GIANLUCA SOLLA - L'Osceno. La Società immaginaria e la fine dell'esperienza

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 che dovremmo conser va re come il llo gia femmi nile del pens are , come :1 0  di ffere nte di anali zzar e e di c OJmp, rerld ere ) caso, ha res o vis ibi le cia che 1premi er rimane sal damente ine spr esso: che squarc ia il sip ari o die tro cui s i alia masco linit a ridan ciana e preda toria . che il masc hile cont empo raneo , r ma dai suoi numero si emu li, ha Jal tan dol e a prop rio van tag gio , tra .st clr man , ~gime post, di natura gode recc ia e Jre de, I e donn e, in ar ren dev oli e lPO,e ve ro anc he che la dial ett ica , 1incessante mov imento gui dato da : e la n egaz ione della negaz ione. :ar io come tut ti i mut ame nti storic i, n suo ma gic o ann ull ame nto ? In atte sa di e che sia pi li eff ica ce int egr are m l a presa in giro del potere, dei suo i ,ua app are nte 'se ren a imp uni ta' . Dal , dis inv olt o, all ude al p iac ere les bico e ent ro del le sue atten zio ni  1 0  denuncia, ,nniv ente alla scena.  E  stata coop tata ot te ne re qual cosa in ca mbio ma ldo che la se rat a e st ata un org asmo ell etta il pre mie r non rid ere bbe , noi "una risata vi s epp ell ira ", spe ria mo Socie ta immaginaria e la fine del l'esperie nza Gianluca Solla 1. Esist e una si ngol are forma di sovranid da i tra tt i ri di coli e, al stesso, estremamente viol enti, di cui Michel Foucault ha fo rni- rigoro sa: ess a consi ste nel la "ma ssi miz zaz ion e deg li di p otere a parti re dalla squal ifica zion e di colui che li prod uce" , di co lui che detie ne il pot ere. Chi amiamo "ub ues co" tal e pote re, del le gesta ecc ess ive egrotte sche di Pa dre Ubu , la cr eat ura da Alfred  J arry, "cap itano dei dra goni, uffic iale di fidu cia di dec ora to con l' ordine del l' aqu ila ros sa di Polon ia, ex re conte di Sa ndo mir ", Ie cui prodez ze sis vol gon o in un luo- def ini to: "in Polo ma, cio e da nes suna par te" . Dir e che oggi , in sia a ll'oper a un pot ere gro tte sco  0ubue sco signi fica non consi- i t rat ti cia rla tan esc hi e as sur di del po tere vig ent e come un' ap- cas ual e all a vit a pubb lic a di que sto Pae se. L'u bue sco non ha di un sup plemento pitto resco , ma sostan zialmente inoffe nsivo , ope r:l tc sol ido di u n gov erno  0di tutt o un pa rl amento. Esso e,  parte costitutiva e integrante del potere" politico, COS1 come si e cara ttler i;~za to negli ultimi anni di storia italia na. Che appa ia ogni qual ci si tro va al cos pet to di una "so vra nid arb itr ari a", non vuol dir e sovran ita sia s pro vvi sta della base ele tto ral e che Ie per met te gov el: nar e, ma che cos tru isc e il s uo consenso mediante un ricorso e antil ibera le dei me zzi di comuni cazi one. L'asp etto che inte ressa magg iorme nte  e  ria ssunto nella definiz ione massi mizz azion e del p otere attra verso  l' autos quali fica del Ris ied e qui la c ara tte ris tic a dec isi va del p otere ubu esco, che limita to dal fa tto di mos tra rsi  0di esse re mos tra to pub bli - c:aJneJ nte come abietto  0anch e sempl icemente ridic olo. Anzi , propr io che i l sovra no ubuesco resti al coma ndo, pur essen dosi rivel ato inf ame, ren de il suo pote re ancora pil i ill imitato e arbitrari o:  e

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che dovremmo conservare come il

llogia femminile del pensare, come

:1 0 differente di analizzare e di cOJmp,rerldere) caso, ha reso visibile cia che

1premier rimane saldamente inespresso:

che squarcia il sipario dietro cui si

alia mascolinita ridanciana e predatoria.

che il maschile contemporaneo,

r ma dai suoi numerosi emuli, ha

Jaltandole a proprio vantaggio, tra.stclrman,

~gime post, di natura godereccia e

Jrede, Ie donne, in arrendevoli elPO, e vero anche che la dialettica,

1incessante movimento guidato da

: e la negazione della negazione.

:ario come tutti i mutamenti storici,

n suo magico annullamento? In attesa di

e che sia pili efficace integrare

m la presa in giro del potere, dei suoi

,ua apparente 'serena impunita'. Dal

, disinvolto, allude al piacere lesbico e

entro delle sue attenzioni 10 denuncia

Societa immaginaria e la fine dell'esperienza

Gianluca Solla

1. Esiste una singolare forma di sovranid dai tratti ridicoli e, al

stesso, estremamente violenti, di cui Michel Foucault ha forni-

rigorosa: essa consiste nella "massimizzazione degli

di potere a partire dalla squalificazione di colui che li produce" ,

di colui che detiene il potere. Chiamiamo "ubuesco" tale potere,

delle gesta eccessive egrottesche di Padre Ubu, la creatura

da Alfred J arry, "capitano dei dragoni, ufficiale di fiducia di

decorato con l'ordine dell' aquila rossa di Polonia, ex re

conte di Sandomir", Ie cui prodezze sisvolgono in un luo-

definito: "in Poloma cioe da nessuna parte" Dire che oggi in

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·come se, attraverso questa operazione, acquisisse un carattere inevi-

tabile. Esso si afferma proprio a causa deli'infamia che 10 rende inat-

taccabile. Se neppure la ripetuta rivelazione delia sua miseria riesce a

scalzarlo, non ci riuscira certamente nessun avversario politico 0nes-

suna imputazione giuridica. Cosl e possibile assistere al fenomeno di

un potere che e forte non nonostante Ie accuse giudiziarie, ma proprio

grazie a loro.

2. Un contesto ubuesco non puo che essere, a suo modo, teatrale,

costruito cioe mediante giochi di ridondanze spettacolari, dato che,

per avere effetto, la squalificazione del regnante dev'essere pubbli,

ca, ostentativa. Qui assistiamo, tuttavia, a un'ulteriore scomposizione,

tra il potere propriamente detto e il suo detentore. Che quest'ultimo

rimanga detentore della maiestas, ma sia insieme squalificato come

folIe, ridicolo 0grottesco, ha la sua base nel fatto che il suo modo di

dominare 0di govern are non e mai messo in questione. Si intrecciano

due aspetti, apparentemerite contraddittori, ma in realta perfettamen-

te complementari: da un lato, la sovranita ubuesca richiede la presen-

za di un Ubu che 10 incarni e che sara spettacolarmente discreditato;

d'altro lato, tuttavia, tale potere non e mai legato a una singola perso-na: se richiede effettivamente un esercizio personalistico del potere,

tuttavia il carattere di tale potere resta impersonale. Questo e quanto

10 distingue da un potere carismatico 0da ogni altra forma di perso-

nalismo. Pur avendo bisogno che Ie attenzioni si concentrino sull'infa-

me Ubu del momento, ne resta indipendente: utilizza il materiale an.

tropologico a disposizione in un dato momento, trovandovi l'espres-

sione privilegiata, ma non unica, attraverso cui Farsi valere. Dietroal

mondo ubuesco sta il perfetto dispositivo dialettico mediante il quale

un potere si conferma e si rafforza annullandone il detentore, attra-

verso la sua squalificazione esplicita. Per fare questo occorre tuttav~a

che tale squalificazione abbia un carattere spettacolare, garantito per

altro dalla personalita stessa del detentore, destinato a essere cancehlato propri<;)da quella stessa esibizione che 10 produce come sovrano

agli occhi dei suoi sudditi.

3. La ridicolizzazione complessiva che la realta subisce a operadi

Ubu e parte integrante di quell a crisi, che ha provocato e che intel1de

far dimenticare. Quando Ie persone perdono illavoro, Ie scuole V~l1-

no in rovina, Ie pensioni si polverizzano, l'insegnamento finisce traJe

voci meno import anti di un Paese, e allora che si sbandierano risul-

tati, successi e un benessere che non trovano riscontri reali, se non

neli'immaginario ormai collassato di chi e colluso con questa strategia

di disinformazione quotidiana.

4. E parte costitutiva di una societa, qual e quella in cui noi vi-

viamo, che 1'immaginario arrivi a una potenza sinora mai raggiunta.

Chiamiamo percio tale societa "immaginaria". A differenza di quel-

Ie arcaiche, in questa il ridicolo non serve pili a limit are il potere,ma a consolidare la percezione di quanto tale potere sia inevitabile e

inevitabili Ie sue regole, i suoi meccanismi, Ie sue decisioni. II potere

ubuesco crea nell'immaginario comune una sorta di sua naturalezza,

un automatismo in base al quale appare impossibile, 0quanto meno

inutile, opporvisi. Esso trova il suo coronamento in questa sensazione

d'ineluttabilita, nella rassegnazione di un Paese al peggio.

5. Qgni Ubu di turno accetta tuttavia di ridicolizzarsi unicamente

possa esercitare un potere inaudito. Con una di quelle conca-

che rendevano inconfondibile il suo argomentare, Foucault

la presenza del potere ubuesco nella stessa Figura del perito

che non sarebbe in grado di svolgere la terribile missionegli si chiede di assum ere ("determinare Ia punizione di un indi-

o parteciparvi in larga parte"), se non proprio passando attra-

un discorso non solo antiscientifico, ma addirittura ridicolo e

Nel caso specifico dell'Italia, questa ha significato accettare

ridicolo a cui e stata ridotta la vita pubblica di questa Paese, pur di

a imporre leggi e trasformazioni politiche che un governo di

tipo non sarebbe riuscito a fare. Cosl, affinche si realizzasse quel-

svolta reazionaria che negli anni Qttanta era stata nelle intenzioni

gruppo denominato P2, era necessario che uno 0pili suoi membri

Ioro stessi Ie istituzioni pili importanti del Paese e non si

pili ai loro rappresentanti parlamentari, ancora ostacolati

formalismo e dal rispetto delle convenzioni parlamentari. Tutto

che e rimasto a lungo impossibile, puo venire ora realizzato. Ma

unicamente un potere ubuesco, non screditabile perche gia

screditato, ad averlo permesso. Solo tale potere pote-

sue Ie finalita del cosiddetto "Piano di rinascita democratica"

P2, in numerosi punti (tralascio qui se si tratti di una semplice

o di un'intenzione): l'asservimento delle istituzioni demo-

dello Stato mediante continui "ritocchi alIa Costituzione" e

ricorrere a un rovesciamento palese del sistema; la creazione

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di Una stampa "da battaglia" per controllare l'o~inione pubbli~~; la

restituzione del potere pubblico a un gruppo soclale che se ne.ntlene

il naturale detentore- la riforma in senso restrittivo della maglstratu-

ra; il condono fiscal~ per gli evasori sotto forma di un: age:rolazione

del ritorno dei capitali fiscali dal1'estero; una nuova leglslazlOne sulla

stampa, sulla residenza e suI settore previdenzial~ ... ?ra

scalzare tali forme e l'impedimento che esse costltU1vanovimento completo di un paese in senso elitario. Ma per farlo

bisogno di un clown, di un personaggi~ ~~ame ~he, mentre alle

Ie dell' attenzione pubblica rende posslblh legg~ ch~ ne ra~forzano

potere economico, gravemente indebolito .dalle mchleste dl

ne a suo carico, contemporaneamente attua quella st~ssa.

pubblica con Ie sue boutade, con la goliardiada vecch~ogto~ane,

l' appeal dell'imprenditore di successo e Ie sue gaffe. C .era ~lsogno

un buffone naturalmente, che tirasse dietro di se moltl altr1. ~

che oggi co~pare pili spesso nei media e un'.Italia ~atta di tantl

Ubu: dignitari di Stato, ministri, alti prelatl, tutu accettano ~a .

che consente loro di avere garantita l'impunita per Ie affermaZlOll1

assurde e Ie azioni pili indegne.

