Sabato 26 Febbraio 2011 Il farmaco e la … farmaco e la professione del Farmacista tra patologie e...

28
MENSILE Febbraio 2011 n.2-anno49 in questo numero In limine vitae Italia che cambia Conosciamoci 17 marzo 2011: Festa dell’Italia Unita Torneo di Burraco pro Butterfly Sabato 26 Febbraio 2011 Il farmaco e la professione del Farmacista tra patologie e esigenza di “buona salute”: come sta evolvendo la professione?

Transcript of Sabato 26 Febbraio 2011 Il farmaco e la … farmaco e la professione del Farmacista tra patologie e...

MENSILEFebbraio 2011

n.2-anno49

in questo numero

In limine vitae Italia che cambia

Conosciamoci17 marzo 2011: Festa dell’Italia Unita

Torneo di Burraco pro Butterfly

Sabato 26 Febbraio 2011Il farmaco e la professione del Farmacista tra patologie e

esigenza di “buona salute”: come sta evolvendo la professione?

Sommario

2 Editoriale3 La prossima riunione 4 Riunione conviviale (29 gennaio 2011) 16 Problemi In limine vitae21 Scenari Italia che cambia22 Conosciamoci23 Evento 17 marzo 2011: Festa dell’Italia Unita (serata a tema) Torneo di Burraco pro Butterfly

Notiziario Mensile del Circolo della Sanità di BariReg. Tribunale di Bari n. 1337 del 11/09/1997

Anno 49 - n. 2Febbraio 2011

Anno Sociale 2010-2011Presidente: Onofrio Lattarulo

Riferimento Redazionale:Nicola SimonettiVia Dante, 51 - BariTel. 080.523.94.33E-mail: [email protected]

Direttore editoriale e Coordinatore di redazioneOnofrio Lattarulo

Direttore responsabileNicola Simonetti

Direzione ScientificaNicola Zizzo, Nicola Simonetti, Angelo Dell’Erba

ImpaginazioneQuorum Italia

StampaSedit - Bari

Le opinioni espresse dagli Autori degli articoli pubblicati riflettono il punto di vista degli Autori stessi e non necessariamente quelli del circolo. La Direzione non è tenuta a pubblicare tutto ciò che viene inviato. Articoli e materiali non si restituiscono.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

2

Editoriale

Carissimiho visto con piacere che il grande impegno profuso per la buona riuscita della serata è stato ricompensato otti-

mamente; tutto è andato bene, gli illustri Ospiti hanno apprez-zato l’impegno del nostro Circolo, la nutrita partecipazione, si sono trattenuti a cena e sono stati disponibili con tutti noi.Ringrazio pertanto il Consiglio che mi supporta sempre e so-prattutto il nostro Prefetto, sempre disponibile e precisa nella organizzazione della sala e della cena, nonché il past-Presiden-te Prof. Zizzo sempre prodigo di consigli e di aiuto in ogni mo-mento.Grazie a tutti voi che ci seguite ed un affettuoso arrivederci alla prossima di FebbraioCon affetto

Onofrio

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

3

LA PROSSIMA RIUNIONE

IL CIRCOLO DELLA SANITàDI BARI®

Presidente: Dott. Onofrio Lattarulo

presso lo Sheraton Nicolaus HotelVia Cardinale A.Ciasca, 9 - 70124 BARI - 080/568.21.11

Sabato 26 Febbraio 2011alle ore 20.00

IL FARMACO E LA PROFESSIONE DEL FARMACISTA TRA PATOLOGIE E

ESIGENZA DI “BUONA SALUTE”: COME STA EVOLVENDO LA PROFESSIONE?

Prof. Carlo FranchiniOrdinario di Chimica Farmaceutica e Tossicologica - Facoltà di Farmacia

Le prenotazioni raccolte dal nostro Prefetto, dr.ssa Ester Valentini, dovranno pervenire entro giovedì 27 gennaio 2011 dalle ore 14 alle 16 ai seguenti numeri telefonici: 080/501.36.25 o 340/26.35.070 e, dalle ore 21 alle 22 esclusivamente al numero 340/26.35.070.

Si prega di voler, cortesemente, effettuare sempre la prenotazione. Grazie.Per esigenze di carattere organizzativo, si raccomanda la massima puntualità. Grazie.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

4

RIUNIONE CONVIVIALE (29 gennaio 2011)

Serata entusiasmante, tutto pieno e grande cordialità e convivialità tra i soci ed i numerosi e qualificati ospiti. Sono presenti tutte le televisioni locali e la Rai Tv. Il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, dott. De Tomaso, ha fatto giungere le proprie scuse per non poter partecipare – per motivi di lavoro – alla nostra manifestazione.

Tra gli ospiti presenti, il prefetto di Bari e signora, gli on. Francesco Paolo Sisto e Antonio Di Staso e signore, il presidente della Provincia prof. Francesco Schittulli (nostro socio), il consigliere regionale prof. Michele Boccardi, i presidi delle facoltà di Medicina e di Farmacia dell’università di Bari, prof. Antonio Quaranta e Roberto Perrone, il presidente della Camera di Commercio, dr. Alessandro Ambrosi e signora, l’avvocato capo del Comune di Bari Renato Verna e signora.Dopo l’invito del segretario dr.sa Valentini, il Presidente dà il tocco di campana e, con l’inno di Mameli, partecipato a viva voce da tutti, si dà inizio alla serata che il dott. Lattarulo introduce:

Onorevoli Signor Ministro della R.I. e Signor Senatore della R.I. è con immensa gioia che vi ospitiamo nel nostro circolo questa sera e non nego che lo facciamo con grande emozione, mia in particolare, poichè la mia mente va ad alcuni anni orsono quando direttore scientifico prima e direttore generale poi dell’Arpa Puglia ebbi a collaborare con l’allora governatore Fitto.Con l’ incontro e con l’assegnazione del ‘Pestello d’argento” quella di questa sera vuol essere la giusta sottolineatura, da parte di un club culturale, per il grande impegno sociale e culturale di due illustri figli della nobile terra pugliese: l’On. Dott. Raffaele Fitto ed il Sen. Don. Luigi D’ambrosio Lettieri.E la mia emozione questa sera si fa più evidente se il mio sguardo si posa su le tante autorità presenti, figli illustri an-che loro della nobile terra pugliese che hanno raggiunto elevate mete sociali grazie soprattutto al loro elevato spessore culturale ed alla loro indiscussa professionalità dopo anni di duro lavoro e di non facili impegni spesso “ad elevato rischio”.Grazie a tutti per l’onore che avete riservato a questo circolo dalle nobili tradizioni, circolo, radicato ormai sul ter-ritorio ed al servizio dello stesso come testimoniano le opere poste in essere e che vi andremo ad illustrare se pur brevemente, in seguito.Siamo, illustri ospiti, un circolo di professionisti che operano o che hanno operato nell’ambito sanitario e che ha scel-to, con un deciso cambio di rotta, con la mia presidenza, di dedicarsi principalmente ad opere filantropiche e quindi ad una politica del fare e non solo dell’essere o dell’apparire.Onore e vanto di questo circolo è l’avere come soci illustri professionisti non solo negli specifici campi di appartenen-za ma anche in quello politico. Siamo infatti convinti che con la partecipazione e non solo con la passiva esistenza sul territorio si può contribuire al bene del proprio paese e della propria terra.Vogliamo essere protagonisti e lo vogliamo essere fino in fondo di una rinascita culturale della nostra terra che ab-biamo visto purtroppo cadere in un profondo baratro che va dalla malasanità al radicamento di cosche mafiose che stanno strozzando la nostra economia.Non siamo e non saremo mai quanto propagandato ultimamente dai mass-media e cioè una società mafiosa e vessa-trice verso i cittadini ... con una sanità solo del malaffare e fatta solo di chiacchiere; noi ci opponiamo e ci opporremo, con tutte le nostre forze, al degrado morale circolante nel tessuto connettivo sociale e principalmente della sanità (le

