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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6558 dell’11.4.96 N.1 - Anno XVII - GENNAIO-FEBBRAIO 2012 FILIALE DI RASTIGNANO Via A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973 - Fax 051.6264241 mano, se si era in prima fila come me, quasi lo si poteva toccare. Trovarsi così vicini ad una persona che ha fatto so- gnare, commuovere e riflettere non solo le generazioni passate, ma anche quel- le odierne, è una sensazione simile a quella che si potrebbe provare nel rive- dere di sfuggita una persona amata nel passato. Marco Tamarri, responsabile all’ufficio della cultura a Porretta, prese il microfono e presentò il tema della se- rata: “C’è chi dice no!”, ovvero una cri- tica rivolta agli artisti dei giorni nostri, disposti sempre di più a mercificare la loro immagine per il successo. Dopo il breve excursus iniziale, Tamarri iniziò a elogiare appassionatamente Guccini sotto ogni aspetto, il quale ad un certo punto lo interruppe dicendogli: “Le ri- cordo che sono sposato”. Le risate del pubblico furono così intense che copri- rono il fastidioso sfrigolio dell’impian- Pochi giorni dopo che la biblioteca Don Milani di Rastignano affiggesse sulla porta d’ingresso una locandina con su scritto: “C’è chi dice no!”, ospite della serata Francesco Guccini, fu subissa- ta da telefonate di pianoresi increduli. Io stesso, quando lessi il nome di uno dei più grandi cantautori italiani, andai di persona alla biblioteca, fortemente dubbioso che il “Guccini” della locan- dina fosse quello che mi aspettavo io. Non riuscivo proprio a credere che un’artista del calibro di Fabrizio De An- drè, che aveva fatto la storia della musi- ca italiana, tenesse un intervento a due passi dalla mia abitazione, e per di più in un luogo che frequento abbastanza regolarmente. Di fronte al mio scetti- cismo, la bibliotecaria Manuela Zocca sprofondò nella sedia, giustamente esa- sperata da giorni e giorni di domande del mio stesso genere, e con un sorriso stanco mi rassicurò che: “Sì, è proprio Guccini, quello vero”. L’evento, orga- nizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune e dalla Provincia di Bolo- gna, rientrava nell’ambito della mani- festazione “Il Buffet del Giovedì”, per il ciclo di incontri “L’obbedienza non è più una virtù”. Quindi era proprio vero: Rastignano avrebbe ospitato il grande Francesco Guccini, un uomo che, con le sue parole, riesce e riuscirà per sempre a far commuovere milioni di persone. Andai alla Biblioteca di piazza Piccini- ni due ore prima dell’inizio dell’incon- tro, fissato per le 21.00 del 18 settembre 2011. L’afflusso costante di persone che entravano riempì velocemente la salet- ta ed in pochissimo tempo le sedie era- no già tutte occupate. Secondo la biblio- tecaria, eravamo all’incirca centotrenta persone, fra le quali il sindaco Gabriele Minghetti e l’assessore Benedetta Ros- si. Guccini, si sa, è una persona molto umile, che non ama glorificarsi e so- prattutto rifugge la folla delle grandi città, ed è per questo motivo che lo si vede spesso nei piccoli borghi. Non fece attendere troppo a lungo il pubbli- co, com’è invece prassi comune fra le celebrità, e all’ora stabilita sbucò fuori da una stanza insieme al coordinatore della serata Marco Tamarri. L’atteggia- mento con cui Guccini fece la sua com- parsa, con la schiena curva e lo sguardo basso, lo facevano sembrare una per- sona del tutto ordinaria. Fu accolto da un poderoso scroscio di applausi che lo accompagnò fino a che non si sedette. Intanto il pubblico si stava mangiando con gli occhi il grande poeta, lì, a pochi metri di distanza, che ad allungare una FRANCESCO GUCCINI A RASTIGNANO Sebastiano Bernardi [email protected] La redazione del giornale ringrazia i commercianti che hanno partecipato alla manifestazione in occasione del quindicesimo anniversario del giornale: La Coccinella – profumeria – Rastignano Caramella Baby abbigliamento bambino – Pianoro Pizzirani – ferramenta e casalinghi – Rastignano Domus – Vini – Pianoro La vetrina dei Sogni – Bologna Cinti – Calzature – Bologna Donna Club – Bologna segue a pag. 4

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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6558 dell’11.4.96 N.1 - Anno XVII - GENNAIO-FEBBRAIO 2012

FILIALE DI RASTIGNANOVia A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973 - Fax 051.6264241

mano, se si era in prima fila come me, quasi lo si poteva toccare. Trovarsi così vicini ad una persona che ha fatto so-gnare, commuovere e riflettere non solo le generazioni passate, ma anche quel-le odierne, è una sensazione simile a quella che si potrebbe provare nel rive-dere di sfuggita una persona amata nel passato. Marco Tamarri, responsabile all’ufficio della cultura a Porretta, prese il microfono e presentò il tema della se-rata: “C’è chi dice no!”, ovvero una cri-tica rivolta agli artisti dei giorni nostri, disposti sempre di più a mercificare la loro immagine per il successo. Dopo il breve excursus iniziale, Tamarri iniziò a elogiare appassionatamente Guccini sotto ogni aspetto, il quale ad un certo punto lo interruppe dicendogli: “Le ri-cordo che sono sposato”. Le risate del pubblico furono così intense che copri-rono il fastidioso sfrigolio dell’impian-

Pochi giorni dopo che la biblioteca Don Milani di Rastignano affiggesse sulla porta d’ingresso una locandina con su scritto: “C’è chi dice no!”, ospite della serata Francesco Guccini, fu subissa-ta da telefonate di pianoresi increduli. Io stesso, quando lessi il nome di uno dei più grandi cantautori italiani, andai di persona alla biblioteca, fortemente dubbioso che il “Guccini” della locan-dina fosse quello che mi aspettavo io. Non riuscivo proprio a credere che un’artista del calibro di Fabrizio De An-drè, che aveva fatto la storia della musi-ca italiana, tenesse un intervento a due passi dalla mia abitazione, e per di più in un luogo che frequento abbastanza regolarmente. Di fronte al mio scetti-cismo, la bibliotecaria Manuela Zocca sprofondò nella sedia, giustamente esa-sperata da giorni e giorni di domande del mio stesso genere, e con un sorriso stanco mi rassicurò che: “Sì, è proprio Guccini, quello vero”. L’evento, orga-nizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune e dalla Provincia di Bolo-gna, rientrava nell’ambito della mani-festazione “Il Buffet del Giovedì”, per il ciclo di incontri “L’obbedienza non è più una virtù”. Quindi era proprio vero: Rastignano avrebbe ospitato il grande Francesco Guccini, un uomo che, con le sue parole, riesce e riuscirà per sempre a far commuovere milioni di persone. Andai alla Biblioteca di piazza Piccini-ni due ore prima dell’inizio dell’incon-tro, fissato per le 21.00 del 18 settembre 2011. L’afflusso costante di persone che entravano riempì velocemente la salet-ta ed in pochissimo tempo le sedie era-no già tutte occupate. Secondo la biblio-

tecaria, eravamo all’incirca centotrenta persone, fra le quali il sindaco Gabriele Minghetti e l’assessore Benedetta Ros-si. Guccini, si sa, è una persona molto umile, che non ama glorificarsi e so-prattutto rifugge la folla delle grandi città, ed è per questo motivo che lo si vede spesso nei piccoli borghi. Non fece attendere troppo a lungo il pubbli-co, com’è invece prassi comune fra le celebrità, e all’ora stabilita sbucò fuori da una stanza insieme al coordinatore della serata Marco Tamarri. L’atteggia-mento con cui Guccini fece la sua com-parsa, con la schiena curva e lo sguardo basso, lo facevano sembrare una per-sona del tutto ordinaria. Fu accolto da un poderoso scroscio di applausi che lo accompagnò fino a che non si sedette. Intanto il pubblico si stava mangiando con gli occhi il grande poeta, lì, a pochi metri di distanza, che ad allungare una

FRANCESCO GUCCINI A RASTIGNANOSebastiano Bernardi

[email protected]

La redazione del giornale ringrazia i commercianti che hanno partecipato alla manifestazione in occasione del

quindicesimo anniversario del giornale:

La Coccinella – profumeria – RastignanoCaramella Baby – abbigliamento bambino – Pianoro

Pizzirani – ferramenta e casalinghi – RastignanoDomus – Vini – Pianoro

La vetrina dei Sogni – BolognaCinti – Calzature – Bologna

Donna Club – Bologna

segue a pag. 4

“lettere” 2 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012

curata e valorizzata. Capisco le esigenze economiche ma credo che occorra riflettere attenta-mente e agire con molta pruden-za, sono convinto che l’ambiente in cui viviamo sia la base per la qualità della vita ed è nostro primario dovere salvaguardar-lo, non solo per il presente, ma anche per il futuro.

Giampaolo Grillini

RISPONDE L’ASSESSORE COMPETENTE

È difficile rispondere in poche ri-ghe alla lettera perché l’argomento è complesso e tocca tanti aspetti. Forse il signor Grillini non ha po-tuto partecipare ad una delle diver-se riunioni che abbiamo fatto nelle frazioni per illustrare le scelte e ricadute del nuovo Piano dove c’è stato spazio per spiegare meglio come funziona potendo anche ri-spondere direttamente alle persone, sicuramente meglio ed in modo più esaustivo di quanto cercherò di fare ora. Sin dall’impostazione del Pia-no, diversi anni fa, è stata proposta la scelta di localizzare il nuovo svi-luppo urbanistico di Pianoro anche in considerazione delle indicazioni che dettano le leggi regionali e pro-vinciali in materia. La scelta è stata quella di localizzare queste poten-ziali aree nel capoluogo dove sono presenti servizi ed infrastrutture. Ma la cosa più importante è che le aree che sono state individuate sono aree che “possono” essere tra-sformate solo a seguito di un nuo-vo strumento operativo (il POC) che individuerà esattamente dove ed in che misura si potrà interve-nire. Non esiste un automatismo come nel vecchio PRG; non a caso il numero ed estensione delle aree che hanno questa possibilità sono molto maggiori rispetto al valore dimensionale che Pianoro si è data come possibilità di sviluppo e che deve rispettare come tetto massimo. Questo meccanismo da la possibili-

