Sant'Agostino - Contro Cresconio Grammatico Donatista (ITA)

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  • 7/30/2019 Sant'Agostino - Contro Cresconio Grammatico Donatista (ITA)

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    CONTRO CRESCONIO GRAMMATICO DONATISTATutte le Opere - versione italiana > Polemici >

    Contro Cresconio grammatico donatista

    LIBRO PRIMO

    Agostino si sente in dovere di rispondere alla lettera diCresconio.

    1. 1. Ignoro, Cresconio, quando i miei libri potranno raggiungerti,ma non dispero di vederli arrivare a destinazione, poich anche ituoi scritti, sia pure molto tempo dopo la loro stesura, hanno potutofinalmente raggiungermi. Mi riferisco a ci che ti sei sentito indovere di scrivere per confutare la risposta, concisa e parziale, cheho potuto dare a Petiliano, il vostro vescovo di Cirta, il quale,cimentandosi nel sostenere la tesi della reiterazione del battesimo,anzich demolire la nostra comunione con il peso delleargomentazioni, l'ha appena scalfita con le sue malediche calunnie.

    Risposta parziale, perch non era ancora pervenuto fra le mie maniil testo completo della sua lettera, ma solo la breve prima parte.Reputo inutile indagare come ci sia potuto accadere, tanto pi che,quando in seguito giunto fra le mie mani il testo completo, non mi dispiaciuto affatto rispondere al tutto. Se d'altronde non avessirisposto alla lettera che tu mi hai inviata, forse l'avresti giudicato ungesto irriguardoso; temo comunque che quanto ti scrivo loconsidererai nuovo motivo di contesa. Se poi tu, avendo constatatoche la mia lettera non era indirizzata a te, in quanto sembrava

    confutare soltanto un vescovo del partito di Donato o il partitostesso di Donato, hai creduto tuo dovere, conscio com'eri dipossedere una certa capacit, di farla tua e di pubblicare unacontrorisposta, dal momento che appartieni alla sua comunione,pur senza essere vincolato da una qualsiasi funzione clericale, tantomeno era lecito tacere a me, proprio in forza degli obblighi derivantidal peso del mio ufficio, sia nei confronti di Petiliano sia di testesso, poich lui attaccava la Chiesa per la quale milito, e tu, conuno scritto dello stesso tipo, hai composto, presentato e redatto untesto diretto espressamente a me.

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    Differenza tra la loqacit e l'eloquenza.

    1. 2. Nella prima parte dello scritto ti sei sforzato di renderesospetta l'eloquenza agli occhi degli uomini. Infatti, lodando

    apparentemente la mia arte oratoria, e come se temessi in certoqual modo che io mi servissi di quest'arte per ingannare te oqualche altro inducendovi in errore, ti sei lanciato ad accusarel'eloquenza in se stessa, utilizzando contro di essa un testo dellesante Scritture, ove secondo te si dice: Nella molta eloquenza nonsfuggirai il peccato 1. Ora, l non detto: nella molta eloquenza, manel multiloquio. La loquacit infatti un flusso di parole superflue,cio il vizio che si contrae per il culto eccessivo della parola. Per lopi infatti amano parlare anche coloro che non sanno che cosa dire

    e come dirlo, sia che si tratti di esprimere correttamente il propriopensiero sia di rispettare i principi grammaticali per quanto attienela retta e ordinata pronunzia delle parole. Invece l'eloquenza lacapacit di parlare, esprimendo in modo appropriato ci chesentiamo dentro, della quale dobbiamo servirci quando pensiamocose giuste. Non cos se ne sono serviti gli eretici. Infatti, seavessero veramente pensato in maniera corretta, non solo nonavrebbero potuto dire nulla di male, ma avrebbero potuto spiegareanche il bene in forma eloquente. Pertanto hai accusato asproposito l'eloquenza richiamando alla mente questeesemplificazioni. Non si deve smettere infatti di armare i soldati indifesa della patria per il solo fatto che molti hanno impugnato learmi contro la patria; cos pure i medici valenti e dotti non devonotralasciare di utilizzare gli strumenti chirurgici per salvare la vitaper il solo fatto che anche gli incompetenti e i senza scrupoli se nesono serviti per rovinare la salute. Chi non sa che, come lamedicina utile o inutile nella misura in cui persegue ci che utile

    o inutile, cos l'eloquenza, cio la conoscenza pratica e la facilit diparola utile o inutile a seconda dell'utilit o inutilit di ci che sidice? Suppongo che neppure tu ignori questo.

    Mesteire malefico del sofista.

    2. 3. Penso comunque che tu, constatando che molti miconsiderano eloquente, per distogliere da me l'interesse del lettoreo dell'ascoltatore, hai creduto bene di attaccare la mia eloquenza;cos chiunque, insospettito dalla tua affermazione, non prester piattenzione a ci che dico; e, per il fatto stesso che mi esprimo inmodo eloquente, mi prender per un tipo da evitare e fuggire. Vedi,

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    dunque, se questo tuo modo di agire non appartenga a quellacosiddetta "arte perversa che molti" - secondo la tua citazione diPlatone - "a buon diritto hanno giudicato bene di bandire dalla citte dal consorzio del genere umano 2". Qui non si tratta di

    quell'eloquenza, che davvero vorrei augurarmi di possedere peresprimere secondo il mio gusto ci che sento; si tratta invece delmestiere malefico del sofista, che si propone di sostenere in tutto eper tutto i pro e i contro, non secondo la sua convinzione personale,ma per spirito di polemica o per interesse personale. Ecco che cosane dice la santa Scrittura: Chi parla come il sofista odioso3. Sonoconvinto che l'apostolo Paolo voglia distogliere da questaoccupazione la giovinezza di Timoteo, quando dice: Evita le vanediscussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le

    ascolta; ma, per non dare l'impressione che gli abbia interdettol'arte dell'eloquenza, aggiunge subito dopo: Sfrzati di presentartidavanti a Dio come un operaio degno di approvazione, che trattacome si conviene la parola della verit4. questo, senza dubbio, ilsentimento che si insinuato nel tuo animo: per il gusto dicontraddire - questo infatti non era il tuo modo di sentire, mapiuttosto volevi distogliere da noi l'interesse di colui che assetatodi istruzione - tu mi hai etichettato eloquente, ma vituperandol'eloquenza. Ora, come posso credere che tu abbia agito cos perintima convinzione, sapendo bene quanto ci teniate a decantarel'eloquenza di Donato, di Parmeniano e di altri membri del vostropartito? Potrebbe esserci qualcosa di pi utile di essa, se riversassele sue onde tanto copiose a favore dell'unit, della verit, dellacarit? Ma perch devo parlare degli altri? Non sei proprio tu laprova vivente che, non per convinzione ma per spirito dicontraddizione, ti sei eretto a censore per vituperare l'eloquenza?Infatti tutto ci che hai scritto in seguito, non lo hai forse fatto per

    tentare da una parte di convincere il lettore attraverso l'eloquenza,e dall'altra di accusare eloquentemente la stessa eloquenza?

    Cresconio invitato a desiderare di essere istruito.

    3. 4. Dimmi: perch mai dichiari "di non poter competere con mesul piano dell'eloquenza e di non possedere una conoscenzaapprofondita dei modelli della legge cristiana"? Ti ho forse costrettoio a replicare ai miei scritti? per questo motivo che cerchi di

    esimerti e scusarti? Se non possiedi un'adeguata preparazione,perch allora non taci, o piuttosto perch non parli come sedesiderassi di essere istruito? Affermi che "io insisto e sfido

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    continuamente i vostri a discettare con me per chiarireulteriormente la questione della verit, mentre i vostri lo fanno conmaggiore cautela e pazienza, poich istruiscono i loro fedelisoltanto in chiesa sui precetti della Legge, senza preoccuparsi di

    rispondere a noi, ben sapendo che, se la Legge di Dio e tantidocumenti delle Scritture canoniche non possono indurci adaccettare ci che pi buono e pi vero, giammai un'autoritumana, dissolto l'errore, potr richiamarci alla norma della verit".Perch, allora, hai pensato bene di parlare contro di noi, mentreessi tacciono? Se essi fanno bene, perch non li imiti? E se fannomale, perch li lodi?

    Agostino e i cattolici non pretendono di definire da soli i

    problemi.

    3. 5. Tu affermi che io, "con arroganza intollerabile, credo di poterrisolvere da solo una questione che agli altri parsa inestricabile equindi stata rimessa al giudizio di Dio". Per questo, poco sopra,hai dichiarato che "io pretendo di dirimere, dopo tanti anni e dopotante sentenze di giudici e arbitri, una questione che numerosivescovi dotti di ambedue le parti hanno dibattuto davanti agliimperatori senza poterla risolvere". Ma proprio vero che solo io mi

    do tanto da fare per questo? Io sarei l'unico che cerca di dibatteretale questione e desidera risolverla? A mio avviso, se tu avessivoluto incolpare i nostri di essere stati gli unici ad aver fatto questotentativo, non avresti confessato che anche i vostri hanno tentatoci. Ma, dal momento che non puoi rimproverare almeno i vostri diaver fatto quel tentativo, di aver avuto quella volont e insistenza,neppure io voglio essere estraneo a un'opera tanto buona. Perchmi incolpi e mi rimproveri? Non sar forse per gelosia? Questo nonsi deve credere temerariamente di te. Non resta allora che questo:tu mi incolpi, per puro spirito di polemica, di ci che sei costretto alodare anche nei vostri!

    I cattolici non hanno mai cessato di far conoscere lasoluzione della questione.

    4. 6. Ma, dici, una intollerabile arroganza presumere che unopossa risolvere da solo la questione, che molti e cos qualificatiindividui hanno lasciato insoluta. Ti prego di non attribuire soltantoa me un simile tentativo: in molti ci adoperiamo perch essa sirisolva, anzi, perch si riconosca che gi stata risolta. Infatti

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    coloro i quali hanno sostenuto che essa non stata ancora risolta,sono precisamente quelli che non hanno voluto accettare lasoluzione e ve l'hanno tenuta nascosta, cosicch anche voi,ingannati dalla loro autorit, crediate che la questione tuttora

    pendente. I nostri invece, dal momento in cui essa fu risolta, nonhanno mai cessato di far conoscere tale soluzione con tutti i mezzi aloro disposizione, sia in pubblico che in privato, affinch nessunopersistesse in un errore tanto funesto e nel giorno del giudizio finalenon potesse recriminare contro la negligenza dei ministri di Dio neisuoi confronti. Pertanto, non siamo noi a voler riconsideraredaccapo una questione gi risolta da un pezzo, ma piuttostovogliamo dimostrare come essa sia stata risolta, soprattuttotenendo presenti coloro che la ignorano. In tal modo, quando i

    difensori sono convinti del proprio errore, o anch'essi sono liberatiperch si sono corretti, oppure, se questi persistono nella loroaperta ostinazione dopo essere stati confutati, coloro che amano laverit pi della rivalit potranno vedere ci che devono seguire.

    Lo sforzo di predicare la verit sempre retribuito da Dio.