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

5

cronache sono piene di episodi che recano sgomento) offrendo con l’ampia apertura, del nostro circolo, una mano concreta alla società nel cui contesto operiamo e in cui tanti nostri illustri soci operano con spirito di abnegazione e di dono al prossimo di tutte le proprie forze.Opereremo affinchè i giovani non abbiano più a subire ingiustizie (degrado della scuola, università) o false promesse di lavoro con fantomatictte “fabbriche piene solo di chiacchiere”, quei giovani che sono la struttura portante della so-cietà di domani, quei giovani a cui abbiamo, fino ad oggi, solo offerto poco educativi reality o ignobili, volgari dispute politiche televisive, artatamente poste in essere.Opereremo con sottolineature come quella di questa sera e con concreti gesti di amore per il prossimo come le ado-zioni a distanza, che noi abbiamo intrapreso o le opere altamente caritatevoli come quelle intraprese dal nostro socio Ferruccio Aloè.Grazie Signor Ministro, grazie nostro socio senatore, grazie nostro socio Presidente Schittulli (illustre oncologo) per la vostra qualificante presenza ma soprattutto per quanto andrete a dirci poichè, sono pienamente convinto che, se è vero come poi è vero che la cultura è vita e che noi come Circolo della Sanita’ di Bari operiamo con cultura e nella cultura, e, lo testimoniamo anche questa sera con la vita e per la vita con opere concrete e massima disponibilità per aiutare il prossimo.Grazie

Il presidente, quindi, premia, con il Sigillo del Circolo, il nostro socio dott. Vittorio De Venuto, per il suo entusiastico impegno che sviluppa a favore dell’iniziativa Butterfly, associazione volontaristica che si occupa dell’aiuto domiciliare ai malati terminali o in gravissime difficoltà, fondata dal nostro Aloé.Un secondo Sigillo è stato consegnato a Caterina Balivo, conduttrice di “Pomeriggio sul due”, madrina dell’ormai famosa manifestazione “Fashion Villa Menelao”.I due premiati hanno espresso, con nobili parole, gratitudine per il riconoscimento ricevuto.Il presidente ha consegnato il “Pestello d’argento”, la massima onorificenza del Circolo, ai relatori, ministro Raffaele Fitto e senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri.

Il dott. Lattarulo porge, quindi, pubbliche congratulazioni al sig. Prefetto della Provincia di Bari, dott. Schilardi (già insignito del Pestello d’argento e che, in una delle nostre riunioni predenti, ha tenuto una brillante relazione insieme

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

6

al Procuratore della Repubblica, Laudati) nominato Consigliere di Stato. Mai nomina fu più meritata en condivisa dai numerosissimi estimatori del sig. Prefetto di Bari.Interviene il prof. Francesco Schittulli, nostro socie e presidente della Provincia di Bari il quale fa riferimento alle difficoltà che ogni giorno incontrano gli operatori sanitari a tutti i livelli ed alle complessità che costringono l’attività delle strutture. Questo, ormai, esige un cambiamento radicale, un rinnovato slancio a livello regionale che tutti auspichiamo. Così non si può procedere ulteriormente. La buona volontà ed il superamento di ogni controversia, con la chiarezza legislativa, ci fac-ciano uscire dal baratro che ci sovrasta.Infine, gli attesi interventi dei Relatori.

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

7

On. Ministro FITTO:L’attuale situazione e la prospettata ed imminente legislazione attuativa del programma del Federalismo, richiede approfon-dimento e necessità di impegno ulteriore. Siamo nella fase di discussione dei Decreti attuativi che, per quanto riguarda la Sanità, sono stati ampiamente discussi, modificati ed accettati all’unanimità dai partecipanti alla conferenza Stato-Regioni presieduta dal Ministro Fitto.La deformazione mediatica – ha detto Fitto – non giova alla conoscenza dei provvedimenti in corso di gestazione. Il dibat-tito si basi sul merito e non sulle, pur comprensibili, passioni politiche di parte.La legge varata dal Consiglio dei Ministri (al suo interno – ha precisato Fitto – si è svolto, ampio, appassionato, lungo dibat-tito e non c’è stato – come certa stampa ha detto – approvazione lampo precostituita) è stata discussa ed approvata da tutti i Presidenti di Regioni, Province e Sindaci ed è stata portata all’attenzione degli altri gruppi perché, anche e soprattutto i cittadini, ne abbiano obiettiva conoscenza.Principi, quindi ampiamente e coralmente accettati e condivisi.Primo principio fondamentale è la codifica della responsabilità amministrativa di ogni e tutti gli operatori la cui opera do-vrà e potrà essere toccata con mano da ogni cittadino.Il secondo principio è il miglioramento e l’ottimizzazione della spesa pubblica di cui è inevitabile il contenimento oculato e finalizzato al miglior servizio da rendere.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

8

Un aspetto di fondo sul quale non mancano distorsioni e speculazioni, è l’attuale penalizzazione del Sud, regioni meno avanzate e meno ricche.Fitto fa notare che il Federalismo non è ancora in vigore e le differenze e penalizzazioni al Meridione che gli si addebitano, preconizzano e demonizzano sono in atto e sotto gli occhi di tutti.Con il Federalismo si vogliono meglio attuare i principi costituzionali e orientare la perequazione Nord-Sud, tenendo pre-sente, tra l’altro, la minore capacità fiscale del nostro Mezzogiorno.Ma noi tendiamo ad una perequazione non affidata alla “carità” delle Regioni più dotate, sibbene alla sua verticalità, nella quale è lo Stato che valuta e stabilisce uguaglianza e giustizia.Il fondo che copre le differenze fra le maggiori e minori capacità fiscali e le necessità di spesa per garantire univoche sanità, assistenza, istruzione per tutti.Sono questi settori che assorbono oltre il 90 per cento delle spese delle varie Regioni e la perequazione si pone come ele-mento dominante e conduttore della riforma federalistica da cui il Mezzogiorno non può che trarne benefici e vedere, finalmente, riconosciuti i propri diritti di uguaglianza.La normativa in vigore, per esempio, stabilisce che la spesa sanitaria venga ripartita secondo discutibili criteri di cosiddetta “quota pesata”. Maggiori risorse per le Regioni nelle quali la popolazione anziana è più numerosa, cosa che, ovviamente, ci penalizza rispetto al Nord.

