Sant'Agostino - Contro i Priscillianisti e gli Origenisti (ITA)

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    CONTRO I PRISCILLIANISTIE GLI ORIGENISTI

    Tutte le Opere - versione italiana > Polemici >Contro i Priscillianisti e gli Origenisti

    RICORSO O PRO-MEMORIA INDIRIZZATODA OROSIO AD AGOSTINO

    SULL'ERRORE DEI PRISCILLIANISTI E ORIGENISTI

    OROSIO AL VENERABILE PADRE E VESCOVO AGOSTINO

    1. Avevo gi presentato alla tua Santit dei suggerimenti e giallora pensavo di inviarti uno scritto sulla cosa che ti suggerivo,avendo appreso che eri disponibile inquanto libero dalla necessit didettare altre cose. Ora per i miei signori, i tuoi figli e vescoviEutropio e Paolo, mossi dal desiderio di giovare alla salvezza di tutti[i credenti] come lo sono io, vostro servo, ti hanno recapitato unpro-memoria su alcune eresie, ma non te le hanno riferite tutte. Da

    qui sorta per me la necessit di comporre celermentequest'opera, raccogliendo insieme tutte le piante che producono intanti modi la perdizione [delle anime], includendovi le loro radici e iloro rami. La invio alla tua mente, ardente come fuoco 1, affinchtu, presa visione dello schieramento [tutto intero] e consideratonea fondo la perversit, possa calcolare quale sia la disposizione piopportuna da far assumere all'esercito. Inoltre tu, beatissimoPadre, vedi di sradicare e troncare le piante velenose seminate oinnestate dagli altri 2, e spargi il seme della verit, che noi

    prenderemo dalle tue fonti cercando di irrigare 3. Io prendo Dio atestimone e mi riprometto un grande frutto dalla tua opera, e cioche quella terra che ora, coltivata perfidamente, produce fruttisgradevoli e bacati, se interverrai tu a coltivarla con la ben notamanna nascosta 4, che tu manderai a me e me ne riempirai, siavvantagger fino a produrre il frutto del cento per uno,diffondendosi finalmente la sua ricchezza con maggiore libert 5.Per tuo mezzo, s, per tuo mezzo, o venerabile Padre, voglia ilSignore nostro Dio correggere a parole coloro che ha gi castigaticon la spada. Per opera di Dio io sono stato mandato presso di te;per dono suo ripongo in te la mia speranza tutte le volte che

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    ripenso a come sia avvenuto che io venissi da queste parti. Mirendo conto del perch io sia venuto: senza che lo volessi,senz'esservi costretto, senza il consenso [di altri], mi allontanaidalla patria spinto, per cos dire, da una forza occulta, finch non

    approdai alla spiaggia di codesta terra. Qui giunto, finalmente hopreso coscienza che da qualche parte mi si ingiungeva di venire date. Non ritenermi uno sfacciato, almeno se vorrai accettare questaconfessione. Fa' che io ritorni presso la mia amata Padrona con lafaccia del mercante esperto del mestiere che ha trovato la perlapreziosa 6 e non come lo schiavo fuggiasco che ha gettato al vento isuoi averi. Siamo lacerati da falsi maestri pi di quanto non losaremmo ad opera di nemici assetati di sangue. Noi confessiamol'offesa, tu comprendi bene la piaga. Una cosa sola resta: con

    l'aiuto del Signore procuraci la medicina. Io t'indicher brevementeil male che, seminato tempi addietro, ora diventato piantarigogliosa e quello, ancora pi grave, che vi stato aggiunto inseguito ed ora dilaga.

    2. Priscilliano uno sciagurato peggiore dei Manichei perchpretende di confermare la sua eresia anche attraverso il VecchioTestamento. Egli insegna che l'anima, nata da Dio, vien fuori dauna specie di ricettacolo, si impegna a combattere dinanzi a Dio,sorreggendola gli angeli con il loro incoraggiamento.Successivamente, mentre scende attraverso percorsi circolari catturata da potenze malefiche e, secondo il volere del dominatorevincente, incarcerata nei vari corpi, e per loro viene compilatol'autentico documento. Per questo motivo egli sosteneva anche ilprimato della matematica, affermando che tale documento fuannullato da Cristo, il quale nella sua passione lo affisse allacroce 7. Lo insegna lo stesso Priscilliano, che in una certa sua

    lettera scrive: " La primaria sapienza in questo: comprenderepienamente le nature delle potenze divine stampate nelle anime ela configurazione del corpo. Sembra che in essa convergano il cieloe la terra, e tutti i reggitori del mondo sembrano vincolati asuperare le configurazioni dei santi. In effetti, quel primo circolodivino e il divin documento autografo con cui le anime debbonoessere inviate nella carne, documento compilato con il consensodegli angeli, di Dio e di tutte le anime, nelle mani dei patriarchi,che lo posseggono in contrasto con l'opera dell'esercito formale.E

    cos di seguito ". Riferiva poi che i nomi dei patriarchi eranomembra dell'anima, e per questo motivo Ruben sarebbe stato nellatesta, Giuda nel petto, Levi nel cuore, Beniamino nei genitali, e cos

