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Prospettive europee dell’obbligo

Rimini, 6 marzo 2011

Salvatore Pace

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OBBLIGOacquisire una prospettiva

• Riduttività della prospettiva non aiuta ad operare• Perché l’obbligo è un concetto complesso• Per capire la complessità riguardare lo scenario di

maturazione, il “brodo di coltura”• Solo comprendendo la complessità si può operare

nella scuola• Perché solo così si riesce ad ATTRIBUIRE UN

SENSO alle norme (ad es. obbligo) e si riesce ad organizzare l’attività.

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Lisbona ?

Nulla è neutro.

Per ogni comportamento umano c’è una spiegazione, da quelli più quotidiani ed

insignificanti alle grandi scelte dei popoli e dei governi, tutti assumono un senso a partire dal significato che attribuiamo alle parole e dai

valori a cui tendiamo.

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LO SCENARIO

All’inizio degli anni ’90 era radicalmente mutato lo scenario del Pianeta con il maturarsi di tre processi di enorme portata:

1. la caduta del blocco sovietico (il che voleva dire immensi mercati che improvvisamente si aprivano ai capitali sia dell’Occidente che dell’Oriente);

2. l’avanzare di nuove economie estremamente aggressive e forti di costi di produzione bassissimi ( le cosiddette “Tigri asiatiche” , Taiwan, Singapore, Hong Kong e Corea del Sud, cui si affiancavano minacciosamente due giganti fino ad allora “dormienti” come Cina e India);

3. lo “smaterializzarsi” del concetto di “denaro” e di “sistema finanziario” dovuto all’affermarsi delle comunicazioni e delle transazioni “in tempo reale”.

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L‘ ESITO

Questi tre processi diedero luogo a quella “globalizzazione” che significava veloce delocalizzazione delle produzioni, rottura del rapporto luogo di produzione/luogo dell’accumulazione, possibilità di sfuggire ai controlli fiscali ed ambientali spostando le produzioni in zone del Pianeta depresse, con salari bassi, senza vincoli per la tutela né dei lavoratori né dell’ambiente, posti dove era possibile moltiplicare in breve tempo i profitti.

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E L’EUROPA ?

Era chiaro a tutti che il “modello Europa”, senza immediate risposte strutturali, sarebbe rimasto travolto dal cambiamento.

Come fare a pensare al cambiamento senza stravolgere il tessuto sociale ed economico?

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Da dove si parte per andare a Lisbona

Un’ idea forte: responsabilità sociale delle imprese

Tra i documenti emanati dall’Unione Europea, un posto di primo piano assume il Libro Bianco di Delors “Crescita, competitività ed occupazione – Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo” del 1993.

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Perché ad un economista interessa la scuola?

Di fronte alla crisi occupazionalecrisi occupazionale Delors propone ai paesi membri di costruire una nuova economianuova economia sana, aperta, decentrata, competitiva e solidale.Per la Commissione Europea guidata da Delors scommettere sulla scommettere sulla crescita dell’Europacrescita dell’Europa significa puntare su “capitale umanocapitale umano, la risorsa principale, e sulla superiore competitività rispetto agli altri paesi valorizzando congiuntamente il senso di responsabilità individuale e di responsabilitàsenso di responsabilità individuale e di responsabilità collettiva,collettiva, elementi questi che caratterizzano quei valori di civiltà europeaciviltà europea che vanno conservati e adattati al mondo di oggi e di domani”

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Civiltà europea ?

In realtà Delors non intende la civiltà in senso non intende la civiltà in senso neocolonialeneocoloniale tipo l’esportazione con le bombe del sistema “democratico” europeo o l’imposizione del controllo sulle risorse petrolifere, cose che – soprattutto agli occhi degli “altri” ma anche purtroppo per larga parte del mondo occidentale -costituiscono il concetto di “civiltà europea”

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Piuttosto “modello europeo”

Delors si appella invece al concetto socialdemocratico e illuministico di capitalismo temperato e solidale fondato su di uno sviluppo inteso come diffusione del sviluppo inteso come diffusione del benesserebenessere a fette sempre più consistenti di popolazione grazie alla diffusione dei diritti e dell’economia solidale (sviluppo (sviluppo socialmente sostenibile)socialmente sostenibile)

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Come difendere il modello europeo ?

