STUDI LINGUISTICI E DI STORIA DELLA LINGUA ITALIANA · di oggi, il linguaggio dei giovani...

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STUDI LINGUISTICIE DI STORIA DELLA LINGUA ITALIANA

A

Direttori

Maurizio DardanoUniversità degli Studi Roma Tre

Claudio GiovanardiUniversità degli Studi Roma Tre

Comitato scientifico

Gian Luigi BeccariaUniversità degli Studi di Torino

Gianluca FrenguelliUniversità degli Studi di Macerata

Riccardo GualdoUniversità degli Studi della Tuscia

Elzbieta JamrozikUniversità degli Studi di Varsavia

Iørn KorzenCopenhagen Business School

Luca LorenzettiUniversità degli Studi di Cassino

Michael MetzeltinUniversità degli Studi di Vienna

Comitato redazionale

Adriana PeloUniversità degli Studi Roma Tre

Francesco Bianco“Sapienza” Università di Roma

Till StellinoUniversità di Heidelberg

STUDI LINGUISTICIE DI STORIA DELLA LINGUA ITALIANA

Gli “Studi linguistici e di storia della lingua italiana” sono dedicati al-l’analisi dell’italiano antico e moderno, senza escludere l’osservazionedei contatti con altre lingue. Specialisti dei vari settori in cui si suddivi-de la linguistica italiana hanno svolto ricerche riguardanti i seguentitemi: la storia della lingua italiana, la sintassi antica e moderna, lo stiledella poesia contemporanea, la situazione sociolinguistica dell’italianodi oggi, il linguaggio dei giovani all’inizio del terzo millennio. Inoltresono stati pubblicati gli atti di due importanti convegni internazionali:SintAnt (), Testi brevi (). L’adozione di moderni metodi diricerca, la scelta di una scrittura piana, il costante aggiornamento bi-bliografico sono i tre obiettivi di questa Collana, che si rivolge ancheal pubblico degli studenti universitari.

Riccardo Gualdo

Per l’italiano

Saggi di storia della lingua nel nuovo millennio

Copyright © MMXARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

ISBN ––––

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: novembre

Indice

Premessa

Nota ai testi

.«Oi?! Ciao, ciao!». Apertura e chiusura di conversazioni al telefoni-no

.. Ohi/oi, – .. Ciao ciao, – .. Conclusioni, .

.Italiano “tendenziale” in elaborati di studenti universitari

.. Premessa, – .. Appunti sulla coesione e sulla logica dell’argo-mentazione, – .. Costrutti impliciti, – ... Costrutti participia-li, – ... Costrutti infinitivi, – ... Costrutti col gerundio, –.. Conclusioni e ipotesi interpretative, .

.“Guerra civile” e “Resistenza”. Appunti sul linguaggio della storiain televisione

.. Il contesto e l’oggetto, – .. La scena, – .. Didascalie e co-lonne sonore, – .. Il montaggio e la presentazione dei protago-nisti, – .. Guerra civile, guerra di liberazione o resistenza?, –.. Conclusioni, .

.Note di lessico familiare. L’italiano regionale in Salento

.. Autodiacronia linguistica da Roma a Lecce, – .. Brevi premesseteoriche, – .. Briciole di prosodia e di fonetica, – .. L’arti-colo con i nomi di persona e qualche altra nota di morfosintassi,

Per l’italiano

– .. I tempi verbali (aspetto e azione), – .. Appunti su usi e se-mantica del verbo, congiunzioni e preposizioni, – .. Osservazionisull’ordine delle parole, – .. Note di lessico e di fraseologia, –.. Conclusioni, .

.Sincronia e diacronia nella terminologia tecnico-scientifica. Il casodella legislazione sull’ambiente

.. Preliminari teorici: nuove istanze della terminologia, – .. Lessi-cologia e lessicografia storiche in contatto con terminologia e termino-grafia, – .. Tensioni e pressioni nella terminologia ambientale, – .. Alcuni esempi, – ... Lessico locale nelle disposizioni regio-nali, – ... Internazionalismi ed europeismi, – ... Standar-dizzazione e lessicalizzazione dei termini, – ... Ufficializzazionedi lessico tecnico e usi più o meno appropriati, – ... Persistenzee innovazioni nel lessico ambientale: qualche spunto diacronico, –.. Conclusioni, .

