Trentino Industriale | novembre 2012

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ANNO 53 | N°11 NOVEMBRE 2012 Un anno con i giovani I risultati del progetto “Giovani Industriosi” lanciato un anno fa da Confindustria Trento Dana Italia, da mezzo secolo ad Arco Nell’auditorium di L’Aquila l’orgoglio del Trentino Aziende Edilizia Trentino ed Egitto sono più vicini Internazionalizzazione

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Il bimestrale di Confindustria Trento.

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ANNO 53 | N°11

NOVEMBRE 2012

Un anno con i giovaniI risultati del progetto “Giovani Industriosi” lanciato un anno fa da Confindustria Trento

Dana Italia, da mezzo secolo ad Arco

Nell’auditorium di L’Aquila l’orgoglio del Trentino

Aziende

Edilizia

Trentino ed Egitto sono più vicini

Internazionalizzazione

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | NOV 2012

editoriale

7 Giovani e lavoro

copertina

8 Giovani al centro

11 "Solidi talenti" in azienda

14 "Apprendistato, strumento ideale"

15 "Teoria e pratica sempre di pari passo"

17 "Argentovivo" per le start up

20 "Dire, fare, lavorare"

23 "Parola ai giovani"

27 Un format per Giovani Industriosi

associazione

29 Trentino ed Egitto sono più vicini

31 Ict: network tra Alto Adige e Trentino

32 Riflettori su credito e internazionalizzazione

35 Imparare a gestire il rischio

giovani

36 Giovani imprenditori e banche

37 “Gestire la crisi”

aziende

38 Dana splendida cinquantenne arcense

41 Barriere automatiche leader nel mondo

43 Nuove leve per l’internazionalizzazione

46 Sede sostenibile per Bauer

49 Un nuovo polo per l’It

edilizia

52 Inaugurato l’Auditorium dell’Aquila

internazionalizzazione

54 A Valeggio per il B2B internazionale

55 Crescere insieme con l’export

innovazione

56 Il cantiere Meccatronica fa scuola

rubriche

8 copertina

29 associazione

36 giovani

38 aziende

52 edilizia

54 internazionalizzazione

56 innovazione

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L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.

Laura Canzian [email protected] 338 7789032 | F 0461 933551

Direttore ResponsabileAlessandro Santini

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RedazioneSilvia BrunoPrimo Bee

Direzione, Redazione e AmministrazionePalazzo Stella, Via Degasperi, 7738123 TrentoT 0461 360000 | F 0461 933551Internet: www.trentinoindustriale.come-mail: [email protected]

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StampaSaturnia | Via Caneppele, 46 | Trento 0461 822636 - 822603

FotoArchivio fotografico Confindustria Trento, Panato, MoniQue Foto, KLR foto, Alessio Coser, Rensi, Hugo Muñoz

EditoreAssociazione degli Industrialidella Provincia di Trento

PubblicitàITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551

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ANNO 53 | N°11

NOVEMBRE 2012

Un anno con i giovaniI risultati del progetto “Giovani Industriosi” lanciato un anno fa da Confindustria Trento

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Trento e Terfidi, importanti realtà locali di trentennale

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Trentino. La società, partendo dalle esigenze del singolo,

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funzionali proposte di gestione capaci di sostenere le

imprese a 360°.

Interlocutore del sIstema credItIzIoGrazie alle convenzioni con tutto il sistema bancario operan-te sul territorio provinciale, Confidimpresa Trentino facilita i propri associati nell’accesso al credito tramite il rilascio di ga-ranzie consortili a sostegno di nuovi finanziamenti. L’avvento dell’attuale crisi finanziaria ha portato altresì la Provincia au-tonoma di Trento ad istituire “il tavolo del credito”, all’interno del quale Confidimpresa Trentino svolge, dalle origini, un ruolo attivo, propositivo e di testimonianza.

consorzIo dI garanzIaL’operatività di Confidimpresa Trentino prevede il rilascio di garanzie a sostegno sia delle linee di credito a breve termine (fidi in conto corrente, linee auto liquidanti, ecc) sia a medio e lungo termine (mutui e leasing). Un’analisi congiunta con l’imprenditore delle sue esigenze finanziarie costituisce il fulcro intorno al quale strutturare l’in-tervento di Confidimpresa Trentino.

Interlocutore della ProvIncIaAttraverso la stipula di precise convenzioni, Confidimpresa Trentino si pone come interlocutore della Provincia autonoma di Trento, per conto della quale gestisce il processo di istruttoria ed erogazione di diverse agevolazioni provinciali e di altri mol-teplici interventi volti allo sviluppo ed al sostegno delle imprese.

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Apriamo questo numero di Trentino Industriale con uno “speciale” sul progetto

Giovani Industriosi, lanciato un anno fa da Confindustria Trento. Un’iniziativa che

abbiamo voluto fortemente per aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro e

per condividere con loro riflessioni e proposte.

Sul tavolo non abbiamo messo solo buoni propositi, ma anche strumenti ope-

rativi e opportunità concrete. Vanno in questa direzione la sperimentazione sul

nuovo contratto di apprendistato professionalizzante potenziato con innovative

misure di welfare, l’esperienza del lavoro estivo presso le imprese e il supporto

alla nuova imprenditorialità giovanile.

L’adesione dei giovani al nostro progetto e i risultati raggiunti sono davvero

incoraggianti e ci stimolano a proseguire nella stessa direzione. Così come ci fa

piacere constatare che negli ultimi mesi il Governo nazionale e quello provinciale

hanno messo in campo nuovi strumenti per favorire la nascita di imprese create

dai giovani.

Il nostro auspicio è che le giovani generazioni restino al centro dell’agenda politi-

ca anche nei prossimi mesi. Nella nostra lo sono già.

Così come al centro dovrà restare la politica industriale, se vogliamo continuare

a offrire ai giovani – e non solo a loro – un impiego qualificato. Siamo convinti

che un territorio che rinuncia alle attività industriali per concentrarsi su altro si

svuota, perde posti di lavoro, competenze e stabilità economica. Sarà nostro

compito tenere sempre alta la guardia perché ciò non avvenga.

La responsabilità che abbiamo è soprattutto verso le persone che lavorano

nell’Industria e verso quelle che vi lavoreranno.

Ed è per questo motivo che qui vogliamo condividere i risultati di questa no-

stra prima tappa, consci che l’emergenza non è ancora terminata e le nostre

imprese, assieme alle famiglie che da esse dipendono, hanno bisogno ancora

di interventi concreti e decisioni certe, in tempi rapidi.

Paolo Mazzalai

Giovani e lavoro

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Quali motivazioni stanno alla base del proget-to Giovani Industriosi?Si potrebbe dire, in via sintetica, che la motivazio-ne fondamentale è legata alle intenzioni dichiarate un anno fa da parte della nuova presidenza di Confindustria Trento: quella di occuparsi in ma-niera approfondita di un tema di cui si parla mol-to, ma per il quale alla fine si fa poco.In realtà ci sono delle ragioni “di contorno” che servono ad inquadrare meglio l’iniziativa e cioè: l’esistenza di un doppio disagio che fa capo rispet-tivamente ai giovani nella fase di inserimento nel-la vita attiva; ma che riguarda anche le imprese, le quali avvertono la necessità di preparare il ricam-bio delle proprie risorse umane in una situazione economica che può indurre più alla prudenza che non a gettare il cuore oltre l’ostacolo; il pericolo di cadere negli stereotipi (dai giovani “bamboccioni” agli adulti “egoisti” o addirittura “traditori” delle speranze delle giovani generazioni); la necessità di recuperare un livello di responsabilità diffusa nei confronti della disoccupazione giovanile.

Quali sono stati gli obiettivi fondamentali attor-no ai quali si è costruito il progetto?Sostanzialmente a quattro. In primo luogo, quello di effettuare una sperimentazione a 360 gradi: del nuovo contratto di apprendistato professionaliz-zante, dell’accompagnamento delle spinte neoim-prenditoriali delle giovani generazioni ed infine della promozione del lavoro estivo per gli studenti. In secondo luogo, quello di svolgere una vera e propria funzione di volano, puntando al coinvol-gimento e al cambiamento della cultura, oltre che dei comportamenti, di tutti i soggetti interessati. Ancora, quello di risvegliare le energie insite in tutti i protagonisti coinvolti nello scambio lavora-

tivo; infine, quello di mettere alla base del progetto una filosofia basata sullo sviluppo di una migliore relazionalità che la transizione alla vita delle gio-vani generazioni richiede. Si è così adottata una prospettiva che ha tentato di mettere in un giusto equilibrio l’ascoltare, il fare e il dire.

Ma cosa vuol dire secondo lei essere giovani oggi in Trentino?Vuole dire ad un tempo essere simili ed essere di-versi rispetto ai giovani di altre realtà italiane. Si è simili grazie ai tratti culturali e di comportamento che oggi si presentano abbastanza unificati per il clima collettivo che si vive, per la condivisione de-gli stimoli comunicativi, per l’uso ampio e diffuso dei nuovi media, per l’ampia protezione fornita dalle famiglie rispetto ai propri figli.Si è anche diversi perché ci si trova a vivere in un territorio mediamente più tutelato grazie anche allo strumento dell’Autonomia, con una società più coesa, per l’elevata spinta sociale verso l’istru-zione che supera la media italiana ma anche per un mercato del lavoro basato su un bacino troppo ristretto di opportunità, che inevitabilmente richie-de e richiederà una mobilità territoriale che esca dai confini del nostro territorio (ricordando peral-tro che la parola emigrazione fa rima con esplora-zione, oltre che con crescita professionale, su cui forse le famiglie trentine potrebbero essere molto più aperte).

Qual è il rapporto dei giovani con il loro futuro professionale così come risulta dall’indagine e dagli incontri?Va detto subito che quello che emerge è un quadro che aiuta a superare qualche stereotipo sui giovani. Tanto per fare qualche esempio: non è vero che essi

Intervista a Nadio Delai, consulente scientifico del progetto e curatore del rapporto finale “Il Lavoro come Relazione”, pubblicato da Franco Angelini.

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Nadio Delai

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si”: circa 8 giovani su 10 infatti riconoscono che “il mondo non può avere una perenne crescita, poi-ché le crisi economiche ci sono sempre state e van-no affrontate con responsabilità e con soluzioni nuove per la nostra convivenza”.

In conclusione cosa è emerso, in sintesi, dal pro-getto Giovani Industriosi?Sono emersi almeno tre punti importanti.Il primo riguarda il valore di lavorare in concreto sul proprio specifico territorio se si vuole affronta-re il tema del passaggio alla vita attiva dei giovani, uscendo dal (troppo) dire al più pragmatico fare, anche perché la crescita – è bene ricordarlo – non scende dall’alto, ma cresce dalla voglia e dall’impe-gno quotidiano presenti nei singoli territori.Il secondo conferma la funzione centrale del pro-muovere una relazionalità “alta” e non “bassa” tra giovani e adulti e tra giovani e azienda, basata sul-la spinta a rischiare, a scommettere su se stessi, ad esplorare la vita professionale e il mondo che ci circonda al di là dei confini ristretti del Trentino; ed anzi utilizzando tutti gli sforzi e le risorse che la famiglia talvolta investe più volentieri sulla pro-tezione (o addirittura sulla iper-protezione) dei figli su un percorso più esplorativo di uscita dall’alveo familiare e di costruzione dell’autonomia che il passaggio alla vita adulta richiede.Il terzo infine riguarda la necessità di costruire una relazionalità anche tra i soggetti collettivi (pubblici e privati), poiché un territorio – e specialmente il Trentino – può dare molto proprio sul tema speci-fico della transizione alla vita lavorativa delle gio-vani generazioni, grazie agli strumenti di cui dispo-ne da sempre (l’Autonomia), ma grazie anche agli strumenti che stanno per entrare in operatività e cioè le nuove competenze primarie nel campo de-gli ammortizzatori sociali. Il tutto tenendo presente che serve realizzare una sorta di “flessibilità bilan-ciata” come del resto ci hanno detto tutti i prota-gonisti intervistati quando sostengono (nell’80% dei casi) che “non è giusto chiedere la flessibilità sul lavoro ai giovani, senza che diventino altrettanto flessibili i sistemi di formazione, di orientamento, di collocamento e di copertura previdenziale”.

pensano troppo poco al loro futuro lavoro; non è vero che sono preoccupati in maniera così pronun-ciata della coerenza tra corso di studi effettuato e tipo di lavoro che potrebbero svolgere; è vero che temono di avere in prospettiva una posizione so-ciale inferiore a quella dei genitori, ma assai meno di quanto ritengano gli adulti in proposito.Tutto ciò fa pensare che ci sia il rischio di alimen-tare una sorta di “circuito dei timori” che viene proiettato da parte degli adulti sugli stessi giovani più di quanto sia opportuno.Ma si possono anche ricordare alcuni altri dati po-sitivi, visto ad esempio che esiste una consapevolez-za condivisa da parte dei giovani e degli adulti che il lavoro implica nuove regole da rispettare come pure c’è una consapevolezza, altrettanto condivisa, che “non si può rimanere troppo all’interno della propria famiglia di origine”, e che l’esperienza di lavoro anticipata già durante il percorso formati-vo è indispensabile. Tali convergenze dovrebbero suggerire di coltivare una “relazionalità positiva”, quella cioè basata su un sostegno di tipo promo-zionale più che protettivo da parte della famiglia.

