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IN COPERTINA4 Intervista esclusiva

FEDERICO MALAMAN

MUSICA | RECENSIONE5 EMINEMThe Marshall Mathers LP 1

MUSICA6 Alcune consideranzioni sul Direttore d’Orchestra

MUSICA6 SANREMO 2017:i promossi e i bocciati dalla sala stampa

MUSICA | BAND8 FIGLI DI ROCK ‘N ‘

ROLLLigabue...made in Salento

DISCO | RECENSIONE10 DISCO TIME’S UP

Un progetto musicale, ma anche filosofico

MUSICA | STORIA10 XXX“ le migliori” l’album di Mina e Celentano

MUSICA | NEWS12 Torna il festival

VOCINE NUOVE DICASTROCARO 2017Povia alla conduzione

TEATRO | NEWS 14 Ladies and Gentilman:

il TEATRO APOLLO.Il Teatro inaugurato al cospetto del Capo dello Stato Mattarella

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Sommario

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Iniziamo con una domanda di rito che sottoponiamo a tuttii nostri artisti “da copertina”.

Chi è per te Federico Malaman?Federico Malaman è un fortunato, "non più giovanissimo, musicista"(classe '79), che ha scelto il basso elettrico come strumento di espres-sione all'interno del magico mondo della musica! Essendo la musicaun'arte con illimitati modi espressivi, Federico si vede un eterno stu-dente, sempre alla ricerca di una perfezione che, non penso troveràmai....l'importante è continuare a cercarla.Le tue pagine social sono ricchissime di “like”, di commen-ti, di condivisioni e soprattutto di complimenti. Insomma, seiun fenomeno virale. Quanto hanno influito i social networknella tua carriera lavorativa?Tanto! Sono veramente grato a Youtube, Facebook, Instagram,Twitter,etc.... Tramite questi social sono riuscito a farmi conoscere intutto il mondo, rimanendo, praticamente a casa mia (o quasi ). I socialsono diventati la nuova TV e la gente sceglie chi seguire, senza esse-re "condizionati" da ciò che passa la TV. Grazie a tutti coloro che miseguono, alle loro condivisioni, ai loro bei commenti, sono riuscito acredere un po' più in me stesso, anche se non sono "un cantante" o un"fotomodello" da copertina!Quale consiglio ti senti di dare alle nuove generazioni che siapprocciano alla musica?Non è così semplice....L'unica cosa positiva che riesco a vedere è che,fortunatamente, le nuove generazioni,stanno portando una ventata diqualità alta: mi riferisco a musicisti come i Dirty Loops, gli Snarky Puppy,i Pentatonix, gli Knower o il grande Jacob Collier. Quest'ultimo, genioassoluto, sta riempiendo i teatri di tutto il mondo con una musica pienadi tutto:dal Pop al Jazz con uno stile personalissimo ed un gusto raffi-natissimo. Consiglio? Prendete spunto da loro.Se nel mondo non fosse esistito il basso, quale strumentoavresti suonato?

Molto probabilmente il pianoforte. Per me è lo strumento che tuttidovrebbero saper almeno "strimpellare". Adoro il pianoforte e le tastie-re, in generale.Velocità, tecnica, suono, timing ed uno strepitoso senso delritmo che si irradia in tutto il corpo e che ti rende un tutt’unocon lo strumento. Qual è l’elemento indispensabile per esse-re unico e funzionale?Non lo so... sinceramente, penso che Jaco sia unico, Marcus Miller siaunico, John Coltrane sia unico... diciamo che faccio del mio meglio percreare un mio stile,ma non è semplice quando, a parere mio, c'è giàstato tutto. Tento di fare ciò che mi piace, il che equivale a un mix ditutto quello che ascolto e studio.Nei tuoi live in giro per il mondo, l’elemento comune è sem-pre e comunque un grande sorriso e tanta voglia di fare. Qualè stata l’esperienza più entusiasmante nella tua vita musica-le?Solo una? La scelta è ardua... Fortunatamente ho avuto e sto avendoesperienze bellissime... una tra tutte, di sicuro, è stata quando suonaicon George Benson nel 2009 durante un suo concerto a Veneto Jazz.L'emozione che avevo era indescrivibile! Lui è stato straordinario e lovedevo come un ragazzino con tanta voglia di suonare,nonostantel'età. C'è una "testimonianza video" su Youtube: praticamente suonosorridendo in continuazione. Che momento meraviglioso! Grazie per essere stato con noi: se hai piacere, dedica unafrase o un piccolo pensiero a tutti i musicisti che leggono larivista “L’Arca del Blues musica e spettacolo”Innanzi tutto, grazie a "L'Arca del Blues musica e spettacolo”, per aver-mi dato l'occasione di raccontarmi un po'. Farei un piccolo slogan, inquesta epoca "social's addicted": Meno invidia, meno chiacchiere, piùstudio, più rispetto.Grazie mille! Federico Malaman

