Unicittà N° 0

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U U ni ni C C ittà ittà Giugno/Luglio 2010 Anno I Numero 0 firenze firenze ALL’INTERNO Intervista Tesi, p. 4 Studenti in redazione, p. 5 Intervento Giachi,p. 7 La realtà di Rondine, p. 10 ACCORCIAMO LE DISTANZE

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Il primo numero del periodico Unicittà

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Page 1: Unicittà N° 0

UUniniCCittàittàGiugno/Luglio 2010

Anno I Numero 0

f i renze

f i renze

ALL’INTERNO

Intervista Tesi, p. 4

Studenti in redazione, p. 5

Intervento Giachi,p. 7

La realtà di Rondine, p. 10

ACCORCIAMOLE DISTANZE

Page 2: Unicittà N° 0

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 2

IL RAPPORTO TRA ATENEO E CITTÀ Ad un anno dall’elezione a Rettore di Alberto Tesi e a quella di Sindaco di MatteoRenzi, un’analisi sull’attuale rapporto tra l’Università ed il Comune di FirenzeACCORCIAMO

LE DISTANZE

Comune ed Università :GAETANO CERVONE

Ad un anno dalla tornataelettorale che ha visto,

dopo un decennio, Comune edUniversità di Firenze cambiarei propri vertici istituzionali,un’esigenza comune ha unitoil Sindaco Renzi al RettoreTesi, ovvero un deciso cam-biamento che consentisse – ri-spettivamente – un rilanciodella città di Firenze, in moltisettori dellasua società ap-parsa comeuna “bella ad-dormentata”, edella sua Uni-versità, inpreda ad unagrave crisi finanziaria che neaveva spesso leso anche l’im-magine ed il prestigio di Ate-neo d’eccellenza, che dasempre la contraddistingue.Sindaco e Rettore, la cui età(35 anni Renzi, 53 Tesi) hasenza dubbio consentito lamaggiore personificazionedell’auspicato cambiamento,hanno ereditato una comune egrave carenza dalle precedentiamministrazioni, disattente neiriguardi di un rapporto struttu-rato tra Ateneo e Comune ecolpevoli di non aver neppureprovato a rimediare al diffusomalcontento che ne derivava:nel luglio del 2007 la Presidedella Facoltà di Scienze Poli-tiche “Cesare Alfieri”, prof.ssa

Franca Maria Alacevich, inun’intervista a “l’UniversitA-rea” definiva “difficile” ilrapporto tra Comune ed Ate-neo, accusando inoltre Pa-lazzo Vecchio di aver sempre“sottovalutato” l’Università;l’allora Prorettore alla Didat-tica, il prof. Sandro Rogari,sulle colonne de “La Na-zione” nel luglio 2008 lamen-tava, invece, l’assenza di“proposte elettorali” riguardo

l’Università, la grande as-sente tra i programmi eletto-rali dei candidati alleprimarie del Partito Demo-cratico, sollecitati – pertanto– dal sito universitariowww.unistudi.eu a rivelare ilproprio piano politico volto arinsaldare un legame tra la re-altà cittadina e quella accade-mica. “In questi anni si èassistito ad un colpevole e re-ciproco atteggiamento di in-differenza da partedell’Università e del Comunedi Firenze” sottolinea il prof.Gian Franco Cartei, docentedi Diritto Amministrativopresso l’Ateneo fiorentino,poiché “l’Università haspesso pensato di essere uni-

camente un ente destinatoalla formazione e alla ricerca,trascurando così i legami conil territorio; dall’altro lato, ilComune si è reso colpevoledi non prestare attenzione inmaniera specifica e concretaa quelle che erano le evolu-zioni del tessuto sociale fio-rentino e toscano qualediretta conseguenza dellapresenza dell’Ateneo”, am-mettendo così il problema di

un dialogo che,nel corso deglianni, è mancatotra Palazzo Vec-chio e piazzaSan Marco, do-vuto a diversi

fattori, come rileva la PresideAlacevich: “Firenze antica-mente ha visto concentrarsinel suo territorio le funzionifinanziarie e commerciali,mentre a Pisa nasceva l’Uni-versità, ed il retaggio di que-sta “specializzazionefunzionale” è duro a morire;anche quella certa diffidenza– che, è bene ricordare, è adue direzioni – affonda nelleconsuetudini che orientano lacultura locale”.Ad incidere sul rapporto traComune ed Ateneo subentracosì il giudizio che la cittànutre nei confronti dell’Uni-versità, la percezione che ifiorentini ne hanno e l’impor-tanza che ad essa assegnano,e che purtroppo al momentorappresentano un grave fallaper la costituzione di un rap-porto strutturato, tant’è che siparla dell’ Università quale“grande sconosciuta” – comerileva Gianluca Tenti, diret-tore de Il Giornale della To-scana, secondo il quale “lacittà deve interrogarsi seria-mente sul ruolo dell’Univer-sità, ovvero se una realtà checomplessivamente rappre-senta circa 1/10 di tutti i resi-denti dell’hinterland diventiuna risorsa per la città o chele scivoli addosso come fat-tore secondario ”, contempo-raneamente ad un’Universitàche, rileva invece il direttoredel Corriere Fiorentino PaoloErmini, seppur “giovane edunque con un minor radica-mento nella consapevolezzacollettiva della città rispetto,ad esempio, a Bologna”, devecomunque “fare uno sforzo in

più per essere recepita nonpiù come una semplice pre-senza, ma come un patrimo-nio comune a cui chiedere e– allo stesso tempo – dare”.Una sfida che l’Ateneo fio-rentino sembra voler racco-gliere: “L’Ateneo intendeaprirsi alla città, impegnare lesue competenze per contri-buire alla crescita del territo-rio: per questo la

FRANCA MARIA ALACEVICH

Secondo la Preside della “CesareAlfieri” bisogna impegnarsi perdimostrare quanto l’Università sia unvalore aggiunto per Firenze esuperare la paura di ‘piegare la cul-tura alle esigenze territoriali’ cheancora circola nelle stanze dell’Ateneo

L’esigenza di una maggiore collaborazione tra l’Ateneo

GIANLUCA TENTI

collaborazione è destinata adessere sempre più forte. La-voreremo per il comune inte-resse a valorizzare i luoghidello studio e della ricerca,per rilanciare Firenze in unadimensione internazionale”dichiarava il 30 marzo scorsoil Rettore Tesi, introducendouna particolare lezione di Di-ritto Amministrativo che ve-deva infatti salire in cattedra

Per il direttorede “Il Giornaledella Toscana”Firenze deveinterrogarsiseriamente sulruolo dell’Uni-versità e daparte delComuneoccorronoiniziative piùconcrete chepossanocoinvolgere glistudenti intutti quei pro-cessi di sceltae valutazione

Renzi e Tesi hanno ereditato una co-mune carenza dalle precedenti ammini-strazioni, disattente nei riguardi di unrapporto strutturato tra Città e Ateneo

“In questi anni si èassistito ad uncolpevole e reciprocoatteggiamento diindifferenza da partedell’Università e delComune di Firenze; lanomina dell’assessoreCristina Giachi è un

segnale importante, ma non puòmettere in secondo piano il datooggettivo della perdita della centralitàurbanistica da parte dell’Ateneo, equesto è poco propizio ad un rapportoprivilegiato tra il Comune e l’Univer-sità”: il parere del prof. Gian FrancoCartei, docente di Diritto Ammini-strativo presso l’Ateneo fiorentino.

GIAN FRANCO CARTEI

Foto Il Giornale della Toscana

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IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 2

IL RAPPORTO TRA ATENEO E CITTÀ Ad un anno dall’elezione a Rettore di Alberto Tesi e a quella di Sindaco di MatteoRenzi, un’analisi sull’attuale rapporto tra l’Università ed il Comune di FirenzeACCORCIAMO

LE DISTANZE

Comune ed Università :GAETANO CERVONE

Ad un anno dalla tornataelettorale che ha visto,

dopo un decennio, Comune edUniversità di Firenze cambiarei propri vertici istituzionali,un’esigenza comune ha unitoil Sindaco Renzi al RettoreTesi, ovvero un deciso cam-biamento che consentisse – ri-spettivamente – un rilanciodella città di Firenze, in moltisettori dellasua società ap-parsa comeuna “bella ad-dormentata”, edella sua Uni-versità, inpreda ad unagrave crisi finanziaria che neaveva spesso leso anche l’im-magine ed il prestigio di Ate-neo d’eccellenza, che dasempre la contraddistingue.Sindaco e Rettore, la cui età(35 anni Renzi, 53 Tesi) hasenza dubbio consentito lamaggiore personificazionedell’auspicato cambiamento,hanno ereditato una comune egrave carenza dalle precedentiamministrazioni, disattente neiriguardi di un rapporto struttu-rato tra Ateneo e Comune ecolpevoli di non aver neppureprovato a rimediare al diffusomalcontento che ne derivava:nel luglio del 2007 la Presidedella Facoltà di Scienze Poli-tiche “Cesare Alfieri”, prof.ssa

Franca Maria Alacevich, inun’intervista a “l’UniversitA-rea” definiva “difficile” ilrapporto tra Comune ed Ate-neo, accusando inoltre Pa-lazzo Vecchio di aver sempre“sottovalutato” l’Università;l’allora Prorettore alla Didat-tica, il prof. Sandro Rogari,sulle colonne de “La Na-zione” nel luglio 2008 lamen-tava, invece, l’assenza di“proposte elettorali” riguardo

l’Università, la grande as-sente tra i programmi eletto-rali dei candidati alleprimarie del Partito Demo-cratico, sollecitati – pertanto– dal sito universitariowww.unistudi.eu a rivelare ilproprio piano politico volto arinsaldare un legame tra la re-altà cittadina e quella accade-mica. “In questi anni si èassistito ad un colpevole e re-ciproco atteggiamento di in-differenza da partedell’Università e del Comunedi Firenze” sottolinea il prof.Gian Franco Cartei, docentedi Diritto Amministrativopresso l’Ateneo fiorentino,poiché “l’Università haspesso pensato di essere uni-

camente un ente destinatoalla formazione e alla ricerca,trascurando così i legami conil territorio; dall’altro lato, ilComune si è reso colpevoledi non prestare attenzione inmaniera specifica e concretaa quelle che erano le evolu-zioni del tessuto sociale fio-rentino e toscano qualediretta conseguenza dellapresenza dell’Ateneo”, am-mettendo così il problema di

un dialogo che,nel corso deglianni, è mancatotra Palazzo Vec-chio e piazzaSan Marco, do-vuto a diversi

fattori, come rileva la PresideAlacevich: “Firenze antica-mente ha visto concentrarsinel suo territorio le funzionifinanziarie e commerciali,mentre a Pisa nasceva l’Uni-versità, ed il retaggio di que-sta “specializzazionefunzionale” è duro a morire;anche quella certa diffidenza– che, è bene ricordare, è adue direzioni – affonda nelleconsuetudini che orientano lacultura locale”.Ad incidere sul rapporto traComune ed Ateneo subentracosì il giudizio che la cittànutre nei confronti dell’Uni-versità, la percezione che ifiorentini ne hanno e l’impor-tanza che ad essa assegnano,e che purtroppo al momentorappresentano un grave fallaper la costituzione di un rap-porto strutturato, tant’è che siparla dell’ Università quale“grande sconosciuta” – comerileva Gianluca Tenti, diret-tore de Il Giornale della To-scana, secondo il quale “lacittà deve interrogarsi seria-mente sul ruolo dell’Univer-sità, ovvero se una realtà checomplessivamente rappre-senta circa 1/10 di tutti i resi-denti dell’hinterland diventiuna risorsa per la città o chele scivoli addosso come fat-tore secondario ”, contempo-raneamente ad un’Universitàche, rileva invece il direttoredel Corriere Fiorentino PaoloErmini, seppur “giovane edunque con un minor radica-mento nella consapevolezzacollettiva della città rispetto,ad esempio, a Bologna”, devecomunque “fare uno sforzo in

più per essere recepita nonpiù come una semplice pre-senza, ma come un patrimo-nio comune a cui chiedere e– allo stesso tempo – dare”.Una sfida che l’Ateneo fio-rentino sembra voler racco-gliere: “L’Ateneo intendeaprirsi alla città, impegnare lesue competenze per contri-buire alla crescita del territo-rio: per questo la

FRANCA MARIA ALACEVICH

Secondo la Preside della “CesareAlfieri” bisogna impegnarsi perdimostrare quanto l’Università sia unvalore aggiunto per Firenze esuperare la paura di ‘piegare la cul-tura alle esigenze territoriali’ cheancora circola nelle stanze dell’Ateneo

L’esigenza di una maggiore collaborazione tra l’Ateneo

GIANLUCA TENTI

collaborazione è destinata adessere sempre più forte. La-voreremo per il comune inte-resse a valorizzare i luoghidello studio e della ricerca,per rilanciare Firenze in unadimensione internazionale”dichiarava il 30 marzo scorsoil Rettore Tesi, introducendouna particolare lezione di Di-ritto Amministrativo che ve-deva infatti salire in cattedra

Per il direttorede “Il Giornaledella Toscana”Firenze deveinterrogarsiseriamente sulruolo dell’Uni-versità e daparte delComuneoccorronoiniziative piùconcrete chepossanocoinvolgere glistudenti intutti quei pro-cessi di sceltae valutazione

Renzi e Tesi hanno ereditato una co-mune carenza dalle precedenti ammini-strazioni, disattente nei riguardi di unrapporto strutturato tra Città e Ateneo

“In questi anni si èassistito ad uncolpevole e reciprocoatteggiamento diindifferenza da partedell’Università e delComune di Firenze; lanomina dell’assessoreCristina Giachi è un

segnale importante, ma non puòmettere in secondo piano il datooggettivo della perdita della centralitàurbanistica da parte dell’Ateneo, equesto è poco propizio ad un rapportoprivilegiato tra il Comune e l’Univer-sità”: il parere del prof. Gian FrancoCartei, docente di Diritto Ammini-strativo presso l’Ateneo fiorentino.

GIAN FRANCO CARTEI

Foto Il Giornale della Toscana

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LA COLLABORAZIONE IN PASSATOSindaco e Rettore sono apparsi subito consape-voli dell’esigenza di un cambiamento di rotta

GLI OSSERVATORI Docenti e giornalisti concordano sull’impor-tanza di una collaborazione meglio strutturata

un dialogo (im)possibile?dedicato all’Università, ri-leva però come “la volontà aldialogo ci sia stata anche inpassato, il problema è chenon si è mai tradotta in risul-tati: nel rapporto tra ricercaaccademica ed industria negliultimi anni, in Toscana, si èassistito a decine di iniziativeche promettevano innova-zione e ricadute della ricercasul territorio per le piccole ele medie imprese, ma i motori

per il decollo non sono an-cora accesi ”. Il direttoreTenti, invece, teme che le po-litiche delle ‘buone inten-zioni’ “nell’immediato futurodifficilmente possano realiz-zarsi: occorrono iniziative piùconcrete che possano coin-

volgere i giovani universitariin tutti quei processi di sceltae valutazione, permettendoloro di vivere un rapporto di-verso con Firenze, e magarirestarci”, mentre secondo ilprof. Cartei la nomina del-l’assessore Giachi, pur costi-tuendo un “segnaleimportante”, non può metterein secondo piano “il dato og-gettivo della perdita dellacentralità urbanistica da partedell’Università, smembratacom’è in parti distinte e pocoaccessibili del territorio co-

pubblica-Firenze”, appare“indubbio che il nuovo Ret-tore abbia dato in questaprima fase del suo mandatoun segnale preciso: il dialogotra Città ed Ateneo è centralenella politica di Tesi”, mentreè fortemente significativo sulpiano della responsabilità daparte dei vertici di Piazza SanMarco, come rileva il diret-tore Ermini, l’essersi “ decur-tati parte delle indennità,mostrando consapevolezzadei propri problemi finanziarie volontà di rimboccarsi perprimi le maniche, anche conimportanti gesti simbolici,senza aspettare aiuti esterni,ma predisponendosi al me-glio per avviare una collabo-razione più concreta”, unasinergia che permetta di rea-

lizzare, secondo il direttoreTenti, “qualcosa di integratoche consenta all’Università dicomunicare costantemente,seriamente ed in maniera co-struttiva quello che avviene alsuo interno, affinché non sipresenti autoreferenziale echiusa in una sfera di cri-stallo”. Università chiama,Comune risponde? La primanomina di Rosa Maria DeGiorgi quale assessore al-l’Istruzione, esuccessiva-mente di Cri-stina Giachiall’ ”Univer-sità e Ri-cerca”, sonostati recepiti come segnaliimportanti su questo ver-sante, così come il progetto“Universicittà” e tutte le ini-ziative ad essa correlate, l’in-contro in Palazzo Vecchiocon gli studenti Erasmus, lapartecipazione dell’Univer-sità – anchecon i propriospazi – alla“ N o t t ebianca” e alla“Notte blu”,fino ad unadelle ultimeiniziative “l’Università inCittà”: “Qualcosa d’impor-tante è avvenuto, c’è la con-sapevolezza che bisognacambiare marcia e c’è unamaggiore apertura rispetto alpassato: per fare bilanci èpresto, ma le condizioni perfare passi importanti sulfronte di un dialogo proficuoci sono” ammette Ermini, ese anche la Preside Alacevichsi confessa “ottimista”, LauraMontanari, premettendo il“segnale importante” dellapresenza di un assessorato

munale (o addirittura di unaltro comune). E questo nonsolo appare poco propizio adun rapporto privilegiato tra ilComune e l’Università, ma,in un’epoca storica in cui iComuni hanno bisogno dellacentralità delle università, ali-menta il sospetto che la poli-tica urbanistica comunaleabbia affrontato soltanto di-strattamente il tema dell’ubi-cazione e delle implicazioni

sociali dell’Ate-neo fiorentino”.Sulla bontà omeno delleazioni propostesia da PalazzoVecchio che da

Piazza San Marco, ma so-prattutto sulla loro fattibilità,i pareri espressi – come s’èvisto – perdono la compat-tezza di giudizio manifesta-tasi, invece, sull’esigenza diuna rapida e decisa inver-sione di tendenza rispetto a

quanto fatto (onon fatto) inpassato: discor-danti o meno tradi loro, favore-voli o contrariealle azioni postein essere da Ate-

neo e Comune, anche per unaquestione di ‘appartenenza’(istituzionale o politica chesia), ciò che è importante èche queste voci, su queste te-matiche, si propongano e siconfrontino costantemente,non solo in presenza di sca-denze elettorali, con l’intentodi tenere alta l’attenzione suuna questione importante cheriguarda tutti i settori dellaCittà di Firenze.

ed il tessuto fiorentino secondo docenti e giornalisti localiPAOLO ERMINI

Per il direttore del “Corriere Fioren-tino”, l’Università deve fare uno sforzoulteriore per essere recepita non comeuna semplice presenza, ma come unpatrimonio comune; per i bilanci èpresto, seppur le condizioni per farepassi sul fronte di un dialogo ci siano

Laura Montanari, “La Repubblica-Firenze”: la volontà al dialogo c’è stataanche in passato, il problema è chenon si è mai tradotta in risultati

il Sindaco Renzi per la pre-sentazione del piano struttu-rale. Dichiarazioni importantiche rispecchiano un comunesentire nel mondo accade-mico fiorentino, Preside Ala-cevich compresa, che infattiauspica “uno sforzo per di-mostrare quanto l’Universitàsia un valore aggiunto per laCittà e far conoscere meglio– al nostro interno – cosa puòoffrire il rapporto con laCittà, in modo da superarecerta sufficienza, o paura di‘piegare la cultura alle esi-genze territoriali’ che ancoracircola nelle nostre stanze ”;pareri positivi su questa vo-lontà di dialogo si riscontranoanche oltre le mura accade-miche, poiché – secondoLaura Montanari, de “La Re-

IL PROGETTOUniversicittà si configura come inter-vento a rete sul territorio, realizzatoattraverso relazioni tra Università, go-verno della città, realtà sociali e cul-turali ed economie locali. Grazie a“Universicittà” - si legge dal sito delComune - si è potuto delineare conmaggiore precisione il profilo dei bi-sogni e delle esigenze della popola-zione universitaria dell’ateneofiorentino rispetto alle principali di-mensioni di vita e sperimentare al-cune azioni strategiche in termini dimodelli operativi e di buone prassi.

