Scuole in Rilievo

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SCUOLE in SCUOLE in SCUOLE in R I L I E V O Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana e della Direzione Didattica “A. Cuman Pertile” di Marostica ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007 Anno 3, Numero 8 Febbraio 2010 Speciale Territorio 2.500 COPIE DISTRIBUITO A 1.600 ALUNN I Pinguini a Crosara Le rane della Pozza Tuoni sull’Ortigara Le grandi macchine del Chiavone Bianco

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pubblicazione periodica del nostro Istituto Comprensivo

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SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO Periodico di informazione scolastica e di

promozione culturale e didattica a cura dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana e della Direzione Didattica “A. Cuman Pertile” di Marostica

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

Anno 3, Numero 8 Febbraio 2010

Speciale Territorio

2.500 COPIE

DISTRIBUITO A

1.600 ALU

NNI

Pinguini a Crosara

Le rane della Pozza

Tuoni sull’Ortigara

Le grandi macchine del Chiavone Bianco

ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AMBIENTE ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AMBIENTE ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AMBIENTE ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AMBIENTE NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTECNIA, GIARDI-NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTECNIA, GIARDI-NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTECNIA, GIARDI-NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTECNIA, GIARDI-NAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CULTURALI, INFORMA-NAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CULTURALI, INFORMA-NAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CULTURALI, INFORMA-NAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CULTURALI, INFORMA-TICA, GASTRONOMIATICA, GASTRONOMIATICA, GASTRONOMIATICA, GASTRONOMIA

SCUOLA MEDIA STATALE DI CROSARA … guardare oltre, puntare lontano

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SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

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Responsabile del progetto

Fabio Cusinato

Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato, Alessandra Passuello, Barbara Rodeghiero, Antonella Scalco, Lenalisa Zucchi, Mariella Rossi.

Hanno collaborato Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica Fabio Cusinato, Marco Crestani

Stampa S.M.G. srl - 36030 Costabissara (VI) Via A. Volta, 38

In copertina Crosara, strada per San Luca - Foto Fabio Cusinato

In questo numero IMPARARE DIVERTENDOSI 5

AL TAVOLO DELLE DECISIONI 6

PENNA E CALDERONE 7

POLLI IN GABBIA E PINGUINI IN RETE 8

SILENZIO! SI VOLA 16

IL CACAO NEL FOGLIO 16

PAROLE IN FIAMME 17

MUGGITI CANORI 18

LE LANTERNE GIUSTE 18

UNA VIOLENZA INFINITA 19

CAVE CANEM 20

Spaziogiallo

UN’OASI AFFASCINANTE 21

USCIRE DALLA PALUDE 22

Ricerca

CONOSCERE UN TERRITORIO 9

LE TIMIDE RANE DELLA “POZZA” 10

TRA I SASSI IL PANE 11

UNA MACCHINA PRODIGIOSA 12

TUONI DI MORTE SU GRAPPA E ORTIGARA 14

GAS E FAZZOLETTI BAGNATI 15

Speciale Territorio

La guerra che sconvolse l’Altopiano Servizi a pagina 14 e 15

La Valle del Chiavone con le sue prodigiose macchine idrauliche Servizi da pagina 11

Cercando Rane alla Pozza di Santa Caterina Servizio a pagina 10

Le nostre scuole

Il punto IL BORGO GLOBALE 4

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Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

di Brollo Flavio

NUOVA SEDE 36063 Marostica (VI) Villaggio Giovanni P. II, 3 Tel e fax 0424 471669

Email: [email protected] www.informaticamarostica.it

In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di radici culturali. E’ un dibattito che merita certamente una meditata e approfondita discussione. Forse noi non siamo in grado di entrare in un ambito così importante e anche così decisivo per le sorti sociali e culturali dell’Europa. Forse. E pur tuttavia non possia-mo sottrarci a qualche riflessione almeno per quanto riguarda il territorio in cui viviamo. Un ambiente ricco di storia e di avvenimenti importanti. Borghi e città che hanno visto trascorrere davanti alle loro mura e lungo le loro strade secoli di vita in un continuo evol-versi e trasformarsi di attività, lavori, occu-pazioni, stili, cultura. Il nostro territorio è permeato della sua sto-ria. Non può prescindere da essa. Oggi le modalità di comunicazione globale, in una rapidità prodigiosa, ci mettono in relazio-ne con il resto del mondo, ed è veramente straordinario che si possano attivare così scambi di vario genere con tutti. Questo rap-presenta un arricchimento notevole, che allontana stupide chiusure su supposte supe-riorità culturali o di tradizioni. Ma questo ci interroga anche su quale sia la nostra cultu-ra. Quella che l’altro desidera conoscere per un incontro vero, proficuo, che favorisca

l’instaurarsi di un rapporto di profonda stima e rispetto. La globalizzazione non ci ri-chiede l’uniformità culturale, ma la capacità di incontrare tutti con uno sguardo di acco-glienza e un orecchio di ascol-to vivendo la propria cultura. Nel mondo della scuola questo è possibile se un’istituzione si radica nel territorio, coltivan-done la ricchezza culturale senza rinunciare ad uno sguardo verso l’esterno. Talvolta an-che negli istituti di formazione è penetrata una modalità di tipo standardizzante, poco disposta a mediare tra cultura e urgenza globale. Tuttavia, molte realtà, come le scuole di colli-na e di montagna, hanno risposto in maniera un po’ diversa. Si tratta, come sappia,mo di presidi educativi e formativi inseriti in un contesto geografico e culturale ben preciso, sovente penalizzato dall’isolamento. Con gli anni le piccole sedi delle nostre colline sono diventate una finestra sul mondo senza, per altro, dimenticare le radici di cultura e tradi-zione del territorio. Le loro dimensioni, anche come numero di alunni per classe, hanno permesso attività e percorsi didattico-

educativi altrimenti impossibili. Ogni sede è dotata dei più moderni strumenti, come aule per audiovisivi e informatica, con progetti legati al teatro, musica, giornalismo. Il terri-torio circostante permette inoltre uscite di tipo scientifico e naturalistico. I locali poi, in orario extrascolastico, si trasformano in centro di aggregazione con iniziative culturali e sociali per tutta la popolazione. La gestione della piccola scuola collinare, date le dimen-sioni, favorisce una stretta collaborazione tra insegnanti, alunni e genitori in un costante cammino di crescita formativa. Scuole in Rilievo con la sua uscita alle stampe e con le attività che ogni plesso sede pubblica è la più vera e genuina testimonianza di un operare mai venuto meno. A noi come insegnanti rimane la soddisfazione di fare un lavoro che ci appassiona in un am-biente veramente straordinario.

IL BORGO GLOBALE Una cultura per crescere e guardare il mondo di Fabio Cusinato

Il punto

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Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

In questa seconda parte dell’anno si è conclusa, proprio martedì 26 gen-naio, l’attività di Tai Chi proseguita per diversi mesi. Gli alunni del plesso hanno offerto ai genitori un piccolo saggio delle cose imparate. Parecchi genitori, malgrado la dimostrazione sia stata fatta il martedì nel primo pomeriggio, hanno partecipato, dimo-strando interesse e soddisfazione per l’attività. Si ringra-ziano pertanto i due maestri, Andrea e Ivan, che con molta passione e pazienza hanno fatto fare agli alunni questa esperienza singolare di arti marziali orientali.