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    via. In senso opposto, nelle membra del corpo sarebbero statisistemati i segni del cielo, cio l'ariete nella testa, il toro nella nuca,i gemelli nelle braccia, il cancro nel petto, ecc. Egli voleva con cisottintendere che le tenebre sono eterne e da esse era venuto fuori

    il principe di questo mondo. Di tali cose egli trovava conferma in uncerto libro intitolato " La memoria degli Apostoli ", dove siimmagina che il Salvatore venne interrogato segretamente daidiscepoli ed egli pales [quelle cose] con la parabola evangelica chesuona: Il seminatore usc a seminare8. Quel seminatore nonsarebbe stato un seminatore buono; e sentenziava che, se eglifosse stato buono, non sarebbe stato negligente e nemmenoavrebbe gettato il seme lungo la strada o in terreni sassosi oincolti 9. Con questo voleva farci intendere che il seminatore colui

    che, imprigionate le anime, le disseminava nei diversi corpi come alui piaceva. Nello stesso libro si dicono moltissime cose sul principedelle realt umide e sul principe del fuoco, e dicendo questo eglivuol farci intendere che in questo mondo tutte le cose buone sonocompiute artificiosamente, e non dalla potenza di Dio. Dice infattiche la luce una vergine (press'a poco!), e quando Dio vuol dareall'umanit la pioggia, egli presenta quella vergine al principe dellerealt umide, e costui, nella voglia di abbracciarla, si sente turbatoe si mette a sudare. Cos produce la pioggia. Quando poi lei loabbandona, comincia a muggire, e in tal modo suscita i tuoni. DellaTrinit conservava solo la parola, inquanto ammetteva l'unioneescludendo l'esistenza e la propriet: eliminata la " e ", insegnavache Cristo nella sua unit Padre-Figlio-Spirito Santo.

    3. A quel tempo due miei concittadini, di nome Avito tutti e due,sebbene la verit mettesse di per se stessa a nudo una cosindecorosa confusione, decisero di peregrinare lontano dalla patria

    e partirono l'uno per Gerusalemme, l'altro per Roma. Al ritornol'uno ci rifer di Origene, l'altro di Vittorino. Di questi due l'unocedette il primato all'altro, ma tutti e due condannarono Priscilliano.Di Vittorino sappiamo poche cose perch gi prima dellapubblicazione delle sue opere, o quasi, un seguace dello stessoVittorino le pass ad Origene. Essi dunque, attingendo da Origene,cominciarono ad esporci moltissime cose meravigliose, che per allapi piccola occasione la stessa verit avrebbe reciso. Sulla Trinit,ad esempio, vi apprendemmo una dottrina nell'insieme abbastanza

    ortodossa: le cose create sono state tutte create da Dio10

    , e tuttesono buone assai 11, e tutte sono state create dal nulla. Per quantopoi riguarda la soluzione delle varie questioni sulle Scritture, sono

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    tutte abbastanza sobrie. E tutto questo fu accettato con prontezzadagli eruditi, dopo la rettifica delle cose trasmesse dagli antichifatta a norma di fede. Rimase solamente l'ostacolo concernente ilnulla. Esisteva infatti la convinzione che faceva credere

    nell'esistenza dell'anima, ma non ci si era mai potuti convincere chel'anima fosse derivata dal nulla 12, e si argomentava dicendo che lavolont di Dio non pu identificarsi con il nulla. Questo persiste super gi fino al presente. Al contrario, i due Aviti sopra nominati econ loro anche il greco san Basilio, nell'insegnare beatamentequeste cose attingendole dai libri di Origene, ci hanno tramandatodottrine che, a quanto mi dato comprendere a fondo in questomomento, non sono conformi a verit. Primo: tutte le cose create,prima d'apparire [nella loro forma visibile], erano state create abaeterno dalla sapienza di Dio e rimanevano [nascoste] in essa. Loaffermano con queste parole: Dio nel fare tutte le cose che ha fattonon cominci con il farle. Dicono inoltre che il principio degli angeli,dei principati, delle potenze, delle anime e perfino dei demoni unoe identico per tutti, come una ne la sostanza. Quanto alla lorosistemazione invece, essa stata assegnata agli arcangeli, alleanime e ai demoni secondo i loro meriti. Si esprimono in questitermini: [Chi commise] una colpa minore ha meritato un postomigliore. Dicono finalmente che il mondo stato creato affinch inesso si purifichino quelle anime che anteriormente avevanopeccato. A dir vero, per quel che concerne il fuoco eterno, dovesono puniti i peccatori, essi insegnano che esso non un vero fuocoe che non eterno, e lo si chiamato " fuoco " inquanto lapunizione della propria coscienza. " Eterno " poi, secondol'etimologia greca, non vuol dire "senza fine ", e vi aggiungonoanche la testimonianza del latino dove detto: In eterno, ma allaparola " eterno " si pospone nei secoli dei secoli13. In conseguenza

    di ci, tutte le anime dei peccatori, una volta avvenuta lapurificazione della coscienza, torneranno nell'unit del corpo diCristo. Anche a proposito del diavolo essi vollero affermare (anchese non riuscirono a far prevalere la loro opinione) che ad un certomomento la sostanza del diavolo si potr salvare, quando la maliziadi lui sar stata completamente consumata dal fuoco; e questo,perch in lui la sostanza, creata buona, non pu finire nellaperdizione. Riguardo al corpo del Signore essi tramandano questadottrina: prima di venire fra noi, il Figlio di Dio non rimase

    inoperoso durante il trascorrere di tante migliaia di anni, mapredic la remissione " dei peccati " agli angeli, alle potenze e a

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    tutti gli esseri superiori, assumendo le modalit della forma dicoloro che andava a visitare, finch non raggiunse la formamateriale e palpabile della carne assunta. Questo stato Egli locircoscrisse dall'altro versante con la sua passione e morte e alla

    fine lo assottigli gradatamente fino al giorno in cui, ascendendo,torn al Padre. In questo modo insegnano che mai Egli depose ilsuo corpo e che Dio, nel regnare, mai fu delimitato da un qualsiasicorpo. Dicevano ancora che come " creature soggette allacorruzione contro la loro volont " debbono intendersi il sole, laluna e le stelle: le quali non sono luminosit emesse da elementi[materiali] ma potenze razionali, e, se si adattano a prestar servizioalla corruzione, lo fannopercompiacere colui che ve le haassoggettate nella speranza14.

