SULLA STRADA Informa Marzo 2014

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Poste italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 2, DCB TERNI SULLA STRADA INFORMA - N.1/2014 Registrazione al Tribunale di Terni - n. 15/2009 Direore: Carlo Sansone Direore Responsabile: Mugano Semo Redazione: Michela De Sans Redazione e amministrazione: Via Padre Pio da Pietrelcina, 15 - 05012,- Agliano (TR) Progeo Grafico: Lorella Pica Impaginazione: SULLA STRADA onlus Stampa: Tipografia Economica Moderna - Amelia (TR) Poste italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 2, DCB TERNI Periodico di Sulla Strada onlus

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Notizie, storie e foto dalla missione in Guatemala www.sullastradaonlus.it

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Poste italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 2, DCB TERNI

SULLA STRADA INFORMA - N.1/2014 Registrazione al Tribunale di Terni - n. 15/2009

Direttore: Carlo Sansonetti Direttore Responsabile: Mugano Settimo

Redazione: Michela De Santis Redazione e amministrazione:

Via Padre Pio da Pietrelcina, 15 - 05012,- Attigliano (TR) Progetto Grafico: Lorella Pica

Impaginazione: SULLA STRADA onlus Stampa: Tipografia Economica Moderna - Amelia (TR)

Poste italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma 2, DCB TERNI

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E' tempo di Bilanci e, come ogni anno, anche noi abbiamo pubblicato quello della nostra Associazione. Ci sembra doveroso condividerlo con voi che ci sostenete, e speriamo che vogliate impiegare qualche minuto per leggere questi noiosi -ma importanti- numeri. Importanti perché dietro i numeri ci sono persone, storie reali di gente che abbiamo aiutato. Un aiuto che non è stato mai "calato dall'alto", ma sempre condiviso con la gente, sempre "camminando insieme" SULLA STRADA con i più piccoli dei poveri. Nel grafico qui accanto potete vedere la destinazione di tutti i fondi raccolti nel 2013, provenienti da privati e da enti pubblici (in totale 469.255.92 euro). Di questi, il 76% è stato utilizzato per un aiuto diretto ai bambini in Guatemala e in Italia, il resto (14%) lo abbiamo utilizzato per attività di sensibilizzazione e per la gestione della nostra sede. Abbiamo chiuso l'anno con un avanzo di gestione, che ci è utile per essere immediata-mente impiegato nella missione sanitaria che si svolge -come tutti sa-pete-nei primissimi giorni di ogni nuovo anno., il che porta a 85% la percentuale dei fondi spesi per i progetti. Tradotti in attività, questi numeri significano oltre 1500 persone assi-stite a Gennaio/Febbraio 2013 da 70 volontari in Guatemala, 300 bam-bini che studiano e mangiano a mensa tutti i giorni, più 9 bambini

