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stampaMAXISTAMPE srlsu - galatone (le)

IN COPERTINA6 Intervista esclusivaRON

MUSICA | RECENSIONE8 “Madison Spencer

Band e Fluttante”

MUSICA | LE BAND 9 “The Blow Up”

CONOSCERE LA CHITARRA10 Gli accordi

ARTE12 Blue, Blue, Blues

MUSICA | RECENSIONE13 La via maestra del Rap

MUSICA 14 “TROYE SIVAN” la

nuova rivelazione della musica elettronica

DISCO | NOVITÀ16“RESTART” il brano

antibullismo dell’artista Cesare. Firmato da DiTUTTO e prodotto dall’Arca del Blues.

MUSICA | SCUOLA17 La Yamaha Music School

“Mille e una Nota”

MUSICA | LA STORIA18 La scrittura musicale

ARCA DEL BLUES | NEWS 20 Inaugurata la sede

brindisina dell’Arca del Blues

MUSICA | REPORTAGE22 Le quattro giornate di

Vasco Rossi

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Sommario

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In questi primi mesi del 2016 hai avviatoun progetto rivolto alla lotta alla slaradunando tanti altri artisti. Ce ne vuoi

parlare?Ho cercato di coinvolgere ventiquattro artisti, mieicolleghi, che hanno partecipato con grande entusia-smo e grande cuore al progetto. Abbiamo realizza-to ventisei duetti, una cosa bellissima. Questo dop-pio cd è stato messo in vendita e tutto il ricavatoandrà a favore della ricerca per la sclerosi lateraleamiotrofica che è questa malattia terribile che sichiama Sla.

Canzone simbolo di questo progetto disco-grafico è sicuramente “una città per canta-re”

“Una città per cantare” è una canzone che ha unsenso già suo, di grande forza, perché è la storia ditutti noi che andiamo in giro a cantare e a suonaree non riusciamo a smettere, non riusciamo mai atrovare un momento per fermarci perché la musicaè troppo forte e perché la gente ti aspetta. Questacanzone mi sembrava quella adatta perché lapotessimo cantare tutti insieme. Credo che sia venu-ta fuori una cosa molto bella e unica.

C'è un tour in occasione di questo progettodiscografico.La tappa di Francavilla fontana fa parte di questotour. E' un tour che andremo a finire per quantoriguarda questa estate nell'ambito di una settimanadieci giorni poi vediamo per l'inverno di riprenderein mano la situazione.

Cosa c'è in progetto per la stagione2016/2017E' tutto da vedere. Credo che questo disco possadare ancora molto, proprio perché non è un discofatto di tre canzoncine ma è un disco che è costatomolta fatica, nessuno ha guadagnato nulla, ciabbiam messo sei mesi a farlo. Alla fine è un annodi lavoro intenso per cui questo lavoro non vaperso per strada perché bisogna prendere da que-sti dischi tutto il possibile, in più sai c'è sempre ilfatto che la ricerca ha sempre bisogno di soldi, per

cui anche se i dischi purtroppo non si ven-dono molto sicuramente rappresentano unabuona parte per aiutare in qualche modo laricerca.

Ron, siamo alla fine della nostraintervista ti salutiamo.Un grande abbraccio da parte di Ron e daparte di tutti gli artisti che hanno fatto partedi questo progetto discografico. DaJovanotti, Renga, Marco Mengoni e tutti glialtri un saluto a tutti… Ciao!

Antonio Palano Radiopuntosud

Foto: Julian Hargreaves

ARCA del BLUES - Ottobre 2016

RON

IL PERSONAGGIO IN COPERTINA

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"Per il vostro ultimo disco vedrei bene unprisma triangolare e un fascio di luce chelo attraversa”: avrà detto così nel 1973

