origine, può essere dovuta all' ignoranza, tra

virgolette, delle norme alimentari, a non averne a disposizione, a turni di lavoro, a tanti fattori

diversi che hanno tutti comunque una connotazione sociale. Poi c'è da dire che tantissimi stranieri

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arrivano da irregolari ed arrivano con tre soldi in tasca, dormono per strada, mangiano alle mense,

cominciano a lavoricchiare se qualcuno della comunità gli dà una mano, ma non è mica semplice

perché c'è una bella concorrenza anche fra quelli appartenenti alla stessa comunità. Poi sai

benissimo che i maghrebini sono famiglia contro famiglia, puoi metterli sullo stesso pianerottolo e

non riesci parlare con due famiglie insieme.

F.:Ritornando al rapporto con i servizi, ci sono altri punti critici?

Resp. 3: Noi stiamo analizzando in questi giorni le storie di immigrati regolari, circa 300 persone a

campione casuale, a cui abbiamo sottoposto un questionario molto articolato sulla loro vita, il

lavoro e ci stanno raccontando una buona conoscenza del medico di famiglia, del non andare al

Pronto Soccorso per codici bianchi, però non sanno cos'è lo screening che facciamo alle donne per

il tumore del collo dell'utero e della mammella, e a uomini e donne per il cancro al colon.

F.: Com'è l'arrivo alle strutture? Immediato al sintomo o quando già questo è persistente e quindi

sopportano il dolore?

Resp. 3: Io direi che più di sopportazione del dolore, c'è un senso di ineluttabilità perché c'è un

ordine di priorità. Io faccio fatica a convincere un ragazzo moldavo che abita qui sopra, laureato,

che la sua schiena è il patrimonio più grande che lui ha e che lui non la deve usare così, che quando

si piega deve piegare le ginocchia, che non deve sollevare tanto carico in una sola volta, o

convincerlo che è meglio un lavoro regolare con contributi e malattia piuttosto che un lavoro in

nero dove però se si male non è tutelato. Sono tutti concetti che sono troppo lontani dalla realtà

quotidiana. E' come se io ti dicessi parliamo di quando sarai nonna. E' talmente complessa la vita

che affrontano tutti i giorni che la salute per loro non è un bene tangibile, materiale, perché ce

l'hanno e per loro è scontata. Quindi fare il passaggio: la salute è il mio bene più prezioso e lo devo

tutelare a costo di altri sacrifici non è nella testa degli italiani, né tanto meno in quella degli

stranieri. Ecco perché insisto nel dire che lavorare per gli stranieri è lavorare per tutti. Non si tratta

di fare delle cose specifiche si tratta di farsi capire e di comunicare con i pazienti. Su questo senso

dell'ineluttabilità bisogna agire, perché anche sul lavoro fanno la stessa cosa: non portano il casco,

le protezioni, come gli italiani, se non c'è un capo cantiere che li obbliga, come se non facesse male

a loro. Questo concetto di prevenzione, di auto-tutela della salute è qualcosa che deve entrare nella

testa di tutti, dunque ci sono in questo momento dei limiti economici importantissimi che saranno

ancora più pesanti per le aziende sanitarie e per i comuni negli anni a venire, per la questione

economica mondiale nota. E noi allora potenziamo gli ospedali? Potenziamo il Pronto Soccorso e le

visite specialistiche? No, ci sono strumenti come i gruppi di auto mutuo aiuto che non costano

nulla, perché io che ho avuto un incidente sul lavoro faccio un gruppo con le persone con cui lavoro

e gli spiego le cose, rispondo alle domande, è molto più efficace che mettere le persone in un'aula a

sentire qualcuno alle 6 di sera quando sono stanchi, vogliono andare a casa e dirgli: “Metti il casco

che ti salva la vita”. E' più efficace un'informazione data a livello di pari, di educazione fra pari. Ma

questo è dimostrato. Così per gli stranieri potrebbero essere organizzati per comunità sui luoghi di

lavoro, in modo consono e sarebbe più utile per far penetrare questa cosa.

F.: Quali sono i problemi più evidenti di salute?

Resp. 3: Io ho modo di collaborare con la Confraternita della Misericordia, ed io vedo molti

disturbi psicosomatici, molti sensi di astenia, debolezza, sensazione di non farcela, depressione,

tutte persone che arrivano cercando un supporto. Non parliamo più di salute ma di benessere

psicofisico. Quindi una parte di questi pazienti ha delle cose serissime: tumori, anche in stadi

avanzati, insorti qui, e poi persone in cerca di rapporti. Quindi io sono particolarmente convinta che

per curare la salute occorra davvero cercare a tutti i livelli, delle occasioni di relazione, già a livello

abitativo. Le abitazioni devono essere miste, non luoghi dove ci sono solo persone svantaggiate e

solo immigrati , ma anche a scuola è importante supportarli.

