Vivere la difficoltà non come fallimento, delusione, … l’ansia della confusione,...
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Vivere la difficoltà non come fallimento, delusione, errore, colpa, difetto
ma come occasione di mettere in gioco e aggiungere abilità
Michela Fogliani 07.04.2016
GESTIONE DELLE EMOZIONI
l’emozione segnala il problema
percepire, riconoscere le emozioni per comprendere tutti gli elementi del problema
tollerare le emozioni negativeper accettare e «vedere» bene il problema
percepire le emozioni per identificare positività e negatività delle varie opzioni
accettare le emozioni negativeper accettare i limiti e individuarele priorità: scegliere e fare un pianodi azione
tollerare l’ansia dellaconfusione, dell’incertezzae del rischio
regolare leemozioni durante l’azione
sentire le emozioni per identificare bisogni e desideri
gestire le emozioni durante il problem solving
saper tollerare la possibilità di non riuscire07.04.2016Michela Fogliani
SE NON SI ACCETTANO E «UTILIZZANO»
EFFICACEMENTE LE EMOZIONI
SI BLOCCA IL PROCESSO DI PROBLEM SOLVING
E DI DECISION MAKING
Senso di impotenzaPeggioramento dei problemi
Difficoltà nell’acquisizione dell’autonomia
Michela Fogliani 07.04.2016
Espressione e comprensione delle proprie ed altrui emozioniE’ la capacità di percepire, comunicare e comprendere le emozioni, la loro funzione, i loro effetti sui nostri pensieri, comportamenti e relazioni.
Regolazione delle emozioniE’ la capacità di utilizzare in modo efficace le emozioni rispetto ai nostri scopi e di controllare l’impulsività per far fronte alle situazioni problematiche.:
Michela Fogliani
07.04.2016
1) riconoscere, accettare e tollerare l’emozione negativa senza rinunciare ai propri scopi
2) sapere di poter raggiungere ed effettivamente raggiungere globalmente i propri obiettivi anche provando emozioni intense
3) modulare l’intensità dell’emozione per migliorare la performance e aumentare il piacere di fare le cose
Michela Fogliani 07/04/2016
evento
interpretazione
emozione
Pensieri funzionali, realistici
Pensieri irrealistici e disfunzionali: catastrofici, «tutto o nulla», «succede solo a me»...
07.04.2016Michela Fogliani
Rivedere i
pensieri sulla
situazione
Modulare le
reazioni
fisiologiche
Modificare
l’espressione
facciale, tono
voce, gesti,
postura
Controllare gli
Impulsi: quali
conseguenze se li
mettessi in atto?
Michela Fogliani 07.04.2016
L’IMMATURITÀCEREBRALE
DELL’ADOLE-SCENTE
NELLE CONNESSIONI FRA SISTEMA
LIMBICO E CORTECCIA PRE-
FRONTALE LO ESPONE A
COMPORTAMENTI IMPULSIVI
PARLARE DELLE EMOZIONI E DEI PROBLEMI IN FAMIGLIA
NORMALIZZARE LE EMOZIONI
CONDIVIDERE IL SENSO DELLE EMOZIONI
AIUTARE A RICONOSCERE GLI EFFETTI DELLE EMOZIONI
RICONOSCERE I COMPORTAMENTI IMPULSIVI
MIGLIORARE LA NOSTRA COMPETENZA EMOTIVA
Michela Fogliani 07.04.2016
NON ALIMENTARE CREDENZE DISFUNZIONALI:
«LE PERSONE IN GAMBA NON SI FANNO PRENDERE DALL’EMOZIONE», «SE MOSTRI EMOZIONI SEMBRI/SEI UNA PERSONA DEBOLE», «SE SEI SICURO RIUSCIRAI», «SE SEI INSICURO E’ PERCHÈHAI POCA AUTOSTIMA », «SE TI FAI VEDERE INSICURO NON TI APPREZZERANNO», «VOLERE E’ POTERE»...