6. Ci si guardi, tuttavia, dal conside~a.re dive~t~nte l'aspetto

colo del potere infame: Ubu porta amlCl e nemlCl alla morte, nefa

strage. Ci sono tutti i segni della paranoia: mentre vuole esse~e amato,

e ammirato incondizionatamente, teme che qualcuno attentl allas.u~

vita. Vale qui la prescrizione che del ridi~olo n?n ~i.ride. No~. haJh-<

fatti niente di comico: solo il comico fa ndere; 1 1 ndlcolo dell mfatll~

potere ubuesco reca inscritto su og?i suo tratt? ~ segno del.d~spr~zz()j

l'indifferenza essenziale per gli altr1. Che nel ndlcolo non ClSlanlente

di comico, trova numerose esemplificazioni nella storia recente. Co s 1

delle barzellette di Stalin non si poteva non ridere, ma contemporane-

amente non se ne poteva ridere troppo, nell'impossibilita d~?efinlt~questo "troppo" diversamente che secondo la misura. stablhta .og?t

volta dalla risata dello stesso Stalin. Ridere guardando 1 1 capo; ndere

di disprezzo per gli altri, senza ridere davvero: non espr~mo~o q.uest~

formule la tristezza dell'Italia di oggi, dei suoi paternahsml, detis1.l°t

servilismi? Anche quando il popolo ride delle sue battute, sonod

risate registrate. Oggi in Italia si sentono o~unque ~uelle.

abbiamo imparato a con oscere dalla tv amencana del telefilm

show. Un popolo che ride a comando non dara .certo ,

delIa propria indipendenza di giudizio quando Sltrattera

7. David Rousset, che, suo malgrado, era stato costretto dalla vita

a diventare esperto di dittature, ha parlato nell'Univers concentration-

naire della giustizia buffona e sinistra del nazismo. La violenza ubue-

sca unisce la ridicolaggine del buffone ai modi tetri con cui si esercita

un potere arbitrario. Per Rousset si trattava ovviamente dei campi di

eoncentramento, in cui milioni trovavano una morte atroce, nel mo-

mento stesso in cui un' ordinanza di Goring si preoccupava di proteg-gere la fragile esistenza delle rane. La tenerezza di Hitler con i bam-

bini e con gli animali appartiene al medesimo registro. In essa parla

l'esigenza paranoica d' amore: l' esigenza di essere amati nel momento

in cui si esercita la violenza pili atroce. Tale esigenza fa ancora parte

dell'osceno potere ubuesco che oggi impera: Ubu vuol essere amato

eliun amore che non e pero libero, ma imposto dalla legge, e dunque

intrecciato con l'esperienza delIa paura: da un lato, la paura di Ubu

.chedietro il rifiuto d' amore ci sia l'attentato al suo potere; dall' altro,

Ia paura dei sudditi che, venendo a mancare l'amore del sovrano, de-

cadano dalle proprie condizioni di vita. Da qui l'esigenza paranoica

di fondare un Partito dell'Amore. Dove poi, con un'inversione lingui-

stiea tipica per il contesto, e che proveremo ad anaIizzare pili avanti,hon si potranno che produrre dichiarazioni dl guerra e d' odio.

8. Ne I sommersi e i salvati, parlando dell'ambiguo presidente del

consiglio ebraico della citta polacca L6dz (ribattezzata dai nazisti

Litzmannstadt), Chaim Rumkowski, Primo Levi fa un'osservazione

ehesembra essere passata del tutto inosservata, ma che e in effetti de-

clsivaper Ia nostra riflessione. Nella Figura di Rumkowski erano ben

visibili i tratti tipici del potere incontrastato: "Ia visione distorta del

tnondo, l'arroganza dogmatica, 11bisogno di adulazione, l' aggrapparsi

convulso alle leve del comando, 11disprezzo delle leggi". Oai sudditi

affamati del ghetto "Rumkowski ambiva riscuotere non solo obbe-

ienza e rispetto, ma anche amore: in questo Ie dittature modernegifferiscono dalle antiche". Questa situazione era figlia, ancor prima

chedell' ambizione smodata e distorta di Rumkowski, di "uno spaven-

sopotere di corruzione" che aveva ormai preso ii sopravvento sulla

Betta delle coscienze. La storia di Rumkowski, che dello sterminio

egliebrei d'Europa e della corruzione del totalitarismo e ovviamente

arfeintegrante, contiene quell'insormontabile difficolta davanti a cui

eyidoveva morire. Da questa storia, aveva annotato, emana un "sen-

diurgenza e di minacda" senza pari, che la rende inquietante come

lOle pagine peggiori delnazismo 10 sono state. Ma questa era una

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dalla scena non ~i sara che la morte. L'Osceno inaugura una nuova

epoca che scatu:lsce dall' evo1uzione di cia che Guy Debord chiamava

10sp~t~aeo1are mtegrato, ma ehe ne costituisce anehe la fine: l'Osce-

no ln1Zlaquando non c'e piu spettaeolo ne seena e tutto diviene tra-

a se stesso (0 rid?tt,o a coltivare tale illusione). Nell' epoea

elevata a ovvleta, tutto sembra essere divenuto talmente

d~ non proporre ne domande ne conflitti. Questo Osceno ha

? n1ent~,a e?e fare con l'aceusa classica, morale e giuridica insie-

di oscen~ta: nvolta per esempio alla rappresentazione della sessua-

Ne costltU1SCetutt'al piu il rovesciamento: la era la scena a essere

la no?, rapp~esentabilita di determinati contenuti, a partire

se~s~ per elO e?e e segreto e deve rimanere celato. Oggi a essere in

e, mvec~, la lperrappresentazione di tutto, la mancanza assoluta

s~?reto e ~hn~seondi~ento, 1a1uce acceeante eontrabbandata per

V1SlOnedel faW 0 per il fatto stesso, vissuto in presa diretta da colo-

che ne sonG tutt' al piu gli spettatori.

storia che si era ancora consumata dentro il ghetto. In essa si mostra

come il riso di Ubu nasconda i1terrore ehe erea. Cia di cui la pal:anoia

dell' amore si impossessa e la totalita di una societa, che chiarni~lm,o·

"immaginaria" anche nel senso che e creata a immagine e sOlmi,gli:lm~a

dei fantasmi ehe la ossessionano.

9. Ubu puo essere ridicolo, ma non fa ridere. Se ne ride uncome delle battute di Stalin: se ne ride di paura 0 di imbarazzo.

fine se ne ride di terrore. Questo apparente paradosso si spiega

fatto che qui ci troviamo eonfrontati con l'indeterminato punto

distinzione tra il ridicolo e i1terrore. Cia che ha indo con la

trova la sua realizzazione nel terrore. Chiamiamo "osceno"

mente questo punto d'indistinzione, che e 10 spazio storicodi

e dato essere gli abitanti. C1assicamente, l'osceno sta in diretta

trapposizione con 1ascena: e cia che avviene fuori scena, che non

essere mostrato. COS1dove iniziava I'una, finiva (0 doveva finire)

tro. L'osceno e stato 10 sfondo scuro su cui 1ascena poteva

con Ia Iuminosita che Ie e propria. Se la metteva in questione,

rappresentava 10 scacco, era pero ancora su questo suo limite

scena poteva costituirsi come tale e dar corso aIle azioni che vi

no luogo. Oggi questa relazione sembra essere terminata, molti

patlano in questo senso. E l'esistenza stessa di qualcosa fuori

che e divenuta quanto meno dubbia: 1'oseeno invade la scena e

si trova a essere incalzata da queIlo, finendo per non esistere piu

tale, come scena (<?ssiacome non-oseena). L'osceno e cia che

apparire in scena. E ovunque proprio perche ha cancellato

za stessa di qualsiasi cosa non sia scena. "Osceno" non ha di

niente di morboso, ne di piccante. E invece Ia constatazione

e scena, e in questa forma implica Ia cancellazione degli

1'iperpresenza mediatica impone, fmendo per cancellare

tenuto dalla vita pubblica e Ia possibilita stessa di una vita

11. L'Osce~o. e in?anzitutto 0-buco vuoto, un buco e insieme un

.•.•. che puo 111ghlOttirequalsivoglia materia, riempirsi di tutto, ri-n:ane.ndo perfettamente vuoto. Non si riempie COS1di nulla, nutrendo-

iSle dlstruggendo contemporaneamente tutto: senso eritico istituzioni

for~e e conter:uti. Bulimico, incorpora tutto senza tener;e traccia. : I irnutile.c~r~~tvl.delle profondita insondate, i suoi abissi non sonG che

s~perflcla~ltadl.str~tt.lve. La rappresentazione spettacolare di tutto fi-

frrsc~CO~1~ restltU1rCluna realta che non esiste gia piu e che forse non

(;~al eSlstlta, COS1~ome e messa in scena. II principio descritto da Bau-

?t1Ilard, secondo il quale noi non desideriamo piu l'evento, ma solo

suo s~ettaco1o, dev'essere forse ampliato nel senso di quest'unico

rpllarlo: che forse quello spettacolo non esiste gia piu.

;<12. 9~ando l'Os~er:o ha ipnotizzato i contemporanei, questi nonnp pr.u 111grado ~l nconoscere neppure piu troppo bene cosa an-

ra.eSlsta e cosa Sla da Iungo tempo estinto. Continuano a vedere

~.luce, come di una stella spentasi da millenni, perche quella Iuce edrata nella 1oro stessa immaginazione, che la tiene viva.

1 3 ' L'~sceno non rivela niente: non e rivelazione che del nulla at-

cU1 Ia messa in scena immaginaria delIa societa in cui Ubu

adrorle. Da questo punto di vista e interessante notare come

"osceno", benche venga messa sempre in relazione con Ia

10. Jean Baudrillard, che all'osceno ha dedicato alcune

pagine piu importanti, ha scritto che esso e il sogno delIa

assoluta, del "piu visibile del visibile". Se questo sogno e oggi

tutto, e perche ha saputo sfruttare l'onnipresenza delIa

spettacolo. Che la scena sia ovunque, vuol dire proprio

essa e terminata proprio nel momento in cui ha invaso tutto

tutto ha preteso di stare sulla scena. La scena ha finito per

tificata con Ia vita stessa, 0quantomeno con Ie sue

 

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scena, contenga un riferimento essenziale al c~enum, alIa.sporcizia,

alIa sozzura, alIa presenza di qualcosa che e dl malaugurlo e allude

all'imminenza delIa fine. Ma questa fine ha forse la forma d~l para-

dosso coniato da Giorgio Mangane11i: la fine delmondo.ha gl,aa:ruto

luogo, solo che non ce ne siamo accorti. La nostra passlOn~ e dl de-

clinarla al futuro, un futuro possibilmente remoto, quand~ lllvece f~

parte del passato recente e di tutto il nostro presente. A chllo gu~rdl

con attenzione, 10 stesso ventennio appena trascors? non tardera ad

apparire come una fine che ha gi~ avut0.1:lOgo, un'lmmensa ,~ssenza

di prospettiva storica, un enorme Immobillsmo del tempo,. all ~tern~

del quale l'unica "discussione" sulla storia e ~tata q~ella d~l coslddettli

revisionisti: quel poco che rest a delIa memotl~ stOtlC~puo ~sser~ can-.

cellato 0modificato a piacere, come accade 1llun vldeogl?CO 1llcu~

si possa incominciare sempre da capo 0 in cui si possano dlsporre gli

elementi del gioco in un ordine arbitrario.>

fo consiste nell' aver reso tutto compatibile, tutte Ie opinioni e tutte Ie

epoche. COSIfacendo, la Societa immaginaria porta a consunzione Ie

forme tradizionali delIa comunita, basate sulla discussione e sulla cri-

tica, suI conflitto e sulla contraddizione, intesi non come problemi da

risolvere, ma come risorse del vivere comune. II suo carattere osceno

risiede proprio nell' aver generato una terra di nessuno, un immenso

melting pot  dove non si incontra pili nessuno e il cui valore pili impor-

tante e l'armonia sociale 0 cia che contrabbanda come tale.