Come azioni concrete il Comune halanciato “Universicittà”, mentre l’Ate-neo ha partecipato alla “Notte bianca”ed aperto alcuni suoi spazi alla Città

www.universicitta.firenze.it

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LA PAROLA AL RETTOREEletto nel Giugno 2009, in carica da Novembre, Alberto Tesi commenta ilrapporto tra Ateneo e Comune di Firenze, che lo vede impegnato in prima persona

“Siamo una risorsa per la città”Ad un anno dall’ elezione a

Rettore dell’Università diFirenze, il prof. Alberto Tesi – inuna delle rare interviste concessealla stampa – esprime un giudi-zio in merito al rapporto tral’Ateneo ed la città di Firenze,sottolineando in questo sensol’impegno del mondo accade-mico che ha tra le sue missionianche quella di “promuovere iltrasferimento e l’innovazione, instretta collaborazione con le altrerealtà del territorio”, elencando– inoltre – le azioni già concre-tizzate. Nell’intenzione di in-staurare un dialogo proficuo trale due istituzioni, Tesi rilevacome “anche il Comune di Fi-renze si stia dimostrando sensi-bile alle esigenze degli studenti

fiorentini” ricordando, allostesso tempo, la partecipazioneattiva dell’Ateneo alla realtà fio-rentina ed auspicando “spazi didibattito e di riflessione sui temiche riguardano l’Università,aprendoci al confronto con tuttele componenti interne e con lasocietà”. Di seguito l’intervistaintegrale al Rettore, che è stato

raggiunto via mail.

Rettore Tesi, ci parli del rap-porto tra l’Università e laCittà di Firenze“Oltre alla didattica e alla ri-cerca, l’Università di Firenze hauna terza missione, quella dipromuovere il trasferimento el'innovazione, in stretta collabo-razione con le altre realtà del ter-ritorio. A questo scopo adicembre è stato costituito ilCentro di Servizi di Ateneo perla Valorizzazione della Ricerca ela gestione dell'Incubatore uni

versitario, la struttura che offriràspazi e servizi necessari allo svi-luppo di nuove iniziative im-prenditoriali che nascono da ideedi ricerca. L’incubatore – che hasede nel polo scientifico di SestoFiorentino - collabora con gli In-cubatori del Comune e dellaProvincia di Firenze. Recente-mente, abbiamo varato un ac-cordo con Confindustria Firenzeper individuare e sostenere, al-l’interno dell’Incubatore, ideenate da giovani laureati del no-stro Ateneo che potranno diven-tare nei prossimi mesi progettid’impresa nella provincia di Fi-renze.Un’altra importante risorsa chel’Ateneo mette a disposizionedella città è il Museo di Storia

Naturale, uno dei maggiorimusei naturalistici a livello inter-nazionale, che progetta costante-mente percorsi nuovi ealternativi di visite e esperienzedidattiche, premiate da una cre-scita di visitatori sempre più si-gnificativa. Stiamo realizzandoun collegamento in rete di questarealtà espositiva con gli altri

musei cittadini per facilitarne lafruizione. Nella stessa direzioneva la volontà di aprire i corsi del-l’Università dell’Età libera – or-ganizzati assieme al Comune diFirenze - a tutti i cittadini, al dilà di una determinata fascia dietà.In questi mesi, poi, abbiamo ria-perto le sedi universitarie al sa-bato mattina e messo adisposizione degli studenti, perla prima volta, tre sale per lo stu-dio serale nel complesso diSanta Verdiana e nell’edificioD/14 del polo delle Scienze so-ciali, una sperimentazione che

spero darà risultati positivi.Anche il Comune di Firenze –che per la prima volta ha un as-sessore all’Università – si sta di-mostrando sensibile alleesigenze degli studenti fiorentinie fuorisede e lo dimostrano inuovi servizi messi a loro dispo-sizione.Crede che queste azioni pos-

sano anche servire a smussarela spigolosa autoreferenzialitàche ancora si riscontra in certiambienti uni-versitari?E’ necessario farecapire ai cittadiniquello che l’Uni-versità di Firenzeesprime in ter-mini di ricerca, dididattica e di servizi. In questimesi abbiamo partecipato allaNotte bianca del Comune di Fi-renze e alla Notte blu della ri-cerca. A metà maggio abbiamoorganizzato la manifestazioneL’Università in città, una “duegiorni” di visite guidate e divul-gazione scientifica per far cono-scere il mondo della ricerca edell’alta formazione.A Firenze, peraltro, più di unevento culturale ogni giorno èrealizzato direttamente dall’Uni-versità o con la sua collabora-zione qualificata. L’Universitàproduce cultura non solo con leattività istituzionali, ma anche at-traverso la realizzazione di

eventi culturali e formativi apertial pubblico e la gestione di strut-ture di fruizione culturale comemusei e biblioteche. Un patrimo-nio scientifico e culturale a di-sposizione del territorio cheforse dobbiamo far conosceremeglio, anche usando il linguag-gio della divulgazione.D’altro canto, dobbiamo crearespazi di dibattito e di riflessionesui temi che riguardano l’Uni-versità, mettendoci in discus-

sione e aprendoci al confrontocon tutte le componenti internee con la società.Crede che l’amministrazionecomunale di Firenze, in lineacon quanto registrato nei co-muni limitrofi, debba aumen-tare la collaborazione conl’Ateneo? In quale ambito, se-condo lei, il Comune nelle sueazioni non può prescindere dalsostegno delle “competenze”dell’Università?Le amministrazioni locali hannonell’Università di Firenze un re-ferente qualificato per tutto ciòche riguarda la ricerca, la forma-zione, la cultura, il trasferimentodell’innovazione. Siamo sen-

z’altro disponibili a collaborarecon le amministrazioni dei Co-muni in cui abbiamo sedi didat-tiche e di ricerca per migliorare iservizi a disposizione degli stu-denti ed affrontare i problemiche coinvolgono anche l’Uni-versità.Secondo lei perché la città diFirenze, in tutti i suoi am-bienti, non riesce a recepirecome risorsa la presenza diuno degli atenei più impor-

tanti d’Italia?Docenti e ricerca-tori sono moltopresenti nella vitadella nostra so-cietà, forse non ècosì forte la con-sapevolezza della

loro appartenenza a una istitu-zione complessa com’è il nostroAteneo.Futuri confronti “depoliticiz-zati” e concentrati sulle azioniconcrete crede che possanoservire per stimolare ulterior-mente il dialogo tra Universitàe Città? L’Università è un luogo di dia-logo e di apertura. Il confrontocon tutte le componenti della so-cietà è essenziale per stimolarenuove proposte e per raggiun-gere quello che deve essere unobiettivo comune, il bene pub-blico.

(gae.cer.)(lor.mor.)

L’intervento del prof. Tesi, Rettore dell’Università di Firenze

“Far capire ai cittadini quello chel’Università di Firenze esprime intermini di ricerca, didattica e servizi”

Foto Università di Firenze

“Dobbiamo creare spazi di dibattito e diriflessione sui temi che riguardano l’Uni-versità, mettendoci in discussione edaprendoci al confronto con la società”

“A Firenze più di un evento al giorno èrealizzato direttamente dall’Università ocon la sua collaborazione; docenti e ricer-catori sono molto presenti nella società”

EX PRESIDE DI INGEGNERIAAlberto Tesi è stato eletto Rettore del-

l’Università di Firenze l’11 Giugnodel 2009, entrando ufficialmente incarica il 1 novembre dell’annoscorso. Nato a Lamporecchio (PT)il 5 maggio 1957, Tesi si è laureatoin Ingegneria elettronica presso

l’Ateneo fiorentino nel febbraio del1984 ed è stato Preside della Facoltà

d’Ingegneria dal 1 novembre 2006.

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ACCORCIAMOLE DISTANZE

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LA PAROLA AL RETTOREEletto nel Giugno 2009, in carica da Novembre, Alberto Tesi commenta ilrapporto tra Ateneo e Comune di Firenze, che lo vede impegnato in prima persona

“Siamo una risorsa per la città”Ad un anno dall’ elezione a

Rettore dell’Università diFirenze, il prof. Alberto Tesi – inuna delle rare interviste concessealla stampa – esprime un giudi-zio in merito al rapporto tral’Ateneo ed la città di Firenze,sottolineando in questo sensol’impegno del mondo accade-mico che ha tra le sue missionianche quella di “promuovere iltrasferimento e l’innovazione, instretta collaborazione con le altrerealtà del territorio”, elencando– inoltre – le azioni già concre-tizzate. Nell’intenzione di in-staurare un dialogo proficuo trale due istituzioni, Tesi rilevacome “anche il Comune di Fi-renze si stia dimostrando sensi-bile alle esigenze degli studenti

fiorentini” ricordando, allostesso tempo, la partecipazioneattiva dell’Ateneo alla realtà fio-rentina ed auspicando “spazi didibattito e di riflessione sui temiche riguardano l’Università,aprendoci al confronto con tuttele componenti interne e con lasocietà”. Di seguito l’intervistaintegrale al Rettore, che è stato

raggiunto via mail.

Rettore Tesi, ci parli del rap-porto tra l’Università e laCittà di Firenze“Oltre alla didattica e alla ri-cerca, l’Università di Firenze hauna terza missione, quella dipromuovere il trasferimento el'innovazione, in stretta collabo-razione con le altre realtà del ter-ritorio. A questo scopo adicembre è stato costituito ilCentro di Servizi di Ateneo perla Valorizzazione della Ricerca ela gestione dell'Incubatore uni

versitario, la struttura che offriràspazi e servizi necessari allo svi-luppo di nuove iniziative im-prenditoriali che nascono da ideedi ricerca. L’incubatore – che hasede nel polo scientifico di SestoFiorentino - collabora con gli In-cubatori del Comune e dellaProvincia di Firenze. Recente-mente, abbiamo varato un ac-cordo con Confindustria Firenzeper individuare e sostenere, al-l’interno dell’Incubatore, ideenate da giovani laureati del no-stro Ateneo che potranno diven-tare nei prossimi mesi progettid’impresa nella provincia di Fi-renze.Un’altra importante risorsa chel’Ateneo mette a disposizionedella città è il Museo di Storia

Naturale, uno dei maggiorimusei naturalistici a livello inter-nazionale, che progetta costante-mente percorsi nuovi ealternativi di visite e esperienzedidattiche, premiate da una cre-scita di visitatori sempre più si-gnificativa. Stiamo realizzandoun collegamento in rete di questarealtà espositiva con gli altri

musei cittadini per facilitarne lafruizione. Nella stessa direzioneva la volontà di aprire i corsi del-l’Università dell’Età libera – or-ganizzati assieme al Comune diFirenze - a tutti i cittadini, al dilà di una determinata fascia dietà.In questi mesi, poi, abbiamo ria-perto le sedi universitarie al sa-bato mattina e messo adisposizione degli studenti, perla prima volta, tre sale per lo stu-dio serale nel complesso diSanta Verdiana e nell’edificioD/14 del polo delle Scienze so-ciali, una sperimentazione che

spero darà risultati positivi.Anche il Comune di Firenze –che per la prima volta ha un as-sessore all’Università – si sta di-mostrando sensibile alleesigenze degli studenti fiorentinie fuorisede e lo dimostrano inuovi servizi messi a loro dispo-sizione.Crede che queste azioni pos-

sano anche servire a smussarela spigolosa autoreferenzialitàche ancora si riscontra in certiambienti uni-versitari?E’ necessario farecapire ai cittadiniquello che l’Uni-versità di Firenzeesprime in ter-mini di ricerca, dididattica e di servizi. In questimesi abbiamo partecipato allaNotte bianca del Comune di Fi-renze e alla Notte blu della ri-cerca. A metà maggio abbiamoorganizzato la manifestazioneL’Università in città, una “duegiorni” di visite guidate e divul-gazione scientifica per far cono-scere il mondo della ricerca edell’alta formazione.A Firenze, peraltro, più di unevento culturale ogni giorno èrealizzato direttamente dall’Uni-versità o con la sua collabora-zione qualificata. L’Universitàproduce cultura non solo con leattività istituzionali, ma anche at-traverso la realizzazione di

eventi culturali e formativi apertial pubblico e la gestione di strut-ture di fruizione culturale comemusei e biblioteche. Un patrimo-nio scientifico e culturale a di-sposizione del territorio cheforse dobbiamo far conosceremeglio, anche usando il linguag-gio della divulgazione.D’altro canto, dobbiamo crearespazi di dibattito e di riflessionesui temi che riguardano l’Uni-versità, mettendoci in discus-

sione e aprendoci al confrontocon tutte le componenti internee con la società.Crede che l’amministrazionecomunale di Firenze, in lineacon quanto registrato nei co-muni limitrofi, debba aumen-tare la collaborazione conl’Ateneo? In quale ambito, se-condo lei, il Comune nelle sueazioni non può prescindere dalsostegno delle “competenze”dell’Università?Le amministrazioni locali hannonell’Università di Firenze un re-ferente qualificato per tutto ciòche riguarda la ricerca, la forma-zione, la cultura, il trasferimentodell’innovazione. Siamo sen-

z’altro disponibili a collaborarecon le amministrazioni dei Co-muni in cui abbiamo sedi didat-tiche e di ricerca per migliorare iservizi a disposizione degli stu-denti ed affrontare i problemiche coinvolgono anche l’Uni-versità.Secondo lei perché la città diFirenze, in tutti i suoi am-bienti, non riesce a recepirecome risorsa la presenza diuno degli atenei più impor-

tanti d’Italia?Docenti e ricerca-tori sono moltopresenti nella vitadella nostra so-cietà, forse non ècosì forte la con-sapevolezza della

loro appartenenza a una istitu-zione complessa com’è il nostroAteneo.Futuri confronti “depoliticiz-zati” e concentrati sulle azioniconcrete crede che possanoservire per stimolare ulterior-mente il dialogo tra Universitàe Città? L’Università è un luogo di dia-logo e di apertura. Il confrontocon tutte le componenti della so-cietà è essenziale per stimolarenuove proposte e per raggiun-gere quello che deve essere unobiettivo comune, il bene pub-blico.

(gae.cer.)(lor.mor.)

L’intervento del prof. Tesi, Rettore dell’Università di Firenze

“Far capire ai cittadini quello chel’Università di Firenze esprime intermini di ricerca, didattica e servizi”

Foto Università di Firenze

“Dobbiamo creare spazi di dibattito e diriflessione sui temi che riguardano l’Uni-versità, mettendoci in discussione edaprendoci al confronto con la società”

“A Firenze più di un evento al giorno èrealizzato direttamente dall’Università ocon la sua collaborazione; docenti e ricer-catori sono molto presenti nella società”

EX PRESIDE DI INGEGNERIAAlberto Tesi è stato eletto Rettore del-

l’Università di Firenze l’11 Giugnodel 2009, entrando ufficialmente incarica il 1 novembre dell’annoscorso. Nato a Lamporecchio (PT)il 5 maggio 1957, Tesi si è laureatoin Ingegneria elettronica presso

l’Ateneo fiorentino nel febbraio del1984 ed è stato Preside della Facoltà

d’Ingegneria dal 1 novembre 2006.