Francesco Mancarella

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IL PERSONAGGIO IN COPERTINA

ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

FEDERICO MALAMAN

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The Marshall Mathers LP 1, c'erauna volta "the real slim shady"

Nell'ultimo periodo le nostre orecchie lo hanno riascoltato inqualche collaborazione o in pochi altri pezzi, ma per gliamanti della musica hip hop la latitanza di Eminem dallo sce-

nario attuale può essere interpretata come una vera e propria tra-gedia. "The Marshall Mathers LP 1" è considerata dagli appassio-nati del genere e non, la miglior raccolta creata dal rapper prove-niente da Detroit. Oltre10.200.000 di copie ven-dute nella prima settimanadopo il rilascio (solo negliUSA), nell'album si puòascoltare tutta la sua bra-vura nel rappare, accom-pagnata da basi varie ecoinvolgenti; inoltre ven-gono raccolti un mix distati d'animo e pensieriche fanno emergere l'uni-cità di questo ar tista chegià agli inizi del 2000 neaveva viste e fatte di cottee di crude. Pezzi simbolodell' album sono "The realslim shady", in cui scatenala sua satira su tutto e tutti(non risparmia nemmenose stesso), "Stan" opera

d'ar te, in cui si consacra un'altra grande ar tista come Dido, cheinsieme a "The Marshall mathers" rappresentato le canzoni un po’più "serie".Infine come non sottolineare brani come "Bitch please pt2" in cui sono presenti molti santoni della musica hip hop statuni-tense degli anni '90/00 (Dr. Dre, Snoop Dogg, Xzibit, Nate Dogg) e"The way i am" dove va contro il pubblico oppressivo che vede in lui

solo la veste di cantanteaccantonado il fatto che siaun uomo come tutti gli altri.Un cd in cui Eminem mettetutto se stesso, diver tendo-si e non tralasciando nes-sun aspetto del suo tribola-to carattere, rendendolointeressante, vario e daascoltate tutto d'un fiatoper più volte. Cosa dire,non resta che augurarsiche in questo 2017 possatornare con un'altra gran-de raccolta basata sui suivecchi fasti,ripor tandolo al"The real slim shady" che...c'era una volta...

Angelo Mariano

MUSICA | RECENSIONE

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Èdi qualche giorno fa la notizia cheGeorges Prêtre, uno dei migliori diretto-ri d’orchestra del nostro tempo, si è

spento all’ età di 92 anni. Ci ha lasciato ungrande patrimonio di registrazioni e incisioni,nonché di ricordi di tutti gli orchestrali chehanno suonato diretti dalla sua bacchetta, chetestimoniano le sue doti artistiche e il suocarisma. Perché è proprio su questo che lamusica, di qualsiasi genere, si basa: doti arti-stiche e carisma. Le prime possono essere: lacultura generale (anche quella non musicale),l’esperienza, la capacità di analizzare inmaniera approfondita una par titura.Insomma, tutto ciò che si acquisisce grazieallo studio e al sacrificio. Il carisma invece èqualcosa di più astratto. La definizione che dàdi questa parola l’enciclopedia Treccani, nel-l’accezione relativa alle scienze sociali, è :«complesso delle qualità innate e degli attribu-ti che conferiscono a un individuo l’autoritàper esercitare la funzione di capo». Quindi,qualcosa che si ha o non si ha. Ecco cos’ è inpoche parole un direttore d’orchestra: la per-sona che, più di tutti gli orchestrali, devesaper unire doti artistiche e carisma, raziona-le e irrazionale.

