Tutto_Misure 04/2013

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TUTTO_MISURE- ANNO 15, N. 04 - 2013 ANNO XV N. 04 ƒ 2013 ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO/ Torino - nr 4 - Anno 15 - Dicembre 2013 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE EDITORIALE Buone feste (compatibilmente)! IL TEMA: IL FUTURO DELLE MISURE Intervista ai Presidenti GMEE e GMMT ALTRI TEMI Vibrometri Laser Metrologia fondamentale: Incertezza di misura - parte 2 Progetto MisuraInternet - parte 1 ARGOMENTI Metrologia forense in Italia Compatibilità elettromagnetica La norma 17025: Non conformità - parte IX LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ” TUTTO _MISURE TUTTO _MISURE

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L'unica Rivista Italiana interamente dedicata alle misure e al controllo di qualità - Direttore Franco Docchio

Transcript of Tutto_Misure 04/2013

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A F F I D A B I L I T À& T E C N O L O G I A

GRUPPO MISURE ELETTRICHEED ELETTRONICHE

EDITORIALEBuone feste (compatibilmente)!

IL TEMA: IL FUTURO DELLE MISURE

Intervista ai Presidenti GMEE e GMMT

ALTRI TEMIVibrometri Laser

Metrologia fondamentale:Incertezza di misura - parte 2

Progetto MisuraInternet - parte 1

ARGOMENTIMetrologia forense in Italia

Compatibilità elettromagneticaLa norma 17025:

Non conformità - parte IX

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORIORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

TUTTO_MISURETUTTO_MISURE

COPER TM 4-2013 29-11-2013 7:46 Pagina 1

Editoriale: Buone feste (compatibilmente)! (F. Docchio) 245Comunicazioni, Ricerca e Sviluppo, dagli Enti e dalle Imprese

Notizie nel campo delle misure e della strumentazione 251Il tema: Presente e futuro delle misure in Italia

Intervista ai nuovi Presidenti dei Gruppi Universitaridi Misure: GMME e GMMT (a cura della Redazione) 255

Gli altri temi: Misure OtticheStrumentazione laser per la misura delle vibrazioni (M. Benedetti, G. Capelli, M. Norgia, G. Giuliani) 263

Gli altri temi: Misure per le Telecomunicazioni Progetto MisuraInternet: indicatori di qualità e architetturadel sistema di misura (L. Angrisani, F. Flaviano) 267

Gli altri temi: Metrologia fondamentale Incertezza di misura: teoria coerente o edificio da ricostruire?Parte 2: due approcci rivali (N. Giaquinto) 271

Campi e compatibilità elettromagneticaStrumentazione di base nelle misure di CEM: Modello del Circuito Equivalente del Generatore di Impulsi Combinato 1,2/50 – 8/20 µs secondo la futura norma IEC 61000-4-5 ed. 3 (C. Carobbi, A. Bonci, M. Cati) 277

I Seriali di T_M: Misure e FidatezzaTecniche di analisi della fidatezza: FMEA - Failure Modes and Effects Analysis (M. Catelani, L. Cristaldi, M. Lazzaroni) 281

I Seriali di T_M: Conformità ed EfficaciaDalla conformità all’efficacia: Parte 6Assicurazione qualità dei dati (T. Miccoli) 287

Le Rubriche di T_M: Lettere al DirettoreLa Misura del consumo di suolo in Italia: ovvero “La misura dell’autolesionismo”...? (a cura di F. Docchio) 293

Le Rubriche di T_M: Metrologia legaleLa Metrologia Forense in Italia (V. Scotti) 295La realizzazione del Mercato Unico (M.C. Sestini) 297

Spazio Associazioni Universitarie di MisuristiDalle Associazioni Universitarie di Misuristi 299

Spazio delle altre AssociazioniNotizie dalle altre Associazioni 303

Lo Spazio degli IMPLa metrologia delle radiazioni ionizzanti nella radioterapiamolecolare (M. D’Arienzo, M. Capogni, P. De Felice) 305

Manifestazioni, eventi e formazione2014: eventi in breve 309

Commenti alle norme: la 17025Non conformità, azioni correttive, azioni preventive, reclami e miglioramento – Parte nona (N. Dell’Arena) 311

Storia e curiositàSegnali pneumatici nella metrologia: il TUBO,grande incompreso (M.F. Tschinke) 313Misurazioni “particolari”: tartarughe, laser showe windsurf... (a cura della Redazione) 317

Abbiamo letto per voi 240News 261-280-284-286-291-294-302-308-

310-312-315-316-319

TUTTO_MISUREIN QUESTO NUMERO

TUTTO_MISURE ANNO XVN. 04 ƒ

2013

Strumentazione laser per la misuradelle vibrazioni con tecniche di retro iniezioneLaser instrumentsfor vibrationmeasurementsM. Benedetti,G. Capelli, M. Norgia,G. Giuliani

263

Dalla conformità all’efficacia:parte 6 – Assicurazionequalità dei datiData qualityassuranceT. Miccoli

287

La metrologia delle radiazioniionizzanti nella radioterapia molecolareMetrology of ionizinzg radiations in molecularradiation therapyM. D’Arienzo,M. Capogni,P. De Felice

305

Progetto MisuraInternet: indicatoridi qualità e architetturadel sistema di misuraThe “MisuraInternet”Project: quality Indicatorsand measurement systemarchitectureL. Angrisani, F. Flaviano

267

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NEL MENABÒ HAI SCRITTO NUOVA CORRETTA - DOV É

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Happy holidays (if possibile)!

Buone feste (compatibilmente)!

Cari lettori!Sono in treno sulla lineaRoma-Brescia, di ritornodalla sede centrale delCNR dove, con i mag-giori rappresentanti dellaFotonica Italiana, abbia-mo dato il via alla costi-tuzione di una Piattafor-ma Italiana della Fotoni-ca, che rispecchi la Piat-

taforma Europea Photonics21 per un accessopiù accreditato, strutturato e organizzato alle“call” di Horizon 2020. Stiamo cercando dirimediare all’ormai tradizionale abitudine,tutta italiana, di giocare divisi su tutti i tavoli,perdendo sistematicamente la partita rispettoai Paesi più agguerriti e coesi (e non stiamoparlando della solita Germania: oggi ci simettono anche i Paesi più piccoli, e anchequelli di più recente annessione alla UE).Tutto ciò in un assordante silenzio dei nostriMinisteri (MIUR, MISE), che non appoggianole iniziative di ricercatori e imprese con laloro presenza in Europa.Richiamo alla vostra attenzione questa inizia-tiva perché la vedo (fortunatamente) contro-corrente, in un’epoca in cui in Italia sembraproprio che nessuno riesca a stare insieme anessun altro: partiti che si scindono, movi-menti nuovi e minuscoli che si creano, dia-spore, in una frammentazione drammaticada tutti contro tutti.Eppure non tutto va male, almeno sul frontedelle imprese se non su quello politico: neigiorni scorsi ero in visita a un’impresa storicadi Lumezzane, fornitrice di componenti auto-motive per tutti i major players italiani edeuropei, e i miei interlocutori mi dicevano chela produzione va a gonfie vele, con ordinati-vi fino al 2020 (tranne qualche “piccola” dif-ficoltà a essere pagati dai clienti italiani…), eche stavano aumentando le isole di lavoroper far fronte alle esigenze di produzione. Hocollegato questa esperienza a quanto midiceva oggi il più grosso produttore italianodi strumenti e sistemi laser: “Questo non è unperiodo di crisi… è un periodo di riassesta-

mento: se sei in grado di cogliere il cambia-mento e di adeguarti a esso (e in fretta), ripar-ti, altrimenti sei perduto. Non ha senso stare aguardare aspettando che il peggio sia passa-to”.Questo numero “prenatalizio” ha come temauna chiacchierata con i neopresidenti dei duemaggiori gruppi di ricercatori nel settore dellemisure, i colleghi Dario Petri e Michele Gaspa-retto. È un’occasione per toccare tutti i princi-pali temi d’interesse per Università e Imprese:il futuro della Ricerca, le luci e ombre della suavalutazione, il ruolo dei Dottorati di ricerca egli sbocchi dei suoi studenti nelle imprese, lo“sfinimento” dei nostri colleghi di ogni età,costretti a occuparsi valutazioni di corsi di stu-dio e qualità di didattica e ricerca (compitisacrosanti, per carità, ma in assenza di perso-nale adeguato a supporto…). Buona letturae… mi interessano i vostri commenti: se neavete, lo spazio delle lettere al Direttore è avostra disposizione! Oppure scrivetemi unamail!Si stanno scaldando i motori per la prossimaedizione di Affidabilità & Tecnologie, di cuitrovate un’ampia anticipazione nelle primepagine del numero. Aprile è alle porte, e leinnovazioni promesse dagli organizzatori del-l’evento sono significative. Il numero 1/2014vi aspetterà all’ingresso della manifestazione!Con gennaio inizierà il mio quinto anno didirezione: sembra ieri che ho cominciato ed ègià quasi un lustro. Spero che anche l’annoprossimo vi avrò come compagni di viaggio:ancora una volta esprimo il mio desiderio diavere riscontri da voi, su come migliorare larivista e renderla più gradevole e degna diessere letta. Scrivete a me o all’editore: faremotesoro dei vostri suggerimenti e delle vostre cri-tiche.

E, soprattutto, anche per quest’anno un fervidoaugurio di serene festività (compatibilmentecon le difficoltà, i dubbi e le incertezze di que-sti tempi) da parte della Proprietà, dell’Editore,e mia personale.

Franco Docchio

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I protagonisti dell’Innovazione Competitiva in ambito manifatturierosi danno appuntamento all’ottava edizione di AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIE

(Torino, 16/17 aprile 2014)

La manifestazione specialistica n° 1 in Italia:Soluzioni Innovative o non Convenzionali

concretamente applicabili per la crescita aziendale

Tecfo®

Tecnologie Fotoniche, Sensori e Sorgenti laserSeconda edizione 16-17 aprile 2014, evento collegato con A&T 2014

Dopo il successo della scorsa edizione 2013, TecFo cresce ulteriormente e dedica ampio spazio alle tecnologie fotoniche,sempre più utilizzate nell’industria e nella ricerca per affrontare le attuali sfide tecnologiche.Tra le novità da segnalare, è prevista una forte crescita espositiva di sensori ottici e componentistica, soluzioni e tecnolo-gie di image processing, sorgenti laser. Un focus di particolare attenzione sarà dedicato alle micro lavorazioni e alle salda-ture speciali, applicazioni funzionali a risolvere le sfide tecnologiche delle filiere industriali automotive, elettronica, aero-spazio, robotica, e non solo.

5 zone speciali

Progettazione

Produzione

Testing e Metrologia

Z1: Testing - Banchi prova - Acquisizione dati - SensoriZ2: Metrologia - Prove di laboratorio - Caratterizzazione materiali - TaraturaZ3: Robot - Visione artificiale - Tracciabilità - Controlli in produzione - ManutenzioneZ4: Lavorazioni materiali speciali - Trattamenti specialiZ5: Simulazione - Fabbricazione additiva - CAD/CAM/CAE - Analisi e calcoli

3 aree specialistiche

ACCREDIA: I servizi di Certificazione, Prova, Taratura sonostrumenti sempre più fondamentali nel percorso di sviluppo diogni azienda proiettata verso l’Innovazione Competitiva.Accredia parteciperà alla prossima edizione di A&T in modoancora più attivo rispetto alle precedenti edizioni, che annodopo anno hanno visto la crescita della manifestazione e,nello stesso tempo, il consolidamento della presenza dell’En-te quale partner organizzativo nell’ambito delle specifichetematiche d’interesse: stiamo preparando sia un grande con-vegno sul “valore dei servizi di certificazione per le impreseinnovative” e un importante programma di eventi dedicati allataratura strumenti e alla caratterizzazione dei materiali, siauna postazione espositiva in grado di offrire non soltanto infor-mazioni, bensì un vero e proprio “sportello” nel quale autore-voli esperti saranno a disposizione dei visitatori interessati asottoporre specifici quesiti inerenti ai temi citati.

HBM ITALIA: Laprossima edizione civedrà presenti conmolte novità, tra lequali hardware esoftware di acquisi-zione e gestione da-ti, le soluzioni nCodedi virtual testing, lenostre tecnologie dianalisi sperimentaledelle sollecitazioni el’ampia gamma diestensimetri, daquelli tradizionali aquelli in fibra otticadi ultima generazio-ne. Nel controllo deiprocessi produttivi,

ambito nel quale siamo leader mondiali, proporremo solu-zioni tecnologiche che garantiscono zero difetti, migliora-mento dell’efficienza di produzione, alta qualità e tempi dipassaggio ridotti, prove di qualità al 100% senza incre-mentare il tempo del ciclo di produzione. Esporremo, adesempio, la catena di misura completa per monitoraremacchinari di vario tipo e in diverse applicazioni, cosìcome innovative soluzioni per la misurazione della coppiatorcente, grandezza di misura particolarmente importante(ad esempio, nei banchi prova automobilistici, nellecostruzioni navali, nell’industria dell’energia eolica e nelcontrollo dei processi industriali) e, infine, le soluzionieDrive per le prove, per il miglioramento del rendimentodei veicoli a trazione elettrica.

HEXAGON METROLOGY: La società, appartenente al grup-po Hexagon, presenterà ad A&T 2014 le più recenti innova-tive soluzioni di misura, frutto di un tradizionale impegno nel-l’ambito di importanti progetti di ricerca, dedicati principal-mente ai settori automobilistico e aeronautico, volti a integra-re sensori di misura di elevata efficienza e precisione su robotindustriali tradizionalmente utilizzati per operazioni di assem-blaggio e manipolazione. I metodi e le tecnologie sviluppateper il rilievo dimensionale sono tali da ovviare alla naturaleincompatibilità alle operazioni di misura dei robot industriali,causata dalla loro insufficiente accuratezza di posizionamen-to e movimentazione. I sensori utilizzati, principalmente scan-ner laser ad alta velocità di acquisizione e sistemi fotogram-metrici a luce bianca, consentono il rilievo di grandissimequantità di punti in tempi estremamente brevi e l’immediataverifica rispetto al modello matematico del pezzo.

Filippo Trifiletti, direttore generale

KISTLER ITALIA: Partecipiamo ad A&T sin dalla prima edi-zione, l’abbiamo vista crescere costantemente nel tempo e cifa piacere che questa manifestazione sia diventata l’evento diriferimento in Italia, sia per i fornitori sia per i fruitori di stru-mentazioni e tecnologie dedicate al Testing. Le novità propo-ste con entusiasmo dagli organizzatori, (che hanno scelto diutilizzare un nuovo padiglione, più grande del 50% rispettoalla scorsa edizione e con 5 Zone Speciali) ci hanno positi-vamente impressionato e quindi abbiamo optato per unapostazione centrale, situata nella Zona Speciale dedicata alTesting, zona dove presumibilmente si collocheranno anchealtre Società leader del settore. Porteremo in fiera le nostrepiù innovative tecnologie e strumentazioni, confermando lanostra posizione di leader nei sistemi piezoelettrici e nei

T_M ƒ 248

Le sfide tecnologiche di A&T 2014

www.affidabilita.eu

T_M ƒ 249

Le sfide tecnologiche di A&T 2014

sistemi di misura dinamica, prestando come sempre grandeattenzione alle esigenze dei clienti più esigenti (automotive,aerospazio, meccatronica, stampaggio plastica).

KEYENCE: Lacaratterizzazionedei materiali edelle prove èsempre più strate-gica nel contestodel processo pro-duttivo e rappre-senterà uno deifocus principali diA&T 2014. Un

progetto di cui Centro Ricerche Fiat/Group Materials Labsvuole essere parte attiva, non solo portando il contributodella propria innovativa esperienza in quest’ambito specifi-co ma anche con un coinvolgimento diretto nel comunicareefficacemente i dettagli dell’iniziativa durante tutto il suo svi-luppo organizzativo, in modo da favorire l’aggregazione ditutti i possibili interlocutori e consentire loro di conoscere leopportunità di fare network e di crescere. Credendo forte-mente nella validità di una piattaforma in cui contenuti inno-vativi vengano sviluppati, promossi, confrontati e trasferiti,valorizzando le caratteristiche di distintività e competitivitàdelle eccellenze italiane.

Daniele Bisi, Group Material Labs, Lab NDT CENTRO RICERCHE FIAT

Grande successo per il

Main Partners’ Board,il network di

Affidabilità & Tecnologie Il MPB è il network portante della manifestazione,demandato a orientarne la struttura in funzione deireali bisogni dell’utenza e a collaborare direttamen-te al continuo miglioramento contenutistico attraver-so la proposta di testimonianze, risultati di progettidi ricerca, innovazioni tecnologiche e metodologi-che, nuovi programmi strategici di sviluppo, ecc.Obiettivo del MPB: promuovere la cultura dell’In-novazione e il trasferimento tecnologico presso l’in-dustria italiana e nel contempo creare sinergie tragli stessi membri del Board. Criteri di appartenen-za: primarie aziende che investono in R&D (adesempio: appartenenti a Cluster Tecnologici Nazio-nali, Poli dell’Innovazione, ecc.), Centri di Ricerca eUniversità, primari produttori di tecnologie e sistemiinnovativi.

A&Tnews: l’house-organ di Affidabilità & Tecnologie

È il principale strumen-to informativo sulle atti-vità della Manifestazio-ne, dal progetto inizialefino alla sua realizza-zione finale, e ospitaarticoli e interviste aiMembri del MPB, airelatori dei convegni,alle società espositricifornitrici di tecnologie,servizi o strumenti.Attraverso una distri-buzione mensile mas-siva e mirata, cheimpiega vari importan-ti strumenti, il magazi-ne è un appuntamen-to periodico di rile-vanza strategica in-

ter-istituzionale (imprese, università, enti di ricerca, istitu-zioni) e valenza inter-disciplinare, finalizzato a favorirel’integrazione fra industria, ricerca, formazione, innova-zione.Decisori aziendali, operatori industriali e ricercatori sa-ranno costantemente informati sui contenuti della mani-festazione fieristica A&T 2014, sulle novità presentatedalle Aziende, sui nuovi progetti di Ricerca.Per ricevere gratuitamente il magazine nella vostra caselladi posta elettronica, basta inviare richiesta a:[email protected]

www.affidabilita.eu

CENTRO RICERCHE FIAT: La caratte-rizzazione dei materiali e delle prove èsempre più strategica nel contesto delprocesso produttivo e rappresenterà unodei focus principali di A&T 2014. Un pro-getto di cui Centro Ricerche Fiat/GroupMaterials Labs vuole essere parte attiva,

non solo portando il contributo della propria innovativa espe-rienza in quest’ambito specifico ma anche con un coinvolgi-mento diretto nel comunicare efficacemente i dettagli dell’ini-ziativa durante tutto il suo sviluppo organizzativo, in modo dafavorire l’aggregazione di tutti i possibili interlocutori e consen-tire loro di conoscere le opportunità di fare network e di cre-scere. Credendo fortemente nella validità di una piattaforma incui contenuti innovativi vengano sviluppati, promossi, confron-tati e trasferiti, valorizzando le caratteristiche di distintività ecompetitività delle eccellenze italiane.

Notizie nel campo delle misuree della strumentazione

La Redazione di Tutto_Misure ([email protected])CO

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CONVEGNI DI MISURE E METROLOGIA

Il Nordic Mediterranean Work-shop (IEEE NoMe TDC 2013) suiconvertitori Tempo-DigitaliGuido De Angelis, Alessio De Angelis,Antonio Moschitta e Paolo Carbone,Università degli Studi di Perugia, Di-partimento di Ingegneria Elettronica edell’Informazione

Il convertitore tempo-digitale (Time toDigital Converter, TDC) è un dispositi-vo in grado di fornire la rappresenta-zione numerica della durata di un in-tervallo, delimitato da due eventi. Talecapacità, sviluppata originariamenteper applicazioni di fisica delle alte

energie, si è rivelata un fattore abili-tante per varie applicazioni commer-ciali, scientifiche e industriali, anchein virtù della comparsa sul mercato dichip TDC integrati dal costo contenu-to. I campi di utilizzo dei TDC inclu-dono ad esempio, oltre alla fisicadelle alte energie, i sistemi di posizio-namento, di monitoraggio ambienta-le, e di elaborazione delle immagini,con applicazioni anche in

ambito biomedicale eautomotive. Tale conte-sto ha stimolato negliultimi anni una crescen-te attività di ricerca,testimoniata dal graficodi Fig. 1, incentrata sul-lo sviluppo di nuove ar-chitetture efficienti, ingrado di garantire pre-stazioni metrologicheelevate contenendo altempo stesso l’utilizzodi area del chip.Il Workshop IEEENoMe TDC 2013

(IEEE International Nordic-Mediterra-nean Workshop on Time-to-DigitalConverters), tenutosi a Perugia il 3ottobre 2013, è il primo evento inte-ramente centrato sul tema della con-versione tempo-digitale. L’evento, co-organizzato da due gruppi di ricerca

dell’Università degli Studi di Perugia edell’Università di Oulu (Finlandia), èstato sponsorizzato dalla IEEE Sezio-ne Italia, dalla IEEE Instrumentation &Measurement Society, dai Chapter Ita-liani della IEEE I&M Society e del IEEESystems Council, e naturalmente dalledue Università.L’obiettivo del workshop è stato quellodi riunire scienziati di livello interna-zionale, che, confrontandosi, hannodiscusso lo stato dell’arte dei TDC intutti gli aspetti che vanno da quellorealizzativo a quello di modellizza-zione numerico-matematica. Il conve-gno, presieduto dal Prof. Paolo Car-bone dell’Università degli Studi di Pe-rugia e dal Prof. Timo Erkki Rahkonendell’Università di Oulu (Finlandia) si èrivelato un buon momento d’incontroper i partecipanti, consentendo unproficuo scambio d’idee e la presen-tazione di risultati scientifici innovativisulle architetture dei TDC e le relativeapplicazioni.

NEWS IN MEASUREMENT AND INSTRUMENTATIONThis section contains an overview of the most significant news from ItalianR&D groups, associations and industries, in the field of measurement scienceand instrumentation, at both theoretical and applied levels.

RIASSUNTOL’articolo contiene una panoramica delle principali notizie riguardanti risul-tati scientifici, collaborazioni, eventi, Start-up, dei Gruppi di R&S Italiani nelcampo della scienza delle misure e della strumentazione, a livello sia teo-rico che applicato. Le industrie sono i primi destinatari di queste notizie,poiché i risultati di ricerca riportati possono costituire stimolo per attività diTrasferimento Tecnologico.

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Figura 1 – Articoli pubblicati sui convertitori tempo-digitali dal 1969 a oggi (fonte: database

Scopus, chiave di ricerca: “time-to-digital”)I partecipanti al IEEE NoMe TDC 2013!

Il programma del workshop è statoorganizzato in tre sezioni, rispettiva-mente dedicate alla progettazione,alle applicazioni, e alle attività di mo-dellazione e caratterizzazione deiTDC.Le attività di misurazione, pur al mo-

mento non standardizzate, si sono ri-velate un tema di notevole importanza.È emersa infatti una rilevante attivitàsperimentale, volta a validare le ar-chitetture proposte e realizzate, estrin-secata in diverse procedure di misura.In particolare, sono stati presentatiapprocci orientati alla valutazionedella accuratezza, dei consumi ener-getici, della frequenza di misurazione,e dell’efficienza nell’utilizzo dell’area adisposizione. Ulteriori informazionisono reperibili nel sito internet delworkshop, all’indirizzo http://www.nometdc2013.unipg.it/.

DALLE IMPRESE

Antares Vision di Brescia:importante riconoscimento

La Società An-tares Visionsrl di Brescia,degli Ingg. Bo-nardi e Zorzella,è stata selezio-nata per rap-presentare l’Ita-

lia come Campione Nazionale nelprestigioso “Innovation Awards pro-gramme” di Business Awards Europe.Antares Vision ha sbaragliato unaagguerrita concorrenza ed è stataselezionata come uno dei 50 Cam-pioni Nazionali. Concorrerà ora perlo status di Ruban d’Honneur nellafase finale della competizione. I vinci-tori saranno proclamati nell’Aprile2014.Antares Vision srl (ex Semtec srl) è laprima società di Startup del Laborato-rio di Optoelettronica dell’Universitàdi Brescia, e produce sistemi sofistica-ti di visione industriale per applica-zioni al mondo dell’ispezione farma-ceutica e agroalimentare.www.antaresvision.com

SicurAUTO – Pressione dei pneumatici: 9 manometri su 10 segnano il valore sbagliato Nove stazioni di servizio su dieci inItalia sono dotate di manometri taratimale. A rilevarlo è stata un’indaginecondotta da SicurAUTO che ha esa-minato 298 stazioni di servizio.

Abbiamo più volte evidenziato quan-to, per la sicurezza in auto, la corret-ta pressione di gonfiaggio degli pneu-matici rappresenti un fattore fonda-mentale. A volte però verificarne ilvalore non basta, in quanto gli stru-menti potrebbero fornire un valoreerroneo se tarati male.E purtroppo questa è una grande real-tà nelle aree di servizio pubbliche.

Nove manometri su dieci nelle stazio-ni urbane, extraurbane e autostradaliitaliane non funzionano, o presentanocomunque un grande margine di erro-re.È quanto ha fatto emergere un’indagi-ne condotta da SicurAUTO.it e dal-l’Automobile Club d’Italia in collabo-razione con Goodyear-Dunlop Italia eWonder spa sui manometri utilizzatiper misurare la pressioni degli pneu-matici.Su un totale di 298 dispositivi esami-nati – nell’arco di 3.051 chilometri diviaggio – è emerso che il 39% di que-sti lascia gli pneumatici sgonfi purindicando una pressione conforme aquella indicata sul libretto di manuten-zione dell’auto, mentre il 36% li gon-fia più del dovuto. Solo il 10% delcampione esaminato è preciso e affi-dabile.La maggior concentrazione di dispo-sitivi tarati male si registra al CentroItalia (86,5%) e al Sud (75,8%). InCampania è stato trovato un mano-metro il cui errore di misurazione èstato pari a –1,95 bar, mentre nelLazio un altro è stato trovato in errorepari di +1,2 bar e la scorretta taratu-ra media italiana è invece risultataessere pari a 0,3 bar.L’indagine congiunta di SicurAUTO.ite dell’ACI, in collaborazione conGoodyear-Dunlop Italia e Wonderspa, ha inoltre messo in evidenzaanche altre assurdità: in 47 stazionidi servizio, ovvero il 16% di quelle

esaminate, i manometri sono o nonfunzionanti o completamente indispo-nibili, mentre in 10 punti sono stati tro-vati sotto chiave. In 3 aree di servizioè necessario pagare un euro per effet-tuare il controllo della pressione deipneumatici, e addirittura nella Capita-le, in viale Marconi, per effettuare lastessa operazione vengono richiestidue euro. (Fonte: SicurAUTO.it)

ENTI E ISTITUZIONI

I.N.Ri.M. – Premio Impact diEURAMET ad Andrea Merlone

Andrea Merlone, Coordinatore delProgetto di Ricerca Congiunto ofEMRP Joint Research Project “Metro-logy for pressure, temperature, humi-dity and airspeed in the atmosphere”(MeteoMet), nonché Ricercatore Se-nior all’I.N.Ri.M., è risultato vincitoredel Premio Impact dell’EURAMET peril 2013.Dal sito EURAMET: “… Metrologia emeteorologia sono due termini spessoconfusi. Il primo riguarda la scienzadelle misure, il secondo lo studio del-l’atmosfera. Il Progetto MeteoMet riu-nisce oggi queste due discipline perfornire misure più accurate di tempe-ratura, pressione, umidità e velocitàdell’aria, che sono vitali per la miglio-re comprensione del tempo e del cli-ma terrestri”.Joörn Stenger, Vice Presidente EURA-MET (EMRP), ha così spiegato l’attri-buzione del premio: “Fin dall’inizioAndrea ha integrato competenze datutta Europa, e le ha combinate constakeholders chiave, quali la WorldMeteorological Organization (WMO).Ha compiuto un significativo passonell’aumentare il valore aggiunto eun’accresciuta visibilità mediante la

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COMUNICAZIONI, RICERCA E SVILUPPODA ENTI E IMPRESE

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ricerca metrologica congiunta, sottol’EMRP. Ciò, unitamente al suo entu-siasmo personale, è veramente degnodi nota”.Leggi il documento esteso su:www.inrim.it/events/docs/2013/EURAMET_NL_08_JUL_2013_web.pdfA nome della Redazione, ci compli-mentiamo con il Dott. Merlone, colla-boratore della nostra Rivista, per l’im-portante premio ricevuto!

ACCREDIA

È stato pubblicato il materiale didatti-co presentato in occasione degliincontri annuali di ACCREDIA con iLaboratori di prova accreditati, che sisono svolti a Verona e a Roma nelmese di ottobre 2013.www.accredia.it/extsearch_press.jsp?area=6&ID_LINK=100&page=88&IDCTX=3908&id_context=3908

Nuovo gruppo di Discussione“Tutto_Misure” su LinkedInFacendo seguito a iniziative divulgati-ve quali la Pagina Facebook di T_M,nei giorni scorsi è stato aperto il

nuovo Gruppo di Discussione LinkedIn“Tutto_Misure”.Il Gruppo offre a tutti i partecipantial Network sociale professionale Lin-kedIn un’occasione per discutere suquestioni che riguardano Misure,Università, Imprese, TrasferimentoTecnologico, e tanti altri argomenti.Contribuite!

Storia e formazione nelle misure – Riapre il laboratorio di scienze della Scuola di Cossignano(AP). Vecchi strumenti che tornano a dare valore a giovani generazioni di aspiranti scienziati!Riceviamo dal collaboratore e simpa-tizzante GMEE Oronzo Mauro:Le scuole di Cossignano (AP) vantanouna lunga storia radicata al primoquarto del ’900, come testimoniatodai registri scolastici datati a partiredal 1924 custoditi presso l’archiviostorico dell’Istituto Comprensivo Stata-le di Ripatransone. La scuola, nelcorso degli ultimi anni, a seguito delcalo demografico e delle necessità disinergie tra piccole scuole, ha persola scuola secondaria, migrata pressol’ISC di Ripatransone.A prescindere dagli accadimenti certevolte inesorabili, il corpo docente e lascuola di Cossignano presentano sem-pre uno spiccato interesse verso lascienza e la tecnologia come testimo-niato dai vari cartelloni didattici ovesono relazionate le attività fatte in

occasione di eventi divulgativi provin-ciali a carattere scientifico. In virtù diquesta positiva inclinazione, nel corsodel mese di ottobre del 2013 è statorestaurato il laboratorio di Scienzedella scuola. Il curatore del restauro èl’Ing. Oronzo Mauro, esperto di di-dattica scientifica e membro di nume-rosi società scientifiche volte al recu-pero del patrimonio scientifico e tec-nologico. È stato cruciale il contributoapportato dalla dirigente, Prof.ssaLaura D’Ignazi e dal locale personaledocente e non docente della Scuola diCossignano.Il programma di rinnovamento dellaboratorio di Scienze ha trascinatopositivamente una rivisitazione dellaboratorio multimediale, della biblio-teca e della sala d’informatica. Al mo-mento, il disegno degli spazi è moltopiù consistente e funzionale. L’am-ministrazione comunale di Cossigna-no ha fornito un valido contributo ope-rativo.Il laboratorio della Scuola primaria diCossignano, all’origine basato sulladotazione “il Piccolo Leonardo” dellaParavia risalente agli anni ’60, nelsuo piccolo, viste le notevoli disper-sioni di materiali avvenute negli anni,rappresenta uno strumento moltopotente per i docenti.Gli ambiti coperti nel laboratorio per-mettono al ragazzo di esplorare unavasta serie di aspetti delle scienzesperimentali. Un microscopio ZIELsemiprofessionale permette osserva-zioni di grande efficacia, una bella

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raccolta di conchiglie provenienti da diversi siti stimolalo scolaro più giovani verso le varietà dell’ecosistemamarino, di contro una bella e vasta raccolta di fossiliprovenienti da Smerillo completa la sezione malacologi-ca anche con aspetti legati agli ecosistemi più antichi.Piccoli assaggi di fisica nelle sezioni di ottica, meccani-ca, elettrostatica, pressione atmosferica e termologiafanno apprezzare al giovane studente le meraviglie diuna disciplina che non tarderà a regalare forti soddisfa-zioni con studi superiori successivi alle esperienze dellaprimaria.Il fascino della chimica è trasmesso grazie a una pic-cola serie di vetrerie, elementi chimici, pila a tazze diVolta e un apparato per la galvanostegia. Una piccolasezione, al momento costituita da un computer e unvecchio telefono, vuole essere una sorta di “come è fat-to”; infatti, le macchine, che appaiano solitamente co-me scatole chiuse, sono completamente smembratecosì da apprezzare bene la complessità che si cela alloro interno.Non viene tralasciato lo studio del corpo umano graziealla presenza di un bel torso corredato di organi smon-tabili; un modello di orecchio permette di esplorare lamagia e la complessità dell’organo dell’udito.Non dimentichiamo che la Scuola primaria deve darecontezza del sistema metrico decimale introdotto inItalia a seguito dell’Unità d’Italia nel 1861; in talsenso il laboratorio offre una bella bilancia Rosenthal,pesi metrici, capacità di vario genere, cubo campio-ne. Il curriculum scolastico, inoltre, prevede la dimesti-chezza con i solidi generici che non mancano nel la-boratorio; infatti ci sono solidi per lo studio delle ca-pacità equivalenti, solidi scomponibili e solidi di rota-zione.Il laboratorio di Scienze della Scuola di Cossignano èun piccolo gioiellino che incuriosisce l’adulto e il bambi-no. Permette al docente di plasmare il curriculum dellostudente anche grazie al benefico contributo offertodalle attività sperimentali.Il laboratorio è parte della Science MuseoLAB network,ossia la rete, al momento basata su Ripatransone,Montefiore dell’Aso e Porto San Giorgio, grazie allaquale si vuole realizzare un’efficace sinergia tra lescuole nell’insegnamento delle scienze sperimentali. IlScience MuseoLAB opera attraverso il restauro deilaboratori come piattaforme abilitanti i docenti nelcostruire moduli formativi specifici e rilevanti per il cur-riculum scolastico.

Come visitare il laboratorio:• Scuola Primaria Cossignano, via Via Gaetano Passali, 63030 Cossignano AP• Dalle 9.00 alle 12.00, previo appuntamento via appuntamento telefonico (0735/98138) o via mail [email protected]

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INTRODUZIONE

I Docenti e i Ricercatori Universitari, inItalia, sono incardinati in quelli chesono comunemente chiamati “SettoriScientifico-Disciplinari” (SSD): a lorovolta i SSD afferiscono ad “Aree” (l’e-sempio che ci interessa qui è l’Area09, o Area dell’Ingegneria Industria-le). I SSD che, nell’Area 09, massima-mente rappresentano le Misure in Ita-lia sono: il GMEE (Gruppo MisureElettriche ed Elettroniche, in codiceING-INF/07) e il GMMT (GruppoMisure Meccaniche e Termiche, ING-IND/12). In generale, fa piacerepensare che il primo rappresentil’”anima elettrica-elettronica” dellemisure, il secondo l’anima “meccani-co-termica”. I Gruppi svolgono attivitàcomplementari, ma con forti elementiin comune che pertengono alla metro-logia fondamentale, alla cultura e allaformazione nel campo delle misure edelle loro applicazioni, oltreché adiverse applicazioni “interdisciplina-ri” e trasversali, in cui entrambi i grup-pi sono attivi (per fare un solo esem-pio, le misure tramite la visione). Tan-

scopo di riunire ricercatori e appas-sionati di misure in un confronto cultu-rale, assai diverso da quello dei con-gressi, in cui vengono invitate personeche possano svolgere e proporre temioriginali aventi sullo sfondo una matri-ce comune che è proprio quella dellemisure: vi sono stati interventi di filo-sofi, medici, tecnici di settori ancheben lontani dall’ingegneria.Alcuni anni fa il Gruppo Misure Elet-triche ed Elettroniche ha deciso didotarsi di una propria veste legale (iSSD sono, di per sé, mere aggrega-zioni d’individui), che permettesse difare “massa critica” verso l’esterno, eorganizzare in modo più incisivoeventi come il proprio Convegno An-nuale, la Scuola di Dottorato ItaloGorini, l’erogazione di premi, borsedi studio per l’estero, ecc. È nata cosìl’Associazione GMEE, l’attuale pro-prietaria della testata della Rivista

INTERVIEW TO THE TWO NOVEL CHAIRMEN OF THE MAJORMEASUREMENT GROUPS IN ITALYGMEE and GMMT are two entities, who group together the major Universityscientists and researchers in the fields of Electrical and Electronic, and Mecha-nical and Thermal Measurements respectively. The two Groups have recentlyelected their Chairmen for the next three years. In the present article the Direc-tor interviews both Chairmen, in an effort to make the two groups better knownamong the readers of the Journal, and to highlight the major issues related tothe promotion of measurements in the scientific, industrial and social context.

RIASSUNTOGMEE e GMMT sono due aggregazioni che raggruppano scienziati e ricer-catori nei settori delle Misure Elettriche ed Elettroniche, e meccaniche e Termi-che, rispettivamente. I due Gruppi hanno recentemente eletto i loro Presidentiper il prossimo triennio. In questo articolo il Vostro Direttore intervista entrambii Presidenti, nello sforzo di aumentare la visibilità dei due Gruppi tra i lettoridella Rivista, e di mettere in luce gli aspetti più significativi della promozionedelle misure nei contesti scientifico, industriale e sociale.

t’è che, in un intervento al Convegnodi Genova due anni orsono, prenden-do a prestito il nome di un noto grup-po musicale, ho chiamato idue Gruppi “I Gemelli Diver-si”. Le differenze, e le aree disovrapposizione tra i dueGruppi, sono evidenti nellapubblicazione “I misuristi Uni-versitari Italiani”, che trovateall’indirizzo web: www.f r a n c o d o c c h i o . c o m /Documenti/Attivita_GMEE_GMMT.pdf.È da notare che l’esistenza digruppi di scienziati e ricerca-tori che si occupano prevalen-temente (e dichiaratamente) dimisure è un aspetto tipicamen-te italiano, di cui non si trovariscontro in altre comunitàscientifiche. E, per promuoverela cultura delle misure, i duegruppi hanno sempre collabo-rato, portando avanti da anniun evento significativo cheprende il nome di “Giornatadella Misurazione”. Tale even-to si tiene da anni e ha lo

PRESENTE E FUTURO DELLE MISURE IN ITALIA

Intervista ai nuovi Presidenti dei GruppiUniversitari di Misure: GMEE e GMMT

a cura della Redazione ([email protected])

Il punto sulla diffusione della Cultura delle MisureIL TEM

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Tutto_Misure che state leggendo (il GMEE esprime lo scri-vente Direttore, e il GMMT esprime il Prof. Cigada comeVicedirettore).Gli affannati tentativi degli ultimi anni di riformare l’Uni-versità (che, come leggerete nel prosieguo, non sempreseguono, ahimé, schemi logici e lineari) hanno portato ilMIUR a decidere di accorpare Settori Scientifico-Discipli-nari poco numerosi ai fini dello svolgimento dei Concorsio delle Abilitazioni Nazionali. L’accorpamento tra GMEEe GMMT ha dunque portato alla nascita del “Macro set-tore Misure” (per i curiosi, il codice è: 09/E4). A questoaccorpamento è seguita una serie d’iniziative che hanno,sullo sfondo, un’armonizzazione delle attività dei dueGruppi. Un effetto reale di questi sforzi è lo svolgimentocongiunto dei rispettivi convegni (con sessioni comuni escambi di relatori invitati). Un altro effetto è lo svolgimen-to contemporaneo delle assemblee, che quest’anno, alConvegno di Trento, hanno portato all’elezione dei Presi-denti dei due gruppi per i prossimi anni.Tutto_Misure, in un mai esaurito sforzo di avvicinare ilmondo Universitario al mondo delle Imprese, ha parteci-pato a entrambe le assemblee per offrire ai lettori un qua-dro di prospettiva delle misure in Italia. Offre quindi letestimonianze dei due Presidenti Eletti dei due Gruppi: ilProf. Michele Gasparetto, Ordinario di Misure Mec-caniche e Termiche del Politecnico di Milano, per ilGMMT (primo a rispondere per dovere di ospitalità), e ilProf. Dario Petri, Ordinario di misure Elettriche ed Elet-troniche dell’Università di Trento, per il GMEE. Dallerisposte che seguono, emerge un quadro di prospettivadelle misure in Italia e della loro importanza nel contestoscientifico, economico e sociale, nonché del desiderio dipotenziare le sinergie tra Università e Imprese nonostantei tempi non certo favorevoli sotto i profili economico-finan-ziario e istituzionale.

