Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI...

28
Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research

Transcript of Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI...

Page 1: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

Tendenze fondamentaliOpportunità e rischi per PMI

Forum PMI e futuro 2009

Economic Research

Page 2: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

Sigla editoriale

EditoreCredit Suisse Economic ResearchUetlibergstrasse 231, CH-8070 Zurigo

[email protected] + 41 44 334 74 19

AutoriNicole BrändleChristian EtzenspergerFrédéric JunodMartin Neff

LayoutCredit Suisse Economic ResearchBonani AG, Visuelle Kommunikation, Worb

ImmaginiCredit Suisse

StampaUD Print AG, Luzern

Chiusura redazionaleAprile 2009

OrdinazioniDirettamente presso il vostro consulente clientela o in qualsiasi succursale del Credit Suisse.Singole copie tramite EBIC, e-mail: [email protected] via Netshop con N. mat. 2520943

Visitateci su Internetwww.credit-suisse.com/research (Economia svizzera – Settori)

Il presente documento è stato redatto dall’Economic Research del Credit Suisse e non è il risultato di un’analisi finanziaria nostra o altrui. Le «Direttive per la salvaguardia dell’indipendenza dell’analisi finanziaria» dell’Associa-zione Svizzera dei Banchieri non si applicano pertanto al presente docu-mento.

La presente pubblicazione persegue esclusivamente fini informativi. Le opi-nioni qui espresse sono quelle dell’Economic Research del Credit Suisse al momento della stampa (con riserva di modifiche).

La presente pubblicazione può essere citata con l’indicazione della fonte.

Copyright © 2009 Credit Suisse Group AG e /o aziende a esso collegate. Tutti i diritti riservati.

Page 3: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

3

Sommario

Sigla editoriale 2

Premessa 4

Una panoramica delle tendenze fondamentali future 5

Riepilogo dei risultati del sondaggio 6

Tema principale: scarsità di risorse 8

Scarsità di risorse: conseguenze per le PMI 11

Scarsità di risorse: opportunità per PMI 14

Le tendenze fondamentali alla luce della scarsità di risorse

Progresso tecnologico 16

Società della conoscenza 18

Cambiamento dei valori 20

Globalizzazione 22

Demografia 24

Alcune raccomandazioni 26

Page 4: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

4

Alla luce dell’attuale crisi econo-

mica siamo tentati di cadere nel

pessimismo. La ricerca dimostra

che i pessimisti tendono a non

saper cogliere le opportunità, a dif-

ferenza di quanto facciano invece

spesso gli ottimisti. Ottimismo,

però, non significa ingenuità, anzi.

Gli ottimisti sono di norma consape-

voli anche dei rischi e dei pericoli. Anticipano ciò che può loro accadere

e si preparano ad affrontarlo.

«Verrà il tempo in cui i nostri discendenti saranno sorpresi che noi

abbiamo ignorato cose così ovvie», diceva il filosofo romano Seneca circa

duemila anni fa, sostenendo quindi che già oggi si delinea un pezzo di

futuro. Solo se le aziende sanno riconoscere e sfruttare per tempo le

opportunità offerte dalle trasformazioni future possono affermare e raf-

forzare la loro posizione sul mercato. L’analisi delle tendenze fondamen-

tali offre un prezioso supporto orientativo in tal senso.

Siamo lieti di presentarvi già la terza edizione dello studio «Tendenze

fondamentali – Opportunità e rischi per PMI». Numerose piccole e medie

imprese (PMI) di tutte le regioni e di tutti i settori della Svizzera si occu-

pano attivamente della loro programmazione futura a lungo termine e

delle decisioni oggi necessarie in tal senso. E lo dimostrano con la loro

partecipazione al nostro sondaggio, di cui le ringraziamo sentitamente.

Con questa serie di studi il Credit Suisse si è posto come obiettivo quello

di stimolare un’ampia discussione su importanti tematiche future, dando

così un contributo alla duratura competitività delle PMI elvetiche.

Nella prima parte dello studio, dopo una panoramica generale del son-

daggio, viene approfondito il tema centrale di quest’anno, vale a dire la

«scarsità di risorse». Ricorrendo a esempi passati e presenti gettiamo un

ponte verso il futuro e verso le possibili conseguenze per le PMI, corre-

dando l’analisi con i risultati del sondaggio sul tema centrale.

Gli effetti delle tendenze fondamentali non possono essere considerati

in maniera isolata, poiché tra i singoli sviluppi esistono numerosi rapporti

di reciproca dipendenza. Per questo motivo, nella seconda parte dello

studio le cinque tendenze fondamentali progresso tecnologico, società

della conoscenza, cambiamento dei valori, globalizzazione e demografia

vengono messe in relazione con il tema centrale di quest’anno, ovvero la

«scarsità di risorse». I relativi risultati del sondaggio sono integrati nei

blocchi tematici. Infine, dalle conoscenze acquisite grazie al sondaggio,

abbiamo raccolto per voi alcuni suggerimenti che vi serviranno da stimolo

per azioni concrete.

Vi auguriamo una lettura stimolante e molte interessanti discussioni sul

futuro.

Hans Baumgartner

Responsabile Affari PMI Svizzera

Premessa

Page 5: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

5

Tendenze fondamentali

Una panoramica delle tendenze fondamentali future

Opportunità nel progresso tecnologico, preoccupazioniper la scarsità di risorseSecondo il sondaggio la tendenza fondamentale che offre mag-giori opportunità è quella del progresso tecnologico. Ma anche la società della conoscenza viene giudicata molto positivamente. La maggioranza delle PMI valuta come opportunità il cambia-mento dei valori e la globalizzazione. Lievemente positivo è il giudizio nei confronti della demografia. Per quanto riguarda la scarsità di risorse prevalgono invece leggermente le opinioni cri-tiche.

5

Le tendenze fondamentali (o megatrend) cambiano l'eco-nomia e la società in maniera duratura. Il Credit Suisse analizza in modo mirato le tendenze fondamentali dal punto di vista delle piccole e medie imprese (PMI). Quali megatrend saranno rilevanti per le PMI nei prossimi anni? Quali opportunità e rischi futuri ne derivano? PMI - il datore di lavoro più importante in Svizzera Il datore di lavoro di gran lunga più importante in Svizzera sono le piccole e medie imprese (PMI, che impiegano fino a 250 occupati). Con una quota del 99,6% delle aziende private, le PMI mettono a disposizione due terzi di tutti i posti di lavoro del paese, che corrispondono a circa 1,8 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Una PMI su quattro opera nell'industria e nell'ar-tigianato, mentre tre su quattro offrono servizi. Le PMI valutano le tendenze fondamentali future Per la terza volta il Credit Suisse chiede alle PMI come valuta-no le sei tendenze fondamentali progresso tecnologico, cambiamento dei valori, globalizzazione, demografia, scarsità di risorse e società della conoscenza. La ten-denza fondamentale «scarsità di risorse» costituisce il tema centrale di questa edizione del nostro studio e viene affrontata in maniera approfondita. Sono state circa 1800 le aziende che quest’anno hanno partecipato al sondaggio di Credit Suisse Economic Research. PMI fiduciose Il nostro sondaggio mostra che per le PMI il futuro riserva più opportunità che rischi. Il 54% (2008: 52%) delle PMI valuta complessivamente come opportunità gli effetti delle sei ten-denze fondamentali. Per quasi il 23% (2008: 25%) degli intervistati, invece, prevalgono i rischi. Il saldo tra rischi e op-portunità indica che le risposte ottimistiche superano quelle pessimistiche del 31% (2008:+27%).

Saldo di tutte le tendenze fondamentali: +31%

Opportunità nel progresso tecnologico, preoccupazioni per la scarsità di risorse Secondo il sondaggio la tendenza fondamentale che offre maggiori opportunità è quella del progresso tecnologico. Ma anche la società della conoscenza viene giudicata molto positi-vamente. La maggioranza delle PMI valuta come opportunità il cambiamento dei valori e la globalizzazione. Lievemente positi-vo è il giudizio nei confronti della demografia. Per quanto ri-guarda la scarsità di risorse prevalgono invece leggermente le opinioni critiche. Opportunità e rischi delle tendenze fondamentali

In percentuale

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Tecnologia

Società dellaconoscenza

Cambiamento deivalori

Globalizzazione

Demografia

Scarsità di risorse

Più opportunità

Né una cosané l'altra

Più rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Nessun crollo dell'ottimismo nonostante la recessione Le valutazioni delle PMI variano solo di poco rispetto al son-daggio dello scorso anno. Questo dimostra che i megatrend vengono giudicati in modo ampiamente indipendente dalla situazione congiunturale attuale e sono quindi in grado di evi-denziare tendenze valide sul lungo periodo. Nel sondaggio in esame, tuttavia, la scarsità di risorse viene valutata in modo decisamente meno pessimistico rispetto a dodici mesi fa. A propiziare questo maggiore ottimismo dovrebbe essere stato l'andamento registrato dal prezzo del greggio dall'autunno del 2008.

Una panoramica delle tendenze fondamentali future

Tendenze fondamentali

Nessun crollo dell’ottimismo nonostante la recessioneLe valutazioni delle PMI variano solo di poco rispetto al son-daggio dello scorso anno. Questo dimostra che i megatrend vengono giudicati in modo ampiamente indipendente dalla situa-zione congiunturale attuale e sono quindi in grado di evidenziare tendenze valide sul lungo periodo. Nel sondaggio in esame, tut-tavia, la scarsità di risorse viene valutata in modo decisamente meno pessimistico rispetto a dodici mesi fa. A propiziare questo maggiore ottimismo dovrebbe essere stato l’andamento regi-strato dal prezzo del greggio dall’autunno del 2008.

Le tendenze fondamentali (o megatrend) cambiano l’eco-nomia e la società in maniera duratura. Il Credit Suisse analizza in modo mirato le tendenze fondamentali dal punto di vista delle piccole e medie imprese (PMI). Quali megatrend saranno rile-vanti per le PMI nei prossimi anni? Quali opportunità e rischi futuri ne derivano?

PMI – il datore di lavoro più importante in Svizzera Il datore di lavoro di gran lunga più importante in Svizzera sono le piccole e medie imprese (PMI, che impiegano fino a 250 occupati). Con una quota del 99,6 % delle aziende private, le PMI mettono a disposizione due terzi di tutti i posti di lavoro del paese, che corrispondono a circa 1,8 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Una PMI su quattro opera nell’industria e nell’ar-tigianato, mentre tre su quattro offrono servizi.

Le PMI valutano le tendenze fondamentali futurePer la terza volta il Credit Suisse chiede alle PMI come valutano le sei tendenze fondamentali progresso tecnologico, cam-biamento dei valori, globalizzazione, demografia, scar-sità di risorse e società della conoscenza. La tendenza fondamentale «scarsità di risorse» costituisce il tema centrale di questa edizione del nostro studio e viene affrontata in maniera approfondita. Sono state circa 1800 le aziende che quest’anno hanno partecipato al sondaggio di Credit Suisse Economic Research.

PMI fiducioseIl nostro sondaggio mostra che per le PMI il futuro riserva piùopportunità che rischi. Il 54 % (2008: 52 %) delle PMI valutacomplessivamente come opportunità gli effetti delle sei ten-denze fondamentali. Per quasi il 23 % (2008: 25 %) degli inter-vistati, invece, prevalgono i rischi. Il saldo tra rischi e opportunità indica che le risposte ottimistiche superano quelle pessimistiche del 31% (2008: + 27%).

Saldo di tutte le tendenze fondamentali: + 31%

Page 6: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

6

Riepilogo dei risultati del sondaggio

Fornitori di servizi leggermente più ottimisti dell’industria

Industria meno ottimista dei fornitori di serviziOsservando i risultati in base ai settori si evince che, anche nelsondaggio di quest’anno, il terziario guarda complessivamenteal futuro con un po’ più di ottimismo del settore secondario.

I settori del terziario (commercio e trasporti, turismo e attivitàricreative, servizi sanitari e sociali e d’istruzione, servizi personali e alle imprese) giudicano la demografia, la globalizzazione, il cambiamento dei valori e la società della conoscenza in maniera più ottimistica di quelli del settore secondario (industria dei beni strumentali, artigianato, altri settori industriali ed edilizia). Le dif-ferenze maggiori emergono in merito alla demografia. Nell’in-vecchiamento della popolazione il settore secondario vede so-prattutto rischi, mentre per il terziario prevalgono le opportunità. Nelle valutazioni relative alla scarsità di risorse e al progresso tecnologico le differenze tra i due settori sono minime. All’in-terno del terziario, tuttavia, i giudizi divergono in maniera relati-vamente marcata a seconda del settore.

6

Informazioni sul sondaggio

Il saldo si calcola come segue: quota delle PMI (in percentuale del totale delle risposte) che vedono opportunità nelle singole tendenze fondamentali, meno quota delle PMI che vi vedono rischi. Le risposte «Né una cosa né l’altra» non confluiscono nel calcolo. Per calcolare il saldo di tutti i megatrend vengono sommate tutte le risposte. Per il 54% delle PMI prevalgono le opportunità, per il 23% i rischi, mentre il restante 23% ha indicato «Né una cosa né l’altra». Il saldo è quindi 54% - 23% = 31%. All’attuale sondaggio di Credit Suisse Economic Research hanno risposto circa 1800 piccole e medie imprese. Il sondaggio si è svolto tramite questionario a gennaio 2009. La ripartizione delle risposte riproduce pressappoco la struttura settoriale e regionale della Svizzera. Nel 2009 e nel 2008 il sondaggio è stato svolto mediante un questio-nario inviato per posta, nel 2007 via Internet. Settori Industria dei beni strumentali: costruzioni metalliche, di veicoli e di macchine, produzione di apparecchiature elettriche e articoli in materie sintetiche, meccanica di precisione, chimica. Artigianato, altri settori industriali: produzione di generi alimentari, industria del legno e della carta, editoria e stampa, produzione di mobili e gioielli, riciclaggio. Edilizia: opere edili e di genio civile, trasformazioni, installazioni edili. Commercio, trasporti: commercio al dettaglio e all'ingrosso, settore automobilistico, trasporto di persone e di merci, agenzie di viaggio. Turismo, attività ricreative: organizzatori di manifestazioni culturali, hotel, ristoranti. Servizi sanitari e sociali, istruzione: medici, terapeuti, ospedali, ricoveri, asili, scuole. Servizi alle imprese: informatica, consulenza, comunicazione, archi-tetti e ingegneri, attività immobiliari. Servizi personali: parrucchieri, estetisti, imprese di pulizie, centri fitness. Banche e assicurazioni: non sono state incluse nel sondaggio.

Ripartizione settoriale del sondaggio PMI 2009 In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Struttura economica Ripartizionesondaggio PMI

Industria dei beni strumentali

Artigianato, altri settoriindustriali

Edilizia

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Fonte: Ufficio federale di statistica, Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Industria meno ottimista dei fornitori di servizi Osservando i risultati in base ai settori si evince che, anche nel sondaggio di quest’anno, il terziario guarda complessivamente al futuro con un po' più di ottimismo del settore secondario. I settori del terziario (commercio e trasporti, turismo e attività ricreative, servizi sanitari e sociali e d’istruzione, servizi perso-nali e alle imprese) giudicano la demografia, la globalizzazione, il cambiamento dei valori e la società della conoscenza in ma-niera più ottimistica di quelli del settore secondario (industria dei beni strumentali, artigianato, altri settori industriali ed edili-zia). Le differenze maggiori emergono in merito alla demogra-fia. Nell'invecchiamento della popolazione il settore secondario vede soprattutto rischi, mentre per il terziario prevalgono le opportunità. Nelle valutazioni relative alla scarsità di risorse e al progresso tecnologico le differenze tra i due settori sono mini-me. All'interno del terziario, tuttavia, i giudizi divergono in ma-niera relativamente marcata a seconda del settore. Tendenze fondamentali: settore secondario vs.

terziario Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Tecnologia

Società della conoscenza

Globalizzazione

Cambiamento dei valori

Demografia

Scarsità di risorse

Prevalgono le opportunitàPrevalgono i rischiSettore secondarioSettore terziario

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Nei sondaggi degli anni passati il saldo di tutti i megatrend era decisamente più basso in Ticino che nella Svizzera tedesca e in quella romanda. Quest'anno, invece, le PMI ticinesi sono appena più pessimiste di quelle delle altre regioni linguistiche. Le PMI della Svizzera italiana si preoccupano decisamente di più solo degli effetti della scarsità di risorse e del cambiamento dei valori.

Fornitori di servizi leggermente più ottimisti dell'industria

Riepilogo dei risultati del sondaggio

Nei sondaggi degli anni passati il saldo di tutti i megatrend era decisamente più basso in Ticino che nella Svizzera tedesca e in quella romanda. Quest’anno, invece, le PMI ticinesi sono ap-pena più pessimiste di quelle delle altre regioni linguistiche. Le PMI della Svizzera italiana si preoccupano decisamente di più solo degli effetti della scarsità di risorse e del cambiamento dei valori.

Informazioni sul sondaggio

Il saldo si calcola come segue: quota delle PMI (in percentuale del totale

delle risposte) che vedono opportunità nelle singole tendenze fondamen-

tali, meno quota delle PMI che vi vedono rischi. Le risposte «Né una cosa

né l’altra» non confluiscono nel calcolo.

Per calcolare il saldo di tutti i megatrend vengono sommate tutte le

risposte. Per il 54 % delle PMI prevalgono le opportunità, per il 23 % i

rischi, mentre il restante 23 % ha indicato «Né una cosa né l’altra». Il

saldo è quindi 54 % – 23 % = 31%.

All’attuale sondaggio di Credit Suisse Economic Research hanno

risposto circa 1800 piccole e medie imprese. Il sondaggio si è svolto

tramite questionario a gennaio 2009. La ripartizione delle risposte ripro-

duce pressappoco la struttura settoriale e regionale della Svizzera. Nel

2009 e nel 2008 il sondaggio è stato svolto mediante un questionario

inviato per posta, nel 2007 via Internet.

SettoriIndustria dei beni strumentali: costruzioni metalliche, di veicoli e di

macchine, produzione di apparecchiature elettriche e articoli in materie

sintetiche, meccanica di precisione, chimica.

Artigianato, altri settori industriali: produzione di generi alimentari,

industria del legno e della carta, editoria e stampa, produzione di mobili

e gioielli, riciclaggio.

Edilizia: opere edili e di genio civile, trasformazioni, installazioni edili.

Commercio, trasporti: commercio al dettaglio e all’ingrosso, settore

automobilistico, trasporto di persone e di merci, agenzie di viaggio.

Turismo, attività ricreative: organizzatori di manifestazioni culturali,

hotel, ristoranti.

Servizi sanitari e sociali, istruzione: medici, terapeuti, ospedali,

ricoveri, asili, scuole.

Servizi alle imprese: informatica, consulenza, comunicazione,

architetti e ingegneri, attività immobiliari.

Servizi personali: parrucchieri, estetisti, imprese di pulizie, centri

fitness.

Banche e assicurazioni: non sono state incluse nel sondaggio.

Ripartizione settoriale del sondaggio PMI 2009 In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Struttura economica Ripartizionesondaggio PMI

Industria dei beni strumentali

Artigianato, altri settoriindustriali

Edilizia

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Fonte: Ufficio federale di statistica, Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Page 7: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

7

Riepilogo dei risultati del sondaggio

È giunto il momento di un’inversione di rotta

Tema principale: scarsità di risorseIl megatrend della scarsità di risorse preoccupa la maggior parte delle PMI. Abbiamo chiesto alle aziende come affrontano ogni giorno il tema centrale di quest’anno.

PMI orientate agli aumenti dei prezzi, decisioni d’investimento più difficiliL’86 % delle PMI prevede per i prossimi tre anni un rincaro di mezzi d’esercizio come la benzina, l’elettricità o l’olio combusti-bile, il 78 % delle prestazioni preliminari e il 91% un aumento dei costi salariali. Per la maggioranza delle aziende (58 %) la vola-tilità dei prezzi delle materie prime ostacola le decisioni d’inve-stimento. Questa valutazione riguarda due aziende su tre dell’industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70 % delle imprese edili. Due PMI su cinque, tuttavia, non possono far nulla contro le oscillazioni dei prezzi nella loro attività quotidiana.

7

Tema principale: scarsità di risorse Il megatrend della scarsità di risorse preoccupa la maggior parte delle PMI. Abbiamo chiesto alle aziende come affrontano ogni giorno il tema centrale di quest’anno. PMI orientate agli aumenti dei prezzi, decisioni d'inve-stimento più difficili L'86% delle PMI prevede per i prossimi tre anni un rincaro di mezzi d'esercizio come la benzina, l'elettricità o l'olio combu-stibile, il 78% delle prestazioni preliminari e il 91% un aumento dei costi salariali. Per la maggioranza delle aziende (58%) la volatilità dei prezzi delle materie prime ostacola le decisioni d'investimento. Questa valutazione riguarda due aziende su tre dell'industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70% delle imprese edili. Due PMI su cinque, tuttavia, non possono far nulla contro le oscillazioni dei prezzi nella loro attività quotidiana. Cosa si attendono le PMI in merito ai prezzi delle

materie prime? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

decisamentepiù elevati

leggermentepiù elevati

allo stessolivello

più bassi non so

Beni intermedi

Mezzi d'esercizio

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Polarizzare gli interventi statali Contro l'imponderabilità della scarsità di materie prime, il 30% delle PMI spera nell'aiuto dello Stato, il 31% prenderebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre il 35% ritiene inutile un aiuto esterno. Da un'analisi per settori emerge un quadro differen-ziato. A rifiutare l'aiuto dello Stato sono prevalentemente l'in-dustria delle esportazioni e in particolare l'industria dei beni strumentali, mentre l'edilizia e l'artigianato come settori orien-tati al mercato interno sono, con il 42% ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Ottimizzare è di moda Una PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, addirittura due su cinque nel-l'industria dei beni strumentali. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso. Il 71% delle PMI indica di puntare sull'efficienza energetica. Il 46% cerca di imporre aumenti dei prezzi, sebbene solo una ristretta minoran-za vi riesca anche in una misura considerevole. Due PMI su

cinque e circa la metà delle aziende produttive hanno già ade-guato la propria gamma di prodotti, reagendo così alle variazio-ni dei prezzi delle risorse. Su quali misure puntano le PMI?