Questa figura nasce nell’ Ottocento, nell’epo-ca in cui l’evoluzione musicale che portava icompositori a scrivere partiture sempre piùelaborate dal punto di vista sia ritmico checoloristico, fece diventare insufficiente il sem-plice ‘stacco del tempo’ o la battuta del tempoa mo’ di metronomo che il primo violino o ilmaestro al clavicembalo facevano per far ini-

ziare un qualsiasi brano, affidandosi durantel’esecuzione sostanzialmente all’autocontrol-lo dei singoli orchestrali. Lazare Saminsky , inun suo scritto dal titolo L’arte del direttored’orchestra, sintetizza la stessa in un afori-sma: «dirigere, è prevedere». Proprio per que-sto, chi è chiamato a salire sul podio per pre-parare l’orchestra (nelle vesti di ‘concertato-re’) alla performance che dirigerà egli stesso(nel ruolo di ‘direttore’) ha una grossaresponsabilità. Oltre a mettere in preventivo lediverse difficoltà che incontrerà di volta involta e trovare la via d’uscita per ognuna diesse, deve tra l’altro saper sfruttare al megliole possibilità della massa orchestrale a suadisposizione, e non è per niente facile. Fondamentale sarà la sua capacità di comuni-care sia verbalmente che col gesto, attraver-so un sapiente uso della mano destra (che disolito impugna la bacchetta) e della manosinistra. È necessaria una fortissima capacitàdi ascolto e di risoluzione dei problemi nelminor tempo possibile. Anche per questomotivo, talvolta le circostanze lo portano adattirarsi le antipatie degli orchestrali (cosache, naturalmente, è sempre meglio evitare).

Nello scritto già citato, Saminsky dice qualisono le qualità fondamentali che dovrebbeavere un direttore d’orchestra:1) Il senso rigoroso del ritmo, la facoltà dimantenere il movimento preso e di modificar-lo senza difficoltà quando sia necessario.2) La memoria dei movimenti e l’istinto deimovimenti giusti, ossia la facoltà di determina-re infallibilmente il vero, l’unico movimento colquale dev’essere eseguito questo o quelpezzo.3) Le doti tecniche naturali, come un polsoelastico e bene allenato, una certa graziainnata, una spontanea elasticità di movimentiecc.

Rocco Causo

Lazare Saminsky (Odessa 1882 - Port Chester,New York, 1959) è stato unc ompositore, direttored'orchestra e critico musicale. Tra le sue principalicomposizioni figurano le opere-balletto The vision ofAriel (1915), The plague's Gagliarda (1925),Jephta's daughter (1928), l'opera Julian theApostate Caesar (1939), il balletto Lament ofRachel (1920), cinque sinfonie, pagine d'ispirazio-ne ebraica.

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MUSICA

ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

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Sanremo 2017 si è concluso, e anchequest’anno i commenti dalla sala stampanon sono mancati, soprattutto dopo

l’inaspettata vittoria di Francesco Gabbani edella sua “Occidentali’s karma”. Vediamo qualisono state le tendenze di quest’ultima edizio-ne secondo alcuni giornalisti che hanno segui-to la kermesse dalla sala stampa del Palafiori,a Sanremo.

PROMOSSI

Francesco Gabbani . I 30 milioni di visualiz-zazioni del suo video ufficiale su YouTube par-lano da soli. La sua canzone piena di citazioni,da Desmond Morris a Marilyn Monroe, ha con-quistato tutti, e il balletto con la scimmia èormai diventato un cult. Era andato al festivalper promuovere il suo album dopo il trionfodello scorso anno nella sezione NuoveProposte, ne è uscito vincitore, con una per-formance divertente, che ha fatto ballare tutti(sala stampa compresa). Lo aspettiamo amaggio all’Eurovision Song Contest, dove sicu-ramente il suo entusiasmo non passerà inos-servato.

