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N. 7/2014 LUGLIO MENSILE DELL’A.N.A. Poste Italiane S.p.A – sped. in a.p. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1- LO/MI Anno XCIII – N. 7 Quando vince lo sport

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N. 7/2014LUGLIOMENSILE DELL’A.N.A.

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Quandovince lo sport

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3 Editoriale

4 Lettere al direttore

8 Alpiniadi estive nel cuneese

18 Musei all’aperto

22 I sentieri degli alpini 1914-1918

26 Le teleferiche nella Grande Guerra

30 Premio L’Alpino dell’anno

35 Nostri alpini in armi

36 Il programma dei raduni dei 4 Raggruppamenti

41 Incontri

44 Alpino chiama alpino

47 Dalle nostre Sezioni

52 Calendario manifestazioni

53 CDN del 14 giugno 2014

54 Incarichi e Commissioni

56 Obiettivo sulla montagna

sommario IN COPERTINA

Alpiniadi estive: una pattugliadella sezione di Tiranoimpegnata nella marcia diregolarità in montagna suisentieri di Limone Piemonte.

luglio 2014

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Cos’è l’alpinità? Spesso la citiamo nei nostri discorsi, la inseriamo tra i nostri valori, lapercepiamo, ma non sempre riusciamo a spiegarla né conosciamo esattamente la sua origine. È certamente un valore antico legato al mondo delle montagne.Le popolazioni montanare, per sopravvivere, hanno dovuto adattarsi per secoli e millenni aduna vita non facile, legata ad una terra povera, dura da lavorare.Hanno dovuto difendersi dal freddo, dalla neve, dalla fame e talora anche dalle orde degliinvasori di passaggio che provenivano, a primavera, dalle pianure del nord per depredare lericche pianure a sud delle Alpi, spesso distruggendo tutto ciò che trovavano.Le popolazioni di montagna vivevano in una condizione che gli economisti definiscono “disussistenza”. La povertà della terra consentiva di produrre solo ciò che permetteva ai contadinidelle montagne di sopravvivere, mai di avere qualcosa in più di ciò che era strettamentenecessario per sfamarsi.Per capirlo meglio possiamo riprendere dagli economisti classici il concetto di “plusvalore”. Ilplusvalore è la parte di produzione in più che i lavoratori riescono a produrre rispetto alleesigenze elementari della propria famiglia. Il plusvalore dei contadini consentiva l’esistenza diclassi sociali non lavoratrici e quindi la stessa divisione della società in classi differenziate.Questa divisione ha trovato spazio nelle popolazioni delle ricche e produttive pianure, ma nontra le povere popolazioni delle montagne costrette, come si è detto, all’economia dellasussistenza.Nelle vallate alpine, quasi sempre, si viveva in piccoli paesi aggrappati alle montagne, ognunoaveva in proprietà la propria casa, un orto, dei campi ove “segare” l’erba per l’inverno ecoltivare un poco di frumento o di granoturco. Poi vi erano gli alpeggi di proprietà comune omeglio comunale ove si poteva far pascolare le proprie bestie d’estate. Il bosco con le castagne,le nocciole e i suoi piccoli animali liberi contribuivano a sfamare i montanari.La grande proprietà terriera e immobiliare non è mai esistita. L’affitto, la mezzadria e altricontratti di questo tipo sulle montagne sono praticamente sconosciuti. In questo contesto si è formata nei secoli, sulle montagne, una società fortemente compatta,senza classi né contrasti sociali, orgogliosa della propria dignità individuale, mai disponibileall’arroganza altrui, mai succube di colui che ha il potere. Chi vuole comandare deve darel’esempio ed essere il migliore, mai può farlo per diritto ereditario, per censo o per grado.Nei secoli più recenti gli abitanti delle valli alpine hanno allontanato la “miseria” e anche dimolto, con l’emigrazione, temporanea o permanente, con lavorazioni artigianali, industriali eagricole di alta specializzazione, ma conservano ancora, nel profondo dell’animo l’improntadel passato.L’alpinità deriva da questi valori antichi che ancora resistono e dai più autentici valori cristianiqui intensamente vissuti, come raramente altrove.

Gianbattista StoppaniTesoriere nazionale ANA

EDITORIALE

L’alpinità

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UN NUOVO SERVIZIO MILITARE

Quanto recentemente emerso anche a livello politico, ovverol’idea di istituire un breve periodo di servizio civile/militare,

oltre ad essere un’opportunità formativa per i giovani potrebberivelarsi un’iniziativa vantaggiosa per le istituzioni militari e piùin generale per il nostro “Sistema Paese”. È noto che con la pro-fessionalizzazione delle Forze Armate, tutta una serie di servizi emansioni caratterizzati da una bassa specificità militare sono statiappaltati a ditte civili o vengono svolti dai soldati professionisticon notevoli costi (basti pensare alle ore di lavoro straordinario)e distogliendo spesso tale personale dalle prioritarie attività adde-strative. Con l’introduzione di una nuova categoria di personalemilitare, che definirei “ausiliario”, giovane, adeguatamente moti-vato e formato attraverso un brevissimo periodo di addestramentospecifico per l’incarico, molte delle suddette mansioni potrebberoessere da questi svolte sgravando i professionisti da compiti chefino a qualche anno fa erano efficacemente assolti dai militari dileva con il solo addestramento presso i CAR/BAR o mettendo afrutto proprie capacità o competenze pregresse. Basti pensare aiservizi legati al mantenimento e funzionamento delle infrastruttu-re (vigilanza, vettovagliamento, pulizie e manutenzione, centrali-ni e sale radio), la guida di automezzi logistici e commerciali, l’im-

RISCOPRIRE I VALORIMolti vecchi alpini, con il loro esempio, ci hanno insegnato

che la vita è il bene supremo, sempre e nonostante tutto.Dovremmo avere la pazienza di guardare con calma i disegni ogli affreschi di Novello oppure di leggere le poesie in vernacolodi Corrado Invernizzi o persino il libro di don Gnocchi “Cristocon gli alpini” per comprendere questa filosofia. L’esperienzavissuta da quegli uomini, così come quella di molti altri alpininon noti, conduceva a una considerazione finale sull’esistenza,semplice eppure verissima: la vita vale sempre la pena di viver-la, anche quando le difficoltà sembrano insormontabili persinocon l’immaginazione. E per farlo, bisogna imparare a non pren-dersi troppo sul serio. I valori che ci spingono ad appartenere all’ANA sono profondie condivisibili anche da altri. Sono universali e presenti in ognisocietà e in ogni momento storico, dovrebbero quindi esserecondivisi non in quanto soci dell’ANA, ma perché nostri. Occorre, tuttavia, viverli senza alcun esibizionismo. Lo dico daalpino, cresciuto in una famiglia alpina, dove chi si vantava diquanto era stato bravo a fare questo o quello veniva considera-to, come minimo, uno sbruffone. Un esempio su tutti: ad unaadunata alpina di Roma l’allora presidente nazionale UgoMerlini, che io ebbi la fortuna di conoscere e frequentare, com-parve durante l’Angelus alla finestra accanto a papa Paolo VI.Vi assicuro che mai, in privato e in pubblico, fece alcun riferi-mento a questa situazione. Altri tempi, altre persone. Eppureanche noi affermiamo ogni giorno di perseguire il valore dellasobrietà e della lealtà, ma è davvero così? In un mondo che nonaffronta i problemi in modo serio, che mette in piazza senzapudore ogni cosa, che fa della propria ignoranza un tratto distin-tivo e la rende una nota di merito, ci troviamo sempre più invi-

schiati in problematiche di tipo burocratico, perdendo di vistaquasi completamente il dialogo personale preferendo quello viae-mail o attraverso social networks come Twitter, Facebook evia discorrendo. Eppure i regolamenti esistono, ma vengonopresi sottogamba se non del tutto ignorati anche da parte di chinon può non sapere. Si dialoga poco o per nulla, non si discutema si impongono decisioni già prese da uno o da pochi. E allafine si litiga su tutto. I simboli diventano feticci, a volte osan-nati altre volte odiati o, peggio, irrisi. I veci sono esibiti cometrofei, specie i reduci. Nei nostri discorsi facciamo riferimento aloro eppure, troppo spesso, ne ignoriamo gli insegnamenti.Insegnamenti che chiedono di guardarsi negli occhi e di affron-tarsi, se del caso, persino di scontrarsi a patto che tutto finiscacon una stretta di mano poiché la parola data è un tratto d’ono-re. E invece sento raccontare di cose strabilianti, almeno perme: di gente che si organizza prima di assumere un ruolo nellanostra Associazione con l’intenzione di proporre soci amici inposti ritenuti chiave. Allora mi domando dove stiamo andando?Che futuro ci attende se anche all’intero di un’Associazionecome la nostra, che dovrebbe essere avulsa dalle logiche delpotere, accadono così spesso queste brutture? Se vogliamo davvero che le cose migliorino, al nostro interno enella società dobbiamo ripartire da noi, dalla nostra coscienza,dai nostri valori, perseguendoli con costanza e in silenzio.Dobbiamo ricominciare a dirci le cose a viso aperto e a chiuderein fretta e con intelligenza eventuali dissensi. Dobbiamo prati-care l’allegria. Vi sembra troppo? Io dico di no. In gioco c’è ilfuturo della nostra Associazione che è una parte importantedella società. Dobbiamo aver cura dell’ANA come della nostrafamiglia. Luca Ripamonti - sezione di Lecco

lettere al direttore

piego di sistemi informatici o apparecchiature tecniche, la gestio-ne e il mantenimento dei magazzini e dei materiali in essi dislo-cati e in generale tutti quegli incarichi per espletare i quali non èindispensabile un lungo o complesso iter addestrativo.Nell’ambito delle Truppe Alpine si potrebbe anche ipotizzare unimpiego nelle piccole basi logistico-addestrative ancora in uso enel servizio Meteomont nonché, in presenza di specifiche capa-cità e competenze, nel servizio di soccorso sulle piste, come aiutoistruttori di sci e alpinismo, nelle fanfare; si potrebbero inoltrericostituire i cori di brigata. Altro settore dove poter impiegareproficuamente questo personale sono i musei militari e i sacrari.Ipotizzando un periodo di ferma di cinque mesi, comprensivo diun mese di addestramento di base da concludere col giuramento,si potrebbero incorporare tre scaglioni all’anno mediante un siste-ma di reclutamento il più possibile snello e flessibile (domandaon line con indicazione dell’Arma/Corpo e sede graditi…).Per concludere, questo nuovo servizio militare, pensato e realizza-to in un’ottica totalmente lontana da vecchi schemi e stereotipi,può essere sì un’opportunità formativa per i giovani ma ancheuno strumento innovativo e pregiato al servizio del Paese.

Stefano Peroncini – sezione di Torino

Mi scuso per aver dovuto ridurre questa lettera, per ovvie ragioni di

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spazio, assolutamente condivisibile, anche per la sua concretezza pro-positiva. Ritengo che riflessioni come quelle dell’alpino Peroncini sianoassolutamente preziose per far crescere una coscienza civile in cui tuttisi sentano responsabili della vita del Paese.

INUTILE INDIGNAZIONE

Egregio signor direttore, ho letto la sua risposta all’alpinoGianfranco Perforato nel numero di giugno 2014 in merito alla

doverosa indignazione nel vedere sfilare il signor Gasparri a fiancodel nostro presidente e del Labaro. Mi associo all’indignazione evorrei rimarcare alcuni punti. Il cerimoniale? Quale cerimoniale?Il cerimoniale dell’ANA o quello della Repubblica italiana natadalla Resistenza? Lo statuto afferma: Art. 2 - Il Consiglio DirettivoNazionale designa l’alfiere ufficiale del Labaro, scegliendo, di pre-ferenza, fra i soci decorati al valore. In qualsiasi manifestazione ilLabaro e la sua scorta d’onore hanno la precedenza sui vessilli delleSezioni, sui gagliardetti dei Gruppi e sulle formazionidell’Associazione. La scorta del Labaro è costituita dal presidentenazionale, dai vice presidenti nazionali e dai componenti delC.D.N., dai decorati dell’Ordine Militare d’Italia e di Savoia e diMedaglia d’Oro al Valore. Quando tale formazione non sia possi-bile, il Labaro deve essere accompagnato dal presidente o da unvice presidente nazionale e almeno da due consiglieri nazionali.Mi domando: dove trova conforto la sua affermazione che sia lapiù alta carica dello Stato a sfilare accanto al Labaro? Delle duel’una: o lei è poco informato oppure ha voluto confondere leacque. In ambedue i casi non trovo necessario che lei diriga unatestata prestigiosa e rappresentativa di tanti alpini che meritanorispetto e il dovere di non essere turlupinati. Il regolamento parlachiaro. La presenza del signor Gasparri è una vergogna e un insultoa quella “evocazione scenica di giorni passati, quando la neve, latormenta, i ghiacci e le nude rocce facevano scrivere agli alpinipagine epiche della loro storia gloriosa”. Mi dispiace ma non possoinviarle distinti saluti. Gian Carlo Moglia – Piacenza

A meno che non creda che sia stato io a far sfilare il senatore Gasparri,il che non farebbe molto onore alla sua intelligenza, le ricordo che daquando si fanno le Adunate, è prassi storica consolidata che accantoalle persone previste dall’articolo 2 dello Statuto sfili anche la più altacarica presente dello Stato, in segno di vicinanza e rispettodell’Associazione. Questo è anche il motivo per cui sfilano il coman-dante delle Truppe alpine e il Capo di Stato Maggiore, anch’essi nonprevisti dallo Statuto. Se poi lei vuole dissentire da questa prassi, sirivolga ai vertici dell’ANA, evitando di attribuirmi colpe o intenzioni,che a me creano tedio e a lei fanno fare la figura del villano.

PROFUMO DI VITA

Èarrivato maggio. Sono qui davanti alla televisione, in attesadella partenza della 87ª Adunata e con attenzione ascolto le

interviste, assaporo le immagini, cerco il viso di mio marito, dellepersone a me care, dei nostri amici, che sono lì a Pordenone, feli-ci, orgogliosi di esserci e di sfilare, in questa giornata importantee attesa tutto l’anno. Ma quanti sono… che pacificamente hannoinvaso la nostra terra, il nostro amato Friuli, patria di tanti alpini,zona che negli anni ha ospitato migliaia di giovani a svolgere ilservizio militare, poi molti sono anche ritornati a darci forza esoprattutto aiuto nei giorni terribili del terremoto del 1976.

Spetta a noi accoglierli con gratitudine e riconoscenza, per tuttoquello che hanno fatto negli anni e ancora faranno, sono certache sarà senz’altro così, noi abbiamo l’alpinità nel cuore, tuttiamano gli alpini, sono un esempio per l’Italia. Io sono figlia,moglie, nipote di alpino e madre di un aggregato, (che tuttavianon si permetterebbe mai, per rispetto, di indossare il cappello delnonno che pure insiste che lo porti al posto suo, perché lui è oraimpossibilitato) forse solo così posso spiegarmi questo mioimmenso attaccamento, questa stima nei loro confronti, questomio commuovermi quando li vedo sfilare, in particolare per glianziani, sopravvissuti alla guerra, dietro quelle rughe, quegli occhiluccicanti, quel peso degli anni sulle spalle, c’è la storia… gli alpi-ni sono anime speciali. Vanna Manig D’Agostino

La forza di un’Adunata non è mai nei numeri, ma nell’animo, nel pro-fumo di vita che diffonde intorno. E questo la gente lo percepisce afiuto, senza tanti ragionamenti.

TASI E TIRA

Sarò nostalgico, ma credo che il nostro “Tasi e tira” sia infini-tamente più bello, più profondo e poetico rispetto al triste

attuale “Tasi e Imu”. Federico Fux – sezione di Roma

Il primo è una metafora del servizio, il secondo della “mungitura”.

LA GRANDEZZA DELLE PICCOLE COSE

Entusiasmante! E non mi riferisco alla massa dei più o meno“veci” che vi hanno partecipato. Era scontato, come sempre

del resto. Parlo della popolazione che ha dato alla nostra festa unosmalto particolare di entusiasmo, ovazione, felicità e riconosci-mento. Ma il motivo per cui scrivo è un altro: noi di Gorizia,siamo partiti quasi buoni ultimi e di conseguenza ci siamo “becca-ta” tutta la pioggia e la grandine che le previsioni meteorologicheci avevano promesso. A nulla o quasi sono serviti le mantelline, iponcho, le giacche a vento e altri ripari artificiali: è venuta giùbene e molto abbondante. Ciò nonostante la popolazione era pre-sente in massa sotto ripari di fortuna o naturali, dotata di un com-movente entusiasmo; ma ecco quello che volevo raccontare: adun certo punto, subito dopo le tribune delle autorità, un tale nongiovanissimo ma nemmeno tanto vecchio, fermo sul lato destrodel senso di marcia dove io mi trovavo, rivolto alla massa sfilante,grida: “Se la ciapé voialtri, posso ciaparla anca mi” ed ha chiusol’ombrello. Alla pioggia che mi bagnava copiosamente il viso, sisono aggiunte anche un paio di lacrime. Poi quasi alla fine delpercorso, ci attendeva il caposezione che, fermo su una specie dipodio, insieme con altri due noti “veci”, salutava il nostro passag-gio ringraziando le “sue truppe” per la prova affrontata, anche lorotre impassibili sotto la pioggia e la grandine. La grandezza è fattadi piccole cose.

Giorgio Zuccato - Gruppo di Fogliano Redipugliasezione Gorizia

Traduciamo per chi non fosse del Nord: “Se la prendete voi (l’acqua),posso prenderla anch’io”. Va detto che la fierezza degli alpini che hannosfilato in quel fortunale è stata qualcosa di epico. Così come commo-vente è aver visto la gente rimanere imperterrita al proprio posto finoalla fine. Segno che l’animo alpino era entrato nel popolo, unito in quelfrangente come un corpo unico.

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NOBILE GESTO

Gradirei, se possibile, pubblicare queste poche righe di ringra-ziamento. Durante l’Adunata di Pordenone smarrii il portafo-

glio, che venne trovato in un bagno da due “veci” alpini di cuiuno ingegnere, che nel 1963 lavorava per la RAI. Ci eravamoincontrati in passato durante l’installazione di un’antenna pressoil Capo Berta (Imperia). L’ingegnere mi ha riconosciuto dai docu-menti e mi ha fatto avere il portafoglio. Purtroppo al momentonon ne ricordo il nome, ma voglio esprimere un cordiale ringra-ziamento per il nobile gesto. Grazie di cuore. Italo Melotto

Quando si dice i destini della vita! Noi vorremmo dare una mano aldestino trasformando per una volta L’Alpino in “Chi l’ha visto?”.Riuscirà Italo a sdebitarsi con un brindisi all’amico ritrovato?

UN “MONELLO”

Già da tempo volevo suggerire di pubblicare una pagina dimarachelle fatte durante la naja. Avrei voluto fare l’alpino

nell’8° per poter baciare il culo ai muli sacri degli alpini, ma ildestino mi ha mandato a Borgo San Dalmazzo. Allora pensai:chissà se riuscirò ad andare a Gaeta. Una domenica di agosto del1969 (con la Julia eravamo al Ponticolo di Colle Isarco Vipiteno,erano gli ultimi due anni di ordine pubblico a guardia di tralicci)avendo la giornata libera salgo a bordo strada (l’autostrada delBrennero era in costruzione), metto la mia tuta blu da cuoco sottoun masso e faccio l’autostop. Passo la giornata a Innsbruck, bella,attorniata dalle montagne. Al ritorno mi dà un passaggio per rien-trare una coppia di sposini polacchi che avevano l’auto piena ditaniche di benzina. A quel tempo non avrebbero potuto venire inItalia con il prezzo della benzina. Arriviamo al Ponticolo, apro ilreticolato di zona militare, li faccio entrare, montano la tenda,vado in cucina e gli offro caffè e tè (non credo di aver avuto ipasticcini). Sono andati via al mattino presto. Non essendo venu-ta nessuna ispezione mi è saltata anche Gaeta…

Luciano Mantero - Varazze (Savona)

Non so dire se tu sia più disgraziato o masochista. Certo che il monelloha sempre il suo fascino. Una curiosità postuma: poi in famiglia cometi è andata?

MARÒ: UN GROVIGLIO DI ERRORI

Gentile direttore, lo scorso 28 maggio sono finalmente arrivatia Ciampino i 31 bambini congolesi che, loro malgrado (o a

loro insaputa, come si usa dire adesso...), sono diventati famosiper la famosa questione delle adozioni bloccate qualche mese fa(sette in tutto per l’esattezza da allora ad oggi) per delle nonmeglio precisate irregolarità nelle pratiche delle suddette adozio-ni. Alla fine tutto si è risolto per il meglio: un aereodell’Aereonautica Militare con a bordo il ministro per le riformeMaria Elena Boschi, come in una sorta di autentico blitz rapidoed indolore, è andato a Kinshasa dove sono stati prelevati i bimbiadottati dalle famiglie italiane ed è tornato nel Belpaese dove igenitori adottivi li stavano aspettando. All’arrivo all’aeroportomilitare di Ciampino baci, abbracci e lacrime per una situazioneche era bloccata, si è sbloccata, ed è finita come tutti si aspetta-vano. Ed il Governo italiano, con la Boschi a primeggiare, ha

fatto la sua bella figura. Adesso mi domando, e credo che se lostiano domandando tutti a questo punto: sono ormai due anni chei nostri due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e SalvatoreGirone sono bloccati in India. Ci sono due mogli ed i loro figliche da due anni non vedono i loro mariti/papà. Il Governo italia-no non riesce a risolvere tutto per il meglio anche in questo caso?Il Governo italiano riuscirà a fare un blitz in India (con o senza laBoschi, o chi per essa) e riportarli a casa?

