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TITOLO DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO A PICCOLI PASSI VERSO LA PACE MOTIVAZIONE Analisi del contesto LA SEZIONE La sezione D a me affidata, è formata da 22 alunni di cui 12 maschi e 10 femmine e nel totale 12 allievi sono provenienti da diverse nazionalità. Quasi tutti tranne una bambina indiana, (inserita da poco), comprendono e parlano la lingua italiana,anche se con inflessioni tipiche della lingua madre e con una sintassi non perfettamente adeguata. Il clima all’interno della sezione è sereno, non risultano problemi di accettazione. Risultano invece scarse le capacità di ascolto, di attenzione e concentrazione, spesso queste ultime condizionate dalla vivacità dei bambini e da situazioni rumorose specialmente nel gioco libero. A volte si verificano situazioni conflittuali legate all’utilizzo di giocattoli e capita che qualcuno viene escluso (seppur non un elemento specifico, ma casuale) dai giochi simbolici liberamente organizzati. Si generano spesso conflitti, soprattutto tra Ci, C, che poi coinvolgono anche gli altri elementi della classe. Per la gestione di tali conflitti gli alunni fanno riferimento all’adulto e non tentano

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TITOLO DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO

A PICCOLI PASSI VERSO LA PACE

MOTIVAZIONE

Analisi del contesto

LA SEZIONE

La sezione D a me affidata, è formata da 22 alunni di cui 12 maschi e 10 femmine e nel totale

12 allievi sono provenienti da diverse nazionalità.

Quasi tutti tranne una bambina indiana, (inserita da poco), comprendono e parlano la lingua

italiana,anche se con inflessioni tipiche della lingua madre e con una sintassi non

perfettamente adeguata.

Il clima all’interno della sezione è sereno, non risultano problemi di accettazione. Risultano

invece scarse le capacità di ascolto, di attenzione e concentrazione, spesso queste ultime

condizionate dalla vivacità dei bambini e da situazioni rumorose specialmente nel gioco libero.

A volte si verificano situazioni conflittuali legate all’utilizzo di giocattoli e capita che qualcuno

viene escluso (seppur non un elemento specifico, ma casuale) dai giochi simbolici liberamente

organizzati.

Si generano spesso conflitti, soprattutto tra Ci, C, che poi coinvolgono anche gli altri elementi

della classe. Per la gestione di tali conflitti gli alunni fanno riferimento all’adulto e non tentano

di trovare soluzioni in modo autonomo. Non sempre si rispettano le regole del vivere comune.

Ottime le capacità di memorizzazione e buona l’autonomia nell’organizzare attività e gestire i

vari momenti di vita scolastica. Ben organizzati nel riordino dei materiali.

Argomento Generativo

La cultura della Pace

Idee Chiave

L’educazione alla pace si

fonda e si auto-alimenta su

principi di valore quali il

rispetto reciproco, la

tolleranza, la convivenza.

Il dialogo può risolvere più

efficacemente della

”violenza” anche le

quotidiane situazioni di

conflitto .

Promuovere la non

violenza come strumento

per costruire convivenze

pacifiche, atteggiamenti di

cooperazione anziché di

prevaricazione e/o

antagonismo.

Il libro e la sua costruzione

Domande Guida

1. Come si fa ad essere

amici?

2. Che cos’è la guerra?

3. Quando c’è pace?

4. Come si fa a stare in

pace?

5. Come si costruisce un

libro che parli di pace?

OBIETTIVI

Obiettivi formativi:

Saper trovare strategie per vivere in armonia con gli altri e gestire in conflitti in maniera

pacifica.

Obiettivi specifici:

Essere disponibili verso gli altri in modo collaborativo e condividere le esperienze.

Rispettare le regole di un gioco

Riflettere sulla diversità e coglierne il valore

Acquisire atteggiamenti di cooperazione al fine di perseguire obiettivi comuni

Imparare a gestire il proprio movimento nel rispetto di quello del gruppo

Riconoscere, descrivere e condividere le emozioni

Rielaborare emozioni e sentimenti per una migliore relazione sociale

Utilizzare in modo adeguato il linguaggio del corpo per superare situazioni di incomprensione e

di conflittualità

Utilizzare in modo adeguato il linguaggio verbale per dare indicazioni e spiegazioni

Traguardi di competenza:

Rispetta le regole del vivere sociale a scuola

Interagisce positivamente con i compagni

Esprime emozioni con linguaggi diversi

Compiere semplici operazioni logico matematiche

Conoscenze:

differenza tra poesia, filastrocca, racconto.

Struttura di un racconto

Riconoscimento ed uso della sequenza ieri, oggi, domani

Concetto di differenza nelle operazioni matematiche

Riconoscimento di indicatori topologici nello spazio grafico e vissuto

Trasferimento di quanto appreso nel libro

Abilità:

Mettere in sequenza grafica un racconto

Ritagliare immagini

Utilizzare in modo adeguato i materiali (colla, pennarelli, etc)

Mettere in rima parole

Spiegare verbalmente il significato di alcune parole, immagini.

Spiegare verbalmente le regole ed il funzionamento di un gioco

Utilizzare in maniera corretta lo spazio grafico

Contare in senso progressivo

Abilità sociali:

Attivare atteggiamenti di interdipendenza positiva

Attivare atteggiamenti di interazione promozionale faccia a faccia

Saper gestire un conflitto

Parlare a bassa voce

Rispettare il turno di parola

Saper chiedere e dare aiuto

VALUTAZIONE

Compito di prestazione

Produzione: “Il libro della pace”

Motivazione: Preparare un libro che aiuti i bambini che il prossimo anno verranno a scuola a

stare bene insieme.

