Sant'Agostino - Lo Spirito e La Lettera (ITA)

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    LO SPIRITO E LA LETTERATutte le Opere - versione italiana > Polemici >

    Lo Spirito e la lettera

    SANT'AGOSTINO

    LO SPIRITO E LA LETTERA

    Non tutto quello che possibile, anche reale.

    1. 1. Vedo che hai letto, carissimo figlio Marcellino, i libri che hocompilato recentemente per te, sul battesimo dei bambini e sullaperfezione della giustizia dell'uomo, che sembra che in questa vitanon sia stata mai raggiunta o non sar mai raggiunta da nessuno,eccettuato soltanto il Mediatore, il quale ha sofferto le condizioniumane nella somiglianza della carne del peccato senza nessunpeccato. Ora mi scrivi di nuovo che ti ha sorpreso l'affermazione dame fatta nel secondo dei due libri ove dico che in teoria possibile

    l'esistenza di un uomo senza peccato, se non manca la volontumana aiutata dalla grazia divina, ma di fatto nego che sia esistitoo sia per esistere qualcuno con tale perfezione in questa vita,eccettuato solo colui nel quale tutti risorgeranno 1. Ti sembraassurdo che si dica possibile ci che nella realt senza esempi,mentre non dubiti, come credo, che non sia mai accaduto a uncammello di passare per la cruna di un ago e tuttavia Ges l'hadetto possibile a Dio 2. Potresti leggere pure che dodicimila legionidi angeli avrebbero potuto combattere a favore del Cristo perch

    non patisse3

    , e tuttavia non si avverato. Potresti leggere che erapossibile lo sterminio in una sola volta di tutte le genti della terrache veniva data ai figli d'Israele 4, e tuttavia Dio volle che avvenissea poco a poco 5; e altri infiniti esempi possono presentarsi di eventiche diciamo possibili nel passato o nel presente e di cui tuttavia nonsiamo in grado di addurre nessun esempio di realizzazione. Lapossibilit dunque che l'uomo sia senza peccato non la dobbiamonegare per il fatto che non esiste nessuno fra gli uomini, all'infuoridi colui che non uomo soltanto ma per sua natura anche Dio,

    nel quale la possiamo dimostrare realizzata.

    Le buone opere dell'uomo sono insieme opere di Dio.

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    2. 2. Ora forse mi risponderai che nel caso di questi eventi da mericordati come non avvenuti, pur essendo stati possibili, si tratta diopere di Dio e che invece essere senza peccato per l'uomo operadell'uomo stesso ed precisamente la sua opera migliore che lo

    mette in possesso della giustizia piena e perfetta e assoluta propriosotto tutti gli aspetti, e che quindi non credibile che nessuno o siaesistito o esista o sia per esistere in questa vita che abbia compiutoquest'opera, se pu essere compiuta da un uomo. Devi perriflettere che tale risultato, sebbene sia opera dell'uomo, altresun dono di Dio e quindi non devi dubitare che sia insieme operadivina. L'Apostolo dice appunto: Dio infatti che suscita in voi ilvolere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni6.

    E' un errore di ottimismo, ma non un grave errore, crederealla esistenza di uomini esenti assolutamente da ognipeccato.

    2. 3. Perci non sono persone che diano tanta noia quelle cheaffermano tale esistenza e bisogna insistere con loro chedocumentino, se possono, per il presente e per il passato l'esistenzaqui di uomini senza peccati di nessuna specie. Infatti ci sono letestimonianze delle Scritture, come per esempio: Non chiamare in

    giudizio il tuo servo: nessun vivente davanti a te giusto 7, e tuttigli altri testi simili che, mi sembra, dnno per definito che nessunuomo vivente quaggi, bench abbia l'uso del libero arbitrio, sitrova senza peccato. Ora se qualcuno riuscisse ad insegnare che sidevono intendere diversamente da come suonano questetestimonianze, se dimostrasse che taluno o taluni sono vissuti quisenza peccato, la persona che, oltre a non opporsi minimamente acostui, non si congratulasse moltissimo con lui, sarebbe vittima dinotevole malevolenza. Anzi, anche se, ed io ci credo di pi, nessunoesiste o esistito o esister con tale perfetta purezza e tuttaviaqualcuno insiste a credere che esista o sia esistito o esister, inquesto caso, per quanto ne posso giudicare io, non si sbaglia ngrossolanamente n pericolosamente, quando ci si inganna per uncerto ottimismo. Purch chi lo crede non lo creda di se stesso, ameno che non sia venuto a saperlo con tutta seriet e limpidit.

    Pi grave l'errore che nega nell'uomo la necessit dellagrazia divina per fare il bene.

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    2. 4. Viceversa ci si deve opporre con la massima decisione edenergia a coloro che attribuiscono alla forza della volont umana dasola senza l'aiuto di Dio la possibilit o di raggiungere la perfezionedella giustizia o di tendere ad essa con profitto. Quando costoro

    sono incalzati a dire per quale ragione presumono che ci avvengasenza l'aiuto di Dio, si tirano indietro e non sanno fare pi taleaffermazione, rendendosi conto quanto sia empia ed insopportabile.Quanto per alla ragione per cui tali risultati non si ottengono difatto senza l'aiuto di Dio, affermano che duplice: perch Dio cheha creato l'uomo con il libero arbitrio della volont e perch Diostesso che con i suoi precetti insegna all'uomo come deve vivere ecertamente l'aiuta sottraendolo all'ignoranza con i suoiinsegnamenti. In tal modo l'uomo nel suo operare sapr che cosa

    deve evitare e a che cosa deve mirare, e quindi per mezzo dellibero arbitrio che gli innato per natura, imboccando la stradaindicatagli e vivendo nella continenza e nella giustizia e nella piet,meriter d'arrivare alla vita beata e insieme eterna.

    L'uomo non fa il bene senza la carit soprannaturale chegliene d l'amore e il diletto.

    3. 5. Noi al contrario diciamo che la volont umana viene aiutata da

    Dio a compiere le opere della giustizia nel modo seguente: oltre adessere stato creato con il libero arbitrio [della volont], oltre aricevere la dottrina che gli comanda come deve vivere, l'uomoriceve fin d'ora, mentre cammina nello stato di fede e non divisione, lo Spirito Santo, il quale suscita nel suo animo il piacere el'amore di quel sommo e immutabile bene che Dio 8. Egli allora inforza di questa specie di caparra che gli stata data della gratuitamunificenza divina arde dal desiderio d'obbedire al Creatore es'infiamma nel proposito d'accedere alla partecipazione della veraluce di Dio 9, cosicch da dove gli viene l'essere gli viene anche ilbenessere. Infatti anche il libero arbitrio non vale che a peccare, serimane nascosta la via della verit. E quando comincia a nonrimanere pi nascosto ci che si deve fare e dove si deve tendere,anche allora, se tutto ci non arriva altres a dilettare e a farsiamare, non si agisce, non si esegue, non si vive bene. Ma perchtutto ci sia amato, la carit di Dio si riversa nei nostri cuori nonper mezzo del libero arbitrio che sorge da noi, bens per mezzo

    dello Spirito Santo che stato dato a noi10

    .

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    La lettera a volte il senso materiale, a volte la legge senzala grazia.

    4. 6. La dottrina appunto dalla quale riceviamo il comandamento di

    vivere sobriamente e rettamente lettera che uccide, se non ciassiste lo Spirito che vivifica. Infatti le parole: La lettera uccide, loSpirito d vita 11, non si devono intendere soltanto comeammonizione a non prendere in senso letterale ci che statoscritto in senso figurato e di cui sarebbe assurdo il senso letterale;ma, intuendo il loro significato simbolico, cerchiamo di nutrirel'uomo interiore con una interpretazione spirituale, perch lasapienza della carne porta alla morte, mentre la sapienza delloSpirito porta alla vita e alla pace 12. Ad esempio, se uno prendesse

    materialmente molte delle cose che sono state scritte nel Canticodei cantici, non per gli effetti prodotti dalla luminosa carit, ma pergli affetti illeciti di una libidinosa volutt. Non dunque nel solo modosuddetto sono da intendersi le parole dell'Apostolo: La letterauccide, lo Spirito d vita, ma anche e principalmente nel senso incui dice in un altro passo: Non avrei conosciuto la concupiscenza,se la legge non avesse detto: Non desiderare 13. E poco pi sottodice: Il peccato, prendendo occasione dal comandamento, mi hasedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte 14. Ecco che cosasignifica: La lettera uccide. E certamente quando si dice: Nondesiderare, non si dice qualcosa di figurato da non prendereletteralmente, ma un precetto apertissimo e salutarissimo,adempiendo il quale non si avr pi nessun peccato. Ecco perchl'Apostolo ha scelto il comandamento: Non desiderare a principiogenerale in cui abbraccia tutto, come se esso fosse la voce dellalegge che tiene lontani da ogni peccato, e di fatto nessun peccato sicommette se non per concupiscenza: perci buona e lodevole la

    legge che comanda cos. Ma quando non aiuta lo Spirito Santo,suscitando al posto della concupiscenza cattiva la concupiscenzabuona, ossia riversando nei nostri cuori la carit, allora quellalegge, per quanto buona, con la sua proibizione accresce ildesiderio del male. Come l'impeto dell'acqua che non cessa diriversarsi in una direzione, se viene ostacolato, diventa pi forte e,travolto l'ostacolo, precipita in basso con maggior massa e violenza.Non so infatti per quale ragione, ma ci che si desidera, si fa conpi piacere se vietato. Ed cos che il peccato mediante il

    comandamento seduce e uccide, se al comandamento accede anchela trasgressione, che non c' dove non c' la legge 15.

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    Prendo la lettera nel senso di pura legge.