    4. Tutto questo te l'ho esposto brevemente, come posso supporre,affinch tu, esaminate diligentemente tutte le malattie, ti affretti aprovvedere l'opportuna medicina. Come in me la verit diCristo15, non mi sarei azzardato di ricorrere con impudenza alla tuaSantit, per la quale nutro venerazione e rispetto, se non avessiriconosciuto che stato per un giudizio palese di Dio e unadisposizione della sua provvidenza se io sono stato mandato da te,scelto [da lui] per trovare i rimedi necessari a un popolo cosimportante e qualificato, al quale, come capitata la piaga a motivodei suoi peccati 16, cos, dopo il peccato, doveroso somministrareil rimedio. Padre beatissimo, degnati di ricordarti di me e dei moltiche insieme con me attendono che si riversi su di loro come rugiadala tua parola.

    1 - Cf. Mt 3, 10; 7, 19.

    2 - Cf. Mt 15, 13.

    3 - Cf. 1 Cor 3, 7.

    4 - Cf. Ap 2, 17; 2 Mac 2, 4-8.

    5 - Cf. Mt 13, 8. 23.

    6 - Cf. Mt 13, 45-46.7 - Cf. Col 2, 14.

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    8 - Mt 13, 3.

    9 - Cf. Mt 13, 4-5.

    10 - Cf. Gv 1, 3.11 - Cf. Gn 1, 31.

    12 - Cf. Col 1, 16.

    13 - Sal 9, 6; 10, 16.

    14 - Rm 8, 20.

    15 - 2 Cor 11, 10.

    16 - Cf. Es 9, 14.

    AD OROSIOCONTRO I PRISCILLIANISTI E GLI ORIGENISTI

    L'anima non la sostanza di Dio.

    1. 1. Carissimo figlio Orosio, non debbo rispondere a tutte ledomande che mi hai poste nel tuo pro-memoria, n debboastenermi del tutto dal rispondere, per non darti l'impressione cheio non dia peso al tuo zelo, che invece mi graditissimo, n chevoglia dispiacerti con un gesto incontrollato. Ebbene, in diversi mieiopuscoli, che tu hai letto o puoi leggere, sono state dette moltecose utili per controbattere l'eresia dei Priscillianisti, sebbene nonfosse mio proposito confutarli direttamente. Ascoltando infatti da tequale sia il loro pensiero, sebbene trattassi altri problemi, mi

    accorgo ora che affrontavo anche questo. Infatti nella polemicacontro i Manichei ho toccato in molti luoghi il tema dell'anima, che,sebbene sia in un certo suo modo immortale, tuttavia regredendoverso il peggio e progredendo verso il meglio dimostra di esseresoggetta a mutamenti. Con ci stesso si mostra in manierainequivocabile che essa non della sostanza di Dio; e cos rovesciata anche la dottrina di Priscilliano. Posto infatti questofondamento, unico ma solidissimo, che verissimo e che daciascuno pu essere con estrema facilit riscontrato in se stesso,

    verr a mancare agli uni e agli altri ogni argomento per imbastire leloro favole. Che bisogno c' infatti di mettersi a potare i rami di

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    questo errore diffuso da parolai linguacciuti, quando ci si pulimitare a estrarre ed estirpare la sua radice? Tanto pi che, cometu stesso ti compiaci, questi vaneggiamenti favolosi o peggio,presso di voi sono gi stati confutati a dovere.

    Poich l'anima stata creata da Dio dal nulla, la volont diDio non il nulla.

    2. 2. Dici per che ancora dibattuta la questione concernentel'anima. Siccome gi assodato che non pu essere una particelladi Dio o una sua emanazione, ci si chiede se sia lecito affermareche Dio l'abbia creata dal nulla, per il fatto che appare inaccettabile,anzi empio, dire che sia da considerarsi un nulla la volont di Dio,

    mediante la quale l'anima stata creata. Questo tuttavia nonrientra nella confutazione dell'insipienza sacrilega di Priscilliano.Tanto dunque se si ammette che l'anima sia stata creata dal nullaquanto se non lo si afferma per il fatto che essa stata creata dallavolont di Dio, la quale non pu essere certamente il nulla,comunque, e perch stata creata e perch non della stessanatura di Dio, in tutti i casi risulta ovviamente confutata quell'eresiache sostiene che l'anima in principio era natura di Dio, [e lo fa] peravere degli agganci per tutte le altre falsit che aggiunge. per,

    questa, una questione che non si deve sottovalutare n lasciarefuori dei dibattiti. Occorre presentarla a questi tali che non voglionocredere che l'anima sia stata creata dal nulla per non dover asserireche sia il nulla la volont di Dio mediante la quale l'anima fu creata,e a loro chiedere se ritengano che non ci siano creature che sonostate create dal nulla. Se sono di questo avviso, c' pericolo cheessi tentino di tirare in ballo una non so quale natura che non sia nDio n il nulla: una specie di materia che se Dio non l'avesse avutaa disposizione, non avrebbe potuto trovare modo di creare ci cheha creato. Quando infatti ci si chiede con che cosa Dio abbia fatto lesue creature, si cerca una specie di materia (com' per il falegnameil legno o altro corpo) senza la quale egli non avrebbe potuto fare inalcun modo le opere del suo mestiere. Quando dunque si risponde:" Dal nulla ", cos'altro si dice se non che non ebbe a suadisposizione nessuna materia che non fosse stata da lui e cos [conessa] avere una base per fare tutto ci che avrebbe voluto fare,mentre senza di essa non sarebbe stato in grado di farlo? In effetti,

    la materia del mondo, che riscontriamo comunque nelle cose chemutano, stata originata da colui da cui ha origine il mondo. Percui anche quando Dio fece o fa qualcosa servendosi di qualcosa,