Osservazione

Come valuto le conoscenze

rubrica di valutazione

Come valuto le abilità

Osservazioni occasionali e sistematiche , produzioni

CONTENUTI e MATERIALI

Concetto di pace e concetto di guerra. Funzione della regola sociale. Consapevolezza dello

spazio grafico e fisico. Consapevolezza e gestione delle emozioni.

Materiale di facile consumo, schede didattiche.

METODOLOGIE

Cooperative Learning

Lezione Frontale

Conversazioni cliniche

Brainstorming

VIVERE E CONVIVERE COME?

L’ esperienza cognitiva, affettiva e motoria del bambino della Scuola dell’Infanzia si

forma al carattere dell’egocentrismo proprio dell’epoca evolutiva in essere.

Lo stesso contesto scolastico viene vissuto dal bambino quale estensione attutiva del

proprio “principio del piacere” ( Freud ) di gran lunga predominante su quello “di

realtà” (Freud ). Tuttavia, è proprio l’esperienza di tipo normativo, per l’appunto

quella offerta dalla famiglia e dalla scuola, a scandire l’evoluzione dello sviluppo

intellettivo, morale e sociale del bambino nella direzione della costruttività.

In tal senso, le regole diventano volano per realizzare convivenze civili – imparando a

rispettare gli altri, adulti e bambini, gli ambienti, gli oggetti – e per maturare le

capacità di condivisione, comprensione e cooperazione al fine dello sviluppo di

atteggiamenti di disponibilità e solidarietà nella costruzione della conoscenza.

In “Pensiero e linguaggio” Vygotskij ( 1934 ) afferma che “l’apprendimento umano

presuppone una natura sociale specifica e un processo attraverso il quale i bambini si

inseriscono gradualmente nella vita intellettuale di coloro che li circondano”.

Realizzando equilibri continui tra dinamiche di assimilazione e di accomodamento

(Piaget) su un piano sociale oltre che cognitivo, i bambini raggiungono compromessi

tra le proprie ed altrui esigenze.

TEMPI: marzo - maggio

Fase 1 RISPETTARE LE REGOLE DEL GIOCO

Proposta operativa:

Individuare il gioco che si preferisce e descriverlo agli altri.

Illustrare a livello individuale il gioco preferito descrivere le regole del gioco

Attivare il gioco scelto (4 giochi ogni giorno) coinvolgendo i compagni

Riconoscere i parametri dello spazio fisico che il gioco richiede

Verbalizzare e riprodurre graficamente la sequenzialità logica richiesta dal/i gioco/i

Costruzione di una filastrocca sulle regole del giocare..

Cosa fa il docente Cosa fanno i bambini

Intervista: Qual è il gioco che preferisci?

Annota le scelte dei bambini

Mette in evidenza le uguali preferenze

Invita coloro che hanno scelto lo stesso

gioco a riflettere se ne conosce un altro

che gli piace allo stesso modo per avere

più giochi a disposizione

Osserva l’efficacia delle istruzioni per i

giochi e interviene chiedendo chiarimenti

qualora non risultassero comprensibili al

gruppo

Brainstorming:

perché durante il gioco qualche volta

litighiamo?

Come si fa a mantenere la pace durante

il gioco?

Che cosa vi fa arrabbiare?

Perchè vi arrabbiate se non vincete?

Individuano il gioco preferito in

situazione di grande gruppo

Illustrano individualmente il gioco scelto

a livello grafico

Descrivono il gioco e le sue regole al

gruppo sezione

Si gioca: ognuno guida il gioco scelto.

Possono aiutare il compagno suggerendo

come rendere più chiara e comprensibile

l’istruzione.

Seduti in cerchio riflettono, rispondono

alle domande passandosi un gomitolo di

lana come mezzo per aiutarli a rispettare

il turno di parola.

Rubrica di valutazione

È capace di spiegare e dare indicazioni verbalmente per l’esecuzione di un

gioco:

In maniera

chiara e precisa senza

tralasciare passaggi

sequenziali

In modo

chiaro ma saltando alcuni

passaggi

In modo

abbastanza chiaro con

l’aiuto dell’insegnante

In modo

confuso e non efficace senza

rispettare la sequenzialità

dei passaggi

4 3 2 1

Sa produrre parole in rima

Sa mettere in

rima parole con sicurezza

Non sempre è

in grado di mettere parole

in rima

Produce parole

in rima con l’aiuto

dell’insegnante

Non è in grado

si produrre parole in rima

4 3 2 1

COS’È SUCCESSO….

I giochi scelti Le istruzioni

SCATOLINE CHIUSE

Si può fare in tanti.

Quando la maestra dice “scatoline

chiuse”, i bambini si chiudono con le

gambe piegate con i piedi a terra, la

testa appoggiata sulle mani, se le

scatoline non sono chiuse bene la

maestra non dice quello che uscirà, poi

quando sono chiuse bene dice “le

scatoline si aprono ed escono

tanti…coccodrilli!” e i bambini fanno le

imitazioni.

I bambini non si devono toccare.

Quando dice scatoline chiuse i

bambini si chiudono subito.

IL NAUFRAGIO

Si può fare in tanti

Un bambino bendato fa la nave e gli

altri bambini seduti fanno gli scogli, il

bambino deve attraversare il mare

senza toccare gli scogli, sennò fanno

splash per indicargli il pericolo e

guidarlo.