T_M: Professori Michele Gasparetto e DarioPetri, siete stati eletti Presidenti di due presti-giose Associazioni di Ricercatori Universitari nelsettore delle Misure (GMMT e GMEE rispettiva-mente). Quali sono le vostre strategie per lapromozione della cultura della misura in ambi-to Universitario e Industriale?

Gasparetto – Lo scorso 11 settem-bre, l’Assemblea dei ricercatori e pro-fessori universitari di Misure Meccani-che e Termiche mi ha riconfermatopresidente del Gruppo per il prossimotriennio malgrado la mia relazionenon proprio rosea sulle prospettive disviluppo della nostra Università e,conseguentemente, degli insegnamen-

ti e della ricerca nelle misure.La mia oramai più che quarantennale conoscenza dellavita universitaria me ne ha fatte vedere di tutti i colori:

grandi difficoltà socio-economiche.Prima d’illustrare le strategie per pro-muovere la cultura della misura chediscuteremo nelle prossime riunionidel Consiglio direttivo del GMEE,desidero però soffermarmi a rifletteresul perché questa cultura è importantee a chi può importare. Basta riflettereun po’ sulle attività che svolgiamo oche vediamo svolgere tutti i giorni perverificare quanto le misure sianoormai applicate in tutti i domini del-l’attività umana, quanto siano essen-ziali per promuovere uno sviluppogiusto ed efficiente della cosiddettasocietà della conoscenza. Le misuresono infatti un fondamentale fattoreabilitante per l’innovazione tecnologi-ca e il progresso in molti settori d’im-portanza vitale, come i trasporti, letecnologie dell’informazione, l’ener-gia, l’impatto ambientale, il clima, l’a-gricoltura, le industrie alimentari, leindustrie chimiche, le industrie farma-ceutiche, le nanotecnologie, la medi-cina, la salute e la sicurezza, tantoper citarne alcune.Ma l’impatto delle misure non si fermaagli ambiti più prettamente tecnologi-ci. Si stima infatti che l’80% di tutte letransazioni commerciali richiedano ladefinizione di standard e l’esecuzionedi misurazioni. Le misure stanno inol-tre assumendo un rilievo sempre mag-giore anche in ambito biomedicale,dove concetti quali incertezza e riferi-bilità sono purtroppo ancora patrimo-nio di pochi, con conseguenze non dirado disastrose per la salute delle per-sone e i bilanci del Servizio sanitarionazionale. Anche in ambito forense lemisure stanno assumendo un ruolosempre più cruciale. Cosa dire poidella tanto auspicata (e ben pocoapplicata) meritocrazia, caratteristicaessenziale per lo sviluppo di unasocietà esposta alla competizione glo-bale: si ritiene possibile parlare seria-mente di meritocrazia senza definirnein modo oggettivo le caratteristichepiù rilevanti e senza misurarle?È quindi evidente che un’adeguata cul-tura metrologica deve essere patrimo-nio di tutti. In una società complessacome quella attuale, tutti dovrebberoconoscere almeno i fondamenti dellascienza della misurazione, avere la

rare e a combattere sarà da guidaper la progettazione e realizzazionedelle future azioni dei Presidenti deidue Gruppi nazionali di Misure.La prima azione sarà quella di ribadi-re, anche se a scapito del migliora-mento dei parametri che regolano lecarriere e i finanziamenti universitari,che il nostro futuro, la nostra credibili-tà, la nostra solidità morale, risiedononel perseguimento della qualità. Qua-lità dell’insegnamento, con il continuoaggiornamento tematico e con l’utiliz-zo intensivo dei laboratori sperimen-tali, qualità della ricerca, con la veri-fica scrupolosa dei risultati teorici esperimentali prima della loro pubbli-cazione, qualità del trasferimento tec-nologico, con l’utilizzo rigoroso dellastrumentazione e delle metodologiestrettamente necessarie per risolverele problematiche proposteci dai part-ner industriali. Il compito non sarà facile, la dissemi-nazione della cultura delle misure nel-l’Università si scontra con la scarsitàdelle risorse, con i lacci e laccioliimposti dalle circolari ministeriali tesea perseguire una supposta razionaliz-zazione dell’offerta formativa. La dis-seminazione della cultura delle misurenelle aziende non sarà facile ancheper la presenza di oggettive proble-matiche finanziarie-gestionali che ren-dono difficile l’attivazione di collabo-razioni onerose con le Universitàsoprattutto per le piccole e medieaziende che hanno difficoltà a dedi-care risorse e personale tecnico diqualità alla collaborazione per lo svi-luppo di nuovi prodotti, per la certifi-cazione, per l’evoluzione delle proce-dure.

Petri – Per quantoriguarda la promo-zione della culturadella misura e lostato dell’Universi-tà italiana nonposso che allinear-mi a quanto hagià esposto il col-

lega Gasparetto: l’entusiasmo e lacompetenza dei colleghi sono ele-menti essenziali per continuare adaccrescere e a trasferire conoscenza,specialmente in questo periodo di

blocchi decennali delle carriere, pre-visioni triennali, con cadenza annua-le, dei concorsi divenute due concorsidistanziati di cinque anni, invenzionidi “nuove figure universitarie sulla fal-sariga di quanto avviene nel mondo”divenute occasione per ritardare dianni l’età d’immissione nei ruoli, perimpedire alla maggior parte dei ricer-catori di raggiungere i massimi livelliprevisti delle carriere. Questa espe-rienza non mi permettere di trovarenelle attuali vicende universitarie qual-che cosa di nuovo, ma anzi vi vedouna conferma delle vecchie, cattive,procedure: è stata indetta una proce-dura riformata, l’ennesima, per i con-corsi col risultato di bloccare tutto dalgiugno 2008 e si accettano scom-messe se i primi vincitori con le nuoveprocedure potranno prendere serviziosei anni dopo, ovvero entro giugno2014; sono state diramate norme di“qualità degli studi universitari” im-partendo una serie di regole fra di lo-ro incompatibili e quindi irrealizzabi-li, ad esempio le classi nelle laureemagistrali dovrebbero avere numero-sità massima di 80 allievi ma, se cosìfosse, sarebbero drasticamente dimi-nuiti i finanziamenti provocando quin-di la chiusura delle stesse lauree; leregole sulla “sicurezza nelle Universi-tà” impongono tali e tanti vincoli eprocedure burocratiche da rendereproblematico lo svolgimento di eserci-tazioni sperimentali in laboratorio,impossibili, se non a rischio e perico-lo dei docenti, le visite ad aziende elaboratori esterni; e l’elenco potrebbecontinuare parlando delle procedurepreviste per i concorsi, per l’accredi-tamento dei corsi di studio, per la cer-tificazione della qualità della ricerca,per l’attivazione o mantenimento deicorsi di dottorato di ricerca, ecc.Nonostante questo contesto drammati-co però, ci sono ancora docenti, oaspiranti docenti, che credono nellaloro missione di educatori, che conti-nuano a lavorare per accrescere laconoscenza, per trasferire a partneresterni, nel nostro caso industriali, lemetodologie e le procedure che li aiu-tino a risultare vincitori nella competi-zione internazionale. Proprio lo stimo-lo dei Colleghi che continuano a lavo-

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capacità d’impostare ed eseguire cor-rettamente una semplice misurazione,essere in grado d’interpretare corretta-mente l’informazione ottenuta. Consi-dero inoltre parte essenziale della cul-tura metrologica la capacità di descri-vere in modo formale (ossia di model-lare) il mondo che ci circonda: non sipuò misurare senza prima avere defi-nito un modello che possa descrivere ilmisurando in modo appropriato pergli scopi prefissati.La cultura metrologica, pertanto, nonè solo un ambito di studio universita-rio o un insieme di conoscenze di per-tinenza dei professionisti, ma è piutto-sto un fondamentale fattore di svilup-po per l’intera Società. Purtroppo,forse a causa della sua trasversalità,nei percorsi formativi di ogni livello lemisure sono di fatto considerate laCenerentola delle discipline. Ne con-segue che la cultura metrologica non

è una parte significativa del bagaglioculturale dell’uomo della strada e nep-pure del professionista medio.Veniamo ora al cuore della domandaposta dall’intervistatore: come pro-muovere la cultura della misura?Penso che sia innanzitutto necessariomostrare a tutti (studenti di ogni livelloe percorso formativo, professionisti ecittadini) il valore essenziale che que-sta cultura riveste nella società moder-na, anche attraverso esempi o aned-doti che mostrino i disastri che lamancanza di un’adeguata cultura me-trologica produce quotidianamente.Nel contempo la comunità scientificache opera nel settore potrebbe favori-re la disseminazione della conoscen-za dei fondamenti della misurazione,anche utilizzando i nuovi supportiinformatici, le social network, semina-ri ad hoc, oppure producendo testidivulgativi snelli.

L’attuale carenza di risorse può osta-colare non poco la realizzazione diquesta strategia, ma confido che l’en-tusiasmo, la competenza e la disponi-bilità di molti colleghi del GMEE e delsettore MMT possano supplire almenoin parte a questa carenza.

T_M – Qual è, secondo voi, lavisibilità della vostra Associa-zione da parte delle imprese? Equali le modalità operative permigliorare, se necessario, que-sta visibilità?

Gasparetto – La situazione storicadei Gruppi disciplinari di Misure elet-triche ed elettroniche e di Misure mec-caniche e termiche è fortemente diver-sa: le Misure elettriche hanno unaindipendenza disciplinare nata giàsubito dopo la seconda guerra mon-

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diale, le Misure meccaniche solo neglianni ottanta si sono affermate sgan-ciandosi da una visione solo ancillarenei confronti delle altre discipline mec-caniche.I singoli docenti di Misure meccanichee termiche hanno sviluppato molte eproficue collaborazioni con partnernazionali e internazionali; sono nume-rose le collaborazioni di prova e diricerca spaziando dal monitoraggiodi macchine, d’impianti, di strutture,allo sviluppo di strumentazione ottica,biomedica, per lo spazio, allo studiodi algoritmi e metodi per la visione,per l’automazione, per il controllo,per l’ingegneria clinica. In questaserie di collaborazioni i misuristi mec-canici e termici non hanno inveceancora sviluppato un approccio unita-rio di Gruppo nei confronti delleimprese, delle Associazioni industria-li. Vale la pena che ora i meccanici simuovano per creare rapporti istituzio-nali? Direi sicuramente di si ma nonda soli, ritenendo ottimale un’azionecoordinata con i “cugini” elettrici perapprofondire ed estendere le collabo-razioni che hanno già attivato.Petri – Nonostante il Gruppo MisureElettriche ed Elettroniche abbia unapropria chiara identità da alcunidecenni, la nostra esperienza non èmolto diversa da quella dei colleghi diMisure Meccaniche e Termiche. Inparticolare, nei contatti con le Impre-se prevalgono nettamente le iniziativeindividuali rispetto a quelle a livelloassociativo. Entrambe queste modali-tà di collaborazione sono valide evanno promosse attraverso iniziativequali il sito dell’Associazione e la rivi-sta Tutto_Misure.Lasciatemi essere però un po’ provo-catorio: più che discutere su comemigliorare la visibilità ritengo impor-tante riflettere su quello che è il fineultimo della collaborazione tra Uni-versità e Imprese. Dico questo perchéuna cosa è fornire a un’Impresa unaconsulenza qualificata su uno specifi-co problema da questa individuato,un’altra è invece definire e attuareattività di ricerca congiunte di lungoperiodo su obiettivi strategici. L’auspi-cio che voglio esprimere è che laprima modalità di collaborazione

possa rappresentare una piattaformada cui avviare attività più strutturate.Per rispondere in modo efficace allacompetizione globale e uscire definiti-vamente da questa fase di recessioneoccorre infatti attuare iniziative disistema ambiziose e di valore. Quelloche ci manca per fare questo non è laqualità delle risorse umane (che èmolto elevata, sia nell’Industria, siaall’Università), ma la capacità di lavo-rare insieme. Nella nostra cultura,infatti, l’Università era storicamentefocalizzata sulla produzione e sulladisseminazione della conoscenza finea se stessa, mentre le Imprese mirava-no a competere sui mercati interna-zionali puntando più sulla svalutazio-ne della valuta nazionale che sull’in-novazione. Entrambi questi modellinon funzionano più, ed è quindi im-perativo un cambio di paradigma.Questo cambiamento non è certo faci-le, né immediato, ma è comunque ne-cessario. Per quanto riguarda il GMEE, in par-ticolare, auspico che alle Unità ope-rative universitarie si affianchinoUnità operative industriali in grado diprodurre risultati di ricerca di livellointernazionale nell’ambito delle misu-re e della strumentazione.

T_M – Oggi, per mancanza difondi, gli Atenei chiudonoimportanti corsi di Dottorato diRicerca (ultimo in ordine ditempo quello di Metrologia delPolitecnico di Torino). Comevalutate l’apporto dei Dottoratiin ambito accademico e indu-striale nel campo delle misure,e come fronteggiare questacontrazione?

Gasparetto – La problematica deidottorati di ricerca è complessa nonsolo per il mondo delle Misure ma pertutta l’Università italiana e, a leggerele riviste scientifiche internazionali,anche per i paesi sviluppati più ricchi.Alle difficoltà mondiali, in Italia siaggiungono oggettive difficoltà pro-prie delle Università e proprie delmondo del lavoro.Per quanto riguarda le Università le

difficoltà sono legate sia ai finanzia-menti, che non sempre consentono digarantire il numero minimo di borseprevisto dalla normativa, sia di tiponormativo che impongono una nume-rosità di docenti di riferimento difficileda raggiungere anche in Atenei che,come il Politecnico di Torino, abbianouna lunga e consolidata tradizione diricerca e di credibilità nel campo del-l’ingegneria e nel campo delle misure.Per quanto riguarda il mondo del la-voro, la figura del dottore di ricerca,anche se oramai i primi dottori sonostati formati a fine anni ottanta, equindi più di vent’anni fa, non è anco-ra conosciuta per la sua importanza,per la sua peculiarità, talché spesso ildottore di ricerca, malgrado la sele-zione superata, malgrado la sua pre-parazione superiore dedicata allo svi-luppo innovativo, viene assunto dalleaziende come se fosse un neolaurea-to, anzi in alcuni casi svantaggiatorispetto al neolaureato in quanto piùanziano.Giustamente l’intervistatore ci chiedese vediamo soluzioni: io vedo comevia principale la creazione di un rac-cordo Università – Industria (sia vistacome singola Impresa, sia come orga-nizzazione sindacale industriale) cheporti alla progettazione, alla creazio-ne, al mantenimento di percorsi forte-mente scientifici ma rivolti a tematiched’interesse per i partner industriali.Questa prospettiva ha già trovatoapplicazioni di successo in alcunenostre sedi: è compito nostro di fardiventare sistema questa comunanzad’interessi, sia per rinvigorire i corsi didottorato sia per continuare a invo-gliare gli allievi migliori a iscriversi inquanto anche attirati dall’interessedelle Imprese.Petri – I Dottorati di ricerca stannovivendo un periodo difficile in tuttol’occidente, ma in particolar modo inItalia, sia per la congiuntura economi-ca, sia per la debolezza strutturaledelle nostre Scuole di Dottorato; lefigure professionali formate sono infat-ti d’interesse solo per l’Università oper i Centri di ricerca stranieri (nordEuropa o USA prevalentemente), nonsono però richieste dal mercato dellavoro nazionale. Data questa situa-

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zione, non sorprende che le misuresiano tra le prime a farne le spese:infatti, non riconoscendo l’importanzaprimaria della cultura metrologica, lemisure sono spesso considerate unadisciplina marginale.Analizzando per un momento la que-stione dei Dottorati a livello di macro-sistema, negli ultimi anni per ogninuovo dottore di ricerca in materietecnico-scientifiche residente in Euro-pa o in Nord America ci sono statidieci nuovi dottori di ricerca con resi-denza in Asia, magari addottorati inuna Università europea o statunitense.Questo fa prevedere che nel prossimofuturo il baricentro dello svilupposcientifico e tecnologico si sposteràdecisamente verso oriente, con preve-dibili conseguenze economiche esociali.Tornando ai problemi di casa nostra,ribadisco che per contrastare efficace-mente gli effetti di questa crisi occorremettere in atto azioni di sistema. Nellafattispecie, occorre avviare dottoraticongiunti Università-Imprese. Per avereun esempio di come poter fare possia-mo guardare alla Germania, dovesono previste almeno quattro diversemodalità di collaborazione:a) il dottorando è assunto a tempopieno dall’Università e lavora pressoun Istituto universitario, finanziato suifondi di un contratto di ricerca indu-striale;b) il dottorando è un dipendente del-l’Azienda (che quindi continua a pa-gargli lo stipendio), ma viene distac-cato presso l’Università durante il pe-riodo del Dottorato; all’Università ven-gono pagati i costi indiretti associatialla collaborazione;c) il dottorando rimane in Azienda esi reca in Università saltuariamente;questa soluzione è poco diffusa inUniversità, mentre è frequente nellecollaborazioni con gli enti di ricerca(ad es. gli Istituti Fraunhofer);d) il dottorando è finanziato medianteun progetto federale presentato con-giuntamente da Università e Industria(i progetti federali richiedono la pre-senza obbligatoria dell’Università); ildottorando rimane comunque semprea stretto contatto con l’Industria, an-che se il legame è indiretto.

Vale la pena ricordare che il costo diun dottorato in Germania (oltre i100.000 €/anno per quattro anni)supera di circa 3-4 volte quello di undottorato in Italia.È anche fondamentale precisare chein Germania il titolo di dottore di ri-cerca ha un alto riconoscimento socia-le: è abbastanza inusuale nell’indu-stria tedesca incontrare manager diun certo livello privi di questo titolo.Ne consegue che gli studi di dottora-to non sono visti come una scelta le-gata a un puro interesse accademico,ma come una fase essenziale dellaformazione.

T_M – Questo è un periodo di“esami” per i Ricercatori Uni-versitari: alla Valutazionedella Qualità della Ricerca si èaffiancata la procedura di abi-litazione di Ricercatori e Pro-fessori, con il Decreto sull’auto-valutazione e valutazionedegli Atenei sullo sfondo. Tuttequeste valutazioni sembranoprediligere i contributi scientifi-ci dei ricercatori (pubblicazionicertificate ISI o SCOPUS, impactfactor, H-Index, ecc.) rispettoalla ricerca applicata e al tra-sferimento tecnologico (con-tratti con aziende, brevetti,startup). Come valutate il ri-schio di ulteriore distacco trauniversità e mondo delle im-prese, tra domanda e offertadi tecnologia?

Gasparetto – Nell’apparente uni-formità del sistema universitario ita-liano, vi sono consistenti differenzia-zioni fra sede e sede, fra gruppo di-sciplinare e gruppo disciplinare. Nel-la mia sede, il Politecnico di Milano,il contrasto ipotizzato dalla doman-da non esiste. L’assegnazione di ri-sorse, e in particolare la assegnazio-ne di posti di ruolo, tiene conto siadella numerosità degli studenti, siadella produttività scientifica comenumero e collocazione editorialedelle pubblicazioni, sia infine dellacapacità di collaborazione con entie aziende esterne, capacità misurata

attraverso la quantità di autofinan-ziamento che i singoli ricercatori so-no in grado di attirare. L’autofinan-ziamento inoltre può essere diretta-mente utilizzato per attivare corsi didottorato, per creare nuovi posti diruolo oltre a quelli (pochi) istituzio-nali. La spinta alla collaborazione èmolto forte, così come è molto fortela spinta alla pubblicazione dei risul-tati delle ricerche talché il pericolonascosto non è nel distacco fra uni-versità e mondo delle imprese mabensì nel rischio che la ricerca dellaquantità metta in ombra il persegui-mento della qualità.Petri – La valutazione della qualitàdella ricerca e le altre iniziative divalutazione a livello nazionale sonostate basate su prodotti e parametriomogenei con quelli considerati inambito internazionale. Non ritengoche sarebbe stato opportuno fare di-versamente, anche se si possono ave-re riserve su alcune modalità con cuile valutazioni sono state eseguite (adesempio sui valori di soglia scelti). Iltrasferimento tecnologico rappresentaun aspetto completamente diverso del-le attività di un ricercatore e devequindi essere valutato in modo indi-pendente dalla ricerca, considerandoprodotti di tipologia diversa, come adesempio i brevetti, gli spin-off, i con-tratti. Al momento, la valutazione alivello nazionale ha riguardato solo laricerca e nel prossimo futuro riguar-derà la didattica. Non si prevede chesaranno valutate attività di trasferi-mento tecnologico.Questo non significa che gli Ateneinon possano definire le loro strategiedi sviluppo premiando anche questeattività. Molti Atenei, tra cui l’Ateneodi Trento in cui presto servizio, lostanno già facendo, anche per favo-rire azioni di sistema tra Università eterritorio. Vale inoltre la pena osser-vare che un’attività di trasferimentotecnologico, specialmente se di altolivello, può generare prodotti di ri-cerca. Questo può avvenire, in parti-colare, quando si tratta di un’attivitàdi ricerca congiunta (magari nell’am-bito di un percorso di Dottorato) enon una saltuaria consulenza qualifi-cata.

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Misure Elettriche ed Elettroni-che, Misure Meccaniche e Ter-miche: due settori gemelli e dicui è previsto l’accorpamento,ma con storie ed esigenzediverse. Questo matrimonio sifarà?

Gasparetto – Come già accennatola storia dei due gruppi, così come laloro numerosità di qualche anno fa eattuale, sono notevolmente differen-ziate. Non bisogna nascondersi il fat-to che le diffidenze esistenti nel 1961quando nacque la disciplina MisureMeccaniche e Termiche stentano aessere superate. Quando il Ministeroha deciso l’accorpamento (per orasolo ai fini delle abilitazioni concor-suali) fra i due Gruppi, i Gruppi stessihanno deciso di non combattere con-tro la decisione ma si sono incontratiper sviscerare i possibili motivi di con-trasto, per evidenziare le affinità. Lariunione, vivace e costruttiva, ha por-tato alla conclusione che i motivi di af-finità erano in misura superiore ai mo-tivi di contrasto, e che quindi potevaessere accettata la decisione imposta,ma che per non creare disastri sareb-be stata opportuna un’azione, lentama tenace, di avvicinamento. In segui-to a quella disamina sono state createoccasioni d’incontro sia fra le Giunte,sia tra i gruppi nella loro interezza, el’organizzazione di Congressi sepa-rati ma coincidenti come date e sedinegli ultimi due anni ne è una grandetestimonianza. Sono state inoltre pro-gettate riunioni più o meno allargateper risolvere, prima che potessero di-ventare dirompenti, eventuali situa-zioni di contrasto. Non ci siamo datiuna scadenza temporale per la com-pleta assimilazione dei due gruppima devo constatare che già ora èstata creata una conoscenza comu-ne, già ora sono state premiate pro-poste di finanziamenti competitivipresentate congiuntamente da mem-bri dei due gruppi.Petri – Nei decenni appena trascorsila ricerca era prevalentemente orienta-ta all’approfondimento della conoscen-za in specifiche aree del sapere: neconseguiva una richiesta di specializza-zione e di separazione disciplinare.

Negli ultimi anni le maggiori opportu-nità di nuove scoperte si sono manife-state nelle aree di confine tra i diversisaperi; ne è conseguita una focalizza-zione verso ricerche di tipo multi- ointerdisciplinare e una spinta alla con-vergenza dei saperi, favorita anchedalla richiesta di orientare la ricercaalla soluzione di problemi concreti, an-ziché alla produzione di nuovo sapere.Spesso la complessità di questi proble-mi richiede infatti d’integrare compe-tenze di aree diverse, non di rado meto-dologicamente distanti tra loro.Anche la richiesta (purtroppo rara-mente esplicita) di cultura metrologicaproveniente dalla Società spinge sicu-ramente in questa direzione: la con-vergenza dei due settori MMT e MEEne consegue quindi in modo naturale.I ricercatori – consapevoli di questa

esigenza e di condividere la stessabase culturale – non hanno pertantocontrastato la decisione di accorpa-mento del Ministero. Resta comunque da gestire la fase ditransizione in modo da preservare (eper quanto possibile valorizzare) leimportanti specificità di ciascuno deidue settori. A questo fine si è concor-demente deciso di favorire l’aggrega-zione attraverso un approccio bottom-up, ossia favorendo le iniziative pro-poste dai singoli ricercatori. Per que-sto i due gruppi organizzano le rispet-tive riunioni annuali in contempora-nea nella stessa sede già da alcunianni; sono inoltre state avviate altreiniziative, tra cui collaborazioni scien-tifiche tra gruppi di ricerca dei duesettori e la co-organizzazione dellascuola estiva di Dottorato in Misure.

ILTEMA

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NEWS

La 16a edizione del Congresso si è svolta,presso la Porte de Versailles a Parigi, il 7 eil 10 ottobre scorsi, in collaborazione conla mostra Enova. Quest’anno gli organiz-zatori hanno concentrato la preparazionedell’evento su tre priorità principali: l’aper-tura permanente a tutte le aree di interesse,a ogni Paese e settore di attività; ampiospazio all’innovazione e all’eccellenza tec-nica e tecnologica; promozione del trasfe-rimento tecnologico.Nel 2013 il Congresso ha offerto tre giorni

e mezzo di scelta molto ampia: 180 presentazioni tecniche, sei tavole rotonde indu-striali, tre tour aziendali e una mostra nella sezione Mesurexpovision della fiera Enova.Una sessione è stata dedicata ai vantaggi delle carriere misuristiche ed è stato dato spa-zio all’illustrazione di due programmi di ricerca metrologica a livello europeo. Sono stateintrodotte, infine, nuove tematiche, come la trasformazione alimentare, le sfide energeti-che e le nanotecnologie.Alcuni numeri di questa 16a edizione: 850 fra partecipanti ed espositori (+6% rispettoal 2011), il 35% dei quali di provenienza estera (36 Paesi rappresentati, non solo euro-pei ma anche del Nord e Sud America, Africa, Medio Oriente e Asia); 53 aziende pre-senti nel Metrology Village, il cuore della manifestazione, luogo di ritrovo durante lepause, le sessioni poster, cocktail e aperitivi.Il livello tecnico e scientifico del congresso è stato giudicato eccellente o soddisfacente,rispettivamente, dall’87% e dal 90% dei partecipanti. La serata di gala presso la TorreEiffel ha attirato quasi 200 congressisti e partner di ogni provenienza.I partecipanti sono stati utenti industriali di misura nei settori analisi e laboratori di metro-logia, produzione di macchine e attrezzature (68%), laboratori nazionali dei grandiPaesi europei, ministeri, enti di accreditamento, organizzazioni internazionali (11%),docenti universitari o ricercatori (13%), sanità, formazione, consulenza, stampa (8%).

PARIGI: IL CONGRESSO INTERNAZIONALE DI METROLOGIA CONFERMA LA SUA OTTIMA SALUTE...A 30 ANNI

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1 Julight srl, Polo Tecnologico, Pavia2 Dip. Ingegneria Industrialee dell’Informazione, Università di Pavia3 Dip. Elettronica Informazionee Bioingegneria, Politecnico di [email protected]

INTRODUZIONE

Oggigiorno, in ambito industriale eautomotive, è importante poter misu-rare con elevata precisione grandez-ze fisiche come distanze, spostamen-ti, vibrazioni e velocità, mediantetecniche senza contatto e non invasi-ve che non alterino le caratteristichefisiche o il funzionamento dell’ogget-to da analizzare. In commercio esi-stono diverse tipologie di sensori:induttivi, capacitivi, elettromagneticie a ultrasuoni, il cui impiego varia infunzione della risoluzione richiesta,del range dinamico di misura, delleparticolari condizioni operative. La nascita del laser negli anni ’60 el’avvento dei laser a semiconduttorenel decennio successivo, hanno for-nito un forte stimolo allo sviluppo disoluzioni ottiche. Infatti, è possibilesfruttare le proprietà della radiazio-ne elettromagnetica emessa dai la-ser, come la monocromaticità, l’ele-vata brillanza, la coerenza spazialee temporale, per ricavare le informa-zioni desiderate con elevata risolu-zione e precisione, con tecnichesenza contatto.È in quest’ottica che Julight srl [1],azienda start-up e spin-off dell’Uni-

versità degli Studi di Pavia, progetta,sviluppa e realizza innovativi sensoriottici e sistemi di misura, non solo peri settori automotive e industriale, maanche per applicazioni in ambito bio-medicale, dove l’assenza di contattoe la non invasività della misurazionesono requisiti fondamentali. Graziealle competenze e conoscenze matu-rate in anni di esperienza nel campodell’optoelettronica dal suo staff,Julight srl si presenta sul mercato del-la strumentazione laser per metrolo-gia con i suoi vibrometri laser inno-vativi. Essi sono basati sull’interfero-metria ottica a retro iniezione [2],hanno una testa ottica di dimensionimolto compatte (la più piccola sulmercato), e la possibilità di combina-re più canali di misura in un unicostrumento.

I VIBROMETRI LASER JULIGHTDELLA SERIE VSM

Julight srl ha sviluppato e realizzatoun innovativo vibrometro laser (serieVSM) che permette di effettuare misu-re accurate e affidabili senza contat-to, operando con successo su moltitipi di superfici, ruvide e/o diffusive,

quali metallo grezzo, plastica, gom-ma, carta, tessuto. La versione base,modello VSM100, dispone di una te-sta ottica e di un’unità elettronica perl’elaborazione del segnale, mentre ilmodello VSM400 (si veda la Fig. 1) èespandibile e può ospitare fino aquattro teste ottiche, cioè quattro ca-nali di misura indipendenti, per misu-re di vibrazioni simultanee in diversipunti dell’oggetto da esaminare, op-pure misure differenziali e/o 3D.

I vibrometri laser Julight sono basatisu un innovativo schema interferome-trico, denominato “self-mixing” (S-M,anche detto “a modulazione indotta”o a retro iniezione) [2,3] in cui si sfrut-ta l’interferenza coerente che si gene-ra quando la luce, retrodiffusa da una

LASER INSTRUMENTS FOR VIBRATION MEASUREMENTSJulight srl, a spin-off Company from the University of Pavia, has developedan innovative laser instrument for the contactless measurement of vibrations.The Julight Laser Vibrometer has the smallest optical head on the market,and can host up to four independent optical measuring channels. Applica-tions range from automotive industry to the biomedical field.

RIASSUNTOJulight srl è una società spin-off dell’Università di Pavia che ha sviluppatoun innovativo strumento laser per la misura di vibrazioni senza contatto. Ivibrometri laser Julight hanno la testa ottica più piccola disponibile sul mer-cato, e offrono la possibilità d’includere fino a 4 canali ottici di misura indi-pendenti in un singolo strumento. Vengono qui illustrate le diverse applica-zioni, che spaziano dall’ambito automotive a quello biomedicale.

MISURE OTTICHE

Strumentazione laserper la misura delle vibrazioni

M. Benedetti1,2, G. Capelli2, M. Norgia1,3, G. Giuliani1,2

con tecniche di retro iniezioneGLI

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Figura 1 – Vibrometro laser VSM400 prodotto da Julight srl, qui mostrato

nella versione con due teste ottiche laser

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superficie, rientra nella cavità lasergenerando interferenza con il campopreesistente nella cavità stessa. Essen-do uno schema di rivelazione coeren-te, esso è caratterizzato da un’elevatasensibilità, che permette allo strumen-to di funzionare correttamente anchecon una debole intensità della luceretrodiffusa dall’oggetto in esame. Mentre i convenzionali vibrometri/ve-locimetri laser a effetto Doppler (LDVs)implementano una configurazioneinterferometrica di tipo Michelson, conla configurazione a S-M si ha una no-tevole riduzione del numero dei com-ponenti ottici. Inoltre, nella serie VSM,come sorgente ottica viene utilizzatoun laser a semiconduttore di dimen-sioni molto compatte che, grazie an-che a un attento design optomeccani-co, permette di ottenere la testa otticapiù piccola e maneggevole presenteoggi sul mercato.

I vibrometri laser Julight forniscono inuscita un segnale elettrico che è unareplica analogica dello spostamentodel bersaglio (con una sensibilità di1 mV/µm), su un campo di frequenzeche va dalla continua fino a 50 kHz euno spostamento minimo misurabilepari a 0,4 nm (per una banda dirumore di 1 Hz). L’ampiezza di vibra-zione massima picco-picco che puòessere misurata è maggiore di 20mm, mentre la velocità massima delbersaglio rilevabile arriva a 1 m/s. Ilsegnale di vibrazione può essere vi-sualizzato su un oscilloscopio, oppurefornito in ingresso a un analizzatoredi spettro per l’analisi nel dominiodella frequenze (FFT), o ancora esseredigitalizzato per una successiva ela-borazione. Ulteriori dati tecnici sonoriportati nella Fig. 2.Effettuare misure con i vibrometri del-la serie VSM è estremamente sempli-

ce. Il fascio laser viene puntato sullasuperficie dell’oggetto del quale sivuole misurare la vibrazione; un siste-ma di allineamento automatico (spec-kle-tracking) provvede a mantenerel’allineamento del fascio, riducendo alminimo i casi di misura errata (princi-palmente indotti dal fenomeno dello“speckle-pattern”, di cui soffrono tutti isistemi interferometrici laser), mentreun indicatore a barra LED permette divisualizzare in tempo reale la qualitàdel segnale ottico di ritorno dal ber-saglio.Un altro punto di forza dei vibrometriJulight è rappresentato dal campo ditemperature di funzionamento este-so, da -30 °C a +80 °C, mentre gli strumenti concorrenti tradizionalinon sono in grado di superare i45 °C. È inoltre allo studio una solu-zione “high-temperature” che permet-te di operare sino a 150 °C, consen-

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tendo per la prima volta di effettuaremisure laser interferometriche in am-bienti ostili quali vani motore, salemacchine, ecc.

APPLICAZIONI DEI VIBROMETRI JULIGHT

I campi di applicazione dei vibrome-tri laser Julight sono i più svariati: dal-la misura di vibrazioni senza contattonei settori automotive, aerospaziale enell’industria meccanica, alla misuradelle vibrazioni su strutture di piccoledimensioni (anche micrometriche, co-me i MEMS); nel controllo di processoe di qualità in impianti industriali;nella manutenzione predittiva e sottocondizione (Machinery ConditionMonitoring); nei test di altoparlanti epiezoceramiche; nell’analisi modale edei materiali, nelle applicazioni musi-cali [4] e infine anche nelle appli-cazioni cliniche e biomedicali [5].

VIBRAZIONI IN AMBITOINDUSTRIALE – AUTOMOTIVE

Uno dei settori in cui è fondamentalepoter analizzare e ridurre le vibra-zioni è il settore automotive. Consi-derando il caso specifico di un’auto-mobile, le sorgenti di rumore possonoessere svariate: il motore, la carroz-zeria, le componenti interne dell’abi-tacolo ecc. Poter ridurre le vibrazionigenerate dal motore e trasmesse daquest’ultimo alla scocca e all’abitaco-lo, nonché qualsiasi sorgente di vi-brazione all’interno dell’automobile, èfondamentale per tre motivi: (i) ge-nerano onde di pressione e quindi ru-more acustico che talvolta possono es-

sere fastidiosi e irritanti riducendo ilcomfort dell’utilizzatore; (ii) generanodispersione di energia; (iii) generanostress meccanici aumentando l’usura

di diverse componenti e ridu-cendone quindi la vita media.Come mostrato dalla Fig. 3 ivibrometri laser Julight risulta-no essere estremamente ma-neggevoli e adatti ad applica-zioni di tipo automotive. Ilrange termico di funziona-mento e le ridotte dimensionidella testa ottica fanno sì cheessa possa essere montata inspazi angusti, come, nel casospecifico di Fig. 3, all’internodel vano motore di un’auto-

mobile, consentendo di effettuaremisure non solo a veicolo fermo maanche “on the road”. Quest’ultimoaspetto, a meno di soluzioni con setupcomplessi, costosi e laboriosi, non

può essere soddisfatto dai vibrometrilaser oggi presenti in commercio,caratterizzati dall’avere una testa otti-ca di grosse dimensioni, poco ma-neggevole e che spesso deve esseresorretta da un opportuno cavalletto.La Fig. 4 mostra un esempio di misuraeffettuata outdoor dove la velocità di ro-tazione del motore viene incrementatada 1.500 rpm (25 Hz) fino a4.100 rpm (135 Hz). Dalla Fig. 4 si no-ta bene la fase di accelerazione duran-te la quale l’ampiezza delle vibrazionidiminuisce gradualmente con l’aumen-tare della frequenza di rotazione.

MISURA DI VIBRAZIONI IN AMBITO BIOMEDICALE

I campi di applicazione dei vibrome-tri laser Julight non si limitano all’am-bito industriale e meccanico. A ripro-

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Figura 2 – Caratteristiche tecniche del vibrometri laser Julight della serie VSM

Figura 3 – Esempio d’installazione della testa ottica all’interno del vano motore di un’automobile per la misura delle vibrazioni del motore stesso

Figura 4 – Esempio di spettrogramma ottenuto per una misura effettuata in accelerazione con auto in movimento. Il regime di rotazione del motore varia

da circa 800 rpm (26,6 Hz) fino a 4.050 rpm (135 Hz). Il segnale di vibrazione principale è causato dagli scoppi nelle camere di combustione del motore a 4 tempi a ciclo Diesel

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va della loro versatilità, negli ultimianni sono stati testati con successoanche in applicazioni nel settore bio-medicale [5], che è in forte espansio-ne e in cui è sempre più importanteottenere informazioni attraverso meto-di senza contatto o poco invasivi. Inun contesto clinico, per esempio, è ne-cessario poter monitorare e analizza-re i parametri del sistema cardiova-scolare di un paziente (frequenza car-diaca, deformazione dell’arteria,tempi di propagazione nel sistemaarterioso dell’onda di pressione gene-rata dalla contrazione del cuore) pereseguire la diagnosi di molte patolo-gie e disfunzioni. Esempi sono costi-tuiti dalla diagnosi e dall’analisi del-l’indurimento e dell’ispessimento arte-rioso causato dall’arteriosclerosi.Attraverso i vibrometri laser Julight èpossibile misurare piccoli spostamentisulla superficie della pelle generatidalla dilatazione e contrazione dell’ar-teria esaminata. La Fig. 5 riporta unesempio di misura effettuata sull’arteriaradiale. Il segnale blu rappresenta ilsegnale acquisito con un comune elet-trocardiogramma (ECG), mentre il

segnale rosso rappresenta l’uscita delvibrometro laser, ovvero la replica dellospostamento della superficie della pellein prossimità dell’arteria. Come mostra-to esiste una buona corrispondenza trai due segnali, nonostante il secondo siastato ottenuto con una tecnica senzacontatto e non invasiva.

VIBRAZIONI, MA NON SOLO

L’analisi e la misura delle vibrazioni so-no aspetti di primaria importanza neisettori automotive, aerospaziale e del-l’industria meccanica. Tuttavia le esi-genze possono essere molteplici, comela misura di profili, planarità, distanze,velocità ecc., e l’elevato livello di preci-sione raggiunto in questi anni fa sì chele specifiche siano sempre più stringen-ti e le precisioni richieste sempre mag-giori. Julight srl crede fortemente nellepotenzialità e nei vantaggi derivantidalle misure con tecniche ottiche emette a disposizione le proprie risorse econoscenze anche per realizzare solu-zioni custom, analizzando e studiandoil problema per poi proporre e svilup-

pare la soluzione ottimale in tempirapidi.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] www.julight.it[2] G. Giuliani, S. Bozzi-Pietra, S. Dona-ti, “Self-mixing laser diode vibrometer”,Measurement Science and Technology,vol. 14, pp. 24-32 November 2003.[3] G. Giuliani, M. Norgia, S. Dona-ti, Thierry Bosch, “Laser diode self-mixing technique for sensing applica-tions”, Journal of Optics A, vol. 4, pp.283-294 November 2002. [4] G. Capelli, G. Giuliani, “Laservibrometry for testing the acousticquality of musical instruments: analy-sis of bells vibrations”, Atti di Fotonica2011 – 13° Convegno Nazionaledelle Tecnologie Fotoniche, 9-11 mag-gio 2011, Genova, Italy[5] C. Bollati, G. Capelli, G. Giuliani,“Non–contact monitoring of the heartbeat using optical laser diode vibro-cardiography”, atti di “Biophotonics2011” International Workshop, 8-10giugno 2011, Parma, Italy.

