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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO Provincia di Milano PGT 2011 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DOCUMENTO DI PIANO i RELAZIONE e AMBITI DI TRASFORMAZIONE Adottato con delibera C.C. n. 6 del 27/02/2012 Approvato con delibera C.C. n. 43 del 26/07/2012 GENNAIO 2011 rev. OTTOBRE 2012

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO Provincia di Milano

PGT 2011

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

DOCUMENTO DI PIANO

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RELAZIONE e AMBITI DI TRASFORMAZIONE Adottato con delibera C.C. n. 6 del 27/02/2012 Approvato con delibera C.C. n. 43 del 26/07/2012

GENNAIO 2011 rev. OTTOBRE 2012

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Il Sindaco Antonio S. Falletta Comune di Peschiera Borromeo ing. Giuseppe Cancellieri (responsabile settore Pianificazione e Gestione del territorio) gruppo di lavoro: ing. Agazio Montirosso, arch. Gabriella De Sanctis, geom. Emanuela Pedone, geom. Nadia Vernier con la collaborazione del Centro Studi PIM dott. Franco Sacchi (Direttore Responsabile) gruppo di lavoro: arch. Cristina Alinovi, ing. Mauro Barzizza, arch. Pietro Lembi; consulenti esterni: arch. Edoardo Marini, arch. Dario Corvi, arch. Massimo Spirlandelli. Per gli aspetti riguardanti la Valutazione Ambientale Strategica: ing. Francesca Boeri consulente esterno: dott.ssa Valentina Gambirasio

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Sommario

I INTRODUZIONE Premessa ......................................................................................................... 5

Che cos’è questo Documento ..................................................................................................... 5

Scheda 1: Cos’è e come funziona il Documento di piano ............................................................ 6

II IL PROGETTO STRATEGICO 1. Il progetto strategico per la città ................................................................... 9

1.1 Rallentare lo sviluppo edilizio della città ............................................................................. 12 1.2 Riconnettere parti di città – collegare, ricompattare e dare forma .................................... 13 1.3 Potenziare e razionalizzare il sistema dei servizi esistenti .................................................. 18 1.4 Valorizzare la campagna ...................................................................................................... 25 1.5 La città consolidata: obiettivi per il metabolismo urbano ...................................................

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Scheda 2: Le nuove infrastrutture dell’area metropolitana milanese ...................................... 16 Scheda 3: Servizi per l’istruzione ...............................................................................................

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2. La città in trasformazione ........................................................................... 40

2.1 Ambiti di Trasformazione urbana ........................................................................................ 40 2.2 Quantità .............................................................................................................................. 5

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Scheda 4. Disciplina della città storica ...................................................................................... 44 Scheda 5. Disciplina d’uso ......................................................................................................... 47 Scheda 6. Rete Ecologica Comunale .......................................................................................... 49 Scheda 7. Caratteri culturali e naturali del paesaggio locale e sensibilità paesaggistica dei luoghi......................................................................................................................................... 53

III SCHEDE AMBITI DI TRASFORMAZIONE URBANA IV COMPATIBILITÀ CON IL [PTCP]

3. La compatibilità con il [PTCP] e il recepimento delle previsioni prevalenti ... 84

3.1 Compatibilità con le previsioni sovracomunali ................................................................... 84 3.2 Consumo di suolo ................................................................................................................ 9

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INTRODUZIONE

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Premessa Che cos’è questo Documento Questo testo esplicita i punti salienti del nuovo PGT di Peschiera Borromeo. Il fuoco è centrato sul Documento di Piano, che è lo strumento che meglio di altri esplicita le trasformazioni della città, ma alcune delle riflessioni proposte toccano più direttamente la disciplina della città esistente, e cioè il Piano delle Regole, e la città pubblica che è il contenuto proprio del Piano dei Servizi. Il Documento è costituito da un breve testo, e da alcune schede riguardanti temi particolari che riguardano punti ritenuti nodali del progetto che si ritiene debbano essere conseguentemente approfonditi come, ad esempio, i servizi per l’istruzione, il metabolismo urbano, il funzionamento del documento di piano, la disciplina della città storica, etc. Il Documento non ha nessuna pretesa di essere esaustivo ma è volutamente selettivo e incentrato sugli aspetti ritenuti più qualificanti del progetto e meritevoli di approfondimento e discussione. Per una visione più complessiva e approfondita della città e del piano rimandiamo al quadro conoscitivo, che integra e supporta questo documento nonché alle relazioni degli altri piani e alla VAS. I temi affrontati in questo documento sono :

− il progetto della mobilità: la viabilità che si prevede vengano potenziate, quelle da riqualificare o da destinare ad altri usi e quelle da realizzare ex novo;

− le strategie proposte per la valorizzazione dello spazio agricolo e il sistema ambientale, come, ad esempio, il Parco agricolo sud Milano, il Lambro, la riserva del Carengione, le cave dismesse, i corridoi ecologici individuati dal Piano territoriale di coordinamento provinciale, dal Piano territoriale regionale o proposti dal Piano di Governo del territorio.

− le proposte relative al potenziamento della città pubblica (capitolo 3) che riguardano soprattutto la scuola, ma anche altri servizi e attrezzature,

− gli interventi più “rilevanti” che interessano e cioè gli Ambiti di trasformazione urbana con le relative quantità.

Il Documento si conclude con le Schede degli ambiti di trasformazione urbana. Ogni scheda è costituita da uno schema di assetto che a una scala adeguata riporta il perimetro dell’ambito e le sue caratteristiche principali, da una tabella che specifica le destinazioni d’uso, gli indici e i parametri edificatori, e da una breve descrizione delle caratteristiche e degli obiettivi dell’intervento. Le Schede sono vincolanti e costituiscono parte integrante delle Norme tecniche d’attuazione.

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Scheda 1: Cos’è e come funziona il Documento di piano “Ambiti di trasformazione” è la denominazione scelta dalla nuova legge urbanistica per definire le trasformazioni di una certa rilevanza previste dal Documento di piano. Gli ambiti possono riguardare aree di nuova costruzione, trasformazioni della città esistente o interventi che prevedono la realizzazione di opere particolarmente delicate sotto il profilo architettonico e del rapporto con il contesto. Il Documento di piano evidenzia anche le opere pubbliche più importanti da realizzarsi all’interno o all’esterno degli ambiti di trasformazione: le aree verdi che si intende realizzare, le strade da potenziare o da realizzare ex novo, la rete della mobilità lenta e i nuovi servizi come il centro scolastico omnicomprensivo, etc. Gli ambiti di trasformazione sono obbligatoriamente subordinati alla pianificazione attuativa, mentre gli interventi direttamente promossi dall’Amministrazione sono soggetti alle procedure previste per la realizzazione delle opere pubbliche. E’ importante precisare che l’operatività e la piena legittimità delle previsioni del Documento di piano sono demandate all’adozione dei piani attuativi o, nel caso degli interventi pubblici, all’approvazione del progetto dell’opera pubblica. Fintanto che il piano attuativo non è stato adottato o il progetto dell’opera non è stato approvato il regime giuridico e la classificazione urbanistica delle aree è quella dettata dal Piano delle regole o dal Piano dei servizi. Tale classificazione è anche quella propria delle aree una volta che decade il Documento di piano se il piano attuativo o il progetto dell’opera pubblica non è stato adottato. E questo perché secondo la legge regionale 12/2005 il Documento di piano definisce il valore giuridico delle aree solo in modo indiretto, in quanto espressione della volontà dell’Amministrazione, e in quanto prodromico alla realizzazione dei piani attuativi. E’ a questi che tocca definire in via definitiva cosa e quanto deve essere realizzato sulla scorta d’indicazioni che possono essere espresse anche in forma generica. Per evitare o contenere possibili fraintendimenti, ma anche per assicurare una maggiore flessibilità al piano, le norme prevedono esplicitamente che la pianificazione attuativa possa: 1) modificare il perimetro degli ambiti di trasformazione, delle aree fondiarie e di quelle a standard individuate dal Documento di piano, al fine di escludere reliquati e proprietà non interessate a operare o per assicurare una migliore organizzazione planivolumetrica degli interventi, purché tali modifiche siano comunque contenute; 2) scindere in due o più piani attuativi distinti quanto individuato unitariamente, purché ogni singolo strumento attuativo si faccia carico: 2a) della quota parte delle opere da realizzare e della porzione delle aree da cedersi per urbanizzazioni primarie o secondarie previste dalle schede, 2b) della realizzazione delle opere e della cessione delle aree comunque imprescindibili affinché l’insediamento possa correttamente funzionare (le urbanizzazioni a rete e le strade di accesso ad esempio); 3) realizzare servizi o opere di urbanizzazione e cedere aree diverse da quelle esplicitamente indicate nelle schede, qualora l’Amministrazione ritenga necessario modificare le proprie priorità d’intervento, ma purché non muti il valore economico dei servizi o delle opere realizzate o delle aree cedute, che dovrà essere dimostrato attraverso perizia e computo metrico estimativo. La pianificazione attuativa deve invece obbligatoriamente adeguarsi alle indicazioni del Documento di piano che concernono: le volumetrie massime realizzabili, le destinazioni d’uso, le altezze massime degli edifici, le indicazioni riguardanti la conservazione e/o la possibilità di demolire gli edifici, la realizzazione delle fasce boscate, degli interventi di mitigazione ambientale

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e delle opere di compensazione ambientale. Sono inoltre vincolanti le indicazioni dettate dal Documento di Piano riguardanti le opere da realizzarsi e le aree da cedere, fatto salvo quanto già specificato nel precedente punto 3, il che significa che diventa vincolante il valore delle opere e delle aree individuate dal Documento di piano. “Vincolante” significa che una realizzazione difforme richiede una variante del Documento di piano, mentre laddove il Piano attuativo può modificare o integrare quanto specificato, la variante, e cioè la ri-adozione del Documento di piano non è necessaria.

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IL PROGETTO STRATEGICO

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1. Il progetto strategico per la città Il progetto di Piano di Governo del Territorio parte da un presupposto: la realizzazione di un progetto strategico di sviluppo e valorizzazione per la città. Alla base della definizione degli elementi e dei contenuti progettuali, che a vario modo si incrociano sia internamente al Documento di Piano che nel rapporto dello stesso con gli altri strumenti (Piano dei Servizi e Piano delle Regole), vi è la volontà di individuare alcune invarianti progettuali ed elementi strutturali da cui partire per definire le possibilità di trasformazione e sviluppo della città. Il quadro all’interno del quale è concretamente possibile delineare il futuro assetto urbanistico della città è sostanzialmente determinato dal contemperamento dei diversi obiettivi ormai largamente condivisi alla scala sovralocale - la salvaguardia dei valori ambientali e il contenimento del consumo di suolo, o anche quelli finalizzati ad ottenere un’armatura infrastrutturale adeguata ed efficiente a supporto della popolazione e delle attività insediate nell’area metropolitana milanese - e da quelli locali finalizzati a soddisfare le istanze di sviluppo e i fabbisogni, in termini di servizi e attrezzature, espressi dalla popolazione e dal tessuto produttivo, sia esistenti che insorgenti. Le previsioni contenute nel Documento di Piano tengono conto del sistema delle c.d. "invarianti territoriali", su tutte la presenza del Parco Agricolo Sud Milano, grande risorsa della città, entro i cui confini ricadono la quasi totalità delle aree non edificate di Peschiera Borromeo. Ma soprattutto gli ambiti interessati dalla presenza del Parco sono caratterizzati da diversi elementi qualificanti del territorio. Non sono dunque esclusivamente da intendersi come aree sottoposte ad un vincolo, ma come le componenti qualitative del sistema paesistico-ambientale di Peschiera Borromeo. In particolare si richiamano qui a scopo esemplificativo la proposta di riserva orientata del Carengione, l’ambito vallivo del fiume Lambro e la proposta di Parco Fluviale di cui è oggetto, il sistema dei fontanili e delle acque per l’agricoltura e non ultimo l’ambito del castello Borromeo. Questa condizione specifica ha di fatto portato al consolidamento di una città dai due volti oggi in parte separati: quella urbanizzata, che rappresenta ca. il 25% del territorio comunale, e quella dominata dalla campagna, quasi interamente assoggettata alle regole del Parco Agricolo Sud Milano, che si sviluppa su ca. il 61% del territorio comunale. La doppia prospettiva del Documento di Piano Il Documento di Piano, che rappresenta lo strumento di indirizzo strategico per lo sviluppo della città, si confronta con due condizioni: da un lato una temporalità ridotta

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di efficacia, 5 anni; dall’altra l’esigenza di fornire un quadro di più ampio respiro, in grado di orientare nel medio-lungo periodo le scelte di sviluppo della città. Poste queste condizioni, si è deciso di affrontare secondo questa logica differenziata la composizione del Documento di Piano, individuando alcuni interventi che si potranno esprimere nel breve termine (5 anni) e quelli che hanno necessariamente uno sfondo decisionale e di fattibilità temporalmente più ampio, di medio e lungo periodo. Quest’ultima prospettiva temporale si ritiene essere fondamentale non solo per le scelte del Documento di Piano, ma più in generale per garantire una corretta visione delle politiche urbanistiche della città, che devono essere in grado di agire ed integrarsi in un quadro territoriale più ampio, capace di interpretare ed indirizzare da subito i potenziali mutamenti della città. Accanto all’orizzonte temporale si è tenuto in particolare considerazione il quadro delle trasformazioni programmate alla scala sovralocale, su cui è necessario porre da subito l’attenzione per poter intraprendere riflessioni specifiche a livello locale. Il contesto territoriale in cui si colloca Peschiera Borromeo è infatti in forte evoluzione e mutamento. Si pensi ai progetti per la mobilità, che vanno dalla previsione di prolungamento della linea M3 fino a Paullo (con stazione a Peschiera B.) e la nuova M4 con capolinea a Linate; le grandi previsioni infrastrutturali, che andranno a mutare l’assetto complessivo del quadrante ovest di Milano, con la realizzazione della TEEM e della BreBeMi, e la riqualifica di Paullese, Rivoltana e Cassanese (cfr. Scheda 3). A partire da questi presupposti è stato costruito lo scenario di sviluppo della città, che ha guidato la realizzazione del Documento di Piano. Definite le linee di indirizzo, si alimenta il quadro strategico di sviluppo per la città, attraverso una serie di progetti specifici che alimentano i macro obiettivi, di seguito esposti. La scelta è stata quella di concentrarsi su dei progetti cardine, che saranno pochi ma di rilievo, selezionati secondo le priorità emerse dalla città, in compatibilità con le capacità di spesa attuali. Saranno le trasformazioni programmate a contribuire alla realizzazione dei progetti per la città. Il Piano punta a realizzare nel breve termine gli obiettivi più stringenti, necessari e fattibili (5 anni), in coerenza con l’impostazione di un quadro di sviluppo della città che traguarda al lungo periodo. Gli obiettivi per la città Il Documento di Piano, e più in generale il PGT, individua cinque macro obiettivi, che si ritiene possano essere in grado di valorizzare le potenzialità del territorio e compensare/rimediare alle problematicità esistenti:

- Rallentare lo sviluppo edilizio della città - Riconnettere parti di città - collegare, ricompattare e dare forma - Riqualificare lo spazio pubblico e i servizi

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- Valorizzare la campagna e fruire del verde - La città consolidata: obiettivi per il metabolismo urbano

Anzitutto un progetto di città pubblica, che sia in grado di incidere sulla riorganizzazione di alcune parti di città e di generare qualità diffusa alla città consolidata che non sarà direttamente oggetto della trasformazioni. Di seguito vengono descritti i contenuti specifici di questi 5 macro obiettivi per la Peschiera Borromeo di domani.

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1.1 Rallentare lo sviluppo edilizio della città La crescita di Peschiera Borromeo avvenuta nei decenni passati ha pressoché saturato tutto lo spazio non interessato dal Parco Agricolo Sud, fatte salve alcune aree che per diversi motivi poco si prestano a uno sviluppo edilizio (per il loro valore ambientale, paesaggistico o per limitazioni di diversa natura come la presenza di vincoli geologici, la commistione di usi non compatibili, etc.) e non a caso sono rimaste le ultime disponibili. Per molte di queste aree la scelta del PGT è stata quella di congelarle e di subordinare la loro eventuale utilizzazione per scopi edificatori alla risoluzione nei prossimi anni dei problemi che ne sconsigliano oggi l’utilizzo. Il PGT prevede limitati interventi che si caratterizzano perlopiù come: a) completamenti di piccoli lotti rimasti inedificati all’interno della città compatta; b) trasformazione di aree produttive dismesse e in stato di degrado; c) recupero e valorizzazione dei nuclei storici e rurali. Il PGT non prevede la trasformazione per usi urbani di suolo ora agricolo, andando esclusivamente a ricomporre alcuni margini urbani. Per queste ragioni il PGT di Peschiera Borromeo si caratterizza come un “piano a sviluppo zero”. Ciò significa che il fuoco del nuovo PGT è posto eminentemente sul miglioramento della città esistente e la valorizzazione ambientale e fruitiva dello spazio agricolo che, di fatto, è la risorsa territoriale più importante di Peschiera Borromeo. Inoltre, il PGT ha scelto di non prevede un’ulteriore consistente crescita residenziale della città (+300 abitanti teorici), destinando la maggior parte delle (poche) aree di trasformazione all’insediamento di funzioni terziarie, commerciali e produttive. Questa scelta è dettata in primo luogo dalla dimensione degli interventi attualmente in fase di realizzazione, che sono in sovrannumero rispetto alla domanda. Secondo una stima approssimativa sono in corso di costruzione o sono già stati programmati abitazioni per circa 360.000 mc che corrispondono a totale di 2.800 “abitanti teorici”. Da questo punto di vista le abitazioni già sul mercato o in procinto di esserlo sono sufficienti per assicurare le esigenze residenziali dei prossimi cinque anni (durata del Documento di piano) e oltre. Dall’altra, come detto, tale scelta è stata presa anche in considerazione delle condizioni di contesto. Gli ambiti di trasformazione individuati, e di fatto disponibili, non sono idonei per una trasformazione di tipo residenziale. Questo ha spinto alla scelta di escludere tale destinazione, evitando di riproporre situazioni di incompatibilità funzionale come talvolta accaduto in passato.

