Trentino Industriale febbraio-marzo 2015

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ANNO 56 | N°01 FEBBRAIO | MARZO 2015 Priorità lavoro Le misure per rilanciare l’occupazione e la crescita. Con interventi di Confindustria Trento, Sindacati, Provincia e Agenzia del lavoro. Indagine annuale L’economia trentina nei dati di bilancio delle imprese Aziende Nuova sede per Graffiti aperta alla comunità Associazione Tappa in Trentino per la Road Map di Federmeccanica

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Il bimestrale di Confindustria Trento.

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ANNO 56 | N°01

FEBBRAIO | MARZO 2015

Priorità lavoroLe misure per rilanciare l’occupazione e la crescita. Con interventi di Confindustria Trento, Sindacati, Provincia e Agenzia del lavoro.

Indagine annualeL’economia trentina nei dati di bilancio delle imprese

AziendeNuova sede per Graffitiaperta alla comunità

Associazione Tappa in Trentino per la Road Map di Federmeccanica

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editoriale

7 Segnali di speranza

copertina

9 Obiettivo lavoro

11 Formazione e alternanza

13 Nuovi strumenti per le politiche provinciali

15 Rilanciare la crescita in Trentino è possibile

17 Le misure provinciali per i lavoratori

associazione

21 Eccellenza metalmeccanica

22 Centrale dei rischi e arbitro bancario

23 Formazione finanziata: ancora in pista

24 Tempi di cambiamento? Azione!

dossier

25 L’economia trentina attraverso i dati di bilancio delle imprese della provincia

aziende

41 ZF, nuovo centro per la formazione

43 Mezzo secolo per Sepa

46 Filati colorati dall’ateneo all’industria

49 Graffiti lancia 4Local

innovazione

51 Se la fisica risolve i problemi delle imprese

53 Trento come Smart City

internazionalizzazione

54 Quarant’anni a servizio dell’export

56 Germania e Francia: mercati a confronto

57 Obiettivo Balcani: opportunità e criticità

education

58 Apprendistato professionalizzante

edilizia

61 Novità sugli appalti pubblici

economia

63 Contratti di rete e rapporti di lavoro

rubriche

9 copertina

21 associazione

25 dossier

41 aziende

51 innovazione

54 internazionalizzazione

58 educaton

61 edilizia

63 economia

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ANNO 56 | N°01

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Priorità lavoroLe misure per rilanciare l’occupazione e la crescita. Con interventi di Confindustria Trento, Sindacati, Provincia e Agenzia del lavoro.

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TRENTINO INDUSTRIALE Anno 56 | N. 1 Febbraio - Marzo 2015

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Comitato di RedazioneAlessandro BenedettiAlessandro LunelliRoberto BusatoPaolo AnghebenPierangelo BaldoLorenzo GarbariAndrea MarsonetEduard MartinelliRoberto Pisetta

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Direzione, Redazione e AmministrazionePalazzo Stella, Via Degasperi, 7738123 TrentoT 0461 360000 | F 0461 933551Internet: www.trentinoindustriale.come-mail: [email protected]

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Autorizzazione del Tribunale di TrentoN. 71 del 10 febbraio 1990

Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

Associato all’UnioneStampa Periodica Italiana

INFORMATIVAAi sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati - con la garanzia di massima sicurezza - nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 - 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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Il 2015 si annuncia come un anno spartiacque per l’economia italiana. I primi se-gnali, da prendere con la dovuta cautela, vanno nella direzione di un superamento della lunga e profonda recessione iniziata nel 2008, attraverso variazioni positive per Pil e occupazione.Non si tratta di facile ottimismo, ma di un’analisi oggettiva di alcune condizioni che si stanno verificando e che possono contribuire al miglioramento del quadro. Si consideri innanzitutto lo scenario esterno: il crollo del prezzo del petrolio, la svalu-tazione dell’euro, l’accelerazione del commercio mondiale e gli effetti della manovra della BCE (Quantitative easing, QE), che dovrebbe portare a una riduzione dei tassi di interesse a lungo termine, sono tutti elementi di cui dovrebbero beneficiare le nostre imprese.C’è poi l’impostazione maggiormente orientata alla crescita delle politiche nazionali, anche grazie alla maggiore flessibilità negoziata con Bruxelles.Sul fronte interno, la domanda domestica e la produzione industriale si stanno stabilizzando. Senza dimenticare che nel 2015 si svolgerà l’Expo, il quale potrebbe dare un contributo non marginale all’economia nazionale.E il Trentino?Dall’indagine annuale di Confindustria Trento sui bilanci delle imprese trentine, realizzata con Fondazione Nord Est e Mediocredito Trentino-Alto Adige, risulta che l’ondata delle crisi ha colpito in ritardo l’economia provinciale. E con altrettanto ritardo sembra volersi ritirare dal nostro territorio.Riteniamo tuttavia che il Trentino ce la possa fare.Guardiamo ancora una volta ad alcuni indicatori economici. Il fatturato delle imprese medio-grandi ha recuperato, e in molti casi superato, i livelli pre-crisi. L’export trentino ha dimostrato una buona capacità di recupero e ha raggiunto livelli record. È cambiata anche la geografia dell’export trentino, che ha aumentato la sua quota nei mercati emergenti.In questi anni difficili l’industria trentina non è stata ferma. Molte aziende si sono riorganizzate per reagire ai cambiamenti in atto, attraverso gestioni più managerializ-zate e produzioni lean.Un segnale incoraggiante viene anche dalla qualità delle risorse umane, in partico-lare dai giovani. L’indagine Ocse-Pisa sulle competenze dei quindicenni dice che gli studenti trentini sono tra i migliori in Italia e in Europa nelle materie scientifiche.Se queste sono le premesse, possiamo essere fiduciosi sul nostro futuro.

Paolo MazzalaiPresidente Confindustria Trento

Segnali di speranza

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può prudentemente affermare che il nuovo anno sia cominciato con alcuni segnali positivi su tre direttrici fondamentali: riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato con alleggeri-mento del carico contributivo e fiscale a carico delle imprese; un innovativo approccio al tema della flessibilità in uscita con il nuovo contratto a tutele crescenti; lo sviluppo di politiche attive capaci di avvicinare l'incontro domanda-offerta, con una forte valorizzazione delle sinergie tra ser-vizi pubblici e privati. Ad esempio attraverso il cosiddetto contratto di ricollocazione: tematiche sulle quali, a livello locale, Confindustria Trento ha sempre posto l’accento.Queste scelte dovranno orientare le scelte legisla-tive sia nella fase di attuazione del Jobs Act, nei decreti che conosciamo e in quelli ancora nella penna del Governo, sia nel lungo periodo, per evi-tare che anche questi interventi vengano ricordati come un’altra occasione persa di modernizzazio-ne del mercato del lavoro.

Jobs ActDopo il lungo iter parlamentare il Jobs Act infatti è legge: l’Aula del Senato ha votato la fiducia po-sta dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sul testo già approvato alla Camera. Si tratta di un passo importante nel disegno com-plessivo del Jobs Act, inteso quale piano strategico di rilancio dell’economia e di promozione di for-me di occupazione stabile. Dai primi annunci ormai “vecchi” di un anno, le tappe, a partire dall’approvazione del decreto Poletti in materia di contratti a termine, sono sta-te segnate da una forte contrapposizione politica e sindacale, culminata con lo sciopero generale del 12 dicembre 2014 e nulla fa purtroppo ritene-

re che, in fase di attuazione della delega, i toni possano abbassarsi. D’altra parte ad essere oggetto di intervento sono alcuni temi tradizionalmente caldi, primo fra tutti il superamento dell’articolo 18 della legge 300 del 1970.Sul punto il Governo ha diffuso l’ultimo schema di decreto nel quale prende forma la novità che più ha acceso il recente dibattito: la nascita del contratto a tempo indeterminato a tutele crescen-ti e la revisione della disciplina dei licenziamenti; scopo dichiarato, quello di rafforzare le opportu-nità di ingresso nel mondo del lavoro da parte

di coloro che sono in cerca di occupazione e ri-ordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le esigenze del conte-sto produttivo.Un primo giudizio su quest’ultimo provvedi-mento – non ancora in vigore, va precisato – è certamente positivo, quanto meno perché rompe radicalmente l’impostazione storica, proseguen-do l’opera di revisione cominciata con la riforma Fornero nel 2012.Si tratta comunque di misure che, specie se l’eco-nomia si riavvicinerà ai suoi ritmi normali, of-friranno l’occasione di rispondere maggiormente

Si

di ROBERTO BUSATO, direttore di Confindustria Trento

Dal Jobs Act agli interventi provinciali per il lavoro. Il momento è favorevole a interventi di riforma che rilancino il lavoro e l’economia.

Obiettivolavoro

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Riduzione del costo del lavoro, flessibilità in uscita e nuove politiche attive sono segnali positivi sul mercato del lavoro per il nuovo anno.

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mortizzatori sociali costituisce indubbiamente un’importante opportunità per configurare un sistema di welfare aderente alla nostra realtà lo-cale e complementare al nostro specifico sistema produttivo. In tal senso, affinché gli strumenti ab-biano piena efficacia e sostenibilità, si sottolinea la necessità di un ulteriore miglioramento ed af-finamento delle politiche attive (con il necessario rafforzamento del principio di condizionalità) ed inoltre il miglioramento del coordinamento tra i soggetti che gestiscono le politiche attive e i sog-getti che erogano i sussidi al reddito: su tal punto il ruolo dell’Agenzia del lavoro sarà certamente strategico.Positivo lo strumento del contratto di rete per lo “scambio” di personale tra aziende con carichi di lavoro bassi nell’una e con picchi produttivi nell’altra.Infine, l’affinamento del sistema del “Progettone”, attraverso la rivisitazione e razionalizzazione di tale strumento, rimodulando inoltre la durata e gli emolumenti. La Provincia ha già fatto apprezzabili passi avanti in tali direzioni, ma è auspicabile un ulteriore sforzo ed un pieno e fattivo coinvolgimento delle Parti sociali.

alle esigenze di un contesto produttivo e occupa-zionale ancora in affanno, dove le imprese saran-no anche disposte a fare investimenti in rapporti di lavoro duraturi, a vantaggio di una maggiore produttività.

Politiche attiveBisogna potenziare le politiche attive del lavoro, in particolare per la riqualificazione e ricolloca-zione del personale disoccupato e/o sospeso dal lavoro. Ciò anche per consentire un generale in-cremento della professionalità e della qualifica-zione dei lavoratori, funzionale anche al miglio-ramento del livello di competitività delle imprese. È fondamentale il monitoraggio dei reali fabbiso-gni delle aziende e sulla base di essi costruire e sostenere percorsi di formazione. Sviluppare quindi politiche attive efficienti e am-mortizzatori sociali che insieme favoriscano la ri-cerca di nuova occupazione, senza dimenticare di riportare ad equità il contributo di finanziamento di queste misure, nel quale oggi l’industria paga un prezzo più elevato di altri settori.

Politiche provinciali per il lavoroLa delega alla nostra provincia in tema di am-

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Mazzalai, qual è la posizione di Confindustria sul Jobs Act?Il giudizio del nostro Sistema è positivo. Sono stati superati scogli di tipo ideologico e si è dato spazio a norme pragmatiche che offrono alle imprese spiragli in direzione di una mag-giore flessibilità. Le aziende che hanno bisogno di ristrutturarsi devono poterlo fare in maniera efficiente. Le novità introdotte dal piano di ri-forme, e in particolare le norme disposte al fine di rendere più agevole il ricorso al contratto a tempo indeterminato, lo consentono. Io credo che alla fine ne beneficeranno tutti, imprese e lavoratori.

La specialità del Trentino, e in particolare la delega sugli ammortizzatori sociali, pone la nostra Provincia in una posizione di favore.Certamente. Siamo in attesa delle decisioni del Governo, ma siamo consapevoli della grande opportunità della delega provinciale, che ci con-sente di tarare gli strumenti in sintonia con le nostre esigenze. Prendiamo, per esempio, la cas-sa integrazione. È uno strumento fondamentale per le situazioni di crisi, ma per il lavoratore non deve diventare un incentivo a rimanere fuori dal mercato del lavoro, come è stato fino-ra. Ribadiamo la necessità di un ulteriore raf-forzamento del principio di condizionalità. La cassa integrazione non deve essere un “parcheg-gio” retribuito. Si coinvolgano piuttosto queste persone in lavori socialmente utili. Deve essere un’occasione di formazione, di aggiornamento, di riqualificazione professionale. È condivisibile l’idea dei contratti di rete tra imprese per impie-gare gli stessi lavoratori, ma si potrebbe pensare anche ad altri strumenti innovativi.

In generale la concertazione deve essere alla base della definizione delle nuove norme: in questo senso l’auspicio è che, a livello locale, l’Amministrazione provinciale sappia procede-re avvalendosi del contributo delle associazioni imprenditoriali e dei sindacati.

In quest’ottica, assumono un valore tanto maggiore le politiche attive.Su questo punto va riconosciuto all’Ammini-strazione provinciale di avere fatto dei passi in avanti: abbiamo sottolineato positivamente che

PreSidente

Intervista al presidente di Confindustria Trento, PAOLO MAZZALAI.

Formazione e alternanza

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ne di preferire l’assunzione e la stabilizzazione dei giovani in azienda. In riferimento alle mi-sure adottate a livello provinciale, troviamo che la scelta di promuovere il modello duale nelle scuole professionali possa portare reali benefi-ci: al giovane, ma anche all’impresa. Per il re-sto, è sbagliato ritenere che l’assunzione sia una conseguenza automatica del sistema introdotto. Un’azienda assume quando deve crescere perché deve produrre di più, non perché c’è una nuova normativa. In ogni caso, quando l’impresa dedi-ca tempo e risorse per formare un giovane, cioè investe su di lui, ha tutto l’interesse a inserirlo nel suo organico.Ne abbiamo avuto dimostrazione con il nostro progetto “Giovani industriosi”, che ha portato all’assunzione di decine di giovani nelle nostre imprese. In quell’occasione abbiamo promosso il contratto di apprendistato professionalizzante e sviluppato un’iniziativa di esperienza lavorati-va durante il periodo estivo per gli studenti.

il nuovo Programma di sviluppo provinciale per la legislatura in corso sia già intervenuto in di-rezione di un miglioramento di questo strumen-to. Investire sulla formazione però non basta. Qualsiasi azione – e tanto più quelle intraprese sul fronte della formazione dei lavoratori – deve poter rispondere a un fabbisogno reale. Non c’è aggiornamento che sia utile in sé: per collocare o ricollocare un lavoratore è necessario conosce-re le sue competenze e le esigenze del mercato. Solo su queste basi è possibile costruire un per-corso formativo adeguato. Viceversa, ci ritrove-remmo a fare i conti con competenze superflue e fabbisogni insoddisfatti. Ciò vale anche per i giovani che escono dalle scuole e dalle univer-sità.

Quanto agli strumenti adottati per favorire l’inserimento dei giovani? Il nuovo contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act pone il datore di lavoro nella condizio-

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primi due decreti attuativi della legge delega in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro, politiche attive adottati dal Consiglio dei Ministri in forma ancora non definitiva, sol-lecitano interrogativi importanti sulle politiche provinciali in tema di lavoro e sulle modalità di esercizio dell'autonomia in tale materia.I decreti tentano di coniugare il tema della fles-sibilità in uscita e della perdita del lavoro al di-ritto del lavoratore di ottenere forme di accom-pagnamento a un nuovo traguardo lavorativo. In altre parole, sposta l'attenzione dal diritto al posto di lavoro (secondo quanto previsto dallo Statuto dei lavoratori), al diritto all'occupabilità, ponendo al centro il lavoratore, con il suo baga-glio di competenze.Si cerca quindi di porre maggiore rilievo sulla possibilità di ricollocazione del soggetto disoc-cupato, attraverso una formazione mirata e at-tività di assistenza nella ricerca di occupazione, garantendo nel contempo forme di sussidio al reddito più generose rispetto a quelle della “legge Fornero”. Se questo è il quadro normativo nazionale, alla Provincia si apre nel prossimo futuro un ven-taglio importante di scelte da operare. Centrali divengono nel futuro le politiche del lavoro per aiutare il lavoratore a migliorare la sua occupa-bilità sul mercato.In primo luogo, che ne sarà del reddito di at-tivazione? Come si ricorderà, abbiamo istituito uno strumento, unico in Italia, per integrare l'in-dennità di disoccupazione (Aspi e Miniaspi) in termini di durata del trattamento prevedendo a copertura, per il triennio, ingenti risorse sul bi-lancio provinciale (28 milioni di euro). Se pensiamo alle maggiori tutele garantite ora

dalla normativa statale e al fatto che comunque la Provincia ha previsto il reddito di garanzia, perlomeno una parte delle risorse destinate al so-stegno passivo del reddito del lavoratore non po-tranno che essere destinate alle politiche attive, al fine di rafforzare l'occupabilità del lavoratore. Dobbiamo cercare di creare una rete di servizi per il lavoro efficiente per fare incontrare nel più breve tempo possibile domanda e offerta di lavo-ro, sfruttando l'esperienza che stiamo maturando nell'ambito di “garanzia giovani”, implementan-do così le risorse statali messe a disposizione. Si tratta quindi di valorizzare il concorso dei sogget-ti accreditati, mantenendo però a monte un ruo-lo di forte regia dell'Agenzia del Lavoro, al fine di individuare i servizi più opportuni in relazione al “profilo” del lavoratore. Si tratta, in sintesi, di ricamare un “vestito” secondo le misure di ogni disoccupato. In relazione a ciò si dimostrerà fondamentale l'investimento anche sulla qualità dell'azione di Agenzia del Lavoro, oltre che per una migliore organizzazione sul territorio.Nell’ambito degli strumenti innovativi che inten-diamo mettere disposizione in questa fase rifor-matrice vi è l’apporto che vorremmo che Agenzia offrisse per sviluppare in Trentino con più forza la contrattazione decentrata sia territoriale che aziendale. Penso a un centro di competenza pub-blico che possa sostenere le parti sociali nella costruzione di modelli che vanno verso questa frontiera: migliorare la produttività e la compe-titività attraverso forme innovative di contratta-zione territoriale.Dobbiamo dimostrare di essere così efficienti da scongiurare il pericolo di un nuovo riaccentra-mento di poteri nelle mani statali, come sem-bra presagire la futura istituzione di una nuova

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di ALESSANDRO OLIVI, Vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento

La Provincia sta lavorando al rafforzamento delle politiche attive. Recepita la proposta di Confindustria Trento sui contratti di rete per la mobilità dei lavoratori tra aziende.

