Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il...

20
Esercizi di comprensione di lettura Anton C ˇ echov Uno scherzetto Katherine Mansfield Soffia il vento Hermann Hesse Sul ghiaccio Massimo Grillandi Un vero amico Unità 7 Le inquietudini dell’anima

Transcript of Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il...

Page 1: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

Esercizi di comprensione di lettura

Anton Cechov Uno scherzettoKatherine Mansfield Soffia il ventoHermann Hesse Sul ghiaccioMassimo Grillandi Un vero amico

Unità 7Le inquietudinidell’anima

Page 2: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

2N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

ANTON CECHOV

Uno scherzetto

Noto soprattutto per i drammi Il gabbiano, Zio Vanja, Le tre sorelle e Il giardino dei ciliegi, checostituiscono un importante punto di riferimento per la drammaturgia moderna, Anton Pavlovic

Cechov (1860-1901) è autore di racconti in cui la sostanziale povertà di intreccio e scarsità d’azio-ne lasciano spazio all’interesse dello scrittore russo nel tratteggiare esperienze psicologiche o statid’animo fatti di poco (un ricordo, un gesto, un’atmosfera). Una visione pessimistica della realtà,destinata a diventare sempre più amara con il passare degli anni, traspare in questi racconti, popo-lati da uomini e donne qualunque, che potremmo incontrare ogni giorno, delusi e frustrati nei desi-deri più intimi, incapaci di comunicare e di vivere con pienezza grandi sentimenti.Anche in Uno scherzetto possiamo ritrovare questi temi: dalla mancata realizzazione di sé all’amo-re vissuto come amaro e doloroso rimpianto, fino all’impossibilità di giungere a certezze definitive.La realtà, anzi, sembra farsi sempre più labile e sfuggente per i due personaggi: travolti dallo scor-rere del tempo e dall’inafferrabilità della vita, né il narratore-protagonista né Nadja, sua compagnadi giochi in un pomeriggio invernale, riusciranno a realizzare pienamente se stessi, capaci solo difissare per sempre nella memoria l’attimo di un’avventura in slitta, contemplata con nostalgia comeun’occasione perduta.

È un sereno meriggio1 d’inverno... Il gelo è rigido, la neve scricchiola e a Nà-den’ka2, che mi ha preso per il braccio, si coprono di una brina argentea i ric-cioli sulle tempie e la lanugine3 sul labbro superiore. Siamo sulla cima di unamontagnola. Dai nostri piedi fino al piano si stende una superficie levigata4, incui il sole si mira come in uno specchio. Accanto a noi è una piccola slitta fode-rata di panno vermiglio5. «Andiamo giù, Nadezda Petrovna6!» imploro io. «Unasola volta! Vi assicuro, arriveremo sani e salvi».

Ma Nàden’ka ha paura. Lo spazio che corre dalle sue piccole calosce7 fino aipiedi della montagnola di ghiaccio le sembra spaventoso, un abisso d’insonda-bile profondità. Quando guarda in giù, si sente morire e le si mozza il respiro,non appena le propongo di sedersi nella slitta: e che cosa accadrà quando si arri-schierà di volare in quell’abisso! Morirà, impazzirà.

«Vi supplico!» dico io. «Non dovete aver paura! Non capite che è debolezza,viltà?»

Finalmente Nàden’ka cede, e dal suo volto vedo che cede con la paura dirischiare la vita. L’aiuto, pallida, tremante a sedersi nella slitta; le cingo con ilbraccio la vita, e con lei mi precipito nell’abisso.

La slitta vola come un proiettile. L’aria tagliata frusta i nostri visi, ulula, fischianelle orecchie, tira, punge dolorosamente di rabbia, sembra voglia strappare latesta dalle spalle. La violenza del vento non dà forza di respirare. Pare che ildiavolo stesso ci abbia afferrati con le sue zampe e urlando ci trascini all’infer-no. Gli oggetti intorno si confondono in una unica striscia lunga che corre ver-tiginosamente... Ecco, ecco, ancora un istante, e sarà, sembra, la nostra rovina!

«Vi amo, Nadja!» dico sottovoce.

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

5

10

15

20

1. meriggio: mezzogiorno.2. Nàden’ka: diminutivo di Nadja.3. lanugine: leggera peluria.4. levigata: piatta e liscia.5. vermiglio: rosso brillante.

6. Petrovna: figlia di Pietro; in Russia, ognuno possiede tre nomi:il nome proprio, il patronimico (formato aggiungendo un suffissoal nome del padre) e il nome della famiglia.7. calosce: soprascarpe impermeabili.

Page 3: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

3N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. La slitta comincia a scivolare sempre più lentamente, e l’urlo del vento e ilronzio dei pattini8 non sono più così spaventosi, il respiro non è più mozzato, efinalmente, siamo arrivati in basso. Nàden’ka non è né viva né morta. È pallida,respira appena... L’aiuto ad alzarsi.

«Per nulla al mondo ci tornerei un’altra volta» dice guardandomi con occhisbarrati, pieni di terrore. «Per nulla al mondo! Per poco non morivo». Poco tem-po dopo si è rimessa e già comincia a guardarmi negli occhi con una espressio-ne interrogativa, come volesse accertarsi, se ho detto quelle tre parole vera-mente, o se le è sembrato soltanto di udirle nel frastuono del turbine. Ed io mene sto accanto a lei, fumo e osservo attentamente il mio guanto.

Mi prende sottobraccio, e a lungo passeggiamo accanto alla montagnola.L’enigma, evidentemente, non le dà requie9. Sono state pronunciate quelle paro-le, oppure no? Sì o no? Sì o no? È una questione d’amor proprio, d’onore, di vita,di felicità, una questione molto importante, la più importante del mondo. Nà-den’ka mi guarda in viso impaziente, triste, con uno sguardo scrutatore, nonrisponde a tono, aspetta che io mi metta a parlare. O come variano le espres-sioni su quel volto caro, come variano! Vedo che essa lotta con se stessa, che habisogno di dirmi qualcosa, di chiedermi qualcosa, ma non trova le parole, si sen-te impacciata, atterrita, la gioia la turba...

«Sapete che cosa?» dice senza guardarmi in viso. «Che cosa?» domando io.«Facciamolo ancora una volta... scendiamo in slitta».Ci arrampichiamo per la scala sulla vetta del pendio. Di nuovo aiuto Nà-

den’ka pallida, tremante ad accomodarsi nella slitta, di nuovo voliamo nel ter-ribile abisso, di nuovo urla il vento e ronzano i pattini, e di nuovo quando la slit-ta ha raggiunto la sua massima velocità io dico sottovoce nel frastuono:

«Vi amo, Nàden’ka!»Quando la slitta si ferma, Nàden’ka abbraccia con uno sguardo la montagno-

la sul dorso della quale siamo or ora discesi, poi scruta a lungo il mio viso, ascol-ta la mia voce indifferente e spassionata10, e tutta, tutta, perfino il suo manicot-to e il cappuccio, tutta la sua figurina esprime una estrema perplessità. Sul suoviso sta scritto: “Che succede? Chi ha pronunciato quelle parole? Lui, oppuremi è parso soltanto sentirle?”