15. La Societa immaginaria si nutre della messa al bando della

storia, delIa sua rimozione in una lontananza puramente fantastica.

I\Anche quando riveste i caratteri della riflessione suI passato e della

commemorazione, questa operazione finisce ovviamente per coinci-

dere con la stessa distruzione delIa storia. Una storia cOSInon e nulla

pili che un piacevole intervallo rispetto ai conflitti che assediano il

<presente. In pili, il tentativo di interrompere 0 di neutralizzare la sto-

ria, 0 quanto meno di bloccarla in una configurazione stabile, lascia il

campo aperto a bizzarre e inattese ristoricizzazioni forzate che vanno

dai revisionismi di stampo neofascista ai localismi di matrice razzista,anid ai vari tradizionalismi inventati di sana pianta.

14. Non si riduca questo potere farsesco al solo fascismo: se cita

Mussolini e il regime, se e ben disposto a minimiz~ar?e Ie col~e :a

farne l'elogio qualunquista dei "meriti", non e per 1.ntlma convlllz~o-·ne ideologica, ma perche e tipico del suo potere dl auto-eleggersla

erede universale delIa storia che 1'ha preceduto. Quest'uso strumen- ••

tale della storia s'inserisce in una visione delIa persona di Ubu c01 1 1e

uomo del destino. Come tale, egli si pone come erede del pas~at.o,

salvo poi smarrire Ie coordinate che, per esempio, permett.ono d.ldlf-

ferenziare un'epoca dall'altra. Tutto viene raccolto, tutto Vlene cltato,

ma unicamente nell'essenziale equivalenza e nell'indifferenza dell~

varie epoche. Cosl si puo elogiare il fascismo Italiano e ,10sforzo dell~

ricostruzione del dopoguerra; Ie virtli delIa democraZla parlamepta.

re e 1'amicizia con un ex-agente,d~l KGB ?i~enuto ti~an~o ~iull~

democrazia parlamentare; travestlrsl da partlglano per 1oblettlvodet

fotografi e farsi beffe dei campi di concentr.ament~. Ma ques;a forn:adi revisionismo non e frutto di una ideologla preClsa. Benche nonsl~

esente dal vizio ideologico di fondo delIa propria volonta di poten

sovrana sulla storia e suI tempo, la febbre revisionistica di un p?

co che si professa neo-liberale proviene proprio d~lIa sua. mental

ubuesca, che fa delIa storia poco pili che un mero trlonfo dl a?p~re

ze. Questa visione tradisce sino ache punto 1'Oscen~ vad~ lllS1~.

alia cancellazione dei conflitti di un' epoca e aHaneutrahzzazlOne.d

vita politica. Le sue scorrerie indisturb~te attra~e~so .le macene.~

passato sfoggiano il pili accattivante sortlso pubbhcltarlo. I T suotrl?

16. Le insegne pubblicitarie dell'Osceno possono perfettamente

coniugarsi con l' abolizione delia memoria storica 0 con i barbarismi

tecnicizzati delIa pili spietata caccia allo sttaniero, in nome del radica-

mento storico (cioe, a questo punto, immaginario) di un popolo in un

.dato territorio. Ma questa produzione di dimenticanza non ha niente

dLaccidentale, e invece parte integrante dell'essenza e delmeccanismo

difunzionamento del1'Osceno. Del resto, quando l' autorevolezza di

un'.affermazione passa lmicamente dalla televisione e il mezzo stesso,

enon pili il contenuto, e l'unico vero detentore di tale a~torevolezza,

cisitrc~va espropriati degli strumenti stessi di una possibile contesta-zione. E caratteristico di tale mezzo il fatto che l' autorevolezza che ha

t??otto, coSI come la centralid di questioni dichiarate impellenti,

ellgano dlmenticate qualche glorno dopo, nella generale disattenzlo-

the quel mezzo stesso produce. E in questa situazione che s'in-

~tallail ricorso alle statistiche, ammantate del carattere scientifico, 0

presunto tale, delle cifre. Per il grande pubblico sono tuttavia del tut-

tpI1()n verificabili, esattamente come 10 sono Ie immagini abilmente

.fpolate. Eppure e proprio di loro che si nutre la percezione del

fesente da parte degli abitanti dell' epoca. L'unico loro sapere non

 

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proviene piu, come un tempo e stato, dall' esperienza di prima mano,

ma unicamente dalle formule quasi magiche che sono i sondaggi invo-

cati a sostegno di una tesi, spacciati come forma di auto-riflessione e

di auto-conoscenza di una societiL

17. Alain Badiou ha scdtto che, quando il presidente Francese

Nicolas Sarkozy si e recato subito dopo Ie elezioni su uno yacht di

miliardari suoi sostenitori, ha dimostrato come il teorema della nuo-va classe politica sia: non c' e niente da vergognarsi a essere ricchi 0

a frequentarli. Ovunque, ma in particolare in Francia e in Italia, in

questo momento e in atto un' offen siva della classe piu ricca a

delle altre - un'invisibile, ma tanto piu efficace, lotta di classe.

non ci sia niente di cui vergognarsi, e propriamente cia che

l'Osceno, che non conosce vergogna e ne e Forse l'esatto contJrario.

L'Osceno non si vergogna, COS1come non ci si vergogna

Soprattutto vale il principio che il potere ubuesco ci ha lm:egnal:o

riconoscere: l'Oscenocon tutto il suo potere sorge proprio

ogni vergogna, COS1come ogni senso di colpa, risultano annullati.

n che puo compiereindisturbato i suoi affari. Dalla paranoia ha

ditato l'assenza di senso del limite. Non ha cognizione di cia chegiorno potrebbe interromperlo. Si pensa eterno, e quantomeno

che tutto sia concesso a chi e protetto dalla forza magica del

ubuesco. I comportamenti un tempo avvertiti come vergognosi

proprio quelli che permettono di fare ubuescamente carriera in un

ese ubuesco. Solo un rovesciamento dei valori di questa portata

a rendere conto della comparsa di personaggi, maggiori 0 minori,

sembra abbiano fatto del ridicolo, e in particolare della

ne di se, la via maestra per accedere al potere e al successo.

18. L'Osceno 10 si potrebbe anche definire come la

esistenze senza vincolo sociale. Non si tratta solo di unane dellegame sociale, dato che esso tende a sostituirlo in tutto

tutto. Fa della sparizione del rapporto il suo unico correlato ne,ces:sa-

rio, finendo per non produrre solamente esperienze che

sere riportate all'unica esperienza fondamentale, quella

Cosl, nel silenzio assordante delle televisioni e nell' opulenza

loro immagini producono, si trova che tutto 10 spazio sociale,

anche 10 spazio della vita, e in realta colmo di paura. Tutte Ie

sono impegnate per sottrarsi a una minaccia incombente,

nosciuta, per ricavare una tana che permetta di evitare

13 9

effettivan:~nte ~i apr~no alla vita, dato che questi spazi recano con se

delle n?Vlta, del VU~tI,delle minacce, delle mancanze, degli intervalli,

~e~ledlstanze, degh azzardi. AlIa solitudine nella quale Ie vite hanno

f1111~0presto 0 ~a,rd~pe~ rintanarsi, la televisione prop one come alter-

natlv~ la celebnta: 1usclta spettacolare dall' anonimita, la fama effime-

ra del concorrentl alle trasmissioni a premi, l' occasione di mostrarsi.

~e~ e~sere ~mmessi a~e possjbilita che questa mondo sembra offrire,

Sl e dlSp?StI a elemos1l1are. E come se la propria esistenza Fosse resa~eale U?l~amente dalla moltiplicazione della propria immagine nelle

lmmag1l1l~rasmesse, ossia nei "passaggi" televisivi. E come se solo la

cert~zza dl essere colti dagli sguardi altrui testimoniasse di un' esisten-

za dlVenu~a ~erribi1m~~te incer.ta; Se un tempo l'umanita ha prodotto

prove dell eSls~enz~dlV1l1a,oggll uomo occidentale ha bisogno di pro-

ve .della propna eSlstenza. M~ Ie un~ch~ prove valide in questa campo

~a~ono esse.r,edelle p:-~ve ottlche: Sl eSlste quanto piu si e percepiti e

s~e t~nto pm perCep1tl quanto piu si e parte integrante di un imma-

g1l1ano collettlVo. Narciso non si accontenta di specchiarsi ma vuole

essere guardato da altri: esso sconfina a ogni suo passo neil' esibizio-

che .chiede ?i vedere il proprio volto riflesso negli occhi altrui.

~uttav1a non Sl t:-atta .sel~~licemente di un problema psicologico,dl una degenerazlOne 1l1dlVlduale,quanto piuttosto di riconoscere

tutto questo il sistema che e assurto in Italia a me todo di governo.

1~. La Societa immaginaria articola la questione classica del rico-

nOSCllnento ~el senso della visibilita: essere riconosciuti significa es-

sere am~essl al regno della visibilita spettacolare, avervi posto, per

quanto ~)1ccoloe marginale possa essere questa posto. Ma per essere

accett~tl 0 per avere quanto meno la speranza di essere un giorno n>ac~oltl, occorre rendersi accettabili: solo delle presenze normalizzate

u?lfor~nate, non conflittuali, 10 possono. Occorre che la lora standar~

dlz~azlOne possa essere adeguatamente certificata. Santiago Lopez-

'petIt ha scntto che nella nostra societa "per essere ammessi occorre

essere am~issi~ili", ~ssia. r.el:ders~tali. II principio vale per i singoli

, come per 1movlmentl POhtlCl:tuttl sono in linea di massima ammissi-

bili, ~ sono di f~tto ammessi, purche accettino di parlare illinguaggio

dpm1l1ante, OSSlapurche accettino di neutralizzarsi come istanza di

tivendicazione politica, rinunciando alla propria differenziazione 0

allap.r~pria artico.lazione singolare dello spazio politico. Solo a questa

son~lZ1~~e, che 11s?ttomette, condannandoli a produrre silenzio, 0

tutt al pm rumore dl sottofondo, sono ammesse dal potere dominante

 

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140

Ie loro rivendicazioni. In quella che chiamiamo Societa immaginaria,

che si prende e pretende per tutta Ia societa, l'Osceno di~i~n~ .aHo-

ra la condizione stessa del visibile. Per essere non solo VlSlblh, ma

spettacolarmente visibili, occorre corrispondere ~i c.r~te~id~ll'Osceno.

Occorre adeguarsi. COS!,d'un solo colpo, tutto il vlslbile Sl conforma

all'Osceno, ne e come risucchiato al suo interno. Ma il visibile COS!co-

stituito tende nella Societii immaginaria a sostituirsi al vivibile. Tende

cioe a saturare Ie condizioni stesse della vita.

20. L'Osceno implica anche la capacita di riassorbire al suo interno

Ie richieste che apparentemente minacciavano di distruggerlo, ~a che

in realta e stato poi agevole - oscenamente agevole - addomestlcare

cambio di un po' di visibilitii edell' apparente raggiungimento di

Ie istanze, svuotate tuttavia del senso di cui si erano fatte

(Da qui, al senso di nausea e di saturazione, al mutismo e .

to che avvertiamo, si aggiunge anche Ia percezione che slamo

viventi, ma Forse non pili vivi.)