Italiani che hanno trovato protezione presso la nostra Comunità. Inol-tre, quest'anno abbiamo avuto la soddisfazione di vedere diplomati tanti ragazzi guatemaltechi che hanno iniziato la scuola con noi nel 2003: nello scorso notiziario vi abbiamo raccontato le loro storie. In Italia abbiamo incontrato centinaia di alunni nelle scuole Italiane, senza chiedere un euro alle scuole stesse. Abbiamo parlato con loro di povertà, sviluppo, sanità, alimentazione, portando la nostra testimo-nianza concreta. Tutti temi che difficilmente si affrontano nei program-mi “tradizionali” della scuola. Abbiamo diffuso ed editato un libro, che è stato persino adottato come testo in alcune classi. Il progetto italiano “Casa Famiglia IL TIGLIO” si è sostenuto per il 69% dalle rette pagate dai Comuni di provenienza dei bambini, più un con-tributo (31%) dato dalle vostre donazioni e dalle iniziative collaterali, come la raccolta dei buoni pasto e le collette alimentari e di vestiario. I pagamenti delle rette comunali arrivano sempre con tantissimo ritardo ma, nonostante questo, ai bambini tutti i giorni non facciamo mancare mai cibo, assistenza, vestiario e affetto. A questo servono le vostre donazioni. Questi numeri sono una fotografia dell'anno appena concluso. Molte sfide ci attendono nel 2014, e tante le stiamo già affrontando: tra tutte, il progetto con le donne del Guatemala (pag.7) e l'assistenza medica di qualità ai bambini gravemente ustionati, come Josias (pag. 4). Inoltre vogliamo ridurre ancora di più le spese di gestione, anche siamo già molto al di sotto il 10%, che è la percentuale per avere la stabilita per ottenere il criterio di efficienza gestionale. Potete aiutarci in questo, inviandoci il vostro indirizzo email a cui potremo scrivere, evitando di stampare tanta carta. Grazie, per essere stati al nostro fianco nel 2013, continuate a soste-nerci e fate in modo di far conoscere la nostra Associazione ai vostri amici: la condivisione è l'unica strada per la felicità! Se volete continuare a darci fiducia, potete sostenerci anche senza spendere nulla, destinando il 5x1000 dell'imposta sui redditi alla no-stra Associazione, ritagliate e conservate il codice fiscale che trovate nel box qui sotto, vi servirà al momento della Dichiarazione! Grazie amici, grazie volontari, grazie compagni di viaggio.

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Editoriale

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Carlo Sansonetti e il piccolo Victor durante un momento di preghiera

L a gioia è stata la protagonista della missione me-

dica appena conclusa. Radiosi i volti dei volontari

–medici, infermieri, personale di supporto – al

risveglio di ogni giorno, durante le lunghissime ore di

lavoro nei vari ambulatori, negli incontri prima e dopo

la cena. Eppure, obbiettivamente, di disagi ce ne sono

stati, eccome! Niente: loro imperterriti hanno risposto

con la loro positività, iniettando vita nuova ed energia

dentro tutte le condizioni in cui hanno agito.

Sembrava un mondo capovolto, cioè rimesso al dritto!

E di quel mondo ora, tutti noi, abbiamo nostalgia, là

vorremmo tornare. I bambini più poveri, felici del

pochissimo che avevano, ci hanno iniettato la

semplicità che tutto possiede e di nulla ha paura;

quella gente, spogliata di tutto, ci ha regalato il sorriso

magico della riconoscenza sincera, che ci ha fatto

traboccare gli occhi di lacrime; le sofferenze inaudite di

un bambino, Josè Josias, bruciato in tutto il corpo dall’e-

splosione di fuochi artificiali, sembravano

volatilizzate nel suo sogno e gioco di essere il Principe

Azzurro e, senza saperlo, ci ha parlato di Pasqua.

Anche le donne di questi villaggi, dove è presente la

nostra associazione, stanno finalmente sperimentando

la loro prima Pasqua: abbiamo proposto corsi di taglio e

cucito, di ricamo, di panetteria e pasticceria, e un ultimo

di ceramica. Ben 90 donne, fra cui poco meno della me-

tà adolescenti che già avevano

fatto le elementari e le medie da

noi, hanno aderito e ora affollano

entusiaste questi corsi. Lorella le

ha riunite per presentar loro il

progetto e ha detto loro che era

un’opportunità per realizzare i

loro sogni più profondi, ma anche

più frustrati. Di fatto, quando

hanno iniziato, molte donne han-

no dato questa testimonianza: “E’

la prima volta che lascio mio mari-

to con i figli ed esco da casa per

fare quello che mi piace. E’ la pri-

ma volta!”. Era un gioioso grido di

liberazione. Era Pasqua.

