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I prezzi del presente documento sono aggiornati alla chiusura del mercato del venerdì precedente (salvo diversa indicazione). Per la certificazione degli analisti e per importanti comunicazioni si rimanda all’Avvertenza Generale. La settimana entrante Europa: al margine delle indagini di fiducia che dovrebbero confermare una ripresa moderata (si veda Focus), l’attenzione si rivolge alla seconda stima del PIL tedesco che, completa delle componenti, dovrebbe confermare una crescita stabile per la spesa pubblica e un recupero di investimenti e costruzioni a fronte della contrazione delle esportazioni. La domanda interna dovrebbe tornare a crescere di +0,5% dal -0,2% t/t precedente. Ris. societari: Infineon. Italia: il focus sarà incentrato sulle statistiche del settore industriale, con ordini e fatturato di settembre. Sono attese in recupero le vendite al dettaglio da -0,1% a 0,2% m/m in settembre. USA: in una settimana scarna di pubblicazioni, i verbali del FOMC di novembre e gli interventi dei membri del Board dovrebbero definitivamente aprire la strada ad un aumento dei tassi in dicembre. Tra le statistiche macro le vendite di case nuove ed esistenti dovrebbero correggere modestamente, mantenendosi su un trend moderato. Sono visti invece in deciso recupero gli ordini di beni durevoli con un rimbalzo da -0,3% a +1,2% m/m, segnale di una possibile ripresa degli investimenti a fine anno. Risultati societari: Campbell Soup, Hewlett-Packard. Focus della settimana Attese indicazioni positive dalle indagini di fiducia. Nella zona euro il focus per la settimana entrante sarà sulle indagini di fiducia di novembre che dovrebbero delineare un quadro in continuo, anche se modesto, miglioramento per il morale di famiglie e imprese. Dal lato dei consumatori, la stima flash dovrebbe mostrare un lieve progresso dell’indice in novembre da -8,0 a -7,8 nonostante il peso dell’incertezza politica. Il dato, che già in settembre e ottobre aveva iniziato a recuperare la flessione dei mesi estivi, dovrebbe continuare sul trend di lento aumento. Sul fronte invece dei settori produttivi le stime preliminari dei PMI di novembre dovrebbero confermare stabile il PMI composito a 53,3, mentre a livello settoriale il mercato anticipa una modesta correzione per il manifatturiero (da 53,5 a 53,3 punti) e un analogo miglioramento del PMI servizi (visto a 52,9 da 52,8 punti). Gli indicatori di fiducia relativi all’ultimo trimestre rimangono, al momento, coerenti con una crescita di 0,4% t/t del PIL dell’Eurozona e incorporano pertanto un’accelerazione rispetto al ritmo di espansione di 2° e 3° trimetre. Infine, a livello nazionale l’indice di fiducia INSEE per le imprese manifatturiere francesi è atteso stabile sui livelli di ottobre a 102 punti. Ci aspettiamo per la parte finale dell’anno un’accelerazione del dato che, dopo la debolezza estiva, ora viaggia su livelli solo di poco inferiori rispetto a quelli dello stesso periodo del 2015. In Germania, dopo che lo ZEW settimana scorsa ha registrato un miglioramento, dovrebbe stabilizzarsi a 110,5 punti dopo due mesi di aumenti sostenuti. Tutti gli indici nazionali sono sui massimi da inizio 2014 e ampiamente al di sopra della media di lungo termine, suggerendo una decisa ri-accelerazione del PIL tedesco a fine anno tra 0,4% e 0,5% t/t. Settimana dei Mercati 21 novembre 2016 12:58 CET Data e ora di produzione 21 novembre 2016 13:08 CET Data e ora di prima diffusione Nota settimanale Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche Ricerca per investitori privati e PMI Team Retail Research Analisti Finanziari Indici PMI e fiducia dei consumatori per la zona euro Fonte: Bloomberg

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Settimana dei m

I prezzi del presente documento sono aggiornati alla chiusura del mercato del venerdì precedente(salvo diversa indicazione). Per la certificazione degli analisti e per importanti comunicazioni si rimanda all’Avvertenza Generale.

La settimana entrante

Europa: al margine delle indagini di fiducia che dovrebbero confermare una ripresa moderata (si veda Focus), l’attenzione si rivolge alla seconda stima del PIL tedesco che, completa delle componenti, dovrebbe confermare una crescita stabile per la spesa pubblica e un recupero di investimenti e costruzioni a fronte della contrazione delle esportazioni. La domanda interna dovrebbe tornare a crescere di +0,5% dal -0,2% t/t precedente. Ris. societari: Infineon.

Italia: il focus sarà incentrato sulle statistiche del settore industriale, con ordini e fatturato di settembre. Sono attese in recupero le vendite al dettaglio da -0,1% a 0,2% m/m in settembre.

