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Atti Parlamentari — 75 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XX 3 a SESSIONE DISCUSSIONI TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1899 VI. TORNATA DI MARTEDÌ 21 NOVEMBRE 1839 PRESIDENZA. DEL PRESIDENTE COLOMB?. INDICE. Atti vari : Disegno di legge ( Presentazione): Istituii di previdenza del personale ferroviario (LACAVA) Pag. 103 Relazione (. Presentazione): Indirizzo di risposta al discorso dellu Corona (VILLA) 83 Disegno di legge ( Discussione). . . . . . . . 90 Servitù militari: Oratori: BRUNIALTI . 90-93 DE ANDREIS . 95 FRASCARA GIUSEPPE 91 LUCCHINI L 91-95 96 MIRRI, ministro della guerra 93-94-96 PAVIA. 94 Passaggio dalla Regia Marina al Regio Esercito di categorie di militari in congedo (. Approoazione ). 96 Ritardi di treni ( Discussione) 97 Oratori : BRUNIALTI 97 FACHERIS . . 102 FALCONI, sotto-segretario di Stato per la gra- zia e giustizia. . . . 101 LACAVA, ministro dei lavori pubblici . 100-102-103 Noe n o 98101 PICCOLO-CUPANI, relatore 99-102-103 Pozzo M 102 Rossi E. . . . 102 Servizio di navigazione nell'Adriatico .... 88 Oratori : Di SAN GIULIANO, ministro delle poste e dei telegrafi 89 YOLLARO-DE LIETO, relatore 89 Interrogazioni : Incidente di Riva di Trento: Oratori: BARZILAI 79 BONARDI 78 LUCCHINI LUIGI ; . . . 81 PODESTÀ 81 RUBINI 77 VISCONTI-VENOSTA, ministro d^gli affari esteri 77 il Trasporto ferroviario della produzione vinicola nelle Puglie: Oratori: CHIAPUSSO, sotto-segretario di Stato per i la- vori pubblici . Pag. 82 VISCHI . 82 Osservazioni e proposte : Bilanci: Oratori : GIOLITTI 104-105 PRESIDENTE 104-105 Proposta di legge (MAZZA) ( Discussióne ) . . . 84 Riconoscimento della campagna dell'Agro Ro- mano: Oratori: FACHERIS 87 MAZZA, relatore 84 85-86-87 MIRRI, ministro della guerra 84-85-87 PANTANO 85-86 Votazione per la nomina di Commissioni per- manenti ( Prima votazione di ballottaggio) . 76-83 Trattati di commercio 83 Biblioteca della Camera 83 Amministrazione del Debito Pubblico 83 La seduta comincia alle ore 14. Lucifero, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, clie è ap- provato. Petizioni- Presidente. Si dia lettura del sunto delle petizioni. Lucifero, segretario, legge. 5734. La Deputazione provinciale di Ales- sandria, a nome di quel Consiglio; chiede ohe,

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Atti Parlamentari — 75 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a S E S S I O N E — D I S C U S S I O N I — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

V I .

TORNATA DI MARTEDÌ 21 NOVEMBRE 1839

PRESIDENZA. DEL PRESIDENTE COLOMB?.

I N D I C E .

Att i v a r i : Disegno di legge (Presentazione):

Istituii di previdenza del personale ferroviario (LACAVA) Pag. 1 0 3

Relazione (.Presentazione): Indirizzo di risposta al discorso dellu Corona

(VILLA) 8 3 D i s e g n o di legge (Discussione). . . . . . . . 90

Servitù militari: Oratori:

BRUNIALTI . 90-93 D E ANDREIS . 9 5 FRASCARA G I U S E P P E 9 1 LUCCHINI L 9 1 - 9 5 9 6 M I R R I , ministro della guerra 93-94-96 P A V I A . 9 4

Passaggio dalla Regia Marina al Regio Esercito di categorie di militari in congedo (.Approoazione). 96

Ritardi di treni (Discussione) 97 Oratori :

BRUNIALTI 9 7 FACHERIS . . 1 0 2 FALCONI, sotto-segretario di Stato per la gra-

zia e giustizia. . . . 101 LACAVA, ministro dei lavori pubblici . 1 0 0 - 1 0 2 - 1 0 3

Noe n o 98101 PICCOLO-CUPANI, relatore 99-102-103 Pozzo M 102 Rossi E. . . . 102

Servizio di navigazione nell'Adriatico . . . . 88 Oratori :

Di SAN GIULIANO, ministro delle poste e dei telegrafi 89

Y O L L A R O - D E LIETO, relatore 8 9 Interrogazioni :

Incidente di Riva di Trento: Oratori:

BARZILAI 7 9 BONARDI 7 8 LUCCHINI LUIGI ; . . . 8 1 PODESTÀ 8 1 RUBINI 7 7 VISCONTI-VENOSTA, ministro d^gli affari esteri 7 7

il

Trasporto ferroviario della produzione vinicola nelle Puglie:

Oratori: CHIAPUSSO, sotto-segretario di Stato per i la-

vori pubblici . Pag. 82 VISCHI . 8 2

Osservaz ioni e proposte : Bilanci:

Oratori : GIOLITTI 104-105 PRESIDENTE 104-105

P r o p o s t a di legge (MAZZA) (Discussióne) . . . 84 Riconoscimento della campagna dell'Agro Ro-

mano: Oratori :

FACHERIS 8 7 MAZZA, relatore 84

85-86-87 M I R R I , ministro della guerra 84-85-87 PANTANO 85-86

V o t a z i o n e per la nomina di Commissioni per-manenti (Prima votazione di ballottaggio) . 76-83

Trattati di commercio 83 Biblioteca della Camera 83 Amministrazione del Debito Pubblico 83

La seduta comincia alle ore 14. Lucifero, segretario, dà le t tura del processo

verbale della seduta precedente, clie è ap-provato.

Petizioni-

Presidente. Si dia le t tura del sunto delle petizioni.

Lucifero, segretario, legge. 5734. La Deputazione provinciale di Ales-

sandria , a nome di quel Consiglio; chiede ohe,

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Atti Parlamentari 76 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI —

a tutela dei più vitali interessi della Pro-vincia, il Parlamento inviti il Ministero a riprendere la distruzione degli ult imi centri infetti dalla fillossera e a continuare, ad epoca opportuna, le esplorazioni attorno ai centri distrutti per circoscrivere e spegnere l'in-fezione.

Congedi.

Presidente. Hanno chiesto un congedo: per per motivi di famiglia, gli onorevoli Già-nolio, di giorni 6 ; CalpiDi, di 8; D'Ayala-Valva, di 10. Per motivi di salute, gli ono-revoli Coletti, di giorni 15; Berio, di 10.

(Sono conceduti).

Comunicazioni diverse.

Presidente. Comunico alla Camera un te-legramma pervenutomi dai fratelli del no-stro compianto collega Settimio Costantini:

« Reduci dalla campagna troviamo suo gentile telegramma. Siamo oltremodo rico-noscenti per viva parte presa dalla Camera al nostro dolore immatura perdita compianto fratello. Preghiamo "Vossignoria onorevolis-sima voler render vive azioni di grazia spet-tabile rappresentanza nazionale nome fami-glia Costantini. A Lei poi nostra particolare gratitudine e devozione. »

Risanamento di votazioni,

Presidente. Annuncio alla Camera il risul-tato delia prima votazione per la nomina di undici commissari per l'esame delle tariffe do-ganali e dei t rat tat i di commercio.

Votanti 256 — Maggioranza 129

Ebbero voti, e riuscirono eletti, gli ono-revoli :

Bo'nacossa 165 Chiesa 156 Pavoncelli . . . . . . 134 Ottavi 133

Rimasero in ballottaggio gli onorevoli :

Arietta con voti 125 De Cesare . . . . » 118 Gavazzi » 118 Baccelli Alf redo. . » 118

TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

Schiratti . . . . con voti 114 Ridolfì > 114 Majorana Angelo » 102 Luzzatti Luigi . . » 82 Niccolini . ... . . » 52 Pantano » 48 Ferraris Maggiorino » 47 Randaccio . . . . » 42 Rossi-Milano . . . » 39 Farina Emilio (nato

nel 1840) . . . . » 35

Ebbero quindi voti: Serralunga (nato nel 1843) 35, Sella Corradino (nato nel 1860) 35, Rizzetti 31, Rubini 20, Rossi Teofìlo 11, schede bianche 32.

In! e r o g a z i o n i .

Presidente. Prima delle votazioni di ballot-taggio, l 'ordine del giorno reca lo svolgimento delle interrogazioni.

La prima è quella dell'onorevole Mancini al ministro dell' interno « per sapere se in-tenda adottare un qualche provvedimento transitorio, onde la legge sul pagamento de-gli stipendi ai medici condotti abbia un ef-fetto immediato. »

E presente l'onorevole Mancini?

(Non è presente).

Allora questa interrogazione s'intende de-caduta.

Vengono quindi le seguenti interrogazioni, che riguardano lo stesso argomento:

Rubini, al ministro degli affari esteri « per sapere se sia a sua cognizione un atto di vio-lenza commesso da un drappello di gendarmi austriaci a bordo di un piroscafo italiano nelle acque di Riva di Trento sul lago di Garda. »

Gorio, Bonardi, Molmenti, Mass'mini, Mo-rando, Castiglioni, al ministro degli affari esteri « sui conflitti che avvengono fra le autorità politiche austro-ungariche di Riva di Trento ed il personale della Navigazione a vapore sul Lago di Garda. »

Barzilai, al ministro degli affari esteri, « sull'incidente di Riva di Trento. »

Luigi Lucchini, al presidente del Consi-glio e al ministro degli affari esteri, « per sapere quali provvedimenti intendano pren-dere, in seguito ai deplorevoli fatti teste av-venuti a bordo di un piroscafo italiano sul

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Atti Parlamentari — 77 — Camera dei Deputati 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9 LEGISLATURA X X —

Lago di Garda, per la tutela di quel servi-zio di navigazione e della dignità nazio-nale. »

Podestà, al ministro degli affari esteri, « circa il grave fat to di Riva di Trento in cui i gendarmi austriaci, disprezzando la nostra bandiera, arbi t rar iamente arrestarono un italiano, »

Ha facoltà di rispondere l 'onorevole mi-nistro degli affari esteri.

Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri. {Segni d'attenzione). Lo spiacevole incidente, a cui alludono gli onorevoli interroganti , lia chiamata tu t ta l 'at tenzione del Governo, il quale doveva pr ima raccogliere le necessarie informazioni.

Queste informazioni, se non coincidono con tu t t i i commenti e con tu t t i i partico-lari pubblicat i dai giornali, confermano, in sostanza, le notizie che sono conosciute.

In quanto al l 'apprezzamento del fatto me-desimo, io debbo innanzi tu t to premettere che, dal punto di vista giuridico, la facoltà delle autorità locali di esercitare at t i di po-lizia giudiziaria a bordo delle navi che si trovano nelle proprie acque terr i torial i e per fa t t i che interessano il mantenimento del-l 'ordine pubblico nel terr i torio stesso, non può, in principio, essere contestata. Le esclu-sioni o le eccezioni di tale facoltà non pos-sono essere che il r isul tato di accordi spe-ciali pa t tu i t i in apposite convenzioni. Tale i era la convenzione nostra con la Francia del 3 marzo 1859, la quale, nell 'articolo 6, ac cordava reciprocamente ai piroscafi postali quella piena estraterr i torial i tà la quale non compete che alle navi da guerra. Ma quella convenzione è stata da noi denunziata nel 1883, e fu denunziata per nostra iniziativa, per far cessare questa eccezione.

Alcuni incidenti , dunque, ed alcuni prece denti invocati in questi giorni, a proposito del fatto attuale, avvennero sotto l ' impero di quella convenzione e non hanno valore per il caso concreto. Infa t t i , appena avve-nuta la denunzia, i piroscafi postali francesi r ientrarono nel diri t to comune; ed io ho sotto gli occhi una circolare del 19 marzo 1884, di ramata dal ministro dell ' interno ai prefet t i del Regno per ricordare ai funzionari la fa-coltà di esercitare operazioni di polizia giudi-ziaria anche a bordo dei piroscafi postali.

Ma, se tale è il diri t to, debbo aggiungere che le Convenzioni consolari sogliono rego-

larne l 'esercizio e subordinarlo a ta lune con-dizioni e formali tà . Di più è sempre riser-vato il giudizio, caso per caso, sulla conve-nienza di far uso di quel diritto, e sulle forme con cui può essere esercitato.

Ora dagli elementi di fatto, che furono finora raccolti, e dalle informazioni avute fi-nora, non esito a dire che la mia impres-sione e la mia opinione è che le autorità locali di Riva di Trento abbiano in parte mancato e in parte ecceduto nella sostanza e nella forma, e che non siano state in terpre t i dei buoni rapport i esistenti f ra i due paesi vicini . (Bravo! Benissimo])

Però ho rivolto al Gabinetto di Vienna quelle osservazioni, che il caso comportava; ed ho piena fiducia che esse saranno consi-derate con quello spirito di amicizia, che è conforme alle int ime e cordiali relazioni che esistono f ra i due Stati .

Detto ciò, io spero che, allo stato at tuale dello cose, gli onorevoli in terrogant i vorranno dichiararsi sodisfatt i . (Bene! Bravo! — Vive approvazioni).

Presidente. Ha facoltà di par lare l 'onore-vole Rubini .

Rubini. L'onorevole ministro degli affari esteri, con quella sua non comune corret-tezza di l inguaggio, che è quali tà necessaria in coloro, che rappresentano un grande paese nei suoi rapport i verso l'estero, non ha tanto

! esposto alla Camera il fatto dispiacevole av-venuto, quanto il contegno che egli ha tenuto e che intende tènere al r iguardo.

Giova ricordare brevemente il fatto. Un tal Bonfanti assistente a bordo del piroscafo Mocenigo, trovavasi in una comitiva di man-dolinisti, e siano pure schiamazzatori, in giro nella notte del 12 novembre per le strade di Riva di Trento. Egl i venne con i suoi com-pagni ammonito dalle guardie di cit tà e, con alcuni di essi, tradotto in arresto, poi al mat-tino rilasciato, Il capitano del piroscafo, Me-mo, prudentissimo, dopo avere assunte infor-mazioni, impedì che il Bonfant i si recasse più a terra, temendo che potessero nascere altre complicazioni. Ma due giorni dopo, mentre il capitano si trovava a terra a riposare, venne svegliato dalla polizia, che gli dichiarò di volere penetrare a bordo per r icercarvi il Bonfanti; al che egli si oppose, riferendosi alle istruzioni tassative ricevute dei propri i superiori, che a sua volta le avevano invocate dal Governo, in occasione di un altro prece-

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Aiti Parlamentari - I n - camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

dente della stessa specie. Nonostante questo, il piroscafo venne invaso dalla forza austriaca e perquisito; e per la opposizione fatta tradotto in arresto, col Bonfanti, il capitano Memo, che pure aveva dato in questo incidente prova di una grande prudenza.

Il Memo venne poi rilasciato, ma il Bon-fanti trattenuto.

Non intendo di esagerare la portata del-l ' incidente: la sua risoluzione è commessa a mani abili e ferme; ma però non giova neppure al nostro decoro clie questi incidenti passino inosservati.

Rapporti sinceri di buona alleanza ci uni-scono al vicino paese; ma essi non possono essere avvantaggiati da procedure e da modi, che, all' infuori della questione giuridica, non sono certamente da attribuirsi ne a cortesia nè a rispetto dell 'altrui diritto. (Bravo! —• Approvazioni).

Io quindi non posso sin d'oggi dichia-rarmi interamente sodisfatto per ciò che riguarda l'esito dell ' incidente; in quanto che esso è ancora oggetto di t rat tat ive fra i due Governi. Ma ho piena fiducia che con quella provetta fermezza, colla quale il mi-nistro degli esteri sa sempre trattare gli in-teressi italiani, egli saprà uscire anche da questa dispiacevole vertenza,ottenendo quella doverosa riparazione, che reputo necessaria per giovare ora e in avvenire alle reciproche relazioni diplomatiche e di amicizia. (Bene! Bravissimo ! a sinistra).

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onore-vole Bonardi.

Bonardi. Per incarico dei miei colleghi sottoscrittori con me della interrogazione, esporrò brevemente le ragioni, per le quali l 'abbiamo presentata ; e lo farò anche dopo la risposta rassicurante dell'onorevole mini-stro degli aifari esteri; perchè il fatto av-venuto negli scorsi giorni a Riva di Trento, e quindi a poca distanza dal confine della nostra Provincia, è per sè stesso gravissimo, anche indipendentemente dalla circostanza, che pare da più recenti informazioni esclusa, che vi sia stata altresì offesa alla nostra bandiera.

L'onorevole ministro ha accennato a con-venzioni consolari, che esistono al riguardo anche con l 'Austria-Ungheria, secondo le quali l'accesso ai nostri piroscafi postali da parte dell 'autorità di polizia giudiziaria dello Stato estero non è ammesso se non dietro

preventivo accordo colle nostre autorità. Ed io soggiungerò che è consuetudine da lungo tempo osservata sul lago di Garda che la polizia austriaca non proceda a perquisizioni nè ad arresti sui piroscafi postali italiani. Ora quanto avvenne il giorno 14 del cor-rente mese a Riva di Trento è evidente-mente una violazione di consuetudine da lungo tempo praticata; violazione resa an-cora più grava dalla premeditazione, colla quale la polizia austriaca vi ha proceduto, dalla minima entità della causa, che vi ha dato origine, e che assume più l'aspetto di un pretesto che di una giustificazione, ossia l'ar-resto di un nostro connazionale, che era stato già rilasciato in libertà, sotto l 'impu-tazione di una semplice contravvenzione di polizia, iufine dall'arresto anche del capitano di quel battello a vapore, il quale, in fin dei conti, non era d'altro colpevole che di avere fermamente e vigorosamente difeso ciò, che egli credeva che fosse il suo buon diritto, cioè 1' inviolabilità della nave e della ban-diera nazionale.