Viene la Pasqua: continuate a credere che possiamo

essere, tutti noi insieme, “risuscitatori” e “risuscitatrici”

di vite imprigionate, oppresse, e che la nostra unione

profonda –nella fede in un mondo diverso– è la

testimonianza di cui oggi c’è più bisogno. Vengono i

banchetti di Pasqua, viene il tempo del 5x1000,

vengono occasioni per sostenere i progetti che vi

esponiamo in queste pagine.

Sosteneteci sempre perché mai venga a mancare la

speranza di una vita nuova a popolazioni tanto

violentemente impoverite.

Carlo e il piccolo Josias

di Carlo Sansonetti Presidente di Sulla Strada onlus

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Guatemala

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P otrei raccontare tante e tante cose belle e brutte che sono successe

in cinque settimane di missione, ma voglio raccontarvi di un bambino che ho conosciuto:Josias. Nella “casa” di Josias, come in quasi tutte le capanne della zona di San Raymundo in Guatemala, c’erano tanti petardi pieni di polvere da sparo. E’ bastata una scintilla per causare l’esplosione e il rogo. I suoi due fratellini erano troppo vicini per non rimanere feriti dal fuoco e allora lui, sei anni, si è buttato sopra di loro per proteggerli.

I fratellini sono salvi e illesi, lui ha passato sei mesi in coma presso un ospedale pubblico del Guatemala, con ustioni esterne su 95% del corpo

e interne per il 75%. E’ un miracolo che sia ancora vivo.

Pochi giorni dopo l’incidente, tutti i giornali del Guatemala parlavano di lui: Josias, l’eroe che si è sacrificato per salvare i fratellini.

Ma è solo un bambino di sette anni.

E’ venuto da noi orrendamente deturpato. Solo gli occhi, inspiegabilmente illesi e bellissimi e la sua grande fantasia lo fanno diventare il più bello e simpatico bambino che io abbia mai conosciuto.

Presso il nostro ospedale Josias si è sottoposto ad una impegnativa operazione di chirurgia plastica, in cui

abbiamo “liberato” le braccia e la mano, che erano rimaste immobilizzate a causa delle ustioni. Inoltre i nostri chirurghi hanno ricostruito l’orecchio e parte del volto.

Dopo l’operazione, nei giorni di degenza in ospedale, gli abbiamo chiesto di esprimere un desiderio. Subito ci ha risposto che il suo so-gno era “laurearsi in matematica”, allora gli abbiamo risposto che poteva esprimere un desiderio “anche a breve termine” e lui ci ha confidato che il suo grande sogno era quello di avere un vestito da Principe Azzurro.

Ho telefonato ai volontari in Italia che dovevano ancora arrivare in Guatemala, e ho chiesto loro di

portare un vestito da principe azzurro. Quando lo abbiamo dato a Josias ha sgranato gli occhi, era incredulo ed emozionato per la felicità!!! Ha Indossato il vestito da principe sopra le fasciature, ed è stato un intero giorno a girare per il poliambulatorio promettendo magie e impartendo ordini da vero principe!

Diceva a Carlo “Cammina dietro di me, perché io sono il Principe del poliambulatorio”.

E’ diventato il nostro PICCOLO PRINCIPE!

Lorella Pica Vice Presidente di Sulla Strada onlus

Per sostenere Josias Per sostenere Josias Per sostenere Josias e tanti piccoli pazienti come luie tanti piccoli pazienti come luie tanti piccoli pazienti come lui

puoi fare una donazione tramite puoi fare una donazione tramite puoi fare una donazione tramite c/c postale: n°c/c postale: n°c/c postale: n° 12055059 12055059 12055059

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Josias vestito da Principe Azzurro e Lorella

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Guatemala

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E ' stata la mia prima missione sanitaria all’estero, in una terra povera e per certi versi abbandona-

ta, dove bambini piccoli sono costretti a lavorare alla produzione di quei maledetti fuochi di artificio che sono al tempo stesso il loro futuro prestabilito e il tremendo pericolo con cui convivere. Sono gli stessi bambini che hanno imparato che gli italiani dell'Associazione Sulla Strada sono amici e gli vogliono un gran bene e allora ti abbracciano ap-pena possono, ti salutano senza conoscerti, ti rega-lano sorrisi enormi più potenti della realtà che li cir-conda.