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

9

Per la prima volta, si introduce il principio di giustizia perequativa e si mette in discussione quello precedente ed ingiusto per sostituirlo con criteri basati sul peso socioeconomico della popolazione.E’ un elemento di diversità sostanziale, un riequilibrio che metterà, finalmente, in corsa il nostro Mezzogiorno, al di là delle discussioni medianiche concentrate su illazioni e previsioni infondate.La spesa sanitaria viene, nei fatti, trasformata da quella storica (che non entrava nel merito) a quella dei costi standard che valuta le prestazioni e ne unifica la spesa relativa.Com’è possibile giustificare – si è chiesto il Ministro – che una stessa prestazione possa costare X in una Regione od Asl ed X più 2 o 3 in altre magari confinanti? Come si possono tollerare ulteriormente i cosiddetti viaggi della speranza che puni-scono il cittadino che si trovi nella necessità di farvi ricorso e la Regione che deve pagare i relativi costi. Un danno aggiunto alla beffa di dover mendicare altrove un servizio che si sarebbe potuto e dovuto prevedere in loco.Dal 3013 sarà operante la perequazione integrale e, dopo ne valuteremo i risultati.Le legge impone di considerare le necessità, di finalizzare la spesa, di intervenire, per esempio, nella distribuzione dei presidi eliminando quelli pleonastici, ripetitivi, inutili e distribuendo, secondo bisogni accertati, le specialità assenti/carenti. Non più caotica o interessata presenza di inefficienti e dispendiose strutture che al massimo sono utilizzate al 40-50 per cento.Dieci anni fa avevamo prospettato un modello organizzativo che, ora, si tenta, sotto mentite spoglie, di riesumare, dopo aver sacrificato somme ingenti sull’altare della contrapposizione e del preconcetto. Molta la libertà incontrollata degli operatori.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

10

Ora si vuole instaurare una rete che risponda, in tempi e modi adeguati ed in maniera uniforme per qualità e costi, ai biso-gni ed alle esigenza di tutti i cittadini ovunque essi abitino.Noi, oggi, stabiliamo il principio fondamentale della responsabilità dei singoli amministratori che sono chiamati, in prima persona, alla quadratura dei conti ed alla validità dei servizi di competenza. Bilancio funzionale ed obiettivi concordati da raggiungere e perseguiti devono coincidere. Il bilancio non può essere un optional.Il Federalismo chiede che siano, inizialmente, proposti e concordati gli obiettivi da raggiungere. Chi non onora gli impegni, diventa inesorabilmente incandidabile ulteriormente, decade, perde il diritto a continuare e riproporre il proprio operato di amministratore.Il principio ispiratore è quadratura dei conti e validità del servizio amministrato a servizio esclusivo del cittadino.Per il principio federalista che si vuole instaurare, prioritariamente si devono stabilire gli obiettivi, prevederne i risultati, raggiungerli.Non si vada contro il Federalismo con ingiusti e ciechi colpi di clava ma se ne guardino le peculiarità, i contenuti reali.Non è corretto, ovviamente, amministrare senza assumersene le responsabilità, senza rispondere ai cittadini del proprio operato, senza tenerne conto delle effettive esigenze.Non ci si attardi – ha sollecitato Fitto - su contrapposizioni politiche che allontanano la discussione dal merito del provve-dimento e dalla affidabilità della Riforma.

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

11

Federalismo e sanità evidenziano un nesso forte perché la spesa percentuale va oltre l’80% del bilancio complessivo, cifra che non si può sostenere con le risorse insufficienti a disposizione. Ma, a guardare bene ed obiettivamente, ci sono ampi margini che, con la riforma, permettono di migliorare ed ottimizzare le prestazioni ed i servizi.L’unanimità raggiunta nelle diverse contrapposizioni con il Governo rappresenta un affidabile terreno su cui continuare a confrontarci sulla base dei sostanziali contenuti.Quando si è iniziata la discussione, si è fatto riferimento, quale punto di partenza, al modello lombardo (la regione più ricca d’Italia e d’Europa) e si è costruito il modello di perequazione tra le varie regioni in maniera verticale, quindi stabilita e garantita dalla Stato. Il Mezzogiorno, quindi, non ne sarà penalizzato ma avvantaggiato dai nuovi criteri di giusta distribu-zione. E’ la nostra sfida.

Sen. D’AMBROSIOIl nuovo orientamento, offerto in discussione alla platea specifica di operatori sanitari che vivono, ogni giorno, la lotta di trincea e che hanno assicurato, anche grazie al proprio impegno, alla sanità italiana uno dei primissimi posti nella gradua-toria dei servizi nel mondo, si rifà alla Legge 833 e conferma, nei fatti, la non raggiunta attuazione dei principi di solidarietà, equanimità, umanità.Perseguiamo, ora, un recupero ed una migliore attuazione dei principi e della gestione ma, soprattutto, delle responsabilità dei singoli a qualsiasi livello essi appartengano.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

12

Maastrict è stato il punto-spartiacque che non consente più di scaricare le spese su “Pantalone” pagante. Diventa imperativo pregnante e non opzionale tenere i conti in ordine senza cui non può e non deve coagularsi il consenso.Un invito al “partito della responsabilità” mettendo da parte il “partito della responsabilità”.Basta percorrere la strada che costa impropriamente in una Puglia che, oggi, si appresta a promuovere una politica contro la quale – facendo perdere tempo e preziose risorse dei cittadini – ci si era scagliati demagogicamente.Una nuova classe dirigente, di cui c’è assoluto bisogno, deve farci recuperare credibilità nella scia di etica e responsabilità nella pubblica amministrazione e della corretta gestione delle risorse.Non si può perseguire il “tutto a tutti” ma si deve fornire la corretta risposta a bisogni e necessità dei cittadini seguendo i principi di equanimità, giustizia, selettività oggettiva, priorità riconosciuta.La mutata condizione della popolazione (nel 1970, per ogni pensionato vi erano 2 lavoratori) impone un adeguamento dei programmi nel rispetto dei bisogni e del bilancio. Il bene salute è da tutelare e difendere ma con nuovi visione e modo di operare esigendo la responsabilizzazione personale dei pubblici amministratori, rifiutando il parlare vuoto e demagogico, pur se aulico. Non di parole vive la sanità.

