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BELLUNO TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA PERIODICO INFORMATIVO RISERVATO AI SOCI DELLA SEZIONE DI FELTRE DELL’A.N.A. IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BELLUNO DETENTORE DEL CONTO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA ANNO XL - N. 2 - GIUGNO 2019 - Pubblicazione trimestrale - 3 0,05 Pubbl. inf. 50% Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/BL ADUNATA del CENTENARIO

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BELLUNOTAXE PERÇUE

TASSA RISCOSSAPERIODICO INFORMATIVO RISERVATO AI SOCI DELLA SEZIONE DI FELTRE DELL’A.N.A.IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BELLUNO DETENTORE DEL CONTO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

ANNO XL - N. 2 - GIUGNO 2019 - Pubblicazione trimestrale - 3 0,05 Pubbl. inf. 50%Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/BL

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2 Alpini… Sempre! - N. 2/20192

BELLUNOTAXE PERÇUE

TASSA RISCOSSAPERIODICO INFORMATIVO RISERVATO AI SOCI DELLA SEZIONE DI FELTRE DELL’A.N.A.IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BELLUNO DETENTORE DEL CONTO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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ADUNATA del CENTENARIO

DI QUESTO NUMERO SONO STATE STAMPATE 5.200 COPIE

PRESIDENTE:

Stefano Mariech

DIRETTORE RESPONSABILE:

Italo Riera

PUBBLICITÀ:

Gruppo DBS srl

ADDETTO AGLI INDIRIZZI:

Giancarlo Garbuio

REDAZIONE DIRETTORE: Italo RieraVICE DIRETTORE: Nicola MioneHanno collaborato: Loris Apollonia, Carlo Balestra, Luisa Carniel, Giuseppe D’Alia, Beniamino Faoro, Federico Patelli, Italo Poletti, Fabio Turra.Direzione, Redazione e Amministrazionepresso la sede A.N.A. - Via Mezzaterra, 11/AFELTRE - Tel. 0439/80992 - Fax 0439.83897E-mail: [email protected] del Tribunale di BellunoN. 6/79 - Prot. N. 23337 del 22 ottobre 1979Editore A.N.A. Feltre - Via Mezzaterra, 11/A Iscr. repertorio ROC n. 23842

Stampa DBS - Rasai di Seren del Grappa (BL)

IN COPERTINA:

Milano, 12 Maggio 2019.Piazza Duomo.

La sfilata del Centenario(g.c. Giuseppe D’Alia).

IN 4ª DI COPERTINA:Il reduce

Girolamo ‘Bruno’ Forlin(g.c. Giulio Poletti).

Marcia in Montagna della 66ª del Feltre

Il giorno 11 Aprile 2019 si è svolta l’attività di marcia in montagna lungo l’itinerario Valle di Seren del Grappa-Cima Grappa, attività inserita nel progetto 70 x 70 volto a celebrare il settantesimo anniversario della costituzione della Brigata Alpina Julia.

Vi ha preso parte la 66ª Compagnia del Battaglione Alpini Feltre, inquadrato nel 7° Reggimento Alpini.

Erano presenti all’esercitazione il Colonnello Stefano

Fregona, Comandante del Reggimento, e il Tenente Colonnello Maurizio Candeloro, Comandante del Battaglione.

Giunto al Sacrario Militare di Cima Grappa il reparto schierato ha reso onore ai Caduti insieme ai Gagliardetti dei Gruppi dell’A.N.A. intervenuti ed è stata letta la Preghiera dell’Alpino.

Caporal Maggiore SceltoFederico Patelli

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 33

La relazione morale del Presidente NazionaleSi è svolta lo scorso 26 maggio a Milano, presso il

Centro Congressi Promo Ter, l’Assemblea Nazionale dei Delegati, la prima, secondo le parole del nostro Presidente Sebastiano Favero, del secondo secolo di vita dell’Associa-zione Nazionale Alpini.

All’ordine del giorno erano previste le votazioni per il rinnovo delle cariche del Presidente Nazionale e di alcuni Consiglieri e Revisori dei Conti.

Pur essendo l’unico candidato, Sebastiano Favero è stato eletto Presidente Nazionale per la terza volta con una percen-tuale elevatissima di voti, segno di un evidente apprezzamen-to per quanto ha fatto nel corso del suo precedente mandato, apprezzamento confermato anche dal lungo applauso dei Delegati presenti.

Nelle premesse della sua relazione morale il Presidente Favero ha ribadito la ferma volontà dell’Associazione di un ripristino di quanto stabilito dall’art. 52 della Costituzione, che sancisce come «la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino».

Sempre secondo Favero, la recente riforma del terzo set-tore, così come formulata, non risponde al pensiero dell’As-sociazione e non soddisfa le attese degli Alpini, soprattutto laddove prevede l’istituto di un servizio volontario.

È comunque in itinere da parte dell’A.N.A. la stesura di un protocollo con l’Esercito Italiano per l’attivazione di un ser-vizio ausiliario all’interno del quale prevedere la possibilità di formazione delle nuove generazioni secondo uno spirito legato alla nostra tradizione alpina.

La Sede Nazionale si farà carico di vigliare attentamente e di tenere sotto controllo l’attuazione della legge sul terzo settore.

La nostra Associazione, prosegue Favero, è un’associazio-ne d’arma e questo principio deve essere ricordato e fatto rispettare da tutti, perché è sancito espressamente dal nostro Statuto; non è possibile snaturare la nostra Associazione, pena la disgregazione di un patrimonio che custodiamo da cento anni.

Forte è l’appello lanciato a favore di un’unità di intenti che, partendo dalla Sede Nazionale, deve coinvolgere tutte le Sezioni e tutti i Gruppi per evitare fughe in avanti di singoli o di pochi, che comprometterebbero la natura stessa della nostra Associazione. «No a manie di protagonismo» è l’ordine perentorio emanato dal Presidente.

La seconda parte della relazione morale è rivolta all’elenca-zione delle molte attività che la nostra Associazione ha svolto

nel corso del 2018, forte di un numero di tesserati che sconta un calo annuale di poco sotto l’1%.

Ricordando la recente Adunata di Milano, il Presidente informa che sono state presentate da parte delle Sezioni di Alessandria, Brescia, Udine e Matera le candidature per l’a-dunata del 2021.

Un particolare ringraziamento è rivolto poi alle Sezioni all’Estero per il meritorio lavoro di aggregazione e di promo-zione dei nostri valori.

Vengono poi riassunte le attività relative alla comunica-zione, con l’attivazione del nuovo sito web e del settimanale televisivo dell’A.N.A., al Libro Verde, ai Sacrari, punto per il quale è stata ringraziata anche l’attività della Sezione di Feltre, e allo sport.

In occasione delle premiazioni delle Sezioni classificate nei trofei nazionali 2018, il Presidente Stefano Mariech e il Vice Presidente addetto allo sport Emanuele Casagrande sono saliti a ricevere per la terza volta consecutiva la targa per il terzo posto del Trofeo del Presidente Nazionale conquistata dalla Sezione di Feltre.

In conclusione il Presidente Favero rilancia il forte appello all’unità e al senso di responsabilità da parte di tutti i Soci al fine di poter mantenere forte la nostra Associazione ancora per un lungo periodo durante il secondo secolo della sua vita.

Il Presidente Sezionale Stefano Mariech

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4 Alpini… Sempre! - N. 2/2019

L’OSPEDALE DI SANTA MARIA DEL PRATOE LA SUA STORIA

LA PRIMA GUERRA MONDIALENel marzo del 1915 si insediò il nuovo Consiglio di

Amministrazione dell’Ospedale di Feltre, Presidente Ezio Collarini, che pochi mesi dopo - il 4 novembre - avrebbe perso il Consigliere Antonino de’ Mezzan, Capitano del 139° Reggimento Fanteria della Brigata Bari, caduto combattendo al Bosco Triangolare presso San Martino del Carso (motivo per cui la famiglia, per onorarne il nome, donò all’Ospedale la somma di cinquemila lire).

Già alla vigilia della guerra Feltre e il Feltrino, complice anche la presenza della stazione ferroviaria, erano divenuti centro di radunata; con l’apertura delle ostilità funsero da cen-tri di smistamento di truppe in transito verso il fronte, sede di Comandi, magazzini, strutture sanitarie, come l’Ospedale da Campo da 100 letti n. 064 (ubicato nelle Scuole Commerciali presso il Seminario, diretto dal Tenente Colonnello Medico Luigi Mauri e dipendente dalla 5ª Compagnia di Sanità di Padova) e il posto di pronto soccorso della stazione. Fra gli altri reparti il Battaglione Alpini Feltre, composto quasi interamente da soldati feltrini, bellunesi e alto-trevigiani, partì verso le Alpi di Fassa, dove si distinse in particolare per il valore nella con-quista della vetta del Monte Cauriol avvenuta il 27 agosto 1916.

La guerra, nella prima fase (1915-1917) portò il proprio peso distruttivo prevalentemente sugli Altipiani, sulle Dolomiti e - soprattutto - sul Carso, ma Feltre fu collegata in modo precipuo al teatro di operazioni fassano, in particolare al settore Lagorai-Colbricon-Passo Rolle-Cima Bocche, e alla Valsugana.

Il 24 ottobre 1917 però le truppe germaniche e austro-ungariche sfondarono il fronte a Caporetto, le nostre truppe furono costrette a ritirarsi combattendo e a formare verso la metà di novembre una linea difensiva che risalendo dalle foci del Piave al Massiccio del Grappa andava a ricollegarsi con quanto rimaneva del nostro apparato difensivo degli Altipiani. Feltre e il Feltrino, come del resto tutto il bellunese, subirono così l’invasione delle truppe nemiche e la nostra città, come nei secoli precedenti, provò la dura occupazione nemica.

Appena prima del sopraggiungere delle truppe avversa-rie, molti cittadini, soprattutto i più abbienti, si sottrassero all’occupazione mettendosi in salvo nelle regioni dell’Italia Centrale. Fuggirono anche gli amministratori delle Opere Pie lasciandole senza guida, così che la conduzione amministra-tiva dell’Ospedale si trovò allo sbando.

Il 10 novembre 1917, in una situazione particolarmente difficile cinque volontari diedero vita ad un nuovo Consiglio di Amministrazione e si assunsero la responsabilità di garan-tire il funzionamento dell’Ospedale, della Congregazione di Carità, della Casa di Ricovero e dell’Orfanatrofio Carenzoni. I cinque, che possiamo ben dire coraggiosi considerato il particolare momento, furono il farmacista Benvenuto Bassi, il chirurgo Giovanni Gaggia, la Madre Superiora Carolina Colombo, il signor Arturo Paoletti e il Segretario dell’Ospe-dale Giovanni Dall’Agnola.

Il dottor Giovanni Gaggia, Ufficiale Medico presso l’O-spedale da Campo n. 064, chiese ai comandi superiori di poter rimanere in zona occupata, così da poter trasportare e curare i soldati feriti nell’Ospedale Civile. In quel difficolto-so momento il Gaggia assunse la direzione sanitaria e il pri-mariato di chirurgia dell’Ospedale e affidò al dottor Gaspare

Gargiuolo, unico medico civile rimasto in città, la direzione del manicomio ed il primariato di medicina.

La sera dell’11 novembre 1917 gli ultimi Carabinieri lasciarono la città e Arturo Paoletti in quel tragico momento della storia di Feltre, assunse coraggiosamente la carica di Sindaco pro tempore.

All’alba del giorno 12 le avanguardie nemiche, che ave-vano superato la disperata resistenza di Forte Leone a Cima Campo, della Tagliata di Sant’Antonio a Fonzaso e di qual-che reparto alpino sbandato, entrarono in una città semideser-ta, dove i cittadini chiusi in casa attendevano gli eventi; pur-troppo molti soldati nemici si abbandonarono al saccheggio.

Come nella prima fase della guerra Feltre continuò - a fronti rovesciati - nel proprio ruolo: il Comando del I Corpo d’Armata Austro-Ungarico del Feldmareciallo Alfred Krauss, che dal maggio 1918 passerà poi agli ordini Generale Ferdinand Kosak, si insediò a Palazzo Guarnieri in Piazza Maggiore; il Comando di Tappa nel Palazzo Bonsembiante in Largo Castaldi; nei migliori palazzi della città alloggia-rono i Comandi di Piazza, della Sussistenza, della Sanità, di Divisione e di Brigata, ai balconi le bandiere asburgiche sosti-tuirono i tricolori e alle vie furono cambiati i nomi: Piazza Vittorio Emanuele II (Piazza Maggiore), diventò Karls Platz, Viale Campogiorgio divenne Zita Promenade e Via Garibaldi semplicemente Banhofstrasse (Via della Stazione).

