SPSN, le notizie. Numero 0

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Ecco, a voi l'hub! In via Cacudi 15 la sede del progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Esedra dai nostri inviati BRENDA E PAMELA a cura dei giovani redattori dell' Sta diventando ormai una realtà consolidata non solo nel quartiere dove è cresciuto, ma anche nel resto della città. Stiamo parlando dell’hub del San Paolo Social Network. Un progetto inaugurato ufficialmente l’estate scorsa e che ora ha a pieno regime vari laboratori che interessano decine e decine di ragazzi di ogni età. Non solo. L’hub offre alla cittadinanza del quartiere, per anni “dimenticata”, una opportunità e una speranza grazie all’attivazione di vari sportelli mirati all’orientamento professionale e al sostegno psicologico. Un’isola, una grande isola, che si spera possa ben presto trasformarsi in un arcipelago di altre realtà associative votate al sociale e al risollevamento morale di questo quartiere. D: Allora, una breve presentazione R: Mia personale o di San Paolo Social Network? (sorride) Mi chiamo Francesco Muciaccia, ho 35 anni e sono c.d. Project Leader di San Paolo Social Network. D: Perché questo nome? San Paolo Social Network? R: In realtà non l’ho inventato io! Però vi do la mia interpretazione. San Paolo Social Network, è un nome che richiama direttamente gli ultimi programmi che possono essere scaricati on line e che permettono a ciascuno di noi di crearsi un proprio network virtuale, quindi di avere una rete di relazioni che non è solo una rete di amicizia, ma legata, per esempio, al lavoro e alle relazioni ideali che si possono quasi toccare oltre che a relazioni virtuali. Il nome richiama questi programmi. Però fondamentalmente ritengo sia l’idea di creare una vera e propria comunità all’interno del quartiere San Paolo. Una Numerose le attività per i cittadini del San Paolo E’ partito già da molti mesi il progetto del doposcuola rivolto ai bambini delle scuole elementari presso l’hub del San Paolo Social Network. A tenere questo laboratorio ci sono le due maestre Annamaria e Chiara a cui abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio di cosa si tratta. Che tipo di attività svolgono i bambini? “I bambini svolgono attività non solo di doposcuola, ma anche attività ludico-creative, cioè i bambini giocano e noi li insegniamo le regole di questi giochi, inoltre questi svolgono attività manipolative, cioè noi li insegniamo ad utilizzare il Das”. Quanti bambini frequentano il doposcuola? “Sono in tutto 10 bambini, che frequentano dalle 15.00 alle 17.00. Poi arrivano altri bambini che frequentano invece dalle 17.00 alle 19.00”. Come è partito questo progetto? “Il progetto è partito questa estate grazie ai finanziamenti di Fondazione con il Sud che ha appunto finanziato, cioè ha prestato le risorse economiche necessarie per l’apertura di questa attività. Poi sono nati altri progetti che sono andati ad arricchire le attività dei laboratori”. Avete difficoltà a seguire tutti i bambini? “No, non direi. Anzi, abbiamo poche difficoltà perché i bambini sono pochi e quindi sono molto gestibili, però sono di livelli diversi e hanno bisogno dei loro tempi. Invece con gli altri bambini, quelli che frequentano dalle 17.00 alle 19.00, abbiamo riscontrato alcune difficoltà”. Come ci si fa ad iscrivere? “Per quanto riguarda il doposcuola le iscrizioni arrivano direttamente dalle scuole. Quindi, noi riceviamo le iscrizioni dai genitori, perché i bambini sono minorenni”. "San Paolo Social Network vuole mettere insieme tutti questi progetti, quelle associazioni che convivono nel territorio, che operano nel territorio, le migliori esperienze che sono presenti sul territorio. È un network reale che permette alle persone, agli abitanti del quartiere, ma anche agli abitanti di altri quartieri di Bari, addirittura di altre città, di connettersi, di restare insieme, di unirsi e di pensare ad un futuro migliore per questo