Quali sono le attese dei giovani nei confronti dell’azienda?Posso menzionarne tre di fondo: quella di esse-re messi in condizione di apprendere al meglio il proprio lavoro, quella di poter utilizzare l’aggiorna-mento e la formazione continua anche nel corso del tempo, infine quella di trovare un contesto in azienda che sia in grado di dare più fiducia ai gio-vani che essa accoglie.

Quanto influisce la percezione della crisi sui gio-vani?Si può rispondere a due livelli. Il primo è quello della percezione dell’aggravamento della situazio-ne economica sulla vita di tutti i giorni: il 54% degli studenti ammette di avere subito un impatto della crisi in maniera significativa o abbastanza signi-ficativa per quanto riguarda i livelli di consumo, le uscite con gli amici, le vacanze, ecc. Il secondo livello, forse più importante, riguarda quello che potrebbe essere chiamato l’“immaginario della cri-

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perché possano pensare più serenamente al proprio futuro, e per le imprese, perché possano valorizzare i giovani talenti, ri-spettando l’esigenza di fluidità del mercato del lavoro in un momento in cui scenari in sem-pre più rapida evoluzione non lasciano spazio a programmazioni di lungo termine. La prima azione del progetto Giovani Industriosi è nata con l’obiettivo di sperimentare soluzio-ni che offrissero a neodiplomati e neolaureati una maggiore stabilizzazione dei rapporti di la-voro con una copertura più ampia sul lato del welfare, e che allo stesso tempo garantissero alle aziende una maggiore flessibilità rispetto alle forme contrattuali attuali di lavoro subordinato. Si è individuata una formula risolutiva nell’ap-prendistato professionalizzante, ispirato a un sistema sperimentale di flexsecurity che garantis-se l’eventuale ricollocamento degli apprendisti,

qualora si rendesse necessario alla fine del perio-do di prova o al termine dello stesso contratto. A dodici mesi dal lancio del progetto, i giovani assunti tramite contratto di apprendistato, tra diplomati e laureati, sono circa un centinaio. Un bilancio positivo, che sfida i venti di crisi, e che si è giovato, oltre che della bontà della proposta, degli effetti di un processo imitativo che ha indotto alcune realtà a ricorrere autono-mamente allo strumento. “Per essere più precisi – si spiega nel report “Il lavoro come relazione” – si è assistito: sia ad assunzioni dirette da parte delle imprese che hanno attivamente aderito al progetto stesso; sia ad assunzioni aggiunte, in quanto le aziende – pur non aderendo esplici-tamente al progetto – hanno tuttavia utilizzato il bacino dei giovani selezionati […]; sia a richie-ste da parte delle aziende di partecipazione alle attività formative per i neo-apprendisti da loro

Per i giovani,

La prima azione del progetto è tesa a favorire l’assunzione e la valorizzazione dei giovani in azienda, coniugando le esigenze di chi si affaccia sul mondo del lavoro e i bisogni delle imprese.

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sa a punto per la formazione di 40 ore prevista dal nuovo contratto di apprendistato è il risulta-to di una revisione dell’impianto standard della formazione a catalogo. Pur preservando la tratta-zione dei contenuti che il sistema prescrive sia-no obbligatoriamente trasferiti - dai temi della salute e della sicurezza sul lavoro alla previden-za complementare, passando per la disciplina del rapporto di lavoro – l’Azione 1 ha preferi-to privilegiare i temi dell’organizzazione e della motivazione. “Questo – si precisa nel testo curato da Nadio Delai - proprio perché i giovani nella fase di primo inserimento risultano totalmente sprovvisti di cognizione, di comportamenti e di atteggiamenti appropriati che debbono essere ri-feriti ad un contesto aziendale e non più ad un contesto scolastico-universitario”. Le attività for-mative – progettate con i partner dell’Agenzia del Lavoro e di Trentino School of Management – si sono svolte presso la sede di Confindustria Tren-to. Per le aziende che lo desiderano, l’azione ha previsto inoltre un accompagnamento progettua-le per la definizione delle 80 ore di formazione di competenza diretta dell’impresa.

Il modulo di flexsecurity. Alla luce dell’eventualità che al termine del periodo di prova o dello stesso contratto di apprendistato il rapporto con l’impresa possa risolversi, l’azione Solidi Talenti ha ipotizzato l’accompagnamento dei giovani non assunti verso nuove opportunità di lavoro, in Trentino o all’esterno dei confini provinciali, ovvero tutti quei sostegni economici, informativi, orientativi, forniti dall’Agenzia del Lavoro.

inseriti, progettate ad hoc sulla base di modalità innovative e di contenuti di medio-alto livello rispetto ai corsi tradizionali per apprendisti”. In riferimento alle diverse tipologie di formazione acquisita, più elevato appare fra gli assunti il numero di neodiplomati degli istituti tecnici tec-

nologici, tecnici commerciali e per geometri, a sottolineare il valore – per l’inserimento lavora-tivo – della formazione ad indirizzo tecnico pro-fessionale. Tra i laureati, prevale la componente ingegneristico/informatica/scientifica, seguita da quella economica.

Il modulo di selezione. Sono circa duecento i giovani che hanno partecipato al bando di se-lezione messo a punto da Confindustria Trento e Agenzia del Lavoro; cento i candidati ammessi ai colloqui motivazionali individuali. I risultati emersi sono stati messi a disposizione aziende, per consentire il matching tra i profili dei candi-dati e le esigenze espresse dalle imprese.

Il modulo di formazione. La proposta mes-

A dodici mesi dal lancio del progetto, i giovani assunti tramite contratto di apprendistato, tra diplomati e laureati, sono circa un centinaio.

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vuol dire essere giovani oggi in Tren-tino? Il Trentino offre senz’altro un ambiente positivo a noi giovani: non mancano le occasioni per cimen-tarsi in varie esperienze professionali. Altro punto di forza sono le attività associative che calamitano l’entusiasmo dei giovani per vivere quest’esperien-za con finalità sociali, culturali o sportive. D’altra parte però l’allungamento dei tempi di permanen-za all’interno del sistema formativo determina una procrastinazione del momento in cui si accede al mercato del lavoro.

Cosa chiede al suo futuro professionale?Aspiro ad un futuro professionale tranquillo e stabi-le, che mi permetta di vivere una vita dignitosa sen-za troppe rinunce. Spero di poter fare un’esperienza all’estero, credo sia molto importante confrontarsi con altre realtà per crescere professionalmente.

Nell’ambito del suo impegno nel mondo del la-voro e in vista del suo futuro professionale, che cosa chiede a se stessa?Mi auguro di apprendere bene il mio lavoro duran-te il percorso di apprendistato e di poter migliorare la mia posizione in futuro quando sarò formata e autonoma sulle mansioni da svolgere.

Che valore assegna all’apprendimento sul lavo-ro?Penso che l’apprendistato sia lo strumento ideale per qualificare e rafforzare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. L’obiettivo è imparare un la-voro direttamente sul campo con l’aggiunta di una formazione esterna strettamente teorica. Trovo che l’apprendimento sul lavoro porti beneficio ad en-trambe le parti se perseguito nella maniera corretta.

In base alla sua esperienza, qual è il rapporto tra merito e mercato del lavoro?Se è vero che la congiuntura economica attuale col-pisce soprattutto chi non ha elevati titoli di studio, è vero anche che oggi la gran parte dei laureati si trova a svolgere lavori per i quali in passato era richiesto il diploma di maturità. Bisogna sapersi adattare all’offerta e sperare che con il tempo l’in-vestimento in istruzione e formazione porti i suoi frutti.

In che misura ha inciso la crisi sul tuo approccio alla vita attiva?L’economia trentina è riuscita a rispondere positi-vamente agli urti della crisi rispetto all’economia nazionale. Il mio approccio alla vita lavorativa è stato senz’altro influenzato dalla crisi, anche per-ché il settore in cui lavoro, l’edilizia, è uno dei più colpiti. Ho ricevuto principalmente offerte di col-laborazione basate su contratti atipici, ci è voluto del tempo prima di trovare un’occasione lavorativa con prospettive stabili.

Un bilancio dell’esperienza vissuta negli ultimi 12 mesi. Che cosa è cambiato?Sono passata da una posizione incerta e non tu-telata ad una più sicura. Negli ultimi 12 mesi ho conosciuto vari ambienti lavorativi ed ho imparato a rapportarmi con i datori di lavoro. Sono contenta di aver fatto qualche scelta sbagliata perché è servi-ta per capire che il mondo del lavoro è difficile e non bisogna lasciarsi scappare le opportunità. Un messaggio ai giovani che si affacciano ora al mondo del lavoro.Vorrei consigliare ai miei coetanei di tenersi sempre informati e sperimentare tutto ciò che si propone durante la strada, perché tutto può tornare utile.

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La testimonianza di Federica Chemelli, apprendista presso Sws Engineering Spa.

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"Apprendistato,strumento ideale"

Federica Chemelli

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a lei chiediamo che cosa vuol dire essere giovani in Trentino? Significa condividere alcune problematiche con i nostri coetanei del resto d’Italia, spesso vivendole in maniera più leggera anche grazie ad un contesto ancora “a gran-dezza d’uomo”. L’altra faccia della medaglia è rappre-sentata dalla difficoltà di fare esperienze in realtà più complesse, si tratti di aziende o semplice vita quotidia-na, alle quali sono invece abituati i giovani che vivono contesti più grandi e dinamici.

Cosa chiede al suo futuro professionale?La possibilità, attraverso l’impegno e la costanza, di una crescita personale, che credo sia di per sé importante, e che ritengo invece necessaria per accompagnare una crescita di tipo professionale e far sì che questa sia me-ritata ed equilibrata.

Nell’ambito del suo impegno nel mondo del lavoro e in vista del suo futuro professionale, cosa chiede a ee stesso?La capacità di riuscire ad avere costanza e impegno ol-tre a riuscire a mantenere un rapporto equilibrato tra il lavoro e la vita privata, facendo sì che le due cose entrino in conflitto il meno possibile ed anzi, entrambe contribuiscano al miglioramento reciproco.

Che valore assegna all’apprendimento sul lavoro?È necessario e importante; così tanto che credo che qual-siasi percorso di studi dovrebbe accentuare la propria parte di apprendimento pratico. Teoria e pratica debbo-no andare sempre di pari passo se non vogliamo che la teoria diventi troppo dispersiva e la pratica miope.

In base alla sua esperienza, qual è il rapporto tra merito e mercato del lavoro?La mia personale esperienza ha visto premiare i miei

sforzi, ma purtroppo mi ritengo un caso fortunato. Sono presente nel mercato del lavoro da pochi anni e ho sem-pre visto favoritismi non dettati dal merito. Conosco un buon numero di giovani che hanno tanto da dare, ma che per poter vivere sono passati ad un lavoro che non rappresenta minimamente ciò che solo pochi anni fa erano le loro aspettative e i loro sogni.

In che misura sta incidendo la crisi sul suo approccio alla vita attiva?Dicono che la crisi durerà ancora per cinque anni. Io per ora guardo il mondo da una posizione che mi ren-de un futuro possibile “privilegiato”: al momento del-la ripresa, non saranno molti i giovani ad avere già maturato un’esperienza importante e continuativa nel mondo del lavoro, almeno per certe mansioni. Cerco semplicemente di impegnarmi al massimo.

Un bilancio dell’esperienza vissuta negli ultimi 12 mesi. Che cosa è cambiato?Un lavoro cambia tutto. Permette di guardare al futuro con occhi più ottimisti, ma anche di capire quanto lavo-ro ci sia da fare per rimettere in moto la nostra società. Il mio bilancio non può che essere positivo, ho acquisi-to competenze, la mia rete di relazioni si è notevolmen-te infoltita. Questo va verso il mio obiettivo di crescita.

Un messaggio ai giovani che si affacciano ora al mondo del lavoro.Per loro natura i giovani non possono decidere in che società crescere. L’unica cosa che possono fare è rim-boccarsi le maniche per trovare un lavoro. Ho notato che trovare aziende che cerchino persone del genere “self made man” non è impossibile; inoltre ritengo che questo sia un buon modo per iniziare a capire se un determinato posto di lavoro sia ciò che ci aspettiamo oppure no.

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Davide Miori è apprendista presso Capi Group Srl.

"Teoria e pratica sempre di pari passo"

Davide Miori

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Fra le iPotesi

Un’azione per sostenere i progetti di business degli under 40, nel segno della promozione del dialogo tra ricerca e impresa.

"Argentovivo"per le start up

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legate ad una più efficace promozione del fare, nell’ambito del progetto Giovani Industriosi ha preso corpo anche l’urgenza di un sostegno alla ne-oimprenditorialità giovanile, qua-le strumento inteso ad accompa-gnare i giovani nella definizione di progetti di business sostenibili e di successo. L’attività si è artico-lata in più momenti: la creazione di un desk dedicato, la selezione delle proposte pervenute, l’orga-nizzazione (o la partecipazione all’organizzazione) di eventi che promuovessero la neoimprendito-rialità giovanile.

Un desk dedicato. Si tratta di un servizio associativo gestito dall’Area ricerca e innovazione di Confindustria Trento con il sup-porto dei funzionari delle altre Aree dell’Associazione e in colla-borazione con le realtà deputate al sostegno alla nuova imprenditoria-lità. Il desk è destinato ad accoglie-re le proposte promosse da candi-dati di età inferiore ai 40 anni, ma anche le ipotesi di startup e di spi-noff realizzati con il contributo dei centri di ricerca del territorio (in particolare la Fondazione Bruno Kessler, l’Università, Trento Rise) e di incubatori di impresa pubblici e privati (come il Venture Incuba-tor H-Farm e la padovana M31).