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1.2 Riconnettere parti di città - collegare, ricompattare e dare forma Una delle principali problematiche che emergono dalle analisi della città di Peschiera Borromeo è la divisione del territorio in differenti quartieri e frazioni, che allo stato attuale soffrono di una eccessiva frammentazione fisica e una scarsa connessione, in particolare viabilistica. Peschiera è infatti una città fatta di “parti specializzate” e poco connesse fra loro, che mantengono una loro alterità rispetto alle altre. Collegare le differenti parti della città e i servizi in esse ospitate significa anche conferirgli una forma più compatta. Uno degli obiettivo del PGT è dunque quello di ricompattare, collegare e dare forma compiuta alla città, lavorando sia localmente, a livello di organizzazione dello spazio pubblica, sia promuovendo una politica di valorizzazione e messa in sicurezza della rete viabilistica esistente e il potenziamento di quella ciclabile e pedonale. Questa specificità locale si colloca in un quadro d’area metropolitana caratterizzato da grandi dotazioni infrastrutturali come la Tangenziale est, il sistema viario della Cassanese e della Rivoltana (da connettere in futuro alla BreBeMi), il sistema aeroportuale di Linate, le nuove linee metropolitane e la futura rinnovata linea ferroviaria. Elementi che si configurano come delle potenzialità per lo sviluppo futuro di tutta questa porzione dell’area metropolitana milanese, ma che riflettono in ambito locale alcune esternalità. Il PGT, pertanto, nell'ambito delle competenze proprie in materia di mobilità, e quindi in una visione strategica, dovrà raccogliere e mettere a sistema le esigenze e le opportunità connesse alle diverse opere per:

• migliorare le condizioni di accessibilità veicolare di scala sovralocale e la protezione della città dal traffico di attraversamento e riduzione della congestione attraverso una migliore definizione della gerarchia della rete e l’applicazione di strumenti di moderazione;

• ottimizzare in termini di sicurezza la viabilità e la relativa rete stradale; • valorizzare le linee di forza del trasporto pubblico, presenti e previste sul

territorio, con il recepimento della previsione di prolungamento della M3 verso Paullo e connettendo la frazione di San Bovio con il resto del territorio per mezzo del trasporto pubblico;

• potenziare l'offerta infrastrutturale per la mobilità dolce (ciclisti e pedoni). • ridurre l’inquinamento e migliorare l’ambiente urbano per tutti i residenti e gli

utenti.

Alla scala locale il PGT assume la programmazione in corso, puntando in particolare al completamento della rete viaria esistente e alla messa in sicurezza delle strade che collegano le diverse parti della città. Lo sviluppo tumultuoso di Peschiera è avvenuto dimenticandosi, talvolta, di collegare fra loro i diversi nuclei e frazioni: in particolare San

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Bovio, Bellaria e altri nuclei rurali ancora. Il piano intende migliorare e agevolare questi collegamenti, adeguando e completando la rete stradale esistente. In particolare, due sono i progetti rilevanti già programmati: - la nuova viabilità di Bellaria, che in relazione alla realizzazione del nuovo Centro

Commerciale e alla previsione degli Ambiti di Trasformazione del PGT, andrà a costituire l’alternativa per i traffici locali della strada Paullese, fornendo accessibilità sia allo stesso Centro Commerciale che ai due ambiti di trasformazione previsti dal PGT, oltreché al tessuto esistente;

- la viabilità di collegamento tra la SP15b (via Buozzi/Mondadori) e San Bovio, necessaria a fronte dell’attivazione della nuova sede di Microsoft e in previsione del completamento degli insediamenti residenziali in cantiere.

Accanto alle opere già programmate il PGT prevede ulteriori interventi di razionalizzazione, allo scopo di completare alcune tratte di viabilità e mettere in sicurezza e migliorare le strade esistenti. Più precisamente si tratta di quattro interventi: - messa in sicurezza e valorizzazione paesistica di via Lombardia, di collegamento tra

Bettola e San Bovio e suo prolungamento fino a via 2 Giugno (vecchia Paullese). Per quanto riguarda il tratto già esistente il PGT propone un limitato ampliamento della sede stradale esistente (ad esempio la realizzazione di una strada locale extra urbana di tipo F1 o F2) e la realizzazione di una pista ciclabile che potrà anche seguire un itinerario parzialmente diverso. Entrambi queste opere, che dovranno essere concordate con il Parco Agricolo sud Milano e la Provincia, dovranno tassativamente mantenere e anzi valorizzare il carattere paesaggistico di questa strada, ovvero realizzare una vera e propria strada parco (cfr. paragrafo successivo);

- valorizzazione/adeguamento delle strade campestri di collegamento ai nuclei rurali (cascina Carolina, cascina Fornace e altre). In particolare, per quanto riguarda il collegamento con cascina Fornace, va precisato che l’itinerario individuato dal Documento di piano, e che riprende un progetto già allo studio, è solo esemplificativo, poiché questa opera dovrà essere concordata con la Soprintendenza e il Parco Agricolo Sud Milano e dovrà essere attentamente valutata al fine di trovare la soluzione più rispettosa della presenza del castello Borromeo e dei relativi annessi.

- realizzazione dello svincolo sulla Paullese, connesso al’AT2, al fine di garantire l’accessibilità all’area produttiva di Bettola e il collegamento dell’ambito di trasformazione della ex-Cartiera verso sud e, in prospettiva, con la Peschiera-Melegnano e il comune di Mediglia.

- la razionalizzazione dell’attuale accesso alla frazione di San Bovio con conseguente declassamento della strada che costeggia cascina Longhignana e il Castello.

Infine, in una prospettiva di lungo termine, si auspica un parziale interramento della strada paullese, che rappresenterebbe il vero elemento in grado di garantire la

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ricucitura del tessuto urbano di Peschiera Borromeo collocato a sud della stessa strada. Un evidente problema per la città è infatti rappresentato proprio dal traffico in attraversamento. L'esigenza di proteggere la città dal traffico di attraversamento, pur garantendo le opportune condizioni di accessibilità, può essere affrontata, inoltre, con la definizione delle zone a traffico limitato (ZTL), argomento non affrontabile all’interno del PGT, che necessita di uno strumento di settore e di maggior dettaglio. Tale obiettivo può, successivamente, essere messo a sistema nella visione generale e strategica del PGT facendo lavorare i diversi piani e strumenti in sinergia. La mobilità dolce Per quanto riguarda il tema dell'incentivazione della mobilità dolce e della protezione delle utenze deboli, il PGT dovrà prevedere l’estensione e la messa a sistema della rete dei percorsi ciclo pedonali e la sua integrazione con la rete sovralocale, nella prospettiva di rendere maggiormente fruibili gli spazi agricoli. La programmazione di una rete ciclopedonale completa e organica permetterà inoltre di riconnettere alla scala locale le diverse parti di città, che oggi soffrono di un certo distacco anche dal punto di vista della connessione ciclo-pedonale. In particolare, il PGT punta l’attenzione su tutte le connessioni esistenti ma non adeguate che richiedono esclusivamente di essere valorizzate e messe in rete, in particolare negli ambiti del Parco Sud, allo scopo di implementare le connessioni ciclo-pedonali e di valorizzare le possibilità fruitive del Parco Agricolo Sud. La strada parco - Via Lombardia Uno dei progetti principali che il Documento di Piano prospetta è la messa in sicurezza di via Lombardia, in un’ottica di valorizzazione del tracciato stesso che si dovrà configurare come una vera e propria strada parco. Questo progetto è necessario poiché riduce l’isolamento della frazione di San Bovio dal restante territorio comunale e permettere di potenziare e migliorare il trasporto pubblico locale, ad oggi impossibile in quando la carreggiata non è sufficiente, riducendone i costi e migliorandone l’efficienza. L’ipotesi è dunque di attrezzare adeguatamente via Lombardia, che nonostante sia una vecchia strada provinciale è oggi poco più che una capezzagna, e di connetterla direttamente all’asse di via XXV Aprile - 2 Giugno. Si tratta esclusivamente di ampliare l’attuale carreggiata quando basta a garantire il doppio senso di marcia, adeguandola così al codice della strada (strada locale extra urbana di tipo F1 o F2). Giacché questa strada attraversa un territorio di particolare pregio e interesse sotto il profilo paesaggistico e naturalistico dovrà essere concepita come una sorta di strada parco, che mantenga ed anzi valorizzi gli attuali caratteri.

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Scheda 2. Le nuove infrastrutture dell’area metropolitana milanese Nell’area metropolitana milanese sono in fase di realizzazione/programmazione diversi interventi di potenziamento delle infrastrutture che interessano Peschiera Borromeo direttamente o indirettamente. Prima fra tutte la riqualificazione della Paullese, interessata dal progetto definitivo della Provincia di Milano per il raddoppio della carreggiata tra Peschiera Borromeo e Spino d’Adda e dal progetto del prolungamento dell’itinerario verso ovest dall’attuale svincolo sulla A51 (quartiere Rogoredo-Montecity) fino a via Bacchiglione. Questo progetto deve essere considerato come elemento primario per ridefinire la gerarchia della viabilità all’interno della rete comunale, in modo da alleggerire il traffico di attraversamento che oggi gravita proprio sulla viabilità locale. Anche i raddoppi della carreggiata della SP14 Rivoltana e della SP103 cassanese, interventi facenti parte delle opere connesse al progetto della BreBeMi, avranno effetti sulla nostra città. Altro importante intervento, relativo invece ai collegamenti trasversali, è la Tangenziale Est Esterna. Il secondo grande progetto che interessa direttamente la città è il prolungamento della linea M3 da San Donato Milanese a Paullo/Zelo Buon Persico. L’opera prevede la realizzazione della stazione di Peschiera Borromeo in prossimità dell'incrocio tra il Viale Matteotti e via Don Luigi Sturzo, per la quale dovrà essere approfondito lo schema di accessibilità e il sistema della sosta. Si dovrà dunque accompagnare nel miglior modo possibile lo sviluppo di tale progetto, andando a riorganizzare gli spazi pubblici e l’ambito attorno al quale sorgerà la nuova fermata. Sempre a livello di rete metropolitana sarà realizzata entro il 2015 la nuova linea M4 che collegherà Linate a San Babila e successivamente a Lorenteggio, ed è in fase di valutazione la possibilità di un suo prolungamento fino a Segrate e o l’Idroscalo.

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1.3 Potenziare e razionalizzare il sistema dei servizi esistenti La terza politica del PGT è rivolta al potenziamento e alla razionalizzazione dei servizi esistenti. Anche in questo caso la duplice velocità del Piano, basata sul breve e sul lungo periodo, inquadra l’individuazione degli aspetti problematici nonché le potenzialità emerse dalla lettura critica dello stato di fatto, e per quelle affrontabili solo nel lungo tempo propone degli indirizzi e dei possibili scenari alternativi. Polarità della città pubblica Peschiera Borromeo, come emerso dalle analisi contenute nel Quadro Conoscitivo del Documento di Piano, può contare su una buona dotazione di servizi, sia sotto il profilo quantitativo, che dal punto di vista qualitativo. Con una dotazione pro-capite di 57 mq/ab, e un sistema di servizi di scala sovra locale di rilievo, le priorità devono orientarsi anzitutto sulla valutazione critica del sistema esistente. Scorporando per macrotipologie i servizi esistenti sono emersi infatti alcuni dati molto interessanti relativamente ad alcune categorie che hanno evidenziato la necessità di riorganizzare e razionalizzare taluni servizi, mentre in altri casi è emersa l’opportunità di prevederne il potenziamento. I potenziamenti come le riorganizzazioni individuate sostanziano il progetto della città pubblica proposto dal Piano di Governo del Territorio. Alcuni di queste azioni sono previste dal Piano dei Servizi (e dal Piano delle regole), mentre altri fanno parte del disegno strategico proposto dal Documento di piano e dunque sono passibili di ulteriori approfondimenti, in quanto necessariamente legati ai tempi e alle risorse derivanti dalle trasformazioni nel lungo periodo. Nello specifico, l’attenzione è stata rivolta in particolare all’istruzione, la cui organizzazione mostra un elevato grado di dispersione all’interno della città e la necessità di un potenziamento in alcuni settori, denotando talvolta la necessità di interventi di manutenzione anche radicali. Relativamente agli altri servizi è emersa la possibilità di prevedere nuove attrezzature, come ad esempio quelli assistenziali, in particolare rivolte agli anziani e la possibilità di potenziare l’attuale centro sportivo. Servizi per l’istruzione Non c’è dubbio che i servizi scolastici rappresentano uno dei punti di forza della città, giacché per quanto si possa far rilevare che alcuni edifici necessitano di un po’ di manutenzione, le scuole esistenti, compreso i nidi programmati o in corso di apertura, coprono adeguatamente la domanda e in modo omogeneo il territorio. E’ però probabile che negli anni futuri siano necessari degli investimenti, vuoi per ampliare l’offerta, vuoi per mantenere adeguatamente le strutture esistenti (cfr. approfondimenti successivi). La dinamica demografica e le abitazioni che sono state programmate o sono in corso di costruzione faranno infatti aumentare la popolazione, e con essa la domanda d’istruzione. Soprattutto per le scuole dell’obbligo (primaria e secondaria di primo

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grado), ma anche per le scuole per l’infanzia e gli asili nido, sebbene in maniera più limitata. Se la crescita della città dovesse essere uguale a quella avvenuta negli anni passati possiamo aspettarci un incremento degli studenti pari a 9 e a 7 classi, rispettivamente per le “elementari” e per le “medie”, che potrebbero diventare anche di più, nel caso il numero degli alunni per aula rimanga invariato. Le nuove aule possono essere recuperate ampliando una o più delle scuole esistenti o organizzando in maniera più efficiente gli spazi interni. E’ la soluzione meno costosa e più facile da realizzare, ma che inevitabilmente comporta un peggioramento, almeno relativo, degli immobili che saranno ampliati (meno spazio verde per il gioco) e non risolve il problema della scarsa efficienza energetica e funzionale e della vetustà di alcune scuole. Secondo il Programma triennale delle opere pubbliche la spesa necessaria per mantenere in efficienza i servizi scolastici, compreso la realizzazione di quella nuova a San Bovio, si aggira intorno ai 3,4 milioni di euro che diventano 7/8 milioni di euro se consideriamo gli ampliamenti. La necessità di ampliare l’offerta può anche diventare l’occasione per una diversa articolazione della scuola dell’obbligo e, in particolare, dei tre plessi di Bettola, Mezzate e Monasterolo. E poiché il plesso di Monasterolo è quello più baricentrico e che può crescere con meno difficoltà, va da sé che è il candidato ideale per trasformarsi nel nuovo campus scolastico. Questa soluzione è più impegnativa sotto il profilo dell’investimento iniziale, ma permette maggiori risparmi in prospettiva. I costi di gestione e quelli di manutenzione sono, infatti, mediamente elevati e crescenti nel tempo. Ovviamente la percorribilità di questa ipotesi dipende in larga misura dalla disponibilità delle risorse necessarie per l’investimento iniziale. Vi sono però tutti i presupposti per avviare uno studio di fattibilità più dettagliato che esplori possibilità, impegni economici ed esigenze degli operatori e degli utenti.

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Un nuovo centro: il cuore verde attrezzato di Peschiera Borromeo Uno dei caratteri peculiari di una città di recente formazione come Peschiera Borromeo è forse l’assenza di un vero centro. Il Documento di Piano propone di individuare uno spazio collettivo che possa essere riconosciuto come “nuova centralità pubblica”, costituita dal verde piuttosto che dal costruito, e che compensi la mancanza di una centralità urbana riconoscibile. Il baricentro di Peschiera, e cioè ciò che unisce Bettola, Mezzate e Zeloforamagno, i quartieri lungo via Matteotti e l’area industriale di via Di Vittorio – via Grandi, è una grande area verde tuttora in buona parte destinata a usi agricoli, sebbene con caratteri marginali sotto il profilo agronomico. Vista da questa prospettiva Peschiera Borromeo è una città con un “cuore verde attrezzato” e una corona edificata esterna. Oltre ai campi, alle vecchie marcite e agli orti il “cuore” ospita gli impianti sportivi di via Carducci, la cascina Monasterolo ormai recuperata a usi abitativi, il plesso scolastico con la biblioteca annessa, la sede di diverse associazioni sportive e di volontariato e altre attività ancora.

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Il compendio è ricompreso all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, che lo classifica come ambito di fruizione e, più specificatamente, come ambito destinato ad interventi per la fruizione culturale, ricreativa e sportiva. Il Documento di piano propone di trasformare quest’area in una polarità della città pubblica, realizzando, soprattutto e in primo luogo, un grande parco urbano, recuperando le vecchie marcite e le rogge esistenti, moltiplicando gli orti urbani e potenziando i filari e la dotazione arborea, e in secondo luogo concentrando alcune delle attrezzature pubbliche necessarie alla città: ad esempio i nuovi impianti sportivi, l’ampliamento delle scuole e anche i servizi che nel tempo diventeranno necessarie, se compatibili con la normativa prevista dal Parco Sud e il mantenimento del carattere verde e poco costruito del nuovo “cuore verde”. In altre parole si tratta di dare attuazione al progetto proposto dal Piano Territoriale di Coordinamento del Parco, dando l’avvio a un percorso il cui sviluppo non potrà che avere un orizzonte temporale a lungo termine, e prevedendo conseguentemente un’attuazione per fasi distinte. Lo schema allegato, che non è null’altro che un’esemplificazione esplorativa delle potenzialità dell’area, mette in evidenza alcune geometrie, alcuni percorsi, le principali risorse e i possibili punti di ingresso all’area e di contatto fra città e il cuore. Lo schema ci dice anche che quest’area potrà rimanere agricola nella sua parte centrale e lungo via XXIV Aprile, dove è necessario recuperare le marcite, mentre può diventare un vero e proprio giardino o parco urbano lungo i margini sud ed est e il confine con la città più densa. Ad esempio, conferendo più spazio al Laghetto azzurro o legando fra loro i giardini già esistenti perpendicolari a via Matteotti, che potranno rappresentare dei corridoi d’ingresso all’intera area. Traslando idealmente verso nord questi giardini, sarà possibile trasformarli in unico grande parco urbano, offrendo contemporaneamente la possibilità di ripensare almeno in parte il margine urbano verso via Mateotti in funzione della programmata nuova fermata della linea metropolitana M3. Le attrezzature costruite, ad esempio quelle sportive o scolastiche, trovano invece la loro collocazione ideale laddove sono già presenti, e cioè lungo via Carducci, mentre il lato verso via XXV Aprile non occupato dalle marcite può essere trasformato in un bosco che protegga e schermi il nuovo parco. In questa direzione si muove anche uno dei progetti strategici promossi dall’Amministrazione Comunale, e già allo studio, che riguarda la realizzazione della cosiddetta “città dello sport”, e che conferma la vocazione attribuita dal Parco Agricolo Sud Milano per l’area e prevede il potenziamento, verso nord, e su di un’area già di proprietà pubblica, delle attrezzature sportive già esistenti sul fronte ovest di via Carducci. Facciamo notare, inoltre, che il nuovo “cuore verde” di Peschiera deve anche e necessariamente essere concepito come il punto di congiunzione fra la città, da una

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parte, e dall’altra il “corridoio verde” verso ovest che divide Mezzate dall’area industriale, con le relative cave, e quello che verso est permette di riconnettersi al Carengione e allo spazio agricolo aperto e di maggior pregio. Mentre il secondo corridoio deve conservare un carattere più marcatamente ambientale e naturalistico, quello oltre Mezzate può assumere una valenza anche fruitiva e ludica più marcata. Da questo punto di vista il cuore verde deve diventare anche il punto focale delle risorse ambientali presenti a scala dell’intero territorio comunale.