quartiere." SAN PAOLO SOCIAL NETWORK è su Cronaca dell'hub MAGGIORI APPROFONDIMENTI SU www.sanpaolosocialnetwork.it Una delle innumerevoli attività svolte nel nostro HUB è quella dedicata al cinema. Questo progetto e diretto da due maestri principali specializzati in cinematografia ed è seguito da 17 ragazzi delle scuole medie. Il corso viene seguito due volte a settimana ed è molto interessante! Infatti i piccoli aspiranti attori imparano l’arte della cinematografia;dal montare sceneggiature all’esprimere le proprie emozioni ma anche a dirigere un film e diventare dei veri e propri registi. I ragazzi hanno un’infarinatura generale che è un punto di partenza per conoscere ed inserirsi inquel mondo magico fatto di grandi storie d’amore e di colpi di scena d’effetto. Come lavoro finale, ogni singolo ragazzo scriverà una propria sceneggiatura e ne producerà un video multimediale con il quale potrà anche partecipare a concorsi nazionali e tentare di ricevere riconoscimenti! Buon lavoro allora! La sede del San Polo Social Network ogni martedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00 ospita un laboratorio di arti grafiche. Si riunisce un gruppo di 15 persone tra ragazzi e ragazze dai 13 ai 16 anni con un docente informatico. Abbiamo intervistato lui e i nostri giovani amici. Qual è lo scopo del progetto? In cosa consiste? I ragazzi imparano a usare dei software per modificare immagini e montare video. Imparano anche a realizzare fotomontaggi, disegni e grafici pubblicitari. E voi ragazzi? Vi piace il progetto?Lo ritenete interessante? Siamo molto entusiasti di partecipare a questo progetto, è molto interessante, poiché stiamo imparando delle tecniche che ci possono servire sia per uso personale e magari in futuro da utilizzare nel mondo del lavoro. Al giorno d’oggi dove la maggior parte dei ragazzi pensa al computer, come un mezzo solo per navigare in chat room o Facebook o altri social network, da questa esperienza invece possono prendere atto di altre funzionalità interessanti del computer. Sharon e Kate, tra loro non c'erano segreti, erano grandi amiche, o per meglio dire loro si definivano sorelle. La loro amicizia nacque un pò di anni fa, quando entrambe frequentavano le scuole elementari. Erano bambine e passavano le giornate sorseggiando il solito tè pomeridiano, guardando film o fantasticando sulla vita che il loro destino le aveva riservato. Loro si definivano il primo amore l'una per l'altra. Erano due ragazze molto a modo, sempre felici, senza alcun pensieroe vivevano le giornate senza programmarle. Un anno dopo qualcosa cambiò... Il racconto di Federica Mocciosa ILARIA V. dalle nostre inviate DEBORAH PIERA ANTONELLA Le inviate del laboratorio di giornalismo vanno a curiosare nel laboratorio di teatro dell'hub e intervistano Lucia Zotti del Kismet e i suoi piccoli attori. D: Com'è partito questo laboratorio? R: Questo progetto è stato organizzato dal spsn che ha interpellato gruppi di attività culturali come il <KISMET> di cui io faccio parte e sono qui a condurre un laboratorio teatrale. D: Che tipo di attività svolgono i bambini? R: Lavoriamo sulle modalità teatrali: come ci si muove sulla scena e come si parla. D: Che tipo di teatro svolgono i bambini? R: Un teatro per bambini: raccontano fiabe. D: Quanti bambini frequentano questo Lab? R: Una decina Domanda ai bambini: Vi divertite al laboratorio di teatro? R: ( i bambini urlando al registratore) sii!! D: In che giorni e a che ora si svolge questo Lab? R: Si svolge il giovedì e il venerdì alle 15.00 alle 17.00 D: Pensa che al termine di questa attività i bambini possano continuare a coltivare questa passione? RISPOSTA: bhe… come sempre avviene! Se nel bambino è avvenuto qualcosa di importate se lo porta dietro e probabilmente potrebbe anche continuare; molti attori hanno iniziato la loro carriera proprio da un progetto con qualcuno di noi del teatro Kismet. Domanda per i bambini: vi piacerebbe intraprendere la carriera