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    non lo fece n fa da cose non create da lui. Orbene, lasciamo daparte per un momento la [questione sulla] natura dell'anima...; e[ragioniamo:] se essi ammettono che Dio ha creato qualcosa dalnulla, vogliano riflettere e si accorgeranno che, di qualunque cosa si

    tratti, essa stata da lui fatta per sua volont, poich non hapotuto fare qualcosa senza volerla. Tuttavia dal fatto che egli hacreato una cosa dal nulla in forza della sua volont, non deriva chela volont in s sia il nulla. Perch dunque temere di affermare neiriguardi dell'anima ci che non esitano ad affermare di tutte le altrecose? Se poi dichiarano che solo l'anima stata fatta dalla volontdi Dio, mentre le altre cose egli non le avrebbe fatte con la suavolont, cosa si potrebbe dire di pi assurdo e pazzesco? Seviceversa tutto ci che ha fatto l'ha fatto con la volont, e dicendo

    questo non vogliamo dire che la volont stessa sia il nulla, lo siintenda detto anche dell'anima.

    Prosecuzione dello stesso tema.

    3. 3. Quando si dice: Dio ha creato tutto dal nulla1, non si dice senon questo: Nulla esisteva da cui creare e tuttavia, poich lo volle,lo cre. Dunque non si pu dire che la volont sia il nulla, anzi proprio lei che viene inculcata quando si dice che Dio ha creato dal

    nulla. Infatti a Dio si dice:puoi tutto col solo volerlo2: sia cheesista da dove trarlo sia che non esista; basta la volont dove sommo il potere. Come si pu dunque sostenere che in ci che creato dal nulla non sia altro che il nulla la stessa volont delCreatore, quando proprio per questo una cosa pu esser creata dalnulla perch basta la volont del Creatore per crearla anche senzamateria? Supponiamo ora che essi vogliano sostenere che non solol'anima, ma nessuna creatura in assoluto stata fatta dal nulla,proprio perch ci che Dio ha fatto, lo ha fatto con la sua volont,la quale non il nulla. Riflettano per da dove, quanto al corpo, stato fatto l'uomo. Infatti con certezza, come attestato dallaScrittura, Dio lo ha tratto dal fango o dalla polvere della terra e,senza dubbio, lo ha fatto con la volont 3; ma la volont di Dio non n la polvere n il fango. Come dunque non il fango la volontche ha creato l'uomo dal fango, sebbene costui sia opera dellavolont, cos non il nulla la volont che ha creato tutte le cose dalnulla, sebbene esse siano opera della volont.

    I libri di Origene, utili per confutare il sabellianismo diPriscilliano.

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    4. 4. Ora una parola sulla nota dolorosa che hai aggiunto, e cioche presso di voi ci sono stati certuni che dall'eresia di Priscillianosono passati all'errore di Origene e che da quel male non li si potuti guarire senza che la stessa medicina vi avesse arrecato

    qualcosa tocco dal contagio. Il dolore che provate non ,effettivamente, da ritenersi colpa [grave], poich, se la falsitdev'essere allontanata dalla verit e non dalla falsit (questo infattisarebbe scambiare un male con un altro, non evitare ogni male), vero tuttavia che dai quei libri la vostra provincia ha ricavato moltobene. In effetti, come tu stesso riferisci, da coloro che ti hannorecato i libri di Origene sono tramandate cose conformi a verit: adesempio, su Dio autore di tutto il creato, sulla Trinit eterna eimmutabile. In contrasto con tale verit, Priscilliano riafferm

    l'antica dottrina di Sabellio che sosteneva che lo stesso Padre eraanche Figlio e Spirito Santo; anzi egli aggrav l'errore dicendo, neiriguardi dell'anima, che essa non ha una natura sua propria maderiva da Dio stesso, come una sua particella, per poi si macchiata e deformata, cambiandosi in peggio. Osando affermarecose come queste egli sta con i Manichei. Gli errori [di Priscilliano]dunque vertono su argomenti molto seri, capitali; si accettanodottrine false e medicinali, che non toccano solo la creatura ma lostesso Creatore. Orbene, tanto se son tornati alla [vera] fede coloroche se ne erano allontanati, tanto se attraverso la lettura delledispute in parola hanno appreso [la vera fede] coloro che non laconoscevano, godano tutti per aver appreso dottrine salutari.Riguardo poi a quanto di errato anche in codesti libri, sebbene giveda che tu lo conosci, tuttavia il modo d'argomentare contro taliinsegnamenti lo potrai apprendere meglio sul posto dove tempoaddietro l'errore nacque e non fu contemporaneamentesmascherato.

    Rifiuto dell'apocatastasi dei demoni.

    5. 5. Per quanto mi possibile ti raccomando anch'io di nonpretendere di sapere assolutamente nulla sulla conversione deldiavolo e dei suoi angeli e sul loro ritorno allo stadio originario. Nonperch nutriamo odio contro il diavolo e i demoni, e cos facendoquasi li ripaghiamo della loro malvagit, dato che essi non per altromotivo se non perch sospinti dallo stimolo dell'invidia, vogliono

    turbare i nostri passi mediante i quali tendiamo a Dio, ma perchnon dobbiamo aggiungere nulla, che provenga dalla nostrapresunzione, alla sentenza definitiva del sommo e veracissimo

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    Giudice. Egli ha preannunciato che dir a quelli simili ai demoni:andate nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli4.N ci deve impressionare al segno che intendiamo il termine "eterno " nel senso di " diurno ", a ci che sta scritto altrove: In

    eterno e per i secoli dei secoli5

    . Il traduttore latino infatti nonvoleva dire: In eterno e per l'eterno dell'eterno. E dato che quantoin greco si dice pu essere inteso sia nel senso di secolo, sia nelsenso di eterno, altri interpreti per comodit tradussero: nel secoloe per il secolo dei secoli. Per non questo che si afferma nel luogoin cui si dice: andate nel fuoco eterno. Non si legge , ma

    . Il che, se lo si volesse derivato da secolo, in latino sidovrebbe dire " secolare ", non " eterno ", la qualcosa per non hamai osato dirla nessun traduttore. In latino si usa chiamare secolo

    ci che ha una fine, mentre eterno ci che non ne ha alcuna, inveceil termine greco significa a volte eterno e a volte secolo. Per laparola , che deriva da quel termine, a quanto mi sembra, glistessi greci non la usano se non per indicare ci che non ha fine.Noi non siamo soliti tradurre e in nessun altro modo senon con eterno; ma mentre significa anche secolo, nonsignifica altro se non eterno, anche se vi sono alcuni che talvolta siazzardano a tradurlo anche con " eternale ", affinch non si pensiche in latino manchi un derivato da questo termine.