Non mi addentrerò ad esaminare se que-sta consuetudine sia veramente fondata in diritto, nelle convenzioni e nei t ra t ta t i in-ternazionali ; credo però che abbia origine dal fatto che prima del 1885 il servizio di navigazione sul lago di Garda era esercitato dallo Stato, il quale metteva al comando dei suoi piroscafi degli ufficiali di marina.

Le Convenzioni ferroviarie di quell 'anno affidarono questo servizio alla Società ferro-viarie esercente la rete adriatica, e la legge 5 marzo 1893 lo concesse per 25 anni all'im-presa privata Mangili. Ciò non toglie però che questa Società eserciti un servizio pub-blico, in rappresentanza dello Stato; e ciò dà alle cose una importanza maggiore di quella, che a prima vista potrebbe apparire.

Non sarebbe stato quindi un pretendere troppo da parte nostra il chiedere che l'au-torità di polizia austriaca, prima di derogare a questa antica consuetudine, avesse in tempo reso avvertite le nostre autorità, perchè po-tessero prevenire disgustosi incidenti. Tanto più, poi, era in dovere di farlo, perchè non v'era nessuna ragione nè di flagranza di reato, nè di pericolo in mora; anzi eravamo in un caso affatto opposto.

Il Belfanti, che presentemente è tratte-nuto nelle carceri di Riva di Trento, vi era stato arrestato nella notte del 12 novembre

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Atti Parlamentari — 79 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX •— 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

per schiamazzi not turn i ; ma al mat t ino del 13 novembre fu anche messo immedia tamente in l iber tà , tanto che esso potè r ipa r t i r e sul piroscafo, del quale era contabile, alla dipen-denza del capi tano Memo.

Rass icura to da questa sua scarcerazione, r i tornò la sera stessa a R i v a ; ed il nuovo arresto venne compiuto non la sera del 13, ma la sera del 14 novembre, due giorni dopo la sua p r ima detenzione, quando, cioè, non c'era proprio nessuna ragione di far lo con tanto appara to di forza e contravvenendo ai pa t t i in ternazional i .

Non essendovi ne flagranza di reato nè nessuna a l t ra necessità, la più e lementare prudenza sugger iva di procedere con ogni r iguardo verso la nazione vicina.

Che dirò poi del l 'arresto di quel capitano il quale non è trasceso in nul la , e che per le is truzioni , che aveva avute precedente-mente, si credeva in di r i t to d' impedire ai gendarmi di sal ire sulla sua nave, di fare delle perquisizioni , e di procedere al l 'arresto del B e l f a t t i ?

Lascio al minis t ro degli esteri di prov-vedere, nel modo che crederà migliore, alla tutela della nostra d ign i t à ; perchè evi-dentemente vi fu violazione di quei rappor t i di buon vicinato, che, se esistono t ra tu t t e le nazioni confinanti, dovrebbero essere, a mio giudizio, sacri f r a nazioni alleate. Mi permet to però di esprimere un desiderio, ed è questo: che le Autor i tà nostre locali cerchino di preve-nire possibi lmente simili gravi incidenti . Non so a chi spetti , se al prefet to di Verona o a quello di Brescia, la sorveglianza del servizio postale sul lago di Garda : credo anzi c h j vi sia bisogno di meglio determi-nare al r iguardo la r i spe t t iva competenza; ad ogni modo a noi consta che i dissensi f ra la Società di navigazione del lago di Garda e la polizia austr iaca duravano da tempo.

Sarebbe stato perciò cosa opportuna, av-veduta, prudente , che le nostre Autor i tà avessero pensato in tempo ad impedire che questi dissensi avessero a convert irsi in aperto conflitto, in un confli t to così grave come quello, che abbiamo a lamentare.

È male che quest i inc ident i avvengano; non già perchè io per il mio paese abbia a concepir t imori di f ronte a l l 'Austr ia , ma perchè l 'arbi t r io da par te delle Autor i tà stra-niere torna na tura lmente a danno del pre-

st igio e del decoro nazionale. (Bene! Bravo! — Approvazione da parecchi banchi).

Presidente. Ha facoltà di parlare l 'onorevole Barzi lai .

Barzilai. Nelle parole dell 'onorevole mini-stro degli affari esteri, che bisogna natural-mente giudicare tenendo conto degli eufemi-smi, delle riserve, che, fino ad un certo punto, si spiegano da quel banco, vi è qualche cosa che mi permet te di d ichiararmi parz ia lmente sodisfatto dei suoi chiar iment i . Dirò perchè parz ia lmente ; e lo dirò in base a qualche cosa, che è scrit to nelle nostre leggi, a qual-che cosa che r isponde agli a t tua l i r appor t i di di r i t to pubblico f ra l ' I ta l ia e l 'Austr ia-Ungher ia .

Ha detto g ius tamente il ministro degli a f -far i esteri che questo dir i t to di estraterr i to-r ial i tà , che esiste per le navi da guerra, non esiste per le navi commerciali ; ha r icordato g ius tamente che certi incident i , di cui si è fat to parola in questi giorni , r isalgono a con-venzioni par t icolar i con a l t r i Stati , che oggi nemmeno con quegl i Stat i sono in vigore; ha fat to poi un 'a l lusione troppo discreta alla Convenzione consolare, in modo che il mio amico Bonardi ha creduto che fosse in giuoco una qualche consuetudine e non un dir i t to ; in modo che lo stesso onorevole Rub in i ha potuto, mi pare, supporre che queste Con-venzioni non rappresentassero uno stato di diritto.. .

Rubini. N o !

Barzilai. No ? Allora ho sbagliato con altr i .

Ora io ho sott ' occhio (e questo per la par te giuridica) l 'articolo 16 della Conven-zione consolare firmata dal marchese Visconti Venosta, nel 1874, insieme col conte Wimpfen , f ra l ' I ta l ia e l 'Austr ia-Ungheria , articolo che mi permet to di leggere alla Camera.

L 'ar t icolo 16 dice: « I funzionar i dell 'or-dine giudiziar io e le guardie e gli impiegat i delle dogane non potranno, in alcum modo, operar vis i te a bordo delle navi, senza averne dato an t ic ipa tamente avviso alla autor i tà consolare della nazione alla quale il navigl io appart iene, affinchè essa possa assistere al la vis i ta . »

Dunque, non ci t roviamo nel caso delle consuetudini, più o meno oscillanti , ci tro-viamo in tema di aperta violazione della Convenzione intervenuta, nel 1874; f ra l 'Au-

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Atti Parlamentari — 8 0 - Camera dei Deputati

LEGISLATURA X X — 8 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

stria-Ungheria e l ' I talia. Perchè, se anche a Riva di Trento non vi è una autorità con-solare italiana, è evidente che il capitano di-strettuale doveva per lo meno, mediante il te-legrafo, che c'è, darne avviso al console della più vicina città. I l capitano distrettuale que-sto non ha fatto. Non 1' ha fatto, quantun-que il capitano del piroscafo Mocenigo gli fa-cesse presente, se non l 'articolo 16, lo stato di diritto che quell 'articolo consacra. Quindi violazione premeditata, volontaria, aperta, pa-lese d'una Convenzione internazionale.

Spero dunque che, poiché il ministro de-gli esteri Ce non poteva essere diversamente) ha mandato alle autorità imperiali di Vienna un reclamo a questo riguardo, non sarà ri-sposto al reclamo con una delle solite frasi più o meno dirette ad attenuare la gravità del fatto; ma sarà data una sodisfazione precisa nei termini, che alla prudenza del ministro sembreranno convenienti. Perchè, ripeto, si t ra t ta di violazione palese d'una convenzione in vigore.

Ma, se questo è il lato giuridico, onore-vole ministro degli esteri, mi permetta an-che di dirle che in queste faccende è lecito guardare al lato politico; ed al lato politico è stato accennato abbastastanza chiaramente anche dall'onorevole collega Rubini.

Le pare, onorevole ministro, che fa t t i di questo genere, con i particolari esatti in ogni parte, come Ella stesso in fondo ha ri-conosciuto, rispondano alle relazioni normali, intime, anzi, come Ella ha detto, che esistono fra l ' I ta l ia e l 'Austria Ungheria?

E se Ella ripensa ad altri moltissimi fatt i di questo genere, che noi più d'una volta ab-biamo dovuto portare alla Camera, non deve essere convinto, come lo siamo noi (anche se questa convinzione non crede di manifestare alla Camera), che vi è qualche cosa in que-sti rapporti , che non risponde affatto nè alle dichiarazioni ufficiali, nè al concetto ; che se ne vorrebbe diffondere in mezzo alla coscienza del Paese?

Una sola giustificazione c'è per l 'Austria-Ungheria in tu t ta questa serie di incidenti, che da molti anni si rinnovano; e la giusti-ficazione sta nel contegno dei rappresentant i della politica estera italiana, in genere.

Un anno fa, onorevoli colleghi, io denun-ciai in questa Camera fat t i gravissimi avve-nut i durante tre giorni, al l ' indomani dell'as-sassinio dell ' Imperatrice Elisabetta, a Trieste,

nell ' Istr ia ed in varie provincie dell 'impero, e la Camera ne fu seriamente impressionata.

I l ministro degli affari esteri d'allora che cosa rispose? Rispose, (e sono sicuro che l'onorevole Visconti-Venosta avrebbe risposto altrimenti) che coglieva l'occasione per ringra-ziare S. M. l ' Imperatore perchè, dopo tre giorni di connivenza e di impotenza delle autorità imperiali, aveva creduto di interve-nire personalmente !

Giudicate a che grado di acutezza erano giunti gli avvenimenti , se c'era stato biso-gno di questo intervento augusto per tagliare corto alle scene vandaliche contro ci t tadini i tal iani !

Onorevole ministro degli affari esteri, quando in Austria si trova tanta docilità e tanta remissività da par te dei rappresentanti del Governo italiano, che volete che si dica e si pensi, che istruzioni volete che si diano alle autorità, che dal Governo centrale deb-bono avere la parola d'ordine?

L'amico onorevole Socci poco dopo por-tava alla Camera, sempre sotto lo stesso mi-nistro degli esteri, un altro fatto. A Pola era stata figurativamente in certi quadri plastici calpestata la bandiera i ta l iana: il ministro degli esteri disse che era un incidente non degno della considerazione della Camera. Ora, naturalmente, al calpestare figurativo della bandiera i taliana è succeduta l'offesa effettiva ed il resto.

Dunque io aspetto la risposta precisa, che il ministro degli affari esteri deve aver do-mandato, e converto la mia interrogazione in interpellanza, non come atto di sfiducia per-sonale verso il ministro, ma per aver modo di conoscere da lui, in quel tempo che egli crederà necessario, la risposta definitiva del Governo austriaco. Intanto, però, mi per-metto di dire a lui e al Governo che, se vo-gliamo ovviare a che incidenti di questa specie si ripetano, dobbiamo prendere esempio dai nostri stessi alleati, dall 'Austria e dalla Germania.

Tutt i ricordano come seppe parlare il conte Thun al Parlamento di Vienna quando in Germania si offesero cit tadini austriaci. Ebbene, i rapport i f ra le due potenze sono rimasti tal i e quali, con questa differenza che la Germania ha cominciato ad intendere che l 'alleanza non giustificava usurpazioni

[ di dirit to ed offese incompatibili con i più

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Atti Parlamentari " — 81 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 * SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

normali rapporti civili fra due potenze. (Ap-provazioni a sinistra).

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onore-vole Lucchini Luigi .

Lucchini Luigi. Dopo quanto hanno esposto e osservato gli oratori, che mi hanno pre-ceduto, ben poco mi rimane a dire. Non posso che associarmi ad essi nel dichiararmi parzialmente sodisfatto della risposta del-l'onorevole ministro degli affari esteri, pur compiacendomi alla mia volta delle sue di-chiarazioni e disposizioni a far rispettare il nostro buon diritto.

Mi permetta però l'onorevole ministro di osservargli che, prescindendo pure dalla di-sposizione ricordata dal collega Barzilai, è tutt'altro che pacifica la tesi, ch'egli sostiene, sulla giurisdizione in ordine alle navi mercan-tili e particolarmente alle navi postali. Anche la giurisprudenza italiana, sulle traccio della francese, pur riconoscendo la sovranità territo-riale dello Stato rivierasco, l'ammette però in via subordinata a quella dello Staio, al quale appartiene la nave di cui si tratta. Per quanto però si voglia seguire il concetto, cui s'ispira la legge inglese del 1878, che conserva senza eccezione la giurisdizione dello Stato in cui la nave si trova, lo stesso onorevole ministro degli affari esteri ha dovuto riconoscere quanto sia stata scor-retta e sconveniente la condotta dei gen-darmi austriaci. Ed io in questi giorni, prima che le nostre interrogazioni si svolgessero, mi aspettava da parte del Governo austriaco una pronta e spontanea sconfessione dell'ope-rato degli agenti suoi, quale avrebbe potuto attendersi da un Governo amico, e tanto più alleato. Il ritardo di questo atto accresce invece gravità al fatto, che per sè stesso po-teva non avere alcuna importanza.

D'altra parte, il servizio della naviga-zione sul lago di Garda, esercitato da una società riconosciuta, autorizzata e sovvenuta dal nostro Governo, non potrebbe andare in-nanzi, dopo quel ch'è avvenuto e che fu la sintesi di altri spiacevoli precedenti, se non intervenisse un accordo fra i due Stati di-retto a stabilire norme precise negli scam-bievoli rapporti delle autorità dei due Stati.

Io quindi mi auguro non solo che il Go-verno nostro ottenga dal Governo austriaco le dichiarazioni e le sodisfazioni, alle quali ha diritto, ma che riesca pure a ottenere im-pegni e cautele che ci guarentiscano da nuovi

inconvenienti e guai avvenire. Mi auguro che il Governo italiano iu questa circostanza si mostri più risoluto e più energico di quanto non sia stato altre volte nel tutelare l'onore e la dignità della nostra bandiera dalle so-praffazioni straniere.

In riserva, e in attesa appunto di queste sodisfazioni, io, al pari dell'onorevole col-lega Barzilai, dichiaro di convertire la mia interrogazione in interpellanza. (Bene!)

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onore-vole Podestà.

Podestà- Oltre il movente, che ho avuto comune cogli altri interroganti, cioè la difesa della nostra bandiera e della dignità nazio-nale, mi sono trovato in dovere di indiriz-zare la mia interrogazione all'onorevole mi-nistro degli affari esteri in seguito ad un ri-corso pervenutomi dal dottore Belfanti, fra-tello dell'arrestato, l'uno e l'altro elettori del mio Gollegio e persone di specchiata onora-bilità sotto tutti agli aspetti.

Non voglio prolungare la discussione ri-petendo cose già dette dagli altri colleghi; e perciò mi limito a dichiarare che non sono sodisfatto della risposta data dall'onorevole ministro. Associandomi alle diohiarazioni e alle proteste fatte dagli altri interroganti, io pure deploro il fatto avvenuto a Riva di Trento per opera degli agenti del Governo austriaco, fatto per me gravissimo, perchè lede i diritti nostri, la nostra dignità, e viola i trattati internazionali. (Bravo! Bene!)

Presidente. Verrebbe ora l'interrogazione dell'onorevole De Cristoforis al ministro della pubblica istruzione « sulla disarmonia di in-dirizzo esistente fra la indulgente disposizione data per l'anno scolastico 1898 99 con la quale venivano abbassati da sei a cinque decimi i punti necessari per l'ammissione agli esami in tutte le materie del ginnasio e del liceo pub-blico, e l'altra disposizione recente del 28 set-tembre prossimo passato restrittiva e affatto intempestiva, con la quale si obbligano gli alunni che superarono una sola delle prove scritte nel latino a ripeterle amendue nella sessione autunnale. »

Ma, l'onorevole De Cristoforis non essendo presente, la sua interrogazione decade.

Segue l'interrogazione dell'onorevole Vi-schi al ministro dei lavori pubblici « circa i danni arrecati dalla mancanza di vagoni perii trasporto della produzione vinicola nelle

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Paglie , e se e come intenda provvedere fin da ora per l 'avvenire. »

Ha facoltà di rispondere l'onorevole sot-to-segretario di Stato.

Chìapusso, sotto-segretario di Stato per i lavori pubblici. L'onorevole Vischi si lagna della ve-rificatasi mancanza di vagoni durante la scorsa campagna vinicola nelle Pag l ie ; ed al suo lamento si associa pure il Governo, seb-bene per par te sua, come per par te della Società Adriatica, siasi spiegato il massimo buon volere.

L'onorevole Vischi nella sua equanimità non vorrà contraddire ad alcune cifre, che credo sufficientemente eloquenti.

Nel 1898, per la campagna vinicola nelle Puglie, la Società Adriatica potè mettere a disposizione del traffico 16.291 vagoni ; nella campagna scorsa i vagoni furono per contro 17,177, cioè circa un migliaio di più.

E quando si consideri che i carri del 1899 avevano quasi tut t i una portata molto maggiore di quelli del 1898, si può dire che l 'aumento verificatosi sta f ra il 16 e il 20 per cento.

La ragione del lamento tu t tavia persiste, perchè anche questo maggior numero di va-goni non potè dare tu t t i quei vantaggi, di cui sarebbe stato suscettibile, a causa di spe-ciali condizioni verificatesi nella decorsa cam-pagna, indipendenti dalla volontà sia della Società Adriatica che del Governo.