L’anno scolastico ora prosegue con altre attività, tra cui due laboratori manuali di costruzione di oggetti vari con materiali naturali. L’esperienza si concluderà il 20

IMPARARE DIVERTENDOSI Esplorazioni sul territorio e tanto altro

Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

aprile con un’uscita al Parco delle Dolomiti di Feltre. Anche il progetto di plesso prose-gue il suo cammino di esplorazione del territorio di Santa Caterina. Fare esperien-ze è per i bambini il modo più sicuro e divertente per imparare.

Via Ca’ Boina, 17/2 - 36055 NOVE (VI)

Tel e fax 0424 590849

Costa S. 339 6662581

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Rigo A. 340 0803736

Email: [email protected]

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

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qualcuno di loro, era nato nell'anno 1892). Ma la giornata non si è esaurita qui. I bambini sono stati anche ricevuti dal vice sindaco Alcide Bertazzo che, sempre at-tento e sensibile alle giovani generazioni, li ha accolti con simpatia e, trasforman-doli in piccoli "Assessori in Giunta", li ha fatti accomodare sul "tavolo delle decisio-ni". Un’esperienza sul territorio che ha cer-tamente arricchito i nostri bambini.

Giovedì 26 novembre gli alunni della clas-se III del Plesso di Vallonara si sono reca-ti in visita alla Biblioteca Civica e al Muni-cipio di Marostica. I bambini, piccoli citta-dini in erba, hanno così potu-to familiarizzare con i servizi offerti dal comune. In Biblioteca P. Ragazzoni hanno avuto modo di osservare quali sono e

come sono organizzati gli spazi per trovare libri utili sia alla lettura sia per l’approfondimento dello studio perso-nale con eventuali ricerche. In Municipio hanno invece scoperto come funziona l’Ufficio Anagrafe, dove hanno ricevuto il loro pr imo cer t i f ica to , nonché "documento ufficiale", ed hanno potuto consultare registri e tabulati anagrafici odierni ma anche dei tempi passati (scoprendo anche, che il bisnonno di

AL TAVOLO DELLE DECISIONI Piccoli assessori per un giorno

Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

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Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Il 4 Novembre, alle ore 15.00, i bambini di Vallonara hanno avuto la graditissima sorpresa di trovare nel cortile della scuola un gazebo con a fianco un cal-derone di fumanti e gustose castagne. Questo inaspettato momento di festa è stato offerto dai gentilissimi alpini della Sezione del luogo, che, con la loro pro-verbiale capacità organizzativa, hanno predisposto in pochi minuti un’allegra marronata che ha reso gioioso un ug-gioso pomeriggio autunnale. Gli alpini di Vallonara sono in qualche modo ‘gemellati’ con la scuola, perché per molto tempo hanno concesso l’utilizzo dei locali della loro sezione locale per la mensa dei bambini, dimostrandosi ancora una volta sensibili ed attenti alle esigenze del territorio e dei più giovani. Questi momenti di incontro, inoltre, permettono di mantenere vivo il legame tra generazioni che, se una volta era di natura familiare, avendo in casa più o meno tutti un padre o un nonno alpino, con il tempo rischia di smarrirsi, disperdendo soprattutto il signi-ficato di valore civile che queste sezioni e questi uomini hanno e continuano ad avere all’ interno della nostra società. Il loro innato

spirito gioviale e conviviale fa sempre di questi momenti una festa allegra e spensie-rata, lasciando in tutti un bel ricordo. Tutti i bambini e le insegnanti hanno dimo-strato la loro gratitudine senza riserve, ser-vendosi abbondantemente con evidente sod-disfazione! Non è la prima volta che i bambini e gli alpini hanno questo scambio di visita e di

cortesia. Infatti, qualche settimana prima gli stessi bambini avevano predisposto dei car-telloni con disegni dedicati all’Alpino. Le opere sono poi state esposte in occasione della festa tenuta dagli alpini nella sede della loro sezione. Ancora una volta, dagli alunni e dagli inse-gnanti della Scuola di Vallonara, grazie Alpini!

PENNA E CALDERONE Vallonara festeggia con castagne e alpini

Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

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Se pensavate che alla Scuola Media di Crosara ci fermassimo a polli, anatre e oche... beh, vi siete sbagliati. Sta per arrivare una squadra di pinguini, la Tux's Team, capeggiata da uno GNU... Non preoccupatevi, non stiamo trasfor-mando la scuola in uno zoo... Il pinguino Tux e lo gnu Gnu sono le mascotte di GNU-Linux, il sistema operativo libero che abbiamo adotta-to nel nuovissimo laboratorio di Informatica

nato grazie alla collaborazione e agli sforzi di insegnanti, alunni e genitori. Grazie a tutti noi siamo riusciti ad allestire un'aula con 21 po-stazioni per gli allievi più una per l'insegnante con tanto di videoproiettore e stampante condivisa. Ciascun computer è di ultimissima generazione, veloce e capiente quanto basta per soddisfare ogni esigenza scolastica. I motivi che ci hanno spinto verso l'utilizzo di

POLLI IN GABBIA E PINGUINI IN RETE Crosara apre lo zoo a nuovi animali di Massimiliano Marani

GNU-Linux e gli altri software OpenSource sono stati molti: inizialmente il lato economi-co, che sulle 22 macchine in totale ci ha fatto risparmiare la bellezza di circa 2500 euro per le licenze del solo sistema operativo senza considerare i pacchetti di office automation e altri programmi, ma le riflessioni maggiori sono state spese a riguardo dell'aspetto edu-cativo ed etico. Si sa che è una triste consue-tudine, per molti, usare programmi copiati, craccati, scaricati illegalmente dalla rete, ecc... senza conoscere le potenziali conse-guenze, anche penali, di questo malcostume ed è proprio su questo versante che GNU-Linux e tutta la filosofia OpenSource ci offre opportunità incredibili. L'utente comune, come noi a scuola, apprezza principalmente la pos-sibilità di usare e copiare i programmi senza oneri di licenze o impedimenti vari dovuti alle licenze proprietarie a cui sono sottoposti gli altri. Ma cosa si può fare con questi programmi OpenSource? Tutto ciò che si fa anche con gli altri programmi a pagamento: scrivere, calco-lare, creare presentazioni, navigare in internet, chattare, ascoltare musica, vedere film, disegnare, elaborare foto, video, eccete-ra, ma soprattutto imparare senza imbroglia-re. A questo scopo sono in programma corsi appositi su tutti gli argomenti riportati sopra. A presto!