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ACCORCIAMOLE DISTANZE

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 5

FAVORIRE IL DIALOGO TRA LE PARTI Le campagne di UniCittà puntano a sensibilizzareAteneo e Città sulle possibilità di collaborazione

STUDENTI IN REDAZIONELa prima iniziativa ha visto l’ingresso in redazionedi alcuni studenti, riscontrando un ottimo successo

“Accorciamo le distanze”Al via le iniziative del progetto UniCittà

In alto le testate che hanno consentito la visita per un’interagiornata degli studenti dell’Ateneo fiorentino. In basso due mo-menti della giornata a “La Repubblica-Firenze” e al “CorriereFiorentino”

Con “Accorciamo le distanze”sono partite le campagne del

progetto UniCittà, iniziative volte astimolare un rapporto maggior-mente strutturato tra l’Università edla città di Firenze: dieci studenti fio-rentini di “Media e Giornalismo”hanno infatti partecipato alle visitepresso la redazione del “CorriereFiorentino” e di “La Repubblica-Fi-renze”, dove per un’intera giornatahanno assistito in presa diretta aimomenti nevralgici legati alla na-scita di un giornale. L’iniziativa –che verrà riproposta anche presso lasede de “Il Giornale della Toscana”– ha dunque rappresentato un im-portante segnale di integrazione edialogo possibile tra l’Ateneo ed iltessuto cittadino, in questo specificocaso legato alla discrepanza tra la“teoria” delle aule universitaria e la

“pratica” del mondo dell’editoria,molto avvertita (si vedano gli ar-ticoli alle pagine successive, ndr)nei corsi di “Media e Giornali-smo”. L’iniziativa ha riscontratol’interesse degli studenti e lagrande disponibilità delle reda-zioni fiorentine coinvolte, ed imomenti salienti delle giornatesono stati montati in un video chesarà presto disponibile sul sito in-ternet del progetto UniCittà.L’obiettivo è che questa iniziativasimbolica possa agli effetti sensi-bilizzare il mondo accademico af-finché non solo faccia uno sforzomaggiore per integrare le cono-scenze degli studi proposti conazioni concrete sul “campo”, mache solleciti quella sinergia diforze tra Ateneo e Città di cui Fi-renze ha urgente bisogno.

UUniniCC ittàittàfirenzef i renze

Periodico d’informazione freepress

Direttore editorialeGaetano Cervone

Vice-direttoreMarcello Accanto

Giulia BorsiArt Director

Maria Consiglia Grieco

RedazioneAndrea Angeloni, Annalisa Ausilio,

Virginia Martini, Lorenzo Mori, LucaPierattini, Antonio Sorvillo, Giuseppe

Tempestini

StampaNUOVA GRAFICA FIORENTINA

Via A. Traversari, 76 - 50120 - Firenze

[email protected]

Con autorizzazione al Tribunale richiesta

UniCittà è un’iniziativa inseritanell’ambito di “Buone Idee Giovani”ed è realizzata grazie al contributo di

Notizie e appuntamenti delleassociazioni sul blog di Filigrane

UUniniCCittàittàGiugno/Luglio 2010

Anno I Numero 0

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ALL’INTERNO

Intervista Tesi, p. 4

Studenti in redazione, p. 5

Intervento Giachi,p. 7

La realtà di Rondine, p. 10

ACCORCIAMOLE DISTANZE

Per proporsicome

collaboratoredi UniCittàinviare una

mail [email protected]

Page 6: Unicittà N° 0

Oltre Firenze la situazione non cambia Il rapporto Ateneo-Città secondo le redazioni universitarie di Catania, Pavia e Roma

GIULIA BORSI

Dal confronto con realtà circo-stanti spesso si riesce meglio

a comprendere problematicheben più circoscritte: ecco perchéla valutazione del tipo di rapportoesistente a Firenze, tra Universitàed amministrazione comunale, ri-chiede uno sguardo alla situa-zione delle altre città universitarie,come Roma, Pavia e Catania,equiparabili – visto il numero distudenti – alla situazione fioren-tina, e casi indicativi – data la ri-spettiva posizione geografica –del rapporto tra Atenei ed ammi-nistrazioni locali presente sul tuttoil territorio italiano. Le risposte giunte dalle diverseredazioni di quotidiani universi-tari evidenziano un quadro quasidel tutto analogo a quello riscon-trato a Firenze, il che induce apensare che – altrove – non se lapassino meglio. Ciò, tuttavia,deve far riflettere anche sulla dif-ficoltà nel trovare soluzioni co-muni e condivise che, inoltre,tengano conto delle relative pecu-liarità di ogni contesto. A Catania si viaggia in retro-marciaVi sono casi, come quello del-l’ateneo catanese, nei quali la si-tuazione appare alquantoproblematica. La direttrice diStep1, Roberta Marilli, registrauna condizione di stallo nel dia-logo tra le due parti, commen-tando: “ Non vi è una reale eproficua collaborazione tra Ate-neo e Comune. Sfortunatamentenon sembra esserci un dialogo co-stante, una progettazione, una vi-sione comune alla realtà locale”;ma la redazione di Step1, in questianni, non è rimasta con le mani in

mano, ed ha infatti lanciato l’ini-ziativa Catania 2.0, “un quadernodi idee per la città, scritto da under35”, idee e suggerimenti per cam-biare in meglio il volto della cittàsiciliana. Diverse le inchieste di

denuncia sulla condizione deglistudenti portate avanti da Step1,con specifico riferimento allaquestione alloggi e alle menseuniversitarie, veri tasti dolenti del-l’Ateneo catanese, dai qualiemerge la necessità di collabora-

zione tra l’Ente Regionale per ilDiritto allo Studio Universitario(ERSU) ed il comune di Catania,ai fini di una reale progettualità epianificazione condivisa.Da Pavia proposte concrete per

l’occupazioneMauro del Corno, direttore dellarivista “Inchiostro”, segnala undialogo tra Università di Pavia edAmministrazione comunale, sep-pur in misura non ancora suffi-ciente: “Sarebbe efficace chel’Università e l’Amministrazionecomunale si confrontassero peradottare politiche che incentivinole industrie a costruire sul territo-rio pavese. In questo modo, neidintorni di Pavia, si potranno of-frire opportunità lavorative aineolaureati, oltre a creare un con-tatto diretto con il mondo del la-voro ed il mondo dell’Universitàe della ricerca scientifica”. La recente vittoria della giunta dicentro - destra nel comune lom-bardo non ha di fatto intaccato loscenario esistente, caratterizzatoda scarsa attenzione nei confrontidell’Ateneo; allo stesso tempo,però, l’Università non si è suffi-cientemente attivata nel far valerele proprie esigenze. In sostanzamanca un dialogo costruttivo, no-nostante negli ultimi anni non

siano mancate alcune iniziativeimportanti, come ad esempiol’avvio dei lavori di costruzionedi un campus dotato di diversicomfort ed adiacente alla Facoltàdi Ingegneria. Un’iniziativa che di

certo non costituisce un definitivodeterrente contro la pratica degliaffitti in nero, ma che comunqueha rappresentato un segnale posi-tivo in tale direzione. Roma offre prospettive allar-gate

Segnali positivi, che invitano ariflettere, sono giunti da Roma:Massimiliano Nespola – diret-tore del mensile “Ateneo Sa-pienza” - ha sottolineato come“le Università, non solo “La Sa-pienza”, a Roma rappresentanoun referente di primo piano ri-spetto alle politiche giovanili”,un aspetto che pertanto auto-rizza a parlare di dialogo co-stante e duraturo nel tempo. Com’è logico attendersi, tutta-via, il desiderio di migliora-mento è forte e si sviluppa apartire da un concetto ben pre-ciso, ovvero un’Università cherivesta un ruolo primario, dalmomento che è tramite di essache si formano le menti che gui-deranno il Paese, un concettoche al momento non trova il giu-sto riscontro, come rileva lostesso Nespola: “Una carenzaindividuabile consiste proprionella scarsa percezione del-l’Università come pilastro del si-stema istituzionale e politico,sociale e civile”. E che manca disupporto anche a livelli piùampi. Il direttore di “Ateneo Sa-pienza”, infine, individua anchela necessità di un maggior sup-porto da parte delle istituzioni alivello nazionale, ricordandocicome “ i tagli alla ricerca costi-tuiscono un problema che in-tacca il modo stesso di percepirel’importanza del sapere comeelemento imprescindibile del-l’agire”. Una visione allargata,ma che non manca di indivi-duare problematiche più ampiecapaci di destabilizzare lo sce-nario e rendere ancora più diffi-cile il dialogo tra Università edAmministrazioni comunali.

NESPOLA, “ATENEO SAPIENZA”

LA REDAZIONE AL COMPLETO DI STEP 1

LA REDAZIONE DI “INCHIOSTRO”

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/luglio 2010 6

IL RAPPORTO COMUNE E ATENEO NELLE ALTRE CITTÀRaccontata dai direttori delle riviste universitarie ‘Step1’, ‘Inchiostro’ ed ‘AteneoSapienza’, la situazione nelle altre sedi sembra non differire da quella fiorentina

Per “Inchiostro”aPavia non sonomancate iniziativeimportanti: “C’è lavolonta di farebene, ma all’attopratico siamoancora in ritardo”

Per favorire undialogo tra Ate-neo e ComuneStep1 ha lanciatoCatania 2.0, unquaderno di ideeper la città scrittoda under 35

Segnali positivi daRoma, dove se-condo il direttoredi ‘Ateneo Sa-pienza’ le Univer-sità sono referentiimportanti per lepolitiche giovanili

ACCORCIAMOLE DISTANZE

Page 7: Unicittà N° 0

ACCORCIAMO LEDISTANZE

L’Assessore della svolta: ora il dialogo

ANTONIO SORVILLO

“Voglio creare un legamevero tra il Comune ed il

mondo associativo universitario:sono aperta al dialogo e dispostaad incontrare le associazioni":Cristina Giachi – assessore all’“Università, ricerca e politichegiovanili” del Comune di Fi-renze, nonché ricercatrice di“Diritto romano” presso il Di-partimento di Teoria e Storia delDiritto dell’Università di Fi-

renze, esprime senza indugio lasua disponibilità ad un con-fronto con l’articolato mondoassociativo dell’Ateneo fioren-tino, attraverso il quale poter

magari rafforzare anche ildialogo tra il Comune el’Università di Firenze,negli ultimi anni apparsofin troppo flebile, per am-

missione dell’assessorestesso: “Non vi era una colla-borazione organica tra Co-mune e il mondo accademicofiorentino: Matteo Renzi ha in-vece voluto fortemente un as-sessorato dedicatoall’Università, proprio per in-

centivare il dialogo tra leparti”. Obiettivi più che chiariper il neo-assessore, a PalazzoVecchio dal 25 gennaio scorso:"In città abbiamo dei centridell'eccellenza praticamentesconusciuti ai fiorentini, e dun-que il nostro scopo deve esserequello di pubblicizzare quantopiù possibile queste sedi, chediventino un vanto, e valoriz-zare ulteriormente la figura deiricercatori". Situazione parti-

colare quella di Cristina Gia-chi, che da assessore all’Uni-versità dovrà interagire conuna realtà dalla quale provienee che ben conosce, provando astabilire una nuova serie di le-

gami che sostituiscano la disor-ganicità dei rapporti passati traComune ed Ateneo: “ Sono co-stantemente in contatto con ilprof. Papa, Prorettore vicario,con il prof. Bellandi, delegatoallo Sviluppo Economico, econ il prof. Sorrentino, dele-gato alla Comunicazione" –sottolinea l’assessore, soddi-sfatta anche dei primi risultatiraggiunti che, agli effetti, ri-guardano i giovani nell’acce-zione più ampia – “Neiquartieri uno, due e quattro ab-biamo creato spazi per i gio-vani, e sono in dirittura

d’arrivo gli accordi per un ser-vizio di bike – sharing gratuitoper gli studenti universitari".Sulle ragioni per cui Firenze,culla del Rinascimento e capi-tale della cultura mondiale,

sembra assegnare un ruolo di

secondo piano all’Università,l’assessore ha aggiunto: “Lapresenza degli studenti e lacifra di Firenze quale Polo uni-versitario, passano a torto insecondo piano rispetto all’im-portanza della città come metaturistica e culturale di rilevanzamondiale: bisogna contrastarel'aspetto della “città bombo-niera”, poiché vogliamo unaFirenze di chi lavora e di chistudia, cittadini che si riappro-prino di Firenze e che ne fac-ciano realmente parte".

Voglio creare un legame vero tra il Comune ed ilmondo associativo universitario: sono aperta

al dialogo e disposta ad incontrare le associazioni“ ”

ANDREA ANGELONI

Le politiche giovanili dellaRegione Toscana e gli

obiettivi del progetto Unicittà.Confronto con Carlo Andor-lini, coordinatore di Fili-grane-Sistema delle politichegiovanili della Regione To-scana

P a r -t i a m od a l l amateriaprima,chi sonoq u e s t igiovani?Un elemento sul quale cisiamo interrogati negli ultimianni è proprio quello di defi-nire quali sono i reali fruitoridelle politiche giovanili. Ciinterroghiamo su questo perevitare di escludere a prioricoloro che non fanno parte diassociazioni o enti che tradi-

zionalmente convogliano lamaggior parte delle risorse.A quali esigenze si propon-gono di rispondere le politi-che giovanili?Le politiche giovanili si pro-pongono di dare una rispostaalle esigenze di un periododella vita, per Filigrane “i gio-vani non sono il futuro, ma ilpresente” perciò vorremmo

promuovere il vantaggio delvivere attivamente nella pro-pria comunità, vantaggio chepuò essere di tutti i cittadini seresi consapevoli.Unicittà si ispira a Filigrane,cosa c’è di positivo nel no-stro progetto?Il vostro progetto è apprezza-bile perché aperto all’Univer-

sità, che può contare su unagrande quantità di giovani, ri-sorsa indispensabile per lacittà. Inoltre si propone di in-formare all’interno e versol’esterno dando voce a sog-getti che, pur rientrandonei target delle politi-che giovanili, rischie-rebbero di rimanereesclusi poiché fuori

dai contestitradizionali.Città e Uni-versità, uns u g g e r i -mento ai duesoggetti che

stiamo tentando met-tere in contatto.Ateneo e ammini-strazione co-

munale dovrebbero avere uncoordinamento comune fon-dato sul concetto di “spazio

giovane”.

Ispirarsi a Filigrane ascoltando i giovaniLe due istituzioni dovrebberosviluppare ognuna le propriepeculiarità, per quanto riguardail ruolo dello spazio pubblico edella cultura nella realtà fioren-tina. Unicittà deve proporsicome riferimento del sistemaFiligrane all’interno dell’ateneoe nella comunità, portando allaluce i bisogni degli studenti edelle associazioni e portandoliall’attenzione dell’amministra-zione.

RICERCATRICE DI DIRITTOROMANO PRESSO LA

FACOLTÀ DIGIURISPRUDENZA

Cristina Giachi è ricerca-trice di Diritto Romanopresso la Facoltà di Giuri-

sprudenza dell’Università diFirenze, dove nel 1994 si è lau-

reata sostenendo una tesi sullaStoria del Pensiero giuridico antico con

il prof. Schiavone. Nominata assessore nella giunta Renziil 25 gennaio 2010, dopo le dimissioni dell’assessore allosport Barbara Cavandoli

CARLO ANDORLINIÈ COORDINATOREDI FILIGRANE-SISTEMA DELLE PO-LITICHE GIOVANILIDELLA REGIONETOSCANA

Carlo Andorlini

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 7

L’ASSESSORATO ALL’UNIVERSITÀUn incarico così specifico è stato recepito comeun avvio incoraggiante da parte del Comune

L’ESPERIENZA DELLA REGIONE Il sistema Filigrane conferma l’importanza di uncostante rapporto con le associazioni giovanili

“Non vi era una collaborazioneorganica: Matteo Renzi ha volutofortemente un assessorato dedicatoall’Università per incentivare il dialogo”

UN SISTEMA CHE FUNZIONA

Carlo Andorlini: “Bisogna interrogarsisui reali fruitori delle politichegiovanili per evitare di escludere chi èfuori dai contesti tradizionali”

La Regione Toscana ha un rapporto costante con le associazioni

L’assessore Cristina Giachi

Page 8: Unicittà N° 0

rappresentanza ed impegno socialee temi d’attualità: l’altra faccia dell’associazionismo universitario

Dal 2005 l’ “Associazione degli Studenti Ira-niani di Firenze” ha tra i suoi obiettivi lapromozione di iniziative per l'informazionee la divulgazione della realtà culturale, arti-stica e sociale iraniana tramite l’organizza-zione di convegni, mostre, concerti, rassegnecinematografiche, seminari, etc. Si propone,inoltre, di fornire assistenza agli studentiiraniani residenti in Iran che intendono ve-

nire in Italia e a quelli iraniani già residenti nel nostro Paese,favorendone l’inserimento e l’integrazione. ASIF promuove ilvalore della pace e della convivenza civile tramite l’incontro elo scambio di idee fra iraniani, italiani e popoli di altri paesi afavore dell’interazione tra le diverse culture.

“Florence Green Wave”(Onda Verde di Firenze) dal 2009 or-ganizza convegni, dibattiti, manifestazioni, mostre ed eventiculturali per promuovere la libertà d’informazione ed il ri-spetto dei diritti umani in Iran.

Dal 2007 “Università degli Studenti” attraverso il proprio pe-riodico “l’UniversitArea” persegue l’obiettivo di proporre alcorpo studentesco universitario un’informazione libera.Dopo l’esperienza del sito d’informazione quotidianawww.unistudi.eu, da un paio di mesi è stato lanciato il blogUAfirenze.wordpress.com.

