Sportdipiù 16/2012

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ANNO 4 -- N. 16 - MARZO-APRILE 2012 - Periodico - Copia gratuita. - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008 www.sportdipiu.com LA PALLAVOLO SECONDO MEONI e inoltre... ALIMENTAZIONE ATLETICA CALCIO VELA ANNO 4 - N. 16 MARZO-APRILE 2012 Speciale

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Sportdipiù magazine. Ogni giorno “online”! Le news e notizie su tutto ciò che riguarda lo sport veronese direttamente dai protagonisti… E poi il magazine! Un bimestrale freepress dedicato allo sport veronese, con un occhio di riguardo per i giovani sportivi! Divertimento, gioco e salute nel rispetto delle regole: questo è il messaggio che Sportdipiù diffonde, specialmente tra i più giovani. In un momento storico in cui la tecnologia e la società in generale tendono ad “isolare” e a rendere la vita sempre più frenetica, è bello constatare che lo sport è ancora…di moda!

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ANNO 4 - N. 16 MARZO-APRILE 2012

Speciale

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L’editorialeAlla fine siamo tutti sportivi! Ufficio Scolastico VeronaVolare con i Campioni

Diocesi Veronaè primavera anche per lo sport

ConcorsoScatta lo sport...a scuola!

PremioVerona applaude Prandelli

Sport in pillolrePsicomotricità

EventoTerzo Tempo in Gran Guardia

Sport Expo 2012Presentazione

Sport Expo 2012Aree tematiche

Sport Expo 2012Saluto dell’Assessore Sboarina

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ProgettoPrimo Sport 0246

ArrampicataPalestra King Rock

Arti marzialiEuropei taekwondo Verona

SciLa stagione di FolgarìSki

Medicina dello sportAttività fisica in gravidanza

PallavoloMarco Meoni si racconta

PallavoloMarmi Lanza e il territorio

PallacanestroIntervista a Chiara Consolini

Foto e sportIstruzioni per l’uso

Giochi olimpiciPierre De Coubertin

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Banca della Valpolicella promuove e sostiene iniziative volte a trasformare e migliorare la realtà sociale e culturale della comunità. Collabora con scuole ed associazioni sportive per fare assieme un percorso di crescita e di formazione generale.

Arbizzano di Negrar Via Valpolicella 76 • Marano di Valpolicella Piazza dello Sport 5 • Negrar Via Mazzini 49Pescantina Via della Filanda 17 • San Pietro in Cariano Via Avanzi 6/a • Sant’Ambrogio di Valp. Via Matteotti 14/c

Sant’Anna D’Alfaedo Piazza dalla G.A. Dalla Bona 10 • Valgatara Via dell’Artigianato 5 - Loc. RugolinVerona – Borgo Trento Piazzale Cadorna 4 • Verona – San Massimo Via Brigata Regina 1

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sommariosdp

Guida sicuraCorsi di guida

L’angolo fiscaleLe SRL

AssociazioniCongresso DMSA a Verona CalcioIntervista a Mauro Marini

Calcio 5Intervista a Massimo Gianmoena

Calcio 5Areasport Arbetti Motors

Tutela legaleContratti nel calcio dilettantistico

Psicologia dello sportSport in età evolutiva

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VelaProgetto Itaca

CiclismoIl Mondo Giordana 2012

MotociclismoIntervista ad Alice Solcati

HockeyLe origini

GolfZorzi premiata al SIG 2012

ProgettoScuola Calcio ChievoVerona

AlimentazioneConsigli per essere al top

Materile sportivoLe Ti-Necklace

AtleticaIntervista a Gaia Giurato

Football americanoMastini Verona

Il puntoLuciano chiama Verona

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Banca della Valpolicella promuove e sostiene iniziative volte a trasformare e migliorare la realtà sociale e culturale della comunità. Collabora con scuole ed associazioni sportive per fare assieme un percorso di crescita e di formazione generale.

Arbizzano di Negrar Via Valpolicella 76 • Marano di Valpolicella Piazza dello Sport 5 • Negrar Via Mazzini 49Pescantina Via della Filanda 17 • San Pietro in Cariano Via Avanzi 6/a • Sant’Ambrogio di Valp. Via Matteotti 14/c

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Sportdipiù rispetta l’ambiente!La rivista, infatti, è stampata su carta ecologica 100% riciclata, prodotta  senza uso di cloro e certificata.Un piccolo contributo per tutelare il nostro pianeta.

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Anno 4 - Numero 16 - marzo-aprile 2012Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008

Proprietario ed editore: GMC communication s.a.s. di Matteo Cristani & C.

Sede legale:Via Vaghetto, 11 37030 Lavagno - Verona

Redazione:Via Scuderlando, 35037135 Verona

Direttore editorialePiergiorgio GiambeniniDirettore responsabileAlberto CristaniVice DirettoreAlessandra RutiliCaporedattoreMarco Hrabar In RedazioneAlberto Cristani, Alessandra Rutili, Luca Mazzara, Marco Hrabar, Elena Bazzoni, Andrea Etrari

Grafica e impaginazioneCGM communication s.a.s. di Matteo Cristani & C.

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Contattati:[email protected]@sportdipiu.comwww.sportdipiu.com - facebook

Hanno collaborato per questo numerodon Andrea Giacomelli, Monica Magnone, Marina Soave, Benedetta Sartori, Francesca Paradiso, Giorgio Pasetto, Elisabetta Musacchi, Andrea Costa, Marco Trettene, Bruno Mostaffi, Mirko Simonaio, Roberto Poccetti, Emanuele Arbetti, Luciano Marangon, Marco Meoni, Alberto Nuvolari, Enrico Castorina, Riccardo Chiumento, Alberto Fabbri, Simona Pettinato, Luca Ravazzin, Michele De Martin

Foto copertina: Andrea Costa

Foto: Archivio Sportdipiù, Centri Bernstein Verona, Ufficio stampa Marmi Lanza, Foto Liborio Verona, FotoExpress Verona, Andrea Costa, Ufficio Stampa MCipollini-Giambenini-Gauss, Ufficio Stampa Hockey Villafranca, Ufficio Stampa Hellas Verona, Ufficio Stampa Chievo Verona,

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VELA

ANNO 4 - N. 16 MARZO-APRILE 2012

Speciale

a cura della Redazione

Cosa significa la parola sport?Se sfogliamo il dizionario la de-finizione esatta è la seguente:

“Lo Sport è l’insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute al fine di mi-gliorare e mantenere in buona salute/condizione l’intero apparato psico-fisi-co umano e di intrattenere chi le prati-ca e chi ne è spettatore”.Se poi approfondiamo ulteriormen-te scopriamo che l’etimologia della parola Sport trae origine addirittura dal termine latino “deportare” che tra i suoi molti significati aveva anche quello di uscire fuori porta.Da questo termine derivano il Proven-zale deportor, lo Spagnolo deportor e il Francese desporter (divertimento, svago). Da quest’ultimo ebbe origine nell’inglese del XIV secolo il termine disport che solo attorno al XVI secolo, venne abbreviato appunto in Sport.Lo sport è quindi, sostanzialmente, un momento di evasione, di svago, di divertimento.Momenti che gratificano e rinfran-cano - fisicamente e mentalmente - ogni essere umano, dal più piccolo al più grande. Ma non solo. Lo sport ha un’enorme importanza dal punto di vista sociale ed è è parte integrante della cultura di ogni singolo stato e, dovrebbe, di ogni songolo cittadino.Lo sport insegna che per raggiungere uno obiettivo bisogna lottare e “far fatica”, seguendo regole e rispettan-do l’avversario. Nello sport, come nel-la vita di tutti i giorni (studio, lavoro,

famiglia, ecc.) tutti sono uguali ma solo il più preparato può vincere.Belle parole, direte voi. Magari fosse davvero così. Basta guardarsi intor-no per capire che i fatti sono un’altra cosa. Già, come darvi torto? Nella vita - e ahimè purtroppo anche nello sport - la meritocrazia, la bra-vura, i talenti e l’onestà non sempre pagano. Il buon vecchio de Cubertin diceva (o forse no, vedi articolo pagina 42) che “l’importante è partecipare, non vin-cere”. Balle. Qua tutti vogliono vince-re e a qualsiasi costo. Che fare allora? Cercare “scorciato-ie” oppure rispettare le regole, fare affidamento sulle proprie capacità e impegnarsi fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato? Ognuno di noi ha la risposta nel proprio cuore, nella propria anima, nella propria co-scenza.Ambrogio Fogar, grande navigatore, esploratore e scrittore scomparso nel 2005, ha scritto: “I vincitori rappresen-tano per un attimo l’uomo o la donna insuperabili. Splendono sul podio di-stinguendosi per qualche minuto dal resto dell’umanità. Chi arriva secondo, invece, rappresenta l’umanità”.Ciò non significa che dobbiamo ac-contentarci del secondo posto accan-tonando le nostre giuste e sacrosante ambizioni. Però dobbiamo saper ap-prezzare e gioire anche di un secondo posto. Perchè questo, alla fine, ci ren-de tutti sportivi!

Alla finesiamo tutti sportivi!

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Volare con i Campioni è il primo evento in Italia che permetterà a ragazzi e ragazze delle scuole Pri-marie e Secondarie di Verona e Provincia, dai 6 ai

19 anni, di trascorrere un periodo di tempo da “Campio-ni” o da “sportivi professionisti”.“Questo progetto – spiega l’Assessore allo sport del Comune di Verona Federico Sboarina - rappresenta e rende concreto il sogno di ogni bambino. Gli studenti vincitori avranno infatti la possibilità di vivere l’emo-zione unica di giocare ed allenarsi con i campioni del-la propria squadra del cuore. Potranno vivere in prima persona gli allenamenti, i ritrovi per le partite, la vita di squadra e di società, la fatica dell’allenamento, la ten-sione del pre-gara, la gioia della vittoria o la delusione della sconfitta”. “Quando ero ragazzo - prosegue Sboarina - avrei fatto di tutto per avere un’opportunità simile e sono sicuro che questa iniziativa riscuoterà ampio consenso tra i giovani. Un grazie va quindi a tutte le società sportive che hanno aderito al progetto e un saluto a Matteo Luc-chese che ha il merito di aver lanciato l’idea”.Un contributo speciale a “Volare con i Campioni” arriva dal Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle che metterà a disposizione il centro di Ostia per ospitare i ragazzi vincitori, dando loro la possibilità di vivere da vicino le gesta degli atleti professionisti. “Siamo contenti di dare questa bella opportunità ai ragazzi - spiega il Colonnello Bruno Biagi, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Verona - anche perché ritengo che lo sport sia un’ottima palestra di vita che aiuta a formare i giovani e li può rendere citta-dini esemplari.” Volare con i Campioni è un progetto reso possibile dall’Ufficio Educazione Fisica - Ufficio Scolastico XII di Verona, che si fa carico di promuovere l’iniziativa tra i ragazzi attraverso un iter ben preciso.La premiazione dei vincitori di Volare con i Campioni av-verrà nel corso di Sport Expo 2012 in programma sabato 28 e domenica 29 aprile, presso la Fiera di Verona. La festa dello sport giovanile, fiore all’occhiello dell’Am-ministrazione Comunale, è il contesto perfetto per ce-lebrare un “sogno che diventa realtà”.

Info: http://lnx.istruzioneverona.it/educazionefisica www.comuneverona.it

Iniziativa promossa dall’Assessorato allo Sport

Protagonisti di questa iniziativa a premi sono le società sportive, i campioni e gli studenti della nostra città

Volare con i Campioni,un sogno che diventa realtà

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Baseball Team VeronaBluVolley VeronaCalcio Femminile Verona BardolinoChievo VeronaCus Verona RugbyDynos Verona Baseball SoftballFiamme Gialle (Atletica e Judo)Federazione Italiana NuotoHellas VeronaMastini American Football VeronaRedskins American Football VeronaScaligera Basket VeronaSport Management Pallanuoto VeronaVerona Calcio a Cinque

Le società di Volare con i Campioni

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è primavera anche per lo sport

Ufficio Pastorale dello Sport diocesi di Verona

Lettera aperta di Don Andrea Giacomelli ai lettori di Sportdipiù magazine

diocesi verona

C ’è aria di primavera e non occorre l’invito per usci-re all’aperto. La pelle sorride alla nuova stagione e tutto il corpo ne partecipa. Ispirare ed espirare,

l’esercizio lento per rifiatare i polmoni dopo una lunga corsa, è una sensazione tutta speciale nella fresca aria pri-maverile. Un esercizio che è anche metafora di un bisogno più profondo.Anche per lo Sport è più facile ora offrire occasioni a tutti di mettersi in gioco, non solo a Pasquetta. Il profumo e i colori del risveglio della natura ben si amalgamano col de-siderio di ciascuno di vivere in pienezza la vita. La Pasqua con i suoi riti e le sue tradizioni celebra il desiderio di Dio e dell’Uomo di svegliare la vita e rivela la possibilità di “gio-carci” oltre la paura di sbagliare, di non essere all’altezza. Una piccola-grande tensione di fronte alle prove ci può interessare, un “match” interiore piuttosto vivace e tal-volta irritante fra slancio e controllo. Provare le nostre abilità ed energie in un gioco, in una gara, in una sfida sportiva nuova fa affiorare anche paure: insicurezze, pi-grizie, ricordi negativi che portano chiusura e sfiducia. Ma possono essere anche l’attesa e la ricerca di perfezione che ci impediscono di giocarci con coraggio; oppure an-che solo la strategia personale nella contesa fra ciò che all’occorrenza conviene fra esposizione e autocontrollo. Noi come ci vorremmo? E gli altri intorno a noi ci affasci-nano, per la loro estroversione o per autocontrollo? Inse-gnanti, allenatori, familiari come, direttamente o indiret-tamente, ci stimolano a essere? Interrogativi e pensieri normali di crescita, possono diventare leggeri se accolti con ironia piuttosto che trascinati come impaccio nasco-sto. L’indecisione può essere una pausa ansiosa ma neces-saria nel cammino della crescita, che si trasformerà gra-dualmente in sicurezza e fiducia, fino alla prossima sfida... Tanti sport rappresentano tante e diverse abilità impor-tanti per la vita e come nella vita ciascuno si scopre attrat-to dall’una piuttosto che l’altra attività. Lo sport conosce e svela capacità e potenzialità anche a noi stessi talvolta sconosciute e ci incoraggia a esporci senza paura. Lo sport è però tutt’altro che spinta ingenua e spavalda ad affrontare qualsiasi prova, come se fosse semplice e scontato farcela e fossero stupide le nostre paure. Le pau-re possono essere anche molto sane così come i nostri dubbi. Il linguaggio dello sport lo ricorda: quando è svolto con impegno non improvvisato, in luoghi idonei nel rispet-to della dignità e dei tempi delle persone e con qualificati istruttori parliamo di “disciplina sportiva”. Non favorisce

Ufficio Pastorale dello Sport diocesi di Verona

l’illusione che ci si possa improvvisa-re e che le perfor-mance siano colpi di fortuna. Curioso ma non casuale che lo stesso sostantivo – disciplina - sia assi-milabile a “materia” (scolastica) e con-t e m p o r a n e a m e n t e introduca un ambito tutto speciale e atteso del nostro impegno settimanale. La pratica sportiva è simultaneamente occasione di estro-versione, di apertura di slancio coraggioso nel provare ed esercitare le nostre abilità personali, ma insieme educa-zione all’autocontrollo. Due dimensioni della vita troppo superficialmente vendute come opposte s’intersecano in-vece con naturalità nel mosaico dello sport e degli sport. Come due facce della stessa medaglia, lo sport esprime personalità estroverse eppure altrettanto capaci di auto-controllo. Aprire se stessi agli altri senza paura con la fiducia intorno a sé, è importante per ciascuno per cresce-re nella vita. Fare sport significa orientamento e passio-ne per una particolare disciplina alla quale dedicare ore e ore d’impegno. I differenti sport li troviamo vicini solo in rari e grandi eventi che seguiamo in un video. Son rare le occasioni di incontrare e conoscere da vicino tanti sport. Sport expo è una di queste occasioni. Si può osservare, chiedere, provare tanti sport incontrando allievi e maestri di ogni disciplina. Allenatori che nella passione per uno sport non raramente lasciano tracce importanti utili alla vita. In Sport expo gli sport vanno fuori dai consueti luo-ghi. Così anche un nastro teso su una striscia di campo diventa palazzetto, o una piccola vasca immagina un fon-dale per l’immersione ... Perché come da sempre ci inse-gnano i bambini la passione del gioco è estrosa, creativa e competente nell’adattare “temporaneamente” strutture e spazi a servizio della pratica sportiva. Una festa di sport può incoraggiare il risveglio di anime giovani e dinamiche che, estroverse come i primi fiori e i profumi di stagione, schiudendosi coinvolgono.

don Andrea Giacomelli

Info: www.diocesiverona.it

ufficio scolastico veronasdp diocesi di veronasdp

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ORGANIZZANO IL CONCORSO FOTOGRAFICO

in collaborazione con

Hanno aderito al concorso:

Scuole PRIMARIEIstituto Provolo, I.C. 16 Valpantena, I.C. VR 7 Stadio, I.C. Dossobuono, I.C. VR 15 Forti, C.D. Legnago 2, I.C.Minerbe (Roverchiara), I.C.Minerbe( Bevilacqua)

Scuole 1° GRADOI.C. VR 15 Fincato-Rosani, I.C. VR 8 Centro Storico, I.C.VR 04, I.C.Valeggio s/m

Scuole 2° GRADOIstituto Seghetti, Nicolò Copernico, Giorgi, Messedaglia, Fracastoro, Lavinia Mondin, Anti Villafranca, Don Calabria, Minghetti

I PREMI1° classificato Macchina fotografica digitale + Buono di €1500 per acquisto materiale sportivo presso il negozio Decathlon di S. Giovanni Lupatoto2° classificato Buono di €1000 per acquisto materiale sportivo presso il negozio Decathlon di S. Giovanni Lupatoto3° classificato Buono di €500 per acquisto materiale sportivo presso il negozio Decathlon di S. Giovanni Lupatoto

Una commissione di esperti appositamente costituita procederà alla valutazione degli elaborati secondo i seguenti criteri: atti-nenza al tema del concorso creatività livello tecnico realizzativo originalità.

Gli scatti più significativi e le foto vincitrici saranno pubblicati- sulla rivista SportdiPiù e su www.sportdipiu.com- http://lnx.istruzioneverona.it/educazionefisica/- http://paluani.tv/paluanilife

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Verona applaude Cesare PrandelliPremio indetto dall’Unione Stampa Sportiva

Resoconto di una giornata che ha visto protagonista il CT della Nazionale italiana e gli sportivi veronesi

S abato 26 novembre 2011 l’USSI Gruppo Ve-neto ha consegnato il premio “Campione nella vita, Campione nello sport” a Cesare

Prandelli. Quasi 700 persone hanno gremito l’Au-ditorium della Gran Guardia tributando applausi e standing ovation al C.T. della Nazionale di Calcio che a Verona ha lasciato un ricordo stupendo, por-tando fra l’altro l’Hellas in serie A. Ha introdotto la manifestazione Gianluca Tavellin che ha ceduto subito il microfono al vescovo di Ve-rona mons. Giuseppe Zenti, che ha porto un saluto ed un augurio di buon lavoro. La motivazione del premio e la figura del premiato sono state illustra-te dal giornalista Paolo Priante, già responsabile dello sport al quotidiano L’Arena.Nell’occasione è stato approfondito il tema “Edu-care attraverso lo sport”, relatori lo stesso Pran-delli, Damiano Tommasi, presidente Associazione Italiana Calciatori, Paolo Vanoli, tecnico in secon-da della Nazionali italiana di calcio Under 16 e 17, l’assessore allo sport del Comune di Verona, Fe-

derico Sboarina, Franco Nanni, presidente degli Ex Gialloblu Hellas Verona, la professoressa Monica Magnone dell’Ufficio Scolastico Provinciale, e il presidente dell’USSI Veneto, Alberto Nuvolari.Moderatore il giornalista Daniele Redaelli, capo redattore de La Gazzetta dello Sport. Presenti numerosi studenti di Verona e Provin-cia partecipanti al concorso giornalistico-grafico “Educare attraverso lo sport”, organizzato in col-laborazione con l’Ufficio Scolastico provinciale. In particolare sono intervenuti tutti gli alunni dell’Istituto Seghetti, Liceo ad indirizzo economi-co sociale con potenziamento in Scienze Motorie, che fra novembre e dicembre 2011 ha organizzato una serie di incontri su temi di attualità. C’è stato anche un simpatico intermezzo quando il presidente dell’Hellas, Giovanni Martinelli, è sa-lito sul palco per consegnare a Prandelli la maglia della società. Al termine del dibattito, i rappre-sentanti dei tifosi veronesi - Alberto Lomastro per il Coordinamento Calcio Club, e Carla Riolfi per il

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Nuovo Coordinamento Calcio Club - hanno dona-to un presente a Prandelli. Il presidente dell’USSI Veneto, Alberto Nuvolari ha quindi consegnato la scultura premio “Campione nella vita, Campione nello sport”, opera realizzata dallo scultore Nicola Beber. Nel contempo lo stesso Prandelli e un as-segno di solidarietà di cinquemila euro a Franco Nanni per l’attività benemerita dell’Associazione Ex Gialloblu di cui fanno parte tra gli altri Osvaldo Bagnoli, Piero Fanna, Sergio Maddé, Emiliano Ma-scetti, Nico Penzo, Raffaele Castellini. Tale contri-buto è stato reso possibile grazie alla disponibilità di istituzioni come Comune, Provincia e Regione e di sponsor che credono nella solidarietà socia-le come UniCredit, AIC, Pegaso, Hartmann, Nuova Veronauto concessionario Skoda, Lachiver Analisi Alimentari, FGP, Ottica Valverde. Il riconoscimento “Campione nella vita, Campione nello sport” intende sottolineare le imprese non

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solo agonistiche, ma soprattutto il comportamen-to etico, il rispetto delle regole, il fair play, valori che devono essere alla base del vivere civile. Cesare Prandelli vanta una brillante carriera di giocatore ed allenatore. Come tecnico ha esordi-to nell’Atalanta, poi ha allenato,fra l’altro, l’Hellas Verona per due stagioni (con una promozione in serie A), il Venezia, il Parma, la Roma dove si è di-messo prima dell’inizio del campionato per gravi problemi familiari, la Fiorentina, prima di assume-re l’incarico di Commissario Tecnico della Naziona-le. Come giocatore ha vinto, con la Juventus, tre scu-detti, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa Coppe ed 1 Su-percoppa europea. Ha imposto un codice etico di comportamento in Nazionale, è sempre disponibi-le quale testimonial per iniziative di solidarietà.