Accordo di Programma Idroscalo Il comune di Peschiera Borromeo ha aderito a un Accordo di Programma che si propone la riqualificazione del Parco Idroscalo attraverso un progetto per la realizzazione di servizi legati al mondo dello sport, alla medicina sportiva e al benessere. La proposta si inquadra nell’ambito degli interventi di Expo 2015, nello specifico nell’ambito di “Expo fuori le mura”, individuato tra i grandi progetti territoriali del nuovo PTCP di Milano. Gli Enti sottoscrittori dell’AdP sono Regione Lombardia, Provincia di Milano, comuni di

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Segrate e Peschiera Borromeo e Parco Agricolo Sud Milano (la cui adesione è in fase di valutazione). L’accordo prevede un primo programma di interventi prioritari regolati da una convenzione tra Regione Lombardia e Provincia di Milano, finanziati dagli stessi Enti. Il coinvolgimento del comune di Peschiera Borromeo nell’AdP è mirato all’ampliamento del Parco dell’Idroscalo verso est, con la possibilità di includere ambiti di elevato interesse naturalistico come l’Oasi del Carengione, allo scopo di caratterizzare tutto il comparto sia dal punto di vista fruitivo-ricreativo che dal punto di vista paesaggistico. Riqualificare lo spazio pubblico della città Lo spazio pubblico delle città italiane come di Peschiera Borromeo soffre di un’insufficiente manutenzione e definizione. Strade, piazze, parcheggi, aree verdi hanno generalmente caratteri non adeguati e comparabili con quelli di altri paesi europei. Benché la riqualificazione di questi spazi trova un limite nella scarsità di risorse degli enti locali, il Piano può utilmente individuare una gerarchia delle necessità e proporre progetti e idee per la riqualificazione dello spazio pubblico della città, ad iniziare dagli interventi per mobilità dolce e la valorizzazione del paesaggio agrario. A breve termine, il Piano individua un sistema di percorsi ciclopedonali formati da un insieme di anelli che uniscono i servizi esistenti incrementandone la fruizione e accessibilità con la mobilità dolce e utilizzano strade campestri già esistenti, in buona parte tracciati storici, con lo scopo finale di superare il limite fisico fra campagna e città e il relativo senso di separatezza. A lungo termine, invece, propone di sfruttare le porosità della città compatta per valorizzare i servizi esistenti andando ad indicare interventi sugli spazi pubblici (spazi per la sosta, arredo urbano, completamento di piste ciclopedonali) che contribuiscano a costruire degli spazi urbani di maggior vivibilità e riconoscibilità. Di seguito, si riportano alcune prime esemplificazioni progettuali.

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I servizi programmati negli Ambiti di Trasformazione della città pubblica Per quanto riguarda gli Ambiti di Trasformazione sono previste dotazioni per aree e servizi commisurate alle destinazioni d’uso previste per gli ambiti e ai relativi carichi insediativi. Tale dotazione di aree è calcolata in base ai parametri stabiliti dal Piano dei Servizi, mentre in ciascuna scheda d’Ambito sono individuate, in via preliminare, le aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco. Il Documento di Piano individua nel suo apparato inoltre la presenza di un Ambito di Trasformazione (ATU9) a forte caratterizzazione pubblica, il cui obiettivo primario è l’ampliamento dell’attrezzatura religiosa esistente nella frazione di San Bovio che ha bisogni di nuovi spazi per poter svolgere le sue attività anche in previsione dei nuovi insediamenti e come uno dei principali luoghi di aggregazione della frazione.

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1.4 Valorizzare la campagna Il territorio agricolo costituisce la risorsa territoriale di maggiore interesse di Peschiera Borromeo ma è altresì uno spazio percepito talvolta come distante, separato dalla città e certamente non adeguatamente utilizzato. Sembra quasi che la presenza del Parco Agricolo Sud Milano abbia giustificato una sorta di delega piena alla gestione di questa importante porzione del territorio comunale che in alcuni casi sembra un modo per dimenticarsi della sua esistenza.

Uno degli obiettivi più ambiziosi e a lungo termine del PGT è quello di dare un’immagine unitaria alla città di Peschiera Borromeo, mettendo anche a sistema “i pieni e i vuoti” del suo territorio che debbono essere considerati come parti complementari di un unico insieme. Questa azione di ricomposizione non può che partire dalla valorizzazione dello spazio agricolo. In questo senso è necessario:

- salvaguardare la produttività delle aziende e le attività di carattere agricolo ancora presenti su tutto il territorio comunale;

- favorire l’introduzione di attività compatibili e connesse all’agricoltura quali l’agriturismo, la vendita diretta di prodotti agricoli coltivati o allevati in loco, la permanenza e la ricettività di persone nelle aziende agricole opportunamente attrezzate per viabilità, servizi essenziali e senza stravolgere il paesaggio rurale e la percezione che si ha di esso (la cosiddetta diversificazione aziendale);

- permettere il recupero, anche a fini residenziali, dei complessi cascinali degradati e non più dediti all’agricoltura secondo le regole dettate dal Parco Agricolo Sud Milano, per ricostruire i capisaldi fondamentali del paesaggio agrario utili, anche, alla costruzione di un’immagine identitaria dei luoghi;

- contribuire a ripensare la fruibilità dello spazio aperto, anche attraverso progetti ed interventi di valorizzazione dei percorsi campestri che possano aumentarne la fruibilità e allo stesso tempo siano un’occasione per ricostruire gli elementi costitutivi della tradizionale orditura paesistico - agraria di questi luoghi;

- favorire l’utilizzo delle compensazioni ambientali, di cui all’art.43 della legge regionale n.12/e relative delibere attuative, per la realizzazione di interventi riforestazione e rinaturalizzazione nelle porzioni del territorio di maggior pregio ambientale e paesaggistico indicate dal Parco Agricolo Sud Milano come la zona di interesse naturalistica del Carengione e la proposta di parco naturale lungo le sponde del Lambro, ma nel rispetto dei vincoli imposti da Enac e dalla presenza dell’aeroporto Enrico Forlanini;

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- proporre, di concerto con gli enti territoriali preposti alla realizzazione dei Piani di Cintura, il recupero a scopi fruitivi degli specchi d’acqua artificiali (ex-cave) ricadenti al loro interno;

- permettere, nel rispetto di salvaguardia e tutela del paesaggio, l’introduzione delle tecnologie e dei miglioramenti utili alla corretta ed economica conduzione delle aziende agricole;

- favorire il recupero delle cascine malmesse (ad esempio cascina Brusada) lungo il corso del fiume Lambro ove, in prossimità dei salti di quota del fiume e di concerto con enti territoriali competenti, possono essere proposte trasformazioni d'uso a favore di attività ricettive, culturali, ricreative e sportive o legate all’utilizzo delle energie rinnovabili. Trasformazioni che potranno, nel lungo periodo, costituire occasioni importanti per riportare utilizzi e funzioni pubbliche e di interesse pubblico all'interno della aree agricole (ma, ancora, nel rispetto dei vincoli imposti dal Parco Agricolo Sud Milano, dalla Rete Ecologica Regionale, del Pai e da Enac e dalla presenza dell’aeroporto Enrico Forlanini).

Lo scopo del Piano è di individuare per il territorio rurale nuove forme di sviluppo e recuperare alti livelli di qualità ambientale e di abitabilità per il comune di Pescheria Borromeo. Per garantire, quindi, migliori condizioni di vita e migliore abitabilità è necessario che il Piano operi per conservare e valorizzare le risorse esistenti, per mantenere la rete ecologica, per il riequipaggiamento della campagna, dei filari e dei sistemi verdi, per la riqualificazione del sistema idrico minore delle rogge e dei canali, per mitigare la pressione antropica sulle risorse naturali.

Fruizione e valorizzazione del verde Il sistema ambientale rappresenta una grande risorsa per la città di Peschiera Borromeo, che può contare su ampi spazi aperti e alcuni elementi di pregio assoluto, come la Riserva del Carengione e il fiume Lambro. La strategia del Piano è quella di valorizzare questi spazi e, in particolare, incrementare la loro valenza ambientale e laddove possibile e opportuno garantirne una adeguata fruibilità. L’obiettivo è dunque quello di valorizzare queste risorse sotto il profilo sfruttandone appieno le potenzialità oggi in parte latenti, attraverso alcune mosse:

- promuovere e valorizzare il territorio ricadente nel Parco agricolo Sud Milano, preservando l’integrità degli ambiti a maggiore valenza naturalistica e ambientale, ad esempio attraverso specifiche azioni di riqualificazione degli spazi agricoli abbandonati o sottoutilizzati, e valorizzando le emergenze storico-architettoniche come ad esempio il Castello Borromeo;

- definire un sistema di interventi coerenti con le caratteristiche ambientali dell’ambito fluviale del Lambro, valorizzando le iniziative che possano avviare in concreto la progressiva riqualificazione ambientale del Fiume in sinergia con le

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iniziative promosse dal Parco Agricolo Sud Milano e dall’Autorità di bacino del Fiume Po’.

- la messa a sistema dei diversi elementi componenti lo spazio agricolo, come ad esempio quello già messo in evidenza a proposito del “cuore verde” che tenta di ricomporre in un disegno unitario il Carengione con l’area verde e le cave dismesse collocate fra Mezzate e l’area industriale;

- Il mantenimento e la valorizzazione delle fasce non edificate residue di penetrazione nei tessuti urbani (cintura verde), sia periferici, sia semicentrali, che potranno garantire la funzione ecologica e al tempo stesso l’abitabilità della città attraverso, per esempio, il recupero ambientale dei laghi artificiali.

Interventi di rilevanza ambientale ed ecologica e d’incremento della naturalità Come noto, una delle ultime modifiche della legge regionale n°12 dell’11 marzo 2005 ha stabilito che una quota variabile del contributo di costruzione (oneri di urbanizzazione primaria, oneri di urbanizzazione secondari e costo di costruzione) sia destinato alla realizzazione di interventi di rilevanza ambientale ed ecologica e di incremento della naturalità. Come recita il comma 2 bis dell’art.43 della legge, questa disposizione si applica agli interventi che sottraggono superfici agricole allo stato di fatto (indipendentemente cioè dalla classificazione del PGT). Il Piano dei servizi, che è la sede “naturale” di questo provvedimento, può stabilire che questi interventi possono essere realizzati dagli operatori, previa stipula di apposita convenzione, dal comune, eventualmente in accordo con gli altre amministrazioni, dal Parco agricolo sud Milano o dalla Provincia (e cioè gli enti istituzionalmente competenti). I contenuti minimi della convenzione, ovvero dell’atto d’obbligo unilaterale, devono anch’essi definiti dal Piano dei servizi. La convenzione deve specificare il costo degli interventi, i tempi di realizzazione, le modalità e la periodicità della manutenzione e le garanzie prestate per la realizzazione e la durata, comunque non inferiore a 20 anni. La quota del contributo di costruzione è stata fissata pari al massimo ammesso dalla legge regionale (equivalente al 5%). Le opere possono interessare anche aree di soggetti terzi e non per forza di cosa devono essere cedute alla pubblica amministrazione. Qualora subentri un soggetto diverso dall’operatore - come, tipicamente, l’agricoltore o il proprietario dei fondi - dovrà anch’esso sottoscrivere la convenzione.

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Il piano dei servizi deve esplicita un elenco di opere e interventi che possono essere considerati di rilevanza ambientale ed ecologica: sono gli interventi ritenuti più necessarie per il territorio di Peschiera e le sue caratteristiche come, ad esempio, la realizzazione di aree vegetate, la creazioni siepi e cortine vegetali e di filari, il recupero delle zone umide e delle cave, la tutela o l’impianto di prati permanenti stabili o di marcite, la realizzazione e il recupero di percorsi poderali anche ciclo-pedonali o le opere di sistemazione della vegetazione spondale. In ogni caso l’elenco delle opere non è e non vuole essere esaustivo e potrà essere integrato con altri interventi aventi gli stessi requisiti, pur con l’esclusione di quelli esplicitamente non considerabili come tali dalla delibera della giunta regionale del 22 dicembre 2008 n°8/8757, pubblicata sul Burl il 12 gennaio 20091. 1 L’allegato B della Delibera regionale stabilisce che non possono essere considerati interventi di rilevanza ambientale ed ecologica e d’incremento della naturalità i seguenti interventi: “studi, ricerche, pianificazione, programmazione; spese di gestione dei processi tecnico amministrativi collegati (istruttoria, verifiche controlli, monitoraggio, collaudi ecc.); realizzazione di viabilità percorribile da mezzi motorizzati e sua manutenzione straordinaria; giardini e relative attrezzature; impianti forestali a scopo prevalentemente produttivo (pioppeti, short rotation, impianti forestali comunque di durata inferiore a 20 anni); interventi di lotta fitosanitaria chimica; realizzazione delle opere idrauliche, movimenti di

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Per gli ambiti di trasformazione che sottraggono aree allo stato di fatto agricole è stato inoltre aumentare il contributo previsto dalla legge 12 in modo differenziato per gli usi residenziali e le altre destinazioni. Poiché gli usi produttivi non sono soggetti al pagamento del costo di costruzione, il metodo di calcolo proposto dalla legge urbanistica regionale tende infatti a penalizzare la residenza in confronto alle altre destinazioni, senza che questo abbia corrispondenza con l’effettivo carico inquinante dei diverse attività. Anche con le correzioni proposte l’incidenza degli oneri da destinare a compensazione ambientale rimane comunque decisamente limitato, sia rispetto ai costi di costruzione, sia rispetto ai valori immobiliari, ma al tempo stesso si tratta di risorse rilevanti per la realizzazione di questo tipo di interventi, giacché nella maggior parte dei casi queste opere hanno costi limitati.

terra non correlati direttamente alla realizzazione forestale e comunque con il riutilizzo sul posto della terra movimentata; opere di ingegneria civile; vivai e piantonai; interventi di compensazione a seguito di trasformazione del bosco; opere di compensazione dovute o prescritte per compensazione di impatti ambientali.”

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1.5 La città consolidata: obiettivi per il metabolismo urbano I quartieri e le diverse parti che costituiscono Peschiera Borromeo possono essere facilmente ricondotti ad alcuni tipi fondamentali. Con una qualche semplificazione, ovviamente, ma in maniera abbastanza precisa perché la città non ha più di ’50 anni e i materiali che la compongono sono ancora tutti perfettamente riconoscibili. Il Documento di piano propone un sistema di regole che facilitino la trasformazione di alcuni di questi materiali e la risoluzione di alcuni dei problemi che interessano le diverse Peschiera. Laddove esistono dei problemi, ovviamente, e laddove è possibile proporre delle soluzioni. Da questo punto di vista, è bene precisare che gli strumenti che i piani urbanistici possono mettere in campo sono limitati e non sempre sortiscono degli effetti. Nella cassetta degli attrezzi dell’urbanistica troviamo, infatti, solo due utensili che possono essere utili per intervenire in queste condizioni: la disciplina d’uso e gli incentivi volumetrici, che, come dimostra ad esempio la scarsa efficacia del cosiddetto Piano casa, non sempre sono sufficienti per innestare le trasformazioni desiderate. Dicevamo che con qualche semplificazione Peschiera è riconducibile ad alcuni, pochi materiali tipo: ne abbiamo individuati quattro, ai quali dobbiamo aggiungerne i due della città storica, e cioè lo spazio agricolo e quello delle cascine e dei borghi rurali, per i quali gli obiettivi da perseguire sono, in un caso quello del mantenimento e della difesa (vincolo) e nell’altro della valorizzazione (incentivi), facilitando le trasformazioni d’uso, laddove possibile (recupero a fini residenziali). La "Città industriale” E’ la Peschiera costituita dalla sequenza di capannoni piccoli e grandi, vecchi e nuovi, che caratterizzano il lato destro e quello sinistro dell’itinerario via Grandi - via Di Vittorio (e via Liguria). E’ una città in sé poco problematica, se si escludono i problemi del traffico generato e attratto e la convivenza, talvolta difficile, con i nuclei residenziali e le vecchie cascine che questa Peschiera nasconde al suo interno (Foramagno e Canzo). La logistica, che trova la sua ragion d’essere nella vicinanza con l’aeroporto, sta lentamente sostituendo il vecchio tessuto produttivo e gli impianti chimici un tempo legati alla presenza dell’Eni e all’invenzione della plastica e oramai poco compatibili con la presenza dell’aeroporto, innanzitutto per motivi di sicurezza. A questa città occorre lasciare una grande libertà di modificarsi nel tempo, ammettendo un set di destinazioni d’uso abbastanza vasto, pur rimanendo all’interno della famiglia degli usi produttivi (attività terziarie, di servizio o dedicate alla produzione di beni). Anche le attività commerciali e paracommerciali possono essere incluse, ma se di dimensioni medie e comunque non alimentari, e alcune particolari tipologie di servizi alla persona (le palestre, ad esempio). Il Documento di piano ammette infatti la possibilità di insediare medie strutture di vendita non alimentari con una superficie di

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vendita inferiore a 1500 mq. nel caso sia possibile reperire una dotazione di parcheggi pari almeno alla superficie commerciale insediata. E’ inoltre prevista la possibilità di realizzare un limitato ampliamento qualora siano migliorati il rendimento energetico dei nuovi edifici e il ricorso a fonti di energia rinnovabili rispetto ai limiti fissati dalla legislazione vigente. Ammettere la possibilità di realizzare limitati ampliamenti, anche in deroga ai rapporti di copertura e agli indici esistenti, e di aumentare la volumetria degli immobili da ricostruire, può essere infatti utile per facilitare l’adattamento di questa città alle evoluzioni imposte dallo sviluppo produttivo e per facilitare la riconversione dei capannoni più vecchi e in parte sottoutilizzati o dismessi. L’aspetto più controverso di questa Peschiera è invece la definizione dello spazio pubblico e in particolar modo delle strade più interne: l’assenza dei marciapiedi, di adeguate alberature, la carenza di parcheggi, etc., ma per affrontare questo problema le norme non sono sufficienti ed è anzi necessario agire con adeguati investimenti e opere pubbliche.

