Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

download Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

of 61

Transcript of Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    1/61

    GLI ATTI DI PELAGIOTutte le Opere - versione italiana > Polemici >

    Gli atti di Pelagio

    GLI ATTI DI PELAGIO

    Quest'opera esamina l'autodifesa di Pelagio nel Conciliopalestinese che lo assolse.

    1. 1. Dopo che nelle nostre mani, o santo papa Aurelio, sono giunti

    gli Atti ecclesiastici, nei quali Pelagio stato dichiarato cattolico daiquattordici vescovi della provincia della Palestina, terminata lamia esitazione per la quale non mi decidevo ad esaminare inmaniera un poco pi ampia e libera la sua stessa autodifesa. Ioinfatti l'avevo gi letta in un fascicolo che egli stesso mi avevamandato. Ma, poich insieme al fascicolo non avevo ricevuto da luinessuna lettera, temevo che nelle mie parole venisse a trovarsiqualcosa di diverso da ci che si leggesse negli Atti vescovili. E cos,

    se Pelagio negava d'esser stato lui a mandarmi quel fascicolo, nonessendo facile poterlo confutare con la mia sola testimonianza, iopiuttosto da coloro che lo spalleggiassero nel suo diniego sarei statoaccusato o di sospetta falsit o, per dirla con pi moderazione, ditemeraria credulit. Ora dunque, poich posso analizzare i fattisulla testimonianza degli Atti, si vedr se Pelagio abbia difeso lapropria causa come gi mi sembrato che abbia fatto. Scartatoormai ogni dubbio, certamente la santit tua ed ognuno che leggagiudicher con maggiore facilit e sicurezza sia della sua difesa, sia

    di questo nostro libro.

    La scienza della legge aiuta a non peccare.

    1. 2. Prima di tutto rendo indicibili grazie al Signore Dio, nostrogovernatore e nostro custode, di non essere stato tradito dallastima che avevo dei nostri santi fratelli e coepiscopi che sedetterocome giudici in quella causa. Non senza ragione infatti essiapprovarono le risposte di Pelagio, attenti non a come egli aveva

    esposto nei suoi scritti quanto gli si addebitava, ma a come eglirispondeva presentemente nell'esame diretto. Altro infatti il casodi una fede non sana e altro il caso di una esposizione non cauta.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    2/61

    Per venire infine al concreto, secondo il libello sporto dai nostrisanti fratelli e coepiscopi galli, Eros e Lazzaro, i quali non poteronoassolutamente esser presenti, a causa di una grave malattia d'unodi loro - questo il motivo pi probabile che abbiamo appreso in

    seguito -, tra le accuse mosse e lette a Pelagio la prima fu d'averscritto in un suo libro: " Non pu esser senza peccato se non chi hala conoscenza della legge ". Dopo la lettura di essa il Sinodo chiese:" Hai scritto cos, Pelagio? ". Ed egli rispose: " L'ho scritto senzadubbio, ma non nel senso inteso da costoro. Di chi ha laconoscenza della legge non ho detto che non pu peccare, ma chedalla stessa conoscenza della legge viene aiutato a non peccare,come scritto: Egli ha dato la legge in loro aiuto 1 ". A questarisposta il Sinodo disse: " Non sono contrarie alla Chiesa le

    affermazioni di Pelagio ". Certamente non sono contrarie le rispostedate da lui, ma altro il senso di quello che fu allegato dal suolibro. I vescovi per, che erano persone di lingua greca eascoltavano le parole di Pelagio attraverso un interprete, non sicurarono d'esaminare tale differenza, guardando solamente a quelloche l'interrogato diceva d'aver ritenuto e non con quali parole sidiceva esser stata scritta la medesima sentenza nel suo libro.

    La scienza della legge non l'unico mezzo per non peccare.

    1. 3. Ora, altro che l'uomo venga aiutato a non peccare dallaconoscenza della legge e altro che non possa esser senza peccatose non chi ha la conoscenza della legge. Vediamo infatti peresempio che le messi si possono battere anche senza le trebbie,bench queste siano di valido aiuto se ci sono. Senza pedagoghi ifanciulli possono andare a scuola, bench non siano inutili leprestazioni dei pedagoghi. Molti senza medici possono guarire dauna malattia, sebbene siano risaputi i vantaggi dell'assistenzamedica. Gli uomini possono vivere con altri cibi senza il pane,bench non si neghi che considerevolissimo l'apporto del pane.Molte altre esperienze si affacciano con facilit a chi ci pensa, senzache noi ne parliamo. Da tutto questo siamo certamente portati apensare che gli aiuti sono di due specie. Alcuni sono tali che senzadi essi non si pu ottenere ci per cui aiutano: per esempio senzanave nessuno naviga, senza voce nessuno parla, senza piedinessuno cammina, senza luce nessuno vede, e molti altri fatti

    simili, tra i quali anche questo: nessuno vive rettamente senza lagrazia di Dio. Altri mezzi al contrario ci aiutano cos che anchesenza di essi resta possibile ottenere per altro verso il risultato per

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    3/61

    cui cerchiamo tali mezzi, come negli esempi gi ricordati da me: letrebbie per battere le messi, il pedagogo per accompagnare iragazzi, una medicina preparata dalla scienza umana per ricuperarela salute, e tutti gli altri mezzi di tal genere. Dobbiamo dunque

    chiederci a quali di queste due categorie appartenga la conoscenzadella legge, ossia in che modo aiuti a non peccare. Se in tal modoche senza di essa impossibile non peccare, Pelagio non solorispose bene in giudizio, ma scrisse bene anche nel suo libro. Seinvece ci fa ottenere, senza dubbio, lo scopo quando presente,ma senza compromettere che anche in sua assenza il medesimorisultato si possa ottenere per altro verso, Pelagio risposecertamente bene in giudizio e giustamente piacque ai vescovi la suaaffermazione: " L'uomo viene aiutato a non peccare dalla

    conoscenza della legge ", ma non scrisse bene nel suo libro: " Nonpu esser senza peccato se non chi ha la conoscenza della legge ".I giudici lasciarono questa dichiarazione senza discuterla, percherano ignari della lingua latina, perch erano contenti dellaconfessione di colui che stava difendendosi in tribunale, esoprattutto perch non c'era dall'altra parte nessuno checostringesse l'interprete a spiegare le parole del libro di Pelagio e achiarire ci che con ragione urtava i fratelli. Pochissimi sono infattiquelli che possiedono la conoscenza della legge ed invece la grandemassa delle membra del Cristo, diffuse dappertutto, ignara di unalegge cos profonda e molteplice. Il vanto dei fedeli costituitotutto dalla piet d'una fede semplice e da una speranza fermissimain Dio e da una carit sincera. Ricca per grazia di Dio di questi doni,la massa dei fedeli confida di poter essere mondata dai suoi peccatimediante Ges Cristo nostro Signore 2.

    I bambini si salvano senza la scienza della fede.

    2. 4. Se a ci per caso Pelagio rispondesse che la conoscenza dellalegge, senza la quale disse impossibile all'uomo esser libero dapeccati, per lui quella stessa che s'impartisce ai neofiti e ai piccolinel Cristo mediante l'insegnamento della fede e con la quale sicatechizzano anche i battezzandi perch conoscano il Simbolo,allora gli faremmo osservare che non certo cotesta la conoscenzadi cui si tratta quando di qualcuno si dice che ha la conoscenzadella legge, bens quella secondo la quale si parla di periti della

    legge. Del resto se Pelagio chiamasse conoscenza della leggequeste semplici nozioni del Simbolo che sono poche di numero, magrandi di peso e che secondo l'uso di tutte le Chiese si fanno

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    4/61

    imparare fedelmente ai battezzandi - asserendo che di queste egliha detto: " Non pu esser senza peccato se non chi ha laconoscenza della legge " -, attesa la necessit d'impartire talinozioni ai credenti prima che siano ammessi alla stessa remissione

    dei peccati, anche in tal caso egli si verrebbe a trovare in mezzo aduna moltitudine innumerevole di bambini battezzati, incapaci didisquisire, ma capaci di vagire, che si metterebbero a gridare noncon parole, ma con la stessa verit dell'innocenza: - Che , che mai quello che hai scritto: " Non pu esser senza peccato se non chiha la conoscenza della legge "? Ecco, noi siamo un grande greggedi agnelli senza peccato e tuttavia non abbiamo la conoscenza dellalegge -. Almeno questi bambini con la loro lingua che tace locostringerebbero certamente a tacere, oppure forse anche a

    confessare o di essersi adesso corretto di quell'errore o d'averritenuto senza dubbio anche prima la medesima opinione da luiespressa davanti al tribunale ecclesiastico, ma di non averadoperato per tale sentenza parole ben ponderate e che perci lasua fede era da approvarsi e il suo libro da emendarsi. Come infatti scritto: C' chi sdrucciola con la sua lingua, ma non diproposito 3. Se Pelagio avesse detto o dicesse cos, chi nonperdonerebbe con la massima facilit alle sue parole scritteincautamente e distrattamente, non difendendo egli la sentenzacontenuta in quelle sue parole, ma facendo sua la sentenzaconforme alla verit? Ci da credere abbiano pensato anche queisanti giudici, se pur poterono capire sufficientemente dopo unadiligente traduzione quello che si trova nel suo libro latino, comenon giudicarono contraria alla Chiesa la sua risposta resa in linguagreca e per questo facilmente compresa. Ma vediamo ormai gli altripunti.

    Il governo della propria volont non esclude nell'uomo ilgoverno di Dio.

    3. 5. Il Sinodo episcopale continu dicendo: " Si legga un'altraimputazione ". E si lesse che Pelagio aveva scritto nel suomedesimo libro: " Tutti sono governati dalla propria volont ".Terminata la lettura, Pelagio rispose: " Questo l'ho detto per illibero arbitrio, al quale Dio presta il suo aiuto nello scegliere il bene.Quando invece l'uomo pecca, sua la colpa, dotato com' di libero

    arbitrio ". Ci udito, i vescovi dissero: " Nemmeno questo contrario alla dottrina della Chiesa ". Chi infatti condannerebbe onegherebbe il libero arbitrio, se insieme ad esso si sostiene l'aiuto

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    5/61

    di Dio? Perci da una parte giustamente piacque ai vescovi larisposta di Pelagio e dall'altra parte tuttavia la frase del suo libro: "Tutti sono governati dalla propria volont " dovettenecessariamente colpire i nostri fratelli che conoscevano le

    contestazioni solite a farsi dai pelagiani contro la grazia di Dio.L'affermazione infatti che " tutti sono governati dalla propriavolont " posta da loro come se Dio non governasse nessuno ecome se fosse stato scritto invano: Salva il tuo popolo e la tuaeredit benedici, governali e sostienili per sempre 4. Se gli uominifossero governati dalla propria volont senza Dio, rimarrebberocome pecore prive di pastore 5: e ci non sia mai vero per noi.Certamente infatti essere portati pi che essere governati: chi governato agisce anche lui in qualche modo e viene governato

    proprio perch agisca in modo buono; chi invece portato quasiimpossibile capire che faccia anch'egli qualcosa. Tuttavia costanto quello che la grazia del Salvatore presta alle nostre volontche l'Apostolo non esita a dire: Tutti quelli che sono portati dalloSpirito di Dio, costoro sono figli di Dio 6. Enulla di meglio pu farein noi la volont libera che lasciarsi portare da colui che non puagire male, e dopo che l'ha fatto non dubiti che a farlo stataaiutata da colui al quale si dice in un salmo: Omio Dio, la tuamisericordia mi preverr 7.