Storm Thorgerson, lo storico designer di fidu-cia dei Pink Floyd, prima dell’uscita di TheDark Side of The Moon, e prima che il mondoscegliesse quell’album per farlo diventare ilpiù venduto della storia del rock. La suacopertina sarà sembrata visionaria e under-ground quanto basta da convincere Waters eGilmour a sceglierla, per promuovere il loroalbum e per dare visibilità a quell’arte cosìsingolare. Madison Spencer Band è un grup-po alternative rock formatosi a Gagliano delCapo, dall’incontro di Marco Fersini, MauroVarratta e Carlo Cazzato con lo storico batte-rista dei Super Reverb, Filippo Longo. Il loroalbum “Zirconia” è un mix di pugni, calci eadrenalina, ordinati in sette pezzi rock travol-genti. Il loro sound nasce nel Salento, maincorpora le tracce e i principi del rock d’oltre-oceano; è fintroppo facile rimanere coinvolti dalla loro musica durante i loroconcerti: l’interesse è provocato dal loro modo di suonareappassionato e senza fronzoli, dall’energia contagiante chetutte le loro canzoni sprigionano, ma l’intrigo fiorisce se ci si

ritrova con il loro album tra le mani. Il moti-vo? Hanno chiesto ad un artista di rappre-sentare il loro mondo, traducendo i ritmi e leparole in immagini, e portando avanti unvero e proprio progetto artistico, come soloi grandi hanno fatto prima di loro. Fluttuante,autore della copertina e del progetto graficodi “Zirconia”, è Eduardo, artista salentinoemergente che usa il suo profilo instagram(@fluttuante) per promuovere un’arte fattadi geometrie iridescenti e colori cangianti. Lesue opere nascondono, dietro un’apparenzadecorativa, velati messaggi di denuncia euna ossessione per le illusioni visive. I chia-ri riferimenti all’Optical Art di Bridget Riley,misti all’influenza della street art contempo-ranea (da vedere il murale realizzato daFluttuante presso l’Ateneo di Lecce), rendo-no i suoi pattern dei capolavori della compo-sizione, destinati ad avere successo. Una

voragine di linee, fluide e taglienti, che hanno contribuito a ren-dere Zirconia, un capolavoro dei nostri tempi… e della nostraterra. Un invito ai colleghi conterranei: collaborate!

Marianna Greco

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MADISON SPENCER BAND E FLUTTUANTEQuando gli artisti si incontrano per collaborare,può nascere un connubio che amplifica gli intenti,rendendo le loro voci più forti.

MUSICA| RECENSIONE

ARCA del BLUES - Ottobre 2016

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9ARCA del BLUES - Ottobre 2016

Sono seduto con l'amico Gino Manno autore diqualità indubbie al quale chiedo di raccontarmila storia di una delle band più famose del nostro

territorio di cui ha fatto parte. I dischi con la RCAnotissima etichetta discografica ne evidenziano lospessore artistico. Ciao Gino raccontaci la storia diquesta band.

Ciao Nando. allora... Blow Up è il nome che scegliemmo appe-na vedemmo il film di Antonioni, Blow Up appunto, eravamo alleprime prove e scambio di idee insieme a Mario Limetti giovanechitarrista, Romolo Gusella cantante e compositore, Antonio diGiovine primissimo batterista, Elio Giordano chitarrista e GinoManno al basso, prova e riprova ci esibimmo con questa forma-zione in vari locali e feste private, poi, il primissimo batteristaandò via per servizio di leva, per cui optammo per BrunoMarotta al quale si aggiunse Franco Ferrante all'organoFarfisa, in quel periodo, era il 1968, cominciò a girare il nomeed eravamo sempre più richiesti a suonare nei locali, ne citoqualcuno, Club Azzurro di Porto Cesareo, Pegaso a Lecce,Hotel Risorgimento Lecce, veglioni al cinema Fiamma, CircoloCittadino Circolo Tennis, varie puntate a Cavallino, Campi,Manduria Salice e marine sulla costa tipo, Lo Scoglio a PortoCesareo e circolo La Vela a S. Maria di Leuca, in seguito alrepertorio di covers di brani dell'epoca, molti dei Beatles,cominciammo ad aggiungere brani inediti composti da RomoloGusella e fu appunto suonando al Maxi Club a Peschici checonoscemmo un talente scout della RCA, si chiamava MarioCenci, il quale ci propose di andare a Roma e partecipare nel