L’azione prevede che i progetti presentati vengano valutati in via preliminare, così da verificarne la fattibilità e l’appetibilità sul mercato. Alle proposte imprenditoriali che afferiscono al settore industriale, Confindustria Trento si incarica di garantire un servizio di coaching, accompagnamento e consulenza. Le altre iniziative – quelle che, fatta salva la bontà del progetto, afferiscono a categorie differenti - sono invece indirizzate alle strutture del territorio deputate al sostegno delle idee di im-presa. In questo senso, in particolare, va letto la partnership con Trentino Sviluppo, l’agenzia della Provincia autonoma di Trento che in questa sede, in linea con la propria mission, si fa carico dell’erogazione di servizi di pre-seed, seed e seed money,

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venture capitalist, ricercatori ed esperti di inno-vazione. In questo senso va letta altresì la speci-fica alleanza stretta da Confindustria Trento con l'Università di Trento e i centri di ricerca del Territorio.

La selezione delle proposte. Fra le propo-ste selezionate fino ad oggi nell’ambito dell’azio-ne figurano uno spinoff tra un centro di ricerca trentino e un gruppo industriale bresciano e due newco: l’una per la produzione e la commercia-lizzazione di prodotti naturali a uso estetico su ricetta di famiglia, l’altra per lo sviluppo di sof-tware gestionali basati su cloudcomputing.

Gli eventi. In collaborazione con il Gruppo giovani imprenditori, Confindustria Trento ha selezionato i progetti poi approdati allo “Start-me up” di marzo a Cortina. L’Associazione ha preso parte alla giuria del premio D2T Start Cup di Trentino Sviluppo e alle giurie degli eventi organizzati da Trento Rise “Startup week-end” e “Innovaction Lab”. Con Trento Rise, e in col-laborazione con H-Farm, gli industriali trentini hanno realizzato lo “Storming Pizza” ospitato a giugno a Palazzo Stella. In vista di nuove iniziative destinate al lancio di start-up, Confindustria Trento intrattiene re-lazioni con gli Italian Business Angels; la col-laborazione con Confindustria Verona prelude infine alla promozione, di un evento congiunto destinato anch’esso al lancio di startup.

startup, expansion, nonché della promozione di eventi, seminari, workshop, partnership e colle-gamenti internazionali.Alle idee di impresa avanzate da reti di aziende, l’azione Argentovivo propone servizi specifici: dall’analisi dei fabbisogni comuni alla creazione di piccoli gruppi destinati alla conduzione di attività comuni, dall’organizzazione di incontri destinati a ottimizzare i processi di condivisione al sostegno della competitività di sistema. Nell’ambito dell’investimento dell’Associazio-ne sulla neoimprenditorialità si colloca anche la costituzione del Club degli Innovatori, una rete di imprenditori e R&D manager, startupper,

Fra le proposte selezionate, uno spinoff tra un centro di ricerca trentino e un gruppo industriale bresciano, una newco per la produzione e la commercializzazione di prodotti naturali a uso estetico, una newco per lo sviluppo di software gestionali basati su cloudcomputing.

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iniziativa prevista dal progetto Giova-ni Industriosi è stata concepita con lo scopo di incoraggiare l’inserimento temporaneo in azienda, nel periodo estivo, di studenti di licei, istituti tec-nici e professionali, universitari e neolaureati.“La progressiva crescita del numero di anni di stu-dio – si spiega nel report “Il Lavoro come Rela-zione” -, nonché il richiamo verso i lavori terziari hanno spesso fatto dimenticare l’importanza di misurarsi con la realtà lavorativa sin da quando si è giovani, allontanando così nel tempo la cono-scenza delle dinamiche reali del lavoro; la respon-sabilità di guadagnare un proprio personale flusso di reddito, come esercizio di maturità, sin da 16-18 anni; l’opportunità di comprendere come il pro-prio futuro professionale sarà costituito indiffe-rentemente da lavori manuali o da lavori manuali, ma entrambi basati su un’intelligenza distribuita equamente nel cervello come nelle mani”.

Alla luce di questa consapevolezza, gli industriali trentini hanno messo a punto una formula che fosse in grado di consentire agli studenti di fare esperienza lavorativa già in età scolare, e che des-se allo stesso tempo alle aziende la possibilità di entrare in contatto con giovani motivati.

la terza

L’azione sul lavoro estivo promossa da Confindustria Trento ha offerto a 50 giovani la possibilità di acquisire esperienza in azienda durante le vacanze della scuola.

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"Dire, fare, lavorare"

La progressiva crescita del numero di anni di studio nonché il richiamo verso i lavori terziari hanno spesso fatto dimenticare l’importanza di misurarsi con la realtà lavorativa sin da quando si è giovani.

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Un’opportunità, quella garantita dalla terza azio-ne del progetto Giovani Industriosi, che risponde a un’esigenza sentita con sempre maggiore intensità dalle famiglie, dalle associazioni giovanili e dagli insegnanti, che nella stessa fase di ascolto prevista dalla quarta azione del progetto Giovani Industrio-si avevano evidenziato la necessità di un precoce, graduale avvicinamento delle nuove generazioni alla realtà del lavoro.“Combinare scuola e lavoro è ormai una strada obbligata – questo il commento del presidente dell’Agenzia del Lavoro Michele Colasanto -. Nei paesi in cui è una consuetudine, la disoccupazione giovanile è più bassa”. “Si è trattato di un progetto dal valore sociale – ha aggiunto Colasanto -, perché il lavoro è il luogo in cui si apprende la società; dal valore culturale, perché consente ai ragazzi di capi-

re davvero cos’è il lavoro; dal valore motivazionale, perché è l’occasione per fare appello alle proprie passioni e alle proprie attitudini”.

Dal punto di vista operativo, la strategia è stata con-divisa con i Sindacati e con l’Agenzia del Lavoro. Con i primi l’Associazione ha siglato un accordo teso a regolamentare le modalità di inserimento dei giovani: alle imprese associate a Confindustria Trento è stata offerta la possibilità di scegliere di inquadrare la permanenza del giovane in azienda nella forma del tirocinio di orientamento, con una durata compresa tra le 2 e le 12 settimane, oppure in quella del contratto a termine, applicabile da un minimo di 2 settimane a un massimo di 15. Due formule apparse anche alle sigle confederali lo strumento più adeguato agli obiettivi del progetto:

“Avere delle possibilità di incontrare il lavoro, la struttura produttiva, la produzione, i diritti e i do-veri che esistono dentro a una struttura produttiva è buono – spiega Franco Ianeselli, della Cgil del Trentino –, perché è una socializzazione a quella che sarà poi un’attività fondamentale dei ragazzi superato il periodo di studi”.L’Agenzia del Lavoro, con cui pure Confindustria Trento ha sottoscritto un’intesa che sanciva la fatti-va collaborazione fra i due enti, si è occupata inve-ce dell’incrocio tra la domanda e l’offerta, dunque della raccolta delle adesioni degli studenti, indiriz-zando i giovani candidati alle aziende sulla base dei profili richiesti. A fine estate, almeno cinquanta giovani hanno avuto la possibilità di sperimentarsi sul campo: nella maggior parte dei casi (si tratta del 52% del totale) sono stati impiegati presso l’Area produzio-ne dell’azienda che li ha inseriti; la parte restante si è messa in gioco nell’Area amministrativa (34%), nell’Area commerciale (5%), nell’Area risorse umane (5%), nell’Area relazioni con il pubblico e nell’Area magazzino (2%).

Gli industriali trentini hanno messo a punto una formula che fosse in grado di consentire agli studenti di fare esperienza lavorativa già in età scolare, e che desse allo stesso tempo alle aziende la possibilità di entrare in contatto con giovani motivati.

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azione del progetto Giovani In-dustriosi si è sviluppata intorno alla funzione dell’Ascoltare. L’attività si è realizzata nell’organiz-zazione di quattro Focus Group, nella sommini-strazione ai soggetti coinvolti dei questionari pre-disposti sulla base degli stimoli raccolti, nell’avvio e nella conduzione di un’esperienza di social net-work, e ancora nella raccolta dei dati sull’inseri-mento professionale dei giovani in Trentino.

I Focus Group. Destinati alla condivisione degli aspetti legati al passaggio alla vita attiva delle gio-vani generazioni, i Focus Group hanno coinvolto quattro categorie differenti di soggetti, protagoni-sti sociali del fenomeno allo studio: le associazio-ni giovanili, i genitori, un gruppo di docenti e di insegnanti, soprattutto i giovani stessi, e in parti-

colare gli studenti degli ultimi anni della scuola secondaria, dei centri di formazione professionale, dei primi anni di università.Ai partecipanti è stato chiesto di esprimere sensa-zioni, impressioni, riflessioni sul tema della transi-zione formazione-lavoro, con particolare riguardo per gli “aspetti relazionali” connessi all’evento. Le valutazioni emerse nel corso dei singoli Focus Group sono state infine raffrontate, e hanno con-sentito di individuare alcuni temi comuni e ri-correnti.Nei soggetti coinvolti è diffusa la percezione che la preparazione ottenuta nel corso della formazio-ne scolastica non corrisponda sempre in maniera adeguata alle caratteristiche richieste ai profili at-tesi dal mercato del lavoro, con la conseguenza che non sempre l’inserimento professionale è in

la Quarta

Incontri, analisi e proposte per ridisegnare il proprio futuro: così Confindustria Trento raccoglie e valorizza le voci dei Giovani Industriosi.

"Parola ai giovani"

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Attitudini costanti emergono anche nella figura del genitore tradotta dai protagonisti dei Focus Group. Madri e padri tendono ad essere eccessi-vamente protettivi nei confronti della prole: ciò avviene anche e soprattutto in ragione di un dif-fuso sentimento di preoccupazione per il futuro dei ragazzi, come pure in virtù del benessere delle famiglie, che certo non favorisce un più celere ap-prodo all’assunzione delle responsabilità connesse alla vita attiva.Gli spunti emersi nel corso degli incontri sono stati impiegati per comporre i questionari poi sot-toposti ai soggetti coinvolti, divenuti strumento imprescindibile alla stesura del rapporto.

Il social network. “Un’interfaccia permanente tra il mondo giovanile e quello imprenditoriale”: così si descrive nel report curato da Nadio Delai la pagina Facebook “Giovani Industriosi” pubbli-cata il 22 marzo 2012 con l’intento di offrire uno spazio virtuale di incontro che fosse foriero di analisi e proposte. Oltre 130, a otto mesi dall’avvio, gli aderenti alla pagina che hanno contribuito ad accendere il dibattito animato dai topic proposti di volta in volta dal moderatore. Due le tendenze individuate nel comportamento degli utilizzatori: l’impiego di un linguaggio alto e formale, e la pre-dilezione per i temi legati al lavoro, all’alternan-za e al ricambio intergenerazionale. Quanto alle proposte raccolte tra i fruitori del social network, esse riguardano principalmente il rapporto con le imprese, la crisi, le opportunità offerte dal mondo del lavoro.

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grado di collimare con il titolo di studio consegui-to dal candidato. In questo senso, agli occhi dei protagonisti dei Focus Group assumono una par-ticolare valenza tutte le esperienze che pongono i giovani nella condizione di avvicinarsi gradual-mente alla realtà del lavoro: il tirocinio previsto dal corso studi, lo stage, il lavoro estivo. Allo stesso tempo appare necessario che a quanti si appresta-no al passaggio alla vita attiva sia garantita una più diffusa e puntuale informazione sull’universo che li attende.Le informazioni raccolte tra le categorie coinvol-te nel corso dei Focus Group hanno consentito inoltre di ricostruire una sorta di profilo-tipo del giovane che si appresta alla transizione. Fra le caratteristiche ricorrenti, l’intimo desiderio di potere aggiustare, correggere, rettificare il per-corso intrapreso, dunque la necessità di essere assistiti nell’assunzione di una decisione piutto-sto che nell’eventuale, successivo cambiamento di rotta e nell’ingaggio di una nuova intrapresa. Strettamente connessa a questo atteggiamento è la tendenza a procrastinare il tempo delle scelte, contestualmente a una dilazione della conclusio-ne del percorso formativo. “Esiste qualche proble-ma di atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro, sottolineato soprattutto dalle associazioni giovanili – si spiega nel testo “Il Lavoro come Re-lazione”, edizione Franco Angeli – come ad esem-pio: una certa repulsione nei confronti delle rego-le, una certa ansia di ottenere tutto e subito, un rischio di scarsa tenuta rispetto alle prove inevita-bili che l’inserimento lavorativo richiede”.

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stra identità anche a costo fi sacrifici, siate consapevoli, abbiate il coraggio di rompere gli schemi, siate protagonisti. Contemporane-amente cercate però di fare tesoro di una delle poche verità univer-sali che abbiamo: non si nasce con la conoscenza. Bisogna essere umili, si deve crescere e imparare. La vita non è un gratta e vinci e non è un reality. Cercate più strade possibili e non inseguite il soldo, solo le vostre passioni”. Grande evidenza è stata lasciata alle testimonianze degli ospiti coinvolti nel corso delle riprese onde esaminare l’argomento tratta-to di volta in volta: del lavoro estivo, dell’apprendistato professio-nalizzante, della nuova imprenditorialità giovanile e dell’operazio-

ne di dialogo e ascolto condotta nella quarta azione del progetto. Numerosi i testimoni che hanno offerto il loro contributo, dal presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai al presidente dell’Agenzia del Lavoro Michele Colasanto, passando per Carlo Odorizzi, presidente dei Giovani Imprenditori trentini, Agostino Peroni, della Giunta esecutiva dell’Associazione, il direttore Rober-to Busato, il sociologo Nadio Delai e poi imprenditori, docenti, genitori e soprattutto giovani. Come ad esempio Sara Caliari, che ha parlato del suo apprendistato come di un “buon connubio” perché “permette ai giovani di essere inseriti nel mondo del lavoro più facilmente perché ci sono agevolazioni anche per le aziende che sono più propense ad assumere un apprendista piuttosto che una persona con un altro tipo di contratto”. E come Paolo Bolo-gnese: “La flessibilità – ha detto lui – non è solamente questione di contratti, ma è un’attitudine. In questo momento sicuramente una persona più flessibile, anche di testa, è molto utile”.

i temi

Dalla primavera all’autunno, una trasmissione realizzata in collaborazione con la Rai di Trento ha divulgato e approfondito i temi trattati nelle quattro azioni del progetto.