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

13

L’imprenditore privato che va in rosso finisce, con i registri in Tribunale. Quello pubblico non può sottrarsi a questa logica e subisce l’inevitabile espulsione.Purtroppo la nostra esperienza quotidiana attuale ci fa guardare con sufficienza e superiorità dai colleghi del Nord. Ci ac-cusano di avere al potere locale una classe inadeguata, impreparata e parolaia e di sprecare risorse.Parliamo – invita d’Ambrosio Lettieri - nella verità e per la verità specialmente al malato che sappia ed ottenga adeguate risposte a chilometro zero.La malasanità più volte addebitataci non sempre corrisponde nei fatti alla realtà. I numerosi ricorsi, dopo una ventina di anni, si risolvono in una bolla di sapone e – cosa inaudita – un verdetto ristoratore (che tale non è perché ha scosso la cre-dibilità alla base del rapporto di fiducia medico-malato) giunge solo dopo anni. Questo andazzo (non manca pubblicità di studi legali che si propongono a tutela del paziente contro il medico e/o l’istituzione) provoca l’instaurarsi di una medicina difensiva che ci costa 18 mila euro l’anno. Ci stiamo impegnando per trovare un giusto elemento di correzione, di garanzia per cittadini ed operatori.Non dimentichiamo che, qui, da noi, ci sono professionalità e strutture di vera eccellenza (il senatore ha citato, esemplifi-cando, il prof. Sborgia e la sua clinica che ne sono un esempio concreto, peraltro non singolo) che meritano riconoscimento e sostegno.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

14

Applausi convinti hanno fatto seguito alle due relazioni.Interviene la prof. Titty Palladino che offre l’opportunità, al ministro Fitto di ribadire che principio basilare della legge sul federalismo è l’incandidabilità di quegli amministratori che non centrano gli obiettivi e non quadrano i bilanci. Un deter-rente efficace che impedisce il ricorso al consenso a detrimento del sano e corretto operare. Lo stesso concetto nel piano per il Sud per il quale è attuato un monitoraggio attento. Il Fondo Tas, da noi, è utilizzato solo per il 40% ed i Fondi dell’Europa, se non si rileverà capacità di spesa corretta, non andranno perduti dalla Regione ma utilizzati mediante commissariamento in maniera che essi non vadano perduti a causa dell’incapacità di chi deve amministrarli ed i cittadini non ne soffrano.

PARTECIPANTI:SOCI : Alfarano Vincenzo, Aloè Ferruccio, Antuofermo Francesco, Armenise Pietro, Brescia Domenico, Calò Giuseppe, Cannone Gian-carlo, Cardone Felice, Ciruzzi Beniamino, Colucci Antonietta, Curci Enrico, d’Ambrosio Lettieri Luigi, De Rosa Giuseppe, De Venuto Vittorio, Desantis Salvatore, Di Chio Fernando, Dongiovanni Annalisa, Garofalo Alfredo, Giorgio Teresa, Gomes Tom-maso, Guido Giuseppe, Lattarulo Carla, Lattarulo Onofrio, Lojodice Vittorio, Loragno Vincenzo, Maiorano Vincenzo, Mangini Lucrezia, Mingarelli Maurizio, Nitti Michele, Palladino Domenico, Pannarale Paolo, Passantino Girolamo, Piracci Francesco, Pomarico Annalisa, Ressa Donato, Rosato Pasquale, Santamato Vito, Schittulli Francesco, Sciacovelli Onofrio, Silvestri Giuseppi-na, Simonetti Nicola, Sozio Nicola, Stipani Italo, Valentini Ester, Valentini Giuseppe, Valori Vincenzo, Vatinno Rosalba, Visceglie Domenico, Zizzo Nicola.

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

15

0SPITI ADULTI: Alfarano Teresa, Ambrosi Alessandro e Signora,Amoruso Giuseppe, Andriani Maria Nissina, Angela Chiancone Lorusso, Arma-colas Kelly, Armentieri Luigi, Arrigo Marisunta, Balivo Caterina, Barone Filomena, Belligerante Francesco, Boccardi Michele, Brescia Angela, Caccuri Giuseppe, Calabrese Angelica, Calò Garofalo Maria, Cardone Maria Pia, Catella Cristiana, Chiancone Giancarlo, Cinone Franca, Colamartino Mario, Contini Elio, Curci Rosalba, d’Ambrosio Lettieri Signora, D’Amore Elvira, De Feo Gisella, De Fonte Isabella, De Nicolò Maria, De Rosa Gemma, De Salvatore Giuseppe, De Venuto Antonietta, Del Core Maria Antonietta, Del Core Roberto, Di Guglielmo Anna, Distaso Antonio, Distaso Monica, Fiorenza Donato, Min. Fitto Raffaele e Signora, Giordano Francesco, Gomes Maria Pia, Guido Mariolina, Lattarulo Marilù, Leobardi Gaetano, Lojodice Giusy, Marco Gay, Maruca Gina, Nitti Isa, Pedreira De Almeida Mestela, Petruzzelli Giovanna, Pignatelli Titty, Pontrelli Pietro, Preml Sabine, Quaranta Antonio, Ressa Licia, Rocco Alessandra, Rosato Katia, Sapone Adele, Sardone Pasqua, Sborgia Carlo, Sborgia Clelia, Sborgia Luigi, Pref. Schilardi Carlo e Signora, Scivittaro Rosa, Sebastiano Rosa, Simonetti Mimma, Sisto Francesco Paolo, Stipani Paola, Sylos Labini Marcello, Sylos Labini Maria, Telesforo Roberto, Tondi Maria Gabriella, Tota Chiara, Tunzi Annamaria, Va-lentini Elvira, Vencia Wanda, Verna Dora, Verna Renato, Zonni Donata.

Il Menu della serata:Strascinati al ragù di funghi carboncelli con salsiccia di Altamura, pachino infornato e scaglie di pecorino – Lombo di vi-tellino farcito e bardato con carciofo alla giudea e tortino di patate – Bouquet di frutta con panna cotta al caramello. Caffè – Vini: rupicolo di Rivera, Moscato Piani di Tufara.

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

16

In ambito biologico, la morte (dal latino mors) può es-sere definita in negativo, come la permanente ces-sazione di tutte le funzioni vitali dell’essere vivente.

Ma determinare quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta, non è semplice.La definizione si è evoluta nel tempo, insieme ai cambia-menti culturali, religiosi e scientifici.In Italia, in medicina legale, la morte si identifica come la cessazione non reversibile delle funzioni dell’encefalo, in congruenza con la legge 29 dicembre 1993, n. 578.Vanno distinti due tipi di “morte”:Morte biologica: si verifica quando gli organi, le cellule e l’or-ganismo di un uomo sono irreversibilmente danneggiati.Morte clinica: si verifica quando l’organismo di un uomo, pur in arresto cardiaco, non è irreversibilmente danneg-giato, e può essere sottoposto a rianimazione.

Dal punto di vista evolutivo, la morte individuale è una con-seguenza ed una necessità contenuta nel concetto di evolu-zione.Secondo Danilo Mainardi “Il senso biologico della vita, se un senso c’è, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto con un continuo ricam-bio, sostituzione, evoluzione, degli individui. L’individuo, ogni individuo, non è che un limitato segmento di una lun-ghissima trama che si muove e si evolve nello spazio e nel tempo”.