Questa incertezza la rende inquieta, la impazientisce. La povera fanciulla nonrisponde alle domande, si fa scura in viso. È sul punto di scoppiare in lacrime.

«Dobbiamo forse tornare a casa?» domando io.«Ma, a me... a me piace questo scendere in slitta» dice arrossendo. «Non

potremmo forse scendere un’altra volta?»Le “piace” questo scendere, e tuttavia, mentre si siede nella slitta, è pallida

come le prime volte, respira appena dal terrore, trema.Facciamo la discesa una terza volta, e mi accorgo, come mi guarda in viso, fis-

sa le mie labbra. Ma io accosto alle labbra un fazzoletto, tossisco e, quando rag-giungiamo la metà della discesa, faccio in tempo a sussurrare: «Vi amo, Nadja!»

L’enigma rimane tale! Nàden’ka tace, pensa a qualcosa... La riaccompagno acasa, essa cerca di camminare più adagio, rallenta i passi e aspetta sempre che

Volume 1, Unità 725

30

35

40

45

50

55

60

65

8. pattini: lamine d’acciaio che consentono alla slitta di scivola-re sulla neve e sul ghiaccio.

9. requie: pace.10. spassionata: priva di emozioni.

Page 4: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

4N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

le dica di nuovo quelle parole. E vedo, quanto soffre la sua anima, come stafacendo uno sforzo su se stessa, per non dire:

«Non può essere che le abbia dette il vento! E non voglio che le abbia detteil vento!»

Il giorno dopo ricevo la mattina un biglietto: “Se oggi andate alla pista delleslitte, passate a prendermi. N.” E da quel giorno comincio ad andare quotidia-namente con Nadja alla pista e, mentre voliamo giù sulla slitta, pronuncio ognivolta sottovoce quelle stesse parole:

«Vi amo, Nadja!»Ben presto Nàden’ka s’avvezza11 a questa frase, come ci si avvezza al vino o

alla morfina12. Non può più vivere senza di essa. È vero che le fa sempre moltapaura volar giù dalla cima della montagna, ma ormai il terrore e il pericolo con-feriscono un fascino speciale alle parole d’amore, alle parole che come primaformano un enigma e fanno languire13 l’anima. Il sospetto cade sempre suglistessi due: su me e sul vento... Chi dei due le faccia la dichiarazione d’amore,essa non sa, ma ormai evidentemente per lei è lo stesso; non importa da qualerecipiente si beva, basta che ci si inebrii14.

Un pomeriggio mi recai da solo alla pista; mescolatomi con la folla, vedo cheNàden’ka si avvicina alla montagnola, che mi cerca con gli occhi... Poi timida-mente si arrampica su per la scaletta... È terribile far la discesa da sola, oh com’èterribile. È pallida come la neve, trema, cammina come se andasse al patibolo,ma cammina, cammina senza guardare indietro, decisamente. Ha deciso, si vede,di provare finalmente se sarà possibile udire quelle parole dolci, stupefacenti,quando non ci sono io. Vedo come pallida, la bocca aperta per lo spavento, sisiede nella slitta, chiude gli occhi e, detto per sempre addio alla terra, si mettein moto... “ssss”... ronzano i pattini. Ode Nàden’ka quelle parole? Non lo so...Vedo soltanto come si alza debole, sfinita, dalla slitta. E dal suo volto si capisceche essa stessa non sa se abbia o no udito qualcosa. Il terrore, mentre scivola-va, le ha tolto la facoltà di udire, di distinguere i suoni, di capire...

Ma ecco che viene il mese primaverile di marzo... il sole si fa più carezzevo-le15. La nostra montagnola di ghiaccio diventa più scura, smette di luccicare efinalmente si scioglie. Smettiamo di andare in slitta. Per la povera Nàden’ka nonc’è più possibilità di sentire quelle parole, eppoi chi le può ormai pronunciare?Il vento non si ode più e io mi accingo a partire per Pietroburgo, per lungo tem-po, probabilmente per sempre.

Una volta, due o tre giorni prima della partenza, me ne sto seduto, al crepu-scolo16, nel giardino, che uno steccato alto sormontato da chiodi separa dal cor-tile, dove vive Nàden’ka... Fa ancora piuttosto freddo, sotto il concime c’è anco-ra la neve, gli alberi sono morti, ma c’è già odor di primavera e, mentre si preparanoa dormire, le cornacchie gracchiano rumorosamente. Mi avvicino allo steccatoe guardo a lungo attraverso una fessura. Vedo Nadja che esce sulla soglia e vol-ge uno sguardo mesto, nostalgico al cielo... Il vento primaverile le soffia dirittonel viso pallido, abbattuto... Le ricorda quell’altro vento, che allora ci urlava inviso sulla montagna, quando udiva quelle parole, e il suo volto si fa triste, triste,

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

70

75

80

85

90

95

100

105

110

11. s’avvezza: si abitua.12. morfina: farmaco che, usato in piccole dosi, combatte il dolo-re; può creare assuefazione e dipendenza.13. languire: sprofondare in uno stato di piacevole debolezza.

14. ci si inebrii: ci si abbandoni a un senso di pienezza e piace-re.15. carezzevole: piacevole.16. crepuscolo: tramonto.

Page 5: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

5N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. e lungo la guancia scende lenta una lacrima... E la povera fanciulla protendetutte e due le braccia, come volesse pregare il vento di recarle ancora una vol-ta quelle parole. Ed io, dopo avere atteso che il vento soffi di nuovo, dico sot-tovoce: «Vi amo, Nadja!»

Dio mio, che succede ora! Lancia un grido, sorride con tutto il viso e proten-de incontro al vento le braccia, beata, felice, così bella.

E io torno a far le valigie...Questo è accaduto molto tempo fa. Ora Nàden’ka è già maritata; l’hanno data

in sposa, o s’è data lei stessa, non importa, al segretario della Camera di tutelanobiliare, e ormai ha già tre bambini. Ma il ricordo di quando andavamo in slit-ta e il vento le recava le parole “vi amo, Nàden’ka”, non si è spento; per lei è ilricordo più felice, più commovente e splendido della sua vita...

Mentre io ora che mi sono fatto più vecchio, non riesco più a capire perchédicessi quelle parole, a che scopo scherzassi...