Dal 2010 l’ “Associazione Universitaria Studenti Forestali Fi-renze” punta ad essere un luogo d'incontro, socializzazione edialogo tra gli studenti forestali e di favorire il contatto tra glistudenti di Scienze Forestali ed Ambientali dell’Università diFirenze e delle altre Università italiane ed estere. Con occasionidi educazione, informazione e confronto, quali escursioni,corsi, seminari, laboratori, AUSF Firenze nasce dal desideriodegli studenti di non “subire” lo studio, ma di “viverlo attiva-mente” cercando una collaborazione con il mondo del lavoro,visto come realtà troppo distante da quella accademica.

LE RAPPRESENTANZE STUDENTESCHE SI PRESENTANO

Studenti Democritici dal 2007 vuol contribuiread innovare la rappresentanza universitaria,

per offrirne un’alternativa valida ed unpunto di riferimento a tutti quegli studentiche non si sentono tutelati. È una libera as-

sociazione, indipendente ed aperta a tutti glistudenti che si riconoscano nei principî di le-

galità, onestà, tolleranza, rispetto, dialogo e nel libero pensiero,senza imposizioni ideologiche o partitiche.

Sinistra Universitaria – UDU Firenze è un’as-sociazione politica e sindacale di studenti chefrequentano l’università di Firenze. SinistraUniversitaria si impegna, ormai dal 2001, a di-fendere e ampliare i diritti degli studenti e a

promuovere la cultura e la socialità all’interno dell’ateneo fio-rentino, partecipando agli organi di ateneo e promuovendoiniziative ludiche e culturali. Le riunioni dell’associazione sono

aperte a tutti gli studenti .

Dal 1996 “Azione Universitaria-Centrodestra perl’Università” si propone di ascoltare lo studente

nel proprio percorso accademico, unendo al“sindacalismo studentesco”momenti aggre-gativi, puntando a rappresentare un’alter-

nativa credibile a quello che è il panoramaattuale delle rappresentanze studentesche. AU vuole mettere lostudente al centro della dimensione universitaria, denuncian-

done malcostumi, sprechi ed inefficienze.

LE ALTREASSOCIAZIONI

Oltre alle associazioni presen-tate in queste due pagine cisono anche altre realtà cheagiscono nel tessuto universi-tario: nell’ambito della rap-presentanza studentescavanno segnalate “Studenti perle Libertà”, “Studenti di Sini-stra”e “Lista Aperta”, senzadimenticare i Collettivi pre-senti nelle varie Facoltàdell’Ateneo fiorentino che(con l’eccezione del Collet-tivo di Scienze Politiche ) inoccasioni delle elezioni stu-dentesche per gli organi cen-trali (Senato Accademico eConsiglio di Amministra-zione) appoggiano la lista“Studenti di Sinistra”.Nell’ambito associativo nonlegato alla rappresentanza cisono anche l’associazionedegli Studenti Africani e la“Cesare Alfieri Organizza-zione Studentesca” (CAOS).Tutte le associazioni citatesopra, diversamente da quellepresenti in queste due pagine,non hanno inviato logo escheda di presentazione.

1Favorire la reci-proca conoscenzadelle associazioniche agiscono sulpanoramauniversitario,pubblicizzandoneiniziative ed in-contri, fornendosostegno in ter-mini di visibilitàa mezzo stampaed internet.

UniCittà e la Rete Universitaria FiorentinaIL PROGETTO IN TRE PUNTI

2Contribuire allanascita di unaRete associativa,permettendo cosìalle distinte realtàun costante e pro-ficuo scambio diidee e competenzevolto a rafforzareuna sinergia diforze che sia utilea perseguire gliobiettivi di cia-scuna.

3Stimolare la na-scita di gruppi di-studio chepossano riunire leassociazioni ope-ranti nel mede-simo campo,affinchè emer-gano proposteconcrete da sotto-porre agli organidecisionali cheagiscono in questispecifici ambiti.

[email protected] www.udufirenze.it

florencegreenwave.blogspot.com

[email protected] ausffirenze.altervista.org

[email protected] UAfirenze.wordpress.com

[email protected] www.asifirenze.org

AUSF FIRENZE [email protected] www.azione-universitaria.it

[email protected] www.studentidemocritici.com

ACCORCIAMO LEDISTANZE

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 9

LE DIVERSE REALTÀSono numerose le associazioni degli studentistranieri (e non solo) che promuovono l’integrazione

LA RETE UNIVERSITARIA FIORENTINA Un costante e proficuo scambio di idee e competenzepuò migliorare l’azione di ciascuna associazione

Le associazioni universitarie: traCultura, informazione, laboratori integrativi, ma anche integrazione

IL CORAGGIO DELLE ASSOCIAZIONIE L’IMPEGNO DI UNICITTÀ

GAETANO CERVONE

Un nuovo giornale, per giunta di stampouniversitario. Molti obietteranno che nonse ne sentiva l’esigenza, d’altro canto gliuniversitari sono una delle categorie che– paradossalmente – legge sempre meno.Ed invece più che di esigenza è giustoparlare di urgenza, poiché la rappresen-tazione del mondo universitario rischia diessere sempre più deformata, piegata agliinteressi che ne possono derivare dal par-larne bene (o male), soffocata assiemealla straordinaria capacità critica di saperiche per rafforzarsi tendono ad unirsi eche per indebolire, di converso, si tentadi dividere. L’associazionismo legato almondo dell’Università di Firenze, intesocome luogo che ne ha permesso la forma-zione, la crescita e la visibilità è in conti-

nuo evolversi, seppur fortementeframmentato: ad oggi si contano bendieci associazioni che non si legano alla“rappresentanza studentesca”, la quale -a sua volta - di associazioni ne contasette.Diciassette entità distinte, rappresentativedi altrettante diverse realtà con propriobiettivi, istanze ed esigenze, una raffi-gurazione articolata dello “spazio gio-vane” che però spesso resta costretto trale mura accademiche, seppur – nellamaggior parte dei casi – proprio di Uni-versità non si occupa.E così questo serbatoio di risorse, nonchéfotografia sempre più aggiornata delle ri-chieste provenienti dai non tradizionalicanali di monitoraggio del mondo giova-nile (compresi gli evanescenti gruppi po-litici under 27), resta però imballato nellapropria rassicurante realtà, finendo perrinchiudersi nel proprio “particulare”,svilendo la straordinaria competenza ditanti giovani facenti parte di queste asso-ciazioni e l’utilità che potrebbe derivaredal solo concreto utilizzo di queste capa-cità.

Per farlo bisogna – prima di tutto – rico-noscere di essere parte di un’unica comu-nità.Le associazioni hanno una grande oppor-tunità, quella di promuovere attivamentequanto nell’ultimo anno (da una parte edall’altra) è stato ripetuto, forse anchecon eccessivi proclami, ovvero un’inte-razione più forte tra l’Ateneo e la città diFirenze, in tutti i settori.Una spinta verso questa direzione può es-sere forte e concreta se coinvolge i pro-tagonisti principali di queste realtà: igiovani. I singoli, capaci di esprimere esi-genze e bisogni attraverso le associazioni.Le associazioni, capaci di presentare leistanze della realtà su cui insistono. Le re-altà (Comune ed Ateneo) che si confron-tano, che si conoscono e che si

migliorano grazie a quell’interazione chele associazioni hanno favorito. Nell’idea di una Città internazionale leassociazioni degli studenti stranieri pos-sono dire tanto, così come nel processodi “risveglio” di una Firenze seduta sullasua essenza rinascimentale tanto possonoproporre le associazioni che fanno del-l’aspetto culturale il motore delle proprieattività, contemporaneamente a quelleche, invece, prediligono l’aspetto socialee che – a maggior ragione – devono sol-lecitare gli assessori di competenza adascoltare chi questi temi li conosce, li stu-dia ed ha la competenza per consigliare.Basta avere un po’ di coraggio, la volontàdi stupire e la maturità di fare rete contutte le altre associazioni, impegnandosiin prima persona, mostrandosi alle istitu-zioni pronti ad un confronto costruttivoed attenti affinché quanto da molti dichia-rato, anche su queste pagine, possa ma-nifestarsi con azioni concrete. Di tuttoquesto UniCittà sarà attento osservatore,oltre a proporsi come spinta e sostegno.

La rappresenta-zione del mondouniversitariorischia di esseredeformata e piegataad interessi esterni

Le associazionihanno l’opportu-nità di promuoverecon azioni concretel’auspicato dialogotra Ateneo e Città

Autoformazione e organizzazione di eventi tesi a fornire ad unlargo pubblico strumenti utili per una più approfondita com-prensione del presente: questi gli obiettivi che dal 2008 “Così èse ci pare” si propone di perseguire attraverso cicli di conferenzecon appuntamenti distribuiti per tutto l’anno e che – grazie al-l’aiuto di esperti nella veste di relatori – mirano ad offrire un’in-terpretazione di tematiche di stringente attualità con diverseprospettive e con occhio critico. Negli ultimi due anni le confe-renze hanno avuto come argomento le “Cause ed effetti dell’at-tuale crisi economica” ed il “Ripensare l’Africa oggi”.

Albanian Students of the University of Florence è un’associa-zione nata nel 2005 che si propone di agevolare l’inserimentodegli studenti albanesi nel percorso universitario fiorentino.Impegnata nell’organizzazione di serate culturali con mostrefotografiche, sfilate di vestiti, degustazione di piatti tradizionalied esibizioni musicali nazionali, ASUF permette a molti di av-vicinarsi ad una cultura lontana e agli studenti albanesi di te-nere vive le proprie tradizioni: ogni anno, il 29 Novembre,ASUF organizza la festa d’indipendenza albanese.

Immaginae ha tra i suoi obiettivi l’ampliamento della cono-scenza nell’ambito scientifico, musicale, letterario ed artistico,anche attraverso il proprio sito internet che – evidenziandoed approfondendo i diversi aspetti della cultura e dell’arte ita-liana e straniera – si pone come luogo di dibattito e aggrega-zione per assolvere alla funzione sociale di maturazione ecrescita umana e civile. Interesse e passione per l’arte e la cul-tura gli elementi che accomunano i membri dell’associazione.

AUCS punta a sensibilizzare studenti e cit-tadini sulle tematiche della cooperazioneallo sviluppo, sostenibilità, cittadinanza at-tiva e tutela dell'ambiente, anche attra-verso l’organizzazione di seminari diformazione su tematiche legate al’attua-lità. L’associazione, fondata nel 2004,svolge le proprie attività principalmente

presso il Polo delle Scienze Sociali di Novoli: tra gli eventi or-ganizzati negli ultimi anni si registrano la conferenza con SergeLatouche, la cena di raccolta fondi per l’orfanotrofio boliviano“Familia Feliz”, la proiezione dei video “The Malta expe-rience” sui centri d’accoglienza e “Come un uomo sulla terra”sull’immigrazione dall’Africa.

[email protected] www.immaginae.com

[email protected]

[email protected]

[email protected] www.asuf.eu

COSI’ E’ SE CI PARE

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 8

LO SCENARIO DELLA PARTECIPAZIONE UNIVERSITARIAVa rivista l’idea che nel contesto universitario le uniche forme di associazioni-smo siano esclusivamente legate all’impegno politico o alla rappresentanza

ACCORCIAMOLE DISTANZE

Page 9: Unicittà N° 0

rappresentanza ed impegno socialee temi d’attualità: l’altra faccia dell’associazionismo universitario

Dal 2005 l’ “Associazione degli Studenti Ira-niani di Firenze” ha tra i suoi obiettivi lapromozione di iniziative per l'informazionee la divulgazione della realtà culturale, arti-stica e sociale iraniana tramite l’organizza-zione di convegni, mostre, concerti, rassegnecinematografiche, seminari, etc. Si propone,inoltre, di fornire assistenza agli studentiiraniani residenti in Iran che intendono ve-

nire in Italia e a quelli iraniani già residenti nel nostro Paese,favorendone l’inserimento e l’integrazione. ASIF promuove ilvalore della pace e della convivenza civile tramite l’incontro elo scambio di idee fra iraniani, italiani e popoli di altri paesi afavore dell’interazione tra le diverse culture.

“Florence Green Wave”(Onda Verde di Firenze) dal 2009 or-ganizza convegni, dibattiti, manifestazioni, mostre ed eventiculturali per promuovere la libertà d’informazione ed il ri-spetto dei diritti umani in Iran.

Dal 2007 “Università degli Studenti” attraverso il proprio pe-riodico “l’UniversitArea” persegue l’obiettivo di proporre alcorpo studentesco universitario un’informazione libera.Dopo l’esperienza del sito d’informazione quotidianawww.unistudi.eu, da un paio di mesi è stato lanciato il blogUAfirenze.wordpress.com.

Dal 2010 l’ “Associazione Universitaria Studenti Forestali Fi-renze” punta ad essere un luogo d'incontro, socializzazione edialogo tra gli studenti forestali e di favorire il contatto tra glistudenti di Scienze Forestali ed Ambientali dell’Università diFirenze e delle altre Università italiane ed estere. Con occasionidi educazione, informazione e confronto, quali escursioni,corsi, seminari, laboratori, AUSF Firenze nasce dal desideriodegli studenti di non “subire” lo studio, ma di “viverlo attiva-mente” cercando una collaborazione con il mondo del lavoro,visto come realtà troppo distante da quella accademica.

LE RAPPRESENTANZE STUDENTESCHE SI PRESENTANO

Studenti Democritici dal 2007 vuol contribuiread innovare la rappresentanza universitaria,

per offrirne un’alternativa valida ed unpunto di riferimento a tutti quegli studentiche non si sentono tutelati. È una libera as-

sociazione, indipendente ed aperta a tutti glistudenti che si riconoscano nei principî di le-

galità, onestà, tolleranza, rispetto, dialogo e nel libero pensiero,senza imposizioni ideologiche o partitiche.

Sinistra Universitaria – UDU Firenze è un’as-sociazione politica e sindacale di studenti chefrequentano l’università di Firenze. SinistraUniversitaria si impegna, ormai dal 2001, a di-fendere e ampliare i diritti degli studenti e a

promuovere la cultura e la socialità all’interno dell’ateneo fio-rentino, partecipando agli organi di ateneo e promuovendoiniziative ludiche e culturali. Le riunioni dell’associazione sono

aperte a tutti gli studenti .

Dal 1996 “Azione Universitaria-Centrodestra perl’Università” si propone di ascoltare lo studente

nel proprio percorso accademico, unendo al“sindacalismo studentesco”momenti aggre-gativi, puntando a rappresentare un’alter-

nativa credibile a quello che è il panoramaattuale delle rappresentanze studentesche. AU vuole mettere lostudente al centro della dimensione universitaria, denuncian-

done malcostumi, sprechi ed inefficienze.

LE ALTREASSOCIAZIONI

Oltre alle associazioni presen-tate in queste due pagine cisono anche altre realtà cheagiscono nel tessuto universi-tario: nell’ambito della rap-presentanza studentescavanno segnalate “Studenti perle Libertà”, “Studenti di Sini-stra”e “Lista Aperta”, senzadimenticare i Collettivi pre-senti nelle varie Facoltàdell’Ateneo fiorentino che(con l’eccezione del Collet-tivo di Scienze Politiche ) inoccasioni delle elezioni stu-dentesche per gli organi cen-trali (Senato Accademico eConsiglio di Amministra-zione) appoggiano la lista“Studenti di Sinistra”.Nell’ambito associativo nonlegato alla rappresentanza cisono anche l’associazionedegli Studenti Africani e la“Cesare Alfieri Organizza-zione Studentesca” (CAOS).Tutte le associazioni citatesopra, diversamente da quellepresenti in queste due pagine,non hanno inviato logo escheda di presentazione.

1Favorire la reci-proca conoscenzadelle associazioniche agiscono sulpanoramauniversitario,pubblicizzandoneiniziative ed in-contri, fornendosostegno in ter-mini di visibilitàa mezzo stampaed internet.

UniCittà e la Rete Universitaria FiorentinaIL PROGETTO IN TRE PUNTI

2Contribuire allanascita di unaRete associativa,permettendo cosìalle distinte realtàun costante e pro-ficuo scambio diidee e competenzevolto a rafforzareuna sinergia diforze che sia utilea perseguire gliobiettivi di cia-scuna.

3Stimolare la na-scita di gruppi di-studio chepossano riunire leassociazioni ope-ranti nel mede-simo campo,affinchè emer-gano proposteconcrete da sotto-porre agli organidecisionali cheagiscono in questispecifici ambiti.

[email protected] www.udufirenze.it

florencegreenwave.blogspot.com

[email protected] ausffirenze.altervista.org

[email protected] UAfirenze.wordpress.com

[email protected] www.asifirenze.org

AUSF FIRENZE [email protected] www.azione-universitaria.it

[email protected] www.studentidemocritici.com

ACCORCIAMO LEDISTANZE

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 9

LE DIVERSE REALTÀSono numerose le associazioni degli studentistranieri (e non solo) che promuovono l’integrazione

LA RETE UNIVERSITARIA FIORENTINA Un costante e proficuo scambio di idee e competenzepuò migliorare l’azione di ciascuna associazione

Le associazioni universitarie: traCultura, informazione, laboratori integrativi, ma anche integrazione

IL CORAGGIO DELLE ASSOCIAZIONIE L’IMPEGNO DI UNICITTÀ

GAETANO CERVONE

Un nuovo giornale, per giunta di stampouniversitario. Molti obietteranno che nonse ne sentiva l’esigenza, d’altro canto gliuniversitari sono una delle categorie che– paradossalmente – legge sempre meno.Ed invece più che di esigenza è giustoparlare di urgenza, poiché la rappresen-tazione del mondo universitario rischia diessere sempre più deformata, piegata agliinteressi che ne possono derivare dal par-larne bene (o male), soffocata assiemealla straordinaria capacità critica di saperiche per rafforzarsi tendono ad unirsi eche per indebolire, di converso, si tentadi dividere. L’associazionismo legato almondo dell’Università di Firenze, intesocome luogo che ne ha permesso la forma-zione, la crescita e la visibilità è in conti-

nuo evolversi, seppur fortementeframmentato: ad oggi si contano bendieci associazioni che non si legano alla“rappresentanza studentesca”, la quale -a sua volta - di associazioni ne contasette.Diciassette entità distinte, rappresentativedi altrettante diverse realtà con propriobiettivi, istanze ed esigenze, una raffi-gurazione articolata dello “spazio gio-vane” che però spesso resta costretto trale mura accademiche, seppur – nellamaggior parte dei casi – proprio di Uni-versità non si occupa.E così questo serbatoio di risorse, nonchéfotografia sempre più aggiornata delle ri-chieste provenienti dai non tradizionalicanali di monitoraggio del mondo giova-nile (compresi gli evanescenti gruppi po-litici under 27), resta però imballato nellapropria rassicurante realtà, finendo perrinchiudersi nel proprio “particulare”,svilendo la straordinaria competenza ditanti giovani facenti parte di queste asso-ciazioni e l’utilità che potrebbe derivaredal solo concreto utilizzo di queste capa-cità.