Nuovi strumenti per le politiche provinciali

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Sotto altro complementare profilo, riteniamo importante sollecitare le parti sociali alla sti-pulazione di un patto territoriale per procedere alla istituzione di un Fondo per la gestione di un sostegno al reddito a favore dei lavoratori sospesi dal lavoro, che non siano beneficiari di cassa integrazione. L'istituzione di tale fondo risulta quanto mai fondamentale, dal momen-to che lo Stato ha annunciato, con l'entrata in vigore delle nuove tutele della disoccupazione, il venir meno degli ammortizzatori in deroga. I lavoratori sospesi delle piccole aziende si trove-rebbero quindi privi di tutela. Attenzione però, tale fondo potrebbe essere utilizzato anche dalle imprese con più di 15 dipendenti, anche indu-striali, nell'ambito di procedure di agevolazione all'esodo di personale vicino alla maturazione dei requisiti pensionistici. Opportunità questa tanto più importante in un momento in cui non riusciamo ad assorbire completamente gli esuberi del personale anziano nel cd “proget-tone”. Un altro versante di sviluppo del fondo po-trebbe essere quello della formazione, con un “assorbimento” della quota della contribuzione della disoccupazione (0,30%) che attualmente alimenta i fondi bilaterali nazionali. In sostan-za, si dovrebbe puntare, tramite il fondo terri-toriale, ad una gestione locale unitaria delle ri-sorse da destinare sia alle politiche passive, che, sulla base di politiche concertate, delle politiche attive. Ciò per definire in sede locale una poli-tica formativa unitaria e coerente, basata sulla sinergia tra risorse private e pubbliche, in un momento di riduzione delle risorse comunita-rie all'uopo destinate. La Provincia, dalla sua, potrebbe agire sulla leva fiscale e contribuire ai costi di gestione del fondo.Sollecito anche in questa occasione quindi tut-te le parti a partecipare consapevolmente e con entusiasmo a tale iniziativa, anche perché solo nell'unità dell'intento potremmo superare gli ostacoli che potrebbero frapporsi, in relazione alle politiche di accentramento statale cui già si è fatto cenno.

“agenzia nazionale” per la gestione delle politi-che del lavoro, prevista nella legge delega. Do-vremo dimostrare allo Stato che le finalità sotto-stanti alla creazione dell'Agenzia nazionale nella nostra Provincia già sono state realizzate, tramite una gestione unitaria e coerente delle politiche attive e passive del lavoro. È utile quindi pensare in questo momento ad un riequilibrio quantitativo delle politiche attive rispetto a quelle passive, soprattutto con il riferi-mento ad una annunciata ripresa economica che dovrebbe alimentare le opportunità di lavoro.Non solo, ciò ci permetterà di rafforzare il princi-pio di condizionalità nei confronti dei lavoratori disoccupati che andranno a percepire maggiori sussidi di disoccupazione, limitando quindi fe-nomeni opportunistici. In un’ottica di minore assistenzialismo e di maggiore responsabilità, è inoltre intenzione della Provincia –– attraverso un apposito provvedimento – disporre che chi è in cassa integrazione e in mobilità possa essere impiegato presso le Pubblica Amministrazione per dare un servizio alla collettività. Ancora, ricordo che nell’ambito della finanziaria abbiamo recepito una proposta di Confindustria Trento che prevede la possibilità, attraverso for-me di contratto di rete, di favorire la mobilità dei lavoratori da azienda ad azienda: l’impresa che abbia un calo produttivo potrà cedere forza lavoro a quella che al momento abbisogna di un rafforzamento, con un risparmio per la collettivi-tà sui costi degli ammortizzatori, e un vantaggio per gli stessi lavoratori.L'implementazione delle politiche attive si ele-va a tema prioritario dell'amministrazione: non dobbiamo peraltro correre il rischio di cullarci nell'autoreferenzialità, imponendosi oramai ine-luttabilmente la messa a punto di un sistema di monitoraggio e verifica dei risultati ottenuti dalla rete provinciale dei servizi per l'impiego. Proprio a cominciare da Garanzia giovani.Sempre in tale ottica, occorre migliorare il mo-nitoraggio del fabbisogno e la trasparenza delle competenze, dando attuazione alla legge provin-ciale sulla certificazione delle competenze.

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Secondo Cgil Cisl e Uil del Trentino è possibile tornare a fare crescere Pil e occupazione. Servonocoesione tra parti sociali e collaborazione tra scuola, ricerca e impresa.

crisi economica non sembra allentare la propria morsa e anche il 2014 si confermerà un anno di recessione per l'economia trentina. Una tendenza che preoccupa le organizzazioni sindacali per le quali è fondamentale l'assun-zione di responsabilità da parte di tutti gli at-tori economici e sociali nonché una più chiara consapevolezza della gravità della situazione ed una maggiore capacità di assumere decisio-ni lungimiranti da parte della politica a livello provinciale."La deflazione sta colpendo tutta l'Europa – ri-cordano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Wal-ter Alotti – e le politiche di austerity non fan-no altro che aggravare la situazione economica dell'area euro. Ma forse si sta aprendo una nuo-va fase che deve trovarci pronti anche a livello locale. Verificheremo infatti a breve se davve-ro le politiche monetarie espansive e il piano di investimenti annunciati rispettivamente dal presidente della Bce Mario Draghi e dal presi-dente della Commissione europea Jean-Claude Juncker porteranno benefici non solo alla situa-zione finanziaria degli Stati e delle banche, ma anche all'economia reale. Se l'Europa tornerà a puntare sulla crescita e sulla creazione di nuovi posti di lavoro qualificati che alimentino i red-diti delle famiglie e prosciughino la disoccupa-zione, potremo finalmente metterci alle spalle la recessione".Quello della crescita però non può restare un obiettivo di livello europeo, ma deve essere perseguito anche a livello locale, partendo da politiche pubbliche che, grazie alle larghe com-petenze dell'Autonomia, sappiano rigenerare il tessuto economico trentino e rendere più com-

petitiva la piattaforma produttiva provinciale. "Le istituzioni provinciali e locali – continuano i sindacati – debbono avere chiaro che senza una crescita economica solida e sostenibile, il Trentino vedrà ridurre il benessere sociale ed economico conquistato negli anni passati. La virtuosa finanza provinciale, grazie alla quale si riducono le tasse alle imprese, si realizzano in-genti investimenti pubblici e si sostiene il wel-fare, è alimentata esclusivamente dalla capacità del territorio di creare ricchezza. Gli accordi con il Governo nazionale confermano che senza crescita il Trentino da laboratorio economico e sociale diventerà una dependance delle grandi pianure a nord e a sud del Brennero".Per Cgil Cisl Uil del Trentino rilanciare la cre-scita economica in Trentino è possibile. "Se il Pil pro capite si è ridotto negli ultimi anni – ragionano Burli, Pomini ed Alotti – è altrettan-to vero che, a differenza di quanto accade nel resto del Paese, in provincia, nonostante la crisi economica, i posti di lavoro sono aumentati e a settembre del 2014 abbiamo raggiunto il record di occupati con ben 239mila persone al lavoro. Ciò significa che il mercato del lavoro locale è ancora dinamico ed il welfare provinciale, in-vece di scoraggiare la ricerca attiva di lavoro, è in grado di attivarla. Alla crescita ora servono politiche economiche ed investimenti lungimi-ranti, che scoraggino le posizioni di rendita e mettano in rete le potenzialità espresse dal ter-ritorio: le scuole, l'università, i centri di ricerca, in primo luogo, che debbono saper collaborare con le imprese perché l'economica del futuro, manifatturiero incluso, sarà ad alto tasso di co-noscenza".Su questo fronte è essenziale anche il prota-

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Rilanciare la crescitain Trentino è possibile

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dei lavoratori, delle condizionalità nei mecca-nismi di sostegno al reddito, del welfare con-trattuale. La contrattazione di secondo livello deve diventare lo strumento centrale per creare valore e ricchezza e per rafforzare il legame tra imprese e lavoratori".In questo senso Cgil Cisl Uil rilanciano la ri-chiesta di esplorare nuove vie per l'affermazio-ne di modelli partecipativi dentro le imprese. "In fondo i sistemi tedesco ed austriaco dimo-strano che si può fare senza limitare per que-sto le opzioni delle aziende – aggiungono Burli, Pomini ed Alotti – E va ricordato che è stata proprio Federmeccanica nei mesi scorsi a lan-ciare un appello per la definizione di un nuovo assetto contrattuale che prevede anche la parte-cipazione dei lavoratori alle imprese. Su questo fronte le aziende trentine troveranno un sinda-cato pronto a fare la propria parte".

gonismo delle parti sociali, in primo luogo le associazioni datoriali e le rappresentanze dei lavoratori, migliorando quelle relazioni indu-striali che, anche nel passato, hanno costituito uno strumento imprescindibile per rafforzare la competitività e attenuare le disuguaglianze in Trentino, anche di fronte a crisi profonde. "Produttività e coesione sociale – spiegano i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil – non sono termini necessariamente contrapposti soprat-tutto se osservati su una scala territoriale. Oggi più che mai serve rafforzare la collaborazione tra i produttori, già sancita dall'intesa tra Con-findustria Trento e sindacati del gennaio 2014, per sostenere, attraverso la contrattazione de-centrata, le aziende che investono, innovano e qualificano l'occupazione e per migliorare le politiche per l'occupazione sul lato dell'alter-nanza scuola-lavoro, della formazione continua

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sistema di sostegno alle persone che perdono involontariamente il lavoro è stato recentemen-te riformato profondamente (art. 2 della legge 92/2012): a partire dal primo gennaio 2013, sono infatti erogate due indennità di disoccupazione, denominate rispettivamente ASpI e Mini-ASpI.

ASpIÈ prevista a favore dei lavoratori dipendenti che hanno perduto involontariamente l’occupazione, che sono in stato di disoccupazione ed in posses-so di due anni di assicurazione contro la disoc-cupazione e di almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione. L’indenni-tà è erogata mensilmente, la sua durata è colle-gata all’età anagrafica del lavoratore ed aumenta gradualmente nel corso del triennio 2013-2015 (pe-riodo transitorio), con la previsione di giungere a regime con il primo gennaio 2016.

Mini-ASpIHa sostituito l’indennità di disoccupazione or-dinaria non agricola con requisiti ridotti. È una prestazione erogata a favore delle persone in pos-sesso di almeno 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di di-soccupazione. Essa è erogata mensilmente ed è corrisposta per un numero di settimane pari alla metà di quelle lavorate nei dodici mesi preceden-ti la data di cessazione del rapporto di lavoro.

Reddito di attivazioneNell’autunno del 2014, l’Agenzia del lavoro ha dato avvio concreto all’erogazione di una nuo-va indennità provinciale in favore dei lavoratori disoccupati che hanno terminato di percepire

l’ASpI o la mini-ASpI, in possesso di specifici re-quisiti di età e residenza nel territorio provin-ciale e che hanno inoltre dimostrato di essersi attivati per la ricerca di un nuovo lavoro. Non casualmente, l’intervento è stato denominato Reddito di attivazione. La misura si inserisce in un sistema organico di interventi innovativi, ma soprattutto efficaci, di politiche del lavoro create ed attuate dalla Provincia Autonoma di Trento. Lo scopo è di prolungare la durata del periodo di percezione delle indennità statali già eroga-te dall’INPS. L’esperienza è unica nel genere in Italia, anche per il fatto che coniuga delle mi-sure di sostegno al reddito con l’obbligo, posto in capo al disoccupato, di svolgere delle attività di formazione e di inserimento lavorativo utili a favorirne l’occupabilità. I beneficiari del reddito di attivazione sono individuati dall’Inps e dall’A-genzia del lavoro, grazie ad una collaborazione resa possibile da un protocollo d’intesa.In una prima fase (dal primo settembre 2014) sono state attivate due misure: il prolungamento della MiniASpI e l’intervento per il disoccupati con età pari o superiore a 55 anni. L’intervento assicura ai disoccupati provenienti da lavori pre-cari e discontinui (purché della durata di almeno 2 mesi) un’indennità per un periodo raddoppiato rispetto a quello a cui hanno diritto in base alla legge statale, ma per massimo tre mensilità. Si tratta di una misura che favorisce il lavoratori discontinui e stagionali e che sostiene, quindi, fa-sce particolarmente fragili del nostro mercato del lavoro, come ad esempio i giovani. Ai lavoratori con 55 e più anni è stato aumentato il periodo di copertura, portandolo dai 14 mesi di Aspi (16 per i licenziati nel 2015) ai 18 mesi; in questo caso, il reddito di attivazione puntava ad anticipare

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Riforma degli ammortizzatori sociali e sistema provinciale di tutele contro la disoccupazione: stato dell’arte e prospettive.

Le misure provincialiper i lavoratori

di MICHELE COLASANTO, presidente Agenzia del lavoro

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cipali novità riguardano durata e requisiti per l’accesso al trattamento. Per l’accesso alla NASpI, il lavoratore disoccupato deve, infatti, poter far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del pe-riodo di disoccupazione, almeno 13 settimane di contribuzione e 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodi-ci mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccu-pazione. La NASpI viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni, mentre, per gli eventi di disoccupazione dal 01.01.2017, la durata massima sarà di 78 settimane (cioè un anno e sei mesi). E’ evidente, da un lato, la volontà di rendere maggiormente accessibile lo strumento, prevedendo dei requisiti di accesso più morbidi ed inclusivi rispetto a quelli attuali; d’altro lato, il perdurare della crisi economica, ha senz’altro contribuito all’allungamento dei perio-di di tutela che, teoricamente, può raggiungere anche i 24 mesi.

DIS-COLLNell’attesa degli interventi di semplificazione, modifica o superamento dei contratti di collabo-razione coordinata e continuativa e a progetto, il decreto introduce inoltre una misura a soste-gno del reddito dei lavoratori con rapporto di co.co.co e co.co.pro iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, non pensionati e privi di par-tita IVA, che cessino il rapporto di collaborazione nel corso dell’anno 2015 e siano in possesso di una serie di requisiti riferiti al reddito derivante dall’ultimo rapporto di collaborazione e alla con-tribuzione versata. La durata della DIS-COLL (così è denominata l’indennità) non può superare i 6 mesi e non coprirà l’aspetto contributivo.

CondizionalitàPer entrambe le misure descritte, l’erogazione del-la prestazione è sempre condizionata dalla rego-lare partecipazione ad iniziative di attivazione lavorativa e a percorsi di riqualificazione profes-sionale, di ricerca attiva di un’occupazione e di reinserimento nel tessuto produttivo che, stando

l’entrata a regime della riforma statale. Quest’ulti-ma prevedeva un aumento graduale della durata dell’ASpI dai 14 mesi ai 16 mesi, fino a 18 mesi per i licenziati dopo il primo gennaio 2016.A partire dal gennaio 2015, l’intervento riguarda anche i lavoratori di età inferiore ai 50 anni che hanno terminato il periodo coperto da ASpI; ad essi il Reddito di attivazione permetterà di por-tare la durata dell’indennità di disoccupazione da 8 mesi a 10 mesi per i licenziati entro il 2014 e, per i lavoratori licenziati nel 2015, dai previsti 10 mesi ad 11 mesi. Per i disoccupati nel 2016 era prevista l’entrata a regime della riforma statale (12 mesi di ASpI) e, conseguentemente, da quella data era indicata la conclusione dell’intervento provinciale.

NASpIL’assetto ora descritto subirà profondi cambia-menti: infatti, il modello statale dell’Aspi e Mi-niAspi e, conseguentemente, il Reddito di attiva-zione, sono interessati da un ulteriore processo di evoluzione. E’ all’esame del Parlamento la bozza di decreto legislativo, presentato dal Governo il 24 dicembre scorso, in attuazione dell’art. 1 com-ma 2 della legge 183/2004 (Jobs Act). Tale decreto si inserisce nell’ambito del più generale disegno di riforma nazionale dell’assetto degli ammor-tizzatori sociali, intrapreso dall’esecutivo con l’obiettivo di una definitiva revisione della nor-mativa statale in materia, che estenda i periodi di tutela garantiti contro i casi di sospensione o cessazione del rapporto di lavoro, sia in termini di ampiezza della platea dei possibili beneficiari, sia in termini di durata dei trattamenti. Il decreto attuativo prevede un’indennità unica, che sosti-tuisce l’Aspi e la MiniAspi, denominata NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), per sostenere il reddito di chi abbia perduto involon-tariamente il lavoro a partire dal primo maggio 2015. I destinatari sono i lavoratori dipendenti, con esclusione di quelli a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni e i lavoratori agricoli a tempo determinato ed indeterminato (come già accade per ASpI e Mini-ASpI). Le prin-

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al testo del decreto, tradisce la ferma volontà di rendere concreta l’attuazione su scala nazionale di ciò che in Trentino si sta realizzando già da tempo: il cosiddetto “principio di condizionali-tà”.

ASDIAnaloga condizione è richiesta per l’erogazione dell’ASDI, il nuovo Assegno di Disoccupazione, istituito in via sperimentale per l’anno 2015, per fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavo-ratori percettori della NASpI che ne abbiano fru-ito per l’intera sua durata senza trovare occupa-zione e si trovino in una condizione economica di bisogno. L’intento, per lo meno per il primo anno di applicazione, è di favorire prioritaria-mente i lavoratori vicini al pensionamento o con minorenni a carico, attraverso l’erogazione di un ulteriore sostegno al reddito, per una durata non superiore ai 6 mesi, che copra anche la con-tribuzione figurativa e gli assegni per il nucleo familiare. Il decreto rinvia ad una successiva re-golamentazione la maggior parte degli aspetti di dettaglio, rendendo, ad oggi, ancora prematuro il

confronto con l’intervento provinciale del reddi-to di attivazione, che per le categorie destinata-rie e le finalità perseguite sembra rappresentare, ancora una volta, un’anticipazione di scelte poi estese a livello nazionale.

