Storia Medievale II - sedicesima lezione

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Le letture della Reconquista mercoledì 2 maggio 12

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La Reconquista, le reconquistas.

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Le letture della Reconquista

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Definizione standardPeriodo di 750 anni in cui i regni cristiani della penisola iberica promossero una conquista armata dei Regni musulmani di al-Andalus dall’VIII secolo al 2 gennaio 1492, quando Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, Los Reyes Católicos espulsero dalla Penisola l'ultimo dei governanti musulmani, Boabdil di Granada, unendo gran parte di quella che è la Spagna odierna sotto il loro potere.

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La Reconquistalotta secolare per il recupero cristiano della Spagna musulmana concetto ALTERNATIVO alla visione della Penisola Iberica medievale come luogo principe di incontro tra le tre religioni monoteistiche

Il termine NON non si trova nelle fonti medievali.

Il termine Reconquista è attestato la prima volta in un dizionario spagnolo del 1843; contemporaneamente appare anche nella letteratura romantica

Alla fine del XIX secolo, dopo il disastro coloniale del 1898 (perdita delle ultime colonie) il termine Reconquista si diffonde largamente

Quando la «generazione del ‘98» si ritrova a ripensare allo scontro tra cristianità e Islam, tentando di ricucire lo strappo storico, geografico e sociale causato dalla dissoluzione dell’impero coloniale spagnolo, e ricostruendo l’immagine di un’autenticità nazionale a partire dalla radice castigliana, nucleo storico dell’identità spagnola.

quindi * rifiuto del vecchiume, della corruzione e del ritardo strutturale del paese; * attenzione ed interesse verso il paesaggio, la vita di campagna, la sensibilità popolare della nazione; * la Castiglia medievale vista come il nucleo più genuino dello "spirito nazionale”; * la storia guardata con estremo interesse ; * impegno nella ricerca delle radici della patria o delle origini dei problemi presenti; * desiderio di europeizzazione.

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Identità nazionale spagnola

L’invenzione ottocentesca della Reconquista è da collegarsi al processo di revisione del passato a consolidamento della percezione dell’unità nazionale spagnola. A questo fine sono esaltati:

l’unificazione della Spagna e la scoperta dell’America con le successive conquiste

l’elezione di Carlo I (V) come imperatore della cristianità

l’estensione dei domini spagnoli ai Paesi Bassi e all’Italia,

la controriforma e la vittoria di Lepanto contro i Turchi

l’unione di Spagna e Portogallo (1580)

-> rappresentazione della monarchia spagnola come la perfetta Monarchia Christiana

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l’Hispanidad

Menéndez Pidal, nel 1929 usciva la España del Cid (Rodrigo Díaz), un grande successo editoriale che influenzò profondamente l’interpretazione non solo del Cid Campeador, ma del medioevo spagnolo in generale. Il Cid diventava il modello ideale la cui storia poteva essere scientificamente ricostruita; punto di riferimento per tutti gli Spagnoli.

Essenziale il problema della Hispanidad, ossia della ricerca dei caratteri costitutivi della presunta specificità spagnola.

Claudio Sanchez Albornoz (1973): la reconquista si spiega con l’esistenza di un “temperamento ispanico”, comune appannaggio di tutti i popoli della penisola: volontà di indipendenza, forte sentimento religioso, propensione alle divisioni interne

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Percorso identitarioDietro la costruzione storiografica della Reconquista si trova:

l’idea di un’originaria divisione politica della Penisola iberica che nell'alto medioevo si era concretizzata nella formazione di due unità territoriali omogenee e ben differenziate.

l’importanza di una guerra ininterrotta tra cristiani e musulmani che si pone in reazione alla conquista araba (710-711)

al concetto di espansione militare si lega quello di repoblación, ossia la colonizzazione del territorio rurale da parte di una popolazione che avanza via via che gli eserciti procedono e i confini musulmani retrocedono

l’attuale idea spagnola di otto secoli di lotta tra Cristianità e Islam trae origine da un secolare processo di definizione identitaria e da una rielaborazione abbastanza recente della propria memoria (nazionalismo europeo)

lo scontro con l’Islam e il recupero del territorio fissa uno dei marchi distintivi dell’identità spagnola

il medioevo diventa così il tempo in cui la cristianità si è progressivamente imposta grazie al valore dei”conquistatori”

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Invenzione della tradizionenumerose feste popolari che ricordano lo scontro tra cristiani e musulmani

Morismas aragonesi: l’antico scontro tra cristiani e saraceni prende forma drammatica, esplicitando nella ripetizione la definizione di un passato condiviso.