    Una testimonianza biblica contro l'autogoverno dell'uomo.

    3. 6. Inoltre nel libro dove Pelagio scrisse quelle proposizioni,all'affermazione che " tutti sono governati dalla propria volont eciascuno lasciato al proprio desiderio " egli aggiunse unatestimonianza delle Scritture, dalla quale ben apparisce che l'uomonon deve affidare se stesso al suo proprio governo. Dice infatti aproposito di ci nella Sapienza di Salomone:Anch'io sono un uomomortale come tutti, discendente del primo essere plasmato dicreta 8... fino alla fine del passo dove si legge: Sientra nella vita ese ne esce alla stessa maniera. Per questo pregai e mi fu elargito ilsenso della prudenza, implorai e venne in me lo Spirito dellasapienza 9. Non apparisce pi chiaro della luce come Salomone,considerando la miseria della fragilit umana, non os abbandonarsial proprio governo, ma desider e gli fu dato quel senso di cuil'Apostolo dice: Noi invece abbiamo il senso del Signore 10;implor

    e venne in lui loSpirito della sapienza?Da questo Spirito appunto enon dalle forze della propria volont vengono governati eportaticoloro che sono figlidi Dio 11.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    6/61

    La volont basta all'uomo per fare il male, non per fare ilbene.

    3. 7. Nel medesimo libro delle Proposizioni come se volesse

    dimostrare che " tutti sono governati dalla propria volont ", allegaanche il testo del salmo: Ha amato la maledizione: ricada su di lui!Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani! 12 Chi ignora cheun tale comportamento vizio non della natura come l'ha creataDio, ma della volont umana che si allontanata da Dio? Matuttavia, se non avesse amato la maledizione e avesse voluto labenedizione e negasse che in questa stessa scelta la sua volont stata aiutata dalla grazia divina l'uomo, ingrato ed empio, sarebbeabbandonato a governarsi da s, perch, caduto a rompicollo senza

    pi esser governato da Dio, capisse dall'esperienza delle pene chenon aveva potuto governarsi da se stesso. Cos pure nel testo a cuiricorre nel medesimo libro e per il medesimo scopo: Tiho messodavanti l'acqua e il fuoco: stendi la mano dove vuoi. Davanti agliuomini stanno il bene e il male, la vita e la morte: a ognuno sardato ci che a lui piacer 13, chiaro che se l'uomo stende la manoal fuoco, se gli piace il male e la morte, ci dipende dalla suavolont; se al contrario ama il bene e la vita, allora non solamente la sua volont che agisce, ma viene aiutata da Dio.L'occhio per esempio basta a se stesso per non vedere, cio per letenebre, ma per vedere non gli basta la sua luce interiore, se nongli si offre in aiuto una chiara luce esteriore 14. Lungi per da noil'affermare che quanti sono stati chiamati da Dio secondo il suodisegno, che quanti Dio ha preconosciuti e predestinati ad esserconformi all'immagine del suo Figlio 15, siano abbandonati al propriodesiderio perch periscano. Questo ci che subiscono ivasid'irache sono stati fatti per la perdizione; e pur nella loro stessa

    perdizione Dio manifesta la ricchezza della sua gloria verso i vasidella sua misericordia 16. Per questo, dopo aver detto: Omio Dio, latua misericordia mi preverr 17, aggiunge immediatamente: IlmioDio mi si mostrato nei miei nemici18. Per i vasi d'ira dunque siavvera quello che scritto: Dio li ha abbandonati ai desideri delloro cuore 19. Cinon avviene invece per i predestinati che loSpirito di Dio governa, non risonando vana la loro supplica: Non miabbandonare, Signore, ai miei desideri peccaminosi20. Econtro glistessi desideri stata rivolta la preghiera in cui si dice: Sensualit e

    libidine non s'impadroniscano di me, a desideri vergognosi non miabbandonare 21. Dio concede questi benefici a coloro che governaegli stesso come sudditi, non invece a coloro che si stimano in

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    7/61

    grado di governarsi da s e disdegnano con dura presunzioned'aver Dio per governatore della loro propria volont.

    Ambiguit di Pelagio.

    3. 8. In questo stato di cose, i figli di Dio che conoscono tali verite si rallegrano d'esser governati e portati dallo Spirito di Dio, in chemodo dovettero urtarsi a sentire o a leggere queste parole diPelagio: " Tutti sono governati dalla propria volont e ciascuno lasciato al proprio desiderio "! E tuttavia, mentre veniva interrogatodai vescovi, Pelagio avvert come suonassero male le sue parole erispose: " Questo l'ho detto per il libero arbitrio ", aggiungendosubito: " Al quale Dio presta il suo aiuto nello scegliere il bene;

    quando invece l'uomo pecca, sua la colpa, a causa del liberoarbitrio ". Quei pii giudici, approvando anche questa dichiarazione,non vollero esaminare o indagare con quanta sbadataggine o inquale senso avesse scritto quelle parole nel suo libro e ritennerosufficiente che costui avesse ammesso il libero arbitrio cos da direche Dio presta all'uomo il suo aiuto nello scegliere il bene e cheinvece nel peccare colpevole l'uomo, bastandogli a ci la propriavolont. Dio dunque governa coloro che aiuta a scegliere il bene. Ed per questo che essi governano bene tutto ci che governano,

    perch essi stessi sono governati dal Bene.

    Non tutti i peccatori vanno all'inferno.

    3. 9. Fu letto altres dal libro di Pelagio: " Nel giorno del giudizionon ci dovr esser perdono per gli iniqui e i peccatori, ma dovrannoesser bruciati da fuochi eterni ". Quest'affermazione in tanto avevamosso i nostri fratelli a credersi in dovere di contestarla in quantoera stata fatta nel senso che tutti i peccatori dovessero esser puniti

    dal supplizio eterno, non esclusi coloro che hanno come propriofondamento il Cristo 22, bench sopra di lui edifichino con legno,fieno e paglia. Di questi dice l'Apostolo: Se l'opera di qualcuno finirbruciata, sar punito, tuttavia egli si salver, per come attraversoil fuoco 23. Avendo risposto Pelagio che " questo l'aveva dettosecondo il Vangelo, dove si dichiara riguardo ai peccatori: E se neandranno questi al supplizio eterno e i giusti alla vita eterna 24",nonpot dispiacere in nessun modo a giudici cristiani la sentenzadel Vangelo e del Signore. Ignoravano essi che cosa nelle paroleprese dal libro di Pelagio avesse turbato i nostri fratelli, avvezzi asentire le discussioni sue o dei suoi discepoli. Ma erano assenti

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    8/61

    coloro che avevano presentato al santo vescovo Eulogio il libellod'accusa contro Pelagio, e nessuno faceva pressione perch Pelagiodistinguesse con qualche riserva i peccatori destinati a salvarsiattraverso il fuoco dai peccatori destinati al castigo del supplizio

    eterno. Solo in tal modo i giudici avrebbero potuto capire il motivoper cui era stata avanzata quella obiezione e Pelagio sarebbe statogiustamente condannato se non avesse voluto distinguere.

    Pelagio attacca un errore dell'origenismo.

    3. 10. La postilla poi aggiunta da Pelagio: "Se qualcuno credediversamente origenista" i giudici l'accettarono comecorrispondente a ci che la Chiesa in realt riprova

    giustissimamente in Origene: l'opinione cio che anche coloro che ilSignore dice destinati al castigo del supplizio eterno e lo stessodiavolo e i suoi angeli, dopo che si siano purificati per un tempolungo quanto si vuole, saranno liberati dalle pene e si uniranno aisanti che regnano con Dio in comunione di beatitudine. Il puntodunque di cui il Sinodo ha detto, non secondo Pelagio, ma piuttostosecondo il Vangelo: "Non contrario alla Chiesa" questo: sarannobruciati da fuochi eterni esattamente gli iniqui e i peccatori che ilVangelo giudica degni di tale supplizio; per cui condivide

    detestabilmente la sentenza di Origene chiunque dice che un giornopotr finire il loro supplizio, che il Signore ha definito eterno.Quanto invece ai peccatori di cui l'Apostolo prevede la salvezzaquasi attraverso il fuoco distruggitore delle loro opere 25, poichnulla fu obiettato esplicitamente a Pelagio in rapporto ad essi, ivescovi non pronunziarono nessun giudizio. Perci non sbagliaPelagio a chiamare origenista chi dice che gli iniqui e i peccatoricondannati dalla Verit all'eterno supplizio potranno un giorno esserliberati. D'altra parte per, a chi non ritiene degno di misericordianel giudizio di Dio nessun peccatore Pelagio dia il nome che vuole,purch comprenda che dalla verit ecclesiastica non accoltonemmeno questo errore. Infatti ilgiudizio sar senza misericordia,maper chi non avr usato misericordia 26.

    Rimane incerto il pensiero di Pelagio sulla sorte deipeccatori.

    3. 11. Come poi avverr questo giudizio difficile poterlo capiredalle Scritture sante, perch viene descritto in molte maniere ciche si compir in una sola maniera determinata. Una volta il

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    9/61

    Signore dice che chiuder la porta in faccia a coloro che nonaccoglier nel suo regno e al loro reclamo:Aprici. Abbiamomangiato e bevuto nel tuo nome 27 e a tutte le altre proteste chefaranno, come sta scritto, risponder: Non vi conosco, voi che siete

    operatori d'iniquit28

    . Una volta dice che si far condurre quantinon hanno voluto che egli regnasse e li far uccidere davanti as 29. Un'altra volta dice che verr con i suoi angeli nella suamaest, perch siano radunate al suo cospetto tutte le genti edivise in due gruppi: alla sua destra quelli da portare alla vitaeterna, dopo che ne avr celebrato le opere buone, e alla suasinistra quelli da condannare al fuoco eterno, dopo che li avrrimproverati di sterilit nelle opere buone 30. Una volta comandache, legato mani e piedi, sia gettato fuori nelle tenebre il servo

    cattivo e pigro che ha trascurato d'investire il denaro ricevuto 31oanche l'uomo trovato privo, nel convito, di veste nuziale 32. Unavolta, dopo aver fatto entrare le cinque vergini sagge, chiude laporta in faccia alle altre cinque vergini stolte 33. Tutto questo e altrose c' che ora non viene in mente detto del giudizio futuro che hada esser celebrato non per una persona sola o per cinque, ma permolte. Perch, se l'ordine d'esser buttato fuori dalla sala del convitonelle tenebre per non aver la veste nuziale colpisse uno solo, Gesnon direbbe subito di seguito: Molti sono chiamati, ma pochieletti34. Tanto pi che di fronte ad uno respinto e condannato evidente che molti rimasero dentro. Ma sarebbe lunghissimodiscutere ora a sufficienza su tutti questi dettagli. Brevementetuttavia posso affermare, senza pregiudizio di un migliore esame -come si suol dire nei conti d'amministrazione -, che il giudizio, chesi svolger in un certo qual modo per noi inscrutabile, salvacomunque in ogni caso la diversit dei meriti nei premi e nellepene, viene indicato in molti modi dalle Scritture Sante. Ecco per

    quanto basta all'argomento di cui adesso si tratta: se Pelagioavesse detto che tutti assolutamente i peccatori dovranno esserpuniti con il fuoco eterno e con il supplizio eterno, chiunque avesseapprovato un tal giudizio avrebbe pronunziato contro se stessoprima di tutto una sentenza di condanna. Infatti scritto: Chi pudire: Sono mondo dal peccato?35Poich per Pelagio non disse ntutti n alcuni, ma si espresse indeterminatamente e protestd'attenersi al senso del Vangelo, dal tribunale episcopale fu, s,confermata una sentenza vera, ma non risulta ancora chiaro quale

    sia la sentenza di Pelagio e senza impertinenza se ne va alla ricercaanche dopo questo pronunziamento episcopale.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    10/61

    Ilmale pensato.4. 12. Pelagio fu contestato anche perch sembrava che avessescritto nel suo libro: " Il male non viene nemmeno nel pensiero ".