Alberto Nuvolari

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Foto: Photofortina Novara - Andrea e Luca Fortina

FEDERAZIONE ITALIANA PSICOMOTRICISTI La F.I.Pm. è associazione scien-tifico-professionale che non ha fini di lucro e persegue le se-guenti formalità:1) promuovere iniziative atte

a far conoscere la professione dello psicomotricista nell’ambito del territorio nazionale;2) ottenere il riconoscimento giuridico del ruolo pro-fessionale dello psicomotricista;3) costituire, attraverso i suoi organi e le sue inizia-tive il punto di riferimento delle istanze degli psico-motricisti per quanto concerne gli aspetti scientifici, metodo¬logici e deontologici della professione;4) costituire l’Albo degli PsicomotricistiLo psicomotricista è l’operatore che svolge - in via au-tonoma o in collaborazione con altre figure dell’ambi-to educativo e socio-sanitario - interventi di educazio-ne, prevenzione e di aiuto psicomotorio, nel rispetto della globalità psicofisica dell’individuo, utilizzando metodologie a mediazione corporea.In particolare:- favorisce lo sviluppo psicofisico della persona in età evolutiva e il mantenimento dell’equilibrio psicofisico della persona adulta e anziana;- aiuta a superare i momenti di crisi evolutiva nelle di-verse età, operando per prevenire l’instaurarsi di si-tuazioni patologiche;- interviene specificamente in situazioni di disagio psicofisico-psicosomatico operando per il riconosci-mento e la mobilizzazione delle risorse della persona e del suo contesto.Per svolgere adeguatamente questa funzioni lo psico-motricista necessita di:- una formazione teorica ampia che si avvale delle conoscenze più aggiornate della disciplina, con gli apporti di scienze quali la medicina, la psicologia, la psicanalisi ed altre. Tale formazione è centrata su una visione globale della persona con particolare atten-zione alle soggettive modalità evolutive nelle diverse età della vita e riconoscendo l’interdipendenza dal contesto sociale di appartenenza;- una formazione personale approfondita, come per-corso di esperienza la cui finalità è l’acquisizione delle capacità di ascolto: dalla percezione delle modifica-zioni somatiche relative al proprio coinvolgimento emozionale nella relazione con l’altro, alla capacità di decentrarsi verso l’altro, attraverso l’adattamento to-nico-emozionale, per giungere alla lettura e alla com-prensione del senso della sua espressività motoria;- una formazione professionale specifica che vede al centro del lavoro l’intervento con la persona nella sua globalità e si realizza attraverso il tirocinio, momenti

di elaborazione delle esperienze, supervisioni degli in-terventi effettuati- una formazione continua inerente gli ambiti del lavo-ro psicomotorioFederazone Italiana PsicomotricistiVia Scuola Agraria, 29/A - 37142 Verona Tel./Fax 045 / 8700409 / 3332938623 - Info: [email protected] - www.fipm.com

PREMIO CANGRANDE 2011Si è tenuta giovedì 16 febbraio in Gran Guardia la ce-rimonia di consegna del Premio Cangrande relativo all’annata 2011.All’evento, giunto alla 16ª edizione, sono intervenuti gli assessori allo Sport Federico Sboarina, al Decen-tramento Marco Padovani e ai Servizi sociali Stefano Bertacco ed il consigliere comunale Antonia Pavesi. “Il Premio Cangrande – ha detto Sboarina – rappresenta un momento importante per lo sport veronese. Oltre a dare il giusto riconoscimento agli atleti che hanno contribuito a tenere alto il nome della nostra città nel mondo con i prestigiosi risultati ottenuti nella stagio-ne agonistica, questo evento è anche l’occasione per ringraziare l’associazionismo sportivo veronese che, con costante passione, contribuisce a formare i cam-pioni di domani”.Durante la cerimonia sono stati consegnati i premi per le categorie specialità al calciatore Sergio Pellis-ser, Anna Cavallaro per equitazione, Filippo Lanza per pallavolo, Michela Mezzari per pattinaggio artistico, Manuel Modena per la vela, Luca Pizzini per il nuo-to ed Elia Viviani per ciclismo; giornalista sportivo a Luca Mantovani; scuola al Liceo Scentifico “Fraca-storo”; sociale nello sport all’Onlus GSC Giambenini di handbike; carriera sportiva a Damiano Tommasi; sponsor a Banca Popolare di Verona e al Gruppo Sko-da Italia; dirigente sportivo Bruno Panziera; squadra a Sport Management Nuoto e Pallanuoto; allenatore a Federico Bonifacenti. è stato poi consegnato dall’as-sessore Federico Sboarina il “Premio Cangrande d’O-ro” all’allenatore di calcio Andrea Mandorlini.

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è iniziato, nello scorso dicembre, un ciclo di interes-santi incontri di sport e letteratura organizzato da Acciari Consulting Milano in collaborazione con

l’Assessorato allo Sport del Comune di Verona. Gli incontri, gratuiti e aperti a tutti, si tengono presso il palazzo della Gran Guardia da dicembre 2011 a maggio 2012 e si propongono l’obiettivo di aiutare a costruire una certa cultura sportiva di cui tanto si sente la necessi-tà, attraverso la letteratura, con le sue storie di squadre, eventi e campioni portatori dei veri valori dello sport. L’idea è del giornalista veronese Stefano Alfonsi, che qualche anno fa organizzò la famosa partita-evento “Torniamo tutti a canestro” e proprio con il basket ha avuto inizio questo ciclo, denominato “Terzo Tempo - La letteratura incontra lo sport a Verona”.L’ospite della serata d’apertura è stato infatti il più gran-de cestista italiano di tutti i tempi e attuale presidente della Federazione: Dino Meneghin, che ha presentato il libro-biografia “Passi da Gigante”, scritto in collaborazio-ne con l’inviato del “Corriere della Sera” Flavio Vanetti, presente pure lui nella prima serata, assieme all’ammini-stratore delegato di Acciari Consulting Milano, Dario Co-lombo (storico direttore della rivista Giganti del Basket), curatore del progetto e conduttore delle serate.Il secondo incontro, a metà gennaio, è stato incentrato sul rugby come “lancio” del Torneo Sei Nazioni: non a caso il ciclo è stato chiamato “terzo tempo” che, com’è noto, è il momento del rugby in cui vincitori e vinti si ri-trovano per fraternizzare, discutere, rivivere in serenità i momenti della partita. Il giornalista del Secolo XIX di Genova Giorgio Cimbrico ha presentato uno dei libri più belli mai scritti sulla palla ovale: “Gli implaccabili”. Sono inoltre intervenuti alla serata la voce ufficiale del Sei Nazioni e della Nazionale Saverio Girotto e i giovani talenti degli Aironi Joshua Furno e Ruggero Trevisan, già nel giro della Nazionale.Nel mese scorso ha avuto luogo il terzo incontro, nel quale protagonista è stata la Formula 1: l’argomento è stato il libro sulla vita di Vettel, il pilota più giovane a vin-cere un gran premio (21 anni e 73 giorni) che diventerà anche il più giovane campione del mondo, avviandosi a

superare la leggenda del compatriota Schumacher. La sua storia e la sua carriera sono raccontate nel volume “Sebastian Vettel” (Vallardi Editore) scritto a quattro mani dai giornalisti della Gazzetta dello Sport, Andrea Cremonesi e Marco Degl’Innocenti: 120 pagine arricchi-te da foto suggestive, scattate in pista ma soprattutto fuori, che raccontano la vita del giovane pilota tedesco, le sue passioni, le sue manie. Sono intervenuti in Gran Guardia l’autore Andrea Cre-monesi e l’ex-pilota della Ferrari ora commentatore RAI Ivan Capelli, brillantissimo come sempre.“Il fatto che sia Verona ad ospitare questo evento, che ha come presupposto un certo modo d’intendere la cultura sportiva, ci fa particolarmente piacere - ha di-chiarato l’Assessore allo Sport Federico Sboarina - In momenti come questi in cui tanto si parla del recupero di certi valori, riuscire a coniugare letteratura e sport è sicuramente un fatto molto significativo ed educativo, in particolare per i giovani che si avvicinano solo ora alla pratica sportiva”.Gli incontri mensili proseguiranno fino a maggio con questo calendario: 9 marzo ciclismo (interverrà Marco Pastonesi della Gazzetta dello Sport), 30 aprile calcio e 30 maggio Olimpiadi.

Andrea Etrari

Terzo Tempo, la letteratura incontra lo sport a Verona

Ultimo appuntamento il 30 maggio

Pallacanestro, rugby, Formula 1, ciclismo, calcio e Olimpiadi protagonisti al Palazzo della Gran Guardia

letteratura sportiva sdp

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Torna, per la gioia degli sportivi veronesi, giovani e meno giovani, Sport Expo la fiera-esposizione dedicato allo sport veronese,

una vera e propria vetrina messa a disposizione dal Comune di Verona a tutte le società sportive dilet-tantistiche, professionistiche e Federazioni della nostra città.Quest’anno Sport Expo si svolgerà sabato 28 e do-menica 29 aprile all’interno dei padiglioni 8 e 9 del-la Fiera di Verona.Si potrà accedere alla Fiera, come da consuetudine, gratuituitamente dalle 8:30 alle 19:00.

Un po’ di storiaSport Expo nasce dall’idea di Stefano Bianchini, presidente della FIPAV Verona e direttore della Fondazione Bentegodi. L’evento ha come target bambini dai 6 ai 14 anni e si presenta come una rassegna di discipline sporti-ve tramite la partecipazione di diverse Federazioni e Società che ogni anno accorrono sempre più nu-merose. La prima edizione, tenutasi nel 2007, ha visto il coinvolgimento di 9.000 bambini che si sono de-streggiati tra una decina di sport con tornei ed esi-bizioni. Un buon esordio per la kermesse sportiva veronese, che fin dall’inizio si è proposta di valoriz-zare il binomio sport e giovani al fine di promuove-re la pratica sportiva in quanto ottimo strumento di formazione e palestra di vita per tutti i ragazzi. Sulla base dell’esperienza maturata, le edizioni successive della manifestazione hanno riproposto l’iniziativa colmando le inevitabili lacune del primo anno e portando tante novità. Il successo dell’evento è sotto gli occhi di tutti: più di 15.000 ragazzi si sono lanciati tra ben 15 discipli-ne sportive diverse nel 2008, passando a 27.000 con circa 30 discipline nell’edizione 2009, la terza, arrivando nel 2010 a quota 32.000 ragazzi con ben

A Sport Expo sport e giovanifanno festa insieme

Il 28 e 29 aprile 2012

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40 sport presenti. Infi-ne nella quinta edizio-ne, quella del 2011, con-fermate le 40 con un incremento sensibile del numero delle visite, con oltre 38.000 pre-senze. Obiettivo prima-rio per gli organizzatori dell’edizione 2012 sarà quindi superare il tetto dei 40.000 visitatori. In questa fiera del diver-timento le Federazioni offrono ai ragazzi un pro-gramma di attività molto interessante mentre altre si muovono allestendo vil-laggi e preparando giochi a tema in funzione dei pic-coli atleti. Il coinvolgimen-to delle istituzioni, degli enti di promozione sporti-va, delle federazioni e delle scuole continua ad essere l’ingrediente fondamenta-le del successo di questo evento. Sport Expo è un evento reso possibile anche dal suppor-to di importanti Aziende che credono nei valori del proget-to. Lidl Italia è ormai parte inte-grante di Sport Expo, confermandosi per il quarto anno consecutivo Presenter Partner dell’iniziativa, riconoscendosi nei valori quali salute, benessere e qualità della vita, propri anche della manifestazio-ne.Stesso orientamento anche per Vegetal-Progress, azienda che opera da un trentennio nel campo dei prodotti puri naturali in Italia e all’estero, da quest’anno partner di Sport Expo.

Sport Expo: un evento...NazionaleLo sport ed i ragazzi, un binomio da valorizzare e da promuovere affinché i giovani possano trarre i migliori benefici da una pratica sana dell’attività sportiva. Con questo spirito e mosso da questo in-

tento che Sport Expo nel Il 2011, anno speciale per l’Italia che ha festeggiato il suo 150° anniversario, ha vestito un “abito celebrativo”, con la denomi-nazione “Sport Expo – Giovani uniti nello sport”, in onore appunto di questa importante ricorrenza.Inoltre l’edizione 2011 è stata patrocinata dal Mini-stero della Gioventù un importante attestato del valore acquisito nel tempo da Sport Expo, oramai divenuto punto di riferimento per il movimento sportivo giovanile nazionale.

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Aree tematiche Come lo scorso anno Sport Expo ripropone quest’anno la suddivisione degli sport per aree te-matiche. Importante, come di consuetudine, sarà l’area dedicata alla Pallavolo che ospiterà la Festa Provinciale Minivolley FIPAV, e le Finali Provinciali .Ci sarà poi uno spazio riservato interamente agli appassionati della Pallacanestro ed un programma come al solito ricco di attività. E poi, ovviamente il Calcio, con una zona dedicata al calcio 5 e rapid football all’interno della quale si disputeranno tornei e molto altro. La Federazione Italiana Gioco Calcio sarà presente con Tornei delle categorie Pulcini ed Esordienti.Verranno riproposte anche quest’anno un’area adibita ad ospitare sport di squadra quali Football Americano, Pallamano, Hockey su prato e molti al-tri sport e un’altra dedicata interamente agli sport acquatici ancora più grande con diverse piscine e tante novità. Una sezione tutta loro avranno gli sport individuali, posizionati nell’area individual challenge. I giovani partecipanti potranno cimentarsi in disci-pline quali, Scherma, Ginnastica Artistica e Ritmica, Arrampicata sportiva con un’ apposita parete, Go-kart, Arti Marziali (Judo, Karate, Aikido, Kung Fu).Sport Expo si svolge anche all’esterno dei padiglio-ni per dare la possibilità al Ciclismo di potersi espri-mere al meglio. Nell’area outdoor sports sarà infatti appositamen-te allestito un circuito che ospiterà una gara di cicli-smo su strada riservata alla categoria Giovanissimi. Esibizioni anche di BMX e MTB.Per l’edizione 2012 di Sport Expo sarà predisposta anche un’area beach - la BEACH ARENA - dove attra-verso l’ausilio della sabbia si porteranno le discipli-ne sportive tipiche da spiaggia. Sarà quindi possibile assistere e provare il beach volley, il beach soccer, il beach rugby e il beach tennis.Sarà presente l’Associazione Straverona con dei Ta-pis Roulant e proporrà delle prove/gare su di essi.Si disputeranno inoltre le Finali dei Giochi Sportivi Studenteschi di hockey. Presenti inoltre la Federa-zione Cheerleading con prove ed esibizioni, la Fe-derazione Baseball con un tunnel per le prove di battuta, Il Tiro a Segno Nazionale sez. Verona con Direttori di Tiro per prove con pistole a carabine elettroniche.

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Incontri di Stile e Volare con i Campioni All’interno di Sport Expo si terrà un appuntamento di “Incontri di Stile” - tavola rotonda che metterà a confronto i campioni dello sport con gli studenti.Al termine del convegno avverranno le premiazioni di “Volare con i Campioni”, il cocorso a premi or-ganizzato dall’Assessorato allo sport del Comune di Verona in collaborazione con l’Ufficio Scolastico provinciale di Verona (vedi articolo a pagina 8)

L’Assessore Sboarina saluta Sport ExpoColgo l’occasione dell’imminente inaugurazione di Sport Expo 2012 per salutare e ringraziare in primis tutti coloro che si adoperano giornalmente per pro-muovere, diffondere e organizzare l’attività sportiva nella nostra città.Verona è diventata ormai una delle capitali dello sport italiano ed internazionale. Lo testimoniano i grandi eventi che la nostra città ha ospitato nel corso di questo ultimo quadriennio. Ricordo in particolare, tra i tanti organizzati e patro-cinati dall’Assessorato allo Sport, le tappe del Giro d’Italia maschile e femminile, il test match di rugby tra Italia-Argentina nel 2010 allo Stadio Bentegodi con quasi 30000 spettatori , la Verona Marathon e la StraVerona, due delle più importanti manifestazioni podistiche del territorio. Mi piace inoltre ricordare il progetto “Handicap e Sport” organizzato dal Cen-tro Sportivo Italiano di Verona. Per praticare sport però servono impianti sportivi sicuri e controllati. Anche in questo caso posso affermare, senza tema di smentita, che Verona può considerarsi all’avanguar-dia grazie alla costruzione di nuove strutture e alla ristrutturazione di vecchi centri, oggi divenuti fiore all’occhiello per molte discipline del territorio. In un momento storico dove l’attività fisica sembra cedere il passo di fronte alla tecnologia, grossa importanza riveste inoltre l’attività della Fondazione Bentegodi, una delle più longeve realtà dello sport veronese. E’ infatti dal 1868 che la “Bentegodi” si conferma anno dopo anno vera e propria fucina di giovani promesse e di futuri campioni. Lo sport è essenzialmente una palestra di vita. Attimi, momenti e situazioni duran-te i quali, specialmente i più giovani, crescono e ma-turano secondo valori fondamentali come lo spirito di sacrificio, il valore della vittoria e della sconfitta, lo spirito di squadra e il rispetto delle regole. Situazioni che poi si ripresentano nella vita di tutti i giorni a scuola, sul lavoro, nella comunità.

Praticare sport, qualunque esso sia, è fondamenta-le purchè venga considerato un momento di sano divertimento e di allegria. Voglio infine ringraziare il mondo della scuola veronese, in particolare l’im-portante lavoro compiuto in questi anni dall’Ufficio Scolastico Provinciale per l’Educazione Fisica e Spor-tiva, che ha finalmente rivalutato l’importanza dello sport “tra i banchi” soprattutto per gli studenti più piccoli. Chi pratica sport è senza dubbio una persona in sa-lute, di sani principi e di elevata moralità. Valori fon-damentali per crescere una generazione che sarà - e questo non è una frase di circostanza - il futuro della nostra società. Buono sport e vi aspetto tutti a Sport Expo!

Federico SboarinaAssessore allo Sport e Tempo Libero Comune di Verona

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Primo Sport 0246: un parco giochi per la prima infanzia

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L’attività motoria garantisce una corretta crescita. Deve però essere adeguata all’età del bambino. In

questo contesto si inserisce il progetto della Famiglia Benetton che a breve potrebbe sbarcare anche a

L’investimento della Famiglia Benetton nello sport è sempre stato accompagnato da una sorta di vo-cazione sociale: una volta inaugurata La Ghirada,

nel 1985, questa vocazione si trasformò nell’impegno di regalare alla comunità trevigiana un’area aperta a tutti gratuitamente 365 giorni all’anno, in cui poter pratica-re le discipline sportive in assoluta libertà, all’interno di 220mila metri quadrati in cui il rispetto per il prossimo e per le regole del vivere in maniera civile sono gli unici padroni.

Sport e sociale, binomio vincenteDa La Ghirada, il messaggio lanciato da Benetton ha vo-luto oltrepassare i confini del territorio e raggiungere una dimensione nazionale con la nascita di Verde Sport, che in oltre vent’anni di attività è diventata il cuore pul-sante di tante iniziative, rivolte specialmente ai giovani ed alle famiglie. Dopo oltre vent’anni di svariate attività dedicate a giova-ni e famiglie, in cui sport e sociale si sono sempre forte-mente intrecciati, due anni fa Verde Sport si accorse che, a La Ghirada, mancava un tassello nel mosaico costruito sino a quel momento: non esisteva di fatto uno spazio adatto a tutti quei bambini con meno di sei anni, la soglia di avviamento alle attività sportive. In Italia vivono 4 milioni di bambini in età prescolare e, se è vero che di sport per loro ancora è prematuro parlare, era sotto gli occhi dei tecnici sportivi de La Ghirada ogni giorno il fatto che molti di coloro che venivano a La Ghi-rada per iniziare a giocare a basket, pallavolo o rugby, faticavano persino a correre ed a saltare … ed avevano già 6 anni!

Primo sport, il parco per i più piccoliCosì è iniziata la nuova sfida, ancora “più sociale”, stu-diare cosa poter fare per la prima infanzia: grazie all’a-iuto di Università di Verona da un lato, di Legnolandia e del CONI dall’altro, è stato ideato un parco giochi, Primo Sport 0246, dedicato esclusivamente ai più piccoli, che non fosse un semplice “insieme di giostrine” come se ne vedono in molti centri urbani ma una sorta di percorso

vita, che desse la possibilità ai bambini di utilizzare i gio-chi come occasione per un corretto sviluppo senso – mo-torio. L’idea di partenza è stata sviluppata come sempre a La Ghirada, dove sorge il modello di parco giochi, un’a-rea di duemila metri quadrati con 30 strutture disposte secondo percorsi che soddisfino le prime necessità dei bimbi, manualità, mobilità, equilibrio e gioco simbolico: percorsi identificati da mappe che vengono consegnate gratuitamente ai genitori, da cartelli all’interno del par-co, il tutto in un luogo sicuro, vigilato da un sistema di videosorveglianza.

Un parco per le famiglie e le scuoleUn’idea che, a Treviso, ha raccolto dal primo giorno l’en-tusiasmo delle famiglie, che anche nel periodo invernale popolano il parco al comparire del primo raggio di sole. Entusiasmo che ha contagiato le principali istituzioni ter-ritoriali, in primis il Comune ed il Comitato Provinciale del CONI, con i quali vengono organizzate visite gratuite per le scuole della prima infanzia di tutto il territorio, dando alle maestre la possibilità di svolgere quelle ore dedica-te alla motricità previste dal programma scolastico: nel solo 2011 oltre 3000 bambini delle scuole hanno giocato all’interno di Primo Sport 0246!

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sdpsdpprogettoLaboratorio 0246, da Treviso all’ItaliaVinta la sfida a Treviso, l’attenzione si è presto diretta all’Italia e la nascita di Laboratorio 0246, Associazione di Promozione Sociale che punta prima di tutto a far parla-re della prima infanzia e dei problemi ad essa legati, ne è la testimonianza diretta. Da ormai un anno la no pro-fit gira l’Italia, macina chilometri, bussa alle porte di vari Comuni proponendo di replicare da loro il parco giochi Primo Sport 0246, a costo 0, parlando dell’importanza di lavorare per i bambini e, indirettamente per le famiglie. Da giugno scorso, sempre con Università di Vero-na e CONI, è stato messo online sul portale ufficiale www.0246.it un libro, “Primo Sport: l’ambiente ed il movimento ideali per crescere sani”, che intende esse-re il primo passo nel cercare di comunicare ed andare incontro alle esigenze dei genitori più giovani, quelli che maggiormente sentono il tema in questione ed hanno necessità di possedere gli strumenti giusti per affrontar-lo. Un libro che, così come i parchi che si stanno per re-alizzare, è gratuito per tutti, scaricabile dal portale web 0246 che vuol parlare di prima infanzia, di sviluppo sen-so-motorio, di sedentarietà, di corretta alimentazione fin dalla tenera età. Così, se il 2010 ha visto sorgere a La Ghirada il primo parco giochi Primo Sport 0246, se il 2011 ha tenuto a battesimo la no profit Laboratorio 0246 con le sue primissime iniziative e forme di comunicazione, la speranza per il biennio 2012-2014 è di veder spuntare in giro per l’Italia altri parco giochi che, sotto la bandiera di Primo Sport 0246, rappresentino altrettanti spazi esclu-sivi dedicati ai bambini più piccoli ed alle loro famiglie, spazi dove poter innanzitutto condividere esperienze di gioco ma anche di educazione, ad un corretto stile di

vita attraverso la passione per il movimento. Il futuro prossimoVerona, assieme a Milano, Roma e Firenze è una città “candidata” ad ospitare il parco Primo Sport 0246, in aree di grande fruibilità per le famiglie e la comunità in generale. è in fase di studio infatti la progettazione di un parco giochi nella città scaligera, Laboratorio 0246 è in fase avanzata per stringere accordi in primis con il Co-mune, da subito disponibile a valutare questo progetto di forte impatto sociale, quindi con prestigiosi partner del territorio per riuscire a regalare alla città di Romeo e Giulietta una struttura unica nel suo genere, dedicata ai più piccoli ed alle loro primissime necessità dal punto di vista dello sviluppo motorio, attivando in seguito lo stesso servizio che grande successo sta riscuotendo nel-la vicina Treviso, le ore di attività motoria per i bambini delle scuole materne, con l’aiuto del Comitato Provincia-le del CONI.

Enrico CastorinaInfo: http://www.0246.it

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L’arrampicata è una disciplina che si sta diffonden-do sempre più, soprattutto nei bambini e ragazzi. Sempre più scuole, dalle materne alle superiori,

vengono a fare o una prova o dei veri e propri corsi come Centro Sportivo Studentesco presso il centro d’arrampicataKing Rock. Perché l’arrampicata piace così tanto? Ecco cosa hanno risposto studenti e insegnanti.

AllieviTutti i ragazzi hanno espresso molto entusiasmo per l’attività dell’arrampicata e soddisfazione per l’inse-gnamento della guida alpina e degli istruttori.Per la maggior parte di loro si tratta della prima espe-rienza. La maggior parte svolge un altro sport (basket, pallavolo, karate, judo, danza, ginnastica artistica, pat-tinaggio), ma hanno l’intenzione di tornare ad arram-picare indipendentemente dalla scuola, accompagnati dai genitori o frequentando i nostri corsi.La prima sensazione che provano è il divertimento, a cui segue l’adrenalina e la sensazione dell’altezza e del vuoto, oltre la soddisfazione personale di arrivare in cima e di avere superato una difficoltà. Molti ritengono che l’arrampicata sia utile a sviluppare fiducia nelle pro-prie capacità e nel compagno che lo assicura dal basso, aiuta ad avere maggiore consapevolezza del proprio corpo, a ragionare sui movimenti da eseguire, e soprat-tutto richiede tanta concentrazione. Chi ha ammesso di avere paura dell’altezza e di ave-re sensazioni di vertigine ha notato un cambiamento, un graduale aumento della propria sicurezza e fiducia nelle proprie capacità, oltre che nel compagno che lo assicura dal basso. Alcuni preferiscono la sala vertical, altri la sala boulder, che associano a un maggior sfogo e divertimento.

InsegnantiGli insegnanti hanno manifestato particolare soddisfa-zione nella scelta di portare gli allievi a provare l’attività di arrampicata. Hanno notato un miglioramento anzi-tutto comportamentale, soprattutto di quei ragazzi più agitati e istintivi. L’arrampicata esige disciplina e tranquillità mentale: se si sbaglia si pagano subito le conseguenze e in questo modo i ragazzi imparano dai propri sbagli.

