Periodico ATCI

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Periodico Informativo ATCI www.atci.ch Anno 1 - Numero 3 Ottobre 2010 Notizie di rilievo: 2 Esami OEI 3 Risparmio Energetico 4 Muffa nelle abitazioni 6 Lettera aperta

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Associazione Ticinese Custodi di Immobili

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Periodico Informativo ATCI

www.atci.ch Anno 1 - Numero 3

Ottobre 2010

Notizie di rilievo:

2 Esami OEI

3 Risparmio Energetico

4 Muffa nelle abitazioni

6 Lettera aperta

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Esami Operatori/Operatrici di edifici e infrastrutture

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Lo scorso giugno 2010 si sono svolti i primi esami per i nuovi

Operatori/Operatrici di edifici e infrastrutture.

Gli esami si sono svolti in due fasi: gli scritti e gli orali, sono stati effettuati

presso la suola professionale di Locarno (SPAI), e il pratico presso la scuola

CFPS di Gerra Piano.

I candidati era 7 tra cui una donna, ed hanno seguito un piano di formazione

della durata di 3 anni.

Tutti erano già impiegati in strutture professionali e periodicamente si recava-

no a scuola, seguendo anche dei corsi interaziendali.

La nostra associazione (ATCI) ha avuto un ruolo importante in questi

esami, in quanto il collegio dei Periti era quasi interamente rappresentato dai

loro membri.

La collaborazione e stata possibile con la richiesta da parte della divisione

della formazione professionale, con la quale si è dovuto preparare l’esame dal

nulla, in quanto era la prima edizione.

Gli argomenti trattati sono stati molteplici: pulizia, cura delle zone verdi,

lavori di manutenzione, sicurezza sul lavoro, gestione dei rifiuti. Argomenti

che fanno parte del piano di formazione.

Periodico Informativo

ATCI

Redazione:

Mario Mangiaracina

E-mail: [email protected]

In copertina:

Una posizione

d’esame OEI

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Durante l’inverno, non sempre facciamo attenzione al modo in cui utilizziamo i riscaldamenti e allo spreco di energia che causiamo. Una bolletta contenuta e nonostante questo non soffrire il freddo? Ecco alcuni consigli.

Prima che arriva il freddo. Controllate il riscaldamento già prima dell'arrivo della stagione fredda. I radiatori gorgoglianti sprecano molta energia. Se nel calorifero è presente dell'aria, l'acqua non può circolare e la trasmissione del calore viene impedita. Fate regolarmente sfiatare l'impianto di riscaldamento e controllatene la pres-sione dell'acqua.

Ricambio d'aria breve ma completo Aprite le finestre solo brevemente, ma completamente. Così facendo la tempe-ratura ambiente non scenderà tanto quanto succederebbe con le finestre tenute semiaperte e per molto tempo. Arieggiate dalle tre alle quattro volte al giorno. Un breve ricambio d'aria non raffredda le pareti. Quando cucinate, fate la doccia o il bagno, o quando lasciate asciugare il bucato all'interno del vostro appartamento, nell'aria si crea umidità. Prima che questa si fissi nei mobili e nelle pareti è necessario arieggiare per evitare che si crei della muffa. Controllate l'umidità con un igrometro: i valori ideali dovrebbero situarsi tra il 35 e il 65%. Riscaldare meno – vestirsi di più Chiudete sempre tutte le porte e riscaldate in tutte le camere. Nei locali poco (o non) utilizzati regolate il riscaldamento su una temperatu-ra bassa 15/16°. Vestitevi in maniera appropriata alla stagione: se indossate un pullover o delle pantofole potete abbassare la temperatura, senza per questo avere freddo. Ogni grado in meno nella stanza permette di risparmiare dal 6 al 10% di energia e i relativi costi. Abbassare durante la notte la temperatura a 16–18°C permette di rispar-miare dal 20 al 30% di energia. Durante la notte tenete le tapparelle abbassate e le persiane chiuse: l'aria tra la finestra e le gelosie funge da ulteriore isolamento. Usare il termostato I sistemi di riscaldamento moderni possono essere muniti di un termostato regolatore. Su di un display è possibile impostare la temperatura desiderata, e quando questa viene raggiunta, l’impianto si spegne automaticamente. È inoltre possibile stabilire dei lassi di tempo durante i quali il riscaldamento deve funzionare a fiamma bassa, ad esempio durante il giorno, quando nessu-no si trova in casa. Mantenere il riscaldamento in buono stato Non solamente i termosifoni sono da pulire regolarmente, ma l’intero sistema di riscaldamento. Particolarmente durante il periodo in cui l’impianto viene usato maggiormente, parecchi residui di combustione, come fuliggine, zolfo, polvere e ossido di ferro si depositano nella caldaia, contribuendo al logora-mento del bruciatore e ad un aumento del consumo energetico (l’acqua si scal-