Per farlo bisogna – prima di tutto – rico-noscere di essere parte di un’unica comu-nità.Le associazioni hanno una grande oppor-tunità, quella di promuovere attivamentequanto nell’ultimo anno (da una parte edall’altra) è stato ripetuto, forse anchecon eccessivi proclami, ovvero un’inte-razione più forte tra l’Ateneo e la città diFirenze, in tutti i settori.Una spinta verso questa direzione può es-sere forte e concreta se coinvolge i pro-tagonisti principali di queste realtà: igiovani. I singoli, capaci di esprimere esi-genze e bisogni attraverso le associazioni.Le associazioni, capaci di presentare leistanze della realtà su cui insistono. Le re-altà (Comune ed Ateneo) che si confron-tano, che si conoscono e che si

migliorano grazie a quell’interazione chele associazioni hanno favorito. Nell’idea di una Città internazionale leassociazioni degli studenti stranieri pos-sono dire tanto, così come nel processodi “risveglio” di una Firenze seduta sullasua essenza rinascimentale tanto possonoproporre le associazioni che fanno del-l’aspetto culturale il motore delle proprieattività, contemporaneamente a quelleche, invece, prediligono l’aspetto socialee che – a maggior ragione – devono sol-lecitare gli assessori di competenza adascoltare chi questi temi li conosce, li stu-dia ed ha la competenza per consigliare.Basta avere un po’ di coraggio, la volontàdi stupire e la maturità di fare rete contutte le altre associazioni, impegnandosiin prima persona, mostrandosi alle istitu-zioni pronti ad un confronto costruttivoed attenti affinché quanto da molti dichia-rato, anche su queste pagine, possa ma-nifestarsi con azioni concrete. Di tuttoquesto UniCittà sarà attento osservatore,oltre a proporsi come spinta e sostegno.

La rappresenta-zione del mondouniversitariorischia di esseredeformata e piegataad interessi esterni

Le associazionihanno l’opportu-nità di promuoverecon azioni concretel’auspicato dialogotra Ateneo e Città

Autoformazione e organizzazione di eventi tesi a fornire ad unlargo pubblico strumenti utili per una più approfondita com-prensione del presente: questi gli obiettivi che dal 2008 “Così èse ci pare” si propone di perseguire attraverso cicli di conferenzecon appuntamenti distribuiti per tutto l’anno e che – grazie al-l’aiuto di esperti nella veste di relatori – mirano ad offrire un’in-terpretazione di tematiche di stringente attualità con diverseprospettive e con occhio critico. Negli ultimi due anni le confe-renze hanno avuto come argomento le “Cause ed effetti dell’at-tuale crisi economica” ed il “Ripensare l’Africa oggi”.

Albanian Students of the University of Florence è un’associa-zione nata nel 2005 che si propone di agevolare l’inserimentodegli studenti albanesi nel percorso universitario fiorentino.Impegnata nell’organizzazione di serate culturali con mostrefotografiche, sfilate di vestiti, degustazione di piatti tradizionalied esibizioni musicali nazionali, ASUF permette a molti di av-vicinarsi ad una cultura lontana e agli studenti albanesi di te-nere vive le proprie tradizioni: ogni anno, il 29 Novembre,ASUF organizza la festa d’indipendenza albanese.

Immaginae ha tra i suoi obiettivi l’ampliamento della cono-scenza nell’ambito scientifico, musicale, letterario ed artistico,anche attraverso il proprio sito internet che – evidenziandoed approfondendo i diversi aspetti della cultura e dell’arte ita-liana e straniera – si pone come luogo di dibattito e aggrega-zione per assolvere alla funzione sociale di maturazione ecrescita umana e civile. Interesse e passione per l’arte e la cul-tura gli elementi che accomunano i membri dell’associazione.

AUCS punta a sensibilizzare studenti e cit-tadini sulle tematiche della cooperazioneallo sviluppo, sostenibilità, cittadinanza at-tiva e tutela dell'ambiente, anche attra-verso l’organizzazione di seminari diformazione su tematiche legate al’attua-lità. L’associazione, fondata nel 2004,svolge le proprie attività principalmente

presso il Polo delle Scienze Sociali di Novoli: tra gli eventi or-ganizzati negli ultimi anni si registrano la conferenza con SergeLatouche, la cena di raccolta fondi per l’orfanotrofio boliviano“Familia Feliz”, la proiezione dei video “The Malta expe-rience” sui centri d’accoglienza e “Come un uomo sulla terra”sull’immigrazione dall’Africa.

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COSI’ E’ SE CI PARE

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LO SCENARIO DELLA PARTECIPAZIONE UNIVERSITARIAVa rivista l’idea che nel contesto universitario le uniche forme di associazioni-smo siano esclusivamente legate all’impegno politico o alla rappresentanza

ACCORCIAMOLE DISTANZE

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Benvenuti a Rondine, cittadella della paceStudenti di zone in conflitto mostrano come convivenza e dialogo siano possibili

VIRGINIA MARTINI

“Sulla lapide alle porte diRondine sono

scritti i nomi deigiovani delluogo che par-tirono per com-battere durantela Prima GuerraMondiale. Conl’omonima asso-ciazione si vuolerovesciare la sto-ria: qui i ragazzi ar-rivano da zone diconflitto, si formanoalla pace e con questofine tornano nei loro paesi”.Sono le parole di Luca Pighini- responsabile di VentiDiPace-SuCaucaso, uno dei progettidell’associazione ‘Rondine’ -ad introdurre il principio fon-dante su cui si regge l’identitàdella “cittadella della pace”: unpiccolo borgo me-dievale immersonei colli aretini,ma che rispettoai comuni limi-trofi non si ca-r a t t e r i z z asoltanto perle sue viestrette, lemura anti-che ed unpanoramasenz’altrosuggestivo.È ciò che rac-chiude in sé a renderlo vera-mente unico e importante: unostudentato internazionale abi-tato da ragazzi universitari pro-venienti da zone di guerra che,oltre ad avere l’opportunità diproseguire i loro studi, si for-mano al dialogo e alla pacificaconvivenza, affrontando ilconflitto in ognisua forma:“Il con-flitto inter-personale eintra-perso-nale è dolo-roso, ma facrescere, ed ècosì che vavissuto, so-prattutto in uncontesto comequello di Ron-dine” ammetteTanja, studentessanata in Macedonia.All’interno di questo microco-smo i ragazzi sono ‘costretti’ a

convivere e condividere tutto:da progetti e iniziative all’or-

ganizzazione dei turniin cucina, dall’usodelle macchineagli spazi dedi-cati al tempo li-bero. Arrivano aRondine senzaconoscere l’ita-liano, ognunocon il propriobagaglio cul-turale edemotivo, ediniziano ad

affrontare in-sieme ogni sfida, cer-

cando di conoscersi e dicomprendersi l’uno con l’altro,nel rispetto reciproco.In questo contesto nasconoinevitabilmente forti legami in-terpersonali, come l’amiciziache unisce un ragazzo libanesea due israeliani, Guy ed Elad.Ai nostri occhi questo rapporto

può apparire inso-lito e persinoparadossale,se si pensache Elad èstato coman-dante nell’eser-cito israeliano.Ma la convi-venza a Rondineha reso possibiletale rapporto, poi-ché – come so-stiene Guy – “nella

quotidianità siguarda alla persona,

superando gli stereotipi. Siamotutti uguali: si ride e si piangenella stessa lingua; ogni indi-viduo quando si offende sichiude e quando si sente ri-spettato si apre e si dà all’al-tro”, mentre Elad rileva come

un israeliano ed un li-banese: “in fondosiano molto più si-mili per cultura,lingua e tradi-zioni, rispetto adun russo o unceceno, con iquali abbiamomeno in co-mune. In-s i e m ecerchiamo dicapire ilmodo in cui

l’altro vede ilconflitto e, anche se le no-

stre idee non cambiano, neparliamo pacificamente, senzautilizzare la violenza”.

Questa è soltanto una testimo-nianza di come le differenze ele distanze vengano superateall’interno del piccolo e incan-tato borgo aretino, da dove glistudenti entrano in contatto

con il mondo per promuovereil dialogo e la cultura dellapace. Attraverso l’impegno e ilcostante entusiasmo cercano dicostruire dei ponti per far sìche i diversi popoli riescano acomunicare tra loro e a supe-rare le difficoltà. Come so-stiene Guy “Rondine

rappresenta soltanto una meta-fora della condizione umana:come noi studenti siamo co-stretti a stare qua e a condivi-dere tutto, anche lepopolazioni, con tutte le loro

differenze, devono vivere al-l’interno di questo piccolo pia-neta che è il mondo”; e se ciòè vero, non possiamo che averfiducia nei riguardi di un cam-mino di cui Rondine rappre-senta i primi importanti passi.

1977: l'allora Vescovo diArezzo, Mons. TelesforoCioli, affida a delle giovani fa-miglie l'uso della chiesa e dialcune strutture ad essa adia-centi del paese di Rondine,ormai da alcuni anni in stato diabbandono. Nasce la Comu-nità di Rondine che si impe-gna ad iniziare la ricostruzionedel piccolo borgo. 1986: a Rondine si realizza ilprimo esperimento cittadino dicomunità di obiettori di co-scienza. La Caritas italiana virealizzerà poco dopo il primoesperimento nazionale di co-munità di ragazze che scel-gono il servizio civilefemminile volontario.1988: la Comunità del SacroCuore, sulle tracce dell’ispira-zione di Giorgio La Pira, rea-lizza un viaggio in UnioneSovietica, coinvolgendo lealtre due Comunità di Rondinee di Saione, portando permezzo di un musical sulla vita

di Francesco d’Assisi un mes-saggio di dialogo e di pace. 1990: nasce l’AssociazioneRondine. Negli anni succes-sivi continuano a svilupparsisolidi rapporti con la neonataFederazione Russa e l’Asso-ciazione si prodiga in attivitàdi solidarietà e di scambio cul-turale.1995: scoppia la prima guerrain Cecenia. Gli amici russi sol-lecitano l’Associazione adadoperarsi per una prima tre-gua. Si svolgono febbrili trat-tative segrete che porteranno auna prima tregua di 72 ore,non conclusa. L’Associazioneè accreditata come “amica”del popolo russo e del popoloceceno1997: l’Associazione decidedi accogliere cinque studentiprovenienti dalla Cecenia edalla Russia dando vita alloStudentato Internazionale diRondine. L’Associazione tra-sforma il nome in “Rondine

Cittadella della Pace”. Ilborgo, ancora non adatto aun’accoglienza permanente,comincia ad essere ristruttu-rato 1998: primo viaggio dell’As-sociazione in Georgia. A se-guito di questa esperienzal’orizzonte internazionale siamplia a nuovi Paesi teatro diconflitti, da cui giungerannoaltri studenti:Abkhazia, Ingu-scezia, Bosnia – Erzegovina,Serbia, Romania, Israele, Pa-lestina, Ossezia, Sierra Leone,Macedonia, Libano. 2003: nella Sala del ConsiglioComunale di Arezzo vengonoconferite le prime due Ron-dine d’Oro a un giovane russoe un giovane ceceno, l’atte-stato di avvenuto completa-mento del ciclo di studi pressolo Studentato Internazionale diRondine.

Informazioni tratte dawww.rondine.org

Tutto nacque con un viaggio in UrssLa crescita di Rondine nel corso degli anniLA STORIA

GUY FRI-SHMAN ènato a Geru-salemme il23/05/1985:è di naziona-lità israeliana

TANJAASKAPOVA

è nata inMacedonia il

7/12/1983

ELADMORAD ènato nel1982: è statocomandantedei corpi spe-ciali dell’eser-cito israeliano

GLI STUDENTI

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 10

LO STUDENTATO INTERNAZIONALEOgni anno venti studenti provenienti dalle regioni di Caucaso, Balcani, MedioOriente ed Africa sono ospitati presso lo studentato internazionale di Rondine

Luca Pighini, VentiDiPaceSuCaucaso:“Qui i ragazzi arrivano da zone diconflitto, si formano alla pace e conquesto fine tornano nei loro paesi”

Qui nascono forti legami interpersonali,come l’amicizia che unisce un ragazzolibanese a due israeliani: “Si guarda allapersona, superando gli stereotipi”

ACCORCIAMOLE DISTANZE

Page 11: Unicittà N° 0

Benvenuti a Rondine, cittadella della paceStudenti di zone in conflitto mostrano come convivenza e dialogo siano possibili

VIRGINIA MARTINI

“Sulla lapide alle porte diRondine sono

scritti i nomi deigiovani delluogo che par-tirono per com-battere durantela Prima GuerraMondiale. Conl’omonima asso-ciazione si vuolerovesciare la sto-ria: qui i ragazzi ar-rivano da zone diconflitto, si formanoalla pace e con questofine tornano nei loro paesi”.Sono le parole di Luca Pighini- responsabile di VentiDiPace-SuCaucaso, uno dei progettidell’associazione ‘Rondine’ -ad introdurre il principio fon-dante su cui si regge l’identitàdella “cittadella della pace”: unpiccolo borgo me-dievale immersonei colli aretini,ma che rispettoai comuni limi-trofi non si ca-r a t t e r i z z asoltanto perle sue viestrette, lemura anti-che ed unpanoramasenz’altrosuggestivo.È ciò che rac-chiude in sé a renderlo vera-mente unico e importante: unostudentato internazionale abi-tato da ragazzi universitari pro-venienti da zone di guerra che,oltre ad avere l’opportunità diproseguire i loro studi, si for-mano al dialogo e alla pacificaconvivenza, affrontando ilconflitto in ognisua forma:“Il con-flitto inter-personale eintra-perso-nale è dolo-roso, ma facrescere, ed ècosì che vavissuto, so-prattutto in uncontesto comequello di Ron-dine” ammetteTanja, studentessanata in Macedonia.All’interno di questo microco-smo i ragazzi sono ‘costretti’ a

convivere e condividere tutto:da progetti e iniziative all’or-

ganizzazione dei turniin cucina, dall’usodelle macchineagli spazi dedi-cati al tempo li-bero. Arrivano aRondine senzaconoscere l’ita-liano, ognunocon il propriobagaglio cul-turale edemotivo, ediniziano ad

affrontare in-sieme ogni sfida, cer-

cando di conoscersi e dicomprendersi l’uno con l’altro,nel rispetto reciproco.In questo contesto nasconoinevitabilmente forti legami in-terpersonali, come l’amiciziache unisce un ragazzo libanesea due israeliani, Guy ed Elad.Ai nostri occhi questo rapporto

può apparire inso-lito e persinoparadossale,se si pensache Elad èstato coman-dante nell’eser-cito israeliano.Ma la convi-venza a Rondineha reso possibiletale rapporto, poi-ché – come so-stiene Guy – “nella

quotidianità siguarda alla persona,

superando gli stereotipi. Siamotutti uguali: si ride e si piangenella stessa lingua; ogni indi-viduo quando si offende sichiude e quando si sente ri-spettato si apre e si dà all’al-tro”, mentre Elad rileva come

un israeliano ed un li-banese: “in fondosiano molto più si-mili per cultura,lingua e tradi-zioni, rispetto adun russo o unceceno, con iquali abbiamomeno in co-mune. In-s i e m ecerchiamo dicapire ilmodo in cui

l’altro vede ilconflitto e, anche se le no-

stre idee non cambiano, neparliamo pacificamente, senzautilizzare la violenza”.

Questa è soltanto una testimo-nianza di come le differenze ele distanze vengano superateall’interno del piccolo e incan-tato borgo aretino, da dove glistudenti entrano in contatto

con il mondo per promuovereil dialogo e la cultura dellapace. Attraverso l’impegno e ilcostante entusiasmo cercano dicostruire dei ponti per far sìche i diversi popoli riescano acomunicare tra loro e a supe-rare le difficoltà. Come so-stiene Guy “Rondine

rappresenta soltanto una meta-fora della condizione umana:come noi studenti siamo co-stretti a stare qua e a condivi-dere tutto, anche lepopolazioni, con tutte le loro

differenze, devono vivere al-l’interno di questo piccolo pia-neta che è il mondo”; e se ciòè vero, non possiamo che averfiducia nei riguardi di un cam-mino di cui Rondine rappre-senta i primi importanti passi.

