Se il cuore va in tilt - eoc.ch...su ‘Cuore da 0 a 100 anni’, con il primario di cardiologia e...

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che il dipartimento di medicina interna. È stato responsabile per 10 anni del servizio trapianti al- l’ospedale universitario di Zurigo, per questo motivo la maggioranza dei pazienti ticinesi, che ha subito un trapianto al cuore, viene assistito al San Giovanni, dove si effettuano biopsie e si im- posta la terapia anti-rigetto. C’è poi l’angiologia che si occupa di arterie e vene, dalle trombosi alle gambe ai restringimenti delle carotidi. Numero di pazienti ed esami si sono decuplicati negli anni. Sono gli ammalati ad aumentare o la tendenza a fare test? Ci risponde il primario: «Quando ero studente un settantenne era molto anziano, oggi ci sono ottantenni cardiopatici che godono di una buona qualità di vita: i pa- zienti con scompenso cardiaco vengono ristabi- liti impostando un terapia ottimale in collabo- razione con il medico curante», dice Gallino. Nel sangue segnali di un possibile infarto Ne approfittiamo per sapere se le moderne tec- nologie permettono di prevedere un infarto. «Fattori semplici come la presenza di iperten- sione, colesterolo alto, diabete, fumo, sovrappe- so restano l’ABC per calcolare il rischio», ci spie- ga il dottor Andrea Menafoglio caposervizio in cardiologia e medicina interna al San Giovanni. Se per scongiurare tumori al colon o al seno esi- stono efficaci sistemi di screening preventivi, per il cuore la faccenda si complica. «Consiglia- mo agli uomini (dai 40 anni) e alle donne (dai 50) di controllare alcuni semplici fattori di ri- schio cardiocircolatori (colesterolo e pressione), di smettere di fumare e di fare dell’ esercizio fi- sico regolare. Nuove tecnologie - aggiunge Galli- no - permettono spesso di confermare con più accuratezza le previsioni». Ci sono poi altre piste promettenti: «Sappiamo che determinati parametri infiammatori del sangue possono essere fattori scatenanti per l’infarto. Altre analisi permettono di verificare l’età biologica del sistema circolatorio: in un sessantenne con alle spalle una vita sregolata è possibile stabilire come l’elasticità delle arterie corrisponda a quella di un 80enne, quindi esse- re un soggetto più a rischio», dice il primario. L’ecocardiografia si fa anche al feto Ma non tutti i pazienti sono anziani, 1% della po- polazione soffre di cardiopatie congenite. «Sono difetti al cuore presenti già alla nascita. Dalla se- dicesima settimana di gravidanza, si può fare l’ecocardiografia fetale: ci serve per informare i genitori ed organizzare, se necessario, il parto in centri universitari attrezzati», spiega il dottor Renzo Ghisla, pediatra e cardiologo al San Gio- vanni e consulente nelle strutture dell’Eoc. Chiediamo quali percorsi ad ostacoli si trovano davanti i genitori: «Alcuni difetti nei nascituri sono semplici e guariscono da soli, altri vanno operati a Zurigo e si risolvono, per altri casi si possono fare solo interventi palliativi per mi- gliorare la qualità di vita». Mentre le cardiopatie secondarie infantili «sono molto rare, a volte causate da infezioni o infiammazioni», conclu- de il dottor Ghisla, da 22 anni al San Giovanni. Comunque, quando c’è di mezzo il cuore, le cer- tezze sono poche. «L’elettrocardiogramma sotto sforzo e altri test più specifici, possono eviden- ziare una predisposizione ai problemi cardiaci», dice Menafoglio. Saperlo non vuole ancora dire che si camperà più a lungo. Ma imparare a pren- dere la vita dal verso giusto può aiutare: «Come rilevato da una ricerca di un nostro collaborato- re (Marcello Di Valentino) anche stress elevati come un lutto o la perdita del posto di lavoro, possono indebolire chi ha già una predisposizio- ne», aggiunge Gallino. La prevenzione è sicuramente il tassello più im- portante «La facciamo in ambulatorio in sogget- ti a rischio e nei cardiopatici grazie al nostro ser- vizio di riabilitazione cardiovascolare diretto dal dottor Fabio Sartori per chi ha subito un infarto o un’operazione cardiaca, aiutandolo a reinte- grarsi e riprendere fiducia in se stesso», conclu- de il primario. Volti nuovi in corsia Il prof. Gallino continuerà, per decisione del- l’EOC, a lavorare oltre il suo pensionamento (ot- tobre 2015) mantenendo un’attività ambulato- riale come cardiologo al San Giovanni e come consulente per pazienti con cardiopatie termi- nali che