F iorel la Manno ia . Mancava dall’Ariston da29 anni, è ritornata con un pezzo intenso edemozionante, conquistando un secondo postodi tutto rispetto. Molti la davano per vincitrice,lei forse ci sperava, ma Fiorella ha comunquevinto, per il ritorno in grande stile, per l’inter-pretazione straordinaria come sempre, per ilmessaggio della canzone. E perché ancorauna volta ci insegna che con la sobrietà si vaavanti. Grazie, Fiore.

Erma l Meta. Dall’Albania all’Italia, al palcodell’Ariston, con un brano difficile, sulla violen-za contro le donne, ma di impatto straordina-rio. Suo è stato anche il premio della seratacover, con una reinterpretazione di “Amaraterra mia” di Modugno. È l’emblema del fattoche i giovani autori bravi esistono ancora.Coraggioso e pop.

Elodie. La partecipazione al festival l’ha fattarivalutare agli occhi di molti, compresi quelli dichi sta scrivendo. L’ex concorrente di Amici haregalato delle esibizioni molto intense, compli-ce una gran presenza scenica e vocale. Lacanzone rende di più in radio, rispetto alla per-formance con l’orchestra. Se non diventa unafotocopia di Emma Marrone, farà strada.

Paola Turci . Da applausi. In sala stampa sifaceva il tifo spudorato per lei e il suo invito atutte le donne a non abbattersi, a farsi delbene. Testo deciso, la grinta e la solarità disempre, e Paola è più bella che mai. Brava.

Miche le Bravi . Il vincitore di X Factor 2013ha esordito a Sanremo con un pezzo delicatosulla confusione sentimentale ed esistenziale.Si è riscattato sui social e ora ha trovato unprogetto giusto. Da tenere d’occhio.

Fabr izio Moro . La sua “Portami via” è statouno dei brani più sottovalutati di quest’edizio-ne. Una canzone d’amore in crescendo, con untesto interessante sul male di vivere e la capa-cità di accettare «la vita così com’è» nonostan-te gli errori. Introspettivo.

BOCCIATIRaige e Giu lia Luzi . Il loro duetto non hafunzionato, né è piaciuto ai giornalisti dellasala stampa. Testo privo di profondità, che invi-ta senza troppi giri di lacrime a “cogliere l’atti-mo”, che l’amore magari poi arriva davvero.La grinta del rapper e la voce soul della ragaz-za non bastano per costruire un brano chevada oltre a sospiri e metafore esplicite.Evitabili.

Gigi D ’A less io. La bocciatura è per la rea-zione avuta dopo l’eliminazione, alla semifina-le. Una canzone per la mamma che non c’è piùda tanti anni, Gigi rivolge gli occhi al cielo e aDio e commuove davvero quando è sincero.Poi rovina quasi tutto quando, eliminato, fa unvideo volgare e lo posta sui social, sostenendodi non “rosicare”. Proprio sicuro?

Aless io Bernabei . Terza volta a Sanremo,seconda da solista, e ci si chiede solo: “per-ché”? Ci riprova costantemente a lanciare unacarriera da solista che stenta a decollare, manon si capisce dove vada a parare la canzone.Radiofonica, sì, ma banale. E si tiene anche ilrimprovero, in sala stampa, di non essere trop-po amichevole con i giornalisti.

Chiara Ga liazzo. La sua canzone ha untesto intenso, scritto dai fratelli Nicco e CarloVerrienti, di Casarano (Le). Il vero problema èl’arrangiamento del pezzo, troppo sottile, anzievanescente, si fatica a ricordarne la melodia.E lei ha una voce straordinaria, ma sembranon aver ancora trovato un suo stile preciso ericonoscibile.

Gi usy Ferrer i . La simpatia non basta.Perché Gaetana, che si è fatta conoscere annifa con X Factor, è simpatica, solare, tiene beneil palco, ma il pezzo proprio non funziona. Iproduttori Takagi & Ketra (Roma-Bangkok)non bastano, stavolta: “Fa talmente male” fun-ziona in radio, meno sul palco. Ma in fondo unsuccesso planetario come quello con Baby K,arriva una volta nella vita.

Bianca Chiriatti

Sanremo 2017:

MUSICA

ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

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Tra le tante band attive sulla scena musicale salentina se ne distin-gue una, attiva ormai da diversi anni, per aver fatto della qualitàun marchio di fabbrica: Figli di Rock ‘N’ Roll, tributo a Ligabue.