1977: l'allora Vescovo diArezzo, Mons. TelesforoCioli, affida a delle giovani fa-miglie l'uso della chiesa e dialcune strutture ad essa adia-centi del paese di Rondine,ormai da alcuni anni in stato diabbandono. Nasce la Comu-nità di Rondine che si impe-gna ad iniziare la ricostruzionedel piccolo borgo. 1986: a Rondine si realizza ilprimo esperimento cittadino dicomunità di obiettori di co-scienza. La Caritas italiana virealizzerà poco dopo il primoesperimento nazionale di co-munità di ragazze che scel-gono il servizio civilefemminile volontario.1988: la Comunità del SacroCuore, sulle tracce dell’ispira-zione di Giorgio La Pira, rea-lizza un viaggio in UnioneSovietica, coinvolgendo lealtre due Comunità di Rondinee di Saione, portando permezzo di un musical sulla vita

di Francesco d’Assisi un mes-saggio di dialogo e di pace. 1990: nasce l’AssociazioneRondine. Negli anni succes-sivi continuano a svilupparsisolidi rapporti con la neonataFederazione Russa e l’Asso-ciazione si prodiga in attivitàdi solidarietà e di scambio cul-turale.1995: scoppia la prima guerrain Cecenia. Gli amici russi sol-lecitano l’Associazione adadoperarsi per una prima tre-gua. Si svolgono febbrili trat-tative segrete che porteranno auna prima tregua di 72 ore,non conclusa. L’Associazioneè accreditata come “amica”del popolo russo e del popoloceceno1997: l’Associazione decidedi accogliere cinque studentiprovenienti dalla Cecenia edalla Russia dando vita alloStudentato Internazionale diRondine. L’Associazione tra-sforma il nome in “Rondine

Cittadella della Pace”. Ilborgo, ancora non adatto aun’accoglienza permanente,comincia ad essere ristruttu-rato 1998: primo viaggio dell’As-sociazione in Georgia. A se-guito di questa esperienzal’orizzonte internazionale siamplia a nuovi Paesi teatro diconflitti, da cui giungerannoaltri studenti:Abkhazia, Ingu-scezia, Bosnia – Erzegovina,Serbia, Romania, Israele, Pa-lestina, Ossezia, Sierra Leone,Macedonia, Libano. 2003: nella Sala del ConsiglioComunale di Arezzo vengonoconferite le prime due Ron-dine d’Oro a un giovane russoe un giovane ceceno, l’atte-stato di avvenuto completa-mento del ciclo di studi pressolo Studentato Internazionale diRondine.

Informazioni tratte dawww.rondine.org

Tutto nacque con un viaggio in UrssLa crescita di Rondine nel corso degli anniLA STORIA

GUY FRI-SHMAN ènato a Geru-salemme il23/05/1985:è di naziona-lità israeliana

TANJAASKAPOVA

è nata inMacedonia il

7/12/1983

ELADMORAD ènato nel1982: è statocomandantedei corpi spe-ciali dell’eser-cito israeliano

GLI STUDENTI

IN PRIMO PIANO UniCittà - Giugno/Luglio 2010 10

LO STUDENTATO INTERNAZIONALEOgni anno venti studenti provenienti dalle regioni di Caucaso, Balcani, MedioOriente ed Africa sono ospitati presso lo studentato internazionale di Rondine

Luca Pighini, VentiDiPaceSuCaucaso:“Qui i ragazzi arrivano da zone diconflitto, si formano alla pace e conquesto fine tornano nei loro paesi”

Qui nascono forti legami interpersonali,come l’amicizia che unisce un ragazzolibanese a due israeliani: “Si guarda allapersona, superando gli stereotipi”

ACCORCIAMOLE DISTANZE

A Prato la rete associativa funzionaLUCA PIERATTINI

Presidente Fantauzzi, cispieghi come è nata l’idea de“Il Pentolone”?“Il Pentolone” nasce alla finedegli anni novanta grazie allacollaborazione tra il comunedi Prato ed il Punto GiovaniEuropa, impegnati nell’orga-nizzazione di incontri tesi adapprofondire bisogni ed esi-genze delle varie associazionigiovanili che agivano sul ter-ritorio. La prima fase fu dun-que conoscitiva e portò adun’aggregazione informalechiamata “Il Pentolone”, pro-prio perché tutti potevanoesprimere la loro opinione performare un vero e propriopentolone di idee. Dopo di-versi workshop, visti poi i ri-

sultati positivi che neconseguirono, si pensò di for-malizzare e consolidare giuri-dicamente questo gruppo,arrivando nel 2004 alla fonda-zione dell’associazione “IlPentolone”. L’ago della bilan-

cia è stato l’interesse del co-mune a sostenere un soggettoche potesse finalmente met-tere in comunicazione ilmondo dei giovani con l’isti-tuzione stessa. L’amministrazione comu-nale dunque ha avuto unruolo centrale per l’attivitàdell’associazione?E’ stata il motore portantedella costruzione dell’associa-zione: se il Comune non sifosse mosso a formalizzare iltutto, oggi probabilmente nonesisteremmo. A testimonianzadi questo va aggiunto che,oltre ai contributi annuali e alfondo di garanzia versato perla fondazione giuridica del-l’associazione, l’amministra-zione ha messo a disposizioneanche una sede, la cosiddetta“casa delle associazioni”, unarisposta concreta a bisogni

forti, visto che molte asso-ciazioni non potevano per-mettersiu n aproprias e d eper man-canza di

fondi. Inoltrel’appoggio delleistituzioni è statofondamentale per-ché ha incoraggiato le asso-

ciazioni a partecipare,mentre – nel caso fosse ve-nuto meno questo sostegno –le associazioni, composte perla maggior parte da volon-tari, si sarebbero demoraliz-zate ed avrebbero

abbandonato il progetto.

Qualiprogetti

sta portando avantiin questomomento?I n n a n z i t u t t ostiamo portando

avanti la gestione diuna web radio: “radio off”che ha cominciato a trasmet-tere proprio in questi giorni ein più ci stiamo occupandodell’aggiornamento dei Por-tali Giovani online di tutta laprovincia, tutti progetti chevengono portati avanti dallasingole associazioni con ilpatrocinio de “Il Pentolone”,capace di garantire maggioresolidità in sede istituzionale.Secondo lei, l’idea di creareuna rete può migliorare leattività delle associazioni?Sicuramente sì, poiché ti per-mette di essere trasversale:realtà differenti tra loro ven-gono a contatto e possonoessere discusse e confron-tate. Inoltre una rete così or-ganizzata permette anche un

maggiore supporto opera-tivo, la partecipazione aibandi (che molte associa-zioni, senzapersonalità giuri-dica, non potrebbero fare ),la possibilità di fare riferi-mento a persone che, com-petenti in diversi settori,possono servire da ausilio aivari progetti, magari solo perla stesura di un budget. Quali obiettivi, invece, sisente di stilare per il fu-turo?Ad un anno dal mio incaricoho fissato due obiettivi:quello primario è l’allarga-mento della rete al territorioprovinciale, formando dun-que un unico ente che forni-sca strumenti operativi atutta la provincia. Un altro

obiettivo è quello di proporsianche come soggetto chepuò gestire uno spazio per igiovani più grande, comepuò essere “Officina Gio-vani”.

Dal 2004 il Pentolone fa da tramite tra i giovani e le istituzioni

Filigrane è il sistema chegestisce le politiche gio-

vanili in Toscana, attivo dal2008 è un contenitore pertutte le proposte progettualiche raccolgono i finanzia-menti stanziati dalla Regionein sostegno allo sforzo che ilterzo settore e gli enti localifanno per promuovere atti-

vità di poli-tica giova-nile.C i t t a d i -nanza e

cultura sono le basi del si-stema Filigrane, l’obiettivoprimario è quello di costruireun “filo rosso” in grado di por-tare un significato in tutta laregione indipendentementedalle attività promosse. Persemplificare la struttura e ren-derla più flessibile sul territo-rio l’assessorato regionale alle

Politiche sociali ha deciso diaffidarsi al Centro Nazionaleper il Volontariato di Lucca,che costituisce organo di ga-ranzia e di mediazione fra leistituzioni e il mondo dei gio-vani, creando anche un si-stema condiviso in grado diunire il volere tecnico a quellopolitico.Filigrane, oltre che in rete, èdiffuso sul territorio grazie adantenne territoriali gestite daigiovani i cui progetti sonostati finanziati dal sistema,

sono oltre 150 in Toscana ecostituiscono tanti punti diascolto per entrare in contattocon l’organizzazione.I progetti per essere finanziatidevono essere inseriti nellelinee guida della Regione To-scana che vengono presentatiogni anno a novembre. Daquest’anno anche i singoli,oltre ad enti locali e associa-zioni, potranno presentare iloro progetti e richiedere deifinanziamenti attraverso il si-stema Filigrane.

(and.ang.)

Immagini di alcuni eventi organizzati dal Pentolone

L’IMPEGNO DELLE ISTITUZIONI A FAVORE DELLE POLITICHE GIOVANILI

Creare connessioni e relazioni tra igiovani: come la Regione ha vintola sua scommessa con Filigrane

ACCORCIAMO LEDISTANZE

POLITICHE GIOVANILI UniCittà - Giugno/Luglio 2010 11

IL DIALOGO COMUNE E ASSOCIAZIONIL’amministrazione pratese ha favorito la collabo-razione tra le varie associazioni del territorio

LA CRESCITA DEL PROGETTOAlle diverse realtà è stato offerto sostegno econo-mico ed una sede, la “casa delle associazioni”

Il Pentolone punta a creare una retetra associazioni e soggetti – siapubblici, sia privati – che operanonell’ambito giovanile

Quarantaquattro le associazioni chehanno aderito al progetto.Francesco Fantauzzi è stato elettoPresidente da circa un anno

La sede del Pentolone

Page 12: Unicittà N° 0

“La supremazia dellapratica sulla teoria èuna stupidaggine”

Si guardi di meno alpassato e si associ lapratica alla teoria

MARCELLO ACCANTO

LORENZO MORI

Il 63% degli studenti è insoddi-sfatto del corso di laurea in

“Media e giornalismo”. E’ undato allarmante che necessità dialcune riflessioni. In particolare,quello che gli studenti lamentanoè la mancanza di un percorsoformativo coerente. Secondo ilprof. Carlo Sorrentino - attualedelegato del Rettore alla Comu-nicazione, ma Presidente dell’al-lora Cdl “Media e Giornalismo”,le cause di questo malcontentogenerale vanno riscontrate nellaistituzione recente del corso dilaurea e nella difficoltà di repe-rire sul mercato le adeguate

competenze: “Noi siamo partitida zero circa 10 anni fa. Neancheio sono soddisfatto appieno delladidattica del corso, ma penso checi voglia del tempo per degli ag-giustamenti. (Il corso) Ha biso-gno di tante competenze, diconvocare sapere specialistici,che è difficile reperire a risorsezero”. L’insoddisfazione nasce neiprimi contatti col mondo del la-voro, secondo una duplice moti-vazione. Da una parte, il corso di laureanon sembra offrire un adeguatobagaglio di conoscenze per intra-prendere una carriera professio-nale; dall’altra, è la stessa realtàlavorativa che spesso si posi-ziona “lontano dall’università,non riconosce appieno il valoredella formazione, sottovalutandoil titolo di studio”, come rileva ilProf. Sorrentino, che inoltre sot-tolinea come il mondo del lavoro“preferisca per gli stessi ruoli

anche figure provenienti da altripercorsi”, oltre a non essere ingrado di assorbire l’enorme moledi laureati nelle materie di comu-nicazione. C’è però una nota dimerito sulla quale il prof. Sorren-tino invita a riflettere : “Il corpodirigente in comunicazione dellarealtà toscana proviene dai nostristudi”, ma – a nostro avviso – èuna percentuale troppo bassa peressere soddisfatti. Come giustificare la mancanzadi una formazione pratica (all’in-terno del corso di laurea) che fa-vorisca l’inserimento nel mondodel lavoro? Il corso di laurea in-clude in sé il grande mondo delleScienze Sociali, che per naturaprivilegiano la riflessione sul-

l’esercizio. Questo nasce da con-siderazioni non obiettabili:“Inqualsiasi mestiere vi è una pra-tica, che deve susseguirsi ad unateoria” – aggiunge il prof. Sor-rentino – “Siamo in un mondo incui il domani è già molto diversodall’oggi, oggi è già enorme-mente diverso dallo ieri. Io nondevo insegnare tecniche, devoinsegnare il metodo che permettadi affrontare tecniche che cam-biano giorno dopo giorno. Vo-gliamo formare le menti in modoche siano flessibili”. Ma questavisione è sottovalutata in granparte dal giornalismo, dove – perstessa ammissione del prof. Sor-rentino – ”lo sguardo anticosulla professione considera solocome percorso formativo la ga-vetta, basandosi su banalitàcome il fiuto ed il giornalista ar-tigiano: la supremazia della pra-tica sulla teoria èsostanzialmente una stupidag-gine”.

GIULIA BORSI

Con almeno due genera-zioni di laureati in “Media

e Giornalismo” e “Comunica-zione Strategica” “a piede li-bero” è lecito chiedersi quantoquesti due Corsi di Laurea (ilprimo dal 2008/09 è divenutoun curriculum di Scienze Poli-tiche, ndr) siano realmentespendibili nel mondo del la-voro. Da qui l’idea di consul-tare tre testate fiorentinescoprendo, così, che un 110 elode non basta per accederealle redazioni, colpa della crisieconomica. Il boom delle lau-ree in comunicazione, infatti,è esploso suo malgrado alla vi-

gilia della contrazione econo-mica la quale, si sa, ha resodifficile un po’ per tutti trovareun’occupazione. Ma se per glialtri laureati è semplicementediminuita la domanda di la-voro, per i primissimi dottoriin Media e Giornalismo e Co-municazione Strategica si ècreato un paradosso ben illu-strato dal direttore del CorriereFiorentino, Paolo Ermini:“L’Università ha fatto esplo-dere l’informazione al suo in-terno come elemento diinteresse e formazione nel mo-mento in cui i giornali hannocominciato a segnare il passo,e temo che gli attuali insegna-menti siano rivolti di più alpassato e non al futuro”. Unproblema di non semplice so-luzione ed indubbiamente nonunica causa di una situazioneche prosegue da ben più anni. Ecco quindi entrare in gioco laseconda questione: la forma-

zione. Dagli aspiranti giorna-listi i direttori si aspettano unaconoscenza approfondita deimezzi di informazione nel loroconcreto, come ci ricordaGianluca Tenti, direttore de IlGiornale della Toscana: “Nonpotremo mai avere giornalistiche escono solo dalle univer-sità. È necessario anche averfatto pratica, capire il grado diresponsabilità nelle redazioni.Solo così il giovane può valu-tare se è tagliato o meno perfare questo mestiere”. Per-tanto, l’imperativo d’ordine èmeno teoria e più pratica,meno storia del giornalismo-comunque fondamentale percomprendere l’evoluzione e le

dinamiche del mestiere - emaggiore acquisizione di com-petenze pratiche. Nel frattempo molti giovanilaureati puntano tutto suglistage, loro croce e delizia;spesso circoli viziosi, altrevolte quasi ai margini dellalegge, i tirocini raramente sitrasformano in contratti di col-laborazione. Al momento, quindi, l’unicavia facilmente percorribile èquella suggerita da LauraMontanari, di “La Repubblica-Firenze”, che non ha mancatodi sottolineare come “questicorsi di laurea siano una ri-sorsa interessante per il mondodell’informazione in Toscana.Penso che potremmo lavoraretutti insieme organizzando ini-ziative di approfondimentoanche sui cambiamenti dellanostra professione”. Non restache augurarci che ciò si con-cretizzi il prima possibile.

