Trauma

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Trauma Trauma Percorso diagnostico, Percorso diagnostico, prognostico, terapeutico prognostico, terapeutico Riabilitazione Riabilitazione

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Trauma. Percorso diagnostico, prognostico, terapeutico Riabilitazione. Diagnosi della patologia Ortopedico/Reumatologo/FISIATRA Valutazine terapeutica Reumatologo/FISIATRA Ortopedico conservativa cruenta/chirurgica Kinesiterapia/Terapia fisica. - PowerPoint PPT Presentation

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TraumaTrauma

Percorso diagnostico, Percorso diagnostico, prognostico, terapeuticoprognostico, terapeutico

RiabilitazioneRiabilitazione

Page 2: Trauma

Diagnosi della patologiaDiagnosi della patologia

Ortopedico/ReumatologoOrtopedico/Reumatologo/Neurologo/Neurochirurgo/Neurologo/Neurochirurgo

Soluzione terapeuticaSoluzione terapeutica

Progetto riabilitativoProgetto riabilitativo

FISIATRAFISIATRA

Programma riabilitativoProgramma riabilitativo

FisiochinesiterapiaFisiochinesiterapia

Diagnosi della patologiaDiagnosi della patologia

Ortopedico/Reumatologo/FISIATRAOrtopedico/Reumatologo/FISIATRA

Valutazine terapeuticaValutazine terapeutica

Reumatologo/FISIATRA Reumatologo/FISIATRA OrtopedicoOrtopedico

conservativa conservativa cruenta/chirurgicacruenta/chirurgica

Kinesiterapia/Terapia fisicaKinesiterapia/Terapia fisica

Page 3: Trauma

Classificazione fisiopatologica dei

TraumiTraumi di natura Traumi di natura

ortopedica:ortopedica: Ossei

Articolari Muscolari

complessi (osteo-arto-muscolari)

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Classificazione topografica

dei Traumi di natura ortopedica

•Traumi del toraceTraumi del torace: lesioni toraciche chiuse ed aperte

•Traumi addominaliTraumi addominali: lesioni addominali chiuse ed aperte

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Classificazione topografica

dei Traumi di natura ortopedica• Arto superioreArto superiore:

•Lesioni del cingolo scapolare• Traumi dell’articolazione

della spalla e dell’omero•Traumi dell’articolazione del

gomito

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Classificazione topografica

dei Traumi di natura ortopedica• Arto superioreArto superiore:

• Fratture dell’avambraccio ( per es. frattura del radio e dell’ulna).

• Traumi della mano

• Traumi del rachide: Traumi del rachide: • traumi vertebro-spainali e

traumi spinali.

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Classificazione topografica

dei Traumi di natura ortopedica•Arto inferioreArto inferiore:

•Traumi del bacino e dell’anca

•Fratture del femore•Fratture di tibia e perone

•Traumi del piede

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Classificazione topografica

dei Traumi di natura ortopedica•Arto inferioreArto inferiore:

•Traumi del ginocchioTraumi del ginocchio

nello nello specifico…specifico…

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Classificazione topografica

dei Traumi di natura ortopedica

Traumi del ginocchioTraumi del ginocchio• Lesioni capsulo-ligamentoseLesioni capsulo-ligamentose

• Lesioni meniscaliLesioni meniscali• Lesioni di tessuti molliLesioni di tessuti molli

• Osteocondrosi dissecanteOsteocondrosi dissecante• Lussazione della rotulaLussazione della rotula• Fratture della rotulaFratture della rotula

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Entità anatomo-patologica dei Traumi di natura ortopedica•StiramentoStiramento

• DistorsioneDistorsione• LussazioneLussazione

• FratturaFrattura

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Quale intervento Quale intervento riabilitativo in riabilitativo in

Traumatologia?Traumatologia?• I parametri di riferimento

sono:•Età del paziente•Entità del danno•Età dell’evento traumatico•Età dell’intervento terapeutico

chirurgico/conservativo

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Gli strumenti della Gli strumenti della riabilitazioneriabilitazione