USA: in una settimana scarna di pubblicazioni, i verbali del FOMC di novembre e gli interventi dei membri del Board dovrebbero definitivamente aprire la strada ad un aumento dei tassi in dicembre. Tra le statistiche macro le vendite di case nuove ed esistenti dovrebbero correggere modestamente, mantenendosi su un trend moderato. Sono visti invece in deciso recupero gli ordini di beni durevoli con un rimbalzo da -0,3% a +1,2% m/m, segnale di una possibile ripresa degli investimenti a fine anno. Risultati societari: Campbell Soup, Hewlett-Packard.

Focus della settimana

Attese indicazioni positive dalle indagini di fiducia. Nella zona euro il focus per la settimana entrante sarà sulle indagini di fiducia di novembre che dovrebbero delineare un quadro in continuo, anche se modesto, miglioramento per il morale di famiglie e imprese. Dal lato dei consumatori, la stima flash dovrebbe mostrare un lieve progresso dell’indice in novembre da -8,0 a -7,8 nonostante il peso dell’incertezza politica. Il dato, che già in settembre e ottobre aveva iniziato a recuperare la flessione dei mesi estivi, dovrebbe continuare sul trend di lento aumento. Sul fronte invece dei settori produttivi le stime preliminari dei PMI di novembre dovrebbero confermare stabile il PMI composito a 53,3, mentre a livello settoriale il mercato anticipa una modesta correzione per il manifatturiero (da 53,5 a 53,3 punti) e un analogo miglioramento del PMI servizi (visto a 52,9 da 52,8 punti). Gli indicatori di fiducia relativi all’ultimo trimestre rimangono, al momento, coerenti con una crescita di 0,4% t/t del PIL dell’Eurozona e incorporano pertanto un’accelerazione rispetto al ritmo di espansione di 2° e 3° trimetre. Infine, a livello nazionale l’indice di fiducia INSEE per le imprese manifatturiere francesi è atteso stabile sui livelli di ottobre a 102 punti. Ci aspettiamo per la parte finale dell’anno un’accelerazione del dato che, dopo la debolezza estiva, ora viaggia su livelli solo di poco inferiori rispetto a quelli dello stesso periodo del 2015. In Germania, dopo che lo ZEW settimana scorsa ha registrato un miglioramento, dovrebbe stabilizzarsi a 110,5 punti dopo due mesi di aumenti sostenuti. Tutti gli indici nazionali sono sui massimi da inizio 2014 e ampiamente al di sopra della media di lungo termine, suggerendo una decisa ri-accelerazione del PIL tedesco a fine anno tra 0,4% e 0,5% t/t.

Settimana dei Mercati

21 novembre 2016 12:58 CET Data e ora di produzione

21 novembre 2016 13:08 CET Data e ora di prima diffusione

Nota settimanale

Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Ricerca per investitori privati e PMI

Team Retail Research Analisti Finanziari

Indici PMI e fiducia dei consumatori per la zona euro

Fonte: Bloomberg

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Scenario macro

Area euro

Cresce l’avanzo di bilancia commerciale della zona euro che, in settembre, si attesta a 24,9 miliardi. Indicazioni miste emergono dallo ZEW tedesco di novembre che registra una correzione della componente relativa alla situazione corrente ma vede un balzo per le aspettative a sei mesi.

PIL: dato aggregato e dati nazionali a confronto (%, t/t)

Fonte: Bloomberg

La seconda lettura del PIL della zona euro per il 3° trimestre conferma una crescita stabile sia rispetto al dato preliminare che al precedente: la variazione di +0,3% t/t maschera in realtà dinamiche nazionali opposte. Si ferma infatti al di sotto delle previsioni e segna un rallentamento dai mesi primaverili l’indice tedesco, scivolato da 0,4% a 0,2% t/t, mentre torna a registrare una variazione positiva il PIL italiano che, dopo la stagnazione del 2° trimestre, si espande di 0,2% t/t. Pur non essendo ancora disponibile il dettaglio della pubblicazione, la statistica domestica dovrebbe aver beneficiato di un recupero dei consumi e dell’incremento record per la produzione industriale in estate. Nel caso del PIL tedesco invece sono state probabilmente le esportazioni e gli investimenti a frenare la crescita. Indicazioni deboli giungono peraltro anche dai dati d’inflazione: la seconda stima per ottobre, completa del dettaglio delle componenti, ha confermato che il recupero dell’indice headline è legato esclusivamente ai prezzi dell’energia e alle voci collegate. Rimane stabile la dinamica sottostante con il CPI core fermo a +0,8% a/a da 5 mesi.

Stati Uniti

A fronte di una inattesa stagnazione della produzione industriale in ottobre, appare solido invece l’incremento dell’attività nel manifatturiero con una variazione di +0,2% m/m. Positive sono anche le indicazioni dalle indagini di fiducia regionali, in recupero a novembre.