Andiamo a conoscere meglio Roberto (voce), Fabio (chitarra), Giovanni(chitarra), Vito (basso) e Giovanni (batteria)…

Innanzitutto quando è nata l’idea di un tributo a Ligabue eperché?E’ nata per caso nel 2009, nel senso che nessuno dei musicisti cheavrebbero poi costituito la prima formazione dei Figli di Rock ‘N’ Rollaveva la minima intenzione di mettere su una tribute band di qualsiasigenere, finché non ci è stato presentato Roberto: sentirlo intonareViva! è stata un’illuminazione stile Blues Brothers! All’inizio ci divertivaguardare l’espressione stupita di chi ascoltava per la prima voltaRoberto cantare, e in fondo la nostra idea era appunto quella di diver-tirci, ma a poco a poco l’entusiasmo della gente ci ha fatto capire diavere un grande potenziale e abbiamo iniziato a lavorare sui suoni egli arrangiamenti, fino ad arrivare ai sequencer.Il nome della band da dove viene?Uno dei pezzi che più ci piacciono di Ligabue è Sogni Di Rock & Roll:possiamo dire che ci rappresenta per tutto quello che è la vita “on theroad” soprattutto dopo i concerti, quando le luci sono spente, la genteè andata via da un po’, e con la macchina carica di strumenti ci si trovaa percorrere un bel po’ di strada per tornare a casa, magari ferman-doci da qualche parte per un caffè... Volevamo usarla come nome dellaband, ma c’era già una band di Roma con quel nome, quindi abbiamo“fuso” Figlio D’Un Cane e Sogni Di Rock & Roll, come se fossimo “figli”di due entità, Rock e Roll appunto.Quanto c’è di vostro in questa band e quanto invece è

“costruito”?Di nostro c’è l’identità di ognuno di noi: Roberto canta con la sua voce(che il caso vuole sia simile a quella di Ligabue), non è un imitatore,non lo “scimmiotta” nel cantare, nel parlare, o altro. E questo vale pertutti, siamo persone vere. E’ ovvio che siamo sempre costretti a doverrifare quello che fanno altri musicisti, ed è questa l’unica cosa “costrui-ta”: riproduciamo fedelmente le parti dei musicisti di Ligabue, per far sìche suoni tutto come l’originale. Chi è appassionato di questo o quel-l’artista va a vedere una tribute band perché ritrova i pezzi che amaascoltare, suonati come gli originali.Effettivamente l’effetto è quello di un disco…A volte capita che qualcuno entri in un locale e solo una volta che civede suonare si renda conto che non è un disco: è uno dei tanti com-plimenti che ci fanno e che sicuramente più apprezziamo, per il qualeci impegniamo tanto. Riprodurre quello che è il lavoro di un altro musi-cista sembra facile ma non lo è affatto, e la somma di ogni singola partedeve suonare bene perché il risultato sia corretto. E’ molto più facilepersonalizzare le canzoni e farle suonare a modo proprio, ma il fan diLigabue ha nelle orecchie i dischi originali e riconosce immediatamen-te quello che ci dovrebbe essere a un certo punto della canzone: semanca, oppure è differente, viene catalogato come “errore”! Possiamodire che sono tra i fan più esigenti che esistano, e ogni sera ne abbia-mo la prova.Immagino abbiate un repertorio adeguato. Quante canzoni,circa?Al momento sono 85 pezzi.Così tante? Ma quanto suonate, quattro ore comeSpringsteen?Beh, i fan sono esigenti e Ligabue ne ha di pezzi belli: l’anno scorso

MUSICA | BAND

8ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

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abbiamo preparato e portato in giro tutto l’album Buon CompleannoElvis, dalla prima all’ultima canzone, come ha fatto Ligabue aCampovolo nel 2015! Ma occupava solo metà della scaletta, l’altra metàerano pezzi misti dal primo album a oggi… Per inciso, le nostre sera-te durano almeno due ore e un quarto, e in alcuni casi siamo arrivativicinissimi alle tre ore! Il fatto è che a noi piace suonare e la gente sidiverte con noi, e il repertorio così vasto serve a non fare ogni sera lastessa scaletta. Se vieni a vederci tre sere di fila senti canzoni semprediverse, tranne quelle che non puoi assolutamente scordarti di fare:una volta ci eravamo dimenticati di inserire Certe Notti… Ovviamentel’abbiamo dovuta suonare!