•Distinguiamo essenzialmente:Distinguiamo essenzialmente:

• La Terapia fisica nelle sue La Terapia fisica nelle sue molteplici applicazionimolteplici applicazioni: magnetoterapia

elettroterapia ultrasuonoterapia Laserterapia

• La KinesiterapiaLa Kinesiterapia : esercizio terapeutico.esercizio terapeutico.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Da un punto di vista Da un punto di vista riabilitativo possiamo riabilitativo possiamo individuare il seguente individuare il seguente percorso terapeuticopercorso terapeutico:

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

La Cinesiterapia:La Cinesiterapia:

•Allineamento posturale Allineamento posturale passivopassivo

•Mobilizzazione passivaMobilizzazione passiva•Mobilizzazione attivaMobilizzazione attiva•Mobilizzazione attiva Mobilizzazione attiva

assistitaassistita

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Allineamento posturale passivo:Allineamento posturale passivo:

Sono manovre passive che Sono manovre passive che richiedono il mantenimento di richiedono il mantenimento di posture.posture.

Il loro obbiettivo è la prevenzione di Il loro obbiettivo è la prevenzione di atteggiamenti viziati che possono atteggiamenti viziati che possono portare alla comparsa o portare alla comparsa o all’agravamento di limitazioni all’agravamento di limitazioni articolari per retrazioni articolari per retrazioni muscolotendinee e legamentose. muscolotendinee e legamentose. Può essere utilizzato come fonte di Può essere utilizzato come fonte di informazioni propiocettive e informazioni propiocettive e statestesiche.statestesiche.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Allineamento posturale passivo:Allineamento posturale passivo:

Si può servire dei mezzi Si può servire dei mezzi comunemente impiegati in comunemente impiegati in ortopedia (gessi, docce, ortesi) di ortopedia (gessi, docce, ortesi) di forme e resistenze adeguate.forme e resistenze adeguate.

L’intervento di allineamento L’intervento di allineamento posturale più diffuso e più posturale più diffuso e più importante è quello che corregge le importante è quello che corregge le posizioni viziate in caso di posizioni viziate in caso di allettamento prolungato.allettamento prolungato.

Page 17: Trauma

Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Allineamento posturale passivo:Allineamento posturale passivo:

Sufficiente rigidità del piano di Sufficiente rigidità del piano di appoggio, altezza idonea dei cuscini, appoggio, altezza idonea dei cuscini, atteggiamento simmetrico dei atteggiamento simmetrico dei segmenti corporei, sostegno ai piedi segmenti corporei, sostegno ai piedi per evitare la caduta in flessione per evitare la caduta in flessione plantare e dell’intero arto in rotazione plantare e dell’intero arto in rotazione esterna.esterna.

Altri dispositivi sono il reggibraccio, il Altri dispositivi sono il reggibraccio, il tutore per evitare i recurvato del tutore per evitare i recurvato del ginocchio, le ortesi piede-caviglia per ginocchio, le ortesi piede-caviglia per la posizione a 90° del piede.la posizione a 90° del piede.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Mobilizzazione passivaMobilizzazione passiva

Mobilizzazione passiva in Mobilizzazione passiva in rilasciamento.rilasciamento.

Mobilizzazione passiva Mobilizzazione passiva forzata.forzata.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Mobilizzazione passiva in Mobilizzazione passiva in rilasciamentorilasciamento

Ha effetto preventivo. Tende Ha effetto preventivo. Tende a conservare l’estensibilità e a conservare l’estensibilità e l’elasticità delle parti molli, la l’elasticità delle parti molli, la normalità dei piani di normalità dei piani di scorrimento, la lubrificazione scorrimento, la lubrificazione delle superfici articolari. delle superfici articolari. Serve poi ad incrementare il Serve poi ad incrementare il circolo locale.circolo locale.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Mobilizzazione passiva in Mobilizzazione passiva in rilasciamentorilasciamento

