Solidarietà di Dio: un viaggio all’incontrario · to Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L....

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Solidarietà di Dio: un viaggio all’incontrario L’Avvento ci parla di un “viaggio all’incontrario” rispetto a quello che l’umanità sta percorrendo nella storia: è il viaggio di un Dio che si abbassa fino ad essere adagiato su una mangiatoia e poi su una croce, che «svuota se stesso, assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7), che sceglie la via della solidarietà e della condivisione con ogni essere umano. gennaio-febbraio 2012 anno XLIII 1 animazione missionaria MISSIONARIE SECOLARI COMBONIANE Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamen- to Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza In caso di mancato recapito rinviare al mittente: “Ani- mazione Missionaria”, 36100 Vicenza CPO 6 novembre-dicembre 2013 anno XLIV Un viaggio che ha cambiato il corso della storia Nel cuore e nel flusso dei secoli che vedono susseguirsi civiltà e generazioni di un’umanità da sempre in cammino alla ricerca della felicità, c’è un viaggio che ha cambiato per sempre il corso della storia. che ha dato un significato ed una destinazione nuova a tutti i nostri viaggi, e al cammino stesso della nostra vita. È il viaggio del Figlio di Dio, creatore del cielo e della terra, che per amore, “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”! Da allora, da Betlemme, il cammino del Vangelo, la buona notizia che Dio è nostro Padre e ci ama, continua nella storia. P. Franzelli L’uomo è vivo finché attende, si riconosce da ciò in cui spera. E tu cosa attendi? BUON AVVENTO! È semplicemente sconcertante! Eppure è proprio questo abbassamento di Dio che si fa solidale con gli uomini attraverso l’Incarnazione del suo Figlio Gesù, ad indicarci la via che può far cambiare rotta alla storia umana salvandola dall’abisso dell’autodi- struzione. La strada che l’umanità, soprattutto in Occidente, sta percorrendo, va in tutt’altra direzione e non è solo il Vangelo o l’insegnamento della Chiesa a venirci a dire che questa è fallimentare. Ecco cosa scrive Albert Nolan nel suo libro “Cristiani si diventa” (ed. EMI): «L’ideale culturale del mondo occidentale è l’individuo autonomo, autosufficiente, che si è fatto da sé, che se ne sta per conto suo e senza obblighi verso niente e nessuno». Purtroppo «l’individualismo occidentale si sta diffondendo su tutta la terra. Fa parte della globalizzazione neolibe- rista e distrugge altre culture più comunitarie. L’indi- vidualismo rampante conduce all’accumulo illimitato di ricchezza da parte di pochi, mentre miliardi di altre persone vivono in miseria e muoiono di fame. I ricchi giustificano questa palese ingiustizia rivendicando il proprio diritto a possedere quanto vogliono. Questa è una delle conseguenze più distruttive dell’indivi- dualismo. Uccide decine di migliaia di persone al gior- no, soprattutto bambini». Tuttavia uno fra i segni importanti del nostro tempo, afferma A. Nolan, è quello di una «crescente consape- volezza che l’individualismo narcisista è psicologica- mente, socialmente, politicamente, economicamente, spiritualmente ed ecologicamente distruttivo». Le con- clusioni di una ricerca, negli Stati Uniti, sugli effetti psicologici dell’individualismo sono impressionanti: «alienazione, solitudine, mancanza di amore, infelici- tà, incapacità di mantenere relazioni». Non sono tanto diverse le conclusioni del Rapporto Censis (2012) sui “Valori degli italiani”, che parlano di “crisi antropologica” dovuta all’eccesso di indivi- dualismo. Tra le conseguenze si riscontano: aumento dell’aggressività e della criminalità, depressione, di- pendenze, «mancanza di senso del futuro e di tra- scendenza che genera un intrappolamento nel pre- sente, che ha radici profonde nella crisi della relazione con l’altro (e l’Altro)», ecc... Questa può apparire una lettura troppo pessimista, ma proprio da questi segni di sofferenza, che nascon- dono una profonda nostalgia di cambiamento viene l’impulso a riemergere. Sta a noi cogliere la grande opportunità che questo tempo di crisi offre come par- tenza per un’inversione di rotta. Abbiamo la certezza che cambiare direzione è possibile! La strada ci è già stata indicata da Gesù: è quella dell’amore, del dono di sé, del costruirci “insieme” come persone in una costante ricerca del bene comune. Come cristiani siamo chiamati a testimoniare questa certezza vivendo l’Avvento come partecipazione alla grande attesa dell’umanità e della creazione stessa che ancora “geme e soffre per le doglie del parto” (cfr Rm 8,22), nella speranza del mondo nuovo, liberato dalle tante catene e schiavitù che sta già nascendo. a cura di Anna Maria Menin