AutonomiaRispetto a questo complesso di istituti innovativi, la Provincia di Trento ha di fatto svolto un ruolo di apripista, come si è detto. A maggior ragione occorre capire se si può andare ancora oltre. In questo senso il problema è certamente quello di rendere più efficiente, migliorandolo, il sistema degli ammortizzatori trentini. E questo si potrà fare se e per quanto si riuscirà ad estendere l’a-zione della Provincia anche sulla gestione della cassa integrazione (come previsto dalla delega). Ma soprattutto si avrà successo se si legherà tutta la partita delle politiche passive ad interventi di politica attiva, integrati anche a innovative poli-tiche industriali, per sostenere l’occupabilità dei lavoratori in difficoltà e favorire il loro inseri-mento attraverso azioni interconnesse al soste-gno delle imprese.

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Ha toccato anche il Trentino il Road Show di Federmeccanica sul territorio nazionale.Con Confindustria Trento sono state visitate alcune realtà di eccellenza del settore.

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Eccellenza metalmeccanica

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due giorni dedicata all’in-dustria metalmeccanica, per ri-badirne l’importanza per il terri-torio e puntare i riflettori sulle eccellenze trentine.Si è conclusa oggi la visita in Trentino della delegazione di Federmeccanica guidata dal di-rettore generale Stefano Franchi. Iniziata ieri pomeriggio con la riunione della Sezione metalmec-canica di Confindustria Trento, è proseguita a Rovereto con le visi-te in Metalsistem e Pama, mentre ad Arco l’incontro è stato ospita-to da ZF Padova.Alla riunione della Sezione ha partecipato anche il vicepresi-dente della Giunta provinciale e assessore all’industria Alessan-dro Olivi. “Mi ha fatto piacere constatare la grande partecipa-zione degli imprenditori – ha spiegato Alessandro Benedetti, vicepresidente di Confindustria Trento e presidente della Sezio-ne metalmeccanica – in rappre-sentanza di imprese grandi e piccole. È stata l’occasione per fare il punto sul Jobs Act e sulle principali novità a livello nazio-nale. Ma si è parlato soprattutto dell’emergenza credito e del tema della formazione, con particolare riferimento al polo della mecca-tronica di Rovereto. Le aziende hanno bisogno di risorse umane

preparate, ma è necessario che anche le istituzioni, l’Università e le scuole vadano nella stessa direzione”.Le visite aziendali si inseriscono in un tour nazionale di Feder-meccanica volto a valorizzare le eccellenze del Made in Italy. “Da tempo abbiamo avviato una stretta collaborazione con la Federazione nazionale dell’industria metalmeccanica”, ha spie-gato il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato. “In questo momento è fondamentale che le associazioni territoriali del nostro Sistema e quelle di categoria si alleino per lavorare assieme al fianco delle imprese”.“In Trentino abbiamo toccato con mano l’eccellenza dell’in-dustria meccanica” ha commentato Franchi. “Abbiamo trova-to imprese con il cuore nel territorio e il respiro nel mondo. Dobbiamo lavorare per diffondere una nuova cultura a favore delle imprese. Le istituzioni devono fare in modo di liberare la fiducia, liberare le risorse, liberare l’ingegno – ha proseguito Franchi – e realizzare quegli investimenti che consentano alle aziende di essere competitive nel mondo”.

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titolo del seminario: "Strumenti per la gestio-ne delle relazioni impresa-banca: la Centrale dei rischi e il ruolo dell’arbitro bancario finanziario" contiene in sé la finalità di questa e di una lunga serie di iniziative poste in essere da Confindu-stria Trento: fornire alle aziende associate le co-noscenze tecniche e gli strumenti idonei per con-frontarsi efficacemente con il mondo del credito, essendo consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza. Luigi Togn, membro della Giunta di Confindu-stria Trento con delega per il credito, ha aperto i lavori evidenziando che le iniziative di informa-zione attivate da Confindustria Trento, aiutano le imprese a comprendere e utilizzare al meglio gli strumenti disponibili per la gestione finanziaria dell’azienda. Ha testimoniato inoltre l’attenzione che l’Associazione sta riservando all’argomento del credito: va in questa direzione la recente co-stituzione a Palazzo Stella del servizio finanza d’impresa, con l’obiettivo di agire a fianco delle aziende per il miglioramento del rapporto im-presa-banca.Quanto permanga prioritario per le aziende il tema dell’accesso al credito e dei suoi costi, è stato evidenziato in apertura da Roberto Busa-to direttore di Confindustria Trento: "Funzione dell’Associazione è quella di agevolare l’accesso al credito, dando strumenti e chiavi di lettura alle aziende. Busato ha anche colto l’occasione per ricordare il recente varo del Fondo Strate-gico, che costituisce una nuova opportunità di crescita per le aziende trentine promossa dalla Provincia autonoma, offrendo loro la possibilità di finanziarsi con l’emissione di minibond, in maniera alternativa rispetto al tradizionale cana-le bancario.

La positiva collaborazione tra Banca d’Italia e Confindustria Trento è stata sottolineata dal di-rettore della filiale di Trento di Banca d’Italia, Pa-olo Ciucci, che ha inoltre sottolineato che l’Istitu-to è a disposizione delle imprese per qualunque chiarimento in merito sia alla Centrale dei Rischi che all’Arbitro Bancario.Il funzionamento della Centrale dei rischi è stato ampiamente approfondito da un funzionario del Servizio Vigilanza, Raffaele Ferro, che ha chiarito tempi e modalità di alimentazione della centrale da parte del sistema bancario, dati contenuti e modalità di rettifica. Alcuni casi pratici hanno chiarito le modalità di lettura delle non sempre semplici indicazioni.Nella seconda parte dell’incontro Michele Riz-zolli ha illustrato il funzionamento dell’Arbitro Bancario Finanziario, organismo la cui segrete-ria è gestita da Banca d’Italia, che consente di risolvere in maniera stragiudiziale, celermente ed a costi irrisori controversie tra clienti e sistema bancario.L’intervento al dibattito di alcune aziende con quesiti squisitamente tecnici ha chiuso l’incontro.Nei saluti e ringraziamenti finali il Direttore di Confindustria Trento ha ricordato che il servizio finanza d’impresa è a disposizione delle aziende associate, anche per approfondire i temi trattati nel corso del seminario.

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Approfondito con la filiale di Trento della Banca d’Italia il funzionamento della Centrale dei rischi, i cui dati influenzano la valutazione del merito di credito di ogni azienda, e le potenzialità dell’Arbitro Bancario Finanziario.

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Centrale dei rischi e arbitro bancario

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si è assicurata ancora una volta la possibilità di erogare alle imprese un impor-tante lotto di corsi di formazione con i finan-ziamenti messi a disposizione da Fondimpresa.Il piano di formazione I&I For Smes's (Inter-nazionalizzazione e Innovazione per le piccole e medie imprese), presentato sull’Avviso 4/2014, è stato selezionato e approvato da Fondimpre-sa, che alla società di servizi di Confindustria Trento destinerà il finanziamento necessario a coprire 798 ore di formazione da svolgere tra il 27 febbraio 2015 e il 26 gennaio 2016.“Al momento le aziende coinvolte sono 22, ma siamo pronti a ricevere l’adesione di nuove re-altà - spiega Agnese Biasiolli, direttrice di Asso-servizi -. La partecipazione ai corsi calendariz-zati nell’ambito del piano non comporta alcun esborso da parte di quanti vorranno essere del-la partita, fatta eccezione naturalmente per il costo persona”. Il progetto è rivolto alle aziende della provin-cia di Trento interessate alla formazione nelle tematiche dell'internazionalizzazione e innova-zione tecnologica di prodotto e di processo. Ad oggi, il percorso coinvolge venti tra piccole e medie imprese e due grandi realtà, per un to-tale di 178 lavoratori: il 36% è donna, il 22% ha meno di 29 anni.

aSSoServizi

In partenza un nuovo piano dedicato all’aggiornamento dei lavoratori sui temi dell’internazionalizzazione e dell’innovazione.

Formazione finanziata: ancora in pista

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Chiuso con successo il piano “Far crescere le Pmi in Trentino per rafforzare l’economia di sistema”Nei giorni scorsi si è concluso il percorso di formazione prevista dal piano “Far crescere le Pmi in Trentino per rafforzare l’economia di sistema”, coordinato da Assoservizi in associazione temporanea con Delta Informatica e Formazione Spa. I numeri del piano danno il senso dell’efficacia dell’iniziativa: rispetto alle soglie previste, le attività gestite dalla società di servizi di Confindustria Trento hanno marcato aumenti più che significativi in particolare in relazione al numero di imprese aderenti e di lavoratori coinvolti. Alle trenta azien-de selezionate al principio del percorso si sono aggiunte, nel corso del progetto, altre sette realtà; coerente l’incremento dei dipendenti interessati dagli interventi formativi (25 in più dei 379 previsti), per un aumento generale delle ore di formazione erogate.Preme sottolineare pure i dati in crescita legati alla tipologia dei lavoratori formati. Si prevedeva di aprire l’intervento a un numero di donne pari al 35,44% del totale dei lavoratori: ci si è spinti oltre il 40%. Così nel caso degli over 45: in ultima battuta, il 30,87% del totale delle persone formate.Nel corso del progetto è stato certificato il 71% delle attività for-mative. Assoservizi ha inoltre sperimentato con successo l’azione di validazione delle competenze in ambito amministrativo, come previsto dalla deliberazione della Giunta provinciale numero 1649 del 29 settembre 2014: a sei lavoratori è stata infatti data la possibilità di conseguire un documento ufficiale, rilasciato dalla Provincia autono-ma di Trento, che valida le competenze in possesso dei partecipanti.

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oLtre

Assoservizi lancia una serie di appuntamenti destinati a sviluppare nei lavoratori particolari competenze trasversali legate alla comunicazione, ma non solo.

Tempi di cambiamento?Azione!

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ottanta tra professionisti, collaboratori e titolari d’impresa hanno preso parte, lo scorso 14 gennaio a Palazzo Stella all’evento

"Azione! Quali abilità per tempi di cambiamento”: un business show ispirato ai temi dell'internaziona-lizzazione, dell'innovazione, delle aggregazioni e della negoziazione, della formazione e della comu-nicazione, curato dai partner di Palestra della Scrittura Paolo Car-massi e Alessandro Lucchini. All’insegna dello stesso claim As-soservizi propone nei prossimi mesi una serie di attività formati-ve curate dalla “Palestra”:

Il linguaggio del gruppo13 febbraio 2015

Il linguaggio dell’accordo6 marzo 2015

B&B Budo & business10 aprile 2015

B&B Ritmo & business21 maggio 2015

Per informazioni:Federico [email protected]. 0461 360053

Il 27 febbraio a partire dalle 9.30 Assoservizi promuove il seminario "Progettazione europea", allo scopo di fornire una panoramica sugli obiettivi, i contenuti e le procedure di accesso ai programmi della Commissione europea a suppor-to delle imprese. Il seminario è il primo step di avvio di un percorso di informazione, coaching, consulenza individuale e supporto concreto alla redazione e presentazione di progetti europei, che si svilupperà nel corso del 2015 in stretta colla-borazione con Roberta Mancia, esperta formatrice, coach e progettista europea di stanza a Bruxelles. Il percorso si articolerà in due ulteriori step:

- Formazione e Coaching: per far emergere i progetti finan-ziabili dalla Commissione europea, su cui investire nello step successivo.

- Redazione del progetto: in collaborazione con l’europro-gettista, si procederà alla selezione del bando, alla ricerca dei partner e alla scrittura e presentazione del progetto. Si imparerà, dunque, scrivendo il proprio progetto.

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a cura di: Gianluca Toschi

EDIZIONE / 2014

L’ECONOMIA TRENTINA ATTRAVERSO I DATI DI

BILANCIO DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA

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Franco GiacomoniConsulente d’impresa nell’ambito della pianifi cazione e del controllo  di  gestione  fi nanziario.  Per  favorire  la  conces-sione  di  fi nanziamenti  alle  imprese  da  parte  degli  istituti creditizi, è partner di Fivesixty Service Srl - Milano, Società di Mediazione Creditizia.

Lorenzo ChizzolaAgente  in attività fi nanziaria, da oltre 20 anni è  il referen-te  territoriale  di  primarie Banche/Società di  Leasing  con riferimento a strumenti fi nanziari di medio-lungo termine.Interpreta  le  esigenze  dell’imprese,  forte  di  una  più  che decennale esperienza in Confi ndustria Trento.

Andreas VerdeConsulente di effi cientamento di gestione fi nalizzato all’au-mento della  redditività aziendale.  Interviene sulle dinami-che dei costi e ricavi, del Personale e dei processi produt-tivi. Si affi anca nel processo d’internazionalizzazione delle Imprese.

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I dati sulla produzione indu-striale in Italia restituiscono l'immagine di un paese che non riesce a imboccare la via della risalita non solo verso i livelli pre-crisi (2008) ma neanche ver-so quelli raggiunti dopo il recu-pero segnato nel biennio 2009-2010. Fatto 100 il valore della produzione industriale nel 2010 a gennaio del 2015 il valore si at-testa, infatti, a 90,61. L'andamen-to della produzione industriale sembra confermare che la crisi è entrata in una quarta fase: alla brusca caduta del 2009 è seguito il biennio 2011-2012 di ripresa, una nuova caduta nel 2012 e la sostanziale stagnazione degli ul-timi due anni.

Anche i dati relativi al prodot-to interno lordo della provincia confermano lo stesso andamen-to. Il 2009 vede una forte acce-lerazione della diminuzione del prodotto interno lordo trentino, che era già cominciato nel 2008. Il 2010 segna un parziale recupe-ro confermato dai dati del 2011. Il 2012, ultimo dato disponibile, fa segnare una nuova caduta che porta i valori del Pil provinciale ad un valore inferiore rispetto a quelli registrati dopo la caduta del 2008.Come si collocano le impre-se trentine in un contesto così complesso? Per dare una ri-sposta a queste domande Con-findustria Trento ha scelto di dotarsi di nuovi strumenti di analisi sull’andamento dell’eco-nomia della provincia. La rile-vazione congiunturale condotta

con cadenza semestrale è stata sostituita a partire dal 2013 da un’analisi sui bilanci delle im-prese della provincia.

Per avere uno sguardo di me-dio periodo sulle dinamiche che hanno coinvolto le imprese della provincia in seguito alla crisi si è scelto di considerare

i bilanci del periodo 2008-2013. I bilanci del 2008 rappresen-tano, infatti, gli ultimi bilanci "pre-crisi", in considerazione del fatto che il brusco rallenta-mento dell'economia mondiale si è manifestato nell'ultimo tri-mestre dell'anno, con un impat-to quindi contenuto sui conti dell'intero esercizio.

1. Introduzione

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GRAFICO 2Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato – valori concatenati al 2005 – Milioni di euro

Fonte: Istat

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1 Fonte: CSC, gennaio 2015

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GRAFICO 1Produzione industriale 2005-2015(Italia, indice mensile destagionalizzato, base 2010=100)

previsioni CSC

Fonte: CSC Confindustria, gennaio 2015

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

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Per rilevare l'andamento econo-mico delle imprese della provin-cia di Trento sono stati utilizzati i dati di bilancio di poco meno di 3.000 società di capitale pre-senti nel database Aida di Bure-au Van Dijk. L’analisi sui bilanci è stata condotta su un campione chiuso di imprese, utilizzando i bilanci disponibili relativi agli ultimi sei esercizi (2008-2013). Il campione chiuso consente di creare serie storiche coerenti (l’impresa dev’essere presente in tutti gli anni analizzati), ma ha lo svantaggio di escludere a pri-ori le imprese costituite o cessate successivamente l’anno di inizio dell’analisi (2008).

Partendo dai bilanci di imprese (società di capitale) della provin-cia di Trento presenti nel data-base AIDA di Bureau Van Dijk2 sono stati selezionati quelli di-sponibili nel periodo 2008-2013 relativi a imprese attive e quindi non in cessazione o con proce-dure all'attivo (liquidazioni, fal-limenti e procedure concorsuali). Tra questi sono stati considerati solamente quelli delle imprese che in tutti i quattro anni consi-derati hanno ottenuto ricavi per almeno 50.000 Euro. Consideran-do le finalità dell'analisi (studio sull'andamento dell'economia della provincia) non sono stati considerati i bilanci consolidati. Al termine della selezione sono risultati coerenti con i criteri ap-plicati 2.918 bilanci. Utilizzando gli stessi parametri sono stati se-lezionati i bilanci di altre 44.176

imprese delle altre aree del Nord Est: Bolzano, Veneto e Friuli Ve-nezia Giulia in modo da con-frontare l'andamento economi-co della provincia con quello delle aree vicine. Tra le imprese selezionato il gruppo più nume-roso (581 aziende, pari al 19,9% del campione) è impegnata nel settore del commercio, segue la manifattura (540 imprese pari al 18,5% del totale) e le costruzioni con 409 aziende (14%). Se il peso dei diversi comparti viene calco-lato sulla base dei ricavi prodot-ti3 al primo posto si collocano le imprese manifatturiere che producono il 34,9% dei ricavi to-tali, al secondo quelle del settore

commercio (26,5%) e al terzo le aziende che operano nel settore della fornitura di energia elettri-ca e gas (8,1%). La variazione è dovuta, ovviamente, alle diverse dimensioni delle imprese nei vari comparti.