Vendite al dettaglio (%, m/m)

Fonte: Bloomberg

Segnali robusti dai dati macro, a partire dalle vendite al dettaglio che non solo in ottobre superano il consenso (0,8% rispetto a 0,6% m/m) ma beneficiano anche di una revisione al rialzo del precedente, a +1,0% m/m. Solidi gli aumenti per la componente core dei consumi che, al netto di auto e carburanti, cresce dello 0,6% in ottobre dallo 0,5% di settembre. Incoraggianti gli sviluppi per mercato del lavoro e immobiliare con il totale dei sussidi di disoccupazione che scende al minimo degli ultimi 16 anni a inizio novembre e le aperture di nuovi cantieri che in ottobre registrano un balzo del 25,5% m/m, ai massimi da 9 anni. Meno ottimiste appaiono le evoluzioni sul fronte dei prezzi con il CPI che si ferma al di sotto delle attese ed evidenzia un’accelerazione solo con riferimento alla componente headline. Risultano per il momento contenute le pressioni da parte della dinamica sottostante dei prezzi, anche se l’inflazione si conferma su un trend di recupero. In linea con uno scenario di rafforzamento dei dati macro, Yellen, nell’audizione in Congresso ha rafforzato le attese di un rialzo dei tassi in dicembre.

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Mercati Obbligazionari

Titoli di Stato

Settimana volatile e condizionata da un certo ritorno dell’avversione al rischio. Il BTP a due anni chiude in area 0,04% mentre il decennale sale di qualche pb e si ferma al 2,10% con lo spread in allargamento a 180pb.

Movimenti dei tassi nell’ultima settimana

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

La settimana appena conclusa è stata caratterizzata ancora da aumenti dei tassi, soprattutto sul segmento extralungo accompagnati da un incremento dell’avversione al rischio che ha penalizzato i periferici. Sul finire dell’ottava a contenere le vendite sono arrivate le parole di Draghi. Il Presidente della BCE ha affermato che la Banca centrale sarà impegnata a mantenere un grado consistente di stimolo monetario necessario per assicurare una convergenza sostenuta dell’inflazione verso un livello inferiore ma vicino al 2% nel medio termine. Queste dichiarazioni sono state interpretate dal mercato come la volontà ad estendere il programma di acquisto titoli oltre marzo 2017 (attuale scadenza prevista) e, almeno per il momento, senza una riduzione graduale degli acquisti mensili, che ora ammontano a titoli per un controvalore di 80 miliardi di euro. La dialettica su questo tema tra i diversi esponenti del Consiglio Direttivo della BCE si sta accendendo e i prossimi interventi condizioneranno probabilmente gli scambi nelle sedute da oggi all’8 dicembre, giorno della riunione BCE.

Corporate

La settimana si è chiusa con performance negative (-0,4%/-0,5%) sulla carta a spread europea, penalizzata dalla dinamica sfavorevole dei tassi core e da un progressivo allargamento del premio al rischio (+10% circa da inizio novembre). Attività piuttosto vivace sul mercato primario.

CDS a 5 anni Senior di alcune banche americane ed europee a confronto (variazioni mensili in punti base)

Legenda: UCGIM : UniCredit SpA; BBVA: Banco Bilbao Vizcaya Argentaria; BNP: BNP Paribas; MS: Morgan Stanley; GS: Goldman Sachs; Citi: Citigroup; BofA: Bank ofAmerica Merrill Lynch; JPM: JP Morgan. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su datiBloomberg aggiornati alle ore 10 del 21.11.2016

Nel corso degli ultimi mesi i CDS degli emittenti finanziari americani ed europei si sono mossi in direzioni opposte. A pesare sulle banche europee permangono alcune note criticità, legate, tra l’altro, alla dinamica dei tassi e del ciclo nonché all’evoluzione della normativa e, soprattutto in alcuni paesi (tra cui l’Italia), alla gestione dei crediti deteriorati. Per le banche USA la discesa dei CDS e il rialzo delle quotazioni azionarie (oltre l’11% dall’esito delle presidenziali), già in atto da metà anno, si sono accentuati dopo la vittoria di Trump: la promessa politica fiscale espansiva dovrebbe supportare la domanda di credito e determinare, in parallelo, una politica monetaria più aggressiva. Un ruolo importante giocano anche le attese che la nuova amministrazione possa allargare le maglie regolamentari del settore finanziario. Occorrerà però verificare l’effettivo grado di implementazione delle misure prospettate in campagna elettorale.

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Valute e Commodity

Cambi

L'indice “dollar index” (pesato per il commercio estero) appare stabile rispetto alle principali controparti dopo gli ultimi rialzi. A sostenere la valuta USA sono le attese di un ritorno d'inflazione negli USA per effetto delle politiche fiscali espansive del presidente eletto Trump.