IL PIANO STRUTTURALE DEL NOSTRO COMUNE

Sull’ultimo numero de L’Idea di novembre – dicembre 2011 ho letto l’articolo di Marco Pizziolo riguardo al nuovo piano strut-turale comunale e vorrei espri-mere la mia opinione sull’argo-mento. Confesso di non capire molto di tutte queste sigle (PRG, POC, PSC, ecc…) ma la cosa che mi risulta abbastanza chiara è la volontà di urbanizzare e ce-mentificare in modo esagerato il nostro territorio, purtroppo già sfruttato notevolmente in questi ultimi anni. Quello che mi preoccupa di più è che, que-ste opere in progetto, vanno a coinvolgere anche le nostre amate colline, mettendo a grave rischio luoghi di immenso valo-re. Per fare un esempio, mi sem-bra un grosso errore urbanizza-re la zona “Gualando”, un fiore all’occhiello per Pianoro, un pol-mone di verde e tranquillità, fre-quentatissimo e amato non solo dai cittadini del nostro comune. Inoltre è confinante col parco del Ginepreto che quindi rimarreb-be affogato, a valle dalle fabbri-che già esistenti e a monte dai palazzi che verrebbero costruiti. Parlando e ascoltando la gente, mi rendo conto che del nostro paese sono apprezzati principal-mente due aspetti, il paesaggio e i servizi; ho il forte timore che questa intensa urbanizzazione possa comprometterli ambedue. Oltretutto, vedendo tanti appar-tamenti invenduti e case sfitte, mi domando se è proprio così indispensabile realizzare tanti nuovi insediamenti abitativi. Comunque, secondo il mio pa-rere, si possono trovare soluzio-ni alternative come ristrutturare ed ampliare costruzioni già esi-stenti, lasciando intatto il nostro indispensabile verde, in parti-colare la parte collinare che, tra l’altro, andrebbe maggiormente

tà ai futuri amministratori di poter scegliere e di innescare anche una certa concorrenza tra le diverse aree a beneficio della collettività. In ogni caso l’area del Gualando manterrà una sua spina centrale pubblica in cui dovranno trovare spazio verde pubblico, spazi attrezzati anche per lo sport e la possibilità di dotazioni scolastiche e comunque servizi di pubblica utilità. So di non poter es-sere esaustivo in poche righe e quin-di invito il signor Grillini, assieme a chiunque altro fosse interessato ad approfondire alcuni aspetti del nuovo Pano, a contattarmi in Co-mune. Sarò ben lieto di poter dare le informazioni di cui i cittadini necessitano.

Marco Sassatelli

IL PARCO DI VILLA PINI

Ogni anno, con l’avvento della bella stagione, noi abitanti di Rastignano ci ritroviamo con i nostri bambini al parco di villa Pini antistante la vecchia scuola elementare, nel bel centro della frazione. Contentissimi della presenza di esso, poniamo però al Comune ed ai funzionari addetti una problematica di importante rilevanza; il parco non ha recinzione e tante volte si è riusciti a non far avvenire tragedie, la presenza nei mesi più caldi del seguente parco è veramente massiccia ed a volte anche se molto attenti, si rischia di perdere di vista i piccoli che, molto spesso, vengono avvistati sul ciglio del marciapiede dove a pochi metri passano auto e bus che, se trovano il semaforo ver-de sfrecciano anche a velocità elevate. La situazione si aggrava sabato e domenica per il transito di motociclisti ed auto di ogni tipo che si dirigono direzione futa e centro città. Visto che fino a questo momento siamo stati fortunati ad evitare spiacevoli conseguenze, pongo un quesi-

to agli addetti all’urbanistica del Comune di Pianoro. Perché non fare una recinzione in modo che siamo tutti più tranquilli? Perché bisogna aspettare sem-pre che si mobiliti il popolo con petizioni di firme e quant’altro? Visto l’efficienza di chi ci am-ministra, confido che provino a risolvere la faccenda in modo da poter far vivere alle famiglie momenti distensivi, rendendo ancor di più funzionale il parco di villa Pini.

Giosuè Miccio

RISPONDE L’ASSESSORE COMPETENTE

La problematica sollevata è com-prensibile e per certi aspetti anche già da noi affrontata. Abbiamo sem-pre escluso, e francamente a mio parere opportunamente, di recin-tare spazi pubblici a meno che non siano di utilizzo esclusivo di certe tipologie di fruitori o utenti (vedi ad esempio scuole o aree sportive ecc.). A mio avviso nel caso specifico il vero problema insiste sui percorsi di accesso che danno sulla via A. Costa, gli unici in un qualche modo che affacciano direttamente sulla strada. La valutazione che è stata fatta e che avremmo intenzione di proporre è di inserire degli elemen-ti dissuasori che impediscano ad esempio ad un bambino di correre direttamente verso la strada. Credo che già un intervento di questo tipo ridurrebbe notevolmente il rischio evidenziato.

Marco Sassatelli

IL RAZZISMO TOCCA ANCHE NOI

Forse merita spendere qual-che parola su questa patologia psicologica che si alimenta di concetti retrogradi, di cultura analfabeta, spesso generata o al-meno sorretta dall’ignoranza di una parte della politica, intesa a promuovere un’improbabile superiorità di una certa regio-ne italiana, rispetto alle altre. Tale pretesa di superiorità è accompagnata a forme di razzi-smo giustificate dalla cosi detta “necessità” di salvaguardare i propri interessi e le proprie tradizioni, spesso confuse con l’oscurantismo. A Pianoro, sep-pure bonaccione e indulgente, non mancano parentesi di raz-zismo che non sempre rivesto-no la forma xenofoba. Ricordo, a questo proposito, una frase che pronunciò un pianorese, seccato per un mio rilievo, del tutto giustificabile, che metteva in evidenza la stupidità di un

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n.1 anno XVII

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 3 L’IDEA

concetto ch’egli aveva esposto e che non era nemmeno l’unico. Mi aveva urlato, papale papa-le: <<T’ha mai dato una sberla tuo marito?>> Puntualizzando che il compagno della mia vita era persona intellettivamente alta e rispettosa dell’Altro, mi sono resa conto che la persona in questione (fortunatamente single) riteneva logico un com-portamento violento verso la moglie, peraltro ritenuta infe-riore al coniuge maschilista. Se questo non è razzismo, cos’è? Lo è di genere, peraltro non diverso dalle leggi razziali che decre-tano l’inferiorità di altre razze rispetto alla propria. Entriamo invece nella xenofobia vera e propria, quando disprezziamo il colore della pelle o l’etnia degli stranieri. A questo proposito vo-glio citare un ulteriore esempio pianorese: una signora che abi-tava in paese anni fa, fece una considerazione che mi lasciò di stucco. Scandalizzata, diceva te-stualmente: <<Che indecenza! Il Comune ha assunto un nero a pulire le strade, invece di un bianco>>. A parte tali evidenti forme di mancato rispetto ver-so le persone trovo, purtroppo, anche in questo simpatico paese nel quale vivo e che pratica vo-lontariato in molti campi, degli atteggiamenti che sfiorano il razzismo, pur non manifestan-done la totale entità. E’ un sot-tile e sotterraneo malumore che coinvolge gli stranieri quando godono di qualche favore pub-blico. Spesso, in totale malafede, si parla di usurpazione, da par-te di costoro, per facilitazioni o vantaggi ottenuti peraltro a nor-ma di legge. Ovviamente accade se si scontrano con propri inte-ressi personali. A questo punto desidero puntualizzare che il razzismo è un sentimento, non solo deprecabile, ma anche fuori moda. La ragnatela mondiale, espressa via Internet, globaliz-

za la specie umana, annullan-do i concetti divisori di razze e culture. E’ la nostra ignoranza e quella di alcuni nostri Gestori in primis che si ostina a fare di-stinzioni. Sia pure nell’ambito di logiche differenze, oggi la razza umana tende all’omologazione di scelte e di intenti, sopratut-to per merito di certa gioventù, preparata e intelligente, che ri-fiuta i distinguo razzisti e le loro dannose conseguenze.

Luigia Bimbi

I COSTI DEI CIMITERI

In data 4 gennaio 2012 presso il cimitero di Rastignano sono state estumulate le salme dei miei nonni materni Mario Fri-geri ed Irlanda Sammut. Sono a sottolineare l’estrema gentilezza dell’addetta dell’ufficio Servizi Cimiteriale che, con chiarezza e professionalità, mi ha illustrato la procedura burocratica ed ope-rativa delle fasi della estumula-zione. Gli stessi addetti, presso il cimitero, si sono dimostrati validi operatori che con discre-ta sensibilità hanno attuato le operazioni di estumulazione. Sono però a porgere ai lettori ed all’amministrazione alcune considerazioni in merito, nella speranza che queste possano essere tenute in considerazione. Il nonno è deceduto il 4 gen-naio 1977 quindi sono passati 35 anni dalla sua sepoltura; la nonna, deceduta nel 1965, dopo riesumazione dal cimitero della Certosa avvenuta presubilmen-te nel 1977, è stata tumulata nel cimitero di Rastignano. Per quest’ultimo passaggio è stato necessario la protezione ester-na in zinco della bara per ovvi motivi igienico-sanitari aspetto che ha sicuramente rallentato il processo di decomposizione. Purtroppo per entrambi i corpi non si era completata la fase di

mineralizzazione necessaria per poterli porre nell’ossario; è stata pertanto necessaria la sepoltura in terra. Con me era presente an-che mai zia di ottanta anni, figlia dei nonni, in quanto abbiamo ritenuto doveroso, nel ricordo di chi ci ha voluto bene e ci ha cresciuti, accompagnare i nostri cari anche in questo ulteriore passaggio. Inutile dire il dispia-cere nel rivedere i loro corpi, mummificati e non ancora mi-neralizzati, con ancora impressi i connotati che li avevano carat-terizzati in vita (capelli, pelle, unghie) senza poi prendere in considerazione l’emanare del cattivo odore. Il motivo per cui faccio presente questi aspetti è per avanzare alcune considera-zioni. Mi sono informata da co-noscenti esperti in Medicina Le-gale ed ho letto parti di trattati scientifici sulla decomposizione dei corpi: una salma tumulata in loculo non si deteriora prima dei 40 anni periodo calcolato comunque per difetto, in rap-porto anche ai medicinali che al defunto, in vita, erano stati som-ministrati. Stando così i fatti mi chiedo per quale ragione sia ne-cessario estumulare, dopo “soli” 35 anni le salme ben sapendo che, per la maggior parte dei casi, sarà poi necessaria un ulte-riore sepoltura (nel camposanto di Rastignano i nonni non sono gli unici ad avere avuto questo procedimento). Sicuramente la necessità di liberare loculi per nuove salme sarà un motivo rilevante anche se comunque ho visto ancora parecchi loculi vuoti. Poi un pizzico di malizia,

nel pensare ai miei risparmi, mi sovviene: euro 150 x 2 = 300 per la prima fase dell’estumulazio-ne necessari in ogni caso. Euro 220 x 2 = 440 per l’ulteriore se-poltura (considerando che se avessi attuato il tutto nel mese di dicembre l’importo per ogni salma sarebbe stato di euro 200 quindi è stato applicato un au-mento del 10% ma purtroppo l’addetto comunale per l’estu-mulazione era in meritate ferie). Euro 220 x 2 = 440 per l’estumu-lazione fra 5 anni (cifra che non resterà di certo invariata). Per un totale di euro 880, a mio av-viso inutilmente spesi, se il con-tratto dei loculi potesse essere di almeno 40 anni prevedendo ma-gari una piccola spesa ulteriore al momento del decesso per ga-rantire un più lungo tempo di riposo nei loculi. Senza contare inoltre che il necroforo dipen-dente comunale avrebbe potuto indirizzare il suo intervento in altre mansioni e la retribuzione per il secondo necroforo, addet-to esterno, si sarebbe potuta non sostenere, sempre che queste mie ultime informazioni siano corrette. Come cittadina di Ra-stignano so che il mio Comu-ne, in questa fase delicata della vita italiana, ha delle ristrettez-ze economiche legate alla crisi contingente, ma sarei davvero dispiaciuta se, per far mera esa-zione, si speculasse anche sui nostri cari defunti.

