Tempo n° 31

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Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa a soli € 0.50 in edicola 07 settembre 2012 ANNO XIII N. 31 ATTUALITà, CULTURA, SPETTACOLO, MUSICA, SPORT E APPUNTAMENTI Settimanale di “HAN DEMOLITO LA NOSTRA CASA SENZA DIRCI NULLA” Alessio Bondi QUEL CHE RESTA DELL’AQUILA SONO PASSATI TRE ANNI DAL TERREMOTO CHE HA COLPITO IL CAPOLUOGO DELL’ABRUZZO IL 6 APRILE 2009 MA LA RICOSTRUZIONE è APPENA PARTITA, IL CENTRO è ANCORA ZONA ROSSA E LE CASE RESTANO DISABITATE. NEL SERVIZIO ALL’INTERNO LE FOTO SCATTATE DURANTE LA VISITA ALL’AQUILA LA NAZIONALE CANTANTI AL CABASSI DI CARPI L’8 SETTEMBRE GRANDE FESTA IN CENTRO STORICO Paolo Balestrazzi Vittoria Neato e Luca Semellini L’Aquila

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Su questo numero: Carpi, la bella dimenticata del cratere; All'ospedale di Carpi si torna a nascere; L'ex zona rossa fa festa; Il mercato torna in piazza; Cercasi tetto per i terremotati: intervista al sindaco di Carpi, Enrico Campedelli; Là dove c'era una casa ora ci sono solo macerie, ma il terremoto non c'entra; Tutti in classe (si fa per dire); Il rombo della ripresa; Quel che resta dell'Aquila; Fabiana Righi: la mia arte sotto il cielo di Londra; Lorenzo Fonda: alla conquista della California; Moda protagonista in Corso Alberto Pio; C'entro in bici non convince i carpigiani; Hotel Touring e La Bottiglieria: quando cucina e ospitalità si incontrano; Spagna: stop alla mattanza degli animali; Getulio Marchi Baraldi: auguri cavaliere; Carpi - Medjugorje: il viaggio dell'anima; Un, due, tre... cella: La solitudine del carcere; La Nazionale Cantanti allo stadio Cabassi di Carpi il 1° novembre.

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Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa

a soli € 0.50 in edicola

07 settembre 2012 ANNO XIII N. 31attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

Settimanale di

“han demolito la nostra casa senza dirci nulla”

Alessio Bondi

quel che resta dell’aquilasono passati tre anni dal terremoto che ha colpito il capoluogo dell’abruzzo il 6 aprile 2009 ma la ricostruzione è appena partita, il centro è

ancora zona rossa e le case restano disabitate. nel servizio all’interno le foto scattate durante la visita all’aquila

la nazionale cantanti al cabassi di carpi

l’8 settembre grandefesta in centro storico

Paolo Balestrazzi

Vittoria Neato e Luca Semellini

L’Aquila

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2 07.09.2012 n° 31

Direttore responsaBile Gianni prandicaporeDattoresara GellireDaZioneJessica Bianchi, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.

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Chiuso in redazione il 5 settembre 2012

FOtO dellA settImANA

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FrAse dellA settImANA...

La IenaIl graffio

trA le rIghe...

il respiro del buio - di nicolai lilin

Tasse ai terremotati: il Governo ci ripensa, slittano i pagamenti di tasse e tributi al 30 novembre 2012 ed Errani ringrazia. Gli atti di generosità così come le ordinanze di inagibilità non hanno mai fine...

Viale Carducci

Tre mesi nelle tende. Niente Protezione Civile, niente militari. Non ci sono braccialetti né tessere al campo di Fossoli, ci sono solo persone libere... Il campo di Fossoli vive sull’idea di una società migliore.Brigate di Solidarietà Attiva che supportano il campo autogestito di Fossoli.

carpi, la bella dimenticata del cratere...

“La notte del 20 maggio si è aperta una profonda frattura nella vita di miglia-ia di emiliani”, si apre così il documentario Emilia: Cronaca di un terremoto, prodotto e diretto da paul russell, produttore britannico, e andrea Vogt,

giornalista americana, residenti da tempo in Emilia. Andato in onda, mercoledì 29 agosto, sul canale Dmax, il documentario ha un pregio indiscusso: quello di aver riacceso - seppure per soli 50 minuti - l’attenzione degli spettatori su un disastro di immani dimensioni ma, purtroppo, già caduto nel dimenticatoio. Le immagini, grazie a filmati d’avanguardia girati per mezzo di droni che hanno sorvolato le aree devastate con speciali telecamere HD, raccontano l’incredibile portata del-la tragedia. Anzi, delle tre tragedie: quella del 20 e del 29 maggio e quella del 3 giugno. Tre inattesi terremoti che hanno ucciso 27 persone e distrutto migliaia di abitazioni e attività produttive. “Il disastro è stato totalmente imprevisto. La valle del Po - racconta la voce narrante del documentario - sembrava il posto più sicuro d’Italia, con la sua attività agricola e industriale che tutto il mondo ci invidia. La minaccia è rimasta dormiente per 500 anni, il mostro si è risvegliato il 20 maggio alle 4:04 del mattino”. Il documentario racconta le vicende di alcune vittime e superstiti: nicola, che è morto sotto gli occhi dei soccorritori durante una scossa di assestamento; liviana che è stata salvata dall’unità cinofila dei Vigili del Fuoco per poi soccombere alle ferite due settimane dopo; don ivan martini, morto mentre cercava di mettere in salvo una statua della Madonna nella sua Chiesa a Rovereto; la famiglia Pigo, che ha avuto la casa distrutta dal fango che ha letteralmente in-goiato il pavimento. Tra tutti i sindaci del cratere invece, il documentario dà voce soltanto a quello di Cavezzo, stefano Draghetti, e di Mirandola, maino Benatti. Un viaggio tra le macerie, quello che propone Emilia: Cronaca di un terremoto, che dimentica completamente Carpi. Mai nominata, la Corte dei Pio non è nem-meno stata segnata tra le cittadine colpite sulla cartina. E’ vero: Carpi non è Ca-vezzo. Nemmeno Finale Emilia. Siamo stati fortunati, poichè soltanto sfiorati dalla violenza dell’ondata sismica. Ma anche Carpi ha le sue ferite. Andatelo a chiedere alle 2.242 persone interessate da un’ordinanza di inagibilità. Chiedetelo ai 288 nostri concittadini che vivono in albergo o sotto una tenda dal 29 maggio ad oggi. Non è certo per narcisismo che avremmo voluto sentir nominare la nostra città su DMax, bensì per onor del vero. E per rispondere ai tanti che oggi, a Carpi, pen-sano che un terremoto non ci sia stato. E che tutto sia già tornato alla normalità. Avremmo voluto che i nostri amministratori, come hanno fatto Draghetti o Benat-ti, avessero cercato maggiore visibilità mediatica, per dare a Carpi e ai suoi citta-dini l’attenzione che meritavano. E invece no. Nonostante il colore e la bandiera siano gli stessi, la politica carpigiana ha scelto la strada della “sobrietà”. Risultato? Nulla è accaduto. Il centro storico ha riaperto. Il mercato cittadino è tornato in piazza. Tutto il patrimonio storico-artistico è stato messo in sicurezza. Così come le chiese carpigiane. Nessun terremoto ci ha scosso. Basta fermarsi alla superficie delle cose. Lo sky line carpigiano non è mutato. Tutto è ancora lì. Ferito, forse, ma in piedi. E allora basta non scalfire le pietre rovinate. Accontentarsi di poter camminare accanto al Duomo senza sapere quando potremo rivarcarne la soglia. Come sempre l’oscurantismo ha ottenuto l’obiettivo sperato. Se non si parla di un fatto: quel fatto non è mai accaduto.

Jessica Bianchi

“Tornare a casa dopo il servizio militare è stato come passare a un’altra vita. Il percorso che ho fatto, a segnarlo su una mappa, può sembrare facile: qual-che centinaio di chilometri in treno, un paio di giorni di viaggio. Nella realtà è

stata un’avventura faticosa e piena di sentimenti”. Inizia così Il respiro del buio (Einaudi, pp. 298), il terzo, attesissimo libro scritto da nicolai lilin, un autore che, anche se non ama essere definito scrittore, ha fatto molto parlare di sé da quando, nel 2009, ha dato alle stampe il suo primo romanzo, Educazione siberiana, dal quale presto Gabriele salvatores trarrà un film. L’attenzione per questo32enne (leggendo i suoi racconti pare aver già vissuto una decina di vite) ha molteplici cause: le sue incredibili storie, il modo in cui le narra, lo strepitoso successo di pub-blico ottenuto, le polemiche di critici e media che ha scatenato e, non ultimo, la sua persona. Perché Nicolai, cresciuto nella violenta ‘terra di nessuno’ della Transnistria - uno stato indipendente de facto, sebbene non riconosciuto e ufficialmente parte della Repubblica di Moldavia – educato dalla comuni-tà criminale siberiana in esilio, carcerato minorile, ex combattente per due anni in Cecenia come cec-chino dell’esercito Russo, mercenario per un oligarca russo e, successivamente, al soldo di un’agenzia di sicurezza privata israeliana in Palestina, Iraq e Afghanistan, poi vagabondo per mezza Europa fino a stabilirsi in Italia otto anni fa per dedicarsi all’attività di tatuatore – delle storie da raccontare, senza dubbio, ne ha. E sa anche come farlo: con uno stile scarno, tagliente, avvalendosi di una prosa che non lascia spazio ai sentimentalismi, alle interpretazioni, alle sfumature. Racconta quel che ha vissuto con la stessa naturalezza necessaria a bere un sorso d’acqua, i sentimenti che ha provato così come li ha sentiti, le incredibili vicende nelle quali si è trovato coinvolto, nel modo in cui i suoi occhi le hanno viste, tanto che la sua prosa si avvicina come poche altre all’oralità di un racconto scandito intorno a un fuoco in una fredda notte d’inverno. Niente di più e niente di meno, gli episodi si susseguono come in un sogno che non accenna a terminare, quasi fosse la maniera di un malato per scaricarsi da un pesante fardello. E anche in fatto di macigni sul cuore, di malattie dell’anima, il nostro, qualcosa da dire ce l’ha. Questo terzo e, per ora, ultimo capitolo delle cronache della sua rocambolesca vita ini-zia proprio al termine della sua carriera di soldato – raccontata nel secondo romanzo, Caduta libera - col tentativo di tornare a vivere l’esistenza ‘civile’ in mezzo alle persone ‘normali’, per scontrarsi poi con la violenza sempre latente nell’animo di chi si porta dietro gli orrori della guerra come si trattasse di una seconda pelle, per proseguire nella sconfinata taiga siberiana, alla ricerca delle proprie radici nell’affannosa speranza di ritrovare un senso al proprio esistere, fino all’incarico come guardia del corpo di un ex generale dell’Urss. A causa dei tanti episodi di violenza presenti nei suoi romanzi, Lilin è stato da più parti accusato d’insensibilità. “Quello che io ho voluto raccontare – spiega con la sua spietata, terribile franchezza – è proprio la mia inevitabile perdita di umanità. Perché lo si impara, a perdere se stessi, nell’orrore. Io non sono un eroe e il mio dovere oggi, forse, sta nel non fingere di esserlo stato. E spesso, scendendo verso il fondo dell’anima, scopri che il fondo non c’è”. Questo per-sonaggio enigmatico, che si sforza di scolpire brucianti parole di verità a ogni pagina, che gira sempre con una pistola al fianco a causa delle minacce subite, questo romanziere che scrive sui fogli e sulla pelle, questo Isaak Babel’ della Russia post-sovietica, sarà a Carpi, alla Festa del Racconto. A quanti lo accusano di aver lavorato più con l’immaginazione che con la memoria, risponde così: “i fatti rac-contati sono veri di una verità riflessa, perché legati alla mia esperienza o a quella di persone che ho conosciuto”. E la vera letteratura, aggiungiamo noi, possiede sempre una sua verità intrinseca.

marcello marchesini

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307.09.2012 n° 31

L’ospedaLe di Carpi, Che ha subito CirCa 3 miLioni di euro di danni, sta Lentamente tornando aLLa vita. dopo La CardioLogia e La pediatria, sono state ripristinate anChe aLCune degenze internistiChe. daLLa fine di ottobre saranno nuovamente funzionanti anChe 4 saLe operatorie

a carpi si torna a nascere

la parola all’ingegnere

“Il gruppo di eventi sismici del maggio scorso ha creato lesioni di diversa gravità nei tre ospedali

dell’Area Nord, ovvero Carpi, Miran-dola e Finale Emilia e ciò comporta interventi e tempi di recupero differen-ti”, ha dichiarato Giovanni Ferrara, direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Azien-da Usl di Modena. Proseguendo nel suo intervento, l’ingegnere ha chiarito che il Ramazzini, “strutturalmente, ha reagito bene e non presenta dissesti preoccupanti; i danni, infatti, hanno interessato principalmente le disconti-nuità fra i diversi corpi edilizi realizzati in epoche successive. Per restituire alla cittadinanza una struttura totalmente sicura, stiamo rinforzando anche pareti e colonne non lesionate”. A Mirandola i danni, pur non costituendo dissesti strutturali gravi, hanno comportato invece una maggiore incidenza e dif-fusione di lesioni a elementi non strut-turali, ai rivestimenti e alle finiture e ciò determina una spesa maggiore (sono 4,5 i milioni di euro di danni stimati) e un intervento più lungo. Sul noso-comio finalese invece, essendo ancora inserito in un’area urbana sottoposta a restrizioni, continua Ferrara, “non è possibile avere un bilancio completo dei danni. La struttura è composta da tre corpi di fabbrica: uno risalente alla seconda metà del 600 e due più moderni in cemento armato. L’Azienda prevede di riattivare almeno la parte più moderna dell’edificio entro ottobre, per ridare una sede adeguata almeno alle attività poliambulatoriali”.

Continuano ad arrivare segnali positivi dall’Ospe-dale di Carpi che, seppure

lentamente, sta tornando alla normalità. Il Ramazzini - che ha subito circa 3 milioni di euro di danni - ha già “passato la boa e sta, seppure in lontananza, vedendo la fine del percorso di ristrutturazione. Un cammino complesso che dovrebbe comple-tarsi presumibilmente a dicembre di quest’anno, con il ripristino pressoché totale del nosocomio. Molto è stato fatto - ha spiegato Guido Pedrazzini, direttore sanitario dell’Azienda Usl di Modena - ma siamo consapevoli che i disagi e le difficoltà, per i cittadini e per gli operatori, sono ancora molti. L’obiettivo dei pri-mi giorni rimane immutato: desi-deriamo tornare a offrire un’assi-stenza adeguata nel minor tempo possibile, in condizioni di piena sicurezza. Fare bene e in fretta, senza alcuna approssimazione è il nostro motto”. A tracciare lo stato di salute del nosocomio carpigiano è stata la dottoressa Teresa Pesi, direttore sanita-rio dell’Ospedale. “Nei giorni successivi al 29 maggio, dopo l’immediato allestimento del Punto Medico Avanzato (PMA), ogni volta che venivano revocate delle inagibilità parziali, ci siamo riappropriati dei vari locali per superare gli attendamenti. Dalla prima settimana di luglio, dopo il reinserimento del Pronto Soccor-so - che oggi registra una media di circa cento accessi al giorno - delle specialistiche annesse e l’attivazione di alcune postazioni di Dialisi, i lavori di rientro non hanno mai conosciuto battute d’arresto”. A metà agosto è stata la volta di Cardiologia, con 15 letti tre dei quali dedicati all’Uni-tà Terapia Intensiva Coronarica (Utic). Attivo anche dalla fine di agosto, il Reparto di Pediatria, nella sua sede originaria del 4° piano, e quello di Ostetricia, tem-poraneamente posto al 1° piano, con 18 posti letto. Finalmente i corridoi si sono riempiti dei vagiti dei nuovi nati. Nei giorni scorsi è rientrata anche l’Area Medica Nord (ovvero il reparto di Medicina di Carpi e Mirandola) e della Neurologia all’interno

Claudio Vagnini

del corpo 4 del Ramazzini, al 2° e 3° piano. Con il rientro delle degenze internistiche tornano all’opera anche Tac, risonanza magnetica ed Endoscopia. A partire dalla fine di ottobre poi, nel corpo 6 dell’ospedale, saran-no nuovamente funzionanti 4 sale operatorie (delle 6 complessive) e, conseguentemente, anche le degenze legate all’Area chirurgi-ca e la Rianimazione (le 4 nuove sale operatorie attualmente in fase di realizzazione, saranno consegnate a fine anno). “Iniziate anche le verifiche all’interno del Bunker per ripristinare al più presto l’attività radioterapica”, conclude la Pesi.

fine luglio sono state ripristinate anche le funzioni ambulatoriali e di degenza presso la palazzina del

Dipartimento di Salute Mentale adiacente all’Ospedale. Anche il Poliambulatorio 2 ha riaperto i battenti e ospita, nella Capella, al piano terra, il punto prelievi (ol-tre 100 accessi al giorno). “Una sistemazione provvisoria - spiega Claudio Vagnini, direttore del distretto sanitario di Carpi - alla quale occorre porre rimedio al più presto. Stiamo lavorando insieme all’Amministrazione Comunale per trovare un accordo in tal senso e resta aperta l’ipotesi di utilizzare la Polisportiva Do-rando Pietri per il trasferimento del centro prelievi e della sede di Avis. Il terremoto che si è abbat-tuto su di noi ha rappresentato, seppure nella sua drammaticità, un’occasione per riqualificare i servizi sanitari resi alla cittadi-nanza, mettendo fine anche ad

Il primario di CardiologiaStefano Cappelli con due infermiere del Reparto

Hanno inoltre ripreso la loro nor-male funzionalità gli ambulatori di Cardiologia, Otorinolaringo-iatria, Vestibologia, Oculistica, il servizio diabetologico, l’ambula-torio demenze e il Day Hospital Oncologico. In piena funzione sono tornati i Poliambulatori del Ramazzini che ospitano le atti-vità ambulatoriali specialistiche, tra cui quelli di Medicina riabili-tativa, Urologia, Endocrinologia, l’ambulatorio per le stomie, la Chirurgia generale, Dermatolo-gia, Odontoiatria, Allergologia, Pneumologia e Neurologia, con attività strumentali come gli elettroencefalogrammi. Da

alcune delle criticità emerse ben prima del sisma”.

