San Carlo Borromeo e Il Legame Con i Barnabiti

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Conferenza per il Pellegrinaggio Zaccariano.

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    San Carlo Borromeo e il legame con i Barnabiti

    Parrocchia Santi Biagio e Carlo ai Catinari Padri Barnabiti Roma

    15 luglio 2015

    Percorrendo le pagine della nostra storia domestica, risale la figura del Borromeo come un personaggio fondamentale per la costituzione (quasi) attuale della nostra Congregazione. Dico (quasi) attuale perch grazie a lui e allintervento di alcuni dei primi padri, lOrdine assume una fisonomia che sar sigillata con le Costituzioni del 1579 e non solo. Il ruolo giocato dal Santo Arcivescovo di Milano per lattuazione dei decreti tridentini trova nei Barnabiti dei religiosi attenti a portare a termine queste indicazioni, grazie - ovviamente al ruolo del suo carisma originale, cio, la Riforma dei costumi - facendo eco dei numerosi appelli alla Riforma della Chiesa, che sin dal Basso Medioevo fino alla svolta del Concilio di Trento (e passando per la crisi luterana), bussavano alla porta della Chiesa per accrescere la santit. Lobiettivo di questa comunicazione riguarda al legame tra Barnabiti e lArcivescovo di Milano nella seconda met del XVI secolo. Larco storico che tratteremo si situa tra il 1567 e il 1610 - 1611, data della canonizzazione del Borromeo e la data dinizio della costruzione della prima chiesa dedicata al Santo, cio questa chiesa. 1. Ruolo dei Barnabiti nella vita ecclesiale della Milano della met del 1500. Facciamo eco delle parole scritte da S. Carlo, nel 1567: Voi sapete quanto grande il servizio che il Signore Iddio riceve in questa mia Chiesa dai Padri di San Barnaba, e quale la protezione che ne tengo io, per la vita incolpata e santi esercizi loro1. Allora, queste parole sintetizzano la fiducia acquisita durante gli anni di ministero del Borromeo e della dimostrazione dellimpegno concreto dei padri in questo periodo. Lo stesso P. Bassotti, nella stessa lettera continuer ad elencare e contestualizzare il come si arriva a questo punto, con le sue luci e ombre, con i momenti dimportanza e altri che meglio - per cos dire - dimentichiamo. Seguendo largomento anteriore, e sfogliando un po la storia domestica, ci troviamo con le difficolt che se presentano tanto con lesilio del Veneto, la stessa morte del Fondatore e la problematica con fra Battista e la Paola Antonia Negri. Problematiche che per il Borromeo pur essendo complesse per la piccola comunit dei Paolini non gli esitano per affidare ai Barnabiti la riforma dei monasteri. Continuando con P. Bassotti, esprime un giudizio positivo di questa scelta, a motivo della solidit del carisma zaccariano che tra Barnabiti e Angeliche permettevano il fiorire delle vocazioni e soprattutto, del fervore cristiano. Quindi, ci troviamo in un periodo intermedio tra la 1 G. BASSOTTI, San Carlo e i Barnabiti. Lettera ai Confratelli. Roma, 1984, 3 - 4, che a sua volta cita a A. SALA, Biografia di S. Carlo, Milano, 1858, 250.