L’Ospedale in quel difficile momento dovette fornire vitto e cure a 124 pazienti ricoverati, a 439 nel manicomio, a 87 anziani nella Casa di Riposo e a 11 bambine nell’Orfanatro-fio, oltre ad un centinaio di persone di servizio.

Il giorno 14 fece visita all’Ospedale di Feltre il Colonnello Medico austriaco dott. Frank, che fortunatamente si dimostrò una persona disponibile e incoraggiò il collega Gaggia nell’o-pera intrapresa volontariamente. In quell’occasione concesse al medico feltrino di indossare abiti civili così da evitare noie con i soldati e gli assegnò anche, in aiuto, due Ufficiali Medici italiani prigionieri.

Carlo Balestra

(7 - Continua)

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 5

LA PENNA ALPINA PER LA NOSTRA MONTAGNA I PRIMI DIECI ANNI

Nel corso del tempo gli Alpini si sono ritagliati un ruolo distinto nel proprio contesto sociale, ruolo che riflette la loro natura generosa e solidale, manifestata soprattutto dal significa-tivo impegno nella Protezione Civile; l’impegno dell’A.N.A. è spesso evidenziato da organi d’informazione e privati cittadini e questo ci gratifica e ci sprona a proseguire su questa strada.

In questa realtà sociale ritroviamo anche tante altre persone, associazioni e istituzioni, che agiscono in vari modi per il bene comune e cui dobbiamo essere riconoscenti. Per questo ho pro-posto nel 2010 al Consiglio Direttivo l’istituzione di un premio - una targa argentata raffigurante i contorni del massiccio del Sass de Mura con il profilo della penna alpina - denominato La penna alpina per la nostra montagna, con lo scopo di dare un riconoscimento non solo agli Alpini, ma anche a quanti nell’ambito delle proprie attività abbiano agito meritoriamente nei confronti della popolazione e della montagna bellunese o abbiano promosso l’immagine della nostra provincia in Italia e nel mondo tramite la cultura, l’arte e l’imprenditoria. Si è poi voluto anche ricordare il compianto Generale Giangi Bonzo, importante figura alpina feltrina e grande Presidente Sezionale, con un attestato da conferire ad un Alpino in armi appartenente al 7° Reggimento distintosi nel corso del proprio servizio.

Sunteggiando un bilancio, la prima edizione de La penna alpi-na per la nostra montagna ha visto premiati Oscar Bonsembiante (alla memoria), la cui vita fu dedicata al soccorso alpino e alla promozione dello sci fra i disabili; Giambattista Dalla Corte, Alpino e indimenticato Sindaco di Sovramonte, sempre atten-to alle problematiche della montagna; Felice Dal Sasso, già Assessore Regionale, fondatore dell’Associazione Feltrina dei Donatori di Sangue e sostenitore della specificità della mon-tagna bellunese. Nel 2011 sono stati premiati Maria Pollacci, ostetrica, la cui vita è stata legata a doppio filo con la monta-gna e il Comitato Cengia Martini-Lagazuoi per l’impegno nel preservare e trasmettere alle nuove generazioni i luoghi della Grande Guerra, con l’intento di ricordarla per difendere la pace. Nel 2012 il premio è stato conferito a Sergio Sanvido, dotato amministratore pubblico attento ai bisogni della montagna, per la sua meritoria attività nel diffondere il ciclismo e a Francesco Turrin, Sovraintendente del Corpo Forestale dello Stato, per aver promosso fra le giovani generazioni la cultura dell’am-biente. Nel 2013 sono stati premiati il Comune di Longarone nel Cinquantenario del Vajont, a ricordo di tutte le vittime di quella catastrofe, e Oscar De Pellegrin - Alpino, uomo di sport, campione di innumerevoli titoli mondiali, olimpici, nazionali e alfiere della nazionale italiana paraolimpica a Londra 2012, un vero esempio per i giovani di coraggio, forza e determina-zione - e Luana Gorza, per aver saputo cogliere anche nella sofferenza il senso profondo del proprio vivere, trovando nelle diverse forme dell’arte un mezzo per comunicare il proprio dolore e l’amore nei confronti di un’esistenza che va comunque vissuta. La quinta edizione ha visto premiare Andrea Da Ronch, laureato in ingegneria spaziale al Politecnico di Milano, docente all’Università di Southampton in Inghilterra e autore di testi specifici in campo aerospaziale; Amedeo Vergerio (alla memo-ria), medico pediatra impegnato per i bambini feriti nei conflitti scoppiati nell’Europa Orientale; Ivan Piol, per aver diffuso lo sport ciclistico amatoriale, ideatore della Sportful Dolomiti Race e della 24 Ore Castelli; Lattebusche Latteria Cooperativa della Vallata Feltrina, per i suoi sessant’anni di ininterrotta attività a tutela dei piccoli produttori di montagna e per aver dedicato

grande attenzione alla realtà sociale e culturale del territorio. Nel 2015 sono stati premiati Angelo Costa (alla memoria), per l’impegno profuso quale amministratore pubblico a favore della montagna e per aver istituito il Servizio Urgenza ed Emergenza in Montagna (SUEM); Loris Scopel, lungimirante amministra-tore pubblico, sensibile alla valorizzazione del territorio e allo sviluppo produttivo nel campo agro-silvo-pastorale; il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, per la costante attività di soccorso e salvataggio esercitata in territorio montano. Nel 2016 hanno ricevuto l’ambita targa Monsignor Giuseppe Andrich, Vescovo Emerito della Diocesi di Belluno-Feltre, per aver saputo interpretare i valori propri della gente di montagna in linea con i dettami della Chiesa; Francesco Doglioni, archi-tetto, docente universitario di chiara fama, fautore della ricostru-zione del Duomo di Venzone distrutto dal terremoto del Friuli; Caterina Fontanella, giovane laureata in medicina e chirurgia, insignita a Chicago del prestigioso Conquer Cancer Foundation Merit Award durante il congresso dell’American Society of Clinical Oncology (A.S.C.O.), il più importante appuntamento annuale sull’oncologia. I riconoscimenti dell’ottava edizione sono andati a Massimo Facchin, Reduce di Russia, scultore e inventore, che con le sue opere ha fatto conoscere la terra bel-lunese in Italia e all’estero; a Franco Fontana, Ispettore Capo della Polizia di Stato, per aver fatto conoscere, attraverso le sue opere cinematografiche, le diverse realtà del territorio montano; a Caterina Doglioni, astrofisica, per aver pubblicato numerose opere di alto valore e aver conseguito prestigiosi incarichi nel campo della fisica collaborando al CERN di Ginevra; all’As-sociazione Dottor Clown Belluno ONLUS, per l’attenzione a favore delle fasce più deboli, come i bambini e gli anziani ricoverati in strutture sanitarie. Per l’edizione del 2018 infine - quando le premiazioni sono avvenute nel prestigioso Teatro de la Sena - si sono premiati Antonio Bottegal, scultore, per aver saputo rappresentare nell’arte i valori delle genti di montagna; Vanni Toigo, ricercatore all’Istituto di Fisica Nucleare del CNR di Padova, per essersi distinto nel settore elettrico applicato alla fisica del plasma; Reparto Cure Palliative Ospedale di Feltre ULLS N. 1 Dolomiti, Associazione Mano Amica Feltre e Associazione Cucchini Onlus Belluno per la preziosa opera a favore degli ammalati e delle loro famiglie, portata con grande spirito di solidarietà e umanità nei confronti di chi soffre.

Il premio Generale Giangi Bonzo è invece stato così asse-gnato: 2010 - Caporal Maggiore Scelto Marco Pagano, Caporal Maggiore Pascal Vocione, Caporal Maggiore Antonio Nazzaro Latiano; 2011 - Alla memoria degli Alpini caduti in Afghanistan: Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca, Caporal Maggiore Scelto Sebastiano Ville, Caporal Maggiore Scelto Francesco Vannozzi, Primo Caporal Maggiore Marco Pedone, Primo Caporal Maggiore Matteo Miotto; 2012 - Sergente Alberto Stella, Caporale Alessia Gazzola; 2013 - Capitano Carmelo Pezzino; 2014 - Primo Maresciallo Mario Schiavo; 2015 - Caporale VFP4 Matteo Serpillo; 2016 - Primo Maresciallo Luogotenente Francesco Maerilli; 2017 - Caporal Maggiore Capo Ivan Improta; 2018 - Luogotenente Leonardo Ronzani.

In occasione del decennale dell’istituzione del premio La penna alpina per la nostra montagna le premiazioni avverranno alle ore 16.00 di sabato 20 luglio nel Teatro de la Sena, in Piazza Vittorio Emanuele II (Piazza Maggiore) a Feltre.

Carlo Balestra

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6 Alpini… Sempre! - N. 2/2019

RIFLESSIONI SU CENTO ANNI DI CORALITÀ ALPINA

Chiuso il tempo delle celebrazioni per i cento anni dalla conclusione della Prima Guerra Mondiale, e in occasione del centenario dell’A.N.A., sembrata opportuna una rifles-sione sui canti che autori, spesso ignoti, ci hanno lasciato come patrimonio di umanità e bagaglio di cultura popolare. È stata l’occasione per riflettere attorno ad un tavolo con tre maestri che, oltre ad essere Alpini, per età rappresentano tre generazioni: Ronny Strapazzon, del coro Convivium di Arsié, Aldo Speranza, direttore del coro Piave A.N.A. di Feltre e Giancarlo Brocchetto, del coro Monte Coppolo di Lamon.

Sono cori che hanno in repertorio canti che raccontano i particolari avvenimenti che hanno caratterizzato la vita degli Alpini e che ci trasmettono con profonda umanità non solo la vita di trincea, tipica della Prima Guerra Mondiale, ma anche certi episodi che illustrano con estrema concretezza vicende che avevano come fine la difesa delle nostre case e di chi vi viveva, del nostro territorio e dei nostri confini. Canti che meritano di essere eseguiti e ascoltati con il dovuto rispetto, direi quasi sacro, perché sono portatori di una verità umana che ha avuto come teatro la nostra gente, le nostre montagne e quella che è la nostra Patria.

Parlando con i tre maestri emerge proprio il desiderio e l’auspicio che, per un coro che porta sul palco canti di qualun-que genere, la preparazione e l’esecuzione di canti di trincea, avvenga nel rispetto degli uomini e degli avvenimenti a cui sono stati ispirati.

A tale scopo diventa indispensabile la conoscenza di quanto il compositore del brano con il suo racconto ha voluto comu-nicare e la coscienza del luogo in cui si esegue.

Ne consegue, quindi, che la tecnica, per quanto raffinata possa essere, viene ricondotta al suo scopo primario, quello di essere lo strumento che aiuta a cogliere il sentimento che la canzone vuol trasmettere e che la capacità espressiva dei cori-sti sa prima interiorizzare, per poi con l’esecuzione comuni-care con efficacia, senza esasperazioni e raffinatezze tecniche che possono essere fini a se stesse.

Non possiamo permetterci, dopo cento anni, di sottovalutar il fatto che, al di là delle testimonianze che sono state egre-giamente raccolte nei libri e nei racconti, è ancora il canto che sa farci emozionare.

Quel canto che, qualcuno ha osservato, non è stato preso in considerazione nella lunga serie di puntate che Rai Storia ha proposto sulla Grande Guerra, e che ancora oggi ci permette

di ricreare le vicende e i sentimenti che ignoti autori di ‘canti di montagna’, tra i quali si collocano i “canti alpini”, hanno lasciato a perenne memoria.

Canti tristi, spesso si dice, e non è poi così strano, trattan-dosi di versi che raccontano momenti di guerra e che, spesso, offrono emozioni che rimangono impresse nella mente più dei canti ‘allegri’.

Ecco allora che le nuove generazioni, che sempre di più faticano a capire il valore di questo patrimonio di cultura e di umanità, in queste occasioni, prima di abbandonarne l’ascolto, forse sapranno apprezzare delle esecuzioni che attualmente le lasciano piuttosto indifferenti.