Questa attività è ritenuta da tutti un’opportunità per i ragazzi di conoscere qualcosa di nuovo, un’esperienza diversa dalle solite e che li aiuta a crescere. Inoltre da diversi studi universitari l’arrampicata risulta essere:- una disciplina complessa e meravigliosa, caratterizza-ta da significativa componente tecnica e fisica e da una importante componente psicologica. - uno sport completo dove l’unione di corpo e mente è indispensabile. Il mondo dell’arrampicata è un micro-cosmo dove si ripropongono in piccolo tutte le compo-nenti essenziali della vita. C’è un costante e profondo rapporto con le emozioni, come paura e ansia, che non si possono e non si devono eliminare del tutto, ma solo mantenere entro una soglia ottimale.- emozione, gioco, amicizia, responsabilità. Significa avere un obiettivo e volerlo raggiungere con le proprie forze. E’ affrontare i propri limiti e le proprie paure e su-perarli. Nei bambini poi il gesto dell’arrampicata com-porta un’attività globale ricca di sollecitazioni di vario tipo, in particolare permette di abituarsi a continue variazioni di equilibrio, accresce il senso dell’orienta-mento, fa acquistare il controllo delle mani e dei piedi in forma coordinata. I ragazzi trovano nell’arrampica-ta sportiva occasione di autoaffermazione. L’appren-dimento della gestualità specifica ed il superamento delle difficoltà, in un clima di collaborazione con i com-pagni, consentono loro di maturare una maggiore con-sapevolezza ed autonomia nelle proprie azioni. Nell’analisi dei valori formativi dell’arrampicare occu-pano primaria importanza la componente emotiva ed il controllo psico-fisico che si inducono al miglioramento con l’equilibrato e regolare esercizio di adattamento agli spazi verticali, padroneggiando le sensazioni cau-sate dal senso di vuoto e le paure da esso generate.

L’arrampicata, una disciplina sempre più diffusa anche tra i più piccoli. Una valida alternativa agli sport classici

In Via Cà di Mazzè zona Palazzina

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DOVE - Presso il centro di arrampicata “King Rock” in località Palazzina (VR),in via Ca’ di Mazzé,21.MEZZI DI TRASPORTO - Il centro è raggiungibile anche con i mezzi pubblici: linea urbana 21 e linea APT. GIORNI - Gli incontri si possono fare durante tutto l’anno scolastico dal Lunedì al Venerdì (Sabato a richiesta).ORARI - Si possono scegliere liberamente gli orari tra le 8,00 e le 16,30.

MATERNE ED ELEMENTARI - I bambini proveranno l’esperienza di arrampicare nella sala boulder: una sala alta massimo 4 mt in cui si arrampica senza corda protetti da un materasso che attutisce l’eventuale caduta. In questa sala sono presenti due tipologie di scivolo per rendere il gioco dell’arrampicata entusiasmante. Nell’ultima parte della lezione, faranno una prova nella sala vertical (alta 14 mt) con la corda, per provare l’emozione dell’altezza. costi: € 6,00 ad allievo per 1 h di lezione (indicativamente per gruppi di 20-24 ragazzi)

MEDIE E SUPERIORI - La prova inizierà nella sala grande, dove gli allievi arrampicheranno assicurati da una corda, salendo 4-5 itinerari a testa. Per gli ultimi 15/20 minuti il gruppo si sposterà nella sala boulder: una sala alta massimo 4 mt in cui si ar-rampica senza corda protetti da un materasso che attutisce l’eventuale caduta. La prova boulder è efficace per sviluppare un maggior numero di movimenti del corpo, soprattutto relativi alla forza. costi: € 8,50 ad allievo per 1,5 h di lezione (indicativamente per gruppi di 20-24 ragazzi)GREST - Si possono tenere presenti i programmi e le modalità come per le scuole e in base all’età e al numero di allievi verrà scelta insieme a noi la proposta più adatta. COSTI - Dai € 6,00 a € 8,50 ad allievo in base al numero e alla durata

L’A.S.D. King Rock Climbing organizza corsi di avvicinamento all’arrampicata per bambini e ragazziCorso Baby Si tratta di un corso-gioco della durata di un’ora indirizzato solo a bambini di 4 e 5 anni. Mezz’ora di psicomo-tricità, mezz’ora di arrampicata. Tutti i lunedì o mercoledì dalle 16.40 alle 17.40 (12 incontri)Corso Kids Per bambini di età compresa tra i 6 e 8 anni. Un’ora di corso-gioco seguito da psicomotricista e guida alpina. Tutti i lunedì o mercoledì dalle 17.45 alle 18.45 (12 incontri)Under 14 I ragazzini nella fascia d’età tra i 9 e 14 anni verranno seguiti da una guida alpina per un’ora di arrampicata, ma non solo, verranno insegnati loro anche i principi della sicurezza e i nodi. Il mercoledì o venerdì dalle 17.00 alle 18.00 (12 incontri)Under 20 Un’ora e mezza di corso per ragazzi dai 14 ai 20 anni. Impareranno le tecniche dell’arrampicata, tutti i nodi e le manovre di sicurezza.Il mercoledì o venerdì dalle 18.00 alle 19.30 (12 incontri)

LE GUIDE ALPINE XMOUNTAIN ORGANIZZANO CORSI DI ARRAMPICATA PER ADULTIIl corso arrampicata è rivolto a principianti o a persone che sentono il bisogno di migliorare la propria tecnica partendo dai principi base dell’equilibrio e del movimento su “placche” e terreno verticale. Il corso arrampicata è diviso in due livelli ed è attivabile per gruppi da 2 a 6 persone. Nota: con il I° livello si acquisiscono già tutte le nozioni di sicurezza per poter essere indipendenti.Dove - presso la palestra d’arrampicata King Rock, in Via Ca’ di Mazzé 21, in località Palazzina (VR) Periodo - Tutto l’annoMateriale necessario - Tutto il materiale necessario è fornito da XMountain - Guide Alpine: scarpette da arrampicata, imbra-catura, corde, rinvii, moschettoni, ecc.Orari e costi - I° livello – Base = € 120,00 (es. 4 allievi: 5 incontri indoor)II° livello – Avanzato =€ 120,00 (es. 4 allievi: 3 incontri indoor + 1 outdoor)

Informazioni su corsi e attività per le scuole: Tel. 348 1463700 - [email protected][email protected] - wwwkingrock.it - www.xmountain.it

3 bOULDER, 1 SEqUENZA, 12 MESI DI TEMPO, 12 OCCASIONI PER REALIZZARLO...ENTRO LA FINE DEL MONDO!Dal 20 dicembre 2011 ogni 20 del mese fino al 21 dicembre 2012 presso la Sala Boulder del King Rock i migliori ar-rampicatori si sfidano su un percorso estremo. Gli altri non guardano solo, ma possono allenarsi con circuiti di varia difficoltà e scoprire i trucchi per superare i passaggi più difficili grazie alla presenza dei tracciatori. Un appuntamento imperdibile per passare una bella serata in compagnia!

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Verona capitale del taekwondo L’evento è stato organizzato dal Comitato Regionale in collaborazione con la società Sport&Sviluppo

Grande successo per il Campionato Italiano Assolu-ti Juniores di taekwondo, svoltosi il 3 e il 4 marzo al Palazzetto dello sport di Verona.

Nella panoramica nazionale di questa arte marziale e sport olimpico, questo evento è collocato al secondo gradino della scala di importanza Federale al fine di se-lezionare gli Atleti P.O. (Probabili Olimpici), preceduta solo dai Campionati Italiani Assoluti Senior.Il vanto di questo Comitato Regionale è quello di esse-re riuscito ad aggiudicarsi l’organizzazione di questa gara Federale Nazionale, ed in particolare organizzar-la nella Città di Verona in collaborazione con la società Sport&Sviluppo.Questo è stato possibile sia a seguito delle numerose vittorie agonistiche ottenute in questi anni in primis dal-la Squadra Regionale (composta per 80 % da Atleti dell A.S.D. Olimpic Verona - Campioni Italiani a Squadre Re-gionali 2010 e 2011) sia a seguito delle numerose attività organizzate da questo Comitato Regionale Veneto/Friu-li V.G. in ultimo, solo per ordine di importanza, il Cam-pionato Europeo Masters Games - Lignano Sabbiadoro 18/19/20 settembre 2011. L’aspetto ludico di questa gara si esplicato nell’ammira-re circa 600 atleti provenienti da tutta Italia compresi in una fascia di età che và dai 14 ai 17 anni i quali si sono affrontati singolarmente sul tatami senza esclusione di colpi. La cosa bella è stato poi ammirare gli stessi “avver-sari” ridere e scherzare sugli spalti in compagnia degli altri compagni di avventura.

I vincitori sono stati selezionati per far parte della Nazio-nale Italiana di Taekwondo che presenzierà ai Campiona-ti Mondiali Juniores che si svolgeranno a Sharma El Sheik (Egitto) il 04 aprile 2012.La gara in se per sè si è articolata in una due giorni, visto il numero di iscritti.Si è iniziato il sabato mattina verso le ore 9 con le cate-gorie femminili ed alcune categorie maschili e si è termi-nato verso le ore 17.30. La domenica tutti al PalaOlimpia alle ore 9 per assistere alle gare delle categorie rimanen-ti con premiazioni e saluti alle ore 17.30 circa.Per quanto attiene l’aspetto logistico promozionale e di ritorno di immagine , è indubbio che la bellezza di Verona ha aiutato a far confluire molto pubblico in questo Cen-tro. Un Campionato Italiano Juniores di taekwondo ha ri-chiamato l’attenzione non solo di un numeroso pubblico ma anche l’attenzione dei mass-media, sempre sensibili e massicciamente presenti a questo tipo di eventi.Hanno presenziato in qualità di ospiti - incoraggiando i partecipanti - i nostri due atleti della Nazionale Italiana qualificatisi per i Giochi Olimpici di Londra: Mauro Sarmi-neto (Argento a Pechino) e Carlo Molfetta.Presente naturalmente anche tutto lo staff Dirigenziale della FITA, dal Presidente Park Sun Jae, al Segretario Na-zionale Angelo Cito al Direttore Tecnico della Nazionale Italiana Juniores Roberto Bavaglio.

Riccardo ChiumentoIl Presidente del Comitato Regionale

FITA Veneto Friuli Venezia Giulia

Al PalaOlimpia

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taekwondo sdp

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sci

Una delle mete sciistiche preferite dai veronesi è sicuramente Folgaria, località trentina il cui rinnovato comprensorio sconfina in Veneto

(Fiorentini). Questo fa sì che sia diventata la numero uno nel rapporto qualità-vicinanza alla pianura (un’ora e dieci di auto da Verona). La stagione invernale che volge al termine non è stata il massimo dal punto di vista delle precipitazioni nevose. FolgariaSki ha però saputo sopperire a tale carenza grazie ad un perfetto sistema di innevamento program-mato. Piste in perfette condizioni sin dall’inizio della stagione, come ci conferma la responsabile marke-ting del FolgariaSki Daniela Vecchiato: «Siamo l’unica stazione sciistica che ha aperto tutti gli impianti già il 22 dicembre, con le piste in perfette condizioni. Nono-stante la poca neve di inizio stagione, tutte le gare FIS si sono svolte regolarmente e questo la dice lunga sul valore del nostro sistema di innevamento. Aver creato dei bacini e un’infrastruttura quasi sovradimensionata per una località come Folgaria in una situazione d’emer-

genza come quella in cui ci siamo trovati sino a tutto gennaio, ci ha consentito di salvare la stagione. Questo significa che, nella normalità, Folgaria è un’ec-cellenza e di ciò possiamo essere fieri e orgogliosi».Tra le innumerevoli attività del FolgariaSki, è da sotto-lineare l’iniziativa “Scie di Passione”, legata al mondo

delle disabilità: «Si tratta - spiega Daniela - di una scuola permanente, a passo Coe, con un camposcuola dedi-cato e creato su misura per i portatori di handicap, in modo tale da consentire a queste persone di approc-ciare lo sci in un ambiente protetto e con dei professio-nisti. Un elemento che ci caratterizza è quello di avere tutta l’attrezzatura necessaria a disposizione: il disabile che è legato al mondo delle gare possiede questa at-trezzatura, ma per il disabile ‘della domenica’ non avere l’attrezzatura diventa una discriminazione importante. Qui c’è tutto quello che serve, già l’8 dicembre c’è stata la prima gara alla quale hanno partecipato 30 disabili. A febbraio è stato presentato un piano con tutti i rifugi

accessibili ai disabili, che non devono quindi trovare ostacoli che impadiscano loro di vivere Folgaria o la montagna. All’interno dei rifugi sono a disposizione le carrozzine, quindi totale abbattimento delle barriere».“Gli appuntamenti clou della stagione - prosegue Vecchiato - sono sicuramente il Trofeo Topolino, un evento internazionale che si è disputato dal 28 febbraio al 2 marzo, poi la Marangoni Fis Cup, gara di gigante disputata a fine gennaio sulla pista Salizzona e vinta dall’azzurro Ploner e poi citerei la prima edizione della settimana di Manny, che è la mascotte di Folgaria, che si è svolta dal 5 al 12 febbraio. Un’idea che ha riscon-trato molti consensi: per una settimana Folgaria si è trasformata in un villaggio vacanza soprattutto per i bambini. Da lunedì a sabato si sono tenuti giochi come la caccia al tesoro e le olimpiadi sulla neve, una sorta di gioco senza frontiere con animazioni e sorprese. Il con-certo di Cristina D’Avena è stata la degna conclusione della settimana di Manny». Conclude Daniela Vecchiato: “I prossimi appuntamenti saranno La Red Bull Disce-sa Libera l’11 marzo aperta a tutti gli sci club e fans di Folgaria e per finire, l’8 aprile, l’ormai classica Folgaria Mania Racing Cup».La stagione sciistica a Folgaria durerà dunque fino al weekend di Pasqua, ma sull’Altopiano c’è poco tempo per riposare: tra poco più di un mese verrà presentato il Folgaria Basketball Camp che quest’anno taglia il traguardo del 25esimo anno. Si tratta del più rinomato e frequentato basket camp d’Italia, diretto da Renato Caroli che, dal 17 giugno al 21 luglio, porterà a Folgaria più di mille ragazzini/e provenienti da tutta Italia con coaches d’eccezione come Dan Peterson e Rollie Mas-simino.

Andrea Etrari

FolgarìaSki vicina da non crederci

A pochi minuti da Verona

Una stagione lunghissima, con tante attività, iniziative ed eventi. Tutto e rigorosamente sulle bellissime piste

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medicina dello sportsdp

Attività fisica in gravidanzaCentro Bernstein di Verona

Praticare con regolarità una moderata attività fisica favorisce anche l’adattamento fisico della futura mam-

Sempre più donne praticano attività fisica durante la gra-vidanza con un obiettivo comune che è quello di rag-giungere uno stato di benessere psicofisico generale.

Effettivamente una regolare e adeguata attività fisica pratica-ta in gravidanza non presenta complicazioni, ma al contrario produce grandi benefici per la mamma e il bambino.E’ importante in tale momento prendersi cura del proprio corpo che sta cambiando ed è utile prepararsi fisicamente al momento del parto, attraverso esercizi di ginnastica dolce, di rilassamento, di consapevolezza del corpo e del bambino.Tutti questi esercizi sono utili a controllare l’aumento del peso, a mantenere una corretta postura e a controllare il mal di schiena, contribuendo in modo efficace a ottenere una mu-scolatura forte ed elastica, in particolare quella del pavimen-to pelvico che troppo spesso dopo la gravidanza e il parto

perde tono ed elasticità.Praticare con regolarità una leggera e moderata attività fisica non solo ha un effetto positivo a livel-lo psicofisico generale, ma favorisce anche l’adat-tamento fisico della don-

na alla gravidanza e migliora l’andamento della gravidanza stessa.In particolare migliora l’efficienza degli apparati cardiocirco-latorio e respiratorio e perciò risulta aumentata la capacità di trasporto dell’ossigeno e delle sostanze nutritive indispensa-bili per lo sviluppo del feto. I benefici che se ne traggono sono essenzialmente la dimi-nuzione dei problemi di circolazione, di gonfiore, di dolore e l’affaticamento degli arti inferiori, minor comparsa di crampi.Grazie all’esercizio fisico migliora la funzionalità intestinale e cosa importante si possono prevenire e gestire situazioni di dolore alla schiena come la lombalgia che limita i movimenti e condiziona la vita di molte gestanti soprattutto verso la fine della gravidanza quando si ha l’accentuamento della lordo-si lombare causa lo spostamento del baricentro del corpo in avanti.Prevenire il mal di schiena lo si fa soprattutto controllando e mantenendo una corretta postura e migliorando elastici-tà e tono muscolare; attraverso esercizi di ginnastica dolce si riesce ad ottenere una muscolatura tonica e forte senza affaticarsi.Una muscolatura forte aiuta anche a ridurre il rischio di trau-mi dovuto al rilassamento dei tessuti e all’instabilità articolare che caratterizzano questo periodo.Non meno importante è contenere l’aumento di peso e fare movimento in questo caso aiuta; il movimento abbinato a una

equilibrata e sana alimentazione fa inoltre diminuire il rischio di diabe-te gestazionale.Per una donna in buono stato di salute e con un decorso di gravi-danza normale sono consigliati al-meno 40 minuti di attività fisica al giorno a medio/bassa intensità e di tipo aerobico come ad esempio acquawellness, ginnastica postura-le globale, Yoga ed eventualmente qualche seduta osteopatica.In acqua, dove si riduce la forza di gravità, il carico meccanico a livel-lo delle articolazioni diminuisce e si possono così eseguire esercizi che a terra risulterebbero faticosi, an-che fino al termine della gravidanza quando l’incremento del peso e l’aumento del lavoro del cuo-re rappresentano un limite allo svolgimento di attività fisiche.Ciò non toglie che sia importante associare al lavoro in acqua anche la preparazione fisica in palestra con esercizi di tonifi-cazione, di stretching e di rilassamento mirati alle esigenze della gestante e adattati ai cambiamenti che gradualmente si verificano.Una importante attività specifica per la donna in gravidanza da svolgersi in palestra è quella per i muscoli perineali che utilizza esercizi che aiutano a migliorare la consapevolezza di questa parte anatomica, esercizi per rinforzarli, rivitalizzarli e renderli elastici per affrontare il parto e per migliorare il recu-pero delle loro normali funzioni nel post-parto evitando così i tipici disturbi come l’incontinenza o il prolasso degli organi genitali.Nel post-parto, mirati al rinforzo dei muscoli pelvici e degli addominali, risulta inoltre utile inserire con gradualità gli in-novativi addominali ipo-pressivi .L’effetto positivo dell’attività fisica praticata durante la gravi-danza è stato confermato da più studi scientifici; è comunque importante che qualsiasi tipo di attività motoria vada sempre affrontata dopo il “benestare” del ginecologo.

Elisabetta Musacchi - Dottore in scienze motorie

Massofisioterapista - [email protected]

Giorgio Pasetto - Dottore in scienze motorieDottore in osteopata - [email protected]

Info: www.centrobernstein.it

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l’iniziativa sdp

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Alberto: «Ciao Meo, è da un po’ che ti tengo sotto controllo e vorrei parlarti di un progetto». Meo: «Certo, molto volentieri. Ci si beve un caffé

insieme e mi spieghi». In realtà però pensavo: «Questo è matto...non sa a cosa va incontro!».Così è iniziata la mia collaborazione con la Redazione di Sportdipiù magazine. Davanti ad un caffé sembrava tutto molto semplice: un articolo ogni due mesi, cosa vuoi che sia? Facilissimo, ho un sacco di idee!Chiedo ad Alberto: «Allora, di cosa parlo nel primo arti-colo?». Risposta: «Che ne so? Inventati qualcosa! Ti ho chiamato per questo eh...».Mi siedo e penso: «Ok dai, faccio un pezzo che spacca: parlo del doping! Mmmm...no no dai, parlo del rapporto tra sport e mass media, in particolare con i giornali. O forse è meglio se affronto l’argomento ansia e gli attac-chi di panico?».Altro che facile: una “confusione” totale! Una cosa però ce l’ho ben chiara: voglio dare ai lettori di questo bellissimo giornale qualcosa di originale, scritto da me ma soprattutto voglio parlare molto schiettamen-te, senza peli sulla lingua e senza quella velata ipocrisia che circonda il mondo in generale ma lo sport in parti-colare. Così ho deciso che la rubrica si chiamerà “Meo, il politicamente (S)corretto”.Essendo comunque io ancora giocatore e quindi attore e protagonista del mi osport ho deciso (su suggerimen-to di Alberto) di raccontarvi di me, come sono diventa-to professionista e di cos’è il mio ruolo all’interno della squadra e del gruppo.Non mi va di imbottirvi di date, manifestazioni giocate, vittorie e sconfitte. Vi dico però che ho cominciato i primi palleggi alle scuo-le medie (abbastanza tardi rispetto ai miei coetanei), spinto dalla disperazione di mio padre che voleva faces-si sport ma che non vedeva in me la minima continuità nell’impegno data la mia pigrizia. Così un giorno il vecchio Pierluigi mi dice: «Perché non

provi con la pallavolo? Hai provato calcio, e hai i piedi montati alla rovescia. Il rugby con il tuo compagno Le-onardo, ma al primo allenamento lui è andato in coma e la mamma ti ha tenuto a casa. Il tennis, ma tornavi stremato e non sapevi neppure se nel doppio le corsie laterali facevano parte del campo o meno. Non parlia-mo della piscina, l’ultima volta hanno dovuto chiamare i sommozzatori per riprenderti. Poi il basket mi dici che non ti piace…». Così ho optato per il volley.Da subito mi ha preso, non solo per il tipo di sport, che sinceramente agli inizi non da la soddisfazione di altre discipline meno tecniche, ma per il fatto che mi sentivo a mio agio. Le cose mi riuscivano molto semplicemente: la mia altezza che - fino a quel momento era sempre stata un limite - era diventata una qualità, un vantaggio.La scalata è stata molto veloce ma naturale. Verso i tredi-ci anni comincio a giocare e esordisco in serie A1 nel 1989 ovvero a 16 anni.In tanti mi chiedono come si fa a diventare un giocatore professionista (anche se in realtà la pallavolo è uno sport dilettantistico). Con tutta sincerità penso che il modo migliore sia pro-

Marco Meoni, il politicamente (S)corretto

Il palleggiatore gialloblù si racconta

Il capitano di Marmi Lanza inizia la sua “avventura” sulle pagine di Sportdipiù magazine. Senza freni...

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pallavolo sdp

prio quello di non pensare di doverlo diventare per for-za, nè tanto meno confidare nella Grazia Divina.Oggi ho trentanove anni e di acqua sotto i ponti ne è pasata. E di palloni ne ho alzati migliaia avanti e dietro.Ho avuto la fortuna e, un po’ immodestamente, la bra-vura, di giocare sempre nella massima serie, di avere ve-stito la maglia azzurra in moltissime occasioni e di esser-mi tolto innumerevoli soddisfazioni. Oggi però mi rendo conto che il senso della pallavolo per me è molto cam-biato. è iniziato tutto come un gioco, un passatempo, un modo per fare movimento per poi diventare un vero e proprio lavoro. Per un periodo l’ho considerato un peso, una responsabilità e non mi divertivo più.Gli impegni erano tantissimi e ad un certo punto ho pen-sato anche di smettere. Nasce il mio primo figlio e le cose cambiano. Le priorità della vita sono altre e il rapporto di conflitto che iniziavo ad avere con me stesso e con il volley comincia a rasse-renarsi.La carriera viene segnata prima da un grosso screzio con il club per cui giocavo e dopo poco da un infortunio che pensavo potesse pregiudicare il mio futuro visto che ormai ero un trentunenne professionalmente (all’appa-renza!) appagato. Combatto contro il tempo e contro il mio tendine d’A-chille per poter partecipare alle Olimpiadi. La mia ultima possibilità. Ma i tempi di recuperano non me lo permet-tono e torno all’attività di club. Un po’ deluso ma con la voglia di rifarmi e di far vedere che Meoni c’è ancora e che può fare e dare anora tanto. Firmo un quadriennale con Padova, il club della mia città, convinto che avrei chiuso la carriera davanti al pubblico che mi aveva visto esordire. Il destino però è strano: l’anno successivo per problemi di sponsorizzazione la società è costretta a cedere tutti i giocatori. Con il general manager mi trasferisco a Tren-to, proprio nell’anno della sua rinascita. La società infatti voleva cominciare un percorso di maturazione. Un per-corso che l’ha poi portata ad essere la potenza sportiva che è attualmente.Dopo un bellissimo biennio mi contatta - tra la mia incre-dulità - Piacenza, squadra dalle ambizioni di primissimo livello. Accetto e nel giro di due anni facciamo una finale scudetto (che perdiamo proprio con Trento), una finale di Champions League (che perdiamo 3-2 con i russi del Kazan) e uno scudetto vinto contro L’Itas Trentino da-vanti al loro pubblico.Dopo quest’esperienza esaltante approdo a Verona. E qui accade l’inimmaginabile. Non posso più mettere piede in campo. Buio totale. Quello che ho fatto con otti-mi risultati per vent’anni diventa impossibile. Mi colpisce quello che definivo “il mostro”, meglio conosciuti come gli attacchi di panico.