(A. Cechov, Racconti a teatro, trad. di G. Faccioli, Firenze, Sansoni, 1966)

Volume 1, Unità 7

115

120

125

1 Come viene caratterizzato il personaggio di Nadja? Quali azioni compie? Quali stati d’animo e pensieri lesono attribuiti dal narratore?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

2 Quale ti sembra essere il tema centrale di questo racconto?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

3 In quale arco temporale si svolge la vicenda narrata? Vi sono nel testo indicazioni precise che possono aiu-tare il lettore a ricostruire il tempo reale degli avvenimenti?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

4 Il racconto è costituito da una macrosequenza, che costituisce il corpo principale, e da una breve sequen-za conclusiva. Rintraccia queste due parti e segnale nel testo.

5 Ti sembra che si venga a creare una situazione di suspense? In quale punto e con quali elementi viene otte-nuta?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

Esercizi

Page 6: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

6N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

6 Che tipo di narratore è presente nel racconto? Come viene caratterizzato?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

7 Con quale tecnica vengono riportati i pensieri della ragazza?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

8 Come è descritto lo spazio in questo racconto?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

9 Individua gli stacchi temporali che scandiscono, nel ricordo del protagonista, il passaggio dal passato alpresente.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

GIUDIZIO .............................................................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................................................................................................

Volume 1, Unità 7

Page 7: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

7N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. KATHERINE MANSFIELD

Soffia il vento

Scrittrice neozelandese, Katherine Mansfield (1888-1923), il cui vero nome era Kathleen Beau-champ, si trasferì giovanissima a Londra per motivi di studio. Nei suoi racconti migliori (Preludio,1918, Felicità e altri racconti, 1920, le raccolte La festa in giardino, 1922, e Il nido delle colom-

be, 1923) rappresentò, con grande capacità di penetrazione psicologica, intense figure femminili.Morì a soli trentaquattro anni.Situazioni semplici, intrecci che sembrano fatti di niente, si caricano in Katherine Mansfield di signi-ficati rivelatori attraverso i quali la scrittrice sa cogliere per rapide intuizioni il senso del continuomutare della vita, la labilità delle sensazioni, fugaci come lo scorrere stesso del tempo che trasfor-ma ogni cosa. Nei suoi racconti non vi sono sentimenti duraturi, ma impressioni fuggitive, succes-sioni di stati d’animo ora di tristezza ora di rara felicità. Tutto cambia rapidamente: la gioia e l’an-goscia sono instabili, mutevoli come l’animo umano.Anche questo racconto breve è tutto incentrato sulla fugacità delle emozioni e sulla diversa perce-zione che, a seconda del momento psicologico, il personaggio ha della realtà: così il soffiare del ven-to che dà inizio alla storia ne segna anche il ritmo narrativo, travolgendo con il suo impeto i perso-naggi stessi e diventando simbolo dei turbamenti e delle inquietudini della giovinezza. La figura diMatilda, la protagonista della vicenda, si costruisce attraverso le azioni che compie e i sentimentiche le accompagnano, ed è il suo punto di vista a filtrare, attraverso un costante ricorso al monolo-go interiore e al discorso indiretto libero, pensieri, sentimenti e stati d’animo nel momento del lorocontraddittorio manifestarsi.

A un tratto, orribilmente, si sveglia. Che cosa è successo? Qualcosa di orri-bile. No, non è successo nulla. È soltanto il vento che scuote la casa, fa trema-re le finestre, sbatte sul tetto, con violenza, un pezzo di lamiera e le fa vibrareil letto. Le foglie svolazzano davanti alla sua finestra, arrivano e ripartono; giùnel viale un giornale completo oscilla nell’aria come un aquilone sperduto e vaa infilzarsi su un pino. Fa freddo. L’estate è finita – è autunno – tutto è orren-do. I carri passano con fracasso, traballando di qua e di là; due cinesi trotterel-lano sotto i loro gioghi1 di legno con le ceste sovraccariche di verdura – codinie bluse azzurre si agitano al vento. Un cane bianco passa su tre zampe davantial cancello, guaendo. È tutto finito! Che cosa? Oh, tutto! E lei comincia a farsile trecce con dita tremanti, senza osare di guardarsi allo specchio. La mammasta parlando con la nonna nell’anticamera.

«Una idiota perfetta! Immagina un po’, lasciare della roba stesa fuori con untempo simile!... Adesso la mia tovaglietta da tè più bella, quella di pizzo di Tene-rife, è semplicemente a brandelli. Che cos’è quest’odore incredibile? È il por-ridge2 che brucia. Oh cielo – questo vento!»

Alle dieci ha lezione di musica. A questo pensiero il tempo in minore3 del pez-zo di Beethoven4 comincia a suonare nella sua testa, quei trilli lunghi e terribi-li come piccoli tamburi rullanti... Marie Swainson esce di corsa nel giardinoaccanto per cogliere i “crisanti”5 prima che si rovinino. La sottana le vola più insu della vita; tenta di darle dei colpi per tenerla giù, di ficcarsela tra le gambe

Volume 1, Unità 7

5

10

15

20

1. gioghi: barre di legno appoggiate alle spalle per facilitare iltrasporto di carichi pesanti.2. porridge: zuppa di cereali, tipica della colazione anglosassone.3. il tempo in minore: il movimento la cui tonalità è basata suuna scala minore.

4. Beethoven: Ludwig van Beethoven, il celebre musicista tede-sco (1770-1827).5. “crisanti”: voce dialettale per crisantemi.

Page 8: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

8N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

mentre si china, ma è tutto inutile – eccola che vola di nuovo. Tutti gli alberi ecespugli le si agitano intorno. Coglie i fiori più presto che può, ma è proprio fuo-ri di sé. Non bada a quello che fa – strappa le piante con le radici e le piega e leattorciglia pestando i piedi e imprecando.

«Per amor del cielo, tenete chiuso il portone! Passate dalla parte di dietro»grida qualcuno. E poi sente Bogey:

«Mamma, ti vogliono al telefono. Telefono, mamma! È il macellaio».Come è orrida la vita – rivoltante, semplicemente rivoltante... E adesso l’ela-

stico del cappello è saltato. Naturale. Metterà il vecchio tam-o’shanter6 e sgat-taiolerà dalla porta di dietro. Ma la mamma ha visto.

«Matilda, Matilda! Torna indietro im-me-dia-tamente! Che cosa diavolo ti seimessa in testa? Sembra un copriteiera. E perché hai quella criniera di capellisulla fronte?»

«Non posso tornare indietro, mamma. Farò tardi alla lezione».«Torna indietro immediatamente!»Non tornerà indietro. Non tornerà indietro. Odia la mamma. «Va’ al diavolo»

grida, correndo lungo la strada.A ondate, a nuvole, a grandi mulinelli rotondi, la polvere le viene addosso

pungente, e con la polvere frammenti di paglia, di fieno e di letame. Dagli albe-ri dei giardini viene un gran frastuono, e dal fondo della strada, davanti al can-cello di Mr. Bullen, Matilda sente il mare singhiozzare: «Ah!... Ah!... Ah-h!» Mail salotto di Mr. Bullen è silenzioso come una caverna. Le finestre sono chiuse,le persiane abbassate a metà, e lei non è in ritardo. La ragazza-prima-di-lei haappena cominciato a suonare A un iceberg di MacDowell. Mr. Bullen le lanciaun’occhiata e un mezzo sorriso.