Quale può essere il messaggio di che questo incontro-confronto con i tre direttori di coro? Potrei dire innanzi tutto che sarebbe bello che la gente tornasse a cantare, riscoprisse il gusto di unire le voci, la consapevolezza unanime che emerge e che ‘il maestro di coro non insegna solo vocalità’, ma da buon padre deve tener unita la famiglia corale.

Cantare assieme fa risvegliare il nostro senso di apparte-nenza, di affiatamento, di esseri socievoli: solo chi apprezza il canto sa anche gustarlo, sia nella fase di acquisizione - impa-rando prima ed eseguendolo poi con il dovuto rispetto - quel rispetto che è giusto manifestare nei confronti di tutti noi che anche se passati cento e piu’ anni, teniamo alto il valore alpino.

Loris Apollonia

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STORIE DE GUERARacconti di vita quotidiana durante la Prima Guerra Mondiale

LE TRE MALATIE DE LA JOLANDA

Io mi ammalavo spesso perché ero indebolita per la fame. L’anno prima avevo preso la bronchite ed ero stata a letto diverse settimane; l’inverno dopo avevo preso la polmonite ed ero stata a letto per quasi due mesi; infine quell’inverno mi ammalai di pleurite, una malattia molto più grave.

Avevo tanta tosse, si formava liquido nei polmoni e stavo tutto il giorno a letto con la febbre alta. Ero seguita da due dottori: uno italiano e uno ungherese. Avevo due cerotti molto grandi che i dottori mi tiravano via violentemente e io temevo il momento di subire questa operazione.

Una notte mi svegliai e ebbi la bella idea di togliermi i cerotti piano piano. Così alla mattina, quando arrivarono i dottori, che sollievo non farmi togliere i cerotti da loro! Avevo imparato come dovevo fare e continuai anche nei giorni successivi. Quando finalmente guarii, il dottore unghe-rese scese al piano terra e consegnò un foglietto al nonno dicendogli: - Questo è un lasciapassare per andare alla cucina militare dove si distribuisce il cibo. Con questo vostra nipote potrà prendere la sua razione per prima senza doversi mettere in fila. Così non patirà più la fame!

Il nonno era molto grato a quel medico e fu una vera fortu-na, per me, avere quel lasciapassare!

LA FIN DE LA GUERA

E finalmente arrivò quel giorno che non dimenticherò mai. In paese cominciò a diffondersi la notizia che la guerra era finita e che i nostri erano già arrivati a Feltre.

Tutti ci ritrovammo in piazza per festeggiare e poi tutti insieme, anziani, giovani e bambini, andammo a prendere la campana che era stata nascosta sotto la ghiaia, su verso Casele, per evitare che i Tedeschi la requisissero per fonderla, come avevano fatto con tante altre.

Noi bambini non comprendevamo bene quello che stava succedendo, ma come tutti eravamo in festa e capivamo che stava capitando qualcosa di bello.

I vecchi sistemarono la campana sul campanile della chie-setta del paese; suonava ora, e ci sembrava non avesse mai suonato così festosamente. Tutti erano felici: cantavamo, bal-lavamo e io non ricordavo più una giornata così bella.

Dopo qualche giorno cominciarono a tornare i nostri solda-ti. Ogni volta che arrivava qualcuno, la campana li accoglieva con il suo suono di festa.

Le mamme abbracciavano i loro figli e i mariti che tornava-no dal fronte, piangendo di gioia.

Concludiamo la pubblicazione dei racconti ricevuti dalla Scuola Primaria di Soranzen (Classe Quinta, dell’A. S. 2017-2018).

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VIALE FARRA, 43 - 32032 FELTRE BL - TEL. 0439 303160

La carne come vuole la tradizione.

La Sezione A.N.A. Valdagno, che è gemellata con Feltre, nel primo fine settimana di aprile (5, 6 e 7 aprile) ha festeg-giato i novant’anni di fondazione ed in concomitanza si è svolto il Raduno Intersezionale delle Penne Nere vicenti-ne (Asiago, Bassano del Grappa, Marostica, Vicenza e la Sezione di casa, Valdagno).

Negli stessi giorni si è svolta l’esercitazione Triveneta della Protezione Civile A.N.A. del 3° Raggruppamento, a cui hanno partecipato anche i volontari della Sezione feltrina.

Circa 40 i cantieri coinvolti in tutta la valle dell’Agno.La tre giorni di festa è iniziata venerdì, a Cornedo Vicentino,

con il concerto del Coro A.N.A. di Novale e della Fanfara dei congedati della Brigata Alpina Cadore.

Nella giornata di sabato, dopo l’alzabandiera al campo base della Protezione Civile e presso il Piazzale Rivoli, nel pome-riggio si sono esibiti le bande di Castelgomberto, Cornedo Vicentino e Muzzolon.

Si è poi svolta una cerimonia in onore dei Caduti.La domenica, dopo la celebrazione della Santa Messa pres-

so il campo base della Protezione Civile, si è svolta la sfilata per le vie del centro di Valdagno, a cui hanno partecipato numerosi Vessilli Sezionali, Gagliardetti dei Gruppi e tanti Alpini. La presenza delle Penne Nere è stata stimata sulle cinquemila persone.

Il percorso della sfilata, tra due ali di folla, ha toccato i luoghi storici della città, partendo dal Ponte della Vittoria, per concludersi in Piazzale Rivoli.

Il Vessillo novantenne della Sezione di casa era scortato dal Presidente dell’A.N.A. di Valdagno Enrico Crocco, dal Presidente Nazionale Sebastiano Favero e dal Comandante del 7° Reggimento Alpini, Colonnello Stefano Fregona.

La Sezione di Feltre era presente con il Presidente Stefano Mariech, i Vice Presidenti, alcuni Consiglieri Sezionali, 16 Gagliardetti dei Gruppi, ed Alpini ed Amici degli Alpini.

Con la Sezione feltrina ha sfilato l’Assessore Adis Zatta in rappresentanza del Comune.

La rappresentanza feltrina ha raccolto molto applausi al suo passaggio.

Durante la sfilata le sezioni vicentine erano precedute dagli striscioni recanti le scritte: “Sfilano gli Alpini della terra vicentina fedeli custodi dei nostri eroi”, e “Per non dimenti-care” con le immagini di luoghi sacri legati agli Alpini ed alla Grande Guerra: il Sacrario del Monte Grappa, il Sacrario del Pasubio, l’Ossario del Monte Cimone, il Sacrario di Asiago, e la colonna mozza dell’Ortigara.

Al termine della sfilata in Piazzale Rivoli si sono tenuti i discorsi di rito da parte delle Autorità.

Il Presidente della Sezione di Valdagno, Enrico Crocco, ha sottolineato che i novant’anni di attività sono un momento particolare e vissuto con tanta intensità e ha posto in evidenza che la Protezione Civile alpina ha donato tante ore di lavoro ai Comuni, operando in 40 cantieri.

Il Presidente Nazionale Sebastiano Favero ha ricordato come la Protezione Civile A.N.A. e gli Alpini dimostrano sempre attaccamento e dedizione ai valori alpini; ha concluso il suo intervento con un pensiero al ritorno del servizio obbli-gatorio di leva, tema sempre attuale in questo ultimo periodo.

Tra le Autorità che sono intervenute: il Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Erika Stefani; l’Asses-sore Regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottaccin; l’Assessore Regionale all’Istruzione e Formazione Elena Donazzan; il Sindaco di Valdagno Giancarlo Giuseppe Acerbi.

L’ammaina bandiera sulla note dell’inno nazionale ha con-cluso le manifestazioni.

Da non dimenticare che la Sezione di Valdagno è stata pre-sente a Feltre, con alcune squadre di Volontari di Protezione Civile nelle ore e nei giorni successivi il 29 ottobre, giorno del passaggio della tempesta Vaia che ha profondamente col-pito e ferito tutto il territorio feltrino.

Alcuni volontari hanno partecipato anche all’esercitazione sezionale di protezione civile del 24 marzo a Cesiomaggiore.

La Sezione di Valdagno ha dato alla sezione gemella feltri-na la propria disponibilità per aiutare nella ricostruzione del Parco della Rimembranze ed un primo atto concreto è avve-nuto lo scorso mese di febbraio, in occasione dell’assemblea generale annuale dell’A.N.A. Feltre, donando la cifra di 4000 euro.

Giuseppe D’Alia

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SCUOLA E PARCO DELLA RIMEMBRANZA:UN CONNUBIO EDUCATIVO, ALLORA COME ADESSO

La tempesta Vaia del 29 ottobre scorso ha tristemente ripor-tato all’attenzione dei Feltrini lo stato di incuria e degrado del Parco della Rimembranza cittadino, ma fin da subito le notizie circa l’intenzione della locale sezione A.N.A. di riqualificarlo hanno trasmesso positività e ottimismo, anche e soprattutto a chi lo osserva quotidianamente nella sua desolazione.

Stiamo parlando di noi, alunni e insegnanti della Scuola Primaria Vittorino da Feltre; immediatamente abbiamo sen-tito il bisogno di essere partecipi dell’iniziativa degli Alpini e impegnarci in una ricerca sulla storia del parco stesso. La nostra scuola si è quindi posta a capofila di un progetto che vuole coinvolgere tutti gli alunni delle scuole primarie del ter-ritorio affinché siano sensibilizzati sul tema della ricostruzione del parco e perché siano trasmessi loro valori importantissimi quali la solidarietà, l’altruismo, l’amore per il bene comune.

Il Parco della Rimembranza di Feltre trova le sue radici storiche nel grande edificio scolastico che lo chiude a nord ed è da qui che partiamo per raccontare la sua storia.

Nel dicembre 1909 l’Amministrazione Comunale di Feltre, guidata da Bortolo Bellati, deliberò la costruzione del grande fabbricato scolastico cittadino che doveva accogliere i bam-bini e le bambine di scuola elementare e che sarebbe stato in seguito intitolato a Vittorino da Feltre. La zona prescelta per la costruzione fu individuata in un vasto terreno di circa 12.000 m² situato a mattina del Seminario Vescovile, vicino al centro e libero da abitazioni nelle immediate vicinanze; ci troviamo nei luoghi dove secoli prima trovava posto il primo ospedale Santa Maria del Prato. L’edificio, che occupò poco più di 1300 m², fu ultimato nel 1912 e già nell’autunno di quell’anno le classi poterono far lezione nelle sue grandi e assolate aule; arrivarono poi gli anni della guerra e le sco-laresche dovettero traslocare altrove, per lasciare posto ai soldati feriti nel conflitto: il fabbricato scolastico era infatti stato requisito per diventare un ospedale militare. Gli alunni poterono tornare nelle loro aule solo nel febbraio 1919.

Nei primi anni di pace dopo la Grande Guerra, fu sentito dalle istituzioni e dalla collettività il bisogno di preservare la memoria dei propri caduti in guerra, che portò a emanare disposizioni e formare comitati per la predisposizione di viali e parchi della rimembranza, luoghi di ricordo delle persone morte in battaglia e che aiutavano anche ad esaltare un forte sentimento patriottico. Si trattava di una nuova forma di com-memorazione di quanti si erano sacrificati per la Patria, che non era più esaltazione di singoli eroi come nell’Ottocento, ma voleva far riflettere sia sul martirio di un’intera generazio-ne di giovani, sia sulla “rinascita”, rappresentata da un albero che cresce, all’interno di un viale o di uno spazio verde, a diretto contatto con la natura. L’artefice principale di questo progetto fu Dario Lupi, allora sottosegretario alla Pubblica Istruzione; nel dicembre 1922 egli emanò due circolari in cui invitava le scolaresche di tutta Italia, con la supervisione dei Comuni e di comitati appositi, alla realizzazione di questi luoghi della memoria, con la messa a dimora di una pianta per ogni Caduto in guerra della città.

L’iniziativa vide il pieno appoggio del Ministero dell’Agri-coltura ed in particolare dell’amministrazione forestale, che provvedeva a fornire gratuitamente le piantine richieste. La seconda circolare di Lupi impartiva precise disposizioni riguardo alla piantumazione, con indicazioni circa le piante autoctone da mettere a dimora, i materiali richiesti, la pro-fondità della buchetta, la concimazione, la cura successiva. Si

doveva poi provvedere ad un riparo costituito da tre regoli di legno con i colori della bandiera nazionale disposti a tronco di piramide; su quello bianco doveva essere riportata la dicitura con il nome del Caduto, il luogo e la battaglia dove aveva trovato la morte.