Quello che ho vissuto è però molto altro. Ho conosciuto da vicino le persone che hanno dato vita alla associazione “Sulla Strada”, e ho potuto apprezzare profondamente l’impegno, la passione e la dedizione che li animano. Tra tante difficoltà sono riusciti a portare in questa terra che era priva di tutto un bene fondamentale: la speranza di un futuro diverso. In quest’ottica la scuola con i 200 bambini che la frequentano e la popolazione locale a gestirla costitui-sce una prima, fondamentale, conquista. Così come tan-te altre iniziative che ogni giorno vengono portate avanti, con la voglia di aiutare a ripartire, non di imporre un mondo diverso.

Ho conosciuto tanti volontari come me, medici, infermie-ri, personale di supporto. Abbiamo vissuto insieme in spazi ristretti, uniti dallo scopo comune. E con tutti c’è stato uno scambio, la voglia di aiutarsi reciprocamente, la disponibilità, il pensiero di vivere qualcosa che ci por-teremo sempre dietro. Con molti di loro si sono creati dei legami, che a pensarci oggi mi sembra impossibile possano essere così profondi in così poco tempo. Perché il tempo lì è amplificato, e vedere le stesse cose, trovarsi improvvisamente ad affrontare dei problemi con persone mai viste prima accelera tutto.

Tra le cose che non dimenticherò mai, e sono certo di non essere l’unico, c’è la strada che dalle case dove dormivamo ci portava la mattina presto agli ambulatori di Yatintò. Ricordo l’emozione del primo giorno, l’attesa, la paura di non essere all’altezza. Sento l’odore della terra, le voci dei bambini che ti urlano il loro

“ciao” cantilenante imparato da alcuni di noi negli anni, vedo le baracche dove in condizioni per noi inimmaginabili vivono famiglie numerosissime. Tra i visi dei bambini sorridenti tra polvere, galline, tacchini e un mare di cani, e quelli gentili dei genitori che salutano con velata riconoscenza vedo però il male peggiore di questo luogo, i tamburi all’interno dei quali vengono preparati i fuochi di artificio. Sapevo bene di questa piaga dei fuochi, perché nelle riunioni che ci hanno preparato a questa partenza ci è stata spiegata a fondo la realtà che avremmo trovato, ma vederli nelle baracche, pronti ad essere lavorati da piccole mani inconsapevoli, ti riporta ad accettare come reale una cosa che la mente vuole per difesa lasciare in qualche angolo dell’immaginazione.

La vita dell’ambulatorio è stata intensa. Nella mia attività di dermatologo ho avuto modo di visitare tante persone. Tra questi il mio cuore è stato invaso da Josias (v. pagina a fianco, n.d.r) Abbiamo incontrato tanta riconoscenza, riconoscenza che abbiamo visto tante volte, in tutte le benedizioni al termine delle visite o in pensieri speciali che alcuni pa-zienti ci hanno voluto regalare e che non dimenticheremo mai.

Uno lo tengo qui accanto a me e un giorno racconterò ai miei figli di quando mi è stato regalato.

Perché anche io sono profondamente grato a questo popolo e a chi ha reso possibile queste missioni, per quello che mi sono portato dietro, perché vivere lì a con-tatto con queste persone e molto con se’ stessi nei lun-ghi momenti di silenzio ti riporta a dare il giusto valore alle cose e per l’insegnamento che conosco da sempre e qui ho potuto toccare da vicino: dedicarsi al bene de-gli altri rende profondamente felici.

Andrea Paradisi Dermatologo, volontario di Sulla Strada onlus

Andrea con i bambini del villaggio

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S ono un medico. L'esperienza in Guatemala di questo gennaio 2014 è stata la mia "prima volta".