21. Il problema fondamentale del potere nell'Italia di oggi e

di tutti i regimi parlamentari post-democratici: come

consenso in una democrazia senza partecipazione? Come non

dare alla democrazia 0,pili esattamente, alla sua forma

non mantenendone che Ia parvenza? Nei termini. vecchia

litica e un paradosso, ma chi 10 guardi con attenzione non

ad accorgersi che l'Osceno ha successo proprio in quanto esclude

partecipazione propriamente politica e lascia posto, da.un Iato, a

partecipazione puramente immaginaria alle vi~ende ~el

della politica e, d' altro lato, all'interesse e all'lmporsl

tie. COS!si e finito per sostituire alla dimensione pubblica

mente democratic a) un' altra dimensione, che chiamiamo

(che il vocabolatio definisce "il tentativo intenzionale dipercezione della realta pubblica da parte di un soggetto"). Non ~

il principio di un processo democratico, ma que.ll? ,d~ll; lobby dl

tere. Questa riduzione silenziosa della democratlClta e 1essenza

di quanto succede oggi in !talia: tutto ci~ che c'e.d'import.ante

in silenzio. E questo non e un caso, ma 1 1 vero tlsultato dl una

gia assordante, collaudata negli anni.

. 22. Di fronte al vuoto che la publicity scava nella dimensione

blica, si finisce per votare non pili un candidato, ma un modello di

L'OSCENO 141

In Italia questo fenomeno ha assunto dimensioni paradossali, arrivan-

do a votare un Ubu che esonera dalle questioni politiche, che non ca-

rica i suoi elettori di riflessioni 0di responsabilitii da assumersi. Se ha

successo, e perche, della vita politica, Ia massa non ha voglia di saperne

niente e Ubu Ia "salva" dal doversi occupare di qualcosa. In questo la

tratta da pubblico televisivo. L'Ubu italiano incarna Ia vita ricca e colo-

J:,atache i suoi elettori vorrebbero vivere, ma senza impegnarsi troppo.

E un singolare modello di vita, che Ii esonera dal vivere. Del resto,quella vita esiste giii, dal momento che possono permettersi di guar-

darla sugH schermi. COS!,pili che un modello per Ia vita, la tv presenta

Ia vita stessa che Iui 0altri vivono per Ioro. Per questo 1 0 ammirano,

come ammirano i "personaggi" dello schermo, con cui si identificano.

Ma questa sindrome dell'identificazione si sovrappone alla sostituzio-

ne ossia all'abolizione stessa dell' esperienza. Sgravati dal peso delIa

vita reale, ci si ritrova a esserne intimamente esdusi. E gli esclusi dalla

propria esperienza non possono che riprodurre meccanicamente nella

vita quei comportamenti che hanno appreso dall' ambito spettacolare:

Ie millanterie, i rapporti uomo-donna incentrati suI machismo e sulla

prostituzione, Ia velocitii vissuta come senso dell' avventura, l'uccisione

totalmente inconsapevole di aItre persone ... Tutto un immaginario hafinito per imporsi, il quale, Iungi dall'essere Hberatorio e appassionan-

costituisce una vera e propria anestesia delle esistenze.

23. Questa situazione produce un'ulteriore evidenza che sta sotto

occhi di tutti: non ci sana conseguenze. Reati, crimini, corruzioni,

alcuna conseguenza, anche quando siano rivelati e

cOlnfe'ss:Jlti dagli stessi responsabili. Conformemente alIa natura ubue-

del pot ere vigente, non ci puo mai essere confessione di colpa,

unicamente Ia rivelazione dell'impunita come del pili prezioso dei

Quanto ne l mondo civile 0nello stato di diritto produce-

dimissioni, riforme, processi giudiziari, risulta sospeso nel mondo

potere grottesco: Ubu non deve rispondere di niente. Per effetto

suo potere, Ia ricchezza monetaria si e tramutata magicamente nel

patrimonio, quello dell'immunita di fronte a qualsiasi accusa.

si tratta solo di trasgredire Ia legge, visto che questo puo farlo

criminale, anche di piccoHssima taglia. Quello che Ubu puo in

fare e deriderla. E deriderla essendone al contempo il tutore,

delle istituzion1 a cui ne e demandata Ia custodia.

un' aggressione estremamente violenta, e proprio perche

dalluogo stesso deputato alIa Iegge. Non e una trasgressione,

 

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1 42

ma l'atto stesso can cui, invocandone un' autorita che valga pero solo

per gli altri, da parte sua non fa che irridern~ i I~miti e umiliarne I.e

forme arrivando a sfibrarne Ia struttura costltutlva. Non fa che d1-

sprez;are Ie istituzioni, salvo pretend~r~ da~Ie~ani~estazio?i popolar~

che 10 contestano "il rispetto delle lstltuZlOnl . D1 volta m volta, C1

si trincera dietro gli altisonanti nomi delle istituzioni nelle quali si epenetrati, svuotandole di significato, oppur~ di~tro la,"liber6", ."il ri-

spetto", Ia "democrazia" - quelle stesse nOZ10nlche 1operata d1Dbu

ha reso carta straccia.

24. Ci si puo commuovere in massa per Ie vittime di un ~erremo-

to ma Iasciare che dietro Ie quinte di uno spettacolo allestlto a usa

e ~onsumo di questa commozione di massa dalle televisioni (~omJ

medium di governo) Ie macerie rimangano intatte, e nessuno SlCUrl

effettivamente delIa popolazione civile rimasta senza casa. L'il?Pu-

nita intrattiene una particolare camp licit a can l'indifferenza, fmoa

renderla realmente sovrana: nella Societa immaginaria, indifferenza

e commozione, Iungi dall' escludersi, si rafforzano recipraca~ente.

Solo qui un' azione politica .deve. avere il volta delIa c~mmo~lOr:ee,d' altra parte, mantenere Ia sltuazlOne esattamente com e, nell m,d1ffe-

renza per come Ie case effettivamente p.rocedono. I~p~rtante e s~Io

una sentimentalita elevata a surrogato d1una partec1pazlOne effett1v~

alIa vita sociale e a regola di cittadinanza: non ci sana pili conflitti,

sostituiti daIl' espressione parodistica dei buoni .sentimenti. quest,a

versione sentimentale e maternalistica dell a reaZlOne prevede meV1-

tabilmente Ia cancellazione di una vita sociale effettiva che non pa.ssi

per Ia mediazione delIa televisione. I!~nica ~o?:unanza. c?mun~t~ri~

avviene satta il segno delIa tv: non pm cond1vlSlone del slm?0~,de1

racconti mitici e fondatori, ma del reale, diretto, a almena d1 clOt:he

ne ha Ia parvenza. E questa comunanza obbligato ria. e fo:-zosa,.C?

non ha nulla di facoltativo ne di opzionale, e Ia macchma d1doml11

1

il grande dispositivo di cui, valenti a nolenti, siamo parte, a cuiatt~.

buiamo il nome di Osceno.

25. Nell'Italia di questi ultimi vent' anni, nulla e stato tanto e~i

ce nel costruire questa sensa dominante di impuni6 e di arrog ..

quanta i cosiddetti giornali scandalistici 0, pili esattamente; Ia cuft~

scandalistica che finisce per pervadere buona parte del glOr~al1sT-

e dell'informazione. Essi rappresentano Ia vetrina del potere, m epotenti sana convocati a esibire a turno Ie lara nudita. Si realizzaiq

143

un'inversione Ietterale delIa favola che nel re nuda vede la fragilita

stessa del potere e la conseguente possibilita di roves ciarlo (non per

null.a "il re e nuda" e stato uno dei motti del '68). In questa inversio-

ne, il re mostra Ie sue carni come segno del potere: non ho alcuna im-

pudicizia, io, a cui attenermi; il pudore e per voi, piccoli uomini, che

potete tutt' al pili ammirarmi. Nella stamp a scandalistica, alIa fasulla

caccia in segreto aIle immagini (in realta regolata da accordi ferrei

tra i fotografi e Ie lara "vittime") corrisponde un fasullo voyeurism a~all'altra parte, can l'illusione di accedere attraverso quelle fotogra-

fIe a mondi altrimenti inaccessibili, a un segreto sancta sanctorum del

tempio, guardandolo dal buco delIa serratura. A colora che guardano

immaginarsi come altrettanti voyeur, suI punta di accedere a

davvero riservate. Del resto, da Dallas in poi, la televisione

non ha mai smesso di coltivare questa partecipazione im-

degli spettatori ai "drammi" e alIa "vita vissuta" dei poveri

(cosl una produzione di successo degli anni Ottanta e stata la

brasilianaAnche i ricchipiangono).

26. I rotocalchi scandalistici, lungi dall' essere una delle tante pub-

presenti suI mercato, costituiscono un punta essenziale

riferimento per intendere a quale armonia sociale miri Ia Societa

immaginaria: e la vita sognata dei ricchi, in cui non accade davvero

nulla di drammatico a di irreparabile, che possa mettere a rischio la

..posizione sociale del gruppo. Tutto il corredo dell'onirico viene con-

v?cato all'occorrenza: case definite appunto "da sogno", locali delIa

VItanotturna, belle donne, gioielli, automobili, aerei, elicotteri... Da

questa catalogo di vendita per corrispondenza, il popolo dovrebbe

tfarre gli oggetti di cui avere fame e sete immaginarie, andle se sana

destinati a rimanergli intangibili, a forse proprio per questa. Sognare

erimanere lontani, separati dalI'oggetto dei propri sogni: e questa

chegli ha sempre insegnato la televisione. Questa distacco non fa cheaccrescere il valore di cia che resta preduso, puro di una purezza che

proviene dalla distanza. Del resto, la tv insegna che ai sogni non ci si

puo opporre, a meno di non essere davvero malvagi per farlo. La vita

dey'essere facile per gli abitanti delIa Societa immaginaria, al costa di

essere affetti dalla piacevole allucinazione delle chimere. In questa

11S0,accoglie e intensifica un'eredita che Ie viene dall'immagine, la

'promessa e di realizzare tutte Ie pramesse e tutti i desideri. II suo

1l1.pOe quello dell'immediatezza, il suo modo e quello rettilineo, sen-

adeviazioni.

 

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27. Per strano che possa sembrare, nella Societa immaginaria il cor-

po scompare. Sembra che sia ovunque, in realta, pili che di un corpo

in carne e ossa, si tratta delle sue immagini assunte come equivalenti.

Le immagini finiscono per rendere superflui i corpi. II moltiplicarsi dei

suoi segni e cosl1'indizio pili certo della sua scomparsa. Travolta da

questo grande scambio di segni e di immagini, ha finito con l'eclissarsi.

L'Osceno e inseparabile da questa cancellazione dei carpi sottomessi

all'idealizzazione del "piacevole", nei modi previsti dalla deriva pub-

blicitaria. Che questa onnipresenza del corpo ne sia al contempo Ia pili

effettiva ed efficace sparizione, certifica meglio d' ogni altra cosa il

vesciamento delle forme tradizionali che I'Osceno produce.

nei media italiani, in particolare in televisione, non si parla altro

di questa: malattie, operazioni, chirurgie estetiche e salvavita,

sana e ginnastica, cancri e vaccini, medicinaH e bazzecole, scienza e

racolo. Questi carpi tradiscono Ia strategia di esibizione attorno a

Ia Societa immaginaria ha organizzato il suo funzionamento.

di se stessi, questi carpi sana sotto gli sguardi di tutti, per esserne

nichiliti, data che il corpo reale deve scomparire 0,meglio, deve

opportunamente corretto e reinventato sulla base delle tecniche a

sposizione. Da qui il proliferare di un corpo che ha fatto delsma aile regole estetiche dominanti il modo stesso, e forse 1'unica

chance, di apparire e di vivere. COSlper Ubu: per quanta il suo

sia stato mostrato pili e pili volte, l'ostentazione rivela

bto che c'e tra esibizione ed esposizione. Pili precisamente,

come l' esibizione prevede Ia cancellazione dell' esposizione,

esposti del corpo e della vita stessa. Questa cancellazione

fare di Iui un'immagine immutabile, integra e indenne a tutte

sformazioni del tempo, farne Ia rappresentazione di un'idea

ditore di successo, 10 sportivo, Ia  jeune fille), che e tutt'uno

concezione militaristica che quel corpo realizza per conto della

ta immaginaria, di cui e illuogotenente. Cosl nell' epoca

compiuto, non c'e feticcio pili vitale del corpo. Per Ubu non si

pili di trasfondere una nuova aura al suo corpo, ma proprio del

trario: della possibilita di fare a meno di qualsiasi aura, nel

in cui Ia sua immagine assurge al rango di feticcio, parte

dell' economia dei segni, a cui il suo corpo e stato ridotto.