La mobilizzazione passiva in La mobilizzazione passiva in rilasciamento richiede la rilasciamento richiede la conoscenza delle caratteristiche conoscenza delle caratteristiche dell’articolazione da mobilizzare. dell’articolazione da mobilizzare. Non deve trascurare i movimenti Non deve trascurare i movimenti che interessano al contempo più che interessano al contempo più segmenti per lo stiramento di un segmenti per lo stiramento di un muscolo poliarticolare.muscolo poliarticolare.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Mobilizzazione passiva Mobilizzazione passiva forzataforzata

Tende a recuperare l’ampiezza di Tende a recuperare l’ampiezza di un movimento limitata in seguito un movimento limitata in seguito ad un evento morboso.ad un evento morboso.

La tecnica più utilizzata è quella La tecnica più utilizzata è quella manuale che consente al manuale che consente al fisioterapista una valutazione fisioterapista una valutazione diretta delle reazioni del diretta delle reazioni del paziente.paziente.

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Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Mobilizzazione passiva Mobilizzazione passiva forzataforzata

Una forma partcolare di Una forma partcolare di mobilizzazione passiva forzata è mobilizzazione passiva forzata è rappresentato dalla rappresentato dalla manipolazione.manipolazione.

Altra forma particolare è Altra forma particolare è lo lo stretchingstretching

Page 23: Trauma

Trattamento Trattamento riabilitativoriabilitativo

Mobilizzazione attivaMobilizzazione attiva

Prevede la partecipazione Prevede la partecipazione di contrazioni ottenute di contrazioni ottenute volontariamente dal volontariamente dal soggetto in trattamento. E’ soggetto in trattamento. E’ l’atto motorio che introduca l’atto motorio che introduca all’esercizio terapeutico.all’esercizio terapeutico.

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I presupposti dell’atto I presupposti dell’atto riabilitativoriabilitativo

L’Esercizio TerapeuticoL’Esercizio Terapeutico•Costituisce l’elemento fondamentale Costituisce l’elemento fondamentale

del recupero motorio.del recupero motorio.•Rappresenta l’essenza della pratica Rappresenta l’essenza della pratica

riabilitativa. riabilitativa. •Si caratterizza di un significato Si caratterizza di un significato

unico:unico:

L’APPRENDIMENTOL’APPRENDIMENTO

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I presupposti dell’atto I presupposti dell’atto riabilitativoriabilitativo

L’Esercizio TerapeuticoL’Esercizio Terapeutico•Dal punto di vista operativo questo significaricercare, per ricreare in sede terapeutica, leinformazioni che il sistema alterato utilizzafisiologicamente per la sua ordinaria costituzione.

•Tali informazioni dovranno poi essere Tali informazioni dovranno poi essere inserite nella proposta di esercizi, con inserite nella proposta di esercizi, con l’obiettivo di ristrutturare o rievocare l’obiettivo di ristrutturare o rievocare componenti di schemi motori alterati o componenti di schemi motori alterati o perduti.perduti.

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I presupposti dell’atto I presupposti dell’atto riabilitativoriabilitativo

L’Esercizio TerapeuticoL’Esercizio TerapeuticoNNella riacquisione dei movimenti, attraverso ella riacquisione dei movimenti, attraverso l’esercizio terapeutico, si mira a regolare questi l’esercizio terapeutico, si mira a regolare questi parametri che sono:parametri che sono:

temporalità:temporalità: caratteristica dell’atto motorio caratteristica dell’atto motorio che che ordina nel tempo la posizione dell’arto nello ordina nel tempo la posizione dell’arto nello spazio.spazio.

spazialità:spazialità: posizioni nello spazio dell’arto posizioni nello spazio dell’arto durante l’atto motorio.durante l’atto motorio.

intensità:intensità: contrazione muscolare che determina contrazione muscolare che determina l’atto motorio, in relazione della temporalità e l’atto motorio, in relazione della temporalità e spazialità dell’atto motorispazialità dell’atto motorio o stesso.stesso.