Nel 1898 il carico dei 16,291 vagoni messi a disposizione del commercio venne con una abbastanza equa proporzione ripart i to nei mesi di settembre ed ottobre ; in quest'anno, invece, a causa del ri tardo nella maturanza delle uve e dell'elevatezza dei prezzi in prin-cipio della campagna, il traffico dovette ef-fet tuarsi rapidamente quasi tutto nell'ottobre; donde un ingombro tale negli scali da so-verchiare la disponibilità dei mezzi di tras-porto, per quanto aumentati , e la potenzia-lità della l inea lit torale Adriatica.

Ma vi sono- altre cause d'ingombro per-manenti ; e l'onorevole Vischi, che conosce quella linea meglio di me, sa che bisogna ricercarle nella deficienza di impiant i nelle stazioni, e nella deficienza di doppi b inar i .

A questa deficienza il Governo ha cercato di metter riparo per quanto poteva e per quanto gli era consentito dai mèzzi finan-ziari, di cui dispone.

Vi sarebbe un mezzo più radicale; ed è quello del raddoppiamento dell ' intero binario

da Ancona a Lecce; ma l'onorevole interrogante sa che, per una certa convenzione fra lo Stato e la Società Adiiatica, questa non è obbligata a fare tale raddoppiamento se non quando il prodotto chilometrico raggiunga la sciama di 35 mila lire; ed, allo stato delle cose, il prodotto chilometrico invece non è che di 25 mila lire.

In attesa, il Governo ha ordinato l'am-pliamento dei depositi in alcune stazioni, dove si sono manifestat i più gravi gì ' ingom-bri, ed ha disposto per l ' impianto di nuove stazioni d'incrociamento, segnatamente f ra Trinitapoli e Cerignola, e f ra Foggia e Ubotta. -,

Ha inoltre progettato un parco per il de-posito dei vagoni e per gli smistamenti, nella stazione di Foggia, a fine di rendere possibile nelle stazioni a sud di Foggia un caricamento complessivo maggiore di quello, che si è po-tuto finora conseguire. Ad un miglioramento nel servizio ferroviario durante la campagna vinicola dovranno contribuire finalmente an-che l 'aumento nelle dotazioni dei carri per effetto delle provviste già ordinate, ed, ove gli studi in corso ne dimostrino la conve-nienza, anche qualche ritocco nelle tariffe di trasporto, che impedisca l 'affollamento negli scali dei vini e dei mosti.

Spero che queste dichiarazioni potranno, se non tranquil l izzare e rassicurare l'onore-vole Vischi, per lo meno farlo persuaso che Governo e Società, ciascuno per la parte pro-pria, han fatto durante la decorsa campagna vinicola tut to ciò che era possibile per cor-rispondere alle eccezionali esigenze del mo-mento.

Presidente. L'onorevole Vischi ha facoltà di dichiarare se sia o no sodisfatto della ri-posta del sotto-segretario di Stato.

Vischi. E mio dovere di riconoscere che il Governo ha cercato di fare il meglio che po-teva. Ma l'onorevole sotto-segretario di Stato ha già riconosciuto, nella sua lealtà, che le cose sono andate in modo da produrre enor-mi danni alla regione pugliese nel momento della maggior at t ivi tà economica, che è quella della vendemmia.

Sa l'onorevole sotto-segretario di Stato che noi pugliesi non abbiamo che quel pro-dotto, o che, per lo meno, è il principale, per-chè rende circa sei milioni di ettoli tr i di vino.

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Ora il vedere che, dopo tan t i stenti , g iunto il momento di t ra rne profìtto, esso debba ri-manere a marci re nel le s tazioni per mancanza di vagoni , è cosa da giust if icare qualsiasi i rr i tazione. L'onorevole sotto-segretario di Stato deve sapere che in alcuni luoghi abbiamo avuto minaccio di vere sommosse popolari; perchè non era ammessibi le che la imprevidenza arr ivasse al punto da lasciar di-s t ruggere una merce così ^icca solamente perchè mancavano i vagoni .

L'onorevole sotto-segretario di Stato ac-cenna a r imedi , ed assicura che i l Governo a ta luni di essi si p repara già mentre, egli dice, agl i a l t r i non può pensare. Quelli, cui si p repara il Governo, par rebbe che fossero la creazione di deposit i e l ' ada t t amen to di de te rmina te stazioni con aumento di bi-nari , ecc. Ebbene, anche in ciò (mi duole di doverlo dire ad un così egregio amico perso-nale) r icordo di aver avuto ragione, quando in a l t r i t empi raccomandai di preparare nelle accennate stazioni, specialmente nel le Pugl ie e nel la provincia di Lecce, la costruzione di qualche al tro binario.

Na tu ra lmen te quest i reclami, r isentendo t roppo d ' interessi locali, si sospetta che non siano det ta t i da ragioni obiett ive, ma da ra-gioni poli t iche, e non sono ascoltat i ! Ma, non ascoltandoli , ci t roviamo poi, come oggi, a doverne deplorare le conseguenze. Ora io vi dico : non r iducetevi a l l 'u l t ima ora ! F a t e tu t to quello che occorre, affinchè negl i anni ven tur i (se saremo r i sparmia t i dal la filos-sera) non si debba deplorare quello, che ab-biamo in quest 'anno potuto evitare, cioè le sommosse popolari .

Presentazione de!!'indirizzo di risposta al discorso delia Corona-

Presidente. Prego l 'onorevole Vil la di re-carsi alla Tr ibuna per presentare una rela-zione.

Villa. Mi onoro di presentare alla Camera l ' indir izzo di r isposta al discorso della Co-rona.

Presidente. Do atto all 'onorevole Vil la della presentazione di questo indirizzo, che sarà s tampato, d is t r ibui to e inscri t to ne l l 'o rd ine del giorno della tornata di giovedì.

13

Votazioni di ballottaggio.

Presidente. Essendo trascorso il tempo as-segnato dal regolamento allo svolgimento delle interrogazioni , procediamo nel l 'ordine del giorno, il quale reca la votazione di bal-lot taggio, per completare le seguenti Com-missioni :

di v ig i lanza sulla biblioteca della Ca mera ;

d ì v igi lanza sul l 'amminis t razione del Debito pubbl ico;

per l 'esame delle tar i ffe doganali e dei t r a t t a t i di commercio.

Si faccia la chiama. Fuloi, segretario, fa la chiama.

Prendono parte alla votazione :

Agnini — Aguglia —- Aprile — Arnaboldi — Avellone.

Baccelli Alfredo — Bacci — Balenzano — Barnabei — Barzilai — Bertarelli — Bettolo —- Biscaretti — Bissolati — Bonacci — Bona-cossa — Bonanno — Bonardi — Bonfìgli — Bo-nin — Borsani — Borsarelli — Boselli — Brac-ci — Branca —- Brenciaglia — Brunialti.

Calabria — Calissano — Cambray-Digny — Cao-Pinna — Capaldo — Cappelli — Carboni-Boj -—- Carmine —- Castiglioni —- Ceriana-Ma-yneri —• Chiapusso — Chiesa — Chimirri — Chinaglia — Cimati — Cimorelli — Cirmeni — Clemente — Clementini — Cocco-Ortu — Cocuzza — Codacci-Pisanelli — Golfari — Co-lombo-Quattrofrati — Colonna Prospero — Con-tarmi —- Coppino — Cornalba — Cortese — Costa Andrea -—• Costa-Zenoglio —- Crespi — Crispi — Curioni.

D'Alife — Dal Verme — De Amicis Man-/

sueto —- De Andreis — De Bernardis — De Cesare — De E elice-Giuffrida — Del Balzo Carlo — De Michele — De Novellis — De Ben-zis — De Biseis Giuseppe — Di Broglio — Di Cammarata — Di Frasso-Dentice — Diligenti —- Di Budini Antonio — Di Budini Carlo — Di San Giuliano — Di Sant'Onofrio — Di Sca-lea — Di Terranova — Di Trabia —- Donadio — Donati —- Donnaperna — Dozio.

Engel. Eacheris — Falconi — Ealletti — Pani —

Earinet — Easce — Ferraris Maggiorino — Ferraris Napoleone — Ferrerò di Cambiano — Eilì-Astolfone — Finardi — Finocchiaro-Apri-le — Florena — Fortis — Fortunato — Fra-cassi — Eranchetti — Frascara Giacinto — Era-

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Atti Parlamentari _ 84 — Camera dei Deputati

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scara Giuseppe — Freschi — Fulci Nicolò — Fusinato.

Galimberti — Gallini —- Gallo — Garavetti —• Gatti — Gatto rno — Ghigi — Giolitti — Giordano-Apostoli — Giovanelli — Giuliani — Gorio — Greppi — Grippo — Grossi — Guerci — Guicciardini.

Lacaya — Lampiasi — Laudisi — Lazzaro — Lucchini Luigi — Lucifero — Luzzatti Luigi •— Luzzatto Attilio.

Magliani — Majorana Angelo — Majorana Giuseppe — Manna —- Marsengo-Bastia — Mas-simali — Maurigi — Mauro — Maury — Mazza — Me ardi — Menafoglio — Merello — Mestica — Mezzanotte — Mirto-Seggio -— Monti-Guar-nieri — Morandi Luigi — Morelli-Gualtierotti — Murmura.

Nasi — Niccolini — Nocito. Oliva — Ottavi. Paganini — Pais-Serra — Pala — Pantano

— Panzacchi — Papadopoli — Pasolini-Za-nelli -— Pavia —- Picardi — Piccolo-Cupani — Pini —- Pinna — Piovene — Podestà — Poli — Pozzo Marco —- Pugliese — Pullè.

Quintieri. Radice — Randaccio — Ricci Paolo — Piz-

zo Talentino — Rogna — Romanin-Jacur — Romano — Rosano — Roselli — Rossi Enrico — Rossi Teofilo — Rubini — Ruffo.

Sacconi — Salandra — Sanfìlippo — San-severino — Santini — Saporito — Scaglione — Scaramella-Manetti — Schiratti — Sciacca della Scala — Scotti — Serralunga — Sichel — Sili — Socci — Sola — Solinas-Apostoli — Sonnino — Soulier — Spada — Squitti — Stelluti-Scala.

Talamo — Tasca-Lanza —- Tecchio — Te-stasecca — Tiepolo — Tinozzi — Torlonia Guido — Tornielli — Torraca — Torrigiani — Tripepi — Turbiglio.

Vagliasindi —Valle Gregorio — Veneziale — Vetroni — Villa — Vischi — Vollaro-De Lieto.

Weil-Weis — Wollemborg. Zeppa.

Sono in congedo :

Bastogi — Binelli. Campi — Cavalli — Chiaradia — Cipelli —

Costa Alessandro — Cuzzi. Fulci Ludovico. Gianolio. Ridolfi. Zappi.

Sono am malati :

Bombrini. Colonna Luciano. Luporini. Pascolato. Suardo Alessio. Torlonia Leopoldo.

Assenti per ufficio pubblico :

Credaro.

Presidente. Lasceremo le urne aperte.

Discussione della proposta di legge (Mazza) per il ricGooscifiienfo dell'impresa dell'Agro Romano come campagna nazionale.

Presidente. L'ordine del giorno reca la di-scussione del disegno di legge per il ricono-scimento dell'impresa dell'Agro Romano come campagna nazionale.

Onorevole ministro, poiché vi sono due disegni di legge, l'uno del Ministero e l'altro della Commissione, accetta che la discussione si faccia su quello della Commissione?

Mirri, ministro della guerra. Meno qualche piccola variante di forma, accetto che la di-scussione si faccia sulle proposte della Com-missione.

Presidente. Si dia lettura del disegno di legge della Commissione.

Fulci Nicolò; segretario, legge: (Vedi Stampato 157-A passata Sessione).

Presidente. Dichiaro aperta la discussione generale.

Nessuno chiedendo di parlare, e non es-sendovi oratori inscritti, passeremo alla di-scussione degli articoli.

« Art. 1. La campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma, capitanata da Giuseppe Garibaldi nel 1867, è dichiarata campagna nazionale e pareggiata per tutti gli effetti alle altre campagne di guerra per l'unità e l'indipendenza d'Italia. »

Mirri, ministro della guerra. Io proporrei il seguente emendamento di forma; invece di dire : « pareggiata per tutti gli effetti, ecc. » proporrei si dicesse : « pareggiata per gl i ef-fetti di pensione alle altre campagne... »

Presidente. L'onorevole Mazza ha facoltà di parlare.

Mazza, relatore. Credo di interpretare il voto della Commissione, dichiarando che la

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Commissione stessa accetta la modificazione proposta dal ministro: perchè evidentemente è necessaria. Secondo la dizione della proposta della Commissione la campagna di Mentana si sarebbe pareggiata alle altre campagne di guerra per tu t t i gli effetti; e poiché t ra gli a l t r i effetti vi sarebbe anche quello delle in-dennità di guerra, che costituirebbero per la campagna del 1867 una somma cospicua, evi-dentemente è opportuno modificare l 'articolo della Commissione nel senso, che l'onorevole ministro della guerra propone.

Presidente. Essendovi accordo t ra l'onore-vole ministro e la Commissione, l 'ait icolo I o

s ' intende così modificato: « La campagna dei-Agro Romano per la liberazione di Roma, ca-pi tanata da Giuseppe Garibaldi nel 1867, è dichiarata campagna nazionale e pareggiata per gli effetti di pensione alle altre cam-pagne di guerra per l 'uni tà e l ' indipendenza d'I talia. »

Se nessuno chiede di parlare, pongo a par-tito l 'articolo Io così modificato.

Chi l 'approva è pregato di alzarsi. (È approvato).

« Articolo 2. Coloro che certificheranno di averne fat to par te avranno diri t to di fregiarsi della medaglia commemorativa con fascetta recante la data del 1867. »

È aperta la discussione su quest'articolo. Mirri, ministro della guerra. Domanderei la

soppressione di quest 'articolo. Mazza, relatore. Si compiaccia di dirne le

ragioni. Mirri, ministro della guerra. Mi sembra che

non sia necessario, perchè esso è già com-preso nell ' articolo primo. Una volta che quella campagna è riconosciuta, s ' intende be-nissimo che si abbia diri t to alia medaglia.

Non faccio alcuna questione, ma trovo inuti le quest 'articolo secondo.

Presidente. Ha facoltà di par lare 1' onore-vole relatore.

Mazza, relatore. Poiché si t ra t ta di una questione di forma, la Commissione non ha difficoltà di accettare, anche per l 'articolo secondo, le proposte dell 'onorevole ministro della guerra, con la intesa esplicita che la soppressione del suddetto articolo è soltanto formale, inquantochè il significato di esso è già compreso nell 'articolo primo.

Pantano. Chiedo di parlare. Presidente. N e h a f a c o l t à .

Pantano. Desidero fare una sola osserva-zione.

Sono sicuro che la interpretazione data in proposito dall 'onorevole ministro della guerra, così competente, sia la più esatta. Ma abbiamo dovuto assistere più d'una volta in I ta l ia a questo fa t to : che, nonostante le dichiarazioni più esplicite fa t te dai ministr i alla Camera, sono poi sorte contestazioni quando si è t ra t ta to di tenerne conto per ap-plicare la legge. " ^

Ora, poichèl'onorevole ministro della guerra ha dichiarato che la forma non gli importa nulla, ciò che abbonda non vizia ; lasciamo quindi l 'articolo 2 ed evitiamo così qualun-que falsa interpretazione, che potrebbe poi venir fuori per l 'avvenire.

Mirri, ministro della guerra. Chiedo di par-lare.

Presidente. N e h a f aco l t à . Mirri, ministro della guerra. Onorevole Pan-

tano, per f regiars i della medaglia con la fa-scetta è necessario avere un brevetto. Ed una volta dichiarata nazionale la campagna, la Commissione, che sarà chiamata a decidere se una persona ha i t i tol i necessari perchè le sia riconosciuta la campagna, rilascierà il brevetto. E chi avrà il brevetto, potrà fre-giarsi della medaglia con la fascetta. Mi pare che non vi possano essere false interpreta-zioni.

Pantano. Se queste r ipetute dichiarazioni dell'onorevole ministro della guerra potranno sanzionare il concetto che la medaglia sarà concessa non insisto sulla mia idea.

Presidente. Dopo queste spiegazioni, essen-dovi accordo tra l 'onorevole ministro e la Commissione, metto a part i to la soppressione dell 'articolo 2.-

Chi l 'approva si compiaccia di alzarsi. {L'articolo 2 rimane soppresso).

Art. 3.

« Per ottenere il brevetto occorrerà esibire un attestato del comandante la colonna o la compagnia, o quanto meno un atto di noto-rietà rilasciato da tre commilitoni della cam-pagna stessa, già riconosciuti per tali . »

Mirri, ministro della guerra. Chiedo di par-lare.

Presidente. N e h a f a c o l t à . Mirri, ministro della guerra. A questo ar-

ticolo credo siano necessarie maggiori ga-

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ranzie; perchè, come abbiamo veduto anche u l t imamente per i veterani del 1848-49, ab-biamo una quan t i t à enorma di domande di gente, che probabi lmente non ha mai fat to campagne; e questo credo che si debba evi-tare, anche nel l ' in teresse di coloro, che ve-ramente hanno fa t to la campagna .

Quindi credo che, se non si stabilisce qualche garanzia, noi ci t roveremo ad avere una quan t i t à di persone, che vanteranno di aver fa t ta questa campagna, ment re real-mente non avrebbero alcun dir i t to .