Dollar Index (pesato scambi commerciali) dal 2014 e tasso Fed

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

La vittoria di Trump, con le conseguenze sui Treasury e sulle aspettative di inflazione, unita all’attesa sul rialzo tassi Fed di dicembre, ci consente di tratteggiare un quadro di forza relativa per il dollaro. Di contro, la cruciale riunione BCE dell'8 dicembre potrebbe registrare un’estensione del programma QE oltre il marzo 2017, con un impatto svalutativo per l’euro. Rivediamo quindi al ribasso le previsioni sul cambio euro/dollaro: 1,05 (da 1,10) a un mese, 1,08 (confermato) a 3 mesi, 1,10 (da 1,13) a 6 mesi, 1,13 (da 1,15) a 12 mesi e infine 1,18 (da 1,20) a 24 mesi. La BoE che tornerà a riunirsi il 15 dicembre si tiene “le mani libere” per agire. In questa fase in cui la BoE fronteggia gli effetti della Brexit, l’unico asset a rimanerne penalizzato nel breve-medio termine rischia di essere la sterlina. Permane lo scenario di generale scetticismo sull’efficacia delle misure varate dalla BoJ, sfiducia che si somma al clima di tensione dopo la vittoria di Trump. Lo yen si deprezza solo grazie alla forza del dollaro e attende il meeting BoJ del 20 dicembre.

Materie Prime

Apertura di ottava in recupero per il petrolio, dopo l'incontro informale OPEC tenutosi a Doha, lo scorso venerdì. I membri del Cartello appaiono indirizzati verso un taglio produttivo che riporti l’offerta in area 32,5 milioni di barili giornalieri, il prossimo 30 novembre a Vienna.

Produzione Membri OPEC (%)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

Le quotazioni petrolifere sono in rialzo supportate dalla prospettiva di un taglio della produzione da parte dell'OPEC. Il meeting informale di Doha dello scorso venerdì è terminato senza alcun accordo stringente ma l'obiettivo dell'incontro ufficiale di Vienna diventa quello di contrarre la produzione OPEC a 32,5 milioni di barili. A Doha si è di nuovo discusso sul fatto che Iran, Libia e Nigeria possano godere di condizioni speciali mentre l'Iraq spera fino all'ultimo di venir esentato dal taglio produttivo. La Russia conferma di essere pronta ad un taglio ma aspetta le decisioni in seno al cartello prima di assecondare una riduzione della produzione. Metalli Industriali tonici; l'idea che l'Amministrazione Trump possa varare un piano di spesa fiscale in opere pubbliche spinge la domanda per i metalli, già sotto pressione per la richiesta cinese.

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Mercati Azionari

Area euro

Listini europei poco variati su base settimanale ad eccezione di quello domestico appesantito dalla performance negativa del comparto Bancario sul quale si concentra lo scetticismo degli investitori per l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Il mercato teme che una vittoria del no possa portare una fase di destabilizzazione politica con ripercussioni negative sui futuri piani di ricapitalizzazione di importanti Istituti bancari. A questo si aggiunge la preoccupazione che la politica protezionistica del neo Presidente USA possa penalizzare le società europee che vantano consistenti interscambi commerciali con il Paese.

Andamento indice Euro Stoxx, Energetico e Bancario

Nota: 02.01.2015 = base 100. Fonte: Bloomberg

L’andamento dei settori europei rispecchia la strategia di politica economica di Trump che, se implementata nei termini promessi, avvantaggia alcuni settori come quello delle Materie Prime ed Energetico tradizionale fondato sull’impiego di combustibili fossili e ne svantaggia altri come i titoli legati alle energie rinnovabili e in particolar modo le Utility. Su queste ultime pesa anche la prospettiva di rialzo dei tassi di interesse. Chi invece sembra trarre vantaggio dall’attuale situazione sono le società del settore Farmaceutico in quanto la vittoria dei democratici avrebbe portato una maggiore regolamentazione dei prezzi dei farmaci. Un altro settore europeo che ha chiuso la scorsa settimana con segno positivo è quello delle Costruzioni/Cementieri che trarrà vantaggio dalla politica economica espansiva con rilancio degli investimenti in infrastrutture. Anche il recupero del dollaro, al massimo da 13 anni, sta avvantaggiando le società europee che esportano in valuta rendendo i loro prodotti molto più competitivi.

Stati Uniti

Prosegue l’allungo degli indici statunitensi, con Dow Jones e Nasdaq che registrano nuovi record e l’S&P500 che si approssima ai massimi storici. A determinare l’andamento è ancora l’effetto Trump, anche se in modo più contenuto rispetto all’iniziale euforia, dal momento che il mercato sembra voler attendere con maggiore cautela la reale attuazione dei programmi elettorali in termini di aumento della spesa e tagli fiscali. Importante, in tale senso, risulterà la scelta dei componenti dello staff presidenziale. Sul fronte dei rischi, occorre sempre considerare gli effetti del rafforzamento del dollaro e del rialzo dei tassi come fattori potenzialmente destabilizzanti.