Un format per Giovani Industriosi

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Il format è condotto da Andrea Brunello, che nei dieci minuti del programma pungola i telespettatori con riflessioni accattivanti in forma di pillole di saggezza.

che costituiscono l’ossatu-ra del progetto Giovani Industriosi sono stati promossi anche all’inter-no di una trasmissione realizzata dall’Associazione in collaborazione con la Rai di Trento per divulgare l’iniziativa e approfondire i conte-nuti legati all’occupazione giovani-le. Si tratta di cinque puntate (quat-tro sono già andate in onda, la quinta sarà trasmessa nelle prossi-me settimane e conterrà un bilan-cio del progetto e una sintesi dei momenti salienti, tra cui lo stesso evento del 19 novembre). Il format è condotto da Andrea Brunello, che nei dieci minuti del program-ma pungola i telespettatori con riflessioni accattivanti in forma di pillole di saggezza: “Giovani, non fatevi intimidire dalla paura di fare cose nuove – chiosa Brunello aprendo la seconda puntata della trasmissione -. Il vecchio modello si è inceppato? Non restate a brac-cia aperte ad aspettare la manna che non arriverà. Cercate una vo-

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nelle scorse settimane a Palazzo Stella – sede di Confindustria Trento – un incon-tro con l'ambasciatore Antonio Badini, presidente dell'Associazione Italia-Egitto e profondo conosci-tore dei paesi del Nord Africa.Il presidente di Confindustria Trento, Paolo Maz-zalai, nell'introdurre i lavori ha ringraziato l’am-basciatore e l'onorevole Laura Froner, vicepresi-dente della Commissione attività produttive della Camera dei Deputati, promotrice dell'incontro.L'ambasciatore ha illustrato a un gruppo di im-prenditori le opportunità commerciali nei paesi della fascia Mediterranea, con un focus particola-re sull'Egitto. "Una volta risolti i problemi politici - ha spiegato Badini – quest’area si candiderà a diventare uno dei mercati più interessanti per i nostri prodotti. Basti pensare che per il prossimo anno è prevista una crescita media del 4 per cen-to". I paesi nordafricani hanno anche elementi di forte attrattività per gli investimenti fissi, grazie a un livello di imposizione fiscale competitivo e bassi costi per l'energia.

L'ambasciatore si è reso disponibile, tramite l'As-sociazione Italia-Egitto, per facilitare gli incontri delle aziende trentine interessate ad instaurare rapporti commerciali in Egitto e ha invitato gli imprenditori a organizzare una visita direttamen-te nel Paese.L’incontro fa parte di una serie di iniziative di Confindustria Trento per promuovere l’internazio-nalizzazione delle imprese. (as)

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Incontro a Palazzo Stella tra un gruppo di aziende trentine e l’ambasciatore Antonio Badini, che ha illustrato le opportunità di business nei paesi del Nord Africa.

Trentino ed Egittosono più vicini

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I paesi nordafricani hanno anche elementi di forte attrattività per gli investimenti fissi, grazie a un livello di imposizione fiscale competitivo e bassi costi per l'energia.

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e migliorare la concreta col-laborazione tra Associazioni, favorire la reciproca conoscenza, nonché intensificare i contatti tra le aziende stesse: con questi obiettivi è stato promosso nel mese di ottobre un incontro tra la Sezione Ict (Innovation Comunication Tecnology) di Assoim-prenditori Alto Adige e l’omologa Sezione di Con-findustria Trento, la Sezione Sit (Servizi Innovativi Tecnologici).Numerose sono le attività in comune tra le due Sezioni, che sono emerse chiaramente dalla presen-tazione che ne hanno fatto i rispettivi presidenti - Karl Manfredi (Brennercom Spa) per l’Alto Adige e Giordano Tamanini (Aldebra Spa) per il Trenti-no - tra cui spiccano: la promozione del settore, la cura dei rapporti con la pubblica amministrazione per informare sul know how e le potenzialità de-gli operatori locali, l’impegno per arrivare ad una copertura totale del territorio con la banda larga per rendere la trasmissione dei dati più semplice, sicura e veloce. Gli imprenditori di entrambe le province hanno, inoltre, sottolineato l’importanza che riveste la formazione dei giovani, da cui deriva la stretta collaborazione con il mondo universitario (la Libera Università di Bolzano e l’Università degli Studi di Trento). “Negli ultimi anni si è rivelato quanto mai neces-

sario fare rete e la delimitazione geografica delle province non rappresenta certo un confine per gli imprenditori. Siamo, quindi, convinti che la conoscenza e la collaborazione con i colleghi di altre realtà può portare indubbi vantaggi per tut-to il settore” ha commentato Manfredi al termine dell’incontro, che ha visto la partecipazione di una quarantina di imprenditori delle due province. Vi-sta la buona esperienza di questo primo momento di confronto, i due presidenti hanno concordato di organizzare in futuro incontri simili a cadenza regolare, che possono anche offrire l’occasione per realizzare insieme progetti innovativi.Per rafforzare anche la reciproca informazione de-gli operatori sull’attività dei colleghi, l’incontro si è concluso con la presentazione sintetica di cinque aziende per provincia: Acs Data Systems Spa, Bren-nercom Spa, Horizon Srl, Run Spa e Sidera Srl per l’Alto Adige; Abbrevia Srl, Deltamax Automazione Srl, Obiettivo Lavoro Spa, Oficina d’Impresa Srl e Optoelettronica Italia Srl per il Trentino. Tali pre-sentazioni proseguiranno nei prossimi incontri. Le due sezioni Ict e Sit contano complessivamente circa 210 aziende con circa 4.800 collaboratori. Le aziende associate sono attive nei settori It e teleco-municazioni, finanziario e assicurativo, formazio-ne, lavoro interinale e consulenza aziendale.

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Le due sezioni unite per rafforzare la propria mission. Presto nuovi incontri in vista della promozione di progetti innovativi condivisi.

Ict: network tra Alto Adige e Trentino

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di PIErAnGELo BALDo, responsabile Area economia d’impresa di Confindustria Trento

Il punto sui seminari promossi da Confindustria Trento per consentire agli associati di affinare gli strumenti da impiegare nei rapporti con le banche e in materia di export.

riflettori su credito e internazionalizzazione

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Focus sul credito. Con il primo incontro del 26 set-tembre, dedicato agli “Scenari economici e riflessi sulla gestione finanziaria delle imprese”, ha pre-so avvio il percorso di formazio-ne e sensibilizzazione organizzato dall’Associazione per approfondire le problematiche congiunturali le-gate alle difficoltà creditizie. L’in-troduzione ai lavori è stata curata dal presidente della Piccola indu-stria con delega di Giunta per il Credito, Alessandro Benedetti, che ha sottolineato l’obiettivo del per-corso volto a fornire alle imprese informazioni e strumenti di cono-scenza utili per far fronte alla attua-le carenza di liquidità e accedere più agevolmente ai finanziamenti bancari. Daniele Marini, direttore scientifico della Fondazione Nord Est, ha tracciato uno scenario ag-giornato della situazione, illustran-do in modo preciso ed analitico lo stato dell’arte, focalizzando anche gli effetti correlati alle dimensioni delle imprese, al grado di inter-nazionalizzazione e al livello di innovazione delle stesse. Claudio Aldo Rigo, responsabile di territo-rio Nord Est di Unicredit, istituto partner dell’Associazione nell’orga-nizzazione del percorso formativo, ha svolto un articolato intervento di inquadramento delle problema-tiche sul credito, con un’analisi del-

le situazioni e delle vicende che hanno portato alla crisi di liquidità del sistema e alle attuali difficoltà per il mondo bancario di fornire adeguate provviste di credito alle imprese a costi accessibili.Il secondo incontro del 3 ottobre è stato invece dedicato all’illu-strazione dei “Nuovi aiuti provinciali a sostegno degli investimenti delle imprese”.In apertura lavori, il presidente dell’Associazione Paolo Mazza-lai ha sottolineato l’importanza del mantenimento di un sistema di agevolazioni che aiuti le imprese che investono in ricerca, in-novazione e internazionalizzazione e in nuove linee produttive, nonostante le difficoltà congiunturali, condividendo la logica di introdurre criteri di selettività rispetto a un sistema di intervento generalizzato.L’assessore provinciale all’Industria Alessandro Olivi ha tracciato i nuovi indirizzi della politica provinciale per il sostegno alle impre-se richiamando i regolamenti di attuazione della "legge unica per l’economia" rivisti in maniera significativa per premiare innovazio-ne, produttività ed efficienza.Le nuove priorità di intervento sono infatti strettamente connesse con sviluppo, selettività, qualità, addizionalità e correlate con il gettito tributario corrisposto in provincia.

Da sinistra: Sergio Anzelini, Claudio Moser e Alessandro Olivi

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Il tema dell’internazionalizzazione costituisce una priorità nell’attività che Confindustria Trento inten-de sviluppare nei prossimi mesi, che si articolerà con una serie di iniziative mirate, progetti specifici per l’export e nuovi servizi per sostenere le imprese che vorranno affacciarsi a mercati esteri, a partire dalla creazione di una nuova Area internazionaliz-zazione, con l’assunzione di un funzionario specifi-camente dedicato al tema.Alfonso Santilli, responsabile Direzione estero del-la Banca popolare di Vicenza, ha approfondito gli aspetti legati al “rischio-Paese”, alla relazione tra Incoterms 2010 e mezzi di pagamento e alle oppor-tunità circa la scelta dei più appropriati mezzi di pagamento e garanzie nei rapporti commerciali in-ternazionali.Il secondo incontro del 23 ottobre è stato invece dedicato interamente al “Rischio di cambio” e alle relative scelte finanziarie circa i più opportuni stru-menti di tutela.Dopo l’introduzione di Marco Semprebon di Uni-credit Trento, Francesco Tommaso Antonini, Head di Unicredit FX Italy e Roberto Mialich e Roberto D’Addeo, rispettivamente di Unicredit FX Strategist e Unicredit FX Sales, partendo da una panoramica dettagliata dell’attuale contesto del mercato interna-zionale dei cambi, hanno affrontato nel dettaglio il tema del governo del rischio di cambio e dei prin-cipali strumenti disponibili per gestire il rischio le-gato alle oscillazioni del mercato valutario a dispo-sizione delle imprese.

Claudio Moser, direttore dell’Agenzia provinciale per gli incentivi alle attività economiche ha quin-di illustrato in maniera più articolata i contenuti essenziali e le principali novità introdotte con il nuovo regolamento di attuazione della legge unica per l’economia relativo agli investimenti fissi, fo-calizzando l’attenzione sulle modifiche sostanziali volte a superare un sistema di “contributi a pioggia” con la introduzione di alcune priorità di intervento che fungono da vera e propria soglia di ingresso per l’accesso ai benefici della legge.Sergio Anzelini, direttore di Confidimpresa Tren-tino ha infine richiamato il ruolo e l’azione degli strumenti gestiti dai consorzi fidi per accompagna-re le imprese nei propri programmi di investimento.L’ampia partecipazione di imprenditori e l’articola-to dibattito che si è sviluppato, ha evidenziato l’in-teresse e l’attenzione particolare che il sistema delle imprese tuttora riserva alle disposizioni provinciali che possono supportare il mondo economico che intende continuare ad investire per consolidare ed accrescere le singole realtà aziendali nonostante la difficilissima crisi congiunturale.

Focus sui processi di internazionalizzazione. Con il seminario “Il rapporto tra banca e imprese nell’operatività con l’estero” del 18 settembre, l’As-sociazione ha dato inizio anche al ciclo di inizia-tive formative dedicate all’internazionalizzazione dell’impresa, articolato in sei incontri mensili e realizzato in collaborazione con Unicredit e Banca popolare di Vicenza.Il presidente dell’Associazione Paolo Mazzalai ha richiamato in apertura la necessità per le imprese di rivedere le proprie strategie di internazionalizza-zione per intercettare nuova domanda in quei Paesi che ancor oggi crescono in maniera significativa, ri-spetto all’attuale scenario recessivo italiano ed eu-ropeo, che purtroppo sembra destinato a protrarsi ancora per diversi mesi.

associazione

Alfonso Santilli

Marco Semprebon

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ComunitàonlineLa Camera di Commercio I.A.A di Trento, con la Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con le Associazioni imprenditoriali di categoria, promuove, tramite la propria Azienda speciale Accademia d’Impresa, l’utilizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) e Firma digitale mediante un servizio gratuito di formazione a distanza.