Con una successiva circolare, il Ministero dell’Istruzio-ne istituì la “Guardia d’onore degli alunni dei parchi della Rimembranza”: scolari e scolare delle scuole dell’obbligo dove-vano prendersi cura e seguire la crescita degli alberi piantati.

L’iniziativa ebbe un grande successo e nel giro di due anni nacquero oltre duemila viali e parchi; nei maggiori centri ci si avvalse del contributo di prestigiosi architetti che con la loro opera contribuirono all’abbellimento urbano.

Il primo parco inaugurato fu quello di Firenze: siamo nel maggio 1923. Uno dei più belli è sicuramente quello di Torino, detto anche della Maddalena, inaugurato da re Vittorio Emanuele III nel 1925: attorno alla scultura della Vittoria alata, si costituì un arboreto con 400 specie botaniche differenti a ricordo dei 4787 caduti torinesi.

Con la legge n. 559 del 21 marzo 1926, i Parchi e Viali della Rimembranza furono dichiarati “pubblici monumenti”.

Come evidenziato, la risposta al progetto di Lupi fu ampia in tutta la Penisola e la nostra provincia non fu da meno. In un rapporto dell’ottobre 1923 risulta che nei 66 comuni allo-ra esistenti nel Bellunese si erano già costituiti 41 comitati esecutivi e 11 parchi erano fino ad allora stati inaugurati; tra questi il Parco della Rimembranza al parco comunale della città capoluogo e i parchi nei cortili dei fabbricati scolasti-ci di Bolzano Bellunese, Cavarzano, Castion, Chiesurazza, Levego e Visome.

Con una circolare del 12 febbraio 1923, l’allora Provveditore agli Studi di Belluno, prof. Dardanelli, sollecitava le scuole bellunesi alla costituzione dei comitati che dovevono occu-parsi della formazione dei parchi. Nel Feltrino qualcosa si era già mosso, ma non nel capoluogo: era stata la scuola di Mugnai, promotore il maestro Antonio D’Alberto assieme ai capi famiglia della frazione, che già a fine gennaio aveva espresso l’intenzione circa la piantumazione di 28 alberi votivi a ricordo dei Caduti del paese, opera che troverà posto nelle vicinanze della chiesa frazionale.

In città si assistette ad un certo lassismo che nel maggio suc-cessivo indusse Dardanelli ad inviare al Sindaco un’accorata lettera di sprone a far sì che il capoluogo avviasse le pratiche e fosse di esempio ai centri minori affinché si desse compi-mento all’iniziativa promossa da Lupi per «onorare i gloriosi

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morti dell’ultima guerra nazionale». In realtà la nostra città era alle prese con la realizzazione del grande Monumento ai Caduti posto all’inizio del viale del cimitero urbano, opera che voleva ricordare i 450 caduti di tutto il territorio comuna-le con una grande statua in bronzo del cadorino Annibale De Lotto, raffigurante il Cristo che sostiene l’eroe e completata da due esedre in marmo di Siena con i nomi dei soldati morti.

In ogni caso, la lettera del Provveditore sortì gli effetti auspicati: nel settembre del ’23, pochi giorni dopo l’inau-gurazione del monumento, il Sindaco Bellati finalmente convocò il Comitato per il Parco della Rimembranza. Da lui presieduto come massima rappresentanza amministrativa cittadina, vide poi la presenza del Vice Direttore Didattico maestro Romano Trotto, del Presidente dell’Associazione Smobilitati Cesare Vedana, della Segretaria dell’Associazio-ne Madri e Vedove, Contessa Elena Fogaccia Filipetto, del Capitano Enrico Pavetti incaricato a curare i rapporti con il Segretario del Fascio Nazionale, di Monsignor Giuseppe Biasio in rappresentanza del mondo ecclesiastico. Nel corso della prima seduta si deliberò la costituzione del parco con la messa a dimora di un’ottantina di piante a ricordo di altrettan-ti Caduti feltrini; come località venne prescelto il giardino del grande edificio scolastico urbano. Si decise inoltre di lasciare facoltà alle varie frazioni di scegliere la località ritenuta più conveniente per i rispettivi Caduti.

In una seconda riunione si provvide ad ordinare presso l’Istituto Archimede di Roma le targhette in zinco fuso niche-late sulle quali dovevano essere riportati i nomi dei Caduti; i ripari in legno furono commissionati ad una ditta locale. Circa la copertura delle spese si decise che fossero per metà a carico del bilancio comunale e per metà coperte attraverso una sottoscrizione pubblica curata dal Fascio locale. Venne ipotizzata una prima data per l’inaugurazione: il 4 o l’11 novembre 1923 (natalizio del re Vittorio Emanuele III), ma in nessuna delle due ebbe luogo in quanto le operazioni di completamento delle targhette richiesero tempi più lunghi, poi anche l’inverno feltrino fece la sua parte.

Nel frattempo, il grande giardino dell’edificio scolastico era già stato corredato di una fontana circolare al centro, dalla quale dipartivano quattro stradine che andavano a collegarsi con i viali che costeggiavano i lati del cortile: si ritenne quindi di posizionare le piante lungo questi tre viali a sud, est e ovest, lasciando libera la stradina verso l’edificio scolastico. Come pianta da mettere a dimora, la scelta cadde sull’ippocastano, specie arborea già in uso per il viale di fronte al Seminario Vescovile ed in altre zone della città; si tratta di una pianta robusta, dal bel portamento, di un buon potere ombreggiante in estate e resistente ai freddi invernali, che produce le note false castagne precedute da bei fiori nella stagione primaveri-le. Nel corso degli anni il parco venne arricchito con altre spe-cie arboree, spesso oggetto degli studi di scienze degli alunni della scuola: furono piantati cipressi, tuie, siepi di bosso, abeti

bianchi e rossi, tigli; all’entrata era presente un’aiuola con lo stemma di Feltre ornato di piccole piante grasse.

Inizialmente cortile scolastico e parco costituivano un’uni-ca unità, che negli anni è stata divisa con muretto e ringhiera, probabilmente per consentirte agli insegnanti di poter con-trollare meglio gli alunni durante la ricreazione.

La scelta di istituire il parco nel cortile dell’edificio solasti-co, attuata in moltissimi centri italiani, rispondeva alla volon-tà di chi aveva voluto questi luoghi della memoria perché fosse mantenuto saldo il rapporto tra i vivi e i morti, con la cura delle piante da parte degli studenti e delle studentesse. A Feltre, ancora prima che fosse inaugurato il parco, il Direttore Didattico Losego aveva già scritto al Sindaco affinché ad alcune alunne fosse concesso di prendersi cura delle piante, sotto la supervisione della loro insegnante.

Nei registri presenti nell’archivio della scuole Vittorino da Feltre vi è testimonianza diretta della costituzione delle ‘Guardie d’onore’ e dell’usanza che, in occasioni particolari, gli alunni deponessero fiori ai piedi degli alberi dedicati ai Caduti.

Grazie a documenti trovati nell’archivio storico comu-nale, sappiamo che sono state messe a dimora un’ottantina di piante dedicate ad altrettanti Caduti in guerra del cen-tro città; non conosciamo tutti i loro nomi, che speriamo di poter individuare con ulteriori ricerche. Menzioniamo: Angelo e Guerrino Cossalter, Antonio Pertile, Vittorino Gaved, Ludovico e Giuseppe Grisot, Ferruccio Melchiorri, Francesco Zanin, Vittore e Vittorino Cecchin, Francesco Bortolot, Felice Meneguz, Italo Zanandrea, Francesco Berton, Giuseppe Crico, Lorenzo Corso, Girolamo Cassol, Rodolfo Dal Bon, Giuseppe Dal Castel, Mario Sandi, Gio Maria Speranza, Mario Peloso (per il quale si veda l’articolo di Isabella Pilo su Alpini... Sempre!, n. 1/2019, p. 12).

Il parco venne finalmente inaugurato, in modo solenne e secondo i canoni dell’epoca, il 24 maggio 1924, nono anni-versario dell’entrata in guerra dell’Italia. Come riportato da un quotidiano dell’epoca, la benedizione e i discorsi furo-no tenuti dalle autorità ecclesiastiche e civili dal poggiolo centrale dell’edificio scolastico, mentre nel cortile-parco sottostante erano disposte «le truppe, la banda, i Balilla, gli Avanguardisti, i ferrovieri, le scolaresche, ecc. coi gagliardet-ti e vessilli». La massima autorità presente era il Sottoprefetto Bracali, rappresentante del Governo; tenne un commovente discorso l’arciprete Don Pietro Zangrando di Sospirolo, cap-pellano e valoroso combattente del Settimo Alpini, già due volte decorato. La cerimonia fu chiusa dal canto Il Parco della Rimembranza di A. Rossi, intonato da tutti gli scolari accompagnati al piano dal maestro Bonato; sistemate sul ter-razzino, cantavano pure “..cinque graziose ragazzine vestite dei colori nazionali raffiguranti l’Italia, avente ai lati Trieste, Trento, Fiume e Zara”.

Luisa Carniel

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L’ADUNATA DEL CENTENARIOImpressioni e suggestioni sotto la Madonnina

Forse a Milano siamo arrivati un po’ prevenuti pensando che La metropoli lombarda potesse annacquare il nostro modo d’essere. Lo abbiamo fatto alla chetichella e magari con la prudenza tipica del montanaro che scruta il territorio per comprenderne i potenziali pericoli, misurando a grandi passi di scarpone le distanze tra le piazze, sperimentando un po’ alla volta anche l’ebrezza della metropolitana e il sapore del Cinzano.

Giovedì e venerdì mattina chi usciva dai sicuri attendamen-ti si muoveva in sparute pattuglie sul territorio che gli era stato assegnato, e si salutava tra i viali con frasi tipo: ‘Di che Sezione siete Fratelli?’, come fossimo tra le trincee del Carso alla ricerca dei nostri Reparti. Ma dal venerdì pomeriggio i nostri Battaglioni di Penne Nere, sostenuti dai freschi rinforzi sbarcati dalle tradotte, invadevano la città e senza trovare resi-stenza la conquistavano col loro entusiasmo. ‘Si salvi chi può’ avranno detto alcuni milanesi disorientati, ma i più si univano alla nostra causa. Lo possiamo dire: con lo spirito di corpo e l’amore per il Tricolore, l’amicizia non conosce confini!

Dal Duomo a Parco Sempione la nostra allegria ha attra-versato la città tra profumi di grigliate e brindisi copiosi che in certi casi sono stati anche dolorosi, vuoi per l’abbondan-za, vuoi per i costi a volte elevati per le nostre tasche mon-tanare. La Galleria Vittorio Emanuele sembrava un teatro naturale per i nostri cori. ‘Oh mia bèla Madunina’ canta-vano alcuni, ‘Sul Cappello’, rispondevano altri, e tutto si chiudeva con un roboante ‘Sul pajon!’ riempiendola di voci

gioiose come a rimarcare che lì, proprio lì sopra, cent’anni fa nasceva l’A.N.A. donando all’Italia i suoi primi vagiti associativi. E poi le cerimonie: il venerdì con la Bandiera di Guerra del 5° Alpini e sabato con la Messa in Duomo, che avrebbe sicuramente visto in prima fila commosso il compianto Peppino Prisco. Alla sera il battesimo, quello del vento e della pioggia: sarà volata qualche tenda, ma non si è certo spento l’entusiasmo.

Domenica la grande festa dello sfilamento in una città che come le donne più attente, per gli invitati ha messo il vestito migliore, per la verità un po’ grigio (mancavano i Tricolori alle finestre, peccato!) ma elegante. Sotto le guglie del Duomo e lo sguardo benevolo della ‘Madonnina’ tra ali festanti, le nostre Penne Nere hanno sfilato sfidando il clima nuvoloso e gli anticipi di orario, le finestre disadorne degli uffici e l’insidia dei binari d’acciaio del tram battendo il passo per le vie del centro. Sotto alle tribune, fiato trattenu-to, sguardi attenti per onorare il nostro Labaro e magari più prosaicamente individuare qualche volto noto, magari del vip, o dell’amico illustre. Eravamo cinquecento e oltre, con i nostri simboli, i nostri Sindaci, i nostri Soci e idealmente, i nostri vèci. E allora, su tutto, la soddisfazione di esserci stati, di poter raccontare a casa e a chi non c’era anche questa Adunata, l’Adunata del Centenario e magari pensare anche alla prossima, quella di Rimini!

