ENRICO FOSSA MANCINI E LA STORIA NATURALE DELLAPPENNINO Stefano Sassaroli & Federico Venturi...
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ENRICO FOSSA MANCINI
E
LA STORIA NATURALE DELL’APPENNINO
Stefano Sassaroli & Federico Venturi Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Perugia
Enrico Fossa Mancini Jesi, 1884 - La Plata,1950
Il conte Enrico Fossa Mancini nacque a Jesi l’8 dicembre 1884 da Eugenio e Margherita Censi,
discendente da nobile famiglia originaria di Arcevia. Compiuti gli studi liceali classici, si laureò
in Giurisprudenza all’Università di Perugia (1907) e in Scienze Naturali all’Università di Pisa (1913).
La sua tesi di laurea di argomento paleontologico aveva come oggetto di studio gli ammoniti del genere Hammatoceras,
argomento poi sviluppato attraverso ulteriori studi di esemplari fossili collezionati nell’Appennino marchigiano, principalmente nella Montagna della Rossa (Gola della Rossa - M.te Murano), e pubblicati nel suo primo lavoro scientifico Osservazioni critiche
sugli “Hammatoceras” (1914).
La Dorsale Marchigiana espone rocce del Mesozoico con strati che a volte conservano conchiglie fossili di organismi marini, principalmente ammoniti (cefalopodi estinti tipici dell’Era Secondaria).
All’Università di Pisa Fossa Mancini ebbe come maestro Mario Canavari (1855-1928), anch’egli marchigiano nativo di Camerino (MC), geologo e paleontologo tra i primi studiosi delle rocce e dei fossili dell’Appennino centrale, divenendone assistente e uno dei
principali collaboratori.
Nell’estate del 1913 Fossa Mancini comincia il rilevamento geologicodella Montagna della Rossa (M.te Murano e Gola della Rossa), area fino ad allora poco e male studiata dal punto di vista geologico. Per riconoscere l’età relativa delle rocce e correlarle alle rocce di altre
località aveva bisogno di campioni fossili, in particolare delle conchiglie di ammoniti. Questi animali marini, oggi estinti, sono parenti dei polipi e dei calamari (molluschi cefalopodi, che hanno i tentacoli posti vicino alla testa) e dei nautili attualmente viventi, e come questi ultimi erano
dotati di conchiglia concamerata che fungeva da organo di galleggiamento.
Argonauta
Nautilo
Gli ammoniti hanno avuto un’evoluzione relativamente rapida nel tempo, essendo molto sensibili alle variazioni ambientali, e nell’Era Secondaria hanno dato origine ad una grande varietà biologica, con
una notevole e continua produzione di famiglie, generi e specie. Poiché le loro conchiglie fossili, che sono le parti di questi animali che normalmente si sono conservate mineralizzandosi, si trovano
incassate negli strati di rocce che oggi costituiscono la struttura dei monti dell’Appennino, il loro campionamento e il loro
riconoscimento tassonomico è molto importante per datare relativamente e correlare le rocce di diverso aspetto geochimico
(facies), che tuttavia potrebbero risalire allo stesso periodo.
Fossa Mancini raccolse nella Montagna della Rossa centinaia di ammoniti, anche con l’aiuto dei contadini e pastori del luogo, che
saranno poi oggetto dei sui studi tassonomici e stratigrafici.
FOSSA MANCINIOsservazioni critiche sugli Hammatoceras
Atti della Società Toscana di Scienze Naturali – 1914, vol. XXIII
Hammatoceras meneghinii
FOSSA MANCINI
Lias e Giura nella Montagna della RossaAtti della Società Toscana di Scienze Naturali. Memorie – 1915, vol.
XXX
Il nucleo dell’anticlinale della Montagna della Rossa è costituito dalla roccia più antica che affiora nell’Appennino Umbro-Marchigiano: il Calcare Massiccio.
Monte Murano: nella grande cava si estrae la roccia della Formazione del Calcare Massiccio. Questa è costituita dacarbonato di calcio quasi puro ed ha un notevole valore economico grazie aisuoi usi industriali. Quantoal paesaggio ….
Monte Murano e Gola della Rossa
Una recente carta geologica: in celeste gli affioramenti di Calcare Massiccio
Gola della Rossa
Tutte queste rocce sono della Formazione del Calcare Massiccio
M.te Murano - Colle Foglia - M.te Sassone
Sopra il Calcare Massiccio sono deposte le rocce più recenti: in questiluoghi, ora in parte rinaturalizzati, Fossa Mancini raccolse buona parte degli ammoniti per i
suoi studi: qui affiora la Formazione del Bugarone, una serie di strati rocciosi di modesto spessore del Giurassico inferiore e superiore.