Federica Maranesi

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“lettere”

4 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“attualità”to acustico. Il tema della serata aveva un carattere decisamente impegnativo, ma il cantautore intrattenne il pubbli-co con aneddoti comici sulla sua vita, sfoderando un talento da cabarettista che nessuno si sarebbe mai aspettato. Il suo modo di parlare, di ricordare, i suoi riflessi alle domande del coordinatore erano ammalianti, e tutti noi pende-vamo dalle sue labbra. Il cantautore ci raccontò di come, da giovane, si ritrovò a scrivere canzoni quando voleva inve-

ce sfondare nel mondo dell’editoria; di quando, in Grecia, il suo battello ebbe un’avaria e le persone furono accompa-gnate a riva dall’equipaggio, dove ad attenderle c’erano degli asinelli che le portarono in cima a un monte; dei libri che ha scritto e che sta tuttora scriven-do, come avrebbe sempre voluto fare, e tantissime altre cose. Quando era ormai chiaro che Guccini non aveva la ben-ché minima intenzione di affrontare il tema della serata, si alzò una persona

dal pubblico, che disse: “Maestro, a me interesserebbe però sapere una cosa che mi sta molto a cuore, e cioè il ruolo dei giovani all’interno della politica”. Guc-cini rimase un attimo in silenzio, arros-sì e rispose: “Accidenti, questa è una domanda di un certo spessore!”. Parlò di quel che pensava a riguardo, senza più il trasporto emotivo dimostrato in precedenza, e concluse dicendo: “Altro proprio non saprei… è un discorso dif-ficile e … savùt ca’t dèga.”

segue da pag.1 (articolo su Francesco Guccini)

“Un po’ voglia d’estate, un po’ voglia di stare insieme e un po’ vo-glia di conoscere le origini storiche del territorio pianorese ed ecco che salta fuori il RIMESCOLONE D’INVERNO o meglio, Il QUIZ SHOW! Venerdì 20 gennaio si è svolta una magnifica serata presso la sala Arcipelago con le famose crescentine del circolo ARCI, la festa della birra che ormai è una tradizione, un bellissimo spettacolo di danza con le allieve di Dalia De Angelis della scuola di ballo “Battito d’ali A” e ovviamente il grande QUIZ SHOW che ha tenuto impe-gnate le varie frazioni fino a mezzanotte inoltrata! Lo scopo dell’e-vento era quello di finanziare il progetto di arte-terapia “Il Villag-gio dei Desideri” ideato da Monalisa Tina con la supervisione della dottoressa Angela Baggio, che mira ad aiutare attraverso le attività espressive i bambini che vivono un disagio psico-sociale. La rispo-sta di Pianoro è stata a dir poco straordinaria! Abbiamo superato le più rosee aspettative con oltre 150 presenze. Un’ospite speciale della serata è stato il grande Adriano Simoncini che ha partecipato alla stesura delle domande del Quiz-show inserendone alcune specifiche sulla storia e la geografia del nostro paese. Adriano ci ha ricordato quanto sia importante conoscere le nostre radici, i monumenti che fanno parte del nostro territorio e la storia del nostro paese, che molti oggi ignorano. Era presente come sempre il nostro Sindaco Gabriele Minhetti, che ha ribadito il pieno appoggio da parte del Comune a tutte le attività che mirino all’arricchimento del tessuto sociale e che supportino le iniziative a sostegno dei cittadini. Veramente straordi-nario è stato anche lo spettacolo di Dalia De Angelis, classe ‘86, e del-le sue allieve, alcune di appena 10 anni, che hanno incantato l’intera sala per oltre mezz’ora sulle note del grande Tchaikovsky. Durante il Quiz-Show con oltre 90 domande, la battaglia è stata serrata ed alla fine ha trionfato la squadra di Rastignano.

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Questa è la classifica:Rastignano: 77 puntiBotteghino-Riosto: 74 puntiPianoro Vecchio: 68 puntiPianoro Nuovo 2: 62 puntiPianoro Nuovo 1: 60 puntiPian di macina: 59 Punti

È stato un evento meraviglioso con una risposta straordinaria del paese. Ancora una volta, grazie Pianoro!”

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 5 L’IDEA “attualità”Racconterò di una persona distinta e dai modi garbati che a metà degli anni novan-ta incontravo passeg-giando lungo i laghetti del parco appena spia-nato, nuovo e bello di Pianoro. Nella prima-vera dell’anno scorso la rivedo andando ad una mostra di pittura alla Fornace di Rasti-gnano, di cui avevo notato l’avviso nella locandina esposta sul-la vetrina dell’ufficio d’assicurazioni dove mi ero recato qualche giorno prima. Con sor-presa scopro che lui era l’autore delle opere ed ancor di più mi colpi-va la qualità dei lavo-ri esposti, l’intensità e l’atmosfera che essi creavano, le forme raffinate delle immagini, la forza alchemi-ca dei colori, la padronanza delle tecniche. All’inaugurazione della mostra, Adriano Simoncini alla presenza del sindaco, ci raccontò come per caso aveva scoperto anni prima le risorse di Franco Pacetti, l’artista in questione, e di come aveva fa-ticato a convicerlo a mettersi in gioco ed esibire il suo lavoro. Del resto, nonostante la sua particolare riservatezza, Franco è uno specialista del settore a tutto campo: ha iniziato fin da giovane a dipingere e di-segnare. Passa un po’ di tempo e vado a trovarlo a casa per documentarmi meglio. Subito scopro che il suo più attivo sosteni-tore è la moglie Maria Cecilia che in questi ultimi tempi ha anche raccolto metodi-camente l’estesa produzione del marito che, con l’aiuto dei figli, è catalogata ed è rintracciabile in un database al computer. Ha conosciuto il futuro marito quando lui era insegnate di educazione artistica fuo-ri Bologna. Quando si sono sposati, dopo qualche anno è riuscito a rientrare con l’insegnamento nella propria città. Fran-co, nato in provincia di Trento, si trasferì da ragazzo a Bologna con la propria fami-glia dove ha frequentato il liceo artistico e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti. Nella propria formazione scolastica ha avuto l’occasione d’incontrare figure artistiche di grande rilievo, in particolare Dino Bertocchi, Osvaldo Licini e Giorgio Morandi. Ha avuto la fortuna di riuscire con quest’ultimo maestro a mettere a pun-to la tecnica dell’incisione che aveva colti-vato da autodidatta fin dai tempi del liceo. L’incisione è una tecnica che porterà avan-

ti negli anni, sviluppando un proprio stile attraverso un’intensa sperimentazione e ricerca. Quando Franco andava all’Acca-demia si trovava come in una grande fa-miglia, dice lui: <<I maestri conoscevano da vicino gli studenti, loro erano in pochi ed il rapporto era amichevole>>. Per con-fermarmi questo mi mostra un imponente ed antico torchio che ha installato in casa, ereditato dal maestro Dino Bertocchi. Con questo macchinone di ghisa, aiuta-to dalla moglie, riesce ancora a stampare in modo netto e pulito le sue acqueforti. Tornando ai tempi della scuola c’erano a Bologna grandi personalità che hanno dato un forte impulso alla cultura artisti-ca: Longhi, Arcangeli, Emiliani. Eravamo nel dopoguerra e finita la scuola Franco vinse un concorso per l’insegnamento e si allontanò da Bologna per lavorare, obiet-tivo ambito e non facile da raggiungere, ma importante per arrivare alla propria autonomia economica. Prima si recò ad insegnare in un paesino delle Marche ed in seguito a Ferrara. Ritornò a Bologna nei primi anni sessanta ed ha continuato ad insegnare nelle scuole medie di questa cit-tà venendo poi ad abitare a Pianoro, dove ormai risiede da diversi decenni. In tutto questo tempo ha continuato a lavorare con l’acquaforte ed il disegno. Le sue opere giovanili, ancora conservate nelle cartelle, erano le vedute dal vero sul fiume Reno con i pescatori, le lavandaie, la campagna, luoghi non lontani da dove abitava. Poi le immagini diventano più intime, più visio-narie, meno legate alla realtà immediata. Continua ad osservare le cose intorno a lui e le propone attraverso il filtro della me-

moria, sperimentando il modo di rappresen-tarle. I temi che più lo colpiscono sono il portico di Bologna che contiene e protegge le persone, la notte che trasfigura le forme, la figura. La figura è un elemento centrale della sua produzione, ese-guita principalmente con i pastelli, la matita e l’inchiostro. Queste opere non sono la rap-presentazione del ri-tratto alla ricerca della verosimiglianza, sono lo studio della forma ideale, dove specchia-re i propri sentimenti che sono mutevoli, vi-sibili nel ridefinire le linee di contorno del

volto, delle mani, degli occhi. Le linee di per se sono movimento e lui lo amplifica nel moltiplicarle, con tratti che non sono ripensamenti ma inseguono i mutamen-ti dell’immaginazione mentre le aree di riposo dell’immagine sono le pennellate scure, collocate dentro e fuori la figura, che non riempiono gli spazi vuoti, anche esse misteriose. Dice che lo sguardo delle persone è spesso rivolto ai propri pensieri e questo lo si può osservare dal movimen-to degli occhi e lui con il disegno interpre-ta questo moto interiore. Come si è visto il mistero è un altro suo tema preferito, nelle acqueforti la sperimentazione in questa direzione è su come possa emergere nella rappresentazione l’aspetto enigmatico di cose viste o immaginate come la siluette del paesaggio urbano, la figura elegante del corpo femminile che appare dal gro-viglio degli oggetti intorno, il racconto dei propri sogni notturni o di quelli ad occhi aperti. Franco si stà attualmente organiz-zando per una grande mostra antologica in una galleria di Bologna ed in quest’ope-razione la moglie lo aiuta. Verrà realizzato un grande catalogo, le opere saranno scel-te con cura, l’obiettivo è quello di dare evi-denza al suo lungo percorso artistico. Non è mai stato interessato ad operazioni mer-cantili sul proprio lavoro. La mostra alla Fornace lo ha incoraggiato a far vedere al pubblico le sue raffinate ricerche. Non do-vremmo mancare a questo appuntamento.