    5. 7. E questo lavoro non senza frutto, come tu pensi. Infatti, sepotessi vedere come questo errore era dilagato per l'Africa in lungo

    e in largo, e quanto poche sono le regioni che non si sono ancoraemendate ritornando alla pace cattolica, tu non giudicheresti deltutto sterile e vano lo zelo dei difensori della pace e dell'unitcristiana! Ora, se questa medicina, applicata con tanta diligenza,qua e l non ha dato ancora risultati, gi sufficiente, per renderneconto a Dio, che non si sia tralasciato di impiegarla. Come infatti ilmaligno persuasore del peccato, anche se non riesce nel suointento, incorre giustamente nella pena riservata al seduttore, cosil fedele annunciatore della giustizia, anche se rifiutato dagliuomini, non sia mai che possa essere defraudato presso Dio dellaricompensa per il suo lavoro. Si tratta di un impegno certo per unrisultato incerto; e chiamo incerto, non il premio di chi opera, ma ladisposizione interiore di chi ascolta. Infatti non certo per noi secolui, al quale viene annunciata la verit, dar il suo assenso, ma certo che anche a tali individui opportuno predicare la verit,come altrettanto certo che una degna ricompensa attende coloroche la predicano fedelmente, sia che ricevano una buona

    accoglienza sia il disprezzo, sia che debbano soffrire per questomotivo ogni sorta di male per un certo tempo. Il Signore dice nelVangelo: Quando voi entrate, dite: Pace a questa casa. Se coloro

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    che vi abitano ne saranno degni, la vostra pace riposi su di loro;altrimenti ritorni a voi5. Egli ha forse garantito loro la certezza che,coloro ai quali avrebbero predicato la loro pace, li avrebberoaccolti? E tuttavia li rese pienamente consapevoli che avrebbero

    dovuto predicarla senza esitazione.Noi predichiamo instancabilmente nient'altro che questo:l'utilit, la piet, la santit dell'unit cristiana.

    6. 8. Anche l'apostolo Paolo dice: Un servo del Signore nondev'essere litigioso, ma mite con tutti; atto a insegnare, paziente,dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglialoro concedere di convertirsi, perch riconoscano la verit e

    ritornino in s sfuggendo ai lacci del diavolo, che li ha catturati persottometterli alla sua volont6. Considera bene: lui non vuole checostui disputi, vuole piuttosto che corregga con moderazione coloroche non la pensano come lui, affinch il servo di Dio non prenda laproibizione di essere aggressivo come un pretesto per essereremissivo. vero che molti mal sopportano e con fastidio ancheuna leggera correzione, sia perch giustificano i loro peccati siaperch non sanno che cosa rispondere, e tuttavia non voglionoarrendersi alla verit. Costoro trattano da litigiosi e attaccabrighe

    coloro che si adoperano con zelo e senza mezzi termini perconvincerli del loro errore. La falsit, infatti, che teme di esserescoperta e redarguita, accusa lo zelo per la verit applicandogli ilnome di quei vizi che la verit condanna. Ma, lecito per questomotivo desistere da un simile impegno? Osserva come lo stessoApostolo pungoli Timoteo, affinch non abbassi il tono dell'annunciosolo perch ai suoi ascoltatori non carezzevole la predicazionedella verit : Ti scongiuro -dice -davanti a Dio e a Cristo Ges, cheverr a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suoregno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e nonopportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimit edottrina7. Chi mai, ascoltando queste parole, se servo fedele diDio, se non operaio ipocrita, rallenter il suo zelo e la suacostanza? Chi oser, davanti a una simile dichiarazione, mostrarsiindolente? In questa faccenda, dunque, la tua parlantina non cidisturba affatto! Noi predichiamo nient'altro che questo, con l'aiutodel Signore nostro Dio: l'utilit, la piet, la santit dell'unit

    cristiana; noi predichiamo, per chi lo vuole, in modo opportuno, eper chi si oppone, in modo inopportuno; e con tutte le forzepossibili noi mostriamo che tale questione, sorta fra noi e il partito

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    di Donato, gi stata risolta da molto tempo, e siamo in grado didire a favore di chi e contro chi stata data!

    I Donatisti offrono il loro appoggio alla falsit o con ostinata

    astuzia o con gelosa presunzione.7. 9. Riconoscano una buona volta in se stessi il nome e il criminedel loro contendere pieno di animosit, poich o con ostinataastuzia offrono il loro appoggio alla falsit o con gelosa presunzionemettono il loro linguaggio al servizio della verit. Due modelli dicontestatori che l'Apostolo ha cos tratteggiato: il primo, nellapersona di Alessandro, del quale dice:Alessandro, il ramaio, mi haprocurato molti mali. Il Signore gli render secondo le sue opere;

    gurdatene anche tu, perch stato un accanito avversario dellanostra predicazione8; il secondo, in coloro di cui dice: Alcuni, alcontrario, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa,con intenzione non pura, pensando di aggiungere dolore alle miecatene9. Senza alcun dubbio questi ultimi annunziavano lo stessomessaggio di Paolo, bench non con gli stessi sentimenti, con lastessa volont, non con la stessa carit ma per invidia, come disselui, e per spirito di contesa, volendo nel loro orgoglio primeggiareanche nella predicazione e anteporsi all'apostolo Paolo. Il quale, da

    parte sua, non ne soffriva, anzi, ne gioiva vedendo che quelmessaggio, che desiderava intensamente di far conoscere in unraggio sempre pi ampio, era predicato da loro: Ma questo -soggiunge -che importa? Purch in ogni maniera, per ipocrisia oper sincerit, Cristo venga annunziato10. Essi non avevano larettitudine del suo cuore, poich mancavano di intenzione sinceraed agivano per spirito di rivalit; tuttavia annunziavano la verit,cio Cristo. Tu, pertanto, non potendo farti giudice delle cose intimedel nostro cuore, lmitati a controllare se resistiamo alla verit odesideriamo con tutte le forze confutare coloro che resistono allaverit. Senza alcun dubbio, se ci sforziamo di persuadere adaccogliere la verit e respingiamo l'errore, anche se lo facessimonon con la verit della propria retta intenzione, ma per ottenere unvantaggio in questo mondo e la gloria degli uomini, gli amici dellaverit devono rallegrarsene, perch con questo pretesto si annunziala verit, come dice l'Apostolo:Anche di questo io mi rallegrer11.Se al contrario - Dio lo sa benissimo, e anche tu avresti potuto

    saperlo, secondo la capacit umana, se vivessi con noi-

    noi cidedichiamo con sollecita carit alla fatica che reclama questoservizio, penso che sia ingiusto biasimare il nostro ministero, se

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    lottiamo con fervore di spirito per la verit contro qualsiasiavversario della verit.

    Non contestatore o seminatore di discordie chi si impegna

    ad aprire o sostenere contro qualcuno una disputa animata.8. 10. Se voi considerate contestatore e violento seminatore didiscordie chi si impegna ad aprire o sostenere contro qualcuno unadisputa animata, considerate allora che cosa si deve pensare dellostesso Signore Ges Cristo e dei suoi servi, i Profeti e gli Apostoli! IlSignore stesso, il Figlio di Dio, tenne forse discorsi sulla verit solocon i discepoli o le folle che credevano in lui, oppure anche con inemici che gli tendevano insidie, lo criticavano, l'interrogavano, lo

    combattevano, lo maledivano? Egli ha forse disdegnato di discutereperfino con una donna sola la questione della preghiera contro ilparere o l'eresia dei samaritani 12? Ma lui sapeva in precedenza -ribatti tu - che quella avrebbe creduto. Che cosa? E quante cosenon ha rinfacciato apertamente e ripetutamente contro i Giudei, iFarisei, i Sadducei che, non solo non avrebbero assolutamentecreduto, ma lo avrebbero contraddetto e perseguitato con tutte leforze? Non li ha forse interrogati quando volle e su ci che volle,per confonderli attraverso le loro risposte? Quando gli ponevano

    domande insidiose per metterlo in difficolt e con la sua replica lizittiva, non ha forse risposto senza alcuna ambiguit 13? Ora, non silegge da nessuna parte che, nel corso di queste sue dispute,qualcuno di loro si sia convertito e lo abbia seguito. Certamente ilSignore sapeva, nella sua prescienza, che nulla di quanto diceva adessi, o in loro favore o contro di loro, avrebbe giovato alla lorosalvezza. Ma egli, forse, ci ha confortati con il suo esempio, noi chenon siamo in grado di conoscere in anticipo la futura fede omancanza di fede degli uomini; altrimenti, se talvolta predichiamo acuori impenetrabili e corrotti senza ottenere alcun frutto disalvezza, potremmo scoraggiarci e desistere dal predicare coninsistenza, perch una pena lavorare a vuoto. Che dire poi deldiavolo stesso? Non solo Dio, ma neppure alcun uomo pu dubitareche lui, mai e poi mai, si convertir alla giustizia; eppure il Figlio diDio, di fronte ai suoi attacchi insidiosi e alle questioni capziose chegli opponeva desumendole dalle sante Scritture, gli risposeconfutandolo per mezzo delle sante Scritture, n giudic indegno di

    lui, il Cristo, avere un dialogo con Satana sulle sacre Scritture14

    .Non prevedeva forse con certezza che le sue parole, infruttuose per

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    i Giudei e per il diavolo, sarebbero state di grande utilit per ipagani che avrebbero creduto?

    Anche i profeti sono stati mandati per predicare la verit.

    8. 11. Leggiamo che anche i Profeti furono inviati a uominitalmente disobbedienti che Dio stesso, colui appunto che inviava iProfeti, prediceva al tempo stesso che coloro ai quali Lui li inviavanon avrebbero obbedito alle loro parole. Non considero il fatto cheessi, in forza dello spirito profetico, prevedessero senz'altro anchequesto, e cio che sarebbero state disprezzate le loro parole; purtuttavia essi continuavano a parlare loro con tutto il loro veementeardore. Lo dice in modo chiarissimo il Signore al profeta Ezechiele:

    Va', entra nella casa d'Israele e riferisci loro le mie parole, poich tunon sei inviato a un popolo dal linguaggio ignoto e di linguabarbara, ma alla casa d'Israele: non a grandi popoli dal linguaggioastruso e di lingua barbara, dei quali tu non comprendi le parole.Se a loro ti avessi inviato, ti avrebbero ascoltato; ma gli Israelitinon vogliono ascoltare te, perch non vogliono ascoltare me; tuttala casa d'Israele di dura cervice e di cuore ostinato. Ma io ti hodato una fronte dura quanto la loro fronte e render forte il tuocombattimento contro il loro15. Ecco, un servo di Dio inviato con

    l'ordine di parlare a individui che non lo avrebbero ascoltato, e coluiche lo inviava con l'ordine di parlare era il Signore, che predicevaanche il loro rifiuto di ascoltare. Per qual motivo, per il bene di chi,per qual frutto, per quale risultato costui viene inviato alcombattimento della predicazione della verit contro coloro che loosteggeranno e gli disobbediranno? Ci sar forse qualcuno che avril coraggio di dire che i santi Profeti di Dio furono oggetto dellostesso biasimo che tu hai lanciato contro di me con quelle parole: "Se tu sai che la questione di cui si tratta non pu essere risolta date, perch ti affatichi invano? Perch ti imbarchi in una impresainutile? Perch questa diatriba del tutto superflua e senza frutto?Non un grossolano errore voler spiegare ci che non sei in gradodi spiegare, dal momento che anche la Legge ti avverte: Nonoccuparti delle cose misteriose e non indagare ci che trascende letue capacit16; e ancora: L'uomo litigioso prepara liti e l'uomoiracondo dilata il peccato17 "?. Certamente non dirai queste cose aEzechiele, il quale inviato con la parola di Dio a dar battaglia

    contro coloro che si rifiutano di obbedire, contro coloro chepensano, dicono e fanno sempre il contrario. Se tu infatti gliparlassi cos, forse ti risponderebbe con la risposta degli Apostoli

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    agli stessi Giudei: A chi si deve obbedire? A Dio oppure agliuomini?18. Questa la risposta che anch'io darei a te.