Il Calcare Massiccio è una roccia formatasi in un mare caldo e poco profondo: un ambiente di clima tropicale con piane di marea e
barriere coralline. I gusci e le strutture calcaree degli organismi marini che vivevano in questo ambiente hanno costruito una piattaforma
carbonatica, di cui il Calcare Massiccio, si potrebbe dire, è la sua roccia fossile. A causa dei movimenti tettonici della crosta terrestre circa 200 milioni di anni fa la piattaforma carbonatica si fratturò e sprofondò in
modo differenziale. Si produssero allora area ribassate, con un mare più profondo e seamounts (montagne sottomarine), sovrastate da una
colonna d’acqua minore. Nei bassi strutturali dalla maggiore colonna d’acqua sovrastante si depositarono successioni rocciose notevoli per spessore, o successioni complete. Negli alti strutturali, a causa della minore colonna d’acqua, si depositarono pacchi di strati dal modesto
spessore, come la Formazione del Bugarone che affiora alla sommità del Monte Murano, Colle Foglia e Colle Tordina. Fossa Mancini comprese
la natura di queste differenti successioni giurassiche che presentano facies diversificate.
Valle del Vernino
In questa valle affiora una successione completa di basso strutturale.
Le formazioni rocciose dell’area della Montagna della Rossa individuate da Fossa Mancini nel 1915.
Formazione: Calcare Massiccio
Epoca: LIASPeriodo: GIURASSICO INFERIORE Piani:HETTANGIANOSINEMURIANOLOTHARINGIANO
Tempo assoluto:circa 200-189 M/a.
L’attuale posizione dei continenti e degli oceani
Nel tempo in cui si depose la Formazione del Calcare Massiccio (circa 200 milioni di anni fa) la geografia era molto diversa da quella attuale. Non esisteva ancora l’Oceano
Atlantico e gli attuali continenti formavano un unico continente Pangea, che proprio allora cominciava a fratturarsi e separarsi per formare nei milioni di anni successivi gli
attuali continenti. Nell’area dell’attuale Appennino si estendeva un grande golfo, il mare della Tetide, un mare aperto con acque relativamente basse e clima tropicale.
Un ambiente attuale di piattaforma carbonatica, con piane di marea e barriere coralline: il Mare della Tetide, i cui sedimenti formano oggi le rocce dei monti dell’Appennino,
doveva presentarsi all’osservatore in modo molto simile.
Formazione: Còrniola
Arieticeras algovianum
Piano:DOMERIANO MEDIO
Tempo: 185 M/a.
Alcune formazioni rocciose studiate daFossa Mancini e i relativi fossili guida
(ammoniti) nei Monti della Rossa.
Formazione del Bugarone
Protetragonites quadrisulcatumPIANO: Titonianotempo: 151 M/a.
Cava Lucherini – M. dellaRossa
Calcari nodulari verdi con aptici
Belemnite: un altro cefalopode fossile del Giurassico
Aptici: parti di ammoniti
Ittiosauro
Nella stessa formazionepresso Camponocecchio di Genga è stato trovatolo scheletro fossile di un rettile marino predatore, per certi versi simile ad un attuale delfino – che però è un mammifero.Probabilmente, oltre ai pesci, cacciava anche
ammoniti. Gli ittiosauri sono oggi estinti.
Nel 1915 Fossa Mancini riceve l’incarico dal Comune di Jesi di realizzare un studio idrogeologico dell’area della Gola di Frasassi e della Gola della Rossa al fine della costruzione di un acquedotto per rifornire adeguatamente di buona acqua potabile la città, allora molto deficitaria
del necessario elemento liquido. Questa branca della geologia applicata – l’idrogeologia – studia le varie formazioni rocciose per individuare quegli strati che sono impermeabili
all’acqua e quindi capaci di convogliare l’acqua meteorica in determinati luoghi dove possa essere opportunamente captata. Questo studio di Fossa
Mancini, poi pubblicato, si può considerare come lo studio scientifico sulla cui conclusioni si prenderanno poi decisioni tecniche per costruire
quell’acquedotto che oggi è detto di Gorgovivo.