In percentuale

0%

20%

40%

60%

80%

Sostituzione: i fattori di produzione il cui prezzo aumenta vengono sostituitiOttimizzazione: l'efficienza viene incrementata; i processi miglioratiHedging: il rischio dell'andamento dei prezzi viene copertoTrasferimento: aumento i prezzi dei miei prodottiAltro

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Sensibilizzare conviene Oltre ad attuare queste misure concrete, oltre due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parsimonioso delle risorse. Circa un terzo delle a-ziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensibilizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei consumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misure di sensibilizzazione coronate da successo. Gli investimenti vengono premiati Quattro PMI su dieci si dicono convinte che gli investimenti nell'efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44% crede che ciò sia tendenzialmente vero. L'11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

È giunto il momento di un'inversione di rotta

Conviene investire nell'utilizzo efficiente delle risorse? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Riepilogo dei risultati del sondaggio

Polarizzare gli interventi stataliContro l’imponderabilità della scarsità di materie prime, il 30 % delle PMI spera nell’aiuto dello Stato, il 31% prenderebbe vo-lentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da asso-ciazioni di categoria, mentre il 35 % ritiene inutile un aiuto esterno. Da un’analisi per settori emerge un quadro differen-ziato. A rifiutare l’aiuto dello Stato sono prevalentemente l’indu-stria delle esportazioni e in particolare l’industria dei beni strumentali, mentre l’edilizia e l’artigianato come settori orientati al mercato interno sono, con il 42 % ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali.

Ottimizzare è di modaUna PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, addirittura due su cinque nell’in-dustria dei beni strumentali. Quasi un terzo di tutte le PMI pre-vede inoltre di attuare misure in tal senso. Il 71% delle PMI indica di puntare sull’efficienza energetica. Il 46 % cerca di imporre aumenti dei prezzi, sebbene solo una ristretta minoranza vi riesca anche in una misura considerevole. Due PMI su cinque

e circa la metà delle aziende produttive hanno già adeguato la propria gamma di prodotti, reagendo così alle variazioni dei prezzi delle risorse.

7

Tema principale: scarsità di risorse Il megatrend della scarsità di risorse preoccupa la maggior parte delle PMI. Abbiamo chiesto alle aziende come affrontano ogni giorno il tema centrale di quest’anno. PMI orientate agli aumenti dei prezzi, decisioni d'inve-stimento più difficili L'86% delle PMI prevede per i prossimi tre anni un rincaro di mezzi d'esercizio come la benzina, l'elettricità o l'olio combu-stibile, il 78% delle prestazioni preliminari e il 91% un aumento dei costi salariali. Per la maggioranza delle aziende (58%) la volatilità dei prezzi delle materie prime ostacola le decisioni d'investimento. Questa valutazione riguarda due aziende su tre dell'industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70% delle imprese edili. Due PMI su cinque, tuttavia, non possono far nulla contro le oscillazioni dei prezzi nella loro attività quotidiana. Cosa si attendono le PMI in merito ai prezzi delle

materie prime? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

decisamentepiù elevati

leggermentepiù elevati

allo stessolivello

più bassi non so

Beni intermedi

Mezzi d'esercizio

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Polarizzare gli interventi statali Contro l'imponderabilità della scarsità di materie prime, il 30% delle PMI spera nell'aiuto dello Stato, il 31% prenderebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre il 35% ritiene inutile un aiuto esterno. Da un'analisi per settori emerge un quadro differen-ziato. A rifiutare l'aiuto dello Stato sono prevalentemente l'in-dustria delle esportazioni e in particolare l'industria dei beni strumentali, mentre l'edilizia e l'artigianato come settori orien-tati al mercato interno sono, con il 42% ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Ottimizzare è di moda Una PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, addirittura due su cinque nel-l'industria dei beni strumentali. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso. Il 71% delle PMI indica di puntare sull'efficienza energetica. Il 46% cerca di imporre aumenti dei prezzi, sebbene solo una ristretta minoran-za vi riesca anche in una misura considerevole. Due PMI su

cinque e circa la metà delle aziende produttive hanno già ade-guato la propria gamma di prodotti, reagendo così alle variazio-ni dei prezzi delle risorse. Su quali misure puntano le PMI?

In percentuale

0%

20%

40%

60%

80%

Sostituzione: i fattori di produzione il cui prezzo aumenta vengono sostituitiOttimizzazione: l'efficienza viene incrementata; i processi miglioratiHedging: il rischio dell'andamento dei prezzi viene copertoTrasferimento: aumento i prezzi dei miei prodottiAltro

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Sensibilizzare conviene Oltre ad attuare queste misure concrete, oltre due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parsimonioso delle risorse. Circa un terzo delle a-ziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensibilizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei consumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misure di sensibilizzazione coronate da successo. Gli investimenti vengono premiati Quattro PMI su dieci si dicono convinte che gli investimenti nell'efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44% crede che ciò sia tendenzialmente vero. L'11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

È giunto il momento di un'inversione di rotta

Conviene investire nell'utilizzo efficiente delle risorse? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Riepilogo dei risultati del sondaggio

Sensibilizzare convieneOltre ad attuare queste misure concrete, più di due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parsimonioso delle risorse. Circa un terzo delle aziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensibi-lizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei con-sumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misure di sensibilizzazione coronate da successo.

Gli investimenti vengono premiatiQuattro PMI su dieci si dicono convinte che gli investimenti nell’efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44 % crede che ciò sia tendenzialmente vero. L’11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

7

Tema principale: scarsità di risorse Il megatrend della scarsità di risorse preoccupa la maggior parte delle PMI. Abbiamo chiesto alle aziende come affrontano ogni giorno il tema centrale di quest’anno. PMI orientate agli aumenti dei prezzi, decisioni d'inve-stimento più difficili L'86% delle PMI prevede per i prossimi tre anni un rincaro di mezzi d'esercizio come la benzina, l'elettricità o l'olio combu-stibile, il 78% delle prestazioni preliminari e il 91% un aumento dei costi salariali. Per la maggioranza delle aziende (58%) la volatilità dei prezzi delle materie prime ostacola le decisioni d'investimento. Questa valutazione riguarda due aziende su tre dell'industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70% delle imprese edili. Due PMI su cinque, tuttavia, non possono far nulla contro le oscillazioni dei prezzi nella loro attività quotidiana. Cosa si attendono le PMI in merito ai prezzi delle

materie prime? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

decisamentepiù elevati

leggermentepiù elevati

allo stessolivello

più bassi non so

Beni intermedi

Mezzi d'esercizio

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Polarizzare gli interventi statali Contro l'imponderabilità della scarsità di materie prime, il 30% delle PMI spera nell'aiuto dello Stato, il 31% prenderebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre il 35% ritiene inutile un aiuto esterno. Da un'analisi per settori emerge un quadro differen-ziato. A rifiutare l'aiuto dello Stato sono prevalentemente l'in-dustria delle esportazioni e in particolare l'industria dei beni strumentali, mentre l'edilizia e l'artigianato come settori orien-tati al mercato interno sono, con il 42% ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Ottimizzare è di moda Una PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, addirittura due su cinque nel-l'industria dei beni strumentali. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso. Il 71% delle PMI indica di puntare sull'efficienza energetica. Il 46% cerca di imporre aumenti dei prezzi, sebbene solo una ristretta minoran-za vi riesca anche in una misura considerevole. Due PMI su

cinque e circa la metà delle aziende produttive hanno già ade-guato la propria gamma di prodotti, reagendo così alle variazio-ni dei prezzi delle risorse. Su quali misure puntano le PMI?

In percentuale

0%

20%

40%

60%

80%

Sostituzione: i fattori di produzione il cui prezzo aumenta vengono sostituitiOttimizzazione: l'efficienza viene incrementata; i processi miglioratiHedging: il rischio dell'andamento dei prezzi viene copertoTrasferimento: aumento i prezzi dei miei prodottiAltro

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Sensibilizzare conviene Oltre ad attuare queste misure concrete, oltre due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parsimonioso delle risorse. Circa un terzo delle a-ziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensibilizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei consumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misure di sensibilizzazione coronate da successo. Gli investimenti vengono premiati Quattro PMI su dieci si dicono convinte che gli investimenti nell'efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44% crede che ciò sia tendenzialmente vero. L'11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

È giunto il momento di un'inversione di rotta

Conviene investire nell'utilizzo efficiente delle risorse? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Riepilogo dei risultati del sondaggio

Page 8: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

8

Scarsità di risorse

Tema principale: scarsità di risorse

La scarsità di risorse rispecchia la differenza tra la quantità auspicata e quella effettivamente disponibile di un fattore input. La scarsità è un concetto relativo e si riferisce al genere, alla quantità e all’ubicazione della risorsa.

Le insidie dei cicli …Ma la scarsità di risorse dipende anche sempre dalla scala tem-porale osservata. Scarsità a breve termine portano a spinte dei prezzi, che esercitano un effetto frenante sul consumo. Un esempio tipico è il cosiddetto «ciclo del maiale» per le risorse rinnovabili o anche per i beni di consumo. Il ciclo del maiale descrive oscillazioni periodiche sul fronte dell’offerta. Già negli anni Venti, sul mercato della carne suina, si cercava un modello che descrivesse come, in presenza di prezzi di mercato elevati, si verificasse un aumento degli investimenti, che ha sull’offerta un effetto ritardato a causa del tempo necessario alla riprodu-zione dei maiali ma che porta poi a un eccesso di offerta e a un crollo dei prezzi. Lo scorso anno sul mercato svizzero del latte si è osservato un ciclo del maiale da manuale: nell’estate del 2008, in seguito alla pressione politica e allo «sciopero del latte» dei produttori, il prezzo del latte è schizzato da 71 a 85 cente-simi. Questo prezzo ha portato però immediatamente a una massiccia sovrapproduzione, che nella primavera del 2009 ha determinato il crollo del prezzo a 69 centesimi. Lo stesso mec-canismo vale per tutte le materie prime il cui sfruttamento pre-suppone solo investimenti in impianti di produzione. Si spiega così perché un crollo dei prezzi legato alla congiuntura può por-tare, attraverso un calo degli investimenti, a difficoltà nel lungo periodo.

… e delle tendenze a lungo termineNel medio termine sono le tendenze della domanda a provocare carenze ogni volta che la produzione non riesce a tenere il passo con la crescita della domanda. Nel lungo termine la scarsità di risorse può essere compensata con lo sfruttamento di nuove fonti di materie prime e capacità produttive oppure con innova-zioni. Se il prezzo di una materia prima schizza a un livello molto elevato, anche lo sfruttamento di giacimenti situati in posizione poco favorevole diventa conveniente. Allo stesso tempo i consu-matori ridurranno il proprio utilizzo delle risorse grazie allo svi-luppo di nuovi prodotti o processi oppure ricorreranno a una fonte alternativa.

Prosegue la dipendenza dalle risorse fossiliL’economia mondiale si basa su risorse fossili non rinnovabili. Per quanto queste continuino a essere disponibili in quantità notevoli, anche se non precisamente quantificabili, dopo che le riserve più facilmente utilizzabili si sono esaurite, l’estrazione e lo sfruttamento sono divenuti sempre più difficili e costosi. Le ragioni sono da ricercare nei costi ecologici dei gas serra, nei costi assicurativi dei rischi politici e operativi (anche pirati, terro-rismo) e in una maggiore volatilità del mercato. Con l’aumentare della carenza strutturale i prezzi continuano a salire.

Risorse

Le risorse a cui faremo riferimento nelle pagine che seguono sono

soprattutto il greggio, l’elettricità e la forza lavoro. La maggior parte delle

PMI è infatti colpita in maniera molto diretta da una scarsità risp. da un

rincaro di queste risorse.

Il concetto di risorse comprende inoltre le seguenti categorie:

Fonti energetiche non rinnovabili

Olio combustibile, gas naturale, carbone, energia nucleare

Fonti energetiche rinnovabili

Energia idraulica, energia eolica, energia solare, legname, energia geo-

termica

Mezzi d’esercizio

Benzina, diesel, olio combustibile, elettricità

Beni intermedi

Metalli, legname, greggio, prodotti agricoli

Forza lavoro

Capitale umano

Come vedono in generale le PMI svizzere la tendenza fonda-mentale della scarsità di risorse? Quali settori vi ravvisano soprattutto opportunità e quali differenze esistono tra le varie regioni linguistiche nella valutazione della scarsità di risorse?

Page 9: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

9

Scarsità di risorse – sondaggio

La scarsità di risorse preoccupa le PMI

9

La scarsità di risorse costituisce un'opportunità o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo scarsità di risorse: -3% La scarsità di risorse è vista come rischio Secondo il sondaggio le PMI che vedono un rischio nella scarsità di risorse superano le altre del 3% (2008: -16%). Il 41% delle PMI giudica rischioso questo megatrend, mentre il 38% vi ravvisa delle opportunità. Una PMI su cinque non vede nella scarsità di risorse né opportunità né rischi. Nel 2009 le PMI vedono meno rischi dell'anno prece-dente La valutazione di quest’anno è di 13 punti percentuali più ottimista di quella del 2008. La principale motivazione di que-sto maggiore ottimismo dovrebbe essere da ricercare nel calo dei prezzi delle materie prime. Dal sondaggio del 2008 il prez-zo del petrolio è tornato ad esempio a registrare una forte flessione. Dato tuttavia che nel medio termine si prevede un nuovo aumento dei prezzi delle risorse, le aziende non dovreb-bero abbassare troppo la guardia. Scarsità di risorse: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Per la maggior parte dei settori prevalgono i rischi La maggior parte dei settori vede la scarsità di risorse preva-lentemente come rischio. Cambia solo il grado di preoccupa-zione. In particolare per il turismo e le attività ricreative, nonché per il commercio e i trasporti, i rischi sono nettamente in primo piano. Alcuni settori ravvisano opportunità Nell’edilizia e nei servizi personali e alle imprese le risposte positive e quelle negative sono pressoché in equilibrio. Il saldo è solo leggermente positivo. Gli investimenti nel risanamento degli edifici nascondono un enorme potenziale per il settore edile, chiamato a eseguire i relativi lavori. Ma l’edilizia necessi-ta anche di petrolio ed elettricità ed è quindi direttamente esposta alle oscillazioni dei prezzi dell’energia. Le risposte positive dal settore dei servizi alle imprese, relativamente nu-merose, si spiegano almeno in parte con il fatto che architetti, ingegneri e società di consulenza ricevono un maggior numero di ordini nell'ambito dell’efficienza energetica e della sostenibi-lità. Pessimismo proporzionale alle dimensioni Osservando il numero di occupati delle PMI intervistate si nota che le microimprese (meno di 9 collaboratori) presentano ancora un saldo leggermente positivo, mentre le medie impre-se (da 50 a 249 collaboratori), con un saldo di -17%, sono decisamente più pessimiste. Le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) si trovano a metà strada. Scarsità di risorse: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

-13%

1%

-31%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

La scarsità di risorse preoccupa tutta la Svizzera Solo nella Svizzera tedesca il saldo è positivo (1%). Nella Svizzera romanda e in quella italiana il saldo è decisamente negativo, e il pessimismo ticinese è superiore alla media.

La scarsità di risorse preoccupa le PMI

Scarsità di risorse – sondaggio

Saldo scarsità di risorse: – 3 %

La scarsità di risorse è vista come rischioSecondo il sondaggio le PMI che vedono un rischio nella scar-sità di risorse superano le altre del 3 % (2008: –16 %). Il 41% delle PMI giudica rischioso questo megatrend, mentre il 38 % vi ravvisa delle opportunità. Una PMI su cinque non vede nella scarsità di risorse né opportunità né rischi.

Nel 2009 le PMI vedono meno rischi dell’anno precedenteLa valutazione di quest’anno è di 13 punti percentuali più otti-mista di quella del 2008. La principale motivazione di questo maggiore ottimismo dovrebbe essere da ricercare nel calo dei prezzi delle materie prime. Dal sondaggio del 2008 il prezzo del petrolio è tornato ad esempio a registrare una forte flessione. Dato tuttavia che nel medio termine si prevede un nuovo aumento dei prezzi delle risorse, le aziende non dovrebbero abbassare troppo la guardia.

9

La scarsità di risorse costituisce un'opportunità o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo scarsità di risorse: -3% La scarsità di risorse è vista come rischio Secondo il sondaggio le PMI che vedono un rischio nella scarsità di risorse superano le altre del 3% (2008: -16%). Il 41% delle PMI giudica rischioso questo megatrend, mentre il 38% vi ravvisa delle opportunità. Una PMI su cinque non vede nella scarsità di risorse né opportunità né rischi. Nel 2009 le PMI vedono meno rischi dell'anno prece-dente La valutazione di quest’anno è di 13 punti percentuali più ottimista di quella del 2008. La principale motivazione di que-sto maggiore ottimismo dovrebbe essere da ricercare nel calo dei prezzi delle materie prime. Dal sondaggio del 2008 il prez-zo del petrolio è tornato ad esempio a registrare una forte flessione. Dato tuttavia che nel medio termine si prevede un nuovo aumento dei prezzi delle risorse, le aziende non dovreb-bero abbassare troppo la guardia. Scarsità di risorse: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Per la maggior parte dei settori prevalgono i rischi La maggior parte dei settori vede la scarsità di risorse preva-lentemente come rischio. Cambia solo il grado di preoccupa-zione. In particolare per il turismo e le attività ricreative, nonché per il commercio e i trasporti, i rischi sono nettamente in primo piano. Alcuni settori ravvisano opportunità Nell’edilizia e nei servizi personali e alle imprese le risposte positive e quelle negative sono pressoché in equilibrio. Il saldo è solo leggermente positivo. Gli investimenti nel risanamento degli edifici nascondono un enorme potenziale per il settore edile, chiamato a eseguire i relativi lavori. Ma l’edilizia necessi-ta anche di petrolio ed elettricità ed è quindi direttamente esposta alle oscillazioni dei prezzi dell’energia. Le risposte positive dal settore dei servizi alle imprese, relativamente nu-merose, si spiegano almeno in parte con il fatto che architetti, ingegneri e società di consulenza ricevono un maggior numero di ordini nell'ambito dell’efficienza energetica e della sostenibi-lità. Pessimismo proporzionale alle dimensioni Osservando il numero di occupati delle PMI intervistate si nota che le microimprese (meno di 9 collaboratori) presentano ancora un saldo leggermente positivo, mentre le medie impre-se (da 50 a 249 collaboratori), con un saldo di -17%, sono decisamente più pessimiste. Le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) si trovano a metà strada. Scarsità di risorse: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

-13%

1%

-31%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

La scarsità di risorse preoccupa tutta la Svizzera Solo nella Svizzera tedesca il saldo è positivo (1%). Nella Svizzera romanda e in quella italiana il saldo è decisamente negativo, e il pessimismo ticinese è superiore alla media.

La scarsità di risorse preoccupa le PMI

Scarsità di risorse – sondaggio

Per la maggior parte dei settori prevalgono i rischiLa maggior parte dei settori vede la scarsità di risorse prevalen-temente come rischio. Cambia solo il grado di preoccupazione. In particolare per il turismo e le attività ricreative, nonché per il commercio e i trasporti, i rischi sono nettamente in primo piano.

Alcuni settori ravvisano opportunitàNell’edilizia e nei servizi personali e alle imprese le risposte posi-tive e quelle negative sono pressoché in equilibrio. Il saldo è solo leggermente positivo. Gli investimenti nel risanamento degli edi-fici nascondono un enorme potenziale per il settore edile, chia-mato a eseguire i relativi lavori. Ma l’edilizia necessita anche di petrolio ed elettricità ed è quindi direttamente esposta alle oscil-lazioni dei prezzi dell’energia. Le risposte positive dal settore dei servizi alle imprese, relativamente numerose, si spiegano almeno in parte con il fatto che architetti, ingegneri e società di consu-lenza ricevono un maggior numero di ordini nell’ambito dell’effi-cienza energetica e della sostenibilità.

Pessimismo proporzionale alle dimensioniOsservando il numero di occupati delle PMI intervistate si nota che le microimprese (meno di 9 collaboratori) presentano ancora un saldo leggermente positivo, mentre le medie imprese (da 50 a 249 collaboratori), con un saldo di –17%, sono decisamente più pessimiste. Le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) si trovano a metà strada.

9

La scarsità di risorse costituisce un'opportunità o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo scarsità di risorse: -3% La scarsità di risorse è vista come rischio Secondo il sondaggio le PMI che vedono un rischio nella scarsità di risorse superano le altre del 3% (2008: -16%). Il 41% delle PMI giudica rischioso questo megatrend, mentre il 38% vi ravvisa delle opportunità. Una PMI su cinque non vede nella scarsità di risorse né opportunità né rischi. Nel 2009 le PMI vedono meno rischi dell'anno prece-dente La valutazione di quest’anno è di 13 punti percentuali più ottimista di quella del 2008. La principale motivazione di que-sto maggiore ottimismo dovrebbe essere da ricercare nel calo dei prezzi delle materie prime. Dal sondaggio del 2008 il prez-zo del petrolio è tornato ad esempio a registrare una forte flessione. Dato tuttavia che nel medio termine si prevede un nuovo aumento dei prezzi delle risorse, le aziende non dovreb-bero abbassare troppo la guardia. Scarsità di risorse: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Per la maggior parte dei settori prevalgono i rischi La maggior parte dei settori vede la scarsità di risorse preva-lentemente come rischio. Cambia solo il grado di preoccupa-zione. In particolare per il turismo e le attività ricreative, nonché per il commercio e i trasporti, i rischi sono nettamente in primo piano. Alcuni settori ravvisano opportunità Nell’edilizia e nei servizi personali e alle imprese le risposte positive e quelle negative sono pressoché in equilibrio. Il saldo è solo leggermente positivo. Gli investimenti nel risanamento degli edifici nascondono un enorme potenziale per il settore edile, chiamato a eseguire i relativi lavori. Ma l’edilizia necessi-ta anche di petrolio ed elettricità ed è quindi direttamente esposta alle oscillazioni dei prezzi dell’energia. Le risposte positive dal settore dei servizi alle imprese, relativamente nu-merose, si spiegano almeno in parte con il fatto che architetti, ingegneri e società di consulenza ricevono un maggior numero di ordini nell'ambito dell’efficienza energetica e della sostenibi-lità. Pessimismo proporzionale alle dimensioni Osservando il numero di occupati delle PMI intervistate si nota che le microimprese (meno di 9 collaboratori) presentano ancora un saldo leggermente positivo, mentre le medie impre-se (da 50 a 249 collaboratori), con un saldo di -17%, sono decisamente più pessimiste. Le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) si trovano a metà strada. Scarsità di risorse: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

-13%

1%

-31%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

La scarsità di risorse preoccupa tutta la Svizzera Solo nella Svizzera tedesca il saldo è positivo (1%). Nella Svizzera romanda e in quella italiana il saldo è decisamente negativo, e il pessimismo ticinese è superiore alla media.

