Sant'Agostino - Contro Fortunato (ITA)

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    CONTRO FORTUNATOTutte le Opere - versione italiana > Polemici >

    Contro Fortunato

    CONTRO FORTUNATO

    DISPUTA DEL PRIMO GIORNO

    Il quinto giorno prima delle calende di settembre, sotto il consolatodegli illustrissimi Arcadio Augusto, console per la seconda volta, eRufino, nella citt di Ippona, ai bagni di Sossio, ebbe luogo, inpresenza del popolo, la disputa contro Fortunato, prete manicheo.

    Agostino espone a grandi linee la dottrina manichea,criticandola.

    1. AGOSTINO: Io ora ritengo un errore quello che prima ritenevouna verit. Se giudico rettamente, desidero ascoltarlo da te inpersona. In primo luogo ritengo un errore capitale credere che Dioonnipotente, nel quale risiede la nostra unica speranza, siasuscettibile in qualche sua parte di essere violato o contaminato ocorrotto. So che la vostra eresia afferma ci, a dire il vero per conparole diverse da quelle delle quali ora mi servo. Se vi si domanda,infatti confessate che Dio incorruttibile, assolutamente inviolabilee incontaminabile; ma, non appena cominciate ad esporre il resto,siete costretti a riconoscere che corruttibile, penetrabile econtaminabile. Dite infatti che non so quale progenie delle tenebresi ribellata contro il regno di Dio; che poi Dio onnipotente,vedendo quale grande rovina e devastazione minacciava i suoi regnise non avesse opposto qualcosa alla progenie nemica e non gliavesse resistito, invi questa potenza, dalla cui mescolanza con ilmale e con la progenie delle tenebre nacque il mondo. Questa la

    ragione per cui quaggi le anime buone soffrono, sono schiave,errano, si corrompono e hanno bisogno di un liberatore che lepurifichi dallerrore, le svincoli dalla mescolanza e le liberi dalla

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    schiavit. Ritengo che sia empio credere che Dio onnipotente abbiapotuto temere qualche progenie nemica o che si sia trovato nellanecessit di precipitarci tra i tormenti.

    Fortunato vorrebbe una sua testimonianza sui costumi deiManichei.

    FORTUNATO: Poich so che sei stato tra noi, cio che hai ricopertoun ruolo tra i Manichei, questi sono i princpi della nostra fede. Maqui si discute del nostro genere di vita, delle false colpe di cui siamoaccusati. Mi auguro pertanto che i buoni uomini presentiapprendano da te se sono vere o false le accuse in base alle qualisiamo incolpati e attaccati. Infatti dalla tua dottrina, dalla tua

    esposizione, dalla tua spiegazione potranno conoscere in modo piveritiero il nostro genere di vita, se avrai proceduto a presentarlo.Hai assistito allorazione?

    2. AGOSTINO: S. Ma una la questione relativa alla fede e unaltraquella relativa ai costumi. Io ho proposto di discutere della fede.Comunque, se i presenti preferiscono sentir parlare dei costumi,non mi sottraggo a questa questione.FORTUNATO: Voglio prima giustificarmi dinanzi alla tua coscienza,

    nei confronti della quale noi ci siamo macchiati, facendo appello allatua testimonianza di uomo adatto - secondo me, sei tale sia ora sianel futuro giudizio di Cristo, nostro giusto giudice - a dire se haivisto presso di noi o se hai messo in pratica le cose di cui ciaccusano.

    Fortunato espone i caposaldi della fede manichea.

    3. AGOSTINO: Tu mi chiami ad altro, mentre ti avevo proposto di

    trattare della fede. Dei vostri costumi poi possono essere informatipienamente i vostri eletti. Ora voi sapete che io non sono stato uneletto, ma un uditore. Pertanto, anche se ho assistito alla vostrapreghiera (come tu mi hai richiesto), solo Dio, insieme a voi, pusapere se praticate qualche genere di preghiera tra voiseparatamente. Io tuttavia, nella preghiera alla quale ho assistito,non ho visto accadere nulla di turpe; ma ho riscontrato una solacosa contro la fede che poi ho appreso e abbracciato, cio chepregate guardando dalla parte del sole. Al di fuori di ci, in quella

    vostra orazione non ho trovato niente di nuovo. Ma chiunque vipone una questione intorno ai costumi, ai vostri eletti che la pone.

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    Che cosa poi facciate tra voi eletti, io non posso saperlo. Infatti hosentito dire da voi che spesso ricevete anche lEucarestia, ma, nonconoscendo il momento in cui la ricevete, come avrei potuto sapereche cosa ricevete? Pertanto, se non ti dispiace, riserva la questione

    sui costumi alla discussione tra i vostri eletti, se pu esserediscussa. Da voi mi stata trasmessa una fede che oggi respingo:di essa ho proposto di discutere e su ci che ho proposto mi si deverispondere.FORTUNATO: Questa la nostra professione di fede: Dio incorruttibile, luminoso, inaccessibile, irraggiungibile, impassibile eabita una luce eterna e sua propria; niente di corruttibile trae da sestesso, e nel suo regno non si pu trovare niente che gli siacontrario, n le tenebre, n i demoni, n satana. Inoltre, ha inviato

    un Salvatore simile a lui, il Verbo, nato fin dalla costituzione delmondo, cio quando il mondo fu creato, che venuto tra gli uominidopo la creazione del mondo; ha scelto, secondo la sua santavolont, anime degne di se stesso, santificate dai suoi diviniprecetti, riempite della fede e della ragione delle cose celesti; sottola sua guida, queste stesse anime ritorneranno da quaggi al regnodi Dio, secondo la santa promessa di colui che ha detto: Io sono lavia, la verit e la porta.1 e Nessuno pu venire al Padre se non permezzo di me.2. Noi crediamo a queste cose perch le anime nonpotranno ritornare al regno di Dio per altra via, cio con un altromediatore, se esse non avranno trovato colui che la via, la verite la porta. Infatti egli stesso ha detto: Chi ha visto me, ha visto ilPadre 3 e Chi creder in me non conoscer la morte per leternit,ma passer dalla morte alla vita e non andr incontro al giudizio 4.Noi crediamo a queste cose, e la ragione della nostra fede obbedire, secondo le forze del nostro spirito, ai suoi precetti,seguendo con ununica fede la sua Trinit, il Padre, il Figlio e lo

    Spirito Santo.Per quale necessit Dio ha inviato in terra le anime!

    4. AGOSTINO: Queste anime che, secondo la vostra professione,passano dalla morte alla vita con la mediazione di Cristo, qualecausa le ha precipitate nella morte?FORTUNATO: Procedi pure e contraddicimi, se non c niente al difuori di Dio.

    5. AGOSTINO: Se non ti dispiace, rispondi piuttosto alla miadomanda, dicendo quale causa ha consegnato queste anime alla

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    morte.FORTUNATO: Invece degnati tu di dire se c qualcosa al di fuori diDio oppure se tutto in Dio.

    6. AGOSTINO: Questo quanto io posso rispondere: il Signore havoluto che io conoscessi che Dio non pu sottostare a nessunanecessit n essere violato o corrotto da qualche parte. E dalmomento che ci anche tu lo ammetti, ti chiedo: per effetto diquale necessit ha inviato quaggi le anime che, come tu dici,ritornano a lui mediante il Cristo?FORTUNATO: Ci che tu hai detto, cio che Dio incorruttibile, Diolo ha rivelato quaggi a te come pure a me. Ma se non c niente aldi fuori di lui, la ragione da cercare come e perch le anime siano

    venute in questo mondo, di modo che a buon diritto ora Dio lelibera da questo mondo attraverso il suo Figlio unigenito e simile alui.