Le imprese sono state poi clas-sificate in Grande, Media, Pic-cola e Micro utilizzando come parametro la media dei ricavi ottenuti nel periodo analizza-to. Sono considerate grandi le aziende con ricavi superiori a 50 milioni di Euro, medie quel-le con ricavi tra 10 e 50 milioni, piccole quelle con ricavi tra 2 e 10 milioni e micro quelle con

2. Il profilo delle imprese selezionate

2 Le elaborazioni dei dati di bilancio sono state prodotte da Istituto Poster su specifiche di Fondazione Nord Est partendo dai dati della banca dati Aida, Bureau Van Dijk3 Calcolato sulla media dei ricavi degli ultimi 3 esercizi

Tabella 1 - Distribuzione delle imprese per settore produttivo

Raggruppamento v.a. % peso*A Agricoltura, silvicoltura e pesca 73 2.5 4.5B Estrazione di minerali da cave e miniere 35 1.2 0.2C Attività manifatturiere 540 18.5 34.9D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 36 1.2 8.1E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e

risanamento22 0.8 0.8

F Costruzioni 409 14.0 6.1G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli

e motocicli581 19.9 26.5

H Trasporto e magazzinaggio 126 4.3 6.2I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 200 6.9 1.4J Servizi di informazione e comunicazione 166 5.7 2.1K Attività finanziarie e assicurative 23 0.8 0.3L Attività immobiliari 218 7.5 1.0M Attività professionali, scientifiche e tecniche 208 7.1 3.8N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 118 4.0 1.7P Istruzione 29 1.0 0.1Q Sanità e assistenza sociale 57 2.0 1.3R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 65 2.2 0.8S Altre attività di servizi 11 0.4 0.1U Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 0.0 0.0

Totale 2.918 100.0 100.0

*calcolato sui ricavi medi del triennio 2011-2013 Fonte: Fondazione Nord Est 2014

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volume dei ricavi inferiore a 2 milioni di Euro. Il gruppo più rilevante (67,6%) è quello delle imprese micro, seguono le picco-le (23,7%), le medie (197 imprese, pari al 6,8%) e quelle grandi (2%).

Se si considera il volume dei ricavi le imprese grandi produ-cono più della metà dei ricavi: 50,9%, 23,8% le medie, 17,7% le piccole e le micro il 7,7%.

Dopo la caduta dei ricavi re-gistrata nel 2009 e il recupero del biennio 2010-2011 i ricavi “dell’impresa Trento4” non cre-scono più. Nel triennio 2011-2013 i ricavi si sono stabilizzati at-torno a quota 105 (2008=100). Ri-spetto al dato medio le imprese di dimensioni maggiori (quelle con più di 50 milioni di Euro) hanno dimostrato una maggior capacità di recupero (110 il valo-

4 Utilizzando la tecnica del “bilancio somma” le voci di bilancio delle imprese che appartengono al campione vengono sommate come se si trattasse di una unica impresa.

Tabella 2 - Distribuzione delle imprese per classe dimensionale (v.a. e ricavi 2013)

Classe dimensionale v.a. % ricavi %

Grande 58 2,0 8.529.540.333 50,9

Media 197 6,8 3.985.327.577 23,8

Piccola 691 23,7 2.961.295.633 17,7

Micro 1.972 67,6 1.287.282.415 7,7

Totale 2.918 100,0 16.763.445.957 100,0

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

3. Ricavi

re dell’indice nel 2011) ma come per le altre la crescita dei ricavi sembra essersi arrestata nell’ulti-mo triennio. Si conferma la si-tuazione di difficoltà per le im-prese “Micro” (quelle con ricavi inferiori a due milioni di Euro). A cinque anni dalla crisi i loro ricavi sono il 15% inferiori rispet-to a quelli pre-crisi. Nell’ultimo anno si rileva un aumento dei ricavi solamente per le imprese

medie, che passano da 103,3 del 2012 a 106,4 del 2013.Le imprese piccole, con ricavi tra i 2 e i 10 milioni appaiono come quelle che meno hanno risentito della caduta dei ricavi nel 2009 (98,3, il dato migliore tra quelli considerati), una buona capaci-tà di ripresa nel 2010 e 2011 ma una progressiva perdita di velo-cità nel triennio successivo. Da 105,4 del 2011 i ricavi si attestano a 102,8 nel 2012 e 101,3 nel 2013.Come già sottolineato nel re-port del 2013, l’analisi dell’an-damento dei ricavi per settori economici mette in luce come nel 2009 la riduzione abbia interessato in maniera più intensa i settori del manifat-turiero (-18,3% nel 2009), della fornitura di acqua (-15,1%) e dell’agricoltura (-9,2%). A di-stanza di cinque anni i setto-ri più colpiti appaiono quelli legati al mondo delle costru-zioni: le imprese che lavorano nel comparto dell'estrazione di minerali da cave e miniere

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GRAFICO 3Andamento dei ricavi per classe dimensionale 2008-2013 (2008=100)

grande piccola totale micro media

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2009 2010 2011 2012 2013

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va raggiunto il valore di 102,5 nel 2011 ha visto, nel biennio successivo, una progressiva diminuzione dei ricavi: 100,6 nel 2012 e 99,6 nel 2013 (e quin-di -0,4% rispetto ai ricavi del 2008).

registra ricavi inferiori del 16% rispetto al 2008, quelle delle costruzioni -15,1%. Se si consi-derano i due settori più im-portanti rispetto al volume dei ricavi prodotti, le imprese ma-nifatturiere hanno recuperato

la caduta del 2009 e nel 2013 hanno ricavi superiori a quelli del 2008 dell’1,9%, anche se in calo rispetto ai valori fatti regi-strare nel biennio 2011 e 2012 (rispettivamente +4,4% e +4,1%). Il settore commercio che ave-

Tabella 3 - Andamento dei ricavi per settore 2008-2013 (2008=100)

Imprese 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Agricoltura, silvicoltura e pesca 73 100 90,8 88,5 102,6 100,9 106,7

Estrazione di minerali da cave e miniere 35 100 110,9 84,5 92,3 82,9 84,0

Attività manifatturiere 540 100 81,7 95,2 104,4 104,1 101,9

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 36 100 122,6 130,2 145,5 144,1 153,8

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 22 100 84,9 107,5 115,0 110,5 132,7

Costruzioni 409 100 95,2 102,7 95,7 90,3 84,9

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli 581 100 94,1 98,6 102,5 100,6 99,6

Trasporto e magazzinaggio 126 100 92,3 103,0 108,9 107,5 108,7

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 200 100 113,7 111,1 113,3 114,5 117,7

Servizi di informazione e comunicazione 166 100 103,9 113,1 119,4 122,8 124,9

Attività finanziarie e assicurative 23 100 118,0 131,8 111,0 197,0 124,4

Attività immobiliari 218 100 96,4 87,4 87,3 91,2 92,2

Attività professionali, scientifiche e tecniche 208 100 95,9 87,3 98,6 94,1 108,9

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 118 100 105,6 116,9 122,0 133,6 140,4

Istruzione 29 100 91,1 96,8 98,8 101,4 108,2

Sanità e assistenza sociale 57 100 99,1 101,3 106,6 111,9 116,7

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 65 100 104,4 108,0 110,2 105,1 116,1

Altre attività di servizi 11 100 105,7 106,0 116,8 123,7 121,7

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 100 66,3 49,7 49,0 47,0 47,0

Totale 2.918 100 92,0 99,6 106,1 105,1 105,6

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

In termini più generali i settori che hanno registrato gli anda-menti migliori in termini di rica-vi sono quelli della fornitura di energia elettrica (+53,8% nel 2013 rispetto al 2008), del noleggio e delle agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+40,4% nel periodo considerato), del-la fornitura di acqua e gestione dei rifiuti (+32,7%) e dei servizi di informazione e comunicazione (+24,9%).Se si confrontra il dato dei rica-vi a livello territoriale i dati del-le imprese trentine (105,6) sono, dopo 6 anni, allineati a quelli delle imprese del Veneto (105,9). Fanno meglio le imprese della provincia di Bolzano (115,3), sotto

ai valori medi quelle del Friuli Venezia Giulia, che dopo 6 anni

(98,2) presentano ancora valori in-feriori rispetto a quelli del 2008.

90

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GRAFICO 4Andamento dei ricavi per area 2008-2013 (2008=100)

Trento FVG Veneto Nord Est Bolzano

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2009 2010 2011 2012 2013

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Considerando l'importanza del settore manifatturiero (che come ricordato in precedenza genera più di un terzo dei ri-cavi totali della provincia) ap-pare opportuno analizzare i dati del comparto ad un mag-gior livello di dettaglio. Tutti e tre i settori più impor-tanti del manifatturiero pre-sentano, nel 2013, un volume dei ricavi superiore a quello del 2008: +5,5% per il compar-

Tabella 4 - Andamento dei ricavi per macro-settore delle imprese manifatturiere 2008-2013 (2008=100)

Peso % 2013 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Macchinari e apparecchi NCA 16,0 100 80,7 93,9 102,6 101,5 105,5

Alimentari, bevande e tabacco 14,4 100 92,8 94,2 102,3 107,2 112,0

Legno, carta e stampa 12,5 100 94,7 107,2 109,4 106,8 106,5

Gomma e materie plastiche 12,4 100 90,1 103,1 110,6 102,4 90,9

Mezzi di trasporto 12,1 100 47,2 63,0 80,8 86,4 85,9

Chimica 11,6 100 85,4 112,5 123,7 120,3 118,3

Metalli di base e prodotti in metallo 8,8 100 69,0 79,5 87,6 88,1 84,4

Tessile, abbigliamento, pelli 4,5 100 91,8 119,5 146,7 141,9 123,9

Apparecchi elettrici 3,1 100 116,0 129,2 108,8 118,4 118,9

Farmaceutico 1,8 100 113,8 111,0 124,8 133,7 131,8

Prodotti delle altre attività manifatturiere 1,2 100 105,8 109,0 116,1 112,6 107,7

Riparazione 1,0 100 70,7 106,1 122,1 123,8 92,1

Computer e apparecchi ottici 0,4 100 92,1 126,2 131,9 123,1 118,1

Mobili 0,3 100 88,0 86,1 84,6 86,0 86,2

Totale 100,0 100 81,7 95,2 104,4 104,1 101,9

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

to dei macchinari, +12% per l'agroindustria e +6,5% per le-gno, carta e stampa. Le impre-se del settore gomma-plastica dopo aver segnato un ottimo recupero nel 2011 (+10,6% ri-spetto al 2008) perdono più di 20 punti nel biennio suc-cessivo e nel 2013 il volume totale dei ricavi prodotti dal comparto è di 9,1 punti per-centuali inferiore rispetto a quello del 2008. Male anche

i mezzi di trasporto. La crisi del 2008 aveva più che dimez-zato i ricavi (-52,8% nel 2009) poi un lento ma progressivo recupero che porta i ricavi del 2013 ad un livello di 14 punti percentuali inferiori rispetto a quelli del 2008. Bene invece le imprese del settore chimi-co, negli ultimi tre esercizi i ricavi sono di circa 20 punti percentuali superiori a quelli registrati nel 2008.

Cambiando la prospettiva di analisi e passando quindi dal dato aggregato ai bilanci delle singole imprese5, si riscontra che poco più della metà delle aziende trentine (52%) ha, nel 2013, ricavi superiori rispet-to a quelli che registrava sei anni prima. La percentuale

aumenta all'aumentare delle dimensioni: 49,1% tra le mi-cro, 56,4% tra le piccole, 60,9% tra le medie e 69% tra le gran-di. Vanno meglio rispetto alla media i settori della sanità e dell'assistenza sociale (84,2%), della fornitura di energia elettrica (72,2%) e dell'agricol-

tura (64,4%). I risultati meno positivi si riscontrano tra le imprese del comparto dell'e-strazione di minerali da cava, tra le quali solamente il 22,9% ha ricavi superiori rispetto a quelli che aveva nel 2008, ma anche tra le imprese manifat-turiere (41,3%).

5 La presenza di imprese di grosse dimensioni può infatti far diminuire la capacità di informazione del dato aggregato. Vale la pena, quindi, utilizzare anche altre pro-spettive di osservazione.

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All'interno del manifatturiero si riscontrano andamenti diffe-renziati. La totalità delle imprese del farmaceutico ha, nel 2013, ri-cavi superiori a quelli del 2008,

mentre 20 punti percentuali so-pra la media si registrano tra le imprese che si occupano della produzione di computer e di apparecchi ottici (61,5%) e dell'a-

groindustria (61,3%). Chiudono invece l'elenco il comparto dei mezzi di trasporto (14,3%), quello dei mobili (21,4%) e degli appa-recchi elettrici (27,8%).

GRAFICO 5Imprese con ricavi 2013 superiori ai ricavi 2008 (val. %) per dimensione e settore

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

estrazione di minerali da cave e miniere

fornitura di energia elettrica, gas, vapore e ariafornitura di acqua, reti fognarie, gestione rifiuti

attività dei servizi di alloggio e di ristorazioneservizi di informazione e comunicazione

tuttiDIMENSIONE

grandemedia

piccolamicro

SETTOREagricoltura, silvicoltura e pesca

costruzionicommercio all'ingrosso e al dettaglio

trasporto e magazzinaggio

attività finanziarie e assicurativeattività immobiliari

attività professionali, scientifiche e tecnichenoleggio, agenzia viaggio, servizi di supporto alle imprese

istruzionesanità e assistenzia sociale

attività artistiche, sportive, di intrattenimento altre attività di servizi

attività manifatturiere

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

GRAFICO 6 - Imprese del manifatturiero con ricavi 2013 superiori ai ricavi 2008 (val. %) per macrosettore

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

prodotti delle altre attività manifatturiere

mobilicomputer e apparecchi ottici

manifatturierometalli di base e prodotti in metallo

legno, carta e stampamacchinari per e apparecchi NCA

gomma e materie plastichealimentari, bevande e tabacco

tessile, abbigliamento, pelliriparazione

chimicamezzi di trasporto

farmaceutico

apparecchi elettrici

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

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Tra i vari indicatori disponi-bili per analizzare la solidità dell'impresa si è scelto di uti-lizzare il rapporto debt/equi-ty che confronta la posizione finanziaria netta complessiva (debt) e il patrimonio netto (equity). All'aumentare del ri-sultato del rapporto aumenta l'esposizione nei confronti dei terzi6. Nel 2013 il 28,6% delle imprese trentine ha un rappor-to debt/equity superiore a 2, e quindi si trova nella “zona a rischio7” che caratterizza le imprese con debiti pari a ol-tre il doppio del patrimonio netto. Nei sei anni analizzati la situazione è sostanzialmen-te stabile8. Migliora, invece, la situazione tra le imprese del-la provincia di Bolzano e tra quelle venete (-3,9 p.p. e -3.7 p.p. nel confronto 2008-2013)9.

Se il dato generale vede inalte-rato, nella sostanza, il nume-ro di imprese che si trovano nella "zona a rischio" l'analisi che considera le dimensioni delle imprese evidenzia anda-menti molto diversificati.

Il passaggio tra il 2012 e il 2013 vede un netto miglioramento tra le imprese di dimensioni maggiori. Nel 2012 le imprese con rapporto debt/equity su-periore a 2 erano il 19,5%, nel 2013 scendono all’8,6%.

4. Solidità

6 Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Fazzini, M. (2013). Analisi di bilancio: metodi e strumenti per l'interpretazione delle dinamiche aziendali. IPSOA, Gruppo Wolters Kluwer.7 Il parametro rappresenta, ovviamente, una generalizzazione che non tiene conto delle caratteristiche di ogni singolo settore, elementi che dovranno essere considerati per un eventuale approfondimento. 8 Va comunque ricordato che molte imprese avevano beneficiato, proprio nel 2008, della possibilità di rivalutare i beni iscritti in bilancio offerta dalle misure anti-crisi varate in quell’anno9 Il dato non è confrontabile con quello pubblicato nel report del 2013 in quanto calcolato su basi diverse.

Tabella 5 - Imprese con rapporto debt/equity>2 2008 e 2013 (val. % e p.p.)

Territorio 2013 2012 2008 diff. 13-08

Trento 28,6 28,8 28,8 -0,2

Bolzano 24,5 26,1 28,4 -3,9

Friuli Venezia Giulia 25,2 25,7 26,4 -1,2

Veneto 24,1 25,4 27,8 -3,7

Nord Est 24,6 25,7 27,7 -3,1

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Tabella 6 - Imprese con rapporto debt/equity>2 2008 e 2013 (val. % e p.p.)

2013 2012 2008 diff. 13-08

Grande 8,6 19,5 19,0 -10,4

Media 22,2 25,1 25,0 -2,8

Piccola 28,2 29,4 26,5 1,7

Micro 30,1 29,3 30,5 -0,4

Trento 28,6 28,8 28,8 -0,2

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

Tra le imprese del manifattu-riero la percentuale di quelle nella "zona a rischio" nel 2013 è invariata rispetto al 2008. Livelli più dettagliati di ana-lisi evidenziano andamenti positivi tra le imprese del tes-sile/abbigliamento tra le qua-li la percentuale di imprese con rapporto debt/equity su-periore a 2 scenda da 36,4% a 30,4%. Tra le imprese della

chimica si assiste ad una ri-duzione da 27,3% a 9,1%.

Sul fronte opposto tra le im-prese del settore gomma/plastica la percentuale cresce passando dal 28,3% al 34,9%. Significativa anche la varia-zione positiva tra le imprese del settore computer e ap-parecchio ottici: da 18,2% a 33,3%.

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TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2015

L'analisi della liquidità permette di evidenziare la capacità dell'a-zienda di far fronte agli impe-gni di breve periodo attraverso l'utilizzo del capitale circolante. L'indice di liquidità è dato dal rapporto tra la differenza delle attività correnti e delle rimanen-ze rispetto alle passività corren-ti10 ed evidenzia, quindi, quante volte le attività correnti liquida-bili sono superiori o inferiori alle passività correnti. Il rappor-to è generalmente positivo se su-periore all'unità11.

5. Liquidità

10 Ibidem Fazzini (2009) pg. 97 e successive.11 Anche in questo caso siamo di fronte ad una generalizzazione che non tiene conto delle caratteristiche di ogni singolo settore, elementi che dovranno essere consi-derati per un eventuale approfondimento settoriale.