Il motivo? Non si sa. L’unica cosadi cui sono certo è che ne voglio uscire, con l’appoggio della squadra, della so-cietà e della mia famiglia. Ma soprattutto con le “cure” della mia amica psicologa dello sport Daniela Cavelli. E ne vengo fuori alla grande. Oggi la pallavolo è tornata ad essere quello che era alla fine degli anni Ottanta: un gioco molto bello e strategico nel quale riesco ad esprimermi nella maniera migliore.Bene, ecco qua: riassunto in poche righe quasi un quar-to di secolo di volley, del mio volley!Per questo primo appuntamento direi che può bastare.Ci vediamo presto e buon palleggio a tutti!

Marco-MEO-Meoni

Info: www.marcomeoni.it

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Territorio Gialloblù è il nuovo ambizioso progetto ter-ritoriale della BluVolley: una serie di incontri nati per far incontrare il mondo del volley con il mondo vero-

nese nel suo complesso. La Marmi Lanza alla scoperta del territorio scaligero, in una linea tutta giallo e blu che attra-verserà diverse realtà per far conoscere a Meoni e compa-gni la bellezza del territorio in cui giocano e allo stesso tem-po valorizzare le aziende che sostengono il volley maschile.Un connubio che sviluppa certamente un interesse verso la realtà locale che viene valorizzata a sua volta dall’incontro con i giganti della pallavolo, una serie di appuntamenti che coinvolgeranno anche la stampa locale, i tifosi veronesi e i partner della BluVolley.L’inaugurazione del progetto è avvenuta all’Azienda Agri-cola La Dama che ha accolto la dirigenza della BluVolley, la stampa locale oltre agli atleti Marcus Popp e il libero Loren-zo Smerilli. è stata una mattinata molto interessante con i partecipanti che hanno scoperto i vini più pregiati della Val-policella con la visita in cantina e la degustazione accompa-gnata dall’enologo e agronomo Gabriele Dalcanale. Un tiepido sole ha illuminato la Valpolicella e ha permesso di apprezzare la potatura delle vigne, nelle barricaia della cantina è stato illustrato il processo di vinificazione illu-strando le diverse tipologie, dall’Amarone al Ripasso, dal Recioto al Valpolicella Superiore, prodotti che poi sono stati degustati dai commensali accompagnati da salumi e formaggi nostrani. Gabriele Dalcanale ha dato il benvenuto con questo paro-le: «Mi piace pensare al volley come uno sport naturale e genuino proprio come i prodotti de “La Dama” e proprio

per questo sono molto contento la BluVolley oggi abbia presentato qui da noi il nuovo progetto». Il Condirettore Generale Stefano Filippi spiega così il pro-getto: «Territorio gialloblu è il nostro nuovo progetto di marketing territoriale, voluto per rispondere ad una serie di esigenze: quella di far conoscere quanto più possibile il nostro territorio e le sue eccellenze al nostro club (staff, dirigenti e giocatori) e a chi ci segue (giornalisti e tifosi) da un lato, dall’altro quella di far risaltare la grande qualità del lavoro svolto dalle nostre aziende partner. E devo dire che miglior contesto per cominciare la nuova avventura non poteva essere che questa cantina, luogo magico ed incan-tevole».Il secondo incontro del progetto Territorio Gialloblù è stato dedicato alla cucina Veneta con i migliori chef di Scapin.L’opposto Mitja Gasparini con la moglie Deborah, il palleg-giatore Calderan, il centralone australiano Zingel e il libero Lorenzo Smerilli hanno ucinato e poi assaggiato condimen-ti veloci e gustosi di verdura, carne e pesce, in un territorio fatto di pentole e prodotti della tradizione locale e più esat-tamente proprio nelle cucine dello sponsor Scapin hanno scoperto le tecniche di preparazione di piatti tradizionali.La Scapin S.r.l. opera in tutto il Nord e Centro Italia, orga-nizzando eventi privati ed aziendali, con il massimo della professionalità e della competenza.

Francesca Paradiso

Info: www.bluvolleyverona.it

BluVolley: sottorete c’è il territorioDalla cantina ai fornelli

Promuovere il terriorio veronese attraverso lo sport: questo l’obiettivo della società presieduta da Nereo

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La regina dei canestriProtagonista in serie A1 con Schio

Chiara Consolini, cestista veronese cresciuta nel Garda Basket, oggi è una colonna della Nazionale italiana

Garda è un’isola felice per quanto riguarda la pal-lacanestro femminile: nata nel 2003 dalla separa-zione con la Polisportiva Adolfo Consolini di Co-

stermano, la società Garda Basket opera esclusivamente nel femminile con la volontà di valorizzare, migliorare e far crescere la pallacanestro tra le bambine e le ragazze. E proprio dalla società lacustre è partita la carriera di Chiara Consolini, prima veronese a vestire la maglia della Nazionale maggiore dai tempi di Paola Dalla Longa. Chia-ra, che ha seguito le tracce della sorella Cristina (oggi a Siena in serie A2 n.d.r.), quest’anno è tornata a vestire la maglia del Famila Schio, la società che l’ha reclutata 8 anni fa proprio dal Garda Basket, il cui presidente era - ed è tuttora - suo padre Andrea Consolini.«Ho iniziato a giocare a 10 anni a Costermano – ci rivela Chiara – seguendole orme di mia sorella che giocava già e che è stata la prima della famiglia ad avvicinarsi al ba-

sket. Era uno sport che mi piaceva e ho giocato fino alla categoria juonior tra Costermano e Garda. A 16 anni mi ha chiamato lo Schio e mi sono trasferita lì dove ho con-tinuato a giocare nelle giovanili».

Dopo il settore giovanile a Schio e qualche presenza sporadica in prima squadra, ti hanno mandato a “farti le ossa” a Lucca e a Umbertide. quest’anno però ti han-no richiamato...Esatto, loro hanno voluto tanto il mio ritorno, perché sono i padroni del mio cartellino. Sapevo in partenza che non sarei stata la protagonista principale, perché la squadra è tre volte più forte di quelle in cui ho giocato in precedenza. Qui ci sono giocatrici d’esperienza, che han-no fatto anni e anni di Eurolega. Però ero consapevole di quello cui andavo incontro e il mio obiettivo rimane quello di migliorare il più possibile.

Foto: Photofortina Novara - Andrea e Luca Fortina

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pallacanestro sdp

Una bella soddisfazione comunque essere chiamati dal-la squadra campione d’Italia...Certo, mi ha fatto molto onore. A livello psicologico ma-gari non è facile: so che se gioco 15, 10 o solo 5 minuti, devo sempre dare il massimo. Ci sono tante partite, con l’Eurolega e il campionato lo spazio lo trovi e nessuno può resistere in campo 40 minuti con questi ritmi per tutto l’anno.

In campionato è il “solito” duello Schio-Taranto?Secondo me quest’anno il campionato è più competiti-vo, soprattutto perché non ci sono risultati scontati. Se vai a giocare ad Alcamo, che è ultimo in classifica, là ri-schi perché il campo è caldo e il pubblico è numeroso e rumoroso. A Faenza abbiamo faticato molto, ad esem-pio, perché abbiamo segnato pochissimo e, quella che sulla carta sembrava una vittoria semplice, nella realtà è stata molto complicata. La lotta per la salvezza o per en-trare nei play off fa sì che tutti lottino per il loro obiettivo e quindi non ci sono partite facili.

Hai nominato in precedenza tua sorella: che rapporto avete?Abbiamo un bellissimo rapporto: il fatto di giocare in società e in posti diversi non ci ha mai diviso e mai ci dividerà. Siamo orgogliose una dell’altra reciprocamen-te, abbiamo anche giocato contro nel campionato di B1 quando lei era ad Ancona e io a Dueville.

Come la vedi in futuro la tua carriera? Cosa ti aspetti? Hai qualche sogno in particolare?Qualche sogno ce l’ho, ma non voglio rivelarlo perché ho sempre paura che non si avveri. Intanto penso a que-sta stagione e voglio vedere come finirà e che traguardi raggiungeremo. Poi ci sarà l’estate e l’anno prossimo, ma è meglio fare un passo alla volta.

Parliamo della Nazionale e della tua storia con la maglia azzurra...Ho fatto un anno con la Nazionale Under 18 e due con l’Under 20. Poi, dopo un anno di stacco, mi hanno con-vocato nella Nazionale maggiore.

Dove sei ormai in pianta stabile...Oddio, non è che ci sia una squadra fissa, so che c’è un progetto di rimodernamento del settore e quindi nes-suno ha il posto garantito: da parte mia, so solo che devo giocare bene se voglio continuare a far parte del gruppo. Intanto il 14 febbraio ho giocato l’All Star Game (Italia vs Selezione All Star, n.d.r.) e, per i prossimi appun-tamenti, vedremo».

Dato che abbiamo introdotto l’argomento Nazionale, perché l’Italia nel basket, sia maschile che femminile, non ottiene risultati?Non lo so, secondo me è una questione di mentalità: noi non siamo inferiori alle atlete degli altri paesi, però è difficile dire cosa ci manca per arrivare al loro livello. Se non altro qui ci stanno provando e i risultati prima o poi verranno fuori: è soltanto una questione di tempo, secondo me.

qual è la tua opinione riguardo al fatto che il basket femminile fatichi a decollare, in Italia in generale e a Verona in particolare?Bisogna aver pazienza e iniziare ad andare nelle scuole a fare reclutamento. Secondo me non si può dire: “Apro un centro minibasket e spero che i bambini arrivino in palestra”. Bisogna lavorare e crederci per davvero ed è questione di poco: a Garda hanno avuto tanta pazienza e hanno trasmesso al paese tanta voglia di fare e tante idee, come, ad esempio, il ritrovo delle bambine negli asili: io ho cominciato così.

Andrea Etrari

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Inizio questo articolo ponendovi una domanda: qual è secondo voi uno dei difetti più comuni che possiamo riscontrare nelle fotografie sportive?

Pensiamoci un attimo: di solito su cosa vi focalizzate quando dovete immortalare uno o più atleti durante un gesto sportivo?Molto probabilmente la nostra attenzione è nel seguire appunto gli atleti, tralasciando quello che è lo sfondo, il contesto e la composizione.Quante volte vi è capitato di provare a scattare foto ad un evento sportivo e - per quanto siate riusciti, impo-stando in modo ottimale la vostra fotocamera, a conge-lare il gesto dell’atleta - la foto risulta comunque “incom-pleta”?Ricordo la prima partita di calcio seguita anni fa da fo-toreporter: a fine evento scarico tutte le foto e con cal-ma me le studio. E rimango incredibilmente stupito: non mi piacciano, non sono come me le immaginavo. Così chiudo il pc e lascio la cartella “foto calcio” nel dimen-ticatoio. Dopo qualche anno mi è capitato di riaprire quella car-tella e di analizzare le foto con occhio più esperto: noto e individuo i particolari che hanno reso quelle foto scatti poco interessanti.Innanzitutto vedo che quasi tutte le foto ponevano il soggetto da ritrarre come unico elemento della foto. Il focalizzare lo scatto sull’atleta in qualche foto può an-dare bene ma concentrarsi solo su quello non va bene.Dobbiamo quindi cambiare, variare le nostre vedute, cercando inquadrature d’insieme che contestualizzino il gesto sportivo che stiamo seguendo.Nel caso lo sfondo fosse confuso, non ben definito o con elementi di disturbo, cerchiamo di aprire l’otturatore e - riducendo la profondità di campo - cerchiamo di sfuo-carlo. Così facendo l’occhio è più attento e concentrato sul soggetto a fuoco.Teniamo bene a mente che, se non fosse possibile avere uno sfondo adatto, possiamo sempre spostarci attorno al luogo dove si svolge l’azione per cercare un punto più idoneo. Ricordatevi inoltre che gli sfondi omogenei “staccano” di più i soggetti delle foto.A volte mi capita, nonostante l’esperienza e sempre a causa del voler focalizzare l’attenzione sull’atleta - di ta-gliare durante la corsa parti del soggetto stesso come ad

esempio un piede o una mano. Daccordo, non siamo su un set fashion con una modella in posa, ma è bene por-re attenzione anche su questi particolari affinchè la foto risulti completa in ogni suo dettaglio. Cosa ottimale è quindi cercare un’inquadratura completa, con eventuali tagli studiati e corretti. In caso di sport veloci teniamo lo scatto più largo e procediamo con i tagli successivamen-te (non in modo eccessivo perchè perdiamo in qualità).Ok, già seguendo questi due accorgimenti le vostre foto saranno “buone foto”. Per migliorarle ancora serve però un po’ di equilibrio.Prendendo ancora come riferimento le mie vecchie foto di calcio mi accorgo di aver posizionato sempre il mio soggetto al centro dello scatto.Qualche volta è giusto uscire dagli schemi, ma rispettare

Come comporre una foto sportiva

Per gli amanti della fotografia dinamica

Il fotografo veronese Andrea Costa ci insegna qualche trucco per poter realizzare foto sportive “d’impatto”...

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quella la “regola dei terzi” porta molto spesso a risultati ottimali. Cerchiamo quindi di collocare il soggetto ripre-so in uno dei punti di forza dell’immagine o comunque lateralmente e non al centro. Il nostro scatto risulterà così molto più equilibrato e gradevole.Ultimo consiglio: non scattare solo da un’unica posizio-ne, magari eretta e statica.Infatti anche il variare l’altezza della ripresa può cambia-re molto la resa di una fotografia.Possiamo così giocare con le prospettive del terreno, rendere le azioni più spettacolari e slanciate oppure schiacciarle al terreno. Così facendo riusciremo ad en-fatizzare delle “belle” azioni facendole diventare “fan-tastiche”. Mettiamoci quindi rasenti al terreno (eh già...per fare delle belle foto bisogna anche sporcarsi...!) op-pure cerchiamo di salire su muretti o su piani superiori di

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case o strutture nei dintorni del area dell’evento (cam-po, pista).Il concetto sta nello studiare bene l’inquadratura prima di scattare. Il cogliere solamente l’azione potrebbe non essere sufficiente per avere uno scatto di qualità.Chiudo questo articolo con un consiglio. Fate come me: guardate le fotografie che avete scattato, pensate a come potrebbero essere fatte meglio e fate tesoro di ciò che carpite per migliorare i futuri scatti.Per qualsiasi necessità scrivetemi, consiglio, dubbio o suggerimento contattatemi pure!

Andrea Costa

Info: www.andrea-costa.org

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In cammino verso Londra 2012

Il barone Pierre De Coubertin alla fine del XIX secolo ebbe l’idea di organizzare dei giochi simili a quelli

dell’antica Grecia. Le prime Olimpiadi dell’era moderna si svolsero ad Atene nel 1896

Prosegue il nostro viaggio di avvicinamento alle Olimpiadi di Londra 2012. In questo articolo scopriamo come nacquero le

prime Olimpiadi dell’era moderna grazie all’intervento e alla determianzione del pedagogista e storico france-se Pierre de Frédy, barone di Coubertin.

Il barone Pierre de Coubertin vedeva lo sport come uno strumento di crescita, tanto fisica quanto morale, fondamentale per lo sviluppo personale dei giovani. Perciò suo primario interesse fu quello di riportare in vita i Giochi Olimpici a livello internazionale, anche se la sua idea sembrò non incontrare subito un grande successo. Così il 23 giugno del 1894 radunò a Parigi, in un Congresso internazionale (durante il quale fu istitu-

ito il CIO, Comitato Olimpico Internazionale), i delegati dei circoli dilettantistici di tutto il mondo, facendo leva proprio sul concetto di “dilettantismo”, ovvero il divie-to di trarre un guadagno materiale dall’attività sporti-va, come condizione indispensabile degli atleti. Solo in questo modo riuscì ad attirare la loro attenzio-ne e raggiungere il suo unico vero obiettivo: due anni dopo infatti ad Atene vennero disputate le prime Olim-piadi dell’era moderna. Per la cronaca De Coubertin rimase presidente onora-rio del CIO fino alla sua morte, che avvenne in Svizzera, a Ginevra, nel 1937. Venne sepolto a Losanna (la sede del CIO), anche se il suo cuore è stato seppellito sepa-ratamente, in un monumento vicino alle rovine dell’an-tica Olimpia.

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Pierre de Coubertin e la rinascita delle Olimpiadi

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Atleti retribuiti o finti dilettanti? Ai Giochi non furono ammessi i professionisti, cosa che fece registrare, nel corso delle prime edizioni, numerosi casi di esclusioni e squalifiche, fino ai Giochi di Barcello-na del 1992, in cui scomparvero definitivamente le pre-tese di dilettantismo.La scelta del Congresso di Parigi era stata fortemente voluta dalle classi sociali più elevate, che non volevano gareggiare accanto ai membri della classe lavoratrice - costretta a farsi retribuire poiché meno abbiente - e magari subirne addirittura una sconfitta. Il desiderio di mantenere intatta la netta separazio-ne fra le classi sociali era stato celato dietro all’ideale dell’atleta puro, estraneo alla sete di guadagno in am-bito sportivo. E tale modello era stato cercato proprio nell’antica Grecia in cui, a detta dei gentlemen appar-tenenti alle associazioni dilettantistiche, il predominio degli atleti aristocratici (e quindi dilettanti), era assolu-to. Tutto ciò che invece, stando alle fonti storiche, con-trastava con tale ideale di purezza, venne attribuito al periodo più tardo delle Olimpiadi di età ellenistica e ro-mana, in cui proprio l’entrata in scena dei professionisti avrebbe causato la decadenza dei Giochi. Quest’ideologia del puro dilettantismo sportivo greco-antico, creato ad arte per legittimare quello che era chiaramente solo un pregiudizio sociale, era anche sto-ricamente scorretta, ma ciò non le impedì di diventare un luogo comune. Le fonti storiche non citano nessu-na legge che vietasse la remunerazione degli atleti con premi in denaro o comunque beni materiali. Tutt’altro: basti pensare che la parola “athletés”, lot-tatore (da cui poi “atleta”), deriva dal termine greco “âthlon” usato per indicare proprio il premio della gara, la ricompensa. Lo scopo della competizione era quindi, sin dai tempi di Omero, il conseguimento di un compen-so concreto. E nelle fonti troviamo più di un caso di gio-vani appartenenti all’alta aristocrazia, che gareggiaro-no e non disdegnarono certo i premi in palio. Indicativo potrebbe essere, a tal proposito, l’esempio di Teogene di Taso, aristocratico del V sec. a.C., campione di pugila-to e pancrazio (un misto di lotta e pugilato). Il suo impegno sportivo fu talmente intenso da fargli conseguire ben 1300 vittorie in 22 anni. Ma ciò che lo spinse a tale sforzo non fu solo la sua ambizione, bensì anche le retribuzioni in denaro che potevano derivargli da queste vittorie, denaro che serviva anche a coprire i costi e gli oneri che la vita degli sportivi professioni-sti comunque comportava. È chiaro pertanto che la decisione del 1992 non è stata altro che la conclusione dell’ipocrisia del dilettantismo, che fondava le sue radi-ci in un fantomatico ideale greco-antico, in realtà mai esistito.

Benedetta Sartori

Pierre de Coubertin nasce a Parigi il 1 gennaio 1863. Pedagogista e storico francese, sin dalle sue prime attività in ambito educativo è sempre stato tra i maggiori sostenitori di una corret-ta disciplina sportiva, da inserire all’interno di qualsivoglia programma pedagogico. Al suo nome è legata la famosissima frase “L’im-portante non è vincere ma partecipare”.In realtà de Coubertin disse veramente questa massima citando quanto affermato dal vesco-vo vescovo di Pennsylvania Ethelbert Talbot. Lo stesso vescovo pare abbia preso la frase, ria-dattandola, da un filosofo greco, il quale disse: “L’importante non è vincere, ma partecipare con spirito vincente”. Per alcuni però queste parole non traducono al meglio il vero pensiero di de Coubertin per il quale l’importante nella vita, non è trionfare ma combattere, non è aver vinto ma essersi ben battuti. Lo sport - secondo Coubertin - è prima di tutto lotta, dura lotta, per la vittoria. Lo sport è ambizione e volontà: ambizione di fare più de-gli altri, volontà di pervenirvi. Le doti dell’atleta devono essere grande energia, calma e control-lo di se stesso.Il tutto sempre nel massimo rispetto delle rego-le e dell’aversario.

Disse de Coubertin. O forse no...

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Corsi di guida sicura: perchè non si finisce mai di imparare

Terza puntata

Emanuele Arbetti, pilota veronese di rally, ci accompgna alla scoperta del mondo dei motori

Un saluto a tutti i lettori Sportdipiù magazine. Eccoci

nuovamente insieme per una breve, e mi auguro costruttiva e interessante, lezione di guida.Oggi parleremo dei corsi di guida sicura, da non con-fondere con quelli di guida sportiva.

I corsi di guida sicura sono sicuramente la giusta strada da percorrere per la formazione di buoni guidatori e non di semplici patentati.Sarebbe opportuno che l’opinione pubblica si rendesse conto della generale inadeguatezza delle tradizionali scuole guida nel fornire le basi necessarie alla formazio-ne di una corretta educazione alla guida.Senza cercare dunque di sostituirsi alle stesse nell’im-partire le basilari nozioni di conduzione del veicolo in si-

tuazioni normali, né nell’insegnamento delle norme del Codice della Strada, le scuole si configurano come indi-spensabile compendio nella preparazione di guidatori capaci di affrontare ogni condizione di pericolo, perché in possesso del corretto background teorico-pratico.Cerchiamo di capire come generalmente è strutturato un corso di Guida Sicura.

Teoria - Ragionamenti sull’auto- Posizione di guida: corretto posizionamento del sedile e del volante. - Corretta impugnatura del volante e relativo movimen-to in curva. - Importanza di questi movimenti nella sicurezza attiva della guida. - Influenza della posizione di guida nella sicurezza pas-siva. - Perché le cinture di sicurezza vanno assolutamente allacciate. - Analisi delle forze che gravitano attorno all’auto.

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l’iniziativaspeciale guida sicura sdp

- Accelerazione e frenata. - Moto rettilineo, curve e forza centrifuga. - Concetto di attrito ed aderenza. - Analisi del comportamento del pneumatico sul fondo stradale. - Importanza della conformazione della superficie stra-dale e del tipo di pneumatico. - Frenate di emergenza con strada asciutta e bagnata, con e senza ABS. - Schivata di un ostacolo improvviso, nelle stesse situa-zioni. - Sottosterzo e sovrasterzo. - Direzionalità degli assali sulle auto a trazione anterio-re, posteriore e 4x4. - Cerchio di aderenza ed ovale di aderenza. - Variazione dinamica dei pesi e variazioni dinamiche degli ovali di aderenza. - Trasferimento dei carichi longitudinali e trasversali. - Reazione dell’auto in curva e gestione di situazioni d’emergenza in curva. - Come prevenire e reagire all’aquaplaning. Viene posta particolare attenzione alla conoscenza delle forze che ruotano attorno all’auto ed alle reazioni della vettura in situazioni anomale.

