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ANNO XXXIX - N. 2 - GIUGNO 2018 - Pubblicazione trimestrale - 3 0,05 Pubbl. inf. 50% Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/BL BELLUNO TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA PERIODICO INFORMATIVO RISERVATO AI SOCI DELLA SEZIONE DI FELTRE DELL’A.N.A. IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BELLUNO DETENTORE DEL CONTO PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA 5EZIONE ffL E 91 a Adunata Nazionale Alpini • 11-13 Maggio 2018

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ANNO XXXIX - N. 2 - GIUGNO 2018 - Pubblicazione trimestrale - 3 0,05 Pubbl. inf. 50%Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/BL

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91a Adunata Nazionale Alpini • 11-13 Maggio 2018

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2 Alpini… Sempre! - N. 2/20182

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91a Adunata Nazionale Alpini • 11-13 Maggio 2018

DI QUESTO NUMERO SONO STATE STAMPATE 5.200 COPIE

PRESIDENTE:

Stefano Mariech

DIRETTORE RESPONSABILE:

Roberto Casagrande

PUBBLICITÀ:

Gruppo DBS srl

ADDETTO AGLI INDIRIZZI:

Giancarlo Garbuio

REDAZIONE DIRETTORE: Italo RieraVICE DIRETTORE: Nicola MioneHanno collaborato: Carlo Balestra, Fabio Cal-legher, Emanuele Casagrande, Roberto Casa-grande, Giuseppe D’Alia, Alessandro Del Bianco, Martino Dessì, Cesare Lavizzari, Vania Lirussi, Lorenzo Marzemin, Claudio Spadetto, Adis Zatta.Direzione, Redazione e Amministrazionepresso la sede A.N.A. - Via Mezzaterra, 11/AFELTRE - Tel. 0439/80992 - Fax 0439.83897E-mail: [email protected] del Tribunale di BellunoN. 6/79 - Prot. N. 23337 del 22 ottobre 1979Editore A.N.A. Feltre - Via Mezzaterra, 11/A Iscr. repertorio ROC n. 23842Stampa DBS - Rasai di Seren del Grappa (BL)

IN COPERTINA:

L’Adunata secondoFabio Vettori.

IN 4ª DI COPERTINA:Il reduce Angelo De Boni.

(Foto R. C.)

IL 7° ALPINI IN LIBANO

Gli Alpini del 7°, agli ordini del Colonnello Antonio Arivella, sono partiti da Belluno per il Libano alla metà dell’aprile scorso, destinati ad occupare il settore operativo occidentale della zona di schieramento UNIFIL nel Sud del paese, a ridosso del confine israeliano (cartina a lato).

Il Comando del 7° ha assunto la guida di Italbatt, l’unità di manovra operativa del Sector West, guidata dal Comandante della Julia, Generale di Brigata Paolo Fabbri, che ha sede a Shama ed ha alle proprie dipendenze anche i contingenti armeno, austriaco, del Brunei, sudcoreano, croato, finlande-se, ghanese, indonesiano, irlandese, serbo, sloveno, tanzania-no e ungherese.

La cerimonia di saluto alla Bandiera si è tenuta a Udine, nella Caserma Artico Di Prampero, sede del Comando Brigata, momento conclusivo della lunga fase di addestra-mento e preparazione alla missione.

La Julia / Multinational Land Force partecipa per la prima volta alla missione UNIFIL in Libano.

I nostri militari, così come quelli delle altre nazioni impe-gnate, hanno ricevuto dalla risoluzione ONU n. 1701 l’incari-co di sorvegliare e verificare la cessazione delle ostilità nelle zone di confine con Israele, di assistere la popolazione locale e di addestrare le Forze Armate libanesi.

La redazione di Alpini... Sempre!, interpretando il sentire di tutti i Soci della Sezione di Feltre, stringe in un abbraccio fraterno i nostri soldati, impegnati in un contesto ogni giorno più delicato, e le loro famiglie, cui incombe l’onere dell’at-tesa e della lontananza.

(g.c. Corriere delle Alpi)

LIBANO

ISRAELE

SIRIA(GOLAN)

Limiti UNIFILLinea BluLimiti Shabaa FarmsLinea armistizio 1974Confini 1923Città e centri abitatiPiccoli villaggi

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 33

RIAPPROPRIAMOCI DELLA NOSTRA ADUNATAdi Cesare Lavizzari

L’Adunata Nazionale di Trento, appena conclusa, mi ha lascia-to un ricordo fantastico: una serie di momenti dal valore simboli-co altissimo nella terra di Battisti e nell’anno del centenario della conclusione della Grande Guerra hanno reso questa Adunata davvero speciale e certamente indimenticabile.

Un ringraziamento a chi ha approntato l’evento è assolutamen-te doveroso: mi pare che nulla sia stato lasciato al caso, che tutto sia andato molto bene e che ciascuno di noi sia tornato a casa con il cuore carico di emozioni. Tanto basterebbe.

Una nota stonata però, purtroppo, l’ho sentita e sia chiaro che non dipende certo degli organizzatori: le serate del venerdì e del sabato mi sono apparse più simili a un rave party che non ad un’Adunata.

Ho letto una serie di articoli abbastanza furibondi, talora mal-celati tentativi di rivincita per la figura davvero pietosa fatta dagli ‘anarchici’ di Trento, che segnalavano però una serie di episodi non proprio edificanti che hanno caratterizzato le due serate in questione. Tali articoli vanno presi con le pinze, caratterizzati come sono da un antagonismo ‘politico’ preconcetto e acritico veramente smaccato, ma allo stesso tempo non si può negare che il clima delle due serate di alpino abbia avuto gran poco.

Musica tecno e dance a tutto volume ovunque, tanto che cori e fanfare quasi non si riuscivano a percepire; gente ubriaca oltre il limite della decenza, sguaiata e particolarmente molesta. Per vivere l’Adunata con senso alpino ci si è dovuti chiudere in qual-che attendamento ‘d.o.c.’ oscurando le finestre…

Ho letto le risposte che molti di noi hanno voluto dare a que-gli articoli addossando la responsabilità per intero ai cosiddetti ‘infiltrati’: orde di ragazzotti che scambiano l’Adunata degli Alpini per una qualunque sagra della birra e vengono ai nostri raduni al solo scopo di stordirsi e violare tutte le regole della civile convivenza. È certamente vero che queste orde di ragaz-zotti imperversano ormai da qualche Adunata, ma non possiamo nemmeno girare la testa dall’altra parte e far finta di non vedere che anche qualcuno di noi ci mette del suo.

È arrivato il momento di prendere sul serio questo problema, di ragionarci e di porre un argine a questo degrado e va fatto subito, perché fino ad ora abbiamo goduto del favore della stam-pa e degli organi di informazione in genere, che hanno trattato come semplice folklore anche alcuni veri e propri eccessi, ma se la cosa dovesse proseguire questo ‘favor’ certamente cesserà e ne andrà di mezzo la reputazione della nostra Associazione e quindi di ciascuno di noi.

Il rischio più grave, poi, è che gli Alpini si disaffezionino alla loro Adunata se questa non tornerà ad essere un momento di festa, di aggregazione all’insegna dei nostri valori e del nostro modo di essere, di vivere e di intendere la società.

Quanto ai ‘ragazzotti’ risolvere il problema potrebbe essere più semplice di quel che si creda: sono convinto, infatti, che se riusciremo a impedire che da ogni angolo della nostra Adunata venga sparata a tutto volume musica che nulla ha a che fare con il nostro raduno e con le nostre tradizioni si ridimensionerebbe di molto e potremmo tornare così alle serate dominate dalle nostre fanfare, dai cori spontanei e, in definitiva, dal nostro vero modo di essere perché sarebbero i ‘ragazzotti’ a doversi adeguare al nostro modo di essere.

Problema ben più serio, invece, è l’atteggiamento di alcuni di noi che sembrano venire all’Adunata convinti che si tratti di un momento di sospensione di ogni regola civile ove tutto è lecito. È vero che l’Adunata è una festa e che quando si festeggia si può anche bere un bicchiere di troppo, ma ho la sensazione che qual-cuno venga con la precisa intenzione di stordirsi e di fare tutto ciò che gli passa per la testa e questo non va per niente bene.

A parere mio occorre con urgenza una riflessione seria sul

significato vero e profondo di un’Adunata Nazionale, che deve coinvolgere tutti i Soci, i Gruppi e le Sezioni: solo così potremo contrastare con efficacia eccessi e devianze.

Ho la sensazione che sul punto ci sia una gigantesca confu-sione: chi paragona l’Adunata ad un pellegrinaggio (e, dunque, si aspetta un comportamento quasi sacrale), chi la vede come una sorta di esposizione delle nostre virtù al fine di ottenere il gradimento della popolazione (e, dunque, fa di tutto per ottenere gli applausi della popolazione locale, senza i quali ritiene l’A-dunata un fallimento), chi, infine, è convinto che si tratti di un momento di sospensione di qualsiasi barlume di civiltà ove tutto è concesso.

Per prima cosa, dunque, dobbiamo interrogarci su che cosa sia per noi questo evento associativo che i nostri padri fonda-tori hanno individuato come unica manifestazione che il nostro Consiglio Direttivo Nazionale ha l’obbligo statutario di organiz-zare ogni anno.

Non ho la pretesa di avere la verità in tasca e che quanto dirò deriva dalla mia personalissima sensibilità.

Io credo che il significato profondo dell’Adunata Nazionale degli Alpini risieda nella necessità che sentiamo imperiosa di trovarci fisicamente almeno una volta all’anno tutti assieme per stare tra di noi, con i nostri valori, con la semplicità del nostro modo di fare, con la schiettezza con la quale interpretiamo la vita di tutti i giorni.

Andiamo all’Adunata per ricreare un nostro microcosmo, un’isola verde e felice, dove ci incontriamo, ci commuoviamo e facciamo festa assieme proprio per il piacere che proviamo nell’incontrarci: insomma, è una cosa tutta nostra e se qualcuno che condivide il nostro modo di vivere vuole aggregarsi a noi è il benvenuto, ma se non lo facesse troveremo comunque motivi di soddisfazione tra di noi. Non è un caso, se ci pensate, che il primo Raduno del 1920 sia stato fatto a Cima Ortigara, lontano dagli occhi del mondo.

L’Adunata è un evento solo nostro che dobbiamo conservare gelosamente e che arriva persino a scandire le nostre vite: l’anno dell’Alpino, infatti, va da un’Adunata all’altra.

Io, personalmente, non vado all’Adunata per essere applaudito dalla città che mi ospita, ma per incontrare gli Alpini e per stare con loro, soprattutto con quelli che difficilmente incontro duran-te l’anno per ragioni puramente geografiche. Sfilo orgoglioso del mio essere Alpino e lo faccio sia che la gente mi applauda sia che non lo faccia. Sfilo con il sole e anche con la pioggia battente perché voglio manifestare il mio attaccamento ad una famiglia che, nonostante tutto, non ha eguali. Non c’è nulla di meccanico o retorico nella partecipazione ad un’Adunata e non dovrà mai esserci.

Allo stesso modo, per esempio nel commemorare i Caduti, noi poniamo corone di alloro in cerimonie solenni per rendere loro omaggio, ma soprattutto per ricordare a noi stessi che Loro (i Caduti) ci impongono di vivere da persone perbene, da galan-tuomini, perché sono il nostro termine di paragone. Certamente non deponiamo una corona per essere visti e applauditi.

Nei nostri gesti non ci deve mai essere retorica, ma solo parte-cipazione vera e sincera e anche riflessione per non dimenticare quali sono le nostre vere radici.

E allora torno a sognare un’Adunata dominata dalle nostre fanfare, dai nostri cori spontanei. Dalle strette di mano, dagli abbracci e anche da qualche lacrima. Dalla festa vera e sincera che scaturisce da tutto ciò e che non si tramuta mai in eccesso sguaiato e orrendo.

Torniamo a riappropriarci della più bella manifestazione del mondo, della più sincera ed autenticamente popolare che esista.

Questa è la sfida vera dei prossimi anni.

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4 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

L’OSPEDALE DI SANTA MARIA DEL PRATOE LA SUA STORIA

I Francesi approfittarono poi largamente delle occasioni ‘galanti’ procacciate dal generale squallore, familiarizzan-do con le giovani feltrine, tanto che il Vescovo Bernardo Maria Carenzoni si lamentò pubblicamente del proliferare di ragazze madri; non per una coincidenza, quindi, lo stesso Carenzoni fondò poi l’Orfanotrofio che - seppur piegato ad altre esigenze - gli è ancora intitolato.