Page 27: Trauma

I presupposti dell’atto I presupposti dell’atto riabilitativoriabilitativo

L’Esercizio TerapeuticoL’Esercizio Terapeutico

Il ripristino dei movimenti Il ripristino dei movimenti delldell’articolazione’articolazione secondo questa secondo questa

impostazione permette al soggetto impostazione permette al soggetto di recuperare il proprio schema di recuperare il proprio schema

corporeo, espressione del complesso corporeo, espressione del complesso collegamento che ogni articolazione collegamento che ogni articolazione

possiede con il Sistema Nervoso possiede con il Sistema Nervoso Centrale.Centrale.

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L’approccio L’approccio all’articolazioneall’articolazione

•Controllo del doloreControllo del dolore•Recupero R.O.M.Recupero R.O.M.

•Controllo e limitazione Controllo e limitazione dei compensi articolaridei compensi articolari

Page 29: Trauma

L’approccio L’approccio all’articolazioneall’articolazione

Recupero R.O.M.

Prevede l’utilizzo dell’esercizio terapeutico

finalizzato a ristabilire l’articolarità secondo le

potenzialità reali: stato di deterioramento anatomico,

tempi post-chirurgici definiti.

Page 30: Trauma

L’approccio L’approccio all’articolazioneall’articolazioneSchema dello specifico Schema dello specifico patologico all’inizio del patologico all’inizio del trattamento riabilitativotrattamento riabilitativo

DOLOREDOLORE

LIMITAZIONE LIMITAZIONE ARTICOLAREARTICOLARE

DEFICIT DEFICIT MUSCOLAREMUSCOLARE

RICERCA DI RICERCA DI COMPENSICOMPENSI

Page 31: Trauma

L’approccio L’approccio all’articolazioneall’articolazione

Afferenze tattili (a partenza dalla cute della

radice degli arti)

Schema Corporeo

Afferenze cinestesiche o propiocettive

(a partenza dalle grosse articolazioni)

Modalità percettive che forniscono le principali informazioni del proprio volume corporeo (Piret e Beziers, 1971)

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I presupposti dell’atto I presupposti dell’atto riabilitativoriabilitativo

•Terapia fisica: per il doloreTerapia fisica: per il dolore•Esercizio terapeuticoEsercizio terapeutico

•Fase di potenziamento: è Fase di potenziamento: è tardiva, finaletardiva, finale

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I presupposti dell’atto I presupposti dell’atto riabilitativo: riabilitativo:

esempi di riabilitazione per esempi di riabilitazione per anca e ginocchio.anca e ginocchio.

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Percorso riabilitativoPercorso riabilitativo

riprogrammazione della fase oscillante del passo;

recupero quantitativo e qualitativo del carico sull'arto operato;

riduzione dei compensi e ottimizzazione della deambulazione;

rieducazione alle ADL.

Page 35: Trauma

Rieducazione allaRieducazione alla stazione eretta stazione eretta

•MobilizzazioMobilizzazione attiva e ne attiva e passivapassiva

Page 36: Trauma

Rieducazione Rieducazione al camminoal cammino

La rieducazione al cammino deve riguardare entrambi gli arti e il bacino al fine di fare apprendere al protesizzato un corretto schema deambulatorio.

Page 37: Trauma

Finalità della Finalità della IdrokinesiterapiaIdrokinesiterapia

Idrokinesiterapia:in acqua il dolore e la limitazione

articolare presenti alla mobilizzazione a secco scompaiono quasi del tutto; è più facile il rilassamento e quindi la riduzione dello spasmo muscolare

Page 38: Trauma

Finalità della Finalità della IdrokinesiterapiaIdrokinesiterapia

Idrokinesiterapia:possibilità di deambulare in assenza

quasi totale di carico (20%) e di ripristinare in fase precoce lo schema del passo (le protesi non cementate richiedono maggiore attenzione nel concedere il carico progressivamente)

Page 39: Trauma

Controllo del caricoControllo del carico ed ausili ed ausili

Se il paziente ha acquistato una discreta stabilità di bacino e un controllo limitato di carico sull'arto operato, con l’uso di due bastoni canadesi attua dapprima la marcia a due tempi e in seguito lo schema a quattro tempi. Quando si è ottenuto il carico sull'arto operato senza basculamento del bacino si può eliminare il bastone omolaterale all'anca operata.