Esercizi su piazzali attrezzatiGeneralmente si inizia con alcuni esercizi elementari: slalom lento per automatizzare la posizione delle mani sul volante, quindi allineamento di precisione delle ruote. Poi si dà il via agli esercizi vivaci sul piazzale

bagnato. Approfittando di una gommatura di sezione differenziata ed utilizzando pressioni di gonfiaggio assolutamente improponibili nella guida normale, ha inizio il “movimento”. Si comincia con esercizi di sotto-sterzo, per capire quanto sia importante la direzionalità e quanto sia negativa la deriva. Poi si provoca a bassissi-ma velocità una sbandata di potenza. Dapprima si fa un testacoda completo, poi si impara a controllarlo. Quindi bisogna fare il tondo, cioè un giro completo del piazzale scivoloso in continuo controsterzo alla manie-ra dei rallysti .Così, col tondo, oltre ad imparare e a divertirsi, si riesce ad esorcizzare una situazione che su strada è molto pericolosa. In uno dei primi esercizi si usa lo Skid Car .In rettilineo, a bassa velocità si ha il modo di correggere l’auto mentre percorre un lungo tratto in sbandata pressoché continua.Si compiono frenate con il freno a mano per familiariz-zare sempre più con l’auto, e poi si passa a situazioni più comuni: evitare degli ostacoli improvvisi, frenando con e senza l’aiuto dell’ABS, a velocità varianti da 60 a 130 kmh.Tutto viene anche provato, per complicare un po’ di più le cose, anche su asfalto bagnato. Si approfondisce inoltre la frenata, con una prova di rapidità riflessi, il Brakes On, ed una frenata “asimme-trica” con le due ruote di destra su superficie scivolosa (in strada si può trovare della sabbia, foglie o una parte verniciata). Tutto viene provato anche senza ABS. Si prova quindi a guidare in retromarcia guardando solo negli specchietti retrovisori, anche con dei rilevamenti cronometrici.Viene poi approfondito il concetto di sottosterzo facen-do un lungo “otto” ripetuto: per capire meglio l’impor-tanza di una guida fluida.Nell’otto è essenziale guidare “pulito”, mentre nello schiaffo si prova una manovra come quelle che si vedo-no nei film d’azione.Il tondo è l’esercizio fondamentale per imparare a gui-dare ai massimi livelli, per questo viene riaffrontato, ma questa volta in senso destrorso, che è più difficile. Si continua poi con le sbandate facendo lo slalom “pendolo”, provocando volutamente la sbandata del posteriore. Manovre come il pendolo o lo schiaffo non si fanno solo per divertimento (che comunque è tantissimo), ma soprattutto per acquisire un controllo assoluto della macchina, in ogni situazione. Alla fine si sfruttano le tecniche imparate percorrendo un tornante, ancora sull’asfalto scivoloso.

Emanuele Arbetti

Info: www.emanuelearbetti.it - www.arbettimotors.it

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l’angolo fiscalesdp

Alla scoperta delle SRLIl boom delle Società Sportive di Capitali

Con il nuovo Decreto gli under 35 possono costituire la società senza notaio e con capitale sociale di 1 €

Nuova interessante rubrica sulle pagine di Sportdipiù magazine: materia fiscale legata al mondo dello sport. Un argomento di grande

attualità e interesse. Iniziamo scoprendo quali sono le agevolazioni e i vantaggi delle SRL (Società a responsa-bilità limitata) rispetto alle ASD (Associazione sportiva dilettantistica).Risponde alle nostre domande il Dott. Giuliano Zocca dello Studio Leonardo Ambrosi & Partners, specializza-to nella consulenza alle Associazioni no profit.

Innanzitutto Dott. Zocca ci spieghi qual è il nesso tra società di capitali e mondo sportivo dilettantistico?Con l’art. 90 della legge n. 289/2002 (legge finanziaria del 2003), gli enti che perseguono attività sportiva di-lettantistica possono costituirsi nella forma di società di capitali seppur senza scopo di lucro. La figura della so-cietà sportiva dilettantistica può quindi godere di tutti quei privilegi che, antecedentemente, erano prerogati-va delle sole associazioni sportive dilettantistiche, come il regime forfetario di cui alla legge n. 398/1991 o la possibilità di corrispondere compensi esenti da imposta fino al limite annuo di € 7.500,00, solo per citarne alcuni. E’ possibile costituire società di capitali per l’esercizio di attività sportiva dilettantistica sotto forma di società per azioni (SPA), società cooperativa (COOP) e società a responsabilità limitata (SRL) e proprio quest’ultimo tipo di società è di gran lunga la più diffusa.

La differenza più evidente tra ASD e SRL è legata alla responsabilità degli Amministratori...Certamente, la SRL Sportiva è dotata di personalità giuridica, con la conseguenza che, delle obbligazioni sociali, risponderà solo ed unicamente la società con il proprio patrimonio senza alcuna esposizione per il patrimonio personale degli amministratori.

Nelle associazioni, al contrario, risponde il presidente con il proprio patrimonio...E non solo. Infatti, oltre al fondo comune, ammesso che ci sia, delle obbligazioni rispondono personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione. I soggetti il cui patrimonio per-sonale può essere “attaccato” dai creditori dell’asso-ciazione sono, sostanzialmente, i membri del consiglio

direttivo ovvero, in ogni caso, coloro che hanno agito per conto della medesima associazione anche senza essere investiti della carica amministrativa.

In generale, quando è consigliabile la SRL rispetto all’ASD?Sicuramente, come appena affermato, è consigliabile per quei presidenti, ma pure consiglieri, di associazione che non vogliono rischiare di vedere intaccato il proprio patrimonio personale per eventuali errori gestionali, imprevisti sempre più frequenti e ahimè pericolosi, so-prattutto da quando, nel 2010, gli enti non commerciali sono stati inseriti tra i soggetti nei confronti dei quali indirizzare in via prioritaria l’attività di controllo.Strettamente collegato ai benefici legati alla limitazione della responsabilità, la SRL Sportiva è confacente per gli enti che conducono impianti sportivi pubblici o privati, o per gli enti che gestiscono attività istituzionali e com-merciali di particolare rilievo.Notevolissima è la differenza tra la struttura societaria e quella associativa. Nell’Associazione vige il principio di “una testa un voto”, ciò significa che si possono veri-ficare ribaltamenti inerenti la gestione della medesima associazione. Pensiamo al caso di un consiglio direttivo di una ASD che ha realizzato investimenti con un impor-tante dispendio economico e di tempo e che potrebbe trovarsi improvvisamente estromesso a seguito di una sola assemblea dei soci. La SRL Sportiva, viceversa, è composta da un numero ristretto di soggetti (talvolta è unipersonale) e i soci sono destinati a non variare nel tempo. Infine, viste le considerevoli agevolazioni fiscali, è pressoché scontato affermare che è consigliabile per le società di persone o di capitali a carattere commerciale che, svolgendo attività sportiva, possono trasformarsi o costituirsi in SRL Sportiva.

E con il Decreto Liberalizzazioni c’è un grande incenti-vo per i giovani under 35, giusto?Con il d.l. n. 1/2012 è stata introdotta la Società Sempli-ficata a Responsabilità Limitata, anche unipersonale, cui possono avere accesso i giovani di età inferiore ai 35 anni. A costoro è riservato un regime agevolato che prevede: 1) la semplice comunicazione unica dell’atto costitutivo

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l’iniziatival’angolo fiscale sdp

al registro delle imprese, (quindi senza la redazione dell’atto pubblico alla presenza di un notaio), esente da imposta di bollo e dal pagamento dei diritti di segrete-ria; 2) vincolo di un ammontare minimo di capitale sociale fissato ad un euro, contro i diecimila euro necessari per la costituzione di una SRL.Tutto ciò si concretizza in un risparmio di almeno due o tremila euro di spese notarili e l’opportunità di non dover versare i diecimila euro di capitale sociale.Entro la fine di marzo è previsto un decreto ministeriale

Per rivolgere le vostre domande all’esperto fiscale scrivete a [email protected]

Buongiorno, sono il presidente di un’associazione sportiva dilettantistica in regime di 398. Nell’an-no 2011, abbiamo corrisposto compensi che non hanno superato i 7.500 euro per ciascun allenatore. Dobbiamo comunque compilare il modello 770?L’associazione sportiva dilettantistica che corrisponda compensi, indennità di trasferta, rimborsi forfetari di spesa o premi agli sportivi dilettanti assume tutti gli obblighi del sostituto d’imposta, a prescindere dalla circostanza che gli emolumenti previsti dall’art. 25 L.133/99 siano classificati quali redditi diversi dall’art.67, comma 1, lett. m), TUIR (D.P.R. 617/86).L’associazione, pur non avendo operato la ritenuta e quindi non avendo effettuato alcun versamen-to, agisce quale sostituto di imposta e pertanto deve adempiere a tutti gli altri obblighi, ovvero, sia quello di certificare i compensi di ciascun anno (entro il 28 Febbraio), in relazione alle somme corri-sposte nell’anno solare precedente, sia quello di presentare, obbligatoriamente per via telematica, la dichiarazione mod. 770 semplificato in relazione ai compensi erogati e certificati per l’anno solare precedente (nel termine ordinario del 31 luglio).

Ho partecipato al convegno che si è tenuto a Zevio lo scorso 3 Febbraio. Il Dott. Ambrosi ci ha fornito utilissime indicazioni in tema di sponsorizzazioni, l’unico dubbio che mi rimane, riguarda come devo comportarmi nel caso in cui l’azienda sponsor regali alla nostra associazione del mate-riale e paghi direttamente la ditta fornitrice del materiale sportivo.In questo caso la soluzione più semplice sarebbe ottenere dallo sponsor una somma di denaro im-piegata direttamente dall’associazione sportiva per l’acquisto del materiale sportivo. Ciò significa che la fattura di acquisto del materiale sarebbe intestata direttamente all’associazione. Viceversa, nel caso che ci ha esposto, l’associazione sportiva riceve la c.d. sponsorizzazione in natura. In pra-tica l’associazione sportiva invece di ottenere una somma in denaro, ottiene direttamente la forni-tura di materiale tecnico-sportivo. Se l’associazione ha assunto l’obbligo contrattuale di diffondere il marchio indicato sul materiale tecnico-sportivo, effettua una prestazione (sponsorizzazione) che costituisce l’oggetto della fatturazione. Per quanto riguarda l’importo si deve fare riferimento al valore normale dei beni che l’associazione ha ricevuto in luogo del denaro. L’associazione sportiva incasserà dallo sponsor la sola Iva (che deve essere versata) in quanto l’esercizio della rivalsa del predetto tributo è obbligatoria. L’azienda sponsor, a sua volta, potrà considerare in detrazione il costo sostenuto per l’acquisto del materiale pagato direttamente al fornitore e fatturato diretta-mente nei confronti dello sponsor.

L’associazione domanda, l’esperto risponde

che dovrebbe far chiarezza su alcuni aspetti, anche per-che non è dato sapere se questo nuovo tipo di società possa essere senza scopo di lucro e avere per oggetto attività sportive. A mio avviso la risposta è senz’altro positiva, in quanto una SRL Sportiva è civilisticamente una SRL, esatta-mente come le altre.

Alberto Cristani

Info: www.ambrosiepartners.it

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L’Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Motorie ha deciso per quest’anno di organizzare il 4° Congresso Nazionale al palazzo Gran Guardia di Verona, un vero

e proprio gioiello nel cuore di Verona di fronte all’anfiteatro Arena.Verona oltre che essere una Città molto bella ed affascinante è anche sede di molti eventi di importanza mondiale, sia per la disponibilità di adeguate strutture congressuali che per la vocazione turistica e culturale di questa città. Verona è patri-monio mondiale dell’UNESCO, quale città d’arte e cultura, ha conservato un numero riguardevole di monumenti dell’an-tichità, del Medioevo e del Rinascimento e rappresenta un eccezionale esempio di roccaforte militare.Partecipare ad un Congresso Nazionale di questo tipo è un’occasione unica per confrontare le proprie idee ed espe-rienze con quelle di altri colleghi provenienti da tutta Italia. Inoltre è interessante capire quali sono le differenze regiona-li, anche in funzione dei recenti sviluppi normativi.Scopo di questo Congresso , che avrà la durata di due giorni (sabato 14 aprile e domenica 15 aprile), sarà quello di evi-denziare l’importanza del ruolo professionale del dottore in scienze motorie ed il suo collocamento professionale in ambi-to preventivo, sportivo, manageriale, sanitario e scolastico.Il Congresso intitolato attività fisica, salute e sport, sarà diviso in tre sessioni all’interno delle quali ci saranno diversi interventi della durata di quindici minuti ciascuno ed una di-scussione finale ove saranno coinvolti i relatori, i moderatori, ospiti di rilievo e i partecipanti stessi al Congresso.La prima sessione del sabato mattina avrà come titolo: il ruo-lo professionale del dottore in scienze motorie e si parlerà di etica professionale, di profilo professionale e problematiche legali, nonché di etica morale e sportiva.La seconda sessione del sabato pomeriggio avrà come titolo: programmi rieducativi e di ginnastica adattata e si presen-teranno esperienze pratiche che evidenziano i benefici che l’attività fisica determina in tutta una serie di patologie. Tra queste patologie evidenziamo il diabete, l’osteoporosi, le disfunzioni metaboliche, l’osteoartrite, i disturbi mentali, le malattie cardiovascolari, i parkinsonismi.La terza sessione della domenica mattina avrà come titolo: Programmi di allenamento e preventivi nello sport e verran-no presentate nuove soluzioni ed innovazioni per l’ambito sportivo, sia dal punto di vista prestativo che preventivo.Durante il Congresso verrà più volte sottolineata l’importan-za di un approccio professionale multidisciplinare, in linea con le esigenze contemporanee.

Giorgio Pasetto - segretario nazionale DMSA

Info: www.dmsa.it - [email protected]

Il 14 e 15 aprile a VeronaSABATo 14 APRILE9.30 saluto autorità1^ sessione: Ruolo del dottore in scienze motorieModeratori: Milani M., Pasetto G.10: Ruolo del dottore in scienze motorie, Barbin L.10.15: Laurea triennale e laurea specialistica, Schena F.10.30: Il dottore in scienze motorie, aspetti legali, Zambelli F.11.00: Sport e politica sportiva, Rivera G.11.15: Etica e benessere, Sciacchero G. 11.30: Sanità e scienze motorie, Crimi G.11.45: Integrazione tra il laureato in scienze motorie ed il medi-co sportivo: specificità e competenze, Quattrini F.12: L’attività motoria nella scuola, Ramirez D.12.15: Etica professionale, Grazioli S.12.30: Vicende giuridiche di un laureato in scienze motorie, Romano Freddy12.45: Discussione ospiti: Bragagnolo W., Magnone M.2^ sessione: Programmi rieducativi e di ginnastica adattataModeratori: Sciacchero G., Piacentino U., Attanasio S.15: Sport-terapia nel disabile, Milani M.15.15: Progetto anziani fragili, Meneghini D.15.30: Infiammazione neurogena e attività fisica, Pesce P.A.15.45: Interleuchina-6 e contrazione muscolare. Il muscolo, un nuovo organo endocrino? Stranieri A.16.00: Posturologia: caso clinico, Adorno F.16.15: Chinesiologia: caso clinico, Adamoli M.16.30: Riabilitazione del pavimento pelvico: esperienza multidi-sciplinare, Casali G., Musacchi E., Cracco N.16.45: Esercizio fisico e vibrazioni, Dacomo N.17: Biomeccanica funzionale dinamica e sport, Altieri C.17.15: Barefoot revolution: il futuro dell’allenamento scalzi, Guerra E.17.30: Scoliosi Giovanile, Zamboni L.17.45: Limitazione funzionale del ginocchio dopo artroprotesi d’anca, Carriere G.18.00: Miglioramento funzionale a 6 mesi dall’intervento di artroprotesi di ginocchio, Zuliani A.18.15: Geromotricità: proposta metodologica, Casti R. B.18.30: Nordik walking e parkinson, Montanari S.18.45: L’esercizio fisico persona con diabete, De Fazio C.19: Osteoporosi e riallineamento posturale, Benzi A.19.15: Discussione: ospiti: Filippini R., Musatti G.

DomENIcA 15 APRILE3^sessione: Programmi di allenamento e di prevenzione nello sportModeratori: Sciacchero G., Motta F. e Barbin L.10: Allenamento per il dimagrimento localizzato: un metodo rivoluzionario per risultati concreti, Mondonico M.10.15: Preparazione atletica nel golf, Bertoni M.10.30: Lo Sviluppo Muscolare in contrapposizione al Body-building, Di Gioia P.10.45: Prevenzione dei traumi nel golf professionisti, Pasetto G.11: Integrazione tra il metodo Pilates e la ginnastica correttiva nel mal di schiena, Boccini A.11.15: La tecnologia nella valutazione funzionale del Fitness, Russo L.11.30: La preparazione atletica nel mezzofondo, Ghidini G.11.45: Metodologia di allenamento nella scherma, Di Ciolo E.12: Misura della variabilità cardiaca nella scherma, Omeri M.12.15: Novità nella preparazione fisica del calciatore, De Bellis R.12.30: Organizzazione dello staff e lavoro in equipe nel volley, Bagnoli B. 12.45: Nutrizione e sport; Pietta P.13.00: Passaggio tra metodologia e ricerca scientifica nella ricerca della performance, Migliaccio G. M.13.15: Discussione e chiusura del congresso ospiti: Bragagnolo W., Scarpa M.14: Consegna attestati di partecipazione

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Ma quanto corre questo Hellas!

Intervista al professor Mauro Marini

Mauro Marini ci racconta come sta preparando Maietta & C. per lo sprint finale nel campionato Serie

Nel calcio, si sa, sono sempre gli allenatori a pagare quando non arrivano i risultati. Un tema questo che non sfiora nemmeno, questa volta,

l’Hellas Verona. Anzi. Andrea Mandorlini, grazie ai suc-cessi correnti e della passata stagione, è diventato una colonna portante della società del presidente Giovanni Martinelli.Tanti i meriti del tecnico ravennate, che in poco più di un anno è riuscito a portare i gloriosi colori gialloblù dell’Hellas, dalle ceneri della Lega Pro ai vertici del cam-

pionato cadetto.Successi nati sul campo ed in sede di mercato, grazie al direttore sporti-vo Mauro Gibellini, al vice Bordin, al preparatore atleti-co Marini, a quello dei portieri Morini, insieme a tutto lo

staff medico.Con il Prof. Mauro Marini abbiamo toccato varie temati-che: metodologia di lavoro, mentalità vincente, singoli e perché no, anche di promozione.

marini, al vostro arrivo a Verona (novembre 2010, ndr) qual’era lo stato dell’Hellas, post Giannini?La squadra era in difficoltà e visto il poco tempo a nostra disposizione, decidemmo di impartire in primis il nostro modo di stare in campo, dando priorità agli aspetti tecnico-tattici. Poi solo in un secondo momento abbiamo pensato a tutto il resto. Il mister è stato de-terminante da subito, è lui il vero protagonista di tutto questo.

Anche il suo intervento però è stato decisivo...Ho semplicemente portato ai ragazzi il mio modo di lavorare, in maniera graduale, con aggiustamenti in corso d’opera. Nessuno si è mai lamentato dei carichi e dell’intensità del lavoro, aspetto questo che per me è stato molto importante.

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Da quanto tempo conosce Andrea mandorlini?L’ho conosciuto nel ’99 a La Spezia. Un rapporto nato sul campo, in sede di lavoro e coltivato poi anche fuori. Il mister è una persona affabile, gioiosa, simpatica e molto tranquilla.

Qual è la sua qualità principale? Il carisma che gli permette di trasmettere alla squadra la sua idea di gioco.

che idea si è fatto invece di Verona e del popolo di fede Hellas?Questa società e questa città sono importantissime. Anche fuori Verona, tanti seguono le vicende dell’Hellas e poi per me, lavorare a Sandrà, è davvero un piacere. Tutti i giorni è possibile svolgere il proprio lavoro in un ambiente dove tutto è concentrato e quindi poco dispersivo, aspetto molto importante per la squadra

Prof. marini, come preferisce impostare la preparazio-ne: partenza sprint o diesel?Preferisco sempre portare la squadra ad un regime di lavoro che permetta di mantenere uguale intensità in tutto l’arco della stagione. La squadra sta bene sia dal punto di vista fisico che mentale, i ragazzi sono tutti a disposizione del mister e la possibilità di avere sempre ricambi, è un buon motivo per portare avanti il gruppo in maniera uniforme, marcando sempre che la continui-tà di lavoro in allenamento è fondamentale.

Qual è la formazione della serie Bwin che l’ha più im-pressionata dal punto di vista atletico?Su tutte, dico Pescara e Torino, due squadre che hanno dimostrato un atteggiamento di forza individuale e del gruppo molto importante.

Quali sono invece le differenze principali tra lavorare con un atleta giovane rispetto ad uno più navigato?

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I ragazzi giovani, hanno bisogno di maturare sotto l’aspetto fisico, quindi a loro serve maggiore continuità, l’atleta più adulto invece ha meno necessità di lavorare sotto questo punto di vista.

Qual è l’atleta migliore a sua disposizione?Ognuno ha le proprie caratteristiche, ma Emil Hallfreds-son ha delle qualità davvero importanti come forza e corsa ed a livello aerobico è quello che più eccede.

E quello che l’ha maggiormente impressionata nella sua carriera da preparatore atletico?Faccio il nome di un ragazzo che allenammo a Vicenza, Cristian Maggio, un giocatore che in qualsiasi prova, e sottolineo qualsiasi, è sempre risultato il migliore.

che giocatore è invece D’Alessandro?Marco è un tipo molto reattivo, è veloce ma a livello di resistenza deve migliorare, specie nella tenuta dei ’90. Un giocatore che, quando gli sarà data la possibilità di giocare con più continuità, potrà mostrare le sue qualità.

Qual è il giocatore che spicca invece nei nostri test?Abbiamo la fortuna di avere un gruppo molto omoge-neo, che riesce sempre a tenere alta l’intensità in sede di allenamento e l’aspetto motivazionale, anche nelle esercitazione tecnico-tattiche, incentiva sempre a dare il massimo.

Detto di Hallfredsson, un altro leader dell’Hellas Vero-na è maietta.Mimmo è un ragazzo che fa della forza la sua capacità principale di gioco. Ha un’esperienza tale e così tanto entusiasmo che a volte riesce anche ad andare oltre le sue capacità.

ci sono poi i “baby” Jorginho e Tachtsidis...Sono due giocatori fisicamente diversi tra loro. Jor-ginho sotto l’aspetto della corsa ha capacità notevoli. Tachtsidis a livello organico ha più forza, è molto bravo e quando ha la motivazione giusta può fare e dare ancora di più.

Dove può arrivare questo Verona?Lo sapremo solo alla fine di maggio, è inutile parlarne adesso, anche perché ogni tabella o bilancio che sia, puntualmente viene smentito il giorno dopo.

con chi ce la giocheremo? Speriamo di giocarcela dentro noi stessi.

Alberto Fabbri

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Verona Calcio 5, dieci anninel nome dei Gianmoena

Rivelazione del campionato di serie A2

Padre e figlio, una squadra, una passione, una sfida. Ecco in sintesi cos’è il Verona Calcio 5

ci hanno messo tutto quello che avevano. Anima, testa, cuore. In mezzo a momenti difficili, grandi soddisfazioni, sconfitte dure da digerire e vitto-

rie esaltanti. C’è un po’ di tutto nei dieci anni della gestione del Ve-rona Calcio a 5 da parte della famiglia Gianmoena. Luigi e Massimo - padre e figlio - uniti non solo nell’azienda commerciale che portano avanti insieme ma anche dall’amore per un sport che è diventato per tutti un po’ un’altra famiglia. Da vivere come un secondo lavoro o meglio come la passione di una vita.Abbiamo chiesto a Massimo Gianmoena, vicepresiden-te e direttore, di raccontarci questa avventura, la bel-lissima storia di una squadra che sta stupendo tutti con un campionato al di sopra delle aspettative, ai primissi-mi posti in A2.

massimo, come si può definire una stagione così? È difficile trovare l´aggettivo più appropriato ma potrei dire fantastica.

che voto le daresti?Il voto? Sarebbe un bel 9, niente di meno visto quello che stiamo facendo.

c’è un segreto in questo Verona?Il nostro amico e tecnico Langè spesso usa la parola amalgama, anzi meglio chimica sennò si arrabbia! Pen-so abbia proprio ragione. L’amalgama, la chimica, sono elementi fondamentali all´interno di una squadra, non solo tra giocatori ma anche tra tutti coloro che vivono all´interno della società, tecnici, dirigenti e sponsor.

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Tutto questo a cosa può portare?Si possono ottenere risultati e prestazioni importanti anche contro squadre che sulla carta sono più forti.

Ti aspettavi un campionato così dopo le difficoltà dell´estate?Non è stata una decisione facile quella che abbiamo preso quest´estate e non sapevamo bene cosa potes-se fare questa squadra. Abbiamo deciso di proseguire l´attività, sostenuti soprattutto da un gruppo di diri-genti “tifosi”, che ci hanno spinto con il loro entusia-smo a continuare.

c´è qualche sassolino rimasto nella scarpa?Non fa parte del mio carattere, i risultati e l´entusiasmo che si è creato in questa stagione parlano da soli. Alla fine poi è la cosa più importante.

c’è qualcuno che ti ha sorpreso più degli altri?Non vorrei fare dei torti a nessuno ma direi che vedere Anzolin giocare e stare bene è un vero piacere dopo i problemi fisici della passata stagione.

