Sandra Sassaroli. Magrezza non è bellezza. L’ansia di perfezione e il ruolo dei genitori nei...

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Magrezza non è bellezza. L’ansia di perfezione e il ruolo dei genitori nei disturbi alimentari.

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Qualche dato epidemiologico

• Anoressia: • Prevalenza (quanti sono malati in questo momento):

0,3 percento nel 2010• Incidenza; 8 nuovi casi all’anno ogni 100.000 soggetti

tutto nei paesi occidentali• Bulimia: • Prevalenza: dall’1 al 4 % nei vari paesi prevalenza • Incidenza: 12 nuovi casi all’anno per 100.000

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• Nella quarta edizione del manuale diagnostico DSM (1994)i criteri diagnostici per l’anoressia sono quattro:

• il peso insufficiente,• il disturbo dell’immagine corporea, • il timore di ingrassare • l’amenorrea.

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• I criteri diagnostici per la bulimia nervosa nella quarta edizione del manuale diagnostico DSM (1994) sono:

• A. Ricorrenti abbuffate.

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• Un’abbuffata è caratterizzata dalle seguenti caratteristiche:

• 1. mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili;

• 2. sensazione di perdere il controllo durante l'episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).

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• B. Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.

• Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi.

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• C. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei. L'alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa.

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8

Kg

88

33

60

50

40

70

80

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

BMI 22

BMI 17

BMI 11.5

BMI 30

BMI 27

17.5

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Curva del peso dai 14 ai 21. (Slide nr. 8 e 9 fornite da Gabriella Milos, Università di Zurigo 2008).

Paziente di 21 anni Inizio del disturbo 14 anniAltezza 170 cm

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AN

EDNOS

BN

Migrazioni delle diagnosi DA (non dipendente dai casi, cambiamenti)

Remissioni

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Fattori di rischio psichiatrici generali

• 1. storia di depressione

• 2. essere esposte a commenti critici sulle forme e sul peso

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Fattori di rischio biologici

• Vulnerabilità genetica (Bulik 2000) molto aleatoria

• Leptina (Monteleone 2008)• Dopamina (Hyman, 2010)• L’insula (corteccia insulare) dell’amigdala

iperattivata (soggetti ipersensibili a situazioni di minaccia e allarme) (Lask, 2010)

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Noon e Lask, 2011

• In sostanza la percezione della minaccia a livello dell’amigdala viene passata all’insula che non è in grado di rielaborarla in termini funzionali, e la percepisce in termini distorti come minaccia terrificante, ed essendo l’insula il luogo in cui si rielabora l’informazione corporea su fame sazietà si crea una confusione tra minaccia e controllo alimentare con conseguente gestione rigida di controllo di peso e dieta.

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Fattori di rischio psicologico

• criticismo subito• autocriticismo (self-criticism)• Perfezionismo• bassa autostima• tendenza a ipercontrollare• rimuginio/ruminazione• timore del futuro• ansia/depressione

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L’infanzia e la giovinezza

• I fattori principali sono il perfezionismo, la tendenza a ipercontrollare, l’ansia quando avvengano eventi improvvisi e non previsti.

• la bassa autostima e la tendenza a sentirsi a posto solo in condizioni di perfezionismo e alto controllo

• ossessività, ansia anche in aree diverse

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Ma sappiamo qualcosa sulle famiglie?

Alcuni tratti familiari: (Jacobi et al 2004)• emozioni espresse• criticismo• assimilazione ingenua degli ideali perfezionistici

portati dalle ragazze• depressione• mancato ausilio dato alle ragazze nella

rielaborazione della minaccia dovuta ai problemi dell’insula (mancata rassicurazione) (questo secondo l’ipotesi di Brian Lask)

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Ingredienti per la costruzione del DA

Credenze: perfezionismo, controllo, criticismo subito, autocriticismo, bassa autostimaProcessi: ruminazione e rimuginio, più raramente ruminazione rabbiosa

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In estrema sintesi

Criticismo-

autocriticismo

Perfezionismo

Tendenza a di

magrire

Controllo

Autostima

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Come costruire una storia di disturbo

• Qui di seguito descriviamo un percorso tipo di costruzione di un disturbo alimentare.

• ovviamente le dinamiche psicologiche che racconto saranno molto schematizzate.

• Non cerchiamo colpe o responsabilità, cerchiamo di capire.

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La psicopatologia del DA

• In sintesi come si fa a favorire il rischio di un esordio del disturbo in adolescenza

• Cosa possono fare i genitori e le famiglie?

• Cosa è preferibile evitare?

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La psicopatologia del DA

• Abbiamo una bambina che nasce con una vulnerabilità all’ ansia o al perfezionismo.

• Cresce in un ambiente criticista, oppure in un ambiente in cui dei genitori ansiosi e insicuri hanno fatto scelte personali di cui sono insoddisfatti e a fronte alle prestazioni alte della ragazza, sognano una ricompensa, un progetto grande mediato dalla figlia

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La psicopatologia del DA

• Genitori ansiosi, di fronte a tendenze ansiose o perfezioniste visibili fin dai primi anni di vita, invece di rassicurare o aiutare la bambina e diminuire il controllo e accettare gli errori si convincono di avere una figlia che va aiutata a arrivare a vette di eccellenza

• Anche nella famiglie più funzionali i genitori cadono nella trappola del controllo

• Aggiungono pressione a pressione regole a regole.