Scuola Media Statale “Sant’Antonio - Crosara

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Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

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E’ opinione comune che, solitamente, non si riesca a vedere proprio quello che sta sotto agli occhi. E questo non è vero solo per oggetti di uso comune, come gli occhia-li o le chiavi della macchina. Lungo la stra-da che faccio per venire a scuola tutte le mattine c’è un sentiero che conduce in quota attraverso posti ameni, ricchi di acque, piante e animali di cui, fino all’altro giorno, non conoscevo l’esistenza. Già. Una vita che talvolta ci travolge e ci spinge a muoverci velocemente da un posto all’altro, rischia di privarci di un pezzo di mondo. Certo, non si può pretendere di conoscere qualsiasi luogo. Tuttavia, riscoprire il terri-torio in cui viviamo, e nel quale molti di noi sono nati, significa mettere le mani su quelle radici culturali così importanti e decisive per uno scambio vero, ricco e profondo con il resto del mondo. Con il presente numero apriamo il nostro giornale ad un lavoro iniziato quest’anno dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana. Si tratta di un percorso molto importante legato al territorio mon-tano e pedemontano che bambini e ragazzi,

assieme a insegnanti e genitori, stanno svolgendo presso tutti i nostri plessi sede. Gli alunni sono portati ad approfondire i vari aspetti storico-culturali, naturalistici e sociali di un ambiente per molti versi vera-mente particolare: dalle palustri acque della Pozza di Santa Caterina alle mosse rapide del C h i a v o n e B i a n c o nella splen-dida Valle dei Mulini. I b a m b i n i della Pri-maria di Lusiana ci aiuteranno a capire il f u n z i o n a -mento delle ingegnose m a c c h i n e idrau l iche che maci-navano il

CONOSCERE UN TERRITORIO Viaggio attraverso la storia, la cultura e la tradizione di un ambiente da riscoprire di Fabio Cusinato

grano. Naturalmente è impossibile dimenti-care la Grande Guerra del ‘15-’18 che ha portato morte e devastazione proprio ai confini dell’Altopiano. Un contributo dei ragazzi della Scuola Media di Crosara ci aiuterà a mantenere viva la memoria di questo tragico conflitto.

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Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

Il 29 settembre 2009 gli alunni delle classi prima e seconda di Santa Caterina sono an-dati alla scoperta dell’ambiente della pozza. Lungo il percorso hanno osservato le piante in autunno, in particolare il noce e il nocciolo, notando le differenze tra alberi e arbusti e divertendosi a raccogliere le foglie e i frutti. Giunti alla pozza si sono imbattuti in una timi-da rana, che per il troppo rumore tentava di nascondersi nel fango, e da una coraggiosa

LE TIMIDE RANE DELLA “POZZA” Scoprire posti incantati aprendo il balcone di casa a cura delle insegnanti della Scuola Primaria “D. Alighieri” di Santa Caterina

libellula che sfrecciava mentre i bambini raccoglievano le piantine palustri. Sulla stra-da del ritorno hanno osservato un vecchio pozzo e dei simpatici asinelli. L’uscita e il materiale raccolto hanno permesso di svol-gere attività di approfondimento sull’ambien-te. In inverno si ripeterà l’esperienza per osservare i cambiamenti e continuare questo bellissimo viaggio nel mondo della natura! I bambini non vedono l’ora!

Anno 3, Numero 8 - Febbraio 2010

Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

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Una bella mattina d’autunno, noi bambini di classe 1^ e 2^ siamo andati nella valle dei mulini con gli insegnanti. Abbiamo visitato un antico mulino di Valle di Sotto, che una volta macinava cereali: orzo, mais e grano. Ogni contadino portava il suo sacco di cereali sul quale il mugnaio scriveva il nome con il carbone e, dopo la macinatu-ra, dava al contadino la farina, ma una piccola parte la teneva per sé come com-penso. La forza dell’acqua faceva girare la ruota a cassettine, che a sua volta muoveva gli ingranaggi interni e le macine. Dopo la visita al mulino, siamo andati a

TRA I SASSI IL PANE Un interessante viaggio lungo il Chiavone Bianco per i bambini di Lusiana a cura degli alunni della Scuola Primaria “P.M. Pozza” di Lusiana

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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

vedere il “Cion” o Chiavone Bianco: è il più importante torrente dell’Altopiano dei Sette Comuni e un tempo dava vita a nu-merosi mulini in quella zona. L’acqua fre-sca scorreva tra i sassi e il suo piacevole rumore si sentiva in tutta la contrada. Noi bambini ci siamo divertiti un mondo a lanciare ciottoli nel torrente. È stata una giornata di sole, bella ed inte-ressante.

I mulini per i cereali erano molto diffusi lungo la valle del Chiavone Bianco. Si macinavano: il granoturco per la farina gialla; il frumento per la farina bianca. Si decorticava l’orzo, cioè se ne toglieva la buccia. Ecco come erano fatti e come funzionavano. Esternamente c’era una grande ruota di legno che girava mossa dalla forza dell’acqua. Canaletta per l’acqua: era un canale in legno che sporgeva sopra la ruota. Dentro scorreva l’acqua che cadeva sulle cassette, le riempiva e la ruota gira-va. Ruota a cassetta: era una grande ruota di legno divisa in piccoli conte-nitori: le cassette. Quando queste si riempi-vano di acqua, il peso faceva girare bene la ruota.

IL MULINO

UNA “MACCHINA” PRODIGIOSA Come erano costruiti e come funzionavano i mulini del Chiavone a cura degli alunni della Scuola Primaria “P.M. Pozza” di Lusiana

Grande albero: era un grande tronco che collegava la ruota con gli ingranaggi che si trovavano dentro il mulino.

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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Internamente c’erano diversi ingranaggi: Scudo o lubecchio: era una grande ruota dentata che veniva mossa dal grande albe-ro. Tramoggia: era un contenitore a forma di imbuto dove venivano versati il mais o il grano. Cantarella: oggetto di metallo che veniva messo dentro la tramoggia. Quando il grano finiva la cantarella batteva sulle pareti della

LE MACINE

tramoggia rivestite di metallo e il suono avvisava il mugnaio che il grano era terminato. Macine: grandi ruote in pietra messe una sopra l’altra. La macina inferiore era fissa (dormiente), mentre quella superiore girava, macinando il grano che cadeva dalla tramog-gia. Le macine erano tenute

r u v i d e battendole con mar-te l l i e sca lpe l l i , perché così macinava-no meglio. La macina superiore aveva un foro al centro per far passare i chicchi. Buratto: cilindro rive-stito da una rete. Serviva per separare

LA CANTARELLA

IL “PESTARIN DA ORZO”

la farina dalle bucce. La farina passava dai fori e cadeva nel cassone, mentre le bucce restavano nel cilindro. Il pestarino serviva a staccare le bucce dai chicchi di orzo, pestandoli con due ruote verticali. C’erano anche due paletti che rivoltavano continuamente l’orzo.