Mauro Benedetti è ricercatorePost-doc presso l’Università di Paviae co-fondatore di Julight srl, per cuicoordina i progetti custom.

Giorgio Capelli è ricercatore Post-doc presso l’Università di Pavia e sioccupa di sviluppare nuove tecnolo-gie per misure laser senza contatto.

Michele Norgia è Ricercatore Uni-versitario e docente di Misure Elet-troniche presso il Politecnico di Mila-no e co-fondatore di Julight srl, percui coordina l’area di ricerca e svi-luppo.

Guido Giuliani è professore asso-ciato di Elettronica presso l’Universi-tà di Pavia e co-fondatore di Julightsrl, per cui coordina le attività di svi-luppo legate all’innovazione tecno-logica.

Figura 5 – a) Schema per la misura di vibrazioni della cute sul corpo umano; b) Confronto tra i segnali ottenuti da un ECG (blu) e il segnale ottenuto

con il vibrometro laser (rosso) misurando lo spostamento della pelle in prossimità dell’arteria radiale del polso

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1 Dip. Ingegneria Elettricae Tecnologie dell’Informazione, Università di Napoli Federico [email protected] Direzione Tutela dei Consumatori,Autorità per le Garanzienelle [email protected]

MISURAZIONE DELLA QUALITÀDELLE CONNESSIONI A INTERNET DA RETE FISSA: NECESSITÀ DELL’INTERVENTO DI REGOLAMENTAZIONE

Il diffondersi delle connessioni a In-ternet a banda larga ha evidenzia-to, ben presto, la necessità di nuovistrumenti di tutela dei consumatori,capaci di fornire una risposta effi-cace alle molteplici problematicheconcernenti la qualità del serviziosperimentata dagli utenti. D’altraparte, in un contesto di evoluzionedel quadro normativo, europeo enazionale, la qualità delle reti e deiservizi è destinata ad assumereimportanza crescente e sempre piùbasilare.

Riguardo alla connessione a Internetda postazione fissa, l’Autorità per leGaranzie nelle Comunicazioni(Agcom) ha rivolto fin dal 2006 parti-colare attenzione agli aspetti di qualitàdi tale servizio, recependo molteplicidenunce da parte di consumatori eassociazioni dei consumatori rispetto a:• ingannevoli modalità di venditadelle offerte in abbonamento a In-ternet da postazione fissa, che pre-sentavano esclusivamente l’indica-zione della massima velocità di tra-smissione raggiungibile, senza indi-cazione di un valore minimo garanti-to e senza possibilità sia di compro-vare la scarsa qualità del servizio,sia di recedere gratuitamente dalcontratto in caso d’inadempienzadell’operatore;

• impossibilità di effettuare confrontisignificativi tra la qualità del servizioricevuto e quella offerta da differentiprovider, per assenza d’informazionitrasparenti sul tipo di connessione uti-lizzata.Nello specifico, l’Autorità ha risposto atali denunce con una serie d’interventie attività, tra le quali la pubblicazionedella delibera n. 131/06/CSP e s.m.i.(degna di particolare nota è la deliberan. 244/08/CSP) e la realizzazione delprogetto “MisuraInternet”. Quest’ultimoannovera l’implementazione del sito“MisuraInternet” e lo sviluppo del pac-chetto software Ne.Me.Sys. a uso del-l’utente finale, operativo dal novem-bre 2009 [1].

IL PROGETTO MISURAINTERNET

Con la delibera n. 244/08/CSP, l’Ag-com ha delineato un nuovo sistema perla misurazione della qualità degliaccessi a Internet da postazione fissa,che prevede, tra l’altro, in capo aglioperatori, obblighi di maggior traspa-renza nelle condizioni contrattuali, perquanto riguarda le prestazioni dei col-legamenti alla rete e la qualità del ser-vizio di accesso a Internet. Tra gliaspetti qualificanti di tale interventoregolatorio, e del connesso progettoMisuraInternet, occorre evidenziare sial’attività di valutazione, sull’intero terri-

THE “MISURAINTERNET” PROJECT: QUALITY INDICATORSAND MEASUREMENT SYSTEM ARCHICHITECTUREThe Authority for the Communications was one of the first European Natio-nal Regulatory Authorities to pay specific attention to the quality of servicesin the Internet connections. Its action, which began in 2006, was streng-thened in 2008 when the Authority started a project to measure the qualityof the connections: MisuraInternet.Born in a context of a cooperation between the Authority, the telecom opera-tors, universities, the Ministry of Economic Development and the Higher Insti-tute of Communications, the project had as independent implementing entitythe Ugo Bordoni Foundation. This article illustrates the quality indicatorsconsidered in the context of the project and the architecture of the systemset up to measure them.

RIASSUNTOL’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è stata tra le prime AutoritàNazionali di Regolamentazione europee ad aver prestato specifica attenzionealla qualità del servizio delle connessioni a Internet. La propria azione, inizia-ta nel 2006, si è rafforzata nel 2008 quando l’Autorità ha avviato un proget-to per la misurazione della qualità delle connessioni: il progetto MisuraInternet.Nato nell’ambito di un contesto di cooperazione tra l’Autorità, gli operato-ri di telecomunicazioni, le Università, il Ministero dello Sviluppo Economicoe l’Istituto Superiore delle Comunicazioni, il progetto ha visto come sogget-to attuatore indipendente la Fondazione Ugo Bordoni. Il presente articoloillustra sia gli indicatori di qualità considerati nell’ambito del progetto, sial’architettura del sistema allestito per la loro misurazione.

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MISURE PER LE TELECOMUNICAZIONI

Progetto MisuraInternet: indicatori di qualitàe architettura del sistema di misura

Leopoldo Angrisani1, Federico Flaviano2

Il progetto italiano per la misurazione della qualità del servizio di connessionea Internet da rete fissa – Parte I G

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torio nazionale, delle effettive presta-zioni dell’accesso a Internet, sia l’intro-duzione di sistemi di valutazione delleprestazioni del servizio da parte dellaclientela finale.Il primo obiettivo dell’intervento consi-ste nel misurare, per i principali ope-ratori del settore, a parità di condi-zioni operative, le prestazioni dell’in-frastruttura che collega il terminaleutente al nodo di accesso alla rete,sulla base d’indicatori standard defi-niti dall’ETSI, l’Istituto Europeo per gliStandard nelle Telecomunicazioni. Irisultati delle misurazioni, elaboraticon approccio statistico, consentonodi operare un confronto tra le presta-zioni offerte dai diversi provider, of-frendo all’utente utili informazioni pervagliare con maggiore cognizione dicausa le offerte di mercato disponibilinell’area territoriale d’interesse.Il secondo obiettivo è legato alla pos-sibilità offerta all’utente, attraverso l’u-tilizzo del pacchetto software “certifi-cato” Ne.Me.Sys., di ottenere in-formazioni dettagliate sulle prestazio-ni del proprio accesso alla rete Inter-net, e di verificare personalmente ilrispetto degli impegni contrattuali delservizio per cui paga un canone. Unavolta ultimata la misurazione,Ne.Me.Sys. restituisce all’utente undocumento in formato pdf riportante ivalori di alcuni key performance indi-cators, che forniscono un quadrooggettivo della qualità del servizio.Le fasi operative del progetto Misu-raInternet sono state curate dalla Fon-dazione Ugo Bordoni (FUB), ricono-sciuta soggetto indipendente da tuttigli stakeholders. L’analisi dei requisitiprogettuali e l’andamento degli svilup-pi sono stati coordinati dall’Agcom nel-l’ambito di un apposito tavolo tecni-co, che ha visto la partecipazione atti-va del Ministero dello Sviluppo Eco-nomico, dell’Istituto Superiore delleComunicazioni, delle Associazionidei Consumatori, degli operatori ditelecomunicazione e del mondo uni-versitario e della ricerca. Molto profi-cuo, in particolare, è stato il contribu-to dell’ex Dipartimento di Informaticae Sistemistica (ora Dipartimento diIngegneria Elettrica e delle Tecnologiedell’Informazione) dell’Università degli

Studi di Napoli Federico II, che hapartecipato attivamente ai tavoli tecni-ci, apportando l’esperienza maturata,sia metodologica sia applicativa, nel-l’ambito delle misurazioni su sistemi ereti di comunicazione, e nello specifi-co della misurazione della qualità delservizio d’accesso a Internet da retefissa.

INDICATORI DI QUALITÀ MISURATI, ED EVOLUZIONIDELLO STANDARD ETSI

Le misurazioni contemplate dal pro-getto MisuraInternet mirano a valutarela velocità di download e upload neltrasferimento dati, e il ritardo di tra-sferimento per le connessioni a Inter-net da rete fissa. Sono effettuate utiliz-zando i protocolli FTP e ICMP, cosìcome suggerito nella raccomandazio-ne ETSI EG 202 057 v.1.2.1, tra dueterminazioni di rete note: il NAP (Neu-tral Access Point) e il punto di misura.Gli indicatori considerati nell’ambitodel progetto MisuraInternet sonoquelli individuati dallo standardETSI 202 057-4, e in particolare [2]:• velocità di trasmissione dati,sia in termini di banda massima(valore di velocità in download eupload della linea al di sotto delquale rientra il 95% di tutte le misureottenute, quindi nel 95% dei casi lavelocità di trasferimento dati è inferio-re a tale valore) sia di banda mini-ma (valore di velocità in download eupload della linea al di sotto delquale rientra il 5% di tuttele misure effettuate, quindinel 5% dei casi la velocitàdi trasferimento dati è infe-riore a tale valore);• ritardo di trasmis-sione dati: tempo neces-sario per far transitare ipacchetti d’informazionetra il proprio PC e la desti-nazione Internet. Esso indi-ca quanto rapidamente larete è in grado di rispon-dere alle richieste effettua-te dall’utente. Tanto minoreè il valore misurato, tantomaggiore è la reattività

della rete a una determinata richiestadell’utente;• tasso di perdita dei pacchetti:percentuale di pacchetti d’informazio-ne che vengono persi nella tratta tra ilproprio PC e la destinazione Internet.Tanto minore è il valore del valoremisurato, tanto maggiore è la proba-bilità che i singoli pacchetti d’infor-mazione raggiungano correttamentela destinazione;• tasso d’insuccesso nella tra-smissione dati: affidabilità del tra-sferimento dati in termini percentuali.Si valuta come il rapporto tra il nume-ro di trasmissioni fallite e il numerototale di tentativi di trasmissione.Tanto minore è il valore misurato,tanto maggiore è la probabilità che latrasmissione dei dati abbia successo.Il protocollo impiegato per la misura-zione della banda in download eupload è l’FTP, come raccomandatodal predetto standard ETSI. Tale stan-dard è evoluto verso il nuovo standardETSI ES 202 765-4, che raccomandail protocollo HTTP [3]. Differenzeemergono anche in merito alla proce-dura di misura. La precedente versio-ne dello standard (vigente al momen-to dello sviluppo del softwareNe.Me.Sys.), difatti, prevede l’impie-go di un file di dimensioni fissate, erichiede la misurazione del temponecessario al suo completo trasferi-mento, valutando media e deviazionestandard unitamente al 5° e 95° per-centile. La nuova, invece, consideraun tempo di trasferimento fissato apriori, e richiede la misurazione del

Figura 1 – Locazione dei server di misura

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numero di byte trasferiti, valutandosia la velocità media su un intervallodi 10 secondi (average bit rate) sia ilsecondo di trasferimento più veloce(faster second bit rate). Le future ver-sioni del software Ne.Me.Sys. terran-no conto di tale evoluzione.

ARCHITETTURA DEL SISTEMA DI MISURA

In ogni sistema per la misurazionedella qualità del servizio di connes-sione a Internet, la locazione dei ser-ver di misura gioca un ruolo di fonda-mentale importanza. Nel progettoMisuraInternet, i server di misura sonostati collocati presso i nodi d’inter-scambio – Neutral Access Point (NAP)di Roma, Milano e Torino, come illu-strato in Fig. 1 [4].La scelta del NAP come “bersaglio”delle prove garantisce che le misura-zioni di velocità e ritardo venganoeffettuate sulle reti (o sui segmenti direte) di responsabilità degli operatorie solo su quelle: tutto il traffico scam-biato tra il NAP e le sonde transitaesclusivamente sulla rete dell’operato-re sotto test. All’interno dei NAP, laFUB è direttamente connessa sullaLAN di peering: questo garantisce uncollegamento diretto tra gli apparatidi misura e le reti sotto test.Come detto, il progetto è articolato sudue livelli di obiettivo.• Stime statistiche ottenute sperimen-talmente, che consentono agli utentidi confrontare le prestazioni misuratesulle reti degli operatori, a parità diprofilo, nelle medesime condizionioperative, declinate regione per re-gione. Per ragioni di efficienza, eco-nomicità e controllo la FUB, con la col-laborazione del Ministero dello Svi-luppo Economico, ha convenuto dimettere a disposizione alcune loca-zioni pubbliche per l’implementazio-ne dei punti di misura. Ogni operato-re porta presso gli Ispettorati le dueconnessioni ADSL/ADSL2+ più rap-presentative del venduto nel corso del-l’anno precedente, in conformità aquanto specificato nella delibera n.244/08/CSP e in riferimento ai dueprofili più commercializzati. I bersagli

delle misurazioni sono sempre i NAP.Una schematizzazione dell’architettu-ra del sistema di misura è riportata inFig. 2. Al fine di rendere le condizio-

ni di misura presso gli Ispettoratiquanto più simili a quelle che caratte-rizzano l’esperienza media dell’uten-te, sono stati presi accorgimenti sulladistanza tra la centrale e l’Ispettorato,nonché sull’attenuazione fisica dellalinea. È noto infatti che la velocità dilinea dipende dalla lunghezza deldoppino in rame e dalla degradazio-ne dello stesso. In Italia circa il 50%delle linee dista 1,2 km dalla centra-le, e presenta un’attenuazione inupload pari a 11 dB. È cura della FUBricreare tali condizioni, ove non sussi-stenti, in tutti gli Ispettorati allestiti [5].• Misurazioni da parte degli utenti fina-li, realizzate tramite il softwareNe.Me.Sys., messo a disposizione gra-tuitamente. Ne.Me.Sys. è ilprimo (e fino a novembre2012 unico) caso in Euro-pa di software certificatoper misurare la qualitàdella propria connessione.È un software open sourceche funziona su un normalePC utente, ed è disponibileper tutti i principali sistemioperativi. Esegue controllisullo stato della macchi-na prima di ogni singolotest, e se rileva fattori ingrado di falsare la misura-zione, ne impedisce l’ese-cuzione. Il software, per

poter produrre il certificato, deve rac-cogliere dati di misura nell’arco di 24ore, considerando slot temporali diun’ora. Se in un dato slot temporale

non fosse raccolto alcundato di misura (ad esem-pio, a causa di eccessivotraffico spurio suscettibiled’inficiare i risultati), il soft-ware ritenterebbe la misu-razione nello stesso slottemporale al massimo pertre giorni consecutivi, dopo-diché l’intero processo dimisurare sarebbe integral-mente ripetuto. I risultatiottenuti da Ne.Me.Sys.vanno confrontati con ivalori indicati dall’operato-re nella documentazioneallegata all’offerta, sotto-scritta e pubblicata sul sito

www.misurainternet.it. Se i risultati for-niti dal software Ne.Me.Sys. risultasse-ro peggiori rispetto a quelli indicati dal-l’operatore, l’utente potrebbe presenta-re reclamo entro 30 giorni dalla datadi emissione del file pdf restituito dalsoftware, chiedendo il ripristino deglistandard di qualità contrattuali. Se,decorsi i 30 giorni dal reclamo, risul-tasse, sempre tramite Ne.Me.Sys., chel’operatore non abbia ancora rispetta-to gli obblighi contrattuali, l’utentepotrebbe inviare una raccomandataA/R all’operatore, allegando copia delnuovo file pdf, con la comunicazionedi recesso. L’architettura del sistema dimisura per gli utenti finali è mostrata inFig. 3 [5].

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Figura 2 – Prestazione della rete: Architettura del sistema di misura

Figura 3 – Utenti finali: architettura del sistema di misura

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. F. Flaviano, S. Del Grosso, D. Di Napoli – Misu-rainternet.it Qualità dell’accesso a Internet dapostazione fissa – I Quaderni di Telèma, Giugno2012.2. ETSI Guide EG 202 057 Part 4: Speech Pro-cessing, Transmission and Quality Aspects (STQ);User related QoS parameter definitions andmeasurements. Part 4: Internet access.3. ETSI Standard ES 202 765-4 Part 4: Speechand multimedia Transmission Quality (STQ); QoSand network performance metrics and measure-ment methods. Part 4: Indicators for supervisionof Multiplay services.4. Sito web del progetto MisuraInternet – www.misurainternet.it5. Atti del convegno “La qualità dell’accesso aInternet da rete fissa in Italia – I risultati del pro-getto MisuraInternet.it e lo sviluppo della bandaultralarga” www.agcom.it/Default.aspx?message=contenuto&DCId=704

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Federico Flaviano è Direttore della DirezioneTutela dei Consumatori dell’Autorità per le Garanzienelle Comunicazioni. Coordina le attività di regola-mentazione della qualità dei servizi di comunica-zioni elettroniche, della vigilanza sugli operatori edei relativi procedimenti sanzionatori, nonché del

contenzioso utente-gestore.

Leopoldo Angrisani è Professore Ordinario diMisure Elettriche ed Elettroniche presso il Diparti-mento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie del-l’Informazione dell’Università di Napoli Federico II.Si occupa di misure su sistemi e reti di comunica-zione, misure su sistemi wireless in presenza d’inter-

ferenza, misure per la sicurezza. È General Chairman del IEEE International Workshop on Measu-rements & Networking – M&N2013.

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Dipartimento di Ingegneria Elettricae dell’Informazione, Politecnico di [email protected]

MEASUREMENT UNCERTAINTY: A COHERENT THEORY OR A SHAKY CONSTRUCTION? PART 2: TWO RIVAL APPROACHES TO UNCERTAINTY THEORYThis paper illustrates and discusses the main features of two rival approa-ches to statistical inference, and therefore to measurement uncertainty: the“frequentist” (or “orthodox”), and the “Bayesian” ones. The work is writtenas a tutorial, suitable to clarify the fundamental aspects of the two approa-ches, and their relationship with GUM and the issues addressed therein. Inparticular, it is highlighted that the power and the flexibility of the Bayesianapproach require also considerable caution in its use – caution, however,that has perhaps been disregarded in the writing of Supplement 1 of theGUM.

RIASSUNTOIn questo articolo vengono illustrate e discusse le caratteristiche principali didue approcci rivali alla teoria dell’inferenza statistica, e di conseguenzadell’incertezza di misura: il “frequentista” (o “ortodosso”), e il “bayesiano”.Il lavoro ha la forma di un tutorial, adatto a far comprendere gli aspetti fon-damentali dei due approcci, e il loro rapporto con le questioni affrontatenella GUM. In particolare, si evidenzia che la potenza e flessibilità del-l’approccio bayesiano rendono necessaria anche una notevole cautela nel-l’adoperarlo – cautela che però è stata forse trascurata nella scrittura delSupplemento 1 della GUM.

INTRODUZIONE

“Basically there’s only one way ofdoing physics but there seems to be atleast two ways to do statistics, andthey don’t always give the sameanswers”. Con queste parole BradleyEfron [1] ha condensato efficacemen-te l’attuale stato delle cose nella scien-za statistica, che per qualsiasi proble-ma d’inferenza ci propone (almeno)due strade, comunemente note come“approccio frequentista”, o “ortodos-so”, e “approccio bayesiano”.Nell’articolo precedente [2] abbiamoesaminato due possibili soluzioni a unproblema di propagazione dell’incer-tezza. La prima soluzione era errata ela seconda corretta. Tuttavia, non pos-siamo dire di aver chiarito dove sial’errore nella prima soluzione, che èstata ricavata secondo il dettato delSupplemento 1 (S1) della GUM. Per

capire l’inghippo è necessario capireche la prima soluzione è bayesiana,la seconda frequentista, e di conse-guenza il problema consiste in unascorretta applicazione dell’approcciobayesiano.La differenza tra approccio frequen-tista e approccio bayesiano non ècosa che appassioni la comunità dei“misuristi”, perché chi si occupaconcretamente di misure deve solita-mente affrontare una molteplicità diproblemi teorici e pratici più pres-santi. Probabilmente la maggiorparte di essi ha solo un’idea vagadell’esistenza dei due approcci, edè incline a pensare che si tratti diuna disputa più filosofica che sostan-ziale. Ma, citando ancora una voltaEfron, potremmo rispondere che “the250-year debate between Bayesiansand frequentists is unusual amongphilosophical arguments in actually

having important practical conse-quences.”L’intento di questo articolo è di esporrein modo breve e discorsivo la differen-za tra i due approcci, bayesiano e fre-quentista, con riferimento alla valuta-zione dell’incertezza di misura, esoprattutto d’illustrare le peculiarità del-l’approccio bayesiano. Questo è moltoimportante per capire tanti aspettiessenziali della teoria dell’incertezza dimisura correntemente standardizzata.Permette anche d’iniziare a capire unproblema piuttosto elusivo: perché lapropagazione del S1 funziona male.

UN ESEMPIO DIDATTICO: LAQUALITÀ DI UNA MACCHINASALDATRICE

Facciamo un esempio molto semplice,adatto a un corso di base sulla teoriadella misurazione. La qualità di unasaldatrice automatica è rappresentatadal suo tasso di difetti P. Con ciò siintende dire che ogni saldatura hauna probabilità P di essere eseguita inmodo difettoso. Si è costruito un pro-totipo di una saldatrice innovativa,per cui è necessario stimare P. A que-sto scopo si eseguono n=100 saldatu-re, e se ne osservano X=3 difettose.Qual è la stima di P? E qual è l’incer-tezza di questa stima?Questo esempio non è particolarmen-te originale: è essenzialmente lo stes-so scelto dal reverendo Thomas Bayesper illustrare alcune sue idee in meritoalla teoria della probabilità [3]. Tutta-via, a distanza di esattamente duesecoli e mezzo (1763), esso risultaancora piuttosto utile.

METROLOGIA FONDAMENTALE

Incertezza di misura: teoriacoerente o edificio da ricostruire?

Nicola Giaquinto

Parte 2: Due approcci rivali alla teoria dell’incertezzaGLI

ALT

RI

TEM

I

Approccio frequentistaNell’approccio detto “frequentista”, o“ortodosso”, il parametro incognito Pè una quantità deterministica scono-sciuta, mentre il numero di saldaturedifettose osservate, X, è una variabilealeatoria. Questa ha, evidentemente,distribuzione binomiale di parametrin e P:

(1)

Partendo dalla (1), il modo di proce-dere è ben noto: si costruisce unaseconda variabile aleatoria, P=h(X),“stimatore” del parametro sconosciutoP. Un buon metodo per costruire uno sti-matore è quello della massima verosi-miglianza: P è quel valore di P cherende massima la probabilità (1). Con calcoli semplici si trova cheP=X/n=0,03, che è anche una solu-zione intuitiva. Questo stimatore ha diverse proprietàdesiderabili, come la non distorsione: ilsuo valore atteso coincide col parame-tro da stimare (E[P]=P ). Tutti gli stimatori di massima verosi-miglianza, inoltre, sono asintotica-mente efficienti, cioè al crescere di nla loro varianza tende al limite diCramer-Rao (la varianza più piccolache può avere uno stimatore non di-storto).La distribuzione dello stimatore P non èperfettamente nota, e questo è inevita-bile nello schema concettuale frequenti-sta. La probabilità fP(p)=Pr(P=p) infatti èdata dalla (1), ponendo p=nx, e que-sta dipende dal parametro sconosciu-to P. Essa si può rappresentare solo asse-gnando a P un valore ipotetico: in Fig.1 si ipotizza che sia P=0,03, cosa chein realtà non sappiamo.L’incertezza della stima può esse-re quantificata come deviazionestandard dello stimatore, che è

. Naturalmente, an- u P p n= −( ) /1

nx

P Px n x=

−( ) −1

f x P X x Px ( ) = =( ) =Pr

che questo parametro è sconosciuto:l’incertezza della stima deve quindi asua volta essere stimata. Ciò può es-sere fatto sostituendo P=0,03 al valo-re sconosciuto P, ottenendo

.Il valore P=0,03 è una stima puntua-le. Se vogliamo una “stima per inter-valli”, con proprietà statistiche asse-gnate, l’approccio frequentista cimette di fronte a un problema logica-mente involuto e tecnicamente labo-rioso. Dobbiamo determinare unintervallo aleatorio I=[P1;P2] tale chePr(P∈I )=cl, e cioè un intervallo di con-fidenza I con livello di confidenza cl.Per il parametro P di una binomialequesta è faccenda complessa. La solu-zione tecnicamente più esatta [4] èdata dalla formula (calcolata per unlivello di confidenza del 90%):

(3)

dove Ba(a,b) è il quantile α-esimodella distribuzione Beta di parametri

= [ ]0 0082 0 0757, ; ,

B x n xcl + −( )] =−( )1 2 1/; ,

I B x n xcl= − +( )[ −( )1 2 1/ , ;

u P P n≅ − ≅ˆ( ˆ ) / ,1 0 017

a e b. Rappresentare grafi-camente la relazione traquesti due valori e la proba-bilità del 90%, comunque,non è elementare.Sottolineiamo che, nelloschema frequentista, nonpossiamo dire che P “è com-preso tra 0,0082 e 0,0757con una probabilità del90%”. Dobbiamo invece di-re che l’intervallo è stato co-struito in modo tale che,prima di essere determinato,aveva una probabilità del 90% d’includere il valo-re di P. La soluzione presentata – bi-sogna dirlo – è completa-mente al di fuori della GUM.In particolare, non è lecitodire che l’incertezza è la de-

viazione standard dello stimatore,anche se questa è pratica comune,che può essere rintracciata in innume-revoli lavori scientifici. Nemmeno lastima P=3%, come vedremo, è confor-me al dettato della GUM.

Approccio bayesianoNell’approccio bayesiano i ruoli delparametro sconosciuto e delle osser-vazioni si invertono. Il parametro P, inquanto incognito, è modellato comeuna variabile aleatoria, mentre il nu-mero di saldature difettose osservate,X, è una quantità deterministica. Ilproblema di stima consiste nella deter-minazione della densità di probabilitàdi P condizionata all’osservazione diX, fP(p|X). Questa si ricava con la for-mula di Bayes, che in questo caso siscrive:

(2)

dove fX(X|p) è la probabilità (1), cal-colata per x uguale al valore osserva-to X=3. La fP(p) è la distribuzione apriori del parametro P, cioè una di-stribuzione che descrive le informa-zioni disponibili su P prima di esegui-re le saldature.Poiché P è compresa tra 0 e 1, in as-

f p X

f X p f p

f X p f p dpPx P

x P( ) =

( ) ( )( ) ( )∫

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Figura 1 – Distribuzione di probabilità (ipotetica) dello stimatore “frequentista” P =X/n del tasso

di difettosità P di una saldatrice. La media della distribuzione coincide col valore di P (in rosso).

L’area celeste indica un intervallo di confidenza al 90%, nell’ipotesi di avere osservato P =0,03

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Questo intervallo (“di copertura”, o“di credibilità”, o “bayesiano”), èrappresentato in Fig. 2.La soluzione bayesiana qui esposta,contrariamente a quella frequentista,è completamente conforme al dettatodella GUM.

ONORI E ONERI DELL’APPROCCIO BAYESIANO

Confrontando i procedimenti, e le Figg.1 e 2, ci si dovrebbe forse chiedere, aparere dell’autore, perché mai qualcu-no si ostini a usare l’approccio frequen-tista. I vantaggi dell’approccio bayesia-no sono ovvi, e tra essi i seguenti:1. Lo stimatore frequentista può assu-mere (in questo esempio) solo valoridiscreti.2. Nel caso frequentista abbiamo ache fare con distribuzioni sconosciutee incertezze stimate, in quello baye-siano le distribuzioni e le incertezzesono prive d’incertezza.3. L’approccio bayesiano rispondealla domanda logica: “quanto è pro-babile che P si trovi in un certo inter-vallo?” Nel caso frequentista questadomanda non ha risposta e non haneanche senso.4. Con l’approccio bayesiano pos-siamo adattare il criterio di sceltadella stima puntuale alle esigenze del

problema. Per certi casipotremmo preferire il valoremodale, per altri il valoreatteso. Nel caso di distribu-zione a posteriori multimo-dale, possiamo formularerisposte complesse, del tipo“i valori più probabili sono xe y”.5. Con l’approccio bayesia-no è possibile integrare nellastima le informazioni a prioridisponibili. Se, per esempio,siamo certi che il tasso didifettosità della saldatricenon può superare il 10%,possiamo usare una distribu-zione a priori fP(p) uniformein [0 - 0,1].In realtà proprio le ultimedue caratteristiche, che mo-strano bene la potenza e la

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raffinatezza dell’approccio bayesia-no, sono anche il suo tallone d’Achil-le. La n. 4 ci mette in difficoltà seabbiamo bisogno una regola unica,uno standard, per scegliere la stimapuntuale. La GUM risolve decretandoche la stima puntuale è sempre il valo-re atteso, cioè P=3,92%.La questione seria però è rappresen-tata dalla “possibilità” d’integrarenella stima le informazioni a prioridisponibili. Questa purtroppo non èsolo una possibilità, ma anche unobbligo: si deve scegliere una qual-che fP (p), e la scelta può essere dif-ficile. Per risolvere il problema sipossono seguire diverse strade, chedanno luogo a diversi tipi di baye-sianismo.Se non si dispone d’informazioni fre-quentiste, ma di opinioni e convinzio-ni a priori su P – per esempio, Psecondo noi non può superare il valo-re del 5%, e lo diciamo perché siamoesperti – possiamo fissare fP(p) di con-seguenza. Questo è il bayesianismosoggettivo.Se non si dispone d’informazioni fre-quentiste, e non si vogliono introdur-re scelte soggettive nell’analisi, allo-ra si dovrà fissare fP (p) in modo da“far parlare i dati”, e cioè in modotale che la scelta di fP (p) abbia laminima influenza possibile sul risulta-to finale. Questo è il bayesianismooggettivo.Il bayesianismo soggettivo ha moltiusi pratici. È una eccellente “macchi-na sillogistica”, adatta a trarre con-clusioni coerenti da un insieme didati e da determinate opinioni. Esso,però, è difficilmente proponibile inun ambito di comunicazione scientifi-ca, o in qualsiasi situazione in cuisia necessaria una sostanziale incon-testabilità dei risultati. Per questesituazioni rimane il bayesianismooggettivo, che è poi quello effettiva-mente applicato nell’esempio illustra-to. (A rigore dovrebbe essere citatoanche il “bayesianismo empirico”,una tecnica avanzata che, comun-que, è essenzialmente un bayesiani-smo oggettivo). I concetti del baye-sianismo oggettivo sono anche quelliutilizzati nell’impianto concettualedella GUM e del S1.

Figura 2 – Distribuzione a posteriori del tasso di difetti Pdi una saldatrice, per una distribuzione a priori

uniforme in [0;1]. In rosso sono evidenziati valore modale e valore medio.

L’area celeste è un intervallo di credibilità al 90%

senza di altre informazioni una sceltanaturale per fP (p) è la distribuzioneuniforme in [0;1] (considerando tutti ivalori di P ugualmente probabili). Ladistribuzione a posteriori risultante èin Fig. 2. Analiticamente è una distri-buzione Beta, B(X+1, n–X+1), ma puòanche essere calcolata numericamen-te con applicazione diretta della (2).Dovendo scegliere una stima puntualeper P possiamo optare per il valoreatteso, P=E[P]=0,0392, oppure per ilvalore modale, P=arg max fP(p|X)=0,03(che coincide con l’“intuitiva” stimafrequentista). L’incertezza della stima èu=std[P]=0,0191.Se vogliamo una stima per intervallicon proprietà statistiche assegnate, ilproblema questa volta è d’interpreta-zione e soluzione assai semplice.Occorre individuare, per la distribu-zione di Fig. 2, un intervallo che rac-chiuda un’area di probabilità asse-gnata, la “probabilità di copertura”cp, per esempio del 90%. Nel caso inesame, per cp = 90%:

(3)

= [ ]0 0136 0 0750, ; ,

B x n xcp + − +( )] =+( )1 2 1 1/ ,

I B x n xcp= + − +( )[ −( )1 2 1 1/ , ;

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BAYESIANISMO OGGETTIVO E GUM

Le raffinatezze del bayesianismo oggettivoIl bayesianismo oggettivo è una meto-dologia potente e una teoria affasci-nante, ma è decisamente per esperti, enon si presta a essere applicata mec-canicamente [5]. Ad esempio, la solu-zione che abbiamo presentato al pro-blema della saldatrice non è indiscuti-bile, ma ha una certa arbitrarietà.La mancanza d’informazioni a priorisu P è stata codificata con una distri-buzione uniforme in [0;1]. Sembra unascelta ovvia, ma se il problema fosseformulato in termini di un altro para-metro Θ, (per esempio Θ=P2) dovrem-mo attribuire una distribuzione unifor-me a Θ. Qual è il “parametro privile-giato”, con distribuzione uniforme?Questo problema può essere risolto fis-sando la fP (p) con la “regola di Jef-freys” [6], che assicura l’invarianza peruna riparametrizzazione, senza doverscegliere una parametrizzazione privi-legiata. In alcuni problemi la regola haun ruolo fondamentale. Stimando ladeviazione standard di una gaussiana,una distribuzione a priori uniforme(fΣ(σ)∝1) dà risultati non buoni. Con laregola di Jeffreys si fissa fΣ(σ)∝1/σ, e siottengono risultati corretti.Nel caso della stima di P, la fP (p)della regola di Jeffreys è la distribu-zione arcoseno, e i risultati finali sonoun po’ diversi da quelli presentatisopra: P=E[P]=0,0347, P=arg maxfP(p|X)=0,0253. La differenza non ègrande, ma nemmeno trascurabile.A volte, tuttavia, anche la regola diJeffreys non dà buoni risultati. Perovviare a questo, la teoria offre altrimetodi per la scelta della fP (p), dalprincipio di massima entropia alle“reference prior” di J. Bernardo [7].Però una regola che va bene sempresemplicemente non esiste: ogni proble-ma di stima richiede uno studio a séstante. Questo non è un ostacolo peruno statistico professionista, ma lo è sesi desidera un metodo automatico perderivare stima e incertezza. Di fatto,anche nel semplice problema propo-sto, con l’approccio bayesiano abbia-mo ricavato due diverse distribuzioni e

quattro diverse stime, da un mini-mo di 0,025 a un massimo di0,039. Ma il peggio deve anco-ra venire.Il problema fondamentale delbayesianismo oggettivo, perquanto riguarda la sua imple-mentazione nella GUM, è chealle distribuzioni ottenute non siapplicano le normali leggi dipropagazione.

Il paradosso di SteinSe dobbiamo scommettere sulvalore X che risulterà dal lanciodi un dado, supponendo diavere una perdita propor-zionale al quadrato della diffe-renza tra la scommessa X e ilrisultato del lancio X, la scom-messa deve essere X=E[X]=3,5. Sedobbiamo scommettere su quale valoreassumerà Y=X2, la risposta deve essereY=E[Y]=E[X]2+var[X]=15,17. In altreparole, è sufficiente calcolare la propa-gazione della distribuzione.Se dobbiamo scommettere sul valoreche assumerà la variabile aleatoria P,di cui conosciamo la distribuzione, lanostra risposta (stima) è P=E[P]=0,0392.Ma se dobbiamo scommettere sul va-lore di Y=P2, perché ci interessa la pro-babilità di avere due saldature conse-cutive difettose, possiamo applicare aP la propagazione, rispondendoY=E[P2]=E[P]2+var[P]=0,001904?La risposta è no. La distribuzio-ne a posteriori di P2 (Fig. 3),ricavata da quella in Fig. 2, pur-troppo non è corretta. Questo èun fatto ben noto della metodolo-gia bayesiana oggettiva, osser-vato per la prima volta da Stein(1959) nell’ambito della cosid-detta “statistica fiduciale” [8], estudiato approfonditamente, conriferimento alla GUM, in [9].Si deve notare che, se inveceseguiamo il “brutto” approcciofrequentista, la propagazione èsemplice. Calcoliamo la distri-buzione di Y=P2 (Fig. 4), propa-gando quella di Fig. 1. Ci ac-corgiamo che il valore atteso diY non coincide col parametroda stimare, perché E[Y]=P2+var[P ]>P2. Dalla correzione (ap-

prossimativa) della distorsione, o bias,si deriva immediatamente uno stimato-re corretto: Y′=Y – var[P]P2–P(1–P)/n.Si noti che, come nell’articolo prece-dente [2], dove l’approccio bayesia-no somma (Y=E[P]2+var [P]), l’approc-cio frequentista sottrae (Y=P2–var [P]).Nemmeno il paradosso di Stein è unostacolo per uno statistico professioni-sta. Per avere una stima bayesianacorretta di P2, si dovrà applicare ilprocedimento delle “reference priors”descritto da J. Bernardo in [7] (sezio-ne 5.3). Esso consiste nel definire eusare una nuova distribuzione a prio-ri per la quantità Y=P2, perché quel-

Figura 4 – Distribuzione di probabilità di P2=(X/n)2, ricavata da quella di Fig. 1.

La media della distribuzione (linea rossa continua)non coincide col valore P2=0,0009 (linea rossa

tratteggiata). Di conseguenza lo stimatore è distorto:lo stimatore corretto è P2–bias

Figura 3 – Distribuzione di P2, ricavata dalladistribuzione di Fig. 2. Sono evidenziate due

possibili stime puntuali di P2, e cioè il valore modalee il valore medio. Questa distribuzione non è corretta,

e le stime non sono accettabili

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GLIALTRI TEMI

la usata per P non va più bene (“theuse of such a prior overwhelms whatthe data have to say” [7]).Il S1 della GUM, però, parla solo didistribuzioni in senso bayesiano, edella loro propagazione; non certodelle reference prior di Bernardo. Inmolti hanno, infatti, osservato i risultati“strani” del S1 almeno in alcune occa-sioni, e hanno formulato correzioni,per esempio implementando, a valledella propagazione Monte Carlo, unaprocedura numerica supplementarecon l’obiettivo di applicare la priordistribution “giusta” [10].Alla luce di quanto esposto, rimane,a parere dell’autore, un dubbio. Unateoria complessa e delicata, come ilbayesianismo oggettivo, è veramenteadatta a definire procedimenti auto-matici per la valutazione di stime eincertezze, e in particolare per laloro propagazione? E poi, come fareper valutare l’incertezza di stime fre-quentiste? Dovremmo proibirle?

CONCLUSIONI

Esaminando le caratteristiche dei dueapprocci rivali all’inferenza statistica, ilfrequentista e il bayesiano, si capisceper quale motivo il secondo sia statopreferito per l’impostazione della GUM,ma si capisce anche perché questa scel-ta abbia provocato problemi. La que-stione centrale di cui si occupano laGUM e il S1 è la propagazione, che èproprio l’operazione più difficoltosa ditutte nell’approccio bayesiano. Essarichiede di definire una nuova distribu-zione a priori per ogni nuovo problemadi propagazione, e non esiste un modosemplice e automatico per farlo. Nelloschema frequentista, per quanto involu-to e “brutto”, la propagazione risultainvece estremamente semplice.Come nel precedente articolo abbiamovisto che, quando si propaga unagrandezza incerta, la stima bayesianaprevede una somma, mentre quello fre-quentista prevede una sottrazione.Questo fenomeno può essere chiaritoin modo molto semplice, senza tirare inballo distribuzioni a priori e la lorocomplicata teoria; ma questa è materiaper un ulteriore approfondimento.