Aínsa (Pirenei), primo fine settimana di settembre, si celebra la leggendaria vittoria del 724 delle truppecristiane contro i musulmani. Origine nel XVII secolo ma riscoperta e restaurata negli anni ’30 delXX. Rappresentazione teatrale in piazza con la battaglia, con dialoghi tra gli ambasciatori e lo scambio di opinioni tra il Peccato e il Diavolo. L’eterna lotta tra bene e male termina quando appare una croce di fuoco che indica la vittoria per le truppe cristiane.

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Voci di dissenso

“No entiendo cómo se pudo llamar reconquista a una cosa que dura ocho siglos» Ortega y Gasset (1922)

Américo Castro, España en su Historia (1948) contesta il valore “necessariamente” positivo della Reconquista e del medioevo iberico. Si era certamente forgiata la specificità spagnola, ma non nello sforzo di recupero territoriale: nel rapporto pacifico o problematico tra le tre grandi culture della Penisola. Per questo autore lo Spagnolo è il frutto dell’incontro tra cristianesimo, islamismo ed ebraismo

Anni ’70: si continuò ad utilizzare il concetto di Reconquista come categoria storiografica, ma grazie anche all’influsso degli Annales furono pubblicati i primi lavori che mettevano in discussione il concetto ma mai in maniera radicale

la Spagna ha vissuto la contemporaneità (guerra civile, Franchismo) come una lacerazione della propria memoria, e la Reconquista è risultata efficace nel fondare o rifondare un’unità identitaria.

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Reconquistas

Le interpretazioni di tipo finalistico riducono arbitrariamente a un insieme unitario vari fenomeni complessi e sarebbe più appropriato parlare di reconquistas piuttosto che si reconquista: i primi movimenti di resistenza agli invasori musulmani sorsero in regioni diverse, mentre in seguito degli stati già organizzati a intraprendere una marcia verso sud i cui movimenti e le cui modalità si svilupparono secondo le circostanze

(J. Gautier Dalché)

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OriginiAsturie VIII-IX secolo: compare una concezione politico-religiosa della penisola iberica come naturale cornice geografica di una comunità storica, da qui l’illegittimità della dominazione musulmana

Portata da alcuni chierici mozarabici eredi della tradizione isidoriana che avevano conservato il ricordo della monarchia visigota

I sovrani asturiani, eredi dei Visigoti, erano chiamati a regnare sull’intera penisola

883 Cronaca profetica: interpretazione della profezia di Ezechiele su Gog (identificati con i Goti) e Ismaele (gli Arabi). Secondo questa, i Goti, a causa dei loro peccati, cadono sotto il dominio degli Arabi, ma riconquistano la loro libertà dopo 170 anni. Dal momento che la cronaca è stata scritta nel 883, per dare credito alla profezia, si retrodata l'ingresso degli arabi nella penisola al 714.

Uso sporadico e non ufficiale dei titolo di imperator;

Scoperta della tomba di san Giacomo sotto Alfonso II (814)

strumento ideologico di affermazione della monarchia asturiana; difficile valutarne l’importanza fuori da quell’ambito

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OriginiPrimi focolai nelle asturie e in altre zone dei Pirenei: favoriti dal paesaggio impervio e dal fatto che gli allora emiri ritennero più utile impiegare le proprie forze in Gallia che rintuzzare le rivolte delle popolazioni montane

Quando lo ritennero possibile inviarono spedizioni militari che spesso si rivelarono disastrose per il cristiani (X-XI)

Particolarmente importante Muhammad ibn Abī ‘Āmir, noto come al-Manṣūr, ossia al-Manṣūr bi-llāh, "Colui che è reso vincitore da Dio"(938-1002): azioni numerose ed energiche contro città cristiane (Santiango, León, Burgos, Pamplona, Barcellona) senza portare ad occupazioni permanenti.