C’ERA UNA VOLTA….In ogni tempo e presso tutti i popoli i “morti” furono trat-tati con grande venerazione e rispetto e il loro corpo veniva affidato al luogo del suo riposo con riti commoventi che ri-velavano una diffusa e comune credenza che la morte è solo

In limine vitaeA cura del Dr. Ferruccio Aloè ‒ Responsabile U.O. di Medicina del Dolore e Cure Palliative Istituto Oncologico di Bari

Problemi

beerkoff@fotolia

17

la porta spalancata su un’altra vita.Già durante il Neolitico, in Italia, era diffuso il culto dei morti, ai quali si dava sepoltura secondo un rituale che pre-vedeva il rispetto per il defunto e una cura particolare per la tomba.Molti antropologi ritengono che le sepolture degli uomini di Neanderthal in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una sorta di aldilà.Gli antichi Egizi credevano in una vita dopo la morte.  Essi pensavano che l’immortalità felice dipendesse dalla conser-vazione del corpo del defunto e per questo adoperavano la tecnica della imbalsamazione, accanto al defunto collocava-no anche gli oggetti che erano stati da lui usati in vita e gli ali-menti per nutrirsi.  Gli Egizi credevano, ancora, che il defunto intraprendesse, a bordo di una navicella, un viaggio nel cielo per arrivare al dio del Sole per esser giudicato.  Una bilancia decide del suo destino.  Infatti su uno dei piatti della bilancia viene posta il cuore del defunto, e solamente se risulta più leg-gero dell’immagine della dea della verità gli viene concessa la vita eterna.  Per coloro che non si sono comportati bene e il cui cuore risulta pesante non c’è luogo di pena, ma c’è una seconda morte, questa volta, però, definitiva.I Greci pensavano che dopo la morte i defunti continuas-sero a vivere come delle “ombre” nel regno della morte, in un mondo sotterraneo che chiamavano gli Inferi.  Prima di arrivare negli Inferi il defunto doveva attraversare il nero fiume Stige.  Per questo i parenti collocavano una moneta in bocca al defunto che era come la paga per Caronte, il barca-iolo che attraversava lo Stige.  Dopo, il defunto beveva alle acque del fiume Lete ( “dimenticanza”).  Da questo punto in avanti il defunto non ricordava più nulla della sua vita passata;  né i momenti di felicità, né i dolori e le sofferenze.  Davanti all’entrata del regno dei morti montava guardia Cerbero, il cane degli Inferi.  Egli permetteva alle anime dei morti di entrare, ma impediva e bloccava quelle che volevano tornare sulla terra.  In questo modo i defunti vivevano come “ombre” nel regno del dio Ade e della sua sposa Persefone.I Romani baciavano i loro morti prima di deporli nel sepol-cro e gridavano ad alta voce: “Vale!” che vuol dire: sta’ bene!.Il più delle volte sul luogo della sepoltura facevano un ban-chetto funebre.  In questo banchetto c’era sempre un posto vuoto, quello del defunto:  qui venivano portati cibi e be-vande che dovevano servire come viatico per il viaggio del defunto.Presso gli antichi persiani, per i quali sia la terra sia il fuoco erano sacri, i cadaveri non venivano seppelliti o bruciati, per non contaminare i due elementi, ma lasciati a decomporsi su piattaforme sopraelevate. Tale modalità fu in uso anche presso alcune tribù di nativi americani.I seguaci di Maometto credono che essi durante la vita de-vono assolvere molti doveri, perché subito dopo la morte

possano essere accolti nel Paradiso.  I doveri dei Musulmani sono il rispetto e l’applicazione delle cinque regole fonda-mentali: La preghiera giornaliera, l’elemosina, il digiuno, la professione di fede in Allah e il pellegrinaggio a La Mecca. I Musulmani collocano il Paradiso in un meraviglioso giar-dino nel quale regna un’eterna primavera. In questa maniera Allah li premia.Presso le tribù Yanoami, della zona amazzonica, è in uso una forma di cannibalismo del defunto, perchè il corpo pri-ma viene cremato, e poi le sue ceneri vengono impastate con una pappa a base di banana e mangiate da tutta la tribù. In tal modo si crede che l’anima del morto rimanga tra i suoi cari.Presso l’Induismo, il Sikhismo ed altre religioni orientali si crede nella reincarnazione; secondo questa filosofia, la mor-te rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la nasci-ta), tramite il quale l’anima abbandona un involucro ormai vecchio, per abitarne uno nuovo, fino all’estinzione del Kar-ma e alla conseguente liberazione definitiva.Al di là del diverso modo di affrontare culturalmente e re-ligiosamente il momento della morte, è proprio il concetto di “momento” che è stato per lunghissimo tempo messo in

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

tkosakev@fotolia

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

18

discussione.Montgomery, facendo rapporto sull’evacuazione del Cimi-tero di Fort Randall, dichiarò che quasi il 2% dei cadaveri esumati erano stati sepolti vivi.Molta gente nel XIX secolo, allarmata dalla frequenza dei casi di sepolture premature, richiese, come parte delle ulti-me cerimonie, che fossero praticate ferite o mutilazioni per assicurarsi che non si sarebbero svegliati.E’ importante parlare di morte nella cultura occidentale at-tuale, se non altro per cercare di interpretare quello che pare un tentativo evidente di allontanare sempre di più la morte dal concetto di vita.

ORA, INVECE:Sembra che nel nostro mondo occidentale la morte non ab-bia più alcun diritto di presenza.Alcuni hanno usato a proposito il termine di “morte negata”.La morte è stata cacciata come presenza, si muore sempre più da soli, anche il linguaggio sembra ammutolirsi, man-cano le parole.Essa sempre di più è stata messa in “congelatore”, non è de-cente parlare di morte, ha perso quella vicinanza quotidia-na che la rendeva più vicina, più familiare, che restituiva al “memento mori” quella sopportabilità e spontaneità che ri-dava alla morte il “suo posto” di elemento costitutivo della vita.

Il mondo che ci circonda non inse-gna a morire. Tutto e’ fatto per na-scondere la morte, per indurci a vi-vere senza pensarci, in una continua tensione verso sempre nuovi progetti e obiettivi da raggiungere nel campo dei valori materiali.E’ un mondo che non ci insegna piu’ a vivere, ma semplicemente a riuscire nella vita, il che non e’ la stessa cosa.Che qualche cosa sia cambiato nel modo di morire ce ne siamo accorti in molti: fatti recenti ne hanno mo-dificato i termini.Questi fatti nuovi e drammatici si chiamano “alta tecnologia medica”.L’arrivo massiccio negli ospedali del-la tecnologia medica ha alterato le modalità del morire.Si è creata la situazione, non facilmen-te comprensibile a livello di grande pubblico, del “cadavere a cuore bat-tente” e del “morto a livello cerebrale”.In un articolo sulla tecnologia della morte, Ferdinando Camon scrive che “oggi si muore con cuore e cervello innestati ai fili, che finiscono in uno