La città “Oltre la Paullese” È l’infilata di capannoni, attività commerciali e direzionali, abitazioni di varie tipologie che segnano il lato meridionale della Paullese e il fronte verso nord, ma solo parzialmente, poiché questo lato della strada si presenta con un carattere più ordinato, sia dal punto di vista dei materiali urbani che della frammistione funzionale, essendo decisamente più residenziale. Si tratta di immobili sorti presumibilmente fra gli anni ’60 e ’70, come un avamposto della città in affaccio alla Paullese, che si trovano ora schiacciati fra questa ed i quartieri residenziali edificati successivamente alle loro spalle. In parte abbandonati e non sempre tenuti in condizioni decorose questi immobili segnano l’immagine della città per chi percorre la statale. L’apertura del centro commerciale ha rafforzato il carattere commerciale di questa Peschiera e ha già indotto la riconversione i alcuni vecchi edifici produttivi in attività commerciali. La trasformazione e il recupero di questi immobili, e soprattutto di quelli originariamente destinati ad attività produttive, può essere favorita ammettendo limitati incrementi

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volumetrici, la realizzazione di uffici e l’apertura di medie strutture di vendita che possano rafforzare la vocazione commerciale dell’area, e di fatto sancire il la sostituire della ormai residua struttura produttiva. Come per la città specializzata il Documento di piano prevede sia la possibilità di limitati ampliamenti sia l’insediamento di medie strutture anche con una superficie dedicata alla vendita fino a 2.500 mq.

Tessuti misti residenziali-produttivi Sono i tessuti urbani costituiti da case non riconducibili, né al condominio, né alla casa unifamiliare, che orgogliosamente occupano piccoli lotti disposti in sequenze rese non omogenee dalla presenza di altri materiali: l’autofficina, il capannone abbandonato, quello appena rifatto, il condominio nuovo, ciò che rimane della vecchia cascina e altri materiali ancora. È la Peschiera edificata nei decenni appena successivi al secondo conflitto mondiale: come ad esempio alcuni quartieri di Mezzate e alcuni isolati di Bettola. E’ la Peschiera sorta quando, come testimoniano le diverse case-capannone ancora presenti, l’abitare e il produrre nello stesso luogo era considerato un dato normale e abituale. La strategia che il PGT propone per questi tessuti è quella di ridurre la frammistione d’uso, soprattutto quella fra la residenza e la produzione, oggi difficilmente conciliabili, favorendo il rinnovamento del patrimonio edilizio, soprattutto sotto il profilo del risparmio energetico, che per vetustà e caratteristiche ha prestazioni non elevate. A tal fine il Documento di piano prevede la possibilità di riconvertire ad abitazione i vecchi insediamenti industriali (alcuni dei quali sono dismessi) concedendo anche un limitato incremento volumetrico (cfr. anche ATU6). In ogni caso è necessario tener presente che la spinta verso una specializzazione residenziale di questi quartieri è in parte frenata dalla presenza di alcuni insediamenti produttivi più estesi e di difficilmente trasferibili.

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Scheda 3: Servizi per l’istruzione Due distretti scolastici, 2.252 studenti frequentanti (esclusi i nidi), 101 aule, 3 grandi plessi (Bettola, San Bovio, Zeloforamagno), a cui occorre aggiungere uno più piccolo (Mezzate) e le innumerevoli scuole private e pubbliche per i ragazzi fino a cinque anni disperse per la città, sono i numeri dell’istruzione di Peschiera. Non c’è dubbio che i servizi rappresentano un punto di forza della città, giacché per quanto si possa far rilevare che alcuni edifici bisognano di interventi manutentivi, le scuole esistenti, compreso i nidi programmati o in corso di apertura, coprono adeguatamente la domanda e in modo omogeneo il territorio. Anzi, forse, la caratteristica più saliente del “sistema istruzione” è la molteplicità delle sedi e una adeguata copertura di tutti i quartieri, fatta eccezione per il vecchio e piccolo nucleo di Linate, ove è presente solo una scuola dell’infanzia privata e, forse, per i nuovi quartieri oltre la Paullese. Se l’offerta appare oggi adeguata, è però assai probabile che negli anni futuri siano necessari degli investimenti, sia per ampliare l’offerta, sia per mantenere adeguatamente le strutture già oggi esistenti, ma procediamo con ordine. Domanda futura Come la popolazione, anche la domanda d’istruzione è destinata a crescere, vuoi in conseguenza dell’evoluzione della popolazione presente, e cioè per la crescita dei ragazzi già residenti, e che fra cinque o dieci anni frequenteranno la scuola primaria o la secondaria di primo grado, vuoi per effetto dei flussi migratori, che a loro volta dipendono dalla disponibilità di abitazioni. Nei grafici e nei brevi commenti allegati abbiamo analizzato come potrebbe crescere la popolazione complessiva della città secondo due scenari che prevedono rispettivamente che i flussi migratori rimangono invariati o che aumentino. Abbiamo successivamente messo in evidenza quali riflessi possiamo attenderci per la popolazione delle fasce di età che interessano il nido, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado. Secondo lo scenario più verosimile (ipotesi tendenziale) la domanda d’istruzione espressa dai ragazzi fino ai cinque anni è destinata a crescere limitatamente, mentre quella delle scuole “elementari” e “medie” è destinata ad aumentare anche in modo sensibile. Se le ipotesi avanzate dovessero inverarsi, dovrebbe esserci un aumento di 230/250 ragazzi per la scuola primaria e di 80/90 alunni per la scuola secondaria di primo grado, che potrebbero diventare 190 nel 2020. Conseguentemente, e se ipotizziamo che la frequenza (rapporto fra popolazione e alunni) e il numero degli alunni per classe rimanga invariato, l’incremento della popolazione si traduce nella necessità di reperire nuove aule e, più precisamente: 12 classi per la scuola primaria e circa 3-4 per la scuola secondaria di primo grado che diventano 8-9 nel 2020. Ma mentre non vi è ragione di ritenere che la frequenza debba mutare radicalmente, è invece assai probabile che muti il numero di alunni per classe in conseguenza dell’attuazione della riforma scolastica e degli standard da essa imposti. Il numero di aule da apprestare per coprire la crescita della domanda dovrebbe conseguentemente essere leggermente inferiore ai valori prima dichiarati: circa 9 classi per le “elementari” e 3 per le “medie” nel 2015 se assumiamo come riferimento gli standard imposti dalla riforma scolastica (25/27 alunni per classe) che potrebbero diventare rispettivamente 8 e 7 nel 2020. Per la scuola dell’infanzia le necessità dovrebbero rimanere invariate, sebbene è ipotizzabile che ad un aumento dell’offerta possa corrispondere una equivalente crescita della domanda, e la

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stessa cosa vale per i nidi per i quali, a maggior ragione, vi è un numero non irrilevante di richieste non esaudita (che troverà però parziale soddisfazione nelle nuove scuole programmate o in corso di costruzione). Volendo riassumere, possiamo dunque affermare che: a) se i flussi migratori confermino le tendenze in atto, la popolazione di Peschiera è destinata ad aumentare; b) parimenti, aumenterà la popolazione nelle fasce di età di riferimento per l’istruzione e, in particolare, per la scuola dell’obbligo (5-10, 11-13 anni); c) per coprire la domanda sarà necessario approntare un numero consistente di nuove aule: circa 12 (nel 2015) per la scuola primaria e 8 per la secondaria (nel 2020), se il numero medio di alunni per classe rimarrà grosso modo quello attuale (rispettivamente pari a 20,6 e 22,9 alunni/classe); d) se le dimensioni delle classi aumenteranno, come previsto dalla riforma scolastica, le esigenze di nuove aule si ridurranno a 9 (nel 2015) e 7 classi (nel 2020), rispettivamente per le “elementari” e per le “medie”; e) esigenze più contenute riguarderanno il nido e la scuola dell’infanzia, per le quali già ora esiste probabilmente una domanda potenziale o inevasa. Ampliamenti/riorganizzazioni Gli spazi necessari per rispondere all’aumento del numero degli studenti possono essere reperiti ampliando le sedi attuali a scapito dei relativi giardini e/o riorganizzando gli spazi interni dei singoli istituti Come è già successo negli anni passati, peraltro. Il plesso di Bettola e quello di Mezzate, ma forse anche le scuole di San Bovio e di Monasterolo dispongono di aree residue sufficienti per accogliere limitati ampliamenti. Oppure si può pensare a una riarticolazione più radicale dell’offerta formativa dismettendo alcune scuole e costruendo dei nuovi edifici più efficienti e meno dispendiosi sotto il profilo energetico e manutentivo. Se è vero, infatti, che lo stato delle scuole è complessivamente discreto, grazie alla costante realizzazione di interventi e l’apporto di risorse, almeno alcuni immobili richiedono una manutenzione continua e crescente in ragione della loro età. Secondo i dati del programma triennale delle opere pubbliche sarebbero necessari poco più di 3.200.000 € per realizzare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari a garantire un ottimale funzionamento degli edifici (circa 1500 € per studente equivalenti a 90 € per mq di superficie lorda di pavimento). Sempre secondo la stessa fonte, gli interventi più rilevanti riguardano il plesso di San Bovio, ove è stata programmata la realizzazione di una nuova scuola materna, quello di Mezzate e, in parte, quello di Bettola (scuola secondaria di primo grado). Le opere necessarie riguardano soprattutto gli impianti, e quelli termici in modo particolare, i serramenti esterni e interni, in alcuni casi le coperture, gli intonaci, i pavimenti e in altri casi i servizi igienici. Anche il costo del riscaldamento è particolarmente elevato: circa 437.000 €/annui che equivalgono a 194 € per studente. Da questo punto di vista la realizzazione di una nuova scuola permetterebbe consistenti risparmi di gestione a fronte di un investimento iniziale certamente più elevato. Sotto il profilo prettamente localizzativo facciamo notare che: a) i nidi e le scuole dell’infanzia devono preferibilmente coprire in modo omogeneo tutto il territorio comunale, giacché si tratta

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di piccole strutture che devono essere facilmente raggiungibili; b) il quartiere San Bovio è quello più decentrato rispetto al “cuore” della città, meno facilmente accessibile, che sta crescendo in modo deciso, e che deve per forza di cose mantenere una sua autonomia; c) i plessi di Mezzate, Bettola e Monasterolo, che servono i rispettivi quartieri, sono relativamente prossimi uno all’altro e, almeno potenzialmente, possono essere interessati da un’ipotesi di riorganizzazione più radicale. Mentre le scuole di Mezzate e Bettola sono decentrate, la scuola “media” e “elementare” di Monesterolo è per la sua posizione e l’effettiva disponibilità di spazio quella più idonea ad accogliere eventuali accorpamenti. Questa ipotesi presuppone una riarticolazione complessiva del servizio e dei distretti scolastici e deve pertanto essere attentamente discussa e approfondita con gli operatori del “sistema” istruzione e i cittadini: da questo punto di vista il PGT sta delineando un possibilità non operando una scelta. Volendo ricapitolare quanto fino ad ora esposto, emergono le seguenti considerazioni: a) se l’espansione urbana e le dinamiche demografiche che hanno contrassegnato la Nostra città negli ultimi anni perdureranno, sarà necessario un potenziamento dei servizi scolastici: soprattutto della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado; b) le nuove necessità possono essere assolte ampliando una o più scuole esistenti. E’ la soluzione meno costosa e più facile da realizzare ma che inevitabilmente comporta un peggioramento, almeno relativo, delle scuole interessate da opere (meno spazio non costruito) e non risolve il problema della manutenzione delle strutture esistenti. Se consideriamo validi i dati espressi dal Programma Triennale delle opere pubbliche l’investimento necessario per i servizi all’istruzione comprensivo delle manutenzioni e degli ampliamenti si aggirerebbe intorno ai 7/8 milioni di euro; c) le nuove necessità possono anche diventare l’occasione per una diversa articolazione della scuola dell’obbligo e, in particolare dei tre plessi di Bettola, Mezzate e Monesterolo. E’ la soluzione più impegnativa sotto il profilo dell’investimento iniziale, ma che permette maggiori risparmi in prospettiva. I costi di gestione e quelli di manutenzione sono, infatti, mediamente elevati e crescenti nel tempo, in conseguenza alla vetusta degli immobili. Va da sé che la percorribilità di questa ipotesi dipende in larga misura dalla disponibilità delle risorse necessarie per l’investimento iniziale. Vi sono però tutti i presupposti per avviare uno studio di fattibilità più dettagliato che esplori possibilità, impegni economici ed esigenze degli operatori e degli utenti; d) se si sceglie l’alternativa di cui al precedente punto “C”, l’ipotesi più verosimile è quella di ampliare il plesso di Monasterolo, e cioè di realizzare un nuovo campus scolastico all’interno del grande triangolo rimasto non edificato che divide Bettola da Zelofaramagno e Monasterolo. 1861-2009 l’evoluzione della popolazione a Peschiera Il grafico mostra l’andamento della popolazione di Peschiera secondo i censimenti promossi dal 1861. Si noti come la crescita demografica della città sia stata pressoché costante o in leggero incremento fino al 1961 (quando Peschiera aveva 4892 abitanti, mentre erano 2696 nel 1861), per esplodere nei decenni successivi e, in particolare, negli anni ’60 e ’70, quando l’incremento si è attestato intorno al + 64/65%. Gli anni ’80 sono stati caratterizzati da un rallentamento relativo dello sviluppo demografico (+38,4%), che si è accentuato nel decennio successivo quando la popolazione è aumentata “solo” di 1600 unità (+9,3%). Non così negli anni 2000, quando la crescita è tornata a essere più brillante (+11/14%) ancorché comunque lontana dagli sviluppi

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degli anni ’60 e ’70. Rispetto alla popolazione presente nel 1861, e cioè un secolo e mezzo fa, la popolazione Peschiera è cresciuta di quasi otto volte.

Popolazione secondo i censimenti( fonte anagrafe) Proiezioni demografiche Il grafico mostra come potrebbe variare la popolazione fra cinque e dieci anni. La proiezione è stata elaborata sulla base dei coefficienti di mortalità e fertilità elaborati da Regione Lombardia per la Provincia di Milano, e le caratteristiche della popolazione dedotte dall’anagrafe comunale (novembre 2010). I numeri relativi alla popolazione residente fino al 1 gennaio 2010, e cioè i valori scritti in nero nel grafico, si riferiscono ai residenti registrati dall’anagrafe ogni fine anno, quelli in rosso sono gli abitanti previsti rispettivamente fra cinque e dieci anni secondo due scenari. La retta rossa presuppone che il saldo migratorio (differenza fra emigrati e immigrati) rimanga invariato, ovvero che segua la tendenza disegnata negli ultimi anni (crescita). La retta gialla ipotizza che l’afflusso di popolazione dagli altri comuni aumenti in conseguenza di diversi fattori fra cui, non ultimo, le abitazioni in corso di costruzione e le pochissime previste dal Pgt. Questa ipotesi, invero un po’ estrema, presuppone che tutti i volumi con destinazione residenziale in corso o previsti dal PGT vengano costruiti generando un flusso di popolazione dagli altri comuni consistente. Secondo questo calcolo, il saldo migratorio del prossimo decennio dovrebbe essere pari a 5050 anime, di cui 2520 nel primo quinquennio. Secondo l’ipotesi tendenziale, e più credibile (retta rossa), l’aumento dovrebbe attestarti intorno alle 2800 persone, di cui 1370 nei primi cinque anni (il saldo migratorio degli ultimi anni è stato pari a 1600 persone). Entrambe le rette del grafico presuppongono che le caratteristiche di genere e l’età degli immigrati rimangano le medesime degli anni passati. Secondo queste ipotesi la popolazione della città dovrebbe complessivamente attestarsi fra 24.270 e 25.490 abitanti fra cinque anni è

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fra 25.800 e 28.340 abitanti alla fine del prossimo decennio. L’incremento percentuale oscillerebbe fra il 7,0 e il 12,4% nel 2015, e fra il13,9 e il 25,0% nel 2020. Vale la pena precisare che la crescita prevista da entrambi gli scenari è quasi interamente attribuibile al saldo migratorio, nel senso che se azzeriamo quest’ultimo, la popolazione della città è destinata a rimanere invariata e anzi a diminuire leggermente nel 2010. Un’ultima avvertenza: la frammentarietà del primo tratto delle due rette (valori in nero) è dovuta al fatto che si riferisce a dati reali, mentre la relativa omogeneità di quelle disegnate dai numeri azzurri è tipica di tendenze elaborate su valori “medi” che, per definizione, riducono la variabilità del mondo reale.

Proiezione della popolazione La crescita della popolazione in età scolare Il grafico mostra la crescita attesa della popolazione suddivisa per le fasce d’età corrispondenti ai diversi cicli scolastici. I valori scritti in nero sono quelli risultanti all’anagrafe nel 2010, quelli in rosso sono i valori previsti rispettivamente fra cinque e dieci anni, a partire dall’ipotesi che negli anni a venire il flusso migratorio segua quanto è avvenuto in passato (cfr. proiezione della popolazione, retta rossa). Secondo questo scenario la popolazione fino ai 5 anni dovrebbe rimanere costante o diminuire solo lievemente. I ragazzi dell’età corrispondente alla scuola primaria e alla scuola secondaria di primo grado dovrebbero al contrario crescere in maniera decisa e, più precisamente, dovrebbero aumentare del 31,4% nel primo caso e del 20,9% nel secondo. Andamenti analoghi, ma ovviamente con valori assoluti differenti, emergono se ipotizziamo che i flussi migratori aumentino (cfr. grafico proiezione della popolazione, retta gialla). Secondo questo scenario anche le fasce d’età corrispondenti alla scuola dell’infanzia e della materna registrerebbero un aumento. Facciamo notare che i diversi andamenti delle rette corrispondenti alle diverse scuole dipendono in larga misura dall’età della popolazione residente e dalle caratteristiche della popolazione migrante, ma solo in minima parte. Il che significa che l’incremento delle fasce d’età

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corrispondenti alla scuola dell’obbligo è imputabile alle variazioni della popolazione avvenute negli anni precedenti (struttura della popolazione).