    Se Dio inviolabile perch ha inviato le anime in terra persopportare i tormenti.

    7. AGOSTINO: Non dobbiamo deludere i tanti che sono quipresenti, passando dalla questione proposta ad unaltra. Entrambi

    dunque riconosciamo e siamo daccordo che Dio incorruttibile einviolabile, e che niente ha potuto patire: ne segue che falsa lavostra eresia la quale dice che Dio, vedendo che la devastazione ela rovina minacciavano i suoi regni, invi la potenza a combatterecon la progenie delle tenebre e che da questa mescolanza chesoffrono le nostre anime. Il mio ragionamento dunque breve e,per quanto stimo, perfettamente chiaro per chiunque. Se Dio nonha potuto patire niente dalla progenie delle tenebre perch inviolabile, senza causa ci ha inviato quaggi perch sopportiamo i

    tormenti. Se invece ha potuto patire qualche cosa, non inviolabile, e ingannate coloro ai quali dite che Dio inviolabile.Questo infatti la vostra eresia nega, quando ne esponete gli altriaspetti.

    Fortunato replica stabilendo unanalogia con lincarnazionedi Cristo.

    FORTUNATO: Noi sentiamo quello che ci insegna il beato Apostolo

    Paolo quando dice:Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono inGes Cristo, il quale, pur essendo di natura divina, non consider

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    un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogli se stesso,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini;apparso in forma umana, umili se stesso e si fece obbediente finoalla morte5. Rispetto a noi, dunque, i nostri sentimenti sono come

    quelli relativi a Cristo che, pur essendo costituito in forma di Dio, sifece obbediente fino alla morte, per mostrare la somiglianza con lenostre anime. E come mostr in s che era simile alla morte e che ilPadre lo ha resuscitato tra i morti, cos sentiamo che avverr dellenostre anime, che, con la sua mediazione, potranno essere liberateda questa morte. E questa o estranea rispetto a Dio oppure, se gliappartiene, viene meno sia la sua misericordia sia il nome diSalvatore sia lopera di liberazione.

    8. AGOSTINO: Io domando come siamo divenuti sottomessi allamorte e tu rispondi dicendo come siamo liberati dalla morte.FORTUNATO: LApostolo ha detto quali sentimenti dobbiamo avererelativamente alle nostre anime e Cristo ce lo ha mostrato. SeCristo ha subito la passione e la morte, anche noi dobbiamo subirle;se, per volont del Padre, disceso in terra per soffrire e morire,anche noi [dobbiamo soffrire e morire

    Obiezione di Agostino: se Dio inviolabile, allora niente

    poteva nuocergli; quindi stato crudele a inviare le anime interra.

    9. AGOSTINO: a tutti noto: la fede cattolica professa che nostroSignore, cio la Potenza e la Sapienza di Dio 6 e il Verbo mediante ilquale tutto stato fatto e senza il quale niente stato fatto 7, haassunto la natura umana per la nostra liberazione. E nella naturaumana stessa che ha assunto, ha dimostrato le cose che tu dici. Noiora domandiamo se, relativamente alla sostanza stessa di Dio e alla

    sua ineffabile maest, qualche cosa potesse nuocergli o no. Seinfatti qualcosa pu nuocergli, non inviolabile. Se invece nessunacosa pu nuocergli, cosa poteva fare contro di lui la progenie delletenebre, contro la quale voi dite che Dio ha fatto la guerra primadella creazione del mondo, guerra nella quale noi, cio le anime,che ora hanno manifestamente bisogno di un liberatore, come voiasserite, sono state mescolate ad ogni genere di male, e sono statecoinvolte nella morte? Ritorno infatti al brevissimo e notoargomento: se qualcosa poteva nuocergli, non inviolabile; seniente poteva nuocergli, stato crudele a inviarci quaggi perch

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    sopportassimo questi mali.FORTUNATO: Lanima viene da Dio o no?

    Lanima viene da Dio o no? E in quale senso?

    10. AGOSTINO: Ammesso che sia giusto non rispondere alle miedomande e che lo sia invece interrogarmi, io risponder.FORTUNATO: Lanima agisce con le proprie forze? questo che tidomando.

    11. AGOSTINO: Di certo risponder alla domanda che mi hairivolto: ricordati soltanto che tu non hai voluto rispondere alle miedomande, mentre io ho voluto rispondere alle tue. Chiedi se lanima

    discende da Dio: questa in verit una grande questione. Ma cheessa discenda da Dio o no, rispondo che lanima non di Dio: altro Dio, altro lanima. Dio inviolabile, incorruttibile, impenetrabile,incontaminabile e tale che in nessuna parte pu essere corrotto e innessuna parte gli si pu nuocere. Lanima, al contrario, comevediamo, peccatrice ed immersa nella sofferenza, alla ricercadella verit e ha bisogno di un liberatore. Questi mutamentidellanima mi mostrano che essa non Dio. Infatti se lanima lasostanza di Dio, la sostanza di Dio erra, la sostanza di Dio si

    corrompe, la sostanza di Dio violata, la sostanza di Dio ingannata, e tutto ci empio a dirsi.FORTUNATO: Dunque tu neghi che lanima provenga da Dio fino ache schiava dei peccati, dei vizi e delle cose del mondo ed sottomessa allerrore, perch non possibile che Dio o la suasostanza subisca ci. Dio infatti incorruttibile e la sua sostanza immacolata e santa. Ma ora vi chiedo se lanima proviene da Dio ono. Noi professiamo che proviene da Dio, mostrandolo con lavventodel Salvatore, con la sua santa predicazione, con la scelta in virt

    della quale ha piet delle anime e dicendo che appunto, inconformit al suo arbitrio, lanima venuta quaggi perch laliberasse dalla morte e la conducesse alla gloria eterna,restituendola al Padre. Ma tu personalmente, che cosa dici o speridellanima, che provenga da Dio o no? La sostanza di Dio, dallaquale neghi che lanima provenga, non pu sottostare a nessunapassione.

    12. AGOSTINO: Ho negato che lanima sia sostanza di Dio pernegare che essa Dio. Ma tuttavia ha Dio per artefice, poich stata fatta da Dio. Altro il Creatore, altro la sua opera. Il

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    Creatore non pu assolutamente essere corruttibile; lopera nonpu assolutamente essere uguale al suo Creatore.FORTUNATO: Ma io non ho detto che lanima simile a Dio. Poichper hai detto che lanima opera della creazione e che non c

    niente al di fuori di Dio, io domando da dove Dio abbia tratto lasostanza dellanima.

    13. AGOSTINO: Ti ricordo soltanto che io rispondo alle tuedomande, tu invece non rispondi alle mie. Dico che lanima statacreata da Dio, come tutte le altre cose da lui create e, tra quelleche Dio onnipotente ha creato, allanima riservato un posto dipreminenza. Se tu poi chiedi da dove Dio ha creato lanima,ricordati che io ammetto con te che Dio onnipotente. Onnipotente

    invece non chi richiede qualche materia per fare quello che vuole.Ne segue che, secondo la nostra fede, tutte le cose che Dio hacreato mediante il Verbo e la sua Sapienza le ha creato dal nulla.Cos infatti leggiamo: Egli ha ordinato e le cose sono state fatte;egli comand e le cose sono state create8.