strumento registratore: è la morte intubata. E il personale cu-rante è ormai una equipe di meccanici, impegnati a badare che la flebo sgoccioli e l’ossigeno arrivi. La differenza fra la morte naturale e la morte artificiale, sta nel fatto che la pri-ma aveva le sue ragioni, era accettabile e accettata, c’erano dei valori per cui morire; ora non ci sono più. Abbiamo soltan-to delle ragioni per vivere. La morte è un assurdo, niente la giustifica. La nostra società ha trovato migliaia di ragioni per vivere, nessuna per morire. Si muore all’ombra, in fondo ai reparti, dove non passa nessuno. Quando la morte è finita, si spengono le macchine, si cavano le spine, si arrotolano i fili e si fa portare via il corpo, si manda in archivio la cartella clini-ca. Il caso è chiuso, sotto un altro”.La tecnologia tende quindi a inglobare rapidamente la mor-te attraverso tutta una serie di modalità che sembrano con-tribuire a svuotarla del suo valore antropologico, della sua risonanza in termini esistenziali, del suo significato di even-to reale, la cui pregnanza non può essere colta, in un fretto-loso tentativo di occultamento e negazione dei suoi aspetti esterni ed interni.La morte, insomma, non accade più realmente, e non è pre-visto che succeda più in un mondo ove l’avanzare di scoper-te tecnologiche sempre più affascinanti sembra prometterci ogni giorno di più un controllo totale sulla natura, sul nostro destino, sulle malattie e su ogni altro fatto umano. L’ospedalizzazione del morente ha rinchiuso la morte tra i

astoria@fotolia

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

19

paravento, non solo simbolici, delle nostre rimozioni, snatu-randone le sembianze e lo stesso sentimento di paura.Nella maggior parte dei trattati di patologia e di clinica me-dica, così come nelle enciclopedie mediche, non si trovano sezioni dedicate alla condizione del morente, e nemmeno i testi specialistici contengono informazioni riguardanti le cure per il paziente che muore nelle specifiche patologie.

IL MEDICO:Non avendo ricevuto alcuna formazione in questo senso, il Medico ha paura del processo del morire, si allontana dal letto del paziente e ne sottostima i sintomi, soprattutto quel-li come il dolore o il delirium, che, per la loro dimensione soggettiva, evidenziano i limiti di una medicina basata su conoscenze oggettive.In questo ventesimo secolo, caratterizzato dal rifiuto della morte, dal mito dell’onnipotenza della medicina, e dalla esclu-sione della morte dalla vita sociale, si è creato un mondo in cui “morire bene” significa morire rapidamente, ancor me-glio se inconsciamente, e possibilmente in ospedale, per non creare troppo disturbo a chi ci è vicino. L’ospedale diventa il teatro delle lunghe agonie, dove nelle sue corsie si vivono le tragedie dei nostri tempi di stress e di fretta, consumate tra mura anonime e camici bianchi tutti uguali. Nessuno di noi può vivere da solo la propria vita, nessuno può affrontare da

solo la propria morte: da solo cioè senza l’aiuto essenziale che gli viene da un altro. Per molte persone la morte è precedu-ta da una rottura decisiva, talvolta brutale con l’ambiente e accompagnata da una crescente solitudine. Per questo tutti gli uomini, nell’ultima tappa della loro vita hanno bisogno di un’intensa assistenza per avere una morte degna di un essere umano. Vivere e morire vanno dunque di pari passo fino alla nostra morte. Ciò che distingue la posizione di chi assiste il malato terminale rispetto a quella del malato in genere è la complessa risonanza emozionale e psicologica.Gli stati d’animo che accompagnano tale tipo di esperienza sono molteplici: la profonda e concreta percezione della sof-ferenza, la necessità di comunicarla, condividerla, gli inevi-tabili momenti di solitudine che anche l’operatore sanitario conosce quando sulle sue spalle grava la responsabilità di un gesto tecnico, di una parola o di una risposta, l’attenzione profondissima a ciò che si dice, a ciò che si ascolta, a ciò che si tace, la necessità assoluta di verità espresse, mitigate o nascoste, il tutto nella ricerca di un equilibrio sempre pre-cario e delicatissimo che affina la sensibilità ed impone un altissimo rispetto per l’uomo e per la vita.All’interno e all’esterno di ogni ospedale che vuol dirsi ci-vile dovrebbe crescere la consapevolezza che l’impegno più prossimo è per la cultura, per la preparazione professionale e umana degli operatori sanitari.

aceshot@fotolia

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

20

Oggi si sanno le ragioni per cui spesso gli adulti tentano di proteggere i bambini dall’esperienza della morte. Quando li stiamo nascondendo da questa esperienza spesso il vero mo-tivo è che ci vogliamo noi stessi nascondere da essa. Questo comportamento ci consente di non fare vedere ai bimbi quali e quante siano le nostre ansie dinanzi alla morte.E’ importante invece che i bambini riconoscano la morte nella sua autenticità, nella sua realtà e concretezza, ed im-parino a sviluppare verso di essa emozioni corrette, preve-nendo così che in futuro possano nascere falsi miti. In non farlo avrà certamente conseguenze negative sulla loro cre-scita emotiva.Epicuro, la cui filosofia aveva lo scopo di levare qualsiasi fonte di timore all’uomo, affermava che non si doveva te-mere la morte, perchè “quando ci siamo noi, lei non c’è, e quando c’è lei noi non ci siamo”, che ci riporta al mistero non solo della morte, ma anche della nostra nascita. In questo periodo storico si sta riconoscendo la necessità che, ad un certo punto della vita, quando si debba parlare della morte con un paziente, lo si debba fare con grande professionalità.

GLI SPECIALISTI:Ecco allora l’importanza dei Medici Palliativisti, degli Psi-concologi, degli Infermieri formati e specializzati in assi-stenza domiciliare e palliativa. Resta il rischio di una me-dicina che non sia più capace di parlare di morte, se non attraverso una sparuta cerchia di specialisti dei processi del morire. Forse è meglio, tuttavia, che alcuni specialisti parli-no con alta competenza e professionalità a pazienti in fase terminale, piuttosto che continuare a non parlarne affatto, alimentando così pregiudizi, paure e miti, continuando a dare risposte inefficaci all’altrui sofferenza.Questo perchè la medicina scientifica ha allontanato i cu-ranti dal loro tradizionale ruolo di persone che hanno fami-liarità con la morte. Si parla solo di morte che deve essere prevenuta e posticipata il più possibile.La medicina palliativa ha avuto il grande coraggio e merito di identificare e superare le barriere fisiche, psicologiche e sociali che spesso stringono d’assedio il morente. Tali barrie-re dovevano essere eliminate. Il morente è innanzitutto una persona, e come tale è sempre possibile trovare spazi di col-loquio, di sorriso, di giovialità. Quando si sta vicino ad un morente non è necessario piangere sempre tutto il tempo.Certo, stare a contatto con un morente non è facile, ma bi-sogna farlo. Bisogna parlargli, dedicargli tempo, in modo da poter ascoltare e decodificare i suoi messaggi, soprattutto quelli più sotterranei e nascosti. Sia le raccomandazioni che gli addii vanno affrontati con grande attenzione. Anche que-sti fanno parte del processo di umanizzazione in corso.