teatrale? R: ( i bambini continuando ad urlare al registratore) sii!! Cronaca dell'hub Lo sportello di orientamento professionale. Intervista agli speaker di RadioKreattiva Dal quartiere Bianco Natale con i fiocchi? No, nero di petardi. Sport Diventare campioni di karate L'ASD San Paolo Calcio: intervista al Presidente. Donne Giù le mani dai bambini! Marylin: mito intramontabile Il racconto di Federica Mocciosa Folgorate dal laboratorio di cinema Vogliamo diventare attrici dalla redazione ANTONELLA D. PIERA T. Sì, sì, abbiamo proprio deciso: vogliamo diventare delle attrici! Il laboratorio di cinema ci piace un sacco. E’ successo tutto l’altro giorno: abbiamo cominciato a vedere un film del 2001 molto commovente e significativo, “Mi chiamo Sam”, con Sean Penn e Michelle Pfeiffer. Il film parlava di un uomo di nome Sam che aveva dei problemi mentali e che viveva con la figlia Lucy di sette anni, una bambina avuta da una donna che però immediatamente dopo il parto era scomparsa. Sam rimane solo con la bambina e decide di tenerla e crescerla con tanto amore. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Lui cerca di fare di tutto per riaverla e decide di contattare un avvocato, Rita, che inizialmente non vuole aiutarlo perché ha troppi impegni. Alla fine Rita, sentendosi in colpa, decide di darli una mano e Sam così riesce a riottenere la bambina, anche se solo per poche volte a settimana. Dopo la visione di questo film, e dopo aver visto l’interpretazione bellissima di Michelle Pfeiffer, abbiamo deciso che sarebbe bello un domani diventare delle attrici, sperando in una lunga carriera cinematografica. dai nostri inviati DEBORAH L. ANDREA T. E' l'ora del doposcuola! dai nostri inviati GIUSY D. GIUSEPPE D. Spazio alla fantasia con arti grafiche Ciak si gira...nell'hub! dall'inviata BRENDA Un laboratorio per dare voce al quartiere San Paolo Giornalismo KreAttivo: presente! dalla redazione MARIKA T. DEBORAH L. Un laboratorio per comunicare con e sul quartiere, ma anche per far crescere e coltivare una passione: quella del giornalista. E’ con questo scopo che è nato, nell’ambito delle numerose attività promosse dall’hub, il laboratorio di giornalismo. Coordinato da due esperti del settore, Andrea Alessandrino e Lucia Abbinante, il corso è partito ufficialmente i primi di ottobre di quest’anno. Dopo un breve periodo di lezioni teoriche sul mondo del giornalismo e su alcune brevi ed elementari nozioni di comunicazione, il lavoro è proseguito organizzando i ragazzi attorno ad una vera e propria redazione al lavoro costantemente su cronaca, interviste (responsabili dei laboratori, presidenti di associazioni sportive, ecc.), reportage e tutta una serie di notizie e avvenimenti che ruotano attorno al quartiere San Paolo, ma non solo. Interessanti anche i contributi dei ragazzi nelle rubriche di approfondimento, cucina, folklore, recensioni e racconti. I ragazzi frequentanti sono divisi in due gruppi: il martedì tocca ai ragazzi dell’Ettore Majorana dalle ore 15.00 alle ore 17.00, e il giovedì invece è il turno dei ragazzi dell’Azzarita della scuola Filippo Ungaretti alla stessa ora. I ragazzi della scuola Majorana, più grandi essendo provenienti da una scuola media superiore, sono all’incirca dieci; invece i ragazzi dell’Azzarita-Ungaretti, più piccoli, ovvero di una scuola media inferiore, sono poco meno di una decina. Il laboratorio svolge le sue lezioni all’interno dell’hub di Piazza Europa, in via Cacudi n.