Dario Bignami - gruppo di Lodi - sezione di Milano

La vicenda dei maró è un groviglio di errori diplomatici e di debolezzapolitica, la cui soluzione non è più rinviabile. L’impressione è che senon fosse per la sensibilità degli alpini e di poche altre realtà, non soloil problema non si affronterebbe, ma forse non se ne parlerebbe già più,da molto tempo.

QUANDO SI AMA NON SI FATICA

Mio padre era un alpino, tenente degli alpini. È “andato avan-ti” qualche anno fa quando la malattia, dopo 15 anni di

lotta, non ha avuto più nulla da prendersi. Per me, però, miopadre “andando avanti” è andato anche in alto, è andato oltre…Più in alto di dove, camminando in montagna, mi portava dabambina a cercare mirtilli ed oltre il coraggio e la dignità di unuomo, non solo di alpino.L’ho salutato per l’ultima volta mentre gli alpini dell’ANA diTrento, di cui era stato consigliere, chiudevano il cielo sopra di luinell’incrocio del picchetto d’onore. Per mesi ho cercato di ricor-dare il volto di quegli uomini, per lungo tempo ho provato a col-legare la loro espressione mesta di quel momento al sorriso ed allabattuta di un commilitone che va a trovare un compagno malato.Non ci sono riuscita, non ho mai ricomposto nella mia mentel’immagine di mio padre sulla sedia a rotelle e di una mano dialpino sulla sua spalla. Ho assistito alla 87ª Adunata nazionale di Pordenone perché,trentina di nascita, da anni ormai abito in Friuli e perché si è trat-tato di un atto dovuto nei confronti di mio padre il quale, primadi ammalarsi, alle Adunate aveva sempre partecipato. L’ho fattoassieme a mia madre che lo aveva conosciuto all’Adunata diTrieste del 1955 e che da allora non l’ha più lasciato, finché nongli ha chiuso per sempre gli occhi. Mentre l’aria a Pordenone si saturava della musica solenne dellefanfare dei congedati e dei cori alpini, mentre le vie del centro sicoloravano delle bandiere d’Italia e dei vessilli dei Gruppi presen-ti, ho provato a dare un significato a parole quali “fratellanza”,“unità”, “orgoglio”, “onestà” e “solidarietà” che accompagnavanola sfilata. Un’espressione portata con trionfo dagli alpini di quelladomenica ha suscitato il mio imbarazzo: “Voler bene costa poco”.No, voler bene costa, costa molto. Richiede coraggio. Quel corag-gio che forse è mancato a quegli alpini che sanno portarsi sullespalle il peso della guerra e della pace, che sono capaci di cercarenelle macerie, di scavare nel fango e nella neve, di ricostruirescuole e ospedali, ma che non sanno affrontare la sofferenza di unamico. Hanno il cuore di bambino gli alpini. A volte scappano, sinascondono perché fa più male di una granata guardare gli occhidi un uomo prigioniero su una sedia a rotelle. Soprattutto fa maleguardare i suoi occhi che ti chiedono “Perché?”. Provo affetto e stima per il Corpo degli alpini. Provo comprensio-ne per la loro timidezza di fronte al dolore, per quella loro fin trop-po tenera umanità. Ora provo anche rispetto per quell’ultimo

lettere al direttore

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gesto al funerale di mio padre, per quel mettersi sull’attenti difronte alla sua bara: loro avevano capito prima di me che sfilarequotidianamente di fronte alla sua sofferenza avrebbe lacerato leloro divise, sfondato gli scarponi, piegato la loro schiena, stronca-to le gambe e spezzato il cuore. Hanno avuto il coraggio diammetterlo e di chiedere scusa – a se stessi in primo luogo –incrociando le alabarde sulla terra scavata mentre la Paganellabrillava al sole di novembre.

Chiara Naidon - Udine

Amare costa poco o costa molto? La risposta ci viene da Sant’Agostinoil quale dice che quando si ama non si fatica, ed anche se si fatica, lastessa fatica è amata. La differenza sta sempre nello spirito con cui sifanno le cose.

IL SACRARIO DEL LEITEN

Caro direttore in occasione del recente raduno di Pordenoneho fatto visita al Sacrario Militare di Asiago detto di Leiten.

Come per tante famiglie italiane anche per la mia è un postoimportante perché in questi luoghi mio nonno partecipò allaprima guerra mondiale. Già da lontano il Sacrario si staglia impo-nente su una collina che lo pone in una posizione principesca, alcentro dell’altipiano. Poi le dimensioni e gli spazi divengono sem-pre più intimi inoltrandosi nel suo interno, con migliaia di nomie date che ricordano in ogni momento la solennità e l’importanzaviscerale del Sacrario. Sono arrivato alle 11, iniziando la mia visi-ta, cercando di gustarmi le sensazioni e le emozioni di tutto quelcarico di storia nazionale e di storie personali che trasmette que-sto grande monumento di ricordo italiano. Poi ho iniziato la visitaal museo, affascinato da foto uniche della Grande Guerra. Ad uncerto punto un signore mi si avvicina e dice: “Si chiude”… Loguardo capendo di essere di fronte al custode del Sacrario. Noncredevo esistessero. Credevo fossero luoghi sacri che per straniprincipi restassero sempre aperti. Certo la mia è una visioneromantica che si scontra con la reale difficoltà di manutenzione egestione di una struttura di questa imponenza. Quindi come fosseun bidello, alle 11,45 il custode mi allontana dal Sacrario.Mortificato e sorpreso esco da questo luogo nel quale avrei passa-to almeno altre due ore, cercando di portare a casa più emozionipossibili. Poi fuori rivedo il custode al quale chiedo la possibilitàdi salire sull’enorme terrazzo del Sacrario. Lui mi risponde: “Devofare uscire tutti fin giù in fondo. Sopra è da anni che è chiuso per-ché il parapetto è troppo basso e con le nuove normative è consi-derato pericoloso”, poi vedendo il mio sguardo affranto aggiunge“Se vuole tornare, riapro alle 14”.

Claudio Bianchera

Quanto le è accaduto può essere letto in due maniere. In positivo,innanzitutto. Pensi se quel luogo fosse incustodito, lasciato senza con-trollo alla mercé di chicchessia. Pensare che lì c’è un custode è unaforma di rispetto per i Caduti e una garanzia di tutela del luogo. Innegativo c’è quello che lei lamenta: possibile che la pietà debba essereconfinata nei precetti del formalismo burocratico? Se questo scrittopotesse servire a pensare ad una maggiore elasticità di orari, sarebbedavvero provvidenziale.A riguardo è opportuno sottolineare che l’ANA ha stipulato un accor-do quadro con Onorcaduti per la manutenzione e la sorveglianza deiSacrari. Attualmente gli alpini sono presenti a Cima Grappa e, abreve, lo saranno anche in altre strutture.

SPUNTI ACUTI

Caro direttore, nella corrispondenza con i lettori del n. 4/2014de “L’Alpino”, vengono trattati due argomenti che mi sembra

meritino un contributo.1. Il primo di questi è trattato nella lettera intitolata “Liturgia eAlpini”. In essa Dario Burresi di Trieste segnala che la Curia,nella recita della Preghiera dell’Alpino durante la Messa, consentela dizione “rendici forti” e non quella, testuale “rendi forti lenostre armi”. La censura dell’autorità ecclesiale mi sembra coe-rente con il Vangelo che è messaggio di pace e di fratellanza fragli uomini in Dio. Giusto quindi che le armi siano lasciate fuoridella chiesa; allo stesso modo ne devono rimanerne fuori i “nostriBattaglioni” sui quali la “Preghiera” chiede la benevolenza dellaVergine Maria. 2. Il secondo argomento è trattato nella lettera dell’alpinoDaniele Guiotto sulla questione dolorosa e raccapricciante dellefoibe. Secondo l’autore della lettera le foibe troverebbero motivo(non giustificazione) nelle deportazioni, repressioni, fucilazioni evessazioni nei confronti della popolazione slovena attuate duran-te la dominazione fascista di quei territori.Quello che dice il Guiotto è vero, come lo è quanto tu dici inrisposta, un po’ polemicamente, circa l’azione (mancata)dell’Italia nei confronti del governo jugoslavo. Ma ciò che nonappare congruo, in questa diatriba, è ricercare rapporti di causa-effetto per quelle tragedie: esse sono un lutto comune sia delpopolo italiano sia del popolo sloveno e dovrebbero far rifletteresu come si sia potuta scatenare in uomini come noi la bestialitàche li ha indotti a compiere siffatte efferate crudeltà.

Giuliano De Palma – sezione di Milano

Chiedo scusa al nostro lettore per aver accorciato la sua lunga lettera,ricca di spunti acuti e interessanti. Sulla Preghiera dell’Alpino io nonsarei così drastico. Se dobbiamo lasciare fuori le armi… verbali, alloratanto vale che lasciamo fuori anche l’Associazione d’Arma che èl’ANA. La preghiera riflette il tempo in cui è stata composta, cosìcome tante preghiere della Chiesa che oggi risultano superate e in con-trasto con la moderna sensibilità. Quanto alle foibe, credo sia impor-tante tenere distinto il piano storico, su cui è doveroso investigare, dalpiano etico sul quale concordiamo certamente con le riflessioni delnostro lettore.

UN MONTAGNINO PILOTA

Ti scrivo a titolo personale, non per essere pubblicato ma perraccontarti un fatto che penso possa interessarti. Ho volato

per molti anni in Air Vallée, una piccola ma prestigiosa compa-gnia aerea con base ad Aosta. Ho avuto il privilegio di portarevarie volte tra Roma ed Aosta San Giovanni Paolo II e papaBenedetto XVI. L’equipaggio era tutto costituito da alpini o arti-glieri: io, comandante del 6° da montagna, il primo ufficiale e ilcapocabina del 4° Alpini. Direi che è un’ulteriore prova dell’adat-tabilità degli alpini a tutti gli impegni. Non ti faccio perdere ulte-riore tempo per tentare di raccontare tutte le emozioni impagabiliche questi voli ci hanno recato.Un affettuoso abbraccio da un montagnino pilota.

Marcello Gariel

E invece prima o poi dovrai raccontarcele, le tue emozioni. Non è datutti portare a spasso i santi.

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87-2014

Vince lo sportNelle valli, i nomi dei battaglioni

alpini; nei paesi, le caserme chehanno visto entrare interminabi-

li file di bocia. È la terra del cuneese, do-ve nel 1873 a Borgo San Dalmazzo nac-que la prima Compagnia alpina. È la ter-ra della Divisione martire, quella del ge-nerale Battisti che lasciò nell’algidasteppa russa migliaia di giovani. Cogno-mi cancellati per sempre.

È terra di alpini, insomma. E proprio qui,nella bassa pianura di Cuneo che antici-pa alture imponenti come i tremila otto-cento del monte Viso, si è svolta la pri-ma edizione delle Alpiniadi estive. I gio-chi a cinque cerchi delle penne nere. Un lavoro lungo, diverse ricognizioni,riunioni e incontri e poi, alla fine, le ul-time incertezze spente dall’allegria e daltalento degli atleti. Oltre mille e due-cento tra alpini in congedo e alpini inarmi. È stato proprio il comandante del-le Truppe alpine, generale Primicerj, a

volere che partecipassero a questo im-portante evento i suoi alpini del 2°, del3°, del 9°, del 1° di manovra e del 1° damontagna. Così torme di veci e bocia sisono mischiati, hanno fatto squadra af-frontando tracciati impegnativi, ideati etestati da Mauro Falla, silenzioso alpinodella sezione di Biella, infaticabile atletae tecnico della Commissione sportivanazionale presieduta dal consigliereMiotto e coordinata da Peli. Nel teamanche Giampiero Bertoli, Ivan Mellerio,Tonino Di Carlo, Roldano De Biasi.Tutti hanno dato, senza risparmiarsi.Giovedì 5 giugno la Messa, poi una bre-ve sfilata ha preceduto la cerimonia diapertura. Schierati il Labaro con il presi-dente nazionale Favero e alcuni consi-glieri; un picchetto armato con il gene-rale Primicerj, vessilli e gagliardetti a farda ala. Al caporale Marta Bassino del 2°alpini, campionessa olimpica e cittadinadi Borgo San Dalmazzo, l’onore di legge-re il giuramento degli atleti. La torciaportata dalla Belmondo ha passato la suafiamma alla fiaccola ufficiale, strettanelle mani del coordinatore nazionalePeli che ha quindi acceso il tripode. Daquel momento, sulle montagne attraver-sate dai percorsi di gara, sulle vie strettedei centri montani di Borgo, LimonePiemonte, Chiusa di Pesio e Cervasca, sisono incrociate migliaia di impronte.Capaci di unire luoghi e persone.

di Mariolina Cattaneo

L’accensione del tripode alla cerimonia di apertura dei giochi a Borgo San Dalmazzo.

Gli alpini della sezione di Cuneo in sfilata.

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97-2014

TRENTO, CARNICA EBERGAMO SUL PODIONELLA GARA DICORSA IN MONTAGNAA STAFFETTA

Sono le otto a Chiusa di Pesio e ilsole è già padrone del cielo. Staper iniziare la gara che aprirà que-

sta prima edizione delle Alpiniadi esti-ve. È la corsa in montagna a staffetta, unconnubio di agilità, di forza, di intesa. Il percorso, una volta lasciato il paese,entra nel bosco seguendone l’altimetria.Sono 180 i metri di dislivello da affron-tare e 7,650 i chilometri da correre perentrambe le categorie, senior e master. Isenior viaggeranno in squadre da tre fra-zionisti, mentre i master, categoria cin-quantenni e oltre, in squadre da due.Questa è la prima prova in programma,forse perché racchiude in sé quell’alchi-mia capace di amalgamare vigore e vo-lontà con unione e sostegno. Partono i primi, quelli della categoria

l’inizio racchiusi nella condivisione del-la fatica e dello sforzo. L’uno s’arresta,l’altro riparte. Poi l’attesa: un’occhiata altempo e alla strada. Eccolo giungere e

superare il traguardo. Un abbracciod’istinto, naturale come il respiro. E aquel punto, non c’è spazio per i record.Conta solo esserci.

master. Esperti, profondi conoscitori diuna disciplina dove occorre centellinarele forze, dosandole perché la fatica nonarresti la corsa. L’età dice la sua, ma è presto zittita dalleore di allenamento, dall’esperienza didecine d’altre gare. Dal desiderio di su-perare l’ansa del sentiero, di salire escendere le alture, lasciando così la pro-pria impronta. Nei giovani, invece, domina la smaniadi arrivare. Di vincere. Ad accomunarlila fatica: volti sudati, segnati dallo sfor-zo. Fisici asciutti, leggeri che l’esercizioha scolpito, come l’artigiano il suo cep-po di legno. Entrambi, una volta terminato il percor-so, passano virtualmente il testimone alproprio compagno che è lì ad attenderli,smanioso di dare il meglio.Vedere le loro mani che si toccano,emoziona. Un gesto appena accennato, la fine e

Uniti si puòUniti si può In questapagina:atleti alpini in congedo e in armi tagliano il traguardo.

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107-2014

Doppio sforzo,

Esperimento riuscito. Il duathlon,disciplina che include due gare,una di corsa e l’altra in mountain

bike, ha fatto il suo esordio alle Alpinia-di estive. Venerdì dopo gli sforzi spesi nella corsa astaffetta, molti atleti hanno sfidato lapropria tempra iscrivendosi anche a que-sta prova. Siamo a Borgo San Dalmazzo, la cittadi-na campo base di questa quattro giornidi sport. Sono in centosettanta sulla li-nea di partenza, poco distante altrettan-te biciclette ognuna con accanto un ca-schetto. Due giri di corsa da 3 chilometriciascuno, e un anello di 11,5 chilometrida percorrere in mountain bike.I tecnici della Commissione sportiva na-zionale attendono il via, aggiustano gliultimi dettagli, vogliono che tutto sia

PARMA SI AGGIUDICA IL PRIMO CAMPIONATO DI DUATHLON

Doppio sforzo,

Tonino Di Carlo, Ivan Mellerio e Giampiero Bertoli, tecnici della Commissione Sportiva Nazionale.

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ineccepibile. Sul primo tratto d’asfalto cen-tinaia di scarpe colorate si inseguono, si su-perano, si distanziano fino a perdersi. Ilgruppo partito compatto, si disfa lungo ilpercorso: ciascun atleta prende il proprioritmo, lascia che respiro, gambe e bracciatrovino l’armonia perfetta. Primo giro, pri-mi 3 chilometri. E poi un altro, ancora 3chilometri. Giunti sull’ultima curva punta-no diretti alla bicicletta. Cambiano le scar-pe, indossano il caschetto, raggiungono lalinea di partenza e infilano la bici. Un’ener-gica pedalata poi un’altra fino a trovare ilmiglior assetto per affrontare il percorso egiungere all’undicesimo chilometro. Non passa un’ora che dalla curva spunta infuga il primo atleta: ‘Che numero, che nu-mero?’ si domandano gli accompagnatorisportivi. E più si avvicina e più il volto si di-stende fino ad allargarsi in un sorriso. Mi-chele Sartori taglia il traguardo, posa la bicie abbraccia il suo ‘coach’ che gli si fa incon-tro rubicondo di gioia! È la sezione di Parmaa trionfare sulle altre favorite. Forse il senso di queste competizionista proprio lì, in quell’abbracciospontaneo che colma le distanzegenerazionali, zittisce i malumo-ri, diventa esempio per tutti.

doppia gioia doppia gioia

117-2014

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127-2014

Un rompicapo quasi impossibile daspiegare. Occorre praticarla. Unadisciplina legata a filo doppio con

la naja. Persino gli ‘imboscati’, quelliche stavano negli uffici o in fureria, du-rante i mesi del servizio militare, unavolta almeno hanno marciato. Il tenen-te in testa, l’ufficiale di coda e su conpasso cadenzato, su in mezzo ai boschi eancora più su dove il panorama cambia,le rocce vincono sui prati e l’aria fine ac-corcia il fiato. Gli scarponi un poco am-morbiditi da tonnellate di grasso, salgo-no in fila. Attorno solo il rumore dei re-spiri, delle bocche aperte che cercanopiù ossigeno perché la salita si fa ripida eil passo s’accorcia. Questa è l’immagineche deve aver ispirato gli ideatori di una

disciplina come la marcia di regolarità inmontagna, una delle gare previste anchenella prima edizione delle Alpiniadiestive.A Limonetto la partenza. Sono le setteed è pieno di alpini. Gli occhi degli atleti guardano al cieloterso. Le dita puntano la montagna e di-segnano un itinerario, quello più proba-bile. Sì perché una delle tante stranezzedi questa disciplina è il percorso ignoto,diviso in settori, da un minimo di tre adun massimo di sei con una lunghezza chepuò variare dai 12 ai 18 km. Si camminaseguendo i segni, le bandierine o le frec-ce. È possibile scegliere tra due catego-rie, ‘media alta’ e ‘media bassa’ a secon-da della velocità. S’incontreranno tratti

di salita, di piano e di discesa. Vietatol’uso del gps, ammesso invece quello delcronometro. Al momento del via, viene consegnataai concorrenti una tabellina con indica-ta l’ora di partenza e la velocità media darispettare nei diversi settori di gara.Ad ogni controllo, ovvero quando fini-sce un settore e inizia il successivo, i cro-nometristi annotano sulla tabellinal’orario di passaggio dell’ultimo alpino diciascuna pattuglia. Occorre quindi che ilgruppo viaggi sempre compatto. Scopodella gara è riuscire a percorrere ognisettore in un tempo il più vicino possibi-le a quello teorico e segreto, misurato inprecedenza dagli organizzatori. Ogni se-condo in anticipo o in ritardo rispetto al

Un sorso di najaTORINO VINCE LA MARCIA DI REGOLARITÀ IN MONTAGNA

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137-2014

tempo fissato, comunicato solo a fine ga-ra, vale una penalità. Le penalità di ognisettore si sommano e risulta vincitorechi ne ha meno. Alla partenza e all’arri-vo bisogna calcare il cappello alpino. Non vince chi per primo taglia il tra-guardo, ma chi dimostra d’aver esperien-za e abilità nei conteggi. A volte, però èla fortuna a far la differenza.Sono le otto, si parte. Un breve tratto sustrada quindi le pattuglie spariscono neiboschi di larici e abeti bianchi della val-le Vermenagna. Dopo un declivio dolceraggiungono il Colle di Tenda: le suolepestano la neve che resiste alla primave-ra inoltrata. Quassù il vento freddo dellealpi incontra la brezza che viene dal ma-re della Costa Azzurra: in mezzo ai resti

di sei forti militari, ancora oggi visitabi-li, si cammina lungo il confine tra Fran-cia e Italia.All’arrivo a Limone Piemonte nessun ti-fo, nessun grido vittorioso. Solo gli ap-plausi della gente e la voce di Tonino DiCarlo, della Commissione sportiva na-zionale, ad accogliere gli alpini che ta-gliano il traguardo.L’atto finale è la consegna del cartellinocon l’annotazione, da parte dei giudici,dell’ultimo tempo. Poi non resta che at-tendere le classifiche. Una competizionein cui corpo e mente hanno imparato aparlarsi, ad ascoltarsi, a sostenersi. Unadisciplina silenziosa, quasi filosofica checelebra la natura e ciò che dovrebbe es-sere sempre la vera essenza dello sport. ©

Pra

ndin

o

Una delle pattuglie della sezione di Biella con il cane Augusto. I “veci” della sezione di Bergamo.