I DIRITTI:Non a caso, già da qualche anno, la Società Italiana di Cure Palliative, ha elaborato un documento, paradigma di ap-

proccio assistenziale nelle fasi finali di vita, denominato “Carta dei diritti dei morenti”, che enuncia:Chi sta morendo ha diritto:- Di essere considerato una persona fino alla morte.- Di essere informato sulle sue condizioni, se lo vuole.- A non essere ingannato e a ricevere risposte veritiere.- A partecipare alle decisioni che lo riguardano e al rispetto delle sue volontà.- A cure ed assistenza continua nell’ambiente desiderato.- A non subire interventi che prolunghino il morire.- Ad esprimere le proprie emozioni.- All’aiuto psicologico e al conforto spirituale, secondo le sue convinzioni e la sua fede.- Alla vicinanza dei suoi cari.- A non morire nell’isolamento e in solitudine.- A morire in pace e con dignità.

Mi piacerebbe terminare con un momento di riflessione, ri-portando una antica preghiera indiana:Oh Grande Spirito,la cui voce odo nel ventoe il cui respiro da’ forza a tutto il mondo,ascoltami.Io sono piccolo, fragileed ho bisogno della tua forza, della tua saggezza.Fammi camminare nella bellezzae fa’ che i miei occhi trattengano sempre il rosso porpora del tramonto.Fa’ che le mie mani rispettino le cose che tu hai creatoed affina le mie orecchie, per poter udire ovunque la tua voce.Rendimi saggioin modo da comprendere le cose che tu hai detto alla mia gente.Lascia che io impari le lezioni che tu hai nascostoin ogni foglia, in ogni sasso.Ho bisogno di essere forte, non per battere mio fratello,ma per sconfiggere il mio piu’ grande nemico,me stesso.Fa’ che io sia sempre pronto a venire a tecon le mani pulite e gli occhi limpidi,cosicché,quando la vita volge al termine,come un tramonto che svanisce,il mio spirito possa tornare a te,senza vergogna.

Dott. Ferruccio AloèSpecialista in Anestesia e Rianimazione

Responsabile U.O. di Medicina del Dolore e Cure Palliative Istituto Oncologico di Bari

Presidente Associazione “Butterfly - Cure Palliative Domiciliari”Consigliere Regionale Società Italiana Cure Palliative

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

21

Italia che cambiaA cura del Prof. Nicola Simonetti

Scenari

Cambia l’Italia ed anche gli italiani. Siamo più vecchi ma anche – paradossalmente – più giovani.Negli ultimi cento anni la nostra speranza di vita si

è moltiplicata per tre e ci si chiede se è più logico classificare “anziani” gli over 65 anni che, già oggi, rappresentano il 20 per cento degli italiani.L’indice di vecchiaia rileva che essi sono 143 per ogni 100 giovani e che si avviano, entro pochi anni, a raggiungere quota 170.Gli over 80 anni sono il 6 per cento e si candidano a raggiun-gere presto il 7,5%.Guardando la piramide della popolazione – osservano Rai-mondo Cagiano de Azevedo e Cinzia Castagnaro (La medi-cina estetica, 34, 4, 2010) – a dispetto di una certa stabilità della quota di popolazione adulta, rispetto al 1951, i giovani sono circa la metà, gli over 65 anni sono aumentati del 148% (177% le donne), gli over 80 anni sono sei volte di più (era-

no l’1%), gli ultracentenari si sono decuplicati (sono 14.000)e l’età mediana è passata da 28 a 42 anni. “Ci sono, dunque, 14 generazioni – circa 12 milioni di individui - che, all’epoca, avrebbero fatto parte dei “meno giovani” mentre oggi sono tra i “più giovani”. Nel 1951 metà della popolazione aveva meno di 28 anni; oggi quella metà ha meno di 42 anni… Dunque, fino a 41 anni compiuti ci si può considerare demografica-mente giovani, dai 42 in poi si è prima meno giovani, poi più anziani e più vecchi… Uno svecchiamento reale.”Val la pena anche considerare che la soglia di “anzianità” fissa-ta convenzionalmente a 65 anni deve necessariamente essere spostata poiché, oggi, si è giovani fino a 42 anni e, per gli adul-ti attuali, il tempo per “sistemarsi” (lavoro, famiglia, ecc) si è dimezzato rispetto ai 40 anni di cui godevano le generazioni passate. Inoltre – dice Filippo Onagro – si è spostato l’obietti-vo della medicina anti-aging tendente a ridurre al minimo la fase di vita di degenerazione e malattia.

% della funzionalità massimale100%

75%

50%

25%

0%10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Età (anni)

Svilu

ppo

Fase

di s

alut

e

Deg

ener

azio

ne

Mor

bidi

Figura 1 - Le fasi della vita sono caratterizzate da una progressiva perdita di funionalità che trasforma la salute ottimale della giovinezza in una condizione di degenerazione e morbidità della vecchiaia.

% della funzionalità massimale100%

75%

50%

25%

0%10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Età (anni)

Svilu

ppo

Espa

nsio

ne d

ella

Fase

di s

alut

e

Deg

ener

azio

ne

Figura 3 - L’obiettivo della Medicina Anti-Aging è quello di intervenire proattivamente nell’espansione della salute e nel mantenimento dell qualità della vita allo scopo di ridurre al minimo la fase di degenerazione e malattia. Il mantenimento di un corretto equilibrio ormonale fa parte di questo quadro.

Com

pres

sion

e de

lla

Mor

bidi

% della funzionalità massimale100%

75%

50%

25%

0%10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Età (anni)

Svilu

ppo

Fase

di s

alut

e

Deg

ener

azio

ne

Este

nsio

ne d

ella

Mor

bidi

Figura 2 - Gli interventi tardivi tipici della medicina tradizionale si collocano generalmente dopo l’insorgenza di una condizione patologica e per questo �niscono con l’estendere la fase di morbidità. Anche se spesso salvano la vita del paziente, non contribuiscono ad un mantenimento della qualità della vita della persona.

Figura 4 - Piramide per età della popolazione residente, Italia, 1951 e 2009 (valori percentuali). Font: Censimento generale della popolazione (1951, de jure population) e popolazione residente per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2009

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

55

60

65

70

75

80

85

90

95

100 e più

2009 Età mediana

42 anni

1951Età mediana

28 anni

0-0,2-0,4-0,6-0,8-1,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0

Da La medicina estetica, 34, 4, 2010)

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

22

ConosciamociDONATO RESSANostro vice presidente, portamento da lord inglese, cortese, preciso, puntuale, aperto al consiglio ed alla collaborazione, signorilità ed affabilità che condivide con la moglie (Felicia Muciaccia) intelligente e preziosa anche per il Circolo.Donato è farmacista (laurea Bari, 1968), titolare di farmacia.Ha iniziato la propria attività lavorativa prima come informatore scientifico della “Carlo Erba” e, poi, incaricato di area manager per la Puglia e Basilicata e, in contemporanea, per alcuni, anni, del centro di distribuzione Farmitalia-Carlo Erba.Nel 1966 ha vinto il concorso pubblico per sedi farmaceutiche e, nel 1977, ha aperto, ad Andria, la

farmacia di cui è stato titolare fino a 3 anni fa.Durante questi anni, ha dedicato il proprio tempo libero all’Ordine dei Farmacisti di Bari di cui è stato revisore dei conti dal 1979 al 1966 ed al Circolo della Sanità nel quale, dal 1972, ha ricoperto vari incarichi (segretario, tesoriere, vicepresidente, revisore dei conti).Hobby: tennis e gare di regolarità con l’auto.