IL BURATTO

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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

TUONI DI MORTE SU GRAPPA E ORTIGARA I monti che entrarono tragicamente nella storia del nostro Paese a cura di Ismaele Stragliotto, Igor Pizzato, Marta Mussi, Giulia Rossi Classe III^E Scuola Media Statale “Sant’Antonio” di Crosara

Dopo la ritirata che succedette alla Strafe-xpedition, Monte Zebio divenne un importan-te arroccamento austroungarico della prima linea, che si estendeva nell'Altopiano di Asia-go tra l'Ortigara, il Colombara, l'Interrotto e la profonda gola della Val d'Assa nel periodo dal luglio 1916 al dicembre 1917. I tentativi di prendere una quota o caposaldo fatti dalla gloriosissima Brigata Sassari, avvenivano sull'onda dell'avanzamento di massa, dove il compagno che era davanti faceva da scudo,

fino a che l'ultimo, riusciva ad arrivare vicino alla trincea nemica lasciandosi dietro una moltitudine di uomini colpiti che giacevano uno sopra l'al-tro. Per la strategia militare i Monti Zebio, Colombara e Orti-gara ricoprivano un’enorme importanza per tutto il fronte. Infatti sul retro vi era un’unica via che conduceva, attraverso Casera, Zingarella e Galmarara

alla Val D'Assa e da là al Passo Vezzena da dove poi si sarebbe arrivati a Levico Caldo-

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Speciale territorio - Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana

GAS E FAZZOLETTI BAGNATI Una ricerca sulle armi che fecero milioni di vittime e feriti durante il primo conflitto mondiale di Vanessa Toniazzo, Samuele Bonotto, Simone Moresco, Joel Pozza

La Grande Guerra del 1914-1918 che insanguinò il mondo per quattro lunghi anni, rappresentò la svolta per quello che era considerato il tradizionale modo di scontrarsi, tra-mutandosi ben pre-sto nel primo con-flitto mondiale del-l'era contemporane-a. La III E di Crosara sta conducendo un lavoro di approfondimento sulla tematica della grande guerra, soprattutto in relazione ai combattimenti svoltisi nella nostra zona. Siamo stati divisi in 3 gruppi di ricerca; il mio tratta degli armamenti usati per combattere in quel periodo, ed è soprannominato GRUPPO BAIO-NETTA. Questo nome vi susciterà curiosità: cos'è la baionetta? E quali sono le altre armi principali utilizzate durante la Grande Guerra? Ecco cosa abbiamo scoperto: LA BAIONETTA: è una punta montata sulla canna di un fucile che, nelle guerre tra il XVII e XIX secolo, consentiva alla formazioni di fanteria di attaccare il nemico dopo aver scaricato le armi. Il nome deriva dal francese “baionnette”, dalla città di Bayonne in Francia, dove venne fabbricata la prima volta. Inizialmente le baio-nette erano lunghe circa 90 cm, e assieme alla lunghezza del fucile, servivano per respingere la cavalleria. LA MITRAGLIATRICE: sparava centinaia di colpi in poco tempo e aiutava nella difesa delle trin-cee. Per lo più impediva le formazioni in campo aperto tipiche del XIX secolo; essa contribuì a

trasformare un rapido conflitto in una massa-crante guerra di trincea. I GAS TOSSICI: li usarono per la prima volta i tedeschi contro i russi, ma non ebbero suc-cesso, invece incominciarono ad averlo dal 22 aprile 1915, quando furono usati contro le trup-pe franco-britanniche; per non soffocare, prima dell'invenzione della maschera antigas, si ricorreva a dei fazzoletti bagnati con acqua e urina. I LANCIAFIAMME: una terribile arma che spara proiettili incendiari o più semplicemente si può dire che spara materiale combustibile in fiam-me; fu introdotta dai tedeschi a Hooge il 30 luglio 1915. I CARRI ARMATI: furono usati solo per supporto alla fanteria; nonostante fossero molto impac-ciati e lenti nei movimenti, portarono lo stesso terrore. TUTE MIMETICHE ED ELMETTI D'ACCIAIO: erano necessari per proteggersi dal fuoco nemico; le tute mimetiche sostituirono le antiche divise mentre gli elmetti d'acciaio sostituirono i pitto-reschi cappelli ottocenteschi.

nazzo e quindi a Trento. Se tale fronte fosse stato perduto si sarebbero tagliati i riforni-menti facendo venir meno la posizione avan-zata dell'Ortigara e Campigoletti. Per tutta una stagione prima del rigido inverno del 1916 gli italiani tentarono lo sfondamento nel ten-tativo di arrivare al Portule vero obbiettivo. I settori del Piave e del Grappa divennero dopo

dicembre 1917 i nuovi fulcri dove si incentrò il destino della guerra. I caposaldi italiani vennero spostati quin-di a sud di Asiago tra il Col d'Ecchele e Valbel-la per la tenuta in linea con il Grappa, Valstagna e la Valsu-gana. Resta comunque indubbia la preminente importanza che il Monte Ortigara ricoprì in tutte queste fasi. Lo Zebio venne occupato dagli Austriaci il 29 maggio 1916 a seguito del ritiro della Brigata “Catanzaro”. Immedia-tamente venne attrez-zato a difesa con si-stemi di sotterranei e comunicazioni diverse con numerose gallerie e caverne di ricovero. Nel mese di luglio, nel tentativo di riprender-lo, furono numerosis-sime le perdite che si

contarono nelle Brigate “Sassari” e “Piacenza”. I combattimenti con-tinuarono tutta l’estate, in una stretta tragica sintonia con i vani tentativi compiuti dagli Alpini sull'Ortigara. Vennero utilizzati gas asfissianti e mine. Il reparto “Pesaro” si riversò contro Casera Zebio, il “Catania” contro la cima, il “Veneto” contro quota 1.603; tutti furono falcidiati dalle mitragliatri-ci. La XIII Div. perse in questi inutili massacri ben 1636 effettivi in pochi assalti.

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Spaziogiallo

Uno dei progetti del nostro plesso quest’anno è stato il corso di tai-chi (Taiji). Quando le maestre ce lo hanno proposto, siamo stati subito un po’ scettici, in quanto non sapeva-mo bene di cosa si trattasse. Il corso si è svolto a scuola per dieci lezioni, il martedì mattina, e ha avuto come epilogo il saggio finale. Il saggio si è svolto martedì 26 gennaio alle 13.30 presso la nostra scuola. Il tai-chi chuan è una disciplina orientale che mira a sviluppare concentrazione, attenzione, ascol-to, leggerezza, pazienza. E’ una ginnastica dolce che tonifica il corpo e calma la mente. Può essere considerato un’arte marziale, una meditazione che si pratica insieme, per cono-scere se stessi e imparare ad ascoltare e a

SILENZIO! SI VOLA Grande esperienza con il Tai-Chi-Chuan a cura della classe IV Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

conoscere gli altri, lasciando passare l’aggressività. Le prime lezioni siamo rimasti tutti insieme, maschi e femmine. Poi con il passare del tempo il maestro Andrea ci ha diviso in due gruppi: i maschi hanno aggiunto ai loro movimenti le spade e le femmine il ventaglio. Il giorno del saggio eravamo tutti emozionati; i genitori sono venuti a vederci ed è andato tutto bene. Il tai-chi mi piace perché quando finisco di farlo mi sento rilassato (Leonardo Xillo). Mi piace molto perché è rilassante e

quando ho praticato il tai-chi mi sentivo vola-re (Marica Boscardin). Il tai-chi è come un’-arte marziale per imparare a difendersi in caso di bisogno (Alessandro Busa). Il tai-chi è una disciplina che aiuta la concentrazione e, quando si pratica, bisogna stare in silenzio (Elisa Piccoli).

