Sulle Tracce Magazine - Numero Zero - Ottobre 2011

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Il numero zero della rivista Sulle Tracce Magazine: tutto sul turismo, i viaggi per adulti, ma anche per i più piccini. Sfoglia la nostra rivista, ne rimarrai affascinato! In più è completamente GRATIS !!!!

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04_Editoriale

06_Il Salone del Camper 2011

10_Il nuovo Ducato Fiat a prova di viaggiatore

12_Eco Idee

14_Dal Pozzo di San Patrizio a Orvieto underground

18_Children’s tour 2012

22_Non si vive di soli ricordi…: Eurochocolate 2011

26_Cosa non potete perdervi a Perugia

30_Venezia come non l’avete mai vista

34_Baite Aperte in val Bartolo

36_Vacanze Aperto per Ferie

40_La Basilica di Santa Croce a Lecce

44_Tablet in viaggio

46_Cb e camper

50_Megane alla prova

52_Il Diario di Viaggio di Kiala: l’Alsazia

56_Viaggi di stile

60_Una vacanza assaporata fino in fondo

63_Consigli di cucina campereccia

66_La Sardegna e il Vermentino

SOMMARIOsulle Tracce

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4Passione, libertà ed esperienza: viaggiare in camper è questo tanto altro ancora

Un tempo, nella mia vita pre-camper, viaggiavo con la macchina, col treno, aerei e soprattutto alberghi o bed and breakfast, a seconda delle possibilità del momento. La vacanza dovevo iniziare a programmarla con settimane e a volte mesi di anticipo. Nei fine settimana in cui non viaggiavo, che erano la stragrande maggioranza, magari si partiva per una passeggiata in auto fino a qualche lago o a vedere un borgo nelle immediate vicinanze di casa. La famosa “gita fuori porta”. Poi la sera tutti a casa, magari a vedere la Roma che giocava. In mancanza d’altro, non perdevo una partita.

Poi è arrivato il camper, una passione pagata a rate e sacrifici, ma di cui con la famiglia non possiamo più fare a meno e la televisione è stata annullata. Quando sei al lavoro, non vedi l’ora che arrivi il venerdi per uscire dall’ufficio: ti fermi al rimessaggio, prendi il camper e via, verso chissà quale destinazione. E intanto pensi “quale sarà stavolta la destinazione”, perché capita anche che finché non hai messo in moto non sai dove andrai. Per capirsi, non è vietato programmarsi la vacanza anche col camper, ma uno spirito libero come lo scrivente ama partire senza sapere dove sta andando, senza una meta. Ecco, il camper è libertà !! Libertà di partire e andare, ma anche la libertà di lasciare un posto che non ti piace, per cercarne uno più bello. E spesso, parti con un itinerario e poi magari cambi idea in

corsa e fai tutt’altro giro, perché magari ti piace di più oppure perché hai conosciuto delle persone con cui ti piace stare. E quando rientri dalla vacanza o dal finesettimana, dopo che hai parcheggiato il tuo amato mezzo, mentre sistemi la tua roba, ti capitano in mano i fogli con le tappe che avevi previsto e ti viene da ridere, perché come al solito hai fatto tutt’altro.Per me il camper è ricchezza. Ma non ricchezza nel portafogli, quella neanche a nominarla, ma nell’anima. Si perché ogni posto che visiti lo vivi davvero, come fossi uno del posto: non mangi ai ristoranti come i turisti d’albergo, ma fai la spesa al supermercato insieme alle casalinghe. E la gente che conosci ad ogni viaggio e che magari con un solo sorriso ti lascia più di tante altre persone con cui passi ogni giorno della settimana. Essere camperista ti fa sentire aperto a fare nuove amicizie, sempre pronto a dare una mano al “collega” di hobby, più o meno esperto che sia. Certo, ci sono anche i cafoni e gli ignoranti, ma di persone che ti lasciano qualcosa in più e che ti rendono felice ne conosci sempre tante, perché viaggiando, girando, vedendo il mondo che c’è anche dietro l’angolo, non bisogna per forza arrivare a Capo Nord, di persone ne conosci molte e tra una chiacchiera ed un sorriso, conosci delle persone con cui stai bene e con cui hai voglia di condividere il viaggio. E che belle le cene, dove permesso, illuminati solo dalla lucetta fuori dal camper, magari davanti al mare

a cura di Paolo Ercolani

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o sotto un cielo stellato che a raccontarlo ad uno che non l’ha mai visto non saresti mai capace. E gente che non l’ha mai visto ce n’è tanta!Per me il camper è esperienza, perché ho visto cose che non avevo visto mai. In Italia avevo girato un po’, ma fuori mai. Da quando ho il camper ho visto la Francia e ho scoperto che la Valle della Loira prende il nome da un fiume, ho visto i loro meravigliosi castelli e ho scoperto che la Borgogna è una regione dove ritrovi molte cose simili al nostro Stivale, ma organizzate sempre meglio. E l’Italia? La nostra adorata e odiata Italia, la sto scoprendo ogni giorno che passa sempre di più. L’Umbria, la Toscana, l’Abruzzo, le Marche, il Veneto, la Sicilia, il Lazio e tra qualche giorno anche la Puglia. Ma che avevo visto fino ad oggi? Guardare di notte Ferrara tutta illuminata o l’enorme albero di Natale di Gubbio, girare per le strade bellissime di San Gemini o passeggiare nei boschi di Amatrice, per digerire l’amatriciana dell’amico Mario da cui andrei tutte le settimane, ma che poi gli eventi mi portano a trascurare.E pensare che solo a trentotto anni ho visto per la prima volta una lucciola e poi tante e tante altre ad illuminare la vallata in mezzo alla campagna toscana. Ecco perché oggi mi sento così ricco e sono felice che mio figlio stia facendo insieme a me, a sette anni, tutte queste esperienze per la prima volta.

Quando viaggiavo per alberghi e bed and breakfast, il mio maggior problema era la pulizia del bagno o delle lenzuola e la comodità dei letti. Ora mi porto dietro la mia seconda casa e viaggiare è molto più rilassante. Sapere che quel bagno, quelle lenzuola, quei letti li hai usati soltanto tu è davvero confortante. E’ come viaggiare con la propria casa attaccata al sedile di guida.In Italia, con un po’ di giudizio ed organizzazzione, si può viaggiare in tutta sicurezza. E’ sufficiente documentarsi bene sui posti dove andare a dormire. Poi si possono scegliere area attrezzate, parcheggi per i camper, parcheggi pubblici o sosta libera dove capita, la cosa importante è la certezza di dormire in un posto tranquillo e sicuro. In altri paesi, come in Francia, invece, si può viaggiare senza prepararsi perché sono molto più organizzati. Ma speriamo che un giorno anche in Italia si raggiunga la consapevolezza che il viaggio in camper è una forma di turismo che deve essere agevolata, perché ci guadagna sia chi la pratica, sia le città ed i commercianti in cui il plain air è bene accetto.

E allora non ci resta che mettere in moto, fare il pieno di gasolio (ahimé!), scegliere un posto nuovo da visitare e, finalmente, partire verso una nuova bellissima esperienza.

Passione, libertà ed esperienza: viaggiare in camper è questo tanto altro ancora

a cura di Paolo Ercolani

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Con il Salone del Camper 2011 alla scoperta dell’affascinante universo del turismo en plain air

a cura di Roberta D’Ancona

Al Salone del Camper di Parma (svoltosi dall’11 al 19 settembre scorsi) caravan, accessori, percorsi e mete sono stati - insieme al pubblico che è accorso in gran numero al Salone - protagonisti della vacanza libera e consapevole.La Fiera, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, si è confermata come il luogo ideale di confronto per chi ama viaggiare respirando spazi aperti e inventando giorno per giorno il proprio itinerario.Girovagando per la Fiera, i visitatori hanno trovato non soltanto le novità in fatto di mezzi (caravan, autocaravan mansardati e profilati, Motorhome, accessori e attrezzature di ogni tipo), ma anche tantissimi stand pronti a veicolare ogni sorta di informazione sulle possibili mete di viaggio tese a valorizzare il turismo all’aria aperta e a facilitare -anche da parte di chi si apprestava per la prima volta a conoscere questi settori- l’acquisto e il noleggio dei mezzi con programmi studiati talvolta anche su misura per soddisfare le esigenze di qualunque viaggiatore.Noi abbiamo assistito all’inaugurazione aspettando sin dalle 8.00 del mattino con grande entusiasmo che aprissero i cancelli e ci lasciassero entrare.Rispetto alla precedente edizione, alla quale abbiamo partecipato, abbiamo notato un minor afflusso di gente e forse meno aspettative da parte dei visitatori. Tuttavia, la Fiera c’è sembrata all’altezza delle aspettative sotto diversi punti di vista.In primo luogo ci ha fatto molto piacere notare che anche da parte delle Pubbliche Amministrazioni ci sia la volontà di incentivare il turismo all’aria aperta, come dimostrano i diversi momenti di incontro studiati proprio per favorire il dialogo tra le stesse e chi da anni si impegna per lo sviluppo del settore, promuovendo azioni tese ad agevolare e a divulgare il piacere di muoversi in libertà (dalla tenda al caravan all’autocaravan).

Le novità in mostra al Salone del CamperIl Salone del Camper 2011 ha visto in mostra il meglio della produzione italiana e europea del settore. Complessivamente sono stati 320 gli espositori che hanno avuto a disposizione una grande vetrina.Nell’ambito dei veicoli, ad esempio, VAS ha presentato il Motorhome Aster 9.40 rivisitato e con un nuovo design per i retrovisori esterni regolabili elettronicamente con visuale ampliata grazie ai tre specchi integrati nel braccio; letto basculante elettrico a comando manuale; riscaldamento interno ad acqua calda con bruciatore a gasolio, boiler con scambiatore di calore a motore, convettori a scambio termico naturale e termo arredi; illuminazione primaria e luci blu ambiente realizzate con plafoniere power Led a basso consumo energetico.Tra le novità, poi, Challenger- dopo aver lanciato la gamma Premium- caratterizzata da piante con blocco cucina al centro dell’abitacolo e numerose idee innovative come il portabici verticale per garage a movimentazione elettrica, ha presentato in fiera “Easy chef” un fornello integrato nella scocca e ribaltabile per cucinare all’aria aperta e Panoramic System, un grande portellone laterale che si apre verticalmente in corrispondenza

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Con il Salone del Camper 2011 alla scoperta dell’affascinante universo del turismo en plain air

del soggiorno. In questo modo si può approfittare di una incredibile vista panoramica sull’ambiente esterno. La serie Prium è nata sul mercato due anni fa con un semintegrale compatto lungo meno di sei metri e si è affermata sul mercato internazionale proprio per il carattere innovativo delle soluzioni proposte.La terza generazione di Charisma è stata, invece, presentata da Concorde, altro marchio leader nel settore dei veicoli ricreazionali nel segmento premium.Gli interni dei mezzi si presentano come delle vere e proprie suite di lusso e certamente hanno attratto un gran numero di visitatori nell’ambito del Salone. L’offerta 2012 si articola nelle gamme Credo Emotion, Credo Passion, Credo Action, Carver, Charisma Classic, Charisma, Cruiser C1, Liner e Liner plus.In particolare, la terza generazione di Charisma si presenta con design e contenuti moderni ed esclusivi destinati a ridefinire il concetto stesso di motorhome di lusso e si distinguono per un design accattivante, nuovo, moderno, personale: basti pensare alla nuova calandra impreziosita da luci a led diurne e posteriori, il parabrezza panoramico a controllo termico, il doppio pavimento passante in poliuretano, le finestre Seitz Dometic di ultima generazione ad alto isolamento termico, i nuovi specchi retrovisori granturismo. Pensate, inoltre, che Charisma adotta un nuovo parabrezza con speciale filtro UV capace di respingere il 49% delle radiazioni e un nuovo tetto panoramico con oscurante plissettato e copertura elettrica per illuminare con luce naturale l’interno.A proposito di doppio pavimento, anche Eura Mobil ha presentato al Salone alcune significative evoluzioni nella propria gamma di prodotti. Su tutti i veicoli, infatti, si ha la presenza del doppio pavimento ed altre soluzioni tecniche di alta qualità. I veicoli Eura Mobil si caratterizzano anche per la particolare scocca a pannelli sandwich con rivestimento esterno in vetroresina, derivata da tecniche di costruzione e incollaggio aeronautiche. Completamente nuova poi la linea di profilati Profila P, allestita su Fiat Ducato con un prezzo di acquisto decisamente favorevole e presente in quattro versioni capaci di declinare le piante interne più diffuse con letti gemelli su garage, matrimoniale trasversale su garage, letto longitudinale alla francese e letto matrimoniale posteriore centrale

nautico.La parete che cambia colore di Itineo, poi, è stata un’altra delle novità in esposizione. L’azienda, specialista del motorhome entry level appartenente al gruppo Rapido, ha lanciato sull’inedita serie di motorhome Next in edizione limitata il rivestimento della parete in cucina in pvc magnetizzato, così che si possa applicare e rimuovere con estrema facilità. La dotazione prevede quattro diversi colori per creare altrettante ambientazioni. Una soluzione simile è stata prevista anche per la testiera del letto.Tantissimi anche gli accessori in mostra. Fra questi Dometic si è distinto grazie a FreshLight, il primo condizionatore a tetto con oblò integrato, disponibile con compressore di taglia inferiore per l’uso in campeggio. L’azienda ha annunciato per il 2012 diverse novità all’insegna del design e dell’avanguardia tecnologica come le verande Dometic Premium, caratterizzate da un innovativo snodo forgiato in acciaio che ne consente il funzionamento senza supporto verticale e i nuovi frigoriferi e sistemi di refrigerazione polivalenti.

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La Solblan Energie Alternative ha presentato, invece, i nuovi pannelli fotovoltaici flessibili: leggeri (2,35 kg), adattabili a ogni superficie e realizzati con celle fotovoltaiche ad alta efficienza che permettono al pannello di raggiungere i 128 Wp di potenza. I pannelli fotovoltaici, interamente realizzati in Italia, vengono forniti con un’ampia gamma di accessori tra cui un biadesivo che ne permette l’installazione definitiva in pochi minuti.CS-Evolution, ha presentato il modulo fotovoltaico mono e policristallino da 10 watt di potenza, dimensione 38x38 cm, ideale per sfruttare al massimo lo spazio sul tetto del camper

Percorsi e Mete per tutti i gustiE’ stato bello camminare per la Fiera e vedere giovani e meno giovani, famiglie intere o anche solo coppie pronte a scoprire tutte le opportunità che la vacanza plain air può offrire ad ognuno a seconda delle proprie personali esigenze.Il camperista, si sa, cerca soprattutto territori ospitali, non ancora consumati del tutto dal turismo, in cui ci sia ancora qualcosa da scoprire e da ricercare. Cerca ambienti naturali preservati in cui immergersi per scoprire la cultura del posto e condividere insieme ai suoi abitanti i momenti di festa e le occasioni di intrattenimento. Alla Fiera, i visitatori hanno avuto un assaggio importante di questi territori, da nord a sud del Paese e non solo.Del resto, non dimentichiamoci che questa forma di turismo offre numerose opportunità per le attività commerciali e turistiche sparse sui diversi territori e rappresentano per il settore del terziario una potenzialità da sfruttare, consentendo così di aumentare e di facilitare l’economia interna.Dagli anni ’60 (in cui i camperisti erano considerati un po’ strani e forse in maniera giustificata, dal momento che in giro per l’Italia e l’Europa si andava con mezzi affaticati e dal design spesso discutibile) ad oggi l’immagine del turismo all’aria aperta si è notevolmente trasformata.Il settore del turismo itinerante in Italia supera i 6 miliardi di euro. Una cifra prodotta da 3 milioni di viaggi a breve, medio e lungo raggio, per un totale di 25 milioni di pernottamenti. Protagonisti di questo vertiginoso giro d’affari sono soprattutto gli italiani, con circa 2 milioni di uscite nel corso dell’anno. Gli autocaravan italiani sono circa 200.000 per una popolazione di amanti del plain air che conta circa 600.000 appassionati.

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Oltre al fatturato importante, la vera ricchezza data da questa forma di turismo intelligente, è soprattutto la valorizzazione dei territori, grazie ad una forma di comunicazione che ci spinge con il semplice passa parola a veicolare spesso positivamente, l’immagine dei territori visitati.Nella sezione “Percorsi e Mete” dedicata al turismo, i visitatori del Salone hanno trovato tantissime proposte, a partire anche da quelle di altri paesi come la Slovenia, la Repubblica Ceca e altri ancora. Naturalmente, non poteva mancare l’offerta turistica della regione Emilia Romagna che con l’occasione ha presentato il territorio regionale unitamente ad alcuni eventi come il Wine Food Festival 2011 e le numerosissime opportunità di visitare le aree naturali dell’Appennino e le splendide spiagge della Riviera romagnola.Il salone si è rivelato una grande vetrina per conoscere le numerose opportunità di turismo offerte dai veicoli ricreazionali: dall’itinerario gastronomico a quello artistico/culturale a quello termale. Anche quest’anno, possiamo dire che gli appassionati come noi sono tornati a casa soddisfatti per aver potuto vedere, provare e anche acquistare camper e caravan, accessori di ogni tipo e per esserci avvicinati sempre di più al “camper style”, scoprendo l’affascinante mondo del turismo en plain air.