La scarsità di risorse preoccupa le PMI

Scarsità di risorse – sondaggio

La scarsità di risorse preoccupa tutta la SvizzeraSolo nella Svizzera tedesca il saldo è positivo (1%). Nella Sviz-zera romanda e in quella italiana il saldo è decisamente negativo, e il pessimismo ticinese è superiore alla media.

Page 10: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

10

Scarsità di risorse

Scarsità di risorse sull’esempio del petrolio

Il petrolio è una materia prima fossile non rinnovabile di straor-dinaria importanza economica. Dato che le riserve di greggio hanno un limite, prima o poi la produzione raggiungerà un livello massimo. Il punto in cui il quantitativo prodotto in tutto il mondo toccherà il suo massimo viene definito peak oil, superato il quale la produzione di greggio è destinata inevitabilmente a diminuire. Secondo l’inventore della teoria del peak oil, M. King Hubbert, nel tempo la produzione mondiale descrive una curva a campana (vedi grafici).

10

Scarsità di risorse sull'esempio del petrolio Il petrolio è una materia prima fossile non rinnovabile di straor-dinaria importanza economica. Dato che le riserve di greggio hanno un limite, prima o poi la produzione raggiungerà un livello massimo. Il punto in cui il quantitativo prodotto in tutto il mondo toccherà il suo massimo viene definito peak oil, supe-rato il quale la produzione di greggio è destinata inevitabilmen-te a diminuire. Secondo l'inventore della teoria del peak oil, M. King Hubbert, nel tempo la produzione mondiale descrive una curva a campana (vedi grafici). Peak…

Produzione in mio. di barili al giorno

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020 2040 2060 2080 2100

Curva di Hubbert ipotizzando riserve pari a 2,5 bio. di bariliEffettiva produzione di petrolio

Fonte: Credit Suisse Economic Research

Fino ad oggi la datazione del picco è stata oggetto di contro-versie. Secondo la prima previsione relativa al peak oil, risalen-te al 1956, la produzione massima sarebbe stata raggiunta tra il 1965 e il 1970. Effettivamente in questo arco di tempo è stato toccato il picco massimo per gli USA. Da allora, però, in tutto il mondo sono stati aperti molti nuovi giacimenti petrolife-ri, ad esempio nel Mare del Nord, dove la produzione sta già calando. Oggi alcuni ricercatori sono convinti che il picco del petrolio sia stato superato da poco, mentre altri ritengono che sia ancora lontano. La situazione sul fronte dei dati risulta difficile anche perché il valore di borsa di società petrolifere e lo status geopolitico dei paesi produttori di petrolio dipendono fortemente dalle riserve e dalle capacità dichiarate.

La teoria del peak oil presuppone implicitamente una determi-nata quantità di petrolio sfruttabile e una domanda illimitata. Coloro che criticano questa teoria si oppongono a entrambi gli assunti. Invece di un calo costante della quantità prodotta si ipotizza un plateau dall'andamento ondivago. Se la quantità disponibile diminuisce, infatti, cresce automaticamente il prez-zo, il che favorisce nuovi tentativi di esplorazione e di produzio-ne. Se il prezzo del greggio sale ad esempio a un livello di 100$, lo sfruttamento degli enormi giacimenti di sabbie bitu-minose torna ad essere allettante, e cresce così l'offerta. Allo stesso tempo, se il prezzo sale, si riduce la domanda, poiché il consumo energetico viene limitato. … o plateau?

Peak Plateau

Tempo

Produzione

Fonte: Credit Suisse Economic Research

Solo tra qualche anno si capirà se durante il breve ma impe-tuoso boom precedente l'attuale recessione si è investito a sufficienza nelle capacità produttive. Secondo la International Energy Agency sarebbe stata necessaria una fase più lunga caratterizzata da elevati prezzi dell'energia per ampliare in modo duraturo la produzione mediante programmi d'investi-mento. I guadagni realizzati sono stati invece impiegati in pro-grammi per il riacquisto di azioni e le entrate dello Stato sono state destinate a scopi diversi da quelli legati alle materie pri-me. Secondo stime industriali, nell'attuale recessione la produ-zione di greggio opera con un grado di sfruttamento delle capacità produttive di quasi il 90%.

Scarsità di risorse sull'esempio del petrolio

Fino ad oggi la datazione del picco è stata oggetto di contro-versie. Secondo la prima previsione relativa al peak oil, risalente al 1956, la produzione massima sarebbe stata raggiunta tra il 1965 e il 1970. Effettivamente in questo arco di tempo è stato toccato il picco massimo per gli USA. Da allora, però, in tutto il mondo sono stati aperti molti nuovi giacimenti petroliferi, ad esempio nel Mare del Nord, dove la produzione sta già calando. Oggi alcuni ricercatori sono convinti che il picco del petrolio sia stato superato da poco, mentre altri ritengono che sia ancora lontano. La situazione sul fronte dei dati risulta difficile anche perché il valore di borsa di società petrolifere e lo status geopo-litico dei paesi produttori di petrolio dipendono fortemente dalle riserve e dalle capacità dichiarate.

La teoria del peak oil presuppone implicitamente una determi-nata quantità di petrolio sfruttabile e una domanda illimitata. Coloro che criticano questa teoria si oppongono a entrambi gli assunti. Invece di un calo costante della quantità prodotta si ipotizza un plateau dall’andamento ondivago. Se la quantità disponibile diminuisce, infatti, cresce automaticamente il prezzo, il che favorisce nuovi tentativi di esplorazione e di produzione. Se il prezzo del greggio sale ad esempio a un livello di 100 $, lo sfruttamento degli enormi giacimenti di sabbie bituminose torna ad essere allettante, e cresce così l’offerta. Allo stesso tempo, se il prezzo sale, si riduce la domanda, poiché il consumo ener-getico viene limitato.

10

Scarsità di risorse sull'esempio del petrolio Il petrolio è una materia prima fossile non rinnovabile di straor-dinaria importanza economica. Dato che le riserve di greggio hanno un limite, prima o poi la produzione raggiungerà un livello massimo. Il punto in cui il quantitativo prodotto in tutto il mondo toccherà il suo massimo viene definito peak oil, supe-rato il quale la produzione di greggio è destinata inevitabilmen-te a diminuire. Secondo l'inventore della teoria del peak oil, M. King Hubbert, nel tempo la produzione mondiale descrive una curva a campana (vedi grafici). Peak…

Produzione in mio. di barili al giorno

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020 2040 2060 2080 2100

Curva di Hubbert ipotizzando riserve pari a 2.5 bio. di bariliEffettiva produzione di petrolio

Fonte: Credit Suisse Economic Research

Fino ad oggi la datazione del picco è stata oggetto di contro-versie. Secondo la prima previsione relativa al peak oil, risalen-te al 1956, la produzione massima sarebbe stata raggiunta tra il 1965 e il 1970. Effettivamente in questo arco di tempo è stato toccato il picco massimo per gli USA. Da allora, però, in tutto il mondo sono stati aperti molti nuovi giacimenti petrolife-ri, ad esempio nel Mare del Nord, dove la produzione sta già calando. Oggi alcuni ricercatori sono convinti che il picco del petrolio sia stato superato da poco, mentre altri ritengono che sia ancora lontano. La situazione sul fronte dei dati risulta difficile anche perché il valore di borsa di società petrolifere e lo status geopolitico dei paesi produttori di petrolio dipendono fortemente dalle riserve e dalle capacità dichiarate.

La teoria del peak oil presuppone implicitamente una determi-nata quantità di petrolio sfruttabile e una domanda illimitata. Coloro che criticano questa teoria si oppongono a entrambi gli assunti. Invece di un calo costante della quantità prodotta si ipotizza un plateau dall'andamento ondivago. Se la quantità disponibile diminuisce, infatti, cresce automaticamente il prez-zo, il che favorisce nuovi tentativi di esplorazione e di produzio-ne. Se il prezzo del greggio sale ad esempio a un livello di 100$, lo sfruttamento degli enormi giacimenti di sabbie bitu-minose torna ad essere allettante, e cresce così l'offerta. Allo stesso tempo, se il prezzo sale, si riduce la domanda, poiché il consumo energetico viene limitato. … o plateau?

Peak Plateau

Tempo

Produzione

Fonte: Credit Suisse Economic Research

Solo tra qualche anno si capirà se durante il breve ma impe-tuoso boom precedente l'attuale recessione si è investito a sufficienza nelle capacità produttive. Secondo la International Energy Agency sarebbe stata necessaria una fase più lunga caratterizzata da elevati prezzi dell'energia per ampliare in modo duraturo la produzione mediante programmi d'investi-mento. I guadagni realizzati sono stati invece impiegati in pro-grammi per il riacquisto di azioni e le entrate dello Stato sono state destinate a scopi diversi da quelli legati alle materie pri-me. Secondo stime industriali, nell'attuale recessione la produ-zione di greggio opera con un grado di sfruttamento delle capacità produttive di quasi il 90%.

Scarsità di risorse sull'esempio del petrolio

Solo tra qualche anno si capirà se durante il breve ma impetuoso boom precedente l’attuale recessione si è investito a sufficien-za nelle capacità produttive. Secondo la International Energy Agency sarebbe stata necessaria una fase più lunga caratteriz-zata da elevati prezzi dell’energia per ampliare in modo duraturo la produzione mediante programmi d’investimento. I guadagni realizzati sono stati invece impiegati in programmi per il riac-quisto di azioni e le entrate dello Stato sono state destinate a scopi diversi da quelli legati alle materie prime. Secondo stime industriali, nell’attuale recessione la produzione di greggio opera con un grado di sfruttamento delle capacità produttive di quasi il 90 %.

Page 11: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

11

Scarsità di risorse

Scarsità di risorse: conseguenze per le PMI

Le PMI in un mondo diversoDa quando è cominciata la produzione industriale di massa agli inizi del 1800 le risorse naturali sono le forze motrici della cre-scita. Quest’ultima è stata favorita dalle conquiste tecnologiche basate sull’impiego delle risorse: la macchina a vapore sul car-bone, il motore a scoppio sul petrolio e gli apparecchi per l’ela-borazione di dati sull’elettricità. Nel dopoguerra il petrolio è divenuto il principale carburante dell’economia, nonché una risorsa irrinunciabile per produttori e consumatori. Quasi quattro decenni dopo la prima crisi petrolifera l’economia mondiale è ancora fortemente dipendente in ogni sua parte da greggio e gas naturale. Negli anni Settanta i balzi del prezzo del petrolio hanno trovato una società che, dopo gli anni della guerra, si era abituata a una crescita costante dell’economia. Dopo la caduta del Muro ci si sentiva più che mai al sicuro, e le quotazioni del petrolio si sono quindi mantenute basse. Che la caduta del Muro non ha significato la fine della storia lo abbiamo scoperto al più tardi l’11 settembre 2001, quando si è infranto il sogno di sta-bilità e sicurezza energetica. Come conseguenza del crollo delle Twin Towers è stato registrato un notevole aumento dei premi di rischio.

La concorrenza non sta a guardareAllo stesso tempo si è accesa una rivalità geopolitica intorno alle risorse naturali. La Cina ha dichiarato il 2006 «anno dell’Africa» e ha inviato nel continente una delegazione commerciale di prim’ordine per reperire materie prime destinate alla cosiddetta «officina del mondo». Già oggi il Regno di Mezzo è responsabile di un quarto del consumo mondiale di acciaio e di metà di quello di cemento. Secondo la stessa logica, al momento la Cina bene-ficia di quotazioni favorevoli e sfrutta le sue riserve di divise per l’acquisto strategico di miniere e concessioni per la produzione di petrolio. Importanti attori si preparano dunque in modo mas-siccio per il futuro. Tutto ciò non potrà non avere conseguenze per le aziende elvetiche.

Che cosa significa questo per le PMI?Il rialzo del prezzo del petrolio degli ultimi anni è stato un chiaro segnale di sveglia per l’industria svizzera. La ricerca di alterna-tive, per contro, si mantiene difficile. In Svizzera il potenziale dell’energia idraulica è ampiamente sfruttato, il carbone non è ben visto per motivi ambientali, l’energia nucleare incontra grosse resistenze tra la popolazione e il potenziale produttivo dell’energia solare e di quella eolica è ancora limitato. È bene dunque che le PMI elvetiche si abituino a un quadro difficile per quanto riguarda energia e materie prime, caratterizzato da prezzi elevati e da oscillazioni imprevedibili degli stessi. In particolare è interessante osservare quale influenza le fluttuazioni dei prezzi hanno sulle decisioni d’investimento delle aziende, con quanta flessibilità le PMI possono reagire e da dove è possibile atten-dersi un eventuale aiuto in tal senso.

Operare in un contesto più difficile«Anyone could have run a business in the 1990s. A dog could have run a business,» afferma Jeffrey Immelt, successore del tanto celebrato Jack Welch alla guida del colosso economico General Electric. Ciò che vale per la General Electric dovrebbe valere più che mai per le meno dotate PMI elvetiche, pesci pic-coli in un biotopo in discontinuo cambiamento. Queste sono dunque avvezze al mutare delle condizioni quadro e delle imposizioni in materia di prezzi. La scarsità di risorse, tuttavia, rappresenta un’eccezione, in quanto per decenni le PMI elvetiche sono state abituate a una situazione favorevole sul fronte delle risorse. Le oscillazioni dei prezzi delle materie prime nell’ordine delle due cifre percentuali che si osservano oggi sono un fenomeno nuovo. Per decenni l’industria locale ha potuto contare sull’elettricità conveniente prodotta da bacini artificiali della Confederazione. Eccezion fatta per gli anni Settanta, anche il greggio è stato sempre a buon mercato. Dalla Ger-mania giungeva carbone sovvenzionato. Persino la forza lavoro poteva essere reclutata in abbondanza a condizioni vantaggiose sotto forma di lavoratori stagionali provenienti dai paesi vicini.

«Negli anni Novanta chiunque poteva dirigere un’impresa». (Jeffrey Immelt)

Solo nel boom economico del periodo 2004 – 2008 si è giunti dolorosamente ai limiti per quanto riguarda sia le risorse naturali che la forza lavoro. Improvvisamente le emissioni di gas serra si sono moltiplicate, i lavoratori qualificati sono divenuti un bene raro e sui mercati di approvvigionamento le materie prime hanno cominciato a scarseggiare, poiché la produzione non riusciva più a tenere il passo con la domanda mondiale. Poi è subentrata la recessione, che apparentemente ha accantonato il problema delle risorse. In realtà il crollo della congiuntura si è solo sovrap-posto alla problematica strutturale e ogni movimento congiuntu-rale è un fenomeno a tempo determinato. In alcuni casi il crollo della congiuntura è addirittura servito a nascondere l’inadegua-tezza nei confronti degli imminenti cambiamenti strutturali (aumento del prezzo dell’energia e delle materie prime, riscal-damento climatico, progresso tecnologico, ecc.). Un valido esempio è quello offerto dall’industria automobilistica.

Page 12: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

12

Scarsità di risorse

Scarsità di risorse sull’esempio dei fornitori dell’industria automobilistica

Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti oltre 50 milioni di automobili. Tra i principali paesi produttori vi sono i nostri vicini Germania e Francia, seguiti con un certo distacco dall’Italia. L’automobile, il più complesso bene di consumo prodotto in massa, dispone di una lunga catena di creazione di valore che comprende numerose industrie di fornitura. In Svizzera oltre 300 aziende con 34 000 occupati producono pezzi, componenti o attrezzi per l’industria automobilistica.

Una crisi delle vendite mai vista prima …Oggi l’industria automobilistica sta attraversando la più grave crisi della sua esistenza. Gran parte della gamma di prodotti non incontra più il favore dei consumatori, non da ultimo perché il prodotto alimentato a benzina è troppo poco efficiente dal punto di vista delle risorse. Esiste una stretta correlazione negativa tra le vendite e il consumo di benzina di un determinato modello. SUV, fuoristrada, pick-up e limousine di lusso si vendono con particolare difficoltà. Sempre di più le aziende, per i loro parchi veicoli, prescrivono un limite massimo di consumo che spesso esclude i classici modelli di classe superiore. Per questo motivo, negli uffici direttivi delle case costruttrici, si lavora alacremente alla ricerca di nuovi modelli. Ma anche i materiali impiegati nella carrozzeria faticano sempre di più a tenere il passo con il pro-gresso. I gruppi automobilistici devono sviluppare veicoli più leg-geri con nuovi motori e un consumo di benzina decisamente più contenuto. Per far questo hanno bisogno di nuovi materiali, di nuovi tipi di carburante e di nuovi metodi di produzione. In sin-tesi: un’intera industria deve reinventarsi.

… anche per i fornitori elveticiChe cosa comporta la crisi dell’industria automobilistica per i fornitori elvetici? Innanzitutto un drammatico peggioramento della situazione sul fronte degli ordinativi e un relativo crollo dei fatturati. Dopo la fase di ristrutturazione, che mira soprattutto a garantire la liquidità e quindi il proseguimento dell’attività, deve però giungere una fase di esplorazione nella quale un’azienda tasta il terreno per assicurarsi proventi futuri. La fase di esplora-zione è preparatoria della fase di espansione, durante la quale l’azienda torna a crescere.La fase di espansione dei fornitori dell’industria automobilistica comincerà quando i consumatori, al momento fermi, decide-ranno di tornare a investire nella mobilità. A quel punto però ai fornitori potrebbe non bastare partecipare semplicemente alla realizzazione del nuovo modello della Opel o della BMW. È necessario piuttosto che essi generino idee per lo sviluppo di altri modelli, capaci di affermarsi in un mondo caratterizzato da una strutturale scarsità di risorse.

12

Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti oltre 50 milioni di automobili. Tra i principali paesi produttori vi sono i nostri vicini Germania e Francia, seguiti con un certo distacco dall'Italia. L'automobile, il più complesso bene di consumo prodotto in massa, dispone di una lunga catena di creazione di valore che comprende numerose industrie di fornitura. In Svizzera oltre 300 aziende con 34'000 occupati producono pezzi, compo-nenti o attrezzi per l'industria automobilistica. Una crisi delle vendite mai vista prima… Oggi l'industria automobilistica sta attraversando la più grave crisi della sua esistenza. Gran parte della gamma di prodotti non incontra più il favore dei consumatori, non da ultimo per-ché il prodotto alimentato a benzina è troppo poco efficiente dal punto di vista delle risorse. Esiste una stretta correlazione negativa tra le vendite e il consumo di benzina di un determina-to modello. SUV, fuoristrada, pick-up e limousine di lusso si vendono con particolare difficoltà. Sempre di più le aziende, per i loro parchi veicoli, prescrivono un limite massimo di con-sumo che spesso esclude i classici modelli di classe superiore. Per questo motivo, negli uffici direttivi delle case costruttrici, si lavora alacremente alla ricerca di nuovi modelli. Ma anche i materiali impiegati nella carrozzeria faticano sempre di più a tenere il passo con il progresso. I gruppi automobilistici devono sviluppare veicoli più leggeri con nuovi motori e un consumo di benzina decisamente più contenuto. Per far questo hanno bisogno di nuovi materiali, di nuovi tipi di carburante e di nuovi metodi di produzione. In sintesi: un'intera industria deve rein-ventarsi. …anche per i fornitori elvetici Che cosa comporta la crisi dell'industria automobilistica per i fornitori elvetici? Innanzitutto un drammatico peggioramento della situazione sul fronte degli ordinativi e un relativo crollo dei fatturati. Dopo la fase di ristrutturazione, che mira soprattutto a garantire la liquidità e quindi il proseguimento dell'attività, deve però giungere una fase di esplorazione nella quale un'azienda tasta il terreno per assicurarsi proventi futuri. La fase di esplo-razione è preparatoria della fase di espansione, durante la quale l'azienda torna a crescere. La fase di espansione dei fornitori dell'industria automobilistica comincerà quando i consumatori, al momento fermi, decide-ranno di tornare a investire nella mobilità. A quel punto però ai fornitori potrebbe non bastare partecipare semplicemente alla realizzazione del nuovo modello della Opel o della BMW. È necessario piuttosto che essi generino idee per lo sviluppo di altri modelli, capaci di affermarsi in un mondo caratterizzato da una strutturale scarsità di risorse.

Le quattro fasi delle PMI nel ciclo congiunturale

Ristrutturazione

Esplorazione

Consolidamento

Espansione

1 2 3 4

Fonte: Credit Suisse Economic Research

In linea con questo obiettivo, già oggi grazie all'outsourcing i fornitori dell'industria automobilistica assumono sempre più spesso funzioni di sviluppo. Non sono richiesti solo nuovi pro-dotti che impieghino le risorse in maniera oculata, bensì anche processi e tecnologie di produzione che soddisfino gli stessi requisiti. Allo stesso tempo il know-how che sarà impiegato per una futura generazione di automobili dovrà forgiare anche la nuova struttura aziendale. I programmi di ristrutturazione e di risparmio oggi necessari per via dell'andamento dei mercati devono prevedere misure drastiche volte a ridurre il consumo di risorse. "La crisi può essere una realtà produtti-va. Bisogna solo toglierle quel retrogu-sto di catastrofe". (Max Frisch) Il problema è che ciò non vale solo per i fornitori dell'industria automobilistica, bensì fondamentalmente per tutte le PMI. I fornitori dell'industria automobilistica sono semplicemente il settore in cui la necessità d'azione è maggiore e più urgente e il cui programma di misure dovrebbe essere coronato dal suc-cesso di mercato in modo più immediato. I successi così come i problemi dei fornitori dell'industria automobilistica, con il loro riorientamento in tutto il settore, dovrebbero essere osservati con attenzione dalle PMI svizzere e allineati con il proprio pro-gramma di misure. A che punto sono le PMI elvetiche sotto questo profilo? Nelle pagine che seguono illustreremo innanzi-tutto le aspettative delle PMI in merito all'andamento dei prezzi di diverse risorse e ai relativi effetti. Poi ci dedicheremo alle loro possibili reazioni.