Da quello che so avete un “curriculum” di tutto rispetto…Sì, abbiamo suonato in tante piazze, in tantissimi locali prestigiosi,giriamo il Salento in lungo e in largo ma siamo andati anche fuori pro-vincia e fuori regione. Ma la cosa più bella è l’enorme affetto che abbia-mo trovato dappertutto, anche dove il sentimento iniziale era la diffi-denza dovuta al fatto che non ci conoscevano: quando il pubblico si è“sciolto” ci siamo scatenati tutti ed è stata una vera festa!Avete suonato anche coi musicisti di Ligabue?Sì, con Poggipollini e con Cottafavi, mentre al Jack’n Jill abbiamo aper-to per Righetti e Pellati che stavano portando in giro una loro produ-zione. Sono state esperienze fantastiche che ci hanno arricchito molto.Da un lato ci hanno mostrato come lavorare, dall’altro ci hanno resoconsapevoli che eravamo sulla strada giusta. E da loro abbiamo rice-vuto tanti complimenti: mentre suonavamo Balliamo Sul Mondo,Poggipollini (riferendosi a Roberto) si è girato verso Fabio e gli detto:«Però… E’ davvero bravo!», e ogni volta che incontra Fabio, con cui èrimasta l’amicizia, non manca mai di mandare i saluti a tutti.Le prossime serate?Area 51, Exit 101, Tesoretto, Shamrock, Gianna Rock, ecc… Per ledate venite a visitarci sulla nostra pagina di Facebook, mettete un bel“Mi Piace” e sarete aggiornati su tutto quanto quello che verrà. E nonscordate di mandarci le foto e i video che fate: ogni sera spuntano tele-fonini ma spesso non riusciamo a recuperare il materiale ed è un pec-cato.Insomma, chi viene a vedervi cosa si deve aspettare?Passione, innanzitutto. Passione per Ligabue, passione per le sue can-zoni, passione per la musica. E poi adrenalina perché siamo tutti musi-cisti di sangue rock e interpretiamo i live in maniera energica, soprat-tutto se c’è la giusta risposta del pubblico: per una magia così (dice)val la pena vivere…

AdB

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Un progetto musicale ma anchefilosofico con tematiche cheparlano dell’ambiente, dell’uo-

mo, della terra, della nostra casa, dinoi. L’uomo distrugge inesorabil-mente il proprio ambiente, inquina il

mondo avvelenan-do non solo ilnostro corpo mala società che siritrova coinvolta inquesto circolosenza fine. Il 19gennaio 2016 èstato presentato ereso pubblico ilnuovo disco delcantautore GinoManno in ar te“Ludmann” pres-so il teatro“Paisiello” di

Lecce con una band d’eccezione for-mata da Angelo Fumarola alla chitar-ra, Maurilio Mimmi al basso elettricoe Paolo Colazzo alla batteria.“Time’s Up” è il titolo di questo stra-ordinario lavoro discografico che

vede al suo interno l’interazione didiversi professionisti del settorecome Marco Ancona che ha arran-giato e registrato tutti i brani,Francesco Mancarella che ha maste-rizzato il prodotto ed infine l’etichet-ta discografia “L’Arca del blues” cheha alle spalle importanti collabora-zioni nazionali. Ludmann è l’autoredi tutti i 10 brani che sono presentiall’interno del CD:

1. SENZA TE2. UN SISTEMA SPECIALE3. LE SCIMMIE4. E’ LIBERO IL PENSIERO5. TIME’S UP6. STREGHE7. SELFIE8. RASTA RASTA9. UOMINI DIECI E LODO10. STREES BY STREES