    Fortunato afferma lesistenza di due sostanze quella delBene e quella del Male.

    FORTUNATO: Tutte le cose dipendono dal suo comandamento?

    14. AGOSTINO: Si, cos credo; per tutte le cose che sono statecreate.FORTUNATO: Le cose create si accordano tra loro. Ma poich lecose di cui parli sono per te discordanti tra loro, dunque evidenteche non c una sola sostanza, nonostante che queste stesse cosesiano venute a costituire il mondo e la sua figura dal comando diuno solo. Del resto ci appare manifesto dalle cose stesse, perch

    non c nessuna rassomiglianza tra le tenebre e la luce, tra la verite la menzogna, tra la morte e la vita, tra lanima e il corpo e tratutte le altre cose simili a queste ma che differiscono tra loro siaper i nomi sia per le specie. A buon diritto perci nostro Signore hadetto: Ogni pianta che non stata piantata da mio Padre celestesar sradicata9, e, alludendo ad un albero piantato, Sar gettatonel fuoco, perch non produce frutti buoni10. Di qui dunque evidente che, per lordine delle cose, due sono le sostanze in questomondo, le quali constano ciascuna di specie e di nomi: una di esse la sostanza del corpo, laltra la sostanza eterna, quale crediamoche sia la sostanza del Padre onnipotente.

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    Esistono due soli generi di mali: il peccato e la pena delpeccato. Essi sono dovuti al libero arbitrio.

    15. AGOSTINO: Questi contrari che ti turbano perch li sentiamo

    come tra loro avversi, sono dovuti al nostro peccato, il peccatodelluomo. Dio infatti ha fatto tutte le cose e le ha fatte buone e leha ben ordinate; invece non ha fatto il peccato e la sola cosa chenoi chiamiamo male il nostro peccato volontario. C anche unaltro genere di male: la pena del peccato. Poich dunque duesono i generi dei mali, cio il peccato e la pena del peccato, lunonon riguarda Dio, laltro riguarda la sua giustizia. Dio infatti come buono, in quanto ha tutto creato, cos giusto, in quanto castiga ilpeccato. Di conseguenza, siccome tutte le cose sono perfettamente

    ordinate, il fatto che ora alcune ci sembrano tra loro avverse dovuto giustamente alla caduta delluomo, che non ha volutoosservare la legge di Dio. Allanima razionale che nelluomo, Dioinfatti ha dato il libero arbitrio, per cui luomo poteva avere meritosoltanto a condizione di essere buono per sua volont, non pernecessit. Poich dunque bisogna che il bene provenga non dallanecessit ma dalla volont, occorreva che Dio desse allanima illibero arbitrio. Cos sottomise tutte le cose allanima rispettosa dellesue leggi, senza che essa incontrasse alcuna opposizione, di modoche anche le altre cose create da Dio fossero al suo servizio, seessa, da parte sua, avesse voluto servire Dio. Ma siccome essa, daparte sua, non ha voluto servire Dio, quelle cose che erano al suoservizio si sono tramutate in pena per lei. Perci, se tutte le cosesono state rettamente ordinate da Dio, esse sono anche buone, eDio non subisce il male.FORTUNATO: Non subisce il male, ma lo previene.

    Fortunato cerca di chiarire con le Scritture la questione delledue sostanze.

    16. AGOSTINO: Da chi in effetti lavrebbe potuto subire?FORTUNATO: Anchio la penso cos: perch lha voluto prevenirenon per senza ragione, ma per la sua potenza e prescienza.Peraltro, prova a negare che il male esiste al di fuori di Dio, unavolta che si mostrato che esistono i precetti perch ci sono altrecose che accadono al di fuori della sua volont. Il precetto, infatti,non interviene se non dove c lopposizione. La facolt di vivereliberamente concessa solo dove c la caduta, come chiariscelApostolo quando dice:Anche voi eravate morti per le vostre colpe

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    e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questomondo, seguendo il principe delle potenze dellaria, quello spiritoche ora opera nei figli ribelli. Nel numero di questi ribelli, del resto,anche noi tutti siamo vissuti, un tempo, con i desideri della nostra

    carne, seguendo le sue voglie ed eravamo per natura meritevolidellira, come tutti gli altri. Dio invece, ricco di misericordia, haavuto piet di noi. Da morti che eravamo per i peccati, ci ha fattorivivere con Cristo: in virt della sua grazia infatti voi siete statisalvati. Con lui ci ha anche risuscitato e con Ges Cristo ci ha fattosedere nei cieli, per mostrare nei secoli futuri la straordinariaricchezza della sua grazia mediante la sua bont verso di noi inGes Cristo. per sua grazia infatti che siete stati salvati mediantela fede; e ci non viene da voi, ma dono di Dio; n viene dalle

    opere, perch nessuno se ne possa gloriare. Siamo infatti operasua, creati in Ges Cristo per le opere buone che Dio ha predispostoaffinch noi le praticassimo. Perci ricordatevi che un tempo voieravate pagani nella carne, denominati circoncisi da coloro chechiamano circoncisione quella che portano nel loro corpo, compiutada mano duomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senzaCristo, esclusi dalla cittadinanza di Israele, estranei ai fatti dellapromessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. Orainvece, in Cristo Ges, voi che un tempo eravate lontani sietediventati vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti la nostrapace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo, abbattendo ilmuro di separazione che era in mezzo, cio linimicizia, annullando,per mezzo della sua carne, la legge fatta di comandamenti e diprecetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,facendo la pace e, per riconciliare tutti e due con Dio in un solocorpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso linimicizia.Con la sua venuta perci, annunzi la pace a voi che eravate

    lontani e la pace a coloro che erano vicini, poich per mezzo di luipossiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito11.

    Replica Agostino.

    17. AGOSTINO: Questo passo dellApostolo che hai voluto leggere,se non erro, completamente a favore della mia fede e contro latua: in primo luogo perch lo stesso libero arbitrio, col quale io ho

    detto che lanima pecca, qui abbastanza chiaramente enunciatoquando lApostolo parla del peccato e dice che la nostrariconciliazione con Dio avviene attraverso Ges Cristo. Con il

