Unito bortoletti 6 novembre 2015

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Il cd. Modello Salerno. Una lettura del tema attraverso la quotidianità di una ASL commissariata. Relatore Col. CC. Maurizio BORTOLETTI Università degli Studi di Torino Dipartimento di Management Il progetto HAPPI: un accordo quadro per l’Europa Appalti innovativi per l'invecchiamento felice 5 novembre 2015 – 14,30-18,30 Via Po, 17 – Torino, Aula Rossa e Strategie per l’efficienza, l’integrità e l’innovazione nei contratti pubblici 6 novembre 2015 – 9,30-13,30 C.so Unione Sovietica, 218 bis – Torino, Aula Magna Aula Magna del Dipartimento di Management Università degli Studi di Torino C.so Unione Sovietica, 218 bis

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Il  cd.  Modello  Salerno.  Una  lettura  del  tema  attraverso  la  

quotidianità  di  una  ASL  commissariata.  

Relatore    Col.  CC.  Maurizio  BORTOLETTI  

Progetto HAPPI

www.happi-project.eu

Associate partners

Scuola di Dottorato in Scienze Umane e Sociali

Dottorato in Diritti e Istituzioni

www.happi-project.eu

Università degli Studi di Torino

Dipartimento di Management

Il progetto HAPPI: un accordo quadro per l’Europa

Appalti innovativi per l'invecchiamento felice

5 novembre 2015 – 14,30-18,30 Via Po, 17 – Torino, Aula Rossa

e

Strategie per l’efficienza, l’integrità e l’innovazione nei

contratti pubblici

6 novembre 2015 – 9,30-13,30 C.so Unione Sovietica, 218 bis – Torino, Aula Magna

Bundesbeschaffung GmbG

HAPPI - IL PRIMO APPALTO PUBBLICO CONGIUNTO EUROPEO DI SOLUZIONI

INNOVATIVE NEL SETTORE SANITARIO

Il progetto HAPPI, finanziato dalla Commissione Europea ed avviato nell’ottobre 2012, è l’iniziativa di un consorzio europeo di 10 partner, rappresentati in Italia dall’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Management) e da SCR Piemonte S.p.A. In risposta all’invecchiamento della popolazione europea - e in un contesto di riqualificazione della spesa pubblica - il progetto ha evidenziato il ruolo che gli appalti pubblici in sanità possono assumere per lo sviluppo di soluzioni innovative e l’apertura del mercato europeo anche alle PMI. Più di 150 soluzioni innovative, principalmente proposte da PMI europee, sono state valutate in termini di rilevanza rispetto ai bisogni funzionali comuni ai settori pubblici di ambito sanitario e medico-sociale europei. Il procedimento di appalto pubblico europeo sviluppato da HAPPI con la conclusione di un accordo quadro, sarà oggetto della tavola rotonda del 5 novembre, cui farà seguito venerdì 6 novembre una riflessione sulle strategie da intraprendere per assicurare l’efficienza, l’integrità e l’innovazione nei contratti pubblici. Nell'occasione sarà presentato il Master di II livello in “Strategie per l’efficienza, l’integrità e l’innovazione nei contratti pubblici” istituito dall’Università degli Studi di Torino in collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione che verrà attivato a partire dal maggio 2016. Informazioni Università degli Studi di Torino Dipartimento di Management C.so Unione Sovietica, 218 bis - Torino Tel.: 011 6706124 Iscrizioni e-mail: [email protected]

Giovedì 5 novembre 2015

Il progetto HAPPI: un accordo quadro per l’Europa. Appalti innovativi per l'invecchiamento felice

Saluti GIANMARIA AJANI, Rettore dell’Università degli Studi di Torino

GIUSEPPINA DE SANTIS, Assessore alle Attività produttive, Energia, Innovazione, Ricerca – Regione Piemonte

Introducono GABRIELLA M. RACCA, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Torino ADRIANO LELI, Direttore Amministrativo - S.C.R. Piemonte

Tavola rotonda MICHELE CORRADINO, Componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione

DOMINIQUE LEGOUGE, Direttore «Resah-idf» ALYSON BRETT, Direttore NHS Procurement Organisation - NHS Commercial Solutions UMBERTO COUT, Direttore Struttura Complessa Provveditorato Economato, AUSL Valle d’Aosta GIAN PAOLO ZANETTA, Direttore Generale A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino FERNANDA GELLONA, Direttore Generale di Assobiomedica

LORENZO ARDISSONE, Direttore Generale Asl TO/4 GIUSEPPE MASSAZZA, Associato di Medicina Fisica e Riabilitativa presso l’Università degli Studi di Torino

Conclude ROBERTO CAVALLO PERIN, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Torino

Le imprese del progetto HAPPI

Il sistema per la rilevazione delle cadute – C2S Il tapis roulant per la rieducazione della deambulazione - Force-Mill Il percorso di deambulazione DM3 –Alter eco Santé

Sala Rossa – Rettorato

Università degli Studi di Torino

Via Po, 17 ore 14 – 18,30

Venerdì 6 novembre 2015

Strategie per l’efficienza, l’integrità e l’innovazione nei contratti pubblici

Saluti VALTER CANTINO, Direttore del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino

Introduce

GABRIELLA M. RACCA, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Torino

Tavola rotonda

NICOLETTA PARISI, Componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione

ALBERTO ZITO, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Teramo e Scuola Nazionale dell’Amministrazione

FRANCESCO MERLONI, Componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione

NERINA DIRINDIN, Economista presso l’Università degli Studi di Torino, Senatrice della Repubblica italiana e Membro della XII Commissione permanente Igiene e sanità

MAURIZIO BORTOLETTI, Col. CC, già Commissario Straordinario ASL Salerno ROBERTO CAVALLO PERIN, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Torino

Conclude

CARLO EMANUELE GALLO, Ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Torino

Aula Magna del Dipartimento di Management

Università degli Studi di Torino

C.so Unione Sovietica, 218 bis ore 9 -13

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Università  degli  Studi  di  Torino  

PRESENTAZIONE  

In its research activities, the Development Centre aims to identify and analyse problems the implications of which will be of concern in the near future to both member and non-member countries of the OECD. The conclusions represent a contribution to the search for policies to deal with the issues involved.

The Policy Briefs deliver the research findings in a concise and accessible way. This series, with its wide, targeted and rapid distribution, is specifically intended for policy and decision makers in the fields concerned.

Official development aid agencies, international investors, academics and the media have greatly increased their use of quantitative indicators to assess the quality of governance in developing countries – with far reaching consequences for these countries. The most widely used indicators suffer from limits and biases which their users often ignore. This Policy Brief seeks to clarify theses limits and reduce the misuse of governance indicators.

DEVELOPMENT CENTREPOLICY BRIEFS

OECD DEVELOPMENT CENTRE2, rue André-Pascal,

75775 Paris Cedex 16, FranceTel.: +33 (0)1 45 24 82 00Fax: +33 (0)1 44 30 61 49

[email protected]/dev/briefs

O E C D D E V E L O P M E N T C E N T R E

POLICY BRIEF No. 39

MEASURING GOVERNANCE

by Charles P. Oman and Christiane Arndt

z� Quantitative indicators of the quality of governance in developing countries and emerging economies have greatly proliferated since the mid-1990s.

z The main users of these indicators are international investors, official development agencies, journalists and academics.

z The most widely used, and misused, governance indicators are composite perceptions-based indicators.

z Even the most carefully constructed composite indicators have limitations their users seem widely to ignore.

z� Greater transparency is required both in the production and in the use of governance indicators.

CENTRE DEDÉVELOPPEMENT CENTRE

DEVELOPMENTCENTRE DEDÉVELOPPEMENT CENTRE

DEVELOPMENT

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PRESENTAZIONE  

OCSE,  Measuring  Governance,    2010.    “Classi'iche   poco   attendibili,   possono  produrre  danni”  "Metodologia   poco   chiara   e   viziata   da  pregiudizi,  ma  i  risultati  vengono  usati  da  chi  decide  gli  aiuti  internazionali”.    Gli  autori  dello  studio  Ocse,  Charles  P.  Oman  e  Christiane  Arndt,   in  una  mail  prima  della  pubblicazione   del   CPI,   evidenziavano   come  ”…  senza  entrare  nel  merito  della  discussione  sull'importanza   di   questo   o   altri   indicatori  internazionali   sulla   governance   …”   i  potenziali   utenti   del   rapporto   avrebbero  dovuto   “…   essere   più   attenti   nell'esame   dei  reali   contenuti   e   alla   precisione   di   tutti   i  sistemi   di   classiAiche   della   governance   e   di  usare  più  cautela  su  come  utilizzarli…”.  