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Viaggiare con un veicolo capace di dare il massimo comfort alla guida è il sogno di ogni viaggiatore .Il nuovo Ducato Fiat è stato pensato proprio per venire incontro alle esigenze del viaggiatore grazie alla sua guida maneggevole, alla nuova gamma di motori Euro 5 e a un insieme di servizi dedicati al cliente.Negli anni la famosa casa automobilistica torinese ha fatto passi da gigante. Oggi la solidità non è solo una piacevole impressione, ma un vero e proprio dato di fatto.Il nuovo ducato 150 euro 5 è un vero e proprio gioiello. Noi abbiamo avuto modo di provare questo splendido mezzo in occasione del recente salone del Camper 2011. Rosso fiammante, il Ducato messo alla prova è un mezzo che alla guida rivela grandi sorprese.Lo sterzo è morbido nelle curve e nelle manovre, il pedale del freno è sempre puntuale, il cambio è un orologio svizzero che sembra entrare in automatico. Il motore è sempre pronto a riprendere anche alle marce più alte. Ecco allora che ci ritroviamo in quarta a 1.200 giri, affrontiamo una salita senza scalare ma con un po’ di gas ed il mezzo riparte subito, il motore dimostra di essere davvero elastico e la salita è superata senza alcun problema, né fatica.Bisogna precisare che la base la Fiat l’aveva già costruita con gli anni ed il glorioso modello precedente durava ormai da parecchio tempo. Il motore multijet è davvero un gioiello della casa

italiana e guidarlo è un piacere unico.Lo sterzo è morbido, mentre affrontiamo le curve e la tenuta è straordinaria, ma a quella ci siamo davvero abituati, grazie al “vecchio” Ducato 130.A livello estetico non è cambiato praticamente nulla. Il cruscotto è invariato, il computer di bordo è ricco di informazioni. L’unica modifica, insomma, si trova nel cofano ed è quel multijet 150 cavalli, che è un 2.3 di potenza. Ci sono anche le varianti da 130 e 180 cavalli, rispettivamente 2.3 e 3.0. A chiudere la “fascia bassa” della serie c’è anche la versione 115 cavalli, oltre ad una versione ibrida metano/benzina che ha un’autonomia dichiarata di circa 500 km.Grande precisione nel rinnovato cambio manuale montato sul ducato. La versione 3.0 può montare anche il cambio automatico. Inoltre, nella versione 2.3 è montato un sistema che spegne il motore e lo riaccende automaticamente quando il mezzo è fermo (ad esempio, ai semafori), con conseguente riduzione dell’inquinamento.

Il nuovo Ducato Fiat a prova di viaggiatore

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a cura di Paolo Ercolani

Il nuovo Ducato Fiat a prova di viaggiatore

Motore 115 130 150 180cilindrata 2.0 2.3 2.3 3.0n. cilindri 4 4 4 4

potenza max85kw 3500

giri/min96kw 3600

giri/min109kw 3600

giri/min130kw 3500

giri/min

coppia max280nm

1500giri320nm

1800giri350nm

1500giri400nm

1400giri

distribuzione2ACT

(cinghia dent.)

2ACT(cinghia dent.)

2ACT(cinghia dent.)

2ACT(catena)

frizione monodisco monodisco monodisco monodiscomarche 5+RM 6+RM 6+RM 6+RM

sterzocremagliera con idrogu-

ida

cremagliera con idrogu-

ida

cremagliera con idrogu-

ida

cremagliera con idroguida e servotronic

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MARIAtorcia/caricatoresolare universale

COD. PRODOTTO

PF M06

COD. EAN

8033928320051

DIMENSIONI

165x55x36 mm

PESO

190 g

POTENZA BATTERIA

700 mAh

CARATTERISTICHEMARIA è una elegante torcia che grazie ai suoi 3 pannellini solari è sia una potente torcia con 3 luminosissimi leds, sia un caricatore solare di emergenza. MARIA assorbe l’energia solare tramite i pannellini fotovoltaici apribili a ventaglio, e la accumula per ricaricare le batterie interne.Attraverso il pulsante di accensione si possono utilizzare 1,2 o tutti e tre i leds disponibili.

LUCE SOLAREPRESA ELETTRICA TRADIZIONALE

2OPZIONIDI RICARICA:

INCLUDE:

6 CONNETTORI PER CELLULARE

INCLUDE: 1 TRASFORMATOREPER UTILIZZARE L’OPZIONE DI RICARICA DA PRESA TRADIZIONALE

MARIAtorcia/caricatoresolare universale

COD. PRODOTTO

PF M06

COD. EAN

8033928320051

DIMENSIONI

165x55x36 mm

PESO

190 g

POTENZA BATTERIA

700 mAh

CARATTERISTICHEMARIA è una elegante torcia che grazie ai suoi 3 pannellini solari è sia una potente torcia con 3 luminosissimi leds, sia un caricatore solare di emergenza. MARIA assorbe l’energia solare tramite i pannellini fotovoltaici apribili a ventaglio, e la accumula per ricaricare le batterie interne.Attraverso il pulsante di accensione si possono utilizzare 1,2 o tutti e tre i leds disponibili.

LUCE SOLAREPRESA ELETTRICA TRADIZIONALE

2OPZIONIDI RICARICA:

INCLUDE:

6 CONNETTORI PER CELLULARE

INCLUDE: 1 TRASFORMATOREPER UTILIZZARE L’OPZIONE DI RICARICA DA PRESA TRADIZIONALE

ECO-IDEE ‘ILLUMINANTI’ PER TURISTI GIROVAGHI

Ecoturismo: fino a qualche tempo fa questa definizione evocava l’idea di viaggi avventurosi alla scoperta di scenari naturali, incontaminati e selvaggi.Oggi il termine si sposa invece sempre più spesso con temi relativi ai cosiddetti “viaggi itineranti”, vale a dire i preferiti da quei turisti “girovaghi” che all’albergo preferiscono il camper o la tenda. Attenzione però: non per piazzarsi in un qualche camping sovraffollato, ma per poter viaggiare in libertà, diventando parte dell’ambiente circostante in modo armonico e rispettoso.Da qualche tempo, gli “eco turisti itineranti” possono addirittura disporre di appositi strumenti per sfruttare – ove possibile – l’energia solare.Si tratta delle Eco Idee, la linea di prodotti Eco Idee è distribuita in esclusiva per l’Italia da Punto Fotovoltaico :una linea di articoli completamente ecologici ed economici, alimentati interamente a energia solare.Oggetti semplici, ma che possono rivelarsi vitali se ti trovi in viaggio in camper nel Grand Canyon o con la tenda piantata in qualche bosco. Come le torce, per esempio: quella solare (Pamela), quelle che hanno anche la funzione di caricatore solare universale (Vilma e Maria) e quella che si ricaricano grazie alla dinamo interna (Francesca), utilissima anche come caricatore d’emergenza per i cellulari. O la lanterna da campeggio

Mirella, che dopo una giornata al sole è in grado di fare luce per 5-6 ore e che può anche essere utilizzata come caricatore d’emergenza.Utilissimo per chi ama viaggiare rispettando la natura, ma senza rinunciare a comunicare col mondo attraverso il cellulare o a sentire un po’ di musica con il suo Ipod, è poi Gustavo, il caricatore solare universale.Infine, due piccole “chicche” che possono davvero fare la differenza in un “eco-viaggio”: i portachiavi solari, con dinamo o senza (Corrado e Agata) e Ugo, lo zaino solare che si ricarica passeggiando al sole. E la sera vi ricarica il cellulare, l’Ipod, l’Mp3.Il tutto ad impatto ambientale zero.

MARIA è una elegante torcia che grazie ai suoi 3 pannellini solari è sia una potente torcia con 3 luminosissimi leds, sia un caricatore solare di emergenza. MARIA assorbe l’energia solare tramite i pannellini fotovoltaici apribili a ventaglio, e la accumula per ricaricare le batterie interne.

GUSTAVOCaricatore solareuniversale

COD. PRODOTTO

PF G07

COD. EAN

8033928320082

DIMENSIONI

93x62x14 mm

PESO

90 gr

POTENZA BATTERIA

1900 mAh

CARATTERISTICHEGUSTAVO è un caricatore solare universale che assorbe l’energia solare tramite il pannello fotovoltaico e la trasforma in energia elettrica.

FUNZIONERADIO

DOTATO DI CONNETTORIPER I PIÙ DIFFUSI CELLULARIRICARICA CELLULARI, MP3, IPOD, ecc...

LUCE SOLAREPRESA ELETTRICA TRADIZIONALE

2OPZIONIDI RICARICA:

GUSTAVO è un caricatore solare universale che assorbe l’energia solare tramite il pannello fotovoltaico e la trasforma in energia elettrica.

UGO. Gli Zaini Eco Idee sono robusti, leggeri capi-enti ed eleganti, adatti sia per il lavoro che per il tempo libero e ti offrono la funzionalità dell’energia solare, senza rinunciare allo stile.

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MARIAtorcia/caricatoresolare universale

COD. PRODOTTO

PF M06

COD. EAN

8033928320051

DIMENSIONI

165x55x36 mm

PESO

190 g

POTENZA BATTERIA

700 mAh

CARATTERISTICHEMARIA è una elegante torcia che grazie ai suoi 3 pannellini solari è sia una potente torcia con 3 luminosissimi leds, sia un caricatore solare di emergenza. MARIA assorbe l’energia solare tramite i pannellini fotovoltaici apribili a ventaglio, e la accumula per ricaricare le batterie interne.Attraverso il pulsante di accensione si possono utilizzare 1,2 o tutti e tre i leds disponibili.

LUCE SOLAREPRESA ELETTRICA TRADIZIONALE

2OPZIONIDI RICARICA:

INCLUDE:

6 CONNETTORI PER CELLULARE

INCLUDE: 1 TRASFORMATOREPER UTILIZZARE L’OPZIONE DI RICARICA DA PRESA TRADIZIONALE

CARATTERISTICHEMIRELLA è una graziosissima lanterna da campeggio ad energia solare, dopo una giornataal sole, illumina per 5-6 ore. Ideale per la vita all’aperto o per il camping.Può essere utilizzata anche come caricatore d’emergenza.

COD. PRODOTTO

PF M10

COD. EAN

8033928320167

DIMENSIONI

41x16.5x16.5 mm

POTENZA BATTERIA

1,5 Ah

POTENZA PANNELLO

2,2 W

DOTATA DI CONNETTORIPER I PIÙ DIFFUSI CELLULARIRICARICA CELLULARI, MP3, IPOD, ecc...

LANTERNA CON REGOLATOREDI LUMINOSITÀ

MIRELLALanternacaricatoresolare

SI RICARICA ANCHE CONPRESA ELETTRICATRADIZIONALE:DOTATA DI TRASFORMATORE

ECO-IDEE ‘ILLUMINANTI’ PER TURISTI GIROVAGHI

Ecoturismo: fino a qualche tempo fa questa definizione evocava l’idea di viaggi avventurosi alla scoperta di scenari naturali, incontaminati e selvaggi.Oggi il termine si sposa invece sempre più spesso con temi relativi ai cosiddetti “viaggi itineranti”, vale a dire i preferiti da quei turisti “girovaghi” che all’albergo preferiscono il camper o la tenda. Attenzione però: non per piazzarsi in un qualche camping sovraffollato, ma per poter viaggiare in libertà, diventando parte dell’ambiente circostante in modo armonico e rispettoso.Da qualche tempo, gli “eco turisti itineranti” possono addirittura disporre di appositi strumenti per sfruttare – ove possibile – l’energia solare.Si tratta delle Eco Idee, la linea di prodotti Eco Idee è distribuita in esclusiva per l’Italia da Punto Fotovoltaico :una linea di articoli completamente ecologici ed economici, alimentati interamente a energia solare.Oggetti semplici, ma che possono rivelarsi vitali se ti trovi in viaggio in camper nel Grand Canyon o con la tenda piantata in qualche bosco. Come le torce, per esempio: quella solare (Pamela), quelle che hanno anche la funzione di caricatore solare universale (Vilma e Maria) e quella che si ricaricano grazie alla dinamo interna (Francesca), utilissima anche come caricatore d’emergenza per i cellulari. O la lanterna da campeggio

Mirella, che dopo una giornata al sole è in grado di fare luce per 5-6 ore e che può anche essere utilizzata come caricatore d’emergenza.Utilissimo per chi ama viaggiare rispettando la natura, ma senza rinunciare a comunicare col mondo attraverso il cellulare o a sentire un po’ di musica con il suo Ipod, è poi Gustavo, il caricatore solare universale.Infine, due piccole “chicche” che possono davvero fare la differenza in un “eco-viaggio”: i portachiavi solari, con dinamo o senza (Corrado e Agata) e Ugo, lo zaino solare che si ricarica passeggiando al sole. E la sera vi ricarica il cellulare, l’Ipod, l’Mp3.Il tutto ad impatto ambientale zero.

COD. PRODOTTO

PF U17

COD. EAN

8033928320181

DIMENSIONI

47x33x15 cm

PESO

600 gr

POTENZA BATTERIA

2.200 mAh

DIMENSIONI PANNELLI FV

140 mmx 95 mm

UGOZaino solare

CARATTERISTICHEUGO. Gli Zaini Eco Idee sono robusti, leggeri capienti ed eleganti, adatti sia per il lavoro che per il tempo libero e ti offrono la funzionalità dell’energia solare, senza rinunciare allo stile.

DOTATO DI CONNETTORIPER I CELLULARIRICARICA CELLULARI, IPOD, MP3

SI RICARICAPASSEGGIANDOIN MONTAGNA E IN CITTÀ

UGO. Gli Zaini Eco Idee sono robusti, leggeri capi-enti ed eleganti, adatti sia per il lavoro che per il tempo libero e ti offrono la funzionalità dell’energia solare, senza rinunciare allo stile.

MIRELLA è una graziosissima lanterna da campeggio ad energia so-lare, dopo una giornata al sole, illumina per 5-6 ore. Ideale per la vita all’aperto o per il camping. Può essere utilizzata anche come caricatore d’emergenza.

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Sull’autostrada A1 la vedi abbarbicata su quello sperone di tufo, regale ed affascinante. Orvieto racchiude delle piccole meraviglie, come il Duomo, che solo a guardaren la facciata si rimane senza fiato per la sua bellezza; il pozzo di san Patrizio e Orvieto sotterranea (percorso guidato dentro le grotte sottostanti la città) sono veramente da non perdere.Questa città della provincia di Terni, che si trova al confine con la provincia di Viterbo, tra Lazio e Umbria, fu abitata fin dal tempo degli Etruschi che la portarono ad una grande espansione ed a periodi rigogliosi. Furono loro i primi ad utilizzare le grotte sottostanti, alcune delle quali furono poi modificate e riutilizzate. Seguirono dominazioni dai romani, fino ai longobardi e periodi altalenanti in cui la città vide splendore economico

DAL POZZO DI SAN PATRIZIO A ORVIETO UNDERGROUND PASSANDO PER IL DUOMOScopriamo una delle città più belle ed affascinanti d’Italia

e commerciale, oppure feroci guerre e spargimenti di sangue

Il Duomo di OrvietoOggi chi viene ad Orvieto lo fa per osservare una città meravigliosa, per vivere la sua magia anche solamente passeggiando per i suoi bellissimi vicoli. La sua tradizione enologica e gastronomica rende il soggiorno in città gradevole anche al palato ed alla gola. La gente qui è sorridente e aperta al turismo, ottima fonte di guadagni.Il momento della visita più emozionante è quello in cui si entra nella piazza del Duomo e ci si trova davanti la cattedrale. Massima espressione dello stile gotico italiano, la sua costruzione richiedette circa due secoli e moltissimi artisti ed operai, circa 20, si alternarono per realizzare l’immensa e

A cura di Paolo Ercolani

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laboriosa facciata.Sulle quattro colonne, da sinistra a destra, sono rappresentati: la Genesi (Vecchio Testamento), gli Eventi Messianici (Vecchio Testamento), Nuovo Testamento ed il Giudizio universale. I mosaici all’interno del Rosone rappresentano, invece, Sant’Agostino, San Gregorio Magno, San Girolamo e Sant’Ambrogio. In alto, sopra al rosone, le statue dei dodici apostoli.Sono inoltre presenti i mosaici che rappresentano il Battesimo di Cristo, l’Assunzione di Maria in gloria, la Natività di Maria, l’Annunciazione, gli Apostoli in estasi per l’assunzione della Madonna, Gioacchino ed Anna, lo Sposalizio della Vergine, l’Incoronazione della Madonna e la Presentazione di Maria al Tempio. Invece, sopra le quattro colonne (o piloni) troviamo i simboli dei quattro evangelisti: l’Angelo (San Matteo), il Leone (San Marco), l’Aquila (San Giovanni) e il Toro (San Luca)

Il pozzo di san PatrizioUn’opera ingegneristica davvero mirabile è il pozzo di San Patrizio, da non confondere con l’omonimo “pozzo senza fondo” di origine irlandese che diede vita alle leggende per cui questo fosse un collegamento con gli inferi. Questa opera, d’altro canto, può vantare una realizzazione davvero spettacolare: la scalinata per salire e quella per scendere formano due spirali intorno al pozzo e non si incontrano mai. Questa soluzione davvero ingegnosa permetteva a quanti dovevano scendere a prendere l’acqua con i loro asini di non scontrarsi in difficoltose manovre con chi stava tornando in superficie.Sul fondo si passa sopra un ponte e dentro l’acqua si possono vedere le monetine gettate da numerosi turisti che cercavano così di farsi amica la fortuna. Quando ci si trova sul fondo, prima di iniziare la salita dalla parte opposta, si può ammirare tutto l’interno del pozzo dal basso.