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    peccato infatti ci eravamo allontanati da Dio, con la fedelt aiprecetti di Cristo invece noi ci riconciliamo con Dio: noi, cheeravamo morti a causa dei nostri peccati, osservando i suoiprecetti, siamo restituiti alla vita e siamo in pace, in un solo spirito,

    con colui al quale eravamo diventati estranei non osservando i suoicomandamenti (come annuncia la nostra fede a proposito delluomoche fu creato per primo). Dunque ora ti chiedo di dirmi, secondo ilpasso che hai letto, come possiamo peccare, se c una naturacontraria che ci costringe a fare ci che facciamo. Chi infatti costretto dalla necessit a fare qualche cosa, non pecca. Chi invecepecca, pecca in ragione del libero arbitrio. Perch ci imposta lapenitenza, se non siamo noi ad aver fatto il male, ma la progeniedelle tenebre? Ti domando parimenti a chi accordata la

    remissione dei peccati: a noi o alla progenie delle tenebre? Ma se laremissione dei peccati accordata alla progenie delle tenebre,anche essa regner con Dio, ricevendo la remissione dei peccati?Se invece la remissione dei peccati accordata a noi, evidenteche si deve al fatto che abbiamo peccato volontariamente. Sarebbeinfatti abbastanza stolto perdonare a colui che non ha fatto nientedi male. Ora chi non ha fatto niente di sua volont, non ha fattoniente di male. Supponiamo dunque in questo momento cheunanima, alla quale Dio prometteva la remissione dei peccati e lariconciliazione qualora avesse smesso di peccare e avesse fattopenitenza per i suoi peccati, risponda secondo la vostra fede e dica:" In che cosa in verit ho peccato? Di che cosa mi sono resaresponsabile? Perch mi hai cacciato dai tuoi regni, per farmicombattere contro non so quale progenie? Sono stata precipitata,mescolata, corrotta, resa debole, non ho conservato il liberoarbitrio. Tu conosci la necessit da cui sono stata pressata: perchmi imputi le ferite che ho ricevuto? Perch mi costringi alla

    penitenza dal momento che sai la causa delle mie ferite, e inoltresai che le sofferenze che ho subito mi sono state inflitte dallaprogenie delle tenebre, per tuo ordine? Tu infatti non potevi essereviolato, ma, poich volevi provvedere ai tuoi regni perch nientepotesse loro nuocere, mi hai precipitato in mezzo alle miserie. Se certo che sono una parte di te uscita dalle tue viscere, che vengodal tuo regno e dalla tua bocca, non avrei dovuto patire alcunch inmezzo a questa progenie delle tenebre, di modo che, se vero cheero una parte del Signore, mentre sfuggivo ad ogni corruzione, essa

    vi avrebbe dovuto essere sottomessa. Ora invece, poich essa nonpoteva essere calmata se non attraverso la mia corruzione, come

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    posso essere chiamata una parte di te e tu, come resti inviolabile,come non sei crudele, tu che hai voluto che io soffrissi per questiregni contro i quali non poteva affatto nuocere quella progenie delletenebre? ". A ci rispondi, se non ti dispiace, e cerca anche di

    spiegarmi in che modo stato detto dallapostolo Paolo: Noieravamo per natura figli dellira, noi che, secondo le sue parole,siamo stati riconciliati con Dio. Se dunque eravamo per natura figlidellira, come puoi dire che per natura lanima figlia e parte diDio?FORTUNATO: Se lApostolo ha detto che siamo per natura figlidellira in riferimento allanima, questa, secondo le paroledellApostolo, sarebbe estranea a Dio. Ed per questa ragionesoltanto che tu puoi mostrare che lanima non proviene da Dio, cio

    perchpernatura, come dice lApostolo, siamo figli dellira. Ma sequesto Apostolo ha parlato cos per il fatto che, come egli stessotestimonia, era sottoposto alla legge, in quanto discendente dalseme di Abramo, evidente che in riferimento al corpo ha dettoche noi, come tutti gli altri, siamo stati figli dellira. Quanto allasostanza dellanima, egli mostra invero che proviene da Dio e chelanima non pu riconciliarsi con Dio in altro modo se non medianteil Maestro che Ges Cristo. Infatti, una volta distrutta linimicizia,sembrava che lanima fosse ancora indegna di Dio. Ma poichtuttavia stata inviata, lo professiamo, da un Dio onnipotente, stata inviata traendo la propria origine da lui e per confermare lasua volont. Come pure crediamo che il Salvatore Cristo venutodal cielo per compiere la volont del Padre, che era la seguente:liberare le nostre anime dalla inimicizia con lui, distruggendo questastessa inimicizia. E se lanima non fosse stata contraria a Dio, nonsi sarebbe parlato dinimicizia dove cera lunit, n si sarebbeparlato della sua distruzione o di eseguirla dove era la vita.

    18. AGOSTINO: Ricordati ci che lApostolo ha detto: che per lanostra condotta di vita noi siamo stati separati da Dio.FORTUNATO: Ne ricavo che cerano due sostanze: la sostanza dellaluce nella quale cera Dio che, come abbiamo detto in precedenza, incorruttibile, e il suo contrario, cio la natura delle tenebre, aproposito della quale anche oggi confesso che vinta dalla potenzadi Dio e che, come ha detto in precedenza lo stesso Apostolo, invista del mio ritorno stato mandato Cristo come salvatore.

    Anche Agostino fa appello alle Scritture.

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    19. AGOSTINO: Coloro che ci ascoltano ci hanno imposto didiscutere con ragioni la credenza nelle due nature. Ma poich ti seirifugiato di nuovo nelle Scritture, anche io ricorro ad esse: chiedoche niente sia omesso perch, con lutilizzare solo certi passi, non

    portiamo che nebbie a coloro ai quali le Scritture non sono note.Iniziamo dunque lesame del passo dellApostolo contenuto nellaLettera ai Romani. Nella prima pagina infatti si trova ci che decisamente contro di voi; dice appunto: Paolo, servo di GesCristo, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il Vangelodi Dio, che egli aveva promesso per mezzo dei suoi Profeti nelleSacre Scritture, riguardo al Figlio suo, nato dalla progenie di Davidesecondo la carne, costituito Figlio di Dio secondo lo spirito disantificazione mediante la resurrezione dei morti, Ges Cristo,

    nostro Signore12. Vediamo che lApostolo ci insegna intorno anostro Signore, da una parte, che fu predestinato dalla potenza diDio prima dellincarnazione e, dallaltra, che nato secondo lacarne dalla stirpe di Davide. Ci voi lo avete sempre negato e lonegate ancora: come potete reclamare le Scritture per discutere dipreferenza secondo esse?FORTUNATO: Voi asserite che , secondo la carne, che provienedalla stirpe di Davide, quando invece detto che nato da unavergine ed celebrato Figlio di Dio. Non si pu infatti tenere perspirito se non ci che proviene dallo spirito, e per carne se non ciche proviene dalla carne. Contro questa opinione c lautoritstessa del Vangelo, la quale dice che la carne e il sangue nonpossono ereditare il regno di Dio, n ci che corruttibile puereditare lincorruttibilit13.

    A questo punto si lev un rumore presso coloro che assistevano,perch volevano che si procedesse con ragioni: vedevano in effetti

    he egli non voleva ammettere tutte le cose che sono scritte neltesto dellApostolo. Quindi, in modo disordinato, cominciarono tuttia discutere in qual senso egli dicesse che la parola di Dio era stataincatenata nella progenie delle tenebre. Poich a questa asserzionei presenti inorridirono, la seduta si sciolse.

    IL GIORNO SUCCESSIVO, FATTO VENIRE DI NUOVO UNNOTAIO,

    LA SEDUTA SI SVOLSE COME SEGUE

    Fortunato esclude che il male provenga da Dio.

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    FORTUNATO: Dico che Dio onnipotente non ha prodotto niente dimale da se stesso e che tutto ci che suo resta incorrotto,essendo sorto e nato da una sola sorgente inviolabile. Quanto allealtre cose che in questo mondo si muovono in senso opposto alle

    precedenti, esse non derivano da Dio e non sono apparse in questomondo per il fatto che hanno Dio come sovrano: esse cio non dalui che traggono origine. Questo dunque quanto accogliamo perfede, poich i mali sono estranei a Dio.