Probabile visione chiara delle forze a disposizione unita al successo comunque ottenuto con la riscossioni di tributi e l’imposizione di legami di sudditanza (prestigio e contenimento dei cristiani)

Nella seconda metà del X i re di León e di Navarra, i conti di Castiglia e di Barcellona moltiplicarono gli atti di vassallaggio, mandando ambascerie a Cordoba, recandovisi personalmente e accettando che le proprie figlie entrassero nell’harem del califfo.

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OriginiSpedizioni militari soprattutto per aiutare popolazioni ribelli

Forma pacifica di espansione tramite il ripopolamento: pare concentrato in zone o completamente deserte o in gran parte abbandonate

Principio della presura: i populatores diventavano proprietari alla fine di un certo periodo e a patto che avessero dissodato il terreno; rete di ville dipendenti da un casale o da un villaggio; fronte di castelli/torri/fortificazioni a difesa (Castiglia); le terre vacanti diventano demaniali e quindi risultano base fondiaria per benefici vassallatici

Riserva demografica del nord ma anche immigrazione dal sud: attirati da libertà personale e diritti sulla terra.

Militarizzazione della società: tutti gli uomini liberi sono costretti al servizio armato, possono essere mobilitati in qualsiasi momento e partecipano a spedizioni con scopi di razzia

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Fasi alterne1031 fine del califfato Omayyade e periodo delle taifas: risveglio delle reconquistas;

fine XI: Almoravidi al potere in una penisola profondamente segnata dall’avanzata cristiana (irrigidimento, jihad)

anni ’40 XII: seconda generazione di taifas, arrivo degli Almohadi (irrigidimento, jihad)

inizio XIII: terza generazione di taifas le contemporanee vicissitudini dei regni cristiani che ritardarono l’avanzata.

Forte impegno dei re di Castiglia (e di León) dall’XI al XIII secolo: profitti, occasione di arricchimento e scalata sociale; minor impegno di Aragona (meno uomini) e Catalogna (commercio)

Impresa sempre più politica e religiosa: influenza del papato (riforma gregoriana) e di alcuni movimenti monastici (Cluny)

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Guerra anomalaNella zona di frontiera la guerra fu sovente una sorta di industria, priva di motivazioni religiose e tesa al bottino

importate contributo degli ordini militari: templari più altri specifici della penisola iberica (Santiago, Calatrava, Alcantara, Avis)

debolezza del sistema difensivo musulmano + spostamento della capitale da Cordoba a Siviglia

operazione ricorrente: assedio fino alla fame e alla capitolazione

dove erano numerosi i musulmani conservarono il possesso dei beni, la libertà di culto, leggi proprie applicate da propri magistrati, pagarono le medesime imposte; però dovettero abbandonare le principali città o accettar di essere relegati in una parte di esse

nelle campagne lo status delle popolazioni conquistate fu il medesimo dei dhimmi anche se rivolte e contrasti talvolta portarono alla cacciata dei musulmani

ripopolamento comunque lento perché la crescita demografica non era sufficiente ad occupare i vuoti lasciato dai coloni.

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Non solo guerra

Rapporti molteplici: tributi, vassallaggi, riduzione in schiavitù, richieste di riscatto

Rapporti stretti tra alcuni stati cristiani e i membri dei gruppi dominanti di al-Andalus