Nei mesi di Novembre e Dicembre 2009 gli alunni della classe 3^ B sono stati coinvolti nel progetto “ Io ti insegno: la carta ricicla-ta”. Il progetto è stato svolto in collaborazione con il Centro Diurno A.N.F.A.S. di Nove. In classe, ad ogni incontro, erano presenti due operatori e cinque ospiti del centro che sono stati per gli alunni dei “ MAESTRI SPE-CIALI “. Dopo un momento iniziale di accoglienza, si passava al lavoro con la preparazione di tutto il materiale necessario per la macinazione

della carta usata e la successiva formazione del nostro foglio di carta riciclata, utilizzando anche vari elementi quali il cacao, il caffè, il cotone, la cannella o il papiro. Il progetto si è svolto in armonia tra ragazzi disabili e alunni della classe; fondamentale non è stato il lavoro finito, quanto l’impegno nello stare insieme, accettando le diversità come priorità da scoprire e valorizzare. Molto significativi sono stati dei particolari momenti trascorsi assieme in allegria, quali la ricreazione, il pranzo fatto assieme nella

IL CACAO NEL FOGLIO Una bella opportunità di crescita per i bambini di Marostica a cura degli alunni e degli insegnanti della classe III^B Scuola Primaria “A.C. Pertile” - Marostica

mensa della scuola e la festa di Natale, che ha rappresentato il momento conclusivo del progetto e alla quale hanno partecipato, oltre agli alunni e agli ospiti del Centro, anche i genitori degli alunni e le famiglie degli ospiti. Questa esperienza è stata per tutti, alunni, ospiti, operatori e insegnanti una importante opportunità di crescita a livello umano e sociale.

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mo di un vecchio televisore, nei lampadari, sotto i divani… I pompieri (qui non spengono gli incendi né aiutano gli anziani a recuperare il gatto!) mettono i testi in un sacco e lo get-tano dalla finestra, prendono una griglia, ci rovesciano gli scritti e, con un lanciafiamme, li inceneriscono. Ecco spiegato il titolo del film: “Fahrenheit 451” è il grado di temperatura a cui avviene la combustione della carta. Il protagonista Montag – un tipo molto serio, di poche parole, impassibile a tutto – vive per anni senza

accorgersi che il suo lavoro non gli pia-ceva affatto: ogni giorno bruciava centi-naia di libri, senza accorgersi di quanto valore avessero. Grazie a Clarisse - una giovane donna socievole, il cui viso espri-meva gioia e felicità e che Montag ogni giorno incontra sulla monorotaia - co-mincia a leggere, leggere, leggere … fino a diventare “librodipendente”. E’ Claris-se, con le sue domande (“Lei è felice?”…) che scuote Montag. L’incipit del romanzo “David Copperfield”, sottratto di nasco-sto, illuminerà poi la sua mente: trova il libro affascinante, incredibile e commo-vente.

“Fahrenheit 451”: non sapevamo, all’inizio, cosa volesse dire, ma la professoressa ci aveva anticipato che il film si ambientava in una società dove i libri erano proibiti. Lo si capisce già all’inizio. Un uomo siede tranquillo a casa sua e riceve una telefonata anonima che gli dice di scappare. Lui , allora, esce in fretta e, subito dopo, arriva un bizzarro ca-mion rosso, colmo di uomini in divisa nera. Questi entrano nell’appartamento e comincia-no, con frenesia, a cercare qualcosa: i libri… che sono nascosti ovunque, dietro lo scher-

Ma la vera svolta della sua vita avvie-ne il giorno in cui un’anziana signora appicca lei stessa il fuoco ai suoi libri e si lascia morire tra le fiamme, pur di non abbandonarli. Montag decide di lasciare il suo lavo-ro. Inoltre non con-divide più la vita che conduce sua moglie Linda, manipolata dalla “Grande Fami-glia” della televisio-ne e dipendente da pillole che poi la fanno stare male. Quando Montag rientra dal lavoro,

Linda è sempre incollata a un mega-schermo e non lo saluta nemmeno: è isolata da tutto, dal marito e dal mondo esterno. Linda, ridotta a un robot e non più capace di provare emozioni, denuncia il marito. Montag fugge oltre il fiume e si rifugia nella foresta dove vivono gli uomini-libro: ognuno di loro custodisce dentro di sé un libro impa-rato a memoria, da conservare fino alla mor-te e da tramandare, come fa il nonno con il nipotino nelle ultime scene del film. Se riflettiamo sulla data di pubblicazione del romanzo di Ray Bradbury (1955), da cui F. Truffaut ha tratto la vicenda (1966), ci stupi-sce l ’attualità delle due opere. “ Farhenheit 451” ci mette in guardia da una società in cui nessuno può esprimere la sua opinione o avere una sua personalità, dove gli uomini non possono portare i capelli lunghi o, addirittura, la camicia sbottonata. Una socie-tà dove tutti devono essere omologati. Una grande storia, fatta da intrecci tra pas-sato e presente, e che ci fa capire che i libri sono una delle cose più importanti al mondo perché possono cambiare la personalità degli esseri umani e renderli incredibilmente sen-sibili.

PAROLE IN FIAMME Un film e delle riflessioni sul valore delle emozioni a cura della Classe IIE Scuola Media Statale “Sant’Antonio” di Crosara

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Il nostro plesso ha potuto usufruire del proget-to di animazione alla lettura proposto dalla Biblioteca Comunale di Lusiana. Quest’anno in particolar modo è stato molto bello, perché è venuta la signora Angela Graziani, dell’associa-zione Ullalà di Bassano del Grappa, a farci trascorrere una buona ora di ascolto con la

sua voce, la sua mimica facciale, le sue gesticolazioni al fine di renderci accattivante l’ascol-to. E’ stata proprio brava, una vera attrice che ci ha divertito proponen-doci la lettura del libro: Sofia la mucca musicista. La lettri-

ce ha aggiunto molto del suo, con la fantasia, rispetto al libro, per invogliarci ad ascoltarla con l’aiuto delle immagini. Noi vi presentiamo un piccolo assaggio con una breve sintesi del testo. Il libro narra la storia di una mucca, capace di suonare il pianoforte, che aveva il sogno di esibirsi in un’orchestra vera. Un gior-

no, leggendo il quotidiano locale, butta un oc-chio alle inserzioni e ne trova una adatta al caso suo che dice pressappoco così: si invitano in città tutte le orchestre per partecipare ad un concorso canoro-musicale. Per Sofia che abitava in campagna, sembrò un’occasione da non perdere, ma purtroppo non aveva un’or-chestra da presentare! Così decise di scendere in città alla ricerca di un’orchestra, priva di pianisti, per realizzare la sua grande ambizio-ne! Suonò a diversi campanelli delle porte lungo il viale dei musicisti, ma nessuno l’accettò: vuoi per il colore del suo mantello, vuoi per le corna, vuoi per la sua forma; insomma mille motivi per rifiutarla perché diversa. Triste e sconsolata, dopo avere ripercorso per ben due volte l’inte-ro e lungo viale, si ritira in un bar. Qui conosce un cameriere di nome Douglas, anche lui musi-cista abbandonato, che le farà venire una bril-lante idea! Riuscirà Sofia a realizzare il sogno e partecipare così a quel grande evento? Trove-rà il modo di formare un’orchestra? Questo non ve lo possiamo svelare per non togliervi il piacere della lettura! Se volete sapere come andrà a finire, basta leggersi tutto d’un fiato il libro: “ Sofia la mucca musicista” di De Pennart Geoffrey Ed. Babalibri Milano 2001. Buona lettura a tutti!