.Quanto pesa l’inglese? Anglicismi nella vita quotidiana e proposteper la coabitazione

.. Sul baratro dell’italiese, – .. I dati percentuali, – .. Obiet-tivi sensibili, – ... La lingua quotidiana (quattro passi nel palinse-sto), – .. Computerese e lingua in rete, – ... L’italiese degliscienziati, – ... Un quadro statistico, – .. Conclusioni, .

.La grammatica della memoria in Luigi Meneghello

.Osservazioni sul linguaggio dei «Verdi»

Bibliografia

Indice dei nomi

Premessa

Uno slogan che la velocità della “turbopolitica” ha forse già fatto in-vecchiare, ma che in questi ultimi anni è penetrato sottilmente nellacoscienza collettiva, riassumeva gli interessi prioritari della società ita-liana che si affacciava al terzo millennio nelle “tre I” di inglese, internet,impresa. A questi tre imperativi si vorrebbe aggiungere, sommessamen-te, la I di italiano. Italiano non come vessillo di una coscienza identitariamessa a dura prova dagli sberleffi di un paradossale secessionismo diStato e obbligata a confrontarsi con i fenomeni della globalizzazione,dell’abbattimento dei confini europei e dell’immigrazione di secondagenerazione. Italiano come proposta di riflessione sulla nostra lingua,una lingua che solo nella seconda metà del Novecento ha conquistatouna propria consapevolezza, una piena maturità espressiva e una diffu-sione realmente nazionale e che ora – appena qualche decennio dopoquesta faticosa conquista – sembra doversi ritrarre sotto le spinte, diintensità diversa ma convergente, dell’inglese, dei dialetti e delle millevarietà ibride o semigergali dei linguaggi giovanili e della rete.

L’idea di una promozione e di una valorizzazione della lingua ita-liana, che accomuna alcuni dei contributi raccolti in questo volume,non va intesa in chiave protezionistica, ma nella prospettiva di unrilancio delle potenzialità dell’italiano sia tra chi lo apprende comelingua materna sia tra chi lo acquisisce come seconda lingua, d’im-migrazione o di cultura, o lo recupera come patrimonio nelle tantecomunità d’origine italiana nel mondo. La lingua d’Italia non ha biso-gno di difensori o promotori? Se la cava benissimo da sola? Forse se lacava, ma in un contesto piuttosto scarrupato, pericolante, come quellodescritto anni fa dal maestro Marcello D’Orta; un contesto di gravee colpevole abbandono e impoverimento dell’istruzione pubblica edella ricerca, colpite dalla drastica riduzione degli investimenti e dauna preoccupante perdita di prestigio sociale.

Per l’italiano

Gli otto capitoli del volume, corrispondenti ad altrettanti articolio recensioni, originali o già usciti in rivista o in pubblicazioni miscel-lanee tra il e il , trattano diversi aspetti della lingua italianacontemporanea. Si va dall’analisi di alcuni fenomeni dell’oralità edella lingua trasmessa dai media (, ) alla riflessione su grammatica esintassi della scrittura degli studenti universitari () e sul rapporto tralingua quotidiana, inglese e italiano regionale (, ). Due interventisono dedicati alle varietà settoriali e specialistiche dell’italiano, dallalingua giuridica a quella della politica (, ). Un po’ distante da questetematiche, tutte più o meno riconducibili alla ricerca di lessicologiao fraseologia dell’italiano d’oggi, una breve divagazione sulla linguadi uno dei massimi scrittori italiani contemporanei, Luigi Meneghel-lo, che ha saputo come pochi altri osservare con ironia l’Italia delsecondo Novecento e riflettere sul rapporto tra lingua materna, linguanazionale e lingue d’adozione ().