DIAMO LA CACCIA AL BRUCO

Si può fare in tanti

Sono tanti bruchi ed una strega

Serve la canzone “Diamo la caccia

al bruco”

I bruchi scappano solo quando la

canzone dice diamo la caccia al

bruco, poi, quando la strega li

acchiappa, si devono fermare, ma

anche la strega si deve fermare

quando la canzone dice solo

bruco bruco…il bambino che non si

ferma sbaglia e allora viene eliminato.

SALTA SALTA CONIGLIETTO

Si può fare in tanti

Giocano due bambini alla volta, gli

altri cantano la canzone salta salta

coniglietto.

Un bambino si mette la corona e fa il re

e sta seduto, sceglie un coniglietto che

salta a piedi uniti intorno al re, si canta

poi si sta zitti, il re nasconde il tesoro

(un piccolo oggetto) in un pugno e se il

coniglietto trova il tesoro diventa re,

invece se non lo trova torna a posto.

Non bisogna guardare o aprire il

pugno per vedere dove sta il

tesoro.

Il re da la corona al coniglietto che

trova il tesoro.

IL SERPENTE

Si gioca in tanti

Si canta la canzone del serpente

I bambini si danno la mano senza

mai staccarsi sennò il serpente si

rompe. Si fa un percorso che

costruisce la spira. Ci si ferma quando

si è arrivati, poi si va indietro

srotolando il serpente.

GATTO GATTONE

Si gioca a turno in due

Serve la filastrocca gatto gattone

IL bambino scelto chiama un amico e gli

dice “scelgo …(e dice il nome del

compagno) a fare il (può fargli fare o il

gatto o il topo)…”

Il gatto si mette a dormire, quando il

topo gli dice “gatto gattone cosa fai nel

tuo lettone? Se i gatti dormono i topi

ballano” .. il gatto risponde “ Si sono un

dormiglione ma ora ho fame, voglio fare

colazione!” Allora il gatto deve prendere

il topo. Il topo per salvarsi deve tornare a

sedersi al suo posto

Il gatto deve terminare la frase

prima di scappare;

non si corre veloci se lo spazio non è

libero e fare attenzione,

Il gatto può fare fino a sei giri per

prendere il topo. Quando il topo va

subito sulla casina il gatto non si

deve arrabbiare.

CAPRETTA NON USCIRE

Si gioca in tanti

Si deve cantare la canzone “il lupo e la

capretta”

I bambini si mettono in cerchio e fanno il

recinto. Un bambino tirato a sorte fa la

capretta e si mette dentro al cerchio, un

altro sempre tirato a sorte si mette fuori e

fa il lupo. La capretta deve cantare prima

di scappare ed uscire dalla porticina che si

aprirà sciogliendo le mani di due bambini.

Il lupo deve cercare di prenderla e la

capretta deve rientrare nel recinto che si

chiuderà e non lascerà passare il lupo.

La capretta deve rientrare prima del

lupo, e può rientrare solo passando da

quella porticina da cui era uscita.

Se il lupo non prende la capretta si

cambia bambino lupo, se la capretta

viene presa si cambia bambino

capretta…

INSIEME CON IL CORPO

Si gioca in coppia e possono

partecipare tante coppie.

Si fa finta di stare attaccati con la parte del

corpo che dice la maestra.

OH BAMBINO PICCOLINO

Si gioca tre alla volta

Un bambino fa il piccolino e si mette in

ginocchio con la testa sopra le gambe del

bambino che fa la mamma e nasconde il

viso perché non deve vedere chi bussa e lo

chiama. La mamma deve chiamare un

bambino indicandolo solo con il dito.

Questo deve bussare alle spalle del

“piccolino” e chiamarlo. Il piccolino deve

riconoscere dalla voce chi lo ha chiamato.

Se indovina vince.

Non si deve vedere il bambino che

bussa;

prima di girarsi il piccolino deve

aspettare che il bambino che lo ha

chiamato si siede;

si deve stare in silenzio quando il

bambino chiama il piccolino altrimenti

il bambino che deve indovinare non

sente bene la voce.

CON LE BAMBOLE

Non si litiga e non si rompono le

bambole e i vestitini quando finiamo

si mettono ordinati, anche le bambole

CIUCCIUCCIA

Filastrocca ciuciuciia

In tanti

I bambini si mettono in cerchio cantano e

devono fare i movimenti che dice la

filastrocca

CON I CERCHI

Servono i cerchi

Giocano tanti bambini quanti sono i

cerchi più uno

Quando c’è la musica si corre senza

spingere intorno ai cerchi, poi quando

la musica smette si va nel cerchio, chi

resta senza è eliminato

Allora si toglie un cerchio. Il gioco

continua finche non restano due

bambini ed un cerchio.

Chi per primo entra nel cerchio vince.

Si corre tutti nella stessa direzione

per evitare di andare a sbattere con

i compagni.

Quando c’è musica non si possono

toccare i cerchi con i piedi

PER STARE IN PACE QUANDO GIOCO…

Ins. Perché qualche volta durante il gioco litighiamo?

E. “Per avere il gioco!”.

C. “Se qualcuno gli piace la costruzione, dopo uno lo prende in mano e un altro glielo

prende e vuole il gioco dell’altro compagno”.

N. “E poi.. litighiamo e ci diamo i cazzotti”.

A. “Però se il compagno ha una cosa bella, tutti vengono a prenderla e litigano e non

dicono per favore”.

H. “Si, perché una cosa se l’ho presa io e la vuole qualcuno, dopo un bambino me la

prende davanti”

Ins. Cosa significa te la prende davanti?