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inizio il 3 ottobre a Palazzo Stella con il corso “Project e Risk Management: metodologie e strumenti per la governance del rischio” un percorso formativo de-dicato al Risk Management, ovve-ro al processo mediante il quale si misura o si stima il rischio e si sviluppano le strategie necessarie a governarlo. In un contesto fortemente compe-titivo come quello attuale, il Risk Management costituisce un esem-pio di innovazione manageriale sulle problematiche della gestione degli eventi avversi di origine do-losa ed accidentale. Per consentire alle aziende, anche di piccole e medie dimensioni, di dotarsi di una serie di strumenti di controllo che aiutino il manage-ment nella gestione vincente della propria attività e nella program-mazione delle decisioni aziendali, Assoservizi, in collaborazione con l’Area diritto d’impresa di Confin-dustria Trento, promuove un per-corso formativo ad hoc.Il percorso – tuttora in via di svol-gimento - ha l’obiettivo di propor-re un approccio integrato alle te-matiche legate alla comprensione e all’analisi dei rischi a cui è po-tenzialmente esposta un’impresa. Nel complesso, l’attività offre un bagaglio fondamentale per il Risk Manager o per tutti coloro che

partecipano alle varie fasi realizzative del processo di gestione del rischio.Il programma è costituito da un insieme di corsi dal contenuto autonomo, in calendario fino a dicembre. Nelle scorse settimane si sono svolti i moduli dedicati al Modello Organizzativo 231, all’Organo di Vigilanza e all’Environment Risk, il 22 novembre è in programma la formazione sull’IT Risk, il 6 dicembre quella destinata al Financial Risk. Il percorso formativo è destinato a imprenditori, personale diret-tivo, manager, direttori amministrativi, responsabili affari legali e societari, responsabili della progettazione, risk manager, project manager, Rspp, Aspp, componenti OdV. Internal Auditor. A quan-ti desiderino prendere parte agli ultimi due appuntamenti del percorso si ricorda l’adesione alle attività è possibile anche a chi non abbia seguito l’intero percorso, e che l’attività può essere in-teramente finanziabile con "voucher" fondimpresa o fondirigenti, se l'azienda aderisce ai Fondi stessi e se si raggiunge un costo minimo aziendale pari ad almeno 800 euro.

Ha avuto

Fino a dicembre a Palazzo Stella Assoservizi promuove un calendario di azioni formative destinate ad approfondire i vari aspetti del Risk Management.

Imparare a gestire il rischio

associazione

Prossima scadenza versamenti FondimpresaIl prossimo 31 dicembre scade una parte delle risorse finanziare presenti sul conto formazione aziendale: quella corrispondente ai versamenti 2008 e 2010.Per non perdere le risorse accumulate (i versamenti scaduti ritorna-no a Fondimpresa che li utilizza diversamente) tutti gli imprenditori devono presentare entro la scadenza un piano formativo, che potrà essere svolto nei 12 mesi successivi alla presentazione.Si ricorda inoltre che sono attivi due Avvisi di contributo aggiuntivo: il 2/2012, che prevede un contributo fino a 8.000 euro per PMI e per le nuove aderenti di piccole dimensioni; il 3/2012, che prevede un contributo fino a 100.000 euro per le aziende colpite dalla crisi con lavoratori a rischio di perdita del posto di lavoro (dunque in presenza di richiesta di cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga, oppure con contratto di solidarietà).Per maggiori informazioni contattate Assoservizi: T. 0461 935050 - [email protected]

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gio

vani

3 ottobre il Gruppo giovani impren-ditori ha incontrato, in un momento di dialogo e confronto, i vertici della Banca di Trento e Bolza-no, e in particolare il presidente Mario Marango-ni e il direttore Nicola Calabrò. L’appuntamento ha rappresentato un’occasione informale per aggiornare tutti i partecipanti sulla situazione congiunturale europea e italiana, per approfondire le dinamiche dell’attuale mercato interbancario e le strategie adottate dagli istituti di credito per far fronte al nuovo scenario, non-ché per presentare ai vertici di Btb il punto di vista delle aziende, sottoponendo ai relatori anche quelle domande per le quali spesso si cercano ri-sposte, ma che in contesti normali sono difficili da porre. Con chiarezza ed efficacia, Calabrò ha spiegato gli scenari macroeconomici che influenzano in definitiva le interazioni che a livello “microeco-nomico” le imprese affrontano quotidianamente. In sintesi, gli aspetti principali emersi nel corso dell’incontro sono due. Il primo è di carattere generale: le banche sono imprese private che, soprattutto dopo la scompar-

sa del mercato interbancario, devono tutelare i ri-sparmi di chi deposita i propri danari, che sono il bene principale degli istituti di credito, per cui la propensione al rischio nell’attivare nuove linee di credito è a dir poco molto “misurata”. In que-sta direzione, i dati presentati relativi al livello di sofferenze e incagli soprattutto a livello Italia sono molto preoccupanti. La situazione è segno di un livello di generale difficoltà intrasettoriale, spe-cialmente nel settore edile, dove i forti segnali di pressione sugli affidamenti in corso ha portato il mondo bancario a valutare come maggior sensibi-lità il merito di credito del richiedente, attraverso un punteggio di rating. Indici come il Pd (probabi-lity of default), i solvency ratios e i liquidity ratios, sono sempre più parametri di oggettiva rilevanza, che assieme agli indici settoriali completano il quadro di valutazione richiesto. Viste le attuali condizioni di mercato, una stret-ta sul credito da parte del settore bancario sem-bra una conseguenza naturale. Nel caso specifico tuttavia il direttore Calabrò ha sottolineato come le richieste di credito e di finanziamento siano crollate rispetto all’effettiva capacità di offerta da parte della banca. In questo contesto, le realtà con un grado di patrimonializzazione elevato godono di un indubbio vantaggio nel finanziarsi.Il secondo aspetto emerso ha a che vedere con le caratteristiche specifiche di Btb. A livello di grup-po, la banca ha un ottimo rating e un rapporto raccolta/impieghi di piena sicurezza; a livello del-la nostra regione sono invece molti di più i presti-ti che la raccolta, come a dire che per noi c’è un saldo positivo di liquidità. Al termine dell’incontro si è svolto un animato dibattito, seguito da un momento conviviale di aperto confronto.

lo sCorso

Il Gruppo Giovani di Confindustria Trento ha dialogato con i vertici di Btb in occasione di un incontro dedicato ai rapporti tra gli istituti di credito e le aziende.

Giovani imprenditori e banche

giovani

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di cambiamento e di intensa trasfor-mazione aziendale richiedono rapidità di risposta, immediatezza operativa e competenza nella razio-nalizzazione delle risorse tecniche e umane. Per orientarsi in una fase così delicata dell’economia e per fronteggiare la situazione congiunturale in modo tempestivo ed efficace, il Gruppo giovani imprenditori ha organizzato un ciclo di incontri formativi sui temi del credito, della gestione della liquidità aziendale e delle novità normative in ma-teria di crisi. Nel corso del seminario “Gestire la crisi”, tenuto-si a Villa Bortolazzi lo scorso 18 ottobre, Fabrizio Marchionni, avvocato dello Studio Legale Mar-chionni & Associati, ha illustrato al folto numero di imprenditori presenti gli aspetti tecnici delle possibili contromisure da adottare per ripristinare l'equilibrio economico e finanziario dell'azienda ed ha chiarito come, nei casi più gravi, sia possibile affrontare procedure concorsuali che coinvolgono fornitori, clienti e partner commerciali. Marchionni ha richiamato in apertura una famosa citazione di Einstein sulle crisi economiche: “Non possiamo pretendere che le cose cambino se con-tinuiamo a fare le stesse cose. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato”. Nella prima parte dell’incontro, l'attenzione si è concentrata sul profilo legale degli istituti previsti dalla legge fallimentare che sono stati anche oggetto di recenti modifiche normative. L’avvocato ha ini-

ziato parlando dei sempre più diffusi piani attestati (ex art. 67) e accordi di ristrutturazione del debito (ex art. 182 bis). Tali strumenti possono essere impiegati per gestire le crisi di liquidità che portano alla dis-soluzione dell'impresa. La loro applicazione passa attraverso dei progetti di ristrutturazione aziendale che devono essere attestati da un professionista in-dipendente. La realizzazione passa in modo essen-ziale attraverso la collaborazione fattiva soprattutto con le controparti bancarie, il cui debito è oggetto di rimodulazione. È stato evidenziato come, pur-troppo, la presenza di molteplici interlocutori con interessi a volte contrapposti possa rendere diffici-le il raggiungimento degli accordi. Proprio per tali motivi è essenziale iniziare tali percorsi prima che le difficoltà finanziarie siano insuperabili. Successivamente l’avvocato ha posto l’accento sul concordato, evidenziando in particolare le recen-tissime novità introdotte dallo strumento del con-cordato in continuità. Tale nuovo istituto giuridico pone l’obiettivo della continuità aziendale, quale strumento per il miglior soddisfacimento degli im-pegni verso creditori. L'ultima parte del seminario è stata dedicata al dia-logo con gli imprenditori, lasciando ampio spazio alle numerose domande dei partecipanti. Tutti i partecipanti hanno espresso valutazioni po-sitive sul contenuto dell’incontro, e tutti hanno con-venuto che Einstein, pur nella difficoltà di questi periodi, sembrerebbe qualcuno a cui dare credito…

i momenti

Il Gruppo Giovani Imprenditori ha affrontato gli aspetti legali connessi al tema nel corso del seminario tenuto dall’avvocato Fabrizio Marchionni.

“Gestire la crisi”

giovani

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in CinQuant’anni,

di ALESSAnDro DE BErToLInI

Nell’anno del cinquantesimo anniversario, con 640 milioni di fatturato, Dana Italia festeggia un record storico.

Con il presidente di Dana Italia, Rino Tarolli, alla cerimonia erano presenti molte autorità. Tra di loro, il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, l’assessore all’Industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, il di-rettore di Confindustria Trento Roberto Busato, il dirigente del Dipartimento provinciale industria e artigianato Paolo Spagni, il sindaco di Arco Paolo Mattei con il vicesindaco Alessandro Betta. “Dana – si è espresso così Lorenzo Dellai – è luogo di produzione, formazione e ricerca. È un modello in questo senso. E dà al Trentino l’idea che qui si possa avere un forte settore industriale manifattu-riero di grande qualità: un sistema come il polo della meccatronica, nel quale Dana e l’ingegner Tarolli stanno mettendo un’esperienza imprendi-toriale fondamentale. La solidità del Trentino, che nel giro di qualche decennio di Autonomia è usci-to dalla povertà, è una solidità che va sottoposta

oltre 3mila dipendenti si sono avvicendati nello stabilimento Dana in Tren-tino per un fatturato totale di quasi 7 miliardi di euro. A pochi mesi dal 2013, l’azienda si appresta a chiudere l’anno in corso con 640 milioni di fat-turato, il 7% in più rispetto al 2011. Lo storico stabilimento di Arco – sede legale di Dana Italia Spa e delle direzioni mondiali di Dana Off-highway per vendite e marketing, ingegneria, qualità e pianificazione prodotto – ha festeggia-to così il mezzo secolo di vita dalla fondazione. Sabato 20 ottobre si è tenuta la cerimonia per il 50° e la domenica successiva l’azienda ha aperto le porte al pubblico. L’open day è stato dedicato al personale, ai pensionati dell’azienda e alle loro famiglie, ma anche ai cittadini delle comunità lo-cali, che hanno avuto la possibilità di visionare lo stabilimento produttivo, l’organizzazione e le tecnologie impiegate.

Dana splendida cinquantenne arcense

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aziende

Da sinistra:Paolo Ghezzi,

Alessandro Olivi, Lorenzo Dellai e Paolo Mattei

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in provincia di Como e Crescentino in provincia di Vercelli) impiegano in totale circa 1.300 dipen-denti. Solo ad Arco lavorano 455 persone. Con 640 milioni di fatturato, Dana Italia tocca nel 2012 un record storico. Lo ha annunciato durante la cerimonia per il 50° il presidente e ammini-stratore delegato Rino Tarolli. “Oggi Dana ven-de a più di 800 clienti di 28 Paesi differenti con una percentuale di export superiore al 93% (tutti i marchi leader nel settore di macchine agricole e da costruzione ma, anche, tantissimi costruttori medio-piccoli). E fa impressione calcolare, come abbiamo fatto con un po’ di approssimazione, il numero di unità vendute in mezzo secolo di vita... Più di 3 milioni.”Alla cerimonia, dopo l’intervento di Rino Tarolli, è stato proiettato un filmato e alcune interviste a dipendenti del presente e del passato. Il primo a prendere la parola è stato proprio Federico Hurth, fondatore dell’azienda, al quale è stato consegnato un riconoscimento speciale. È intervenuto poi Fio-renzo Busso, amministratore delegato dell’azien-da dal 1993 al 2000. Per il futuro, Tarolli ha ricordato che ci sono at-tualmente quattro nuovi prodotti in via di svi-luppo e che è stato creato un nuovo gruppo di “advanced engineering” (ingegneria avanzata) per sviluppare nuovi sistemi di trazione idrostatici ad alta efficienza e recupero di energia. Tra le strate-gie di impresa più importanti, due le linee guida: per i Paesi sviluppati, dove la crescita è bassa, pun-tare sul risparmio energetico dei prodotti e quindi sulla maggiore efficienza dei veicoli; per i Paesi con mercati emergenti e in via di sviluppo, pun-tare sulla crescente domanda di meccanizzazione dell’agricoltura e delle costruzioni.