Jessica Bianchi

Giovanni Ferrara

Teresa Pesi

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Vittoria Neato e Luca Semellini

sabato 8 settembre, a partire daLLe 18, appuntamento Con Carpi C’è, una grande festa per rianimare iL Centro ferito, per abbattere La paura Che aLberga anCora in tanti Cuori e riempire ogni via e piazza di arte, musiCa, CuLtura e danze

l’ex “zona rossa” in festa!F

ar rivivere il centro storico. Insieme. Uniti. Se qualcosa di buono

è nato, per così dire, dopo il dramma del terremoto, forse è proprio questa nuova con-sapevolezza: per uscire dai guai, per tentare di sopravvi-vere e non far morire il cuore della città, occorre lo sforzo di tutti. Nessuno escluso. I commercianti della ex zona rossa infatti, dopo 15 giorni di chiusura forzata e nono-stante un centinaio di loro sia ancora colpito da un’or-dinanza di inagibilità, non hanno alcuna intenzione di mollare. Al contrario hanno deciso di organizzare, sabato 8 settembre, una grande festa per rianimare il centro ferito, per abbattere la paura che alberga ancora in tanti cuori e riempire ogni via e piazza di arte, musica, cultura e danze. Di vita. “Carpi c’è - Chefestaincentro, questo il titolo della kermesse, è nata per scherzo, in una mattinata qualunque, chiacchierando sotto il Portico del Grano con altri commercianti”, ci raccontano Luca Semellini della Bottega d’Arte Orafa e la sua compagna, Vittoria Neato. “Lo spirito - continua l’orafo - è quello di una gran-de festa tra amici. Musica, spettacoli, arte, degustazio-ni, bourlesque, baskers, il gioco a premi QuizzaMi di Enzo Ferrari in via San Francesco, con inizio alle 22, animazione, esibizioni di cheerleader, shopping all’aria aperta, beachbar, vintage e tanto divertimento per grandi e piccini. Una festa di tutti e per tutti. E’ inutile continuare a lamen-

tarsi che il centro è vuoto, che le vendite sono in calo... è necessario fare qualcosa di concreto. Insieme. Dobbia-mo andare tutti nella stessa direzione. Carpi c’è è la dimostrazione che lavorare in questo modo è possibile. Abbiamo fatto circolare un foglio, di negozio in negozio e la partecipazione è stata esaltante. Tutto intorno si

respira un grande entusia-smo”. La festa inizierà alle 18 e si protrarrà fino alle 2 del mattino, con un calenda-rio densissimo di eventi che animeranno tutto il centro. Senza eccezioni. Il cuore carpigiano tornerà a essere zona off limits per le auto, con tanto di strade chiuse, per garantire la massima sicurezza del pubblico che

potrà gustarsi, a piedi o in bicicletta, i vari momenti di intrattenimento previsti. Chiuso al traffico ma caldis-simo e pulsante di vita, Cor-so Cabassi sfoggerà il suo vestito migliore, regalando a giovani e meno giovani, le atmosfere frizzanti delle spiagge rivierasche. In Cor-so Fanti, borlenghi a volontà e raduno di vespe fiammanti,

mentre in via Rovighi si ballerà al ritmo del tango e si potrà ammirare tutta la seduttiva eleganza del bou-rlesque... e, ancora, mercato del vintage in Piazzale Re Astolfo e concerti in Piazzet-ta, artisti di strada, mostre di quadri a cielo aperto (nella galleria di Max Mara espor-ranno le due artiste Lorena Ghizzoni e Anna Ferrarini, insegnanti della Scuola di Acquerello e Xilografia, i cui corsi inizierenno martedì 9 ottobre, alle 15,30 e alle 20,45), esposizione del di-segnatore di Nathan Never, Andrea Cascioli, in Sinago-ga (in esposizione 36 tavole originali dell’ultimo albo dell’Agente Speciale Alfa, Il morbo della città perduta, in questi giorni in edico-la. L’autore sarà presente dalle 18 alle 24 per firmare autografi. Sponsor dell’ini-ziativa è la fumetteria Carpi Comics), bar con musica dal vivo con tanto di cubiste, truccabimbi, gonfiabili per i più piccini... Anche i nego-zianti han deciso di osare e, per festeggiare il ritorno del mercato in Piazza, han deciso di esporre la propria merce all’esterno. “Insom-ma ognuno si promuoverà come meglio crede - con-clude Semellini - per dare un servizio in più alla gente e regalando un momento di spensierata leggerezza”. “Dobbiamo tornare a vivere

tutti insieme. Senza chiu-sure o personalismi; - gli fa eco Vittoria - speriamo che questa festa sia solo l’inizio di un nuovo spirito di squa-dra”. La festa - che coin-volge anche gli ambulanti, impegnati durante la serata a distribuire, al fianco dei commercianti, il programma di eventi - ha ricevuto anche il patrocinio del Comune di Carpi, come sottolinea l’assessore al Commercio e Centro Storico, Simone Morelli. “Il Comune è al fianco degli esercenti per tenere le fila delle tantissime iniziative che continuano a moltiplicarsi, giorno dopo giorno, una sorta di regista e coordinatore delle numerose autonomie che, in questa festa, si sono manifestate; mentre il consorzio Con-Carpi è tra gli attori che provvederanno a finanzia-re la kermesse. Carpi c’è rappresenta un’occasione straordinaria per gioire insie-me della bellezza di riabitare il centro e, a prescindere dall’esito della manifesta-zione, quel che conta è che il ghiaccio sia stato rotto. Tutti ci abbiamo creduto e messo la faccia. Abbiamo creato un precedente. I commercianti hanno dimostrato che, insie-me e con la volontà, si può andare lontano e si possono organizzare occasioni spe-ciali, in ogni momento”.

Jessica Bianchi

dopo tre mesi di stop Le banCareLLe son tornate in Centro storiCo

il mercato torna in piazzadopo gli sforzi del Comune di Carpi e degli addetti ai la-

vori, da sabato 1° settembre, Piazza Martiri è tornata a ospitare il mercato cittadino. Un rientro che suona come un forte segnale di ritorno alla normalità per i carpigia-ni che, finalmente, potranno

ta, quella che ha impedito ai venditori di tornare in piazza, resa inagibile dal terremoto. Purtroppo però, a causa del perdurare del transennamento del Torrione degli Spagnoli, alcuni opera-tori dovranno essere spostati dai loro abituali posteggi: il sabato infatti, 7 di loro andranno in testa al mercato (direzione Corso A. Pio), mentre il giovedì, 21 ambu-lanti saranno ricollocati (5 in Corso Fanti, 9 in Corso Ca-bassi e 7 in via Berengario. “Il periodo passato vicino

in centro è stato invece ben accolto dai negozianti e dalla cittadinanza”. C’è chi è stato anche più sfortunato, come Emanuele: “io abito a Mirandola, la mia casa è completamente inagibile e il luogo dove avevano sposta-to il mercato non ci aiutava. Ma i lavori in Piazza Martiri sono stati rapidi ed efficienti e, per fortuna, eccoci nuo-vamente qui”. Altri invece parlano di quanti soldi abbiano perso in questi tre mesi di scarso lavoro, come Faroog e Giuliana che,

dopo tanto tempo, si sente come al primo giorno di scuola. Questo è sicuramen-te un passo importante per la nostra città, che sta facendo vedere quanto tiene alla sua gente, senza dimenticare le attività che vivono e fanno vivere il centro.

Francesco Palumbo

far la spesa o, semplice-mente, passeggiare tra le bancarelle degli ambulantti. E’ stata un’assenza forza-

all’autostrada è stato un vero disastro – ci racconta Marcella - non veniva quasi nessuno. Il nostro rientro

Giuliana

Emanuele

Faroog

Marcella

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507.09.2012 n° 31

sono passati oLtre tre mesi daLLe sCosse di terremoto Che hanno martoriato iL nostro territorio. sono 288 Le persone ospitate deL Campo tende deL piazzaLe deLLe pisCine e 103 queLLe aLLoggiate in strutture aLberghiere. ben 2.242 i Carpigiani interessati da un’ordinanza di inagibiLità deLLa propria Casa. numerosi i Cittadini Che Lamentano ritardi da parte deLLe istituzioni neLLa gestione deLL’emergenza, speCuLazioni sui prezzi degLi affitti e manCanza di informazioni preCise. abbiamo CerCato di Chiarire La situazione insieme aL sindaCo di Carpi, enriCo CampedeLLi

cercasi tetto per i terremotati

sono passati oltre tre mesi dalle scosse di terremoto che hanno martoriato il nostro territorio.

Numerosi i cittadini che lamentano ritardi da parte delle istituzioni nella gestione dell’emergenza, specula-zioni sui prezzi degli affitti e man-canza di informazioni precise sul da farsi. Abbiamo cercato di chiarire la situazione insieme al sindaco di Carpi, Enrico Campedelli.Quante sono le persone inte-ressate da ordinanza di inagi-bilità a carpi?“Dalle oltre 4.500 persone rilevate subito dopo il sisma del 29 maggio, siamo scesi a 2.242 persone”.Quante di queste sono allog-giate al campo tende Basilica-ta del piazzale delle piscine e quante in albergo?“In questo momento sono 103 le persone alloggiate in strutture al-berghiere convenzionate, mentre 185 si trovano al Campo tende. In totale sono assistiti in strutture 288 cittadini”.Quante sono le domande di contributo di autonoma si-stemazione accettate?“Ad oggi le domande accettate sono pari a 1.270”. le verifiche degli edifici sono terminate?“Sì. Dal 20 maggio, giorno della prima scossa sismica a oggi, sono stati controllati circa 8mila edifici, tra pubblici e privati, sia residenziali che produttivi”.i danni riportati dalle strutture dichiarate inagibili sono stati classificati dai tecnici regionali attraverso la compilazione del-le schede aedes. tali strumenti consentono di stabilire la gra-vità delle lesioni su una scala crescente che va dalla a alla F. Quanti edifici a carpi sono stati classificati e ed F?“Quelli classificati E sono più di 600, gli F sono circa una sessantina”a quanto ammontano i danni al patrimonio pubblico?“Dalle prime stime i danni ammon-tano a circa 18,5 milioni di euro, di cui 2 solo al patrimonio scolastico. Fortunatamente gli interventi di con-solidamento sismico eseguiti sul patrimonio storico-artistico dopo il sisma del 1996 hanno dato i loro frutti e i danni sono stati limitati”.Quando verrà smantellato il campo tende del piazzale delle piscine?“L’obiettivo che ci siamo posti è quello di smantellarlo entro la fine di settembre”.Dopo l’ordinanza del Commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, del 14 agosto scorso, il 24 agosto è stato pubblicato l’Avviso pubbli-co con il quale l’amministrazione carpigiana cerca alloggi non uti-lizzati, da assegnare in locazione temporanea alle famiglie che hanno la casa inagibile. Gli alloggi ver-ranno assegnati per non più di 18 mesi o fino al momento in cui la casa dell’assegnatario riacquisirà l’agibilità, con un canone concer-tato in base agli accordi territoriali (ovvero non superiore ai 400 euro), con un contratto sottoscritto da lo-catore, assegnatario e Comune, con l’Ente Locale che pagherà i canoni di affitto e garantirà la riconsegna dell’abitazione entro i termini pre-visti. All’assegnatario dell’alloggio rimarranno in carico le eventuali

spese condominiali, la tariffa smal-timento rifiuti e le utenze. Quante sono le manifestazio-ni di disponibilità in risposta all’avviso?“Abbiamo ricevuto segnali posi-tivi”.A parte rare eccezioni, a Carpi molti proprietari di immobili sfitti stanno giocando a nascondino. Molti sono in vacanza da mesi, altri stipulano contratti di locazione fasulli a figli, nipoti e parenti... chi, invece, non è riuscito a eclissarsi al momento giusto, rilancia con prezzi da usu-raio non manifestando alcuna con-siderazione verso coloro che hanno perduto la propria abitazione. E, se gli sfollati non assicurano di restare per almeno sei mesi, allora niente affitto, perchè lucrare, alla faccia della solidarietà, rimane l’unico imperativo. a fronte di tutto ciò, pensa davvero di riuscire a sistema-re i 288 cittadini attualmente in tenda e in albergo?“Di natura sono ottimista, quindi voglio pensare in modo positivo. Prima del sisma vi erano circa 2mila appartamenti vuoti in città. Anche ipotizzando che un terzo sia stato danneggiato dal sisma e un terzo già occupato, contiamo di poter far affi-damento sulla parte restante. A oggi non abbiamo alcuna intenzione di creare villaggi di prefabbricati che, una volta edificati, sono di difficile smantellamento e possibili ricetta-coli di disagio sociale”.considerato il ritardo con cui la regione si è mossa per emette-re un’ordinanza che desse gli strumenti necessari ai comuni per il reperimento del patri-monio sfitto, molte famiglie senza casa si sono mosse in autonomia per cercare una sistemazione. chi ha già stipu-lato un contratto di locazione, rinunciando al contributo di autonoma sistemazione, po-trebbe chiedere al comune di pagare l’affitto al suo posto?“Io consiglio loro di far affidamento sul contributo di autonoma siste-mazione che, nella seconda fase, è stato aumentato dalla Regione fino a un massimo di 900 euro al mese, quota che copre l’affitto e non ha limiti di durata se non quelli previsti dal decreto e comunque legati alle

ristruttu-razioni delle abita-zioni. Ci tengo inoltre a sottoli-neare che non credo sia esatto parlare di ritar-di. Non vuol essere certo una competizione, tuttavia mi pare giusto, come ter-mine di paragone, ricordare che la nostra Regione ha fatto in tre mesi quello che all’Aquila hanno fatto in tre anni. Tutti dobbiamo avere la consapevolezza dei tempi e del-le problematiche in essere che non sono di facile e immediata risolu-zione”. Dopo il sisma molti cittadini hanno rinunciato a ogni forma di assistenza pubblica (moduli abitativi provvisori tendopoli, strutture ricettive e alberghi) e hanno sborsato denari senza riceverne nessuno. pensiamo ai puntellamenti, ai progetti degli ingegneri, ai carotaggi del terreno, agli affitti... Del contributo di autonoma si-stemazione non vi è ancora l’ombra. Quando arriverà nelle tasche dei carpigiani?“E’ bene ricordare che il Cas riferito al periodo 29 maggio - 29 luglio sarà liquidato in un’unica soluzione nel mese di settembre; successivamente sarà erogato con soluzione bimestra-le, fino al 31 maggio 2013 ( termine dello stato di emergenza) per coloro che ne posseggono i requisiti”.Gli oneri delle demolizioni oggi a carico dei privati saranno rim-borsati?“Non credo, la normativa però pre-vede rimborsi sulle demolizioni ma consiglio gli interessati a consulta-re il Decreto che contiene tutte le casistiche”.il piano casa dettato dalla re-gione che, al momento della chiusura del numero, merco-ledì 5 settembre, non ha an-cora dettagliato le linee guida della ricostruzione, legando di fatto le mani a tecnici e inge-gneri, prevede la riparazione dei danni e il rafforzamento

antisismico delle strutture le-sionate dal sisma, sia delle uni-tà immobiliari che delle parti comuni. lunedì 27 agosto ave-te avuto l’ennesima riunione in regione è possibile sapere quando usciranno le linee ap-plicative e quale sarà il grado di antisismicità che dovranno avere le case?“Le linee guida dovrebbero uscire a giorni. Il rafforzamento antisismico

per le inagibilità gravi di tipo E delle strutture

dovrà essere pari al 60% delle

norme anti-sismiche”.al via invece, grazie a un’or-dinanza del 28

agosto, le risorse per

le ristruttura-zioni delle abita-

zioni danneggiate dal sisma e classificate

B o c, cioè temporaneamente o parzialmente inagibili. il con-tributo coprirà l’80% dei costi ed è stata raggiunta l’intesa con le banche per l’erogazio-ne immediata dei contributi, senza oneri per i cittadini. il provvedimento comprende anche le abitazioni date in af-fitto attraverso un regolare contratto di locazione. Questo significa che le seconde case danneggiate e non in affitto, magari in comodato d’uso gra-tuito per figli o parenti, o le case temporaneamente sfitte non verranno risarcite in caso abbiano riportato danni?“Esatto, i danni riportati dalle se-conde case e da quelle sfitte non avranno risarcimenti. Diverso è il caso per i comodati d’uso a figli e parenti su cui si stanno studiando provvedimenti per equiparare gli immobili in uso a quelli in affitto, cosa oggi non prevista dalle leggi vigenti”.i proprietari di abitazioni dan-neggiate dal sisma e classifica-te e quanto dovranno aspet-tare per poter rimetter mano alle loro case e ottenere l’80% di risarcimento delle spese so-stenute? “Con i 2,5 miliardi di euro già stan-ziati dal Governo potremo coprire le inagibilità classificate B e C oltre agli immobili produttivi. Gli edifi-ci classificati E, potranno accede-re ai finanziamenti a partire dal 1° gennaio 2013. Ciò non toglie che i proprietari possano già dare il via ai lavori e, attraverso la documenta-zione attestante i ripristini eseguiti post sisma, a gennaio, attingere ai fondi messi a disposizione”.il consiglio comunale di carpi ha già approvato variazioni di

bilancio per circa 8 milioni di euro per far fronte all’emer-genza terremoto. le casse sono vuote e il Governo latita. e’ il caso di proseguire progetti come quello della nuova pisci-na e del parcheggio interrato alle poste?“Occorre essere chiari, quindi mi permetta alcune doverose precisa-zioni. Intanto non sono d’accordo sull’affermazione che il Governo sia latitante, quella che si sta ge-stendo è una situazione ancora aperta e complessa. Per farle un esempio concreto debbo ricordare che la lettera che noi sindaci, subi-to dopo il terremoto del 29 maggio abbiamo inviato al presidente del Consiglio Mario Monti è stata tenuta in considerazione. Infatti, dopo il primo stanziamento di 2,5 miliardi di euro, ne sono arrivati altri 6 messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti, disponi-bili da gennaio, raggiungendo così la somma totale di 8,5 miliardi di euro. Nonostante i danni del crate-re ammontino a circa 13 miliardi, mai avremmo pensato di ottenere in tempi tanto rapidi una somma così sostanziosa. Inoltre abbiamo chiesto e ottenuto un allentamento del patto di stabilità e la possibilità di assumere personale a tempo de-terminato. Credo che questa atten-zione verso le richieste avanzate dal territorio, da parte del Governo vada riconosciuta. In concreto, nell’area dell’Unione delle Terre D’Argine potremo assumere 24 persone tra amministrativi e tecnici. Questo raf-forzamento ci permetterà di far fron-te all’enorme mole di pratiche che dovremo licenziare entro fine anno (il numero di pratiche che dovremo affrontare nel breve equivale a quel-lo che solitamente si ha in quattro anni). Insomma nonostante le casse comunali piangano, io sono fidu-cioso sui finanziamenti. E lo sono perché il dialogo col Governo ha portato risultati. Certamente siamo solo all’inizio della fase di ricostru-zione verso la normalità, dunque per ora non sono certo sufficienti le risposte in termini finanziari o sulla fiscalità delle imprese, ma pur sem-pre positivi in termini di indirizzo. Sono convinto che nel proseguo, la concertazione con il Governo possa far arrivare ulteriori risposte tese alla risoluzione dei problemi pri-ma citati. Rispetto ai progetti già in essere che lei richiamava (piscina e parcheggio) posso dirle che i lavori andranno avanti”.A fronte di 13 miliardi di euro di danni, ne sono stati stanziati 8,5 per la ricostruzione: la torta, è eviden-te, non sarà sufficiente per tutti. “All’Aquila sono stati commessi troppi errori”, ripetono i nostri am-ministratori. E’ vero: ma il timore legittimo che si sta facendo largo è che in Emilia le cose non andranno molto meglio.