Già nel 1993, in risposta al dumping socialedumping sociale esercitato dai paesi asiatici, il Libro Bianco sottolineava come nel lungo periodonel lungo periodo una delle soluzioni migliori potesse consistere nell’aiutare tali paesi a creare le condizioni necessarie allo sviluppo della domanda sviluppo della domanda nazionale ed al miglioramento delle nazionale ed al miglioramento delle condizioni di vitacondizioni di vita

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DUMPING SOCIALE ?

Il dumping dumping è la vendita sottocosto: cioè, per guadagnare nuovi mercati e battere la concorrenza ci si rimette nella vendita praticando un prezzo più basso di quanto costi produrre la merce.

Il dumping socialedumping sociale consiste nel contenere i costi di produzione abbassando il costo del lavoro al di sotto della soglia di accettabilità minima (sopravvivenza). Ciò che in realtà si abbassa non è il costo delle merci ma il livello sociale della popolazione che produce (lett. “dumping”=scaricare rifiuti. Molto appropriato !)

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Come fare ?

lo strumento per resistere al dumping sociale non ènon è erodere il sistema di protezione sociale in Europa o ignorare i diritti all’estero, cioè fare a nostra volta dumping sociale per fare a nostra volta dumping sociale per essereessere competitivicompetitivi.

La ricchezza delle nazioni è basata in misura sempre crescente sulla creazione e sullo creazione e sullo sfruttamento delle conoscenze…”sfruttamento delle conoscenze…”

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PARENTESI: UN PUNTO DI PARTENZA ANTICO

Articolo 149 del Trattato che Istituisce la Comunità Europea

 La Comunità contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione

tra Stati membri e, se necessario, sostenendo ed integrando la loro azione nel pieno rispetto della

responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento e l'organizzazione del sistema di istruzione, nonché delle loro diversità

culturali e linguistiche.

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Eccoci a Lisbona

Facendo seguito alla strategia individuata dal Libro Bianco, il Consiglio Europeo di Lisbona del marzo il Consiglio Europeo di Lisbona del marzo

20002000 ha posto per l’Europa l’obiettivo di ”diventare

• l’economia della conoscenza più competitiva l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo,e più dinamica del mondo,

• capace di una crescita economica sostenibile• accompagnata da un miglioramento

quantitativo e qualitativo dell’occupazione e• da una maggiore coesione sociale”.

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Conservatela per dopo

La diapositiva di prima, conserviamola per dopo, perché ci servirà ad esprimere qualche giudizio.

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Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva

di Édith Cresson 1995

IL PARADOSSO DI CRESSONIL PARADOSSO DI CRESSON

se dieci milioni di posti di lavoro se dieci milioni di posti di lavoro fossero immediatamente fossero immediatamente disponibilidisponibili, le imprese avrebbero enormi difficoltà a reperire la totalità dei candidati idonei ad occuparli per via della mancanza di mancanza di qualifiche sufficientiqualifiche sufficienti

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Quali domande ? E la risposta ?

Come formare lavoratori qualificati,Come formare lavoratori qualificati, in possesso delle necessarie competenze ed in grado di adattarle rapidamente a nuove esigenze?

Come dotare l'individuo di conoscenzeCome dotare l'individuo di conoscenze e qualifiche di base suscettibili di aiutarlo nel corso della sua esistenzaesistenza?

A scuola si esigono A scuola si esigono nuove forme del nuove forme del saperesapere

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I vantaggi dell’Europa

A questo proposito, un’azione comune sul piano europeo potrebbe fornire innegabili vantaggi:

• garantire la mobilitàgarantire la mobilità degli studenti e dei lavoratori;• avvicinare la scuola all'impresaavvicinare la scuola all'impresa con l'ausilio di un programma

di mobilità dei tirocinanti e grazie ad uno statuto europeo del tirocinante;

• sostenere una vera e propria industria europea del softwareindustria europea del software educativo e multimediale, effettivo strumento pedagogico di domani.

• Sostenere qualsivoglia iniziativa nazionale o locale intesa a offrire, grazie ad un insegnamento adattato che si valga delle nuove tecnologie dell'informazionenuove tecnologie dell'informazione, una seconda possibilità seconda possibilità educativa ai giovani che non hanno avuto successo nel educativa ai giovani che non hanno avuto successo nel sistema scolastico classico.sistema scolastico classico.