H. “Che se non mi sbrigo me la prende prima lui e poi non me la dà”

O. “Perchè non la vuole prestare!”

D. “Si ma lui mi ruba il gioco!”.

Ins. E questo ti fa arrabbiare?

D. ”Si.. mi fa arrabbiare perché se ce l’ho io….non me lo deve rubare”

S. “Io non mi arrabbio mai!”.

Ci. “E si.. ci diamo le spinte per arrivare primi e scegliere i giochi”.

C. “Se mi spingono dietro è perché sono furbi!”

Ins. In che senso? Come se ti danno le spinte dietro? Perché sono furbi?

C. “ Che quando corro per arrivare primo uno ti da una spinta perché così arriva prima lui

e allora vuole fare il furbo…”

Ins. E ti piace quando vogliono fare i furbi? Lo fai anche tu?

Il bambino non risponde e sorride

M. “Io mi arrabbio se faccio una bella costruzione, dopo mi portano via i pezzi così si

rompe!”.

G. “Sì ma mi rubano sempre i giochi e con poche costruzioni non posso fare la torre”.

N. “ Poi litighiamo per i libri”.

C. “E poi si rompono!”.

I. “Perché li tirano e quelli si strappano perché vogliono vincere sempre!”.

C. “Anche tu ti arrabbi se non vinci!”.

I. “Non è vero!”.

M. “Siii.. torni a posto e fai la faccia brutta!”.

Ins. Solo lui fa la faccia brutta quando si arrabbia..?

M. “No.. a tutti se si arrabbia viene la faccia brutta..

O. “A. una volta ha guardato nel pugnetto per trovare il tesoro, non vale! Io mi sono

arrabbiato”.

M. “Quando prendo il puzzle e dico “non toccare”, invece arriva qualcuno e me lo

rompe!”.

E. “Io mi arrabbio con A. perché vogliamo la stessa bambola!”.

M. “Anche il volante!”.

C. “Lo vuoi sempre tu, e la maestra lo mette in alto così non lo prende nessuno!”.

A. “Sì però S. qualche volta li tira i giochi e non ci fa arrabbiare ma ci fa male”.

Ins. Vi arrabbiate se non vincete?

A. “ Il topo corre troppo veloce e io non riesce a prenderlo”;

C. “Il lupo vuole sempre acchiappare la capretta però se la capretta scappa non ce la fa!”;

M. “Il bruco non si ferma se la strega lo tocca; e perchè vuole vincere!

Mt. “Lui vuole sempre arrivare prima nel cerchio!”

Ins. Ma se non vincete voi vi sentite arrabbiati?

A. “No.. però ci dispiace che non siamo stati bravi”

S. “ .. e poi certe volte se non vinco mi viene da piangere”

I “.. perché quando non vinci.. è brutto! Però non fa niente”

Ins. Ma è importante quando si gioca vincere?

N. “chi non vince non si arrabbia, vince domani!”.

Ins. Come si fa a mantenere la pace durante il gioco?

H. “Chiede per piacere me lo puoi prestare per favore? oppure posso giocare con te?”.

C. “Sì , ma non vogliono lasciare il gioco!”.

Ci “Però si chiede per favore!”.

G. “Si gioca senza litigare”.

M. “Non si rompono i giochi dei compagni!”.

A. “I maschietti litigano di più! Quando giocano si danno le spinte!”.

C. “Si fa insieme, e i giochi non si tirano!”.

A. “ Non si litiga per avere lo stesso gioco,si fa insieme”, un po’ io un po’ tu!

D. “ Io chiedo sempre per piacere, non litigo mai!”.

E. “Anch’io non litigo! Si gioca senza farsi i dispetti!”.

Ins. Ma come si deve fare per non arrabbiarsi più quando si gioca?

I “.. Non si deve fare i furbi…”

H. “ E poi si deve fare bene il gioco..”

Ins. Cosa significa fare bene il gioco?

H Che se tu non devi guardare prima.. devi aspettare..

M “Si.. e se si deve dire la canzone.. bisogna finirla prima di correre”

Mt “ E poi se uno cià un gioco.. mica glielo devi rubare..”

Ins. Che ne dite .. potremmo fare un cartellone che ci ricordi sempre quali sono le

regole che decidiamo per giocare bene senza litigare?

Bambini: “Si Si” etc

Sono state individuate dai bambini quali regole per “giocare bene”:

1 Non arrabbiarsi quando si perde

2 Tenere i giochi un po’ ciascuno e non scegliere sempre lo stesso gioco

3 Decidere a turno quale gioco fare

4 Non rompere i giochi degli altri

5 Giocare con tutti i bambini

6 Usare parole gentili e non parole offensive

Dopo l’individuazione e la costruzione del cartellone con le suddette regole, l’insegnante

propone ai bambini di costruire:

Un motto per che rappresenti il senso del lavoro fatto

Una filastrocca per le regole del gioco

GIOCAR BENE E’ IL NOSTRO MOTTO

PROVIAMO A METTERE IN RIMA LE REGOLE DEL GIOCO

La consegna è stata quella di costruire una filastrocca in rima con le regole per giocare bene che sono state individuate e nella costruzione di numerare le

stesse. Questo per accostare i bambini al contare. I bambini, a partire dall’imput dato dall’insegnante, hanno cominciato a costruire la filastrocca.

All’inizio c’è stata un po’ di difficoltà nel comprendere il meccanismo delle frasi in rima, seppure erano abbastanza esperti con le parole in rima. Poi però,

hanno compreso il meccanismo e si sono divertiti tanto ad inventare, concordare, discutere sul significato delle parole ed infine. Alla fine della

costruzione i bambini avevamo già memorizzato il prodotto che tuttora ricordano perfettamente.