    Ancora su l'eternit.

    5. 6. Forse gli origenisti trovano alcuni testi nei qualiesprime, secondo l'uso della Scrittura, qualche cosa che non senza fine. Cos Dio nei libri dell'Antico Testamento dicefrequentemente: Questa sar per voi una legge eterna 6. Quanto alfatto che in greco si usi il termine quando a proposito di talisacramenti si comandano spesso cose destinate ad aver fine, seprestiamo maggior attenzione a queste espressioni, si vede comeprobabilmente ci che significato in quei sacramenti non avrfine. Cos poi, per non divagare ulteriormente, chiamiamo Dioeterno non perch lo siano queste due sillabe brevissime, maperch lo ci che esse significano. L'Apostolo chiama tempi eterniquelli precedenti e antichi 7che in greco si scrive: .E nella lettera a Tito scrive: Dio, che non menzognero, promise

    prima dei tempi eterni la speranza della vita eterna8. Siccome

    per, guardando a ritroso, sembra che i tempi abbiano avuto iniziodalla costituzione del mondo, come possono essere eterni se nonperch ha chiamato eterno ci che avanti a s non ha alcun tempo?

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    Le pene dell'inferno sono eterne.

    6. 7. Ma colui che procedendo saggiamente ammette che le parole:andate nel fuoco eterno, sono state dette di ci che non ha fine,

    mediante lo stesso brano evangelico, preso dall'estremo opposto, in grado di dimostrare come sia eterna la vita che riceveranno igiusti: la quale sar anch'essa senza fine. Infatti concluse: Quelliandranno nel fuoco eterno, i giusti invece alla vita eterna9. Inambedue i casi si ha il termine greco . Se, mossi dacompassione, crederemo che il supplizio degli empi avr fine, cosadovremo credere riguardo al premio dei giusti, dato che in entrambii casi, nello stesso punto, nella stessa affermazione e con la stessaparola si fa riferimento all'eternit? Affermeremo anche che i giusti

    dal loro stato di santit e di possesso della vita eterna possanocadere di nuovo nell'impurit del peccato e nella morte 10? Che cinon contamini l'ortodossia della fede cristiana! Dunque in entrambii casi ci che senza fine vien detto eterno, cio , affinchper compassione delle pene del demonio non succeda che si finiscacol dubitare del regno di Cristo. Infine, se eterno ed eternale,ovvero e , vengono impiegati indifferentemente nellaScrittura una volta per significare ci che non ha fine e una voltaci che ha fine, che risponderemo a quelle parole del profeta, dove scritto: I suoi vermi non moriranno e il suo fuoco non siestinguer11? Qualunque sia la pena intesa con i termini verme efuoco, certamente, se non muore n si estingue, statapreannunciata una pena senza fine; n il profeta intendeva dir altroparlando cos se non predire che quella pena sarebbe stata senzafine.

    Eternit del regno di Cristo.

    7. 8. Si dice la stessa cosa anche del regno di Cristo, non secondoci che il Verbo era in principio Dio presso Dio 12, perch nessunoha mai dubitato che sotto questo aspetto egli sia il re di tutti isecoli 13: ma quanto al suo farsi uomo e al sacramento dimediatore 14 e all'incarnazione dalla Vergine che sta scritto in modosommamente chiaro che il suo regno non avr fine. l dovel'angelo, rivolgendosi a Maria, futura madre e sempre vergine, trale altre cose dice: Sar grande e chiamato figlio dell'Altissimo; ilSignore Dio gli dar il trono di Davide suo padre e regner persempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avr fine15. Inche senso il suo regno non avr fine se non in quanto regner sulla

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    casa di Giacobbe? E certamente, avendo detto eternamente, acausa dell'ambiguit di questa parola, aggiunse che il suo regnonon avr fine, affinch nessuno pensasse che qui eterno significa lastessa cosa che secolo, il quale ad un certo punto ha fine. Forse che

    si pu intendere il suo regnare sulla casa di Giacobbe e sul trono diDavide in altro modo se non come imperio sulla Chiesa e sul quelpopolo che il suo regno? A questo proposito anche l'Apostolo dice:quando consegner il regno a Dio e Padre16 e cio: quandocondurr i suoi santi alla contemplazione del Padre li condurranche alla contemplazione di se stesso, dato che Dio uguale alPadre. Non consegna per il regno in modo tale da perderlo, comeanche il Padre ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso17,n, certo, la perse egli stesso. Per questo, se il suo regno non avrfine, in verit i suoi santi, che sono il suo regno, regneranno con luifino alla fine 18. Quanto al testo dell'Apostolo che recita: quindi lafine, quando consegner il regno a Dio Padre, si deve intenderequesta fine in senso di perfezionamento e non di consunzione. Cossta scritto: il termine della legge Cristo perch sia data la giustiziaa chiunque crede19: un termine cio dove risiede ilperfezionamento della legge e non la sua abolizione. La qual cosa espressa anche dove si dice: non venni ad abolire la legge, ma adadempierla20.