    Per Agostino il male ha la sua origine nel peccato compiutodalla volont delluomo dotata di libero arbitrio.

    20. AGOSTINO: E questo quanto anche noi crediamo: Dio non il

    padre dei mali e non ha fatto nessuna natura cattiva. Ma poichconveniamo entrambi che Dio incorruttibile e incontaminabile,spetta ad uomini saggi e credenti stimare quale sia la fede pi purae pi degna della maest di Dio. quella in cui si afferma che o lapotenza di Dio o qualche sua parte o la sua parola possono esserecambiate, violate, corrotte, incatenate; oppure quella in cui si diceche mai e in nessuna parte Dio onnipotente e tutta la sua natura esostanza possono essere corrotte, ma che il male proviene dalpeccato volontario dellanima, a cui Dio ha dato il libero arbitrio? Se

    Dio non avesse dato il libero arbitrio, non avrebbero potuto esseregiusti n la decisione di punire, n il merito di fare il bene, n ilcomandamento divino di fare penitenza per i peccati e neppure lostesso perdono dei peccati, concessoci da Dio mediante il Signorenostro Ges Cristo. Giacch, chi non pecca volontariamente, nonpecca: questo, penso, chiaro ed evidente a tutti. Perci, non cmotivo di turbarsi se, tra le cose che Dio ha fatto, alcune sono pernoi causa di molestia secondo i nostri meriti. Come infatti ha creatotutte le cose in virt della sua bont, cos, in virt della suagiustizia, non lascia i peccati impuniti. I quali peccati, come hodetto, se non ci fosse in noi la libera volont, non sarebberopeccati. Se, per esempio, uno, che stato legato da un altro nellealtre membra, scrivesse con la sua mano il falso senza alcunconsenso da parte sua, io ti domando: il giudice al quale la cosafosse rivelata, potrebbe condannare questuomo per il crimine difalsit? Perci, se evidente che non c il peccato dove non c illibero arbitrio della volont, voglio che mi spieghi quale male

    lanima, che secondo voi una parte o una potenza o una parola oqualcosa daltro di Dio, abbia fatto per essere punita da Dio o per

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    pentirsi del suo peccato o per meritare il perdono, dal momento chedi per se stessa non ha affatto peccato?

    Per Fortunato il male esiste al di fuori di Dio, ma Dio che lo

    punisce.

    FORTUNATO: Quanto alle sostanze, io ho proposto di ritenere Diocreatore soltanto delle cose buone e punitore invece di quellecattive, dal momento che le sostanze cattive non vengono da lui. Agiusto titolo dunque penso che Dio castiga i mali, perch nonvengono da lui. Daltro canto, se venissero da lui, o darebbe licenzadi peccare, in quanto, secondo te, Dio ha dato il libero arbitrio (inquesto caso ormai risulterebbe complice della mia colpa al punto

    che sarebbe lautore del mio delitto), oppure, ignorando che cosasarei diventato, avrebbe peccato perch avrebbe creato un esserenon degno di lui. Questa dunque la mia tesi ed ora domando seDio ha istituito le cose cattive o no, e se lui stesso ha istituito la finedei mali. Infatti le cose fatte da Dio o che hanno lui come artefice,appare manifesto da loro stesse e dallinsegnamento della fedeevangelica, state create e generate incorruttibili. Questi sono gliarticoli ai quali ci affidiamo, che io ho proposto e che tu puoirafforzare in questa nostra professione di fede in modo tale,

    tuttavia, che non manchi lautorit delle fede cristiana. E poichposso mostrare che in nessun punto io credo rettamente se non inquanto rafforzo la stessa fede con lautorit delle Scritture, questo dunque ci che ho fatto intendere e che ho detto. Ma se i mali sonoapparsi nel mondo per opera di Dio, prego te stesso di dirlo; o, se,al contrario, si crede giustamente che i mali non provengono daDio, bisogna che i presenti proseguano nella loro attenta ricerca elo apprendano. Ho parlato delle sostanze, non del peccato che innoi. Se infatti non avesse unorigine il fatto che pensiamo dicompiere il male, non saremmo costretti a venire al peccato o almale. Inseguiamo infatti la scienza delle cose perch pecchiamocontro la nostra volont, costretti da una sostanza a noi contraria enemica. Avvertita da questa scienza e tornata alla memoria delpassato, lanima riconosce da chi trae la propria origine, in qualemale si trova e, per converso, di quali mali emendandosi per averlifatti senza volerlo, pu, attraverso lemendazione delle sue colpe emediante le opere buone, ottenere il merito della sua riconciliazione

    con Dio, artefice il nostro Salvatore, che ci insegna a fare il bene ea fuggire il male. Ci stato detto infatti che, non gi spinto daqualche natura contraria, ma di sua spontanea volont, luomo

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    osserva la giustizia oppure si rende colpevole dei peccati. Masiccome non esiste nessuna progenie contraria, se nel corpo non cche lanima a cui Dio creandola, come tu dici, ha dato il liberoarbitrio, allora essa sar senza peccato e non si render colpevole

    di peccato.Agostino ribadisce che il male ha per origine il peccato.

    21. AGOSTINO: Io dico che non c peccato se non si pecca con lapropria volont e che c la ricompensa perch facciamo il bene conla nostra propria volont. Oppure, se si merita la pena colui chepecca suo malgrado, si deve meritare la ricompensa anche colui chefa il bene suo malgrado. Ma chi non sa che la ricompensa non si d

    se non a colui che ha fatto qualcosa con la buona volont? Da cicomprendiamo che anche la pena si infligge a colui che ha fattoqualcosa con la cattiva volont. Ma poich tu mi riporti alle primenature e sostanze, la mia fede questa: Dio onnipotente (e a civa prestata grandissima attenzione e va fissato nellanimo), Dioonnipotente, giusto e buono, che ha creato le cose buone. Tuttaviale cose da lui create non possono essere cos come lui le ha create.Sarebbe ingiusto e stolto credere che le opere sono uguali al loroartefice, le cose create al loro creatore. Perci, se pia fede

    credere che Dio ha fatto tutte le cose buone, rispetto alle qualituttavia egli di molto pi eccellente e di gran lunga pi eminente,bisogna ammettere che lorigine e il punto di partenza del male ilpeccato, come dice lApostolo: La cupidigia la radice di tutti imali; e alcuni che lhanno seguita, hanno deviato dalla fede e sisono procurati tormenti con molti dolori14. Se infatti tu cerchi laradice di tutti i mali, lApostolo ti risponde dicendo che la radice ditutti i mali la cupidigia. Io non posso cercare la radice dellaradice. Oppure, se c un altro male di cui non la radice lacupidigia, questultima non sar la radice di tutti i mali. Se invece vero che la cupidigia la radice di tutti i mali, invano cerchiamo unaltro genere di mali. Quanto alla natura contraria che tiri in gioco,poich ho gi risposto alle tue obiezioni, ti prego di volermi dire,supposto che questa natura contraria costituisca la totalit del malee che il peccato non possa venire se non da essa, che essa soladeve meritare la pena, non lanima alla quale il peccato non imputabile. Ma se concedi che essa sola merita la pena e non

    lanima, ti domando a chi sia stata data la penitenza, che stataingiunta? Se lanima ha ricevuto lingiunzione di fare la penitenza,essa ha peccato e lo ha fatto con la sua propria volont. Infatti se