0,8

0,9

1

1,1

GRAFICO 8Indice di liquidità per territorio 2008-2013 (valore mediano)

Trento FVG Veneto Nord Est Bolzano

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2009 2010 2011 2012 2013

GRAFICO 7Trento, imprese manifatturiere con debt/equity > 2

0 5 10 15 20 25 30 35 40

tutti

tessile, abbigliamento, pelli

riparazione

prodotti delle altre attività manifatturiere

mobili

mezzi di trasporto

metalli di base e prodotti in metallo

macchinari e apparecchi NCA

legno, carta e stampa

gomma e materie plastiche

farmaceutico

computer e apparecchi ottici

chimica

apparecchi elettrici

alimentari, bevande e tabacco

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2013

00

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Nel corso del periodo analizza-to l'indice di liquidità migliora costantemente tra le imprese di tutte le aree. Trento rappre-senta l'unica eccezione. Il 2011 vede un arretramento ai valori del 2009 e un successivo lieve miglioramento nei due anni successivi. In ogni caso l'indi-catore nel 2013 (0,96) è più ele-vato rispetto a quello rilevato nel 2008 (0,89). Se il valore mediano rimane costante negli ultimi 3 anni, nello stesso periodo la differen-za tra le imprese del campione si va ampliando. Se si conside-rano le imprese che sono tra il primo (p25) e il terzo quartile (p75), imprese che rappresenta-no la metà del campione ana-lizzato, le differenze (misurate dallo scarto interquartile) van-no ampliandosi.

0,4

0,9

1,4

1,9

GRAFICO 8Indice di liquidità – p25-p75

p75 p50 p25

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Tra i diversi indicatori utilizza-bili per considerare la redditivi-tà si è scelto di utilizzare il ROS (Return on Sales) l'indicatore che misura la redditività delle ven-dite, ottenuto dal rapporto tra il reddito operativo e i ricavi di vendita. In termini generali il ROS delle imprese del Nord Est ha visto, dopo l'importante cadu-ta del 2009, un biennio di sostan-ziale stabilità a cui è seguita una nuova caduta nel 2012. I bilanci del 2013 sembrano segnare una ti-mida inversione di tendenza con indicazioni di modesti rialzi nei valori mediani dell'indicatore. Le imprese di Trento non sembrano allinearsi all'andamento genera-le registrato nell'ultimo anno. Il ROS rimane sostanzialmente sta-bile rispetto all'anno precedente (2,93 rispetto a 2,98 del 2012).

6. RedditivitàAllungando lo sguardo va co-munque sottolineato che il ROS per le aziende della provincia si è ridotto in 6 anni da 4,37 (era il

più elevato tra quelli dei diversi territori del Nord Est nel 2008) a 2,93, segnalando una continua tensione sui margini.

2,9

3,1

3,3

3,5

3,7

3,9

4,1

4,3

4,5

GRAFICO 10ROS 2008-2013 (Valori mediani)

Trento FVG Veneto Nord Est Bolzano

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

GRAFICO 9Scarto interquartile (p25-p75)

201320122011201020092008

0,8

0,85

0,9

0,95

1

1,05

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Nel 2013 i risultati meno positivi si registrano tra le imprese gran-di: il ROS passa da 2,77% a 1,88% in sei anni, il dato peggiore tra tutte le classi. In ripresa la reddi-tività delle vendite tra le impre-se medie che dopo il migliora-mento del 2012 si attesta a 2,19%.

Se si considerano i settori rile-vanti per l’economia provincia-le, il manifatturiero vede ridursi la redditività delle vendite da 5,2% a 3,5%. Riduzione pro-gressiva e costante nel settore delle costruzioni in cui si pas-sa da 6,8% del 2008 a 4,% del 2013. Il settore del commercio sperimenta un livello del ROS sostanzialmente costante fino al

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

4,5

5

GRAFICO 11ROS 2008-2013 per dimensione (val. %)

grande piccola tutti micro media

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Tabella 7 - ROS 2008-2013 valori mediani per settore

Settore 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Agricoltura, silvicoltura e pesca 1,0 1,0 0,9 1,3 1,1 1,0

Altre attività di servizi 6,8 2,1 3,3 4,2 5,4 3,4

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 9,3 8,8 11,1 9,6 4,6 8,4

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1,2 2,9 1,7 1,9 0,7 1,8

Attività finanziarie e assicurative 5,1 4,6 5,0 4,6 4,2 4,5

Attivita' immobiliari 9,0 7,6 8,5 7,2 9,5 7,0

Attività manifatturiere 5,2 4,0 4,2 4,1 3,9 3,5

Attività professionali, scientifiche e tecniche 6,1 4,8 4,6 4,0 3,6 3,1

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli 3,0 2,7 2,8 2,5 1,9 1,9

Costruzioni 6,8 5,9 5,3 4,9 4,2 4,0

Estrazione di minerali da cave e miniere 5,5 4,1 3,2 5,0 2,6 3,3

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 4,7 5,1 5,7 3,6 2,0 2,7

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 5,7 5,9 6,7 6,7 11,0 8,8

Istruzione 3,1 2,4 2,7 2,7 2,9 5,1

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 3,2 2,6 3,8 3,4 2,3 2,4

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 28,5 13,0 -29,1 -12,3 18,7 27,2

Sanita' e assistenza sociale 1,8 1,6 1,9 2,4 1,9 1,1

Servizi di informazione e comunicazione 6,6 7,5 6,6 5,6 5,7 5,5

Trasporto e magazzinaggio 1,9 2,8 2,3 2,1 1,6 1,8

Tutti 4,4 3,9 3,9 3,7 3,0 2,9

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

2012, quando si assiste a una re-pentina caduta dell’indicatore, il 2013 conferma il dato dell'anno precedente.

Approfondendo l’analisi del settore manifatturiero, emerge che la red-ditività delle vendite in sei settori raggiunge nel 2013 il valore più

basso: alimentari e bevande, legno carta e stampa, macchinari, me-talli di base, tessile abbigliamento e altre manifatturiere. In ripresa

il settore degli apparecchi elettrici e dei mobili, dopo un 2012 molto difficile in cui il ROS era sceso a 1,7% (4,9% il dato del 2013).

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di sostanziale stabilità sul fronte della redditività ha visto un calo negli ultimi 3 anni. I dati della chimica appaiono come i più dif-ficili da interpretare in quanto il panorama del comparto trentino dipende in gran parte dai nume-ri di una singola impresa. Il dato risente quindi degli andamenti di quell'impresa.

importanti momenti di riduzione del ROS che pesano sul dato to-tale: il 2013 e il 2008. Il comparto Gomma e materie plastiche ha sperimentato, invece, una lenta ma progressiva diminuzione del-la redditività che sembra essersi arrestata nel 2013. Venendo ai comparti con i dati più positivi, l'agroindustria, dopo un periodo

Mettendo insieme i risultati dell'a-nalisi sull'andamento dei ricavi e della redditività è possibile identi-ficare quali settori sono riusciti, nel periodo analizzato, ad aumentare i ricavi mantenendo una redditività soddisfacente. L'analisi riguarda i primi cinque settori del manifat-turiero che rappresentano circa il 70% del volume dei ricavi del com-parto. Sul fronte dei ricavi i settori che meglio hanno saputo allargare i propri mercati sono quello della chimica (+18,3% rispetto al 2008), degli alimentari e bevande (+12%), del legno, carta e stampa (+6,5%) e dei macchinari (+5,4%)12. Il settore della gomma plastica perde invece piùdi 9 punti percentauli.

I valori relativi alla variazione del ROS sono invece negativi per tutti i comparti. Le imprese che producono macchinari pagano l'importante riduzione della red-ditività delle vendite avvenuta nel 2008-2009 e il lento ma pro-gressivo declino avvenuto negli anni successivi. Il settore legno, carta e stampa ha registrato due

Tabella 8 – Trento, settore manifatturiero, ROS 2008-2013 (Valori mediani) per settore manifatturiero

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Alimentari, bevande 2,9 3,1 3,2 3,2 2,9 2,2

Apparecchi elettrici 5,2 2,9 5,8 6,1 5,0 5,7

Chimica 4,3 4,2 5,2 3,0 2,9 3,6

Computer e apparecchi 5,0 -3,6 3,2 3,9 3,0 2,5

Farmaceutico 10,5 7,3 5,2 6,2 5,7 6,3

Gomma e materie plastiche 4,9 4,1 3,6 3,5 3,1 3,3

Legno, carta e stampa 5,2 3,8 3,8 4,0 4,0 2,9

Macchinari e app. 8,1 4,8 5,0 4,3 4,1 3,6

Metalli di base 5,3 4,1 4,8 4,9 4,7 3,8

Mezzi di trasporto 7,1 -4,2 4,7 6,0 7,6 3,8

Mobili 5,2 3,7 5,6 4,3 1,7 4,9

Prodotti delle altre industrie manifatturiere 6,8 5,6 5,6 5,2 4,4 4,2

Riparazione 4,9 6,2 10,4 2,8 6,2 6,5

Tessile, abbigliamento 3,9 2,6 3,7 3,9 2,3 2,1

Totale 5,2 4,0 4,2 4,1 3,9 3,4

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

12 In ascissa del grafico viene misurata la varaizone media annuale.

GRAFICO 12Manifatturiero, variazione media dei ricavi (mediana) e variazione della redditività (ROS) 2008-2013 per settore

chimica

legno, carta e stampa

gomma e materie plastiche

macchinari e app.

alimentari, bevande

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

0

0,01

0,02

-0,03

0,01

0,02

0,03

0,04

0,5 0,1-0,05-0,01-0,15-0,2

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Come stanno attraversando la "quarta fase13" della crisi le im-prese trentine? Attraverso l'a-nalisi condotta su 2.918 bilanci di aziende della provincia di Trento (e di altri 44.176 delle al-tre aree del Nord Est) relativi al periodo 2008-2013 si è cercato di dare una risposta a tale quesito. Partendo dai ricavi l'analisi mette in luce che dopo la ca-duta registrata nel 2009 e il re-cupero del biennio 2010-2011 "il fatturato dell’impresa Trento” non cresce più. Nel triennio 2011-2013 i ricavi risultano, in-fatti, del 5% più elevati rispetto a quelli del 2008, con modeste variazioni annuali. Le imprese di dimensioni maggiori (quelle con più di 50 milioni di Euro) hanno dimostrato una maggior capacità di recupero (+10% nel 2011rispetto al 2008) ma come per le altre la crescita dei ricavi sembra essersi arrestata nell’ul-timo triennio. Si conferma la situazione di difficoltà per le imprese “Micro” (quelle con ri-cavi inferiori a due milioni di Euro). A cinque anni dalla crisi i loro ricavi sono il 15% inferio-ri rispetto a quelli pre-crisi. Il confronto a livello territoriale vede i dati delle imprese trenti-ne allineati a quelli del Veneto. Fanno meglio le imprese della provincia di Bolzano, sotto ai

valori medi quelle del Friuli Ve-nezia Giulia, che dopo 6 anni presentano ancora valori infe-riori rispetto a quelli del 2008. Se si guarda ai singoli bilanci delle imprese si rileva che poco più della metà delle azien-de trentine ha, nel 2013, ricavi superiori rispetto a quelli che registrava sei anni prima. La percentuale aumenta all'au-mentare delle dimensioni. Van-no meglio rispetto alla media i settori della sanità e dell'as-sistenza sociale, della fornitura di energia elettrica e dell'agri-coltura. I risultati meno positi-vi si riscontrano tra le imprese che si occupano dell'estrazione di minerali da cava, tra le qua-li solamente una su cinque ha ricavi superiori rispetto a quelli che aveva nel 2008, ma anche tra le imprese manifatturiere.Se si considera la solidità delle imprese trentine la situazione, nei sei anni analizzati, è sostan-zialmente stabile. Nel Nord Est migliora, invece, la situazione tra le imprese della provincia di Bolzano e tra quelle venete.Sul fronte della liquidità, nel corso del periodo analizzato l'indice di liquidità migliora costantemente tra le imprese di tutte le aree del Nord Est. Trento rappresenta l'unica ec-cezione. Il 2011 vede un arretra-

mento ai valori del 2009 e un successivo lieve miglioramento nei due anni successivi. In ogni caso l'indicatore a fine periodo è più elevato rispetto al primo rilevato.La redditività delle vendite delle imprese del Nord Est ha visto, dopo l'importante cadu-ta del 2009, un biennio di so-stanziale stabilità a cui è segui-ta una nuova caduta nel 2012. I bilanci del 2013 sembrano segnare una timida inversione di tendenza con indicazioni di modesti rialzi nei valori media-ni dell'indicatore. Le imprese di Trento non sembrano allinear-si all'andamento generale regi-strato nell'ultimo anno. Il ROS rimane sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente. Il ROS mediano per le aziende della provincia si è ridotto in 6 anni da 4,37 (era il più eleva-to tra quelli dei diversi territori del Nord Est nel 2008) a 2,93, segnalando una continua ten-sione sui margini.Se si considerano in manie-ra combinata la capacità di espandere i ricavi e quella di mantenere una redditività sod-disfacente i settori del manifat-turiero che nel periodo hanno dimostrato di tenere meglio di altri sono il chimico e gli ali-mentari e bevande.

7. Conclusioni

13 L'andamento della produzione industriale sembra suggerire che la crisi sia entrata in una nuova fase: alla brusca caduta del 2009 è seguito il biennio 2011-2012 di ripresa, una nuova caduta nel 2012 e la sostanziale stagnazione degli ultimi due anni.

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Appendice

Tabella 9 - Distribuzione delle imprese per settore e classe dimensionale (v.a.)

Grande Media Piccola Micro Totale

Agricoltura, silvicoltura e pesca 2 17 31 23 73

Estrazione di minerali da cave e miniere 5 30 35

Attività manifatturiere 25 71 170 274 540

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 4 9 11 12 36

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti 1 1 8 12 22

Costruzioni 1 20 116 272 409

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli 14 49 167 351 581

Trasporto e magazzinaggio 3 5 39 79 126

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1 20 179 200

Servizi di informazione e comunicazione 2 5 17 142 166

Attività finanziarie e assicurative 1 4 18 23

Attivita' immobiliari 1 1 9 207 218

Attività professionali, scientifiche e tecniche 2 8 27 171 208

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 2 2 29 85 118

Istruzione 4 25 29

Sanita' e assistenza sociale 1 4 18 34 57

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 3 14 48 65

Altre attività di servizi 2 9 11

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 1

Totale complessivo 58 197 691 1972 2.918

Fonte: Fondazione Nord Est 2014

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completamente nuova di oltre 500 metri quadrati dedicata all’istruzione, l’esercitazio-ne, la pratica e la formazione del dipendente e del cliente; in una parola, un nuovo e moderno training centre. È questa la novità più forte di Zf Marine di Arco, che ha inaugurato il nuovo spazio nello scorso mese di dicembre alla presenza del vicepresidente della Provincia autonoma di Tren-to Alessandro Olivi, del presidente degli indu-striali del Trentino Paolo Mazzalai e del sindaco di Arco Alessandro Betta. Il training centre è stato realizzato a fianco della sede dell’azienda arcense, ad Arco in via Sant’An-drea. “Per il nostro stabilimento – spiega Gianni D’Incau, responsabile After Sales & Service di Zf

Padova Srl – l’operazione è strategica ed è volta a garantire un servizio migliore al cliente, rafforzan-do la nostra posizione all’interno del Gruppo Zf”. Lo stabilimento di Arco è la sede trentina di Zf Padova Srl, parte della Business unit marine di Zf Industrial division. L’azienda appartiene dal 1995 alla divisione Zf Marine propulsion systems, una realtà che conta otto stabilimenti in Italia, Germa-nia, Taiwan, Brasile e Stati Uniti. Il fatturato annuo supera i 260 milioni di euro per un totale di oltre 1.200 dipendenti. Zf Marine propulsion systems si inquadra a sua volta in una compagine più am-pia, che risponde al nome di Zf Friedrichshafen Ag. Il gruppo tedesco Zf Ag è strutturato su cinque differenti divisioni che coprono l’intero settore

Un’area

di ALESSANDRO DE BERTOLINI

ZF Padova ha inaugurato ad Arco il training centre destinato alla crescita dei dipendenti e dei clienti dello stabilimento trentino.