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Lo stemma di Orvieto

Lo stemma della città è uno scudo diviso in quattro parti, ognuna contenente un simbolo: la croce rossa in campo bianco, che rappre-senta l'anima guelfa della città; l'aquila nera con una corona d'oro in campo rosso rap-presenta la dominazione romana; il leone in campo rosso che nella zampa sinistra tiene una spada d'argento e nella destra le chiavi di San Pietro, rappresenta l'alleanza con la città di Firenze; l'oca, con una zampa sollevata sopra un sasso, ri-corda le oche del Campidoglio che salvarono la città di Roma con le loro grida.

Sia la scala della salita che quella della discesa comprendono 248 gradini ognuna

Orvieto SotterraneaDall’ufficio informazioni partono delle visite guidate per Orvieto sotterranea (Orvieto Underground) che permettono di ammirare diversi ambienti che si trovano nelle grotte sotto la città. Queste vennero utilizzate fin dai tempi degli Etruschi e la prima stanza che si trova era adibita a frantoio. Andando avanti, si raggiungono le tane dei piccioni scavate nel tufo. Questi animali erano molto preziosi per gli antichi abitanti di questa zona perché servivano in caso di assedio prolungato sia per inviare messaggi ai paesi alleati, sia per poter avere delle “scorte di cibo fresco”.In tutto ci sono almeno 1.200 grotte artificiali, scavate nel tufo dagli abitanti nei secoli. Alcune stanze erano utilizzate come dei grandi frigoriferi per mantenere al fresco i viveri, altre erano delle grandi cisterne in cui veniva contenuta l’acqua piovana.

Sosta camper

Renzo Battistelli, Via della Direttissima accanto al parcheggio dei pullman e’ collegata al centro storico dalla funicolare

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Children’s tour 2012

Chi ha detto che le esigenze turistiche dei più piccoli non vanno prese in considerazione?

A Modena Fiere, dal 17 al 20 Marzo 2012, i bambini e i ragazzi da 0-14 anni, saranno protagonisti di “Children’s tour”, un appuntamento che si rinnova da nove anni dedicato ai bambini e alle loro famiglie, dove ci si può incontrare per parlare di viaggi per i più piccoli, di turismo formato famiglia e di turismo scolastico.L’edizione 2011 si è conclusa con un boom di visite: oltre 32.000 adulti e 1.200 bambini.Il Salone si presenta con la formula turistica “a misura di bambino”, dove i bisogni dei più piccoli e dei ragazzi sono al centro dell’attenzione, grazie alla selezione rigorosa degli operatori presenti e a un programma di iniziative interamente dedicate a loro.Secondo l’Osservatorio Nazionale sul turismo giovanile, i piccoli turisti, intesi come bambini e ragazzi in viaggio con la famiglia o da soli, senza mamma e papà stanno aumentando. Nel 2010 ben il 76% delle famiglie italiane ha fatto almeno una vacanza di una settimana con figli minorenni, mentre l’Istat rileva che gli under 14 sono gli individui che viaggiano di più: ogni anno oltre il 60% dei bambini effettua almeno una vacanza.Il salone delle vacanze, Children’s Tour (www.childrenstour.it), organizzato da Studio Lobo e ModenaFiere è un punto di incontro

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Children’s tour 2012

a cura di Roberta D’Ancona

importante per genitori e associazioni impegnate a vario titolo nel settore: località turistiche, villaggi, alberghi e strutture ricettive, parchi tematici, campi sportivi e centri per le vacanze studio, fattorie didattiche e percorsi naturalistici. La manifestazione è, quindi, il posto ideale per informarsi e pianificare la formula vacanza migliore: divertente ed educativa per i bimbi, rilassante per mamma e papà. La fiera ospita, infatti, località e strutture ricettive provenienti da tutta Italia per un totale di oltre 150 espositori che al tema bambino, alla sua sensibilità e alle sue esigenze, riservano progetti specifici.Per i piccoli protagonisti il Salone ha predisposto numerose attività di intrattenimento a tema storico e con rievocazioni, all’insegna di sfide tra fanti e cavalieri e principesse da salvare. L’animatissimo spazio bimbi, poi, fa sperimentare ai bambini un “assaggio” delle vacanze pensate appositamente per loro attraverso laboratori creativi, spettacoli, scoprendo l’avventura e nuovi sport con percorsi a tema e simulazioni. C’è anche un kinder park per i piccolissimi: un’area gestita dai professionisti di Valturland, la divisione aziendale specializzata nelle offerte per i piccoli turisti di Valtur, tra i più grandi tour operator italiani.Ma quali sono le tendenze di viaggio in questo settore? Dando uno sguardo ai dati dell’Osservatorio, nei primi nove mesi del 2009, l’anno della profonda crisi, in Italia sono stati venduti oltre 11 milioni di biglietti per parchi naturali, parchi avventura e parchi divertimento, cioè 500 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008, per un fatturato complessivo di 177 milioni e 300

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mila euro (Adnkronos). Il turismo cosiddetto verde si rileva essere particolarmente interessante per le famiglie italiane. Per questo a Children’s Tour un padiglione sarà interamente dedicato a Sport e Natura: parchi avventura, parchi naturalistici, parchi tematici, agriturismi, fattorie didattiche, itinerari escursionistici, insomma tante proposte per vacanze rigorosamente a contatto con la natura.L’interesse per un tipo di vacanza a contatto con la natura, che rende il soggiorno molto più attivo, ben lontano dalla classica “vita da spiaggia” è senz’altro in crescita: il 17% delle famiglie preferisce per le sue vacanze una meta “verde” (montagna, collina o campagna, lago) e il restante 9% si divide tra città d’arte, crociere o tour in località varie. Sempre tra le famiglie che hanno scelto un’alternativa al mare il 35% ha fatto attività sportiva durante il soggiorno (quasi 200.000 famiglie), il 24% ha visitato aree e parchi naturali (135.000 famiglie), il 19% ha fatto escursioni e passeggiate, il 5% ha visitato parchi divertimento. E’ importante sottolineare, dunque, che le famiglie con bambini che cercano un’alternativa alla vacanza all’insegna di “secchiello e paletta” sono più propense a un soggiorno dinamico e ricco di cose da fare e vedere, soprattutto se a contatto con la natura.

A Children’s Tour è possibile conoscere gli spazi per gli adulti e i bambini che vogliono meravigliarsi insieme, anche in una metropoli o in una città europea. Un’idea alternativa può poi essere quella di una “ciclovacanza”: una settimana lungo la ciclabile più famosa al mondo, quella sul Danubio, che conduce da Linz a Vienna; l’incanto dei castelli della Loira e dei giardini francesi; in picchiata tra vigne e meleti dell’Alto Adige da Passo Resia a Bolzano. L’Olanda, poi, è particolarmente adatta a tour in bici più barca, pensati appositamente per le famiglie con bambini. Un esempio? Partendo da Amsterdam, pedalando pedalando, tutta la famiglia può fare tappa in alcune tra le più belle città fortificate olandesi, come Gouda e Gorinchem, prima di arrivare ai famosi mulini a vento di Kinderdijk.Durante le giornate della manifestazione, a ModenaFiere si alterneranno tanti momenti di spettacolo, animazione e laboratori didattici per i bambini, si potranno ricevere informazioni sulle mete da scegliere per mamma e papà, ma anche vacanze premio, offerte e iniziative vantaggioseNon mancheranno promozioni, omaggi, concorsi e addirittura vacanze-premio per tutta la famiglia.

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Children’s Tour è attento anche alle tasche dei genitori: l’ingresso è gratuito per tutti per minori di 6 anni, mentre è ridotto per i bambini da 7 a 14 anni. Se si conserva il biglietto d’ingresso, poi, questo vale i soldi spesi: presentandolo alla cassa dei supermercati Conad di Modena, Bologna e le rispettive province che aderiscono all’iniziativa e dell’ipermercato E.Leclerc-Conad di Modena si ha diritto a uno sconto pari al costo del biglietto. Se poi la famiglia è particolarmente numerosa, per loro l’ingresso alla manifestazione è davvero vantaggioso. Mostrando in biglietteria la tessera dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, infatti, l’intero nucleo famigliare entra pagando solo 5 euro. Inoltre per una di queste famiglie è in palio una vacanza “a sorpresa” in appennino, nelle terme, nelle città d’arte e sulla costa dell’Emilia Romagna! Ma anche le famiglie più “ristrette” possono aggiudicarsi una vacanza: “Gargano Ok” ogni giorno della manifestazione sorteggerà una famiglia tra quelle in visita al loro stand che partirà per una settimana gratis in una delle strutture consorziate a Rodi Garganico.Children’s Tour è organizzata col Patrocinio della Regione Emilia Romagna della Provincia, del Comune e Camera di Commercio di Modena, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna,

Orari per il pubblico: venerdì dalle 9 alle 19.00, giovedì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00. Il biglietto intero costa 10 euro, il ridotto 7 euro (bambini 7-14 anni); gratuito da 0 a 6 anni.Infoline: studio lobo, tel. 0522/631042

Federparchi, Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna, CONI, CSI, UISP e Ascom ConfCommercio di Modena. Sponsor della manifestazione sono Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Nissan, Conad Leclerc; il Salone è realizzato con la collaborazione di Valtur, Huggies, Nikon, RadioBruno, Mondoparchi, FIMSS (Federazione Italiana Musher Sleddog Sport), Modenatur, ApplePress, World Child, Scuola di Pallavolo Anderlini.

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Non si vive di soli ricordi…

questo il claim della 18 edizione di Eurochocolate 2011

a cura di Roberta D’Ancona

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Il 12 Ottobre scorso, a Perugia, il cioccolato è stato come ogni anno protagonista di Eurochocolate. Quest’anno il claim della manifestazione, giunta alla diciottesima edizione, è stato “Non si vive di soli ricordi” e si è trattato di un’edizione ricchissima di novità interessanti e di tanti appuntamenti al sapore di cioccolato che sicuramente saranno ricordati dai visitatori.“In questi diciotto anni -spiega Eugenio Guarducci, fondatore e attuale Presidente di Eurochocolate - non ci siamo mai fermati a “vivere di ricordi”, ma, anzi, da ogni esperienza siamo partiti per andare avanti e crescere. Possiamo dire che quest’anno Eurochocolate raggiunge la piena maturità, ma continueremo a lavorare per offrire sempre stimoli nuovi e attività diverse e interessanti”.La ChocoCard, al costo di 6,00 euro ha dato ai possessori l’opportunità di usufruire di golosi omaggi da ritirare subito e sconti sull’acquisto di prodotti tra gli stand della manifestazione oppure negli esercizi pubblici della città aderenti all’iniziativa.Visto il claim scelto. l’immagine che ha rappresentato l’edizione 2011 è stata una cornice porta-foto di cioccolato, interamente commestibile realizzata da Costruttori di Dolcezze, il brand di Eurochocolate che firma prodotti al cioccolato e oggetti-regalo innovativi e moderni. Tra gli altri gadget, molto carina anche la Choco Lamp, la lampada cioccolatosa anch’essa firmata Eurochocolate.I visitatori hanno avuto modo di acquistare questi simpatici gadget nel ricco Chocolate Show, lo spazio commerciale con la più vasta offerta di prodotti al cioccolato o ad esso ispirati, italiani e stranieri, artigianali e non, che quest’anno ha dedicato un’ area al gluten free firmata da AIC Umbria.Bellissime le Sculture di cioccolato. Realizzate live da abili scultori che, con creatività e passione, hanno trasformato i blocchi di cioccolato fondente di un metro cubo in originali quanto golose opere d’arte ispirate al tema Non si vive di soli ricordi.Ad Eurochocolate, le più importanti aziende dolciarie hanno fatto conoscere e assaggiare nuovi e golosi prodotti al cioccolato. In questa cornice hanno debuttato il Gold Bear di Lindt, dolcissima sorpresa che anticipa il Natale, il Bacio Bianco Perugina che ha fatto bella mostra di sé nella gigantesca scatola esposta in Piazza IV Novembre, l’imperdibile Barretta Pan di Stelle, le tre nuove Tavolette Milka protagoniste in altrettanti “tunnel” ricchi di animazione, la nuovissima e fresca Crema al Cioccolato Philadelphia con Milka, l’attesissima gamma di succhi Fruttycao di Yoga pronti per il palato dei più piccoli fans di Eurochocolate e, infine, le golosissime Ciocco Ciliegie e il nuovo Chococioc Zero Fabbri.A Dolcidee.it, la community web dedicata a chi ha la passione per i dolci, in collaborazione con Cameo e Paneangeli, è spettato il compito di dare al pubblico tante dolci idee appunto per fare a casa ottimi dolci per ogni occasione. Un maestro pasticcere ha realizzato in diretta torte e pasticcini svelando i

trucchi del mestiere a un pubblico di appassionati.Insomma, come sempre, Eurochocolate si è rivelato un evento carico di energia anche grazie a un ricco calendario di degustazioni guidate per adulti, in compagnia di esperti e produttori che hanno illustrato tutto il piacere del cioccolato, da solo e in abbinamenti “vietati ai minori di 18 anni” con le migliori grappe italiane, che da quest’anno saranno protagoniste esclusive anche all’interno del Chocolate Show dell’area Grappa e Cioccolato.Molti anche gli appuntamenti riservati ai più piccoli, dai laboratori ludico-didattici ai corsi per pasticceri in erba,firmati da Emi, gruppo leader nella GDO.La Casa del Cioccolato PeruginaIn occasione di Eurochocolate, la Casa del Cioccolato Perugina ha proposto ai suoi visitatori un’esperienza unica e coinvolgente che ha previsto (a S.Sisto, 5 km da Perugia) la visita del Museo Storico Perugina e della Fabbrica dei Baci, la degustazione delle prelibatezze Perugina e le dimostrazioni live dei Maestri Cioccolatieri della Scuola del Cioccolato Perugina.Quello tra Perugia e la Perugina è un connubio che inizia nel 1907 e che si è tradotto in una promozione costante del territorio. Perugina rappresenta la realtà economica più importante e conosciuta dalla Regione. Non a caso stabilimento e marchio sono stati in più di un’occasione sponsor e partner di eventi significativi che coinvolgono cuore e radici della città e dell’azienda: manifestazioni, tradizioni, iniziative ludiche.La Casa del cioccolato Perugina è nata dall’unione del Museo storico e Scuola del cioccolato perugina. Una realtà poliedrica per diffondere la cultura del cioccolato e una straordinaria storia di azienda di cui arte, passione, italianità e originalità rappresentano da sempre i valori chiave.“Il solo mezzo per liberarsi dalla tentazioni è ced-erle” diceva Oscar Wilde riferendosi al cioccolato.E’ proprio vero, nessuno riesce a resistergli specie se ci si trova all’interno di un luogo dove a guidarti sono gli intensi profumi del cacao e appena arrivati si è accolti da una tavola ricca di cioccolata di ogni tipo.Questo è quello che succede se si visita la Casa del cioccolato della Perugina a San Sisto. Camminando in questo luogo si ha la sensazione di sfogliare un ricco album illustrato fatto da imperatori e regine, vescovi e mercanti, papi e libertini, esploratori e cuochi pasticcioni, cardinali golosi, sperimentatori geniali, ognuno dei quali ha segnato l’incredibile storia del cioccolato.Al centro della Sala si trova un’esposizione di mac-chinari di produzione e di confezioni Perugina dal 1907 ad oggi. Completano il percorso 3 postazioni audiovisive: un filmato tecnico sulla lavorazione del cioccolato; filmati di repertorio anni Trenta e Cinquanta sulla vita aziendale; la rèclame italiana: una raccolta di spot dal carosello del 1957 alla mod-erna comunicazione pubblicitaria.