«Si sieda lì, nell’angolo del divano, signorinetta».Che uomo curioso. Non è che rida veramente di te... ma c’è qualcosa... Oh,

che pace, qui! Ama questa stanza. Odora di broccato e di fumo stantio7 e di cri-santemi… ce n’è un grande vaso pieno sulla mensola del caminetto, dietro allafotografia impallidita di Rubinstein8... à mon ami Robert Bullen9... Sopra il pia-noforte nero e luccicante è appesa “Solitudine” – una tragica donna bruna drap-peggiata di bianco, seduta su uno scoglio, le gambe accavallate, il mento nellemani.

«No, no!» dice Mr. Bullen, e si china sull’altra ragazza, le passa le bracciasopra le spalle e le suona il brano. Quella stupida – arrossisce! Che ridicolo!

Adesso la ragazza-prima-di-lei se n’è andata; il portone sbatte. Mr. Bullenritorna e passeggia avanti e indietro, senza fare nessun rumore, aspettandola.Che cosa straordinaria. Le dita le tremano tanto che non riesce a sciogliere ilnodo della cartella di musica. È il vento... E il cuore le batte così forte che lepare debba sollevare su e giù la camicetta. Mr. Bullen non dice una parola. Illiso10 sedile rosso dinanzi al pianoforte è abbastanza largo perché ci siedano duepersone fianco a fianco. Mr. Bullen si siede vicino a lei.

«Devo cominciare con le scale»? domanda lei, premendosi le mani l’una con-tro l’altra. «Avevo anche qualche arpeggio».

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

25

30

35

40

45

50

55

60

65

6. tam-o’shanter: il berretto scozzese di forma piatta sormon-tato da una guarnizione in lana.7. stantio: sgradevole per il ristagno in un luogo chiuso.8. Rubinstein: Arthur Rubinstein, pianista polacco (1887-1982).

9. à mon ami Robert Bullen: in francese «al mio amico RobertBullen».10. liso: consumato.

Page 9: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

9N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. Ma lui non risponde. Non crede nemmeno che senta… e poi a un tratto lasua mano fresca con l’anello si protende e apre Beethoven.

«Sentiamo un pochetto del vecchio maestro» dice.Ma perché parla in un modo così gentile – così tremendamente gentile – come

se si conoscessero da anni e anni e sapessero tutto l’uno dell’altra?Volta la pagina lentamente. Lei osserva la sua mano, è una mano molto ben

fatta e pare sempre appena lavata.«Ecco qua» dice Mr. Bullen.Oh, quella voce gentile – Oh, quel tempo in minore. Ecco che arrivano i pic-

coli tamburi...«Devo fare il ritornello?»«Sì, cara bambina».La sua voce è troppo, troppo gentile. Le semiminime e le crome11 danzano

su e giù per il pentagramma come bambini negri su una staccionata. Perché mailui è così... Non vuol piangere – non c’è ragione di piangere...

«Che c’è, cara bambina?»Mr. Bullen le prende le mani. La sua spalla è li – proprio vicino alla sua testa.

Lei si appoggia appena un pochino, la guancia contro l’elastico tweed.«La vita è così orribile» mormora, ma non le sembra affatto che sia orribile.

Lui dice qualcosa come «aspettare» e «segnare il passo» e «quella cosa prezio-sa che è una donna», ma lei non sente. Si sta così comodi... in eterno...

A un tratto la porta si apre ed ecco irrompere Marie Swainson, in anticipo diore e ore.

«Attacchi l’allegretto 16 un po’ più fretta» dice Mr. Bullen, che si alza e simette di nuovo a passeggiare su e giù.

«Sieda nell’angolo del divano, signorinetta» dice a Marie.

Il vento, il vento. Fa paura stare qui in camera da sola. Il letto, lo specchio,la brocca e la catinella bianche luccicano come il cielo di fuori. È il letto che fapaura. Guardalo là, che dorme profondamente... La mamma s’immagina forseper un momento che lei rammenderà tutte quelle calze attorcigliate come ungroviglio di serpi sopra l’imbottitura? Non lo farà. No, mamma. Non vedo per-ché dovrei... Il vento – il vento! C’è uno strano odore di fuliggine che soffia giùdal camino. Nessuno ha scritto poesie per il vento? «Porto fiori freschi alle fogliee piovaschi…» Che sciocchezze!

«Sei tu, Bogey?»«Vieni a fare una passeggiata sul lungomare, Matilda. Non resisto più».«Benone. Mi metto il cappotto. È una giornata spaventosa!» Il cappotto di

Bogey è identico al suo. Agganciandosi il colletto si guarda nello specchio. Hail viso bianco, hanno tutti e due gli stessi occhi eccitati e le stesse labbra calde.Ah, loro li conoscono bene quei due nello specchio. Arrivederci, cari; torniamopresto.

«Così va meglio, eh?»«Aggànciati» dice Bogey.Non riescono ad andare così in fretta come vorrebbero. A testa bassa, con le

gambe che si sfiorano, attraversano a grandi passi la città come una sola perso-

Volume 1, Unità 7

70

75

80

85

90

95

100

105

110

11. Le semiminime e le crome: note che hanno una diversa durata.

Page 10: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

10N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

na piena d’ardore, lungo lo zig-zag d’asfalto dove cresce il finocchio selvatico egiù fino al lungomare. È buio – sta diventando buio proprio ora. Il vento è cosìforte che devono lottare per fenderlo, barcollando come due vecchi ubriaconi.Tutte le povere piccole pahutukawa12 sul lungomare sono curve fino a terra.«Avanti! Avanti! Avviciniamoci!»

Laggiù, vicino al frangiflutti13, il mare è molto grosso. Si tolgono il cappello,e a lei i capelli volano sulla bocca, sanno di sale. Il mare è così grosso che le ondenon si frangono affatto, sbattono contro l’irta muraglia di pietra e risucchiano igradini algosi14 e grondanti. Spruzzi impalpabili volano da una parte all’altra dellungomare. I due sono coperti di gocce, dentro la bocca lei sente il gusto delbagnato e del gelo.

Bogey sta cambiando la voce, quando parla corre su e giù dagli acuti al bas-so profondo. È buffo – fa ridere – eppure s’intona proprio a questa giornata. Ilvento porta le loro voci – le frasi volano via come nastri sottili.