    Le Lettere degli Apostoli sono state scritte anche per noi.

    9. 12. A questo punto, se mi solleciti a mostrarti quando Dio haordinato anche a me di fare ci che tu mi proibisci, ricordati che leLettere degli Apostoli non sono state scritte soltanto per coloro chele ascoltavano quando erano state composte, ma anche per noi:non per altro motivo infatti si leggono in chiesa. Considera ancheci che dice l'Apostolo: Volete forse una prova che Cristo parla inme?19, e ricorda adesso, non ci che Paolo, ma ci che Cristo hadetto per mezzo di Paolo, un testo che ho citato poco sopra:

    Predica la parola, insisti a tempo opportuno e inopportuno20

    , conci che segue. Nota anche ci che disse a Tito, quando spiegava irequisiti necessari per il vescovo: gli raccomandava anche laperseveranza nell'insegnamento conforme alla dottrina della parolaautentica: Perch sia in grado di esortare con la sua sana dottrina edi confutare coloro che contraddicono. Vi sono, infatti, soprattuttofra quelli che provengono dalla circoncisione, molti spiritiinsubordinati, chiacchieroni e seduttori. A questi tali bisognachiudere la bocca21. Non dice dunque che sono tali soltanto quelli

    che provengono dalla circoncisione, ma questi tali sono soprattuttoloro. Tuttavia, afferm con un mandato inesorabile che il vescovodeve, secondo la sana dottrina, confutare e respingere anche iciarlatani e gli imbroglioni. Riconosco che anche a me statoaffidato questo mandato, ed quanto mi sforzo di fare secondo lemie forze; in questa opera insisto con perseveranza, nella misura incui mi aiuta colui che me lo ha imposto. Perch ti opponi e faiostruzionismo, perch proibisci e rimproveri? Si deve obbedire a teo a Dio 22?

    I precetti delle Scritture sono per tutti.

    10. 13. A meno che tu non pretenda che questi testi, i quali hotratto dalle sante Scritture, si debbano intendere in un senso che ivostri osservano di fatto e per cui li lodi, in base al quale soltantonella Chiesa i popoli devono apprendere i precetti della Legge. Tupensi forse che in essa si debbano correggere e convincere coloroche la pensano diversamente, cosicch ciascun dottore si accontentidi emendare l'errore dei suoi solo attraverso la discussione e lapredicazione; se invece insiste nel fare altrettanto con coloro che

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    sono al di fuori, lo si dovr considerare un fanatico, unattaccabrighe e un litigioso: " poich lo stesso Ezechiele - dici tu - egli altri profeti erano inviati con le parole di Dio al loro popolo,Israeliti cio agli Israeliti ".

    Ges ha offerto se stesso come esempio per tutti.

    11. 14. Anche a questo ti rispondo. L'ho gi ricordato sopra: lostesso Signore Ges, che si propose come esempio ai suoidiscepoli, non disdegn di esporre la verit e di rispondere sopra laLegge non solo ai Giudei, ma anche ai Farisei, ai Sadducei, aiSamaritani e allo stesso Demonio, principe di tutti gli inganni ederrori. Ma, perch tu non creda che il Signore poteva permettersi

    questo, mentre ai suoi servi non era concesso, ascolta ci che silegge negli Atti degli Apostoli: Un tale Giudeo, chiamato Apollo,nativo di Alessandria, versato nelle Scritture, giunse ad Efeso.Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno difervore parlava e insegnava esattamente ci che si riferiva a Ges,sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni. Egli intantocominci a parlare francamente nella sinagoga. Priscilla e Aquila loascoltarono, poi lo presero con s e gli esposero con maggioreaccuratezza la via di Dio. Poich egli desiderava passare nell'Acaia, i

    fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buonaaccoglienza. Giunto col, fu molto utile a quelli che per opera dellagrazia erano divenuti credenti; confutava infatti vigorosamente iGiudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Ges il Cristo23. Che ne dici di costui? Che ne pensi? Lo potrete forseaccusare di essere un tipo litigioso, un fanatico sobillatore, unseminatore di discordia, a meno che non vogliate essere calpestatidall'autorit di un Libro cos santo?

    Paolo si prese cura di parlare e correggere anche i pagani.

    12. 15. Non sar forse perch costui, avendo creduto in Cristo puressendo un Giudeo, doveva per questo ripudiare pubblicamente iGiudei che combattevano la fede cristiana e negavano che Ges erail Cristo, mentre noi, perch non siamo mai stati membri del partitodi Donato, non possiamo confutare il partito di Donato che lottacontro l'unit cristiana? L'apostolo Paolo mai stato cultore degliidoli, ha mai seguito l'eresia degli Epicurei o degli Stoici, con i qualituttavia n si vergogn n fu riluttante ad avere un dibattito sullaquestione del Dio vivo e vero? Ascolta che cosa scritto al riguardo

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    nel medesimo libro: Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremevanel suo spirito al vedere la citt piena di idoli. Discuteva frattantonella sinagoga con i Giudei, con i pagani e i credenti in Dio e ognigiorno sulla piazza principale con quelli che incontrava. Anche certi

    filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: "Checosa vorr mai insegnare questo ciarlatano? ". E altri: " Sembraessere un annunziatore di divinit straniere "24. Come vedi,l'apostolo Paolo non disdegna di intrattenersi con gli Stoici e gliEpicurei, eresie non solo diverse dalla sua dottrina, ma ancheopposte fra loro. Egli discute con essi non solo al di fuori dellachiesa, ma anche al di fuori della sinagoga; e le loro credenze nonlo intimoriscono affatto n gli fanno abbandonare, sotto il pretestodi evitare liti e dispute, la predicazione della verit cristiana. Infatti,

    osserva che cosa la santa Scrittura dice nel testo che segue:Presolo con s, lo condussero sull'Arepago e dissero: " Possiamodunque sapere qual questa nuova dottrina predicata da te? Cosestrane davvero ci metti negli orecchi; desideriamo dunqueconoscere di che cosa si tratta ". Tutti gli Ateniesi infatti e glistranieri col residenti non avevano passatempo pi gradito cheparlare e sentir parlare. Allora Paolo, alzatosi in mezzoall'Arepago, disse: " Cittadini ateniesi, vedo che in tutto sietemolto timorati degli di. Passando infatti e osservando i monumentidel vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dioignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve loannunzio25, ed anche ci che segue, ma sarebbe troppo lungocitarlo per intero. Comunque, per la questione che stiamotrattando, sufficiente che tu faccia attenzione, te ne prego, aquesto fatto: un Ebreo, figlio di Ebrei, un Apostolo di Cristo parlanon solo all'interno di una sinagoga ebraica, o in una chiesacristiana, ma nell'Areopago degli Ateniesi, che fra i Greci sono veri

    campioni in fatto di dialettica e di empiet. Da l sorsero le sttefilosofiche pi ciarlatane, di cui molte, per esempio gli Stoici che hoappena rammentato, disputano, pi che sulle idee, sulle parole:esattamente ci che l'Apostolo ha vietato a Timoteo, dicendo chequesto serve solo per la rovina dei suoi uditori 26. di questo, tu losai bene, che Tullio ha detto: Le dispute verbali da molto tempotormentano quei meschini di Greculi, pi avidi di battibecchi che diverit27. Nonostante ci, il nostro Paolo si prese cura di parlare ecorreggere costoro, per nulla intimorito dal nome stesso del luogo

    in cui si trovava, che trae il suo nome da Marte, chiamato il diodella guerra. L parlava intrepido, annunciando parole di pace a

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    coloro che erano disposti a credergli; l, rivestito delle armispirituali, espugnava errori nefasti. A quest'uomo mitissimo nonfacevano paura coloro che lo combattevano, n quest'uomosemplicissimo era intimidito dai sottili ragionatori con la loro

    dialettica.Dialettica ed eloquenza.

    13. 16. Tu sai bene come fior in sommo grado la dialettica pressogli Stoici, bench anche gli stessi Epicurei, che non solo non sivergognavano di ignorare le arti liberali, ma se ne compiacevano, sivantavano di possedere ed insegnare a loro volta alcuni principidella dialettica, il cui impiego avrebbe evitato ogni sorpresa. Del

    resto, che cosa la dialettica, se non l'abilit nel discutere? Hocreduto opportuno fornire questa spiegazione, poich tu mi hairinfacciato l'uso della dialettica, quasi non sia adeguata alla veritcristiana, e pertanto i vostri dottori a buon diritto hanno pensatobene di snobbarmi, anzi di evitarmi, considerandomi un semplicedialettico, anzich pensare di confutarmi e vincermidefinitivamente. Essi evidentemente non sono riusciti a convincerti,dal momento che tu non hai rinunciato a disputare con noi, ancheper iscritto; tuttavia mi accusi di fare della pura dialettica al fine di

    confondere gli ignoranti e di lodare coloro che non hanno accettatodi venire a disputare con me. Tu, naturalmente, non ti servi delladialettica scrivendo contro di noi. Ma, allora, perch ti sei cacciatoin un simile pericolo di disputare, se non sai discutere? Se invece tusai discutere, perch - come dialettico - te la prendi con ladialettica? Sei cos temerario o ingrato da non riuscire a frenare unaignoranza che ti fa battere in ritirata o di accusare una scienza cheti aiuta? Io ho qui sotto gli occhi il tuo scritto, proprio quello che mihai inviato; vedo che tu spieghi determinati concetti con stileridondante e ricercato - diciamolo pure: eloquente - , altri invecesono sviluppati con sottile arguzia, cio con arte dialettica, etuttavia biasimi l'eloquenza e la dialettica. Se esse sono dannose,perch te ne servi? Se non lo sono, perch le attacchi? Ma, suvvia,non lasciamoci tormentare anche noi da una disputa sulle parole :quando si comprende bene la sostanza della cosa, non si devepenare sul nome con cui gli uomini hanno voluto chiamarla.Pertanto, se si deve chiamare eloquente non solo chi parla con

    parola faconda e fiorita, ma anche vera; se a sua volta si devechiamare dialettico il filosofo che disquisisce non solo conragionamento sottile, ma anche giusto, tu non sei n eloquente n

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    dialettico; e non perch la tua parola sia vacua e disadorna, o la tuadialettica sia senza vigore e finezza, ma perch impieghi la stessafacondia e abilit per difendere il falso. Se, invece, si ha il diritto diparlare di eloquenza e di dialettica non solo a proposito della verit,

    ma anche quando si tratta una causa sbagliata in uno stile elegantee vigoroso, tu sei senz'altro eloquente e dialettico, poich esprimicon talento idee inconsistenti e difendi con acume idee false. Maesaminer il tuo caso.