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    crisi degli origini e una certa rinascita, grazie al ruolo giocato dai padri di S. Barnaba e il santo meneghino. Da questo punto si deduce e si assume come parte fondante della vita barnabitica, essere coadiutores episcoporum. Al riguardo, cito: NellItalia del Cinquecento i regolari non furono soltanto un elemento di resistenza allautorit del vescovo nelle Chiese locali. Prima e dopo Trento, infatti, gli ordini svolsero una funzione insostituibile nella cura danime a fronte delle permanenti carenze del clero secolare I membri delle nuove congregazioni religiose, in particolare, fornirono un valido supporto ai vescovi nel loro disegno di disciplinamento ecclesiastico della societ, come i barnabiti a Milano, tra le file dei quali Carlo Borromeo scelse i pi fidati collaboratori2. Realt interessante e controcorrente, perch gi da Trento i vescovi cercano di limitare ai religiosi nella predicazione e ai privilegi3. Nel caso zaccariano, le vicende di Fra Battista e della Negri e la Contesa di Guastalla, provocarono un clima di sconforto interno, insieme ai questionamenti contro Fra Battista da parte del santUffizio e la Visita Apostolica, che nel 1552 separa ai Barnabiti delle Angeliche e costringe a la Negri ad essere relegata a S. Chiara, e alla elaborazione delle Costituzioni del 1552. Dopo queste vicende, i Barnabiti vivono un periodo di assestamento e di relativa calma, nel quale si definirono gli aspetti costitutivi di famiglia (formazione dei novizi, dei conversi e lanimo di stendere un testo definitivo delle Costituzioni. Sar dal 1570 compito del Sauli e di altri barnabiti compiere questo incarico che verr la luce nel 1579). Quindi, in questo primo periodo il ruolo dei primi barnabiti complesso. Da una parte poco a poco si configurano in pi di una comunit e dallaltra, il modo di vivere esternamente il carisma li converte in sospettati di eresia oppure di disturbatori dellordine pubblico. Famosa la domanda di santAlessandro Sauli per diventare barnabita; questavvenimento sar la miglior sintesi del periodo. Allora con il Borromeo, si pu affermare che esiste un cambio radicale: da perseguitati e da essere considerati folli, passiamo al ricco lavoro che compiono in favore della Chiesa lombarda sin dal momento in cui S. Carlo inizia il suo ministero nella diocesi. 2. Alessandro Sauli e le Costituzioni del 1579, cardine della vita dellOrdine. Abbiamo accennato il ruolo del Sauli nella stesura delle Costituzioni del 1579. Questo periodo in qui il Sauli ingressa nellOrdine e la conclusione delle Costituzioni, ha come protagonista incluso al Borromeo, grazie alla profonda amicizia e stima verso il giovane Alessandro e grazie al consistente contributo dellOrdine nella Riforma dei costumi nella diocesi di Milano.

    2 E. BONORA, La Controriforma, Roma Bari, 2001, 70. Sebbene, il comento della Bonora in questo campo non esento di polemica, giacch elenca le critiche del popolo e degli umanisti riguardo al uso della religione. Comunque, la tesi che vogliamo presentare qui brevemente, riguarda al ruolo che le nuove fondazioni cio i Chierici Regolari hanno per il tentativo di avviare la Riforma dalle fondamenta della societ del tempo. A volte, questa riforma non vista come ricchezza, ma viene considerata estensione dello scisma di Lutero. Questultimo problema si presenta a causa della predicazione dei regolari tra gli anni venti e quaranta in cui grazie alla loro mobilit diventarono canale di diffusione delle idee eterodosse. Cf. Id., 69. 3 Id., 69.

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    Ma tornando al Sauli, abbiamo detto che il suo ingresso in congregazione stato a dir poco, esigente a causa delle complesse faccende avvenute prima del suo arrivo a s. Barnaba. Allora, dopo aver compiuto la difficile prova e le continue richieste del Visitatore Apostolico sul perch voleva diventare Barnabita, la Congregazione trover in lui uno stupendo religioso che insieme a s. Carlo danno ai Barnabiti la fisonomia che incluso oggi, in alcuni tracce, mantenne indisturbata. Dal periodo che va dal 1567 fino al 1570, il rapporto tra il Sauli e il Borromeo proficuo e si arricchito con la profonda relazione di stima e amicizia tra loro. Ma gi prima di questo periodo, Sauli era spesso chiamato dal Borromeo, tanto che nel 1566 a causa dei molteplici spostamenti del Sauli a Milano, si deciso di inviare a Pavia a P. Bonfanti4. Le continue presenze del Sauli a Milano, per gli affari che il Borromeo li confida, denotano quello che gi abbiamo accennato: il cambiamento del parere sul ruolo dei Barnabiti nella Milano di met Cinquecento. La conferma di questo cambiamento, possiamo trovarla nellepisodio dellarchibugiata 5 che si collega al tentativo del Borromeo di in un primo momento unire ai Barnabiti lordine degli Umiliati, tentativo andato a vuoto, tanto per lepisodio appena menzionato come per la negativa da parte degli stessi Barnabiti a unirsi a un Ordine in franca decadenza6. Oltre a questo evento, P. Bassotti, elenca il contributo di diversi Barnabiti per la Riforma della Diocesi di Milano, secondo le linee programmatiche del Concilio di Trento. Si pu affermare che questo contributo aiuta allo stesso Borromeo ad assumere un ruolo importante nella stesura delle nuove Costituzioni. Ricordiamo che il Sauli, dal 1570 era incaricato con altri barnabiti alla redazione delle nuove costituzioni, che verranno alla luce nel 1579. La causa di questaggiornamento era la necessit di superare secondo il Borromeo la struttura casalinga che la Congregazione aveva e, in un secondo momento, di stabilire nuove regole precise che la facessero diventare un vero Ordine religioso. Oltre al Sauli, troviamo le figure del Besozzi, Asinari, Bonfatti, DAlessano, lo stesso Borromeo si fa parte di questo percorso per offrire alla Congregazione un testo unico e che arrivato quasi indisturbato fino al 1983, con il nuovo testo delle Costituzioni7. 3. Roma e limportanza del Borromeo per la Congregazione. In questultimo punto, vorrei condividere con voi la presenza barnabitica a Roma, che grazie a S. Carlo divenuta possibile. La presenza a Roma risale al 1573, 4 G. BASSOTTI, Id., 8 5 Per approfondire su questo avvenimento, si veda C. BASCAP, Vita e Opere di Carlo Arcivescovo di Milano Cardinale di S. Prassede, Milano 1983, 175 207. Il Sauli al riguardo, afferma: Essendo egli in una congregazione, la lasci; e condottomi in camera, mi chiese che frutto spirituale mi pareva che da quel fato egli dovesse cavare per lanima sua. Io gli dissi che aveva occasione di umiliarsi e di considerare se Iddio avesse permesso ci per qualche suo difetto; e anche di esaminare bene la coscienza sua, per vedere se era preparato a presentarsi al giudizio di Dio, nel caso che la botta avesse avuto effetto. in G. BASSOTTI, Id., 10. 6 G. BASSOTTI, Id., 50 55. 7 Un interessante testo per approfondire il ruolo del Borromeo nelle Costituzioni del 1579 lo troviamo nellarticolo San Carlo e le Costituzioni dei Barnabiti in San Carlo Borromeo e i Barnabiti, Milano, 1965, 33 36.