Scarsità di risorse sull'esempio dei fornitori dell'industria automobilistica

Scarsità di risorse

In linea con questo obiettivo, già oggi grazie all’outsourcing i fornitori dell’industria automobilistica assumono sempre più spesso funzioni di sviluppo. Non sono richiesti solo nuovi pro-dotti che impieghino le risorse in maniera oculata, bensì anche processi e tecnologie di produzione che soddisfino gli stessi requisiti. Allo stesso tempo il know-how che sarà impiegato per una futura generazione di automobili dovrà forgiare anche la nuova struttura aziendale. I programmi di ristrutturazione e di risparmio oggi necessari per via dell’andamento dei mercati devono prevedere misure drastiche volte a ridurre il consumo di risorse.

«La crisi può essere una realtà produttiva. Bisogna solo toglierle quel retrogusto di catastrofe». (Max Frisch)

Il problema è che ciò non vale solo per i fornitori dell’industria automobilistica, bensì fondamentalmente per tutte le PMI. I for-nitori dell’industria automobilistica sono semplicemente il settore in cui la necessità d’azione è maggiore e più urgente e il cui programma di misure dovrebbe essere coronato dal successo di mercato in modo più immediato. I successi così come i problemi dei fornitori dell’industria automobilistica, con il loro riorienta-mento in tutto il settore, dovrebbero essere osservati con atten-zione dalle PMI svizzere e allineati con il proprio programma di misure. A che punto sono le PMI elvetiche sotto questo profilo? Nelle pagine che seguono illustreremo innanzitutto le aspettative delle PMI in merito all’andamento dei prezzi di diverse risorse e ai relativi effetti. Poi ci dedicheremo alle loro possibili reazioni.

Page 13: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

13

Scarsità di risorse – sondaggio

PMI: energia, beni intermedi e forza lavoro più costosi

Solo il 13 % delle PMI intervistate in merito all’andamento dei prezzi di diverse risorse nei prossimi tre anni si attende una sta-gnazione o un calo degli stessi per mezzi d’esercizio quali ben-zina, elettricità o olio combustibile. Il 27% prevede invece un massiccio aumento dei prezzi. Per beni intermedi quali metalli, greggio o prodotti agricoli le aspettative sono complessivamente più ottimistiche. Per mezzi d’esercizio e beni intermedi l’industria dei beni strumentali si attende prezzi decisamente più alti di quelli previsti dal settore edile. Diverso si presenta il quadro per quanto riguarda i salari. Qui è il turismo ad attendersi gli aumenti dei costi di gran lunga più elevati. Quasi il 30 % delle imprese turistiche si attende salari nettamente più alti. Nell’edilizia questa percentuale è di quasi il 20 %. I minori incrementi salariali sono attesi nel settore dei servizi personali, dove il 93 % delle PMI non prevede aumenti significativi.

13

Solo il 13% delle PMI intervistate in merito all'andamento dei prezzi di diverse risorse nei prossimi tre anni si attende una stagnazione o un calo degli stessi per mezzi d'esercizio quali benzina, elettricità o olio combustibile. Il 27% prevede invece un massiccio aumento dei prezzi. Per beni intermedi quali metalli, greggio o prodotti agricoli le aspettative sono comples-sivamente più ottimistiche. Per mezzi d'esercizio e beni inter-medi l'industria dei beni strumentali si attende prezzi decisa-mente più alti di quelli previsti dal settore edile. Diverso si presenta il quadro per quanto riguarda i salari. Qui è il turismo ad attendersi gli aumenti dei costi di gran lunga più elevati. Quasi il 30% delle imprese turistiche si attende salari netta-mente più alti. Nell'edilizia questa percentuale è di quasi il 20%. I minori incrementi salariali sono attesi nel settore dei servizi personali, dove il 93% delle PMI non prevede aumenti significativi. Cosa si attendono le PMI in merito ai prezzi delle

materie prime? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

decisamentepiù elevati

leggermentepiù elevati

allo stessolivello

più bassi non so

Beni intermedi

Mezzi d'esercizio

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Effetti sulla strategia… Le oscillazioni dei prezzi di beni intermedi e mezzi d'esercizio hanno una grande influenza sulle decisioni d'investimento di un'azienda? A questa domanda la maggioranza delle aziende (58%) ha risposto affermativamente. Questa valutazione ri-guarda due aziende su tre dell'industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70% delle imprese edili. Per la mag-gioranza dei fornitori di servizi alle imprese, invece, le oscilla-zioni dei prezzi non influiscono sugli investimenti. … e sull'attività quotidiana Interrogate in merito alla loro flessibilità nei confronti delle oscillazioni dei prezzi nell'attività quotidiana, due PMI su cinque hanno affermato di non essere in grado di reagire adeguata-mente. Questo risultato è particolarmente marcato nell'indu-stria dei beni strumentali e soprattutto negli altri settori artigia-nali, dove quasi una PMI su due è impotente rispetto alle oscil-lazioni dei prezzi. Due fornitori di servizi alle imprese su tre, per

contro, hanno affermato di essere in grado di reagire con flessibilità a queste ultime. Le PMI sono in grado di fronteggiare la volatilità dei

prezzi? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Polarizzare gli interventi statali Il 30% delle PMI spera nell'aiuto dello Stato, il 31% prende-rebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre quasi il 35% ritiene inutile un aiuto esterno. Da un'analisi per settori e per regioni emerge un quadro differenziato. A rifiutare l'aiuto dello Stato sono prevalentemente l'industria delle esportazioni e in particolare l'industria dei beni strumentali, convinta di poter far fronte con le proprie forze alla problematica delle risorse, mentre l'edilizia e l'artigianato come settori orientati al mercato interno sono, con il 42% ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Per quanto riguarda le differenze regionali, la maggioranza delle PMI ticinesi ritiene politicamente auspicabile un aiuto dello Stato, che solo il 22% delle aziende rifiuta. Nella Svizzera romanda il 46% è a favore e il 35% contrario. A Zurigo e nella Svizzera nord-occidentale, invece, circa una PMI su quattro è favorevole e quasi una su due contraria. Che genere di aiuto si attendono le PMI?

In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Sì, da parte dello stato (ad es. sovvenzioni o agevolazini fiscali)Sì, sotto forma di consulenza, ad es. da parte di associazioni di categoriaAltroNo, non credo sia necessario

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

PMI: energia, beni intermedi e forza lavoro più costosi

Scarsità di risorse – sondaggio

Effetti sulla strategia …Le oscillazioni dei prezzi di beni intermedi e mezzi d’esercizio hanno una grande influenza sulle decisioni d’investimento di un’azienda? A questa domanda la maggioranza delle aziende (58 %) ha risposto affermativamente. Questa valutazione ri-guarda due aziende su tre dell’industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70 % delle imprese edili. Per la maggio-ranza dei fornitori di servizi alle imprese, invece, le oscillazioni dei prezzi non influiscono sugli investimenti.

… e sull’attività quotidianaInterrogate in merito alla loro flessibilità nei confronti delle oscil-lazioni dei prezzi nell’attività quotidiana, due PMI su cinque hanno affermato di non essere in grado di reagire adeguata-mente. Questo risultato è particolarmente marcato nell’industria dei beni strumentali e soprattutto negli altri settori artigianali, dove quasi una PMI su due è impotente rispetto alle oscillazioni dei prezzi. Due fornitori di servizi alle imprese su tre, per contro, hanno affermato di essere in grado di reagire con flessibilità a queste ultime.

13

Solo il 13% delle PMI intervistate in merito all'andamento dei prezzi di diverse risorse nei prossimi tre anni si attende una stagnazione o un calo degli stessi per mezzi d'esercizio quali benzina, elettricità o olio combustibile. Il 27% prevede invece un massiccio aumento dei prezzi. Per beni intermedi quali metalli, greggio o prodotti agricoli le aspettative sono comples-sivamente più ottimistiche. Per mezzi d'esercizio e beni inter-medi l'industria dei beni strumentali si attende prezzi decisa-mente più alti di quelli previsti dal settore edile. Diverso si presenta il quadro per quanto riguarda i salari. Qui è il turismo ad attendersi gli aumenti dei costi di gran lunga più elevati. Quasi il 30% delle imprese turistiche si attende salari netta-mente più alti. Nell'edilizia questa percentuale è di quasi il 20%. I minori incrementi salariali sono attesi nel settore dei servizi personali, dove il 93% delle PMI non prevede aumenti significativi. Cosa si attendono le PMI in merito ai prezzi delle

materie prime? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

decisamentepiù elevati

leggermentepiù elevati

allo stessolivello

più bassi non so

Beni intermedi

Mezzi d'esercizio

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Effetti sulla strategia… Le oscillazioni dei prezzi di beni intermedi e mezzi d'esercizio hanno una grande influenza sulle decisioni d'investimento di un'azienda? A questa domanda la maggioranza delle aziende (58%) ha risposto affermativamente. Questa valutazione ri-guarda due aziende su tre dell'industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70% delle imprese edili. Per la mag-gioranza dei fornitori di servizi alle imprese, invece, le oscilla-zioni dei prezzi non influiscono sugli investimenti. … e sull'attività quotidiana Interrogate in merito alla loro flessibilità nei confronti delle oscillazioni dei prezzi nell'attività quotidiana, due PMI su cinque hanno affermato di non essere in grado di reagire adeguata-mente. Questo risultato è particolarmente marcato nell'indu-stria dei beni strumentali e soprattutto negli altri settori artigia-nali, dove quasi una PMI su due è impotente rispetto alle oscil-lazioni dei prezzi. Due fornitori di servizi alle imprese su tre, per

contro, hanno affermato di essere in grado di reagire con flessibilità a queste ultime. Le PMI sono in grado di fronteggiare la volatilità dei

prezzi? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Polarizzare gli interventi statali Il 30% delle PMI spera nell'aiuto dello Stato, il 31% prende-rebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre quasi il 35% ritiene inutile un aiuto esterno. Da un'analisi per settori e per regioni emerge un quadro differenziato. A rifiutare l'aiuto dello Stato sono prevalentemente l'industria delle esportazioni e in particolare l'industria dei beni strumentali, convinta di poter far fronte con le proprie forze alla problematica delle risorse, mentre l'edilizia e l'artigianato come settori orientati al mercato interno sono, con il 42% ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Per quanto riguarda le differenze regionali, la maggioranza delle PMI ticinesi ritiene politicamente auspicabile un aiuto dello Stato, che solo il 22% delle aziende rifiuta. Nella Svizzera romanda il 46% è a favore e il 35% contrario. A Zurigo e nella Svizzera nord-occidentale, invece, circa una PMI su quattro è favorevole e quasi una su due contraria. Che genere di aiuto si attendono le PMI?

In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Sì, da parte dello stato (ad es. sovvenzioni o agevolazini fiscali)Sì, sotto forma di consulenza, ad es. da parte di associazioni di categoriaAltroNo, non credo sia necessario

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

PMI: energia, beni intermedi e forza lavoro più costosi

Scarsità di risorse – sondaggio

Polarizzare gli interventi stataliIl 30 % delle PMI spera nell’aiuto dello Stato, il 31% prende-rebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre quasi il 35 % ritiene inutile un aiuto esterno. Da un’analisi per settori e per regioni emerge un quadro differenziato. A rifiutare l’aiuto dello Stato sono prevalen-temente l’industria delle esportazioni e in particolare l’industria dei beni strumentali, convinta di poter far fronte con le proprie forze alla problematica delle risorse, mentre l’edilizia e l’artigia-nato come settori orientati al mercato interno sono, con il 42 % ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Per quanto riguarda le differenze regionali, la maggioranza delle PMI ticinesi ritiene politicamente auspicabile un aiuto dello Stato, che solo il 22 % delle aziende rifiuta. Nella Svizzera romanda il 46 % è a favore e il 35 % contrario. A Zurigo e nella Svizzera nord-occidentale, invece, circa una PMI su quattro è favorevole e quasi una su due contraria.

13

Solo il 13% delle PMI intervistate in merito all'andamento dei prezzi di diverse risorse nei prossimi tre anni si attende una stagnazione o un calo degli stessi per mezzi d'esercizio quali benzina, elettricità o olio combustibile. Il 27% prevede invece un massiccio aumento dei prezzi. Per beni intermedi quali metalli, greggio o prodotti agricoli le aspettative sono comples-sivamente più ottimistiche. Per mezzi d'esercizio e beni inter-medi l'industria dei beni strumentali si attende prezzi decisa-mente più alti di quelli previsti dal settore edile. Diverso si presenta il quadro per quanto riguarda i salari. Qui è il turismo ad attendersi gli aumenti dei costi di gran lunga più elevati. Quasi il 30% delle imprese turistiche si attende salari netta-mente più alti. Nell'edilizia questa percentuale è di quasi il 20%. I minori incrementi salariali sono attesi nel settore dei servizi personali, dove il 93% delle PMI non prevede aumenti significativi. Cosa si attendono le PMI in merito ai prezzi delle

materie prime? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

decisamentepiù elevati

leggermentepiù elevati

allo stessolivello

più bassi non so

Beni intermedi

Mezzi d'esercizio

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Effetti sulla strategia… Le oscillazioni dei prezzi di beni intermedi e mezzi d'esercizio hanno una grande influenza sulle decisioni d'investimento di un'azienda? A questa domanda la maggioranza delle aziende (58%) ha risposto affermativamente. Questa valutazione ri-guarda due aziende su tre dell'industria dei beni strumentali, degli altri settori artigianali, del commercio e dei trasporti e del turismo, nonché quasi il 70% delle imprese edili. Per la mag-gioranza dei fornitori di servizi alle imprese, invece, le oscilla-zioni dei prezzi non influiscono sugli investimenti. … e sull'attività quotidiana Interrogate in merito alla loro flessibilità nei confronti delle oscillazioni dei prezzi nell'attività quotidiana, due PMI su cinque hanno affermato di non essere in grado di reagire adeguata-mente. Questo risultato è particolarmente marcato nell'indu-stria dei beni strumentali e soprattutto negli altri settori artigia-nali, dove quasi una PMI su due è impotente rispetto alle oscil-lazioni dei prezzi. Due fornitori di servizi alle imprese su tre, per

contro, hanno affermato di essere in grado di reagire con flessibilità a queste ultime. Le PMI sono in grado di fronteggiare la volatilità dei

prezzi? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Polarizzare gli interventi statali Il 30% delle PMI spera nell'aiuto dello Stato, il 31% prende-rebbe volentieri in considerazione i servizi di consulenza offerti da associazioni di categoria, mentre quasi il 35% ritiene inutile un aiuto esterno. Da un'analisi per settori e per regioni emerge un quadro differenziato. A rifiutare l'aiuto dello Stato sono prevalentemente l'industria delle esportazioni e in particolare l'industria dei beni strumentali, convinta di poter far fronte con le proprie forze alla problematica delle risorse, mentre l'edilizia e l'artigianato come settori orientati al mercato interno sono, con il 42% ciascuno, molto più aperti agli aiuti statali. Per quanto riguarda le differenze regionali, la maggioranza delle PMI ticinesi ritiene politicamente auspicabile un aiuto dello Stato, che solo il 22% delle aziende rifiuta. Nella Svizzera romanda il 46% è a favore e il 35% contrario. A Zurigo e nella Svizzera nord-occidentale, invece, circa una PMI su quattro è favorevole e quasi una su due contraria. Che genere di aiuto si attendono le PMI?

In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Sì, da parte dello stato (ad es. sovvenzioni o agevolazini fiscali)Sì, sotto forma di consulenza, ad es. da parte di associazioni di categoriaAltroNo, non credo sia necessario

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

PMI: energia, beni intermedi e forza lavoro più costosi

Scarsità di risorse – sondaggio

Page 14: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

14

Scarsità di risorse

Scarsità di risorse: opportunità per PMI

Numerose possibilità di ottimizzazioneSolo un approccio problematico con le risorse trasforma la scar-sità delle stesse in un problema. Le risorse vengono sprecate quando il potenziale di risparmio viene sottovalutato o quando i costi di opportunità vengono trascurati. Lo spreco può avvenire nella produzione o nell’utilizzo. Le innovazioni sul fronte della produzione devono sempre trovare riscontro sul versante dei consumatori risp. degli acquirenti. Se una e-mail viene stam-pata, la sua invenzione e la sua «produzione» non contribuisce in alcun modo all’ufficio senza carta. Per questo motivo è partico-larmente degno di plauso che le PMI cerchino soluzioni comuni insieme ai loro clienti o fornitori.

Sostituzione e miglioramento dell’efficienzaL’impiego delle risorse può essere ridotto sostituendo una materia prima rara e costosa con una nuova materia prima, con un nuovo materiale dalle proprietà analoghe o mediante un’ap-plicazione completamente nuova che rimpiazzi la materia prima finora utilizzata. Una sostituzione parziale di materie prime porta nel breve termine a una flessibilizzazione dell’azienda nei con-fronti delle oscillazioni del mercato e nel lungo termine a una più ampia diversificazione dell’attività di innovazione sulla base di diverse materie prime. Le oscillazioni dei prezzi nel breve termine possono essere ammortizzate con il trasferimento o con l’hed-ging. Nel lungo termine, però, non è possibile evitare misure strategiche, che solitamente prevedono una combinazione di miglioramento dell’efficienza e di sostituzione.

Investire in nuovi materiali e nuove tecnologieLe PMI possono ad esempio migliorare i prodotti con l’impiego della nanotecnologia. Da una parte quest’ultima può sostituire i materiali tradizionali. Dall’altra le qualità superiori quali peso e resistenza che essa conferisce ai materiali consentono un ulte-riore risparmio di risorse. L’importanza di una maggiore effi-cienza dei materiali non è da sottovalutare, visto che questi ultimi

rappresentano in media due quinti dei costi di un’azienda mani-fatturiera. Per questo motivo nel medio termine si inasprirà la lotta per l’innovazione tra diversi materiali, ad esempio tra pla-stica e metallo. Una speranza nel mondo dell’high-tech arriva anche dall’applicazione di procedimenti copiati dalla natura per gestire la scarsità di risorse. Questo campo di ricerca è detto bionica.

«Scoprire significa vedere quello che tutti vedono e pensare quello che nessuno ha ancora pensato». (Albert von Szent-Györgyi)

Il rivoluzionario diventa quotidianoIl primo prodotto bionico che è riuscito ad affermarsi sul mercato di massa è la chiusura a velcro, sviluppata e portata sul mercato intorno al 1950 dall’ingegnere svizzero Georges de Mestral. Applicazioni che risparmiano risorse vengono impiegate nell’avia-zione, nel profilo dei pneumatici e nelle superfici dei materiali più disparati. Con una pellicola Riblet ispirata alla pelle dello squalo è possibile ridurre del 4 % il consumo di carburante degli aerei di linea. Last but not least anche i processi industriali nascon-dono un certo potenziale di ottimizzazione. I processi petrolchi-mici, ad esempio, possono essere sostituiti con processi bio-tecnologici, riducendo così il consumo di risorse. Possibilità di applicazione esistono nell’industria chimica, della carta, tessile e alimentare o nella produzione di cosmetici. Le PMI svizzere hanno già reagito alla scarsità di risorse? Quali sono le misure su cui puntano maggiormente? La pagina che segue risponde a queste domande dal punto di vista degli interessati.

Page 15: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

15

Scarsità di risorse – sondaggio

PMI: ottimizzare è di moda

Scarse possibilità per il trasferimento dei costiUna PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, mentre nell’industria dei beni strumentali si è mosso addirittura il 40 % delle aziende. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso, tra cui: miglioramenti dell’efficienza (71% delle PMI), aumenti dei prezzi (46 %), sostituzione (21%) e hedging (9 %). Nell’in-dustria dei beni strumentali, che richiede una notevole quantità di risorse, due aziende su tre si concentrano sull’incremento dell’efficienza, una su due sull’aumento dei prezzi, una su tre sulla sostituzione e il 13 % sull’hedging. Le PMI del settore edile, altrimenti vicine ai valori medi, affermano di non ricorrere quasi mai alla sostituzione.

15

Scarse possibilità per il trasferimento dei costi Una PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, mentre nell'industria dei beni strumentali si è mosso addirittura il 40% delle aziende. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso, tra cui: miglioramenti dell'efficienza (71% delle PMI), aumenti dei prezzi (46%), sostituzione (21%) e hedging (9%). Nell'industria dei beni strumentali, che richiede una notevole quantità di risorse, due aziende su tre si concentrano sull'in-cremento dell'efficienza, una su due sull'aumento dei prezzi, una su tre sulla sostituzione e il 13% sull'hedging. Le PMI del settore edile, altrimenti vicine ai valori medi, affermano di non ricorrere quasi mai alla sostituzione. Su quali misure puntano le PMI?

In percentuale

0%

20%

40%

60%

80%

Sostituzione: i fattori di produzione il cui prezzo aumenta vengono sostituitiOttimizzazione: l'efficienza viene incrementata; i processi miglioratiHedging: il rischio dell'andamento dei prezzi viene copertoTrasferimento: aumento i prezzi dei miei prodottiAltro

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

In che misura le PMI riescono a trasferire gli aumenti dei prezzi input e dei costi? Il 27% delle PMI sostiene di non essere mai in grado di trasferire gli aumenti dei prezzi. Solo il 40% circa ci riesce in misura marginale. Appena per il 17% delle PMI è possibile trasferire oltre la metà delle spese supplementari. Le dimensioni dell'azienda giocano in questo senso un ruolo im-portante. Una microazienda su tre non prende nemmeno in considerazione l'idea di trasferire i costi, mentre tra le PMI di grosse dimensioni solo una su cinque non vede alcuno spazio di manovra. Tra i settori quelli che hanno le maggiori possibilità di trasferimento sono il commercio e i trasporti, nonché l'indu-stria dei beni strumentali. Oltre ad attuare queste misure concrete, oltre due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parco delle risorse. Circa un terzo delle aziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensi-bilizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei con-sumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misu-re di sensibilizzazione coronate da successo.

È possibile trasferire le spese supplementari?

In percentuale

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

No, non è possibile alcun trasferimento Sì, meno del 10%Sì, dal 10% al 50% Sì, dal 50% all'80%Sì, l'80% e più

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Gli investimenti vengono premiati Due PMI su cinque si dicono convinte che gli investimenti nell'efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44% crede che ciò sia tendenzialmente vero. L'11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

Due PMI su cinque adeguano i propri prodotti Quasi il 40% delle PMI ha operato un adeguamento della propria gamma di prodotti. Tra le aziende produttive sono circa la metà.