salone dei concerti della stessa RCA, ad una manifestazione-auditorium, in cui si esibivano dietro varie sagnalazioni deidiversi talent scout della casa discografica, dei diversi artistiselezionati in tutta Italia, fra i quali l'allora esordiente AngeloBranduardi, il gruppo prog. Il Rovescio della Medaglia ed altriche si affermarono in seguito, un pettegolezzo... noi ci classifi-cammo prima di Angelo Branduardi, suonammo 2 brani diRomolo, Baby i'm in love, e Freebirds... poi ci telefonarono edecisero di produrci. Siete arrivati in RCA per cui un sogno si è concretizza-to ai vostri occhi. Quante pubblicazioni avete realizza-to e cosa vi è capitato durante questo periodo di arti-sticamente indelebile ai vostri giovani occhi di artitiemergenti.Intanto per diversi problemi e maturazioni, decidemmo di cam-biare il batterista e sostituimmo Bruno Marotta con RanieroAbbaticola, all'epoca enfant prodige della batteria e ci fu la fuo-riuscita di Elio Giordano alle prese con il servizio militare inMarina e di Franco Ferrante, così rimanemmo in 4 e cominciòl'avventura discografica. Il primo 45 giri inciso fu una cover diun brano statunitense che si titolava Beautyful Sunday e in ita-liano diventò Proprio Stasera, e nella facciata b registrammoThe Nonsense Song con un testo scritto in italiano da CesareDe Natale il nostro produttore che sostituì Mario Cenci. Ognisettimana trasmettevano su radio Rai il brano che cominciò adavere un discreto successo. Dopo circa 6 mesi, ci chiamaronoper registrare un 33 giri con diverse covers tra le quali la piùimportante era il brano di Bob Dylan Blowin' in the Wind chetitolava l'album, in quel 33 ci concessero di mettere 2 brani diRomolo e cioè Freebirds e Out of my Life e come promozione,siamo già nel Maggio 1974, andammo negli studi Rai di Milanoper partecipare alla 21a puntata del Dirodorlando, una tra-smissione per ragazzi condotta da Cino Tortorella. In seguitoregistrammo 2 cassette stereo 8 che andavano molto in quelperiodo, sempre con covers scelte da loro di vari autori, ne citoqualcuna, Daniels di EltonJohn, Minds Games di John Lennon edaltre... In seguito sorsero tensioni fra di noi, poichè Romoloaveva composto una Rock Opera come si usava a quei tempi,dal titolo The Silor's Legend ma, la RCA aveva preparato pernoi un brano inedito da lanciare alla grande, Romolo non erad'accordo e cominciarono le discussioni sul futuro del gruppoche ci portarono a sciogliere la formazione... Il resto è nellastoria. Sono contento di aver dato spazio a te ed alla vostramusica perchè è giusto che anche le nuove generazio-ni sappiano quanto questo territorio in passato hadato all'arte ed alla musica.

Nando Mancarella

MUSICA | LE BAND

THE BLOW UP

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CONOSCERE LA CHITARRA

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Blu! Blu come il cielo o l’oceano. Blu come il sanguedei nobili. “Nel blu dipinto di blu”, cantavaDomenico Modugno. Praticamente un colore, in

realtà molto di più. L’umanità ha attribuito una considere-vole importanza a questo colore, non solo perché siassocia ad elementi affascinanti tipo il mare o il firmamen-to, ma il senso di regalità che conferiamo al blu è dipesodalla sua rarità in natura. A differenza di altri colori, il blu

non si ricavava dalle terre o da elementi vegetali o ani-mali, bensì dal lapislazzulo ossia uno dei minerali più rari.Prima della sintesi chimica dei colori, per ottenere unatinta blu, era necessario mescolare olio di lino e polveredi lapislazzulo; questo procedimento rendeva il blu ilcolore più costoso in assoluto tra la gamma dei colori aolio ed era quindi usato con molta parsimonia, al contra-rio di colori come il marrone in cui bastava mescolare olioe terra. Il lapislazzulo era la pietra prediletta dai faraoniegizi ed è considerato dai buddisti uno dei sette tesori;anche il cristianesimo ha attribuito un valore simbolicomolto forte divenendo, ad esempio, la tonalità principaledel manto della Madonna intesa come Regina. Il lapislaz-zulo si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan, inCina e Cile ed è presente anche in piccola parte nei vul-cani campani e laziali. Si pensi che in antichità il lapislaz-zulo aveva un valore anche maggiore all’oro perciò spes-so è stato utilizzato per identificare la divinità, sia cristia-na che pagana. E’ doveroso ricordare due capolavori