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Il Museo Storico PeruginaLa visita al Museo è un’esperienza davvero da non perdere. E’ nato nel 1997, nel 90^ anniversario della fondazione dell’Azienda, come derivazione dell’ampio Archivio Storico Buitoni Perugina, istituito negli anni Settanta sulla base di un Concorso rivolto alle Aziende che avessero saputo rappresentare l’immagine itali-ana nel mondo. Perugina, con il Bacio, si aggiudicò questo titolo. L’ampia raccolta di materiale fu organizzata in forma di Archivio, oggi sotto la tutela della Soprintendenza dei Beni Culturali.Il Museo Storico Perugina è visitato ogni anno, da circa 60.000 visitatori. All’ingresso si viene accolti da una ricca degustazione di cioccolata di ogni tipo.Il percorso del Museo Storico Perugina è suddiviso in 4 sezioni: “Dal cacao al Cioccolato”; “Una storia di impresa”; “Prodotti e Reti di vendita”; “La Comunicazione”.I filmati di repertorio ripercorrono l’interessantissima storia della Perugina nata il 30 novembre 1907 nella Perugia antica grazie a Francesco Buitoni, Annibale Spagnoli, Leone Ascoli e Francesco Andreani, i quali costituirono la “Società Perugina per la fabbricazione dei confetti. Ma il successo di Perugina è dovuto princi-palmente all’estro tecnico di Luisa Spagnoli, moglie di Annibale, ed al talento imprenditoriale del diciottenne Giovanni Buitoni, cui il padre Francesco affidò l’Azienda ad appena un anno dalla sua fondazione

La Scuola del cioccolatoUn’ampia vetrata divide il Museo storico dalla Scuola del cioccolato, una grande sala dotata di quattordici postazioni complete della strumentazione necessaria alla lavorazione di questo nobile alimento, cosicchè ogni partecipante ai corsi può realizzare con le proprie mani dei piccoli capolavori di bellezza e di bontà.La Scuola è un luogo dove trascorrere piacevoli momenti alla scoperta del cioccolato, dalle origini e dalle materie prime al prodotto finito. Qui si può imparare l’arte della lavorazione del cioccolato, educando il palato a riconoscere le diverse essenze e dedicarsi alla creazione di raffinate delizie grazie all’esperienza dei mae-stri della Scuola del Cioccolato che insegnano ai partecipanti a realizzare le loro creazioni con le tecniche e i segreti che dal 1907 Perugina applica ai suoi prodotti.I corsi oltre che a Perugia si tengono anche presso le prestigiose Città del Gusto del Gambero Rosso di Roma e Napoli in modo da consentire a sempre più curiosi ed appassionati di avvicinarsi al meraviglioso mondo del cioccolato.Ad accogliere i partecipanti ai corsi ci sono dei professionisti, maestri cioccolatieri che accolgono di volta in volta adulti, bambini o ragazzi. I corsi, infatti, spaziano dai classici su “Latte e Nero”, ai corsi per le feste come Natale e Pasqua, a quelli per i più piccoli come il Minituffo nel cioccolato

Gift shop PeruginaLa visita alla Casa del Cioccolato si conclude con il Gift Shop Perugina, il negozio annesso in cui si può trovare una grande varietà di prodotti Perugina. Dai mitici Baci Perugina, con le loro tantissime confezioni, adatte a tutte le occasioni, alla varietà dei piaceri del fondente di Nero Perugina: sottili ed eleganti Sfoglie, cioccolatini dal guscio croccante e morbida crema nera.Da Baci in Rosso, un appassionante incontro tra cioccolato fondente e ciliegia con un cremoso ripieno al liquore, alle esclusive Collezioni Perugina, create per farti trasportare in un viaggio alla scoperta dell’arte del gusto. E poi, tantissime diverse tipologie di cioccolatini sfusi: dalle mitiche Banane, ai golosi Cremini, ai Gianduiotti, ai Tre Re, al famosissimo Grifo.Ed ancora tutte le confezioni esclusive Casa del Cioccolato, a edizione limitata o dedicate alle ricorrenze ed occasioni speciali

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COSA NON DOVETE ASSOLUTAMENTE PERDERE

DURANTE LA VISITA A PERUGIA

Dalla Galleria Nazionale al Pozzo Etrusco, dall’Oratorio di San Bernardino al Corso Vannucci, Perugia è un piccolo gioiello che svela ogni suo particolare passeggiando per le stradine del centro storico. Ecco cosa non potete assolutamente perdervi.

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Percorrendo Piazza IV Novembre ci si imbatte in questa splendida Fontana che simboleggia la Perugia medievale. Costruita su disegno di Nicola e Giovanni Pisano, la Fontana Maggiore aveva come scopo quello di ricevere le acque provenienti dall’Acquedotto del Monte Pacciano. Dopo i vari restauri, oggi è possibile ammirarla in tutto il suo originario splendore. La fontana si trova su una gradinata circolare, costituita da due vasche di pietra rosa e bianca, sormontate da una conca di bronzo. Alla fondazione mitica della città si ricollegano le statue che si elevano dalle colonnine sulle quali poggia la vasca superiore; la vasca inferiore, invece, è decorata con cinquanta formelle che raffigurano il calendario dei lavori agricoli, alcuni episodi biblici, storici e mitologici, i due simboli della città (il grifo), del partito guelfo (il leone) e dell’impero (l’aquila).

1. LA FONTANA MAGGIORE

Sulla Fontana Maggiore si affaccia la fiancata laterale della cattedrale di San Lorenzo, uno dei Santi patroni della città. La facciata principale, invece, si affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale barocco del 1729. L’interno, di impronta tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona. Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo Capitolare, sede di importanti opere d’arte.

2. LA CATTEDRALE DI SAN LORENZO

Rimarrete senz’altro affascinati dagli ambienti della Rocca Pao-lina, una fortezza fatta costruire da Papa Paolo III e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. La Rocca venne fatta costru-ire per rendere la città sicura (dopo il Sacco di Roma) e pensate che per costruirla si rese necessaria la distruzione di più di 100 case, di monasteri e chiese appartenenti alla famiglia Baglioni, malvista dal Papa. Nel 1860, a seguito dell’annessione al regno d’Italia, la rocca venne abbattuta e oggi si possono ammirare solo un tratto delle mura di sostegno e il bastione che incorpo-ra Porta Marzia. Particolarmente suggestivi sono i sotterranei, ai quali si accede attraverso le scale mobili che dal parcheggio di Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato lat-erale del Palazzo del Governo e arrivano in Piazza Italia. Questi sotterranei sono in parte adibiti a negozi, boutique, bookshoop e in questi spazi vengono spesso organizzati interessanti eventi culturali

3. LA ROCCA PAOLINA

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Perugia vanta tantissime specialità alimentari, prima fra tutte il cioccolato. Proprio al centro, si trova il negozio della Perugina, una tappa obbligata per tutti gli amanti del cioccolato. Ne potrete trovare per tutti i gusti e nelle forme più insolite.La città, poi, è ricchissima di prodotti gastronomici: prosciutti, salumi, carni, formaggi rendono la cucina perugina di eccellente qualità. Nei ristoranti, tra i piatti tradizionali, potrete assaporare la “faraona alla leccarda” (condita con una salsa a base di fegatini di pollo, odori e vino bianco), la “torta al testo” (una schiacciata di farina, acqua e olio d’oliva) e varie ricette il cui condimento principale è il tartufo. Dai crostini a base di tartufo nero, ai crostini alla norcina, a base di acciughe fegatini di pollo ed, ovviamente, tartufo, fino ai crostini di fegatini di pollo, a base di fegatini, capperi ed una spruzzata di limone, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta.I primi piatti la fanno da padrone: basti pensare agli strangozzi al tartufo nero o agli umbrichelli in salsa di Trasimeno, a base di filetto di persico, scalogno, aglio e peperoncino, alle pappardelle alla lepre, alle minestre come la zuppa di ceci e castagne che meritano senza dubbio l’assaggio. Tra i secondi non potete non provare la gallina ubriaca al buon vino di Orvieto, la testina di agnello al forno, il colombaccio selvatico allo spiedo. Tantissimi anche i pani tipici e i dolci come la pinoccata, il torcolo (una ciambella con uvetta e canditi) ed altri realizzati prevalentemente a base di mandorle, spezie e canditi, come il panpepato, preparato nel periodo natalizio; la ciaramicola, tipico dolce pasquale di Perugia; la rocciata di Assisi, che prende il nome dalla forma, la parola roccia in dialetto locale significa tonda, è una ricetta tipica di Assisi ma anche delle città di Foligno e Spoleto; le frittelle di San Giuseppe, un dolce tipico orvietano che vengono preparate il 19 marzo in ricorrenza del Santo.Numerose sagre ed eventi dedicati al vino si alternano durante il corso dell’anno e rendono la visita alla città ancora più interessante. Tra le manifestazioni eno-gastronomiche di maggior pregio, ricordiamo ad esempio “Orvieto con gusto”, che si svolge ogni anno nel mese di ottobre. L’evento nasce nella suggestiva cittadina umbra nel 1997, in occasione del II Congresso mondiale di Slow Food.Obiettivo primario della manifestazione è quello di favorire la conoscenza delle antiche tradizioni alimentari, dei prodotti tipici regionali, dei sapori e dei profumi di un tempo, valorizzando al massimo l’artigianato agroalimentare di qualità.

4. IL CIOCCOLATO E LE SPECIALITA’ ALIMENTARI

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Venezia come non l’avete mai vista a cura di Paolo Ercolani

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Venezia è una città capace di regalare emozioni fortissime, purtroppo ovattate dalla massa turistica nelle stagioni di maggior affluenza. Ma passeggiare per le sue vie in autunno, magari anche sotto qualche goccia di pioggia, crea delle emozioni in grado di mozzare il fiato e di far innamonare anche chi romantico non è.

Per arrivare in città, un’imbarcazione ha tagliato la nebbia e la foschia della mattina, mentre rapito guardavo fuori dal finestrino bagnato. Sceso alla giusta fermata, inizio a camminare per le strade di Venezia e la magia muta e si svolge nelle calli luccicanti e silenziose.Passo da un ponte all’altro, osservando l’acqua del canale sottostante solcata dalla pioggia e vedo in lontananza uno dei gondolieri che è di servizio nonostante la stagione. Si muove lentamente ed i suoi clienti sono tanto attoniti quanto rari.Le gondole sono tutte posteggiate in una grande piazza e coprono interamente lo spazio d’acqua sottostante. I teli che le coprono gentilmente lasciano fuoriuscire un remo o uno stemma, ed è bellissimo vederli. Il riposo delle imbarcazioni attese da una stagione davvero affollata, come sempre.Si gira per i negozi e la gente è rilassata. Le luci accese brillano sui pavimenti bagnati e l’aria è meravigliosamente fresca e pulita. D’un tratto finisco in una piazza, al centro c’è un tipico pozzo. Di tutte le volte che sono stato qui, mai ho potuto ammirarlo e rimirarlo come in questa occasione, perché mai ero capitato qui da solo, senza altri turisti.Perso per i miei pensieri giro a caso, quasi come se conoscessi questa città a menadito, cosa che invece non è assolutamente, e finisco in piazza San Marco. Ci sono le passerelle che permettono ai pochi turisti ed agli abitanti di attraversare gli ancora pochi centimetri d’acqua. La basilica bellissima si specchia in terra con vanità, mentre le persone si aggirano come fantasmi, magari corrono all’appuntamento con il vaporetto che deve portarli a destinazione. Solo allora mi rendo conto di trovarmi in mezzo alla gente che vive qui ogni giorno: casilinghe, impiegati, studenti. La gente che viene qui a studiare, la gente che torna qui per andare a casa.Le ombre e i lampioni quasi si confondono agli occhi, mentre mi reco verso il ponte dei sospiri, da dove posso ammirare le splendide isole, ma anche le gondole, di nuovo, parcheggiate ordinatamente e legate ai pali che escono dall’acqua.

Ammiro per un po’ il panorama e guardo la gente

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che passa di qui, mentre ascolto la musica che proviene da qui vicino, dove stanno girando un film. E mentre riprendo il mio cammino casuale, le note di Vivaldi mi accompagnano.Riesco a mangiare un panino facendo solo pochi minuti di fila e questo mi sembra talmente strano da essere quasi irreale, perché in piena stagione le file sono lunghissime. Seduto al tavolo, guardo fuori della finestra e continuo ad osservare la gente che passa e che vive la città come ogni giorno e come in alta stagione diventa impossibile. Sto dalla loro parte, depredati della loro città da turisti invadenti e chiassosi, spesso anche maleducati, al punto che diventa complicato anche andare a fare la spesa. Ma in autunno, la città si illuminano e i veneziani se ne impossessano nuovamente.Giungo a Rialto ed il ponte è tutto illuminato. Guado le maschere nelle vetrine ed i bambini che giocano tra loro. C’è gente qui, pochi turisti e sicuramente molti del posto usciti a fare una passeggiata. Scendo le scale dopo aver osservato il canale e riparto alla volta del mio vaporetto che mi riporterà da dove sono venuto. Mi godo ancora un po’ la meraviglia di questa città, le emozioni un po’ malinconiche, ma uniche che oggi mi ha donato.

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C’è una Venezia misteriosa ed esoterica, sconosciuta alla maggior parte dei visitatori. A partire dal bellissimo edificio CA’ Dario che pare non portare buona fortuna a chi ci abita, destinato a finire in miseria, a morirci o entrambe le cose. Testimone nei secoli di misteriose morti e numerosi suicidi, anche in tempi recinti.Palazzo Contarini dal Zaffo ospita il Casino degli spiriti, una piccola depandance nominata non certo casualmente in onore delle numerose anime perdute che sembrano ritrovarsi periodicamente qui.Sono numerosi anche gli spettri avvistati in mare, come quello di una bambina che morì nel 1904 quando la gondola sulla quale viaggiava venne urtata da un’altra imbarcazione, nel canal Grande, vicino Rialto. Questo spirito viene visto chiuso in una bara e nei giorni di nebbia.Anche scheletri e mummie possono essere avvistati, come quello di un vecchio usuraio che gira per la città o quello di un campanaro che chiede l’elemosina per ricomprare le sue ossa.

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Baite Aperte in val Bartolo Il 28 agosto 2011 si è svolta la manifestazione Baite Aperte in Val Bartolo a Camporosso di Tarvisio (UD).Un paio di ore in cammino tra monti e ruscelli, una stra-da comoda, percorribile anche in bicicletta e con i bimbi al seguito.All’arrivo in Val Bartolo ci si è rivelato un paesaggio incan-tato, una valle profumata di erba appena tagliata, nell’aria una musica di festa, tutt’intorno tavolate di persone allegre e festose, gomito a gomito con chi non si era mai visto pri-ma.I boschi circostanti ci hanno accolto in un caldo abbraccio ed i gestori delle baite hanno contribuito a rendere speciale questa giornata deliziando il nostro palato con piatti dal gusto inimitabile dell’antica tradizione friulana.Qualche esempio: canederli, frico e polenta, gnocchi di pane, zuppa di porcini in ciotola di pane, gnocchi di susine, cervo con polenta, formaggio montasio stagionato nel fieno e pas-sato alla piastra, gulashsuppe, frittata dolce dell’imperatore con composta di mirtillo rosso.Sicuramente il ricordo dell’aspetto culinario della manifes-tazione è vivace, gusto ancora quei sapori e quei profumi così definiti, salutari, ricchi.Ma c’è un altro aspetto della passeggiata in Val Bartolo che affiora tra i miei pensieri, ed è di certo il più piacevole: una lunga passeggiata tra persone che amano e rispettano la natura e con essa il luogo in cui vivono o che visitano. Non ho contato lungo il cammino un mozzicone di sigaretta, una carta, una bottiglia di birra o di plastica, un sacchetto, nulla. Pulito chiama pulito.Segno inevitabile che possiamo trovare senso civico negli angoli sperduti del nostro paese, e che per i meno rispettosi dell’ambiente sicuramente è più difficile buttare una carta dove tutto è pulito ma doveroso farlo dove tutto è sporco.Insomma, tornerò in Val Bartolo l’anno prossimo per rinfran-care il palato, la vista, l’amore per l’ambiente e per godere della natura e delle antiche tradizioni friulane.

a cura di Silvia Talesco

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Il 28 agosto 2011 si è svolta la manifestazione Baite Aperte in Val Bartolo a Camporosso di Tarvisio (UD).Un paio di ore in cammino tra monti e ruscelli, una stra-da comoda, percorribile anche in bicicletta e con i bimbi al seguito.All’arrivo in Val Bartolo ci si è rivelato un paesaggio incan-tato, una valle profumata di erba appena tagliata, nell’aria una musica di festa, tutt’intorno tavolate di persone allegre e festose, gomito a gomito con chi non si era mai visto pri-ma.I boschi circostanti ci hanno accolto in un caldo abbraccio ed i gestori delle baite hanno contribuito a rendere speciale questa giornata deliziando il nostro palato con piatti dal gusto inimitabile dell’antica tradizione friulana.Qualche esempio: canederli, frico e polenta, gnocchi di pane, zuppa di porcini in ciotola di pane, gnocchi di susine, cervo con polenta, formaggio montasio stagionato nel fieno e pas-sato alla piastra, gulashsuppe, frittata dolce dell’imperatore con composta di mirtillo rosso.Sicuramente il ricordo dell’aspetto culinario della manifes-tazione è vivace, gusto ancora quei sapori e quei profumi così definiti, salutari, ricchi.Ma c’è un altro aspetto della passeggiata in Val Bartolo che affiora tra i miei pensieri, ed è di certo il più piacevole: una lunga passeggiata tra persone che amano e rispettano la natura e con essa il luogo in cui vivono o che visitano. Non ho contato lungo il cammino un mozzicone di sigaretta, una carta, una bottiglia di birra o di plastica, un sacchetto, nulla. Pulito chiama pulito.Segno inevitabile che possiamo trovare senso civico negli angoli sperduti del nostro paese, e che per i meno rispettosi dell’ambiente sicuramente è più difficile buttare una carta dove tutto è pulito ma doveroso farlo dove tutto è sporco.Insomma, tornerò in Val Bartolo l’anno prossimo per rinfran-care il palato, la vista, l’amore per l’ambiente e per godere della natura e delle antiche tradizioni friulane.

