Trasformazioni del lavoro e vita quotidiana

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Trasformazioni del lavoro e vita quotidiana Serafino Negrelli Università di Milano Bicocca

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Trasformazioni del lavoro e vita quotidiana. Serafino Negrelli Università di Milano Bicocca. Trasformazioni del lavoro e gestione del tempo di lavoro. Dalla riduzione alla gestione flessibile del tempo di lavoro: - PowerPoint PPT Presentation

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Trasformazioni del lavoro e vita quotidiana

Serafino NegrelliUniversità di Milano Bicocca

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Trasformazioni del lavoro e gestione del tempo di lavoro

Dalla riduzione alla gestione flessibile del tempo di lavoro:

• Fase industrializzazione: lotte per la riduzione della lunga giornata di lavoro;

• Fase del fordismo e della produzione di massa: obiettivo la “settimana corta” (Italia: 1962 ccnl metalmeccanici) e riduzione orario settimanale (38 ore medie UE e legge 35 ore in Francia);

• Post anni ‘80: nuovi approcci di gestione più flessibile dell’orario settimanale, del calendario annuo o su periodi plurimensili o plurisettimanali.

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La costruzione sociale del tempo di lavoro (OECD)

paesi Orario medio annuo effettivo di lavoro 1995 2011

Part time (% occupati/e) 1995 2011 U D U D

OCSE 1866 1775 5,4 20,2 9,1 26,0

OLANDA 1456 1379 11,8 55,1 17,1 60,5

GERMANIA 1529 1413 3,4 29,1 8,5 38,0

FRANCIA 1590 1475 5,6 24,8 5,9 22,1

UK 1813 1625 7,4 40,8 11,7 39,3

SVEZIA 1640 1644 6,8 24,1 9,8 18,4

ITALIA 1876 1774 4,8 21,1 6,6 31,1

REP. CECA 1863 1774 1,8 5,6 1,9 6,6

USA 1829 1787 8,3 20,2 8 ,4 17,1

POLONIA 1988 1937 8,8 17,9 4,9 12,4

UNGHERIA 2008 1980 1,6 4,3 3,4 6,4

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Modelli?• Modello olandese: eliminazione della disoccupazione “estendendo il lavoro part-time e

trasformandola in sovranità sul tempo” (Beck, 2000); assicurazione generale di vecchiaia, slegata dal lavoro salariato, e copertura assicurativa generale per tutti i rapporti di lavoro, compresi quelli a basso costo;

• Modello danese: legge sulla “sospensione del lavoro”: redistribuzione sociale che consente ai lavoratori di staccarsi fino a un anno dal lavoro, per curare il proprio aggiornamento professionale o l’educazione dei figli, andare in vacanza, oziare o svolgere lavoro di impegno civile;

• Modello francese: riduzione settimanale dell’orario di lavoro (legge sulle 35 ore);

• Modello tedesco: riduzione dell’orario settimanale dell’orario di lavoro per accordo collettivo (fallita in Germania Est; 28 ore su quattro giorni in caso di crisi; contratti di solidarietà;

• Modello italiano: manovre di flessibilità sull’orario di lavoro: annualizzazione e distribuzione multiperiodale dell’orario di lavoro (legge Treu 1997), ma anche straordinari…

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Conciliazione tra tempo di lavoro e vita quotidiana

Riduzione dell’orario di lavoro per legge o per accordo collettivo,

“al fine di ottenere la migliore conciliazione fra la vita di lavoro e quella della famiglia, per rispondere ai bisogni di formazione e qualità del lavoro e nel rispetto degli obiettivi occupazionali”

(Risoluzione Congresso ETUC, 2003)negrelli

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Orari di lavoro poco conciliabili?• La quiet revolution: la diffusione della coppia “dual-income”

• Negli anni sessanta negli Usa lavorava solo una donna su cinque, con figli piccoli; alla fine degli anni novanta due su tre;

• Prima della crisi, 50 ore per gli uomini e 40 ore per le donne: la famiglia americana tipo totalizzava 500 ore extra di lavoro retribuito in più rispetto al 1979, ovvero 12 settimane in più…

• Nella maggior parte dei paesi dell’UE resta prevalente la norma rigida della settimana di 40 ore, dal lunedì al venerdì.

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Soddisfazione e insoddisfazione degli orari di lavoro concilianti, perché?

• Rigidità dell’impresa che fissa unilateralmente gli orari senza possibilità di modifiche (q39, EWCS): minore per Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Olanda e Svezia (modelli inclusivi di capitalismo);

• 30% lavoratori pienamente soddisfatti per l’orario di lavoro “conciliabile” (q41, EWCS): ben oltre la media: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Olanda, Svezia;

• Modelli di politiche di conciliazione (Naldini, Saraceno, 2011): – familismo di default: totale assenza di sostegno pubblico; – familismo sostenuto: offerta agli individui di congedi remunerati o assegni di cura; – defamilizzazione: responsabilità pubblica diretta di parte del lavoro o del tempo di cura

(Danimarca, Svezia, Norvegia e Francia);

• Il caso dei paesi dell’est con i peggiori servizi pubblici di cura dell’UE.

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Più elevati livelli di soddisfazione degli orari concilianti, perché?

• regimi di welfare più favorevoli alla conciliazione;• rimozione ostacoli all’ingresso della donne nel mdl; • orari di lavoro friendly; • diffusione part time volontario; • eccellenti e diffusi servizi pubblici di cura e assistenza dei figli (vedi anche il caso

francese); • politiche di reimpiego delle donne dopo la maternità; • generosi congedi parentali per madri e padri; • politiche efficienti e concretamente implementate di pari opportunità;• estesa cultura istituzionale favorevole alla conciliazione tra lavoro e famiglia, non

esclusi atteggiamenti più favorevoli da parte delle imprese;• concentrazione del lavoro femminile nella pubblica amministrazione, che

risponde alle esigenze delle donne in misura superiore alle imprese private; • spesa privata di childcare molto significativa (vedi il caso inglese).

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