Il pubblico non è ancora quello delle grandi occasioni.Ricordo che pochi giorni prima dell´esordio casalingo in campionato ho incontrato un ragazzo, tra l´altro ex giocatore del Verona Calcio a 5, che mi ha detto: sai Massimo è difficile venirvi a vedere e pagare il bigliet-to con una squadra che difficilmente si salverà e senza giocatori di un certo livello. Chissà cosa passerà per la testa a quel ragazzo guardando la nostra classifica.

Anche perché in tutti gli altri palazzetti si paga.Esatto, anche nelle categorie più basse per vedere una partita si paga l´ingresso. Il Verona Calcio a 5 partecipa ad un campionato nazionale e 5 euro a persona sono da ritenersi un semplice contributo all´attività che vie-ne svolta. Penso proprio che per due ore di spettacolo ne valga proprio la pena.

Quali sono adesso gli obiettivi per il futuro?A livello sportivo l´obiettivo di inizio stagione è già stato raggiunto. Abbiamo sempre parlato di salvezza, ma visto dove ci troviamo ora penso che ci potremo togliere altre belle soddisfazioni. La società sta facen-do grossi sforzi per poter dare continuità all´attività e siamo sempre alla ricerca di persone e sponsor che possano condividere, con l´attuale dirigenza, questa bellissima passione per il calcio a 5.

Luca Mazzara

Info: www.veronacalc ioa5. it

COPPA ITALIA AMARA PER VERONANiente da fare, ancora una volta il Verona esce troppo presto dalla Coppa. Continua la tradizione negativa dei gialloblù con l’appuntamento di metà stagione e

i ragazzi di mister Langè nonostan-te una grande partita devono arrendersi (9-8 il risultato finale) ad un Regalbuto bravo e fortuna-to. Ci sono voluti ben 14 calci di ri-gore per chiudere le sorti dell’incon-tro. Tanta amarezza per l’uscita di sce-

na prematura dei giallobù ma anche la convinzione del valore di questa squadra che adesso deve mettere da parte la delusione e ripartire. Non è andata come si sperava la trasferta di Pesaro per le final eight di Coppa Italia dopo una partita troppo sfortunata per essere vera, come indica anche il direttore generale Stefano Cacciatori. «La gara l’abbiamo fatta noi, con tantissime occasioni, un palo, loro nel primo tempo hanno tirato tre volte e fatto due gol». «Nella ripresa ormai sembrava finita - conclude Cac-ciatori - ma abbiamo usato la testa e l’abbiamo ripre-sa, poi la lotteria dei rigori ci ha condannato per il secondo anno consecutivo. La squadra non è solo è viva, di più, i ragazzi ci tenevano tantissimo ma questa volta davvero la fortuna non è stata dalla nostra par-te. Adesso bisogna ripartire vivendo una partita alla volta, i conti li faremo alla fine».

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Arbetti Motors Areasport: comunque vada è già un sucesso

Annata da incorniciare

Le formazioni femminile di serie C e maschile di serie D protagoniste assolute nei rispettivi campionati

Entra nel vivo la stagione delle formazioni Arbetti Motors Areasport che partecipano ai campionati di serie C femminile e serie D maschile.

Una stagione che, comunque finirà, sarà un grande successo. Infatti le formazioni volute fortemente ed “assemblate” con maestria e competenza dal presiden-te Giuseppe Sfragara si sono garantite l’accesso alle fasi finali dei rispettivi campionati, anticamera di un even-tuale - gli scongiuri sono d’obbligo - salto di categoria. Promozione che già lo scorso campionato ha portato alla ribalta la formazione femminile capitanata da Elena Scandola, al termine di una cavalcata entusiasmante e a tratti inarrestabile.«L’anno scorso - spiega Elena - abbiamo disputato un campionato fantastico, praticamente sempre in testa, che si è concluso con la meritata promozione in serie C. Quest’anno abbiamo iniziato, purtroppo, con qualche tentennamento di troppo che ci ha fatto perdere punti e posizioni in classifica. Il gruppo però è sempre stato unito e compatto. Ad un certo punto ci siamo guardate in faccia e abbiamo deciso che dovevamo fare e volere di più”.«L’inizio del 2012 – prosegue Elena – ci ha però portato una nuova delusione. Infatti la Thienese ci ha battuto di misura (3-2 n.d.r) nella finale di Coppa Italia Regionale. Questa sconfitta si è però rivelata importante e decisiva per la rincorsa alla vetta della classifica. Devo dire che

come capitano non posso che essere fiera delle mie compagne di squadra: un campionato in recupero non è facile da gestire ma il gruppo ha dimostrato di essere grande. Ora ci aspettano i play off per la promozione. Sarà un terno al lotto e credo che non ci siano favori-te. Noi ovviamente rispettiamo tutti ma non abbiamo paura di nessuno. Andremo in campo per fare il nostro meglio. Poi alla fine tireremo le somme…».Qual è l’arma segreta dell’Arbetti Motors Areasport “rosa”? Elena non ha dubbi: «Il nostro segreto è il grup-po, composto da buone giocatrici ma soprattutto da ottime ragazze. Siamo un mix di giovani e, diciamo così, esperte che hanno creato un legame molto forte, sia in campo che fuori. Le nostre doti tecniche sono senz’al-tro importanti, con individualità di assoluto rilievo. Con queste credenziali possiamo permetterci di sognare senza sentirci…in colpa!».Chi invece non conosce ostacoli e sta facendo pratica-mente “filotto”, sono i ragazzi della formazione di serie D, vera e propria rivelazione del campionato.Guidati in panchina dalla coppia Adriano Rugolotto-Fa-bio Pasquetto, Grumolato (capocannoniere indiscusso del girone) & soci. hanno dimostrato di essere superiori a tutte le altre formazioni, con un potenziale tecnico di categoria superiore.Gioco, vittorie e grande spettacolo: questi gli ingredien-ti hanno contraddistinto le partite dell’Arbetti Motors “azzurra” e che hanno permesso di stare stabilmente in vetta.«I ragazzi – spiega Rugolotto – hanno formato un grup-po splendido, nonostante le difficoltà che si possono incontrare quando si inizia una stagione con giocatori provenienti da diverse categorie e realtà. Con Pasquet-to abbiamo cercato di gestire al meglio i singoli gioca-tori affinchè potessero sempre dare il massimo. Direi che abbiamo gestito bene la rosa e i risultati ne sono la testimonianza».Un campionato troppo facile per Arbetti Motors Are-asport? Rugolotto non è di questo parere: « Assoluta-mente no. Quest’anno ho riscontrato un livello molto elevato per la serie D: squadre tatticamente ben messe in campo e, in generale, con una buona tecnica. Per

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questi motivi la nostra stagione è da considerarsi senza dubbio fantastica, al di la di come andrà a finire».«Quando mi si chiede – sottolinea il mister gialloblù – quale formazione temo di più per la corsa alla promo-zione io rispondo sempre…l’Arbetti Motors! In effetti, dopo quanto abbiamo fatto vedere fino ad oggi, man-care il salto in serie C2 sarebbe un vero e proprio suici-dio sportivo. Siamo noi gli artefici del nostro destino e sono sicuro che non ci faremo scappare un’occasione come questa».Soddisfazione trapela anche dalle parole del presidente Giuseppe Sfragara: «Non posso che esprimere la mia soddisfazione per quello che le ragazze e i ragazzi delle formazioni Arbetti Motors hanno fatto vedere in campo. E con l’occasione voglio anche ringraziare il main sponsor delle due squadre, Arbetti Motors, nella persona di Emanuele Arbetti che, da grande uomo di sport, ha sposato con entusiasmo il progetto “Futsal” Areasport. Tornando ai risultati, ad oggi non abbiamo ancora centrato nessun obiettivo stagionale, fatta eccezione per la vittoria della fase provinciale della Coppa Veneto di calcio a 5 riservata alle squadre della serie D, con conseguente qualificazione per la fase regionale. Ma mi sento già di fare un bilancio finale, a prescindere. Che è senza dubbio molto positivo. La squadra femminile ha chiuso la fase regolare del cam-pionato in vetta alla classifica con 32 punti, gli stessi del Ponte San Nicolò anche se, per effetto dei risultati negli scontri diretti, le padovane finiscono al primo posto. Era difficile pronosticare un risultato così importante dopo le difficoltà del girone di andata. Lo score finale parla di 14 gare giocate, 10 vinte, 2 pareggiate, 2 perse, 52 reti segnate (secondo miglior attacco), 23 reti subite (seconda miglior difesa), + 29 nella differenza reti (la migliore in assoluto)».Prosegue Sfragara: Alla luce della classifica finale in semifinale ci sarà un inaspettato ma quanto mai elet-

trizzante derby veronese tra Arbetti Motors/Areasport e Kydos Verona che, ne sono sicuro, accenderà i cuori degli appassionati del futsal in rosa».«Per quanto riguarda la formazione maschile - conclude Sfragara - ad oggi posso solo dire che il campionato ci ha visto sempre in vetta, con un ruolino di marcia impressionante. Mancano infatti ad oggi ancora alcune gare al termine della stagione (ultima giornata il 28 aprile n.d.r.), ma il primo posto non sembra essere in pericolo. In più abbiamo da affrontare le finali della fase regionale di Coppa Veneto. Posso quindi affermare che questa stagione, comunque finirà, è da considerarsi positiva perchè il lavoro svolto da giocatori, tecnici e società garantiscono solide basi su cui costruire nuovi campionati con i quali, ci auguriamo, poter puntare al futuro con ottimismo, consci di poter puntare ad obiet-tivi importanti».

Alberto Cristani

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ANDRETTO VALENTINA BATTISTOLI CHIARABEGNONI ELISA BIONDANI CAMILLABUZZANCA SONIA CATTAZZO CINZIACARONE GIUSEPPINACOGO DENIA FATTORI ELENAMORANDINI LINDAMAROGNA VALENTINA MENTI MICHELAMONESE PATRIZIAPERBELLINI VALERIASCANDOLA ELENADirigente: ALBERTINI ALBERTO

SERIE D - mAScHILE

CASTELLI FLAVIOCORDIOLI MARCOCORSI MICHELEDELLA VENTURA DOMENICOGRUMOLATO MARCOGUASTAFIERRO DOMENICOLUCCHINI NICOLòMONTEIRO SAMORYMONTRESOR MARCORAGNO STEFANORONCARà ALESSANDROSPEZIE MARCOTODESCO ALESSIOTODESCO CLAUDIOZANON MICHELEAllenatori: PASQUETTO FABIO - RUGOLOTTO ADRIANO

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Per i calciatori iscritti alla Lega Nazionale Dilettanti (serie D e categorie inferiori) è esclusa ogni forma di lavoro autonomo e subordinato.

Sono ammesse forme di compenso a titolo di premi e rimborsi spese. Sussiste, in tal caso, l’obbligo di sot-toscrizione, da parte dei tesserati e delle associazioni sportive, di accordi annuali per eventuali rimborsi, su moduli forniti dalla FIGC, entro determinati limiti di spesa (art. 94 ter NOIF - Norme Organizzative Interne della FIGC).

cos’è previsto in caso di sottoscrizione di contratti, su modelli in bianco diversi o persino di semplici accordi verbali? Tali accordi non sono ammessi dall’ordinamento sporti-vo. Ci si chiede, tuttavia, se possano essere fatti valere in sede di giustizia ordinaria, in caso di mancato paga-mento da parte delle associazioni sportive. Le eventuali eccezioni di illiceità e nullità degli accordi non trovano applicazione innanzi alla giustizia ordinaria. L’art. 1322, II° co., c.c., prevede che: “le parti possono anche concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare, purché diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela”. La Corte di

Il calcio dilettantistico e il dubbio (grana) contratti

Non solo per i più piccoli

Alcune utili informazioni per fare chiarezza sulla normativa che regola il rapporto tra società e calciatori

Cassazione (Cass. Civ. n. 1713/10) ha separato gli ambiti di competenza della giustizia ordinaria e sportiva, stabilendo che tali accordi possano essere fatti valere innanzi al giudice ordinario per ottenere il pagamento dovuto, indipendentemente da eventuali sanzioni spor-tive. Tale principio è conforme all’art. 94 delle NOIF, che consente, contrariamente a quanto previsto per i calciatori professionisti, azioni promosse dai tesserati innanzi all’autorità giudiziaria ordinaria a tutela dei loro diritti, se rientranti negli accordi su compensi, premi ed indennità in contrasto con le norme federali. Resta fermo l’illecito sportivo di entrambe le parti (calciatori – associazioni sportive) che dovrà essere eventualmente accertato solamente dagli organi della giustizia sportiva. Con particolare riferimento ai tes-seramenti relativi ai calciatori minorenni si applicano, altresì, le norme civilistiche sull’esercizio della potestà genitoriale (artt. 315 e seguenti c.c.), con obbligo di sottoscrizione ed assunzione di responsabilità contrat-tuale, da parte dell’esercente la potestà genitoriale (genitore, tutore).

Avv. Simona PettinatoPresidente Camera Minorile di Verona

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Lo sport, favorendo l’integrazione corpo-mente assu-me un ruolo molto importante in età evolutiva. Esso, infatti, può aiutare il bambino e l’adolescente

ad acquisire e mobilitare le abilità cognitive, emotive e re-lazionali, necessarie ad affrontare i “compiti di sviluppo” che la vita gli impone.Attraverso lo sport, viene rafforzata la costruzione di una immagine di sé positiva, suscitando nella persona in cresci-ta una disposizione ottimistica verso il futuro; ponendola così al riparo - almeno in parte - da sofferenza psichica, di-pendenze, comportamenti devianti e marginalità sociale. In particolare, lo sport appare in grado di promuovere tre dimensioni.1) Il rapporto positivo con il proprio corpo. Attraverso l’attività sportiva, il giovane o giovanissimo atleta non solo potenzia l’apparato muscolo-scheletrico, ma può anche correggere eventuali disarmonie dei movimenti, raggiun-gendo un buon coordinamento motorio. Ciò procurerà alla persona un forte senso di piacere, nonché un impor-tante sentimento di autostima. Lo sport favorisce inoltre il mantenimento di un peso ade-guato, l’acquisizione di un corretto regime alimentare e l’astensione dall’uso di sostanze nocive. Nel potenziare le sue capacità atletiche, il giovane sportivo, effettua dun-que un investimento positivo sul proprio corpo, vissuto sempre più come “alleato” e sempre meno come “avver-sario”.2) Il benessere psicologico. Lo sport permette di misurarsi con i propri limiti e potenzialità, di affrontare le difficoltà rinforzando aspetti legati all’identità personale; al tempo stesso di confrontarsi con gli altri, sviluppando la capacità di mettersi in relazione in modo costruttivo. Nella pratica sportiva il risultato si raggiunge con sforzo assiduo e impe-gno costante, con un allenamento finalizzato a raggiunge-re gli obiettivi personali, maturando la capacità di attesa e scoprendo nuove, forti motivazioni. L’atleta impara così a superare il “principio di piacere”, che punta al soddisfacimento immediato dei desideri, raggiun-gendo il “principio di realtà”, che consegna al soggetto la responsabilità, ma anche la capacità di costruire le condi-zioni in cui il bisogno possa trovare il suo soddisfacimento. La pratica agonistica accresce inoltre la capacità di tollera-re la frustrazione, costringendo il ragazzo a confrontarsi con il fallimento, l’insuccesso e la fatica, per poi ritrovare – più forte di prima – la strada che porta alla realizzazione del progetto intrapreso.Nello sport, inoltre trovano contenimento e spazio anche le pulsioni aggressive, che qui possono essere espresse

in modo adeguato e acquisire persino una loro utilità in quanto possono essere trasformate in energia da spende-re nella prestazione. 3) La dimensione sociale. Gli sport - sia individuali che collettivi - fornendo norme, regole e modelli di comporta-mento, insegnano a convivere con l’altro in una relazione di rispetto e reciprocità. L’atleta può giocare e competere nella misura in cui egli sappia rispettare codici condivisi; in tal senso lo sport facilita l’acquisizione dei principi ba-silari del vivere civile, al di fuori dei quali, doti personali e risultati perdono di senso. Si scoprirà così che è necessa-rio imparare a convivere con i pregi e i difetti degli altri, che i ruoli dei singoli sono sempre complementari e che il raggiungimento dell’obiettivo richiede l’impegno di tutti, il riconoscimento della reciproca interdipendenza. Nel dettare leggi, norme e codici, lo sport è dunque una vera educazione alla legalità. I giovani atleti sono, infatti, chiamati a mantenere il loro comportamento entro confini stabiliti, imparando l’autocontrollo e il senso del limite. Tutte queste potenzialità non si realizzano però da sole: spetta infatti alle persone in gioco, il compito di riempire il mondo dello sport di esperienze, scegliendo quelle positi-ve e rifiutando quelle nocive.Per questo motivo è importante che ogni allenatore, ge-nitore e dirigente si interroghi sul significato dello spot in età evolutiva.Lo sport può essere visto da diverse prospettive, ed è quin-di importante che ognuno abbia chiara la propria “idea di sport”, cioè quali siano i valori e i contenuti di riferimenti. In modo schematico ma efficace, potremmo individuare due approcci sportivi: il primo centrato sulla prestazione, il secondo centrato sull’atleta. Nel primo, la prestazione, genitori ed allenatori sono por-tati a ricercare il successo ad ogni costo, anteponendo questo obiettivo alla crescita dei giovani. Un approccio autoreferenziale, in cui sostanzialmente non ci si chiede tanto che cosa si possa fare a beneficio degli atleti, bensì quanto - attraverso di loro - si possa ottenere in termini di gratificazione personale. Ecco che allora ,e aspettative de-gli adulti vengono proiettate su bambini e ragazzi, vissuti come proprie “estensioni narcisistiche”. Nel secondo approccio, quello centrato sull’atleta, la pri-orità è rappresentata dalla persona e dal suo sviluppo. Ponendo l’accento sulla realizzazione delle potenzialità soggettive, la capacità atletica si integra in modo armo-nioso con la maturazione psichica e l’equilibrio emotivo. Sposando questa visione dello sport, si rinuncia al piacere immediato della vittoria, a favore di una gratificazione più

Lo sport in età evolutivaUn momento di crescita psico-fisica

Crescita per i bambini ma anche per i genitori che - molte volte - tendono erroneamente a sostituirsi agli allena-

triathlontriathlonsdp psicologia sportsdp

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matura: lo sviluppo fisico, psicologico e sociale dei giovani atleti. In questo senso, importante è il compito della società sportiva, che ponendo al centro l’atleta, delinea una corni-ce teorica, all’interno della quale le varie figure educative possono programmare e svolgere, in modo univoco, le attività sportive a favore di bambini e ragazzi. Condividendo queste finalità, allenatori e genitori posso-no diventare i più veri “alleati” dei loro figli, interagendo con loro in modo efficace. La realtà dimostra tuttavia che le cose non sempre funzio-nano così. Accade, ad esempio, che gli allenatori lamenti-no talvolta un difficile rapporto con i genitori, che seguo-no da vicino l’esperienza sportiva dei figli, trovandosi di fatto a svolgere una complessa mediazione educativa. Spesso, infatti, sono proprio i genitori le prime “vittime” della logica del successo a tutti i costi. Il loro forte investi-mento emotivo sulla carriera sportiva dei figli, li porta a seguirli con entusiasmo: se da un lato ciò può costituire un importante stimolo per i ragazzi, dall’altro le aspettative genitoriali possono essere vissute come un costante, esa-gerato richiamo all’eccellenza, da cui una dannosa “ansia da prestazione”. Può inoltre accadere che i genitori “sostituiscano” di fatto l’allenatore, ponendosi indebitamente come guide tecni-che, spesso severe se non addirittura punitive di fronte a prestazioni ritenute deludenti. Ciò può generare un clima negativo e controproducente, che impone ai veri allenato-ri un’azione educativa allargata ai famigliari, nel tentativo di ripristinare, attraverso un dialogo costruttivo, i valori

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educativi dello sport e le modalità più efficaci per facilitare la crescita complessiva di un atleta. Si capisce allora che l’allenatore di una squadra giovanile è anche un educatore, un tramite tra i giovani e la società civile. Si tratta, in sostanza, di accompagnare la crescita dei giovani atleti, costruendo autentiche occasioni d’in-contro, di dialogo e di ascolto, allo scopo di infondere loro fiducia e autostima. Essere accettati, soprattutto in età evolutiva, riveste un’importanza decisiva, rappresentan-do le precondizione necessaria per affrontare, in prospet-tiva, le difficoltà della vita. In conclusione, sarebbe importante offrire, agli adulti che operano con i giovani in ambito sportivo, ampi spazi di confronto, coinvolgendo anche esperti nell’approfondi-mento degli aspetti psicologici relativi alle diverse fasce di età, ciascuna con le sue specifiche sfide evolutive.

Dott. Luca Ravazzin Psicologo - Psicoterapeuta Dott.ssa Laura Dell’Asta Psicologa - Psicoterapeuta

Dott.ssa Soledad De Marco Psicologa - PsicoterapeutaDott. Manuel Pauciullo Psicologo - Psicoterapeuta

Info: www.avpp.it - [email protected] Tel. 3400503338

Bibliografia:Raffuzzi L., Inostroza N., Casadei B. (2003), Uno sport da ragazzi, Carocci, RomaCosmai M., (2005), Psicologia e mondo dello sport, CLUEB, BolognaCharmet G.P., (2000), I nuovi adolescenti, Cortina, MilanoBenedetti S., Landi, S., Merola G., (2006) Lo psicologo dello sport nella scuola calcio, Luigi Pozzi, Roma

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L o sport può servire a sconfiggere la leuce-mia o a migliorare le condizioni dei malati. Ne sono convinti i promotori di “Progetto

Itaca” che nasce proprio per questo: portare i pazienti degli ospedali di Verona e Brescia a navi-gare a vela sul lago di Garda. In barca, col sole in faccia, le scotte in mano e gli spruzzi dell’acqua che bagnano i vestiti, i malati escono dalla routine di luce al neon ed etere dell’ospedale. Respirano nuovo ossigeno, aprono i loro orizzonti e sono parte attiva di un equipaggio che fa procedere la barca verso la meta: il porto d’attracco o, metafo-ricamente, la guarigione.Ecco “Progetto Itaca”, nato quattro anni fa da un’idea di Andrea Zani, paziente oncologico dell’ospedale di Brescia e realizzato da un grup-po di medici, psicologi, infermieri e volontari. Il lago di Garda diviene, da giugno a settembre, un reparto ospedaliero mobile sui generis, grazie alle barche messe a disposizione gratuitamente dai molti armatori convinti della bontà dell’idea. La

barca a vela si trasforma in un mezzo fondamen-tale per far ritrovare al paziente forza e tranquilli-tà interiore necessarie per affrontare la malattia.L’idea che sta alla base dell’iniziativa è che solo un lungo viaggio porterà il malato a raggiungere la propria vittoria. Ma in questo percorso dovrà vedersela con mare aperto, acque sconosciute e luoghi talvolta pericolosi. Queste uscite in barca, organizzate dal Progetto Itaca, servono a prepa-rare il paziente ad affrontare tali difficoltà con serenità e consapevolezza. Non esiste infatti la possibilità di guarire “adesso” e “subito”, ma la battaglia contro la malattia – il viaggio – può du-rare più o meno a seconda della combattività del paziente. Proprio come accadde a Ulisse via mare, nel suo viaggio verso Itaca: dovette combattere per dieci anni contro nemici di ogni sorta prima di raggiungere la sua meta. Per Zani e il suo medico, Mauro Tagliani, navigare in barca avrebbe potuto rivelarsi, con il tempo, un ottimo strumento riabilitativo e un’esperienza di crescita importante, durante una fase drammatica della vita del paziente. Detto e fatto, il progetto prende vita.Allo stato attuale, “Progetto Itaca” si è esteso e gode della collaborazione dell’AIL di Brescia, del reparto di Ematologia del Policlinico di Verona e dell’AIL di Verona. Su suolo nazionale coinvolge invece tutte le sezioni AIL sparse su territorio ita-liano, attraverso “Progetto Itaca Mediterraneo”.Il “Progetto Itaca” si muove in due direzioni: al paziente offre uno stimolo per migliorare la qualità della vita attraverso un processo terapeu-tico, in considerazione del fatto che le condizioni fisiche non sono nella forma migliore durante il decorso della malattia; ai membri dell’equipe me-dica, invece, offre la possibilità di relazionarsi al paziente in un contesto extra-ospedaliero, in una situazione che faciliti l’approccio.La realizzazione di questa iniziativa si è resa pos-sibile grazie alla collaborazione di alcuni circoli velici, dove per la sponda veronese troviamo Fra-

Con il Progetto Itacala vela sbarca in ospedale

Quarta stagione

Un viaggio verso mete lontane navigando sulle acque del lago di Garda. Per un grande obiettivo...