Una pattuglia della sezione di Cuneo.

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147-2014

Avederli non ci si crede. Si staai lati del percorso con il ti-more che preme sullo stoma-

co. E loro giù con lo sguardo che al-terna terreno e orizzonte, con legambe che si srotolano come andas-sero da sole. Questa è la corsa inmontagna, per lo più su sentieri irre-golari e polverosi, a tratti su stradeasfaltate. Un percorso che alterna discesa esalita, dove è necessario mantenerein ogni istante il controllo del pro-prio corpo. I piedi poggiano su spun-toni di sassi, su pendii scivolosi, sul-le insidie naturali e impreviste dellealture o sul piattume dell’asfalto chebatte sul meccanismo perfetto di gi-nocchia e caviglie. I volti segnati dallo sforzo hanno sguardi assenti, ruba-ti dalla concentrazione per la gara che rappresenta il punto d’arrivo di ored’allenamento, che sia estate o inverno. Ecco in poche righe quanto abbia-mo visto a Cervasca, piccolo centro montano di origini medievali. Atleti divisi in due categorie, veci e bocia, in gergo tecnico master e se-nior. Per i primi un percorso di 7,5 km con un dislivello di 447 metri, pergli altri 11 km e un dislivello di 470 metri. Un’unica partenza, due arrivi euna tappa in comune: il Santuario di san Maurizio di Cervasca posto sul-l’omonimo colle. Un capolavoro mistico oltre che architettonico. Sopra aun piccolo panettone d’erba affiorano steli e croci donate da Gruppi e Se-zioni, in memoria degli alpini Caduti in Russia. Una in particolare, collo-cata all’interno del Santuario, veglia sulle spoglie dell’alpino Antonio Iso-ardi rientrato in Patria in una cassettina, nel maggio del 2008. Questa la-stra in marmo bianco di Carrara è un fine bassorilievo offerto dai familiaridel tenente Maurizio Meinero, reduce di Russia, scomparso nel 1987. Do-

menica, gli alpini lo hanno ab-bracciato così: correndo. Poi dinuovo giù, nell’ultimo trattotutto in discesa, fino all’arrivonel centro di Cervasca. Fino altraguardo tagliato per primo daDaniele De Colò della sezionedi Belluno. E poi da tutti gli al-tri, anche da Manfredo Bendot-ti classe 1932, 145 campionatiANA alle spalle. Che tempra!In gara oltre cinquecento atleti,giunti da tutta Italia. Una com-petizione individuale che diven-ta esperienza collettiva. Quelladi un popolo convinto che sia lafatica a premiare sempre.

Un po’ come volareCORSA IN MONTAGNA: SUL PODIO BELLUNO E TRENTO

Veci e bociain alcuni momenti

della gara.

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157-2014

Èpomeriggio inoltrato e senza preavviso alcuno, è arrivata l’estate. Glialpini sono schierati sul piazzale di largo Bertello per la cerimonia dichiusura. Labaro, vessilli e gagliardetti. È il momento delle premia-

zioni olimpiche e dei discorsi conclusivi. Si procede con ritmo serrato, sisusseguono gli interventi: il viceministro Bobba, l'assessore Gribaudo, iquattro sindaci Beretta di Borgo San Dalmazzo, Serale di Cervasca, Revel-li di Limone Piemonte e Bussi di Chiusa di Pesio, anche loro grandi prota-gonisti di questo evento. Il generale Massimo Panizzi, comandante dellabrigata Taurinense, ricorda il suo primo incarico, proprio alla caserma Viandi San Rocco a Cuneo. Si dice soddisfatto degli alpini in armi che hannopartecipato alle varie competizioni, segno di rinnovata fratellanza tra leTruppe alpine e l’ANA. Al presidente nazionale Sebastiano Favero spettal’intervento conclusivo: “All’Adunata di Pordenone abbiamo sfilato conlo striscione ‘Alpini esempio per l’Italia’, in questi giorni lo abbiamo mes-so in pratica. Gli atleti hanno dimostrato impegno, agonismo e lealtà. Èstata una festa per tutti: tanti giovani insieme a tanti anziani, segnale evi-dente che la nostra Associazione non ha paura del futuro. Al presidenteAntonio Franza e ai quattro capigruppo Matteo Galleano, Luciano Gior-dano, Luciano Ellena e Alessandro Imberti il mio grazie”. La fanfara della sezione Abruzzi, infaticabile guida musicale di queste Alpi-niadi, suona l’Inno d’Italia: l’ammainabandiera e lo spegnimento del tripo-de annunciano la fine dei giochi, mentre la fiaccola delle Alpiniadi conti-nuerà simbolicamente ad ardere in cima al Colle dell’Agnello. Il sole scende e allunga le ombre sulle strade di Borgo. I volti, le sensazio-ni, tutto scorre davanti ai nostri occhi, come un film. L’ultimo pensiero èper gli alpini cuneesi, per il loro presidente Antonio Franza. Per le miglia-ia di camicie a scacchi rossi che in questi giorni non si sono risparmiatenemmeno per un attimo. Ciau pais. E grazie.

La fine dei giochi

Il podio della prima edizione delle Alpiniadi estive: Cuneo, Sondrio e Bergamo.

Sotto: il presidente nazionale Favero riceve un omaggio dal presidente di Cuneo Franza.

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Gli interpreti del tempoSono ormai una famiglia. Si cono-

scono da tempo poiché nei finesettimana viaggiano in giro per

l’Italia con un’attrezzatura costosissima eprofessionale. I cronometristi della Fe-derazione Italiana Escursionisti collabo-rano anche con l’ANA. È un lavoro disquadra dove ognuno ha un compito sta-bilito che richiede attenzione, non am-mette errori. Sotto ai gazebo collocatinei punti strategici del percorso di garasegnano i tempi, i passaggi, ogni cosa.Poi chiusa la competizione, quando gliatleti possono finalmente godersi rancioe riposo, i ragazzi della FIE entrano inuna sorta di conclave. Grazie ad un vali-dissimo programma realizzato ad hoc peri campionati ANA che si chiama ‘Facciotutto io!’, sono in grado di stilare classifi-che perfette e ben articolate, aggiornan-do in tempo reale anche i punteggi deitrofei nazionali dell’Associazione.

Da sinistra Pierino Palini, Annibale Temponi, Franco Piccolotto, Ezzelino Corli, Marco Peli,Mariagrazia De Bortoli, Roberto Ragnoli, Angiolino Cavagna, Cinzia Martinasso, il piccolo Lorenzo e Renato Cavagnini.

La fiaccola delle AlpiniadiLa fiaccola rappresenta la forza e la

capacità di illuminare il cammino,di guidare l’uomo alle mete più al-

te, nobili e pure. È la perfetta metaforadei valori che da sempre contraddistin-guono il Corpo degli Alpini. GiampaoloAllocco e Massimo Rosati hanno pro-gettato e realizzato la fiaccola per la pri-ma edizione delle Alpiniadi estive. Unoggetto dalle linee pulite e dal designcontemporaneo ma che, al tempo stesso,evoca i simboli e i valori della tradizionealpina. Tutti i materiali scelti per la fiac-cola sono naturali, ecologici e completa-mente riciclabili. Il parafiamma, realiz-zato in acciaio spazzolato, si ispira allapenna, simbolo degli alpini per antono-masia. E come la penna sul cappello, do-na a chi la guarda un profondo senso diprotezione, di sicurezza, di solidarietà,

Sono volontari, non hanno compenso.A loro vengono rimborsate solo le spesedi trasferta. Sanno adattarsi ad ogni luo-go, sono allegri e generosi, mossi esclusi-vamente dalla passione. Passione per losport e non solo. Per la natura, per le

vallate e i borghi d’Italia. Ma soprattuttoper il calcolo e i numeri. Per il tempoche se per noi resta relativo, effimero,fugace e mutevole, quasi un’illusione,per loro è matematica pura e applicata.Indispensabili in ogni competizione.

I DESIGNERMassimo Rosati è un alpino, figlio di alpino, il papà è un Generale di Divisione e nipote dialpino, il nonno era un “ragazzo del ’99”. Canta nel coro della SMALP, la Scuola Militare Al-pina di Aosta, dove porta con orgoglio il cappello alpino e il gagliardetto del 135° corsoAUC. Vive tra Milano, dove ha lo studio professionale, e Monselice (Padova) dove risiede.Architetto e giornalista professionista da sempre si occupa di design e comunicazione. Giampaolo Allocco è alpino, allievo ufficiale del 135° corso AUC alla Scuola Militare Al-pina di Aosta e nel 1997 ha vinto il concorso per il disegno della medaglia ufficiale dell'Adu-nata degli Alpini di Asti. È un industrial designer.

così la penna stilizzata della fiaccola cir-conda la fiamma proteggendola, dando-le forza e mantenendola sempre in vita.La penna ha una linea stilizzata e aerodi-namica che si protende verso l’alto, asimboleggiare i valori sportivi delle Al-piniadi ma anche la forza e la leggerezzadelle ali che vibrano nel vento. Sul para-fiamma è intagliato al laser il logo del-l’Associazione Nazionale Alpini. L’im-pugnatura è realizzata in rovere naturalemassello. Dal suo cuore, nasce la fiam-ma. L’impugnatura per noi è l’immaginedell’alpino stesso: forte e semplice. Il suovalore, i suoi ideali vivono dentro di luie da lui vengono portati nel mondo, pas-sando di mano in mano, annunciati eprotetti dal suo inconfondibile simbolo:la penna! Sull’impugnatura è inciso ilsimbolo delle Alpiniadi. (m.r.)

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SUL PODIO

Marcia di regolarità in montagna: 1° pattuglia 91 sez. Torino (Marco Mattutino, EnricoRipamonti e Sergio Croveri); 2° pattuglia 36 sez. Brescia (Franco Gatta, Claudio Otelli eMichele Melini); 3° pattuglia 9 sez. Salò (Maurizio Nolli, Giovanni Massardi e Mirko Baruzzi).

Corsa in montagna individuale: 1° Daniele De Colò (sezione di Belluno);

2° Cristian Sommariva (sezione di Belluno);3° Daniele Cappelletti (sezione di Trento).

Duathlon: 1° Michele Sartori (sezione di Parma);

2° Pierandrea Ceschin (sezione di Ivrea); 3° Emanuele Polga (sezione

di Bassano del Grappa)Le sezioni vincitrici di questa 1ª edizione delle Alpiniadi estive: 1° Cuneo, 2° Sondrio, 3° Bergamo

Corsa in montagna a staffetta: 1° Cappelletti, Girardelli, Cozzini (sezione di Trento); 2° Morassi, Primus,Puntel (sezione Carnica); 3° Cavagna,Ghidini, Bosio (sezione di Bergamo)

Alle Alpiniadi estive non poteva mancare lo sportpiù popolare: il calcio. Il torneo ha visto

affrontarsi le squadre del 1°, 2° e 4°raggruppamento che per tre serate hanno datospettacolo allo stadio di Borgo San Dalmazzo.

Vincitori i ragazzi del 3° a seguire 1° e 4°.Sabato nel pomeriggio la partita del cuore tra alpini in armi del 3° rgt. e del 2° rgt.

Grazie ragazzi!

© P

randin

o

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187-2014

Lungo “quel ramo del lago di Como, che volge amezzogiorno” di manzoniana memoria, pochedecine di chilometri a nord del capoluogo, in

territorio comunale di Dervio, la sezione di Lecco harealizzato il recupero di un tratto della Linea Occu-pazione Avanzata Frontiera Nord (O.A.F.N.). Iltratto di Linea, che noi continueremo a chiamarecon il nome con cui è ormai universalmente nota,ovvero Linea Cadorna, faceva parte del Settore Me-ra – Adda, sotto settore Bellano – Dervio raggruppa-mento di Dervio. L’intervento di recupero ha fattoparte di un Programma di Cooperazione Transfron-taliera “Interreg” denominato “ForTi- Linea Cador-na” che ha visto operare, oltre a vari partner nazio-nali, anche Enti e Associazioni della vicina Confe-derazione Elvetica. L’intervento ha comportato il ri-levamento cartografico, la stesura di un progetto direcupero dei manufatti e, una volta ottenute le debi-te autorizzazioni, i lavori di recupero veri e propri:un impegno di oltre 900 giornate-uomo.I lavori, fortemente voluti dal past president dellasezione di Lecco Luca Ripamonti e dall’attuale incarica Marco Magni, succedutisi in corso d’opera,sono durati ben tre anni e hanno coinvolto non so-lo l’unità di Protezione Civile sezionale, peraltropietra d’angolo di tutto l’intervento, ma tutti i sociche, rispondendo in massa alla chiamata, hannoprestato la loro opera con il tipico entusiasmo alpi-no. L’intervento ha consentito di realizzare un per-corso storico, didattico, culturale con alcune carat-teristiche particolari.

MUSEI ALL’APERTOdi Ivan Piazza

IL SETTORE ORIENTALE DEL GRANDE SISTEMA DIFENSIVO

La batteria di Cardina è una instal-lazione militare risalente alla pri-ma guerra mondiale, appartenente

alla cosiddetta Linea Cadorna, situatasull’omonima collina e immediatamentea nord-ovest della città di Como, fra iquartieri di Monte Olimpino, Tavernolae Sagnino. Affacciata su uno splendido panorama,Cardina è un prezioso polmone verde

per tutta la zona circostante. Oltre checon sentieri pedonali, la si può raggiun-gere mediante una strada carrozzabileche si imbocca sulla via Bellinzona, laprincipale arteria che collega Como cit-tà a Chiasso. La batteria è costituita da 4 postazioniper cannoni, disposte in linea, situatead una certa distanza l’una dall’altra perdisperdere il più possibile gli effetti del

La batteria Cardina

La Linea Cadorna

Il generale Cadorna e il Re Vittorio Emanuele III ritratti in una cartolina d’epoca.

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197-2014

tiro nemico. Due di esse sono visitabili.I cannoni erano pressoché invisibili dal-le posizioni occupate dal nemico ed ilterrapieno che li circondava assicuravaa personale e pezzi una certa protezione.Un muro perimetrale realizzato in pietraa vista, alto circa due metri protegge lapostazione. Nella parte interna del mu-ro sono ricavate delle nicchie per il de-posito delle munizioni di immediato im-piego.Compito dei cannoni di Cardina eraquello di battere il territorio del Mendri-siotto, in Canton Ticino. Bersaglio prin-cipale era il ponte di Melide. Tale fun-zione era svolta in concomitanza conun’altra batteria da 149, situata nel co-mune di San Fermo della Battaglia, in

località Villa Prelio. Il fuoco combinatodelle due batterie era pari a quasi tre col-pi al minuto, cadenza di tiro sufficiente acontrastare validamente ogni tentativodi sfondamento. Grazie all’impegno completamente vo-lontario di numerosi Gruppi alpini dellasezione di Como, che hanno lavoratofianco a fianco per diversi mesi, si è po-tuto riportare due postazioni alla condi-zione originaria. Alla bonifica dei luoghiha fatto seguito la ricostruzione murariadelle vestigia, compresi i locali accessori,che ha avuto luogo utilizzando le stessepietre impiegate a suo tempo per l’origi-naria edificazione. Contestualmente, èstata riportata alla luce la pavimentazio-ne in pietra delle postazioni, rimuoven-

do lo strato di detriti che la ricopriva. Illavoro non è stato facile a causa delcompleto stato di abbandono delle in-frastrutture, semi crollate e invase da ve-getazione d’alto fusto, in molti casi ab-barbicata ai muri di contenimento. De-gna di nota la bonifica dell’area del la-ghetto, invasa ormai da anni da rovi esterpi. Oltre al recupero di una testimo-nianza del nostro passato di innegabilevalore storico, gli alpini hanno volutoavviare una riqualificazio-ne ambientale delle areecollegate, interpretando intal modo l’esigenza dellacomunità locale.

Nonostante sia un percorso relativa-mente modesto (circa 200 metri di disli-vello) si potranno ammirare una serie dimanufatti tali da fare di questa porzionedi Linea, quasi un piccolo compendio diopere campali. Il percorso inizia sulle ri-ve del lago di Lecco, ad una quota di po-co superiore ai 200 metri, rendendoquindi la visita possibile durante tuttol’anno. Ma veniamo al sodo: ecco comeraggiungere la nostra Linea. Direttrice dimarcia la S.S. 36 da percorrere in dire-zione Colico per tutte le provenienzeesclusi chiaramente coloro che da Coli-co scendono. Arriviamo a Corenno Pli-nio dove una splendida cinta fortificatacon un’elegante torre in fregio alla stra-da (sec. XIII-XIV) saranno il nostro rife-

rimento. Siamo pronti ad iniziare la visi-ta alle opere militari. Il percorso di salitaè in realtà un semplice sentiero di arroc-camento in quanto tutta la viabilità diservizio che doveva alimentare le opereproviene dalla strada provinciale che sa-le lungo l’aspro solco della val Varrone,parte anch’essa delle opere della LineaCadorna. Salendo incontreremo posta-zioni singole e multiple per mitragliatri-ci, blindate e non, con banchine realizza-te in calcestruzzo o semplicemente acco-stando grosse pietre piatte, postazioni li-neari per fucilieri, piazzole destinate adospitare l’artiglieria, due bellissimi rico-veri in caverna per addetti di artiglieriauno dei quali, addirittura, scavato in sali-ta. Sulla cima del cornetto che ospita le

opere, una splendida postazione multiplain caverna per mitragliatrici che reca an-cora sulle pareti i segni dello scalpellocon cui è stata scavata. Viene spontaneopensare a quanta fatica sia costata la rea-lizzazione di queste opere. Un’attenzioneparticolare meritano tutte le opere mura-rie, di sottomuratura, le massicciate, ipiani di calpestio realizzate assolutamen-te senza leganti di nessun genere e arri-vate a noi in queste splendide condizionisolo grazie ad una abilità, ad una tecnicacostruttiva che si potrebbe quasi chiama-re arte. Non mi resta che augurarvi buo-na gita ricordando la possibilità di essereaccompagnati durante la visita contat-tando la sezione di Lecco (tel. 0341-364108).

Angelo Moretti

Una postazione della Linea Cadorna che domina il lago di Como.

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207-2014

Le testimonianze Nella Grande Guerra l’area del

Passo di Monte Croce Carnicoera denominata “zona Carnia”

contrapposta alla “zona Carinzia” (inAustria) per la quale il comandante, ge-nerale Rohr, dispose: “Resistenza tenacesulla cresta delle montagne della Carnia co-me prima linea”.Il monte Freikofel si trova proprio qui:caratterizzato da una parete quasi a piccosul versante italiano e da un pendio piùdolce su quello austriaco.Come gran parte delle cime durante ilconflitto anche il Freikofel venne persoe riconquistato più volte nello stessogiorno. Tra i principali eventi accadutiquassù ricordiamo l’ascensione della pa-rete sud della 6ª Compagnia del batta-glione Tolmezzo, che calzando “scarpez”(calzature in tessuto preparate dalle don-

ne di Timau), per non far rumore, sor-prese gli avversari e conquistò la cima.Era il 6 giugno 1915. I continui cambia-menti di fronte, non fecero altro che in-crementare le perdite; a riguardo, è si-gnificativa la definizione di “Valletta deiMorti”, nei pressi della cima.Il museo all’aperto del Freikofel (versan-te italiano) è gestito dall’Associazione“Amici delle Alpi Carniche” che nel1997 iniziò l’opera di recupero grazie ai

gruppi di Gradiscutta di Varmo (sez.Udine) e di Ampezzo (sez. Carnica) edalla passione di Mauro Muser.Il legno e il cemento che coprivano icamminamenti hanno ceduto, primasotto i colpi avversari e poi sotto il pesodegli anni, riversando detriti in ogniluogo. Sotto il sapiente coordinamentodell’Associazione Amici delle Alpi Car-niche, si sono potuti scoprire così gli im-portanti manufatti che all’epoca caratte-rizzavano l’area. La scala a chiocciolache da una posizione defilata portava al-la postazione della mitragliatrice di unatrincea a Passo Cavallo; le diverse inci-sioni fatte dai soldati sulla pietra; glistemmi dei battaglioni scolpiti nella roc-cia a memoria indelebile della loro pre-senza.

ALLA SCOPERTA DEL FREIKOFEL E DELLA GUERRA IN CARNIA

MUSEI ALL’APERTOdi Davide De Piante

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nella roccia

217-2014

Da allora, parecchi i gruppi ANA di tut-ta Italia hanno lavorato in quota; questoha consentito il ripristino di diverse gal-lerie: la trincea a due piani e la scudatanord oltre che a ricostruire alcune strut-ture come il posto di medicazione della12ª Compagnia del Tolmezzo; il ricoveroufficiali e altri rifugi. I numeri: oltre4.000 le presenze dei volontari e oltre100.000 le ore lavorate in quota.I reperti ritrovati, qualcuno di notevoleinteresse e valenza storica, sono statiportati al Museo della Grande Guerra di

Timau affinché li esponesse.E risalendo questi pendii, dove la storiaha lasciato tracce in ogni roccia, si ha lasensazione di camminare a fianco deisoldati che, quasi cent’anni fa, vissero ecombatterono per l’Italia. Per raggiungere il Freikofel, il percorsopiù agevole è quello che parte dalla CasaCantoniera, via Malga Pal Piccolo (1,5h). Alternative, dai laghetti via “Calada”(2,00 h); dai laghetti via Casera PalGrande (CAI 402-a/402/401 – 2,20 h);da Timau via Creta (CAI 402 – 2,30 h).