    Egli rispose per: " Non l'abbiamo messo cos, ma abbiamo detto: -Il cristiano deve studiarsi di non pensare male - ". I vescovi,com'era giusto, l'approvarono. Chi dubita infatti che il male nondev'essere pensato? E realmente, nel libro di Pelagio si legge cos,con pi esattezza, " per quanto riguarda il male: non dev'esserepensato ". E questa frase si suol intendere nel senso che al malenon ci si deve nemmeno pensare. Chi lo nega che altro dice se nonche si deve pensare al male? E se questo fosse vero, non si direbbenell'inno della carit: Essa non tiene conto del male ricevuto 36.

    Tuttavia che " il male non viene nemmeno nel pensiero " dei giustie dei santi non detto con troppa esattezza, proprio perch si suolchiamare pensiero anche quando qualcosa viene in mente senzache gli tenga dietro il consenso. Il pensiero invece che contraecolpa e giustamente si proibisce quello a cui si accompagna ilconsenso. Pot dunque capitare di leggere un codice difettoso acoloro che credettero di dover obiettare a Pelagio questa suaaffermazione, come se egli dicendo: " Il male non viene nemmenonel pensiero" avesse inteso che non viene in mente ai giusti e aisanti ci che male. E questa una sentenza certamente moltosballata: quando infatti noi riprendiamo dei mali, non li possiamoenunziare con le nostre parole se non dopo averli pensati. Ma,come abbiamo detto, pensiero colpevole del male si chiama quelpensiero del male che si porta dietro il consenso al male.

    L'Antico Testamento e la promessa del regno dei cieli.

    5. 13. Dopo dunque che i giudici ebbero approvato anche questa

    risposta di Pelagio, fu letto dal suo libro un altro passo: " Il regnodei cieli stato promesso pure nel Testamento Antico ". Pelagiorispose: " possibile dimostrarlo anche per mezzo delle Scritture.Gli eretici per lo negano in odio al Testamento Antico. Io invecel'ho affermato seguendo l'autorit delle Scritture, perch nel profetaDaniele si legge: Isanti dell'Altissimo riceveranno il regno " 37.Sentita la sua risposta, il Sinodo disse: " Nemmeno questo contrario alla fede della Chiesa ".

    Testamento come alleanza e Testamento come collezione dilibri ispirati.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    11/61

    5. 14. Fu dunque senza ragione che tali parole di Pelagio turbaronoi nostri fratelli cos da contestare a lui tra le altre sue proposizionianche questa? Certamente no. In due modi per si soliti usare ladenominazione di Testamento Antico: uno secondo l'autorit delle

    divine Scritture, un altro secondo una consuetudine di parlare ormaidivulgatissima. L'apostolo Paolo dice per esempio ai Galati: Ditemi,voi che volete essere sotto la legge: non sentite quello che dice lalegge? Sta scritto infatti che Abramo ebbe due figli, uno dallaschiava e uno dalla donna libera. Tali cose sono dette per allegoria:le due donne rappresentano i due Testamenti. L'uno, quello chegenera nella schiavit rappresentato da Agar - il Sinai un montedell'Arabia -. Il Testamento del Sinai corrisponde alla Gerusalemmeattuale, che di fatto schiava insieme ai suoi figli. Invece la

    Gerusalemme di lass libera ed la nostra madre 38. Se dunque ilTestamento Antico appartiene alla schiavit (tanto che scritto:Manda via la schiava e il suo figlio, perch il figlio della schiava nonavr eredit col mio figlio Isacco 39), se viceversa il regno dei cieliappartiene alla libert, come pu mai il regno dei cieli appartenereanche al Testamento Antico? Ma poich, come ho detto, siamo solitiparlare anche cos da chiamare con il nome di Testamento Anticotutte le Scritture della Legge e dei Profeti che, somministrate primadell'incarnazione del Signore, sono contenute nel canone autentico,chi mai, anche se solo mediocremente istruito nelle lettereecclesiastiche, ignora che da quelle Scritture pot essere promessoil regno dei cieli allo stesso modo che da quelle Scritture fupromesso anche quel Testamento Nuovo a cui appartiene il regnodei cieli? Certamente, infatti, in quelle Lettere sta scritto in modoesplicitissimo: Ecco,verranno giorni, dice il Signore, nei quali con lacasa d'Israele e con la casa di Giacobbe io concluder un NuovoTestamento. Non come il Testamento che ho concluso con i loro

    padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'

    Egitto40

    .La conclusione di questo Testamento avvenne sul monte Sinai enon era ancora vissuto il profeta Daniele che ha detto: Isantidell'Altissimo riceveranno il regno 41. Con tali parole infatti eglivaticinava il premio non del Testamento Vecchio, ma del Nuovo.Come i medesimi profeti indicarono senz'altro lo stesso Cristoventuro con il cui sangue fu inaugurato il Testamento Nuovo, delquale sono stati fatti ministri gli Apostoli, dicendo il beato Paolo: Ciha resi ministri adatti di un nuovo Testamento, non della lettera,

    ma dello Spirito, perch la lettera uccide, lo Spirito d vita 42. Alcontrario in quel Testamento che si dice propriamente Vecchio e

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    12/61

    che fu dato sul monte Sinai non si trova promessa in modoapertissimo se non la felicit terrena. Perci quella terra dove ilpopolo fu introdotto e condotto attraverso il deserto si chiama terrapromessa. In quella terra la pace e il regno e le vittorie sui nemici e

    l'abbondanza di figli e di frutti del suolo e altri beni simili sono lepromesse del Testamento Vecchio. E per quanto da questi benisiano simboleggiati i beni spirituali appartenenti al TestamentoNuovo, tuttavia chi accoglie la legge di Dio a motivo di quei beniterreni, costui erede del Testamento Vecchio. I beni che sipromettono e si retribuiscono secondo il Testamento Vecchio sonoappunto i beni che si desiderano secondo l'uomo vecchio. Viceversai beni che nel Testamento Vecchio sono simboleggiati comeappartenenti al Testamento Nuovo reclamano uomini nuovi. N

    infatti ignorava il senso delle sue parole un Apostolo cos grandeche distingueva per significazione allegorica i due Testamenti nelladonna schiava e nella donna libera 43, attribuendo al TestamentoVecchio i figli della carne e al Testamento Nuovo i figli dellapromessa: Non sono considerati, dice, figli di Dio i figli della carne,ma come discendenza sono considerati solo i figlidella promessa44.I figli dunque della carne appartengono alla Gerusalemme terrenache schiava insieme ai suoi figli, i figli invece della promessaappartengono alla Gerusalemme di lass, nostra libera madreeterna nei cieli 45. Da qui si capisce chi siano quelli cheappartengono al regno terreno e quelli che appartengono al regnoceleste. Coloro che anche a quei tempi per grazia di Dio capironoquesta distinzione e diventarono figli della promessa, furonoconsiderati nell'occulto disegno di Dio eredi del Testamento Nuovo,bench abbiano osservato il Testamento Vecchio dato da Dio alvecchio popolo in modo ad esso appropriato, secondo ladistribuzione dei tempi.

    La Scrittura dell'Antico Testamento promette il regno di Dio,l'alleanza antica fa promesse solo terrene.

    5. 15. Come dunque non avrebbero dovuto giustamente allarmarsii figli della promessa, i figli della libera Gerusalemme eterna neicieli, quando sembrava che le parole di Pelagio togliessero via taledistinzione apostolica e cattolica e volessero far credere che inqualche modo si equiparava Agar a Sara? Pelagio dunque, con

    eretica empiet, non offende di meno la Scrittura del VecchioTestamento di chi con sfrontatezza di sacrilega empiet nega la suaorigine dal Dio buono, sommo e vero, come Marcione, come

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    13/61

    Manicheo e come qualunque altra peste che la pensi alla stessamaniera. Per compendiare quindi con la massima brevit il miopensiero su questo tema, dico: Come si offende l'Antico Testamentonegando l'origine dei suoi Libri dal Dio buono e sommo, cos si

    offende anche il Testamento Nuovo equiparandolo come patto alTestamento Vecchio. Ma poich Pelagio nella sua risposta diede laragione per cui aveva detto che anche nel Testamento Antico vienepromesso il regno dei cieli, citando il testo del profeta Daniele, ilquale vaticin apertissimamente che i santi avrebbero ricevuto ilregno dell'Altissimo, giustamente fu giudicata non contraria allafede cattolica la sua affermazione. Infatti la frase di Pelagio sarebbeerronea secondo la distinzione per cui sul monte Sinai si mostra cheal Vecchio Testamento appartengono propriamente promesse

    terrene, ma non erronea secondo la consuetudine di parlare percui tutte le Scritture canoniche somministrate primadell'incarnazione del Signore si sommano nella denominazione diVecchio Testamento. Senza dubbio il regno dell'Altissimo non altro che il regno di Dio. Oppure qualcuno oser sostenere che altro il regno di Dio e altro il regno dei cieli?

    Le dichiarazioni di Pelagio sulla possibilit dell'uomo dievitare il peccato.

    6. 16. Dopo fu obiettato a Pelagio d'aver detto nel suo libro:"L'uomo se vuole pu esser senza peccato " e d'aver scritto in modoadulatorio ad una vedova: " Presso di te trovi la piet il posto chenon ha trovato mai presso nessuno, trovi in te la sua sede lagiustizia che sempre pellegrina, diventi a te familiare ed amica laverit che ormai nessuno pi conosce, e la legge di Dio che disprezzata quasi da tutti gli uomini da te sola sia onorata ". A leiancora: "O te felice e beata, se la giustizia, che in cielo soltanto sideve credere stare di casa, presso di te soltanto sia trovata sopra laterra". E in un altro libro, a seguito dell'orazione del nostro Signoree Salvatore, insegnando come i santi devono pregare, dice allamedesima vedova: " A Dio degnamente eleva le mani ed effonde lesue suppliche con buona coscienza colui che pu dire: - Tu sai, oSignore, quanto sante, innocenti, monde da ogni villania iniquit erapina sono le mani che apro a te, come sono giuste, pure, libereda ogni menzogna le labbra con le quali offro a te la mia preghiera,

    perch tu abbia misericordia di me -". Nel rispondere a taleobiezione Pelagio disse: " Abbiamo detto, s, che l'uomo se vuolepu esser senza peccato e osservare i comandamenti di Dio, perch

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    14/61

    Dio gli ha dato questa possibilit. Non abbiamo detto invece che sitrovi qualcuno il quale non abbia mai peccato dalla sua infanzia finoalla vecchiaia, ma che, una volta convertito dai suoi peccati, l'uomopu vivere senza peccato con la propria fatica e con la grazia di Dio,

    senza tuttavia che non possa pi per questo pervertirsi in avvenire.Quanto poi agli altri passi che hanno fatto seguire, essi n sitrovano nei nostri libri, n abbiamo mai detto nulla di simile ". Uditatale risposta, il Sinodo disse: " Poich tu neghi di aver scritto talitesti, anatematizzi tu coloro che sostengono tali errori? ". Pelagiorispose: " Li anatematizzo come stolti e non come eretici, perchnon un dogma ". A quel punto i vescovi sentenziarono dicendo: "Poich ora Pelagio ha anatematizzato con la propria voceun'anonima stoltezza rispondendo esattamente che l'uomo con

    l'aiuto e la grazia di Dio pu essere senza peccato, risponda anchealle altre imputazioni ".