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Solidarietà di Dio:un viaggio all’incontrarioL’Avvento ci parla di un “viaggioall’incontrario” rispetto a quello chel’umanità sta percorrendo nellastoria: è il viaggio di un Dio che siabbassa fino ad essere adagiato suuna mangiatoia e poi su una croce,che «svuota se stesso, assumendola condizione di servo, diventandosimile agli uomini» (Fil 2,6-7), chesceglie la via della solidarietà edella condivisione con ogni essereumano.

gennaio-febbraio 2012anno XLIII1animazione missionaria

MISSIONARIESECOLARICOMBONIANE

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamen-to Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004n. 46) art. 1, comma 2, DCB VicenzaIn caso di mancato recapito rinviare al mittente: “Ani-mazione Missionaria”, 36100 Vicenza CPO

6 novembre-dicembre 2013 anno XLIV

Un viaggio che ha cambiatoil corso della storiaNel cuore e nel flusso dei secoliche vedono susseguirsi civiltà e generazionidi un’umanità da sempre in cammino alla ricerca della felicità, c’è un viaggio che ha cambiato per sempre il corso della storia. che ha dato un significato ed una destinazione nuova a tutti i nostri viaggi,e al cammino stesso della nostra vita. È il viaggio del Figlio di Dio,creatore del cielo e della terra,che per amore, “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”!Da allora, da Betlemme, il cammino del Vangelo,la buona notizia che Dio è nostro Padre e ci ama, continua nella storia. P. Franzelli

L’uomo è vivo finché attende,si riconosce da ciò in cui spera.E tu cosa attendi?BUON AVVENTO!

È semplicemente sconcertante! Eppure è proprioquesto abbassamento di Dio che si fa solidale

con gli uomini attraverso l’Incarnazione del suo FiglioGesù, ad indicarci la via che può far cambiare rottaalla storia umana salvandola dall’abisso dell’autodi-struzione. La strada che l’umanità, soprattutto in Occidente, stapercorrendo, va in tutt’altra direzione e non è solo ilVangelo o l’insegnamento della Chiesa a venirci a direche questa è fallimentare.Ecco cosa scrive Albert Nolan nel suo libro “Cristianisi diventa” (ed. EMI): «L’ideale culturale del mondooccidentale è l’individuo autonomo, autosufficiente,che si è fatto da sé, che se ne sta per conto suo esenza obblighi verso niente e nessuno». Purtroppo