    Anche Paolo era un dialettico.

    14. 17. un dato accertato che gli Stoici furono sommi dialettici.Perch dunque l'apostolo Paolo non avrebbe dovuto evitarli con la

    massima cautela per non imbattersi con le loro disquisizioni, dalmomento che lodi i vostri vescovi perch non accettano di discuterecon noi, come se fossimo dei dialettici? Se poi anche Paolo era undialettico, e quindi non temeva per nulla di discutere con gli Stoici,in quanto non si limitava ad imbastire ragionamenti sottili come iloro ma anche veritieri, che essi non sapevano esprimere, gurdatibene dall'incriminare chiunque perch usa la dialettica, che tustesso riconosci essere stata usata dagli Apostoli. Infatti, se mibiasimi per questo, credo che tu non ti inganni per ignoranza, ma

    vuoi ingannare con astuzia. " Dialettica " un vocabolo greco che,se l'uso lo ammettesse, si potrebbe forse chiamare in latino "disputatoria ", cos come " grammatica " corrisponde in latino a "letteratura ", secondo la denominazione adottata dai migliori espertidelle due lingue. Come infatti le lettere dell'alfabeto hanno dato illoro nome alla grammatica, poich in greco le " lettere " sichiamano , cos pure la dialettica prende il nome da "discussione ", poich discussione si chiama in greco o. E come il grammatico dagli antichi stato chiamato latinamente "litterator ", cos la parola greca " dialettico " si dice in latino "disputator ", vocabolo molto pi usato e accolto. Non credo cheormai ti rifiuti di vedere nell'Apostolo il " disputator ", anche serifiuti di vedere in lui il " dialettico ". Ora, riprovare in greco ci chesei costretto ad approvare in latino, che altro se non tentare diindurre in errore gli ignoranti e fare torto ai dotti? Se invece nonvuoi vedere nell'Apostolo anche il " disputator ", che disputava inmaniera cos assidua ed egregia, tu non conosci n il greco n il

    latino, o, cosa che pi credibile, tu con una parola greca ingannicoloro che ignorano il greco, e con una parola latina inganni coloroche non sanno neppure il latino. C' qualcosa, non dico di pi

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    incolto, poich tu non manchi di saperlo, ma di fallace dell'intenderee leggere tali e cos variegati discorsi dell'Apostolo, nei qualiproclama la verit e confuta l'errore, e poi negare che lui avessel'abitudine di disputare, quando ci non si pu fare se non

    discutendo?In molti testi delle divine Scritture si legge la paroladialettica.

    14. 18. E se riconosci che lui lo ha fatto abitualmente, poich le suelettere ti obbligano ad ammetterlo, perch sostieni allora che essenon si devono chiamare discussioni, ma discorsi o epistole? Eperch dovrei in tal caso dilungarmi su questo punto con te, in

    modo che coloro che ignorano queste distinzioni approvino uno dinoi, e disapprovino l'altro? Ci che insegno lo traggo dalle divineScritture, davanti alle quali ti devi inchinare; cito alla lettera lestesse parole, gli stessi nomi delle cose. Ecco, nel medesimo testodegli Atti degli Apostoli che ho richiamato, hai a disposizione unafrase proprio su Paolo: Discuteva frattanto nella sinagoga con iGiudei e sulla piazza principale con i pagani e i credenti in Dio28. Edecco un altro testo: bench lui svolgesse la sua attivit con ilpopolo cristiano in mezzo all'assemblea dei fratelli, cos scritto:

    Un ragazzo chiamato Eutico, che stava seduto sulla finestra, fupreso da un sonno profondo mentre Paolo continuava aconversare29. Ed ecco ancora il libro dei Salmi: A lui sia gradita lamia discussione30. Lo trovi anche nel profeta Isaia: Venite,discutiamo, dice il Signore31. E in molti altri testi delle divineScritture, leggi dove troverai questa parola e consulta attentamentei codici greci su queste stesse testimonianze delle sante Scritture:vedrai da dove deriva la parola " dialettica ". Anche ci che fannotutti i giusti con Dio, ai quali detto: Venite, discutiamo, dice ilSignore, tu non mancherai di imitare con saggezza e piet, anzichbiasimare con insulsa leggerezza.

    Chi discute, lo fa per discernere il vero dal falso.

    15. 19. Chi infatti discute, lo fa per discernere il vero dal falso.Coloro che non sono in grado di farlo, e tuttavia vogliono passareper dialettici, pongono domande insidiose per carpire il consensodegli incauti e trarre dalle loro risposte delle deduzioni, con cuiridicolizzarli per l'errore evidente in cui sono caduti, oppure liingannano facendo loro credere un errore latente, che per lo pi

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    anch'essi scambiano per verit. Invece il vero dialettico, cio coluiche discerne il vero dal falso, comincia con il premunirsiinteriormente dal fare false distinzioni: risultato che non puraggiungere senza l'aiuto di Dio. Poi, quando propone agli altri le

    sue acquisizioni personali, cerca di individuare prima di tutto lecertezze che essi hanno gi conosciuto, per condurli da qui versoci che essi o ignoravano o non volevano credere, mostrando loroche tutto ci discendeva da quello che essi, per scienza o per fede,gi possedevano. In tal modo, con simile procedimento, le verit sucui essi si trovano in pieno accordo li obbligano a riconoscere lealtre verit che avevano negato; e cos il vero cheantecedentemente era ritenuto falso, si distingue dal falso, quandosi scopre che in accordo con quella verit che gi

    antecedentemente si riteneva tale.

    Retorica e dialettica.

    16. 20. Se questo autentico dialettico fa una esposizione larga eparticolareggiata, con eloquio elegante, allora ricever un titolo pielevato: lo si chiamer oratore piuttosto che dialettico. Ecco inproposito un testo, che l'Apostolo amplifica e sviluppa con dovizia,quando dice: In ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con

    molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessit, nelle angosce,nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie,nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito disantit, amore sincero; con parole di verit, con la potenza di Dio;con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e neldisonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori,eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi;moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti,ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non hanulla e invece possediamo tutto 32. Dove trovare facilmentequalcosa in uno stile pi denso e forbito, in una parola, pieloquente di questo testo dell'Apostolo?. Se invece uno ha un mododi esprimersi rapido e conciso, lo si chiama ordinariamentedialettico anzich parlatore: lo stile dell'Apostolo, quando trattadella circoncisione e della incirconcisione del patriarca Abramo, odella distinzione tra legge e grazia. Alcuni, non comprendendolo,anzi, calunniandolo, lo accusano facendogli dire: Facciamo il male

    perch ne venga un bene33

    . Comunque, che lui sia oratore odialettico, non pu esserci discorso senza dialettica, dal momentoche anche una sovrabbondante eloquenza include il discernimento

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    fra il vero e il falso, n pu esistere discussione senza una dizione,poich certamente lo stesso stile conciso del discorso si esprime permezzo dei vocaboli e del linguaggio, sia che si faccia unaesposizione ben articolata sia che si interroghi l'interlocutore,

    obbligandolo a rispondere ci che vero e da l lo si conduca a unaaltra verit che si cercava: mbito in cui si sostiene che la dialetticadomina sovrana.

    Cristo vero dialettico.

    17. 21. Quando infatti uno confutato dalle proprie risposte, se harisposto in modo errato non deve imputar nulla all'interlocutore, maa se stesso; se invece ha risposto bene, deve vergognarsi di

    continuare a resistere, non all'interlocutore, ma a se stesso. Inquesto settore, i Giudei, contro i quali il Signore discuteva sovente,cogliendoli in fallo attraverso le loro risposte e costringendoli adarrendersi, non avevano seguito le vostre lezioni e non avevanoappreso da voi a lanciare ingiurie, altrimenti con molto piacere eavversione lo avrebbero forse chiamato dialettico anzichsamaritano 34. Come puoi pensare che fossero contorti e confusi,quando tentarono di coglierlo in fallo sulla base delle sue risposte einiziarono a interrogarlo per sapere se era permesso pagare il

    tributo a Cesare? Gli tesero cos un tranello con un dilemma moltostringente, per coglierlo in fallo in un modo o nell'altro: serispondeva che era lecito, passava per colpevole davanti al popolodi Dio; se invece diceva che non era lecito, sarebbe stato punitocome avversario di Cesare. A questo punto, egli chiese loro dimostrargli una moneta e domand di chi fosse l'immagine el'iscrizione che portava impressa. Ed essi avendo risposto: diCesare, poich la verit era tanto chiara che li costringeva arispondere questo, immediatamente il Signore li acciuff e li blocccon la loro stessa risposta, dicendo: Rendete a Cesare quello che di Cesare e a Dio quello che di Dio35. Ti chiedo: costoro furonoforse veri dialettici, che tesero un tranello con le loro domandeprefabbricate, cercando di sopraffarlo con l'inganno, o fu piuttostolui che, partendo dalle loro stesse domande, gli cav fuori larisposta vera attraverso la sua accorta interrogazione, e li costrinsea confessare direttamente la verit che pensavano di cavargli a suorischio e pericolo?

    Cristo vuole che noi pieghiamo i nemici della verit, anchedialetticamente, a dare la loro testimonianza alla verit.

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    18. 22. Se avessi inteso dire che costoro furono dialettici perchinterrogandolo con il dolo, con la calunnia e con la malizia,tentavano di sorprenderlo in errore con le sue stesse parole - e cosvoi volete farci passare per tali ipocriti - , perch il Signore

    nonostante tutto rispose loro? Perch volle condurli a confessare laverit fornendo loro le ragioni? Come mai disse loro: Perch mitentate, ipocriti?36. E perch non aggiunse: " Dialettici "? Perchreclam che gli venisse mostrata una moneta per pronunciare il suoverdetto veritiero, cogliendolo direttamente dalla bocca degliipocriti, e non disse piuttosto: " Andatevene, non devo parlare convoi, che mi presentate questioni capziose e volete trattare con meservendovi della dialettica "? Egli non ha detto nulla di tutto ci, nci ha offerto un solo esempio di questo tipo nei confronti di coloro

    che tendono insidie con le loro domande e di coloro che registranomaliziosamente le nostre parole per poterci cogliere in fallo. No, eglivuole piuttosto che noi pieghiamo anche i nemici della verit,attraverso domande accorte e ragioni inconfutabili, a dare la lorotestimonianza alla verit. Facciano altrettanto i vostri con noi, sesiamo maliziosi e dialettici! O, forse, costoro vogliono indicarepiuttosto che temono da parte nostra una simile operazione? Se,poi, dichiari che Cristo un dialettico, tu loderai la dialettica, che mirinfacci come se fosse un crimine.

    Che cosa la dialettica.