Per queste ragioni proporrei che l 'ar t i -colo 3 fosse concepito in questi t e rmin i :

« Le norme per il r iconoscimento del di-r i t to al la campagna saranno de termina te con Decreto Reale, col quale si provvederà anche ad una Commissione per il r iconoscimento dei t i tol i . »

Presidente. Ha facol tà di par la re l 'onorevole relatore.

Mazza, relatore. Sono dolente, per ciò che si r i fer isce a questo art icolo 3, di non con-cordare pe r fe t t amente con l 'opinione del-l 'onorevole minis t ro della guerra .

Siamo d'accordo in questo: essere deside-rabi le che siano onorat i di questa dis t inzione soltanto coloro, che hanno comunque preso par te alia campagna del l 'Agro Romano. E sarà anzi bene che nel la discussione si ri-cordi (questo lo dico f r a parentesi) che con le parole « Campagna del l 'Agro Romano » noi in tend iamo significare anche i f a t t i d 'arme, che si compierono qui in R o m a : quello di Vi l la Matteini , per esempio, quello di San Paolo, quello del Campidoglio, e quello di casa Aiani , che r imar rà leggenda nei secoli. E chiudendo la parentes i (è inut i le r icordare Vi l la Glori, Monte l ibre t t i e Wonterotondo, perchè quest i sono i f a t t i p r inc ipa l i della Campagna) dico le ragioni , per cui non sono concorde con l 'onorevole minis t ro della guer ra nel la nuova formula , che egli propone per l 'ar t icolo terzo. Eg l i dice che le norme per il r iconoscimento del d i r i t to al la Campagna saranno de te rmina te per Decreto Reale ; e quindi noi, deferendo al Decreto Reale que-ste norme, non del iber iamo intorno ad esse. Ora noi dobbiamo renderci conto di questo, che sono ormai trascorsi 32 anni : ed a t u t t i è noto come si svolse quella Campagna ga-r i b a l d i n a ; senza, cioè, provvisione d 'armi, ne di denari , nè di regolare stato maggiore, senza regolar i iscrizioni, senza regolar i ar-

ruo lament i di volontar i . Quindi grandiss ima difficoltà di accertare in maniera ufficiale, o dagl i a rchivi del Ministero della guerra o da dichiarazioni di s indaci del tempo, i qual i p robabi lmente non avranno neppure tenuto memoria di quest i arruolamenti-, i l d i r i t to di coloro, che presero effe t t ivamente par te alla Campagna.

E r a dunque necessario de terminare al-cune norme, a cui questa Commissione Reale, che potrà essere, anzi dovrà essere, nominata per la valutazione dei document i avrebbe dovuto far capo. Quindi qual ' è il r imedio a questa assenza certa, quasi completa di do-cument i ufficiali a t tes tan t i al volontario che egli ha preso par te alla Campagna?

Questo r imedio la Commissione vostra ha creduto di t rovar lo nel la dizione dell 'art icolo terzo: «Per ot tenere il brevet to occorrerà esi-bire un at testato del comandante la colonna o la compagnia o quanto meno un atto di no-

. tor ie tà r i lasciato da t re commili toni della compagnia stessa già r iconosciuti pe r ta l i . »

Se quindi l 'onorevole minis t ro vuole in-serire queste norme nel suo articolo terzo, la Commissione non ha difficoltà di accet tare la modificazione: purché sia inteso che le norme, a cui dovrà inspi rars i la Giunta , la quale dovrà accertare i t i toli , debbano es-sere quelle, che noi abbiamo inseri te nel nostro articolo.

Pantano. Domando di par lare . Presidente. Ne ha facoltà. Pantano. Io vorrei suffragare le argomen-

tazioni così bene esposte dall 'onorevole collega Mazza con una osservazione al r ichiamo del-l 'onorevole minis t ro della guerra intorno alle a t tua l i pensioni per i veterani del 1848-49. È verissimo, onorevole ministro, che di a lcuni di quelli , che domandano la pensione, è incer ta la par tecipazione effet t iva al la campagna ; ma è vero altresì , ed è reso più doloroso e p iù f requente , che molti , i qual i combatterono valorosamente, anzi dirò eroicamente, in quelle campagne, appunto perchè esse si svolsero in modo tumul tua r io e manca qu ind i oggi la possibi l i tà di controll i e di regis t r i , sono t ag l i a t i fuor i completamente dal d i r i t to a pensione; perchè negl i a rchivi di Roma o di Venezia non è possibile t rovare un certifi-cato che a t tes t i in loro favore. Perciò av-viene che, per essere s ta ta va lu ta ta agli effetti della pensione anche la sola campa-

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Atti Parlamentari — 87 — Camera dei "Dejmtàn LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOYEMERE 1 8 9 9

gna del 1849 dell 'armata piemontese, che era mobilizzata tu t ta sul piede di guerra, si sono trovati ad usufruire del dirit to a pensione moltissimi, ohe restarono sempre in caserma senza affrontare, non per volontà loro certa-mente, il nemico, ci sono molti che non fe-cero la guerra e godono la pensione, mentre tant i altri , i quali spontaneamente si arruo-larono e combatterono, non hanno lo stesso benefìcio.

Egl i è perciò che noi (accettando il sug-gerimento dell 'onorevole ministro, il quale, con quel sentimento di equità che lo distin-gue, diceva all 'onorevole Gattorno : presentate una legge) ci r iserviamo di presentare una proposta affinchè le pensioni vengano in soccorso non solamente dei veterani delle patrie battaglie, ma anche, per un senti-mento di equità e di solidarietà, dei combat-tent i veri. Intanto, se si vuole che abbiano a godere be l l ' a s segno soltanto coloro, i quali hanno realmente preso par te alle campagne, ma che mancano, dirò così, di t i tol i ufficiali, è necessario d ie si stabiliscano opportune ga-ranzie. Le proposte della Commissione a me sembrano buone; ma credo anche giustissimo, come dice l 'onorevole ministro, che debbano determinarsi norme precise al fine di evitare sorprese e frodi. Si potrebbe quindi concor-dare l 'uno e l 'altro concetto, integrando così lo spirito e la parola della legge.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Facheris.

Facheris. Apprezzando le ragioni esposte dagl'onorevole relatore e dal collega Pantano, a me pare ohe l'onorevole ministro della guerra potrebbe accettare una formula, che raccogliesse insieme i criteri da lui esposti e quelli degli onorevoli preopinanti . Perciò mi permetterei di proporre che, tenendo fermo tutto l'articolo 3 così come è proposto dalla Commissione, si aggiungessero queste parole: « l'esame dei t i toli sarà deferito ad una Commissione nominata per Decreto Reale. »

In questo modo mi sembra che si rag-giungerebbe lo scopo voluto dalla Commis-sione, e vi sarebbe la guarent igia voluta dall'onorevole ministro.

Presidente. Onorevole Facheris, debbo av-vert ir la che le proposte di articoli aggiun-tivi, quando sono presentate nel corso della discussione, debbono essere sottoscritte da dieci deputati .

Facheris. Lo so, onorevole presidente, e

perciò non faccio una proposta formale, ma soltanto suggerisco una nuova formula al-l'onorevole ministro ed alla Commissione.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Mazza.

Mazza, relatore. Dichiaro, anche in nome della Commissione, di accettare la proposta, che fa l'onorevole Facheris. E se il regola-mento non consente a lui di presentare un articolo aggiuntivo, il presidente consentirà alla Commissione di dire che fa sua la pro-posta dell'onorevole Facheris.

Proporrei dunque che l'articolo fosse così formulato :

« Art. 3. Per ottenere il brevetto occor-rerà esibire un attestato del comandante la colonna o la compagnia, o quanto meno un atto di notorietà rilasciato da tre commili-toni della campagna stessa, già riconosciuti per tali .

« Con Decreto reale si provvederà alla nomina di una Commissione che sarà incari-cata del riconoscimento dei titoli. »

Intorno alla nomina dei componenti la Commissione ed intorno ai suoi uffici mi-nori provvederà il Decreto reale; ma p e r l e le ragioni esposte dall 'onorevole Facheris, dall ' onorevole Pantano e dal relatore, pare che non possa abbandonarsi la dizione del-Farticolo 3 proposto dalla Commissione. Può unicamente accettarsi l 'aggiunta, che or ora ho letto; tanto per dimostrare al ministro della guerra quale sia il desiderio della Com-missione e della Camera di vedere appro-vato questo disegno di legge che è atto di ri-conoscenza nazionale.

Mirri, ministro della guerra. Accetto la pro-posta della Commissione.

Presidente. Do let tura dell 'articolo 3 con-cordato t ra il ministro e i l relatore della Com-missione.

« Art. 3. Per ottenere il brevetto occor-rerà esibire un attestato del comandante la colonna o la compagnia, o quanto meno un atto di notorietà rilasciato da tre commi-litoni della campagna stessa, già riconosciuti per tali .

« Con Decreto reale si provvederà alla nomina di una Commissione che sarà incari-cata del riconoscimento dei titoli. »

Coloro che approvano l'articolo 3 così emendato, sono pregati di sorgere.

(È approvato). Questo disegno di legge, sarà votato a

scrutinio segreto neHa tornata di giovedì.

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Atti Parlamentari — 8 8 - Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 8 A SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

Discussione de! disegno di legge : Estensione del servizio di navigazione della Società Puglia.

Presidente. Pass iamo ora al numero 4 del-l 'ordine del giorno che reca la discussione del disegno di legge « Estensione del servizio di navigazione affidato alla Società Pug l ia nel-l 'Adriat ico. »

I l disegno di legge è stato concordato t ra Governo e Commissione. Se ne dia let-tura .

Filici Nicolò, segretario, legge. (Vedi stampato n. 184-A passata Sessione).

Vollaro De Lieto, relato) e. ' Chiedo di par lare . Presidente. H a facol tà di par lare . Vollaro De Lieto, relatore. Mi d i s p e n s o d a l

par lare in favore del disegno di legge, che è abbas tanza giustif icato dalla re laz ioné mini-steriale e da quel la della Commissione. Sol-tanto, avendo il G-overno introdot to un emen-damento al l 'ar t icolo primo (indispensabile, d 'al t ronde, e accettato dalla Commissione) mi preme far osservare all 'onorevole mini-stro che, con la nuova formula, non si ver-rebbe esa t tamente ad in te rpre ta re il voto della Commissione. In fa t t i , a proposito del-l 'approdo a Viesti , non basta dire, come è scri t to al l 'art icolo secondo della Convenzione, elle si eseguirà un approdo, senza aumento di sovvenzione, a Yiesti , nel v iaggio di an-data nella l inea sovvenzionata A) Venezia-Albania , mantenendo quell i esis tent i nella l inea l ibera a t tua le D) Venezia-Brindis i ; per-chè anzi, appunto per evi tare gl i inconve-nient i , cui darebbe luogo questo numero due, la Commissione propose il suo ordine del giorno.

Le due linee, per le qual i sarebbe con-cesso l 'approdo, coincidono ogni quindic i giorni , cosicché lo scopo, che avevamo nel pro-porre l 'ordine del giorno, di rendere setti-manale il servizio f ra le due coste Pugliesi , verrebbe ad essere f rus t ra to . Quindi propongo un emendamento, il quale avrà, per ora un valore re la t ivo perchè, la Convenzione es-sendo bi laterale , il voto della Camera non avrà effetto finché l 'a l t ra par te non lo ab-bia accettato. Ma poiché il minis t ro nel ca-pi tolato della Convenzione, al l 'art icolo terzo a proposito degli orari, ha, per quella sorve-gl ianza che esercita sulle l inee sovvenzionate, i l d i r i t to di modificare anche quest i approdi, g l i raccomando, a .nome della Commissione,

che se, nel la prat ica, effet t ivamente le due l inee coincideranno nello stesso giorno e nella stessa set t imana, provveda affinchè l ' incon-veniente sia to ta lmente el iminato. Se in questo siamo d'accordo, non tedierò la Ca-mera con a l t re osservazioni, visto che que-sto disegno di legge ot t iene il consenso una-nime dell 'Assemblea.

Dì San Giuliano, ministro delle poste e dei tele-grafi.'. Chiedo di parlare.

Presidente. P a r l i . Di San Giuliano, ministro delle poste e dei tele-

grafi. L'onorevole amico Vollaro de Lie to vorrà cer tamente rendermi la giust iz ia di ri-conoscere che ho fa t to quanto era in me per migl iorare le Convenzioni g ià s t ipulate , e per dare agl i interessi leg i t t imi , dei qual i egli si è fat to, secondo il suo costume, eloquente interprete , t u t t a quella sodisfazione, che era in poter mio. Nello stesso modo non ho al-cuna difficoltà di d ichiarare che, sebbene io non possa prendere, in questo momento, im-pegni concreti e determinat i , t u t t av i a farò tu t to quello, che è in poter mio, perchè i le-g i t t imi interessi di Viest i abbiano piena so-disfazione.

Vollaro-De Lieto, relatore, Chiedo di par lare . Presidente. P a r l i . Vollaro-De Lieto, relatore. E ingraz io l 'onore-

vole minis t ro delle sue parole, specialmente di quelle che si r iferiscono alla mia persona. E profitto dell 'occasione per r ipa ra re ad una di-menticanza. Sono incaricato dal la Commis-sione di espr imere un voto di lode e di rin-graziamento tan to all ' onorevole Nasi, che propose, quanto all 'onorevole Di San Giu-liano che sostiene questo disegno di legge. Dopo avere adempiuto a quest 'obbligo, in r isposta alle dichiarazioni del ministro, debbo ancora osservare che è in te ramente nel le sue facol tà di r ipa ra re agli inconvenient i ove esistono: perchè egli deve de terminare gl i orari, e quindi può imporre l ' approdo quin-dicinale.

Presidente. Non essendovi al t r i oratori iscri t t i , leggo l 'articolo 1°.

Art . 1.

E approvata , con effetto dal 15 agosto 1899, la qui un i ta convenzione del 3 dicem-bre 1898, addizionale a quella annessa al la legge del 22 apr i le 1893, n. 195, s t ipula ta con la Società di Navigazione « Pug l ia » per l ' ampl iamento dei servizi ne l l 'Adr ia t ico , te-

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Aiti Parlamentari ' — 89 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA X X — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

nuto conto della dichiarazione, qui pur^-an-nessa, in data 15 luglio 1899.

(È approvato).

Si dia let tura del testo della Convenzione. Filici Nicolò, segretario, legge.

Convenzione addizionale a quella annessa alia legge dei 22 aprile 1893,n. 195, pel servizio fra Ve-nezia e Brindisi, con approdi negli scali delle due coste dell'Adriatico.

I l Ministro delle poste e dei telegrafi, quelli di agricoltura, industr ia e commercio, delle finanze e del tesoro, a nome dello Stato.

I l cavaliere ufficiale Saverio Milella a nome della Società di navigazione Puglia da esso rappresentata in vir tù di regolare man-dato contenuto nella deliberazione del Consi-glio di amministrazione in data 27 novem-bre 1898.

Hanno concretato e stipulato quanto segue :

Art. 1. Ai servizi contemplati dalia Convenzione

e dal relativo quaderno d'oneri, approvata con la legge del 22 aprile 1893, n. 195, sono aggiunti i seguenti :

a) il viaggio ogni due settimane f ra An-cona e Zara, di cui alla lettera b dell 'articolo 1° del citato quaderno d'oneri, sarà prolun-gato a Bari, con approdi a Spalato, .Ragusa, Cattaro e Risano; nel ritorno l 'approdo a Ri-sano sarà facoltativo;

b) sarà isti tuito un viaggio ogni due sett imane fra Brindisi e Prevesa con approdo a Santi Quaranta.

La Società ha facoltà di fare approdare a Brindisi prima di Bari il piroscafo adibito al servizio di cui alla lettera a del presente articolo e di ist i tuire approdi ad al tr i scali nella linea di cui alla let tera b dell 'articolo stesso, senza aumento però di sovvenzione.

Art. 2. Le distanze nautiche fra i diversi porti

saranno determinate dal Ministero della ma-rina.

Art. 3. I l servizio sotto la lettera a dell 'articolo 1,

sarà eseguito con piroscafi della velocità di 10 nodi all'ora e quello sotto la lettera b con la velocità di 9 nodi all 'ora.

I dett i piroscafi avranno una stazzatura non inferiore a 200 tonnellate di registro.

Art . 4. Per l'esecuzione dei nuovi servizi indi-

cati alle lettere a e b il Governo corrispon-derà alla Società Puglia la sovvenzione an-nua di lire 115 mila (centoquindicimila) da pagarsi a rate mensili posticipate.

Art. 5. Tutte le condizioni del quaderno d'oneri

annesso alla Convenzione approvata con la legge del 22 aprile 1893, n. 195, non derogate dai precedenti articoli, saranno applicate ai servizi di cui all 'articolo 1° della presente.

Art . 6. La presente Convenzione addizionale, avrà

effetto dal 1° luglio 1899 e durerà, come quella principale, fino al 30 giugno 1908, intenden-dosi, come quella, continuativa di anno in anno, oltre al detto termine, salvo il caso di disdetta dall 'una o dall 'al tra par te da darsi sei mesi prima.

Art. 7. Tut te le spese relative alla stipulazione

della presente Convenzione saranno a carico della Società concessionaria.

La tassa di registro della presente Con-venzione potrà però essere come è stato pra-ticato per la principale, pagata in rate an-nual i eguali, da ri tenersi sulla sovvenzione del mese di luglio.

Art . 8. La presente Convenzione non sarà obbli-

gatoria pel Governo se non dopo l 'approva-zione della legge.

Fat to in Roma in tre originali addì 3 di-cembre 1898.