28. I carpi femminili, che offrono il carre do di cui Ubu

condarsi, non sono convocati come presenze sessuate. Ne

no, anzi, l'esatto contrario. Da questa punta di vista, 1'unica

14 5

pazione lara consentita e una partecipazione pornografica, nel sen-

so che Ia pornografia non si colloca dalla parte della sessiialita e del

piacere, ma da quella della rappresentazione, dell'immagine e della

sua allucinazione. L'oscenita dell'Osceno non ha niente di sessuale ne

rappresenta anzi Ia pili decisa cancellazione. Dove tutto avviene s~tto

~ segno d~lla sp~rizione della sessualita, questa ispirazione pornogra-

flca non SI aSSOClatanto bene a nient' altro come al sentimentalismo.

La presenza pornografica, che e l'essenza delIa televisione italianae una presenza disincarnata, e Ia disincarnazione stessa del sesso. : E t

un' espropriazione delIa realra di quei carpi attuata proprio mediante

I'evidenza eccessiva e 1'eccesso di evidenze che sono i principi costi-tutivi dell'Osceno.

. 29. In Italia Ia pornografia e divenuta metoda di governo, princi-

pto regolatore della politica. Paradossalmente questa espropriazione

delIa vita pubblica va di pari passe can Ia durata e Ia vitalira di un

determinato regime: maggiore e l'espropriazione, pili grandi sono i

vantaggi e i meriti che tale regime si arroga. Cas! in Itali~ Ia tenuta

d."i istitu~ioni carrot:e dipende d~I g,r~do di 1?ornografia cl',.',',e,~on6 ingrado dl produrre 1 Ioro tenutarl. E In partlcolare nella 'oslddettainformazione giornalistica che Ia pornografia ha fatto i suo maggio-

ti ptogressi. L'informazione strutturata su un principia immaginario,

p,tevede.che non ci sia notizia se non accompagri~ta da una fotogra-

fta. Og111testa e declassato cosl al rango dididasftHa dell'immagine.

La struttura pornografica dell'infotmazione prevfle.il principia della

ripetizione: a una notizia di nessun conto ne segue un'altra di canto

ancora minote. Le notizie degne d' attenzione vengono relegate nel

silenzio senza commenti dei giornalisti 0nella disattenzione dei Iettori

edegli ascoltatori: e Ia vel~)Citastessa di queste "finestre suI mondo"

,ad annientare la possibilit:?l'stessa dell' ascolto; prima ancora che delIa

riflessione. La cosiddetta "illformazione" sUledica 0aile cose da nulla

?}allemenzogne, inventateqa' veri e propri professionisti, comunicate

eonla voce delle notizie importanti. Qui l'inverosimile diventa con-

ttassegno di autenticita . .l;;a~erfezione ldi questa censura e data dalla

tapida successione con,c . "enotizie di pseudo-eventi si susseguono,

se~za Iasciare,altra tr~c . , ', '6 ' che' il crescente senso di svuotamen-

to'idi incomptensione e c1i:€straneita che avvertiamo in noi. Come la

pt~tesa del cinema pornog't~fic0di mostrare dei carpi pili teali delIa

Of? realt~ produce un' a:bolizione 0, pili pre\=i~amente, una neutraliz-

Zlone dl questa stessa realta, c~slIa stri.It~ura pornografica dell'in-

 

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formazione finisce per vaporizzare Ia realta di cui vorrebbe rendere

conto, tramite Ia sua riproduzione visiva e auditiva, e Ia abbandona

all'indifferenza, oggetto di soli sguardi e commenti annoiati.

divertirsi. Anche qui vale il principio per cui bisogna essere davvero

malvagi per opporsi al divertimento. In questa violenza inapparente

dell'intrattenimento forzato delle masse in ogni occasione della Iora

vita, qualsiasi cosa facciano 0pensino, e previsto il solo assenso auto-

matico all'unica soIuzione proposta. La democrazia plebiscitaria, che

di democratico non conserva ovviamente che il nome, ha nell' applau-

so il suo segno caratterizzante. E 1'applauso tributato alla pubblicita

del capo. Chi non applaude con sufficiente calore, viene immediata-mente sostituito con un applauso registrato.

30. L'Osceno ha molti vantaggi, tra questi il fatto di liberare dal

peso delIa propria responsabilira. La sua parola d' ordine e : divertite-

vi! Cost tutta un'epoca ha fatto del divertimento Ia sua ingiunzione

vincolante. E mentre 10 Stato si e andato gradualmentedosi come istanza politica, non lasciando di se altro che una serie

strutture di governo e di controllo, Ia Societa immaginaria ha

progressivamente Ia forma di un' espropriazione che abbiamo

to a conoscere: quella del consumo, a cui sottosta I'immagine

nessere pubblicitario. A furia di venire esonerati dalla politica e

responsabilira per 10 spazio comune, a cui ancora partecipavano,

abitanti della Societa immaginaria si sono ritrovati con 1'unica

di vita che era stata prevista per Iora: quella dei consumatori.

ra dalla vita, accolto come liberatorio, ha coinciso con Ia

dell' agora e di tutte Ie forme di comunita, anche minime. E

perche ogni Iuogo e saturo della presenza di quegli stereotipi

sono il correlato pili certo della Societa immaginaria in ognuno diQuesta presenza satura gli spazi che sono stati un giorno condivisi

parlanti, escludendo per Iora Ia possibilira di emanciparsi

da cio che li priva delIa vita.

33. Analogamente alIa televisione, il rotocalco scandalistico e il re-

gno dd "personaggi", dei famosi. E anche per il tramite della Iora

personalizzazione che si realizza un'identificazione con il padrone di

queste televisioni e con Ia sua visione di vita, incentrata suI successo 0

su quanto ne porta i segni esteriori. I "personaggi" conducono un'esi-

stenza mediatica, Ia cui sopravvivenza e Iegata alle condizioni virtuali

del ricordo dello schermo, che se ne nutre affinche 10 spettacolo pos-

§aandare avanti. I personaggi famosi sono altrettanti rappresentati e

Iuogotenenti dello Stesso, imposti dalla macchina spettacolare della

Societa immaginaria. Gia Ia '''persona'' era l' artificio retorico e il di-spositivo di un'umanita smarrita. EIpersonaggio segna un ulteriore

punto di non-ritorno: il prodotto ideologico di un'era la cui ideologia

e quella del denara e del poiere che ne promana. II "personaggio" e Ia

',.formula senza contenuto del "successo", di cui Ia qualifica di "famo-

rappresenta il compimento. Tramite gli ospiti e i personaggi delle

e una stessa visione del mondo a offrirsi in qualsiasi momento. II

immaginario ha Ia forma di una presenza costante, in televi-

e ovunque Ia si possa vedere. C'e anche quando non si vede e

il flusso delle immagini ne e compenetrato a fondo. Parla di be-

di una vita piena di calori, piena di sorrisi e squillante, come

stessa. Parla di una vita che da qualche parte scorre t>iliintensa,

riuscita e pili interessante di quella del suo Pubblico. E in base al

di questa vita che viene eletto.

31. Commentando Ia sua partecipazione alla prima edizione .de

If  Grande Fratello, il pili Iungimirante dei suoi pratagonisti Ia definl

"una via di mezzo fra una caserma e un Luna Park" . Questa definizit>-

ne calza alIa perfezione all'Italia stessa: raramente e stata espressa con

altrettanta chiarezza Ia stretta connessione tra il rigore pes ante della<

caserma e 10 smalto scadente dd Luna Park, a cui ci si chiede diaqi·

tuarci. Durezza e divertimento sono i due complementi irrinundabili

delIa vita italiana, in cui 1'uno serve ed e carrelato all'altro. SoIo~l1a

societa del divertimento puo arrivare, del resto, a sopportare tante

privazioni morali.La funzione ideologica dello sport e, pili predsamente, del caI-

si inserisce in questo quadro, non come sport praticato, ma in

polo d'attrazione dell'immaginario e dd desideri. Che il calcio

pienamente assunto all'interno di questo quadro ideologi-

testimonia l'evento mediatico per eccellenza: Ie nozze Iussuose

con lejeunes filles della televisione. In questo spettacolo

32. Per chi vede nella "seduzione infantile della pubblicita" ($

guinetti) 1'unico strumento per parlare alle masse e aver ragione

Iora istinti, non puo esserci altra politica che una basata sull'intt

tenimento. II binomio politica-intrattenimento porta a rifuggireo

discussione seria, dato che nulla vale quanto non si vuole altroCll

 

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inaccettabile ("insopportabile"). Rispetto aile mortificazioni di tale

realta, meglio allora la messinscena di una felicita tarocca, che finisce

per esaurirsi da sola, nel tentativo estenuante di convincere se stessa,

attraverso la propria ostentazione, della sua verita a fronte delle prove

dell a real ta che la nega. .

tutti devono recitare la parte che si sono assegnati, lavorando ininter-

rottamente alia promozione di se come icone pubblicitarie. 5i instaura

coslla confusione definitiva tra 10 spettacolo parlamentare-partitica

(che impropriamente viene chiamato "politico") e l' esibizione delIa

merce (corpi compresi) che prende forma nella pubblicita (che as-

sume sempre pili spesso la forma del film e dello show televisivo).

In realta, l'uno e 1'altra appartengono allo stesso impianto: entrambi

sono espressione delIa sequenza pornografica dell'Osceno. Come seil primo fosse il garante e quasi il custode del desiderio promesso dal

benessere pubblicitario ed entrambi appartenessero a un

che occorre difendere a tutti i costi.

36. In un lungo saggio sulla tv americana, David Forster Wallace

notava che i personaggi diventano gli "amici pili cari" del pubblicoper il semplice motivo che, pur cosl distanti, essi appaiono stabilmente

naturali mentre li guardiamo. La loro qualita pili significativa e la guar-dabilita. Tuttavia questa stessa qualita si finisce per attribuirla anche

a se stessi: rendersi guardabili significa essere costantemente all'opera

per valorizzarsi, cercando al contempo di mantenere la propria spon-

taneita e naturalezza, qualsiasi cosa venga richiesto di fare. E il metoda

training televisivo, in cui agli aspiranti protagonisti si chiede di fare

cose pili assurde, per vedere come se la cavano. L'aderenza ai canoni

Societa immaginaria richiede di sottoporsi senza obiezioni a que-

vivisezione spontanea e gratuita. Questa spontaneita e, del resto,

criterio che ha sempre ispirato la stessa fotografia: occorre fare in

che l'impegno della posa svanisca nella naturalita dell' espressio-ne. Ma qui c'e qualcosa di pili. Questa guardabilita dei personaggi ad-

destra anche la condizione di chi li gu~rda da casa, insegnando quell a

che Wallace chiama "la spettatorialita", ossia come essere spettatori e

quali reazioni debbano seguire a cia che si sta vedendo. Il Pubblico

diventa questa grande massa anonima, che puo essere tuttavia adde-

strata a distanza: addestrata "a risliondere a programmi tv triti, ritriti e

ottundenti, poi ad apprezzarli, e infine a pretenderli". E ad applicarne

gli schemi alle proprie vite, dato che la tv prevede non solo il culto

delIa merce e del consumo, ma anche "1'esaltazione della condizio-

qe spettatoriale". L'esperienza italian a Ciconsente oggi di sciogliere

tquest'ultima riserva: la guardabilita e la spettatorialita si presentano

. ormai indipendentemente dal fatto di guardare la televisione. Confer-

tliando e accentuando quelli che erano stati i timori di Wallace, esse

divengono dfre delIa nostra vita tout court.