Cristiani al servizio a Cordoba; musulmani alleati a re e principi del nord

il Cid (1043-1099) combatté per l’emiro della taifa di Saragozza contro il conte di Barcellona; l’emiro di Granada nel 1248 partecipò alla conquista di Siviglia da parte di Ferdinando III

la coesistenza con i musulmani apparve possibile a patto che si sottomettessero all’autorità dei sovrani cristiani

sistema dei tributi (dalla 2a metà XI): un principe cristiano accordava la sua protezione o la imponeva all’emiro di una taifa in cambio del versamento di un tributo annuale impegnandosi a difenderlo contro tutti, compresi i cristiani

gli alleati musulmani sono sovente qualificati come vassalli, con onori e oneri

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La NON Scuola di Toledo

“Scuola di Toledo”, etichetta con cui ci si riferisce al movimento traduttivo dall’arabo condotto in Spagna tra il XII e il XIII secolo. Etichetta che non rende giustizia alla profonda portata culturale di questo straordinario movimento di traduzione e ha dato origine alla leggenda secondo cui sarebbe esistita fisicamente un’istituzione didattica, a Toledo, in cui i traduttori volgevano i testi dall’arabo in latino e insegnavano regolarmente ad alcuni studenti; tale scuola sarebbe stata fondata da Raimondo, arcivescovo di Toledo

L’attività di traduzione conobbe un periodo aureo in Spagna tra il XII e il XIII secolo ma un’istituzione didattica organizzata non è supportata da alcun documento. nel corso degli anni. Allo stato attuale delle conoscenze sembra ragionevole ritenere che una scuola in senso fisico non sia mai esistita e che l’arcivescovo di Toledo Raimondo, non abbia avuto alcun ruolo promotore nella fioritura delle traduzioni in Spagna.

Ma il movimento traduttivo ci fu e fu potente. per studiarlo tuttavia si deve guardare ai singoli traduttori e alle opere da essi tradotte.

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Coesistenza e scuole

La conquista nel 1085 di Toledo e la tolleranza che i re castigliani cristiani verso musulmani e ebrei favorì probabilmente il rinascimento filosofico, teologico e scientifico dell'Europa carolingia.

La città diventa evidentemente luogo di incontri tra le migliori menti del tempo di tutte e tre le religioni; vi arrivano da ogni parte pellegrini della scienza (Roberto di Chester, Gualcherio di Malvern, Platone Tiburtino, Gerardo da Cremona, Domenico Gundisalvi, Ugo di Santalla)

Si realizza il passaggio della cultura araba (e attraverso questa della cultura greca) all'Occidente: traduzione dei greci attraverso i commentari arabi + conquiste scientifiche degli arabi

2 traduttori: uno conosceva l’arabo e l’altro il latino: un ebreo che sapeva l’arabo traduceva in lingua romanza il testo che poi veniva trasferito in latino.

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Coesistenza e scuoleDomingo Gundisalvo interpretava e scriveva in latino i commentari di Aristotele, scritti in arabo

Juan Hispano (ebreo convertito) traduceva commentari in castigliano

Grerardo da Cremona imparò l’arabo e poi divenne tra i traduttori più famosi (Archimese, Aristotele, Ippocrate, Euclide)

Verso il XIII arrivarono i primi originali greci

Nella prima metà del XIII secolo venne composto il «Libro de los Doce Sabios» (1237), un sunto di saggezza politica e morale classica passata per mani «orientali».

Nella seconda metà del XIII secolo Alfonso X il Saggiofondò effettivamente una scuola a Toledo e a Siviglia; nel 1269 fondò la Scuola di Murcia guidata dal matematico Al-Ricotí. Elevò al rango di Università gli studia di Salamanca (1254) e di Palencia (1263)

Chiesa di S. Maria la Blanca, Toledo, Originariamente una Sinagoga

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La Chirurgia di Albucasis tradotta da Gherardo da Cremona

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Le traduzioni e i trasferimenti

nel corso del XIII secolo la scelta delle opere da tradurre non ricadde più solo sui singoli traduttori, ma le traduzioni venivano prodotte o commissionate per colmare lacune nei diversi campi del sapere e per sostituire traduzioni oscure o imprecise.

grande desiderio di riscoprire in forma diretta o attraverso la mediazione di arabo ed ebraico i testi greci perduti, sovente accompagnate da commentari di scienziati e filosofi arabi che arricchivano i contenuti degli originali mediante ampliamenti e rettifiche.