Il Ministro delle poste e dei telegrafi N A S I .

Il Ministro di agricoltura, industria e commercio F O R T I S .

Il Ministro delle finanze CARCANO.

Il Ministro del tesoro VACCHELLI.

Per là Società di navigazione « Puglia » SAVERIO M I L E L L A .

A N T O N I O MIGLIORANZI, testimonio. PAOLO LONARDI , testimonio.

Art. 2.

I l Governo del Re è autorizzato, per lo adempimento delle condizioni di cui nella

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Aiti Parlamentari — 90 Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

accennata convenzione, ad inscrivere nel bi- ; lancio passivo del Ministero delle poste e dei j telegrafi al capitolo « Servizio postale e coro- J merciale marittimo » la somma di lire 105,416 I e centesimi 66 per l'esercizio 1899-1900 e j quella di lire 115,000 per ogni esercizio sue- j cessivo. » •

(È approvato),

Anche questo disegno di legge sarà vo- ; tato a scrutinio segreto nella seduta di ; giovedì.

Discussione de! disegno di legge per le servili! militari.

Presidente. L'ordine del giorno reca la di-scussione del disegno di legge : Modifica-zioni alla legge sulle servitù militari.

La discussione generale è aperta. L'onorevole ministro della guerra, accetta

che la discussione si apra intorno al disegno della Commissione?

iViirri, ministro della guerra. A c c e t t o . Presidente. Si dia lettura di questo disegno

di legge. Filici Nicolò, segretario, dà lettura del dise-

gno di legge (Vedi Stampato n. 108-A della pas- j sata Sessione).

Presidente. La discussione è aperta. Ha fa-coltà di parlare l'onorevole Brunialti.

Brunialti. Questo disegno di legge non com-prende certamente tutte le limitazioni di li-bertà e di attività, che sono imposte ai cit-tadini per ragioni di difesa nazionale, e perciò ne prendo argomento per richiamare l'atten-zione dell'onorevole ministro su alcune limi-tazioni di attività, che, se non sono vere e proprie servitù militari, ne hanno però le medesime conseguenze.

L'onorevole ministro ricorderà che ho altra volta accennato alla profonda diversità di trattamento che rispetto alle servitù mi-litari viene fatto alla regione della frontiera orientale in confronto di quella della frontiera occidentale del nostro paese. Sulla frontiera occidentale sono stati spesi milioni per co-struire forti e sbarramenti alpini d'ogni na-tura, sono state costruite strade militari con così larghi mezzi che oggi quelle popolazioni ne usano anche con vantaggio e incremento della attività economica; sulla frontiera orien-tale è avvenuto, invece, il contrario; non solo da molti anni ogni opera di fortifica-

zione è stata sospesa o poco meno, ma a quelle popolazioni si continua a vietare an-che la costruzione di quelle strade, che sono necessarie per l'incremento della loro attività economica.

Nel Cadore e nell'altipiano di Asiago solo alcune di queste strade poterono essere co-struite quando fa ministro della guerra l'ono-revole Pelloux; fra queste ricordo la strada da Rotzo a Castelletto, è il gran ponte sulla valle di Assa. Tolto però il divieto di costruire tali strade, la questione si fermò lì, e si proibì persino di compiere quelle vie di comunicazione, che erano già state inco-minciate. *

Comprenderei siffatto divieto se anche i nostri amici ed alleati di oltre il confine non continuassero a migliorare le loro comuni-cazioni, e se quello, che essi chiamano Tirolo meridionale, e che più correttamente deve dirsi Trentino, non avesse ormai strade lar-ghissime e comodissime, per le quali si accede da tutte le parti alle nostre Alpi ; ma, mentre i nostri vicini della frontiera orientale hanno strade buonissime, noi vietiamo agli abitanti del Cadore e dell'altipiano di Asiago di co-struire le strade sul nostro territorio, anche quando essi intendono costruirle coi loro de-nari.

Quando ho richiamato altra volta l'atten-zione dell' onorevole ministro della guerra su questo problema, pur riconoscendo tutte le esigenze della difesa nazionale, egli mi ha dichiarato che comprendeva la gravità della questione, ma che era necessario at-tendere le decisioni della Commissione isti-tuita per la difesa della frontiera orientale allo scopo di vedere quali di queste strade si sarebbero potute costruire.

Da allora in poi la Commissione istituita appositamente per lo , studio di tale difesa, ha tenuto parecchie sedute ; voglio, quindi, sperare che l'onorevole ministro conoscerà le deliberazioni da essa prese e potrà rassi-curarmi intorno ad un argomento che viva-mente interessa tutte le popolazioni dell'alto Veneto. Queste non domandano che le strade Alpine sulla frontiera orientale vengano co-struite con quella larghezza di mezzi e con quel concorso dello Stato, con cui sono state costruite quelle della frontiera occidentale; perchè le condizioni sono assolutamente di-verse, ma si limitano ad invocare che siano tolti i divieti di costruire le strade con i

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Atti Parlamentari - 91 - Camera dei Deputati

LEGISLATIVA X X — 8 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

loro danari affinchè non si trovino in condi-zioni di molto inferiori tà rispetto alle altre frontiere del Regno.

Presidente. Ha facoltà di par lare l'onore-vole Frascara Giuseppe.

Frascara Giuseppe. Non credevo veramente ohe venisse oggi in discussione questo di-segno di legge ; e penso clie la sorpresa non debba essere soltanto mia, quando veggo che mancano tanto il presidente quanto il relatore della Commissione. Ad ogni modo, poiché l'onorevole ministro accetta che la discussione si faccia sul disegno della Com-missione, mi pare che si possa procedere in-nanzi ugualmente.

L'essere giunta inaspettata per me questa discussione mi impedisce di svolgere con qualche larghezza alcune considerazioni, che avrei fat te se avessi avuto agio di r ipren-dere lo studio del disegno di legge, che do-veva essere discusso nella passata Sessione. Mi limiterò, quindi, ad accennare che il di-segno di legge è importantissimo, perchè tende ad alleviare per molti Comuni il peso, che ad essi arrecano le servitù mili tari .

Richiamo, poi, in modo speciale l 'atten-zione dell'onorevole ministro della guerra sulle condizioni della piazza di Alessandria, la quale, fin dall 'anno scorso, dalla Commis-sione suprema per la difesa dello Stato fu rico-nosciuta come non avente più quei caratteri di u t i l i tà militare, dei quali era fornita in pas-sato. La Commissione ha emesso il parere che le fortificazioni di Alessandria potreb-bero essere abolite, ed abolite quindi anche ìe relative servitù mili tari .

L'onorevole ministro della guerra ricor-derà come siansi iniziate prat iche fra il mu-nicipio di Alessandria e lo Stato per la ces-sione delle fortificazioni. Tali pratiche richie-dono lungo studio e molto tempo; poiché si t ra t ta di .una convenzione difficile a stabi-lirsi sia nell ' interesse del Comune, sia nel-l ' interesse dello Stato, e perchè il Comune dovrebbe sobbarcarsi a gravissimi sagrifici.

Ma la città di Alessandria ha soprattutto bisogno che siano abolite le servitù mil i tari almeno in una zona del terr i torio suo, zona che l'onorevole ministro della guerra conosce benissimo, cioè nella zona meridionale verso il sobborgo del Cristo.

Ora a me pare che mentre si aspetta di risolvere la questione dell 'at terramento delle fortificazioni, potrebbe intanto il Ministero

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sodisfare i voti ardenti della popolazione di Alessandria, abolendo le servitù militari nella zona che ho indicata.

Rivolgo quindi vivissima preghiera al-l'onorevole ministro della guerra perchè vo-glia sollecitare dai competenti uffici la ne-cessaria deliberazione.

Lucchini Luigi. Chiedo di parlare. Presidente. Parl i . Lucchini Luigi. Anche per me è giunta inat-

tesa questa discussione; e mi trovo, come il collega che mi ha preceduto, impreparato. Però non posso fare a meno di esprimere anch' io la sodisfazione, che provo nel ve-dere, finalmente, condotto in porto questo di-segno di legge, che era da lungo tempo at-teso da molte delle nostre popolazioni, e di far plauso al Governo ed alla Commissione, che hanno posto intorno ad esso tanta sa-gacia e tanto zelo.

Mi sia lecito peraltro di esporre qualche concetto d'indole generale, evitando così di scendere a una discussione minuta degli ar-ticoli. E prima di tut to, prego l 'onorevole ministro e 1' onorevole Commissione di ve-dere se non sia possibile, nelle disposizioni singole, che disciplinano la materia e sostan zialmente rimangono le stesse, di togliere quei cancelli fìssi, che sono stabil i t i tanto per la estensione che devono avere le zone di servitù, quanto per le modali tà che ac-compagnano le servitù stesse in ciascuna zona. Parmi che, in relazione ai progressi fat t i nella potenzialità delle armi e alle diverse funzioni assegnate alle odierne for-tificazioni, queste determinazioni così pre-cise e fìsse, come sono nelle nostre leggi e quali si conserverebbero ancora, non dovreb-bero più aver ragione di essere.

In secondo luogo, sebbene ciò si riferisca ad una delle ul t ime disposizioni del disegno di legge, crederei opportuno che in quelle disposizioni o in altre, e come corollario di ciò che sarebbe già statuito, la revisione generale dei luoghi fortificati avesse per in-tento non soltanto la soppressione intera delle servitù^ che si riferiscono a fortificazioni che cessano completamente dal funzionare, ma anche la loro soppressione parziale dove di queste fortificazioni non si avesse da un lato o dall 'altro più bisogno.

Mi unisco, poi, dal canto mio a quanto disse l'onorevole Brunia l t i relat ivamente a quelle altre specie di servitù che gravano la

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Atti Parlamentari — 92 — Cerniera dei Deputati

— DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 0 LEGISLATURA X X — 3 a SESSIONE

viabil i tà di alcune nostre regioni, e clie ren-dono tanto difficile la costruzione e il r iat-tamento delle strade alpestri e lacuali, che mettono in comunicazione centri importanti verso il confine; e facendo voti che le no-stre Autorità mili tari non siano così r igide come si sono mostrate fin qui nello accondi-scendere, appunto, a questi r ia t tament i e co-struzioni, in confronto di ciò ohe ossorviamo, per esempio, nel territorio austriaco, dove le vie di comunicazione sono con molta mag-giore agevolezza, concedute. Ed ho finito.

Presidente. Nessun altro chiedendo di par-lare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Passeremo alla discussione degli articoli.

Art . 1.

Alla legge sulle servitù mil i tari 19 otto-bre 1859 sono recate le seguenti variazioni ed aggiunte:

Art . 1 -bis.

I l Ministero della guerra, sentito l 'avviso del capo di stato maggiore e dell ' ispettore delle costruzioni del Genio e dell 'ar t igl ieria da fortezza provvederà perchè le piazze forti, le opere che ne fanno parte ed i posti forti-ficati vengano classificati secondo la loro im-portanza rispetto alla difesa per determinare se sia necessaria l 'applicazione di tu t te le tre zone di servitù mili tare di cui in appresso e dove possono bastare servitù mil i tar i de-dotte agli oneri dalla sola seconda o dalla sola terza zona.

(È approvato).

Art. 2.

All 'esterno delle fortificazioni delle piazue o dei gosti fortificati l 'estensione soggetta a servitù si divide, ove d'uopo, in t re dis t inte zone determinate da al t ret tant i poligoni cir-coscritti alle fortificazioni, per le quali zone sono stabili t i gradi diversi di servitù, secondo la loro distanza dalle fortificazioni medesime, salve le eccezioni di cui all 'articolo prece-dente.

(È approvato).

Art. 9.

Nella prima zona non si può eseguire co-struzioni di sorta ad eccezione delle chiusure con steccati o siepi le quali possono sta-bilire liberamente, colla condizione però ac-cennata dall 'articolo precedente. Sono inoltre permesse la piantaggioni purché non costitui-scano fitta boscaglia.

(È approvato).

Art. 9 bis.

Previo l 'avviso del capo di Stato Maggiore del regio esercito e del capo di Stato Mag-giore del Ministero della marina, il Governo potrà, per piazze fort i da determinarsi, sta-bilire per le fronti a mare una unica zona di servitù la quale si estenda dall 'opera di fortificazione alla costa.

In questa zona sono vietate le costruzioni che si elevano sopra qualunque alineamento fra il cigHo di fuoco dell 'opera e la linea dello specchio acqueo, più vicina alla spiaggia, cui corrisponda un'altezza di acqua di metri 2 al massimo.

Ogni costruzione che sodisi! a questa con-dizione d'altezza è in massima ammessa nella detta zona, ma non potrà essere intrapresa senza il preventivo assenso dell 'autorità mi-litare, alla quale dovranno essere trasmessi i disegni relat ivi planimetrici ed altime-trici.

All 'autorità mili tare è r iservata la facoltà di imporre condizioni alla concessione per la costruzione e quando speciali circostanze lo richiedessero nell ' interesse della difesa.

Anche nelle zone di servitù delle f ront i a mare sono vietate le operazioni topografi-che, come è stabil i to all 'ult imo capoverso del-l 'articolo 6.

Per la fronte di gola delle opere di for-tificazione mari t t ima sono in vigore le pre-scrizioni stabilite per le fortificazioni interne.

(È approvato).

Art. 10. — Sostituire :

In tut te le zone sono permesse le ripa-razioni per manutenzione delle fabbriche e de-gli edifizi di varia natura esistenti ; gli adat-tamenti interni, i lavori di consolidamento indispensabili per la loro stabil i tà ed altresì le ricostruzioni totali o parziali .

Queste concessioni sono però subordinate

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Aiti Parlamentari 98 Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

alla condizione di far risultare in apposito atto, ohe coi consentiti lavori siano attuate predisposizioni tali che valgano ad assicu-rare la demolizione dell'opera.

Nel suaccennato atto si dovrà altresì far risultare che dell'aumento del valore che possa essere arrecato all'opera coi lavori con-sentiti col presente articolo, non sarà tenuto conto nella stima di esso, nel caso di demo-lizione nell'interesse della difesa.

(.È approvato).

Art. 10 bis.

Nella seconda e terza zona non saranno applicabili gli articoli 6, 7, 8 e 10 della stessa legge, alle opere di bonificamento idraulico ed agrario che saranno approvate dalle Com-missioni nominate in conformità alle leggi 11 dicembre 1878 (serie 3a) e 8 luglio 1883, n. 1439 (serie 3a).

Le costruzioni in muratura non dovranno però mai oltrepassare l'altezza di 12 metri dal suolo al comignolo.

(È approvato).

Art. 11. Sostituire :

Occorrendo di demolire fabbricati esistenti nelle anzidette zone in siti che all'epoca della promulgazione della presente legge non siano soggetti a servitù militari i proprietari di detti fabbricati avranno diritto ad una in-dennità da concedersi o determinarsi colle norme previste dal Capo IV della legge sulle espropriazioni per causa di utilità pubblica 25 giugno 1865, n. 2359.

(E approvato).

L'articolo 12 è soppresso. Metto a partito la soppressione dell'arti-

colo 12. (È approvata).

Art. 14.

In tutta la estensione delle zone potranno essere eseguite dalle altre amministrazioni dello Stato opere di utilità e d'interesse pubblico, ma soltanto dopo presi gli oppor-tuni accordi con quella della guerra, che po-trà subordinarne l'eseguimento a speciali condizioni od anche porvi divieto.

I l Ministero della guerra, previo avviso di apposita Commissione tecnica consultiva sotto l'osservanza di quelle condizioni che

crederà doversi prescrivere, potrà inoltre permettere a privati, in qualsiasi zona, quelle costruzioni di varia natura ed am-pliazioni o mutazioni di forma di fabbriche già esistenti che riconoscesse potersi prov-visoriamente tollerare.

Le istanze dei privati per ottenere la con-cessione di eseguire lavori nelle zone di servitù militari ed i documenti che le cor-redano saranno redatti in carta non bollata, e gli atti, mediante i quali si fa constare della fatta concessione, saranno stipulati, registrati e trascritti in esenzione d'ogni tassa e diritto.

Brunialti. Domando di parlare. Presidente. Parli . Brunialti. La questione, sulla quale ho avuto

l'onore di richiamare l'attenzione del ministro si riferisce, in modo speciale, a questo arti-colo 14; vorrei perciò pregarlo di darmi qual-che risposta in proposito.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro della guerra.

IVIirri, ministro della guerra. La questione delle comunicazioni di confine sarebbe stato meglio trattarla, come si è fatto, altre volte, in occasione del bilancio della guerra.

Qui si tratta esclusivamente di fortificazioni; e d'altra parte non possiamo permettere che i nostri confini siano resi troppo accessibili al-l'avversario. Si è parlato delle strade che ha fatto l'Austria sul proprio confine estremo; ma l'Austria non ha costruito nessuna strada in comunicazione con noi. Quelle, che ha co-struito, sono tutte strade che vanno dall'estremo confine all'interno dell'Austria stessa. Come si vede, anche l'Austria ha cercato di non aprire nuove strade che possono stabilire una linea d'invasione, e sulle strade vecchie ha costruito un forte ; cosicché sono tutte in-distintamente sbarrate da forti. Le ultime strade, quella di FJistch e quella della Pon-tebba, sono ancora in costruzione.

Quindi anche noi possiamo costruire strade, che dall'interno del paese mettano in prossi-mità del confine, ma non possiamo aprire vie di comunicazione con l'Austria, che stabili-scano una linea d'invasione; ne abbiamo già troppe. Anche sulla linea, che abbiamo pre-sentemente in comunicazione con l'Austria, è necessario fare qualche sbarramento, come hanno fatto i nostri alleati, dall'altra parte ; ognuno, in casa propria, deve mettersi al si-curo; e quando si tratta di aprire nuove strade,

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Atti Parlamentari _ 94 - Camera dei Deputali

LEGISLATURA. X X - 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

occorrono anche i danari per costruirvi for-tificazioni, senza le quali non potremo aprire queste nuove strade.