ZF, nuovo centro per la formazione

azie

nde

aziende

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aziende

interdivisionali. La volontà di costituire un nuo-vo training centre è nata nel 2012, ma l’idea si è concretizzata nel 2013 con il coinvolgimento di Zf Italia. “Anche Zf Italia – prosegue D’Incau – ave-va l’esigenza di creare uno spazio di questo tipo. Così abbiamo lavorato assieme e in brevissimo tempo abbiamo raggiunto i risultati voluti. Con-diviso il piano industriale con la nostra Divisione, abbiamo ottenuto il budget e poi, nel mese di marzo del 2014, abbiamo atteso il via libera dalla commissione edilizia del Comune di Arco. Subito dopo sono cominciati i lavori e nel breve tempo di dieci mesi abbiamo chiuso il cantiere”. Il tutto in tempi record. Secondo D’Incau, ottima la collaborazione anche con le aziende locali, che hanno ottenuto gli incarichi. “Nella costruzione del nuovo spazio – spiega – abbiamo lavorato con diverse aziende del territorio. In tutti i casi ci sono stati ottimi riscontri sia nell’esecuzione dei lavori sia nel rispetto delle tempistiche”. L’azienda di Arco ha sostenuto l’iniziativa con un forte investimento. “Complessivamente – conclu-de il responsabile – la costituzione del training centre ha comportato per noi una spesa di circa 700mila euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 150mila per le ultime fasi di implementazione e completamento”.

dell’automotive. Comprende 126 stabilimenti nel mondo, conta 76mila dipendenti e fattura 18 mi-liardi di euro l’anno. Nell’ambito del Gruppo, Zf Padova Srl è la sede della Business unit pleasure craft, che produce trasmissioni per la nautica da diporto (da 10 a 1500 Cv) fabbricate negli stabili-menti di Arco, Padova, Friedrichshafen (Germania), Kaohsiung (Taiwan). Ad Arco, in particolare, “si sono concentrate le attività di Advanced research & development e il Centro servizi e training; la produzione locale comprende i controlli elettro-nici e gli invertitori per barche a vela, sia fissi che sterzanti”.Il nuovo training centre è pensato per Arco ma, grazie agli spazi e alla flessibilità di struttura e di attrezzature, è destinato a servire tutte le aziende del Gruppo. “Stiamo già proponendo l’utilizzo del-la nuova struttura – spiega Gianni D’Incau – anche alle altre divisioni di Zf Ag”. Da questo punto di vista l’operazione è strategica. “In questo modo – continua – rafforziamo la presenza di Zf in Italia”. E le divisioni del Gruppo si possono appoggiare ad Arco: “La realizzazione del nuovo spazio ad Arco – precisa infatti D’Incau – dimostra che il Gruppo crede in noi e nel nostro stabilimento”. All’interno del Zf Friedrichshafen Ag, l’operazione ha rappresentato inoltre uno dei primi progetti

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Generazioni a raccolta per festeggiare i cinquant'anni di Sepa, storica azienda trentina delsettore del porfido. Premiati i fondatori, Tullio Sevegnani e Paolino Bergher.

compiuto cinquant’anni Sepa di Albiano. “Un motivo di grande orgoglio”, spiega Marco Sevegnani, che assieme ai soci Marco e Sandro Bergher sono al timone dell’azienda. “Essere an-cora qui dopo tanto tempo – prosegue – ci dà la forza per continuare e per fare ancora meglio, nonostante la crisi, che non risparmia il compar-to del porfido”.Sepa, azienda trentina specializzata nell’estrazio-ne e nella lavorazione del porfido, ha festeggiato mezzo secolo di vita il 4 dicembre scorso. As-sieme a tutti i dipendenti, erano presenti anche Rocco Cristofolini, presidente della Sezione por-

fido di Confindustria Trento, e Pierangelo Baldo, che segue il settore del porfido per gli industriali del trentino. Marco Sevegnani, Sandro e Marco Bergher rap-presentano oggi la seconda generazione. Cin-quant’anni fa, furono i loro padri a fondare l’attività: Tullio Sevegnani e Paolino Bergher. Durante le cerimonia per il cinquantesimo, Roc-co Cristofolini ha consegnato una targa comme-morativa ai due soci fondatori. Dopo la messa celebrata nella chiesetta di Albiano, i festeggia-menti sono proseguiti con un pranzo di gala as-sieme al sindaco di Albiano Mariagrazia Odo-

Ha

Mezzo secoloper Sepa

aziende

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stiamo specializzando nelle soluzioni su misu-ra, in modo da rispondere alle più diversificate esigenze del cliente. Ci siamo adeguati in questo senso e ci siamo strutturati in base a questa fi-nalità. Oggi non è più possibile lavorare solo su prodotti standardizzati”. Rispetto alla concorrenza straniera, tra i vantaggi di Sepa c’è la qualità della materia prima. L’azien-da estrae e lavora tutti i colori del porfido: grigio, rosso e viola. “Lavoriamo pietre da un minimo di un 1 centimetro di spessore – prosegue – fino a un massimo di 1 metro. Abbiamo la fortuna di estrarre in cava materiale di primissimo ordine, con ottime colorazioni e ottime caratteristiche fi-siche. Questo ci dà una garanzia in più rispetto alla concorrenza”. Da oltre 35 anni Sepa è affiliata a una struttura consortile. La presenza di un consorzio consente di muoversi con maggiore compattezza sui mer-cati esteri. Fino a un anno fa, l’azienda apparte-neva al Consorzio cavatori produttori porfido di Albiano. Ora fa parte del Cipt, il Consorzio italia-no porfido del Trentino. Il Cipt, che rappresenta una nuova realtà, può contare su una quindici-na di aziende consorziate. “Tramite il consorzio – racconta Marco Sevegnani – presidiamo molti mercati esteri in tutti i continenti. Buona anche la situazione in Europa”. Dopo cinquant’anni di attività, Sepa dà lavoro oggi a una quindicina di dipendenti. Quasi tutti sono della zona, Albiano o val di Cembra. Forte-mente radicata sul territorio ed espressione di un comparto che tradizionalmente ha rappresentato per Albiano la prima fonte di economia e sosten-tamento, l’azienda delle famiglie Sevegnani e Be-gher guarda con ottimismo al futuro, nonostante le difficoltà della crisi. (adb)

rizzi, al direttore di Espo (Ente sviluppo porfido) Luca Filippi e al presidente della Cassa rurale Lavis-Valle di Cembra Ermanno Villotti. Nel corso delle celebrazioni, i giovani al coman-do dell’azienda hanno voluto raccontare con queste parole un’avventura lunga mezzo secolo:

“Era il 19 giugno del 1964, quando un gruppo di amici di Albiano acquistò all’asta pubblica in-detta dal Comune una concessione denominata ‘la Rossa’, facente parte del lotto numero tre in località Montegaggio. I soci riunirono le proprie maestranze, le proprie idee, i propri risparmi per acquistare la concessione. Fecero grandi sacrifici per avviare l’attività nella speranza di creare un futuro per sé e per i propri famigliari. Iniziarono questa avventura estraendo e lavorando il porfi-do trentino, la meravigliosa pietra naturale che costituisce le nostre montagne. La sfida non è sta-ta facile e il percorso è stato spesso in salita. Ma i risultati hanno premiato i soci fondatori e la loro audacia. Oggi, quindi, il pensiero dell’azien-da è di riconoscenza per le persone che hanno dato avvio all’impresa: Tullio e Paolino. E per tut-ti coloro che hanno lavorato in questi anni alla gestione e alla realizzazione degli obiettivi d’im-presa. È nostra convinzione che i soci fondatori abbiano lavorato non solo per il bene dell’azien-da ma anche per trasmettere a noi giovani, ormai alla guida della società, quelle note di resistenza e di autenticità che servono per guardare avanti e rinnovarsi continuamente”. In un mercato sempre più competitivo, infatti, la capacità di rinnovamento rappresenta per Sepa una priorità. “Svolgiamo tutte le lavorazioni del porfido – precisa Marco Sevegnani – segan-do ogni tipologia di lavorato: cubetti, piastrelle, cordonati, fiammati, eccetera. Da alcuni anni ci

Cristofolini (a destra) premia Sevegnani

e Bergher

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Information and Communication Technology

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Aquafil ha sviluppato le modifiche del processo produttivo studiate da Buccella durante il suo dottorato. Con l’ottimizzazione dei sistemi di colorazione vengono realizzati nuovi tipi di filo di elevata qualità.

Filati colorati dall’ateneo all’industria

gli interni delle automobi-li e per le pavimentazioni delle case e degli uffici arrivano dei fi-lati colorati di ultima generazio-ne a ridotto impatto ambientale, dalle prestazioni elevate, di qua-lità, belli. La produzione viene effettuata nello stabilimento ad Arco di Trento di Aquafil Spa.Il “segreto” della nuova genera-zione di filati sta nell’ottimiz-zazione dei masterbatch colore, ovvero nell’impiego di pigmenti per colorare fibre sintetiche. Le indicazioni per apportare le mi-gliorie sono emerse da uno stu-dio di Aquafil per produrre filati in poliammide Bcf (Bulked con-tinuous filament) tinti in mas-sa (solution dyed), adatti per la pavimentazione e l’automotive. Studio seguito da un giovane - Mauro Buccella - durante il suo corso di dottorato di ricerca in Ingegneria e Scienza dei Mate-riali all’Università di Trento con il tutor Luca Fambri, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Ateneo trentino.Buccella aveva potuto svolgere il suo studio grazie alla borsa di dottorato in cofinanziamento, iniziata nel 2011 e terminata nel 2013, promossa dalla Fondazione Trentino Università in collabora-zione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovere-

to. Il progetto ha potuto contare su un budget di 60mila euro, per metà coperti dalla Fondazione Trentino Università grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio e per il restante 50% a carico di Aquafil, azienda il cui progetto di ricerca era risultato vincitore del bando.Ora Mauro Buccella, che lo scorso aprile ha conseguito il dotto-rato di ricerca, lavora in Aquafil. "Sono stato assunto a tempo indeterminato da Aquafil Spa come ingegnere di processo pres-so il reparto Masterbatch" dice con soddisfazione.Buccella, in realtà, è stato “di casa” ad Aquafil fin da studente della laurea magistrale. "Per un anno, tra l’ottobre 2009 e l’ot-tobre 2010, ho svolto uno stage presso Aquafil nella struttura

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di Ricerca e Sviluppo, durante il quale ho svi-luppato la tesi di laurea magistrale in Ingegne-ria dei Materiali sul tema del recupero fisico del nylon dal titolo “Selezione di additivi per la stabilizzazione e l'up-grading di poliammidi industriali”. Relatore Luca Fambri e correlatori Emanuele Pasqualini e Andrea Dorigato.Quindi, da gennaio 2011 a dicembre 2013, il dot-torato in cofinanziamento tra Fondazione Tren-tino Università, Fondazione Cassa di Risparmio e Aquafil in Ingegneria e Scienza dei Materiali. "Il 15 aprile 2014 – racconta – ho difeso la tesi di dottorato dal titolo “Color masterbatches for polyamide 6 fibers. Optimization of compoun-ding and spinning processes. Physical-chemical characterization of industrial products”. Tutor accademici Luca Fambri e Andrea Dorigato. Tu-tor aziendale Mauro Caldara". Il lavoro di dot-torato è stato sviluppato sull'ottimizzazione del processo produttivo dei masterbatch colore più critici.Mauro Buccella commenta: "L'esperienza del dottorato cofinanziato è risultata molto positiva sia dal punto di vista industriale che accademi-co-scientifico. Dal punto di vista industriale i ri-sultati ottenuti a livello di laboratorio sono stati verificati negli impianti di Aquafil dando esiti positivi. Per questo motivo, le modifiche stu-diate del processo produttivo sono state seguite in produzione. Dal punto di vista accademico-scientifico il percorso ha consentito la pubblica-zione di quattro articoli su riviste internazionali e la partecipazione a cinque congressi interna-zionali. Questo progetto di dottorato mi ha per-messo, inoltre, di ricevere il premio dell’Ateneo di Trento come migliore dottore di ricerca in Ingegneria e Scienza dei Materiali dell'anno ac-cademico 2012-2013. Infine, tale percorso è stato coronato nel migliore dei modi, ovvero con un impiego a tempo indeterminato in Aquafil".

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Ci sono voluti sette anni di studio e 19 giorni in parete sulla montagna simbolo degli Stati Uniti D’America - El Capitan, in California (2307 metri) - per portare a termine una delle scalate più difficili della storia dell’arrampicata sportiva. Ci sono riusciti il 14 gennaio scorso i due atleti americani Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson, portando a termine la durissima via “Dawn Wall”: un muro quasi comple-tamente liscio di circa 900 metri in verticale. Un’impresa senza precedenti, sulla quale è inter-venuto anche il presidente statunitense Barack Obama, il quale ha espresso personalmente via twitter la sua gratitudine verso gli atleti che “hanno dimostrato che niente è impossibile”. Non tutti sanno che ai piedi dei due arrampicatori c’era anche un pezzo d’Italia e di Trentino in parti-colare. La scarpetta utilizzata da Kevin e Tommy, è stata infatti realizzata dall’azienda trentina La Sporti-va: marchio leader nel settore dell’arrampicata di cui detiene circa il 70% della quota di mercato mon-diale grazie alla produzione realizzata nel quartier generale di Ziano di Fiemme, dove lavorano ad oggi più di 230 persone. “La Sportiva produce oggi calzature ed abbiglia-mento outdoor per vivere la montagna a 360° - racconta Lorenzo Delladio, amministratore delegato dell’azienda ed espressione della terza generazione della famiglia Delladio – ma il suo core business rimane fin dagli anni Settanta la scarpetta d’arram-picata interamente made in Italy. Eravamo in parete con Manolo quando fece conoscere l’arrampicata al mondo e siamo orgogliosi di poter dire che una scarpetta studiata, assemblata e prodotta da mani italiane attraverso processi interamente artigianali, era ai piedi di Caldwell e Jorgenson durante l’impre-sa più importante degli ultimi vent’anni nel mondo verticale.”

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La scalata più difficile al mondo con scarpe La Sportiva

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[email protected] via degasperi 77 Trento | tel. 0461 93 10 11

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assiste e supporta le piccole e medie imprese nel processo di internazionalizzazione

ricerca partner esteri per collaborazioni commerciali ed industriali, esegue sondaggi e indagini di mercato personalizzate

interagisce con la rete italiana dei consorzi export di Federexport

favorisce l’aggregazione tra imprese e la costituzione di pool aggregati

organizza missioni economiche e partecipazioni a manifestazioni fieristiche internazionali

interagisce con organismi italiani ed esteri preposti all’internazionalizzazione (ICE, Simest, Finest, Sportelli per l’Internazionalizzazione)

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la competizione riguarda sempre meno le singole aziende e sempre più i territori nel loro insieme: dipende dalla capacità delle imprese e delle istituzioni di fare sistema, perché solo così possono competere nel mercato globale. Se tuttavia da un lato si parla molto di ciò che ognuno si aspetta dalle istituzioni, non è altret-tanto frequente interrogarsi su quali siano i do-veri nei confronti del territorio: è importante che a ogni impresa sia garantito il diritto di competere nel mondo, così come è fondamen-tale che l’azienda avverta la responsabilità di contribuire al bene comune.

Poiché la responsabilità è l’abilità nel dare ri-sposte, Graffiti ha deciso di partecipare alla crescita del Trentino condividendo il proprio know-how digitale, tecnologico e creativo. “Na-sce così il progetto 4Local – spiega Luca Cattoi, titolare dell’azienda - col quale, a titolo gratuito, mettiamo parte del nostro tempo lavorativo a disposizione della comunità: incontri in aula con gli studenti, workshop e consulenze one-to-one”.Nell’ambito del progetto, durante gli incontri nelle scuole alcuni collaboratori Graffiti si con-frontano con gli studenti degli istituti superiori

oggi

Si chiama 4Local ed è il progetto con cui Graffiti 2000, web agency associata con sede nell’Alto Garda, ha scelto di mettere il proprio know how a disposizione del territorio.

Graffiti lancia4Local

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Il dg di Graffiti Marco Calzolari (sin.) e il presidente Luca Cattoi

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Infine c’è la consulenza one-to-one, un vero e proprio servizio sportello aperto a tutti: giovani, studenti, liberi professionisti, aziende e associa-zioni. È sufficiente che chi lo desideri chieda un appuntamento allo staff Graffiti, che è pronto per rispondere a domande, dare consigli per mi-gliorare un progetto, offrire un semplice parere”. 4Local non si ferma in Trentino: è un format che Graffiti mette a disposizione di qualunque realtà – in Italia o all’estero – sia pronta a dare il proprio contributo.

per farli riflettere sulla preparazione necessaria ad affrontare al meglio il mondo del lavoro: “Ad esempio – spiega Cattoi -, imparando a valo-rizzare se stessi e le proprie idee in modo pro-fessionale. Lo scorso anno abbiamo sperimen-tato questo modulo formativo al Liceo Andrea Maffei di Riva del Garda: abbiamo coinvolto un partner tecnico internazionale in veste di sponsor e predisposto un’attività interattiva che prendeva spunto da alcuni dei nuovi processi organizzativi, in particolare Lean e Agile”. I workshop sono invece dedicati alle nuove pro-fessionalità: sviluppatori, programmatori e desi-gner Graffiti tengono seminari gratuiti sull’im-piego di nuovi software, particolari linguaggi di programmazione e strumenti per progettazioni grafiche. “Si tratta – chiarisce Cattoi - di dare seguito alle prime iniziative già realizzate in questi mesi, estendendole alle diverse aree in cui opera Graffiti”.

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di bilanci (ma non solo) per l’Industrial Problem Solving with Physics. Nel corso di un evento ospitato nei giorni scorsi a Palazzo Stella, Confindustria Trento e ateneo trentino, partner del progetto, hanno presentato i risultati della prima edizione dell’iniziativa, promossa per in-centivare i rapporti tra imprese e mondo della ri-cerca sul modello di affini proposte sperimentate con successo nel nord Europa.Trenta giovani ricercatori dell’Università di Tren-to hanno messo le proprie conoscenze, le proprie competenze e la propria creatività a disposizione di tre imprese locali per la risoluzione di proble-mi concreti: Adige Spa (Blm Group), Aquafil Spa e Röchling Automotive. Il lavoro si è sviluppato nel breve tempo di una settimana di fine luglio, ma il tipo di supporto garantito dai team impe-gnati nella gestione delle criticità sottoposte ha garantito alle realtà produttive la massima soddi-sfazione: da un lato per l’efficacia dell’intervento,

dall’altro per l’ottima collaborazione instauratasi tra i ricercatori e i collaboratori degli stabilimenti interessati dall’attività."Le tre aziende hanno visto realizzarsi concrete proposte di soluzione ai problemi applicativi presentati, sperimentando un modo nuovo di approcciarli – ha spiegato Giulio Bonazzi per Confindustria Trento –. Eravamo convinti che l’entusiasmo dei giovani ricercatori e la loro preparazione tecnica avrebbero portato nuove soluzioni per incrementare l’innovazione e la competitività delle imprese. Ne abbiamo avuto un’eccezionale dimostrazione. Sarebbe utile pote-re estendere questo tipo di esperienza anche ad altri dipartimenti dell’ateneo"."Sulla scia dell’accordo per l’università, la ricerca e l’innovazione firmato nelle scorse settimane tra Confindustria e Conferenza dei Rettori delle Uni-versità Italiane - ha esordito Aronne Armanini, prorettore vicario dell’Università di Trento - credo

temPo

Presentati i risultati della prima edizione dell’Industrial Problem Solving with Physics: presentati i progetti curati da studenti e ricercatori presso Adige Spa, Aquafil Spa e Röchling Automotive.