La postazione di un lanciagranate sul Freikofel; sullo sfondo l’Avostanis e il Piz Timau.

Lo stemma del 3° Alpini scolpito nella roccia.

Alpini al lavoro per sistemare la trincea scudata nord.

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Walter Bonatti soleva ripetere che“le montagne sarebbero un muc-chio di sassi se non ci fosse l’uo-

mo a dare loro vita”. Poche parole cheriassumono interi scaffali di libri sul rap-porto uomo-natura. Le montagne – so-steneva l’alpinista lombardo – non han-no un significato che va cercato dentro

di esse, non esprimono una forza im-manente, “esistono” solo se l’uomo le

tocca, le vive, ci lascia sopra unatraccia. È un punto di vista che an-

ch’io mi sento di condividere.Per questo vi propongo

di seguirmi su mon-tagne che for-

se più di altre hanno ricevuto un senso eci parlano grazie all’esperienza vissutadagli alpini. Montagne che vivono, para-frasando Bonatti, grazie agli alpini.Siamo sulle Piccole Dolomiti, a ridossodella pianura vicentina. E qui, chi c’èstato lo sa, ogni angolo, ogni sentiero,ogni profilo delle creste pulsa del ricordodelle penne nere. Le penne nere sonoovunque, anche se non si vedono.Le Piccole Dolomiti, delle quali fannoparte il gruppo del Pasubio, la catena delSengio Alto, il gruppo della Carega e lacatena delle Tre Croci, appartengono al-le prealpi vicentine propriamente dette,insieme al gruppo degli Altipiani. Questemontagne dalle line rotte e dentellate so-

La zona sacra di Marco Albino Ferrari, direttore di

227-2014

Continua la serie di appuntamenti legata alcentenario della Grande Guerra che culmineràcon un’indimenticabile monografia di MeridianiMontagne, nelle edicole a novembre.

Il Pasubio porta ancora i segni degli aspri combattimenti

della Grande Guerra.

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no cosparse di arditi campanili chiamatidai locali “grattanuvole”. Culmine diquesto articolato sistema montuoso è ci-ma Carega (2.259 m), con la sua partico-lare forma che ricorda vagamente una se-dia, il cui corrispettivo dialettale è, ap-punto, “carega”. Qui, come detto, si tro-vano ovunque segni profondi dei nostrisoldati e dell’epopea tragica della Gran-de Guerra. Nel raggio di pochi chilome-tri si contano in successione ben setteforti (che oggi, dopo i restauri e gli alle-stimenti in previsione del centenario, èpossibile visitare): Forte Cima Vezzena,Forte Busa Verle, Forte Lusern e ForteBelvedere Gschwent sugli altipiani diVezzena, Luserna e Lavarone; Forte

Cherle, Forte Sommo Alto e ForteDosso del Sommo sull’alto-

piano di Folgaria. Masoprattutto è per-

corribile – e si avrà l’impressione di cam-minare come in una sorta di montagnaparlante – la famosissima Strada delle 52Gallerie, intagliata lungo il tormentatoversante meridionale del sottogruppo deiForni Alti. Si tratta di una comoda mu-lattiera che prende avvio dalla Bocchet-ta Campiglia (1.216 m) e si alza costan-temente fino al passo di Fontana d’Oro(1.875 m). Da qui giunge alle porte delPasubio e quindi al rifugio generaleAchille Papa (1.928 m), nel cuore delGruppo, sui roccioni che delimitano latestata della val Canale. Pochi metri so-pra l’edificio intitolato al generale Papasi noterà il bivacco Marzotto-Sacchi (intutto sette posti, sistemati intorno a unastufa), molto utile nei mesi invernaliquando il rifugio è chiuso. La spettacola-re Strada delle 52 Gallerie, ovviamente,ha una sua storia specifica, che andrebbeconosciuta prima di affrontarla. Eccolaqui riassunta. Dopo le settimane infuocate dalla Stra-

fexpedition, italiani e austroungarici ri-masero per lungo tempo immobili sulleposizioni guadagnate. Tutto sembravaconsolidato tra le rocce delle montagne.I generali austriaci consideravano fonda-mentale la conquista del Pasubio, cioèdelle porte del Pasubio (1.928 m), im-portante sella che separa il Pasubio dalsottogruppo del Monte Forni Alti (2.023m). Era quello un punto di passaggio ob-bligato per gli eserciti, ed è anche il ca-polinea della Strada degli Scarubbi e del-la Strada delle 52 Gallerie.Da lassù gli austro-ungarici avrebberopotuto calare sulla pianura e accerchiarel’intero Esercito italiano impegnato sulfronte che si estendeva verso oriente. Mapassare allo scoperto pareva impossibile.L’unica strategia sembrava quella di logo-rare il nemico e avanzare senza farsi ve-dere. Divenne per questo fondamentalegarantire il rifornimento alle prime linee,costruendo una fitta rete di strade, cam-minamenti e passaggi. Fu così che dal

i sentieri degli alpini 1914-1918

LA GRANDE GUERRA

237-2014

del Pasubio

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settembre 1917 gli eserciti iniziarono legrandi opere di scavo della montagna.Era il momento di tirare fuori il genio, emigliaia di uomini che lavorassero senzarisparmiarsi, su entrambi gli schieramen-ti. Iniziava una vera e propria guerra sot-terranea, con picconi e sforzi immani,che si concluderà il 13 marzo 1918 quan-do circa 50 tonnellate di esplosivo au-striaco faranno letteralmente esplodere ilDente italiano. Gli italiani pensarono di costruire unavia di accesso più agevole al monte Pasu-

bio, in quanto quella esistente, la Stradadegli Scarubbi sul versante nord, risulta-va difficilmente percorribile nella stagio-ne invernale, oltre a essere esposta al fuo-co austriaco del vicino monte Maio.Nacque così la Strada delle 52 Gallerie,che venne completata dal Genio Mina-tori nel tempo record di nove mesi (damarzo a novembre 1917). Lunga sei chi-lometri e 300 metri, corre nel buio dellegallerie per due chilometri e 300 metri.Oggi, prima di partire per la nostra pas-seggiata sarà indispensabile compiere il

rituale gesto del controllo della lampadafrontale. Se tutto è a posto, ci si potrà av-venturare nel buio e nell’umido delle gal-lerie, dove i passi rimbombano tra lo stil-licidio che proviene dal soffitto. Si avan-zerà inseguendo il puntino di luce al fon-do e il cono luminoso prodotto dallafrontale che rischiara lo spazio circostan-te. Avanzare là dentro dà una sensazionestraniante. Specie nella famosa ventesi-ma galleria elicoidale, che sembra salire aspire disorientanti nel cuore roccioso del-la montagna. Anche se la Strada delle 52Gallerie è rubricabile a una classica pas-seggiata per famiglie, durante il percorsooccorre comunque prestare attenzioneevitando, per esempio, di lasciarsi attrarreda misteriose diramazioni che partonodalle gallerie principali e si avventuranochissà dove nei lati sempre più bui: si trat-ta di rami minori, in parte crollati e inter-rotti da frane, che possono risultare peri-colosi. Una volta arrivati al rifugio, èconsigliabile fermarsi a dormire per poicompletare, la mattina seguente, la visitaal grande teatro di guerra salendo verso lazona sacra del Pasubio, luogo delle batta-glie del durissimo inverno 1917-1918. Eosservando l’arido e muto scenario dellecime ricoperte di sassi, capiremo che lamontagna avrà una parola anche per noi.

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Il rifugio Achille Papa.

Panoramica sulla zona sacra del Pasubio.

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In procinto di cominciare una lungamarcia in montagna, talvolta accadedi alzare il capo e scorgere un vecchio

cavo metallico che taglia il bosco. Adesso è agganciata una cesta, immobile.Bello sarebbe sentirla stridere di nuovoin una corsa capace, d’un lampo, di con-durci in vetta.Marchingegno geniale, la teleferica!Utilissima durante la Grande Guerra.Nel 1905 a Cesana (Torino) la Ceret-ti&Tànfani di Milano, su indicazione delmaggiore del Genio Luigi Maglietta, fula prima a sperimentare una telefericasemplice da montare esmontare, facile nelfunzionamento e capa-ce di trasportare unacerta quantità di pesi.L’Esercito si adeguòpresto a queste inno-vazioni tecniche e nel-l’inverno del 1916creò la Specialità delGenio Militare Telefe-risti: sei compagnie edue plotoni autonomi,attestati in zona diguerra. Tre erano le principaliditte produttrici di te-leferiche ad uso mili-tare: la Ceretti&Tànfa-ni, ancora oggi in atti-vità, aveva commissioni in mezza Euro-pa e nel 1909 costruì la prima linea aereaal mondo per trasporto passeggeri a La-na, sopra Bolzano. Durante la guerraprodusse circa 800 impianti teleferici divaria natura sotto la direzione dell’ing.Giuseppe Mulatti di Mantova. Fiore al-

l’occhiello fu la teleferica che sull’Ada-mello, raggiungeva i 3.100 metri. E poiquelle in Marmolada, sul Seràuta e sul-l’Ombretta.La Luigi Spadaccini, oggi TECI del grup-po Redaelli, sorta a Milano all’inizio del-la guerra, realizzò le grandi teleferiche asistema continuo. Era tra le più grandiaziende a produrre i pezzi di ricambio peril mantenimento e le riparazioni. Fra lenumerose teleferiche costruite spiccaro-no per lunghezza e difficoltà tecnicaquelle della val di Boite tra le prime inItalia, a fini bellici: percorrevano, in

quattro tronchi, oltrediecimila metri.E la B.B.B.- Badoni,Bellani e Benazzoli, poidel gruppo Bonfanti –Costameccanica, chiu-sa nel 2010. L’azienda B.B.B. fu fon-data da Giuseppe Ba-doni (Lecco, 1807-1877), valoroso com-battente risorgimenta-le nel 1848, sindaco diLecco nel 1863 e poideputato al Parlamen-to italiano. A lui su-bentrarono, nel 1877, ifigli Antonio e Carlo.Antonio morirà pre-maturamente nel 1892,

lasciando così la sua parte di eredità nel-le mani del figlio Giuseppe Riccardo cheall’epoca aveva 10 anni. Pertanto fu lui,una volta laureatosi, a dare impulso esviluppo all’azienda fino alla sua mortenel luglio del 1974. Giuseppe Riccardo,chiamato alle armi durante la Grande

Succede spesso che siano proprio gli alpini a raccontarci storie insolite,impronte ravvisabili ancora oggi lasciate da personaggi poco noti. A tale proposito, qualche tempo fa, per via di quelle strane circostanze che accadono nella vita, Mario Nasatti, alpino del gruppo di Valmadrera(Lecco) ci ha parlato dei Badoni, importante famiglia lecchese. La sua storia si intreccia con le cronache della Grande Guerra, con unapprofondimento che ci ha offerto Andrea Bianchi, alpino della sezione di Milano. Noi, alchimisti per gioco, abbiamo unito in un’unica miscelaqueste due fragranze e… voilà, questo è quanto ne è sortito.

Supera i monti, Supera i monti,

La copertina del mensile del TCI deldicembre 1917, dedicata alleteleferiche B.B.B.

segue a pag. 28 >

i sentieri degli alpini 1914-1918

LA GRANDE GUERRA

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divora i piani

277-2014

divora i piani

Linea Ronchi, cima di Levante (archivio fam. Badoni).

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287-2014

Guerra, venne ben presto esonerato dalservizio militare per necessità industria-le. Tuttavia non abbandonò il fronte epercorse liberamente il territorio delleprovincie di Sondrio, Brescia, Ve-rona e Vicenza con un appositolasciapassare, il salvacondotto,concessogli dal Capo di Sta-to Maggiore dell’Esercitoperché potesse progettaree poi installare le sue te-leferiche. Ne produsseoltre duecento. Ai solda-ti somigliava per corag-gio e caparbietà e persinoper aspetto: i baffi all’impe-riale folti color del miele. I ca-pelli un poco arruffati e nell’in-carnato, due occhi tondi come biglie.Colmi di grinta, pronti a tutto. Era unuomo del fare, l’ingegner Badoni, seppurelegantissimo nel suo vestito scuro congilet ben abbottonato. Riuscite ad im-maginarlo? indaffarato con matita e car-te, volgere lo sguardo sul terreno a cercaril posto giusto per piantare i piloni, poisollevare la testa e fissare l’aria per im-maginare la corsa di quella cesta trabal-lante che mordeva la fune d’acciaio nelsuo incessante scendere e salire. Le suecreazioni più famose restano quelle sulPasubio. Montagna pietrosa, dimora dinebbie e piogge sottili. Coperta di roccecalcaree bianche, accecanti sotto la luceindiscreta del sole estivo. Montagna ta-gliata da numerose strade, all’epoca pa-recchio trafficate per i rifornimenti dimateriale bellico d’ogni tipo. Percorsada dodici teleferiche funzionanti che

partendo dalla Vallarsa e dalla val Leo-gra divoravano il piano portando ton-nellate di materiale fin sulle cime pressoil Cosmagnon, la Lora, il Soglio dell’In-

cudine, le Porte del Pasubio, il passoFontana d’Oro e le Acque Fredde.

Una volta arrivato lì, il mate-riale veniva inoltrato in

prossimità della lineatramite i telefori, inge-gnosi sistemi utilizzatiper distanze corte conminimi dislivelli.Tra quelle dodici, le

quattro teleferiche piùimportanti furono pro-

prio quelle installate pressol’Hotel Dolomiti a 983 metri:

due raggiungevano il Soglio dell’Incudi-ne con un percorso di 3.350 metri. Persi-no oggi, a quota 2.100 è ben visibile lagrande caverna magazzino della stazione

d’arrivo, scavata proprio dall’ingegnerBadoni. E per questa opera, gli fu con-cessa una Medaglia di Bronzo al ValorMilitare: “Pur non avendo obblighi milita-ri, spinto da altissimo sentimento di amor diPatria, volontariamente dirigeva i lavori ri-guardanti una importantissima stazione te-leferica oggetto di continui bombardamentinemici. Rimasta questa distrutta, dava ma-no ad un ciclopico lavoro installando la sta-zione stessa in caverna nel brevissimo tem-po di 25 giorni. Durante l’intero periodo,divideva con i valorosi difensori della posi-zione i pericoli, le ansie, i sacrifici e le soffe-renze, dando prova di altissime virtù civili emilitari. Soglio dell’Incudine (Pasubio),18 maggio, 25 luglio 1916 – BollettinoUfficiale 1921, pag. 186”.Storie di uomini che impiegarono talen-to e mezzi per il bene della Patria. Visse-ro al fronte pur non indossando alcunadivisa, ma correndo i medesimi rischidei soldati. A loro si legarono e forse,proprio per questo affetto, costruironovere e proprie opere d’arte rendendo mi-gliore la vita in trincea. Chissà quante volte l’ingegner Badoniconsumò il frugale rancio degli alpini,accovacciato sullo spuntone di qualcheroccia. Chissà quante volte percorse lastrada del monte Pasubio, sotto i colpiassordanti dell’artiglieria nemica. E in-vece ora lassù tutto è silenzio. Non si sen-te mai più una voce, ma solo il vento chebacia i fior. m.c.

Per saperne di più, non esistendo una pub-blicazione recente sulle teleferiche italiane,a chi volesse approfondire l’argomento, siconsiglia il testo sulle teleferiche militari au-stro-ungariche: “Le teleferiche dell’XI Ar-mata austro-ungarica dall’Adige al Brenta,1915-1918” di Longhi e Zandonati. Ed.Osiride, Rovereto (TN), 2013.

L'ing. Giuseppe R. Badoni e il salvacondotto rilasciato dal Comando della fortezza di Verona (archivio fam. Badoni).

Sopra: la medaglia Johnson, dedicata alle maestranze della ditta B.B.B.Qui sotto: il reparto calderai nello stabilimento di Castello (archivio fam. Badoni).

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297-2014

IL 20 LUGLIO SARANNO RICORDATI GLI ALPINI MORTI SUL GAVIA 60 ANNI FA

Il tempo della tragedia

Era la naja degli anni cinquanta, con i campi invernali e i campi estivi. Le guardie, le marce e il desideriodi una licenza che non arrivava mai. Quel martedì salirono in ventidue sull’autocarro diretto al Tonale.Ventidue alpini del battaglione Bolzano, 6° reggimento, impegnati nelle manovre estive. Ad un tratto, in

procinto di una curva infida e stretta, uno scossone. Il mezzo sbanda, rompe la fragile barriera lungo la stradasterrata e precipita nel vuoto. Un volo di oltre cento metri proprio sotto il passo del Gavia. Quattro furono sbal-zati fuori, per gli altri diciotto l’autocarro fu trappola mortale. Una tragedia per quelle esistenze spezzate e per leloro famiglie ancora ignare, immerse in quegli attimi, nel procedere quotidiano della vita. L’arrivo dei soccorsi,della stampa e delle radio. Inchieste e polemiche. Poi il silenzio. Il succedersi delle stagioni e degli anni ha la-sciato posto alla quiete del ricordo: quel fotogramma tragico delle divise strappate, dei corpi feriti ha cessato ilsuo tormento, così nella mente si sono impresse le immagini di quei ragazzi nell’ingenua giovinezza, con le lorosperanze, con i frammenti dei loro sorrisi. Qualche tempo dopo si pensò ad una stele in marmo bianco, irrego-lare come un ritaglio di montagna, con incisi i diciotto nomi. La donarono gli alpini di Massa Carrara. Nel 1983una valanga la spazzò via. Apparì subito complesso il recupero da parte dei mezzi e persino dell’elicottero. Cosìci pensarono i veci alpini. Vi riuscirono con ingegno e tenacia. Decisero quindi di porla in un punto più sicuro,poco distante dal luogo dello schianto, sotto enormi rocce color del rame a difenderla. Quassù ogni anno, il 20luglio si incontrano gli alpini della sezione di Vallecamonica e gli alpini di tutti i luoghi da cui provenivanoi giovani caduti. Le autorità militari, civili e religiose e la gente di montagna. Un corona e una preghiera.Una celebrazione essenziale mentre gli occhi scivolano sopra quella tavola bianca: Franco Andros, GiacomoBattaglia, Bruno Charbonnier, Giuseppe Corti, Francesco Egger, Guido Franceschi, Luigi Gamper, Luigi Ko-stner, Antonio Lena, Pasquale Marengo, Raimondo Margesin, Giulio Molta, Edoardo Platzer, Sergio Rossetti,Antonio Sabbadini, Guido Savoldi, Giovanni Viale, Francesco Wiellander. S’intrecciano epoche e volti, pas-sano giorni e giorni. Ma il 20 luglio gli alpini pregano. E non dimenticano. (m.c.)

La lapide che ricorda le vittime.

Il tempo della tragedia

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307-2014

Quarant’anni di...

Premiare coloro che hanno rappre-sentato degnamente l’Associazio-ne Nazionale Alpini e i suoi valo-

ri, quanti in silenzio hanno saputo aiuta-re i meno fortunati o le persone in peri-colo, accorrere in caso di calamità natu-rali, essere di supporto alle amministra-zioni locali. Questo è lo spirito del pre-mio “L’Alpino dell’Anno”, istituito nel1974 dal presidente della sezione di Sa-vona Franco Siccardi.La 40ª edizione si è svolta a Savona dal13 al 15 giugno. Il venerdì, primo giornodi manifestazione, è stato dedicato al-

l’apertura della mostra fotografica dedi-cata al 40° del Premio e al centenariodella Grande Guerra, mentre in seratac’è stato l’atto conclusivo del tour inquattro tappe per la provincia denomi-nato “Aspettando il premio L’Alpinodell’Anno 2013”, uno spettacolo, ideatodall’unità di P.C., di poesie, proiezioni emusica.Il sabato si è invece aperto con l’esposi-zione e la benedizione dei mezzi in dota-zione all’unità di Protezione Civile se-zionale, fra cui un enorme camion perl’antincendio boschivo e… un motosca-

fo. Eh sì, gli alpini di Savona hanno unmotoscafo che è stato donato da una fa-miglia di alpini lombardi ed è stato affi-dato al nucleo sommozzatori dell’unità.Tra i mezzi hanno destato curiosità quel-li militari, restaurati e custoditi gelosa-mente dai proprietari, vicino ai quali era“posteggiato” quello più conosciuto da-gli alpini… un mulo! Al suono della fanfara sezionale MonteBeigua, gli alpini hanno sfilato fino almonumento ai Caduti dove sono statideposti dei fiori e per assistere al suonodella campana che ogni giorno, con 21rintocchi quante sono le lettere dell’al-fabeto, ricorda i Caduti di tutte le guer-re. E all’improvviso, la pioggia! Unoscroscio d’acqua misto a grandine ha fat-to accorrere tutti sotto i portici antistan-ti il monumento. La serata si è conclusain duomo con il concerto dei cori sezio-nali Alta Val Bormida e Monte Greppi-no e della Corale Alpina Savonese, te-nutosi davanti ad un pubblico attento ecommosso.Domenica, giornata clou delle manife-stazioni, una palpabile emozione tra ipartecipanti ha accompagnato l’entratanello schieramento del Labaro del-l’ANA, accompagnato dal presidentenazionale Sebastiano Favero e dai consi-glieri Massimo Curasì e Giorgio Sonzo-gni, preceduto dal gonfalone del comu-ne di Savona, decorato di Medagliad’Oro al Valor Militare per la Resistenza.Diciotto vessilli sezionali e un centinaiodi gagliardetti, oltre al Labaro del NastroAzzurro e ai vessilli delle Associazionid’arma hanno reso gli onori al Labaro.Quindi tutti in sfilata per le vie della cit-tà, accompagnati dalle fanfare ValleBormida e Monte Beigua, verso il monu-mento ai Caduti per la deposizione diuna corona. Poi sosta in Duomo, affolla-to all’inverosimile, per assistere allaMessa. Nell’omelia don Bof, figlio di unalpino, ha ricordato il rispetto che lepenne nere hanno sempre avuto, anche

di Gian Mario Gervasoni

A SAVONA ASSEGNATO IL PREMIO “L’ALPINO DELL’ANNO 2013”

Quarant’anni di...