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PRESENTAZIONE  

Perché  non  se  ne  è  parlato?    Perché,  magari,  se  ne  parla  e,  poi,  repentinamente,  lo  si  dimentica?    Perché  Tutti   erano/sono   convinti   che   il   costo  della   corruzione   in   Italia   sia  pari   o  ben  superiore  ai  60  miliardi  di  euro?    Perché   Tutti   erano/sono   convinti   che   l’Italia   sia   collocata   nelle   classiLiche  internazionali  al  72esimo  posto,  peggio  di  tutti  i  Paesi  industrializzati?    Perché  l’Italia  –  per  usare  le  parole  del  prof.  Paul  Ginsborg,  che  insegna  all’Università  di  Firenze   –   sembra   sempre   lì   lì   per   staccarsi   dal   resto   dell’Europa   e   sprofondare   nel  Mediterraneo?          

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La  cifra  rimbalzata  sui  media  di  60  miliardi  di  euro    quale  costo  della  corruzione  in  Italia,  

 con  qualche  autorevole  “addetto  ai  lavori”  che  si  è  spinto  ancora  più  in  là,    

sostenendo  che  il  dato  va  “…ben  oltre  la  stima  di  50-­‐60  miliardi  di  euro  …”      e  ottenendo  uno  spazio  ancor  più  ampio  sui  mezzi  di  informazione,    

 È  ATECNICA  ed  ERRATA  

ed  è  reale  solo  l’EFFETTO  ECO    che  la  ha  resa  verosimile.    

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Il  costo  della  corruzione,  magari,  è  ancora  maggiore  di  60  miliardi  di  euro,  ma:  1.  la  “stima”  deriva  da  un  dato  contenuto  in  una  ricerca  della  World  Bank,  la  cd.  “Relazione  

Kauffman”  del  2004,  che   individuava   il  costo  della  corruzione  nel  mondo  nel  3%  del  PIL  mondiale;  

2.  da  qui    i  60  miliardi  di  euro  (!),  pari  al  3%  del  PIL  italiano,  cioè  un  decimo  circa  del  costo  della  corruzione  mondiale  stimata  -­‐  con  questo  studio  dalla  World  Bank  -­‐  in  $1  Trillion,  700  miliardi  di  euro  dell’epoca.  

 L’autore   della   stima   ha,   però,   dimenticato   di   proseguire   la   sua   lettura   \ino   a   dove   la  stessa  World  Bank  afferma  quella  che  poteva  sembrare  una  banalità.  E  cioè  che  "First,  as  shown   clearly   by   the   data,   the   scale   of   corruption   varies   signi'icantly   from   country   to  country“.  Il   2   settembre   2010,   il   SEGRETARIO   GENERALE   DELLE   NAZIONI   UNITE   BAN   KI-­‐MOON   A  VIENNA,   nel   suo   intervento   in   occasione   dell’inaugurazione   della   IACA,     l’Accademia  internazionale  anticorruzione,  ha  ricordato  il  dato  madre:  one  trillion  dollar  quale  costo  della  corruzione  mondiale,  700  miliardi  di  euro.  

PRESENTAZIONE  

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L’INDICE  DI  PERCEZIONE  (CPI),   comunicato  annualmente  da  Transparency  International:  1.  NON  è  una  misurazione  del  livello  di  corruzione  di  un  Paese,  2.  NON  consente  di  stilare  classi\iche  e  graduatorie:  la  stessa  Transparency  

afferma   –   in   Transparency   International,   Università   di   Passau   (2008),  The  Methodology  of   the  Corruption  Perceptions   Index  2008   -­‐  che  “…  una  graduatoria   di   Paesi   può   facilmente   essere   erroneamente  interpretata  come  una  misura  assolutamente  precisa  delle  performance  di  un  dato  paese.  Questo  non  è  affatto  vero….”;  

3.  NESSUNO     dice   che   la   stessa   Transparency   segnala   una   INTRINSECA  IMPRECISIONE   del   suo   Indice:  “…Sin  dalla   sua  prima  pubblicazione  nel  1995,  TI  ha  fornito  i  dati  relativi  alla  deviazione  standard  e  al  numero  delle  fonti  utilizzate  per  la  costruzione  dell’indice.  Queste  informazioni  servono  per   evidenziare   che   vi   è   una   intrinseca   imprecisione.   Inoltre   viene  fornita   l’informazione   del   range   tra   il   valore   più   basso/più   alto.…”,   con  l’Italia   che   fa   segnare   una   deviazione   standard   tra   le   più   elevate,  superiore   a   1,   chiaro   indicatore   di   un   sostanziale   disaccordo   tra   le  diverse  fonti  e,  quindi,  una  signi\icativa  imprecisione  della  misurazione;  

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L’INDICE  DI  PERCEZIONE  (CPI),   comunicato  annualmente  da  Transparency  International:  4.  NESSUNO  dice  che  nel  2009,  è  stato  calcolato  con  modalità  diverse,  da  un  

ente  di   ricerca  diverso,   con   le  6   (!)   rilevazioni  sull’Italia  che  sono  state  richieste  a  4  enti  diversi:  Economic  Intelligence  Unit,  Global  Insights,  IMD  International,  World  Economic  Forum’s  Global  Competitiveness;  

5.  NON  si  dice  che  si  evoca  il  nomen  “corruzione”,  ma  non  si  fa  riferimento  alle  condotte  che   in   Italia   integrano   le   fattispecie  penali  di  corruzione  e  concussione,  bensì  a  un  universo  molto  più  ampio,  tenuto  conto  che  per  Transparency   International   il   CPI  misura   la  percezione  del  “…misuse  of  public   power   for   private   beneAit   …” per   la   nota   metodologica   del   CPI  2008,  analoga  a  quella  contenuta  nello  stesso  documento  relativo  al  CPI  2006:   “…as   the   abuse   of   public   ofAice   for   private   gain   …”.   Ciò   che  Transparency  de\inisce   corruzione,  nell’Ordinamento  Giuridico   italiano  corrisponde,   in   realtà,   al   risultato   della   “somma”   di   corruzione,  concussione   e   abuso   d’uf\icio,   di   cui   all’art.   323   c.p.,   un   universo  statistico  estremamente  più  vasto.  

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L’INDICE   DI   PERCEZIONE   (CPI),   comunicato   annualmente   da   Transparency  International:  6.  NESSUNO  dice  che  in  alcune  annualità  altri  indicatori  –  tra  l’altro,  tra  quelli  

considerati  da  TI   -­‐   abbiano  dato   risultati  diversi.  Ad  esempio,   il  Control  of  Corruption   della   World   Bank,   che   comprende   le   4   fonti   utilizzate   da  Transparency  per  il  proprio  Indice,  quando  gli  esiti  delle  4  fonti  utilizzate  da  Transparency  per  il  proprio  indice  e  quelli  di  altri  6  istituti  di  ricerca,  danno  vita   al     Control   of   Corruption   del   Country   Data   Report   for   Italy   dei  Worldwide  Governance  Indicators,  il  cd.  WGI,  della  World  Bank.    

               MA,  in  quella  circostanza  l’Italia:  nell’Indice  di  Transparency  perdeva  più  del  10%  (dal  4,8  del  2008  al  4,3  del  2009);  nello  stesso  periodo,  nel  Control  of  Corruption  della  World  Bank  si  leggono  8  indici  identici  tra  le  due  annualità,  uno  in  aumento  (il  Gallup  World  Poll  salito  da  0,19  a  0,27)  e  uno  che  cala  in  misura  minore   (l’IMD,   l’Institute   for  Management   &   Development  World  Competitiveness  Yearbook,  passato  dallo  0,26  allo  0,22).  

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“…  l’analisi  delle  notizie  sulla  criminalità  proposte  dai  Tg  prime  time  nel  periodo  2005-­‐2009,    fornisce  –  secondo  il  prof.  Ilvo  DIAMANTI  -­‐  alcune  indicazioni  interessanti:  •       non  esiste  correlazione   tra   l’andamento  dei   reati  denunciati   e   il  numero  di  notizie   sulla  criminalità;  •       esiste,  invece,  una  forte  correlazione  tra  il  numero  di  notizie  di  reati  e  la  percezione  della  criminalità,  con   una   situazione   che   in   Italia   degrada   ulteriormente   se   analizzata   in   una   prospettiva  comparata  con  altri  Paesi  europei  ….  Il  Tg1  –  come  emerge  dalla  rilevazione  dell’Osservatorio  di  Pavia  in  relazione  alla  “notiziabilità”  del  tema  allargata  ai  principali  Tg  europei  -­‐  ha  il  doppio  di   notizie   del   Tg   spagnolo   e   venti   volte   in   più   rispetto   al   telegiornale   tedesco;la   pagina   della  criminalità  in  Italia  è  costante,  l’agenda  dei  telegiornali  francesi,  inglesi,  tedeschi  e  spagnoli  non  rileva  la  presenza  quotidiana  di  notizie  criminali  …”.  

La  “di#atura  delle  immagini  influen/”.  Prof.  Giuliano  Amato,  Accademia  dei  Lincei.    

