caprilli da correggere

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Bambini Reportage Mangiare e bere Speciale FREE MAGAZINE DEL PINEROLESE - luglio/agosto 2012 - Anno VI - n. 7 SERVIZI E DISSERVIZI PER I BAMBINI NEL PINEROLESE CIBO PER CRESCERE E PER GIOCARE

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BambiniReportage

Mangiare e bere

Speciale

FREE MAGAZINE DEL PINEROLESE - luglio/agosto 2012 - Anno VI - n. 7

SERVIZI EDISSERVIZI

PER I BAMBINI NEL PINEROLESE

CIBOPER CRESCEREE PER GIOCARE

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SERVIZIE DISSERVIZI:come vivonoi bambini nelpinerolese

Quale genitore non ha arric-ciato il naso la prima volta che ha sentito parlare di asilo nido o baby parking? La prospettiva di affidare il proprio figlio a una sorta di “parcheggio per i bambini” ha fatto nascere qualche perplessità, ma negli ultimi anni chiunque si sia trovato a conciliare vita lavorativa e domestica ha avuto modo di abbandonare il pregiudizio circa queste strutture private per scoprire la loro importante

funzione di appoggio ai geni-tori nell’allevare i bambini in età prescolare.A queste strutture che hanno affiancato gli asili pubblici se ne aggiungono sempre di nuove, per soddisfare le esi-genze dei genitori su un mer-cato del lavoro ormai flessibile e per garantire un giusto ap-porto educativo e didattico ai bambini. Ma che cosa offre il pinerolese in tema di servizi per l’accoglienza e l’educa-zione dei bambini?

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di Russo Claudia Rosa e Bianciotto Chiara

ASILO NIDOBABY PARKING

0-6 ANNI

Cucina FRESCA e INTERNA

Personale qualificatoed appassionato

Canzoni ed attivitàin lingua inglese

e spagnola

Attenzione al progettoNATI PER LEGGERE

Corsi di nuoto

Attività interne edesterne con le famiglie

Gite e passeggiatecon i bambini

Iscrizioni apertetutto l’anno

Via Chiappero 29/CPINEROLO

Tel. [email protected]

ORARIOlun. /ven. 7.30 – 19.00

sabato mattinasu richiesta

Il Girotondo

CENTRO D’INFANZIA

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NIDO IN FAMIGLIAA Bricherasio capita spesso di incontrare in paese una giova-ne mamma che porta a spasso cinque bambini tutti con meno di tre anni. Solo una di questi, Sofie, è sua figlia, gli altri sono ospiti del suo micronido. Sara è una mamma ed è un’educatrice, ha ventotto anni e dopo il primo figlio, Erik, ha deciso di aprire la sua casa ad altri bambini che as-siste come se fossero in un vero e proprio asilo nido: “Era molto difficile per me conciliare il lavoro con la cura dei figli”, ci dice.Il nido in famiglia offre un servizio alternativo rispetto a quelli pub-blici e privati. Chiediamo a Sara quali sono le peculiarità della sua attività: “La capacità ricettiva è ridotta, quindi i genitori sanno che seguo i bimbi da vicino, gli orari d’ingresso e d’uscita sono flessibili. Inoltre sono disponibile ad accudire i bambini anche il

fine settimana o durante le tra-sferte lavorative dei genitori”. L’obbiettivo che si prefigge Sara è quello di fornire un’assistenza completa non solo ai piccoli ospi-ti, ma anche ai genitori: “Cerco di dare a papà e mamma tutte le informazioni e il supporto per allevare al meglio i figli. Questo servizio è fondamentale soprat-tutto per gli stranieri appena ar-rivate che non possono usufruire dell'aiuto dei famigliari”.