«l’individualismo occidentale si sta diffondendo sututta la terra. Fa parte della globalizzazione neolibe-rista e distrugge altre culture più comunitarie. L’indi-vidualismo rampante conduce all’accumulo illimitatodi ricchezza da parte di pochi, mentre miliardi di altrepersone vivono in miseria e muoiono di fame. I ricchigiustificano questa palese ingiustizia rivendicando ilproprio diritto a possedere quanto vogliono. Questaè una delle conseguenze più distruttive dell’indivi-dualismo. Uccide decine di migliaia di persone al gior-no, soprattutto bambini». Tuttavia uno fra i segni importanti del nostro tempo,afferma A. Nolan, è quello di una «crescente consape-volezza che l’individualismo narcisista è psicologica-mente, socialmente, politicamente, economicamente,spiritualmente ed ecologicamente distruttivo». Le con-clusioni di una ricerca, negli Stati Uniti, sugli effettipsicologici dell’individualismo sono impressionanti:«alienazione, solitudine, mancanza di amore, infelici-tà, incapacità di mantenere relazioni».Non sono tanto diverse le conclusioni del RapportoCensis (2012) sui “Valori degli italiani”, che parlanodi “crisi antropologica” dovuta all’eccesso di indivi-dualismo. Tra le conseguenze si riscontano: aumentodell’aggressività e della criminalità, depressione, di-pendenze, «mancanza di senso del futuro e di tra-scendenza che genera un intrappolamento nel pre-sente, che ha radici profonde nella crisi della relazionecon l’altro (e l’Altro)», ecc...Questa può apparire una lettura troppo pessimista,ma proprio da questi segni di sofferenza, che nascon-dono una profonda nostalgia di cambiamento vienel’impulso a riemergere. Sta a noi cogliere la grandeopportunità che questo tempo di crisi offre come par-tenza per un’inversione di rotta. Abbiamo la certezzache cambiare direzione è possibile! La strada ci è giàstata indicata da Gesù: è quella dell’amore, del donodi sé, del costruirci “insieme” come persone in unacostante ricerca del bene comune.Come cristiani siamo chiamati a testimoniare questacertezza vivendo l’Avvento come partecipazione allagrande attesa dell’umanità e della creazione stessa cheancora “geme e soffre per le doglie del parto” (cfr Rm8,22), nella speranza del mondo nuovo, liberato dalletante catene e schiavitù che sta già nascendo.

a cura di Anna Maria Menin

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NovembrePerché le Chiese dell’AmericaLatina, come frutto dellamissione continentale, mandinomissionari ad altre Chiese.

DicembrePerché i cristiani, illuminati dalla lucedel Verbo incarnato, preparinol’umanità all’avvento del Salvatore.

Intenzionemissionaria

san daniele combonianimazionemissionaria

Il 5 ottobre 2003 veniva canonizzato san Daniele Comboni. Continuiamoanche in questo numero di “Animazione Missionaria” ad occuparci di luiscoprendo qualche altro tassello della sua grande figura di missionario“profeta dell’Africa”. È profetica la sua ricca immagine di Chiesa in cui “il laicato acquista un ruolo attivo e decisivo nell’evangelizzazione e con questo anche il ruolo della donna”. È di incalcolabile valore la suasensibilità nel riconoscere l’importanza primaria della donna nellapromozione umana e nell’evangelizzazione.

S.Daniele Comboni è “profeta” perché quan-do quasi tutti si ritiravano di fronte ad enor-

mi difficoltà, ha capito con una chiarezza che gliveniva dalla luce dello Spirito, che era giunta l’oradell’evangelizzazione dell’Africa e si sentì chiamatoda Dio a mettere mano a questa opera. Il suo Pianoper la rigenerazione dell’Africa, frutto dell’illumi-nazione dello Spirito, conteneva alcune idee pro-fetiche fra cui la convinzione fondamentale che sidoveva piantare la Chiesa in Africa congli stessi africani come protagonisti, eche l’evangelizzazione dell’Africa dove-va essere indissolubilmente unita allasua promozione umana e culturale. Il suo detto “Salvare l’Africa con l’Afri-ca”, si poteva meglio esplicitare nel“promuovere l’evangelizzazione e lapromozione umana degli africani permezzo di laici, sacerdoti e religiose afri-cani”. I laici al primo posto perché que-sti sarebbero stati la maggioranza. Difatto Daniele Comboni diede inizio allarealizzazione del suo Piano fondando iCollegi del Cairo per la formazione deiragazzi e delle ragazze africane e il Col-legio della Sacra Famiglia, «una scuolafemminile, pubblica e aperta a ragazze di ogni con-fessione, diretta esclusivamente da maestre africa-ne preparate a Verona nell’Istituto Mazza, cioè exschiave africane, nere, riscattate ancora bambinesui mercati del Cairo» (Maria Vidale, smc).Un’idea questa che nasceva dal desiderio di Com-boni di riaffermare la dignità degli africani, in uncontesto in cui essi erano soltanto oggetto discambio, e questo a partire dalla donna che, fratutti, era da sempre la più calpestata. Per di più,