Jessica Bianchi

Scorcio di Piazza Martiri e inbasso il sindaco Enrico Campedelli

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6 07.09.2012 n° 31

Alessio Bondi

Piano terra di Palazzo Paltrinieri, unica parte che la famiglia è riuscita a salvare dalle ruspe

Palazzo Paltrinieri prima dell’abbattimento. La parte non lesionata è quella di proprietà della famiglia Bondi

a far CroLLare paLazzo paLtrinieri, a Cavezzo, non è stato iL terremoto bensì iL Comune Che ha agito senza avvisare i proprietari. a parLare è uno di Loro: iL 34enne aLessio bondi Che Lavora presso La banCa san geminiano e san prospero di Carpi

là dove c’era una casa ora ci sono solo macerie, ma il terremoto non c’entrae

ra la casa rossa dalle finestre verdi. Così gli abitanti del paese chia-

mavano Palazzo Paltrinieri in via Solferino, a Cavezzo. Dal 1912 lo storico edificio è stato testimone e custode di quattro generazioni e ha resi-stito fiero a due guerre mon-diali, all’occupazione nazista e persino alla violenza del terremoto. Le sue stanze fi-nemente affrescate che ser-bavano oltre a mobili e og-getti antichi di inestimabile valore, anche foto, dischi, libri ma, soprattutto, tanti ri-cordi, sono state buttate già a colpi di gru l’8 giugno scorso in tutta fretta e senza nemme-no avvisare i proprietari. “Dopo la scossa del 20 mag-gio - racconta il 34enne Ales-sio Bondi che lavora nella filiale di Banca San Geminia-no e San Prospero in via Be-rengario, a Carpi - ci siamo allontanati per alcuni giorni dall’abitazione poiché sorge-va in zona rossa. La nostra casa aveva una crepa che l’aveva divisa dalla costru-zione contigua, un edificio costruito vent’anni dopo il nostro e con materiale molto più povero. Per colpa di quel fabbricato la nostra abitazio-ne era stata dichiarata inagi-bile. Tuttavia sia un ingegne-re statico che la commissione regionale avevano dichiarato che era assolutamente recu-perabile con gli opportuni interventi. Dopo la scossa del 29 maggio, la nostra casa era rimasta in piedi senza subire gravi lesioni, mentre quella adiacente era crollata. Ci han-no detto che occorreva ripe-tere l’iter di controlli ed è quanto abbiamo fatto. Abbia-mo inoltrato una nuova segna-lazione al Comune lasciando tutti i nostri recapiti telefoni-ci a coloro che erano incari-cati delle verifiche. Ci aveva-no rassicurati che ci sarebbe stato un nuovo sopralluogo in nostra presenza. Poi, però, l’8 giugno scorso, mentre eravamo fuori città, alcuni nostri parenti ci hanno con-tattati avvertendoci che in televisione stavano trasmet-tendo le immagini di casa nostra mentre le ruspe la de-molivano. Superfluo dire che siamo rimasti esterrefatti: abbiamo subito contattato il Comune ma le spiegazioni sono state varie e discordan-ti. “Prima - prosegue Alessio - ho parlato con un geometra che subito ha sostenuto che la casa fosse collassata in se-guito al terremoto poi, di fronte all’evidenza delle im-magini trasmesse sulle prin-cipali emittenti televisive, ha dichiarato che si era rivelato

necessario abbattere l’edificio per garantire l’incolumità pubblica, ma ciò è inverosi-mile dal momento che tutto il centro di Cavezzo era stato transennato e nessuno poteva accedervi senza autorizzazio-ne e senza essere accompa-gnato dai pompieri. Ed è pro-prio con il capo di questi che ho successivamente parlato. Egli mi ha risposto che pen-savano che la mia casa fosse un unicum con quella attac-cata, e che quelli del Comune avevano dato il via libera alla demolizione. Il giorno dopo, lo stesso vigile ha cambiato versione affermando che la nostra casa era già collassata all’interno e le travi del tetto

marcite”. A quel punto Ales-sio e i suoi familiari interpel-lano il sindaco, Stefano Dra-ghetti, un amico di famiglia che, come spiega Alessio, “nel primo incontro del 9 giugno scorso aveva ammesso l’er-rore scusandosi e rassicuran-doci che avrebbe fatto rico-struire quanto prima la nostra casa e che, nel frattempo, ci avrebbe procurato d’urgenza un’abitazione provvisoria, ma dopo qualche giorno, ha cam-biato versione e atteggiamen-to, affermando che i Vigili del Fuoco hanno raso al suolo la casa adiacente, ma poi si sono accorti che era da demolire anche l’altra parte del fabbri-cato, in quanto i muri erano molli. Ci sono vari aspetti che ci lasciano sgomenti e ci fan-no supporre che le cose non siano state fatte secondo la norma, ed è per questo che abbiamo avviato una causa. Innanzitutto l’ordinanza di demolizione è stata redatta e firmata solo dopo che i lavo-ri erano già iniziati. La demo-lizione, in linea teorica, è iniziata nella mattina dell’8 giugno (anche se un video di YouReporter testimonierebbe l’inizio già nella serata del 7 giugno) mentre l’ordinanza di abbattimento è stata firma-ta alle 19,45 dell’ 8. Inoltre è stato scritto che i proprietari non erano reperibili, quando

invece avevamo lasciato tut-ti i nostri recapiti telefonici. Hanno detto di aver contatta-to una mia zia senza ricevere risposta. Ma in Comune non lo sapevano che la poveretta era morta già da alcuni anni? Nella stessa ordinanza si dice che l’immobile andava abbat-tuto per la tutela degli immo-bili vicini, ma questi ultimi versavano in condizioni ben peggiori di quelle in cui era la nostra casa. Manca poi un verbale di sopralluogo pre-ventivo che è invece previsto dalla norma. In definitiva le ambiguità sono tante e, oltre ad aver subito il grave danno, ora riceviamo anche la beffa di non trovare risposta dalle istituzioni, coloro che do-vrebbero salvaguardare i no-stri diritti. L’abitazione prov-visoria che ci aveva promes-so il sindaco non c’è ma, so-prattutto, non c’è la voglia di aiutarci, eppure non è stato il terremoto a spezzare la nostra casa, sono stati loro e, ancor oggi, non capiamo il perchè. Lungo le strade di Cavezzo ci sono case pericolanti che costituiscono un grave peri-colo per la gente che sono state solo transennate e non abbattute”. E’ tuttora in corso l’indagine della Procura.

pieno, la malta eccellente, vi erano incatenamenti solidi e ancora integri, e i solai che rappresentavano la vera in-cognita, erano ancora perfet-tamente ancorati. Sull’acca-duto si pronuncerà la Magi-stratura. Nel frattempo noi chiediamo che le macerie vengano trattate come previ-sto dalla legge”. Dopo quasi tre mesi di attesa, il 31 agosto Alessio, i suoi genitori, sua zia e sua cugina sono riusciti a rientrare in casa per recupe-rare, insieme a una squadra di pompieri inviati dalla Re-gione, alcuni mobili del piano terra, unica parte dell’abita-zione che sono riusciti a sal-vare prima che le ruspe de-molissero anche quella. “Sia-mo contenti - racconta Ales-sio - di essere riusciti a riap-propriarci almeno di questi pochi mobili, tra cui vi è anche un pezzo unico risalente all’epoca del Ducato Estense. Tuttavia, la maggior parte del nostro arredamento, così come dei nostri oggetti è an-data distrutta. Alla piccola gioia di aver portato in salvo un po’ della nostra casa, si accompagna anche la rabbia nel constatare per l’ennesima volta come essa sia stata ab-battuta senza motivo. Era

è ancora perfettamente inte-gra. Inoltre, da quasi tre mesi il soffitto del piano terra sta resistendo al peso delle ma-cerie che gli sono piombate addosso senza dare la minima impressione di cedere. Tutto ciò è una prova che la casa non era collassata al suo in-terno come alcuni hanno so-stenuto, né che i muri fossero a rischio crollo. Al contrario era tutto in buono stato”. Ol-tre il dolore, la rabbia e il sen-so di abbandono, c’è però la forza di reagire. Alessio e la sua famiglia hanno aperto un blog (www.demolizionepal-trinieri.blogspot.it) che ha già ricevuto oltre 2mila visite, hanno scritto a personaggi di spicco nel panorama italiano e, racconta Alessio, “mia ma-dre Rosaria Paltrinieri ha inviato una e-mail al Com-missario Vasco Errani poco prima del 15 agosto. Ancora non ci è giunta risposta ma i suoi collaboratori ci hanno riferito che il caso è già nelle mani del presidente. Anche i Radicali di Modena si sono interessati al nostro caso e hanno depositato un’interro-gazione parlamentare al ri-guardo. E poi ci ha fatto mol-to piacere che il conduttore televisivo bolognese Red

Come spiega il legale della famiglia Paltrinieri-Bondi, l’avvocato Nicoletta Tietto: “abbiamo fatto fare degli ac-certamenti tecnici e dall’ana-lisi di alcuni pezzi di muro è emerso che il materiale con cui era stato costruito Palazzo Paltrinieri era di ottima qua-lità per l’epoca. Il mattone era

talmente solida nelle sue fon-damenta che i soprammobili si trovavano ancora nell’esat-ta posizione in cui li avevamo lasciati. Né la forza distrutti-va del sisma, né quella delle ruspe li hanno fatti spostare di un solo centimetro. La cu-cina, che è la zona più vicina alla crepa della casa contigua,

Ronnie abbia risposto alla nostra segnalazione e abbia avuto la premura di pubbli-care sulla sua pagina di Face-book il link del nostro blog, per attirare l’attenzione su quello che ci è successo e che non vogliamo finisca nell’oblio”.

Chiara Sorrentino

L’abbattimento

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707.09.2012 n° 31

I lettOrI CI sCrIvONO

9 settembre - parco papa paolo giovanni ii

beneficenza al foro boario

un ultimo assag-gio di

estate musicale animerà il Foro Boario di Carpi, il 9 settembre, per una raccolta di beneficenza organizzata dall’ushac, Unione Sportiva Portatori Handicap Car-pi, con il patrocinio del comu-ne di carpi e in collaborazione con quattro giovani carpigiani: simone ramella (in foto), cristina Bulgarelli, niccolò Gandolfi e Giulio Faggiani. Kerosene, mad pour l’un-heard e la legge di murphy sono alcune delle band locali che calcheranno il palco e si al-terneranno in performance dal vivo, dalle 18 alle 24, nell’area del Parco. Il tutto contornato da stand gastronomici e mercatini di hobbisti. La manifestazione sarà inoltre caratterizzata da ini-ziative ecologiche pro riciclaggio rifiuti. Per ogni 20 bicchieri vuoti riconsegnati al punto bar verrà data in omaggio una consu-mazione.

sCuoLe e sisma

tutti in classe (si fa per dire)

oratorio: per riportare in sicurezza l’intero complesso si prevede un intervento di almeno 900mila euro. venerdì 7 settembre appuntamento con tiramisù, una cena per raccogliere fondi

l’eden chiede aiuto

C’è la volontà di riapri-re le scuole per l’inizio dell’anno scolastico,

il 17 settembre, ma le zone d’ombra sono ancora troppe per essere positivi. Il Comune di Carpi deve intervenire su 17 delle sue 40 sedi scolastiche oltre che sulla paritaria Sacro Cuore. Fra i nidi e le scuole d’infanzia hanno richiesto interventi 2 edifici su 24: lo stabile di via Nicolò Biondo e l’edificio di via Marchiona. Più numerose sono le primarie lesionate dal sisma: Collodi, Don Milani, Marianna Saltini, G. Verdi, Anna Frank, G. Pa-scoli, Giotto, S. Pertini, Mar-tiri della Libertà (Budrione) e M. Fanti. 10 edifici su 14. Gli edifici delle secondarie di pri-mo grado hanno tutti bisogno di interventi sugli ampliamen-ti o, come nel caso delle Pio, sulla parte storica adiacente al convento del Tempio di San Nicolò. Danneggiato anche l’edificio del Sacro Cuore che ospita dal nido alla scuola se-condaria di primo grado. La Scuola d’infanzia statale I gi-rasoli di Marchiona verrà tra-sferita nella ex sede del Labò in via Tonelli e sono previsti

container per le scuole che ri-chiedono lavori che dovranno protrarsi oltre l’estate. Quali? Le scuole Fanti e la succursale Pio, l’Istituto Sacro Cuore e le classi in attesa della nuova scuola di Cibeno, ospitate provvisoriamente alle Foche-rini/Saltini. Saranno il parco e il cortile delle Pascoli in via Berengario a ospitare i moduli destinati alle 14 classi sfollate dalle M. Fanti e l’area del par-cheggio delle Focherini, per le 8 classi delle Focherini e 11 delle A. Pio sgomberate da Castelvecchio (struttura nella quale i genitori minacciano di non voler rimandare i propri figli). Ma come procedono i cantieri? “I cantieri sono tutti partiti e contiamo - assicura il sindaco di Carpi, Enrico Campedelli - di riuscire a svolgere tutti i lavori neces-sari durante l’estate e di poter iniziare l’anno scolastico con i lavori ultimati; solo gli in-terventi di consolidamento su Nido di infanzia Paul Harris,

Scuola d’infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado S. Cuore, Scuola Primaria M. Fanti, Scuola Secondaria di primo grado A. Pio (solo succursale) e Scuola Se-condaria di primo grado O. Focherini (solo per 8 classi) dovrebbero perdurare fino alla metà dell’anno scolastico e per garantire lo svolgimento delle lezioni i ragazzi saranno ospitati all’interno di moduli prefabbricati temporanei”.Container che, è bene riba-dirlo, non sono ancora arri-vati...

nuovi dirigenti per tre istituti superiori di Carpi

cambi al vertice

al termine della proce-dura concorsuale per il reclutamento di di-

rigenti scolastici, molte sono le novità che riguardano le scuole di Carpi e comuni limi-trofi. Nuovi dirigenti per 3 dei 4 istituti superiori carpigiani: l’Itis Leonardo da Vinci sarà guidato dalla professoressa maria ca-

Maria Capone

In foto alcuni dei ragazzi dell’Oratorio che hanno prestato il loro aiuto nei campi autogestiti sorti nei parchi

cittadini subito dopo il sisma

sebbene il terremoto del 29 maggio l’abbia gra-vemente danneggiato,

nemmeno un giorno l’Ora-torio cittadino Eden di Carpi è rimasto chiuso al pubblico. Allestiti immediatamente spazi esterni e tensostrutture, nella zona del campo sporti-vo, che hanno accolto tutti. “L’attività è stata ridimen-sionata ma non interrotta – aveva spiegato il direttore simone Ghelfi – e così sarà finché non potremo iniziare i lavori di ripristino degli spazi inagibili o inutilizzabili perché attigui ad aree a rischio”. Per riportare in sicurezza l’intero complesso si prevede un intervento di almeno 900mila euro. “L’obiettivo è conti-nuare l’attività e lo faremo, in un modo o nell’altro”.

all’opera sin da subito e ora allarga l’invito a tutti coloro che hanno a cuore le sorti di questo luogo. “Venerdì 7 settembre - ci racconta andrea rossi, tra gli orga-nizzatori - si tiene una cena presso il campo dell’Oratorio, per raccogliere fondi, a base di gnocco e tigelle (costo 13 euro a testa). Alle 18,30 apri-remo la serata coi vespri per proseguire poi, a partire dalle 20, con la cena. La serata, all’insegna della convivialità e della condivisione, rappre-senterà anche l’occasione per spiegare ai presenti lo stato in cui versa l’oratorio e come verranno organizzate le atti-vità del prossimo anno”.Per prenotazioni, contattare i numeri: 339.4608630, 346.3115143, 339.1065393.

L’oratorio infatti svolge un ruolo chiave a livello sociale, dando ospitalità e acco-

glienza a tutti, in particolar modo ai più giovani che qui possono darsi appuntamento

per incontrarsi e dedicarsi a numerose attività, in modo del tutto gratuito. Per ridar

vita all’Oratorio, oltre un centinaio di giovani, tra Scuot e aderenti alla Acr, si è messo

“i nostri figli meritano di più!

Ho già scritto a luglio pensando che la brutta esperienza vissuta dai

nostri figli terminasse e pen-sando che molti avrebbero dato la loro versione. Perchè, come sempre, si cerca di tener nascosto ciò che è accaduto nonostante i bambini siano ancora spaventati? Credevo che avrebbero trovato una soluzione sicura per i nostri figli e invece... Ora è il 1° settembre e non sappiamo ancora nulla o meglio hanno detto che arrive-ranno dei container, unica cosa certa, poi tante voci diramate e

smentite dalla segreteria della scuola... E’ possibile che noi ge-nitori siamo gli ultimi a sapere dove frequenteranno la scuola quest’anno i nostri figli e, so-prattutto, resterà proprio quel-la la sede delle M. Fanti e della succursale delle Pio? Come mai si è perso tanto tempo? E’ dal 20 maggio che sappiamo che i danni erano seri e, col 29, non possono che essere peggiorati. Quando, dopo il 20, noi geni-tori abbiamo chiesto se erano certi che i pochi lavori fatti fos-sero sufficenti a rimettere tutto in sicurezza ci è stato risposto

che se gli ingegneri avevano dato il benestare era tutto a posto. Dopo queste parole il 29 maggio i danni sono aumen-tati e gli insegnanti ci hanno detto: noi avevamo avvertito ma non siamo stati ascoltati. Sono passati tre mesi: in altri comuni hanno già concluso i lavori, hanno ristrutturato edifici più adatti e riusciranno a iniziare l’anno scolastico in tempo. Noi invece al 1° set-tembre non sappiamo nulla, se non voci su container non sufficienti per tutti, presunti turni con ragazzi al mattino e altri al pomeriggio, dalle 14 alle 19... ma si rendono conto

che dopo una mattina di giochi o attività è probabile che nel pomeriggio, i nostri figli non abbiano più un’ottima con-centrazione? Nessuno pensa al fatto che i genitori debbano organizzarsi per gestire i propri bambini? Questi sono stati mo-menti di emergenza per tutti, ma la riapertura delle scuole è sicuramente una priorità.

lorena

pone, docente di informatica dello stesso istituto; il Meucci dal professor claudio Ber-gianti, docente di chimica del da Vinci; il Vallauri dalla profes-soressa margherita Zanasi. Il professor marcello miselli, docente del Meucci, sarà il nuovo dirigente dell’Istituto Comprensivo di Soliera.

Lo sport motoCLub uisp Carpi, insieme a mototigeLLa, motoCinghiaLata, Compagnia deLLa spinta, motoCLub san martino in rio, armata brankaLeone, CoL patroCinio deL Comune di Carpi, ha organizzato, presso La pista di motoCross di via guastaLLa, L’evento L’emiLia romagna si rimette in moto. obiettivo raCCogLiere fondi per i terremotati

il rombo della ripresad

alla piacevole visita di maggio sono passati pochi mesi, ma pur-

troppo gli eventi trascorsi in questo breve lasso di tempo li fanno sembrare un’eternità. Il Motoraduno che si è svolto l’1 e il 2 settembre, presso la pista di motocross di via Guastalla, L’Emilia Romagna si rimette in moto, ha portato sorrisi e di-vertimento ma anche qualcosa in più. Un evento che grazie alla grinta, alle competizione e alla giovialità di chi organizza e vive questa festa, riesce a far dimenticare, anche se solo per qualche ora, i brutti momenti passati e a regalarci un po’ di spensieratezza che, purtrop-po, è crollata insieme a tante certezze. “La manifestazione - ha sottolineato Gianfran-co Tondelli, presidente dello Sport Motoclub Uisp Carpi - è nata con lo scopo di riuni-re gli appassionati delle due ruote da tutta Italia (ma non solo) facendoli divertire ma, soprattutto, facendoli contri-buire a una grande raccolta fondi da destinare alla rinasci-

ta delle zone così duramente colpite dal recente terremoto. Il nostro moto club ha già fatto tanto nei giorni successivi al sisma ma non vuole e non può fermarsi, perché ancora lunga è la strada che ci dovrà ripor-tare a un ritorno alla norma-lità che, al momento, sembra ancora lontanissima. Perciò, dopo aver dovuto rinunciare ad alcuni appuntamenti im-portanti previsti in calendario (il Motoraduno Mototigella e la gara di supercross Carpi Night Show solo per citare i più noti), abbiamo riunito altre realtà amiche e forze nuove (Mototigella, Motocinghia-lata, Compagnia della spin-ta, Motoclub San Martino in Rio, Armata Brankaleone, con il patrocinio del Comune

di Carpi) con l’obiettivo di al-lestire un grande appuntamen-to dedicato ai motociclisti ma anche alle tante persone che, partecipando al nostro evento, contribuiranno alla raccolta di fondi”. Positivi i pareri dei

carpigiani che hanno parteci-pato alla due giorni di sport, divertimento e solidarietà. “Io e il mio ragazzo – ci rac-conta Jessica - siamo venuti qui anche a maggio. E’ stato bello allora, ma ora anche di

più, pensando che lo stanno facendo per noi” . “Non sono un appassionato di moto – spiega Luca - ma sono bellissime”. Un messaggio di ripre-sa e collaborazione quello lanciato dagli organizzatori del mo-toraduno che, guidati dal motto, L’energia di un popolo è mag-giore di quella di un terremoto, hanno dimostrato che è nel

momento del bisogno che si vedono gli amici. Grazie. No-nostante il lavoro da fare sia ancora molto, le vostre mani pronte a farci rialzare si sono rivelate davvero preziose!