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I  PUNTI  CHE  SI  INTENDONO  TOCCARE    Una  considerazione  introduttiva.    Una  breve  descrizione  del  cd.  Modello  Salerno,  secondo  la  de\inizione  di  Con\industria  sanità.    Alcune  domande.    Una  considerazione  conclusiva.      

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I  PUNTI  CHE  SI  INTENDONO  TOCCARE    Una  considerazione  introduttiva.    Una  breve  descrizione  del  cd.  Modello  Salerno,  secondo  la  de\inizione  di  Con\industria  sanità.    Alcune  domande.    Una  considerazione  conclusiva.      

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UNA  CONSIDERAZIONE  INTRODUTTIVA  

Meglio   ripetere   e   chiarire   che   la   corruzione,   il   mercimonio   della   funzione   pubblica,   è   una  grave  patologia  del  sistema  pubblico  e  va  combattuta  e  contrastata,  senza  SE  e  senza  MA.    

Detto   questo,   vanno   dette   –   in   modo   altrettanto   chiaro   -­‐   alcune   cose   che   si   ascoltano  raramente:    

1.  nessun  paese  -­‐  nei  dispotismi  più  che  nelle  democrazie  -­‐  e  nessun  comparto  è  immune  dalla  corruzione;  

2.  nessuna  legge  penale  ha  mai  fermato  alcun  crimine;  3.  trattandosi   di   un   tema   evocativo   ed   eclatante   che   fa   necessariamente   parte   dell’agenda  

politica  NON  deve,  o  non  dovrebbe,  essere  usato  come  strumento  di  lotta  politica,  con  i   dati   sul   tema   che   vengono   diffusi   (e   riprodotti),   in   modo   frequente,   senza   neanche  avvertire  il  loro  contraddirsi,  privilegiandone  la  funzione  aizzatoria;  

4.  la  corruzione  tesa  a  far  marciare  una  macchina  (autorizzazioni,  revisioni,  adempimenti,  etc.)  altrimenti  inchiodata  non  è  un  male,  sono  due:  

5.  è  inutile  ricordarsi  del  tema  quando  emergono  gravi  scandali.    

Un’ultima  cosa,  che  ritengo  determinante:  nel   tema  che  andiamo  a   trattare:   il  segreto  è  che  non  ci  sono  segreti.    

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Rubare  non  ha,  quindi,   colore  politico,   il   tema  della  corruzione  non  può  diventare  un  derby  tra  ladri  e  onesti.    Questo   tema,   come  quello   della   sicurezza   e   dei   cittadini,   dovrebbe   rimanere   al   di  fuori  dell’agone  politico.    Come   hanno   ricordato   l’attuale   Sindaco   di   Torino,   Piero   Fassino,     e   Paolo   Borgna,   in  Sicurezza  e  giustizia,  Donzelli,  2001,  dove  alla  “…  denuncia  dell'inadeguatezza,  giudiziaria  e  culturale,   ad   affrontare   il   fenomeno   e   del   ritardo   nel   comprendere   quanto   questa  sottovalutazione   contribuisca   a   deteriorare   il   rapporto   fra   cittadino   e   istituzioni….”   si  aggiunge   la   consapevolezza   che   “…   la   denuncia   del   ritardo   non   basta   se   non   se   ne  affrontano,   senza   paura   di   scavare   a   fondo,   le   radici   culturali.   è   forse   vero   -­‐   come   molti  sostengono   -­‐   che   una   speciAica   resistenza   va   ricercata   proprio   nella   cultura   diffusa   della  sinistra?   E   peraltro,   che   uso   ha   fatto   la   magistratura   italiana   della   sua   straordinaria  indipendenza  di  fronte  alle  richieste  di  giustizia  dei  cittadini?  …”  

UNA  CONSIDERAZIONE  INTRODUTTIVA  

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BUONE PRATICHE E STRUMENTI ANTICORRUZIONE PER IL SETTORE SANITARIO

Nel   report  «Corruzione  e  sprechi   in  sanità»  sono  stati   rilevati   12   drivers   di   corruzione,   di   cui  quattro  dal  lato  della  domanda  sanitaria,  e  otto  dal  lato  dell'offerta  sanitaria.  Dal   lato   della   domanda:   Incertezza   o   debolezza  del   quadro   normativo,   asimmetria   informativa   tra  u t e n t e   e d   S i s t ema   S a n i t a r i o ,   e l e v a t a  parcellizzazione   della   domanda   sanitaria,   fragilità  nella  domanda  di  servizi  di  cura.  Dal  lato  dell'offerta:   forte   ingerenza  della  politica  nelle   scelte   tecnico-­‐amministrative,   elevata  complessi tà   del   s istema,   ampi   poter i   e  discrezionalità   nelle   scelte   aziendali   e   ospedaliere,  basso   livello   di   rendicontazione   del   personale  pubblico,   bassi   standard   etici   degli   operatori  pubblici,   asimmetria   informativa   tra   Sistema  Sanitario   e   fornitori   privati,   crescita   della   sanità  privata,  scarsa  trasparenza  nell’uso  delle  risorse  

UNA  CONSIDERAZIONE  INTRODUTTIVA  

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BUONE PRATICHE E STRUMENTI ANTICORRUZIONE PER IL SETTORE SANITARIO

Schemi criminali ricorrenti

Il settore sanitario presenta innumerevoli opportunità di corruzione. Emblematico è il caso del “mercato delle salme” emerso in Lombardia nel 2008 in cui numerosi infermieri sono stati corrotti da imprese funebri locali per spartirsi i defunti: mazzette in cambio di (lucrose) sepolture. Sono qui riportati cinque ambiti del sistema spesso soggetti alla corruzione: nomine, gestione dei farmaci, procurement, negligenza e sanità privata. Attraverso l’analisi dei casi giudiziari, relativi ad indagini per corruzione nella sanità, è stato possibile individuare alcune criticità ricorrenti negli schemi corruttivi.

Schemi criminali ricorrenti

Il settore sanitario presenta innumerevoli opportunità di corruzione. Emblematico è il caso del “mercato delle salme” emerso in Lombardia nel 2008 in cui numerosi infermieri sono stati corrotti da imprese funebri locali per spartirsi i defunti: mazzette in cambio di (lucrose) sepolture. Sono qui riportati cinque ambiti del sistema spesso soggetti alla corruzione: nomine, gestione dei farmaci, procurement, negligenza e sanità privata. Attraverso l’analisi dei casi giudiziari, relativi ad indagini per corruzione nella sanità, è stato possibile individuare alcune criticità ricorrenti negli schemi corruttivi.

UNA  CONSIDERAZIONE  INTRODUTTIVA  

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 “Il   nostro   è   un   Paese  malato,   non   un  malato   terminale,   ma   certamente   un  malato   grave,  affetto  da  una  patologia  cronica,  progressiva  e  contagiosa,  che  ne  sta  minando  alla  radice  le  energie  'isiche  e  morali.  …  anche  il  chirurgo  è  malato  e  forse  è  più  malato  degli  altri  …  preda  di  una  rassegnazione  debilitante  …  un  cancro  ad  alta  potenzialità  distruttiva  che  stravolge  il  sistema  immunitario  del  paese  …  un  malato  che  appare  ormai  inguaribile,  perché  soffre  di  un  male  che  ogni  giorno  ne  mina   la   'ibra.  Sembra  che  non  ci  siano  terapie  …” (Liberal,  15.7.10)    Senza  entrare  nel  merito,  certamente  angosciante.  

 Ma  effettivamente,    

nell’Italia  “culla  del  diritto”  il  diritto  ci  stava  così  bene  da  essersi  addormentato?  (Enio  Flaiano).  

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CORROTTI

E

“…L’Italia ha un tale culto per la furbizia che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno…”. G.PREZZOLINI, Codice della vita italiana.

UNA  CONSIDERAZIONE  INTRODUTTIVA  

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I  PUNTI  CHE  SI  INTENDONO  TOCCARE    Una  considerazione  introduttiva.    Una  breve  descrizione  del  cd.  Modello  Salerno,  secondo  la  deLinizione  di  ConLindustria  sanità.    Alcune  domande.    Una  considerazione  conclusiva.      

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PRESENTAZIONE  

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Distretti SocioSanitari 13 Plessi Ospedalieri 11 Posti Letto Ospedalieri 1837 Dipartimento di Prevenzione 3 Dipartimento Salute Mentale 3 Medici di Medicina Generale 927 Pediatri di Libera Scelta 137 Medici Specialisti ambulatoriali (ex Sumai) 382 Farmacie 331

Dirigenti Medici 2033

Dirigenti Amministrativi,Tecnici,Professionali 269

Personale del comparto (non dirigente) 6062

Popolazione 1.107.652

Famiglie 411.388

Superficie Kmq 4.917,15

Densità media (abitanti/Kmq) 225

Comuni 156

Case di Cura 9 Posti Letto 1102 Centri di Riabilitazione 36 Residenza Sanitarie Assistite 13 Strutture Termali 7 Comunità per Tossicodipendenti 2 Laboratori di Analisi 118 Centri di diagnostica 38 Centri di medicina nucleare 3 Centri di fisiokinesiterapia 50 Centri di dialisi 22 Centri di diabetologia 5

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  in  cifre.  