35. Per dispiegarsi, la sequenz a dell'Osceno contempla la

sita della falsita elevata a realta. La menzogna e la falsificazione

divengono meta do necessario, convinzione assoluta: tutto purche

mantenga salda la sequenza. E cosllo spazio pubblico non e altro

un palcoscenico grande quando un paese, su cui e salita la comT)a~(111;a

pili improbabile della commedia all'italiana: Ie veline televisive,

imprenditori-padroni, i razzisti nostalgici, i bravi ragazzi che ce

no fatta, i fascistelli da condomino ... E naturalmente,

il giovane alternativo, il ribelle dalla tuta bianca ... Fanno la parte

e stata lara assegnata, sono tutti venditori della stessa merce,

stessi beni-rifugio: i nuovi consigli estetici per farsi largo 0 Ie

delIa paura e dell a insicurezza. Oggi tutti vendono, come un

tutti lavoravano. Tuttavia, anche quando, come nel caso del ra:~Zl:snio

padano oneIl' assurda faccenda delle ronde per la sicurezza nelle

siamo confrontati can delle finzioni, non si tratta solo del fatto

queste finzioni costituiscano la realta percepita, cioe che esse

grado di condizionare e di creare la percezione condivisa della

Occorre fare qui un passo in avanti, rispetto a questa che e la

dassica assegnata alIa finzione in ambito politico. Occorre riconost:e,

re che qui una rivoluzione ha avuto luogo. Perche il falso sia cercat10

e richiesto, non e pili necessaria negare l'evidenza: e desiderata

quando 10si riconosca come tale, come finzione. Capostipite di

tendenza e, ancora una volta, la tv, in cui si offrono

vengono generalmente avvertiti dal pubblico come di

ma che sono buoni almeno a distrarre. Coslla falsita

quanta esplicita e innegabile sia, e desiderata proprio per 10

mativo: perche offre un appagamento immediato che, seppure

serva a sopportare una realta avvertita come deludente e

37. Fare parte di un Pubblico vuol dire essere ostaggio di un infini-

t6iiletargo,nel quale si guarda tutto CIaun'infinita distanza, scambiata

perpartecipazione. Se ogni tanto ci si risveglia e perche gli oggetti

bJ.ediatici- che in Italia sana diventati i soggetti stessi delIa presunta

vita.pubblica - guardati altrimenti con una certa indifferenza, sana

 

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sempre pronti a rovinare gli uni sugli altri, ne~ caso serva a p~od~~~e

un surplus di materia spettacolare. Ma presto 1assoluta sca~b~~bY1ta,

che e la legge dello spettacolo e del commercio, la scamblabihta del

cant ante X con il cantante Y 0delIa velina 1 con la velina 2, torna a

ricoprire tutto con la sua indifferenza. Esiste tuttavia una relazione

essenziale tra questa indifferenza e la violenza: l'indifferenza, in cui d~

tutto e fatto spettacolo e commercio, e anche quella che permette d1

annichilire Ie cose, i corpi, Ie vite, non appena abbiano servito alscopo spettacolare e commerciale. Altri s~no gia ,Pronti a r!mpiazz~rli.

Nella successione ininterrotta di volontan alIa d1sperata ncerca d1

successo mediatico, che ne certifichi l'esistenza, e garantito 1 0

meccanismo delIa dimenticanza, essenziale per preparare il

di consumatori alIa prossima novita.

40. Fa ancora parte dell'indifferenza prodotta dall'Osceno il fatto

che ci si indigni. Benche appartenga alle reazioni spontanee che questo

sistema provoca, 1'indignazione e ancora una di quelle armi spuntate

che 1'Osceno stesso offre ai suoi critici. Da questo punto di vista vale

ancora il suggerimento di Marcuse secondo il quale "solo nell'indigna-

zione 1'Osceno e piu che un fantasma" e che 1'indignazione e ancora

parte costitutiva del problema. Forse non c'e espressione piu rivela-

trice delIa situazione attuale che la frase "siamo tutti scandalizzati".Nello scandalo, di cui tutti sono scandalizzati, nessuno e chiamato ad

assumersi alcuna responsabilita. E sufficiente essere scandalizzati, 0

dichiararsi tali, perche sia garantita l' assoluzione dalle proprie colpe 0

dalle proprie complicita. Anche affermare l'insopportabilita delIa si-

tuazione non ne intacca minimamente il potere. l'attesa di una svolta,

la percezione che si sia passato illimite, fa ancora parte dell'Osceno.

Del resto, proprio la convinzione che si sia superato un limite ulti-

permette alia fine di sopportare tutto, anche l'insopportabile. Si-

dichiarazioni sono piuttosto sintomatiche di come la comparsa

lasci la nostra lingua arsa, sVllotata delle sue capacita. Che

nella situazione italiana attuale, Ie stesse risate delIa satira finiscano

per essere, malgrado tutto, 1'emblema delIa nostra impotenza e del-

Ia nostra paura, mostra come l' esprapriazione dellinguaggio, di cui

facciamo quotidianamente esperienza, colpisca proprio la capacita di

. ridere. I primi e forse i soli a dover essere fetiti da queste risate siamo

noi stessi, e non certo l' osceno potere ubuesco a cui esse sono rivolte.

38. Se tutto "e fatto per essere visto senza essere guardato,

nato in filigrana, assorbito come il sesso assorbe il voyeur: a .

allora e anche vera che la stessa distinzione tra pubblico e atton,

uni separati dagli altri, non ha piu ragione di essere. Piuttos~o c'e

sodalizio inequivocabile tra gli uni e gli altri, grazie al quale Sl

Societa immaginaria. In base a questa fittizia identificazione, 10tatore si identifica a un'immagine ideale che gli resta

restando a sua volta senza alcun rapporto con un desiderio

esterno a quelli implicati nello spettacolo. Tutto questo non 1l1~lUguta

una scena ne un luogo 0un ambiente, ma la cancellazione stessa

distanza e delIa profondita che sarebbero necessari perche ci

una scena e una divisione tra attori e spettatori. 0perche una

sione fosse ancora possibile. Ognuno e cOSlconfuso nelle

stesse dell'Osceno, da non poter dire di esserne solamente 1 0

tore innocente.

41. Debord definiva il fascismo come "l'arcaismo tecnicamente

equipaggiato". Oggi occorre aggiornare questo principio: in Italia as-

sistiamo al trionfo di una Leni Riefenstahl senza Hitler, ossia di una

tv dittatoriale senza dittatore. La produzione di immagini si emanci-

pa dalla figura del capo e ne prosegue spettralmente l'immaginario,

ilmodello di vita, il successo, senza bisogno di inutili complicazioni...ideologiche. 1'Italia, oggi, e il paese dittatoriale in cui non c'e piu bi-

sogno di un dittatore, ma solo del suo simulacro continuamente repli-

cata per via tecnica.

39. Decisivo e che Ie tv, specie quelle private, abbiano

un'umanita sottomessa al dominio dell'immagine, ai ritmi,

messe provenienti dal suo dominio spettacolare: "un'intera

ne che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso

(Quinto potere). La generazione attuale e quelle che la

sanno cos'era prima di tutto questo. Sembrera lora normale,

sembrato ora a questa, lasciare che dei programmi riempiano

zio domestico con i loro jingles, il cumulo di banalira, la

di protagonisti perfettamente interscambiabili.

Ci si guardi dal confondere l'Osceno con il brutto 0 1 0 sgra-

Ne e piuttosto parte integrante l'idealizzazione delIa realra.

permette di rendere sopportabili Ie contraddizioni e gli orrori

senza mai affrontarne la vera entira: permette, appunto, di sop-

l'insopportabile. Rimuovendo il carattere contraddittorio e

 

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15 3

44. La tattica che l'Osceno persegue e lungimirahte e, al tempo

stesso, delirante. Inutile volerle opporre i solidi argomenti di una

~agione 0 quelli dell'interesse comune. Credere di poterla critic are

m nome delIa coerenza e delIa ragionevolezza, significa dimenticare

come il potere ubuesco si fondi proprio sulla sua incoerenza ossia

sulla possibilita di cancellare ogni contraddizione tra una versione dei

fatti e quella successiva, tra un' opinione e l'altra, come tra due imma-

gini tra loro contrastanti. Ma e anche vero che, nelmomento in cuiha potuto deridere ogni interlocutore che provasse ad argomentare

razionalmente Ie sue affermazioni, il potere ubuesco ha cancellato di

fatto la possibilita stessa di una dimensione pubblica. A tal scopo ha

addestr~to un piccolo esercito di professionisti delIa menzogna, abi-

a 1l1terrompere sistematicamente ogni ragionamento, facendo

paSS~lregli altri per pesanti e indigeribili intellettuali e se stessi per

conversatori, quando invece sonG solo squadristi mediatici.

antagonista del presente, 1'Osceno funge da dispositivo per addolci-

re Ie catastrofi che segnano quotidianamente ilmondo. Ecco perche

e inseparabile tanto dalla negazione delIa realta, quanto dalla paura

che ne aliment a ilmeccanismo. Del resto, nella Societa immaginaria

il problema non e pili quello del bmtto, ne del bello. Qui si definisce

"bello" cia che deve piacere. Esso diviene cosll'etichetta vuota che

certifica la partecipazione immaginaria a eventi di cuI non si sa pili

dire neppure se siano effettivamente belli 0 no. E l'etichetta che vin-cola a cia che non si puo non consumare. E l'accettazione entusiastica

di un patto che prevede solo consumatori paganti e inevitabilmente

soddisfatti. La separazione compiuta, che per Debord era il corre-

lato fondamentale delIa societa dello spettacolo, si arricchisce qui di

un'ulteriore qualita: per quanto separati dalla loro vera vita, a quei

consumatori non rest a la possibilita nemmeno di unminimo di distan-

za, che rischierebbe di rivelare loro il vero volto delIa Societa immagi-

naria. La separazione diventa allora realmente compiuta nell' assenza

di spazio, e dun que di rapporto, che sono i veri contrassegni delIa

societa di cui fanno parte.

43. Da questo punto di vista, e agevole comprendere come l'Osce-,

no non sia un problema estetico, come 10 e per esempio il kitsch,i~

deva essere pensato piuttosto come la modalita contemporaneadi

svuotamento e di azzeramento delle tradizionali categorie politiche.

Nonla questione estetica e qui centrale, ma unicamente 1'ostentazione

come principio dominante. A essere ostentato dev'essere in particolare

il sorriso, segno delIa fortuna che arride al potente di turno. Solo coSt

tutti possono essere convinti dd suoi segni e possono cost convertirsi

alIa sua visione del mondo. Qualsiasi momenta pubblico - un discot"

so, una parata militare, un funerale, ete. - si riduce a una mera occa-.

sione dell'Osceno. Tutto diventa, suo malgrado, il palcoscenico incur

possano trovare espressione l'esibizionismo narcisista, il paternalis!Il0'il disprezzo delle istituzioni, l'autoritarismo, il delirio di onnipotenza, .

l'infantilismo, 10 sciovinismo e un razzismo appena temperato dab:BO:

10.Eppure nulla come questo sorriso, conla sua promessa entusiasticll

di un mondo colorato e pieno di senso, offre oggi segno pili certe>de

privazione dell' esperienza di vita, di cui siamo ostaggi. Quel piad~f 

ostentato, pili moltiplica i segni delIa sua allegria, pili testimonia dell

sua stessa disillusione. Esso fa tutt'uno con1'impossibilita di sperirrie

tare senza paura. II benessere accennato 0 promesso dall'Osceno pas

attraverso un' espropriazione senza precedenti delIa vita.