Ringrazio Maurizio Dardano e Claudio Giovanardi per aver accet-tato di accogliere questo lavoro nella collana di “Studi linguistici e distoria della lingua italiana” e per gli utili suggerimenti che mi hannodato nella fase di preparazione dei testi.

Riccardo Gualdo

. Il volume è stato pubblicato con il contributo del Dipartimento di IstituzioniLinguistico-Letterarie, Comunicazionali e Storico-Giuridiche dell’Europa dell’Universitàdella Tuscia e con i fondi del Progetto di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale Il portaledell’italiano televisivo (-). Approfondire e divulgare con la televisione: politica, scienza estoria.

Nota ai testi

I primi quattro contributi sono inediti (il n. è stato pubblicato inversione spagnola nel volume Memoria histórica e identidad en cine ytelevisión, a cura di Juan Carlos Ibáñez e Francesca Anania, Madrid,Comunicación social, : -); la concezione del n. risale al, così come gran parte del testo, che ho aggiornato cercando ditener conto almeno delle riflessioni più importanti uscite nel periodosuccessivo; tutti gli altri, aggiornati in modo più o meno sostanzioso,sono apparsi tra il e il in rivista o in volumi miscellanei.

. Intervento tenuto in occasione del Convegno internazionaleInnovazione lessicale e terminologie specialistiche nella società del plurilin-guismo (Roma, Accademia nazionale dei Lincei, - giugno ) epubblicato nel volume Innovazione lessicale e terminologie specialistiche,a cura di Giovanni Adamo e Valeria Della Valle, Firenze, Olschki,: -.

. Articolo pubblicato in Identità e diversità nella lingua e nella lettera-tura italiana, Atti del XVIII Congresso dell’AISSLI (Lovanio, Louvain-la-Neuve, Anversa, Bruxelles, - luglio ), a cura di Serge Van-volsem e altri, Firenze, Cesati, : -. Gli aggiornamenti sonominimi e non sistematici (un completo ricontrollo nelle ristampe onegli aggiornamenti dei vocabolari usati allora avrebbe comportatouna sostanziale riscrittura del lavoro), mentre ho dovuto correggere imolti refusi dovuti a una troppo frettolosa correzione editoriale del-le bozze, avvenuta a grande distanza dall’invio del testo. RingrazioCristina Scarpino di avermi consentito di ripubblicare anche la suaparte.

. Recensione a Luigi Meneghello, Maredè, maredè. . . Sondaggi nelcampo della volgare eloquenza vicentina, Milano, Rizzoli, , pubbli-cata in “Letteratura italiana contemporanea”, / (): -. A

Per l’italiano

distanza di quasi vent’anni, per un aggiornamento adeguato sarebbestato necessario un esame ben più ampio e approfondito, che tenesseconto anche della produzione successiva dello scrittore. Ho preferitopreservare il taglio occasionale, limitandomi a poche integrazioni(essenzialmente alcuni riferimenti bibliografici lasciati impliciti neltesto originario) e agli aggiornamenti davvero indispensabili.

. Pubblicato negli “Studi linguistici italiani”, / (): -.Postilla a parte, non ho introdotto aggiornamenti, ma mi sono limitatoa correggere qualche refuso e a uniformare le norme tipografiche aquelle degli altri testi raccolti in questo volume, semplificando quindianche i rinvii bibliografici.

. «Oi?! Ciao, ciao!»

Apertura e chiusura di conversazioni al telefonino

: .. Ohi/oi, – .. Ciao ciao, – .. Conclusioni, .