Andamento indice S&P500, Euro Stoxx e FTSE MIB

Fonte: Bloomberg

A livello settoriale, il rialzo dei rendimenti di mercato garantisce ulteriore forza relativa ai Finanziari, per via del fatto che tassi più elevati andranno a migliorare i risultati di bilancio per i prossimi trimestri, tramite la componente dei margini di interesse. Al momento, il consenso stima una crescita degli utili del settore a doppia cifra nella parte finale dell’attuale esercizio per poi proseguire anche nel 1° trimestre 2017. Mantiene forza relativa l’Industriale; anche in questo caso l’effetto positivo arriva dall’elezione del nuovo presidente Trump, le cui future politiche espansive avranno un maggior impatto sui comparti maggiormente ciclici. Dopo la tiepida reazione post elettorale, il Tecnologico recupera forza relativa, grazie anche al maggior sostegno dei semiconduttori. I nuovi dati di vendita a livello internazionale, rilasciati dalla Sia (Semiconductor Industry Association), hanno evidenziato nuovi segnali di ripresa nel mercato dei semiconduttori. Il 3° trimestre si è archiviato con un aumento dell’11,5% rispetto al precedente trimestre.

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Gli appuntamenti della settimana entrante

Calendario mercati italiani Data Evento Società/Dati macroeconomici Stima Preced.Lunedì 21 Risultati societari - Martedì 22 Risultati societari - Mercoledì 23 Risultati societari - Giovedì 24 Risultati societari - Venerdì 25 Dati Macro (•) Ordini all'industria m/m (%) di ottobre - 10,2 (•) Ordini all'industria a/a (%) di ottobre - 15,9 (•) Fatturato industriale m/m (%) di ottobre - 4,1 (•) Fatturato industriale a/a (%) di ottobre - 6,8 (•) Vendite al dettaglio m/m (%) di settembre 0,2 -0,1 (•) Vendite al dettaglio a/a (%) di settembre -0,1 -0,2 Risultati societari -

Nota: si tratta del calendario indicativo dei principali appuntamenti macroeconomici e societari che può subire variazioni e integrazioni nel corso della settimana. (•) Il numero di pallini (da uno a tre) indica l’importanza del dato nel periodo di riferimento; (*) Dati già pubblicati; in tabella sono riportati da sinistra il dato effettivo e il consenso. Fonte: DirezioneStudi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Il Sole 24 Ore, Bloomberg, Milano Finanza

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Calendario mercati esteri Data Paese Società/Dati macroeconomici Stima Preced.Lunedì 21 Giappone (*) (•) Indice attività industriale m/m (%) di settembre 0,2 0,0 (•) Bilancia commerciale (miliardi di yen) di ottobre 474,3 404,3 Risultati Europa - Risultati USA - Martedì 22 Area Euro (••) Fiducia dei consumatori di novembre, stima flash -7,8 -8,0 USA (••) Vendite di case esistenti (milioni, annualizzato) di ottobre 5,43 5,47 (••) Vendite di case esistenti m/m (%) di ottobre -0,7 3,2 Giappone (•) Vendite al dettaglio a/a (%) di ottobre - -5 Risultati Europa - Risultati USA Campbell Soup, Hewlett-Packard Mercoledì 23 Area Euro (••) PMI Manifattura di novembre, stima flash 53,3 53,5 (••) PMI Servizi di novembre, stima flash 52,9 52,8 (••) PMI Composito di novembre, stima flash 53,3 53,3 Germania (••) PMI Manifattura di novembre, stima flash 54,8 55,0 (••) PMI Servizi di novembre, stima flash 54,0 54,2 Francia (••) PMI Manifattura di novembre, stima flash 51,5 51,8 (••) PMI Servizi di novembre, stima flash 51,9 51,4 USA (••) Nuovi sussidi di disoccupazione (migliaia di unità), settimanale 248 235 (••) Sussidi di disoccupazione continuativi (migliaia di unità), settimanale - 1.977 (•) Indice Università del Michigan di novembre, finale 91,6 91,6 (••) Ordini di beni durevoli m/m (%) di ottobre, preliminare 1,2 -0,3 (••) Ordini di beni durevoli esclusi trasporti m/m (%) di ottobre, prel. 0,2 0,1 Risultati Europa Infineon Risultati USA - Giovedì 24 Germania (•••) Indice IFO di novembre 110,5 110,5 (•••) Indice IFO situazione corrente di novembre 115 115 (•••) Indice IFO aspettative tra 6 mesi di novembre 106,0 106,1 (•••) PIL t/t (%) del 3° trimestre, stima finale 0,2 0,2 (•••) PIL a/a (%) del 3° trimestre, stima finale 1,7 1,7 Francia (•) Fiducia delle imprese di novembre 102 102 Aspettative per la propria impresa di novembre 10 9 Giappone (••) Indicatore anticipatore di settembre, finale - 100,5 Risultati Europa - Risultati USA - Venerdì 25 Regno Unito (••) PIL t/t (%) del 3° trimestre, seconda stima 0,5 0,5 (••) PIL a/a (%) del 3° trimestre, seconda stima 2,3 2,3 Giappone (•) CPI Tokyo a/a (%) di settembre 0,2 0,1 (•) CPI esclusi alimentari ed energia Tokyo a/a (%) di settembre 0,0 0,1 (••) CPI a/a (%) di ottobre 0,0 -0,5 (•) CPI esclusi alimentari ed energia a/a (%) di ottobre 0,1 0,0 (•) Fiducia delle piccole imprese di novembre - 48,3 Risultati Europa - Risultati USA -