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Le diete delle famiglie

• A volte vi è critica per la forma corporea della bambina (troppo grassottella)

• oppure la madre è sempre a dieta o si autocritica per la sua forma corporea

• l’alimentazione e l’accettazione delle forme corporee nella famiglia è difficile o inesistente

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La psicopatologia del DA

• Oppure è la bambina stessa che apprende precocemente la paura e il timore di sbagliare insieme al desiderio di risultati eccellenti

• considerati in modo vago e assoluto.(voglio essere brava!)

• Oppure fin da piccola ha necessità di esercitare un forte controllo a fronte di un ambiente disorganizzato

• Tende ad autocriticarsi quando non è all’altezza del perfezionismo e quando sbaglia o viene criticata

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La psicopatologia del DA

• Rimugina ansiosamente su tutto, ha timori è ansiosa, perfezionista, scrupolosa, non riesce a staccare dai doveri

• Rumina in modo depressivo su errori del passato, eventi familiari dolenti, suoi difetti, critiche subite

• scarsa emotività• immagine corporea poco messa a fuoco

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Il pregiudizio positivo a favore del perfezionismo

• L’ambiente scolastico rafforza l’illusione che il perfezionismo e il controllo siano una strategia vincente

• La sua famiglia e la scuola non riconoscono l’ansia e la depressione, la considerano bravura, scrupolosità e serietà

• Tende ad essere ansiosa e ad autocriticarsi, passa molto tempo a valutare in modo astratto e ripetitivo le sue prestazioni passate e future

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• Nei primi anni di vita vige l’illusione che la bambina, la “brava bambina” prima della classe continuerà a produrre risultati eccellenti a prezzi che dall’esterno non vengono adeguatamente visti, che lei stessa non riconosce.

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L’esordio

• Ad un certo punto dello sviluppo, per i motivi più diversi, l’equazione “controllo equivale a bravura”, non funziona più. L’ansia diviene più importante e invalidante

• Il progetto onnipotente di potere non sbagliare mai e controllare tutto fallisce

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La psicopatologia del DA

• Una separazione dei genitori, la sensazione che all’università non si riuscirà a essere brave come al liceo, un fallimento scolastico o sociale, un intoppo emotivo o sentimentale, producono una crisi di scopi esistenziali, un collasso identitario che non trova alternative

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La psicopatologia del DA

L’ impossibilità di accettare qualsivoglia imperfezione fisica, diviene l’area illusoria del recupero del perfezionismo, del controllo sul progetto di vita• la forma corporea e il controllo sulla

alimentazione vengono messe al centro dell’attenzione

• La dieta sembra la soluzione di tutti i problemi i dubbi le insicurezze

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La psicopatologia del DA

• Il dimagrimento sostiene l’autostima e rende il soggetto illuso di un recupero del controllo sull’ esistenza in generale

• La motivazione a curarsi è messa a rischio dal collegamento tra la forma di controllo anoressico e l’autostima

• L’attacco all’ipercontrollo rappresenta un attacco all’autostima

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Il mantenimento

• Il mantenimento del disturbo è sia per via biologica (l’ossessività aumenta con i digiuni) che per via psicologica (più controllo, più temo di sbagliare meno arricchisco la mia vita al di fuori delle ossessività legate al cibo), per via sociale (si è sempre più soli e centrati intorno al sintomo) vi è un progressivo isolamento

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Che dire ai genitori?

• Il problema della “purezza” e il perfezionismo non sono l’equivalente di genialità e alte prestazioni.

• Sdrammatizzare le prestazioni, accudire, non spingere a prestazioni

• abbracciare avvicinarsi tranquillizzare• Non fare diete in famiglia, non parlare di cibo e di

diete, non mettere il cibo e la forma fisica al centro del mondo delle ragazze

• accettare le diversità con coraggio

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Che dire ai ragazzi (alle ragazze)?

• Che la voce interna che le spinge a ridurre la alimentazione, a non mangiare ad abbuffare a vomitare, non è la voce saggia della crescita e del successo ma è la voce della paura e del terrore di sbagliare e fallire

• che parlare con la propria famiglia (che vuole ascoltare) è il primo passo per la guarigione

• che chi ha coraggio di fare cose nuove e smettere le ossessioni incomincia di nuovo a vivere

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Le cure

• La terapia della bulimia ha un buon successo• La terapia dell’anoressia restrittiva è più

complessa e non ci sono protocolli scientifici efficaci

• Occorre l’impegno della famiglia che deve affiancarsi con fiducia e collaborazione agli specialisti (il medico psichiatra, lo psicoterapista, il nutrizionista, il responsabile del ricovero, l’assistente sociale)

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• L’esordio di un disturbo alimentare, il dolore delle famiglie, la scelta di mettersi in discussione, l’impegno per le cure, l’uscita dal disturbo sono tutti eventi che cambiano in modo profondo la storia di una famiglia, dei fratelli, dei nonni, oltre alle storie individuali delle ragazze.

• e spesso, alla fine, in meglio.• I sintomi sono sempre segnali che è importante

ascoltare