CONSIDERARE L’EMOZIONE COME UN «CORPO ESTRANEO» O QUALCOSA CHE NON DOVREBBE ESSERCI: «SE SONO IN ANSIA/TRISTE C’È QUALCOSA CHE NON VA IN ME»
CONTESTARE L’EMOZIONE: «NON DOVRESTI SENTIRTI COSÌ»
SCAMBIARE LE EMOZIONI PER DISTURBI FISICI O DEFINIRLE COME TALI: DIRE «STA MALE»
AL POSTO DI DIRE «E’ PREOCCUPATO, È TRISTE»;
SOSTITUIRSI AL FIGLIO, EVITARE DIFFICOLTÀ «ALTRIMENTI SOFFRE TROPPO E POTREBBE DEMOTIVARSI»
PREOCCUPARSI O ECCEDERE NEL TRANQUILLIZZARE E CERCARE SUBITO DELLE SOLUZIONI PER RISOLVERE IL PROBLEMA
Michela Fogliani 07.04.2016
QUANDO IL FIGLIO HA UN PROBLEMA/DIFFICOLTÀ:
NON PUÒ SODDISFARE UN SUO BISOGNO
07/04/2016Michela Fogliani
Eventuali domande facilitanti: «raccontami»; «sono interessata a sentire cosa ne pensi»; «ti va di parlarne?»; «di che si tratta?»; «vorresti dirmi qualcosa di più?»; «c’è qualcosa che mi vuoi dire?»; «è interessante, continua»; «ah...capisco»; «spiegati meglio... cosa vuoi dire?»
Comprensione delle emozioni e dei pensieri del figlio, riformulazione non giudicante: «vedo che sei molto preoccupato... arrabbiato...ci sei rimasto male perché ti aspettavi che...mi sembra molto importante per te, capisco...»
07/04/2016Michela Fogliani
Il figlio/a ha un problema
Genitore: Come va? Ti va di parlarne?Figlia: E’ troppo difficile, non ce la farò!Genitore: Hai paura e pensi di non farcela...Figlia: Si è difficilissimo...non so come lo farò...e poi ho anche paura di sbagliare perché sono troppo agitata!Genitore: Vorresti essere più tranquilla per fare meglio... Figlia: Sì, però non riesco... e poi che figura!Genitore: Capisco, siccome ci tieni molto e non sai ancora se andrà come vorresti sei molto preoccupata... Figlia: ...Qualcosa però potrei fare per prepararmi di più, anche se sono così agitata...Genitore: Certo, è possibile fare tante cose e farle anche abbastanza bene pur avendo paura o sentendosi in imbarazzo...Figlia: ...Magari cerco di calmarmi un po’...
QUANDO IL GENITORE HA UN PROBLEMA:
I COMPORTAMENTI DEL FIGLIO INTERFERISCONO
CON UN SUO BISOGNO, DESIDERIO, RESPONSABILITÀ
07/04/2016Michela Fogliani
Il genitore esprime in prima persona gli effetti che il comportamento del figlio ha su di lui, in termini di emozioni, Impulsi e pensieri. Non giudica, non rimprovera, non comanda
«Quando mi rispondi con rabbia mi sento aggredita e a mia volta mi viene da irritarmi e da risponderti male...questo mi fa molto dispiacere perché vorrei avere un buon rapporto con te»
IL GENITORE ESPRIME UN SUO PROBLEMA: «QUANDO TU TI COMPORTI COSÌ...IO MI SENTO...E PENSO...»
IL FIGLIO RISPONDE AFFERMANDO UN SUO PROBLEMA: «MA IO DEVO FARE, VOGLIO...HO BISOGNO DI....»
ASCOLTO ATTIVO DEL GENITORE E IDENTIFICAZIONE PIÙ ACCURATA DEI BISOGNI DEL FIGLIO: «CAPISCO...SPIEGAMI MEGLIO...»
IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE PIÙ DETTAGLIATA DEL PROBLEMA
PROBLEM SOLVING GUIDATO DAL GENITORE: «COME POSSIAMO FARE PER RISPETTARE LE RECIPROCHE ESIGENZE?»; «QUALI POSSONO ESSERE DELLE POSSIBILI SOLUZIONI A QUESTO PROBLEMA?»; «COSA SAREBBE UTILE FARE?»
19/03/2016Michela Fogliani
CONFRONTO NEI GRUPPI
1) QUALI PROGRESSI E DIFFICOLTA’ NELLA COMPETENZA EMOTIVA
AVETE OSSERVATO IN VOSTRO FIGLIO/A NEGLI ULTIMI SEI/DODICI
MESI?
2) PENSATE A UNA SITUAZIONE EMOTIVAMENTE PROBLEMATICA
VISSUTA DI RECENTE DA VOSTRO FIGLIO/A E A UN DIALOGO:
QUALI INTERVENTI HANNO FUNZIONATO? QUALI NO?
IMPOSTATE UN ROLE-PLAYING IN CUI UTILIZZATE L’ASCOLTO
ATTIVO (SE È VOSTRO FIGLIO/A AD AVERE UN PROBLEMA) E/O I
MESSAGGI IO (SE IL COMPORTAMENTO DI VOSTRO FIGLIO/A
INTERFERISCE CON I VOSTRI SCOPI, BISOGNI, DESIDERI,
RESPONSABILITA’)