nella realtà del Medio Oriente, dove gli uominimolto difficilmente potevano entrare in contattocol mondo femminile, le maestre africane avreb-bero potuto più facilmente accostarsi alle donnedel paese, specialmente alle numerose schiaveche vi vivevano. Allo stesso modo Comboni apprezzava il lavorodelle missionarie europee. In un’epoca in cui ilruolo della donna, neppure in Europa, era molto

riconosciuto, ed era quasi impensabile per unadonna andare come missionaria in Africa, egli eraconvinto che un’azione missionaria incisiva e du-ratura è del tutto impossibile senza la partecipa-zione delle donne. Comboni stesso scriveva che«La suora di carità nell’Africa Centrale è della stes-sa utilità del missionario: anzi il missionario fa-rebbe poco senza la suora ...».Daniele Comboni dopo aver fondato l’Istituto ma-schile dei missionari comboniani, fondò la con-

A DIECI ANNI DALLA CANONIZZAZIONE

San Daniele Combonie il ruolo della donna

gregazione femminile delle suore missionariecomboniane. La loro storia nasce e si intrecciatacon quella dei popoli africani per i quali lui le havolute. Fin dai suoi primi viaggi in Africa si era re-so conto che la penetrazione del Vangelo nellaNigrizia e nel mondo mussulmano aveva bisognodella presenza e dell’opera femminile, c‘era biso-gno di donne consacrate per la Missione.«Comboni vedendole operare accanto a lui incampo diretto di Missione, riconoscerà in questegiovani donne, che lo avevano seguito con deter-minazione e fiducia immensa, i tratti caratteristicidella missionaria come lui la desiderava e l’incar-nazione di quei principi che formavano l’essenzadella sua stessa vita – santa e capace – totalmentedonata a Cristo per la rigenerazione della Nigrizia»(sr. Adele Brambilla).La sensibilità di Daniele Comboni nel riconoscereil valore della donna e la sua importanza primaria

nella promozione umana e nell’evan-gelizzazione, in un’epoca in cui si eraancora lontani da questa acquisizio-ne, ha molto da dire anche a noi oggi.Nonostante i progressi fatti in questocampo, la questione della donna ri-mane sempre alla ribalta. Soprattuttonel sud del mondo le donne conti-nuano ad essere le più svantaggiate,con meno possibilità di una vita di-gnitosa, oggetto di violenze e discri-minazioni di ogni genere. Sono sem-pre loro a portare il carico maggioree a soffrire le conseguenze più gravinelle situazioni di povertà, di guerra,nelle migrazioni... Ma anche nel Nordle discriminazioni continuano.

Le suore missionarie comboniane, oggi sparse indiversi paesi, ovunque riscontrino situazioni di“Nigrizia”, continuano a incarnare lo stesso spiritodi Comboni vivendo la stessa passione per la mis-sione in attenzione ai segni dei tempi. E ovunquepossibile continuano a dare una particolare at-tenzione anche alla formazione e alla promozionedella donna.

a cura di Anna Maria Menin

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animazionemissionaria testimonianze