L’imponente attività traduttiva di testi scientifici continuò sotto Alfonso X il Saggio: straordinaria corte in cui le arti e le scienze conobbero uno periodo di grande splendore. Passaggio dal latino al castigliano come lingua scientifica. Redazione dell’immenso corpus alfonsino: cortigiani per lo più anonimi; profonda competenza linguistica di quattro ebrei, principali traduttori di corte: Yehudah ben Moshè ha-Cohen, astronomo, medico e primo traduttore della corte di Alfonso X, Isaac ben Sid, detto “Rabiçag”, Samuel ha-Lewi e Abraham ibn Waqar.Rugieri Pergola, Ex arabicum in latinum: traduzioni scinetifiche e traduttori nell’occidente medievale, in “Studi di Glottodidattica” 2009, 3, 74-105 http://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/glottodidattica/article/view/88

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Gli ebrei sefarditi

Sefarad, "Spagna", nome geografico unitario per la penisola iberica ricavato dalla Bibbia (macro distinzione con gli Ashkenaziti, gli Ebrei dell’Europa centrale e orientale)vera età dell'oro nel corso dei sette secoli della dominazione araba, in particolare dall’arrivo degli arabi (fine del giogo visigoto) fino all’arrivo degli Almoravidi, poi progressivo passaggio in area cristiana. Spesso di sontinua a usare la lingua araba anche nei regni cristiani

In al-Andalus grande libertà di praticare la loro religione e di fare vista sociale

Nel 1492, in seguito all'editto d'espulsione che metteva il popolo ebraico di fronte all'alternativa della conversione o dell'esilio, si sancì la fine di una presenza plurisecolare avviando la dispersione dei sefarditi lungo tutto il bacino del Mediterraneo.

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Gli ebrei sefarditigrandi e leggendari esponenti del mondo filosofico e letterario al contempo membri dell’entourage califfale (o degli emiri); sviluppo della poesia profana e del mecenatismo

Hasday ibn Shaprut (inizio X) consigliere politico di Abd al-Rahman III, capo della comunità ebraica e traduttore di un manuale medico dal greco all’arabo, sostenitore della poesia e della lingua ebraica; centro culturale a corte a Cordoba

Samuel ibn Nagrela, visir e generale dell’esercito a Granada, conoscitore del Talmud, poesie tra le più importanti della lirica ebraica medievale; figlio ucciso in intrighi di corte

Jehudah Halewi, filosofo del XII secolo, studia in al-Andalus; vince una gara poetica a Cordoba; incontra a Granada alcuni i poeti sefarditi poi dispersi dalle persecuzioni degli Almoravidi. Si reca presso il vizir ebreo di Siviglia e il maestro talmudico di Lucena; pratica la medicina a Toledo e infine torna verso la Palestina (muore al Cairo nel 1141)

Mosè Maimonide (Cordoba 1138) filosofo, rabbino e medico spagnolo. Fuga a Fez con la famiglia per le persecuzioni almohadi, poi al Cairo. Scrive un trattato in ebraico sul calendario,un trattato in arabo di logica, un commento alla Mishna (legge orale); trattati in lingua araba di medicina; l'opera più famosa è La guida dei perplessi (1190), in cui interpreta la teologia biblica e rabbinica nei termini della fisica e metafisica aristoteliche.

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Samuel ibn Nagrela (993-1056)Un re non ti favorirà a meno che non speri di essere

a suo agio mentre lavori e ti impegni al suo servizio.

Sei in messo tra le sue tenaglie: con una mano ti mette dentro le fiamme

mentre (con l’altra) ti protegge dal fuoco, entrambe le mani usate contro di te

* * *

Freddi giorni sono arrivati e il vino nuovo

è rosso e la sua voce ancora nel tino

così amico mio, vai trai tuoi compagni

in modo che ognuno possa fare quello che vuole.

Qualcuno dice: guarda alle nuvole che portano pioggia

e ascolta il tuono dei cieli in alto

e osserva il gelo e le fiamme del rogo

si scende mentre altri salgono e si sollevano.

Vieni, bevi dalla coppa e bevi ancora

dalla brocca, notte e giorno.

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