45. In !talia l' apparato sociale e divenuto quanta pili possibile co-

estensivo can il principio dell'Osceno. Persiste una resistenza dello

Stato e delle sue singole istituzioni, ma si fa sempre pili debole e fiac-

ca. Per il potere ubuesco che oggi domina, 10Stato non e che uno dddispositivi utili a costmire una rappresentazione ingannevole delIa re s

 publica, fondata sulla paura e sull'esigenza di sicurezza, cioe sull'an-

nulIamento stesso delIa comunita. Se essa sara scalzata .non illudia-

moci; sara solo come risultato finale di una lotta tra centrl di potere, al

termme delIa quale si votera per eleggere il candidato da loro scelto.

46. II concetto di oligarchia, spesso usato a proposito delIa Russia

lJost-comunista, descrive bene anche il tessuto sociale italiano. E in

fondo proprio il carattere oligarchico dd rispettivi centri di potere a

utlire, pili profondamente che l' amicizia dei suoi primi ministri, 1'Ita-

Hae la Russia. A questa tendenza oligarchica corrisponde un governo

che procede non per discussioni condivise, ma per sentenze somma-

ri\,:;Non pili un governo democratico, ma un regime stalinistico-azien-

che ha trovato prontamente i suoi interessati alleati, disposti a

pur di non perdere la parte di affari che spetta alIa loro devozio-

confronti di colui che uno dei suoi pili fidi servitori ha definito

buono".

Per quanto ilmessaggio pubblicitario di questa fon~a politica

e di divertimento, e innegabile che esso traduca in prati-

 

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La divisione dei poteri e una sensibilita estranea a chi di tutto vuol es-

sere solo il padrone. Ma c' e di pili. Fa parte delia minaccia del potere

vigente utilizzare i servizi segreti per fini propri, addirittura invocan-

dolo come metodo di governo ("il trattamento Boffo"). Che questa

calunnia venga perpetrata con Ie stesse accuse che si potrebbero rivol-

gere al padrone stesso (a cui in realta si potrebbero muovere accuse

ben peggiori, non foss'altro per il ruolo istituzionale che ricopre), non

fa che confermare la natura ubuesca del potere in atto. "Informazio-ne" diventa solo uno dei tanti sinonimi possibili di "intimidazione":

10 scopo del giornalismo e quelio di ricattare avversari, veri 0presunti,

o esterni, di ten erne costantemente sotto scacco l'opinione, Ie

affermazioni pubbliche, il voto parlamentare 0in una delie numerose

pubbliche, di assicurarsene il favore con il favore 0, se

con la minaccia. Da questa punto di vista, l'Italia e un pae-

in ostaggio, in cui sembra che ognuno debba pensare innanzitutto

proteggere la propria incolumita.

50. Nellavoro dedicato alia lingua del Terzo Reich, ilfilologo Vic-

tor Klemperer aveva puntualmente registrato nel nazismo la presen-

Zacostante di una menzogna che finiva per insinuarsi nellinguaggio

parlato correntemente. Asservite ai fini di una politica di distruzione,

leiparole finiscono per lasciare i singoli senza akuna liberta di rifles-

'Slone. Si e trattato di trasformazioni per 10 pili inapparenti. E bastata

l'aggiunta di un prefisso quale Volk- aIle parole come sigillo di auten-

ticita, e illinguaggio nazista e stato in grado di manovrare Ie persone e

··liatteggiamenti, di condizionarne Ie paure. In questo rovesciamentolitiguistico Klemperer scorgeva i segni di un fenomeno che da allora

he m ha mai smesso di approfondirsi. Esso ha oggi nell'uso delIa lin-

gua dei dispacci ufficiali di guerra il suo documento privilegiato per

9hivolesse studiarne Ie invenzioni e Ie trasformazioni, in espressioni

cofue: Fuoco amico, danni collaterali, guerra preventiva, esportazio-

nedella democrazia 0giustizia infinita ... In Italia occorrerebbe oggi

hsare, al posto delIa Lingua Tertii Imperii di Klemperer, una LinguaobiImperii. A questa riflessione non manched di certo il materiale,

pofra anzi trovare numerose perle in frasi come "sulla giustizia non

154 FILOSOFIA DI BERLUSCONI

ca una concezione militare delia politica. Da questa divario nasce la

sua vera natura. Quanto poco l'immaginario abbia a che fare con la

fantasia, 10 mostra gia solo il fatto che la Societa immaginaria pensa se

stessa sulia base del principio delia guerra. Non si tratta, tuttavia, ne

delia guerra come prolungamento delia politica, ne deli'inversione. di

questo principio (la politica come prolungamento delia guerra). A 111-

teressare alia Societa immaginaria e piuttosto la militarizzazione delia

politica. Non c'e da stupirsi che la sua reazione alie sfide provenientidali'esterno sia accostabile a quelia di un paranoico. Naturalmente

presentandosi sempre come paladina delIa pace, e non solo per reto-.

rica, ma perche davvero crede che il suo sia l'unico modo per preser-

yare una pace sociale minacciata altrimenti da tutti gli altri che nOlI

siano Ubu e i suoi alleati.

48. L'uso delia stampa e della televisione come armi fa ancora par-

te integrante di questa concezione militare. I giornalisti sono arruo-

lati in truppe pronte a pubblicare ogni sorta di dossier segreti che,

nel frattempo, sull' esempio dei servizi segreti dell' est stalinista, illota

padrone ha ammassato per ogni evenienza. II meto?o .e quello d~li~

calunnia ossia dellinciaggio mediatico, ottimo per eltmmare qualslasloppositore reale 0 anche solo potenziale, interno .0est~rno all~ mag:

gioranza parlamentare. Per 10 pili basta solo la mmaCCla. Solo 11 1 rart

casi si passed aIle vie di fatto. Di chiunque si tratti - di direttori di

giornali, di politici delIa cosiddetta opposizione 0di alleati di govet-

no, di oppositori interni (dato che tutti diventano interni al Sistema),..

- i giornali e Ie televisioni sono pronti a fare illora compito. I metod!}

pili brutali dei servizi segreti entrano qui in gioco: la delazione,Iai

diffamazione, la ravina di qualcuno, poco importa se con notizievere

o fabbricate all'occorrenza. L'impressione che si ricava dalle cronache

degli ultimi anni e che esista un lavoro collaudato di raccolta di info!-

mazioni, utili per colpire 0almeno per neutralizzare chiunque proyi

a intromettersi negli affari in corso. Come Ie cronache, presto messe

a tacere, dello scandalo delle intercettazioni Telecom ha prontam~nt~

messo in evidenza, esiste un accordo consolidato tra questa raecalc

ta di informazioni, operata con mezzi privati, sia pure potenti'~i! .

collaborazione degli apparati (pubblici) dei servizi segreti. AssistiaT.

qui a un' ennesima concatenazione di settori che un tempo eranost~I

descritti come rigorosamente separati (e Ia cui separazione eral~Jll1-

gliore garanzia delle istituzioni democratiche): non c'e pili distanzat~~

illavoro dei servizi segreti, quello dei giornali e quello del parlamellt

49. Per colorati e vivaci che appaiano i suoi spettacolini, in realta

portale delIa Societa immaginaria e scritto un solo motto. Esso

"fare deserto". E il deserto attorno a noi non ha fatto nel frat-

che estendersi.

 

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cediamo", detta da un ministro italiano (dove l'affermazione riguarda

unicamente la possibilita di attuare Ie leggi che permettano di salvare

il primo ministro italiano dalle numerose accuse di corruzione); "Ie

conseguenze politiche non saranno indolori" (eloquio d'inconfondibi-

Ie origine mafiosa); "il Partito dell' Amore" e tutta una serie di lapsus

e di dichiarazioni improvvisate che dell'Osceno sono la rivelazione

migliore. Talara la barbarie dellinguaggio e , tuttavia, un effetto tardi-

vo, una conseguenza degli atti. Cosi accade nel caso dichiamata "Protezione civile", il cui unico scopo dovrebbe essere

10 di tutelare la popolazione in caso di calamita, mentre e finita

diventare illuogo di raccordo degli affari corrotti che solo una

zione d'emergenza (0 dichiarata tale) permette, aggirando i

Essa non solo non ha pili niente di "civile", ma finisce per fare

protezione al modo in cui Ie mafie la fanno: minacciando tutti

che non si sottopongono al suo potere.

51. Circondate da parole che avanzano impunite, restando

circolazione e finendo per diventare Ie parole d' ordine a cui un

maginatio collettivo risponde, Ie altre parole sembrano

al silenzio, a un ritardo incolmabile. Arricchite da questa

collettiva, Ie parole finiscono per smarrire l'umanita stessa della

gua. Come Pierre Fedida ha lucidamente argomentato, quando il

non e sempIicemente quello di vincere 0 di deportare i nemici,

di attaccare 1'umano, e la lingua che viene aggredita e, in geneJra1t~,

tutto cia che permette agli umani di comunicare tra loro,

i fili dei loro legami. In Italia questo significa concretamente

moltiplicazione inaudita delle immagini si e accompagnato un

assordante, una mancanza di parole che sianocapaci di dirci

fettivamente succeda oggi in questo paese.

52.E

sintomatico dell'epoca in cui viviamo che 1'alienazionevolga in modo particolare alle capacita espressive dell'uomo,

linguaggio nel quale si e potuta riconoscere l' essenza stessa

no. Essa la colpisce alIa radice. Qui illinguaggio ammutolisce

all'assordante rumore di fondo, in cui si finisce per non dire pili

Cessa coslla possibilita stessa di fare esperienza del nostro

gua e nella lingua. E aHara che viene cancellata la radice

uomini, illoro stesso even to. Che l'Osceno abbia luogo nella

questa alienazione Iinguistica e comunicativa, diventando

centrale della vita umana, non contraddice illuogo comune per

157

l!0mini delIa Societa immaginaria sarebbero dei grandi comunicatori.

E, anzi, proprio la cosiddetta comunicazione ad aver elevato l' aIie-

nazione e l' espropriazione Iinguistica a principio fondamentale delIa

Societa immaginaria. La comunicazione e l' ovvio che cancella l'evento

del Iinguaggio. E 1'investitura delIa vita per l'ovvio, la sua mobilitazio-

ne tot~le verso il vuoto. dell'Osceno. Nella torsione imposta aHeparole

delIa !l11gua,per far dIre a loro cose che non significano 0 per poter

camblare costantemente la versione dei fatti, illinguaggio finisce peressere annullato, polverizzandosi in un agglomerato di rumori in cui

tutto puo essere detto, ma solo perche nella deriva autoritaria' che 10

travolge tutto diviene sostanzialmente indifferente. Cosile parole si

staccano, per effetto delIa torsione pubbIicitaria a cui vengono sotto-

poste,. dal se~so stesso delloro accadere e i parlanti si trovano posti a

una d~stanza l11colmabiletispetto allinguaggio, che Ii costituisce comeumal1l.

53. Cia di cui abbiamo fatto esperienza in questi anni, per 10 pili

senza .avere Ie parole adeguate per rifletterlo, e proprio questa de-

vastaZl~ne senza precedenti della nostra capacita Iinguistica. Non si

tratta dl deplorare 10 scadimento de1livello linguistico generale. Piut-tosto, si tratta di riconoscere in una precisa trasformazione della lin-

gua che parliamo l'effetto stesso dell'Osceno che ci circonda e che

appunto nella lingua e come lingua, invade e colonizza Ie nostre vite:

Per questa motivo non e errato affermare che la potenza ubuesca de-

?li u.ltimi vent' anni di storia italiana e una potenza linguistica. Essa sta

In dlretto contatto con l'alienazione che produce. Non comprendere

. questa sua natura significa ptivarsi dell'unica possibilita reale di getta-

re uno sguardo dentro la palude italiana.

. i 54. L'Osceno determina un nuovo modo di governare: tenendo

lnffiano Ie chiavi dell' apparire in pubbIico, esso saIda la residua vita

pol~tica .di un.paese aI!a potenza dell'immagine. Cosi una moltipli-

caz~onel11audlta delle Immagini e assurta a ptincipaIe pratica politi-

ca,l11una successione ininterrotta, fino ad arrivare allo stordimento

real frastuono pianificato degli spettatoti. Le immagini a cui siamo

)cQ~fr.ontati,per non parlare delle sciocchezze e delle volgatita a cui

aSSlStlamo,fanno impallidire il ricordo di qualsiasi realismo socialista.