Piergiovanni [email protected]

UN INCISORE LOCALE

Da sinistra Gabriele Minghetti, Franco Pacetti e Adriano Simoncini

riodo che alcuni considerano già di decrescita: tutto questo nell’arco solamente di poco più di mezzo secolo. Ai miei tempi (ciò mi fa sentire un po’ vecchia, ma tanto è così) i problemi energetici ed il con-sumismo non esistevano e la maggioranza delle persone viveva in povertà riutilizzan-do e riciclando tutto quello che poteva. I contadini erano gente che soffriva una con-dizione sociale che li faceva sentire di serie B. Oggi invece credo che la maggioranza di coloro che coltivano la terra,

o si occupano di allevamen-to di bestiame, lo faccia per passione e possa contare su conoscenze e mezzi per ren-dere più facile la propria vita ed efficiente il proprio lavoro, progettando il proprio cam-po e vivendo una dimensione comunque migliore di quella della catena di montaggio di una fabbrica (sia delle mac-chine che dei cervelli). È pia-cevole constatare come molti giovani desiderino tornare alle campagne ed alle colline, per produrre e consumare cibi locali, genuini e sani, evi-

Nell’opinione di tanti il no-stro è un paese dormitorio, Pianoro infatti è uscito dalla guerra completamente di-strutto, tanto da dover essere ricostruito tre chilometri più a valle. Per cui la maggioran-za di noi, pur abitando qui anche da vari anni, non è na-tiva e lavoro, studi, trasporti (ormai individuali) spesso non hanno aiutato e non aiu-tano a costruire vere relazio-ni. Io stessa non mi sono im-pegnata più di tanto perché questa condizione cambias-

se, però mi piace stare con la gente e mi sono unita ad un gruppo di persone che parla di transizione. Mi trovavo una sera di dicembre presso il museo Arti e Mestieri, bella struttura dedicata alla civiltà contadina pianorese a pochi passi da casa mia, e dovevo parlare con la responsabile, ma lei era impegnata a se-guire una riunione su tale ar-gomento. Così mi sono mes-sa anch’io in ascolto. I temi della chiacchierata erano il picco del petrolio, la crisi economica, il cambiamento climatico, la crisi energetica e la necessità per il futuro di creare una comunità più re-siliente, di favorire relazioni più strette a livello locale, di prepararsi alla transizione verso stili di vita differenti ed altro ancora. Mi sono su-bito detta: questi argomenti interessano tutti, compresa la mia famiglia. Nel corso del-la mia vita ho visto il mondo pre-industriale, poi la grande crescita esponenziale dell’in-dustria e adesso possiamo dire di vivere ormai in un pe-

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tare inutili sprechi e consumare in modo attento e responsabile. Il progetto della transizione contiene tutti questi princi-pi ed altri ancora, dando comunque alle persone l’occasione di allacciare tra loro relazioni più autentiche e di vivere con maggiore partecipazione il proprio terri-torio, regalando loro un sogno e l’oppor-tunità di pensare al futuro con maggiore ottimismo. Forse è utopia? I sogni sono sempre un po’ esagerati, ma infondono quella forza che può davvero spingerci verso il futuro: la speranza è già futuro. Ovviamente mi sono subito aggregata al gruppo Pianoro in Transizione. Ma cos’è la transizione? Questo termine esprime una caratteristica tipica dei sistemi na-turali. La resilienza è la capacità di un ecosistema di adattarsi ai cambiamen-ti, anche traumatici, che provengono dall’esterno e quindi di non degenerare: è una sorta di flessibilità rispetto alle sol-

lecitazioni. La società industrializzata è caratterizzata da un bassissimo livello di resilienza a causa della dipendenza dal petrolio. Grazie all’abbondanza di petrolio a basso prezzo è possibile ave-re energia ovunque e spostare enormi quantità di merci da una parte all’altra del pianeta. Facile è scorgere la fragilità di questo assetto: basta chiudere i ru-binetti del carburante e la nostra intera civiltà si paralizza. I progetti di transi-zione invece mirano a creare comunità fortemente resilienti attraverso la ripia-nificazione energetica, la rilocalizza-zione delle risorse e la costruzione di una rete sociale molto unita e solidale.Calendario delle iniziative:5 febbraio 2012, ore 15.30, museo di Arti e Mestieri Le Transition Towns: come far fronte alle crisi e progettare insieme il nostro futuro, sostenibile e resiliente. In-contro con Cristiano Bottone, facilitatore

del movimento di Transizione in Italia.26 febbraio 2012, ore 16.45, mu-seo di Arti e Mestieri visio-ne del film “L’undicesima ora”.11 marzo 2012, ore 16.45, museo di Arti e Mestieri visione del film “Home”.18 marzo 2012, ore 9.30, piazza di Liver-gnano “Transizionando per Pianoro”, passeggiata alla riscoperta di luoghi, persone e storie del nostro territorio.22 aprile 2012, ore 9.30, parcheggio piscina comunale di Pianoro Nuova “Transizionando per Pianoro”, pas-seggiata alla riscoperta di luoghi, persone e storie del nostro territorio.Maggio, “il Cantamaggio”, bal-li, canti e merenda per i po-deri delle nostre campagne.Maggio, festa di Pianoro in Transizione.

Sandra [email protected]

pianorointransizione.wordpress.com

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 7 L’IDEA “attualità”

Una sera festosa di mezza estate, mentre stavo pas-seggiando nella mia cara Pianoro, ho incontrato il maestro Luigino Vignolo che mi rinnovava l’invi-to all’ascolto delle prove presso la sede della Prolo-co dell’ormai famosissimo coro Blue Skies da lui di-retto. Più volte in passato, questo invito mi aveva atti-rata; l’idea di cantare in un coro era davvero bella, ma soprattutto, la mia voglia di cantare era davvero tan-ta. Mi rendevo conto però, che gli impegni famigliari non mi avrebbero permes-so di essere puntualmen-te presente agli appunta-menti e perciò rinunciai. Ma quell’incontro, forse complice la luna piena o la provvidenziale presenza di alcuni componenti del coro, miei cari amici da tempo, mi fece propendere per il sì e così andai. Ora, dopo solo sei mesi, non posso più farne a meno. Le prove del venerdì alle 21, sopra al bar del Ginepreto, con perso-ne meravigliose, sono mo-menti di grande aggrega-zione, di festa ed allegria, ma soprattutto, di attenzio-ne, volontà ed impegno per raggiungere risultati molto buoni che a volte ci lascia-no quasi increduli. L’ultimo concerto di Natale tenuto a villa Aldrovandi-Mazza-

corati, presso il teatro del 1763, ammirato da turi-sti di tutto il mondo, ci ha dato grande soddisfazione, come pure quello al museo Arti e Mestieri e quelli a vil-la Giulia ed alla Casa Pro-tetta che hanno dato tanta gioia agli ospiti di quelle strutture. Una bella espe-rienza canora è stata anche quella tenuta presso Sayer-lack in occasione l’evento “Fabbriche Aperte”. E allo-ra signore e signori, giovani e meno giovani, se qualcu-no, come me ha voglia di cantare, ci venga ad ascol-tare e se la voglia è proprio tanta potrà fermarsi anche a provare. Vi aspettiamo!

Lucia Nascetti

8 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“cultura” IL CORO BLUE SKIES

Una manifestazione alla sala Arcipelago

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 9 L’IDEA “attualità”Il personaggio

LA “PASSEGGIATA DEL SABATO” di Umberto FusiniUna bella invenzione che dura da trent’anni

Il nostro giornale ha più volte illustrato la pregevole attività di Umberto Fusini nella dife-sa dell’ambiente: - il ruolo che ha avuto nella nascita e nella gestione del Centro Anfibi; - il suo impegno come accompa-gnatore nelle escursioni sco-lastiche; - “L’Ululone”, la ru-brica che tiene su L’Idea. Ora vogliamo raccontare ai lettori che cosa è la sua passeggiata del sabato che a nostro avviso è la sua creatura più bella. Il nostro Umberto, nel 1982, ha incominciato a scoprire, in-sieme al suo amico Daniele, l’ambiente pianorese. Le gite

venivano fatte il pomeriggio del sabato libero dal lavoro. Poi altri amici ed altri curiosi si sono accodati e pian pia-no le ore 14 di tutti i sabati dell’anno sono diventati l’ap-puntamento a Pianoro Nuova di chiunque voglia unirsi, ben gradito, ai gitanti che sono mediamente venti-trenta. Nel tempo la gita è diventata sempre più ricca di opportu-nità. Non più soltanto il desi-derio di scoprire il territorio. È diventata anche il piacere di stare in compagnia; è anche un’occasione per ascoltare un esperto che camminando

tiene una lezione sulla fauna presente nella zona oppure su come è nato il Contraffor-te Pliocenico; e ancora è di-ventata monitoraggio degli animali che sono a rischio di estinzione (il tritone alpestre, l’ululone, la salamandrina). Le conoscenze scientifiche all’interno del gruppo (geolo-gi, biologi, botanici, naturali-sti professionisti) consentono di intrattenere rapporti con università ed associazioni culturali che sono ben liete di utilizzare ricerche e sco-perte fatte. Ed infine la gita è diventata anche un esercizio

fisico che col tempo consente di camminare su percorsi non facili ma molto piacevoli. Tut-to bene quindi. Ma quello che a nostro avviso è più straor-dinario è la capacità di Fusini che, insieme con William Vi-varelli, Stefano Galli e gli al-tri amici più vicini, è riuscito a mantenere in vita per tanti anni una sia pur piacevole ma così difficile consuetudine. E tutto fa pensare che la cosa continuerà ancora a lungo.

Marco [email protected]

Ebbene si, anche questa volta il nostro piccolo comune acquisisce rilevanza na-zionale e lo fa nel volontariato. La Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli, presen-te nel nostro territorio con una sezione guidata da William Vivarelli, ha scelto una foto di quest’ultimo per la tessera na-zionale 2012. William Vivarelli è un noto fotografo bolognese che dalla metà degli anni ‘80 si cimenta come fotografo natu-ralista, ma solo nel tempo libero. Dal 2007 pratica questa sua passione a tempo pieno

ed al suo attivo ha diverse pubblicazioni. Tra le prime una serie di poster 70x100 su vari temi che vanno dagli anfibi, ai rettili, agli uccelli ed alle orchidee della nostra provincia. Vivarelli ha realizzato alcuni video documentari per la Provincia di Bologna e la Regione Emilia Romagna. Negli ultimi anni su numerosissimi libri a livello nazionale figurano sue foto, un esempio per tutti la collana Ornitologia Italiana la più importante del suo setto-re con 10 volumi. Collabora fin dai primi

numeri con una sua rubrica sulla rivista Savena Setta Sambro e da due anni con la rivista Le valli bolognesi. Invitiamo i lettori ad unirsi a questa importante as-sociazione locale che dal 1982 si occupa di salvaguardia del territorio e divulga-zione ambientale contattando il delegato locale William Vivarelli allo 051.46.900.84 o alla mail [email protected].