PMI: ottimizzare è di moda

Conviene investire nell'utilizzo efficiente delle risorse? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Scarsità di risorse – sondaggio

In che misura le PMI riescono a trasferire gli aumenti dei prezzi input e dei costi? Il 27% delle PMI sostiene di non essere mai in grado di trasferire gli aumenti dei prezzi. Solo il 40 % circa ci riesce in misura marginale. Appena per il 17% delle PMI è pos-sibile trasferire oltre la metà delle spese supplementari. Le dimensioni dell’azienda giocano in questo senso un ruolo impor-tante. Una microazienda su tre non prende nemmeno in consi-derazione l’idea di trasferire i costi, mentre tra le PMI di grosse dimensioni solo una su cinque non vede alcuno spazio di manovra. Tra i settori quelli che hanno le maggiori possibilità di trasferimento sono il commercio e i trasporti, nonché l’industria dei beni strumentali.

Oltre ad attuare queste misure concrete, più di due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parco delle risorse. Circa un terzo delle aziende inter-vistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensibilizza-zione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei consumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misure di sensibilizzazione coronate da successo.

15

Scarse possibilità per il trasferimento dei costi Una PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, mentre nell'industria dei beni strumentali si è mosso addirittura il 40% delle aziende. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso, tra cui: miglioramenti dell'efficienza (71% delle PMI), aumenti dei prezzi (46%), sostituzione (21%) e hedging (9%). Nell'industria dei beni strumentali, che richiede una notevole quantità di risorse, due aziende su tre si concentrano sull'in-cremento dell'efficienza, una su due sull'aumento dei prezzi, una su tre sulla sostituzione e il 13% sull'hedging. Le PMI del settore edile, altrimenti vicine ai valori medi, affermano di non ricorrere quasi mai alla sostituzione. Su quali misure puntano le PMI?

In percentuale

0%

20%

40%

60%

80%

Sostituzione: i fattori di produzione il cui prezzo aumenta vengono sostituitiOttimizzazione: l'efficienza viene incrementata; i processi miglioratiHedging: il rischio dell'andamento dei prezzi viene copertoTrasferimento: aumento i prezzi dei miei prodottiAltro

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

In che misura le PMI riescono a trasferire gli aumenti dei prezzi input e dei costi? Il 27% delle PMI sostiene di non essere mai in grado di trasferire gli aumenti dei prezzi. Solo il 40% circa ci riesce in misura marginale. Appena per il 17% delle PMI è possibile trasferire oltre la metà delle spese supplementari. Le dimensioni dell'azienda giocano in questo senso un ruolo im-portante. Una microazienda su tre non prende nemmeno in considerazione l'idea di trasferire i costi, mentre tra le PMI di grosse dimensioni solo una su cinque non vede alcuno spazio di manovra. Tra i settori quelli che hanno le maggiori possibilità di trasferimento sono il commercio e i trasporti, nonché l'indu-stria dei beni strumentali. Oltre ad attuare queste misure concrete, oltre due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parco delle risorse. Circa un terzo delle aziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensi-bilizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei con-sumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misu-re di sensibilizzazione coronate da successo.

È possibile trasferire le spese supplementari?

In percentuale

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

No, non è possibile alcun trasferimento Sì, meno del 10%Sì, dal 10% al 50% Sì, dal 50% all'80%Sì, l'80% e più

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Gli investimenti vengono premiati Due PMI su cinque si dicono convinte che gli investimenti nell'efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44% crede che ciò sia tendenzialmente vero. L'11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

Due PMI su cinque adeguano i propri prodotti Quasi il 40% delle PMI ha operato un adeguamento della propria gamma di prodotti. Tra le aziende produttive sono circa la metà.

PMI: ottimizzare è di moda

Conviene investire nell'utilizzo efficiente delle risorse? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Scarsità di risorse – sondaggio

Gli investimenti vengono premiatiDue PMI su cinque si dicono convinte che gli investimenti nell’efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44 % crede che ciò sia tendenzialmente vero. L’11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

15

Scarse possibilità per il trasferimento dei costi Una PMI su quattro ha già messo in atto misure concrete per affrontare la scarsità di risorse, mentre nell'industria dei beni strumentali si è mosso addirittura il 40% delle aziende. Quasi un terzo di tutte le PMI prevede inoltre di attuare misure in tal senso, tra cui: miglioramenti dell'efficienza (71% delle PMI), aumenti dei prezzi (46%), sostituzione (21%) e hedging (9%). Nell'industria dei beni strumentali, che richiede una notevole quantità di risorse, due aziende su tre si concentrano sull'in-cremento dell'efficienza, una su due sull'aumento dei prezzi, una su tre sulla sostituzione e il 13% sull'hedging. Le PMI del settore edile, altrimenti vicine ai valori medi, affermano di non ricorrere quasi mai alla sostituzione. Su quali misure puntano le PMI?

In percentuale

0%

20%

40%

60%

80%

Sostituzione: i fattori di produzione il cui prezzo aumenta vengono sostituitiOttimizzazione: l'efficienza viene incrementata; i processi miglioratiHedging: il rischio dell'andamento dei prezzi viene copertoTrasferimento: aumento i prezzi dei miei prodottiAltro

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

In che misura le PMI riescono a trasferire gli aumenti dei prezzi input e dei costi? Il 27% delle PMI sostiene di non essere mai in grado di trasferire gli aumenti dei prezzi. Solo il 40% circa ci riesce in misura marginale. Appena per il 17% delle PMI è possibile trasferire oltre la metà delle spese supplementari. Le dimensioni dell'azienda giocano in questo senso un ruolo im-portante. Una microazienda su tre non prende nemmeno in considerazione l'idea di trasferire i costi, mentre tra le PMI di grosse dimensioni solo una su cinque non vede alcuno spazio di manovra. Tra i settori quelli che hanno le maggiori possibilità di trasferimento sono il commercio e i trasporti, nonché l'indu-stria dei beni strumentali. Oltre ad attuare queste misure concrete, oltre due PMI su tre hanno intrapreso sforzi per sensibilizzare i propri collaboratori a un utilizzo parco delle risorse. Circa un terzo delle aziende intervistate afferma tuttavia che la propria campagna di sensi-bilizzazione non ha prodotto alcuna rilevante riduzione dei con-sumi. Due PMI su tre, per contro, hanno visto le proprie misu-re di sensibilizzazione coronate da successo.

È possibile trasferire le spese supplementari?

In percentuale

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

No, non è possibile alcun trasferimento Sì, meno del 10%Sì, dal 10% al 50% Sì, dal 50% all'80%Sì, l'80% e più

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Gli investimenti vengono premiati Due PMI su cinque si dicono convinte che gli investimenti nell'efficienza energetica daranno i propri frutti nel medio ter-mine. Un altro 44% crede che ciò sia tendenzialmente vero. L'11% delle PMI ritiene che investimenti di questo genere non siano opportuni. Le più convinte sono le aziende del settore edile.

Due PMI su cinque adeguano i propri prodotti Quasi il 40% delle PMI ha operato un adeguamento della propria gamma di prodotti. Tra le aziende produttive sono circa la metà.

PMI: ottimizzare è di moda

Conviene investire nell'utilizzo efficiente delle risorse? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Sono completamente d'accordo Sono in parte d'accordoSono piuttosto d'accordo Non sono per niente d'accordoNon so / nessuna indicazione

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Scarsità di risorse – sondaggio

Due PMI su cinque adeguano i propri prodottiQuasi il 40 % delle PMI ha operato un adeguamento della pro-pria gamma di prodotti. Tra le aziende produttive sono circa la metà.

Page 16: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

16

Progresso tecnologico alla luce della scarsità di risorse

Progresso tecnologico

Per progresso tecnologico si intendono tutte le innovazioni che consentono di incrementare la quantità e /o la qualità di prodotti e processi produttivi con un impiego di risorse uguale o più contenuto.

La scarsità di risorse favorisce le innovazioni tecnologicheNegli ultimi 5 anni l’olio combustibile ha fatto registrare un aumento annuo dei prezzi pari al 20 % circa. Il rincaro dei com-bustibili derivati dal petrolio e dei carburanti – che rappresentano ancora il 55 % del nostro consumo energetico – rende neces-sarie delle alternative. Nonostante il forte calo del prezzo del greggio registrato ultimamente per effetto della recessione, nella prossima fase di ripresa la problematica dei prezzi tornerà rapidamente alla ribalta e ricomincerà la tendenza a lungo ter-mine al rialzo dei prezzi delle fonti di energia tradizionali. Questi aumenti incentivano le aziende a produrre in modo più parco e a sviluppare prodotti che consumino meno risorse. La scarsità di queste ultime contribuisce così indirettamente al progresso tec-nologico.

La Svizzera come piazza tecnologicaLa Svizzera è considerata uno dei paesi maggiormente innovativi al mondo. Soprattutto in quei settori in cui operano prevalente-mente PMI vengono sviluppati prodotti sempre più innovativi. Oltre alla biotecnologia, alla nanotecnologia, alla tecnologia medica o all’industria farmaceutica, la Svizzera è ben posizionata anche nel campo delle energie rinnovabili e porta sul mercato numerose innovazioni. Queste tecnologie già ampiamente col-laudate nel settore dell’energia solare, fotovoltaica ed eolica rendono le nuove fonti energetiche sempre più economiche ed efficienti. Anche le paure in merito sono scomparse. Mentre 20 anni fa la scelta di far installare collettori solari sul tetto della propria casa appariva ancora esotica, oggi viene considerata esemplare e all’avanguardia. Ma nonostante gli incentivi statali e l’elevato grado di attenzione, le nuove fonti energetiche non rappresentano ancora più dell’uno per cento del consumo ener-getico finale della Confederazione.

Energia solare e motore elettrico: PMI svizzere al primo postoGrazie all’impegno di diverse PMI, la Svizzera è ottimamente posizionata per quanto riguarda lo sviluppo di veicoli dotati di motori ibridi ed elettrici. Anche nel settore dell’energia solare la Confederazione è molto attiva. La creazione di isole solari o il progetto Solar Impulse sono solo due dei tanti esempi: questi progetti consentono notevoli progressi nel campo dell’energia solare. Nell’ambito del progetto Solar Impulse si lavora alla costruzione di un aereo alimentato esclusivamente a energia solare, in grado di sorvolare l’intera superficie terrestre senza utilizzare carburante e quindi senza produrre emissioni dannose. Oltre all’immensa sfida tecnologica è necessario anche portare alla ribalta inventori e utenti delle nuove tecnologie rispettose dell’ambiente. In questo contesto si distinguono soprattutto le PMI. La capacità innovativa di queste aziende consente notevoli passi avanti della tecnologia nel settore delle energie rinnovabili.

Mancano incentivi per un miglior isolamento degli edificiVisti gli aumenti dei prezzi dell’energia, le PMI cercano sempre di più di impiegare quest’ultima con maggiore efficienza. A tal proposito il potenziale maggiore risiede nell’utilizzo più efficiente dell’energia sul fronte della produzione industriale, in un migliore isolamento degli edifici e nell’impiego di veicoli a consumo ridotto. Il risanamento degli edifici esistenti nasconde un enorme potenziale, anche se oggi è ancora molto diffusa la tendenza a effettuare ristrutturazioni che si limitano a semplici interventi di tinteggiatura. I risanamenti veri e propri vengono solitamente rimandati, poiché per le aziende di piccole e medie dimensioni comportano notevoli investimenti. Prima o poi, tuttavia, per le imprese diventa sempre più di centrale importanza ridurre i costi fissi e produrre in modo più parco. Dato che i costi di produzione sono più elevati in Svizzera che all’estero, una migliore efficienza energetica delle PMI elvetiche può costituire il fondamento della loro competitività futura.

Tra due anni un aereo a energia solare completamente autonomo dovrebbe sorvolare la Terra.

Page 17: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

17

Progresso tecnologico alla luce della scarsità di risorse

Progresso tecnologico come opportunità per le PMI

17

Il progresso tecnologico costituisce un'opportunità o

un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo progresso tecnologico:+79% Il progresso tecnologico genera ottimismo pressoché unanime Secondo il nostro sondaggio l’83% (2008: 81%) delle PMI svizzere valuta il progresso tecnologico come opportunità. Soltanto un'azienda su venti giudica un rischio questo megatrend. Il restante 12% (2008: 13%) delle PMI è neutrale nella sua valutazione. Il saldo tra rischi e opportunità indica che per questa tendenza fondamentale le PMI ottimiste superano le pessimiste del 79% (2008: 75%). Nessun crollo dell'ottimismo nonostante la recessione L'atmosfera cupa e le prospettive congiunturale piuttosto fosche non hanno turbato la valutazione positiva delle aziende. Al contrario, nonostante la recessione le PMI svizzere restano fortemente ottimiste nei confronti del progresso tecnologico, a dimostrazione del fatto che nel lungo termine la Svizzera offre un contesto favorevole per questo megatrend. Progresso tecnologico: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Tutti i settori sono estremamente ottimisti Tutti i settori all’unisono valutano il progresso tecnologico come tendenza fondamentale estremamente positiva. La più fiduciosa è l’industria dei beni strumentali, dove le aziende che ravvisano in questo megatrend soprattutto opportunità supera-no le altre dell’86%. Il settore meno ottimista è quello dei servizi personali, ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre del 69%. Le differenze tra i restanti settori si limitano a semplici sfumature. L'ottimismo cresce in proporzione alle dimensioni del-l'azienda A differenza di quanto avviene per la scarsità di risorse, le aziende di medie dimensioni (da 50 a 249 collaboratori) guar-dano al progresso tecnologico con più ottimismo di quanto facciano le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) e le microimprese (meno di 9 collaboratori). Le aziende di qualsiasi dimensione, tuttavia, presentano un saldo decisamente positi-vo. Progresso tecnologico: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

77%

78%

84%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Tutta la Svizzera confida nel progresso tecnologico In tutte le regioni linguistiche il saldo del progresso tecnologico è positivo. Le PMI ticinesi, che nella media di tutti i megatrend hanno un atteggiamento tendenzialmente meno positivo, sono invece quelle che nel progresso tecnologico vedono soprattutto opportunità.

Progresso tecnologico come opportunità per le PMI

Saldo progresso tecnologico:+ 79 %

Il progresso tecnologico genera ottimismo pressoché unanimeSecondo il nostro sondaggio l’83 % (2008: 81%) delle PMIsvizzere valuta il progresso tecnologico come opportunità. Sol-tanto un’azienda su venti giudica un rischio questo megatrend. Il restante 12 % (2008: 13 %) delle PMI è neutrale nella sua valutazione. Il saldo tra rischi e opportunità indica che per questa tendenza fondamentale le PMI ottimiste superano le pessimiste del 79 % (2008: 75 %).

Nessun crollo dell’ottimismo nonostante la recessioneL’atmosfera cupa e le prospettive congiunturali piuttosto fosche non hanno turbato la valutazione positiva delle aziende. Al con-trario, nonostante la recessione le PMI svizzere restano forte-mente ottimiste nei confronti del progresso tecnologico, a dimostrazione del fatto che nel lungo termine la Svizzera offre un contesto favorevole per questo megatrend.

17

Il progresso tecnologico costituisce un'opportunità o

un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo progresso tecnologico:+79% Il progresso tecnologico genera ottimismo pressoché unanime Secondo il nostro sondaggio l’83% (2008: 81%) delle PMI svizzere valuta il progresso tecnologico come opportunità. Soltanto un'azienda su venti giudica un rischio questo megatrend. Il restante 12% (2008: 13%) delle PMI è neutrale nella sua valutazione. Il saldo tra rischi e opportunità indica che per questa tendenza fondamentale le PMI ottimiste superano le pessimiste del 79% (2008: 75%). Nessun crollo dell'ottimismo nonostante la recessione L'atmosfera cupa e le prospettive congiunturale piuttosto fosche non hanno turbato la valutazione positiva delle aziende. Al contrario, nonostante la recessione le PMI svizzere restano fortemente ottimiste nei confronti del progresso tecnologico, a dimostrazione del fatto che nel lungo termine la Svizzera offre un contesto favorevole per questo megatrend. Progresso tecnologico: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Tutti i settori sono estremamente ottimisti Tutti i settori all’unisono valutano il progresso tecnologico come tendenza fondamentale estremamente positiva. La più fiduciosa è l’industria dei beni strumentali, dove le aziende che ravvisano in questo megatrend soprattutto opportunità supera-no le altre dell’86%. Il settore meno ottimista è quello dei servizi personali, ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre del 69%. Le differenze tra i restanti settori si limitano a semplici sfumature. L'ottimismo cresce in proporzione alle dimensioni del-l'azienda A differenza di quanto avviene per la scarsità di risorse, le aziende di medie dimensioni (da 50 a 249 collaboratori) guar-dano al progresso tecnologico con più ottimismo di quanto facciano le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) e le microimprese (meno di 9 collaboratori). Le aziende di qualsiasi dimensione, tuttavia, presentano un saldo decisamente positi-vo. Progresso tecnologico: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

77%

78%

84%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Tutta la Svizzera confida nel progresso tecnologico In tutte le regioni linguistiche il saldo del progresso tecnologico è positivo. Le PMI ticinesi, che nella media di tutti i megatrend hanno un atteggiamento tendenzialmente meno positivo, sono invece quelle che nel progresso tecnologico vedono soprattutto opportunità.

Progresso tecnologico come opportunità per le PMI

Tutti i settori sono estremamente ottimistiTutti i settori all’unisono valutano il progresso tecnologico come tendenza fondamentale estremamente positiva. La più fiduciosa è l’industria dei beni strumentali, dove le aziende che ravvisano in questo megatrend soprattutto opportunità superano le altre dell’86 %. Il settore meno ottimista è quello dei servizi personali, ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre del 69 %. Le differenze tra i restanti settori si limitano a semplici sfumature.

L’ottimismo cresce in proporzione alle dimensioni dell’aziendaA differenza di quanto avviene per la scarsità di risorse, le aziende di medie dimensioni (da 50 a 249 collaboratori) guar-dano al progresso tecnologico con più ottimismo di quanto facciano le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) e le microimprese (meno di 9 collaboratori). Le aziende di qualsiasi dimensione, tuttavia, presentano un saldo decisamente positivo.

17

Il progresso tecnologico costituisce un'opportunità o

un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo progresso tecnologico:+79% Il progresso tecnologico genera ottimismo pressoché unanime Secondo il nostro sondaggio l’83% (2008: 81%) delle PMI svizzere valuta il progresso tecnologico come opportunità. Soltanto un'azienda su venti giudica un rischio questo megatrend. Il restante 12% (2008: 13%) delle PMI è neutrale nella sua valutazione. Il saldo tra rischi e opportunità indica che per questa tendenza fondamentale le PMI ottimiste superano le pessimiste del 79% (2008: 75%). Nessun crollo dell'ottimismo nonostante la recessione L'atmosfera cupa e le prospettive congiunturale piuttosto fosche non hanno turbato la valutazione positiva delle aziende. Al contrario, nonostante la recessione le PMI svizzere restano fortemente ottimiste nei confronti del progresso tecnologico, a dimostrazione del fatto che nel lungo termine la Svizzera offre un contesto favorevole per questo megatrend. Progresso tecnologico: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Tutti i settori sono estremamente ottimisti Tutti i settori all’unisono valutano il progresso tecnologico come tendenza fondamentale estremamente positiva. La più fiduciosa è l’industria dei beni strumentali, dove le aziende che ravvisano in questo megatrend soprattutto opportunità supera-no le altre dell’86%. Il settore meno ottimista è quello dei servizi personali, ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre del 69%. Le differenze tra i restanti settori si limitano a semplici sfumature. L'ottimismo cresce in proporzione alle dimensioni del-l'azienda A differenza di quanto avviene per la scarsità di risorse, le aziende di medie dimensioni (da 50 a 249 collaboratori) guar-dano al progresso tecnologico con più ottimismo di quanto facciano le piccole imprese (da 10 a 49 collaboratori) e le microimprese (meno di 9 collaboratori). Le aziende di qualsiasi dimensione, tuttavia, presentano un saldo decisamente positi-vo. Progresso tecnologico: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

77%

78%

84%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Tutta la Svizzera confida nel progresso tecnologico In tutte le regioni linguistiche il saldo del progresso tecnologico è positivo. Le PMI ticinesi, che nella media di tutti i megatrend hanno un atteggiamento tendenzialmente meno positivo, sono invece quelle che nel progresso tecnologico vedono soprattutto opportunità.

Progresso tecnologico come opportunità per le PMI

Tutta la Svizzera confida nel progresso tecnologicoIn tutte le regioni linguistiche il saldo del progresso tecnologicoè positivo. Le PMI ticinesi, che nella media di tutti i megatrend hanno un atteggiamento tendenzialmente meno positivo, sonoinvece quelle che nel progresso tecnologico vedono soprattutto opportunità.

Page 18: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

18

Società della conoscenza alla luce della scarsità di risorse

Società della conoscenza

Nella società della conoscenza il sapere, la sua acquisizione e il suo efficiente sfruttamento sono sempre più alla base della convivenza sociale ed economica.

La penuria di risorse naturali favorisce la produzione ad alta intensità di conoscenze in SvizzeraPer la Svizzera la scarsità di risorse non è un fenomeno nuovo. Nel nostro paese non esistono ricche fonti di petrolio e gas, non si può cercare l’oro né estrarre il rame. Per quanto le imprese elvetiche – grazie alla globalizzazione – siano in grado di reperire i necessari input all’estero, ben presto sono state incentivate a specializzarsi su settori e prodotti ad elevata intensità di cono-scenze. La penuria di risorse naturali è uno dei motivi per cui la produzione (di massa) di beni standard destinati all’esportazione non ha mai rappresentato un’opzione per le aziende svizzere. Al contrario: ad avere successo sono quelle imprese in grado di offrire prodotti di qualità, ad alta intensità di conoscenze e di ricerca.

L’attenzione alla qualità è determinante per le PMI svizzereQuesto vale anche e soprattutto per le PMI del nostro paese. Secondo il nostro sondaggio dello scorso anno, infatti, per oltre il 60 % delle PMI intervistate la qualità come argomento di ven-dita è il principale propulsore delle innovazioni. A tal proposito emerge che l’industria dei beni strumentali presenta un’atten-zione molto marcata alla qualità e all’innovazione, ed è anche quella che ritiene di produrre più frequentemente innovazioni. Necessità di recupero in tema di orientamento all’innovazione e alla qualità esiste invece nel settore dei servizi, dove deve essere ulteriormente rafforzata la consapevolezza della qualità come concetto globale che adegua prodotti e processi alle esigenze dei clienti, riuscendo addirittura ad anticiparle.