indiscussi dell’umanità: il ciclo con le Storie della vita diSan Francesco ad Assisi diretto da Giotto nell’ultima deca-de del XIII secolo e la cappella sistina a Roma, i cui lavo-ri sono stati diretti da Michelangelo Buonarroti tra il 1475e il 1481. In entrambe le opere vi è una preponderanzadi colore blu ottenuto dal lapislazzulo, questo proprio peridentificarli come luoghi nevralgici della cristianità. Soloall’inizio del ‘700 si è potuto optare per un altro procedi-mento più economico per ottenere il blu, seppure piùscuro e diverso dall’azzurro intenso del lapislazzulo,ossia il Blu di Prussia o Blu di Berlino che si ottiene perreazione tra il ferrocianuro di potassio e ioni di ferro. Ilnome “di Prussia” si è diffuso poiché venne impiegatoper colorare le divise dei gendarmi prussiani e napoleo-nici. Nonostante tutte queste caratteristiche il blu è con-siderato un “colore freddo” che da un lato conferiscepace ma anche tristezza, malinconia. Si pensi che nellaprima produzione artistica di Pablo Picasso si riconoscesia il periodo blu, caratterizzato da temi malinconici, cherosa con opere dai temi più positivi e vitali. Un collega-mento interessante in questo caso è con un genere musi-cale molto noto, ovvero il “Blues” che nasce come uncanto popolare, afroamericano, in concomitanza con lanecessità da parte della popolazione africana resa schia-

BLU, BLUE, BLUESARTE

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va di esternare il proprio lamento. Blues deriva dal-l'espressione "to have the blue devils" (avere i diavoli blu)col significato di "essere triste" e per questo motivo, nellalingua inglese il colore blu viene comunemente associatoalla sofferenza, alla tristezza, all'infelicità e alla malinco-nia. Da qui nasce anche la base del genere, cioè la “bluenote” che è una nota corrispondente a uno dei gradi III,

V e VII della scala maggiore abbassata di circa un semi-tono cioè suonata o cantata in maniera leggermentecalante (quindi, in definitiva, i gradi sono abbassati per

meno di un semitono teorico). Le III, V e VII note corri-spondo nella scala del Do a "Mi", "Sol" e "Si". Il significa-to dell'aggettivo inglese blue è connesso all'associazionetra il colore blu e un senso di nostalgia e tristezza tipicodella musica afro-americana, così come essa era percepi-ta dall'orecchio di uditori europei abituato alla dicotomiamaggiore-minore. E’ doveroso ricordare il successo pla-netario di Domenico Modugno e Franco Migliacci “Nel bludipinto di blu”, conosciuto anche come “Volare”. Neltempo vi sono state diverse dichiarazioni degli autori sul-l’origine di questo brano, ma è significativo ricordare ilriferimento di Migliacci con un’opera straordinaria di MarcChagall “Le coq rouge dans la nuit”. Certamente rimanevivida la memoria di quel testo dove il colore è assoluto elegato al senso onirico di infinito, in particolare nel suoverso più celebre: “nel blu dipinto di blu, felice di starelassù. E volavo…”.

Gian Piero Personè

All eyez on me anno di uscita 1996, più di dieci milio-ni di copie vendute e 9 dischi di platino, prodottodalla “casa del gangsta rap” Death Row. 2pac è

carico al massimo come una molla, e rilascia tutta l’ener-gia e la rabbia accumulata durante il periodo di detenzio-ne con questo album. Abbandona quasi completamente i