    5. 7. Ma, se piace, esaminiamo tutto questo passo della Letteradell'Apostolo e spieghiamolo con l'aiuto del Signore. Voglio

    dimostrare, se ci riuscir, che le parole dell'Apostolo: La letterauccide, lo Spirito d vita 16, non vanno riportate alle locuzionifigurate, bench anche a queste si possano ben adattare, ma vannointese piuttosto della legge che espressamente proibisce il male.Quando l'avr dimostrato, allora apparir meglio che vivere bene un dono di Dio: non solo perch Dio ha dato all'uomo il liberoarbitrio senza il quale non si vive moralmente n male n bene, nonsolo perch Dio ha dato la legge con la quale c'insegna come sideve vivere 17, ma perch mediante lo Spirito Santo diffonde la

    carit nel cuore di coloro 18 che ha preconosciuti per predestinarli,ha predestinati per chiamarli, ha chiamati per giustificarli, hagiustificati per glorificarli. Quando questo sar chiaro, vedrai, comespero, la falsit di affermare che soltanto le opere di Dio sonopossibili senza nessun esempio di realizzazione, come dicevamo delpassaggio d'un cammello per la cruna d'un ago e di tutte quelleoperazioni che per noi sono impossibili, ma facili a Dio; vedraiquindi la falsit di non annoverare tra queste opere di Dio lagiustizia umana, perch non dovrebbe computarsi come opera diDio, bens come opera dell'uomo, e infine vedrai la falsit di direche, se la perfezione della giustizia umana possibile in questavita, non c' ragione di credere che essa sia senza nessun esempiodi realizzazione. Che dunque tutto ci sia detto senza veritrisulter sufficientemente chiaro, quando apparir evidente da unaparte che la stessa giustizia umana deve attribuirsi ad operazione diDio, sebbene non si attui senza la volont dell'uomo, e che d'altraparte non possiamo negare che la perfetta realizzazione della

    giustizia possibile anche in questa vita, perch tutte le cose sonopossibili a Dio 19, tanto quelle che fa con la sua sola volont, quantoquelle che ha stabilito di fare con la cooperazione della volont dellasua creatura. Perci ogni cosa che Dio non fa tra quelle che gli sonopossibili, rimane certamente senza esempio tra le opere fatte, maha presso Dio la causa della sua possibilit nella potenza divina e lacausa della sua mancata realizzazione nella sapienza divina. Eanche se questa causa rimane nascosta all'uomo, egli non sidimentichi che un uomo e non attribuisca a Dio mancanza di

    sapienza per il fatto che non comprende appieno la sua sapienza.La legge uccide.

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    5. 8. Ascolta dunque attentamente l'Apostolo che nella Lettera aiRomanispiega ed evidenzia sufficientemente che le parole dette aiCorinzi: La lettera uccide, lo Spirito d vita 20 vanno intesepreferibilmente nel senso detto sopra, perch la lettera della legge

    che insegna a non peccare uccide, se manca lo Spirito che d vita:essa in realt fa conoscere il peccato invece di farlo evitare e quindifa addizione di peccato invece che sottrazione, accedendo allaconcupiscenza cattiva anche la trasgressione della legge.

    Le parole dove abbond la colpa, ivi sovrabbond la grazianon premiano il peccato.

    6. 9. L'Apostolo dunque volendo caldeggiare la grazia che venuta

    a tutte le genti per mezzo di Ges Cristo, perch i Giudei non siinsuperbissero contro gli altri popoli d'aver ricevuto la legge, dopoaver detto che la colpa e la morte erano entrate nel genere umanoa causa di un solo uomo e altres la giustizia e la vita eterna permezzo di un solo uomo 21, indicando apertissimamente primaAdamo e poi il Cristo, scrive: La legge sopraggiunse, perchabbondasse la colpa, ma laddove abbondato il peccato hasovrabbondato la grazia, perch, come il peccato aveva regnato conla morte, cos regni anche la grazia con la giustizia per la vita

    eterna per mezzo di Ges Cristo nostro Signore 22. Poi facendosi das un'obiezione scrive: Che diremo dunque? Continuiamo a restarenel peccato, perch abbondi la grazia? assurdo 23. Si accorgeinfatti che in modo perverso poteva essere inteso da personeperverse quanto aveva detto con le parole: La legge sopraggiunse,perchabbondasse la colpa, ma laddove abbondato il peccato hasovrabbondato la grazia 24, come se avesse detto che il peccatogiova alla sovrabbondanza della grazia. Per risolvere la difficoltrisponde: assurdo! e soggiunge: Noi che gi siamo morti alpeccato, come potremo ancora vivere nel peccato 25?Cio:"Avendoci la grazia fatto morire al peccato, se vivessimo in esso,che altro faremmo se non essere ingrati alla grazia?". Chi loda ibenefici di una medicina non dice che giovano le malattie e le feriteche essa fa guarire nell'uomo, ma quanto pi si esalta unamedicina, tanto pi si fa risaltare la gravit e l'orrore delle feriteche la medicina cos lodata manda via. Ugualmente la lode el'esaltazione della grazia sono biasimo e condanna dei peccati.

    Doveva essere mostrata la bruttezza del suo male all'uomo, alquale non giov contro il suo peccato nemmeno la legge santa ebuona, che invece di diminuire fece aumentare il peccato, essendo

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    la legge sopraggiunta perch abbondasse la colpa. Convinto econfuso in tale maniera, l'uomo doveva sentire la necessit d'averein Dio non solo un dottore, ma anche un soccorritore, che rendessesaldi i suoi passi, perch non prevalesse su di lui il male 26 ed egli

    guarisse ricorrendo all'aiuto della misericordia [divina] e cosladdove abbond la colpa sovrabbondasse la grazia, non per meritodel peccatore, ma per aiuto del soccorritore.

    Opere dello Spirito sono la morte e la risurrezione di Ges.

    6. 10. Con logica conseguenza l'Apostolo indica la medesimamedicina misticamente presente nella passione e risurrezione delCristo, scrivendo subito dopo: O non sapete che quanti siamo stati

    battezzati nel Cristo Ges, siamo stati battezzati nella sua morte?Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a luinella morte, perch, come il Cristo fu risuscitato dai morti permezzo della gloria del Padre, cos anche noi possiamo camminare inuna vita nuova. Se infatti siamo completamente uniti a lui con unamorte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio stato crocifisso con lui,perch fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo pischiavi del peccato. Infatti chi morto, ormai libero dal peccato.

    Ma se siamo morti con il Cristo, crediamo che anche vivremo conlui, sapendo che il Cristo risuscitato dai morti non muore pi; lamorte non ha pi potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte,egli mor al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto cheegli vive, vive per Dio. Cos anche voi consideratevi morti alpeccato, ma viventi per Dio, nel Cristo Ges 27. Risalta bene che ilmistero della morte e risurrezione del Signore simboleggia iltramonto della nostra vita vecchia e il sorgere della nostra vitanuova, e indica l'abolizione dell'iniquit e la rinnovazione dellagiustizia. Da dove se non solamente dalla fede in Ges Cristopotrebbe venire all'uomo questo cos grande beneficio attraverso lalettera della legge?

    Per fare il bene l'uomo non basta a se stesso.

    7. 11. Questo santo modo di pensare salva i figli degli uomini chesperano nella protezione delle ali di Dio 28 per saziarsi dell'opulenzadella sua casa e dissetarsi al torrente delle sue delizie: in lui c'infatti la sorgente della vita e nella sua luce noi vedremo la luce;egli spande la sua misericordia su coloro che lo conoscono e la sua

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    giustizia sui retti di cuore. Non spande la sua misericordia perch loconoscono gi, ma anche perch lo conoscano; non spande la suagiustizia con la quale giustifica l'empio 29 perch sono retti di cuore,ma anche perch siano retti di cuore. Questo modo di pensare non

    leva in superbia. Il vizio della superbia nasce quando uno confidatroppo in se stesso e crede d'essere da s fonte della propria vita.Con il sentimento della superbia ci si allontana da quella fonte divita alla quale soltanto si beve la giustizia, cio la buona vita, e ci siallontana da quella luce immutabile della quale partecipa e inqualche modo si accende l'anima perch diventi anch'essa lucecreata, come era Giovanni lampada che ardeva e splendeva 30. Eglituttavia, riconoscendo chi lo faceva splendere, dice: Dalla suapienezza noi tutti abbiamo ricevuto 31. Dalla pienezza di chi se non

    di colui a confronto del quale Giovanni non era la luce? Il Cristoinfatti era la luce vera, quella che illumina ogni uomo, che viene inquesto mondo32. Perci il salmista, dopo aver pregato nelmedesimo salmo: Spandi la tua misericordia su coloro che ticonoscono e la tua giustizia sui retti di cuore, dice: Non miraggiunga il piede dei superbi, non mi disperda la mano degli empi.Ecco, sono caduti i malfattori, abbattuti, non possono rialzarsi33.Per l'empiet appunto con la quale attribuisce a s ci che di Diociascuno viene ricacciato nelle sue tenebre, che sono le operecattive. Queste infatti ben capace di fare e per farle basta a sestesso. Le opere della giustizia invece non le fa se non nella misurain cui riceve di farle da quella fonte e da quella luce dove c' la vitache non ha bisogno di nulla e dove non c' variazione n ombra dicambiamento 34.

    S. Paolo il predicatore della grazia.

    7. 12. L'Apostolo cambi il suo nome Saulo con cui si chiamava 35in Paolo, secondo me proprio per apparire piccolo, come l'infimodegli Apostoli 36. Il motivo per cui battagli lungamente efortemente e fervorosamente a difesa ed esaltazione della grazia diDio contro coloro che, superbi ed arroganti, presumevano delleproprie opere, fu che in lui la grazia apparve veramente piluminosa e pi radiosa. Egli, quando perseguitava accanitamente laChiesa di Dio, compiva tali opere che gli avrebbero dovuto farmeritare il supremo castigo ed invece ricevette la misericordia al

    posto della condanna, consegu la grazia al posto della pena. Indifesa della grazia a ragione sopra ogni altro grida e combatte, nsi cura d'incorrere nell'impopolarit presso persone che in un

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    argomento tanto profondo e troppo misterioso non intendevano lesue parole veraci e le storcevano a sensi erronei. Tutto eglisopporta, pur di esaltare senza remore il dono di Dio, per il qualeunicamente si salvano i figli della promessa, i figli della beneficenza

    divina, i figli della grazia e della misericordia, i figli del TestamentoNuovo. In primo luogo ogni suo saluto viene, espresso cos:A voigrazia e pace da Dio Padre e dal Cristo Ges Signore 37. Poi nellaLettera ai Romanila grazia quasi l'unica questione e vienetrattata con tanta combattivit, con tanta variet da affaticare, s,l'attenzione di chi legge, ma tuttavia utilmente e salutarmente, dimodo che piuttosto che fiaccare allena le membra dell'uomointeriore.

    Non basta la legge n la sua osservanza esteriore.