a manutenzione costante. Ci sono rischi enormi nella globalizzazione, ma anche grandi potenziali-tà. In questo senso Dana e il mondo delle imprese trentine sono fondamentali, non solo perché dan-no prospettive a tante famiglie, ma perché tutti in-sieme sul nostro territorio sono un moltiplicatore di valore”. Dopo Dellai, anche Alessandro Olivi ha sottolineato i vantaggi legati alla presenza di Dana in Trentino. “Un’azienda come questa – ha spiegato Olivi – crea indotto sul territorio. Molte altre imprese possono servirsi del suo know-how. Con circa 3mila dipendenti coinvolti negli stabi-limenti del Trentino negli ultimi cinquant’anni, Dana ha dimostrato di essere non solo un caso di eccellenza ma anche un grande patrimonio di capitale umano. Questo, a mio avviso, è il vero va-lore della sua presenza”. Infine Paolo Mattei, sin-daco di Arco, ha ribadito il ruolo fondamentale dei vertici dell’azienda e dei lavoratori. “Qui ad Arco – ha commentato – abbiamo tre o quattro realtà fra le più grosse del Trentino, e questa eccel-lenza va ricercata nella qualità delle maestranze e del management”. Le origini di Dana vanno cercate in Trentino, nel 1962, quando l’imprenditore bavarese Federi-co Hurth fonda ad Arco la Hurth Italiana Spa. Successivamente, nel 1997 lo stabilimento di Arco viene acquisito da Dana Corporation, oggi Dana Holding Co, e diviene in seguito uno dei siti pro-duttivi più importanti della Global Business Unit Off-Highway Driveline Technologies. Oggi Dana Italia progetta, produce e commercializza assali, trasmissioni e alberi di trasmissione per veicoli a uso non stradale (macchine industriali, da minie-ra, forestali e agricole). I quattro stabilimenti italia-ni (Arco e Rovereto in Trentino, Montano Lucino

Rino Tarolli premia Lorenzo Dellai e Alessandro Olivi. Alle sue spalle, Mattei e Busato

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l’80% del fatturato all’estero. Puntiamo sui mercati emergenti, dove stiamo lavorando molto con margini continui di cresci-ta. Cina, soprattutto. Insieme a India, Sudafrica, Australia, Brasile e altri Paesi del Sudamerica. Anche in Europa ci muoviamo bene ma il mer-cato è stabile”. Alessandra Montesardo è diret-tore amministrativo e finanziario di Gunnebo Entrance Control Spa. L’azienda, con sede a Lavis, è leader in Italia nel-la costruzione di barriere automatiche per il con-trollo degli accessi. Tornelli dalle caratteristiche più tradizionali per il controllo del passaggio pedonale fino ai sistemi più sofisticati con alto contenuto tecnologico destinati agli stadi, alle metropolitane e agli aeroporti. Molte le commes-se da tanti Paesi differenti. “Sono nostri – con-tinua Montesardo – gli impianti presenti nelle metropolitane di Pechino, Shanghai, Hong Kong,

Montreal e Melbourne. E anche quelli situati in alcuni grandi aeroscali come l’aeroporto di Sid-ney. In questi casi, offriamo prodotti molto so-fisticati, dove l’apparato tecnologico è in grado di integrarsi e interfacciarsi con l’insieme degli altri sistemi di sicurezza presenti in aeroporto”. Alto contenuto tecnologico e garanzia di eleva-ti standard di sicurezza. Ma non solo. Gunne-bo Entrance Control Spa, se richiesto, realizza prodotti su misura “customizzando” la propria produzione in base alle esigenze del cliente nel rispetto di vincoli e misure di carattere architet-tonico mantenendo comunque elevati gli stan-dard di sicurezza. “Uno dei nostri modelli di punta, Hidden Gate, è stato da poco utilizzato – riprende Montesardo – nella sede storica del Sole 24 Ore, a Milano, nell’ambito di un progetto di ristrutturazione dell’edificio curato da Renzo Piano”.

“realizziamo

Gunnebo Entrance Control Spa realizza barriere automatiche per il controllo degli accessi ad alto contenuto tecnologico e con elevati standard di sicurezza.

Barriere automatiche leader nel mondo

aziende

L'ingresso della sede del Sole 24 Ore a Milano con i tornelli Gunnebo

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ga le strutture italiane ad adeguarsi a maggiori standard di sicurezza. Tra questi, il posiziona-mento di tornelli. Leader nel settore in Italia e in Europa, Gunnebo Entrance Control rifornisce così i principali stadi di Italia con prodotti di qualità che superano la concorrenza. La vendita in Italia avviene tramite una socie-tà commerciale del gruppo con sede a Milano. Tutto il resto si svolge in Trentino, a Lavis, nello stabilimento disposto su 10mila metri quadrati. Vi lavorano oltre 70 dipendenti. “È presente a Lavis – sottolinea Alessandra Montesardo – la struttura al completo: progettazione, produzio-ne, amministrazione, logistica, ufficio acquisti e ufficio vendite estero”. Il personale è qualificato con una consolidata esperienza. Significativa la presenza di ingegneri meccanici ed elettronici per la progettazione. “Un’azienda piuttosto gio-vane – continua – con età media di circa 40-42 anni”. A Lavis, infine, si trova l’importante centro di ricerca e sviluppo. “Qui – dice Montesardo – è presente il reparto di ricerca e sviluppo che svol-ge la sua attività per la Business Area Entran-ce Control, quindi non solo limitata alla realtà produttiva di Lavis. I nostri prodotti sono molto personalizzabili, da un lato, e con alto conte-nuto tecnologico, dall’altro. Questo ci spinge a ricercare in continuazione nuove soluzioni. Il 7-8% del nostro fatturato è investito in ricerca. Dobbiamo trovare costantemente nuove soluzio-ni per i prodotti del futuro e migliorare le tecno-logie di cui disponiamo per i prodotti esistenti. È qui che nasce la qualità e l’innovazione della nostra offerta”. (adb)

La storia di Gunnebo Entrance Control Spa ha inizio nel 1997, quando il Gruppo Gunnebo, co-losso svedese, acquista la Italdis Industria Spa, fondata a Lavis nel 1969. In origine, l’azienda trentina importava dall’estero per il mercato italiano tornelli girevoli destinati perlopiù ai supermercati. Differenziando la gamma di pro-dotti e con l’aumento crescente nel volume di affari, il marchio si è evoluto negli anni Set-tanta e Ottanta fino all’acquisizione, alla fine dei Novanta, da parte di Gunnebo. Il Gruppo rappresenta oggi una delle maggiori società a livello mondiale nel suo settore. Occupa com-plessivamente circa 7mila dipendenti e offre una “completa gamma di prodotti di sicurezza, da cassette di sicurezza antifurto e ignifughe ai prodotti per la gestione del contante, sistemi di allarme, protezione antincendio, barriere di ac-cesso di sicurezza, dispositivi di controllo degli accessi, tivù a circuito chiuso e centrali di allar-me per una protezione perimetrale interna ed esterna”. La Business Area Entrance Control, cui appartiene la società di Lavis, rappresenta uno dei quattro core business del Gruppo.Nella compagine societaria, Gunnebo Entrance Control Spa opera come azienda specialistica indipendente. A seguito dei ripetuti incidenti negli stadi di calcio verificatisi tra il 2004 e il 2006, la società ha l’opportunità nel 2007 di far conoscere maggiormente i propri prodotti. In quegli anni, con decreto, il Parlamento obbli-

Metropolitana di Hong-Kong

Kcrc Project

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e il futuro dell’azienda secondo due linee di sviluppo. “In primo luogo – spiega Mirco Cainelli, responsabile ricerca e sviluppo di Capi Group Srl – puntare sempre di più verso il mercato estero. In secondo luogo, portare e pun-tare in azienda su giovani motivati e preparati”. Due priorità, queste, strettamente collegate fra di loro poiché i giovani sono chiamati in Capi Gruop per seguire uno step organizzativo aziendale fina-lizzato alla internazionalizzazione. “Per quanto ri-guarda l’export – continua Cainelli – intendiamo conquistare quote di mercato con Capi Group nel Sudamerica, nell’Europa del Nord e negli Usa so-prattutto. Negli Stati Uniti non abbiamo aziende concorrenti. Nessuno realizza i nostri prodotti con la tecnologia di cui disponiamo e tutti i commit-tenti Usa acquistano in Europa. In Asia, invece, abbiamo appena avviato una nuova azienda in

Cina. Nostro start-up, è la Wgt Co. Ltd (Wuxi Gear Tech) dislocata a Wuxi. Con questa realtà intendia-mo produrre per il mercato cinese e del sud est asiatico. Per poterci muovere bene all’estero e per riorganizzare la struttura aziendale sulla base delle nuove esigenze, sia per Capi Group sia per Wgt ab-biamo bisogno di risorse umane, in particolare di giovani che possano accompagnarci in questo tra-gitto e che abbiano voglia di imparare. Dobbiamo attirare l’interesse delle multinazionali straniere e con uno staff di giovani motivati avremmo nuove chances. Negli ultimi anni, grazie anche alla col-laborazione con Confindustria Trento, abbiamo inserito quattro giovani nel nostro organico, che oggi lavorano a stretto contatto con i titolari per raggiungere la mission. Ne stiamo cercando un al-tro per l’area tecnico-commerciale”. Capi, con sede a Calliano nei pressi di Rovere-

il Presente

Per Capi Group, leader nella produzione di corone epicicloidali, la conquista del mercato straniero passa per l’inserimento di giovani collaboratori preparati e motivati.

nuove leve per l’internazionalizzazione

aziende

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le aziende del Centro polivalente di impresa di Calliano operanti con Capi Group Srl (produzio-ne corone epicicloidali dentate) sono Meccanica Cainelli Srl (fornitura di componenti meccanici lavorati con impianti ad alta tecnologia), Omp Piccinelli (lavorazioni meccaniche di particolari in acciaio), Rivestcor (trattamenti superficiali anti-corrosione, zincatura elettrolitica e fosfatazione al manganese), Cps Sro (azienda operante in Slovac-chia nel mercato dell’Est Europa che esegue forni-tura e lavorazioni componenti meccanici), Itw (la-vorazione di alluminio e leghe) e Colmegna Nord (trattamenti termici di nitrurazione e tempra sui materiali post-lavorazione). In particolare su quest’ultima, Capi Group ha fo-calizzato le proprie aspettative e gli investimenti. “Colmegna Nord – riprende Cainelli – è l’unica azienda in Trentino-Alto Adige che opera nei trat-tamenti conto terzi: i processi produttivi passano dalla tempra a induzione, cementazione e tempra, nitrurazione e nitreg. Per ciò pensiamo di utiliz-zarla non solo per soddisfare lavorazioni interne al Gruppo, ma anche per la committenza esterna. Portiamo avanti inoltre collaborazioni con le uni-versità, in particolare con il Politecnico di Milano e con l’Università di Trento”.Nella sede Capi Group di Calliano lavorano oggi quasi 60 persone. Complessivamente, con le sedi e gli stabilimenti delle società controllate, il Gruppo conta 235 dipendenti.“Il motore principale che alimenta la nostra attivi-tà quotidiana – conclude Cainelli – è la passione quotidiana in ciò che facciamo e la volontà ferrea nel raggiungere gli obbiettivi condivisi. Questo è l’augurio che ci sentiamo di fare a tutti i giovani che intendono intraprendere la nostra attività”. (adb)

aziende

to, è azienda specializzata nella produzione di corone epicicloidali. “Tali prodotti – precisa Cai-nelli – hanno vari campi applicativi, spaziando dal mercato dell’eolica ai mercati energetici, dai mercati petroliferi ai macchinari movimento terra e alle macchine agricole”. Nei suoi stabilimenti, Capi Group esegue tutte le fasi del ciclo produttivo delle corone dentate: tornitura, foratura, brocciatu-ra, stozzatura, trattamenti di tempra a induzione, nitrurazione e cementazione. Realtà giovane e dinamica, Capi Srl nasce nel 2005 dall’alleanza tra le famiglie Cainelli e Piccinelli. Le due famiglie, concorrenti nel settore della mecca-nica, erano presenti sul mercato da decenni con le rispettive aziende: la Meccanica Cainelli di Vola-no e la Omp Piccinelli di Darzo. Dall’unione delle due società ha avuto origine Capi Srl. Sulla spinta dell’alleanza industriale e in forza di primi suc-cessi, nasce nel 2008 il primo Centro polivalente di impresa a Calliano e Capi Group Srl. L’obietti-vo del centro consiste nel creare un luogo di ec-cellenza nella costruzione di corone epicicloidali coinvolgendo più imprese leader nel settore. Oggi,

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È il segno del gruppo Marangoni. Uno dei pochi al mondo a gestire tutte le attività connesse all’intero ciclo di vita del pneu-matico: dai macchinari per l’industria del pneumatico alle gomme per usi industriali, dalla produzione di pneumatici nuovi airicostruiti, dai sistemi per la ricostruzione alla distribuzione. È il segno di un’azienda in movimento verso il futuro, continua-mente alla ricerca di materiali e tecnologie all’avanguardia. È segno di un grande rispetto per l’ambiente che si concretizzanell’impegno per il recupero dell’energia attraverso lo smaltimento. Ecco perché,se sulla vostra strada c’è Marangoni, è sempre un buon segno.

Buon segno.