Se la fisica risolve i problemi delle imprese

inno

vazi

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innovazione

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innovazione

per l’occasione. L’azienda, leader mondiale nel campo della progettazione, produzione e vendita di macchine per la lavorazione di tubi metallici, aveva chiesto ai ricercatori di individuare metodi e strumenti per lo studio della fluidodinamica dei gas di assistenza al taglio laser. La soddisfazio-ne dovuta agli esiti del progetto è stata tale da in-durre, a conclusione dell’iniziativa, all’attivazione di una collaborazione tra azienda e dipartimento. Il problema industriale sottoposto da Aquafil – azienda con sede ad Arco e fra i principali attori, in Italia e nel mondo, nella produzione di fibre sintetiche – riguardava invece la colorazione dei filati, realizzata mediante l'aggiunta di additivi appositamente preparati: i cosiddetti master-batch. Nell’ambito del terzo progetto – così nella clas-sifica finale - il Gruppo Röchling Automotive ha spinto i ricercatori del dipartimento a muoversi nel settore dell’automotive, per indagare il ruolo di un prodotto impiegato nei moderni processi di riduzione catalitica dei gas di scarico.Al pieno gradimento manifestato da tutti i part-ner per l’elevato valore dell’esperienza corrispon-de oggi la volontà di rinnovare l’iniziativa: nel corso dell’evento è stata infatti lanciata la secon-da edizione di IPSP, che si terrà dal 20 al 25 luglio 2015. Le imprese avranno dunque tempo fino al 7 maggio 2015 per aderire al progetto, e per risolve-re nuovi problemi industriali con il solo ausilio della fisica.

sia importante anche qui in Trentino dare il no-stro contributo per lo sviluppo culturale ed eco-nomico, metterci in gioco per creare nuove op-portunità di crescita e di occupazione, soprattutto per i giovani. Come Ateneo trentino vogliamo fare la nostra parte per partecipare ai program-mi europei di ricerca e trasferimento tecnologico insieme alle imprese e per tenere presenti le esi-genze del mondo imprenditoriale nei percorsi di dottorato. In questo senso la ricerca che l'Ateneo di Trento porta avanti ha senz'altro un ruolo stra-tegico. Basti pensare che la produttività dei nostri ricercatori è da tre e mezzo fino a cinque volte quella della media dei ricercatori italiani. Le aree di maggior successo nei rapporti con il mondo produttivo sono naturalmente quelle dell'inge-gneria, ma anche la fisica si sta affermando come disciplina dal forte potenziale per l'innovazione industriale. Alla luce di tutto questo, l’iniziativa Industrial Problem Solving with Physics è impor-tante perché dimostra concretamente come dallo studio teorico e dalla ricerca universitaria di base possano venire soluzioni nuove per i problemi tecnologici proposti dalle aziende".Al termine dei lavori, fra le tre soluzioni propo-ste, una commissione di valutazione, insieme all’intero comitato scientifico e ai rappresentanti delle aziende coinvolte, ha riconosciuto il merito del gruppo di ricercatori intervenuti sulla proble-matica evidenziata da Adige Spa, alla quale è sta-to assegnato il primo posto nella classifica stilata

Da destra: Bonazzi, Mazzalai, Armanini

e Pavesi

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Trento selezionata da Ieee tra le dieci città più intelligenti al mondo. Chiamate a raccolta imprese e centri di ricerca per puntare a un modello di Smart City.

di Trento, Università, Trento Rise e Ieee (Institute of electrical and electronic en-gineers) hanno organizzato lo scorso dicembre una tre giorni di incontri tecnici, culminati con un evento pubblico divulgativo, sul tema della Smart City, dal titolo “La città intelligente”.L’iniziativa, svoltasi il 10, 11 e 12 dicembre 2014, ha visto il coinvolgimento di numerosi esperti e ricercatori nazionali e internazionali, per ap-profondire, sviluppare, declinare e pianificare ciò che le nuove sfide tecnologiche pongono a disposizione della cittadinanza per un con-creto miglioramento della loro vita quotidiana promuovendo l’inclusione e il rispetto delle esi-genze di tutti i cittadini, non solo delle persone digitalmente alfabetizzate.Il pensare la città in un’ottica “smart” compor-ta una riorganizzazione, valorizzazione e realiz-zazione di obiettivi ed interventi che mettono a fattor comune le reciproche conoscenze, speri-mentazioni e soluzioni tecnologiche puntando sulla centralità delle risorse umane, in senso in-tegrale e inclusivo. Una città pensata sia per chi lavora, produce, scambia, genera valore econo-mico ma anche una città a misura delle perso-ne, della qualità della vita, delle relazioni, una città che si fa carico di tutti i portatori di diritti.A tale obiettivo sta puntando la città di Trento, che ha iniziato un percorso condiviso, frutto della collaborazione fra istituzioni pubbliche, università, centri di ricerca e imprese per pro-porre e realizzare tramite la tecnologia, la ri-cerca e l’innovazione soluzioni tendenti a dare risposte concrete alle richieste di maggiore so-stenibilità ambientale, con un miglioramento dei sistemi di mobilità e risparmio energetico e di maggior sostenibilità sociale comprendente

la tutela e la facilitazione dei rapporti tra le persone.Trento è stata selezionata dall’Ieee come una delle dieci città al mondo più intelligenti e in grado di diventare un laboratorio in cui l’appli-cazione e l’interconnessione delle diverse tecno-logie digitali offrirà ai cittadini servizi innova-tivi per la soluzione ai quotidiani problemi di traffico, inquinamento, sviluppo economico e gestione sostenibile delle risorse naturali attra-verso una costante collaborazione di “sistema” accompagnata da una rendicontazione pubbli-ca periodica di quanto fatto e di quanto piani-ficato per il futuro.

ComUne

di FIAMMETTA NICOLETTI

Trento comeSmart City

innovazione

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è svolto lo scorso venerdì 12 dicembre, nella bella cornice di Maso Poli a Pressano di Lavis, il V Export Meeting di Trentino Export: momento di incontro per tutte le aziende associate e non alla cooperativa ma anche di festeggiamenti per i quarant’anni di nascita della prima struttura in Provincia dedicata all’internazionalizzazione.Alla presenza del presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai e del presidente ono-rario e fondatore di Trentino Export Mimmo Franco Cecconi si sono ritrovate più di ottanta piccole e medie imprese esportatrici della no-stra Provincia e vari professionisti del settore.Ad aprire la serata è stata Barbara Fedrizzi, pre-sidente di Trentino Export e titolare di Metalife Srl, che illustrando le strategie della cooperativa per il futuro ha sottolineato che “restare fermi, non investire nell’innovazione e nella ricerca di nuovi sbocchi commerciali porta necessaria-mente al perdurare dell’attuale crisi economica nazionale. Necessario è affrontare i mercati este-ri con serietà e concretezza: internazionalizza-zione, esportazione e scoperta di nuovi mercati più dinamici sono le grandi opportunità che le piccole e medie imprese devono necessaria-mente cogliere per poter competere nel mercato globale. L'attuale crisi dei mercati internazionali ha infatti portato ad uno spostamento del ba-ricentro dei centri economici dalle economie avanzate, ai cosiddetti "mercati emergenti" con conseguente difficoltà di vendita dei prodotti nei paesi maturi e la crescita in maniera espo-nenziale di nuova ricchezza nei paesi in via di sviluppo.Il superamento della crisi economica in atto non può che passare attraverso la ricerca di nuovi sbocchi commerciali”.

A seguito dell’intervento della presidente della cooperativa, vi è stata una retrospettiva in cui sono stati elencati i risultati ottenuti da Trenti-no Export in questi ultimi anni ed in particolar modo nel corso del 2014. Nello specifico sono state supportate 34 aziende con mirate ricerche di mercato, 14 aziende con l’organizzazione di incontri Business to Business nei mercati di rife-rimento e 11 aziende nella fase successiva a que-sti incontri, fino alla vera e propria concretizza-zione dei primi ordini. Mercati di riferimento di queste attività sono stati in particolare: Russia, India, Marocco, Turchia, Germania, Sud Africa, Brasile, Stati Uniti, Colombia e Perù. A questi servizi specialistici è da aggiungere l’assistenza specialistica su tematiche legate alla contrattua-listica internazionale, alla consulenza fiscale e doganale, che ha riguardato 13 aziende e il servi-zio di traduzioni ed interpretariato usufruito da 32 aziende. Infine sono stati ricordati i progetti collettivi che hanno visto la continuazione ed implementazione della piattaforma logistica di Trentino Export in Brasile, a Rio dos Cedros nel-lo Stato di Santa Catarina (progetto Pi.Ma.Rio.) e due importanti incoming di operatori brasiliani in Trentino svoltisi nel 2014.Nel proseguo della serata sono state trattate invece varie tematiche inerenti l’internaziona-lizzazione delle imprese trentine, le loro pro-blematiche ed i loro punti di forza. Si sono così succeduti gli interventi di Davide Coco, direttore Distribution Euler & Hermes, partner di Trentino Export, sull’importanza dell’assicu-razione del credito all’estero e dell’Avvocato An-tonio Valla, dello studio Valla & Associates di San Francisco in California, che ha illustrato le opportunità e le criticità del futuro Accordo di

Si

di GIORGIO ZAGONEL

Passato, presente e futuro di Trentino Export nel V Export Meeting organizzato dalla cooperativa a fine 2014.

Quarant’anni a servizio dell’export

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internazionalizzazione

un ma. Siamo un piccolo territorio se rapporta-to all’insieme dell’Italia, ancora più piccolo se rapportato all’Europa, questo per non parlare del Mondo e del suo mercato globale. Dico que-sto perché ritengo che vi sia una forte ed inelut-tabile necessità di sinergia, a livello provinciale, tra tutti gli attori economici privati e pubblici, per fare squadra ed uscire tutti insieme da que-sto difficile momento più forti e preparati di prima. Sono questi i momenti in cui bisogna mettere da parte personalismi, corporativismi e campanilismi, ormai anti storici”.

libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti.A margine di questi interventi vi sono poi state le testimonianze aziendali portate da Michele Trentini di Gpi Spa e Dario Piccinelli di Capi Srl. Testimonianze queste che hanno illustrato come i servizi e l’ausilio offerto da Trentino Export abbiano tangibilmente aiutato queste aziende ad ampliare i propri business su mer-cati esteri emergenti, specificatamente in Russia, Brasile e Medio Oriente.Il presidente Barbara Fedrizzi, poi, nelle con-clusioni ha ribadito come: “Il nostro è un gran-de territorio, dalla grande storia e dalla grande identità. In Italia, e non solo, ci invidiano per l’estrema bellezza della nostra natura, per le no-stre tradizioni, per l’eccellenza dei nostri pro-dotti, non solo nel settore agroalimentare ma anche per la nostra Industria di qualità. Però c’è

La riunione a Maso Poli

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Incontro organizzato Da Confindustria Trento, in collaborazione con Trentino Export e Trentino Sviluppo sui due paesi, tra i principali partner commerciali del Trentino.

collaborazione con Trentino Export e Trentino Sviluppo, Confindustria Trento ha organizzato a Rovereto, presso il polo di via Zeni, il seminario “Germania e Francia: mercati a confronto”. Obiet-tivo dell’evento è stato approfondire e comparare le opportunità di business esistenti per le imprese trentine nei mercati di maggior esposizione e inte-resse. I due Paesi, secondo l’indagine condotta perio-dicamente da Confindustria Trento, risultano essere il primo e il terzo partner commerciali del Trentino. I relatori hanno saputo fornire utili informazioni di natura commerciale, legale e finanziaria, presentan-do i servizi offerti e dedicati in particolare alle Pmi.L’evento è stato aperto dal vicepresidente di Trenti-no Sviluppo, Fulvio Rigotti, e da Nicolò Andreini dell’Area Internazionalizzazione di Confindustria Trento, è stato chiuso dal presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi, ed è stato moderato da Mauro Casotto, direttore marketing di Trentino Sviluppo. Nella prima parte del seminario, rappresentanti di enti accreditati hanno introdotto le opportu-nità presenti in Francia e Germania. Lara Scholz, membro del consiglio di amministrazione di De International Italia, braccio operativo della Ca-mera di Commercio Italo-Germanica, e Dagmar Wülknitz, project manager Europe di Nrw Invest, Agenzia governativa per lo sviluppo economico del Land Nordreno Vestfalia, hanno fornito un quadro introduttivo delle opportunità di business e delle migliori strategie di penetrazione sul mercato tede-sco, presentando anche i servizi che le due strutture mettono a disposizione per ricerca partner, ricerche di mercato, apertura di uffici e strutture produttive in loco, così come per l’accesso ai finanziamenti e alle agevolazioni pubbliche. Hervé Pottier, direttore di Invest in France Italia, l’ente per gli investimenti

esteri in Francia, ha poi fornito un inquadramento sulle opportunità di business e di investimenti per le imprese orientate verso il mercato francese.A seguire, Roland Plecher dello studio legale Ple-cher-Rechtsanwälte di Monaco e Maximilien Gasli-ni dello studio legale Gaslini&Rodi dei fori di Parigi e Milano, hanno fornito l’inquadramento legale dei due Paesi, trasferendo informazioni utili sulle mo-dalità di lavoro, gli errori da evitare, gli strumenti pratici e gli accorgimenti utili per la corretta impo-stazione legale per fare business oltralpe.Infine, Deutsche Bank Ag e Gruppo Bnp Paribas hanno informato sui servizi finanziari offerti nei due Paesi. Roberto Mancone, responsabile Global Head Business Products di Deutsche Bank Ag, ospite da Francoforte, ha posto l’accento sull’opportunità che le aziende italiane, auspicabilmente aggregate in realtà più grandi rispetto alle attuali, puntino sulla digitalizzazione che riduce la dipendenza dal sistema creditizio e rende la business intelligence accessibile a basso costo. Malika Verdier, Corporate Relationship manager del Gruppo Bnp Paribas, ha presentato le caratteristiche del sistema bancario francese e i servizi che il gruppo mette a disposi-zione a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese.Al termine del seminario, le imprese partecipanti hanno richiesto numerosi incontri bilaterali con le varie strutture presenti, che si sono svolti nel pome-riggio, avviando progetti di sviluppo ed espansione nei due mercati.I relatori hanno confermato che sui mercati tedesco e francese il Made in Italy è tuttora molto richiesto. Fondamentale per il successo è la definizione di una strategia commerciale strutturata, investimenti in risorse umane altamente competenti, prodotti in-novativi e competitivi.

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Germania e Francia: mercati a confronto

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Nell’area, in cui non a caso operano oltre quaranta aziende associate a Confindustria Trento, prodotti e modello industriale italiano hanno ancora una reputazione tale da favorire ampi spazi di manovra.

Si è tenuto presso la sede di Confindustria Trento il 26 novembre scorso il Forum “Obiettivo Balcani: opportunità e criticità dell’area”, dedicato alle oppor-tunità di business per le imprese trentine nei Balcani, organizzato in collaborazione con UniCredit e Confin-dustria Balcani. Obiettivo del seminario è stato presen-tare caratteristiche e opportunità dei mercati di Roma-nia, Serbia e Bulgaria. Il Seminario è stato aperto dal presidente di Trentino Export Barbara Fedrizzi, dal presidente di Confindustria Balcani Luigi Salvadori, dall’Area Manager Trentino Alto Adige di UniCredit Marco Martincich; ha moderato l’evento il presidente di Confindustria Bosnia Erzegovina Salvatore D’Era-smo. Mauro Casotto, direttore Marketing e Innova-zione di Trentino Sviluppo, ha curato le conclusioni.Roberto Mascali, in qualità di direttore di Confindu-stria Balcani che riunisce le associazioni di imprese at-tive nel Sud-Est Europeo (Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Macedonia, Serbia, Romania, Albania, Croazia e Mon-tenegro), ha segnalato come i Balcani offrano molte opportunità di crescita, grazie anche ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Nell’area, in cui non a caso operano oltre quaranta aziende associate a Confindustria Trento, prodotti e modello industriale italiano hanno ancora una reputazione tale da favori-re ampi spazi di manovra. Numerosi fattori favorisco-no inoltre gli investimenti nei Balcani in vari settori: nel metalmeccanico è presente manodopera a basso costo e altamente specializzata; nell’agroindustria la buona qualità del terreno; in generale, una tassazione favorevole e la possibilità di trovare validi e compe-tenti partner locali. L’Italia continua ad essere il primo partner commerciale per la Serbia, e il secondo o terzo per gli altri Paesi dell’area, ha evidenziato Silvia Her-ceg di Confindustria Serbia. La Serbia è inoltre un’ot-tima piattaforma logistica grazie anche all’accordo di libero scambio commerciale con la Russia.

Matteo Ferrazzi, capo dell’Ufficio Cee Cib Stategy & Business Communication di UniCredit, ha ribadito l’importanza per le imprese trentine di internaziona-lizzarsi, anche e soprattutto in mercati come quelli balcanici, particolarmente adatti alle Pmi. Nonostante la frammentazione politico-economica dell’Area, l’e-conomia è molto dinamica e vi sono sempre nuove opportunità da cogliere, che spesso i media non evi-denziano. In questo contesto, UniCredit mette a dispo-sizione i suoi International Centers, uffici di esperti che forniscono sostegno finanziario e commerciale agli imprenditori che vogliono inserirsi sui mercati locali. Cinzia La Rosa, presidente del Consiglio regionale Piccola Industria di Confindustria Veneto, ha confer-mato gli ottimi riscontri che la sua azienda, La Rosa Isolamenti Srl, sta avendo in Serbia, nonostante la mancanza di pregresse esperienze internazionali, le sue piccole dimensioni e il settore di appartenenza non facilmente esportabile, i servizi di impiantistica e risparmio energetico appunto.Al seminario è seguito un workshop dedicato all’edili-zia nei Balcani con focus sulla Romania, co-organizza-to con la Sezione autonoma dell’Edilizia di Trento, ge-stito dal presidente di Ance Trento, Giulio Misconel, dal direttore di Confindustria Romania Tommaso Busini, e da Matteo Ferrazzi di Unicredit; ha mo-derato il direttore di Confindustria Balcani, Roberto Mascali. In questa sessione sono state approfondite le prospettive future e le opportunità per le aziende trentine del settore edile nei Balcani. Infatti l’edilizia trentina, tradizionalmente legata al territorio, ha indi-viduato proprio nei Balcani il suo spazio di sviluppo all’estero. L’incontro è terminato con una sessione di incontri bilaterali di approfondimento con i rappre-sentanti di UniCredit e Confindustria Balcani ai quali hanno partecipato alcune imprese interessate.