Proiezione della popolazione in età scolare al 2015 e al 2020

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2. La città in trasformazione 2.1 Ambiti di Trasformazione Urbana La scelta intrapresa dal Documento di Piano di limitare lo sviluppo insediativo, in particolare delle funzioni di tipo residenziale, ha portato all’individuazione di 9 Ambiti di Trasformazione Urbana (ATU), per un totale di 282.400 mq di aree interessate da previsioni di trasformazione. Di queste, il 59% interessa aree già edificate, di cui si prevede un cambio di destinazione d’uso e del carico insediativo (ATU2, ATU6, ATU8), per un totale di ca. 166.000 mq di aree. Un altro 24% è rappresentato dalla riconferma di aree su cui già insistevano previsioni secondo il PRG vigente, mai attuate (ATU1, ATU3, ATU4, ATU5/comparto B, ATU7). Solamente due ambiti (ATU5/comparto A, ATU9), di cui uno destinato a un mix funzionale fra destinazione d’uso residenziale e servizi (ATU9), insistono su aree attualmente a destinazione agricola nel PRG, per una superficie territoriale complessiva di circa 46.930 mq, che rappresenta il 17% delle previsioni di trasformazione. Più in generale, e se escludiamo i due grandi impianti produttivi di cui si prevede la riconversione (ex Cartiera ed ex Postalmarket), possiamo affermare che nella maggior parte dei casi si tratta di lotti residuali posti fra la città esistente e il Parco Agricolo Sud Milano. Ne consegue che questi interventi sono orientati alla ridefinizione del margine urbano, al fine di consolidarne la forma, contribuendo in questo modo a meglio definire la linea di confine tra la città e la campagna. Vale la pena inoltre notare che molti di questi lotti si concentrano perlopiù nelle porzioni di città di più recente formazione, dove cioè la crescita non ha ancora colmato tutte le porosità del tessuto urbano (come ad esempio a sud della Paullese e a Mezzate) e sono mediamente di limitata estensione. E proprio perché si tratta di lotti interstiziali, di terreni di confine o collocati fra i quartieri residenziali e le aree produttive o a ridosso delle infrastrutture, spesso, si tratta di siti che poco si prestano a uno sviluppo di tipo residenziale. Per certi versi si tratta di aree residuali, e non a caso il PGT propone uno sviluppo residenziale molto contenuto (ca. 13.000 mq equivalenti a 300 abitanti teorici). Questa condizione è comune a molte amministrazioni della cintura sud milanese. Lo sviluppo edilizio di Peschiera Borromeo, tumultuoso in molte fasi, ha provocato anzitempo la saturazione dello spazio che al momento della sua costituzione il Parco Agricolo Sud Milano aveva destinato alla crescita della città. Il risultato è che fra il Parco, che occupa poco più del 60% della superficie territoriale, e la crescita entropica della città sono rimaste solo poche aree residuali. Ma proprio perché queste sono le ultime aree, l’utilizzo a scopo edificatorio di queste porosità deve necessariamente diventare l’occasione per migliorare la città e i suoi margini.

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La città “Oltre la Paullese” Intorno alla Paullese sono concentrati la maggior parte degli Ambiti di Trasformazione previsti dal Documento di Piano. Realizzata in sostituzione del vecchio tracciato storico, questa infrastruttura ha per lungo tempo agito come un freno alla crescita della città, vuoi imponendo il rispetto di un’adeguata distanza fra essa e le abitazioni (il controviale, i negozi, i giardini, etc.), vuoi rallentando l’edificazione della Peschiera collocata più a sud (Bellaria). La realizzazione di questa città, e cioè della Peschiera “Oltre la Paullese”, è iniziata negli anni ’50 e ’60 attraverso la costruzione di pochi insediamenti commerciali e produttivi, perlopiù collocati a ridosso della stessa strada, e si è intensificata solo negli ultimi anni, quando la progressiva saturazione delle aree a nord ha portato la città a scavalcare la strada spinta dai vincoli imposti dal Parco Agricolo Sud Milano. Il risultato complessivo ha portato alla definizione di una città dai caratteri incerti, poco raggiungibile e separata dal resto della città, in cui diverse vocazioni e funzioni convivono non sempre con facilità. Con il PGT completa questa parte di Peschiera Borromeo, andando a definire il margine verso est, che è poi la porta della città per chi entra nella conurbazione milanese, e conclude la viabilità interna, oltre ai servizi, dando continuità alla via Della Bellaria. In questa porzione di città il Documento di piano prevede 3 interventi per una superficie territoriale complessiva di 112.400 mq. Tutti questi Ambiti di Trasformazione hanno vocazione terziaria e commerciale ed escludono la possibilità di una crescita residenziale. Lo scopo è rafforzare la vocazione di tutto l’asse a sud della Paullese, che soffre, come detto, di una frammistione eccessiva di funzioni, spesso difficilmente compatibili. Due interventi sono poco più che dei completamenti del tessuto esistente (ATU 3 - Bellaria Centro e l’ATU 4 - Bellaria ovest), che concorrono alla riconfigurazione del margine sud verso il parco e al completamento della viabilità programmata, con il prolungamento di via Della Bellaria e la riorganizzazione del parterre verde posto a separazione delle abitazioni dalla nuova viabilità, che dovrà diventare un asse viario “interno” all’esclusivo servizio degli abitati esistenti. Accanto a questi ambiti di completamento si colloca una delle due grandi aree di trasformazione previste dal PGT, l’ambito “ATU 2 - ex Cartiera”, che si sviluppa su un’area di 76.000 mq. La necessità di recuperare la vecchia cartiera, abbandonata da tempo, rafforza la vocazione terziaria e commerciale proposta dal Documento di Piano. L’edificazione di questo compendio è però subordinata alla realizzazione di un accesso diretto dalla Paullese in entrambi i sensi di marcia, ovvero alla realizzazione di un cavalcavia (o di altra idonea soluzione), certamente impegnativo sotto il profilo tecnico ed economico, e alla bonifica dell’area. Dovranno essere inoltre previste delle adeguate

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schermature verdi per proteggere le abitazioni in costruzione limitrofe all’area di intervento e prevedere opere di compensazione ambientale verso il Parco Agricolo Sud Milano. Completamenti e riqualificazioni (Zeloforamagno, Mezzate nord, San Bovio) Gli altri ambiti di trasformazione previsti dal PGT vanno completano il disegno della città, con lotti che si attestano su una dimensione di circa un ettaro ognuno. L’altra grande area di trasformazione è l’ex Postalmarket, che supera gli 80.000 mq. Zeloforamagno L’ambito di trasformazione è costituito da due aree: il comparto “B” da destinare a servizi e il comparto “A” per attività produttive e compatibili. La finalità del comparto “B” è completare il parco di via Nino Bixio e realizzare al contempo una fascia verde d’interposizione fra le abitazioni e l’area industriale esistente. La vocazione del comparto “A” è quella di completare l’area produttiva di Peschiera attraverso la realizzazione di un nuovo capannone o, preferibilmente, di un edificio per uffici che valorizzi l’accessibilità e la riconoscibilità di questo lotto direttamente prospiciente la Paullese. Il documento di piano ammette anche l’insediamento di attività commerciali. Una grande attenzione dovrà essere conferita alle prescrizioni dettate dal Piano geologico, ovvero alla messa in sicurezza della nuova costruzione rispetto a possibili esondazioni del fiume Lambro (cfr. vincoli dettati nella successiva scheda). Mezzate, via XXV aprile L’area a sud di Mezzate lungo via XXV aprile, è costituita da due lotti produttivi in fase di dismissione. Questo è l’unico ambito a vocazione interamente residenziale contenuto nel Documento di Piano. Mezzate, via Galvani Il Documento di piano prevede un ambito di trasformazione posto a confine con il Parco Sud, e collocato fra un’area produttiva e gli impianti sportivi di Mezzate. Anche questo intervento si configura come un completamento a vocazione terziaria. San Bovio Si tratta del recupero e della trasformazione per attività terziarie e piccolo commercio dell’ex sede della Postalmarket. Il piano prevede la conclusione della viabilità urbana verso ovest e la ridefinizione del parco urbano lungo via Veneto che dovrà essere ampliato e ridefinito, anche attraverso la realizzazione di una cortina edilizia che potrà ospitare una limitatissima quota di attività residenziali (max.10% volumi edificabili).

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Il Documento di Piano prevede anche la realizzazione di un ambito di trasformazione (ATU 9) destinato in primo luogo alla realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, funzionali all’ampliamento dell’oratorio e delle attività connesse alla chiesa. La costruzione di tali servizi dovrà essere garantita e preordinata alla realizzazione di un comparto residenziale, a nord dell’ambito di trasformazione.

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Scheda 4. Disciplina della città storica Peschiera Borromeo è una città recente e priva di un vero e proprio centro antico o di edifici storici aventi valore documentale. Fatta eccezione, ovviamente, per il Castello Borromeo e per pochi altri casi. Sotto il profilo storico non c’è dubbio che le vecchie cascine sono le testimonianze più importanti, sia se facciamo riferimento a quelle tuttora agricole, e comunque esterne alla città, sia se consideriamo quelle inglobate nel tessuto urbanizzato e che nel tempo hanno dato vita ai diversi quartieri e alle frazioni che la costituiscono. Quasi tutti i pochi edifici di valore “storico” sono già stati o sono in corso di recupero e sistemazione, e allo stesso modo molti dei nuclei rurali sia interni che esterni alla città. Ciò che rimane da recuperare sono soprattutto le cascine collocate all’interno del Parco, fra cui quelle di Linate, fortemente penalizzate dalla presenza dell’aeroporto Enrico Forlanini2 e quelle tuttora utilizzate a scopi agricoli anche se talvolta solo parzialmente (cascina Carolina, cascina Fiorano, cascina Pestazza, cascina Topicco, cascina Giberta, cascina Titta e altre). Per questi nuclei il Piano di Governo del Territorio, e segnatamente il Piano delle regole, propone nella sostanza una medesima disciplina basata su un’attenta valutazione del valore architettonico, storico e documentale dei singoli edifici. Più precisamente: innanzitutto il piano individua diverse categorie di edifici in base alla loro importanza e al loro interesse tipologico o morfologico (le famiglie individuate sono: monumenti e altri edifici di particolare interesse; edifici da conservare; immobili di origine rurali da conservare, altri edifici). A ognuna di queste categorie corrispondono diverse possibilità di intervento che variano dal restauro cosiddetto “scientifico”, ad esempio per i pochissimi edifici vincolati e per quelli classificati come “monumenti”, alla demolizione integrale con ricostruzione anche in forme differenti per quelli definiti come “altri edifici”, che sono poi gli immobili che non rivestono nessun interesse sotto il profilo architettonico o storico o documentale. Per gli edifici da conservare, quelli per così dire di valore intermedio, il Piano ammette un ampio ventaglio di interventi, allo scopo di facilitare il loro recupero e adattamento alle esigenze abitative contemporanee, ma obbliga altresì a garantirne l’originalità che si sostanzia nel divieto di sostituire integralmente i muri perimetrali (demolizione con ricostruzione ancorché fedele). Si tratta di un numero limitato di edifici per i quali il piano ritiene opportuno preservare almeno l’originalità dell’involucro esterno, come d'altronde è tradizione negli interventi di recupero attuati fino ad ora nel comune di Peschiera. La disciplina proposta per la città storica usa poi un linguaggio diverso dalle più tradizioni categorie d’intervento fissate dalla legge 457/1978 e riprese dal Testo unico dell’edilizia e dalla legge regionale 12/2005. Modalità di intervento che, come noto, sono prevalenti, ma hanno il difetto di essere soggette a continue ridefinizioni e modifiche ad opera della giurisprudenza. Il Piano delle regole definisce al contrario le “opere edilizie” effettivamente realizzabili nelle singole

2 Facciamo notare che la scarsità di organismi da recuperare deve essere intesa come l’esito positivo di una politica urbanistica attenta al recupero ma è anche, paradossalmente, una penalizzazione, perché non permette di controbilanciare le espansioni urbane con interventi di recupero e di utilizzo più efficiente della città esistente, e giacché anche le aree di nuova costruzione sono scarse, la città rischia nel tempo di non avere più aree edificabili. Facciamo anche notare che le aree produttive dismesse, sottoutilizzate o comunque passibili di utilizzi più efficienti sono poche e anche questa risorsa, che in altri contesti ha permesso alla città di crescere e di modificarsi non è presente.

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famiglie di edifici e lascia sullo sfondo le modalità d’intervento codificate dalla legislazione vigente, che saranno determinate successivamente in base alle opere effettivamente realizzate. Il linguaggio utilizzato dal nuovo piano assicura una maggiore stabilità delle regole per il centro storico, il cui recupero richiede tempi lungi, e quindi una maggiore aderenza alla tempistica della città, ma senza perdere nulla in semplicità e agevolezza. Il Piano delle regole definisce infine alcuni caratteri minimi di carattere edilizio e compositivo che dovranno essere rispettati dagli interventi (cfr. Prescrizioni particolari art.15 NTA). Va precisato però che se il metodo e le regole fissate per la città storica sono nella sostanza le medesime, e stato necessario diversificare la disciplina per tener conto della normativa dettata dal Parco Agricolo sud Milano e delle differenze che connotano i diversi insediamenti. Più precisamente, il piano distingue: 1. i Nuclei rurali e di origine storica, che corrispondono agli insediamenti parzialmente o totalmente ricompresi all’interno del tessuto urbano consolidato, ove le regole di cui sopra valgono in modo pieno. I Nuclei Rurali sono classificati ai sensi della legge regionale 12/2005 come Nuclei di antica formazione. Il Piano ha scelto di individuare tutti gli insediamenti risultanti dalla carta redatta dall’Istituto geografico militare nel 1936, compreso quelli totalmente recuperati o ricostruiti, in ottemperanza con quanto dettato dal Piano territoriale di coordinamento provinciale, e per mettere in evidenza il valore testimoniale degli insediamenti che hanno generato Peschiera; 2. gli Edifici di pregio esterni al nucleo di antica formazione, anch’essi interamente ricompresi all’interno del tessuto urbano consolidato, si differenziano dai Nuclei rurali in quanto edifici isolati. In questo caso il Piano delle regole si limita a prescrivere il divieto di demolire la struttura murale esterna (anche non integralmente), mentre la disciplina urbanistica è e rimane quella definita per il Tessuto urbano consolidato. In altre parole non si tratta di Nuclei di antica formazione; 3. i Nuclei rurali all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, che corrispondono a tutte le cascine ricomprese all’interno del Parco Agricolo sud Milano, vuoi già recuperati e destinati ad abitazioni, vuoi ancora agricoli e parzialmente o completamente dismessi. In questo caso la disciplina è per forza di cose quella detta dal Piano di coordinamento del Parco e il Piano di governo del Territorio si limita a segnalare gli edifici di maggior pregio che meritano attenzione in ottemperanza con quanto richiesto dall’art.62 della legge regionale 12/2005. Per quanto riguarda gli edifici non individuati dal PGT il piano rimanda alle successive determinazione del Parco Agricolo Sud Milano, ovvero ad un verifica più attenta del valore e della opportunità di mantenere questi immobili. In questo senso il Piano si limita a un’individuazione di minima e non preclude a nessuna più ponderata futura determinazione del Parco; 4. l’Ambito di interesse agro-paesistico del Castello Borromeo e del nucleo di grande valore storico e monumentale di Mirazzano, che corrispondono agli insediamenti di maggiore valore storico-architettonico presenti a Peschiera Borromeo. Per il Castello Borromeo e Mirazzano il Parco detta un’apposita disciplina (art.38 nta PTC) mentre la Sopraintendenza ha espresso due provvedimenti di vincolo, vuoi più allargato e di carattere paesistico, vuoi più ristretto e riguardante il Castello e parte delle pertinenze, per le quali detta precise indicazioni. E’ infine tuttora vigente il Piano Particolareggiato adottato dall’Amministrazione comunale che è lo

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strumento che definisce la disciplina urbanistica per questo ambito, fatte salve eventuali ulteriori precisazioni ed indicazioni della Sovraintendenza. Almeno fintanto che il Piano particolareggiato sarà valido o che il Consiglio Comunale decida di modificarlo con un provvedimento motivato, ad esempio, per cercare di risolvere la scarsa efficacia che questo strumento ha fino ad ora dimostrato. Ciò significa che la disciplina dettata dal PGT è subordinata a quella del Piano particolareggiato, almeno finché non si verificheranno una delle due condizioni prima richiamate, ed è per questi motivi che il PGT si limita a dettare dei vincoli di minima rimandando ad un futuro più approfondito studio una nuova eventuale determinazione delle regole urbanistiche: regole che dovranno essere ovviamente decise di concerto con il Parco e la Sovraintendenza. Facciamo infine notare che un piano di maggiore dettaglio può essere sostituito da uno strumento di uguale livello, mentre è difficile pensare che esso possa essere cambiato con un piano più generale.

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Scheda 5. Disciplina d’uso La disciplina d’uso del territorio è definita nelle norme di zona con riferimenti all’art.14 delle norme tecniche d’attuazione che elenca le destinazioni d’uso per raggruppamenti funzionali. La distinzione fra usi principali e complementari richiamata dal comma 1 dell’art.51 della legge regionale n°12/2005 è definita dallo stesso elenco che distingue gli usi residenziali, quelli produttivi, quelli terziari e quelli commerciali dagli usi complementari agli stessi. Gli usi non ammessi (art.51 e comma 3 dall’art.10) sono definiti dal PGT con una doppia negazione, nel senso che sono considerate non ammesse tutte le destinazioni d’uso incluse nei raggruppamenti funzionali elencati nell’art.14 non esplicitamente richiamate nella normativa delle zone3. Ad esempio: per quanto riguarda i nuclei di antica formazione le destinazioni d’uso ammesse sono l’uso residenziale e gli usi complementari alla residenza e sono vietati tutti gli altri usi di cui all’art.14 e cioè gli usi produttivi, quelli complementari al produttivo, gli usi commerciali, gli usi complementari al commerciale, gli usi complementari al terziario e così via di seguito. E’ bene precisare che i raggruppamenti funzionali dell’art.14 non sono un elenco mutuamente escludente ma piuttosto una sorta di “alfabeto cinese”. Innanzitutto perché alcune destinazioni d’uso sono presenti in più raggruppamenti funzionali. Gli esercizi di vicinato sono ad esempio compresi negli usi commerciali e in quelli complementari al residenziale, e la stessa cosa vale per i servizi per il tempo libero (usi produttivi e usi terziari), per l’artigianato di servizio, per i bar, per i ristoranti, per gli esercizi pubblici (ricompresi negli usi complementari al commerciale e negli usi terziari) e per altre destinazioni ancora. In secondo luogo non si tratta di un elenco mutualmente escludente perché alcuni raggruppamenti funzionali sono contenuti in altri. E’ il caso del raggruppamento “usi terziari”, che è ricompreso negli usi complementari alla residenza, e del raggruppamento “usi di interesse comune”, che è richiamato negli usi complementari alla residenza, in quelli complementari al produttivo, negli usi complementari al commerciale, al terziario e negli usi agricoli (ma con esclusione degli usi abitativi, e cioè dell’edilizia residenziale pubblica). Va da sé che quando un raggruppamento funzionale è incluso in una famiglia “complementare” diventa automaticamente tale ai fini della distinzione richiesta dall’art.51 della legge regionale n°12/2005. Per tornare all’esempio precedente, ciò significa che gli usi terziari sono ammessi nei nuclei di antica formazione solo come usi complementari perché espressamente ricompresi nel raggruppamento funzionale “usi complementari alla residenza”. Gli usi terziari sarebbero invece da considerare come principali se la disciplina di zona li avesse esplicitamente richiamati come tali accanto a quelli residenziali e a quelli complementari alla residenza. E’ bene altresì precisare che quando il PGT cita un raggruppamento funzionale fa sempre riferimento a tutte le destinazioni d’uso in esso ricomprese. Ciò significa che quando si parla di “usi terziari” si fa riferimento all’artigianato di servizio; ai bar, ai ristoranti, alle edicole e agli altri esercizi pubblici; agli studi professionali; agli uffici privati; alle sedi di associazioni, alle fondazioni, ai centri culturali, ai partiti, ai sindacati; ai servizi per le attività produttive; ai servizi per il tempo libero e agli altri usi elencati dall’art.14 sotto la voce “usi terziari” . Ciò non esclude che in alcuni

3 Fanno eccezione le aree agricole per le quali il PGT fa diretto riferimento agli usi definiti dalla normativa regionale e nazionale vigente.