Nota: si tratta del calendario indicativo dei principali appuntamenti macroeconomici e societari che può subire variazioni e integrazioni nel corso della settimana. (•) Il numero di pallini (da uno a tre) indica l’importanza del dato nel periodo di riferimento; (*) Dati già pubblicati; in tabella sono riportati da sinistra il dato effettivo e il consenso. Fonte: DirezioneStudi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Il Sole 24 Ore, Bloomberg, Milano Finanza

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Performance delle principali asset class

Principali indici azionari economie avanzate (var. %) Principali indici azionari economie emergenti (var. %)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

Azionario (var. %) 1 settimana 1 mese 12 mesi da inizio annoMSCI 0,3 -0,2 -0,3 2,1MSCI - Energia 1,8 -1,5 4,0 13,9MSCI - Materiali -1,6 0,1 10,2 15,8MSCI - Industriali -0,5 1,9 4,9 8,4MSCI – Beni di consumo durevoli 1,4 0,2 -3,2 -0,6MSCI – Beni di consumo non durevoli -0,1 -5,7 -2,9 -3,5MSCI - Farmaceutico -1,2 -1,9 -7,6 -8,3MSCI - Servizi Finanziari -0,5 6,9 1,3 4,1MSCI - Tecnologico 2,5 -0,8 5,6 8,7MSCI - Telecom 1,5 -4,3 -5,9 -4,9MSCI - Utility 0,0 -6,2 -2,9 -2,5Stoxx 600 0,1 -1,7 -11,4 -7,5Eurostoxx 300 -0,2 -2,3 -10,1 -6,2Stoxx Small 200 0,6 -2,0 -9,0 -7,4FTSE MIB -3,1 -5,8 -26,9 -24,5CAC 40 0,0 -0,6 -8,2 -2,8DAX -0,3 -0,4 -4,1 -0,7FTSE 100 0,5 -3,3 7,2 8,7S&P 500 0,8 1,9 4,4 6,7Nikkei 225 2,5 5,4 -8,9 -4,9Bovespa -2,0 -6,5 24,6 38,3Hang Seng China Enterprise 0,6 -4,3 -1,7 2,0Micex 1,3 4,6 12,1 16,3Sensex -3,9 -8,3 -0,4 -1,4FTSE/JSE Africa All Share 2,2 -1,6 -2,7 0,2Indice BRIC 0,8 -7,5 1,4 8,1Emergenti MSCI 0,7 -7,3 0,1 6,3Emergenti - MSCI Est Europa 1,4 -1,7 1,5 15,7Emergenti - MSCI America Latina 2,8 -12,8 9,3 23,9

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 9

Principali indici obbligazionari economie avanzate (var. %) Principali indici obbligazionari corporate ed emergenti (var. %)

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

Obbligazionario (var. %) 1 settimana 1 mese 12 mesi da inizio annoGovernativi area euro -0,1 -2,8 1,6 2,2Governativi area euro breve termine (1 - 3 anni) 0,0 -0,2 0,1 0,1Governativi area euro medio termine (3 - 7 anni) -0,1 -1,3 0,6 0,8Governativi area euro lungo termine (+7 anni) -0,1 -4,8 3,1 4,2Governativi area euro - core 0,2 -1,1 2,7 3,6Governativi area euro - periferici -0,3 -1,6 1,1 1,8Governativi Italia -0,4 -3,9 -1,4 -1,2Governativi Italia breve termine 0,0 -0,4 -0,2 -0,2Governativi Italia medio termine -0,3 -2,2 -0,5 -0,3Governativi Italia lungo termine -0,6 -6,7 -2,6 -2,4Obbligazioni Corporate -0,2 -1,8 3,2 3,9Obbligazioni Corporate Investment Grade -0,2 -1,8 2,7 3,3Obbligazioni Corporate High Yield -0,2 -1,0 3,2 6,1Obbligazioni Paesi Emergenti USD -1,9 -4,6 7,1 8,6Obbligazioni Paesi Emergenti EUR -0,7 -3,1 3,6 4,1Obbligazioni Paesi Emergenti EUR - America Latina -1,3 -5,8 4,5 7,2Obbligazioni Paesi Emergenti EUR - Est Europa -0,5 -2,3 3,0 2,9

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 10

Principali valute (var. %) Principali materie prime (var. %)

Note: un numero positivo indica un rafforzamento mentre un numero negativo indica un indebolimento della divisa estera rispetto all’euro; la percentuale indica cioè la performance di un euro investito in valuta estera. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