Nell’aprile ritornarono gli Austriaci e il Vescovo inviò una supplica all’Imperatore Francesco II perché aiutasse i Feltrini ridotti “ad una vera fame e alla disperazione” e ottenne che ventimila staia di granoturco fossero distribuite gratuitamen-te; i guai però non erano finiti: si diffuse un’epidemia fra i bovini e duemila vacche morirono in quattro mesi.

Nel frattempo il governo austriaco cominciò ad intervenire nelle amministrazioni delle terre occupate regolandone la vita sociale, in ogni settore. Furono istituiti, ad esempio, il catasto fondiario e la vaccinazione antivaiolosa obbligatoria; per effettuare quest’ultima l’Ospedale di Santa Maria del Prato fu coinvolto direttamente.

Il 2 dicembre del 1805, durante la Guerra della Terza Coalizione, Napoleone sconfisse gli Austro-Russi ad Austerlitz, presso Brno; il Veneto fu ritolto all’Austria ed aggregato al nuovo Regno d’Italia e Feltre perse il ruolo di capoluogo del Dipartimento della Piave a favore di Belluno.

La politica di Napoleone si fece sentire: soppresse i con-venti, abolì la nobiltà, fece allontanare i cimiteri dai centri urbani (l’Editto di Saint Cloud era del 12 giugno 1804), introdusse il matrimonio civile, il divorzio, la carta bollata e, soprattutto, nuove tasse; entrò in vigore, anche per Feltre, il nuovo Codice Napoleonico.

Nel 1807 il Tribunale fu trasferito a Belluno e con un Regio Decreto del 13 ottobre dello stesso anno a firma del Viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais, fu istituita la Congregazione di Carità che comportò l’amministrazione unitaria dell’O-spedale, del Monte di Pietà, dell’Orfanotrofio e di ben sette istituzioni elemosiniere.

Possiamo affermare che questo provvedimento tolse l’in-dipendenza economica all’Ospedale. Il decreto prevedeva infatti che le Congregazioni fossero controllate direttamente dal Prefetto - residente in Belluno - o dal suo Vicario, presen-te in Feltre. I bilanci preventivi dovevano essere sottoposti all’approvazione prefettizia, così come eventuali vendite

immobiliari realizzate tramite asta pubblica, con approva-zione previa del Ministero dell’Interno; anche gli stipendi dei medici e gli organici dovevano essere autorizzati dalla prefettura.

L’Ospedale Santa Maria del Prato non navigava in buone acque, la situazione economica-finanziaria non era fra le migliori e anche l’aspetto sanitario soffriva il particolare momento. Il sovraffollamento dei degenti si era fatto impor-tante a causa dei militari francesi che vi accedevano, affetti da innumeri patologie, alcune incurabili, fra cui: febbri resi-stenti, tisi pettorali, reumatismi, cancrene varie e altre malat-tie non diagnosticabili; la cosa più grave era però che questi non pagavano la retta. La direzione dell’Ospedale sollecitava il pagamento al Prefetto, che candidamente confessava la propria impotenza, nonostante i continui solleciti ai comandi militari, che si limitavano a concedere magri acconti.

Dei malati si prendeva cura il medico Girolamo Rossi, coa-diuvato dal chirurgo Giacomo Cambruzzi e da un assistente chirurgo militare oltre che da uno ‘speziale’, cioè un farmaci-sta, e da due infermieri.

Dobbiamo peraltro ammettere che il cambiamento di rego-le portò altresì un beneficio: per la prima volta si presentò un bilancio preventivo e fu introdotto il concetto di retta di degenza, simile a quello attualmente vigente. La Prefettura richiedeva all’Ospedale statistiche e relazioni mediche e spronava alla massima efficienza; invitava all’ammoderna-mento delle strutture edilizie e sanitarie e stabiliva le regole per gli acquisti con asta pubblica.

I medici presero coscienza della vastità della scienza medi-ca e pur non esistendo, a quell’epoca, le specializzazioni, singoli studiosi iniziarono ad approfondire temi specifici.

La vaccinazione antivaiolosa, già introdotta dagli Austriaci, fu mantenuta come obbligatoria dalla Prefettura e i sacerdoti del Feltrino furono invitati a far opera di persuasione fra i genitori affinché sottoponessero i figli ad “un rimedio quanto semplice, e utile, altrettanto efficace a svellere un contagio funesto a tante vite preziose”. Nonostante queste sagge dispo-sizioni la mortalità infantile rimase però molto alta tanto per le disagiate condizioni in cui si dibattevano molte famiglie, specialmente nelle frazioni e nei paesi fra i monti, quanto per le insoddisfacenti condizioni igieniche.

Alla fine del 1812 il Prefetto del Dipartimento della Piave, con un decreto, sancì il numero e le funzioni delle condotte mediche della provincia, stabilite in diciannove per tutto il territorio, delle quali otto assegnate al Feltrino e due a Feltre. Furono inoltre precisati i doveri dei medici condotti, specifi-cando loro l’obbligo di vaccinare e curare gli abitanti poveri, senza pretendere compenso.

L’epoca napoleonica volgeva al termine, non senza qualche utile lascito: oltre ai provvedimenti già citati, l’istituzione di nuove scuole statali e il potenziamento di quelle esistenti, con i programmi scolastici governativi estesi anche agli istituti religiosi.

Con la fine del Regno d’Italia e la caduta definitiva di Napoleone nel 1815, gli Austriaci ritornarono a Feltre, che lasceranno solo nel 1866.

Carlo Balestra(3 - Continua)

La Battaglia di Austerlitz, presso Brno, del 2 dicembre 1805.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 5

LA MIA ADUNATA Scrivere le proprie impressioni sull’Adunata appena tra-

scorsa è un compito facile solo in apparenza. Personalmente vorrei condividere qualche mia considerazione riguardante non tanto la veste esteriore della manifestazione bensì il ‘clima’ che ho respirato nel corso della giornata di domenica.

Indubbiamente sotto il profilo organizzativo l’Adunata si è rivelata un successo; la Sezione di Trento - grazie anche al supporto fornito dalle varie associazioni del territorio provin-ciale (Vigili del Fuoco volontari in primis) - ha operato con impegno affinché tutto andasse per il meglio ed i disagi si riducessero al minimo.

Tuttavia ho potuto cogliere un aspetto che può dare luogo a spunti interessanti. Mi riferisco all’imbandieramento degli edifici e degli spazi cittadini, laddove accanto al tricolore

nazionale si potevano notare anche i numerossimi emblemi raffiguranti l’aquila della provincia di Trento; trattasi di sem-plice coincidenza oppure è segno di un desiderio di affermare con forza la propria autonomia e ‘diversità’ rispetto all’Italia intesa come stato unitario? Che dire poi degli atti di sabotag-gio agli impianti ferroviari e delle scritte ingiuriose comparse sui muri nei giorni dell’Adunata?

A quanto ricordo in passato non si era mai verificato nulla di simile ed è bene che su questo punto la nostra Associazione mantenga un elevato livello di attenzione. Nonostante ciò la sfilata, e non poteva essere altrimenti, è stata davvero splen-dida e si è snodata fra due ali di folla festante. Passando sotto il Labaro dell’A.N.A. recante le Medaglie d’Oro ho colto, per qualche istante, l’essenza della Patria unita.

Lorenzo Marzemin

91a Adunata Nazionale di Trento

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6 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

UNO SGUARDO ALL’ ADUNATA - 13 MAGGIOTrento, 91a Adunata Nazionale. - Non sarà sempre lo stesso programma?- No, questo è un anno particolare: ricorre il centenario

della fine della Prima Guerra Mondiale e dell’annessione di Trento al Regno d’Italia.

Allora mi convinco e parto anch’io.Percorro la Valsugana: è un tripudio di bandiere, ogni paese

ha esposto lungo la strada striscioni con la scritta “Benvenuti alpini” già a molti chilometri di distanza da Trento. Ed ecco la città in festa, oltre il placido e lento scorrere dell’Adige spiccano lunghe file di alpini, che affluiscono verso i punti di ritrovo.

C’è chi incontra i vecchi commilitoni, chi cerca i compa-gni di corso e ogni volta è una nuova emozione, un fraterno abbraccio nell’acuto ricordo di una grande esperienza vissuta insieme.

Facendomi spazio a fatica tra la folla, seguendo il percor-so dello sfilamento, sotto un sole abbagliante raggiungo un varco preso d’assalto, ma sembra imminente il passaggio degli A.U.C., allora attendo. Intanto s’infittiscono le chiac-chiere e si socializza con la gente che via via accorre.

Sfilano i gruppi, impressionanti i numeri di alcuni settori. Portano gagliardetti, medaglieri, striscioni con parole cariche di profondi significati. Ci ricordano l’impegno volontario, lo spirito di servizio e l’enorme dedizione degli alpini, sempre in primo piano con il loro prezioso aiuto nelle situazioni di bisogno e nel soccorrere concretamente la popolazione nei casi di calamità. Con gli uomini poi compaiono le unità cino-file, i cani da salvataggio perfettamente allineati al guinzaglio degli addestratori.

Gli alpini non dimenticano però i compagni che non ci sono più e qualcuno sfila orgoglioso di portare davanti al proprio, tra le mani, un altro cappello. È così forte il senso di appar-tenenza al Corpo che si partecipa anche accompagnati da qualcuno che guida con passo sicuro ed occhi attenti, perché all’adunata è meglio non mancare. È l’espressione della vera ‘alpinità’, è testimoniare quei valori che ciascuno ha fatto propri, traducendoli in mille diversi aspetti e modi di operare nella propria quotidianità.

Dai terrazzi e dai balconi, dai bordi della strada piovono incessanti applausi, segno di stima e di riconoscenza; tra gli studenti universitari incuriositi c’è chi assiste per la prima volta all’adunata e vista l’atmosfera gioiosa decide entusia-sta di fermarsi. Così pure alcuni ragazzi extracomunitari, attoniti, che non smettono di riprendere col cellulare: ogni gruppo ha qualcosa di simile eppur diverso, dai colori alle divise storiche, dal reparto salmerie agli sportivi, ai simboli che identificano ruoli e impegni attuali. È un’indescrivibile marea umana che procede compatta, intervallata dai cartelli indicanti i nomi delle Sezioni e i numeri dei settori. Su tutto svetta la penna nera.

Nelle piazze del centro si diffonde l’aroma delle grigliate, profumi caldi e fragranti invitano al pranzo: l’organizzazione è perfetta anche nei punti ristoro.

Alla manifestazione si aggregano molte famiglie con bambini, mentre tra le vie il ritmo delle fanfare si confonde con l’allegria delle musiche nei locali aperti, che accolgono cordialmente gli ospiti.

Raggiungo la cattedrale, il brusio della folla si attenua, eppure è continuo il flusso degli alpini con le famiglie in Duomo, un coro spontaneo intona Signore delle cime e il sacrestano si affretta con una grande scatola di candele: a metà giornata sì è creato un tappeto luminescente ai piedi della statua della Madonna.

Dopo una visita ai musei e alle mostre, che raccontano di guerre e di sacrifici, di eroi e di enormi tragedie, torno verso il viale principale. Le mogli, le compagne, le figlie e i figli, che condividono ideali e valori, gli amici, attendono per ore di vedere passare i propri cari, i concittadini, i Sindaci e poi è un’esplosione di applausi e saluti.

All’arrivo della grande bandiera, sollevata da un consi-stente drappello di alpini, vedo, incredula, donne e ragazze sporgersi dalle transenne per lanciare fiori, garofani rossi e bianchi, e leggeri fiori di carta tricolore. Gli alpini stessi sono stupefatti. Non si può non apprezzare il gesto e allora gli applausi diventano reciproci, anche da coloro che sfilano composti, rigidi e impettiti, ma col sorriso stampato sul volto e gli occhi luccicanti e ridenti di chi ha trovato conferma che una Patria c’è.

Ormai sono ore e ore di sfilamento, si sentono le intonazio-ni dei vari dialetti delle regioni italiane, ma si notano anche alpini provenienti dall’estero, perfino dall’Uruguay.