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Conto Economico ASL SALERNO

Consuntivo 2008

Previsionale 2009

Consuntivo 2009

Previsionale 2010

Consuntivo 2010

RISULTATO DI ESERCIZIO - 272,545

-75.934

-250.597

-44.237

-244.721

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  dati.  

NESSUNO  si  vergognava,  NESSUNO  si  è  vergognato.  

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Una  pronuncia  della  Sezione  Regionale  di  controllo  della  Campania,  la  nr.  5  del  23  aprile  2009,  che  per  il  Bilancio  consuntivo  2007  dell’ASL  SA  1  di  Nocera  Inferiore  evidenziò  come  “…  la   tardiva   adozione   del   bilancio   di   esercizio   2007   (approvato   il   15   gennaio   del   2009   con  Deliberazione  nr.  45,  n.d.r.)  …  evidenzia  non  solo  una  situazione  di  non  conformità  alla  legge,  ma  costituisce,   altresì,   sintomo   di   un   non   corretto   ed   efAicace   utilizzo   delle   risorse   pubbliche…”   e  osservò  come   la  “…condotta  degli  organi  direttivi  dell’ASL  SA  1  di  Nocera   Inferiore  sia  andata  ben   oltre   gli   estremi   della   negligente   osservanza   dei   termini   di   adozione   del   bilancio   di  esercizio…”.  

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  dati.  

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Conto Economico ASL SALERNO Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 I TRIM. 2011 Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930 B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021 B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439 B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972 B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493 B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889 B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471 B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497 B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983 B.9) Oneri diversi di gestione 4.932 4.111 922 B.10) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali 174 193 43 B.11) Ammortamento dei fabbricati 6.087 5.920 1.480 B.12) Ammortamenti delle altre immobilizzazioni materiali 7.504 6.956 1.778 B.13) Svalutazione dei crediti 0 0 9.550 B.14) Variazione delle rimanenze 789 -2.742 -1.578 B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280 Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241 Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320 Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0 E) Proventi e oneri straordinari E.1) Proventi straordinari 4.806 5.742 0 E.2) Oneri straordinari 118.568 86.838 0 Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0 Risultato prima delle imposte -207.770 -201.276 -53.631 Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680 RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  dati.  

NESSUNO  si  vergognava,  NESSUNO  si  è  vergognato.  

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1.  disavanzo  riportato  in  Stato  Patrimoniale  2010  pari  a    oltre  1,7  miliardi  di  euro,  2.  nel   2010,   il   Collegio   Sindacale   aveva  mosso   625   rilievi   o   osservazioni,   con   155   pareri  

negativi  e  decine  di  atti  con  l’invito,  raramente  ottemperato,  di  trasmetterli  alla  Corte  dei  Conti,  a  decine  dei  quali  non  era  mai  stata  data  risposta;  

3.  l’unica  uni\icazione  delle  3  ex  Aziende  Sanitarie  accorpate  alla  data  del  24  marzo  2009,  aveva   riguardato   i   vertici,   cioè   le   nomine   delle   7   Funzioni   centrali,   mentre  sopravvivevano   nelle   sedi   centrali   delle   due   preesistenti   ASL   oltre   a   quella   di   Salerno  (Nocera  e  Vallo  della  Lucania)  nonostante  l’evidente  soppressione  giuridica  delle  entità  prima  là  esistenti,  strutture  e  coordinamenti  che  hanno  continuato  ad  operare  come  se  fossero  ancora  in  vita  le  3  vecchie  aziende;  

4.  assenza  di  un  bilancio  preventivo  2011  approvato;  5.  una  gestione  liquidatoria  delle  ex  USL  che  perdurava  da  oltre  un  decennio  senza  vedere  

l’orizzonte,  mentre  “ballavano”  cifre  impressionanti;  6.  La  chiusura  del  controllo  di  gestione;    

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  fatti.  

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7.  contro  l’ASL  –  al  31  marzo  2011  -­‐  erano  pendenti  un  numero  di  ricorsi  ignoti  al  dirigente  

della  Funzione  Centrale  Affari  Legali,  che  non  aveva  acquisito  il  dato  delle  disciolte  ex  ASL  SA1   e   SA   3,   mentre   rimaneva   ignota   una   corretta   stima   degli   accantonamenti,   con  sforamenti   a   bilancio   pari   al   6%   delle   risorse   trasferite.   Nella   sola   ex   ASL   SA   2   si  registravano:  •  518  ricorsi  del  personale  contro  l’Azienda  (controvalore  stimato  in  9  Meuro);  •  802  ricorsi  dai  fornitori,  237  citazioni  per  danni,  327  altre  cause  a  vario  titolo  e  40  liti  

pendenti  davanti  al  TAR  (controvalore  stimato  di  sola  quota    capitaria    di  207  Meuro).  8.  assenza   -­‐   con   una   funzione   “controllo   di   gestione”   soppressa   a   Febbraio   2011   -­‐   di  

qualsivoglia  strumento  di  programmazione  e  controllo  sistematico  (“Piano  degli  interventi  manutentivi”,   “Piano   della   formazione”,   “Regolamento   economale”,   “Piano   di  programmazione  dello  straordinario  e  delle  altre  indennità  accessorie”,  “Regolamento  per  l’utilizzo  delle  telefonia  cellulare”,  “Piano  della  Pronta  Disponibilità”,  per  dirne  solo  alcuni,  sui  quali  si  e’  lavorato  con  successo  o  sui  quali  si  sta  lavorando),  se  non  quello  lasciato  alla  buona  volontà  dei  dirigenti;  

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  fatti.  

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9.  una   tragica   situazione   di   carenze   infrastrutturali   (una   prima   due   diligence   aveva  

individuato  esigenze  superiori  ai  100  Meuro,  solo  per  gli  interventi  minimali  e  di  messa  in  sicurezza),  anche  per  quel  che  riguarda  i  servizi  territoriali,  con  la  convivenza  di  realtà:  •  nuove  inutilizzate,  come  era  per  il  PO  di  Sarno;  •  prossime  ad  essere  consegnate  che  non  si  riuscivano  a  concludere  e  a  acquisire  per  

contenziosi  o  investimenti  esigui,  come  quella  di  Pagani;  •  bloccate   per   irrisorie   controversie   (la   rimozione   di   una   struttura   in   ferro)   come   il  

nuovo  Pronto  Soccorso  dell’Ospedale  di  Nocera,  un  DEA  di  III  livello,  che  era  in  queste  condizioni  dal  2001,  data  di  avvio  dell’opera.  

10.  la   mancata   richiesta   della   certi\icazione   relativamente   alla   inesistenza   di   eventuali   altri  documenti  di  debito,  ovvero  obbligazioni  assunte  e  non  riportate  nel  bilancio  di  esercizio  ai  Macrocentri   di   responsabilità,   al   \ine   di   redigere   un   conto   economico   il   più   possibile  ispirato   a   corretti   principi   contabili   e   che   possa   de\inire,   nel   miglior   modo   possibile,   il  quadro   fedele   della   situazione   economico   patrimoniale   della   azienda,   nonostante  venissero   registrate   costantemente   sopravvenienze   incredibili   non   coperte   da  accantonamenti  di  estremo  rilievo.  

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  fatti.  

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11.  una  carenza  di  personale  giunta  a  livelli  insostenibili  a  causa  del  blocco  del  turn  over,  con  

l’Azienda   oramai   sull’orlo   del   collasso   nell’assicurare   i   livelli   minimi   di   assistenza   in  relazione  ai  Presidi  esistenti,  con  un  ricorso  a  voci  accessorie  e  uno  sforamento  dei  fondi  contrattuali  per  decine  di  milioni  di  euro;  

12.  risultava  assente  qualsivoglia  normale  valorizzazione  degli   strumenti   resi  disponibili  dal  progresso  tecnologico,  con  la  carenza:  •  di  un’unica  piattaforma  per  la  gestione  amministrativa  –  contabile,  •  di  una  rilevazione  elettronica  delle  presenze  in  tutta  l’Azienda,  •  di   un’unica   rete   intranet   aziendale,   per   cui   appariva   normale   l’utilizzo   di   provider  

privati,    •  nell’uso  della  posta  certi\icata,  

           mentre  l’adesione  nel  2010  -­‐  nonostante  la  mancata  previsione  del  “piano  di  fatturazione”  nel  capitolato  -­‐  a  un  contratto  SORESA  Engineering  per  9  Meuro    impediva  di  procedere  a  qualsiasi   intervento   che  non   si   traducesse   in  una  gestione   schizofrenica,   tale  da   rendere  ingiusti\icabili  i  costi  sostenuti.  

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  fatti.  