temi cervellotici e sentimentali presenti nelle raccolteprecedenti e spara dritto sulla strada , sulle autorità chel’hanno tenuto in prigione, per “ingiuste cause”, e sull’autocelebrazione; nei brani “Life goes on” e “I ain’t madat cha” piccole parentesi su amici andati via prematura-mente e per i suoi fratelli che sono riusciti ad uscire daifanghi della strada. Le collaborazioni sono tutte mirate edi eccellenze del rap, presenti grandi baluardi comeSnoop Dog e Dr Dree (tra l’altro produttore del cd) nellecanzoni “2 amerikaz most wanted” e “California love”.Pezzi immortali.Lo stile melodico è sempre una garanzia, miscela perfetta di rap ,funky e R&B che rendono lamusica adatta per ogni situazione , a casa, in spiaggia, alavoro o sorseggiando una birra, è sempre il momentogiusto per ascoltare 2pac. Un album che se analizzato apieno( specialmente nei testi) può risultare troppoaggressivo e rappresentante di uno stile di vita non certoda seguire, ma che sicuramente traccia un solco impor-tante nella storia del rap con melodie uniche e un modocavalcare la melodia inimitabile ,che molti “rapper”moderni farebbero bene a ripassare.

Angelo Mariano

LA VIA MAESTRA DEL RAPMUSICA| RECENSIONE

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Da star di YouTube ad ar tista più influentedell’anno, Troye Sivan nasce in Sud Africa,nel 1995, e all’età di 2 anni si trasferisce

con la sua famiglia a Per th, in Australia. Sin dabambino si dedica al canto ma anche alla recita-zione, ed è proprio grazie al ruolo di un giovaneWolverine, nel film “X-Men Origins: Wolverine” del2009, che fa il suo debutto in ambito cinemato-grafico. Ma è attraverso il suo canale YouTubeche costruisce le fondamenta per la sua carrieramusicale. Dopo aver rilasciato nel 2007, due EPprodotti indipendentemente, nel 2013, firma uncontratto con la major label EMI Australia e pub-blica un anno dopo il suo terzo EP, TRXYE. Nel2015, Troye Sivan ritorna con il suo quar to EP,

“WILD”, che insieme alla triologia dei video WILD,FOOLS e TALK ME DOWN, anticipa il suo nuovoalbum di debutto: “Blue Neighbourhood”. Ildisco, contenente dieci brani, è del tutto auto-biografico e racconta nei vari testi quelle chesono le emozioni caratteristiche dell’età adole-scenziale, creando un’emotional roller coaster,che sfreccia tra fragilità, ansia, gioia ed esube-ranza. “Blue Neighbourhood” rappresenta levarie sfaccettature della musica pop-elettronicaed è lo stesso Troye a par lare di un disco che è"lo specchio del pop del 2015": si spazia dallaelectronic dance music (EDM) al synth pop,generi in cui i protagonisti sono i beat elettroni-ci delle drum machine e i suoni anni ’80 dei

synth e delle tastiere.Ed è proprio grazieall’innovazione dellesonorità propostenelle varie tracce ealla sua timbricavocale che è riuscitoad attirare un nume-ro sempre maggioredi fan, che ha por ta-to alle stelle le viewsdei suoi video, e ascalare le classificheinternazionali, affer-mandosi come i lnuovo fenomenodella musica elettro-nica. In definit iva,Troye Sivan è ladimostrazione delfatto che, sperimen-tando e contaminan-do generi differenti,si possa creare anco-ra della buona musi-ca pop.

Cesare Montinaro 14

MUSICA

TROYE SIVAN

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DISCO | RECENSIONE

Ad un anno di distanza dalla pubblicazione del suo EP “Cesare”,disco d’esordio per il giovane cantauto-re, Cesare ha rilasciato il suo nuovo sin-

golo “Restart”. Il brano, frutto della collabora-zione con Francesco Mancarella, produttore earrangiatore del suo ultimo lead single “YouAre My Grey”, si presenta inizialmente comeuna ballad, caratterizzata da sonorità evocati-ve, in cui voce e pianoforte, da protagonistiassoluti, tessono le fila della storia, per poiapprodare ad uno stile pop-elettronico ed aun beat che richiama, in maniera non evidente,la musica dance. “Una volta concluso e riletto iltesto, ho percepito, sin dal primo verso, unlegame profondo con questo brano. Ogni sin-gola parola mi riportava a tutti quei momentibui della mia vita, ma anche a tutte le volte incui ho trovato la forza per combattere per quello in cui credevo”afferma Cesare in un’intervista. “Il mio obiettivo è diffondere, attra-verso la musica, un messaggio di grande importanza come la lotta al