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    lanima costretta a fare il male, non essa che fa il male. Non allora sciocco e del tutto folle dire che la progenie delle tenebreche ha peccato e che spetta a me di pentirmi dei peccati? Non completamente folle dire che la progenie delle tenebre che ha

    peccato e a me consentita la remissione dei peccati, a me che,secondo la vostra fede, potrei dire: che cosa ho fatto io, che cosaho commesso? Ero presso di te, ero integro, non contaminato danessuna ignominia; tu mi hai mandato quaggi, tu hai subito lanecessit, tu ti sei preso cura dei tuoi regni, quando una granderovina e devastazione incombevano su di essi. Dal momentodunque che conoscevi la necessit dalla quale quaggi sono statooppresso senza che potessi riavermi da essa e fargli resistenza,perch mi accusi come se fossi il peccatore? O perch mi prometti

    la remissione dei peccati? Rispondi a questi interrogativi, te neprego, senza tergiversare, come io ho risposto a te.FORTUNATO: Questo noi diciamo: lanima costretta a peccaredalla natura contraria. Tu vuoi che il peccato non abbia altra radicese non il male che si trova in noi, quando evidente che, per nonparlare dei nostri corpi, il male si trova in tutto il mondo. In tutto ilmondo non si trova soltanto il male che abbiamo nei nostri corpi,ma anche il male che si offre con il nome di bene: tutto ciscaturisce dalla cattiva radice. Secondo la tua valutazione, la radicedei mali consiste nella cupidigia, la quale si trova nei nostri corpi;ora, se la cupidigia del male non proviene dai nostri corpi, si trovanel mondo intero nata principalmente dalla natura contraria di cuiho parlato. In effetti la cupidigia, che tu hai chiamato radice di tuttii mali, lApostolo lha denominata la radice di tutti i mali e non unsolo ed unico male. La cupidigia, che hai detto essere la radice ditutti i mali, invero non va intesa in un solo senso, come se sitrovasse soltanto nei nostri corpi, essendo evidente che il male che

    si trova in noi discende da un altro male che ne lartefice e perciquesta che tu dici esserne la radice non che una piccola porzionedel male, di modo che non essa stessa la radice, ma essa unapiccola porzione di quel male che si trova dappertutto. E questaradice nostro Signore la chiam anche albero cattivo, perch nonporta mai buoni frutti, e non fu suo Padre a piantarla; per questopu essere a buon diritto sradicata e gettata nel fuoco 15. Tu infattitu dici che il peccato deve essere imputato alla natura contraria. Maquesta proprio la natura del male. Perci c peccato dellanima

    se, dopo le ammonizioni e il santo insegnamento del nostroSalvatore, lanima si separata dalla progenie ad essa contraria e

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    nemica, adornandosi di cose pi pure, altrimenti essa non puessere restituita alla sua sostanza. Infatti stato detto: Se nonfossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcunpeccato. Ora per, poich sono venuto e ho parlato loro e non

    hanno voluto credere in me, non hanno scusa per il loro peccato16

    .Da ci appare manifesto che giustamente la penitenza stataconcessa dopo lavvento del Salvatore, e dopo la comunicazione diquesta scienza delle cose con la quale lanima, come lavata ad unasorgente divina, pu liberarsi delle sozzure e dei vizi tanto delmondo intero quanto dei corpi nei quali la medesima anima sitrova, e ritornare nel regno di Dio da dove venuta. InfattilApostolo dice che i desideri della carne sono in rivolta contro Dio,perch non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero17. Da quanto detto appare chiaro che lanima buona sembrapeccare a causa della natura di colei che non sottomessa allalegge di Dio e non di sua propria volont. Ne scaturisce infatti lamedesima conseguenza, cio che la carne ha desideri contrari alloSpirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne, di modo che nonfate quello che vorreste18. E ancora: Nelle mie membra vedounaltra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mirende schiavo della legge del peccato e della morte. Sono unosventurato! Chi mi liberer da questo corpo votato alla morte, senon la grazia di Dio per mezzo del nostro Signore Ges Cristo, dalquale il mondo crocifisso per me ed io per il mondo?19.

    Agostino mette in luce il ruolo della cattiva abitudine.

    22. AGOSTINO: Conosco e abbraccio le testimonianze delle SacreScritture: esporr in breve, con la grazia di Dio, come si accordanocon la mia fede. Dico che il libero arbitrio della volont appartenevaalluomo che fu formato per primo. Egli fu creato in modo cheassolutamente niente si sarebbe opposto alla sua volont, seavesse voluto osservare i comandamenti di Dio. Ma dopo che hapeccato con la sua libera volont, noi, che discendiamo dalla suaprogenie, siamo stati precipitati nella necessit. Ciascuno di noi puscoprire con una piccola considerazione che questa la verit. Oggiinfatti nelle nostre azioni, fino a che non siamo trascinati daqualche abitudine, abbiamo il libero arbitrio di fare qualcosa o dinon farlo. Ma una volta che abbiamo fatto qualcosa con questa

    libert e la dolcezza e il piacere di quanto stato fatto trattengonoperniciosamente lanima, questa si trova cos presa dalla sua stessaabitudine che poi non pu vincere lostacolo che si costruita da se

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    stessa con il peccato. Vediamo molti che non vorrebbero giurare,ma poich ormai la lingua ha contratto labitudine, non possonoevitare che dalla loro bocca escano le parole che impossibilenegare come appartenenti alla progenie del male. Basta infatti

    prendere la formula con la quale giurate per il Paracleto, e voglia ilcielo che la comprendiate nel suo senso con la stessa facilit con cuiricorre nella vostra bocca. Se dunque volete fare lesperienza che vero ci che dico, proponetevi di giurare: vedrete chequellabitudine seguir la sua tendenza. questo che combattecontro lanima, labitudine stabilitasi nella carne. essa per certo laprudenza della carne, che resta tale per tutto il tempo in cui nonpu essere sottomessa alla legge di Dio, ma che, una volta chelanima illuminata, cessa di essere prudenza della carne. Si dice

    infatti che la prudenza della carne non pu essere sottomessa allalegge di Dio, come se si dicesse che la neve ghiacciata non puessere calda. In nessun modo infatti, fino a che neve, pu esserecalda. Ma come la neve si scioglie con il caldo e, in quanto cessa diessere neve, pu diventare calda, cos la prudenza della carne, ciolabitudine diventata una sola cosa con la carne, non appena lanostra mente stata illuminata e Dio ha sottomesso a se stesso,cio sotto lautorit della legge divina, luomo intero, fa subentrarealla cattiva abitudine dellanima una buona abitudine. In tutta veritpertanto il Signore ha detto che quei due alberi che tu hai ricordato,quello buono e quello cattivo, hanno ciascuno i propri frutti, cioquello buono non pu dare frutti cattivi, almeno fino a che buono,n quello cattivo pu dare frutti buoni, almeno fino a che cattivo.Prendiamo due uomini, uno buono e uno cattivo: quello buono, finoa che tale, non pu dare frutti cattivi; quello cattivo, fino a che tale, non pu dare frutti buoni. Ma perch tu comprenda che questidue alberi sono stati posti qui dal Signore per significare il libero

    arbitrio e che essi non rappresentano delle nature ma le nostrevolont, lo ha detto egli stesso nel Vangelo: O fate un albero buonoo fate un albero cattivo20. Chi che pu fare la natura? Se dunqueci stato ordinato di fare o lalbero buono o lalbero cattivo, spettaa noi scegliere ci che vogliamo. dunque di questo peccatodelluomo e di questa abitudine dellanima divenuta una sola cosacon la carne che lApostolo dice: Nessuno vi inganni21; Tutto ciche stato creato da Dio buono22. Il medesimo Apostolo che tustesso hai ricordato, dice: Come per la disobbedienza di uno solo,

    molti saranno peccatori, cos anche per lobbedienza di uno solo,molti saranno costituiti giusti23. Poich a causa di un uomo venne