Stefano [email protected]

UNA FOTO PIANORESE SULLA TESSERA NAZIONALE DELLA LIPU

10 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“attualità”IL CENSIMENTO DELLE COPERTURE CONTENENTI AMIANTO

Infatti nel caso di installazione contestua-le alla bonifica dell’amianto si potrebbe avere accesso a contributi maggiori che potrebbero coprire interamente i costi sostenuti. Nelle prossime settimane, nel trasmettere il testo dell’ordinanza alle aziende, ci sarà allegata una lettera in-formativa in cui chiederemo di manife-stare, senza impegno alcuno, l’interesse a partecipare ad un’iniziativa di gruppo di acquisto per interventi di bonifica gra-zie all’installazione contestuale del foto-voltaico. Spero ci sia interesse a questa opportunità perché se si raggiungeranno quantità importanti, con un coordina-mento del Comune come sopra richiama-to, si potrebbero ottenere tariffe e prezzi di mercato molto concorrenziali che age-volerebbero la possibilità di molte impre-se nel poter procedere nella bonifica della propria copertura con un impatto mol-to modesto sotto il profilo finanziario.

Marco SassatelliAssessore alla Qualità Urbana ed Ambientale

Nelle prossime settimane avvieremo que-sto percorso che parte dal coinvolgimen-to in particolare delle aziende per rilevare la presenza dell’amianto nelle coperture dei fabbricati. Ci stavamo lavorando già da tempo ma abbiamo voluto tentare un approccio leggermente differente. Credo infatti che non serva agire solo in modo burocratico e formale richiamando il ri-spetto delle norme vigenti, ma si debba fare ogni sforzo per cercare di agevolare le aziende soprattutto in un momento di crisi come quello attuale. Per questo nell’ordinanza che uscirà abbiamo cer-cato di semplificare le modalità per re-alizzare il censimento lasciando tempi più che congrui per effettuare le verifiche che sarebbero necessarie. Infatti, dopo una prima fase di pura segnalazione me-diante la compilazione di una scheda che potrà essere inviata anche tramite mail al Comune, è previsto un secondo momen-to più cadenzato nel tempo in cui va ve-rificato da parte di un tecnico lo stato di conservazione della copertura contenen-te amianto. Questo approccio lo abbiamo

proposto al tavolo tecnico dei rappresen-tanti delle attività produttive ed all’ASL che hanno concordato su modalità e contenuti. Ma la cosa cui tengo in par-ticolare è il percorso parallelo che si sta conducendo per verificare l’opportunità di realizzare una sorta di gruppo di ac-quisto coordinato dall’Amministrazione mediante CISA (il Consorzio degli Enti Locali di cui Pianoro è socio fondatore che sviluppa progetti sul tema energeti-co) per consentire alle imprese interessate di accedere ai contributi sul fotovoltaico.

Marco Sassatelli

Ringraziamo Remo Rocca per il suo lavoro in Consiglio Comunale.

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 11 L’IDEA

I carri saranno preceduti dalla banda folcloristica Dozzese accompagnata dai frustini ed un gruppo di ballerini, vi sarà anche il trenino costruito dalla Proloco per trasportare i bambini che potranno anche salire sui carri, se riusciranno a trovare posto. Il percorso attraverserà le vie dello Sport, Giovanni 23, Ario-sto, Risorgimento, Bolognesi, Gramsci con arrivo in piazza dei Martiri dove ci sarà l’immancabile presentatore Gian-luigi Pagani. Dopo la premiazione dei carri Il Teatrino dell’Es presenterà uno spettacolo comico e coinvolgente che piacerà a grandi e piccini intitolato Il Manifesto dei Burattini con Arlecchino, Pulcinella, Balanzone, Brighella, Panta-lone ecc. Sorpresa finale per festeggiare il 25° carnevale. Il carnevale di Pianoro è organizzato dalla Proloco col patroci-nio del COMUNE di PIANORO e con la partecipazione di Pollegivess, As-sociazione Giovanile Pianoro, I Piccoli del Colibrì ed altri volontari. In caso di maltempo la manifestazione ver-rà rinviata alla domenica successiva.

Luciano Faggioli

“attualità”

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Alcuni momenti della manifestazione dello scorso anno

Il tradizionale scambio degli auguri na-talizi che la Banca di Credito Coope-rativo di Monterenzio organizza con i propri soci ha avuto quest’anno come protagonista assoluto l’orchestra giova-nile Alfredo Impullitti di Pianoro diretta egregiamente dal maestro Michelange-lo Pellegrino. L’orchestra, che prende il nome dal compositore abruzzese scom-parso da qualche anno, si pone l’obiet-tivo di avvicinare i più giovani alla mu-sica fornendo loro i mezzi necessari per accrescere la loro conoscenza e sensibilità in ambito musicale. Molto apprezzati dai soci i brani eseguiti durante la serata, con un emozionante coinvolgimento del pub-blico durante l’esecuzione dei pezzi più conosciuti. Durante l’intervallo sono stati premiati i soci che fanno parte della com-pagine sociale della banca da 30 anni. Nel marzo di quest’anno si festeggeranno i 110 anni di attività della Banca di Credito Cooperativo di Monterenzio. Ricorreva infatti l’anno 1902 quando un gruppo di 18 soci fondatori, incoraggiati dall’allora parroco di San Benedetto del Querceto, Don Luigi Faggioli, nei locali della par-rocchia diedero vita alla Cassa Rurale Dei Depositi e Prestiti di San Benedetto del Querceto. Di tempo da allora ne è tra-scorso parecchio; i soci oggi sono quasi 2000 e l’ambito operativo della Banca si è esteso a diversi comuni del nostro territo-rio. Lo spirito tuttavia è rimasto lo stesso di allora: sostenere ed accompagnare i progetti imprenditoriali che nascono e si sviluppano sul nostro territorio. Sostegno alle imprese ed alle famiglie che la Banca cerca di non far mancare anche oggi in un contesto generale non certo favorevole. Tutto questo ovviamente, sempre nel ri-spetto delle regole di una sana e prudente gestione e nella valutazione puntuale del merito creditizio.

Gianluigi Pagani

AUGURI IN MUSICA

12 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“attualità”

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tiche. Comunque niente paura. Il tutto sarà affrontato con chia-rezza, senza sottintesi e nessun nascondiglio. Agli Assessori ho consigliato che deve sempre prevalere il buon senso, senza polemizzare, senza prendere posizioni assurde o contrastan-ti in Consiglio. In paese regna di nuovo la calma e non deve essere il Consiglio Comunale a ripristinare un clima di scon-tro come quello della campagna elettorale. Ho sentore che la minoranza presenterà un Or-dine del giorno sulla viabilità comunale. In effetti l’andamen-to stagionale è pessimo e piove da diversi giorni. La viabilità comunale, già compromessa dalle frane primaverili, è ormai pressoché impraticabile e nuove frane sono cadute o stanno per cadere. Non ho potuto prendere nessun provvedimento di una certa entità per mancanza di fondi ad Hoc. Lo Stato è assente e finanzia la grande viabilità e la rete autostradale. Finiremo che avremo grandi autostrade ma non avremo le strade per ac-cedervi!”

11 Dicembre 1960 – Dome-nica: ”Ieri sera si è svolto il Consiglio Comunale con 19 consiglieri presenti. Tutto si è svolto con la massima regolari-tà. Anzi si è iniziato con la vo-tazione di un Ordine del Gior-no che non figurava nell’elenco degli oggetti da discutere ma tutti lo hanno votato ed all’una-nimità. Tutto il resto del lavoro si è svolto con rapidità tanto che alle ore 24 si è sciolta la seduta dopo avere approvato all’una-nimità oltre 30 delibere. La se-duta è stata aggiornata a sabato 17 Dicembre alle ore 20.00. Il buonsenso è prevalso in tutti gli schieramenti e possiamo ri-tenerci molto soddisfatti del no-stro lavoro di Giunta.”

(continua)

03 Dicembre 1960 – Sabato: “Ieri sera di nuovo riunione di Giunta. Tutti presenti. Molti componenti parlano di rinnova-mento. Chi mai non è d’accordo su questo? Ma come dobbiamo rinnovare? Forse distruggendo tutto quello che vi è di vecchio? Dobbiamo rinnovare con i piedi per terra, il rinnovamento non è fantascienza; rompere con i vecchi metodi siamo d’accordo ma nell’esperienza e nell’inse-gnamento del passato; rinno-viamo pure ma con giudizio e lungimiranza. Sia pure con ri-tardo si è cominciato a parlare di bilancio. Il bilancio di previ-sione è importante per tutte le aziende, ma in modo particolare per i Comuni che di tutto devo-no rendere conto alla Prefettu-ra e agli elettori. L’operazione del Bilancio nei Comuni viene resa difficile dalla mancanza di autonomia dell’Amministrazio-ne che è vincolata e controllata da ogni parte. I nuovi ammini-stratori vedono l’operazione del Bilancio comunale solo in fun-zione di lotta politica. In effetti è il caposaldo dell’opera politica ma occorre predisporlo con mol-ta perizia tecnica ed oculatezza

affinché non si trasformi in un soggetto controproducente e dannoso per l’amministrazione ed i cittadini. E’ necessaria l’o-pera di un buon Segretario co-munale che lavori d’intesa con la Giunta ed Il Sindaco e che sia competente in materia. Qualche Assessore si sta rendendo con-to che la campagna elettorale è stata non ben indirizzata e le cose dette non erano giuste, anzi hanno contribuito a creare una situazione difficile che si è ripercossa anche su di loro. Co-munque tutto è passato, nessun rancore, nessun odio, niente vendette, solo qualche amarezza contenuta nel segreto della co-scienza.”