    Agostino giustifica la sentenza dei vescovi palestinesi.

    6. 17. Avrebbero forse potuto o dovuto i giudici in quella occasionecondannare espressioni anonime ed incerte, quando dall'altra partenon c'era nessuno che convincesse Pelagio d'aver scritto quelleriprovevoli frasi che si dicevano indirizzate ad una vedova? In tal

    caso sarebbe valso a poco portare fuori un codice e leggere questeproposizioni dagli scritti di Pelagio, se non si adducevano anche deitestimoni, qualora egli negasse come suoi quegli scritti nelmomento stesso che fossero declamati. Tuttavia anche allora igiudici fecero ci che poterono, interrogando Pelagio seanatematizzasse quanti sostengono le opinioni ch'egli negavad'aver scritte o dette. Quando egli rispose che le anatematizzavacome stolte, che cosa dovevano chiedere di pi i giudici su questopunto in assenza degli accusatori?

    Come si definisce un eretico?

    6. 18. Dobbiamo esaminare forse anche se sia stato esatto dire:"Sono da anatematizzare non come eretici, ma come stolti, coloroche sostengono tali errori, perch non un dogma"? Ma da unasimile non lieve questione, di ricercare come si debba definire uneretico, fecero bene i giudici ad astenersi sul momento. Se peresempio uno dicesse che gli aquilotti, tenuti sospesi dagli artigli delforo padre ed esposti ai raggi del sole, vengono fatti cadere a terracome degeneri se battono gli occhi - prendendo la luce quasi come

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    15/61

    una prova perentoria -, qualora ci risulti eventualmente falso,costui non da giudicarsi eretico. E tale opinione, poich si trova inlibri di persone dotte ed largamente accettata per fama, n sideve giudicare una stupidaggine, anche ammesso che non sia vera,

    n a crederla reca danno o giovamento alla nostra fede per la qualesiamo chiamati fedeli. Invece, se fondandosi su questo istinto unovolesse sostenere che negli uccelli ci sono delle anime razionaliperch convinto che in essi vengono degradate le anime umane,allora, s, sarebbe davvero una peste ereticale da allontanare dagliorecchi e dalle menti. Anche se fosse vero quello che si dice delleaquile, come sono veri delle api tanti meravigliosi fatti cheaccadono sotto i nostri occhi, dovremmo tuttavia far di tutto perdimostrare che dall'istinto, per quanto mirabile di questi animali

    irragionevoli, dista moltissimo la ragione, che non comune agliuomini e alle bestie, bens agli uomini e agli angeli. Molte poi sonole strampalerie, anche stolte, che vengono dette da personeignoranti e sciocche, ma non per questo eretiche. Come quelle dicoloro che giudicano a caso l'arte altrui che non conoscono o dicoloro che, con passione smodata e cieca, lodano chi amano ovituperano chi odiano. Come anche tutto quello che, nei modiabituali di esprimersi degli uomini, viene detto a voce o anche apenna e consegnato alle lettere non per fissare un dogma, ma tantoper dire, secondo le circostanze, con superficiale stoltezza. Molte dicoteste persone, appena avvisate, si pentono subito d'aver dettotali sciocchezze: evidentemente non le sostenevano conattaccamento come punti fermi, ma le avevano raccattate daqualsiasi parte quasi a volo e sciorinate senza riflettere. difficileesser esenti da questi mali: chi che non sdrucciola con la lingua enon pecca con le parole? 46 Ma interessa quanto uno pecchi,interessa perch pecchi, interessa infine se dopo esser stato

    avvertito si corregge o invece difendendosi con pertinacia fadiventare dogma ci che aveva detto superficialmente e nondogmaticamente. Poich dunque ogni eretico per conseguenzalogica anche stolto, ma non ogni stolto subito da chiamarsieretico, giustamente i giudici dissero che Pelagio avevaanatematizzato con la propria voce un'anonima stoltezza, perch,pur non essendo un'eresia, era certamente una stoltezza. Perci,qualunque sia la sua identit, l'hanno chiamata con il nome delvizio generico della stoltezza. Quanto poi a quelle affermazioni, se

    fossero state fatte con una qualche pertinacia dogmatica, oppuresenza una sentenza ferma e definitiva, ma con leggerezza

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    16/61

    facilmente emendabile, i vescovi non credettero di doverleesaminare in quel momento, perch colui che veniva ascoltatoaveva negato che fossero sue, qualunque fosse il modo in cui eranostate fatte.

    L'autenticit della lettera di Pelagio alla vedova Livania.

    6. 19. Per la verit, quando noi leggemmo quest'autodifesa diPelagio in quel fascicolo che avevamo gi ricevuto prima, eranopresenti alcuni nostri santi fratelli, i quali dissero d'essere inpossesso di libri di Pelagio, scritti per esortare o consolare una certavedova di cui non si faceva il nome, ed insisterono sul nostrodovere d'indagare se in quei libri si trovassero scritti o no quei brani

    che Pelagio neg suoi, perch essi stessi asserivano d'ignorarlo. Sicominci allora a leggere da capo quei libri e i brani ricercati furonorintracciati. Ora, coloro che avevano fornito il codice assicuravanod'aver cominciato a possedere quei libri come libri di Pelagio daquasi quattro anni e di non aver mai sentito avanzare da nessuno ildubbio che fossero suoi. Pertanto, considerando che non potevanomentire su questo fatto quei servi di Dio di cui conoscevamoottimamente l'onest, sembrava non restarci altro che crederepiuttosto ad una menzogna di Pelagio nel tribunale dei vescovi, se

    non ci fosse venuto il pensiero anche d'un'altra ipotesi: potevaesser stato scritto tanto tempo fa qualche libro sotto il nome diPelagio, che tuttavia non fosse suo. Infatti cotesti nostri fratelli nondicevano d'aver ricevuto da Pelagio in persona quei libri, ndicevano d'aver sentito dire da lui stesso che erano proprio suoi.Anche a me capitato che alcuni nostri fratelli hanno detto cheerano arrivati in Spagna sotto il mio nome certi libri che a colposicuro non venivano riconosciuti autentici da coloro che avevanoletto altre nostre opere, e tuttavia da altri si credevano nostri.

    La grazia di Dio che cos'era per Pelagio?

    6. 20. Certo, quello che Pelagio riconobbe come suo rimane ancorapieno di nascondigli, ma penso che verr alla luce nelle partisuccessive di questi Atti. Dichiar Pelagio: " Abbiamo detto, s, chel'uomo se vuole pu esser senza peccato e osservare icomandamenti di Dio, perch Dio gli ha dato questa possibilit. Nonabbiamo detto invece che si trovi qualcuno il quale non abbia maipeccato dalla sua infanzia fino alla vecchiaia, ma che, una voltaconvertito dai suoi peccati, l'uomo pu vivere senza peccato con la

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    17/61

    propria fatica e con la grazia di Dio, senza tuttavia che non possapi per questo pervertirsi in avvenire ". In queste parole rimaneassolutamente indecifrabile che cosa Pelagio intenda per grazia diDio. certo che i giudici, cattolici com'erano, non poterono

    intendere altra grazia all'infuori di quella che l'Apostolo raccomandamoltissimo a noi con la sua dottrina. questa infatti la grazia per laquale noi speriamo di poter esser liberati dal corpo di questa morteper Ges Cristo nostro Signore 47.

    7. 20. Ed per impetrare tale grazia che noi preghiamo di nonentrare in tentazione 48. Questa grazia non la natura, ma quellache soccorre la fragile e viziata natura. Questa grazia non laconoscenza della legge, ma quella di cui l'Apostolo dice: Non

    annullo la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dallalegge, il Cristo morto invano 49. La grazia non dunque la letterache uccide, bens lo Spirito che d vita 50. La conoscenza della leggesenza la grazia dello Spirito solleva nell'uomo ogni concupiscenza.Scrive l'Apostolo infatti: Io non ho conosciuto il peccato se non perla legge, n avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge nonavesse detto: Non desiderare. Prendendo pertanto occasione daquesto comandamento, il peccato scaten in me ogni sorta diconcupiscenza51. E dicendo questo non che vituperi la legge, anzila loda per giunta con le seguenti parole: La legge santa e santo egiusto e buono il comandamento. Eprosegue: Ciche bene allora diventato morte per me? No davvero. invece il peccato:esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi di ciche bene 52. E loda di nuovo la legge dicendo: Sappiamo che la legge spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo delpeccato. Io non riesco a capire neppure ci che faccio: infatti nonquello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio

    quello che non voglio, io riconosco che la legge buona

    53

    . Eccoqui: conosce la legge, loda la legge, consente alla legge, cio nesente la bont, perch quello che essa comanda questo stessoanche egli vuole, quello che essa vieta e condanna questo stessoanch'egli detesta, e ci nonostante quello che detesta egli lo fa. Hadunque dentro di s la conoscenza della legge santa, n tuttaviaguarisce in lui la concupiscenza viziosa. Ha dentro di s la volontbuona e prevale in lui l'attivit cattiva. per questo che in mezzo adue leggi in contrasto tra loro, contrastando alla legge dello spirito

    la legge delle membra e riducendo l'uomo in schiavit sotto la leggedel peccato 54, l'Apostolo consapevole di ci esclama e dice: Sono

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    18/61

    uno sventurato! Chi mi liberer dal corpo di questa morte? Lagrazia di Dio per Ges Cristo nostro Signore 55.

    La grazia di Dio che cos'era per S. Paolo?

    8. 21. Non la natura dunque, che venduta come schiava delpeccato e ferita dal vizio desidera il suo Redentore e Salvatore, nonla conoscenza della legge, che ci d il conoscimento e non ilsuperamento della concupiscenza, ci libera dal corpo di questamorte, bens la grazia del Signore per Ges Cristo nostroSignore 56.

    9. 21. Questa grazia non la natura che muore, n la lettera che

    uccide, ma lo Spirito che d vita. Paolo infatti aveva gi la naturacon l'arbitrio della volont (tanto da dire: C' in me il desiderio delbene 57),ma non aveva la natura in possesso della propria sanit esenza vizio (e per questo diceva: Io so che in me, cio nella miacarne, non abita il bene58).Aveva gi la conoscenza della leggesanta (tanto da dire: Ionon ho conosciuto il peccato se non per lalegge 59), ma non aveva la forza di fare la giustizia e di farlaperfettamente, e diceva: Non quello che voglio, io faccio, ma quelloche detesto, e anche: Non c' in me la capacit di attuare il bene 60.