Si

Obiettivo Balcani: opportunità e criticità

internazionalizzazione

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2015 si presenta come un anno dal quale si at-tende una inversione di rotta nel mercato del lavoro, in particolare quello giovanile, rispetto al 2014, che non ha registrato alcun significativo miglioramento, nonostante gli interventi normativi di liberalizza-zione del contratto a temine e le semplificazioni in tema di apprendistato, che in sede locale han-no acquisito per quest’ultimo effettiva valenza dal 1° gennaio.L’apprendistato professionalizzante aveva subito una sostanziale modifica rispetto alla disciplina precedentemente in atto, già con il Testo Unico dell’apprendistato n.167/2011 e con il Decreto Legge 34/2014. L'apprendistato è un contratto di lavoro a conte-nuto formativo, finalizzato a favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso l'ac-quisizione di un mestiere o di una professionalità specifica.Il contratto di apprendistato è sempre stato accom-pagnato da un Piano Formativo Individuale, che in Provincia di Trento le aziende erano tenute ad inviare all’Agenzia del Lavoro. Il piano descrive il percorso formativo del singolo apprendista in rela-zione agli obiettivi da conseguire, individuati con riferimento ad un “profilo” coerente fra quelli ela-borati dalla contrattazione collettiva.A seguito delle recenti modifiche normative, è stato disposto che il Pfi sia redatto in forma sintetica e allegato al contratto di assunzione, eliminando con-seguentemente il termine di trenta giorni per la sua predisposizione e l’invio ad Agenzia. Infatti, alla luce del nuovo quadro normativo, al quale si aggiungono il “Protocollo d'intesa in mate-ria di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere” sottoscritto tra le parti sociali e la Pro-vincia autonoma di Trento il 29 dicembre 2014 e

l'entrata in vigore della Legge Finanziaria Provincia-le 2015 della Provincia Autonoma di Trento (Lp 30 dicembre 2014, n. 14), viene eliminato l'obbligo, fino-ra in capo ai datori di lavoro, di inviare ad Agenzia del Lavoro il piano, utilizzando la modulistica e gli applicativi previsti dall’ Agenzia stessa, che non effettuerà più la verifica di conformità dei Pfi.A partire dal 1° gennaio 2015, non dovranno quindi essere più inviati ad Agenzia del Lavoro il Pfi e le sue eventuali successive modifiche, nonché i relativi allegati (ad esempio l'allegato 2, o ancora l’allegato 5 “agenda del percorso formativo”), né in via telema-tica, né in via cartacea. L’Agenzia medesima segnala che l'applicativo Ganet, software per la compilazio-ne e l'invio on line dei Pfi, è stato dismesso e non è più funzionante.La semplificazione introdotta viene applicata sia per le nuove assunzioni che per le assunzioni effet-tuate prima del 31 dicembre dello scorso anno.Da parte degli enti formativi di riferimento conti-nueranno comunque ad essere resi disponibili la formazione di base e trasversale gratuita ed i servizi di supporto (ad esempio il tutor dell’alternanza) e la formazione professionalizzante con una parziale quota di costo a carico dell’azienda.Ai sensi del Testo Unico dell’apprendistato citato più sopra, i Pfi possono essere compilati anche sulla base di moduli e formulari stabiliti dalla contratta-zione collettiva o dagli enti bilaterali. Questi ultimi, laddove previsto, potranno erogare il servizio di ve-rifica di conformità dei piani stessi ed altri servizi formativi e non, di sostegno all’apprendistato pro-fessionalizzante.Con lo scopo di agevolare i datori di lavoro nella programmazione e nella documentazione della for-mazione dell'apprendista, Agenzia del Lavoro man-terrà la possibilità di consultare sul proprio sito in-

iL

di MARIA CRISTINA POLETTO, responsabile Area education Confindustria Trento

Dal 1° gennaio 2015 sono entrate in vigore rilevanti novità per le aziende trentine, in particolare in relazione al Piano formativo individuale.

Apprendistato professionalizzante

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autonome di Trento e di Bolzano in data 20 feb-braio 2014.A seguito dell'assunzione dell'apprendista, Agenzia del Lavoro provvederà ad inviare all’azienda una comunicazione di invito a prendere visione dei calendari dei corsi (http://www.agenzialavoro.tn.it/aziende/apprendistato_2012/entiformazione). Le aziende saranno inoltre contattate dall'ente forma-tivo di riferimento per concordare la convocazione. Allo stesso ente sarà possibile rivolgersi per qualsiasi informazione.Confindustria Trento e Agenzia del Lavoro stanno individuando la nuova forma di comunicazione che consentirà all’azienda di mantenere l’importan-te opportunità di scegliere lo speciale programma formativo previsto per il modulo di 40 ore, dedicato esclusivamente al progetto Giovani Industriosi, per assolvere l’obbligo di formazione formale di area trasversale nel primo anno di durata del contratto dell’apprendista laureato o diplomato, inserito dal-le imprese associate.

education

ternet - www.agenzialavoro.tn.it - i piani formativi standard per le singole figure professionali, l'agenda formativa e altri strumenti a supporto dell'attività formativa a cura del datore di lavoro.La formazione per i tutori aziendali rimane obbli-gatoria. L’erogazione dei contributi provinciali per l’occupazione di apprendisti è subordinata alla ve-rifica del rispetto dell’obbligo formativo dei tutori aziendali. I contenuti e la durata della formazione per tutori sono definiti nell’ambito del Documento degli interventi di politica del lavoro.La Provincia, per il tramite di Agenzia del Lavoro, continuerà a fornire, nei limiti delle risorse annual-mente disponibili, la citata offerta formativa gratui-ta finalizzata all’acquisizione di competenze di base e trasversali, per un monte ore complessivo non superiore a 120 ore per la durata dell’intero appren-distato, tenuto conto dell’età, del titolo di studio e delle competenze dell’apprendista, nel rispetto delle linee guida adottate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province

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di LORENZO GARBARI, Segretario Ance Trento

Ance ha di recente organizzato un incontro per illustrare le principali novità normative sul tema degli appalti pubblici, con un focus sugli appalti di lavori a corpo e su quelli a misura. ed

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edilizia

Novità sugli appalti pubblici

tema che riscontra sempre notevole interes-se e partecipazione da parte delle imprese nei seminari che vengono organizzati dalla Sezione autonoma dell’edilizia di Confindustria Tren-to, è senz’altro quello degli appalti pubblici, in particolare in materia di lavori.Per il vero non sono soltanto le imprese dell’e-dilizia, associate ad Ance Trento, ad essere in-teressate a questa materia, ma lo sono anche quelle di altre sezioni, quali il porfido, gli im-piantisti della metalmeccanica, il legno, nei lavori pubblici, e qualsiasi altra impresa che fornisce beni o servizi all’ente pubblico per gli appalti di servizi e forniture.Del perché di questo interessamento è presto detto. Il sovrapporsi di normative a diverso li-vello, in particolare il nazionale e quello pro-vinciale – la Provincia autonoma di Trento ha

infatti potestà normativa primaria in materia di lavori pubblici – ed il susseguirsi nel tempo di continui interventi legislativi hanno creato un corpus normativo particolarmente corposo ed in continua evoluzione, che richiede pertan-to un costante aggiornamento.Il seminario, coordinato dal Segretario di Ance Trento Lorenzo Garbari, si è svolto lo scorso 12 dicembre presso la Sala Assemblee di Palazzo Stella ed è stato condotto da Bruno Urbani, funzionario esperto della Direzione Legislazio-ne Opere Pubbliche dell’Ance nazionale, coa-diuvato da Roberta Zatelli, funzionaria dell’As-sociazione, in particolare per quegli aspetti, affrontati nel corso della trattazione, che rice-vono una diversa regolamentazione in ambito provinciale.La prima parte del seminario è stata dedicata

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edilizia

tuttavia una mitigazione con la previsione nor-mativa che dispone che nessuna sanzione viene irrogata se le dichiarazioni integrative vengono presentate da parte dell’impresa nel termine di tre giorni. Si tratta evidentemente di una nor-ma di buon senso, che tuttavia esplica i propri effetti soltanto in ambito provinciale.La seconda parte del seminario è stata inve-ce dedicata alle differenze che intercorrono nell’aggiudicazione e nell’esecuzione degli ap-palti di lavori pubblici a corpo rispetto a quelli a misura.La trattazione di questo tema è stata in primo luogo di carattere normativo, intesa ad illustra-re le caratteristiche che distinguono, secondo il legislatore, una figura rispetto all’altra.Sono stati tuttavia gli aspetti concreti, rappre-sentati dai casi pratici esposti dai numerosi im-prenditori intervenuti al seminario, che hanno focalizzato l’attenzione e reso particolarmente partecipato il confronto. Il seminario è stata quindi l’occasione per gli imprenditori stessi di confrontarsi anche tra di loro, in una sorta di tavola rotonda allargata e spontanea, dove ognuno ha raccontato le proprie esperienze ed ha interloquito con i relatori e con i colleghi imprenditori.

ad una panoramica sui provvedimenti norma-tivi più recenti che interessano la materia. Si è quindi trattato di riforma della pubblica ammi-nistrazione e di centrali di committenza, che in ambito provinciale trovano la loro concretizza-zione nell’Agenzia provinciale per gli Appalti e i Contratti – l’Apac –, che con la legge finanzia-ria 2015 riceve dal legislatore provinciale ancora maggiori competenze.Si è parlato di fatturazione elettronica, di sem-plificazione, white list, di novità in materia di Raggruppamenti temporanei di imprese, di bandi tipo dell’Autorità nazionale Anti Corru-zione – l’Anac – e di Avcpass, tema quest’ultimo sul quale Ance Trento ha dedicato, a fine 2013, un seminario condotto sempre da Bruno Ur-bani, con il quale si è pertanto instaurato da tempo un ottimo e proficuo rapporto di colla-borazione.Un altro tema importante riguarda le novità in materia di soccorso istruttorio, in considerazio-ne delle pesanti sanzioni pecuniarie che le im-prese si possono trovare a dover corrispondere in caso di errori commessi nella presentazione di dichiarazioni essenziali previste per la par-tecipazione alle gare d’appalto. Un sistema san-zionatorio che in Provincia di Trento ha trovato

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Le novità normative in tema di reti d'impresa offrono nuovi interessanti strumenti alle imprese per la gestione del personale in chiave di flessibilità.

e “codatorialità” come nuovi stru-menti per favorire flessibilità e occupazione nel mer-cato del lavoro?Così può essere letto il recente intervento legislativo (Dl n. 76/2013, convertito nella L. n. 99/2013) che ag-giunge all’art. 30 della Riforma Biagi il comma 4-ter ed introduce, in presenza di un contratto di rete, una novità in materia di distacco e, per la prima volta, la c.d. codatorialità.Procediamo con ordine.Attraverso il contratto di rete, introdotto nell’ordina-mento italiano nell’anno 2009 (art. 3 L. n. 33/2009), due o più imprese si obbligano contrattualmente all’esercizio comune di una o più attività economi-che, rientranti nei rispettivi oggetti sociali. Ciò allo scopo di accrescere la reciproca capacità in-novativa e la competitività sul mercato conseguendo, attraverso la determinazione di un “programma co-mune di rete”, obiettivi strategici condivisi e potendo, al contempo, fruire di benefici ed agevolazioni fiscali.In detto contesto, specifica attenzione potrà essere rivolta alla condivisione, oltre che di know how e di risorse tecniche e finanziarie, delle risorse umane, secondo c.d. regole di ingaggio dei soggetti occupati nelle imprese partecipanti alla rete.Qui si inserisce la citata normativa.Quanto alla sua prima parte, la disposizione nor-mativa introduce una presunzione di interesse al distacco nel caso di imprese in rete. In altri termini, diversamente da quando accade nel distacco (ordina-rio) non sarà più necessario, in caso di accertamento giudiziale, dimostrare la sussistenza dell’interesse al distacco del datore di lavoro distaccante, posto che detto interesse sorgerà “automaticamente” in presen-za di un contratto di rete.La presunzione di interesse al distacco ricorrerà, in particolare, in presenza di due condizioni, ovvero

che vi sia un contratto di rete, valido ed efficace, ai sensi del Dl n. 5/2009 e che il distacco avvenga (solo) per lo svolgimento delle attività che le imprese hanno deciso di svolgere in comune e che hanno indicato nel programma di rete. In caso contrario, si applicheranno le regole del distacco ordinario ex art. 30 della Riforma Biagi.Nella sua seconda parte, sempre nel caso di imprese in rete, la disposizione introduce l’ipotesi della coda-torialità.Il legislatore, per vero, non specifica che cosa debba intendersi per codatorialità, ma la predetta formula-zione – secondo le prime indicazioni del Ministero del Lavoro – va letta nel senso che ciascun imprendi-tore che partecipa alla rete potrà esercitare il potere direttivo secondo le citate regole di ingaggio stabilite dal singolo contratto di rete.Il tratto distintivo della codatorialità, dunque, è la titolarità congiunta del rapporto di lavoro tra due o più imprenditori in rete.Il lavoratore diviene “terzo” rispetto al contratto di rete e, pertanto, si ritiene debba prestare la sua ac-cettazione delle regole di ingaggio, cui il contratto individuale di lavoro dovrà rinviare.

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economia

di GIACINTO FAVALLI e BARBARA FUMAI, Avvocati

Contratti di rete e rapporti di lavoro

Per approfondire: la disciplina di riferimentoDl n. 5/2009 convertito nella della L. n. 33/2009, art. 3Dl n. 76/2013, convertito con modificazioni nella L. n. 99/2013, art. 7, comma 2 lettera 0 a)Dlgs n. 276/2003 (la c.d. “Riforma Biagi”), art. 30, comma 4-terCircolare del Ministero del lavoro e della Previdenza sociale 29 ago-sto 2013 n. 35

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La codatorialità può contribuire, inoltre, alla qualifi-cazione del personale e alla stabilità dell’occupazio-ne. Si pensi alle potenzialità di una formazione pro-fessionale all’interno di una rete di imprese, anzichè di una sola impresa, o ancora, alla possibilità di far fronte a possibili esuberi di personale, a salvaguardia dei posti di lavoro, senza ricorrere ad altri strumenti previsti dall’ordinamento.L’introduzione di distacco e codatorialità, come sopra descritti, apre una interessante prospettiva sulla dina-mica del rapporto di lavoro, che richiede un consape-vole impegno nella individuazione della tipologia di imprese e di figure professionali che possano trarre maggiore vantaggio dalla adozione di tali strumenti e nella precisa e “personalizzata” regolamentazione negoziale dei reciproci rapporti, affidata come detto, al contratto di rete di impresa e, nello specifico, alle c.d. regole di ingaggio. Alla luce di quanto sopra, si delinea un nuovo oriz-zonte negoziale, la cui ampiezza è ancora tutta “da scrivere”, nei termini che la volontà delle imprese in rete deciderà di stabilire.

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E ciò, si ritiene, anche nel caso di lavoratore già di-pendente di una impresa che entra a far parte di una rete, atteso che il nuovo regime di codatorialità costituisce un mutamento dei poteri e delle responsa-bilità nel rapporto di lavoro, funzionale ad incidere sulla causa del contratto, che richiede una novazione del rapporto.La disciplina normativa, come detto, rinvia al con-tratto di rete – affida, cioè, all’autonomia negoziale delle parti codatrici – la previsione delle regole di impiego condiviso del lavoratore, ovvero le concrete modalità di svolgimento del rapporto di lavoro.Così configurata, la codatorialità rappresenta certa-mente una opportunità, soprattutto per l’impresa di medie o piccole dimensioni, ad esempio, come ac-cennato, in termini di flessibilità del lavoro e valoriz-zazione delle risorse umane. Si pensi alla possibilità di disciplinare, attraverso le regole di ingaggio, nel rispetto dei limiti posti dall’ordinamento, la distri-buzione dell’orario tra i diversi datori di lavoro o la diversificazione della sede di lavoro o delle mansio-ni, con la conseguente suddivisione dei relativi costi.

EXPO 2015A Milano la “biodiversità” dell’industria trentinaSi allarga con l’adesione di Adige Spa, l’importante azienda del Gruppo BLM operante a Levico Ter-me, la presenza dell’industria nell’ambito della partecipazione del Trentino all’EXPO 2015 di Milano. Mentre mancano ormai pochi mesi all’inaugurazione della grande esposizione universale, si defini-scono anche i termini delle modalità con le quali il Trentino caratterizzerà la propria partecipazione. Oltre alla settimana di protagonismo – dal 10 al 16 luglio - nell’apposito spazio ricavato all’interno del Padiglione Italia, il Trentino ha acquistato – tra il primo agosto al 31 ottobre - anche uno spazio di 80 metri quadri lungo l’arteria pedonale più “trafficata” dell’EXPO che è già stato denominato “Piazzetta Trentino”. Affiancheranno il forte brand trentino, a rotazione settimanale, una serie di aziende appar-tenenti prevalentemente al settore industriale e a quello della cooperazione. L’adesione tra questi soggetti dell’Adige Spa, azienda che produce sistemi di taglio laser dei tubi e macchine per il taglio a disco di tubi e profilati, rafforza la partecipazione del mondo industriale, che così potrà mostrarsi pienamente anche a Milano con la varietà – e per così dire, visto il tema di EXPO, con la sua “bio-diversità” - della sua presenza. Al fianco di Adige saranno infatti presenti Dolomiti Fruits di Nanno, Pastificio Felicetti di Predazzo, la Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento con le due grandi skiarea dolomitiche e circa trenta aziende e le aziende termali trentine (Comano, Dolomia, Levico, Pejo, Rabbi, Val Rendena). Sono poi molte altre le industrie trentine presenti a vario titolo, sia come costruttori di opere e impianti – da Collini Lavori a Premetal, da Grisenti a Masé, al consorzio Habi-tech – sia come fornitori nell’ambito della ristorazione d’eccellenza (Cantine Ferrari), sia infine come espositori, tra i quali spiccano i produttori del settore vitivinicolo riuniti in apposito padiglione. (rb)

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