necessitano un trapianto cardiaco o esa- mi invasivi al Cardiocentro. Mentre l’attività di Cardiologia pediatrica del dottor Ghisla sarà ri- presa a partire dal 2016 dalla dott. Corinna Leoni Foglia coadiuvata dalla prof. Valsangiacomo del Kinderspital di Zurigo. Se il cuore va in tilt di Simonetta Caratti Un team di 25 collaboratori cura l’intero spettro della cardiologia (dai neonati ai grandi anziani) e delle malattie vascolari: oltre alla valutazione clinica e gli esami standard cardiovascolari (ul- trasuono di cuore, arterie e vene dalla testa ai piedi, elettrocardiogramma a riposo e sotto sfor- zo, controlli di Pacemaker) all’ospedale San Gio- vanni di Bellinzona vengono offerte tutte le in- dagini cardiologiche diagnostiche di punta (la nuova Tac cardiaca, la scintigrafia miocardica o la risonanza cardiaca) fino agli esami invasivi (coronarografie e dilatazioni coronariche) ese- guiti dal primario di cardiologia, il professor Au- gusto Gallino in collaborazione con il Cardiocen- tro: «Negli anni, grazie a tutti i collaboratori ab- biamo compiuto un piccolo capolavoro. Oggi possiamo assistere i bambini come gli anziani», spiega il dottor Augusto Gallino, che dirige an- LA RICERCA Perchè le arterie si chiudono e come salvare la vita di un atleta Dalla carotide che si occlude ai test che possono salvare la vita di un atleta. È lunga la lista degli studi del servizio di ricerca cardiovascolare dell’ospedale San Giovanni, un piccolo osserva- torio che si muove tra i big della ricerca ed ha prodotto negli ultimi 15 anni una ventina di la- vori scientifici pubblicati sulle migliori riviste di cardiologia al mondo. «Qui c’è dinamismo e un grande impegno fuori dagli orari di lavoro, ma anche ottime sinergie con vari servizi dell’ospe- dale (radiologia, chirurgia vascolare, oncologia, medicina nucleare ) e con altri servizi di cardio- logia, Cerdiocentro e medici. Abbiamo costruito una rete di collaborazioni nazionali e interna- zionali con centri universitari che vanno da Zu- rigo a New York», precisa il dottor Gallino. Tra i vari rompicapo da risolvere, uno riguarda la carotide, quando si calcifica rischia di ostruir- si, interrompendo il flusso di sangue: «Sappia- mo che la calcificazione può rompersi, creando un grumo di sangue che chiude tutto. Ma non sempre va così. Capire perchè e quando implode ci permetterà di stabilire quando e come interve- nire», spiega il cardiologo che dirige con il pri- mario di radiologia Wyttenbach la ricerca in col- laborazione con le università di Basilea e Seattle. Altro fiore all’occhiello è lo studio sugli sportivi stroncati da un infarto: prevenire il peggio è possibile, bastano esami che costano in media 140 franchi per atleta. È la conclusione dello stu- dio su 1070 giovani sportivi: «Li abbiamo sotto- posti a diversi semplici esami quali l’elettrocar- diogramma: per il 6% abbiamo fatto esami sup- plementari e riscontrato patologie nello 0.4%. Ad un atleta abbiamo consigliato d’interrompe- re l’attività sportiva», precisa il dottor Andrea Menafoglio che ha diretto lo studio. La ricerca dimostra che è sostenibile in termini di costi proporre questo tipo di visita a larga scala nei giovani sportivi per scovare anomalie al cuore non diasgnosticate che possono causare danno o portare alla morte. L’evento 2 lunedì 12 maggio 2014 In piedi, il primario di cardiologia e medicina interna, il professor Augusto Gallino con il collega caposervizio Andrea Menafoglio FOTO TIPRESS Si può prevedere un infarto? Chi è stressato è più a rischio? Che cosa manda in tilt il cuore e calcifica le arterie, che rischiano di implodere? Tra nuove piste della ricerca e classici fattori di rischio, tre cardiologi dell’ospedale San Giovanni spiegano le sfide future, dalla diagnosi fino alle cure. Ma anche l’efficacia di test preventivi: quando con 140 franchi si può salvare la vita di un giovane atleta L’APPUNTAMENTO La conferenza Giovedì 15 maggio, all’Auditorio dell’ospedale San Giovanni a Bellinzona (dalle 18.30 alle 20) conferenza su ‘Cuore da 0 a 100 anni’, con il primario di cardiologia e medicina interna a Bellinzona Augusto Gallino, Andrea Menafoglio, caposervizio in cardiologia e medicina interna e Renzo Ghisla, pediatra e cardiologo. Il dibattito, moderato da Lorenza Hofmann, è in collaborazione con ‘laRegioneTicino’ e Banca Migros. Si prega di annunciarsi allo 091 911 08 10 000014_2_speciale 05.05.14 18:23 Pagina 1