    Il mondo non stato creato per espiare i peccati commessiprima della nostra vita.

    8. 9. Non capisco con quale impudenza pretendano di suggerire allaChiesa di Cristo quello che essi dicono riguardo alle creaturerazionali, cio i santi angeli, i demoni immondi e gli stessi animiumani, che una colpa minore ha meritato un luogo maggiore. Noicrediamo piuttosto che Dio non stato mosso a creare il mondo daipeccati degli spiriti razionali, per non cadere nell'assurdo di doverporre due soli, tre, quattro, o quanti ne sarebbero a noi necessari:se la colpa commessa prima della creazione in virt del liberoarbitrio fosse di una molteplicit di spiriti, sarebbe necessarioracchiuderli in altrettanti corpi della volta celeste. Dalla bont di Dio stato creato il mondo grande e buono dal Bene sommo e increato,nel quale presero ad esistere tutte le cose assai buone secondonatura, alcune migliori delle altre, ordinate in diversi gradi, dalle

    creature superiori alle infime, affinch in questo modo nonesistessero soltanto quelle di maggior dignit, ma tutte. E la loromoltitudine trov un limite stabilito da Dio, il Creatore di tutta la

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    natura creata: egli la vide in se stesso e non la conobbe quando eragi fatta, ma quando doveva ancora esser creata. Quindi quelli chedicono che nella sua sapienza gi fosse tutto creato prima ancorache tutte le cose si manifestassero nelle loro forme e nei loro modi

    propri e che apparissero nei loro rispettivi ordini, costoro nonparlano in modo assennato. Quando sarebbero state create infattiprima di essere create? Nella sapienza di Dio poterono esservi leragioni di tutte le cose che dovevano esser create, ma non eranoragioni create. Tutte furono create mediante la sua sapienza, maessa non fu creata, perch essa il Verbo del quale si dice: tutto stato fatto per mezzo di lui21. Quindi Dio conosceva tutto ci chefece prima di farlo. Non possiamo sostenere che cre ci cheignorava e che non l'avrebbe conosciuto se non l'avesse creato; che

    ignorava ci che doveva fare e lo conobbe dopo averlo fatto. Sedicessimo ci di un qualsiasi artefice umano, diremmo una cosastoltissima. Dio conosceva dunque le cose da fare, prima chefossero fatte; le conosceva per farle e non perch le aveva fatte.Pertanto quantunque gli fossero gi note le cose da fare, perch senon le avesse conosciute non sarebbero state fatte, tuttavia le cosenon cominciarono ad esser fatte perch erano conosciute per esserefatte solamente dopo essere state fatte, poich per esser fatte inmodo retto dovevano esser conosciute prima d'essere fatte.

    Perch sono stati promessi un cielo ed una terra nuovi.

    8. 10. Or ecco che la Verit, riguardo alla quale non lecito direche ci sia sconosciuta n che possa ingannare qualcuno, cipromette la purificazione 22, anzi, sia pur dopo la resurrezione deicorpi spiritualizzati, la nostra futura perfezione che ci render ugualiagli angeli. Come si fa dunque a dire che gli stessi santi angeli, acui ci assomiglieremo quando saremo stati sommamentepurificati 23, dovranno ancora purificarsi dai loro peccati? E se Diopromette un cielo nuovo e una terra nuova 24 quale dimora dei santie di coloro che sono diventati puri da ogni macchia del mondoattuale, con quale coraggio si pu in ultima analisi affermare che[questo] mondo, cio il cielo e la terra [nuovi], non ci sar se nonperch ne hanno necessit, al fine di diventare puri, gli spiritirazionali, che non saranno in cielo o in terra se non in conformitcon quanto hanno meritato peccando? Perch mai coloro che sono

    stati purificati hanno bisogno di un cielo nuovo e di una terra nuovase, una volta purificati, tornano ad essere com'erano stati primache ci fossero il cielo e la terra, cio senza cielo n terra? Se ci

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    fosse completamente vero, noi dovremmo estendere la nostrasperanza fino a questo punto, che ci promesso dalla Scrittura. Ese da l dovremo essere trasferiti in uno stato migliore, sar moltopi logico che lo apprendiamo quando ci troveremo l che non

    crederlo ora a cuor leggero e cos pure tentare di insegnarlo consfacciataggine. Cosa c' infatti di pi assurdo che dire: " Non cisarebbero il cielo e la terra, se una tale configurazione del mondonon fosse necessaria a gente che deve purificarsi ", quando laScrittura promette un altro cielo e un'altra terra a coloro che sonogi diventati puri 25?

    Nell'uomo sono compendiate tutte le creature.

    8. 11. D'altra parte constatiamo che il sole, la luna e gli altri astrisono dei corpi celesti, ma non sappiamo se sono animati. Vengaaffermato dai Libri divini, e noi lo crederemo. Quanto poi allatestimonianza della lettera dell'Apostolo 26 che, come hai riferito,loro usano citare, pu riferirsi anche solo agli uomini, giacch inciascun uomo ci sono tutti gli esseri del creato, non nella loroautentica entit come lo sono il cielo e la terra e tutto quello cheesiste in essi, ma in un qualche modo generico. Nell'uomo infatti vi anche la creatura razionale che si pensa o si crede l'abbiano gli

    angeli. Inoltre [nell'uomo vi la creatura], per cos dire, sensitiva,che non manca alle bestie (usano infatti i sensi ed hanno motisensitivi per appetire le cose utili e per evitare quelle contrarie), eanche quella vegetativa, cio priva di sensi, come si pu vederenegli alberi. Infatti anche in noi il corpo cresce senza che loavvertiamo, e i capelli non sentono nulla quando li tagliamo e poiricrescono. Veramente, l'intera creazione di ordine corporeo apparein noi in modo assai evidente e, quantunque sia fatta e formata diterra, si trovano in essa alcune parti di tutti gli elementi di questomondo corporeo per l'equilibrio del benessere. Infatti le membra sirinvigoriscono per il calore, il quale deriva dal fuoco, come dal fuocoprocede anche la luce che si sprigiona dagli occhi. Si riempiono diaria i percorsi delle vene che si chiamano arterie, e le cavit deipolmoni. Se non vi fosse nulla di liquido non affluirebbero gli sputi ela mancanza di umori ci toglierebbe la vita. Perfino il sangue, cheriempie le altre vene, col suo scorrere umido si diffonde quasi inruscelli e fiumi per tutte le parti del corpo. Cos non vi alcun

    genere di creatura che non possa incontrarsi nell'uomo e per questotutta la creazione geme e si affligge in lui, aspettando la rivelazionedei figli di Dio 27. Mediante la resurrezione del corpo, anche se non