Valute e materie prime (var. %) 1 settimana 1 mese 12 mesi da inizio annoEUR/USD -1,1 -2,3 0,1 -2,2EUR/JPY -1,5 -4,2 10,7 10,8EUR/GBP -0,2 3,2 -18,6 -14,5EUR/ZAR 1,6 -0,2 -1,9 10,3EUR/AUD -1,4 -1,2 2,0 3,0EUR/NZD 0,1 0,4 7,7 5,0EUR/CAD 2,0 1,5 -0,8 5,1EUR/TRY -1,9 -6,8 -15,9 -11,9WTI 7,0 -8,8 14,8 25,1Brent 7,2 -8,0 6,7 27,8Oro -0,6 -4,1 12,8 14,5Argento -1,1 -4,5 18,5 21,1Grano 4,1 -1,0 -16,0 -12,7Mais 2,8 -1,6 -4,5 -3,3Rame 0,1 20,1 21,5 18,3Alluminio -1,4 5,2 18,2 13,5

Per le valute le performance indicano il rafforzamento (numero positivo) o indebolimento (numero negativo) della divisa estera rispetto all’euro; la percentuale indica cioè la performance di un euro investito in valuta estera. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Bloomberg

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Avvertenza generale Il presente documento è una ricerca in materia di investimenti preparata e distribuita da Intesa Sanpaolo SpA, banca di diritto, italiano autorizzata alla prestazione dei servizi di investimento dalla Banca d’Italia, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo.

Il presente documento è anche distribuito da Banca IMI, banca autorizzata in Italia e soggetta al controllo di Banca d’Italia e Consob per lo svolgimento dell’attività di investimento appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo.

Le informazioni fornite e le opinioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute affidabili e in buona fede, tuttavia nessuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, è fornita da Intesa Sanpaolo relativamente all’accuratezza, completezza e correttezza delle stesse. Le opinioni, previsioni o stime contenute nel presente documento sono formulate con esclusivo riferimento alla data di redazione del presente documento, e non vi è alcuna garanzia che i futuri risultati o qualsiasi altro evento futuro saranno coerenti con le opinioni, previsioni o stime qui contenute. Qualsiasi informazione contenuta nel presente documento potrà, successivamente alla data di redazione del medesimo, essere oggetto di qualsiasi modifica o aggiornamento da parte di Intesa Sanpaolo, senza alcun obbligo da parte di Intesa Sanpaolo di comunicare tali modifiche o aggiornamenti a coloro ai quali tale documento sia stato in precedenza distribuito.

I dati citati nel presente documento sono pubblici e resi disponibili dalle principali agenzie di stampa (Bloomberg, Thomson Reuters).

Le stime di consenso indicate nel presente documento si riferiscono alla media o la mediana di previsioni o valutazioni di analisti raccolte da fornitori di dati quali Bloomberg, Thomson Reuters, FactSet (JCF) o IBES. Nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita da Intesa Sanpaolo relativamente all’accuratezza, completezza e correttezza delle stesse.

Lo scopo del presente documento è esclusivamente informativo. In particolare, il presente documento non è, né intende costituire, né potrà essere interpretato, come un documento d’offerta di vendita o sottoscrizione, ovvero come un documento per la sollecitazione di richieste d’acquisto o sottoscrizione, di alcun tipo di strumento finanziario. Nessuna società del Gruppo Intesa Sanpaolo, né alcuno dei suoi amministratori, rappresentanti o dipendenti assume alcun tipo di responsabilità (per colpa o diversamente) derivante da danni indiretti eventualmente determinati dall’utilizzo del presente documento o dal suo contenuto o comunque derivante in relazione con il presente documento e nessuna responsabilità in riferimento a quanto sopra potrà conseguentemente essere attribuita agli stessi.

Le società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, i loro amministratori, rappresentanti o dipendenti (ad eccezione degli Analisti Finanziari e di coloro che collaborano alla predisposizione della ricerca) e/o le persone ad essi strettamente legate possono detenere posizioni lunghe o corte in qualsiasi strumento finanziario menzionato nel presente documento ed effettuare, in qualsiasi momento, vendite o acquisti sul mercato aperto o altrimenti. I suddetti possono inoltre effettuare, aver effettuato, o essere in procinto di effettuare vendite e/o acquisti, ovvero offerte di compravendita relative a qualsiasi strumento di volta in volta disponibile sul mercato aperto o altrimenti.

Il presente documento è pubblicato con cadenza settimanale: il precedente report è stato distribuito in data 14.11.2016.

Il presente documento è distribuito da Banca IMI e Intesa Sanpaolo, a partire dallo stesso giorno del suo deposito presso Consob, è rivolto esclusivamente a soggetti residenti in Italia e verrà messo a disposizione del pubblico indistinto attraverso i siti internet di Banca IMI (http://www.bancaimi.prodottiequotazioni.com/Studi-e-Ricerche) e di Intesa Sanpaolo (www.intesasanpaolo.com) nella sezione Risparmio-Mercati. La pubblicazione al pubblico su tali siti viene segnalata tramite il canale aziendale social Twitter @intesasanpaolo https://twitter.com/intesasanpaolo .

L’elenco di tutte le raccomandazioni su qualsiasi strumento finanziario o emittente prodotte dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e diffuse nei 12 mesi precedenti è disponibile sul sito internet di Intesa Sanpaolo, all’indirizzo www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/studi/ita_elenco_raccomandazioni.jsp.