Croce e delizia dei trascrittori di testi parlati, le interiezioni, con isegnali discorsivi e di sfumatura, sono un tema un po’ trascurato dallegrammatiche. Entrano tuttavia prepotentemente nella competenzadel parlante italiano medio e soprattutto sono un’interessante spiaevolutiva di comportamenti linguistici dell’italiano contemporaneo.Per almeno due ragioni: la prima è l’importanza che per il sistemadella lingua hanno assunto, negli ultimi quindici, vent’anni, il poten-ziamento o l’ingresso ex novo di mezzi e forme di comunicazionequali la televisione, da un lato, Internet e la telefonia mobile dall’altro;la seconda è l’incubazione di un neoitaliano ibridato e trasversale, incui – anche grazie ai nuovi strumenti di comunicazione – barriereun tempo molto rigide tra arre geografiche, variabili diafasiche e dia-stratiche, italiano tecnologico e italiano informale, si sono dissolte osono diventate assai più permeabili. In apparenza l’incubazione è lentae nascosta, ma forse è ancora solo poco e male studiata. In questobreve divertissement concentro l’attenzione su due minuzie che nonmi pare siano state già segnalate nei testi (tranne un cenno dovutoall’acuta sensibilità di Paolo D’Achille, vedi alla nota ), ma credo chel’intero sistema delle interiezioni e delle formule di saluto potrebberivelare importanti movimenti in atto, solo che fosse sottoposto a unatrattazione più ampia e approfondita.

. Per il concetto di segnali di sfumatura cfr. D’Achille (: ).. Di «slittamento del sistema (non solo giovanile) dei saluti verso nuovi assetti» parla

Canobbio (: ).

Per l’italiano

Cominciamo dal contesto, la comunicazione mobile via telefoni-no. Come osserva Paolo D’Achille, la nascita del telefono cellulareha cambiato alcuni aspetti della conversazione telefonica; il fatto chel’apparecchio sia personale elimina o abbrevia le fasi d’avvio e diidentificazione della telefonata, il costo della comunicazione riduce leridondanze e i convenevoli. Implicita in queste notazioni, ma utileper quanto dirò tra poco, è la possibilità per il ricevente di identi-ficare chi chiama prima di rispondere, cosa che ormai si può fareanche con molti telefoni domestici e con i vari servizi di telefonia viacomputer divenuti sempre più familiari e semplici da usare. Questapossibilità produce effetti significativi, anche di natura psicologica eantropologica, nello scambio comunicativo, effetti che si misuranosoprattutto nei rituali d’apertura e di chiusura, notoriamente centralinella conversazione telefonica. Rispetto ad altre modalità del parlato, laconversazione via telefonino è fortemente condizionata dal mezzo edè trasversale a qualsiasi contesto sociale; sembra disporre d’una gam-ma assai più ridotta di variazioni, semplifica e linearizza le “mosse”tra gli interlocutori ed enfatizza il momento dell’identificazione.

.. Ohi/oi

Fenomeno abbastanza recente, e – se non esagero – quasi discriminegenerazionale, è l’uso dell’interiezione ohi (con o chiusa e vocale bre-ve) come segnale d’apertura e di saluto in conversazioni telefoniche,preferibilmente al cellulare. Ho scritto discrimine generazionale per-

. Su cui si veda da ultimo l’esame di Antonelli (a) e (b).. Cfr. D’Achille (: ).. Cfr. Bercelli/Pallotti (: - e ), che, seguendo il modello di E.A. Schegloff,

suddividono l’apertura della conversazione telefonica in ben cinque fasi.. Sull’importanza della lunghezza vocalica come tratto distintivo e fonologico, cfr.

Poggi (: ).. La nuova interiezione era stata in effetti già còlta da Paolo D’Achille che, ricordando

le interiezioni di richiamo raccolte nel LIP tutte insieme e in semplice ordine alfabetico (ahò,ehi, ohé, uhé), nota che «la marcatezza anche diatopica (oltre che diafasica) è elevatissima»e – in nota – osserva: «Ahò (anzi ahó) è infatti tipico di Roma, ehi è la forma toscana (estandard), ohé è diffusa prevalentemente in area settentrionale, mentre uhé è meridionale.

. Italiano “tendenziale”in elaborati di studenti universitari ∗

: .. Premessa, – .. Appunti sulla coesione e sulla logicadell’argomentazione, – .. Costrutti impliciti, – .. Conclusioni eipotesi interpretative, .