Conosciamoci

FERRUCCIO ALOÉNon sappiamo quale aspetto segnalare della sua attività e della passione che la anima: professionale di anestesista-rianimatore o volontariato generosamente prestato sorretto e coadiuvato ammirevolmente dalla moglie. Ferruccio è nato (1952), laureato (1980), specializzato in Anestesia e Rianimazione a Bari (1983). Dal 1° Aprile 1982 presta servizio presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Ospedale Oncologico di Bari”, prima come Assistente, poi come Aiuto Corresponsabile, e nel 1998-1999 come Primario dell’Unità Operativa di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore.Dal 1995 al 2005, responsabile U.O. “Terapia del Dolore e Nutrizionale”, Dal 2005 responsabile

U.O. “Medicina del Dolore e Cure Palliative” Nel Luglio 1984 gli è stato conferito il Premio di Studio “M. T. Margiotta”, indetto dall’Associazione “Puglia Oncologica”, per la migliore Tesi di Specializzazione di interesse oncologico. Molta parte del suo impegno professionale è da decenni indirizzato nell’ambito del volontariato. Nel 1995 è stato nominato Responsabile del “Settore per l’assistenza al malato oncologico“ della Sezione Barese della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.Dal 2000 si reca in maniera periodica e continuativa presso la Missione Caritas di Kavaje (in Albania), con il ruolo di Medico Responsabile Volontario, gestendo direttamente situazioni cliniche di rilievo, ma anche intervenendo sulla parte organizzativo-sanitaria, nonché sulla raccolta e sull’invio di materiali e farmaci di prima necessità, o di fondi destinati a progetti finalizzati. Nel 2007 ha conseguito l’attestato di “Istruttore BLSD” dell’IRC (Italian Resuscitation Council); nel 2008 quello di “Istruttore PTC BASE” dell’IRC (Italian Resuscitation Council). Nel 2009 ha partecipato ad una missione di Volontariato sulla prevenzione del cancro della mammella e del collo dell’utero, presso l’Ospedale Saint Vincent de Paul, nel Distretto di Dschang nella regione dell’Ovest del Camerun. Nel 2010 è stato nominato Presidente dell’Associazione di Volontariato “Butterfly – Cure Palliative Domiciliari” di Bari. Il 15 dicembre 2010 è stato eletto Consigliere Regionale della “Società Italiana di Cure Palliative - SICP Onlus”. Numerose pubblicazioni sulle cure palliative e sulla medicina del dolore, è stato docente e relatore in svariati corsi sullo stesso argomento, anche presso la Cattedra di Bioetica e di Etica della Medicina della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bari.

17 marzo 2011: Festa dell’Italia Unita (serata a tema).

Febbraio 2011 n. 2 - anno 49 Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari

Evento

23

Anno sociale2011-2012

Speciale Festa dell’Unità d’Italia

Il Notiziario del Circolo della Sanità di Bari Febbraio 2011 n. 2 - anno 49

24

Evento

I biglietti si prenotano al Socio Dott. Vittorio DEVENUTO (tel. 0805244240 - 393496904217)

Comunicazioni del Presidente

Ha chiesto di essere ammesso al nostro Circolo il dott. Vincenzo Maiorano, primario pneumotisiologo.

I nostri appuntamenti26/02/2011 Riunione conviviale;17/03/2011 Festa dell’Italia Unita (serata a tema!); 09/04/2011 Festa della Pentolaccia; 28/05/2011 Riunione conviviale.

Avvisopreghiamo i colleghi soci che non l’abbiano già fatto, di provvedere cortesemente al versamento della quota (semestrale o annuale) del nuovo anno sociale. Grazie (c/c n.98648942 intestato Circolo della Sanità di Bari)

InvitoIl giorno Venerdì 18 febbraio p.v. ore 20,30 presso il Ristorante “La vecchia sciarretta” è stata organizzata, per il Car-nevale, una “.....panzerottata...ed.. altro.......” ad € 20,00 pro capite. Le prenotazioni DEVONO pervenire ENTRO e NON OLTRE Martedì 15.02.p.v. alla Prefetto Dott.ssa Ester Valentinidalle ore 14 alle 16 ai seguenti numeri telefonici: 080/501.36.25 o 340/26.35.070 e, dalle ore 21 alle 22 esclusiva-mente al numero 340/26.35.070

Apulia solare, lussureggiante

Apulia!hai dato vitaalle nostre antiche radici!e, ancor oggi,parlano, testimonianol’esistenza di eventi memorabili.Trentamilaorme e orme e orme,di dinosauri pascolantinella lunga verdeggiantevalle altamurana,e, ancorarimane memoria,nella gola profonda di una grotta della megalitica Altamura:líí ëhomusí paleolitico.Altamura , tanto amata da Federico,che, operÚ la Sua rinascita,il Suo splendore,donandoLe il privilegio,della magnifica Cattedrale Palatina.Accorsero, greci, arabi e genti díogni dove,arricchendoti, di claustri e claustri, díogni genere,ti acculturasti tanto che,si volle l’Università e il Liceo Cagnazziche ancor oggi diffonde il sapere!Di questo, ci siamopiacevolmente compiaciuti, visitandoti!Apuliaper secoli, secoli, e secoli,hai generato, nutrito, allevato,uomini e uomini e uomini,insieme alle loro greggialle loro mandrieai loro armenti,transumantiper le tue verdi collineodorose di brina,per tratturi e tratturelli,campi ondeggianti d’erbedi capelli d’angelo,di ferule dorate

testimonidi antico travaglio,e, ancora,le gravine,le meravigliose, orchideedagli infiniti colori,mentre il grillaiostende ancora il suo canto,nelle dolci, solatie primavere.Apulia !sul tuo monteamò palesarsiai transumanti, a Gargano, al vescovoSan Michele Arcangelo,e, lì, vollela Sua Araí,che ancor oggi,si onora di pellegrini.Apulia,Porta d’Oriente,genti e genti e genti!ospitasti e transitastiper le tue terre, per le tue colline,per l’Appia antica,merci, crociati, re e cavalieri.i Cavalieri del Tempio,recanti ori, preziosi,ed altro, e altro ancora,e! forse,la Sacra Sindone!e, il Santo Graal!Apulia!tanto abbiamo narrato!con amore e dedizione, ma!poco ancor,abbiam svelato,molto altro narrar di Te!ci attende!se,Dio vorrà!

Prof. Mariantonietta Angelillo Del Core