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    in tutti gli uomini, tutta la creazione sar liberata dalla schiavitdella corruzione 28, poich essa tutta in ciascuno. E se ancheun'altra interpretazione potr rendere meglio questo passo dellalettera apostolica, tuttavia dalle medesime parole non possiamo

    concludere che il sole, la luna e gli astri gemano fino a che, alla finedei secoli, saranno liberati dalla schiavit della corruzione.

    L'esegesi di un testo di Giobbe convalidato da altri passidella Scrittura.

    9. 12. Dissi giustamente che crediamo a ci che viene affermato neiLibri divini. Ma che non ti ingannino coloro che sostengono cose diquesto genere, anche se usano citare il passo del libro del santo

    Giobbe, in cui sta scritto: come pu giustificarsi un uomo davanti aDio e apparire puro un nato da donna? Ecco, se egli comanda allaluna e questa manca di chiarore, e se le stelle non sono pure ai suoiocchi: quanto meno l'uomo che putredine, e il figlio dell'uomo che un verme!29Da qui, poi, pretendono di dedurre che le stellehanno uno spirito razionale e non sono prive di peccato, ma proprioper questo stanno nei cieli perch spetta loro un luogo migliore opi alto a causa della loro minore colpa. Credo che questa opinionenon debba essere accettata come se fosse di autorit divina. Infatti

    non la pronunci lo stesso Giobbe (del quale un'affermazione, incerto modo singolare, del testo ispirato recita che non pecc con lesue labbra davanti al Signore30), ma uno dei suoi amici, che sonodetti tutti quanticonsolatori di mali31 e sono condannati dalgiudizio di Dio. Come nel Vangelo, sebbene sia assolutamente veroche tutte le cose sono state dette, tuttavia non crediamo che tuttoci che stato detto sia vero. In effetti, la scrittura verace delVangelo riporta molti detti dei Giudei che sono falsi ed empi; allostesso modo in questo libro, nel quale ci si dice che hanno parlatomolte persone, si deve tener conto non solo di ci che stato detto,ma anche di chi lo ha detto."Non ammettiamo indistintamentecome vero tutto quello che sta scritto in questo santo libro: lungi danoi, che sia vero e giusto quanto la moglie insensata suggeriva alsuo santo marito, cio di maledire Dio, e cos morendo sarebbeliberato da quel tormento insopportabile 32. Non per questosostengo che quegli amici di Giobbe, riprovati da Dio e incolpati aragione dallo stesso santo servo di Dio, non poterono dire nulla di

    vero33

    : sostengo, piuttosto, che non tutte le cose che hanno dettosono da ritenersi vere. Sebbene infatti ci che essi affermaronocontro Giobbe non contenesse nulla di vero, tuttavia colui che sapr

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    interpretare con sapienza i detti [della Scrittura] sapr prendereanche dalle loro parole alcune affermazioni corrette a favore dellaverit. Ma, se nell'investigare vogliamo dimostrare qualcosamediante la testimonianza degli scritti sacri, non ci si dica che si

    deve prestar fede a ci che sta scritto, sia pur nel Vangelo, se percaso l'evangelista stesso precisa che a dirlo stato uno a cui nondobbiamo dar credito. Per esempio nel Vangelo si legge che i Giudeiaffermarono di Cristo Signore: Non diciamo a ragione che sei unsamaritano e hai un demonio?34 Quanto pi amiamo Cristo, tantopi detestiamo quest'insulto. Comunque non possiamo dubitare chefu pronunciato dai Giudei, perch crediamo che la narrazioneevangelica verissima: noi insomma detestiamo i detti blasfemi deiGiudei ma non neghiamo la fedelt dell'evangelista che scrisse il

    testo. Non prestiamo fede, quasi ad un'autorit canonica, alleparole che vengono citate non solo degli empi e degli impuri, maneanche di coloro che riguardo alla fede sono piccoli e ancoraprincipianti e ignoranti. Cos non dobbiamo prendere come autoritevangelica la frase che il cieco nato, al quale il Signore apr gliocchi, disse: sappiamo che Dio non ascolta i peccatori35. Cosfacendo non ci opponiamo alla parola stessa del Signore, chetroviamo nel Vangelo, l dove con voce divina conferm colui che loaveva invocato con le parole: Signore, abbi piet di me, che sonoun peccatore, e concluse che questi usc dal tempio pi puro delfariseo, che ricordava i suoi meriti e se ne vantava 36. Non si irriticostui, recentemente illuminato nella carne, se diciamo che stavanel noviziato della sua fede, quando ignorava chi fosse colui che loaveva reso sano e pronunci quella frase poco sensata: Dio nonascolta i peccatori. In effetti, risulta che gli stessi Apostoli, eletti tratutti, in contatto diretto con il Signore, e pendendo dalle sue labbra,dissero molte cose riprovevoli che sarebbe lungo ricordare. Perfino

    il beato Pietro, a causa di certe sue parole, non merit solo di esserripreso, ma addirittura di esser chiamato satana 37.