RIFERIMENTI

[1] B. Efron, “Bayesians, Frequentists,and Scientists”, J. Am. Stat. Assoc.,vol. 100, pagg. 1-5, 2005.[2] N. Giaquinto, “Incertezza di misu-ra: teoria coerente o edificio da rico-struire? Parte 1: il Supplemento 1della GUM e il suo paradosso”,Tutto_Misure, vol. XV, n. 3, pagg.189-194, set. 2013.[3] M. Bayes e M. Price, “An Essaytowards Solving a Problem in the Doc-trine of Chances. By the Late Rev. Mr.Bayes, F.R.S. Communicated by Mr.Price, in a Letter to John Canton,A.M.F.R.S.”, Philos. Trans., vol. 53,pagg. 370-418, gen. 1763.[4] Clopper, C.J. e E.S. Pearson, “TheUse of Confidence or Fiducial LimitsIllustrated in the Case of the Bino-mial”, Biometrika, vol. 26, n. 4,pagg. 404-413, dic. 1934.[5] J. Berger, “The Case for ObjectiveBayesian Analysis”, Bayesian Anal.,vol. 1, n. 3, pagg. 385-402, 2006.[6] H. Jeffreys, “An Invariant Form forthe Prior Probability in Estimation Pro-blems”, Proc. R. Soc. Lond. Ser. Math.Phys. Sci., vol. 186, n. 1007, pagg.453-461, set. 1946.[7] J.M. Bernardo, “Reference Poste-rior Distributions for Bayesian Inferen-

ce”, J.R. Stat. Soc. Ser. B Methodol.,vol. 41, n. 2, pagg. 113-147, 1979.[8] C. Stein, “An Example of WideDiscrepancy Between Fiducial andConfidence Intervals”, Ann. Math.Stat., vol. 30, n. 4, pagg. 877-880,1959.[9] F. Attivissimo, N. Giaquinto, e M.Savino, “A Bayesian paradox and itsimpact on the GUM approach touncertainty”, Measurement, vol. 45,n. 9, pagg. 2194-2202, nov. 2012.[10] A.B. Forbes, “An MCMC algo-rithm based on GUM Supplement 1for uncertainty evaluation”, Measure-ment, vol. 45, n. 5, pagg. 1188-1199, giu. 2012.

Nicola Giaquinto èProfessore Associato di Mi-sure Elettriche ed Elettro-niche presso il Diparti-mento di Ingegneria Elet-trica e dell’Informazione

del Politecnico di Bari. I suoi principaliinteressi di ricerca riguardano l’elabo-razione numerica dei segnali per lemisure e la sensoristica, i modelli mate-matici per le misure, l’affidabilità e laqualità, e le problematiche teoriche re-lative alla definizione e alla valutazionedell’incertezza di misura.

TUTTO_MISURETUTTO_MISURELA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI

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LA COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICACA

MPI

ECOM

PATI

BILIT

ÀEL

ETTR

OM

AGNET

ICA

Strumentazione di basenelle misure di CEM

Carlo Carobbi 1, Alessio Bonci 1, Marco Cati 2

Modello del Circuito Equivalente del Generatore di Impulsi Combinato1,2/50 – 8/20 µs secondo la futura norma IEC 61000-4-5 ed. 3

1 Università di Firenze, Dipartimentodi Ingegneria dell’Informazione 2 Elettra srl – Calenzano, [email protected] e adattato per Tutto_Misure da: CarloF.M. Carobbi, A. Bonci “Elementary andIdeal Equivalent Circuit Model of the1,2/50 – 8/20 µs Combination WaveGenerator”, in corso di pubblicazionesu IEEE EMC MAGAZINE

punto a metà ampiezza del fiancodiscendente dell’impulso. Nella futuraedizione 3 (vedi Fig. 2) la durata saràsostituita dalla larghezza dell’impul-so, definita come l’intervallo di tempotra i punti a metà ampiezza. La lar-ghezza dell’impulso di corrente dicorto circuito Twi, è fissata a20/1,18 µs (cioè 16,9 µs), dove1,18 è un coefficiente empirico(abbastanza vicino al valore di 1,19derivato nel precedente articolo [4]).La larghezza dell’impulso di tensionea circuito aperto, Twv, è fissata a 50µs. Infine il tempo di fronte è sostituito

EQUIVALENT CIRCUIT MODEL OF SURGE GENERATOR ACCORDING TO THE FUTURE IEC 61000-4-5 ED.3 STANDARDIn the present issue of Tutto_Misure the elementary equivalent circuit modelof the surge generator is derived. Such equivalent circuit is capable toreproduce the standard waveform that will be specified by the future edition3 of IEC 61000-4-5 in the defined loading conditions for the generator. Thepresent paper completes the previous one published in issue 3/2013 ofTutto_Misure.

RIASSUNTOIn questo numero di Tutto_Misure deriviamo il circuito equivalente elemen-tare del generatore di surge. Tale circuito equivalente è capace di ripro-durre la forma d’onda normalizzata dell’impulso che sarà specificata nellafutura edizione 3 della norma IEC 61000-4-5 nelle condizioni di carico pre-viste per il generatore. Il presente articolo è il completamento del prece-dente pubblicato nel n. 3/2013.

INTRODUZIONE

Nel momento in cui questo articoloviene scritto, l’edizione 3 della normaIEC 61000-4-5 è in forma di bozza(CDV) [1]. Alcune importanti modifi-che sono previste nella futura edizio-ne 3 rispetto all’attuale edizione 2 [2]relativamente alla verifica dei para-metri della forma d’onda ai terminalidel generatore.La prima novità è che la verifica èeffettuata utilizzando un condensatoreda 18 µF in serie all’uscita del gene-ratore, sia in condizioni di circuitoaperto che di corto circuito. Il con-densatore da 18 µF è stato introdottoper rendere coerente la verifica aimorsetti del generatore (NdA: neces-sariamente per assicurare l’intercam-biabilità dei generatori) con quellaalla porta EUT della CDN per l’ac-coppiamento linea-linea all’alimenta-zione AC/DC (brevemente, 18 µFCDN nel seguito). Il condensatore haun effetto trascurabile sulla tensione acircuito aperto, ma ha un impattosignificativo sulla corrente di corto cir-cuito. Poiché l’intenzione del gruppodi lavoro responsabile del manteni-

mento dello standard è di lasciareinvariati i valori nominali dei parame-tri delle forme d’onda del segnale siaai morsetti del generatore, sia allaporta EUT della 18 µF CDN, allora lasoluzione più ragionevole è quellad’introdurre lo stesso condensatore da18 µF anche nel setup di verifica, inserie con l’uscita del generatore. Sinoti che la verifica alla porta EUTdella 18 µF CDN era già stata previ-sta dopo la pubblicazione dell’edizio-ne 1 della norma [3]. Ciononostante, in base all’esperienzamaturata da allora, molti generatoriattualmente utilizzati dai laboratorimal soddisfano, o non soddisfanoaffatto, gli stessi requisiti sia ai mor-setti del generatore, sia alla porta EUTdella 18 µF CDN, in particolare se sitiene conto dell’incertezza di misuranella valutazione di conformità. Laragione di ciò sarà chiara a breve.La seconda novità è la modifica delladefinizione della durata della formad’onda dell’impulso. Nelle edizioni 1e 2 (vedi Fig. 1) la durata è definitacome l’intervallo di tempo compresotra l’origine virtuale (O) della scalatemporale e l’istante corrispondente al

T_M N. 4/13 ƒ 277

Figura 1 – Forma d’onda tipica della corrente di cortocircuito 8/20 µs del generatore di surge. Parametri definiti in accordo

all’edizione 1 [2] e 2 [3] della IEC 61000-4-5

– il tempo di salita si riduce da6,4 µs a 5,7 µs;– la larghezza dell’impulsopassa da 16,9 µs a 14,3 µs,l’undershoot aumenta da 0,34 a0,44.Alcune interessanti considera-zioni sono suggerite da questi

risultati. In primo luogo, un generato-re progettato per il rispetto dei requi-siti di forma d’onda previsti dall’edi-zione 2 molto probabilmente nonrispetterà i parametri previsti dallafutura edizione 3. In secondo luogo,un generatore progettato per il rispet-to dei parametri di forma d’onda incorrispondenza dei terminali EUTdella 18 µF CDN molto probabilmen-te rispetterà anche i vincoli della futu-ra edizione 3 della norma. In terzoluogo, il requisito presente nelle edi-zioni 1 e 2 della norma secondo cui ilgeneratore deve soddisfare gli stessiparametri di forma d’onda, sia aipropri terminali sia ai morsetti EUTdella 18 µF CDN, è decisamenteambiguo.Torniamo al problema di progetta-zione del generatore di surge. Co-me possiamo determinare un insie-me di valori dei parametri del cir-cuito equivalente del generatore disurge di Fig. 3 in modo che i requi-siti di Tab. 1 siano soddisfatti quan-do è inserito il condensatore da18 µF?

dal tempo di salita, Tri, dal 10% al90% per la corrente di corto circuito,e dal 30% al 90% per la tensione acircuito aperto, Trv. I nuovi parametridelle forme d’onda previsti dalla futu-ra edizione 3 sono riportati in Tab. 1.

PROBLEMA DI PROGETTAZIONE PER L’EDIZIONE 3 DELLA IEC 61000-4-5

Il cambiamento più critico è senzadubbio l’introduzione del condensato-re da 18 µF, mentre la nuova defini-zione dei parametri della forma d’on-da ha in effetti un impatto marginale.In Fig. 3 è riportato il modello del cir-cuito equivalente del generatore pre-visto per l’adozione del condensatoreda 18 µF in uscita. Utilizzando i valo-ri dei parametri circuitali previsti perl’edizione 2 (vedi precedente articolo[4]) il risultato è che:– la corrente di picco si riduce da500 A a 450 A (assumendo un valo-re di picco VP della tensione di uscitaa vuoto pari a 1.000 V);

T_M ƒ 278

È evidente che non è pos-sibile adottare la stessaprocedura di progettazio-ne descritta nel precedentearticolo [4]. È comunquepossibile pre-distorcere laforma d’onda della corren-te di cortocircuito generatain assenza del condensato-re da 18 µF in modo che,quando il condensatore è

inserito, i parametri di forma d’ondadella corrente di cortocircuito coinci-dano con i valori nominali riportati inTab. 1, con un errore trascurabilerispetto alle tolleranze. Questo risulta-to può essere ottenuto attraverso unaprocedura di trial-and-error, che inpratica converge in due passi, se unerrore dell’ordine dell’1% è conside-rato soddisfacente (altrimenti sononecessari più passi d’interazione). Sinoti che, poiché l’inserimento del con-densatore da 18 µF non ha alcuneffetto sulla tensione a vuoto, i para-metri di questa forma d’onda corri-spondono esattamente ai valori nomi-nali di Tab. 1.Per chiarezza illustriamo brevementela procedura trial-and-error. Il primopasso di pre- distorsione è il seguente:

.

Si noti che ora .

Con questi valori di partenza pre-di-storti dei parametri della forma d’on-da si ottengono, seguendo i passaggidescritti nel precedente articolo [4], iseguenti valori dei parametri circuita-li: R3=25,8 Ω, C=8,84 µF,L=10,8 µH, R1=11,1 Ω, R2=0,820 Ωed E=1.062 V. Ora, con questi valoridei parametri del circuito, con il con-densatore 18 µF presente, si ottiene:IP=487 A, Tri=6,2 µs e Twi=16,2 µs.Secondo passo, pre – distorciamo an-cora una volta i parametri della formad’onda come segue:

RVl

P

P

= = 1 8, Ω

T swi = =16 9

14 316 9 20,

,, µ

T sn = =6 4

5 76 4 7 2,

,, , µ

l AP = =500

450500 555 ,

CAMPI E COMPATIBILITÀELETTROMAGNETICA

N.04ƒ

;2013

Figura 3 – Circuito equivalente standard del generatore di surge 1,2/50 – 8/20 µs

come richiamato dalla bozza dell’ed. 3 della IEC 61000-4-5 [1]

Tabella 1 – Parametri delle forme d’onda standard di surge IEC 61000-4-5 Ed. 3 (bozza [1])

FORMA D’ONDA Ampiezza di picco Vp o Ip Tempo di salita Tr Larghezza Tw

Circuito aperto 0,5-1-2-4 kV ± 10% 0,72 µs ± 30% 50 µs ± 20%

Cortocircuito 0,25-0,5-1-2 kA ± 10% 6,4 µs ± 20% 16,9 µs ± 20%

Figura 2 – Forma d’onda tipica della corrente di cortocircuito 8/20 µs del generatore

di surge. Parametri definiti in accordo all’edizione 3(bozza) [1] della IEC 61000-4-5

N.04ƒ

; 2013 CAMPI E COMPATIBILITÀ

ELETTROMAGNETICA

T_M ƒ 279

e

.

Da questi valori pre-distorti si ottieneinfine: R3=25,5 Ω, C=9,98 µF,L=10,7 µH, R1=9,39 Ω, R2=0,832 Ωed E=1.063 V. I parametri dellaforma d’onda della corrente di corto-circuito, con il condensatore da 18 µFpresente, ora sono: IP=496 A,Tri=6,3 µs e Twi=16,7 µs. In partico-lare, l’under-shoot è 0,39. Dopo duepassi d’iterazione il massimo erroresui parametri della forma d’ondadella corrente di cortocircuito è 1,5 %(sul parametro rise-time, la cui tolle-ranza è del 20%), mentre i parametridella forma d’onda di tensione a cir-cuito aperto corrispondono esatta-mente ai valori nominali, come previ-sto.La Tab. 2 consente di confrontare insintesi i valori dei parametri del cir-cuito equivalente del generatore disurge di Fig. 3 per l’attuale edizione2 e la futura edizione 3 della normaIEC 61000-4-5. Le variazioni mag-giori, nel passare dall’edizione 2 alla3, sono a carico della resistenza R1che dimezza all’incirca il suo valore,e a carico della capacità C che all’in-circa lo raddoppia: gli altri parametricircuitali rimangono pressoché inva-riati.

CONCLUSIONI

Riportiamo qui alcune considerazionifinali riguardanti l’applicazione prati-

T swi = =16 9

16 216 9 17 6,

,, , µ

T sn = =6 4

6 26 4 6 6,

,, , µ

l AP = =500487

500 513 ,ca del modello di circuito ele-mentare. Ci si può chiedere, inparticolare, se il circuito è ingrado di riprodurre pienamenteil comportamento di generatoridi surge reali. La risposta è no,perché non è possibile determi-nare un modello circuitale linea-re generale (cioè valido perqualsiasi generatore commer-ciale) capace di riprodurre laforma d’onda di corrente dopol’istante del primo attraversa-mento di zero della corrente dicortocircuito. Per dimostrarequesta affermazione confrontia-mo la Fig. 4 con la Fig. 5 in cuisono mostrati gli andamentidelle correnti di cortocircuitogenerate da un generatorecommerciale a due livelli diver-si (2 kA in Fig. 4 e 500 A inFig. 5). È da notare che l’impul-so in Fig. 4 ha un significativounder-shoot, mentre l’impulso inFig. 5 è praticamente unidire-zionale. Questo differente com-portamento è da attribuire allanon linearità del generatore,che è probabilmente causatadall’interruttore. Simili differen-ze possono essere riscontratetra i generatori di produttori di-versi, ciascuno con la stessa fir-ma caratteristica (oscillante ounidirezionale) a tutti i livelli. Un altro problema è il tempo disalita dell’interruttore che puòda solo dominare il tempo di salitadella tensione a vuoto del generatore,piuttosto che la

costante di tempo . Per que-

ste e altre non idealità degli interrut-tori impiegati nei generatori, l’appli-cazione principale del modello cir-

LR R( )2 1+

cuitale elementare presentato è lasimulazione numerica e la previsio-ne, piuttosto che il progetto vero eproprio di un generatore, se noncome punto di avvio della fase disviluppo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] IEC 77B/685/CDV, Project num-ber IEC 61000-4-5 Ed. 3.0.[2] Electromagnetic compatibility(EMC) – Part 4-5: Testing and mea-surement techniques – Surge immunitytest, IEC 61000-4-5, Ed. 2.0, 2005-11.[3] Electromagnetic compatibility(EMC) – Part 4-5: Testing and mea-

Tabella 2 – Valore dei parametri del modello del circuito del generatore di surge: confronto fra i valori relativi all’edizione 2 e 3

Edizione R1 [Ω] R2 [Ω] R3 [Ω] L [µH] C [µF] E [V]

2 20,2 0,814 26,1 10,9 5,93 1.060

3 9,39 0,832 25,5 10,7 9,98 1.063

Figura 4 – Corrente di corto circuito misurata su un generatore commerciale, livello 2 kA. L’impulso presenta un vistoso under-shoot

Figura 5 – Corrente di corto circuito misurata su ungeneratore commerciale, livello 500 A. L’impulso è

praticamente unidirezionale

N.04ƒ

;2013

Carlo Carobbi si è lau-reato con lode in Ingegne-ria Elettronica nel 1994presso l’Università di Firen-ze. Dal 2000 è Dottore diRicerca in Telematica. Dal

2001 è ricercatore presso il Dipartimentodi Elettronica e Telecomunicazioni del-l’Università di Firenze dove è docente diMisure Elettroniche e di CompatibilitàElettromagnetica. Collabora come ispetto-re tecnico con l’ente unico di accredita-mento Accredia. È presidente del SC210/77B (Compatibilità Elettromagneti-ca, Fenomeni in alta frequenza) del CEI.

Marco Cati si è laureatocon lode ed encomio so-lenne in Ingegneria Elettro-nica all’Università di Firen-ze nel 2001. Dal 2013 èresponsabile tecnico del

laboratorio prove e misure Elettra srl. Dal2005 fa parte del reparto R&S di Esaotedove è responsabile delle verifiche diCompatibilità Elettromagnetica su disposi-tivi ecografici. Collabora come ispettoretecnico con l’ente unico di accreditamen-to Accredia. Svolge attività di consulentenel campo della compatibilità elettroma-gnetica e della sicurezza elettrica.

Alessio Bonci si è lau-reato in Ingegneria delleTelecomunicazioni pressol’Università di Firenze nel1999. Lo stesso anno èpassato a Magnetek spa,

dove è stato coinvolto nel progetto e svi-luppo di alimentatori a commutazione.Dal 2002 è insegnante del corso di siste-mi elettrici presso lo “Istituto ProfessionaleStatale Francesco Buitoni” di Sansepol-cro. Attualmente svolge il Dottorato diRicerca in Ingegneria Industriale e dell’Af-fidabilità presso l’Università di Firenze.

surement techniques – Surge immunitytest, IEC 61000-4-5, Ed. 1.1, 2001-04.[4] C. Carobbi, A. Bonci, M. Cati,

“Modello del Circuito Equivalente delGeneratore di Impulsi Combinato1,2/50 – 8/20µs”, TUTTO_MISURE,anno XV, n° 3, pp. 211-214.

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Tecniche di analisidella fidatezza

M. Catelani 1, L. Cristaldi 2, M. Lazzaroni 3

FMEA – Analisi dei modi ed effetti di guasto

1 Università degli Studi di [email protected] Politecnico di [email protected] Università degli Studi di Milanoe INFN [email protected]

INTRODUZIONE

Nel precedente lavoro [1] è stata pre-sentata una panoramica delle tecnichepiù in uso per la valutazione della fida-tezza. È nostra intenzione, in questo enei lavori a seguire, effettuarne una trat-tazione più dettagliata iniziando dall’a-nalisi FMEA. L’analisi dei modi e deglieffetti di guasto (FMEA) è una procedu-ra sistematica per l’analisi di un siste-ma, condotta allo scopo d’individuare ipotenziali modi di guasto, le cause e glieffetti sulle prestazioni ed eventualmen-te sulla sicurezza delle persone, del-l’ambiente e del sistema [1]. Quandoimpiegata in fase di avanzata proget-tazione, la tecnica di analisi è in gradodi evidenziare le eventuali carenze delsistema, in modo tale da suggerire lemodifiche necessarie per il migliora-mento dell’affidabilità e, più in genera-le, della disponibilità.Spesso l’analisi FMEA consente di con-centrarsi su questi aspetti e di capire sel’apparato in esame mantiene, adesempio, i requisiti di sicurezza. Primadi addentrarci oltre nell’argomento èbene stabilire che in modo più appro-priato si dovrebbe parlare di modo diguasto invece che di guasto. Per mododi guasto si intende l’effetto (evidenzaoggettiva) dovuto al guasto di un com-ponente o di una parte di un sistema.La FMEA è un metodo adatto essen-

zialmente allo studio dei guasti di di-spositivi realizzati anche con tecnolo-gia diversa (elettrici, meccanici, idrau-lici, ecc.) o loro combinazione. LaFMEA può anche essere usata per lostudio delle prestazioni di un softwaree delle mansioni, nonché dei compor-tamenti dell’operatore.L’analisi è condotta partendo dalle carat-teristiche dei componenti di sistema attra-verso un processo induttivo: ipotizzandoil guasto di un componente, l’analisiconsente di evidenziare la relazione esi-stente fra il guasto stesso e i guasti, i difet-ti, la degradazione delle prestazioni odell’integrità dell’intero sistema.L’analisi FMEA consente di ben com-prendere il comportamento di un com-ponente di sistema, quale può essereuna scheda elettronica o un componen-te meccanico, e come questo influiscasul funzionamento dell’intero sistema inparticolare nel caso in cui abbia un’a-varia. È infatti sempre necessario assi-curarsi che un malfunzionamento di unaparte di un sistema non porti all’instau-rarsi di situazioni pericolose. In un im-pianto industriale o in una macchina acontrollo numerico, per esempio, non ètollerabile che il guasto di un dispositivoelettronico di una scheda di controllopossa consentire operazioni ritenutepoco sicure. La scheda su cui si è verifi-cato il guasto dovrà pertanto essere pro-gettata in modo tale che, a guasto pre-

sente, sia inibito il funzionamento delsistema, o almeno lo siano le operazio-ni non sicure. La soluzione è di tipo pro-gettuale, e l’analisi FMEA consente daun lato d’individuare tutti i guasti che, senon ben previsti, possono dar luogo asituazioni pericolose, e dall’altro a veri-ficare che le soluzioni adottate risultinoefficienti. Ecco pertanto il motivo per cui,sebbene sempre utile, è consigliabileeffettuare e aggiornare l’analisi FMEAdurante la fase di progettazione, anchese può essere uno strumento di verificaa posteriori della progettazione e diprova della conformità del sistema allespecifiche, alle norme, ai regolamenti ealle esigenze dell’utilizzatore.Risulta chiaro che i risultati dellaFMEA fissano le priorità per i control-li di processo da attuare e le ispezio-ni previste nel corso della costruzionee dell’installazione nonché per le pro-ve di qualifica, di approvazione, di ac-cettazione e di messa in esercizio.Non si vuole ovviamente sminuire l’im-portanza di una FMEA condotta su unapparato già progettato. In tal caso,semplicemente, l’analisi è condottacome una sorta di verifica a posterio-ri di quanto realizzato e, a ben ve-dere, può ritenersi un primo passo uti-le a definire i requisiti e i criteri pro-gettuali nel momento in cui si riterràopportuno riprogettare o anche soloaggiornare il prodotto.Una FMEA consente (i) l’identificazio-ne dei guasti ivi compresi i guastiindotti; (ii) l’individuazione della ne-

FMEA – FAILURE MODE AND EFFECT ANALYSISOne of the most important techniques for dependability evaluation is representedby FMEA – Failure Modes and Effects Analysis. Starting from the knowledge ofthe system to be studied, FMEA allows to analyze the effects produced onthe system by a failure of a subsystem or a component.

RIASSUNTOIl lavoro presenta una delle più importanti e diffuse tecniche di valutazionedella fidatezza. Per l’implementazione dell’analisi occorre disaggregare ilsistema secondo una logica di scomposizione per blocchi funzionali, fino alivello di componente.

T_M N. 4/13 ƒ 281

modo comune possono essere ricondu-cibili alle condizioni ambientali, ad as-segnazione di prestazioni e/o caratte-ristiche insufficienti (insufficienze di pro-getto), a difetti dovuti alla fase realiz-zativa (difetti di costruzione), a errori dimontaggio, d’installazione, a erroriumani per esempio durante l’esercizioe/o la manutenzione. L’analisi FMEAconsente anche l’analisi qualitativa diquesti guasti.Passo 5 – Identificazione delle cause dei guastiIn corrispondenza di ogni modo diguasto è bene individuarne la causa.Tanto maggiore è l’effetto del modo diguasto tanto più accuratamente deveesserne descritta la causa.

cessità di ridondanze e ulteriori so-vradimensionamenti e/o semplifica-zioni del progetto; (iii) la determina-zione della necessità di scegliere ma-teriali, parti, dispositivi o componentiadeguati; (iv) l’identificazione delleconseguenze gravi dei guasti e per-tanto determinare se è necessario rive-dere e modificare il progetto oltre chetrovare tutto ciò che può presentarerischi per la sicurezza e l’incolumitàdelle persone o sollevare problemi diresponsabilità legale; (v) l’ottenimentodi aiuto nel definire le procedure dicollaudo e di manutenzione sugge-rendo i modi potenziali di guasto, i pa-rametri che devono essere registratidurante il collaudo, le verifiche e l’uti-lizzazione e nella stesura di guide perla ricerca dei guasti; (vi) la definizionedi alcune delle caratteristiche del soft-ware, se presente [2-3].

PROCEDURA OPERATIVA

La procedura per l’analisi FMEA è diseguito descritta.Passo 1Definizione del sistemaIn questa fase si definisce il sistema, isuoi requisiti funzionali, le condizioniambientali e le eventuali prescrizionilegali da rispettare. Nel definire i re-quisiti funzionali e operativi occorreprecisare, oltre alle prestazioni attese,anche le funzionalità indesiderate,ovvero le situazioni che devono es-sere considerate come condizioni diguasto. Le condizioni ambientali ri-guardano la temperatura dell’ambien-te di lavoro del sistema, l’umidità, lapressione e, infine, la presenza o me-no di polveri, muffe e salinità. Oltre aciò, si devono tenere in debito contotutte le problematiche legate alla com-patibilità elettromagnetica (EMC). Èbene, infine, verificare quali prescri-zioni legislative sono applicabili alsistema, soprattutto in termini di sicu-rezza e rischio.Passo 2 – Elaborazione dei diagrammi a blocchiSi elaborano i diagrammi a blocchifunzionali con lo scopo di chiarire l’in-terconnessione fra i vari sottosistemi,circuiti, componenti.

Passo 3Definizione dei principi di baseInizialmente è necessario fissare il livel-lo di analisi più adeguato. Il livello otti-male è scelto da chi esegue la FMEA eil livello più basso possibile è quelloper cui si può disporre delle necessarieinformazioni. In una FMEA relativa aun sistema elettronico è chiaro che il li-vello più basso possibile è quello in cuisi analizzano i modi di guasto dei sin-goli componenti elettronici.Passo 4 Definizione dei modi di guastoSi identificano i modi, le cause e gli effet-ti dei guasti, la loro importanza relativae, in particolare, la modalità di propa-gazione. Il modo di guasto è l’evidenzaoggettiva della presenza di un guasto. Ènecessario in questa fase individuare glielementi/componenti critici del sistemaed elencarne i modi di guasto.I modi di guasto sono dedotti in manieradiversa a seconda che il componente sianuovo oppure già utilizzato. Quando ilcomponente è nuovo – in assoluto o peril progettista che, non avendolo mai uti-lizzato non ha ancora accumulato suffi-ciente informazione circa il suo compor-tamento – i modi di guasto si possonoricercare per similitudine con componen-ti che hanno la stessa funzione o da risul-tati dei test del componente sottoposto acondizioni di lavoro particolarmente gra-vose. I modi di guasto possono ancheessere dedotti da uno studio teorico delcomponente o del sistema. Per compo-nenti già ampiamente utilizzati e cono-sciuti, invece, i modi di guasto sono ge-neralmente dedotti dalla documentazio-ne fornita dal costruttore e dai dati stori-ci inerenti il suo utilizzo.I modi di guasto possono essere qua-si sempre classificati in uno dei modidi guasto elencati in Tab. 1.Una volta definiti i modi di guasto sene studiano gli effetti. Infine, si valuta-no gli effetti del guasto, generali e/olocali, e l’effetto finale al più alto livel-lo del sistema.Una ulteriore considerazione merita quidi essere fatta a proposito dei cosiddettiguasti di modo comune che sono tut-t’altro che infrequenti. Tali sono i guastioriginati da un avvenimento che provo-ca contemporaneamente stati di guastoin due o più componenti. I guasti di

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Tabella 1 – Elenco dei modi di guasto

1 Guasto alla struttura (rottura)2 Grippaggio o inceppamento3 Vibrazioni4 Non resta in posizione5 Non apre6 Non chiude7 Rimane aperto8 Rimane chiuso9 Perdita verso l’interno

10 Perdita verso l’esterno11 Fuori tolleranza (in più)12 Fuori tolleranza (in meno)13 Funziona anche quando non dovrebbe14 Funzionamento intermittente15 Funzionamento irregolare16 Indicazione errata17 Flusso ridotto18 Attivazione errata19 Non si ferma20 Non si avvia21 Non commuta22 Intervento prematuro23 Intervento in ritardo24 Ingresso errato (eccessivo)25 Ingresso errato (insufficiente)26 Uscita errata (eccessiva)27 Uscita errata (insufficiente)28 Mancanza d’ingresso29 Mancanza di uscita30 Corto circuito (elettrico)31 Circuito aperto (elettrico)32 Dispersione (elettrica)33 Altre condizioni di guasto eccezionali

a seconda delle caratteristiche del sistema, le condizioni di funzionamento e i vincoli operativi

Tabella tratta dalla NORMA CEI 56-1

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Passo 6 – Identificazione degli effetti dei guastiUn modo di guasto comporta general-mente effetti in termini di ridotta o man-cata funzionalità del sistema, sino ai ca-si più gravi in cui si instaurano situazio-ni pericolose per l’operatore e/o perl’ambiente. Si riconoscono tipicamentedue tipologie di effetti: locali e finali. Iprimi sono gli effetti dei modi di guastosul componente in esame mentre i se-condi sono gli effetti che si evidenzianoa livello di sottosistema/sistema.Passo 7 – Definizione dei provvedimenti e dei metodiper rilevare e isolare i guastiIn questa fase si identificano i provvedi-menti e i metodi per individuare e isola-re i guasti indicando le modalità daseguire per rilevare il guasto e i mezzida impiegarsi a tal scopo. Lo scopo èquello di fornire all’utilizzatore, o a chieffettua la manutenzione, le informazio-ni necessarie a verificare la presenza o

meno del modo di guasto considerato.L’FMEA può essere applicata a un pro-cesso, a un prodotto ma anche a un pro-getto, cambiando nei diversi casi lemodalità e i tempi d’individuazione deiguasti. Quando l’FMEA è applicata aun processo è necessario stabilire doveè più efficiente rilevare i guasti: duranteil funzionamento del processo da unoperatore, dal Controllo Statistico delProcesso (SPC) o dal controllo qualitàper citare alcuni esempi. Quando l’FMEA si applica a un progetto, invece,si deve porre la massima attenzionenello stabilire quando e dove un mododi guasto può essere più facilmente indi-viduato: durante la revisione del proget-to, nella fase di analisi, di test ecc.Passo 8 – Prevenzione degli eventi indesiderabiliSi identificano i possibili provvedimenti,di progetto e operativi, per preveniregli eventi indesiderati. Oltre alla via piùbreve che è quella di risolvere alla radi-

ce il problema in modo che non si veri-fichino eventi indesiderati, è possibilericorrere alla ridondanza, all’utilizzo disistemi di allarme e di monitoraggio,all’introduzione di limitazioni ai danniipotizzabili.Passo 9 – Classificazione della severità degli effetti finaliLa classificazione degli effetti finali vienefatta tenendo conto dei più svariati aspet-ti: la natura del sistema in esame, le ca-ratteristiche funzionali e le prestazionidel sistema, i requisiti contrattuali, i requi-siti derivanti da legislazione cogente,soprattutto in relazione all’incolumità de-gli operatori e, infine, i requisiti stabilitidalla garanzia. Per la classificazione èpossibile fare riferimento alla Tab. 2.Passo 10 – Guasti multipliSi ricercano le specifiche combinazio-ni di guasti multipli da tenere in debi-to conto.Passo 11 – RaccomandazioniSi stilano eventuali raccomandazioni

MICROFONI PER TEST AUTOMOTIVEPCB Piezotronics è lieta di annunciare ilsuo continuo impegno nel dedicarerisorse per sviluppare e implementare lalinea di microfoni conformi agli stan-dard IEC e certificati A2LA (ACCREDIA)dedicati ad applicazioni automotive.PCB® è in grado di offrire una vastagamma di microfoni per test automoti-ve: microfoni a condensatore, pre-pola-rizzati, array, sonde, capsule da campolibero, in pressione e a incidenza ca-suale. Ognuna di queste tipologie èproposta a un prezzo competitivo, sen-za rinunciare a un’elevata qualità e aun supporto, prima e dopo la vendita,senza pari sul mercato.“Oggi l’utente è alla ricerca di misurequalitativamente superiori, da poter ese-guire con sensori performanti ma cherispettino i budget preposti, consenten-dogli di misurare con precisione e affi-dabilità i livelli di pressione sonora, ren-dendo il lavoro dei tecnici più semplicee veloce, migliorando i processi di set-up e la registrazione dei dati”, ha spie-gato Mark Valentino, Product Manager

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di PCB Piezotronics. “La PCB è in gradodi proporre un’ampia offerta di microfo-ni, con tempi di consegna certi e unapolitica di garanzia ai massimi livelli dimercato, cosi da soddisfare le moltepliciesigenze dell’utente finale e dare unvalore aggiunto all’applicazione”.La PCB® segue le esigenze del clien-te fornendo un supporto locale e evo-luti servizi pre e post vendita, com-prese le riparazioni e le taratureaccreditate (A2LA – o ACCREDIA).

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zioni generali e un approccio allavalutazione”, Tutto_Misure n. Anno15, N° 3, mese 2013, pp. 217- 219,ISSN 2038-6974.2. M. Lazzaroni, L. Cristaldi, L. Peret-to, P. Rinaldi and M. Catelani, Relia-bility Engineering: Basic Conceptsand Applications in ICT, Springer,ISBN 978-3-642-20982-6, e-ISBN978-3-642-20983-3, DOI 10.1007/978-3-642-20983-3, 2011 Springer-Verlag, Berlin Heidelberg.3. M. Catelani, L. Cristaldi, M. Laz-zaroni, L. Peretto, P. Rinaldi, “L’affi-dabilità nella moderna progettazione:un elemento competitivo che collega

ove si riportano le osservazioni utili perchiarire, per esempio, eventuali aspettinon completamente analizzati, le con-dizioni insolite, gli effetti dei guasti dielementi ridondanti, gli aspetti partico-larmente critici del progetto, i riferimen-ti ad altri dati per l’analisi dei guastisequenziali e ogni osservazione a com-pletamento dell’analisi.La Fig. 1 riporta la procedura tipica diun’analisi FMEA. Le attività contenutenei riquadri tratteggiati sono general-mente proprie di un’analisi FMECA dicui si dirà in una successiva memoria.

ALCUNI “TRUCCHI”

È chiaro che nel caso si debbano ana-lizzare sistemi complessi l’analisi tendea divenire assai corposa, tediosa e irtadi possibili ripetizioni. In questi casi l’e-sperienza dell’autore, o degli autori,della FMEA gioca un ruolo assai impor-tante. Esistono inoltre alcuni particolariche tendono a semplificare l’analisi. Inparticolare, è bene considerare il fattoche raramente si è in presenza di unsistema progettato dal nulla, avendospesso a che fare con la revisione di unsistema già esistente o, anche in caso dinuovo progetto, si potranno avere alcu-

ni sottosistemi già utilizzati in prece-denti progetti. Se le condizioni di utiliz-zo sono le medesime, è possibile mu-tuare le considerazioni di fidatezzafatte in precedenza anche per il nuovoprogetto.I risultati di una FMEA possono forni-re informazioni assai importanti perfissare le priorità del controllo statisti-co del processo, del campionamentoin accettazione, delle ispezioni e perla qualificazione.

CONCLUSIONI

Il lavoro ha preso in considerazione etrattato una delle principali tecniche dianalisi della fidatezza: l’analisi dei mo-di e degli effetti dei guasti (FMEA-Failu-re Mode and Effects Analisys) In succes-sive memorie saranno illustrati alcuniesempi applicativi che potranno megliochiarire quanto qui esposto. Si segnala,infine, l’esistenza di una notevole biblio-grafia sull’argomento [per es. 4-7].

BIBLIOGRAFIA

1. M. Catelani, L. Ciani, L. Cristaldi,M. Lazzaroni, “Fidatezza: considera-

Tabella 2 – Esempio di classificazione degli effetti finali(*)

Classe Impatto o Effetti di guastogravità/criticità

del guastoLivello di Criticità

Evento suscettibile di nuocere al buon funzionamento del sistema, causando però

I Insignificante danni trascurabili al sistema o all’ambientecircostante e senza presentare rischi di mortio menomazioni alle persone.

Evento che nuoce al buon funzionamentodi un sistema senza tuttavia causare danni II Marginale notevoli al sistema né presentare rischi importanti di morti o menomazioni.

Ogni evento che potrebbe causare la perditadi (una) funzioni(e) essenziali(e) del sistema

III Critico provocando danni importanti al sistema o al suoambiente, ma con un rischio trascurabile di mortio menomazioni.

IV Catastrofico Ogni evento che potrebbe causare la perdita di (una) funzioni(e) essenziali(e) del sistema provocando danni importanti al sistema o al suoambiente e/o che potrebbe causare morti o menomazioni.

(*) Tratta dalla NORMA CEI 56-1

Figura 1 – Schema dell’analisi FMEA/FMECA(la FMECA verrà trattata in una successiva memoria)

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sicurezza e certificazione”, Collana I quaderni del GMEE, Vol. 1 Editore:A&T, Torino, 2008, ISBN 88-90314907, ISBN-13:9788890314902.4. IEC 60812:2006 – Analysis tech-niques for system reliability – Proce-dure for Failure mode and effects ana-lysis (FMEA).5. SAE J1739, Potential Failure Modeand Effects Analysis in Design (DesignFMEA), Potential Failure Mode andEffects Analysis in Manufacturing andAssembly Processes (Process FMEA),and Potential Failure Mode andEffects Analysis for Machinery (Machi-nery FMEA), (revision June 2000) (1a

edn., July 1994).6. AIAG, Potential Failure Mode AndEffects Analysis (FMEA), 3a edn. (July2001).7. A.N.F.I.A., FMEA – Linee Guidaper l’applicazione della FMEA,ANFIA QUALITÀ 009, Edizione n. 2(2006).

Marcantonio Catelani è Professore Ordinario di Misure Elettri-che ed Elettroniche presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Infor-mazione dell’Università di Firenze. La sua attività di ricerca si svol-ge prevalentemente nei settori dell’Affidabilità, della diagnostica equalificazione di componenti e sistemi, del controllo della qualità edel miglioramento dei processi. Fa parte del CT 56 – Affidabilità –del CEI ed è coordinatore di gruppi di ricerca, anche applicata,

delle tematiche citate.

Loredana Cristaldi è Professore Associato di Misure Elettriche edElettroniche presso il Dipartimento di Elettrotecnica del Politecnico diMilano. La sua attività di ricerca è svolta principalmente nei campidelle misure di grandezze elettriche in regime distorto e dei metodidi misura per l’affidabilità, il monitoraggio e la diagnosi di sistemiindustriali. Fa parte del CT 56 – Affidabilità – del CEI.

Massimo Lazzaroni è Professore Associato di Misure Elettriche edElettroniche presso il Dip. di Fisica dell’Università di Milano. La suaattività di ricerca è rivolta alle misure per le applicazioni industria-li, per la diagnostica dei sistemi industriali, per l’Affidabilità e ilControllo della Qualità. Fa parte del CT 85/66 – Strumenti di misu-ra delle grandezze elettromagnetiche Strumentazione di misura, dicontrollo e da laboratorio e del CT 56 – Affidabilità del CEI.