All’articolo associamo come sempre un racconto per immagini. Si lascia al lettore ricercare tra le foto di Giuseppe D’Alia e Paolo Dalla Corte i volti noti, gli amici lontani e vicini e le situazioni vissute. Nelle foto c’è colore, soprattutto ci sono calore, entusiasmo e magari anche qualche sorpresa.

Nicola Mione

FOTO DELL’ADUNATAIl fotografo Paolo Dalla Corte ha realizzato un

ricco servizio fotografico sull’Adunata e sullo sfi-lamento. Le immagini sono disponibili per visione presso la Sede della Sezione in Via Mezzaterra e ordinabili ad un costo di 4,00 € a copia. Per informa-zioni contattare la Segreteria negli orari di apertura.

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IROSO: ULTIMO MULO ALPINOIl 10 gennaio di quest’anno aveva compiuto quarant’anni

e di conseguenza qualche giorno dopo presso le salmerie di Vittorio Veneto si sono svolti i giusti festeggiamenti riportati dalla stampa nazionale. La stessa stampa in data 29 aprile pubblicava la notizia della sua andata avanti, al termine di una vita eccezionalmente lunga per animali della sua specie. Parliamo naturalmente del mulo Iroso, matricola 212 apparte-nente al Settimo Reggimento Alpini, Brigata Cadore, che nel 1993 aveva rischiato di finire al macello. Senonché Antonio De Luca, un ex-alpino, decise di acquistarlo assieme ad altri animali messi all’asta perché dismessi dall’Esercito, che li aveva sostituiti con mezzi tecnologicamente più avanzati.

È giusto ricordare che per tutti gli Alpini il mulo ha rap-presentato un compagno di avventure e qualche volta di sventura, soprattutto in guerra, per cui tutti i congedati hanno portato con sé un buon ricordo di quell’animale soprannomi-nato la ‘jeep col pelo’. Iroso (non si sa se il nome sia legato ad un carattere particolarmente vivace manifestato durante la naja), per sua fortuna, ha trascorso per moltissimi anni una vita serena, senza le angherie di qualche conducente frustrato, ma coccolato dal padrone e dalla sua famiglia, in

compagnia prima di una mula e poi di un’asina, seguito negli ultimi tempi da adeguate cure veterinarie. Ha anche parteci-pato a molte Adunate Nazionali degli alpini (molti di noi lo ricorderanno a quella di Treviso), è stato ammirato e visitato da tante persone, compreso il Governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha affermato che la fierezza straordinaria di Iroso rappresentava tanti valori: «l’alpinità, la storia del terri-torio, l’identità del Veneto e delle genti di montagna».

Anche da morto o ‘andato avanti’, come diciamo noi, ha subito un trattamento speciale: in suo ricordo all’ultima Adu-nata Nazionale di Milano in testa alla Sezione di Vittorio Veneto sopra un cuscino ha sfilato il suo zoccolo con incisa la matricola 212. Naturalmente lo stesso zoccolo verrà conser-vato in una teca, in attesa di più consone destinazioni, come annunciato dal Presidente della Sezione. Per il mulo Iroso anche il futuro sarà ben diverso rispetto a quello delle miglia-ia e migliaia di suoi simili che hanno servito decorosamente e senza clamori per lunghi decenni l’Esercito Italiano e quindi, in fin dei conti, l’Italia.

Beniamino Faoro

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LO SPORTa cura del referente Emanuele Casagrande

42° CAMPIONATO NAZIONALE SCI ALPINISMOLa disciplina dello sci alpinismo rappresenta sicuramente

l’attività sportiva invernale che maggiormente avvicina l’Al-pino alla montagna alla luce dello spirito di sacrificio, della fatica e delle capacità tecniche necessarie per affrontarla.

Il 2 e 3 marzo si è svolto il 42° Campionato Nazionale A.N.A. di Sci Alpinismo ad Oropa, organizzato con compe-tenza dalla Sezione di Biella. Arrivati nello splendido scena-rio del Santuario Mariano di Oropa nel pomeriggio di sabato, gli atleti hanno preso parte al consueto briefing pre-gara. Al mattino seguente, alle 7,30, le tre squadre feltrine erano pron-te per affrontare la gara dopo avere raggiunto il punto di par-tenza con la funivia e avere svolto il dovuto riscaldamento.

La coppia Federico Pat e Ivo Bee con qualche imprevisto lungo il percorso, è giunta al traguardo in 8° posizione segui-ta dalla nuova squadra composta da Christian Zuccarello e da Demis Barp, che taglieranno il traguardo a Capanna Renata in 38a posizione. È stata poi la volta della sperimentata cop-pia Roberto Ben e Giovanni Argenti, presenti ai campionati

CAMPIONATO NAZIONALE A.N.A. DI SCI DI FONDO DOBBIACO, 23-24 FEBBRAIO 2019

Anche quest’anno il campionato di sci di fondo ha aperto il calendario sportivo delle manifestazioni nazionali.

Teatro dell’evento Dobbiaco e la sua Nordic Arena dove si cimentano ogni anno anche i campioni della Coppa del Mondo. La fama della località e la sua relativa vicinanza hanno permesso al gruppo sportivo sezionale di allestire una nutrita pattuglia di 22 atleti, fra cui 3 nuovi acquisti, che hanno onorato l’impegno conquistando il 6° posto nella clas-sifica per Sezioni su ben 41 Sezioni presenti.

La trasferta è iniziata alle 9,30 di sabato da Feltre per un primo gruppo di atleti, seguiti nel primissimo pome-riggio da quanti avevano impegni di lavoro in mattinata. Importantissimo è stato poter ricognire e provare la pista prima della gara prevista a partire dalle ore 17,00.

Alle ore 16,00 si è tenuta la cerimonia di apertura con l’alzabandiera, l’inno nazionale, gli interventi delle autorità e l’accensione del tripode alla presenza dei vessilli delle varie Sezioni. Alle 17 in punto scattavano i primi quattro atleti, seguiti dagli altri 407 partenti intervallati di trenta secondi.

Grandioso lo scenario della Nordic Arena pullulante di atleti e di tanti cappelli alpini, ancor più suggestiva al calar della sera, con gli atleti muniti di luce frontale comparenti e scomparenti nel bosco. La pista è impegnativa, ma pre-parata a puntino: lunghe, ma regolari salite si alternano a discese sempre troppo brevi, veloci, ma mai pericolose; quasi inesistenti i tratti dove poter rifiatare. Un giro unico da cinque chilometri per i meno giovani, due giri col suggestivo passaggio sul tetto della Nordic Arena per tutti gli altri che concorrevano al titolo di campione assoluto.

E veniamo ai risultati individuali che hanno permesso di conquistare questo insperato 6° posto nel Trofeo Colonnello Tardiani.

Sui cinque chilometri si sono cimentati Ernesto Gaio con uno splendido 3° posto nella categoria B11, ennesimo podio di una carriera gloriosa. Ottimo 12° posto per Florindo Riga nella B8 su 39 concorrenti, e nella B7 25° e 31° posto per De Salvador e Peruzzo su 43 partecipanti.

Nella prova di 10 km che assegnava il titolo di campione nazionale, ottimi il 32° posto assoluto (6° di categoria A5) per Federico Pat, tornato sugli sci stretti dopo tanti anni, ed il 36° di Simone Todesco (5° di categoria A1) un giovane nuovo ingresso molto gradito.

Seguono il 47° posto dell’onnipresente Ivo Bee, ed il 58° di Roberto De Carli, che con il buon piazzamento nelle rispettive categorie, hanno apportato molti punti alla causa comune. Da sottolineare poi il 93° posto assoluto di Adriano Sommariva reduce dalla rottura del femore solo due mesi prima; si piazzavano poi al 101° Luca Fantinel, al 103° Gianluca Parissenti e al 109° Andrea Da Poian, seguiti da Giovanni Argenti, Christian Zuccarello, Simone Zannini (questi ultimi due nuovi acquisti), Luca Zatta, Renzo Poletti, Paolo Centa, Marco Dal Farra, Riccardo De Cecco, Renato Rigo e Rudi Stramare.

Purtroppo quest’anno non siamo riusciti a schierare nessun socio aggregato.

Mentre una parte di atleti rientrava la sera stessa, alcuni si fermavano per le cerimonie di premiazione e di chiusura che si sono tenute la domenica mattina con sfilata per le vie di Dobbiaco.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 15

53° CAMPIONATO NAZIONALE A.N.A. DI SLALOM GIGANTEL’ultima gara invernale si è svolta il 23 e 24 marzo sulle

nevi di Alleghe, nel comprensorio del Civetta. In questo territorio, segnato nel profondo dalla violenta tempesta Vaia, la macchina organizzatrice fatta di Alpini, amici e volontari non si è arresa ed ha preparato una due-giorni al limite della perfezione.

Nell’anno del Centenario della nostra Associazione, il Presidente Nazionale Sebastiano Favero ha voluto presenzia-re le cerimonie del sabato per il 53° Campionato Nazionale A.N.A. di Slalom Gigante e la splendida domenica ha rega-lato agli atleti l’emozione di una sfida sulle piste Civetta e Coldai.

Feltre, in questo campionato ‘quasi casalingo’, si è presen-tata con ben 17 atleti di cui 4 giovani aggregati, ottenendo buoni i risultati:

4° posto (A5) per Luca Carazzai e 14° posto assoluto nella classifica generale;

4° posto (B9) anche per Giovanni Tollardo;5° posto (B9) per Fulvio De Bortoli;3° posto e quindi il podio (B10) per Fausto Facchin;4° posto per l’inossidabile Emilio Pandini (B11);2° posto per Hermann Benincà (B1) dei soci aggregati;Feltre conclude con un 5° posto su 39 Sezioni partecipanti.Siamo felici per il ritorno in pista ai Campionati A.N.A.

di Luca Carazzai e Angelo Marcon dopo un periodo di

di sci alpinismo da nove anni consecutivi. Per loro, veterani della disciplina, un 55° posto.

In tutto questo Feltre si piazza al nono posto su 21 Sezioni partecipanti.

Dopo il pranzo e le premiazioni avvenute presso il Santuario, è iniziato il lungo viaggio di rientro che per le sue peculiarità e lo spirito di aggregazione che lo hanno caratterizzato ha rappresentato un momento importante in questo mio secondo mandato. Sicuramente un motivo per essere fiero della sem-pre presente Sezione di Feltre.

Non posso che complimentarmi con gli atleti per l’impe-gno, ringraziarli per gli sforzi e per i sacrifici fatti per essere presenti in località anche molto distanti. Ritengo inoltre doveroso ringraziare ancora una volta il nostro Presidente e la Sezione per il sostegno e l’attenzione sempre rivolta al gruppo Sportivo.

assenza dal nostro Sport Alpino. Ci è mancata invece la presenza dell’atleta Enzo De Biasi a causa di un infortunio. Augurandogli una buona e veloce guarigione confidiamo di vederlo sul podio a breve. Approfitto per ringraziare tutti gli Atleti per la loro partecipazione e soprattutto per credere nello sport e nella nostra Sezione.

NON C’È DUE SENZA TRE!Feltre sul podio per la terza volta consecutiva,

nel Trofeo del Presidente. Un lusinghiero terzo posto che ripaga gli sforzi del Referente allo Sport Emanuele Casagrande e dei 102 atleti della Sezione che alternandosi nelle 9 gare del Campionato si sono cimentati in tutte le discipline previste. L’importante riconoscimento è stato consegnato dal Presidente Nazionale Sebastiano Favero nelle mani del Presidente Sezionale Stefano Mariech in occasione dell’Assem-blea Nazionale dei Delegati di domenica 26 maggio a Milano. (in foto, da sinistra a destra: il Consigliere Nazionale Romano, il Presidente Nazionale Favero, il Presidente Sezionale Mariech e il Referente allo Sport Casagrande).