;oltiplicato dai giornali e soprattutto dalle te1evisioni, questo eccesso

1.evidenza e d'immagini e divenuto Ia parol a d'ordine che ha distrat-

o,assordato e stordito un intero popoIo, buona parte del quale, per

 

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aItro, gia largamente ammaestrato da quelle stesse televisioni a non

far altro che a distrarsi. Sarebbe bastato un caso come quello di Co-

gne (1amadre che assassina suo figlio, sullo sfondo idilliaco delle alpi

aostane) per dimostrare 10 stato di disgrazia in cui versa questo paese.

Non si tratta tanto dell'omiddio, quanto del clamore mediatieo e del-

Ia brama di partedpazione scandalistica orchestrata dai mezzi nazio-

nali d'informazione e dall'avvocato dell'accusata (deputato e stretto

collaboratore del presidente del Consiglio italiano). Tutta la scena si

organizza attorno a questa consumo del sordido. Contrabbandando

tale partedpazione nazionale per autentieo interesse, la mobilitazio~

ne mediatica si nutre unicamente dell'indifferenza, che Ie permette di

passare da un caso al prossimo, non appena l'attrattiva del primo sia

scemata.

55, Cia che e stato introdotto come finzione non ha tardato a di)

ventare una sorta di inconsdo collettivo, di cui compone l'ossatura.

La finzione non ha avuto allora pili bisogno di mascherarsi come

tale, ma si e ritrovata a essere generalmente accettata pr~prio nel suO·

aspetto pili evidente, esplidto e addirittura ostentato. E come tale,

doe proprio nel suo carattere convenzionale, che si e potuta imporree che la si e approvata in massa, trovando cosl pochi ostacoli suI CalD-

mino del suo successo, Interiorizzata, essa ha potuto divenire 1'unica

realt?l disponibile, e acquistare in questo modo un carattere di vincol()

inderogabile, di obbligatorietli incontrovertibile.

56. Mai risposta fu pili profetica di quella che Pasolini fa pronyn-

dare a Orson Welles ne La ricotta: " -Che cosa ne pensa delIa sodefa

italiana? - II popolo pili analfabeta, la borghesia pili ignorante d'JSu-.

ropa". Che questo popolo analfabeta abbia raggiunto oggi un cert()

benessere economico, vero 0 immaginario che sia, non cambia ite~:i

mini della questione, Un popolo analfabeta non avra alcuno strufIl.en-

to per controllare il proprio benessere, per saperne cosa fare, doy~~!accontentarsi delle spacconate e delle vanterie. Per questa a dominate

oggi in Italia e l' analfabetismo esistenziale dei millantatori, in9uitli

benessere non basta a contrastare la miseria culturale, dato che finisc~

per nutrirsi della paura di vedersi sottrarre do che si e accumulaf(J'

poco tempo. Cosl si d?li1benvenuto a chi promette che quel be~<ess

re verra difeso, dovessimo chiudere Ie scuole per mantenere talepr

messa, Contro i1parere di Baudrillard, bisogna dire che l'Italia.~()

un Paese triste. Ed e triste perche e un Paese sotto assedio. L'Qsce

159

non e for~e altro che questo assedio, a cui veniamo quotidianamente

S?ttop~stl, ,senza che questo d renda pili reattivi, anzi cancellando di

glOrno I? ?IOrn? la .luddita delle nostre risposte, Oscena e 1'incapadtli

stess,a di ~lsvegliarsl ?a ~uest~ lungo assedio che ha tolto ogni energia,

che ~ arm'.ato a,toglIercl perfmo Ie parole per dire la nostra condizio-ne dl sogglogatl sorridenti,

57, ~el paes~ in cui 1'analfabetismo ha potuto compiere grandiprogressl, Ie ma~le po~sono operare in assoluta tranquillitli, protette

1alf~astuo~o del medIa su finti problemi e su sogni altrettanto finti.

E qU.Iche llncultura ha potut? farsi strada in maniera cosi prepoten-

te,.dlVe?tando monumento dl se stessa, Da qui la considerazione di

CUI oggl g?dono, maghe, illusionisti e darlatani, al punto che l' essere

un bravo 1mbonItore pubblidtario e considerata la migliore virtli per

g?ve~nare un Paese. Su questa ignoranza elevata a modello antropolo-

glc~ e prosperata la mafia. Oggi sappiamo come per Ie mani dei clan

~~flOSIe c~n:orris~id pass~no affa~iun tempo considerati legali (1'edi-

hZla,la sanIta, l,adlstnbu~l~~e ~el prodotti alimentari, i1trasporto di

merce, ,10smaltlmento del nflUtl, etc.), Ma i1punto fondamentale 1'ha

m~sso, 111luc~ re~entemente Roberto Saviano, come solo LeonardoSCIaSCIaera nusclto a fare prima di lui: "la borghesia dttadina caser-

tana c~;eda anni finge di n?n aver~ a che fare con i casalesi si rivolge

alor~ : Cor: una b,attuta vlene qUl descritta 1'immagine di un Paese

che Sl ~ lasclato pnv~re delIa realta 0, meglio, che con quella realta

ha coltlvato un dOPPIO rapporto: di negazione e di collusione trin-

cerand.osi dietro alI'immagine di una societa perfetta, in cui la ~afia

non e~lste, salvo poi doversi rivolgere alIa mafia per la soluzione dei

fropn problemi quotidiani. Questo Paese ha coltivato e ancora colti-

y~U?rapporto schizofrenieo con la realta e con la propria immagine

~lse, P~r l?oterl~ f~re, naturalmente, ha avuto bisogno di un alibi, e

llal~ ~lglIore alIbI delIa profonda compromissione del primo mini-

tro.ItalIano nel malaffare e del suo coinvolgimento in una corruzione

 fnza ~aragoni ~est~to accusato, nelI'ordine, di corruzione di giudici,

ftnanzlamento llIeclto a partiti, falso in bilancio falsa testimonianza

a?a~ent? di ta.ngenti, co~ruzione, istigazione alla corruzione, appro~

naZlOne111deblta,fro de flscale, diffamazione)? Egli ha potuto usare

Ra~se, p~rn:e,ttend? c?e il ~~ese 10,usasse per celare i propri co-tatI affanstlcl 10calI dletro 11mmag111ariosplendente di vita, belle

d~ne e potere del ca~o. ~a rieattabilita del presidente del Consiglio

avuto come effetto 111dlrettola possibilitli di nutrire e di mantene-

 

Page 17: GIANLUCA SOLLA - L'Osceno. La Società immaginaria e la fine dell'esperienza

5/11/2018 GIANLUCA SOLLA - L'Osceno. La Società immaginaria e la fine dell'esperienza - slidepdf.com

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re impunemente in vita un sistema che ha fatto del malaffare e delIa

corruzione i suoi principi caratteristici. Da qui il silenzio (per esempio

da parte delIa Chiesa) 0 il volt are 10sguardo da un' altra parte, come

se tutto questo fosse normale. E in questo insieme di fattori che la

mafia ha potuto, non solo prosperare, ma diventare sistema, m(~toldo

e anima di un Paese.

161

il tempo la fa crollare. La stessa mancanza di misura del potere ubue-

sco ne definisce la debolezza di fondo. Finisce da sola, stremata dallo

sforzo con ~u~si.e imposta ..Porta infatti un eccesso ~he finisce per

tr~volgerne 1plam, Ie strategle, la sopravvivenza stessa. E come se pro-

ptlO tale eccesso arrivasse a riprodurre alsuo interno quell' elemento

a~tro, non controHabile ne ~ommendabile, che era stato suo scopo

?lstrug.gere si"? dall'inizio. E come se questo altro non potesse che

llnporsl proptlo la dove sembrava canceHato per sempre. Esso arriva

cOSla far valere la reversibilita di cia che pareva irreversibile a rimet-

tere in gioco quanto ci era stato fatto credere fosse il nostro' ultimo eineluttabile destino.

58. Ci troviamo di fronte alIa conseguenza terminale di un

processo, che ha portato gli stessi uomini delle istituzioni a non

si pili in obbligo di preoccuparsi di problemi di tipo ideologico.

la popolazione su cui dovevano govern are, anche loro, per esempio

fronte all'impotenza risultante dallo strapotere economico dei

d'interesse mondiali, si sono sentiti liberi di esonerarsi dalla

ca. Siamo cOSlconfrontati alla contraddizione di una classe

la cui natura e quella di esonerare gli altri e se stessa dalla

prendersi il tempo di leggere Ie cronache giudiziarie,

che ne risulta e inevitabilmente quella di un Paese in cui i vari

pi d'interesse si spartiscono favolosi affari, del tutto indifferenti

distruzione del paesaggio 0alIa salute dei cittadini, per non

deHa democrazia. Non fanno altro che gestire, in proprio 0perterzi, gli affari, piccoli e grandi, che la loro posizione privilegiata

mette di carpire. Cia che sarebbe state in altri tempi illegale, ha

per rappresentare una prassi consolidata, l'unica che permette

fronte aIle spese delIa vita parlamentare e mediatica e di ost:enl~fne.

1 0 spettacolo, assecondandone Ie pratiche. Di questa

fattori, in cui solo il denaro conta e nessuna preoccupazione

ideologico deve intervenire a disturb are la pace sociale cOSlra~;gilln!

ta, l'Osceno rappresenta l'espressione esemplare. In questa

quella del non mettersi contro nessuno rappresenta la

diffusa, perche definisce l'unica difesa possibile del proprio

particolare.

. 60. ~e e necessario ripartire proprio dal malessere e dall'espropria-

Zlone hnguistica che oggi ci colpiscono, e Forse anche perche e uni-

questo males sere a poterci difendere e guarire. Ecco perche

necessario prendere atto del fatto che Ie nostre parole sembrano

o ridotte a un silenzio forzoso, e che la nostra lingua manca

di parole sufficienti per dire cosa ci capita, per esprimere questa

Ecco perche e necessario, soprattutto, che questa mancanza di

nutrita di disgusto e di umiliazione, venga detta. Dev' esserequesto misto di imbarazzo e di rabbia che da anni proviamo. In

silenzio assordante occorre (imparare a) dire la paura, la mi-

le collusioni, che tengono Ie nostre vite sotto scacco. Non c'e

altro modo di comprendere il malessere di una societa se non

il nostro proprio: dire la miseria deHa politica, dicendo la mi-

che afferra Ie nostre stesse vite. Abbiamo assistito a cambiamenti

no"?ci hanno reso pili saggi, anzi che d hanno reso solo pili muti e

soh, senza portare strumenti utili alia critica. Questi cambiamenti

possono essere tuttavia criticati 0attaccati da una posizione a

estern a, che sia rimasta immune da quanto capitava. Bisogna in-

iniziare a pensarli per quello che hanno prodotto dentro ognuno

dentro Ie stesse pratiche culturali e inteHettuali. Solo quandomales sere riesce a farsi spazio in noi e attorno a noi, solo allora

la vicinanza con gli altri e con noi stessi. Solo allora

nuovo spazio. E questa malessere, oggi, l'unica risorsa che d

a una vita postuma, migliore di quanto non siamo riuscitistessi a essere.

59. Se la storia dovra tornare a noi dopo questa eclissi,

avere luogo unicamente da una sconfitta, che e la nostra. Dal

scere doe la nostra sconfitta, impossibile da cancellarsi

Solo da questa ammissione puo rompersi il silenzio

sembrano essersi compiute la neutralizzazione e la

ale. Solo qui qualcosa inizia nuovamente ad aver luogo. La

zione oscena della realta e insostenibile al suo stesso

prima 0poi, finisce per crollare. Non noi, con Ie nostre