Cala la sera, dal fondo del viale compare un altro gruppo, già incalzato dal successivo dai colori sgargianti, preceduto dal coro e dalla banda. Chi ha finalmente conquistato un posto tra la folla può assistere con ammirazione all’incedere di questi uomini fieri e garbati; ogni tanto un addetto dà il passo affinché la sintonia sia perfetta anche nella marcia. Anch’io scorgo, tra le file ordinate, volti noti e a me cari.

All’ora convenuta mi ritrovo per la partenza con il mio gruppo, mentre una brezza leggera accompagna chi deve ancora sfilare e attende il proprio turno con pazienza e tena-cia.

Il mio pensiero non può non andare a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di quest’evento, installando quanto poteva essere utile, nonché a garantire la sicurezza di centinaia di migliaia di persone confluite in città e alla calorosa accoglienza dei Trentini. Non solo. È stata una grande lezione di pace, di solidarietà, di amicizia, di apertura all’altro. Vorrei restare ancora, ma riparto; più ricca, però, di stamattina.

Grazie Alpini! Grazie Trento!Vania Lirussi

z.i. RASAI di Seren del Grappa (BL)Via Quattro Sassi, 4

Tel. e Fax. 0439.44360 - [email protected]

www.tipografiadbs.it

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 7

CONSIDERAZIONI

“L’avvicinamento dei cosiddetti ‘assassini alpini è iniziato in maniera strategica, in forma accerchiante, partendo con i mezzi più disparati per non farsi sorprendere dal bersaglio: la ‘codardia facinorosa’. Alcuni a piedi da Vicenza, altri da Belluno con la bicicletta (la mitica ‘Graziella’), altri anco-ra da Mel, sempre presenti con i muli (fedeli compagni), insieme a tutti gli altri a formare il gruppo accerchiante dei seicentomila in quel di Trento.

Spavaldi, con le loro armi cariche di solidarietà, altrui-smo, aggregazione e spirito di corpo - che unisce e non divi-de - hanno fatto svanire nel nulla il fantomatico ‘nemico’.

La città ha accolto come un foro imperiale questo fiume di penne nere nel migliore dei modi, con calore ed entusiasmo sfociante nella più gloriosa vittoria, alla faccia di tutti i detrattori, giusto riconoscimento al centenario della Grande Guerra. Sì, è incontestabile, che il raduno degli Alpini ormai sia diventato festa nazionale, perché non coinvolge solo com-militoni, ma trascina con sé mogli e figli, ‘morose’, parenti, amici e famiglie intere con bimbi al seguito, anche in tene-rissima età. È la festa della semplicità e sa avvicinare anche i giovani, che assaporano cosi un clima di cui non potevano avere conoscenza se non vivendolo in questa occasione, che riesce a trasmettere loro attraverso sani principi un’idea di questo Corpo sempre pronto a partire volontariamente per ogni dove ad aiutare chi è in difficoltà. Ed ora zaino in spalla pronti a ‘conquistare’ Milano”.

Ho voluto raccontare così ‘metaforicamente’ quello che ho raccolto in virtù degli eventi, dei fatti e delle esperienze relativamente all’Adunata degli Alpini di Trento.

Fabio Callegher

Le immagini dell’Adunata di Trentoqui pubblicate sono state scattate

dal fotografo Paolo Dalla Corte. Chi volesse visionare il repertorio completo ed eventualmente acquistarle può rivolgersi

direttamente al negozio diViale Mazzini, 2 a Feltre.

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8 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

L’AUTORE DELLA NOSTRA COPERTINAFabio Vettori ha sempre disegnato fin da piccolo: alle scuole

medie quando era il momento di dipingere non smetteva più di farlo, tanto che i professori spesso gli ritiravano i bozzetti.

Le formiche apparvero dalla sua mano per la prima volta nel 1972, nel suo primo anno all’istituto superiore. Esse rappresen-tavano l’elemento ideale per dar vita ai suoi paesaggi e calore alle sue idee.

Con il passare del tempo familiari ed amici cominciarono ad interessarsi alla sua abilità grafica, a volte commissionandogli disegni con temi precisi, che però alla fine non lo ripagavano del tempo perso lontano dalle sue ‘creature’.

In un primo tempo Vettori disegnava formiche alte circa tre centimetri; esse apparivano un po’ goffe e rigide sulle zampe e spesso erano disegnate di profilo. Non erano molto curate, ma apparivano sempre in gran numero nei suoi dise-gni. Le tavole, realizzate in china, erano sempre in bianco

e nero ed il colore faceva capolino in qualche particolare. Nel 1982 gli fu data la possibilità di tenere la prima mostra per-sonale e nel 1984 fu invitato ad esporre le sue opere nei locali del circolo artistico roveretano, dove presentò soggetti nuovi e diversi dai soliti, disegnando alcuni scorci della cittadina che lo ospitava. Nel 1985 stipulò un accordo con un distributore nazionale, che gli permise di inserire le sue opere nei migliori negozi italiani.

A distanza di quarant’anni dalle sue prime formiche, oggi esse risultano molto più morbide, dinamiche e caratterizzate in par-ticolare rendendo mobile la testolina e più espressivi gli occhi.

In occasione dell’Adunata Alpina di Trento ha realizzato una serie ufficiale di cartoline celebrative dell’evento, che si è anda-ta ad affiancare a quella tradizionale di ogni raduno nazionale, nonché la copertina di questo numero di Alpini… Sempre!, dono di cui gli siamo grati.

Via Quattro Sassi, 4Rasai di Seren del Grappa (BL)

Tel. [email protected]

Orari libreria: Il lunedì dalle 15.00 alle 19.00 da martedì a sabato 9.00-12.30 e 15.00-19.00

La libreria del territorioSconta tutti i libri Edizioni DBS del 15% ai soci A.N.A.

www.labirreriapedavena.it - e-mail: [email protected]

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 9

PREMESSA. PLATEA MAGNA E LA TORRE DELL’OROLOGIO

Da oltre un decennio siamo abituati a vedere una transenna che impedisce il passaggio nella scalinata che, fiancheggian-do le Fontane Lombardesche, porta alla Chiesa di san Rocco. Tale scalinata risultava inaccessibile per il pericolo di crollo del tetto della vicina Torre dell’Orologio, edificio di origine trecentesca che fungeva da ingresso fortificato agli spazi del Castello di Alboino; recentemente anche la mezzaluna posi-zionata sul tetto della torre, segnavento sulla cui origine ci si è spesso sbizzarriti, si era spezzata a metà a causa del tempo e dell’incuria.

Nell’ottica di una completa riqualificazione culturale e turistica di Piazza Maggiore, l’Amministrazione Comunale ha quindi promosso un progetto denominato Platea Magna, antico nome rinascimentale della piazza, che prevede, tra le altre cose, il restauro tanto della Torre dell’Orologio quanto della Torre del Campanon per un importo totale di 388.000 €.

L’intervento è finanziato con un fondo europeo (Interreg Italia Austria) che vede tra i partner, oltre al Comune di Feltre, la Magnifica Comunità di Cadore e la Museumsverein Burg Heinfels. Il progetto Platea Magna, tuttavia, non si limita alla riqualificazione delle torri cittadine, ma comprende, grazie a diversi finanziamenti, una serie di progettualità che saranno tutte realizzate nel giro di due anni. Tra queste il recupero del Belvedere, la pavimentazione di Salita Ramponi, il colloca-mento dell’ufficio turistico in Piazza Maggiore con una serie di funzionalità e servizi aggiuntivi, il restauro conservativo degli elementi lapidei della Piazza, il recupero della Loggetta del Pozzetto in Piazzetta delle Biade, la riattivazione delle Fontane Lombardesche e l’illuminazione artistica di tutto il contesto architettonico (Piazza e Castello), che sarà riqualifi-cato. Si tratta di un investimento importante, ma necessario, dettato dalla volontà di fare di Feltre una città veramente concorrenziale sul piano culturale e turistico.

Nelle logiche del turismo di oggi infatti non è più suffi-ciente avere un bel paesaggio - nel nostro caso un bel centro storico - per essere competitivi sul mercato turistico. Per offrire un prodotto all’altezza, l’offerta deve prevedere delle strutture che siano dinamiche e che possano offrire al turista delle esperienze uniche. È esattamente questo il concetto di turismo esperienziale di cui spesso si parla e, nel caso di Feltre, tale forma di interazione con il visitatore non può fare a meno di concentrarsi sulla valorizzazione del suo esteso patrimonio culturale, dinamicizzato attraverso il recupero di spazi particolarmente suggestivi e l’utilizzo di nuove tecno-logie nel racconto storico-artistico.

Come vedremo, la Torre dell’Orologio rappresenta soltanto un punto di partenza di questo ampio progetto ma già rac-chiude in sé tutti gli elementi che caratterizzeranno l’intero percorso di valorizzazione.

IL RESTAUROTra la fine del 2017 e la prima metà del 2018 la Torre

dell’Orologio è stata oggetto di un restauro che ha riguardato il tetto, i solai e i serramenti. L’edificio è stato così messo in sicurezza laddove presentava stati di degrado piuttosto avanzati e gli interventi realizzati consentono oggi di visitare l’ultimo piano della torre. Con l’occasione si è intervenuti anche in due elementi particolarmente significativi: la mez-zaluna e l’iscrizione con stemma scaligero localizzata sul lato est della Torre. La prima, come detto, risultava spezzata; il

pezzo è stato ricongiunto ma si è ravvisata l’impossibilità di ricollocarlo nella posizione originale. La mezzaluna infatti si presentava crivellata di colpi, per cui anche la saldatura non dava sufficienti garanzie di sicurezza. Si è quindi optato per la realizzazione di una copia del manufatto mentre l’originale sarà esposto all’interno della torre. In occasione di questo restauro la ditta Ar.Co. s.a.s. ha lavorato anche sulla struttura campanaria in ferro che sosteneva la banderuola, rimuoven-do gli elementi mobili, pulendo con spazzole la struttura in ferro, applicando una soluzione acquosa di acido tannico con funzione di inibizione della corrosione e infine una vernice trasparente di aspetto opaco. Dopo il restauro si è appurato che alcune parti della struttura campanaria risalgono al XVII secolo ma la mezzaluna non risulta più tarda degli inizi del XIX. La datazione della banderuola smentisce dunque la pur suggestiva leggenda secondo cui la mezzaluna della torre altro non fosse che un trofeo di guerra riportato da qualche feltrino che aveva partecipato alla Battaglia di Lepanto con-tro i Turchi (1571). Il dato cronologico è peraltro confermato dalle ampie ricerche svolte sul tema da Lina Ceccato.

IL PERCORSO DI VISITA, LA ‘FINESTRA DEL TEMPO’ E LA TOTEM CARD

Obiettivo del progetto è rendere la Torre dell’Orologio visitabile e una volta arrivati all’ultimo piano della torre il visitatore potrà godere di un panorama strepitoso. Tutto il complesso architettonico di Piazza Maggiore sarà infatti visibile dall’alto e l’occhio potrà indugiare su particolari che sfuggono o che non sono visibili durante una normale visita in centro storico.

Oltre alla straordinaria veduta della Piazza, la chiesa di San Rocco vista dall’alto permetterà di notare lo stemma bernardiniano del campanile, difficilmente visibile in altre situazioni, e lo stesso Palazzo Guarnieri apparirà sotto una prospettiva completamente diversa.

Tuttavia, l’esperienza per il visitatore non termina qui. All’interno della torre saranno infatti presenti due postazioni multimediali. La prima, un monitor touch screen di ultima generazione collocato tra le due finestre della parete nord, consentirà al turista di poter accedere a tutte le informazioni riguardanti la torre, la piazza e il castello, mentre la seconda permetterà al visitatore di fare un vero e proprio viaggio nel tempo. Questa postazione multimediale è stata infatti deno-minata Finestra del Tempo; si tratta di un monitor collocato

TORRE DELL’OROLOGIOUn nuovo percorso di visita dove le tecnologie fanno rivivere la Storia

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10 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

tra le due finestre del lato sud - ovvero quelle che danno sulla piazza - che riproduce una veduta di Piazza Maggiore con la stessa prospettiva delle finestre. A differenza di quest’ultime però la finestra del tempo mostrerà l’evoluzione di Piazza Maggiore nelle diverse fasi storiche che ne segnarono la costruzione. Si potrà dunque ammirare tutta la sequenza costruttiva dei vari edifici affacciati nella principale piazza cittadina dal 1510 fino al 1700 e il visitatore, percorrendo la linea del tempo, potrà entrare nel vivo della Storia. Si tratta dunque di un’esperienza particolarmente coinvolgente che potrà richiamare un pubblico che non necessariamente è soli-to visitare i musei.