Francesco Palumbo

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8 07.09.2012 n° 31

sono passati tre anni daL terremoto Che ha CoLpito iL CapoLuogo deLL’abruzzo iL 6 apriLe 2009 ma La riCostruzione è appena partita, iL Centro è anCora zona rossa e Le Case restano disabitate

quel che resta dell’aquilam

artedì 28 agosto. E’ la Festa della Perdo-nanza, la più grande

festa aquilana che, ogni anno, dal 1294, ricorda l’incoronazione di papa Celestino V. Il corteo storico parte da Piazza Duo-mo per percorrere la strada che conduce a S. Maria di Collemag-gio dove ogni anno viene aperta la Porta Santa: ci sono arcieri, cavalieri con al braccio i rapa-ci, popolani, dame e crociati in costume dell’epoca seguiti dalle autorità civili e militari della città e da un fiume di gente accorsa per assistere a un rito a metà tra religione, folklore e storia e che, dal 2013, potrebbe essere riconosciuto “bene immateriale dell’umanità” dall’Unesco, come i canti a tenore della tradizione pastorale sarda.E’ inevitabile che il traffico, in un’occasione del genere, vada in tilt e, con difficoltà, riusciamo ad avvicinarci in auto al centro storico percorrendo viale Duca degli Abruzzi, che costeggia la cinta muraria.E’ qui che si verifica l’impatto con ciò che ha provocato il terre-moto del 6 aprile 2009: le vie la-terali lungo il viale sono sbarrate dalla rete metallica, al di là della quale si intravedono solo pun-telli e quel che resta degli edifici smembrati, coi vetri rotti e l’erba che cresce incolta ovunque. La rete metallica ce la troviamo davanti percorrendo la strada in auto perchè, a un certo punto, in corrispondenza di un viadotto, è interrotta. Inutile cercare strade alternative. “Da qui non si sale in centro storico – ci spiega un pas-sante – potete provare a chiedere ai militari ma, solitamente, sono intransigenti. Per il centro ci sono solo due accessi”.Il “raro” passante intende corso Vittorio Emanuele e Corso Fede-rico II.Ci avviamo a piedi. In viale Duca degli Abruzzi e in viale Giovan-ni XXIII avevano la loro sede numerose scuole, asili e istituti superiori abbandonati dal giorno della scossa così come abbando-nate sono le case coi vetri rotti e gli squarci nei muri. Alcune sono state messe in sicurezza ma comunque sono perlopiù disabi-tate. Qui non c’è nessuno: poche anche le auto che transitano. Il cuore è invaso da un senso di pro-fonda desolazione: per lo stato delle cose, si potrebbe pensare che il terremoto abbia colpito pochi mesi fa. Anche i pochi can-tieri potrebbero indurre a credere che il terremoto sia cosa avvenuta di recente: sulla Dia di quello per la ricostruzione di un condominio c’è l’indicazione della data di inizio lavori: 23 luglio 2012.In prossimità del centro stori-co riprende la vita: gli aquilani sono accorsi in gran numero per la Perdonanza e non sembrano curarsi del fatto che la loro città abbia cambiato completamente fisionomia. La farmacia e gli esercizi commerciali sopravvis-suti sono ancora ospitati dentro le casette prefabbricate, pochi quelli che hanno potuto riaprire lungo i corsi che attraversano il centro storico, innumerevoli

quelli che hanno chiuso le serran-de. Tutte le vie che confluivano a ventaglio sulla piazza sono chiuse dalla rete metallica. Non è più possibile intuire l’originalità di una città fondata da novanta-nove castelli, ognuno dei quali si ritagliò uno spazio per costruirvi la sua chiesa, la sua piazza e la

fontana, oltre naturalmente alle case: per questo L’Aquila ha tante chiese, tante piazze, tante fontane e tanti nomi uguali a quelli dei paesi sparsi sotto il Gran Sasso. L’accesso è interdetto ovunque in centro e ciò che si intravede è ingabbiato e irriconoscibile. La visita si limita a Piazza Duomo,

alla basilica di Collemaggio e alla Fontana delle 99 cannelle: poi ci si arrende all’evidenza. L’Aquila era davvero una bella città. Nelle cronache locali c’è un tentato omicidio che occupa le prime pagine dei giornali: un uomo ha colpito la compagna nel letto con un paio di forbici, ma di

terremoto si continua a parlare. “La fine dell’emergenza. Piano di ricostruzione: da Chiodi segnali di pace” titola il servizio del quo-tidiano Il Centro, che riconduce i ritardi alle discussioni e ai litigi, tutti politici, tra il presidente della Regione Abruzzo Chiodi e il sindaco dell’Aquila Cialente sulla necessità di predisporre un piano di ricostruzione sul quale si è discusso per mesi per definire cosa fosse “con dotte disquisizio-ni di esperti vari”. “La necessità di fare i piani di ricostruzione – si legge nell’articolo – nasceva da un emendamento alla legge del giugno del 2009 (che convertì il decreto del Governo Berlusconi del 28 aprile 2009). La Legge Barca – approvata un mese e mezzo fa – svuota di significato i piani di ricostruzione e ne fa strumenti strategici (accademia appunto) dandogli valenza urba-nistica solo se c’è un successivo accordo, caso per caso, anche con la Provincia”.

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907.09.2012 n° 31

In pratica, sono trascorsi oltre due anni di scontri politici su una questione che oggi si rivela secondaria. “Il piano – continua l’articolo – un senso però ce l’ha laddove stabilisce per grosse linee quanto lo Stato dovrà spen-dere in prospettiva per L’Aquila e frazioni (circa 5 miliardi per il capoluogo e circa 2 per i paesi). La cifra dettagliata verrà fuori dai progetti che verranno presentati man mano ed esaminati”.Nel giorno della Festa della Per-donanza non c’è posto per gli atti d’accusa e gli aquilani sorridono e si abbracciano per le strade di una città che, già nel 1703, fu completamente distrutta dal più rovinoso dei frequenti terremoti e seppe risorgere con connotati bellissimi.

Sara Gelli

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10 07.09.2012 n° 31

La Carpigiana fabiana righi, fotografa di professione, da oLtre 10 anni vive e Lavora a Londra ma sogna di tornare in itaLia

la mia arte sotto il cielo di londra

Lorenzo fonda, CLasse 1979 e originario di Carpi, è iL regista deL video deL tormentone onLy the horses, degLi sCissor sisters

alla conquista della californial

orenzo Fonda, clas-se 1979 e originario di Carpi, è il regista

del video del tormentone musicale Only the horses, degli Scissor Sisters. Video maker e regista, Lorenzo ha iniziato la sua carriera come illustratore e animatore e, da alcuni anni, vive e lavora in California, a Los Angeles. Lo abbiamo raggiunto via email per conoscerlo meglio.Quando hai deciso di

trasferirti a los angeles?“Mi sono trasferito qui nell’autunno del 2009”Di cosa ti occupi?“Faccio documentari, pubblicità, video musicali, cortometraggi, illustrazioni, fumetti, murales, installa-zioni interattive... insomma mi dedico a qualunque cosa stuzzichi la mia immagina-zione”. come sei arrivato a

girare il video degli scissor sisters?“L’ex crea-tive director dei Radio-head, che collabora con la casa di produzione per cui lavoro, mi ha commissio-nato due video per il gruppo: Baby Come Home e Only the horses. Fortunatamente alla

band sono piaciute le mie idee”. altre esperienze lavo-rative con nomi presti-giosi?

“Un’altra band “famosa” qui negli States per cui ho fatto un video musicale sono i Metronomy”. pro e contro di vivere negli states? “Qui, se hai voglia di intra-prendere un progetto, hai ancora la possibilità di farlo, senza combattere contro i mulini a vento che, pur-troppo, la fanno spesso da padroni in Italia. Per quanto riguarda i contro, invece,

devo ammettere che Los Angeles è davvero troppo lontana da Modena...”.Quindi ti manca una dimensione di vita più a misura d’uomo?“Sì, ogni tanto sì”.Dove immagini il tuo futuro?“Direi qui, negli States. Vedremo, magari tornerò in Italia quando sarò vecchio e artritico”.

J.B.

Immagine tratta dal video Only The Horses

l’arte in quanto atto creativo non conosce crisi, e anzi può con-

tribuire in maniera positiva al cambiamento sociale ed economico di un Paese. “Sembra che l’arte stia ri-nascendo in tutta Europa - è quanto afferma la fotografa carpigiana Fabiana Righi che dal 2000 vive a Lon-dra - e ciò forse in risposta alla situazione di insoddi-sfazione generale causata non solo dalla crisi globale, ma anche dall’esaspera-zione dei valori materiali ed esteriori che dominano la società. C’è il desiderio di liberarsi da certe inutili e fasulle costruzioni che la logica dell’apparire ha prodotto nel corso degli ultimi anni. Per me l’arte è l’espressione dell’anima nella maniera più istintiva e naturale, nonché un fonda-mentale mezzo di comu-nicazione che consente di far vedere e sentire anche agli altri ciò che si vede e si prova intimamente. I miei soggetti preferiti sono i pa-esaggi naturali e le persone colte nella loro quotidianità. La mia filosofia artistica è tesa verso il concetto di società perfetta per tutti, probabilmente un’utopia che però non deve mai sembrare completamente irrealizzabile. In questa società un grande punto interrogativo è rappresen-tato dall’essere umano che appare sempre più come un soggetto individualista piuttosto che sociale. Solo superando le differenze e innalzando la cooperazio-ne a valore fondamentale si potrebbe trasformare questa bellissima utopia in realtà. La foto che rappre-senta maggiormente la mia pratica artistica in questo momento, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista concettuale è L’al-luvione. Questa foto è stata scattata a Sozzigalli dopo uno straripamento del fiume Secchia. Una casa abban-donata viene sommersa. La

luce è magica, i colori sono vibranti, quasi surreali. Il cielo e l’acqua si incontrano divisi solamente dalla casa abbandonata e dall’orizzon-te delle campagne emiliane. L’atmosfera generale è di pace e perfetta armonia tra cielo e terra”. Fabiana ha

scelto di trasferirsi a Londra nel 2000, quando aveva 27 anni e l’Italia non sembrava offrire terreno fertile per far crescere e sviluppare la sua passione per le arti e la fotografia. “Mi sono trasfe-rita a Londra con lo scopo di studiare Belle Arti, con

indirizzo fotografia e video, e tra tante città ho scelto proprio la capitale inglese perchè qui le università sono molto più basate sull’aspetto pratico, piutto-sto che su quello teorico. In Italia, allora, la scuola che si avvicinava maggiormente

al modello inglese era solo a Mi-lano ma era molto costosa, mentre a Londra ho potuto accedere a una borsa di studio che mi ha finanziato in gran parte gli studi. Ho studiato per il pri-mo anno il Btec Founda-tion Studies in Art and Design, e mentre

studiavo lavoravo in un pub per mantenermi. Per 8 anni ho frequentato esclusiva-mente persone inglesi con lo scopo di perfezionare la lingua. Studiare all’univer-sità in una lingua straniera non è stato affatto facile. Mi ricordo ancora le numerose notti passate in bianco sui libri per imparare tutte le nuove parole che leggevo e che non mi erano ancora familiari. Ho poi frequen-tato l’università John Cass Bahons Fine Art, dal 2003 al 2005, con ramo Time Based Media che mi ha permesso di ampliare le mie competenze in particolare nell’ambito delle perfor-mance visive e sonore. L’universita si trova a Sho-reditch, una zona molto cre-ativa e stimolante di fronte alla Whitechapel Art Galle-ry. Shoreditch è famosa per le gallerie, i negozi, i graffiti e il caratteristico mercato dei fiori di Colombia Road e di Brick Lane: un ambiente a misura di artista”.Se è vero che l’estro creati-vo è sempre in movimento, la crisi economica, seppur in tono minore e con aspetti

diversi, si fa sentire anche a Londra “con la differenza che in Italia è molto più difficile fare carriera se parti dal basso. Invece a Londra, e nel Regno Unito in generale, c’è uno spirito più meritocratico e aperto, e si investe ancora su chi ha talento. Inoltre la buro-crazia è molto più snella e rapida. Tuttavia anche qui la disoccupazione giova-nile rappresenta un grosso problema e, inoltre, con la crisi la piccola criminalità si sta espandendo a macchia d’olio soprattutto tra i teen-ager. Ci sono gang di gio-vanissimi tra i 10 e i 21 anni che vanno in giro con armi, si scontrano tra loro diffon-dendo il panico e arrivando persino a commettere omi-cidi. Questo aspetto cruento della realtà londinese costi-tuisce uno dei vari motivi che mi fanno rimpiangere Carpi dove torno spesso per stare con i miei cari e dove vorrei un giorno tornare a vivere per farmi una fami-glia. Non vorrei che i miei figli crescessero a Londra. Anche studiare è diventato molto costoso rispetto a quando sono arrivata qui. Dopo che Cameron ha de-ciso di tagliare molti fondi pubblici, dall’assistenza sanitaria gratuita alle uni-versità, ormai l’istruzione sta diventando un privilegio per ricchi”. La passione e il gusto del creare però non si fermano mai: “attualmente sto facendo applicazioni per il programma Artist in residence che consente a tutti i creativi di vivere un periodo di ricerca e lavoro a fianco di altri artisti. Al termine della residenza ci sarà una mostra collettiva conclusiva. Queste iniziati-ve vengono organizzate in ogni parte del mondo, e nei prossimi mesi mi piace-rebbe andare a Barcellona, Berlino, New York, Istanbul e anche in qualche città ita-liana, e chissà che alla fine non vi rimanga.

Chiara Sorrentino

FabianaRighi

L’alluvione

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aL posto di marzi CaLzature, in Corso aLberto pio, tommaso Leone, titoLare deLLa soCietà bLu srL, è pronto a LanCiare un nuovo marChio d’abbigLiamento uomo e donna: terranova styLe. L’inaugurazione è prevista iL prossimo 6 ottobre

moda protagonista in corso piol

à, dove prima sorgeva la storica Marzi Calzature, il carpigiano Tommaso

Leone, titolare della società Blu Srl, è pronto a lanciare un nuovo marchio d’abbi-gliamento uomo e donna. A ottobre, infatti, in Corso Al-berto Pio, inaugurerà il fran-chising Terranova Style che propone una moda giovane, sportiva e casual, per lui e per lei. “Il punto vendita, che si snoderà su due piani - spiega Leone - dovrebbe inaugurare, lavori permettendo, il pros-simo 6 ottobre. Terranova è un’azienda solida, che coniu-ga qualità, ultime tendenze in fatto di moda e prezzi econo-mici”. Terranova si aggiunge

a Tezenis (uno a Carpi e uno all’interno del Grandemilia a Modena), Outlet Casalingo, Geox, FotoDigitalDiscount e Tre. Nonostante la crisi e la contrazione dei consumi voi continuate a investire e a scommettere su numerosi

marchi di successo. Uno spiri-to imprenditoriale il vostro in netta controtendenza, soprat-tutto considerando le nume-rose chiusure o i continui turn over di esercizi in centro. Qual è il vostro punto di forza?“Il nostro obiettivo è quello di cercare di arricchire e miglio-rare l’offerta della stessa piaz-za, ovvero Carpi, la città nella quale viviamo e nella quale crediamo, andando incontro alle esigenze della clientela. Potenziare e diversificare l’of-ferta merceologica, attraverso l’apertura di più negozi mono-marca, significa richiamare un più alto numero di persone e, questo, credo abbia una rica-

duta positiva sull’intero circu-ito commerciale. Malgrado la crisi e i recenti e drammatici avvenimenti che ci hanno colpiti, noi continuiamo a crederci e ad andare avanti con entusiasmo”.Quanti dipendenti ave-te?“Con la nuova apertura, che occuperà sei persone tra full e part time, supereremo le 30 unità”.sono in molti a profetiz-zare la progressiva morte dei centri storici immolati sull’altare dei grandi cen-tri commerciali. i vostri punti vendita carpigiani, al contrario, sono tutti in corso pio. perchè conti-

nuate a scommettere sul cuore cittadino?“Il centro storico ha un grande punto di forza: l’unicità. Al contrario i centri commer-ciali, nonostante vengano realizzati con criteri sempre più moderni, si assomigliano tutti. Io credo che invece di demonizzarli occorra trarre spunto dalla loro capacità di richiamare gente. La politica di marketing e di promozione del centro commerciale natu-rale deve essere più unitaria e maggiormente stimolante per le persone. Rinnovare l’immagine complessiva del centro, essere più attrattivi attraverso l’organizzazione di eventi, ci consentirebbe di

“combattere” ad armi pari con i centri commerciali”.i disagi e i danni legati al terremoto paiono avere unito i commercianti del centro che, l’8 settembre, spontaneamente, hanno deciso di organizzare una grande festa che animerà tutta l’ex zona rossa. pen-sa sia l’inizio di un nuovo percorso?“Lo spero proprio. Il terremoto ci ha “obbligato” a conoscere e a confrontarci coi nostri vicini di negozio. Se riusciremo a trarre qualcosa di buono da questa esperienza, restan-do uniti, potremo ripartire tutti”.