bullismo”, un arduo compito che l’autore ha assegnato a questa can-zone. “Per il titolo ho scelto una parolache ha per me un significato importante:ricominciare (in inglese restart). Credoche chiunque abbia fermato la propriavita a causa di altri, debba avere ilcoraggio di prendere in mano la situa-zione e ricominciare a vivere”, spiegaCesare, onorato dalla scelta dell’Arca delBlues nel produrre il brano, da“DiTUTTO” per aver firmato il progettodiscografico e da “SBAM” e “MaBasta”per aver deciso di supportare il proget-to.“Spero che Restar t possa essered’ispirazione per tutti, per dimostrareche ricominciando da sé stessi e accet-tando una mano dalle persone a noi

care, si possono superare tutti gli ostacoli che si presentano nelnostro cammino”. Il brano si può acquistare su tutti i musicalstore. Info su www.ditutto.it

“RESTART” IL BRANO ANTIBULLISMO DELL’ARTISTA CESARE

È un progetto discografico firmato da DiTUTTO e prodotto dall’Arca del Blues

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«Fin da bambino ho sempre sognato di essere unmusicista. A 4 anni iniziai a studiare il pianoforte colmetodo tradizionale: tantissimi anni di sacrifici daparte dei miei genitori, dispendi economici e di ener-gie per quella che stava pian piano diventando la miapassione più grande che non avrei mai lasciato pernulla al mondo. Mi ritrovo adesso a 23 anni a volerdonare il mio amore per la Musica, quella con la “M”maiuscola, a tutti i bambini, i ragazzi, gli adulti chedesiderino assaporare la Bellezza di quest’Arte così

nobile (purtroppo non considerata tale da tutti nelnostro Paese). Per questo motivo ho aperto laYAMAHA MUSIC SCHOOL “Mille e Una Nota” a Vegliein via Damiano Chiesa 54. Ho scelto Veglie, il miopaese, perché oltre a rappresentare le mie radici, lo

merita, merita non una semplice scuola di musica,ma tutto ciò che c’è oltre quelle pareti ovvero sacri-fici, passione e un team di professionisti, qualificatiYAMAHA che AMANO la MUSICA e che vogliono tra-smettere questo amore a chiunque.Ho scelto di aprire una YAMAHA MUSIC SCHOOL per-ché i programmi educativi dedicati all’infanzia, cheYamaha propone nelle sue scuole di musica, tengo-no in debita considerazione le caratteristiche deibambini in relazione alla loro età e alle loro caratte-

r i s t i c h e

fisiche e psichiche. I principi pedagogici applicatinelle YAMAHA Music School tengono conto diun’educazione adeguata all’età, comprendono lezio-ni collettive e sviluppano la creatività.La YAMAHA MUSIC SCHOOL “Mille e Una Nota” pro-pone corsi di musica classica, moderna e pop di tuttii principali strumenti musicali: batteria, chitarra clas-sica, chitarra elettrica, pianoforte, tastiere, basso ecanto. I Corsi sono rivolti a tutti: dai 4 anni di età ai99 anni. I docenti formati utilizzano il metodoYamaha, il più innovativo in assoluto tra tutti chepropone un approccio molto concreto e pratico sullostrumento. Inoltre Le Mille e una Nota ti offre unapreparazione completa per gli esami di ingresso neiConservatori di Musica (OSA) e in più, in collabora-zione con Arca del Blues, la realizzazione di registra-zioni di brani inediti. Mi auguro che sia un lungocammino da fare insieme al mio Team Docenti, alloStaff e a voi per la Musica, quella Vera!»