Capitale umano come principale risorsa elveticaSe si estende il concetto di risorse a quelle non esauribili, allora la Svizzera si trasforma da paese povero di risorse a nazione estremamente ricca. Nel raffronto internazionale disponiamo infatti di una forza lavoro estremamente qualificata. Ed è proprio questa che consente alle imprese elvetiche di non doversi misu-rare con paesi con manodopera a basso costo nella concorrenza globale, bensì di poterli soppiantare utilizzando l’argomento della qualità. In molti settori, ad esempio, aziende locali occupano una posizione di leader tecnologici e sono sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza grazie a una costante innovazione.

Leader europeo nel campo dell’innovazione grazie soprattutto alle PMISecondo il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione della Commissione Europea la Svizzera, che già partiva da un ottimo piazzamento (secondo posto nel 2007), nel 2008 ha conqui-stato la prima posizione in materia di innovazione. La buona per-formance della Svizzera è da ricondurre principalmente ai settori della ricerca, dell’innovazione tecnologica e della proprietà in-tellettuale. Nel raffronto europeo, inoltre, la Confederazione dispone della quota più alta di PMI che svolgono attività di inno-vazione tecnologica. Il Centro di ricerche congiunturali del Poli-tecnico federale di Zurigo conferma questi risultati: la Svizzera può contare sulle PMI più innovative del Vecchio Continente, mentre per quanto riguarda le grandi aziende presenta un deficit nel raffronto europeo.

Nel raffronto europeo la Svizzera vanta la quota più alta di PMI che svolgono attività di innovazione tecnologica.

Page 19: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

19

Società della conoscenza – sondaggio

PMI ottimiste verso la società della conoscenza

19

La società della conoscenza costituisce un'opportuni-tà o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo società della conoscenza: +62% Le PMI vedono la conoscenza come opportunità Secondo il sondaggio due PMI su tre vedono la società della conoscenza come opportunità. Solo cinque su 100 la giudica-no un rischio. Il saldo di tutte le risposte è del 62% (2008: 61%). Solo nel progresso tecnologico le PMI vedono ancora più opportunità. L'atteggiamento positivo verso la società della cono-scenza non cambia nel corso degli anni Per quanto quest'anno l'ottimismo nei confronti della società della conoscenza sia superato da quello verso il progresso tecnologico, nella media degli ultimi tre anni entrambi i mega-trend presentano un saldo ugualmente elevato. L'atteggia-mento nei confronti della società della conoscenza si è mante-nuto stabile su un livello molto elevato e non è stato influenzato dagli sviluppi congiunturali. Valutazione ottimistica da parte di tutti i settori Tutti i settori valutano molto ottimisticamente la società della conoscenza. Le differenze tra un settore e l'altro sono margi-nali. La valutazione più positiva arriva dai servizi sanitari e sociali e dall’istruzione, seguiti dai servizi alle imprese. I meno ottimisti sono l'artigianato e gli altri settori industriali. Ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre di ben il 51%. Analo-gamente a quanto accade per il progresso tecnologico, questa valutazione dimostra che nel nostro paese il contesto è estre-mamente confacente alla crescita della conoscenza e all'inno-vazione. Solo differenze marginali in base alle dimensioni delle aziende Come avviene per i settori, nemmeno le diverse dimensioni delle aziende influenzano sensibilmente la loro valutazione della società della conoscenza. I giudizi più positivi arrivano dalle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) con un saldo del 64%.

Società della conoscenza: settori Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Poche differenze regionali Nemmeno l'analisi regionale, infine, comporta differenze nella valutazione del megatrend. Il passaggio alla società della cono-scienza viene visto con grande ottimismo da tutte e tre le regioni linguistiche. Le più ottimiste, con una prevalenza del 71% di risposte positive, sono le PMI ticinesi, che nel com-plesso hanno un atteggiamento leggermente meno ottimistico. Società della conoscenza: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

59%

62%

71%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

PMI ottimiste verso la società della conoscenza

Società della conoscenza – sondaggio

Saldo società della conoscenza: + 62 %

Le PMI vedono la conoscenza come opportunitàSecondo il sondaggio due PMI su tre vedono la società dellaconoscenza come opportunità. Solo cinque su 100 la giudicano un rischio. Il saldo di tutte le risposte è del 62 % (2008: 61%). Solo nel progresso tecnologico le PMI vedono ancora più oppor-tunità.

L’atteggiamento positivo verso la società della conoscenza non cambia nel corso degli anniPer quanto quest’anno l’ottimismo nei confronti della società della conoscenza sia superato da quello verso il progresso tec-nologico, nella media degli ultimi tre anni entrambi i megatrend presentano un saldo ugualmente elevato. L’atteggiamento nei confronti della società della conoscenza si è mantenuto stabile su un livello molto elevato e non è stato influenzato dagli sviluppi congiunturali.

Valutazione ottimistica da parte di tutti i settoriTutti i settori valutano molto ottimisticamente la società dellaconoscenza. Le differenze tra un settore e l’altro sono marginali. La valutazione più positiva arriva dai servizi sanitari e so-ciali e dall’istruzione, seguiti dai servizi alle imprese. I meno ottimisti sono l’artigianato e gli altri settori industriali. Ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre di ben il 51%. Analo-gamente a quanto accade per il progresso tecnologico, questa valutazione dimostra che nel nostro paese il contesto è estrema-mente confacente alla crescita della conoscenza e all’innova-zione.

Solo differenze marginali in base alle dimensioni delle aziendeCome avviene per i settori, nemmeno le diverse dimensioni delle aziende influenzano sensibilmente la loro valutazione della so-cietà della conoscenza. I giudizi più positivi arrivano dalle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) con un saldo del 64 %.

19

La società della conoscenza costituisce un'opportuni-tà o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo società della conoscenza: +62% Le PMI vedono la conoscenza come opportunità Secondo il sondaggio due PMI su tre vedono la società della conoscenza come opportunità. Solo cinque su 100 la giudica-no un rischio. Il saldo di tutte le risposte è del 62% (2008: 61%). Solo nel progresso tecnologico le PMI vedono ancora più opportunità. L'atteggiamento positivo verso la società della cono-scenza non cambia nel corso degli anni Per quanto quest'anno l'ottimismo nei confronti della società della conoscenza sia superato da quello verso il progresso tecnologico, nella media degli ultimi tre anni entrambi i mega-trend presentano un saldo ugualmente elevato. L'atteggia-mento nei confronti della società della conoscenza si è mante-nuto stabile su un livello molto elevato e non è stato influenzato dagli sviluppi congiunturali. Valutazione ottimistica da parte di tutti i settori Tutti i settori valutano molto ottimisticamente la società della conoscenza. Le differenze tra un settore e l'altro sono margi-nali. La valutazione più positiva arriva dai servizi sanitari e sociali e dall’istruzione, seguiti dai servizi alle imprese. I meno ottimisti sono l'artigianato e gli altri settori industriali. Ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre di ben il 51%. Analo-gamente a quanto accade per il progresso tecnologico, questa valutazione dimostra che nel nostro paese il contesto è estre-mamente confacente alla crescita della conoscenza e all'inno-vazione. Solo differenze marginali in base alle dimensioni delle aziende Come avviene per i settori, nemmeno le diverse dimensioni delle aziende influenzano sensibilmente la loro valutazione della società della conoscenza. I giudizi più positivi arrivano dalle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) con un saldo del 64%.

Società della conoscenza: settori Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Poche differenze regionali Nemmeno l'analisi regionale, infine, comporta differenze nella valutazione del megatrend. Il passaggio alla società della cono-scienza viene visto con grande ottimismo da tutte e tre le regioni linguistiche. Le più ottimiste, con una prevalenza del 71% di risposte positive, sono le PMI ticinesi, che nel com-plesso hanno un atteggiamento leggermente meno ottimistico. Società della conoscenza: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

59%

62%

71%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

PMI ottimiste verso la società della conoscenza

Società della conoscenza – sondaggio

Poche differenze regionaliNemmeno l’analisi regionale, infine, comporta differenze nella valutazione del megatrend. Il passaggio alla società della cono-scienza viene visto con grande ottimismo da tutte e tre le regioni linguistiche. Le più ottimiste, con una prevalenza del 71% di risposte positive, sono le PMI ticinesi, che nel complesso hanno un atteggiamento leggermente meno ottimistico.

19

La società della conoscenza costituisce un'opportuni-tà o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo società della conoscenza: +62% Le PMI vedono la conoscenza come opportunità Secondo il sondaggio due PMI su tre vedono la società della conoscenza come opportunità. Solo cinque su 100 la giudica-no un rischio. Il saldo di tutte le risposte è del 62% (2008: 61%). Solo nel progresso tecnologico le PMI vedono ancora più opportunità. L'atteggiamento positivo verso la società della cono-scenza non cambia nel corso degli anni Per quanto quest'anno l'ottimismo nei confronti della società della conoscenza sia superato da quello verso il progresso tecnologico, nella media degli ultimi tre anni entrambi i mega-trend presentano un saldo ugualmente elevato. L'atteggia-mento nei confronti della società della conoscenza si è mante-nuto stabile su un livello molto elevato e non è stato influenzato dagli sviluppi congiunturali. Valutazione ottimistica da parte di tutti i settori Tutti i settori valutano molto ottimisticamente la società della conoscenza. Le differenze tra un settore e l'altro sono margi-nali. La valutazione più positiva arriva dai servizi sanitari e sociali e dall’istruzione, seguiti dai servizi alle imprese. I meno ottimisti sono l'artigianato e gli altri settori industriali. Ma anche qui le aziende ottimiste superano le altre di ben il 51%. Analo-gamente a quanto accade per il progresso tecnologico, questa valutazione dimostra che nel nostro paese il contesto è estre-mamente confacente alla crescita della conoscenza e all'inno-vazione. Solo differenze marginali in base alle dimensioni delle aziende Come avviene per i settori, nemmeno le diverse dimensioni delle aziende influenzano sensibilmente la loro valutazione della società della conoscenza. I giudizi più positivi arrivano dalle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) con un saldo del 64%.

Società della conoscenza: settori Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Poche differenze regionali Nemmeno l'analisi regionale, infine, comporta differenze nella valutazione del megatrend. Il passaggio alla società della cono-scienza viene visto con grande ottimismo da tutte e tre le regioni linguistiche. Le più ottimiste, con una prevalenza del 71% di risposte positive, sono le PMI ticinesi, che nel com-plesso hanno un atteggiamento leggermente meno ottimistico. Società della conoscenza: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

59%

62%

71%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

PMI ottimiste verso la società della conoscenza

Società della conoscenza – sondaggio

Page 20: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

20

Cambiamento dei valori alla luce della scarsità di risorse

Cambiamento dei valori

Il cambiamento dei valori descrive la variazione delle norme e dei valori di riferimento sociali e individuali.

Crescono efficienza nell’uso delle risorse e coscienza ecologica …La scarsità di risorse e la problematica ambientale a livello mon-diale aumentano la consapevolezza nei confronti di un consumo e di una produzione più sostenibili. Nonostante il fallimento delle conferenze sul clima svoltesi finora a livello globale sono state riconosciute la necessità e l’urgenza di un accordo internazio-nale. Ma all’obiettivo di un utilizzo più parco delle risorse si oppone un forte vento contrario: la popolazione mondiale con-tinua a crescere in modo sostenuto, il mercato del lavoro diventa più globale e flessibile, le strutture familiari cambiano e la mobi-lità aumenta. Tutto ciò fa crescere il consumo energetico.

… ma anche la mobilità, e con essa le emissioni di CO2

Già oltre otto famiglie su dieci in Svizzera hanno almeno un’auto, mentre una su tre ne ha addirittura più di una. In Svizzera ven-gono percorsi circa 19 000 chilometri all’anno per persona, il 55 % dei quali in auto, il 18 % in aereo, il 19 % con i mezzi pub-blici. Ogni svizzero percorre nel proprio paese 37 chilometri al giorno, impiegando un’ora e 40 minuti. Per il 96 % dell’energia necessaria per la mobilità si ricorre al petrolio. Per quanto la forte concorrenza tra le case produttrici favorisca lo sviluppo di veicoli più efficienti, nonostante una chiara tendenza verso auto più piccole e dai consumi ridotti ci vorranno anni prima che il parco veicoli ancora in crescita impieghi un minor quantitativo di carburante. Il consumo svizzero di carburante aumenta infatti costantemente, anche se solo di poco.

Opportunità per PMI innovative in mercati di nicchiaLa spaccatura nelle abitudini di consumo diventa sempre più evidente. Da una parte i prodotti biologici e autentici, nonché i veicoli a consumo ridotto, sono sempre più amati, ma allo stesso tempo cresce anche la domanda di viaggi e consumi. Se tutti gli abitanti della Terra avessero lo stesso stile di vita degli svizzeri sarebbero necessari 3 pianeti. Per quanto siano campioni del mondo nel consumo di prodotti biologici, con 175 CHF per per-

sona all’anno, gli svizzeri spendono comunque una cifra di 10 volte superiore per i carburanti. È difficile immaginare un tenore di vita più elevato con un consumo energetico più contenuto. In ultima analisi gli abitanti dei paesi ricchi non decideranno di viag-giare o consumare di meno fintantoché potranno permetterselo finanziariamente. Dagli stili e dalle abitudini di vita sempre più individualizzati e variegati nascono innumerevoli nicchie di mer-cato. Per le PMI elvetiche è di centrale importanza riconoscerle per tempo e occuparle. La gamma copre l’intero panorama set-toriale: alcuni esempi sono l’eco-turismo, la produzione di pro-dotti biologici o la costruzione di case secondo lo standard Minergie.

L’onda del risparmio ha già travolto gli imprenditoriIn futuro aumenteranno ulteriormente la consapevolezza e la conoscenza del proprio consumo energetico. La cosiddetta impronta ecologica è nota alla maggior parte degli imprenditori. È però difficile prevedere se questa modificherà in modo dura-turo il loro comportamento. In generale, tuttavia, l’impiego responsabile delle risorse diventerà sempre di più un fattore rile-vante ai fini della concorrenza vista la crescente sensibilizzazione dei consumatori. Molte imprese grandi e piccole in Svizzera per-seguono già da anni una politica aziendale sostenibile. Puntano su processi e servizi ad elevata efficienza, sviluppano nuovi pro-dotti e vedono opportunità commerciali nell’obiettivo di man-tenere il nostro tenore di vita – o addirittura di migliorarlo – con un impiego di risorse più contenuto. Numerose PMI elvetiche hanno grande successo nell’occupare queste nicchie, poiché produrre e lavorare in modo sostenibile è già profondamente radicato nella realtà del nostro paese.

Uno svizzero spende in media 175 CHF all’anno per prodotti biologici, un record mondiale. Ma questa cifra è 10 volte inferiore a quella spesa per i carburanti.

Page 21: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

21

Cambiamento dei valori – sondaggio

Il cambiamento dei valori crea nicchie per le PMI

21

Il cambiamento dei valori costituisce un'opportunità o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo cambiamento dei valori: +25% Più opportunità che rischi nel cambiamento dei valori Secondo il sondaggio le PMI che vedono un'opportunità nel cambiamento dei valori superano le altre del 25% (2008: 22%). Quasi una PMI su due valuta ottimisticamente questo megatrend. Circa una su quattro vede nel cambiamento dei valori prevalentemente rischi. Tre su dieci dichiarano che le variazioni delle norme e dei valori di riferimento sociali e indivi-duali non rappresentano né un’opportunità né un rischio per l'azienda. Molte PMI sono quindi indecise per quanto riguarda questo multiforme megatrend. Cambiamento dei valori: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Per tutti i settori prevalgono le opportunità Tutti i settori vedono il cambiamento dei valori prevalentemente come opportunità. A variare è solo il grado di ottimismo. Per tutti i settori dei servizi le opportunità prevalgono nettamente. Nel settore dei servizi personali le PMI ottimiste superano le altre addirittura del 50%. Questo valore è pari a un terzo nel

turismo e nelle attività ricreative, nonché nel settore dei servizi alle imprese. Le aziende del settore secondario, però, vi vedo-no anche molti rischi per la propria attività. Nell’industria dei beni strumentali e nell’edilizia le aziende ottimiste superano le altre di meno del 20%. Nessun nesso chiaro con le dimensioni delle aziende La valutazione delle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) diverge solo in misura minima da quella delle microimprese (meno di 9 collaboratori). In entrambi i casi, tuttavia, la valuta-zione del cambiamento dei valori è più positiva di quella e-spressa dalle piccole aziende (da 10 a 49 collaboratori). Cambiamento dei valori: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

35%

25%

9%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Ticinesi decisamente più critici verso il cambiamento dei valori In tutte le regioni linguistiche il saldo delle valutazioni è positi-vo, ma il valore registrato in Ticino è nettamente inferiore alla media nazionale. Il cambiamento dei valori è un fenomeno complesso. Svariate possono quindi essere le motivazioni alla base della diversa valutazione espressa dalle aziende. Né dalla struttura economica né dall’andamento congiunturale regionale si possono evincere in ogni caso valide spiegazioni per l'atteg-giamento più critico delle PMI ticinesi.

Il cambiamento dei valori crea nicchie per le PMI

Cambiamento dei valori – sondaggio

Saldo cambiamento dei valori: + 25 %

Più opportunità che rischi nel cambiamento dei valoriSecondo il sondaggio le PMI che vedono un’opportunità nel cambiamento dei valori superano le altre del 25 % (2008: 22 %). Quasi una PMI su due valuta ottimisticamente questo megatrend. Circa una su quattro vede nel cambiamento dei valori prevalentemente rischi. Tre su dieci dichiarano che le variazioni delle norme e dei valori di riferimento sociali e indivi-duali non rappresentano né un’opportunità né un rischio per l’azienda. Molte PMI sono quindi indecise per quanto riguarda questo multiforme megatrend.

21

Il cambiamento dei valori costituisce un'opportunità o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo cambiamento dei valori: +25% Più opportunità che rischi nel cambiamento dei valori Secondo il sondaggio le PMI che vedono un'opportunità nel cambiamento dei valori superano le altre del 25% (2008: 22%). Quasi una PMI su due valuta ottimisticamente questo megatrend. Circa una su quattro vede nel cambiamento dei valori prevalentemente rischi. Tre su dieci dichiarano che le variazioni delle norme e dei valori di riferimento sociali e indivi-duali non rappresentano né un’opportunità né un rischio per l'azienda. Molte PMI sono quindi indecise per quanto riguarda questo multiforme megatrend. Cambiamento dei valori: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Per tutti i settori prevalgono le opportunità Tutti i settori vedono il cambiamento dei valori prevalentemente come opportunità. A variare è solo il grado di ottimismo. Per tutti i settori dei servizi le opportunità prevalgono nettamente. Nel settore dei servizi personali le PMI ottimiste superano le altre addirittura del 50%. Questo valore è pari a un terzo nel

turismo e nelle attività ricreative, nonché nel settore dei servizi alle imprese. Le aziende del settore secondario, però, vi vedo-no anche molti rischi per la propria attività. Nell’industria dei beni strumentali e nell’edilizia le aziende ottimiste superano le altre di meno del 20%. Nessun nesso chiaro con le dimensioni delle aziende La valutazione delle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) diverge solo in misura minima da quella delle microimprese (meno di 9 collaboratori). In entrambi i casi, tuttavia, la valuta-zione del cambiamento dei valori è più positiva di quella e-spressa dalle piccole aziende (da 10 a 49 collaboratori). Cambiamento dei valori: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

35%

25%

9%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Ticinesi decisamente più critici verso il cambiamento dei valori In tutte le regioni linguistiche il saldo delle valutazioni è positi-vo, ma il valore registrato in Ticino è nettamente inferiore alla media nazionale. Il cambiamento dei valori è un fenomeno complesso. Svariate possono quindi essere le motivazioni alla base della diversa valutazione espressa dalle aziende. Né dalla struttura economica né dall’andamento congiunturale regionale si possono evincere in ogni caso valide spiegazioni per l'atteg-giamento più critico delle PMI ticinesi.

Il cambiamento dei valori crea nicchie per le PMI

Cambiamento dei valori – sondaggio

Per tutti i settori prevalgono le opportunitàTutti i settori vedono il cambiamento dei valori prevalentementecome opportunità. A variare è solo il grado di ottimismo. Pertutti i settori dei servizi le opportunità prevalgono nettamente. Nel settore dei servizi personali le PMI ottimiste superano le altre addirittura del 50 %. Questo valore è pari a un terzo nel turismo e nelle attività ricreative, nonché nel settore dei servizi alle imprese. Le aziende del settore secondario, però, vi vedono anche molti rischi per la propria attività. Nell’industria dei beni strumentali e nell’edilizia le aziende ottimiste superano le altre di meno del 20 %.

Nessun nesso chiaro con le dimensioni delle aziende La valutazione delle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) diverge solo in misura minima da quella delle microimprese (meno di 9 collaboratori). In entrambi i casi, tuttavia, la valuta-zione del cambiamento dei valori è più positiva di quella espressa dalle piccole aziende (da 10 a 49 collaboratori).

21

Il cambiamento dei valori costituisce un'opportunità o un rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo cambiamento dei valori: +25% Più opportunità che rischi nel cambiamento dei valori Secondo il sondaggio le PMI che vedono un'opportunità nel cambiamento dei valori superano le altre del 25% (2008: 22%). Quasi una PMI su due valuta ottimisticamente questo megatrend. Circa una su quattro vede nel cambiamento dei valori prevalentemente rischi. Tre su dieci dichiarano che le variazioni delle norme e dei valori di riferimento sociali e indivi-duali non rappresentano né un’opportunità né un rischio per l'azienda. Molte PMI sono quindi indecise per quanto riguarda questo multiforme megatrend. Cambiamento dei valori: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Per tutti i settori prevalgono le opportunità Tutti i settori vedono il cambiamento dei valori prevalentemente come opportunità. A variare è solo il grado di ottimismo. Per tutti i settori dei servizi le opportunità prevalgono nettamente. Nel settore dei servizi personali le PMI ottimiste superano le altre addirittura del 50%. Questo valore è pari a un terzo nel

turismo e nelle attività ricreative, nonché nel settore dei servizi alle imprese. Le aziende del settore secondario, però, vi vedo-no anche molti rischi per la propria attività. Nell’industria dei beni strumentali e nell’edilizia le aziende ottimiste superano le altre di meno del 20%. Nessun nesso chiaro con le dimensioni delle aziende La valutazione delle medie imprese (da 50 a 249 collaboratori) diverge solo in misura minima da quella delle microimprese (meno di 9 collaboratori). In entrambi i casi, tuttavia, la valuta-zione del cambiamento dei valori è più positiva di quella e-spressa dalle piccole aziende (da 10 a 49 collaboratori). Cambiamento dei valori: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

35%

25%

9%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Ticinesi decisamente più critici verso il cambiamento dei valori In tutte le regioni linguistiche il saldo delle valutazioni è positi-vo, ma il valore registrato in Ticino è nettamente inferiore alla media nazionale. Il cambiamento dei valori è un fenomeno complesso. Svariate possono quindi essere le motivazioni alla base della diversa valutazione espressa dalle aziende. Né dalla struttura economica né dall’andamento congiunturale regionale si possono evincere in ogni caso valide spiegazioni per l'atteg-giamento più critico delle PMI ticinesi.