° 15. Un laboratorio che ha il pregio di poter comunicare attivamente con il resto degli altri laboratori, evidenziandone e promuovendone le attività. Come si sa, l’hub è uno spazio che, per sua natura, contiene diversi laboratori, come: teatro, doposcuola, cinema, giornalismo e arti grafiche, oltre a vari sportelli di consulenza. Il laboratorio di giornalismo dunque produce articoli e servizi su cosa accade sia nel quartiere, sia all’interno dell’hub, con una pubblicazione periodica che avviene sia in forma cartacea, affissa poi sui muri e nei negozi dell’intero quartiere San Paolo, sia in forma di blog, per dare vita continua e sempre aggiornata di quello che accade o per approfondire le notizie che, per motivi di spazio, non possono essere ospitate all’interno della versione cartacea del periodico. Si scrive SPS . Si legge futuro. Volevamo saperne di più e ne abbiamo parlato con Checco Muciaccia. comunità che molto spesso è stata “frammentata” perché è un quartiere che ha vissuto, soprattutto in passato, periodi di grossi problemi, anche di traumi “fisici”. È un quartiere che è stato costruito in fretta e furia 50 anni fa, con delle strade molto larghe e con delle distanze fra un palazzo e l’altro anche enormi, che non hanno permesso ai cittadini di comunicare, di entrare in relazione, di creare una comunità. SPSN quindi, per concludere, vuole essere sia un network on line virtuale per mettere insieme tutti questi progetti, quelle associazioni che convivono e operano nel territorio, un insieme delle migliori esperienze che sono presenti sul territorio, sia un network reale che permette alle persone, agli abitanti del quartiere e di altri quartieri di Bari, o addirittura di altre città, di connettersi, di restare insieme, di unirsi e di pensare ad un futuro migliore per questo rione. D: Quali sono state le difficoltà maggiori nel mettere su questa attività? R: Forse la mancanza di grande esperienza all’interno del Quartiere San Paolo: qui ci sono delle realtà molto consolidate, parlo di realtà anche positive. Noi siamo una realtà completamente nuova e abbiamo dovuto rompere certi schemi. Siamo arrivati in questo quartiere e piano piano gli abitanti ci hanno dato sempre più fiducia. D: Qual è il vero scopo di SPSN? R: L’obiettivo è quello di andare nello specifico, cioè dare degli strumenti agli abitanti del quartiere, ai bambini delle scuole elementari, a quelli in fase prescolastica, fino ai pensionati. Offrire degli strumenti per migliorare la propria vita con, per esempio, gli sportelli di ascolto, di mediazione familiare, di migliorare il proprio lavoro con gli sportelli di orientamento e formazione, arricchire la vita culturale degli abitanti con le attività di Kreattiva, cinema, teatro, sport come basket, ciclismo, calcio. L’obiettivo di SPSN dunque è quello di creare una nuova comunità dotata di strumenti per migliorar la vita. D: Perché questo spazio che ospita il progetto SPSN lo definite HUB? R: Perché riprende l’obiettivo di creare un social network. L’Hub non è che altro che un punto centrale di una rete che permette ai cittadini di incontrarsi, realizzare molteplici attività, mettersi in relazione. Il tentativo è di condividere i contenuti dei vari laboratori come fa RadioKreattiva e il Laboratorio di Giornalismo con le altre attività, cioè comunicare a tutti ciò che avviene nell’Hub, quindi mettere insieme una serie di attività e di relazioni, aumentandone il loro valore. D: Grazie. R: A voi. RadioKreattiva è la radio dell'hub! On line le voci degli speaker del quartiere dalla redazione Cliccate www.sanpaolosocialnetwork.it per ascoltare le trasmissioni della radio barese nota per l'impegno nella cultura della legalità nelle scuole della Puglia. In diretta dal San Paolo Social Network le voci degli speaker della scuola De Fano e Ungaretti vi forniranno notizie, curiosità, riflessioni sul quartiere. E inoltre musica, interviste e tante risate! Ascoltateli! Entusiasmo, fiabe e recitazione: il teatro dell'hub! Buon Natale! Costume e società Il rito del "funerale delle squadre di calcio" Ecologia Cassonetti incendiati: attentato alla salute ed alla città Moda Teenager e vestiti. Che abbinamento! Folklore Le ricette di Ilaria: dolci e consigli per un Buon Natale! Leggeteci...e scriveteci @ [email protected] (... vogliamo intervistarvi tutti!) Le notizie continuano sul nostro blog www.sanpaolosocialnetwork.it Numero 0/2011 Guardare dentro. Guardare attorno. Guardare oltre.