FOSSA MANCINIStudio geologico di tre sorgenti proposte per l’acquedotto di Jesi
Atti della Società Toscana di Scienze Naturali. Memorie – 1917, vol. XXXI
Disegni originali tratti dal lavoro di Fossa Mancini
Gli strati di roccia più impermeabili sono colorati in nero
Monte Petroso – Monte Rovellone
In quest’area studiata da Fossa Mancini ci sono oggi le opere di captazione dell’acquedotto di Gorgovivo, che rifornisce di ottima acqua potabile la provincia di AN
Nel 1916 Fossa Mancini venne chiamato alle armi e arruolato nell’Esercito italiano come ufficiale di artiglieria prima e come ufficiale del servizio meteorologico poi. Solo quando la 1a guerra mondiale era
quasi al termine riuscì riprendere gli studi. Nel luglio del 1818 invia alla Società Toscana di Scienze Naturali il manoscritto di uno studio su un fossile di ammonite che aveva raccolto sulla Montagna della Rossa. Questo esemplare gli sembrava particolarmente interessante, sia dal
punto di vista paleobiogeografico che evoluzionistico, ed istituisce con esso il genere Picenia, che sembra allo stato attuale degli studi endemico
dell’Appennino.Questo studio doveva invero essere una breve nota seguita da uno studio sistematico della fauna ammonitica raccolta sulla Montagna della Rossa;
studio, tuttavia, che non sarà portato a termine.Il lavoro sulla Picenia rimane così l’ultimo lavoro pubblicato da Fossa
Mancini sugli ammoniti dell’Appennino, e anche l’unico in cui figurava gli esemplari raccolti.
FOSSA MANCINI
Probabili rapporti filogenetici di alcune ammoniti liassiche Atti della Società Toscana di Scienze Naturali. Memorie – 1919, vol. XXXII
Tavola originale del lavoro di Fossa Mancini
Finita la guerra Fossa Mancini ritorna all’Università di Pisa e porta a termine il lavoro di rilevamento geologico dell’area della Gola della
Rossa e di Frasassi. Questo lavoro è pubblicato nel 1921. Nel 1924 viene nominato Professore all’Università di Cagliari. Durante questo periodo compie moltissimi studi e ricerche: partecipa al rilevamento geologico del Varesotto; ricerche petrolifere nel Modenese; studia il Miocene e il Pliocene della Sardegna, tra le moltre altre cose. Nel 1922 viene inviato dal governo italiano in missione in Venezuela allo scopo di fare indagini
sulle potenzialità minerarie di alcune aree di proprietà italiana.
FOSSA MANCINIGeologia e idrologia della Gola del Sentino nella Marca di Ancona. Giornale di
Geologia Pratica, 1921, XVI.
Gola del Sentino o di Frasassi
Il fiume Sentino ha inciso la Formazione del Calcare Massiccio prima di immettersi nell’ Esino.
Porzione superiore: banchi oolitici massivi deposti in ambiente
subtidale di acqua più profonda, che mostrano il lento l’annegamento
della piattaforma carbonatica (subsidenza) al tempo della frattura
del Pangea
Porzione inferiore: banchi micritici massivi deposti in ambiente
lagunare/tidale di acqua bassa: si noti l’inclinazione degli strati speculare
alla spinta che li ha sollevati dal mare durante l’orogenesi appenninica.
Il Calcare Massiccio della Gola di Frasassi
L’Appennino Umbro-Marchigiano visto dal satellite
Ancona
Roma
La catena appenninica appare come una serie di pieghe della crosta terrestre sub-parallele alla costa adriatica: queste si sono prodotte a partire da circa 15 milioni di anni fa quando la zolla
continentale africana in collisione con la zolla europea ha compresso i sedimenti marini.
Mare Adriatico
Mare Tirreno
L’Appennino Marchigiano visto dal Monte San Vicino
La spinta della zolla continentale africana ha sollevato, fratturato e fatto sovrascorrere gli strati di roccia formatesi nel Mar della Tetide nelle Ere Secondaria e Terziaria:
questi appaiono oggi disposti come onde orogenetiche, con creste e valli.
Il rilevamento geologico dell’area della Gola di Frasassi fatto da
Fossa Mancini nel 1921è molto dettagliato e
costituisce ancora oggi un ottimo esempio di
geologia descrittiva.
Carta geologica secondo il rilievo di Fossa Mancini, 1921.
Tavole del lavoro originale di Fossa Mancini
Gola di Frasassi
Monte Valmontagnana
L’anticlinale di M.te Valmontagnana: si notino i banchi massivi di Calcare Massiccio fortemente inclinati verso la vetta, sopra i quali giacciono la Formazione del Bugarone e le formazioni
neocomiane.
La comparazione della stratigrafia di Fossa Mancini con le conoscenzeattuali mostra il notevole grado di conoscenza che egli aveva raggiunto
della geologia dell’area della Gola di Frasassi.