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vela sdp

glia Vela di Peschiera del Garda, il Circolo Nautico di Bardolino e il Circolo Acquafresca di Brenzone, mentre per la sponda bresciana danno il loro ap-poggio Fraglia Vela Desenzano e Salò. La dispo-nibilità di barche a vela, messe a disposizione da armatori volontari, è di fondamentale importanza per permettere al progetto di intraprendere il suo viaggio ogni estate. Con questo servizio speciale vogliamo analizzarne la situazione attraverso le parole di chi lo vive in prima linea, investendo tempo e cuore nella riabilitazione dei malati on-cologici. Massimo Tosi - direttore sportivo della Fraglia Vela di Peschiera - e Daniel Lovato - Presi-dente AIL sezione di Verona - ci raccontano la loro

esperienza.

mASSImo ToSIDIRETToRE SPoRTIVo FRAGLIA VELA PEScHIERA

massimo, quando e perché il tuo ruolo di diretto-re sportivo della Fraglia Vela di Peschiera ti porta ad avvicinarti al Progetto Itaca?Quando decido di appoggiare il progetto con la Fraglia è il 2009, e da allora ne sono il referente per la sponda veronese. Il frutto di questa col-laborazione nasce soprattutto dall’esperienza personale e, nello specifico, dall’elaborazione di un lutto per la perdita di un caro amico.

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Perché la vela e quali sono le peculiarità che fan-no di questo sport una terapia riabilitativa?La vela, per le condizioni particolari ed uniche che ci presenta, è in grado di offrire stimoli dove altri sport non arriverebbero. Pensiamo solo agli spazi ristretti, alla vicinanza fra i membri dello stesso equipaggio, alla necessità di collaborare e agli ostacoli da superare: tutto questo fa della vela un ottimo percorso terapeutico.

Raccontaci il dietro le quinte, le fasi salienti che ruotano attorno all’organizzazione...Nei primi mesi dell’anno si prepara il calendario, che da giugno a settembre indicherà le date di tutte le uscite. Fondamentale per la stesura dello stesso è conoscere il numero delle barche che si avranno a disposizione per veleggiare, ma in genere non è un grosso problema. Fortunatamente gli armatori che si propongono sono molti, fra sponda verone-se e bresciana sono davvero collaborativi.

L’ospedale invece si impegna a pianificare gli equipaggi.

Di quanti membri si compone l’equipaggio?L’equipaggio di una barca è sempre composto da uno skipper, un volontario, alcuni pazienti, da un infermiere e da un medico. Generalmente le bar-che caricano dalle 4 alle 6 persone, dipende dalla grandezza, e in alcuni casi ci sono anche familiari che seguono i pazienti in prima linea.

come è strutturata una giornata tipo?Ci si ritrova in Fraglia verso le nove, nove e trenta al massimo, segue una fase di organizzazione pre regata in vista dell’imbarco, previsto per le undi-ci, ora in cui tutti gli equipaggi saranno in acqua. La regata dura indicativamente un paio d’ore, e si conclude verso le 13, con un pranzo collettivo dove pazienti, familiari, equipe medica, skipper e volontari hanno l’occasione per scambiarsi stati d’animo e aspettative future. Senti di essere cresciuto attraverso il Progetto?Aiutare i pazienti a distogliere l’attenzione dalla loro malattia è il nostro obiettivo. Prenderli per mano non sempre è facile. Ma quando vedo che si lasciano andare, che la comunicazione riprende voce, che si creano sinergie tra i membri dell’e-quipaggio, mi sento importante e più ricco, ogni volta che torno a navigare con loro.

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vela sdp

2009Barche: 39Pazienti: 31operatori sanitari: 46Numero di tappe: 4Totale partecipanti comprensi volontari: 195

2010Barche: 44Pazienti: 66operatori sanitari: 40Numero di tappe: 5Totale partecipanti comprensi volontari: 292

2011Barche: 46Pazienti: 69operatori sanitari: 39Numero di tappe: 5Totale partecipanti comprensi volontari: 356

I numeri del Progetto Itaca

DANIEL LoVAToPRESIDENTE AIL VERoNA

Presidente secondo lei qual è l’aspetto più signi-ficativo di questo progetto riabilitativo?Il progetto presenta due aspetti importanti. Innanzitutto si fornisce uno spazio a paziente e familiari per ritrovare la quotidianità. Il secondo aspetto è che, attraverso questo percorso dove le barriere vengono abbattute, l’equipe medica ha la possibilità di soppesare aspetti che altrimenti non coglierebbe.

Progetto Itaca potrebbe, eventualmente, coin-volgere altri sport, o le caratteristiche della vela ne fanno lo sport più indicato?Per certi aspetti fondamentali la vela rimane al momento lo sport più indicato. Trasmette sere-nità e non richiede grande impegno di risorse fisiche, che in certe situazioni potrebbero essere davvero limitate, come nel caso di pazienti con

difficoltà di de-ambulare. Non escludo però che ai pazienti in fase di guari-gione si possa proporre un’atti-vità diversa dalla vela.

Attraverso quali criteri si organizzano gli equipaggi?A seconda del paziente. Tutto

deve ruotare attorno a lui. Vengono prese in considerazione le problematiche della malattia, la fase di guarigione ed anche i compagni di terapia, perché mantengono nel paziente il senso di fami-liarità e di sicurezza. E poi c’è l’aspetto psicolo-gico: in casi particolari anche uno psicologo farà parte dello staff medico a bordo della barca.

come ci si sente a solcare le acque del lago accompagnando i pazienti verso una terapia di guarigione?Ciò che si prova è qualcosa che a parole non si può spiegare, certi gesti, come un sorriso, ti spiazzano lasciandoti senza parole. Vedere gli ostacoli che alcuni riescono a superare ripaga di tanti sacrifici. Una mail, una telefonata, un loro pensiero ti scaldano il cuore.

Progetto Itaca ha dei margini di miglioramento?Aumentare numeri non è sinonimo di migliora-mento. Spesso a pagarne è la qualità, e non è quello che noi vogliamo. Possiamo migliorare il percorso necessario per la crescita di questo pro-getto inteso come nucleo, collettività. Senza che perda il senso originale.

Infine ci parli del Progetto Itaca mediterraneo...Nasce nel 2010 sulla scia del “Progetto Itaca”, ma ha una forza in più, quella di coinvolgere tutte le sezioni AIL italiane. Si naviga in acque marine, e per questo diventa un progetto più dispendioso, sia per la lunghezza delle tappe, sia per il numero di barche e di armatori da arruolare. Visti i numeri degli scorsi anni è un progetto che si pone grandi obiettivi, con uno sguardo in più al futuro.

Elena BazzoniInfo: www.ailverona.it

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«Con orgoglio Giordana e le aziende del gruppo presentano il loro mondo sportivo, che è fatto di impegno sia come sponsor che come organizzato-

ri. Perchè le nostre aziende credono nel ciclismo, oltre che lavorarci dentro». Parola di Philippe Zecchetto, portavoce di Federico Zec-chetto, patron delle tre aziende Giordana, DMT, MCipol-lini a cui ha fatto eco Alessia Piccolo, organizzatrice del-la serata, general Manager di Giordana e presidentessa del team femminile Mcipollini Giambenini Gauss, vero protagonista del vernissage in scena al DB Hotel il 1° di Marzo: «Credo molto nel ciclismo femminile, per questo mi sono impegnata in prima persona nella costruzione di un progetto pluriennale, per far crescere un gruppo e con esso il movimento femminile». A supportare la sua idea, il pool di sponsor Gauss, che per anni hanno dato lustro al settore femminile, insieme a sponsor nuovi e “vecchi” come Giambenini, second main sponsor della formazione e tanti altri presenti alla serata. Per Gauss una nuova spinta al progetto già costruito in questi anni, per Mcipollini una scommessa e un’opportunità: «Per questo - ha detto Luisiana Pegora-ro, tosto d.s. della formazione giallo fluo versione ladies - faremo in modo che le nostre ragazze sappiano dare la miglior immagine possibile ai marchi che rappresen-tano con performance e risultati che sappiamo di poter raggiungere». Marta Tagliaferro, Elena Cecchini, Valentina Carretta, Alessandra Borchi, Malgorzata Jasinska, Giulia Pironato, Alessandra Tomasini, Elena Valentini e Susanna Zorzi; con Monia Baccaille quale chiave per le volate, Marta Bastianelli come scommessa da recuperare e Tatiana Guderzo quale leader del team, proiettata sulle classi-che di inizio stagione così come sul Giro d’Italia, la cui classifica è nelle passioni della vicentina da anni. Proprio con la bella squadra di matrice italiana Mario Cipollini ha lavorato per due giorni e nella serata si è divertito a dipingerne i contorni di miglioramento: «Giordana e le altre aziende e Alessia in particolare, hanno fatto qualcosa di strepitoso per queste ragazze, che ora tutti aspettiamo alla prova di maturità. Sono stato in bici-cletta con loro tutto il giorno ieri e devo dire che hanno

qualità, ascoltano, ma hanno anche tanto bisogno di supporto e questo progetto sono sicuro glielo potrà dare». Una squadra fiore all’occhiello per il movimento, come sottolineato da Renato Di Rocco e Dino Salvoldi, intervenuti nella serata. Una squadra che si lega a doppio filo al team maschile Farnese Vini Selle Italia, rappresentato da Angelo Citrac-ca e Luca Scinto per l’occasione: «Giordana, DMT e Mci-pollini ci supportano da diversi anni ed è un sodalizio votato al miglioramento per entrambe le realtà. Grazie a Federico (Zecchetto, n.d.r.) e alla sua fiducia cresciamo come progetto, così come i brand del gruppo, penso, beneficiano della nostra immagine che anno dopo anno sta crescendo”. In giornata infatti era arrivata anche la notizia dell’invito all’Amstel Gold Race, a completamen-to di un calendario già ricco di appuntamenti al nord: «Con Pozzato abbiamo obiettivi precisi - ha spiegato Scinto, come sempre esperto sul palco - e il nord è uno di quelli, in cui schieriamo una carta come Gatto che farà esperienza sorprendendoci, speriamo. E aspettia-mo il Giro per far confrontare Guardini con i migliori velocisti, nel palcoscenico più bello e ricco».Un concentrato di agonismo, un concentrato di spon-sor presenti alla serata, un concentrato di sport che si sposta dall’ambito professionistico per dedicarsi anche a quello amatoriale, organizzando un evento clou come la Gran Fondo Eddy Merckx, quest’anno in programma

Mondo Giordana, pedalando verso il successo

Presentazione al DB Hotel di Sommacampagna

Una serata - quella del 1° marzo scorso - con grandi opsiti e con un unico leit motiv: la passione per le due ruote

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a Rivalta di Brentino Belluno il 10 di Giugno: «La Eddy Merckx è il nostro orgoglio -ha sottolineato Alessia Pic-colo nella seconda parte della serata - insieme alla Chal-lenge Giordana che quest’anno si è arricchita, con una data aggiuntiva e un periodo di svolgimento più lungo (finisce infatti a Treviso con la GF Pinarello). Inoltre, avere Eddy Merckx che ci supporta tanto nell’ambito agonistico che in quello amatoriale, ci rende orgogliosi del lavoro fatto e ci fa puntare ogni giorno più in alto». Parole di stima verso “il Cannibale”, che alla serata ha

dedicato un ringraziamento speciale tutto per l’amico Federico Zecchetto, a cui ha riconosciuto il merito di aver costruito aziende impegnate nel ciclismo capaci di dedicarsi al proprio settore in ogni ambito, aiutan-dolo anche in momenti difficili come questi e a tutto il mondo professionale da lui costruito, che fa crescere il ciclismo internazionale.

Info: www.mcipollinigiordanateam.com

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A lice Solcati, è una giovane ragazza veronese di 18 anni (classe 1993) che frequenta la classe quarta dell’istituto Fermi con indirizzo odonto-

tecnico.Come molte delle ragazze della sua età ama stare con gli amici, ascoltare musica, andare in discoteca, lanciarsi sulle piste di snow board. Ma Alice ha anche una pas-sione “particolare”: correre in pista a 250Km/h a bordo della sua moto, una Yamaha 600 R6 da 130 cavalli!

Alice pratica questa disciplina sportiva da 4 anni, spinta dal papà Giuseppe, anche lui grande frequentatore di circuiti motociclistici. Dopo alcune esperienze nella categoria 125 ha deciso di fare il grande salto di cilindrata mettendosi così in gioco, sia dal punto di vista tecnico che atletico.Le gare a cui partecipa sono spesso in concomitanza con gare maschili e le ragazze che vi prendono parte effettuano solamente pochi giri in meno, con le mede-

Il velocissimo mondo di Alice A tutta velocità

La passione per i centauri ha portato la giovanissima atleta di Povegliano Veronese in sella ad una 600 cc.

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sime condizioni e difficoltà, dovendosi scontrare con colleghi che non regalano nulla e che non possono - per ovvie ragioni - lasciar spazio al Galateo.Il campionato a cui partecipa Alice è quello italiano sui circuiti di Misano, Varano, Vallelunga Mugello e Fran-ciacorta. Il SolcoTeam si sobbarca trasferte (particolar-mente gravose) cercando di contenere i costi. Nulla di strano quindi se il meccanico è anche l’autista, il team maneger, il responsabile delle strategie di gara, dei rapporti con i giudici ecc. L’unico obiettivo del team è che la “sua Valentino Rossi in gonnella” si diverta senza rischiare oltre il dovuto, puntando, se possibile anche a centrare qualche risultato importante.Grandi accellerazioni, frenate al limite, sorpassi e rettili-nei a più di 250km/h esaltano Alice che, una volta scesa

dalla moto, torna ad essere una ragazza pacata che vive con serenità lo stupore di chi si meraviglia della sua passione e della sua metamorfosi da ragazza cordiale ad indomita lottatrice in sella ad un cavallo d’acciaio.Con il passaggio alla cilindrata 600 Alice si è resa conto che sono cresciute, oltre alle difficoltà tecniche, anche quelle fisico-atletiche. Le performace infatti sono bril-lanti nei primi giri ma poi tendono ad abbassarsi a causa della fatica nel reggere la massa della nuova moto, sforzo che richiede livelli di forza e resistenza partico-larmente elevati.Per migliorare questo aspetto Alice si è rivolta al Professor Roberto Poccetti dello studio Kinesis di Dossobuono; insieme stanno elaborando una serie di esercitazioni che possano portarla a condurre il mezzo nel miglior modo possibile per un tempo il più lungo possibile.Gli esercizi attuati sino ad ora, e che sembrano dare risultati incoraggianti, partono dagli studi effettuati da Poccetti, in collaborazione con la Professoressa Facci e il Professor Carreri, già esposti in alcuni saggi, sulla capacità del sistema nervoso di rielaborare gli stimoli esterni adattandone le risposte. La struttura dell’atleta viene messa in uno stato di necessità cercando di ricre-are quelle variabili che si possono trovare in gara.Con questa metodologia Alice ritrova in palestra, ovviamente in forma modificata, quelle situazioni, che poi le si possono presentare in gara, e le ha accettate con entusiasmo e dedizione. La sua capacità plastica sia nervosa che atletica, la stanno conducendo a forme di controllo muscolo scheletrico particolarmente evidenti, e per molti sorprendenti.Gli allenamenti prevedono l’uso di attrezzature isotoni-che, piani d’equilibrio, palloni propriocettivi che ricrea-no quegli stati di necessità che spesso Alice si trova ad affrontare in gara, a questi si affiancano stimoli esterni che amplificano le richieste prestative.I primi test in pista sono incoraggianti, ma ovviamente bisognerà attendere le prime gare ufficiali, per verifica-re, se il lavoro svolto sino ad ora possa essere veramen-te efficace, per un miglioramento dei risultati, fornendo ad Alice uno strumento in più per condurla verso impor-tanti vittorie.Per ora resta il coraggio, la dedizione e l’impegno di una giovane a cui piace vivere a 200 all’ora, dedicandosi ad uno sport dove concentrazione, sforzo fisico e abili-tà possono portare a grosse soddisfazioni.

Bruno Mostaffi

Info: SolcoTeam Via Boschi, 21 - Povegliano (VR)348.449 3500 - [email protected]

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L ’hockey su prato è un gioco che ha origini antichissime, si pensa che i primi a praticar-lo furono i persiani; in seguito si diffuse in

tutto il mondo, ma è soprattutto in Inghilterra, che l’hockey su prato ha trovato terreno fertile. Tanto che nell’Europa medioevale l’hockey era assai popolare. Proprio in Inghilterra, tra il 1860 e 1880, l’hockey moderno, insieme al football e al rugby, prende forma definitiva, con la nascita della relativa fede-razione. È nel1861 che nasce il primo club di hockey e in pochissimo tempo, con l’ingresso di tante altre formazioni, viene stilato il primo regolamento ufficiale di gioco. Sotto la spinta dell’imperialismo britannico, l’ho-ckey su prato si è rapidamente diffuso in tutto il mondo e in special modo proprio nelle colonie. Infatti, è fra gli sport attualmente più popolari in India, Pakistan, Australia, Nuova Zelanda e Argen-

tina, nazioni che da sempre fanno parte, assieme alle europee Olanda, Germania, Inghilterrra, del vertice dell’hockey mondiale. Nelle manifestazioni Olimpiche L’hockey su prato compare per la prima volta nel 1908 a Londra e poi viene inserita come specialità in modo defini-tivo dal 1920 ad Anversa. Nel 1935, sotto la spinta delle imminenti Olimpiadi in Germania, le autorità sportive dell’ epoca intro-ducono anche in Italia questa disciplina che si ra-dica rapidamente specie in Sardegna dove tutt’o-ra gode di una buona tradizione ad alti livelli.

cosa rappresenta l’Hockey su prato?Per rispondere a questa domanda dobbiam virtualmente tornare alle origini del moderno Hockey; in Inghilterra si diffonde nei colleggi e nei circoli della benestante società. Questo sport rappresnta una vera e propria disci-plina ed è introdotta nel percorso formativo fisico

Le origini dell’hockey su prato

In collaborazione con l’Hochkey Villafranca

Alberto Storari ci presenta una particolare e affacinante disciplina. Da conoscere e praticare con molta calma...

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sdpsdp

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hockey sdp

ed intellettuale dei futuri dirigenti della società, ai quali è richiesto di essere anche dei “gentle-men”. Ecco perchè nasce proprio in Inghilterra la necessità di un regolamento che ha reso l’hockey uno sport considerato tutt’oggi da “veri genti-luomini”, dove le doti morali e comportamentali sono messe al primo posto.Viene esportato in tutto il mondo uno sport dove un buon giocatore deve possedere tre qualità tecnico-tattico-fisiche basilari: destrezza, agilità e capacità di valutazione tattica del gioco unite ad un tassativo fairplay.

chi può praticare l’hockey?L’hockey come altri, sia che e lo si intenda come gioco, cioè come piacere ludico, sia che lo si in-tenda come sport, oltre che un diritto per il bam-bino, rappresenta anche una simulazione, prova generale, della vita che verrà! Una vita fatta di confronto con gli altri e di amici-zia, e non di solitudine, di regole e di valori e non di incertezze, di obiettivi e non di apatia. Uno sport che chiede di guardare avanti confron-tandosi con se stesso e con gli altri. Uno sport che soddisfa il desiderio di competizio-ne dei ragazzi e da’ il senso di appartenenza a un gruppo, aiuta a tenerli lontano dalle dipendenze e dalla strada,ma che li forma per essere i cittadini di domani. Facilita l’integrazione sociale, favorendo l’accet-tazione delle categorie più deboli. Uno sport che al femminile aiuta a superare le discriminazioni di genere e riduce il fenomeno del confinamento delle ragazze a ruoli di inferiorità. La promozione di uno sport”nobile” come l’ho-ckey ha senso perché, anche questo, può contri-buire ad eliminare le barriere di ceto, di religione, di differenza tra uomo e donna e migliorare l’in-tegrazione, insegnando il rispetto dell’altro e la solidarietà, mostrando che si può interagire senza prevalere sull’altro.La squadra vuole vincere e per vincere tutti si è pariteticamente utili, indispensabile è quindi l’unità.Con lo sport le barriere si sgretolano e le diffe-renze si appianano.Tutto questo fa dell’hockey su prato una disciplina praticabile non solo dai nor-modotati.(La nazionale di hockey disabili guidata dal veronese Marco Saviatesta ha recentemente vinto gli Europei disputati in Germania ad Agosto 2011)

Mirko Simonaio

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Ennesimo successo per il Salone Italiano del Golf (SIG), l’evento di proprietà di Veronafiere e orga-nizzato da Golf Town.

Il Salone Italiano del Golf, si è svolto dal 24 al 27 febbra-io scorsi contemporaneamente a Vivi la Casa e Country Life per ampliare la proposta destinata al consumatore finale. È uno dei momenti più significativi all’interno di un grande progetto per il rilancio del turismo attraverso il golf che fa di Verona la capitale nazionale di questa di-sciplina sportiva al pari di Madrid, Parigi, Londra, sedi di alcune delle più importanti manifestazioni specializzate.

Anche quest’anno Eleonora Daniele con la sua Life In-side - che si occupa del grande enigma dell’autismo - è stata protagonista in veste di madrina del Golftown Spe-cial Night con una serata di interessantissimo contenuto artistico e una lotteria per beneficenza che ha battuto un quadro e altri oggetti di Katia Ricciarelli, oltre che di amici e espositori.Il “Golf Town Award” del Salone Italiano del golf è il ri-conoscimento che premia “il protagonista di un fatto, di un successo o a un personaggio che abbia offerto un contributo significativo per l’impulso al golf italiano”.Per questa edizione la Giuria del premio ha indicato Ve-ronica Zorzi con la seguente motivazione: “Apripista della scalata dei giocatori italiani nel Tour Professionisti-co, è arrivata velocemente ai vertici del Ladies European Tour vincendo due Open di Francia, con un 5° e 7° posto nel ranking e dato lustro alla maglia azzurra col 4° posto

nella World Cup e il 2° nell’European Nations Cup. Fin dal debutto fra le migliori giocatrici al mondo col suo gioco brillante, d’attacco, la forza di volontà, la capacità di re-lazionarsi con tutti e l’orgoglio per la maglia azzurra. Una formidabile testimonial per la sua amata Verona e il Salo-ne di quest’anno. Di lei dicono “La sua eccezionalità sta nella semplicità”.Veronica Zorzi è uscita da un periodo difficilissimo del-la sua carriera per un problema alla spalla, e racconta di aver passato momenti bruttissimi quando un medico le prospettò il ritiro dal golf. «È una atleta eccezionale di cui abbiamo tutti grande bi-sogno» ha commetato il presidente della Federgolf Chi-menti soddisfatto per questo premio. La Giuria del Premio era composta da Marco Dalfior, pre-sidente AIGG (Associazione Italiana Giornalisti di Golf) e Dominique Antognoni direttore di Golf Life e Golf Town.Ospite d’onore del Salone del Golf Italiano 2012 è stato Cesare Prandelli, Ct della Nazionale Azzurra.Prandelli porta in tasca la tessera d’onore della Feder-golf, lo sport che l’ha curato dalla brutta delusione de-rivante dall’esonero patito con la squadra del Venezia. «Una persona stupenda, di quelle che specie in questo momento fanno bene all’Italia» così l’ha ringraziato il presidente della Federgolf.«Mi sono trovato ad avere molto tempo libero - ha det-to Prandelli - e per sfogare la delusione ho deciso di de-dicarmi al golf. Non mi ritengo molto forte, ma peso di avere margini per migliorare. In ogni caso è uno sport terapeutico per disintossicarmi dal calcio».