    Perci non invocava n l'arbitrio della volont n il precetto dellalegge per esser liberato dal corpo di questa morte 61, perch liaveva gi ambedue, il primo nella natura e il secondo nella dottrina,ma invocava l'aiuto della grazia di Dioper Ges Cristo nostroSignore 62.

    La grazia di Dio secondo i giudici di Pelagio.

    10. 22. Logicamente i vescovi credettero affermata da Pelagio

    questa grazia che sapevano notissima nella Chiesa cattolica,quando gli sentirono dire che l'uomo " una volta convertito dai suoipeccati, pu vivere senza peccato con la propria fatica e con lagrazia di Dio ". Per me invece non cos. Nel libro che mi diederoda confutare alcuni servi di Dio che erano stati discepoli di Pelagio eche, sebbene affezionatissimi a lui, assicurarono esser suo Pelagiopose a se stesso la questione della grazia di Dio, perch aveva giurtato moltissimi il fatto che parlasse contro di essa. Ebbene in quellibro egli ha dichiarato apertissimamente: " Questa che io dico

    grazia di Dio: la possibilit di non peccare che la nostra natura haricevuta nel momento d'esser creata, essendo stata creata con il

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    19/61

    libero arbitrio ". Io dunque, dicevo, per questo libro, ma moltissiminostri fratelli per le discussioni di Pelagio, delle quali essi diconod'essere molto al corrente, siamo tuttora preoccupati dell'ambiguitdi coteste sue parole, per paura che in esse si nasconda

    malauguratamente qualche tranello. Abbiamo paura in realt che inseguito Pelagio possa svelare ai suoi discepoli d'aver risposto inquel modo senza recare nessun pregiudizio al suo dogma,ragionando cos: " Ho asserito, s, che con la propria fatica e lagrazia di Dio l'uomo pu vivere senza peccato, ma voi conoscetebenissimo che cosa chiamo grazia e rileggendo potreterammentarvi che essa la condizione nella quale siamo stati creaticon il libero arbitrio ". Mentre invece i vescovi, credendo che Pelagioparlasse non della grazia per la quale siamo stati fatti creature

    umane, ma di quella per la quale siamo stati adottati per diventarecreature nuove - questa appunto la grazia raccomandata contanta evidenza dalla Scrittura divina -, senza avvedersi che Pelagioera eretico l'assolsero come cattolico. Mi tiene in sospetto anche ilfatto che Pelagio, mentre nel medesimo libro da me confutatoaveva detto nella maniera pi chiara che " il giusto Abele non peccmai in nessun modo ", ora dichiara: " Non abbiamo detto inveceche si trovi qualcuno che non abbia mai peccato dalla sua infanziaalla vecchiaia, ma che, una volta convertito dai suoi peccati, l'uomopu vivere senza peccato con la propria fatica e con la grazia di Dio". Del giusto Abele al contrario non aveva scritto che, una voltaconvertito dai suoi peccati, fu senza peccato per il resto della suavita, ma che " non pecc mai in nessun modo ". Perci se quel libro suo, dev'esser certamente corretto secondo la sua risposta. Nonlo voglio accusare d'aver mentito adesso, perch non venga fuori adire d'aver dimenticato quello che aveva scritto nel libro. Vediamodunque il resto. Seguono negli Atti ecclesiastici dei particolari con i

    quali possiamo dimostrare, aiutandoci Dio, che, anche discolpatoPelagio, come ad alcuni sembra, in quell'interrogatorio e assoltodavanti a giudici che erano certamente soltanto degli uomini,questa siffatta eresia, che non vorremmo n veder progredireulteriormente n diventare ancora peggiore di quello che , fusenza dubbio condannata.

    Il tesario di Celestio.

    11. 23. Ecco infatti le affermazioni che successivamente furonorimproverate a Pelagio e che si dicono rinvenute nella dottrina delsuo discepolo Celestio: " Adamo fu creato mortale e sarebbe morto,

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    20/61

    sia che peccasse, sia che non peccasse. Il peccato di Adamodanneggi lui soltanto e non il genere umano. La Legge conduce alregno nella stessa maniera del Vangelo. Prima della venuta delCristo ci furono uomini senza peccato. I neonati si trovano nel

    medesimo stato in cui era Adamo prima della sua prevaricazione.N per la morte, n per la prevaricazione di Adamo muore tutto ilgenere umano; n per la risurrezione del Cristo risorge tutto ilgenere umano". Queste affermazioni furono obiettate come giudite e condannate a Cartagine dalla tua santit e da altri vescoviassieme a te. Io non ero presente, come ricordi, ma venni aCartagine successivamente ed esaminai gli Atti degli stessiavvenimenti. Di questi Atti rammento alcune proposizioni, ma nonso se negli Atti si trovino tutte le proposizioni di sopra. Che conta

    per che alcune non siano state eventualmente conservate e quindinemmeno condannate, se consta che sono da condannare? Poi,interposto il mio nome, furono obiettate anche altre Imputazioniche erano state mandate a me dalla Sicilia, perch i nostri fratellicattolici di l si sentivano turbati da simili questioni. Ad esse risposisufficientemente, come mi sembra, per mezzo del libro scritto adIlario, il quale me le aveva rimesse per consultazione in una sualettera 63. Eccole: " L'uomo se vuole pu vivere senza peccato. Ibambini, anche se non vengono battezzati, hanno la vita eterna. Airicchi battezzati, se non rinunziano a tutto, non giova a nulla il beneche sembra a loro di fare e non possono ricevere il regno di Dio ".

    Il tesario di Celestio risulta condannato dai vescovi.

    11. 24. A queste obiezioni, come attestano gli Atti, Pelagio risposecos: " Della possibilit dell'uomo d'esser senza peccato statodetto sopra. Dell'esistenza di uomini senza peccato prima dellavenuta del Signore, anche noi diciamo che prima dell'avvento delCristo certuni vissero in santit e giustizia, secondo la tradizionedelle Scritture sante. Quanto alle altre affermazioni, anche secondola testimonianza di costoro, non sono state fatte da me e di essenon mi devo giustificare, ma, ci nonostante, per la tranquillit delsanto Sinodo anatematizzo coloro che ritengono o che hanno giritenuto cos ". Dopo questa sua risposta il Sinodo disse: "Relativamente alle suddette imputazioni il qui presente Pelagio hadato sufficiente e retta soddisfazione, anatematizzando quelle che

    non erano sue ". Noi dunque costatiamo e riteniamo che non soloda Pelagio, ma anche dai santi vescovi che presiedevano a quelgiudizio furono condannati gli errori perniciosissimi di questa eresia.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    21/61

    Eccoli: " Adamo fu creato mortale ", e per spiegarne meglio il sensofu aggiunto: " Egli sarebbe morto, sia che peccasse, sia che nonpeccasse ". " Il peccato di Adamo danneggi lui soltanto e non ilgenere umano. La Legge conduce al regno nella stessa maniera del

    Vangelo. I neonati si trovano nel medesimo stato in cui era Adamoprima della sua prevaricazione. N per la morte, n per laprevaricazione di Adamo muore tutto il genere umano; n per larisurrezione del Cristo risorge tutto il genere umano. I bambini,anche se non sono battezzati, hanno la vita eterna. Ai ricchi dopo ilbattesimo, se non rinunziano a tutto, non giova a nulla il bene chesembra a loro di fare e non possono ricevere il regno di Dio ". Tuttiquesti errori risultano condannati da quel tribunale ecclesiastico perl'anatema di Pelagio e per gli interventi verbali dei vescovi 64.

    Pelagio fu assolto, perch condann le proposizionisuddette.

    11. 25. Ora, da tali questioni e dalle asserzioni litigiosissime dicoteste sentenze, che ormai avevano portato la febbre dappertutto,era turbata la debolezza di molti nostri fratelli. Perci dallapreoccupazione della carit che per la grazia del Cristo giustamenteabbiamo verso la Chiesa del Cristo sono stato costretto a scrivere

    su alcuni di questi problemi e massimamente sul battesimo deibambini anche a Marcellino di beata memoria, il quale ogni giornodoveva sopportare quei molestissimi litiganti e mi consultava perlettera. Nei riguardi del battesimo anche dopo per tuo volere nellaBasilica dei Maggiori, stringendo pure in mano l'Epistola delgloriosissimo martire Cipriano 65, declamando e commentando ilsuo testo su questo tema, aiutato dalle tue preghiere, mi sforzaiper quanto mi fu possibile perch tale empio errore fosse sradicatodal cuore di alcuni guadagnati alle tesi che vediamo condannate inquesti Atti. Queste sono le tesi che certi loro sostenitori tentavanodi far accettare ad alcuni nostri fratelli, minacciandoli diun'eventuale condanna da parte delle Chiese d'Oriente, se non leavessero accolte. Ecco, quattordici vescovi della Chiesa orientale, inquella terra alla quale il Signore offri visibilmente la presenza dellasua incarnazione, non avrebbero assolto Pelagio, se egli non avessecondannato quegli errori come avversi alla fede cattolica. Se costuidunque in tanto fu assolto in quanto li anatematizz, essi

    sicuramente furono condannati. Ci apparir pi abbondantementee pi chiaramente nel seguito.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    22/61

    L'esame di altre due risposte di Pelagio.

    11. 26. Vediamo adesso le due affermazioni che Pelagio non volleanatematizzare anche perch le ha riconosciute sue. Ma egli, per

    togliere quello che in esse urtava, spieg come le intendeva.Dichiar: " Della possibilit dell'uomo d'esser senza peccato statodetto sopra ". S, stato detto e noi lo ricordiamo, ma mitigato eper questo approvato dai giudici, con l'aggiunta della grazia di Dio,taciuta in quelle Imputazioni. Come abbia risposto sulla secondaaffermazione merita un esame alquanto pi attento. Dichiar: "Dell'esistenza di uomini senza peccato prima dellavenuta delSignore, diciamo anche noi che prima dell'avvento del Cristo certunivissero in santit e giustizia, secondo la tradizione delle sante

    Scritture ". Non os dire: Diciamo anche noi che prima dell'avventodel Cristo vissero degli uomini senza peccato: era quello che gli siobiettava per le affermazioni di Celestio. Pelagio avvert quantofosse pericoloso e odioso. Ma disse: " Diciamo anche noi che primadell'avvento del Cristo certuni vissero in santit e giustizia ". Chipotrebbe negarlo? Ma altro questo e altro l'esser vissuti senzapeccato. Vivevano in santit e giustizia anche coloro che tuttaviadichiaravano con sincerit: Se diciamo che siamo senza peccato,inganniamonoi stessi e la verit non in noi66. Pure oggi moltivivono in giustizia e santit e tuttavia non mentiscono dicendonell'orazione: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ainostri debitori67. Ci dunque piacque ai giudici nel modo in cuiPelagio asser di dirlo, non nel modo in cui secondo l'obiezionel'aveva detto Celestio. Adesso esaminiamo, per quanto ci possibile, quello che resta.

    Un'altra accusa a Pelagio: la Chiesa terrena immacolata.