    8. 13. Da questa lettera vengono i testi che ho gi riferito. Da quiviene il rimprovero al giudeo che si chiama giudeo e non pratica ciche professa. Scrive: Se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e tiriposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, del quale conosci lavolont, e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ci che meglio, e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di coloro chesono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici,

    perch possiedi nella legge l'espressione della sapienza e dellaverit, ebbene come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a testesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che proibiscil'adulterio, sei adultero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi?Tu che ti glori della legge, offendiDio trasgredendo la legge?Infatti: Il nome di Dio bestemmiato per causa vostra tra ipagani38,come sta scritto. La circoncisione utile, s, se osservi lalegge; mase trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei comeuno non circonciso. Se dunque chi non circonciso osserva leprescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verr forsecontata come circoncisione? E cos chi non circonciso fisicamente,ma osserva la legge, giudicher te, che, nonostante la lettera dellalegge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge. Infattigiudeo non chi appare tale all'esterno e la circoncisione non quella visibile della carne, ma giudeo colui che lo interiormentee la circoncisione quella del cuore, nello spirito e non nellalettera; la sua gloria non viene dagli uomini, ma da Dio 39. Qui fa

    vedere manifestamente in che senso dice: Ti glori di Dio. Perch, seun vero giudeo si gloriasse di Dio come vuole la grazia, che nonviene data per i meriti delle opere, ma gratuitamente, la sua gloria

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    verrebbe da Dio e non dagli uomini. Al contrario costoro sigloriavano di Dio come se avessero meritato, essi soli, di ricevere lasua legge, secondo le parole del salmo: Cos non ha fatto connessun altro popolo, non ha manifestato ad altri i suoi precetti40. E

    credevano d'essere con la propria giustizia fedeli esecutori di questalegge di Dio, bench in realt ne fossero piuttosto trasgressori.Perci la legge provocava su di essi l'ira di Dio 41, abbondando ilpeccato, che veniva commesso scientemente da loro. Perch anchequelli che si attenevano ai precetti della legge, ma senza l'aiutodello Spirito della grazia, agivano per timore di pena e non peramore di giustizia. Perci agli occhi di Dio non c'era nella lorovolont quello che agli occhi degli uomini appariva nella loroattivit, ed erano invece ritenuti colpevoli di ci che Dio li sapeva

    pi disposti a fare, se l'avessero potuto fare impunemente. Dice poicirconcisione del cuore, cio volont pura da ogni concupiscenzaillecita, e questa si ha non dalla lettera che insegna e minaccia, madallo Spirito che aiuta e risana. Perci la gloria di costoro non vienedagli uomini, ma da Dio, che mediante la sua grazia dona di chepossano gloriarsi. Di Dio si dice: Nel Signore si glorier la miaanima 42. A Dio si dice: Sei tu la mia lode 43. Non cos coloro che aDio vogliono dare la lode di essere uomini, ma a se stessi la lode diessere giusti.

    Dio non va lodato solo per la sua legge morale.

    8. 14. Dicono: "Ma noi lodiamo anche Dio come autore della nostragiustificazione per aver egli dato la legge, guardando alla qualesappiamo come dobbiamo vivere". E costoro leggono senzaascoltare: In virt delle opere della legge nessun uomo sargiustificato davanti a Dio 44. Pu giustificarsi davanti agli uomini,ma non davanti a colui che fa l'ispezione del cuore stesso e dellavolont intima 45, dove vede che chi osserva la legge per pauradella legge, diversamente preferirebbe fare, se fosse lecito. Eperch non nasca in alcuno il sospetto che la legge da cui l'Apostolodice che nessuno viene giustificato sia quella che contiene negliantichi sacramenti molti precetti simbolici e dalla quale imposta lastessa circoncisione della carne, comandata ai bambini nell'ottavogiorno 46, subito soggiunge quale legge abbia inteso e dice: Permezzo della legge si ha la conoscenza del peccato. Si tratta dunque

    di quella legge di cui dir dopo: Io non ho conosciuto il peccato senon per la legge, n avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge

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    non avesse detto: Non desiderare 47. Che altro significano le parole:Per mezzo della legge si ha la conoscenza del peccato?

    La giustizia di Dio si attua senza la legge, ma si manifesta

    con la legge.

    9. 15. Qui forse quell'umana presunzione che ignora la giustizia diDio e ne vuole stabilire una propria 48 dir che giustamentel'Apostolo dichiara: In virt della legge nessuno sar giustificato 49,perch la legge mostra soltanto che cosa fare o evitare e spetta poialla volont eseguire quello che la legge ha indicato: cos l'uomonon si giustifica per imperio di legge, ma per libero arbitrio.Osserva per, o uomo, quello che segue: Ora invece,

    indipendentemente dalla legge si manifestata la giustizia di Dio,testimoniata dalla legge e dai profeti50. poco per i sordi? Dice: Lagiustizia di Dio si manifestata. Questa ignorano coloro che nevogliono stabilire una propria 51 e a questa non si voglionosottomettere. Dice: La giustizia di Dio si manifestata. Non dice:"la giustizia dell'uomo o la giustizia della propria volont", ma lagiustizia di Dio, non quella di cui giusto Dio, ma quella di cui Dioriveste l'uomo quando lo giustifica dal peccato. Questa vienetestimoniata dalla legge e dai profeti: a questa cio rendono

    testimonianza la Legge e i Profeti. La prima infatti, poich si limitasolo al comando e alla minaccia senza giustificare nessuno,chiaramente indica che l'uomo viene giustificato dalla gratuit diDio mediante lo Spirito. I Profeti poi rendono testimonianza, perchci che essi predissero l'ha compiuto la venuta del Cristo. Seguitainfatti dicendo: Giustizia di Dio per mezzo della fede di GesCristo 52, cio mediante la fede con la quale si crede nel Cristo.Come questa fede detta del Cristo non quella con la quale crede ilCristo, cos pure la giustizia detta di Dio non quella di cui giustoDio. L'una e l'altra nostra, ma si dice di Dio e del Cristo, perch civiene donata dalla liberalit divina. La giustizia dunque di Dio,indipendente dalla legge, non si manifestata indipendentementedalla legge. Come infatti sarebbe stata testimoniata dalla legge, sesi fosse manifestata indipendentemente dalla legge? Ma la giustiziadi Dio indipendente dalla legge quella che Dio conferisce alcredente mediante lo Spirito della grazia senza l'aiuto della legge,cio senza che il credente sia aiutato dalla legge. Mediante la legge

    Dio ha mostrato all'uomo la sua infermit, perch con la federicorresse alla sua misericordia e guarisse. Della sapienza di Dio scritto che legge e misericordia ha sulla lingua 53: cio la legge della

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    quale fa rei i superbi, la misericordia con la quale giustifica coloroche si sono umiliati. Dunque giustizia di Dio per mezzo della fede inGes Cristo, per tutti quelli che credono. E non c' distinzione: tuttihanno peccato e hanno bisogno della gloria di Dio 54, non della

    gloria propria. Che cosa hanno infatti senza averlo ricevuto55

    ? E selo hanno ricevuto, perch si gloriano come se non l'avesseroricevuto? Hanno dunque bisogno della gloria di Dio. E osservaquello che segue: Giustificati gratuitamente per la sua grazia56.Dunque non giustificati per la legge, non giustificati per la propriavolont, ma giustificati gratuitamente per la sua grazia. Non che ciavvenga senza la nostra volont, ma la nostra volont si dimostrainferma davanti alla legge, perch la grazia guarisca la volont, e lavolont guarita osservi la legge, non pi soggetta alla legge, n

    bisognosa della legge.

    Diversa funzione della legge: pedagogo alla giustizia per chinon ancora giusto, esercizio di giustizia per chi gigiusto.

    10. 16. La legge non fatta peril giusto e tuttavia buona, se unone usa legalmente 57. Mettendo insieme queste due affermazioniquasi opposte tra loro l'Apostolo avverte il lettore e lo avvia ad

    esaminare e risolvere la questione. Come pu essere vero che lalegge buona se uno ne usa legalmente, ammessa come veraanche l'affermazione successiva: Sono convinto che la legge non fatta per il giusto? Chi usa legalmente della legge il giusto.Eppure la legge non fatta per lui, ma per l'ingiusto. L'ingiustoper per giustificarsi, cio per diventare giusto, deve anche luiusare legalmente della legge per essere condotto da essa come daun pedagogo alla grazia, che sola gli d di poter osservare i precettidella legge 58. La grazia lo giustifica gratuitamente, cio senzameriti precedenti da parte delle sue opere, altrimenti la grazia nonsarebbe pi grazia 59. La grazia non ci viene data, perch abbiamogi fatto opere buone, ma perch le possiamo fare: cio non perchabbiamo gi osservato la legge, ma perch la possiamo osservare.Dice infatti: Non sono venuto per abolire la legge, ma per darlecompimento 60; di lui stato detto: Vedemmo la sua gloria, gloriacome di Unigenitodal Padre, pieno di grazia e di verit 61. lagloria della quale detto: Tutti hanno peccato e hanno bisogno

    della gloria di Dio62

    . la grazia della quale dice di seguito:Giustificati gratuitamenteper la sua grazia 63. Chi non giusto usadunque legalmente della legge per diventare giusto. Quando lo

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    diventato, non usi pi della legge come d'un veicolo 64, essendo giarrivato, o meglio, per adottare la similitudine dell'Apostolo, non usipi della legge come d'un pedagogo, essendo gi stato educato.Quanto poi al giusto, come pu essere vero che la legge non fatta

    per lui, se anche a lui la legge necessaria non per essere condottoalla grazia giustificante 65, quasi fosse ingiusto, ma per usarnelegalmente da giusto? Non forse vero? Anzi senza forse certamente vero che il giusto fa uso legittimo della legge, e lodimostro. Infatti essa imposta agli ingiusti per atterrirli, perch,quando anche in essi il morbo dell'arrogante concupiscenza abbiacominciato a crescere per l'incentivo della proibizione e perl'accumularsi delle trasgressione, ricorrano per mezzo della fedealla grazia che giustifica e mediante il dono dello Spirito trovando

    dilettevole la soavit della giustizia, evitino la pena della lettera cheminaccia. Cos non saranno contrarie e contrastanti tra loro le dueaffermazioni: anche il giusto pu usare legalmente della legge, etuttavia la legge non fatta per il giusto. Egli infatti non statogiustificato dalla legge delle opere, ma dalla legge della fede, per laquale ha creduto che solamente dalla grazia divina poteva esseresoccorsa la sua infermit per osservare i precetti della legge delleopere.

    Non c' posto per la superbia.

    10. 17. Perci dice: Dove sta dunque il vanto? Esso stato escluso!Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge dellafede 66. Una delle due. O ha inteso il lodevole gloriarsi in Dio e nonl'ha detto escluso nel senso di sbalzato via, ma nel senso disbalzato ad arte, come si dicono sbalzatori certi cesellatoridell'argento. Per questo si legge anche nei Salmi: Siano esclusicoloro che sono stati provati dall'argento 67, cio risaltino coloro chesono stati approvati dalla parola di Dio. Infatti in un altro salmo silegge: I detti del Signore sono puri, argento raffinato nelcrogiolo 68. Oppure ha voluto alludere al gloriarsi vituperevole cheproviene dalla superbia, cio di coloro che, credendo di viveresecondo giustizia, se ne gloriano come se ci non l'avesseroricevuto 69. Un simile gloriarsi lo dice escluso non dalla legge delleopere, ma dalla legge della fede, come cosa reietta e abietta.Perch, dalla legge della fede ognuno sa che, se vive anche solo un

    tantino bene, lo ha dalla grazia di Dio e d'arrivare alla perfezionenell'amore della giustizia non gli verr se non dalla grazia.