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Quale futuro ?

preparare gli europei ad una transizione morbidatransizione morbida verso una società fondata sull'acquisizione di conoscenze e nella quale non si smetta di apprendere ed insegnare per tutta la vita. In altri termini, In altri termini, verso una società conoscitivaverso una società conoscitiva

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13 obiettivi

per 3 fini strategici

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1 Migliorare la qualità e l'efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione

dell'UE

• 1.1 Migliorare l'istruzione e la formazione per insegnanti e formatori

• 1.2 Sviluppare le competenze per la società della conoscenza

• 1.3 Garantire l'accesso alle TIC per tutti

• 1.4 Attrarre più studenti agli studi scientifici e tecnici

• 1.5 Sfruttare al meglio le risorse

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2 Agevolare l'accesso di tutti ai sistemi di istruzione e formazione

• 2.1 Un ambiente aperto per l'apprendimento

• 2.2 Rendere l'apprendimento più attraente

• 2.3 Sostenere la cittadinanza attiva, le pari opportunità e la coesione sociale

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3 Aprire i sistemi di istruzione e formazione al resto del mondo

• 3.1 Rafforzare i legami con il mondo del lavoro e della ricerca e con la società in generale

• 3.2 Sviluppare lo spirito imprenditoriale

• 3.3 Migliorare l'apprendimento delle lingue straniere

• 3.4 Aumentare la mobilità e gli scambi

• 3.5 Rafforzare la cooperazione europea

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Rieccoci a Lisbona

Ora siamo in grado di capire gli obiettivi di Lisbona

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Obiettivi di Lisbona 2010

1. Aumento degli investimenti per l’istruzione e la formazione1. Aumento degli investimenti per l’istruzione e la formazione: non c’è un parametro specifico, il dato relativo a ogni Stato verrà inserito in un’analisi comparata (benchmarking) con quello degli altri Stati 2. Abbandono scolasticoAbbandono scolastico: dimezzare il tasso si abbandono, per arrivare a una media UE inferiore al 10% 3. Aumento dei laureati in matematica3. Aumento dei laureati in matematica, scienze e tecnologia:scienze e tecnologia: dimezzare la disparità fra i sessidisparità fra i sessi dei laureati nelle materie indicate 4. Popolazione che ha portato a termine la propria istruzione secondaria istruzione secondaria superioresuperiore: la percentuale della popolazione compresa tra i 25 e i 64 anni che ha assolto almeno l’istruzione secondaria superiore deve superare l’80% 5. Competenze fondamentali:Competenze fondamentali: la percentuale dei quindicenni con livelli bassi di capacità di lettura e di nozioni di matematica e scienze deve essere almeno dimezzata (Rapporti PISA) 6. Apprendimento per tutto l’arco della vitaApprendimento per tutto l’arco della vita: il livello del Longlife Learning deve essere almeno del 15% e in nessun paese deve essere al di sotto del 10%

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CONDIZIONI STRUTTURALIper la realizzazione

Anni ’90: le riforme strutturali P.A. si inseriscono in un quadro europeo:

- Decentramento

- Autonomia

- Accessibilità sistemi di formazione

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Il decentramentodell’istruzione nei Paesi dell’UE fonte idire

Tendenza al decentramento. Negli ultimi 30 anni nei Paesi dell’UE le

riforme della scuola si sono sempre intrecciate con il decentramento amministrativo insieme al conferimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche.

Quasi ovunque sono state introdotte regole che hanno spostato gran parte del potere decisionale e di gestione dallo Stato centrale verso le autorità regionali, locali o municipali e  verso gli istituti scolastici.

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Perché il decentramentodell’istruzione nei Paesi dell’UE fonte idire

• maggiore efficacia nella risoluzione dei problemimaggiore efficacia nella risoluzione dei problemi grazie al fatto che una maggiore “vicinanza”,maggiore “vicinanza”, dovrebbe determinare una migliore conoscenza della situazione e maggiori possibilità di trovare più rapidamente delle soluzioni;

•una più ampia partecipazione dei cittadinipiù ampia partecipazione dei cittadini grazie a un’offerta di servizi più accessibili agli utenti;

•un miglior adattamentomiglior adattamento dell’organizzazione del sistema alle alle particolarità localiparticolarità locali e regionali.