ACCORCIAMO LEDISTANZE

ISTRUZIONE E FORMAZIONE UniCittà - Giugno/Luglio 2010 13

IL CONFRONTOMondo della “formazione” e dell’ “informazione”messi gli uni di fronte agli altri sul tema giornalismo

FUTURE COLLABORAZIONILe redazioni hanno mostrato grande disponibi-lità a future forme di collaborazione con l’Ateneo

“Siamo in un mondo dove il domani èdiverso dall’oggi:non vanno insegnatetecniche, ma il metodo che permetta diaffrontare tecniche sempre diverse”

Dalle redazioni dei quotidiani l’impera-tivo d’ordine è meno teoria e più pra-tica, insegnamenti rivolti al futuro enon al passato, utilizzo degli stage

CARLO SORRENTINO LE REDAZIONI FIORENTINE

Il dato cheemerge è larichiesta di uncontatto direttotra Università emondo delgiornalismo

IL SONDAGGIO

LE REAZIONI

Carlo Sorrentino:il corso avrebbebisogno di piùtempo e di certecompetenzedifficili da repe-rire a risorse zero

I GIORNALISTI

Gli addetti ailavori: la crisidell’editoriaincide sulla do-manda di nuovefigure, ma i corsiuniversitarivanno migliorati

Un dibattito tra giornalisti e docenti sul tema “Media e Università” Studenti in redazione nell’ambito dell’iniziativa di UniCittà

Carlo Sorrentino

VIRGINIA MARTINILUCA PIERATTINI

Il concetto è chiaro: “Abbiamoun problema!”. Questa è la sin-

tesi delle risposte emerse da unsondaggio somministrato agli stu-denti dei Corsi di Laurea (Cdl) di“Media e Giornalismo” (dall’a.a.2008/09 divenuto uno dei curri-cula del Cdl Scienze Politiche) e“Comunicazione strategica”dell’Ateneo fiorentino; ma era

sufficiente ascoltare le voci di cor-ridoio e le chiacchiere da bar peraccorgersi dell’esistenza di un’in-soddisfazione di fondo presentegià da tempo. Volendo approfon-dire le ragioni di questo malcon-tento, ed ascoltando dunque ilparere dei diretti interessati,emerge che ben il 63% degli stu-denti intervistati (un totale di 130)si ritiene poco o per niente soddi-sfatto del proprio Corso di Laurea.Un dato piuttosto evidente, ma senon bastasse a convincere i più

diffidenti, c’è altro: il 98% degliintervistati, infatti, modifiche-rebbe la struttura del corso che,così com’è, sembra proprio nonfunzionare. “Meno sociologia e più materiegiornalistiche!”: questo è l’ap-pello lanciato dalla maggioranzadegli studenti, stanchi del grannumero di insegnamenti distampo sociologico – simili percontenuti, ma differenti nelnome – da sostituire con attività

pratiche svolte da esperti del me-stiere, poiché secondo gli stu-denti “non è concepibile chequeste siano presenti nei piani distudio solo come opzionali! Sitratta di un corso in ‘Media eGiornalismo’, non in ‘Media eSociologia’!”. Se si pensa, poi,che il 52% degli intervistatiaspira ad un futuro da giornalista(e soltanto il 2% a quello di so-ciologo), diventa ancora piùforte la necessità di un contattodiretto tra Università e mondo

del giornalismo. Da qui nasce la sfiducia che igiovani nutrono verso il propriofuturo lavorativo, con il 91% diquesti che crede che il corsooffra poche o nulle opportunitàdi inserimento nel mondo del la-voro. Ma se vogliamo dirla tutta,anche la presenza dei “Media”nel nome del corso non con-vince del tutto: una delle carenzepiù gravi emerse dall’indagine,infatti, è la quasi totale assenza

di materie improntate all’utilizzodelle nuove tecnologie e deinuovi media, sempre più richie-sti per lo svolgimento della pro-fessione. Chi ha avutoesperienze Erasmus sottolinea inmaniera netta questo “ritardo”italiano: “Nelle università spa-gnole ti mettono in mano unaReflex e una telecamera dicen-doti ‘impara!’ e ci sono studi te-levisivi dentro il Polo: cose, pernoi, dell’altro mondo. Bene lateoria, ma il pratico vince sem-

pre.” Tra le tante accuse rivoltea questo indirizzo, che oscillanotra “un calendario delle lezioniassolutamente senza senso” e “ilbaronato dei professori”, a vin-cere il primo premio come ilprincipale difetto è proprio l’ec-cesso di “teoria” rispetto allaquasi totale assenza di “pratica”,una carenza rilevata dal 46%degli studenti. Una consola-zione? Edifici ed aule nuove econfortevoli, che poche facoltàhanno il privilegio di vantare.

Futuri giornalisti? Il 91% non ci credeLA SODDISFAZIONE DEGLI STUDENTI PER IL PROPRIO CDL

PERCEZIONE POSSIBILITÀ D’INSERIMENTO NELL’EDITORIA

I NUMERI

85% la percentuale degli stu-denti che ha scelto i Cdl“Media e Giornalismo” e“Comunicazione strategica”poiché ritenuti inerenti con leproprie ambizioni lavorative.91% la quota di chi crede ilproprio percorso formativopoco o per nulla utile ai finidell’inserimento nell’ambitodel giornalismo76% la cifra di chi si dichiarapoco o per niente soddisfattodel proprio Cdl47% gli studenti che riten-gono il corpo docente del pro-prio cdl “abbastanza”competente47% gli iscritti che valutanoil proprio cdl troppo teorico epoco pratico. 130 gli studenti che hannopartecipato al sondaggio

IL CONSIGLIO AGLI STUDENTI Importante la scelta degli studi da intraprendere ed il ruolo degli stage

Scegliere con attenzione il proprio percorso di studiSe solo fino a qualche anno fa la sola certificazione

di laurea garantiva un’occupazione rapida ed inlarga parte coerente con i propri studi, nell’attuale edelicato momento storico si nota un indebolimentodel valore (del solo) “pezzo di carta”. Un’inchiestadel settimanale L’Espresso (pubblicata sul n°20 indata 20/05/2010) hasottolineato come ilaureati trovino la-voro e guadagninodi più rispetto ailoro coetanei inpossesso di un titolodi studio inferiore, ma “a patto di sapere aspettare econtinuare a formarsi”. La prof.ssa Alacevich, Preside della Facoltà diScienze Politiche “Cesare Alfieri” e docente di Socio-logia del lavoro, in merito alla discrepanza percepitatra la formazione universitaria e le richieste, le attesee la realtà del mondo del lavoro, rileva che “conoscerele richieste del mercato non è cosa facile, poiché si

possono conoscere quelle del momento, mentre lapianificazione dei corsi di studio “sforna” studentipreparati almeno cinque o sei anni dopo”, sugge-rendo però agli studenti “di scegliere con attenzioneil percorso di studi, perché ci sono curricula scelti da

pochi, ma che offronosuperiori possibilitànel mondo del lavoro,rispetto ad altri per-corsi più gettonati”.La ricetta per ogni uni-versitario lungimirantesi compone prevalen-

temente di esperienze, le quali possono derivareanche da un tirocinio (“scegliendolo bene e facen-dolo bene”), la cui utilità non deve semplicementeessere quella di “acquisire CFU”: insomma – con-clude la prof.ssa Alacevich – gli studenti “devonofare la loro parte. Nessuno,nemmeno la miglioredelle università, potrà mai sostituirsi all’imprendito-rialità individuale”.

A sostegno dello studente, Comune di Firenze edAteneo stanno cercando di implementare la lorocooperazione tramite la crea-zione di iniziative che siintegrino parallela-mente con i percorsidi studio. Su questatraiettoria si posi-ziona il progettoNOVOLAB: uncentro in cui forma-zione e lavoro si in-c o n t r a n o ,proprio all’in-terno del Polodelle ScienzeSociali di Novoli.I buoni propositi fanno ben sperare, speriamo chesi trasformino in fatti concreti, sui quali fare affida-mento.

(lor.mor.)

Un sondaggio mostra l’insoddisfazione degli studenti fiorentini per i corsi di “comunicazione”

ISTRUZIONE E FORMAZIONE UniCittà - Giugno/Luglio 2010 12

IL DISTACCO TRA UNIVERSITÀ E LAVOROCresce la preoccupazione tra gli studenti di “Media e Giornalismo” e“Comunicazione strategica”che non reputano la propria formazione adeguata

Tra le carenze denunciate una delle piùgravi è l’assenza di materie legateall’utilizzo di new media e lo scarsoconfronto con esperti del mestiere

“Ci sono curricula scelti da poco, mache offrono superiori possibilità nelmondo del lavoro, rispetto ad altripercorsi più gettonati”

Page 13: Unicittà N° 0

“La supremazia dellapratica sulla teoria èuna stupidaggine”

Si guardi di meno alpassato e si associ lapratica alla teoria

MARCELLO ACCANTO

LORENZO MORI

Il 63% degli studenti è insoddi-sfatto del corso di laurea in

“Media e giornalismo”. E’ undato allarmante che necessità dialcune riflessioni. In particolare,quello che gli studenti lamentanoè la mancanza di un percorsoformativo coerente. Secondo ilprof. Carlo Sorrentino - attualedelegato del Rettore alla Comu-nicazione, ma Presidente dell’al-lora Cdl “Media e Giornalismo”,le cause di questo malcontentogenerale vanno riscontrate nellaistituzione recente del corso dilaurea e nella difficoltà di repe-rire sul mercato le adeguate

competenze: “Noi siamo partitida zero circa 10 anni fa. Neancheio sono soddisfatto appieno delladidattica del corso, ma penso checi voglia del tempo per degli ag-giustamenti. (Il corso) Ha biso-gno di tante competenze, diconvocare sapere specialistici,che è difficile reperire a risorsezero”. L’insoddisfazione nasce neiprimi contatti col mondo del la-voro, secondo una duplice moti-vazione. Da una parte, il corso di laureanon sembra offrire un adeguatobagaglio di conoscenze per intra-prendere una carriera professio-nale; dall’altra, è la stessa realtàlavorativa che spesso si posi-ziona “lontano dall’università,non riconosce appieno il valoredella formazione, sottovalutandoil titolo di studio”, come rileva ilProf. Sorrentino, che inoltre sot-tolinea come il mondo del lavoro“preferisca per gli stessi ruoli

anche figure provenienti da altripercorsi”, oltre a non essere ingrado di assorbire l’enorme moledi laureati nelle materie di comu-nicazione. C’è però una nota dimerito sulla quale il prof. Sorren-tino invita a riflettere : “Il corpodirigente in comunicazione dellarealtà toscana proviene dai nostristudi”, ma – a nostro avviso – èuna percentuale troppo bassa peressere soddisfatti. Come giustificare la mancanzadi una formazione pratica (all’in-terno del corso di laurea) che fa-vorisca l’inserimento nel mondodel lavoro? Il corso di laurea in-clude in sé il grande mondo delleScienze Sociali, che per naturaprivilegiano la riflessione sul-

l’esercizio. Questo nasce da con-siderazioni non obiettabili:“Inqualsiasi mestiere vi è una pra-tica, che deve susseguirsi ad unateoria” – aggiunge il prof. Sor-rentino – “Siamo in un mondo incui il domani è già molto diversodall’oggi, oggi è già enorme-mente diverso dallo ieri. Io nondevo insegnare tecniche, devoinsegnare il metodo che permettadi affrontare tecniche che cam-biano giorno dopo giorno. Vo-gliamo formare le menti in modoche siano flessibili”. Ma questavisione è sottovalutata in granparte dal giornalismo, dove – perstessa ammissione del prof. Sor-rentino – ”lo sguardo anticosulla professione considera solocome percorso formativo la ga-vetta, basandosi su banalitàcome il fiuto ed il giornalista ar-tigiano: la supremazia della pra-tica sulla teoria èsostanzialmente una stupidag-gine”.

GIULIA BORSI

Con almeno due genera-zioni di laureati in “Media

e Giornalismo” e “Comunica-zione Strategica” “a piede li-bero” è lecito chiedersi quantoquesti due Corsi di Laurea (ilprimo dal 2008/09 è divenutoun curriculum di Scienze Poli-tiche, ndr) siano realmentespendibili nel mondo del la-voro. Da qui l’idea di consul-tare tre testate fiorentinescoprendo, così, che un 110 elode non basta per accederealle redazioni, colpa della crisieconomica. Il boom delle lau-ree in comunicazione, infatti,è esploso suo malgrado alla vi-

gilia della contrazione econo-mica la quale, si sa, ha resodifficile un po’ per tutti trovareun’occupazione. Ma se per glialtri laureati è semplicementediminuita la domanda di la-voro, per i primissimi dottoriin Media e Giornalismo e Co-municazione Strategica si ècreato un paradosso ben illu-strato dal direttore del CorriereFiorentino, Paolo Ermini:“L’Università ha fatto esplo-dere l’informazione al suo in-terno come elemento diinteresse e formazione nel mo-mento in cui i giornali hannocominciato a segnare il passo,e temo che gli attuali insegna-menti siano rivolti di più alpassato e non al futuro”. Unproblema di non semplice so-luzione ed indubbiamente nonunica causa di una situazioneche prosegue da ben più anni. Ecco quindi entrare in gioco laseconda questione: la forma-

zione. Dagli aspiranti giorna-listi i direttori si aspettano unaconoscenza approfondita deimezzi di informazione nel loroconcreto, come ci ricordaGianluca Tenti, direttore de IlGiornale della Toscana: “Nonpotremo mai avere giornalistiche escono solo dalle univer-sità. È necessario anche averfatto pratica, capire il grado diresponsabilità nelle redazioni.Solo così il giovane può valu-tare se è tagliato o meno perfare questo mestiere”. Per-tanto, l’imperativo d’ordine èmeno teoria e più pratica,meno storia del giornalismo-comunque fondamentale percomprendere l’evoluzione e le

dinamiche del mestiere - emaggiore acquisizione di com-petenze pratiche. Nel frattempo molti giovanilaureati puntano tutto suglistage, loro croce e delizia;spesso circoli viziosi, altrevolte quasi ai margini dellalegge, i tirocini raramente sitrasformano in contratti di col-laborazione. Al momento, quindi, l’unicavia facilmente percorribile èquella suggerita da LauraMontanari, di “La Repubblica-Firenze”, che non ha mancatodi sottolineare come “questicorsi di laurea siano una ri-sorsa interessante per il mondodell’informazione in Toscana.Penso che potremmo lavoraretutti insieme organizzando ini-ziative di approfondimentoanche sui cambiamenti dellanostra professione”. Non restache augurarci che ciò si con-cretizzi il prima possibile.

ACCORCIAMO LEDISTANZE

ISTRUZIONE E FORMAZIONE UniCittà - Giugno/Luglio 2010 13

IL CONFRONTOMondo della “formazione” e dell’ “informazione”messi gli uni di fronte agli altri sul tema giornalismo

FUTURE COLLABORAZIONILe redazioni hanno mostrato grande disponibi-lità a future forme di collaborazione con l’Ateneo

“Siamo in un mondo dove il domani èdiverso dall’oggi:non vanno insegnatetecniche, ma il metodo che permetta diaffrontare tecniche sempre diverse”

Dalle redazioni dei quotidiani l’impera-tivo d’ordine è meno teoria e più pra-tica, insegnamenti rivolti al futuro enon al passato, utilizzo degli stage

CARLO SORRENTINO LE REDAZIONI FIORENTINE

Il dato cheemerge è larichiesta di uncontatto direttotra Università emondo delgiornalismo

IL SONDAGGIO

LE REAZIONI

Carlo Sorrentino:il corso avrebbebisogno di piùtempo e di certecompetenzedifficili da repe-rire a risorse zero

I GIORNALISTI

Gli addetti ailavori: la crisidell’editoriaincide sulla do-manda di nuovefigure, ma i corsiuniversitarivanno migliorati

Un dibattito tra giornalisti e docenti sul tema “Media e Università” Studenti in redazione nell’ambito dell’iniziativa di UniCittà

Carlo Sorrentino

VIRGINIA MARTINILUCA PIERATTINI

Il concetto è chiaro: “Abbiamoun problema!”. Questa è la sin-

tesi delle risposte emerse da unsondaggio somministrato agli stu-denti dei Corsi di Laurea (Cdl) di“Media e Giornalismo” (dall’a.a.2008/09 divenuto uno dei curri-cula del Cdl Scienze Politiche) e“Comunicazione strategica”dell’Ateneo fiorentino; ma era

sufficiente ascoltare le voci di cor-ridoio e le chiacchiere da bar peraccorgersi dell’esistenza di un’in-soddisfazione di fondo presentegià da tempo. Volendo approfon-dire le ragioni di questo malcon-tento, ed ascoltando dunque ilparere dei diretti interessati,emerge che ben il 63% degli stu-denti intervistati (un totale di 130)si ritiene poco o per niente soddi-sfatto del proprio Corso di Laurea.Un dato piuttosto evidente, ma senon bastasse a convincere i più

diffidenti, c’è altro: il 98% degliintervistati, infatti, modifiche-rebbe la struttura del corso che,così com’è, sembra proprio nonfunzionare. “Meno sociologia e più materiegiornalistiche!”: questo è l’ap-pello lanciato dalla maggioranzadegli studenti, stanchi del grannumero di insegnamenti distampo sociologico – simili percontenuti, ma differenti nelnome – da sostituire con attività

pratiche svolte da esperti del me-stiere, poiché secondo gli stu-denti “non è concepibile chequeste siano presenti nei piani distudio solo come opzionali! Sitratta di un corso in ‘Media eGiornalismo’, non in ‘Media eSociologia’!”. Se si pensa, poi,che il 52% degli intervistatiaspira ad un futuro da giornalista(e soltanto il 2% a quello di so-ciologo), diventa ancora piùforte la necessità di un contattodiretto tra Università e mondo

del giornalismo. Da qui nasce la sfiducia che igiovani nutrono verso il propriofuturo lavorativo, con il 91% diquesti che crede che il corsooffra poche o nulle opportunitàdi inserimento nel mondo del la-voro. Ma se vogliamo dirla tutta,anche la presenza dei “Media”nel nome del corso non con-vince del tutto: una delle carenzepiù gravi emerse dall’indagine,infatti, è la quasi totale assenza

di materie improntate all’utilizzodelle nuove tecnologie e deinuovi media, sempre più richie-sti per lo svolgimento della pro-fessione. Chi ha avutoesperienze Erasmus sottolinea inmaniera netta questo “ritardo”italiano: “Nelle università spa-gnole ti mettono in mano unaReflex e una telecamera dicen-doti ‘impara!’ e ci sono studi te-levisivi dentro il Polo: cose, pernoi, dell’altro mondo. Bene lateoria, ma il pratico vince sem-

pre.” Tra le tante accuse rivoltea questo indirizzo, che oscillanotra “un calendario delle lezioniassolutamente senza senso” e “ilbaronato dei professori”, a vin-cere il primo premio come ilprincipale difetto è proprio l’ec-cesso di “teoria” rispetto allaquasi totale assenza di “pratica”,una carenza rilevata dal 46%degli studenti. Una consola-zione? Edifici ed aule nuove econfortevoli, che poche facoltàhanno il privilegio di vantare.