Jessica Bianchi

Tommaso Leone

a quattro anni dalla sua attivazione, il servizio cittadino di bike sharing, costato 37.584 euro, non vanta certo numeri eccellentic’entro in bici non convince i carpigiania contribuire alla fama

della provincia di Mo-dena in giro per il mon-

do c’è sicuramente la Ferrari. Tanta è la passione per le ‘rosse’ che anche per le strade di Carpi, da qualche anno, se ne pos-sono vedere alcuni esemplari. Non si tratta però dei bolidi del Cavallino rampante, bensì delle 44 biciclette di proprietà comunale che fanno parte di C’entro in bici, il servizio di bike sharing promosso per la prima volta nel giugno 2008 (spesa complessiva di 37.584 euro). A quattro anni dalla sua attivazione, il servizio non van-ta certo numeri eccellenti: a

fronte di ben 11.616 euro di costo di manutenzione annua, sono soltanto 291 gli utenti iscritti, per un totale di circa 11.699 ore di utilizzo all’an-no (dati marzo 2011 - marzo 2012). Chi sfrutta questa op-portunità – per la quale non c’è nessuna spesa al di fuori di una cauzione di 20 euro restituita in caso di recesso – si dichiara nel complesso soddisfatto. “E’ da diversi anni che utiliz-zo questo servizio a Modena per spostarmi dalla stazione dei

treni all’Università – racconta marco reguzzoni – mentre a Carpi lo sfrutto soltanto da qualche mese, da quando cioè mi hanno rubato l’ennesima bicicletta. Mi serve soprattutto al mattino, per andare da casa mia, vicina alla rastrelliera della stazione delle corriere, a quella dei treni”. In effetti il servizio dovrebbe apparire particolar-mente appetitoso in una città dove i furti di due ruote sono all’ordine del giorno... Per evi-tare che anche i mezzi comunali

siano preda dei ladri, si sono scelti esemplari dotati di sistemi antifurto efficaci e bulloneria a prova di scasso. Decisione vincente, dal momento che, ad oggi, non si registrano sottra-zioni improprie, ma solo dan-ni di piccola entità. Sono due, tuttavia, le criticità principali: l’ubicazione delle 11 rastrel-liere da un lato e la scomodità delle bici dall’altro. “La dispo-sizione delle rastrelliere appa-re casuale – continua Marco – occorrerebbe ricollocarle in

posizioni più strategiche, ma-gari nei luoghi più frequentati dei vari quartieri”. C’è poi chi sostiene, come isabella Gio-vanardi, che i mezzi siano

Marco Reguzzoni

piuttosto pesanti. “Lavorando in centro storico per la Fonda-zione ex-Campo Fossoli a volte utilizzo il servizio per svolgere piccole commissioni, ma le ruote, essendo piene, fanno aumentare il peso della bici-cletta”. Se per i giovani questo non rappresenta un problema, per gli anziani invece potreb-be trattarsi di un impedimento non ininfluente. Tuttavia non si vede quale soluzione possa essere adottata in questo caso: le ruote piene infatti, servono per evitare forature che fareb-bero lievitare inevitabilmente i costi di gestione.

marcello marchesini

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aL via una nuova ed entusiasmante CoLLaborazione tra due nomi importanti deLL’enogastronomia e deLL’aCCogLienza di Carpi: hoteL touring e ristorante La bottigLieria

quando cucina e ospitalità si incontrano...I

l 27 agosto l’Hotel Touring ha finalmente riaperto i battenti. Più bello e sicuro che mai. Dopo le

terribili scosse sismiche di maggio infatti, il prestigioso albergo di proprietà della famiglia Molinari-Tarabini, è stato chiuso per essere rimesso completamente in sicurezza e garantire così a clienti e dipendenti la massima serenità. “Il 29 maggio - ci spiegano la responsabile com-merciale Marina Brentonego e il direttore Marco Malavasi - l’alber-go era quasi al completo ma, consi-derata la gravità del terremoto delle 9 e il susseguirsi continuo di scosse, su consiglio di Gianguido Tarabi-ni, abbiamo provveduto a evacuare immediatamente i locali”. Dalle 17 del 29 maggio, il Touring è rimasto chiuso per quasi tre mesi per far fron-te a numerosi lavori. “L’albergo, dal primo piano in su non aveva riportato lesioni, - continua Marina - mentre il piano terra e la sala adibita alle colazioni necessitavano di essere rimessi in sicurezza al più presto. Tutte le colonne portanti sono state rinforzate, mentre alle pareti diviso-rie sono state applicate delle grate metalliche per renderle più stabili”. L’Hotel, risalente agli Anni Sessanta e ristrutturato nel 2002 è stato oggi adeguato, “in larga misura, secondo i nuovi criteri antisismici. Fortuna-tamente - prosegue la responsabile commerciale - la struttura è stata edificata con materiali solidi e que-

sto ci ha preservato da danni ben peggiori ma, ciò che ci ha davvero salvati è stata la forma dell’albergo, costituita da due corpi staccati. Ciò ha permesso alle due parti di reagire e muoversi autonomamente rispetto al sisma senza compromettersi l’una con l’altra. Oggi, dopo i lavori ef-fettuati, il vano scale che le collega è stato reso ancor più flessibile per garantire maggiore antisismicità alle due strutture”. Quello che è stato ora restituito alla città è uno stabile sicu-ro: “molti nostri clienti affezionati ci stanno chiamando per rinnovarci la loro vicinanza e numerose sono

già le prenotazioni pervenuteci”. La riapertura del Touring poi, è stata impreziosita da un’altra novità: il ristorante annesso all’albergo in-fatti ha completamente rinnovato i suoi locali e cambiato gestione. Il testimone è infatti passato dalla Famiglia Belloni a Francesco Ze-lotti e Mattia Gualdi, titolari del Ristorante La Bottiglieria. Negli anni della loro attività nel locale di via Cesare Battisti - lasciato a cau-sa dell’inagibilità dei locali - hanno saputo conquistare tutti i buongustai carpigiani e non con le loro propo-ste gastronomiche, la scelta dei vini

e l’accuratezza del servizio. Una nuova collaborazione tra due nomi importanti dell’enogastronomia e dell’accoglienza di Carpi, quella tra Touring e La Bottiglieria, che promette di far scintille. “L’am-biente creato da Francesco e Mat-tia è simpatico, cordiale e solare.

Sono convinta che i nostri clienti apprezzeranno la nuova gestione del ristorante che, spero, possa diventare un volano forte per l’albergo. I due ragazzi hanno tanta voglia di met-tersi in gioco, certamente vinceranno questa nuova scommessa”.

J.B.I nuovi locali del Ristorante

La BottiglieriaPh Matteo Pelliciari

Hotel Touring

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iL Carpigiano paoLo baLestrazzi, paoLo barbon e Cristiano masi hanno pedaLato per 2.200 ChiLometri per gridare Che, Laddove vi sono sofferenza e morte, non vi può essere CuLtura

stop alla mattanza!h

anno pedalato per 2.200 chilometri per dire basta alla mattan-

za degli animali. Per gridare che, laddove vi sono soffe-renza e morte, non vi può essere cultura. Il carpigiano Paolo Balestrazzi, insieme agli amici Paolo Barbon e Cristiano Masi, ha sfidato il caldo asfissiante agostano per raggiungere la Spagna, teatro di terribili massacri quotidiani. La marcia per la vita su due ruote, Bike For Pets, è partita da Torino, l’11 agosto scorso, per dire no a due sanguinose piaghe: i massacri delle cor-ride e, più in generale, della tauromachia, e delle perreras (canili), lager sovraffollati, su-dici e dotati di forni crematori, di fatto anticamere di morte per centinaia di migliaia di cani ogni anno. “Il viaggio da Torino a Siviglia - ci racconta Paolo Balestrazzi - è durato 11 giorni. La nostra tabella di marcia prevedeva di percorre-re mediamente 200 chilometri al giorno ed è stata rispettata, nonostante il caldo e il vento spesso avverso. Il tratto da Port-Vendres a Barcellona è stato durissimo: abbiamo pe-dalato sempre controvento”. I tre han percorso le strade di Italia, Francia e Spagna sulle proprie bici, scortati da un camper guidato dalle loro tre compagne: Vanessa, Rossana e Sandra. “Senza di loro non ce l’avremmo fatta. Sandra - continua Paolo - è stata fonda-mentale per me. Il suo soste-

gno è stato preziosissimo”. La marcia si è snodata attraverso varie tappe, davanti ai teatri dell’orrore. “A Beziers, insie-me ai militanti di un’organiz-zazione animalista, abbiamo deposto una corona funebre davanti all’arena, durante lo svolgimento di una corrida; mentre a Port-Vendres, co-mune francese contrario alla tauromachia, situato nella regione della Linguadoca-Rossiglione, siamo stati calo-rosamente accolti dal sindaco. A Barcellona invece, davanti alla Plaza de Toros Monumen-tal, oggi centro commerciale, culturale e sportivo, abbiamo conosciuto Christophe Tho-mas, un ragazzo che dedica la sua vita a salvare i tori dopo averne adottato uno, da un alle-vamento di animali da corrida, Fadjen. Tra i due è nata un’in-tesa straordinaria, che dimo-stra come un animale destinato all’arena, possa diventare un docile amico per l’uomo, se trattato con amore e rispetto. In Andalusia, nel comune di Almería, abbiamo partecipato a un incontro in piazza orga-nizzato da un’associazione an-titaurina e, infine, a Siviglia, davanti all’arena della Real Maestranza, abbiamo cono-sciuto i ragazzi della Pacma, il

partito animalista spagnolo”. E la gente? Come ha reagito? “Il nostro viaggio - reso possibile anche grazie al contributo di Cicli Soprani, Asa e Vitamin Store - è nato per denunciare le carneficine che si consumano quotidianamente in Spagna - continua Balestrazzi - un paese che, pur facendo parte della Comunità europea, non muove un dito per fermare le torture perpetrate nei confronti degli

animali. Ogni anno nel Paese vi sono oltre 3mila feste tauri-ne: non esiste festa spagnola che non preveda l’uccisione cruenta di un animale. Parlare con la gente è spesso inutile, per molti spagnoli i tori sono nati solo per essere carne da macello nell’arena. Per loro la corrida è cultura. Intoc-cabile. Noi vorremmo che i turisti non fossero allettati dai prezzi stracciati dei biglietti

delle corride e rifiutassero l’idea di assi-stere a queste mattanze. Se si svuotano le are-ne, se le corride non saranno più sufficientemen-te remunerati-ve, allora, come in Catalunia, probabilmente questi spettacoli raccapriccianti e considerati eventi sportivi verranno abo-liti”. Durante il viaggio, i tre hanno poi avu-to il piacere di essere accol-ti dal gruppo di volontari

Ayandena (www.asociacio-nayandena.org) e dai loro ami-ci a quattro zampe, centinaia di cani e gatti riscattati dalle perreras e strappati alla morte. “Sono quattro angeli che vivo-no in un rifugio insieme a 150 cani e 100 gatti, grazie alle do-nazioni della gente. Al nostro arrivo siamo stati accolti dallo scodinzolio di una ventina di cani e ne abbiamo adottato uno che abbiamo poi affidato, al ri-

torno, a una famiglia genovese ma vogliamo continuare a so-stenere il lavoro straordinario di questi volontari che, ogni giorno, combattono contro l’orrore delle perreras, luoghi nascosti e invalicabili, dove gente senza scrupoli lucra senza pietà sugli animali”. Dopo soli 10 giorni dall’in-gresso nella perreras, qualora i cani non vengano adottati – cosa più che probabile vista la pressocchè totale assenza di sponsorizzazioni – vengo-no soppressi. Siano cuccioli o anziani, malati o sani, belli o brutti. E non c’è niente da fare. Questa è la legge. Ma la perma-nenza è ben più drammatica. In quei 10 giorni i cani vengono rinchiusi insieme e lasciati morire di fame. In poche pa-role non vengono considerati fino a che un laccio al collo non li porta verso quella che è l’ultima passeggiata della loro vita. I Comuni spagnoli pagano dai 60 agli 80 euro a cane per garantirne la soppres-sione. Uccisione che avviene nei modi più fanstasiosi. “La nostra marcia - conclude Paolo - ci ha permesso di toccare con mano sofferenza e brutalità. Quando vedi con i tuoi occhi cosa gli esseri umani sono ca-paci di fare agli animali, allo-ra le lotte in Rete fatte fino a quel momento acquisiscono un nuovo significato. L’indi-gnazione si accende più viva che mai e la lotta si fa ancora più consapevole”.

Jessica Bianchi

Masi, Barbon e Balestrazzi al rifugio gestito dal Gruppo Ayandena

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Getulio Marchi Baraldi e la moglie Franca

iL Carpigiano federiCo marChi baraLdi ha fatto ottenere aL padre 82enne getuLio, L’onorifiCenza di CavaLiere

auguri cavaliere!“

Laurea honoris causa a Vasco e Valentino Ros-si? E allora mio padre,

che da oltre 50 anni si sveglia ogni mattina per sudarsi il pane con fatica?”. E’ sicuramente un pensiero di questo tipo quello che deve aver fatto scoccare nella mente di Federico Mar-chi Baraldi l’idea che, dopo alcune lungaggini burocrati-che, ha fatto ottenere al padre Getulio l’onorificenza di Ca-valiere. Un bel regalo, se si pensa che il riconoscimento è arrivato nel giorno stesso in cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha effet-tuato la sua visita nell’Emilia terremotata. Ma a raccontare l’intricata vicenda è il figlio, che, dal 2001, è subentrato al padre nella conduzione dello storico elettrauto a gestione fa-miliare situato su via Giovanni XXIII. “Anni fa avevo doman-dato alla nostra associazione di categoria se, oltre a quello relativo ai 30 anni di lavoro, vi fosse qualche altro tipo di riconoscimento, qualcosa di particolare per i 50 anni di mio padre nell’attività di famiglia, ma, purtroppo, non sono pre-visti attestati di tal genere”. A questo punto l’idea vincente l’ha avuta, come spesso acca-de, mamma Franca che, per molto tempo, ha affiancato il marito Getulio in officina. “Ha suggerito di provare a inviare una lettera al Capo dello Stato.

Su Internet ho trovato l’indi-rizzo e, cinque mesi dopo aver spedito la missiva, intorno a fine 2009, raccontando la sto-ria di mio padre ormai quasi ottantenne e spiegando che continuava a darmi una mano nonostante, dopo un incidente, ci vedesse ormai soltanto da un occhio, è arrivata la risposta, una lettera nella quale mi si comunicava come la domanda fosse stata presa in conside-razione e come dunque mio

burocrate che, finalmente, ha deciso di sbloccare la pratica, a gennaio è arrivato un doppio telegramma – a Federico e al padre – poi una e-mail dove si annuncia che il documento è in corso di stampa. “Ma a maggio, dell’onorificenza, an-cora nessuna traccia – continua Federico – poi il 20 arriva il terremoto, e a quel punto chi ci ha pensato più? Ma essendo sempre in officina, praticamen-te giorno e notte, mi capita di rileggere quella famosa mail, allora ha deciso di riscrivere – per la terza volta - chiedendo se per caso avessero finito l’in-chiostro”. Ebbene, lo stesso giorno della visita ufficiale di Napolitano, giovedì 7 giugno,

arriva il postino a consegnare l’onorificenza in busta chiusa. A questo punto, avrà pensato

Federico con la sua consueta, caustica ironia, avrebbe po-tuto venire a consegnarcela direttamente il presidente... Ma tant’è: Getulio – figlio a sua volta di Giannetto, noto costruttore di carrozze da ca-vallo, sulki e calessi negli Anni Trenta e Quaranta del Nove-cento, ha ricevuto un attestato di stima ‘ufficiale’ per la sua avventura lavorativa iniziata nel lontano 1959, e che con-tinua ancor oggi e, chi lo sa, sarà forse portata avanti anche dai nipoti. Una fatica, quella dell’iter per l’ottenimento, che porta il segno di tutto l’affet-to che Getulio ha saputo tra-smettere ai figli. “Abbiamo pensato di raccontare questa

storia sul gior-nale nella set-timana del suo 82° complean-no – giovedì 6 settembre – per fargli un’ulte-riore sorpresa. Ha lavorato tutta una vita e se lo merita davvero”. A chi scrive non resta che asso-ciarci negli au-guri al Cavalier Getulio, con il sospetto che il

titolo che continuerà a preferi-re sarà però quello di nonno.

Marcello Marchesini

padre potesse ambire al titolo”. Una grande soddisfazione per Federico e sua sorella Elisa-betta, molto legati al padre e desiderosi di fargli questo ‘regalo’. Purtroppo però, dopo questa prima risposta, un mese si succede al successivo senza che nulla accada. Dopo quattro mesi Federico, scoraggiato e amareggiato, decide di inviare un’altra raccomandata. “Dal momento che in Italia si ha il brutto vizio di concedere

le onorificenze ai tra-passati, ho provoca-toriamente chiesto se per caso intendessero aspettare che mio pa-dre passasse a miglior vita prima di nominarlo Cavaliere”. Vuoi per il brusco appello di un figlio abituato a essere diretto e concreto, a ve-nire subito al sodo senza troppi giri di parole, vuoi per gli im-perscrutabili diktat di qualche

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1507.09.2012 n° 31

L’Angolo di Cesare Pradellacarpi - medjugorje: il viaggio dell’anima

la solitudine del carcere

gli scrittori Vittorio Messori e Antonio Socci hanno scritto

che “Medjugorje è un luo-go speciale, privilegiato, un luogo di grazia, oltre a essere il più grande confessionale del mondo, visto che qui, vi si confessano mediamente 4mila persone al giorno”. E il giornalista cattolico Pao-lo Brosio ha aggiunto che la “maggior parte delle persone che ci vanno per la prima vol-ta (1 milione da tutto il mondo ogni anno) non conoscono i motivi del loro viaggio. E’ soltanto al ritorno che ne scoprono le ragioni: una chiamata”. Persino papa Giovanni Paolo II disse, “se non fossi Pontefice sarei già andato a Medjugorje per confessare”, unendosi ai 500 sacerdoti che, giornalmente, si alternano ai confessionali. Medjugorje è per i pellegrini di oggi, con le salite al Pro-dbo, la collina delle appari-zioni e alla collina della croce bianca, il Krizevac, quello che è stato il Monte Tabor per i discepoli. Anche la Parroc-chia di Soliera, diretta da don Antonio Manfredini, ha vo-luto trascorrere il ferragosto in maniera insolita, recandosi tra le colline di questa sperdu-ta località della Bosnia, vicina a Mostar e a Dubrovnik, in pieno territorio musulmano, poco distante dal confine col Montenegro, località divenu-ta nel giro di trent’anni, dal

momento della prima appari-zione di Maria nel 1981 a sei giovani, luogo privilegiato di incontri, preghiera, solidarie-tà, fratellanza e condivisione dei veri valori spirituali. E così 80 pellegrini di Solie-ra, Carpi e Modena hanno viaggiato in pullman, gui-dati da don Antonio e dagli organizzatori Albachiara, Margareth e Massimo. Del gruppo facevano parte an-che don Giancarlo Suffritti, fondatore della Comunità di recupero l’Angolo di Modena e due Legionari di Cristo, i

messicani padre Alejandro e padre Fernando, attual-mente impegnati in Italia nella Diocesi di Verona.E così, grazie anche alla visi-te alle Comunità di recupero di tossicodipendenti Il Cena-colo di suor Elvira, dove i ragazzi affermano di essere “risorti in questa scuola di vita da dove non si scappa dai problemi, ma li si affronta per superarli”, a quella di ac-coglienza di bambini orfani della guerra dei Balcani e di anziani soli di suor Corne-lia e all’ultima, creata dal

sassolese Fabio Sghedoni e Chiara Amirante, Nuovi Orizzonti, dove si sono create scuole professionali per i gio-vani senza lavoro della zona, ci si immerge nella realtà irri-petibile di queste apparizioni mariane. Una novità assolu-ta per la Chiesa, in quanto mai la Madonna in passato era apparsa così a lungo e a un gruppo così numeroso di veggenti, facendosi maestra di vita spirituale e di santità per un’intera generazione attraverso i suoi messaggi mensili, mettendo in movi-

mento moltitudini di fedeli da tutto il mondo, compresi sacerdoti, vescovi e cardinali, come è il caso del cardinale di Vienna, Schonborn. La Chiesa sinora ha mantenu-to un atteggiamento di riserbo circa le apparizioni, in attesa di una prima dichiarazione dell’apposita Commissione vaticana nominata da papa Ratzinger e presieduta dal cardinal Ruini. Resta tuttavia la testimonianza dei sei gio-vani ora divenuti adulti che, da 31 anni, confermano ciò che dissero quel 24 giugno del

1981, nonostante le minacce, le persecuzioni e le violenze perpetrate del regime comu-nista (che cadrà nel 1989). Nemmeno l’equipe di medici e psichiatri dell’ospedale di Mostar, cui il regime affidò i ragazzi, li dichiarò malati di mente. “Non sono pazzi – di-chiararono coraggiosamente i medici – pazzi semmai sono coloro che li hanno portati qui in manicomio”.Ma soprattutto restano i mi-lioni di pellegrini provenien-ti da ogni parte del mondo, specialmente giovani, che cantano e leggono il Vange-lo in cento lingue diverse. E rimangono anche le toc-canti testimonianze rese dai partecipanti modenesi al loro rientro, che hanno conferma-to come la Madonna avesse lasciato un segno nel cuore di tutti. La prima volta io mi sono recato là come giorna-lista e ne sono tornato come testimone. All’inizio preva-leva la curiosità tipica della mia professione, ora sono convinto che la Madonna appare davvero e la mia fede è autentica. E ogni volta che ritorno da Medjugorje que-sta mia convinzione ne esce rafforzata.