Si sostiene infine che questi elementi  rafforzano i processi di rafforzano i processi di democratizzazionedemocratizzazione, in quanto  restituiscono potere decisionale alle entità territoriali intermedie che partecipano al sistema generale attraverso organi rappresentativi eletti democraticamente.

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COSA SERVIVA?

1. Decentramento dei centri di potere

2. Autonomia gestionale dei centri di erogazione del servizio

3. Potenziamento dei sistemi formativi di base

4. Sistemi di long life learning

5. Integrazione scuola - formazione- lavoro

6. Elevamento qualità (valutazione sistema e formazione docenti)

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IN ITALIA• Riforma e decentramento P.A. – L. 59/97 (Bassanini)• Competenze EELL su scuola – Dlgs 112/98• Autonomia scuola – DPR 275/99 (Berlinguer)• Elevamento obbligo – L. 9/1999 (Berlinguer)• Istituzione organismi di valutazione di sistema (INVALSI) Dlgs

258/1999 (Berlinguer), modificato in seguito fino al Dlgs 213/2009.

• Riforma Titolo V – L. 3/2001• Definizione dei LEP per la formazione e l’istruzione – L. 53/2003

(Moratti)• Accessibilità ai sistemi formativi – Dlgs 76/2005 (Moratti)• Integrazione scuola-formazione/lavoro – Dlgs 77/2005 (Moratti)• Prolungamento dell’obbligo e Centri Territoriali Permanenti – L.

296/2006 e (Fioroni)• Riforma ordinamenti – L 133/2008 (Gelmini) e decreti collegati

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QUINDI L’OBBLIGO

Quindi la questione dell’obbligo si in un discorso ampio, di lungo respiro, impossibile da ridurre a questione solo scolastica o di parte.

E’ notevole la continuità, l’organicità e la fluidità del processo riformatore. Possiamo anzi dire che, per taluni aspetti, una tale lineare evoluzione data a partire da Berlinguer e dal clima di profonde riforme strutturali innescate dalla Bassanini

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CONTINUITA’

lettera ministro FioroniL'introduzione del nuovo obbligo si colloca nel quadro delle norme vigenti sul

diritto/dovere all'istruzione e alla formazione, in base alle quali nessun giovane può

interrompere il proprio percorso formativo senza aver conseguito un titolo di studio

o almeno una qualifica professionale entro il 18° anno di età.

L'obbligo di istruzione costituisce, quindi, un passaggio obbligatorio che non ha

carattere di terminalità e non è caratterizzato da un proprio autonomo

ordinamento.

Essi non incidono sugli attuali ordinamenti degli istituti di istruzione secondaria

superiore e rispettano le loro diverse identità, con riferimento agli ordini di studio,

alle tipologie e agli indirizzi. Il percorso di innovazione si svilupperà, quindi, a

partire dal prossimo anno scolastico 2007/08 sino alla ricomposizione, in un

contesto unitario, di tutti gli ordinamenti dell'istruzione a partire dall'anno

2009/10.

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Diritto dovere

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• L'obbligo scolastico di cui all'articolo 34 della Costituzione, nonché l'obbligo formativo, introdotto dalla legge 17 maggio 1999, n. 144, articolo 68 e successive modificazioni, sono ridefiniti ed ampliati, secondo quanto previsto dal presente articolo, come diritto all'istruzione e formazione e correlativo dovere

CHE SIGNIFICA

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Berlinguer – Moratti

L. 9/99 BERLINGUER obbligo di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno di età, a conclusione

del quale tutti i giovani possano acquisire un diploma di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale. A coloro i quali, adempiuto l'obbligo di istruzione o prosciolti dal medesimo, non intendono proseguire gli studi nell'istruzione secondaria superiore é garantito, nell'ambito della programmazione dell'offerta educativa, il diritto alla frequenza di iniziative formative volte al conseguimento di una qualifica professionale

Dlgs MORATTI diritto all'istruzione e alla formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino

al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Tale diritto si realizza nel primo ciclo del sistema dell'istruzione, che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, e nel secondo ciclo che comprende il sistema dei licei e il sistema dell'istruzione e della formazione professionale, nonché nel sistema dell'apprendistato

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LA MATRICE

In un tale processo non sono certo mancate deviazioni, accelerazioni o rallentamenti, contraddizioni, approssimazioni, che testimoniano tanto delle differenti collocazioni politiche dei Governi quanto del grado di sensibilità e di competenza degli staff ministeriali ma, tuttavia, nel complesso di una tale evoluzione sono sufficientemente riconoscibili i tratti dell’unica matrice.