da più lentamente). Prevenite questi problemi facendo regolarmente controllare e, se necessario, pulire la vostra caldaia. Uno specialista svolge questo lavoro velocemente ed in modo affidabile, e di-spone delle competenze e degli strumenti necessari. Secondo il tipo del vostro impianto di riscaldamento, dovreste richiedere questo servizio fino a due volte all’anno, come è per esempio raccomandato con il riscaldamento a pellet. La caldaia di un riscaldamento a gasolio sarebbe da controllare una volta all’anno, e un riscaldamento a gas circa ogni due anni.

Temperature consigliate, tenendo presente che ognuno di noi sente la temperatura in modo diverso.

Camera da letto 15-18°C Corridoio: 18-20°C Cucina: 18-19°C Salotto: 19-21°C Camera dei bambini: 20-21°C Stanza da bagno: 22-24°C Castronovo Francesco

Risparmio energetico – ricambio d’aria e riscaldamento

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Muffa nelle abitazioni

Un problema diffuso

Anche voi ci siete già incappati? Sappiate che non siete i soli: i

problemi di umidità e muffa, infatti, colpiscono un nucleo fami-

liare su quattro o cinque.

Una coppia obbligata

Se un materiale rimane umido per più giorni, è molto probabile

che sulla sua superficie cominci a crescere della muffa. Viceversa,

la muffa non cresce senza umidità.

Umidità e muffa, infatti, vanno sempre rigorosamente a braccet-

to.

Un’umidità malsana

Maggiore è la presenza di muffa, maggiori sono i rischi per la

salute. Oltre alle frequenti irritazioni degli occhi,della pelle e delle

vie respiratorie, occasionalmente si riscontrano anche allergie.

Con il tempo, le irritazioni delle vie respiratorie possono degene-

rare in bronchite cronica (tosse) e asma. A causa del loro odore

penetrante, le muffe possono altresì compromettere il benessere

delle persone. Non da ultimo, sono sospettate di essere un veico-

lo di raffreddori.

Le muffe espongono a rischi supplementari le persone già affette

da alcune malattie specifiche: ad esempio, chi soffre di asma cro-

nica grave o fibrosi cistica (FC) corre un rischio maggiore di svi-

luppare la temibile aspergillosi broncopolmonare allergica

(ABPA). Inoltre, i pazienti con un sistema immunitario indeboli-

to, ad esempio perché hanno subito un trapianto o perché sof-

frono di AIDS o di cancro, possono contrarre infezioni fungine e

batteriche potenzialmente letali. Per le persone sane invece, il

rischio di infezioni interne è minimo.

Muffa: conoscere le cause per prevenirla

Se la causa dell’eccessiva umidità non viene chiarita ed eliminata,

nessun risanamento potrà mai portare a un risultato soddisfacen-

te. Tra le cause frequenti spiccano le pareti esterne mal isolate

che, quando il clima si fa rigido, tendono a raffreddarsi accumu-

lando un’eccessiva umidità.

In queste condizioni, negli angoli e sulle pareti esterne, la muffa

fa ben presto la sua comparsa. Se per di più la temperatura inter-

na è bassa, la situazione può ulteriormente peggiorare.

Fare la doccia, cucinare e umidificare, invece, possono generare

un eccesso di umidità anche se le condizioni di contorno sono

ottimali. Se per un periodo prolungato non le viene data la possi-

bilità di uscire dal locale, infatti, nei punti leggermente più freddi

come finestre, serramenti e pareti esterne, l’umidità genera muffa.