    12. 27. Si obiett a Pelagio di dire che " la Chiesa vive quaggisenza macchia n ruga ". Anche i donatisti ebbero con noi un lungodibattito nella nostra Conferenza 68, sulla mescolanza dei cattivi coni buoni, ma noi li incalzavamo di preferenza argomentando dallamescolanza della pula con il frumento come nella parabola dell'aia.Con la medesima parabola possiamo rispondere anche a questi, ameno che non vogliano eventualmente restringere la Chiesa a queisoli buoni che asseriscono esenti del tutto da qualsiasi peccato,perch la Chiesa possa essere sulla terra senza macchia n ruga.Se cos, ripeto quello che ho detto poc'anzi: Come sarebberomembra della Chiesa coloro nei quali un'umilt verace grida: Se

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    23/61

    diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la veritnon in noi69? O come pregherebbe la Chiesa con le parole che leha insegnato il Signore: Rimetti a noi i nostri debiti70, se la Chiesafosse in questo mondo senza macchia e senza ruga? Costoro

    devono essere interrogati infine su se stessi: se confessino d'avereo no qualche peccato. Se negheranno d'avere peccati, si dovr direa costoro che ingannano se stessi e che la verit non in loro. Seinvece confesseranno d'avere qualche peccato, che cosaconfesseranno se non qualche propria ruga o macchia? Essi dunquenon sono membra della Chiesa, perch essa senza macchia esenza ruga, ed essi invece sono con qualche macchia e ruga.

    La risposta di Pelagio.

    12. 28. Ma a questa obiezione Pelagio rispose con vigile cautelache i giudici cattolici apprezzarono senza esitazione. Dichiar: " stato detto da noi, ma in questo senso: perch con il lavacro laChiesa si purifica da ogni macchia e ruga e perch il Signore vuoleche la Chiesa rimanga cos ". A questo il Sinodo rispose: " Ci piaceanche a noi ". Chi di noi infatti potrebbe negare che nel battesimosi rimettono i peccati a tutti e che tutti i fedeli risalgono senzamacchia n ruga dal lavacro della rigenerazione? O a quale cristiano

    cattolico non piace quello che piace anche al Signore e che siavverer: che la Chiesa sia per sempre senza macchia n ruga?Proprio questo stanno facendo presentemente la misericordia e lagiustizia di Dio: condurre la santa Chiesa a quella perfezione nellaquale rimarr in eterno senza macchia e senza ruga. Ma tra illavacro nel quale tutte le macchie e le rughe del passato vengonoeliminate e il regno nel quale la Chiesa durer perpetuamentesenza macchia e senza ruga c' di mezzo questo tempo d'orazionedurante il quale necessario che la Chiesa dica: Rimetti a noi inostri debiti71. L'accusa mossa a costoro di dire che " la Chiesa vivequaggi senza macchia n ruga " aveva lo scopo di sapere se essicon tale sentenza osassero proibire l'orazione con la quale giorno enotte la Chiesa gi battezzata domanda per s il perdono deipeccati. Di questo tempo intermedio, tra l'indulgenza dei peccatiche si fa nel lavacro e la permanenza senza peccati che si avr nelregno, non ci fu nessuna discussione con Pelagio e nessunadecisione dei vescovi, ma soltanto questa dichiarazione che Pelagio

    credette di dover fare brevemente: non l'aveva detto cos comeappariva dall'obiezione. Quando infatti rispose: " stato detto danoi, ma in questo senso", che cosa volle far apparire se non di non

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    24/61

    averlo detto nel senso in cui gli obiettori credevano l'avesse detto?Appare tuttavia a mio avviso abbastanza chiaro che cosa abbiaguidato i giudici nel dire che " piaceva anche a loro ci ", ossia ilbattesimo con il quale la Chiesa si lava dai peccati e il regno dove

    vivr per sempre santa senza peccati la Chiesa che adesso se nepurifica.

    Differenza tra il senso in cui si pronunzi il Concilio e ilsenso in cui si era espresso Celestio sulla verginit perpetua.

    13. 29. Successivamente fu presentato sotto forma di obiezioni daun libro di Celestio il contenuto d'ogni capitolo, pi a senso che aparola. Per la verit Celestio sviluppa gli argomenti pi

    estesamente, ma i presentatori del libello d'accusa contro Pelagiodissero di non aver potuto sottoporre al Sinodo tutto il testo.Proposero dunque dal primo capitolo del libro di Celestio questaaffermazione: " Noi facciamo pi di ci che comandato nellaLegge e nel Vangelo ". All'obiezione Pelagio rispose: " Propongonoquesto come se fosse un'idea nostra, ma noi l'abbiamo dettoseguendo l'Apostolo sul tema della verginit, a proposito della qualedice: Non ho alcun comando dal Signore 72 ". Il Sinodo disse: "Questo l'accetta anche la Chiesa ". Ho letto io in che senso Celestio

    lo afferma nel suo libro, a meno tuttavia che non lo ripudi comesuo. L'afferma per dimostrare che noi abbiamo per la natura dellibero arbitrio tanta possibilit di non peccare che facciamo anche dipi di quello che comandato, perch molti serbano la verginitperpetua che non di precetto, mentre per non peccare bastaadempiere i precetti. Vediamo invece perch i giudici poteronoapprovare la risposta data da Pelagio. In essa non intesero implicital'osservanza di tutti i comandamenti della Legge e del Vangelo daparte di coloro che per giunta osservano la verginit che non comandata, ma intesero solo nel senso restrittivo che la verginitnon comandata vale pi della castit coniugale comandata eosservare la verginit vale pi che osservare la castit coniugale:ben inteso tuttavia che non si ha la forza d'osservare n l'una nl'altra senza la grazia di Dio, dal momento che l'Apostolo parlandodi questo argomento dice: Vorrei che tutti fossero come me; maciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in unmodo, chi inunaltro 73. E lo stesso Signore, avendogli detto i discepoli: Se questa

    la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene maritarsi,omeglio come ha il testo latino: Non conviene ammogliarsi,replic: Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali stato

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    25/61

    concesso 74. Ecco dunque che cosa i vescovi dichiararono accettatodalla Chiesa: la verginit permanente che non comandata vale pidella castit coniugale che comandata. In quale senso invecel'abbia detto Pelagio o Celestio i giudici non riuscirono a saperlo.

    Pelagio contro Celestio.

    14. 30. Ora da qui si continuano ad obiettare a Pelagio altri capitolidi Celestio, capitali e senza dubbio cos meritevoli di condanna che,se egli non li avesse anatematizzati, sarebbe stato certamentecondannato insieme con essi. Nel terzo capitolo Celestio avevascritto: " La grazia e l'aiuto di Dio non ci sono dati per ilcompimento delle singole azioni, ma consistono nel libero arbitrio o

    nella legge e nella dottrina ". E ancora: " La grazia di Dio si dsecondo i nostri meriti, perch se Dio la desse ai peccatoriapparirebbe ingiusto ". E da queste parole aveva tirata laconclusione: " Ecco perch anche la stessa grazia consiste nella miavolont, degno o indegno che io sia. Perch, se facessimo tutte lenostre azioni in forza della grazia, quando rimaniamo vinti dalpeccato, la sconfitta non sarebbe nostra, ma della grazia divina, laquale ci voleva aiutare in ogni modo e non c' riuscita ". E scriveancora: " Se grazia di Dio quando vinciamo i peccati, allora

    quando siamo vinti dal peccato Dio stesso in colpa, perch egli onon ha potuto o non ha voluto custodirci ad oltranza ". A questecontestazioni Pelagio rispose: " Se queste affermazioni siano diCelestio lo vedano coloro stessi che gliele attribuiscono. Quanto ame, io non ho mai ritenuto questo, ma anatematizzo chi lo ritiene ".Il Sinodo disse: " Il santo Sinodo ti accoglie, perch in tal modocondanni affermazioni riprovevoli ". Nei riguardi di tutti questi erroririsulta certamente manifesta sia la risposta di Pelagio che lianatematizza, sia la sentenza perentoria dei vescovi che licondanna. Ammettiamo che rimanga dubbio o ignoto se siano statisostenuti o siano sostenuti ancora da Pelagio o da Celestio o daambedue o da nessuno dei due o da altri, sia insieme a loro, siasotto il loro nome: risulta comunque da questo processo che talierrori furono condannati e che Pelagio avrebbe dovuto essercondannato insieme ad essi, se egli stesso non li avessecondannati. Sicuramente adesso dopo questo giudizio, quando noidiscutiamo contro siffatte sentenze, contro un'eresia condannata

    che discutiamo.Sprazzi di speranza nei riguardi di Pelagio.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    26/61

    14. 31. Dir anche qualcosa di pi lieto. Pi sopra, quando Pelagiodiceva 75 che " con l'aiuto della grazia di Dio l'uomo pu viveresenza peccato ", io temevo che egli chiamasse grazia la possibilitdella natura, creata da Dio con il libero arbitrio, come si trova

    scritto in quel libro che io ricevei come suo76

    e a cui ho risposto; etemevo che parlando in tal modo avesse ingannato gli ignari giudici.Adesso invece, quando anatematizza coloro che dicono che " lagrazia e l'aiuto di Dio non si dnno per il compimento delle singoleazioni, ma consistono nel libero arbitrio o nella legge e dottrina ",appare ben evidente che egli intende per grazia quella che vieneinsegnata dalla Chiesa del Cristo, quella che viene data con lasomministrazione dello Spirito Santo, perch siamo aiutati nellesingole nostre azioni. per questo anche che domandiamo sempre

    l'aiuto opportuno per non esser trascinati in tentazione 77. N ho piormai la paura di prima che malauguratamente dove ha detto: "Non pu esser senza peccato se non chi ha la conoscenza dellalegge " ed ha spiegato questa sua sentenza nel senso di " riporrenella conoscenza della legge l'aiuto a non peccare ", voglia farpassare per grazia di Dio la medesima conoscenza della legge.Ecco, egli anatematizza coloro che sostengono quest'opinione!Ecco, egli non vuole che si confondano con la grazia di Dio dallaquale veniamo aiutati nelle singole nostre azioni n la natura dellibero arbitrio, n la legge e la dottrina! Che resta allora se non chePelagio intenda la grazia che si d secondo l'Apostolo conlasomministrazione dello Spirito Santo 78?Quella grazia di cui ilSignore dice: Non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire,perch vi sar suggerito in quel momento ci che dovrete dire: nonsiete infatti voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parlain voi79. N adesso ci dev'essere pi la paura chemalauguratamente dove dice: " Tutti sono governati dalla propria

    volont " e lo spiega cos: " L'ho detto per il libero arbitrio, al qualeDio presta il suo aiuto nello scegliere il bene ", abbia anche quiinteso dire che Dio presta il suo aiuto per mezzo della natura dellibero arbitrio e per mezzo della dottrina della legge. Avendo egliinfatti anatematizzato giustamente coloro che " dicono che la graziae l'aiuto di Dio non si dnno per il compimento delle singole azioni,ma consistono nel libero arbitrio o nella legge e nella dottrina ",sicuramente la grazia o l'aiuto di Dio si d per le singole azioni,rimanendo a parte il libero arbitrio o la legge e la dottrina, e quindi

    noi siamo governati da Dio nelle singole nostre azioni quando sono

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    27/61

    azioni buone, e non preghiamo invano dicendo: Rendi saldi i mieipassi secondo la tua parola e su di me non prevalga il male 80.