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a Bauer – l’azienda trentina spe-cializzata nella produzione di preparati per bro-di e insaporitori – il primo edificio certificato Leed Italia. Parliamo dello stabilimento da poco inaugurato a Spini di Gardolo, la nuova sede della Bauer. La struttura è costruita nel rispetto dei più rigidi criteri di risparmio ed efficienza energetica, confort ed elevati standard abitativi secondo i parametri Leed Italia. “Il nostro sta-bilimento – spiega Giovanna Flor, amministra-tore unico dell’azienda – è in assoluto il primo edificio in Italia a essere certificato con questi criteri. Siamo davvero molto soddisfatti del ri-sultato”. Il marchio Leed è garanzia di qualità, sostenibi-lità e bioedilizia. “Bauer Spa – sottolinea l’ammi-nistratore unico – ha realizzato lo stabilimento certificando il livello di sostenibilità ambientale con il sistema “Leed 2009 Italia nuove costruzio-

ni e ristrutturazioni”. Il sistema di certificazione è nato negli Stati Uniti nel 1998 ed è giunto in Italia nel 2007. È il più diffuso al mondo e fornisce criteri di valutazione basati su principi energetici e ambientali accettati a livello inter-nazionale che si pongono in equilibrio fra prati-che radicate e concetti emergenti. È organizzato in cinque categorie ambientali, ognuna compo-sta da uno o più prerequisiti obbligatori e da crediti che danno punteggio: sostenibilità del sito, gestione delle acque, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità ambientale interna, innovazione nella progettazione, priorità regio-nale”. Nella valutazione finale, lo stabilimento Bauer ha superato la prova con il punteggio di 72/110. “La certificazione Leed – precisa Flor – è aggiudicata in accordo con questa scala di valu-tazione: base (40-49 punti), argento (50-59 punti), oro (60-79 punti), platino (80 o più punti). Con

aPPartiene

Il nuovo stabilimento di Spini di Gardolo guadagna all’impresa associata a Confindustria Trento un primato nazionale.

Sede sostenibileper Bauer

aziende

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Milano), la torre di via Larga a Bologna. Sempre a Trento, inoltre, concorre alla certificazione la sede del Museo tridentino di Scienze naturali firmata Renzo Piano. Sotto il profilo del consumo energetico, l’edifi-cio Bauer è sostanzialmente autonomo. All’inter-no e all’esterno, numerosi accorgimenti secondo i più moderni standard di sostenibilità in edi-lizia. “Gli spazi interni – racconta Flor – sono progettati per garantire agli occupanti comfort e contatto visivo diretto con l’ambiente ester-no. Le vetrate degli uffici al primo piano sono protette da frangisole in legno di larice natura-le che modula l’ingresso della luce. Nella zona mensa e in altri gli spazi sono state individuate aree dedicate alla raccolta differenziata dei ri-fiuti. Il tetto verde offre numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale come la riduzione dei consumi energetici e l’isolamento termico, l’opportunità di raccolta e riutilizzo delle acque piovane per scopi non potabili, la riduzione dei picchi di deflusso idrico. L’energia solare è sfruttata attraverso l’installazione di pannel-li solari e pannelli fotovoltaici. La predisposi-zione di portabiciclette, spogliatoi con docce e parcheggi preferenziali per veicoli a carburante alternativo e parcheggi preferenziali per carpool e vanpool consentono di incoraggiare gli uten-ti all’utilizzo di sistemi di trasporto alternativo. La combinazione di strategie come la riduzione delle superfici a prato a favore di cespugli e arbusti, la piantumazione degli spazi a verde con essenze autoctone, l’installazione di sistemi d’irrigazione efficienti e il riutilizzo dell’acqua piovana raccolta, permette di ridurre il fabbiso-gno idrico ai fini irrigativi”. (adb)

il nostro punteggio ci siamo posizionati nella classe gold (oro). Non immaginavamo di poter ottenere tanto”. Le caratteristiche dell’edificio e la rispondenza ai criteri Leed si sposano perfettamente con la filosofia dell’azienda. “Obiettivo primario – continua Flor – è stata la realizzazione di una costruzione a ridotto impatto ambientale, in sintonia con le convinzioni più profonde e ge-nuine del marchio Bauer. Attenzione alla salute e all’ambiente: questi sono i valori a cui puntia-mo nella realizzazione di tutti i nostri prodotti, cercando di renderli il più naturale possibile”.Ma come è nata l’idea di accettare la sfida Leed? “L’edificio precedente era vecchio – riprende Giovanna Flor – e non più funzionale. Dopo vari sopralluoghi, abbiamo visionato il lotto di terreno a Spini di Gardolo. Ci sembrava adatto e abbiamo avviato la trattativa. Successivamen-te, in fase di progettazione, Patrizia Ballardi-ni, nostro consulente marketing, ha proposto la sfida di adeguare lo stabile ai parametri Leed. Dall’inizio dei lavori (marzo 2011), sono trascor-si sei mesi per costruire l’immobile. In questo breve arco di tempo, parallelamente alla cura dei lavori, ci siamo informati su che cosa fosse esattamente il sistema Leed per imparare a co-noscerlo, predisporre le misure necessarie al ri-spetto dei parametri, seguire i criteri costruttivi e gli accorgimenti per adempiere agli standard”. In Italia, sono circa una trentina gli edifici che concorrono attualmente alle procedure per l’ot-tenimento della certificazione Leed. Tra questi, alcune importanti strutture come il quartiere di Porta Nuova di Milano (Garibaldi, Isola e Vare-sine), le due torri di City Life (Isozaki e Hadid,

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il 2012 di oltre 9 milioni di euro e che ha compiuto una scelta in controtendenza all’attuale pessimismo economico-finanziario. Infat-ti anziché costruire un edificio di 800 mq sufficiente alle proprie esi-genze, ha deciso di unire in un’unica sede di 3.200 metri quadri un insieme di aziende del settore Ict al fine di poter ricercare sinergie, economie di scala e avviare lo sviluppo di progetti innovativi. Una rete di piccole-medie imprese federate in grado di offrire un’interes-sante proposta di prodotti e servizi hardware, software e consulenza nella realizzazione e gestione di sistemi informatici per le aziende.Oltre a Delta Informatica troviamo quindi: Saidea Srl, che opera nel settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie innovative, la gio-vane software house Factory Mind Scrl, la Deltamax Automazione Srl, che offre prodotti e servizi di automazione industriale, Kinè Scs, cooperativa sociale attiva nel campo della comunicazione e della digitalizzazione di archivi, ConfiniOnline Snc, specializzata nel set-tore della ricerca statistica e nella consulenza e formazione e infine Zeta Consult Srl, operante sempre nel settore di prodotti e servizi informatici ad aziende. Un gruppo di società che, accomunate dalla vocazione ad operare in settori innovativi danno lavoro ad oltre 130 persone (compreso Delta) la cui età media di 35 anni permette sicuramente di puntare al futuro sviluppo delle attività.Solo la storia di Delta Informatica costringe a un passo indietro,

“noi

Inaugurata a Spini di Gardolo la sede che accoglie le attività di Delta Informatica, Saidea, Factory mind, Deltamax automazione, Kinè, ConfiniOnline e Zeta consult.

Un nuovo polo per l’It

aziende

imprenditori non dobbia-mo abdicare alla nostra creatività… perché credetemi il lavoro dell’im-prenditore è un lavoro creativo e romantico…”. Con queste parole tratte da un libro di Edoardo Nesi, Pompeo Viganò, (foto sotto) presidente di Delta In-formatica Spa, ha iniziato il suo in-tervento per l’inaugurazione della nuova sede di Spini di Gardolo che si è tenuta il 20 ottobre scorso. A pochi passi da Bauer e Dedagroup, in un’area di nuova costruzione, nasce un nuovo polo dell’Informa-tion Technology che raccoglie sette aziende del settore.Promotrice di questa iniziativa è la Delta Informatica Spa, marchio pionieristico del settore in Trentino, che oggi dà lavoro ad oltre 60 per-sone con un fatturato stimato per

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do cooperativo, amministratori pubblici e privati. Tra questi il presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai, chi si è detto “onorato di aver per-corso, proprio agli inizi, un piccolo tratto di cammi-no con i soci storici della cooperativa Delta Infor-matica”, e che ha aggiunto: “Il Trentino ha chance importanti nel campo dell'Information Technology: i nostri 'padri', e tra questi metto soprattutto Bruno Kessler già negli anni Sessanta e Settanta investirono proprio nell'informatica, in quelle che allora erano le nuove tecnologie e l'alta formazione, in un'epoca nella quale non tutti erano d'accordo con queste scelte. In realtà furono preveggenti e previdenti, vi-sto che oggi il Trentino è un grande laboratorio di innovazione e di ricerca in cui nascono e si rafforza-no imprese e consorzi di imprese locali come quello che oggi inauguriamo a Spini di Gardolo". Una iniziativa, quindi, che dell’innovazione propria dell’attività delle sette aziende che vi risiedono si fa portavoce fin dalle formule costruttive, all'insegna dell'efficienza energetica e dell'impronta ecologica: il tetto ricoperto d'erba, l'impianto geotermico per il riscaldamento, i pannelli fotovoltaici, la riduzio-ne delle emissioni luminose e dei consumi d'ac-qua, insieme alla centralina per ricaricare le auto elettriche, alla collocazione in una zona servita dai mezzi pubblici, alla presenza di aree verdi e ampli parcheggi nonché di permettere l’ottenimento della certificazione ambientale secondo il sistema LEED di classe Gold. Tutto ciò ha comportato una spesa di oltre 7 milioni di euro (il contributo della Provincia, dilazionato su dieci anni, è di circa il 18% ).Ma la sfida non è solo ambientale o di rischio fi-nanziario in un momento di congiuntura economi-ca, la vera sfida sarà la capacità di creare, in questo polo, serie e concrete relazioni produttive: “Abbia-mo trovato il coraggio – precisa Viganò - di investire nella costruzione dell'edificio e anche in nuovi pro-getti di ricerca per uscire, ci auguriamo con successo, da un momento in cui come aziende siamo spesso sottomesse ad una strategia di breve se non di bre-vissimo periodo”.

per scoprire le radici di un progetto nato oltre trent’anni fa, precisamente il 18 marzo del 1980, quando venne fondata la prima Delta Informati-ca. All’inizio del nuovo millennio l’azienda cam-bia proprietà e si fonde con la Dator di Bolzano, dando vita alla DeltaDator Spa, divenuta in anni recenti Dedagroup Spa. Lo storico marchio riemerge nel 2011, quando deci-de di fregiarsene Delta Servizi, grazie anche alla ri-composizione della vecchia compagine azionaria, che nel 2009 aveva acquisito, grazie ad un accordo con Dedagroup, un ramo d'azienda composto da circa 35 dipendenti e con un portafoglio di un migliaio di piccoli clienti.Oggi dunque la nuova-vecchia Delta Informatica accompagna con “creatività e sano spirito im-prenditoriale” questo nuovo impegnativo progetto nato prima dell’immobile (“sono state le idee che ci hanno convinto a costruire - dichiara Viganò - e non la necessità di riempire gli spazi”) che ha saputo aumentare di altre 20 unità lavorative dal 2009 ad oggi con un fatturato aggregato di circa 13 milioni di euro nel 2012.La nuova sede di Spini di Gardolo è stata inaugu-rata alla presenza molto numerosa di collaborato-ri, imprenditori, politici, rappresentanti del mon-

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il 7 ottobre scorso la cerimonia di inaugurazione dell’Auditorium dell’Aquila, l’ope-ra progettata dall’architetto Renzo Piano e donata dalla comunità trentina al capoluogo abruzzese, città profondamente ferita dal terribile terremoto del 6 aprile 2009.Alla cerimonia erano presenti il presidente di Ance Trento Enrico Garbari, invitato dal gover-natore del Trentino Lorenzo Dellai, anch’egli presente al parterre istituzionale, oltre ai rappre-sentanti delle imprese trentine che, in raggruppa-mento temporaneo di imprese, hanno realizzato l’opera: Luca Gherardi della Collini Lavori Spa (impresa capogruppo), Fabio Antolini della Edil-tione Spa e Lorenzo Perini della Gostner Srl.Hanno contribuito alla realizzazione dell’opera anche le imprese trentine Log Engineering Srl,

Grisenti Srl, Masè Termoimpianti e Mobilificio Deflorian Iginio Srl; aziende tutte associate a Confindustria Trento.Nelle dichiarazioni e nella conferenza stampa che hanno preceduto e accompagnato l’evento inaugurale è stata posta l’attenzione sul signi-ficato di profonda solidarietà che la comunità trentina ha dimostrato nei confronti della popo-lazione abruzzese.“La realizzazione dell’Auditorium del Parco a L’Aquila è l’intervento conclusivo, ad alto conte-nuto simbolico, della Missione Abruzzo; la più impegnativa, sia in termini di risorse umane coinvolte (2.500 persone) sia finanziarie (circa 20 milioni di euro) ma anche come molteplicità e tipo di interventi, tra le missioni di solidarie-tà mai promosse dalla Provincia autonoma di Trento e dalla sua Protezione civile e realizzata con il sostegno della popolazione trentina e di tutte le sue componenti istituzionali, sociali ed economiche”. Queste le parole con le quali il governatore Del-

si è svolta

di LorEnzo GArBArI, segretario Ance Trento

L’opera, progettata da Renzo Piano e realizzata da un raggruppamento di aziende industriali trentine delle costruzioni, è stata inaugurata alla presenza del capo dello Stato.

Inaugurato l’Auditorium dell’Aquila

edili

zia

edilizia

Trentino il raggruppamento temporaneo di imprese che ha realizzato l’opera

progettata da Renzo Piano: Collini Lavori SpA, Ediltione SpA e Gostner Srl.