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precisione di ± 0.2 mm nel-l’intero campodi misura, of-frendo maggioripotenzialità eflessibilità rispet-to ad analoghisistemi con rile-vamento fisso. Ilsensore ha unpeso di soli 190 g,è certificato IP50ed è alimentatocon normali bat-terie AAA. È l’i-deale complemen-to al laser trac-ker AT 402, alquale aggiungeflessibilità e faci-

lità d’uso. Usando il metodo dello spo-stamento della stazione laser, il campooperativo del sistema può essere aumen-tato quasi senza perdita della precisionedi rilevamento. Per componenti di di-mensioni ancora maggiori o misure che

richiedono precisioni superiori, si puòusare un retroriflettore standard insiemeal B-Probe, per sfruttare pienamente laprecisione dell’AT402 ed estendere ilcampo di misura fino a 160 metri. “Il B-Probe colma un vuoto tra le misu-re basate sul riflettore e la nostragamma ad alte prestazione e 6 gradidi libertà basata sul Leica T-Probe el’Absolute Tracker AT901”, ha dichia-rato Duncan Redgewell, GeneralManager della Linea di Prodotti LaserTracker di Hexagon Metrology. “Cisiamo resi conto che molte aziendeche fabbricano gruppi costruttivi digrandi dimensioni avevano esigenzedi campo di misura, portabilità e col-laudo di elementi nascosti ma richie-devano una precisione significativa. IlB-Probe è stato studiato appositamen-te per questi utenti”. Il sensore è già disponibile e viene dis-tribuito attraverso la rete di venditamondiale e i rivenditori HexagonMetrology. Il B-Probe è semplice comeaggiungere un riflettore a un laser trac-ker, e qualunque laser tracker AT402già in uso può essere aggiornato conun B-Probe dall’utente stesso.

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Dalla Conformità all’efficacia

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Parte 6 – Assicurazione qualità dei dati

DATA QUALITY ASSURANCEIn the context of the mature application of the management system of a testlaboratory, the synthesis of the qualitative performance offered by the labo-ratory itself is certainly to be found in the data deriving from Quality Assu-rance activities. However, the analysis of this type of data is not usuallydone for this purpose. Possibly because of the low conceptual level withwhich the Quality Assurance plan is designed, or due to the scarce atten-tion paid to the use of adequate supports for the registration of data – whichshould permit a direct interpretation during the next analysis stage, such ascontrol charts – or due to neglecting the “potential information” that can bederived from the analysis of the gathered data or their significant contribu-tion to the re-examination of the Quality Assurance plan itself. The purposeof the present article is to deal with such issues proposing a practical metho-dology to be used after an adequate fitting to the specific operative reality.

RIASSUNTOIn un laboratorio di analisi, con anni di attività alle spalle o appena aperto, idati derivanti dalle attività di AQ esprimono la sintesi del livello di qualità delleprestazioni fornite. Spesso, però, l’analisi dei dati di AQ non viene effettuataper la valutazione del grado di maturità dell’applicazione del sistema qualità.Questo innanzitutto per carenza di criteri con cui elaborare il piano di AQ stes-so, poi per la scarsa attenzione dedicata all’utilizzo di idonei supporti nellaregistrazione dei dati che ne possano consentire una lettura efficace in sede disuccessiva analisi, quali ad esempio le carte di controllo, ed infine, perché nonsi tiene conto della “potenzialità informativa” che può essere desunta dalla let-tura dei dati raccolti e dal loro significativo contributo nel riesame del piano diAQ stesso. Nel presente articolo si vogliono affrontare tali problematiche pro-ponendo anche una pratica metodologia da utilizzare dopo opportuna perso-nalizzazione alla singola realtà operativa.

ASSICURAZIONE QUALITÀ (AQ) E CONTROLLO QUALITÀ (CQ)

Nell’affrontare questi argomenti nonsi devono mai perdere di vista i prin-cipi guida che devono assistere ledecisioni da prendere. Possiamoquindi riassumere che le attività diAQ devono:• essere programmate tenendo contodelle priorità delle azioni, della criti-cità dei risultati e della sostenibilitàdel rapporto costi/benefici;• basarsi sulla continua analisi deidati storicamente acquisiti mediantesistematiche attività di riesame.Prima di analizzare in dettaglio que-

sti aspetti, però, è opportuno fareuna riflessione sul significato di AQ ela sua differenza rispetto al termineCQ, spesso considerati sinonimi.Nelle normali fasi della vita, con uncontratto di Assicurazione ci si ga-rantisce che al verificarsi di un even-to futuro e incerto (rischio), gene-ralmente dannoso per la propria sa-lute o patrimonio, gli impatti provo-cati da tale probabile evento vengo-no ridotti nella loro intensità e ripor-tati entro livelli di rischio ritenuti ac-cettabili. Per quanto attiene le attivitàdi laboratorio, invece, il punto dipartenza nell’accettabilità del rischioè implicitamente definito nella di-

chiarazione di validazione per quan-to concerne i metodi interni, e nellaverifica delle prestazioni per i meto-di normati, d’ora innanzi entrambechiamate validazione per brevità.L’impatto sui risultati di prova riguar-derà il processo analitico in terminid’incertezza e accuratezza. Infatti,l’incertezza e l’accuratezza trovatein sede di validazione dei metodidovrebbero essere garantite in egualmisura in fase di applicazione ope-rativa dei metodi di prova. Questocompito dovrebbe essere demandatoproprio al Piano di Assicurazionedella Qualità nel quale:• si analizzano preventivamentequali e quante attività di ControlloQualità sono necessarie per rag-giungere un obiettivo di rischio ac-cettabile;• si identificano quali dati sono ne-cessari per dare evidenza della coe-renza tra obiettivi da conseguire (ga-rantire Accuratezza e Incertezza divalidazione) e risultati raggiunti(Analisi dei dati);• si definisce quando, come e in cheformato i dati vengono raccolti econservati sia ai fini informativi siaper quelli cogenti;• si indicano quali responsabilità so-no assegnate agli attori coinvolti nelPiano.Possiamo ora comprendere più facil-mente la differenza tra Assicurazio-ne della Qualità (AQ) e ControlloQualità (CQ). Quest’ultimo rappre-senta, quindi, la componente opera-tiva dell’attività di Assicurazionedella Qualità e ne è parte integrante.

Consiste in una o più attività tecnichedi controllo volte a verificare e dimo-strare che il processo analitico “Assi-curato” consegua i requisiti qualitati-vi richiesti dal metodo di prova e/oda specifiche tecniche cogenti o con-trattuali aggiuntive.Le sequenze e i tipi di controllo ven-gono eseguiti secondo le modalità efrequenze previste nel Piano di Assi-curazione della Qualità che sarà ela-borato considerando il livello di ri-schio accettabile. Infatti, minore saràil livello di rischio accettabile e mag-giore sarà l’intensità di attività di CQ;viceversa quando si possono accetta-re livelli di rischio maggiori, minoresarà l’intensità di attività di CQ.Possiamo identificare, ad esempiotre livelli di Assicurazione della Qua-lità in base all’intensità di attività diControllo Qualità definiti come Alto,Medio, Basso (vedasi Fig. 1).

IDENTIFICAZIONE CLASSI DI RISCHIO

Per poter procedere operativamentenell’elaborazione del Piano di AQconviene identificare classi di rischioda associare a ciascun metodo di pro-va o a gruppi di metodi se applicabile.I criteri per definire le classi di rischiodevono prendere in considerazione levariabili che interessano il processoanalitico. In Fig. 2 sono state riepilo-gate in un diagramma di Hishikawa,e dal loro esame emerge sostanzial-

mente che la cri-ticità maggiore èa carico dell’o-peratore in quan-to, anche se ade-guatamente qua-lificato e sottopo-sto a valutazioneperiodica delleprestazioni, il ri-schio di una pro-babile disatten-zione in sede disessione analiti-ca rimane eleva-to. Questo puòulteriormente es-sere aggravatoda alcune carat-teristiche dei me-todi di prova chesono state identificate in frequenza diesecuzione del metodo, impatto e cri-

ticità nell’utilizzodei risultati daparte dell’utiliz-zatore e com-plessità del meto-do.Per quanto ri-guarda l’operato-re la pianificazio-ne dovrebbe es-sere schedulataper ciascun ope-ratore, mentreper quanto attie-ne le criticità indi-viduate sui meto-di di prova que-ste saranno utiliz-zate per l’indivi-duazione delle

classi di rischio. Nella Tab. 1 a titolo in-dicativo è riportato un esempio di defi-nizione e calcolo delle possibili classidi rischio da impiegare nella classifica-zione dei metodi. L’indice di rischio (IR)del metodo viene identificato dallaseguente formula:IR = (criticità uso risultati*Peso)*(complessità metodo*peso)*(frequen-za esecuzione*peso)Mentre per le classi di rischio posso-no essere identificate 4 classi in unrange di punteggi come indicato nel-la Tab. 1 con il criterio che a un pun-

teggio più elevato corrisponde unamaggiore criticità.

IDENTIFICAZIONE DELL’INTENSITÀ DI ATTIVITÀ DI CONTROLLO QUALITÀ (CQ)

Per la determinazione dell’intensitàdelle attività di controllo qualità occor-rerà fare una riflessione su quali equante tipologie sono disponibili equali caratteristiche qualitative essevanno a monitorare. In particolarequeste caratteristiche sono riconduci-bili all’accuratezza delle misure edalla ripetibilità della prova. Per laprima caratteristica sono in genere uti-lizzati i circuiti interlaboratorio e i materiali di riferimento, mentre per laseconda in genere si utilizzano le pro-ve in doppio.La dimensione dell’intensità è rap-presentata dalla frequenza con cuitali attività possono essere effettuatein relazione, ad esempio, a tre livellidefiniti come alta, media e bassa fre-quenza ottenendo una matrice cosìcome riportata in Fig. 3.

ELABORAZIONE DEL PIANO DI ASSICURAZIONEDELLA QUALITÀ

Completati i criteri per la definizionedelle classi di rischio e assegnando a

I SERIALICONFORMITÀ ED EFFICACIA

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Figura 1 – Correlazione Rischio Accettabile e Intensità di CQ

Figura 2 – Variabile del Processo Analitico e relativa criticità

ogni metodo di prova la sua classedi appartenenza, si può procederealla elaborazione del piano diAssicurazione Qualità. Non vengo-no riportati nel piano di assicurazio-ne della qualità i controlli di proces-so previsti dai metodi di prova, magli esiti di tali dati sono comunqueoggetto di valutazione in sede diriesame, in quanto costituiscono ele-menti per la variazione della classedi criticità così come indicato nel suc-cessivo capitolo Riesame del Pianodi Assicurazione della Qualità.Le variabili da considerare per l’ela-borazione del Piano di Assicurazio-ne della Qualità sono:• gli operatori abilitati all’esecuzio-ne delle prove;• i metodi di prova eseguiti;

• la classe di cri-ticità assegnataa ciascun meto-do di prova;• il tipo di attivi-tà di ControlloQualità;• la frequenzacon cui vieneeseguito il con-trollo qualità.Sulla base deisuddetti elementiè possibile ela-borare un Ganttdove riportare ilpiano di AQcompleto in unformato che è

possibile aggiornare man mano chela situazione evolve.

In Fig. 4 è riportato, a titolo d’esem-pio, un possibile schema di Program-ma di AQ.

REGISTRAZIONI DEI DATI DERIVANTI DAI CONTROLLI QUALITÀLa caratteristica peculiare della regi-strazione dei dati derivanti dai Con-trolli Qualità è quella che deve metterein evidenza le linee di tendenza ine-renti la distribuzione di tali dati manmano che essi vengono registrati. Atale scopo si prestano molto bene lecarte di controllo. Ve ne sono di vari ti-pi in relazione sia al tipo di misurazio-ne (qualitativa/quantitativa), sia alleesigenze di quali e quante caratteristi-che monitorare e il motivo del monito-raggio stesso. Non è oggetto di questoarticolo la trattazione delle carte dicontrollo, anche se di seguito si ripor-tano indicazioni di massima.Una carta di controllo di Shewhart èun grafico per presentare e confron-tare informazioni basate su una se-quenza di campioni di dati che rap-presentano lo stato corrente di unprocesso rispetto a limiti stabiliti.Consiste in una linea centrale coinci-dente con il valore di riferimento delparametro che si vuole osservare,generalmente coincidente con la me-dia dei valori rilevati. Ha due limitidi controllo, in genere calcolati stati-sticamente, uno per ciascun lato del-la linea centrale chiamati rispettiva-mente limite di controllo superiore

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I SERIALICONFORMITÀ ED EFFICACIA

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Figura 3 – Intensità di attività di Controllo Qualità

Figura 4 – Piano di Assicurazione della Qualità

Tabella 1 – Classi di rischio e classificazione dei metodi

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(LCS) e limite di controllo inferiore (LCI).Esse aiutano a individuare andamentinon naturali di variazione in dati risul-tanti da processi ripetitivi e fornisconocriteri per evidenziare l’assenza dicontrollo statistico.Un Processo è in controllo statisticoquando la sua variabilità dipende sol-tanto da cause non identificabili (varia-bilità naturale). Determinato il livelloaccettabile di variazione, per ognideviazione dovrebbe essere identifica-ta la relativa causa ed eliminata oridotta. L’obiettivo del controllo stati-stico di processo è quello di avviare emantenere un processo ad un livelloaccettabile e stabile all’interno dellespecifiche che sono state definite. L’usodella carta di controllo e la sua anali-si portano ad una migliore conoscen-za del processo in esame e facilitanol’identificazione delle azioni per il suomiglioramento.Una volta appurato che il processooperi in condizioni di controllo sta-tistico, le sue condizioni sono preve-dibili e si può valutare preventiva-mente la sua capacità di soddisfarele specifiche. Per un approfondimentosia sulle varie tipologie di carte di con-trollo esistenti, sia sulle modalità di uti-lizzo e interpretazione si rimanda allanorma: “ISO 8258:2004 carte di con-trollo di Shewhart”.

RIESAME DEL PIANO DI ASSICURAZIONEDELLA QUALITÁ

Nei moderni sistemi di gestione il

termine riesame assume una valen-za fondamentale per la conduzionedel sistema stesso in quanto rappre-senta la traduzione operativa di unodegli otto principi della qualità: Deci-sioni basate su dati di fatto”. Ancheil Piano di Assicurazione della quali-tà non fa eccezione a questo princi-pio e, così come per le normali assi-curazioni, viene rivisto, di norma an-nualmente, il premio assicurativosulla base di parametri oggettivi,anche in ambito Qualità occorrerivedere l’efficacia di quanto effet-tuato e sulla base di valutazionioggettive verificare se è possibilegarantire lo stesso livello di efficaciacon una maggiore efficienza. Permaggiore efficienza qui si vuole in-tendere l’utilizzo di minori risorse aparità di risultati.Durante il riesame possono esseretratte deduzioni sulla capacità diGoverno del Processo analitico daparte del Laboratorio, che consentonouna gestione personalizzata e piùaccurata dell’assegnazione delleclassi di rischio ai vari metodi di pro-va. Questo dovrebbe consentire dibeneficiare in termini d’intensità dicontrolli da fare in relazione allareale capacità di esecuzione delleprove. In questo contesto si realizze-rebbe pienamente quanto previstoda Shewhart nella norma preceden-temente citata, in quanto si avrebbe-ro informazioni statisticamente signi-ficative per poter supportare la deci-sione di ridurre i controlli in quantola conoscenza storica della distribu-zione dei dati porterebbe ad affer-

mare che il processo può considerar-si efficace (….valutazione preventivadella sua capacità di soddisfare lespecifiche).Un esempio pratico potrebbe esserequello di applicare alla modalità dicalcolo della classe di rischio un fat-tore di correzione (FC) che va a mol-tiplicare il risultato inizialmente otte-nuto. Questo fattore potrebbe esseredefinito nel seguente modo:• FC = 0,5 se il processo è sotto con-trollo statistico (vedi nr. 02/2013 diTutto_Misure);• FC = 0,75 se il processo presentasolo variabilità naturale ma non èsotto controllo statistico;• FC = 1 se il processo non è in nes-suna delle condizioni precedenti.Ipotizzando di applicare questaregola alle classi precedentementedefinite e riportate in Tab. 1 risulte-rebbe una variazione di classe di ri-schio per alcuni metodi così come ri-portato nella Tab. 2. Disponendo didati storici statisticamente significati-vi è possibile utilizzare questo crite-rio di definizione delle classi di ri-schio sin dalla prima applicazionedel metodo.

CONCLUSIONI

Il piano di Assicurazione della Qua-lità oggi è visto dai laboratori di pro-va principalmente come documentoformale richiesto dalla norma UNIEN ISO/IEC 17025. Talvolta si con-figura solamente come un program-ma di partecipazione ai circuiti inter-

I SERIALICONFORMITÀ ED EFFICACIA

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Tabella 2 – Classi di rischio dei metodi a seguito di Riesame

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I SERIALICONFORMITÀ E AFFIDABILITÀ

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Tommaso Miccoli Laureato in Scienze Strategiche e ScienzePolitiche è amministratore della Tiemme Sistemi sas. Membrofondatore del network Kosmosnet. Si occupa della Progettazio-ne, Sviluppo e Ottimizzazione di Processi Organizzativi e diSupporto alla definizione di Strategie e ottimizzazione deiSistemi di Governance. Lead Auditor Certificato di Sistemi diGestione. Collabora con Accredia in qualità di Ispettore di

Sistema dal 1998.

laboratorio; spesso, oltre ai suddetticircuiti riporta anche qualche attivitàdi CQ effettuata internamente conmateriali di riferimento o prove indoppio, ma quasi mai contiene cri-teri di elaborazione correlati con uncriterio di gestione del rischio in re-lazione alle criticità emerse nella ge-stione del processo analitico. Comesi è cercato di dimostrare in questoarticolo, invece, esso è strettamentecorrelato alla validazione dei meto-di e interconnesso con la capacitàda parte del laboratorio di dare evi-denza della sua capacità di garanti-re il mantenimento dell’incertezza di misura nelle condizioni di opera-tività.Con riferimento al quaderno UNI-CHIM 179/0 ed. 2011, esso va vi-sto come un documento appartenen-te alla categoria di documenti inden-tificati nella pubblicazione UNICHIMcome “documentazione GestioneSistema Qualità” resa disponibile aseguito della validazione del metododi prova assieme alla procedura diprova e alla dichiarazione di valida-zione. Come tale il riesame del Pia-no di Assicurazione della Qualità

presentato nell’ar-ticolo altro non èche una delleattività che do-vrebbero essereeffettuate in sededi riesame dellavalidazione deimetodi. In Fig. 5è riportato l’inte-ro ciclo del riesa-me del Piano diAss icurazionedella Qualità inparallelo al rie-same della vali-dazione del me-todo di prova. Figura 5 – Riesame del Piano di Assicurazione della Qualità

correlato con il riesame della validazione dei metodi

LED METROLOGY

Per la misura e caratterizzazione deiLED, Avantes propone un’intera gammadi strumentazione e applicazioni perogni configurazione di sistema.Il CIE ha emesso le normative di caratte-rizzazione dei LED nella sua pubblicazio-ne numero 127, dove è definita l’IntensitàMedia LED (ALI). Per rispettare la procedu-ra di misura del CIE bisogna misurare laALI dall’alto del LED, con un detector postoin linea con l’asse meccanico del LED.Le due grandezze, Superficie dell’aperturacircolare del rilevatore (100 mm2) e Distan-za dell’apertura dalla punta del LED, sonocosì definite, rispettivamente: standard CIECondizione A: la distanza è di 316 milli-metri (ILEDA); standard CIE Condizione B:la distanza è 100 millimetri (ILEDB).Avantes offre due sistemi configurazioniper consentire la misura ALI: AvaSpec-IRRAD-ILEDA e AvaSpec-IRRAD-

NEWS

ILEDB, che corrispondono alla condizio-ne A e B, rispettivamente.il sistema si basa sugli spettrometri Ava-Spec2048-USB2 e AvaSpec3648-USB2,configurati con una fenditura 25 µm e600 linee/mm di reticolo, che coprono lagamma 360-880 nm e forniscono 0,7 nm(FWHM) di risoluzione. Un cavo a fibraottica (FC-UV200-2) è accoppiato allostrumento e termina nella Sfera d’integra-zione AvaSphere-IRRAD-30, che si accop-pia con il corrispondente ILED-TUBE-A oILED-TUBE-B.Il sistema d’irraggiamento è calibrato conuna sorgente NIST specifica per la lun-ghezza d’onda spettrale (µW/cm2/nm).L’ILED TUBE-A o -B è accoppiato con l’AvaLED-Holder-5mm (LED per 5mm /T 13/4LED), che è accoppiato con un alimenta-tore di corrente stabilizzato.Il sistema può essere gestito utilizzandoAvaSoft, che elabora i seguenti parametri:Intensità media LED, X, Y, Z, x, y, z, u, v,CRI, Colore Temperatura, Lunghezzad’onda dominante, Complementare Lun-ghezza d’onda dominante, FWHM, Cen-troide, Lunghezza d’onda di picco ePurezza.

Il sistema viene fornito di serie con lospettrometro, fibra ottica metal jacketeddi 2 metri, Avasphere - IRRAD – 30, ali-mentazione AvaPower -LED, IRRAD-CAL-VIS calibrazione irradianza, AvaSoft Full& IRRAD.Facoltativamente il sistema può essereconfigurato con lunghezze delle fibrepiù lunghe. Il controllo del sistema Avan-tes è possibile tramite libreria (DLL ) conLabView, C #, C++ e una serie di altriambienti di programmazione.Gli strumenti Avantes sono distribuiti inItalia da OPTOPRIM: www.optoprim.it

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LETTERE

AL

DIR

ETTORE

La Misura del consumodi suolo in Italia

A cura di Franco Docchio ([email protected])

Ovvero, la “Misura dell’Autolesionismo”...?

LETTERS TO THE DIRECTORThis section contains letters, comments and opinions of the readers. Pleasewrite to Tutto_Misure!

RIASSUNTOIn questa rubrica vengono pubblicate lettere dei lettori della Rivista. Conti-nuate a scrivere e a dire la vostra sui principali temi della ricerca, delladidattica delle misure, e dello sviluppo industriale!

Caro Direttore, ho appena terminato di consultare ilIX Rapporto Ispra sulla “Quali-tà dell’Ambiente Urbano”, recen-temente presentato a Roma, e ripreso-mi (a fatica) dal “coccolone” che i datiin esso contenuti mi hanno provocato,non posso esimermi dal proporli sinte-ticamente ai lettori della nostra rivista,esseri umani e cittadini prim’ancorache ricercatori, docenti, tecnici e ope-ratori del mondo industriale. Vengo subito ai “numeri” più eclatan-ti, che sembrano celebrare la lentaagonia di quello che una volta era ilBel Paese…L’Italia perde quotidianamente70 ettari di suolo: Milano e Napo-li hanno cementificato il 60% del pro-prio territorio, mentre a Roma sonostati cancellati 35.000 ettari. Nel com-plesso le 51 aree comunali soggette amonitoraggio hanno cementificato unterritorio pari a quasi 220.000 ettari(quasi 35.000 solo a Roma), con unconsumo di suolo giornaliero pari aquasi 5 ettari di nuovo territorio persoogni giorno (sono circa 70 a livellonazionale). Il 7% del consumo giorna-liero in Italia è concentrato nelle 51città analizzate. La maggior parte deiComuni indagati ha destinato a verdepubblico meno del 5% della propriasuperficie: a Messina, Cagliari e Vene-zia le più alte quote di aree naturaliprotette, fondamentali per la conserva-zione della biodiversità urbana. Negli ultimi anni il consumo di suolo inItalia è cresciuto a una media di 8

metri quadrati al secondo e la seriestorica dimostra che si tratta di un pro-cesso che dal 1956 non conosce bat-tute d’arresto, passando dal 2,8% del1956 al 6,9% del 2010. In altre paro-le, sono stati consumati, in media,più di 7 metri quadrati al secon-do per oltre 50 anni. Questo vuoldire che ogni 5 mesi viene ce-mentificata una superficie pari aquella del comune di Napoli eogni anno una pari alla sommadi quella di Milano e Firenze. Intermini assoluti, l’Italia è passata da

poco più di 8.000 km2 di consumo disuolo del 1956 a oltre 20.500 km2 nel2010, un aumento che non si può spie-gare solo con la crescita demografica:se nel 1956 erano irreversibilmentepersi 170 m2 per ogni italiano, nel2010 il valore raddoppia, passando apiù di 340 m2.Se confrontiamo questi dati con larealtà in cui viviamo, fatta di milionidi alloggi vuoti, di migliaia e migliaiadi capannoni abbandonati, di terreniimpermeabilizzati o pesantementecontaminati da rifiuti tossici (e non hofatto ancora esplicito riferimento allenecessità “alimentari”…!), viene spon-taneo domandarci perché si continuiinutilmente a consumare suolo semprepiù vitale per la nostra sopravvivenzae non si passi invece immediatamentea considerare il recupero e la ristruttu-razione dell’esistente come unica solu-zione praticabile. Credo sia necessario che ciascuno di

noi faccia qualcosa, sia persensibilizzare tutti i cittadinisulla drammaticità della si-tuazione sia per spingere inostri pubblici amministrato-ri ad agire veramente a tute-la del nostro benessere e delnostro futuro, oggi trascuratiin nome di una “lotta control’emergenza” che giustificaqualunque scempio del no-stro territorio (a chi volesseapprofondire questo argo-mento consiglio il sito webw w w . s a l v i a m o i lpaesaggio.it).Magari con l’obiettivo (og-gi, ahimé, remoto) di poterun giorno passare dalla mi-sura dell’autolesionismo aquella del benessere, dellavita comunitaria, della soli-darietà, della trasparen-za…

Massimo Mortarino

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LETTEREAL DIRETTORE

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Caro Massimo,pubblico volentieri questa tua lettera,anche se non strettamente pertinentecon il focus della Rivista. Per due ra-gioni: la prima è l’esiguità del nume-ro di lettere che mi pervengono, chevorrei incrementare anche allargandoi temi d’interesse; la seconda è il filoconduttore che la lega al mio recenteeditoriale su Tutto_Misure News(“Fine della Banana Blu”, T_MNews3/2013). Dovunque ci si rigiri, qual-siasi Rapporto si legga, uno solo è illeitmotiv: l’Italia perde. Perde compe-titività, perde i suoi Gioielli (Alitalia,Telecom), perde il benessere e i livellidi occupazione, perde il senso delloStato e il senso dell’”altro” inteso co-me senso del sentirsi parte di una So-cietà coesa, perde il suo habitat (a-desso ci si mette anche chi vuole ven-dere le spiagge!). Dobbiamo stupircidella cementificazione selvaggia?

Costruire è sempre stato indice di be-nessere: lo è anche all’estero, ma conla differenza che nei Paesi più social-mente coesi è sempre presente un“progetto di sviluppo” che da il sensodel costruire. Nel nostro Paese, in cuiil costruire è sempre stato sbandieratocome “segno di progresso” ma in cuii “disegni” latitano secondo la parolad’ordine “ognuno per sé e Dio (inquesti ultimi tempi sostituito da “Io”)per tutti, gli effetti sono quelli che de-nunci.I nostri amministratori (tranne lode-voli eccezioni) sono, sembra, più im-pegnati ad approfittare delle op-portunità loro offerte per arricchirese stessi che a occuparsi della cosacomune, e qui la cessione di areepubbliche per incrementare la ce-mentificazione sembra un ottimo bu-siness. E anche le zone non cemen-tificate non stanno meglio (discari-

che abusive in mano a criminalitàorganizzata). E l’inquinamento, conrelativi rischi di patologie correlate.In questo contesto drammatico, ilParlamento si trova ingabbiato e im-potente. E gli Enti spesso si trovanoalla mercé dei poteri forti (non è diqualche tempo fa la notizia che ana-lisi sul contenuto di piombo nel san-gue dei bambini che vivono in unadeterminata area a rischio sono sta-te “taroccate” per timore che la vici-na fabbrica fosse costretta a chiude-re?).Speriamo che, a furia di Rapporti,cresca una nuova coscienza socialecon una maggiore attenzione ai pro-blemi delle comunità e del territorio.Altrimenti, veramente non ci sarà limi-te al peggio.Con stima

Franco Docchio, Direttore

UNA MACCHINA CHE INTEGRA DUE MODALITÀ DI MISURA 3D

Hexagon Metrology ha presentato laMicro-Hite 3D DUAL, la nuova macchinadi misura tridimensionale di TESA, inoccasione della fiera EMO ad Hannover,in Germania. La TESA MH3D DUAL con-vince per le sue molteplici caratteristicheinnovative; ora gli operatori non dovran-

NEWS

no più scegliere tra la misura manuale equella automatica perché la macchina, conil suo sistema 2-in-1, offre tutte due. Unasola e unica macchina permette infatti dieseguire automaticamente o manualmenteuna sequenza di misure.Ideata per un ampio target di clientela, laTESA MH3D DUAL può essere usata ancheda operatori non esperti. La gestione rapi-da e flessibile dei dati, con sei diverseopzioni di tracciabilità delle misure, con-sente di generare la soluzione migliore. Ilsistema intuitivo di automatizzazione, abbi-nato al software TESA-REFLEX, facilita lemisure. Lo stesso software consente, tra l’al-tro, di salvare i risultati di misura in forma-to PDF e garantisce la compatibilità con ilsoftware Q-DAS. E, per un’efficienza anco-ra maggiore, viene data la possibilità dimisurare automaticamente un pallet porta-pezzi a partire da una sequenza creatamanualmente su un singolo pezzo. Hexa-gon Metrology ha progettato la tastiera dicontrollo per resistere alla polvere e alleparticelle oleose.La TESA MH3D DUAL può quindi rispon-dere alle più severe esigenze, in laborato-rio come in officina.Per Marcel Bila, Direttore Marketing diTESA: “L’obiettivo principale di questa mac-china tridimensionale è semplificare il pro-cesso di misura, rendendolo comprensibilee produttivo. I guadagni a livello di efficien-za accelerano il ritorno sugli investimenti efanno sì che la polivalente MH3D DUALrappresenti una scelta remunerativa”.

L’anello mancante tra la macchinamanuale e la macchina automatica è arri-vato sul mercato italiano a ottobre, conuna precisione di 2,5 micrometri.Per ulteriori informazioni: www.hexagonmetrology.it

A proposito di TESAFondata nel 1941, con sede a Renens inSvizzera, TESA SA (www.tesabs.ch)produce e commercializza oggi oltre5.000 strumenti e sistemi di misura, daquello più semplice al più sofisticato. Ilsuo programma di vendita comprendeanche soluzioni per la misura tridimensio-nale o senza contatto con i suoi sistemiottici. La maggior parte dei prodotti si puòfregiare del marchio SWISS MADE. L’a-zienda si concentra soprattutto sull’indu-stria automobilistica, aeronautica, orolo-giera, medica e micromeccanica tramitela sua rete di distribuzione mondiale.

A proposito di Hexagon MetrologyHexagon Metrology offre una gammacompleta di prodotti e servizi per tutte leapplicazioni di metrologia industriale insvariati settori, tra cui l’industria automo-bilistica, aeronautica, energetica e medi-cale. Fornendo ai nostri clienti gli stru-menti necessari per mantenere sotto con-trollo i loro processi produttivi, consentia-mo loro di migliorare la qualità dei pro-dotti e aumentare l’efficienza negli stabili-menti produttivi in tutto il mondo.

METR

OLO

GIA

LEGALE

EFO

RENSE

La metrologia forensein ItaliaForensic metrology in Italy

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A cura dell’Avv. Veronica Scotti ([email protected]) www.avvocatoscotti.com

LEGAL AND FORENSIC METROLOGYThis section intends to discuss the great changes on LegalMetrology after the application of the Dlgs 22/2007, the so-called MID directive. In particular, it provides information, tipsand warnings to all “metric users” in need of organizations thatcan certify their metric instruments according to the Directive.This section is also devoted to enlighting aspects of ethical

codes during forensic activities where measurements are involved. Please sendall your inquiries to Ms. Scotti or to the Director!

RIASSUNTOQuesta rubrica intende discutere i significativi cambiamenti in tema di Metro-logia Legale a seguito dell’entrata in vigore del Dlgs 22/2007, altrimenti dettoDirettiva MID. In particolare, vuole fornire utili informazioni, consigli e ammo-nimenti a tutti gli “utenti Metrici” che si rivolgono per reperire informazioni suEnti e organizzazioni notificate per la certificazione del loro prodotto/stru-mento secondo la Direttiva. La rubrica tratta anche di aspetti etici correlati allosvolgimento di misurazioni legate ad attività in ambito forense (CTU, CTP). Scri-vete all’Avv. Scotti o al Direttore, e verrete accontentati!

LA METROLOGIA FORENSE

Benché le attività sperimentali giochinoun ruolo sempre più importante in ambi-to forense, la nozione di metrologiaforense trova una propria espressa ecompiuta definizione solamente a livellointernazionale (in specie nei paesianglosassoni), ove viene indicata comequella branca della metrologiaposta al servizio delle scienzeforensi, ovvero la conoscenza metrolo-gica applicata ai procedimenti che coin-volgono aspetti di misura di importanzapreminente ai fini del giudizio. Appareevidente e anche naturale che la defini-zione poggi le sue basi sulla metrologiache, pertanto, assume rilevanza pre-ponderante rispetto a meccanismi giuri-dici. Infatti l’attività condotta nell’ambitodi un procedimento giudiziario, sebbe-ne “soffra” delle normative che discipli-nano l’attività giudiziaria e i processi ingenerale, è comunque caratterizzata ingran parte da elementi tecnici e richiedel’applicazione e osservanza delle rego-le generali comunemente riconosciute e

applicate dai tecnici stessi.Come più volte ho avuto modo di sottoli-neare, qualsiasi attività di misura impone,non solo un’indagine accurata e scrupo-losa, ma anche l’indicazione dell’incer-tezza di misura associata al metodo ostrumenti utilizzati, sulla scorta di quantostabilito dalle pertinenti norme tecniche inmateria emanate.Tuttavia tale metodologia risulta spessodisattesa, soprattutto nell’ambito dei no-stri processi giudiziari, in ragione di unariottosità del sistema giuridico a dati“incerti” o percepiti erroneamente cometali a causa di una infelice termino-logia come quella utilizzata nelcampo delle misure. Pertanto, an-che nel caso in cui vengano fornite taliinformazioni (ovvero la misura sia cor-rettamente condotta e sia conseguente-mente espressa l’incertezza di misura),pare che le stesse non assumano alcunarilevanza ai fini decisionali del giudizioin quanto considerati come orpelli prividi significato (si rammenti, tra gli altri, ilcaso del processo del delitto di Perugia1

ove la valutazione della metodologia

utilizzata dal tecnico per l’indagine delDNA, che in ragione di un’incertezzamolto elevata non consentiva di stabilirese il DNA della vittima fosse effettiva-mente presente o meno sul coltello incri-minato, è stata valutata superficialmentesenza tenere conto dell’incertezza delmetodo e quindi dei risultati forniti dallaboratorio).In realtà, tale dato rappresenta un ele-mento utile all’accertamento della veritàe, in ogni caso, idoneo alla quantifica-zione del dubbio, funzionalmente orien-tato al superamento del “ragionevoledubbio”, come definito secondo l’art.533 del codice di procedura penale2.Costituendo in tal modo una baserazionale sulla quale il giudicante puòfondare la propria decisione, ovviamen-te con riferimento alle prove prodotte nelprocesso. In ordine alle prove, in parti-colare per quelle scientifiche, si rendenecessario precisare che è comunquesempre il giudice a stabilirne la validità,atteso che “la valutazione sull’attendibi-lità scientifica della prova – riguardan-do la sua ammissibilità e rilevanza– è compito esclusivo del giudice che loeserciterà nel contradditorio delle partiavvalendosi, ovviamente, anche delleinformazioni fornitegli dall’esperto (odagli esperti nominati dalle parti) manon limitandosi ad esse soprattutto nelcaso di contestazione della validità3”.Proprio riguardo all’ammissibilità e rile-vanza della prova scientifica per talunetipologie di reato si intende qui porre inevidenza la diversità di atteggiamentodimostrata nell’ambito nazionale rispet-to a quanto adottato in altri Stati, in par-ticolare negli USA. Nel nostro ordina-mento, come avviene anche negli StatiUniti, la guida in stato di ebbrezza èsanzionata penalmente: ma come vienericonosciuto lo stato di ubriachezza? Inentrambi i Paesi gli agenti accertatori siavvalgono dell’uso di strumenti di misu-ra del tasso alcolemico che funzionanomediante la prova del respiro del sog-

METROLOGIALEGALE E FORENSE

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getto presunto trasgressore. La diversitàdi trattamento della fattispecie si rilevaa livello processuale: infatti, mentrein Italia tendenzialmente si riconoscevalidità pressoché assoluta ai risultatiresi dal test così condotto (salvo raricasi), negli USA sono considerati vali-damente condotti i test solamente se sus-sistono le specifiche condizioni dettatedalle norme tecniche applicabili nellamateria in questione.In particolare, alcune Corti Supreme Fe-derali (p.es. Corte Suprema di Washing-ton) hanno riconosciuto l’inammissibi-lità e, conseguentemente, la non utiliz-zabilità, di test alcolimetrici condotti inmodo non conforme a quanto stabilitodalle norme tecniche del National Institu-te of Standards and Testing (NIST), checontemplano, tra le altre cose, l’espres-sione dell’incertezza di misura associataalla misura effettuata.“La politica adottata (dal NIST) sulla rife-ribilità mette in evidenza le procedurenecessarie per la riferibilità: per assicu-rare la riferibilità dei risultati di misura aicampioni mantenuti dal NIST, il singolodeve riferire i risultati di misura ai cam-pioni del NIST, in quanto assunti comeriferimento, attraverso una catena inin-terrotta di confronti che tengono contodell’incertezza. La catena dei confrontipuò essere corta, se l’utente possiedestrumenti e apparecchiature tarate diret-tamente dal NIST, o può essere più lungase l’utente fa riferimento ad altri confron-ti all’interno di una catena di confrontiche riconduce comunque a riferimentisviluppati e mantenuti dal NIST. Il tribu-nale a cui ci si appella darà peso a defi-nizioni e termini tecnici promulgati da unEnte competente. Ogni regolamento de-ve essere tale da non ingenerare ambi-guità nel tribunale chiamato a conside-rare definizioni tecniche”.4Le decisioni prese nell’ambito dei proce-dimenti giudiziari che importano analisitecniche, per espressa affermazione deigiudicanti, fondano le loro basi sul por-tato che le prove scientifiche, per esserequalificate tali, non solo devono essereammissibili e rilevanti sotto il profilo giu-ridico ma devono essere conformi aquanto stabilito dalle specifiche tecnichericonosciute dalla comunità tecnico-scien-tifica. In mancanza, i risultati derivantida attività di misura non potranno essere

considerati attendibili e, pertanto, la pro-va del fatto (nel caso specifico la provadello stato di ebbrezza) dovrà essere for-nita mediante altre risultanze (ad esem-pio testimonianze).Diversamente rispetto a quanto avvienenegli USA, nei procedimenti nazionalirelativi alla guida in stato d’ebbrezza,fatte salve alcune pronunce eccezionali,in specie rese in primo grado, ove è sta-to contestato l’etilometro o comunque ovesi è dubitato del suo corretto funziona-mento (sul punto si rinvia ad un prece-dente breve articolo su Tutto_Misure n. 4/2012), lo strumento utilizzato per la rile-vazione del tasso alcolimetrico vieneconsiderato attendibile e, conse-guentemente, l’accertamento così con-dotto costituisce la base fondante delladecisione giudiziale, senza che vengadisposta alcuna ulteriore indagine sul-l’apparecchio.Al riguardo va opportunamente preci-sato che l’accertamento sullo stato diebbrezza può essere legittimamentefondato su altre evidenze, escludendoquindi l’uso di qualsivoglia apparec-chio di misurazione del tasso alcoli-metrico. In particolare, possono costi-tuire elementi rilevanti per la validitàdell’accertamento, anche singolar-mente considerati, l’indicazione,riportata nel verbale, della sintomato-logia manifestata dal presunto tra-sgressore o l’osservazione del suocomportamento effettuata dagli agen-ti. In tali casi, ovvero qualora gliagenti accertatori rilevassero la pre-senza di determinati segnali, si ritienevalidamente accertato lo stato diebbrezza che va ricondotto nella fatti-specie di cui all’art 186 lett. a) ovve-ro come illecito amministrativo.Ne deriva che, anche nel caso in cui,a seguito di un’indagine condottasullo strumento di misura (mediante,ad esempio, apposita consulenza tec-nica d’ufficio), l’etilometro risultassenon conforme alle pertinenti normetecniche e non possedesse quindi irequisiti per un’attendibile misurazio-ne, la sussistenza di altri elementi,purché espressamente riportati nelverbale di accertamento e contesta-zione del reato (o dell’illecito se trat-tasi di fattispecie amministrativa) con-sentirebbe comunque di ritenere sussi-

stente una fattispecie illecita (di naturaamministrativa e non penale!!!).Conclusivamente, per quanto riguardal’accertamento della sussistenza di fatti-specie trasgressive, illeciti amministrativio penali, qualora l’accertamento coinvol-ga indagini di natura tecnica e, in parti-colare, comporti attività di misura, la con-siderazione riservata alle norme tecnicheriguardanti le attività di misura risultaestremamente diversa in Italia rispetto aquanto accade negli USA. In quest’ultimoPaese, infatti, le problematiche tecnichecostituiscono oggetto di studio, anche daparte dei legali difensori delle parti5 che,mediante contestazioni di natura tecnicasulla scorta degli standard di riferimentonel campo delle misure, consentono l’in-gresso della metrologia nelle aule giudi-ziarie al fine di rendere il giudice e, quin-di, la decisione più vicini alla verità.