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Primo numero del giornale murale creato nel laboratorio di giornalismo partecipativo del San Paolo Social Network

Transcript of SPSN, le notizie. Numero 0

Page 1: SPSN, le notizie. Numero 0

Ecco, a voi l'hub!In via Cacudi 15 la sede del progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Esedra

dai nostri inviatiBRENDA E PAMELA

a cura dei giovani redattori dell'

Sta diventando ormai una realtà consolidata non solo nel quartiere dove è cresciuto, ma anche nel resto della città. Stiamo parlando dell’hub del San Paolo Social Network. Un progetto inaugurato ufficialmente l’estate scorsa e che ora ha a

pieno regime vari laboratori che interessano decine e decine di ragazzi di

ogni età. Non solo. L’hub offre alla cittadinanza del quartiere, per anni

“dimenticata”, una opportunità e una speranza grazie all’attivazione di vari

sportelli mirati all’orientamento professionale e al sostegno psicologico.

Un’isola, una grande isola, che si spera possa ben presto trasformarsi in un arcipelago di altre realtà associative votate al sociale e al risollevamento

morale di questo quartiere.D: Allora, una breve presentazioneR: Mia personale o di San Paolo Social Network? (sorride) Mi chiamo Francesco Muciaccia, ho 35 anni e sono c.d. Project Leader di San Paolo Social Network.

D: Perché questo nome? San Paolo Social Network?R: In realtà non l’ho inventato io! Però vi do la mia interpretazione. San Paolo Social Network, è un nome che richiama direttamente gli ultimi programmi che possono essere scaricati on line e che permettono a ciascuno di noi di crearsi un proprio network virtuale, quindi di avere una rete di relazioni che non è solo una rete di amicizia, ma legata, per esempio, al lavoro e alle relazioni ideali che si possono quasi toccare oltre che a relazioni virtuali. Il nome richiama questi programmi. Però fondamentalmente ritengo sia l’idea di creare una vera e propria comunità all’interno del quartiere San Paolo. Una

Numerose le attività per i cittadini del San Paolo

E’ partito già da molti mesi il progetto del doposcuola rivolto ai bambini delle scuole elementari presso l’hub del

San Paolo Social Network.A tenere questo laboratorio ci sono le due maestre

Annamaria e Chiara a cui abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio di cosa si tratta.

Che tipo di attività svolgono i bambini?

“I bambini svolgono attività non solo di doposcuola, ma anche attività ludico-creative, cioè i bambini giocano e noi li insegniamo le regole di questi giochi, inoltre questi svolgono attività manipolative, cioè noi li insegniamo ad utilizzare il Das”.

Quanti bambini frequentano il doposcuola?

“Sono in tutto 10 bambini, che frequentano dalle 15.00 alle 17.00. Poi arrivano altri bambini che frequentano invece dalle 17.00 alle 19.00”.

Come è partito questo progetto?

“Il progetto è partito questa estate grazie ai finanziamenti di Fondazione con il Sud che ha appunto finanziato, cioè ha prestato le risorse economiche necessarie per l’apertura di questa attività. Poi sono nati altri progetti che sono andati ad arricchire le attività dei laboratori”.

Avete difficoltà a seguire tutti i bambini?

“No, non direi. Anzi, abbiamo poche difficoltà perché i bambini sono pochi e quindi sono molto gestibili, però sono di livelli diversi e hanno bisogno dei loro tempi. Invece con gli altri bambini, quelli che frequentano dalle 17.00 alle 19.00, abbiamo riscontrato alcune difficoltà”.

Come ci si fa ad iscrivere?

“Per quanto riguarda il doposcuola le iscrizioni arrivano direttamente dalle scuole. Quindi, noi riceviamo le iscrizioni dai genitori, perché i bambini sono minorenni”.

"San Paolo Social Network vuole mettere insieme tutti questi progetti, quelle associazioni che convivono nel

territorio, che operano nel territorio, le migliori esperienze che sono presenti sul

territorio. È un network reale che permette alle persone, agli abitanti del quartiere, ma anche agli abitanti di altri quartieri di Bari, addirittura di altre città, di connettersi, di restare insieme, di unirsi e di pensare ad un futuro migliore per questo quartiere."