Nel chiedere strade di accesso bisogna an-dare un pochino adagio, e aver soprattutto di mira la tutela della difesa del paese.

Comprendo benissimo che qualche inte-resse economico ne soffrirà, ma bisogna pur fare qualche sagrificio.

Quanto alle strade della frontiera nord-ovest esse sono tu t te tali da facil i tare l'ac-cesso alle nostre fortificazioni. Posso dire però che non si sono costruite strade di comunica-zione col confine francese; e soggiungo anche a tale riguardo che alcune strade sul confine francese, che formavano linea d ' invasione, sono state distrut te da noi stessi.

Questa è la questione nei suoi veri ter-mini. Non sussiste ; dunque, il fatto che per la frontiera occidentale si sia fatto di più che per la frontiera orientale.

Del r imanente questo articolo favorisce abbastanza le popolazioni della frontiera nord-est, le quali potranno avere quelle comunica-zioni, specialmente nel raggio delle fortifica-zioni, che esse desiderano. Al solo alt ipiano di Asiago è stato vietato di r idurre una mu-latt iera in istrada carrettiera. Quando avremo costruite le fortificazioni proposte per quella località, allora si potrà pensare anche a questa strada.

Quanto ad Alessandria, ho il piacere di dire che alla fine del mese sarà risoluta com-pletamente la questione e saranno concessi per la zona del Cristo quei vantaggi , che sono stati richiesti dal municipio di Ales-sandria. Spero che l'onorevole Fraseara si con-tenterà di queste mie dichiarazioni.

Verona si trova nelle medesime condizioni ma molto più eccezionali. Molta par te di quei terreni, ora soggetti a servitù militare, po-t ranno essere lasciati, se non interamente li-beri, almeno con tali larghezze di facoltà da poter ivi imprendere senza difficoltà alcuna qualunque coltivazione.

Lo stesso disegno di legge mi pare con-ceda tale larghezza da permettere in tut te le t re zone stabilite in antico, t u t t e le co-struzioni desiderate. Solamente nel disegno di legge si parla di costruzioni leggere, che a tempo e luogo, occorrendo, possano essere distrut te con facilità in caso di difesa. Credo che queste mie parole possano accontentare

gli onorevoli deputati , che mi hanno inter-rogato in proposito.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole Pavia.

Pavia. Chiedo all'onorevole ministro della guerra se uguale dichiarazione possa fare per le fortificazioni di Pizzighettone.

Quel Comune molte volte domandò tanto l'abolizione delle fortificazioni, quanto l'uso di alcune zone di terreno incolto per gli steccati necessari all 'allevamento dei cavalli così diffuso nel Cremonese, ed ebbe risposta di attendere che questa legge fosse approvata.

Domando, quindi, se per quanto r iguarda questi terreni, sia possibile avere affidamenti seri.

Mirri, ministro della guerra. Domando di par-lare.

Presidente. Parli . Mirri, ministro della guerra. Anche per Piz-

zighettone confermo i medesimi concetti: si concederanno le massime facilitazioni, poiché è nell ' interesse del G-overno che la massima parte del terreno sia resti tuito alla coltura, e che sia quindi facil i tata la coltivazione dei terreni soggetti ora servitù militare. Pertanto gli stessi concetti adottati per Verona ed Alessandria, prevarranno anche per Pizzi-ghettone.

Presidente. Nessun altri) chiedendo di par-lare metto a part i to l 'articolo 14.

(È approvato).

Art. 15. — Al testo attuale premettere:

Le istanze dei privat i per ottenere la con-cessione di eseguire lavori nelle zone di ser-vitù mil i tari ed i documenti che le corredano saranno redatt i in carta non bollata, e gli atti, mediante i quali si fa constatare della fatta concessione;, saranno stipulati , registrati e t rascri t t i in esenzione d'ogni tassa e di-ritto.

(È approvato). Art. 16.

Il numero e l 'ampiezza delle zone di servitù mili tare da applicarsi alle fortifica-zioni entro i l imiti stabil i t i dalla presente legge, saranno, previo avviso di speciale Commissione tecnica consultiva, determinate con Regio Decreto da inserirsi negli att i del Governo.

(È approvato).

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Atti Parlamentari — 95 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

Art . 19. La soppressione delle costruzioni, chiù

aure in legno, p ian tament i d 'alberi , deposit i di mater ie combust ibi l i od a l t r i a t tua lmente esistenti entro i l imi t i sovraindicat i , potrà essere ordinata qualora valgano a compro-mettere la sicurezza e la conservazione degl i Stabi l iment i accennati a l l 'a r t icolo 18, me-diante indenni tà da s tabi l i rs i con le norme stabi l i te nel Capo IV della legge sulle espro-priazioni per causa di u t i l i t à pubblica 25 giu-gno 1865, n. 2359.

(E approvato). Art . 26.

I l giudizio pei reclami re la t iv i alla limi-tazione appar t iene alla IY Sezione del Con-siglio di Stato.

(È approvato). Art. 80.

Ogniqualvol ta per l 'accer tamento di una contravvenzione debbasi penet ra re in una casa od al tro luogo chiuso, gl i impiegat i sud-dett i ne r i fe r i ranno immedia tamente alla di-rezione del Genio, la quale r ichiederà il Pre-tore del mandamento, od il Sindaco o 1' Uf-ficiale di pubbl ica sicurezza di accompagnare alla visi ta l ' impiegato r i ferente per procedere al detto accertamento. I l processo verbale sot-toscritto pure dal l 'autor i tà in terveniente verrà rimesso alla direzione del G-enio perchè pro-muova gl i ul ter ior i incombenti .

(E approvato). Art . 33.

Ove il contravventore, avuta notificazione dei processi verbal i degl i impiega t i del Ge-nio e de l l 'Ar t ig l ie r ia non r iduca le cose in pristino, entro il t e rmine che sarà fissato, l 'Autor i tà mi l i ta re t rasmet te rà i det t i ver-bali al procuratore del Re perchè si proceda a termini di legge.

(E approvato). Art . 36 bis.

Pr ima che il giudice competente pronunci definit ivamente, i l contravventore, con do-manda da lui sottoscri t ta e che sarà conside-rata come irrevocabile, può chiedere che l 'ap-plicazione della mul ta nei l imi t i del mas-simo e del minimo sia fa t ta dal minis t ro della guerra, il quale determinandolo prescri-verà anche, con inoppugnabi le provvedimento, le opere che debbono eseguirsi dal contrav-ventore, per d is t ruggere gli effetti della con-travvenzione, e il termine entro cui debbono essere eseguite ,

(E approvato).

Art . 38 bis.

Esamina ta dalle competenti autor i tà tecni-che la capacità difensiva di tu t t e le piazze fort i , posti fort if icati e opere singole di for-tificazione saranno entro il termine di due anni escluse tu t te quelle le quali, sia per mutate condizioni difensive, sia per ragioni di vetustà non rappresentano nel l 'ordinamento generale della difesa un valore che giustifi-chi il peso che deriva dalla imposizione della servi tù mil i tare, e conseguentemente le ser-v i tù stesse verranno con Decreto Reale f a t t e cessare.

Su questo articolo ha facoltà di par la re l 'onorevole Lucchini Luigi .

Lucchini Luigi. Mentre r ingraz io l 'onore-vole ministro delle sue cortesi assicurazioni in ordine alle servi tù mil i tar i , che gravano la c i t t à di Verona, in conformità di quello che ho osservato da pr inc ip io proporrei un lieve emendamento all 'art icolo 38 bis ; cioè che, dopo le parole : « E n t r o il t e rmine di due anni escluse » si aggiungessero le parole « o l imi ta te ».

Mirri, ministro della guerra. Accet to questo emendamento.

Presidente, L 'onorevole Lucchini Lu ig i pro-pone che l 'ar t icolo 38 bis sia così modifi-cato :

Art . 38 bis.

Esamina ta dalle competent i autor i tà tecni-che la capacità d i fensiva di tu t te le piazze forti , posti fort if icati e opere singole di for-tificazione saranno entro il term ine di due anni escluse o l imi ta te tu t te quelle le quali, sia per muta te condizioni difensive, sia per ragioni di vetus tà non rappresentano nel l 'ordina-mento generale della difesa un valore che giustifichi il peso che der iva dalla imposi-zione della servi tù mil i tare , e conseguente-mente le servitù stesse verranno con Decreto Reale fa t t e cessare.

De AndreiS- Domando di par lare . Presidente. Ne ha faco l t à . De Andreìs. Ho domandato di pa r la re per

una semplice osservazione. Mentre l 'emenda-mento dell ' onorevole Lucchini Luig i dice « escluse o l imi ta te tu t t e quelle, ecc. », sulla fine dello stesso articolo si dice « e conse-guentemente le servi tù stesse verranno con decreto reale fa t te cessare ». Ora mi pare che ci sia una contraddizione, perchè la li-mitazione non include la cessazione.

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Atti Parlamentari — 96 - Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOYEMEBE 1 8 9 9

Lucchini Luigi. D o m a n d o d i p a r l a r e .

Presidente. P a r l i .

Lucchini Luigi. Rispondo all 'osservazione dell 'onorevole De Andreis, che in pr imo luogo non mi pare clie vi sia una contraddizione; perchè na tura lmente le servi tù cesseranno in corrispondenza all 'esclusione o alla l imi-tazione delle opere di fortificazione. I n se-condo luogo r ispondo che mi r iservavo di fare un ' agg iun ta a l l 'u l t imo articolo nel senso di ciò, che la Commissione dice nella rela-zione, e cioè di dar facoltà al Governo di coordinare f ra loro le disposizioni approvate.

Presidente. Va bene. Non essendoci a l t re osservazioni, pongo a par t i to questo articolo così modificato.

(È approvato).

Art. 38 ter.

L ' e same, la determinazione e lo svincolo di cui all ' articolo precedente dovrà rinno-varsi allo scadere di ciascun decennio dal-l ' inizio del gravame della servi tù imposta, salvo al Ministero della guerra di provve-dere a revisione e ad accer tament i straor-dinari , per conciliare la necessità della di-fesa cogli interessi dei propr ie tar i di te r reni servienti .

(È approvato).

Pongo a par t i to l 'art icolo pr imo nel suo complesso.

(È approvato).

Lucchini Luigi. C h i e d o d i p a r l a r e . Presidente. N e h a f a c o l t à . Lucchini Luigi. La Commissione stessa,

come diceva testé, faceva avver t i re l 'oppor-tun i t à che il Governo avesse l 'autorizzazione di coordinare queste disposizioni approvate col testo della legge quale r imane, e le di-sposizioni stesse f ra loro quali vennero emen-date. Io quindi proporrei un ' agg iun ta con la quale si dicesse: « È data facoltà al Go-verno di coordinare le suindicate disposi-zioni. »

Presidente. Ha facoltà di par lare l 'onore-vole minis t ro della guerra.

Mirri, ministro della guerra. Per par te mia non faccio nessuna opposizione; ma non credo che questa aggiunta sia necessaria, perchè mi pare che tu t to il disegno di legge ri-

sponda al concetto della disposizione che l 'onorevole Lucchini Lu ig i r ichiede.

Presidente. Faccio osservare all 'onorevole minis t ro che c'è l 'art icolo 2 del disegno di legge, che noi non abbiamo ancora messo in discussione, il quale dà facoltà al Governo di pubbl icare il testo unico della legge,

Lucchini Luiqi. Dopo l 'osservazione del-l 'onorevole pres idente non insisto.

Presidente. Articolo secondo. E data facoltà al Governo di pubbl icare il testo unico delle disposizioni della presente legge coordinate con quelle della legge 19 ottobre 1859 e della legge 22 apr i le 1886, n. 3820.

(È approvato).

L' in tera legge sarà poi votata a scrut inio segreto in a l t ra seduta.

Discussione del disegno di legge: Passaggio dalla Regia marineria al Regio esercito di talune categorie di militari in congedo.

Presidente. L 'ordine del giorno reca la di-scussione del disegno di legge « Passaggio dalla Regia mar iner ia al Regio esercito di t a lune categorie di mi l i ta r i in congedo. »

Onorevole Tr ipepi , assume l ' incarico di relatore ?

Tripepi. S ì . Presidente. Onorevole minis t ro della guerra ,

accetta che la discussione si apra sul dise-gno di legge della Commissione ?

Mirri, ministro della guerra. Accetto. Presidente. Allora si dà le t tura del dise-

gno di legge della Commissione. Fulci Nicolò, segretario, legge. (V. Stampato

n. 8, 195-A, passata Sessione). Presidente. La discussione generale è aperta . Nessuno chiedendo di par lare , passeremo

alla discussione degl i articoli .

Ar t . 1.

Tu t t i i mi l i t a r i de l l ' a rmata in congedo il- . l imitato ascri t t i al Corpo reale equipaggi , i qual i coprano presso le Società fer roviar ie del Regno e presso le Amminis t raz ion i po-stale e telegrafica dello Stato, un impiego che dia loro dir i t to alla dispensa dalle chia-mate alle armi, cesseranno senz'al tro di fa r par te della regia mar ina e saranno incorpo-ra t i nel regio esercito.

Det t i mi l i ta r i a l l 'a t to di t a le incorpora-

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Atti Parlamentari — 97 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

zione, saranno ascritti all 'esercito permanente e vi rimarranno, salvo il disposto del succes-sivo articolo 2, sino al 31 dicembre del 12° anno del loro obbligo di servizio, col quale giorno faranno passaggio alla milizia territo-riale.

(E approvato).

Art. 2.

Quelli t ra i mil i tar i della regia marina stati incorporati nel regio esercito, a senso del precedente articolo, che prima del termine del 12° anno del loro obbligo di servizio ces-sassero di far parte delle dette Società fer-roviarie ed amministrazioni postale e te le-grafica, potranno, a loro domanda, tornare nella regia marina ed essere quindi nuova-mente ascritti al Corpo reale equipaggi.

(È approvato).

Art. 3.

I mil i tar i di I a , 2a e 3a categoria appar-tenenti alla riserva navale saranno t rasfer i t i dalla regia marina alla milizia terri toriale del regio esercito, per compiervi i loro ob-bl ighi di leva.

(È approvato).

Art . 4.

Annualmente il Ministero della mar ina provvederà al t rasferimento nel Regio eser cito, per essere incorporati nella milizia ter-ritoriale :

a) dei mil i tar i di I a e 2a categoria del Corpo reale equipaggi che, per aver compiuto l 'obbligo di servizio stabilito dall 'articolo 86 del vigente testo unico delle leggi sulla leva mari t t ima, dovrebbero far passaggio alla ri-serva navale a termine dell 'articolo 12 della legge medesima;

b) dei mili tari dell 'ul t ima leva di mare stati definitivamente assegnati alla 3a cate-goria.

(E approvato).

Art. 5.

Apposite norme regolamentari determine-ranno le varie modalità da osservarsi perchè abbiano luogo i t rasfer imenti stabili t i dagli articoli precedenti.

(.E approvato).

Questo disegno di legge sarà votato a scrutinio segreto a suo tempo.

Discussione del disegno di legge : Provvedimenti di polizia ferroviaria riguardanti i ritardi dei treni.

Presidente. L'ordine del giorno reca la di-scussione del disegno di legge : « Provvedi-menti di polizia ferroviaria r iguardant i i ri-tardi dei treni. »

L'onorevole Piccolo-Cupani, è presente ? {E presente).

Onorevole ministro dei lavori pubblici, accetta che la discussione si apra sul disegno di legge della Commissione ?

Lacava, ministro dei lavori pubblici. Accetto, riservandomi di fare alcuni emendamenti.

Presidente. Si dia let tura del disegno di legge della Commissione.

Filici Nicolò, segretario, legge: (Vedi Stampati nn. 51 e 114-A passata Sessione).

Presidente. La discussione generale è aperta. Ha facoltà di parlare l 'onorevole Bru-

nialt i . Brunialti. Io non parlo certamente per com-

battere questo disegno di legge, anzi debbo dichiarare che dò lode all'onorevole ministro dei lavori pubblici, non solo di averlo pre-sentato, ma di avere insistito perchè fosse uno dei pr imi ad essere approvato nella pre-sente Sessione. E un disegno di legge, del quale era veramente sentita la mancanza, e che varrà, spero, a togliere di mezzo una delle maggiori vergogne, che ci vengono rim-proverate specialmente dagli stranieri .

Vorrei però rivolgere all'onorevole mi-nistro alcune raccomandazioni (e mi pare che l'ora del tempo me lo consenta), affichè que-sto disegno di legge possa essere tradotto veramente in pratica.

L'onorevole ministro m' insegna che nel nostro paese ci sono molte leggi penali, ma che non tu t te sono applicate, e che la magi-stratura si arresta specialmente, allorquando le sanzioni penali si addimostrano nel fatto non sufficientemente ragionevoli. Ora io vor-rei pregare l'onorevole ministro dei lavori pubblici di tener bene a mente le vere ra-gioni, che anche nel l 'u l t ima inchiesta ferro-viaria sono state at tr ibuite ai r i tardi dei treni.

Imperciocché è giusto il determinare delle sanzioni penali precise, come fa questo disegno di legge, contro i ri tardi; ma bisogna pure che il Ministero, per quanto dipende da lui, per

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mezzo specialmente dell ' Ispettorato ferrovia-rio, provveda a togliere di mezzo le cagioni di questi r i tardi . Senza di ciò, allorquando le So-cietà ferroviarie o il personale dimostreranno che questi r i tardi sono dipendenti , oserei quasi dire, da cause di forza maggiore, la multa purtroppo non potrà essere applicata , e la legge resterà inefficace.