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Nati per caso e diventati realtà per i bam-bini: ecco cos’è Vacanze Aperto per Ferie, associazione nata il 9 settembre 2009.“Descrivere chi siamo e cosa facciamo- spiega Fabio Dieni- è un impresa davvero ardua, soprattutto perché non esiste la traduzione alle emozioni che viviamo ad ogni nostro raduno o evento organizzato. Un piccolo gruppo di amici mosso dal piacere dell’abitar viaggiando assieme alle proprie famiglie, ha deciso di dare un’immagine ai propri sogni, alle prop-rie iniziative. E’ stato subito una festa … ed uscita dopo uscita le famiglie si sono avvicinate sempre di più alla nostra re-altà. Abbiamo deciso di specializzarci, di contare solo sulle famiglie, in modo da dare un obiettivo comune agli avveni-menti. La nostra mission è far divertire i nostri piccoli: quando loro stanno bene anche i loro genitori possono godere a pieno la vacanza. Chi di noi non ricorda la nascita dei Family Hotel, strutture votate alle esigenze ed allo stare bene delle famiglie con bimbi al seguito? Noi ci proponiamo come Families in Camp-er, dove le famiglie e soprattutto i loro bimbi interagiscono con il territorio ospi-tante, attraverso il gioco didattico che gli permette di conoscere luoghi, costumi, tradizioni gusti e sapori di altri tempi”.Visite guidate in costume nelle regge, cacce al tesoro allo scoperta dei monu-menti di città d’arte, doppiaggio di cartoni animati per capirne i suoni, realizzazione di un foglio carta in cartaria, pigiatura dell’uva a piedi nudi sono solo alcuni dei momenti di svago organizzati nell’ambito dell’associazione.“Tanta ludicità, giochi, animazione e di-vertimento…. Questa è l’essenza di Va-canze Aperto per Ferie, questo è quello che noi proponiamo- ci racconta Fabio”.Vacanze Aperto per ferie, è l’associazione dei piccoli camperisti del futuro.

Vacanze Aperto per Feriemete e luoghi a misura di bambini

a cura di Roberta D’Ancona

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Ecco per voi i prossimi appuntamenti in programma:

HALLOWEEN : Dolcetti o Scherzetti tra Misteri e Sapori

Venerdì 28 Ottobre: Arrivo dei partecipanti presso il punto di sosta riservato e pernottamento.Sabato 29 Ottobre: Al mattino sarete ospiti di un caseificio dove vedrete la produzione del parmigiano reggiano e tutto il procedimento fino alla sua distribuzione. Degustazione e possibilità di acquisto del parmiggiano presso lo spaccio aziendale. Pranzo libero. Dopo pranzo ci si sposterà verso il comune di Langhirano. Si passeggerà assieme alla scoperta del Borgo. Cena e pernottamento nel parcheggio riservato.Domenica 30 Ottobre: Al mattino verrete guidati attraverso una visita del museo del prosciutto di Parma, dove le famiglie conosceranno gli aspetti salienti di questo prodotto che tutto il mondo ci invidia. Il Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma propone un percorso che consente di ricostruire il processo di produzione, dal suino ai salumi, dei pregevoli prodotti dell’arte salumaria parmense. Alla fine della visita degustazione del prosciutto e possibilità di acquisto presso spacci aziendali. Pranzo libero. Nel pomeriggio trasferimento presso l’area di sosta di Fontanellato con camper service. Nel pomeriggio verrete inghiottiti dal Castello per vivere un emozionante pomeriggio. I bimbi potranno trascorrere un fantasmagorico pomeriggio in Rocca Sanvitale, entrando nel magico e pauroso mondo delle Fiabe, in versione “gotica”: di sala in sala, siete pronti a tentare di sconfiggere il lupo cattivo, a fuggire dalla Strega che vorrebbe mangiare Hansel e Gretel, a fare un incantesimo sulla perfida Malefica, a lanciare un raggio di luce bianca sul vampiro o a chiedere l’alleanza di folletti e Umpa Lumpa che amano il cioccolato? Le stanze del Castello celano passaggi segreti, musiche incantate e prove da superare. Farete strani incontri in cui streghe, scheletri, diavoletti e indovini si aggirano muniti di lanterne e campanelli. La visita guidata con animazione alla Rocca Sanvitale di Fontanellato nella Festa di Halloween vi porterà all’interno delle più belle fiabe che avete letto o visto al cinema, rivisitandole in chiave gotica: ritroverete i classici di Andersen, Grimm, Perrault fino a Tim Burton e Walt Disney. Tutti in costume e raccomandazione: attenti alle mele avvelenate e non accettate caramelle dagli sconosciuti… Ricordate che in quelle notti tutto può accadere…. “Dolcetto o scherzetto” ? Rientro in camper, cena libera e pernottamento.Lunedì 31 ottobre: Al mattino tutti assieme per rivivere delle esperienze medievali.LA PASSEGGIATA DEL CONTE: Accompagnati da un operatore didattico, i ragazzi percorrono le vie e vicoli del centro storico di Fontanellato scoprendo la storia e le caratteristiche dei monumenti che saranno accessibili per noi in occasione di Halloween. Pranzo e pomeriggio libero per attività personali. Nel tardo pomeriggio serata dedicata ad Halloween: Ghotic Halloween: Il lupo cattivo è un licantropo. La vittima innocente nasconde un inquietante segreto. Le stanze del Castello celano mondi rovesciati dove non c’è mai il lieto fine. Vi ricordate le fiabe della buonanotte che vi facevano addormentare da bambini? Proprio quelle: ora vi terranno svegli, perché il mondo non è incantato come sembra. Gli specchi riflettono sortilegi misteriosi. Le ninne nanne diventano i carillon degli assassini. Cena facolativa tipica per l’avvenimento :Focacce Rustiche, Erbazzone, Quiche alle verdure, Pizze farcite e non per tutti i gusti Sfogliatine croccanti ***** La selezione dei Salumi, Prosciutto crudo di Parma, Antiche Cantine Luppi, Salame di Felino stagionato, Coppa Piacentina IGP, Fiocco di Spalla, Spalla cotta di San Secondo. Il pane bianco e nero, riccioli di burro e salsine ***** Il tagliere dei formaggi italiani con salsine mostarde e frutta mista. Il pane all’uva ***** Pennette al ragù rustico e dadolata di zucca, Cous Cous alle verdurine profumate. Dal pentolone della strega Zuppetta di farro e zucca e crema ai formaggi ***** Torte caserecce, crepes farcite e frutta fresca, Lambrusco e Malvasia Colli di Parma, Succhi e bibite analcolicheRientro in camper e pernottamento.Domenica 1 Novembre: Trasferimento a Collecchio per la visita a chiusura del giro immerso nella paura e nella gastronomia locale: il museo del pomodoro. Il museo ripercorre le vicende storiche del pomodoro, ne segue le tecniche di coltivazione, propone la ricostruzione di una antica fabbrica delle conserve, con macchinari d’epoca. Pranzo libero sul posto. Nel pomeriggio saluti in compagnia di una tazza di te e biscotti.

Vacanze Aperto per Feriemete e luoghi a misura di bambini

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La quota di partecipazione comprende: Sosta per tutta la durata del programma, Camper service a Fontanellato, Ingresso al caseificio del parmigiano e degustazione, passeggiata accompagnata per Langhirano, ingresso al museo del prosciutto, guida al museo del prosciutto, degustazione aperitivo prosciutto, sosta presso Area attrezzata di Fontanellato, attività del 30 ottobre con fiabe al castello, attività guidata per Fontanellato del 31 ottobre mattina, attività Halloween al castello di Fontanellato del 31 ottobre, ingresso e guida al museo del pomodoro, servizio di accompagnatori.La quota di partecipazione non comprende: trasferimenti in camper, pedaggi autostradali, cena del 31 ottobre, quanto espresso come libero e facoltativo, extra di carattere personale.

Quota Camper: 15,00 Euro Quota Adulti: 45,00 Euro Quota bimbi 6 – 12 : 36,00 Euro Quota bimbi 4-5 : 27,00 Euro Bimbi min. 4 anni Gratis

Cena Facoltativa Adulti Euro 25,00 Bimbi Euro 10,00 bimbi inf. 4 anni gratis

Se volete conoscere i prossimi interessanti appuntamenti incontrati dall’Associazione non vi resta che seguirici. Vacanze Aperto per Ferie ha in programma degli eventi natalizi veramente interessanti.

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La Basilica di Santa Croce a Lecce tra sacro e profano: il barocco

A cura di Silvia Talesco

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La Basilica di Santa Croce a Lecce tra sacro e profano: il barocco

A cura di Silvia Talesco

Lecce, tra le mete turistiche preferite dell’estate appena trascorsa, ospita tra le sue mura strutture architettoniche risalenti all’epoca di quel famoso barocco che nell’Italia meridionale ha assunto caratteristiche uniche ed originali. Ed è

proprio una tra le più apprezzate Chiese del cosiddetto barocco leccese fonte di ispirazione filosofica e teologica tra il sacro ed il profano : la Basilica di Santa Croce.Passeggiando tra le stradine del centro storico, accanto al Palazzo dei Celestini, oggi palazzo di Governo, si erge maestosa Santa Croce con il suo tipico rosone ammirato in una nota pubblicità istituzionale. A primo acchito stupisce l’esuberanza dei decori della facciata e, nonostante la ricchezza di particolari, l’insieme risulta armonico e piacevole alla vista.Prima di iniziare questo breve viaggio alla scoperta della Basilica è bene dedicare una nota al fenomeno del barocco leccese: sviluppatosi nella seconda metà del Cinquecento nell’Italia meridionale, trovò nella città salentina terreno fertile grazie all’estro di diversi “maestri scultori e architetti” che ne incrementarono la notorietà lasciandoci il patrimonio artistico che ancora oggi apprezziamo. Il barocco leccese venne chiaramente influenzato all’architettura spagnola, e non dal barocco romano, da ciò l’estrosità e la ricchezza dei decori e l’intraprendenza degli artisti nell’accostare a figure sacre rappresentazioni concettuali del mondo profano.La dovizia di particolari decorativi degli elementi di facciata, gli ornamenti plastici e l’uso di un materiale da costruzione particolarmente duttile, la tenera pietra locale (pietra leccese), costituiscono senza dubbio elementi distintivi di questo barocco. Il colore della pietra è caldo e dorato e la sua morbidezza consentì agli scultori di esprimere al meglio la propria creatività con estrose invenzioni visibili su colonne, cornici, mascheroni, putti, cariatidi, vasi. Questo stile, dunque, così vicino all’architettura spagnola si può ammirare, anche se con toni più semplici, nella facciata della chiesa dei SS Pietro e Paolo a Galatina (1633) oltre che, con toni più decisi, nella Basilica di Santa Croce a Lecce.Dietro l’operato degli artisti che hanno scolpito la facciata di Santa Croce c’è sicuramente la politica urbanistica “illuminata” e lungimirante dei vescovi che si sono succeduti nel corso dei secoli: il Loffredo (XVI sec.) il Pappacoda (XVII sec.) ed il Carafa (XVIII sec.). Questi Vescovi hanno contribuito ad arricchire il progetto urbano con meravigliose Chiese da cui deriva la consuetudine di definire Lecce “città Chiesa”.Abili maestranze sono state guidate e formate da architetti per decorare le facciate delle Chiese interpretando il messaggio teologico pur senza porre freni alla creatività e con un accenno alla vita di tutti i giorni ovvero alla necessità di cibo e abbondanza.La costruzione della Basilica risale al 1548 e la prima consegna al 1582, si noti che ne venne abbattuta la precedente edificazione su volere di Carlo V, intorno al 1540, il quale si preoccupò principalmente di fortificare le mura di cinta ed il castello della città. Solo successivamente venne disposta la costruzione del monastero per i padri Celestini e della adiacente Basilica di Santa Croce. L’elemento e l’ispirazione teologica vennero curati e seguiti dai padri Celestini e Domenicani, fonte preziosa di spunti per le decorazioni. Un esempio su tutti: la balaustra poggia su dodici mensole a forma di cavalli, aquile, draghi e lupi e su di essa vennero posti dodici angeli a rappresentazione del trionfo della Chiesa sugli infedeli, la forza della fede si rivela come elemento di fortificazione reale per i fedeli e di monito per gli infedeli. D’altronde siamo negli anni delle battaglie contro i turchi (battaglia di Lepanto 1571).Per le vie brevi, la facciata può essere divisa in tre parti: la parte inferiore, che va dalla scalinata alla balaustra, è opera dell’estro artistico dello scultore nonché architetto Gabriele Ricciardi (1548), ricca di colonne, ornati e finestre circolari. Questa prima sezione fu terminata nel 1582 e vide l’aggiunta posticcia di un leggero protiro (ovvero un piccolo portico a protezione dell’ingresso) nel 1606 non ad opera del Ricciardi.In seguito, per rendere più maestoso il tempio, i Padri Celestini pensarono di arricchirlo con una seconda parte, dalla balaustra al cornicione (1646), e con una terza parte dal cornicione in su. Non è dato sapere con precisione il nome di tutti gli scultori che parteciparono ai lavori, ma si annoverano per certo Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, autore del fastoso rosone o fastigio, Cesare Penna

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e Francesco Antonio Zimbalo. In particolare allo Zingarello si attribuiscono anche il Campanile ed il Duomo di Lecce (1658 – 1662) e la Chiesa del Rosario (1691).Tra la prima sezione della facciata e le restanti c’è una palese differenze di stile, nella seconda e nella terza sezione il barocco si fa più evidente, quasi come se i decori, i simboli, le figure di cariatidi zoomorfe cercassero voce nella pietra leccese e si facessero strada in essa. Un barocco che da latente, nella prima sezione, si fa evidente e spudorato nelle successive fino a raggiungere il meraviglioso rosone. Quest’ultimo, profilato da foglie di alloro e bacche, è esaltato dalle colonne corinzie laterali che lo separano dalle nicchie in cui trovano sede le statue di S. Benedetto e di S. Pier Celestino. Le altre statue visibili esternamente sopra la balaustra, poste l’una sul lato sinistro e l’altra sul lato destro, rappresentano rispettivamente la Fede e la Fortezza, ancora una volta si suggella il dominio dei valori cristiani, valori dal volto umano, valori tangibili, quindi vicini all’uomo comune.Qualche accenno all’interno della Basilica: si compone di cinque navate, le due navate esterne furono trasformate in cappelle già nel 1643, mentre le tre navate mediane sono sostenute da due ordini di colonne i cui capitelli portano fregi e decori riconducibili allo stile rinascimentale, abbellite da frutti, fiori, angeli e uccelli al posto della corinzia foglia di acanto. La cupola fu costruita nel 1590 e poggia su quattro eleganti archi, il soffitto è il legno intagliato a cassettoni nella navate centrale mentre nelle navate laterali venne fatto a crociera.Tra le diverse cappelle che caratterizzano l’interno, si noti quella dedicata a Francesco di Paola, 1614, opera di Francesco Antonio Zimbalo e l’altare del Trionfo della Croce firmato da Cesare Penna nel 1639. Nell’accesso al Chiostro del monastero, in prossimità della Cappella di Francesco di Paola, era sita la statua di Maria D’Enghien (contessa si Lecce) distrutta tra il 1816 ed il 1828 nel periodo in cui la Basilica rimase in stato di abbandono e sotto saccheggio.Di certo, la bellezza della Basilica di Santa Croce rapisce l’occhio di chi la osserva e sarebbe prodigioso un riassunto di tutti i dettagli stilistici che la caratterizzano, ma è bene notare quanto l’opera si presti a dissertazioni teologiche e filosofiche in linea con il pensiero contemporaneo proprio perché raccoglie la storia del barocco leccese dalle origini all’apice. Non è possibile tacere il richiamo al profano presente soprattutto nelle sezioni alte della facciata, un richiamo che ben si adatta al suono esuberante della pizzica salentina senza disturbare il messaggio teologico di “Fede e Fortezza”.

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Viaggiare con il Tablet

La tecnologia viaggia veloce, ed è anche difficile stare dietro al progresso e rimanere continuamente aggiornati. I passi in avanti sono da gigante, basti pensare alla trasformazione che hanno subito in trent’anni gli accessori di comune utilizzo, come la televisione. Ai primi degli anni ‘80, il telecomando era davvero un lusso dei più ricchi ed i televisori erano ingombranti, a valvole e spesso in bianco e nero, mentre oggi abbiamo televisori super fini e leggeri e che magari hanno le immagini in 3D.Un viaggiatore degli anni ‘80 partiva con la macchina e la tenda, con il carrello tenda, con la roulotte oppure con i furgoni camperizzati, armato di cartina, stradario e mille guide turistiche. Se trovava dei telefoni pubblici a gettone riusciva a telefonare, altrimenti non si faceva vivo fino al suo rientro. Quando era in viaggio poteva tenere un diario ed appuntare tutto e quando rientrava aspettava impaziente che arrivasse la cartolina e che tutte le fotografie fossero sviluppate.