Ciudad Quetzal è una zona periferica a sud-est della capitale del Guate-mala, di circa 150 mila persone, con un’unica parrocchia: è qui la

nostra “Nigrizia”, quella porzione di umanità più “povera e abbandonata”che come comboniane siamo chiamate a servire. A Ciudad Quetzal si vive una situazione di povertà, come in molte parti del-l’America Latina, dove i poveri sono sempre più poveri e più numerosi e ipochi ricchi sempre più ricchi. La popolazione proviene dalle zone più po-vere del Paese; il 30% appartiene ai diversi gruppi indigeni di cui, in buonaparte discendenti dei Maya.Il Guatemala è spesso colpito da eventi tragici: catastrofi naturali di propor-zioni enormi, come alluvioni, terremoti, eruzioni vulcaniche… Tutto ciòha ripercussioni ancora più gravi sulla popolazione a causa della fragilitàdelle abitazioni. La condizione di povertà è terreno favorevole per il prosperare della mala-vita. Si respira un clima generalizzato di paura a causa della violenza cheimperversa: sono all’ordine del giorno gli omicidi, gli attentati, le estorsionisotto minaccia di morte, i furti... Anche la situazione alivello sanitario è molto precaria. A complicare le cosesi aggiunge il moltiplicarsi di sette e chiese evangelicheche crea divisione fra la gente. Questo è il contesto in cui operiamo come comunitàcristiana. Il nostro impegno è soprattutto di trasmetteresperanza, di dare un messaggio di fiducia lasciando tra-sparire il volto di un Dio che è amore, che è vicino allesofferenze dei poveri, che lotta con loro per costruireun mondo nuovo in cui vivere come fratelli e sorelle. Mosse dalla parola del Vangelo: «Ogni volta che avetefatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli piùpiccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 40), noi siamo lì a toc-care le loro ferite, che prendono il nome di “maras”

Tocchiamo le loro feriteSuor Sandra Fulceri è una piccola-grande donna checammina sulle orme di San Daniele Comboni. Nata aLucca nel 1940, da molti anni è missionaria nellacongregazione delle suore missionarie combonianefondata dallo stesso Comboni. Piccola di statura maanche nel modo di fare umile, della piccolezza deibambini del Vangelo. Tenace nel voler seguire Diodedicandosi totalmente alla “Nigrizia”. Dal 2004 è inGuatemala. Qui lavora sodo a servizio dei più poveri,con sapiente umiltà, insieme alle altre missionariedella piccola comunità comboniana.

(bande violente), droga, alcolismo, suicidio, disoccupazione, abusi, estor-sioni, insufficienza di mezzi di trasporto, violenza dentro la famiglia, violenzanella società... Tocchiamo le loro ferite per alleviarle e per curarle aiutandola gente a prendere coscienza che, per cambiare la situazione è necessariounirsi e lottare insieme per la giustizia e per la pace. Le sfide che ci provocano sono tante fra cui: promuovere l´unità nella di-versità nel rispetto delle diverse culture, la cura del creato... Il servizio diformazione della gente a tutti i livelli è per noi prioritario e in particolare lapromozione delle donne. In seguito all’uragano Agata, nel 2010, arrivarono nella nostra parrocchiacirca 300 famiglie, che avevano perso tutto. Abbiamo cercato di aiutarlecome potevamo puntando innanzitutto sulle donne, incoraggiandole adorganizzarsi per far fronte alle emergenze, insegnando loro a realizzare deilavori per sostenersi economicamente. Ora sono alcune di loro ad insegnaread altre donne nelle diverse comunità. Un obbiettivo importante per loro èimparare a lavorare insieme pensando al bene di tutta la comunità. Ungruppo di queste si è preparato sul tema della non violenza ed ora sonoloro a curare la formazione di altri gruppi sullo stesso argomento. Personalmente sto partecipando ad un movimento “per la vita e per la pace”.Cerchiamo insieme dei percorsi per sconfiggere la violenza in collaborazionecon altri gruppi e associazioni non governative con le stesse finalità. Una mia consorella promuove corsi di alfabetizzazione soprattutto per ledonne indigene, molte delle quali non sanno ancora né leggere né scrivere. Ultimamente abbiamo organizzato anche dei gruppi di “economia solidale”per imparare a coltivare dei prodotti con metodi ecologici, rispettosi del-l’ambiente e per ottenere un’alimentazione più sana ed economica. Pur in una situazione segnata da tanta sofferenza e povertà emergono deivalori bellissimi di questo popolo. Mi colpisce particolarmente la solidarietà:di fronte ad un ammalato o a qualcuno che è in difficoltà, si fa di tutto peraiutarlo, e sono sempre i più poveri ad essere i più generosi. Abbiamo da-vanti agli occhi esempi stupendi di persone che vivono in povere capanne