AdB

MUSICA ! SCUOLA

17ARCA del BLUES - Ottobre 2016

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MUSICA | LA STORIA

LA SCRITTURA MUSICALE

La scrittura musicale si è evoluta neltempo, durante il quale sono anda-ti a stabilirsi gli elementi primari

(altezza, durata, intensità e timbro) esecondari (linee, segni, parole, abbre-viazioni numeri e segni grafici). La scrit-tura musicale più antica è sicuramentequella alfabetica. I suoni venivano rap-presentati tramite lettere dell’alfabetocollocate sopra le sillabe da cantare,mentre i valori erano raffigurati da lineee punti posti sopra le lettere stesse(fig.1). Questo sistema greco fu poiadottato dai latini e successivamentetrasmesso agli studiosi del medioevo. Sisviluppò quindi un nuovo tipo di nota-zione che si basava su simboli grafici: ineumi (indicavano approssimativamen-te l’andamento della melodia (fig.2). Alsistema della notazione neumatica poinacque la necessità di perfezionamentonell’altezza dei suoni. Il primo fu quellodi utilizzare sul testo da cantare unalinea rossa che prendeva il nome FA perdefinire un punto di riferimento, e suc-cessivamente quello di aggiungere unalinea di colore giallo detta DO. Nel corsotempo andarono ad aggiungersi altrelinee, fino ad arrivare alla nascita delvero e proprio rigo musicale quandoGuido d’Arezzo propose l’adozione deltetragramma (rigo di quattro linee(fig.3), che poteva essere attraversatoverticalmente da stanghette per divide-re tra loro le frasi musicali. Guidod’Arezzo, oltre ad aver definito il tetra-gramma, diede pure il nome alle primesei note (esacordo) traendole dalleprime sillabe di un inno dedicato a S.Giovanni. Con questo nuovo tipo dinotazione si poteva indicare con preci-sione la melodia dal punto di vista del-l’altezza. Rimaneva da definire quindi la

figura 1

figura 2

figura 3

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durata. Nel gregoriano (genere musicale vocale nato nelVIII secolo) il ritmo era molto relativo essendo che erasostanzialmente affidato all’orecchio che con una certalibertà seguiva gli accenti delle parole. Questa libertàperò andò a svanire con la nascita della polifonia(stilecompositivo a 2 o più voci indipendenti) perché eranecessario far andare insieme voci diverse con parolediverse. Si ebbe così la necessità, quindi, di stabilire deisegni per indicare la durata delle note (fig.4). Intantoandarono ad aumentare le linee destinate a precisarenuove altezze sonore, fino a quando nel cinquecento ilteorico musicale Giuseppe Zarlino definì il nostro attua-le pentagramma musicale (fig.5) con l’uso di segni gra-fici o figure musicali per rappresentare suoni o pause disilenzio di varia durata, aggiungendo al tutto la settimanota della scala: il SI. Con l’invenzione della stampa nelXVI secolo prese definitivamente forma la grafia sonoratotale, che ha contribuito alla nascita di grandi capola-vori della musica europea e all’evoluzione del linguaggiomusicale che è andato negli anni via via raffinandosi.

Lorenzo Mancarella

figura 4

figura 5

MUSICA | LA STORIA

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Sabato 17 settembre alle 19.30 è stata inaugurata lanuova sede dell’Arca del Blues, una tra le maggiorirealtà artistiche pugliesi di formazione e produzione

musicale. La sede dell’Arca del Blues 2 è situata a SanPietro Vernotico (BR), in via Carrozzo 25, ed è guidatadalla direzione artistica di Francesca Miccoli. Le iscrizioniai corsi di canto e strumento sono state aperte lunedì 19settembre. Sono quindi disponibili anche nel territoriobrindisino gli stessi servizi offerti dalla storica sede lecce-se: corsi di canto, pop e lirico, e di strumento (pianoforte,chitarra, violino, basso, batteria, ecc.), condotti da maestriprofessionisti del settore. La stessa Francesca Miccoli, checura anche il corso di canto pop, è cresciuta artisticamen-te sotto la produzione discografica dell’Arca del Blues edel suo direttore Nando Mancarella, e studia canto jazz alconservatorio di Taranto. Nel suo curriculum c’è la vittoriadell’edizione 2014 del FestivalShow, rassegna musicaleitinerante che ha preso il posto del Festivalbar, per la cuiserata finale si è esibita sul palco dell’Arena di Verona conil brano “Il Carillon dei Compromessi”. Ha anche disputatouna sfida all’interno del programma Amici di Maria DeFilippi. Ma non vi è spazio solo per lezioni e formazione:L’Arca del Blues 2 offre tutti i servizi legati alla produzio-ne televisiva e musicale (studio di registrazione, produzio-ne videoclip e cortometraggi) e all’etichetta discografica(consulenza artistica, stampa e pubblicazione di dischi).Senza dimenticare la produzione della rivista bimestraleL’Arca del Blues – Musica e Spettacolo, distribuita in tuttoil Salento, e la web radio Arca del Blues in onda sulla piat-taforma Spreaker. Tra le produzioni dell’etichetta disco-grafica Arca del Blues si ricordano i singoli di CesareMontinaro, tra cui “Restart”, messaggio di lotta contro ilbullismo lanciato dalla testata DiTutto.it, e “Illusione” deiKayssah, finalisti dell’edizione 2015 del FestivalShow.Tutte le produzioni discografiche dell’Arca del Blues sonoacquistabili su iTunes, anche tramite il sito ufficialewww.arcadelblues.it