Ad un certo punto, sono usciti i navigatori GPS (sia per l’automobile, sia per camminare in montagna) e questi hanno sostituito le mappe e lo stradario, il cellulare ha sostiuto la cabina telefonica e ha iniziato ad integrare anche le indicazioni stradali. I computer hanno iniziato ad accompagnarci nei nostri viaggi e le chiavette internet hanno iniziato a darci la possibilità di inviare fotografie dai luoghi che visitavamo quasi in tempo reale.

Oggi la tecnologia sta facendo un ulteriore enorme balzo in avanti, offrendoci dei dispositivi che ne integrano diversi altri al loro interno. I cellulari, ma anche e soprattutto i tablet, sono dei veri e propri computer che ci permettono di navigare su internet, controllare la posta, leggere pdf, cercare articoli; ma anche di scattare fotografie ed inviarle via email, parlare con i nostri amici e familiari in chat, fare delle chiamate audio e video tramite la rete internet.

Questi tablet, tra tutti l’Apple Ipad 2 ed il Samsung Galaxy Tab (i padroni di questo mercato), ci offrono una miriade di applicazioni che coprono quasi ogni campo, da quelli specifici per le fotografie, a

a cura di Paolo Ercolani

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Viaggiare con il Tablet quelli per il navigatore, a quelli per fare di tutto e di più. Ecco allora che andando in giro con il mio Ipad 2 WIFI 3G (che sifignifica, per i profani, che può collegarsi a reti internet senza fili, ma anche navigare tramite la scheda SIM del cellulare) ho la possibilità di avere un navigatore GPS sempre aggiornato per poter studiare i miei itinerari “on the road”. Molti programmi, come skype, mi permettono di fare audio e video chiamate tramite internet, rimanendo sempre in contatto con chi sta a casa. La foto-videocamera non è molto potente sull’ipad (3 megapixel e solo sulla versione 2), mentre il Galaxy ne offre una da 8 megapixel, ci da la possibilità di scattare foto e condividerle immediatamente su facebook o mandarle via email, piuttosto che aggiornare il blog su internet che racconta proprio dei nostri viaggi.Radio e televisione vengono sostituite anch’esse da questo unico apparato ultrapiatto, ma con notevoli performance qualitative. Pertanto, durante il mio viaggio potrò ascoltare la mia radio preferita o i miei mp3, piuttosto che guardare la televisione in tutta comodità. E tutto questo in modo gratuito e legale, visto che i programmi che ci permettono di fare queste cose senza infrangere a legge o scaricare materiale protetto da copyright ce ne sono moltissimi.Anche la radiosveglia viene sostituita dal tablet. E ancora: si possono prendere appunti, giocare, cercare nuove ricette, aggiornare il proprio diario, seguire una dieta, vedere il telegiornale, leggere le notizie, disegnare e molto molto molto altro ancora. E tutto in un unico ultrapiatto e leggerissimo strumento.

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Inseparabile compagno di tanti viaggi in comitiva, strumento in-sostituibile di indubbia utilità e sicurezza, compagno affidabile nei lunghi viaggi. Tutto questo è il CB.CB, acronimo di Citizen Band, è la sigla che contraddistingue gli apparati ricetrasmittenti ad uso veicolare e casalingo in grande voga negli anni '70 e '80, poi caduti in graduale disuso grazie alla diffusione della telefonia cellulare prima e di internet poi.Per estensione, la sigla CB è stata trasferita all'apparato ricetr-asmittente vero e proprio, il "baracchino". In camper il CB è uno strumento essenziale, grazie alla pazienza dei nostri amici coin-quilini della strada, i camionisti, sempre pronti a dare una mano a noi "mosche bianche", i camperisti. Così ci chiamano, con grande affetto e simpatia. Per il camionista, infatti, il camper è un mezzo di trasporto speciale che trasporta sogni ed affetti: intere famiglie. Ecco perché se chiediamo un’informazione ad un camionista, è sempre pronto a risponderci e ad aiutarci. Proprio lui, che sente la mancanza della propria famiglia, costretto in lunghi viaggi lontano dagli affetti.Strumento essenziale si, ma nel dotare il nostro camper di un apparato ricetrasmittente dobbiamo innanzitutto informarci. L'installazione e uso dell'apparato CB sono regolamentate dalla legge 573/93 in materia di apparati radioelettrici di debole potenza. Prima di installare un apparato ricetrasmittente occorre richiedere apposita autorizzazione al Ministero delle Comunicazioni. Nulla di trascendentale, basta scaricare questo modulo: http://www.sviluppoeco-nomico.gov.it/images/stories/mise_extra/modello-CBandacittadina-n.pdfed inviarlo agli uffici dell'Ispettorato Territoriale di propria competenza a mezzo raccomandata con rice-vuta di ritorno, corredato della ricevuta di versamento del contributo annuo di 12,00 euro. E' importante ricordare che il contributo va versato ogni anno e che la legge prevede sanzioni per gli inadempienti. In viaggio, ricordatevi di conservare la copia della raccomandata, della ricevuta di ritorno e del versamento per l'anno in corso, da esporre all'autorità in caso di controlli.Il testo di legge regolamenta anche le caratteristiche tecniche dell'apparato CB, che deve trasmettere entro un limite di fre-quenze predeterminato, modulare in AM o FM ed avere una potenza di uscita non superiore a 4W. Chi vuole acquistare un nuovo apparato CB non deve preoccuparsi più di tanto degli aspetti tecnici, non è necessario seguire un corso di radiotecnica per scelgliere un mod-ello adatto, è sufficiente assicurarsi che il nostro acquisto sia dotato del necessario bollo di omologazione del ministero delle comunicazioni. Nulla di più. Apparati radiotrasmittenti dotati di modi addizionali oltre all'AM e all'FM e di un numero di canali superiori a 40 non sono omologati. Tenetene conto se vi rivolgete al mercato dell'usato. Torneremo sull'argomento della scelta del CB in un articolo separato.Qualsiasi apparato CB omologato è assolutamente equivalente, nuovo o usato che sia. Non è necessario che l'apparato in sé sia all'ultimo grido, anche perché il vero punto di forza dell'installazione di un CB non è il ricetrasmettitore, ma l'antenna. A seconda di dove è collocata possiamo attenderci una portata variabile tra i 2 e i 5 km, utilizzandolo in strada o autostrada.L'antenna per CB deve essere il classico stilo, di dimensioni variabili tra i 50 cm e i 2 metri. L'efficienza dell'antenna, cioé la capacità di raggiungere maggiori distanze, è tanto maggiore quanto più è lunga l'antenna e quanto migliore è la massa cui è connessa.Le antenne, dal punto di vista elettrico, sono estremamente semplici. La teoria prevede che siano costituite da semplici dipoli elettrici, cioé due pezzi di filo, uno con il riferimento positivo e l'altro negativo, la massa elettromagnetica. Entrambe i bracci del dipolo magnetico devono essere lunghi metà, un quarto, un ottavo d'onda e così via. Nel caso della CB, la lunghezza d'onda corrispondente ai 27 Mhz, banda in cui viene rice-trasmesso il segnale, corrisponde ad 11 metri. L'antenna CB ideale dovrebbe essere lunga, quindi, 6 metri e mezzo. Troppo, per qualsiasi camper. Ecco perché le antenne presentano, tutte, delle bobine alla base, dette "bobine di carico" il cui scopo è di allungare, elettricamente, la lunghezza del filo. Senza entrare in dettagli tecnici che sarebbero inutili, la sola cosa da sapere è che l'impedenza totale dell'antenna deve es-sere pari a quella del cavo di trasmissione, tipicamente un RG58, pari a 50 Ohm. Per ottenere un'impedenza di 50 Ohm si adottano stili di antenna a lunghezza variabile, ma sempre pari ad una frazione di 2, 4, 8, 16 volte gli 11 metri e una bobina di carico alla base che ne compensa l'eventuale accorciamento.Ecco perché più l'antenna è lunga e più è efficiente. Lo stilo che montiamo sul camper è, però, solo metà dell'antenna: la parte positiva. Idealmente, dovremmo usare un'altro stilo di uguale lunghezza per la parte

Cb e camper: un binomio perfetto

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LE DIECI COSE DA SAPERE SUL CB- Per installare il CB occorre richiedere una apposita autorizzazione.- Il contributo annuo è di 12 euro e va versato all'Ispettorato Territoriale di competenza.- Raccomandata, versamento e ricevuta di ritorno vanno conservate in camper.- L'apparato CB deve essere omologato.- Il mancato rispetto dell'omologazione e del pagamento del contributo espone il proprietario del veicolo a sanzioni.- L'antenna va installata con una buona massa elettrica.- L'antenna va tarata mediante l'ausilio di un rosmetro.- Il canale dei camperisti è il 15, AM.- Il canale dei camionisti, da usare per emergenza o per indicazioni stradali, è il 5, AM.- In comitiva, fare "la ruota", parlando sempre a turno.a cura di Carlo Consoli

negativa del dipolo di antenna. A questo compito assolve la stessa massa del veicolo, che deve però essere sufficientemente am-pia. La migliore installazione veicolare di una antenna si ottiene usando il tetto di un'automobile come piano riflettente, o negativo magnetico. Sul camper, però, questa superficie non è a disposiz-ione perché il tetto è tipicamente in vetroresina o in materiale non conduttore. E' necessario, quindi, che l'installazione dell'antenna sia operata in un punto dove la massa sia solidamente collegata. Allo scopo si può usare una piastra di materiale conduttore sul portapacchi collocato sul tetto, oppure una trecciola di buona sezi-one che connette il polo negativo dell'antenna alla massa del te-laio. Sfortunatamente, la massa del piano riflettente deve essere perpendicolare all'antenna, quindi la soluzione migliore è sicura-mente data dalla piastra sul tetto del camper. Il montaggio sulla scocca vicino alle frecce è un compromesso, che consente comu-nque di uscire in aria ma che riduce in modo drastico la portata del CB. La massa è imprescindibile, esistono in commercio antenne dette "nautiche" che, a detta del venditore, non richiederebbero massa. Queste antenne sono un utlie compromesso nei casi più difficili, quando è proprio impossibile trovare una massa efficace, ma sono decisamente meno efficienti delle antenne tradizionali.L'antenna va anche tarata, operazione che si compie con l'ausilio

di un misuratore di onde stazionarie o rosmetro, un accessorio che si reperisce per pochi euro online. Il rosmetro è fondamentale perché una antenna non tarata restituisce una impedenza elettrica diversa da 50 Ohm, con conseguente surriscaldamento dello stadio di potenza del ricetrasmettitore che, alla lunga, pro-voca la rottura dei transistor finali e, quindi, l'inservibilità del CB. La riparazione non è onerosissima, ma è comunque necessaria ed evitabile con pochi accorgimenti. Entreremo nel dettaglio dell'uso del rosmetro in un articolo successivo.

Una volta installato il CB in camper, è importante conoscere su quali frequenze impostarlo. I camperisti si collocano tipicamente sul canale 15 in AM ma, es-perienza personale, la frequenza è sempre vuota. Nei trasferimenti "in carovana" usiamo pure questo canale, con l'accortezza di parlare sempre a turno. Il CB infatti

consente l'impegno del canale ad una sola stazione per volta, che parla mentre tutti gli altri ascoltano. E' buona regola "fare la ruota", cioé passare il microfono ciascuno sempre ad uno ed un solo altro camper del gruppo. In questo modo tutti parleranno e le ore passeranno in un momento.Quando viaggiate da soli il CB è comunque utile: lasciatelo acceso sul canale 5. E' il canale storicamente usato dai camionisti in tutta Italia. Nell'esperienza di chi vi scrive non è mai successo che una chia-mata "sul 5" sia rimasta disattesa. Puntualmente, gli amici camionisti hanno sempre prestato assis-tenza, fosse anche per banali questioni di indica-zioni stradali. In caso di emergenza, poi, il canale 5 è davvero insostituibile, fatene un uso parsimo-nioso. Storicamente, il canale di emergenza è il 9 ma, ad oggi, le strutture deputate al monitor-aggio di questa frequenza sono state dismesse, salvo casi eccezionali di volontari in alcuni luoghi specifici.Emergenza o no, fate una chiamata ogni tanto sul 5, scoprirete la vera anima della CB: incon-trerete persone nuove e condividerete con loro un tratto di strada che vi lascerà con dei piccoli qua-dretti di vita che resteranno per sempre a corredo dell'esperienza di viaggio. Scoprirete delle in-credibili storie di camionisti in giro per l'Italia, un tesoro che meriterebbe una pubblicazione a parte.

Cb e camper: un binomio perfetto

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Megane alla provaa cura di Tony D’Aniello

Megane Sportour 1.5 dci 110 cv

Cosa cerchi in un auto nuova?

L’eleganza? Una linea attuale? Un auto sportiva? Una comoda familiare? Preferisci i consumi ed i costi di gestione di un’utilitaria? O prediligi una gamma illimitata di accessori? Renault ha combinato le esigenze dei giovani padri di famiglia che si vogliono distinguere con disinvoltura nella scelta tra i doveri della Famiglia ed il ricordo della vita da single, e l’ha chiamato Mégane!

Linea ed accessori:

Linea elegante, motore moderatamente sportivo, anima giovane, la Mégane SporTour che vi presentiamo ha motorizzazione diesel da 1.5 cm₃ e rapporto a sei marce, allestimento Attractive, dotata di navigatore satellitare, computer di bordo, stereo con bluetooth e funzione di telefono vivavoce, lettore mp3. Insomma una station wagon ben accessoriata che ci lascia il piacere di guidare benché venga scelta come auto “familiare”. Il design anticonformista del tachimetro gioca tra il futuro digitale del conta chilometri, del livello del carburante e della temperatura motore e la tradizione del mondo delle corse con conta giri analogico, trasmettendo al contempo al sicurezza delle certezze del passato e la voglia di scoprire le novità del domani.

Vano di carico:

Il test svolto simula l’uso della vettura ad opera di una famiglia di quattro persone tra cui un neonato: bene, la capacità di carico del bagagliaio ci ha permesso di alloggiare tre valigie (trolley), un passeggino, una culla da viaggio due borse morbide e di coprire agevolmente i bagagli con la copertura a scorrimento in dotazione. A vederla da fuori in realtà non si direbbe che un auto giovane, sportiva che si atteggia a coupé sia anche una comoda familiare.

Alla guida:

La guida della Mégane si presenta confortevole sin dalla seduta, vi sono, infatti, diverse regolazioni del sedile adatte anche a persone che superano il metro e novanta di altezza. Unico neo i sedili poco avvolgenti e leggermente rigidi. Alla guida in città l’auto risulta maneggevole e scattante, in particolare: nelle manovre strette si apprezza l’angolo di sterzata ed in manovra di parcheggio è utile l’ausilio dei sensori poiché la visibilità posteriore è lievemente limitata.

Il motore:

Il motore 1.5 dci da 110 cv, a dispetto della mole della vettura, si fa “onore” in qualunque situazione, in città permette riprese in terza senza dover necessariamente scalare marcia, a patto che si rimanga sopra i 1600 giri/min., in autostrada consente di raggiungere facilmente i limiti di velocità imposti. I consumi sono sempre molto contenuti e possono variare dai 3,9L/100 ai 6,0L/100 a seconda dell’utilizzo dell’acceleratore. Per comprendere meglio le potenzialità del motore, l’auto è stata testata su un percorso di montagna: grazie al turbo, in salita, il 1.5 dci spinge subito sin dai bassi regimi e permette l’utilizzo della quinta marcia anche su salite con pendenze rilevanti. Se volessimo trovare un neo, in discesa il freno motore si fa sentire poco costringendo il conducente ad un utilizzo eccessivo del pedale del freno.

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Tenuta di strada e sospensioni:

La Mégane ha una buona tenuta di strada, sulle curve di montagna, in fase di accelerazione, tende ad andare in sovrasterzo, tendendo ad un lieve rollio posteriore che rimane comunque sempre perfettamente controllabile. Se si dovesse eccedere i dispositivi elettronici di controllo della stabilità ESC (ESP) + ASR + CSV correggeranno la traiettoria e riporteranno l’auto in posizione corretta.

Le sospensioni sono ben calibrate ed offrono un ottimo equilibrio tra la guida sportiva, tendenzialmente rigida, e la guida comoda, che di norma è troppo morbida. L’autovettura è equipaggiata con cerchi da 16” e gomme Michelin 205/55 R16, in città dossi e buche si avvertono appena.