CRESCEREFUORI DALLE MURA SCOLASTICHENon dobbiamo spostarci di mol-to per incontrare Maria, peda-gogista, che a Bricherasio ha restaurato con gusto un’antica cascina e l'ha adibita a Centro Pedagogico Danza e Cultura Po-polare. Le chiediamo perché c’è bisogno di un centro pedagogico:

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‘‘ ‘‘Attraverso i giochi di una volta, la danza

e la musica tradizionale si recuperano valori

antichi utili per vivere bene oggigiorno

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“offrire momenti educativi e for-mativi al di fuori delle istituzioni scolastiche e in ambienti dispa-rati è una ricchezza in più per il territorio”. Ma perché insegnare ai bambini la cultura popolare, soprattutto in un momento in cui si punta molto sull’internaziona-lizzazione della cultura dei propri figli? “non si tratta di rimanere legati al passato, ma di fornire le radici salde che permetteranno loro di affrontare il mondo con sicurezza”. Attraverso i giochi di una volta, la danza e la musica tradizionale, Maria offre la possi-bilità di recuperare valori antichi utili per vivere bene oggigiorno, stimolando la capacità di giocare assieme e di ascoltare gli altri. Il centro offre momenti di incontro e crescita anche agli adulti.

LINGUA E INFANZIAA Bagnolo c’è invece chi si oc-cupa di un aspetto dell’infanzia, particolarmente evidente su tutto il territorio pinerolese: la forte presenza in alcuni centri di bambini immigrati oppure nati in Italia da genitori immigrati e che non possiedono una buona conoscenza della lingua italiana. “In certe classi del nostro Isti-tuto” ci spiega Sabina Depetris, responsabile dei progetti interculturali per l’Istituto compren-sivo di Bagnolo. "Oltre alle attività svolte nel-le normali lezioni, la scuola offre occasioni di formazione anche fuori dall’orario sco-lastico.

Abbiamo organizzato un ciclo di incontri pomeridiani: ‘mamma raccontami una storia’, in cui partecipavano i genitori assieme ai figli. Ogni adulto leggeva agli altri una fiaba tradizionale del paese di origine in lingua origi-nale, traducendola poi per tutti”. Educare i bambini quindi significa coinvolgere anche le famiglie e Sabina ci assicura che i genitori sono ben disposti.

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‘‘ ‘‘Il bambino non è un'adulto

in miniatura,ha bisogno di un'assistenza

specifica

PEDIATRA:UN DIRITTONON PER TUTTIDa questa panoramica som-maria, e necessariamente riduttiva, dei servizi offerti ai bambini nel pinerolese, risul-ta che si tratta di un territorio ricco di risorse per i più piccini. In realtà abbiamo riscontrato anche la presenza di alcune problematiche, come per esempio la questione della parziale mancanza di cure pediatriche.Abbiamo infatti raccolto delle testimonianze di famiglie che, trasferendosi da un'Asl diversa dall'Asl To3, si sono accorte che ai loro figli non veniva più assicurata l'assistenza specia-listica.

“Il bambino non è un adulto in miniatura, le patologie ad esempio si manifestano in modo diverso, ha bisogno quindi di un’assistenza speci-fica” ci racconta una pediatra.Fino ai sei anni i bambini de-vono essere curati obbligato-riamente dai pediatri, dai sei a quattordici anni persiste il diritto, ma non sempre è ga-rantito dappertutto in Italia. Il dottor Farina, responsabile

del servizio medicina di base dell’Asl To3, ci spiega che lo sforzo dell’Asl è quello di ga-rantire i pediatri almeno ai bambini dagli zero ai sei anni, aumentando i massimali del numero che ogni pediatra può assistere. Per i più grandi al momento non pare ci siano ancora molte possibilità. Ci spiega inoltre il meccani-smo del calcolo, che di fatto

esclude, in tutto il Piemonte, i bambini dai sei a quattordici anni. Questi, pur avendo diritto all’assistenza pediatrica, non vengono considerati nel cal-colo della popolazione infantile che regola l’assegnazione di un pediatra a un determinato ter-ritorio. La stessa fascia d’età è esclusa però anche dal calcolo per l’assegnazione del medico di base.