e mancano del necessario, che si preoccupano dei piùpoveri di loro.La gente si impegna molto per la propria comunità; èpronta a mobilitarsi quando c’è una situazione che lorichiede. Si vede una chiesa impegnata nel Vangelo cheaiuta le persone a prendere coscienza della propria di-gnità e responsabilità nella trasformazione della realtà. Considero un grande dono avere l’opportunità di viverein Guatemala con questo popolo che mi evangelizza!Dio vuole la vita dei suoi figli e figlie e io sono qui perconoscere e celebrare Dio che sogna una vita dignitosaper tutti.

Suor Sandra Fulceri

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Le Missionarie secolari combonianesono un Istituto secolare di dirittopontificio e vivono la spiritualità di mons. Daniele Comboni.Il loro fine specifico è la cooperazionemissionaria nell’animazione dellaChiesa locale e nel servizio in missione.

Sede centrale: 55012 Carraia (Lu), Via di Carraia 192, tel. 0583.980158e-mail: [email protected]

Sono presenti in Europa, America Latina, Africa.

Pubblicazione dell’Istituto SecolareMissionarie Comboniane. “Animazione Missionaria” c.p. 15136016 Thiene (VI), ccp 10681369

Direttore responsabile: Danilo Restiglian

Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 268 del 14/5/1971Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza

Stampa: La Grafica e Stampa via dell’Economia 78 - 36100 VicenzaGrafica: Orione. Cultura, lavoro e comunicazioneVia Soldini 4 - 25124 Brescia

dal mondoanimazionemissionaria

Recensioni

Matteo DonatiSTORIE IN CERCA DI DIGNITÀEd. EMI - € 11,00 - pp. 106

«Vorrei che queste storie servissero a qual-cuno o a qualcosa. Che non fossero solo unprodotto narrativo, ma inducessero a una ri-flessione. Sono tutte storie vere, parlano dipersone come noi. Quando le trascrivo dopoaverle ascoltate e vissute, mi comprometto-no. Mi riportano a terra, mi fanno apprezzareancora di più tutto quello che ho, soprattuttogli affetti. Rendono necessario il bisogno diuna rivoluzione che prima di tutto porti uncambiamento nel mio cuore. Più che i grandidiscorsi, le conferenze o i dibattiti sui pro-blemi del mondo, è la nostra vita che devedire qualcosa di vero su come valga la penaessere spesa. Prima di iniziare a leggere, ricordate che sie-te dei viaggiatori e come tali dovete esserepronti a ogni tipo di avventura: tutti gli in-contri che farete avver-ranno a Basùra, una cit-tà come ce ne sono tan-te in Italia, né troppogrande né troppo picco-la, piena di cose belle einteressanti. Ma nei suoibassifondi, lontano dairiflettori e invisibili ai piùdistratti, vivono perso-naggi che ogni giornolottano per sopravvive-re. Cercano un posto do-ve dormire, un piatto caldo, delle coperte,un riscatto, uno straccio di lavoro, qualcunoche li stia ad ascoltare o anche il modo perrimediare ai propri errori. Se prendete que-ste storie una alla volta, sarà come entrarenelle loro vite e ripercorrere insieme a loroun tratto di strada. Se alla fine le osserveretetutte insieme, da una certa distanza, mi pia-ce l'idea che potrebbero assomigliare a unpaesaggio. O a un pezzo di mondo. Buonviaggio...».