Page 40: Trauma

Uso delle scaleUso delle scaleContemporaneamente si istruisce il

paziente all‘ uso delle scale con schemi di complessità crescente che egli utilizzerà in funzione delle sue momentanee possibilità.

Page 41: Trauma

ESERCIZI DI RECUPERO SCHEMA POSTURALE

• Dedicati al raggiungimento della percezione dei vari segmenti corporei e dei loro rapporti in fase statica e dinamica, attraverso l’analisi delle informazioni provenienti dal sistema propriocettivo

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ESERCIZI DI RECUPERO SCHEMA POSTURALE

• L’atleta viene aiutato a percepire globalmente ciò che avviene nel suo corpo

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RECUPERO DELLO SCHEMA DEL PASSO

• La deambulazione corretta è la prima delle gestualità globali in cui il ginocchio si trova ad agire

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RECUPERO DELLO SCHEMA DEL PASSO

• Correzione di tutte le anomalie interferenti con una armonica deambulazione

Page 45: Trauma

RECUPERO DELLO SCHEMA DEL PASSO

Esercizi a difficoltà crescenti

Page 46: Trauma

ESERCIZI IN ACQUA

• COMPLEMENTARITA’

• Anticipare tempi riabilitativi• Riduzione del carico gravitario e delle

sollecitazioni funzionali

Diminuzione delle limitazioni articolari e dolore

Page 47: Trauma

ESERCIZI IN ACQUA• Simmetria del movimento

– Non esercizi di tipo segmentario ma per l’intero corpo in condizioni di scarico ponderale

Valutare le differenze che esistono fra arto

sano e malato, focalizzare l’attenzione sull’esecuzione del movimento dell’arto leso

Esecuzione ottimale per una condizione di

facilitazione meccanica

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ESERCIZI SU MEZZI INSTABILI

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ESERCIZI SPORT SPECIFICI

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COXARTROSI

Page 58: Trauma

ANATOMIA FUNZIONALEARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE

• ENARTROSI ( 3 assi e tre gradi di liberta’)

• FATTORI DI STABILITA’: Legamenti Muscoli Orientamento del collo

femorale F. Di gravita’ Capsula articolare( le fibre

arciformi e circolari dal ciglio cotiloideo avvolgono la testa femorale)

Page 59: Trauma

La funzione dell’anca nella motricita’

• Punto dinamico di transizione tra i movimenti del tronco e quelli degli AAII

• Adattabilita’ dell’articolazione alle caratteristiche del cammino e del piano d’appoggio

Page 60: Trauma

PERIARTRITI Gruppo eterogeneo di

patologie che coinvolgono le

strutture adiacenti all’articolazione

(Borsite ischiatica, del grande trocantere, Ileo-pettinea, S. del muscolo Piriforme )

ARTROSI

Affezione degenerativa dellaCARTILAGINE ARTICOLARE

• Eziopatogenesi multifattoriale

• Progressiva

Affezioni che possono colpire l’articolazione dell’anca

Squilibrio sintesi/degradazione

condrale

Page 61: Trauma

Classificazione Eziologica

PRIMARIA

O

IDIOPATICA

SECONDARIA

(Malformazioni congenite, coxopatie

dell’infanzia o adolescenza, turbe

statiche, reumoartropatie,

traumi, sovraccarico funzionale)

Page 62: Trauma

•Obesità •Familiarità•Sesso F•Menopausa (+)•Osteoporosi (-)•Ipermobilità•Fumo•Altre malattie (diabete, siderosi, etc)