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16 Alpini… Sempre! - N. 2/2019

BTG. ALPINI ‘FeLTre’

Gr. ArT. DA MONTAGNA ‘AGOrDO’

PROGRAMMASabato 20 luglio16.00 Premio ‘La Penna Alpina per la nostra montagna’

Domenica 21 luglio08.30 Onore ai Caduti presso il Monumento cittadino09.00 Santa Messa piazzale ‘Btg. Feltre’ a Farra10.00 Ammassamento piazzale ‘Btg. Feltre’ a Farra10.30 Sfilamento per le vie cittadine

Prenota il tuo pranzo o la tua cena in Birreria PedavenaTel. 0439304402E mail: [email protected]

Per informazioni sul pernottamento:Consorzio Turistico Dolomiti PrealpiE mail: [email protected]. 04392540

Con il contributo di

Info: [email protected]: 0439 80992

NON SARA’ POSSIBILE ACCEDERE ALLA CASERMA ‘ZANNETTELLI’ RESA INAGIBILE DAGLI EVENTI METEO DELL’AUTUNNO 2018

3° TROFEO SEZIONALE DI TIRO A SEGNOPer carabina cal. 22. Partecipazione riservata ai Soci della Sezione A.N.A. di Feltre in regola con il tesseramento.

REGOLAMENTOLa Sezione A.N.A. di Feltre indìce e organizza, con la collabora-zione della Sezione T.S.N. di Feltre, una gara di tiro con carabina cal. 22LR, alla quale sono ammessi a partecipare i Soci (Ordinari e Aggregati) regolarmente iscritti alla Sezione A.N.A. di Feltre da almeno due anni e maggiorenni. La gara avrà luogo Domenica 1 SETTEMBRE 2019, con inizio alle ore 8.30, presso il Poligono di Tiro a Segno di Via Culiada a Feltre. DIREZIONE DI TIRO E GIURIA: a cura del T.S.N. di Feltre.ISCRIZIONI: le domande di iscrizione dovranno pervenire entro mercoledì 21 agosto 2019 presso la Segreteria di Sezione in Via Mezzaterra, 11 a Feltre (orario lunedì - venerdì 8.30-11.00 - tel. 0439 80992 – mail: [email protected]). Nel caso in cui un Socio non risulti essere in regola con il tesseramento verrà esclusa l’intera squadra di appartenenza.NUMERO MASSIMO 90 PARTECIPANTI: le quote di iscri-zione, pari ad € 12,00, dovranno essere versate prima dell’inizio della gara al personale della Sezione preposto alla registrazione dei partecipanti e comprendono: la piazzola, il bersaglio, il noleggio dell’arma, le munizioni, l’assicurazione R.C. SQUADRE: composte da 3 tiratori ciascuna. È ammesso un Socio Aggregato per ogni squadra. Ogni Gruppo può comporre più squa-dre, che dovranno essere definite prima dell’inizio della gara.ARMI: carabina cal. 22 L.R. categoria Standard fornita sulla linea di tiro dalla Sezione di Feltre del Tiro a Segno Nazionale.

MUNIZIONI: saranno fornite dal T.S.N. sulla linea di tiro. È obbli-gatorio l’uso delle cartucce fornite. NON potranno essere usate armi o munizioni private.TURNI DI GARA: Turni ogni mezz’ora: 8,30 – 9,00 – 9,30 – 10,00 – 10,30 – 11,00 – 11,30 – 12,00 – 12,30 – 13,00 – 13,30.GARA: n. 5 colpi di prova e n. 3 serie da 5 colpi per ciascuna serie. Bersagli: per carabina a 50 m. Distanza: 50 metri. Posizione: seduta con appoggi forniti dal T.S.N. di Feltre. Gli inceppamenti, se non risolvibili, devono essere segnalati al diret-tore di tiro alzando la mano sinistra e lasciando l’arma puntata in direzione dei bersagli. PUNTEGGIO: come da norme UITS. CLASSIFICA: migliori tre fra tiratori alpini, tiratori aggregati e squadra.GRADUATORIA: a parità di punteggio prevarrà il tiratore che ha realizzato più 10. Il conteggio dei punti sarà effettuato a cura del personale del T.S.N. di Feltre. PREMI: coppe ai primi classificati di ogni categoria. Trofeo M.llo Angelo Zattoni al miglior tiratore alpino.VARIE: il comitato organizzatore si riserva la facoltà di apportare al presente regolamento tutte quelle modifiche che si rendessero neces-sarie per la migliore riuscita della gara. Per quanto non contemplato nel presente regolamento, valgono le norme del Regolamento U.I.T.S in vigore. RINFRESCO: sarà organizzato un rinfresco per i partecipanti alla gara al termine delle premiazioni presso il Circolo del Tiro a Segno Nazionale di Feltre.Per i Soci che ne hanno diritto si richiede l’uso del cappello alpino.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 17

In questi giorni è arrivato in Sezione il Libro Verde della solidarietà 2018, che riporta i dati trasmessi dai singoli Gruppi alle rispettive Sezioni in merito alle attività svolte. I numeri potrebbero sembrare aridi, invece sfogliando e leggendo attentamente il fascicolo si ha la certezza che essi corrispondono perfettamente ai valori fondanti dell’Associa-zione Nazionale Alpini: con il senso del dovere, l’attacca-mento a tradizioni ed emblemi, lo spirito di corpo, ben figura anche la solidarietà fra commilitoni e la sua continuità fra gli Alpini in congedo.

Passando poi ad un esame più particolareggiato del docu-mento risulta molto significativo il compendio di presen-tazione del libro da parte del nostro Presidente, Sebastiano Favero che afferma: «non è facile raccontare la realtà che si cela dietro i numeri riportati. Sono tanti volti che si incon-trano, che organizzano e si parlano nel segno della memoria e della solidarietà, migliaia di mani che fanno e donano agli altri, non prescindendo mai dai valori alpini».

Mi pare giusto prendere in considerazione alcune pagine che trattano argomenti interessanti, a cominciare dal signi-ficato delle adunate nazionali. Non dobbiamo nasconderci che chi non ha fatto l’esperienza della naja alpina le ritenga solo un’occasione per far baldoria (per non dir di peggio), ma costoro non hanno capito che l’Adunata è sempre una grande festa di popolo, che presuppone un ideale unificante, un sentire comune, una capacità di mobilitarsi, di andare verso uno scopo comune e di coinvolgere altra gente. Ogni adunata naturalmente ha un idealità specifica legata alla memoria: quale il centenario della fondazione dell’A.N.A. (quest’anno), il centenario della fine della Grande Guerra con la conquista di Trento (l’anno scorso), l’arresto dell’avanzata degli eserciti austro-ungarici dopo Caporetto sul nuovo fronte dal Monte Grappa al Piave (quella di Treviso), per citare solo le ultime.

A dimostrazione dell’ideale commemorato, in margine alla sfilata vengono organizzate ogni anno mostre, visite guidate, attività musicali e culturali varie, che attestano come l’iden-tità degli Alpini sia formata dal desiderio di pace, dallo spirito di servizio, dalla dedizione, dalla disponibilità, dalla voglia di costruire una realtà diversa, dalla capacità di soccorrere i bisognosi e di farlo in modo organizzato ed efficace.

Proprio per rendere reali questi valori gli Alpini sono accor-si in aiuto di molte comunità in difficoltà per i più svariati eventi catastrofici, tanto che è bene ricordare che la nascita della Protezione Civile è conseguenza del progetto di soccor-so e di ricostruzione attuato dall’A.N.A. dopo il terremoto del Friuli del 1976. Solo nel 1992 nascerà poi il Servizio Nazionale di Protezione Civile con il quale, nel corso degli anni, collaborerà la Protezione Civile istituita presso tutte le Sezioni dell’A.N.A. Questi ideali derivano dall’innato spirito di solidarietà e di rispetto tipico del montanaro e dai sentimenti di fratellanza nati e rafforzati sia nelle difficoltà incontrate durante i mesi del servizio militare in montagna, sia nelle varie occasioni di emergenza e di soccorso alle popolazioni colpite da calamità.

Nel corso degli anni il senso di rispetto e solidarietà è cre-sciuto e ha prodotto una innumerevole serie di interventi che, pur ricordati brevemente, riempiono diverse pagine nel Libro Verde. Naturalmente un’esposizione più adeguata ed esausti-va è dedicata alle ultime cooperazioni particolarmente signi-ficative realizzate attraverso la Colonna Mobile Nazionale della Protezione Civile A.N.A. (suddivisa in Colonne Mobili

Provinciali e Regionali), sempre pronta ad intervenire con rilevante presenza di Volontari, utilizzo di mezzi, attrezzature e alta specializzazione, grazie alle Sottocommissioni create per fronteggiare differenti tipologie di rischio o emergenza.

Fra tutte almeno due vanno citate: la Nuova Nikolajewka, ossia l’ampliamento della struttura che accoglie con altissimi livelli di ospitalità e residenzialità fino ad ottanta persone con gravi disabilità, e definita Scuola di arti e mestieri per spastici e miodistrofici; la seconda è la costruzione di stalla e fienile a Visso, paese del Maceratese colpito dal terremoto, per il rilancio dell’attività di un allevatore bovino, che aveva deciso, a costo di gravi sacrifici, di non abbandonare il bestia-me sopravvissuto al sisma.

Va data notevole rilevanza anche a due particolari pro-getti in favore dei ragazzi: Io non rischio e Anch’io sono la Protezione Civile. Il primo è legato alla campagna nazionale di diffusione della cultura della protezione civile, al fine di creare una matura consapevolezza dei rischi presenti sul ter-ritorio e di far conoscere le buone pratiche che ogni cittadino può seguire per ridurre gli effetti dannosi dei vari eventi cala-mitosi. Nel 2018 sono stati coinvolti gli alunni di 15 Scuole elementari distribuite in tutt’Italia nelle quali sono intervenuti formatori preparati a svolgere attività divulgativa, partico-larmente impegnativa ed importante rivolta direttamente ai ragazzini, futuro della nostra società.

Il secondo progetto è arrivato nel 2018 all’undicesima edi-zione dei campi scuola dedicati ai ragazzi dai 10 ai 16 anni. Consiste nel percorso didattico di una settimana con lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche. L’anno scorso 468 ragazzi hanno sperimentato la convivenza campale con i coetanei, si sono confrontati sui temi della protezione civile, hanno accre-sciuto la propria conoscenza circa i rischi presenti nei diversi territori, imparando i corretti comportamenti da adottare in caso di emergenza, e venendo a conoscenza della protezione civile dell’A.N.A. e delle finalità del volontariato. Dei 17 campi scuola distribuiti sul territorio nazionale, ben cinque si sono attuati nel 3° Raggruppamento (il nostro), di cui uno a Seren del Grappa, coinvolgendo direttamente la Sezione di Feltre (unica realizzazione in provincia di Belluno).

Con questa esperienza, ben voluta dai ragazzi e dalle loro

famiglie, i giovani entrano in contatto con la realtà del loro territorio e della protezione civile, imparano a rispettare le regole alla base dei nostri valori, spingendoli spesso ad aspi-rare di diventare in futuro volontari nella medesima protezio-ne civile. L’esperienza serve anche a tramandare le tradizioni degli alpini alle nuove leve al fine di far conoscere ai giovani la nostra storia e il nostro passato.

Le difficoltà incontrate nei soccorsi per il terremoto del Friuli nel 1976 ha convinto i vertici dell’A.N.A. che era necessario dotarsi di una struttura sanitaria mobile sotto forma di Ospedale da Campo. Col contributo dello Stato nel 1986 vengono allestite le prime grandi unità sanitarie mobi-li, che sono già utilizzate l’anno successivo in Valtellina e Val Brembana. L’allestimento completo avviene nel 1988 e da allora gli impieghi operativi dell’Ospedale da Campo dell’Associazione Nazionale Alpini si sono susseguiti quasi senza sosta sia in campo nazionale che internazionale guada-gnandosi numerose benemerenze.

L’ultima parte del Libro Verde è dedicata a elencare i numeri della Solidarietà, suddivisi in due ambiti: a) ore lavorate; b)somme raccolte e donate. Sono pagine e pagine

BREVI CONSIDERAZIONI SUL LIBRO VERDE

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18 Alpini… Sempre! - N. 2/2019

Da alcuni anni l’Associazione Nazionale Alpini in accor-do con Onorcaduti si occupa di gestire la sorveglianza del Sacrario di Cima Grappa nel corso dei fine settimana. Capofila del progetto le Sezioni di Feltre, Bassano, Treviso e Valdobbiadene che attraverso i propri Gruppi presidiano l’Area Sacra. La Sezione di Feltre svolge in media 12 turni l’anno, concordando il calendario a inizio anno con le altre Sezioni vicine.