Cava Fiaoni, Monte Valmontagnana: una
delle località preferite da Fossa Mancini per effettuare
campionature. Qui ben è espostala successione condensata o Formazione del Bugarone.
Còrniola
(Calcari con pirite sensu
Fossa Mancini)
Calcari nodulari giallastri e marne policrome
PIANO:
ToarcianoM/a: 187-175
Toarciano mediotempo: 180 M/a.Zona a Bifrons
Mercaticeras mercatii
Toarciano superioretempo: 178 M/a.Zona a Speciosum
“Hammatoceras” picenum FOSSA MANCINI 1914
Toarciano superiore - zona a Meneghinii
Dumortieria sp. ind.
Cava Fiaoni – calcari stratificati del Dogger-Malm
Aaleniano
Bajociano
lacuna stratigrafica
Kimmeridgiano
Titoniano
PIANO:Aaleniano (superiore)
tempo: 173 M/a.
Tmetoceras scissum
PIANO:Bajociano (inferiore)
Tempo: 171 M/a.
Docidoceras sp. ind.
PIANO:Bajociano inferiore
Sonninia italica
PIANO: Kimmeridgianotempo: 156 M/a.
Hybonoticeras pressolum
PIANO:Titoniano / NeocomianoTempo: 151-145 M/a.Berriasella sp. ind.
Cretacico inferioreTempo: 145,5-125 M/a.
formazione: Maiolica
Cretacico mediotempo: 125-99 M/a.
Formazione:Marne a Fucoidi
Cretacico superiore
Formazione: Scaglia Biancae Livello Bonarelli
Cretacico superiore-Eocene inferiore
Formazione: Scaglia Rossa
La paleontologia fu sempre uno degli interessi prevalenti di Fossa Mancini, oltre allo studio degli ammoniti, si interessò dei fossili del Pliocene delle colline marchigiane e toscane, degli anellidi e fucoidi dell’Eocene, degli apparati dentali dei pesci del Mesozoico, e degli
echinidi del Cretacico. Di questi ultimi fossili istituì un nuovo genere collezionato nell’Appennino e denominato Ananchoturia. Insieme ad
altri due noti paleontologi italiani del tempo, Parona e Stefanini, studiò e pubblicò i fossili raccolti durante la spedizione italiana in Kashimir e Karakurum (India-Pakistan) nel 1914-1915. Nel 1926 Fossa Mancini
s’impegna nell’ultima campagna di rilevamento geologico in Italia. Per il Foglio CGI 123° (Gualdo Tadino) egli rileva la zona di Esanatoglia,
ovvero i monti dove nasce il fiume Esino. Sarà il suo ultimo lavoro sulla geologia dell’Appennino e anche il suo ultimo lavoro in Italia, poiché
lascerà la patria per cominciare una nuova carriera scientifica in America latina.
Tavole originali tratte dai lavori di Fossa Mancini
sugli echinidi fossili
Olotipo di Ananchoturia FOSSA MANCINI,1919
GUIDO BONARELLI 1871-1951
Nel 1927 Fossa Mancini si stabilisce definitivamente in Argentina chiamato da Bonarelli per effettuare ricerche petrolifere in Patagonia. Bonarelli era uno dei maggiori geologi italiani del tempo. Nato ad Ancona, era divenuto Professore di Geologia all’Università di Perugia grazie aisui studi sulla geologia e sugli ammoniti dell’Appennino.
i
Bonarelli aveva lasciato precocemente l’insegnamento universitario, per dedicarsi alla geologia applicata e alle ricerche petrolifere in
America latina.
Giunto in Argentina, Fossa Mancini si trasferì a Comodoro Rivadavia (Patagonia) sede della Yacimientos Petroliferos Fiscales (YPF), la
compagnia statale della Repubblica Argentina per lo sfruttamento del petrolio, divenendo poco dopo geologo capo della stessa compagnia. Nel 1939 Fossa Mancini lasciò la YPF, per dedicarsi esclusivamente
all’insegnamento nelle Università di La Plata e Buenos Aires. Anche in America latina egli pubblicò numerosi lavori scientifici aventi per oggetto sia le ricerche connesse alle prospezioni petrolifere che la
geologia descrittiva ed anche la paleontologia. Fossa Mancini morì prematuramente a La Plata il 12 marzo 1950, in
seguito alle gravi ferite riportate in un incidente stradale: fu investito da un pirata della strada, che poi risultò essere il figlio del Governatore
dello Stato
Estratti di due lavori originali di Fossa Mancini pubblicati in Argentina