In occasione dell’apertura della torre si è quindi pensato di proporre un percorso cittadino capace di coinvolgere tutte le strutture culturali di proprietà civica, uniformando e ampliando gli orari di apertura dei siti, creando un logo unico e moderno con un biglietto unico. Si tratta della cosiddetta Totem Card Feltre che gioca sul significato della parola totem costruita con le iniziali delle strutture visitabili (TOrre, TEatro, Musei). L’offerta sarà valida sia per il sin-golo visitatore al costo di 6 euro, sia per l’intera famiglia a prezzo estremamente vantaggioso: con soli 10 euro infatti

un intero nucleo famigliare potrà accedere al Museo Civico, alla Galleria Rizzarda, alla Torre dell’Orologio e al Teatro de la Sena. Quest’anno anche gli orari di visita saranno più ampi e ragionati: il teatro, che fino all’anno scorso era aperto solo il sabato e la domenica, sarà aperto anche il venerdì con gli stessi orari di apertura della Torre (mattina 10:30 -12:30, pomeriggio 16:00 -19:00). Negli stessi giorni i Musei Civici sperimenteranno per la prima volta la formula dell’orario continuato. In sostanza per i tre mesi estivi (15 giugno - 16 settembre) i visitatori troveranno sempre una struttura cultu-rale aperta dalle 9:30 alle 19:00.

Se il totem è il simbolo, il valore identitario per eccellenza, allora la ToTeM card ben rispecchia lo spirito dell’oggetto: la massima espressione di identità per una città come Feltre non può che risiedere nel suo straordinario patrimonio culturale.

Alessandro Del BiancoAssessore alla cultura e al turismo

Adis ZattaAssessore ai lavori pubblici e all’innovazione

Nel suo libro Giorgio Tosato ricostruisce la storia di Sospirolo e delle sue montagne tra 1915 e 1918

Sospirolo, 1915. Quel che avvenne in questo piccolo paesi-no alle porte delle Dolomiti allo scoppio della Grande Guerra è un racconto corale, fatto cioè dai diversi destini di ciascun abitante. Per ognuno una vicenda che da sola meriterebbe un libro e che unita alle altre scrive una pagina di storia unica e straordinaria.

Ha provato a raccontarla Giorgio Tosato, ingegnere sospi-rolese con la passione per la storia, nel suo ultimo libro

Un piccolo paese nella Grande Guerra. Sospirolo e le monta-gne del Canal del Mis 1915-1918.

La sua narrazione prende il via con gli inizi del Novecento, tratteggiando il contesto sociale, economico, culturale di Sospirolo. Lo sguardo però punta in alto, perché attraverso le testimonianze e le documentazioni puntualmente riportate fotografa una situazione che è emblematica dell’intera provin-cia bellunese.

Nel succedersi degli eventi - lo scoppio della guerra, il rientro degli emigrati, la mobilitazione generale e la chiamata alle armi, la guerra, l’occupazione, la spagnola, il rientro e la ricostruzione - Tosato fa rivivere un mondo agreste e contadi-no improvvisamente catapultato faccia a faccia con eventi di portata mondiale.

Con un paziente lavoro d’archivio Tosato ha seguito le tracce lasciate dalle centinaia di Sospirolesi chiamati a combattere, seguendone le vicende sui diversi fronti a cui furono destina-ti: Tre Cime, Isonzo, San Michele, Tofane, San Martino del Carso, Paterno, Sabotino, Valderoa, Caporetto, Macedonia, Albania e l’elenco potrebbe continuare con molte altre località dei vari fronti. Per la maggioranza di questi uomini il libro di Tosato, pubblicato grazie al sostegno del locale Gruppo A.N.A., è la prima occasione per rivendicare il diritto alla memoria dopo quasi un secolo di oblio.

Con le vicende degli uomini riemerge anche la storia del territorio: Sospirolo, la Valle del Mis e le Dolomiti. In queste zone correva la Linea Gialla, fronte mancato della grande guerra. Tosato nel libro ne ricostruisce la storia andando a riscoprire opere e reperti sopravvissuti. Un viaggio attraverso le terre e gli uomini che le vissero e che costituisce la testimo-nianza preziosa di un passato troppo presto dimenticato.

Giorgio Tosato, Un piccolo paese nella Grande Guerra. Sospirolo e le montagne del Canal del Mis 1915-1918, Edizioni DBS, Rasai di Seren del Grappa (Belluno), 2017, EAN 9788833680057, € 25 - 384 pp., a colori con copertina cartonata.

Giorgio Tosato

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Sospirolo e le montagne del Canàl del Mis1915 - 1918

€ 25,00

RECENSIONIUn piccolo paese nella Grande Guerra

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 11

Venerdì 1° giugno 2018 è stata una giornata veramen-te speciale per i bambini della Scuola Annessa al Centro Integrazione Vittorino da Feltre e per la Sezione Alpini di Feltre in occasione dell’inaugurazione di una delle prime aule di inclusione a livello nazionale.

La particolarità che rende unica l’aula, che è stata realizzata con una parte dei proventi dell’iniziativa Aiutaci ad aiutare raccolti in periodo natalizio in collaborazione con i Gruppi Alpini del territorio, è che è stata pensata per la fruizione degli spazi da parte di ragazzi ‘diversamente abili’ in col-laborazione con i ragazzi normodotati. Vengono per questo stravolti i concetti tradizionali di ‘orizzontalità’ della classe sfruttando la verticalità e gli angoli, rendendo più facili gli spostamenti con le carrozzine.

Gli spazi sono stati attrezzati con una lavagna LIM di ulti-ma generazione, un angolo lettura con divano e libreria dove i bambini possono leggere assieme ai loro compagni, un ango-lo per la musica e uno per la pittura e uno spazio dedicato alla psicomotricità e al gioco.

Molti i colori che vivacizzano gli spazi e ben evidenti i richiami alpini grazie ai quadri realizzati con gusto dagli stessi ragazzi.

Numerose le Autorità e gli Alpini presenti alla cerimonia di inaugurazione (nelle fotografie): il Sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, la Dirigente Scolastica Viviana Fusaro, la Dirigente ULSS, Erika Sampognaro e il rappresentante dell’Ufficio Scolastico Provinciale Claudio Dalla Palma; data l’impor-tanza dell’evento il Ministero della Pubblica Istruzione ha voluto inviare in rappresentanza la Dott.ssa Clelia Caiazza. Una presenza molto gradita, che ha fatto sentire la vicinanza delle Istituzioni.

Durante l’inaugurazione sono stati letti i saluti del Governatore della Regione Veneto Luca Zaia che ha espresso il proprio apprezzamento nei confronti della Sezione Alpini di Feltre per aver permesso di “realizzare una vera propria inclusione sociale, non solo a parole ma con i fatti”.

I rappresentanti dei genitori dei bambini hanno voluto rin-graziare gli Alpini mettendo in evidenza come siano sempre disponibili e pronti nei confronti dei loro figli. Proprio per questo hanno voluto donare un piccolo abete nano, simbolo di forza e di resistenza ‘perché da gesti semplici possono derivare grandi cambiamenti’.

La Dirigente Scolastica Viviana Fusaro ha ringraziato gli Alpini per il lavoro di rete e per aver contribuito alla ‘realizza-zione di un luogo aperto al territorio’. Gli insegnanti Tiziana Zatta e Martino Dessì hanno infine ringraziato le Penne Nere per aver concretizzato il loro progetto di inclusione.

A chiusura degli interventi, il Presidente della Sezione Alpini di Feltre, Stefano Mariech, commosso per la felicità dei bambini, ha evidenziato come “il nostro lavoro svolto in sinergia, ci rende sempre pronti ad aiutare il prossimo e in questo senso siamo presenti a fianco delle esigenze dei nostri ragazzi, a cominciare dalla scuola”.

Al taglio del nastro sono seguiti quindi lo scoprimento di una targa, la benedizione dei locali da parte di don Giancarlo Gasperin e la proiezione di un video che ha presentato un resoconto delle attività svolte dai ragazzi nel corso dell’anno.

Preziosi contributi alla realizzazione dell’aula sono stati forniti dalla ditta Maurizio Scopel Impianti Elettrici e dal Gruppo Alpini di Feltre Monte Cauriol per i montaggi e l’al-lestimento materiale.

Martino Dessì

COME IMPIEGHIAMO I FONDI RACCOLTIInaugurata a Feltre una delle prime aule di inclusione

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12 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

Ricorre in questi giorni il primo centenario della Battaglia del Solstizio (15-24 giugno 1918) e anche ai più distratti torneranno in mente fatti ed episodi fissati nella memoria collettiva in modo indelebile. Uno per tutti: lo S.P.A.D. di Francesco Baracca, l’Asso degli Assi, che il 19 giugno si schianta al suolo alla Busa delle Rane, sul Montello; da quel rogo nascerà fra l’altro un simbolo che ci rende ancor oggi orgogliosi, il ‘Cavallino Rampante’ della Ferrari, che è quel-lo che il pilota di Lugo portava dipinto sulla fusoliera.

I toponimi divenuti famigerati allora e famosi poi si accavallano in una serie infinita di richiami ancora fortis-simi: il Corno di Cavento, il Valbella, il Col del Rosso, il Col Moschin, il Col del Fagheron, l’Asolone, Ponte San Lorenzo, la Nave, il Pertica, le Porte di Salton, il Tomba, il Monfenera, le Grave di Ciano e l’Isola dei Morti, il Montello, Giavera, Nervesa, l’Ansa di Salettuol e le Grave di Papadopoli, Candelù, Fagarè, Sant’Andrea, l’Ansa di Zenson e quella di Lampol, Fossalta, Losson, San Donà, Porte del Taglio, Capo Sile…

Personalmente ho di quei giorni un ricordo o forse meglio un’emozione infantile, cristallizzata intorno ad un racconto di mia nonna Maria Ampezzan.

Narrava mia nonna, nel 1918 bambina undicenne, di aver visto giungere incessantemente per giorni nel nostro paese, a Fonzaso, un ingente numero di soldati austriaci e ungheresi, che avevano occupato tutte le case e di cui rigurgitavano anche le soffitte e i fienili. C’erano magazzini di munizioni ovunque per tutta la campagna, dove iniziava una teleferica che saliva il Roncon e che spesso si guastava: “Hallo! Hallo! Seilbahn kaputt!”, urlavano allora le sentinelle e si capiva, pur non conoscendo il tedesco, che qualcosa non andava.

Parlava degli scherzi dei soldati di lingua italiana, che mostrando il contenitore della maschera antigas giuravano che vi avrebbero messo dentro Re Vittorio, una volta giunti a Roma e diceva della paura che i paesani provavano: “Te vedarè che me tóca tornàr sot l’Austria de nóvo”.

Raccontava di reggimenti e reggimenti di giovanissimi soldati che salivano a passo cadenzato sul Grappa, fanfara in testa, e, pur non capendole, ricordava anche le parole che cantavano: “In der Heimat, in der Heimat, da gibs’t ein Wiedersehn...” (“Porta in Patria un arrivederci…”) e si com-muoveva sempre perché di quei tanti, diceva, ne erano poi tornati indietro pochi e feriti…

L’immagine forte però, almeno per la mia sensibilità infan-tile, era il racconto di quando fu risvegliata di soprassalto nella notte sul 15 giugno da un’intensa vibrazione e da un rombo continuo e inusitato. Uscita con la madre sulla chiusa del mulino, vicino alla ruota ormai oggi non più esistente, vide tutta la cresta delle montagne, oltre il Roncon, illuminata e sottolineata da una vampa rossa continua, incessante, spa-ventosa e lugubre. Ricordava che si erano messe a piangere, madre e figlie, per quei póri tosàt che si trovavano lassù in quel momento e io non capivo, da piccolo, perché le monta-gne illuminate di rosso dovessero muovere al pianto…

Su una di quelle montagne, il Monte Pertica, avvenne un episodio che mi piace ricordare su queste pagine: la morte del Maggiore Luigi Coralli, Comandante del II Battaglione del 21° Reggimento di Fanteria della Brigata Cremona.