MUGGITI CANORI A Santa Caterina con il piacere della lettura a cura della classe V Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

LE LANTERNE GIUSTE Pianezze si misura con l’Orienteering di Elena Guadagnini Scuola Primaria di Pianezze

L’orienteering è uno sport nato nei paesi scandinavi. Fare orienteering significa avanzare sul ter-reno con l’aiuto di una cartina e di una busso-la, scegliendo da soli la via migliore da per-correre, cercando di valutare quale sia il percorso più veloce e vantaggioso per rag-giungere la meta. Partiti uno per volta a distanza di alcuni mi-nuti, i concorrenti con carta e bussola devo-no raggiungere nel minor tempo possibile il

traguardo, passando attraverso una serie di punti di controllo, chiamati lanterne. Il 26 gennaio 2010 io e la mia classe abbiamo fatto un percorso di orientamento. Questo significa che ad uno ad uno, quando Giulia, la nostra insegnante di orienteering ci dava il segnale, partivamo. Provvisti della piantina del cortile e dei dintorni della scuola dovevamo seguire un percorso di 10 tappe. In ogni tappa c’era una lanterna con scritto un numero o una lettera, che dovevamo ri-

portare in un lato della mappa che Giulia ci aveva consegnato all’inizio del percorso. È stato un “gioco” molto divertente che avrei voluto ripetere altre volte anche se la giorna-ta era molto fredda. Su 20 ragazzi io sono arrivata quarta, con un tempo di 11:07 minuti: per poco non prendevo un premio (un sacchetto di cioccolatini)! La prima arrivata è stata Giorgia, poi Davide e Lorenzo. La difficoltà di questo sport è di riuscire a scovare le lanterne giuste: oltre alle nostre, ce n’ erano altre che ci ingannavano. È stato molto divertente trascorrere una mattinata diversa dalle altre, anche perché per noi ragazzi di quinta è stata la prima esperienza in questo campo.

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Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, si ricorda lo stermi-nio del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi di concen-tramento. Questa giornata si celebra in tutta Europa. A Milano, per esempio, è stata posata la prima pietra del Memoriale al binario 21 della Stazione Centrale, da cui par-tivano i carri destinati ai lager nazisti. Valentina P. e Riccardo R. Il 27 gennaio si ricorda l’aper-tura dei cancelli di Auschwitz e lo sterminio degli ebrei. Cosa penso della Shoah? Credo che i nazisti siano stati davvero crudeli nei confronti degli Ebrei e spero che fatti simili non accadano più. Enrico M. Il nostro ricordo va ad Anna Frank che dovette nascondersi, assieme alla sua famiglia e ad altre quattro persone ebree, per due anni in un alloggio segreto nella famosa casa, ora museo, sul Prinsegracht ad Amsterdam. Il

nascondiglio venne scoperto il 4 agosto 1944 dalla Gestapo a seguito di una soffiata di un informatore. Anna P. e Joshua S. Conosco la storia di Anna Frank che, con la sua famiglia e altri ebrei, si nascose in un rifugio segreto e morì di tifo nel campo di

sterminio di Ber-gen Belsen. Gioele M. In questa giornata si ricorda lo ster-minio del popolo ebraico con ap-puntamenti, mo-stre, celebrazioni, commemorazio-ni….Federica V. e Francesca P. Io penso che la

UNA VIOLENZA INFINITA A San Luca con la Giornata della Memoria a cura della classe V Scuola Primaria “O. Gugelmo” - San Luca

Shoah sia stata una violenza infinita contro gli Ebrei. Leonardo P. e Mattia B. Con il termine Shoah venne ufficialmente indi-cato lo sterminio degli ebrei operato dai nazi-sti. La parola Shoah significa “catastrofe, disastro”.

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Cari lettori sono nell’anno 60 a.C. e sto per intervistare uno dei tre componenti del primo triumvirato, insieme a Licinio Crasso e Gneo Pompeo, l’ambizioso Giulio Cesare. G. “Buongiorno grande condottiero romano! Sono Giacomo, un inviato dell’Occhio del Lune-dì, un giornalino che si produce nella scuola secondaria di primo grado di Crosara. Vorrei farle un’intervista da pubblicare nel nostro giornale.” G. “Innanzi tutto, com’eravate da amici nel triumvirato? E poi come Gneo Pompeo le diventò nemico?” G.C. “Bene. Il primo, Licinio Crasso, era un uomo ricchissimo, sostenuto dai cavalieri; all’inizio era antipatico e maleducato, ma divenne un ottimo cavaliere per allontanare Gneo Pompeo. Proprio quest’ultimo era un generale militare, eletto console, una brava persona, inizialmente, gentile e disponibile, ma amava fare guerre. Pochi anni dopo il nostro incontro, nel 53 a.C., il triumvirato, cioè il governo di tre uomini, finì con la morte di Licinio Crasso. Quindi tra me e Gneo Pompeo scoppiò un duello che si inasprì e diventò guerra civile, tra cittadini (cives) dello stesso Stato. G. “Bene! Adesso vorrei chiederle: perché iniziò una campagna militare?” G.C. “Beh! Le dirò. Un giorno sono andato a Cuma e ho incontrato Sibilla, una sacerdotes-sa che viveva in un antro. Lei mi ha detto di partire per questa campagna; infatti, mi ha predetto: “Ibis redibis non morieris.” Inoltre ha aggiunto che in futuro avrei dovuto affron-tare una guerra civile. Quindi sono partito nel 58 a.C. e ho conquistato tutta la Gallia. Poi nel 50 a.C. ho concluso la mia campagna milita-re.” G. “Perché, secondo lei, il Senato si schierò

con Pompeo? Lei come reagì?” G. C. “Secondo me perché avevo conquistato molti territori e per-ché venivo da una famiglia più nobile della sua. A me il Senato chiese di ritornare a Roma, come semplice cittadino e mi tolse il comando della Gallia. Io però, consapevole di quello che facevo, ho attraversato il Rubicone, un piccolo fiume che divideva il terri-torio romano da quello della Gallia Cisalpina. Passando con l’esercito in armi, dissi: “Alea iacta est!” cioè “il dado è tratto”. G. “Come cacciò Pompeo?” G. C. “Dopo il Rubicone, non mi andava di obbedire al Senato e a Farsalo, in Grecia, nel 48 a.C. vinsi Pompeo che scappò in Egitto e venne ucciso. Poi, tornato a Ro-ma, come saprà, venni acclamato imperatore”. G. “Lei nel suo palazzo possedeva un cane?” G. C. “Sì, avevo un cane che si chiamava Caio Gracco Annibale Augusto. Ho scelto per lui tre nomi molto importanti e li ho abbinati al nome Augusto, cioè consacrato dagli auguri, i sa-cerdoti che interpretavano i segni celesti. Io, inoltre misi un cartello sul mio cancelletto di legno con su scritto “Cave canem”. G. “ Mi parli del fiume Tevere. Quale importan-za aveva nella vostra vita? Lo metterebbe a confronto con il Rubicone?” G. C. “No, no. Per carità. Non paragonerei mai il Rubicone al Tevere, perché veda, quest’ulti-mo fu una salvezza per Roma, e fu il luogo dove nacque la città. Questo è un grandissimo fiume solcato da navi che ha favorito il com-

mercio e lo sviluppo della città attraverso il guado dell’isola Tiberina. GG. “Lei ha sofferto nel vedere il suo figliastro che stava per ucciderlo? Lo aveva previsto?” G. C. “Lei mette il dito nella piaga. No, non ci avrei creduto, perché ero molto potente e amato dal popolo. Un giorno qualsiasi, alle Idi di Marzo, cioè il 15 Marzo del 44 a.C. recando-mi in Senato, fronteggiai un gruppo di congiu-rati comandati da Marco Bruto, il mio figlio adottivo. Mentre mi uccidevano dissi: “Tu quoque brute fili mi”, cioè “anche tu Bruto figlio mio!” Tra loro c’era anche Caio Cassio. I congiurati vennero cacciati e messi in fuga dal mio successore Ottaviano.” G. “Ave Caesar.”