.. Premessa

Il lavoro di verifica e di correzione di centinaia di elaborati scrittidi studenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione del-l’Università della Tuscia ha suggerito a me e a Stefano Telve – cheringrazio di avermi consentito di pubblicare qui la mia parte di lavoro– di raccogliere alcuni appunti su problemi ricorrenti di gestione dellacoesione e della sintassi dei testi. Obiettivo dell’analisi non è tantolamentare una volta di più preoccupanti avvisaglie di destrutturazionedella grammatica italiana o confermare percezioni pessimistiche suifatti evolutivi della lingua o sull’indebolimento della norma interioriz-zata in età scolare, quanto piuttosto fornire materiali per una miglioremessa a fuoco delle zone di smagliatura del tessuto connettivo deldiscorso, per provare a indicarne le cause e – semmai – per mettere inguardia dal rischio che queste smagliature possano alla lunga trasfor-marsi in strappi non più risanabili nelle capacità logico-argomentativee, di conseguenza, indebolire i meccanismi di lettura e comprensione

∗ Per il concetto di italiano tendenziale, introdotto nel da Alberto Mioni, cfr.Renzi (); per un bilancio, si vedano poi – a distanza di circa dieci anni le une dalle altre– le considerazioni di Dardano () e (a).

. Un’aggiornata riflessione sull’allontanamento dai modelli normativi – soprattuttoletterari – nella scrittura dei giovani è quella di Giovanardi (: -). Sulle lamenteledi docenti e osservatori non specialisti, cfr. Serianni (: e sgg.). Sulla scrittura deglistudenti universitari, cfr. Stefinlongo (), Maistrello (), Ricci (), Ruggiero ()e da ultimo Serianni/Benedetti (), cui si rinvia anche per la bibliografia pregressa.

Per l’italiano

dell’informazione da parte dei riceventi, con ripercussioni negativenon solo sul piano strettamente linguistico.

Il corpus preso in esame consta di circa cento elaborati scritti distudenti dei corsi di “Tecniche di scrittura per i media” e di “Italianoper i media” dei corsi di studio in “Scienze della comunicazione” e“Scienze della comunicazione e web economy” della Facoltà di ScienzePolitiche dell’Università degli Studi della Tuscia; i testi sono stati tuttiprodotti nelle sessioni d’esame degli anni accademici - e-. A questo corpus di base sono state aggiunte dieci tesi dilaurea triennale, di argomento vario, discusse tra il e il , edieci tesine dedicate all’analisi di testi specialistici (medicina, diritto,economia) nell’àmbito del corso - di “Linguaggi specialistici”della laurea magistrale in Comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicitàdello stesso ateneo. Per gli elaborati d’esame, gli studenti avevano adisposizione un’ora e quaranta minuti circa, e utilizzavano spesso partedel tempo per ricopiare in bella. Le tipologie degli esercizi variavanodal riassunto di brevi testi giornalistici, con o senza vincolo nel numerodelle parole, alla descrizione di un messaggio pubblicitario televisivo,fino alla riscrittura di brevi recensioni cinematografiche o musicalicon la richiesta di variare – in genere di ampliare – la lunghezza, iltaglio o la tipologia testuale (da narrativo a espositivo-argomentativo,da soggettivo a oggettivo, ecc.). È chiaro che alcune forme d’erroreo di realizzazione sono più o meno frequenti a seconda del diversotesto di partenza, e che nei riassunti la tendenza a un copia-incollaanarchico di singoli frammenti di frase può aver prodotto distorsionisoprattutto nell’architettura del periodo. Resta il fatto che gli studentiavevano comunque abbastanza tempo per rileggere e rivedere i loroelaborati, un’opportunità che purtroppo è in genere poco sfruttata.

Tesi e tesine sono invece elaborati scritti a casa, con l’aiuto del

. Sugli effetti negativi che un certo modo di “scrivere” testi informativi potrebbeprodurre anche nella coscienza civile dei fruitori dell’informazione cfr. Loporcaro ().

. Non si tiene conto, in questa sede, dello scadimento che la calligrafia ha subìtonel corso degli ultimi venti-trent’anni: abbandono dei modelli tradizionali e notevoledisomogeneità grafica, confusione o compresenza tra stampatello maiuscolo e minuscoloo difficoltà crescente per distinguere singoli grafemi possono aver talvolta causato errori dipercezione in chi correggeva.