Assemblaggio e finiture:

I materiali utilizzati sulla nuova Mégane Sportour non sono di sicuro i migliori sul mercato. Alla vista ed al tatto possono apparire poveri, ma sono molto ben assemblati e non si sentono i fastidiosi scricchiolii tipici delle plastiche rigide e sottili. Il cruscotto invece è ricoperto da uno starato morbido e piacevole che veste piacevolmente la plancia. Morbidi e vellutati sono invece il rivestimento del cambio e dello sterzo che sono in pelle.

Occhio al risparmio:

la cilindrata media contiene i costi di bollo, assicurazione e carburante; Renault fornisce, attraverso il computer di bordo, l’indicatore di cambio marcia per suggerire il rapporto da utilizzare e tenere bassi i consumi. Inoltre, nell’ottica di evitare insidiose multe da autovelox, l’autovettura è dotata di limitatore di velocità che impedisce il superamento dei limiti imposti.

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Il Diario di viaggio di Kiala ci porta in un paese ricchissimo di tradizioniUno dei più affascinanti viaggi invernali che saltano fuori dalla nostra memoria ci riporta ad un nostro viaggio in Alsazia, da sempre terra di confine, un po’ Francia un po’ Germania. Partiamo da Roma il 21 dicembre e, tra una sosta e l’altra, arriviamo a Chemin, nei pressi di Dole, in tarda sera del secondo giorno di viaggio e ci fermiamo per la notte nel piazzale della Chiesa. Riprendiamo il viaggio il 23 dicembre di buonora, oggi si entra nel vivo della vacanza. Mentre percorriamo la N8, questa sembra condurci verso un mondo surreale. Alle 8 la temperatura esterna è di –11°! Ci fermiamo per la colazione: finalmente la prima colazione con croissant e baguette. Il panorama è incredibilmente suggestivo: brina ovunque, sulla vegetazione, sulle case ...sembra un mondo incantato. Sembra la scena dei bimbi che attraversano l’armadio e si trovano nel bianco paesaggio del regno di Narnia nel film prodotto dalla Disney qualche anno fa.L’Alsazia è, per il periodo natalizio, idealmente divisa in 7 aree tematiche:

i paesi dei misteri (pays des Mystères) i paesi delle luci (pays des Lumières) i paesi dei sapori (pays des Saveurs) i paesi dell’abete (pays du Sapin) i paesi delle stelle (pays des Étoile) i paesi dei canti e delle stoffe (pays des chants et des Étoffes) i paesi delle veglie (pays des Veillées)

Riusciremo a raggiungere tutte le aree, anche se alcune in gran fretta. Il primo paese appartiene ai Pays des Chants et des Étoffes : Altkirch. Si può parcheggiare vicino agli impianti sportivi e in pochi minuti si raggiunge il centro del paese dove ogni anno viene allestita la Forêt enchantée: manichini allestiti con molta cura a rappresentare scene di racconti e leggende alsaziane; il tutto arricchito da musica e da spiegazioni audio in lingua francese e tedesca. Ogni scena è poi presentata da un pannello che descrive la favola, sempre nelle stesse lingue. Ci sarebbe da visitare anche la Grotte aux Lucioles, ma non riusciamo a trovarla e, visto che ormai è ora di pranzo torniamo al camper cercando di non prendercela troppo comoda. In piazza c’è una pista di pattinaggio e così, dopo aver mangiato ci dirigiamo vero "Le Patinoire de Plain Air". Mentre siamo in pista scorgiamo sulla piazza trampolieri e personaggi in costumi fiabeschi che si aggirano per le strade. L’attribuzione di Paesi di Canti e di Stoffe è forse dovuto ad una antica tradizione tessile della zona, a Mulhouse c’era un’importante fabbrica. Ripartiamo e dopo solo un’ora siamo già di nuovo su strada (N83): direzione Ungersheim. Andiamo a visitare l’Ecomuseè d’Alsace: unico sito dell’area dei Pays des Veillées. E’ molto esteso (circa 20 ettari) ed è la sintesi del

a cura di http://kiala.altervista.org

I Viaggi in camper di Chiara e Family

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I Viaggi in camper di Chiara e Family

patrimonio architettonico-rurale alsaziano , oltre che dei mestieri e della tradizione. Sono 72 le tipiche case a graticcio riprodotte, cui si aggiunge una stazione ferroviaria recuperata, un sito minerario, tanti sentieri, un ristorante, un negozio souvenir etc. Il parcheggio è ampio anche se per alcuni tratti un po’ scomodo per camper di grandi dimensioni. È aperto tutto l’anno, ma in questo periodo presenta ai visitatori l’atmosfera natalizia di un tempo. All’interno delle case ci sono gli artigiani al lavoro e i laboratori per i bambini. La nostra bimba impasta, ritaglia e assaggia i biscotti speziati, impara a fare le decorazioni natalizie con la paglia, le candele in cera d’api e tutti assaggiamo un bel tris di dolci preparato da un pasticcere che dispensa (in francese!) a tutti i segreti della sua creazione. Lasciamo l’Ecomuseè convinti che torneremo (e così sarà) per una nuova futura visita estiva. Ci dirigiamo verso Colmar, dove arriviamo in prima serata; ci sistemiamo nel parcheggio Lacarre, molto comodo per il centro e pernottiamo qui. La nostra vigilia di Natale la trascorriamo dedicando la mattinata ai mercatini di Colmar, che è nel territorio dei Pays des Étoile e, anche se è il centro più importante e grande dell’Alto Reno, si presenta con un

aspetto di “villaggio” piuttosto che di città. Le vie e i palazzi sono decoratissimi per il Natale, addobbi originali e splendidi in ogni finestra, vetrina o giardino; perfino nel canale della Petite Venise, dove staziona una canoa guidata da Babbo Natale. I mercatini sono cinque. In Place des Dominicains si trovano circa cinquanta casette di legno che espongono oggetti tipici natalizi, idee regalo e prodotti gastronomici locali. Altri mercati si trovano in Place Jeanne D’Arc, in Place de l’Ancienne Douane, all’interno dell’edificio Koifhus (oggetti d’arte molto originali e d’antiquariato), in Place des Six Montagnes Noires. Quest’ultimo è il mercatino di Natale dei bambini nel quartiere della Petite Venise con giostra, presepe, Père Noël in carne e ossa e l’immancabile postazione per spedire le letterine a Babbo Natale. In Champ de Mars c’è invece il mercatino degli abeti. Acquistiamo il noto “pain d’epices”, dolce al miele aromatizzato con spezie ... molto buono. Lasciamo Colmar e ci avviamo verso Selestat. Entriamo nei Pays du Sapin, ma il mercatino sta chiudendo e così dopo aver ammirato gli alberi allestiti al centro delle rotatorie e sontuosamente decorati, ci spostiamo a Ribeauvillè (siamo di nuovo nei Pays des Étoile). Arriviamo all’imbrunire, ma riusciamo a vedere ugualmente il volo di una cicogna. L’Alsazia è il territorio delle cicogne; rimangono qui anche in inverno e i tetti delle case di questo paesino sono ricchissimi di nidi. Ribeauvillè è anche il paese degli artisti di strada e all’ingresso della città è rappresentato il pifferaio protagonista della leggenda, ogni anno si organizza la festa degli artisti di strada (Fête des ménétriers o Pfifferdaj – prima domenica di settembre). Passeggiamo ammirando i pittoreschi edifici e le case a graticcio con decorazioni natalizie veramente maestose e singolari; ed ora è il turno di Riquewihr. E’ un piccolo villaggio fortificato che vanta una enorme produzione vinicola; anche qui il mercatino purtroppo

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I Viaggi in cam

per di C

hiara e Fam

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è chiuso, così ci accontentiamo di vedere il paese ...dal camper. E’ evidente che merita una visita, ma è ora di preparare il cenone della Vigilia. Ci spostiamo a Bergheim, nel parcheggio che si incontra sulla destra prima dell’entrata del centre ville. Sembra silenzioso, adatto per una tranquilla vigilia di Natale. 25 dicembre: Buon Natale! Oggi tutte le manifestation dei pays o sono concluse, o sospese. Alle 9 temperatura esterna di –9°! Da quando siamo in Alsazia la temperatura non è mai salita sopra i –6°! Ci è stato detto che salendo al Castello di Haut-Koenigsbourg la temperatura è più alta e... vero! Appena arrivati su siamo già a +2°. Finalmente qui si rivede il sole e sotto di noi un oceano di nebbia. Spettacolo indimenticabile e incantevole: tutta la pianura con i suoi paesi è coperta da una fittissima nebbia che il sole non riesce ad attraversare: strano fenomeno. Dalla bianca distesa emergono come isolette solo le montagne più alte, panorama eccezionale. Nel pomeriggio riscendiamo a Bergheim, dove ritroviamo lo stesso clima gelido: -8°. Qui visitiamo lo Chemin des Crèches : nelle strade del paese sono dislocati parecchi presepi allestiti dagli abitanti. All’inizio del “cammino” si può prelevare da un contenitore la mappa delle strade con l’indicazione di tutti i presepi presenti costruiti con diversi e originali materiali. Il percorso è piacevole anche a quelle temperature; alla fine del tracciato dcidiamo di spostarci a Strasburgo. Il tempo di entrare nel campeggio Montagne Verte per il camper-service e visto che preferiamo i piccoli paesi alle grandi città, si riparte. Riscendiamo a Obernai (Pays du Sapin), dove passiamo la notte. 26 dicembre: visita all’Abbazia di St.Odile. L’Abbazia si trova sul monte omonimo dedicato alla Santa protettrice dell’Alsazia. St. Odile visse nel VII sec. ed era stata ripudiata dal padre che aspettava un figlio maschio. Odile era nata cieca e fu affidata dalla madre ad una balia per proteggerla dalla rabbia paterna. Crebbe nel convento di Palma ed a 12 anni riacquistò miracolosamente la vista nel giorno del battesimo. Con le sue preghiere riuscì a far convertire il padre che donò alla congregazione delle suore cui apparteneva la figlia, il Castello di proprietà della famiglia che venne trasformato in Abbazia. All’interno si possono visitare la sua tomba, la Chapelle de la Coix, e la rappresentazione illustrata della triste vita della Santa. Belle le Cappelle esterne (la Chapelle des Larmes e la Chapelle des Anges), la grande terrazza panoramica e la Chemin de Croix, con le stazioni della via crucis rappresentate in ceramica. Scendendo ancora dalla via crucis si arriva, attraverso una piccola stradina, alla sorgente dell’acqua miracolosa di St. Odile. Torniamo al camper per il pranzo e nel primo pomeriggio ci spostiamo a Obernai. Anche questo villaggio ha un aspetto fiabesco. Belle le sculture di ghiaccio, il mercatino natalizio di Place du Marchè, senza tralasciare le degustazioni nel sentier des Gourmandises. Tornando al parcheggio (P3) ci fermiamo nella pasticceria La Petite Alsace del circuito CocoLM (Rue de Selestat, 9): buonissimo il Kougelhopf, i Bretzel e i vari biscotti. Oggi si conclude la nostra visita in Alsazia: dobbiamo essere a Parigi almeno la sera del 27 dicembre. Prima di incamminarci verso l’Ile de France vogliamo vedere, anche se velocemente, due paesi siti nelle due aree natalizie non ancora visitate. Arriviamo verso le 19 ad Haguenau (pays des Mystères) e facciamo un giro veloce nel mercatino; sulla facciata di un palazzo sono proiettati giochi di luce con soggetti natalizi. L’appartenenza di questa zona ai paesi cosiddetti dei misteri forse è dovuta alla vicinanza del castello di Fleckenstein, legato alle leggende dei Giganti. L’ultimo paese, Saverne, ci accontentiamo di guardarlo dal camper: è chiara la sua appartenenza ai pays des Lumières, l’illuminazione è davvero straordinaria. L’Alsazia si lascia davvero a malincuore!

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Rubrica “Viaggi di Stile” La Rubrica “Viaggi di Stile” ospiterà articoli e note sullo stile nelle sue svariate forme: in viaggio, in tavola, nel comportamento che assumiamo nella vita di tutti i giorni, nell’abbigliamento, nelle occasioni formali e informali, nella scelta di come desideriamo occupare il nostro spazio vitale ovvero l’unicità di ciascuno di noi nello stringere la mano, nel pre-sentarsi, nel condurre vita sociale. Stile non è solo apparire, è il nostro DNA che si rivela all’altro nel rispetto della diversità.Come mi vesto al matrimonio di mio fratello? Cosa indosso alla prima riunione in ufficio? Come apparecchio la tavola, ho il capo a pranzo! In-somma, lo Stile a tutto tondo.Ad oggi reputo che il concetto di stile si sia perso tra i bombardamenti mediatici che fanno dell’apparire informale una tendenza sine qua non, in una società dove tutto è concesso quasi si fa sberleffo di chi osa edu-care il proprio stile. Probabilmente dietro la non cura dello stile c’è an-che tanto disagio sociale ma questa è un’altra storia!Per le aziende che lo vorranno pubblicizzeremo e pubblicheremo nella Rubrica immagini e recensioni relative ai prodotti e servizi che in qual-che maniera si riferiscono allo stile.

Un viaggio nell’Hi Tech, i nuovi tessuti del Made in ItalyUn viaggio last minute alla scoperta dei nuovi tessuti della moda. Per il primo articolo della Rubrica “Viaggi di Stile” Vi proponiamo una faccia del Made in Italy quasi mai contemplata dalle riviste del settore moda, il lato nascosto di ciò che indossiamo, il tessuto. Tra le novità del 2011-2012 spiccano tessuti innovativi nel senso del confort in ambito sportivo, biocompatibili, biodegradabili e antibatterici. Avete letto bene.La scelta del capo, dunque, inizia dal tessuto e dal contesto in cui verrà utilizzato. Chiaramente l’esigenza dell’uomo e della donna di oggi è prin-cipalmente quella di coordinare versatilità, classe, eleganza e stile in tutte le occasioni della giornata. Dal lavoro al tempo libero, dallo sport ai viaggi. Vediamo come la composizione tessile di un abito o di una maglia in fresco di lana possano rivelare una incredibile passione per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. L’utilizzo delle nanotecnologie nel settore dei tessili non è un mistero, quotidianamente esperti mixano diverse fibre al fine di forgiare tessuti dinamici che ben si prestano a sbalzi di tempera-tura o a condizioni climatiche variabili. Veniamo ai dettagli.

Lana e SetaLa collezione Primavera-Estate 2012 è pura rivoluzione nel settore dei tessuti. Il campionario dei lanifici si presenta assolutamente tecnolog-ico ed innovativo, un concentrato di creatività e ricerca in laboratorio. Pensate che mediante l’unione di fibre nobili e pure quali lana e seta, secondo processi ad assoluta esclusiva dei produttori della Filiera del biellese, sono stati creati dei tessuti adatti alla realizzazione di capi da indossare con clima caldo e umido. In questa sede si vuole invitare il let-tore ad andare oltre con l’immaginazione quasi a voler toccare con mano il confort di portare un abito che alle alte temperature estive mantiene forma e vestibilità, un abito il cui tessuto respira.

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Rubrica “Viaggi di Stile” a cura di Silvia Talesco

Lana e fibra sinteticaTra le novità di assoluta tendenza il tessuto che combina la pregiata lana, principalmente derivata da allevamenti in Australia o Nuova Zelanda, con fibre sintetiche tra cui la lycra. Il risultato è un filato Hi-Tech che garantisce freschezza anche a temperature particolarmente elevate ed adatto per un abbigliamento sportivo o casual, un everyday di assoluto stile, un inimitabile tessuto dal carattere moderno pur nel rispetto della tradizione dei filati nobili.

Sport assolutoPer i più esigenti appassionati di sport sono stati messi a punto filati in grado di offrire protezione dagli agenti esterni mantenendo costante il microclima interno, come se ciò che indossiamo fosse costantemente in sincronia con il clima esterno, questo anche e sopratutto in condiz-ioni atmosferiche soggette a cambi repentini di temperatura o qualora si rendesse necessaria assoluta impermeabilità all’acqua.E’ chiaro il perché lo stile può avere origine dal tessuto e dai filati scelti per le diverse creazioni; la varietà di fibre Hi-Tech è vasta ed a questo punto è interessante notare come ben si prestino a lavorazioni meccan-iche assolutamente esclusive, ad esempio l’unione di due diversi tessuti senza necessità di cuciture o ancora la sovrapposizione di due tessuti che si lasciano intravedere senza che l’uno prevalga sull’altro. La duttilità dei tessuti tecnologici si rivela non solo in laboratorio bensì, come è giusto che sia, nell’adattarsi perfettamente alla creatività dei maestri sarti che quei tessuti li devono tagliare e trasformare. Immaginate, dunque, una giacca con il collo senza cuciture, fatta con lana o con tessuto misto e con l’inimitabile taglio artigianale dei sarti italiani, in poche parole con-fort, leggerezza, tradizione e … appunto stile.Infine, uno sguardo all’ecologia. Ebbene si, i maestri delle fibre sono at-tenti all’ambiente ecco perché si parlava di tessuti biocompatibili. Certa-mente alla base della compatibilità con l’ambiente c’è la nobiltà dei filati e per ottenere filati nobili è necessario attingere a materie prime sane, mi riferisco ad esempio alla cura delle pecore da cui si prende la lana, ponendo attenzione all’aria che respirano ed a ciò che mangiano. Non è un caso che i lanifici più accreditati della filiera abbiano allevamenti in Australia o Nuova Zelanda. Più la materia prima è incontaminata più ci si avvicina al concetto di biocompatibilità di ciò che indossiamo. Fino ad arrivare al massimo dell’Hi-Tech ovvero tessuti tecnici biodegradabili al cento per cento da indossare a diretto contatto con la pelle. Anche i pro-cessi di finitura dei tessuti, quali il finissaggio ( una serie di trattamenti che rendono la materia prima commerciabile) e la tintura sono svolti in rigoroso accordo con il rispetto dell’ambiente e mediante macchinari tecnologicamente all’avanguardia.Questo breve passaggio nel morbido mondo dei tessuti, all’insegna dello stile, ci rende anche orgogliosi delle scoperte Made in Italy nonostante il periodo nero della nostra economia. Ci sono aziende che credono nella Ricerca e Sviluppo e ne fanno un punto di partenza per rilanciarsi e rilan-ciare l’economia di mercato. Insomma, non sarà facile imitare la nostra creatività in laboratorio soprattutto da quando i maestri di sartoria com-binano egregiamente stile ,tecnologia e artigianato.