    La giustizia degli angeli, paragonata a quella di Dio, non giustizia.

    10. 13. Non mi sembra una tesi inesatta sostenere che in confrontocon la giustizia di Dio, non possono esser detti giusti nemmeno isanti angeli nei cieli. Non perch abbiano perso la giustizia per

    diventare come sono, ma per il fatto di esser creati e di non essereDio, per questo non possono avere tanta luce spirituale quanta neha colui che li ha fatti. Dove vi somma giustizia vi anche somma

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    sapienza, e questo Dio, del quale si dice:ADio solo sapiente38.Ma un'altra questione sapere quanto della giustizia di Dio sianocapaci gli angeli e di quanto non ne siano capaci. Coloro che sonogiusti perch partecipano di lui, in confronto con lui non sono giusti.

    Agostino ignora in che cosa si differenzino le sfere celesti.

    11. 14. Ma, come ho detto, questa un'altra questione, un'altra sapere se gli astri, il sole e la luna abbiano uno spirito razionale neiloro corpi visibili e luminosi. Chi dubita che siano dei corpi, ignoradel tutto cosa sia un corpo. N queste cose ci interessano a talpunto da volerle indagare con uno studio approfondito: infatti nonsolo sono lontane dai nostri sensi e dalla debole intelligenza umana,

    ma nemmeno la Scrittura ne parla cos da comandarcene laconoscenza. Piuttosto, perch a causa di un'opinione frettolosa noncadiamo in fole sacrileghe, la sacra Scrittura ci avverte: Noncercare quello che sopra di te, e non volere indagare quelle coseche sorpassano le tue forze, ma quello che ti ha comandato ilSignore meditalo sempre 39, affinch ci si accorga che in taliquestioni colpa pi grave la presunzione temeraria che laprudente ignoranza. Certamente l'Apostolo dice: Sia i Troni, sia ledominazioni, sia i Principati, sia le Potest 40. E io credo

    fermissimamente che nelle gerarchie celesti esistano i troni, ledominazioni, i principati, le potest e ritengo con fede incrollabileche sono in qualche modo differenti tra loro. Per, siccome tu miconsideri un gran dottore, io, per ridimensionarmi, ti dir che nonso cosa siano n in che cosa si differenzino tra loro. N credo diessere in un qualche pericolo per questa ignoranza, come lo sareiper la disobbedienza se trascurassi i precetti del Signore. E perquesto credo che stata opera dello Spirito Santo se dai nostriautori che composero i testi sacri non ci stata spiegatadiffusamente ogni cosa ma soltanto toccata di striscio esuccintamente: con la conseguenza che, se a qualcuno d'unamaturit come la nostra fossero state mostrate con evidenza(attraverso una rivelazione superiore) cose di questo genere, costuinon possa ritenere inferiori a s quei personaggi per il cui ministeroci sono giunte le sante parole delle Scritture canoniche. Quanto piuno si sar perfezionato nel suo sapere, tanto pi si riscontrerinferiore a quegli scritti che Dio ha posto, come un firmamento, al

    di sopra di tutti i cuori umani. Pertanto non necessario sapere dipi, ma sapere sobriamente, ciascuno secondo la misura di fedeche Dio gli ha dato41. Forse i pi dotti ti insegneranno queste cose

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    se manifesterai loro tanta capacit di apprendere, quanto grandeil desiderio di sapere che hai. Ad ogni modo, non devi azzardaretesi sull'ignoto muovendo dal noto, affinch tu presti fede a ci chenon va creduto, o non creda a ci a cui si deve credere. Ti

    ammaestrer quell'unico vero Maestro42

    , o per mezzo di questi talio nei modi che vorr: quel maestro che vede come ti di da fareper la sua chiesa nel tuo intimo lui stesso ti ha posto questodesiderio. Egli stesso ti dischiuder pi generosamente la verit,egli che vede bussare la carit che lui stesso si degnato donare.

    1 - 2 Mac 7, 28.

    2 - Sap 12, 18.

    3 - Cf. Gn 2, 7.

    4 - Mt 25, 41.

    5 - Sal 9, 6, 10, 16.

    6 - Es 28, 43; Lv 16, 29. 34.

    7 - Cf. 2 Tm 1,9.

    8 - Tt 1, 2.

    9 - Mt 25, 41-46.

    10 - Cf. 1 Ts 4, 7.

    11 - Is 66, 24.12 - Cf. Gv 1, 1.

    13 - Cf. Ap 15, 3.

    14 - Cf. 1 Tm 2, 5.

    15 - Lc 1, 32-33.

    16 - 1 Cor 15, 24.

    17 - Gv 5, 26.

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    18 - Cf. Ap 22, 5.

    19 - Rm 10, 4.

    20 - Mt 5, 17.21 - Gv 1, 3.

    22 - Cf. Eb 1, 3.

    23 - Cf. Lc 20, 33-36; Fil 3, 11.

    24 - Cf. 2 Pt 3, 13; Is 65, 17; 66, 22; Ap 21, 1.

    25 - Cf. 2 Pt 3, 13; Is 65, 17; 66, 22; Ap 21, 1.

    26 - Cf. Rm 8, 20.

    27 - Cf. Rm 8, 22-23.

    28 - Cf. Rm 8, 21.

    29 - Gb 25, 4-6.

    30 - Gb 1, 22.

    31 - Gb 16, 2.

    32 - Cf. Gb 2, 9.

    33 - Cf. Gb 42, 7.

    34 - Gv 8, 48.

    35 - Gv 9, 31.

    36 - Cf. Lc 18, 10-14.

    37 - Cf. Mt 16, 23.

    38 - Rm 16, 27.

    39 - Sir 3, 22.

    40 - Col 1, 16.

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    41 - Rm 12, 3.

    42 - Cf. Mt 23, 10.