E inuti le che ricordi al ministro la pr ima e principale ragione di questi r i tardi . Le nostre Società ferroviarie hanno un perso-nale att ivo troppo scarso, e parlo special-mente della Mediterranea: sono molti gli al t i impiegati , molti i funzionari che stanno seduti, dirò così; ma il personale, che effet-t ivamente at tende alla direzione del servizio ed a tut to il movimento del traffico, spe-cialmente in molte stazioni, è assolutamente scarso.

Per conseguenza noi vediamo dei con-duttori, dei capitreni e dei capistazione, che son costretti a r imanere in servizio per 12, per 14, per 18 ore al giorno. Ora quando alla forza di un uomo si richiede più di quello che può dare, naturalmente il meno che ne può seguire è un r i tardo nel movimento dei t reni ; e bisogna r ingraziare la nostra buona stella se qualche volta, in luogo del ritardo, non abbiamo anche in maggior frequenza di quegli scontri, che una volta sembravano quasi periodici nel nostro paese. Accenno soltanto rapidamente a queste cagioni per-chè del resto il ministro le conosce assai meglio di noi.

La seconda cagione dei r i tardi è la poca regolari tà del servizio : anche su questo punto le nostre ferrovie hanno molto da imitare dallo straniero. Quando un treno arriva ad una stazione, noi non riusciamo mai a sa-pere quanto sia precisamente il tempo in cui il treno resterà fermo. Si comincia a gridare « partenza » molto pr ima che il treno effet-t ivamente r ipa r ta ; diguisachè, in luogo di quella puntual i tà , di quella precisione di servizio, che ammiriamo su quasi tutte le ferrovie straniere, abbiamo delle vere e pro-prie i rregolari tà quasi continuamente. Una terza causa di r i ta rdo, mi si lasci pur dire, è l'eccessivo riguardo che si ha per i viaggiatori . Si troverà strano che io muova questo appunto all 'esercizio delle nostre fer-rovie; ma tu t t i coloro che hanno viaggiato all 'estere sanno che al momento stabilito il treno parte senza aver r iguardi per nessuno,

mentre in effetti una delle cause dei r i tardi ferroviari in I ta l ia sta appunto negli ecces-sivi r iguardi che si hanno qualche volta per i passeggieri .

Sono sicuro che l 'onorevole ministro ri-volgerà la sua attenzione su queste e su altre cause di r i tardi, che sono state del re-sto molto lucidamente segnalate anche nel-l 'ul t ima inchiesta ferroviaria.

Provvedendo per mezzo dell ' Ispet torato in modo efficace a togliere, per quanto è in lui, quelle cagioni, che possono in cotal modo servire di pretesto a questi r i tardi , farà sì che la buona e savia legge, che oggi propone al la Camera, possa essere applicata e rag-giungere veramente il suo scopo, di togliere cioè, lo ripeto, una delle maggiori vergogne del nostro servizio ferroviario. {Benissimo!)

Presidente. Ha facoltà di par lare l 'onorevole Nocito.

Nocito. Questo disegno di legge risponde ad un vero bisogno del nostro servizio ferroviario; ed io uè dò lode al ministro dei lavori pub-blici ; desidero anzi che, poiché egli si è messo su questa via, voglia pensare ad un regolamento completo intorno alla polizia e sicurezza delle strade ferrate.

I l regolamento vigente, per quanto sia de-gno di ogni encomio, e sia dovuto all ' i l lu-stre e compianto Spaventa, ora più non ri-sponde a tu t te le esigenze del nostro servizio ferroviario, ed ai progressi che hanno fat to i mezzi di sicurezza delle strade ferrate.

Venendo ora a questo disegno di legge, 10 desidero di proporre alcune modificazioni o, per dir meglio, di fare raccomandazioni.

In primo luogo sarebbe opportuno di so-st i tuire tanto nell 'articolo primo quanto nel-l 'articolo secondo, alla parola contravvenzioni, la parola reati. E non senza ragione; perchè qui non è soltanto questione di nome, ma è questione di conseguenze giuridiche, quando i fa t t i saranno portat i davanti ai t r ibunal i .

Si parla di multe; ma la multa non può stare insieme con la contravvenzione, perchè l 'articolo 111 del Codice penale stabilisce che le contravvenzioni sono puni te con l 'am-menda, la quale varia per quant i tà da quella somma che costituisce la multa, che è la pena pecuniaria stabil i ta per i delitti . È vero che qui si fa accenno al Regio Decreto del 31 ottobre 1875, serie I I , nel quale erano sta-bi l i te multe ; ma appunto perciò n a c q u i 11 dubbio che si t rat tasse di multe contrat-

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Atti Parlamentari - 99 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA X X — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

tuali e non di pene vere e proprie da appli-carsi con giudizio penale. Quindi il meglio sarebbe togliere questa parola contravvenzioni e sostituire ad essa la parola reati, che è più complessiva. E così si dirà « ... stabilisce inulte, costituiscono reati, nei sensi del Co-dice penale. » Così la multa come pena pe-cuniaria r imane secondo il senso che avrebbe avuto nel Regio Decreto del 31 ottobre 1873 messo in relazione col Codice penale del tempo, salvo però di leggere ammenda invece di multa, la quale non è possibile per la con-travvenzione.

Avrei voluto che questi signori respon-sabili dei r i tardi in certe circostanze fossero passibili di multe nel senso vero e proprio dell 'at tuale Codice, poiché così, con le regole generali, avessero potuto venire condannati fino a 12 mila lire di multa, mentre che, ri-manendo le disposizioni del Decreto del 31 ottobre 1873, il massimo della multa alla quale potrebbero soggiacere è di lire 1000.

Una voce. Troppo poco ! N o c i t o . Tanto meglio. Non so se l 'onorevole ministro vorrà ac-

cettare questa mia raccomandazione, inquan-tochè il r i tardo dei t reni fa non di rado sor-gere un pericolo per la sicurezza delle strade ferrate. Molti disastri sono avvenuti perchè i t reni che si urtarono non andavano con l 'orario stabilito. Non bisogna poi aspettare i disastri ferroviari per provvedere a questi mali, che oggi in I ta l ia sono frequenti nono-stante la vigilanza del Governo sulla polizia delle strade ferrate, e nonostante il regola-mento Spaventa. Perciò crederei opportuno di aggiungere: « Salve le pene maggiori sta-bil i te dal Codice penale. »

Una voce. Non c'è bisogno ! N o c i t o . Si può sottintendere, ma è meglio

esprimerlo chiaramente, perchè non si deve fare molto a fidanza quando si t r a t t a della sicurezza e della vi ta dei ci t tadini .

In fa t t i l 'articolo 312 del Codice penale stabilisce che è responsabile di delitto con-tro la pubblica incolumità chiunque, in qua-lunque modo, fa sorgere il pericolo di un di-sastro. Ora questa frase così generica com-prende molto bene anche il fatto del r i tardo ferroviario, quando esso ha potuto costituire il pericolo di un disastro, senza che perciò il disastro sia avvenuto.

La mia aggiunta richiamerebbe il giudice ad esaminare se il r i tardo non costituisca un

i s

reato più grave d'un semplice indugio nel-l 'arrivo o nella partenza dei treni.

Queste sono le osservazioni, che sotto-pongo all 'onorevole ministro ed al relatore, col quale mi felicito per la bella e ni t ida relazione. Credo poi che non ci sia bisogno di aggiungere, che questi reati potranno es-sere denunciati anche dai privati , come pa-reva che suggerisse qualche collega, a cui sembrava ostico che i verbali di contravven-zione dovessero essere solamente fa t t i dal direttore generale e dai direttori di esercizio che legalmente lo rappresentano ; perchè, en-trando nel concetto che questi fa t t i non co-stituiscano più obblighi contrattuali , come aveva stabilito la giurisprudenza (questa be-nedetta giurisprudenza è la miniera, dalla quale si cava il ferro per foggiare tu t te le armi) ma veri e propri fat t i contro i doveri inerenti ad un pubblico servizio, e quindi costituiscono reati, essi r ientrano nella ca-goria generale. E poiché di ogni reato ognuno può farsi denunciante, così ogni cittadino avrà il diri t to di presentarsi al l 'autori tà di polizia giudiziaria e denunciare il fat to del r i tardo senza aspettare il rapporto del di-rettore generale o del direttore del servizio, che difficilmente si risolverebbero a farlo. Con queste dichiarazioni accetto il disegno di legge che viene dal Ministero dei lavori pubblici.

P r e s i d e n t e . Ha facoltà di parlare l'onore-vole relatore.

P i c e o l o - C u p a n i , relatore. Rispondo agli oratori che lianno preso a parlare su questo disegno di legge. L'onorevole Brunia l t i lo ha appro-vato di gran cuore; anzi avrebbe voluto spinta l 'azione legale a maggiori rigori. Egl i teme che, escludendo la forza maggiore da questo disegno di legge, non venga più a verificarsi il caso che una contravvenzione non venga giustificata con la forza maggiore. Ma, onore-vole Brunial t i , la forza maggiore è ben de-finita e precisata nel senso letterale e giu-ridico.

L'onorevole Nocito, con la competenza che gli è propria di valoroso professore di di-ri t to penale e di avvocato, muove appunto all 'articolo 1, perchè vorrebbe mutata la pa-rola di multa in ammenda.

Veramente l 'osservazione dell 'onorevole No-cito è più di apparenza che di sostanza, per-chè la dizione dell 'articolo 1 risponde per-fet tamente alle sue idee. In fa t t i all ' articolo

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Atti Parlamentari 100 Camera dei Deputati LEGISLATURA XX — 8® SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

20 delia legge dei lavori pubblici è det to: « I r i ta rd i dei t reni fe r roviar i saranno pu-n i t i con multe di l ire 500 se il r i tardo sarà in questa misura », e poi scende da questa c i f ra in giù. Ora, formulando l 'articolo si è adottata la parola multey s tabil i ta nella legge dei lavori pubblici, perchè in quella legge cosi sono chiamate le pene. Che cosa si è detto nel primo articolo? I r i tardi dei t reni ferroviari puni t i dalla suddetta legge con multe costituiscono contravvenzioni e saranno puni t i ai sensi del codice penale. Le con-travvenzioni come sono puni te ? Con l 'am-menda. La parola multa nel primo articolo del disegno è posta per r i fer imento e ri-chiamo al fat to storico giuridico del Rego-lamento-legge cui si riferisce.

Dunque in questo articolo c'è il concetto che la parola multa qui si intende per am-menda.

Uipeto: i r i ta rd i pei quali ii regolamento della legge sui lavori pubblici stabilisce multe (non si poteva dire diversamente, perchè quel regolamento appunto parla di multe) costitui-scono contravvenzioni, e nella contravvenzione non c'è la pena della multa, ma quella dell 'am-menda. Ecco che implici tamente siamo d'ac-cordo con l 'onorevole Nocito. L'onorevole No-cito vuole poi sosti tuire la parola reato alla parola contravvenzione, e questo mi sembra invero up, eccesso, perchè questa osserva-zione è det tata dal dubbio che il fat to possa costituire delitto. Ma ciò non può avverarsi mai. Si t ra t t a di contravvenzione di crea-zione polit ica;e le contravvenzioni non vanno definite, come nel codice passato, dalla pena, ma vanno definite dalla natura speciale del fat to stesso dei reato, dalla na tura del fat to stesso costitutivo della contravvenzione. Dove non c'è dolo non ci può essere delitto. Qui si t ra t t a di una contravvenzione per omis-sione; e quindi d'accordo con l 'onorevole No-cito nei concetti, sono dolente di non poterlo essere in quanto alle parole.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onore-vole minis tro dei lavori pubblici.

Lacava, ministro dei lavori pubblici. Anzitutto debbo r ingraziare gli onorevoli Brunia l t i e Nocito, del loro appoggio ed approvazione al presente disegno di legge. Per quanto poi r iguarda le osservazioni da essi fatte, ha ri-sposto così bene l 'egregio mio amico l 'onore-vole relatore, [che non avrei bisogno di ag-

giungere altro. Egl i , nella doppia sua rela-zione (e dico doppia, perchè è bene che la Camera ricordi che l 'onorevole relatore r i fer ì nella passata Sessione con una relazione molto più ampia della presente sullo stesso di-segno di legge) dimostrò che questo disegno di legge nulla innova, perchè ora è propostò in una forma più ehiara e declarativa tu t to ciò che era già nel regolamentodel 1878.

L'onorevole relatore vi ha fat to ri levare che, per la giur isprudenza u l t imamente adot-tata in contraddizione di a l t ra precedente, tu t t i i r i tardi non furono più puni t i ; poiché quando le Società appresero che i r i tardi ferroviari erano in terpre ta t i dalla magistra-tura come una mancanza ad un pat to civile anziché ad una contravvenzióne penale, non si curarono più delle denunzie dei ritardi,-e per questi non r imase altro espediente che de-nunziar l i al collegio arbitrale, giusta le Con-venzioni; denunzie che non avevano alcuna efficacia poiché quel collegio è is t i tui to per ben altre grosse ed ardue questioni che non le contravvenzioni ai r i ta rd i che diuturna-mente succedono. L 'arbi t ra to avrebbe dovuto sedere in permanenza. Da tut to ciò la neces-sità di presentare questo disegno di legge, il quale determina e prescrive con tu t ta pre-cisione che i r i tardi sono una contravvenzione penale; sono, cioè, una contravvenzione nel senso di una pena pecuniar ia ; poiché se si commettesse, invece d'una contravvenzione, un delitto, vi è il codice penale che provvede.

Fa t te così brevemente queste dichiara-zioni, sulle quali si è più largamente t rat tenuto il relatore, rispondo alle osservazioni del-l 'onorevole Brunia l t i e dell 'onorevole Nocito. E vero che i r i tardi avvengono non per una sola causa, ma per un complesso di circostanze. Quando avvengono per forza maggiore, tu t t i sanno che non v'è contravvenzione ; ma se il r i tardo dipende da negligenza, da inerzia di coloro che guidano il treno, e ne dirigono la marcia, è appunto tale r i tardo che deve esser punito come contravvenzione e r ientra nelle prescrizioni di questo progetto.

Non nego che, qualche volta, il personale ferroviario finisce con essere molto stanco, perchè spesso lavora più di dodici ore. Ma generalmente non è questa la causa del ri-tardo, ed in ta l caso non sarebbe esso re-sponsabile del ri tardo.

Non dirò che io ho r iparato a questo in-conveniente, ma ho r ichiamato su di esso

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Atti Parlamentari -—101 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XX —• 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2-1 NOVEMBRE 1 8 9 9

l 'at tenzione delie società. Inol t re ho studiato lungamente il regolamento del 1875, ohe ri-guarda la pubblica sicurezza, la polizia e l ' igiene delle strade.

Questo regolamento, come bene dissero gli onorevoli Brunia l t i e Nocito, è un po' antico; ora io l 'ho modificato ed ampliato secondo le esigenze odierne, e si t rova presentemente presso il Consiglio di Stato, per essere esa-minato.

Con questo regolamento si r ipara a molte lacune, che si trovano nel regolamento pre-cedente, © voglio augurarmi che quell 'emi-nente consesso dia al più presto il suo pa-rere favorevole su di esso.

Se questo regolamento, come spero, sarà approvato, non dirò che tu t t i i r i t a rd i dei treni , come tu t t i gli al tr i inconvenienti , sa-ranno el iminati , ma, per lo meno, si prov-vederà con esso a tu t te le mancanze, che la esperienza ha r i levate .

Credo così di aver risposto agli onorevoli Brunia l t i e Nocito.

Per il fat to poi accennato dall 'onorevole Brunial t i , che egli delicatamente interpetra eome un r iguardo ai viaggiatori , e cioè che alla pr ima parola partenza non segua subito la mossa del treno, anch'io so che, in al tr i paesi, appena pronunziata la parola partenza, il treno par te immediatamente; ma l'onore-vole Brunia l t i sa che, molte volte, sia per la lunghezza dei treni, sia per non esser pronto il bagagliaio o la posta, sia per altre ragioni, si tollera, senza gravi inconvenienti, che passi un po' di tempo dalla pr ima all 'ul t ima volta che si pronunzia la parola partenza. Ad ogni modo cercherò di el iminare anche questo non grave inconveniente: poiché è vero che, al-l'estero, non si usa questa tolleranza che si usa in I tal ia .

Se poi alla parola multa, di cui negli ar-ticoli del disegno, volessero sostituirsi le pa-role pena pecuniaria, io non ho nessuna dif-ficoltà. Ma, su questo argomento, potrà dire il suo parere autorevole il mio collega Fal-coni.

Concludo pregando la Camera di voler coronare del suo suffragio questo disegno di legge.

Nocito. Accetto la sostituzione. Falconi, sotto-segretario di Stato per la grazia

e giustizia. Chiedo di parlare. Presidente. Ne ha facoltà. Falconi, sotto-segretario di Stato per la grazia !

e la giustizia. Due parole di risposta all'ono-revole Nocito.

Egl i vuole che all 'articolo primo di que-sta legge si usi la denominazione di reati anziché quella di contravvenzioni. Ma io lo prego di considerare che c |u0 s ^ a l e gg" e parla semplicemente di r i tardi , e quindi si t ra t ta di vere e proprie contravvenzioni. L'onorevole Nocito vorrebbe poi che si aggiungesse : « salve le disposizioni del codice penale ». Ma, da quel dotto penalista che è, egli sa che non è bene mettere questa r iserva in un articolo di legge.