NOTE

1 Cfr “Forensic Metrology: a new applica-tion field for measurement experts acrosstechniques and ethics” di Alessandro Ferrero e Veronica Scotti, in IEEE Instru-mentation & Measurement Magazine n. 1/2013.2 Art 533 c.p.p.: Condanna dell’impu-tato – Il giudice pronuncia sentenza dicondanna se l’imputato risulta colpevoledel reato contestatogli al di là di ogniragionevole dubbio. Con la sentenza il giu-dice applica la pena e le eventuali misuredi sicurezza.3 CSM Corte d’Appello di Milano – Mila-no 9/02/2010 – Atti del convegno: L’in-gresso della prova scientifica nel processopenale (quesiti, tipi di accertamenti, rap-porti con periti e consulenti, ecc.) con par-ticolare riguardo all’evoluzione nel tempoe alla fallibilità della scienza in rapportoalla decisione da adottarsi “al di là di ogniragionevole dubbio”.4 Supreme Court of Washington – No.74579-0, No. 74602-8, No. 74603-6/July 20045 Per un’utile illustrazione di casi giudiziaritrattati in USA, comportanti l’introduzionedi problematiche tecniche in ambito foren-se, si veda Ted Vosk – attorney in Seattle –Forensic Metrology: The Key to the King-dom, National Forensic Blood and UrineTesting Seminar, Georgia Association ofCriminal Defense Lawyers, San Diego CA,May 14, 2009

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METROLOGIA

LEGALE

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La realizzazionedel Mercato Unico

Maria Cristina Sestini

Il New legal Framework e la Direttiva 22/2001/CE (MID) sugli strumenti di misura

Camera di Commercio di Prato,Responsabile Servizi di [email protected]

La progressi-va realizza-zione del mer-cato internoco s t i t u i s c euno dei pila-stri dell’Unio-ne europeae uno dei fon-d a m e n t a l iobiettivi chel’Europa hape r s egu i t or i t e n e n d o

che questo fosse basilare per la pro-sperità, la crescita e l’occupazione. Intale ottica, da anni, l’Unione mira acostituire uno spazio senza fron-tiere interne in cui le persone, lemerci, i servizi e i capitali circolinoliberamente, in conformità del trattatoche ha istituito la Comunità europea;è proprio per tale motivo che l’attivitàdi normazione e regolazione di livelloeuropeo mira a creare un vero e pro-prio spazio integrato, aperto e con-correnziale, in cui si affermino semprepiù la mobilità, la competitività e l’in-novazione, anche congiuntamentealle politiche settoriali dell’Unione.D’altro canto, al fine di rendere effet-tivi questi obiettivi, è evidente comel’Unione ritenga di dover spazzar viaogni genere di ostacoli che ritardino oimpediscano l’efficacia normativa,cercando quanto più possibile di ar-monizzare le legislazioni degli StatiMembri, adattandole ai processi di al-lineamento internazionali così comealle nuove sfide tecnologiche.In tale generale contesto il ParlamentoEuropeo e il Consiglio hanno adottatoil 9 luglio 2008 quello che è statodefinito il “goods package”, compo-sto dal Regolamento (CE) n. 764, chestabilisce procedure relative all’appli-cazione di determinate regole tecni-che nazionali a prodotti legalmentecommercializzati in un altro Stato

membro, il Regolamento (CE) n. 765,che pone norme in materia diaccreditamento e vigilanza delmercato per quanto riguarda lacommercializzazione dei prodotti, einfine la Decisione n. 768, relativa aun quadro comune per la commercia-lizzazione dei prodotti, tutti provvedi-menti il cui obiettivo corrisponde dal-l’esigenza di ridisegnare un quadronormativo più attuale per l’implemen-tazione del mercato unico, dalmomento che erano stati evidenziati ilimiti e le debolezze del precedente.In particolare l’Unione, nonostante l’a-dozione della legislazione di armo-nizzazione, aveva constatato la pre-senza sul mercato di prodotti non con-formi o persino pericolosi, cosicchéanche la fiducia nella marcatura CEappariva essere diminuita. Si era inol-tre generata una situazione di svan-taggio per gli operatori economiciche invece avevano correttamente ri-spettato le norme, provocando altresìl’alterazione di quelle condizioni diequilibrio che sono alla base del mer-cato unico.Un altro grosso limite era inoltre dovu-to al fatto che gli Stati, nell’adottare eapplicare le direttive integrandole nelproprio contesto normativo generale,

producevano anche effetti distorsivisul mercato. Questo appariva deter-minato dal fatto che, sul piano prati-co, la capacità dissuasiva nel caso diprodotti non conformi risultava avere

efficacia molto diversa a seconda deiPaesi interessati. Le stesse procedureper la designazione degli OrganismiNotificati da parte delle Autorità na-zionali risultavano non coerentementeapplicate, la qual cosa aveva poi re-cato, di conseguenza, palesi ineffi-cienze nel sistema di accertamentodella conformità dei prodotti.L’insieme dei provvedimenti soprarichiamati andava quindi a completa-re e rafforzare il quadro normativogià esistente delineando, in particola-re attraverso il Regolamento (CE)765/2008 e la decisione 768/2008/CE, il cosiddetto “New LegalFramework”, il quale comportavaaltresì l’esigenza di aggiornare le al-tre direttive più specifiche, come laDirettiva 2004/22/CE sugli strumentidi misura. In tale ambito, in particola-re, il regolamento aveva introdottonuove regole sull’accreditamento, pre-vedendolo come strumento fondamen-tale per la valutazione di conformità,e aveva anche stabilito i requisiti perl’effettuazione di un’efficace sorve-glianza del mercato. La decisioned’altro canto offriva una serie di stru-menti normativi, come nuove e univo-che definizioni, e la precisa indivi-duazione delle responsabilità degli

METROLOGIALEGALE E FORENSE

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operatori e degli organismi notificati.In linea con il Single Market Act(NdA: Communication from the Com-mission to the European Parliament,the Council, the Economic and SocialCommittee and the Committee of theRegions, COM – 2011 – 206 final),che ribadiva la necessità di restaurarela fiducia dei consumatori, occorrevadunque allineare tutte le precedentinorme con le nuove previsioni, unifor-mandole e rendendole più facilmenteapplicabili. Una consultazione pubbli-ca con gli esperti nazionali, gli stake-holders e le associazioni degli indu-striali, tenutasi nel 2010, oltre allealtre informazioni raccolte, ha con-sentito alla Commissione di condurrel’analisi d’impatto che, rispetto adaltre ipotesi, rendeva auspicabile l’al-lineamento al New Legal Frameworktramite strumenti normativi, preveden-do quindi l’integrazione delle nuoveprevisioni nella normativa già esisten-te. Questa soluzione infatti promette-va di migliorare la competitività deifabbricanti e degli organismi notifica-ti, offrendo a tutti eguale trattamentonel mercato interno, senza peraltroprodurre ulteriori costi per gli opera-tori che già rispettavano le regole.È da mettere in rilievo come la propo-sta di adeguamento della direttivaMID al nuovo quadro normativo,peraltro basato sull’articolo 114 delTrattato, sia stata ispirata da dueprincipi. In primo luogo si è interpre-tato il principio di sussidiarietàtenendo conto che la competenza sulmercato interno è certamente condivi-sa tra Unione Europea e Stati membri,ma che l’azione al livello nazionaledebba essere limitata a questioni ter-ritoriali in considerazione del fattoche soltanto un’azione di tipo norma-tivo coordinata a livello europeo puòraggiungere gli obiettivi posti dallaDirettiva e, in particolare, un’efficacesorveglianza del mercato. D’altrocanto il principio di proporziona-lità imponeva che le modificazionida introdurre nella MID fossero limita-te al raggiungimento degli obiettivistabiliti, soprattutto rendendo la nor-mativa esistente più trasparente echiara, senza aggiungere ulteriorigravami sulle imprese. E infatti uno

degli adeguamenti che perseguonoproprio l’esigenza d’intelligibilitàdella direttiva è l’uniformazione delledefinizioni attraverso l’armonizzazio-ne delle stesse con quelle del NewLegal Framework, così da renderneunivoca la lettura.Quanto all’effettività dell’implementa-zione della Direttiva, è stata propostauna più puntuale declinazione delleresponsabilità per i fabbricanti e iloro rappresentanti oltre che per i di-stributori e gli importatori. In base aquesta precisazione i distributoridovranno assicurarsi che lo strumentorechi la marcatura CE, il nome delfabbricante e la presenza delle istru-zioni e della documentazione prescrit-ta, mentre gli importatori, oltre a ciò,dovranno farsi carico di verificare chei fabbricanti abbiano applicato unaprocedura di accertamento della con-formità e rendano disponibile alleautorità la documentazione tecnica.Questi inoltre sono tenuti a conserva-re una copia della dichiarazione diconformità e a indicare il loro nome eindirizzo sul prodotto, sull’imballo osulla documentazione di accompa-gnamento: in tal modo s’intende assi-curare la completa tracciabilità ovve-ro la certa riconduzione dello stru-mento fino all’operatore economicoresponsabile dello stesso.La proposta riguarda anche la pre-sunzione di conformità ai requisiti es-senziali, già prevista dalla DirettivaMID nel caso in cui lo strumento sod-disfi gli standard armonizzati; il nuo-vo testo, in linea con un progetto di re-golazione sulla standardizzazioneeuropea adottato dalla Commissioneil primo di giugno del 2011 (che tral’altro prevede il coinvolgimento della

European Standardization Organiza-tion e la partecipazione degli stake-holder nel processo di standardizza-zione) adotta alcune modifiche preve-dendo i casi in cui gli standard copra-no solo parzialmente i requisiti essen-ziali prescritti dalla direttiva.Una serie d’importanti allineamentiriguarderà inoltre la revisione delleprocedure per l’accertamento dellaconformità e la corretta apposizionedella marcatura CE; ancor più rile-vanti sono però le nuove previsioni suicriteri per la notificazione degliorganismi notificati. Inoltre anchei “subsidiaries” e i “subcontractors”dovranno dimostrare di possedere irequisiti e le competenze, già richiestiall’organismo stesso, attraverso unprocesso di notificazione completa-mente rivisitato e basato di norma sul-l’accreditamento, ferma restando lapossibilità degli altri Stati membri disollevare le proprie obiezioni riguar-do al processo di notificazione.Un’importante novità è infine costitui-ta dalla rivisitazione della proceduradi salvaguardia, resa più snella e piùefficace. La nuova procedura contem-pla una fattiva e basilare fase discambio d’informazione tra gli Statiinteressati, alla quale segue una valu-tazione esplicita da parte della Com-missione soltanto in caso di disaccor-do tra gli Stati membri interessati. Piùsemplicemente, qualora gli Stati inte-ressati concordino riguardo alla nonconformità di uno strumento, questisono di fatto tenuti ad adottare lemisure appropriate sul rispettivo terri-torio di competenza, così da assicu-rare un’efficiente tutela dei consuma-tori e realizzare il completamento delmercato unico.

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Rubrica a cura di Franco Docchio, Alfredo Cigada, Anna Spalla e Stefano Agosteo

Dalle Associazioni Universitariedi Misuristi

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THE ITALIAN UNIVERSITY ASSOCIATIONS FOR MEASUREMENTThis section groups all the significant information from the main UniversityAssociations in Measurement Science and Technology: GMEE (Electrical andElectronic Measurement), GMMT (Mechanical and Thermal Measurements),AUTEC (Cartography and Topography), and Nuclear Measurements.

RIASSUNTOQuesta rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalle mag-giori Associazioni Universitarie che si occupano di scienza e tecnologia dellemisure: il GMEE (Associazione Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche), ilGMMT (Gruppo Misure meccaniche e Termiche), l’AUTEC (Associazione Uni-versitari di Topografia e Cartografia) e il Gruppo di Misure Nucleari.

ca per la notizia e unanime esprimel’auspicio che possa essere attivata laprossima edizione del dottorato. Flam-mini ha presentato il Sensor Applica-tion Symposium (SAS) della IEEE I&MSociety, che si terrà nel 2014 in NuovaZelanda.Betta ha ricordato all’Assemblea il con-vegno sui sensori che si terrà nel 2014a Udine, e che è in corso di stampa ilprimo volume della collana FrancoAngeli sulle misure; il volume riguardai Sensori e ne è autore M. Savino.È seguita una relazione del Presidentesulle attività del GMEE nel triennio2010-2013 (importante per le nume-rose novità legislative introdotte). IlGMEE presenta oggi 44 Unità opera-tive (di cui 35 universitarie e 1 stra-niera) e 248 soci (di cui la metà strut-turati nel SSD ING-INF/07); il calodel numero di soci juniores (80 nel2012) può rappresentare una dellecriticità per lo sviluppo del GMEE.Illustra anche l’andamento della scuo-la Gorini, l’attenzione e l’impegno delGMEE per la Terza missione, ancheattraverso Tutto_Misure e il progettoDITRIMMIS. Proiettando l’analisi alprossimo futuro Betta auspica la crea-zione di un’unica Associazione Misu-re che riunisca il GMEE e l’MMT, lapratica implementazione dei contenu-ti del documento per la valorizzazio-ne delle attività dei ricercatori del

GMEE, la rivitalizzazione della com-missione didattica e una sempre mag-giore attenzione alla crescita dei gio-vani ricercatori.Su proposta di Betta, l’Assemblea hapoi eletto all’unanimità come Presi-dente del GMEE per il prossimo trien-nio Dario Petri, il cui mandato avràinizio al termine dell’Assemblea. Sem-pre su sua proposta, l’Assemblea haeletto all’unanimità come Segretariodel GMEE per il prossimo triennio Pa-squale Daponte, il cui mandato avràinizio al termine dell’Assemblea. An-narita Lazzari è stata confermata al-l’unanimità quale Rappresentante deiSoci Sostenitori nel Consiglio Diretti-vo. Inoltre Roberto Buccianti è statoeletto Rappresentante dei Soci Ordi-nari nel Consiglio Direttivo.Per quanto riguarda i rappresentantidelle Unità Operative, l’Assembleaapprova di considerare confermati gliattuali rappresentanti, a meno che lesedi interessate non inviino unasegnalazione di variazione. A questoproposito l’Unità di Brescia informa diavere eletto come proprio rappresen-tante Giovanna Sansoni. In conformi-tà alla vigente normativa, i sociAndria, Carbone, Catelani, Landi,Narduzzi, Sardini sono stati elettimembri del Comitato di Coordina-mento GMEE. Andò, Attivissimo,Carullo, Cataliotti, Ferrigno, Malcova-ti, Salmeri, Rapuano, Tellini sono stativotati all’unanimità componenti dellaCommissione didattica. Infine, Be-netazzo, Savino, Ferraris sono statieletti membri del Comitato Etico eDeontologico. A. Ferrero è stato con-fermato tesoriere all’unanimità.Betta ha ricordato che la nuova ver-sione del sito web dell’Associazione èoperativa.

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GMEE: GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

L’Assemblea dei Ricercatori GMEE – TrentoL’Assemblea dei ricercatori GMEE si ètenuta l’11 settembre 2013, presso l’U-niversità di Trento. Tra le comunicazio-ni, una relazione di La Monaca sull’ul-tima Summer School 2013 tenutasi aBarcellona, una presentazione, daparte di Angrisani, del CeSMA – Cen-tro di Servizio al territorio per le Misu-razioni Avanzate – dell’Università diNapoli Federico II, la presentazione,da parte di Daponte, del WorkshopMetrology for Aerospace, che si terrà aBenevento, il 29-30 maggio, 2014, lapresentazione, da parte di Arpaia, delcongresso TC4 dell’IMEKO, che siterrà il 15-17 settembre, 2014, e delleBorse di Studio bandite dal CERN.Con rammarico, Ferraris informa l’As-semblea che il dottorato in “Scienza eTecnica delle Misure” del Politecnico diTorino è stato soppresso per motiviamministrativi. L’Assemblea si rammari-

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SPAZIO ASSOCIAZIONIUNIVERSITARIE MISURISTI

Ringrazia in particolare l’Unità di Bariper l’attività svolta a favore del sito edegli atti delle riunioni annuali, oraediti dalla casa editrice Aracne. Doc-chio ha presentato un breve rendicon-to sullo stato della rivista Tutto_Misure,illustrando i principali dati relativi aicontributi editoriali ricevuti e solleci-tando nuovi contributi. Il Premio didottorato C. Offelli ha ricevuto que-st’anno 4 domande. La Commissioneha conferito il premio a Paolo Pivato,dell’Unità di Trento. La borsa di studioper ricerca all’estero è stata assegna-ta a Grazia Barchi, della stessa Unitàdi Trento.Per la Giornata della Misurazione2014 l’organizzazione è stata affidataa Domenico Mirri, stante il successodelle edizioni degli ultimi anni da luicurate. Narduzzi ha relazionato sul-l’andamento dell’ultima edizione dellaScuola Gorini. Dalla discussione èemerso il suggerimento di valutare l’op-portunità di offrire la scuola anche astudenti di provenienza internazionale.Il Congresso annuale GMEE 2014 siterrà ad Ancona, l’8-10 settembre. Lasettimana successiva è inoltre previstoil Convegno IMEKO-TC4, a Beneven-to, mentre la settimana precedentesarà organizzata la Scuola Gorini.

Premio IEEE alla Carriera per il Prof. Massimo D’ApuzzoL’amico e collega Massimo D’Apuz-zo, membro del GMEE, ha ottenuto ilprestigioso premio “Career Ex-

cellence Award”della IEEE I&MSociety. Le nostrecongratulazionipiù vive e sincerea Massimo, unodei padri fondato-ri e un pilastrodella nostra Asso-ciazione.

L’assegnazione di questo prestigiosopremio internazionale è un più chemeritato riconoscimento all’entusia-smo, alla passione e alla competenzache Massimo ha profuso in questi anniper favorire lo sviluppo del GMEE edelle misure in Italia.Congratulazioni a Massimo a nomedella Redazione di Tutto_Misure!

Dimissioni del Prof. Andrea Ferrero dal Politecnico di Torino

Riceviamo dall’a-mico e collegaProf. Andrea Fer-rero, Ordinario diMisure Elettricheed Elettronichedel Politecnico diTorino, la seguen-te lettera di ac-compagna-mento

alle sue dimissioni dalla sua Universi-tà.Caro Dario e cari colleghi,Dopo 32 anni passati al Politecnicodi Torino di cui 23 da dietro la cat-tedra ho deciso rassegnare le dimis-sioni per iniziare una nuova espe-rienza professionale e di vita. Conmolti di voi ho condiviso una lungacarriera fatta di ricerca, concorsi econvegni ove scoprivo ogni volta dipiù la vitalità della ricerca misuristi-ca in Italia. A volte con meraviglia altre concuriosità mi hanno sempre affascina-to i mille ambiti diversi dove i nostriricercatori applicano tecniche emetodologie comuni per garantire laqualità della misura. Da circa 13anni, prima da associato e poi daordinario, ho fatto parte di moltecommissioni di concorso fino all’ulti-ma avventura dell’ASN. Ho così avuto modo di conoscere davicino molti di voi e di condividerel’onere della scelta prima con i miei“Maestri” e oggi con coloro con iquali avevo a suo tempo condivisoansie e speranze dei concorsi. Tuttequeste occasioni hanno via viacementato rapporti umani che vannoal di là del semplice rapporto dilavoro anche grazie alle nostreriunioni annuali e al loro aspetto“ludico” oltre che scientifico.Auguro a tutti voi di continuare comesempre a tener alta la cultura misuri-stica in Italia a nel mondo e per i piùgiovani di costruire quelle solide rela-zioni interpersonali che oggi rendonola scrittura di queste righe un po’amara. Un caro saluto a tutti

Andrea Ferrero

Il Presidente del GMEE, Dario Petri,ha scritto al Gruppo:Carissimi,ho ricevuto dall’amico e collega An-drea Ferrero l’inattesa notizia dellesue prossime dimissioni dal Politec-nico di Torino. Sono convinto chequesta decisione rappresenti unaimportante scelta nel suo percorsoprofessionale. A titolo personale e anome del GMEE gli auguro di conti-nuare a raccogliere tutti i successi ele soddisfazioni che giustamentemerita.Auspico anche che il GMEE possacontinuare a contare sul suo impor-tante contributo scientifico eumano.Un caro saluto

Dario

Ciao Andrea, da Tutto_MisureLa Rivista Tutto_Misure e il suoComitato Editoriale salutano Andrea,gli augurano buon lavoro e buona for-tuna per il suo nuovo futuro professio-nale, e si augurano di averlo ancoragradito collaboratore.

GMMT: GRUPPO MISURE MECCANICHE E TERMICHE

Assemblea dei Ricercatori delGruppo di Misure meccanichee Termiche a Trento

Il giorno 11 settembre, a Trento si è tenu-ta l’Assemblea annuale del gruppo diMisure Meccaniche e Termiche. È statoancora una volta sancito e rafforzato ilpercorso di avvicinamento con il gruppodi Misure Elettriche ed Elettroniche, gra-zie anche agli interventi dei colleghiFranco Docchio, che ha fornito una effi-cace sintesi sulla situazione della rivistaTutto Misure e sui futuri piani editoriali, ea quello di Pasquale Daponte, che ha

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UNIVERSITARIE MISURISTI

offerto una panoramica assai apprezza-ta e interessante sulle attività e possibilitàdi partecipazione alle varie iniziative diIMEKO, associazione da lui stesso pre-sieduta.In un panorama legislativo e normati-vo mutevole la carrellata solitamenteofferta dal Presidente sulle nuove di-sposizioni di legge è dunque risultatapiù leggera rispetto alle passate as-semblee. Alcuni gli aspetti meritevoli di nota.L’organico del gruppo presentaparecchie novità, alcuni abbandoni,ma fortunatamente anche muoviingressi: il Prof. Revel, nuovo asso-ciato ad Ancona, l’Ing. Tarabininuovo ricercatore a tempo determi-nato tipo A a Milano.L’attenzione dell’Assemblea ha ri-guardato una valutazione dellanuova formula di convegno introdot-ta quest’anno, con una sessione ri-guardante i laboratori didattici, perun approfondimento dei contenutidella lettera pubblicata sull’ultimonumero di Tutto_Misure, proprio sultema dei laboratori didattici, e unasessione di tutorial, svoltasi con 5interventi su aspetti di base riguar-danti il mondo della visione: la for-mula ha trovato interesse, soprattuttonei giovani e si lavorerà per mante-nere attiva questa nuova iniziativanegli anni a venire.Altro momento interessante è statola sintesi offerta dal collega Prof.Nicola Paone, riguardante la suaesperienza come coordinatore deivalutatori ANVUR della qualitàdella ricerca. Prestando attenzionea non rivelare dati sensibili, il colle-ga Paone ha offerto una serie dipunti di vista assolutamente origina-li, che hanno aiutato a una correttaed equilibrata interpretazione deirisultati del complesso processo divalutazione del sistema universita-rio.L’Assemblea ha poi confermato allapresidenza il Prof. Michele Gasparetto.Il neo presidente ha dichiarato di vole-re conservare la carica per un anno,allo scopo di preparare alla successio-ne qualche giovane meritevole, cuilasciare la guida del gruppo il prossimoanno ad Ancona.

Marco Mugnaini Editor in Chief di rivista Internazionale

L’Ing. MarcoMugnaini, del-l’Unità di Sie-na, è stato e-letto Editor inChef della Ri-vista Interna-zionale “Inter-national Jour-nal of Instru-mentation Tech-

nology”, edita da Interscience.www.inderscience.com/jhome.php?jcode=IJIT

Unità di Brescia: recenti nomine

AlessandraFlammini èstata elettanel Consi-glio di Am-ministrazio-ne del CSMT(Centro Ser-vizi Multiset-toriali e Tec-n o l o g i c i )che, sotto la

Direzione Scientifica del Prof. Riccar-do Pietrabissa, intende evolvere da unCentro di Servizi a un Centro di Attra-zione per nuove imprese e Trasferi-mento Tecnologico.

Giovanna Sansoni è stata recente-mente nominata Coordinatrice Didatti-ca per il Dipartimento di Ingegneriadell’Informazione. Giovanna è ancheResponsabile del Corso di LaureaMagistrale in Ingegneria Elettronica,nonché membro della Commissione

Paritetica del Dipartimento ai sensidel Decreto su Autovalutazione, Valu-tazione e Accreditamento (AVA).Franco Docchio, Presidente dellaCommissione per il Trasferimento Tec-nologico del Dipartimento di Ingegne-ria Meccanica e Industriale, è statonominato dal Direttore del Diparti-mento membro del Tavolo di Ateneoper il Trasferimento Tecnologico del-l’Università di Brescia.

Unità di Messina vincitrice di Progetto SamsungIl Prof. Nicola Donato, Direttore del

Laborato-rio di Sen-sori e Si-stemi diT r a s d u -zione del-l’Universi-tà di Mes-sina, ci co-m u n i c ache il suoProget to“ S m A r ts e n s o r s

For brEath anaLYsis, SAFELY” redattoa quattro mani insieme al collega Gio-vanni Neri, è stato selezionato dalSamsung Advanced Institute of Tech-nology (SAIT) nell’ambito del GlobalResearch Outreach Program (GRO)per il 2013. Il Progetto ha durata trien-nale.Di seguito il link della pagina Samsung con la lista dei vincitori e delcomunicato della conferenza stampasvolta presso l’Ateneo di Messina.

www.sai t .samsung.co.kr/saithome/Page.do?method=main&pagePath=01_about/&pageName=2013gro

www.unime. i t/_s l ider_ in_evidenza/la_salute_a_portata_di_smartphone-5541.html

www.tempostretto.it/news/eccellenze-progetto-dipartimento-ingegneria-universit-messina-conquista-samsung.html

Complimenti al Prof. Donato!

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NEWS

CAM2 (Gruppo americano FARO Technologies, Inc. NASDAQ:FARO), prestigioso fornitore di tecnologia di misura 3D, imag-ing e realizzazione, ha annunciato che SI2G S.r.l. ha utilizza-to con risultati eccellenti un CAM2 Laser Scanner Focus3D

nel progetto internazionale di recupero e valorizzazionedella storica cittadella imperiale di Huê’ in Vietnam.SI2G srl, Sistemi Informativi Intelligenti per la Geografia(www.si2g.it), è uno Spin-off dell’Università Politecnica delleMarche, nato nel 2008 su iniziativa di ricercatori con esperien-za pluriennale nelle varie discipline per lo studio del territorio edell’ambiente, a partire dall’informatica e dalla fotogrammetria.L’impresa si occupa di acquisire, analizzare, elaborare, archi-viare e distribuire “dati ambientali” in formato digitale, con unapproccio sistemico integrato e multidisciplinare, fornendo ser-vizi di telerilevamento del territorio, fotogrammetria, topografia,cartografia e ICT. Eva Savina Malinverni, Professore associato di Topografia del-l’Università Politecnica, spiega come mai SI2G abbia di recen-te investito in un Laser Scanner Focus3D, innovativo strumento discansione laser della CAM2, che permette rilevazioni 3D congrande precisione e semplicità: “Dopo tanti anni di esperienzacartografica acquisita lavorando con diversi strumenti geodetici,abbiamo deciso di ampliare le nostre conoscenze e le possibili-tà applicative in fatto di rilevazione, introducendo all’internodella nostra struttura un laser scanner”.La scelta è caduta sul CAM2 Focus3D, strumento che abbina aun’elevata precisione di rilevazione una grande facilità d’uso.“Conoscevamo questo strumento per precedenti collaborazionied esperienze e ritenevamo che avrebbe potuto fare la diffe-renza nella rilevazione di elementi architettonici, in particolarenei progetti di ricerca internazionali. Oggi possiamo dire diaver fatto la scelta giusta: il Laser Scanner Focus3D può infattiessere adoperato in maniera davvero semplice, come una nor-male fotocamera digitale. Possiamo portarlo con noi ovunque,anche in aree difficilmente raggiungibili o in Paesi del secondoo terzo mondo in cui sarebbe difficile giustificare, anche solodal punto di vista burocratico, l’utilizzo di apparecchiature visto-se”. CAM2 Laser Scanner Focus3D è in effetti uno strumento compat-to, leggerissimo (appena 5 kg) e con ingombro assai ridotto

pari a 24 x 20 x 10 cm,che l’operatore può porta-re con sé sempre e ovun-que. Inoltre, la tecnologiaWLAN consente di avvia-re, arrestare, visualizzareo scaricare le scansioni adistanza.Eva Savina Malinverni ag-giunge: “Abbiamo acqui-stato il dispositivo lo scor-so febbraio e in pochimesi abbiamo preso di-mestichezza e maturato lagiusta esperienza. CAM2Focus3D ci è stato di fon-damentale aiuto soprattut-to per due interessantissi-mi progetti che SI2G, incollaborazione con l’Uni-

VIETNAM, LA SCANSIONE LASER “INCONTRA” GLI ANTICHI IMPERATORI

versità Politecnica delle Marche, ha svolto in Vietnam”. Si è trat-tato di attività svolte su iniziativa del Ministero degli Affari Este-ri italiano (responsabile scientifico universitario il Prof. F. Pugna-loni) per la salvaguardia dei siti storici e architettonici nelmondo. “In particolare, ci siamo occupati delle carceri fortifica-te di Qua

¸ng Tri e della cittadella imperiale di Huê’”.

La città imperiale di Huê’, dichiarata nel 1993 “Patrimonio del-l’Umanità” dall’UNESCO, è probabilmente il sito architettonicopiù grande e celebre di tutto il Vietnam: da qui governarono gliimperatori della dinastia Nguyen tra il 1802 e il 1945. Essa ècostruita sul modello del Palazzo Imperiale di Pechino e presen-ta mura, fossati, porte fortificate, ponti e decorazioni che la ren-dono un luogo suggestivo, di grande interesse artistico e storico.“Tutta l’area – riprende la Professoressa – fu completamentedistrutta durante la guerra del Vietnam, ed è ora in fase direstauro grazie alla sovvenzione di diversi sponsor internazio-nali. Noi, in particolare, abbiamo operato sulla cosiddetta“Porta Est”, elemento architettonico molto complesso costituitoda decorazioni in maiolica e fregi di ogni tipo. La rilevazionesarebbe stata un’operazione davvero lunga e complicata seavessimo utilizzato le normali tecniche fotogrammetriche”.CAM2 Laser Scanner Focus3D, invece, ha permesso all’equipedi SI2G di portare a termine il lavoro in poche ore e di ottene-re, con sole 17 scansioni, risultati davvero sorprendenti: “Abbia-mo rilevato la splendida Porta Est della città imperiale di Huê’ inpochissimo tempo, acquisendo una griglia 3D costituita damilioni di punti, con una distanza di pochi millimetri l’uno dal-l’altro, che ci ha permesso di ricavare una mesh 3D con texturefotorealistica in cui è possibile leggere ogni dettaglio di forma ecolore delle strutture originali”.

Hanno contribuito all’acquisizione e all’elaborazione dei datianche il Prof. Fangi e i suoi collaboratori, gli Ingegneri Tasset-ti e Bozzi dell’Università Politecnica delle Marche. Malinverniconclude: “Non va dimenticato che abbiamo lavorato in con-dizioni critiche, in una zona a elevato flusso turistico. Lo stru-mento non ha minimamente risentito della temperatura di quasi40 °C, né dell’elevatissimo tasso di umidità, pari a circal’85%. CAM2 Laser Scanner Focus3D si è rivelato uno stru-mento molto maneggevole, utilizzabile anche in luoghi “sco-modi” e difficilmente accessibili, semplice nel suo utilizzo emolto versatile. I nostri colleghi stranieri in Vietnam ne sonorimasti impressionati”.

Per ulteriori informazioni: www.cam2.it

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Rubrica a cura di Franco Docchio e Alfredo Cigada

Notizie dalle altre Associazioni

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OTHER ITALIAN ASSOCIATIONSThis section reports the contributions from Associations wishing to useTutto_Misure as a vehicle to address their information to the readers.

RIASSUNTOQuesta rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalleAssociazioni che vedono nella Rivista uno strumento per veicolare le loroinformazioni al pubblico di Tutto_Misure.

A.L.A.T.I.: GIORNATA DI FORMAZIONE SU ACCREDIA DT-02-DT

Orgogliosi del successo ottenuto incollaborazione con il Politecnico diMilano, nella giornata di formazionerelativa al doc. ACCREDIA “DT-02-DT “GUIDA ALLA GESTIONE DELSISTEMA INFORMATIVO DEILABORATORI” riassumiamo breve-mente i contenuti del corso.Consapevoli che ormai i fogli di cal-colo elettronici sono entrati a pieno ti-tolo tra gli strumenti utilizzati nei labo-ratori di taratura per la gestione dellacatena di misura, dell’acquisizionedei dati e molto spesso per la deter-

minazione degli errori e delle incer-tezze associate, non possiamo esimer-ci dal fatto che anche questi oggetti,partecipando alla catena di misura,in quanto elaboratori di dati, vadanotrattati alla stessa stregua di uno stru-mento di misura.Cosi come contemplato in diversi pun-ti anche dalla norma ISO/IEC 17025,è stata nostra intenzione analizzaretali aspetti attraverso i seguenti conte-nuti didattici:• Illustrazione dei requisiti deldocumento ACCREDIA DT-02-DT;• Presentazione di esempi dei do-cumenti di registrazione necessa-ri e di metodologie applicative;• Requisiti minimi di una proceduradi validazione di un foglio dicalcolo elettronico utilizzato per laregistrazione dei dati di misura ed ladeterminazione dell’incertezza:

struttura del foglio di cal-colo; controllo del formato deidati in ingresso; controllo del formato deidati in uscita secondo leregole del documento sullacompilazione del certificatodi taratura IO-09-DT e deldocumento DT-04-DT sulleprincipali regole di scrittu-ra; tipologia del set di dati iningresso al foglio di calcoloe dei corrispondenti risultatiattesi.

A dimostrazione di quanto proposto ediscusso con i partecipanti sono statiinfine illustrati alcuni esempi già inuso in alcuni laboratori.ALATI si ripropone come vettored’innovazione e assistenza pertutti i laboratori accreditati pro-muovendo altre iniziative formative,focalizzando l’attenzione sulle oppor-tunità che il mercato offre, selezio-nando gli opportuni strumenti HW eSW per poter far fronte alle proble-matiche quotidiane.Sarà quindi riproposta un’altragiornata formativa sullo stessoargomento presentando altre espe-rienze pratiche applicative del docu-mento. Ma le iniziative non si limite-ranno solo a questo ma anche a inda-gini capillari per poter affrontare erisolvere tutti gli aspetti dei problemitecnico organizzativi dei laboratori ditaratura in Italia.Paolo Giardina, Presidente A.L.A.T.I.

ASSOCIAZIONE ITALIANA PROPRIETÀ TERMOFISICHE (AIPT)

L’AIPT assegna il Premio“Ermanno Grinzato” al Dott. Francesco Zonta

Cari lettori di TuttoMisure,

è con grandepiacere che ilComitato Diret-tivo dell’A.I.P.T.– Associazione

Italiana Proprie-tà Termofisiche

comunica l’avvenutaassegnazione del Premio “Ermanno

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SPAZIO DELLE ALTREASSOCIAZIONI

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Grinzato” al merito scientifico al Dott.Francesco Zonta.Il Premio è stato istituito al fine dipromuovere tra i giovani ricercatorilo studio e le applicazioni delleproprietà termofisiche, in ambitosia scientifico che industriale, ed èdedicato alla memoria di ErmannoGrinzato, socio dell’A.I.P.T. che ciha prematuramente lasciati il 21agosto 2012 dopo una lunga attivi-tà di ricerca presso l’Istituto per leTecnologie della Costruzione delC.N.R., sezione di Padova. Er-manno Grinzato è stato fino all’ulti-mo un lucido e brillante ricercatore,organizzatore e animatore dellacomunità scientifica nella quale haoperato. A concorrere all’assegnazione delpremio, pari a 2.000 euro al lordodegli oneri fiscali e cortesementeofferto dall’azienda Mimesis Srl(www.mimesis.eu), sono stati am-messi giovani ricercatori di cittadinan-za italiana, oppure residenti in Italia,con laurea o dottorato di ricerca indiscipline di ambito scientifico-tecno-logico conseguiti da non oltre 10 an-ni. La partecipazione è stata numero-sa e qualificata e ha visto i candidatipresentare alla Commissione giudica-trice, nominata dal Comitato direttivoe formata da Francesco Righini, Giu-seppe Ruscica ed Elena Campagnoli,prima un elaborato scritto in linguainglese e, successivamente, in occa-sione del XIX Convegno annuale del-l’A.I.P.T., una relazione orale. Il Convegno annuale dell’A.I.P.T. siè tenuto il 19 settembre u.s. a Bolo-gna, presso il Dipartimento di Inge-gneria Industriale dell’Università diBologna, grazie all’ospitalità accor-data dal Prof. Gian Luca Morini edal suo gruppo di lavoro e al sup-porto di Netzsch (www.netzsch-ther-mal-analysis.com) ed Energy SealItalia (www.energy-seal.it). Duranteil Convegno sono state presentaterelazioni da parte sia degli associa-ti all’A.I.P.T., sia dei concorrenti alPremio. La proclamazione formaledel vincitore è avvenuta al terminedei lavori e, dopo una relativamen-te lunga camera di consiglio per lapresenza di vari lavori meritevoli,

ha visto la Commissione assegnareil Premio al sopraccitato Dott.Zonta.

Francesco Zon-ta, laureato conlode in Ingegne-ria Meccanicapresso l’Univer-sità di Udine nel2006, è diven-tato Dottore diRicerca in Tec-nologie chimi-

che ed energetiche nel 2010. Dal medesimo anno svolge attivitàdi ricerca presso l’Università diUdine nel campo dello scambio ter-mico turbolento, dei flussi turbolentimultifase e dei metodi numerici perla termofluidodinamica. Il lavoro premiato, intitolato ‘’Theeffect of temperature dependentfluid thermophysical properties onheat and momentum transfer in tur-bulent mixed convection’’, si è in-centrato sull’impiego di tecniche disupercalcolo per l’analisi dei pro-cessi di raffreddamento ad acqua didispositivi elettronici soggetti a ele-vate dissipazioni termiche come, adesempio, i supercalcolatori, e hapermesso di verificare come lavariazione delle proprietà termofisi-che del fluido di raffreddamentopossa persino inibire lo scambio ter-mico turbolento (inducendo fenome-ni di rilaminarizzazione locale) eavere quindi un ruolo determinantenel computo del coefficiente globaledi scambio termico.Nel constatare con piacere il suc-cesso dell’iniziativa presso i giovaniricercatori, che Ermanno Grinzatoha sempre avuto a cuore nella suaattività scientifica e organizzativa,formuliamo a tutti loro e, in partico-lare, a Francesco Zonta e agli altriche hanno concorso al Premio gliauguri più sentiti per una carrierapiena di soddisfazioni.

Il Comitato direttivo A.I.P.T.: AlbertoMuscio (Presidente), Elena Campa-gnoli (Segretario), Francesco Righini(Tesoriere), Giuseppe Ruscica, PaoloCoppa (Revisori dei Conti).

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LO

SPAZIO

DEGLI

IMP

La metrologia delle radiazioni ionizzantinella radioterapia molecolare

Marco D’Arienzo, Marco Capponi, Pierino De Felice

Istituto Nazionale di Metrologiadelle Radiazioni Ionizzanti (INMRI),ENEA, C.R. [email protected]

Dalla misura dell’attività alla valutazione della dose al paziente

METROLOGY OF IONIZING RADIATIONS IN MOLECULARRADIATION THERAPYMolecular radiation therapy is a unique form of radiotherapy where a highradiation dose is delivered internally through the administration of radio-pharmaceuticals. Recent research indicates that, as a consequence of bio-logical variation across patients, the absorbed dose can vary, for the sameadministered activity, by as much as two orders of magnitude. It is clear thatthere is a need of accurately assessing both the activity administered to apatient and the radiation dose delivered to a tumor area. This requires aninnovative metrological support.