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che il dipartimento di medicina interna. È statoresponsabile per 10 anni del servizio trapianti al-l’ospedale universitario di Zurigo, per questomotivo la maggioranza dei pazienti ticinesi, cheha subito un trapianto al cuore, viene assistito alSan Giovanni, dove si effettuano biopsie e si im-posta la terapia anti-rigetto. C’è poi l’angiologiache si occupa di arterie e vene, dalle trombosialle gambe ai restringimenti delle carotidi. Numero di pazienti ed esami si sono decuplicatinegli anni. Sono gli ammalati ad aumentare o latendenza a fare test? Ci risponde il primario:«Quando ero studente un settantenne era moltoanziano, oggi ci sono ottantenni cardiopaticiche godono di una buona qualità di vita: i pa-zienti con scompenso cardiaco vengono ristabi-liti impostando un terapia ottimale in collabo-razione con il medico curante», dice Gallino.

Nel sangue segnali di un possibile infarto

Ne approfittiamo per sapere se le moderne tec-nologie permettono di prevedere un infarto.«Fattori semplici come la presenza di iperten-sione, colesterolo alto, diabete, fumo, sovrappe-so restano l’ABC per calcolare il rischio», ci spie-ga il dottor Andrea Menafoglio caposervizio incardiologia e medicina interna al San Giovanni.Se per scongiurare tumori al colon o al seno esi-stono efficaci sistemi di screening preventivi,per il cuore la faccenda si complica. «Consiglia-mo agli uomini (dai 40 anni) e alle donne (dai50) di controllare alcuni semplici fattori di ri-schio cardiocircolatori (colesterolo e pressione),

di smettere di fumare e di fare dell’ esercizio fi-sico regolare. Nuove tecnologie - aggiunge Galli-no - permettono spesso di confermare con piùaccuratezza le previsioni». Ci sono poi altre piste promettenti: «Sappiamoche determinati parametri infiammatori delsangue possono essere fattori scatenanti perl’infarto. Altre analisi permettono di verificarel’età biologica del sistema circolatorio: in unsessantenne con alle spalle una vita sregolata èpossibile stabilire come l’elasticità delle arteriecorrisponda a quella di un 80enne, quindi esse-re un soggetto più a rischio», dice il primario.

L’ecocardiografia si fa anche al feto

Ma non tutti i pazienti sono anziani, 1% della po-polazione soffre di cardiopatie congenite. «Sonodifetti al cuore presenti già alla nascita. Dalla se-dicesima settimana di gravidanza, si può farel’ecocardiografia fetale: ci serve per informare igenitori ed organizzare, se necessario, il parto incentri universitari attrezzati», spiega il dottorRenzo Ghisla, pediatra e cardiologo al San Gio-vanni e consulente nelle strutture dell’Eoc. Chiediamo quali percorsi ad ostacoli si trovanodavanti i genitori: «Alcuni difetti nei nasciturisono semplici e guariscono da soli, altri vannooperati a Zurigo e si risolvono, per altri casi sipossono fare solo interventi palliativi per mi-gliorare la qualità di vita». Mentre le cardiopatiesecondarie infantili «sono molto rare, a voltecausate da infezioni o infiammazioni», conclu-de il dottor Ghisla, da 22 anni al San Giovanni.

Comunque, quando c’è di mezzo il cuore, le cer-tezze sono poche. «L’elettrocardiogramma sottosforzo e altri test più specifici, possono eviden-ziare una predisposizione ai problemi cardiaci»,dice Menafoglio. Saperlo non vuole ancora direche si camperà più a lungo. Ma imparare a pren-dere la vita dal verso giusto può aiutare: «Comerilevato da una ricerca di un nostro collaborato-re (Marcello Di Valentino) anche stress elevaticome un lutto o la perdita del posto di lavoro,possono indebolire chi ha già una predisposizio-ne», aggiunge Gallino. La prevenzione è sicuramente il tassello più im-portante «La facciamo in ambulatorio in sogget-ti a rischio e nei cardiopatici grazie al nostro ser-vizio di riabilitazione cardiovascolare diretto daldottor Fabio Sartori per chi ha subito un infartoo un’operazione cardiaca, aiutandolo a reinte-grarsi e riprendere fiducia in se stesso», conclu-de il primario.

Volti nuovi in corsia

Il prof. Gallino continuerà, per decisione del-l’EOC, a lavorare oltre il suo pensionamento (ot-tobre 2015) mantenendo un’attività ambulato-riale come cardiologo al San Giovanni e comeconsulente per pazienti con cardiopatie termi-nali che necessitano un trapianto cardiaco o esa-mi invasivi al Cardiocentro. Mentre l’attività diCardiologia pediatrica del dottor Ghisla sarà ri-presa a partire dal 2016 dalla dott. Corinna LeoniFoglia coadiuvata dalla prof. Valsangiacomo delKinderspital di Zurigo.