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    quando i padri ricevono la tenuta della Torretta, fuori porta Vercellina con lobbligo di stabilirsi in una casa. Vedendo le complicazioni del posto, oltre alla locazione in campagna, e avendo bisogno di una casa pi centrale per sbrigare delle pratiche diverse, si cerca attraverso il Borromeo di commutare del fine delleredit. Si raggiunge lesito nel 1574, quando i padri Tito Degli Alessi e Domenico Boerio, riuscirono a possedere la casa e la chiesa di S. Biagio allAnello8. Successivi avvenimenti consentiranno ai padri la costruzione dellattuale convento e chiesa nella sua odierna locazione, nel 1611. Durante la visita, abbiamo visto i diversi ambienti che la casa possiede e la sua storia particolarissima: da essere la prima chiesa al mondo dedicata al Borromeo9, a casa generalizia, Archivio Generalizio dal 1660, per cinque anni, e definitivamente nel 1662 e cos la centralit della casa diventa un punto nevralgico per gli affari di Curia. Gi verso le vicende dellunit dItalia, la casa diventa specialmente il sotto chiesa ospedale di campagna per i garibaldini, dopo il 1873 con le leggi delle guarantigie il palazzo e la chiesa sono confiscati dallo Stato, diventando tribunale militare (nella Sala Erba, troviamo ancora i segni delluso della sala per questo impegno) e finendo gi nel 1929 con i Patti Lateranensi in cui la casa diventa propriet della S. Sede e verso la met del cosiddetto secolo breve, i Barnabiti fanno ingresso nuovamente nel convento. La chiesa appartiene al Ministero dellInterno che, attraverso il Fondo Enti Edifici di Culto gestisce i lavori di restauro che eventualmente si realizzano. A questo punto soffermiamoci alla venerazione del Borromeo, sin dal momento della sua morte, il 1584. P. Bassotti, nella sua Lettera circolare, ci presenta diversi fatti con i quali si afferma non solo la devozione al Borromeo, anzi, confermano la stretta amicizia e condivisione spirituale che i primi barnabiti hanno avuto con il Santo; realt che va incluso oltre al semplice fatto della dedicazione di chiese o cappelle conserviamo il suo ricordo attraverso diverse reliquie, lamicizia con SantAlessandro Sauli, con il Bascap e altri che portano al Capitolo Generale del 1614 a nominare a San