In questi casi non sempre il colpevole è l’inquilino che non ha

arieggiato a sufficienza: a volte anche impianti di scarico dell’aria

difettosi, cappe aspiranti sporche, finestre molto piccole o solo a

ribalta possono impedire un adeguato ricambio dell’aria.

Più raramente, l’acqua entra nell’edificio dall’esterno: forti preci-

pitazioni, crepe nei muri, tetti e soffitti difettosi, perdite e rottura

di tubature o umidità di risalita sono all’origine di macchie di

umidità spesso rilevanti.

Risanamento sempre e soltanto a regola d’arte

Più si rimanda un risanamento, più si corre il rischio che i costi

dell’intervento lievitino sensibilmente.

Tuttavia, per quanto necessari, i risanamenti dalla muffa rappre-

sentano anche situazioni estreme: durante i lavori, infatti, la con-

centrazione di componenti della muffa può aumentare vertigino-

samente (da 1000 a 10000 volte il valore iniziale).

Inoltre, le polveri e le sostanze chimiche liberate nell’aria posso-

no nuocere alla salute. Per proteggere gli addetti al risanamento e

gli occupanti delle abitazioni da risanare, questi interventi devono

rispettare i principi contenuti nei promemoria della SUVA e

dell’Associazione svizzera imprenditori pittori e gessatori

(ASIPG).

A dipendenza del carico di componenti di muffa, gli addetti al

risanamento devono indossare indumenti da lavoro, guanti, ma-

scherine e occhiali di protezione. A volte, può risultare necessario

isolare il locale da risanare dagli altri o persino provvedere

all’immissione di aria fresca o alla messa in depressione della

zona contaminata. Ogni risanamento deve rimuovere completa-

mente le componenti di muffa, asciugare perfettamente le aree

umide ed eliminare le cause dell’eccessiva umidità.

Mai (più) muffa

Raccomandazioni dell’UFSP sull’umidità dell’aria interna

In linea generale, durante il periodo di riscaldamento, l’umidità

relativa dovrebbe attestarsi tra il 30 e il 50 %, mentre nei giorni

molto freddi non dovrebbe superare il 40 %.

L’umidità dell’aria può essere ridotta arieggiando più spesso e

producendo meno umidità.

Nelle abitazioni a rischio ridurre al minimo la produzione

di umidità

Evitare di asciugare la biancheria e di usare umidificatori nei loca-

li di abitazione già umidi.

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Solo in questo modo si può evitare la comparsa di muffa nel giro di uno

o due anni.

Rinnovare per tempo le masse di sigillatura dei giunti nei bagni: dopo alcuni anni,

il materiale sigillante perde elasticità e si ritira, staccandosi parzialmente

dai bordi di vasche da bagno e piatti doccia consentendo all’acqua di

penetrare negli strati più profondi.

Per maggiori informazioni

La guida gratuita «Attenzione muffa» è frutto di una collaborazione tra UFSP,

APF, ASI e SVIT. Oltre a informazioni particolareggiate, la guida contiene istru-

zioni dettagliate per il risanamento fai da te.

– Download: www.velenidomestici.admin.ch

> Abitare sano > Problemi di umidità e muffa – Ordinazioni via Internet:

www.pubblicazionifederali.admin.ch

Il promemoria della SUVA sul risanamento dalla muffa è disponibile all’indirizzo

www.suva.ch/waswo, quello dell’ASIPG all’indirizzo www.malergipser.com

Editore: Ufficio federale della sanità pubblica

Data di pubblicazione: ottobre 2009

Arieggiare correttamente

In linea generale, arieggiare l’abitazione almeno tre volte al gior-

no, aprendo per 5–10 minuti tutte le finestre e le porte per creare

corrente d’aria. Chi trascorre il giorno fuori casa, può arieggiare

al mattino, quando rientra al domicilio e prima di andare a letto.

Nei vecchi edifici con finestre nuove e una cattiva isolazione

termica è opportuno, nel limite del possibile, arieggiare più spes-

so. Lo stesso vale per le abitazioni con molti occupanti e per gli

edifici nuovi o dopo importanti ristrutturazioni. Durante i perio-

di di riscaldamento non arieggiare di continuo tenendo aperte le

finestre a ribalta.