«Più presto! Più presto!»Si sta facendo molto scuro. Nel porto le carboniere15 mostrano due luci, una

in alto, sull’albero, e una a poppa.«Guarda, Bogey, guarda laggiù!»Un grande piroscafo nero che si lascia dietro un lungo anello di fumo, con gli

oblò illuminati, con luci dappertutto, sta salpando verso il mare aperto. Il ven-to non lo ferma, e lui taglia le onde e si dirige verso il varco tra gli scogli appun-titi che conduce a... È la luce che lo fa sembrare così terribilmente bello e miste-rioso. Loro sono a bordo, appoggiati al parapetto, si tengono a braccetto.

«... Chi sono?»«... Fratello e sorella».«Guarda, Bogey, ecco la città. Non sembra piccola? Ecco l’orologio della posta

che batte le ore per l’ultima volta. Ecco il lungomare dove abbiamo passeggia-to quel giorno di vento. Ti ricordi? Ho pianto durante la lezione di musica, quelgiorno – quanti anni fa! Addio, isoletta, addio…»

Ora il buio stende un’ala sull’acqua agitata. Non li vedono più quei due. Addio,addio. Non dimenticate... Ma la nave se n’è andata, ormai.

Il vento – il vento.(K. Mansfield, Sole e luna e altri racconti, Milano, Adelphi, 1997)

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

115

120

125

130

135

140

12. pahutukawa: alberi tipici della Nuova Zelanda.13. frangiflutti: sbarramento di protezione della costa.14. algosi: coperti di alghe.15. carboniere: navi che trasportano il carbone.

Page 11: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

11N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

1 Come viene presentato il personaggio di Matilda?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

2 Analizza l’episodio centrale del racconto: la lezione di pianoforte. Da chi è vista la scena? Quali sensazioniprova Matilda? Perché, secondo te, si mette a piangere?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

3 Analizza la conclusione del racconto: ti sembra che vi sia sintonia tra Bogey e Matilda?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

4 L’uso del discorso indiretto libero e del monologo interiore è determinante in questo racconto: quali effet-ti produce sul lettore il ricorso a tali tecniche?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

5 Che funzione ha il vento in questo racconto? Potremmo definirlo il vero protagonista del testo?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

6 Ricostruisci le figure di Mr. Bullen e di Bogey attraverso i dettagli presenti nel testo.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

7 Spiega con le tue parole questo passaggio del testo: «“La vita è così orribile” mormora [Matilda], ma nonle sembra affatto che sia orribile».

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

Esercizi

GIUDIZIO .............................................................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................................................................................................

Page 12: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

12N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

HERMANN HESSE

Sul ghiaccio

In questo racconto dai toni autobiografici, lo scrittore tedesco Hermann Hesse (1877-1962), auto-re di romanzi importanti nella letteratura del Novecento, quali Siddharta (1922), Il lupo nella step-

pa (1927), Narciso e Boccadoro (1930) e Il gioco delle perle di vetro (1943), rievoca il momen-to dell’adolescenza in cui ha sentito per la prima volta una viva attrazione per l’universo femminile.Un bacio non ottenuto è il tema di una vicenda che – come si conviene alla migliore tradizione delracconto psicologico – risulta costituita di pochi eventi, interamente costruita sulle emozioni anco-ra confuse di un adolescente che si avvicina al mondo dei grandi e sulle sensazioni che, a distanzadi molti anni, il ricordo di quella stagione della vita riesce ancora a suscitare nel narratore.

In quel tempo vedevo ancora il mondo con altri occhi. Avevo dodici anni emezzo ed ero ancora completamente preso nel mondo colorato e rigoglioso del-le gioie e fantasticherie fanciullesche. Fu allora che nel mio animo stupito spun-tò per la prima volta, timido e avido, il tenue chiarore della giovinezza più dol-ce e tenera.

Era un inverno lungo, rigido, e il nostro bel fiume della Foresta Nera1 si gelòper settimane. Non posso dimenticare la sensazione strana, di paura ed estasi2

insieme, che mi colse quando nel primo mattino di gelo mi avventurai sul fiu-me: era profondo, e il ghiaccio era così trasparente che si poteva vedere sottodi sé, come attraverso un velo sottile, l’acqua verde, il fondo di sabbia e ciotto-li, gli intrecci fantastici delle piante acquatiche e, di tanto in tanto, il dorso scu-ro di un pesce.

Passavo pomeriggi interi sul ghiaccio con i miei compagni, le guance accal-date e le mani bluastre, il cuore inturgidito3 dai movimenti vigorosi e ritmati delpattinaggio, colmo della meravigliosa e spensierata capacità di godimento del-la fanciullezza. Ci esercitavamo nella corsa, nel salto in lungo, nel salto in alto,giocavamo ad acchiapparci, e quelli che ancora portavano legati agli stivali gliantiquati pattini di osso non correvano affatto peggio degli altri. Uno di noi tut-tavia, il figlio di un industriale, aveva un paio di “Halifax”, che erano fissati allascarpa senza legacci o cinghie e si potevano mettere e togliere in pochi attimi.Da allora la parola Halifax comparve per anni sulla lista dei regali che desidera-vo per Natale, ma inutilmente; e quando dodici anni più tardi, volendo acqui-stare un paio di pattini veramente buoni, chiesi se in negozio avessero gli Hali-fax, con mio grande dolore vidi crollare un ideale e una certezza fanciullescaquando mi sentii assicurare con un sorriso che Halifax era un sistema antiqua-to, da tempo superato.

Di preferenza pattinavo da solo, spesso fino all’imbrunire. Correvo via velo-ce, imparavo a fermarmi e a voltare a qualsiasi velocità e in qualsiasi punto,mi libravo in ampie volute4, in equilibrio su una gamba, con la sensazione divolare. Molti dei miei compagni utilizzavano i pomeriggi sul ghiaccio per cor-rer dietro alle ragazze e corteggiarle. Per me le ragazze non esistevano. Men -tre altri compivano azioni cavalleresche, giravano intorno ad esse desiderosi

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

1. Foresta Nera: regione della Germania sud-occidentale.2. estasi: incanto, felicità quasi sovrumana.3. inturgidito: come gonfiato dalla maggior rapidità della circo-lazione del sangue.

4. mi libravo in ampie volute: prendevo quasi il volo forman-do ampie spirali.

5

10

15

20

25

30

Page 13: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

13N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. e timidi oppure, audaci e disinvolti, le invitavano a pattinare in coppia, io gusta-vo solo il piacere incontrastato del guizzare via. Per quelli che conducevanole ragazzine non provavo che pena o scherno. Dalle confessioni di alcuni ami-ci credevo infatti di sapere quanto i loro piaceri galanti fossero in fondo rela-tivi.