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

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Comunicazione dei potenziali conflitti di interesse

Intesa Sanpaolo S.p.A. e le altre società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo (di seguito anche solo “Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo”) si sono dotate del “Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231” (disponibile in versione integrale sul sito internet di Intesa Sanpaolo, all’indirizzo: http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/governance/ita_wp_governance.jsp, ed in versione sintetica all’indirizzo: https://www.bancaimi.com/bancaimi/chisiamo/documentazione/mifid.html) che, in conformità alle normative italiane vigenti ed alle migliori pratiche internazionali, include, tra le altre, misure organizzative e procedurali per la gestione delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse, ivi compresi adeguati meccanismi di separatezza organizzativa, noti come Barriere informative, atti a prevenire un utilizzo illecito di dette informazioni nonché a evitare che gli eventuali conflitti di interesse che possono insorgere, vista la vasta gamma di attività svolte dal Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, incidano negativamente sugli interessi della clientela.

In particolare, l’esplicitazione degli interessi e le misure poste in essere per la gestione dei conflitti di interesse – facendo riferimento a quanto prescritto agli articoli 69-quater e 69-quinquies del Regolamento Emittenti emanato dalla Consob con delibera n. 11971 del 14.05.1999 e successive modifiche ed integrazioni, all'articolo 24 della " Disciplina dei servizi di gestione accentrata, di liquidazione, dei sistemi di garanzia e delle relative società di gestione” emanato da Consob e Banca d'Italia, al FINRA Rule 2241 e NYSE Rule 472, così come FCA Conduct of Business Sourcebook regole COBS 12.4.9 e COBS 12.4.10 - tra il Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo e gli Emittenti di strumenti finanziari, e le loro società del gruppo, nelle raccomandazioni prodotte dagli analisti di Intesa Sanpaolo sono disponibili nelle "Regole per Studi e Ricerche" e nell'estratto del "Modello aziendale per la gestione delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse", pubblicato sul sito internet di Intesa Sanpaolo S.p.A.

Sul sito internet di Intesa Sanpaolo, all’indirizzo http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/studi/ita_archivio_conflitti_mad.jsp è presente l’archivio dei conflitti di interesse del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo.

Banca IMI S.p.A., una delle società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, agisce come market maker nei mercati all'ingrosso per i titoli di Stato dei principali Paesi europei e ricopre il ruolo di Specialista in titoli di Stato, o similare, per i titoli emessi dalla Repubblica d'Italia, dalla Repubblica Federale di Germania, dalla Repubblica Ellenica, dal Meccanismo Europeo di Stabilità e dal Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria.

Certificazione degli analisti

Gli analisti che hanno predisposto la presente ricerca in materia di investimenti, i cui nomi e ruoli sono riportati nella prima pagina del documento, dichiarano che:

(a) le opinioni espresse sulle Società citate nel documento riflettono accuratamente l’opinione personale, obiettiva, indipendente, equa ed equilibrata degli analisti;

(b) non è stato e non verrà ricevuto alcun compenso diretto o indiretto in cambio delle opinioni espresse.

Altre indicazioni

1. Né gli analisti né qualsiasi altra persona strettamente legata agli analisti hanno interessi finanziari nei titoli delle Società citate nel documento.

2. Né gli analisti né qualsiasi altra persona strettamente legata agli analisti operano come funzionari, direttori o membri del Consiglio d’Amministrazione nelle Società citate nel documento.

3. Sette degli analisti del Team Retail Research (Paolo Guida, Ester Brizzolara, Laura Carozza, Piero Toia, Fulvia Risso, Mario Romani, Serena Marchesi) sono soci AIAF.

4. Gli analisti citati non ricevono bonus, stipendi o qualsiasi altra forma di compensazione basati su specifiche operazioni di investment banking.

Il presente documento è per esclusivo uso del soggetto cui esso è consegnato da Intesa Sanpaolo e non potrà essere riprodotto, ridistribuito, direttamente o indirettamente, a terzi o pubblicato, in tutto o in parte, per qualsiasi motivo, senza il preventivo consenso espresso da parte di Intesa Sanpaolo. Il copyright ed ogni diritto di proprietà intellettuale sui dati, informazioni, opinioni e valutazioni di cui alla presente scheda informativa è di esclusiva pertinenza del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, salvo diversamente indicato. Tali dati, informazioni, opinioni e valutazioni non possono essere oggetto di ulteriore distribuzione ovvero riproduzione, in qualsiasi forma e secondo qualsiasi tecnica ed anche parzialmente, se non con espresso consenso per iscritto da parte di Intesa Sanpaolo.

Chi riceve il presente documento è obbligato ad uniformarsi alle indicazioni sopra riportate.

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Settimana dei mercati 21 novembre 2016

Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 13

Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Responsabile Retail Research Paolo Guida Analista Azionario Analista Obbligazionario Ester Brizzolara Serena Marchesi Laura Carozza Fulvia Risso Piero Toia Cecilia Barazzetta Analista Valute e Materie prime Mario Romani

Editing: Raffaella Caravaggi, Elisabetta Ciarini