Per ultimo i bambini hanno colorato il loro “motto” che poi è stato appeso alla parete.

La filastrocca:

IL GIOCO PER LA PACE

REGOLA NUMERO 1;

QUA NON PERDE MAI NESSUNO!

REGOLA NUMERO 2; LE MIE COSE SON LE TUE!

REGOLA NUMERO 3; ORA SCEGLIERE TOCCA A TE!

REGOLA NUMERO 4;

NON ROMPO I TUOI GIOCHI .. FOSSI MATTO!

REGOLA NUMERO 5;

GIOCO BENE SEMPRE OVUNQUE!

REGOLA NUMERO 6;

TU MI PIACI COME SEI!

REGOLA NUMERO 7; NON SI DICONO PAROLE BRUTTE!

REGOLA NUMERO 8; GIOCAR BENE E’ IL NOSTRO MOTTO!

REGOLA NUMERO 9;

ORA ABBIAMO FATTO LE PROVE;

10 PASSI VERSO LA PACE

PER UN MONDO CHE…CI PIACE!!!

Fase 2- LE PAROLE DELLA PACE, LE PAROLE DELLA GUERRA

Individuare comportamenti e parole che connotano comportamenti amichevoli e non.

Racconto: L’insalata brontolona

Conversazione:

domande guida: cosa non permetteva all’insalata di avere amici?

Perché gli animaletti non andavano più a trovarla?

E che cosa hanno fatto poi gli animaletti?

Erano contenti?

A volte ci succede a scuola di comportarci come l’insalata e gli altri animaletti?

Quali sono le parole e i gesti che ci fanno star male?

(raccolta delle parole e i gesti negativi)

Drammatizzazione del racconto

Come potremmo aiutare il calabrone a risolvere la situazione?

Attività di pregrafismo: Come si muovono gli animaletti del racconto (prima a livello motorio,

poi sul tridimensionale e infine grafico)

Attività CL.: costruzione della carta a T

Estrapolazione di regole condivise da inserire nel libro della pace

Drammatizzare il racconto mettendo in atto le strategie di comportamento pacifico individuate

Cosa fa il docente Cosa fa il bambino

Racconta la storia “ L’INSALATA

BRONTOLONA”

C’era una volta, in un orto, un’insalata brontolona.

Ogni volta che qualche animaletto le si avvicinava,

diceva: “Uffa, lasciatemi in pace! Stammi

lontano…mi disturbi… voglio dormire.

Così la formica, la coccinella, il vermetto e la

coloratissima farfalla, che andavano spesso da

quelle parti, non si avvicinarono più a lei per non

essere maltrattate.

Però, dopo qualche giorno, si riunirono e decisero

di dare una lezione all’insalata brontolona. La

formica cominciò a fare dei buchetti intorno al

terreno della piantina…la coccinella si avvicinò a lei

e cominciò a dirle parole brutte:

“Scema..scema!!... sciocchina… verdona… brutta…

cattiva!!”

La farfalla cominciò a sventolare veloce, veloce,

velocissima le sue grandi ali colorate per far vento

Ascoltano la storia

Fanno ipotesi di soluzione alla richiesta di

aiuto dell’insalata

Analizzano i personaggi e i comportamenti e li

disegnano in coppia

I disegni serviranno anche ad illustrare la

storia che verrà inserita nel libro della Pace

Progettano e creano i costumi che serviranno

a drammatizzare la storia

Individuano il ruolo che vogliono interpretare

Drammatizzano la storia

e disturbare l’insalata. Un calabrone, che dormiva

tranquillo e beato su un fiore poco lontano, fu

svegliato dal pianto dell’insalata e dalle grida degli

altri animaletti.

Nell’orto era successo un bel pasticcio!! Il

calabrone pensò a quanto era bello quando

nell’orto regnava la pace e tutti si volevano bene e

vivevano contenti. L’insalata piangeva e si

lamentava: mi hanno fatto tutti quei

dispetti…..nessuno mi viene più a salutare, tutte le

mie compagne hanno amici e io no!! Il calabrone si

avvicinò a lei e le disse: “Cara insalata, tu , in

passato, hai più volte trattato male gli animaletti

dell’orto che si avvicinavano a te…..ed ora….”

“Hai ragione” disse l’insalata “ora mi sento sola e

triste, chi mi aiuta a trovare una soluzione?”

Ins…AIUTIAMO NOI IL CALABRONE A TROVARE

UNA SOLUZIONE PER FAR TORNARE LA PACE

NELL’ORTO….

Guida la conversazione e raccoglie le ipotesi

Organizza il setting per la progettazione e la

costruzione dei costumi ( Immagini reali

riferite ai personaggi della storia, carta di

vario tipo e colore)

Avvia una discussione per la riflessione su

situazioni reali che non permettono di stare

sempre bene insieme e richiede ai bambini di

trovare una soluzione a tale problema.

Domande:

A volte ci succede a scuola di comportarci

come gli animaletti e l’insalata?

Quali sono le parole e i comportamenti che ci

fanno star male?

Individuano i comportamenti e le parole che

fanno sta male

Propongono comportamenti e parole che

fanno star bene

Costruiscono una carta a T sui comportamenti

per stare bene insieme

Cosa è successo…

Conversazione guidata

Cosa non permetteva all’insalata di avere amici?

Perché gli animaletti non andavano più a trovarla?

Che cosa hanno fatto poi gli animaletti.. erano contenti.. hanno fatto bene?