Il Monte Grappa è un luogo ricco di storia e di memoria con un altissimo valore simbolico per il nostro territorio e il nostro Paese. Viene visitato ogni anno da migliaia di persone provenienti dall’Italia e dall’estero ed ospita importanti cerimonie patriottiche. Attraverso il servizio di sorveglianza si onorano i Caduti e si portano avanti le tradizioni alpine dando visibilità alla collaborazione sem-pre attiva con i nostri Alpini in armi che gestiscono l’Area Sacra. Dobbiamo sentirci fieri di collaborare a mantenere in ordine un luogo tanto importante. Gli orari di sorveglian-za vanno dalle ore 9,00 alle 17,00 e coprono sia il sabato che la domenica; il vitto e l’alloggio presso il Rifugio Armata del Grappa sono a carico della Sede Nazionale e per il servizio sono da poco arrivati 60 gilet con bande rifrangenti e logo personalizzato ‘A.N.A.’ da indossare nel corso dell’attività.

È un impegno importante perché copre tutto l’anno, anche l’inverno, perché la strada che porta al rifugio è sem-pre aperta. Ovviamente in caso di neve eccessiva il turno viene annullato. Il 13 e il 14 luglio sarà di turno il Gruppo

di Paderno, poi il 10-11 agosto Lentiai e infine, il 14-15 settembre Seren del Grappa.

Viene eseguita anche la manutenzione con uno sfalcio previsto a luglio, che quest’anno sarà fatto venerdì 19 o il 26 in base al tempo, assieme alla Sezione di Valdobbiadene. Se qualcuno volesse aggregarsi sarà bene accetto, meglio se in grado di utilizzare il decespugliatore (per le adesioni o per informazioni chiamare il numero 328.1245537).

La partecipazione ai turni di sorveglianza è aperta a tutti i Soci in regola con il tesseramento, si ha Alpini che Aggregati, rivolgendosi al proprio Capo Gruppo.

Fabio Turra

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IL BAZAR DELLE BOMBOLE

di tabelle che rilevano Sezione per Sezione i dati dei singoli gruppi. Le sommatorie finali sono da capogiro:

Totale ore lavorate: 2.604.334,50Totale somme raccolte e donate € 6.231.842,78Volendo dare un valore monetario alle ore lavorate, anche

se ciò che conta per gli alpini è donare e donare non ha prez-zo, la cifra indicativa è pari a € 71.671.285,44. Molteplici sono le destinazioni sia delle ore lavorate che delle somme donate. Su tutte prevalgono le comunità e gli enti benefici, ma fanno bella figura anche le parrocchie, le scuole e gli interventi per le calamità naturali.

Anche se quando si parla di donazione i confronti non sono piacevoli, analizzando le tabelle delle varie Sezioni possiamo tranquillamente affermare che Feltre non sfigura, pur privilegiando il lavoro (40.050 ore) rispetto alle somme donate (€ 39.329). Questa preferenza è evidente esaminando i dati dei 40 gruppi: alcuni si impegnano solo lavorando, altri

privilegiano la donazione pecuniaria, altri ancora l’una e l’al-tra. Comunque tutti partecipano più o meno generosamente intervenendo a favore dei bisogni del proprio territorio. La tempesta”vaia” di fine ottobre dell’anno scorso ha poi costretto ad un impegno straordinario tutti i volontari della protezione civile sezionale, impegno non ancora concluso, vista la decisione del C.d.S. di dedicare lavoro e somme raccolte alla ricostruzione del Parco della Rimenbranza di Feltre.

Come conclusione mi sento di poter affermare che il Libro Verde dimostra quanto sia grande il cuore di tutti gli alpini e quanto essi siano disponibili alla concretezza del fare in favore delle necessità del loro territorio e non solo. Al fine di conoscere meglio il valore profondo della solidarietà, Invito quindi tutti a sfogliare questo documento con attenzione.

Beniamino FAORO

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 19

Cronache dai Gruppi

GRUPPO di FARRAIL TRICOLORE IN REGALO ALLA SCUOLA PRIMARIA DI FARRA-BOSCARIZ

Il Tricolore entra nel cuore dei bambini. A ridosso della festa dell’Unità d’Italia, celebrata lo scorso 17 marzo, il Gruppo ha donato agli alunni della scuola elementare di Farra-Boscriz la bandiera italiana. Un piccolo gesto che però trova gran-de spessore nei valori racchiusi proprio nel Tricolore, nella Storia, negli uomini che lo hanno difeso e nell’Italia stessa;

GRUPPO di CESIOMAGGIOREIl 17 marzo scorso i Soci si sono ritrovati per l’annuale

assemblea sociale a Soranzen, dove presso la sala parroc-chiale si sono tenute le elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo. La giornata è iniziata con la S. Messa celebrata da Don Andrea al termine della quale Penne Nere e cittadinanza hanno raggiunto in sfilata il Monumento ai Caduti dove, dopo l’alzabandiera si sono resi gli onori con la deposizione della corona, cerimonia che si è conclusa con la benedizione del parroco. In corteo si è poi ritornati in canonica dove, dopo aver ricordato gli Alpini andati avanti nel 2018, è iniziata l’assemblea con la lettura e l’approvazione delle relazioni sulle attività dell’anno appena trascorso, la relazione morale del Capo Gruppo e quella finanziaria. In seguito sono state consegnate le donazioni all’asilo parrocchiale, all’Alpes Cesio, al giornale di Sezione Alpini… Sempre! e ad Insieme si può per sostenere un’adozione a distanza. Dopo l’inter-vento del parroco Don Andrea, del Sindaco Carlo Zanella e del Vice Presidente Sezionale Nicola Mione, Alpini, amici e familiari si sono recati a Toschian presso la Pizzeria da Rosario per il pranzo sociale, momento conviviale che ha visto una numerosa partecipazione e dove in allegria abbia-mo concluso la giornata. Le votazioni hanno dato vita al nuovo Consiglio di Gruppo che, riunitosi in data 22 marzo, ha attribuito i vari incarichi. Capogruppo Sisto Antiga, Vice Capo Gruppo Vicario Luca Zampieri, Vice Capo Gruppo addetto alla P.C. Biagio Zanella, Segretario Addetto ai gio-vani Marco Galvani, Tesoriere Demis Broccon, Responsabile dello sport Antonio Cortellazzi, Responsabile della manife-stazioni Davide Amato, Addetto alle manifestazioni Manuele Zampieri, Responsabile della sede Clei Zanella, Addetto alla Sede ed Alfiere Paolo Vignaga, Responsabile del tessera-mento Lucio Maoret, Addetto al centro studi Loris Broccon e Matteo Scolaro e Addetto ai soci aggregati Eugenio Gris.

Un ringraziamento va al consigliere uscente Mauro Garlet che per due mandati consecutivi è stato addetto allo sport e assiduo collaboratore nel portare avanti i lavori presso la sede. Il 23 e 24 marzo nel nostro comune si è svolta l’eser-citazione sezionale della Protezione Civile che ha visto 350 volontari provenienti dai quaranta Gruppi che formano la Sezione A.N.A. Feltre, e da una rappresentanza della Sezione gemella di Valdagno impegnarsi negli svariati cantieri dislo-

cati su tutto il territorio cesiolino, dalla Valle di Canzoi sino a Busche passando per il capoluogo e le varie frazioni.

Sabato 23 presso l’area di Pradenich è stato allestito il campo base dove, dopo la simulazione di evacuazione delle scuole i ragazzi delle elementari e medie di Cesiomaggiore hanno potuto assistere alle dimostrazioni di antincendio boschivo e primo soccorso in collaborazione con i pompieri e i volontari ambulanzieri di Vola. La domenica si è svol-ta l’attività nei vari cantieri e i risultati non sono mancati si può dire che il nostro territorio ha cambiato volto dopo l’intervento dei volontari che hanno dimostrato appieno la loro preparazione ed esperienza. Il lavoro svolto è molto importante perché oltre a sistemare i danni che ci sono stati col maltempo fa sì che al manifestarsi di eventi calamitosi le conseguenze di questi siano attenuate, come già successo con la tempesta Vaia, che avrebbe avuto un esito molto più disastroso se già in passato il nostro territorio non fosse stato sede di attività come quella appena svolta. Ricordiamo a quanti vogliano entrare a far parte della P.C. che le porte sono sempre aperte a tutti ed i corsi di formazione si tengono con costanza.

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20 Alpini… Sempre! - N. 2/2019

GRUPPO di PEDAVENASabato 9 marzo presso il Gruppo si è tenuta l’annuale

assemblea dei soci. Come di consueto, dopo la lettura della relazione morale da parte del Capo Gruppo, si è letto e appro-vazione il bilancio, si è poi fatto il resoconto delle manifesta-zioni e delle attività dell’anno scorso.

GITA A COL GALLINAMartedì 12 marzo scorso gli alunni di terza media,

accompagnati dagli Alpini e dai docenti, si sono portati con un pullman (messo a disposizione dal gruppo A. N. A. di Lamon) al Col Gallina presso il Passo Falzarego, per la ormai tradizionale gita nei luoghi della Grande Guerra. Ad attenderci, disponibile ed entusiasta come sempre, Raniero Campigotto, che con la sua famiglia gestisce il rifugio. Complice per fortuna una giornata spettacolare dal punto di vista meteorologico e sotto le direttive della guida storica ‘Franz’ alunni, Alpini e accompagnatori (presente anche il ‘nostro’ rievocatore storico Denny Mastel) ci siamo incam-minati per portarci al caposaldo italiano (ristrutturato fedel-mente da Raniero). Qui, una volta giunti, i ragazzi hanno potuto toccare con mano il luogo e ascoltare il racconto dei patimenti e delle privazioni vissute dai (ragazzi) alpini dell’epoca. Una giornata quindi indimenticabile per tutti, conclusa con il pranzo al rifugio, offerto da Raniero che noi in primis ringraziamo per la disponibilità unita alla tenacia e passione nel tenere vivo il ricordo di chi ci ha preceduto.

ALPINI CHE SI RITROVANO DOPO 43 ANNI DAL CONGEDO

L’incontro ha avuto luogo presso la Sede. I componen-ti il gruppo ospite facevano parte della 67a Compagnia

GRUPPO di LAMON

valori che devono essere trasmessi anche ai più giovani per evitare che vengano dimenticati. In un breve discorso fatto ai bambini della scuola, il Capo Gruppo Fabio Canal ha voluto sintetizzare il significato del dono: «Il Tricolore è simbolo della Patria, vessillo indiscusso dell’Italia unita, identità di un popolo e di una nazione. La nostra Bandiera, per i Caduti e i sacrifici che rappresenta, è sacra e tutti siamo tenuti a rispet-tarla, ad amarla e onorarla. Mi rivolgo a voi, giovani figli di un’Italia così bella e così travagliata, con l’animo colmo di fiducia e speranza, affinché possiate quanto prima imparare a essere orgogliosi della vostra Patria e del Tricolore che la rap-presenta, a crescere, con l’aiuto dei vostri genitori e insegnan-ti, facendovi guidare dai valori alti della convivenza civile e sociale. Sia dunque il Tricolore, che verrà issato sul vostro edificio scolastico, un vento di rinnovamento e di sprone per tutti. Abbiatene cura, donategli la considerazione che esso merita e non dimenticatevi di salutarlo, anche solo con uno sguardo, come forte segno di appartenenza alla nostra Italia. Viva l’Italia, viva il Tricolore».

Non è mancato il grazie dei bambini e degli insegnanti che hanno accompagnato la mattinata con canti e l’alzabandiera con l’Inno d’Italia.