10 Dicembre 1960 – Sabato: “Ho in preparazione il 1° Con-siglio Comunale dopo l’insedia-mento. Non ho idea di come il nuovo Consiglio affronterà i tanti problemi amministrati-vi poiché 15 su 20 consiglieri sono nuovi eletti. L’Ordine del giorno deve prevedere 40 og-getti urgenti ed alcuni di un particolare impegno. Il timore è che ci saranno tante nuove idee, poca esperienza, tante spinte velleitarie e troppo poli-

PIANORO RACCONTA (37°)

dai diari del sindaco Silvio Mucinia cura di Romano Colombazzi

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28 Novembre 1960 – Lune-dì: “Tutto sembra sistemato nei migliore dei modi possibili. Le posizioni politiche concordate sembrano accettate con volontà unanime da una parte e dall’al-tra. Ricomincia il lavoro di sempre con spirito rinnovato. I cittadini di tutte le tendenze mi salutano e sorridono. Sembra il giorno successivo ad una parti-ta di calcio. Vi è tanta esuberan-za negli uomini che compongo-no il Consiglio comunale e la Giunta. Se tutto ciò si tramu-terà in volontà fattiva, potremo raggiungere grandi traguardi. Me lo auguro di cuore. La nuo-va amministrazione ha iniziato molto bene, senza nessun inci-dente. Nella riunione di Giunta ho spiegato che dobbiamo essere sinceri e non egoisti; lavoriamo per il bene comune; la nostra fatica è per risolvere i problemi importanti del Comune, i pro-blemi della classe lavoratrice e dei poveri, di coloro che da soli non sono in grado di risolverli. I ricchi non hanno bisogno del nostro aiuto, si aiutano da soli. Nei loro confronti adempiamo ai doveri d’ufficio senza discri-minazioni ma non dobbiamo in-teressarci dei loro affari privati. Per i poveri, invece, dobbiamo interessarci di tutto anche dei loro affari privati, delle loro fa-miglie, della loro difesa, della loro istruzione. E’ nostro com-pito tutelare i più poveri a qual-siasi partito essi appartengono. Ecco perché dobbiamo non esse-re egoisti politicamente”.

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 13 L’IDEA “cultura”

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Hanno collaborato: Daniela Mignogna Stefania Musolesi Fiorella Bigondi Roberta Lotti Giancarlo Benaglia

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civiche sul nostro territorio senza sostituirsi a funzioni tipicamente specialistiche, e di

offrire la propria azione di supporto al rafforzamento della rete sociale.

Per aderire cell. 331 3860337 Mail. [email protected]

Abbiamo chiesto attraverso un Ordine del Giorno in Consiglio Comunale, l’impegno del Sindaco e della Giunta di porre in essere azioni concrete, rivolte allo sviluppo del wifi ed al superamento del digital divide nelle zone di carente e mancata copertura. Numerose zone del territorio comunale sono servite dall’ADSL, mentre altre zone sono ancora escluse dal servizio -frazioni e zone rurali che restano in attesa di intervento di eliminazione del digital divide.- L’amministrazione comunale si è attivata per cercare di veder eliminato il problema affiancando i cittadini. L’ impegno tecnico è stato assunto dalla Società Quesse che non sembra garantire il completamento del lavoro. Quindi l’obiettivo è stato solo parzialmente raggiunto e ad oggi il progetto non pare procedere; a tal proposito abbiamo chiesto al Sindaco e all’assessore di dare chiarimenti esaustivi ai componenti del consiglio e alla cittadinanza. Noi chiediamo una completa copertura delle zone scoperte, (Botteghino, Zena, Livergnano, Montelungo, zone rurali e borgate sparse) e non ancora raggiunte

Ci siamo attivati, insieme ai comitati sorti, nel fermare la multinazionale americana Hunt Oil, che nel 2010 ha presentato procedimenti distinti per il territorio del fiume Panaro e del fiume Reno con parte del territorio di Pianoro, per impedire trivellazioni alla ricerca di idrocarburi. A tal fine abbiamo anche presentato un ordine del giorno per dichiarare che il Consiglio Comunale era CONTRARIO all’indagine e allo sfruttamento a fini estrattivi di eventuali giacimenti d’idrocarburi presenti all’interno del territorio comunale che è stato votato all’unanimità. Il muro di opposizione ha fatto sì che il procedimento che ci riguardava sia stato definitivamente ritirato dalla proponente Hunt Oil.

La Lista Civica ha votato a favore dell’O.d.G. a sostegno della pianificazione energetica da fonti rinnovabili e all’esclusione della produzione di energia da fissione nucleare. La Direttiva Europea 2009/28/CE stabilisce precisi obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili, (17% per l’Italia al 2020), percentuali necessarie per il disegno complessivo di rendersi progressivamente indipendenti

dall’utilizzo di fonti fossili come il petrolio e delle recenti gravissime ripercussioni ambientali.

Abbiamo chiesto di modificare il regolamento sulla classificazione delle strade (e sulla costituzione del consorzio strade vicinali) con criteri più equi nei confronti di alcune casistiche.

Abbiamo fatto una raccolta di firme per ottenere un semaforo con pedone intermittente in prossimità dell’ attraversamento pedonale di via nazionale in corrispondenza della antica farmacia di pianoro nuova. L’attraversamento pedonale si

trova al culmine di un dosso e gli automobilisti che provengono da Pianoro Vecchio si accorgono all’ultimo momento dei pedoni, mentre coloro che provengono da Rastignano arrivano in quel punto a forte velocità- In passato eventi più o meno gravi si sono verificati proprio su quell’attraversamento pedonale così pericoloso. Abbiamo fatto parte del Comitato “io scelgo il Bellaria” per evitare la programmata chiusura della Chirurgia generale ad indirizzo oncologico (rimarrà al Bellaria solo una struttura semplice di Chirurgia senologica). Ciò comporterà che questo tipo di pazienti in futuro sarà costretto a rivolgersi ad altre strutture ospedaliere nell’ambito della stessa azienda o addirittura extra-aziendali, con un disagio non solo in termini organizzativi e gestionali per loro e per i loro familiari, ma anche in termini logistici ospedalieri perché andranno a gravare su altre strutture e quindi avranno un forte impatto negativo sulle rispettive liste d’attesa, già così difficili da gestire.

Nella giornata mondiale delle malattie rare abbiamo proposto un Ordine del giorno di Consiglio comunale, che è stato approvato, in solidarietà e sostegno alle persone affette da Malattie Rare, nell’attesa di veder riconosciute ufficialmente le patologie nell’elenco delle malattie rare dell’ISS; abbiamo chiesto che si adottino iniziative e normative per migliorare la vita delle persone che convivono con queste patologie croniche, con diritto a una pensione ed all’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza sanitaria, data l'impossibilità di svolgere una normale attività lavorativa da parte di chi ne è affetto.

Abbiamo altresì -sostenuto le politiche per le persone con disabilità e abbiamo richiesto, in maniera prioritaria al Governo, -il ripristino delle risorse a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, dal Fondo Nazionale sulle Politiche Sociali e dal Fondo Nazionale sulla non autosufficienza, nonché di quelle necessarie a livello regionale e locale; -la revisione dei livelli essenziali sanitari e sociosanitari fissati nel 2001 e già indicati dalla L.328/2000, aggiornando il dibattito sul concetto di “livello essenziale” alla luce dei nuovi paradigmi e concetti introdotti dalla Convenzione ONU; -l’omogeneizzazione a livello nazionale dei criteri di compartecipazione al costo dei servizi nel rispetto del principio dell’evidenziazione della situazione economica del solo assistito e del contributo economico simbolico e sostenibile.

La lista civica Un’ idea in Comune non è una coalizione, non è un movimento, ma è “un luogo” in cui le scelte si fanno in base a criteri condivisi e democraticamente decisi, e si portano avanti anche attraverso la capacità dei nostri rappresentanti in consiglio comunale, senza spinte “da dietro” dei partiti. Ma è anche vero che la forza della lista civica è la possibilità di sperimentare e mettersi in gioco nella più totale libertà di pensiero. Questa lista rappresenta in qualche modo una sperimentazione, un progetto che si concretizza giorno dopo giorno, nel continuo ascolto dei cittadini, nel seguire lo sviluppo di una idea dal nascere fino alla sua realizzazione.

PILLOLE DAL CONSIGLIO COMUNALE

Nel consiglio comunale del 30 Novembre abbiamo espresso la nostra contrarietà riguardo al rinnovo del contratto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti azionari di Hera S.P.A. poiché riteniamo che il soggetto che eroga questa tipologia di servizi debba essere una multiutility a capitale pubblico non mista pubblico/privato, e non deve essere condizionata dalla speculazione borsistica. L’agenzia S&P ha tagliato il giudizio sul debito di Hera, portandolo da “A/A-1” ad “A-/A-2”, in seguito all’attuale situazione economica e alla recente performance industriale della società. Tuttavia, il giudizio conferma la municipalizzata emiliana tra le emittenti di grado non speculativo. Le prospettive per i prossimi trimestri restano negative. Nel consiglio comunale del 19 dicembre abbiamo dichiarato la nostra contrarietà alla scelta fatta dalla Giunta, di variare il proprio bilancio pluriennale per avere la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef nel 2012, nella percentuale massima consentita che è dello 0,8%. Si tratta di una decisione che giudichiamo affrettata. Inoltre ci sembra troppo bassa la quota esente Irpef, ora fissata in 10.000 euro, che andrebbe aumentata. Ci rendiamo conto che i ripetuti tagli dei trasferimenti dal governo centrale agli enti locali, sommati alla riduzione delle entrate causata dalla crisi economica, stanno determinando una condizione difficilmente sostenibile per i bilanci dei Comuni, che potrebbe mettere in pericolo la qualità dei servizi pubblici da essi erogati. Tuttavia la scelta di prevedere, anche solo come opportunità, l’aumento dell’addizionale Irpef avrebbe come conseguenza quella di confermare la strutturale iniquità del sistema italiano fiscale, aggravando ulteriormente una pressione tributaria che già si concentra quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati, già colpiti dagli effetti diretti della crisi economica e si correrebbe il rischio reale di moltiplicare i livelli di tassazione.

Un’idea in Comune: FORUM DI DISCUSSIONE DEI CITTADINI DI PIANORO - segnalazioni dirette dei cittadini su facebook -

LE PRINCIPALI AZIONI SVOLTE DALLA LISTA CIVICA NEL 2011

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 15 L’IDEA “attualità”

Da alcuni mesi i pianoresi non lo vedevano più ogni mattina in piazza dei Mar-

tiri ed in occasione delle va-rie sagre dove “una mano” la dava sempre. La notizia

della sua malattia si era sparsa in paese, ma si spe-rava nella sua forte fibra. Purtroppo Gianni Draghet-ti si è spento in una giornata di sole di questo incredibile inverno. Era di gran lunga “Il più amato dai pianoresi” come pubblicato nella spe-ciale classifica de “Il Resto del Carlino”. Nato nel 1940 a Pianoro, Gianni Draghetti del suo comune conosceva tutto e tutti. Per tanti anni è stato dipendente della succursale Fiat di via Emi-lia Levante. Terminato l’o-rario di lavoro Draghetti si impegnava in altre atti-vità per potere mantenere

la moglie Pina ed i quattro figli in maniera dignitosa. Sono stati in tanti a salutar-lo per l’ultima volta nella parrocchia di Santa Maria Assunta, fra questi anche il volontario che quest’an-no lo ha sostituito nel suo “storico” ruolo di Babbo Natale. <<Ne avrei fatto volentieri a meno>> com-menta commosso <<anche perché qualcuno si è ac-corto che non ero Gianni e mi ha chiesto perché era cambiato il Babbo Natale!>.