    19. 23. Per non fare ci, gi intravvedo quello che tu probabilmentevuoi dire: n i Giudei, n Cristo in quella discussione sicomportarono da dialettici. Se, dunque, n coloro che fanno discorsicapziosi e insidiosi per cogliere in fallo i loro interlocutori, n coloroche li sbaragliano con le loro risposte fanno dialettica, dicci unabuona volta che cos' la dialettica, insegnaci che cosa ha di male,quanto nociva e come la si deve evitare! Poich tumaliziosamente fai di questa parola lo spauracchio degli ignoranti,mostra anche la sua malizia al cospetto di coloro che domandano!Non vuoi riconoscere che si comporta da dialettico colui che pone lequestioni con perizia e rettitudine a coloro che avversano la verite, attraverso le loro risposte, li conduce al vero, per non doverammettere che Cristo stesso si servito della dialettica con iGiudei. Cos pure non vuoi ammettere che si comportano secondo

    lo stile dialettico coloro che tendono tranelli con domande capziose,cercando di indurre in errore l'interlocutore, perch temi chequalcuno ti mostri la prova che i Giudei agirono proprio cos con

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    Cristo, il quale per non li schiv con il silenzio, ma li sconfissepiuttosto con la parola. E cos ti vedi costretto ad ammettere chenon si comportano correttamente i vostri vescovi, che consideridotti e sapienti, non volendo intavolare la discussione anche con i

    dialettici, che sarebbe il mezzo per insegnare l'invitta verit. Notoche sei terribilmente imbarazzato nel definire il dialettico, senzafarne n un abile ragionatore, cosa che ti obbligherebbe a lodare ciche hai biasimato, n un insidioso cavillatore, perch non ti si dica:" Come Cristo tratt quei tali, cos il cristiano tratti costui ". Ebbene,se vuoi uscire da questa situazione imbarazzante, definisci cos ildialettico: l'uomo con il quale i periti della legge del partito diDonato non vogliono intrattenere rapporti. Che altro si pusuggerire a te, uomo che ci rimprovera la dialettica e per questo va

    dicendo ai suoi vescovi che si rifiutino di entrare in discussione connoi?.

    Differenza nella dialettica fra gli Stoici e i Giudei.

    19. 24. Ma, forse, a proposito dei Giudei escogiterai come rispostache essi, malgrado la loro astuzia e malizia nel tendere insidie conle loro questioni, non erano in fondo dei dialettici. Certo degli Stoicinon si pu dire altrettanto, in quanto non solo furono dialettici, ma

    anche hanno superato tutte le altre scuole filosofiche in questa arteo abilit, che dir si voglia. Era uno stoico, ce lo ricordiamo bene,quel famoso Crisippo, a proposito del quale l'accademico Carneaderiferiva questa sentenza: " Quando devo discutere con lui, devopurgare il mio spirito con l'elleboro; invece gli altri, anche dopo ilpranzo, li supero senza difficolt ". Se dunque i libri degli Stoici cihanno fatto apprendere l'arte di discutere secondo le regole delladialettica, i vostri vescovi producano pure contro di noi la dottrinadi Paolo; tuttavia accettino di sostenere un dibattito con noi,proprio come l'Apostolo che non ricus gli stoici del suo tempo.

    L'arte della dialettica non temuta in alcun modo dalladottrina cristiana.

    20. 25. Quest'arte, dunque, che chiamano dialettica, la qualeinsegna nient'altro se non a dedurre le conseguenze vere dallevere, e le false dalle false, non temuta in alcun modo dalladottrina cristiana, come anche l'Apostolo non temette quella degliStoici, che non respinse quando volevano discutere con lui 37. proprio essa a proclamare con assoluta verit che nessuno, nel

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    corso di una discussione, pu essere logicamente portato a unaconclusione falsa, se prima non consente alle false premesse che,volente o nolente, conducono alla stessa conclusione. Per questocolui che teme di essere condotto dal proprio ragionamento ad

    ammettere suo malgrado false conclusioni, deve decisamentepreoccuparsi di evitare le false premesse. Se invece ha aderito apremesse vere, quali che siano le conclusioni a cui perviene, anchese le credeva false o di esse dubitava, si senta invitato dolcementead abbracciarle, se amico pi della verit, sommamente pacifica,che non della vanit, irriducibilmente ostinata.

    La dialettica d torto a Cresconio.

    21. 26. Avrei chiarito ben poco, se non applicassi quanto stodicendo alla questione che stiamo trattando con la nostraconversazione. Ecco, a proposito di quella stessa questione sulbattesimo, tu hai proposto il tema domandandomi dove piconveniente per te ricevere il battesimo, se presso di noi o nelpartito di Donato. E poich la tua opinione che convenga piuttostofarsi battezzare nel partito di Donato, hai tentato di dimostrarequesta tesi partendo dal presupposto che anche noi non neghiamoche il partito di Donato possieda il battesimo. Come ben vedi, tu hai

    voluto partire da una nostra concessione per condurci adammettere una conclusione che non volevamo, cio, poich noiconcediamo che anche il partito di Donato possiede il battesimo,siamo obbligati a concedere che anche l un individuo possa esserebattezzato.

    Non c' consequenzialit fra la premessa e le conclusioni chetira Cresconio.

    22. 27. Considera attentamente se tale conseguenza sia logica, edtti tu stesso la risposta! Penso infatti che tu sia in grado discoprire, appena questi dati sono sotto i tuoi occhi e data la vivacitdel tuo ingegno, che non c' consequenzialit fra la premessa e leconclusioni che tiri. S, noi diciamo che il battesimo esiste anche l;ma non diciamo che vi esiste per l'utilit, anzi, diciamo che essonuoce. Ora, quando ci viene chiesto dove uno debba farsibattezzare, credo che lo si chieda in considerazione di questa paroladel Signore: Se uno non rinasce da acqua e da Spirito, non entrernel regno dei cieli38. Poich dunque in previsione di questa utilitche si deve ricevere il battesimo, quando si chiede dove si deve

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    ricevere, non si chiede dove esso , ma dove esso utile perraggiungere il regno dei cieli. La conclusione sarebbe anche questa:che lo si deve ricevere ovunque risulti con certezza che esso , se siinsegna che tutti coloro che hanno qualche bene, lo hanno anche

    per il loro bene. Ma poich vi sono molti, che possiedono grandibeni a proprio danno, chi non si rende conto che, quando vienechiesto dove si deve ricevere qualcosa, si intende domandare nondove , ma dove utile? Se tu convieni con me nell'affermare, daun lato, che l'oro un bene, e dall'altro mi concedessi anche che ibriganti hanno l'oro, non penso che saresti d'accordo con me se, daqueste due premesse, concludessi: allora, chi vuol avere l'oro devevivere in compagnia dei briganti. Cos pure, quando da una parteconcedo che il battesimo un bene, e dall'altra che i Donatisti

    hanno il battesimo, tu non devi tirare da queste due premessecome conclusione logica: chi vuol avere il battesimo deve viverenella societ dei Donatisti!

    Anche le stesse cose in s buone e utili, tuttavia non sonoutili a tutti, ma a chi se ne serve bene.

    23. 28. Sono certo che, a questo punto, anche a te verranno inmente molte cose che, bench in s siano buone e destinate ad un

    fine utile, tuttavia non sono utili a tutti coloro che le possiedono,ma soltanto a coloro che se ne servono bene. La stessa luce inondagli occhi sani e gli occhi malati; ma essa un aiuto per gli uni e unatortura per gli altri; lo stesso alimento nutre alcuni organismi,nuoce ad altri; la stessa medicina guarisce uno e indebolisce l'altro;le stesse armature proteggono gli uni e ingabbiano gli altri; lestesse vesti riparano gli uni e sono di impedimento agli altri. Cospure il battesimo: ai primi assicura il regno, agli altri la condanna.

    Perfino gli stessi sacramenti non giovano a tutti.

    24. 29. E qui scorgo ci che ti potr smuovere. Tu forse obietti chein tutti questi casi non ho fatto allusione al sacramento. Ora, ilbattesimo un santo sacramento, e perci non consegueautomaticamente - se si potuto provare dall'oro, dalla luce, daglialimenti, dalle armature e dai vestiti che per alcuni sonoconvenienti, per altri non lo sono, bench siano beni istituiti pergiovare in qualche modo- che anche il battesimo sia di utilit peralcuni e dannoso per altri. Resta dunque ancora da domandarsi seanche quei beni, che si riferiscono alla legge di Dio, non sempre

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    sono utili per coloro che li posseggono. Impostata cos talequestione, la nostra posizione che anche tutti questi beni nonsempre giovano a tutti i loro fruitori. Questa la nostra tesi, ed oraosserva come la proveremo, servendoci delle vostre stesse

    concessioni. Voi concedete infatti che si deve credere all'apostoloPaolo su ogni questione: ed un primo punto. Inoltre concedeteche lo stesso Apostolo ha detto: La legge buona se uno ne usalegittimamente39. Da queste due concessioni ne consegue che lalegge un bene, ma per chi ne fa buon uso. Se, dunque, non se neusa bene, essa in s non diventa cattiva, ma nuocer sicuramenteai malvagi.

    L'unico sacrificio offerto per la nostra salvezza pu

    procurare la morte.

    25. 30. Forse dirai a questo punto che nessuno pu esserecontemporaneamente nella legalit e usare male della legge; per ilfatto stesso che lui vive in modo contrario alla legge comprovatoche non in accordo con la legge. Al contrario, io affermo che sipu dare il caso di uno che soggetto alla legge, ma non se neserve legittimamente. Lo provo sempre attraverso le vostreconcessioni. Voi ammettete che l'Apostolo citato ha fatto

    riferimento a un testo dei Salmi per condannare coloro che sigloriavano della legge, ma vivevano contro la legge: Secondo laScrittura- dice -non c' nessun giusto, nemmeno uno, non c'sapiente, non c' chi cerchi Dio! Tutti hanno traviato e si sonopervertiti; non c' chi compia il bene, non ce n' neppure uno. Laloro gola un sepolcro spalancato, tramano inganni con la lorolingua, veleno di serpenti sotto le loro labbra, la loro bocca piena di maledizione e di amarezza. I loro piedi corrono a versare ilsangue; strage e rovina sul loro cammino e la via della pace nonconoscono. Non c' timore di Dio davanti ai loro occhi40. E per nonfar credere che questo si riferisse a coloro che non sono soggettialla legge, soggiunge subito: Ora, noi sappiamo che tutto ci chedice la legge lo dice per quelli che sono sotto la legge, perch siachiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole difronte a Dio41. Ed anche poco dopo: Che diremo dunque? Che lalegge peccato? No certamente! Per io non ho conosciuto ilpeccato se non per la legge, n avrei conosciuto la concupiscenza,

    se la legge non avesse detto: Non desiderare. Prendendo pertantooccasione da questo comandamento, il peccato scaten in me ognisorta di desideri42. Poco sotto dice: Il peccato infatti, prendendo

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    occasione dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di essomi ha dato la morte. Cos la legge santa e santo e giusto e buono il comandamento. Ci che bene allora diventato morte perme? No davvero! invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi

    ha dato la morte servendosi di ci che bene43

    . Ti rendi contocome Paolo esalta la legge e biasima coloro che sono sotto la leggee, usandone male, da un bene ne ricavavano un male? L'Apostoloparla anche di una certa scienza che deriva dalla legge, la quale eglidice di possedere, ma che per gli altri, privi della carit, inutile edannosa: Quanto poi- dice -alle carni immolate agli idoli, sappiamodi averne tutti scienza. Ma la scienza gonfia, mentre la caritedifica44. Per cui anche questa scienza, bench si riferisca allalegge di Dio, se opera in alcuno senza la carit, gonfia e nuoce. Che

    dico? Dello stesso corpo e sangue del Signore, l'unico sacrificioofferto per la nostra salvezza, proprio il Signore dichiar: Chi nonmangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avr in s lavita 45. E lo stesso Apostolo non insegna forse che esso diventadannoso per coloro che se ne servono male? Ecco che cosa dice:Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice delSignore, sar reo del corpo e del sangue del Signore46.