Raccogliamo le risposte dei bambini:

“Perché a tutti diceva lasciami in pace”

“Si scoccia e manda via tutti”

“Perché gli amici si sono arrabbiati”

“Cacciava gli insetti, era sgarbata e poco gentile”

“Gli amici decidono di fare i dispetti all’insalata”

“Tutti iniziano a fare casino.. baccano!”

“L’insalata comincia a pensare e poi inizia a piangere!!”

“Un calabrone si avvicina all’insalata e le ricorda che lei non si è comportata bene”

“Gli animaletti non erano contenti per quello che avevano fatto, perché i dispetti non si

fanno”

A volte ci succede a scuola di comportarci come l’insalata e gli altri animaletti?

“Quando si gioca con la cucina un bambino vuole giocare anche se non c’è posto”

“ Se un bambino chiede aiuto noi rispondiamo che non abbiamo voglia”

“ Si va dalla maestra a lamentarsi”

“ Se non c’è posto sulla panchina si cacciano i compagni”

“ Vuole il volante…ma non glielo do’ perché ce l’avevo io”

Quali sono le parole e i gesti che ci fanno star male?

“Se gli amici mi dicono le cose brutte io ci sto male e mi sento dispiaciuto”

“Se mi ruba il gioco mi arrabbio”

“Se non mi fanno giocare con loro ci rimango male”

“Quando mi dicono non sono più tuo amico!”

L’ ipotesi di soluzione concordata al problema dell’insalata è stata…

“… deve andare dagli animaletti e chiedere scusa del suo comportamento! Anche gli animaletti

però chiedono scusa all’insalata e tornano amici”

LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA STORIA

COSTRUIAMO UNA PAGINA DEL LIBRO

Individuiamo insieme ai bambini comportamenti e parole che connotano

atteggiamenti amichevoli e non.

Comportamenti non amichevoli Comportamenti amichevoli

Dare i calci Dare una carezza

Tirare i capelli Chiedere scusa

Dare pizzicotti Abbracciare

Voler vincere per forza Essere amici

Strappare i giochi dalle mani Prendersi per mano

Fare la linguaccia Giocare insieme

Fare lo sgambetto Fare solletico

Non voler ascoltare Dire per piacere

Non salutare Lavorare insieme

Non spingere per terra Dare un fiore

Scarabocchiare i fogli dei compagni Dire paroline gentili:

Dire parole brutte ti voglio bene, per favore,

E PER RICORDARCI I COMPORTAMENTI AMICHEVOLI CHE CI FANNO STAR BENE

insieme…

Costruzione della carta a T È stato interessante notare che durante la costruzione della carta a T i bambini hanno

individuato altri atteggiamenti che sono stati aggiunti a quelli individuati nella conversazione

La carta a T viene usata giornalmente come impegno attuativo di comportamenti che

favoriscono il buon clima della classe e come revisione dei comportamenti attuati. La revisione

ha un momento specifico che fa parte della routine giornaliera e viene effettuata in circle time

con una autovalutazione comune. Si è osservato inoltre che tale strumento è punto di

riferimento per il gruppo classe e che mette i bambini in situazione di correggersi tra di loro

ogni qualvolta qualcuno non rispetta i comportamenti indicati.

PROGETTIAMO E COSTRIAMO I COSTUMI

“CIAK SI GIRA”…

CO

LO

RO

, TA

GL

IO C

UC

IO E

INC

OL

LO

...

Mi trasfo

rmo e p

er mag

ia sono...

I PERCORSI DEGLI ANIMALI NELL’ORTO

La preparazione alla cooperazione, la creazione di un clima positivo ed una buona

interazione promozionale tra i membri della sezione, nonché l’avvio all’apprendimento

di alcune abilità sociali è stato attivato nelle precedenti fasi di lavoro descritte in

questa UDA.

In questa terza fase ho sperimentato la strategia del Cooperative learning informale

con la struttura del jeigsaw.

Fase 3 AIURASI PORTA ALLA PACE

Valorizzare il tema della solidarietà e dell’aiuto reciproco Ob sociale. Chiedere e dare aiuto

Racconto: il leone e la farfalla: (un racconto dall’Asia)

Conversazione:

IL leone cosa pensa di se stesso? E la farfalla?

Alla fine il leone viene aiutato dalla farfalla? In che modo?

Cosa impara il leone alla fine della storia?

Attività CL: ricostruzione della storia in 4 sequenze. (vedi progettazione specifica)

PROGETTAZIONE ATTIVITÀ CL INFORMALE

Docente Tomassini Maria Gabriella, Sabatini Emiliana

Ordine Scolastico Infanzia

Ambito/Disciplina

Descrizione della

classe

La classe è molto migliorata a livello di rapporti, di gestione dei conflitti e

di rispetto delle regole.

Vi è una bambina proveniente dalla Cina e inserita da poco nella sezione

che ancora non parla in italiano, non sempre comprende. Ha comunque

allacciato ottimi rapporti con i coetanei che sono disponibili ad aiutarla.

Obiettivo Cognitivo

Ob. Sociale

Ascolto e comprensione di una storia.