Matteo Donati

L’autore: Matteo Donati, 27 anni, romagnolo, è ilresponsabile del Centro di ascolto della Caritasdi Pesaro. Collabora come giornalista con alcuniperiodici ed è autore di libri; Con l’Emi ha pubbli-cato “Dio non produce scarti” (2011), con cui havinto diversi premi letterari. È stato insignito nel2013 Cavaliere al Merito della Repubblica per ilsuo impegno a fianco degli emarginati.

GuatemalaCiudad Quetzal

A Ciudad Quetzal, in Guatemala, opera suorSandra Fulceri, di cui abbiamo riportato la testi-monianza, nel presente numero di “AnimazioneMissionaria” (a pag. 3). In questa zona, dove ipoveri sono tanti e le necessità moltissime, lesuore comboniane svolgono un’intensa operadi promozione umana e di evangelizzazionecoinvolgendo e responsabilizzando la gente, so-prattutto le donne, a migliorare la propria con-dizione di vita. Riproponiamo ai nostri lettori di collaborare an-che economicamente per far fronte alle diversenecessità e iniziative di questa comunità.

Per l’invio di aiuti e per qualsiasi informazione mettersi in contatto con le Missionarie Secolari Comboniane, Via diCarraia, 192 - 55012 Carraia (LU), tel. 0583.980158, [email protected]. Chi riceve “Animazione Missio-naria” in cartaceo, può versare direttamente sul conto corrente allegato facendo attenzione a scrivere la causale delversamento, aggiungendo il proprio numero di abbonamento che si potrà rilevare dall’etichetta di spedizione sullaprima pagina. Grazie.

I PROGETTI CHE SOSTENIAMO

INDIAScende l’età e sale il numero delle minorenni prostitute

L’età media delle ragazze reclutate nell’industriadel sesso, che conta almeno 1,2 milioni di mi-

norenni su circa 10 milioni di donne coinvolte, siabbassa costantemente ed è ora attestata attorno ai12 anni. Secondo i dati diffusi dalla Commissionenazionale per i diritti umani, l’India assiste appa-rentemente impotente a una crescita senza prece-denti della prostituzione. “Un fenomeno – confer-ma il sociologo KK Mukherjee, studioso del feno-meno – dovuto a migliori livelli di reddito, ma an-che a un cambiamento nelle abitudini sessuali ealla maggiore immigrazione femminile nelle città”.Discriminazioni e miserie antiche e nuove povertàconvergono sul tradizionale sistema delle caste perincentivare la prostituzione minorile. La necessitàdi molte famiglie e l’impossibilità di individuare pos-sibilità di emancipazione spingono tradizionalmentemolte giovani a cercare nella prostituzione soventel’unica possibilità di sostentamento per la famiglia.A colpire è però la crescita di questo fenomeno, inparte legato al benessere delle classi medie che ac-

cresce la domanda, e ai racket che incentivano l’in-gresso di minorenni sempre più giovani nella tratta.Vi è anche però uno stretto rapporto con l’emargi-nazione di molti gruppi castali inferiori e fuori castache preclude un gran numero di occupazioni. Que-sto costringe le donne a trovare spesso nella pro-stituzione l’unico mezzo di sostentamento. Questa situazione non mostra solo la gravità di certeconsuetudini, ma anche l’incapacità delle istituzionipolitiche ad affrontarle. L’Unicef stima che in India visiano tra 70.000 e 100.000 minori coinvolti nella pro-stituzione. All’80% di origini locali, ma anche arrivatida Nepal e Bangladesh, mentre migliaia di minorenniindiane sono gestite dai racket della prostituzione inAsia meridionale e Medio Oriente. (MISNA)

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