•Traumi•Congruità articolare•Abuso articolare

•Professionale•Sports

Suscettibilità

Fattori meccanici

Coxartrosi secondaria

Page 63: Trauma

• Forma SENILE • Forma NON senile

Classificazione Patogenesi

Attivita’ metaboliche condrali condroblasti

Infiammazione della sinovia con sofferenza condroblasti

Proteoglicani

Idrofilia condrale

Elasticita’

Alterato assemblaggio proteoglicani e della matrice cartilaginea

Rottura fibre collagene, liberazione collagenasi

FLOGOSI CRONICA

Page 64: Trauma

Coxartrosi

Page 65: Trauma

SINTOMI• Dolore aggravato dal carico,

esacerbato da movimenti di abduzione e rotazione esterna (irradiato all’inguine)

• Rigidità (lieve al mattino, intensa dopo immobilità)

• Limitazione funzionale

• Senso di instabilita’

SEGNI• Punti dolenti alla

pressione intorno al margine articolare

• Edema duro al margine articolare

• Scrosci e crepitii articolari• Rigidita’ articolare• Instabilita’• Riduzione ROM

SINTOMI E SEGNI DELL’ARTROSI

L’organizzazione del passo e’ alterata: arto inferiore flesso, addotto, ed extraruotato, zoppia (ridotta fase di appoggio), compensi.

Page 66: Trauma

DOLORE

Danno meccanico Propensione genetica

Danno cartilagineo

IL1 TNFα IL6 . .

Attivazione delle MMP

Infiammazione .

Acido arachidonico Prostaglandine Dolore

Page 67: Trauma

Test funzionali

• Test di Trendelemburg: caduta dell’ emibacino sano verso il basso in appoggio monopodalico sul lato malato (insuff. mm. pelvi-trocanterici) in statica e durante la deambulazione.

• Flessione ABduzione ExtRarotazione

Page 68: Trauma

PREVALENZA DI ARTROSI

15

7

1

6

3

0,8

0

2

4

6

8

10

12

14

16

mani ginocchia femore

%

RX

Sintomi

Molti pazienti con marcate deformazioni artrosiche non lamentano sintomi (e vice-versa). La prevalenza di artrosi aumenta con l’età: segni radiologici di artrosi sono presenti in > 90% degli ultra-ottanta.

Page 69: Trauma

CARATTERISTICHE RADIOLOGICHE DELL’ARTROSI

• Riduzione della rima articolare

• Osteofitosi• Irregolarietà del

margine osseo• Sclerosi e cisti

subcondrali• Calcificazioni

periarticolari• Tumefazione dei

tessuti molli

Page 70: Trauma

Obiettivi del trattamento

• Riduzione dolore (terapie fisiche, massoterapia, tp farmacologica).

• Miglioramento della funzionalità’(massoterapia, chinesiterapia, idrochinesiterapia, potenziamento e allungamento muscolare di flessori anca adduttori, bendelletta ileo tibiale, gastrocnemio e ischiocrurali).

• Educazione del pz (riduzione carichi, attivita’ fisica e tempo libero, bicicletta, ausili).

Page 71: Trauma

…esercizi consigliati ..

Page 72: Trauma

PROTESI DI ANCA

Page 73: Trauma

Cause

• COXARTROSI PRIMARIA • COXARTROSI SECONDARIA (displ. Cong. Anca,

Morbo di Perthes, epifisiolisi, fratture peritrocanteriche femorali)

• FRATTURE (sede ed eta’ del pz)*• NECROSI AVASCOLARE DELLA TESTA

DEL FEMORE• PATOLOGIE ARTRITICHE (ARTRITE

REUMATOIDE)

Page 74: Trauma

• Età• Sesso femminile• Familiarità• Fumo• Inadeguato apporto di calcio e vitamina D• Magrezza• Sedentarietà• Malattie e Farmaci (es. cortisone)