Di sicuro sarei pronta a ripartire anche domani. Ho condiviso questa splendida esperienza insieme a mio marito e credo che questo sia veramente un valore aggiunto alla missione. Come mi ha cambiato? Mi ha cambiato del tutto.

Sono rientrata da più di una settimana e porto con me una felicità che mi era stata preannunciata durante gli incontri di formazione ma che non avevo sperato di poter provare.

Pensavo di poter dare tanto alle persone incontrate, ma di sicuro ho ricevuto di più. Con i loro sguardi, tutti hanno saputo trasmettere un po' di felicità al mio cuore, che arrivava in Guatemala un po' stanco e provato per varie vicissitudini. Durante il soggiorno i momenti più belli sono stati quelli di condivisione.

Al momento della partenza ho capito che Qualcuno ha fortemente voluto la mia presenza in Guatemala.

Sono cambiata in tutto perché non sono più triste. Guardo ai miei doveri con maggiore serietà e più responsabilità, perché mi sento in pace con me stessa e con la mia professione.

Insomma, penso di aver imparato ad amare la mia vita. Non penso potrò mai ringraziarvi a sufficienza!

Ilaria Passaseo Cardiologa, volontaria di Sulla Strada onlus

Guatemala

Pazienti visitati in 5 settimane

Il valore delle medicine usate in Guatemala per curare e operare durante 5 settimane di missione

Operazioni chirurgiche effettuate

Ilaria e Lorenzo con i bambini del villaggio

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Guatemala

A l pranzo della solidarietà dello scorso ottobre, ed anche in altre

iniziative durante l’anno, abbiamo chiesto aiuto per far fronte ad un grande problema di cui sono vittime le bambine e le ragazze del Guatemala: la violenza, lo sfruttamento e l’abbandono. Il nostro progetto “Casa Maria Ali-cia” è nato per offrire alle ragazze protezione dalla violenza e per aiutare le donne dei villaggi rurali a studiare e imparare un mestiere. Durante la missione di gennaio abbiamo fatto grandi passi avanti in questo senso: per la prima volta da quando siamo in Guatemala abbiamo convocato una riunione di sole donne presso il villaggio, per parlare di istruzione e lavoro. Pensavamo che

sarebbero venute in poche, invece siamo rimasti colpiti: alle tre riunioni hanno partecipato in totale 120 donne, tantissime ragazze, tutte già con bambini piccoli al seguito. Le donne aspettavano da tanto questa opportunità: con grande entusiasmo si sono proposte per frequentare dei corsi di formazione che saranno pagati da noi grazie alle donazioni per il progetto “Casa Maria Alicia”. Questi corsi saranno: taglio e cucito, ricamo, un corso per pasticceria e panetteria, e un corso di ceramica e artigianato. I corsi sono iniziati già durante la nostra presenza in Guatemala, e proseguiranno per sei mesi. Al termine, tutte avranno un diploma che attesta la professione e, chi lo vorrà, potrà mettersi in cooperativa per

iniziare una piccola attività economica. Un grande inizio che, siamo certi, darà bellissimi risultati! Continua, intanto, il nostro impegno per sostenere le 70 ragazze ospiti della Casa Protetta IL REFUGIO. Qui le ragazze (vittime di sfruttamento e tratta sessuale) sono seguite anche legalmente e con grande soddisfazione quest’anno gli avvocati del REFUGIO sono riusciti ad ottenere 24 condanne per violenza contro le ragazze.

Questi importanti risultati sono frutto del vostro aiuto, ecco perché speriamo che vorrete continuare a sostenere questo progetto. Grazie!

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Pazienti visitati in 5 settimane

Operazioni chirurgiche effettuate

Prime riunioni di donne. Sabina e Lorella ascoltano le donne, i lori sogni.

In questa foto la prima lezione di ricamo. Sopra la prima lezione di taglio e cucito.

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