CAVE CANEM Giulio Cesare alle prese con le domande del nostro inviato a cura di Giacomo Xausa classe IE Scuola Media Statale “Sant’Antonio” Crosara

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Guardati con gli occhi della tradizione, i pro-getti “hortus mirabilis” e “didattica a due zampe” sono alquanto anomali e poco allineati. Magari suscitano anche qualche dubbio e qualche perplessità. E soprattutto sembrano non appartenere alla sfera della didattica, dell’apprendimento, della formazione. Però, piazzato a metà collina, rubato ai rovi, aperto a spazi di pianura che toccano orizzonti davvero lontani, il sito di orti e pollai mostra subito, di suo, un carattere speciale. Sì, per-ché si tratta proprio di orti e pollai, con radic-chio e pomodori, anitre e oche, gallo e galline. Aule spaziose, esposte al sole e al vento, dove i ragazzi disboscano, vangano, piantano, co-struiscono, crescono gli animali, seguendo il progetto dei prof, ma anche la loro fantasia e la loro passione. E’ un’oasi affascinante. Per raggiungerla i ragazzi sostengono con decisione il peso della storia e della matematica, della grammatica e del francese. Percorrono le piste della loro Parigi-Dakar, catturati da questo miraggio. E lungo questo percorso si accorgono anche che non possono lasciare indietro nessuno. Il deserto fa paura; e il deserto, per chi non raggiunge l’oasi, si chiama esercizi di gram-matica da svolgere, ospiti in una classe

“straniera”. La meta, quindi, va raggiunta insieme, attraverso un prezioso lavoro di supporto in classe ai compagni, di costruttivo controllo a diario, quaderni, materiale scola-stico, atteggiamenti, attenzione, impegno. Strada facendo, chi guida la carovana verso questa leggendaria “oasi di Siwa”, può aggiun-gere nel bagaglio che ognuno porta con sé, qualsivoglia fardello: conoscenze-pilastro, una competenza essenziale da acquisire, il com-portamento corretto, il senso di responsabili-tà…Gli uomini blu sono razza creativa. I ragazzi

UN’OASI AFFASCINANTE A metà collina il segreto per superare la grammatica di Rosanna Bertoncello

magari protestano un po’, ma non rallentano il passo e, soprattutto, tengono d’occhio la meta. Ed è qui, sul limitare dell’hortus che, agli occhi ogni volta strabiliati dei prof, avviene un’incre-dibile metamorfosi kafkiana. I ragazzi, mutati nella veste, chiaramente consona a lavori agro-avi-ambientali, armati di vanghe, rastrel-li, zappe, forbici da potatura, secchi e carriole, si spargono su terrazze ed erti pendii e avan-zano incontenibili, simili a un’orda di locuste. L’oasi è finalmene conquistata. E’ nelle loro mani.

Ricerca

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Ricerca Ricerca

Quando si pensa alla parola “ambiente”, forse viene subito in mente la sua dimensione natura-le, la sua bellezza e purtroppo, sempre più spes-so, la necessità di tutelare e custodire questo bene prezioso. Anche la nostra scuola, accanto alle famiglie e ad altre istituzioni, è ambiente. Esso chiede di essere preservato e magari migliorato al pari di quello che sta fuori e fa da cornice quando dalla finestra delle nostre aule ammiriamo il paesaggio circostante. Solo che l’ambiente-scuola è fatto sì di oggetti, ma è costituito soprattutto da “arredi” e “suppellettili” particolari: sono le relazioni che ogni giorno tessiamo fra adulti e bambini, fra adulti e adulti, fra bambini e bambini. A ben poco gioverebbero infatti begli arredi, belle stanze, muri colorati, se non si coltivassero con costan-za e passione anche i sentimenti, i legami, gli affetti che qui nascono. Pensiamo che la scuola, in questo senso, sia al crocevia per cercare di orientarsi in questa nostra società così complessa e incerta. Spesso invece si sente parlare di scuola e di famiglia in termini accusatori: quando qualcosa non va, la colpa è dell’una o dell’altra o magari di entrambe. Anche a insegnanti e genitori capi-ta di cadere in questo tranello: il pargolo dà segni di qualche insofferenza o manifesta qual-che disagio? Semplice: le maestre non lo capi-scono oppure i genitori non si interessano o sono iperprotettivi! E allora che fare? Starsene seduti a recriminare con la convinzione che nulla mai cambierà o rimboccarsi le maniche per provare a inventarsi modi per uscire dalla “palude” e riacquistare così un po’ più di fiducia ed entusiasmo per ciò che si fa? Noi come scuola abbiamo scelto la seconda opzione e ormai da molti anni speri-mentiamo iniziative volte a costruire una fattiva alleanza educativa con le famiglie e quindi un

ambiente positivo in cui crescere tutti insieme. Trovare occasioni in cui ascoltarsi reciproca-mente, lavorare fianco a fianco in un contesto non giudicante, “casalingo”, ci aiuta a costruire rapporti di fiducia con chi decide di affidarci i propri figli. Incontrarsi periodicamente a scuola, insegnanti, genitori, nonni…per condividere un seppur breve tempo con i bambini, lavorando con loro e per loro, favorisce il formarsi di un ambiente accogliente e familiare, che i piccoli respirano e, speriamo, faranno proprio. Toccare con mano la disponibilità ad aiutarsi vicendevol-mente nelle situazioni più svariate, predispone a uno stile collaborativo in cui i bambini sguazzano con grande piacere. Vedere, nel concreto, che le maestre e le mamme e i papà fanno dei lavori insieme, si aiutano e soprattutto dialogano, è una preziosa lezione di socialità. E questo non significa confusione di ruoli: le insegnanti riman-gono insegnanti, i genitori rimangono genitori. Il tutto in un’ottica di collaborazione. L’esperienza di questi anni ci ha fatto vivere in un clima di profondo rispetto, in cui non si sono pratica-mente mai verificati episodi di ingerenza e/o invasioni di campo. Ai genitori sono state offerte diverse occasioni di partecipazione alla vita della scuola, altre le hanno inventate autonoma-mente e sono cresciute accanto e per la scuola stessa (per es. il gruppo teatro). Questi atteg-giamenti, accanto al lavoro educativo/didattico che normalmente si svolge a scuola, contribui-scono, auspichiamo, a formare uomini e donne, cittadini e cittadine capaci di tessere relazioni buone con chi li circonda. Nelle nostre sezioni osserviamo continuamente la predisposizione dei piccoli ad aiutarsi fra loro, se attorno a loro e con loro si predispone un ambiente affettivo, relazionale, di apprendimento, non basato sulla competizione. Potremmo raccontarvi di scene a volte spiritose, a volte addirittura commoventi in