Chiedere e dare aiuto

Muoversi senza far rumore

Attività

Ricostruire una storia ascoltata in 4 sequenze con il jeigsaw. Il leone e la farfalla Il leone riposava sdraiato in una radura del bosco. La farfalla, volteggiando con grazia, sfiorò con le ali il naso della belva. Poi balzò in alto, fiera di tanta audacia. Ma il pericolo l’allettava. Ridiscese, si posò sulla criniera per un attimo, sventolò le ali sulla fronte maestosa e poi risalì ancora. Il leone aprì gli occhi e guardò in alto dove c’era la farfalla che adesso volteggiava tra i rami di una albero. Ruggì forte e disse: “Come osi prenderti gioco di me? Qui nella foresta tutti mi rispettano.” “Credevo proprio che non ti fossi accorto di me” rispose la farfalla. “A me non sfugge niente e anche quando dormo i miei sensi sono in allerta. Se non vuoi che ti incenerisca con un soffio, vattene subito via”. La farfalla ribattè: “Perché mi parli con tanta presunzione? Lo sai che anche tu potresti un giorno aver bisogno di me?”. “Io… bisogno di te? Io non ho bisogno di nessuno, sono il più forte abitatore della foresta”. Ma proprio in quell’attimo… “Zitto.. stai zitto”sussurrò la farfalla “A poca distanza c’è un uomo armato”. Il leone si preoccupò. La farfalla invece andò in volo verso il cacciatore che stava per lanciare una freccia, e girandogli intorno gli suscitò davanti agli occhi tante ombre palpitanti che compromisero il suo tiro. La freccia si conficcò nel tronco di un albero ed il leone si mise in salvo nel folto della foresta. La farfalla lo raggiunse per dirgli: “Immagini quale sarebbe stata la tua sorte senza il mio aiuto, o mio potentissimo signore?”. Il leone capì: “Oggi imparo che anche le creature più piccole possono renderci aiuti immensi”.

tempi

Formazione delle

coppie

Quattro gruppi da 4

Random con utilizzo di bollini colorati e numerati da 1 a 4

Colori utilizzati: giallo, azzurro, verde, arancione.

5 minuti

Organizzazione dello

spazio

Sezione, atrio.

L’organizzazione dello spazio è stata fatta preventivamente dal

docente.

La prima e seconda parte del lavoro è stato svolto in sezione: 4

tavoli esagonali contraddistinti da un bollino del colore di

gruppo.

Sono stati predisposti 4 contenitori con i materiali per l’attività

Ruoli assegnati

N.1 Responsabile dei materiali (fogli, matite, colori, colla,

striscia di cartoncino)

N.2 Controllore del parlare sottovoce (ricordare di mantenere

basso il tono di voce)

N. 3 Controllore del tempo (ricordare che il tempo scade)

N. 4 Controllore dell’orine del tavolo (matite e colori a terra,

etc.)

Consegna/Procedura

Dopo l’ascolto e la conversazione e l’individuazione delle fasi

della stroria:

Disponetevi sui tavoli dove ci sono i bollini dello stesso colore

di quelli che avete in mano voi.

Il numero1disegna la prima parte, il numero 2 la seconda

parte, il numero 3 la terza ed il numero 4 l’utlima parte della

stria.

Questo compito va fatto da solo, senza parlare con gli altri del

gruppo.

Seconda fase: adesso riformiamo i gruppi e tutti i numero 1 si

mettono insieme, anche i numero due, i tre e i quattro.

Avete ora tutti il disegno della stessa parte della storia:

confrontatevi e controllate che nei disegni ci sia tutto.

Ricordate di non far rumore e di parlare sottovoce

Fase 3. Ora tornate con il gruppo colore, colorate il vostro

lavoro accordandovi con i compagni sui colori da utilizzare per i

personaggi nelle varie sequenze.

Tempo

10 m

Tempo 6

min.

Tempo

15 m

Fase 4

Ora i gruppi si spostano nell’atrio, ricordate senza fare

confusione, prendete la striscia e incollateci in ordine le

sequenze per ricostruire la storia

Revisione Al termine del lavoro si socializzano le produzioni :ogni gruppo

presenta a tutti la propria produzione

Poi si passa alla valutazione dei lavori i bambini seduti in

cerchio intorno hai lavori hanno il compito di valutarli.

Poi si è proceduto alla revisione di gruppo.

Le domande poste sono state:

siete riusciti a decidere insieme? Quando vi siete confrontati, vi

siete aiutati a migliorare/completare il lavoro?

Le risposte:

Gruppo giallo:

- (A.) Io ho detto a G. che mancava il sole.

- (B.)Abbiamo deciso che dovevamo fare il corpo

della farfalla rosso, le ali gialle, la testa blu…

- (Doc.) È stato facile decidere insieme?

- (Corale) Si si, e tutti hanno fatto così!

Gruppo arancione:

- (Am.) Anche I. aveva dimenticato il sole!

- (I) Fortuna che me lo hai detto…e poi ti ho detto

grazie!

- (Mh.)Abbiamo deciso insieme tutto.. abbiamo

detto due alberi ma non sono uguali.. uno è più

chiaro ed uno è scuro.

Gruppo verde:

il leone in un disegno è colorato diversamente-

- (N.) C’eravamo messi tutti d’accordo per

colorare.

- (Doc.) E allora cosa è successo che sulla striscia

c’è un leone colorato diversamente?

- (E.) Prima avevo colorato io…

- (N.) Io l’ho vista la criniera arancione! Ci siamo

messi d’accordo, tutti hanno fatto la criniera del

leone gialla.. E. no!

- (E.) Fate tutti come me!

- (C.) Però adesso il nostro è diverso…

Gruppo blu:

Non hanno eseguito esattamente la ricostruzione in sequenza:

ha finito per ultimo e all’interno c’era E., la bambina cinese

inserita da poco.

- (M.) Anche noi abbiamo deciso insieme. come

colorare

- (D) Non mi sono accorto che era venuta

sbagliata.