Un giorno, mentre l’inverno già volgeva alla fine, mi giunse notizia di unanovità nel nostro ambiente di scuola: il “nordista”5, recentemente, aveva di nuo-vo baciato Emma Meier mentre si toglievano i pattini. D’improvviso la notiziami fece montare il sangue alla testa. Baciato! Era ben altra cosa rispetto ai discor-si scipiti6 e alle timide strette di mano che di solito venivano esaltati come lemassime delizie del pattinare a coppie. Baciato! Era un suono che proveniva daun mondo estraneo, celato, immaginato con timore, aveva il profumo invitantedel frutto proibito, aveva un che di segreto, poetico, innominabile, faceva par-te di quell’ambito dolce-oscuro, paurosamente affascinante, da noi tutti passa-to sotto silenzio ma tuttavia presagito, illuminato a tratti dalle mitiche avventu-re amorose dei donnaioli che erano stati espulsi dalla scuola. Il “nordista” erauno scolaro quattordicenne di Amburgo capitato Dio sa come tra noi, che ioammiravo e la cui fama, che prosperava lontano dalla scuola, spesso non mi face-va dormire. E Emma Meier era certo la ragazza più carina di Gerbersau, bion-da, agile, fiera e della mia stessa età.

A partire da quel giorno cominciai a rimuginare progetti e problemi. Bacia-re una ragazza superava di gran lunga tutti i miei precedenti ideali, sia comecosa in sé e sia perché senza dubbio era vietato e interdetto dalle regole dellascuola. Mi resi presto conto che il solenne servizio amoroso della pista ghiac-ciata era l’unica buona occasione per farlo. Per prima cosa cercai quindi, perquanto possibile, di rendere il mio aspetto più acconcio al corteggiamento. Dedi-cai tempo e cura ai miei capelli, controllai minuziosamente la pulizia dei mieivestiti, mi calcai con garbo il berretto di pelo sulla fronte e pregai le mie sorel-le di darmi il loro foulard di seta rosa. Nello stesso tempo sul ghiaccio, comin-ciai a salutare cortesemente le ragazze che potevano essere prese in conside-razione, e credetti di vedere che quell’omaggio insolito veniva notato con sorpresama non senza piacere.

Molto più difficile fu il primo approccio, perché in vita mia non avevo mai“invitato al ballo” una ragazza. Cercai di spiare i miei amici mentre eseguivanoquel solenne cerimoniale. Alcuni si limitavano a fare un inchino e a porgere lamano, altri balbettavano qualcosa di incomprensibile, i più si servivano dell’ele-gante formula: «Posso avere l’onore?» Questa formula mi impressionò molto emi esercitai a casa, in camera mia, facendo l’inchino davanti alla stufa e pronun-ciando le parole solenni.

Era giunto il giorno del primo, difficile passo. Già il giorno precedente ave-vo avuto intenzione di iniziare il corteggiamento, ma ero tornato a casa scorag-giato, senza avere osato niente. Quel giorno mi ero prefisso di fare immancabil-mente ciò che temevo e insieme desideravo. Con il batticuore, angosciato amorte come un criminale, andai verso la pista di ghiaccio; credo mi tremasserole mani mentre mi mettevo i pattini. Poi mi gettai nella mischia con ampi movi-menti circolari, cercando di mantenere un po’ della mia abituale espressione di

Volume 1, Unità 7

5. il “nordista”: come si chiarirà nelle righe seguenti, è un ragaz-zo originario di Amburgo.

6. scipiti: insulsi, banali.

35

40

45

50

55

60

65

70

75

Page 14: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

14N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

sicurezza e naturalezza. Percorsi due volte la pista in tutta la sua lunghezza, almassimo della velocità, e l’aria frizzante e i movimenti vigorosi mi fecero bene.

D’improvviso, proprio sotto il ponte, mi scontrai in pieno con qualcuno e bar-collai per qualche passo, sgomento. Sul ghiaccio era seduta la bella Emma, cheevidentemente cercava di reprimere il dolore, e mi guardava piena di rimpro-vero. Il mondo, davanti ai miei occhi, girava vorticosamente.

«Aiutatemi a tirarmi su!» disse alle sue amiche. Allora, con il viso in fiamme,mi tolsi il berretto, mi inginocchiai accanto a lei e la aiutai ad alzarsi.

Rimanemmo uno di fronte all’altra, impauriti e sbalorditi, e nessuno di noiparlò. La pelliccia, i capelli e il volto della bella ragazza, così estranei e vicini,mi stordivano. Pensai invano a un modo per scusarmi, ancora con il berrettostretto in mano. E d’improvviso, mentre un velo mi offuscava la vista, feci mec-canicamente un profondo inchino e balbettai: «Posso avere l’onore?»

Lei non rispose, però prese le mie mani tra le sue dita sottili il cui calore riu-scii a sentire attraverso i guanti, e si avviò con me. Mi pareva di essere in unostrano sogno. Una sensazione di felicità, vergogna, calore, desiderio e imbaraz-zo quasi mi toglieva il fiato. Pattinammo per un buon quarto d’ora. Poi, in unapiazzola, liberò piano le piccole mani, disse «Grazie tante» e proseguì da sola,mentre io mi toglievo troppo tardi il berretto di pelliccia e rimanevo lì per unpo’, immobile. Solo più tardi mi resi conto che per tutto quel tempo non avevadetto una sola parola.

Il ghiaccio si sciolse e io non potei ripetere il mio tentativo. Fu la mia primaavventura amorosa. Tuttavia passarono ancora diversi anni prima che il miosogno si avverasse e la mia bocca potesse sfiorare una rossa bocca di fanciulla.

(H. Hesse, Racconti, trad. di M. Bistolfi, Milano, Mondadori, 1993)

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

1 Il testo si può dividere in tre parti fondamentali. Rintracciale e, di ognuna, fornisci in tre righe una sintesi.

a. ........................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

b. ........................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

c. ........................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

Esercizi

80

85

90

95

100

Page 15: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

15N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. 2 Scegli quale di queste definizioni è, secondo te, più adatta a indicare il tema del racconto: il racconto tratta di un evento che ha modificato profondamente l’atteggiamento del protagonista neiconfronti del mondo femminile. il racconto è la ricostruzione psicologica dello stato d’animo del protagonista. il racconto analizza un momento di maturazione del protagonista.

Motiva la tua risposta.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

3 Chi è il protagonista del racconto?

................................................................................................................................................................................................................................................

4 Quali altri personaggi compaiono nella storia? Hanno un ruolo importante?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

5 In quale luogo e in quale tempo si svolge il fatto?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

6 Che tipo di narratore è presente e con quale funzione?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

7 Quale distanza separa il narratore dall’esperienza narrata?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

8 Chi presenta il protagonista del racconto?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

9 Il protagonista è un personaggio “statico” o “dinamico”? Perché?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

10 Nel racconto sono dominanti le sequenze di tipo ..................................................................................................................................

in quanto l’attenzione del narratore è volta soprattutto a delineare .......................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

a

ba

Volume 1, Unità 7

Page 16: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

16N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

................................................................................................................................................................................................................................................