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    La superbia dei buoni sarebbe la peggiore ingratitudineverso Dio.

    11. 18. Questo modo di pensare fa pio l'uomo, perch la piet la

    vera sapienza. Dico la piet che i greci chiamano qeosevbeia. Essaappunto stata raccomandata, quando all'uomo fu detto ci che silegge nel libro di Giobbe: Ecco, lapiet sapienza 70. In latino,rendendo la parola qeosevbeia secondo l'etimologia, poteva dirsiculto di Dio, ed esso consiste prima di tutto in questo: che l'animanon sia ingrata verso Dio. Tanto che anche nel verissimo ed unicosacrificio noi siamo esortati a rendere grazie al Signore nostro Dio.Ma l'anima si dimostrer ingrata verso Dio se attribuir a s quelloche le viene da Dio e massimamente la giustizia. Quando l'anima si

    gloria delle opere di giustizia come di cose procurate a s da sestessa, non si gonfia banalmente come quando ci si vanta dellaricchezza, della bellezza fisica, dell'eloquenza e di tutti gli altri beni,sia esterni, sia del corpo che dell'animo, in possesso di solito anchedegli scellerati, ma si gonfia quasi raffinatamente come di beni chesono propri dei buoni. Per questo vizio, perdendo la stabilitdell'appoggio di Dio, anche alcuni grandi personaggi sono discesifino alla vergogna dell'idolatria. Perci il medesimo Apostolo nellamedesima lettera, in cui si fa veramente difensore della grazia,dopo aver detto di sentirsi debitore verso i greci e verso i barbari,verso i dotti e verso gli ignoranti, e d'essere quindi pronto, perquanto lo riguardava, ad evangelizzare anche i romani 71, dice: Ioinfatti non mi vergogno del vangelo, poich esso potenza di Dioper la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco. in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come stascritto: Il giusto vivr mediante la fede 72. Questa la giustizia diDio che, velata nel Vecchio Testamento, viene svelata nel Nuovo

    Testamento

    73

    . Ed essa si dice giustizia di Dio, perch Dio cheimpartendola ci fa giusti, come si dice salvezza del Signore 74 quellacon cui ci fa salvi. E la fede di cui si dice che la giustizia di Dio sirivela di fede in fede questa: dalla fede degli annunziatori allafede degli accoglitori. Per questa fede di Ges Cristo, che cio ilCristo ha conferito a noi, crediamo che ci viene da Dio il dono divivere nella giustizia e che in futuro tale dono ci sar dato conancora maggiore pienezza, e di ci gli rendiamo grazie con quellapiet che nel culto riservata a lui soltanto.

    Gli effetti della superbia.

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    12. 19. Non a torto l'Apostolo a questo punto si volge a ricordarecon orrore coloro che per il vizio gi detto, leggeri e gonfi, quasiinnalzatisi da se stessi nel vuoto, non potendosi ivi fermare, sonoprecipitati in basso senza pi forze e sono andati a sbattere come

    su pietre negli idoli falsi. Poich aveva lodato la piet della fede,dalla quale dobbiamo rendere grazie a Dio d'essere stati giustificati,dice, introducendo ci che si deve detestare come contrario: Inrealt l'ira di Dio si rivelata dal cielo contro ogni empiet e ogniingiustizia di uomini che soffocano la verit nell'iniquit, poich ciche di Dio si pu conoscere loro manifesto, Dio stesso lo hamanifestato. Infatti dalla creazione del mondo in poi, le sueperfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelleopere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinit; essi

    sono dunque inescusabili, perch, pur conoscendo Dio, non glihanno dato gloria n gli hanno reso grazie come a Dio, ma hannovaneggiato nei loro ragionamenti e si ottenebrata la loro menteottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti ehanno cambiato la gloria dell'incorruttibileDio con l'immagine e lafigura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili75.Nota che non li dice ignari della verit, ma colpevoli d'aversoffocato la verit nell'ingiustizia. E poich si affacciava all'animo ladomanda donde potesse esser venuta la conoscenza della verit acoloro ai quali Dio non aveva dato la legge, non tace nemmenodonde poterono averla dicendo che attraverso gli aspetti visibilidella creazione erano giunti all'intelligenza delle propriet invisibilidel Creatore. In realt i grandi ingegni, se hanno persistito nelcercare, sono riusciti pure a trovare. Dove sta dunque l'empiet?Eccola: Pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria ngli hannoreso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei lororagionamenti76. Vaneggiare propriamente la malattia di coloro

    che ingannano se stessi credendosi qualcosa, mentre non sononulla 77. Poi, ottenebrando se stessi con il tumore della superbia,dal cui piede pregava non esser toccato il santo cantore dei Salmiche disse: Nella tua luce vedremo la luce, si sono allontanati daquella luce dell'immutabile verit e si ottenebrata la loro menteottusa 78. Non una mente saggia, bench avessero conosciuto Dio,ma invece una mente ottusa, perch non lo glorificarono n loringraziarono come Dio. Infatti disse all'uomo: Ecco, temere Dio,questo sapienza 79. Pertanto, mentre si dichiaravano sapienti, e

    ci non si deve intendere se non nel senso che "ne attribuivano a sestessi il merito", sono diventati stolti80.

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    Oltre che con la legge, Dio aiuta direttamente con la graziala volont umana nel bene.

    12. 20. Che bisogno c' ormai di dire il seguito? Poich Dio resiste

    ai superbi, dove siano precipitati e affondati per la loro empietquegli uomini, dico quegli uomini che attraverso le creatureavevano potuto conoscere il Creatore, lo insegna successivamentela stessa lettera 81 meglio di quanto lo possiamo ricordare noi. Inquesto libro infatti noi non ci siamo proposti di spiegare la Letteraai Romanima ci sforziamo di dimostrare per quanto possiamo,massimamente con la sua testimonianza, che nell'operare lagiustizia l'aiuto che Dio dona a noi non sta nella legge che ci hadato, piena di buoni e santi precetti, bens nel fatto che la nostra

    stessa volont, senza la quale non possiamo operare il bene, vieneaiutata e sorretta dallo Spirito della grazia che ci viene impartito.Senza questo aiuto la dottrina della legge lettera che uccide,perch invece di giustificare i peccatori li coinvolge come rei ditrasgressione. Infatti come a quei conoscitori del Creatoreattraverso le creature la conoscenza stessa non giov nulla per lasalvezza, perch,purconoscendo Dio, non gli hanno dato gloria nresograzie comea Dio, mentre si dichiaravano sapienti82, coscoloro che tramite la legge di Dio conoscono in che modo devevivere l'uomo non vengono giustificati dalla conoscenza stessa,perch cercando distabilire la propria giustizia non si sonosottomessi alla giustiziadi Dio 83.

    La legge delle opere e la legge della fede non differiscono traloro per il contenuto morale.

    13. 21. In che differiscano tra loro la legge dei fatti, cio delleopere, che non esclude quel vanto e la legge della fede che

    l'esclude, vale la pena di esaminarlo, se pur riusciremo a coglierlo ea precisarlo. Ognuno pronto a dire che la legge delle opere nelgiudaismo e la legge della fede nel cristianesimo, perch lacirconcisione e le altre opere simili sono proprie della legge mosaicache ormai la disciplina cristiana non osserva pi. Ma quanto siasbagliato questo criterio gi da molto tentiamo di mostrarlo e forsel'abbiamo gi mostrato a coloro che sono svelti d'intelligenza,soprattutto a te e a quanti somigliano a te. Ma poich un punto digrande interesse, merita che ci ritorniamo sopra a pi riprese e cifermiamo a chiarirlo con testimonianze ancora pi numerose. Lalegge infatti a cui Paolo nega la forza di giustificare la stessa

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    legge che egli dice sopraggiunta perch abbondasse la colpa 84. Matuttavia, perch nessuno ignorantemente e sacrilegamentecriticasse e accusasse per questo la legge, egli la prende adifendere scrivendo: Che diremo dunque? La legge peccato? No

    certamente. Ma io non ho conosciuto il peccato senon per la legge,n avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto:Non desiderare. Prendendo pertanto occasioneda questocomandamento, il peccato scaten in me ogni sorta di desideri85.Dice pure: La legge santa e santo e giusto e buono ilcomandamento. Ma il peccato,per rivelarsi peccato, mi ha dato lamorte servendosi di ci che bene 86. La lettera che uccide 87 dunque la stessa legge che dice: Non desiderare88 e della qualePaolo scrive anche quello che ho gi riferito poco fa: Per mezzo

    della legge si ha solo la conoscenza del peccato. Ora invece,indipendentemente dalla legge, si manifestata la giustizia di Dio,testimoniata dalla legge e dai profeti: giustizia di Dio per mezzodella fede in Ges Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, masono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virt dellaredenzione realizzata, dal Cristo Ges. Dio lo ha prestabilito aservire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suosangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranzausata verso i peccati passati nel tempo della divina pazienza. Eglimanifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto egiustificare chi ha fede in Ges 89. Poi scrive quello di cui cioccupiamo attualmente: Dove sta dunque il vanto? Esso statoescluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla leggedella fede 90. La legge dunque delle opere quella che dice: Nondesiderare 91, perch essa fa conoscere il peccato. Vorrei allorasapere se qualcuno oser dirmi che la legge della fede non dice:

    Non desiderare. Se non lo dice, che ragione abbiamo di non peccaretranquillamente e impunemente sotto di essa? Di dire ciaccusavano l'Apostolo coloro dei quali egli scrive: Perch nondovremmo fare il male, affinch venga il bene, come alcuni la cuicondanna ben giusta, ci calunniano dicendo che noi loaffermiamo 92?Ma se anch'essa dice: Non desiderare, come noncessano d'attestarlo e conclamarlo molti precetti evangelici eapostolici, perch mai non si chiama anch'essa legge delle opere?Se non ha le opere degli antichi sacramenti, cio della circoncisione

    e delle altre prescrizioni, non per questo non sono opere quelle cheessa ha nei sacramenti appropriati al suo tempo. Non forse vero

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    invece che erano in questione le opere dei sacramenti quando ilmotivo di far menzione della legge era che da essa viene laconoscenza del peccato e perci da essa nessuno vienegiustificato 93? Non esclude quindi il vanto, che viene escluso invece

    dalla legge della fede, mediante la quale vive il giusto94

    . Ma forsenon viene la conoscenza del peccato anche dalla legge della fede 95,dicendo essa pure: Non desiderare?

    Con la legge Dio comanda a noi, con la fede Dio realizza innoi quello che comanda.