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“….  una  gestione  della  cosa  pubblica  improvvisata  che  va  oltre  la  malafede  …”      

Dott.  Tommaso  Cottone  Procuratore  Regionale  della  Corte  dei  Conti  

Udienza  di  inaugurazione  dell’anno  giudiziario  Napoli,  25  febbraio  2012  

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  14  marzo  2011:  i  fatti.  

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Se eliminiamo gli sprechi come facciamo a gestire le clientele?

PEGGIO  GLI  SPRECHI  O  LA  CORRUZIONE?  

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CONTO ECONOMICO Consuntivo 2009

Consuntivo 2010 I TRIM. 2011 Consuntivo

2011 II TRIM.

2012

A) Valore della produzione A.1) Contributi in c/esercizio 1.485.943 1.546.992 373.692 1.475.841 737.920 A.2) Proventi e ricavi diversi 47.124 39.884 9.882 41.132 20.507 A.3) Concorsi, recuperi e rimborsi per attività tipiche 17.618 9.736 3.082 7.596 3.582 A.4) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie 8.534 10.130 2.405 12.829 5.927 A.5) Costi capitalizzati 9.704 8.446 869 3.501 1.665 Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930 1.540.898 769.601 B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021 161.251 86.889 B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439 814.357 401.751 B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972 10.699 5.515 B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493 10.105 5.034 B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889 409.152 203.390 B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471 1.474 737 B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497 49.176 24.015 B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983 36.122 17.943 B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280 17.103 6.688 Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241 1.537.647 758.812 Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320 -1.113 -521 Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0 -117 0 Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0 -2.769 7.594 Risultato prima delle imposte (A – B +/- C +/- D +/- E) -207.770 -201.276 -53.631 -749 17.862 Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680 38.260 18.963 RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310 -39.009 -1.101

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  31  luglio  2012    

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“…  Numerose   vertenze,   le   cui   istruttorie   sono   tuttora   in   corso,   sono   state   avviate   a   seguito   di  documentate   denunce   del   Commissario   Straordinario   della   ASL   Salerno   che,   tra   l’altro,   ha  trasmesso  alla  Procura   i  provvedimenti  di   rilievo  del  Collegio  sindacale.   In   tale  vicenda   si  noti   la  peculiare   interpretazione  degli  obblighi  di  denuncia  da  parte  di  detto  collegio   che  invece  di  denunciare   i  proAili  di  danno  direttamente  alla  Corte  dei  conti,  ha   invitato   l’Azienda  a  trasmettere   l’esito   dei   rilievi   ritenuti   dannosi.   La   Procura   contabile   nel   corso   di   questo   ultimo  anno,  ha  avuto  modo,  più  volte,  di  ribadire  le  disposizioni  sull’obbligo  di  denuncia,  sottolineando  anche   le   responsabilità   che   derivano   dall’omissione   delle   denunce.   Le   delibere   segnalate  hanno  i  più  svariati  contenuti,  quali  pagamento  fatture,  progressioni  economiche  dei  dipendenti  (conferimenti  incarichi  ex  art.  15  septies  del  502/1992),  liquidazioni  competenze  professionali  ad  avvocati   del   libero   foro,   liquidazioni   indennità   ai   componenti   della   commissione   invalidità  civile…”.  

 Dott.  Tommaso  Cottone  

Procuratore  Regionale  della  Corte  dei  Conti  Udienza  di  inaugurazione  dell’anno  giudiziario  

Napoli,  2  marzo  2013  

IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  31  luglio  2012    

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IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  31  luglio  2012    

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IL  MODELLO  SALERNO  L’ASL  di  Salerno  il  31  luglio  2012    

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Di  fronte  a  questa  situazione,  con  meno  poteri,  come  noto,  di  quelli  di  un  direttore  generale  in  gestione   ordinaria   che   attraverso   lo   strumento   programmatorio   può   avviare   le   riforme  necessarie,  senza  la  possibilità  di:    •  innestare  “nuova  linfa”  da  fuori  Azienda  per  il  blocco  del  turn  over,    •  sostituire  quelli  che  si  dimostravano  impermeabili  a  qualsivoglia  cambiamento,  alla  luce  del  

tempo,   delle   energie   e   delle   risorse   che   ciò   avrebbe   richiesto   in   relazione   alle   scarse  possibilità   di   riuscita,   visto   il   reticolare   intreccio   di   interessi   e   convenienze   pronto   ad  entrare   in  azione  ogni  qualvolta  si  ponevano   le  basi  per  andare  oltre   lo   “status  quo  ante”  verso  l’Azienda  unica,  

 VI  ERANO  QUATTRO  SOLUZIONI.  

 

IL  MODELLO  SALERNO  Le  azioni.  

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LA  PRIMA:    quella  di  “lasciare  andare”  l’Azienda  com’era  andata  Lin  lì:  se  nessuno  era  \in  lì  intervenuto,  si  poteva  continuare  tranquillamente  a  perdere  500  euro  al  minuto  nel  disinteresse  generale  facendola  sprofondare  sempre  più  nel  baratro,  scegliendo  di  “non  fare”,  non  so,  forse  cercando  di   \irmare   il  meno  possibile,  di  non  vedere,  di  non   farsi   coinvolgere  e  di  non   farsi   carico  dei  problemi;  

IL  MODELLO  SALERNO  Le  azioni.  

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LA  SECONDA:  quella  di  rinunciare,  quella  di  dare  ascolto  alla  ragione,  quella  di  restituire   il  mandato  al  Presidente  Caldoro,  evitando,  così,  di  essere  coinvolto  dagli  schizzi  di  fango  che  vanno  ovunque  quando  si  mette  mano  a  situazioni  degradate  e  abbruttitesi  nel   tempo,  nonostante  non  se  ne  abbia   alcuna   responsabilità,   essendo   evidente   \in   dal   principio   e   a   tutti   coloro   che   vogliono  vedere  come  i  “bene\iciari”  degli  oltre  700mila  euro  al  giorno  di  perdita  non  sarebbero  stati  a  guardare;  

IL  MODELLO  SALERNO  Le  azioni.  

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Page 42: Unito   bortoletti  6 novembre 2015

LA  TERZA:  quella  di  applicare  in  modo  draconiano  le  regole,   \in   lì,   invero,  alquanto  disattese.  Poteva  essere  una  soluzione  facile,  forse  comoda,  perché  fare  il  censore  sulla  “pagliuzza”,  dopo  che  per  anni  non  erano  state  viste  le  “travi”,  è  agevole,  ma  chi  \in  lì:  •  non  aveva  fatto,  dif\icilmente  avrebbe  iniziato  a  fare;  •  non  era  stato   in  grado  di   fare,  dif\icilmente  avrebbe  contribuito   in  qualche  modo,  pur   tra  

mille  dif\icoltà  ed  errori,  ad  una  idea  di  risanamento;  •  aveva   contribuito   a   ampliare   il   “buco”   senza   che   nessuno   intervenisse   per   fermarlo  

dif\icilmente   avrebbe   collaborato,   anzi   avrebbe   trovato   alleati   e   sponde   per   frenare  qualsiasi   tentativo   di   rivitalizzazione   in   attesa   di   un   illusorio   ritorno   del   “ben   tempo  andato”,    

con  UN  ESITO  PREVEDIBILE,  la  paralisi  dell’Azienda  e  l’ulteriore  peggioramento  della  quantità  e   della   qualità   dei   servizi   erogati   ai   cittadini,   che   già   subivano   da   anni   una   situazione  drammatica,  con   l’UNICO   RISULTATO,   forse,   di   denunciare   qua   e   là   qualche   poveretto,   senza   poter  distinguere  dove  c’erano  dolo  e  vantaggi  personali  da  dove  c’era   solo,   a  questo  punto,  molte  volte,   l’impossibilità   di   trovare   una   norma   applicabile   per   la   situazione   che   precipitava   dal  passato.  

IL  MODELLO  SALERNO  Le  azioni.  

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Page 43: Unito   bortoletti  6 novembre 2015

LA  QUARTA:  quella   di   rialfabetizzare   la   gestualità   amministrativa   e   gestionale   dell’Azienda,   nella  convinzione  che  “…  lo  Stato  non  possa  abdicare  …”.  Il  FARE  al  posto  del  CONTEMPLARE  I  PROBLEMI  ha:  •  richiesto  di   fare   frequentemente   lo   slalom   tra   le  macerie  del  passato,   che   continuavano  a  

emergere  qua  e  là  ogniqualvolta  si  cercava  di  trovare  la  stessa  regola  da  applicare;  •  reso  necessario  accompagnare  chi  non  era  in  grado  di  fare  e  si  trovava  in  posizioni  apicali  

nella   più   grande   ASL   d'Italia,   con   un’azione   di   tutoraggio   continuo   e,   a   volte,   di   vera   e  propria   sostituzione   nell’esercizio   di   funzioni   dirigenziali   di   competenza   di   chi   non   le  esercitava  da  anni;  

•  consentito   di   recuperare   la   parte   sana   dell’azienda,   le   tante   “persone   per   bene   “   che   vi  operano   e   che   erano   le   principali   vittime   della   situazione,   e   che   -­‐   a   volte   assumendosi  responsabilità   incredibili,   nell’assenza   di   norme   applicabili   -­‐   lavorando   e   collaborando  spesso  \ino  alle  ore  più  strane,  senza  riserve,  hanno  fornito,  in  quella  situazione  di  assoluta  confusione   gestionale   e   amministrativa,   pur   con   i   loro   errori,   pur   con   le   loro   cattive  abitudini,   un   contributo   determinante   all’equilibrio   operativo   raggiunto   verso   la   \ine   del  2011  e  confermato  nel  i  semestre  del  2012.  