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    la morte, a causa di un uomo verr anche la resurrezione dei morti24. Fino a che dunqueportiamo limmagine delluomo terrestre25,cio fino a che viviamo secondo la carne, che chiamata ancheluomo vecchio, siamo sotto il potere della nostra abitudine, di

    modo che non facciamo ci che vogliamo. Una volta per che lagrazia divina ci abbia ispirato lamore di Dio e ci abbia fatto sudditidella sua volont (noi ai quali stato detto: Voi siete stati chiamatialla libert26 e la grazia di Dio mi ha liberato dalla legge delpeccato e della morte27; infatti la legge del peccato impone chechiunque ha peccato debba morire), noi siamo liberati da questalegge, poich abbiamo cominciato ad essere giusti. La legge dellamorte quella per la quale stato detto alluomo: Tu sei terra e interra ritornerai28. In effetti noi nasciamo tutti da lui in questa

    condizione, perch siamo terra e in terra ritorneremo per colpa delpeccato del primo uomo. In virt invece della grazia di Dio, che cilibera dalla legge del peccato e della morte, noi siamo liberati se cisiamo convertiti alla giustizia, di modo che la medesima carne checi ha afflitto con le pene mentre eravamo peccatori, ci sarsottomessa nella resurrezione e non ci molester con nessunaavversit che ci ostacoli nellosservare la legge di Dio e i diviniprecetti. Ora, poich io ho risposto alle tue domande, ti prego dirispondere a ci che io desidero: come possibile che, se esisteuna natura contraria a Dio, il peccato sia imputato a noi che siamostati inviati in questa natura non dalla nostra volont, ma da partedi Dio stesso, a cui niente poteva nuocere?FORTUNATO: allo stesso modo che, per esempio, il Signore hadetto ai suoi discepoli: Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ailupi29. A questo riguardo si deve sapere che non con sentimentodi inimicizia che il nostro Salvatore ha voluto inviare i suoi agnelli,cio i suoi discepoli, in mezzo ai lupi, a meno che non vi fosse una

    natura contraria che ponesse, alla maniera dei lupi, la suacontrariet dove egli aveva inviato i suoi discepoli, di modo che leanime che per caso potessero essere ingannate in mezzo ai lupi,sarebbero fatte tornare alla propria sostanza. Da qui dunque apparemanifesta lantichit dei nostri tempi che noi evochiamo e dei nostrianni terrestri: prima della creazione del mondo che le anime sonostate inviate contro la natura contraria per sottometterla con la loropassione e rendere cos la vittoria a Dio. Lo stesso Apostolo infattiha detto che il combattimento non era soltanto contro la carne e il

    sangue, ma anche contro i principati e le potest e contro gli spiritidel male e i dominatori delle tenebre 30. Se dunque i mali si trovano

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    dovunque e dovunque si incontra liniquit, il male ormai non solonei nostri corpi ma in tutto il mondo, dove sembra che si trovino leanime che si trovano sotto questo cielo e vi sono avviluppate.

    Agostino domanda: ma possibile nuocere a Dio?

    23. AGOSTINO: Il Signore ha inviato i suoi agnelli in mezzo ai lupi,cio uomini giusti in mezzo a peccatori, per la predicazione delVangelo, nel tempo in cui lincomparabile Sapienza divina haassunto la natura umana per chiamarci dal peccato alla giustizia.Quando lApostolo dice che il nostro combattimento non contro lacarne e il sangue, ma contro i principati e le potest e tutte le altreforze che hai ricordato, vuole intendere che il diavolo e i suoi

    angeli, come anche noi, sono caduti a causa del peccato e si sonosmarriti, impadronendosi della terra, cio dei peccatori. Infatti, pertutto tempo in cui siamo peccatori, siamo sotto il loro giogo; come,quando saremo giusti, saremo sotto il giogo della giustizia. controcostoro che noi dobbiamo lottare affinch, andando verso lagiustizia, ci libereremo della loro dominazione. Dunque degnatianche tu di rispondere in breve ad una sola questione su cui tiinterrogo: era possibile o no nuocere a Dio? Ma, ti prego,rispondimi che non era possibile.

    FORTUNATO: Non era possibile.

    24. AGOSTINO: Perch dunque, secondo la vostra fede, ci hainviati quaggi?FORTUNATO: Questa la mia professione: era impossibile nuocerea Dio e Dio ci ha indirizzati quaggi. Ma poich ci contrario allatua fede, di tu per quale ragione lanima, che ora il nostro Diovuole liberare con i suoi comandamenti e con linvio del proprioFiglio, apparsa quaggi?

    25. AGOSTINO: Poich vedo che tu, non potendo rispondere allemie questioni, vuoi porgerle a me, ecco ti do soddisfazione, purchti ricordi che non hai risposto alle mie domande. Ho detto non soloin precedenza, ma non so quante volte anche poco fa per qualeragione lanima quaggi nel mondo, avvolta nelle miserie.Lanima ha peccato e perci miserabile. Ha ricevuto il liberoarbitrio e se ne servita come ha voluto: ha deviato, stataesclusa dalla beatitudine, immersa nelle miserie. A questo scopoti ho citato la testimonianza dellApostolo che dice: Come a causa diun uomo venne la morte, cos a causa di un uomo verr la

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    resurrezione dei morti31. Che vuoi di pi? Dunque rispondi: colui alquale era impossibile nuocere, perch ci ha inviato quaggi?FORTUNATO: Questa la causa che bisogna ricercare: perchlanima sia venuta quaggi o per quale ragione Dio voglia liberare

    da questo mondo essa che vive in mezzo ai mali.Ancora Agostino: E se non era possibile nuocere a Dio,perch Dio ci ha inviato quaggi?

    26. AGOSTINO: Questa la causa che chiedo a te: cio, se eraimpossibile nuocere a Dio, perch ci ha inviato quaggi?FORTUNATO: Mi chiedi: se il male non poteva nuocere a Dio, perquale ragione lanima stata inviata quaggi o per quale ragione

    stata mescolata al mondo? Ma in proposito chiaro ci che dicelApostolo: Oser forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasm:"Perch mi hai fatto cos? "32. Se dunque da cercare la causa diquesto evento, bisogna interrogare colui che ha indirizzato lanimasenza che vi fosse costretto da nessuna necessit. Ma fu costrettodalla necessit ad inviare lanima; perci giusto che abbia anchela volont di liberarla.

    27. AGOSTINO: Dio dunque incalzato dalla necessit?

    FORTUNATO: Ormai cos. Ma di quanto stato detto, ossia nonche Dio sottomesso alla necessit ma che ha inviato lanimavolontariamente, non farne un argomento di accusa.