Era nato nel Pavese, a Casteggio - l’antica Clastidium dove nel 222 a. C. Marco Claudio Marcello sconfisse i Galli Insubri, epocale vittoria poi cantata da Nevio - il 3 settembre 1880, da Ernesto ed Ermelinda Vercesi; fattosi uomo aveva seguito le orme del fratello maggiore Felice ed aveva abbracciato

la carriera delle armi, studiando prima all’Ac-cademia Militare di Torino e poi a Modena, ottenendo la nomina a Sottotenente il 21 set-tembre 1902 e prestando quindi servizio al 29° Reggimento di Fanteria della Brigata Pisa. A Como, dove si trovava, si distinse domando un cavallo imbizzarritosi fra la gente. Nominato Tenente nel 1906, sem-pre alla Pisa (fotografia a lato), fu trasferito nel 1910 all’8° Reggimento Alpini, dove servì per un periodo, prima di essere assegnato nel 1912 alla Scuola Militare di Modena come Insegnante Aggiunto di Geografia.

Promosso Capitano il 30 giugno 1914, rientrò successiva-mente all’8° Alpini, Battaglione Tolmezzo, e dallo scoppio della guerra combatté in Carnia, meritando nel 1916 una Medaglia d’Argento al Valor Militare per la conquista della Selletta del Freikofel, perché «Nell’attacco di una posizio-ne rafforzata dal nemico, eccitava con l’esempio i propri inferiori, ottenendo, per lo slancio e l’entusiasmo inspirato in tutti e per la ponderata preparazione dell’azione, la riu-scita fulminea e completa dell’attacco risolutivo, con perdite lievissime per il proprio reparto ed infliggendone invece delle rilevanti al nemico. Selletta Freikofel, 26 marzo 1916» [Bollettino Ufficiale 1916, p. 5637]; si distinse poi, il 27 giugno, anche sul Pal Grande.

Promosso Maggiore nel febbraio 1917, fu assegnato al 69° Reggimento di Fanteria della Brigata Ancona e, infine, al 21° della Cremona, dove comandò il II Battaglione dal 15 dicembre 1917, combattendo sull’Asolone e sul Pertica. E sul terribile Pertica concluse la propria vita, a trentotto anni, nel modo che ci illustra la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa alla sua memoria: «Comandante di un battaglione in una importante posizione di prima linea, resistette a violentissimi attacchi nemici, infrangendo la furia degli assalitori. Fiero del suo posto d’onore, sfidando il pericolo alla testa dei suoi rincalzi, contrattaccò sangui-nosamente l’avversario, che in forze sempre crescenti gli disputava il terreno palmo a palmo. Aggirato da forze sover-chianti, riunì i superstiti e coll’esempio e colla voce tentò con disperata eroica lotta corpo a corpo di rompere il cerchio che lo stringeva, incontrando gloriosissima morte. Fulgido esem-pio delle più nobili virtù militari di condottiero e di soldato. Monte Pertica (Grappa), 15 giugno 1918» [Bollettino Ufficiale 1919, p. 2384].

Quel 15 giugno la Cremona perse sul Pertica quasi 900 uomini, dei quali 30 Ufficiali, per la maggior parte dispersi in combattimento.

Alla memoria di Luigi Coralli fu poi dedicato il Cimitero Militare di Fonte Alto (Treviso), dismesso nel 1935.

Italo Riera

Monte Pertica - 15 giugno 1918

Luigi Coralli

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 13

ventotto anni, sette mesi e tre giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 54). V, 3, 9.

Del Santo Pasquale di Angelo, sol-dato, nato a Dragoni (Terra di Lavoro, dal 1927 Napoli, dal 1945 Caserta) il 14 agosto 1886 e deceduto il 1° dicembre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ospe-

daletto da Campo n. 123 (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per malattia, all’età di trenta anni, tre mesi e diciassette giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Pri-miero. V, 4, 7.

Della GaSpera Angelo di Gaetano, caporale, nato a La Spezia il 6 agosto 1890 e deceduto il 4 agosto 1916 a Mez-zano presso l’Ospedaletto da Campo n. 131 (3ª Compagnia di Sanità - Milano),

per ferite riportate in combattimento, all’età di ventuno anni, undici mesi e ventotto giorni. Sepolto inizialmente a Mezzano. V, 4, 1.

I CADUTI DEL SACRARIO MILITARE ITALIANO DI FELTRE

“Gli eroi si accettano o si rifiutano, non si spiegano; e per conto nostro ci ostineremo sempre a non rifiutarli”

Eugenio Montale

BriGata Calabria59° Reggimento di Fanteria Calabria

De pippo Antonio di Pasquale, soldato, nato a Sessa Aurunca (Terra di Lavoro, dal 1927 Napoli, dal 1945 Caserta) il 14 marzo 1886 e deceduto il 17 ottobre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ospedaletto da Campo

n. 123 (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per ferite ripor-tate in combattimento, all’età di trenta anni, sette mesi e tre giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. V, 5, 2.

Del Carmine Giuliano di Giuseppe e di Antonia Capocci, soldato, nato a Settefrati (Terra di Lavoro, dal 1927 Frosinone) il 30 gennaio 1889. Sposato con Marimichela Tamburro; padre di Giuseppe (13 dicembre

1915). Deceduto il 2 settembre 1917 a Campo Fossa di Sopra (Rio Rolle) presso la 17a Sezione di Sanità - 117° Reparto Someggiato di Sanità (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per ferite riportate in combattimento sul Colbricon, all’età di

I CADUTI

Fanteria (Linea)

FANTERIA

N.B. - Il primo numero, in cifre romane, indica il Settore, il secondo la Riga (considerata in senso verticale), il terzo il Loculo (nume-rato dall’alto verso il basso). Sono scritti in colore marrone i cognomi e i nomi trascritti in modo erroneo sui loculi o di identificazione insicura; sono evidenziati in verde i cognomi e i nomi dei Caduti noti, ma non identificati tumulati con gli Ignoti.

Sempre aderendo ai compiti statutari della nostra Associazione (art. 2, a), per tenere viva la memoria concreta del significato della Grande Guerra (cosa che appare viepiù necessaria se appena si ponga mente anche alle recenti, rancorose e soprattutto disinfor-mate polemiche consumatesi come un fuoco di paglia attorno alla nostra 91ª Adunata Nazionale di Trento), proseguiamo con la pubblicazione delle brevi notizie

biografiche dei Caduti tumulati nel Sacrario Militare Italiano di Feltre. Ringraziamo una volta ancora l’Am-ministrazione Comunale per la collaborazione che continua a garantirci e invitiamo sempre calorosamen-te chiunque avesse a disposizione notizie e documenti a farcene cenno, soprattutto considerando come talora anche i semplici dati anagrafici dei Caduti permangano alquanto incerti.

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14 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

Deo Vito di Pietro e di Mariarosa Duca, soldato, nato a San Gregorio Magno (Salerno) il 1° ottobre 1884; contadino. Deceduto il 24 agosto 1916 a Imer presso l’Ospedale da Campo n. 0131 (11ª Com-

pagnia di Sanità - Bari), per ferite riportate in combat-timento, all’età di trentuno anni, dieci mesi e ventitré giorni. Sepolto inizialmente a Imer. V, 4, 12.

Di CoStanzo Roberto di Raffaele, sol-dato, nato a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) il 14 ottobre 1886 e deceduto il 6 settembre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Ar-

mata n. 2, per ferite riportate in combattimento, all’età di ventinove anni, dieci mesi e ventitré giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. V, 5, 7.

Di Girolamo Andrea di Michele, sol-dato, nato a Terracina (Terra di Lavoro, dal 1932 Littoria, dal 1946 Latina) il 15 novembre 1893 e deceduto il 18 marzo 1917 sul Piccolo Colbricon, per ferite

riportate in combattimento, all’età di ventitré anni, quattro mesi e tre giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 154). V, 5, 10.

Di Legge Paolo di Michele, soldato, nato a Fontechiari (Terra di Lavoro, dal 1927 Frosinone) il 1° giugno 1895 e deceduto il 23 luglio 1917 sul Colbricon, per ferite riportate in combattimento, all’età di ven-

tidue anni, un mese e ventidue giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 154). Il fratello Sisto, nato il 26 dicembre 1891, soldato del 19° Brescia, morì di malattia a Fontechiari il 24 gennaio 1920. IGNOTI.

Di maSCio Felice di Sabatino, soldato, nato Vallerotonda (Terra di Lavoro, dal 1927 Frosinone) o, meno probabilmente, a Cardito (Napoli) il 4 aprile 1894 e deceduto l’8 settembre 1916 a Fiera di

Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Armata n. 2, per ferite riportate in combattimento, all’età di ventidue anni, cinque mesi e quattro giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. V, 5, 12.

Di matteo Vincenzo di Domenico, sol-dato, nato a Macerata di Marcianise (dal 1925 Macerata Campania, dal 1928 al 1946 frazione di Casalba; Terra di Lavoro, dal 1927 Napoli, dal 1945 Caserta) l’11

giugno 1895 e deceduto il 4 agosto 1916 sul Monte Colbri-con, per ferite riportate in combattimento, all’età di ventuno anni, un mese e ventiquattro giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 47). III, 1, 12.

Di Sante Gaetano di Pasquale, soldato, nato Mosciano Sant’Angelo (Teramo) il 7 febbraio 1897 e deceduto il 5 marzo 1917 a Fiera di Primiero presso l’Am-bulanza Chirurgica d’Armata n. 2, per

ferite riportate in combattimento, all’età di vent’anni e ventisei giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. V, 6, 12.

Donati Giulio di Luigi, soldato, nato Pisa il 18 agosto 1893 e deceduto il 24 settembre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Ar-mata n. 2, per ferite riportate in combat-

timento, all’età di ventitré anni, un mese e sei giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VI, 1, 7.

FaDel Eugenio di Luigi, soldato, nato a Fontanelle (Treviso) il 24 novembre 1891 e deceduto il 1° settembre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ospedaletto da Campo n. 123 (9ª Compagnia di

Sanità - Roma), per ferite riportate in combattimento, all’età di ventiquattro anni, nove mesi e sette giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VI, 2, 6.

FantaCCione Giustino di Luigi, sol-dato, nato a Castrocielo (Roma, dal 1927 Frosinone) il 24 aprile 1879 e deceduto il 16 marzo 1917 a Campo Fossa di Sopra presso la 17ª Sezione di

Sanità (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per malat-tia, all’età di trentasei anni, dieci mesi e venti giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 139). VI, 2, 10.

Faraoni Giovanni di Nicola, soldato, nato a Sutri (Roma, dal 1927 Viterbo) il 23 giugno 1890 e deceduto il 16 maggio 1917 a Campo Fossa di Sopra (Rio Rolle) presso la 17ª Sezione di

Sanità, 117° Reparto Someggiato (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per ferite riportate in combattimento, all’età di ventisei anni, dieci mesi e ventitré giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 113). VI, 2, 11.

Farinella Antonino di Antonino, sol-dato, nato a Valledolmo (Palermo) il 2 gennaio 1893 e deceduto il 19 set-tembre 1917 a Malga Zigolera presso l’Ambulanza da Montagna n. 45 della

C.R.I., per ferite riportate in combattimento, all’età di ventiquattro anni, otto mesi e diciassette giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 152). VI, 3, 2.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 15

Favaro Leone di Bortolo, soldato, nato a Zero Branco (Treviso) il 22 agosto 1881 e deceduto il 7 ottobre 1916 a Campo Fossa di Sopra presso la 17ª Sezione di Sanità (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per

malattia, all’età di trentacinque anni, un mese e quindici giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VI, 3, 4.

Ferraro Ernesto di Giuseppe, caporale, nato a San Martino di Lupari (Padova) il 2 marzo 1894 e deceduto il 18 novembre 1916 sul Monte Colbricon, per malattia, all’età di ventidue anni, otto mesi e sedici

giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VI, 3, 10.

Ferrero Giacomo di Felice, soldato, nato a Mango (Cuneo) il 23 agosto 1895 e deceduto il 3 ottobre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirur-gica d’Armata n. 2, per ferite riportate in

combattimento, all’età di ventuno anni, un mese e dieci giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VI, 4, 1.

Filippi Bellino di Giovanni Battista, caporale, nato a Cona (Venezia) il 1° settembre 1893 e deceduto il 5 febbraio 1917 a Siror presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 (9ª Compagnia di Sanità -

Roma) per ferite riportate in combattimento, all’età di ventitré anni, cinque mesi e quattro giorni. Sepolto ini-zialmente a Siror. VI, 4, 5.