    13. 22. Dir dunque in breve la differenza che c'. Dove la leggedelle opere impera minacciando, la legge della fede impetra

    credendo. La prima dice: Non desiderare96

    , la seconda dice:Sapendo che nessuno pu essere continente, se Dio non glieloconcede, e sapere da chi viene questo dono gi effetto disapienza, mi rivolsi al Signore e lo pregai97. la stessa sapienza,chiamata piet, con la quale si rende culto al Padre della luce, dacui viene ogni buon regalo e ogni dono perfetto 98. Gli si rende cultoper con il sacrificio di lode e di ringraziamento, perch chi glirende culto non si glori in se stesso, ma in lui 99. Perci con la leggedelle opere Dio dice: "Fa' quello che comando", con la legge della

    fede si dice a Dio: "Da' quello che comandi". Infatti proprio perindicare quello che deve fare la fede interviene a comandare lalegge, ossia perch colui che riceve il comando, se non lo puancora fare, sappia cosa chiedere, se invece lo pu fare subito e lofa obbedientemente sappia altres per grazia di chi lo pu. Ora, noinon abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio perconoscere tutto ci che Dio ci ha donato 100, dice il medesimotenacissimo predicatore della grazia. Ma lo spirito di questo mondoche altro se non lo spirito di superbia? Da esso stataottenebrata la mente ottusa di coloro 101 che non glorificarono con ilrendimento di grazie quel Dio che pur avevano conosciuto. N daaltro spirito vengono ingannati anche coloro che, ignorando lagiustizia di Dio e pretendendo di stabilirne una propria, non sisottomettono alla giustizia di Dio 102. A me dunque sembra pi figliodella fede chi sa da chi sperare quanto non possiede ancora chenon chi attribuisce a s quello che possiede gi. Ad ambedue dapreferirsi tuttavia chi ha e insieme sa donde ha, purch non creda

    d'essere gi quello che non ancora, per non cadere altrimenti nelvizio di quel fariseo che, sebbene ringraziasse Dio delle qualit cheaveva, non chiedeva per nulla che gli venisse dato ancora, come

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    se nulla gli occorresse per accrescere e perfezionare la suagiustizia 103. Fatte dunque queste considerazioni e riflessioni con leforze che il Signore si degna donarci, concludiamo che i precettidella buona vita non giustificano l'uomo se non mediante la fede del

    Cristo Ges, cio non mediante la legge delle opere, ma la leggedella fede, non mediante la lettera, ma mediante lo Spirito, non peri meriti delle azioni, ma per grazia gratuita.

    Tutta la legge divina lettera che uccide, se manca la grazia.

    14. 23. Bench dunque l'Apostolo, nel rimproverare e correggerequelli che si lasciavano persuadere alla circoncisione 104, sembriintendere con il nome di legge la circoncisione stessa e le altre

    osservanze della medesima legge che adesso i cristiani respingonocome ombre delle cose future 105, possedendo essi ormai ci cheveniva promesso simbolicamente attraverso quelle ombre, tuttaviala legge da cui dice non essere giustificato nessuno non vuole che siveda solo in quei sacramenti che contenevano delle figurepromissive, ma anche in quelle opere che a farle si vive secondogiustizia, tra le quali pure il precetto: Non desiderare 106. Perch ciche diciamo diventi pi chiaro, vediamo il Decalogo stesso. certoche Mos ricevette sul monte, scritta dal dito di Dio in tavole di

    pietra, la legge da portare a conoscenza del popolo 107. Essa sicompendia nei dieci comandamenti 108, dove non prescritto nullariguardo alla circoncisione, nulla riguardo agli animali da offrirecome vittime e che adesso non vengono immolati dai cristiani. Diquesti dieci comandamenti dunque, eccettuata l'osservanza delsabato, mi si dica che cosa un cristiano non deve osservare: sia dinon farsi idoli o altri di e non adorarli all'infuori dell'unico vero Dio,sia di non nominare il nome di Dio invano, sia di onorare i genitori,sia di guardarsi dalle fornicazioni, dagli omicidi, dai furti, dalle falsetestimonianze, dagli adultri, dal desiderare le cose d'altri. Diqueste norme quale non dovrebbe osservare un cristiano? O forsel'Apostolo chiama lettera che uccide non questa legge scritta nelledue tavole, ma la legge della circoncisione e degli altri sacramentiantichi e gi aboliti? Ma come lo possiamo pensare dal momentoche nella legge c' il precetto: Non desiderare, che egli dice uncomandamento santo e giusto e buono, per mezzo del quale per ilpeccato mi ha sedotto e ucciso 109? Che altro significa: La lettera

    uccide?S. Paolo considera come lettera che uccide tutto il decalogo.

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    14. 24. Comunque con pi evidenza nello stesso passo della Letteraai Corinzidove dice: La lettera uccide, lo Spirito d vita 110, Paolovuole che non altro s'intenda come lettera se non lo stessoDecalogo scritto in quelle due tavole. Scrive infatti: Voi siete una

    lettera del Cristo, composta da noi, scritta non con inchiostro, macon lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulletavole di carne dei vostri cuori. Questa la fiducia che abbiamo permezzo del Cristo davanti a Dio. Non per che [da noi stessi] siamocapaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostracapacit viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una nuovaalleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perch la letterauccide, lo Spirito d vita. Se il ministero della morte, inciso inlettere su pietra, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli d'Israele

    non potevano fissare il volto di Mos a causa dello splendore pureffimero del suo volto, quanto pi sar glorioso il ministero delloSpirito? Se gi il ministero della condanna fu glorioso,molto di piabbonda di gloria il ministero della giustizia 111. Tante cose sipossono dire su questo testo, ma forse pi opportunamente inseguito. Per ora avverti quale sia secondo le parole di lui la letterache uccide 112 e alla quale contrappone lo Spirito che vivifica. certamente il ministero della morte inciso in lettere su pietra e ilministero della condanna 113, essendo sopraggiunta la legge perchabbondasse la colpa 114. Eppure le prescrizioni sono in se stessetanto utili e salutari per chi le mette in pratica che non pu avere lavita se non chi le mette in pratica. Oppure il Decalogo statochiamato lettera che uccide solo per il precetto che vi statoemanato riguardo al sabato in quanto chi osserva fino ad oggi quelgiorno come suona il senso letterale, segue la sapienza della carne,e la sapienza della carne porta poi alla morte 115, e degli altri novecomandamenti che si fa bene ad osservare come sono scritti, non si

    deve ritenere che appartengano alla legge delle opere, da cuinessuno giustificato 116, bens alla legge della fede, mediante laquale vive il giusto 117? Chi pu pensare tanto assurdamente che ilministero della morte inciso in lettere su pietra non abbracci tutti edieci i comandamenti, ma quello solo che si riferisce al sabato?Dove mettiamo allora le parole: La legge provoca l'ira; alcontrariodove non c' legge, non c' nemmeno trasgressione 118, e le altreparole: Fino alla legge c'era il peccato nel mondo; ma ilpeccatonon pu essere imputato quando manca la legge 119, e le parole gi

    tante volte riportate: Dalla legge si ha solo la conoscenza delpeccato 120, e soprattutto quelle che esprimono meglio il concetto

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    che ora c'interessa: Non avrei conosciuto la concupiscenza, se lalegge non avesse detto: Non desiderare 121?

    Per S. Paolo tutta la legge morale lettera che uccide senza

    la grazia.

    14. 25. Esamina tutto questo passo e vedi se dica alcunch per lacirconcisione o per il sabato o per qualche altro sacramentosimbolico e non dica tutto in riferimento a questo concetto: lalettera che proibisce il peccato non d la vita all'uomo, ma piuttostola morte, aumentando la concupiscenza e aggravando la colpa conla prevaricazione della legge, se a liberarlo non interviene la graziamediante la legge della fede nel Cristo Ges 122, quando nei nostri

    cuori si diffonde la carit per mezzo dello Spirito Santo che ci stato dato 123. Infatti dopo aver detto: Per servire nel regime nuovodello Spirito e non nel regime vecchio della lettera, scrive: Chediremo dunque? Che la legge peccato? No certamente! Per ionon ho conosciuto il peccato se non per la legge, n avreiconosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Nondesiderare. Prendendo pertanto occasione da questocomandamento, il peccato scaten in me ogni sorta di desideri.Senza la legge infatti il peccato morto e io un tempo vivevo senza

    la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha presovita e io sono morto; la legge che doveva servire per la vita divenuta per me motivo di morte. Il peccato infatti, prendendooccasione dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di essomi ha dato la morte. Cos la legge santa e santo e giusto e buono il comandamento. Ci che bene allora diventato morte perme? Non davvero! invece il peccato: esso per rivelarsi peccato miha dato la morte servendosi di ci che bene, perch il peccatoapparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.Sappiamo infatti che la legge spirituale, mentre io sono di carne,venduto come schiavo del peccato. Io non riesco a capire neppureci che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello chedetesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che lalegge buona; quindi non sono pi io a farlo, ma il peccato cheabita in me. Io so infatti che in me, cio nella mia carne, non abitail bene; c' in me il desiderio del bene, ma non la capacit diattuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che

    non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono pi io afarlo, ma il peccato che abita in me. Io trovo dunque in me questalegge: quando voglio fare il bene, il male accanto a me. Infatti

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    acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membravedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente emi rende schiavo della legge del peccato, che nelle mie membra.Sono uno sventurato! Chi mi liberer dal corpo di questa morte? La

    grazia di Dio per Ges Cristo nostro Signore. Io dunque con lamente servo la legge di Dio, con la carne invece la legge delpeccato 124.

    La vetust della lettera e la novit dello spirito inopposizione tra loro come legge e grazia.

    14. 26. chiaro dunque che se manca il regime nuovo dello Spirito,invece di liberarci dal peccato il regime vecchio della lettera ci

    rende piuttosto colpevoli con la conoscenza del peccato. Per questosi legge altrove: Chi aumenta il sapere aumenta il dolore 125. Nonche la legge sia per se stessa un male, ma il precetto ha il benesolo nella lettera che indica la strada, non nello Spirito che aiuta.Ora, se il precetto della legge si mette in pratica per paura dellapena e non per amore della giustizia, si agisce servilmente, nonliberamente, e quindi non si mette nemmeno in pratica. Non buono infatti il frutto che non sorge dalla radice della carit.Quando invece c' la fede che opera per mezzo dell'amore 126,

    allora questa comincia a suscitare il piacere della legge di Dionell'intimo dell'uomo 127 e tale piacere non dono della lettera,bens dello Spirito, per quanto continui nelle membra la lotta diun'altra legge contro la legge della mente 128, fino a quando tutto ilregime vecchio muti e passi nel regime nuovo che va crescendo digiorno in giorno nell'intimo dell'uomo 129, liberandoci dal corpo diquesta morte la grazia di Dio per Ges Cristo nostro Signore 130.

    Il precetto dell'osservanza del sabato prefigurava la grazia

    del Nuovo Testamento.