IL  MODELLO  SALERNO  Le  azioni.  

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IL  MODELLO  SALERNO  Le  azioni.  

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IL  MODELLO  SALERNO  In  particolare,  innovazione  e  rialfabetizzazione  gestionale.  

ü  SENZA  TAGLI  LINEARI,    ü  SENZA  CHIUDERE  NULLA  ü  (tranne  un  Presidio   riconvertito  dopo  un   sequestro  

del  NAS  di  piastra  operatoria  e  farmacia),  ü  SENZA  TOGLIERE  NULLA  AI  CITTADINI,  ü  SENZA   UNA   IMPOSIZIONE   DRACONIANA  

DELLA  LEGALITA’,  ü  SENZA   RIMUOVERE   O   SPOSTARE   UN  

DIRIGENTE.      Il  tutto:  ü  SENZA  RISORSE  AGGIUNTIVE,  ü  A  LEGISLAZIONE  INVARIATA.  

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Un’azione:  •  a  legislazione  invariata;  •  senza   tagli   lineari,   che   avrebbero   penalizzato   i   più   bravi   e   le   strutture   virtuose,   ma  

ristrutturando  i  costi,  chiedendosi  come  e  perché  si  produceva  ciascun  costo;  •  senza   togliere   nulla   ai   cittadini,   mentre   si   iniziava   progressivamente   a   restituire   loro   i  

soldi  non  più  sprecati  (ad  es.,  i  weekend  operatori  o  i  38  Meuro  di    investimenti  –  appostati  nel   preventivo   2012   chiuso   con   l’EBITDA   a   zero   -­‐   in   apparecchiature   elettromedicali   e   in  infrastrutture);  

•  senza  chiudere  nulla,  se  non  la  riconversione  di  un  presidio  -­‐  prevista  dal  piano  di  rientro  -­‐  dopo  il  sequestro  di  sale  operatorie  e  farmacia  da  parte  del  NAS;  

•  senza  risorse  aggiuntive;  •  pagando  regolarmente   i   fornitori  e,  nel   caso  di   coloro  che  erano  stati  colpiti  dal  sisma  

del  2012,  riuscendo  ad  anticipare  il  pagamento  delle  fatture  anche  non  scadute  a  coloro  che  avevano  sedi  operative  o  stabilimenti  distrutti;  

•  chiudendo  importanti  transazioni  grazie  alle  risorse  aggiuntive  messe  a  disposizione  con  farmacisti  e  sanità  privata,  con  un  notevole  abbattimento  dei  costi  per  interessi  e  spese  legali  e,  conseguentemente,  degli  accantonamenti;  

 

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RISTRUTTURAZIONE   DEI   COSTI,   costo   per   costo,  chiedendosi  “come”  e  “perché”  si  produce  quel  costo.    R I A L F A B E T I Z Z A Z I O N E   AMM I N I S T R A T I V A   E  GESTIONALESENZA   IL   CAPESTRO   DISCIPLINARE,  incentivando   il   normale   esercizio   della   responsabilità  dirigenziale   e   valorizzando   il   criterio   gestionale   del   “buon  padre  di  famiglia",  su  ogni  attività,  magari  RIVITALIZZANDO,  MEGLIO   RISCOPRENDO   IL   SENTIMENTO   DELLA  VERGOGNA.    SEMPLIFICAZIONE   DELLA   LINE,   PIU’   CORTA   E   PIU’  LEGGERA,   soprattutto   nei   settori   che   “attingevano”   al  “bancomat  senza  plafond”,  perché  più  aumentano  le  regole  per  controllare   un   sistema   complesso   e   in   stato   catatonico,   più   il  sistema  può  deviare  dai  risultati  desiderati  (Pisek,  Redesigning  health   care.   In:   Crossing   the   quality   charm:   a   new   health  system   for   the   21st   century.   Washington   DC.   The   National  Academies  Press,  2001).    PROGRAMMARE  BENE,  CONTROLLARE  MEGLIO,   superando  l’abitudine   alla   formalistica   trattazione   di   tutto   ciò   che   è  previsione.  

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TRASPARENZA   TOTALE   E   CONFLITTI   DI  INTERESSE,  per   ripristinare   lo   “stato  di   diritto”   al  posto  dello  “stato  dei  dritti”.    VELOCITA’  DECISIONALE  E  CONSEQUENZIALITA’  per  CHIUDERE  I  RUBINETTI  DEGLI  SPRECHI.    OGNUNO   DOVEVA   RITORNARE   A   FARE   IL  PROPRIO  LAVORO.    SCADENZARI   E   MONITORAGGIO   DELLE  ATTIVITA’  per   evitare   la   trappola   del   “trattieni   la  \irma”,   consiglio   di   Ferdinando   II   a   un   povero  dipendente  pubblico.    InLine:  CORAGGIO,  che  è  poi  il  valore  che  garantisce  tutti  gli  altri  portati  avanti  in  questi  16  mesi.  

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ü  PAGARE   REGOLAMENTE   CONVIENE,   perché   riduce  le   spese   legali,   riduce   gli   oneri   per   la   trattazione   del  contenzioso  con  i  creditori,  rafforza  il  clima  di  \iducia  (a   luglio   2012   è   stata   pagata   la   mensilità   di   giugno  2012   delle   farmacie,   di   maggio   2012   per   la   sanità  privata   e   i   fornitori   indifferibili,   si   era   in   linea   con   i  saldi   trimestrali   –   per  motivi   organizzativi   legati   alla  gestione   di   decine   di   migliaia   di   fatture   –   con   i  rimanenti  fornitori)  

ü  INIZIARE   A   RESTITUIRE   I   SOLDI   NON   PIU’  SPRECATI  AI  CITTADINI:    •  con  i  weekend  operatori,    •  con  il  pagamento  regolare  dei  fornitori,    •  con  il  pagamento  straordinario  di  tutte  le  fatture  

–   anche  quelle   non   scadute   –   ai   fornitori   aventi  sedi   operative   o   stabilimenti   nelle   province  colpite  dal  sisma  

       

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Un’azione   nella   quale   si   è   tentato   di   GOVERNARE   LA   REALTÀ,   come   è   stato   necessario  ricordare  spesso  a  chi  impartiva  lezioni  sulla  legalità,  iniziando  a  vedere  le  pagliuzze    dopo  che  per  anni  non  aveva  visto  le  TRAVI.    

Una   realtà   dove   era   indispensabile   richiamare   Tutti   ai   contenuti   irrinunciabili   della  “responsabilità   dirigenziale”   che   dovrebbe   vedere   un   dirigente   pubblico   interessarsi   delle  problematiche   esistenti   all’interno   delle   strutture   poste   sotto   la   propria   responsabilità   –  partendo  dal  censimento  iniziale  delle  criticità,  quando  si  assume  un  incarico  -­‐  per  poi,  solo  in  via   residuale   -­‐   e   non   principale   con   l’abituale   scaricabarile   -­‐   proporle   superiormente,  magari  con  una  soluzione,  perché  la  soluzione  esula  dalle  proprie  possibilità  operative.      

Una  realtà  nella  quale  tutto  questo  non  era  consueto  e  si  abdicava  al  normale  esercizio  della  responsabilità  dirigenziale  –  che  avrebbe  certamente  limitato  le  perdite  aziendali  e  l’aggravarsi  della  situazione  infrastrutturale  e  dello  stato  delle  apparecchiature  elettromedicali  –  a  favore  di  abitudini,  quali  quelle:  •  di  scrivere  invece  che  di  fare,  sperando,  così  di  andare  esenti  da  responsabilità;  •  di   contemplare   i   problemi,   nella   convinzione   che   dopo   aver   scritto   si   fosse   esaurita   la  

propria  responsabilità'  rispetto  al  problema.  