Non occorre che tu esca di casa. Resta al tuo tavolo e

ascolta. (F. Kafka)

c’è stato un tempo in cui la solitudine, o meglio, momenti di

solitudine le erano indispen-sabili, per “ricaricare le pile” dai tanti impegni quotidiani e dal lavoro. Un lavoro che le piaceva moltissimo. Così, cercava di crearseli questi momenti di solitudine posi-tiva. Bastava una breve pas-seggiata o entrare qualche istante in una chiesa vuota, sebbene non fosse mai stata particolarmente credente o praticante. Dai quei brevi at-timi ne usciva ritemprata, più serena e pronta a rimettersi in moto. Poi, in un istante, un tragico e infamante even-to l’ha catapultata in un luo-go brulicante e stagnante di

persone, stracolmo di rumori ma tristemente intriso di una strana solitudine che le era sconosciuta, quella della “non appartenenza”. La solitudine di chi non crede, di chi non si aspetta più nulla dalla vita e dalle persone, se non da quelle pochissime da lei amate: “La solitudine del carcere”. Dopo parecchi mesi, si è accorta che in quel luogo, dove anche i muri trasudano tristezza, era riuscita a sorridere, ridere e, paradossalmente, a volte, pure a divertirsi… anche in carcere aveva scoperto che da alcune persone riusciva a ricevere conforto e forse riusciva a ricambiare a sua volta quei sentimenti e quei gesti. In quei momenti, la solitudine si faceva sempre meno pesante.

Lei, quando era ancora una

persona libera, era circondata da un sacco di amici, sempre presa da mille feste e dagli impegni che la vita quotidiana le riserva-va… poi, gli sbagli, commessi con le sue stesse mani, l’hanno portata a varcare il por-tone del carcere. Tutti gli amici sono spariti, svaniti nel nulla, come se un mago li avesse fatti sparire con la sua bacchetta magica. All’inizio, ha sofferto per questo “vuoto” che si era creato intorno a lei. Non è facile accettare di aver passato gli anni più belli con persone che le stavano accanto

esclusivamente per interes-se. Questo vuoto, però, le ha fatto riscoprire il valore di avere una famiglia solida; una famiglia che, pur non essendo orgogliosa di quello che lei ha fatto, non la giu-dica e le è sempre accanto. Non la molla un attimo.Qui, le capita ogni tanto di voler stare da sola, di cercare un po’ di tranquillità ma è difficile perché qui, ogni tanto, può accadere che si faccia “molto rumore per nulla”.Riflettendo, lei pensa che quella solitudine provata all’inizio della sua carcera-zione, le abbia fatto provare un po’ di sofferenza ma che le abbia anche fatto capire la vera essenza della vita: la sua famiglia.

La solitudine tra le sbarre: l’accompagna ogni giorno,

ogni momento, in ogni occasione. Vive in compa-gnia della solitudine, per la mancanza della sua famiglia, della sua libertà, dei suoi figli. Per lei la solitudine è un dolore costante, incurabile ma non è dovuta solo alle sbarre. L’accompagna da anni. Ha convissuto con un ragazzo dall’età di sedici anni e ha avuto tre splendidi bambini ma, in tutto ciò la sua unica compagnia era la solitudine, anche oggi che ne ha ventitrè. E, come tutti sanno, ogni storia ha una fine. La solitudine si può combattere, ma tra le sbarre la parola fine non la si dice perché in carcere è facile entrare ma non si può sapere quando si uscirà. Di conse-guenza, questo è uno dei

tanti luoghi dove la solitudi-ne è “di casa” e si presenta in tanti modi. Non è facile combatterla, è più facile per lei conviverci fino a quando troverà un motivo per essere felice.

Nella vita è facile giudicare qualcuno senza aver provato sulla pelle il suo dolore. Quel dolore spesso lacerante che fa capire cosa vuol dire esse-re soli, senza avere al proprio fianco le persone a cui si vuole bene. Spesso si ritrova a pensare. Il suo pensiero va lontano … raggiunge mete purtroppo irraggiungibili ma che vorrebbe tanto rag-giungere. A volte, vorrebbe sentirsi stretta tra le braccia di qualcuno, quel qualcuno che tuttora cerca nella sua

vita, nei suoi sogni, nei suoi movimenti… Tutte queste cose l’aiutano a rialzarsi quando tocca il fondo, perché nulla ha il diritto di togliere la voglia di vivere.

il gruppo di lavoro della sezione femminile della

casa circondariale s. anna di modena (dal

progetto di laboratorio espressivo d’arte e di

Danzamovimentoterapia proposto e realizzato da

arservizi di carpi e promosso dall’associazio-ne Gruppo carcere-città

di modena)

chi vuole partecipare con pensieri, articoli o lettere

a questa rubrica: [email protected]

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16 07.09.2012 n° 31

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1707.09.2012 n° 31

Sudoku Come si giocaQuesto gioco di logica propone una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuo-ta; la griglia è suddivisa, da bordi in neretto, in 9 sotto-griglie, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le ca-selle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9, e pertanto senza ripetizioni.

Tempo... di quiz!

a cura di clarissa [email protected]

il paese delle tasse...di Massimo Loschi

Al mè dialètt...di Massimo Loschi

palindromo

Frase (3 6 2 4) Adoro burlarmi della capitale

differenze

Che differenza c’e’ tra il disappunto e la disperazione?Il disappunto è la prima volta che non riesci a fare la seconda. La disperazione è la seconda volta che non riesci a fare la prima.

laGHetto alpino

Mentre fiorisce il sole e di un sospiroquasi come pennelli gli abeti,

con il loro dondolarevanno dipingendo il cielo,

una goccia di bluche non vorrei dire, tra il verde era

cadutae da laghetto, a specchio

si è camuffata.

Il silenzio, era come un’onda leggera,

con garbo veniva ai sassi un’acqua chiara e una vetta gli si tuffava, e il

verde e colori sgargianti, ma in un tale modo; curioso comprendere se

specchio oppure vero.

Guardo, ascolto, odo… il volo di un’ala,

sorpreso m’invade una cosa tra pelle e pelle

che non saprei come chiamare, come un affano

una cosa che da le vertigini in una misura che il resto viene dimenticato

addirittura.

In un filo d’erba, un maggiolino si fa una culla

poi, il ronzio di un calabrone, il trillo di un uccello

una pigna secca che cade ad una folata di vento,

sopra ad una foglia la corsa di una formica io, confuso che ascoltavo e

non comprendevo.

Ancora, di una farfalla il battito dell’ala

con il canto di un batuffolo solo piuma e pelle

fanno comprendere che ciò che vediamo… è scritto

e ciò che sentiamo è più di un concert… che viene da un

Maestro presente, e non si vedeva.

Dopo le vacanze, sommersi dal traffico cittadino, ritorna con nostalgia il pensiero a un piccolo e incantevole laghetto, a picco-le e importanti cose, in grado però di donare tranquillità.

laGHÈtt alpin

Mêintêr fiurisc al sól e d’un suspirquêši che pnée i pin, cun cal

šdùndlêrvan culurênd al ciél, ‘na gòsà d’un blù

ch’a n’nè t’vój dir, tra al vérd l’era caschêda

e da laghètt ch’fà spêç s’è camufêda.

Al silêinsi, l’era al pêr d’n’ônda alšéra,

cun ghêrb gniva côuntr’i sas n‘aqua cêra

e ‘na vètà sé gh’tufêva, e al vérde culór šgargiant, mô in ‘na têl

manéra;curióš capir sê spêç ôpure véra.

A guêrd, a scólt, a sêint... al vól d’un’êla,

sòrpréš a m’vin un quel tra pêla e pêla

ch’a n’savrèv gnanch ciamêr, cùmè n’afan

un quel ch’dà ‘l balurdôun in ‘na mišura

che al rêst m’l’éra scurdèe adiritura.

D’un fil d’êrba, un gianin s’in fà un cunêin

pò, al šiêr d’un galavrôun, al trìll d’n’ušlêin

‘na pìgnà sècà ch’la casca a un prìll ed vêint,

su ‘na ‘na fója al cùrèr d’na furmigamè, cunfuš ch’a scultêva

e sa n’capiva.

Pò ancòr, d’na farfala cal batêr d’êlacôl cant d’un batuflêin sól piùmà e

pêlafan capir che quêl ch’a vdòm… lé

già scrìtte quèl ch’a sêint è più d’un côncêrt… ch’rivada un Mistèr ch’l’éra lè,

e a n’sè vdiva.

cara clarissa,fare il pieno sta diventando insostenibile. io lavoro a 19 chilometri da casa e ho de-ciso di rinunciare a tornare per la pausa pranzo, resto in ufficio a trangugiare panini; ho un’auto del 1999 e di cer-to non ho alcuna possibilità di cambiarla, è normale che il mercato dell’auto sia a terra. ora vedo la tassa sulle bibite gassate. mi rendo conto che non siano indispensabili, ma non si sta davvero esageran-do con queste continue tas-se? Di questa nuova imposta poi, mi disturba soprattutto che si faccia finta di applicar-la per principi “nobili”, per-chè la coca cola fa male...

simona

Cara Simona, concordo con te sul far finta si tratti di “principi alti”; temo, nei

fatti, che stiano semplicemente cercando qualsiasi pretesto per far cassa perché iniziano a non sapere più cosa inventare per raschiare il barile. Tanto più che se si volesse trasformare l’Italia in uno stato

Amo ridere di Roma

etico in cui l’educazione alimen-tare passi attraverso costi maggio-rati da nuove tasse, risulta difficile capire perchè salumi, fritti, dolci e formaggi non siano a loro volta tassati perchè “dannosi”. La verità è che il debito in Italia è superio-re al Prodotto Interno Lordo. Si tratta di una somma immensa, astronomica. Inconcepibile. Tanto che non si discute il rimborso del capitale (di cui non si vede la possibilità in tempi storici), ma il pagamento degli interessi. Ogni mese vengono a scadenza dei titoli, ogni mese questi titoli sono rimborsati contraendo nuovi debiti e rinviando la soluzione del problema a un improbabile futuro. Il massimo che un Paese può fare è non fare aumentare il debito pubblico e l’Italia non c’è riuscita. I contribuenti italiani pagano un mare di tasse per questo “servizio del debito”. Si tratta di somme immense, 70-80 miliardi l’anno che aumenteranno quan-do aumenterà la percentuale dei titoli recentemente emessi a tassi altissimi. A meno di cambiare risolutamente modello produttivo, la crescita è impossibile. Abbiamo

una pressione fiscale eccessiva, un costo del lavoro altissimo, un cuneo fiscale assurdo che fa avere al lavoratore solo la metà di ciò che sborsa il datore di lavoro, sindacati che non hanno capito la situazione economica internazio-nale, leggi sul lavoro che scorag-giano gli investitori stranieri, una burocrazia inefficiente, costosa e opprimente, prospettive politiche incerte e ben poco rassicuranti. Tutto un complesso di cose che un umorista riassumerebbe così. “E’ un totale disastro. Speriamo non peggiori”. Noi continuiamo a fare la nostra parte... fino a quando riu-sciremo. Nel frattempo, in Fran-cia, Stato e compagnie petrolifere decidono di abbassare di 6 cente-simi al litro il prezzo dei carburan-ti. Noi non abbiamo politici capaci di portare avanti queste battaglie. Sono troppo impegnati a ripetere “io sono migliore di lui”, a litiga-re e insultarsi con modalità che potrebbero concludersi con frasi come “specchio riflesso” vista la profondità delle argomentazioni.

domenica 9 settembre, alle 15, inaugurazione del Centro Cinofilo socio-riabilitativo legato al progetto diversamente uguale: il cane come co-terapeuta

curarsi con gli animali

in seguito agli eventi sismici dello scorso maggio, che hanno costretto gli organizzatori ad

annullare l’inaugurazione del centro cinofilo socio-riabili-tativo legato al progetto Diver-saMente Uguale: il cane come co-terapeuta - il primo centro in provincia di Modena dedicato a Ludo-Agility e Para-Agility - ini-zialmente prevista per domenica 3 giugno, avrà luogo domenica 9 settembre, alle 15, presso il civico 107 della Strada Statale 468 Motta, a Cortile. Il progetto è promosso dalla cooperativa sociale riparte

(in collaborazione con la scuola di addestramento universo cane di reggio emilia, con il contributo della Fondazione casa del Volon-tariato di carpi e il patrocinio di comune di carpi e unione delle terre d’argine) che ha sviluppato il progetto Diversamente ugale, destinato a disabili, pre-adole-scenti, anziani e adulti in uscita da dipendenze. Saranno presenti all’evento l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Carpi alber-to Bellelli, il vicesindaco di Soliera, roberto solomita, il direttore del Servizio di Medicina dello Sport

Ausl di Modena, Ferdinando tripi e rossella Fontanesi dell’Unione Italiana Ciechi Sezione di Modena. Durante la giornata si svolgeranno gare di agility, disc dog, dimostra-zione coi cani guida per non veden-ti, Concorso Cinofilo aperto a tutti i cani di razza e fantasia. La giornata si concluderà con una cena.

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l’AFOrIsmA dellA settImANA...

AppuNtAmeNtI

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini. Dante Alighieri

Continua La festa provinCiaLe deL partito demoCratiCo modenese neLL’area di ponte aLto a modena. fino aL 17 settembre, in programma, inContri poLitiCi, mostre, spettaCoLi, ConCerti, inContri CuLturaLi, presentazioni di Libri e baLLo

ricostruiamo l’emiliamostrecarpiFino al 28 settembreL’umorismo ai tuoi piedi Personale di Lucio TrojanoO&A Centro Affari

14 - 23 settembreOgnuno sa di casa suaDi Marco LugliPiuttosto che una constatazione, sembrerebbe un ammonimento a non interessarsi dei fatti altrui. Il protagonista delle immagini fotografiche sembra voler accettare questa esortazione a rimanere all’interno dei propri confini, ma lo fa attraverso una profonda introspezione e spingendosi nelle profondità della propria fantasia e sensibilità con un’attitudine surrealista. Il risultato di questi autoscatti, realizzati da Marco Lugli senza l’ausilio di collaboratori in sala di posa, è una serie di quadretti evocativi divertenti, in alcuni casi persino teneri, in cui l’uomo stabilisce un legame del tutto nuovo con gli oggetti della sua quotidianità Sala Cabassi Ex Carceri

14 settembre - 6 gennaioCose di donne Sala Cervi

eventicarpi 7 settembre - ore 20.30Tiramisù EdenCena di solidarietà per raccogliere fondi da destinare all’Oratorio Eden, fortemente danneggiato dal sismaCampo Oratorio Eden

Fino al 9 settembreSagra in onore della Nascita della Beata Vergine Maria Parrocchia Natività della B.V. MariaFossoli

Fino al 10 settembreSagra in onore di Maria Madre di DioParrocchia S.AgataCibeno

8 settembre - ore 18/02Carpi c’è Che festa in centro!Si ritorna in PiazzaMusica, Beach Bar, Negozi i fuori, Degistazioni, Burlesque, Borlengata, Animazioni, Buskers, Giochi a premi, Vintage, Arte, GonfiabiliA cura di Città di Carpi, Commercianti del Centro Storico e ConCarpiCentro storico

ricostruiamo l’Emilia - l’Italia che funziona è il titolo scelto per l’edizione

2012 della Festa del Pd di Ponte Alto, a Modena. Una festa che, quest’anno, più che mai ambisce a essere, semplicemente, la festa dei modenesi. Sobria, impegnata, vera. Sobria perché in tempo di crisi anche la politica deve dare l’esempio: niente fuochi artificia-li, ma spazio alle band locali, ac-qua del sindaco in molti ristoranti, si può cenare con una piadina e una bibita a meno di 5 euro a testa. Impegnata perché la raccolta fondi a favore delle zone colpite dal terremoto continua: saranno destinate a questa causa le offerte agli ingressi della festa, i risparmi ottenuti dalla scelta di adottare un coperto più sobrio, i proventi di alcuni spettacoli. Vera perché la festa provinciale significa, ancora e soprattutto, lavoro volontario di chi crede in una politica al servi-zio della gente, dei suoi bisogni, dei suoi diritti e dei suoi doveri. In programma iniziative politiche sui temi di più stretta attualità, ma con un occhio sempre rivolto alle necessità dei territori impegnati nella ricostruzione; una mostra dedicata al racconto del sisma che vede, per la prima volta, lo sforzo congiunto delle principali testate giornalistiche della carta stampata, tv e radio locali; 17 ristoranti e 9 tra punti ristoro e bar; 23 spettacoli serali programmati all’Arena sul lago; un ciclo orga-nico di incontri culturali, reading, documentari e spettacoli teatrali

all’inedito spazio Ricostituente; un’area gioco, sport e diverti-mento, completamente gratuita, dedicata ai bambini e ragazzi da 0 a 14 anni. E ancora la libreria, con un annesso spazio di presen-tazione libri; Facciamolo insieme, incontri di aggiornamento pro-

grammatico del Pd modenese; i classici Diari di viaggio, El baile e La Balera; lo Spazio Resistenza Giovani democratici/Arci. Il tema della ricostruzione e dell’impegno non manca nel cartellone degli spettacoli della Festa del Pd: i due soli spettacoli a pagamento sono tali perché parte dei fondi raccolti saranno destinati proprio al sostegno dei progetti dei Comuni colpiti dal sisma. Venerdì 14 settembre, si esibirà la band aretina dei Negrita con il suo Dannato vivere tour 2012. Il costo del biglietto è di 15 euro, più i diritti di prevendita: 5 euro per ogni biglietto venduto saranno de-stinati alla ricostruzione del polo scolastico (elementari e medie) di Finale Emilia. L’altra data a scopo benefico è quella di giovedì 13 set-tembre quando l’Arena sul lago si trasformerà in un grande Dj set: è La notte per l’Emilia (ingresso 10 euro) animata dai migliori dj ita-liani e stranieri, tutti insieme per la ricostruzione. In pista Andrea Arcangeli, Coccoluto, Fabrizio Maurizi, Flavio Vecchi, Ilario Alicante, Keemani, Lele Voice, Luca Agnelli, Luca Pechino, Marco Faraone, Nicola Zucchi, Pastaboys, Ralf, Stefano Fonta-na, Ricky L e Steve Mantovani. Ma il cartellone dello spettacolo si preannuncia quanto mai varie-gato: per gli amanti delle sonorità straniere ci sono i britannici Vero-nica Falls (sabato 15 settembre) e il loro indie pop; mentre per un sound tutto italiano i Marlene Kuntz sono attesi all’Arena sul

lago venerdì 7 settembre. Non mancheranno i comici, com’è ormai tradizione di questi ultimi anni: quelli capaci di suscitare un riso malinconico come Paolo Villaggio (sabato 8 settembre) e quelli che scatenano l’istintiva simpatia del conterraneo come Giuseppe Giacobazzi (mercoledì 12 settembre).Ma la novità del cartellone dell’edizione 2012 è rappresentata dal cinema, all’Arena sul lago sarà possibile seguire domenica 9 settembre This must be the place, la pellicola di Paolo Sorrenti-no con Sean Penn protagonista (la Festa ospiterà il montatore, l’italiano Cristiano Travaglioli) e domenica 16 settembre la discussa pellicola di Daniele Vicari, Diaz – Non pulire questo sangue.A Modena si confronteranno poi ministri del Governo Monti, i vertici nazionali del Partito de-mocratico, amministratori di città grandi e piccole, imprenditori, sindacalisti, docenti universitari. Gli spazi dedicati al confronto dal chiuso della consueta palazzina, si spostano tra la gente. Il Palaconad sarà una grande tensostruttura con tavolini e sedute, luogo di incontro e convivialità, non solo di ascolto passivo. Qui domenica 9 settembre il ministro dell’istru-zione Francesco Profumo parlerà della rinascita delle scuole. Vener-dì 7 settembre Walter Veltroni e il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso si confronte-ranno su Legalità e contrasto alla criminalità nella ricostruzione in-tervistati dal giornalista del grup-po L’Espresso, Giovanni Tizian. Di grande interesse si annuncia il confronto tra realtà diverse che, negli anni, hanno dovuto affron-tare il dramma del terremoto e la sfida della ricostruzione: merco-ledì 12 settembre il racconto sarà affidato ad amministratori del Friuli, dell’Umbria, dell’Abruzzo e dell’Emilia. Massimo D’Alema sarà a Modena domenica 9 settem-bre, mentre a chiudere la Festa (lu-nedì 17 settembre, alle 21) è atteso il segretario nazionale del Partito democratico Pierluigi Bersani.