Osteoporosi: Forti Fattori di RischioOsteoporosi: Forti Fattori di Rischio

Page 75: Trauma

Cooper C et al. J Bone Miner Res. 1992

Fractures As a Function of Age4,000

3,000

2,000

1,000

35–39 > 85 > 85

Age Group, yr

Inci

denc

e/1,

000,

000

Per

son-

Yea

r Men Women

Hip

Hip

Vertebrae Vertebrae

Colles’Colles’

Page 76: Trauma

0

5

10

15

20

25

30

< 50 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 > 84

Età (anni)

INCIDENZA (0/00) FRATTURE FEMORALI IN VENETO-FRIULI PER GRUPPI DI ETA’

maschi: 13210

femmine: 38261

Casi annui stimati in Italia

Page 77: Trauma

Displasia congenita dell’anca

Page 78: Trauma

ASSOLUTE

Infezioni in fase attiva(sistemica e/o articolare)

Articolazione neuropatica

Neoplasie ossee

RELATIVE Infezione localizzata (vie

urinarie, polmone, cute, ecc) Muscolatura abduttoria assente

o gravemente deficitaria Deficit neurologico progressivo Processi degenerativi ossei Interventi chirurgici di altro

genere (es odontoiatrici o urologici) meglio se precedono l’impianto

Controindicazioni alla protesi

Page 79: Trauma

TIPI DI PROTESI

• ENDOPROTESI (solo componente femorale dell’articolazione)

• PROTESI DI RIVESTIMENTO • ARTROPROTESI NON CEMENTATE• ARTROPROTESI CEMENTATE

- INVASIVE

+ INVASIVE

Fattori importanti per la scelta: eta’ del pz, patologia di base, caratteristiche ossee.

Eta’ media durata 10 anni; Si cerca di preferire dapprima approcci meno invasivi, riservando approcci piu’ invasivi per i reimpianti.

Page 80: Trauma

PROTESI DI RIVESTIMENTO

ENDOPROTESI

ARTOPROTESI

Page 81: Trauma

Complicanze

• Infezioni post-operatorie• Lesioni nervose es. nervo femorale (valutazione

clinica postoperatoria)

• Mobilizzazione della protesi settica

• Mobilizzazione della protesi asettica

• Lussazione

Page 82: Trauma

TRATTAMENTO RIABILITATIVO E OBIETTIVI

FASE PRE-OPERATORIA Soprattutto nel pz

artrosico, finalizzato a migliorare le funzioni residue e mantenere/recuperare il tono-trofismo muscolare.

Gli esercizi sono i medesimi consigliati nel trattamento della coxartrosi.

FASE POST-OPERATORIA

Prevenzione delle complicanze Recupero dell’articolarita’ e

potenziamento muscolare. Educazione sui movimenti che

proteggono l’articolazione Educazione alla deambulazione

dapprima con ausili e poi in carico totale

Page 83: Trauma

Trattamento post-operatorio

Va iniziato il piu’ precocemente possibile per ridurre il rischio di complicanze (TVP, sindrome da allettamento)

Importante fornire al pz una EDUCAZIONE MOTORIA (informazione sui movimenti e posizioni consigliate e quelle sconsigliate, usare strategie motorie per cercare di sfrutare le capacità residue)

Page 84: Trauma

Il trattamento FKT coadiuva il trattamento farmacologico.

Prevenzione delle complicanze secondarie

• Decubiti• Contratture• Retrazioni• Rigidita’• Polmoniti• TVP (Pumping surale,

contrazioni isometriche quadricipite femorale)

Page 85: Trauma

Valutazione clinica post-operatoria

• Allineamento AI

• Valutazione deficit neurologici (stupore, lesione n. femorale)

• Forza muscolare

Page 86: Trauma

Programma riabilitativo

• 1 Giornata:controllo posizionamento dell’AI (rotula allo zenit per evitare extra o intrarotazioni; lieve abduzione; evitare adduzione e rotazioni). Possibili movimenti flesso-estensione. E’presente una limitazione antalgica alla flessione.