DISCO | RECENSIONE

Disco Time's Up

10ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

Tutto è par tito nel 2015 in occasione del compleanno diMina Mazzini quando il suo par tner nella musica eamico di sempre Adriano Celentano scrive sul web i

suoi auguri per lei:“Cara Mina, Lo so, dopo i 20 anni, se c’è una cosa che ci faincazzare, è quando tutti si affannano a farci gli auguri ilgiorno del nostro compleanno. Lo fanno apposta. Come dire:“E adesso?”. E adesso è proprio questo che dovrete scopri-re… Comunque Auguri piccola! TU ed io siamo LE migliori”.È da qui che nasce l’idea del titolo del nuovo album e di unaloro collaborazione dopo ben 18 anni. Dopo il loro ultimoalbum “Mina Celentano”, che è inutile dire raggiunse in bre-vissimo tempo un milione di copie vendute, i due cantautoritornano con un album di tutti inediti. Due ar tisti che hannofatto la storia della musica italiana e che continuano a lascia-

le miglioriMUSICA | STORIA

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re il segno anche dopo quasi vent’anni di inattività come duo.Ciò che unisce i due è sicuramente la loro profonda amiciziae stima reciproca. Entrambi ar tisti unici e impor tanti che nonhanno assolutamente paura del tempo che passa e di rimet-tersi in gioco con l’attuale scenario musicale. Infatti il loronuovo album presenta 11 canzoni che riproducono una com-

binazione tra passato e presente. Tra gli autori dei testi,infatti, notiamo illustri nomi del passato e nomi del presenteche hanno conquistato le vette delle classifiche musicali inpochissimo tempo; da Andrea Mingardi, Toto Cutugno eRiccardo Sinigallia, passando per Mondo Marcio e FrancescoGabbani (quest’ultimo vincitore della 67° edizione delFestival di Sanremo). Un vero e proprio mix di stili musicalicome rock, country, rap, raggae e techno, il tutto accompa-gnato da splendide e uniche melodie che fanno affermare ilsuccesso della coppia anche con la contemporaneità deisuoni di oggi. Il cd esce l’11 novembre 2016 in due versio-ni: nella versione "Deluxe" ci saranno anche le registrazionifatte con un microfono nascosto nella macchina del caffèdove i due ar tisti, inconsapevoli, si fermavano a parlare escherzare durante la preparazione dell'album. Il discodebutta al secondo posto della classifica FIMI, salendo invetta nelle settimane successive. Sempre secondo le rileva-zioni della FIMI, dopo sei settimane il capolavoro dei due siconferma l'album più venduto dell'ultima settimana. Questosegna un vero e proprio trionfo della coppia più famosa delloscenario musicale italiano e nonostante la loro età restanoeccezionali, unici e senza ombra di dubbio Le Migliori.

Marco Malecore

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MUSICA | NEWS

Vocine Nuove Castrocaro,è il concorso più presti-gioso d'Italia dedicato a

bambini e ragazzini. “Vocine”ha 17 selezionatori regionali,15 festival par tner, una retedi collaboratori diffusa sututto il territorio nazionale.Ogni anno arrivano aCastrocaro 200 - 300 bambi-ni, questa'anno ad aprile cisaranno 4 weekend di sele-zioni e la finale il 13 maggio.Nei weekend ci saranno

Masterclass tenute da Povia eaudizioni davanti a una giuria

altamente qualificata. I finali-sti realizzeranno un videoclipcon Povia cantando: "I bambi-ni fanno ooh". I tre podioBaby + tre podio Junior rea-lizzeranno un videoclip per-sonalizzato. I vincitori, unoBaby e uno Junior, si esibiran-no a Sanremo.doc nella setti-mana sanremese e riceveran-no un dono prezioso da RealeCollection di Roberto Reale.L'evento, presentato daPOVIA, vincitore del Festivaldi Sanremo nel 2006, saràtrasmesso sulle tv del circuitoFOX PRODUCTION TELEVI-SION ITALIA a cavallo tra lafine di giuno ed inizio luglio in10 puntate da 30 minuti piùuna puntata finale da 80minuti (con repliche nel mesedi Agosto). Per par teciparealle selezioni basta collegarsial sito della manifestazione:www.vocinenuovecastrocaro.com. Main Partner del concor-so: VILLAGGIO RASCIADA,Fondazione MISSION BAMBINI,ROCKHATTLE MUSIC SOUNDSTUDIO e JNWEB AGENCY.

12ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

La manifestazioneBike meeting èar rivata alla 9°

edizione ed è organiz-zata dal motoclub FMI"I Lupi". La manifesta-zione, che nelle primeedizioni era itinerante,da alcuni anni si è sta-bilizzata nella bellissi-ma piazza Sant'Oronzo. L' evento ha ilsolo scopo di riunirecentinaia di Bikers edappassionati e sensibi-lizzar li alla prudenza

su strada. Durante lagiornata si svolgerà lavendita delle uova dipasqua per laBimbulanza, unacostante presenzanella manifestazionegrazie alla quale mol-tissimi bambini hannopotuto usufruire di tra-spor ti gratuiti pressovarie strutture ospeda-liere. L'appuntamentoè il 26 marzo dalle ore9:00

DOMENICA 26 MARZO

BIKE MEETING

9° edizione

BIKE | NEWS

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Lo scorso 3 febbraio è statofinalmente inaugurato ilTeatro Apollo al cospetto del

Capo dello Stato Mattarella, delMinistro ai Beni CulturaliFranceschini. La direzione artisti-ca della serata inaugurale è statacurata da Katia Ricciarelli. Il teatroApollo che spicca maestoso in ViaTrinchese non è stato più in usodagli anni 80 e intere generazioninon hanno potuto vedere e ammi-rare questo indubbio gioiello dellacittà. Il teatro ha ospitato pureCarmelo Bene, anche se il pubbli-co non riuscì a capire l’importan-za e la validità della sua arte. Ilteatro è tra i monumenti piùimportanti e, da un certo punto divista anche più misteriosi, dellacittà. La sua attuale struttura risa-

le ai primi anni del ‘900 quando,su un progetto dell’Ing. Tassoni,venne edificato dal maestro

Vincenzo Cappello che lo conse-gnò alla città il 15 maggio 1912tra i festeggiamenti della popola-zione. La costruzione venne arti-colata in tre tempi e infatti nel1912 venne realizzata solo laSala Apollo decorata con stucchi,affreschi e dorature, per inaugu-rare l’Arena si dovette attendere il1914, mentre il Teatro fu prontosolo nel 1926: lavoro scrupolosoe ingegnoso che richiese deltempo ma diede tanta soddisfa-zione alla popolazione che pote-va, così, sfoggiare il nuovo gioiel-lo architettonico. L’inaugurazionedel Teatro, risalente al 04 dicem-bre 1926, avvenne con la proie-zione del film “Gli ultimi giorni diPompei” e nessuno riusciva più ariconoscere l’originaria struttura,

tanto era stato ingegnoso il lavo-ro dell’equipe di restauro.Purtroppo negli anni ’80 il teatro

è stato chiuso. Risale al 2007 lagara d’appalto indetta dalComune per avviare i lavori:un’opera complessiva che si aggi-ra intorno ai 13 milioni di euro, dicui una larga fetta promanantidirettamente dalle casse comuna-li e il resto ottenuto a seguito diun accordo tra Regione Puglia eMinistero dei Beni Culturali.Stando all’opera del 1926, lastruttura si presenta con un pro-spetto in stile neoclassico, compo-sta da un architrave e da un impo-nente colonnato che lascia spazioad un ampio portico originaria-mente destinato ai botteghini inlegno. Al suo interno ampi spaziospitano ben 828 posti a sedere,di cui 334 riservati alla platea, 92per la prima galleria e altri 92 perla seconda galleria, 110 postidestinati al loggione e 100 per ilfoyer, che all’occasione può tra-sformasi in un’ampia sala confe-renze dotata di cabine riservateagli interpreti per le traduzioni insimultanea. Il mistero è ora sucome verrà utilizzato questo tea-tro, quale sarà la direzione artisti-ca e se riuscirà a rivitalizzare lasituazione dei teatri a Lecce. Adoggi ancora non si sa nulla. Sispera in un futuro florido e straor-dinario per il teatro Apollo e lacittà tutta affinchè possano vivereun vero e proprio rinascimentoculturale.

Gian Piero Personè

TEATRO| NEWS

ARCA del BLUES | Marzo-Aprile 2017

FOTO STORICA DEL TEATRO

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