Se ad esempio cucinando, facendo la doccia o il bagno oppure

stirando si forma molto vapore, azionare i ventilatori di scarico o

arieggiare. Gli impianti di scarico dell’aria difettosi devono essere

prontamente riparati e le cappe di aspirazione della cucina pulite

regolarmente. La formazione di condensa sulle finestre è sempre

segno di eccessiva umidità.

Riscaldare correttamente

I vecchi edifici costruiti a buon mercato negli anni 1960 e 1970 con

pareti fredde e mal isolate sono particolarmente problematici. In questi

casi è meglio non ritardare l’accensione del riscaldamento e mantenere

una temperatura ambiente di 20 °C. Per contro, negli edifici ben isolati e

aerati si può tranquillamente abbassare la temperatura (ad esempio nelle

camere da letto) fino a 18 °C.

Arredare correttamente

Tende e mobili possono ostacolare la circolazione dell’aria e favorire la

formazione di muffa. Si consiglia pertanto di lasciare uno spazio di 10

cm tra i mobili e le pareti esterne e di non collocare mobili di grandi

dimensioni come armadi e pareti componibili lungo i muri o negli angoli

che danno sull’esterno. Evitare anche la posa di tende quando gli intra-

dossi delle finestre sono freddi.

Risanare bene e a tempo debito

Prima di effettuare una sostituzione delle finestre o di attuare un’altra misura

di isolazione è opportuno commissionare una valutazione della situazio-

ne a un fisico della costruzione o a un progettista di impianti di ventila-

zione. Tale valutazione deve stimare il rischio di danni a elementi edili

(ponti termici), esaminare i dispositivi di aerazione e, se l’edificio è prov-

visto di impianti di scarico, controllare l’afflusso dell’aria di ricambio.

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Lugano, 20 settembre 2010

Oggetto: Riconoscimento Titolo di studio

Gentile signor Gendotti,

vogliamo portare alla sua cortese conoscenza, un evento accaduto durante la ricerca del nuovo Custode presso le scuole medie di Chiasso.

Fra i tanti candidati vi è il signor M. Z. che ha la qualifica specifica di Custode (APF)e con 8 anni di esperienza alle spalle, quindi con le migliori creden-

ziali per svolgere questa mansione.

Il signor Zonca è venuto a conoscenza che erano stati fatti i colloqui di assunzione e alla richiesta di spiegazione del motivo per cui non era stato convocato gli

è stato risposto, dal signor Guido Erba, che il suo diploma non rientrava nelle credenziali per l’assunzione.

Forse questa scelta è data dal fatto che non si è a conoscenza che questa professione ha una formazione superiore, come pure riportato dal portale svizzero

dell’orientamento scolastico www.orientamento.ch (alleghiamo scheda descrizione completa).

Vogliamo pure informarla che da ottobre 2009 in Ticino, dopo aver seguito un corso biennale e aver conseguito il diploma, vi sono 9 Custodi diplomati

federali (APF)di cui due sono già dipendenti del cantone, mentre nella svizzera interna è già una realtà da una ventina di anni.

Inoltre l’ufficio Divisione della formazione professionale, ha assunto tutti i neo diplomati Custodi (APF) come periti d’esame, per la professione di

Operatore/Operatrice di edifici e infrastrutture, una nuova professione a livello federale inerente la custodia, in quanto il nostro diploma e la nostra esperien-

za è stata riconosciuta come superiore ad un AFC.

Pertanto chiediamo alla sua stimata persona di non declassare la tanto sudata e conquistata professione di Custode (APF), dando il suo valore nel mondo

professionale.

In attesa di una sua gradita e positiva risposta, sicuri del sostegno che lei darà alla nostra professione e restando a sua completa disposizione per ulteriori

chiarimenti, voglia gradire i nostri più cordiali saluti.

IL Presidente Il Vice Presidente Il Segretario

Giuseppe Fuoti Massimo Zonca Mario Mangiaracina

Lettera aperta

Gentile Direttore del

DECS

Signor Gabriele Gendotti

Residenza Governativa

6500 Bellinzona

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Corso Custode di Immobile 2010/2011

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