Gli alpini del gruppo di Bordano premiati con i diplomi di merito. Da sinistra: Paolo Zingaro, Bruno Picco, Gerri Patriarca e Iglif Scussolin.

Graziano Tonon (al centro) con il caporal maggiore capo Stefano Lomonaco e, a sinistra, Giacomo Folcio.

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317-2014

uomini speciali!a costo della vita, dei valori che li con-traddistinguono. La preghiera dell’Alpino, recitata dal-l’esperto cerimoniere gen. GiacomoVerda e accompagnata dal canto Signoredelle Cime, ha fatto da preludio alla con-segna agli eredi di una lettera spedita dalfronte da un soldato caduto in battaglia.I premi sono stati consegnati in piazzadel Comune, addobbata con migliaia dibandiere tricolori. A turno il presidentesezionale Gian Mauro Gervasoni, il pre-fetto di Savona Gerardina Basilicata, ilpresidente Sebastiano Favero e il co-mandante della capitaneria di PortoC.V. Moretti hanno consegnato i rico-noscimenti. Il premio “L’Alpino del-l’Anno 2013” è stato assegnato a Grazia-no Tonon del gruppo di Piavon (sez. Tre-viso) che con eroismo ha salvato unadonna, precipitata con la sua auto nelleacque gelide di un canale. Tra gli alpiniin armi è stato premiato il caporal mag-giore capo Stefano Lomonaco, del 32°

Due momenti della sfilata: il Labaro dell’ANA scortato dal presidente Favero e gli alpini in divisa storica, seguiti dai gagliardetti.

uomini speciali!

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327-2014

PREMIO NAZIONALE “L’ALPINO DELL’ANNO 2013”Alpino in congedoGRAZIANO TONON - Classe 1970 - Gruppo di Piavon, Sezione di TrevisoMotivazione: “Il 12 febbraio 2013, mentre era al lavoro nella cantina di famiglia con il padre Giovanni e il fratello Massimo, veniva av-visato che un'auto giaceva capovolta nel canale vicino a casa. Incurante dell'acqua gelida e del pericolo di mettere a repentaglio la propriavita Graziano, pensando che ci fossero persone a bordo, si gettava senza indugio nel canale. Raggiunto dai famigliari con due trattori, riu-sciva a capovolgere l'auto e, scardinata una portiera, ad entrare nell'abitacolo pieno di fango. Sul sedile posteriore c’era una donna ran-nicchiata su se stessa evidentemente disorientata, impaurita e spaventata, che lo pregava di salvarla in quanto madre di un bimbo. Gra-ziano, preoccupato che avesse il piccolo con sé, cercava ancora all'interno della macchina, ma per fortuna il bimbo non c'era. Con l'aiu-to di cinghie e trattori si riusciva a trascinare l'auto sulla riva del canale, a liberare finalmente la donna, che veniva ricoverata in ospeda-le con un principio di ipotermia. La temperatura di quel mattino era di 3 gradi sottozero, i bordi del canale ancora innevati e la strada co-perta da un sottile strato di ghiaccio ha causato lo sbandamento dell'auto. L'esempio disinteressato e istintivo di valore civile e di altruismodi Graziano e dei famigliari rende orgoglioso e arricchisce ancora una volta il mondo alpino”.

Alpino in armiCAP.LE MAGG. CAPO STEFANO LOMONACO - Classe 1979 - 32° Rgt. Genio Guastatori - TorinoMotivazione: “Graduato effettivo al 32° Reggimento Genio Guastatori dotato di capacità professionali non comuni, si è sempre distintotra i parigrado per l'elevato rendimento e per la condotta impeccabile. In particolare il 23 ottobre 2013, non in servizio, assisteva ad unoscippo ai danni di una donna e, con coraggio, si lanciava all'inseguimento del malvivente che, bloccato una prima volta da alcuni ausilia-ri del traffico, riusciva a divincolarsi e a proseguire la fuga. Il Caporale maggiore capo Lomonaco, con un'eccezionale fermezza e sprezzodel pericolo, continuava l'inseguimento fino a raggiungerlo, fermandone la corsa, immobilizzandolo e consegnandolo ad una pattuglia diPolizia sopraggiunta sul posto. Chiaro esempio di militare dotato di alto senso civico che, con il suo coraggio, ha contribuito fattivamentead accrescere l'immagine e il lustro della propria Unità delle Truppe Alpine e dell'Esercito Italiano”.

Alpino in congedo - Diploma di meritoGIACOMO FOLCIO - Classe 1946 - Gruppo di Giussano, Sezione di Milano Motivazione: “Capogruppo di Giussano, proveniente da una famiglia di alpini e con figli appartenenti a questo nobile Corpo, GiacomoFolcio è molto stimato nella comunità giussanese per le innumerevoli iniziative di solidarietà in ambito cittadino, parrocchiale e diocesano,attraverso il fondo di solidarietà della diocesi di Milano. Negli anni che intercorrono dal 1996 al 2010 si svolge “l'avventura dell'acqua”in Tanzania: vengono infatti realizzati diversi acquedotti a caduta sfruttando le diverse sorgenti presenti in quota, con serbatoi in calce-struzzo, parecchi chilometri di tubazioni e fontanelle in ghisa. Il tutto complice una serata in compagnia di don Camillo Calliari, missio-nario della Consolata in Tanzania. Alla fine del 2013 ha portato a termine il progetto della costruzione della nuova chiesa nel villaggio diIlembula, facendo arrivare sul luogo due container con 410 quintali di materiali vari, tra i quali le capriate in acciaio per la copertura,prontamente montate da 12 volontari. Alla guida dei “suoi” alpini, perennemente e sapientemente coinvolti e stimolati ha inoltre operatoin decine di interventi di solidarietà nei cinque continenti, per alleviare sofferenze e portare aiuti in occasione di terremoti, alluvioni, guer-re e povertà, confermando la fedeltà al motto alpino “ricordare i morti aiutando i vivi”.

Alpino in congedo - Diploma di meritoBRUNO PICCO - GERRI PATRIARCA - IGLIF SCUSSOLIN - PAOLO ZINGARO, Gruppo di Bordano, Sezione di Gemona Motivazione: “Alpini friulani all'Adunata nazionale di Piacenza, mentre rientravano al campo dove soggiornavano in tenda, notavanoun extracomunitario in preda ai fumi dell'alcool che, al loro sopraggiungere, fuggiva correndo, cercando di far perdere le tracce. Poco do-po trovavano a terra una ragazza con svariate escoriazioni, che aveva subito vari tentativi di violenza ed era in preda a sussulti e piantoirrefrenabile. Rincorso e bloccato il malvivente, Picco, che è un poliziotto, provvedeva ad immobilizzarlo ed a consegnarlo alle forze del-l'ordine, mentre i tre alpini provvedevano a prestare i primi soccorsi alla sedicenne malcapitata. Il Comitato di Presidenza dell'Associa-zione Nazionale Alpini e la sezione di Gemona hanno deliberato di segnalare i protagonisti, in considerazione del comportamento etico ecivile che ha ulteriormente giovato ancora una volta alla credibilità ed al prestigio che l'Associazione si è conquistata nel tempo”.

reggimento Genio guastatori, per averfermato, dopo un concitato inseguimen-to, un malvivente che aveva scippatouna signora. I diplomi di merito sono stati consegna-ti all’alpino Giacomo Folcio del gruppodi Giussano (sez. Milano) che dal 1996porta aiuti alla popolazione in Tanzaniae a quattro alpini del gruppo di Bordano(sez. di Gemona): Bruno Picco, GerriPatriarca, Iglif Scussolin, Paolo Zingaro

che all’Adunata di Piacenza avevanoaiutato a far arrestare un delinquenteche aveva abusato di una sedicenne. Èfacile immaginare l’emozione degli alpi-ni premiati, ma anche quelli degli anniscorsi: Rota, Giupponi, Cena, Grivon,Artico e Zonca, venuti appositamente,anche in rappresentanza dei loro colle-ghi. A tutti è stato consegnato un volu-me contenente le motivazioni, ritagli digiornali e fotografie dei quaranta premi

assegnati negli anni (si può richiedere inSezione). Sono stati presenti a tutte levarie fasi delle manifestazioni due reducidella Sezione, Settimio Pagnini e Leo-nardo Sassetti, accolti con affetto. Dopo il saluto delle autorità, penne neree amici si sono nuovamente incontratialla “Sagra degli alpini” per un meritatopranzo, con l’arrivederci al prossimo pre-mio “L’Alpino dell’anno 2014”, nel2015.

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337-2014

“Toccando il cielo”

Sarà un’impresa unica nel suo gene-re. È quella a cui si sta preparandoLuca Barisonzi - l’alpino dell’8°

reggimento, ferito in Afghanistan nel2010 e costretto su una sedia a rotelle -che il 26 e 27 luglio salirà sul monte Ro-sa, raggiungendo i 4.554 metri della Ca-panna Regina Margherita, il rifugio piùalto d’Europa.“Toccando il cielo”, questo il nome del-l’iniziativa, sarà possibile grazie ad unasquadra guidata dall’alpinista Luca Collie ad una speciale carrozzina elettrica cin-golata, fornita da un’azienda statuniten-se, adatta ad essere utilizzata su neve eghiaccio.Per compiere l’impresa in sicurezza Lucaha superato brillantemente scrupoloseverifiche mediche, effettuate presso ilCentro di Medicina della Montagna diAosta e Chamonix. Il programma preve-de la salita in funivia di Luca Colli e del-la squadra da Alagna Valsesia a Punta In-dren (3.200 metri), quindi a piedi fino alrifugio Gnifetti (3.647 metri) dove Lucasarà trasportato in elicottero con la car-rozzina speciale. La sfida alla montagna liporterà attraverso il Colle del Lys (4.248metri), al Colle Gnifetti, fino all’omoni-

ma Punta, dove si trova la Capanna Mar-gherita. La salita, assai impegnativa, ver-rà effettuata in un solo giorno: il mezzopilotato da Luca sarà messo in sicurezzadagli alpinisti utilizzando delle corde.Per realizzare “Toccando il cielo” do-vranno essere coperti alcuni costi fissi,stimati in circa 15.000 euro, che com-prendono il trasporto in elicottero dalfondovalle alla partenza sul ghiacciaio eritorno, l’acquisto (a prezzo di favore) ela spedizione del mezzo cingolato dagliStati Uniti. La parte eccedente i costi ef-fettivamente sostenuti sarà destinata alfinanziamento del “Progetto Spazio VitaNiguarda” per la realizzazione del nuovoCentro Polifunzionale.L’iniziativa gode del patrocinio dell’As-sociazione Nazionale Alpini. È possibileaiutare Luca nell’impresa e il “ProgettoSpazio Vita” facendo un’offerta sul contomesso a diposizione da:

Spazio Vita NiguardaOnlus Società Cooperativa

Credito Valtellinese, agenzia 20 - MilanoCausale: “Toccando il cielo”

IBAN IT34P0521601625000000012243

SUL MONTE ROSA CON LUCA BARISONZI

IN BREVE

UN ALPINO IN BULGARIAOvunque nel mondo cisono alpini. FrancescoBernardi, btg. Vicenzaa Codroipo nel 1991,da circa un anno è inBulgaria per lavoro. Fal’apicultore e, tanto pertener sempre vivo

l’amore per gli alpini, ha chiamato le arnie con inomi di gruppi e battaglioni della Julia. Lo vedia-mo anche sullo sfondo delle sue amate montagneche appena può torna a trovare.

30 ADUNATE INSIEMEFoto ricordo a Pordenone per celebrare un impor-tante traguardo. Questi alpini di Domodossola,hanno partecipato insieme a 30 Adunate. Si chia-mano: Vescio, Pellanda, Tonossi, Modini, Caser-ta, Tognetti, Giudici.

MONUMENTO “FAI DA TE”Valerio Zanchi, naja nel 5°reggimento alpini a Mera-no nel 1971/’72, risiede aForesto Sparso (Bergamo)ed è iscritto al locale grup-po. Ha realizzato da soloquesta scultura e l’ha posi-zionata nel giardino di ca-sa, accanto al palo dell’al-zabandiera. Bravissimo!

NOVALESA IN VISITAGli alpini del gruppo di Novalesa (sez. Valsusa)hanno incontrato il presidente Sebastiano Faveroe visitato la Sede Nazionale. Erano in 50, un veroe proprio record di presenze, guidati dal presi-dente sezionale Giancarlo Sosello e dal revisoredei conti Mario Botteselle.

La Capanna Regina Margherita,il rifugio più alto d’Europa.

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347-2014

Forze Armate garanzia di pace

Il 2 giugno il presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano e le più altecariche dello Stato, hanno reso omag-

gio ai Caduti deponendo una corona alsacello del milite ignoto all’Altare dellaPatria, a Roma. Tra i 3.500 militari che hanno partecipa-to alla rivista militare lungo i Fori Impe-riali c’era una Compagnia del 9° Alpini ela fanfara della Julia. Il Labaro dell’ANA ha sfilato su una ca-mionetta militare, scortato dal vice pre-sidente nazionale Nino Geronazzo e il

delegato dell’ANA in Roma Federico diMarzo (nella foto qui sopra).Il tema scelto per celebrare il 68° anni-versario della Repubblica è stato: “ForzeArmate, valori e tradizione dalla primaguerra mondiale alla difesa europea”. Nelmessaggio inviato al Capo di Stato Mag-giore della Difesa ammiraglio Luigi Bi-nelli Mantelli, il presidente Napolitanoha ricordato come “gli Stati europei, cheun secolo fa si combattevano con feroceaccanimento, oggi sono uniti sotto lastessa bandiera. Ma anche per l’Europa la

pace non è un bene definitivamente ac-quisito. Lo dimostrano l’acuirsi di gravifocolai di tensione a ridosso dei confinidell’Unione e il necessario, costante im-pegno della Comunità internazionalenella gestione delle crisi e nel contrastodel terrorismo e della criminalità orga-nizzata”. E il ruolo delle Forze armate merita “ilprofondo apprezzamento del Paese per laprofessionalità, la dedizione al servizio eil valore dimostrati in tutti i teatri opera-tivi, anche nelle situazioni più difficili”.

Gli alpini a Roma: “Liberate i marò!”“Marò liberi” si legge sul para-

cadute che gli alpini aveva-no portato in sfilata al-

l’Adunata di Pordenone e che sabato 14giugno è stato gonfiato dal vento dellacapitale. Al corteo di Roma, in favore della libe-razione di Salvatore Girone e Massimi-liano Latorre, i due fucilieri di marinaingiustamente detenuti in India, hannopartecipato centinaia di penne nere -presente anche Luca Barisonzi - accantoai militari di altre Armi, sindaci, politicie cittadini. Ad aprire il corteo uno stri-scione con il leone di San Marco e ilmotto del reggimento “Per mare e perterra”, Paola Moschetti, compagna diLatorre e Annarita Lo Mastro, mamma

di David Tobini, il parà ucciso in Afgha-nistan nel luglio 2011. In mattinata iprimi ad arrivare erano stati i bikers che

sulle rombanti moto hanno sfilato per lestrade della capitale dimostrando il loroappoggio alla manifestazione.

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50 anni di alpini paracadutisti

L o splendido scenario dell’Alpe diSiusi è da sempre il luogo d’elezio-ne del 4° reggimento Alpini para-

cadutisti per uno tra gli addestramentipeculiari: l’aviolancio (al quale dedi-chiamo l'ultima di copertina del giorna-le). I lanci effettuati nel mese di aprileassumono un valore simbolico nella ri-correnza del 50° anniversario della na-scita della Compagnia Alpini paracadu-tisti (costituita dal personale dei disciol-ti plotoni paracadutisti delle 5 Brigate)che nel 1990 prende il nome di “MonteCervino”, e che successivamente si tra-sforma nel battaglione omonimo(1996). Nel 2004 il battaglione entra afar parte del ricostituito 4° reggimentoAlpini paracadutisti.Nel corso dell’esercitazione sulla pianainnevata a oltre 2.000 metri di quota, al-la presenza del sindaco di Bolzano, si èsvolto un momento di commemorazionea cui hanno partecipato molti tra gli excomandanti della Compagnia Alpini

co nel Gruppo dell’Adamello. Tra levette di maggior spicco toccate nel corsodell’esercitazione il monte Adamello(3.539 metri), il Corno Bianco (3.434metri), la Cresta Croce (3.315 metri), laCima Cannone (3.276 metri) e la Ci-ma Venezia (3.290 metri). L’attività ave-va lo scopo di verificare le capacità dimovimento e sopravvivenza in altamontagna e di confermare l’elevato li-vello di preparazione in campo sci-alpi-nistico dei “Ranger” del 4° reggimento.

paracadutisti oltre a chi vi prestò servi-zio. Ha presenziato all’evento il gen. diC.A. Alberto Primicerj, comandantedelle Truppe Alpine che, rivolgendosiagli alpini paracadutisti schierati davan-ti a lui, ha sottolineato l’unicità e l’ec-cellenza di questo reparto. Ha poi conse-gnato una Medaglia d’Argento al Valoredell’Esercito al maresciallo ordinarioEnrico Mercuri e al sergente Matteo Lo-catelli per il compito svolto durante lamissione in Afghanistan. Sono statiinoltre consegnati gli attestati di qualifi-ca al personale che ha da poco conclusocon successo il lungo e complesso iterper divenire “Ranger”.

Raid alpinistico in AdamelloNelle giornate del 18, 19 e 20 marzo, unnutrito gruppo di militari del 4° reggi-mento Alpini paracadutisti “Ranger”, hacondotto un impegnativo raid alpinisti-

ESERCITAZIONI IN ALTA QUOTA SULL’ALPE DI SIUSI E IN ADAMELLO

357-2014

Il comandante delle Truppe Alpine gen. Primicerj consegna le onorificenze al serg. Locatelli (nella foto a sinistra) e al mar. Mercuri.

NOSTRI ALPINI IN ARMI

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I raduni dei 4 raggruppamenti

Sabato 6 settembreConvegno di Protezione Civile a Isola della Scala Ore 9.30, accreditamento - ore 10 convegno Protezione Civile dedicato alle Ammi-nistrazioni (intervengono rappresentanti del D.P.C. e rappresentanti nazionali del-l’ANA) – ore 12.30, termine convegno e pranzo – ore 14.30, arrivo volontari di P.C.delle squadre comunali e del 3° RGPT - ore 15, inizio convegno P.C. dedicato ai vo-lontari - ore 17.45, termine convegno - ore 18 inizio sfilata – ore 18.30, Messa pres-so l’abbazia – ore 19.30, deposizione corona - ore 20, cena.Venerdì 12 settembre Ore 19.30, in piazza Bra carosello di fanfare - ore 20 nelle chiese cittadine esibizionidi cori alpini.Sabato 13 settembreOre 10, alzabandiera - ore 10.30, arrivo Bandiera di guerra, Labaro e gonfaloni - ore 11,ricevimento autorità presso il municipio della città di Verona - ore 12.30, pranzo auto-rità - ore 18, Messa in Arena celebrata dal vescovo di Verona - ore 18.45, partenza del-le fanfare dalle piazze della città: piazza Erbe, piazza delle Poste, sede sezione alpini Ve-rona - ore 19.30, prove in Arena di fanfare e cori – ore 20.30, inizio grande concerto inArena – ore 20.45, arrivo della staffetta con i reduci - ore 23.30, fine concerto.Domenica 14 settembreOre 8.30, alzabandiera – ore 9.30, inizio sfilata – ore 14.30, fine sfilata – ore 18, am-mainabandiera.Informazioni: ANA sez. Verona: 045-8002546 - www.anaverona.it

VERONA (3° Raggruppamento) - 13, 14 settembre

Venerdì 19 settembreOre 9, apertura AnaPoint e consegna accrediti stampa - ore 10, partenza per PianoPernicana e Provenzana, entrata Ragabo, cerimonia e Preghiera dell’Alpino alla“Madonnina delle Nevi”. A seguire, escursione alle “colate laviche” - ore 13, pranzolibero nella Villa Comunale “Vespri Siciliani”, area Villaggio Enogastronomico (perquanti restano a Linguaglossa, Catania) - ore 18, Messa nella chiesa S. Egidio di Lin-guaglossa - ore 20, cena alpina alle “Cantine Patria” (Solicchiata - Castiglione di Si-cilia), prenotazioni presso l’InfoPoint. Durante il pomeriggio e la serata sono previ-ste numerose esibizioni lungo il perimetro del centro storico di fanfare e cori alpini.Sabato 20 settembreOre 8, apertura InfoPoint - ore 10, alzabandiera al monumento ai Caduti di fronte alPalazzo di Città, a Linguaglossa - ore 11, concerti itineranti di cori alpini e fanfarelungo il centro storico di Linguaglossa - ore 16, incontro del presidente nazionaleANA, del CDN e dei presidenti di Sezione con le autorità civili, militari e religiose,presso la sala del Consiglio Comunale di Linguaglossa - ore 17, onori al Labaro del-l’ANA e al Gonfalone del Comune di Linguaglossa - ore 17.10, onori ai Caduti conla deposizione di una corona di alloro al monumento dei Caduti di tutte le guerre -ore 17.30, sfilata lungo via Roma fino alla Chiesa Madre - ore 18, Messa solenne.Domenica 21 settembreOre 9, ammassamento in piazza Fossa della Neve, area tensostruttura - ore 10.15,onori al Labaro dell’ANA - ore 10.30, sfilata per le vie del centro storico fino all’areadel piazzale del Collegio San Tommaso dei Padri Domenicani di Linguaglossa - ore18, cerimonia dell’ammainabandiera.Informazioni: ANA sez. Sicilia: 095-316275 - www.radunoalpinilinguaglossa.it

LINGUAGLOSSA (CATANIA) (4° Raggruppamento) - 19, 20, 21 settembre

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377-2014

Secondi solo all’Adunata nazionale, sono i raduni di Raggruppamento che si svolgono ogni anno in differenti città d’Italia erichiamano moltissimi alpini. Sono vere e proprie feste di popolo che coinvolgono migliaia di persone e intere provincie contanti appuntamenti: mostre, concerti, spettacoli, fiere. Ecco i programmi di quest’anno.