GiuseppeGiacobazzi

Marlene Kuntz

Paolo Villaggio

Negrita

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1907.09.2012 n° 31

AppuNtAmeNtI

riapre l’oasi La francesa

alla scoperta della natura

e’ La terra Che fa Le onde – CronaChe modenesi nei giorni deL terremoto è iL titoLo deLLa mostra, a Cura di fausto ferri, aLLestita a ponte aLto

il sisma in mostra 8 settembre - ore 15/19 Tennis in PiazzaPresentazione della scuola di tennis dello Sporting Club Carpi e prove gratuite di tennis ai bambiniA cura di Sporting Club CarpiCon il patrocinio di Città di CarpiPiazza Garibaldi

9 settembre - ore 18/24Foro Music Musica a tutta birraManifestazione musicale di band giovaniliSi esibiscono sul palco:KeroseneMad Pour L’unheardSettembre AdessoLa Legge Di MurphyKung Foo FightersAll’interno dell’area sono presenti stand gastronomiciMercatini di decoupage,accessori, oggettisticaIl ricavato sarà devoluto a UshacParco Papa Giovanni Paolo II Ex Foro Boario

9 settembre - ore 1324ª Sagra della Lasagna e del LambruscoMenùAntipasto a buffetPrimo piattoLasagne tradizionaliSecondoPiatto arrostiContornoPatate al forno o insalataDolceBensone, dolce tradizionale da consumare con vino localeAcqua, vino, caffè e ammazza caffèA seguire: Elezione di Miss Lasagna e Mister LambruscoCosto: 20 euroIl ricavato sarà devoluto in beneficenzaA cura del Gruppo Sportiva A. Pagliani Maratoneti carpigianiIn collaborazione con Avis di CarpiCon il patrocinio della Città di CarpiParco Papa Giovanni Paolo II

9 settembre - dalle ore 16Prova il Tennis in PiazzaProva di tennis gratuita per tutti i bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni. Durante la prova saranno aperte le iscrizioni alla Scuola di tennis del Club giardino per l’anno scolastico 2012-13A cura di Asd Play&Stay e Club GiardinoCon il patrocinio Città di Carpi Piazza Martiri

13 settembre - ore 21Per la rassegna Serate danzanti - Ballo LiscioOrchestra I GigolòCentro Gorizia

14 - 16 settembreFestival FilosofiaCose Modena Carpi Sassuolo

una terra che non è più fer-ma, anzi una terra in deciso sommovimento. E’ quella

che gli emiliani hanno scoperto all’alba di domenica 20 maggio, che li ha traditi nella successione di scosse di martedì 29 maggio. E’ la terra che fa le onde è prota-gonista a Ponte Alto, nell’ambito della Festa provinciale del Partito democratico. E’ la terra che fa le onde – cronache modenesi nei giorni del terremoto è, infatti, il titolo della inedita mostra, alle-stita nel Padiglione 38, a cura di Fausto Ferri. Inedita non solo per il tema, ma anche per la mole di materiali messa a disposizione dalle principali testate giornali-stiche locali. In mostra, quindi, la nuda cronaca, ma anche l’emo-zione del racconto. La cronaca si avvolge, e contemporaneamente si srotola, lungo un percorso a spirale scandito dalla quotidianità del passare dei giorni, ma anche dai picchi delle scosse registra-te dall’Ingv, da quel fatidico 20 maggio, per i quaranta giorni successivi: “Una sorta di quaresi-ma tellurica – spiega Ferri – scan-dita lungo una spirale, forma che è insieme vita e tragedia. Sono a spirale le galassie, motori della vita, ma, nel linguaggio comune, è entrata ormai anche l’espressione spirale di dolore. Una spirale, tra l’altro, tarata sulla successio-ne di numeri di Fibonacci”. Ai 40 pannelli che scandiscono la cronaca dal 20 al 28 giugno, si aggiungono i 24 quadri che lungo le pareti perimetrali provano a distillare la riflessione, l’emozio-ne di una comunità. Ognuno dei quadri si cimenta con il racconto per immagini dei grandi temi che, nei giorni successivi alle scosse, hanno finito per caratterizzare il terremoto dell’Emilia e renderlo diverso, pur nella sua ineluttabi-lità, rispetto agli altri terremoti che lo hanno preceduto: l’allerta

e la paura che corre sul web e via Twitter, le tendopoli multietniche, i sindaci in prima linea, la rico-struzione trasparente. Le fotogra-fie sono quelle dei fotografi che collaborano con le testate locali, ma anche quelle del fotografo dell’agenzia Contrasto, France-sco Cocco che, per La Stampa, ha provato a raccontare il sisma per immagini. Proprio una sua fotografia, quella dell’asfalto che si spacca e ramifica, è diventata il simbolo della mostra. I pannelli, poi, sono intervallati da monitor che rimandano, ossessivamente, le immagini (mute) di quanto è accaduto. Si va dalla pura oggetti-vità delle riprese delle telecamere di sorveglianza all’animazione grafica che ricostruisce, in cerchi contigui, la cadenza, l’intensità e la direzione degli eventi sismici. E poi ancora, le zone colpite viste

dall’alto: perché spesso, i muri, all’apparenza rimasti indenni, nascondono un cuore di macerie. Non mancano le immagini delle visite istituzionali. La mostra sfocia poi su due installazioni di sapore più spiccatamente artisti-co: sono CUORIstorici, l’azione di arte pubblica della carpigiana Alberta Pellacani e Pro-memoria 5.9, performance di e con il vignolese Giuliano Bedonni. Alberta Pellacani si confronta con il tema della ricostruzioni dei beni artistici e architettonici della provincia di Modena: “Oggi che le nostre chiese, le nostri torri, i nostri castelli – spiega la Pellacani – sono crollati o talmente fragili che se ne teme la perdita, questi monumenti diventano per tutti noi un bene grande, sono il nostro cuore storico, luoghi di memoria della nostra vita e delle nostre

città viventi”. Al visitatore, che ha concluso il percorso di “E’ la terra che fa le onde”, viene chiesto di interagire in prima persona: da una parte, grazie a tessere adesive che vengono consegnate a ciascuno, compie un’azione, anche se sim-bolica, di ricostruzione dei monu-menti feriti, e dall’altra, sempre con il sistema delle tessere, lascia una traccia di sé, un pensiero, un’opinione su cosa l’esperienza del sisma ha tolto o anche dato a tutti coloro che l’hanno vissuta in prima persona o vista solo raccon-tata. Terremotati e non sono anche i protagonisti della performance pensata da Bedonni che chiude il percorso artistico sul sisma. Bedonni, la sera stessa dell’inau-gurazione della Festa, ha coinvol-to i sindaci dei Comuni del cratere le cui sagome, tracciate sulle pareti della sala, rimarranno a monito per i visitatori. “Nella sala ci siamo Noi. Noi tutti. – spiega Bedonni - Ci sono i Noi che hanno vissuto il terremoto sulla propria pelle, sperimentando il senso di perdita. E ci sono i Noi che hanno vissuto il sisma soltanto di rifles-so, guardandolo in tv o sui giorna-li. Chiunque, passando dalla sala, voglia provare ad appoggiarsi alle pareti, troverà una sagoma che gli corrisponde, come fosse fatta per lui. Chiunque avrebbe potuto essere una delle persone sagomate sulle pareti. Il caso ci ha salvato, non lasciamo che sia il caso a occuparsi di chi, invece, è stato colpito”. A terra, tavolette di legno, da calpestare o schivare, che riportano le scritte delle cose perdute nel terremoto, ciò che era e non è più di un passato così vici-no eppure già così lontano.

Dopo la pausa estiva, ha riaperto al pubblico l’oasi la Francesa di Fossoli.

Nonostante la terribile siccità che ha colpito tutto il comprensorio, l’attenta e parsimoniosa gestio-ne dell’acqua della zona umida dell’oasi, ha permesso a moltissime specie di uccelli di nutrirsi e di ripro-dursi nelle stesse condizioni degli anni precedenti. In questi giorni è iniziato il ripasso migratorio, per-tanto il numero di uccelli presenti è raddoppiato. Dal capanno del birdwatching si possono ammirare nella loro intimità una moltitudine di uccelli: germani reali, piro piro, aironi, pantane, martin pescato-re, albastrello, sgarza ciuffetto, beccacini... Nel percorso natura è disponibile un’arnia di osservazione abitata dal oltre 80mila api e si può vedere da vicino come producono

il miele. Nello lo stagno didattico sono presenti le rare testuggini autoctone d’acqua dolce… Al cen-tro visite è allestita una mostra sulle osservazioni degli uccelli di palude durante l’intero anno, dal titolo E passano le stagioni. L’oasi rimarrà aperta al pubblico fino alla seconda domenica di novembre, con i seguenti orari: sabato pomerig-gio dalle 14,30 alle 19 e domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19,30. L’ingresso è gratuito. Durante gli altri giorni, l’oasi è disponibile solo per scolaresche o gruppi su prenotazione: 333.6747849.

Lunedì 10 settembre, alle 21, presso il pronao del teatro Comunale di Carpi, incontro con piercamillo davigo. dialoga con l’autore pierluigi senatore, caporedattore di radio bruno

processo all’italiana

radio Bruno, comitato con il patrono carpi in Festa e libreria mondadori, col

patrocinio del comune di carpi, presentano, lunedì 10 settem-bre, alle 21, presso il Pronao del Teatro Comunale, un incontro con piercamillo Davigo che presen-terà il suo ultimo libro, Processo all’italiana. Dialoga con l’autore pierluigi senatore, caporedattore di Radio Bruno. “Da quando, nel 1992, è scoppiato lo scandalo di

Tangentopoli, la cronaca giudiziaria italiana si è arricchita di vocaboli che mettono il processo, prima nella fase dell’indagine e poi du-rante il dibattimento, sotto la lente d’ingrandimento del media, molto frequentemente fra scandali e cri-tiche. Spesso, soprattutto, perché vi è coinvolta la classe politica, dai personaggi eccellenti che siedono in Parlamento o a Palazzo Chigi, sede del Governo, fino ai peones, che, poco conosciuti al grande

pubblico, sono protagonisti a livello locale, nelle regioni, nelle province o nei comuni. Piercamillo Davigo, coadiuvato dal giornalista leo sisti, illustra in queste pagine le figure chiave del procedimento giu-diziario e le diverse fasi del proces-so. Affronta anche, denunciandoli dall’interno, i ritardi che attanaglia-no l’Italia dei tribunali, alle prese con decisioni che richiedono anni e anni prima della fine di un proces-so. Propone una cura radicale, non

un’aspirina, per uscire dal girone infernale nel quale la giustizia è entrata, spesso a causa di leggi ad hoc che tendono ad allungarne ulteriormente i tempi. Una “cura” che suggerisce provvedimenti a costo zero e che impegnerebbe il parlamento in poche sedute, senza interminabili discussioni. Il libro di Davigo è un viaggio che rivela i lati oscuri del processo, portandoli alla luce del sole, prende per mano il lettore e lo conduce nei mean-dri dei palazzi di giustizia fino a spiegargli qual è la realtà”. In caso di maltempo, l’incontro si svolgerà presso l’Auditorium Loria.

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20 07.09.2012 n° 31

giovedì 1° novembre, presso lo stadio Cabassi di Carpi, con inizio alle 14,30, si svolgerà un evento di sport, spettacolo e solidarietà che vedrà fronteggiarsi la nazionale Cantanti e il teniamo botta team

in goal per il futuro

Giovedì 1° novem-bre, presso lo Sta-dio Cabassi di Car-

pi, con inizio alle 14,30, si svolgerà l’evento di sport, spettacolo e solidarietà In goal per il futuro che vedrà fronteggiarsi la

calcio – i bianCorossi CominCiano aLLa grande sbanCando trapani, La trasferta più Lunga di sempre: 1-0

e’ subito arma letale!deCidono i top pLayer: assist di bianCo, goL partita deL maroCChino. e’ un Campionato aCerbo, saranno i migLiori gioCatori a spaCCarLo in due. LeCCe ingioCabiLe, Cremonese aLL’inseguimento. iL Carpi tra Le outsider. domeniCa iL derby Con La reggiana, finaLmente aL Cabassi.

In maiuscolo i nuovi.portieri: MARCO SPORTIELLO (’92), PAOLO GUERCI (’93). Difensori: Claudio Lollini (’86), Fabrizio Poli (’89), Leonardo Te-rigi (’91), RICCARDO GAGLIOLO (‘90), GAETANO LETIZIA (‘90), ALESSIO DE BODE (‘91), MARCO FUSAR BASSINI (‘93), NICOLO’ SPEROTTO (‘93).centrocampisti: Marco Perini (’85), Fabio Concas (’86), Francesco Potenza (‘86), Lorenzo Pasciuti (’89), Antonio Di Gaudio (‘89), Gia-como Cenetti (‘89), ROMEO PAPINI (‘83), RAFFAELE BIANCO (‘87), ELIA CORTESI (‘92), NICOLAS TEGGI (‘93). attaccanti: Mehdi Kabine (‘84), Andrea Ferretti (‘86), RACHID ARMA (’85), FILIP RAJCEVIC (‘93).

un gruppo giovane, ma completo

salvo contrattualizzazione di giocatori liberi, almeno fino a Gennaio Tacchini e Cioffi avranno a disposizione 24 giocatori. Identicamente a quanti ne prese in carico Maddaloni un anno

fa. Età media: 23 anni spaccati. Decisamente più bassa rispetto alla passata stagione (24.6). È scomparsa una trentina di stagioni di calcio, insieme ai grandi vecchi leader: Mandrelli ha smesso, Sogus è partito, Cioffi ha cambiato mestiere. Il più anziano della truppa è Kabine, appena ventottenne. Sono però spariti anche gli eccessi e i difetti. Quello che nasce dalle ceneri del sogno che si è bruciato ad un passo dal Paradiso è un gruppo corretto, completo. Nessun ruolo è scoperto, ogni interprete ha almeno un doppio di ricambio. Il mercato si è chiuso venerdì 31 agosto scorso con quattro operazioni: il perfezionamento dell’ingaggio di Romeo Papini, mezzala di lotta e governo; la ratifica del prestito-bis di Leonardo Terigi; l’acquisizione del centrocampista Nicolas Teggi, classe ’93, dal Bologna; il deposito delle pratiche per il tesseramento di Filip Rajcevic: talento puro, mon-tenegrino di Podgorica (la città del “Genio” Savicevic). Ultimo dei quattro attaccanti della rosa. Due sono i portieri, entrambi “under”. Tre i difensori centrali di ruolo (Lollini, Terigi e De Bode), tre i laterali (Letizia, e la coppia mancina baby Fusar Bassini-Sperotto), più due jolly (Poli e Gagliolo). Quattro gli esterni puri di centrocampo (Pasciuti, Di Gaudio, Potenza, Cortesi), cinque i mediani (Papini, Bianco, Perini, Teggi e Cenetti), più Concas spendibile all’ala e in mezzo.

uno squillo da grande squadra nella trasfer-ta più lunga di sempre

per riallacciare immediata-mente i fili dopo il black-out del Braglia. Quella di Trapani è una splendida vittoria che chiude in bellezza un’estate ricca. Saprebbe molto di svol-ta, se non fosse che la strada è appena all’inizio. Moltiplica l’inerzia e l’autostima. Certi-fica la sensazione di un grande progetto di riscatto. Decido-no i due top-player, calando il miglior biglietto da visita: inserimento palla al piede di Bianco, cross per il capoc-cione di Arma. Che è subito letale. Comincia benissimo dunque un campionato molto particolare. Per mille motivi complesso, per molti altri irriproducibile. Senza dub-bio affascinante. Tre le neo-promosse: Cuneo, Treviso e San Marino. Una ripescata (Entella), e una retrocessa sul campo, l’Albinoleffe, già peraltro compromessa in partenza dal salasso di Scom-messopoli (-9). CASO LECCE - Poi c’è il Lecce, caso più unico che raro di squadra attrezzata per il pri-mo livello nazionale ma silu-rata direttamente al terzo. Sul-la carta, non parte banalmente in pole. È due piste avanti a tutti. Non solo la superstellina Falco e l’ex Memushaj, cioè il miglior giovane e il migliore in assoluto dello scorso anno. Ma anche e soprattutto gente da Fantacalcio: Jeda, Corvia, Pià, Chevanton, Ofere, Giaco-mazzi, Bogliacino, Esposito, Ferrario, Benassi. Contati alla veloce, fanno complessiva-mente 859 gettoni e 113 gol in serie A, distribuiti in tutti i reparti. Rimane da verificare se dall’ultima finestra di mer-

cato concessa in deroga uscirà qualcuno. E resta da vedere fino a che punto la famiglia Tesoro potrà permettersi un simile monte ingaggi senza i soldi delle tv. Ma comunque

li si guardi, sono francamente troppo. Ingiocabili. Franca-mente, pare esserci spazio solo per i secondi. VERTICE - La Cremone-se insegue con una dorsale

navigatissima (Alfonso-Mi-nelli-Baiocco) e tanto talen-to davanti: il sogno proibito Marotta, più il colosso Djuric e la leggerezza di Musetti, Le Noci, Filippini e Carlini. Par-te però ad handicap: una lun-ghezza di penalità, sommata alle tre dello scontro diretto perso in apertura. Non è tassa da poco in un campionato che si deciderà molto probabil-mente su alti punteggi. Dietro c’è un gruppo di eterogeneo di 6 outsider. Le due più solide sembrano Carpi e Trapani, che ricominciano dal fanta-sma comune di un playoff but-tato via. Seguono Lumezza-ne, Pavia e Como. Con meno equilibrio, ma buoni portatori di differenze. Ognuna di loro ha puntato quasi tutto quello che aveva su un grande cen-travanti, nella speranza che basti per fare più strada. Il Lumezzane rilancia il proprio blocco di sicuro rendimento con la profondità di Omar Torri, ex Albinoleffe, vecchio pallino di Giuntoli. Il Pavia affianca a Cesca una giovane controfigura di Bobo Vieri su cui il Genoa confida ancora, nonostante i molti infortuni: Giacomo Beretta. Il Como ha scoperto immediatamente l’opportunismo di un picciotto del Catania: Alfredo Donna-rumma, triplettista all’esor-dio. Ricorda molto il primo Gilardino. Poi c’è l’Entella Chiavari, classica sorpresa annunciata, senza primissime donne, ma pregna di mentalità vincente. Ha il presidente più ricco della categoria, e forse anche oltre. Si chiama Anto-nio Gozzi. E’ il re dell’acciaio (holding Duferco, fatturato: 8 miliardi di dollari), spinto da grandi passioni fino al debut-to assoluto in C1. Ci entra in