E la matrice è l’Europa.

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UNA LETTURA SINOTTICARACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIOrelativa a competenze chiave per l’apprendimento permanenteBruxelles, 10.11.2005

1. comunicazione nella madrelingua;

2. comunicazione nelle lingue straniere;

3. competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;

4. competenza digitale;

5. imparare a imparare;

6. competenze interpersonali, interculturali e sociali e competenza civica;

7. imprenditorialità

8. espressione culturale

Documento tecnico obbligo (Fioroni):

l’istruzione e la formazione iniziali offrano a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li reparino alla vita adulta e costituiscano la base per ulteriori occasioni di apprendimento, come pure per la vita lavorativa;

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UNA LETTURA SINOTTICA 2Ricordate Cresson e i “nuovi saperi”?

Competenze Raccomandazione del Parlamento europeo e

del Consiglio del 7 settembre 2006. Il

Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli

“Competenze” indicano la comprovata

capacità di usare conoscenze, abilità e

capacità personali, sociali e/o

metodologiche, in situazioni di lavoro o di

studio e nello sviluppo professionale e/o

personale; le competenze sono descritte in

termine di responsabilità e autonomia.

Assi culturali

Il“Documento tecnico”

allegato alla legge 27.12.2006,

n. 296, art. 1, comma 622

Fa esplicito riferimento a tale

definizione.

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UNA LETTURA SINOTTICA 3

Raccomandazione del Parlamento europeo e del

Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle

Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni:

• “Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione

di informazioni attraverso l’apprendimento. Le

conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e

pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le

conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.

• “Abilità”, indicano le capacità di applicare conoscenze

e di usare know-how per portare a termine compiti e

risolvere problemi; le abilità sono descritte come

cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e

pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di

metodi, materiali, strumenti).

Documento di valutazione e/o pagella

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I quattro assi culturaliDei linguaggi (italiano, lingua straniera, linguaggi dell’arte, linguaggio

digitale come trasversale ai saperi)Matematico - non si esaurisce nel sapere disciplinare e neppure riguarda

soltanto gli ambiti operativi di riferimento, consiste nell’abilità di individuare e applicare le procedure che consentono di esprimere e affrontare situazioni problematiche attraverso linguaggi formalizzati e modelli matematici di pensiero (dialettico e algoritmico) e di rappresentazione grafica e simbolica (formule, modelli, costrutti, grafici, carte).

Scientifico-tecnologico - ha l’obiettivo di comprendere il valore della conoscenza del mondo naturale e di quello delle attività umane; l’apprendimento è centrato sull’esperienza e l’attività di laboratorio.

Storico-sociale - Le competenze relative all’area riguardano la capacità di percepire gli eventi storici nella loro dimensione locale, nazionale, europea e mondiale e di collocarli secondo le coordinate spazio-temporali, cogliendo nel passato le radici del presente.

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CERTIFICATO OBBLIGO

LEGGIAMO

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ASSI e DISCIPLINESenza un’adeguata azione di programmazione dei Collegi

dei Docenti, dei Consigli di Classe e dei Docenti

Gli ASSI

rischiano di risultarerischiano di risultare

INCONCILIABILI CON L’ASSETTO DEGLI ORDINAMENTI E DEI “PROGRAMMI” ATTUALI

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LE LINEE GUIDA 1Riguardano • l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie, • la formazione dei docenti, il sostegno, • il monitoraggio, • la valutazione e la certificazione dei percorsi, nella fase

di applicazione sperimentale dell’obbligo di istruzione negli anni 2007/2008 e 2008/2009, in vista della sua messa a regime nel quadro della piena attuazione dei nuovi ordinamenti del primo e secondo ciclo di istruzione e formazione a partire dall’anno scolastico 2009/2010.