Venerdì 26 settembreOre 21, “Ricordiamo i nostri Eroi” al Cinema Sociale (via Carducci 8 a Omegna): se-rata nel ricordo degli alpini della Sezione decorati al Valor Militare, con la parteci-pazione del coro ANA Stella Alpina di Berzonno.Sabato 27 settembreOre 9.30, riunione dei presidenti al Forum di Omegna. Ore 15, cerimonia al monu-mento all’Alpino di Cusiano: gli alpini della Sezione deporranno un mazzo di fiorinel ricordo dei soci “andati avanti” e i ragazzi delle scuole della sezione di CasaleMonferrato proporranno due brani cantati - ore 16, ammassamento in viale Garibal-di (di fronte alla sede sezionale): arrivo dei Gonfaloni dei Comuni, dei Vessilli delleAssociazioni d’Arma, dei Gonfaloni del Comune di Omegna, della provincia di Ver-bania e della Regione Piemonte - ore 16.30, arrivo del Labaro dell’ANA; a seguire al-zabandiera, onore ai Caduti, allocuzioni - ore 17.30, sfilata per le vie cittadine: viaGaribaldi, piazza XXIV Aprile, via Cavallotti, piazza Beltrami - ore 18, Messa nellachiesa Collegiata - ore 21.30, esibizione delle fanfare alpine in tre piazze della città -ore 22.30, in piazza XXIV Aprile concerto finale delle fanfare riunite - ore 22.45,spettacolo a sorpresa.Domenica 28 settembreOre 8, ammassamento - ore 9.30, in piazza Beltrami arrivo dei Gonfaloni della Re-gione, delle Provincie e dei Comuni, a seguire onori al Labaro dell’ANA - ore 10, sfi-lata per le vie della città - ore 13.15, pranzo (libero, organizzato dalle Sezioni e/oGruppi) - ore 17.30, ammainabandiera - ore 18, estrazione premi lotteria presso la se-de sezionale.Informazioni: ANA sez. Omegna: 0323-866493 - www.anaomegna.it

OMEGNA (1° Raggruppamento) - 26, 27, 28 settembre

Venerdì 17 ottobre Ore 18, concerto “Note Alpine” con orchestra giovanile provinciale al teatro Man-zoni – ore 21, concerto con i cori alpini della sezione di Monza e premiazione con-corso letterario sempre al teatro Manzoni.Sabato18 ottobre Ore 9,30, alzabandiera in piazza Trento e Trieste a Monza – 9.30, riunione presiden-ti sezionali del 2° rgpt. in Sala Maddalena – 14.30, a Palazzo comunale le autorità ci-vili ricevono il presidente nazionale e i presidenti sezionali del 2° rgpt. – ore 15, ca-rosello della fanfara alpina militare piazza Trento e Trieste – ore 17, onori e sfilataverso piazza Duomo e piazza Trento e Trieste - ore 18, Messa nel Duomo di Monza -ore 19,20, ammainabandiera in piazza Trento e Trieste - ore 21, spettacolo teatrale“La notte che il nulla inghiottì la terra” al teatro Manzoni Domenica 19 ottobre Ore 8.30, ammassamento nei giardini di Villa Reale - ore 9,30, alzabandiera, onori,discorsi delle autorità e inizio sfilata - ore 12,30, onori finali e passaggio della steccain piazza Trento e Trieste - ore 17, ammainabandiera in piazza Trento e Trieste.Informazioni: ANA sez. Monza: 338-6822790 - www.anamonza.it

MONZA (2° Raggruppamento) - 18, 19 ottobre

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387-2014

IN BREVEI NOSTRI VECI

PIETRO 97 ANNIFoto ricordo per Pietro Roma-no, Croce al Valor Militare e in-valido di guerra.

ENRICO…Il gruppo di Rosegaferro, sezione di Verona ha fe-steggiato Enrico Cordioli, uno dei soci più anziani.Reduce di Russia, venne ferito gravemente sulDon nel dicembre 1942. Ha voluto farsi fotografa-re con Luca Cordioli, classe 1982, btg. Feltre, unodei più giovani.

…GUSTAVOGustavo Manente (al centro con la piccozza) è sta-to festeggiato dai suoi alpini del gruppo di Mira,sezione di Venezia. Artigliere da montagna del 3°,15ª batteria, capopezzo, è reduce delle Campa-gne di Grecia-Albania e Russia dove fu fatto prigio-niero. Tornò a baita nel dicembre 1946.

…E PASQUALEIscritto al gruppo di Palazzo Canavese Piverone,sezione di Ivrea, è stato festeggiato nella sede delGruppo con tanto di torta e targa ricordo. Pasqua-le, 4° Alpini btg. Ivrea, è reduce del fronte occiden-tale, e della Campagna di Grecia-Albania. Nel ’41 fuferito e dopo mesi di ospedale fu rimpatriato ed en-trò in un gruppo di partigiani operante nel biellese.

94 PER TRE:

L’Adunata in DVDIDVD con le immagini dell’Adunata di Pordenone so-

no disponibili in un cofanetto doppio: il primo discocontiene le riprese degli eventi più significativi del-

l’Adunata (l’alzabandiera, la Cittadella militare, l’arrivodella bandiera di guerra, l’inizio della sfilata con le Sezio-ni Estere, la sezione di Pordenone e la fine della sfilata);nel secondo, a scelta, ci sarà la parte della sfilata, suddi-visa per Sezioni. Potete scegliere tra questi contenuti:

Cod. PN141 - DVD 1 - Sez. della Liguria e della Valle D’AostaCod. PN142 - DVD 2 - Sez. del PiemonteCod. PN143 - DVD 3 - Sez. della LombardiaCod. PN144 - DVD 4 - Sez. dell’Emilia RomagnaCod. PN145 - DVD 5 - Sez. del VenetoCod. PN146 - DVD 6 - Sez. del Trentino A.A, e del Friuli V.G.Cod. PN147 - DVD 7 - Sezioni del 4° Raggruppamento (Centro-Sud-Isole e Toscana)

I DVD possono essere ordinati dai soci ANA direttamente alla FTF ServiziS.r.l., presso la Sezione ANA di appartenenza, oppure su ana.itIl DVD doppio è in vendita a soli 14,00 euro più le spese di spedizione (per or-dini fino a 2 DVD con la stessa destinazione in Italia 7,00 euro; per ordini da 3 a 50DVD con la stessa destinazione in Italia 12,00 euro; per spedizioni all'estero occorrecontattare prima della richiesta d'acquisto la FTF Servizi S.r.l.). I DVD saranno spe-diti entro tre settimane dal ricevimento del pagamento: non si effettuano spedizio-ni tra il 9 e il 25 agosto 2014.Sino ad esaurimento scorte sono disponibili anche i DVD delle Adunate di Piacenza2013, Bolzano 2012, Torino 2011, Bergamo 2010 e Latina 2009.Per maggiori informazioni, www.ana.it o contatta FTF Servizi S.r.l. - Comunica-zione Digitale, via della Resistenza 6 - 20090 Buccinasco (MI), tel.800038450, fax 02700523525, [email protected]

Le Fanfare a Bergamo

Programma

• Sabato 20 settembreore 16,30: concerti nelle piazze di Berga-mo.ore 18: alzabandiera piazzale alpini.Sfilata in centro città.ore 21: concerto PalaCreberg.

• Domenica 21 settembreRaduno di brigata degli alpini bergama-schi in congedo.ore 10: sfilata partendo dalle porte in cit-tà alta.A seguire: carosello finale al Campo del-la Fara.

Le Fanfare dei congedati delle cinqueBrigate alpine si esibiranno al 5° ra-

duno nazionale, il prossimo settembre, inuna due giorni di concerti.

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397-2014

IN BREVEI NOSTRI VECI

BRUNO 99, DOMENICO 95, ELIGIO 93 ANNIIl gruppo di Travo, sezione di Piacenza, durante ilpranzo sociale nella sede, ha festeggiato i tre re-duci Bruno Anguissola, 99 anni, Domenico Bassi,95 anni e Eligio Everri 93 anni. Sono passati per unsaluto anche il sindaco Albasi e il vice sindaco Ro-berta Valla, madrina del Gruppo.

FRANCESCO 91 ANNIFrancesco Ferrari, iscritto al gruppo di Tizzano ValParma, 8° reggimento, btg. Gemona, nel settem-bre ’43 tornò a casa a piedi dal confine jugoslavo.Il Gruppo gli ha conferito una pergamena e regala-to un ritratto, opera di un socio.

GUERRIERO E RINALDO 90 ANNI, ANGELO 91Tre alpini festeggiati al gruppo di Giavera del Mon-tello, sezione di Treviso: da sinistra, Guerriero Za-natta, Rinaldo Bianchetti e Angelo Toffoletto. Aognuno la sua torta!

IL CENTENARIO GIUSEPPEIl gruppo di Montà, sezione di Cuneo, ha festeggia-to Giuseppe Costa, reduce d’Albania, arrivato altraguardo del secolo.

Campi scuola ANAPer molti ragazzi un racconto ascoltato distrattamente

in un’aula scolastica è assai meno efficace di una vi-sita sui luoghi della memoria. In un caso si apprende

quasi passivamente, nell’altro tutti i sensi vengono coin-volti in un crescendo di attenzione, curiosità e voglia dicomprendere. Il centenario della Grande Guerra è un’op-portunità unica per intensificare, perfezionare e organizza-re al meglio la presenza alpina nelle scuole di ogni ordine egrado. Il nuovo progetto, messo a punto dall’Associazioneper incentivare queste opportunità, è quello dei campi esti-vi, chiamati “Campi scuola ANA”. Il debutto avviene inluglio in un territorio incantevole, di fronte alle Grigne eal promontorio di Bellagio. Questo strumento rivolto allescuole andrà a sommarsi ai campi scuola di “Anch’io sonola Protezione Civile”, promossi dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile, acui partecipano i volontari dell’ANA. Inoltre alcune Sezioni ANA, in accordo coni reparti alpini in armi, propongono dei corsi di avvicinamento alla montagna: citia-mo in particolare quelli organizzati a San Candido dalla sezione di Bergamo e daglialpini del 6° reggimento. Dal prossimo numero de L’Alpino verranno dedicate alcu-ne pagine a queste iniziative e all’impegno di tanti alpini nel trasmettere i nostri va-lori e l’amore per la montagna alle nuove generazioni.

Gianluca Marchesi - Centro Studi ANA

Cinofili ANA ai mondialiLa squadra cinofila “La Piota” della

sezione ANA Val Susa sarà uno deiteam che rappresenteranno l’Italia

ai Campionati del mondo di cani da soc-corso, in programma dal 21 al 24 agostonel centro cinotecnico di Caselette (To-rino). Al campionato saranno presenti150 cani con i loro istruttori, provenien-ti da oltre 20 nazioni. Si confronterannonelle prove di obbedienza e di ricerca sumacerie che saranno aperte al pubblicocon ingresso libero. La cerimonia diapertura avrà luogo al campo sportivo diCaselette giovedì 21 agosto, alle ore 16,con la partecipazione dellafanfara della Brigata alpinaTaurinense.Le squadre che partecipe-ranno ai campionati sonostate selezionate dall’EnteNazionale Cinofilia Italia-na il 14 giugno scorso. Perla ricerca in superficie si so-no qualificati i team “LaPiota” della sezione ANAVal Susa, Guardia di Finan-za e UCIS Bolzano; nella ri-cerca su macerie i due team“K-9” di Domodossola e

della Guardia di Finanza; nella ricerca inpista i team “FIDASC” di Siracusa e“Werner Gundo” del Trentino.Per maggiori informazioni: www.wcrescuedog2014.com

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407-2014

Delegazione IFMS in SpagnaSu proposta del presidente IFMS

dell’ANA Renato Cisilin una de-legazione di alpini si è recata in

Spagna, presso il Monastero Les Avella-nes (Lleida), per onorare i Caduti dellaguerra civile spagnola (1936/1939).La delegazione, con al seguito i vessilli diBergamo, Pavia, Torino, i rappresentan-ti dei gruppi di Moncalieri, Testona,Carmagnola di Torino, Gropello Cairo-li, Gorlago, Mozzo, Osio Sotto, accom-pagnati dai delegati ANA Alessio Gra-nelli e Danilo Perosa con lo stendardodell’IFMS, è stata ricevuta a Lleida dalsegretario dell’IFMS spagnola EstebanCalzada e da altre autorità militari e ci-vili. Nell’Abbazia di Lleida si è tenutauna solenne commemorazione con laMessa celebrata dall’abate priore. Du-rante il rito religioso in onore dei Cadu-ti è stata letta in italiano e spagnolo laPreghiera dell’Alpino. Al termine i partecipanti si sono porta-ti in sfilata al Memoriale del cimitero diLes Avellanes dove, al canto dell’Innodei soldati veterani di montagna, è stata

gazione degli alpini aggiungendo: “Lavostra presenza qui, unita alla nostra al-le Adunate degli alpini da ormai 14 an-ni, lega saldamente le nostre due asso-ciazioni”.

deposta una corona di fiori. L’Inno na-zionale spagnolo ha chiuso la cerimo-nia. Il presidente nazionale dell’IFMSspagnolo Vicente Valdivielso nel suo di-scorso di chiusura ha ringraziato la dele-

VISITA ALLA SEDE NAZIONALE: lo scorso 13 giugno il Segretario generale degli IFMS gen. Bojan Pograjc, accompagnato dal presidente della Federazione dei Soldati di Montagna della Slovenia Fedja Vranicar, hanno fatto visita alla Sede nazionale di Milano. Ad accogliere la delegazione straniera, il presidente nazionale Sebastiano Favero, il vicario Adriano Crugnola e alcuni componenti della Commissione nazionale IFMSpresieduta dal consigliere Renato Cisilin. L’incontro è stato un’occasione per fare il punto sulla Federazione Internazionale auspicando per il futuro, una ancor più stretta collaborazione, forti di una salda e profonda amicizia.

Straordinaria CollettaLa “Colletta alimentare straordinaria” svolta il 14 giugno scorso ha raccolto

4.770 tonnellate di alimenti a lunga conservazione. Grazie anche al supportodell’ANA, con tante penne nere mobilitate nei supermercati di tutt’Italia, i

magazzini della Rete Banco Alimentare sono stati impinguati e i generi alimentarisaranno presto distribuiti nelle 8.800 strutture caritative, convenzionate con la Fon-dazione Banco Alimentare, che assistono 2 milioni di poveri.

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417-2014

INCONTRI

Raduno degli artiglieri del gruppo Aosta a Saluzzo.

Incontro a Feltre a 40 anni dalla naja. Sono gli alpini del 3°/’73, btg. Feltre, 66ª cp. con il loro comandante di compagnia, gen. Roberto Ridolfie il maresciallo Francesco Mungo.

Artiglieri del gruppo Susa, 1°/’63 a 50 anni dal congedo, di nuovo insieme ad Acqui Terme. Per il prossimo raduno contattare Franco Ponzano,tel. 347-3823816; e-mail: [email protected]

Commilitoni del 3°/’75, btg. Gemona, brg. Julia, caserme Lamarmora e Italia di Tarvisio. Contattare Alberto Talamanca, tel. 340-3343396.

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Artiglieri della 31ª batteria di Si-landro, 1°/’40, 50 anni dopo,durante il loro quindicesimo ra-duno.

Da allievi del 7° e 8° corso ASCdi Aosta, negli anni 1955-56 aistruttori alla Chiarle. Sono, dasinistra, Vezzoli, Brenna, Capi-tanio e Molteni.

Giorgio Zanetti e FrancescoZoppetti si sono riabbracciatidopo 53 anni in occasione delraduno della Cadore. Nel 1960erano alla caserma Fantuzzi aBelluno.

Adunata a 51 anni dal conge-do. Sono, da sinistra, DarioZampini, Eugenio Saleri, Anto-nio Costa e Giuseppe Cattoi.

Foto di gruppo del 17° raduno degli ufficiali e sottufficiali in s.p.e., di cpl. e degli ASC dal 15°al 19° corso, anni1960-61. Per il 18° raduno ad Aosta, nei giorni 20-21 settembre, chiamare Lorenzo Fenoglio, tel. 328-5327940.

Appuntamento domenica 7 settembre a Mel (Belluno) per gli alpini della cp. Trasmissioni, brg. Cadore, al loro ventesimo raduno annuale. Con-tattare Nevio Stefanutti, tel. 339-3622486; oppure Adriano Vidori, 338-5978200.

Gli allievi del 28° corso ACS della SMALP di Aosta si sono dati ap-puntamento a Vicenza. Contattare Salvo, tel. 333-8340017, per unanuova rimpatriata il 20-21 settembre.

427-2014

INCONTRI

Alcuni alpini del btg. Cividale di Chiusaforte, 76ª cp., dopo 42 anni.

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437-2014

INCONTRI

Cinquant’anni fa erano nella 65ª cp. a Strigno: si sono ritrovati presso labasilica di Monte Berico. Per il prossimo incontro contattare NatalinoCecchetto, tel. 328-0317602; oppure Paolo Cestonaro, 349-8322987.

Ritrovo a Sant’Andrea di Bressanone, dopo cinquant’anni, per gli alpi-ni paracadutisti del 3°/’63.

Commilitoni della 79ª cp. 7° Alpini, che erano alla caserma Salsa,3°/’73, di nuovo insieme a Castelgomberto dopo 40 anni.

Ritrovo a 32 anni dal 105° corso AUC alla SMALP di Aosta.

Ritrovo a Cerro Veronese dei congedati del btg. Gemona, 4°/’83 e 7°/’83 per ricordare il commilitone Ser-gio Busato, della 71ª cp., andato avanti durante il servizio di leva nel 1984. Per il prossimo incontro con-tattare Alfredo Lirussi, 335-6610191; e-mail: [email protected] oppure chiamare Mario Bentivoglioal nr. 342-1117067.

Cima Ortigara: Sartori, Ghisio,Rosso, Pascasi, Tomasi e Olda-ni, dell’89° corso della SMALP,rendono omaggio ai Caduti del-la Grande Guerra.

Gli alpini del 1°/’71, 68ª cp., btg. Pieve di Cadore si sono ritrovati do-po 42 anni. Sono, da sinistra, Chiarello, Crosara, Ularetti, Pelicioli,Bucco, Bisognin, Fogliato, Broccardo e Schirato. Per il prossimo ra-duno programmato per settembre contattare Bruno Chiarello, tel.333-2737220.

Raduno a Malles Venosta degli alpini classe 1935, btg. Tirano. Per ilprossimo incontro, per i 55 anni dal congedo, contattare Lino Rossi,tel. 035-680236.

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Daniele Dal Pont artigliere da montagna della 16ª batteria, gr. Lanzo fo-tografato durante il campo invernale a Sulmona, anni 1971-72 cercafotografie di questo periodo. Scrivergli via mail all’[email protected]

Luigi Bondioli cerca i commilitoni della caserma Di Prampero, anni 1963-64. Nella foto è con Giovanbattista Del Colle, Paolo Puntel e Albino Fras-setto. Contattarlo al nr. 334-8316659.

Saluzzo 1974, caserma Mario Musso: ritroviamoci nel mese di ottobre alraduno degli artiglieri a Saluzzo! Scrivere a Pietro Romano all’indirizzo:[email protected] , oppure [email protected]

Erano a Chiusaforte, all’8° Alpini, btg. Cividale, con il ten. Camusso e ilsergente Menegazzo, nell’ottobre 1966. Contattare Bruno Menegazzo, alnr. 0423-562187; e-mail: [email protected]

447-2014

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

Marcello Marziani (detto sergente Ufo) cerca gli alpini e gli ufficiali della129 ª cp., 6° Alpini che nel 1974 erano a San Candido alla casermaBattisti. Contattarlo all’indirizzo: [email protected], oppure alnr. 338-4269336.

6° ALPINI A SAN CANDIDO

Alpini d’arresto del btg. Val Chiese a Vipiteno, 3°/’52. Telefonare a Giulia-no Broccato al nr. 339-5026812.

VIPITENO, BTG. VAL CHIESE

BTG. CIVIDALE, 8° ALPINI

RADUNO ARTIGLIERI A SALUZZOALLA DI PRAMPERO NEL 1963

SULMONA, ANNI 1971-72

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Cesare Versio cerca i commilitoni che nel 1960 erano a San Daniele delFriuli, quartier generale truppe Carnia comandato dal gen. D. Cesare Cap-pello. In particolare ricorda Parodi, Negrinetto, Nurra, De Zen, Frassinelli,Soraci, Poli, Sasson, Schiena, Burello, Miani, Menzio. Versio vorrebbe fargiungere un saluto anche al gen. Luigi Federici del quale è stato autistaquando era tenente a Tolmezzo, nel 1960. Contattarlo al nr. 339-4801714.