Paolo [email protected]

Sono state ben 73 le coppie di pianoresi che quest’anno hanno festeggia-to le nozze d’oro. L’amministrazione comunale le ha volute festeggiare in tre diversi momenti. L’ultimo incontro, che ha visto la presenza di 16 cop-pie che hanno trascorso assieme 50 anni, si è svolto, con la presenza del sin-daco Gabriele Minghetti, presso il museo di Arti e Mestieri Pietro Lazzarini.

Paolo [email protected]

IN RICORDO DI GIANNI DRAGHETTI

LE NOZZE D’ORONella foto Walther Sarti ed Anna Amadesi, Fernando Delfini ed Edda Manservisi, Elvio Macchia-velli ed Anna Maria Pastorelli, Adriano Bianchi e Venusta Mon-terumici, Antonio Gondoni e Paola Rambaldi, Romano Ferri e Maria Rosa Natali, Franco Collina e Ro-mana Cevenini, Romano Nanet-ti e Giovanna Cremonini, Rocco Benigno ed Ester Falasca, Luigi Cavallo ed Angela Maria Galassi, Umberto Bertuzzi ed Alice Gaspe-rini, Antonio Monti e Giuliana Si-monatti, Ruggero Ecchia e Mirella Sandri, Giorgio Oca e Giannina Bollini, Antonio Giovanni Do-nadio e Carmina Biscaglia e Ser-gio Senegalliesi e Grazia Giorgi.

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L’anno che inizia si presenta irto di inco-gnite per lo sport pianorese. Mentre il co-sto delle strutture è da tempo ammortiz-zato, sono purtroppo le spese delle varie gestioni, alla luce dei tagli ai bilanci co-munali ed alla notevole diminuzioni del-le sponsorizzazioni legate all’andamento dell’economia, a diventare un problema quasi insostenibile. Dell’incerto futuro si fanno interpreti Piero Maini e Alessandro Tagliati rispettivamente amministratore della Pianorese Calcio e presidente della Nuova Pianorese Baseball che comples-sivamente vedono impegnati circa 300 giovani atleti attorno ai quali si muove un piccolo esercito di volontari, genitori

e nonni che svolgono un importante ruo-lo sia nella manutenzione delle strutture che in occasione della varie trasferte. Nel calcio sono diminuite, anche se in manie-ra non drammatica, le sponsorizzazioni così come i contributi comunali per le utenze degli impianti da cui ne deriva una gestione sempre più squilibrata ed in definitiva insostenibile per il futuro. La realtà della Nuova Pianorese Base-ball non è di molto diversa. Raggiunto l’ambizioso traguardo della serie B che ha visto la compagine pianorese gareg-giare con onore con le rappresentative di Firenze, Udine e Vicenza, per la squadra del presidente Tagliati il 2012 si presenta

nebuloso. La parte a carico della società per oneri quali utenze e pulizia campo assieme alle spese per le trasferte, peral-tro contenute al massimo, e soprattutto l’iscrizione alla serie cadetta portano ad un deficit notevole che non si sa come ripianare. Il futuro dello sport a Pianoro diventa così un problema che dovrà im-pegnare tutta la comunità. Resta quindi l’interrogativo del vuoto che potrebbe verificarsi per la mancata attività delle società sportive che finora hanno svolto un ruolo fondamenta per la crescita dei giovani pianoresi.

Paolo [email protected]

LO SPORT, UN FIORE ALL’OCCHIELLO PER LA NOSTRA COMUNITÀ

16 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“sport”

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n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 17 L’IDEA “sport”

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Esordienti 2000

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Base ragazzi

Base cadetti

I CIPRESSI DI PELIZZANO1- Questi sono i cipressi di Pelizzano, registrati nell’elenco degli al-beri storici della Regione come “filare”, non è così, sono in cerchio ed è un gran bel vedere. Molti li avranno notati quando andando da Pian di Macina verso Sasso Marconi si valica per scendere alle Gan-zole. Bastano pochi secondi di riflessione e subito ci si sente meglio.

CROLLA IL TELEFONO2- Questo ammasso di vitalbe, rovi ed altro stanno per far crollare il palo della linea telefonica, se la neve arriva prima della manu-tenzione sarà inevitabile. Comunque lo segnalo, si trova in via del Querceto ed il palo è il 19 o 20, i numeri spesso sono illeggi-bili a distanza, però se si vuole intervenire i dati sono sufficienti.

LA RACCOLTA DEI RIFIUTI4- Si parla spesso della raccolta dei rifiuti porta a porta, poi si vedono situazioni del genere e la distanza da quel-lo che si vorrebbe fare e da quello che possiamo fare diven-ta evidente. Il livello medio di educazione civica nel no-stro paese, non ci permette di sognare. Sarebbe già molto se invece del porta a porta riuscissimo ad utilizzare i cassonetti.

l’ululonedi Umberto Fusini

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LA BANDA DI PIANORO3- Finché la banda suonò il mio ragazzo era lì, cantava Mina, noi abbiamo la banda che suona e speriamo che arrivino anche i ragazzi altrimenti il “grande” Luciano dovrà continuare e con-tinuare e… Un grazie immenso a Luciano Fagioli e compagni.

Quasi tutta Pian di Macina era ai lati della strada quella domenica della corsa dei sacchi, della pentolaccia e dell’albero della cuccagna. Già venti ragazzi dentro i sacchi fino alla cin-tola, avevano preso il via dalla Cà di Sotto per quella divertente e chiasso-sa gara. I concorrenti, saltando e cor-rendo verso il traguardo, avevano già la lingua fuori. Pundarlen era in van-taggio ed arrivò in piazza con venti metri su Mingarlén e venticinque su Balocia. Duardon cadde tre volte, ma pure arrivò quarto, mentre inve-ce Nello arrivò con il sacco in mano. Un’ora dopo, al campo sportivo, la duplice pentolaccia tenne allegra la gente accorsa. Le urla di incitamento erano generali, e quelli con il basto-ne, bendati non sapevano a chi dare ascolto. A volte, mollavano bastona-te a quelli troppo vicino. Una donna, non più tanto svelta, se ne prese una

su una spalla, tanto violenta che la si dovette portare all’ospedale. La don-na, portò una muratura che le dava molto fastidio. Giurò che non sareb-be mai più andata in nessun gioco, e mantenne la parola. Alle cinque di sera, pronte per l’ardita salita all’al-bero della cuccagna, tre squadre di tre giovanotti ciascuna, fecero la ti-rata a sorte per chi doveva salire per primo quel palo, tutto spalmato di grasso fino alla cima. Due squadre di Pian di Macina e una di San Laz-zaro, si contendevano il ben di Dio che penzoloni era in cima al palo. Un prosciutto, una mortadella, due galli, due zamponi, salami e tanta salciccia. La sorte fu benigna ai paesani, infatti toccò di partire per primi ai tre di San Lazzaro, ma tutti e tre non arrivaro-no a metà del palo. Poi partì la mia squadra, composta da me, Pundarlén e Giannetto, ma anche noi non arri-

vammo alla cima. La piazzetta era piena di gente, le grida di incoraggia-mento ci incitavano, ma per noi ogni speranza era svanita. Venne poi il tur-no della terza squadra, composta da Ubaldo, Duardon e Lorsi che, giunti al cerchio in cima, si presero i pezzi migliori. Poi, con nostro gran piacere, la squadra di San Lazzaro abbandonò la gara perché, i componenti, aveva-no i vestiti buoni già tutti sporchi di grasso giallastro. Mentre le squadre di Pian di Macina avevano pantaloni e magliette vecchie, e quindi per loro fu una manna. Noi di Pian di Macina facemmo un bel ripulisti di quel che restava lassù, sul palo. Alla sera tardi gran salcicciata. Invitammo anche i tre ragazzi di San Lazzaro a mangia-re con noi, tutti insieme in una bel-la tavolata e tanta allegria. La serata finì, per me, con una sigaretta, la pri-ma fumata nei miei vent’anni di vita.

I racconti di AngiolinoLA CUCCAGNA

a cura di Umberto [email protected]

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 19 L’IDEA “cultura”

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20 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“attualità”

Anche Pianoro è coinvolto, come tut-ti i Comuni italiani, nelle indagini sui falsi invalidi. Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza. Non è vero che «un invalido su quattro è falso», come aveva dichiarato nel marzo 2011 il presidente dell’INPS Mastropasqua. La realtà è diversa e ad essere revo-cate sono state non certo 1 pensione ogni 4, ma solo 4 su 100 -(vedi dati di CittadinanzAttiva lo scorso mese di dicembre). La caccia ai furbi, agli approfittatori, ovvero ai falsi invalidi, per molti mesi è stato argomento in primo piano di stampa e televisione. Molti gli opinionisti ed i politici che si sono buttati nell’azione moralizzatri-ce dell’INPS che nel 2010 aveva revo-cato - a suo dire - il 23% delle pensio-ni di invalidità. Dal Governo erano arrivati a ventilare un risparmio per lo Stato di un miliardo di euro. Ma al di là di queste previsioni, infondate sul piano contabile, la Corte dei Conti nel novembre 2010 ha invece registra-to un risparmio di circa 70 milioni di euro su 17 miliardi di euro di spesa. A qualcuno ha fatto comodo crederci, altri l’hanno accettata senza porsi in-terrogativi o dubbi, scambiando dati provvisori e improbabili proiezioni per definitive certezze. In sintesi: nel 2010 la percentuale delle revoche alle invalidità è inferiore di un punto e mezzo rispetto al 2009. E soprattutto è clamorosamente falso che una pen-sione su quattro va ai falsi invalidi.