    S. Paolo pot meritare i suoi molti carismi?

    14. 32. Ma ci che segue a cotesti pronunziamenti di Pelagio mirende di nuovo perplesso. Infatti, essendo stato obiettato a Pelagiodal quinto capitolo del libro di Celestio, ove si afferma che " Ogniuomo pu avere tutte le virt e le grazie " e si elimina " la diversitdelle grazie insegnata dall'Apostolo ", Pelagio rispose: " statodetto da noi, ma l'hanno ripreso maliziosamente e ignorantemente.Noi infatti non eliminiamo la diversit delle grazie, ma diciamo cheDio dona tutte le grazie a chi degno di riceverle, come le don

    all'apostolo Paolo ". A questa risposta il Sinodo disse: "Ragionevolmente e nel senso della Chiesa anche tu pensi del donodelle grazie elencate dal santo Apostolo ". Qui potrebbe chiederequalcuno: Che cosa allora ti preoccupa? Negherai tu chenell'Apostolo ci furono tutte le virt e le grazie? Ma io, se siprendono tutte quelle grazie che lo stesso Apostolo ha ricordate inun solo testo e che, penso, hanno intese anche i vescovi perapprovare la risposta di Pelagio e giudicarla come data " nel sensodella Chiesa ", non dubito che l'apostolo Paolo le abbia avute tutte.

    Egli dice infatti:Alcuni perci Dio li ha posti nella Chiesa in primoluogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogocome maestri; e poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, idoni di assistenza, di governare, delle lingue 81. Che dunque?Diremo che l'Apostolo non ebbe tutti questi doni? Chi oserebbedirlo? Dal momento infatti che era apostolo, aveva appuntol'apostolato. Ma aveva anche la profezia. Non c' forse una suaprofezia in queste sue parole: Lo Spirito dichiara apertamente chenegli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta aspiriti menzogneri e a dottrine diaboliche 82, ecc.? Egli era puremaestro dei pagani nella fede e nella verit 83. E operava miracoli eguarigioni: infatti scosse dalla sua mano una vipera che lo stavamordendo e rimase illeso; e un paralitico si drizz in piedi ad unasua parola che gli restitu subito la salute. Che cosa intenda come "doni di assistenza " oscuro, perch un'espressione di largosignificato 84. Comunque chi direbbe che sia mancata questa graziaad uno le cui fatiche risultano essere state di tanta assistenza per la

    salvezza degli uomini? Che cosa poi pi glorioso del suo governo,avendo il Signore governato allora molte Chiese per mezzo di lui egovernandole pure adesso per mezzo delle sue Lettere? Infine

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    28/61

    quanto alle lingue, quali poterono mancargli, se egli dice: Grazie aDio, io parlo con il dono delle lingue molto pi di tutti voi85? Propriodunque perch si deve credere che nessuno di questi doni mancall'apostolo Paolo, per questo i giudici approvarono la risposta di

    Pelagio che " a lui furono donate tutte le grazie ". Ma ci sono anchealtre grazie non ricordate da Paolo in quel passo. Certamente grazieancora pi numerose e pi grandi di quelle dell'apostolo Paolo,bench egli fosse un membro molto eminente del corpo del Cristo,ha ricevuto lo stesso Capo di tutto il corpo, sia nella carnedell'uomo, sia nell'anima dell'uomo, la sua creatura che il Verbo diDio assunse nell'unit della sua persona perch egli fosse il nostrocapo e noi fossimo il suo corpo. E in verit, se in ciascuna personaci potessero essere tutte le grazie, sembrerebbe adoperata invano

    la similitudine presa a questo scopo dalle membra del nostro corpo. vero che alcuni beni sono comuni a tutte le membra, come lasanit, come la vita, ma ce ne sono anche altri che competonocome propri alle singole membra, tanto che n l'orecchio percepiscei colori, n l'occhio i suoni, e per questo scritto: Se il corpo fossetuttoocchio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dovel'odorato?86 E ci non si dice senza dubbio come se fosseimpossibile a Dio prestare agli orecchi il senso della vista e agliocchi il senso dell'udito. Tuttavia certo che cosa Dio faccia nelcorpo del Cristo che la Chiesa 87 e quanta diversit di Chieseabbia indicato l'Apostolo, perch le singole Chiese, quasidistinguendosi tra loro come membra diverse, possedessero anchedoni propri a ciascuna di esse. Perci chiara ormai sia la causaper la quale coloro che mossero l'obiezione non vollero che fosseeliminata la diversit delle grazie, sia la causa per la quale i vescoviper riguardo all'apostolo Paolo, nel quale riconosciamo tutti i doniche egli elenca tutti insieme in quel solo passo, poterono approvare

    la risposta di Pelagio.Il concetto stesso di grazia.

    14. 33. Che cos' dunque che, come ho detto precedentemente, miha allarmato in questo capitolo? Precisamente quello che dichiaraPelagio: " Dio dona tutte le grazie a chi degno di riceverle, comele don all'apostolo Paolo ". Non mi preoccuperebbe affatto questasua frase se non ci fosse di mezzo questa causa di cui dobbiamo

    avere la massima cura: cio che ci perda la grazia di Dio, mentrenoi taciamo e dissimuliamo un male cos grande. Poich dunquePelagio non dice che Dio dona le sue grazie a chi vuole, ma dice: "

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    29/61

    Dio dona tutte le grazie a chi degno di riceverle ", non ho potutonel leggere fare a meno di sospettare. Evidentemente si elimina lostesso nome di grazia e il significato di tal nome, se la grazia non sid gratis, ma la riceve chi n' degno. Mi accuser forse qualcuno

    d'offendere l'Apostolo, perch dico che non era degno della grazia?Anzi proprio allora procuro offesa a lui e punizione a me, se noncredo a ci che dice egli stesso. Non ha egli forse definito la graziain modo da far capire che si chiama cos appunto perch si dgratis? Egli ha detto precisamente questo: E se lo per grazia, nonlo per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe pi grazia 88. Perquesto ha detto nello stesso senso:A chi lavora il salario non vienecalcolato come una grazia ma come debito 89. C'dunque un debitoverso chiunque degno; ma se c' un debito, non grazia, perch

    la grazia si dona e il debito si paga. Si dona dunque la grazia agliindegni per poter pagare il debito ai degni; ma a far s che i degniabbiano tutti i beni che meriteranno di riscuotere in paga lostesso Dio che, quando erano indegni, ha dato in regalo i beni chenon meritavano d'avere.

    La fede non si pu meritare.

    14. 34. Replicher forse Pelagio: Non per le opere, ma per la fede

    ho detto che l'Apostolo era degno che gli si donassero quelle graziecos grandi: non lo meritarono infatti le sue opere che prima nonerano buone, ma lo merit tuttavia la sua fede. Ebbene? Pensiamoforse che la fede non operi? Anzi proprio essa che veramenteopera, operando per mezzo della carit 90. Per quanto poi si esaltinole opere degli infedeli, noi conosciamo la sentenza vera e invitta delmedesimo Apostolo: Tutto ci che non viene dalla fede peccato 91.La ragione per per cui egli dice spesso che la giustizia non ci accreditata per le opere, bens per la fede, mentre piuttosto lafede che operaper mezzodella carit, questa: nessuno devestimare che si possa giungere alla fede stessa per i meriti delleopere, essendo la fede stessa l'inizio da cui cominciano le buoneopere, perch, come scritto, ci che non viene dalla fede peccato. Per questo nel Cantico deiCantici si dice anche allaChiesa: Verrai e passerai da me partendo dalla fede 92. Per quantodunque la fede impetri la grazia di operare bene, non certamenteper merito della fede che noi abbiamo meritato d'avere la fede

    stessa, ma la misericordia del Signore ci ha prevenuti93

    nel darcela,perch nella fede seguissimo il Signore. Ce la siamo forse data danoi e ci siamo fatti fedeli da noi stessi? Anche sotto questo aspetto

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    30/61

    io grido con sicurezza: Egli ci ha fatti e non noi da noi94. Nient'altrodel resto mette in rilievo l'insegnamento dell'Apostolo dove dice:Per la grazia che mi stata concessa, io dico a ciascuno di voi: nonsopravvalutatevi pi di quanto conveniente valutarsi, ma

    valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione,ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha data 95. Da cinasce appunto anche la domanda: Che cosa mai possiedi che tunon abbia ricevuto?96 [Osservazione giustissima], dal momento cheabbiamo ricevuto anche ci da cui comincia tutto quello cheabbiamo di buono nelle nostre azioni.

    Sono doni di Dio i meriti dell'uomo.

    14. 35. Perch allora il medesimo Apostolo dice: Ho combattuto labuona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giustogiudice, mi pagher in quel giorno 97, se questi premi non si paganoa persone degne, ma si donano a persone indegne? Chi dice cos,riflette poco che la corona non si sarebbe potuta pagare allapersona degna, se la grazia non le fosse stata regalata quand'eraindegna. Dice, s: Ho combattuto la buona battaglia 98, ma eglistesso dice anche: Siano rese grazie a Dio che ci d la vittoria per

    mezzo del Signore nostro Ges Cristo 99. Dice: Ho terminato la miacorsa, ma egli stesso dice anche: Non dipende dalla volont ndagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia100. Dice: Hoconservato la fede, ma egli stesso dice anche: So infatti a chi hocreduto e sono convinto che egli capace di conservare il miodeposito fino a quel giorno 101, cio il mioplico raccomandato, einfatti alcuni codici non hanno deposito, ma l'espressione pi facileplico raccomandato. Ora, che cosa raccomandiamo a Dio se nonquei beni che lo preghiamo di conservarci, tra i quali c' anche lastessa nostra fede? Che altro infatti raccomand per l'apostoloPietro con la sua preghiera il Signore, tanto da dirgli: Io ho pregatoper te, Pietro, che non venga meno la tua fede 102, se non che Dioconservasse la sua fede ed egli non venisse meno cedendo allatentazione? Perci, o beato Paolo, grande predicatore della grazia,dir n temer - chi infatti, se lo dico, si adirer con me meno di te,che dicesti di dirlo e insegnasti d'insegnarlo? -, dir dunque ntemer: Dio paga ai tuoi meriti certamente la loro corona, ma i

    meriti tuoi sono doni suoi.S. Paolo non pot meritare l'apostolato.