Artiglieri del 6°, brigata Cadore, alla caserma D’Angelo di Belluno, 2°/’39,agosto del 1962. Dove siete? Contattate Enrico Morra al nr. 333-3165527.

L’artigliere Alessan-dro Angelini (tel.333-8672666) cer-ca gli allievi delcorso sottufficialidi Civitavecchia nel1953, trasferito poia Foligno nel 1954.

Ritroviamoci a 60 anni dal congedo.

Cinquant’anni fa erano a Moggio Udinese nel btg. Gemona, 71ª e 155ªcp., anni 1963-64. Ritroviamoci domenica 12 ottobre a Moggio: contat-tare Luigi Spader, tel. 340-9735415, oppure Gino Pugnetti, 339-1920073.

Giuseppe Carli, alfiere della sezione di Vicenza, cerca i commilitoni del 3°/’32, 8° Alpini a Pontebba, fotografaticon il comandante del battaglione maggiore, MOVM Franco Magnani il 17 agosto del 1955. Chiamarlo al nr. 333-4858458.

Si sono ritrovati domenica 7 settembre a 40 anni dal congedo, gli alpinidella caserma Toigo di Belluno. Per i prossimi incontri contattare Ferruc-cio Rosset, tel. 338-1705674, oppure Romano Bedin, 349-1552426.

457-2014

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

Caserma Rossi, Reparto Riforni-menti Riparazioni a Basiliano (UD)nel 1973. Contattare FrancescoMastrocola al nr. 340-2277693.

A BASILIANO NEL 1973

ALLA CASERMA TOIGO DOPO 40 ANNI

A PONTEBBA CON MAGNANI

MAI DAÛR!

CORSO SOTTUFFICIALI A CIVITAVECCHIA

ALLA BRIGATA CADORE

SAN DANIELE DEL FRIULI, NEL 1960

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Artiglieri da montagna, 6°/’83 di Belluno alla caserma Salsa nell’agostodel 1983. Contattare Roberto Strappazzon, tel. 328-3853674.

Silvano Tomasini (tel. 338-8471755), gr. Sondrio, 51ª cp.,anni 1976-77 di stanza alla DeCarolis di Vipiteno. Cerca i suoicommilitoni e in particolare Giu-liano Della Bella, Angelo De Bat-tista e Giovanni Dozio.

Autosezione RRR della Julia co-mandata dal serg. maggiore Lui-gi Rosolen, nel 1975. ContattareMaurizio Salatin al nr. 339-5446090; e-mail: [email protected]

Btg. Logistico della Julia, caserma di Vacile, 9°/’94. Ritroviamoci asettembre. Contattare Davide Silvestri, al nr. 328-6634598; e-mail:[email protected]

Corso allievi istruttori del 9°/’81 alla caserma Rossi di Merano. Contat-tare Tiziano Pavanello, tel. 334-1860911.

Alpini assaltatori dell’8°, btg. Gemona, a Pontebba negli anni 1975-76.Contattare Lino Ruggeri, tel. 335-7282214, e-mail: [email protected]

467-2014

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

Ritrovo a Pontebba domenica 7settembre degli ufficiali, sottuffi-ciali e artiglieri del disciolto grup-po Belluno. Per informazioni: Danilo Piove-san, tel. 348-5316015; e-mail: [email protected] Daniele Coppe, tel. 333-4226628.

A PONTEBBA IL RADUNO DEL GR. BELLUNO

Alpini del 1°/’75 nel reparto aviazione leggera, a Belluno. Contattare Germano Barbieri al nr. 345-2303520; e-mail: [email protected]

REPARTO AVIAZIONE LEGGERA

BTG. GEMONA, 8° ALPINI

CASERMA ROSSI, 9°/’81

CASERMA DI VACILE, 9°/’94

ALLA JULIA NEL 1975

LA 51ª DEL GRUPPO SONDRIO

CASERMA SALSA, NEL 1983

DOVE SIETE?

Gian Battista Facchinetti (tel. 035-862324) cerca i commilitoni AntonioGotti, Mazzocchi, Magri e Cristianelli con lui nella foto.

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477-2014

SEZIONI ESTERO

CANADA – MONTREAL

Festa per i “veci”

Anche quest’anno la sezione di Montreal, guidata da FerdinandoBisinella, ha festeggiato i suoi “veci” con una bella giornata, tra-

scorsa insieme alla “Casa del Veneto”. Nella gioia, e tra qualche can-to alpino, è stato servito un ottimo “rancio” preparato dai bravi cuo-chi della Sezione. Erano presenti alla festa anche due giovani, EmilieDe Paoli e Karl Cloutier, nipoti dell’alpino Sergio De Paoli, vincito-ri della borsa di studio “Franco Bertagnolli”.

ARGENTINA

Per iniziativa congiunta del cardinale Reinhardt Marx, del consola-to italiano in Germania e della comunità italiana di Monaco di Ba-

viera, sono stati commemorati ufficialmente i 50 anni della cappellaRegina Pacis, eretta nel 1963 a Dachau in memoria delle vittime ita-liane dei lager. La cappella fu voluta dal cardinale Lercaro di Bologna,dall’allora presidente della Repubblica italiana Segni e della Repubbli-ca federale tedesca Lübke. Riuscitissima la manifestazione che ha vistola partecipazione della numerosa comunità italiana di Monaco, di unarappresentanza trentina con un nutrito gruppo di studenti, delle rap-presentanze militari italiane e tedesche e di molti alpini.

Foto ricordo con i due studenti e il presidente Bisinella (secondo da sinistra, seduto).

Presso la sede del Fogolar Furlan di Brisbane, gli alpini della localeSezione hanno partecipato alla manifestazione chiamata “Friuli

Day”. Per l’occasione è stato rispettato un minuto di silenzio in memo-ria dei Caduti di tutte le guerre davanti al monumento a loro dedicato.

Cristian Ghiroldi del gruppo ANAdi Medesano, sezione di Parma, si è

incontrato con Daniele Riondato, pre-sidente della sezione ANA di Brisbane.Cristian, che si trovava a Brisbane permotivi di lavoro, non ha perso l’occa-sione per scambiare quattro chiacchie-re e i rispettivi guidoncini.

GERMANIA

Alla Regina Pacis, per celebrare la pace

Festeggiata la Liberazione

Un gruppo di soci della sezione Argentina fotografati nella piazza diBuenos Aires dove sorge il monumento a Giuseppe Garibaldi.

L’occasione dell’incontro è stata la celebrazione del 25 aprile, anni-versario della Liberazione, alla quale ha presenziato il console italiano.Al centro, con la camicia bianca, il presidente Ferdinando Caretti.

AUSTRALIA – BRISBANE

L’alpino Adalberto De Giovanni,presidente onorario della sezio-

ne di Brisbane, è stato festeggiato daparenti ed amici per il suo 90° com-pleanno. Reduce della seconda guer-ra mondiale con il 5° Alpini, Adal-berto combatté anche da partigianodurante l’insurrezione contro i tede-schi in Valtellina, inquadrato nelbattaglione Fiamme Verdi.

Notizie oltreoceano

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486-2014

SEZIONI ITALIA

Nei locali della dismessa stazione vecchia di Cuneo Gesso si puòvisitare la mostra permanente “Memoriale della Divisione alpi-

na Cuneense” che raccoglie documenti e cimeli storici appartenentisia alla divisione Cuneense, sia alla Grande Guerra. Il Memoriale, at-tualmente presieduto da Aldo Meinero, è stato voluto dall’associa-zione culturale cuneese “Tracce di Memoria”, con scopi di ricerca sto-rica e con particolare riguardo alle tradizioni alpine della provincia diCuneo che, già nel primo conflitto mondiale, sacrificò sui campi di

SALUZZO Il memoriale della Divisione martirebattaglia più di dodicimila ragazzi provenien-ti dalle vallate e dalle pianure piemontesi, li-guri e apuane. Da questa stazione, nei mesi diluglio e agosto 1942, partirono i convogli cheportavano gli alpini in Russia. Un gruppo dialpini di Barge, sezione di Saluzzo, ha visita-to il Memoriale con una guida d’eccezione,Alessandro Petracca di Cuneo, responsabiledella Commissione Storica.Una magnifica occasione per ammirare rac-colte di reperti, armi individuali, pezzi di ar-tiglieria, divise attribuibili a varie epochestoriche, documenti, ma anche biografie dipersonaggi illustri, ed eroici; infine, angolidedicati alla ricostruzione fedele dei momen-ti cruciali di vita militare al fronte e sulle vet-te, e poi gli alpini della divisione Cuneense,di cui soltanto uno su dieci tornò a baita. Se-guire l’itinerario che la mostra propone pro-voca sentimenti di commozione profonda,

ma anche di sconcerto a fronte dell’orrore che gli scenari via via sco-perti possono rievocare. A momenti pare persino sentir risuonare unavoce lontana che narra di sacrifici e privazioni estreme, come quelladel sergente bargese Carlo Priotto, alpino della 21ª Compagnia delSaluzzo, che il 5 dicembre 1942 scrisse alla madre: “Sai cara mamma,sono nottate che molto più attirano alla malinconia, notti cupe, ne-re, insonni”. La Mostra, aperta al pubblico, ha già accolto molti visi-tatori e scolaresche. Tutto questo per non dimenticare e per lasciareai giovani un messaggio tangibile di pace e di fratellanza alpina.

Gli alpini di Barge davanti al Memoriale della Cuneense.

AVacile di Spilimbergo è stato inaugurato un cippo a ricordo dellacaserma De Gasperi, chiusa nel 2002: l’area dove sorgeva oggi

ospita il più grande parco fotovoltaico del Friuli.Nel 2010, in occasione della sua riapertura straordinaria prima dellademolizione, prese forma un comitato spontaneo. Fu così che Giu-seppe Bisaro, Fabio Dassie (entrambi del gruppo Dignano), Omar

UDINE Un cippo per la “De Gasperi”Gatti (gruppo di Maset, sez. di Conegliano), e Batti-sta Ronchis (presidente Associazione Carristi Spi-limbergo), chiesero al sindaco Francesconi di man-tenere viva la memoria della caserma e dei repartimilitari che vi transitarono. L’amministrazione comunale e la ditta titolare del-l’impianto fotovoltaico hanno sostenuto economi-camente l’opera, realizzata da alcuni artigiani localie dalla mosaicista Elisa Cillo. Il cippo è stato collo-cato in un’area esterna, insieme alla lapide originaledella caserma, intitolata al pluridecorato sottote-nente Giobatta De Gasperi, agli stemmi in mosaicodei reparti e ad una stele metallica che riporta la lo-ro sintesi storica.Alla cerimonia erano presenti i labari e i gagliardet-ti delle varie associazioni d’Arma, tante penne nere,“baschi” e molte autorità. C’erano anche alcuni pa-renti del s.ten. De Gasperi, valoroso soldato friula-

no, ma anche geografo, speleologo e scienziato. L’inaugurazione del cippo, preceduta da quella dell’impianto fotovol-taico, è iniziata con l’ammassamento, quindi lo sfilamento, la ceri-monia dell’alzabandiera e il presentat’arm del picchetto in armi del-l’Ariete, seguito dal taglio del nastro e dalla benedizione del parroco.Quindi il “Silenzio” e la lettura della preghiera del soldato.

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496-2014

SEZIONI ITALIA

Gli alpini e la città di Feltre hanno dedicato un monumento allamemoria dei Caduti nelle missioni internazionali e in modo par-

ticolare ai cinque alpini del 7° reggimento uccisi durante l’operazio-ne ISAF in Afghanistan, nel 2010: Gianmarco Manca, Matteo Miot-to, Marco Pedone, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville.I loro nomi sono scolpiti nella scultura in pietra bianca dell’artista la-monese Antonio Bottegal, posta nel piazzale “Battaglione Feltre”, ac-canto all’altro monumento che ricorda la conquista del monte Cau-riol da parte degli alpini feltrini nel primo conflitto mondiale. Unavicinanza simbolica, a memoria del sangue versato dalle penne nerein ogni tempo. Alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo monumento preceduta dal“Concert for Peace in the World” della banda musicale di Arsiè, han-no partecipato numerose autorità civili e militari, accanto ai familia-ri degli alpini scomparsi.Dopo la celebrazione della Messa dedicata ai Caduti, si è formato uncorteo che ha attraversato il centro città e ha raggiunto piazzale “Bat-

FELTRE Ai Caduti per la pace

taglione Feltre” per l’alzabandiera e lo scoprimento del monumento.A rendere gli onori un picchetto in armi del 7° reggimento. Davantiad un numeroso pubblico si sono succeduti gli interventi del sindacodi Feltre Paolo Perenzin, del prefetto di Belluno Giacomo Barbato,del vice responsabile del Comando forze di Difesa interregionalenord, gen. Gianfranco Rossi e del presidente nazionale SebastianoFavero. Il presidente sezionale Carlo Balestra ha spiegato così il sen-so dell’opera: “Sacra è la religione dei morti! È il ricordo contro l’affer-mazione della morte, è la certezza che i defunti continuano a vivere in noi.È la corrispondenza d’amorosi sensi, citata dal Foscolo nei Sepolcri. Gliscomparsi continuano ad esistere nei cuori di coloro che li hanno amati;quella corrispondenza, espressione del sentimento della continuità nella vi-ta umana, che noi chiamiamo tradizione, storia, civiltà”.Un ringraziamento per la realizzazione del monumento è stato rivol-to al Rotary nazionale alpino e alla Banca Prealpi, che hanno gene-rosamente contribuito alla parte economica dell’iniziativa.

Roberto Casagrande

SARDEGNA Alpini generosi e solidaliNel novembre 2013 il ciclone Cleopatra inondava le provincie del

centro-nord della Sardegna, sommergendole con un mare di de-triti e provocando lutti e disperazione in una terra già in gravi diffi-coltà socio-economiche. Come sempre nelle emergenze gli alpini cisono. Il gruppo Barbagia e il coro ANA “Nugoro Amada”, in colla-borazione con la Protezione Civile sezionale e l’amministrazione co-munale di Nuoro, hanno indetto una raccolta fondi finalizzata al re-cupero di alcuni edifici pubblici del capoluogo barbaricino. Nel cen-tro storico è stato allestito un attrezzatissimo punto di ristoro che havisto l’entusiastica partecipazione della popolazione, attratta dalla fi-nalità benefica dell’iniziativa e dalla simpatia ed efficienza degli “uo-mini con la penna”. Ottimo il bilancio finale, cui hanno contribuitodiversi Gruppi del Nord Italia con generose offerte in denaro: Cam-pagnola, San Paolo Apostolo, Radona, Boccaleone, Viale Venezia eCittà di Bergamo Alta della sezione di Bergamo. E ancora i gruppi diAttimis, Premeno, Passirano, Limbiate, Perino. A marzo scorso, nel-la sala consiliare del comune di Nuoro gli alpini sardi, guidati dal pre-sidente, gen. Pierluigi Pascolini e dal capogruppo, luogotenente Pao-lo Mura, unitamente al coro ANA “Nugoro Amada” con il suo presi-

dente Piero Demurtas, hanno consegnato al sindaco AlessandroBianchi la consistente somma raccolta, destinata al ripristino di unascuola materna e di un centro di accoglienza per anziani.

L’intervento del presidente Balestra. Alle sue spalle alcuni familiari dei Caduti, il gen. D. Gianfranco Rossi, il presidente nazionale Sebastiano Favero el’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan. Nella foto a destra: il monumento in memoria dei Caduti.

Gli alpini consegnano l’assegno e i fondi raccolti al sindaco di Nuoro,Alessandro Bianchi.

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507-2014

SEZIONI ITALIA

Bruno, Valerio, Battista, Primo, Carlo, Narciso, Luigi, Giosuè,Giobatta, Fausto, Oliviero sono nomi di alpini, per lo più ven-

tenni, dispersi nella Campagna di Russia con il 3° e il 4° reggimentoartiglieria da montagna. Il dicembre del ’42 era stato infernale, la

TREVISO Passato e futuro“Battaglia di Natale” aveva lasciato il segno premonitore di quanto dilì a breve sarebbe avvenuto. A gennaio del ’43 la situazione precipi-tava: sottoposti a continui attacchi, gli alpini combattevano, sfiniti sitrascinavano, cadevano e spesso non si rialzavano. Per altri ancora, lamarcia del “davai” (“avanti” in russo) fu il tragico epilogo.Sul ricordo però, non è sceso l’oblio. Da molto tempo il gruppo diIstrana e in particolare il capogruppo Ugo Martignago, cullava il de-siderio di “riaprire il libro della storia” per questi sfortunati alpinicompaesani, riportandoli, sia pur simbolicamente, tra noi.Una prima mirata ricerca ha consentito di approfondire la loro cono-scenza e rintracciare le famiglie. Questo il prologo del coinvolgenteevento che ha visto confluire presso la sede degli alpini di Istrana tan-ta gente: cittadini, rappresentanze di altri Gruppi, associazioni, auto-rità civili e militari. A perenne ricordo dei compaesani dispersi è sta-ta inaugurato un monumentale “libro aperto” con incisi i nomi diBruno Bandiera, Valerio Berlese, Battista Gemin, Primo Marchi,Carlo Mazzocco, Narciso Piovesan, Luigi Benetton, Giosuè Cendron,Giovan Battista Piva, Fausto De Marchi e Oliviero Cendron. Una toccante prolusione ha introdotto la consegna ai familiari di unapergamena in memoria del congiunto disperso. L'allestimento di unamostra fotografica e una bella festa hanno completato le celebrazioniper il ventesimo del Gruppo.

Il capogruppo di Istrana Ugo Martignago e alcune delle autorità davanti almonumento, inaugurato all’interno del parco della sede alpini di Istrana.

MILANO Al lavoro in Tanzania

Giacomo Folcio, capogruppo di Giussano è persona schietta: sem-pre pronto a darsi da fare per gli altri non pensa mai alla fatica sa-

pendo di contare sulla forza dei suoi alpini. Da anni si parlava dellacandidatura al premio “L’Alpino dell’Anno” organizzato dalla sezionedi Savona, ma ha sempre rifiutato la proposta con i suoi: “Lascia sta-re… non ci tengo… ci sono cose più importanti da fare… non perdete tem-po…”. Ma il diploma di merito conferitogli durante l’edizione di que-st’anno del premio ha rappresentato il giusto riconoscimento (ne par-liamo a pag. 30 in questo numero). E veniamo all’impegno in Tanzania che iniziò nel 1996 durante unaserata con don Camillo Calliari, missionario della Consolata, che de-scrisse la missione di Kipengere dove non c’erano elettricità, gas, fo-gnature, acqua. Nella stagione delle piogge l’acqua porta malattie e avolte la morte; poca igiene e orti miseri perché poco irrigati. Quel-l’incontro fece scattare la voglia di fare ed ecco cosa è stato realizzatodal gruppo di Giussano in Tanzania sino al 2011: acquedotti a cadu-

ta, 17 serbatoi, la posa di 200 km di tubi e 280 fontane. Ogni volta lasquadra di Giussano imbiancava cucine, refettori, ambulatori, pernon parlare della distribuzione di medicinali e articoli sanitari e ditrecentomila quaderni con migliaia di penne e materiale di cancelle-ria. Dal 2012 a Ilembula si sta realizzando una chiesa come luogo dipreghiera e di aggregazione per la comunità che sta formandosi e cre-scendo. Qualche dato: la chiesa è di 800 metri quadri, la struttura deltetto è realizzata in acciaio con 30 tonnellate di travi portate dall’Ita-lia e la sola copertura sfiora i 1000 metri quadri. Oltre ai progetti inTanzania il gruppo ha realizzato decine di interventi nei cinque con-tinenti per alleviare sofferenze e portare aiuti in occasione di terre-moti, alluvioni, guerre e povertà. Per finanziare i progetti servono soldi e così i soci si dedicano alla rac-colta di rottami metallici e realizzano momenti di autofinanziamen-to: solidarietà a 360° gradi, come ci ha insegnato il Beato don CarloGnocchi.

Arriva l’acqua al villaggio! Sono state 280 le fontane messe in funzione dagli alpini di Giussano (sezione di Milano) in Tanzania. A destra: l’edificio costruito a Ilembula viene utilizzato come luogo di preghiera e di aggregazione.