    Il battesimo non giova a tutti.

    26. 31. Ecco come le realt divine e sante possono nuocere a chi leusa malamente: perch non dovrebbe essere cos anche delbattesimo? Perch non dire che gli eretici non sono buoni puravendo ricevuto un buon battesimo, come nella Legge, che buona, non sono buoni i Giudei? Certo, e l'ho gi dimostrato,secondo le vostre concessioni voi credete a Paolo e ammettete che itesti biblici che ho citato sono stati pronunziati da Paolo; dunque hogi provato, secondo le vostre concessioni, che alcune coselegittime e buone nuocciono tuttavia a chi non le possiede e usa inmodo legittimo. Perch non dire altrettanto del battesimo, il quale,per buono e legittimo che sia, non giova a tutti coloro che lopossiedono? Come mai tu presentavi questa conclusione comeassolutamente certa e consequenziale, che cio l'uomo deve esserebattezzato nel partito di Donato, dal momento che noi concediamoche anche l c' il battesimo, senza attendere da noi unaprecisazione di questo tipo: che l effettivamente si trova il

    battesimo di Cristo, ed esso senz'altro giusto, santo e buono; ma punibile, contrastante, pernicioso per i nemici del corpo di Cristo,

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    che la Chiesa, la quale secondo le promesse di Dio si espande intutte le nazioni.

    Dalla falsa premessa la falsa conclusione.

    27. 32. Troverai qualcosa per rispondere a quanto sopra, se nonche il battesimo non si deve annoverare fra quei beni che hanno unriferimento con la legge di Dio, di cui gli uomini possono fruire enon essere buoni; mentre senza dubbio la stessa legge, la scienza,il sacrificio del corpo e del sangue di Cristo sono beni tali, che gliuomini possono e avere ed essere cattivi, il battesimo invece unbene di tale natura che chiunque lo possiede deve esserenecessariamente buono? Se voi vorrete affermare questo,

    sosterrete un errore, pertanto fai attenzione ad un'altra falsaconseguenza, che non ricorder per condurti dalla tua falsapremessa ad una falsa conclusione, ma perch, riconoscendo chetale conclusione falsa, tu possa liberarti da questa ed emendartidella falsa premessa. Qual la premessa? Tutti coloro che fra voihanno il bene del battesimo sono buoni. Falsit manifesta. Qual laconseguenza? Che cio erano buoni coloro che provocavano scismi,dicendo: " Io sono di Paolo ", " Io invece sono di Apollo ", " E io diCefa ", " E io di Cristo ". L'Apostolo li riprende dicendo: Cristo

    stato forse diviso? Forse Paolo stato crocifisso per voi, o nelnome di Paolo che siete stati battezzati?47 Ma falso che costoroerano buoni, salvo quelli che dicevano: Io sono di Cristo, e tuttaviaavevano ricevuto il santo battesimo di Cristo. Da dove vienedunque questa falsa conclusione? Dalla falsa premessa che tutticoloro che hanno un buon battesimo sono buoni. Dunque, si rigettil'una e l'altra affermazione: le due sentenze devono esserecorrette. evidente che coloro che causavano scismi non eranobuoni, eppure avevano ricevuto un battesimo buono; come pure evidente che non vero che tutti coloro che hanno un buonbattesimo siano buoni. Per queste ragioni, noi non siamo tenuti aconcedere la necessit di farsi battezzare nel partito di Donato, soloper il fatto di concedere che il partito di Donato, che noi diciamomalvagio, ha un buon battesimo.

    C' un unico battesimo, anche se conferito al di fuoridell'unica Chiesa.

    28. 33. Tu, per vincolarmi con questa concessione a ci che nonammetto, hai citato di nuovo il testo: Un solo Dio, una sola fede, un

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    solo battesimo, una sola Chiesa cattolica incorrotta e vera48. Tuttoci lo concedo, anche se la citazione alquanto diversa. Ma, cheimporta? Io te lo concedo, come ho detto. In verit ci che tentavidi conseguire con queste argomentazioni, non consegue, cio, la

    conclusione che tutti coloro che non appartengono all'unica Chiesanon possono avere un unico battesimo: cosa assolutamente falsa.Tanto meglio perch proprio tu hai presentato un testo che mi offrel'opportunit di richiamare ci che mi preme di dire. Ebbene, tu haicategoricamente affermato, a proposito delle concessioni che hofatto e attraverso le quali vuoi indurmi verso la tua tesi, che c' unsolo Dio, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesaincorrotta e cattolica. E poich fin qui siamo d'accordo, tu credi dipoter tirare da quelle premesse ci che non consequenziale:

    presso coloro che non sono in quest'unica Chiesa, quest'unicobattesimo non pu esistere. Io invece sostengo che esso puesistere, se non lo si cambia, se si osserva questo medesimo rito,perci non cessa di essere l'unico battesimo per il fatto che si trovaanche presso coloro che non sono nell'unica Chiesa. Te lo dimostro,basandomi su ci che hai affermato nella stessa citazione sull'unicoDio e sull'unica fede. Noi constatiamo infatti che il medesimo Dio adorato al di fuori della Chiesa da coloro che l'ignorano, ma non perquesto egli non Dio; anche la fede, per cui si crede che il Cristo Figlio del Dio vivo, noi riscontriamo che la professano anche coloroche non fanno parte delle membra della Chiesa, ma non per questola fede non unica. Cos pure, quando vediamo che quelli che sonoal di fuori della Chiesa praticano lo stesso rito del battesimo quandobattezzano gli uomini, non per questo dobbiamo pensare che non il medesimo battesimo.

    Non soltanto nella Chiesa c' l'unico battesimo, ma solo in

    essa lo si possiede per la salvezza.29. 34. Forse obietterai su questo punto: impossibile che ancheal di fuori della Chiesa si adori il medesimo, lo stesso, l'unico Dio oche si incontri anche presso coloro che sono al di fuori della Chiesala stessa fede, che ci fa riconoscere nel Cristo il Figlio di Dio e percui Pietro stato chiamato beato 49. Questo ci che mi resta daprovare. Tu lo leggi nello stesso discorso del beato Paolo, che hocitato sopra dagli Atti degli Apostoli. Mentre parlava di Dio, poich

    aveva trovato un altare con l'iscrizione:Al Dio ignoto, disse loro:Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio50. Gli haforse detto: " Poich lo adorate al di fuori della Chiesa, non Dio

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    colui che adorate "? No; ha detto invece: Quello che voi adoratesenza conoscere, io ve lo annunzio51. Che cosa ha voluto garantireloro, se non di offrirgli la possibilit di onorare nella Chiesa conculto saggio e salutare quel Dio, che al di fuori della Chiesa

    adoravano senza conoscerlo e senza frutto?. Anche noi vi diciamo lastessa cosa: " Vi annunciamo la pace del battesimo che voiconservate senza conoscerlo, non perch quando verrete fra noiriceviate un altro battesimo, ma perch riceviate il frutto di ci chegi avete ". Quanto alla fede, anche l'apostolo Giacomo, parlandocontro coloro che pensavano fosse sufficiente avere creduto, manon volevano ben operare, afferma: Tu credi che c' un Dio solo?Fai bene; anche i demni lo credono e tremano52. L'unit dellaChiesa non comprende certo i demoni. E tuttavia non possiamo

    affermare che credono qualcosa di diverso, dal momento chedissero allo stesso Signore Ges Cristo: Che c' fra noi e te, Figliodi Dio?53. Per questo anche l'apostolo Paolo dice: Se possedessi lapienezza della fede, cos da trasportare le montagne, ma non avessila carit, non sono nulla54. Ora, non credo che ci sia qualcuno cossciocco da pensare che appartenga all'unit della Chiesa chi non hala carit. Dunque, come l'unico Dio adorato anche al di fuori dellaChiesa da coloro che non lo conoscono, senza per questo cessare diessere ci che ; cos l'unica fede posseduta anche al di fuoridella Chiesa da coloro che non hanno la carit, senza per questocessare di essere ci che , cos infine l'unico battesimo posseduto anche al di fuori della Chiesa da coloro che non loconoscono e non hanno la carit, senza per questo cessare diessere ci che . Infatti unico Dio, unica la fede, unico ilbattesimo, unica incorrotta e cattolica la Chiesa: non in essa sola siadora l'unico Dio, ma in essa sola l'unico Dio riceve un culto giusto;n solo in essa si conserva l'unica fede, ma soltanto in essa l'unica

    fede conservata con la carit; n soltanto in essa c' l'unicobattesimo, ma solo in essa si possiede l'unico battesimo per lasalvezza.

    Noi correggiamo gli eretici ma approviamo ci che costorohanno custodito cos come lo hanno ricevuto.

    30. 35. Dunque, tu hai proposto un solo Dio, una sola fede, un solobattesimo, una sola Chiesa incorrotta e cattolica, e noi siamo

    d'accordo. Ma, non solo non sei riuscito a trarre da ci leconclusioni che ti eri proposte, anzi, ci hai aiutato molto con ci arichiamare alla tua mente anche ci che noi volevamo. Considera

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    dunque quanto probante sia il criterio che noi seguiamo, quandocorreggiamo ci che gli eretici o gli scismatici hanno corrotto incoloro che rientrano fra noi dalle loro file, e quando riconosciamo eapproviamo ci che costoro hanno custodito cos come lo hanno

    ricevuto. Noi non vogliamo lasciarci influenzare dai vizi dell'uomo aldi l del giusto, e fare il minimo torto ai beni di Dio, quandovediamo lo stesso Apostolo affermare, pi che negare, il nome diDio che egli ha trovato perfino sull'altare degli adoratori di idolipagani 55. Non necessario cambiare o riprovare il sigillo del renell'uomo, se stato accordato il perdono del re per la sua colpa ed stato reintegrato nei ranghi militari, per il fatto che tale carattere,il cui fine era di riunire i soldati intorno a s, gli stato impresso daun disertore; n per questo si deve cambiare il marchio alle pecore,

    quando sono associate al gregge del Signore, perch il sigillo delSignore fu loro impresso da uno schiavo fuggitivo.

    Anche la circoncisione, figura del battesimo, era irripetibile.