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Un’azione,  quella  di  GOVERNARE  LA  REALTA’,  giusto  per  dare  una  minima  idea,  che  è:  •  partita  un  sabato  mattina  da  una  vera  e  propria  “lezione”  ai  dirigenti  apicali  dell’Azienda  sui  

rilievi  del  Collegio  Sindacale,  \inalmente  censiti  e  informatizzati,  che  nei  due  anni  precedenti  erano  stati  disattesi  e  ignorati;  

•  proseguita   chiedendo   a   tutti   i   dirigenti   apicali   un   piano   dei   controlli   su   quelle   aree   di  rispettiva  competenza  che  per  la  loro  “rischiosità”  -­‐  in  relazione  alla  funzionalità  aziendale  e  alle   conseguenze   che   potevano   derivare   da   un  mancato   presidio   –   andavano   tenute   sotto  adeguato  controllo;  

•  passata   attraverso   l’organizzazione   degli   scadenzari   e   della   gestione   della   posta   in   arrivo,  vistando   con   data   e   \irma   tutta   la   posta   diretta   alla   Direzione   e   manoscrivendo   le  disposizioni   ai   dirigenti   interessati,   con   la   visione   di   decine   di   migliaia   di   pagine,   se   si  considera  che  nel  periodo  sono:  ü  stati  annotati  nel  registro  di  protocollo  16.071  atti,   cui   si   somma  tutta   la  posta   in  

uscita  originata  direttamente  da  Uf\ici  e  Funzioni  centrali;  ü  state  adottate  1996  delibere   (solo  negli  ultimi  6  mesi:  68  stigmatizzando  errori  del  

dirigente  proponente,  105  con  annotazioni  e  58  a  proroga  e  sanatoria  di  situazioni  che,  a  volte,  rasentavano  l’incredibile)  

ü  state  restituite  613  proposte  deliberative  ai  dirigenti  proponenti  perché  incomplete,  inutili  o  per  esigenze  altrimenti  fronteggiabili.    

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1.  La  relazione  con  i  fornitori:  presidiarla  nel  presente  per  costruire  il  futuro.  2.  La  valorizzazione  di  ogni  utile  strumento  programmatorio.  

3.  L’azione   di   costante  monitoraggio   di   tutte   le   voci   più   critiche,   MAI   effettuata,   a  partire  dai  determinanti  giuridici   (decine  di   contratti  di   fornitura  scaduti  da  anni   in  proroga   o   sui   quali   non   si   era   riusciti   nemmeno   a   fare   la   proroga   e   si   viveva   di  sanatoria   in   sanatoria)   ed   economici   (i  mandati   di   pagamenti   venivano   portati   alla  \irma  senza  alcuna  possibilità  di  veri\ica  del  sottostante).  

4.  Il  progressivo  avvio  di  gare  uniche  centralizzate.  

5.  La   regolarizzazione   e   la   contrattualizzazione   delle   manutenzioni   per  apparecchiature  elettromedicali.  

7.  Il   censimento   dei   Litti   attivi   e   passivi   e,   poi,   l’avvio   di   un’azione   credibile   e,  soprattutto,  sostenibile,  di  riduzione  dei  \itti  passivi.  

8.  La  trasparenza  totale  dell’attività  aziendale.  

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I  PUNTI  CHE  SI  INTENDONO  TOCCARE    Una  considerazione  introduttiva.    Una  breve  descrizione  del  cd.  Modello  Salerno,  secondo  la  de\inizione  di  Con\industria  sanità.    Alcune  domande.    Una  considerazione  conclusiva.      

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PRESENTAZIONE  

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Alcune  domande  sorgono  spontanee.    1.  Come  è  stato  possibile?  2.  Nessuno  se  ne  è  accorto?  3.  Come  mai  nessuno  è  intervenuto?  4.  Forse  era  una  perdita,  una  operatività  aziendale  legata  alla  necessità  di  assicurare  servizi  e  

strutture  di  qualità  a  fronte  di  un  insuf\iciente  \inanziamento  regionale?    La   risposta   alle   prime   tre   domande   va   lasciata   a   chi   c’era   prima   del   14   marzo   2011,   ma  sembra  utile  riLlettere  su  due  aspetti.  ü  che  cosa  sarebbe  disposto  a  fare,  ognuno  di  Noi,  per  difendere  una  rendita  di  oltre  700mila  

euro   al   giorno   e   che   cosa   avrebbero   fatto   i   “bene\iciari”   di   questo   incredibile   \lusso   di  denaro  per  difendere  questa  “rendita”?;  

ü  che  cosa  si  sarebbe  potuto  fare  con  gli  oltre  850  milioni  di  euro,  1.600  miliardi  delle  vecchie  lire,  che  si  sono  persi  in  39  mesi,  dal  1  gennaio  2008  al  31  marzo  2011.  

   La   risposta   alla   quarta   e   ultima   domanda   sta   nel   risultato   che   ha   permesso   il   ritorno   alla  gestione  ordinaria,  perché  i  soldi  non  solo  bastavano,  ma  avanzavano.  

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ALCUNE  DOMANDE  

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I  “BeneLiciari”  di  quella  situazione  hanno  usato,  con  geometrica  precisione,  OGNI  MEZZO  UTILE  con  l’unico  OBIETTIVO  CHE  LA  “CURA”  VENISSE  SCAMBIATA  CON  LA  “MALATTIA”,  per  far  sì  che  nel  polverone  si  potessero  perdere  o  ritrovare  smarrite  le  “persone  per  bene”,  per   indurre   chi   stava   salendo   sul   carro   del   cambiamento   a   ricordare   che   prima   o   poi   il  commissariamento  sarebbe  terminato  e  tutto  sarebbe  ritornato  come  prima.    hanno  USATO  OGNI  MEZZO  –   al   di   là   delle   decine   di   denunce,   esposti,   anonimi,   accuse  inoltrate   a   Ministri,   Presidenti,   Tribunali,   Procure,   …,   puntualmente   ripresi   con  geometrica  precisione  dai  media  locali  –  per  “sporcare”  non  tanto  i  risultati,  che  sotto  gli  occhi  di  tutti  stavano  via  via  emergendo,  quanto  l’idea  che:  •  si  potesse  cambiare;  •  esisteva  un  modo  diverso  di  gestire  la  prima  azienda  pubblica  della  provincia;  •  che  per  avere  udienza  non  serviva  la  “presentazione”,  ma  bastava  presentarsi;  •  non  si  intermediava.    

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ALCUNE  DOMANDE  

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MA  

l’unica   Commissione   Trasparenza   in   Italia,  viene   nominata   dopo   il   parere   del  Parlamento  dal  Governo,  così  come  previsto  dal  dlgs  150/2009  

IN  REALTÀ,  

il   Piano   Attuativo   era   stato   approvato   dal  Presidente,  On.  Caldoro,  con  prescrizioni,  ed  era   la  prima  volta  dopo  vari   tentativi   negli  anni  precedenti.  

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ALCUNE  DOMANDE  

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Falsi\icare   i  bilanci   costituisce   reato,  almeno  se  chi   lo   fa  è  un   dipendente   pubblico,   ma   c’è   chi   dopo   anni   di   disastri  non   sa   più   distinguere   nemmeno   il   con\ine   tra   lecito   e  illecito.  

Il   bilancio   per   le   regioni   con   Piano   di   rientro   viene  monitorato   trimestre   per   trimestre   dalla   cabina   di   regia  regionale  con  l’assistenza  tecnica  di  KPMG.  

Per   la   prima   volta   è   stata   richiesta   la   certi\icazione   ai  macrocentri   di   aver   valorizzato   nella   competenza   le  diverse  partite.  

Corte dei Conti SEZIONE DELLE AUTONOMIE

RELAZIONE SULLA GESTIONE FINANZIARIA

DELLE REGIONI

ESERCIZI 2011 - 2012

Volume I

(Legge 5 giugno 2003, n. 131)

DELIBERAZIONE N. 20/SEZAUT/2013/FRG

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ALCUNE  DOMANDE  

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ALCUNE  DOMANDE  

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aspetti strutturali, quali i rischi per vari motivi di errata rappresentazione della situazione

gestionale effettiva, le distrazioni di risorse destinate al Servizio sanitario regionale e

trattenute nel bilancio della Regione, l’emergenza di disavanzi pregressi, etc.

La robustezza e l’efficacia del sistema, tuttavia, sta proprio nella capacità di far venire

in evidenza gli aspetti più problematici, e di stimolare positivamente alla loro soluzione,

anche grazie ad un sistema premiale di erogazione di risorse alle Regioni che rispettano gli

obiettivi posti con il Piano.

La tabella che segue riporta i risultati di esercizio coerenti con le risultanze dell’attività

di verifica del Tavolo per la Verifica degli Adempimenti Regionali, sulla base dei criteri di

valutazione delle iscrizioni contabili da esso adottati.