Fioravanti Domenico di Carlo Alberto, soldato, nato a Fara in Sabina (Perugia, dal 1923 Roma, dal 1927 Rieti) il 16 aprile 1881 e deceduto il 2 aprile 1917 a Malga Ces per caduta di valanga, all’età

di trentacinque anni, undici mesi e diciassette giorni. Sepolto inizialmente in Val Zigolera, poi a San Martino di Castrozza (T. 131). VI, 4, 8.

Forlani Amedeo Giorgio di Luigi, sol-dato, nato a Portomaggiore (Ferrara) il 21 aprile 1885 e deceduto il 5 giugno 1917 a Siror presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 (9ª Compagnia di Sanità - Roma) per ferite

riportate in combattimento, all’età di trentadue anni, un mese e quindici giorni. Sepolto inizialmente a Siror. VI, 5, 4.

FratiCelli Argeo di Gioacchino e di Giuseppa Satulli, soldato, nato a Fale-rone (Ascoli Piceno, dal 2004 Fermo) il 22 novembre 1895, celibe, negoziante, deceduto il 25 ottobre 1916 a Campo

Fossa di Sopra presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 (9ª Compagnia di Sanità - Roma) per ferite riportate in

combattimento, all’età di venti anni, undici mesi e tre giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 119). VI, 5, 12.

FuSCo Antonio di Francesco, soldato, nato a Napoli il 18 novembre 1896 e deceduto il 4 settembre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Armata n. 2, per ferite riportate in combattimento,

all’età di diciannove anni, nove mesi e diciassette giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VI, 6, 5.

GanGi Arduino di Sante, soldato, nato a Viterbo (fino al 1927 Roma) il 21 marzo 1891 e deceduto il 1° marzo 1917 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirur-gica d’Armata n. 2, per ferite riportate in

combattimento, all’età di ventisei anni, undici mesi e otto giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VII, 1, 12.

GarlaSCo Giovanni di Marco, capo-rale, nato a Fubine (Alessandria) il 24 luglio 1894 e deceduto il 4 agosto 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ospedaletto da Campo n. 123 (9ª Compagnia di Sanità -

Roma), per ferite riportate in combattimento, all’età di ventidue anni e undici giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 38). VII, 2, 4.

Gavuzzo Francesco di Andrea, soldato, nato a Santa Vittoria d’Alba (Cuneo) il 29 gennaio 1895 e deceduto l’8 agosto 1917 a Siror presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 (9ª Compagnia di Sanità -

Roma) per ferite riportate in combattimento, all’età di ventitré anni, cinque mesi e quattro giorni. Sepolto ini-zialmente a Siror. VII, 2, 8.

Gerlotti Luigi di Giuseppe, soldato, nato a Valle Lomellina (Pavia) il 15 giugno 1888 e deceduto il 30 novembre 1916 a Campo Fossa di Sopra presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 (9ª Com-

pagnia di Sanità - Roma) per ferite riportate in combat-timento, all’età di ventotto anni, cinque mesi e quindici giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 17). VII, 2, 10.

Germani Bernardo di Domenico, sol-dato, nato a Rocca d’Arce (Terra di Lavoro, dal 1927 Frosinone) il 10 otto-bre 1891 e deceduto il 15 agosto 1916 a Feltre presso l’Ospedale da Campo n.

064 (5ª Compagnia di Sanità - Padova), per ferite ripor-tate in combattimento, all’età di ventiquattro anni, dieci mesi e cinque giorni. VII, 2, 11.

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16 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

GhiGi Giuseppe di Domenico, soldato, nato a Monte Romano (Roma, dal 1927 Viterbo) il 26 maggio 1890 e deceduto il 16 ottobre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ospedaletto da Campo n. 123

(9ª Compagnia di Sanità - Roma), per ferite riportate in combattimento, all’età di ventisei anni, quattro mesi e venti giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VII, 3, 1.

GiorGi Luigi di Carlo, sergente, nato a Casteggio (Pavia) il 15 ottobre 1884 e deceduto l’8 agosto 1917 a Imer presso l’Ospedale da Campo n. 0131 (11ª Compagnia di Sanità - Bari),

per malattia, all’età di trentadue anni, nove mesi e ventiquattro giorni. Sepolto inizialmente a Imer. VII, 3, 11.

GreCo Francesco di Costantino, soldato, nato a Raviscanina (Terra di Lavoro, dal 1927 Napoli, dal 1945 Caserta) il 6 marzo 1896 e deceduto il 25 maggio 1917 a Campo Fossa di Sopra (Rio Rolle)

presso la 17ª Sezione di Sanità, 117° Reparto Someg-giato (9ª Compagnia di Sanità - Roma), per ferite ripor-tate in combattimento, all’età di ventuno anni, due mesi e diciannove giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 106). VII, 5, 1.

Grilli Enrico di Pietro e di Annunciata Giacinti, soldato, nato a Santa Vittoria in Matenano (Ascoli Piceno, dal 2004 Fermo) il 14 settembre 1895, celibe, deceduto il 12 agosto 1916 a Fiera di

Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Armata n. 2, per ferite riportate in combattimento, all’età di venti anni, dieci mesi e ventinove giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VII, 5, 6.

iorio Antonio di Giuseppe, soldato, nato ad Afragóla (Napoli) il 21 novembre 1886 e deceduto il 25 settembre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Armata n. 2, per ferite

riportate in combattimento, all’età di ventinove anni, dieci mesi e quattro giorni. Sepolto inizialmente a Fiera di Primiero. VII, 7, 5.

iovine Luigi di Giustino, soldato, nato a Napoli il 5 novembre 1896 e deceduto il 1° novembre 1916 a Feltre presso l’Ospedale da Campo n. 064 (5ª Com-pagnia di Sanità - Padova), per malat-

tia, all’età di diciannove anni, undici mesi e ventisette giorni. VII, 7, 7.

iuCulano Giuseppe di Vincenzo e di Carmela Capaccio, soldato, nato ad Alta-villa Silentina (Salerno) il 4 marzo 1884; contadino. Deceduto l’8 agosto 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza

Chirurgica d’Armata n. 2, per ferite riportate in combat-timento, all’età di trentadue anni, cinque mesi e quattro giorni. VII, 7, 10.

iuliano Virginio di Vincenzo, soldato, nato a Nusco (Avellino) il 23 settembre 1896 e deceduto il 7 agosto 1916 a Imer presso l’Ospedale da Campo n. 0131 (11ª Compagnia di Sanità - Bari), per ferite

riportate in combattimento, all’età di diciannove anni, dieci mesi e quindici giorni. Sepolto inizialmente a Imer. VII, 7, 11.

izzo Francescantonio di Vito Rocco, soldato, nato a Vallata (Avellino) il 15 gennaio 1897 e deceduto il 22 marzo 1917 a Campo Fossa di Sopra presso la 17ª Sezione di Sanità (9ª Compagnia di

Sanità - Roma), per ferite riportate in combattimento, all’età di diciannove anni, dieci mesi e quindici giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 20). VII, 7, 12.

lanDi Prisco di Domenico, soldato, nato a Giffoni Sei Casali (Salerno) il 31 otto-bre 1885 e deceduto il 29 ottobre 1916 a Fiera di Primiero presso l’Ambulanza Chirurgica d’Armata n. 2, per ferite

riportate in combattimento, all’età di venti anni, undici mesi e ventinove giorni. VII, 8, 5.

la roCCa Francesco di Pietro Paolo, soldato, nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 29 ottobre 1890 e deceduto il 6 settembre 1916 a Campo Fossa di Sopra presso l’Ospedaletto da Campo

n. 62 (9ª Compagnia di Sanità - Roma) per ferite ripor-tate in combattimento, all’età di venticinque anni, dieci mesi e otto giorni. Sepolto inizialmente a San Martino di Castrozza (T. 28). VII, 8, 10.

laStriCo Giacomo di Francesco, sol-dato, nato a Bavari (Genova) il 24 maggio 1879 e deceduto il 22 agosto 1917 a Siror presso l’Ospedaletto da Campo n. 62 (9ª Compagnia di Sanità - Roma) per malat-

tia, all’età di trentotto anni, due mesi e ventinove giorni. Sepolto inizialmente a Siror. VII, 8, 11.

Italo Riera(8 - Continua)

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 17

PROTEZIONE CIVILE SEZIONALE

INTENSA DUE GIORNI DI PROTEZIONE CIVILE A.N.A. A SANTA GIUSTINA

Sabato 7 aprile sono state coinvolte le classi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Gianni Rodari, nell’ambito del progetto Scuola sicura - Aiuto! Tu, i disastri e la Protezione Civile, proposto dalla Regione Veneto.

Si è svolta una prova di evacuazione antincendio effettua-te tra l’area scolastica di Via Pulliere ed il campo sportivo comunale, coordinata dai Vigili del Fuoco, con la parteci-pazione del personale del 118 e dell’Associazione Volontari Ambulanza Vol. A e del Soccorso Alpino.

È stata simulato il ritrovamento di una persona ferita e dispersa nel fumo ritrovata dai Vigili, che poi è stata tra-sportata agli impianti sportivi con l’ambulanza dove è stata caricata sull’elicottero del SUEM 118 per essere tradotta all’ospedale.

La squadra di Protezione Civile di Santa Giustina e i rappresentanti di tutta la Sezione A.N.A, hanno poi accom-pagnato gli alunni nella visita del campo base allestito per l’esercitazione e hanno spiegato il ruolo del volontariato nella macchina operativa della Protezione Civile.

I ragazzi hanno potuto seguire un percorso da postazioni in cui i volontari spiegavano gli elementi base dell’organizza-zione della Protezione Civile in caso di emergenza e i ragazzi potevano visionare le attrezzature in dotazione all’A.N.A., l’elicottero e l’autocarro dei pompieri.

Domenica 8 Aprile nel comune di Santa Giustina, dopo l’attivazione radio ufficiale dal COM dell’Unione Montana verso tutti i comuni coinvolti COC, grazie al Radio Club Feltrino presieduto da Giuseppe Gasperin, sono arrivati più di 280 volontari coordinati da Giorgio Bottegal, che si sono occupati principalmente di lavori boschivi, sfalcio, pulizia del territorio per la prevenzione del dissesto idrogeologico.

La giornata è cominciata col consueto alzabandiera, con la presenza dei ragazzi del Campo Scuola 2014 della P.C. A.N.A. Feltre.

Nel frattempo i volontari hanno raggiunto gli undici can-tieri operativi dove si è lavorato dalle 7.15 alle 13.00 con il lavoro di taglio della vegetazione, pulizia dei corsi d’acqua e piccole opere di ripristino di manufatti eseguiti lungo il Rio Boschet, il Rio Granzon e il Rio Rumarna a Dussano, lungo il Torrente Veses a Sud e a Nord del ponte di Via Mas, in località Casabellata e tra Piazza dell’Angelo e il ponte di Via Papa Luciani; nella parte alta del territorio comunale gli inter-venti hanno riguardato la Vasca Granda a San Vettor Veses, la fontana e il lavatoio di Cergnai.

Ad opera del locale Gruppo Alpini Sincero Zollet è stato ripristinato il vecchio muretto a secco lungo la strada comu-nale a Campel Alto, mentre a sud sono state ripulite le sponde del Rio Ruines in zona Prior-Volpere.

La preparazione all’evento ha richiesto lunghi mesi di lavo-ro ai tecnici comunali, agli operai, al Capo Squadra Gianluigi Viezzer e ai suoi collaboratori, cui va il plauso del Sindaco Ennio Vigne, che, al termine della manovra, ha manifestato la propria soddisfazione per l’enorme lavoro svolto.

All’esercitazione erano presenti anche privati cittadini che hanno messo a disposizione trattori, rimorchi ed attrezzature specifiche. Il controllo stradale delle porzioni di strada più rischiose è stato affidato all’ A.N.C Associazione Nazionale Carabinieri in congedo, Gruppo di Santa Giustina, presieduta da Ruggero Ferdinelli, la formazione della popolazione alla Protezione Civile.

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18 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

L’assistenza sanitaria è stata garantita dalle associazioni Vol.A-Volontari Ambulanza, presieduta da Giovanni Cassol, e Stella Alpina Onlus di Lamon e Sovramonte, presieduta da Stefano Minichino con due ambulanze, due gruppi soccorri-tori e il medico volontario Angelo Bellumat.