RIASSUNTOLa radioterapia molecolare è una tecnica medico-nucleare per la terapiadei tumori nella quale un’elevata dose è somministrata a organi internimediante somministrazione di radiofarmaci. Studi recenti hanno dimostratoche, a causa delle variazioni biologiche e anatomiche tra pazienti, la doseassorbita da un determinato organo o tessuto può variare, a parità di atti-vità somministrata, anche di due ordini di grandezza. È evidente, quindi,la necessità di determinare in modo accurato l’attività somministrata alpaziente e la dose rilasciata al tumore e agli organi sani. Ciò richiede unsupporto metrologico dedicato e innovativo.

ASPETTI METROLOGICI DELLARADIOTERAPIA MOLECOLARE

L’impiego di iodio radioattivo agli ini-zi del XX secolo per la cura delle pato-logie della tiroide ha rappresentato,per certi versi, la prima forma di ra-dioterapia molecolare. Negli ultimivent’anni, la crescente disponibilità diradionuclidi impiegati a scopo tera-peutico ha favorito l’introduzione dinuove tecniche di radioterapia mo-lecolare, sempre più efficaci e mirate.Nella moderna radioterapia moleco-lare il radionuclide è legato a un far-maco o ad altro agente chelante chepresenta particolari affinità di legamecon la sede tumorale. La somministra-zione del complesso molecolare cosìformato (radiofarmaco) è seguita daun accumulo selettivo del radionuclideall’interno del distretto anatomicopatologico, all’interno del quale verràrilasciata la dose di radiazione tera-peutica. Questa può variare ampia-

mente a seconda delle caratteristichefisiche e fisiologiche del singolo pa-ziente, della cinetica specifica del ra-diofarmaco e del radionuclide impie-gato. Recenti studi hanno dimostratoche, a parità di attività somministrata,la dose alla sede tumorale può varia-re anche di due ordini di grandezza[1,2]. Questa circostanza è partico-larmente critica dal punto di vista cli-nico poiché, in uno scenario di sotto-dosaggio, il paziente non ottiene al-cun beneficio terapeutico dal tratta-mento mentre, in una situazione di so-vradosaggio, il paziente riceve unadose maggiore di quanto sarebbe ne-cessario al trattamento della patolo-gia, con conseguente irraggiamentoindebito degli organi sani.Nella radioterapia con fasci esternisono già utilizzati protocolli di misuradosimetrici, condivisi a livello interna-zionale, che stabiliscono ben definitilivelli di accuratezza e tolleranza nel-l’erogazione della dose (entro il 5%

[3]). Per contro, nella radioterapiamolecolare non si dispone ancora diuna procedura standardizzata per lavalutazione della dose al paziente e,per la maggior parte dei trattamenti,la metodologia per la somministra-zione personalizzata del radiofarma-co non è ancora sufficientemente defi-nita.La necessità di conoscere in modo ac-curato l’attività somministrata al pa-ziente e la dose rilasciata al tumore eagli organi sani richiede un supportometrologico innovativo alla radiote-rapia molecolare, che sia in grado digarantire l’affidabilità e la riferibilitàdelle misure effettuate a livello clinico.In questo contesto, l’Istituto Nazionaledi Metrologia delle Radiazioni Ioniz-zanti (INMRI) dell’ENEA ha contribui-to alla formulazione di un progetto diricerca metrologica dedicato alla ra-dioterapia molecolare. Il progetto“Metrology for Molecular Radiothe-rapy” (MetroMRT) è stato ammesso alfinanziamento da parte dell’EuropeanMetrology Research Programme (EMRP)e conta attualmente 28 partecipanti(6 Istituti Metrologici Primari Europeidirettamente finanziati e 22 centri diricerca clinica a supporto del proget-to, essendo direttamente interessatiper loro attività di ricerca o di praticaclinica). Il progetto è iniziato nel mesedi giugno 2012 e ha durata triennale.

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DALLA MISURA DELL’ATTIVITÁALLA VALUTAZIONE DELLA DOSE

Gli aspetti metrologici nei trattamentidi radioterapia molecolare sono mol-teplici. Nel seguito, la catena metro-logica è analizzata nei singoli pas-saggi.

Misura dell’attività somministrataLa metrologia dei radionuclidi è rite-nuta oggi una scienza matura. Tutta-via, affinché tutta l’energia sia depo-sitata localmente, i radionuclidi impie-gati nella terapia medica sono moltospesso (in alcuni casi esclusivamente)emettitori beta di bassa energia. Que-sta circostanza impone metodologie etecniche dedicate per la determina-zione dell’attività, sia nelle misurazio-ni con campioni primari, sia in quelleeffettuate a livello clinico.Ad esempio, nei trattamenti di radio-embolizzazione epatica con 90Y lega-to a microsfere in resina o vetro, glielettroni (raggi beta) emessi dal radio-nuclide depositato sulla superficie oall’interno della microsfera possonoessere da questa autoassorbiti, po-nendo quindi specifici problemi dimisura dell’attività. A questa circo-stanza si aggiungono inoltre problemilegati alla sedimentazione delle mi-crosfere che non costituiscono una so-luzione omogenea con il liquido fisio-logico in cui sono immerse. Per l’90Ylegato a microsfere in resina o vetrosussiste quindi l’esigenza metrologicadi realizzare un sistema primario dimisura dell’attività, a oggi non dispo-nibile. Nell’ambito del progetto Me-troMRT l’INMRI sta lavorando sullarealizzazione di un rivelatore Ceren-kov TDCR (Triple to Double Coinci-dence Ratio) [4] che consenta diestendere la consolidata tecnicaTDCR, utilizzata in misure con scintil-latori liquidi [5], a misure di radioatti-vità che facciano uso della radiazioneCerenkov emessa da particelle cari-che energetiche.Il metodo, alquanto innovativo, per-mette non solo una misura diretta del-l’attività del radionuclide ma fungeanche da selettore d’impurezze di ti-po β, eventualmente presenti nella

soluzione. Obiettivo di tali misure è losviluppo di un sistema primario dimisura dell’attività di microsfere di90Y in modo da consentire la taraturaper tale radionuclide di strumenti dimisura dell’attività in uso presso centridi produzione di radio farmaci e/ocentri di medicina nucleare pressostrutture ospedaliere.

Misura dell’attività nel volumedi interesse attraverso procedure di imaging quantitativoNei trattamenti di radioterapia mole-colare larga parte dell’attività sommi-nistrata al paziente si accumula pre-ferenzialmente all’interno del distrettotumorale. Tuttavia, inevitabilmente,parte dell’attività si localizzerà ancheall’interno di organi o tessuti sani. Ladeterminazione dell’attività all’inter-no di un determinato distretto anato-mico è possibile grazie a tecniche d’imaging quantitativo con gammacamera o PET (Positron EmissionTomography). A tal fine è necessarioeffettuare la taratura dei suddettisistemi e sviluppare opportune catenedi riferibilità.Una gamma camera è costituita daun sistema a due o tre testate dimisura in grado di acquisire imma-gini scintigrafiche grazie all’impie-go di cristalli rivelatori (generalmen-te NaI(Tl)) montati sulle testate eaccoppiati a fotomoltiplicatori. Leimmagini scintigrafiche rappresenta-no la distribuzione della radioattivi-tà all’interno del distretto anatomico.Per definizione una gamma cameraè in grado di rivelare radiazionefotonica, quali radionuclidi gamma-emettitori e, in alcuni casi, radionu-clidi beta-emettitori che produconoradiazione gamma di frenamentosufficientemente energetica da emer-gere dal paziente.I sistemi PET forniscono informazionidi tipo funzionale, e impiegano comerivelatori un elevato numero di cristal-li (generalmente BGO, LSO o di GSO)assemblato in blocchi, ciascuno deiquali accoppiato a un gruppo di foto-moltiplicatori. Questi blocchi, nel nu-mero di un centinaio, vengono orga-nizzati a formare un anello con dia-

metro di 80-90 cm. I sistemi PET sonoin grado di rivelare in coincidenza ifotoni da 0,511 MeV emessi a segui-to dell’annichilazione di un positrone(β+) con un elettrone della materia,fornendo un’informazione sulla posi-zione dell’evento. La taratura di un sistema d’imagingconsiste nella determinazione delcoefficiente di conversione (Bq/cps⋅s-1) tra il rateo di conteggio delsistema di acquisizione (cps⋅s-1) el’attività di un radionuclide (Bq) al-l’interno di un determinato volumed’interesse in un organo del pazien-te. Essa è eseguita acquisendo l’im-magine di una sorgente campione ingeometria e attività note in determi-nate condizioni di riferimento. Ilcoefficiente di conversione è funzio-ne del radionuclide e del sistema dirivelazione utilizzato. La successivaelaborazione dell’immagine e l’ap-plicazione di opportuni fattori di cor-rezione che tengano conto dei diver-si effetti fisici che contribuiscono adegradare la qualità dell’immagineconsentono la determinazione del-l’attività nelle condizioni cliniche dimisura.Attualmente non sono disponibili pro-cedure standardizzate per la taraturadi sistemi SPECT o PET. Le pubblica-zioni internazionali di riferimento ri-portano l’esistenza di più metodichedi taratura e di più algoritmi di corre-zione delle immagini, non sempreconfrontabili tra loro a causa della di-versità degli algoritmi e dei procedi-menti di calcolo.Nell’ambito del progetto MetroMRTl’INMRI collabora al raggiungimentodei seguenti obiettivi:I) il consolidamento della riferibilitàmetrologica dei campioni di attivitàimpiegati nella fase di taratura dellagamma camera;II) lo sviluppo di protocolli di taraturastandardizzati e validati dagli istitutimetrologici nazionali partecipanti;III) la determinazione dei principali al-goritmi e fattori di correzione che in-tervengono nel processo d’imaging;IV) la valutazione dell’incertezza com-posta nella determinazione dell’attivi-tà tramite procedure d’imaging quan-titativo.

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Integrazione temporale delleimmagini acquisite tramiteimaging quantitativoAi fini della valutazione della doseassorbita dall’organo o tessuto d’inte-resse è necessaria la determinazionedel numero totale di particelle emesseall’interno di esso, ottenibile eseguen-do l’integrale della curva attività-tempo calcolata nel volume seleziona-to. A livello clinico la curva attività-tempo si determina acquisendo unaserie d’immagini a diversi intervallitemporali, seguendo cioè la biocineti-ca del radiofarmaco per periodi suffi-cientemente lunghi. Le curve attività-tempo seguono generalmente unacinetica esponenziale o multiesponen-ziale a seconda dei tempi con cui l’at-tività viene assorbita o rilasciata daldistretto d’interesse:

Attualmente non si dispone di unaprocedura standardizzata per l’inte-grazione delle curve attività-tempo ele funzioni esponenziali descritte nellarelazione (1) sono generalmente deri-vate tramite procedure d’interpolazio-ne di dati clinici. Il valore finale del-l’integrale (2) sarà quindi affetto daapprossimazioni e incertezze legatealla particolare procedura d’interpo-lazione adottata, al campionamentotemporale dei dati clinici e specificaalla cinetica del radiofarmaco. Unaserie d’immagini total body planari,relative allo stesso paziente sommini-strato con radiofarmaco 111In-Zevaline acquisite in tempi differenti, fino a144 h è riportata in Fig. 1. La curvaattività-tempo è valutata delineandouna regione d’interesse e calcolandol’attività contenuta all’interno di tale

regione in fun-zione del tem-po. Uno degliobiettivi delprogetto Metro-MRT è la deter-minazione del-l’incertezza as-sociata al valo-re di à quandotale grandez-za è valutatasecondo le di-verse procedu-re attualmenteriportate nellaletteratura e l’in-dividuazionedi un’affidabileprocedura d’in-terpolazionedei punti speri-

mentali.

Determinazione della doseNota l’attività cumulata in un determi-nato organo o tessuto, la dose assor-bita D nel volume d’interesse è deter-minata tramite la seguente relazione:

D=÷S (3)

dove S (Gy/Bq⋅s) rappresenta la doseassorbita nella regione bersaglio pertrasformazione nucleare all’internodella regione sorgente. I fattori S

dipendono dalla geometria d’irrag-giamento e dal radionuclide, e sonocalcolati generalmente tramite tecni-che Monte Carlo. Non esistono oggimisure sperimentali di tale fattore rife-ribili a campioni primari di dose as-sorbita. Di conseguenza, i fattori S di-pendono in maniera sostanziale dal-l’accuratezza dei dati nucleari dispo-nibili e dalla tecnica di calcolo impie-gata. Uno degli obiettivi del progettoMtroMRT è sviluppare catene metrolo-giche utili alla determinazione speri-mentale dei fattori S.

CONCLUSIONI

Attualmente non esistono in radiotera-pia molecolare protocolli di dosime-tria clinicamente accettati, e gli studidosimetrici sono generalmente esegui-ti sulla base d’iniziative individuali edelle risorse tecniche disponibili pres-so i singoli centri che eseguono dosi-metria a livello clinico. Di conseguen-za i risultati dosimetrici sono oggi dif-ficilmente confrontabili. A riscontro ditale circostanza, recenti lavori di lette-ratura riportano differenze tra valoredi dose calcolato e valore misurato trail 10% e il 30% per misure su fantoc-cio in condizioni di riferimento, eincertezze tipo nell’intervallo 10%-100% per misure su paziente.Al fine di armonizzare e rendere omo-genee le procedure dosimetriche èquindi necessario sviluppare opportu-ne catene di riferibilità che consenta-no di confrontare le valutazioni dosi-metriche su paziente. Il principale obiettivo del progettoMetroMRT attualmente in corso, alquale l’INMRI contribuisce significa-tivamente, è proprio lo sviluppo del-la metrologia di base necessaria agarantire la riferibilità delle proce-dure dosimetriche in radioterapiamolecolare. La definizione di proce-dure standardizzate per la dosime-tria clinica in radioterapia molecola-re unitamente al consolidamento del-la riferibilità metrologica dei cam-pioni di attività impiegati nella prati-ca clinica consentiranno, in futuro,di personalizzare i trattamenti di ra-dioterapia molecolare, con imme-

Figura 1 – Sequenza d’immagini total body planari acquisite sullo stessopaziente a diversi istanti dopo la somministrazione del radiofarmaco

111In-Zevalin. È chiaramente visibile la fase vascolare fino a 24 h dopo la somministrazione. Dopo 72 h dalla somministrazione diviene

visibile anche la lesione sovraclaveare

(1)

dove Ai(0) è l’attività iniziale dell’i-esima componente esponenziale e λila costante di rimozione effettiva, da-ta dalla somma della costante di de-cadimento fisica e della costante di ri-mozione biologica. Per quanto detto,dunque, la grandezza à è data dallaseguente relazione:

(2)

˜ ( )( )

A A t dtA

Bq si

ii= = ×[ ]∑∫

∞ 00 λ

A t A ei

i

ti( ) ( )= ∑ −0 λ

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diato beneficio del paziente sottopo-sto a terapia con le radiazioni. L’ado-zione di protocolli di misura dosime-trici condivisi a livello internazionalerisulta infatti fondamentale per la cor-retta determinazione della dose tera-peutica somministrata ai pazienti e ilconseguente miglioramento delle pos-sibilità di guarigione.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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ization by means of a new TDCR-Ceren-kov counting technique. Appl. Radiat.Isot. 68(6), 1116-1120.[8] R. Broda, P.Cassette, K. Kossert, 2007. Radionucli-de Metrology Using Liquid ScintillationCounting. Metrologia 44, 36-52.5. R. Broda, P. Cassette, K. Kossert,2007. Radionuclide Metrology UsingLiquid Scintillation Counting. Metrolo-gia 44, 36-52.

Marco D’Arienzo si è laureato in Fisica nel 2003 presso l’Uni-versità Roma Tre e nel 2006 ha conseguito la specializzazione inFisica Medica presso l’Università di Roma Tor Vergata. Dal 2010è ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Metrologia delle Radia-zioni Ionizzanti (INMRI) del C.R. ENEA Casaccia, dove è respon-sabile della sezione Campioni Primari Alte Dosi. È responsabilescientifico in ENEA del progetto europeo “Metrology for Molecu-

lar Radiotherapy” (MetroMRT).

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International Conference on Pervasive and Embedded Computing and Communication Systems (PECCS 20914)

2014 International Conference on Artificial Intelligence and Software Engineering (AISE2014)

The 5th International Conference on Information Technology in Education

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Secondo Convegno Nazionale Sensori

International Conference on Electrical, Control and Automation (ICECA 2014)

2014 International Conference on Energy, Environment and Materials Engineering (EEME2014)

2014 International Conference on Advanced Materials, Testing and InformationEngineering(AMTIE2014)

BIODEVICES 2014 - Int’l Conf. on Biomedical Electronics and Devices

5th International Multi-Conference on Complexity, Informatics and Cybernetics: IMCIC 2014

Affidabilità e Tecnologie - Ottava edizione

BIOTECHNO 2014

7th Annual world congress of Industrial Biotechnology (IBIO-2014)

8th Workshop on Analysis of Dynamic Measurements

2014 International Conference on Management and Engineering (CME 2014)

Advances in Foundations of Quantum Mechanics and Quantum Information with atoms and photons

IEEE International Workshop on Metrology for Aerospace

13th International Ceramics Congress

2014 IEEE International Technology Management Conference (ITMC2014)

International Symposium on Power Electronics, Electrical Drives, Automation and Motion (SPEEDAM 2014)

ASPE/ASPEN Summer Topical Meeting

2014 International Conference on Materials Science and Engineering Technology (MSET 2014)

Congresso GMEE 2014

20th IMEKO TC-4 Symposium

www.peccs.org

www.aise2014.org

www.engii.org/workshop/CITE2014January/Home.aspx

www.ssd-conf.org/ssd14

www.aisem.eu/CNS/Home.html

www.ic-eca.org

www.eeme2014.org

www.amtie.org

www.biodevices.biostec.org

www.2014iiisconferences.org/imcic

www.affidabilita.eu

www.iaria.org/conferences2014/BIOTECHNO14.html

www.bitlifesciences.com/ibio2014

www.inrim.it/ADM2014

www.cme2014.org

www.inrim.it/~brida/Quantum_2014

www.metroaerospace.org

www.cimtec-congress.org/2014/abstract_submission.asp

http://ieee-tmc.org/itmc2014

www.speedam.org

www.aspe.org

www.icmset.org

www.gmee.org

http://conferences.imeko.org/index.php/tc4/tc4_2014

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NEWS

UN NUOVO SVILUPPO PERMETTE DI CAPIRE MEGLIO LE PRESTAZIONI DEGLI ASSI ROTANTI

assi rispetto agli assi lineari è fondamentaleper effettuare lavorazioni corrette. Se laposizione di questi punti non è nota inmaniera molto accurata, il controllo dellamacchina non può guidare gli assi inmaniera affidabile e i risultati di lavorazio-ne saranno incoerenti.AxiSet Check-Up fornisce un metodo diprova accurato e ripetibile usando routinedi ispezione automatiche su un oggetto cali-brato, e include un’analisi semplice macompleta. I controlli di allineamento e pre-stazioni di posizionamento sono eseguiti inmodo rapido e conforme agli standard epermettono di monitorare nel tempo il fun-zionamento di macchine complesse. Tutte leprove utilizzano tastatori a contatto Renis-haw collocati nel mandrino, vale a direun’opzione standard su molte macchinemultiasse, in combinazione con routine diispezione generate usando macro software

specifiche per il modello di macchina e fornite con AxiSetCheck-Up. Il piazzamento è rapido e semplice: per eseguirela prova l’utilizzatore, utilizzando una base magnetica, col-loca all’interno dell’area di lavoro della macchina una sferatarata; con le macro del software personalizzato la sondaeffettua misure su diversi punti della sfera. I risultati dellemisure sono inviati a un PC e presentati in un foglio elettro-nico di Microsoft® Excel® per consentire una chiara analisidei dati in vari formati, inclusa una rappresentazione grafi-ca delle prestazioni che evidenzia gli errori di centraggio edi inseguimento, una semplice funzione che compara duegruppi di prove su una stessa macchina, un semplice test“passa / non passa” contro una tolleranza definita e unaschermata di analisi storica per confrontare le prestazionidegli assi rotativi nel tempo.

Altre prove e verifichePer assicurare l’ottimizzazione dell’analisi degli assi rotantiutilizzando Check-Up è importante che i tre assi lineari si muo-vano in maniera corretta. Questo requisito dovrebbe essereottenuto eseguendo le correzioni con un laser Renishaw XL-80,e verificato regolarmente con un ballbar Renishaw QC20-W.Insieme al sistema XR20-W e ad AxiSet Check-up, questepotenti soluzioni assicurano che i pezzi della più alta qualitàpossano essere prodotti in maniera affidabile e riproducibilesu centri di lavoro a cinque assi e macchine di tornitura-fresa-tura.Si tratta di un portafoglio di prodotti ricchissimo in grado di for-nire una soluzione diagnostica che non teme confronti e mira adeliminare completamente le variazioni all’interno dei processi dilavorazione, per massimizzare la produttività durante il tagliodei metalli.

Per ulteriori informazioni sui prodotti Renishaw per la taratura eil monitoraggio delle prestazioni, vedere i siti Webwww.renishaw.com/calibratione www.renishaw.com/AxiSet

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Con il lancio del nuovo software rotativo fuori asse per il cali-bratore XR20-W, Renishaw ha ampliato ulteriormente la propriaserie di soluzioni per la verifica delle prestazioni di allineamen-to e posizionamento degli assi rotanti delle macchine utensili. Grazie a questo software, il dispositivo XR20-W può essere uti-lizzato anche su macchine utensili a cinque assi che non per-mettano l’installazione del calibratore sul centro di rotazione. Incombinazione con il già consolidato sistema AxiSetTM Check-Updi Renishaw, che fornisce verifiche rapide e accurate delle con-dizioni degli assi e dei punti di rotazione, questo dispositivo for-nisce un gran numero di informazioni a chi debba ottimizzare leprestazioni di macchine con assi rotanti.

XR20-W “fuori asse”Il calibratore consente di misurare le prestazioni di posiziona-mento degli assi rotativi con un’accuratezza di ± 1 secondo d’ar-co utilizzando un laser XL-80. La funzione di test “fuori asse” per-mette di eseguire verifiche su una maggiore varietà di macchineutensili rispetto al passato: questo significa migliore ritorno del-l’investimento e possibilità di offrire maggiori servizi ai propriclienti. Il metodo per le misure fuori asse prevede la sincronizzazionedei movimenti degli assi lineari e rotativi in modo che il fasciodel laser XL-80 sia allineato durante l’intero test. Dato che l’asselineare si sposta, le misure effettuate dal dispositivo XR20-Wpotrebbero includere errori angolari aggiuntivi (ad esempio dibeccheggio) provenienti dall’asse lineare. Questi errori sonomisurati separatamente con il laser e le ottiche angolari e pos-sono essere rimossi dai risultati di prova dell’asse rotativo. Il risul-tato finale è un gruppo di dati che rappresenta, separatamentedagli altri, gli errori dell’asse rotativo.Il software rotativo fuori asse è un’opzione aggiuntiva di XR20-W e include un pacchetto di utilità software, generatori di pro-grammi e un manuale in formato elettronico.

AxiSet™ Check-upLa conoscenza della posizione dei centri di rotazione degli

COMMENTI ALLE NORME: LA 17025

Non conformità, azioni correttive, azioni preventive,reclami e miglioramento - Parte nona

A cura di Nicola Dell’Arena ([email protected])

Miglioramento e azioni preventiveCOM

MENTI

ALLE

NORM

E

A great success has been attributed to this interesting series of comments byNicola Dell’Arena to the Standard UNI CEI EN ISO/IEC 17025.

RIASSUNTOProsegue con successo l’ampia e interessante serie di commenti di NicolaDell’Arena alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I temi trattati sono: Lastruttura della documentazione (n. 4/2000); Controllo dei documenti edelle registrazioni (n. 1/2001 e n. 2/2001); Rapporto tra cliente e labo-ratorio (n. 3/2001 e n. 4/2001); Approvvigionamento e subappalto (n. 3/2002 e n. 1/2003); Metodi di prova e taratura (n. 4 /2003, n. 2/2004 e n. 3/2004); Il Controllo dei dati (n. 1/2005); Gestione delleApparecchiature (n. 3/2005, n. 4/2005, n. 3/2006, n. 3/2006, n. 4/2006, n. 1/2007 e n. 3/2007); Luogo di lavoro e condizioni ambientali (n. 3/2007, n. 2/2008 e n. 3/2008); il Campionamento (n. 4/2008 e n. 1/2009); Manipolazione degli oggetti (n. 4/2009 e n. 2/2010), Assi-curazione della qualità parte 1.a (n. 4/2010); Assicurazione della qualitàparte 2.a (n. 1/2011); Assicurazione della qualità parte 3.a (n. 2/2011).Non conformità, azioni correttive, ecc. parte 1.a (n. 4/2011), parte 2.a (n. 1/2012), parte 3.a (n. 2/2012), parte 4.a (n. 3/2012), parte 5.a (n. 4/2012), parte 6.a (n. 1/2013), parte 7.a (n. /2013), parte 8.a (n. 3/2013).

AZIONI PREVENTIVE

La norma ISO 9000 definisce azionepreventiva come “l’azione per elimi-nare la causa di una non conformitàpotenziale o di altre situazioni poten-ziali indesiderabili”. Non era neces-sario aggiungere la seconda parte“situazioni…” poiché la non confor-mità si riscontra su attività tecniche egestionali (cioè su situazioni). La defi-nizione pone l’accento sul terminepotenziale, cioè su qualcosa che puòaccadere subito, che non può acca-

dere o accadere nel futuro (breve olungo?). Il termine potenziale reca consé qualcosa di indefinito, e molti dubbisulla sua applicazione. Una società po-trebbe obiettare: “perché dovrei oc-cuparmi (e spendere dei soldi) per unproblema che potrebbe accadere edessere risolto tra 10 anni?”.La definizione continua con due note.La prima “una non conformità poten-ziale può dipendere da più cause” ècosì ovvia e banale che, se non cifosse stata, sarebbe lo stesso, anchese raramente mi è capitato di vedereuna non conformità dipendere da piùcause. La seconda “un’azione preven-tiva si adotta per prevenire il verifi-carsi (di una non conformità), mentreun’azione correttiva si adotta per pre-venirne la ripetizione”, è un deliriopericoloso, poiché l’azione correttivaè stata sempre applicata dapprimaper eliminare la non conformità, e poiper evitare che si possa ripetere.Le azioni preventive non esistevano

nelle prime norme sulla garanzia dellaqualità, e neppure nelle norme per ilaboratori. Esse sono state introdottesolo di recente, e sinceramente se nonfossero state introdotte il sistema qualitànon ne avrebbe risentito. A mio parerenon era necessario introdurre la diffe-renza tra azione correttiva e preventi-va. Tutte le norme sui sistemi qualitàerano basate sul principio che “preve-nire è meglio che curare”, cioè eranobasate sulla prevenzione dei problemi.Per esempio, il controllo della progetta-zione era stato introdotto per prevenireche un errore in fase di progettazionenon si ripercuotesse nella fase di fun-zionamento dell’impianto. Nonostantela definizione, un’azione preventivacorregge qualcosa di esistente, e per-tanto non ho mai capito perché intro-durla e perché non chiamarla azionecorrettiva. Praticamente nelle normesono stati introdotti due requisiti identicima con modalità di attuazione chesono fortemente differenti.Sinceramente devo ammettere che chiha introdotto questo termine nelle nor-me non mi rimane particolarmente sim-patico. Naturalmente quello che pre-scrive la norma dev’essere applicato.

IDENTIFICAZIONE

Il punto 4.12.1 della ISO 17025 ri-porta due prescrizioni. La prima è“devono essere identificati i migliora-menti necessari e le possibili fonti dinon conformità, sia di natura tecnica,sia riguardanti il sistema di gestione”.Nell’applicare la norma bisogna sem-pre tenere distinti i due casi che por-tano poi ad adottare le azioni pre-ventive: (i) opportunità di migliora-mento; (ii) possibili non conformità.La prima cosa da dire è che non eranecessario specificare che si applica aproblemi di natura tecnica e di sistemadi gestione, in quanto il sistema di

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COMMENTIALLE NORME

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gestione comprende tutto, compresi iproblemi tecnici (purtroppo il normato-re se ne scorda sempre). Secondo meera meglio utilizzare il termine indivi-duare al posto del termine identificare. La prima prescrizione è banale: biso-gna solamente identificare i migliora-menti e le possibile fonti di non confor-mità. Chi può identificare e come siidentifica? Praticamente tutto il perso-nale può identificare. I momenti sonotanti: durante le attività di prova/tara-tura, audit interni, riesame delle proce-dure, informazioni di ritorno dal clien-te, informazioni dal mercato, riesamedella direzione, audit esterni. La pre-scrizione è facile, ma le difficoltà na-scono nel momento di decidere se esi-ste e quanto pericolo reca con sé lanon conformità potenziale, mentre leopportunità di miglioramento sono piùfacili da individuare. La cosa più sem-plice è quello di far sempre pervenirela segnalazione e poi far decidere dal-l’Alta Direzione se attuarla.La segnalazione può avvenire con

una semplice registrazione, se esiste,o in qualsiasi altro modo. General-mente il riesame della Direzione servepiù ad adottare la soluzione che nellafase di segnalazione. Per le opportu-nità di miglioramento non era neces-sario introdurre un apposito requisito:bastava indicare le modalità di appli-cazione nel capitolo 4.10 dellanorma. Così invece il problema è trat-tato in tre requisiti diversi dellanorma: il 4.10, il 4.12 e in quello delriesame della Direzione con una leg-gera confusione nell’applicazione.

PIANI DI AZIONE

La seconda prescrizione afferma“quando sono identificate opportunitàdi miglioramento o quando è neces-saria un’azione preventiva, devonoessere sviluppati, attuati e monitoratidei piani di azione al fine di ridurre laprobabilità del verificarsi di tale nonconformità e trarre vantaggio dalle

opportunità di miglioramento”.Come si legge, essa parte subito con unpezzo forte, “piani di azione”, senzavalutare se è veramente necessario perl’argomento preparare documenti dipianificazione. Per le opportunità dimiglioramento sicuramente si dovrà uti-lizzare un documento di pianificazione,mentre per le possibili non conformitàdipende dalla gravità della risoluzionese utilizzare un piano o la sempliceregistrazione. Per l’esperienza fattabasta l’identica registrazione utilizzataper le azioni correttive.Per non sbagliare la norma parla alplurale, e quindi si dovrebbe prepa-rare più piani di azione: invece bastapreparare un solo piano per ogni ar-gomento. La norma non porta un no-me per questo documento, nel casodel miglioramento si potrebbe chia-marlo “Piano di miglioramento”.La norma prescrive che bisogna “svi-luppare, attuare e monitorare piani diazione”. Nel caso delle opportunità dimiglioramento, il Piano può essere pre-parato dal Responsabile della Qualità,a seguito della decisione presa e poi fir-mata per approvazione dall’Alta Dire-zione; deve essere attuato da colui cuicompete la responsabilità (indicata nelpiano) e alla fine è necessaria la verifi-ca che esso sia stato attuato e che l’a-zione sia stata efficace (generalmente ilResponsabile della Qualità). Nel pianobisogna riportare: le azioni da effettua-re, le risorse da impiegare (economichee di personale), i tempi di attuazione etutte le responsabilità (di attuazione e diverifica). Naturalmente la norma non lodice, ma tutto dev’essere documentato:ne consegue che oltre al Piano c’è biso-gno di qualcosa per documentare leazioni fatte.Nel caso di una potenziale non confor-mità il generico modulo utilizzato per leazioni correttive è validissimo ed espli-ca i due compiti: sia quello di pianifi-cazione che quello di documentazionedelle azioni fatte. Naturalmente il mo-dulo deve contenere tutte la fasi: dallasegnalazione alla verifica finale.

CONCLUSIONE

Spero fortemente che questo requisito siatolto dalle future revisioni della norma.

NEWS

Gli estensimetri miniatura Micro-Measure-ments sono progettati per offrire prestazionisuperiori a un minor costo per il cliente OEM(Original Equipment Manufacturer). Questiestensimetri possono essere usati in molte applicazioni, in particolare in quelle appli-cazioni ove lo spazio a disposizione è ristretto o dove è necessario limitare il consumoin corrente, come negli apparati alimentati da batterie. Gli estensimetri miniatura Micro-Measurements possiedono infatti una elevata re-sistenza elettrica in una griglia molto piccola, per esempio una resistenza da 10kOhm in una griglia di soli 1 mm x 1 mm. La resistenza molto elevata consente diaumentare la tensione di alimentazione per ottenere un’uscita più elevata.

Caratteristiche• Uscita più elevata rispetto agli estensimetri tradizionali, grazie a griglie più corte;• Alta resistenza elettrica - fino a 20 kOhm;• Dimensioni miniaturizzate;• Basso consumo di corrente;Gli estensimetri miniatura sono disponibili nelle seguenti versioni:• lineari con resistenze da1, 5, 10 kOhm;• 2 griglie a mezzo ponte da 1 e 5 kOhm; • 4 griglie a ponte intero da 1 e 5 kOhm per celle di carico;• 4 griglie al taglio, ponte intero, da 1 e 5 kOhm per torsiometri;• 4 griglie a diaframma da 5 kOhm per trasduttori di pressione.

Per ulteriori informazioni: www.luchsinger.it

ESTENSIMETRI MINIATURAPER USO OEM

Segnali pneumatici nella metrologia

Mario F. Tschinke

Il TUBO, grande incompreso

Università di [email protected]

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PNEUMATIC SIGNALS IN METROLOGYThe role of tubes in everyday life, in instrumentation and in making the indu-strial revolution possible, is briefly described here.

RIASSUNTOAlcune notizie sulla tecnologia dei tubi e sul ruolo che essi hanno avuto ehanno nella vita dei paesi industrializzati e nella metrologia.

I tubi esistono da sempre in natura:non è stato necessario inventarli. Lavita nostra e degli animali dipendedal buon funzionamento di tubi corti elunghi che trasportano una varietà disostanze più o meno fluide su e giùper il nostro corpo, ma solo nel 1500Andrea Cesalpino (Arezzo, 1519 –Roma, 1603) cominciò a capire comefunzionava la circolazione del san-gue. Gli antichi usavano tubi naturaliper fare cerbottane, altri attrezzi esalsicce. I doccioni di terracotta sonomolto antichi, ma non si possono con-siderare veri tubi. Di tubi metallici siha notizia solo da due o tremila anni,ma fino a tempi molto più recentil’idraulica era ancora a pelo libero ei gas si studiavano nei laboratori.Si parla di trombe nella Bibbia, maquelle di Gerico erano ricavate dacorna di capra. Gli Egizi, almenosecondo Ghislanzoni - Verdi nell’”Aida”,avevano vere trombe di ottone. Quan-to ai Romani, il poeta Ennio (239 a.C.– 169 a.C.) negli Annales canta: “àttuba tèrribilì sonitù taratàntara dìxit”.I Romani avevano tubi di piombo equalcuno ha scritto addirittura chel’Impero sarebbe caduto a causa diun gigantesco caso di saturnismo. Leprove non ci sono, anche per viadella riciclabilità di quel metallo.In uso fino a tempi recenti per scarichie raccordi flessibili, oggi il piombo èsparito dalle case insieme al diffusissi-mo cemento-amianto, purtroppo moltomeno riciclabile. Pare che la pneumati-ca sia nata un paio di secoli prima

bile grazie alla disponibilità di tubi diferro e di acciaio, realizzati per lo piùcon lamiera saldata. Per le pressioni etemperature degli impianti a vaporehanno avuto un ruolo importante i tubisenza saldatura prodotti a partire dal1885 a Düsseldorf dai fratelli Reinharde Max Mannesmann con una tecnolo-gia molto interessante: da un cilindropieno incandescente si ottiene dappri-ma un forato di grosso spessore con illaminatoio obliquo; il forato, ancoraincandescente, passa a un altro lami-natoio dal nome suggestivo di lamina-toio a passo di pellegrino, che riducelo spessore e aumenta la lunghezzafino a 10 volte quella iniziale. Questatecnologia permette però solo la pro-duzione di tronchi di tubo di pochi me-tri. (La Mannesmann AG divenne unamultinazionale, che cent’anni dopo sa-rebbe passata ad occuparsi di tele-fonia fissa e mobile).I limiti di lunghezza sono oggi supe-rati con il ritorno dei tubi saldati connuove tecnologie.

della nostra era ed Erone certamentebricolava sotto pressione nel I secolod.C., ma la tecnologia necessaria perfabbricare tubi sottili non sarà sviluppa-ta prima del 1600, o giù di lì. Si sa chei Romani usavano livelli ad acqua, co-me quelli in uso ancora oggi, ma non siha notizia di come fosse realizzato iltubo flessibile, forse con un budellino diabbacchio. Galileo e Torricelli poteva-no disporre di tubi di vetro accurata-mente calibrati (non possiamo fare ameno di ricordare qui il compianto torr,scippatoci dal metrico pascal).Gli strumenti a fiato moderni, special-mente gli “ottoni”, sono sistemi pneu-matici di tutto rispetto. Anche il can-nello della pipa è un tubo – ne hannofatti di tutti i materiali immaginabili – enon è un caso che in inglese il termi-ne “pipe” comprenda sia il tubo che ilnobile attrezzo. Su scala diversa il si-nonimo, o quasi, “tube” è il nome chei londinesi usano per la loro amatametropolitana.La rivoluzione industriale è stata possi-

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Oltre che con molti acciai diversi, l’in-dustria è in grado di produrre tubi ditutte le misure di una varietà di altrimateriali. Il rame e le resine sinteticheconsentono l’estrusione con lunghez-ze illimitate.Molti tubi, specialmente di acciaio e dialluminio, sono destinati per tutta laloro vita a non contenere e convoglia-re alcun fluido, pur essendo perfetta-mente in grado di farlo. Essendo unsolido di rivoluzione, un tubo ha infattiuguale resistenza alla flessione pertutte le giaciture del piano di sollecita-zione intorno all’asse di simmetria. Ri-spetto al cilindro pieno, a parità dimassa impiegata può sopportare cari-chi di flessione e di torsione molto mag-giori. I tubi di leghe di alluminio hannoavuto un ruolo importante nelle struttu-re aeronautiche fino all’inizio dellaSeconda Guerra Mondiale. Lo hannoancora insieme a quelli di acciaio, disolito trafilati a freddo, nei telai di ciclie motocicli. Invece quei miracoli dellametallurgia e della tecnologia che sonoi tubi ipodermici (cannule) trasportanoliquidi spesso preziosi, ma si buttanovia dopo pochi secondi di uso.Tubi flessibili, dapprima di gomma na-turale rinforzata con fibre, hanno resopossibili gli attuali sistemi frenanti ditutti i veicoli, a cominciare dai treni,con aria compressa, e poi delle auto-mobili con un fluido incomprimibile.Molto usati i tubi corrugati in PVC ePE, molto flessibili, che, murati “sottotraccia” o interrati, proteggono cavielettrici e fibre ottiche. Quelli con dia-metro di pochi centimetri hanno unaproprietà imprevista: sono veri e pro-pri generatori di segnali. Emettonosuoni se ci si soffia dentro e sono tal-volta usati come strumenti musicali.I tubi flessibili, o manichette, sono oggirealizzati in una varietà di materiali,quelli di polietilene o altra resina pos-sono essere “spiralati”, cioè avere unrinforzo di filo metallico antischiaccia-mento, oppure essere essi stessi “a spi-rale”, come quelli per aria compressadi colore arancione che si vedono frale motrici e i semirimorchi o dai gom-misti o quelli degli idropulsori dentali.Urge una legge che punisca i riferi-menti impropri alla gloriosa curva diArchimede, Cartesio e Bernoulli. Oggi

acquedotti in pressione, oleodotti egasdotti, sono realizzabili solo con tubimetallici o di resina sintetica.I primi servizi a rete, per acqua e gas,erano necessariamente affidati ai tubi.L’acqua corrente nelle case e nellecamere di albergo è stata a lungo unostatus symbol, come oggi la vasca conidromassaggio. Nel 1869 a Milano,alimentate dall’usina di San Celso, infondo a Corso d’Italia, si accendevano3.000 fiamme per l’illuminazione dellestrade, e 32.000 “becchi” privati nellecase. Si ricorda che la centrale elettri-ca di Via Santa Radegonda – la secon-da in Europa, dopo quella di Londra –è stata costruita soltanto nel 1883. Sor-geva praticamente all’ombra del Duo-mo, aveva una bella ciminiera alta52 m, macchine motrici alternative avapore e 4 dinamo a 110 V capaci dialimentare circa 5.000 lampadine.Una rete poco nota è quella che a Lon-dra nell’800 distribuiva a piccole indu-strie acqua ad alta pressione per azio-nare presse.Le reti hanno necessariamente deter-minato lo sviluppo di strumenti conta-tori di costo contenuto e di accuratez-za accettabile.