ClAssIFICA

carpi 3Como 3Lecce 3Virtus Entella 3Cuneo 3Feralpisalò 3Reggiana 3Sudtirol 1Portogruaro* 0Tritium 0Lumezzane 0Pavia 0Treviso 0Trapani 0San Marino 0Cremonese (-1) -1Albinoleffe (-9) -8

* una gara in meno

prOssImOturNO

Domenica 9/9/2012, ore 15, 2a giornata.

carpi-reggiana;Cremonese-Albinoleffe;

Cuneo-Lecce; Feralpisalò-Trapani; Lumezzane-Porto-gruaro; San Marino-Tritum;

Sudtirol-Pavia; Virtus Entella-Treviso.

la continuità di zauli

sarà un derby vero, senza maschere e carico di risposte. Porterà istantaneamente nel vivo la stagione delle due squadre che se lo giocano. Entrambe reduci da brillanti debutti. Il carpi

riscopre lo stadio e riabbraccia i tifosi per ricominciare a sognare insieme. La reggiana ha ambizioni segrete e molti argomenti da opporre. L’obiettivo dichiarato è un cammino più tranquillo dello scorso. Ma le risorse per arrivare anche più lontano, non mancano. Linea editoriale: continuità. La rosa è tra le meno rivoluzionate di tutto il campionato. Confermato mister lamberto Zauli, e con lui il modulo-salvezza: un 4-4-1-1 offensivo che libera gli esterni alti. Blindato l’asse portante: mei-Zini dietro, Viapiana in regia, rossi-matteini in profondità. E le chiavi, naturalmente, restano in mano a Giuseppe alessi. Catalisi di ogni schema, uomo-legante, prima opzione offensiva ma anche inventore conto terzi. Forse il giocatore più determinante di tutto il campionato, relativamente al contesto in cui risulta inserito. Certamente è uno dei pochi che sono più forti della squadra in cui giocano. Lo scorso anno, con lui in campo la Reggiana ha tenuto il passo delle prime. In sua assenza ha viaggiato in media retrocessione diretta. Per non perdere l’abitudine, all’esor-dio è stato subito decisivo, con un gol da manicomio. L’acquisto di maggior qualità è Filippo antonelli agomeri, ala di spunto dal Lumezzane. Quello di massima esperienza è andrea parola, vecchio mediano classe ’79, ex Ascoli, Samp e Cagliari 125 presenze in A. Sostituisce Calzi spedito alla Pro Patria. Non porta grande cambio di passo nella centralità del gioco, dove effettivamente manca. Ma aggiunge senz’altro qualità nella gestione della palla. Occhio infine a caio De cenco, italo-carioca di crescenti mezzi, mancato ex (Giuntoli lo aveva praticamente preso nel 2010 per la C2, poi è finito a Bellaria), possibile sorpresa da ultima mezzora.

e.G.

prOssImO AvversArIO – reggiana

punta di piedi per arrivare in fondo di corsa. LE ALTRE – Il limbo delle altre è acerbo, pieno di scom-messe, in aperto cantiere. L’unica ad aver cambiato poco è la Reggiana. Il resto è un insieme di pattuglie vicine, rivoluzionate, ringiovanite. Tutte in bagarre per capire sé stesse, prim’ancora che la lotta-salvezza. L’equilibrio di partenza è davvero prov-visorio, destinato a spaccarsi in due molto presto. Sembra un campionato in cui, almeno inizialmente, saranno i singoli a discriminare il valore delle squadre. Il primato dell’orga-nizzazione verrà dopo. Chi ha i migliori prende il largo. Per-ciò, il Carpi ha tutto quel che serve per mettersi in mare. Ma

prima di profetizzare troppo, diamogli il tempo di lasciarsi studiare.

Enrico Gualtieri

lA rOsA – mercato chiuso, ecco il Carpi 2012/2013

la partenza è un banco di prova che ha la pretesa di pesare molta della consi-

stenza del Carpi. Dopo Trapani (trasferta più lunga di sempre), il Cabassi riapre le porte per il derby (seconda). Poi attende la Cremonese (quarta). Il ritorno allo Zini cade il 3 Febbraio 2013, in uscita dalla seconda di tre soste. Ottobre propone una doppia curva ravvicinata e pe-ricolosissima: Pavia-Lumezzane (settima e ottava). In Novembre,

nazionale cantanti e il teniamo Botta team. Si preannunciano straordi-nari ospiti del mondo della musica, dello spettacolo e dello sport insieme a ope-ratori impegnati in prima linea nell’emergenza e nel-

la ricostruzione post sisma. L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione di conad (main sponsor della Nazionale Cantanti), unicredit, confindustria modena, radio Bruno, carpi Fc e Blumarine.

formula, orari e sostedopo il turno di riposo, si va a Chiavari (dodicesima). Dicem-bre è il mese delle prime grandi verità. Comincia con due tra-sferte (Cuneo, e poi Tritium - a Monza), e finisce con le sen-tenze del giro di boa: il Lecce alla sedicesima (16/12, ultima dell’anno solare al Cabassi), e il tappone di Como a tre giorni dal Natale (ultima di andata: si anticipa a sabato 22/12). La

primavera inizia a Treviso: 24/3, ventottesima. E si chiude con un circuito finale da brividi. Allo sprint, il Carpi avrà un piccolo vantaggio: tre partite in casa delle ultime quattro. Ma a 180’ dal traguardo, stadio “Via del Mare”, profumo di Salento e di categoria superiore. Una partita che, a immaginarsela oggi, ha tutta l’aria di essere un croce-via per il futuro di entrambe le società, prim’ancora che delle squadre.

finale da brividi

campionato a numero di-spari sulla distanza delle 32 gare in 34 giornate.

Ogni squadra riposerà due volte, una per girone. Il Carpi si ferma alla decima: 4 novembre e poi 17 marzo. Tre le soste: 29/12 (pausa natalizia), 27/1 (torneo giovanile) e 31/3 (Pasqua). Non ci sono turni infrasettimanali. La stagione regolare si concluderà domenica 12 maggio 2013. A

seguire gli spareggi, con formula confermata. I playout (26/5 e 2/6) si svolgeranno a doppio turno (quintultima vs penulti-ma; quartultima vs terzultima) con vantaggio riservato alle meglio piazzate: le perdenti re-trocedono in Seconda Divisione insieme all’ultima classificata. Contemporaneamente verran-no disputate le semifinali playoff con medesimo format (seconda

vs quinta; terza vs quarta): le vin-centi disputeranno la finalissima (sempre a doppio turno: 9 e 16 giugno) che promuoverà in B la vincente in compagnia della vin-citrice del girone. Orari d’inizio gara: 15 dal 2/9 al 21/10 e dal 7/4 al 12/5; 14:30 nel periodo 28/10-24/3; 16 durante playoff e playout. Gli anticipi e i posticipi televisivi (ore 20.45: una gara il venerdì su Sportitalia e una gara il lunedì su Raisport) verranno comunicati in itinere.

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2107.09.2012 n° 31

virtual fitness e universal insieme per Carpi

uniti nel nome dello sportDa sinistra Stefano Solieri, Luigia Ricco e Giuseppe Lodi con Simone Chiossi e Luciano Molinari

nuova collaborazione per universal pallavolo che ha raggiunto un accordo di partnership con Virtual Fitness. Lo storico centro fitness di via Vasco da Gama, attivo in città sin dal 1983, sarà teatro delle fatiche

dei ragazzi della Cec, che vi svolgeranno le sedute di pesi e gli allenamenti di potenziamento fisico. “Ci fa molto piacere avere qui una delle più importanti squadre di Carpi – dicono stefano solieri e Giuseppe lodi, titolari di Virtual Fitness insieme a luigia ricco – è un momento di crescita anche per noi e avere la possibilità di avere qui una squadra come la Cec è un vanto per noi. Metteremo a disposizione dell’allenatore e dello staff le attrezzature del centro e la nostra professionalità: qui abbiamo solo istruttori federali e ci vantiamo di essere gli unici ad avere solo personale altamente qualificato, che segue i nostri corsisti e clienti in modo attento e personalizzato. Ci piacerebbe, da carpigani, contribuire alla crescita dello sport di vertice nella nostra città, che ha bisogno di stimoli sportivi. Il prossimo anno ricorrerà il trentennale di Virtual Fitness e sarebbe bello poter festeggiare insieme all’Universal un traguardo importante”.

handball Carpi

biancorossi ancora ingessati

s i è concluso col successo del romagna il triangolare benefico che la Handball

carpi ha organizzato al PalaBursi di Rubiera per raccogliere fondi e acquistare materiale didattico per un asilo di Carpi danneggiato dal terremoto. Nella prima sfida il pressano, squadra di A1 Girone A, ha battuto i Biancorossi di co-

ach serafini per 16-14, cedendo poi 15-11 nel secondo match di fronte al Romagna, avversario di Carpi anche in campionato nel Girone B. Il Romagna ha poi fermato sul 14-14 Carpi nel terzo match aggiudicandosi il triango-lare. Nella Handball Carpi fuori il solo enrico piccinini, acciaccato, mentre hanno debuttato i tre

nuovi polito, radojevic e mo-lina. Biancorossi apparsi ancora ingessati dopo i quindici duri giorni di lavoro di questo inizio di preparazione. Prossimo impegno amichevole domenica 9 settem-bre, a Pisa, nel quadrangolare con parma (semifinale con Carpi al mattino), i padroni di casa del Farmigea e merano.

pallavolo femminile - da quasi due settimane L’universaL voLLey ha iniziato iL Lavoro in paLestra e La propria stagione. diverse Le novità neL gruppo, rinnovato quasi CompLetamente Lo staff teCniCo, a partire daL CoaCh, Che sarà L’argentino CLaudio CueLLo

“dobbiamo lavorare per entrare a far parte del gruppo delle migliori”da quasi due settimane

l’Universal Volley ha iniziato il lavoro in pale-

stra e la propria stagione. Diverse le novità nel gruppo, rinnovato quasi completamente lo staff tec-nico, a partire dal coach, che sarà l’argentino Claudio Cuello.Dopo l’esperienza di diversi anni fa a pochi chilometri da qui, in quel di Spezzano, e la più recente a Perugia, il tecnico torna in Italia per guidare un gruppo ambizioso e con tanta voglia di fare bene. “Avendo girato il mondo devo dire che qua sono stato accolto come in pochi altri posti – ha subito confessato Cuello nella conferenza stampa di presentazio-ne - Modena, oltretutto, è anche nella ristretta cerchia di chi mi ha voluto in una certa maniera. Sono contento di questo e anche che a dirlo possano essere le ragazze. La società merita questo riconosci-mento poiché ha dato il meglio per metterci in condizione di lottare per arrivare a certi traguardi”. Dover guidare un gruppo di otti-mo livello e raggiungere obiettivi

importanti, come la qualificazione alla prossima Champions League, possono essere un peso per molti, ma non per il coach argentino che spiega così la sua filosofia e il

suo approccio al lavoro. “Se tutti pensassimo che l’unico risultato possibile è arrivare primi, allora dovremmo andare dallo psicolo-go. Dobbiamo lavorare per entrare

a far parte del gruppo delle miglio-ri e, una volta lì, dovremo essere bravi a ottenere dei risultati. Se si pensa di lavorare per piazzarsi tra i migliori e poi dimostrare di poter arrivare primi, allora il risultato arriverà e spero che questa pos-sa essere la stagione buona per Modena”.Applicando questa filosofia di pensiero, ecco poi che Claudio Cuello spiega come pensa di portare la squadra a compiere il proprio dovere raggiungendo gli obiettivi sperati. “Il primo tra-guardo per cui dovremo lottare è il raggiungimento di un posto in Champions League e, per arrivare a questo, occorre che la squadra si classifichi nei primi tre posti. Credo che, se arriveremo a piaz-zarci in questa parte della clas-sifica, avremo anche i mezzi per poter arrivare a vincere. Ognuno si considera forte in quello che fa e io mi considero forte per poter, con l’aiuto di squadra e staff, arrivare a lottare per un risultato in questa fascia”.

Andrea Lolli

Claudio Cuello e Davide Astarita

sporting Club Carpi

iscrizioni aperte al torneo open

sono aperte le iscrizioni al Torneo Open Nazionale Maschile che si svolgerà dal

13 al 23 settembre sui campi dello sporting club carpi. I tennisti di terza e quarta categoria possono iscriversi entro martedì 11 settem-bre, alle 15, mentre la seconda categoria ha tempo fino alle 12 del 15 settembre. Le iscrizioni si effet-tuano direttamente sul sito www.sportingclubcarpi.it.Lunedì 10 settembre partono invece le due settimane di corso gratuito per ragazzi dai 4 ai 16 anni. Le lezioni si svolgeranno il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Solo il mercoledì si terrà anche un corso propedeutico per i nati nel 2008 e nel 2007. Le iscrizioni si effettuano in segreteria. Sabato 8 settembre, in concomitanza con l’iniziativa Carpi c’è, in Piazza Ga-ribaldi saranno allestiti due campi di Minitennis, dove i maestri dello Sporting Club faranno provare il tennis ai bambini interessati. Il tennis in piazza si svolgerà dalle 16 alle 19.30 e l’evento sarà animato dagli speaker di radio Bruno.

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22 07.09.2012 n° 31

pallanuoto Cabassi Carpi

ai blocchi di partenza

e’ ai blocchi di parten-za la nuova stagione sportiva 2012-2013

del settore pallanuoto della cabassi di carpi che si presenta con ben 6 diverse formazioni che parteciperan-no ai Campionati Federali F.I.N. Lunedì 10 settembre si inizia con tutte le categorie giovanili, in primis gli Acqua-gol, i piccoli pallanuotisti, formati da atleti nati negli anni 2002-2003, al via anche gli Under-13 (nati nel 2000-2001), gli Under-15 (nati nel 1998-1999) e gli Under-17 (nati nel 1996-1997). Al via anche la Serie C Maschile ol-tre ai veterani della pallanuo-to, i Master. Tutti i bambini e i ragazzi e che hanno voglia di avvicinarsi a questo sport lo potranno fare attraverso il gioco e il divertimento di gruppo. Insieme all’uso del pallone si affronteran-no anche gli stili natatori tipici della pallanuoto. E’ uno sport che affascina ed è alla portata di tutti, favorisce la socializzazione e la coopera-zione, il rispetto delle regole, lo sviluppo della personalità e delle abilità motorie, il tutto inserito in un contesto so-cietario di alto livello tecnico e umano. Le iscrizioni sono aperte! La società vi aspetta presso la Piscina di Carpi nei seguenti giorni: venerdì 7 settembre dalle 16 alle 20 e sabato 18 settembre dalle 9 alle 13. Per informazioni: 338.9800440.

s.g.La patria 1879

lo sport fatto bene è uno sport che fa bene

atletica Leggera

grande successo a san marino

Dopo lo “scandalo” legato alla chiusura improvvisa della

palestra carpigiana motus e il mancato risarcimento degli abbonamenti in essere da parte della società gestrice della struttura di via Eraclito, la palestra s.G.la patria 1879 ha voluto chiarire alcu-ne posizioni e far luce sulla propria politica di gestione. “La Patria c’è - ha dichiarato la direttrice cristina luppi - ed è riaperta, come lei tante altre strutture, questo per sconfessare tutte le erronee dichiarazioni, secondo le quali a causa del terremoto

varie palestre a Carpi sareb-bero chiuse. Fortunatamente il terremoto non ha creato problemi alla nostra struttura, per la quale si sono rese ne-cessarie solo opere di messa in sicurezza, già peraltro ese-guite. Noi, come altri gestori, tentiamo di portare avanti un discorso di responsabilità e professionalità verso l’utenza che, al rientro delle vacanze, nonostante il sisma, vedrà riaperte le porte delle loro palestre di fiducia. Per l’impe-gno che si investe in questa antica attività, è giusto dare un messaggio positivo dello sport carpigiano”. La S.G.La

Patria 1879 come ogni anno, darà il via a una nuova stagio-ne di sport, benessere e relax. Al via la Scuola di calcetto per bambini e bambine, la Scuola di musical in colla-borazione con l’Accademia Music Kitchen, rivolta anche agli adulti che si vorranno dilettare nelle tre discipline di recitazione, ballo e canto. Continueranno poi le attività tradizionali di ginnastica ritmica e latini, con nuovi in-segnanti Galia Jouravleva e il Gruppo pura Vitamina. Si riparte a correre, a pedalare e a ballare. Lo sport fatto bene è uno sport che fa bene.

Lo staff della Patria

il 24 agosto si è svolta a San Marino la 16esima corsa non competitiva Madona

di Puntzee, nell’ambito della Sagra della frazione. Partenza alle 19.15 grazie all’esperta

collaborazione tra polispor-tiva san marinese e s.G.la patria Carpi. I partecipanti alla manifestazione sono stati 460. Nel percorso lungo 7,9 chilo-metri, la società di via Nuova

Ponente ha conquistato un 4° e 6° posto, rispettivamente con carlo Gabbi e marco medici. La manifestazione ha rappre-sentato un ottimo collaudo in vista della gara podistica che la Patria organizzerà sabato 20 ottobre presso la pista di atletica di Carpi.

Champions’ Camp 2012

un’estate di sportsi conclude in modo positivo la settima edizione dei Cham-

pions’ Camp, le vacanze multi sportive per ragazzi dai 7 ai 17 anni, organiz-zate dall’ a.s.d. F. Gallesi. Sfiorate le mille presenze tra iscritti e staff durante i 16 turni settimanali pro-posti ai Champions’ Camp nelle tre sedi del 2012, due sull’Appennino Modenese a Palagano e a Pievepelago e una al mare a Bellaria di Rimini, sotto al motto: Una montagna di sport! Un mare di divertimento! Calcio, pallavolo e basket sono stati gli sport presentati come camp monosportivi dei Champions’ Camp, ma la maggior parte degli iscritti, anche per questa stagione, ha dirottato la propria scelta verso il camp multisportivo con le sue innumerevoli attività quali arrampicata sportiva, beach volley, be-ach tennis, pallanuoto, ca-noa, mountain bike, tiro con l’arco, volley, rugby, scher-ma, basket, calcio, hockey su prato, beach soccer, nuo-to e le novità della danza, del golf e dell’orienteering. I Champions’ Camp attrag-gono ragazzi provenienti da ben 22 discipline sportive praticate durante l’anno in più di 180 società presenti in più di 20 città italiane. Ma è ancora più importan-te sottolineare che ben 53

iscritti di questa stagione non praticano alcuno sport durante l’anno. I Cham-pions’ Camp si conferma-no sempre più come una realtà utile a tanti giovani

per l’educazione, la for-mazione e l’aggregazione giovanile. Grande successo hanno ottenuto anche i due turni del Volley Camp di Specializzazione realizzati

nella sede di Pievepelago in collaborazione con Casa Modena, sotto la guida dei tecnici di Pallavolo Mo-dena. I Champions’ Camp inoltre, nel loro percorso

di educazione, solidarietà e formazione dei ragazzi sono presenti in vari proget-ti di solidarietà e durante la stagione 2012, oltre ad aver ospitato, in collaborazione con le amministrazioni locali e gli albergatori, più di 60 bambini provenien-ti dalle zone del sisma, hanno anche dato vita, in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano e NordiConad, a un bellissimo percorso di educazione alimentare che si è tenuto durante alcune settimane del camp. L’or-ganizzazione, infine, fa parte del progetto I Camp di Kinder + Sport, in linea con la filosofia che porta avanti da anni, ovvero quella di educare e formare i più gio-vani alla pratica di una sana cultura multisportiva.

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