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LE LINEE GUIDA 2i compiti degli OO.CC

• individuazione delle strategie più appropriate per l’interazione disciplinare, per superare progressivamente la superare progressivamente la frammentazione dei saperi negli attuali curricoliframmentazione dei saperi negli attuali curricoli, quale fattore che genera disorientamento e dispersione scolastica;

• approfondimento degli aspetti fondanti i quattro assi culturali

• organizzazione dei processi didattici in termini di apprendimento per competenzeapprendimento per competenze (non più conoscenze) da articolare in forme coerenti con le scelte generali del Piano dell’offerta formativa;

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LE LINEE GUIDA 3valutazione e certificazione

• La valutazione in termini di risultati di apprendimento, il concetto di competenza in relazione a conoscenze e abilità, il ruolo degli assi culturali presuppongono un ripensamento profondo sia delle strategie didattiche sia della valutazione.

• L’obiettivo è quello di coniugare coniugare l’accertamento dei livelli di conoscenza disciplinare con la verifica dei livelli di competenza

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L’OBIETTIVO

• Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un costante lavoro collegiale dei docenti per individuare e sperimentare metodologie didattiche (in particolare di carattere laboratoriale) e modelli di valutazione coerenti con un impianto culturale e pedagogico centrato sugli assi e sulle competenze.

• L’obiettivo è quello di predisporre uno strumento che consenta la “lettura” trasparente delle competenze acquisite, anche per favorire il passaggio fra i diversi percorsi formativi e il rientro in formazione, facilitare la prosecuzione degli studi fino al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età.

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Strategia – alcune ipotesi1 – reti in verticale con la scuola media per raccordare livelli

di uscita e di ingresso2- moduli trasversali di logica all’inizio del ciclo3 – confronto dei programmi disciplinari per individuazione

di nuclei e/o argomenti comuni da svolgere o contemporaneamente o dividendoseli

4 – movimentazione verticale interna dei programmi delle singole discipline per l’armonizzazione anche con l’università

5 – reti in orizzontale e ripristino concordato di moduli passerella tra le scuole autonome.

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Strategia – le reti 2la rete può prevedere il coordinamento del lavoro sugli assi

culturali tra scuole medie del territorio e superiori per la definizione dei prerequisiti di ingresso IN CHIAVE DI CONTINUITA’ DEL CURRICOLO

La definizione comune dei contenuti rispetto alle abilità di base (lettura, scrittura, grammatica, aritmetica e abitudine ad esercizi di logica) evita, al riguardo, molte chiacchiere.

Fondamentale per le SM (che sono molto più povere delle SS) è la possibilità di far accedere propri alunni ai laboratori delle SS per l’”orientamento lungo”

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Strategia – le reti 3

Le reti vanno utilizzate anche e con convinzione nel raccordo con il mondo del lavoro e le associazioni di categoria di artigianato, industria e commercio.

E’ NECESSARIO, al riguardo, che i docenti e i DS conoscano bene il Dlgs 77/2005 e la successiva normativa.

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Strategia – la logicaAggiornamento dei docenti su percorsi di logica

(trasversale) come terreno comune a tutti gli stili di apprendimento e da finalizzare a:

1. aprire i docenti all’approccio logico alla programmazione della propria disciplina

2. proporre agli studenti esercizi e percorsi di logica

3. Sviluppare in uscita (per la SMS) e in entrata (per la SS) moduli “cuscinetto” di logica.

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Strategia orizzontalità dei programmi

Lavorare per assi culturali proietta anche lo studio del triennio a lavorare per aree e non solo discipline.

E’ oggi tecnicamente possibile non sviluppare (magari in tempi diversi) argomenti analoghi in varie discipline (es. l’illuminismo…). Il problema sono i materiali di studio e l’individuazione delle specificità disciplinari nei nuclei tematici.

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Strategiaverticalità dei programmi

Il singolo docente oggi può e deve rivedere sia la quantità che la sequenzialità dei suoi insegnamenti perché anche per il triennio le nuove indicazioni vanno (forse tranne che nei licei) nella direzione delle conoscenze funzionali all’acquisizione delle competenze.

La cosa è più sensibile per gli insegnamenti tecnici ma anche sul versante umanistico vanno individuate “competenze” disciplinarmente perseguibili.

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Strategie - passerelle

L’improvvida abrogazione della L.9/99 ad opera della L.53/03 hanno impedito le passerelle: diviene molto problematico non perdere un anno nel caso ci si accorga di aver sbagliato indirizzo

Moduli passerella e RETI con le SS di altro indirizzo possono limitare la dispersione e rimotivare in tempo utile per passare ad altro indirizzo in corso d’anno.

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