Il cambiamento dei valori crea nicchie per le PMI

Cambiamento dei valori – sondaggio

Ticinesi decisamente più critici verso il cambiamento dei valoriIn tutte le regioni linguistiche il saldo delle valutazioni è positivo, ma il valore registrato in Ticino è nettamente inferiore alla media nazionale. Il cambiamento dei valori è un fenomeno complesso. Svariate possono quindi essere le motivazioni alla base della diversa valutazione espressa dalle aziende. Né dalla struttura economica né dall’andamento congiunturale regionale si pos-sono evincere in ogni caso valide spiegazioni per l’atteggiamento più critico delle PMI ticinesi.

Page 22: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

22

Globalizzazione alla luce della scarsità di risorse

Globalizzazione

Per globalizzazione si intende la sempre maggiore interdipen-denza internazionale di economia, politica, cultura, ambiente e comunicazione, vale a dire di quasi tutti i settori della nostra vita.

La scarsità di risorse favorisce la globalizzazione …Le risorse esauribili, per definizione, diventano sempre più scarse. Ciò vale non solo in assoluto, bensì ancor di più in ter-mini relativi al consumo, che in generale aumenta con lo svilup-po economico. Questo fa crescere le possibilità che una data risorsa non sia presente localmente e debba essere importata. L’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) prevede ad esempio che la Cina, maggior produttore al mondo di carbone, presto o tardi si trasformerà in importatore netto permanente di questa risorsa per via dell’immenso potenziale di domanda. Una scar-sità di risorse a livello locale porta dunque a un maggior com-mercio globale. Questo effetto è potenziato dal fatto che gli esportatori di risorse spesso reinvestono in importazioni le pro-prie entrate valutarie.

… o viceversa?Si potrebbe argomentare anche diversamente: con l’integra-zione della Cina e dell’India nell’economia mondiale il concetto di globalizzazione ha assunto nuove dimensioni. La divisione internazionale del lavoro procede a passi da gigante. La ful-minea crescita economica e l’ascesa di milioni di persone nel ceto medio generano in questi paesi la tanto discussa fame di materie prime da destinare a produzione e consumo, accen-tuando così la problematica delle risorse. Secondo l’AIE, ad esempio, la Cina è responsabile di oltre il 40 % dell’aumento della domanda di greggio tra il 2007 e il 2030. Le differenze regionali nel consumo pro capite, tuttavia, resteranno enormi anche nel 2030. La Cina consumerà «solo» 4,2 barili di greggio a testa, a fronte della media dei paesi dell’OCSE di 12,3 barili pro capite.

Le PMI svizzere beneficiano della globalizzazioneLa globalizzazione e la scarsità di risorse interessano le PMI svizzere molto da vicino. Nel medio termine la domanda tornerà ad aumentare, tra l’altro per effetto dell’integrazione delle po-tenze mondiali Cina e India, densamente popolate, che compor-terà strettoie e incrementi dei prezzi di importanti risorse. Ciò pesa in modo molto diretto sui conti economici delle PMI.

Dall’altra parte queste ultime beneficiano di un enorme aumento del potenziale di domanda. Sul mercato interno il potenziale di crescita è limitato in molti settori, e i mercati sono ampiamente saturi. Oltre i confini nazionali si aprono per contro notevoli op-portunità di crescita. Tra il 1990 e il 2008 il commercio estero ha dato un contributo complessivo di 0,48 punti percentuali alla crescita media annua del PIL pari all’1,5 %, con un contributo delle esportazioni che è stato di ben l’1,94 % (quota delle impor-tazioni: –1,46 %).

Oltre un posto di lavoro su quattro nelle PMI industriali è offerto da PMI orientate alle esportazioniMentre oltre il 60 % di tutte le grandi imprese industriali parteci-pano al commercio estero, per le PMI industriali questa quota è appena del 14 % circa. Queste, tuttavia, mettono a disposizione oltre un posto di lavoro su quattro di quelli offerti da imprese industriali di piccole e medie dimensioni. Più di 10 000 PMI elve-tiche nel settore industriale possono quindi essere definite orientate alle esportazioni. A queste si aggiungono poi innume-revoli aziende che riforniscono queste 10 000 imprese esporta-trici e che dipendono quindi anch’esse dalla globalizzazione. Ma il potenziale è lungi dall’essersi esaurito.

22

Per globalizzazione si intende la sempre maggiore interdi-pendenza internazionale di economia, politica, cultura, ambien-te e comunicazione, vale a dire di quasi tutti i settori della nostra vita. La scarsità di risorse favorisce la globalizzazione… Le risorse esauribili, per definizione, diventano sempre più scarse. Ciò vale non solo in assoluto, bensì ancor di più in termini relativi al consumo, che in generale aumenta con lo sviluppo economico. Questo fa crescere le possibilità che una data risorsa non sia presente localmente e debba essere im-portata. L'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) prevede ad esempio che la Cina, maggior produttore al mondo di car-bone, presto o tardi si trasformerà in importatore netto perma-nente di questa risorsa per via dell'immenso potenziale di domanda. Una scarsità di risorse a livello locale porta dunque a un maggior commercio globale. Questo effetto è potenziato dal fatto che gli esportatori di risorse spesso reinvestono in importazioni le proprie entrate valutarie. …o viceversa? Si potrebbe argomentare anche diversamente: con l'integra-zione della Cina e dell'India nell'economia mondiale il concetto di globalizzazione ha assunto nuove dimensioni. La divisione internazionale del lavoro procede a passi da gigante. La fulmi-nea crescita economica e l'ascesa di milioni di persone nel ceto medio generano in questi paesi la tanto discussa fame di materie prime da destinare a produzione e consumo, accen-tuando così la problematica delle risorse. Secondo l'AIE, ad esempio, la Cina è responsabile di oltre il 40% dell'aumento della domanda di greggio tra il 2007 e il 2030. Le differenze regionali nel consumo pro capite, tuttavia, resteranno enormi anche nel 2030. La Cina consumerà "solo" 4,2 barili di greg-gio a testa, a fronte della media dei paesi dell'OCSE di 12,3 barili pro capite. Le PMI svizzere beneficiano della globalizzazione La globalizzazione e la scarsità di risorse interessano le PMI svizzere molto da vicino. Nel medio termine la domanda torne-rà ad aumentare, tra l'altro per effetto dell'integrazione delle potenze mondiali Cina e India, densamente popolate, che comporterà strettoie e incrementi dei prezzi di importanti risor-

se. Ciò pesa in modo molto diretto sui conti economici delle PMI. Dall'altra parte queste ultime beneficiano di un enorme aumento del potenziale di domanda. Sul mercato interno il potenziale di crescita è limitato in molti settori, e i mercati sono ampiamente saturi. Oltre i confini nazionali si aprono per contro notevoli opportunità di crescita. Tra il 1990 e il 2008 il com-mercio estero ha dato un contributo complessivo di 0,48 punti percentuali alla crescita media annua del PIL pari all'1,5%, con un contributo delle esportazioni che è stato di ben l'1,94% (quota delle importazioni: -1,46%). Oltre un posto di lavoro su quattro nelle PMI industriali è offerto da PMI orientate alle esportazioni Mentre oltre il 60% di tutte le grandi imprese industriali parte-cipano al commercio estero, per le PMI industriali questa quota è appena del 14% circa. Queste, tuttavia, mettono a disposi-zione oltre un posto di lavoro su quattro di quelli offerti da imprese industriali di piccole e medie dimensioni. Più di 10'000 PMI elvetiche nel settore industriale possono quindi essere definite orientate alle esportazioni. A queste si aggiun-gono poi innumerevoli aziende che riforniscono queste 10'000 imprese esportatrici e che dipendono quindi anch'esse dalla globalizzazione. Ma il potenziale è lungi dall'essersi esaurito. Esportazioni mondiali

In mia. USD

0

500

1000

1500

2000

2500

1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006

0

100

200

300

400

500Esportazioni mondiali materie prime energetiche (assesinistro)

Esportazioni mondiali ferro e acciaio (asse destro)

Fonte: World Trade Organization

Globalizzazione

Globalizzazione alla luce della scarsità di risorse

Page 23: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

23

Globalizzazione alla luce della scarsità di risorse – sondaggio

Le PMI riconoscono le opportunità della globalizzazione

23

La globalizzazione costituisce un'opportunità o un

rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo globalizzazione: +20% Opportunità della globalizzazione Nel nostro sondaggio di quest’anno la globalizzazione viene vista principalmente come opportunità. Le aziende ottimiste prevalgono del 20% (2008: 16%). Tra tutti i megatrend, quin-di, la globalizzazione è quello che ha fatto registrare lo sviluppo positivo più marcato tra il 2007 e il 2009. Nel 2007, infatti, la globalizzazione veniva ancora valutata come rischio dalla mag-gior parte delle PMI, e le risposte negative superavano del 12% quelle positive. Valutazioni positive da tutti i settori meno l'artigianato Per tutti i settori meno artigianato e altri settori industriali pre-valgono le opportunità. Trionfa l’ottimismo, indipendentemente dal fatto che un settore sia orientato alle esportazioni o al mercato interno. I più ottimisti sono i fornitori di servizi alle imprese. Ma anche nei servizi sanitari e sociali e nell’istruzione, nei servizi personali, nel settore turistico e nell'industria dei beni strumentali prevalgono decisamente le risposte positive. Questo potrebbe sorprendere, non da ultimo viste le prospetti-ve piuttosto fosche per la congiuntura mondiale. Nell'autunno del 2008, infatti, la domanda dall'estero è pressoché crollata. Le PMI svizzere, tuttavia, sembrano saper distinguere molto bene tra oscillazioni congiunturali a breve termine e i vantaggi e le opportunità a lungo termine della divisione internazionale del lavoro. Ottimismo un po’ fiacco per commercio e trasporti Il settore del commercio e dei trasporti avverte direttamente la pressione competitiva internazionale generata dall’ingresso di nuovi concorrenti, ad es. dei nuovi offerenti Aldi e Lidl nel commercio al dettaglio. Allo stesso tempo, tuttavia, è proprio questo settore dai bassi salari ad aver bisogno di una riserva di forza lavoro il più possibile ampia. Complessivamente nel set-tore del commercio e dei trasporti prevalgono, anche se solo di poco, i pareri ottimisti.

Globalizzazione: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Edilizia moderatamente positiva Nei due precedenti sondaggi il settore edile aveva giudicato la globalizzazione prevalentemente come rischio. Quest'anno il saldo è invece leggermente positivo. Sebbene per molti pre-valgano i rischi, il settore ha riconosciuto anche determinate opportunità, tra cui l'ampia riserva di forza lavoro e le possibilità commerciali all'estero. Globalizzazione: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

18%

20%

19%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Scomparso il «Röstigraben» Mentre negli ultimi due sondaggi le PMI della Romandia e del Ticino vedevano ancora nella globalizzazione molti più rischi dei loro concorrenti della Svizzera tedesca, quest'anno la valuta-zione si è uniformata per tutte le regioni linguistiche.

Le PMI riconoscono le opportunità della globalizzazione

Saldo globalizzazione: + 20 %

Opportunità della globalizzazioneNel nostro sondaggio di quest’anno la globalizzazione vienevista principalmente come opportunità. Le aziende ottimiste pre-valgono del 20 % (2008: 16 %). Tra tutti i megatrend, quindi, la globalizzazione è quello che ha fatto registrare lo sviluppo posi-tivo più marcato tra il 2007 e il 2009. Nel 2007, infatti, la glo-balizzazione veniva ancora valutata come rischio dalla maggior parte delle PMI, e le risposte negative superavano del 12 % quelle positive.

Valutazioni positive da tutti i settori meno l’artigianatoPer tutti i settori meno artigianato e altri settori industriali preval-gono le opportunità. Trionfa l’ottimismo, indipendentemente dal fatto che un settore sia orientato alle esportazioni o al mercato interno. I più ottimisti sono i fornitori di servizi alle imprese. Ma anche nei servizi sanitari e sociali e nell’istruzione, nei servizi personali, nel settore turistico e nell’industria dei beni stru-mentali prevalgono decisamente le risposte positive. Questo potrebbe sorprendere, non da ultimo viste le prospettive piut-tosto fosche per la congiuntura mondiale. Nell’autunno del 2008, infatti, la domanda dall’estero è pressoché crollata. Le PMI svizzere, tuttavia, sembrano saper distinguere molto bene tra oscillazioni congiunturali a breve termine e i vantaggi e le opportunità a lungo termine della divisione internazionale del lavoro.

Ottimismo un po’ fiacco per commercio e trasportiIl settore del commercio e dei trasporti avverte direttamente lapressione competitiva internazionale generata dall’ingresso di nuovi concorrenti, ad es. dei nuovi offerenti Aldi e Lidl nel com-mercio al dettaglio. Allo stesso tempo, tuttavia, è proprio questo settore dai bassi salari ad aver bisogno di una riserva di forza lavoro il più possibile ampia. Complessivamente nel settore del commercio e dei trasporti prevalgono, anche se solo di poco, i pareri ottimisti.

23

La globalizzazione costituisce un'opportunità o un

rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo globalizzazione: +20% Opportunità della globalizzazione Nel nostro sondaggio di quest’anno la globalizzazione viene vista principalmente come opportunità. Le aziende ottimiste prevalgono del 20% (2008: 16%). Tra tutti i megatrend, quin-di, la globalizzazione è quello che ha fatto registrare lo sviluppo positivo più marcato tra il 2007 e il 2009. Nel 2007, infatti, la globalizzazione veniva ancora valutata come rischio dalla mag-gior parte delle PMI, e le risposte negative superavano del 12% quelle positive. Valutazioni positive da tutti i settori meno l'artigianato Per tutti i settori meno artigianato e altri settori industriali pre-valgono le opportunità. Trionfa l’ottimismo, indipendentemente dal fatto che un settore sia orientato alle esportazioni o al mercato interno. I più ottimisti sono i fornitori di servizi alle imprese. Ma anche nei servizi sanitari e sociali e nell’istruzione, nei servizi personali, nel settore turistico e nell'industria dei beni strumentali prevalgono decisamente le risposte positive. Questo potrebbe sorprendere, non da ultimo viste le prospetti-ve piuttosto fosche per la congiuntura mondiale. Nell'autunno del 2008, infatti, la domanda dall'estero è pressoché crollata. Le PMI svizzere, tuttavia, sembrano saper distinguere molto bene tra oscillazioni congiunturali a breve termine e i vantaggi e le opportunità a lungo termine della divisione internazionale del lavoro. Ottimismo un po’ fiacco per commercio e trasporti Il settore del commercio e dei trasporti avverte direttamente la pressione competitiva internazionale generata dall’ingresso di nuovi concorrenti, ad es. dei nuovi offerenti Aldi e Lidl nel commercio al dettaglio. Allo stesso tempo, tuttavia, è proprio questo settore dai bassi salari ad aver bisogno di una riserva di forza lavoro il più possibile ampia. Complessivamente nel set-tore del commercio e dei trasporti prevalgono, anche se solo di poco, i pareri ottimisti.

Globalizzazione: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Edilizia moderatamente positiva Nei due precedenti sondaggi il settore edile aveva giudicato la globalizzazione prevalentemente come rischio. Quest'anno il saldo è invece leggermente positivo. Sebbene per molti pre-valgano i rischi, il settore ha riconosciuto anche determinate opportunità, tra cui l'ampia riserva di forza lavoro e le possibilità commerciali all'estero. Globalizzazione: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

18%

20%

19%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Scomparso il «Röstigraben» Mentre negli ultimi due sondaggi le PMI della Romandia e del Ticino vedevano ancora nella globalizzazione molti più rischi dei loro concorrenti della Svizzera tedesca, quest'anno la valuta-zione si è uniformata per tutte le regioni linguistiche.

Le PMI riconoscono le opportunità della globalizzazione

Edilizia moderatamente positivaNei due precedenti sondaggi il settore edile aveva giudicato la globalizzazione prevalentemente come rischio. Quest’anno il saldo è invece leggermente positivo. Sebbene per molti preval-gano i rischi, il settore ha riconosciuto anche determinate op-portunità, tra cui l’ampia riserva di forza lavoro e le possibilità commerciali all’estero.

23

La globalizzazione costituisce un'opportunità o un

rischio per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo globalizzazione: +20% Opportunità della globalizzazione Nel nostro sondaggio di quest’anno la globalizzazione viene vista principalmente come opportunità. Le aziende ottimiste prevalgono del 20% (2008: 16%). Tra tutti i megatrend, quin-di, la globalizzazione è quello che ha fatto registrare lo sviluppo positivo più marcato tra il 2007 e il 2009. Nel 2007, infatti, la globalizzazione veniva ancora valutata come rischio dalla mag-gior parte delle PMI, e le risposte negative superavano del 12% quelle positive. Valutazioni positive da tutti i settori meno l'artigianato Per tutti i settori meno artigianato e altri settori industriali pre-valgono le opportunità. Trionfa l’ottimismo, indipendentemente dal fatto che un settore sia orientato alle esportazioni o al mercato interno. I più ottimisti sono i fornitori di servizi alle imprese. Ma anche nei servizi sanitari e sociali e nell’istruzione, nei servizi personali, nel settore turistico e nell'industria dei beni strumentali prevalgono decisamente le risposte positive. Questo potrebbe sorprendere, non da ultimo viste le prospetti-ve piuttosto fosche per la congiuntura mondiale. Nell'autunno del 2008, infatti, la domanda dall'estero è pressoché crollata. Le PMI svizzere, tuttavia, sembrano saper distinguere molto bene tra oscillazioni congiunturali a breve termine e i vantaggi e le opportunità a lungo termine della divisione internazionale del lavoro. Ottimismo un po’ fiacco per commercio e trasporti Il settore del commercio e dei trasporti avverte direttamente la pressione competitiva internazionale generata dall’ingresso di nuovi concorrenti, ad es. dei nuovi offerenti Aldi e Lidl nel commercio al dettaglio. Allo stesso tempo, tuttavia, è proprio questo settore dai bassi salari ad aver bisogno di una riserva di forza lavoro il più possibile ampia. Complessivamente nel set-tore del commercio e dei trasporti prevalgono, anche se solo di poco, i pareri ottimisti.

Globalizzazione: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Edilizia moderatamente positiva Nei due precedenti sondaggi il settore edile aveva giudicato la globalizzazione prevalentemente come rischio. Quest'anno il saldo è invece leggermente positivo. Sebbene per molti pre-valgano i rischi, il settore ha riconosciuto anche determinate opportunità, tra cui l'ampia riserva di forza lavoro e le possibilità commerciali all'estero. Globalizzazione: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

18%

20%

19%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Scomparso il «Röstigraben» Mentre negli ultimi due sondaggi le PMI della Romandia e del Ticino vedevano ancora nella globalizzazione molti più rischi dei loro concorrenti della Svizzera tedesca, quest'anno la valuta-zione si è uniformata per tutte le regioni linguistiche.

Le PMI riconoscono le opportunità della globalizzazione

Scomparso il «Röstigraben»Mentre negli ultimi due sondaggi le PMI della Romandia e del Ticino vedevano ancora nella globalizzazione molti più rischi dei loro concorrenti della Svizzera tedesca, quest’anno la valuta-zione si è uniformata per tutte le regioni linguistiche.

Page 24: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

24

Demografia alla luce della scarsità di risorse

Demografia

Si parla di invecchiamento demografico quando nella popo-lazione cresce la percentuale delle persone anziane (65 anni e oltre). Le cause sono il calo delle nascite, la maggiore aspetta-tiva di vita e, a seconda della regione, l’emigrazione degli abitanti più giovani.

L’invecchiamento frena il consumo di risorse nel settore della mobilitàTra 30 anni il numero di ultrasessantacinquenni quasi raddop-pierà, superando i 2 milioni. Nel 2040 le persone di oltre 80 anni saranno quasi l’8 % della popolazione elvetica, anche in questo caso il doppio rispetto a oggi. Questi spostamenti demografici hanno conseguenze sui consumi e sull’impiego di energia. Nel settore della mobilità l’invecchiamento porterà un utilizzo più contenuto di veicoli. Secondo l’Ufficio federale di statistica la mobilità delle persone in età pensionabile e dei giovani sotto i 18 anni è pari ad appena la metà di quella degli adulti tra i 18 e i 65 anni. Il cambiamento demografico porta quindi nel campo della mobilità a un consumo energetico tendenzialmente più conte-nuto.

In altri settori si prevede però un maggior consumo di risorseIl cambiamento demografico può però anche far crescere l’im-piego di risorse. Da una parte gli anziani necessitano di più ser-vizi di cure a domicilio e di trattamenti ospedalieri, che richiedono un grande dispendio di risorse. Sulla base di stime dei costi è possibile immaginare quale sarà l’andamento. Mentre per una persona sotto i 65 anni la spesa sanitaria media annua è di circa 5000 CHF pro capite, tra i 65 e gli 80 anni arriva a 35 000 CHF, per lievitare fino a 60 000 CHF pro capite all’anno per gli ultra-novantenni. Mentre oggi gli ultrasessantacinquenni generano già il 44 % della spesa sanitaria, nel 2040 questa quota salirà al 61%. Dall’altra parte in futuro le abitudini di vita degli anziani cambieranno sempre di più. Dato che di solito i futuri pensionati sono più in forma delle generazioni precedenti, hanno più soldi, viaggiano e consumano di più, anche qui il consumo energetico pro capite è destinato a crescere.