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SURVIVAL SHOP SNC

Il piacere Di cuocere e grigliare, anche in viaggioI pratici barbecue portatili Dometic sono utilizzati dai “cuochi all’aria aperta” da oltre 30 anni. Funzionano a gas e sono progettati per essere montati velocemente, pronti all’uso. Mentre la carne si arrostisce sulla griglia, i contorni hanno tempo per cuocere sui fuochi. Grazie al posizionamento dei fuochi sulla parte superiore, questi barbecue portatili non producono fumo, cenere o scintille.

SURVIVAL SHOP SNCVia Maniago, 4 20134 - MILANOTel. 02/36647562 - 347/[email protected]

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Barbecue portatili pronti all’usoIl piacere di grigliare senza produrre fumo, cenere o scintille. Per cuocere e grigliare contemporaneamente. Semplici da riporre e trasportare grazie alla comoda valigetta. Bruciatori e fuochi in acciaio inox.

Codice: 9103300071 // prezzo (iva incl): Euro 163,53 Prezzo Scontato da Survivalshop Euro 154,90 iva compresaDometic CRAMER Classic 1Barbecue portatile a 3 fuochi≥ Resa: 5300 watt≥ Consumo di gas: 385 g / h≥ Pressione gas: 30 mbar≥ Numero dei fuochi: 3≥ Colore valigetta: antracite, vernice di alta qualità≥ Pareti laterali: alluminio pressofuso≥ Bruciatori e fuochi in acciaio inox, facile da montare e smontare,valigetta in acciaio facile da trasportare, 4 gambe robuste, girarrosto con 2 ganci ferma carne, guide appoggia griglia, gratella conteglia e impugnatura resistente al calore, vassoio di raccolta inalluminio, tubo per il gas≥ Peso: 10 kg≥ L x A x P: 620 x 128 x 288 mm (chiuso)Vassoio di raccolta con griglia (L x P): 544 x 238mm≥ Omologazione CE

Riscaldatore e Fornello in uno. Anche qui fare un riquadro con le caratteristiche tecnicheDometic ORIGO 5100 è il perfetto sistema di riscaldamento aggiuntivo per la tua tenda o camper. Piccolo, leggero ed estremamente efficiente, offre 1500 watt di calore. E se togli il coperchio si trasforma in un fornello. Porta l’acqua ad ebollizione in 15 minuti ed è anche una fonte di calore per il mantenimento in caldo delle pietanze. Funzionamento ad alcool, senza pressione e assolutamente sicuro.

Riscaldare e cuocere con un solo dispositivo compattoUtilizzabile al chiuso e all’aperto. Dispositivo compatto con due funzioni. Anche per mantenere in caldo le pietanze. Funzionamento sicuro ad alcoolCaratteristiche tecniche:≥ Durata: circa 5 ore≥ Numero dei fuochi: 1≥ Resa: 1500 watt≥ Tempo di ebollizione: 15 minuti per 1 litro d’acqua≥ Capacità: 1,2 litri≥ Peso: 2,5 kg≥ Dimensioni (L x A): 285 x 150 – 285 mm

Prezzo di Listino Euro 153,25 iva compresaPrezzo Scontato da Survivalshop Euro 144,90

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Sapete cosa rende perfetta la vacanza o anche solo il semplice week-end in camper? Trascorrere la giornata all’aria aperta, andare in giro fino a tardi e poi rientrare in camper e prepararsi un pranzo o una cenetta fumante, magari con i prodotti tipici del luogo appena visitato.Cucinare in camper, per se stessi o per gli amici che di volta in volta si incontrano in viaggio, è un’esperienza davvero gratificante: improvvisare nuovi piatti, rimanere seduti attorno alla tavola fino a tardi e magari concludere la cena con un dolcetto preparato li per li è veramente divertente e gratificante.Bisogna dire che per quel che concerne l’organizzazione delle cucine in camper, la tecnologia è talmente avanti che quasi non ci si rende conto di non essere a casa. Forni, piani cottura a più fornelli, lavabi spaziosi e tanti accessori per la cucina rendono tutto più semplice e confermano come una cucina possa essere comoda anche se lo spazio a disposizione è ristretto.I camperisti appassionati di cucina, poi, riescono ad equipaggiare le cucine con ogni sorta di comodità. Le aziende produttrici di accessori sono ormai specialiste del comfort e offrono tutto ciò che serve a rendere funzionale la cucina con una vasta gamma di dispositivi a gas o ad alcool adatti ai piani cottura, forni, grill, senza dimenticare poi lavelli, cappe, macchine da caffè americano.In occasione del Salone del Camper 2011, a parte i numerosi accessori in esposizione, davvero funzionali ed eleganti, in esposizione una grossa novità è stata Easy Chef, ovvero il piano cottura/barbecue alloggiato in un gavone esterno ed estraibile per ottenere una vera e propria cucina all’aria aperta. In questo modo si evitano odori sgradevoli all’interno dello spazio abitabile e non si sporca la cucina.

I pratici barbecue portatili funzionano a gas e sono progettati per essere montati velocemente, di modo che siano subito pronti all’uso. Il vantaggio è che cuociono il cibo senza produrre fumo, cenere o scintille. Ci sono poi i forni ad incasso che consentono di preparare sformati, arrosti, pizze, dotati per altro anche della funzione grill.Che dire poi del riscaldatore e fornello tutto in uno: piccolo, leggero, estremamente efficiente produce calore e si trasforma in un fornello. Porta l’acqua ad ebollizione in 15 minuti ed è anche una fonte di calore per il mantenimento in caldo delle pietanze.Se poi avete voglia di cuocere al forno o di grigliare, i forni dotati perfino di piatti rotanti, in alcuni casi, fanno al caso vostro. I forni ad incasso consentono di preparare ogni sorta di prelibatezza: torte, pizze, arrosti. La temperatura e la funzione grill sono facilmente impostabili.Gli stessi piani cottura sono concepiti per accogliere fino a quattro pentole o padelle insieme, hanno pomelli ergonomici per la regolazione dei fuochi, sono sorprendentemente compatti, realizzati in acciaio inox, dotati di griglie removibili e di un sistema di accensione di sicurezza. Una volta finito di cucinare e dopo aver ripulito i fornelli, si abbassa semplicemente il coperchio in vetro e si può utilizzare la superficie come una comoda base di appoggio per altri lavori.A bordo comunque la parola d’ordine è comfort, ecco perché sono sempre più diffusi gli acquisti di prodotti appositamente progettati per l’uso mobile: dalla cappa a ricircolo aria al bollitore per l’acqua alla macchinetta per il caffè espresso.

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a cura di Roberta D’Ancona

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Consigli di cucina campereccia

a cura di Roberta D’Ancona e Silvia Talesco

Cari amici camperisti e non, siamo ormai in pieno Autunno e la tavola in quasi tutte le regioni italiane profuma di funghi, castagne e altre prelibatezze tipiche di questa stagione. Se avete voglia di prepara-re qualcosa di buono, in pochi minuti eccovi un assaggio di ciò che si può fare per allietare il palato

PreparazionePer realizzare dei cannoli individuali, dividete l'impasto in 4 parti. Stendete ogni pallina di impasto in uno strato non eccessivamente sottile, versate al centro i pomodorini insaporiti con un pizzico di sale, aggiungete qualche acciuga, tagliate a rondelle i wurstel e spezzettate del basilico. A questo punto realizzate dei bordi tutto intorno al ripieno. In una tasca da pasticcere (o anche solo con l’ausilio di un cucchiaio) mettete della ricotta di pecora e con la stessa

riempite il bordo della pizza. Non mettetene troppa, altrimenti rischiereste che il bordo non si richiuda più su se stesso. Arrotolate quindi il bordo, in modo da formare un cordone. A questo punto, per formare la classica forma del cannolo ripiegate l'impasto al centro e infornate per circa 10 minuti a 180°. Una volta cotto, tirate fuori il cannolo e servitele con un filo d'olio extravergine d'oliva e alcune foglie di basilico fresche.

Cannolo di pizza

Ingredienti per 4 persone400 gr di pasta da pizza pronta1 confezione di pomodorini Pachinoalcune acciughe sotto salealcuni wurstel grande100 gr di ricotta di pecoraalcune foglie di basilico fresco olio extravergine d’oliva

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Polenta funghi e salsiccia, benvenuto autunno!

Ingredienti per 4 persone420 gr di farina di polenta bramata600 gr misto di funghi con porcini700 gr di salsiccia mista1 lt di passata di pomodoro rustica2 bicchieri di vino bianco1 spicchio di aglio1 cipolla bianca1 cucchiaino di zuccheroSalePrezzemolo q.b

Preparazione

Preparate per prima cosa i Funghi: rosolate uno spicchio di aglio svestito in una padella antiaderente con 4 o 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva, aggiungete il misto di porcini e cuocere a fuoco medio per cinque minuti; una volta asciugata l’acqua dei funghi aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco. Lasciate evaporare il vino e spegnete. Spolverate con il prezzemolo e salate i funghi.

Procedete alla preparazione del Sugo: rosolate la salsiccia in una pentola con il fondo alto dove avete precedentemente messo qualche cucchiaio di olio evo e uno spicchio di aglio vestito. Sfumate la salsiccia con un bicchiere di vino bianco e, una volta evaporato il vino, aggiungete la salsa e la cipolla bianca sbucciata intera. Cuocete per 45 minuti a fuoco lento ed a metà cottura aggiungete un cucchiaino di zucchero alla salsa. A fine cottura togliete la cipolla e l’aglio e salate a vs piacere.

Non resta quindi che preparare la Polenta: portate ad ebollizione 1 lt e mezzo di acqua con un cucchiaino di sale grosso e un cucchiaio di olio. Aggiungete mescolando velocemente con una frusta la polenta e portate a cottura per 40 minuti circa mescolando sempre (potete anche scegliere di utilizzare una polenta a cottura istantanea che cuocerà in pochissimi minuti).

Ponete la polenta su di un grosso tagliere di legno o in taglieri singoli. Potete simpaticamente servire la polenta, condendone metà con il sugo di salsiccia e metà col misto funghi. Buon appetito!

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65Strudel di Mele al Saronno

Ingredienti 250 gr Pasta Sfoglia3 Mele gialle70 gr di Uva Sultanina1 bicchierino di Amaretto di Saronno3 o 4 cucchiai di marmellata di Mirtilli30 gr di Pinoli2 cucchiai di pane grattatoZucchero a velo

PreparazioneTagliate le mele a fette sottili e irroratele con l’amaretto di Saronno, lasciate insaporire in un piatto. Mettere a bagno in un bicchiere di acqua l’uva sultanina per 10 minuti. Foderate la teglia con carta forno e stendete la pasta sfoglia, spalmate un velo di marmellata su tutta la base della sfoglia e disponete le mele, l’uva sultanina strizzata e asciugata ed infine i pinoli. Ripiegate la sfoglia in modo da chiudere il ripieno e con una forchetta fate dei piccoli fori sulla parte superiore del vostro Strudel.Infornate a 200 gradi nel forno preriscaldato e ventilato per 40 minuti circa.Guarnite con lo zucchero a velo e gustatelo in buona compagnia magari accompagnato da un bicchierino di Amaretto di Saronno.

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Voglio utilizzare queste pagine messe a mia disposizione come fossero un tappeto volante, in grado di condurre i miei lettori in quei luoghi dove la sapienza, la maestria e la bontà di un vino si uniscono magicamente con la spettacolarità, la bellezza e l’unicità di un paese. Il mio intento è quello di trasmettere tutto ciò ai miei lettori solo leggendo queste mie poche righe, ma lasciando loro la voglia e lo ”stimolo” ad andarci quanto prima.

E allora cosa dire se non… che il viaggio inizi!!!

Oggi il mio “tappeto volante” fatto di semplice carta vi porta in Sardegna e, più precisamente, a Monti, un paese in provincia di Olbia-Tempio (nel sud della Gallura) posto a 300 m.s.l.m., alle falde della catena montuosa del Limbara, immerso in boschi di lecci e sughere ed in vigne che producono

il rinomato Vermentino di Gallura (che ha ottenuto la D.O.C.G. nel 1996) ed a pochi minuti dalla Costa Smeralda e dal Parco marino dell’Arcipelago della Maddalena (raggiungibile a mezzo di traghetti).

La Sardegna si sa, è la patria dei nuraghi, delle tombe megalitiche e dei menhir, ed a Monti il monumento che più di tutti lo rappresenta è il nuraghe Logu, anche conosciuto con il nome di Concanu calvu. Il centro abitato antico è costruito in conci di granito, mentre altro monumento interessante è il campanile della parrocchia di San Gavino (Santo Patrono di Monti), eretto nel seicento. Da visitare inoltre il santuario di San Paolo l’Eremita risalente al 1348 e quella di San Michele, nonché i resti del Castello di Crasta (costruzione del XIII secolo che attesta la dominazione dei Doria in quel periodo). Inoltre da Monti si arriva facilmente all’altopiano di “S’ambiddalzu”,

A MONTI degustiamo del buon Vermentino

A cura di Alessio Bartolini – Sommelier enogastronomo

LA SARDEGNA E IL VERMENTINO

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che offre un paesaggio pieno di cespugli bassi ed enormi massi granitici soggiogati dalla forza dei venti. Dal punto di vista naturalistico è da sottolineare in zona la presenza di un’oasi di ripopolamento e di salvaguardia agro-faunistica creata circa 70 anni fa e di proprietà del demanio forestale sardo: al suo interno si possono osservare, oltre alla flora tipica della Gallura, anche capre selvatiche, falchi, cervi, mufloni, cinghiali e la rarissima poiana sarda.

La maggior parte dell’economia del paese si basa sulla produzione di sughero e, soprattutto, di Vermentino (vitigno aromatico giunto in Gallura dalla Liguria, nel 1800). Con il tempo la coltivazione del Vermentino, dapprima eseguita ad “alberello”, si è evoluta verso altre forme di allevamento che hanno portato ad un aumento della qualità e quantità del vino prodotto.

Nel 1956 i viticoltori si sono uniti a fondare la Cantina del Vermentino Monti (che oggi annovera tra le sue fila ben 350 soci) di cui andremo a degustarne il Funtanaliras – Vermentino di Gallura D.O.C.G. Oro (annata 2010).

Questo vino è prodotto con uve Vermentino di Gallura in purezza allevate in Gallura su terreni granitici in disfacimento ed a quote di 300-500 m.s.l.m. Dopo la raccolta (si ottengono rese di 100 q.li/ha), le uve vengono pigiate in maniera morbida e spremute sofficemente per poi essere sottoposte a fermentazione classica in bianco a temperatura controllata: non fa alcun tipo di affinamento.

Una volta stappato e versato, questo vino si presenta di un bel colore giallo paglierino con riflessi leggermente verdognoli; al naso si colgono i profumi della pesca gialla, mela cotogna, agrumi, frutta tropicale, fiori di campo e d’acacia ed un accenno di mandorla amara. In bocca risulta secco, alcolico, morbido, strutturato, abbastanza sapido e persistente. Raggiunge i 12% di gradazione alcolica e va’ servito a 6°C come aperitivo oppure a 8°-10°C in abbinamento con primi piatti a base di sughi di mare,

Per informazioni, ma anche per organizzare degustazioni o visite in cantina, chiamate lo 0789/44012 oppure scrivete a: [email protected] ancora andate a trovarli direttamente a Monti, in via San Paolo, 2.

creme di pollo o di funghi, secondi piatti a base di pesce arrosto, crostacei e molluschi e anche con il pecorino dolce sardo.

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Contributor

Tony D’AnielloSilvia TalescoAlessio BartoliniPaolo ErcolaniCarlo ConsoliKiala camper

[email protected] 1 Anno 2011

RedazioneRoberta D’AnconaPaolo ErcolaniSilvia TalescoTony D’Aniello

Progetto e realizzazione grafica: Elisa Adorni

© Sulle Tracce MagazineTutti i diritti riservati

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