All’esercitazione erano presenti: l’Assessore Regionale Gianpaolo Bottaccin, molti altri amministratori e il Coordinatore del Terzo Raggruppamento A.N.A. Andrea Da Broi.

Le squadre sono infine rientrate al campo base presso gli impianti sportivi, da dove è stata coordinata tutta l’operazio-ne con la segreteria d’emergenza e il centro radiotrasmissioni, per la conclusione, i saluti delle autorità e il rancio alpino preparato dei volontari stessi.

Il Presidente A.N.A. Feltre Stefano Mariech ha colto dopo pranzo l’occasione per ringraziare tutti i presenti per il lavoro svolto e la stupenda giornata trascorsa assieme. La necessità di ‘fare rete’ tra amministrazioni e volontariato nelle fasi di Protezione Civile di previsione, prevenzione, intervento in emergenza e superamento della stessa ha spinto la Protezione Civile A.N.A di Feltre alla progettazione di attività sinergi-che di formazione, sia specifiche sia tra associazioni, e di proposte operative esercitative che coinvolgeranno gli attori principali dell’Esercitazione durante tutto l’anno, grazie al sostegno amministrativo e al contributo economico del C.S.V Centro Servizio Volontariato di Belluno, presieduto da Nevio Meneguz.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 19

LO SPORTa cura del referente Emanuele Casagrande

52° CAMPIONATO NAZIONALE SCI SLALOM SCIARE NEL SOLE

Nei giorni 3 e 4 febbraio sul Monte Pora, in provincia di Bergamo si è svolto il 52° Campionato Nazionale A.N.A. di Slalom. Le cerimonie di apertura delle gare, la sfilata, il saluto alla Bandiera e gli onori ai Caduti hanno avuto luogo sabato nel centro di Castione della Presolana, mentre dome-nica si è dato il via alla gara.

Qualche lacuna non è mancata: purtroppo le piste non erano state perfettamente lisciate e si è sentita la mancanza dei tabelloni con i tempi degli atleti, ma tutto questo non ha di certo demoralizzato i 14 sciatori della Sezione di Feltre.

L’Alpino Enzo De Biasi è stato il primo a scendere, clas-sificandosi primo di categoria e salendo così sul gradino più alto del podio.

A seguirlo nell’ordine:Fulvio De Bortoli, 6° di categoria B9; Giovanni Tollardo,

21° di categoria B8; Andrea Marcon, 12° di categoria A4; Fausto Facchin, 7° di categoria B9; Romeo Zanette, 12° di categoria B9; Adriano Bertelle, 18° di categoria B9; Emilio Dalla Corte, 9° di categoria B10; Andrea Burlon, 18° di categoria A5; Emilio Pandini, 5° di categoria B11; Guido Benincà, 25° di categoria B7.

Hanno poi gareggiato i nostri aggregati Manuel D’Incà, Enrico Argenta e Thomas Zanella che si sono piazzati rispet-tivamente al 9°, 12° e 17° posto nella categoria A6 aggregati.

Questi giovani sono il futuro dell’associazione nazionale Alpini.

L’A.N.A. Feltre si è classifica così 6a assoluta su 38 sezioni partecipanti al Trofeo Ugo Merlin e 10a assoluta su 22 nel Trofeo Conte Caleppio dei soci aggregati.

Complimenti a tutti gli atleti dello sci alpino e un doveroso grazie alla Sezione di Feltre, che come sempre collabora e sostiene il gruppo sportivo.

CAMPIONATO NAZIONALE ANA SCI DI FONDO PRAGELATO 17-18 FEBBRAIO 2018

La rappresentanza della Sezione è partita da Feltre con desti-nazione Pragelato di buon’ora il sabato mattina. Facevano parte della spedizione 14 atleti orgogliosi e determinati a difendere i colori della Sezione sulla pista che fu sede delle prove olimpiche del 2006, accompagnati dal Referente allo Sport Emanuele Casagrande e da Cristian Romanin. Raggiunta la località piemontese nel primissimo pomeriggio, una parte della delegazione si è preparata a presenziare alla cerimonia di apertura, mentre alcuni atleti hanno preso visio-ne del percorso di gara.

La mattina della competizione il cielo si presentava limpido e la temperatura frizzante attorno ai -5° C aveva trasformato la neve, che il giorno prima era molto umida, in compatta e veloce. La pista era stata preparata bene ed il brulicare di concorrenti, accompagnatori e pubblico creava una festosa atmosfera in attesa dell’inizio delle competizioni.

Alle 9 in punto si è dato il via alla gara per le categorie più anziane, sulla distanza di 5 km; mancava purtroppo Ernesto Gaio, che per tanti anni è stata la punta di diamante della squadra, spesso vincitore e quasi sempre sul podio.

Dopo dieci minuti sono partite le categorie meno anziane, sempre sui 5 km, con i due rappresentanti Florindo Riga nella B8 e Rinaldo De Salvador nella B7.

Alle 10, sempre con la formula mass start, sono partite le categorie più giovani, che hanno gareggiato per il titolo di campione assoluto sulla distanza di 10 km, con i nostri rap-presentanti Marco Forcellini e Luca Zatta A3 ed Ivo Bee e Andrea Da Poian A4; sono poi partite le restanti categorie con Giovanni Argenti, Paolo Centa, Roberto De Carli e Renato Rigo A5, Marco Dal Farra, Riccardo De Cecco, Gianluca Parissenti e Adriano Sommariva B6.

Buone le prestazioni da parte degli atleti più preparati, che hanno concluso la prova nelle prime dieci posizioni di cate-goria: 6° posto per Adriano Sommariva nella B6 ed 8° posto di Florindo Riga nella B8. Da elogiare anche il 12° posto di Roberto De Carli nella A5 ed il 15° posto di Ivo Bee nella A4, due categorie molto affollate e con atleti di primissimo piano. Nella classifica assoluta si sono piazzati 45° Ivo Bee, 47° Adriano Sommariva e 48° Roberto De Carli. Questi ulti-mi, normalmente compagni di allenamento, hanno gareggiato insieme e sono giunti separati di pochi centesimi.

Veniamo alla classifica più importante, quella a punti per le Sezioni denominata Trofeo Colonnello Tardiani, che raggrup-pa il punteggio dei migliori 22 atleti di ogni Sezione. Anche questa volta ci siamo comportati bene, conquistando la 10a

posizione su 41 Sezioni. Sono mancati i punti solitamente portati da Ernesto Gaio, recuperati in buona parte dai due esordienti Gianluca Parissenti e Renato Rigo, ma il risultato finale, migliore dell’anno scorso, è senz’altro positivo.

Il prossimo appuntamento che ci attende sarà la prova di Sci Alpinismo alla quale parteciperanno alcuni atleti già cimentatisi nello Sci di Fondo e dove la Sezione si presenta con le credenziali giuste per ottenere dei risultati di prestigio come avvenuto negli anni passati.

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20 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

33° TROFEO CAMPI DI BATTAGLIADomenica 11 marzo si è svolta ad Asiago la 33a edizione

del Trofeo Campi di Battaglia.La gara di Sci di Fondo a coppie, che si svolge lungo un

percorso di 30 chilometri tra Forte Campolongo e Forte Verena, dominatore dell’Altopiano, ha sempre riscosso largo consenso tra i partecipanti sia per il ricordo e l’omaggio alle gesta dei nostri soldati, sia per il suggestivo percorso che porta i concorrenti attraverso i luoghi della memoria.

Le nostre punte di diamante nella disciplina hanno conqui-stato uno straordinario secondo posto assoluto.

Complimenti agli atleti Ivo Bee e Adriano Sommariva per il risultato ottenuto da parte di tutta la Sezione di Feltre.

41° CAMPIONATO NAZIONALE A.N.A. DI SCI ALPINISMOCome di consueto lo Sci Alpinismo ha chiuso le attività

invernali dei campionati A.N.A.È questa una disciplina antica, che sulle nostre montagne è

sempre stata praticata non come sport, bensì come strumento essenziale di vita nel periodo invernale ed è per questo che ben si addice alla nostra Associazione, che fa della vita in montagna e dello spirito di fratellanza e di amicizia, uno dei cardini del suo vivere. Sebbene sia uno sport duro e faticoso gli atleti si sono preparati con scrupolo e dedizione.

A Ponte di Legno eravamo presenti con due sole pattuglie, composte da Federico Pat con Ivo Bee e da Giovanni Argenti con Roberto Ben.

Dopo le consuete cerimonie del sabato, con la presenza del nostro Presidente Nazionale Sebastiano Favero, domenica 18 marzo alle ore 9 si è dato il via alla gara. Il percorso era stato modificato a causa delle condizioni meteorologiche del giorno prima, ma a detta degli atleti è stato comunque spetta-colare. Le grandi fatiche non hanno spaventato i nostri atleti e così la coppia Pat - Bee si è classificata 6a assoluta su 132 coppie partecipanti.

Bella gara anche per gli altri nostri sciatori. La sezione di Feltre ha portato a casa un 12° posto in classifica.

Credo e spero in una maggiore partecipazione futura, visto che all’interno della nostra Sezione ci sono le potenzialità per far trionfare Feltre anche in questa disciplina.

Ringrazio ancora una volta il nostro Presidente Stefano Mariech e tutti coloro che sostengono le numerose e impe-gnative manifestazioni sportive.

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 21

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22 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

ORGOGLIO ALPINORADUNO BTG ALPINI “FELTRE”

E GRUPPO ARTIGLIERIA DA MONTAGNA “AGORDO”

21 - 22 LUGLIO 2018RADUNO SEZIONALE

INFORMAZIONI: Tel. 0439.80992 - [email protected] - www.ana-feltre.webnode.com • PRENOTAZIONI: [email protected] - Tel. 0439.304402 • www.dolomitiprealpi.it - [email protected] - 329.2729005

SABATO 21 LUGLIO09.30 Apertura della Caserma ‘A. Zannettelli’

10.00 Alzabandiera

10.15 Inaugurazione mostre

11.00 Sfilamento ed Onori presso il Monumento ai Caduti

11.45 Onori ai Caduti piazzale Btg. Alpini ‘Feltre’ a Farra

16.00 Teatro de la Sena Premio ‘La Penna Alpina per la nostra montagna’ Con la partecipazione del ‘Trio Mezzoforte’

20.30 Spettacolo in musica: Marce militari e racconti della Grande Guerra nella Piazza d’Armi della Caserma ‘A. Zannettelli’

DOMENICA 22 LUGLIO08.30 Santa Messa in Caserma

09.30 Ammassamento in Caserma

10.30 Sfilamento per le vie cittadine

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 23

Cronache dai Gruppi

GRUPPO di SANTA GIUSTINA

GRUPPO di MUGNAI

GIURAMENTO DEI V.F.P.1 DEL 2°BANDO 3° BLOCCO 2017 A VERONA.

Ai primi di marzo è arrivato alla Sezione di Feltre l’invito per partecipare al giuramento RAV del 2° Bando 3° blocco 2017, che si sarebbe tenuto presso la Caserma Giovanni Duca a Montorio Veronese sede del’85° Reggimento di Addestramento Volontari di Ferma Prefissata Verona. Accogliendo l’invito, la Ssezione, ha voluto estenderlo anche al Gruppo Alpini Sincero Zollet visto che in quella occasione, infatti, prestava giuramento assieme ad altri 350 commilitoni anche un giovane di Santa Giustina, Andrea Cappellin.

Così, grazie all’uso concesso dalla Sezione del proprio pulmino, una numerosa delegazione ha partecipato alla cerimonia.

Era presente il Vessillo sezionale, accompagnato dal Con-

Se la finalità di un viaggio d’istruzione è quella di far apprendere cose nuove agli alunni, gli insegnanti sono certi che la competenza della guida Davide Pegoraro e la genero-sità degli Alpini di Mugnai non siano mancate. Toccherà ora agli alunni della classe 5a della Scuola Primaria di Mugnai far tesoro di quanto hanno visto e sentito raccontare durante la giornata trascorsa sul Monte Grappa il 17 maggio scorso.

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24 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

GRUPPO di VIGNUIIl Gruppo Alpini di Vignui e le Associazioni El Casel di

Vignui, Bocciofila e U.S. Vignui hanno portato i balocchi ai bambini dell’asilo di Vignui in occasione del Santo Natale.

sigliere della Sezione Pietro Pagnussat, con il Gagliardetto del Gruppo scortato dai Vice Capi Gruppo Sergio Marian e Danilo Zanin e dai Consiglieri Germano Boito, Giampietro Lovat, Flaminio Magnani e Dario Bordin, autista del pulmino.