SAN PAOLO SOCIAL NETWORK è su

Cronaca dell'hubMAGGIORI APPROFONDIMENTI SUwww.sanpaolosocialnetwork.it

Una delle innumerevoli attività svolte nel nostro HUB è quella dedicata al cinema. Questo progetto e diretto da due maestri principali specializzati in cinematografia ed è seguito da 17 ragazzi delle scuole medie. Il corso viene seguito due volte a settimana ed è molto interessante! Infatti i piccoli aspiranti attori imparano l’arte della cinematografia;dal montare sceneggiature all’esprimere le proprie emozioni ma anche a dirigere un film e diventare dei veri e propri registi. I ragazzi hanno un’infarinatura generale che è un punto di partenza per conoscere ed inserirsi inquel mondo magico fatto di grandi storie d’amore e di colpi di scena d’effetto.Come lavoro finale, ogni singolo ragazzo scriverà una propria sceneggiatura e ne producerà un video multimediale con il quale potrà anche partecipare a concorsi nazionali e tentare di ricevere riconoscimenti! Buon lavoro allora!

La sede del San Polo Social Network ogni martedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00 ospita un laboratorio di arti grafiche. Si riunisce

un gruppo di 15 persone tra ragazzi e ragazze dai 13 ai 16 anni con un docente informatico.

Abbiamo intervistato lui e i nostri giovani amici.Qual è lo scopo del progetto? In cosa consiste?

I ragazzi imparano a usare dei software per modificare immagini e montare video. Imparano anche a realizzare fotomontaggi, disegni e grafici pubblicitari.

E voi ragazzi? Vi piace il progetto?Lo ritenete interessante?

Siamo molto entusiasti di partecipare a questo progetto, è molto interessante, poiché stiamo imparando delle tecniche che ci possono servire sia per uso personale e magari in futuro da utilizzare nel mondo del lavoro.

Al giorno d’oggi dove la maggior parte dei ragazzi pensa al computer, come un mezzo solo per navigare in chat room o Facebook o altri social network, da questa esperienza invece possono prendere atto di altre funzionalità interessanti del computer.

Sharon e Kate, tra loro non c'erano segreti, erano grandi amiche, o per meglio dire loro si definivano sorelle. La

loro amicizia nacque un pò di anni fa, quando entrambe frequentavano le scuole elementari. Erano bambine

e passavano le giornate sorseggiando il solito tè pomeridiano, guardando film o fantasticando sulla vita che

il loro destino le aveva riservato. Loro si definivano il primo amore l'una per l'altra. Erano due ragazze

molto a modo, sempre felici, senza alcun pensieroe vivevano le giornate senza programmarle.

Un anno dopo qualcosa cambiò...

Il racconto di Federica Mocciosa ILARIA V.

dalle nostre inviateDEBORAH PIERA ANTONELLA

Le inviate del laboratorio di giornalismo vanno a curiosare nel laboratorio di

teatro dell'hub e intervistano Lucia Zotti del Kismet e i suoi piccoli attori.

D: Com'è partito questo laboratorio?R: Questo progetto è stato organizzato dal spsn che ha interpellato gruppi di attività culturali come il <KISMET> di cui io faccio parte e sono qui a condurre un laboratorio teatrale.D: Che tipo di attività svolgono i bambini?R: Lavoriamo sulle modalità teatrali: come ci si muove sulla scena e come si parla. D: Che tipo di teatro svolgono i bambini?R: Un teatro per bambini: raccontano fiabe.D: Quanti bambini frequentano questo Lab?R: Una decinaDomanda ai bambini: Vi divertite al laboratorio di teatro?R: ( i bambini urlando al registratore) sii!!D: In che giorni e a che ora si svolge questo Lab?R: Si svolge il giovedì e il venerdì alle 15.00 alle 17.00 D: Pensa che al termine di questa attività i bambini possano continuare a coltivare questa passione?RISPOSTA: bhe… come sempre avviene! Se nel bambino è avvenuto qualcosa di importate se lo porta dietro e probabilmente potrebbe anche continuare; molti attori hanno iniziato la loro carriera proprio da un progetto con qualcuno di noi del teatro Kismet.Domanda per i bambini: vi piacerebbe intraprendere la carriera teatrale?R: ( i bambini continuando ad urlare al registratore) sii!!