Alcune PMI traggono vantaggio dall’invecchiamentoFino ad ora, nei nostri sondaggi, le PMI elvetiche hanno sempre mostrato pareri divergenti per quanto riguarda l’invecchiamento. Mentre alcune, in particolare nel settore della salute, dell’indu-stria farmaceutica e della tecnologia medica sembrano benefi-ciare chiaramente di questa tendenza, altri settori vi vedono in prevalenza rischi. L’industria, ad esempio, collega l’invecchia-mento a una crescente carenza di forza lavoro qualificata, anche se per effetto della recessione questi timori dovrebbero essersi un po’ ridimensionati. L’invecchiamento dovrebbe dare impulso anche al settore edile e a quello dei viaggi. I «nuovi pensionati», infatti, sono più benestanti e attivi, viaggiano di più ad esempio e decidono più spesso di ristrutturare la propria casa o il proprio appartamento.

24

Si parla di invecchiamento demografico quando nella popo-lazione cresce la percentuale delle persone anziane (65 anni e oltre). Le cause sono il calo delle nascite, la maggiore aspetta-tiva di vita e, a seconda della regione, l'emigrazione degli abi-tanti più giovani. L'invecchiamento frena il consumo di risorse nel settore della mobilità Tra 30 anni il numero di ultrasessantacinquenni quasi raddop-pierà, superando i 2 milioni. Nel 2040 le persone di oltre 80 anni saranno quasi l'8% della popolazione elvetica, anche in questo caso il doppio rispetto a oggi. Questi spostamenti demografici hanno conseguenze sui consumi e sull'impiego di energia. Nel settore della mobilità l'invecchiamento porterà un utilizzo più contenuto di veicoli. Secondo l'Ufficio federale di statistica la mobilità delle persone in età pensionabile e dei giovani sotto i 18 anni è pari ad appena la metà di quella degli adulti tra i 18 e i 65 anni. Il cambiamento demografico porta quindi nel campo della mobilità a un consumo energetico tendenzialmente più contenuto. In altri settori si prevede però un maggior consumo di risorse Il cambiamento demografico può però anche far crescere l'impiego di risorse. Da una parte gli anziani necessitano di più servizi di cure a domicilio e di trattamenti ospedalieri, che richiedono un grande dispendio di risorse. Sulla base di stime dei costi è possibile immaginare quale sarà l'andamento. Mentre per una persona sotto i 65 anni la spesa sanitaria media annua è di circa 5'000 CHF pro capite, tra i 65 e gli 80 anni arriva a 35'000 CHF, per lievitare fino a 60'000 CHF pro capite all'anno per gli ultranovantenni. Mentre oggi gli ultra-sessantacinquenni generano già il 44% della spesa sanitaria, nel 2040 questa quota salirà al 61%. Dall'altra parte in futuro le abitudini di vita degli anziani cambieranno sempre di più. Dato che di solito i futuri pensionati sono più in forma delle generazioni precedenti, hanno più soldi, viaggiano e consuma-no di più, anche qui il consumo energetico pro capite è desti-nato a crescere.

Alcune PMI traggono vantaggio dall'invecchiamento Fino ad ora, nei nostri sondaggi, le PMI elvetiche hanno sem-pre mostrato pareri divergenti per quanto riguarda l'invecchia-mento. Mentre alcune, in particolare nel settore della salute, dell'industria farmaceutica e della tecnologia medica sembrano beneficiare chiaramente di questa tendenza, altri settori vi vedono in prevalenza rischi. L'industria, ad esempio, collega l'invecchiamento a una crescente carenza di forza lavoro quali-ficata, anche se per effetto della recessione questi timori dovrebbero essersi un po' ridimensionati. L'invecchiamento dovrebbe dare impulso anche al settore edile e a quello dei viaggi. I "nuovi pensionati", infatti, sono più benestanti e attivi, viaggiano di più ad esempio e decidono più spesso di ristruttu-rare la propria casa o il proprio appartamento. Spese per la salute cumulate nel 2008 e nel 2040

In base all'età in mia. CHF

10

20

30

40

50

60

70

80

90

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 >95

Spese per la salute 2008 Spese per la salute 2040

Fonte: Credit Suisse Economic Research, Ufficio federale di statistica

Demografia

Demografia alla luce della scarsità di risorse

Page 25: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

25

Demografia alla luce della scarsità di risorse

Le PMI hanno pareri divergenti sulla demografia

25

La demografia costituisce un'opportunità o un rischio

per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo demografia: +2% PMI ottimiste in leggera maggioranza Secondo i risultati del sondaggio le opinioni delle PMI sui cambiamenti demografici sono discordi. All'incirca un po' più di una PMI su tre valuta l'invecchiamento come opportunità, una su tre come rischio, mentre quasi una su quattro non vede in questo sviluppo né un'opportunità né un rischio. Il saldo evi-denzia una lieve eccedenza pari al 2% di PMI secondo le quali nello sviluppo demografico prevalgono le opportunità (2008: +3%). Demografia: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

L’invecchiamento rende ottimisti i fornitori di servizi… I settori dei servizi vedono nel crescente invecchiamento so-prattutto opportunità. I fornitori di servizi personali, nonché di servizi sanitari, sociali e d’istruzione sono addirittura molto

ottimisti per quanto riguarda l’invecchiamento demografico. Questi settori beneficiano immediatamente del potenziale di mercato legato all’età, in quanto le spese per la salute tendono a crescere con il passare degli anni. Anche il settore del turi-smo e delle attività ricreative è ottimista. La «generazione d’oro» è più sana, più in forma e più benestante rispetto alle precedenti, e genera quindi una maggiore domanda di pernot-tamenti in albergo, gastronomia, cultura e intrattenimento. …anche se l’ottimismo non ha ovunque lo stesso grado Solo leggermente positiva è la valutazione dell’andamento demografico da parte del commercio e dei trasporti, nonché del settore dei servizi alle imprese. Le persone più anziane sono infatti di norma meno mobili. Edilizia e industria dei beni strumentali piuttosto scettiche Per l’artigianato e gli altri settori industriali nell’invecchiamento della società prevalgono i rischi, anche se di poco. Decisamen-te più critica è la valutazione da parte del resto del settore secondario. Edilizia e industria dei beni strumentali vedono prevalentemente un rischio nell’invecchiamento demo-grafico. Il motivo potrebbe essere soprattutto la sempre mag-giore difficoltà nel reclutare collaboratori esperti. In nessuno dei due settori, inoltre, dal progressivo invecchiamento demo-grafico si attendono significativi impulsi per la domanda, come accade invece nel turismo e nelle attività ricreative. Demografia: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

-5%

3%

-2%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Il «Polentagraben» in tema di demografia si è ridotto Le PMI romande e ticinesi vedono prevalentemente rischi nel crescente invecchiamento della società. Rispetto al sondaggio dello scorso anno, tuttavia, le differenze si sono ridotte sensi-bilmente. Nel 2008, con un saldo negativo di -28%, le PMI della Svizzera italiana erano ancora estremamente scettiche nei confronti dei cambiamenti demografici.

Le PMI hanno pareri divergenti sulla demografia

Demografia – sondaggio

Saldo demografia: + 2 %

PMI ottimiste in leggera maggioranzaSecondo i risultati del sondaggio le opinioni delle PMI sui cam-biamenti demografici sono discordi. All’incirca un po’ più di una PMI su tre valuta l’invecchiamento come opportunità, una su tre come rischio, mentre quasi una su quattro non vede in questo sviluppo né un’opportunità né un rischio. Il saldo evidenzia una lieve eccedenza pari al 2 % di PMI secondo le quali nello svi-luppo demografico prevalgono le opportunità (2008: + 3 %).

25

La demografia costituisce un'opportunità o un rischio

per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo demografia: +2% PMI ottimiste in leggera maggioranza Secondo i risultati del sondaggio le opinioni delle PMI sui cambiamenti demografici sono discordi. All'incirca un po' più di una PMI su tre valuta l'invecchiamento come opportunità, una su tre come rischio, mentre quasi una su quattro non vede in questo sviluppo né un'opportunità né un rischio. Il saldo evi-denzia una lieve eccedenza pari al 2% di PMI secondo le quali nello sviluppo demografico prevalgono le opportunità (2008: +3%). Demografia: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

L’invecchiamento rende ottimisti i fornitori di servizi… I settori dei servizi vedono nel crescente invecchiamento so-prattutto opportunità. I fornitori di servizi personali, nonché di servizi sanitari, sociali e d’istruzione sono addirittura molto

ottimisti per quanto riguarda l’invecchiamento demografico. Questi settori beneficiano immediatamente del potenziale di mercato legato all’età, in quanto le spese per la salute tendono a crescere con il passare degli anni. Anche il settore del turi-smo e delle attività ricreative è ottimista. La «generazione d’oro» è più sana, più in forma e più benestante rispetto alle precedenti, e genera quindi una maggiore domanda di pernot-tamenti in albergo, gastronomia, cultura e intrattenimento. …anche se l’ottimismo non ha ovunque lo stesso grado Solo leggermente positiva è la valutazione dell’andamento demografico da parte del commercio e dei trasporti, nonché del settore dei servizi alle imprese. Le persone più anziane sono infatti di norma meno mobili. Edilizia e industria dei beni strumentali piuttosto scettiche Per l’artigianato e gli altri settori industriali nell’invecchiamento della società prevalgono i rischi, anche se di poco. Decisamen-te più critica è la valutazione da parte del resto del settore secondario. Edilizia e industria dei beni strumentali vedono prevalentemente un rischio nell’invecchiamento demo-grafico. Il motivo potrebbe essere soprattutto la sempre mag-giore difficoltà nel reclutare collaboratori esperti. In nessuno dei due settori, inoltre, dal progressivo invecchiamento demo-grafico si attendono significativi impulsi per la domanda, come accade invece nel turismo e nelle attività ricreative. Demografia: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

-5%

3%

-2%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Il «Polentagraben» in tema di demografia si è ridotto Le PMI romande e ticinesi vedono prevalentemente rischi nel crescente invecchiamento della società. Rispetto al sondaggio dello scorso anno, tuttavia, le differenze si sono ridotte sensi-bilmente. Nel 2008, con un saldo negativo di -28%, le PMI della Svizzera italiana erano ancora estremamente scettiche nei confronti dei cambiamenti demografici.

Le PMI hanno pareri divergenti sulla demografia

Demografia – sondaggio

L’invecchiamento rende ottimisti i fornitori di servizi …I settori dei servizi vedono nel crescente invecchiamento soprat-tutto opportunità. I fornitori di servizi personali, nonché di servizi sanitari, sociali e d’istruzione sono addirittura molto ottimisti per quanto riguarda l’invecchiamento demografico. Questi settori

beneficiano immediatamente del potenziale di mercato legato all’età, in quanto le spese per la salute tendono a crescere con il passare degli anni. Anche il settore del turismo e delle attività ricreative è ottimista. La «generazione d’oro» è più sana, più in forma e più benestante rispetto alle precedenti, e genera quindi una maggiore domanda di pernottamenti in albergo, gastro-nomia, cultura e intrattenimento.

… anche se l’ottimismo non ha ovunque lo stesso gradoSolo leggermente positiva è la valutazione dell’andamento demografico da parte del commercio e dei trasporti, nonché del settore dei servizi alle imprese. Le persone più anziane sono infatti di norma meno mobili.

Edilizia e industria dei beni strumentali piuttostoscettichePer l’artigianato e gli altri settori industriali nell’invecchiamentodella società prevalgono i rischi, anche se di poco. Decisamente più critica è la valutazione da parte del resto del settore secon-dario. Edilizia e industria dei beni strumentali vedono prevalen-temente un rischio nell’invecchiamento demografico. Il motivo potrebbe essere soprattutto la sempre maggiore difficoltà nel reclutare collaboratori esperti. In nessuno dei due settori, inoltre, dal progressivo invecchiamento demografico si attendono signi-ficativi impulsi per la domanda, come accade invece nel turismo e nelle attività ricreative.

25

La demografia costituisce un'opportunità o un rischio

per la vostra azienda? In percentuale

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

Grande rischio Piccolo rischio Né una cosa né l'altraPiccola opportunità Grande opportunità

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Saldo demografia: +2% PMI ottimiste in leggera maggioranza Secondo i risultati del sondaggio le opinioni delle PMI sui cambiamenti demografici sono discordi. All'incirca un po' più di una PMI su tre valuta l'invecchiamento come opportunità, una su tre come rischio, mentre quasi una su quattro non vede in questo sviluppo né un'opportunità né un rischio. Il saldo evi-denzia una lieve eccedenza pari al 2% di PMI secondo le quali nello sviluppo demografico prevalgono le opportunità (2008: +3%). Demografia: settori

Saldo delle opportunità meno i rischi

Superficie scura: prevalgono le opportunità; superficie chiara: prevalgono i

rischi

Beni strumentali

Edilizia

Artigianato, altri settori

Commercio, trasporti

Turismo, attività ricreative

Servizi sanitari e sociali,istruzione

Servizi alle imprese

Servizi personali

Prevalgono le opportunità

Prevalgono i rischi

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

L’invecchiamento rende ottimisti i fornitori di servizi… I settori dei servizi vedono nel crescente invecchiamento so-prattutto opportunità. I fornitori di servizi personali, nonché di servizi sanitari, sociali e d’istruzione sono addirittura molto

ottimisti per quanto riguarda l’invecchiamento demografico. Questi settori beneficiano immediatamente del potenziale di mercato legato all’età, in quanto le spese per la salute tendono a crescere con il passare degli anni. Anche il settore del turi-smo e delle attività ricreative è ottimista. La «generazione d’oro» è più sana, più in forma e più benestante rispetto alle precedenti, e genera quindi una maggiore domanda di pernot-tamenti in albergo, gastronomia, cultura e intrattenimento. …anche se l’ottimismo non ha ovunque lo stesso grado Solo leggermente positiva è la valutazione dell’andamento demografico da parte del commercio e dei trasporti, nonché del settore dei servizi alle imprese. Le persone più anziane sono infatti di norma meno mobili. Edilizia e industria dei beni strumentali piuttosto scettiche Per l’artigianato e gli altri settori industriali nell’invecchiamento della società prevalgono i rischi, anche se di poco. Decisamen-te più critica è la valutazione da parte del resto del settore secondario. Edilizia e industria dei beni strumentali vedono prevalentemente un rischio nell’invecchiamento demo-grafico. Il motivo potrebbe essere soprattutto la sempre mag-giore difficoltà nel reclutare collaboratori esperti. In nessuno dei due settori, inoltre, dal progressivo invecchiamento demo-grafico si attendono significativi impulsi per la domanda, come accade invece nel turismo e nelle attività ricreative. Demografia: regioni linguistiche

Saldo delle opportunità meno i rischi, in percentuale

-5%

3%

-2%

75% - 100%

50% - 75%

25% - 50%

0% - 25%

0% - (-10%)

-10% - (-20%)

-20% - (-30%)

-30% - (-100%)

Fonte: Credit Suisse Economic Research, sondaggio PMI 2009

Il «Polentagraben» in tema di demografia si è ridotto Le PMI romande e ticinesi vedono prevalentemente rischi nel crescente invecchiamento della società. Rispetto al sondaggio dello scorso anno, tuttavia, le differenze si sono ridotte sensi-bilmente. Nel 2008, con un saldo negativo di -28%, le PMI della Svizzera italiana erano ancora estremamente scettiche nei confronti dei cambiamenti demografici.

Le PMI hanno pareri divergenti sulla demografia

Demografia – sondaggio

Il «Polentagraben» in tema di demografia si è ridottoLe PMI romande e ticinesi vedono prevalentemente rischi nel crescente invecchiamento della società. Rispetto al sondaggio dello scorso anno, tuttavia, le differenze si sono ridotte sensibil-mente. Nel 2008, con un saldo negativo di – 28 %, le PMI della Svizzera italiana erano ancora estremamente scettiche nei con-fronti dei cambiamenti demografici.

Page 26: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

26

Raccomandazioni

Alcune raccomandazioni

Il nostro sondaggio di quest’anno ha evidenziato che le PMI si occupano già ampiamente di efficienza energetica. Ma in molte di queste esiste a nostro parere ancora potenziale di miglio-ramento. Con le seguenti raccomandazioni ci riproponiamo, così come avevamo fatto nello studio dello scorso anno, di offrire suggerimenti per poter produrre e lavorare risparmiando risorse anche in futuro.

I tempi sono maturiLe misure volte a limitare il consumo di materie prime e di energia dovrebbero diventare parte integrante dei programmi di riduzione dei costi necessari nella maggior parte delle PMI in questo periodo di crisi. I frutti di questi sforzi si raccoglieranno con l’arrivo della ripresa congiunturale. Molte misure non richie-dono tanto grandi investimenti quanto coerenza e disciplina nell’applicazione. Spesso a prima vista i risparmi sembrano modesti, ma con il tempo si sommano fino a raggiungere importi considerevoli.

Grandi risultati con semplici misureUna PMI può risparmiare risorse in modo rapido e flessibile, senza elevati costi supplementari. Spegnere le macchine, non far circolare inutilmente i veicoli, sistemare i posti di lavoro nelle vicinanze delle finestre, impiegare un controllo dell’illuminazione e delle tapparelle e ridurre le ore di stand-by sono solo alcuni esempi di ciò che è possibile fare. Di solito le PMI risparmiano davvero velocemente, poiché con semplici misure riescono a ridurre i costi.

Verificare l’efficienza energetica dei processiVerificate sistematicamente l’efficienza energetica dei vostri processi di produzione. L’impiego delle risorse dovrebbe essere analizzato in ogni fase della catena di creazione di valore. Dove esistono ancora lacune in termini di efficienza?

Conoscete lo stato dei vostri locali?Quanto è valido l’isolamento dei vostri edifici, e in che modo potete ridurre le spese di riscaldamento senza operare grossi investimenti? Oppure vale la pena effettuare un risanamento completo del rivestimento esterno dell’edificio? Ogni elemento dell’immobile, dall’impianto di aerazione alla facciata passando per la caldaia e la finestra, ha il proprio ciclo di riparazione e di risanamento. Solo un edificio su tre di quelli realizzati negli anni Sessanta e Settanta è stato rinnovato da allora. I lavori di ristrut-turazione comunque necessari in futuro possono essere effet-tuati oggi, dato che le capacità sono meno sfruttate che nella fase di alta congiuntura.

Qual è l’efficienza del vostro parco veicoli e del relativo utilizzo?I vostri veicoli sono utilizzati in modo efficiente? È opportuno impiegare veicoli dai consumi più ridotti?

Sensibilizzate i vostri collaboratoriI collaboratori vogliono essere convinti. Per questo esistono pro-grammi a più livelli in cui essi possono assumere un ruolo attivo. Introducete concorsi di idee e premiate le iniziative di risparmio energetico dei vostri collaboratori.

Imparare insiemeUtilizzate la vostra rete per informarvi presso partner commer-ciali, fornitori e clienti su quali ricette utilizzano contro la scarsità di risorse e con quali risultati.

Fatevi aiutareNella maggior parte delle PMI manca spesso uno specialista che si occupi delle questioni inerenti la gestione aziendale soste-nibile. In Internet esistono già molti elementi di sostegno in tema di «sostenibilità» ed «efficienza energetica». Nell’era dell’infor-mazione è però sempre più difficile raccogliere in tempo utile quelle davvero rilevanti per le esigenze individuali. Manca ad esempio un accesso efficiente a strumenti ed esempi concreti di rilevanza pratica e orientati all’applicazione.Un aiuto in tal senso è offerto dall’Agenzia dell’energia per l’economia e dalla piattaforma informativa Proofit.

Modello PMI dell’Agenzia dell’energia per l’economiaIn questo modello le aziende concordano obiettivi di risparmio energetico e possono chiedere di essere esonerate dal paga-mento della tassa sul CO2. Esse soddisfano inoltre automatica-mente le condizioni stabilite per i grandi consumatori dei cantoni. In determinati cantoni vengono promosse direttamente misure di risparmio energetico nel quadro del modello PMI. Ai partecipanti al modello PMI alcuni fornitori locali di elettricità offrono addirit-tura sconti sulla bolletta.

Controllo dell’efficienza (Efficheck) e infoteca (Infothek) della piattaforma informativa Proofit Con il controllo dell’efficienza (Efficheck) della piattaforma Proofit le aziende di ciascun settore possono sapere a che punto sono in materia di sostenibilità. L’infoteca (Infothek), invece, offre informazioni utili sull’operare in modo sostenibile e illustra alle aziende, con esempi di successo e consigli, come miglio-rarsi in termini di sostenibilità incrementando allo stesso tempo la propria competitività.

Page 27: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

Link utili e consigli bibliografici

Agenzia dell’energia per l’economia

http://www.enaw.ch

Proofit

http://www.proofit.ch

Agenzia svizzera per l’efficienza energetica (S.A.F.E.)

http://www.energieeffizienz.ch/

Ufficio federale dell’energia. SvizzeraEnergia – programma di

partenariato per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili

http://www.bfe.admin.ch/energie/index.html

Müller, E. (2007): Es grünt so grün: Der Klimawandel bietet

Unternehmen auch neue Chancen. In: manager magazin, 6/2007

http://wissen.manager-magazin.de/wissen/dokument/

dokument-druck.html?id=51672313&top=MM

Keppler, E. (2008): Weg vom Öl – aber wie? Energieversorgung,

Nachhaltigkeit, Klimawandel, Ressourcenknappheit: Wie ist das zu

schaffen? Projekte-Verlag, Halle

Quaschning, V. (2008): Erneuerbare Energien und Klimaschutz:

Hintergründe – Techniken – Anlagenplanung – Wirtschaftlichkeit.

Hanser Fachbuchverlag, München

Verband Deutscher Maschinen- und Anlagenbau (Hrsg.) (2008):

Unternehmenserfolg durch Energieeffizienz 2009: Strategien des

Maschinen- und Anlagenbaus. FAZ-Inst. für Management-, Markt-

und Medieninformationen, Frankfurt a.M.

Müller, E. et al. (2009): Energieeffiziente Fabriken planen und

betreiben. Springer Verlag, Berlin

Page 28: Tendenze fondamentali Opportunità e rischi per PMI · 2017-07-07 · Opportunità e rischi per PMI Forum PMI e futuro 2009 Economic Research. Sigla editoriale ... Solo se le aziende

La nostra partner-ship con l’Osec ha un solo obiettivo.

Il vostro successo all’estero.

Nuove Prospettive. Per Voi.

Il Credit Suisse è orgoglioso di annoverare l’Osec tra i propri partner ufficiali dal gennaio 2009. Insieme, sosteniamo voi e la vostra impresa nella creazione e nello sviluppo di tutte le attività internazionali. Per sapere come, chiamate lo 0800 88 88 73 oppure visitate il sito www.credit-suisse.com/pmiinternational