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517-2014

SEZIONI ITALIA

Anche Despar Nordest “sta con gli alpini”: una stretta di mano frail presidente sezionale Luciano Cherobin e il direttore marketing

della multinazionale della grande distribuzione, Fabrizio Cicero San-talena, sotto l’egida dell’assessore regionale Elena Donazzan, ha san-cito nella sede al Torrione l’accordo per l’assegnazione di un buonospesa di 10 euro a 60 famiglie di alpini in difficoltà. Inoltre a tutti i so-ci dell’ANA di Vicenza Despar ha regalato un buono spesa di 5 euroe il marchio aziendale con l’abete spiccherà sulle magliette degli atle-ti del Gruppo sportivo ANA.Questo progetto è un po’ un ritorno alle origini dell’ANA, nata dopola Grande Guerra come iniziativa mutualistica a favore dei soci. Lamissione di aiutare gli altri è continuata e si è rinforzata negli anni,ma in questo ultimo periodo la presidenza dell’ANA vicentina hasentito la necessità di applicare il motto “onorare i morti aiutando ivivi” anche ai propri soci in difficoltà; sono nate così l’operazione “Iosto con gli alpini” e quindi la convenzione con Ascotrade e Aim (gased energia elettrica), che offrono a tutti i 20 mila soci ANA tariffevantaggiose e un ulteriore sconto agli alpini con meno di 20 mila eu-ro di reddito Isee.Il progetto è nato da uno dei consueti incontri in Regione fra il pre-sidente Cherobin e l’assessore Donazzan, da sempre “amica degli al-pini”, e un rappresentate Despar, a Venezia proprio per trovare unsoggetto a cui indirizzare l’iniziativa benefica della società. “E la scel-ta è caduta sugli alpini - ha spiegato Cicero Santagiuliana - perché ciunisce a loro l’obiettivo di supportare e far crescere il territorio in cuil’abete Despar affonda le proprie radici: sostenendo le famiglie, cre-ando occupazione, collaborando con fornitori e aziende locali. Sonocerto che questi siano solo i primi passi di una collaborazione da cuiVicenza potrà trarre grandi benefici”. “Da sempre Despar persegue al-te finalità - ha aggiunto l’assessore Donazzan - gli alpini fanno sempreper gli altri ma, come in questo momento, possono essere loro ad ave-re bisogno di aiuto”. Il presidente Cherobin ha espresso la gratitudi-ne degli alpini ed ha annunciato che l’iniziativa non si fermerà a Vi-

VICENZA Despar sta con gli alpini

cenza: “Il presidente nazionale Sebastiano Favero mi ha chiesto unarelazione su questo progetto, per metterlo all’ordine del giorno delConsiglio Direttivo Nazionale, in prospettiva di un allargamento al-le altre sezioni ANA in Italia”.I 60 buoni da 10 euro di sconto su una spesa minima di 50 euro sonostati consegnati all’ANA per la distribuzione ai soci e saranno asse-gnati tramite capizona e capigruppo a chi ne ha più bisogno, nellamassima discrezione. E non è cosa semplice da fare, per il naturale ri-serbo degli alpini. Il buono da 5 euro, su una spesa minima di 30, è de-stinato invece a tutti i soci della sezione di Vicenza, e si trova nel nu-mero di marzo 2014 di Alpin fa grado: basta ritagliarlo e presentarloalla cassa dei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar.

Dino Biesuz

Fabrizio Cicero Santalena, l’assessore regionale Elena Donazzan e il presidente della Sezione Luciano Cherobin.

Venti elettropompe per un valore di circa 25 mila euro sono statedonate alle squadre di Protezione Civile della sezione di Vicenza

dalla Ebara Pumps Europa. Il motivo del gesto della multinazionalegiapponese, con stabilimento anche nel vicentino (circa 500 dipen-denti), è la fiducia negli alpini. “Uno degli aspetti che caratterizza lanostra azienda - ha spiegato il direttore generale Shu Nagata - è dareun contributo nelle zone in cui siamo presenti. A Vicenza abbiamoindividuato gli alpini come destinatari di questo dono perché abbia-mo fiducia in loro. Consegniamo il materiale in buone mani e sap-piamo che sarà utilizzato per aiutare gli altri”.La cerimonia di consegna si è svolta nella sede di Confindustria Vi-cenza, alla presenza del direttore generale Daniele Valeri, che ha cu-rato la regia della bella iniziativa, e dell’assessore comunale alla Pro-tezione Civile Dario Rotondi. “Sono cose dal grande valore simboli-co oltre che economico - ha detto il presidente sezionale LucianoCherobin - e vanno sottolineate perché si è trattato di un’iniziativaspontanea di Ebara. Sarebbe bello che altre aziende “adottassero” lenostre 23 squadre di Protezione Civile e le sostenessero per fare inmodo che siano sempre più efficienti”. Già quattro anni fa Ebara ave-va donato all’ANA una trentina di elettropompe da drenaggio. Stretta di mano fra il presidente Cherobin e il direttore generale di Ebara,

Shu Nagata.

VICENZA Ebara per la Protezione Civile

© Mattiolo

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527-2014

CALENDARIO AGOSTO/SETTEMBRE 201427 luglioVICENZA - A Posina incontro italo-austriaco della pace

2/3 agostoMASSA CARRARA – Raduno sezionale a Cerreto LaghiPORDENONE – A Piancavallo trofeo “Madonna delle Nevi” e radunosezionaleREGGIO EMILIA – Pellegrinaggio al percorso monumentale delle bri-gate e Divisioni alpine a Cerreto Laghi

3 agostoBASSANO DEL GRAPPA – Pellegrinaggio a Cima GrappaBELLUNO – Pellegrinaggio al Col di LanaCUNEO – Raduno intersezionale a Chiusa PesioMODENA – Pellegrinaggio al Passo di Croce Arcana a Ospitale di Fa-nanoSALÓ – Pellegrinaggio alla “Madonna delle Neve”, al rifugio Granata-Campei de SimaSONDRIO – Cerimonia di commemorazione al cimitero militare delloStelvio-terza Cantoniera, a BormioSALUZZO – Festa alpina a OncinoPISA/LUCCA/LIVORNO - Cerimonia commemorativa dei Caduti a Se-ravezza

8 agostoBELGIO – Commemorazione della tragedia mineraria al “Bois du Ca-zier” a Marcinelle

9 agostoSONDRIO – Commemorazione Caduti del 1917 al cimitero nel vallo-ne dello Scerscen in alta Val Malenco

10 agostoSALUZZO – Raduno del gruppo di OstanaBASSANO DEL GRAPPA – Raduno al Sacello di Monte Fossetta-EnegoBELLUNO – Incontro sezionale al Passo DuranVERONA – A San Francesco, raduno zona Lessinia Valpantena

14 agostoCASALE MONFERRATO – Pellegrinaggio alla Falconetta Ayas

15 agostoVARESE – A Campo de Fiori festa della Montagna in onore dei Cadu-ti senza croceBELLUNO – Raduno al Pus di Ponte nelle AlpiVERONA –Raduno zona Val d’Adige a Pian di Festa

16 agostoCUNEO – Pellegrinaggio alla lapide dei 23 alpini deceduti a RoccaLa Meja

17 agostoTIRANO – Pellegrinaggio al Sacrario San Matteo in VallumbrinaPISA/LUCCA/LIVORNO - Inagurazione Monumento dei Caduti a Gor-figliano

21-24 agosto agostoVAL SUSA - Campionati mondiali unità cinofile da soccorso a Case-lette (TO)

24 agostoIVREA – Raduno sezionale di Ivrea, Aosta, Biella alla Colma di Mom-baroneSALUZZO – Festa della fratellanza alpina al gruppo di Sampeyre

30 agostoVERONA – Inaugurazione trincee a Malga Lessina

31 agostoASTI – Ai Caffi Messa in suffragio degli alpini andati avantiCADORE – Raduno dei “veci” del btg. Cadore a PievePINEROLO – Raduno sezionale a Bobbio PelliceVERONA – Pellegrinaggio agli ScalorbiPISA/LUCCA/LIVORNO - Raduno in località "Ruota", organizzato daigruppi di Ponte a Moriano e Lucca

5/6/7 settembreVALDAGNO – Raduno sezionale a Cornedo Vicentino

6/7 settembreCADORE – Pellegrinaggio al Passo Sentinella a ComelicoSuperioreFIRENZE – Raduno sezionale a PistoiaGENOVA – Raduno sezionale a BargagliSALÓ - Raduno sezionale a Idro7 settembre- PELLEGRINAGGIO SOLENNE AL MONTE BERNADIA (SEZIONE DI UDINE)

- PELLEGRINAGGIO AL MONTE PASUBIO (SEZIONE DI VICENZA)

SALUZZO – Raduno annuale al gruppo di PontechianaleBASSANO DEL GRAPPA – Pellegrinaggio sezionale al Monte TombaCUNEO – Raduno reduci della Cuneense al Santuario della Madonnadegli Alpini al colle di S. Maurizio di CervascaIVREA – Pellegrinaggio a BelmonteLECCO – Cerimonia per il 55° della chiesetta dedicata al btg. Mor-begno a Pian delle BetullePISA/LUCCA/LIVORNO – Cerimonia al tempietto votivo dedicato aiCaduti alpini versiliesi a PontestazzemeseVERONA – Pellegrinaggio alla chiesetta di San MaurizioVITTORIO VENETO – Raduno intersezionale al Bosco delle PenneMozze a Cison di Valmarino

7/8 settembreTRIESTE – Pellegrinaggio a Cima Valderoa

13/14 settembre- VERONA, RADUNO DEL 3° RGPTBERGAMO – Raduno sezionale a Torre BoldoneMARCHE – Raduno sezionale a Fabriano

14 settembreBOLOGNESE ROMAGNOLA – Raduno sezionale a CentoGORIZIA – Raduno sul monte San Michele “Cima Tre” a Gradiscad’Isonzo

19 settembreVARESE – A Cassano Magnago festa di San Maurizio

20 settembreBIELLA – Celebrazioni di San Maurizio

20/21 settembre- RADUNO DEL 4° RGPT A LINGUAGLOSSA (SEZIONE SICILIA)

- BERGAMO, RADUNO FANFARE ALPINE CONGEDATI- CAMPIONATI NAZIONALI ANA DI TIRO A SEGNO CON PISTOLA E CARABINA A TREVISO

MONDOVÌ – Raduno sezionale a Sant’Albano SturaSALUZZO – Raduno sezionale a RevelloVALLECAMONICA – Raduno sezionale a Darfo Boario Terme

21 settembreBOLZANO – Cerimonia italo-austriaca a Passo Montecroce Co-melicoCADORE – Commemorazione dispersi in Russia a Campolongo eValle di CadoreLUINO – 17° anniversario della scomparsa di don Pigionatti a BrentaPADOVA – Festa di San Maurizio a Piove di SaccoVERONA – Raduno zona Alto Garda a CastionVENEZIA – A Mirano 142° anniversario costituzione TT.AA.PIACENZA – A Pianello Valtidone raduno sezionale e Festa GrandaPISA/LUCCA/LIVORNO - 30° del gruppo di Pieve Di Fosciana

22 settembreCONEGLIANO – Commemorazione San Maurizio a Falzè di Piave

26-27-28 settembreREGGIO EMILIA - A Novellara raduno provinciale degli alpini reggiani

27/28 settembre- OMEGNA, RADUNO DEL 1° RGPTNAPOLI – Raduno sezionale a Sangineto (CS)REGGIO EMILIA – Raduno sezionale a Novellara

28 settembreLUINO – 13° raduno di monte con marcia “dal lago alla montagna”a Veddasca Passo ForcoraMODENA – Pellegrinaggio al santuario di San Maurizio a Recovato diCastelfrancoPAVIA – A Gropello Cairoli ricordo dei Caduti della Lomellina

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537-2014

CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE

Il presidente nazionale ha rivolto il benvenuto del Consiglio Di-rettivo Nazionale ai neo eletti consiglieri nazionali: Mauro But-tigliero, Lorenzo Cordiglia, Renato Genovese, Francesco Mare-gatti e Fabrizio Pighin, al revisore dei conti Michele Badaluccoe al col. Marco Tempera, rappresentante del Comando Truppealpine.Saluta con affetto e riconoscenza il vice presidente vicarioAdriano Crugnola, il vice presidente Nino Geronazzo, i consi-glieri nazionali Ettore Superina, Guido Vercellino e il revisore deiconti Ildo Baiesi, che hanno terminato il loro mandato e conse-gna loro la medaglia ricordo del CDN. La composizione del nuo-vo Consiglio Direttivo Nazionale e delle commissioni è riportatanelle prossime pagine.Viene quindi letta la lettera ricevuta dal presidente del Consigliodei Ministri Matteo Renzi a proposito della sua partecipazioneall’87ª Adunata nazionale di Pordenone.

La riunione del 14 giugno 2014

Il presidente Favero ha espresso soddisfazione per la splendidariuscita della 1ª edizione delle Alpiniadi estive 2014, per la par-tecipazione e per l’entusiasmo di tutti: alpini, atleti e organizza-tori. Annuncia che sabato 12 luglio 2014, ad Asiago, si terrà lariunione dei consiglieri nazionali per uno scambio di opinioni esui progetti futuri. Comunica, dando copia dei documenti aiconsiglieri, le disposizioni ministeriali relative alle celebrazionidel Centenario della Grande Guerra.Il CDN approva anche per quest’anno la partecipazione alla“Colletta alimentare” che si terrà sabato 29 novembre.L’organizzazione della 88ª Adunata nazionale de L’Aquila proce-de nei tempi e nelle modalità previste, sotto la gestione dal COA2015.Il colonnello Marco Tempera comunica e conferma la data del17 luglio per l’esercitazione delle Truppe alpine al Passo Falza-rego.

Il Consiglio Direttivo Nazionale nella riunione del 14 giugno.

Arrivederci signor ColonnelloEra nato a Chiampo, in provincia di Vicenza, Giobatta Danda. Il 26 aprile 1921.

Studente in Ingegneria all’università di Padova, nel gennaio del 1941 fu chia-mato alle armi. Sul treno si ritrovarono in una trentina i vicentini, diretti alla

Scuola Militare di Alpinismo per la nomina a sergente. Partì anche lui, perché sen-tiva il servizio militare come un dovere verso la Patria e verso la comunità. Da ser-gente entrò nelle file del 7°reggimento alpini, battaglione Feltre. Poi, nominato sot-totenente fu destinato al 6° Alpini, alla Compagnia Vestone quella che rimase nelsuo cuore, fino alla fine. Lo racconta nel suo libro di memorie ‘Vistù’. Narra la sua epopea e quella dei suoi compagni durante la guerra sul fronte russo. LaMedaglia di Bronzo al Valor Militare per i fatti d’arme del 1° settembre 1942 a Ko-towski, la Medaglia d’Argento al Valor Militare sul campo per i fatti d’arme del 26gennaio 1943 a Nikolajewka e le tre Croci al Merito di Guerra erano ordinate in filasul suo petto ad ogni sfilata, ad ogni commemorazione. Rigoroso, severo, amava can-tare e godere delle buone compagnie. Un uomo d’altri tempi pieno di sentimento che teneva per sé, per la sua famiglia, peri suoi alpini: gli alpini bresciani del Vestone caduti in Russia, che mai dimenticò.

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547-2014

Presidente Sebastiano Favero

Vice presidente vicario (art. 19 Statuto) Renato Zorio

Vice presidente Ferruccio Minelli

Vice presidente Angelo Pandolfo

Direttore Generale Adriano Crugnola

Tesoriere Gianbattista Stoppani

Presidente del Collegio dei Revisori Luigi Sala

Comitato di Presidenza Presidente, vice presidenti, direttore generale, tesoriere, segretario, presidente collegio revisori dei conti.

Segretario Nazionale Silverio Vecchio

Direttore de “L’Alpino” Bruno Fasani

Segretario del Consiglio Direttivo Giorgio Sonzogni

Coordinatore nazionale di Protezione Civile Giuseppe Bonaldi

Responsabile G.I.M.C. Adriano Crugnola

Rappresentante ANA in Roma Federico di Marzo

Incaricato Sezioni all’estero Ferruccio Minelli

Comandante del Servizio d’Ordine Nazionale Alfredo Nebiolo

Responsabile del trattamento dati personali Adriano Crugnola

CONSIGLIERE SEZIONI DI COMPETENZA

BASSI Bolognese Romagnola, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia

BERTUOL Bolzano, Trento

CAILOTTO Valdagno, Padova, Venezia

CEDERMAZ Carnica, Cividale, Gemona, Udine

CISILIN Palmanova, Pordenone, Gorizia, Trieste

CURASI' Genova, Imperia, La Spezia, Savona

CORDIGLIA Como, Luino, Varese

DI NARDO Abruzzi, Firenze, Massa Carrara Alpi Apuane, Pisa-Lucca-Livorno, Sardegna

PIGHIN Acqui Terme, Alessandria, Asti, Casale Monferrato, Vercelli

GENOVESE Conegliano, Treviso, Vittorio Veneto

GRECO Ceva, Cuneo, Mondovì, Saluzzo

LAVIZZARI Cremona, Monza, Pavia

MINELLI Brescia, Salò, Vallecamonica

MIOTTO Belluno, Cadore, Feltre, Valdobbiadene

MUNARI Vicenza

PANDOLFO Verona

RIGONI BONOMO Asiago, Bassano del Grappa, Marostica

ROBUSTINI Bari, Latina, Marche, Molise, Napoli, Roma, Sicilia

SONZOGNI Bergamo

SPREAFICO Colico, Lecco, Sondrio, Tirano

STOPPANI Milano

MAREGATTI Biella, Domodossola, Intra, Novara, Omegna, Valsesiana

BUTTIGLIERO Aosta, Ivrea, Pinerolo, Torino, Val Susa

Gli incarichi nazionali

Consiglieri e sezioni di competenza

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557-2014

Le Commissioni 2014-2015V.P.

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COMMISSIONEFISCALE

LEGALE

CENTRO STUDI

SERVIZI INFORMATICI

GIOVANI

MANIFESTAZIONI NAZIONALIE SON

FEDELTÀ ALLA MONTAGNA

I.F.M.S.

SEZIONI ALL’ESTERO

SPORT

PROTEZIONE CIVILE

GRANDI OPERE

ROSSOSCH

PREMIO GIORNALISTA

C.D.D. e COMUNICAZIONE

Presidente: Gianbattista StoppaniCollaboratori: Rodolfo Anghileri, Edo Biondo, Mauro De Marco, Stefano Gandini,Andrea Gorgoglione, Andrea Scalvini, Enrico Tarabini Presidente: Mariano SpreaficoMembri: Massimo Rigoni Bonomo, Luigi Cailotto, Lorenzo Cordiglia, Francesco Maregatti, Salvatore Robustini - Delegato Sacrari: Antonio MunariCollaboratori: Andrea Bianchi, Mauro Depetroni, Ivan Fozzer, Marco Fulcheri, GianlucaMarchesi, Giosuè NegrettiPresidente: Antonio MunariMembri: Roberto Bertuol, Lorenzo Cordiglia, Angelo Pandolfo, Fabrizio Pighin,Giuseppe Bonaldi (collaboratore esterno Luigi De Finis)Collaboratori Costalovara: CdA CooperativaCollaboratori Contrin: Paolo Frizzi, Attilio MartiniCollaboratore Forca di Presta: Bernardino VirgultiPresidente: Corrado BassiMembri: Gianni Cedermaz, Francesco Meregatti, Renato Genovese, Luigi SalaCoordinatore Nazionale: Giuseppe BonaldiSegretario Nazionale: Michele LongoCoord. Rgpt: 1° rgpt Bruno Pavese, 2° rgpt Ettore Avietti, 3° rgpt Orazio D'Incà, 4° rgpt Nicola Cianci. Ref. Regionali: Ermanno Dentesano (Friuli Venezia Giulia), Sergio Pederzini (Emilia Romagna), Referente presso DPC Gen B. Francesco Beolchini,Referente Ospedale da Campo: Adriano Crugnola Presidente: Giorgio SonzogniMembri: Antonio Munari, Angelo Pandolfo, Fabrizio Pighin, Luigi SalaCollaboratori: Lino Chies, Gianpiero Gazzano, Cesare PoncatoPresidente: Gianni CedermazMembri: Corrado Bassi, Giovanni Greco, Renato Genovese, Roberto Migli, Salvatore RobustiniCoordinatore: Silverio VecchioPresidente: Roberto BertuolMembri: Michele Badalucco, Mauro Buttigliero, Antonello Di Nardo, Giorgio SonzogniCollaboratori: 1° rgpt da definire, 2° rgpt Andrea Motta, 3° rgpt Alessandro Ferrari , 4° rgpt Giovanni D'AlessandroPresidente: Giovanni GrecoMembri: Ernestino Baradello, Mauro Buttigliero, Antonello Di Nardo, Renato Genovese, Cesare Lavizzari, Luigi SalaPresidente: Onorio MiottoCoordinatore Nazionale: Daniele PeliMembri: Mauro Buttigliero, Antonello Di Nardo, Cesare Lavizzari, Giorgio Sonzogni,Mariano SpreaficoCollaboratori tecnici: Giampiero Bertoli, Roldano De Biasi, Tonino Di Carlo, Mauro Falla, Ivan Mellerio, Guglielmo MontorfanoPresidente: Cesare LavizzariMembri: Ernestino Baradello, Massimo Curasì, Francesco Maregatti Collaboratori: Maurizio Girola, Matteo Martin, Fabrizio Tonna, Renato Traverso,Michele TresoldiDelegato: Ferruccio MinelliPresidente: Roberto BertuolMembri: Renato Cisilin, Massimo Curasì, Luigi SalaCollaboratori: Paolo FrizziPresidente: Renato CisilinMembri: 1° rgpt Enzo Grosso, 2° rgpt Marino Amonini, 3° rgpt Roberto Genero, 4° rgpt Paolo Mastracchio e Bruno FasaniPresidente: Renato CisilinMembri: Massimo Curasì, Fabrizio Pighin, Mariano SpreaficoCollaboratori esterni: Alessio Granelli, Danilo Perosa, Adriano RocciPresidente: Salvatore RobustiniMembri: Roberto Bertuol, Massimo Rigoni Bonomo, Mario Botteselle, LorenzoCordiglia, Massimo Curasì, Roberto Migli, Matteo Martin e Bruno Fasani

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Obiettivo sulla montagnaQuasi sempre si associa la montagnaall’idea di infinito. Spazi immensientro i quali liberarci da quanto ciimprigiona nella realtà di ogni giorno.E chi, più di questi “uomini del cielo” può dirci cos’è la libertà!Nella foto l'aviolancio dei parà alpiniall'Alpe di Siusi.