A loro va il sentito ringraziamento del Gruppo.

del Battaglione Pieve di Cadore, primo scaglione 1975. Incontro emozionante e dopo tanti anni ritrovare, natural-mente accompagnati dalle rispettive consorti, la cordialità e la vecchia amicizia ha reso la festa indimenticabile. Il Capo Gruppo Italo Poletti e alcuni soci hanno fatto gli onori di casa. Gli ospiti hanno apprezzato la bella sede ricca di foto storiche e cimeli vari.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 21

GRUPPO di SEREN DEL GRAPPAGRUPPO IN ASSEMBLEAPROGRAMMI PER IL 2019

Come da tradizione la prima domenica di marzo si è svolta presso la sede sociale di Pian della Chiesa l’assemblea annuale dei Soci, ben 167 tra Alpini e Aggregati (un Gruppo numeri-camente consistente per il territorio feltrino), cui si affianca la Squadra di Protezione Civile, che è composta da 35 elementi attivi. Come emerge dai numeri, si tratta di un. Come previsto dall’ordine del giorno dell’assemblea, sono state presentate le attività e le iniziative realizzate nel corso del 2018, lasciando poi spazio alle relazioni morale e finanziaria affidate al Capo Gruppo Mario Rech, con i suoi Vicari, Pietro Titton e Pierino Rech e il Segretario Fabio Cecchin. Tutte le relazioni sono state approvate all’unanimità, con generale soddisfazione. Per la Sezione era presente il Consigliere Franco Schenal alla sua prima uscita ufficiale del nuovo mandato. Il Sindaco Dario Scopel ha onorato l’assemblea con la propria presenza e ha ringraziato gli Alpini e il volontariato per l’impegno sempre profuso nei confronti della comunità. Anche la relazione del Gruppo di Protezione Civile, a cura del coordinatore Aldo Strappazzon, è stata approvata all’unanimità.

È stato inoltre predisposto anche il programma delle ini-ziative per il 2019, che come sempre risulta corposo e ricco di appuntamenti sia per attività svolte tradizionalmente dal Gruppo, sia per le collaborazioni con il Comune, le associa-zioni e gli enti del territorio.

In sintesi, scorrendo i vari mesi dell’anno, il programma si può così riassumere. 24 febbraio e 3 marzo assemblee genera-li (Protezione Civile e Alpini). Squadra di Protezione Civile: a marzo pulizia ambientale delle scarpate della superstrada Fenadora-Anzù e 7 aprile partecipazione alla Esercitazione Sezionale di Protezione Civile a Cesiomaggiore. 10-11-12 maggio partecipazione all’Adunata Nazionale a Milano, oltre a quella del Triveneto prevista per il 15/16 giugno a Tolmezzo. Il 13 e 14 luglio verrà organizzato come ormai da tanti anni con successo, il torneo di calcio a Pian della Chiesa. Il 20 luglio verranno eseguiti, come da convenzione, gli sfalci negli spazi verdi attigui alle scuole medie, che hanno permesso di rendere più pulita e dignitosa l’area di ingresso al paese. Il 20 e 21 luglio verrà eseguita la manutenzione ordinaria della viabilità tra Pian della Chiesa e Bocchette, a cura della Protezione Civile come previsto in convenzio-ne. Gli impegni continueranno con la partecipazione attiva al Cammino delle Dolomiti tra S. Vittore e la Madonnina del Grappa e conseguente manifestazione di Cima Grappa il 3 e 4 agosto. A settembre verrà riorganizzata la tradizio-nale gita sociale e il 22 settembre si parteciperà alla Festa di San Maurizio, patrono degli Alpini. Il 6 e 13 ottobre la Protezione Civile eseguirà, a scopo preventivo, la pulizia di caditoie e pozzetti nelle zone sensibili del territorio. Infine a novembre si organizzerà la consueta ricorrenza in onore dei Caduti, che si concluderà con la castagnata nella sede in Valle. Per concludere, in collaborazione con la parrocchia, si organizzerà la Festa di Santa Barbara, che si spera riscuoterà il consueto successo di partecipazione e di gradimento. Oltre a quanto elencato non mancheranno naturalmente altre forme di collaborazione e partecipazione ad eventi o iniziative del territorio. Alla luce di quanto esposto, risulta certamente innegabile il ruolo attivo del volontariato alpino, che nelle sue varie forme e declinazioni rende possibili molti progetti e attività rivolti al bene comune e alla tutela del territorio in cui operano le Penne Nere.

GRUPPO di VELLAI-CARTI primi di aprile il Gruppo ha rinnovato le cariche per il

triennio 2019/2021, riconfermando Fabrizio Argenti come Capo Gruppo, assieme ai Vice Capi Gruppo Mario Scariot e Graziano Fent. Da quest’anno c’è anche una squadra attiva nella Protezione Civile con Mauro Zanella come responsabile.

La domenica successiva è stata celebrata la Santa Messa, allietata dal coro Vece Voci; si è quindi svolta la sfilata fino al Monumento ai Caduti e la deposizione della corona di alloro con la resa degli onori a tutti i Caduti di Pedavena. Sono intervenuti poi il Capo Gruppo, il Sindaco, il Parroco e un rappresentante sezionale.

Tutti i presenti si sono trasferiti a Croce d’Aune per il pran-zo sociale, occasione in cui è stato premiato il socio Silvano De Lunardi per l’opera svolta nel Gruppo in questi anni; un pensiero gli è stato inoltre assegnato assieme alla moglie Amelia Bertelle per la ricorrenza del cinquantesimo anniver-sario delle loro nozze.

È stato poi premiato l’alpino Gianni De Carli ‘Baldessar’ sempre per l’opera prestata in questi anni a favore del Gruppo e per la sua assidua presenza alle manifestazioni, con l’im-mancabile lettura della Preghiera dell’Alpino.

Domenica 14 aprile si è svolta inoltre la gita sociale orga-nizzata dal Gruppo. La comitiva è partita alla mattina presto da Pedavena per arrivare di buon ora a visitare Gorizia e in particolare il suo famoso castello medievale, accompagnati da una guida. Verso l’ora di pranzo la comitiva è ripartita alla volta del Sacrario Militare di Redipuglia dove ha visitato il museo ed anche qui una guida ha illustrato in maniera molto dettagliata la sua storia e cosa rappresenta. È stato visitato anche il Tempio-Ossario di Cargnacco costruito in ricordo dei Caduti in Russia. In totale hanno preso parte alla gita ben 63 persone e proprio per questo successo il Consiglio ringrazia tutti per la partecipazione.

Cent’anni di A.N.A.Lunedì 8 luglio ricorrerà il centesimo anni-

versario della nostra Associazione Nazionale Alpini. Per l’occasione è stata organizzata una cerimonia nazionale a Milano, che vedrà presenti in Galleria Vittorio Emanuele II tutti i Gagliardetti d’Italia accompagnati dai Vessilli di tutte le Sezioni. Anche i nostri Gruppi saranno presenti non potendo mancare ad un momento così solenne.

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22 Alpini… Sempre! - N. 2/2019

Ossigenoterapia€ 20.00 - Galdino Zanella (Gruppo di Farra); € 10.00 - Ennio De Bastiani (Gruppo di Santa Giustina); € 20.00 - Giuseppe D’Incau (Gruppo di Fonzaso); € 20.00 - Gruppo Alpini Pedavena; € 20.00 - Gino Tatto (Gruppo di Lasen); € 10.00 - Gruppo di Paderno.

NOTIZIE LIETE E ANNIVERSARIGRUPPO DI LASEN

I due Alpini Gino Tatto, Capo Gruppo di Lasen, e Miki Levis nel ruolo di bisnonno e nonno, vi salutano con in braccio il piccolo Hayden Gandin nato il 7 febbraio scorso.

GRUPPO DI FARRA

La foto ritrae la famiglia di Vittorio Ferracin, artigliere classe 1931 e stori-co Alfiere sezionale, in posa a Milano con il Presidente Mariech e il Vice Presidente Mione in occasione dell’Adu- nata del Centenario: un piccolo even-to, trattandosi della prima esperienza in adunata per la moglie, la figlia e il genero.

Ferracin, che ha svolto per molti anni servizio nel S.O.N., anche questa volta è stato presente con il suo entusiasmo alpino. A Vittorio e alla sua famiglia giungano i complimenti da parte della Redazione di Alpini…Sempre! per que-sto piccolo momento alpino.

GRUPPO DI VILLABRUNA

Domenica 7 aprile scorso l’artigliere Giorgio Moretto e Rita Tatto hanno festeggiato le nozze d’oro.

GRUPPO DI PADERNO

Si è sposata la figlia di Giulio Pongan, Capo Gruppo di Paderno.

Tantissimi auguri al socio Pongan e agli sposi, ai quali si associa anche la sezione A.N.A. di Feltre.

GRUPPO DI FONZASO

Il Socio Giuseppe D’Incau con la nipotina Serena.

D’Incau ci manda anche una vecchia fotografia risalente al periodo in cui svolgeva il servizio militare chiedendo se qualcuno sia in grado di riconosce-re le persone ritratte, con cui sarebbe tanto contento di poter rientrare in contatto.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2019 23

SONO ANDATI AVANTI

GRUPPO DI PEDAVENALo scorso 16 dicembre

ha posato lo zaino a terra il Socio Adriano Menegat, classe 1932. Adriano aveva prestato servizio nel 1954 a Belluno al 7° Reggimento

LA REDAZIONE ESPRIME LE

PIÙ SENTITE CONDOGLIANZE

AI FAMILIARI DEGLI ALPINI E DEGLI AMICI

ANDATI AVANTI.

Mario D’Incau

GRUPPO DI ZORZOIIl 2 marzo scorso è anda-

to avanti l’alpino Mario D’Incau ‘Poton’, classe 1931. Il Gruppo esprime sincere condoglianze alla famiglia.

Mario Titton

GRUPPO DI PEZIl 23 aprile è andato avan-

ti il socio Mario Titton, di anni 86, sempre presente alle Adunate ed alle feste del Gruppo, accompagnato dalle adorate nipoti!

GRUPPO DI FARRAUn altro lutto nella fami-

glia alpina di Farra: è andato avanti il socio Giulio Slongo, classe 1925, che era l’Alpi-no più anziano del Gruppo, conosciuto da tutti per l’im-pegno e la disponibilità nel campo del volontariato, sem-pre presente quando c’era bisogno d’aiuto nelle varie manifestazioni.

Tutto il Gruppo si unisce al dolore della moglie, dei figli e dei parenti.

Giulio Slongo

GRUPPO DI LENTIAIIl socio Benedetto Scarton

‘Beni’ ha raggiunto il fratello Armando. Da lassù vegliano su tutto il Gruppo

Benedetto Scarton

GRUPPO DI LAMONIl Gruppo tutto si stringe

con un forte abbraccio ai familiari, ma in particolar alla figlia Katia, nel ricor-do di Domenico Bee ‘Meno Titot’, mancato il 26 aprile a 63 anni, dopo breve malattia. Domenico era sempre presen-te nelle nostre attività e lo ricordiamo e ringraziamo, fra le altre cose, per quanto ha lavorato assiduamente nei due anni di restauro della nostra nuova sede. Ciao Meno… Resterà per sempre il tuo ricordo nei nostri cuori.

Domenico Bee

Adriano Menegat

GRUPPO DI SANTA GIUSTINAIl Gruppo Sincero Zollet e-

sprime ai familiari dei soci dece-duti le più sentite condoglianze.

Giancarlo De Boni

Renato Giazzon

Sante Zuccolotto

Angelo Boschet

GRUPPO DI ARTENNel mese di marzo dopo

breve terribile malattia, è andato avanti l’Alpi-no Angelo Boschet, classe 1952, lasciando nel dolore la moglie Teresa, i figli Andrea e Stefania e l’adoratissimo nipotino.

Gli Alpini del Gruppo lo ricordano come persona semplice, discreta e sempre sorridente, gran lavoratore ed amico di tutti.

Alpini, nella 77a Compagnia, ed era molto attivo nel Gruppo di cui curava anche la sede con dedizione. Giungano alla famiglia le condoglianze del Gruppo di Pedavena e della Redazione di Alpini… Sempre!

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Girolamo ‘Bruno’ Forlin, classe 1924 di Lamon, già Alpino del 7° - Battaglione Feltre, dopo l’Otto Settembre riuscì a sottrarsi alla cattura e all’internamento in Germania. Fu poi inviato a Oneglia, nell’area portuale di Genova, per riparare le strade bombardate dall’aviazione alleata. Nel 1946 fu richiamato a Verona e poi a Roma, alla Cecchignola, come conduttore di autocarro. Attualmente è ospite della casa di riposo di Arsié.