Se il cuore va in tilt

di Simonetta Caratti

Un team di 25 collaboratori cura l’intero spettrodella cardiologia (dai neonati ai grandi anziani)e delle malattie vascolari: oltre alla valutazioneclinica e gli esami standard cardiovascolari (ul-trasuono di cuore, arterie e vene dalla testa aipiedi, elettrocardiogramma a riposo e sotto sfor-zo, controlli di Pacemaker) all’ospedale San Gio-vanni di Bellinzona vengono offerte tutte le in-dagini cardiologiche diagnostiche di punta (lanuova Tac cardiaca, la scintigrafia miocardica ola risonanza cardiaca) fino agli esami invasivi(coronarografie e dilatazioni coronariche) ese-guiti dal primario di cardiologia, il professor Au-gusto Gallino in collaborazione con il Cardiocen-tro: «Negli anni, grazie a tutti i collaboratori ab-biamo compiuto un piccolo capolavoro. Oggipossiamo assistere i bambini come gli anziani»,spiega il dottor Augusto Gallino, che dirige an-

LA RICERCA

Perchè le arterie si chiudono e come salvare la vita di un atletaDalla carotide che si occlude ai test che possonosalvare la vita di un atleta. È lunga la lista deglistudi del servizio di ricerca cardiovascolaredell’ospedale San Giovanni, un piccolo osserva-torio che si muove tra i big della ricerca ed haprodotto negli ultimi 15 anni una ventina di la-vori scientifici pubblicati sulle migliori riviste dicardiologia al mondo. «Qui c’è dinamismo e ungrande impegno fuori dagli orari di lavoro, maanche ottime sinergie con vari servizi dell’ospe-dale (radiologia, chirurgia vascolare, oncologia,medicina nucleare ) e con altri servizi di cardio-logia, Cerdiocentro e medici. Abbiamo costruitouna rete di collaborazioni nazionali e interna-

zionali con centri universitari che vanno da Zu-rigo a New York», precisa il dottor Gallino. Tra i vari rompicapo da risolvere, uno riguardala carotide, quando si calcifica rischia di ostruir-si, interrompendo il flusso di sangue: «Sappia-mo che la calcificazione può rompersi, creandoun grumo di sangue che chiude tutto. Ma nonsempre va così. Capire perchè e quando implodeci permetterà di stabilire quando e come interve-nire», spiega il cardiologo che dirige con il pri-mario di radiologia Wyttenbach la ricerca in col-laborazione con le università di Basilea e Seattle.Altro fiore all’occhiello è lo studio sugli sportivistroncati da un infarto: prevenire il peggio è

possibile, bastano esami che costano in media140 franchi per atleta. È la conclusione dello stu-dio su 1070 giovani sportivi: «Li abbiamo sotto-posti a diversi semplici esami quali l’elettrocar-diogramma: per il 6% abbiamo fatto esami sup-plementari e riscontrato patologie nello 0.4%.Ad un atleta abbiamo consigliato d’interrompe-re l’attività sportiva», precisa il dottor AndreaMenafoglio che ha diretto lo studio. La ricercadimostra che è sostenibile in termini di costiproporre questo tipo di visita a larga scala neigiovani sportivi per scovare anomalie al cuorenon diasgnosticate che possono causare dannoo portare alla morte.

L’evento 2lunedì 12 maggio 2014

In piedi, il primario di cardiologia e medicina interna, il professor Augusto Gallino con il collega caposervizio Andrea Menafoglio FOTO TIPRESS

Si può prevedere un infarto? Chi èstressato è più a rischio? Che cosa mandain tilt il cuore e calcifica le arterie, cherischiano di implodere? Tra nuove pistedella ricerca e classici fattori di rischio,tre cardiologi dell’ospedale San Giovannispiegano le sfide future, dalla diagnosifino alle cure. Ma anche l’efficacia di testpreventivi: quando con 140 franchi si puòsalvare la vita di un giovane atleta

L’APPUNTAMENTO

∑ La conferenza Giovedì 15 maggio,all’Auditorio dell’ospedale San Giovanni aBellinzona (dalle 18.30 alle 20) conferenzasu ‘Cuore da 0 a 100 anni’, con il primariodi cardiologia e medicina interna aBellinzona Augusto Gallino, AndreaMenafoglio, caposervizio in cardiologia emedicina interna e Renzo Ghisla, pediatrae cardiologo. Il dibattito, moderato daLorenza Hofmann, è in collaborazione con‘laRegioneTicino’ e Banca Migros. Si prega di annunciarsi allo 091 911 08 10

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