Veronica Zorzi premiatacon il Golf Town Award 2012

Prestigioso riconoscimento

La consegna del riconoscimento è avvenuta durante il Salone del Golf Italiano. Ospite d’onore Cesare Prandelli

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Grazie al Cielo c’è ancora chi vede il calcio - lo sport nazionale italiano per eccellenza, dove tutti sono campioni e tutti allenatori - un semplice momen-

to di gioco dove i nostri bambini, saltano, si divertono, stanno con gli amici ed iniziano a prendere confidenza e coscenza del proprio corpo e dei movimenti.Questo modus operandi è la base su cui fonda le proprie radici la Chievo School, progetto nato nel 1997 con l’am-bizione di diffondere la filosofia del ChievoVerona sul territorio. «A distanza di pochi anni dalla conquista della serie A da parte della prima squadra - spiega Cristian Cantarelli, responsabile della scuola calcio ufficiale del ChievoVe-rona- la società comincia ad essere guardata come mo-dello da seguire. Nasce quindi la Chievoschool, una vera e propria “agenzia” per la promozione di un maggiore livello socio-culturale, organizzativo e tecnico nel mon-do del calcio. La struttura Chievoschool si avvale della collaborazione di dirigenti e tecnici del ChievoVerona e di professionisti esterni di specifici ambiti non stretta-mente sportivi, le cui competenze vengono trasmesse tramite un accurato programma di formazione. I corsi sono rivolti a tutte le componenti di società calcistiche: dirigenti, tecnici e genitori. Figure che ruotano attorno al protagonista del progetto: il bambino».Ma ci vuole qualcosa di ancora più unico, un progetto che permetta ai bambini in primis di crescere utilizzando lo sport come veicolo e strumento. Ecco quindi nascere la Scuola Calcio Ufficiale.«La Scuola Calcio Chievo - prosegue Cantarelli - mette a

disposizione di tutte le bambine e bambini dai 5 ai 10 anni la metodologia tecnica e pedagogica di insegnamento messa a punto in decenni di esperienza. Il programma di lavoro, applicato sul campo dagli istruttori del settore giovanile gialloblu, è studiato a misura di bambino, per aiutarlo a migliorare e perfezionare le abilità tecniche facendo del divertimento l’aspetto principale. L’attività infatti non ha finalità agonistiche e di classifica, quindi possono iscriversi anche bambini già tesserati per altre società che vogliono affinare le proprie qualità».«Il calendario dell’attività - evidenzia Cantarelli - copre l’intera stagione sportiva da settembre a maggio ed è diviso in 2 sessioni, “invernale” e “primaverile” inter-vallate da una pausa a cavallo delle festività natalizie. In estate, dal 1999, l’attività si trasferisce si trasferisce nelle diverse località dove hanno luogo i Summer Camp: diverse località della provincia di Verona, accolgono tut-te le bambine e i bambini che vogliono trascorrere una vacanza unica, che alterna divertimento e apprendimen-to delle tecniche calcistiche. I bambini sono allenati dai tecnici del Settore Giovanile del ChievoVerona, e seguiti in tutte le loro esigenze da dirigenti e personale delle giovanili gialloblu».Questo in sintesi il progetto Scuola Calcio ChievoVerona. Nei prossimi numeri di Spordipiù analizzeremo da vici-no e nel dettaglio le varie attività che ruotano attorno a questo progetto che, nel suo genere, è il fiore all’oc-chiello per quanto riguarda il calcio giovanile veronese e non solo.

Marina Soave

Scuola Calcio ChievoVerona, dove il calcio è “solo” un gioco

Per bambini e bambine dai 5 ai 10 anni

Primo appuntamento, insieme a Cristian Cantarelli, alla scoperta del mondo giovanile targato ChievoVerona

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sportland 2012un’estate di divertimento al centro sportivo di via s. marco

attività estiva per bambini e ragazzi dai 5 ai 13 annidall’11 GiuGno al 7 settembre

attivitÀ sportive alternatenelle varie settimane:calcio, nuoto, basket, arrampicata,canoa, arti marziali, danza,pallavolo ecc...

sport indoor in ambienticlimatizzati:un palazzetto, tre palestre, duepiscine, parete di arrampicata

sport all’aperto:tre campi da calcio e spazioverde adiacente

lo staff: tutti gli operatorisono esperti professionisti laureatiin scienze motorie

proGramma Giornalierodal lunedì al venerdì: 7:30 - 8:30 accoglienza 8:30 - 10:30 attività10:30 - 11:00 merenda 11:00 - 13:00 attività 13:00 - 14:00 pranzo 14:00 - 16:00 attività 16:00 - 16:30 fine attività

per ulteriori informazioni e/o iscrizioni telefonare allo 045 8184611dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 21.00 (sabato 9.00 - 17.00)

Centro PolifunzionaleDon CalabriaArea Sportiva

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alimentazione

L’attività fisica oltre ad essere un momento di sva-go e di relax psicofisico è senza dubbio un ottimo strumento di prevenzione per le malattie e per la

tutela della salute. Con questa intervista al Dottor Luca Landi, odontoiatra, conosciamo meglio la tematica.

è noto che l’attività fisica fa bene alla salute, ma come deve essere scelta e chi la può fare ?Una regolare attività fisica è uno strumento formida-bile di prevenzione e anche di cura delle principali ma-lattia croniche che affliggono il nostro tempo. Questo non significa che dobbiamo essere tutti degli agonisti sportivi ma, piuttosto, che ognuno di noi deve mettere in atto quegli accorgimenti quotidiani che permettano di avere una vita fisicamente attiva come, per esempio, fare le scale senza prendere l’ascensore o scegliere di camminare per i piccoli e medi spostamenti al posto di utilizzare l’automobile. L’attività fisica deve essere però adeguata alle caratteristiche e alle possibilità di ciascun individuo, in particolare in base all’età e allo stato di salute generale, in modo che non diventi peri-colosa o nociva. Per fare questo oltre ad un indispensa-bile controllo medico, si debbono seguire alcune sem-plice regole di buon senso e devono essere ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Pensate alla differenza che c’è tra chi vuole dimagrire attraverso l’esercizio o chi invece vuole risolvere fastidiosi dolori muscolo scheletrici.

Quali sono gli elementi fondamentali per una corretta attività fisica?Scegliere il programma di attività che più si adatta alle proprie caratteristiche è un impegno che può essere concordato con il proprio medico, nel caso vi siano con-dizioni di salute generali che lo richiedano, o sulla base di alcune semplici regole come ad esempio quella di preferire generalmente quelle attività fisiche aerobiche quali camminare, correre, andare in bicicletta e nuota-re eseguite con intensità moderata, almeno fino a che non si è ben allenati, e con una frequenza quasi quoti-diana (l’ideale è 5 volte alla settimana). Dobbiamo in-fatti ricordare sempre che uno sforzo intenso, breve e sporadico, non è sinonimo di salute ma anzi a volte può

diventare esso stesso un problema. La gradualità dello sforzo e la costanza nel tem-po sono quindi indispensabili per una salutare attività. Esi-stono diversi metodi molto precisi per calcolare la giusta intensità di allenamento:un metodo semplice, anche se non scientificamente preciso come altri, è quello di fare attività fisica mantenendo la frequenza cardiaca tra il 60 e il 75% di un valore pari a 220 meno la propria età. Così, ad esempio, un ragazzo di 25 anni dovrebbe mantenere la frequenza cardiaca com-presa tra 120 e 140 quando impegnato in uno sforzo di media intensità, mentre per un adulto di 45 anni il ran-ge di frequenza cardiaca cala tra i 96 e i 120. Ecco alcuni utili e semplici consigli:1) fare esercizio solo quando si è in buone condizioni fisiche (non farlo anche se si è raffreddati ad esempio), 2) adattare l’attività all’aperto alle condizioni climati-che e abbigliarsi in modo adeguato3) Scegliere esercizi commisurati alle proprie possibilità e avere ben chiari i propri limiti4) fare attenzione ad eventuali sintomi di forte affatica-mento (over exercising) come per esempio non essere in grado di parlare durante lo sforzo, avere vertigini o nausea e sentirsi fortemente prostrati nella restante parte della giornata dopo l’esercizio).

Quanto è importante l’alimentazione nell’esercizio fi-sico?Direi fondamentale sia perché una dieta equilibrata ci mette in condizioni di svolgere al meglio l’attività fisi-ca sia perché il controllo nell’assunzione degli alimenti permette di potenziare gli effetti benefici dell’attività fisica. Dobbiamo ricordare che un’attività fisica ed una alimentazione appropriata sono alla base per uno stile di vita corretto. Sarebbe utile sottolineare anche che l’esercizio non dovrebbe essere fatto né a digiuno ma neanche dopo aver assunto cibi difficili da smaltire. L’alimentazione

Alimentazione ed esercizio fisico:semplici consigli per essere al top

In collaborazione con

Nuovo appuntamento con gli utili consigli del Dottor Landi, per una vita sana all’insegna dell’attività fisica

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alimentazione sdp

deve essere scelta anche in base al tipo di esercizio o di sforzo fisico che programmiamo in modo che l’apporto calorico sia adeguato ma non in eccesso o in difetto. Ad esempio una corsa a passo moderato per un ora per-mette di consumare circa 700 Kcal e una camminata di un ora in montagna necessita di circa 500 Kcal. Se pen-siamo però che per alcune attività lo sforzo può essere prolungato nel tempo, come ad esempio pedalare per 3 o 4 ore, è necessario provvedere durante l’esercizio a reintegrare quelle sostanze che più rapidamente ven-gono utilizzate come liquidi, sali minerali e carboidrati. Ovviamente è fondamentale conoscere non solo quan-to consumiamo con l’esercizio fisico ma anche quante calorie apportano i cibi che scegliamo per compensare il dispendio energetico e pertanto avere bene in mente che la scelta di cibo ha un’enorme influenza sui risultati che possiamo ottenere attraverso uno stile di vita ade-guato. Possiamo mangiare tutto in quantità moderata privilegiando frutta e verdura e quei prodotti prepara-ti con ingredienti naturali e con un indice alimentare equilibrato evitando quelle sostanze che promettono di potenziare la performance fisica ma che di fatto ci espongono ad altri rischi. Per questo credo che il pro-getto di Paluani Life sia veramente un contributo im-portante per raggiungere questo obiettivi, non solo perché il controllo degli ingredienti con cui vengono preparati i prodotti Paluani è massimo, come testimo-nia la scelta di utilizzare solo latte fresco italiano, ma anche perché il messaggio che lo sport attivo come strumento indispensabile per un equilibrio psico-moto-rio del giovane come dell’adulto è un esempio fonda-mentale ai nostri giorni.

Una vita fisicamente attiva ha anche altri effetti benefici? Certamente. Le conseguenze di una vita sedentaria non sono solo quelle evidenti macroscopicamente come ad esempio l’aumento di peso corporeo, ma sono spesso

legate ad altre abitudini poco salutari che spesso fan-no da corredo a questo scorretto stile di vita come per esempio il fumo di sigaretta. Al contrario l’attività fisica migliorando il metabolismo induce anche ad adottare comportamenti più virtuosi come quali la scelta di cibi equilibrati, la eliminazioni di abitudine viziate. Tutto questo si traduce in un potente effetto preventivo e cu-rativo su molte delle patologie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica e fino ad arrivare alla parodontite. Mi permetto di soffermar-mi in particolare su quest’ultimo aspetto che riguarda direttamente il mio campo d’ interesse primario. La parodontite è una malattia infiammatoria cronica che colpisce il tessuto di supporto dei denti provocandone progressivamente il riassorbimento e determinando infine la perdita dei denti interessati con gravi disturbi funzionali, estetici e psicologici sulle persone. Colpisce in modo grave il 10/15% della popolazione adulta e oltre il 40% in modo più lieve ma esistono forme che afflig-gono anche il giovane e il bambino. La causa principale di questa malattia sono i batteri patogeni che sono in grado di attivare una cascata infettiva-infiammatoria che in soggetti geneticamente predisposti, determina l’inizio e la progressione della malattia stessa. L’igie-ne orale rappresenta sicuramente la principale cura e prevenzione della parodontite ma ci sono evidenze crescenti che legano la presenza di questa anche a uno stile di vita non corretto. Anche una regolare attività fisica può essere in grado di ridurre l’incidenza e la pro-gressione della parodontite probabilmente attraverso l’interruzione della catena di eventi infiammatori che viene innescata e sostenuta dallo squilibrio del meta-bolismo lipidico e glucidico che si accompagna ad uno stile di vita sedentario. Potremo dire che il cambiamen-to verso uno stile di vita corretto può iniziare da una corretta igiene orale. E’ quindi evidente che, l’odonto-iatra avendo la possibilità di interagire con i pazienti in modo frequente e ripetuto, può avere un ruolo positi-vo nel motivare e dare indicazioni verso una correzio-ne dello stile di vita quotidiano in favore di un maggio-re impegno fisico e con una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione.

Alberto Cristani

Info: www.dentalgroupverona.it Dr. Luca Landi - Odontoiatra - C.so Milano 127 - Verona

Chiarimenti e domande scrivere [email protected] su www.sportdipiu.com e www.paluanilife.tv Questo articolo si può leggere e commentare anche su paluanilife.tv

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Put your Neck in it! Novità per la primavera-estate 2012

Le Ti-Necklace sono collane belle, sportive, colorate e con una curiosa ed interessante particolarità...

A vete mai visto sportivi indossare collane colorate come quelle nelle foto? Sono le Ti-Necklace o collane al titanio che

sfruttano una particolare tecnologia per miglio-rare il benessere: il concetto è che se ti senti bene la tua performance può migliorare.Queste collane sono prodotte dall’azienda Brett, uno dei marchi più importanti per questa linea di prodotti. Molti atleti - sia professionisti che non - le utiliz-zano per migliorare le loro prestazioni sul campo. Sono indossati comunemente dagli atleti in sport come baseball, tennis, golf, sport acquatici, run-ning e in molti altri.Le Ti-Necklace - utilizzando una tecnologia unica - aiutano l’organismo ad accelerare il recupero dalla fatica e ad alleviare il dolore, liberando ioni negativi.

Questa caratteristica fa delle Ti-Necklace un vero e proprio “serbatoio” di cariche per il benessere quotidiano della mente e del corpo. Gli ioni negativi sono abbondanti in natura, in luoghi come le foreste e cascate mentre nell’am-biente urbano e negli uffici, dove molti di noi vivono per la maggior parte del tempo, la loro concentrazione è ridotta e con essa anche gli effetti benefici.In molti uffici, specialmente in prossimità dei computer, addirittura non sono stati rilevati ioni negativi!Molteplici sono i benefici che gli ioni negativi possono apportare: · bilanciare il flusso di energia del corpo· calmare e rilassare la mente e il corpo· attenuare la tensione

· favorire il sonno· migliorare le prestazioni mentali· proteggere dagli effetti nocivi dei campi elettromagnetici· rafforzare la resistenza agli effetti dello stress· eliminare le tossine· ridurre l’elettricità statica intorno al corpo· aumentare il metabolismo· potenziare la funzione immunitariaAvete mai sentito parlare di purificatori d’aria ionizzanti e ioni negativi?Il concetto è lo stesso la differenza è che non ci si può portare il purificatore ionico ovunque, men-tre la collana...si!Sceglila per Sport, sceglila per Fashion o sempli-cemente...sceglila per Te!

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atletica leggerasdp

Gaia, un salto verso l’Azzurro

Ottimo risultato agli Italiani di Ancona

La giovane promessa dell’atletica leggera veronese punta al tragurdo dei sei metri e alla Nazionale

Una nuova stella è nata nel panorama dell’atletica leggera veronese? Forse è presto per affermarlo con certezza.

Di sicuro il secondo posto di Gaia Giurato (classe 1993, tesserata per la Libertas Valpolicella Lupatoti) ai Cam-pionati italiani Junior di Ancona fanno ben sperare.Ma chi è Gaia Giurato? L’abbiamo incontrata e le abbia-mo chiesto di parlarci della sua passione per il salto in lungo, dei suoi obiettivi e in particolare di come riesce a conciliare lo studio con la sua carriera agonistica.

Gaia, quando nasce la tua passione per l’atletica leg-gera e perché la scelta di una specialità è ricaduta sul salto in lungo?Ad essere sinceri, la passione è piuttosto recente. Mon-diali ed olimpiadi alla tv hanno “fatto la loro” stuzzican-do l’interesse. Ho iniziato a prendere in considerazione seriamente la carriera agonistica nel 2009, quando Ne-reo Benussi, ex allenatore di mia mamma (Fabrizia Fabri, n.d.r.), convinse Renzo Chemello, mio primo allenatore, ad allenarmi. Renzo ha riposto molta fiducia nelle mie capacità ed ha assecondato la mia voglia di perfezio-narmi nel lungo. In seguito mi ha affidata al mio attuale allenatore, Gianfranco Scolaro, che mi ha ulteriormente migliorata portandomi a risultati ancora migliori. Vi sem-brerà scontato ma ho scelto la strada del lungo perché già percorsa da mia madre: una specie di sfida.

Raccontaci la tua giornata fra scuola, sedute d’allena-mento e alimentazione.Le giornate sono molto dure. Frequento la quinta al liceo scientifico Fracastoro e, anche se le lezioni fini-scono all’una, conciliare allenamenti e studio è difficile. Ogni settimana mi aspettano cinque sedute di due ore d’allenamento. Per l’alimentazione non mi faccio molti problemi: fortunatamente ho un metabolismo che mi permette di mangiare quello che voglio senza conse-guenze.

La tua gara più bella, a prescindere dal risultato?Penso che la gara migliore sia stata nel 2009, a Bastia Umbra. Mi allenavo solo da 3 mesi e dal nulla, senza tecnica, ho fatto il mio primo “minimo” per andare ai Campionati Italiani. Ma anche lo scorso anno, quando ai

Campionati Italiani di Bressanone ho superato il mio per-sonale di 29 centimetri: è stata un’emozione indescrivi-bile! In quell’occasione ho capito che avevo la possibilità di entrare fra le migliori saltatrici in lungo d’Italia.

Secondo posto ai campionati italiani junior: cosa hai provato? E a quali risultati punti adesso?A dir il vero non me ne sono resa subito conto, è stata una gara un po’ fuori dalle righe. Mentre saltavo i 5,80 (che è anche il suo attuale record personale n.d.r.) mi chiedevo perché mai il naso avesse deciso di iniziare a sanguinarmi proprio in quel momento! Adesso punto al tanto agognato muro dei 6 metri e alla Nazionale. Poi - se e quando arriveranno - ai 6,10, la misura minima per puntare ai Mondiali Junior.

Elena Bazzoni

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AGSM Mastini Verona pronti al via

Al via la stagione 2012

Ultimi preparativi per l’inizio della terza stagione in serie A per i “Bau Boys” del presidente De Martin

Nemmeno il freddo e la neve del mese di febbra-io hanno fermato gli AGSM Mastini Verona nella preparazione in vista del loro terzo campiona-

to italiano di serie A LENAF. Tuttaltro che facile infatti per la squadra riuscire ad allenarsi di sera all’aperto con neve, ghiaccio e temperature polari, sempre con il ri-

schio infortuni dietro l’angolo. Ma i ragazzi del presiden-te Simone De Martin, capitanati dal nuovo ed esperto head coach “Tato” Zamichieli non hanno perso di vista gli obiettivi di questa nuova stagione ormai alle porte. «Un girone difficile da interpretare - sostiene l’ex vice Campione d’Europa con la Nazionale italiana, ora pre-sidente dei gialloblù, Simone De Martin – perchè sia le quattro squadre del girone che le altre che andremo ad incontrare nelle gare interdivisionali, sono team im-portanti nel panorama football “Made in Italy”. I Dra-ghi Udine, per esempio, nelle ultime due stagioni han-no sempre vinto il proprio girone. E proprio i Draghi ci hanno ospitato per la prima di campionato di domenica 11 marzo. A seguire un’altra trasferta contro i Bobcats Parm, squadra che arriva dal campionato FIF e che pun-ta molto sui giovani. Potrebbe essere la mina vagante

del torneo». L’esordio casalingo dei Mastini sul nuovo campo messo a disposizione dal Comune di Verona al Centro Consolini (più conosciuto come il campo CONI di Basso Acquar ) avverà il 31 marzo alle ore 15 contro i Giaguari Torino. E sarà subito match clou, una delle partite più importanti della stagione. Dopo la successi-va trasferta contro l’altra realtà piemontese del girone, i Blacks Rivoli T.se, si ritornerà a Verona per incontrare sabato 21 aprile alle ore 15 una delle squadre fondatrici del football americano in Italia, i Frogs Legnano.Sarà poi la volta dei Barbari Roma che ospiteranno i Mastini nell’ultima trasferta stagionale di domenica 6 maggio. «La squadra romana - evidenzia il presidente gialloblù - è tra le migliori realtà del campionato di se-rie A Lenaf, vinto da loro nel 2009 e 2010. Sarà la sfida più difficile per noi ma l’esperienza maturata durante lo scorso campionato dovrebbe aver insegnato ai Mastini come affrontare le grandi del campionato». Le ultime due gare della stagione vedranno invece i Ma-stini in due incontri casalinghi molto importanti, per le eventuali speranze playoff. Sabato 19 maggio, sempre alle ore 15, al Consolini arriveranno i Saints Padova per il derby veneto di quest’anno. Domenica 27 maggio, cal-cio d’inizio ore 15, per l’ultima giornata arriveranno a Ve-rona i Crusaders Cagliari. Un torneo importante per i Mastini Verona quello del 2012, che si presentano al via con un main sponsor im-portante come AGSM. Un altro partner di spessore come Melegatti affiancherà i due partner “storici” Ce-realcom e Vecchini. La società scaligera sta inoltre svilu-pando un progetto ambizioso per far conoscere ai vero-nesi uno degli sport più spettacolari al mondo, cercando di avvicinare soprattutti i giovani. Per le quattro gare casalinghe infatti l’ingresso alle partite sarà gratuito, con dolci sorprese per tutti. La posizione strategica del campo Consolini - vicino alla città e quindi alle scuole - e una tribuna che permette di apprezzare maggiormente le qualità atletiche del gioco, sono sicuramente un aiuto in più per tutti coloro che vorranno avvicinarsi al mondo del football americano gialloblù.

Michele De Martin

Info: www.mastiniverona.net

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il puntosdp

Luciano chiama VeronaL’ex terzino del Verona commenta in esclusiva per Sportdipiù magazine gli eventi dello sport scaligero

ciao amici di Sportdipiù magazine, rieccomi di nuo-vo qui con voi questa volta per parlarvi del calcio veronese e in particolare del nostro grande Hellas

e delle ragazze del Verona Calcio Femminile .Come ben sapete i ragazzi del mister Mandorlini stanno facendo un campionato di vertice dopo la grande pro-mozione in serie B. È stata - ed è tuttora - una continua escalation!E pensare che l’inizio dello scorso campionato, con l’av-vento di Giannini, sembrava non aver speranze...Invece con l’arrivo di Andrea Mandorlini il campionato 2010-2011 è diventato meraviglioso ed è culminato con la promozione. Mi vengono ancora i brividi se penso a Piazza Bra invasa festosamente da quasi 20.000 tifosi in estasi...E la scia “positiva” si è prolungata anche questì’anno in serie B con una cavalcata che ha portato l’Hellas lassù, tra le candidate a salire nella massima serie.A mio avviso con il mercato di gennaio bisognava - per sfruttare pienamente questa opportunità e questo periodo a dir poco miracoloso - integrare la rosa della squadra con tre innesti importanti: una punta, un cen-trocampista e un difensore di qualità. Fossero arrivati la promozione non ci sarebbe sfuggita. Sia chiaro: io ho comunque massimo rispetto per questo Hellas, ci man-cherebbe altro. Sono convinto che questa squadra sta andando oltre le proprie qualità e possibilità.

Al momento solo Pescara e Torino hanno, a mio avviso, qualcosa in più. L’Hellas però ai play off ci arriverà sicu-ramente e se la giocherà fino alla fine. Conosco bene mi-ster Mandorlini e la sua grinta: un valore aggiunto per questo fantastico gruppo. Quindi il consiglio che do a tutti (noi) tifosi che abbiamo l’Hellas nel cuore è quello di stare vicino ai ragazzi sostenendoli sempre e comun-que. E vedrete che non ci deluderanno!Passiamo ora alle ragazze del Verona Calcio Femminile. Tanti di voi forse non sanno che attualmente la nostra formazione femminile di serie A in questo momento è in testa alla classifica. Il sabato pomeriggio alle 14.30 vado sempre a vedere le loro partite allo stadio Olivieri di via Sogare e devo dire che sono davvero uno spettacolo! Forti del grande capitano Melania Gabbiadini e delle straniere Dayane Da Rocha , Maria Karlsoon , Stephanie Ohrstrom e Marina Toscano Aggio le gialloblù stanno mettendo in riga tutte le altre squadre.Solo Torres, Brescia e Tavagnacco stanno tenendo testa ma sono convinto che alla fine la spunteranno le nostre ragazze. Mi piacerebbe che le gradinate dello stadio Oli-vieri si riempisse di tifosi. Credetemi: sono brave, se lo meritano e in più sono anche molto carine. E questo non guasta mai. Eh eh eh...Bene, detto questo vi mando un abbraccio circolare gial-loblù e ci rivediamo tra due mesi sul prossimo numero di Sportdipiù magazine.

Luciano Marangon

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