Negli stessi giorni, poi, Nori, il diret-tore generale dell’INPS - quindi non certo l’ultimo degli uscieri - viene invitato a una Conferenza di Confe-sercenti per una relazione sulla pre-videnza, ma fatalmente il suo inter-vento scivola anche sui controlli sulle false invalidità e racconta che nel 2010 «abbiamo revocato pensioni di inva-lidità per il 10%, per il 35% abbiamo modificato il giudizio sanitario. Per le revoche siamo in attesa di even-tuali contenziosi». Le modificazioni del “giudizio sanitario” consistono in una ridefinizione della percentuale di invalidità in più o in meno rispet-to a quella precedente (ad esempio da 90% a 80% oppure da 75% a 80%), senza incidere sul diritto alla pensio-ne. Conta dunque poco. Il vero dato è il 10% delle revoche sul 2010! Riba-disco: 10 non 23! Non una su quattro, ma una su dieci. Ma Nori sa benissi-mo che su quelle revoche ci sarà (o è già in corso) contenzioso. E sa anche che - come asseverato formalmente dalla Corte dei Conti il 9 novembre 2010, con Delibera n. 84 - l’INPS soc-combe davanti al Giudice per il 67% dei casi che trattano di invalidità ci-vile. Quindi, quel 10% è destinato a scendere di oltre la metà: 4 revoche confermate ogni 100 controlli. Altro che una pensione ogni quattro! - (dati raccolti da “Superando”). Per quanto riguarda la nostra realtà locale abbia-mo dati sulla disabilità che proven-

gono dal Distretto nel Piano di Zona 2009-2011 dal quale emerge che la presa in carico di utenti disabili nel sistema dei servizi è un fenomeno in forte crescita (+ 38% nel territorio del-la provincia di Bologna fra il 1999 e il 2006); che la popolazione disabile in carico ai servizi si va profondamente modificando, principalmente a causa del progressivo invecchiamento del-la popolazione in carico, che ha una speranza di vita molto più alta rispet-to al passato; vi è un calo dell’utenza in carico per cause congenite e l’au-mento delle disabilità acquisite per trauma o per patologia, spesso in età adulta, con bisogni assistenziali, ria-bilitativi ed educativi diversi rispetto alla utenza storica; vi è una presenza di soggetti pluripatologici e in par-ticolare della presenza di soggetti in cui alla disabilità si accompagnano disturbi comportamentali. Il concetto stesso di disabilità si è ampliato: oggi si rivolgono al servizio disabili adulti anche persone che per esiti da malat-tia si trovano in una situazione inva-lidante, ma che fino a pochi anni fa non sarebbero stati considerati utenti dei servizi per l handicap. Quello che si evince da questi dati è che a Piano-ro la situazione delle invalidità è ben sotto controllo da parte de i servizi stessi.

Daniela Mignogna

LA CACCIA AI FALSI INVALIDI COINVOLGE ANCHE I PIANORESI

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 21 L’IDEA “attualità”

quasi 600 anni sino a tutto il secolo XI. Mancano i docu-menti ed il nostro desiderio di conoscere non può sod-disfatto che cogliendo qua

nequizie, che molti fuggiro-no dalla città e si ripararono sulle colline.” Ciò premes-so, le vicende del territorio di Bologna sono oscure per

“FRA PASSATO EPASSATO PROSSIMO”

(20°brano)

I CASTELLI DELLA VALLE DEL SAVENA E DELLO ZENADalla fine dell’Impero Ro-mano d’Occidente (476 d.c.) ebbe inizio il periodo più cruento delle invasioni bar-bariche nelle nostre valli. La lingua ufficiale, il latino, subì, nel corso dei secoli suc-cessivi, diverse trasforma-zioni. Nei vari scritti che si sono salvati dalle numerose distruzioni, troviamo diver-si sostantivi che indicano i luoghi fortificati che noi oggi chiamiamo “castelli”. Tito Livio usa due termini “castrum” e “castellum” nel senso di luogo fortificato. Isi-doro di Siviglia nel VII° sec. scrive dell’oppidum (luogo murato che serve da rifugio in caso di guerra) con più esattezza rispetto a vicus, pagus e castellum (abita-to fortificato). Più tardi, nei secoli VIII e IX, la topono-mastica castellana si arrichi-sce di numerosi nomi come saxum, petra e poi rocca in-dicanti fortezze costruite su alture rocciose. Nulla sem-bra differenziare la rocha dal castrum. Un ulteriore problema nasce dall’espres-sione “rocha cum castrum” che compare con notevole frequenza nelle fonti lettera-rie dal X al XII secolo. Scrive un anonimo poeta: ”L’abi-tante della campagna fugge in città o verso la montagna, ma nemmeno sul monte è al sicuro dal nemico, poiché vengono spogliate le chiese sull’alto, né giova rifugiarsi in esse con le proprie robe. Il feroce soldato ovunque infierisce col ferro e col fuo-co, incendiando villaggi, prendendo rocche e castelli”. Nel Liber Pontificalis, il do-cumento più autentico della storia dei Papi, è scritto: “Lo-tario imperatore carolingio spedì il figlio Lodovico (844-47) con grande esercito verso Roma contro il Papa Sergio II°. Entrato con sue genti nel territorio di Bologna, vi ope-rò tali stragi ed uccisioni ed

e là testimonianze indirette o seguendo le vicende di al-tre borgate che ebbero con le nostri valli comuni le sorti. Dopo il Mille, Bologna ha il bisogno di allargarsi e di fortificarsi verso il contado. Inizia così l’espansione del Comune di Bologna verso la campagna dove il Signo-re feudale era padrone del-le terre e degli uomini che le abitavano. I castelli della prima cerchia delle colline sono i primi ad essere at-taccati e distrutti. Tra questi Jola, Rastignano, Miseraz-zano, Croara e Pizzocalvo, poi più tardi i castelli della seconda cerchia delle colli-ne bolognesi, e cioè Sesto, Favale, Gorgognano, Piano-ro, Livergnano, Ancognano, Mugnano, Battedizzo, Bar-barolo, Scanello, Monzuno e tanti altri di cui narreremo più avanti.

IL CASTELLO DI RASTIGNANO

Sull’esistenza di un castello in detto Borgo, è il rogito del 1207 del Notaio Willielmo che riporta: “l’8 di settem-bre vende terra arativa in loco detto la Chiusura, che fu di Pietro Bono Converso di detta Chiesa e della metà di un ortale posto vicino al Castello di Rastignano”. Si presume che in questo luo-go, nei secoli andati, esistes-se un castello. Dove fosse ubicato non è ben precisato. Da una Bolla del Papa Ono-rio III, conservata nell’Ar-chivio della Metropolitana ed emanata nel 1221, esiste-vano, inoltre, a Rastignano

La valle del Savena a Nord

di Romano [email protected]

22 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“cultura”

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due chiese: la prima, sulla cima di un monte detto La Sampiera, dedicata all’A-postolo San Pietro, “che era situata in un castello, a meno di mezzo miglio di-stante dall’attuale chiesa e più verso la Crovàra, dove esisteva ancora nel 1567”. Si presume che il castello fosse a guardia del ponte romano oggi detto “del Paleotto” per assicurare la viabilità lungo la strada romana che era situata a sinistra del tor-rente Savena. Esisteva an-che un “Palazzone” o “Pa-lazzaccio” così chiamato, secondo vox populi, perché ha avuto al suo interno, in tempi non noti, una stanza

ad uso carcerario e tutti i palazzi carcerari venivano chiamati “Palazzacci”. Non è attendibile quanto indica-to nelle attuali planimetrie che indicano come Castello di Rastignano la Ex Villa del Principe Pio di Savoia, de-scritta nel libro “Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna” (vol. II anno 1847) come “la villeggiatura del principe Pio di Savoia, or-nata di un palazzo da poco in qua ingrandito, e reso più bello, contornato da magni-fico ed elegante giardino, con laghetti, grotte, ed in ogni altro corpo di Fabbrica imitante gli antichi Castelli, e tutto ciò che può concor-

rere a rendere un soggior-no accetto e piacevole ad abitarvi”. Attendibile è la località “il Castello” vicino al monte Croara dove era ubicato l’antico Catello del-la Croara o Corvara come riportato nel libro “Le chie-se parrocchiali della diocesi di Bologna” 1847 –Tomo 2 – pag.7 e a pag. 328 del Di-zionario Corografico,Georgico,Orittologico,Storico ecc. Parte II con documento del 26 Aprile 1084 del Notaro Piero. Da “Castel Petrosa e il borgo di Pianoro” di Mi-chelangelo Abatantuomo- pag.52 si legge: De castro Miseraciano viene ricordato in una carta del Novembre

1049. Pietro qui vocatur de Martino presbiter de castro Miseraciano e la moglie Pe-tronia (iugalis nostra) con-cedettero in enfiteusi una vigna situata ista parte flu-vio Savena, non logne ad monastero Sancti Rofilli, per il prezzo di un denaro d’ar-gento. La piccola comunità di Miserazzano possedeva una chiesa e un edificio for-tificato, dove poi venne co-struita la rosseggiante villa ottocentesca dei conti Negri ed oggi è indicata come Vil-la Miserazzano.

(Prosegue nel prossimo numero)

n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012 23 L’IDEA “cultura”

24 L’IDEA n.1 anno XVII - gennaio - febbraio 2012“attualità”

IL CONCORSO “MI SONO PERSO NEL BOSCO”

DONA UN LIBRO IN RICORDO DI IGOR PALLANTE

Continua l’iniziativa “Adotta un Libro” per ricordare il pianorese Igor Pallante in accordo con la libreria Irnerio di via Irnerio 27 a Bologna che permette a chiunque di donare un libro preso da una precisa lista alla Modateca di San Lazzaro di Savena. Sarà possibile acquistare un libro anche tramite bonifico dopo aver contattato via email la libreria [email protected]. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per accertarsi che il titolo sia ancora disponibile. Gli estremi per il bonifico:Carisbo, Filiale Via Irnerio – IBAN IT51C063850240307400120342S intestato a Libreria Irnerio, mettere come causale il titolo del libro.Libreria Irnerio applicherà uno sconto del 10% su tutti i libri della selezione.

L’Associazione “Un Pozzo di Idee - Cit-tadini Attivi”, in collaborazione con ANPI Pianoro, organizza per l’anno scolastico 2011-2012 un concorso lette-rario per gli studenti delle terze classi delle scuole medie dei comuni di Pia-noro, Loiano, Monterenzio e Monghi-doro. Desideriamo stimolare i ragazzi a riflettere sui valori della nostra Co-stituzione e per fare questo forniremo loro l’introduzione di un racconto che dovranno completare. Ragazzi e geni-tori potranno trovare il materiale per partecipare al concorso sul nostro sito www.unpozzodiidee.it oppure richie-dere informazioni ai loro professori o dirigenti scolastici. Durante il mese di febbraio presenteremo il concorso nelle scuole dei comuni partecipanti. I com-ponimenti dovranno pervenire all’indi-rizzo e-mail [email protected] entro il 10 aprile ed a fine maggio sarà organizzata la festa di premiazione.

Giovanni Macri Masi

L’idea a Famiglia Tassoni Amaduzzi sul ponte dell’isola di PAG - Croazia 2010

Famiglia Tassoni alla pietra di Baska isola di KRK Croazia

Porta sempre L’Idea con te, fai una foto strana e particolare con il tuo giornale!Inviala in formato jpg a [email protected]. Le migliori verranno pubblicate.“i lettori de L’Idea”