Contrazioni isometriche quadricipite (10 sec contrazione, 10 sec riposo serie da 10; 10 volte al giorno)

Mobilizzazione rotulea

Page 87: Trauma

• 2 Giornata:chinesiterapia (dopo rimozione drenaggi)

passiva (con terapista o con Continuous Passive Motion) e attiva con movimenti di flesso-estensione in scarico.

Raggiunti gli 80° circa di flessione il pz può assumere la postura seduta evitando movimenti di intra-extra rotazione e abduzione

Il pz può essere posizionato in poltrona Possibile eseguire qualche passo con carico

parziale (con bastoni o girello).

Programma riabilitativo

Page 88: Trauma

• Dalla 3° giornata:il paziente continua gli esercizi di chinesi attiva e passiva. Per prevenire contratture in flessione si invita il pz a estendere il ginocchio del lato operato e flettere sul letto il controlaterale.

Potenziamento muscolare in particolare dei mm che stabilizzano anca

mm. Gluteo (ponte monopodalico, abduzione in decubito laterale sul lato sano)

Ciclettes (senza resistenza) Esercizi di leg extension dalla posizione supina

Programma riabilitativo

Page 89: Trauma

• A CUTE INTEGRA (guarigione della ferita) : IDROCHINESITERAPIA (meglio se in acqua termale)

effetto antalgico potenziamento muscolare con carico parziale• IMPORTANTE PROGRAMMARE LA

PROGRESSIONE DI CARICO (CARICO TOTALE in media a CIRCA 1 MESE dall’intervento).

Programma riabilitativo

Page 90: Trauma

Trattamento riabilitativo : presupposti

Il tattamento riabilitativo è subordinato alle condizioni generali del pz e al grado di collaborazione del pz.

Page 91: Trauma

IL CAMMINO

• IL pz con coxartrosi giunge all’intervento di artroprotesi con un assetto posturale generale alterato (di cui spesso non ne è cosciente).

• L’organizzazione del passo e’ modificata con strategie alternative (antalgiche):arto inferiore flesso, addotto, ed extraruotato, zoppia (ridotta fase di appoggio), allungamento dei tempi di contrazione, largo uso di compenso.

Page 92: Trauma

• Dopo l’intervento si ha un miglioramento dei parametri del passo (chinesiologici, lunghezza, velocità, tempo e cinetica articolare).

• La fase di carico va a lungo esercitata.

Page 93: Trauma

Movimenti a rischio di lussazione

• Via chirurgica anteriore espone a meno rischi rispetto la via di accesso postero-laterale (tecnica operatoria facilitata)

• Decombere sul lato sano che favorisce adduzione del lato operato ( posizionare un cuscino tra gli AAII, e mantenere il tronco in asse)

• Alzarsi o sedersi su sedie troppo basse, su sanitari bassi (mantenere sempre una leggera abduzione dell’anca, usare sanitari a seduta modificata)

• Nei passaggi dalla postura supina alla seduta prima spostare le gambe giu dal letto e quindi appoggiarle su uno sgabello.

• NON ACCAVALLARE LE GAMBE

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Movimenti a rischio di lussazione

IL pz dopo l’intervento tende a godere di un maggiore grado di liberta’ articolare, per di piu’ in assenza di dolore senza però diporre di un adeguato supporto muscolare di protezione.

Il rischio di manovre incaute aumenta molto se si superano i 90 ° di flex anca

Necessita’ di una EDUCAZIONE MOTORIA

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…alcuni consigli

• Preferire la doccia alla vasca da bagno.• Sedere sull’auto a piè pari e poi portare gli AAII

all’interno dell’abitacolo.• Fare un gradino alla volta nel salire e scendere le scale.• Usare indossa calzari.• Evitare sport di contatto (come corsa o calcio) preferendo

nuoto o ciclismo.• Non aumentare di peso corporeo.

Sebbene il rischio di lussazione si riduca con il tempo queste precauzioni vanno sempre osservate.