Futuri giornalisti? Il 91% non ci credeLA SODDISFAZIONE DEGLI STUDENTI PER IL PROPRIO CDL

PERCEZIONE POSSIBILITÀ D’INSERIMENTO NELL’EDITORIA

I NUMERI

85% la percentuale degli stu-denti che ha scelto i Cdl“Media e Giornalismo” e“Comunicazione strategica”poiché ritenuti inerenti con leproprie ambizioni lavorative.91% la quota di chi crede ilproprio percorso formativopoco o per nulla utile ai finidell’inserimento nell’ambitodel giornalismo76% la cifra di chi si dichiarapoco o per niente soddisfattodel proprio Cdl47% gli studenti che riten-gono il corpo docente del pro-prio cdl “abbastanza”competente47% gli iscritti che valutanoil proprio cdl troppo teorico epoco pratico. 130 gli studenti che hannopartecipato al sondaggio

IL CONSIGLIO AGLI STUDENTI Importante la scelta degli studi da intraprendere ed il ruolo degli stage

Scegliere con attenzione il proprio percorso di studiSe solo fino a qualche anno fa la sola certificazione

di laurea garantiva un’occupazione rapida ed inlarga parte coerente con i propri studi, nell’attuale edelicato momento storico si nota un indebolimentodel valore (del solo) “pezzo di carta”. Un’inchiestadel settimanale L’Espresso (pubblicata sul n°20 indata 20/05/2010) hasottolineato come ilaureati trovino la-voro e guadagninodi più rispetto ailoro coetanei inpossesso di un titolodi studio inferiore, ma “a patto di sapere aspettare econtinuare a formarsi”. La prof.ssa Alacevich, Preside della Facoltà diScienze Politiche “Cesare Alfieri” e docente di Socio-logia del lavoro, in merito alla discrepanza percepitatra la formazione universitaria e le richieste, le attesee la realtà del mondo del lavoro, rileva che “conoscerele richieste del mercato non è cosa facile, poiché si

possono conoscere quelle del momento, mentre lapianificazione dei corsi di studio “sforna” studentipreparati almeno cinque o sei anni dopo”, sugge-rendo però agli studenti “di scegliere con attenzioneil percorso di studi, perché ci sono curricula scelti da

pochi, ma che offronosuperiori possibilitànel mondo del lavoro,rispetto ad altri per-corsi più gettonati”.La ricetta per ogni uni-versitario lungimirantesi compone prevalen-

temente di esperienze, le quali possono derivareanche da un tirocinio (“scegliendolo bene e facen-dolo bene”), la cui utilità non deve semplicementeessere quella di “acquisire CFU”: insomma – con-clude la prof.ssa Alacevich – gli studenti “devonofare la loro parte. Nessuno,nemmeno la miglioredelle università, potrà mai sostituirsi all’imprendito-rialità individuale”.

A sostegno dello studente, Comune di Firenze edAteneo stanno cercando di implementare la lorocooperazione tramite la crea-zione di iniziative che siintegrino parallela-mente con i percorsidi studio. Su questatraiettoria si posi-ziona il progettoNOVOLAB: uncentro in cui forma-zione e lavoro si in-c o n t r a n o ,proprio all’in-terno del Polodelle ScienzeSociali di Novoli.I buoni propositi fanno ben sperare, speriamo chesi trasformino in fatti concreti, sui quali fare affida-mento.

(lor.mor.)

Un sondaggio mostra l’insoddisfazione degli studenti fiorentini per i corsi di “comunicazione”

ISTRUZIONE E FORMAZIONE UniCittà - Giugno/Luglio 2010 12

IL DISTACCO TRA UNIVERSITÀ E LAVOROCresce la preoccupazione tra gli studenti di “Media e Giornalismo” e“Comunicazione strategica”che non reputano la propria formazione adeguata

Tra le carenze denunciate una delle piùgravi è l’assenza di materie legateall’utilizzo di new media e lo scarsoconfronto con esperti del mestiere

“Ci sono curricula scelti da poco, mache offrono superiori possibilità nelmondo del lavoro, rispetto ad altripercorsi più gettonati”

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GIUSEPPE TEMPESTINI

Tra i diversi gruppi di stu-denti stranieri presenti a

Firenze, negli ultimi mesisono saliti più volte agli onoridella cronaca gli studenti pro-venienti dall’Iran: FlorenceGreen Wave, compagine fio-rentina del movimento chepromuove la pace e la demo-crazia in Iran a seguito deipresunti brogli elettorali delloscorso giugno, è sostenuta da

di giugno per organizzarel’esposizione della bandieraverde da Palazzo Vecchio”),oltre ad aver avuto rapporti conl’ARCI in occasione dellanotte bianca Oltrarno del luglio2009 e con l’ANPI per l’orga-nizzazione della tappa fioren-tina della marcia della pace

tenutasi l’11 No-vembre. Allostesso tempo, ilp r e s i d e n t edell’Onda Verdedi Firenze, rilevacome da quando

l’emergenza iraniana non è piùargomento di cronaca sia di-ventato molto più difficile ot-tenere risposte ed appoggio daparte delle varie realtà dellacittà. Ad esempio lo scorso di-cembre non è stato possibiledefinire una giornata ufficialedell’Università fiorentina insostegno al movimento per ladifficoltà nel trovare un inter-locutore diretto. Allo stesso modo, escludendoqualche permesso della que-stura per organizzazioni auto-nome, avere rispostedall’amministrazione comu-nale o dalle stesse associazionicon cui hanno collaborato pre-cedentemente è stato sempre

I ragazzi, infatti, raccontano diaver collaborato in diverse oc-casioni con il Comune di Fi-renze (“Siamo stati contattati

direttamente dall’amministra-zione comunale lo scorso mese

un gruppo di giovani studenti(che chiedono di rimanere ano-nimi vista la difficile situazionepolitica nel proprio paese) chenegli ultimimesi hannoavuto diversicontatti con leamministra-zioni e la realtàassociazioni-stica fiorentinaper vari eventi di sostegno allapace in Iran.

più complesso, anche solo perottenere uno spazio dedicatoper gestire le proprie attività:“Abbiamo ricevuto rispostapositiva dal Sindaco Renzimesi fa, in cui si impegnava ametterci in contatto con un re-sponsabile del comune che po-teva fornirci uno spazio diaggregazione, ma ad oggi an-cora nulla”. Il movimento sidice quindi felice della costitu-zione di una rete di contatto traassociazioni dedite all’integra-zione culturale: “Un punto diriferimento per poter gestire icontatti con le istituzioni sa-rebbe utilissimo, renderebbepiù semplice organizzareeventi e diffondere la voce atutti gli interessati”.

Iran: anche a Firenze l’Onda verdeLA QUESTIONE

ANNALISA AUSILIO

Sono molte le associazioni stu-dentesche che promuovono

cooperazione e integrazione attra-verso iniziative che coinvolgonol’Ateneo fiorentino e il contestocittadino. Principi di fondo con-vergenti muovono le diverse realtàad impegnarsi in modo originalein attività eterogenee.Studenti stranieri hanno dato vitaad associazioni con l’intento di in-coraggiare la conoscenza dellacultura del loro paese e migliorarela vita universitaria dei propri con-nazionali. Da queste esigenze na-scono nel 2004 l’Unione degliStudenti Africani (USAF) e nel2005 l’Albania Students of theUniversity of Florence (ASUF),associazioni che si impegnanonell’organizzazione di serate cul-turali con mostre fotografiche, sfi-late di vestiti, degustazione di piattitradizionali ed esibizioni musicali.Un’occasione che permette amolti di avvicinarsi ad una culturalontana e agli studenti di tenerevive le proprie tradizioni, ma lalunga trafila burocratica, però, ral-lenta le iniziative o, nei casi peg-giori, ne impedisce larealizzazione: “Ogni volta che bi-

sogna organizzare un evento ini-zia il rimbalzo fra gli uffici del-l’Ardsu e quelli dell’Università”– spiega Ermenita Zyca, vicepre-sidente di ASUF – “Le autoriz-zazioni per l’utilizzo dei locali si

ottengono con fatica per la man-canza di comunicazione fra glienti”. La “non-comunicazione”che spesso caratterizza anche ilrapporto fra Ateneo e Comune èuno dei motivi del disagio dellematricole che arrivano da paesistranieri:“Ricevo a settembre

dalle ambasciate africane il nu-mero degli studenti che arrivanoin Italia, andiamo a prenderli al-l’aeroporto e cerchiamo di orien-tarli nei primi passi” - chiarisceFabrice Mbianda, Presidente di

USAF- “Stiamo cercando di otte-nere dei locali dove ospitare inuovi studenti in attesa di assegna-zione dell’alloggio”. E’ un pro-getto complicato dato chel’amministrazione locale non

esplica in maniera univoca l’iterche l’associazione deve seguireper la concessione di strutture ido-nee. USAF propone, pertanto, larealizzazione di una rete informa-tiva fra le due realtà, con scambiodi notizie utili fra il sito dell’Ate-

neo e quello del Comune: sarebbeil primo passo per creare coordi-namento e sinergia. ASUF, invece,per rendere meno traumatico ilprimo impatto delle matricole conl’Università, suggerisce di miglio-

rare l’attività dell’Ufficio per gliStudenti Stranieri che stenta a de-collare, dato il suo funzionamentobasato esclusivamente sul contri-buto volontario degli studenti. Incentrata sul tema della coopera-zione è un’associazione nata nel2004 dai Corsi di Laurea in “Svi-luppo Economico eCoopera-zione Inter-nazionale” ed“Economiadello sviluppoAv a n z a t a ”dell’Ateneo fio-rentino: l’ Asso-c i a z i o n eUniversitariaCooperazioneallo Sviluppo( A U C S ) .Molte sono leattività diquesta realtàcome l’introduzione all’in-terno del Polo delle Scienze So-ciali di Novoli della raccoltadifferenziata di carta e plastica e didistributori di prodotti Equo e So-lidali, la visione di documentari,conferenze e raccolte fondi.AUCS collabora con molte asso-ciazioni esterne al contesto univer-

sitario: Anelli Mancanti, Ucodep,Good Samaritan Mission, oltre apartecipare partecipano con wor-kshop ad iniziative importanti perla città di Firenze, come “TerraFutura”. Il loro operato è

s e m -pre stato contraddistinto

da un rapporto collaborativo conl’Università e quasi inesistentecon l’amministrazione locale. Au-spicano, quindi, un dialogo oriz-zontale fra l’Università e la cittàche permetta alle associazioni dioperare come parte attiva nel con-testo cittadino e ai cittadini di com-prendere meglio la situazionedegli studenti. Come sostiene“Asuf” è fondamentale integraregli spazi di socializzazione univer-sitari dentro la città e viceversa.Sarebbe il primo passo per rom-pere il silenzio fra due realtà checonvivono uno dentro l’altra mache non si conoscono.

Studenti stranieri: “Ci siamo anche noi”

INTEGRAZIONE E COOPERAZIONE UniCittà - Giugno/Luglio 2010 14

L’INTERNAZIONALITÀ DI FIRENZEStudenti albanesi, africani ed iraniani hanno dato vita ad associazioni chefavoriscono l’inserimento dei propri connazionali nel contesto fiorentino

Sull’integrazione e la cooperazione Firenze può vantare un potenziale enorme

Le associazioni degli studenti albanesi edafricani vogliono incoraggiare la cono-scenza della propria cultura e migliorarel’integrazione dei propri connazionali

AUCS è impegnata attivamente ininiziative legate al tema della coopera-zione dello sviluppo, ma i rapporti conl’amministrazione comunale sono scarsi

Da quando i diritti civili in Iran nonsono più oggetto di attualità per il mo-vimento verde fiorentino è sempre piùdifficile ottenere appoggio dalla Città

L’esposizione della bandieraverde in Comune

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ANDREA ANGELONIMARCELLO ACCANTO

Sul piano culturale, Firenzepuò considerarsi una città

spenta? Esistono fermenti con-temporanei in grado di destare la“culla del Rinascimento” dal suotorpore secolare? Città e Univer-sità che ruolo giocano in tuttoquesto? Lo abbiamo chiesto a duegiovani associazioni impegnate avalorizzare l’offerta culturale e ar-tistica nel territorio fiorentino. “Così è se ci Pare” (C) nasce nel2008 con gli obiettivi dell’auto-formazione e dell’organizzazionedi eventi volti ad approfondire te-

matiche di rilevanza sociale. Iltutto con lo scopo di fornire aipartecipanti strumenti per com-prendere il presente. Gli ideatori(Jacopo Visani, Ariele Niccoli,Daniele Bucciarelli, FiammettaLari, Azzurra Simoncini) sono ra-gazzi animati dall’interesse per lacondivisione del sapere.

“Immaginae” (I) nasce nel 2010con lo scopo di diffondere il prin-cipio del sapere come strumentodi coesione sociale, promuovendola rivalutazione del patrimonio ar-tistico e culturale e creando luoghid’incontro e scambio di idee. E’costituita da giovani professionisti(Sergio Villani, AlessandroPumpo, Marta Mandolini) cheuniscono le proprie forze per rag-giungere tali finalità.Partiamo dal nodo principale,come giudicate la realtà cultu-rale fiorentina?I: “Firenze non è una città morta,né una città vecchia; esiste una re-altà sopita, in attesa di nuove idee

e nuove proposte per emergere. AFirenze ci sono numerosi luoghidi incontro, di cultura, che spessonon sono conosciuti dal tessutocittadino. La volontà da parte dimolte persone nel ricercare nuovesoluzioni esiste; è necessario darel’input iniziale, lo stimolo cultu-rale affinché tutto questo possa

emergere”.C: “Vi è una discreta vivacità cul-turale che tuttavia, a causa di unaeccessiva frammentazione degliintenti, difficilmente raggiunge ri-sultati apprezzabili in termini diqualità e di impatto sulla sensibi-lità cittadina. A nostro avvisocausa della frammentazione è unatroppo labile esigenza di cono-scenza e collaborazione reciprocatra le varie realtà culturali di Fi-renze, al fine precipuo di delineareobiettivi condivisi”.“Immaginae” ha recentementerealizzato l’evento Florence De-sign Week, di che si tratta?“Il FDW si propone di colmareun'esigenza manifestata da moltepersone: la necessità di abbrac-ciare la sfera del contemporaneoin una città seduta sulla sua es-senza rinascimentale, la volontà diallontanare un vuoto che impedi-sce agli artisti di esprimersi edavere visibilità. Si tratta di unostrumento per dare a Firenze unanuova linfa per una nuova tipolo-gia di turismo, in linea con unacittà giovane, innovativa, all'avan-guardia, che non dimentica il suopassato ma che guarda al futurocon interesse”.“Così è se ci Pare” organizza ta-vole rotonde, come nascono levostre iniziative?“Il primo passo è l’individuazionedi una tematica di stringente at-tualità e di rilevanza sociale che ciproponiamo di esplorare secondodiverse prospettive (storica, so-ciale, artistica), attraverso un’atti-vità di studio collettivo. Quindiorganizziamo un ciclo di incontripubblici coinvolgendo esperti edocenti universitari. Le confe-renze sono accompagnate da unmomento di socializzazione edialogo rappresentato da un buffete dalla proiezione di filmati atema. L’ultimo ciclo era intitolato“Cause ed effetti dell’attuale crisieconomica”.Vi siete mai rivolti all’ammini-

strazione comunale? Comepensate possa essere miglioratal’offerta culturale?I: “In realtà non abbiamo avuto ri-sposte, ed è questo che più di-spiace. Avremmo preferitoricevere un rifiuto piuttosto chevagare per i corridoi senza avereuna certezza. A conclusione ditutto, non siamo riusciti a capirecon chi parlare ed alla fine ab-biamo mollato la presa. Potrebbeessere migliorata puntando suprogetti che mirino alla visibilitàdi una Firenze contemporaneache esiste ma che non riesce ad emergere”.C: “Non abbiamo al momento

rapporti con l’amministrazionecomunale. Pensiamo che possamigliorare promuovendo l’aggre-gazione delle realtà culturalmenteattive a Firenze. Inoltre curando lascelta dei luoghi e dei linguaggi,con l’obiettivo di intercettare lacittadinanza in modo trasversalee coinvolgente”.

Università e studenti come ve-dono le vostre iniziative? Aveteun consiglio anche per l’Ate-neo?I: “Gli studenti universitari sonouna risorsa per tutti, sia per la cittàche per i nostri progetti. Incarnanolo spirito di innovazione che per-vade sempre i giovani. Mettere adisposizione gli spazi e le strutturedarebbe un gran prestigio all’Ate-neo senza la necessità di grandiinvestimenti, anche perché l’Uni-versità è per denominazione illuogo della cultura”.C: “Gli studenti universitari do-vrebbero rappresentare la linfa vi-tale a livello sociale e culturale in

ogni città. Per quanto riguarda lenostre iniziative, sono totalmenteorganizzate da studenti, il lorocontributo è essenziale. Gli ateneipotrebbero venirci incontro snel-lendo le procedure necessarie perottenere la possibilità di usufruiredegli spazi e della strumentazionedidattica”.

Il Florence design week Dal 24 al 29 maggio scorso si è tenuto il “Florence de-sign week”: la sei giorni organizzata da Immaginae hacontato 40 progetti di manifestazioni pubbliche al fiancodi 100 eventi di lancio, mostre, vernissage, showcase,etc. L’evento ha registrato il contributo partecipativo dioltre 160 organizzazioni, e la collaborazione internazio-nale con il “London design festival”.

FIRENZE E LA CULTURA

Per Così è Se Ci Pare vi èuna vivacità culturaleframmentata a causadell’assenza dicollaborazione tra le varierealtà culturali

ISTITUZIONI E DIALOGO

Sul rapporto col ComuneImmaginae lamental’assenza di risposte:“Avremmo preferito unrifiuto, piuttosto che va-gare per i corridoi”

Firenze non dorme, è solo in attesa

CULTURA E CONTEMPORANEITÀ UniCittà - Giugno/Luglio 2010 15

IL DIBATTITO CULTURALEIl parere degli studenti sul tema di un città che guarda solo al suo passato:il contributo delle associazioni universitarie Immaginae e Così è se ci pare

Il parere di due associazioni universitarie sulla vitalità culturale fiorentina

“Firenze non è una città morta, nè vec-chia: esiste una realtà sopita, in attesadi nuove idee e proposte per emergere:è necessario dare l’imput iniziale”

“L’Ateneo potrebbe venirci incontrosnellendo le procedure necessarie perpermetterci l’utilizzo di spazi estrumentazione didattica”

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