11 Nel racconto è presente un’unica breve sequenza descrittiva. Sottolineala e indicane la funzione.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

12 Analizzando lo stile di questo racconto potrai notare che l’autore ha fatto ricorso a un’aggettivazione mol-to ricca e precisa. Sottolinea gli aggettivi presenti, spesso usati a coppia, e precisane la funzione.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

GIUDIZIO .............................................................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................................................................................................

Volume 1, Unità 7

Page 17: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

17N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. MASSIMO GRILLANDI

Un vero amico

In questo racconto dello scrittore Massimo Grillandi (1921-87) il protagonista ripercorre le tap-pe di un’amicizia che lo ha condizionato tanto da condurlo a un punto di esasperazione senza ritor-no, che si potrà concludere solo con l’eliminazione fisica dell’“amico” stesso, la cui presenza è dive-nuta così tirannica da ostacolare la libera espressione della personalità. Con una tecnica precisa,il narratore registra i momenti di un conflitto che si acuisce in modo drammatico con il passare deltempo, fino alla decisione di sopprimere il compagno d’infanzia, diventato ormai un’ombra inquie-tante.

Glauco è sempre stato il migliore dei miei amici, e io sono un uomo che sen-te molto i vincoli dell’amicizia. Cosa sarebbe la vita se all’occorrenza non si sapes-se a chi chiedere un consiglio, il conforto di un incontro che valga a dipanare leidee, a chiarirle? L’amore è certo più importante dell’amicizia, ma su un altropiano. Dicevo proprio l’altro giorno a Marcello: «Vedi, con le donne ti puoi con-fidare, possono farti compagnia, servono a dare uno scopo alla vita. Ci voglionoe come se ci vogliono, però soltanto a un amico ti puoi appoggiare, perché è unuomo come te, la pensa in gran parte a tuo modo, ha i tuoi stessi problemi. Sitrova insomma in una trincea dalla quale combattete un nemico comune». Enon è che Marcello mi abbia dato torto, anzi ha rincarato la dose: «Sono d’ac-cordo con te sull’importanza dell’amicizia; essa è uno dei fondamenti della socie-tà e quando l’amicizia vien meno tutte le altre virtù, mi sembra che lo dica anchePlatone, scadono e decadono. La famiglia e la religione non sono altro che ami-cizie speciali: la prima a livello intimo, la seconda sul piano soprannaturale». Ilmio pensiero non andava così avanti; ma insomma l’idea centrale mi seducevae quindi, in nome dell’amicizia, dovetti dar ragione a Marcello. Questo per direquanto sono devoto a certi sentimenti.

Con Glauco però non so fino a che punto potrò arrivare. L’ho detto: è sem-pre stato il mio più caro amico, avrei dato l’anima per lui; ma ora sono arrivatoa quello che i fisici chiamano “punto di rottura”, un altro grammo, una moleco-la ancora e poi succede l’irreparabile. Conobbi Glauco alle elementari. Lui eraun paio di classi avanti a me e tutti sanno come, fra bambini, certe cose abbia-no importanza. Era più alto, più forte, sapeva cose che io nemmeno sognavo. Alui ricorrevo per i compiti, per farmi spiegare (con gli studi non sono mai anda-to forte) quelle nozioni che il maestro ci propinava con una velocità che a mesembrava vertiginosa. E Glauco paziente a illuminarmi, a darmi idee anche peri temi di italiano. Credo proprio che qualcuno me lo abbia addirittura svolto lui.Glauco era sempre pronto buono servizievole. Se qualche ragazzino della miaetà cercava di attaccare briga, egli interveniva. Gli scapaccioni glieli dava lui. Lapovera mamma diceva sempre, quando le chiedevo qualcosa o volevo andare inqualche parte: «Glauco ci va, lo fa anche lui questo?» Se il mio amico era dellapartita, la risposta era sempre uguale: «Vai, vai pure» o «Fai come lui». Non c’erada sbagliare.

Quando siamo cresciuti, tutto è continuato alla stessa maniera. Sempre Glau-co per casa, più e meglio di un fratello. A tavola nelle nostre famiglie, c’era sem-pre un coperto in più. Se lui o io volevamo rimanere a pranzo, e ciò spessissi-mo accadeva, non dovevamo fare cerimonie. Bastava una telefonata. Alle superiori,

Volume 1, Unità 7

5

10

15

20

25

30

35

Page 18: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

18N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

la stessa musica. Lui più avanti di me, più bravo in tutto e io a arrancargli die-tro. Il latino, tanto per dirne una, me lo ha insegnato lui. Aveva un metodo per-sonale, che adesso non ricordo, e in poco tempo traducevo a meraviglia. Per ilgreco, la medesima faccenda. A un certo punto, convenimmo che imparare lastoria era proprio un gioco, se uno più che formulare domande, si mette a discu-tere di fatti, a compiere raffronti. Glauco era bravissimo anche in ciò. Ti costrin-geva a intuire quello che non sapevi. Non te ne accorgevi e intanto imparavi. Unfenomeno era, non se ne trovava l’uguale.

Poi Glauco aveva idee chiare su tutto. Dovevo frequentare chi voleva lui.«Con Marco è meglio che non facciamo comunella. È manesco, e poi il padre...Un cattivo soggetto, ti assicuro; però non lo andare a dire, mi raccomando».Figurarsi, parola di Glauco per me era ancora Vangelo. Così, ebbi gli amici chelui preferiva, scartai quelli che non gli andavano a genio. Come tutti i ragazzi,facevamo un poco di sport. Non tanto, giusto per compiere un filo di esercizio,per non sentirsi dare dei mollaccioni. Anche questa era un’idea di Glauco. Pri-ma lo studio e poi il gioco. «Nella vita, dovremo aprirci la strada col cervello,mica coi calci». Però io, a dirla con sincerità, avevo una gran voglia di fare il cal-ciatore. Conoscevo tutti quelli di serie A. Sognavo di diventare uno come loro,mi esaltavo al pensiero di giocare in un grande stadio, davanti a migliaia di per-sone che gridavano il mio nome. Ebbene, Glauco distrusse tutto ciò. «È robache non va, devi pensare alle cose serie. Per giocare, giochiamo, ma solo perdivertimento. Del resto, che credi: su mille ne arriva uno, vuoi essere propriotu quel tale?» E va bene, niente più sogni di gloria calcistica. Quattro calci alpallone ogni tanto, così per sgranchirsi, ma basta.

Piuttosto, un poco di piscina. Il nuoto, era sempre Glauco a dirlo, fa svilup-pare in armonia l’organismo, mantiene sani. Anche Cicerone afferma... Non ricor-do bene cosa statuisse il buon Arpinate1: i classici poco li ho potuti digerire, maso che a prezzo di formidabili raffreddori, imparai a nuotare pur avendo, e l’hotuttora, un sacro terrore dell’acqua. Per il compleanno, anziché scarpe coi tac-chetti e maglia a strisce, costrinsi i miei a regalarmi un costume da bagno, unacuffia da nuotatore.