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casi il PGT possa fare riferimento al singolo uso per ammettere o escludere specifiche funzioni. Come ad esempio nel caso degli usi d’interesse comune ammessi nelle aree agricole, ma con esclusione dei servizi abitativi, che è poi l’edilizia residenziale pubblica, o come negli artt. 8 e 28, che definiscono le superfici da destinarsi a parcheggi pertinenziali e le dotazioni di attrezzature pubbliche, ove gli usi commerciali sono distinti a seconda che si tratti di esercizi di vicinato, medie o grandi strutture di vendita4. Due ulteriori precisazioni sono necessarie per concludere l’argomento. Se teniamo conto dei rimandi e dei riferimenti incrociati esistenti fra i diversi raggruppamenti funzionali, nonché della normativa delle diverse zone, possiamo concludere che il PGT distingue solo fra alcune poche grandi macro funzioni: l’abitare, la produzione e il terziario, gli usi di interesse comune (servizi), quelli tecnologici5, l’agricoltura e le attività complementari, vuoi all’abitare, vuoi alla produzione. La seconda notazione concerne le dizioni utilizzate per definire le singole destinazioni d’uso che non sono quasi mai casuali e fanno sempre riferimento nella normativa di settore o urbanistica: normativa che deve essere richiamata per discernere casi dubbi e per ulteriori precisazioni.

4 Facciamo notare come nelle due tabelle sia stata inserita la voce “altri usi” per ricomprendere eventuali funzioni non menzionate nei raggruppamenti funzionali esplicitamente richiamati. 5 Alcuni servizi tecnologici costituiscono standard e per questi motivi sono stati distinti dai più generici “usi di interesse comune” al fine di tener conto delle loro specifiche esigenze localizzative e dell’impatto generato.

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Scheda 6. Rete Ecologica Comunale La Rete Ecologica Regionale (RER) Con la deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009, la Giunta ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale, aggiungendo l’area alpina e prealpina all’ambito di studio prima costituito solo dalla pianura. La Rete Ecologica Regionale (RER) è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. Il progetto mira a definire una strategia per la conservazione della natura in grado di salvaguardare la ricchezza biologica della nostra regione, sorprendentemente ancora elevata considerando la pressione antropica subita dalla natura nella pianura lombarda. La prima fase del progetto ha portato all’identificazione di 35 aree prioritarie per la biodiversità, ovvero piccoli e grandi siti riconosciuti come le aree più importanti e “irrinunciabili” per la salvaguardia di ambienti e specie della pianura lombarda. La seconda fase è nata dal presupposto che, per salvare le specie selvatiche e gli ambienti naturali in paesaggi con una forte impronta umana come quello della pianura lombarda, è fondamentale garantire la connessione ecologica tra le diverse aree importanti, al fine di consentire quel ricambio di individui e di risorse biologiche necessario al mantenimento di popolazioni, specie e habitat. In questo senso nasce e si sviluppa la rete ecologica, strumento concepito proprio come rete di “scambio”, lungo cui possono muoversi individui e specie e possono verificarsi fenomeni di ricolonizzazione di aree dove una o più specie erano andate estinte. Lo sviluppo di una rete ecologica regionale deve essere considerato anche come occasione di riequilibrio dell’ecosistema complessivo, sia per il governo del territorio ai vari livelli, sia per molteplici politiche di settore che si pongano anche obiettivi di riqualificazione e ricostruzione ambientale. La RER, intesa come rete in grado di produrre sinergie positive con le varie politiche di settore che concorrono al governo del territorio e dell’ambiente, si inquadra come strumento fondamentale per uno sviluppo sostenibile all’interno del più vasto scenario territoriale ambientale delle regioni alpina e padana. Motivazione fondamentale, a premessa dello sviluppo delle reti ecologiche, è il riconoscimento del degrado del patrimonio naturale ed il progressivo scardinamento degli ecosistemi a livello globale, regionale e locale, che impone azioni di riequilibrio in un’ottica di sviluppo sostenibile. È possibile riscontrare un buon livello di sinergia tra gli obiettivi della Rete Ecologica Regionale e del PGT di Peschiera Borromeo. La pianura irrigua caratterizzata dalla presenza di ampi lembi di ambienti agricoli coltivati a seminativo, di numerose rogge e fontanili, di fasce boscate che hanno la loro massima concentrazione nell’oasi di protezione del Carengione. Un’altra presenza rilevante per quanto riguarda il sistema idrografico, soprattutto, artificiale è quella di alcuni specchi acqua derivanti da cave non più attive. Non da ultimo, bisogna menzionare la presenza del fiume Lambro, elemento naturale strutturante lo spazio agricolo. Il PGT intende perseguire un progetto di mantenimento e valorizzazione degli spazi aperti lungo il suo corso. La mappa riportata di seguito mostra la struttura della Rete Ecologica Regionale nel settore 73, all’interno del quale ricade il Comune di Peschiera Borromeo; si può notare come il Comune ricada all’interno di un elemento di primo livello della RER, che copre tutti gli spazi aperti

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esistenti, contraddistinto dalla presenza di un reticolo idrografico sia naturale che artificiale importante con una presenza significativa di fontanili. Vi sono due altri importanti elementi della RER che attraversano il territorio, nel dettaglio: un corridoio regionale primario a bassa o moderata antropizzazione, includente un varco ad oriente del castello Borromeo, un corridoio regionale primario ad alta antropizzazione lungo il corso del fiume Lambro.

La rete ecologica provinciale (REP) La Rete ecologica della Provincia di Milano individua gli elementi del paesaggio di interesse naturalistico-ambientale concorrono alla costruzione del progetto di ricostruzione della rete ecologica a livello provinciale. La “Rete ecologica” riportata alla Tav. 4 del PTCP individua in particolare, come corridoio ecologico, il reticolo idrografico che caratterizza il territorio di Peschiera Borromeo. In particolare i corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale risultano identificati come “principale corridoio ecologico dei corsi d’acqua”, nel caso del fiume Lambro, e come “corsi d’acqua minori da riqualificare a fini polivalenti” nel caso, ad esempio, il canale scolmatore. Ai fini del riequilibrio ambientale e della connessione dei sistemi naturali esistenti, la realizzazione di corridoi ecologici lungo i corsi d’acqua naturali e artificiali assume infatti una valenza estremamente rilevante. Specifiche linee guida per la realizzazione di tali interventi sono contenute nel “Repertorio B degli interventi di riqualificazione ambientale” allegato al PTCP. Ricade all’interno del territorio comunale, e più precisamente in corrispondenza del Carengione, un ganglio secondario al quale si applicano le disposizioni di cui all’art. 57 delle NA del PTCP.

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Il progetto di Rete Ecologica a livello comunale (REC) In un contesto metropolitano quale è il territorio di Peschiera Borromeo, caratterizzato da un elevato livello di urbanizzazione, risulta complesso cercare di garantire una politica dell’ambiente il più possibile corretta ed efficace. Nonostante questa premessa, il Documento di Piano ha cercato di mettere in evidenza le strategie che consentono di migliorare e valorizzare il paesaggio naturale ancora esistente nel comune di Peschiera Borromeo, andando a recepire la Rete Ecologica Regionale (RER)declinata in quella Provinciale (REP) come riportato nelle tavole dei vincoli ambientali non solo del Quadro Conoscitivo del Documento di Piano (DdP) ma anche del Piano delle Regole (PdR). La qualità dell’ambiente urbano è decisiva come funzionalità e vivibilità più complessiva del medesimo e dalla sua capacità di favorire le relazioni sociali, concorrono grandemente la quantità e qualità degli spazi pubblici a verde, sport, gioco … In particolare, per raggiungere questo obiettivo il Piano conferma la quantità di spazi a verde pubblico esistenti e propone di potenziare tale offerta andando ad individuare una serie di azioni che mirino da una parte a mettere a sistema gli spazi esistenti con connessioni verdi, con il progetto di riqualificazione di assi viari dall’altra a potenziare il verde che ha un carattere più ecologico – ambientale non solo fruitivo. Le previsioni e i contenuti del PGT del sistema paesistico - ambientale, concernenti le strutture fondanti della rete ecologica regionale e provinciale, recepiscono alla scala comunale i temi e gli elementi segnalati, nell’ottica della tutela e della valorizzazione del paesaggio, della difesa del suolo e della tutela degli ecosistemi. Analogamente, per le aree ricadenti all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, il PGT fa proprie quelle disposizioni di tutela delle aree e dei beni che connotano gli ambiti agricoli e quelli di rilevanza paesistico ambientale del territorio comunale. In tale ottica assume una particolare importanza, il tema del recupero ambientale delle aree

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circostanti il Fiume Lambro. In molti strumenti e progetti di scala sovra comunale6 il tema è stato affrontato in un’ottica di ampio respiro volto a inserire le aree attraversate dal fiume all’interno di un programma di riqualificazione complessiva dell'asta fluviale e a creare, in tal modo, una vera e propria "green way" di collegamento fra i diversi comuni rivieraschi del Lambro. Ai fini del raggiungimento di tale obiettivo, si ritiene che il PGT debba delineare un sistema organico di interventi di rinaturalizzazione delle sponde e di rimboschimento, nonché volti al miglioramento delle condizioni di accessibilità e sicurezza ai fini di una migliore fruizione dell’ambito, da attuarsi anche con il contributo dei privati. Ad esempio, con l’individuazione di “Interventi di rilevanza ambientale ed ecologica e di incremento della Naturalità” (art. 31 NTA del PGT). In un’ottica di cooperazione pubblico/privato, è altresì possibile valorizzare, mettendoli a sistema, l’insieme delle iniziative già poste in essere o in fase di realizzazione.

6 Si fa qui riferimento anche ai Contratti di Fiume promossi dalla Regione Lombardia e accordo di programma per la salvaguardia idraulica e riqualificazione dei corsi d’acqua dell’area metropolita milanese.

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Scheda 7: Caratteri culturali e naturali del paesaggio locale e sensibilità paesaggistica dei luoghi7 Un’attenta conoscenza dei luoghi è il presupposto per un’efficace tutela e gestione paesaggistica degli stessi. Il quadro conoscitivo assume, da questo punto di vista, un ruolo fondamentale nella definizione e nell’aggiornamento delle scelte di pianificazione e costituisce anche lo strumento quotidiano per la gestione dei progetti di trasformazione e il monitoraggio. Il quadro conoscitivo del paesaggio è per sua definizione unico e in continua evoluzione e aggiornamento; i tre atti del PGT fanno riferimento ad esso per verificare le scelte di piano o definire l’impostazione della disciplina degli interventi, ne integrano nel tempo i contenuti e lo assumono quale riferimento per la gestione del piano e degli interventi sul territorio. La conoscenza paesaggistica attraversa le diverse componenti del territorio, naturali e antropiche, considerandone le specificità proprie e le relazioni che le legano tra loro in modo caratteristico ed unico dal punto di vista fisico-strutturale, storico-culturale, visivo, percettivo - simbolico. Essa permette, inoltre, di inquadrare la realtà locale nel contesto più ampio, sia di indagare le specificità proprie dei luoghi e il valore ad essi assegnato dalle popolazioni locali. Tutte le indicazioni sono state riportate nella tavola 4dp "carta del paesaggio" e poi nella tavola 5dp”sensibilità paesaggistica”, acquisite precedentemente nella fase ricognitiva, attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti. Ciò allo scopo anche di passare da una rappresentazione del paesaggio come mero “repertorio di beni” a una lettura che metta adeguatamente in evidenza le relazioni tra i beni stessi, e in particolare quelle relazioni di continuità e di contiguità spaziale e visiva che costituiscono lo specifico della dimensione paesaggistica in quanto distinta dalle dimensioni storica, naturalistica, geomorfologia ecc. Nella formazione della "Carta del Paesaggio" si è cercato di mettere insieme diversi aspetti, analizzando i caratteri culturali e naturali, la lettura diacronica e la percezione sociale del paesaggio comunale. La principale potenzialità del territorio di Peschiera Borromeo è quella di offrire un ambito insediativo caratterizzato da un diffuso buon livello qualitativo del tessuto urbanizzato consolidato e da un diffuso pregio ambientale e paesaggistico grazie anche alla presenza del Parco Agricolo Sud Milano per quanto riguarda l’ambito dedicato all’attiva rurale. Valore ambientale che vede nell’emergenza nella zona di interesse naturalistica del “Carengione” il suo punto eccellenza. Il profilo piano qualifica il paesaggio di Peschiera Borromeo salvo la presenza del tracciati viario della strada provinciale Paullese e dell’aeroporto di Linate. Ambiti agricoli che riescono a preservare le peculiarità del paesaggio della pianura irrigua, mantenendo al loro interno delle permanenze eccellenti come il borgo di Mirazzano e il castello Borromeo, la cascina Longhignana o la rete delle cascine presenti. Un ulteriore caratteristica che segna il paesaggio del Comune è la presenza del fiume Lambro che nel settore sud est attraversa uno spazio aperto che mantiene ancora degli elementi di naturalità nonostante la presenza di manufatti ed elementi non compatibili ambientalmente con il rischio di esondazione del corso d’acqua. Nei nuclei originari di peschiera Borromeo è possibile identificare alcune peculiarità di valore storico-architettonico e di particolare interesse ambientale. Oltre all’impianto urbano dei nuclei rurali e civili di origine storica, ancora presenti, si ritrovano altri beni di valore architettonico - documentale, e dunque degni di salvaguardia, come, ad esempio, nella frazione di Canzo la cappella privata, nella frazione di Linate l’ex sede municipale o nella frazione di Mezzate l’antico cimitero in disuso.

7 Rif. Tavv. 1.3dpA, 2.8dpA, 13dpA,4dp e 5dp

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Le diverse componenti del sistema ambientale locale sono tra loro connesse da percorsi ciclo pedonali, che ripercorrono spesso antichi tracciati e collegano ambiti di differente interesse (naturalistico, paesaggistico, ambientale..). Tali segni raccordati dalla rete degli itinerari esistenti e previsti dai comuni contermini all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. I principali elementi che hanno una specifica valenza paesaggistica possono sintetizzarsi nei seguenti: Ambienti naturali: il sistema naturale della pianura irrigua con il fiume Lambro, l’insieme dei corsi irrigui; Ambienti colturali: coltivazione a seminativo e marcite; Ambienti storici: il nucleo originario di Mirazzano e del castello Borromeo, cascina Longhignana e il sistema delle Cascine di origine storica; Percorsi storici e di interesse naturalistico: percorso verso il castello di Borromeo; Punti di particolare percezione visiva: verso l’oasi naturalistica del Carengione e dell’ambito di fruizione “n”(detto triangolone).

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2.2  Quantità 

 

Il Documento di Piano prevede  la realizzazione di nove ambiti di trasformazione, di cui 

uno  esclusivamente  destinato  a  servizi  e  attrezzature  collettive,  per  una  superficie 

territoriale  complessiva  di  282.400 mq,  che  corrisponde  al  2,9%  della  città  esistente 

(urbanizzato) e all’1,2% dell’intero territorio comunale. La distanza fra le due percentuali 

è  imputabile  all’estensione  del  territorio  agricolo  di  Peschiera  Borromeo,  e  cioè  alla 

parte del territorio comunale vincolata dal Parco Agricolo Sud Milano che è pari al 61% 

dell’intera superficie comune. Solo il 17% dei circa 28 ha previsti dal Documento di piano 

è  territorio  allo  stato  attuale  destinato  ad  usi  agricoli.  Se  escludiamo  gli  ambiti  di 

trasformazione che insistono su aree già costruite il consumo di suolo a scopi edificatori 

scende al 1,2% della superficie urbanizzata. 

All’interno dei 28 ha il piano prevede la costruzione di 110.800 mq di superficie lorda di 

pavimento  di  cui  97.800  mq  da  destinare  alla  realizzazione  di  funzioni  terziarie  e 

commerciali e solamente 13.000 mq per nuove abitazioni. Tradotti  in abitanti teorici si 

tratta di 300 abitanti8 che corrispondono ad un  incremento della popolazione nell’arco 

del cinquennio non significativo. Questa scelta è motivabile da tre considerazioni.  

In  primo  luogo  è  condizionata  dagli  interventi  in  fase  di  realizzazione,  che  sono  in 

sovrannumero  rispetto  alla  domanda.  Sono  infatti  in  cantiere  circa  367.000  mc 

residenziali, per un totale di 2.820 abitanti teorici.  

In secondo luogo vi sono le particolari condizioni di molti degli ambiti di trasformazione 

individuati che non sono predisposti a una trasformazione di tipo residenziale.  

Infine dietro questa scelta c’è la volontà di non consumare nuovo suolo per insediamenti 

residenziali, facendo prevalere una politica di recupero e riqualificazione del patrimonio 

esistente.  In  questa direzione  si  colloca  la  scelta puntare  alla politica di  recupero dei 

nuclei cascinali e delle aree produttive dismesse nei tessuti misti.   

                                                                 8 Facciamo notare che gli abitanti teorici dovranno essere incrementati tenendo conto dei volumi previsti dal Piano delle regole. Si tratta comunque di numeri decisamente inferiori a quelli previsti dal PRG vigente e dei volumi residenziali attualmente in corso di costruzione.