    15. 27. Questa grazia nel Vecchio Testamento se ne stava nascostae velata ed stata rivelata nel Vangelo del Cristo secondoun'ordinatissima distribuzione dei tempi fatta da Dio, che sadisporre bene tutti gli eventi. E forse rientra nella sua latitanza ilfatto che nel Decalogo dato sul monte Sinai 131 soltanto il precettodel sabato fu occultato in un comandamento allegorico. Ma il sabato il giorno della santificazione 132. E non senza importanza che tratutte le opere fatte da Dio la santificazione sia comparsa per laprima volta quando Dio cess da ogni lavoro 133. Non questo il

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    momento di discuterne. Credo tuttavia assai pertinente al temaosservare che non per altro motivo in quel giorno si obbligava ilpopolo ad astenersi da ogni opera servile 134, che indica il peccato,se non perch astenersi dal peccare proprio della santificazione,

    ossia dono di Dio per mezzo dello Spirito Santo. E il precetto delsabato nella legge scritta sulle due tavole di pietra 135 fu il solo tratutti gli altri ad essere proposto sotto l'ombra dell'allegoria, secondola quale gli ebrei osservano il sabato, per indicare con questo stessoespediente che allora era il tempo d'occultare la grazia, che sisarebbe dovuta rivelare nel Nuovo Testamento mediante lapassione del Cristo, come per lo squarciarsi del velo 136. Scrivel'Apostolo: Quando infatti Israele si convertir al Cristo, quel velosar tolto 137.

    La legge e la grazia sono opere dello stesso Spirito di Dio.

    16. 28. Il Signore lo Spirito e dove c' lo Spirito del Signore, c'libert 138. Ma reciprocamente lo Spirito di Dio, che ci fa giusti con ildono di s e ci fa piacevole non peccare, dove c' la libert, comesenza questo Spirito piacevole peccare e c' la schiavit, dalle cuiopere ci si deve astenere, cio si deve santificare il sabato. QuestoSpirito Santo, mediante il quale si riversa nei nostri cuori la

    carit 139 che il pieno compimento della legge, viene chiamato nelVangelo anche Dito di Dio 140. Poich dunque dal Dito di Dio furonoscritte quelle tavole 141 e il Dito di Dio lo Spirito di Dio che cisantifica, perch vivendo di fede operiamo il bene mediante lacarit 142, chi non rimarrebbe colpito da questa coincidenza einsieme da questa differenza? Cinquanta giorni si contano dallacelebrazione della Pasqua che Mos comand di fare con l'uccisionedell'agnello simbolicamente 143 a indicazione della futura passionedel Signore fino al giorno in cui Mos ricevette la legge in tavolescritte dal Dito di Dio. Similmente, compiuti cinquanta giornidall'uccisione e risurrezione di colui che fu condotto all'immolazionecome una pecora 144, il Dito di Dio, cio lo Spirito Santo, riemp dis i fedeli tutti radunati insieme 145.

    Anche la legge antica si riduce alla legge della carit, maaltra cosa il dono della carit.

    17. 29. In tale mirabile coincidenza c' questa grande differenza: lsi impedisce al popolo con orrendo terrore d'accostarsi al luogodove la legge veniva data 146, qui invece lo Spirito Santo discende

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    su coloro ai quali era stato promesso e che per aspettarlo si eranoriuniti insieme in un sol luogo 147. L il Dito di Dio oper in tavole dipietra, qui nei cuori degli uomini. L dunque la legge fu propostaesternamente perch fossero da essa spaventati gli ingiusti, qui fu

    data interiormente perch gli ingiusti fossero da essa giustificati.Infatti tutto ci che fu scritto su quelle tavole: Non commettereadulterio, non uccidere, non desiderare, e qualsiasi altrocomandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimotuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pienocompimento della legge l'amore 148. L'amore non fu scritto nelletavole di pietra, ma stato riversato nei nostri cuori per mezzodello Spirito Santo che ci stato dato 149. Legge di Dio dunque lacarit. Alla carit non si sottomette la sapienza della carne e

    neanche lo potrebbe 150. Ma quando per spaventare questasapienza della carne si scrivono nelle tavole le opere della carit,allora si ha la legge delle opere e la lettera che uccide iltrasgressore; quando invece la carit stessa si diffonde nel cuoredei credenti 151, allora si ha la legge della fede e lo Spirito che dvita al fedele esecutore della carit.

    Lo scopo della legge divina di farci sperimentare la nostrainsufficienza e di provocare il nostro ricorso alla graziadivina.

    17. 30. Osserva adesso come questa differenza corrisponda aquelle parole dell'Apostolo che ho ricordate poco pi sopra per unaltro motivo e che avevo rimandate ad un esame pi attento.Scrive: noto che voi siete una lettera del Cristo, composta da noi,scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non sutavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori152. Eccocome indica che nel primo caso si scrive fuori dell'uomo perspaventarlo esternamente, nel secondo caso dentro l'uomo stessoper giustificarlo interiormente. Dice poi tavole di carne quelle delcuore non nel senso della sapienza della carne, ma quasi adindicare esseri viventi e senzienti in opposizione alla pietra che non senziente. E quello che dice poco dopo dei figli d'Israele, che nonpotevano guardare il volto di Mos e che quindi egli parlava a loroattraverso un velo 153, significa che la lettera della legge nongiustifica nessuno, ma un velo frapposto nella lettura del Vecchio

    Testamento, finch non si passi al Cristo e non si tolga il velo154

    ,cio non si passi alla grazia e non si comprenda che dal Cristo civiene la giustificazione la quale ci consente di fare ci che ci

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    comanda. Proprio per questo egli ci comanda: perch, nonbastando noi a noi stessi, ci rivolgiamo a lui. Perci, dopo averdetto oculatissimamente: Questa la fiducia che noi abbiamo permezzo del Cristo, davanti a Dio, affinch questo non si attribuisse

    alle nostre forze, precis subito donde viene: Non per che [da noistessi] siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi,ma la nostra capacit viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti diuna nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito, perch lalettera uccide, lo Spirito d vita 155.

    Il Vecchio Testamento cessato per un dono pi grande daparte di Dio.

    18. 31. Poich dunque, come dice altrove, fu aggiunta per letrasgressioni la legge 156, ossia la lettera scritta fuori dell'uomo, perquesto la chiama ministero di morte, ministero di condanna 157,mentre il ministero della nuova alleanza lo dice ministero delloSpirito e ministero di giustizia, giacch mediante il dono delloSpirito operiamo la giustizia, e veniamo liberati dalla condannadella prevaricazione. Il vecchio patto quindi viene a cessare, ilnuovo rimane, perch il pedagogo minaccioso sar tolto quando altimore succeder la carit. Infatti dove c' lo Spirito del Signore c'

    libert 158. Che questo ministero non viene dai nostri meriti, madalla misericordia di Dio, lo dice nelle parole seguenti: Perci,investiti di questo ministero per la misericordia che ci stata usata,non ci perdiamo d'animo; al contrario, rifiutiamo le dissimulazionivergognose, senza comportarci con astuzia n falsificando la paroladi Dio 159. Per "astuzia" e "inganno" intende l'ipocrisia con la quale isuperbi vogliono apparire giusti. Perci nel salmo che lo stessoApostolo ricorda per attestare la grazia si legge: Beato l'uomo a cuiil Signore non imputa alcun male e nella cui bocca non c'inganno 160. Questa la confessione delle persone sante che sonoumili e non si vantano d'essere quello che non sono. E poco doposcrive: Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Ges CristoSignore; quanto a noi, siamo i vostri servi per amore di Ges. E Dioche disse: - Rifulga la luce dalle tenebre - rifulse nei nostri cuori,per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sulvolto del Cristo Ges 161. Questa la conoscenza della gloria di Dio:sapere che egli stesso la luce che illumina le nostre tenebre 162. E

    osserva come inculchi la stessa verit dicendo: Per noi abbiamoquesto tesoro in vasi di creta, perch appaia che questa potenzastraordinaria viene da Dio e non da noi163. E poco dopo, quando

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    nell'esaltare ancora pi eloquentemente la grazia nel Signore GesCristo arriva fino all'abito della giustizia della fede 164, abito delquale dobbiamo vestirci per non essere trovati nudi, e per questo,sotto il peso della mortalit, sospiriamo dal desiderio d'indossare il

    nostro corpo celeste come un soprabito, perch ci che mortalevenga assorbito dalla vita, sta' attento a che cosa aggiunge: Dioche ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito 165. Edopo poche altre righe conclude: Perch noi potessimo diventareper mezzo di lui giustizia di Dio 166. Questa non la giustizia di cuiDio stesso giusto, ma la giustizia con la quale Dio ha fatto giustinoi.

    La vera fede cristiana ammette la grazia, oltre la legge.

    19. 32. Nessun cristiano dunque devii da questa fede, che la solaad essere la vera fede cristiana. E quando uno si vergogner di direche noi diventiamo giusti da noi stessi senza che la grazia di Diol'operi in noi, vedendo che i cristiani fedeli e pii non sopportano chelo si dica, non venga a dire che noi non possiamo essere giustisenza l'operazione della grazia di Dio solo nel senso che Dio ha datola legge, nel senso che ha stabilito la dottrina, nel senso che haemanato buoni precetti. Tutto questo infatti senza lo Spirito che

    aiuta indubbiamente lettera che d morte. Quando al contrario c'lo Spirito che d vita, allora egli ci fa amare come iscritta dentro dinoi la norma stessa che la legge ci faceva temere come scritta fuoridi noi.

    La differenza tra l'Antico e il Nuovo Testamento descritta dalprofeta Geremia.

    19. 33. Esamina ci brevemente anche nella testimonianza che ha

    reso il profeta scrivendo: Ecco verranno giorni, dice il Signore, neiquali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda io concluder unTestamento Nuovo. Non come il Testamento che ho concluso con iloro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paesed'Egitto. Essi non perseverarono nel mio Testamento e io allora lirespinsi. Parola del Signore. Questo il Testamento che ioconcluder con la casa d'Israele: dopo quei giorni, dice il Signore, ioporr le mie leggi nel loro cuore e le scriver nella loro mente; iosar il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. E nessuno istruir piil suo concittadino n il suo fratello dicendo: Riconosci il Signore,perch tutti mi conosceranno dal pi piccolo al pi grande, poich io

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    perdoner la loro iniquit e non mi ricorder pi dei loro peccati167.Cosa aggiungere a queste parole? Nei Libri antichi al di fuori diquesto passo profetico non si trova menzionato mai, o raramente, ilNuovo Testamento proprio con il suo nome stesso. In molti testi

    infatti si indica e si annunzia come futuro, ma senza che si leggaesplicitamente il suo nome. Considera dunque diligentementequanta differenza Dio attesti esistere tra i due Testamenti, Vecchioe Nuovo.