Glauco si diplomò prima di me e si iscrisse all’università; ma non è che ci per-demmo di vista. Anzi, agli esami di maturità volle prepararmi lui. Mi preparò itemi svolti; io non volevo, intendevo sbrigarmela da solo, con le mie forze sta-volta, ma chi poteva resistere a Glauco? Mi suggerì tutte le astuzie possibili perfar cadere le domande degli esaminatori sui punti che più conoscevo. «Vai sicu-ro», badava a dirmi. E fui bocciato. Cominciavo, è chiaro, a essere saturo di tan-te premure, di un’amicizia così intensa, attiva direi. A ogni modo, l’anno dopola spuntai. Glauco mi convinse a iscrivermi alla sua facoltà. «Legge, devi studia-re legge: il mondo è degli avvocati». Io ero e sono portato per la matematica,potevo diventare un ottimo ingegnere. Volevo andare al Politecnico. Oggi sonoun avvocato fallito, quelli che in tribunale chiamano “mozzorecchi”, e i giudicifanno tacere seccati: «Basta, avvocato, ho capito», e giù un’occhiata al cliente,come per dire: «Proprio tu ci dovevi capitare, si può sapere che male hai fat-to?» Ma Glauco insiste, dice che verrà il mio momento. Tutto è nelle mani degliavvocati. Già, ma di quelli come lui, con una chiacchiera che non finisce mai euna immaginazione tale da trasformare un assassino in una vittima: «Signori

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7

1. il buon Arpinate: Cicerone, nato ad Arpino, nel Lazio.

40

45

50

55

60

65

70

75

80

Page 19: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

19N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

. giudici, è vero: il mio protetto ha ucciso il padre e la madre; abbiate pietà di unpovero orfano!» Se non è così poco ci manca. Fatto è che vince tutte le cause.Io, nemmeno una, neanche per sbaglio.

Solo il servizio militare ci separò e, devo confessarlo, respirai, ma per mododi dire. Dovunque venivo trasferito, mi inseguivano le sue lettere, zeppe di con-sigli, di ammonimenti. Ne ricordo una, ero al fronte, gelato fino al collo, sepol-to nella neve, a pancia vuota, con i soldati che mi guardavano inebetiti: «Pensaal Natale dell’anno scorso. Ricordi che bel calduccio, che pranzo ci preparò lamamma?» È vero, le nostre famiglie lo avevano fatto insieme quel Natale, maera opportuno ricordarmelo in quel momento? Glauco aveva aderenze, amici-zie forti, riuscì a farmi trasferire nel suo reggimento. Continuò così a tiranneg-giarmi in nome dell’amicizia, del mio bene e del grado superiore. Rimpiansi ilfronte, lo assicuro.

Dopo congedati, come tutti i giovani, cominciammo a frequentare delle ragaz-ze. Ma era lui a sceglierle, lui a impormele. Erano tutte amiche delle fidanzateche, a mano a mano, egli veniva cambiando. In amore, Glauco era volubile. «Civuole esperienza», diceva. E io che dovevo sempre rompere i fidanzamenti sulpiù bello, per adeguarmi alle nuove situazioni che Glauco veniva creando. Io chemi affeziono così facile. E poi le figure per niente simpatiche che dovevo farecon queste ragazze e con le loro famiglie. Glauco, oltretutto, nello scegliere ipretesti per le rotture non aveva la mano felice. Un paio di fratelli ce la fecerovedere brutta. Di uno ancora porto il segno; ma lui aveva la sua filosofia, e iodovevo farla mia. Finì che sposai la donna che Glauco, in pratica, aveva sceltoper me: «Vedrai che Maria ti farà felice. È una buona ragazza. Proprio quella checi vuole per te».

Dagli oggi e dagli domani, mi trovai all’altare. Poi fu l’inferno. Violenta attac-cabrighe spendacciona, mia moglie me ne ha combinate di ogni colore. Oggisono in corrispondenza con un collega di Monaco, per vedere se ci esce il divor-zio; ma ci vuole un fiume di soldi. La professione va male, l’ho detto. Tutto pos-so fare meno che l’avvocato. Ho perfino intaccato quel po’ di roba che mi ave-va lasciato mio padre, sono sull’orlo della rovina. Maria da tempo è da sua madre.Molti ridono di me e io li capisco. Questa mattina Glauco mi ha telefonato, diceche ha un buon affare in vista e che lo riserva per me. Dovrei liquidare ogni cosae investire in certi titoli. «Azioni sottocosto, puoi stare sicuro: parola di amico».In questo momento ho deciso. Sì, vendo tutto, però ci pago un sicario.

M. Grillandi, in Racconti italiani contemporanei,a cura di L. Fenici Piazza, Milano, B. Mondadori, 1974

Volume 1, Unità 7

85

90

95

100

105

110

115

1 Nel racconto fabula e intreccio non sono coincidenti: sottolinea nel testo in blu i punti in cui puoi ritrovareparti prolettiche e in rosso quelle narrate in flashback.

2 Scegli quale di queste definizioni è, secondo te, più adatta a indicare il tema del racconto: il racconto tratta di un rapporto di amicizia giunto al punto di rottura.il racconto è la ricostruzione psicologica dello stato d’animo del protagonista.il racconto analizza i sentimenti di odio del protagonista nei confronti di Glauco.

abc

Esercizi

Page 20: Unità 7 Le inquietudini dell’anima - Loescher · 2010. 2. 11. · 2 N. Botta, Galeotto fu il libro© Loescher Editore, 2010 ANTON Cˇ ECHOV Uno scherzetto Noto soprattutto per

GIUDIZIO .............................................................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................................................................................................20

N. Botta, Galeotto fu il libro © Loescher Editore, 2010

Alun

no:.

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.....Cl

asse

: ....

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

Dat

a: ...

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

......

.

Volume 1, Unità 7Motiva la tua risposta.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

3 Quali tappe scandiscono la progressiva degenerazione del rapporto di amicizia tra il protagonista e Glauco?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

4 A chi appartiene la voce narrante?

................................................................................................................................................................................................................................................

5 Come viene caratterizzata nel testo la figura di Glauco?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

6 È possibile precisare con chiarezza in quale luogo e in quale tempo si svolge il racconto?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

7 Il racconto si presenta come uno sfogo diretto a un destinatario muto. Come si chiama questa tecnica?

................................................................................................................................................................................................................................................

8 Da quale punto di vista è narrata la storia? Con quali conseguenze?

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

9 A tuo parere, è possibile interpretare la figura di Glauco come quella di un “doppio” che riesce ad altera-re l’equilibrio del protagonista? Motiva la tua risposta.

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................

................................................................................................................................................................................................................................................