F.: Perché se da un punto di vista legislativi la salute è tutelata, la sua realizzazione invece stenta a

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radicarsi?

Resp. 3: Io ho lavorato insieme a Geraci per la promozione di questi diritti, che abbiamo

sperimentato a Bologna con Sokos e Biavati. E' stato mio compito calcolare i costi e dimostrare che

con questo tipo di assistenza agli immigrati irregolari noi avevamo un calo dei codici bianchi al

Pronto Soccorso. Noi abbiamo dimostrato ad un governo e ad un parlamento che ha votato, che

c'era una convenienza economica, perché arrivare tardi alle strutture è sempre più costoso e

pericoloso sia dal piano sociale che sanitario. Fondamentale è stato avere un testo unico, poi che sia

buona o cattiva, che abbia parti buone o cattive ha poca rilevanza, se uno applica la legge, vede

come va, è finanziato e quindi può poi trarre delle conclusioni e modificare. Per cui i CPT erano

nella legge e poi si pensava già che non erano così congeniali da parte di chi aveva votato e anche

proposto la legge. Il problema è che ora si è ricominciato a fare decreti e decretini e quindi non si

capisce più bene il senso delle leggi. La Bossi-Fini ha stravolto completamente tanti ambiti della

legge e l'incidenza sulla salute non è diretta, ma è stata pesantissima proprio perché ha cambiato il

binomio migrante-persona nel binomio migrante-lavoratore, per cui l'idea è che tu arrivi qui già

formato a costo del tuo Paese, investendo le tue risorse di salute che poi appena non hai più o non

mi servi più, ti rimando a casa. Questo crea un disagio pauroso, tutti questi iter per il permesso di

soggiorno, ricordiamo le file alle poste con l'ansia, l'angoscia, il non dormire, non mangiare:

incidono tantissimo queste cose sulla salute. Queste azioni anche annunciate solamente e non

portate a termine, così come la non azione da parte dei governi di sinistra, che sono stati prima di

questo al governo, crea dei problemi di salute. Sono inoltre persone sole che rimangono imbrigliate

in una serie di lacci burocratici che personalmente vivo come se fossero proprio voluti per nuocere

alle persone. Se tu lasci una persona sola, senza relazioni sociali, a lavorare “come un negro” come

si dice in Italia, per due soldi, se anche stupra qualcuno non è giustificabile, ma tu gli hai insegnato

che l'hai trattato come una bestia e che non ti aspetti altro che si comporti come una bestia. Se

questi lasciano il loro Paese convinti di trovare quello che vedono alla tv e vengono qui con una

serie di speranze che vengono immediatamente deluse perché gli creiamo inutili ostacoli

burocratici. I comuni chiedono di dare loro i permessi di soggiorno e perché la prefettura e la

questura non mollano questa attività che sembra così gravosa che uno riceve il permesso di

soggiorno dopo che è già scaduto? Perché? Dov'è l'interesse? Chi ha l'interesse in questa partita?

Allora secondo me, c'è chi in maniera ignorante ci marcia per avere i voti, pensando ad un

elettorato che non si documenta, che ragiona in maniera superficiale e che si accontenta degli

annunci, dall'altra parte c'è una parte politica che litiga sul brodo grasso, quando c'era, e che è

immobile. In questo dualismo rimangono stritolate le persone straniere che non vedono né

affrontati, né risolti i propri problemi, quando anche soluzioni ce ne sono.

Come leggere la discrezionalità nell'applicazione delle direttive?

Questo è un tema che scotta. Mentre all'inizio, quando ho cominciato a sollevare questo problema

ed io ho presentato insieme ad altri un piano regionale con tutti gli indicatori, su cosa fare, tutti

erano contentissimi, abbiamo cominciato a radunarci come responsabili delle varie ASL per

condividere l'interpretazione delle direttive, dal ‘98 in avanti non è più arrivato niente. Questa

interazione tra le parti si è persa ulteriormente quando si sono i persi i saperi. Io sono andata in

pensione e non si è ritenuto utile sostituire con un'altra persona che quanto meno collegasse gli

operatori tra di loro per dare istruzione e formazione su questo settore. Con il documento di

Morrone adesso stiamo cercando di recuperare la situazione da un altro punto di vista, cercando di

riportare il tema all'interno delle ASL in modo tale da rivitalizzarlo. Non c'è più la pressione sui

ministri, l'azione come quella fatta Geraci, perché non ci sono soldi, non c'è più interesse. Anche

chi si occupa di questo tema non riceve informazioni specifiche, la Regione trova che questi temi

siano un po' delicati...bisogna avere il coraggio di parlarne chiaramente e invece si preferisce

parlare alla pancia delle persone, anziché al cervello, quindi questo non è un argomento di cui

parlare.