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SCHEDE AMBITI DI

TRASFORMAZIONE

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ATU 1 - Bettola, via Liguria 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito completa l’area industriale di via Liguria. Tutt’ora non edificato, è destinato dal PRG ad usi produttivi. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904); beni di interesse ambientale, ai sensi dell'art. 136 DLgs. 42/2004 del Ministero per i Beni e le attività culturali, per immobili e aree di notevole interesse pubblico. 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI E’ prevista la realizzazione di una fascia di parcheggi in fronte alla strada. Il margine verso la campagna (lato est) dovrà essere opportunamente schermato con la realizzazione di una fascia di mitigazione paesistico-ambientale (con riferimento alle tipologie riportate nel Repertorio B, allegato al PTCP). 4. USI AMMESSI Usi produttivi, usi terziari, usi complementari al produttivo, usi complementari al terziario 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 11.365 mq SF 10.165 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 1.200 mq

Slp max. 6.800 mq

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AT U 2 - Ex Cartiera 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito costituisce il terminale verso est della città a sud della Paullese. Un campo agricolo separa l’area della cartiera dismessa dal nuovo quartiere residenziale e dagli stabilimenti dell’industria Mapei, collocati più a sud nel territorio del comune di Mediglia. Per la sua particolare collocazione quest’area si presta a diventare la nuova porta della città per chi entra nell’area metropolitana milanese provenendo da est. Per certi versi, l’ambito deve essere considerato il controcampo del nuovo erigendo centro commerciale, collocato al margine ovest del comune, sempre sulla Paullese. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: 3B1 - 3B2 – 3D Vincoli e fasce di rispetto Fascia di rispetto stradale della Paullese (40 metri) che è classificata come strada di categoria B; fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904); fascia di rispetto dell’oleodotto; fascia di rispetto dell’elettrodotto; fascia di rispetto del gasdotto. Bonifiche L’area è soggetta alle disposizioni di cui al Titolo V del D.Lgs. 152/2006 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Il PGT prevede l’insediamento di funzioni terziarie e/o commerciali fino alle medie strutture di vendita non alimentari. L’accessibilità al comparto deve essere subordinata alla possibilità di garantire un adeguato livello di servizio, commisurato alle funzioni che saranno insediate, ritenendo la rete stradale esistente comunque insufficiente per garantire adeguati livelli di accessibilità. Per tale motivo, l’intervento è subordinato alla redazione di un apposito studio concernente le soluzioni, anche alternative, da adottare per garantire l’accessibilità all’ambito in relazione ai flussi generati dal nuovo intervento, gli impatti sulla viabilità esistente e il suo eventuale adeguamento. Le soluzioni viabilistiche dovranno essere concordate in via concertativa con Comune, Provincia e Parco Agricolo Sud Milano. I costi delle opere necessarie per garantire la corretta accessibilità all’intervento e l’adeguamento della viabilità esistente sono interamente a carico dei lottizzanti, anche quando esterni all’ambito di trasformazione. E’ prevista la realizzazione sul lato verso ovest del lotto di una fascia di mitigazione paesistico-ambientale (con riferimento alle tipologie riportate nel Repertorio B, allegato al PTCP) per offrire una adeguata schermatura alle abitazioni contigue, e verso il Parco Agricolo a sud. Una particolare cura dovrà essere conferita proprio alla definizione del margine verso la campagna e all’inserimento paesistico del nuovo intervento. In ogni caso, le nuove edificazioni dovranno essere compatibili con la presenza dell’industria chimica collocata a sud-ovest, in territorio di Mediglia, classificata come attività a rischio di incidente rilevante.

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4. USI AMMESSI Usi terziari, usi complementari al terziario, usi commerciali - medie strutture di vendita non alimentari. 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 76.484 mq SF 45.000 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco

11.484 mq

protezione ambientale min. 20.000 mq

Slp max. (in alternativa)

Ipotesi 1 terziario 45.000 mq

Ipotesi 2 commercio 30.000 mq

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ATU 3 - Bellaria centro 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito e collocato nella città a sud della Paullese ed è inserito in un contesto particolarmente frammentato sotto il profilo degli usi urbani e delle relative forme: abitazioni, fabbriche, spazi aperti, strade, etc. L’area sarà interessata dalla realizzazione della cosiddetta “bretella sud”. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: parte 3.3(D) - 3B1 - 3B2 - 3D e parte 3B1 - 3B2 - 3D “fattibilità con modeste limitazioni”. Vincoli e fasce di rispetto Fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904); rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto. Previsioni infrastrutturali Sull’area insiste il progetto della bretella sud, di collegamento est-ovest dell’ambito urbano di Bellaria, a sud della Paullese. 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Si prevede di prolungare via Della Bellaria fino alla viabilità prevista dall’erigendo centro commerciale, con la realizzazione di una piccola rotonda secondo lo schema indicato nella tavola. Dovrà essere assicurata continuità anche al giardino pubblico delimitato fra via Della Bellaria e via Fratelli Cervi che deve rimanere una strada urbana a fondo cieco. L’ambito prevede la realizzazione di un insediamento per usi terziari e compatibili con il terziario. La definizione dell’accesso della viabilità di progetto o da via Giusti verrà definita in sede di pianificazione attuativa. Dovrà essere garantita la presenza di una fascia di mitigazione paesistico-ambientale (con riferimento alle tipologie riportate nel Repertorio B, allegato al PTCP) verso il Parco Agricolo Sud Milano. 4. USI AMMESSI Usi terziari, usi complementari al terziario 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 25.960 mq SF 18.460 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 7.500 mq

Slp max. 10.000 mq

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ATU 4 - Bellaria ovest 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito Bellaria ovest affaccia sulla Paullese ed è inserito in un contesto in fase di profonda trasformazione. L’area è interclusa tra un insediamento residenziale, un ambito misto produttivo-residenziale e il centro commerciale in fase di realizzazione. Il PRG vigente destina l’area a sviluppo commerciale e terziario. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: 3.3(D) - 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto Fascia di rispetto stradale della Paullese (40 metri) che è classificata come strada di categoria B; fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904); rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto. 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI L’accesso principale al lotto può essere previsto dal controviale della ex SS. 415 o dalla viabilità in corso di realizzazione al servizio del nuovo centro commerciale, anche prevedendo una nuova viabilità di raccordo comunque a spese dell’operatore. 4. USI AMMESSI Usi terziari, usi complementari al terziario, usi commerciali – negozi di vicinato e medie strutture di vendita non alimentari. 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 9.957 mq SF 7.000 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 2.957 mq

Slp max. 4.000 mq

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ATU 5 - Zeloforamagno 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito è organizzato in due comparti non contigui. Il primo (comparto A) si localizza tra gli insediamenti produttivi di Zeloformagno, il Lambro e la statale Paullese; il secondo (comparto B) è un’area interposta tra gli insediamenti produttivi ad est di via Di Vittorio e il quartiere residenziale composto da abitazioni uni e bi-familiari di via Togliatti e via Primo Maggio. Il comparto B si pone in continuità con il parco di via Togliatti ed è destinata a standard dal PRG vigente. Per la sua vicinanza al Lambro, il comparto A richiede lo scrupoloso rispetto di tutte le indicazioni necessarie per garantirsi dal rischio idraulico. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Comparto A: Classe di fattibilità: 3.1(B/C) - 3B1 - 3B2 - 3D Comparto B: Classe di fattibilità: 3.2(B/C) - 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto Comparto A: Fascia di rispetto stradale della Paullese (40 metri) che è classificata come strada di categoria B; fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904); PAI e Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT; rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto. 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Il documento di piano prevede di concentrare le volumetrie ammesse esclusivamente nel comparto A, che avrà una vocazione di tipo terziario, commerciale e produttiva. La realizzazione delle capacità edificatorie previste nel comparto A sono subordinate alla cessione quale standard del comparto B che sarà attrezzato come area verde per completare l’attuale parco di via Togliatti e sistemare le aree a servizio di via Primo Maggio. Nel comparto B dovrà essere prevista un’opportuna di mitigazione paesistico-ambientale con profondità non inferiore a 5 metri atta a dividere il nuovo parco dagli attigui insediamenti produttivi. L’edificazione del comparto A, in particolare, è subordinata alle prescrizioni previste dalla Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT nonché alle norme dettate dal PAI, ovvero è subordinata alla presentazione - fra le altre condizioni - di uno specifico studio di compatibilità idraulica che evidenzi le modalità proposte per la mitigazione del rischio mediante l’adozione di specifici accorgimenti, assumendo come riferimento quelli indicati all’Allegato 4 della D.G.R. IX/2616 del 30/11/2011 e s.m.i. previa rinuncia, da parte del soggetto interessato, al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa. Ogni insediamento dovrà essere realizzato ad una quota superiore rispetto a quella idrometrica della piena di riferimento della Variante al PAI. L’accesso al comparto A dovrà obbligatoriamente essere previsto da via Giuseppe di Vittorio e dovrà essere sufficiente distanziato dall’intersezione fra questa e la strada Paullese.

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4. USI AMMESSI Comparto A: usi terziari, usi complementari al terziario, usi commerciali - negozi di vicinato e medie strutture di vendita non alimentari, usi produttivi, usi complementari al produttivo Comparto B: usi di interesse comune 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI comparto A comparto B

ST 20.560 mq 10.352 mq SF 18.500 mq - Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 4.800 mq 10.352 mq

Slp max. 10.000 mq -

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ATU 6 - Mezzate, via XXV Aprile 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito si trova a sud di Mezzate, in affaccio su via XXV Aprile e via Puccini ed è attualmente utilizzato da due insediamenti produttivi parzialmente non utilizzati. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: 3.3(D) - 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto Rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto. Bonifiche L’area è soggetta alle disposizioni di cui al Titolo V del D.Lgs. 152/2006 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Una particolare cura trova essere prestata all’inserimento paesistico del nuovo volume, soprattutto per quanto riguarda il margine con la campagna. Gli edifici dovranno possedere requisiti di riduzione acustici passivi adeguati per contenere l’inquinamento prodotto dal traffico lungo via XXIV aprile. Il margine verso la campagna (lato ovest) dovrà essere opportunamente schermato con la realizzazione di una fascia di mitigazione paesistico-ambientale (con riferimento alle tipologie riportate nel Repertorio B, allegato al PTCP). 4. USI AMMESSI Uso residenziale, usi complementari con il residenziale 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 7.250 mq SF 5.750 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 1.500 mq

Slp max. 4.000 mq

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ATU 7 - Mezzate, via galvani 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito di trasformazione è localizzato al margine est di Mezzate e confina con il Parco Agricolo Sud Milano. Il comparto è attualmente interessato da un’area incolta e inutilizzata. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: 3.3(D) - 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto Rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto; fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904). 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Il documento di piano prevede di concentrare le volumetrie verso nord, in un ambito a vocazione terziaria. La realizzazione delle capacità edificatorie previste sono subordinate alla cessione di aree destinate a parcheggio pubblico e a verde, da localizzarsi a sud o in altra localizzazione, a seconda delle caratteristiche che verranno sviluppate in fase progettuale. 4. USI AMMESSI Usi terziari, usi complementari al terziario 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 11.842 mq SF 10.000 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 1.842 mq

Slp max. 7.000 mq

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ATU 8 - Ex Postalmarket 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito si trova nel cuore di San Bovio ed interessa la vecchia sede della Postalmarket, oramai dismessa da tempo e confinante con la nuova sede della Microsoft-italia. Secondo il PRG l’area ha destinazione produttiva, oltre ad una fascia destinata a servizi posta a ridosso dell’attuale parco e tuttora non realizzata. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: in parte 3.3(D) - 3B1 - 3B2 - 3D e in parte 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto Fascia di rispetto cimiteriale; area di tutela assoluta del pozzo ad uso idropotabile (10m); fascia di rispetto per i corsi idrici, 10 m (secondo R.D. 523/1904); rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto. Bonifiche L’area è soggetta alle disposizioni di cui al Titolo V del D.Lgs. 152/2006 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Il Documento di piano prevede di riqualificare il vecchio stabilimento della Postalmarket prevedendo la realizzazione di un nuovo insediamento terziario, produttivo e commerciale ma, in questo caso, ad esclusivo servizio degli abitanti di San Bovio (media struttura di vendita). E’ altresì prevista la realizzazione di una limitata quota di nuove abitazioni (massimo 10% della slp complessiva) nell’ambito di trasformazione. Gli usi produttivi non potranno avere una estensione superiore al 30% della slp ammessa. E’ previsto l’’ampliamento dell’attuale parco pubblico e la realizzazione di una nuova strada urbana da collocarsi preferibilmente al margine ovest del comparto. Via Trieste dovrà essere organizzata come un grande “boulevard verde” prevedendo un adeguato arretramento da attrezzare a verde e parcheggi. Le attività commerciali dovranno essere concentrate prevalentemente lungo via Toscana. 4. USI AMMESSI Usi terziari, usi complementari al terziario, usi commerciali - negozi di vicinato, usi commerciali - medie strutture di vendita (superficie di vendita < a 1500 mq), usi produttivi (max 30% slp), usi residenziali (max 10% slp) 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 82.061 mq SF 50.000 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 32.061 mq

Slp max. 33.000 mq

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ATU 9 - San Bovio, via Trieste 1. DESCRIZIONE AREA L’ambito è localizzato a nord della frazione San Bovio. L’area è attualmente destinata a produttivo agricolo. 2. TUTELE SOVRAORDINATE E VINCOLI Classe di fattibilità geologica Classe di fattibilità: 3.3(D) - 3B1 - 3B2 - 3D Vincoli e fasce di rispetto Rispetti e vincoli dettati dalla presenza dell’aeroporto. 3. PRESCRIZIONI PARTICOLARI Il Documento di Piano prevede la realizzazione di un ambito di trasformazione destinato in primo luogo alla realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, funzionali all’ampliamento dell’oratorio e delle attività connesse alla chiesa. La realizzazione di tali servizi dovrà essere garantita attraverso la realizzazione di un comparto residenziale, a nord dell’ambito di trasformazione. La realizzazione dei servizi è preordinata alla realizzazione del comparto residenziale. Dovrà inoltre essere garantita una fascia di mitigazione paesistico-ambientale (con riferimento alle tipologie riportate nel Repertorio B, allegato al PTCP) verso il Parco Agricolo Sud Milano. 4. USI AMMESSI Dotazioni e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, residenziale e usi complementari con il residenziale 5. PARAMETRI QUANTITATIVI E FUNZIONALI ST 26.550 mq SF 17.350 mq Aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale minime da reperire in loco 9.200 mq

Slp max. 6.000 mq

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COMPATIBILITÀ CON IL PTCP

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3 La compatibilità con il [PTCP] e il recepimento delle previsioni prevalenti

3.1 Compatibilità con le previsioni sovracomunali

3.1.1. Recepimento delle previsioni dei piani sovracomunali.

Il Documento di Piano recepisce i contenuti della programmazione di livello sovracomunale ed individua pertanto: − Il progetto di riqualificazione della strada provinciale Paullese, oggetto uno Studio di

fattibilità e finalizzato alla riorganizzazione delle intersezioni esistenti, al fine di fluidificare, mettere in sicurezza, aumentare complessivamente la capacità dell’itinerario stradale in adeguamento del Codice della Strada.

− Il prolungamento della linea M3 da San Donato Milanese a Paullo, per il quale è in corso di redazione il progetto definitivo.

− I percorsi ciclopedonali relativi a “Mi-Bici”. In merito al recepimento dei contenuti prescrittivi del PTCP della Provincia di Milano si rimanda ai paragrafi successivi.

6.1.2. Compatibilità con gli obiettivi strategici del [PTCP]

Gli obiettivi delineati dal presente Documento di Piano tengono conto della coerenza con le politiche di scala sovracomunale, in particolare con i contenuti del PTC della Provincia di Milano. Il PTCP definisce infatti strategie e indirizzi di riferimento per la pianificazione comunale, in relazione ai rilevanti effetti che le scelte insediative dei comuni producono rispetto a tre strategie fondamentali relative alla eco sostenibilità, alla valorizzazione paesistica, allo sviluppo economico. Nello specifico, il Piano provinciale stabilisce direttive per gli strumenti urbanistici comunali: per quanto riguarda l’obiettivo di eco sostenibilità viene richiesta l’assunzione di criteri di sviluppo sostenibile nella definizione di tutte le politiche di programmazione; per quanto riguarda l’obiettivo di valorizzazione paesistica, viene richiesta l’assunzione della tutela del paesaggio come valore primario e trasversale nei diversi settori di intervento economico e di pianificazione spaziale. Da ultimo, l’obiettivo di sviluppo economico si fonda sulla creazione delle infrastrutture e delle condizioni territoriali adatte a favorire una crescita equilibrata oltre che di iniziative di marketing territoriale. Per un territorio come quello della Provincia di Milano, caratterizzato da forte dinamicità economica ed elevata pressione ambientale, lo sviluppo, la competitività e la coesione sociale in un quadro di sostenibilità costituiscono degli obiettivi prioritari del piano. Sulla base di questo principio, cinque macro obiettivi, trasversali alle diverse componenti territoriali, costituiscono il riferimento per la definizione delle politiche e delle azioni che il PTCP metterà in campo per raggiungere uno “sviluppo economico sostenibile:

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- riequilibrio eco sistemico fondato sulla ricostruzione di una rete ecologica; - riduzione dei carichi inquinanti; - razionalizzazione del sistema infrastrutturale e trasportistico; - tutela e valorizzazione del sistema paesistico-ambientale; - valorizzazione delle potenzialità economiche. Al fine di concretizzare l’azione di piano rispetto alla sostenibilità, i macro obiettivi sono stati articolati in “obiettivi generali” che delineano lo scenario complessivo di lungo periodo per il territorio milanese. Gli obiettivi generali assunti alla base della formazione e attuazione del PTCP vengono riportati in un quadro sintetico che li accorpa rispetto ai tre sistemi territoriali: - paesistico - ambientale e di difesa del suolo; - infrastrutturale della mobilità; - insediativo. Su tale coerenza si basa la verifica di compatibilità delle previsioni degli strumenti urbanistici comunali nonché l’assegnazione di eventuali meccanismi premiali (ulteriori facoltà di espansione e/o assegnazione di maggiori punteggi nelle graduatorie di bandi provinciali per il finanziamento di interventi). Ai fini della verifica di compatibilità i comuni sono tenuti pertanto a seguire i seguenti “obiettivi strategici fondamentali” (Provincia di Milano, PTCP, Relazione, § 2.4): obiettivi strategici per la valorizzazione e la salvaguardia paesistico ambientale - la valorizzazione dei luoghi, degli elementi con significato storico-culturale e del

patrimonio paesistico con potenzialità di attrazione turistica e dei parchi regionali; - la conservazione dell’identità del territorio rurale e la conservazione del suo ruolo di

presidio dell’ambientale; - la valorizzazione e la riqualificazione del paesaggio urbano; - la costruzione di una rete ecologica polivalente; - la tutela e la valorizzazione del reticolo idrografico superficiale; - la salvaguardia e la gestione razionale del patrimonio delle acque sotterranee; - la riduzione delle fonti inquinanti mediante il sostegno e la promozione dell’innovazione

tecnologica. obiettivi strategici per il miglioramento dell’accessibilità nel territorio provinciale - razionalizzazione ed incremento dell’offerta di trasporto pubblico in funzione della

domanda; - integrazione tra modalità differenti mediante il potenziamento e lo sviluppo degli

interscambi; - potenziamento della rete di trasporto pubblico privilegiando linee di forza su ferro; - il potenziamento del sistema ferroviario in termini di infrastrutture e di servizi; - la ristrutturazione del sistema di attestamento delle merci;

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- la riorganizzazione e lo sviluppo del sistema viabilistico gerarchizzando e razionalizzando la rete al fine di fluidificare la circolazione veicolare;

- il potenziamento e la razionalizzazione di infrastrutture di accesso alle grandi funzioni strategiche di interesse regionale e sovra regionale;

- la riduzione degli impatti delle infrastrutture sull’ambiente e il territorio mediante interventi di mitigazione/compensazione e specifiche azioni di riqualificazione delle aree in cui le opere si inseriscono;

- lo sviluppo e miglioramento della mobilità ciclabile.

obiettivi strategici assetto territoriale per la valorizzazione della maglia policentrica - la valorizzazione delle potenzialità locali dei diversi ambiti della provincia; - la promozione della diversificazione, riconversione, qualità e innovazione delle imprese

con particolare riferimento ai sistemi locali e alle loro vocazioni; - il contenimento della dispersione degli insediamenti; - la definizione di criteri localizzativi e di indicatori su cui misurare la sostenibilità dello

sviluppo; - la promozione e il graduale recupero delle situazioni di sfrangiamento del tessuto urbano

orientando lo sviluppo delle nuove urbanizzazioni in adiacenza e continuità con l’edificato esistente;

- il governo del fenomeno della logistica; - l’introduzione di meccanismi di equa ripartizione territoriale delle ricadute positive e

negative degli interventi a carattere sovra comunale anche attraverso lo sviluppo di sistemi perequativi.