TAB.11/SA

Disavanzi regionali (valori assoluti) (migliaia di euro)

Regione/Prov. A. 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Piemonte (3) -328.661 -170.753 -360.566 -387.523 -422.444 -274.636 -111.045

Valle d'Aosta (4) -70.554 -56.630 -61.532 -38.445 -58.561 -47.303 -49.845

Lombardia (1) -293 45 96 12.712 -44.086 13.842 8.763

P.A di Bolzano (4) -274.352 -261.515 -262.926 -185.596 -229.895 -222.959 -237.800

P.A di Trento(4) -143.210 -150.415 -163.744 -202.228 -210.607 -224.254 -243.419

Veneto(1) -144.620 -134.670 -148.512 -103.012 -6.095 114.961 1.046

Friuli V.G. (4) -4.249 -44.445 -42.125 -67.892 -77.490 -69.330 -49.057

Liguria (1) -95.593 -102.288 -109.311 -126.905 -95.402 -142.969 -57.481

Emilia Romagna(1) -288.513 -91.204 -42.204 -118.360 -134.870 -104.581 -14.699

Toscana (1) -98.385 42.788 -2.445 -163.972 -71.655 -113.384 -52.468

Umbria (1) -54.716 11.456 4.199 8.379 5.783 9.159 13.358

Marche (1) -47.520 15.879 34.304 12.788 -24.761 21.187 29.009

Lazio (2) -1.966.913 -1.696.481 -1.693.342 -1.419.449 -1.058.627 -774.938 -660.864

Abruzzo (2) -197.064 -163.506 -107.656 -43.358 1.701 36.770 5.001

Molise (2) -68.494 -69.224 -82.527 -76.253 -64.695 -37.620 -33.515

Campania(2) -749.714 -862.177 -826.736 -773.853 -497.509 -245.476 -156.089

Puglia (3) -210.811 -265.742 -219.575 -350.329 -332.705 -108.350 -41.024

Basilicata (1) 2.987 -19.868 -34.749 -25.120 -35.978 -48.550 -7.499

Calabria (2) -55.306 -277.059 -195.304 -249.030 -187.511 -110.431 -71.948

Sicilia (2) -1.088.413 -641.451 -352.004 -270.344 -94.253 -26.091 -54.055

Sardegna (4) -129.216 -115.437 -184.926 -266.742 -283.560 -343.401 -371.487

ITALIA -6.013.608 -5.052.699 -4.851.583 -4.834.532 -3.923.219 -2.698.355 -2.155.118

(1) Regioni non

sotto piano di

rientro

-726.653 -277.863 -298.621 -503.490 -407.063 -250.336 -79.971

% su TOTALE 12,1% 5,5% 6,2% 10,4% 10,4% 9,3% 3,7%

(2) Regioni sotto

piano di rientro

-4.125.903 -3.709.898 -3.257.568 -2.832.287 -1.900.894 -1.157.786 -971.470

% su TOTALE 68,6% 73,4% 67,1% 58,6% 48,5% 42,9% 45,1%

(3) Regioni sotto

piano di rientro

leggero

-539.472 -436.495 -580.141 -737.852 -755.149 -382.986 -152.069

% su TOTALE 9,0% 8,6% 12,0% 15,3% 19,2% 14,2% 7,1%

(4) Regioni

autonome

-621.580 -628.442 -715.253 -760.902 -860.114 -907.246 -951.608

% su TOTALE 10,3% 12,4°% 14,7% 15,7% 21,9% 33,6% 44,2%

Fonte: MEF-RGS “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario - aggiornamento 2013”

Dalla tabella si evince chiaramente il trend di miglioramento dal 2006 al 2012, con

disavanzi in costante riduzione, da 6 miliardi di euro a 2,15 miliardi. Il gap è ancora

importante, ma l’andamento della serie storica dimostra che l’obiettivo è raggiungibile.

ALCUNE  DOMANDE  

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Volume I

(Legge 5 giugno 2003, n. 131)

DELIBERAZIONE N. 20/SEZAUT/2013/FRG

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I  PUNTI  CHE  SI  INTENDONO  TOCCARE    Una  considerazione  introduttiva.    Una  breve  descrizione  del  cd.  Modello  Salerno,  secondo  la  de\inizione  di  Con\industria  sanità.    Alcune  domande.    Una  considerazione  conclusiva.      

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PRESENTAZIONE  

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                   PRIMO  ASPETTO    

Prima  di  tutto,  una  domanda:  NE  VALEVA  LA  PENA?    Perché  quando  si  toccano  interessi  di  questa  rilevanza  –  cioè  quelli  di  chi  BENEFICIAVA    degli  oltre  700mial  euro  al  giorno  che  prima  si  perdevano  e,  poi,  non  si  perdevano  più  –  è  evidente  che  vi  saranno  denunce,  accuse,  esposti,  dif\ide.  Perché   il  PREZZO  personale,   familiare,  di   carriera,   Linanche  economico   che   si  paga  per  aver  fatto  solo  il  proprio  dovere  CHI  LO  RISARCISCE?  

 

“…   È   passato   inosservato   un   caso   incoraggiante   che  proviene   da   una   delle   più   scoraggian/   regioni   del   sud  …  tagliate  spese  assurde,  come   le  spese   legali   (a  Salerno,  …  la  sanità  curava  più  gli  avvoca/  che  i  mala/)….  Mi  chiedo:  perché  non  se  ne  parla,  perché  la  Campania  è  guidata  dal  centrodestra?   Ma   sopra#u#o   mi   chiedo:   e   se   il   modello  campano  fosse  esportato  nel  resto  d’Italia?  …”  (Marcello  Veneziani)  

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UNA  CONSIDERAZIONE  CONCLUSIVA.  

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                     SECONDO  ASPETTO    

Poi,  FARE  è  difLicile,  non  è  semplice,  richiede  non  solo  competenza,  ma  ben  altro,  in  un  Paese  dove,   dopo   quasi   tutti   i   gravi   fatti   di   cronaca   ambientali/infrastrutturali,   emergono,   in  modo  consueto,  storie  di  ritardi  incredibili  e  al  solito  rimpallo  di  responsabilità.    Se   l’alternativa   tra   FARE   o   ASTENERSI,   anche   per   evitare   problemi,   si   risolve   a   favore   della  seconda   ipotesi,   le   conseguenze   sono   quelle   dei   baratri   \inanziari,   funzionali,   realizzativi   che  emergono.  

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UNA  CONSIDERAZIONE  CONCLUSIVA.  

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..... . '1.fM!I l. '. .1)iiettore ed editory Pllolo:P";'erai ..' Direttore ed editore aSsociato Gabriele CapoliD:o (02:58.219.227) . «""uo;.ePierh;igi , . . . èondi31tt9ret'ndrea éàbrini .

. .VlCedjretton . Antonio 8atta (Cl\JlO della sede di Ròma'0&,69!760.847)

. ..' _. . . ,58,219.875), . A1d91l91ognini C9!! ., - .

:: ePatrimoni • _ ,et Wl'FaShwn v.icec",pir'1AAttore· '.' -' •. ' . Giuliano .çastagnetQ (02-58.219.33);), Lucio. Sifoni (02'58:219.2-28) ,èapiseroizio . - ,

31 I Vostli Soldi In Gestione 64 Il Laboratolio

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UNA  CONSIDERAZIONE  CONCLUSIVA.  

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Vi  dico  grazie  per  l’invito  e  per  avermi  ascoltato,    

ma  il  mio  grazie,  di  cuore  va,  anticipatamente,  a  chi  tra  Voi  tornando  a  casa  e  al  proprio  lavoro  non  vorrà  rimanere  in  silenzio  e  vorrà  parlarne  a  amici,  colleghi,  associazioni,  persone  “per  

bene”,    

PERCHE’  ciò  dimostra  che  non  servono  grosse  cose  e  non  servono  i  roboanti  annunci,    ma    la  semplice  gestione  della  “cosa  pubblica”  con  il  criterio  del  buon  padre  di  famiglia,  

PERCHE’,  così,  forse,  tante  più  persone  parleranno  della  possibilità  di  farcela,    PERCHE’,  così  ,tante  più  persone  “per  bene”  sentiranno  che  ce  la  si  può  fare    

e  ciò  aiuterà  il  cambiamento,  PERCHE’,  così,  i  tanti    dipendenti  pubblici  “per  bene”,  che  sono  la  stragrande  maggioranza,  

crederanno  che  è  possibile  farcela  e    rafforzeranno  l’onda  del  cambiamento,    

e,  così,  probabilmente,  a  forza  di  parlarne,    la  meritocrazia,  la  responsabilità,    l’impegno,  la  trasparenza,  l’integrità,  il  servizio  al  cittadino,  

riusciranno  a  travolgere  le  “camarille”,  la  logica  delle  “appartenenze”  e  le  rendite  di  posizione,    cioè  i  vantaggi  di  pochi  a  danno  dei  molti      

UNA  CONSIDERAZIONE  CONCLUSIVA.  

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Col.  CC.  Maurizio  BORTOLETTI    

CONTATTI  [email protected]  

L’autore  ha  utilizzato  per  la  predisposizione  del  materiale  materiale  disponibile  su  fonti  aperte,  predisposto  dai  Prof.ri  L.  Hinna,  G.  Piga,    E.  Galli   e   M.   Villani,   dai   dott.ri   N.   Cartabellotta,   G.   Domenighetti,   e   da   AA.VV.   in   ambito   Ministero   dell’Interno,   Ministero   per   la   Pubblica  Amministrazione  e  per  l’Innovazione,  ISTAT,  Transparency  International  Italia,  Riparte  il  futuro.  

GRAZIE PER L’ATTENZIONE