- Nessuno se ne è accorto che E. metteva al posto

sbagliato…

- (Doc.) Ma quando avete messo le altre.. come

avete fatto a non accorgervene?

- (Ch) Non lo so

Doc. Hanno avuto tutti modo di parlare?

-Corale: si, si.. un po’ e un po’!

Doc. Siete riusciti a parlare sottovoce?

- Si, poi C. ce lo diceva!

- Anche a noi N. ce lo diceva, ma noi lo

facevamo!

Doc. Vi è piaciuto lavorare in questo modo?

- (Corale) Sì, sì!

- (Doc.) Perché?

- (Ch.) Perché abbiamo lavorato insieme.

- (N) Perché eravamo felici, perché era bello fare

un disegno insieme!

- (Am) Perché la maestra ha deciso di fare una

cosa bellissima!Era bello fare tutti insieme il

disegno nel gruppo e poi scambiarci e tornare

nel tavolo di prima.

- (Ab.) Mi è piaciuto che noi abbiamo fatto il

disegno e ci siamo ritrovati poi tutti con lo

stesso disegno. È stato bello, abbiamo finito e

poi ci siamo divertiti. E poi il tempo!

- (H.) A me piace quando tutti lavorano!

- (E.) Mi è piaciuto perché tutti lavorano in

silenzio.. non si sente rumore.

- (El) perché poi abbiamo cambiato il tavolo.

- (Mt.) Mi è piaciuto lavorare insieme e decidere

insieme.. però il tempo era poco!

- (I) Perché dovevamo fare insieme tante cose, e

i compagni ti ricordavano quello che dovevi fare!

- (D) Si mi è piaciuto tanto il lavoro della

sequenza… incollare la storia sulla striscia!

- (Mh.) Io mi sono d’accordo prima con gli amici e

mi è piaciuto tanto!

Doc. Secondo voi è stato più facile fare questo lavoro in gruppo

o più difficile?

- No.. insieme si fa prima

- È più facile… però c’è il tempo!È poco!

- Ma noi ci basta!

Docente- Perché a te sembra poco?

- (tace ..e sembra mortificato) .. perchè parlavo..

- Io lo vorrei rifare..

- Anche io…

Monitorinog

gruppi Si sposta

senza far

rumore

Parla

sottovoce

Chiede e

accetta

aiuto.

Capacità di

portare a

sintesi

Gruppo giallo:

C

A

H

Gi

Gruppo azzurro

C.

M

D

E

Gruppo arancione

I

Mh

E

Am

Gruppo verde

El

Ci

Mt

N

Valutazione 5 stelline al

gruppo in cui

tutte le abilità

vengono

rispettate da

tutti

3 stelline al

gruppo in cui

tutti hanno

rispettato

almeno 3 abilità

2 stelline al

gruppo in cui

sono stati

rispettati tutte le

abilità ma non

da tutti

1 stellina al

gruppo dove

sono state

rispettate meno

di tre abilità e

non da tutti

Principi applicati e

modalità di

applicazione

Interdipendenza positiva: di ruolo, di compito, di materiali.

Interazione promozionale: di aiuto e sostegno in almeno 2 fasi di lavoro.

Abilità sociali: muoversi senza far rumore, parlare sottovoce, rispettare il

turno di parola, chiedere e dare aiuto.

Responsabilità individuale: illustrare una fase del racconto.

Punti forti L’attività è stata percepita dai bambini come giocosa più che come

momento forte di lavoro comunemente proposto.

I bambini solitamente più taciturni e chiusi, all’interno del gruppo hanno

dato il loro contributo e hanno acquisito sicurezza dal fatto di non dover

produrre solo un elaborato personale, di essere comunque utile al gruppo

con la sua parte di produzione e di essere in ogni caso sostenuto dal

gruppo.

Nel momento della revisione dei lavori, i bambini, attraverso il confronto

degli elaborati, hanno proceduto ad una riflessione e auto-correzione.

La stessa capacità di riflessione relativa all’autoregolazione si è riscontrata

quando qualcuno ha detto che il tempo disponibile era insufficiente e ha

compreso che il problema era imputabile a comportamenti non corretti. La

revisione finale ha dato la possibilità di rinforzare il concetto della

responsabilità individuale e l’importanza del motto “uno per tutti, tutti per

uno”. Il clima di aiuto reciproco si è vissuto fortemente. Ottima anche la

capacità decisionale non sfociata in conflitto tranne che in un gruppo.

Punti deboli L’insicurezza delle docenti alla prima sperimentazione ha creato un po’ di

ansia, soprattutto nel passaggio da una fase all’altra.

Il doversi spostare per l’ultima fase del lavoro nell’atrio ha creato un po’ di

confusione.. lo spostamento non era programmato ma i docenti hanno

realizzato all’ultimo momento che nella sezione non c’era spazio

disponibile.

Conversazione:

Chi è più importante il leone o la farfalla?

La farfalla non sa ruggire ma il leone non sa volare.

Il leone sa ruggire la farfalla sa volare.

Cosa sapete fare voi? E cosa non sapete fare?

L’insegnante scrive quanto emerso

Tutti sanno fare qualcosa, tutti hanno qualcosa che non sanno fare.

Attività individuale: Disegna in che situazione tu puoi aiutare un amico

Disegna una situazione in cui tu hai bisogno di aiuto

Tutti possono aiutare tutti?

Ricerchiamo altre situazioni….

Attivazione di esperienze di tutoring tra pari.

Eveljne insegna a tutti a piegare la

carta.. fare origami, a trasformarla in un

cappellino e in tante altre cose! Solo lei

sa farlo.. ma lo insegna anche a noi.