Bianca Chiriatti

INAUGURATA LA SEDE BRINDISINADELL’ARCA DEL BLUES

L’Arca del Blues 2, guidata da Francesca Miccoli, apre le porte a San Pietro Vernotico, ed offre corsi di canto e servizi di produzione musicale

ARCA DEL BLUES | NEWS

ARCA del BLUES - Ottobre 2016

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C’è qualcosa cherende davveromagico un con-

certo di Vasco ed èquel senso di apparte-nenza che si crea tra ilpubblico, la band e ilmitico cantante diZocca. Il concer to è

come un’onda emotivatra il palco e la gente ele canzoni sono unmomento di condivisio-ne assoluta. “Si provaun emozione talmenteforte, è un’energia chearriva talmente poten-te che è chiaro che ècome una drogapesante […] chequando stai lì ti aiutatantissimo, perchéquell’energia non riu-sciresti ad averla nor-malmente.” È così chedescrive un suo con-certo il Komandante. Ifan amano Vasco e

basta, non pensanoalla sua persona, pen-sano solo al modo incui canta, alla capacitàche ha di far breccianei loro cuori, amanoVasco a prescindere.Vasco con i suoi testi simette a nudo, mette in

mostra pregi e difetti,forze e debolezze,momenti belli emomenti brutti; il suopubblico lo ama perchémette in mostra tuttociò perché si immede-sima, trova punti incomune in quei testisentendosi menodiverso, meno solo.Vasco riesce ad esserequei momenti in cui haibisogno di sentire lesue canzoni, di sentirequalcosa che ti capiscee ti assomiglia.Il cantante di Zocca hadimostrato come fare

MUSICA | REPORTAGE

ARCA del BLUES - Ottobre 2016

Il più grande evento di quest’estate, i quattro

concerti di Vasco Rossi alloStadio Olimpico di Roma

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numeri record, come riempire glistadi e come riempirli per quattrogiorni. Tutto ciò è riuscito perchéVasco è vero, sa cosa fare, saquali obiettivi deve raggiungere,sa come toccare le emozioni deisuoi fan. Il suo effetto trasversa-le colpisce diverse generazioni ediverse par ti d’Italia e delmondo. Il popolo di Vasco è tal-mente vasto e diverso che non sipuò negare la passione chemette in ogni sua canzone e l’af-

fetto che riesce a trasmettere.Non importa se le frasi dei testinon sono legate, è proprio quel-lo l’obiettivo del cantante, cerca-re di usare quanto più impressio-nismo possibile, in modo tale dadare la possibilità al suo pubblicodi riempire gli spazi tra le frasicon la propria immaginazione.Ogni concerto è uguale ma pro-fondamente diverso. Ogni volta ècome la prima volta. La fase fina-le del concerto è la parte più

bella e affascinante di tutto ilconcerto, quando tutto il suopubblico si unisce in un’unicavoce per accompagnare Vasconell’esecuzione di “Albachiara”ed è questo che ti fa capire dicome tutto sia perfettamenteunico. Vasco non è l’unico rockeritaliano ma certo il più grande.

Marco Malecore

Foto: pagina fb Vasco Rossi

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