F.: Riguardo all'attività di medicina di base, quanto è a carico dell'ASL e quanto demandato al

volontariato? Non c'è un eccessivo carico per il volontariato?

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Resp. 3.: Mah, io non direi, perché questo dipende dalle singole realtà. Ti riporto tre esempi.

Reggio Emilia ha preso nelle strutture sanitarie i medici Caritas che fanno lì ambulatorio in orari

diversi rispetto agli altri ambulatori, che è già un passo in più perché è dentro la struttura pubblica;

a Cesena ci sono i medici normali che vengono pagati a norma di contratto come prestazioni

occasionali; a Palermo c'è il Prof. L. che prima ha aperto un ambulatorio di volontariato, poi si è

fatto aprire un day hospital per immigrati all'interno del policlinico e poi da lì è stato fatto nel

distretto e il volontariato non fa più niente. Quindi ogni realtà ha la sua specificità. Io a Bologna ho

seguito questa linea, ne sono responsabile perché l'Azienda USL è un'azienda fortemente

sindacalizzata, poi ritenevo inopportuno fare convenzioni con medici specialisti o altro, per nulla

esperti di immigrati, che avrebbero dato un servizio poco buono dal punto di vista comunicativo e

relazionale, quando avevo degli specialisti esperti ed adeguati. Ora questi specialisti che sono le tre

associazioni di volontariato convenzionate a me servono non solo per dare la cura, ma perché mi

danno anche un feedback sulle problematiche, sui progetti da fare ecc.,che non mi darebbe mai un

dipendente. Io non ho bisogno di atti medici, ma ho bisogno di uno che capisca perché c'è quella

patologia, perché c'è quel problema, dove si annida.

F.: Mantenere servizi dedicati, non va contro quell'idea di integrazione di cui parlava prima?

Resp. 3.: Questi ambulatori devono servire per il primo arrivo, per chi non sa dove andare e di fatto

hanno un a sensibilità incredibile. Sono persone che devono essere prese in carico anche con una

certa delicatezza, con cui devi parlare, capire, la richiesta a volte è multi problematica. E'

importante anche disarticolare la richiesta. Ma uno degli obiettivi precisi e dichiarati è quello di

dare informazione sui servizi. Quello che noi abbiamo fatto nel ‘97, prima della legge, è stato fare

una convenzione con le farmacie, con il CUP e con tutti i presidi ospedalieri accordando che le

associazioni fungessero da medici di base e la ASL coprisse le spese di gestione, ma questi li

devono mandare nei servizi normali. Questa è stata una scelta proprio di integrazione dei servizi. Io

uso il volontariato anche come sensori, perché poi sono loro a dirmi cosa succede, cosa è cambiato,

quali sono i bisogni. Gli stranieri si lasciano avvicinare molto più facilmente da loro, che non da un

servizio eccessivamente burocratizzato degli ambulatori della ASL .

F.: Si, però poi anche i pazienti regolari a volte cercano di rimanere in Sokos…

Resp. 3.: Questo è un problema di accesso, ma anche di difficoltà dei medici di base di relazionarsi

e rapportarsi con questa tipologia di pazienti. QuellI più bravi, invece, sono oberati di lavoro.

L'inconsistenza dei servizi sanitari va al di là dell'immigrato o dell'italiano, perché non frega niente

a nessuno dei pazienti. Negli ambulatori sei un numerino, non una persona, e se tu non capisci bene

cosa stai facendo, cosa sia un'ecografia ecc., è molto difficile. E' chiaro che se il servizio di

volontariato è efficiente, trovi i tuoi simili son cui parlare, è tutto più meno gratis, è ovvio che poi

fai fatica ad andare in un ambulatorio normale, dal quale possono ricevere di più in termini di

servizi e questo i volontari possono farglielo capire meglio di un qualsiasi altro dipendente della

nostra realtà. Il ruolo del volontariato è fondamentale: sensore e propositore.