Merita un posto in questa piccola ras-segna la Posta Pneumatica, per quan-to essa avesse compiti di puro tra-sporto, come quelli dei piccioni viag-giatori. Diffusa fin dai primi del ‘900all’interno di strutture bancarie o com-merciali, fu anche messa a disposi-zione del pubblico in grandi città perinviare lettere da un ufficio postale aun altro. In Italia ha funzionato a Mila-no, Roma e Napoli dal 1910 al 1981e l’Italia fu l’unico Paese che stampòfrancobolli appositi per questo servi-zio. Telegrammi, espressi e lettere arri-vate per posta aerea erano inoltratigratuitamente per posta pneumatica

ove possibile. Chiaramente obsoletoper la trasmissione di dati e informa-zioni, anche questo sistema mantienela sua nicchia per il trasporto di pic-coli oggetti e banconote.Se il misurando è la pressione di unfluido il trasporto del segnale permezzo di un tubo fino allo strumentoindicatore o al trasduttore è inevitabile,o quasi. La rivoluzione industriale, ini-ziata verso la fine del ‘700, non sareb-be stata possibile senza buoni mano-metri, che sopravvivevano alle caldaiee si tramandavano di padre in figliofino ai nostri giorni. Eugène Bour-don (1808-1884) è stato un ingegne-re e orologiaio parigino, che nel 1849ha inventato il manometro Bourdon,valido ancora oggi e molto più com-patto e robusto dei manometri a Upieni di liquido. La misura di portatecomprende spesso una conversione inpressione, possiamo citare i venturime-tri e simili dispositivi, in concorrenzacon gli ovvi mulinelli, con il Rotameter“a gravità”, nato in Germania nel1908, anche per gas, e con il misura-tore a induzione elettromagneticaSchlumberger, solo per liquidi.Nelle catene di strumentazione compa-re ogni tanto un segnale pneumatico,che si converte di solito al più presto inelettrico, più facile da trasmettere eprocessare. Nella strumentazione aero-nautica tradizionale troviamo sistemipneumatici obbligati con i sensoriPitot/Prandtl per la velocità e conapposite prese per la pressione statica,indicatrice della quota, in cui un tubici-no porta la pressione a un adeguatostrumento a capsula meccanico. Anchenelle macchine lavabiancheria il livellodell’acqua è convertito in segnalepneumatico per azionare il “pressosta-to”. Nelle tecnologie meccaniche puòessere utile un sistema pneumatico percontrollare dimensioni di pezzi, ad es.di anelli per cuscinetti a sfere. Anchegli sfigmomanometri che misurano lanostra tensione arteriosa sono pneu-matici. Oltre all’ingombro, l’inconve-niente principale di questi sistemi con-siste nel tempo non trascurabile cheimpiega una variazione di pressione apercorrere una certa distanza. In navie edifici hanno svolto un ruolo impor-tante i Tubi Portavoce, in cui una bella

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soffiata segnalava la chiamata con unfischietto e poi il tubo trasmetteva lepiccole variazioni di pressione prodot-te parlando. (Speaking Tube o Voicepi-pe, Sprachrohr).Negli anni ’30, per merito dell’inge-gnere americano Claude Elwood Shan-non (1916-2001), si comincia a parla-re di circuiti logici, che seguono le rego-le enunciate dall’inglese George Boole(1815-1864) già nel lontano 1850. Levene fluide si sono rivelate molto adatteper realizzare questi sistemi: esse hannoinfatti una proprietà esclusiva, l’effettoCoanda, che rende possibile la realiz-zazione, fra l’altro, di elementi bistabilimolto semplici. Coanda, parola vaga-mente inquietante, sembra un gerundio,è il cognome dell’ingegnere rumenoHenri Marie Coanda (1886-1972, sullaa finale ci andrebbe una specie di ac-cento che i normali sistemi di videoscrit-tura non offrono), che però era di casain tutta l’Europa ed è stato un pionieredell’aeronautica.Nel 1960 nasce la fluidica, e quindi

la logica fluida. Per convertire unsegnale elettrico in un valore di pressio-ne è necessaria una sorgente di ariacompressa pulita a 150 kPa, l’aria pas-sa attraverso una strozzatura tarata earriva a un ugello con efflusso nell’at-mosfera modulabile a mezzo di unavalvola flapper a sua volta comandatada una elettrocalamita. Il segnale diuscita si preleva fra la strozzatura e l’u-gello. Con ugello completamente aper-to la pressione in uscita sarà ancoracirca 20 kPa, che si fa corrispondereallo zero, dato che pressioni più bassedarebbero una trasmissione incerta. Ilvalore massimo sarà circa 100 kPa conil flapper a fine corsa. Questi sistemiavevano vantaggi significativi sui reléelettromagnetici, ma furono presto mes-si in ombra dalla irresistibile ascesa del-l’elettronica a stato solido, che offre co-sti e ingombri di gran lunga inferiori. Isistemi di controllo completamentepneumatici hanno ancora la loro nic-chia per ambienti esplosivi o in presen-za di forti campi elettromagnetici.

Mario F. Tschinke, clas-se 1929, ingegnere, è sta-to Professore Ordinario diMisure Meccaniche nellaFacoltà di Ingegneria diPalermo. Collocato a ri-

poso, si occupa di storia della scienza edella tecnica, bricolage metalmeccani-co e giardinaggio.

NUOVO SERVIZIO DITARATURA SEMPLIFICATADAKKS PER TRASDUTTORI DI FORZA

In ambito di Sistema Qualità, sono sem-pre maggiori i requisiti imposti per leprocedure di taratura accreditate concertificati di taratura. Fino a oggi, perquanto riguarda i trasduttori di forza sol-tanto procedure di taratura dispendiosee costose erano in grado di assolvere atali requisiti. Il nuovo servizio di taraturaDAkks semplificato di HBM Test & Mea-surement garantisce il superamento degliaudit. Si possono tarare senza problemitrasduttori di forza, sia nella tecnica dimisurazione industriale per il monitorag-gio di produzione sia in banchi provanel settore R&S. La procedura si basa sull’esperienza e lacompetenza del laboratorio di taraturaDAkks di HBM, il primo a essere accre-ditato in Germania ai sensi della DINEN ISO/IEC 17025 (ex ambito DKD),da anni sinonimo di sicurezza e preci-sione. I suoi impianti di taratura, i miglio-

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ri dal punto di vista della tecnica di misu-razione, hanno incertezze di misurazionecertificate pari allo 0,005% - 0,02% delvalore effettivo. Normalmente la verifica delle normativedi riferimento utilizzate viene effettuatatramite misurazioni comparative con PTB,dove il certificato di taratura assume auto-maticamente il ruolo di certificazione ditracciabilità. Questo certificato contieneinoltre una valutazione della conformità edell’incertezza della misurazione, agaranzia del superamento degli audit. Oltre all’elevata precisione degli impianti,la procedura comprende anche il range piùampio di stadi di taratura esistente nelDAkkS, che spazia da 2,5 N a 5 MN perforza di trazione e pressione. La nuova tara-tura DAkkS è disponibile per trasduttori diforza allo stesso prezzo vantaggioso di unataratura di fabbrica.

Per ulteriori informazioni:www.hbm.com/it/menu/prodotti/trasduttori-e-sensori/forza

HBM Test and MeasurementFondata in Germania nel 1950, HottingerBaldwin Messtechnik (HBM Test and Mea-surement) si è costruita una reputazionecome leader mondiale di tecnologia e del

mercato nell’industria delle misurazionie prove. HBM offre prodotti per la cate-na di misurazione completa, dalle provevirtuali a quelle fisiche. Le sedi di produ-zione sono situate in Germania, USA eCina; HBM è presente in più di 80 paesinel mondo.

Sono stati usati comandi pneumaticiper gli organi (strumenti musicali dachiesa o da concerto), quando, pergrandi impianti, la consolle si trova auna certa distanza dalle canne. Gliorganisti dovevano abituarsi al ritar-do fra comando ed effetto e il sistemafu presto soppiantato da comandielettrici e ora anche digitali. Pneumatico è anche, nel suo piccolo, uncomando molto diffuso in Italia, notocome “Batteria CATIS”, per lo sciacquo-ne del WC. E, per concludere, YouTube,un tubo virtuale, ma molto attuale, chenon sarebbe nato se prima non fosseroarrivati i veri tubi in carne e ossa.

Gli impianti di taratura di HBM vantano una gamma di taratura che si estende da pochi Newton fino al range dei Mega Newton

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Da oltre 60 anni, BIC è presente in 160 Paesi di tutti icontinenti e il suo marchio è uno dei più conosciuti almondo: BIC® Cristal è la penna a sfera più venduta nelmondo e l´azienda è il maggiore produttore di articolidi cancelleria in Europa, America Latina e Africa, oltrea essere un leader mondiale negli accendini tascabiligriffati. Nel 1975, BIC ha rivoluzionato il mondo dellarasatura con il suo primo rasoio monolama “usa egetta”. Le vendite dei suoi rasoi a tre lame e a quattrolame stanno crescendo fortemente e l´azienda è ilsecondo maggior produttore mondiale di rasoi “usa egetta”. Nel 2012, BIC ha riportato un fatturato netto di2.482 milioni di euro, il 20% del quale derivante dairasoi.Ogni rasoio BIC® è prodotto in uno dei tre stabilimentinel Nord della Francia (Verberie), in Grecia (Atene) e inBrasile (Manaus). Lo stabilimento di Verberie ha instal-lato il sistema di visione Serie XG di Keyence sulle suelinee di assemblaggio dei rasoi BIC® Comfort Twin.

“Eseguiamo diverse verifiche di con-trollo della qualità. Cerchiamo lamemancanti o difettose: ispezioniamo icoperchi, che sono piccole parti diplastica che tengono a posto lelame, verifichiamo le strisce lubrifi-canti difettose o mal posizionate e,infine, verifichiamo le barre frontali,ossia le parti che scivolano sullapelle”, afferma Jean-Philippe Pollet,Direttore del Progetto Assemblaggioper i rasoi BIC® Comfort Twin/Clas-sic. “I rasoi hanno lame lucenti elubrificate con barre frontali scana-late che rendono difficoltoso il rile-vamento”, aggiunge Pollet “Il siste-ma che utilizzavamo in precedenzascartava anche rasoi buoni, quindi

dovevamo rieseguire il controllo, facendolo però manual-mente. Avevamo bisogno di un sistema di visione chepotesse superare questi problemi, eseguire numerose veri-fiche e ispezioni e sostenere le nostre elevate velocità diproduzione”.Grazie all’installazione del sistema di visione Keyence,l´impianto incrementato la sua affidabilità di rilevamen-to, soprattutto per tre ragioni: in primo luogo, le teleca-mere in miniatura del sistema hanno liberato spazio perl´illuminazione, più grande a prestazioni più elevate, diKeyence. Inoltre la risoluzione è più fine, nonostante leelevate velocità di produzione: la telecamera in minia-tura da 2 megapixel di Keyence è la più piccola delmondo e trasferisce tutti i 2 milioni di pixel in 59 ms.Infine il rilevamento è stabilizzato dagli algoritmi inte-grati di ottimizzazione delle immagini (filtri immagine).Il sistema è caratterizzato da una serie di filtri in temporeale, incluso un filtro di correzione che elimina le

LA VISIONE ARTIFICIALE NEL CONTROLLO QUALITÀ DEI RASOIombre e i riflessi sullesuperfici del target. Adifferenza delle solu-zioni adottate da altrisistemi di visione, cheapplicano la stessacorrezione a ogni im-magine, il filtro di cor-rezione ombre si adat-ta alle variazioni intempo reale.“Gli algoritmi e gli

strumenti software hanno fortemente influenzato lanostra decisione di scegliere Keyence, così come ildesign compatto delle telecamere, perché non c´è moltospazio per mettere altre cose sulle nostre macchine diassemblaggio. Infine, anche l´intuitività e la facilità diprogrammazione del sistema costituiscono un vantag-gio. È facile modificare le impostazioni, e questo èmolto importante. Siamo riusciti a sviluppare rapida-mente interfacce utente intuitive che permettono ai nostrioperatori di cambiare da soli le soglie di rilevamento ele altre impostazioni”, spiega Pollet.I sistemi di visione Serie XG di Keyence offrono unambiente opzionale di programmazione basato su PC,chiamato VisionEditor, che è intuitivo, semplice e total-mente customizzabile. La programmazione viene ese-guita sotto forma di un diagramma di flusso, in cui gliutenti devono semplicemente trascinare e depositare i´blocchi´ di elaborazione, caratterizzato da un´ampiagamma di algoritmi e filtri.

“Il sistema divisione Keyencecombina qualitàe stabilità dir i l e v a m e n t o .Esso ci ha per-messo di ottene-re una riduzionedi sei volte delnostro tasso discarto dei rasoie di eliminare il

controllo manuale. Come si può immaginare, i conse-guenti vantaggi economici sono considerevoli. Inoltre,nonostante le telecamere siano miniaturizzate, esseacquisiscono anche immagini a colori. Di conseguen-za, possiamo verificare le sfumature delle strisce dilubrificazione, cosa che in precedenza non era possi-bile. Infine, nonostante sia necessario avere un minimodi conoscenza di base sulla tecnologia della visione, èmolto facile imparare a utilizzare il sistema”, concludePollet.

Per ulteriori informazioni: www.keyence.it/PRXG7

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STORIA

ECURIO

SIT

À

MISURARE ESATTAMENTE I RAGGI LASER DURANTE I LASER SHOWI laser show sono affascinanti, ma nonsempre innocui. A fine di evitare lesio-ni oculari, per legge sono stati fissativalori limite, che devono essere rispet-tati dagli organizzatori di laser show.Le misurazioni effettuate durante i la-ser show hanno dimostrato che spessoi valori limite vengono superati di mol-to. Negli ultimi anni il numero di lasershow è sensibilmente aumentato, nonda ultimo anche perché i prezzi pertali sistemi sono diminuiti.

Misurazione in tempo realeFinora era molto difficile valutare il po-tenziale di pericolosità di un laser showcompleto. Per questo motivo, l’Istitutofederale svizzero di metrologia (METAS)in collaborazione con l’Ufficio federa-le della sanità pubblica (UFSP), ha svi-luppato un nuovo sistema di valuta-zione: il Laser Show Risk Analyzer(LASRA). Il LASRA consente di misura-re e controllare sul posto il laser showprogrammato nella sua interezza nelsettore destinato al pubblico. Se loshow supera il valore limite, si puòcercare di trovare soluzioni con gliorganizzatori. Spesso bastano ade-guamenti tecnici minori per minimiz-zare il rischio e rispettare i valori limi-te della OSLa. In tal modo si possonoeffettuare laser show sicuri senza con-

travvenire a un divieto.L’hardware del LASRA consiste essen-zialmente di un fotosensore, che inuna prima fase di misurazione rilevale caratteristiche relative alla potenzadel laser utilizzato. In una secondafase il software del LASRA analizzadirettamente il programma che pilotail laser show. In base a ciò il LASRAdetermina se vi è superamento dei va-lori limite nel settore destinato al pub-blico. Il LASRA è stato testato in modointensivo nella fase pilo-ta di questi ultimi mesi.L’apparecchio funzionain modo affidabile, èstato accolto favorevol-mente dagli organizza-tori e dalle autorità, eha pure già suscitatointeresse a livello inter-nazionale.Per ulteriori informazio-ni: Istituto federale dimetrologia METAS, 3003 Bern-Wabern, Tel. 0041/583870111 -www.metas.ch

LA PESATURA DI UNA TARTARUGA GIGANTE

I ricercatori si chiedevano da tempoperché il guscio delle tartarughe gi-ganti avesse forma così ampiamentevariabile nelle diverse isole delle

Galapagos. Si riteneva, inol-tre, che la forma specifica delguscio rendesse più facile perla tartaruga rotolare nel modogiusto per sdraiarsi sul dorso,cosa che accade frequente-mente nell’ambiente rocciosodel suo habitat naturale. Esi-stevano varie ipotesi, ma nes-suno disponeva dei dati ne-cessari per verificarle.Il ricercatore olandese Arievan der Meijden, quindi, deci-

MISURAZIONI “PARTICOLARI”

Misurazioni particolari

a cura della Redazione ([email protected])

Tartarughe, laer show e windsurf...

se di noleggiare l’apparecchiatura ne-cessaria e si rivolse alla HBM, leadernei sistemi di misurazione, che si offer-se di svolgere tale compito gratuita-mente. Alla fine di Febbraio 2013, laHBM Benelux rese disponibile il siste-ma di acquisizione dati espressoDAQ,il relativo software catman e il suppor-to di alcuni propri specialisti di misura,per effettuare la pesatura a tre punti diuna tartaruga gigante presso lo Zooolandese di Blijdorp.

Una delle teorie più probabili fu ve-rificata misurando il baricentro delguscio. Grazie alla strumentazioneall’avanguardia, ciò si poteva effet-tuare senza dover rovesciare sul dor-so il vulnerabile animale dal peso di150 kg.

Tre Celle di CaricoLa struttura per eseguire la misurazio-ne, appositamente costruita dal perso-nale HBM e dai ricercatori, consistevadi due piastre. Tre celle di carico tipoZ6FC4/100 kg (strumento robusto eaffidabile, il cui alto livello di resisten-za alla polvere e all’umidità è moltoutile nei giardini zoologici) erano fis-sate alla piastra inferiore, ciascunacon una punta arrotondata sporgentequale punto di appoggio; questi puntidi appoggio, che entrano nei recessicircolari situati nella piastra superiore,sono spaziati fra loro in modo equidi-stante e il triangolo così formato èsempre stabile. Poiché i punti di ap-

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STORIA ECURIOSITÀ

poggio formano un triangolo equilate-ro, è facile calcolare il baricentro usan-do la geometria. Un lato della piastra fusollevato con un martinetto, conseguen-do l’effetto di spostare il peso e quindiil baricentro, necessario per determina-re l’altezza di quest’ultima. I dati così rilevati erano necessari perposizionare il baricentro in un am-biente 3D. Fattori importanti nella pe-satura erano il carico nominale di100 kg e il carico di servizio di 150 kg,per cui il sensore non si sarebbe gua-stato se tutto il peso della tartarugafosse gravato su di esso. Al fine diraggiungere la desiderata accuratez-za di 10 g, fu scelta la versione C4da 4000 d, con un intervallo vertica-le minimo dello 0,0066%.

Acquisizione DatiPiazzando la tartaruga sulla piastrasuperiore, con il suo baricentro all’in-terno del triangolo, ogni trasduttore diforza fornisce una parte della forzacausata dal peso dell’animale. Perdeterminare il baricentro si deve cal-colare l’equazione (y=ax+b) per ognipunto di appoggio. Ciò crea tre lineeche dovrebbero intersecarsi nel bari-centro. Il terzo punto è per la verifica ed ènecessario per determinare la massatotale. Durante la misurazione, venivaanche inclinata la piastra superiore,spostando così il baricentro. Era ne-cessario conoscere anche il peso del-la piastra superiore e la posizione delsuo baricentro, al fine di sottrarre dalrisultato l’effetto dello spostamento delsuo baricentro. Spostando il baricentro di un certo an-golo era possibile determinare la suaaltezza. Per poter determinare le coordinate

3D del baricentro relative alla piastra,la tartaruga doveva restare nella stes-sa posizione rispetto alla struttura.L’intero allestimento fu ricostruito foto-grammetricamente per determinare laposizione del baricentro della tartaru-ga. Per le misurazioni fu utilizzato il com-patto sistema di acquisizione dati ta-scabile universale espressoDAQ tipoDQ430, che può misurare quattro se-gnali contemporaneamente, collegatoalla porta USB di un laptop e quindiimmediatamente pronto all’uso. Nonerano necessari alimentatori o caviaggiuntivi e tale caratteristica fu moltoutile poiché le misurazioni venivanoeffettuate nella gabbia della tartaru-ga, che non disponeva di prese dicorrente. Il software catmanAP si occupava diricevere i dati di misura dalle tre celledi carico. Trattandosi del peso dellatartaruga, la cadenza di campiona-mento di 20 misurazioni al secondoera sufficiente. La cosa più importante era che i datidelle tre celle di carico fossero rileva-ti simultaneamente. Le misurazio-ni erano filtrate da un filtro passa-bas-so Bessel con frequenza di taglio im-postata a 4 Hz, filtro già integrato nel-lo strumento espressoDAQ. Per ali-mentare le celle di carico fu usatauna frequenza portante con tensionedi 2,5 V, garantendo così che certisegnali elettrici di interferenza nonavessero alcun effetto sul segnale dimisura.Un ottimo esempio di come la ricerca,anche quando è rivolta a un ambitonon propriamente industriale o stretta-mente collegato al business, possa tro-vare partner in grado di offrire solu-zioni di misura innovative e risorseumane provviste di elevatissimo know-how a costo zero (o molto basso), ilcui ritorno sarà comunque interessan-te a livello mediatico.

CON LA PINNA PERFETTA VERSOIL RECORD DI WINDSURFING

Quali fattori concorrono al raggiun-gimento di nuovi record di velocitàcon i windsurf? Oltre alla destrezza

e all’abilità dei surfisti, è principal-mente uno dei componenti dellatavola da surf a contribuire all’otteni-mento dei record di velocità: lapinna montata sotto la tavola. Nel-l’ambito di un progetto di ricercacondotto dagli studenti della Univer-sità di Vienna, sono state effettuatemisurazioni spettacolari per trovarela “pinna perfetta”.È un dato di fatto che alcuni progettidi misura abbiano requisiti specifici:sia per l’apparecchiatura di misura eprova sia per coloro che effettuano lemisurazioni. Le misurazioni in diretta sulla pinnadi una tavola da surf G1 (pinnePfaffi), iniziate dal DI Peter Pfaffen-bichler (www.pfaffi.at) e da cin-que studenti dell’Università di Vien-na, erano il cuore del progetto: unsurfista professionista dovevaacquisire i valori di sette punti dimisura a una velocità fino a 50 chi-lometri all’ora.

La sfida: era essenziale che sia gliestensimetri installati sulla pinna sial’apparecchiatura di misura posta nel-lo zaino e sulla tavola da surf (laptope amplificatore di misura) fossero pro-tette, in modo da fornire risultati a“tenuta d’acqua”, nel vero senso dellaparola.

Componenti delle tavole da surf: high-tech ma sottovalutati La squadra di ricercatori sperava diottenere conoscenze approfonditedalle prove per migliorare l’ulterioresviluppo della pinna: sebbene si trattidi un componente high-tech, montatosu tutte le tavole da surf, essa vienespesso sviluppata per tentativi e con-seguente correzione degli errori. Le

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prove rigorose per l’ottimizzazionesistematica del componente sia in la-boratorio sia in campo, che da lungotempo vengono effettuate su moltialtri componenti e assemblaggi, sonoinvece molto rare in questo settorespecifico.Con il loro progetto di ricerca, i futuriingegneri dell’Università di Viennadesideravano cambiare lo stato dellecose, mandando la tavola da surf “inpista”. L’eccitazione era quindi palpa-bile quando, durante una coppa delmondo di surf, la tavola venne prova-ta sul lago Neusiedl in Austria nel-l’Ottobre del 2012, in presenzadi vento a raffiche. Le prove furono ef-fettuate su una tavola da surf model-lo Formula 167 Wide Starboard.Nella pinna, sotto la tavola furono in-stallati sette estensimetri prodotti dallaHBM: tre del tipo XY41 (resisten-za 350 Ohm), per misurare la torsio-ne, e quattro del tipo LY41 (resistenza350 Ohm), per misurare le deforma-zioni. Gli estensimetri e il relativo cablag-gio erano completamente annegatinella pinna di laminato di carbonio,per garantire che le caratteristicheidrodinamiche non venissero influen-zate.

Risultati a “tenuta d’acqua”Per l’acquisizione dei dati e la con-versione analogico/digitale fu impie-gato l’amplificatore espressoDAQUSB della HBM, ultra compatto, affi-dabile e facile da usare, collegato aun notebook. Per la misurazione conestensimetri circuitati a mezzo e pontee a ponte intero fu usato il moduloDQ430 per espressoDAQ: questomodulo può essere collegato a PCe notebook mediante la porta USB econsente cadenze di campionamentodi max 40.000 valori al secondo. La prova in campo sul lago fornì datiimportanti per lo sviluppo di un bancoprova a scala ridotta, con cui rico-

struire e riprodurre tuttii dati di misura rilevatidal vero. I risultati delleserie di prove eranochiari e i ricercatorifurono in grado di otti-mizzare la pinna, otte-nendo maggiori veloci-tà durante la coppa delmondo. Prove e apparecchiatu-re di prova affidabilisono ciò che contanelle situazioni in cui lemisurazioni non posso-

no fallire e ove non esistano, o sianopoche, le opportunità di ripetere leprove.

Vincitore del premio nella competizione mondialeIl progetto guadagnò anche l’atten-zione internazionale: ad esempio,nell’“espressoDAQ Global Applica-tion Contest”, una competizione peridee particolarmente innovative perl’impiego di apparecchiature di misu-ra e prova, vinse il secondo premio.La “giuria” era costituita dai lettoridelle newsletter HBM, che partecipa-rono e votarono il progetto in grannumero.

RISCOPRI I SISTEMI DI TARATURA INTEGRATI“SYSTEMS SMCS”

A fronte di una crescente richiesta delmercato, WIKA ripropone in nuovaveste i sistemi integrati di taraturadella strumentazione di processo. Forte della pluriennale tradizioneSCANDURA, leader nella produzionedei banchi di taratura di pressione,temperatura e segnali elettrici, cheintegrano ora anche l’ampia gammadi controllori di pressione MENSOR einnovativi software di gestione delletarature, WIKA è in grado di proporresoluzioni alle più svariate richieste nelcampo della taratura integrata. Oltre alle tradizionali proposte dei ban-

NEWS

chi modulari in Rack 19” e di quelli in ese-cuzione predefinita, nuovo impulso è statodato alla produzione dei Systems“SMCS” (Scandura Modular CalibrationSolution), che si avvale di nuove propostee soluzioni tecniche. Questi banchi ditaratura, grazie alla loro naturale flessibi-lità di realizzazione, possono essere con-figurati sulle specifiche esigenze del clien-te, utilizzando moduli predefiniti oppurevariando gli stessi in funzione delle speci-

fiche necessità,ottenendo cosìla migliore so-luzione strumen-tale con il van-taggio di di-sporre anche diun comodo pia-no di lavoro.Sono parte in-tegrante deibanchi tutte le

opzioni di servizio che rendono ilsistema di taratura completamenteautonomo e “integrato”, quali: – alimentazioni elettriche;– alimentazioni pneumatiche;– moduli configuratori bus di campoHART®, FIELDBUS® e PROFIBUS®;– segnali elettropneumatici predefiniti.

Per ulteriori informazioni:www.wika.it

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T U T T O _ M I S U R EAnno XV - n. 4 - Dicembre 2013ISSN: 2038-6974Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di TorinoDirettore responsabile: Franco DocchioVice Direttore: Alfredo Cigada

Comitato di Redazione: Salvatore Baglio, Antonio Boscolo, Marcantonio Catelani, Marco Cati, Pasquale Daponte, Gianbartolo Picotto, Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino

Redazioni per:Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Mario F. TschinkeLe pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi:Stefano Agosteo, Bruno Andò, Filippo Attivissimo, Alfredo Cigada, Domenico Grimaldi, Anna SpallaLo spazio delle altre Associazioni: Franco Docchio, Alfredo CigadaLe pagine degli IMP: Maria PimpinellaLo spazio delle CMM: Alberto Zaffagnini, Alessandro Balsamo

Comitato Scientifico: ACISM-ANIMA (Roberto Cattaneo); AEI-GMTS (Claudio Narduzzi);AIPnD (Giuseppe Nardoni); AIPT (Paolo Coppa)AIS-ISA (Piergiuseppe Zani); ALATI (Paolo Giardina);ALPI (Lorenzo Thione); ANIE (Marco Vecchi);ANIPLA (Marco Banti, Alessandro Ferrero);AUTEC (Anna Spalla),CNR (Ruggero Jappelli);GISI (Abramo Monari); GMEE (Giovanni Betta);GMMT (Paolo Cappa, Michele Gasparetto);GRUPPO MISURISTI NUCLEARI (Stefano Agosteo)INMRI – ENEA (Pierino De Felice, Maria Pimpinella);INRIM (Rodolfo Zich, Paolo Vigo, Franco Pavese);ISPRA (Maria Belli); OMECO (Clemente Marelli);SINAL (Paolo Bianco); SINCERT-ACCREDIA (Alberto Musa);SIT (Paolo Soardo); UNIONCAMERE (Enrico De Micheli)

Videoimpaginazione e Stampa:la fotocomposizione - Torino

Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 204 del 3/3/1999.I testi firmati impegnano gli autori.A&T - sasDirezione, Redazione,Pubblicità e PianificazioneVia Palmieri, 63 - 10138 TorinoTel. 011 0266700 - Fax 011 5363244E-mail: [email protected]: www.affidabilita.euDirezione Editoriale: Luciano MalgaroliMassimo MortarinoÈ vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale oparziale di testi, articoli, pubblicità e immagini pubblicatesu questa rivista sia in forma scritta sia su supporti ma-gnetici, digitali, ecc.

ABBONAMENTO ANNUALE: 40 EURO(4 numeri cartacei + 4 numeri telematici) ABBONAMENTO BIENNALE: 70 EURO (8 numeri cartacei + 8 numeri telematici) Abbonamenti on-line su: www.tuttomisure.itL’IMPORTO DELL’ABBONAMENTO ALLA PRESENTE PUB-BLICAZIONE È INTERAMENTE DEDUCIBILE. Per la deduci-bilità del costo ai fini fiscali fa fede la ricevuta del versamentoeffettuato (a norma DPR 22/12/86 n. 917 Art. 50 e Art. 75). Ilpresente abbonamento rappresenta uno strumento ricono-sciuto di aggiornamento per il miglioramento documentatodella formazione alla Qualità aziendale.

La Redazione di Tutto_Misure ([email protected])

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LA METROLOGIA DIMENSIONALE:TEORIA E PROCEDURE DI TARATURAGianfranco Malagola, Aldo Ponterio396 pp. – Esculapio Edizioni (2013)ISBN 978-88-74886-074Prezzo: € 39,00A

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LETTO

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VOI

NEL PROSSIMO NUMERO• Il tema: Misure per l’ambiente • Visione artificiale• TRV: Caratterizzazione dei Materiali• Misure per la comunicazioneE molto altro ancora...

Questo volume, risultato della lunga esperienza scientifica e industriale degli auto-ri nel settore metrologico, può risultare di grande utilità per quanti hanno a chefare quotidianamente con le misure dimensionali nell’industria meccanica. Dovetescegliere quale strumento di misura usare? State pensando di accostarvi al mondodella metrologia a coordinate, magari per acquistare una CMM, oppure per veri-ficare in modo adeguato le tolleranze geometriche? Volete che il vostro sistema digestione della strumentazione sia conforme alla normativa garantendo la riferibili-tà metrologica delle misure ed effettuando adeguatamente il processo di confermametrologica? Volete affrontare con consapevolezza i problemi di misura e quelli distima dell’incertezza? Il volume vi sarà di valido aiuto! Contiene infatti, rispetto alla precedente edizione,un’ampia sezione riguardante la taratura degli strumenti con esempi completi diprocedure di taratura per i più comuni strumenti di misura meccanici. Rappresentaquindi un ottimo punto di partenza per chi in azienda vuole eseguire autonoma-mente il processo di taratura, avendo approfondito la conoscenza sulle caratteri-stiche degli strumenti e sulla loro gestione. La sua lettura può essere utile anche perla formazione tecnica, con particolare riferimento agli studenti di Ingegneria cheaffrontano i problemi delle misure meccaniche.Il volume può essere acquistato, anche on-line, tramite il sito dalla Società EditriceEsculapio di Bologna www.editrice-esculapio.it, andando nel Catalogo eselezionando la voce “Ingegneria” quindi “Meccanica”. Sul sito potete trovare ilSommario completo del libro e la Presentazione dello stesso.

Gli autoriGianfranco Malagola, laureato in ingegneria elettrotecnica, dopo una primaesperienza nei laboratori di prova e ricerca nel settore elettrico, ha ricoperto l’in-carico di Direttore Tecnico presso numerose industrie nel settore delle macchineutensili e della strumentazione industriale. Nel settore metrologico ha svolto un’in-tensa attività divulgativa, è autore di innumerevoli articoli sulle problematiche dimisura ed è “Esperto Tecnico senior di Misure (Spec. Misure Meccaniche)”, certifi-cato CEPAS.Aldo Ponterio, laureato in ingegneria elettronica, ha svolto attività di ricerca esviluppo nel settore delle misure ed un’intensa attività formativa in campo metrolo-gico erogando centinaia di corsi di formazione su tematiche di misura. È autore dinumerose pubblicazioni in ambito metrologico, partecipa all’attività di normazionein ambito nazionale (UNI) nel campo delle apparecchiature di misura ed è inoltre“Esperto Tecnico senior di Misure (Spec. Misure Meccaniche)”, certificato CEPAS.

LE AZIENDE INSERZIONISTE DI QUESTO NUMEROAffidabilità & Tecnologie p. 246-247-248-249Aviatronik 4a di cop.Bocchi p. 272Cibe p. 258DL Europa p. 244DGTS p. 264HBM p. 254-316-317-318Hexagon Metrology p. 294IC&M p. 270Instrumentation Devices p. 280Keyence p. 241-316Kistler Italia p. 308Labcert 3a di cop

LMS Italiana p. 282LTTS p. 292Luchsinger p. 256-312Mitutoyo Italiana p. 242Optoprim p. 291PCB Piezotronics p. 284Physik Instrumente p. 280Renishaw p. 262-304Rupac 2a di cop.Tattile p. 250WIKA p. 319CAM2 p. 302

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T U T T O _ M I S U R EAnno XV - n. 4 - Dicembre 2013ISSN: 2038-6974Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di TorinoDirettore responsabile: Franco DocchioVice Direttore: Alfredo Cigada

Comitato di Redazione: Salvatore Baglio, Antonio Boscolo, Marcantonio Catelani, Marco Cati, Pasquale Daponte, Gianbartolo Picotto, Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino

Redazioni per:Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Mario F. TschinkeLe pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi:Stefano Agosteo, Bruno Andò, Filippo Attivissimo, Alfredo Cigada, Domenico Grimaldi, Anna SpallaLo spazio delle altre Associazioni: Franco Docchio, Alfredo CigadaLe pagine degli IMP: Maria PimpinellaLo spazio delle CMM: Alberto Zaffagnini, Alessandro Balsamo

Comitato Scientifico: ACISM-ANIMA (Roberto Cattaneo); AEI-GMTS (Claudio Narduzzi);AIPnD (Giuseppe Nardoni); AIPT (Paolo Coppa)AIS-ISA (Piergiuseppe Zani); ALATI (Paolo Giardina);ALPI (Lorenzo Thione); ANIE (Marco Vecchi);ANIPLA (Marco Banti, Alessandro Ferrero);AUTEC (Anna Spalla),CNR (Ruggero Jappelli);GISI (Abramo Monari); GMEE (Giovanni Betta);GMMT (Paolo Cappa, Michele Gasparetto);GRUPPO MISURISTI NUCLEARI (Stefano Agosteo)INMRI – ENEA (Pierino De Felice, Maria Pimpinella);INRIM (Rodolfo Zich, Paolo Vigo, Franco Pavese);ISPRA (Maria Belli); OMECO (Clemente Marelli);SINAL (Paolo Bianco); SINCERT-ACCREDIA (Alberto Musa);SIT (Paolo Soardo); UNIONCAMERE (Enrico De Micheli)

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Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 204 del 3/3/1999.I testi firmati impegnano gli autori.A&T - sasDirezione, Redazione,Pubblicità e PianificazioneVia Palmieri, 63 - 10138 TorinoTel. 011 0266700 - Fax 011 5363244E-mail: [email protected]: www.affidabilita.euDirezione Editoriale: Luciano MalgaroliMassimo MortarinoÈ vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale oparziale di testi, articoli, pubblicità e immagini pubblicatesu questa rivista sia in forma scritta sia su supporti ma-gnetici, digitali, ecc.

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LA METROLOGIA DIMENSIONALE:TEORIA E PROCEDURE DI TARATURAGianfranco Malagola, Aldo Ponterio396 pp. – Esculapio Edizioni (2013)ISBN 978-88-74886-074Prezzo: € 39,00A

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Questo volume, risultato della lunga esperienza scientifica e industriale degli auto-ri nel settore metrologico, può risultare di grande utilità per quanti hanno a chefare quotidianamente con le misure dimensionali nell’industria meccanica. Dovetescegliere quale strumento di misura usare? State pensando di accostarvi al mondodella metrologia a coordinate, magari per acquistare una CMM, oppure per veri-ficare in modo adeguato le tolleranze geometriche? Volete che il vostro sistema digestione della strumentazione sia conforme alla normativa garantendo la riferibili-tà metrologica delle misure ed effettuando adeguatamente il processo di confermametrologica? Volete affrontare con consapevolezza i problemi di misura e quelli distima dell’incertezza? Il volume vi sarà di valido aiuto! Contiene infatti, rispetto alla precedente edizione,un’ampia sezione riguardante la taratura degli strumenti con esempi completi diprocedure di taratura per i più comuni strumenti di misura meccanici. Rappresentaquindi un ottimo punto di partenza per chi in azienda vuole eseguire autonoma-mente il processo di taratura, avendo approfondito la conoscenza sulle caratteri-stiche degli strumenti e sulla loro gestione. La sua lettura può essere utile anche perla formazione tecnica, con particolare riferimento agli studenti di Ingegneria cheaffrontano i problemi delle misure meccaniche.Il volume può essere acquistato, anche on-line, tramite il sito dalla Società EditriceEsculapio di Bologna www.editrice-esculapio.it, andando nel Catalogo eselezionando la voce “Ingegneria” quindi “Meccanica”. Sul sito potete trovare ilSommario completo del libro e la Presentazione dello stesso.

Gli autoriGianfranco Malagola, laureato in ingegneria elettrotecnica, dopo una primaesperienza nei laboratori di prova e ricerca nel settore elettrico, ha ricoperto l’in-carico di Direttore Tecnico presso numerose industrie nel settore delle macchineutensili e della strumentazione industriale. Nel settore metrologico ha svolto un’in-tensa attività divulgativa, è autore di innumerevoli articoli sulle problematiche dimisura ed è “Esperto Tecnico senior di Misure (Spec. Misure Meccaniche)”, certifi-cato CEPAS.Aldo Ponterio, laureato in ingegneria elettronica, ha svolto attività di ricerca esviluppo nel settore delle misure ed un’intensa attività formativa in campo metrolo-gico erogando centinaia di corsi di formazione su tematiche di misura. È autore dinumerose pubblicazioni in ambito metrologico, partecipa all’attività di normazionein ambito nazionale (UNI) nel campo delle apparecchiature di misura ed è inoltre“Esperto Tecnico senior di Misure (Spec. Misure Meccaniche)”, certificato CEPAS.

LE AZIENDE INSERZIONISTE DI QUESTO NUMEROAffidabilità & Tecnologie p. 246-247-248-249Aviatronik 4a di cop.Bocchi p. 272CAM2 p. 302Cibe p. 258DL Europa p. 244DGTS p. 264HBM p. 254-315-317-318Hexagon Metrology p. 286-294IC&M p. 270Instrumentation Devices p. 280Keyence p. 241-316Kistler Italia p. 308

Labcert 3a di copLMS Italiana p. 282LTTS p. 292Luchsinger p. 256-312Mitutoyo Italiana p. 242Optoprim p. 291-304PCB Piezotronics p. 284Physik Instrumente p. 280Renishaw p. 262-310Rupac 2a di cop.Tattile p. 250WIKA p. 319