    31. 36. Ora, se temete che queste cose siano espedienti per trarviin inganno, poich non sono esempi di tipo ecclesiastico, bench visia ben noto che le Scritture contengono alcune parabole in cui siparla di pecore e di soldati, ebbene, voglio citare un esempio dagli

    scritti profetici, detti dell'Antico Testamento, poich nei libri delNuovo Testamento, n da noi n da voi si trovano esempi chefacciano al caso nostro. Suppongo che non osiate negare che lacirconcisione del prepuzio stata praticata certamente dagli antichicome figura del futuro battesimo di Cristo. Ora, se un Samaritanocirconciso avesse voluto farsi Giudeo, poteva essere circonciso dinuovo? Non sarebbe stato forse riprovato l'errore di quel tale, einvece riconosciuto e approvato il sigillo della fede? Anche adesso visono alcuni eretici, che si chiamano Nazareni, da molti invecechiamati Simmachiani, che praticano sia la circoncisione dei Giudeisia il battesimo dei cristiani. Per questo, se uno di loro passa algiudaismo, non pu essere nuovamente circonciso; se poi viene danoi, non deve essere ribattezzato. Voi per direte su questo punto:"Una cosa la circoncisione dei Giudei, un'altra il battesimo deicristiani ". Tuttavia, poich essa adombrava questa realt, perchquella circoncisione pot esistere anche presso gli eretici delgiudaismo, mentre questo battesimo non pu esistere fra gli eretici

    del cristianesimo?

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    Nessun caso nelle Scritture di un uomo provenientedall'eresia che fu ribattezzato.

    31. 37. Su, dalle Scritture canoniche, di cui noi vicendevolmente

    riconosciamo l'autorit, presentate un solo caso, in cui chi venutodall'eresia sia stato ribattezzato. vero che gli Apostoli fecerobattezzare nel Cristo alcuni battezzati da Giovanni, ma qui il motivo ben altro. Giovanni non era un eretico, lui, l'amico dello Sposo 56,il pi grande che sia mai sorto fra i nati di donna 57. La questione dunque tutt'altra. D'altra parte, se Paolo battezz dopo Giovanni,bench ambedue fossero nell'unit di Cristo, a maggior ragione ivostri vescovi, in quanto sostengono di essere nell'unit di Cristo,devono battezzare dopo i loro colleghi, nei quali colleghi essi

    biasimano determinati comportamenti, poich lo ha fatto Paolo, luiche non avrebbe avuto niente da ridire su Giovanni! dunque unaltro discorso, un altro problema che sarebbe troppo lungo trattareadesso in modo particolareggiato, e su cui abbiamo gi dissertatoampiamente in altre opere. Mostrateci, dunque, nelle Scritturecanoniche il caso di un uomo proveniente dall'eresia che furibattezzato. Per parte nostra, citiamo la parola detta a Pietro: Chiha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi una seconda volta58.Certo anche voi replicate: " Pietro non aveva ricevuto il battesimopresso gli eretici ". Allora, siccome voi non siete in grado dimostrare attraverso le Scritture, di cui noi vicendevolmentericonosciamo l'autorit, il caso di un uomo proveniente dall'eresiache sia stato ribattezzato, e neppure noi il caso che costui sia statoricevuto cos, su tale questione ci troviamo sullo stesso piano.

    La dottrina cattolica conforme alle Scritture.

    32. 38. Noi invece siamo in grado di mostrare che una serie

    cospicua di beni, i quali si riferiscono anche alla legge di Dio, siriscontrano anche fra coloro che non sono nella Chiesa, e chenessuno di voi pu negare. Ma perch non vogliate che questoriguardi anche il battesimo, francamente non riesco acapacitarmene in alcun modo e sono fermamente convinto che nonsiate in grado di dimostrarlo. Su questo punto chiaro cheseguiamo l'indiscussa autorit delle Scritture canoniche. E non sideve sottovalutare per nulla il fatto che, quando cominci adagitarsi tale questione fra i vescovi dell'epoca antecedente ilsorgere del partito di Donato, ed avendo i colleghi opinioni diversefra loro, salva sempre l'unit, piacque a tutta la Cattolica, diffusa

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    nel mondo intero, osservare quanto anche noi riteniamo. Ora,anche voi presentate un concilio di Cipriano che, o non ha avutoluogo o merit giustamente di essere abolito dai restanti membridell'unit, dai quali lui non si separ. E non per questo siamo

    migliori del vescovo Cipriano, in quanto lui ha sostenuto che glieretici devono essere ribattezzati, mentre noi giustamente non lofacciamo; come anche non siamo migliori dell'apostolo Pietro, per ilfatto che noi non forziamo i pagani ai riti giudaici, cosa che egli fecesecondo la testimonianza di Paolo, che in questo lo corresse 59,allorch la questione della circoncisione creava non pocheincertezze tra gli Apostoli, simili a quelle sorte pi tardi tra i vescoviintorno alla questione del battesimo.

    La prassi approvata dalla Chiesa universale, che raccomandal'autorit delle stesse Scritture.

    33. 39. Per cui, bench su tale questione le Scritture canoniche nonforniscano alcun esempio certo, tuttavia anche su questoargomento noi seguiamo la verit genuina delle Scritture,osservando la prassi approvata dalla Chiesa universale, cheraccomanda l'autorit delle stesse Scritture. In tal modo, poich lasacra Scrittura non pu errare, chiunque teme di sbagliarsi per

    l'oscurit di tale questione, non ha che da consultare a tal riguardola Chiesa stessa che la santa Scrittura designa senza alcunaambiguit. Se invece tu esiti a credere che la sacra Scritturaraccomanda questa Chiesa, che si espande in numero incalcolabilefra tutte le nazioni - se tu non ne dubitassi, non saresti pi delpartito di Donato - ebbene, io ti demolir con una serie cospicua ditestimonianze inconfutabili, desunte dalla stessa autorit, affinchdalle tue stesse concessioni, a meno che non voglia aggrapparti allatua irriducibile pervicacia, sarai condotto a questa conclusione. Maprima ti voglio dimostrare che non hai neppure potuto risponderealcunch di vero alla mia lettera che hai voluto controbattere.

    Riassunto di questo libro.

    34. 40. Per ora basti questo, poich, per l'ostinazione ad oltranzadegli uomini, ho pensato bene di doverti dire molte cose controcoloro che, difendendo sostanzialmente una causa sbagliata,vogliono indurre i giudici a non trattarla, appellandosi allaprescrizione e sostenendo che non hanno alcun obbligo di discuterecon noi. Ho gi dimostrato, servendomi sia della sacra Scrittura sia

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    di argomenti di ragione i pi chiari possibili, che n l'eloquenza piavvincente, n la dialettica pi stringente devono intimorire idifensori della verit, impedendo loro di disputare con i sostenitoridella falsit e confutarli. Ho chiarito anche quell'affermazione della

    mia lettera che, dicevi, ti aveva sconcertato: quanto sia illogico, seconcediamo l'esistenza del battesimo nel partito di Donato, dovercontemporaneamente concedere nella stessa societ che ognimembro debba essere battezzato. In effetti, come il popologiudaico, pur essendo reprobo, pot avere una legge buona, cos lasociet degli eretici, pur essendo riprovata, pu avere un buonsacramento. Ci che viene dato in modo proprio alla Chiesa, e chenon dato assolutamente al di fuori di essa, sar dimostrato senzaalcuna difficolt a suo luogo 60. In effetti, non ci comporteremmo

    correttamente nei confronti degli eretici che, lo riconosciamo,possiedono il battesimo, per farli entrare a tutti i costi nella Chiesacattolica; e poi, una volta entrati, non ricevessero quel di pi chealtrimenti non potrebbero ricevere, e senza il quale possederebberoinvano e a loro dnno tutti gli altri beni, pur appartenenti alla leggedi Dio, in qualunque modo li abbiano potuti ricevere. Quale che siaquesto bene, in base alle Scritture e a ragioni solidissime si potrscoprire che non pu essere dato o ricevuto se non nella santaChiesa; esso apparterr alla fontana sigillata, al pozzo d'acqua viva,al giardino paradisiaco ricco di frutti61, di cui tu hai fatto menzionea modo tuo, dimostrando che non ne hai compreso la natura,supposto pure che pensi davvero trattarsi qui del battesimo visibile.Esso tuttavia, sebbene sia santo e non si debba in alcun modoomettere, poich eccelle per la sua santissima realt sacramentale, ricevuto da tanti, e non solo dai buoni che secondo il disegno diDio sono chiamati a riprodurre l'immagine del Figlio di Dio 62, maanche da coloro che non possederanno il regno di Dio, fra cui

    l'Apostolo annovera gli ubriaconi e gli avari!63

    . Sono convinto chese rifletti bene, dopo aver deposto ogni forma di pertinacia,risponderai facilmente a te stesso che io dico il vero. Allora noncercherai la fontana sigillata e il pozzo d'acqua viva se non l, doveDio non permette che si avvicinino se non coloro che piacciono alui.

    1 - Prv 10, 19.2 - Platone, Leggi,XI 937e-938c.

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    3 - Sir 37, 23.

    4 - 2 Tm 2, 14-15.

    5 - Mt 10, 12-13.6 - 2 Tm 2, 24-26.

    7 - 2 Tm 4, 1-2.

    8 - 2 Tm 4, 14-15.

    9 - Fil 1, 15-17.

    10 - Fil 1, 18.

    11 - Ibidem.

    12 - Cf. Gv 4, 20-21.

    13 - Cf. Mt 22, 15-23. 41-46; Lc 20, 20-27.

    14 - Cf. Mt 4, 3-10.

    15 - Ez 3, 4-8.

    16 - Sir 3, 22.

    17 - Sir 28, 11.

    18 - At 5, 29.

    19 - 2 Cor 13, 3.

    20 - 2 Tm 4, 2.

    21 - Tt 1, 9-11.

    22 - Cf. At 5, 29.

    23 - At 18, 24-28.

    24 - At 17, 16-18.

    25 - At 17, 19-23.

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    26 - Cf. 2 Tm 2, 14.

    27 - Cicerone, De orat. 1, 11, 47.

    28 - At 17, 17.29 - At 20, 9.

    30 - Sal 103, 34.

    31 - Is 1, 18 (sec. LXX).

    32 - 2 Cor 6, 4-10.

    33 - Rm 3, 8.

    34 - Cf. Gv 8, 48.

    35 - Mt 22, 21; Lc 20, 25.

    36 - Mt 22, 18.

    37 - Cf. At 17, 16-31.

    38 - Gv 3, 5.

    39 - 1 Tm 1, 8.

    40 - Rm 3, 10-18.

    41 - Rm 3, 19

    42 - Rm 7, 7-8.

    43 - Rm 7, 11-13.

    44 - 1 Cor 8, 1.

    45 - Gv 6, 54.

    46 - 1 Cor 11, 27.

    47 - 1 Cor 1, 12-13.

    48 - Ef 4, 5.

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    49 - Cf. Mt 16, 16-17.

    50 - Cf. At 17, 16-23.

    51 - At 17, 23.52 - Gc 2, 19.

    53 - Mc 1, 24.

    54 - 1 Cor 13, 2.

    55 - Cf. At 17, 23.

    56 - Cf. Gv 3, 29.

    57 - Cf. Mt 11, 11.

    58 - Gv 13, 10.

    59 - Cf. Gal 2, 14.

    60 - Cf. infra 2, 16.