    28. AGOSTINO: Riprendi ci che hai detto in precedenza.Fu ripetuto: " Ma se ci fu per lui la necessit di inviare lanima, giusto che abbia anche la volont di liberarla ".AGOSTINO: E noi appunto labbiamo inteso cos: " Ma se ci fu perlui la necessit di inviare lanima, giusto che abbia anche la

    volont di liberarla ". Tu dunque hai detto che per Dio ci fu lanecessit di inviare lanima. Ma se tu vuoi parlare solamente divolont, io aggiungo anche questo: da parte di colui al quale nientepoteva nuocere, fu una volont crudele quella di inviare lanima inmezzo a cos grandi miserie. E poich dico ci allo scopo diconfutarti, chiedo perdono alla misericordia di colui nel qualeriponiamo la speranza della liberazione da tutti gli errori deglieretici.FORTUNATO: Tu sostieni che noi diciamo che Dio crudele quandoinvia lanima quaggi. Sostieni inoltre che Dio ha creato luomo e hasoffiato dentro di lui lanima, di cui comunque ha previsto che

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    sarebbe piombata nella miseria e che, a causa dei mali, nonpotesse entrare in possesso della sua eredit. Ora questo dovutoo allignoranza o al fatto di dare lanima ai mali sopra ricordati. Horichiamato ci perch tu non molto tempo fa hai detto che Dio ha

    adottato lanima, senza per che essa provenga da lui: adottareinfatti qualcosa di diverso.

    29. AGOSTINO: Della nostra adozione ricordo di aver parlato ierisecondo la testimonianza dellApostolo, il quale dice che siamo statichiamati a ricevere ladozione di figli 33. Non era dunque la miarisposta, ma quella dellApostolo. Tale questione, relativaalladozione, se non ti dispiace, la esamineremo unaltra volta.Quanto al soffio dellanima ti risponder quando avrai risposto alle

    mie obiezioni.FORTUNATO: Dico che il farsi avanti dellanima fu contro la naturacontraria, la quale non poteva nuocere in niente a Dio.

    30. AGOSTINO: Che bisogno cera di questo farsi avanti, quandoDio non aveva niente da temere, dal momento che non cera nienteche potesse nuocergli?FORTUNATO: certo nella vostra coscienza che Cristo venuto daDio?

    31. AGOSTINO: Mi interroghi di nuovo? Rispondi alle mie domande.FORTUNATO: Ho appreso dalla fede che egli venuto quaggi pervolont di Dio.

    Agostino incalza chiedendo per quale ragione Dio ha inviatolanima quaggi.

    32. AGOSTINO: E io ti chiedo: Dio onnipotente, inviolabile,

    immutabile e al quale niente poteva nuocere, per quale ragione hainviato lanima in mezzo alle miserie, allerrore, a queste cose chenoi soffriamo?FORTUNATO: Infatti stato scritto: Ho il potere di offrire la miaanima e il potere di riprenderla34. Ora ha detto che lanima si fatta avanti per volont di Dio.

    33. AGOSTINO: Ma io ti domando la causa, cio per quale ragione,dal momento che niente poteva nuocere a Dio.

    FORTUNATO: Abbiamo gi detto che niente poteva nuocere a Dio eche lanima si trova nella natura contraria affinch possa imporreuna misura, un limite a questultima. Una volta imposto questo

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    limite alla natura contraria Dio riprende lanima; infatti egli stessoha detto: Ho il potere di offrire la mia anima e il potere diriprenderla. Il Padre mi ha conferito questo potere di offrire la miaanima e di riprenderla. Dio dunque, che parlava cos nel Figlio, a

    quale anima si riferiva? evidente che si tratta della nostra anima,che si trova in questi corpi, e della quale dice che venuta quaggiper sua volont e che per sua volont sar ripresa.

    34. AGOSTINO: a tutti noto perch nostro Signore ha detto: Ho ilpotere di offrire la mia anima e il potere di riprenderla: perchavrebbe sofferto e sarebbe risuscitato. Ora io ti chiedo ancora unavolta: se niente poteva nuocere a Dio, perch ha inviato le animequaggi?

    FORTUNATO: Per imporre un limite alla natura contraria.

    35. AGOSTINO: E Dio onnipotente, misericordioso e il pieccellente di tutti gli esseri, per imporre un limite alla naturacontraria, cio per frenarla, dunque ha voluto che noi fossimosfrenati?FORTUNATO: Ma per questo che richiama lanima a s.

    36. AGOSTINO: Se la richiama a s traendola dalla

    smoderatezza, dal peccato, dallerrore, dalla miseria, che bisognocera che lanima sopportasse tanti mali per cos lungo tempo, finoalla fine del mondo, dal momento che niente pu nuocere a Dio, dalquale voi dite che stata inviata quaggi?FORTUNATO: Che cosa dunque ti risponder?

    Fortunato confessa di non essere in grado di rispondere.

    37. AGOSTINO: Lo so che tu non hai nulla da dire, e io stesso, ogni

    volta che vi ho ascoltato su questa questione, non ho mai trovatouna risposta. E perci fui indotto per ispirazione divina a lasciarequesto errore e a convertirmi alla fede cattolica o, piuttosto, aritornarvi per la benevolenza di colui stesso che non mi hapermesso di attaccarmi per sempre a questo errore. Ma siccomeconfessi che non hai cosa rispondere, se lo permettono e lodesiderano, io esporr a tutti i nostri ascoltatori e testimoni, poichsono dei fedeli, la fede cattolica.FORTUNATO: Ecco cosa ho potuto dirti senza pregiudizio per la mia

    professione di fede. Alle tue obiezioni risponder dopo che le avresaminate di nuovo con i miei superiori. Se non risponderanno a

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    questa mia domanda, che simile a quella da te ora rivolta a me(poich anche io desidero che la mia anima sia liberata medianteuna fede sicura), rientrer nella mia meditazione esaminare questaquestione che tu mi offri e che prometti di chiarirmi.

    AGOSTINO: Grazie a Dio.

    1 - Gv 14, 6 e 10, 7.

    2 - Gv 14, 6.

    3 - Gv 14, 9.

    4 - Gv 5, 24.

    5 - Fil 2, 5-8.

    6 - Cf. 1 Cor 1, 24.

    7 - Cf. Gv 1, 3.

    8 - Sal 148, 5.9 - Mt 15, 13.

    10 - Mt 7, 19; 3, 10.

    11 - Ef 2, 1-18.

    12 - Rm 1, 1-4.

    13 - 1 Cor 15, 50.

    14 - 1 Tm 6, 10.

    15 - Cf. Mt. 15, 13; 7, 17-20 e 3, 10.

    16 - Gv 15, 22.

    17 - Rm 8, 6.

    18 - Gal 5, 17.

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    19 - Rm 7, 23-25.

    20 - Mt 12, 33.

    21 - Ef 5, 6.22 - 1 Tm 4, 4.

    23 - Rm 5, 19.

    24 - 1 Cor 15, 21.

    25 - 1 Cor 15, 49.

    26 - Gal 5, 13.

    27 - Rm 8, 2.

    28 - Gn 3, 19.

    29 - Mt 10, 16.

    30 - Cf. Ef 6, 12.

    31 - 1 Cor 15, 21.

    32 - Rm 9, 20.

    33 - Cf. Ef 1, 5.

    34 - Gv 10, 18.