    L'osservanza della lettera opera dello Spirito.

    19. 34. Dopo che ha detto: NoncomeilTestamento che hoconcluso con i loro padri, quando lipresiper mano per farli uscire

    dal paese d'Egitto, vedi quello che soggiunge: Essi nonperseverarono nel mio Testamento 168. A loro vizio ascrive di nonaver perseverato nel testamento di Dio, perch non sembrassecolpevole la legge che ricevettero allora. quella stessa che ilCristo non venne ad annullare ma a completare 169. Senza tuttaviache i peccatori siano stati giustificati mediante quella medesimalegge, ma mediante la grazia: in realt lo Spirito vivificante chegiustifica e senza di lui la lettera uccide. Se infatti fosse stata datauna legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe

    davvero dalla legge; la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sottoil peccato, perch ai credenti la promessa venisse data in virt dellafede in Ges Cristo 170. Per questa promessa, cio per un beneficiodivino, si osserva la stessa legge, che senza quella promessa rendeprevaricatori: o fino al fatto di una cattiva azione, se la fiammadella concupiscenza oltrepassa anche il riparo del timore o almenodentro la sola volont, se il timore della pena vince la soavit dellalibidine. Dicendo: La Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto ilpeccato, perch ai credenti la promessa venisse data in virt dellafede in Ges Cristo ha detto l'utilit della stessa inclusione. Qualeinclusione se non quella che descrive con le parole: Prima per chevenisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge,in attesa della fede che doveva essere rivelata 171? Dunque statadata la legge perch si cercasse la grazia, stata data la graziaperch si osservasse la legge. Infatti non per vizio della legge nonsi osservava la legge, ma per vizio della sapienza della carne, vizioche la legge ebbe il compito di manifestare e la grazia il compito di

    sanare. Infatti ci che era impossibile alla legge, perch la carne larendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprioFiglio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato,

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    egli ha condannato il peccato nella carne, perch la giustizia dellalegge si adempissein noi, che non camminiamo secondo la carne,ma secondo lo spirito 172. Perci anche nella testimonianza diGeremia: Con la casa d'Israele e con la casa di Giuda io concluder

    un Testamento nuovo, che significa concluder se non "adempir"?Non come il Testamento che ho concluso con i loro padri, quando lipresi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto 173.

    La novit dello Spirito che ci fa perseverare nell'osservanzadella legge di Dio, caratterizza il Nuovo Testamento.

    20. 35. Quello era dunque Vecchio, perch questo Nuovo. Macos' che rende vecchio quello e nuovo questo, se mediante il

    Testamento Nuovo si adempie la medesima legge che nel Vecchiodiceva: Non desiderare?Ecco la ragione: Essi non perseverarononel mio Testamento e io allora li respinsi. Parola del Signore 174.Quello dunque si dice Testamento Vecchio per la malattia antica chela lettera imperiosa e minacciosa non sanava minimamentenell'uomo, questo si dice viceversa Testamento Nuovo perch lanovit dello Spirito sana l'uomo dal vizio antico e lo fa nuovo.Osserva poi il seguito e ammira di quanta luce si faccia luminoso ciche le persone troppo fiduciose di s rifiutano di vedere. Scrive:

    Questo il Testamento che io concluder con la casa d'Israele:dopo quei giorni, dice il Signore, io porr le mie leggi nei loro cuorie le scriver nella loro mente 175. Ecco ritorna quello che diceva gil'Apostolo: Non su tavole di pietra, ma sulle tavole del cuore,perch non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente 176. Nper altro motivo credo che l'Apostolo in questo passo abbia volutoricordare il Nuovo Testamento - dice infatti: Ci ha resi ministriadatti di un Nuovo Testamento, non della lettera, ma delloSpirito 177 - se non perch, dicendo: Non su tavole di pietra, masulle tavole carnali del cuore 178, aveva di mira il vaticinio diGeremia dove detto: Le scriver nel loro cuore 179, e dove statopromesso esplicitamente il Testamento Nuovo.

    La legge di Dio scritta nel cuore umano la forza della caritfatta presente dallo Spirito Santo nell'uomo.

    21. 36. Che sono dunque le leggi di Dio scritte da lui stesso neicuori se non la presenza stessa dello Spirito Santo che il Dito diDio 180, e che con la sua presenza riversa nei nostri cuori lacarit 181, la quale il pieno compimento della legge 182 e il suo

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    termine 183? Le promesse del Vecchio Testamento sono terrene.Tuttavia, eccettuati i sacramenti che erano ombre delle cosefuture 184, come la circoncisione, il sabato, le altre osservanzelegate ai giorni, le prescrizioni riguardanti alcuni cibi, i molteplici riti

    dei sacrifici e delle celebrazioni sacre, che si addicevano all'anticalegge carnale e al giogo servile, il Vecchio Testamento contieneprecetti di giustizia tali e quali siamo obbligati ad osservare anchenoi adesso, espressi soprattutto in quelle due tavole senza formaalcuna di simbolismo tipico, come i comandamenti: Noncommettere adulterio, non uccidere, non desiderare, e gli altri, tuttiricapitolati in questa norma: Amerai il tuo prossimo come testesso 185. Poich dunque, dicevo, nel Vecchio Testamento si fannopromesse terrene e temporali, consistenti nei beni di questa carne

    corruttibile, pur rappresentando essi i beni eterni e celesti spettantial Nuovo Testamento, adesso si promette il bene del cuore stesso,il bene della mente, il bene dello spirito, cio un bene nonmateriale, quando si dice: Io porr le mie leggi nella loro mente e lescriver nei loro cuori186. Con questo ha fatto capire che nonsarebbero stati soggiogati dalla paura di una legge che li atterrissedall'esterno, ma dall'amore della stessa giustizia della legge cheabita nell'interno.

    La carit prepara l'uomo alla somiglianza finale con Dio.

    22. 37. Poi soggiunge anche il premio: Io sar il loro Dio ed essisaranno il mio popolo 187. quanto il salmista dice a Dio: Il miobene stare vicino a Dio 188. Io sar il loro Dio, dice, ed essisaranno il mio popolo 189. Che c' di meglio di questo bene, che c'di pi felice di questa felicit: vivere per Dio e vivere di Dio 190 nelquale c' la sorgente della vita e alla cui luce noi vedremo laluce 191? Di questa vita dice il Signore stesso: Questa la vitaeterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato,Ges Cristo 192, cio te e Ges Cristo mandato da te, che sietel'unico vero Dio. Questo anch'egli promette a coloro che lo amanodicendo: Chi mi ama osserva i miei comandamenti, e chi mi amaviene amato dal Padre mio e anch'io lo amer e mi manifester alui193: s'intende nella natura divina nella quale uguale al Padre,non nella natura di servo 194 con la quale si manifesta anche agliempi. Allora infatti si avverer quello che scritto: Sia rimosso

    l'empio, perch non contempli la maest del Signore195

    , quandoquelli di sinistra andranno nel fuoco eterno e i giusti nella vitaeterna 196. E questa vita eterna, come ho detto, consiste nel

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    conoscere l'unico vero Dio 197. Per questo anche Giovanni dice:Carissimi, noi fin da ora siamo figli di Dio, ma ci che saremo non stato ancora rivelato. Sappiamo che, quando egli si sarmanifestato, noi saremo simili a lui, perch lo vedremo cos come

    egli 198

    . Questa somiglianza comincia a ricostituirsi adesso, via viache l'uomo si rinnova interiormente di giorno in giorno 199 secondol'immagine del suo Creatore 200.

    La perfezione dello stato finale nelle parole di S. Paolo.

    23. 38. Ma cos' questo o quant' a confronto della perfezionesublime che ci sar allora? Tant' vero che l'Apostolo, prendendo unesempio qualunque da ci che noto per descrivere quelle realt

    ineffabili, ricorre al confronto tra l'et infantile e l'et virile dicendo:Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino,ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ci che era da bambinol'ho abbandonato 201. E per mostrare la ragione di queste sue parolescrive: Ora vediamo come in uno specchio in maniera confusa, maallora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, maallora conoscer perfettamente come anch'io sono conosciuto 202.

    La perfezione dello stato finale nelle parole del profeta

    Geremia.

    24. 39. Perci anche il profeta [Geremia] nel testo che stiamoesaminando aggiunge che in Dio sta il premio, in Dio il fine, in Diola perfezione della felicit, in Dio la pienezza della vita beata edeterna. Infatti dopo l'affermazione: Io sar il loro Dio ed essisaranno il mio popolo dice immediatamente: E nessuno istruir piil suo concittadino n il suo fratello dicendo: Riconosci il Signore,perch tutti mi conosceranno dal pi piccolo al pi grande 203.

    Adesso siamo certamente gi nel tempo del Nuovo Testamento cheil profeta ha promesso con queste parole del suo vaticinio. Perchdunque ciascuno dice ancora al suo concittadino e al suo fratello:Riconosci il Signore?Non forse questo che si dice predicando ilVangelo e la stessa predicazione di esso non si riduce a dire questodappertutto? Cos' che d motivo all'Apostolo di chiamarsi dottoredelle genti 204 se non l'avverarsi di ci che egli appunto dice neltesto: Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto inlui? E come possono credere, senza averne sentito parlare? E comepotranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi205?Dalmomento dunque che questa predicazione va adesso crescendo

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    dappertutto, in che modo noi siamo nel tempo del NuovoTestamento del quale il Profeta ha detto: E nessuno istruir pi ilsuo concittadino n il suo fratello dicendo: Riconosci il Signore,perch tutti mi conosceranno dalpi piccolo al pi grande 206 se

    non in quanto del medesimo Nuovo Testamento Geremia ha pureaggiunto, promettendolo per l'avvenire, il premio eterno, ossia labeatissima contemplazione di Dio stesso?

    Il mistero della grazia fa parte del mistero dellapredestinazione o della libert divina.