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tervenendo gratuitamente nella preparazione del terreno dove è sorto il villaggio di case in legno donato anch’esso dalla Provincia di Trento alla popolazione di Onna. Imprese trentine che sono tuttora presenti nelle zone terremotate, dove met-tono a disposizione della ricostruzione la loro esperienza, organizzazione e qualità realizzativa.E il sentimento di gratitudine della popolazione dell’Aquila è stato ben rappresentato dalle parole del sindaco Massimo Cialente, che ha ringrazia-to ancora una volta i trentini che “da brava gente di montagna fanno e non raccontano”, ricordan-do anche che se Onna è sopravvissuta come città lo si deve soprattutto a persone generose come i trentini. Per l’emergenza sono stati oltre 2.700 i trentini, per due terzi del totale volontari e per un terzo funzionari e tecnici, che hanno lavorato per la popolazione aquilana.È con questo sentimento di riconoscenza che il sindaco Cialente ha consegnato al governatore Dellai, e con lui a tutta la comunità trentina, le chiavi della città “assieme a quelle dei cuori de-gli aquilani”.L’inaugurazione del nuovo Auditorium, oltre alla solennità del taglio del nastro, ha avuto nel con-certo dell’orchestra Mozart diretta dal maestro Claudio Abbado il “battezzo” ufficiale.

lai ha riempito di significato e di concretezza l’azione di solidarietà della nostra comunità a favore della popolazione dell’Abruzzo.L’Auditorium realizzato nel parco del Castello non è un “monumento”, come ha voluto sottoli-neare lo stesso governatore, ma assume i conno-tati di una vera e propria opera d’arte, unica nel suo genere, realizzata completamente in legno.

“Se tutto è iniziato grazie all’idea del maestro Claudio Abbado - ha dichiarato il progettista Renzo Piano -, decisivo è stato il rapporto con la Provincia di Trento, con il team dei progetti-sti, con le imprese che hanno eseguito i lavori e con gli studenti dell’Università. Un lavoro corale molto importante, un regalo che è come un gio-iello, perché è una cassa armonica per la quale è stato usato il legno che da secoli si utilizza nella creazione dei violini stradivari”. E proprio l’utilizzo del “prezioso legno del nostro Trentino”, come ha voluto ricordare il capo dello Stato Giorgio Napolitano - ben venti chilometri di doghe in abete rosso e quattordici chilome-tri di listelli - rappresenta l’elemento costruttivo d’eccellenza per quest’opera d’arte.Un’opera insomma complessa, costata poco meno di 7 milioni di euro per circa 250 posti a sedere, sofisticata elegante e affascinante, frutto del genio del progettista genovese e della capaci-tà realizzativa – peraltro in tempi record – dell’in-dustria trentina delle costruzioni.Imprese, quelle di Ance Trento, che sono interve-nute già all’indomani del terremoto del 2009 per portare aiuto e solidarietà alla popolazione, in-

I numeri dell’Auditorium “trentino”: 20 chilometri di doghe in legno di abete

rosso, 14 chilometri di listelli, circa 250 posti a sedere e...oltre 1 milione tra

viti e chiodi.

Il bozzetto di Renzo Piano

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quest’anno, dopo il successo delle ulti-me due passate edizioni, Trentino Export, consor-zio di più di 130 piccole e medie imprese della Provincia autonoma di Trento, ha partecipato all’evento gardesano “Garda Endurance Lifestyle”, organizzato dall’Istituto per il commercio estero in collaborazione con il Ministero per lo sviluppo economico. Venerdì 28 settembre, presso il Parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio, si sono tenuti mol-teplici incontri “B2B” che hanno permesso di svi-luppare la reciproca conoscenza tra le molte realtà imprenditoriali estere presenti e le eccellenze dei prodotti delle aziende trentine rappresentate da Trentino Export.A differenza degli anni scorsi, all’edizione 2012 hanno partecipato, oltre alla delegazione impren-ditoriale degli Emirati Arabi Uniti, anche dele-gazioni provenienti da Cina, Angola ed Ukraina. Trentino Export, con la presenza della responsabi-le per i mercati di lingua araba Manar Stephan e di Giorgio Zagonel, in un’ottica di consolidamen-to dei rapporti già esistenti e di ampliamento del-le possibilità commerciali per le aziende trentine sui mercati esteri, hanno partecipato agli incontri

"business to business" organizzati e stretto interes-santi rapporti, per le aziende associate, con impor-tanti attori economici internazionali.Molto interesse hanno destato le folte delegazioni imprenditoriali provenienti da Angola e Cina. Il

paese africano, ex colonia portoghese, in particolar modo si sta ponendo all’attenzione globale per la sua forte e stabile crescita economica, dovuta alla ricchezza di materie prime, e per le opportunità commerciali che offre. Trentino Export nell’ultimo anno ha già operato nell’Africa Sub-Sahariana, in Sudafrica e in Ghana, con ottimi risultati; l’inten-zione è quella di continuare su questa strada am-pliando le potenzialità di penetrazione commer-ciale delle aziende trentine in questo continente.Per quanto riguarda la Cina, ha partecipato all’evento veronese una folta delegazione di im-prenditori ed istituzioni cinesi, tra cui la Camera di Commercio Internazionale Cinese che da 40 anni promuove lo sviluppo del commercio inter-nazionale. Tra gli obiettivi del consorzio export di Palazzo Stella per il 2013, vi sarà anche quello di dare un sostegno maggiormente strutturato ed efficace in tutto il continente asiatico.La presenza sui mercati internazionali per le im-prese trentine è fondamentale, le risorse da impe-gnare notevoli e i canali da sfruttare molteplici. In quest’ottica, Trentino Export, punto di riferimen-to per l’internazionalizzazione in Trentino da 37 anni, continua con sempre maggiore impegno e investimenti la sua azione di sostegno all’export made in Trentino, sfruttando tutte le occasioni per allargare il proprio network e venire incontro alle molteplici esigenze delle sue aziende associate.

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di GIorGIo zAGonEL

Trentino Export partecipa al Garda Endurance Lifestyle 2012 e stringe nuove sinergie con Cina, Emirati Arabi Uniti e Angola.

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internazionalizzazione

A Valeggio per il B2Binternazionale

Sala degli incontri "business to business"

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di un sempre maggiore coinvolgi-mento nei processi di internazionalizzazione di tutti gli attori economici del nostro territorio e per offrire alle aziende associate al consorzio di Palazzo Stella, servizi sempre più personalizzati ed a 360°, Trentino Export ha siglato un accordo di collaborazione con Assiconsult International Insurance Broker; società con 60 collaboratori, tre sedi (Bolzano, Milano ed Innsbruck) e 50 milioni di euro di premi interme-diati all'anno, tra i primi 15 broker in Italia per di-mensione, nonché uno dei pochi specializzati nel ramo del credito.

Chiediamo a Danilo Potenza, responsabile della filiale di Milano e del ramo credito di Assiconsult: l'export; rischio o opportunità? In questo momento di crisi, le aziende italiane si stanno sempre più concentrando verso l’export. Non solo verso i tradizionali partner commerciali, ma sempre più ampliando i propri orizzonti: dall’Est Europa al Sudamerica fino ai mercati asiatici. Aprirsi a nuovi mercati, consolidando quelli stranieri già esistenti, permetterà infatti di anticipare la ripresa e, in una certa misura, importarla anche in Italia.

Quali sono i maggiori rischi che si corrono? Ad esempio: possiamo affermare che fuori dall’Italia il rischio del credito sia molto più basso? Analizzando i dati relativi all’andamento delle in-solvenze si rimarrebbe probabilmente stupiti: qui di seguito alcune famose aziende tedesche dichiarate insolventi solo nel 2012: Q-Cells Erneuerbare Ener-gien, Schlecker Drogerie, Petroplus Deutschland Raf-finerie. Se la gestione dell’insolvenza non è nulla di nuovo per le aziende esportatrici, ben diversa è la gestione del credito in presenza di restrizioni sulla liquidità. Se l’accesso al credito è ridotto, principale fonte alternativa è il credito di fornitura, che per-

mette alle aziende di finanziarsi a costi praticamen-te nulli, ma a scapito di chi fornisce il prodotto. I nostri clienti sono quindi sempre più alla ricerca di condizioni di pagamento favorevoli, che permettano di incrementare la loro liquidità aziendale. Questo fenomeno aumenta ulteriormente il nostro rischio per cui è fondamentale tenere sotto controllo tutti i parametri legati al cliente: il mercato, il prodotto, i clienti e l’accesso al canale bancario. La scelta dei clienti e dei paesi su cui costruire lo sviluppo azien-dale diventano le discriminanti per il successo e il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Quali strumenti per l’azienda esportatrice?Quante volte succede che si perdano commesse im-portanti o non si riescano ad acquisire nuovi clienti non perché il nostro prodotto non sia competitivo ma solo perché il competitor estero offre termini di pagamento più lunghi? Poter offrire condizioni di pagamento più favorevoli, senza garanzie collaterali, è possibile solo con strumenti di copertura adeguati. Purtroppo il mercato italiano dell’assicurazione del credito è da sempre poco innovativo, molto tradizio-nale e poco competitivo.

Come si può allora competere ad armi pari?La conoscenza degli strumenti esistenti sui merca-ti stranieri è essenziale. È necessario individuare le esigenze specifiche dell’azienda, capire di quali stru-menti necessita e ricercarli sul mercato nazionale ed anche estero, ove l’assicurazione del credito è da sem-pre molto più utilizzata rispetto all’Italia. L’obiettivo è offrire alle aziende strumenti capaci di contrastare e superare una concorrenza sempre più agguerrita. Questa è la mission di Assiconsult, rappresentante unico in Italia di Icba, principale operatore mon-diale di brokeraggio assicurativo del credito (www.icba-online.com). (gz)

nel Quadro

Siglata la convenzione tra Trentino Export ed Assiconsult International Insurance Broker, rappresentante unico in Italia di Icba, principale operatore mondiale di brokeraggio assicurativo del credito.

Crescere insieme con l’export

internazionalizzazione

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spazi in cantiere per le riunioni dei lavoratori, strumen-ti telematici per il controllo degli accessi, formazione periodica, paga-mento degli stipendi con bonifico bancario per prevenire irregolarità. Il cantiere del Polo della Meccatro-nica di Rovereto fa scuola anche sul fronte delle relazioni sindacali grazie ad un accordo quadro che non ha precedenti in Trentino.Attorno al tavolo le tre rappresen-tanze sindacali delle categorie edili che hanno promosso l’iniziativa (Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil), Ance Trento e l’impresa Collini, capogruppo dell’Ati che si è aggiu-

dicata i lavori. Intesa sottoscritta anche da Trentino Sviluppo, in qualità di committente, e dalla Provincia autonoma di Trento con l’assessore all’Industria Alessandro Olivi.Nove i punti interessati dall’accordo. Si va dalle relazioni sindacali, con la predisposizione di un locale per lo svolgimento delle assem-blee che ospiterà anche uno “sportello” sindacale, alla logistica di cantiere con spazi e servizi adeguati per le esigenze dei lavoratori.Per quanto riguarda sicurezza e prevenzione, il cantiere sarà con-siderato come un’unica entità, indipendentemente dal numero e dalla tipologia delle imprese operanti al suo interno. Sono inoltre previsti incontri periodici in cui verranno affrontati temi quali la sorveglianza sanitaria, i piani di sicurezza, l’applicazione delle nor-mative, la formazione dei lavoratori. In riferimento a quest’ultimo punto è poi prevista l’attivazione di moduli formativi specifici avva-lendosi degli enti bilaterali di settore quali Cassa Edile e Centrofor.Per evitare l’insorgere di controversie per inadempienze contrattuali in materia di regolarità retributiva, il bonifico bancario sarà l’unica modalità di pagamento ammessa per le retribuzioni dei lavoratori subordinati. Altre disposizioni regolano l’accesso al cantiere e il rapporto con gli organi ispettivi.Unanime il plauso all’iniziativa. “Mi sembra significativo – ha evi-denziato Olivi – che un’opera che rappresenta il più importante in-tervento di politica industriale degli ultimi anni in Trentino, venga valorizzata dalla capacità di aver trovato un’intesa sul terreno delle relazioni sindacali avanzate”.“Negli appalti pubblici – ha auspicato Enrico Garbari, presidente di Ance Trento - si dovrebbe sempre premiare chi sottoscrive accor-di di questo tipo, che sono esemplari anche per chi da fuori aspira ad aggiudicarsi commesse in Trentino. Serve poi un sistema effi-ciente di controlli, altrimenti proprio i virtuosi rischiano di essere penalizzati”.

aPPositi

di DAVIDE MoDEnA, Trentino Sviluppo

Sicurezza e qualità del lavoro al centro dell’intesa tra parti sindacali, imprese, Ance Trento, Trentino Sviluppo e Provincia

Il cantiere Meccatronica fa scuola

inno

vazi

one

innovazione

Che cos’è

Il Parco Tecnologico, 20mila metri quadrati su tre piani, rappresenta uno dei nuovi edifici del Polo della Meccatronica di Rovereto. Costo 16,7 milioni di euro, sarà pronto ad ospitare le imprese entro l’estate 2013. Un progetto sul quale la Provincia di Trento inve-stirà complessivamente 85 milioni di euro nei prossimi cinque anni e che prevede anche la costruzione di due innovativi edifici scolastici dove si trasferiranno l’Itt Marconi e il Cfp Veronesi.

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Palazzo StellaVia Degasperi, 77 | 38123 TrentoT 0461 360000 | F 0461 933551

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