Cronaca dell'hubLo sportello di orientamento professionale. Intervista agli speaker di RadioKreattiva

Dal quartiereBianco Natale con i fiocchi? No, nero di petardi.

SportDiventare campioni di karateL'ASD San Paolo Calcio: intervista al Presidente.

DonneGiù le mani dai bambini!Marylin: mito intramontabileIl racconto di Federica Mocciosa

Folgorate dal laboratorio di cinemaVogliamo diventare attricidalla redazioneANTONELLA D. PIERA T.

Sì, sì, abbiamo proprio deciso: vogliamo diventare delle attrici! Il laboratorio di cinema ci piace un sacco. E’ successo tutto l’altro giorno: abbiamo cominciato a vedere un film del 2001 molto commovente e significativo, “Mi chiamo Sam”, con Sean Penn e Michelle Pfeiffer. Il film parlava di un uomo di nome Sam che aveva dei problemi mentali e che viveva con la figlia Lucy di sette anni, una bambina avuta da una donna che però immediatamente dopo il parto era scomparsa. Sam rimane solo con la bambina e decide di tenerla e crescerla con tanto amore. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Lui cerca di fare di tutto per riaverla e decide di contattare un avvocato, Rita, che inizialmente non vuole aiutarlo perché ha troppi impegni. Alla fine Rita, sentendosi in colpa, decide di darli una mano e Sam così riesce a riottenere la bambina, anche se solo per poche volte a settimana. Dopo la visione di questo film, e dopo aver visto l’interpretazione bellissima di Michelle Pfeiffer, abbiamo deciso che sarebbe bello un domani diventare delle attrici, sperando in una lunga carriera cinematografica.

dai nostri inviatiDEBORAH L. ANDREA T.

E' l'ora deldoposcuola!

dai nostri inviatiGIUSY D. GIUSEPPE D.

Spazio alla fantasia con arti grafiche

Ciak si gira...nell'hub!dall'inviataBRENDA

Un laboratorio per dare voce al quartiere San PaoloGiornalismo KreAttivo: presente!

dalla redazioneMARIKA T. DEBORAH L.

Un laboratorio per comunicare con e sul quartiere, ma anche per far crescere e coltivare una passione: quella del giornalista. E’ con questo scopo che è nato, nell’ambito delle numerose attività promosse dall’hub, il laboratorio di giornalismo. Coordinato da due esperti del settore, Andrea Alessandrino e Lucia Abbinante, il corso è partito ufficialmente i primi di ottobre di quest’anno. Dopo un breve periodo di lezioni teoriche sul mondo del giornalismo e su alcune brevi ed elementari nozioni di comunicazione, il lavoro è proseguito organizzando i ragazzi attorno ad una vera e propria redazione al lavoro costantemente su cronaca, interviste (responsabili dei laboratori, presidenti di associazioni sportive, ecc.), reportage e tutta una serie di notizie e avvenimenti che ruotano attorno al quartiere San Paolo, ma non solo. Interessanti anche i contributi dei ragazzi nelle rubriche di approfondimento, cucina, folklore, recensioni e racconti. I ragazzi frequentanti sono divisi in due gruppi: il martedì tocca ai ragazzi dell’Ettore Majorana dalle ore 15.00 alle ore 17.00, e il giovedì invece è il turno dei ragazzi dell’Azzarita della scuola Filippo Ungaretti alla stessa ora. I ragazzi della scuola Majorana, più grandi essendo provenienti da una scuola media superiore, sono all’incirca dieci; invece i ragazzi dell’Azzarita-Ungaretti, più piccoli, ovvero di una scuola media inferiore, sono poco meno di una decina. Il laboratorio svolge le sue lezioni all’interno dell’hub di Piazza Europa, in via Cacudi n.° 15. Un laboratorio che ha il pregio di poter comunicare attivamente con il resto degli altri laboratori, evidenziandone e promuovendone le attività. Come si sa, l’hub è uno spazio che, per sua natura, contiene diversi laboratori, come: teatro, doposcuola, cinema, giornalismo e arti grafiche, oltre a vari sportelli di consulenza. Il laboratorio di giornalismo dunque produce articoli e servizi su cosa accade sia nel quartiere, sia all’interno dell’hub, con una pubblicazione periodica che avviene sia in forma cartacea, affissa poi sui muri e nei negozi dell’intero quartiere San Paolo, sia in forma di blog, per dare vita continua e sempre aggiornata di quello che accade o per approfondire le notizie che, per motivi di spazio, non possono essere ospitate all’interno della versione cartacea del periodico.