Il percorso che il PGT ha inteso perseguire per la verifica di compatibilità segue quello indicato dal PTCP:

1- la corrispondenza tra alcuni obiettivi strategici espressi dal PTCP e dagli obiettivi della pianificazione comunale;

2- l’applicazione delle regole del consumo di suolo non urbanizzato, la valutazione delle condizioni di accessibilità, il rispetto, in termini complessivi, di alcuni indicatori di sostenibilità per il controllo degli effetti indotti dalle previsioni di PGT;

3- l’accoglimento, nello strumento urbanistico comunale, di criteri progettuali e attuativi indicati dal PTCP per gli interventi con effetti sovra comunali.

Gli obiettivi del Documento di Piano Peschiera Borromeo, nonché le politiche e i progetti di intervento più specifici, mirano a porsi in coerenza con tali strategie, soprattutto per quanto riguarda: - la valorizzazione e la salvaguardia paesistico ambientale in tutti i punti indicati;

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- la riduzione degli impatti delle infrastrutture sull’ambiente e il territorio mediante interventi di mitigazione/compensazione e specifiche azioni di riqualificazione delle aree in cui le opere si inseriscono;

- la riorganizzazione e lo sviluppo del sistema viabilistico gerarchizzando e razionalizzando la rete al fine di fluidificare la circolazione veicolare;

- lo sviluppo e miglioramento della mobilità ciclabile; - il contenimento della dispersione degli insediamenti; - la promozione e il graduale recupero delle situazioni di frangia del tessuto urbano

orientando lo sviluppo delle nuove urbanizzazioni in adiacenza e continuità con l’edificato esistente.

3.1.2 Compatibilità con i contenuti prescrittivi del [PTCP]

Le norme tecniche del PTCP contengono indirizzi volti a fissare obiettivi per l’attività di pianificazione comunale, provinciale di settore e altri soggetti competenti in materia di programmazione territoriale, direttive riguardanti disposizioni da osservare nell’attività di pianificazione comunale e provinciale, e prescrizioni concernenti le disposizioni relative all’individuazione delle caratteristiche del territorio e alla loro disciplina. In particolar modo, la verifica di coerenza complessiva del Documento di Piano verterà sul recepimento delle seguenti disposizioni del PTCP: - parte II “Sistemi territoriali” titolo I, - parte II “ Sistema infrastrutturale della mobilità”titolo II, - art. 81 e 82 NdA; - art.84; - art.86. In riferimento alla “PARTE II – SISTEMI TERRITORIALI”, il PGT ha preso in considerazione sia il principio di “Valorizzazione” che di “Riqualificazione”. Il PGT ha individuato, come uno degli obiettivi per il Sistema Ambientale, il paesaggio come risorsa da mantenere e valorizzare, attraverso il recupero ambientale delle aree circostanti il Carengione e il fiume Lambro, la proposta, a lungo termine, della realizzazione dell’ambito della fruizione del Parco Agricolo Sud Milano, le azioni volte al recupero e al mantenimento sia delle presenze storiche che dei complessi storici rurali ancora presenti nel territorio comunale, l’implementazione delle piste ciclabili e dei percorsi fruitivi nel verde. La tavola 4dp individua la sensibilità dei luoghi mentre si rinvia ad altri elaborati per ulteriori dettagli. Per quanto riguarda il principio di “riqualificazione”, il tema è stato affrontato attraverso l’individuazione di Ambiti di Trasformazione che consentono il recupero di aree produttive dismesse e l’individuazione di progetti di riqualificazione di aree a verde fruitivo nell’ambiente urbano, la realizzazione e/o il completamento di aree a verde pubblico.

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Fermo restando, ai sensi dell’art. 1 delle relative Norme di Attuazione la prevalenza delle previsioni urbanistiche del PTC del Parco, nella redazione del PGT, si è riscontrata la sostanziale coerenza tra le previsioni dello strumento di settore con quelle del PTCP, che in parte interessa anche i territori ricadenti all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, per cui si ritiene che il recepimento delle previsioni e delle relative disposizioni per tali ambiti soddisfi, al contempo, anche il requisito della sua compatibilità con il PTCP. Mentre si rinvia alla PARTE I, Cap. 2, § 2.4 della Relazione del Quadro Conoscitivo, per una più dettagliata descrizione dei contenuti del PTCP, si riportano di seguito l’indicazione dei documenti e degli elaborati del PGT in cui vengono recepite le previsioni del PTCP, con riferimento alle disposizioni dirette ed indirette, ai fini della verifica di compatibilità. Con riferimento agli articoli prescrittivi diretti ed indiretti, si elencano, di seguito, i documenti del PGT in cui sono recepite le previsioni del PTCP. Il PGT declina e specifica le Unità di paesaggio individuate dal PTCP non solo negli obiettivi e azioni del Documento di Piano ma anche attraverso il recepimento, nel Piano delle Regole, della disciplina di tutela paesistica introdotta con il PTPR e normata dalla DGR 08 novembre 2002 n° 7/11045; la disciplina paesaggistica degli interventi. (Cfr. PTCP, art. 29 NdA) Per gli “Ambiti di rilevanza paesistica” le disposizioni dell’art. 31, in particolar modo quelle di cui ai cc. 2 e 3, vengono fatte proprie nelle strategie del Documento di Piano riguardanti il sistema ambientale (oltre che nel Piano delle Regole) che confermano l’individuazione degli “ambiti di rilevanza paesistica” e degli “ambiti di rilevanza paesistico fluviale” operata dal PTCP nella Tav. 3g e che coincidono, rispettivamente, con gli ambiti agricoli ricadenti nel Parco Agricolo Sud Milano intorno alla zona di interesse naturalistica “Carengione” e con la valle del Lambro. Per l’ambito di rilevanza paesistica coincidente con la valle del Lambro e il Carengione, il Piano delle Regole confermerà la proposta di Parco Naturale operata dal PTC del Parco e proporrà interventi di rinaturalizzazione anche ai sensi Dl. 12/05. Il PGT recepisce, altresì, il vincolo paesaggistico (DLgs. 42/04, art. 136 già L. 1497/39) che individua una fascia di vincolo lungo il corso del fiume Lambro e dell’Idroscalo. Il PGT recepisce, altresì, il vincolo indiretto intorno che interessa una fascia agricola di pertinenza del Castello Borromeo e in particolare i criteri di applicazione del vincolo stesso e nelle norme di attuazione del PdR. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 31 NdA)

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Per quanto riguarda gli ambiti agricoli, gli indirizzi e le direttive vengono recepiti nelle strategie riguardanti il sistema ambientale del Documento di Piano, mentre per gli Ambiti di Trasformazione prospicienti alle aree agricole, si vedano le prescrizioni contenute nelle schede Norma del presente Documento di Piano, che prevedono la realizzazione di opportune fasce arboreo arbustive di mitigazione ambientale e volte alla definizione del margine urbano. In particolare la superficie destinata all’agricoltura viene mantenuta e, rispetto alle aree agricole già previste dal PRG, implementata. L’adeguamento al PTC del parco ha infatti comportato anche la riclassificazione in ambiti agricoli di aree destinate a standard e non attuate ma anche a pianificazione attuativa non realizzata come quella limitrofe al fiume Lambro in Linate oppure al radar dell’aeroporto. Gli ambiti agricoli verranno disciplinati nel Piano delle Regole, coerentemente alla disciplina del PTC del Parco. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 33 NdA). Le disposizioni, riguardanti gli elementi del paesaggio agrario, verranno disciplinati e individuati cartograficamente nel Piano delle Regole. Inoltre, sempre per le questioni pertinenti al paesaggio agrario, il Piano delle Regole recepirà anche gli aspetti relativi alla componente geologica come la rete irrigua, i fontanili. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 34 NdA) Gli indirizzi del PTCP per gli ambiti individuati quali “Parchi Urbani e fruizione” mirano alla creazione di aree per la fruizione ricreativa anche attraverso un sistema percorsi ciclopedonali di connessione. Si tratta in sostanza dell’ambito territoriale già individuato dal PTC del Parco agricolo Sud Milano quale “ambito della fruizione (m e n)” e per i quale il Documento di Piano mantiene tale destinazione proponendo per l’ambito “n” l’attuazione, a lungo termine, del nuovo cuore verde della città con ampliamento dei servizi esistenti. Mentre per quello “m” la tutela e la fruizione attraverso un sistema di percorsi ciclopedonali in maniera tale da connettere il sistema del verde a scala urbana con quello territoriale, quale anticipazione del Piano di fruizione previsto dal Parco Agricolo Sud Milano. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 35 NdA). Il DdP, in base all’individuazione fatta nel PTCP Vigente, propone l’individuazione dei Nuclei di Antica Formazione comprendenti i Centri Storici e i Comparti storici del 1930, avendo verificato la permanenza di nuclei storici esistenti e adeguando di conseguenza i perimetri. Oltre a riportare nella tavola delle strategie i perimetri dei nuclei. Le modalità di intervento edilizio verranno disciplinate nel Piano delle Regole sia cartograficamente che all’interno delle Nta. Il DdP e poi il PdR individuano gli Ambiti costituenti il nucleo di antica formazione urbana Zeloforamagno, Mezzate per i quali si evidenzia ancora un mantenimento della configurazione storica della città. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e artt. 36 e 37 NdA).

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Uno degli obiettivi del Documento di Piano è il recupero dei complessi cascinali, nuclei rurali nonché il nucleo di grande valore storico di Mirazzano ancora esistenti, sia interni che esterni al Parco Agricolo Sud Milano, da perseguire attraverso una serie di azioni mirate a questo, mentre il Piano delle Regole preciserà la disciplina per essi. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 38 NdA) Il Piano mantiene come “giardini e parchi storici” sia l’ambito individuato dal PTCP Vigente indicante il parco privato del castello Borromeo incluso anch’esso nel nucleo di grande valore storico, altresì, individuato nel PTC del Parco Agricolo Sud Milano. (Cfr. PTCP, Tav. 3d e art. 39 NdA) Gli indirizzi delineati dal PTCP Vigente, per quanto riguarda i percorsi di interesse paesistico, vengono recepiti e declinati nel PGT. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 40 NdA) Il PTCP Vigente, per quanto riguarda le aree di interesse archeologico, individua una fascia di rispetto archeologico intorno ai corsi del Lambro. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 41 NdA) Le problematiche legate alla difesa del suolo e i loro approfondimenti hanno trovato precisazione negli studi di settore che vengono allegati al PGT: Studio geologico comunale in quanto parte integrante del PGT. (cfr. PTCP, Tav. 2g e artt. da 44 a 47 delle NdA) Il Documento di Piano, dopo le verifiche puntuali condotte per la redazione del PGT e secondo quanto previsto dal PTCP Vigente, mantiene il corridoio ecologico primario ad est di Peschiera Borromeo, salvo prevedere nel PdR misura di tutela del varco individuato e recepire dalle linee guida per la per interventi . (Cfr. PTCP, Tav. 4 e art. 58 NdA) Per quanto riguarda gli elementi vegetazionali che il Piano di Indirizzo Forestale disciplina, il PGT li recepisce previo verifica della loro consistenza e di conseguenza avanza la proposta di modifica e aggiornamento degli elaborati del PTCP e PIF, nonché della Banca dati provinciale. Inoltre a riguardo delle infrastrutture di progetto, propone delle fasce di mitigazione ambientale a tutela dell’abitato e dello spazio aperto che esse attraversano. (Cfr. PTCP, Tav. 3g e artt. 63 e 64 NdA) Le previsioni di natura sovraordinata riguardanti il sistema infrastrutturale, ricadenti nel comune di Peschiera Borromeo, sono recepite nel Documento di Piano. A tale riguardo, per gli

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approfondimenti si veda la PARTE III capitolo 2.5 “sistema infrastrutturale della mobilità” della presente relazione, di seguito si riportano in sintesi i principali (:

- La riqualificazione della strada provinciale Paullese. - Il prolungamento della linea M3 da San Donato Milanese a Paullo. - I percorsi ciclopedonali relativi a “Mi-Bici”.

(Cfr. PTCP, art.76 NdA “Trasformazioni urbanistiche e connessioni lungo la viabilità extraurbana”) Per quanto riguarda le direttive per gli insediamenti produttivi, il DdP le disciplina all’interno di ogni singola scheda – norma che viene poi sviluppata anche all’interno delle NTA del Piano delle Regole. (Cfr. PTCP, art. 91 NdA) Il Piano delle Regole recepirà e norma gli impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radio televisione come da indirizzi del PTCP Vigente. (Cfr. PTCP, art. 92 NdA)

3.2 Consumo di suolo

La verifica di compatibilità rispetto al PTCP, definita in funzione dell’obiettivo di contenere il consumo di suolo, prevede di valutare le nuove aree destinate all’espansione insediativa rispetto a due criteri fondamentali:

1- Esaurimento delle potenzialità edificatorie dello strumento urbanistico comunale vigente, eventualmente anche per singole funzioni;

2- Definizione di una variazione massima ammissibile della superficie urbanizzata che regoli la crescita insediativa.

Lo strumento urbanistico generale vigente, pertanto, è stato analizzato anche rispetto allo stato di attuazione delle relative previsioni di sviluppo urbanistico (zone C e D) ciò al fine di stimare la capacità insediativa residua del PRG preliminarmente all’eventuale previsione di ulteriori sviluppi. Occorre infatti tener conto che la verifica dell’attuazione del PRG è obbligatoriamente richiesta dal vigente PTCP che, ai fini del contemperamento dell’obiettivo del contenimento del consumo di suolo con le istanze di sviluppo insediativo, detta precise disposizioni alla pianificazione comunale. In particolare l’ammissibilità di ulteriori incrementi urbanizzativi nel PGT è subordinata alla verifica dell’avvenuto utilizzo di almeno il 75% delle previsioni già contenute nel PRG9. Nella Tabella, riportata nel Quadro conoscitivo del Documento di Piano ( cfr. tabella 3 e 4 §6 della Relazione QC) vengono riportati i piani attuativi, sia di trasformazione che di espansione, 9 Restano ferme le ulteriori limitazioni contenute in altri strumenti di pianificazione sovra locale.

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individuati nel vigente PRG con l’indicazione delle relative quantità. Ai fini della verifica vengono considerate attuate le previsioni dei piani attuativi già convenzionati e in fase di realizzazione e quelli non attuati, al momento della redazione del Quadro Conoscitivo del Documento di Piano10. Come evidenziato in sintesi nella Tabella successiva emerge che per quanto riguarda le zone di espansione e trasformazione residenziali del PRG sono state attuate tutte, eccezion fatta per un’area di trasformazione/riqualificazione collocata nella frazione di Linate mentre per quanto riguarda la funzione produttiva (D) rimangono né attuati né adottati i piani attuativi sei piani attuativi pari al 6% del totale circa. La mancata attuazione soli di alcuni piani attuativi produttivi nel suo complesso, fa sì che sia verificato il controllo per il consumo di suolo relativo anche all’attività produttive.

10 Secondo le disposizioni di PTCP si considerano attuate le previsioni contenute in piani anche solo adottati.

Stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente

Funzioni d'uso

Slpp Previste

(mq)

Slpa attuate/programmate

(mq)

Stato di attuazione

Slpa/Slpp (%)

VERIFICA Slpa/Slpp

>75%Residenziale 257.379 250.682 97% SIExtra residenziale 630.487 591.631 94% SITotale 887.866 842.313

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La verifica dell’attuazione delle previsioni di PRG è anche un importante indicatore circa la reale rispondenza, e dunque l’attualità, di dette previsioni. A tale proposito, visto la cospicua quota di cantieri ancora in fase di realizzazione, il PGT, perseguendo l’obiettivo di contenimento del consumo di suolo e facendo riferimento alla breve durata del Documento di Piano, ha operato una “selezione” delle aree non attuate andando a confermarne solo alcune con una quota significativa di aree produttive dismesse. L’individuazione degli ambiti di trasformazione è stata fatta in base ai vincoli di difesa del suolo e di rischio aereo-idraulico su di esse gravanti oppure alla vicinanza ad aree di pregio ambientale- naturalistico del Parco Agricolo Sud Milano. Ne discende che Peschiera Borromeo, inclusa nel tavolo interistituzionale del Sud Est Milanese, può espandersi nella misura del 2% della superficie urbanizzata, avendo l’Indice di consumo di suolo ricompreso nella classe D (36%-45%). Gli Ambiti di Trasformazione del Documento di Piano sono stati individuati esclusivamente al di fuori del Parco Agricolo Sud Milano per la quasi totalità delle aree su zone già previste dal PRG Vigente. Di conseguenza la quota di incremento massimo ammissibile per nuove espansione è stata utilizzata in soli due casi che vede un Ambito di Trasformazione a San Bovio (ATU9) (ampliamento oratorio) su un’area che nel PRG Vigente era destinata agricola per una

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superficie territoriale di 26.550 mq. e un’altra area azzonata in gran parte agricola adiacente alla Paullese e attestata all’inizio di via Di Vittorio, ambito attualmente produttivo. La verifica del consumo di suolo evidenzia che su una quota complessiva poco superiore ai 193.400 mq di possibile espansione, in questo Documento di Piano ne viene utilizzata solo il 24% per una superficie territoriale pari a 46.930 mq. circa.