    24. 40. Tutti dal pi piccolo al pi grande che vuol dire se non tutticoloro che appartengono spiritualmente alla casa d'Israele e alla

    casa di Giuda, cio ai figli d'Isacco e al seme di Abramo? Questa la promessa per cui gli fu detto: In Isacco tisar data unadiscendenza, cio: non sono considerati figli di Dioi figli dellacarne, ma come discendenza sono considerati solo ifigli dellapromessa. Queste infatti sono le parole della promessa: Io verr inquesto tempo e Sara avr un figlio. E non tutto: c' ancheRebecca, che ebbe figli da un solo uomo, Isacco, nostro padre:quando essi ancora non erano nati e nulla avevano fatto di bene odi male, perch rimanesse fermo il disegno divino fondato

    sull'elezione non in base alle opere, ma alla volont di colui chechiama, le fu dichiarato: Il maggiore sar sottomesso al minore207.Questa la casa d'Israele o la casa di Giuda a causa del Cristo chevenne dalla trib di Giuda. Questa la casa dei figli della promessa,non delle opere proprie dell'uomo, ma della beneficenza di Dio. Dioinfatti promette quello che fa da s: non lui a promettere e unaltro a fare, perch altrimenti non sarebbe promettere, ma predire.Ecco perch dice: Non in base alle opere, ma alla volont di coluiche chiama 208: per impedire che passi come opera degli uomini enon di Dio, per impedire che la mercede non sia retribuita pergrazia, ma per debito 209, e cos non sia pi grazia la grazia 210 dicui veemente difensore e assertore l'infimo degli Apostoli, che hafaticato pi di tutti gli altri, non da s per, ma la grazia di Dio conlui 211. Dice: Tutti mi conosceranno 212. Tutti, della casa d'Israele edella casa di Giuda. Infatti non tutti i discendenti d'Israele sonoIsraele, ma tutti coloro ai quali nel salmo Per il soccorso delmattino, cio per la luce nuova, ossia per la luce del Nuovo

    Testamento, si rivolge l'invito: Gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lotema la stirpe d'Israele 213. Proprio l'intera stirpe, proprio tutta lastirpe promessa e chiamata, ma di coloro che sono stati chiamati

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    secondo il disegno di Dio 214. Quelli infatti che ha predestinati li haanche chiamati, quelli che ha chiamati li ha anche giustificati, quelliche ha giustificati li ha anche glorificati215. Eredi quindi si diventaper la fede, perch ci sia per grazia e cos la promessa sia sicura

    per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dallalegge, cio, per quella che dal Vecchio Testamento venuta alNuovo, ma anche per quella che deriva dalla fede 216, senza averprima ricevuto la legge. E precisamente dalla fede di Abramo: ciogli imitatori della fede di Abramo, il quale il padre di tutti noi.Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli217. Dunquetutti questi predestinati, chiamati, giustificati, glorificaticonosceranno Dio mediante la grazia del Nuovo Testamento, dal pipiccolo al pi grande di essi.

    L'ora della contemplazione scoccher simultanea per tuttal'umanit insieme.

    24. 41. Come dunque appartiene al Vecchio Testamento la leggedelle opere scritte su tavole di pietra e per sua mercede quella terrapromessa che la casa dell'Israele carnale ricevette dopo esser stataliberata dall'Egitto, cos appartiene al Nuovo Testamento la leggedella fede scritta nei cuori e per sua mercede la visione della

    contemplazione che la casa dell'Israele spirituale ricever dopo chesar stata liberata da questo mondo. Allora si avverer quello chedice l'Apostolo: Le profezie scompariranno, il dono delle linguecesser e la scienza svanir 218: cio la scienza da bambini nellaquale viviamo qui adesso e che imperfetta, come in uno specchio,in maniera confusa 219. Per essa necessaria la profezia, mentre ilfuturo sta ancora succedendo al passato; per essa sono necessariele lingue, ossia il pluralismo dei modi di esprimersi, perch sonomolti e diversi i modi di far intendere molte e diverse verit a chinon contempla ancora con mente purissima l'eterna luce dellaverit evidente. Quando verr ci che perfetto 220e scomparirtutto quello che imperfetto 221, allora il Verbo che apparve allacarne nella carne assunta mostrer se stesso ai suoi amici coscom'. Quella di allora sar la vita eterna che ci far conoscerel'unico vero Dio 222. Allora saremo simili a lui 223, perch alloraconosceremo come anche noi siamo conosciuti 224. Allora nessunoistruir pi il suo concittadino n il suo fratello dicendo: Riconosci il

    Signore, perch tutti lo conosceranno, dal pi piccolo al pi grandedi essi225. Quest'ultima espressione si pu intendere in modidiversi. O nel senso che anche l ognuno dei santi come stella che

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    differisce da stella nello splendore 226. E non ha nessuna importanzache si dica dal pi piccolo al pigrande, come viene detto, o dal pigrande al pi piccolo. Ugualmente indifferente che per pi piccoliintendiamo quelli che poterono credere soltanto e per pi grandi

    quelli che poterono anche capire, nella misura che possibile inquesta vita, la luce incorporea ed immutabile. Oppure volle indicarenei pi piccoli quelli posteriori nel tempo, nei pi grandi quellianteriori nel tempo. Tutti insieme infatti riceveranno la promessacontemplazione di Dio, perch anche i primi ebbero in vista ilmeglio per noi cos da non raggiungere la perfezione senza dinoi 227. E quindi primi risulterebbero i posteriori, nel senso che sonostati tenuti meno in attesa, come si dice di quel denaro evangeliconella parabola: lo ricevono prima quelli che si sono recati nella

    vigna dopo gli altri 228. Oppure i pi piccoli e i pi grandi devonointendersi in un qualsiasi altro modo che forse sul momento misfugge.

    L'aiuto interiore della grazia costituisce la differenzaspecifica tra l'Antico e il Nuovo Testamento.

    25. 42. Sta' attento per quanto puoi a quello che cerco didimostrare con tanto impegno. Quando il Profeta prometteva il

    Testamento Nuovo, di tipo diverso dal Testamento che era statofatto prima con il popolo d'Israele liberato dall'Egitto, non dissenulla del cambiamento dei sacrifici e di tutti quei sacramenti chepur sarebbe avvenuto senza dubbio, come lo vediamo avvenuto ecome in molti altri luoghi lo attesta la stessa Scrittura profetica, masottoline unicamente questa differenza: Dio avrebbe posto le sueleggi nella mente di coloro che fossero appartenuti al NuovoTestamento e le avrebbe scritte nei loro cuori. Di qui l'Apostoloprese lo spunto per dire: Non con inchiostro, ma con lo Spirito delDio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne deivostri cuori229. E la mercede eterna della giustificazione nonsarebbe stata la terra da cui furono cacciati gli Amorrei, i Cettei egli altri popoli ivi ricordati 230, ma lo stesso Dio, aderire al quale ilbene degli uomini 231, cosicch il bene che amano di ricevere da Dio lo stesso Dio che amano. Tra Dio e gli uomini fanno daseparazione soltanto i peccati 232, che si rimettono soltantomediante la medesima grazia. Perci dopo aver detto: Tutti mi

    conosceranno dal pi piccolo al pi grande di essi, aggiunge subito:Io perdoner la loro iniquite non mi ricorder pi dei loropeccati233. Con la legge delle opere dunque il Signore dice: Non

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    desiderare 234. Con la legge della fede il Signore dice: Senza di menon potete far nulla 235, e parlava l delle opere buone, cio deifrutti da parte dei tralci 236. La distanza che appare tra il Vecchio e ilNuovo Testamento questa: che l la legge si scrive su pietre, qui

    nei cuori, di modo che ci che prima spaventa l'uomo all'esternoora gli piace nel suo interno, e chi diventa allora trasgressore per lalettera che d morte diventa ora amatore per lo Spirito che d vita.Perci non si deve dire che Dio in tanto ci aiuta nell'operare lagiustizia e in tanto suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoibenevoli disegni 237 in quanto fa risuonare all'esterno ai nostri sensii precetti della giustizia, ma in quanto fa crescere la giustiziaall'interno di noi, diffondendo la carit nei nostri cuori mediante loSpirito Santo che ci stato dato 238.

    La legge divina scritta per natura nel cuore dei gentili.

    26. 43. Ma dobbiamo vedere perch l'Apostolo dice: Quando ipagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo lalegge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essidimostrano che quanto la legge esige scritto nei loro cuori239. Pusembrare incerta la differenza del Nuovo Testamento consistentenella promessa del Signore di scrivere le sue leggi nei cuori del suo

    popolo, dal momento che i pagani hanno gi questo per natura.Dobbiamo dunque affrontare tale problema che non di pocointeresse. Si obietter infatti: "Se Dio differenzia il NuovoTestamento dal Vecchio per il fatto che nel Vecchio scrisse la sualegge sulle tavole, nel Nuovo invece l'ha scritta nei cuori, come sidistinguono i fedeli nel Nuovo Testamento dai gentili che hanno ildettame della legge scritto nei loro cuori? Seguendo questodettame i gentili fanno per natura ci che la legge prescrive, esembrano migliori di quell'antico popolo che ricevette la legge nelletavole e anteriori al nuovo popolo al quale mediante il TestamentoNuovo si dona ci che ad essi la natura ha gi donato".

    Sono da intendersi i gentili che credono nell'Evangelo.

    26. 44. Che hanno la legge scritta nei loro cuori l'apostolo non l'hadetto forse delle genti che appartengono al Nuovo Testamento?Bisogna infatti vedere da dove partito per arrivare a questoargomento. Prima dice a lode del Vangelo: Esso potenza di Dioper la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco. in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta

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    scritto: Il giusto vivr mediante la fede 240. Dopo viene a parlare diquegli empi ai quali per la loro superbia non giov nemmeno laconoscenza di Dio, perch non lo glorificarono o non loringraziarono come Dio 241. Successivamente passa a coloro che

    giudicano gli altri e pur commettono le medesime azioni checondannano negli altri, riferendosi evidentemente ai giudei che sigloriavano della legge di Dio, sebbene non li indichi ancoranominativamente, e cos dice: Sdegno ed ira, tribolazione eangoscia per ogni uomo che opera il male, per il giudeo prima e poiper il greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per ilgiudeo prima e poi per il greco, perch presso Dio non c'parzialit. Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, perirannoanche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge,

    saranno giudicati con la legge. Perch non sono giusti davanti a Diogli uditori della legge, ma saranno giustificati gli operatori dellalegge 242. Dopo queste parole soggiunge le altre di cui stiamotrattando: Quando i pagani, che non hanno la legge, per naturaagiscono secondo la legge243, con il seguito che ho gi riferitosopra. Non sembra dunque che abbia inteso qui, sotto il nome digentili, altre persone diverse da quelle che indicava sopra, con ilnome di greco, dicendo: Per il giudeo prima e poi per il greco 244.Ora, se il Vangelo potenza di Dio per la salvezza di chiunquecrede, del giudeo prima e poi del greco; se sdegno ed ira,tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per ilgiudeo prima e poi per il greco; gloria invece, onore e pace per chiopera il bene, per il giudeo prima e poi per il greco 245; se questogreco indicato con il nome dei gentili, che fanno per natura ciche prescrive la legge e che hanno il dettame della legge scritto neiloro cuori, sicuramente appartengono al Vangelo i gentili che hannola legge scritta nei loro cuori: appunto per essi che credono il

    Vangelo potenza di Dio per la salvezza. Del resto, a quali gentiliche operino rettamente potrebbe promettere gloria, onore e pace aldi fuori della grazia del Vangelo? Poi