Si scrive SPSN.Si legge futuro.

Volevamo saperne di più e ne abbiamo parlato con Checco Muciaccia.

comunità che molto spesso è stata “frammentata” perché è un quartiere che ha vissuto, soprattutto in passato, periodi di grossi problemi, anche di traumi “fisici”. È un quartiere che è stato costruito in fretta e furia 50 anni fa, con delle strade molto larghe e con delle distanze fra un palazzo e l’altro anche enormi, che non hanno permesso ai cittadini di comunicare, di entrare in relazione, di creare una comunità. SPSN quindi, per concludere, vuole essere sia un network on line virtuale per mettere insieme tutti questi progetti, quelle associazioni che convivono e operano nel territorio, un insieme delle migliori esperienze che sono presenti sul territorio, sia un network reale che permette alle persone, agli abitanti del quartiere e di altri quartieri di Bari, o addirittura di altre città, di connettersi, di restare insieme, di unirsi e di pensare ad un futuro migliore per questo rione.D: Quali sono state le difficoltà maggiori nel mettere su questa attività?R: Forse la mancanza di grande esperienza all’interno del Quartiere San Paolo: qui ci sono delle realtà molto consolidate, parlo di realtà anche positive. Noi siamo una realtà completamente nuova e abbiamo dovuto rompere certi schemi. Siamo arrivati in questo quartiere e piano piano gli abitanti ci hanno dato sempre più fiducia.D: Qual è il vero scopo di SPSN?R: L’obiettivo è quello di andare nello specifico, cioè dare degli strumenti agli abitanti del quartiere, ai bambini delle scuole elementari, a quelli in fase prescolastica, fino ai pensionati. Offrire degli strumenti per migliorare la propria vita con, per esempio, gli sportelli di ascolto, di mediazione familiare, di migliorare il proprio lavoro con gli sportelli di orientamento e formazione, arricchire la vita culturale degli abitanti con le attività di Kreattiva, cinema,

teatro, sport come basket, ciclismo, calcio. L’obiettivo di SPSN dunque è quello di creare una nuova comunità dotata di strumenti per migliorar la vita.D: Perché questo spazio che ospita il progetto SPSN lo definite HUB?R: Perché riprende l’obiettivo di creare un social network. L’Hub non è che altro che un punto centrale di una rete che permette ai cittadini di incontrarsi, realizzare molteplici attività, mettersi in relazione. Il tentativo è di condividere i contenuti dei vari laboratori come fa RadioKreattiva e il Laboratorio di Giornalismo con le altre attività, cioè comunicare a tutti ciò che avviene nell’Hub, quindi mettere insieme una serie di attività e di relazioni, aumentandone il loro valore.D: Grazie.R: A voi.

RadioKreattiva è la radio dell'hub!On line le voci degli speaker del quartiere

dalla redazioneCliccate www.sanpaolosocialnetwork.it per ascoltare le trasmissioni della radio barese nota per l'impegno nella cultura della legalità nelle scuole della Puglia. In diretta dal San Paolo Social Network le voci degli speaker della scuola De Fano e Ungaretti vi forniranno notizie, curiosità, riflessioni sul quartiere. E inoltre musica, interviste e tante risate! Ascoltateli!

Entusiasmo, fiabe e recitazione:

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Buon Natale!

Costume e societàIl rito del "funerale delle squadre di calcio"

EcologiaCassonetti incendiati: attentato alla salute ed alla città

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FolkloreLe ricette di Ilaria: dolci e consigli per un Buon Natale!

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