F.: Leggevo in diversi programmi di concertazione tra i vari enti locali, del progetto sulla

formazione del personale e dell'integrazione del supporto di mediatori culturali. E' davvero un

problema di formazione?

Resp. 3.: Assolutamente no. Però noi abbiamo previsto accordi con l'università per la formazione

sulla relazione medico-paziente perché oggi questo problema è di tutti. Un altro problema è che non

ci sono risorse, si fa in fretta e tecnicamente bene, a scapito della relazione. Il discorso della cultura,

che non deve essere troppo enfatizzata, come afferma anche Chattat, è legata anche alla diversità

delle persone, quindi tu non puoi trattare tutti alla stessa maniera, neanche se sono tutti rumeni e tu

sei rumeno. Sono persone tutte diverse. Poi noi facciamo i corsi di formazione e vengono di solito

le persone particolarmente motivate e quindi già capaci di accoglienza. Io pensavo allora dei metodi

di incentivazione, ad esempio corsi di reparto. Questo è successo con il reparto di maternità in cui

abbiamo chiesto al personale le problematiche, abbiamo fatto formazione e riorganizzato il servizio

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con la presenza della mediatrice. Bisogna fare delle cose pratiche. La formazione nel tema

dell'immigrazione e dell'intercultura è difficile perché si pensa di sapere già tutto. E' banalizzato o

specializzato: dimmi cosa pensa un cinese. Ma cosa mi chiedi? Ci sono tanti fattori: età, sesso,

provenienza ecc...Noi insegniamo a mettersi nei panni degli immigrati, ma come di ogni paziente,

avere una relazione tanto buona che sarà il paziente stesso a parlarti di cosa pensa, cosa fa ecc.

F.: Qual è il concetto di salute che ha orientato la sua azione all'interno dell'ASL?

Resp. 3: Il concetto di salute che io professo deriva dalla mia formazione. Io sono un pediatra e

come sai, il paziente pediatrico non ti parla, non ti risponde, non ti racconta, quindi bisogna creare

una relazione e anche con la mamma. Poi io credo nella prevenzione, non credo che la malattia sia

qualcosa di accidentale. E' qualcosa che insorge in più concause e se tu ne limiti molte la malattia

non riesce a manifestarsi. La prevenzione è lo strumento meno costoso perché poi si tratta di

cambiare dei comportamenti. Quindi un benessere psico-fisico-sociale che si basa e si fonda

sull'amare se stessi e saper usare il proprio corpo. Il presupposto è che qualcuno ti insegni come

farlo. In gran parte la nostra popolazione ha questo insegnamento fin da piccoli: lavare i denti, non

mangiare cibi cariogeni, che la cioccolata ha più calorie di una mela. Nel momento in cui lo

facciamo con i nostri, ancor di più dovremmo farlo con i migranti. Da noi poi siccome le mamme

hanno un bambino solo, spesso non hanno le nonne ,è molto utile che il pubblico si faccia carico di

questa sorta di informazione perché comunque riduce i costi per gli ospedali. Quindi la mia

concezione di salute è: la prevenzione e la medicina delle prove d'efficacia, cioè è inutile accanirsi

con medicinali psicofarmaci ecc.,quando le cause dei malesseri sono altre. Il farmaco non è una

pozione magica che risolve tutto, molto va fatto anche nell'azione di supporto sociale.

F.: Che ripercussioni potrebbe avere l'abolizione del divieto di segnalazione?

Resp. 3: Io credo che una della poche cose sull'immigrazione che è entrata nella cultura dei medici

è quella di non segnalare alla questura i pazienti. Secondo me questa politica di annunci, che si

sgonfiano e non vengono praticati, se non nella legge, nei fatti, è chiara, ripetuta ed evidente in tutto

il comportamento della Lega, per cui penso che questa parte del decreto non verrebbe comunque

praticata, se anche i vescovi del triveneto si sono mossi. Si fanno annunci che potrebbero essere

anche condivisi: via i clandestini! Ok, va bene, ma se sei tu che li fai !C'è comunque qui una

volontà di mantenere le persone in nero, che fa comodo, per cui non sono particolarmente

preoccupata. Anche gli immigrati hanno capito che dicono ma non fanno mai. Lo fanno con tutto.

Le cinture, i caschi, fanno le leggi e poi non le fanno rispettare, perché dovrebbero far rispettare

questa che invece ci fa comodo?

F.: Bene, grazie dottoressa.