Questo articolo deve contenere la dispo-sizione speciale, di cui ci occupiamo;, e che r iguarda, ripeto, semplicemente i r i tardi . Spet-terà al magistrato di decidere quando vera-mente vi sia stato il pericolo di un disastro, e sia perciò applicabile l 'articolo 312 del co-dice penale.

Quanto poi alia questione se debbasi dire multa ovvero ammenda, comprendo il pen-siero dell 'onorevole Nocito; ma lo prego di considerare che qui si t ra t t a di applicare il disposto di un articolo della legge dei la-vori pubblici. Ad ogni modo consento che si dica pene pecuniarie ; così si eviterà qualsiasi questione.

Presidente. Ha facoltà di par lare l 'onore-vole Nocito.

Nocito. Accetto la modificazione proposta perchè toglie ogni antinomia f ra la contrav-venzione e la multa. Quanto al l 'a l t ra osser-vazione dell 'onorevole Falconi, mi permetto di osservargli che l 'espressione « salve le pene maggiori » non è inut i le come a lui pare.

Questa espressione è usata spessissimo nel sistema delle nostre leggi penali, specialmente quando c 'è il pericolo ohe, giudicando di un reato, si ometta di colpirne uno mag-giore. Come tu t t i sanno, i r i tardi ferroviari , oltre che costi tuire un reato per le disposi-zioni della legge, che stiamo discutendo, pos-sono costituirne uno molto maggiore per vari a l t r i motivi, come più volte è accaduto; per esempio, per la qual i tà catt iva del combu-stibile adoperato (cui si deve il grande di-sastro dei Giovi da tu t t i lamentato), per in-sufficiente manutenzione del materiale rota-bile, delle strade, e via dicendo.

Tut t i questi motivi costituiscono gravi pericoli per l ' incolumità pubblica; ed è quindi opportuno chiamare il magistrato a giudi-carne, e ad esaminare se il r i tardo in un

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Atti Parlamentari — 102 — Camera dei Deputati LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

dato caso abbia costituito un pericolo per la pubblica incolumità.

Del resto, mi pare che con questo disegno di legge si t ra t t ino molto gent i lmente le So-cietà ferroviarie. I l Decreto, che è richia-mato nel presente^ì isegno di legge, ha un-maximum di mille lire per il caso più grave di r i tardo; e quindi non sarebbe inuti le met-tere avant i agli occhi di coloro, che trascu-rano il servizio, come non sia necessario aspettare il disastro per commettere un de-litto, ma che basta una omissione od un fatto, che faccia sorgere il pericolo d 'un disastro; e questa causa si potrebbe anche trovare in un ri tardo. Ad ogni modo, se il Ministero e la Commissione sono contenti dell 'opera loro, non voglio turbare il loro compiacimento.

Presidente. Ha facoltà di parlare l 'onore-vole Piccolo-Cupani.

Piccolo-Cupani, relatore. Accetto la modifica-zione proposta.

Presidente. Non essendovi altre osservazioni, pongo a part i to l 'articolo 1, che r imane così modificato:

Art . 1. — I r i tardi dei treni ferroviar i co-stituiscono contravvenzione nei sensi del Co-dice penale; e le pene pecuniarie stabil i te in base all 'articolo 317 della legge sui lavori pub-blici 20 marzo 1865 allegato F, dal Regolamento per la polizia, la sicurezza e la regolari tà dell 'esercizio delle strade ferrate approvato con Regio Decreto 31 ottobre 1875, n. 1687 (serie 2 a), sono applicabil i dal magistrato penale.

{E approvato). Art. 2. Di tal i contravvenzioni sono re-

sponsabili i Diret tori generali o Diret tor i di esercizio che legalmente rappresentano le Società esercenti, e sono puni t i con le multe anzidette.

Ha facoltà di par lare l 'onore vole ministro dei lavori pubblici»

Lacava, ministro dei lavori pubblici. Di concerto con l'onorevole relatore della Commissione proporrei in questo articolo, dopo le parole « Direttori generali o Direttori di esercizio » si ag-giungesse: « in qualità di legali rappresentanti delle Società esercenti, ed in tale qualità sono puniti con le pene pecuniarie anzidette ». La dizione parrebbe migliore: ma, se ciò sollevasse, difficoltà non insistiamo. (.Interruzioni).

L'onorevole relatore mi fa r i levare che le parole « che legalmente rappresentano le Società »

come dizione sono ancìie più chiare delle al-t re : « in qualità di legali rappresentanti ».

Non veggo in veri tà quale differenza possa esservi di f ra una dizione e l 'a l tra. (.Inter-ruzioni).

Del resto sono completamente indifferente a che si adotti l 'una o l 'a l t ra dizione, poiché con entrambe si esprime il concetto della re-sponsabili tà voluta dall 'articolo.

Rossi Enrico. Chiedo di pa r l a re . Presidente. Ne ha facoltà. Rossi Enrico. Mi pe rme t to di sottomet-

tere all 'onorevole ministro una semplice con-siderazione.

Siamo in materia penale ; ora penalmente nessuno può essere condannato nella rappre-sentanza di altri , ma ognuno è responsabile personalmente.

Con la formula dell 'emendamento, che l 'onorevole ministro propone, si infliggerebbe ai Direttori la pena nella qual i tà che rappre-sentano, ciò che per i pr incipi di dri t to pe-nale non sussiste. Quando essi cadono in colpa, anche per omissione a cagione delle loro fun-zioni, sono personalmente responsabili e pu-nibil i .

La formula quindi del disegno di legge in discussione deve essere mantenuta, perchè risponde al concetto, che ha determinato que-

i sta legge speciale; mentre con l 'emendamento ! si darebbe luogo ad equivoci, anzi si f rustre-! rebbe completamente lo spiri to della legge j ohe vogliamo votare. Quindi prego l 'ono-j revole ministro dei lavori pubblici di voler ! mantenere il testo dell 'articolo così come era i proposto dalla Commissione.

•Lacava, ministro dei lavori pubblici. Io non i ho nessuna difficoltà.

Facheris. Chiedo di parlare. Presidente, Ne ha facoltà. Facheris. Poiché pare che l 'onorevole mi-

: n is t ro e la Commissione r i torneranno al te-sto pr imit ivo ed abbandoneranno la proposta

| modificazione, desidererei che, invece delle parole : « con le multe anzidette » si adopras-

! sero le altre : « con le pene pecuniarie stabilite \ dall'anzidetto decreto », perchè nell 'articolo primo

si par la di multe e queste non sono, specifi-cate.

Pozzo SVlarco, della Commissione. Chiedo di parlare.

Presidente. Ne ha facoltà. Pozzo* SVlarco, della Commissione. Già nella

relazione ministeriale si conteneva il con-

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Atti Parlamentari — 103 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XX — 3 * SESSIONE — DISCUSSIONI —- TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

cetto che è stato espresso teste dall'onore-vole ministro ; imperocché si diceva che i direttori generali o i direttori di esercizio avrebbero risposto delle contravvenzioni, non in persona propria, ma in nome e per conto delle società che legalmente rappresentassero.

In seno della Commissione è stato discusso questo concetto della relazione ministeriale, tradotto in analoga disposizione del disegno di legge proposto dal Ministero ; ed appunto, per le considerazioni, che sono state svolte teste dal collega Eossi, si è rilevato, e la Commissione unanime ha consentito, che quel concetto non poteva corrispondere ai principi giuridici in materia di responsabi-lità penale; perchè questa necessariamente si individualizza, non essendo neppur conce-pibile che sia chiamata a rispondere penal-mente una società, ma solo potendo essere chiamato personalmente il responsabile. I l direttore, nel caso concreto, sarà chiamato a rispondere non in rappresentanza della so-cietà, ma in persona propria, per la sua colpa personale di nonaver regolato il servizio in modo da impedire i r i tardi dei treni.

Quindi ritengo che non possa assoluta-mente accettarsi, perchè antigiuridica, la mo-dificazione all 'articolo 2, che è stata ripro-posta dall'onorevole ministro, con la quale egli vorrebbe ritornare ad un concetto, che già fu respinto dalla Commissione.

Lacava, ministro dei lavori pubblici. Se l'ono-revole relatore, accetta di mantenere l 'arti-colo così come è proposto, io, ripeto, non ho nessuna difficoltà. La ragione per la quale en-trambi avevamo pensato di sostituire alle parole « che legalmente rappresentano le Società » quelle « in qualità di legali rappresentanti delle Società » non è veramente quella, che testé ha detto l'onorevole Pozzo Marco; ma era per avere una dizione, che si credeva migliore. Però, dal momento che si ritiene di espri-mere meglio il significato, il concetto della legge con la dizione proposta, non insisto, e prego il mio amico, onorevole Piecolo-Cu-pani, di non insistere.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onorevole relatore.

Piccolo-Cupani, relatore. .Ringrazio l'onore-vole ministro, e consento che la dizione del-l'articolo r imanga così come venne formu-lata dalla Commissione.

Presidente. Dunque l'articolo 2, per con-corde assenso fra il ministro e il relatore,

rimarrebbe come fu proposto, sostituendo alle parola « multe » le parole « pene pecu-niarie ». Però fu osservato che queste pene pecuniarie si dovrebbero riferire a quelle stabilite dal Decreto di cui sopra. Perciò effettivamente la formula dell'articolo sa-rebbe la seguente :

« Di tali contravenzioni sono responsabili i direttori generali e i direttori di esercizio, che legalmente rappresentano le Società eser-centi, e sono punit i con le pene pecuniarie stabilite nel Decreto anzidetto ».

Con questa dizione concordemente accet-tata, pongo a partito l'articolo 2.

(E approvato). Nella prossima tornata il disegno di legge

sarà votato a scrutinio segreto.

Presentazione di un disegno di legge.

Presidente. Ha facoltà di parlare l'onore-vole ministro dei lavori pubblici.

Lacava, ministro dei lavori pubblici. Mi onoro di presentare alla Camera un disegno di legge, che riguarda provvedimenti definitivi per gli Is t i tut i di previdenza del personale ferroviario. Propongo che sia mandato agli Uffici.

Presidente. Dò atto all'onorevole ministro della presentazione di questo diségno di legge, che sarà stampato e distribuito, e se-guirà la procedura ordinaria degli Uffici.

Interrogazioni e interpellanze.

Presidente. Prego gli onorevoli segretari di dar lettura delle domande di interrogazione e di interpellanza pervenute alla Presidenza.

Lucifero, segretario, legge:

« I l sottoscritto chiede d'interrogare l'ono-revole ministro dei lavori pubblici per co-noscere se gli agricoltori e i proprietari dei terreni situati in destra del canale Diversivo di Burana, possono, dopo cinque anni di vana attesa, sperare che il Governo provveda ad evitare che quel canale, che fu costruito per prosciugare, allaghi invece i terreni che fu-rono sempre asciutti e fertilissimi.

« Agnini. »

« I l sottoscritto chiede d'interrogare l'ono-revole ministro dell 'interno per sapere se in-tenda adottare un qualche provvedimento

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Atti Parlamentari - 104 - Camera dei Deputati LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

t ransitorio onde la legge sul pagamento degli s t ipendi dei medici condotti abbia un effetto immediato.

« Mancini. » « I l sottoscritto chiede d ' in ter rogare l'ono

revole ministro del tesoro per sapere se in-tenda modificare l 'articolo 4 della legge 11 luglio 1889, n. 6216, r iguardante gli appal t i sui lavori pubblici delle Società cooperative di produzione e lavoro.

« Sani. »

« I l sottoscritto chiede d ' interrogare l'ono-revole ministro delle finanze per sapere se incenda di provvedere nel 1900 all 'accerta-mento dell ' imposta sui reddi t i dei fabbricat i oppure di presentare modificazioni al l ' impo-sta suddetta nell ' interesse, della giustizia e dei contribuenti .

« Sani. »

« I l sottoscritto chiede d ' in terrogare il minis t ro dell ' interno sul l 'a t tendibi l i tà di certe smenti te ufficiose, relat ive a mal t ra t tament i f a t t i subire ad alcuni detenuti , nel carcere di Regina Coeli.

« De Felice-Giuffrida. »

« I l sottoscritto chiede d ' in te r rogare il ministro di grazia e giustizia, per sapere quando intenda at tuare le promesse fatte, in favore dei funzionari i di cancelleria.

« De Felice-G-iuffrida. » « I l sottoscritto chiede d ' in terrogare il

ministro del l ' i s t ruzione pubblica sui motivi che consigliarono il grave provvedimento della chiusura dell ' Universi tà di Palermo.

« Lampiasi . » « I l sottoscritto chiede d ' interrogare i mi-

nis tr i di agricoltura, industr ia e commercio e della pubblica istruzione per sapere se dopo la concessiene fa t ta con Reale Decreto al l ' Is t i tuto agrario di Perugia circa le lauree non credono necessario di stabilire rigorose condizioni pel conseguimento del titolo dot-torale, affinchè con soverchie facilitazioni non si comprometta la serietà dell ' insegna-mento e non si stabilisca una concorrenza dannosa agli Is t i tu t i governat ivi congeneri.

« Morelli-Gualtierotti , »

« I l sottoscritto chiede d ' interpel lare l'ono-revole ministro di agricoltura sulla nuova fase della questione fìllosserica.

« Mancini. » Presidente. Le interrogazioni seguiranno il

corso regolamentare. Quanto alle interpel-lanze, i minis t r i a cui sono diret te dichia-reranno domani se e quando intendono ri-spondervi.-

In tanto prego l 'onorevole presidente del Consiglio di dichiarare se accetta le due in-terpellanze, delle quali ieri è stata data co-municazione.

Pelioux, presidente del Consiglio. I l Governo accetta l ' interpel lanza presentata ieri dagli onorevoli Valli Eugenio e l 'a l t ra presentata dagl i onorevoli Ronchett i e Ghigi, e vi ri-sponderà quando verrà la lor volta. Però non può accettare la interpel lanza „presen-tata pure ieri dall 'onorevole De Felice-Giuf-f r ida sul processo Notarbartolo. La Camera comprenderà come io, per ora, non possa ac-cettare questa interpellanza.

Sull'ordine dei lavori. Giolitti. Chiedo di parlare. Presidente. Ne ha facoltà di parlare. Giolitti. Desidererei sapere dall 'onorevole

presidente e dal Ministero quando incomin-cerà la discussione dei bilanci. È evidente che questo è l 'argomento più urgente di tu t t i ; e non vedo anche ora neppure uno dei bilanci inscri t t i nel l 'ordine del giorno. Poiché, molto opportunamente, i bilanci furono r ipresi allo stato di relazione, mi pare che non debba essere difficile cominciare prontamente questa discussione.

Presidente. Onorevole Giolitti , le faccio os-servare che è vero eh© si potrebbero r ipren-dere alcuni bilanci allo stato di relazione; ma che la Giunta del bilancio at tuale non è quella della Sessione precedente. Bisogna quindi che anche quei bilanci, dei quali sono già in pronto le relazioni, siano esaminati dalla Giunta, la quale deve approvare le re-lazioni pr ima che vengano in discussione alla Camera.

Mi consta però che qualche bilancio è già quasi in pronto ; di guisa che posso quasi im-pegnarmi di inscriverlo nell 'ordine del giorno della tornata di martedì della set t imana ventura,

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Atti Parlamentari — 105 — Camera dei Deputali

LEGISLATURA XX — 3 a SESSIONE — DISCUSSIONI — TORNATA DEL 2 1 NOVEMBRE 1 8 9 9

G i o ì itti. Domando di parlare. Presidente. N e h a f a c o l t à . G i o l i t t i . A me pare un po' lungo che due

settimane passino senza che si cominci a t ra t tare quell 'argomento, che il Ministero, per bocca del più alto potere dello Stato, ci ha raccomandato come il più urgente. Ad ogni modo, non ho obiezioni da fare, e rin-grazio l'onorevole presidente delle informa-zioni, che mi ha dato.

P r e s i d e n t e . Debbo notare che appena oggi si è costituita la Commissione del bilancio, e che, per conseguenza, da oggi soltanto de-corre il tempo uti le per la discussione dei bilanci.

Dichiaro chiusa la votazione. Gli scrutatori, che hanno proceduto al

primo scrutinio, sono invi ta t i a r iunirsi per procedere allo spoglio delle schede.

Domani alle 14 la Camera è convocata in Comitato segreto per discutere intorno ai provvedimenti da prendersi per l 'Aula delle nostre adunanze.

Posdomani alle 14 seduta pubblica. La seduta è levata , alle ore 17,40.

Ordine del giorno per la seduta di domani.

Discussione intorno alle condizioni del" l 'Aula per le adunanze della Camera dei de-putati .

Ordine del giorno per la sedula di giovedì.

1. Interrogazioni. 2. Votazione a scrutinio segreto dei dise-

gni di legge : .Riconoscimento dell ' impresa dell 'Agro

Eomano come Campagna nazionale. (60) Estensione del servizio di navigazione

affidato alla Società Puglia nell 'Adriatico. (2) Modificazioni alla legge sulle servitù

mili tari . (7) Passaggio della Regia marina al Regio

esercito di talune categorie di mil i tar i in congedo. (8)

Provvedimenti di polizia ferroviaria ri-guardant i i r i tardi dei treni. (51)

8. Discussione del disegno di legge : Par-tecipazione dell ' I ta l ia all 'Esposizione Uni-versale di Par igi del 1900. (1)

4* Discussione intorno allo schema di in-dirizzo in risposta al discorso della Corona. (Doc. 1).

PROF. A v v . LUIGI RAVANI Direttore dell'ufficio di revisione.

Roma 1899 — Tip. della Camera dei Deputati.

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