Particolare motivo di orgoglio per il nostro Gruppo è il fatto che il giovane compaesano sia stato assegnato alle Truppe Alpine e destinato alla SMALP di Aosta.

Ad Andrea Cappellin il nostro Capo Gruppo, Denis Budel, ha consegnato la tessera di iscrizione all’A.N.A. con un augu-rio di buona fortuna e con la speranza di vederlo partecipe attivo nel nostro sodalizio, augurio che è anche quello di tutto il nostro Gruppo.

La cerimonia, benché formale, è stata molto suggestiva e ha toccato il culmine quando, in modo simultaneo, una selva di braccia si è alzata verso il cielo e all’unisono si è sentito il grido: “Lo giuro!” seguito dall’Inno Nazionale, cantato con voce sicura e convinta da quei giovani, che esprimevano tutto il sentimento e la determinazione che sicuramente provavano nel loro animo.

Una forte emozione è stata provata da tutti i presenti, quan-do il Comandante della Giovanni Duca ha fatto l’appello di quei soldati del 85° Reggimento, che proprio lì erano stati addestrati e che sono caduti nelle varie missioni di pace suc-cedutesi in questi ultimi anni in varie parti del mondo e in cui è stata coinvolta la nostra nazione.

Ad ogni nome, infatti, è seguito un sonoro Presente! levato a gran voce da tutti i giovani schierati, che ha fatto tremare non solo i muri circostanti, ma anche i cuori.

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CENTENARIO della

Grande Guerra1918 - 2018

Alano di PiaveLocalità Val Calcino (BL)

SABATO 14 LUGLIO 2018Camminata storico culturale tra i campi di battaglia

Ore 13.30 Ritrovo al Cippo di Domador a seguire partenza camminata (percorso di media difficoltà - km 12, si raccomanda idoneo abbigliamento da trekking,

NON sono previsti punti di ristoro lungo il percorso) Ore 16.30 Deposizione corona, onori ai Caduti a Cima Valderoa

(quota m 1.575)Ore 19.30 Rancio presso Malga CamparonettaOre 20.30 Serata spettacolo narrativo - loc. Malga Camparonetta

DOMENICA 15 LUGLIO 2018Commemorazione Caduti in Alta Val CalcinoRaduno sezionale A.N.A. FeltreLocalità Cippo di Domador

Ore 10.15 Deposizione corona, onori ai Caduti Ore 10.30 Santa Messa a ricordo di tutti i Caduti in guerra Ore 11.30 Saluto delle autorità e discorsi ufficialiOre 12.30 Rancio alpino presso Malga Camparonetta

Commemorazione dei Caduti in Alta Val Calcino

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 25

NOTIZIE LIETE E ANNIVERSARI

GRUPPO DI ARSIÉ

Alvise Zanella al suo primo com-pleanno tra mamma Veronica, papà Alessio, i nonni alpini Bazzocco e Zanella e le nonne. Tra le mani della nonna Sonia il cappello del compianto e tanto amato consorte Elio Faoro.

GRUPPO DI FONZASO

Un piccolo alpino nella famiglia Bombassaro. Il nonno Carlo assieme al papà Giuliano, orgogliosi, danno il benvenuto a Mathias.

GRUPPO MONTE CAURIOL

Il 50° anniversario del matrimo-nio di Liliana Dall’O’ e Giovanni Da Poian, (Pez, 25 maggio 1968 - Mugnai, 27 maggio 2018), è stato celebrato dal parroco di Mugnai don Giancarlo Gasperin, nipote degli sposi.

GRUPPO DI LAMEN

Il 25 aprile 2018 il socio Angelo Forlin, classe 1930, ha festeggiato il 65° anniversario di matrimonio con la coetanea Monica Perotto: tantissimi auguri dal Gruppo.

GRUPPO DI LAMON

Alessandro Poletti (già del Bassano) posa orgoglioso con la nipotina Evelin Iagher, figlia di Diego e di Gioia Poletti; congratulazioni anche alla nonna materna Aurora Angaran.

GRUPPO DI FARRA

Il 13 marzo scorso è nato il picco-lo Simone, figlio di Davide Bolzan e Cristina Fiabane. Nella foto è in braccio al nonno Giuliano Bolzan Alpino del 7°. Auguri di ogni bene.

Il Gruppo festeggia il matrimonio di Samuel Balestra con la delizio-sa Bernardette, celebrato a Nicolosi (Catania), con tanti amici feltrini, che hanno incontrato anche gli Alpini di Linguaglossa, Sezione Sicilia.Congratulazione e Auguri!

Il Consigliere Paolo Barioli con il nipotino Saren, figlio di Pietro e Gayane. GRUPPO DI MUGNAI

Oreste Sartor, già Furiere del 3°/70 al Q.G. della Cadore con il figlio Stefano, 6°/98 del Feltre, con il nipotino Pietro nato il 31 ottobre scorso.

Grafica e Stampa Gruppo DBS-SMAA srl - 06-18

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26 Alpini… Sempre! - N. 2/2018

GRUPPO DI PEDAVENA

L’11 febbraio scorso è nata Amy, terzogenita del Consigliere Sezionale Omar De Lunardi, nella foto con il nonno Silvano, Consigliere del Gruppo e i due fratellini Allison e Jason.

Il Gruppo si congratula e dà il benve-nuto alla piccola.

GRUPPO DI SANTA GIUSTINA

Il 13 marzo scorso è nata Silvia figlia del nostro validissimo Consigliere Alberto De Gol e della consorte Sara. Ci congratuliamo insieme con la sorel-lina Viola e con i nonni Francesco e Renata.

GRUPPO DI VELLAI-CART

Christian Cason Fontana, nato il 19 maggio 2017, con il nonno Dino (Artigliere da Montagna) e lo zio Massimo (Alpino), soci del Gruppo.

GRUPPO DI VIGNUI

Il 4 febbraio scorso l’Alpino Aldo Lira ha festeggiato il 95° compleanno, insie-me con i familiari e con i soci del Gruppo. Arruolato il 15 Aprile 1942 e giunto alle armi il 12 Settembre, ha partecipato dal 13 Gennaio all’8 Settembre 1943, da conducente del Val Cismon, alle operazioni di guerra svoltesi sul Fronte Jugoslavo-Balcanico. Dopo l’Armisti-zio riuscì a rientrare in Italia senza essere catturato dai Tedeschi.

Il Gruppo di Cornuda ci informa che ha festeggiato Aldo Gallina, classe 1921, già Alpino del Feltre in guerra, che vediamo nella foto-grafia assieme con il Capo Gruppo Giuseppe Comazzetto.

Christian Cason Fontana, nato il 19 maggio 2017, con nonno Dino (artigliere da montagna) e zio Massimo (alpino), soci del Gruppo Alpini di Vellai Cart.

Il 2 dicembre 2017 l’Alpino Alberto Pezzuolo, sempre attivo e partecipe alle attività del Gruppo, ha festeggia-to con i familiari l’80° compleanno. Gli auguriamo lunga vita.

Ossigenoterapia€ 250,00 - Gruppo di Cesio; € 12,00 - Oreste Sartor (Gruppo di Mugnai); € 10,00 - Ennio De Bastiani (Gruppo di S. Giustina); € 20,00 - Davide Bolzan; € 20,00 - Moglie di Angelo Slongo (Gruppo di Fonzaso); € 20,00 - In memoria di Bruno Sancandi e di Mario Cesa (Gruppo di Lentiai); € 10,00 - Vittorio Poletti; € 10,00 - Gruppo di Lamen € 30,00 - Giovanni Da Poian (Gruppo Monte Cauriol).

ALPINO CERCA ALPINOL’Artigliere da Montagna emi-

liano Graziano Patrizi cerca noti-zie del Sottotenente Dalla Corte, del quale purtroppo non ricorda il nome, in servizio alla 42a Batteria del Gruppo Agordo nel 1972-73. La Batteria era allora comandata dal Capitano Franco Chiesa, coadiu-vato dai Sottotenenti Galli, Lazzari e, appunto, Dalla Corte (che nella foto appare al centro, mentre alla sua sinistra è ritratto Patrizi e a destra compare il radiotelefonista Pellizzon).

Se qualche nostro lettore avesse notizie di Dalla Corte può contatta-re la redazione di Alpini…Sempre!

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Alpini… Sempre! - N. 2/2018 27

SONO ANDATI AVANTI

Silvano Costa

Angelo Slongo

Piergiorgio Campigotto

GRUPPO DI CELARDAIl giorno 3 gennaio scorso

l’Artigliere Alpino Silvano Costa, classe 1942, 41a Bat-teria del Gruppo Agordo, è andato avanti. Figura storica del Monte Miesna, fra i pri-misoccorritori al Vajont ha ricoperto per vari mandati la carica di Capo Gruppo.

Fra le tante attività realiz-zate sotto la sua guida ci pia-ce ricordare il raduno dei Ca-valieri di Vittorio Veneto con la presenza di Mons. Don Giulio Gaio, il presepio vi-vente e ancora la puntuale or-ganizzazione della festa di S. Barbara, ricorrenza cui ha sempre tenuto, la sistemazio-ne delle Casere Cavalin, luo-go che poi è diventato qua-si il simbolo del Gruppo e che Silvano ha personalmen-te curato e tenuto come fos-se casa sua; ci piace ricorda-re Silvano ancora lì, mentre sta lavorando nel piccolo or-ticello o mentre sta preparan-do la polenta per i suoi amici.

Ciao Silvano.

GRUPPO DI FONZASOIl socio Angelo Slongo è

andato avanti il 30 gennaio scorso.

GRUPPO DI LENTIAISono andati avanti e ci

sorridono dal Paradiso di Cantore i due so-ci che resteranno peren-ni nella nostra memo-ria, il Maresciallo Bruno Sancandi, classe 1928, e Mario Cesa, classe 1940.

Esprimiamo alle famiglie la nostra vicinanza.

È andato avanti prema-turamente anche il socio Mauro Soppelsa, con tanta amarezza di tutto il Gruppo, che si stringe alla moglie e al figlio.

GRUPPO DI LAMONIl 5 gennaio scorso è

andato avanti Piergiorgio Campigotto, nato a Lamon, il 28 dicembre 1935.

Il Gruppo si stringe nel ricordo e rinnova le più sen-tite condoglianze alla moglie Rita e ai figli Roberto, Rosanna e Maurizio.

Mario Cesa

Elio De Bortoli

Bruno Sancandi Giacomo Giannuzzi

Mauro Soppelsa

Luigi Paganin

Angelo Sacchet

Alfredo De Bastiani

GRUPPO DI SANTA GIUSTINACi hanno lasciato i soci

Alfredo De Bastiani, Luigi Paganin e Angelo Sacchet. Ai familiari giungano da par-te del Consiglio Direttivo del Gruppo le piu sentite condo-glianze.

GRUPPO DI VIGNUIIl 18 marzo scorso ha po-

sato lo zaino Elio De Bortoli nato il 12 ottobre 1941. Il Gruppo porge le più sentite condoglianze alla famiglia.

Il 4 marzo scorso è andato avanti Giacomo Giannuzzi, residente in provincia di Asti. Già Ufficiale del Feltre, era il padre di Simone Gian-nuzzi, attualmente Ge-nerale degli Alpini. Alla Gentile Signora Rosan-gela giunga il più affet-tuoso abbraccio di tutta la Sezione di Feltre.

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Il reduce Angelo De BoniAngelo De Boni, classe 1922, di Feltre, fu chiamato alle armi nel 1941 e inquadrato nel Genio a Belluno. Dopo il periodo di addestramento fu trasferito in una squadra di quindici militari a Perosa Argentina (Torino), per allestire baraccamenti e curare la base logistica del reparto. In seguito fu spostato a Trecate (Novara) e fu quindi inviato in Liguria, prima a Savona e poi ad Albenga. Qui, per un certo periodo, collaborò alla costru-zione di sagome in legno di mezzi corrazzati, che erano poi collocati in zone strategiche per confondere gli aerei ricognitori inglesi. Terminò il servizio militare a La Spezia, dove si trovava l’8 settembre del 1943. Di ritorno verso casa fu catturato dai Tedeschi e subì alcuni giorni di carcere perché trovato privo di documenti; fu poi aggregato all’Organizzazione Todt fino al termine della guerra.