    61 - Ct 4, 12-13.

    62 - Cf. Rm 8, 29.

    63 - Cf. 1 Cor 6, 10.

    LIBRO SECONDO

    Quanto stato dimostrato nel libro precedente.

    1. 1. Con il discorso cos prolisso del volume precedente, penso diavere stabilito una volta per tutte che i vostri vescovi non devonoessere n lodati n approvati perch rifiutano di tenere unaconferenza con noi, a causa del dissenso che divide la nostracomunione. Essi sono convinti che con questa sorta di prescrizionesi trovano al sicuro dal dover sostenere una causa indifendibile, laquale, se non erro, ho troncato alla radice portando argomentazionivere e molto solide, soprattutto con gli esempi delle divine

    Scritture. Con essi ho messo in piena luce il comportamento deisanti predicatori e difensori della verit, che parlarono anche contro

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    gli attuali avversari di questa verit, e non solo contro coloro chefacevano parte del medesimo popolo, ma anche contro quelli dialtre razze e di altri paesi, e soprattutto - cosa di cui voi vi servitetanto come spauracchio per gli ignoranti - contro coloro che sono i

    grandi professionisti della dialettica. Non dunque il caso diconsiderare un attaccabrighe il predicatore zelantissimo n unpolemista il dialettico infaticabile che insiste, secondo il precettodell'Apostolo, in ogni occasione opportuna e inopportuna1, perconfutare in nome della sana dottrina gli oppositori, confondere iciarlatani 2, correggere gli inquieti, consolare gli sfiduciati,accogliere i deboli, perch, mentre difende con pazienza 3 la paroladella salvezza evangelica contro tutti gli oppositori, la predica senzascoraggiarsi. Ho dimostrato anche che voi non dovete pensare di

    dover battezzare per il solo fatto che noi riconosciamo anche a voila possibilit di avere e di dare il battesimo, in quanto noi diciamoche voi lo avete a vostro danno e lo date per l'altrui danno. Infattiquesti sacri beni, di cui anche i cattivi possono usare, quanto pisono santi, tanto pi sono amministrati da loro inutilmente epenalmente. Per questo, quando essi tornano alla Chiesa, devonosubire la correzione; i buoni comunque non devono violare queisacri beni, che anche i cattivi non hanno alterato.

    Inizia la confutazione della lettera di Cresconio.

    1. 2. Ascoltami dunque, Cresconio, mentre ti dimostrerbrevemente anche questo: che tu, in tutta la tua lettera, non haidetto nulla per confutare la mia, se eccettuamo che forsecasualmente mi hai insegnato a derivare o formare le parole. Peresempio, dalla parola " Donato " tu volevi che io facessi derivare "donaziano " anzich " donatista "; ma mi concederai almeno chequesta formulazione deriva dal greco, cio che Donato forma laparola " donatista " come Evangelo forma " evangelista ". E tudichiari di compiacerti che i vostri predicatori del Vangelo abbianomutuato da tale vocabolo l'origine del loro nome. Rifletti dunque:chiss che non abbiano voluto essere i primi a darsi questoappellativo, dal momento che considerano Donato il loro Vangelo!Infatti, come tutti i santi non vogliono abbandonare la societ delVangelo, cos costoro non vogliono abbandonare quella di Donato; eper questo si compiacciono di chiamarsi Donatisti, come si dice

    Evangelisti. Tu, piuttosto, fai loro torto quando scrivi che nellalingua latina non approvi se non la regola latina, in base alla quale meglio far derivare da Donato Donaziani, come da Ario e Novato

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    deriva Ariani e Novaziani. Ora, quando ti scrivevo, il nome era gistato diffuso cos e non so da chi, perci non mi sono preoccupatodi cambiarlo, sembrandomi adatto ad esprimere la distinzione chevolevo fare. Se infatti Demostene, il pi celebre fra gli oratori, che

    posero tanta cura nella scelta delle parole, quanta ne mettono inostri autori nelle idee, allorch Eschine gli rimprover unneologismo, rispose che il destino della Grecia non riposava n su dilui n sull'uso di questa o quella parola, di questo o quel gesto dellamano 4, tanto meno noi dobbiamo affaticarci sulle regole dellederivazioni delle parole, quando, dicendo una o l'altra, facciamocomprendere senza ambiguit il nostro pensiero. Non certo laraffinatezza della lingua, ma la dimostrazione della verit che ciinteressa maggiormente! Se poi stato uno dei nostri a coniare per

    primo questo nome, non credo assolutamente che abbia intesoimitare qualcosa di simile al termine "evangelista ", derivato daEvangelo. Ma poich non solo Donato di Cartagine, considerato ilprincipale artefice di questa eresia, bens anche Donato di CaseNere, suo antenato, che fu il primo ad erigere altare contro altarenella stessa citt, provocarono un grande scandalo, cosprobabilmente ha voluto far derivare da Donato "donatisti ", comeda scandalo " scandalisti ".

    Quello che importa discernere la verit dalla falsit.

    2. 3. Ma io in tale questione, che non inficia minimamente la nostracausa, voglio essere magnanimo; d'ora in avanti, quando trattercon te, li chiamer " donaziani ": invece, trattando con altri, seguirpiuttosto l'uso corrente, che a buon diritto predomina intorno aquesti vocaboli comuni. Tu, che mi hai attribuito un'eccellenteeloquenza, ricorda soltanto che io non conosco ancora laformazione dei derivati, e fa' sapere ai vostri che stiano tranquilli enon comincino a temermi come dialettico, poich vedi bene che hoancora bisogno del grammatico. Ora, l'arte della discussione -chiamala pure dialettica o con un altro nome - ci insegnaabbastanza bene ma con discrezione che, quando si messa apunto una questione, non pi il caso di arrovellarsi il cervellointorno a un nome; per cui non mi importa proprio niente se essa sichiama " dialettica ", per pongo la massima cura possibile nelconoscere e nell'essere in grado di discutere, cio, di parlare

    discernendo la verit dalla falsit, poich se trascurer di farlo,commetter gli errori pi perniciosi. Cos, non mi preoccupo affattose voi usate il vocabolo " donatisti " o il derivato pi tecnico e

  • 7/30/2019 Sant'Agostino - Contro Cresconio Grammatico Donatista (ITA)

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    letterario " donaziani ", n mi curo in fondo se si debba riconoscerea Donato il fatto che sia stato il primo ad offrire il sacrificio al difuori della Chiesa oppure se abbia dato a questa eresia l'impulsomaggiore, o ancora se si debba riconoscere a Maggiorino di essere

    stato ordinato per primo vescovo del vostro partito controCeciliano, o che noi dobbiamo coniare il vocabolo adatto quandoparliamo con voi. Che voi siete eretici, e quindi occorre usare lamassima cautela per evitare i vostri raggiri: ecco ci che procurerdi dimostrare con la massima diligenza; in caso contrario incorrerin una colpa non piccola di negligenza nei confronti dei doveri delmio ufficio.

    Definizione dello scisma e dell'eresia secondo Cresconio.

    3. 4. Bench tu creda che sia opportuno chiamare scisma, anzicheresia, quanto si verificato tra noi e, caso raro di audacia fra idialettici, stabilisci anche la loro differenza con definizioni, ebbene,non potrei dimostrare a sufficienza quanto tu mi aiuti in questo, senon citassi testualmente dalla tua lettera: " Che cosa significa -affermi - la tua espressione: "sacrilego errore degli eretici"?. Leeresie di norma sorgono soltanto fra coloro che sostengono dottrinediverse; non eretico se non il seguace di una religione contraria o

    interpretata diversamente, come sono i Manichei, gli Ariani, iMarcioniti, i Novaziani e gli altri che, ciascuno con il proprio punto divista, si oppongono alla fede cristiana. Tra noi, per i quali lo stessoCristo nato, morto e risorto, una sola la religione e identici sonoi sacramenti, senza alcuna diversit nella pratica cristiana, si diceche c' stato uno scisma, non una eresia. In effetti, l'eresia unastta di individui che professano dottrine diverse, lo scisma invece una divisione fra individui che professano la stessa dottrina. Per cuiti rendi perfettamente conto in quale grossolano errore sei incorsocon questa voglia di incriminarci: tu chiami eresia quello che unoscisma ". Queste sono precisamente le tue parole, che ho preso dipeso dalla tua lettera.

    Si discute la definizione di Cresconio.

    4. 5. E ora osserva attentamente, se non vuoi ostinarti ancora,come tu stesso abbia posto fine alla questione che stiamodibattendo sintetizzandola felicemente! Se infatti, tanto per noiquanto per voi, identico il Cristo nato, morto e risorto, unica lareligione, medesimi sono i sacramenti, non c' alcuna

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    differenziazione nella pratica cristiana, non forse una perversitreiterare il battesimo? Tu poi hai dato di ci ben tre motivazioni,mentre ne sarebbe bastata e avanzata una sola. Invece, come secombattessi lealmente contro i Donaziani, temendo che qualcuno,

    magari pi astuto di te, tentasse di spiegare in modo diverso ciche avevi detto con una formula unica e concisa, ti sei preoccupatodi mettere bene in testa e di inculcare la tua idea nelle orecchie enelle intelligenze anche dei pi ottusi, affermando: " C' un'unicareligione, gli stessi sacramenti, nessuna differenza nella praticacristiana ". E noi stiamo ancora a prendercela l'un contro l'altro! Su,ormai tempo di reprimere il dissenso, ricucite la separazione,ponete fine alla lite, amate la pace!. Perch riprovate, perchesorcizzate, perch ribattezzate? " Unica la religione, identici i

    sacramenti, nessuna differenza nella pratica cristiana ". Ora, se tranoi e voi non c' un unico battesimo, come pu esserci un'unicareligione? Ma tu hai detto: " una sola religione ", allora unico ilbattesimo. Se tra noi e voi non unico il battesimo, come possonoessere identici i sacramenti? Tu per hai detto: " gli stessisacramenti ", allora abbiamo anche lo stesso battesimo. Cos pure,se tra noi e voi il battesimo diverso, come possibile che non cisia alcuna differenza nella pratica cristiana? Ma tu hai detto: "nessuna differenza nella pratica cristiana ", dunque neppure ilbattesimo diverso. Stando cos le cose, noi legittimamente nriproviamo, n esorcizziamo, n reiteriamo ci che unico eidentico e non diverso, ma lo riconosciamo, lo accogliamo, loaccettiamo. Voi invece quel battesimo, che unico e identico e nondiverso, fingete empiamente di riconoscerlo, ma in realt ricusate diriceverlo, non volete accettarlo; preferite piuttosto riprovarlo, osateesorcizzarlo, non temete di reiterarlo. E mentre noi con ci stessoaccogliamo quello che non ha subto mutazione fra noi, voi lo

    ripudiate; se lo date voi, noi lo accettiamo come dato; invece se lodiamo noi, voi lo ripetete come non dato. Pur seguendo dottrinecos opposte, vi rifiutate di essere chiamati eretici!.

    La reiterazione del battesimo una vera eresia.

    4. 6. Fai bene attenzione a ci che dici e a ci che dico. Tu hai datocertamente questa definizione e hai detto: " L'eresia la stta dicoloro che profes