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    31/61

    14. 36. pagato dunque un debito premio all'Apostolo degno, malo stesso apostolato fu regalato dalla grazia senza debito ad unuomo indegno. Mi pentir forse d'averlo detto? Mai! Mi difenderinfatti in questo caso dall'odiosit la testimonianza dell'Apostolo e a

    chiamare me sfacciato provocatore non sar se non chi avr avutola sfacciataggine di chiamare mentitore lui. lui stesso che grida, lui stesso che attesta, lui stesso che per esaltare i doni di Dionella sua persona e non vantarsi in se stesso, ma nel Signore 103,non solo dice di non aver avuto meriti buoni di nessun genere perdiventare apostolo, ma svela anche i suoi meriti cattivi permanifestare e lodare la grazia di Dio. Scrive: Non sono adatto adessere chiamato Apostolo104. E ci che altro significa se nonquesto: " Non sono degno "? Infatti la maggior parte dei codici

    latini ha proprio cos. precisamente la nostra questione: l'ufficiodell'apostolato contiene appunto tutte quelle grazie gi ricordate.Non era infatti conveniente od opportuno che un apostolo nonavesse la profezia o che non fosse maestro o che non splendesse dimiracoli e di guarigioni o che non prestasse soccorsi o nongovernasse le Chiese o non eccellesse nelle varie lingue. Tuttequeste grazie insieme comprende il nome di apostolato da solo. Luistesso dunque consultiamo, lui stesso anzi ascoltiamo e a luidiciamo: O santo apostolo Paolo, il monaco Pelagio dice che tu eridegno di ricevere tutte le grazie del tuo apostolato, tu che dici di testesso? Egli risponde: Non sono degno di essere chiamato Apostolo.E allora? Per onorare Paolo oser credere su di lui a Pelagiopiuttosto che a Paolo? Non lo far. Se lo far, mi graver di unonere invece di tributare a Paolo un onore. Ascoltiamo ancheperch non degno d'esser chiamato apostolo. Dice: Perch hoperseguitato la Chiesa di Dio 105. A seguire la logica, chi nongiudicherebbe che un uomo siffatto meritava piuttosto d'esser

    condannato dal Cristo che d'esser chiamato dal Cristo? Chi lo puamare tanto come predicatore da non detestarlo come persecutore?Ottimamente dunque e veracemente egli stesso dice: Non sonodegno di essere chiamato Apostolo, perch ho perseguitato laChiesa di Dio. Facendo dunque tanto male donde hai meritato tantobene? Ascoltino la sua risposta tutte le genti: Per grazia di Dio sonoquello che sono 106. stata forse lodata la grazia per una ragionediversa da questa: fu regalata ad un indegno? E la sua grazia, dice,in me non stata vana 107. Questo lo comanda pure agli altri, per

    mettere in risalto altres l'arbitrio della volont, l dove dice: Ora viraccomandiamo ed esortiamo a non accogliere invano la grazia di

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    32/61

    Dio 108. Ma con che dimostra che la grazia di Dio non stata vana inlui se non con quello che segue:Anzi ho faticato pi di tutti loro109?Non fatic dunque per ricevere la grazia, ma la ricev per faticare,e cos, per avere ci che lo rendesse degno di ricevere i premi non

    gratuiti, ricev da indegno la grazia gratuita. E per giunta non ardarrogarsi nemmeno la stessa fatica. Dopo infatti aver detto: Hofaticato pi di tutti loro, aggiunge immediatamente: Non io per,ma la grazia di Dio che con me110. O magnifico precettore,banditore, cantore della grazia! A che mirano coteste tue parole: Hofaticato di pi, non io per?Dove la volont ha spiccato un piccolovolo, l subito stata pronta la vigile Piet e ha tremato l'umilt,perch l'infermit ha riconosciuto se stessa.

    Una testimonianza del vescovo di Gerusalemme.

    14. 37. Come indicano gli Atti, si serv giustamente anche diquesta testimonianza il santo vescovo della Chiesa diGerusalemme, Giovanni 111. Lo raccont egli stesso ai nostri colleghinell'episcopato che presiedevano con lui in quel tribunale, quandofu interrogato quali fossero stati gli avvenimenti accaduti presso dilui prima del giudizio. Raccont che alcuni sussurravano e dicevanoche Pelagio andava affermando che " senza la grazia di Dio l'uomo

    pu arrivare alla perfezione ", cio, come aveva detto prima, "l'uomo pu vivere senza peccato ". Allora intervenne Giovanni: "Facendo l'accusatore, ricordai su questo punto che anche l'apostoloPaolo, pur avendo faticato molto, l'ha detto tuttavia non secondo lesue forze, bens secondo la grazia di Dio: Ioho faticato pi di tuttiloro; non io per, ma la grazia di Dio che con me 112. E le altreparole: Non dipende dalla volont n dagli sforzi dell'uomo, ma daDio che usa misericordia 113. E le parole del salmo: Se il Signorenon costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori114. Ecitammo molti altri testi simili dalle Scritture sante. Mentre queipresbiteri non accettavano i nostri riferimenti dalle sante Scritture,ma continuavano a borbottare, Pelagio afferm: Credo anch'io cos.Sia anatema a chi dice che l'uomo pu senza l'aiuto di Dioprogredire fino a possedere tutte le virt ".

    Pelagio, presente, non respinse la testimonianza del vescovodi Gerusalemme.

    15. 38. Questi fatti raccont il vescovo Giovanni alla presenza diPelagio, il quale certo avrebbe potuto dire garbatamente: " Si

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    33/61

    sbaglia la tua santit, non ricorda bene; io non ho detto di fronte aqueste testimonianze che tu citasti dalle Scritture: Credo cos.Perch io non le intendo nel senso che la grazia di Dio collabori conl'uomo in tal modo che il suo non peccare non dipende dalla volont

    n dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia115

    ".Pelagio avrebbe dovuto replicare al vescovo diGerusalemme, perch dava una interpretazione di S. Paolocontraria alla sua.

    16. 39. Esistono infatti certi commenti della Lettera di S. Paolo aiRomani, che si dicono essere dello stesso Pelagio 116, nei quali lafrase: Non dipende dalla volont n dagli sforzi dell'uomo, ma da

    Dio che usa misericordia secondo Pelagio " non stata detta perconto di Paolo, ma che questi nel pronunziarla ha usato la voce diuno che interroga e obietta, come se una tale affermazione non sidovesse evidentemente fare ". Quando dunque il vescovo Giovanniriconobbe esplicitamente che questa sentenza era dell'Apostolo,quando la cit proprio perch Pelagio non reputasse che qualcunopossa evitare il peccato senza la grazia di Dio, quando disse chePelagio aveva risposto: " Credo anch'io cos " e Pelagio sent diretutto questo in sua presenza, non ci fu da parte di costui nessuna

    smentita: Io non credo cos. Occorre quindi che nei riguardi di quelcommento sbagliato, dove vuol dare ad intendere che l'Apostolonon ha ritenuto questa sentenza, ma piuttosto l'ha respinta, o neghiche suo o non indugi a correggerlo e ad emendarlo. Qualunquecosa infatti abbia detto il vescovo Giovanni sul conto dei nostrifratelli assenti, sia dei coepiscopi Eros e Lazzaro, sia del presbiteroOrosio 117, sia degli altri dei quali non sono stati indicati i nomi,credo che Pelagio capisca che ci non pu farsi valere a pregiudiziocontro di loro. Se infatti fossero stati presenti, lungi da mel'affermare che forse avrebbero potuto convincere di falso Giovanni,ma probabilmente gli avrebbero rammentato quello che avevadimenticato o quello in cui l'interprete latino l'aveva ingannato,sebbene senza l'intento di mentire, ma sicuramente per una certadifficolt nella lingua straniera poco capita. Tanto pi che ladiscussione non veniva trascritta a verbale negli Atti, che sono statiutilmente istituiti perch gli imbroglioni non mentiscano e i buoninon abbiano nulla da dimenticare. Se qualcuno per vorr proporre

    delle questioni sulla vicenda ai suddetti nostri fratelli e li chiamer acomparire davanti ad un tribunale di vescovi, essi faranno ilpossibile per essere presenti. Quanto a noi, perch dovremmo

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    34/61

    affaticarci su questo punto, se nemmeno gli stessi giudici, dopo ilracconto di un nostro fratello nell'episcopato, vollero emettere ungiudizio sulla medesima questione?

    La buona fede di Pelagio molto sospetta.

    17. 40. Poich dunque Pelagio, che era presente, in riferimento aquelle testimonianze delle Scritture con il suo silenzio riconobbed'aver detto che credeva cos, come mai, ricordando poco sopraquel testo dell'Apostolo e trovando che Paolo ha confessato: Nonsono degno di essere chiamato apostolo, perch ho perseguitato laChiesa di Dio, ma per grazia di Dio sono quello che sono 118, comemai non cap che, trattando dell'abbondanza delle grazie ricevute

    dal medesimo Apostolo, non avrebbe dovuto dire che Paolo " eradegno di riceverle "? Infatti lo stesso Paolo non solo si dettoindegno di riceverle, ma l'ha dimostrato adducendo anche un'altraragione e ha fatto risaltare cos la grazia come vera grazia. Ma seper mala sorte non fu in grado di ripensare o di ricordare il raccontogi fatto molto tempo prima dal santo vescovo Giovanni, tenesseconto almeno della propria recentissima risposta e avesse presentigli errori che, obiettatigli attraverso gli scritti di Celestio, egli avevaanatematizzati poco tempo prima. Anche tra essi c' appunto

    l'errore che si obiett come insegnato da Celestio: " La grazia di Diosi d secondo i nostri meriti ". Se Pelagio dunque anatematizzquesto errore con sincerit, perch mai dice che tutte quelle graziefurono date all'Apostolo secondo il suo merito? C' forse differenzatra essere degno di ricevere e ricevere secondo il merito? PuPelagio dimostrare con qualche sottile argomentazione che uno puessere degno senza meritare? Comunque Celestio o chi altro sial'autore di cui Pelagio anatematizz tutti i precedenti errori, non gliconsente di sollevare una cortina di fumo su questa espressione pernascondersi dentro di essa. Incalza infatti dicendo: " Anche lastessa grazia consiste nella mia volont, degno o indegno che io sia". Se dunque fu condannata da Pelagio con rettitudine e sinceritl'affermazione che " la grazia di Dio si d secondo i meriti e a coloroche ne sono degni ", con che cuore pens o con quale bocca proferle parole: " Diciamo che Dio dona tutte le grazie a chi degno diriceverle "? Chi, se avverte diligentemente tutto questo, sarebbecapace di non preoccuparsi della risposta di Pelagio o della sua

    autodifesa?

  • 7/29/2019 Sant'Agostino - Gli Atti Di Pelagio (ITA)

    35/61

    Agostino si sente perplesso di fronte alla sentenza deivescovi.

    17. 41. Domander qualcuno: Perch dunque i giudici approvarono

    Pelagio? Confesso che gi io stesso non me lo spiego. Maevidentemente o quella rapida parola " degno " sfugg con facilitall'ascolto e all'avvertenza dei giudici, o stimando che essa potesseintendersi rettamente in qualche modo credettero che non fosse ilcaso di promuovere una controversia su di una parola appena conun imputato di cui sullo stesso argomento sembrava ad essi dipossedere limpide confessioni. Sarebbe accaduto lo stesso anche anoi, se ci fossimo trovati a sedere con essi in quel tribunale. Se, peresempio, al posto di " degno " fosse stato messo: " predestinato " o

    un'altra parola simile, certamente non avrebbe toccato o turbatol'animo nessuno scrupolo. Se al contrario venisse chiamato degnoinvece che eletto chi giustificato per elezione di grazia,certamente senza buoni meriti precedenti ma per destinazionedivina, sarebbe difficile giudicare se ci si possa accettare consicurezza o costituisca una bench minima offesa all'intelligenza.Per quanto mi riguarda, io sorvolerei facilmente su questa parola "degno ", se quel libro, a cui ho risposto e nel quale Pelagio non dicegrazia di Dio nient'altro che la nostra natura dotata di libero arbitriogratuitamente creata, non mi rendesse preoccupato dell'intenzionedello stesso Pelagio: forse gli ha fatto inserire quella parola non lanegligenza del suo linguaggio, ma la diligenza del suo dogma.Quanto alle ultimissime asserzioni che ormai restano da esaminare,esse turbarono talmente i giudici che pensarono di doverlecondannare ancora prima della risposta di Pelagio.

    Proposizioni condannate dai vescovi prima della risposta diPelagio.

    18. 42. Infatti nel sesto capitolo del libro di Celestio si trova questaproposizione che fu messa sotto accusa: " Non si possono chiamarefigli di Dio se non coloro che sono stati resi puri assolutamente daogni peccato ". Con questo metro, secondo lui, sarebbe detto dallaScrittura che non figlio di D