    8 La chiesa parrocchiale di S. Biagio dellAnello detta nel secolo XV dellOliva, filiale di S. Lorenzo in Damaso, sorgeva nellarea dellattuale chiesa di S. Carlo e lantico portale in via S. Anna ne reca tuttora sullarchitrave il titolo. Costruita dalla Congregazione di S. Paolo (Barnabiti) la chiesa di S. Carlo, lantica parrocchia di S. Biagio con i suoi diritti ed il suo territorio vi fu trasferita per cui ne aggiunse il nome. Alessandro VII, per ampliare il Monte di Piet, soppresse e demol lantica parrocchia di S. Benedetto in Clausura ed il 6 agosto 1660 un la relativa cura danime a quella di S. Carlo. La chiesa di S. Carlo stata consacrata il 19 marzo 1722 dal Card. Lorenzo Corsini, poi divenuto Clemente XII. Questi dati sono stati presi dal sito web http://www.vicariatusurbis.org (controllato il 11 luglio 2015). La Delfini, al riguardo afferma: Apparve pi idonea, per, alle necessit dei padri Barnabiti una chiesa di piccole dimensioni, detta di S. Biagio dellAnello, che svolgeva funzione di parrocchia, ma necessitava di urgenti restauri. Tale edificio era posto nellantica strada del Crocifisso, alla sommit del Monte Olitorio o della Farina, il fianco destro corrispondeva al vicolo dei Chiavari, oggi dei Chiodaroli, mentre il prospetto si affacciava su una piccola piazza, detta di S. Biagio., in G. DELFINI, San Carlo ai Catinari, Roma, 1985, 12 13. 9 Si leggeva allingresso della chiesa la seguente iscrizione: D.O.M. SANCTO CAROLO CVIVS AMORE SINGVLARIS BENEFICENTIA ET AVCTORITATE PROPAGATA ES ET AVTA CONGRAGATIO S. PAVLI INITIA TEMPLI PIORVM OPERA MAGNIFICENTIVS AEDIFICANDI CLERICI REGG. EIVSDEM CONGREGATIONIS DEDICARVNT, in G. DELFINI, id., 16. La faccenda della dedicazione della chiesa al Borromeo, insieme con il titolo gi esistente di S. Biagio trovarono un positivo riscontro nella Sacra Congregazione dei Riti, la quale il 21 maggio 1618 approva questaggiunta insieme alla conservazione del titolo cardinalizio presbiteriale, che alla chiesa di S. Biagio allAnello era pervenuto della chiesa di S. Maria in Portico. Cf. G. DELFINI, id., 17.

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    Carlo Borromeo Patrono della Congregazione, subito dopo S. Paolo10. Questo lo dobbiamo a P. Gavanti che con particolare zelo promosse il culto del santo dopo la canonizzazione. Concludendo questo sintetico e veloce passaggio storico della figura di S. Carlo Borromeo e del profondo rapporto creatosi con i Barnabiti, possiamo concludere che il percorso avviato per il Borromeo nei confronti della nostra Congregazione nei suoi inizi ha segnato a fuoco una vera Riforma vissuta con grande forza e che si traduce non semplicemente in un testo di Costituzioni o la nomina del Santo come Patrono Secondario. Si tenga attenzione allimpegno riformatore del Borromeo che trova in noi un campo fertile di Apostolato e di risonanza del Concilio di Trento. La nostra storia domestica debitore senza dubbio della sua figura, e ne siamo profondamenti grati. Tocca oggi riprendere alla luce del fenomeno Francesco e riscoprire la sua figura e la dei nostri padri che desideravano una vera Riforma interiore e dei costumi per portare il Crocifisso ovunque.

    P. Rodrigo Nilo Palominos. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

    - AA.VV., San Carlo Borromeo e i Barnabiti, Milano, 1965. - C. BASCAP, Vita e opere di Carlo Arcivescovo di Milano Cardinale di S.

    Prassede, Milano, NED Veneranda Fabbrica del Duomo, 1983. - G. BASSOTTI, San Carlo e i Barnabiti. Lettera ai Confratelli, Roma, 1984. - E. BONORA, La Controriforma (collana Biblioteca Essenziale), Roma Bari,

    Laterza, 2001. - MONS. PLACIDO CAMBIAGHI, San Carlo e Barnabiti, Milano, 1966. - G. DELFINI, San Carlo ai Catinari (collana Le chiese di Rome illustrate. Nuova

    serie 16), Roma, Istituto Nazionale di Studi Romani, 1985. - A. ERBA, Chiesa di San Carlo ai Catinari, Roma. (Guida turistica della chiesa),

    Roma, 1984.

    10 Il testo capitolare il seguente: Pro coronide vero Decretorum huius Capituli Generalis, quod est Congregationis caput et sapientiorum Patrum corona, iidem Patres pretiosiorem sibi coronam desiderantes, coronatum gloria S. Carolum Card. Borromeum elegerunt unanimes in Patronum Congregationis post S. Paulum Apostolum, ut quemadmodum Eo apostolico delegato Constitutiones nostrae fuerunt stabilitate, ita et eius suffragantibus meritis earumdem magis ac magis apud nos vigeat in dies observantia, atque hoc titulo celebrabunt nostri festum S. Caroli ritu duplicis secundae classis. in G. BASSOTTI, Id., 84 85. Nelle pagine 81 85, elenca le diverse realt in cui la devozione al Borromeo era presente, includendo le sue reliquie.