cui possiamo fare esperienza diretta della capa-cità che anche i più piccoli hanno di collaborare e di vedere i bisogni degli altri. Pensiamo a chi, per esempio, corre a prendere un fazzolettino per chi ha salutato la mamma con un po’ di tristezza, o a chi, si offre di disegnare un dino-sauro al suo amico meno esperto…… Quanto fin qui descritto sembrerebbe fin troppo facile e troppo perfetto, se non si tenesse in debito conto la fatica di chi, ancora una volta insegnante e/o genitore, si fa carico di gettare dei sassi quando l’ acqua rischia di stagnare. Tenere desta la consapevolezza che l’educazione è affare serio e soprattutto è affare di tutti, non è sempre facile: c’è bisogno di tempo, di energia, di coraggio….Molto sembra remare contro: gli interventi calati dall’alto sulla scuola, la solitudi-ne in cui sono lasciate le famiglie, la celebrazio-ne esagerata della dimensione del privato, la presunzione di elargire “ricette”per crescere un bambino standard (che non c’è), la difficoltà a stare nelle domande che le relazioni sempre pongono…. Ma per fortuna, se lo vogliamo, non siamo soli….se lo vogliamo….

USCIRE DALLA PALUDE Costruire insieme un ambiente per crescere di Roberta Tonin

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Autolinee -Orari

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

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FTV - LINEA: ASIAGO BASSANO DEL GRAPPA

CONCO 07.12 08.17 13.12 15.02 17.12 CONCO AL TORNANTE O7.15 08.20 13.15 15.05 17.15 FONTANELLE 07.20 08.25 13.20 16.10 17.20 GOMAROLO 07.25 08.30 13.25 15.15 17.25 PONTE SANTA CATERINA 07.29 08.34 13.29 15.19 17.29 S. CATERINA DI LUSIANA 07.31 08.36 13.31 15.21 17.33 CROSARA DI MAROSTICA 07.38 08.43 13.38 15.28 17.38 CROSARA CAPITELLI 07.43 08.48 13.43 15.33 17.43 VALLONARA 07.47 08.52 13.47 15.37 17.47 MAROSTICA P.ZZA ORTIG. 07.50 08.55 13.50 15.40 17.50 MAROSTICA AUTOSTAZ. 07.52 08.57 13.52 15.42 17.52 MARSAN 07.56 09.01 13.56 15.46 17.56 BASSANO TRE PONTI 07.58 09.03 13.58 15.48 17.58 BASSANO DINDO 08.00 09.05 14.00 15.50 18.00 BASSANO P.LE CADORNA 08.02 09.07 15.02 15.52 18.02 BASSANO AUTOSTAZIONE 08.05 09.10 14.05 15.55 18.05

CONCO FARMACIA 07.10 08.15 13.10 15.00 17.10 LEBELE 07.08 08.13 13.08 14.58 17.08 BOCCHETTA DI CONCO 07.04 08.09 13.04 14.54 17.04 PUFFELE 07.02 08.07 13.02 14.52 17.02 N°corsa 001 003 005 007 009 011

Cadenza GG GG SC GG GG FF Nota Collegamento A-B BASSANO AUTOSTAZIONE 08.20 10.20 13.20 16.20 17.25 18.25 BASSANO P. LE CADORNA 08.23 10.23 13.25 16.23 17.28 18.28 BASSANO DINDO 08.25 10.25 13.27 16.25 17.30 18.30 BASSANO TRE PONTI 08.27 10.27 13.29 16.27 17.32 18.32 MARSAN 09.29 10.29 13.32 16.29 17.34 18.34 MAROSTICA AUTOSTAZ. A 13.35 MAROSTICA AUTOSTAZ. P 08.33 10.33 13.45 16.33 17.38 18.38 MAROSTICA P.ZZA ORTIG. 08.35 10.35 13.47 16.35 17.40 18.40 VALLONARA 08.38 10.38 13.50 16.38 17.43 18.43 CROSARA CAPITELLI 08.42 10.42 13.54 16.42 17.47 18.47 CROSARA DI MAROSTICA 08.47 10.47 13.59 16.47 17.52 18.52 PONTE SANTA CATERINA 08.52 10.52 16.52 17.57 18.57 S. CATERINA DI LUSIANA 08.54 10.54 16.54 17.59 18.59 PONTE SANTA CATERINA 08.56 10.56 14.02 16.56 18.01 19.01 GOMAROLO 09.00 11.00 14.07 17.00 18.05 19.05 FONTANELLE A 14.11 FONTANELLE P 09.05 11.05 17.05 18.10 19.10 CONCO AL TORNANTE 09.10 11.10 17.10 18.15 19.15 CONCO 09.13 11.13 17.13 18.18 19.18 CONCO FARMACIA 09.15 11.15 17.15 18.20 19.20 LEBELE 09.17 11.17 17.17 18.22 19.22 BOCCHETTA DI CONCO 09.21 11.21 17.21 18.26 19.26 PUFFELE 09.23 11.23 17.23 18.28 19.28 CAMPOMEZZAVIA 09.26 11.26 17.26 18.31 19.31 TURCIO 09.31 11.31 17.31 18.36 19.36 BERTIGO 09.34 11.34 17.34 18.39 19.39 GALLIO 09.37 11.37 17.37 18.42 19.42 ASIAGO EUROSPAR 09.41 11.41 17.41 18.46 19.46 ASIAGO AUTOSTAZIONE 09.45 11.45 17.45 18.50 19.50

FTV - LINEA: BASSANO DEL GRAPPA ASIAGO

N° corsa 002 004 006 008 010 Cadenza GG GG GG GG GG ASIAGO AUTOSTAZIONE 06.40 07.45 12.40 14.30 16.40 ASIAGO EUROSPAR 06.44 07.49 12.44 14.34 16.44 GALLIO 06.48 07.53 12.48 14.38 16.48 BERTIGO 06.51 07.56 12.51 14.41 16.51 TURCIO 06.54 07.59 12.54 14.44 16.54 CAMPOMEZZAVIA 06.59 08.04 12.59 14.49 16.59

06.15 14.20 19.05 06.25 14.15 19.00

14.10 18.55 14.05 18.50 13-55 18.40

13.50 18.35 13.45 18.30 05.45 13.40 18.25 05.47 13.38 18.23 05.40 13.30 18.15 13.28 18.13 05.38 13.23 18.08 05.35 13.20 18.05 05.32 13.17 18.02 05.30 13.15 18.00 05.27 13.12 17.57 05.20 1305 17.50

06.20 14.30 19.15 06.25 06.30 06.35 06.45 O6.52 06.56 07.00 14.58 19.45 07.02

15.05 19.50 07.12 07.15 07.18 15.08 19.53 07.22 15.12 19.57 07.25 15.15 20.00 07.27 15.17 20.02 07.32 15.20 20.05 07.37 15.25 20.10

BASSANO AUTOST. MARSAN MAROSTICA AUTOST. VALLONARA CROSARA S. CATERINA GOMAROLO FONTANELLE TORTIMA CONCO RUBBIO RUBBIETTO LEBELE BOCCHETTA PUFFELE CAMPOMEZZAVIA TURCIO ASIAGO

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